Una Sparizione Misteriosa

di SophiexLok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Junto Somos Mas ***
Capitolo 2: *** Algo suena en mi ***
Capitolo 3: *** Yo soy asì ***
Capitolo 4: *** Todo cambia Cuando te acercas a mí ***



Capitolo 1
*** Junto Somos Mas ***


JUNTOS SOMOS MAS
 
Lo spettacolo era andata a gonfie vele. Gregorio non era riuscito a sabotarlo. Tutto grazie all’intervento di Pablo. Lo studio 21 ha riacquistato il prestigio di una volta. anzi adesso è anche più famoso di prima! Violetta non era più partita per il Qatar ed il papà aveva capito la sua grande passione per il canto.( Dopo tutto qualcosa lo avrà preso anche dalla madre, oltre alla testardaggine del padre!!!! ). Dopo lo spettacolo Tomas aveva salutato tutti perché partiva per la Spagna. Vilu gli aveva promesso che lo avrebbe aspettato e si salutarono con un dolcissimo bacio. Da dietro le quinte, Leon li vide e una lacrime le solco la guancia. Lo sapeva: lei non lo aveva mai amato. Si era fidanzata con lui solo per dimenticare Tomas.si fece forza e se ne andò, pensando che presto avrebbe trovato anche lui la sua anima gemella. La band formata da Leon, Napo, Andres, Broadway e Maxi era riuscita ad avere un contratto con una famosa casa discografica ed adesso erano famosi in tutta la città. Camilla aveva fatto pace, di nuovo, con Broadway, dopo essersi arrabbiata per il fatto che il suo ragazzo le aveva fatto credere che se ne sarebbe andato. Nata si era ribellata a Ludmilla con l’aiuto del suo “splendito rapper”(come lo definiva lei). Francesca, anche lei, salutò tutti perché sarebbe tornata in Italia per passare le vacanze estive con i suoi genitori. poi sarebbe tornata per l’inizio dell’anno scolastico
 
 
Tutto cominciò una mattina di metà luglio.
Violetta si era svegliata presto perché faceva molto caldo. Era una bellissima giornata afosa. Dalla finestra aperta, entrava una profumata brezza d’estate. Profumava di libertà, del mondo che la circondava. Ancora in pigiama, la ragazza si sporge da essa, come faceva ormai ogni mattina. Rimaneva 5 minuti ad osservare il paesaggio e poi andava saltellando a fare colazione. Suo padre e Angie erano partiti per una gita fuori città e non sarebbero tornati prima di una settimana, quindi poteva fare quello che voleva, tanto in casa c’erano solo Olga e Roberto. Oramai l’amore tra il padre e la ragazza era sbocciato e l’atmosfera finalmente si era calmata in quella casa, dove per un anno aveva imperversato la tempesta. da quando Jade se ne era andata, tutto era tornato alla normalità. o forse anche troppo: secondo Vilu, tra Olga e Roberto stava nascendo un qualcosa di speciale, di diverso da una semplice amicizia tra colleghi. Scese di corsa le scale e si diresse verso la cucina.
“Roberto, Olga, ci siete? Dove vi siete nascosti?” chiamò, cercando i due “piccioncini” in tutta casa. Appena entrata in camera da pranzo, si accorse che la colazione era gia pronta e c’erano due biglietti.
 
Cara Violetta,
la colazione è gia’ pronta. mangiala subito se no si fredda.
Ma che dico? tanto tanto con questo caldo non avrai fame!
Sono andata a fare spesa. ci vediamo a stasera!
Tua, Olga
 
Mentre leggeva il biglietto di Olga, Violetta si mise a ridere: Olga era una gran chiacchierona, e lo si vedeva anche dai suoi biglietti! Poggiato quello di Olga, prese quello di Roberto.
 
Sono dovuto uscire per fare delle commissioni a German.
Non fare macelli.
Roberto.
 
Era sempre molto formale Roberto, ma sapeva che poteva contare sempre su di lui e che le voleva molto bene. Poggiò i due biglietti sul tavolino e risalì in camera sua per vestirsi. Quel giorno voleva cambiare. Prese un paio di jeans molto corti, color rosa pesca, ai quali abbinò una maglietta blu elettrico con delle scritte argentate. Poi, da dentro una scatola che aveva trovato nella soffitta, prese un paio di meravigliose ballerine della mamma: erano color argento con una rosa blu sulla punta! Per finire il look, raccolse tutti i capelli e li portò sulla parte sinistra del viso e sopra l’orecchio destro ,rimasto scoperto, tra i capelli, infilò una rosa blu, come le scarpe. Si specchiò e fece un sorriso. “ Sì, oggi sto veramente bene” pensò, tutta soddisfatta.
Scese di corsa le scale e corse in cucina. Mangiò al volo un cornetto alla marmellata  e bevve un bicchiere di succo all’arancia. il resto lo mise in frigo. Prese la borsa con le chiavi di casa e uscì. Appena uscita dal cancello, si fermò. Si era dimenticata qualcosa ma non si ricordava cosa.
“La borsa del mare!” disse e corse di nuovo dentro casa. Eh sì, quel giorno doveva andare al mare con i suoi amici ma si era dimenticata la borsa e soprattutto della gita!!!!!. Riuscì dopo poco minuti con in mano una borsa da mare rosata, ma al posto delle ballerine portava un paio di infradito color pervinca. Tirò un sospiro di sollievo e guardò l’orologio. “Cosa? Sono già le nove? Sono in ritardo”. Aveva appuntamento con i ragazzi davanti lo Studio 21 per le nove meno cinque. Prese a correre e nel momento di fare la prima curva, perse una ciabatta. si fermò, tornò indietro a prenderla, se la rimise e riprese a correre. Quando arrivò, aveva il fiatone.
“Ma cosa hai fatto?” chiese Maxi, mentre rideva.
“Maxi, lascia perdere. Questa mattina mi ero dimenticata della giornata al mare e mi sono dovuta precipitare qui di corsa perché stavo facendo tardi!” disse Vilu, tra un respiro ed un altro.
“Non ti preoccupare, tanto anche Camilla è in ritardo!” disse Broadway, divertito.
Aspettarono cinque minuti e alla fine arrivò anche Camilla.
“Ma che fine avevi fatto?” disse Leon.
“Lascia perdere! Mi ero proprio dimenticata che dovevamo andare al mare!”
Si girarono tutti verso Vilu e scoppiarono in una risata comune. Solamente Camilla non aveva capito cosa era successo.
“ Non ti preoccupare, te lo spiego dopo” disse amorevolmente Broadway alla fidanzata, prima di darle un dolce bacio sulla guancia per salutarla. Erano un bel gruppo, quel giorno.
Napo, Andrei, Maxi e Nata, Broadway e Camilla, Violetta, Leon. Il padre di Leon aveva noleggiato un furgoncino con tanto di autista che li avrebbe portati tutti al mare. Appena tutti furono saliti, partirono. Il viaggio durò un paio di ore, ma poiché erano tutti insieme, il tempo volò. Appena arrivati videro una magnifica villa con un enorme giardino interno. Era la casa di Leon.
“Mi sono permesso di ospitarvi nella mia casa al mare per due giorni! Per voi va bene?” disse sorridente Leon
“Veramente? Ma noi pensavamo di tornare a casa per sera!” dissero tutti in coro
“Se ci sono problemi, l’autista vi può riportare a casa stasera!”disse un po’ triste il ragazzo.
“Ma no, non ti preoccupare, dobbiamo solo chiamare a casa per avvisare!” disse Nata, contenta all’idea di passare tutto quel tempo con i suoi amici e con il suo fidanzato!
Dopo aver chiamato a casa per avvertire, lasciarono le borse nell’ingresso e andarono tutti ad ammirare la spiaggia. Acque cristalline, sabbia bianca e poi non c’era nessuno intorno, perché era una spiaggia privata.
“Che bello! Adoro il mare!” disse Camilla.
“ E adesso tutti in acqua! Chi arriva per ultimo ….. dormirà in terrazzo!” urlò Leon mentre correva in acqua.
“Ma non è giusto!” dissero le ragazze, che furono le ultime a buttarsi in acqua poiché si dovettero togliere i pantaloni e le magliette che si erano messe sopra i costumi. La giornata passò piena di risate e scherzi. Arrivò la sera e Leon fece vedere le stanze. Le ragazze starebbero state tutti insieme mentre i ragazzi si sarebbero divisi in due stanze al piano di sotto. Mentre tutti si facevano la doccia, Nata stava in veranda a guardare il sole tramontare a picco sul mare. Maxi, che ormai aveva finito, si sedette vicino al lei, mano nella mano. Leon li vide da dietro la finestra e una certa malinconia gli offuscò gli occhi. Anche lui voleva trovare una ragazza con la quale vedere tutti i tramonti della sua vita. Arrivò la sera e Violetta aveva un bruttissimo presentimento: qualcosa sarebbe andato storto quella sera, ma nessuno se lo poteva immaginare. Cenarono e poi si misero tutti a giocare a Taboo fino a notte fonda. Ssi salutarono e andarono tutti a dormire.
La mattina dopo i primi ad alzarsi furono Camilla e Napo che prepararono la colazione per tutti. Verso le 10 erano tutti svegli tranne Violetta, che non era ancora scesa. Anche se dormivano nella stessa stanza, le ragazze avevano tre letti separati e non l’avevano svegliata. Visto che era tardi, salirono a svegliarla, ma non sapevano che avrebbero trovato una brutta sorpresa.
Camilla entrò e aprì le tende della camera, ma quando si girò vide che il letto di Violetta era vuoto.




Pausa al RestòBand:
Hola! Questa è la mia prima storia. Vi è piaciuta? sono andata sul genero Mistero, perchè è il mio genere preferito. Fatemi sapere cosa ne pensate. Siate clementi però: è la prima volta che faccio leggere a qualcuno una mia storia:
Presto caricherò anche il capitolo seguente, ma abbiate pazienza: la scuola è dura e devo studiare molto.
Baci,

Sophie

 

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Capitolo 2
*** Algo suena en mi ***


La notte prima


Salutammo i ragazzi e salimmo con le ragazze al piano di sopra, dove si trovava la nostra camera da letto.“Allora, come va?” chiese curiosa Cami a Nata. Natalia sembrò cadere dalle nuvole. “ Che cosa intendete?” chiese, non riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo l’amica. “Chissà a cosa stavi pensando!” disse Violetta, imitando il modo di ballare di Maxi. “Ah ah ah! Molto divertente! Ma lui è molto più bravo di come lo stai imitando!” rispose Nata, avendo capito a chi alludeva l’amica. “Allora ammetti che stavi pensando a lui, vero”urlò Cami, facendo un balzo e piazzandosi davanti all’imputata, in modo tale da bloccarla. “E va bene, mi avete scoperta” ammise Nata, cedendo alle pressioni che le stavano facendo e al viso da “Joker” che stava facendo Camilla!
“ Stavo pensando a lui e con questo?” disse Nata, abbassandosi per passare sotto il braccio di Camilla ,appoggiata al muro, ed andare a mettersi il pigiama. “Come *E con questo*? Perché non vuoi informare le tue amichette?” disse Vilu, facendole il solletico. Sapeva che lo soffriva molto e così, quando era di cattivo umore, cercava di farle tornare il sorriso. Scoppiò a ridere, così si buttarono tutte e tre sul letto a giocare come tre bambine.
“Allora, come stanno i due piccioncini? Novità?” disse Cami, appoggiandosi sul letto con un gomito. Nata era allungata, con il viso rivolto verso il soffitto, completamente rilassata, mentre guardava il ventilatore a pale girare.
“ Va tutto a gonfie vele, non c’è nulla che non vada in lui. È dolce , romantico, divertente e pasticcione. Diciamo che è molto simile a me!” ammise, chiudendo gli occhi e immaginandoselo davanti. “Ma ho paura! Da quando sono diventati famosi per la band, ho paura che debbano iniziare a fare i concerti e partire. Ci dovremo lasciare, poi lui sarà lontano, si dimenticherà di me e troverà una fidanzata più brava e più bella di me. E meno imbranata!” Disse, mentre le lacrime le salivano agli occhi. ”Dovrai stare attenta anche te, Camilla! Se ne andranno e si dimenticheranno di noi!”
Calò silenzio, durante il quale anche Camilla si rese conto di quello che sarebbe potuto accadere. Bastarono un paio di secondi e tutte e due le ragazze scoppiarono in un pianto silenzioso. Violetta non poteva vedere le sue amiche in quelle condizioni: dopo tutto anche lei era innamorata e sapevo che la distanza era un bel problema nelle relazioni ( anche se lei e Tomas non si potevamo considerare fidanzati). Si fece forza e coraggio e prese la parola. “Dovete smettere di farvi queste fiction in testa (XP)! Maxi e Broadway sono dei ragazzi sinceri che vi amano fino alla follia! Smettetela di pensare a queste cose brutte adesso mettetevi il pigiama e andiamo a letto! Domani sarà una giornata emozionante.” Le due amiche si tranquillizzarono, si asciugarono le lacrime e andarono a letto. “Adesso si che vi riconosco” disse Vilu , felice per la loro felicità. Diede un bacio sulla guancia alle amiche, andò a letto poi Nata spense la luce.
Mentre era accaduto tutto quel trambusto non si accorsero che la porta era rimasta socchiusa e che dietro di essa una persona aveva sentito tutto il discorso.
 
Maxi tornò demoralizzato in camera sua, con ancora in mano gli occhiali da sole di Nata: se le era dimenticati in camera sua e lui glieli voleva restituire. Era anche una scusa in più per poterla vedere. Ma mentre scendeva le scale, si rammaricò di aver avuto quella romantica idea. A metà scale si fermò e si sedette e una lacrima gli solcò il viso. Come poteva pensare una cosa del genere la sua fidanzata? Lui le sarebbe stato fedele fino alla fine, anche se si trovava dall’altra parte del mondo. Doveva chiarire quella situazione. Sì, doveva chiarirla al più presto. Non poteva farla soffrire così tanto. Lui l’amava e sapeva che anche lei lo amava. Questo era l’importante. Così si rialzò, si asciugò le lacrime e, armato di forza e coraggio, ritornò in camera sua. Appena si furono spente le luci, Nata si alzò e uscì nel corridoio. Mentre si confidava con le sue amiche, aveva visto qualcuno dietro la porta, una persona molto familiare, ma non se la ricordava. Così aprì la porta e controllò nel corridoio. “Mah, mi sarò immaginata tutto!” e detto questo tornò in camera a dormire. Fortunatamente Nata si addormentò subito, ma lo stesso non fu anche per Violetta.
 
Si ritrovò nello Studio 21. L’ingresso era gremito di persone e lei sapeva il motivo: Tomas era riuscito a fare fortuna in Spagna e nel giro di pochi mesi era diventato una star di fama mondiale. E adesso aveva deciso di ritornare dove tutto era cominciato, dove si era incontrati, dove avevano studiato insieme. Violetta era impaziente: non vedeva l’ora di rivedere il ragazzo che amava e di buttargli le braccia al collo dopo così tanto tempo che non si vedevano. Eccolo! Stava scendendo le scale dello Studio 21! Tutte le ragazze urlavano! Si era creata una tale confusione! Violetta si mise sulle punte per cercare di farsi vedere, ma la aspettò un brutto spettacolo. In un istante la folla si divise in due e un corridoio si aprì tra lei e quello che credeva il suo amore! Ma la sua impazienza si trasformò presto in delusione, poi in rabbia! Tomas era mano nella mano di una ragazza bella, bionda e alta e si stavano baciando con passione! Tomas la guardò, si staccò per un paio di secondi dalle labbra della fidanzata e disse, rivolto a Violetta “Cosa credevi? Che ti aspettassi tutto questo tempo? Oramai io sono una star e non posso frequentare persone come te! Solo una sciocca si sarebbe illusa che sarei tornato da lei!” e detto questo riprese a baciare la ragazza. Le prime gocce di lacrime solcarono il viso angelico di Vilu e nel momento in cui fece per fare un passo verso Tomas per chiedergli spiegazioni, il corridoio si richiuse. Le ragazze correvano verso la star e così Violetta non poté più vederlo. Prese a correre, ma rimaneva sempre ferma. Cercò di urlare, ma la voce non le usciva. Tutto intorno a lei prese a girare e lei si allontanava sempre di più dal suo amore. Tutto si fece buio e lei prese a cadere. Sembrava non finire mai la caduta , fino a quando qualcuno la prese in braccio al volo. Lei non sapeva chi fosse: aveva tenuto gli occhi chiusi durante tutta la caduta. “Io non ti farò mai soffrire. L’ho giurato a me stesso” una voce parlò. Il timbro era basso e dolce come il miele. Sembrava che cantasse come una voce melodiosa. Era una meraviglia ascoltarla. Aprì gli occhi e riconobbe il sorriso caldo e accogliente di Leon. Le lacrime smisero di solcare il viso di Violetta e un sorriso apparve sul suo viso. Aveva dimenticato tutto quello che era successo prima. Adesso era sicura e non aveva più paura. Specchiandosi negli occhi di Leon, rivide tutti i momenti belli che avevano passato insieme: il bacio, le passeggiate, la musica! Adesso aveva capito veramente.
 
Si risvegliò di soprassalto nel suo letto. Era notte fonda. Era completamente sudata e la gola era secca. Così decise di mettersi le ciabatte e scendere a prendere dell’acqua. Ma prima di aprire la porta, sentì un lieve venticello. Si girò e notò che la finestra era aperta e le tende svolazzavano leggere intorno ad essa. Si affacciò e vide che luna era piena e illuminava la costa di un celeste perlato. Una piacevole brezza marina arrivava dal mare e le muoveva fluidamente i capelli castani.  Prese a respirare a grandi boccate per assaporare quella stupenda atmosfera paradisiaca. Si girò e si diresse verso le scale per andare al piano inferiore. A metà scale sentì un rumore provenire dall’esterno ma non ci fece caso. “Sarà qualche animale”. Finì di scendere le scale e andò verso il salotto e la cucina. Da li proveniva una luce soffusa, segno che i ragazzi non avevano chiuso le persiane perché nessuno avrebbe dormito sul divano. Si diresse verso il frigo e prese una bottiglietta d’acqua. Era fredda e non la bevve subito perché aveva paura di sentirsi male. Allora si girò verso la terrazza e notò che la portafinestra era accostata. “ Mamma mia! Si sono dimenticati come sempre di chiudere le finestre.” Mentre si avviava verso la terrazza, sentì un nuovo rumore provenire dall’esterno. Si affacciò ma non vide nessuno, cosi si appoggiò sulla staccionata. Davanti a lei il mare si muoveva lento. Il rumore della risacca la cullava ed il vento portava l’odore salmastro di salsedine. Le piaceva il mare. Quando era piccola ci andava tutte le estati con il padre e rimaneva ore ad osservarlo. La faceva calmare. Mentre osservava quello stupendo spettacolo di natura, ripensò al sogno fatto. Finalmente aveva capito che il suo vero amore non era Tomas, ma Leon. Con lui tutto era più bello. Si sentiva protetta e sicura nei suoi abbracci (E poi baciava benissimo *O*). Aprì la bottiglietta d’acqua e prese un sorso d’acqua, convincendosi che la cosa giusta da fare era andare a chiamare Leon. Staccò la bottiglietta dalle labbra e fece per girarsi quando vide un’ombra. Una mano le coprì la bocca con un tovagliolo umido e davanti a lei si materializzò una donna. Era controluce e non riusciva a capire chi fosse. Ma mentre cercava di mettere a fuoco e sentiva le forze abbandonarle il corpo, la donna parlò “Mi dispiace che ti rovino la vacanza! Sei contenta almeno di vedermi? La povera Vilu. Sappi che è solo colpa tua quello che ti sta succedendo e questo è quello che ti meriti!” le ultime parole le sentì lontane e affievolirsi. Le forze la stavano lasciando. Allentò la presa sulla bottiglietta e nel momento in qui chiudeva gli occhi, essa cadde e lei non vide più nulla oltre al buio che la inghiottiva. Pausa al RestòBand:

Hola! Hola Holaaa! come butta ragazzi? Vi chiedo scusissima per aver tardato cosi tanti giorni ( no forse mesi) nel pubblicare l'altro capitolo, Ma la scuola è stata faticosa e non ho mai trovato il tempo per scrivere. Poi durante le vacanze sono stata cosi impegnata che al pc non ci sono mai stata. Ora sono tornata con un capitolo ancora più inaspettato di quello di prima. Tornando seri ( ma chi ci crede *_*) voglio dedicare questa fanfict a:
Ary_6400 (soprattutto perchè è stata la prima recensione che ho avuto)
syontai
Sara JB
DulceVoz
Artemisia246
per le splendide recensione che mi avete mandato. questa è dedicata a voi!
presto pubblicherò anche la prosecuzione, ma mettete in conto che io parto il 4 settembre e torno il 9, quindi abbiate pazienza! se vi è piaciuta ........ recensioni, recensioni, recensioni!!! (oggi sono piena di energia se non si è capito lol)
a presto. baci.
SophiexLok


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Capitolo 3
*** Yo soy asì ***


-Yo soy asì-

Buio. Buio. Solo il buio la circondava. E un fortissimo odore di chiuso, di stantio. La testa le doleva terribilmente: era accasciata sulla spalla destra e il collo incominciava a provocarle dolore. Si era irrigidito. Chissà da quanto tempo si trovava in quella scomodissima posizione. Teneva ancora gli occhi chiusi. Aveva paura di vedere cosa la circondava. Ma, dalla pochissima luce che le arrivava attraverso le palpebre chiuse, aveva tratto la conclusione che non ci dovesse essere nessuna luce a illuminare il luogo dove si trovava. Provò a muovere le mani ma non ci riuscì: erano legate dietro lo schienale della sedia con una benda molto stretta. I piedi, anche loro, erano rispettivamente legati alle gambe anteriori della sedia. Non si poteva muovere, né poteva vedere. Era immersa nel buio più totale. Senza nessuno con lei. E solo uno sfocato ricordo di quello che era successo..... ieri? Quella mattina? La sera prima? Non sapeva quanto era passato e neanche lo poteva vedere. Nessun orologio per vedere l'ora, ne una finestra per vedere se era mattino o giorno, ne qualcuno a cui potesse chiedere delle informazioni. Si stava agitando e non era una cosa buona in quel preciso momento. Poteva agitarsi per uno spettacolo, per un'uscita con un ragazzo, per un compito di valutazione...... ma non in quel preciso momento. Fece degli esercizi di respirazione che le erano stati in segnati dalla sua maestra di canto, nonché Angie, nonché sua zia. Riuscii a regolarizzare il respiro ed il battito cardiaco. Chiuse gli occhi e decise di ripercorrere l'ultimo ricordo. Era in vacanza con i ragazzi dello Studio. Avevano passato una giornata indimenticabile. Era arrivata la sera e andarono tutti a dormire stanchissimi. Lei si addormentò con fatica. Nel mezzo della notte si era svegliata dopo un sogno rivelatore: la sua anima gemella non era Tomas, ma Leon. Oh .. Leon! Alto, bello, dalla voce armoniosa, dolce, romantico.... almeno lui se lo ricordava “ Vilu! A lui penserai dopo! Adesso concentrati sul dopo!” si disse, decisa a continuare a ricordare. Era scesa per prendere una bottiglietta d'acqua. Era troppo fredda così si era girata per aspettare un poco, ma aveva trovato la portafinestra aperta. Era uscita con la bottiglietta in mano, e quando stava per rientrare per andare a chiamare Leon una mano da dietro le aveva coperto la bocca con un panno puzzolente e una donna le era comparsa davanti. Non era riuscita a vedere bene chi fosse. Il narcotizzante già stava facendo effetto e la vista le si era annebbiata. Le gambe presero a tremare, le braccia persero la sensibilità e lasciò cadere a terra la bottiglietta aperta di acqua.
Si ricordava una voce lontana …................. poi più nulla perché era lentamente caduta nel buio del sonno. Chi era quella donna? Cosa voleva da lei? Ma la cosa più importante: quando i ragazzi si sarebbero accorti della sua mancanza, cosa avrebbero fatto?  Era inutile continuare a struggersi con quelle tremende domande. Non poteva fare nulla. E sarebbe stata in quella condizione ancora per molto tempo.
 
 
 
 Il letto era vuoto. Vuoto. Ma come era possibile? Non avevano visto nessuno scendere le scale!  E neanche sentito dei passi o dei rumori strani. Camilla entrò in iperventilazione e non poté neanche chiamare gli altri per avvertirli. Prima di entrare in camera, aveva fatto il giro della casa e Violetta non si trovava in nessuna stanza. Presa ormai dal panico, si accasciò a terra, causando un tonfo incredibile. Maxi stava salendo le scale e , sentendo quel rumore, andò nella stanza delle ragazze. Appena entrato, si fermò sull'arco della porta e vide Cami per terra, che si teneva una mano sul petto. Allarmato da quella situazione esclamò “ Cami, stai bene? Cosa è successo? Vuoi un po' d'acqua?” mentre si dirigeva correndo verso l'amica, per tirarla su e farla sedere sul letto. Appena seduta, la ragazza fece segno di no con il dito e guardò negli occhi l'amico. Maxi vide il terrore, la paura, l’inquietudine della ragazza tramite quello sguardo poi abbassò gli occhi sul letto e si girò per vedere il resto della stanza. Solo in quel momento gli sorse una domanda spontanea, ma preoccupante “ Dov'è Violetta?” disse con un tono di voce grave. Camilla rialzò la testa e lo guardo negli occhi senza rispondere. A quel contatto tra i loro sguardi, Maxi scattò in piedi e disse “Bisogna dirlo agli altri” la ragazza non rispose. Il rapper le mise un braccio dietro la schiena e la aiutò a scendere le scale. Mentre scendevano le voci divertite degli amici si fecero sempre più forti. Maxi era terrorizzato all'idea di dover dire quella cosa. Almeno si trovavano tutti insieme in soggiorno e così non doveva aspettare prima di dover dare quella tragica notizia. Appena girato l'angolo del corridoio, qualcuno esclamò “ Finalmente ti sei decisa a sveglia.... Ma cosa è successo?” urlò Broadway mentre andava incontro ai due per dargli una mano. Maxi lasciò Camilla nelle braccia di Broadway che la fece sedere, guardandola sempre con fare preoccupato. Maxi distolse lo sguardo e guardò Natalia negli occhi. Anche lei aveva visto la paura che lui aveva visto negli occhi di Camilla. E si preoccupò anche lei, come Broadway. Cosa diavolo stava succedendo quella mattina????'
Leon, Andres, Napo, Broadway e Nata si zittirono immediatamente e fissarono tutti Maxi che fissava a sua volta il soffitto. Tutti tranne Cami, che ancora poteva recuperare la capacità di parlare, perché aveva ancora l'affanno. “ Violetta è scomparsa” disse ad un tratto Maxi, senza fare giri di parole. “ Nella casa non c'è e non l'abbiamo trovata neanche in camera sua. Il letto è disfatto ma vuoto”. Il panico si stava facendo spazio tra la comitiva. “ Come è possibile? Ieri è andata a letto come tutti noi” urlò Leon, preso dalla preoccupazione per la cara amata. “ Leon stai calmo. Magari è uscita presto e non ha voluto svegliare nessuno.” Disse Broadway, cercando di tranquillizzare il ragazzo. Ormai tante fiction si stavano creando nella mente di Leon (….. chissà perché proprio fiction….) e una goccia di sudore già gli rigava il collo. Improvvisamente sentiva caldo e la respirazione era diventata affannata. “ Ok… Adesso andiamo a cercarla…. Andate in città tu, Andres e Nata” disse Broadway rivolto a Maxi. “ Poi io e Camilla andiamo a chiedere ai vicini, mentre tu, Leon, ….. vai in spiaggia!” Leon annuì deciso a ritrovare la ragazza per la quale ancora gli batteva il cuore. “ Qui tra 45 minuti!”; si divisero subito come aveva detto Broadway. Ma Leon dopo che se ne andarono tutti non andò, direttamente in spiaggia. Si diresse in camera sua e tirò fuori dalla sua valigia un pacchettino: era un ciondolo con un cuore e un microfono. Il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Violetta e avevano tutti organizzato una festa in piscina per la sera dopo, senza che Vilu lo venisse a sapere. Anche se sapeva che la loro relazione era finita ci teneva a farle quel regalo: il cuore per l’amore che lui provava ancora per la ragazza e il microfono per la passione che entrambi avevano per la musica. Lo rimise al posto e usci di fretta verso la terrazza deciso a trovare Violetta. Ma mentre apriva la portafinestra dalla maniglia, si accorse che era già aperta. Com’era possibile? Nessuno era uscito, un po’ per il trambusto e un po’ perché era presto per scendere in spiaggia. Deciso a continuare le ricerche, uscì ma notò una cosa per terra. A terra era rovesciata una bottiglietta d’acqua: il tappo era per terra e l’acqua aveva bagnato tutto il legno lì intorno. Non era ancora asciutto, ma solo umido: qualcuno aveva fatto cadere l’acqua quella notte. Alzando piano piano lo sguardo, Leon vide delle orme sulla spiaggia. Si avvicinò e …. sì, erano proprio delle orme di scarpe umane che andavano verso la strada. Da lì più niente……. Era arrivato al marciapiede che dava sulla strada principale e si guardò intorno: case, case, case e case. Solo case. Sicuramente chiunque avesse preso Vilu l’aveva portata via in macchina. Chi sarebbe stato così stupido da nascondersi in una casa vicino al luogo del rapimento? Qualcuno ingenuo a quella maniera lo conosceva, ma a Leon non passò minimamente in mente quel nome. Stava per andare a continuare la sua ricerca in spiaggia quando, cambiando posizione, un raggio di sole gli illuminò il viso. Era come se si stava riflettendo su qualcosa per terra. Così si spostò di lato, per togliersi dalla traiettoria della luce. E cosa c’era per terra? Un orecchino spaiato sul marciapiede. Lo prese in mano e rimase stupito. Era un bellissimo orecchino di diamanti. –Strano che nessuno se ne sia accorto. È un gioiello molto prezioso- pensò il preoccupato ragazzo. Rigirandoselo tra le dita cominciò ad avere una sensazione di …… di familiarità. –Ma io quest’orecchino l’ho già visto! Ma dove?- .Non riusciva proprio a rammentare chi gli ricordasse quell’orecchino. Lo mise in tasca e guardò l’orario: erano già passati tre quarti d’ora e lui doveva andare a incontrarsi con i suoi amici. Così si avviò verso la casa, più confuso di prima.
 
Mentre Leon faceva le ricerche in spiaggia, la coppia formata da Broadway e Camilla, andò a chiedere ai vicini. Ma avevano in mente un piano: non volevano chiedere direttamente se avevano visto la loro amica, ma usarono vari trucchetti come chiedere se avevano dello zucchero, oppure chiedere se gli potevano restituire una pallina, che prima avevano buttato nel loro giardino. Una volta entrati chiedevano con gentilezza se per caso avevano visto passare Violetta, con la scusa che aveva lasciato il cellulare a casa e la dovevano contattare urgentemente. Ma non ebbero delle buone risposte. In compenso avevano rimediato 12 pacchi di zucchero. Avevano parlato con la penultima coppia di neo sposini in vacanza e gli rimaneva l’ultima casa. “Senti … io non ce la faccio più, è mezz’ora che andiamo in giro facendo domane cretine come oppure < Ci potete restituire la pallina che è caduta nel vostro giardino?>. Non la ritroveremo mai! Già se ne saranno andati”. Le lacrime iniziarono a rigarle il viso e si sedette sul marciapiede, presa dallo sconforto. Appoggiò il viso sul palmo delle mani per non farsi vedere in quello stato.  Broadway, nel vedere Camilla in quello stato,  gli salirono le lacrime agli occhi, rendendoli lucidi. Ma riuscì a trattenersi e si sedette anche lui sul marciapiede.  “ Non devi fare così. Lo so che è difficile: in fin dei conti è la tua migliore amica. Ma stai tranquilla:  gli altri avranno trovato qualcosa. Adesso andiamo all’ultima casa.” Camilla, leggermente confortata da quelle parole, si alzò svogliatamente, mano nella mano con il fidanzato, e si diressero verso l’ultima casa. Suonarono il campanello e aspettarono che qualcuno gli aprisse. Sentirono delle voci provenire dall’interno, una delle quali aveva un tono molto alto e acuto che urlò “ Vado io ad aprire alla porta!” e poi un suono di tacchi che si avvicinarono alla porta. Broadway e Camilla si guardarono in faccia, sperando che non fosse la persona a cui stavano pensando. La porta si aprì e i ragazzi girano di scatto il viso verso l’interno con gli occhi sgranati per la sorpresa inaspettata e non molto bella……
 
Pausa al Restò Band:
*mentre entro nel locale sbatto contro la porta vetri*
Scusate ragazzi. Sono tornata *con il fiatone*. Oh mamma che corsa assurda!sono arrivata addirittura in ritardo qua al locale!!! Allora ricapitoliamo.
Tutti in vacanza: nuovi amori, nuovi imprevisti e nuovi misteri. Tutto insieme per un appassionante storia. Scusate veramente per il ritardo ma il pc si è rotto. Allora? Vi è piaciuto? Sono cattivella questa volta *ghigno malefico*…. Vi ho lasciato peggio della volta scorsa. Ho intensione di fare capitoli corti per due ragioni:
1.         Così pubblicherò gli aggiornamenti più frequentemente e dovrete aspettare meno tempo
2.         So per esperienza personale che leggere capitoli molti lunghi non aiuta la concentrazione e si saltano intere righe *mi succede alcune volte sul sito, ma anche in letture come a scuola*.
Allora passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio soprattutto tutte le persone che hanno letto i miei capitoli. Il primo è stato letto da  391 persone!!! Per me è un record personale molto importante e voglio condividere questa felicità con tutti voi! Quindi ….Grazie a tutti!!!!! Poi ringrazio molto tutte le recensioni positive che sono arrivate in particolare :
Arsid
Syontai
per la comicità delle loro recensione. Mi hanno fatto sorridere. Alcuen volte, quando mi facevo prendere dallo sconforto, le rileggevo e mi davano carica. Ma grazie anche a TUTTI gli altri che hanno recensito le storie e soprattutto…. Che le hanno lette! Sono dispiacitissima per il ritardo. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto….. ops, ho parlato troppo. Allora vado.
Chaooo!!!!! Besos!!!!!
 

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Capitolo 4
*** Todo cambia Cuando te acercas a mí ***


Todo cambia cuando te acercas a mí
dedicata a  syontai
Morgana1994
Naxi_4ever.


I ragazzi si voltarono di scatto verso la porta che si spalancò all’improvviso. Si trovarono davanti a una Jade dal viso color verde per la sua cosiddetta “crema” idratante, che in verità è solo del guacamole. “Salve ragazzi! Che cosa succede?” disse con la sua voce stridula. Per un paio di secondi, i due ragazzi rimasero ammutoliti per la sorpresa, ma Broadway, tirando delicatamente un suo gomito nel fianco di Camilla, senza che il mostro verde lo vedesse,  la riscosse dallo stupore. “ Salve Ja… signora. Abbiamo finito lo zucchero. Ce ne può prestare un pacco? “ chiese la ragazza, sfoggiando un finto sorriso. “ Oh ma certo.. entrate pure!” si girò con un salto e si diresse verso la cucina. I due ragazzi la seguirono e si ritrovarono in un piccolo corridoio. Le pareti erano di un bel colore carta da zucchero che rendevano lo spazio molto grande. Arrivati alla fine del corridoio, alla loro sinistra si apriva una stupenda cucina grigia che dava su un balconcino vicino al mare mentre alla loro destra c’era un’altra stanza, molto probabilmente la camera da pranzo. Appena si fermarono notarono Jade arrampicata su un pensile mentre cercava di prendere un pacco, molto probabilmente lo zucchero. “ Oh mannaggia. Non ci riesco!! Matiassssss scendi! Mi devi aiutare!!!” urlò ad un tratto Jade, in bilico sulla lavastoviglie. Si sentirono dei passi dal piano di sopra e qualcuno scendere le scale. Camilla si fece paonazza in viso e mentre Matias le passava accanto, si mise una mano sulla guancia per non farsi vedere e volse lo sguardo verso la camera da pranzo. Appena visto Broadway e Camilla, il fratello più grande della donna si fermò di blocco. “ Ah ciao ragazzi!” disse rivolto alla coppia, della quale solo Broadway rispose con un sorriso e un plateale movimento della mano. Matias fulminò la sorella con lo sguardo e disse “Potete scusarmi un attimo? Mi sono scordato di dire una cosa importante a mia sorella” disse agitato Matias tirando il braccio della sorella per parlarle in camera da pranzo. Camilla, che furba non 2era, capii subito che Matias stava fingendo e, appena la porta si chiuse, si avvicinò con passo felpato per origliare… “Cosa ci fanno qui? Gli hai aperto tu?” sibilava Matias.  “Certo. Che male c’è? Vogliono solo lo zucchero! A proposito, dobbiamo metterlo ad un ripiano più basso.” “Non ricordi? Sono amiche di Violetta Castillio, la figlia di German!” “Oh, che bello! Violetta è una brava ragazza!?” “Ci posso scoprire! Sono molto svegli! Sbrigati: usciamo, o si insospettiranno.”
Camilla fece appena in tempo a scappare e a prendere una foto fingendo di ammirarla mentre Broadway corse verso la finestra, fingendosi interessato al paesaggio marino. Era Jade da piccola con suo fratello che giocava nel parco. In quella fotografia Jade sembrava una ragazza sveglia e piena di voglia di vivere. –Chissà cosa avranno passato nella loro vita- pensò Camilla. Dopo neanche 2 secondi i due fratelli uscirono dalla stanza e Matias disse “ Vi do subito lo zucchero. Ci siamo ricordati che  abbiamo un impegno, quindi grazie per la visita e ciao!” detto questo lanciò il pacco dello zucchero addosso ai ragazzi e li spinse fuori dalla porta di ingresso. “ Abbiamo una pista!” disse in coro la coppietta. Nel loro cuore si era acceso un barlume di speranza e speravano che sarebbe rimasto acceso abbastanza per riuscire a ritrovare la loro amica.
Si dissero velocemente verso la casa di Leon. Mentre camminavano in silenzio, Camilla si accorse che il pacco che aveva in mano non conteneva zucchero, ma sale.
 
Erano passati 45 minuti e tutti si ritrovarono a casa. Stavano facendo il resoconto delle ricerche.
“ Noi in città non abbiamo trovato nulla” disse Andres molto preoccupato. “ Noi invece sembra che abbiamo trovato almeno qualcosa!” disse Broadway con il volto illuminato dalla speranza di soluzione a quel problema.  “ Anche io” disse Leon entrando all’improvviso nella villa, ancora scuro in volto. “Parlate prima voi” fece cenno a Camilla di iniziare.
“Stavamo controllando nel  vicinato se qualcuno avesse visto Vilu, ma con insuccesso e collezionando solo pacchetti di zucchero e sale. Ma quando siamo arrivati all’ultima casa, ci è venuta ad aprire una persona di nostra conoscenza” disse, rivolgendosi a tutti “ Jade”.  Tutti rimasero meravigliati da quella scoperta. Tutti tranne Leon, lui non era meravigliato. Piuttosto si sentiva come se in quel momento un pezzo fosse andato al suo posto.  “ Quando siamo entrati dentro abbiamo incontrato anche Matias che sembrava alquanto preoccupato di vederci” continuò Broadway “ Così ha chiesto se poteva parlare da solo con la sorella. Camilla è riuscita ad origliare dietro la porta e ha sentito che noi potevamo fargli saltare il piano e che li potevamo scoprire. Così…” Broadway non fece in tempo a finire che Leon fece una domanda. “Avete per caso fatto caso se a Jade mancava un orecchino?” “ No. Come mai mi fai questa domanda? Adesso che mi ci fai pensare aveva qualcosa che non andava (oltre alla crema verde che aveva in faccia)”.  “Chiedevo perché sul marciapiede ho trovato un orecchino di brillante e solo lei porta quelli. “ Rispose Leon, pensando a quello che stava probabilmente passando Violetta. “A questo punto possiamo iniziare ad attuare il piano *Liberiamo Violetta 1*” disse Andres, felice per una volta di poter usare un nome per un piano ultrasegreto.
 
Ma mentre i nostri amici stanno pensando a come liberare Violetta… Lei cosa sta facendo?
 
Si era addormentata un’altra volta. Nessuno era sceso, neppure un rumore dal piano di sopra. E adesso il collo le doleva ancora di più perché aveva dormito di nuovo in una posizione scomoda. Fino a quando un rumore la destò dal suo torpore. Un campanello, dei tacchi saltellanti, una porta che sbatte. Altri passi. Violetta incominciava ad avere fame e sete, ma non aveva modo di interagire con i rapitori. Sentì una chiave girare nella serratura e il suo cuore perse un battito. Poi dei passi scendere le scale. Tenne gli occhi aperti per riuscire a capire chi fosse. Il respiro diventò sempre più veloce. L’adrenalina le scorreva nelle vene… ma per la paura. In quel buio non poteva sapere dove fosse il suo rapitore e la paura le attanagliava il corpo. Si era irrigidita e non si muoveva neanche di un millimetro perché ogni spostamento, in quel silenzio, le sembrava assordante e voleva sentire ogni minimo rumore che faceva quella persona. Ad un tratto il rumore dei passi si fermò e una luce proprio davanti a lei si accese. La accecò. Il brusco passaggio dal buio alla luce le aveva provocato un dolore lacerante agli occhi, come se qualcuno glieli stesse strappando via. Passarono 5 minuti, nei quali Violetta, ancora legata, cercò di riacquistare pienamente la vista. “Vedo che ti sei fatta una bella dormita? È,  principessina?”. Una voce di un uomo tagliò l’aria. Come osava chiamarla principessina? Solo una persona poteva chiamarla in quella maniera… “ Ho pensato che avessi fame, così ti ho portato uno spuntino” e si sentì un rumore metallico. Con la luce puntata in viso, Violetta non poteva vedere il suo rapitore ma sotto di essa c’era un tavolino con sopra un vassoio con un bicchiere e un piatto. “ Come pensi che io possa mangiare se sono legata?” rispose acidamente Violetta. “ Ci siamo alzate con luna storta  è signorina? Lo sai, quando una persona si trova in questa situazione, dovrebbe essere tranquilla perché non si sa mai! Un capriccio…. Può cambiare la situazione!” Violetta sentì il respiro del suo rapitore sulla guancia mentre ripeteva quelle parole e un brivido freddo la scosse. Poi una mano che le accarezzò la guancia. La paura che provava l’aveva immobilizzata. Fino a quando non sentì più la pressione abituale sui polsi. L’aveva liberata. Poi dei passi. La luce piccola si spense. Calò il buio. Altri passi. Silenzio. “ Buon Pranzo, tesoro.” Sentì la porta sbattere, poi una luce sul soffitto si accese. Solo a quel punto Violetta poté capire dove si trovava...


Pausa al RèstoBand:
uauhh ci sono riuscita! e con il nuovo anno arriva anche il nuovo capitolo. Prima di tutto... Auguri di Nuon Natale e Buon Anno nuovo in ritardo. Mi dispiace così molto che non potuto aggiornare prima. però, come avrete visto il capitolo è lunghetto e non è facile scrivere così tanto in poco tempo. allora ringrazio tutti i lettori che hanno letto la mia storia e spero che continuate a leggere in così tanti. ringrazio soprattutto:
 syontai
Morgana1994

Naxi_4ever.
grazie mille per il vostro appoggio e per le bellissime recensioni.
alla prossima.
besosss




 
 
 

 

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