Dal dolore nasce l'amore

di myblood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti! E' la prima volta che scrivo una ff qui, anche se adesso vi spiegherò alcune cose. La storia non è mia, è di una mia carissima amica la quale non può iscriversi per motivi personali, perciò mi sono offerta volontaria a postarla. Spero vi piaccia perchè io la trovo molto carina, e con questo mi limito a salutare calorosamente colei che ha fatto nascere questa storia con un bel Ti voglio bene <3. Se vi piace mettetela tra le seguite o le preferite, e se avete qualcosa da dire basta lasciare una recensione. Bye!




Aprii quella mattina gli occhi,che videro i leggeri raggi di sole penetrare dalla finestra che illuminarono tutta la stanza. Non avevo particolarmente dormito molto quella notte,ma decisi comunque di alzarmi e scendere giù in cucina per fare colazione.
La cucina era deserta,persino il cane dormiva,che stranamente non si svegliò sentendo i miei passi.
“Ma che cazzo di ora è?” Pensai,non rendendomi conto che non lo stavo solo pensando,ma lo stavo anche dicendo!
Mi voltai guardando l’orologio color giallo chiaro con le sfumature azzurre appeso alla parete.
Notai con mia sorpresa che erano le sei e mezza di mattina,ora capisco,non sono solito svegliarmi presto,è molto presto,credo però che andrò a fare una corsa dopo aver mangiato.
Apro lo sportello della mensola,prendo delle fette biscottate e la marmellata ai mirtilli. Dal frigo prendo il burro e il latte,lo verso in una tazza e lo metto in microonde. Nell’attesa che il latte diventasse caldo prendo il necessario per mangiare,suona il timer,prendo il latte e mi siedo comodamente in una sedia,intento a consumare la mia colazione.
Il sapore di questa marmellata è unico,ha un qualcosa di speciale,diverso dalle altre,pensai.
Tolsi tutto e andai in camera mia a vestirmi,andai in bagno e mi lavai faccia,denti e mi sistemai con un po’ di trucco,presi il cellulare e corsi via.
Aprì la porta e respirai l’aria ghiacciata di Berlino,c’è un po’ di neve sparsa nelle strade.
Comincio la mia corsa,in giro non che ci sia molto movimento,ma d'altronde è normale a quest’ora,deciso di passare dal panettiere,Tom mi aveva chiesto ieri che gli comprassi i kuchle,ne va pazzo,ogni volta non me ne lascia nemmeno uno da assaggiare.
Tornai a casa che erano le otto e mezza circa.
Posai il pacchetto sul tavolo e mi andai a fare una doccia,ero molto sudato,cosa che odio,non mi piace affatto l’essere appiccicaticcio e bagnato di sudore.
Quando uscì udì dei rumori provenire dalla camera di Tom,entrai e vidi lui,in boxer,a terra lamentarsi mentre cerva qualcosa sotto il letto.
“Tutto bene fratellino?” Chiesi non capendo cosa stesse facendo.
“Si..mi è caduto il telefono sotto il letto e non riesco a prenderlo..”
“Vuoi una mano?”
“No,apposto!” Disse con un sorriso mostrandomi il telefono in mano.
“Ti ho portato qualcosa,vai in cucina!” dissi andandomene dalla sua stanza.
Presi i vestiti e mi diressi un’altra volta in bagno dove mi asciugai i capelli,mi vestì con dei pantaloni in pelle neri,e una maglia nera dall’effetto graffiato grigio e i miei amati anfibi. Mi feci i capelli con il gel e mi truccai,al solito,rigorosamente di nero. Uscì e stavo scendendo le scale quando mi venne incontro il nostro amato cane,Hachiko,eh si il nome del famoso cane del film,io e Tom abbiamo visto quel film una sera,e decidemmo che se avremmo avuto un cane gli avremmo messo quel nome,a Tom piace molto,a me anche,quindi quando comprammo il cane lo chiamammo così. Stetti un po’ a fargli le coccole per le scale,poi scese insieme a me in salotto. Passando,vidi Tom che mangiava tutto contento,così mi appoggiai sullo stipite della porta con le braccia incrociate e lo fissavo
“Grazie Bill!” disse con la bocca ancora piena
“Di niente!Ricordavo me li avevi chiesti e te li ho comprati”
“Potevi prenderne un po’ di più però..”
“Per te ce ne vorrebbero quanti per un esercito!” dissi andando in salotto.
Dopo un po’ mi venne a trovare.
“Usciamo?”
“Dove si va?” chiesi non avendo la più pallida idea di dove volesse andare.
“Non so..”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Poi pensai un momento al volantino che trovai nella cassetta della posta il giorno prima,il centro commerciale aveva messo dei sconti in vari negozi..
“Centro commerciale?”
“No!Non mi faccio trascinare nei negozi da te per aiutarti nelle tue scelte e portarti i pacchi!E poi io non sono fatto per lo shopping!”
“Sai che ho visto l’altro giorno una bella ragazza al bar del centro commerciale?” dissi per convincerlo
“Mh..Andata!”
Lui salì per andarsi a vestire e dare una sistemata,ne aveva proprio bisogno!Salì anch’io per una spruzzata di profumo e qualche bracciale.
Uscimmo di casa e prendemmo la mia Audi e in meno di dieci minuti eravamo già a destinazione. Trascinai Tom in tutti i negozi e mentre io gli domandavo se qualcosa gli piaceva lo vedevo provarci con le commesse o con le belle clienti. Voglia di andare a cucinare quel giorno proprio non ne avevo,altrettanto Tom tralasciando il fatto che avrebbe combinato un disastro. Ci guardammo per un momento e già Tom aveva capito,così andammo in un ristorante che conoscevamo abbastanza bene e pranzammo lì.
Essendo ritornati dopo un bel po’ di tempo io ero stanco e decisi di  buttarmi un po’ sul divano mentre Tom non sapevo cosa andasse a fare. Mi risvegliai e  mi alzai per andare a bere un bicchiere d’acqua,mi sentivo la bocca secca,andai in cucina e vidi Tom seduto sul divano a gambe incrociate con sopra il portatile
“Ciao fratellino,dormito bene?” mi chiese tirandomi un cuscino che mi prese in pieno facendomi rovesciare l’acqua che avevo sul bicchiere
“Io ti uccido!” gli dissi correndo nella sua direzione e gli saltai di sopra dandogli qualche leggero pugni sul braccio
“Che dici andiamo al Night Saby?” mi chiese
“Dove?” chiesi interrogativo
“Un nuovo locale,lo hanno aperto ieri sera,ci andiamo?”
“Tom a me..” non mi fece finire la frase che già si alzo dal divano e andò ad uscire due pizze dal freezer e ad accendere il forno
“Mangiamo e andiamo!” mi disse con un sorriso malizioso
“Ok..” dissi rassegnato all’idea che avremmo fatto la nottata lì
Mangiammo quelle pizze e subito mi trascinò con se nella sua amata Cadillac diretti a quel locale. Arrivammo ed entrammo,Tom si buttò subito in pista in cerca di qualche bella ragazza con cui divertirsi mentre io mi diressi al bancone dove mi accolse un barman
“Buonasera. Cosa prende?” mi chiese mentre compieva la sua esibizione da perfetto barman con le bottiglie di vodka e tutto
“Fai tu” dissi indeciso su cosa prendere
“Ti sorprenderò!” mi disse ridendo
“Lo spero!” dissi ridendo anche io
Mi passò il mio cocktail completo di cannuccia e ombrellino pieno di ghiaccio
Ne sorseggiai un po’ e mi accorsi subito dell’incredibile gusto che aveva,era avvero buono!
“Piace?” mi chiese curioso di sapere la mia valutazione
“Eccome!” dissi con un sorriso
Mi fece l’occhiolino sorridendomi
Mi diressi verso i divanetti in pelle bianca che erano illuminati sotto le luci colorate del locale. Mi misi a chiacchierare con qualche ragazzo sul locale e di quanto sperasse di trovare qualche ragazza per passare una bella notte.
“Scusami mi sono lasciato prendere la mano dai discorsi,Mark!” mi disse sorridendo tendendomi la mano
“Bill,piacere!” gli dissi stringendogli la mano
“Sei qui da solo?”
“No sono con il mio gemello che mi ha trascinato qui” dissi ridendo
“Davvero?Se è simpatico come te voglio conoscerlo!” mi disse euforico

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Io e la mia amica ringraziamo coloro che leggono e recensiscono la storia, ne siamo molto grate! Buona lettura!

Gli feci cenno con la mano di aspettare un momento,mi diressi in pista dove dovetti staccare Tom da una ragazza bionda,occhi azzurri,vestita seminuda e con la faccia da niente di buono. Trascinai Tom per il braccio verso i divanetti
“Ma perché mi hai staccato da quella bellezza?” disse un po’ infuriato
Guardai Mark ridendo
“Tom questo è Mark!” dissi guardandolo
Mark allungò la mano e salutò Tom
“Era proprio un bel pezzo di gnocca vero?” gli chiese Mark a Tom
“Si infatti!” rispose Tom guardando la ragazza con cui stava ballando
“Andiamo?Voglio trovare anche io una come quella!” disse Mark ridendo
Mi detti da solo uno schiaffo sulla fronte per la rassegnazione
“Vediamo di poterti accontentare!” disse Tom portandoselo in pista
Io rimasi sui divanetti bello tranquillo godendomi il mio cocktail in santa pace. Erano già le due di notte quando Tom si avvicinò a me
 “Andiamo?” mi chiese
“Vuoi andartene?!” chiesi abbastanza scioccato dalla sua domanda
Mi fece segno col braccio di guardare Mark,che era mezzo ubriaco
“Si okay,ma non sappiamo dove abita..” gli dissi avendo intuito che voleva portarlo a casa
“Me lo ha detto prima”
“Va bene dammi le chiavi che prendo la macchina” gli dissi
Mi porse le chiavi e io andai a prendere la macchina che non era proprio vicina al locale
Arrivai davanti il locale,Tom uscì di lì sorreggendo Mark
Entrarono in macchina e si sistemarono dietro.
Partì dopo essermi fatto dire l’indirizzo da Tom. Mark blaterava cose senza senso
Arrivammo davanti casa sua,spensi la macchina e scendemmo,suonai il campanello e ci aprì una donna sulla quarantina,alta,con i capelli neri e gli occhi blu,senza ombra di dubbio sua madre.
“Ma cosa è successo?” disse sua madre vedendo il figlio in quelle condizioni
“Buonasera signora,questa sera abbiamo conosciuto suo figlio,che a fine serata abbiamo notato era ubriaco,non ci sembrava giusto lasciarlo lì in quelle condizioni da solo.” Dissi io
“Mi aveva detto il suo indirizzo e lo abbiamo riportato a casa” concluse Tom
“Davvero grazie ragazzi!Non so come ringraziarvi!Gli avevo detto di non bere troppo..Prego entrate!” ci disse la donna
Entrammo e notai la bella casa in stile etnico in cui viveva Mark,dipinta dai colori caldi,e adornata da maschere di legno,quadretti dallo stile indiano,e quei bastoncini profumati posati sul tavolino di legno scuro.
“Ragazzi posso offrirvi qualcosa?”
“No signora grazie lo stesso,siamo già belli carichi dal locale” disse Tom ridendo
“Non chiamatemi signora,mi fa sentire vecchia,chiamatemi Carol.Neanche un caffè?” disse speranzosa che noi accettassimo
“Vada per un caffè!” dissi io con un sorriso
La donna andò a prepararci due caffè,che ci portò con tanto di piattino,bustina di zucchero e cucchiaino,che noi gustammo volentieri.
“Grazie ancora ragazzi!”
“Si figuri Carol!” dicemmo io e Tom andandocene
Sfrecciammo perle strade di Berlino diretti a casa,una volta arrivati detti dei croccantini e dell’acqua fresca ad Hachiko e andai subito a letto.
La Domenica la passammo a casa,al calduccio,mangiando di tutto e riposandoci sul divano.
Il rumore della sveglia mi fece svegliare,mi diressi in bagno per una doccia calda e una sistemata,una volta vestito scesi a far colazione di fretta e mi recai a lavoro. Salutai i miei colleghi e andai a mettermi anche io il mio camice bianco. Ero con il mio collega Antony,bussarono alla porta ed entrò una ragazza,che si sedette davanti a me,stavo scrivendo,alzai la testa per vedere la ragazza. Davanti a me si presentò una ragazza bellissima,dagli occhi castano-verde,grandi,truccati pesantemente di nero,proprio come me,i lunghi capelli castano scuro che sembrava nero,dal viso dai tratti delicati,e dal profumo di rose che mi inebriò. Mi guardava imbarazzata
“Buongiorno. Allora cosa è che la porta qui?” dissi guardandola
“Ieri pomeriggio,stavo andando a cavallo,e sono caduta da esso,facendomi male alla gamba,pensavo fosse solo un livido e niente di grave,ma il dolore è aumentato..” mi disse tirandosi le maniche del maglioncino e guardando in basso
“Capisco..Facciamo una visita” le dissi recandomi sul lettino facendogli cenno di avvinarsi
Aveva dei leggins messi,che dovette alzare solamente,meno imbarazzante di dover toglierli. Presi il mio martelletto con cui davo colpetti alla gamba della ragazza,per constatare dove fosse il dolore e l’intensità del dolore.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Ahi!” disse la ragazza quando le detti un leggero colpo sotto il ginocchio
“Dobbiamo fare una radiografia per vedere cosa è successo..” dissi pensando a cosa potesse essere la diagnosi
“Certo dottore..Qui steso devo farla?” chiese guardandomi
“Certo,tra pochi minuti potrà farla” Dissi distrattamente facendo cadere il mio martelletto sul lettino. Allungai la mano per prenderlo,ma la mano della ragazza si posò sulla mia,intenta a prendermi l’oggetto caduto. In un attimo ritirò la mano,mi guardò imbarazzata,lo notai dal suo colorito piuttosto rosso,anche io forse sono arrossito,sento caldo nelle guance..Il suo sguardo si posò sui miei occhi,ed io non potei far altro che incrociare il suo sguardo. Notai come erano belli i suoi occhi,notai le sfumature castano-verde,la pupilla quasi tutta verde,nel centro il castano,quasi color miele,che era unito perfettamente con il verde dalle piccole sfumature,credo di starmi perdendo in quei occhi..
“Ha degli occhi bellissimi” dissi,in fondo a tutti coloro che venivano facevo un complimento,per rompere il ghiaccio e non farli sentire imbarazzati,ma questa volta,mi uscì come spontaneo.
“Grazie dottore..Anche lei ha degli occhi bellissimi..” disse come spaventata di dirlo
“Oh grazie!” dissi sorridente
“Possiamo andare a fare la radiografia,prego mi segua” dissi alla ragazza dopo aver avuto con un cenno di mano da parte di Antony che risalì dopo esser sceso per vedere se la radiografa era disponibile.
Scendemmo e dopo aver fatto la radiografia,la mia collega ed io parlammo della radiografia della ragazza,osservandola per bene alla luce. Discutemmo sulla diagnosi,e quando fummo sicuri che fosse quella corretta lo dissi alla ragazza.
“Allora signorina,lei ha frattura proprio sotto il ginocchio,niente di grave però,dovrà tenere la gessatura..” dissi cercando di non scoraggiarla
“Va bene dottore,nessun problema” disse con un sorriso
“Procediamo con l’ingessatura” dissi ad Antony,che mi aiutò a prendere il necessario
Dopo un po’ di lavoro riuscì ad ingessarle la gamba e le detti le stampelle.
“Deve stare a riposo e non fare sforzi per due mesi,ci rivedremo per vedere come va tra un mese,va bene?” chiesi alla ragazza
“Certo dottore,prendiamo l’appuntamento”
Aprì nel mio portatile il calendario degli appuntamenti,e cercai un buco di tempo per cui fissare l’appuntamento.
“Va bene giorno 18 alle 10,45?”
“Certo dottore”
“Perfetto!IL nome?” chiesi registrando l’appuntamento
“Schwarz”
“Fatto!Le consegno anche questo per non dimenticarsene” dissi consegnandole un foglietto sul quale era scritto la data e l’ora dell’appuntamento.
“Grazie,arrivederci dottore!” disse con un sorriso la ragazza
“Si figuri!Arrivederci!”
La ragazza andò via un po’ goffamente viste le stampelle con cui ancora non aveva fatto amicizia
Antony mi guardò e mi sorrise
“Bella vero?” mi chiese
“Già!”
“Dai rubacuori!”
“Io?Ma che scherzi?” dissi cercando di convincerlo
“Ma tu sei scemo!Non hai visto come ti guardava?Era anche imbarazzata!” disse come una ragazzina
“Grazie per il complimento!Comunque è normale che fosse imbarazzata,sono un dottore ed era la prima volta che mi vedeva!”
“Si,certo..Allora avrà visto il dottore sexy!” Disse ridacchiando
“Finiscila!” dissi ridendo con lui e dandogli una pacca sulla spalla
Ci dirigemmo al primo piano,pronti per un intervento,sistemai il camice e misi la cuffia per non far cadere i capelli,entrammo e cominciammo l’operazione. Dopo quasi un’ora e mezza finimmo ed uscimmo dalla sala operatoria,avevamo operato un bambino di 6 anni,per un problema alla gamba,che ora è risolto,ma che migliorerà se esso seguirà le nostre indicazioni.
“Andiamo a mangiare?” mi chiese Antony  piuttosto affamato
“Si dai ho una fame..”
Andammo al bar vicino la clinica,in cui sedemmo a tavolino e mangiammo un bel pasto caldo,adatto per riscaldarci dal gelo che c’era.

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