Unholy Confessions

di Rinoa Heartilly Vengeance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Unholy Confessions

Chapter 1


JILL POV

"Dannati lividi" penso svegliandomi mentre ogni parte del corpo mi fa male. La testa mi gira e fatico a muovere il braccio destro. Appoggio entrambi i piedi sul pavimento freddo e non appena mi alzo, zoppicante, mi devo appoggiare al muro

 

"Merda" sussurro mentre la caviglia destra mi pulsa dal male.Sento inoltre bruciarmi tantissimo il polso sinistro,  come se avessi tante piccole scosse tutte concentrate li. Cerco di ignorare il dolore e mi dirigo comunque in bagno, voglio evitare il piú possibile il contatto diretto con ció che c'è sui polsi, voglio solo dimenticare...

 

“Tutto inutile” dico guardandomi allo specchio, a farmi ricordare c'è un enorme livido violaceo vicino alla tempia sinistra...

 

Sconsolata passo a rassegna tutto il mio corpo e noto con tristezza che sono ricoperta quasi ovunque da quei segni odiosi...

 

Così dopo essermi lavata decido di indossare comunque una felpa nonostante il caldo e di nascondere il livido alla tempia con la frangia che di solito mi ricade lungo la parte destra del volto. Per quello sul collo decido come sempre di coprirlo col fondotinta. Finita questa operazione, torno a sistemarmi le maniche della felpa ed è in questo preciso istante che li vedo... Tagli... Piccoli tagli orizzontali lungo il polso. Rossi e dolaranti... Sono li a ricordarmi che ho fallito e a ricordarmi lui... Pierre...

 

<< Pierre si puó sapere che vuoi? Non ti avevo detto di lasciarmi in pace? >>

<< Si Jill ma... Voglio farmi perdonare! Sono cambiato, ho capito dove sbaglio e voglio dimostrarti quanto ti amo >>

<< Dici sempre così sai? >>

<< Sta volta è diverso! Stasera cenetta romantica e poi ci vediamo un bel film… >>

<< Mica dovevi uscire con i tuoi amici? >>

<< No, ho rinviato apposta per te >>

 

Mi fermai a riflettere  non mi importava se il mio silenzio lo innervosiva, dovevo valutare bene la situazione. Dopo qualche minuto dissi

<< Eh va bene Pierre >>

<< Grazie Jill ti amo >>

 

[...]

 

Il pomeriggio era volato via ed ora ero qui a casa di Pierre. Ora mi sentivo leggermente piú calma, peró avvertivo comunque una strana sensazione.

 

<< Amore? Ti vanno bene pasta al ragú e hamburger? >>

<< Si, perfetto >>

 

Rimasi a fissare Pierre per qualche istante, in fondo era meglio lasciargli cucinare le uniche due cose che sapeva fare, almeno avremmo evitato di chiamare i pompieri...

 

<< Amore è pronto! >> disse tutto sorridente

<< Eccomi >> risposi sedendomi a tavola.

 

Subito Pierre inizió a parlare della sua giornata, delle sue idee e dei suoi amici. Tentava di convincermi che fossero brave persone, ma io non mi smuovevo. Non li sopportavo erano solo degli ubriaconi schifosi...

 

La cena passó in fretta e mentre mi accoccolavo sul divano color panna il telefono inizió a suonare. Appena Pierre rispose iniziai ad aver paura, avevo intuito chi c'era dall'altra parte della cornetta...

 

<< A-amore... >>

<< Si Pierre? >>

<< Emh i miei amici escono, vanno in quel bar figo ci hanno invitati... A me piacerebbe andare quindi... >>

<< Beh non preoccuparti, io vado a casa e tu esci con loro >> risposi sorridendo

<< Non vuoi venire con noi? >> chiese iniziando ad alzare la voce

 

Ti prego fe che non sia come le altre volte...

 

<< No non mi va... >>

<< Perchè rovini sempre tutto?! Non mi fai vivere! >> inizió ad urlare

<< Non ti faccio vivere? Ma che dici! Ti ho detto di uscire no? >> dissi alzandomi di scatto arrabbiandomi

<< Ma io voglio che vieni con me >>

<< Scusa ma non mi va >>

<< Tu vuoi farmi allontanare da loro vero? >>

<< Mai detta una cosa simile! >>

Sbam.

Uno schiaffo in pieno volto. Rimasi impietrita, iniziai a tramare guardandolo incredula

<< Di nuovo? >> chiesi

<< Scusami non volevo >> tentó di giustificarsi.

 

Ignorandolo andai verso la porta,volevo uscire di li prima che fosse tardi.

 

Appena arrivai alla porta sentii Pierre prendermi per i capelli e tirarmi verso di lui, urlai per il male e tutto ció che ottenni come risposta fu un altro schiaffo.

 

<< Pi-Pierre basta >> dissi con la voce rotta dalle lacrime

<< E' colpa tua >> rispose tornando a picchiarmi...

 

I suoi colpi diventavano sempre piú forti e all'improvviso persi i sensi.

 

"Jill basta ricordare! Ora l'incubo è finito. Hai lasciato Pierre, non ti darà piú fastidio" mi dico mentalmente mentre mi osservo un ultima volta allo specchio

"Si non si vede nulla" dico mentre mi volto e scendo in cucina a prendere le chiavi per uscire ed andare a lavoro.

 

 

 

JORDAN POV

Esco da lavoro e corro a casa a prepararmi; oggi io e Pierre abbiamo il nostro primo appuntamento.

L’ho conosciuto ieri e mi è sembrato sin da subito un bravissimo ragazzo.

Viene a prendermi sotto casa e con dolcezza mi saluta. Mette in moto e arriviamo in un ristorante carinissimo.

 

Ceniamo tranquilli e poi mi riaccompagna a casa sua.

Come ferma la macchina lo guardo stranita.

<< Ti va di salire?>> mi chiede

 

Anche se un po’ perplessa accetto. Entriamo e lui chiude la porta; mi guardo un po’ intorno e con uno scatto mi salta addosso facendomi finire sul divano.

Il suo peso mi opprime, ma ancora di più la sua lingua che vaga senza permesso sul mio corpo.

Lo respingo con forza e i suoi occhi pieni di rabbia sono fissi sui miei.

<< Che diavolo fai?>> gli chiedo nonostante la domanda sia abbastanza stupida.

Lui mi prende i polsi e mi bacia di nuovo, con più forza.

<< Non… Puoi… Respingermi>> dice infilandomi la lingua in gola.

Infiniti pensieri mi invadono la testa.

“ Non è il momento di pensare; agisci” cerco di motivarmi.

 

Sono immobilizzata; mi tiene stretto i polsi e mi blocca le gambe con il suo peso. Decido di dargli una testata; forse farà più male a me che a lui.

Si sposta dolorante e io corro verso la porta un po’ intontita. Lui mi corre dietro e mi blocca al muro. Mi da uno schiaffo e poi un altro ancora.

 

Nessuna lacrima mi bagna il viso; non verserò mai nemmeno una lacrima per lui.

Cerco di liberarmi quando sento il sapore ferroso del sangue; gli sputo addosso macchiandolo e lui indietreggia quasi come se avesse visto un fantasma.

<< Sc-scusami.. Io.. Jordan non volevo>> mi dice cadendo in ginocchio.

Mi avvicino a lui con disprezzo mentre mi guardo i segni rossi diventare più scuri.

<< Ringrazia che non sono una lurida schifosa come te o ti lascerei morto in terra. Spero che il peso delle tue stronzate ti pugnali il cuore per l’eternità. Non cercarmi mai più>> dico per poi uscire di fretta.

 

Arrivo a casa mia e mi reggo a malapena in piedi. Non so cosa mi faccia più male; ho le braccia completamente ricoperte di lividi, il labbro inferiore tagliato e le guancie gonfie. Per non parlare del cuore spezzato e lo stomaco sottosopra.

Ormai sono le cinque, tra poco suonerà la sveglia; tanto vale alzarsi.

Non ho dormito e due occhiaie lo dimostrano. Mi metto un velo di trucco e noto che il gonfiore al viso si è attenuato.

 

Spero nessuno mi faccia domande riguardo al mio stato.

Mi avvio verso lo studio e noto che c’è solo Jill, il capo.

E’ una ragazza apposto, non so molto di lei, in fondo è molto riservata come me.

Mi siedo alla mia postazione dei piercing e guardo i nomi dei clienti.

<< Bungiorno Jo-…. Tutto bene??>> mi chiede Jill notando forse il labbro.

<< Si non preoccuparti>> dico un po’ fredda.

<< Ricordati di venire a lavoro in modo presentabile; lavoriamo a stretto contatto con le persone>> mi dice chiudendosi nel suo studio.

<< Cos’è vieni a farmi la predica e poi non mi dai il tempo di rispondere? Vedo che anche tu non sei messa benissimo>> dico seguendola ed entrando di colpo.

Lei apre la bocca e non uscendo nessun suono la richiude.

Magari pensava che io non notassi nulla, ma riconosco dei lividi coperti dal fondotinta.

<< Tu..>> prova a dire

<< Una felpa in piena estate è stato un passo falso>> dico accennando un sorriso.

<< Magari abbiamo iniziato con il piede sbagliato>> mi dice sorridendo anche lei.

<< Concordo. Andiamo a bere qualcosa come finiamo il turno?>> dico e lei annuisce.

 

All’orario di chiusura l’aspetto fuori e ci incamminiamo silenziose verso il bar più vicino.

<< Che hai fatto al labbro?>> mi chiede

<< Probabilmente quello che è successo a te alle braccia>> dico sorseggiando una birra.

Non mi piace parlare di me, sono sempre stata una persona riservata perché penso che parlare non risolvi nulla; risolvere i problemi risolve i problemi. Sembra un’affermazione stupida e senza senso, ma è il motto su cui baso la mia vita.

 

Quando c’è un problema ci penso su e poi agisco, non serve parlare; gli altri non ti risolvono i problemi.

<< Quando è iniziato per te?>> mi chiede con gli occhi lucidi.

<< Iniziato e finito ieri spero. Per te? E’ già da un po’ che vedo che ti copri>> dico con un velo di preoccupazione.

<< Da più di un mese a dire la verità, ma avantieri ho messo fine al suo massacro>> dice facendo cadere una lacrima. In quel preciso momento l’immagine di Pierre si fece strada fra i miei pensieri facendomi salire i brividi; sentivo la pelle dolorante al solo pensiero.

<< ..quello stronzo di Pierre non mi farà più del male>> dice lei. Mi sembra come si essere uscita da uno stato di trance sentendo il suo nome. Scatto in piedi e la guardo scioccata.

<< Che nome hai detto scusa?>> chiedo alzando un po’ il tono di voce.

<< Ho detto Pierre. Jordan che ti prende?>> dice lei confusa.

Non può essere; non può essere la stessa persona.

<< Alto, muscoloso, capelli e occhi scuri?>> chiedo  e lei spalanca gli occhi forse capendo tutto.

<< N-non dirmi che..>> dice facendo cadere il bicchiere che aveva in mano.

 

Annuisco pensando a quello schifoso. Jill mi racconta di come si sono conosciuti e che anche a lei fece una buona impressione inizialmente.

<< Voleva andare al bar con gli amici e siccome ho rifiutato mi ha picchiato l’ennesima volta, ma questa volta ho messo fine a tutto>> spiega lei

<< Io l’ho incontrato avantieri al bar… E ieri siamo usciti per la prima volta>> dico non credendoci ancora.

<< E’ assurdo pensare che quell’idiota l’abbia rifatto>> dice lei scuotendo la testa.

 

 

 

Note delle autrici:

Ccciao io sono Cat alias Jordan; mentre io sono Rinoa alias Jill

 

Abbiamo iniziato a scrivere questa storia come punto di sfogo;

speriamo vi piaccia e non esitate a farci sapere cosa ne pensate 

 

Ps Cat scusami se non ho trovato quel dannatissimo acquamarina xD

 

 


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Unholy Confessions

Capitolo 2

Jill P.O.V


Una nuova giornata ha inizio e con questa la mia solita routine. Doccia, copertura lividi, colazione e lavoro.
La cosa positiva è che ora che ho fatto amicizia con Jordan posso scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, certo sono ancora riservata per quanto riguarda me, peró ora come ora mi fa bene parlare con qualcuno.
Una volta finita la colazione, prendo le chiavi ed esco di casa. Dieci minuti di macchina ed eccomi qui al negozio. Apro e con lentezza mi dirigo nel mio studio. Accendo la luce e svogliatamente mi preparo alla giornata.
<< Per prima cosa guardiamo gli appuntamenti >> mi dico dirigendomi verso il bancone color noce situato al centro della sala comune. Appena apro il quaderno una voce mi distrae
<< Buongiorno Jill >>
<< Giorno Jordan. Come stai? >>
<< Si va avanti Jill tu? >>
Rifletto un poco per poi rispondere
<< Idem... Ora guardiamo gli appuntamenti? >>
Annuisce e iniziamo a sfogliare le pagine.
Finito di leggere ognuna di noi torna nel suo studio, devo dire che anche oggi sarà una giornata impegnativa, cioè nessun cliente particolare... Anche se la reazione di Jordan a due nomi mi ha incuriosita...
[...]
Dopo aver realizzato un tatuaggio di un acchiappa sogni sulla spalla di una ragazza, posso rilassarmi un po'. Ho qualche minuto libero prima dell'arrivo del prossimo cliente...
Ne approfitto per levarmi la felpa e guardare i tagli... Mi fa male, vorrei averli 'puliti' e non con quei segni... Ma ormai ci sono e come si dice "Non si cambia il passato"
<< Si puó? >> Una voce maschile alle mie spalle mi fa sussultare
<< Si si >> dico in fretta girandomi
Un ragazzo molto carino è davanti a me. Alto, capelli corti e nerissimi, occhi di un verde acquamarina tendente all'azzurro. Mi ci perdo nei suoi occhi. Rimango incantata a fissarlo dimenticandomi di tutto
<< Sono qui per il tatuaggio che ho prenotato settimana scorsa >> dice riportandomi alla realtà
<< B-bene di che tatuaggio si tratta? >> chiedo
<< Un deathbat >>
<< Cosa scusa? >> chiedo confusa
<< Deduco che non sei una nostra fan >> risponde con uno strano tono
<< No, mi spiace >>
<< Non importa... Ho una foto se ti interessa >>
<< Certo >> rispondo agitandomi mentre si avvicina con il telefono.
Inizio ad andare nel panico... Che mi succede?
<< Questo è un deathbat, nonchè simbolo della mia band >>
<> chiedo mentre mi dirigo verso la strumentazione per realizzare lo stencil
<< Sul petto >> risponde accomodandosi sulla poltrona.
Ok rifletti Jill... Forse è meglio se prima realizzi uno schizzo a matita, così nel caso c'è qualcosa che non va lo correggi e poi realizzi lo stencil.
<< Allora prima disegno uno schizzo del deathbat e poi se va bene realizzo lo stencil ok? >>
<< Perfetto >> risponde sorridendo
Inizio a disegnare e sento i suoi occhi su di me. La cosa mi imbarazza e mi provoca una strana fitta che non capisco...
Appena finito lo schizzo gli mostro il foglio
<< É bellissimo >> risponde sempre sorridendo
<< Bene allora realizzo lo stencil. Nel frattempo puoi toglierti la maglia >>
Preparo lo stencil e mi avvicino a lui. Lo posiziono e di nuovo quella sensazione... Seguo i suoi occhi e li vedo concentrati sui miei tagli.
"Merda la felpa" penso mentre mi alzo di scatto ad indossarla. Resto qualche istante immobile dandogli le spalle per poi dire
<< Bianco e nero o colori? >>
<< Colore >> risponde con voce confusa
preparo il tutto e torno da lui che mi fissa con fare di chi vuole capire, ma non vuole far domande per evitare di essere invadente. Mentalmente lo ringrazio e preparo il tutto.
<< Ci vorranno piú sedute sai? >>
<< Nessun problema >>
Di nuovo quel sorriso... Mi irrigidisco e dopo aver preso un respiro profondo inizio a tatuargli il contorno del deathbat.



Jordan P.O.V


Rimango sveglia tutta la notte per via dei troppi pensieri.
Ripenso anche a Jill e alla sua rivelazione; sono felice di aver approfondito la sua conoscenza.
Mi alzo dal letto e mi preparo con positività.
“ Infondo sono viva e posso raccontare la mia storia” penso.
Prendo l’MP3 e decido di andare a piedi a lavoro; un po’ di moto non guasta mai.
Arrivo in studio e noto la mia collega che sfoglia l’agenda degli appuntamenti.
<< Buongiorno Jill >> dico
<< Giorno Jordan. Come stai? >> risponde con un velo di tristezza.
<< Si va avanti Jill tu? >> rispondo con un mezzo sorriso
<< Idem... Ora guardiamo gli appuntamenti? >> mi chiede pensierosa.
Mentre sfogliamo le pagine noto due nomi che mi fanno scattare il cuore sull’attenti.
“ J. O. Sullivan – Z.J.Baker” rileggo mentalmente quei due nomi più e più volte.
<< Naah, è impossibile che siano loro>> mi dico spostando dietro l’orecchio una ciocca di capelli.
Entro nel mio studio e sistemo quegli strumenti che la mia pelle ha visto più e più volte.
Si muore di caldo in studio così decido di togliermi la giacca, rimanendo con la mia adorata canotta dei Pantera presa al mio primo Live.
Mi metto i guanti neri mentre mi lascio prendere dai ricordi quando il suono delle nocche sulla porta mi riporta alla realtà.
<< Prego, avanti>> dico mentre sistemo il campionario dei piercing.
<< Mi scusi>> dice una voce familiare.
<< Si figuri e mi dia de-… OH MERDA>> Sbianco alla vista del mio cliente.
<< Fan?>> mi chiede lui sorridente.
<< Certamente, mi chiamo Jordan>> dico avvicinandomi a lui porgendogli la mano.
<< James >> Il suo sorriso mi contagia; questa è la positività che cercavo.
<< Come mai da queste parti?>> chiedo curiosa.
<< Vorrei farmi dei piercing e chiedendo in giro questo studio risulta il migliore>> risponde sempre sorridente.
<< Che genere di piercing vorresti fare?>> chiedo.
<< Mi piacciono molto il central e l’industrial>> mi dice un po’ perplesso.
<< Magari facciamo prima il central e in un’altra seduta l’industrial, così da non stressare troppo il corpo>> dico e lui annuisce.
Mi siedo sullo sgabello girevole e prendo tutti gli strumenti.
La sua vicinanza mi provoca una strana sensazione; solitamente non sono imbarazzata, sarà che è un personaggio famoso.
Mi avvicino più a lui perdendomi nei suoi occhi quando noto che mi fissa le braccia, riguardo i miei lividi e accenno un mezzo sorriso.
<< Che album cono- AIA!>> gli buco la pelle e si lamenta con lo sguardo da cucciolo sciogliendomi il cuore.
<< Ma sei grande e grosso>> dico ridacchiando.
<< Hey amico, hai finito? Oh scusate>> dice Vee entrando all’improvviso.
<< Vengeance! Hai già finito il tatuaggio?>> chiedo sorridente.
<< Si, è il più bel più bel tatuaggio del mondo>> dice con aria sognante.
<< Come dici tu>> risponde James un po’ scocciato.
<< Matt dice che dobbiamo raggiungerlo; ho già pagato, muovi il culo>> dice Zacky per poi uscire. James sbuffa guardando la porta per poi voltarsi e sorridermi l’ennesima volta.
<< Quando posso tornare? P-per il piercing intendo>> dice grattandosi la testa. E’ così bello quando è imbarazzato.
<< Beh. Possiamo vederci tra una settimana>> dico per poi maledirmi subito.
<< .. Per il piercing, ovviamente>> mi correggo subito dopo.
I ragazzi ci salutano mentre io e Jill torniamo a lavoro; dopo l’ultimo cliente vado a salutarla nel suo studio.
<< Giornata stancante eh?>> dico
<< Oh, non parlarmene>>  mi dice lei sbadigliando.
<< Beh almeno abbiamo visto i Sevenfold>> dico con aria sognante.
<< I chi?>> mi dice lei confusa mentre io rimango scioccata.
<< Cacchio Ji, sei californiana e non conosci i Sev??>> dico agitando le braccia, forse un po’ troppo.
<< Ho tatuato uno famoso senza saperlo?>> mi chiede lei ridacchiando.
<< Ehm.. Scusate>> ci voltiamo non appena la porta si apre; Vee e Sullivan si scambiano sguardi d’intesa.
<< Ragazzi! Avete dimenticato qualcosa?>> chiedo io.
<< Noi ecco.. Noi ci chiedevamo s-se..>> prova a parlare James con non poca difficoltà.
<< Ci chiedevamo seviandavadivenireadunfalòconnoi>> dice Vee tutto d’un fiato tanto che sbianco pensando che ci stia mandando una maledizione.
<< Non abbiamo capito nulla>> dice Ji ridacchiando.
<< Vi va di venire ad un falò stanotte? Siamo stati invitati tutti noi della band, ma ognuno deve portare una ragazza e noi.. siamo soli, ecco>> spiega James tutto rosso in volto.
<< Io.. Ho del lavoro da sbrigare>> spiega Jill nervosamente.
<< I-io devo controllare la contabilità, s-sarà per un’altra volta>> spiego mangiandomi una parola dopo l’altra.
<< Oh, si certo>> dice Zacky
<< Ci vediamo la settimana prossima>> dice Sullivan per poi uscire entrambi di fretta.
<< Abbiamo assunto un contabile la settimana scorsa>> mi dice Jill con tono accusatorio.
<< Non hai nessuno lavoro sa sbrigare>> dico puntandole un dito contro.




Note delle autrici

Eccoci qui con il secondo capitolo ^_^ Hai visto!? Ho trovato l'acquamarina!! *saltella*
Beh tornando a noi... Ci scusiamo per il ritardo con cui aggiorniamo e nulla... Speriamo che anche questo capitolo vi piaccia :)
A presto Jill Jordan

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


UNHOLY CONFESSIONS 


Chapter One

Jill POV

<< Abbiamo assunto un contabile la settimana scorsa>> dico con tono accusatorio.
<< Non hai nessuno lavoro sa sbrigare>> ribatte puntandomi un dito contro.


 La guardo per poi alzare le mani in segno di resa.

 
<< Hai ragione… La mia è solo una scusa >>
<< Anche la mia >> risponde e io inizio a ridere nervosamente
<< Pizza? >> chiedo distrattamente
<< Va bene >> risponde sorridendo
 

Jordan torna nel suo ufficio e io inizio a sistemare il mio. Mentre pulisco il bancone su cui disegno gli schizzi inizio ad avvertire un senso di colpa. Non mi succedeva da tempo di stare così.
Provare una forte indecisione che mi fa chiudere lo stomaco e mi fa rivivere la scena di poco prima con i Sevenfold.
Immagino varie risposte alla loro domanda, ma poi inizio a pensare

“Mi spiace aver rifiutato ma… Non me la sento. Un presentimento mi ha detto di rifiutare e così su due piedi ho trovato la scusa più banale di sempre”.

Torno a pulire cercando di distrarmi ma nulla, tutto è inutile. Continuo a pensare a loro e a quel dannato falò
 
“ Eh dai Jill ammettilo ti piacerebbe andare a quel falò…” dico a me stessa posando lo straccio.
Subito un senso di benessere mi assale. Ammettere ciò che davvero si vuole mi fa stare bene.
 

Mi fiondo nell’ufficio di Jordan ed esclamo


<< Forse dovevamo accettare >>
 

Si gira di scatto per poi rispondermi
 

<< Lo stavo pensando anche io. Abbiamo bisogno di svago, dobbiamo distrarci Jill >>
<< Eh si >> sussurro
<< Allora andiamo? >> chiede con tono convinto
<< Si >>
 

Sorrido e usciamo dal centro.
 

Saliamo in macchina e ci avviamo verso la spiaggia. Mentre guido una serie di dubbi mi assalgono.


<< Jo-Jordan… >> dico tremante
<< Cosa Jill? Perché quel tono? >> chiede preoccupata
<< E se… Si, insomma e se alla fine loro non ci sono? >> chiedo dubbiosa
<< Passeremo una serata diversa, no?>> risponde lei sorridente.
<< Sono solo paranoie inutili>> cerco di convincermi.
<< Tranquilla Jill, è da un po’ che pensavo la stessa cosa che hai detto tu, però dobbiamo osare >> cerca di tranquillizzarmi
<< In effetti ci siamo private di tantissime cose >> sussurrai e calò il silenzio.


Cinque minuti dopo arriviamo al parcheggio vicino alla spiaggia.
Scendiamo dall’auto, ci scambiamo uno sorriso d’incoraggiamento e ci avviamo verso il ponticello che conduce alla spiaggia.
Superato il ponticello , un falò cattura la nostra attenzione; al centro della spiaggia ci sono dei ragazzi seduti li vicino su degli asciugamani.


<< Li vedi? >> chiedo nervosa.
<< In effetti no >> risponde guardandosi attorno
<< Forse è meglio… >> non finisco la frase che Zacky e James sorridendo ci salutano venendo nella nostra direzione.


In quel momento tutti i nostri dubbi svaniscono e assieme seguiamo i due ragazzi.


<< Ehy ciao! >> esclama Zacky
<< Ciao >> rispondo leggermente imbarazzata
<< Alla fine avete sistemato l’impegno e la contabilità? >> chiede James curioso
<< E-emh si >> replica vaga Jordan


Cala un silenzio imbarazzante; fatico a guardare Zacky in volto.
“ Sicuramente sarò rossa come un pomodoro in volto” penso


<< Venite a conoscere gli altri? >> domanda James spezzando il silenzio
<< Sii >> risponde Jordan felice


Camminiamo finche non raggiungiamo tre ragazzi che ci danno le spalle


<< Ehy! Loro sono Jill e Jordan >> esordisce Vee


I ragazzi si voltano e sorridono. Vedo Jordan esaltarsi mentre loro si alzano per presentarsi


<< Io sono Matt, piacere. Il nano è Johnny mentre lui è Brian >>
<< Non sono un nano! >> replica per l’appunto Johnny


Sorrido per l’ennesima volta mentre Jordan fa qualche domanda ai ragazzi.
 Imbarazzata mi siedo, mi sento un po’ fuori luogo e non so’ nemmeno come entrare nel discorso …
 

<< Che canzone conosci? >> mi chiede Brian sedendosi di fronte a me
<< Emh io in realtà … >> provo a dire
<< Non dire che non ci conosci >> chiede incredulo mentre scuoto la testa in segno di negazione.
<< Ora ti facciamo sentire qualcosa >> afferma Matt
 

Annuisco e Jordan si siede vicino a me. Brian e Zacky prendono due chitarre mentre Jimmy tira fuori dalla tasca posteriore dei Jeans delle bacchette.
 

Iniziano a suonare e io mi perdo nell’ascoltare quelle note. Suonano davvero bene e non so’ come spiegarlo, ma mi sento bene, felice e viva.
Chiudo gli occhi per godermi ancora di più quelle note meravigliose accompagnate dalla voce di Matt , quando Jordan mi scuote il braccio e mi indica una persona dietro i ragazzi
 

PIERRE.




JORDAN POV

Siamo tutti attorno al falò; Brian e Zacky suonano qualcosa per Jill che batte il tempo sulla sabbia con le bacchette di James.


<< Hei ragazzi, io e Vee stiamo lavorando su un nuovo progetto>> dice James sorridente.
<< Si, per ora abbiamo scritto una parte del testo>> dice Vee
<< Scream till there’s silence; scream while there’s life left, vanishing. Scream from the pleasure, unmask your desire, perishing >> dice convinto Zacky mentre guarda Jill.
<< I know I make you wanna scream, You know I make you wanna run from me baby>> James non fa in tempo a finire la frase che il mio sguardo si posa su un ragazzo che mi fissa in lontananza.


Scuoto leggermente Jill che dopo aver riconosciuto Pierre mi fissa terrorizzata.
La stringo forte mentre i ragazzi ci guardano confusi.
Istintivamente mi alzo e corro via trascinando Ji che in preda al panico mi segue senza dire una parola.
Stanche e in preda alle convulsioni per via del freddo, ci fermiamo dietro una roccia.


<< Perché sei corsa via?>> mi chiede Ji cercando di riprendere fiato.
<< Mi piace correre>> rispondo ironica mentre qualcuno mi tocca una spalla.
<< Cazzo James, stavo per fracassarti il cranio con un pugno>> dico cercando di tranquillizzarmi.
<< Non volevo farti spaventare>> dice questo con voce triste.
<< Che vi è preso?>> chiede Vee accarezzando i capelli di Jill.
<< Noi.. Ecco..>>
<< Ci andava di correre>> rispondo al posto della mia amica fulminandola con lo sguardo.
<< Si tratta del nostro ex, Pierre..>> inizia la spiegazione.
<< Jill NO!>> provo a fermarla.
<< E’ un ragazzo violento; ha abusato di me e infine di lei>> mi ignora continuando a spiegare; sento gli occhi di James inchiodati ai miei.
<< Che ne dite se andiamo via?>> chiede Vee prendendo per mano Jill.


Tutti d’accordo ci avviamo al parcheggio; Ji e Zacky salgono sulla moto e sfrecciano via veloci e io rimango a fissare James che si gratta la testa imbarazzato.


<< Hai dimenticato dove hai parcheggiato la macchina?>> chiedo ridacchiando.
<< Ehm, in realtà siamo arrivati>> dice indicandomi una bicicletta rossa.



Angolo delle autrici:

Eccoci col terzo capitolo ^^ COme sempre ci scusiamo per il ritardo con cui pubblichiamo e nulla speriamo che vi piaccia :) - Jill & Jordan 

Ps di
Jill (?) La biciiiii xD ok me ne vado 



 

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