Da principessa a pirata

di kiel_violet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1.Problemi a tavola ***
Capitolo 3: *** 2. La fuga: il primo passo verso la libertà ***
Capitolo 4: *** 3.Dopo una tempesta...ne arriva un'altra! ***
Capitolo 5: *** 4.Una disperata richiesta di aiuto ***
Capitolo 6: *** 5. Il pirata di fuoco ***
Capitolo 7: *** 6. Benvenuta a bordo! ***
Capitolo 8: *** 7. L'inizio di una nuova vita ***
Capitolo 9: *** 8. Un opinione sui pirati ***
Capitolo 10: *** 9. Dov'è la principessa?! ***
Capitolo 11: *** 10. Arrivo a Fruit Splash,l'isola della frutta ***
Capitolo 12: *** 11. Scomode verità ***
Capitolo 13: *** 12. Nuove sensazioni ***
Capitolo 14: *** 13. Qualcuno su cui contare ***
Capitolo 15: *** 14. Innamorata di un pirata ***
Capitolo 16: *** 15. Qualcosa non quadra... ***
Capitolo 17: *** 16. Un'inaspettata interruzione ***
Capitolo 18: *** 17. Questo mi basta ***
Capitolo 19: *** 18. Le vere intenzioni ***
Capitolo 20: *** 19. Il gigante dal cuore buono ***
Capitolo 21: *** 20. Un dopo-festa da batticuore ***
Capitolo 22: *** 21. La saggezza di un pescatore ***
Capitolo 23: *** 22. Attimi di tranquillità ***
Capitolo 24: *** 23. Scoperte interessanti ***
Capitolo 25: *** 24. Tra desideri e bugie ***
Capitolo 26: *** 25. Ritorno al passato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


DA PRINCIPESSA A PIRATA

 

Prologo

 

La vita di corte non era affatto male. Potevi avere tutto ciò che desideravi, potevi fare tutto quello che volevi,potevi dare ordini ed essere servita in tutto. A chi non piacerebbe condurre una vita così? Quale ragazza non sognerebbe di essere chiamata “principessa” e di sposare un uomo ricco e affascinante? Sicuramente tutte le ragazze, vedendo un bel castello,un giardino tempestato di rose e fiori e una stanza enorme con un armadio pieno di vestiti sfarzosi e colorati,morirebbero di invidia nei confronti della fortunata.

E nel nostro caso la fortunata era Kokoro Yamashita,una ragazza di 18 anni,compiuti circa un mese prima,che ricopriva appunto il ruolo di principessa nella bellissima e grandissima isola di Colorful Water.

Il nome particolare di quest'isola era dovuto alla bellezza delle acque che la circondavano:infatti durante il giorno i raggi solari colpivano le tantissime pietre colorate depositate sul fondo delle acque,”colorando” così l'acqua in tanti modi diversi a seconda dell'ora e del tempo. Lo stesso la notte,quando i raggi della luna si infrangevano sul mare,davano vita a un meraviglioso spettacolo argenteo.

Uno spettacolo insolito ma prezioso,poiché aveva attratto molta gente sull'isola, trasformandola in poco tempo in un luogo in cui uomini e natura vivevano in un perfetto rapporto simbiotico:la terra offriva all'uomo protezione e lavoro,e l'uomo si curava di custodire quel favoloso patrimonio artistico.

Erano state costruite case,negozi e molti altri edifici. I porti avevano un ruolo importante,poiché incentivavano l'economia e lo sviluppo dell'isola e,nonostante questa si trovasse ben lontana dalle altre isole,non c'era nessun ostacolo che danneggiasse il suo sviluppo.

L'unico problema erano forse i numerosi pirati che vi facevano sosta. La gente aveva imparato a convivere ogni giorno con questa realtà,sempre più emergente e, quando qualcuno vedeva un pirata,cercava di starne alla larga,perché ne aveva paura. Molti su quell'isola erano convinti che i pirati fossero gentaglia pericolosa,priva di valori, dedita solo al saccheggio e ai delitti,che meritava di essere rinchiusa al fresco e di pagare addirittura con la pena di morte.

E come ogni buona tradizione che si rispetti,tutti davano la colpa di quella sgradita situazione a colui che aveva dato inizio a tutto questo con la sua esecuzione,ovvero Gold D. Roger. Si,per loro era sua la colpa se era iniziata l'era della pirateria.

E queste convinzioni era cresciute su quell'isola da quando era arrivata la famiglia reale dei Yamashita,circa 10 anni prima,che con la sua ricchezza e il suo potere si era imposta sulla gente del luogo,accattivandosi la loro simpatia. Poco tempo dopo,l'isola si trovò ad avere un re e una regina,con una erede di appena 9 anni,cresciuta ed educata a dovere nella loro nuova dimora:un grandissimo castello situato al centro dell'isola come simbolo inespugnabile del potere dei Yamashita. Questi,che erano circondati da servitù e numerose guardie,avevano cercato di reprimere fin da subito il fenomeno della pirateria,che vedevano come una minaccia per i loro affari. Approfittando dell'ignoranza del popolo,erano riusciti a convincerli che i pirati fossero dei fuorilegge che andavano puniti. E così il popolo continuava sempre di più a disprezzare e odiare questo tipo di gente. Le guardie facevano il possibile per catturarli e sopprimere il numero sempre più crescente,ma erano arrivati a un punto in cui la situazione era divenuta insostenibile,e le misure adottate fino a quel momento erano inefficaci. In ogni caso i sovrani del regno non si erano mai rivolti alla marina, essendo fiduciosi del loro potere e,francamente,diffidenti dall'avere alleati di quel genere,ma non per questo erano considerati nemici.

Si poteva quindi dire che i pirati lì erano di casa,ma dovevano comunque guardarsi sempre le spalle...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! ^^ Ho iniziato questa nuova fanfic a capitoli e ringrazio chi si fermerà a leggerla e,spero,a darmi un parere. Naturalmente Ace sarà il protagonista, insieme a un personaggio di mia invenzione (cioè Kokoro,che qui ho solo nominato,per ora...xD).

Anche l'isola l'ho inventata io, quindi ho fatto un mix tra fantasia e quello che conosco già! Spero non sia troppo noiosa o altro...

Bene,detto questo...al prossimo capitolo! :)

Mi auguro di avervi incuriosito almeno un po'! ^^

ELE

 

 

 

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Capitolo 2
*** 1.Problemi a tavola ***


Problemi a tavola

 

Era una splendida giornata quella di Colorful Water. Il caldo estivo si faceva sentire e un leggero venticello si alzava per le vie del luogo.

Al momento sull'isola regnava più tranquillità del solito,poiché era mezzogiorno inoltrato e la gente si era ritirata nella propria abitazione per pranzare. L'unico vociare proveniva dalle varie locande della zona,infatti dentro di esse vi erano molti pirati che consumavano,chi avidamente,chi più lentamente,il proprio pasto. Per i locandieri il lavoro sembrava non finire mai: tutti affaccendati ad occuparsi delle varie ordinazioni,correvano da una parte all'altra per soddisfare i clienti,oltretutto molto impazienti. In effetti sembravano vere e proprie macchine divoratrici,quindi meglio non farli arrabbiare...

Vocioni,risate,brindisi e rumori di coltelli e forchette spezzavano dunque quella tranquillità,ma c'era una scena in particolare in una locanda che aveva attirato un gran numero di persone. Queste stavano tutte radunate intorno a uno sgabello,su cui sedeva un ragazzo,che portava una camicia gialla,di un giallo molto chiaro,un paio di pantaloni neri corti e un cappello arancione da cowboy, che gli copriva parte dei corti capelli neri. Fin qui nulla di strano,se non fosse per il fatto che in un attimo era crollato con la testa sul piatto in cui stava mangiando,attirando l'attenzione di tutti gli altri presenti. La cosa incredibile era che teneva il braccio alzato,con la mano chiusa in un pugno che stringeva la forchetta,su cui era infilzato un bel pezzo di carne. Le persone,sbalordite più che mai,si erano avvicinate cautamente,tenendosi sempre a una certa distanza.

Chi sussurrava qualche parola a un altro,chi con occhi stralunati gridava di chiamare subito un dottore,e fra quella banda di curiosi iniziavano a spiccare le varie congetture “Sarà morto?”, “Il cibo era avvelenato?”, “Ha avuto solo un malore,si riprenderà”, “Forse era molto stanco e non è riuscito a reggere lo stress”, “Meglio allontanarsi,non vorrei avere problemi”. Erano più o meno questi i pensieri degli spettatori,mentre il proprietario della locanda era entrato nel panico

-Se quest'uomo è morto,dovrò rispondere io!Oh Santo Cielo!Non voglio avere guai!-e mentre gridava allarmato queste parole,si metteva le mani fra i capelli per la disperazione.

-Sta tranquillo,non sono morto-. Qualche secondo di silenzio generale,giusto il tempo di voltarsi verso chi aveva parlato,per poi ricacciare un grido.

-Ma allora è vivo!-gridarono tutti in coro puntando il dito verso quel ragazzo. Sbalorditivo,davvero una cosa fuori dal comune!Prima uno crolla su un piatto, come se fosse stato appena colpito da un arma in un punto vitale,poi,come se fosse la cosa più naturale del mondo,non solo si rialza,ma ricomincia a ingozzarsi come un maiale,aggiungendo l'ennesimo piatto alla pila accanto.

-Si può sapere cosa avete tutti da guardare?Non è molto corretto fissare una persona mentre mangia-quello si volta scocciato e irritato. Possibile che non si può avere un minuto di tranquillità?

-Ehi!Non so se te ne sei reso conto,ma eravamo preoccupati per te!Ci hai fatto prendere un bello spavento,sai?-

-Mh?-esclamò con la bocca piena.

-Già,pensavamo fossi morto!-

-Ah,non preoccupatevi,mi ero solo addormentato-

Tutti avevano gli occhi fuori dalle orbite.

-SOLO ADDORMENTATO?-gridarono di nuovo in coro.

-Eheheh, già!Comunque vi ringrazio. Adesso scusate ma ho un dessert che mi aspetta!- si mise una mano dietro la testa sorridendo con aria innocente e birichina,conferitagli ancora di più dalle lentiggini che aveva sulle guance. Dopo aver ringraziato i presenti ,tornò a riempire il suo stomaco,che sembrava un pozzo senza fondo.

Gli altri tornarono a sedere ai loro posti,mentre il locandiere continuò a svolgere le sue manzioni,non prima però di aver emesso un sonoro respiro.

Come gli abitanti e i pirati,anche i sovrani si trovavano a tavola nell'enorme sala da pranzo del castello,dalle pareti color oro e dalle grandi vetrate che illuminavano tutta la stanza. Il pavimento bianco,così lucido da potercisi addirittura specchiare,era coperto per buona parte da un tappeto,anch'esso oro,su cui poggiavano i quattro assi del tavolo di legno. Ed è proprio su questo tavolo che i sovrani stavano pranzando,o per meglio dire il pasto c'era,ma loro erano occupati in un'accesa discussione con la loro figlia che,alzandosi,aveva sbattuto un pugno sul tavolo,facendo vibrare tutto.

-Ancora con questa storia!Allora non avete capito che io non sposerò mai quell'uomo!-strinse i denti,mentre i suoi grandi occhi azzurri colmi d'ira andavano a posarsi prima sul volto della regina,poi su quello del re.

-Credo di averti già spiegato più volte,Kokoro,l'importanza di questo matrimonio. Sai benissimo che stiamo attraversando un periodo un po' critico sul fronte finanziario,e questo matrimonio sarà la chiave per tener testa alla crisi. Inoltre,sposando quel signore,anche tu ti troverai in condizioni migliori,è una persona molto gentile e affidabile-.

-Non mi interessa. Non sarò io a pagare i tuoi errori!-rispose a tono la ragazza.

-Ma come osi rivolgerti a me con tutta questa sfacciataggine?!Sei solo una stupida mocciosa!Vedi cara,vedi cosa si ottiene a viziare troppo qualcuno?Eh,vedi?-il re più irato che mai si rivolse alla moglie puntando il dito contro la ragazza. La regina si alzò,avvicinandosi all'uomo e prendendolo per le spalle

-Calmati tesoro,ti sentirai male se continuerai a gridare così!E tu!-disse rivolgendosi in modo freddo e distaccato verso Kokoro -Smettila di fare i capricci. Lo sai perfettamente che il tuo destino sarà sposare quell'uomo,è inutile che ti ribelli!-

-Forse nei tuoi sogni,perché nella realtà non succederà mai!Fatevene una ragione!- e con queste parole,uscì dalla sala sbattendo violentemente la porta alle sue spalle.

-Tsk,che insolente!La prego signora Ume,cerchi di farla ragionare lei-

-Ahahahah cosa potrei fare io?Sono solo una donna anziana,non ho nessun potere magico per convincerla-una donna,sulla settantina,che fino a quel momento era rimasta in silenzio,aveva risposto al re. Il sorriso dolce e rugoso allo stesso tempo le conferiva un aspetto vissuto,ma comunque ancora arzillo.

-Credo che lei sia l'unica che possa riuscirci,ci provi almeno una volta,la prego-

-Sa anche lei che non sono d'accordo su questo matrimonio,ma vedrò cosa posso fare...-

I tre continuarono poi a pranzare tranquillamente. Mentre il re aspettava che il caffè fosse servito,aprì un giornale posto accanto a lui iniziando a leggere gli articoli.

-Mh- mugugnò mettendosi una mano sotto il mento

-Cosa c'è caro?-domandò la moglie vedendolo preoccupato

-Vedo che alcuni pirati hanno sulla testa delle cifre molto alte. Mi chiedo se saranno davvero così forti...-

-Probabilmente si,la marina non si sognerebbe di regalare denaro per avere tra le grinfie un pirata da quattro soldi-

-In ogni caso se ne avremo l'occasione faremo anche noi la nostra parte. Su quest'isola ci saranno un sacco di pirati,una ricompensa profumata non ci nuocerebbe affatto-

-Sicuro!-rispose la donna sorridendo maliziosamente.

Quando l'ora di pranzo terminò,i sovrani si ritirarono. Rimase solo l'anziana Ume,che si diresse verso la stanza di Kokoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

Bene,ecco il primo capitolo! Spero vi piaccia! ^^

Ringrazio Pecorella_chan per aver letto e recensito,e ringrazio anche le persone che hanno messo questa storia nelle preferite e nelle seguite :D Grazie anche a tutti quelli che l'hanno solo letta! ^^

Mi auguro di non deludervi con questo capitolo!

A presto!

Ele

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Capitolo 3
*** 2. La fuga: il primo passo verso la libertà ***


La fuga: il primo passo verso la libertà

 

-Sei sicura di quello che stai per fare?-
-Si nonna,questo posto per me è diventato un inferno-
Kokoro sistemava in uno zainetto qualche indumento e il necessario indispensabile per poter andare via. Girava per la stanza cercando di vedere ciò che avrebbe ancora dovuto inserire,mentre la vecchia,con le braccia conserte dietro la schiena,stava davanti all'uscio della stanza,e osservava i movimenti della giovane.
-Bene,se questa è la tua scelta,io non posso fare altro che assecondarla-disse sorridendo dolcemente
-Vuoi dire che non dirai nulla?-negli occhi della giovane si poteva leggere sorpresa mista a speranza
-Perché dovrei farlo?In fondo anche io penso sia la scelta giusta-fece un sorriso furbo -sarai libera,e so per certo che questo ti rende felice. Per me la cosa più importante è la tua felicità. Qui tu stai soffrendo molto,e mi lacera il cuore vederti stare così male.
Hai fatto bene a ribellarti,almeno tu,a differenza mia,puoi conservare la speranza di vivere la tua vita nel modo che preferisci,senza che nessuno ti imponga cosa fare...- l'anziana Ume tirò un sospiro rivolgendosi in modo comprensivo alla nipote.
-Vuoi dire che il nonno...-
-Il nonno all'inizio non era la persona che amavo,il nostro matrimonio è stata una cosa progettata per salvare la nostra famiglia,proprio come i sovrani vogliono adesso con te-
-Quindi tu hai vissuto parte della tua vita accanto a un uomo che non amavi realmente?Non posso crederci...eppure tu e il nonno sembravate una coppia che si può vedere solo nelle favole...- Kokoro era dispiaciuta ma anche delusa; infatti,aveva sempre pensato guardando i nonni che il vero amore esiste,e per lei loro ne erano appunto la prova. E anche dopo la morte del nonno,la sua idea a riguardo non era cambiata. Invece adesso veniva a sapere che era stata tutta una farsa. Non se lo aspettava proprio,ci era rimata molto male.
-Non arrivare a conclusioni affrettate. E' vero che il nostro matrimonio è stato solo la realizzazione di un progetto ma dopo,conoscendoci meglio e vivendo sotto lo stesso tetto,abbiamo imparata ad accettare la situazione,a volerci bene,e non posso negare il fatto che tuo nonno avesse un certo fascino...-sorrise mentre ripensava al marito,che purtroppo era venuto a mancare un paio d'anni prima a causa di una grave malattia.
-Quindi alla fine...vi siete innamorati?-
-Si dopo così tanti anni...e non mi pentirò mai di aver avuto con Gerard una figlia così splendida come tua madre-
-La mamma!...Pensi sarà felice sapendo ciò che sto per fare?-
-Non felice,ma orgogliosa!Prima di morire mi ripeteva in continuazione che per te voleva il meglio,il suo unico pensiero eri sempre tu. Oh,se potesse essere qui tra noi!
Sono sicura che ti appoggerebbe in tutto!-
Kokoro sorrise,un sorriso triste accompagnato da qualche lacrima.
-E' vero che non posso ricordare tutto di lei,ero piccola quando è morta,ma...mi manca tanto!-
-Lo so cara,anche a me manca tanto. Ma fino ad ora ho avuto te,che sei il suo orgoglio. E anche se mi dispiace vederti andare via,voglio aiutarti,perché a lei ho promesso che ti avrei cresciuta senza farti mancare nulla e soprattutto rendendoti felice-
La ragazza abbracciò la nonna. Per lei era stata una figura importante quella donna così pacata,tranquilla,ma sempre pronta ad aiutare gli altri e a fare del bene. Adesso poteva essere anche una vecchia debole e malata,ma anni prima questa stessa vecchia aveva portato avanti una famiglia,nonostante la morte prematura della figlia e quella del marito. Aveva dovuto lottare in così tante battaglie da sola,contando sulle sue stesse forze. Solo lei poteva sapere cosa aveva nel suo cuore,nessun altro.
-Grazie nonna,non dimenticherò mai quello che hai fatto per me! Sarai sempre nel mio cuore!-
-Anche tu nipotina mia. Ma adesso è ora di andare. In questo momento regna la tranquillità assoluta,è l'occasione giusta-
Kokoro annuì.
-Voglio solo che tu mi assicuri una cosa-
-Cosa?-
-Quello che stai per fare provocherà un grande caos non solo sull'isola,ma anche oltre. Non so quali saranno le conseguenze,cosa faranno i sovrani o altro. Voglio solo assicurarmi che una volta uscita di qui non avrai ripensamenti e non ti volterai mai per guardare indietro. Puoi darmi questa sicurezza?-
-Si,non lo farò mai. E' questa la mia scelta-
-Bene,non mi resta che augurarti buona fortuna,e dirti di fare attenzione. Non tutti saranno amici. Non conosci il mondo che c'è là fuori,ma fra poco ne avrai un assaggio. Non per fare la pessimista,ma tu quelle poche volte che sei uscita dal castello non hai visto nulla,se non la bellezza dei negozi e delle loro insegne colorate.Dovrai saper gestire tu la tua vita e scegliere di chi fidarti,quindi non essere impulsiva come tuo solito e ragiona prima di agire!-
La severità dell'anziana in quelle parole voleva esprimere la sua preoccupazione verso la nipotina,che non sapeva nulla di quello che l'aspettava fuori dal castello, essendo stata educata e cresciuta rigidamente là dentro. Poteva avere anche la conoscenza di intere pagine di libri,ma non avrebbe mai imparato,se non con l'esperienza diretta. Ma la principessa non sembrava affatto preoccupata.
-Ahahahah nonna,non devi preoccuparti così tanto,saprò badare a me stessa,abbi fiducia in me!- e dicendo queste parole con determinazione,preso lo zaino e lo mise sulle spalle,si poggiò un cappello blu in testa,abbassando la visiera il più possibile per coprire il volto e,vestita ora non di abiti lunghi e sfarzosi,ma di una semplice maglia e un paio di pantaloni,era pronta a scappare.
-Non sarebbe meglio legare i capelli o mettere una parrucca?-propose Ume,vedendo i lunghi capelli castani sciolti che ricadevano sulla schiena.
-No,non mi piacciono. E poi adoro i miei capelli così. Non è un problema,quante altre ragazze hanno i capelli come i miei! Così passerò inosservata, se mettessi altre cose attirerei l'attenzione più facilmente-
-Capisco. Hai preso la collana?-
-Certo,eccola qui!-e indicò con un dito una collana che teneva al collo,di argento fine, su cui pendeva una piccola goccia blu.
-Fai attenzione a non perderla!E' importante! Ora vai,e ricordati di mandarmi una lettera o qualche altra cosa ogni tanto,almeno per sapere che stai bene-.
-Lo farò. Bene,è arrivata l'ora di salutarci. Grazie di tutto nonna,ti voglio bene! A presto!- e con queste ultime parole Kokoro sparì dietro la porta della sua camera.
Pregherò per te. La tua ingenuità mi preoccupa,ma sei mia nipote,e so che ti farai valere!”
Intanto Kokoro correva per i vasti corridoi del castello,cercando di stare attenta a non farsi scoprire. Il cuore le scoppiava in petto,la sua era adrenalina che si univa al timore che qualcuno avrebbe potuto vederla e riportarla indietro. Ma lei aveva fegato da vendere,aveva preso quella scelta e non l'avrebbe abbandonata. Voleva essere libera,andare via da quel luogo opprimente e soffocante,ed era sicura che avrebbe raggiunto il suo obiettivo,sia per lei,sia per sua nonna.
Nonna,io non ti deluderò!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ed ecco il secondo capitolo! ^^ Spero vi piaccia!

Da qui si scopre che l'attuale regina non è la vera madre di Kokoro,perché la sua è morta. I motivi li chiarirò in futuro,nei prossimi capitoli! :)

Nel terzo invece ci sarà l'incontro tra lei ed Ace *_*

Bene,ringrazio Natalie95 e Pecorella_chan per le recensioni,e naturalmente anche tutti quelli che hanno solo letto ^^

A presto!

ELE

 

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Capitolo 4
*** 3.Dopo una tempesta...ne arriva un'altra! ***


Dopo una tempesta...ne arriva un'altra!

 

Se c'era una cosa in cui Kokoro era brava,quella cosa era nascondersi. Da piccola per saltare quelle noiose lezioni di galateo -e non solo!- si ritrovava puntualmente a correre da una parte all'altra del castello inseguita dagli educatori e,all'occasione, anche dalle guardie,che la ritrovavano dopo ore e ore di ricerca nei posti più impensabili,mentre se la rideva di gusto e prendeva in giro le povere vittime.
Chi l'avrebbe mai detto che quell'abilità le sarebbe stata utile in futuro?
Infatti,fino ad ora,non aveva avuto nessun problema a passare inosservata e a dirigersi verso l'uscita del castello: come un gatto aveva silenziosamente e furtivamente attraversato i vari corridoi,che per facilitarle il compito erano provvisti ai lati di grandi e possenti colonne marmoree. Era stata una passeggiata per lei. Ma ora veniva la parte difficile: dopo aver sceso i lunghi e numerosi scalini che conducevano all'atrio,un grande luogo circolare che fungeva da ingresso al castello, avrebbe dovuto studiare attentamente la situazione; uscire dal portone principale non sarebbe stata una cosa ragionevole,infatti all'esterno si trovavano quattro o cinque guardie e inoltre,attraversando l'atrio ,avrebbe corso il rischio di farsi scoprire da qualche membro del personale che passava di lì per caso.
Mentre si teneva nascosta dietro a una bellissima e grande pianta,le venne in mente che una seconda via d'uscita era la porta che si trovava nella cucina,che collegava appunto questa alla parte posteriore del giardino. Si mosse quindi verso destra, il lato in cui si entrava in cucina,a quell'ora -il grande orologio posto in alto su una colonna segnava le due e mezzo- vuota o quasi.
E infatti fu così; nella grande stanza in cui venivano preparati i pasti più buoni e più deliziosi per la famiglia reale,vi erano solo tre camerieri intenti chi a riporre i vassoi sullo scaffale,chi a lucidare i bicchieri e chi a pulire il forno,tutti in religioso silenzio. Alla ragazza venne facile passare,poiché i tre le davano di spalle,ma se avrebbe aperto la porta se ne sarebbero accorti. Nascosta sotto il tavolo,afferrò dunque dalla parte sovrastante uno dei bicchieri già lucidati e lo lanciò dalla parte opposta alla sua, facendolo cadere a terra. I tre,sentendo il rumore del vetro frantumarsi,corsero spaventati a vedere cos'era successo,e Kokoro approfittò di quel momento per aprire la porta e ritrovarsi quindi in giardino,lasciando quelli a domandarsi come fosse stata possibile la caduta di un bicchiere dal momento che tutti gli altri erano dalla parte opposta.
Fiuuuu ce l'ho fatta!”esclamò tra sé la ragazza sospirando. Si guardo intorno, vedendosi circondata da quell'immenso giardino pieno di rose,fiori e alberi da frutto “Penso che questo posto sarà l'unico di cui ne sentirò la mancanza”. Fece qualche passo e andò a nascondersi dietro al tronco di un albero: le guardie circondavano anche il lato posteriore del castello ma erano poche,e lei sapeva già come distrarle. Prese un sasso e lo scagliò contro un muretto poco distante,attirando così l'attenzione degli uomini in divisa,che andarono subito a controllare.
Bene,ci sono quasi,l'ultimo passo e sarò fuori da qui!” e con tutta la determinazione che aveva iniziò a correre verso il cancello che segnava i limiti del castello e l'inizio della sua libertà.
Riuscì a varcare quel confine e si ritrovò fuori dal luogo che l'aveva ospitata per ben nove anni. Non poté fare a meno di sorridere “Ce l'ho fatta!Finalmente sono libera! Hai visto nonna?” si rallegrò mentre guardava per l'ultima volta quel posto. Adesso avrebbe potuto iniziare una nuova vita,senza dover sottostare agli ordini di qualcuno e senza avere l'obbligo di sposarsi o di passare intere giornate con la testa sui libri. Non avrebbe più dovuto partecipare a quegli stupidi banchetti,circondata da oche petulanti e bambocci vanitosi,che la soffocavano con i loro soliti discorsi su vestiti e gioielli o con discorsi sulle loro conquiste amorose. No,adesso era libera da tutto e da tutti. “Che vadano al diavolo!”pensò iniziando a correre per allontanarsi dal castello.

In poco tempo si era trovata a passare per le vie dell'isola. Mentre camminava guardava stupefatta le case,i negozi,tutte quelle bancarelle piene di oggetti vari, guardava i bambini correre per le strade a giocare,le donne chiacchierare fra di loro allegramente,i mercanti lanciare forti grida per richiamare l'attenzione della gente e per invogliarla a comprare quelle cianfrusaglie.
Si respirava un'atmosfera completamente diversa da quella che c'era nel castello.
Era bello poter stare in mezzo a tanta gente senza che questa vedendoti passare si inchinasse per salutarti rispettosamente,essendo tu una principessa. Era fantastico passare vicino a una locanda e sentire l'odore del cibo solleticarti il naso. Kokoro ammirava estasiata questi particolari “Vedere dal vivo è completamente diverso che leggere nei libri!” pensò sorridendo.
"Ma adesso devo pensare come andare via da qui,non mancherà molto che al castello si rendano conto della mia assenza. Mi trovo su un isola,quindi l'unico mezzo per andare via è il mare. Il punto è...dove la prendo una barca? E poi io non sono andata mai su una barca! Non so nulla di navigazione,questo si che è un bel problema!” e sospirò in balia di quei pensieri,quando il suo sguardo si posò su una banda di uomini non molto distanti da lei. Dall'abbigliamento stravagante e dalle spade e pistole che portavano capì subito che si trattava di pirati.
Allora sono loro quelle persone di cui i sovrani mi hanno detto di tenermi lontano e di stare attenta...si dice siano dei criminali pericolosi,e in effetti...questi fanno proprio paura. Ma essendo pirati avranno una nave. E se chiedessi loro di-”

-Ehi tu spostati!- assorta com'era nei suoi pensieri ,Kokoro non si era nemmeno resa conto che qualcuno era andato a sbattere contro di lei. Entrambi erano finiti a terra.
-Ahi che male!- esclamò la ragazza massaggiandosi la testa dolorante. Il tempo di aprire gli occhi che se ne ritrovò due neri che la guardavano a sua volta,facendola sobbalzare. Il ragazzo si rialzò subito porgendole una mano in segno di aiuto mentre si scusava
-Mi dispiace,non volevo farti male!-le sorrise mentre si scompigliava i capelli con l'altra mano sentendosi in colpa.
-Ah...n- neanche il tempo di finire che un altra voce li raggiunse,ed era piuttosto arrabbiata
-Eccoti!Ti ho trovato stupido pirata!Paga subito il conto o te la vedrai brutta!-
Kokoro vide che quell'uomo teneva in mano un bastone. Dalle sue parole capì che quel ragazzo aveva combinato qualcosa. Inoltre si accorse che l'attenzione delle persone era rivolta a loro. Trasalì,sperando che nessuno l'avesse riconosciuta,dal momento che il cappello le era caduto durante lo scontro con il ragazzo. Lo rimise subito in testa,sentendosi poi afferrare per il polso ed essere quasi trascinata.
-Ehi!Ma!-
-Dobbiamo allontanarci,seguimi!-il ragazzo le rivolse un sorriso gentile e tranquillo.
Kokoro non capiva...era stata trascinata nel bel mezzo di una discussione senza aver fatto nulla,era inseguita da un uomo che neanche conosceva,mentre il ragazzo davanti a lei sorrideva come se niente fosse! Stava forse sognando?
-Prendetelo!Prendete quel pirata! E' un mascalzone!-continuava l'uomo cercando aiuto.
-Pirata?-chiese Kokoro continuando a correre.
-Si,io sono un pirata. Mi chiamo Ace!-rispose il ragazzo,sempre col sorriso stampato in faccia.
La ragazza si agitò più di quanto già lo fosse. Quella situazione non le piaceva...Era fuggita da poco dal castello e adesso si era messa a seguire un pirata. Si sentiva confusa...cosa avrebbe fatto?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ed ecco il nuovo capitolo! :)

Kokoro e Ace hanno questo piccolo incontro-scontro! XD

Spero di aver descritto decentemente la parte della fuga ^^

Bene,ringrazio Natalie95, Pecorella_chan e cola23 per le loro recensioni *_*

Grazie mille! :D e naturalmente ringrazio anche chi ha solamente letto! ^^

A presto!

Ele

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Capitolo 5
*** 4.Una disperata richiesta di aiuto ***


Una disperata richiesta di aiuto

 

Riposo. Di questo aveva bisogno. Aveva corso come una matta,non ce la faceva più!
Si piegò sulle ginocchia ansimando,doveva riprendere fiato.
-Stai bene?- chiese il pirata lievemente preoccupato.
-Si-
-Mi dispiace di averti coinvolto in questa situazione,non era mia intenzione-
-Non preoccuparti...quindi sei un pirata?-
-Si,per la precisione sono il capitano della seconda flotta dei pirati di Barbabianca!- Ace disse quelle parole con orgoglio,mentre portava il pollice al petto per indicarsi.
Guardandolo, Kokoro pensò che fosse proprio un bel ragazzo alto,muscoloso,sicuro di sé e che ispirava simpatia e fiducia. Ma tornando alla risposta,ci aveva capito ben poco.
-Chi è Barbabianca?- a quella domanda detta con così tanta naturalezza,a Ace per poco non cascò la mascella.
-Mi prendi in giro? Tu non sai chi è Barbabianca?- chiese sconcertato.
-Perché dovrei scherzare?Non lo so,è la verità!Ma da come ne parli sembra che sia una persona importante...-
-E' uno dei quattro imperatori pirati! Ed è anche l'uomo più potente del mondo!-
-Mh,capisco- fece Kokoro “Invece non ci ho proprio capito nulla!” e sorrise cercando di nascondere la sua ignoranza riguardo all'argomento.
-Sarà meglio che vada adesso,non voglio far preoccupare i miei compagni. Ciao!- e così dicendo si incamminò per la sua strada.
Kokoro riflesse attentamente sul da farsi:quel ragazzo le era sembrato una persona gentile,si era anche scusato!Le avevano sempre detto che i pirati erano persone rozze, scaltre e malvagie. Ma lui non poteva essere così,altrimenti a quest'ora l'avrebbe derubata e uccisa! Fra poche ore sarebbe scesa la notte,e lei ancora era su quell'isola, non aveva un posto in cui fermarsi e aveva la paura costante che i sovrani si sarebbero accorti della sua assenza da un momento all'altro. Guardò il ragazzo che si allontanava sempre di più. Cosa fare? Provare o non provare? Forse quella era la sua unica opportunità,si sarebbe pentita se l'avesse persa! Quindi decise di rischiare.
-Aspetta Ace!-chiamò a gran voce. Ace si girò sorpreso di sentirsi chiamare,ma si fermò comunque ad ascoltare la ragazza che si stava avvicinando.
-Mh? C'è qualche problema?-
-Ehm ecco...tu sei un pirata,quindi possiedi una nave,vero?-
-Certo! Perché?-
-Ho un bisogno urgente di scap- cioè andare via da quest'isola. Non conosco nessuno e tu sei l'unica persona con cui ho parlato fin'ora! Quindi ti prego,potresti darmi un “passaggio”? E' una cosa seria,ti pagherò anche profumatamente,ma per favore, permettimi di allontanarmi da qui!- quella di Kokoro più che una richiesta era quasi una supplica,ed Ace capì che si trattava di qualcosa di serio.
-Beh,si potrebbe anche fare,solo che non so dove devi andare,noi stiamo seguendo una rotta e-
-Oh,non preoccuparti. L'importante è allontanarmi il più possibile da qui-
-A questo punto non vedo perché non dovrei aiutarti. Vieni con me!- Ace sorrise alla ragazza invitandola a proseguire con lui. Inutile dire che Kokoro era felice di aver trovato una persona affidabile disposta ad ospitarla sulla propria nave. Gli prese una mano stringendola fra le sue
-Non so come ringraziarti,te ne sarò per sempre grata!-e gli sorrise dolcemente.
-Ah! Un momento!Non so ancora il tuo nome-
-Kokoro- la principessa in preda alla felicità non si era accorta di avergli rivelato il suo vero nome. Infatti se ne pentì subito. “Questa volta l'ho fatta grossa! Se viene a sapere che sono una principessa,chissà cosa succederà”. E si rabbuiò in volto.
-Cosa succede?- chiese Ace notando il repentino cambiò d'umore.
-No nulla,possiamo andare- appena detta questa frase si sentì uno strano rumore.
-Cos'è stato?-
Kokoro arrossì tenendo una mano sulla pancia.
-Credo sia il mio stomaco-
-Devi essere davvero affamata! Ma non preoccuparti,arrivati sulla nave potrai mangiare a sazietà!-
-Ti ringrazio-
-Meglio sbrigarsi,anch'io comincio ad avere fame!-
E così i due si diressero verso la nave,che era un bel po' distante.
-Come mai devi andare via da quest'isola?-chiese Ace durante il tragitto.
-Ah...beh...ecco...- “Non posso mica dirgli la verità!” -diciamo che ho avuto un piccolo problema,ma in questo momento non mi va di parlarne,scusa-
-Non preoccuparti-
Ace aveva qualche dubbio,non riusciva infatti a spiegarsi il perché una ragazza come lei,che non era un pirata,nè (a parer suo) una bandita o altro,aveva così urgenza di allontanarsi dall'isola. Eppure doveva dedurre dalla sua precedente richiesta d'aiuto, così convinta e disperata,che fosse successo qualcosa di grave. Non si fidava del tutto di lei “Sarà meglio tenerla d'occhio” pensò. Ad un tratto,sentendosi osservato,si voltò verso la ragazza. Notò che lo stava fissando con fare assorto.
-Qualcosa non va?-chiese cercando di capire perché si comportava in quel modo.
La ragazza negò con la testa
-No. Mi chiedevo solo che tipo di vita fosse quella dei pirati...-
-Beh,essendo anch'io tale,posso dirti che è una vita bellissima. Vivi ogni giorno all'insegna dell'avventura insieme ai tuoi compagni,impari sempre nuove cose, visiti tante isole diverse e hai la possibilità di misurarti con molti altri pirati anche più forti di te! Sei libero di fare ciò che vuoi,puoi contare sui tuoi amici,e non importa in quale situazione ti trovi,perché sai che loro ci saranno sempre a coprirti le spalle- nel dire queste cose,Ace aveva stampato in volto un enorme sorriso,mentre ripensava ai compagni e alle loro avventure passate insieme. Era orgoglioso di quella vita,che aveva sognato fin da bambino,non avrebbe mai rinunciato a essere un pirata.
Quest'orgoglio e questa determinazione gli si potevano leggere negli occhi,neri come la pece,ma illuminati dalla sua grinta e volontà.
Kokoro rimase molto colpita da queste affermazioni che,dette da Ace,le erano parse così veritiere e colme di significato. Con i suoi grandi occhi azzurri lo guardava, catturata da quel modo così convinto di porsi. Proprio come un bambino,a cui la mamma racconta una bellissima favola,che lo fa rimanere col fiato sospeso.
Quello che le aveva detto il pirata era tutta un antitesi di quello che invece le avevano detto al castello. Non sapeva a chi doveva credere di più. Voleva conoscere ancora più cose ma,prima di poter fare altre domande ad Ace,alcune voci sogghignanti si imposero su di loro.
-Ehi!Dove state andando di bello?- domandò uno ridendo ,coperto in volto da una maschera. Davanti a loro ce n'erano cinque,tutti vestiti uguali,con in mano delle pistole,che puntavano minacciosamente verso i due.
-Vi conviene fermarvi e darci tutto quello che avete,o non andrete più via di qui!-
Kokoro capì che erano dei banditi. Era allarmata e anche la paura non mancava. Non aveva mai affrontato una situazione del genere prima d'ora. Si voltò per vedere cosa avrebbe fatto Ace. Rimase sbalordita vedendolo sorridere,un sorrisetto divertito,quasi di sfida.
Era pazzo? Quelli volevano ucciderli e lui...rideva?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Sono tornata con il nuovo capitolo! ^^

Kokoro è riuscita a trovare la nave...ed è proprio quella di Ace! *_*

Ma a quanto pare dovranno prima affrontare i banditi...xD

Ringrazio Natalie95 per la recensione e anche tutti quelli che hanno letto la fic!

Inoltre ringrazio sempre Natalie95 per il bellissimo disegno che ha fatto sulla protagonista di questa storia *__* Grazie mille,è fantastico! ^^

A presto! :)

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Capitolo 6
*** 5. Il pirata di fuoco ***


Il pirata di fuoco

 

Che cosa avrà in mente?Non capisco...lui non ha paura?”
Quella giornata sembrava proprio non voler finire. Come se la fuga e il resto non fosse bastato,adesso ci si mettevano anche i banditi. Ma la cosa che preoccupava di più Kokoro in quel momento era quel sorrisetto strafottente che Ace rivolgeva loro.
Che abbia intenzione di lasciarmi qui,nelle loro mani? No,non dire stupidaggini, sicuramente ride perché ha qualche piano su come liberarsi di quei uomini. Si,deve essere così!”. Era vero che lo conosceva da poco,e non sapeva nulla su di lui se non il nome,ma quei modi di fare così stravaganti la inquietavano parecchio.
-E va bene,se proprio devo,mi divertirò un pò- disse Ace ad un tratto. Sia Kokoro che i banditi sussultarono a quelle parole. Cosa voleva dire?
In un momento il dito di Ace si tramutò in una fiamma. Inutile dire che tutti avevano gli occhi fuori dalle orbite.
Ma cos'è questo!Un sogno?Com'è possibile che un dito possa diventare di fuoco?” pensò la ragazza quasi paralizzata. Si stropicciò gli occhi più volte,come per assicurarsi che fosse tutto vero. Ed evidentemente era così,perché continuava a vedere sempre quel dito infuocato.
-M-ma cosa...- non sapeva cosa dire
-Non ci fai paura sai?Non so che tipo di trucchetto tu stia utilizzando,ma con noi non funziona- quello che aveva parlato scoppiò a ridere,ma di una risata fatta più per rassicurare se stesso che per infondere credibilità -Cosa aspettate? Attaccateli!- urlò infine ai suoi uomini. I banditi si lanciarono subito all'attacco.
-Kagero!- dal palmo della mano di Ace uscì un ondata di fiamme che si diresse subito contro i nemici,andandoli così a bruciare vivi. Tuttavia Ace non esagerò,facendoli rimanere in vita.
-A giocare col fuoco...ci si brucia!-esclamò il pirata sistemandosi il cappello in testa. Poi si rivolse a Kokoro,che era rimasta lì ferma,sbigottita.
-Adesso possiamo andare!-e ritornando in volto con il suo sorriso a 32 denti,si incamminò per la via.
La ragazza si ridestò da quella specie di trance in cui era caduta e lo seguì. Aveva paura ad avvicinarsi a lui dopo quello che era successo,quindi se ne stava di qualche passo dietro. Ma in ogni caso aveva una certa curiosità a saperne di più su quello stano potere.
-Ace,come hai fatto prima a trasformare la tua mano in fiamme? Da dove uscivano?-
-Semplice,io ho il potere del fuoco. Ho mangiato un frutto del diavolo,che è appunto il frutto Foco Foco,e posso sfruttare questo elemento come voglio-
-Frutto del diavolo?-
-Si,questi frutti si chiamano così,e chi li mangia acquisisce una particolare abilità che aumenta la forza della persona-
-Incredibile!E...ne esistono tanti di questi frutti?-
-Si. Certo che non sapevi proprio nulla eh?-
-Già sono rimasta stupefatta quando ho visto la tua mano diventare di fuoco. Puoi anche non crederci,ma non avevo mai visto nulla di simile fino ad oggi-
Era vero,Kokoro era stata cresciuta in quel castello,poche volte era uscita da lì. Aveva degli insegnanti privati che la seguivano nei suoi studi,che tuttavia erano fermi al punto di partenza,poiché la principessa non amava poi così tanto studiare. E anche se le sarebbe piaciuto,gli insegnamenti non prevedevano di certo lo studio dei pirati e dei loro frutti del diavolo. Lei era dunque all'oscuro di tutte quelle cose.
-E' strano che tu non sappia nulla,ma puoi dire di aver imparato qualcosa di nuovo allora!-
-Già-
Kokoro sorrise,pensando che l'inizio di quella nuova avventura non era stato poi così male.
Questo ragazzo anche se è un pirata non è cattivo. Anzi,mi sta aiutando molto. E poi ha un potere straordinario!”. Provava un po' di invidia nei suoi confronti,anche a lei sarebbe piaciuto possedere uno di quei frutti,magari qualcosa capace di ammutolire i sovrani,o perché no,anche polverizzarli. Non sarebbe stato male...
In quel momento si sentiva troppo curiosa,voleva rivedere il potere di quel ragazzo,e infatti non ci mise molto a chiederglielo.
-Ace,posso chiederti un piccolo favore?- era un po' imbarazzata,forse lo stava infastidendo troppo
-Si,dimmi pure- rispose gentilmente il ragazzo di fuoco con il suo enorme sorriso stampato in volto. La principessa era rimasta sorpresa,credeva infatti che si sarebbe arrabbiato e l'avrebbe arrostita per bene,invece non era andata così.
-Ecco...beh...potrei rivedere come il tuo dito diventa una fiamma?-
Ace sorrise divertito davanti alla richiesta della ragazza. Con quell'aria un po' da bambino vanitoso sporse una mano verso la ragazza. In pochi secondi non solo un dito,ma tutta la mano si trasformò in fuoco.
Kokoro guardava quelle fiamme quasi come rapita da quell'incredibile dimostrazione.
-Sembra magia!- esclamò,mentre i suoi grandi occhi azzurri continuavano a guardare la mano del ragazzo. Il colore dei suoi occhi era in perfetto contrasto con quello delle fiamme,da una parte c'era il rosso con le sue tonalità,dall'altra l'azzurro,e in quel momento quei due colori opposti sembravano unirsi.
-Ma non lo è-rispose Ace mentre le fiamme iniziavano a scomparire.
Poi i due ripresero a camminare.
-Quest'isola è molto bella,prima ho notato la particolarità dell'acqua che si colora,una cosa davvero originale!- ad Ace era piaciuto il giro su quell'isola e adesso ne parlava alla ragazza con soddisfazione.
-Già,ha un patrimonio artistico favoloso-rispose Kokoro -ma peccato che qualcuno voglia mandare tutto in rovina- aggiunse poi a voce bassa e a denti stretti.
-Eh?-
-N-no nulla-
La rabbia che la principessa provava nei confronti dei sovrani era immensa. Suo padre non aveva saputo gestire il denaro e il potere,e adesso pretendeva di far sposare la figlia con un altro nobile per salvare il regno. Ma lei non l'avrebbe mai fatto,non sarebbe mai stata il ripiego dei suoi sbagli. A cosa poteva servire quel matrimonio se in futuro il re avrebbe ricommesso lo stesso errore? Non che a lei non importasse dell'isola,le importava e come,ma anche se il potere della sua “famiglia” fosse crollato,era certa che ci sarebbe stata un altra soluzione per salvare l'isola dalla povertà e dalla crisi. Con il crollo del potere dei Yamashita,non solo lei,ma tutto il regno sarebbe stato libero.
Lei avrebbe potuto condurre una nuova vita,senza essere più la “figlia del re”,ma semplicemente se stessa.
Una nuova vita...” pensò felicemente. Persa nei suoi pensieri,non si accorse però che Ace si era fermato e andò a sbattere contro la sua schiena. In modo impacciato cercò di scusarsi.
-Eccoci qui,questa è la nave,siamo arrivati!-esclamò Ace allegro.
Kokoro guardò la nave e sorrise “Finalmente lascerò questo posto”
-Su andiamo! Il mio stomaco ha iniziato a lamentarsi- il pirata si passò una mano sulla pancia. In fondo quella corsa post-pranzo che aveva dovuto fare inseguito dal locandiere,lo scontro con i banditi e la lunga camminata gli avevano messo un certo appetito. Ma se si lamentava lui,cosa doveva dire Kokoro? Lei aveva saltato anche il pranzo quel giorno!
I due salirono sulla nave.
Per la principessa era la prima volta che saliva su una nave. Si sentiva agitata e preoccupata,ma le bastava pensare al suo obiettivo per sentirsi più determinata e coraggiosa che mai.
Senza pensare che quello era solo l'inizio...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice
Ciao a tutti! ^^
Sono tornata (anche se un po' in ritardo >.<) con il nuovo capitolo.
Kokoro sta per allontanarsi dall'isola insieme ad Ace... adesso è su una nave di pirati!
Vedremo cosa succederà... :)
Ringrazio allessor, Natalie95 e martychanfantasy per le loro recensioni, e come al solito ringrazio chi ha solo letto e chi segue la storia :D
Mi dispiace per aver ritardato! Spero di essere più puntuale con il prossimo capitolo!
A presto allora! ^^

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Capitolo 7
*** 6. Benvenuta a bordo! ***


Benvenuta a bordo!

 

Kokoro si sentiva in imbarazzo. Aveva decine e decine di sguardi puntati su di lei.
-Ehi ragazzi! Sono tornato!- ci pensò Ace a rompere quei pochi secondi di silenzio.
-Capitano chi è la ragazza accanto a te?- chiese uno di quei pirati curiosi.
-Ah! Lei è un ospite. Starà qui con noi per un po'. Il suo nome è Kokor-
-Koko!- i presenti si voltarono verso la ragazza in questione. Era intervenuta per evitare di rivelare il suo nome. Ormai il guaio l'aveva commesso dicendolo ad Ace, ma almeno con tutti gli altri voleva utilizzare una “abbreviazione” per non destare sospetti nel caso la notizia della “fuga di una principessa di nome Kokoro” fosse giunta su quella nave,anche se lei in cuor suo sperava ardentemente di no. Ma quanto sarebbe durata quella farsa? Eh,sicuramente non molto...
Ma ora,vedendo di nuovo tutti quegli uomini che la guardavano ancora più incuriositi,non poté fare a meno di diventare rossa fino alla punta dei capelli. “Ma su questa nave non ci sono donne?!” si chiese continuando a puntare lo sguardo verso il pavimento.
-Ma non mi avevi detto di chiamarti K-
-Koko va benissimo,mi piace di più- era un irresponsabile combinaguai,non poteva proprio negarlo. Sperava che Ace se la fosse bevuta.
Il pirata la guardò. Per qualche momento il suo sguardo si fece serio. Non era così stupido da non capire che quella ragazza nascondeva qualcosa,ma non era il caso di farle in quel momento il terzo grado,avendo già notato il suo imbarazzo e il suo disagio,quindi sorvolò sulla questione e cambiò completamente discorso.
-Allora è pronta la cena?Ho una gran fame!- chiese avvicinandosi ai compagni.
-Si,andiamo a mangiare! Questa sera dobbiamo anche festeggiare l'arrivo di Koko!-
-Già,è vero!-
-Sono d'accordo con voi!-
All'affermazione di uno di quei pirati,tutti annuivano allegramente. Del resto per loro ogni occasione era buona per fare festa.
-Ehi Koko!Vuoi rimanere lì per tutto il tempo? Avanti vieni con noi!-
La ragazza,che fino a quel momento era rimasta imbambolata,alle parole di Ace scosse il capo,come per riprendere il controllo della situazione,andò verso di lui e lo seguì con altri membri della ciurma in cucina. “Festeggiare il mio arrivo?”

 

Intanto anche al castello era arrivata sera,e i sovrani insieme alla vecchia Ume erano radunati intorno al tavolo per la cena.
-Dov'è finita quella ragazza? Non lo sa che è ora di cenare?- chiese il re abbastanza irritato.
-Non preoccupatevi per lei,sono passata prima dalla sua camera e mi ha detto che non aveva molto appetito,quindi si è messa a dormire- mentì Ume.
-Mph. Capisco. Per quanto riguarda la storia del matrimonio siete riuscita a convincerla?-
-Io le ho parlato,ma credo che lei abbia già preso la sua decisione...-
-Quale decisione?-
-Beh,io non lo so,come vi ho detto,le ho solo parlato-
Il re sospirò,portando alle labbra un bicchiere colmo di vino. Dopo aver assaporato quel liquido rossastro,lo ripose sul tavolo e guardò Ume.
-Cosa ne pensa lei di questa storia,signora Ume?Mi risponda sinceramente-
-Se devo esprimere il mio modesto parere vi dirò che forzare una figlia a sposarsi così giovane non sia poi un idea che mi vada tanto a genio...-
-Eppure lei dovrebbe capire più degli altri,se mi posso permettere...-
-E' proprio perché ho capito attraverso la mia esperienza che vorrei evitarla a Kokoro, ma qui non comando io,sono solo una vecchia che vuole vivere gli ultimi anni della sua vita in pace- la risposta della donna sorprese il re. Delle risposte così argute poteva darle solo qualcuno come quella vecchia,così gentile e premurosa,ma che sapeva il fatto suo.
Il re però non sembrava affatto intimidito da quelle affermazioni tanto convinte quanto...inutili. Si, perché come diceva lei stessa,era solo una vecchia,e gli anni in cui deteneva il potere erano ormai tramontati.
-Suppongo dunque che qualunque misura adotterò con quella ragazza a lei non importerà,si metterà da parte e mi lascerà fare- nel tono del sovrano c'era una nota di superiorità e provocazione.
-Non ho mai detto che non mi importa di mia nipote,solo vorrei capire a cosa lei voglia arrivare...-
-Beh,dal momento che con le buone non vuole comprendere,credo che passerò alle minaccie-
Ume sussultò,mentre vedeva dipinto sul volto del re un ghigno vittorioso,ma non si scompose più di tanto,anzi sorrise “Sempre se la troverete” pensò. “Spero tu stia bene,Kokoro”.

 

 

E l'argomento di discussione dei due in quel momento si trovava nella sala da pranzo, sulla nave dei pirati capitanati da Ace. Più che una stanza sembrava...mh,qualcosa che ricordava vagamente un porcile,se non peggio! Lei,seduta accanto ad Ace in un angolo,cercava di consumare tranquillamente il suo pasto,mentre gli altri,che in quel momento più che persone sembravano bestie,si ingozzavano a più non posso,e in un solo sorso si scolavano interi boccali di birra. Ma c'era Ace in particolare che mangiava porzioni su porzioni di cibo in pochi secondi e a volte,per la troppa fretta, rischiava di strozzarsi,tanto da doversi battere più volte il petto per far scendere il cibo. Dopo tutto quello che aveva visto, Kokoro era rimasta a bocca aperta,e si convinceva sempre di più che quel ragazzo non fosse umano “Ma cos'ha al posto dello stomaco?” si chiedeva. Ad un tratto Ace si voltò verso di lei.
-Ma come fai tu ad accontentarti solo di quel piatto?- le domandò tenendosi la pancia come se aspettasse un bambino.
-Forse perché a differenza vostra sono una persona normale- era la risposta più plausibile.
Ace sorrise,mentre sul tavolo era arrivato il dolce. Inutile dire che il ragazzo ci si fiondò subito,e in pochi secondi al posto di una grande torta erano rimaste soltanto briciole. Gli altri pirati si lamentarono con Ace per aver mangiato tutto il dolce,e lui se la rideva alla grande.
-Scusate ragazzi,non ho saputo resistere-
-Quando mai tu ti trattieni! Sei incorreggibile capitano! Non è giusto!-
Tutti scoppiarono a ridere,e anche Kokoro si fece contagiare dalle risate. In quel momento si sentiva felice,partecipe di quell'allegra atmosfera,completamente diversa da quella del suo castello.
-Adesso però dobbiamo brindare a Koko!- esclamarono i pirati.
Tutti presero i loro boccali,facendoli sbattere tra di loro.
-Benvenuta a bordo Koko!- gridarono all'unisono.
-Vi ringrazio- rispose la ragazza mentre le sue guance diventavano rosse. Non era abituata a stare al centro dell'attenzione,cosa poteva farci?
Quella serata proseguì tra brindisi,canti,urla e risate. La ragazza aveva cominciato ad ambientarsi e qualche volta si metteva a chiacchierare con alcuni pirati su argomenti in generale come la nave,la vita di mare e tanto altro. In fondo erano delle brave persone.
Ace,dopo aver finito di mangiare si alzò da tavola
-Bene,credo che andrò a farmi una bella dorm-
Neanche il tempo di finire la frase che era crollato a terra.
-Ace!- gridò Kokoro avvicinandosi a lui -Ma cosa gli è successo?!- esclamò preoccupata.
Gli altri si misero a ridere.
-Ahahahahah non preoccuparti,soffre di narcolessia. Sta solo dormendo...vedrai che fra qualche ora si sveglierà-
La principessa si tranquillizzò,ma era lo stesso preoccupata.
Si voltò a guardargli il viso:aveva sul volto un espressione tranquilla e beata. Ma come faceva ad essere tanto incredibile?

Kokoro sorrise “Penso proprio che qui mi troverò bene”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice

Ciao a tutti!

Mi dispiace di nuovo per il ritardo,ma ho avuto qualche problema di collegamento oltre ad altri impegni xD

Finalmente Kokoro arriva sulla nave...ma intanto il sovrano non sembra che si sia arreso,anzi passa alle minaccie...

Bene,ringrazio allessor, Natalie95 e martychanfantasy per aver letto e recensito, sono felice che la storia continua a piacervi ^^

Ringrazio inoltre chi la segue! :)

A presto con il prossimo capitolo!

ELE

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Capitolo 8
*** 7. L'inizio di una nuova vita ***


L'inizio di una nuova vita

 

Era passata qualche ora dalla fine di quell'allegro banchetto. Quasi tutti i pirati si erano ritirati,chi stanco,chi ubriaco,nelle loro camere. Kokoro invece aveva deciso di dare una mano a pulire,dal momento che quella stanza era diventata irriconoscibile.
Ace era ancora steso a terra e dormiva tranquillamente. La ragazza gli gettò un altra occhiata per assicurarsi che stesse bene e poi sorrise “Non ho mai visto un capitano così! Beh,per la verità non ne avevo visto mai uno,ma Ace è davvero buffo,non mi sembra affatto una persona cattiva”. Si ricordò con quanto orgoglio Ace quello stesso pomeriggio le aveva parlato della vita dei pirati. Si,lui era davvero libero,perché stava vivendo la sua vita come voleva ed era felice. Lei invece...quand'era stata l'ultima volta che si era sentita felice? Probabilmente quand'era ancora una bambina,quando aveva vicino la sua mamma,e poi,dopo la sua morte,il suo cuore aveva iniziato a riempirsi solo di tristezza e dolore. A ripensare al passato il suo volto si rabbuiò. Sentiva una grande voglia di piangere,e se si sarebbe trovata sola forse l'avrebbe fatto. Ma lei aveva deciso di essere forte e non fare la piagnucolona,quindi sicuramente si sarebbe data un forte pizzicotto sulla guancia prima di permettere alle lacrime di uscire.

-Signorina qualcosa non va? Se sei stanca lascia fare a me e vai a riposare- una grossa voce aveva interrotto i suoi pensieri. La ragazza alzò lo sguardo sull'uomo che le aveva parlato. Era alto e grasso,e i lineamenti duri del suo viso lo facevano apparire come un uomo tosto e pericoloso; in effetti incuteva un po' di paura,ma come si usa dire,a volte l'apparenza inganna. Aveva rivolto a Kokoro quelle parole in tono gentile, senza traccia di disprezzo o malignità.
-La ringrazio,ma sto bene. E poi ho quasi finito-
L'uomo scoppiò in una grossa risata e le diede una pacca sulla spalla.
-Ahahahah cosa sono tutte queste formalità? Dammi del tu! E comunque il mio nome è Fred,sono il cuoco su questa nave. Ti è piaciuta la mia cucina? Sempre se quei lupi ti hanno permesso di toccare cibo-
Kokoro sembrò più rilassata e gli sorrise.
-Si,era tutto molto buono,sei davvero un ottimo cuoco!-
-Ti ringrazio. Bene,adesso devo andare a svegliare quel dormiglione- e indicò Ace -si addormenta sempre nei posti in cui non dovrebbe-
E così dicendo prese un secchio e lo riempì d'acqua. Si avvicinò al ragazzo e glielo versò addosso con non molta delicatezza.
-Avanti,alzati bella addormentata! Io qui devo finire di pulire!-gridò il cuoco.
Ace si alzò stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi.
-Sei sempre molto delicato Fred!- esclamò seccato e assonnato.
La principessa guardando la scena scoppiò a ridere.
-Mh? Anche tu sei ancora qui?- le chiese Ace.
-Si,ho dato una mano a pulire,ma adesso credo di essere arrivata al limite delle mie forze...-
-Allora seguimi,ti faccio vedere la stanza in cui potrai rinfrescarti e dormire-
Kokoro annuì,e dopo aver lasciato la buonanotte a Fred si incamminò con Ace verso la sua stanza.

Dopo qualche minuto arrivarono davanti a una porta di legno. Ace l'aprì.
-Ecco qui! Questa è la tua camera!-
-Grazie,grazie per tutto!- la ragazza gli sorrise riconoscente per tutto quello che Ace aveva fatto per lei.
-Ah figurati! Allora buonanotte!- con il suo solito e contagioso sorriso la salutò allontanandosi.
La principessa entrò nella sua “nuova” camera e chiuse la porta alle sue spalle. Si guardò intorno: c'era un letto con accanto un comodino,un piccolo armadio e un tavolo con la sedia. “Questa stanza non è neanche la metà della mia camera” pensò appoggiando lo zaino e il cappello sul tavolo “ma mi piace lo stesso!” concluse.
Vide che c'era un altra porta in fondo: lì si trovava il bagno.
Credo che una bella doccia mi serva dopo questa lunga giornata” e così la ragazza andò in bagno a lavarsi. Ne uscì dopo circa un ora e si sdraiò sul letto.
Subito tutto i pensieri,le paure e le insicurezze che aveva lasciato da parte in quella giornata erano arrivate a tormentarla. “Non posso lasciarmi sopraffare da pensieri negativi,ormai sono arrivata a questo punto e non ho intenzione di tornare indietro, l'ho promesso alla nonna. Solo che forse...ho paura di coinvolgere persone che non c'entrano nulla,non mi perdonerei mai di mettere in pericolo vite innocenti. Mi chiedo cosa succederà quando mio padre verrà a sapere che sono fuggita. Per non pensare se scoprisse che mi trovo su una nave di pirati...” Sospirò,coprendosi il viso con il cuscino. Lei sapeva bene le ordinanze che aveva emesso il re nei confronti dei pirati. Alle guardie era stato comandato di arrestarne il più possibile e di sbatterli in prigione, o talvolta anche di ucciderli. Ma non capiva il perché di tutto questo accanimento. Lo faceva per il regno? No,impossibile. Lei conosceva bene l'egoismo di quell'uomo. E allora qual era il motivo?
Di sicuro sapeva che Ace e i suoi compagni non si sarebbero fatti prendere così facilmente. Era salita da poco su quella nave,ma osservando e ascoltando quei pirati aveva capito che non si sarebbero fatti mettere i piedi in testa da nessuno,e questo ne andava del loro orgoglio. Erano tipi tosti e pericolosi,ma da quando lei si era trovata lì l'avevano trattata con rispetto e non aveva osato mai darle fastidio. Si era anche divertita con loro! Si era unita alle loro risate,aveva brindato con loro,benché la birra non l'avesse toccata,e aveva anche parlato con loro. Per un attimo si era dimenticata di essere la figlia di un sovrano,sentendosi semplicemente se stessa.
Era stata proprio fortunata a incontrare Ace. Più che incontro era stato uno scontro casuale, infatti lui stava fuggendo dal locandiere perché non aveva pagato il conto -almeno così le aveva raccontato prima lui-. Quel ragazzo così solare e sorprendente si era rivelato un aiuto prezioso,non lo avrebbe mai dimenticato.
Le cose possono cambiare in pochi istanti,stamattina ero ancora nella mia camera lussuosa,indossavo abiti sfarzosi,adesso invece sono su una nave di pirati,nessuno sa che sono una principessa e chissà cosa vivrò in futuro! Sarà tutto più emozionante,me lo sento! Eppure è incredibile,dovrei essere preoccupata invece non riesco a frenare l'entusiasmo!”. In effetti il suo stato d'animo era davvero strano,non sapeva se ridere o disperarsi,ma adesso si trattava di prendere in mano la sua vita e gestirla da sola, senza l'aiuto di nessuno. Aveva l'opportunità di ricominciare,di conoscere nuove persone e di visitare luoghi a lei sconosciuti.
La mia sarà una nuova vita,riparto da qui! Non che voglia diventare un pirata,questo no,anche se forse...no,niente strane idee! Sono solo una ragazza normale,come tante altre,né di più,né di meno”.
Ormai lei e la stanchezza erano la stessa cosa. Le palpebre non volevano più saperne di stare aperte. Abbandonò la testa sul cuscino,lasciando che il sonno la conducesse nel mondo dei sogni.


La mattina non tardò ad arrivare,e con sé portò una nuova intera giornata,pronta per essere vissuta.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo,questa volta senza ritardi! >.<
In questo capitolo emergono soprattutto pensieri e parole della protagonista, ma vediamo anche l'inserimento di Fred,il cuoco. Questo personaggio l'ho visto in una immagine dove c'è Ace con la sua ciurma,quindi ho pensato di inserirlo come cuoco nella flotta di Ace dandogli anche un nome.
Ringrazio allessor, Natalie95, ArySayanPrincess e martychanfantasy per le recensioni, e naturalmente anche chi la legge e la segue!
Spero che questo capitolo vi piaccia! ^^
Al prossimo! :)
ELE

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Capitolo 9
*** 8. Un opinione sui pirati ***


Un opinione sui pirati

 

Toc Toc.
-Ehi Koko! Sei sveglia? E' ora di fare colazione!- una voce energica attraversò la porta dopo la quale si trovava la stanza di Kokoro.
La ragazza stava ancora dormendo quando quei due rumorosi colpi battuti alla porta la svegliarono. Era ancora mezza frastornata e non riusciva a mettere insieme una frase di senso compiuto.
-Koko?!- di nuovo altri due colpi.
Stava iniziando a perdere la pazienza “Ma cosa ha da urlare? Non capisce che se non rispondo è perché sto dormendo? Insomma,un po' di tatto!”
-Si arrivo... solo un paio di minuti- fu la risposta secca e assonnata di lei.
-Ah bene! Allora vado,io ho fame. La strada tanto la sai- e dopo queste parole i passi di Ace si fecero sempre più lontani.
Che stupida! Come posso pretendere tanto? Sono pirati!” si disse la ragazza sbattendosi una mano sulla faccia e ricadendo con la testa sul cuscino.
-Almeno so di non aver sognato,quello che è successo ieri è tutto vero-

 

 

Si presentò in cucina dopo circa un'ora o forse più.
Stranamente non vide nessuno. C'era un silenzio quasi surreale.
Che sia accaduto qualcosa?”
-Ah eccoti! Buongiorno!- la voce di Fred la sorprese alle spalle. Teneva in mano un vassoio pieno di cibo.
-Buongiorno! Ma gli altri dove sono?-
-Hanno finito di mangiare da un pezzo. Tu sei l'unica che non ha mangiato. Ti ho lasciato questo vassoio da parte,prendi e mangia,la colazione è un pasto importante!-
-Ti ringrazio,anche se credo che questo sia un po' troppo eccessivo per me- in effetti il vassoio era proprio pieno,c'era un sacco di cibo.
-Ahahahah troppo eccessivo dici? Devo abituarmi a sentirti parlare così,dal momento che di solito cucino per delle bestie. Quello per Ace sarebbe solo l'antipasto. Ahahahah! Scusami ma adesso devo andare a vedere cosa cucinare per pranzo. Tu fai con calma-.
-Ok,vai pure,grazie!-
Kokoro si sedette a un tavolo e iniziò a mangiare silenziosamente.
Adesso doveva pensare attentamente cosa fare. Non poteva restare su quella nave senza muovere un dito,sarebbe stato scortese nei confronti di tutti gli altri. Non era più una principessa,non conduceva più una vita agiata,ora doveva rimboccarsi le maniche e dare il suo contributo. Ma di preciso,cosa facevano i pirati?
Credo che dovrò parlare con Ace”

 

 

Il ragazzo in questione si trovava appoggiato sul parapetto della nave,e osservava un punto indefinito della grande distesa azzurra. La sua espressione seria e taciturna lo rendeva una persona completamente diversa dal solito.
Kokoro,quando lo vide,si fermò un momento prima di avvicinarsi.
Ha un espressione così malinconica...dov'è finita quell'allegria contagiosa?”
Gli si affiancò silenziosamente.
-A cosa pensi?-
-Mh?- Ace sembrò ridestarsi dai suoi pensieri.
-C'è qualche problema forse?-
-No,nessun problema. Dormito bene?- ecco,ora sul suo volto era ricomparso un piccolo sorriso.
-Si...-
Ci fu qualche momento di silenzio.
-...Sai,ti stavo cercando,ti devo parlare- riprese Kokoro.
-Dimmi pure allora-
-Beh,dal momento che mi trovo su questa nave mi sembra giusto rendermi utile durante la mia permanenza. Quindi volevo chiederti se c'è qualcosa che posso fare...-
Ace allargò il sorriso,abbandonandosi ad una risatina.
La ragazza si indignò e lo guardò in malo modo.
-Perché stai ridendo? Non mi sembra di aver raccontato qualcosa di divertente...-
-Ahahah scusa,solo che non credo tu possa essere utile in cose come la navigazione e simili. Sai cucinare?-
-Ehm...no-
-Sai qualcosa di medicina?-
-N-no-
-Sai usare spade o altro?-
No...-
-Insomma,cosa sai fare?-
-Io... lasciamo stare,tanto non sono un pirata!- la sua espressione imbarazzata e indignata divertiva Ace.
-Pensavo di poterti considerare tale dal momento che ti trovi su questa nave,ma a quanto pare non è così...-
-Io un pirata? No,mai e poi mai! Sono salita qui solo per un passaggio,e di questo te ne sono grata,ma io sono solo una normale ragazza!-
-Come mai non vuoi essere una di noi? E' molto divertente sai!-
-Il punto è che...-
-...odi i pirati vero?-
-No,non è questo. Mi hanno sempre parlato male dei pirati,mi hanno sempre detto di tenermi alla larga. Su quell'isola molti vi considerano criminali,persone cattive e avare. Sono cresciuta tra queste affermazioni,e quando ho incontrato te mi sono sorpresa molto,perché tu sei diverso...tu mi hai anche aiutato! Le parole che hai detto ieri pomeriggio mi hanno fatto avere ripensamenti,non so più a chi credere!-
Ace calò il cappello sul viso,nascondendo in parte gli occhi. Le sue labbra si incresparono in un lieve sorriso.
-Semplicemente costruisciti tu un opinione-
Kokoro lo guardò stranita.
-Cosa vuoi dire?-
-A volte la gente tende a giudicare seguendo i pettegolezzi e i discorsi altrui. Si sofferma soltanto all'apparenza,si unisce al pensiero comune.
I pirati sono sempre stati visti come dei fuorilegge. E se provassero invece ad avere una prospettiva diversa? Chi prende il mare lo fa perché vuole realizzare un sogno, perché ha delle grandi ambizioni e sa di poterle fare diventare realtà. Non dubito che fra queste persone piene di sogni e speranze ci sia gentaglia che non sa nemmeno cosa sia un sogno. Ma vedila da questo punto: quando devi affrontare tante lotte e tanti ostacoli per raggiungere il tuo obiettivo la cosa si fa ancora più interessante!- Ace sorrise in modo spensierato -Tu ora ti trovi su una nave di pirati,quindi durante la tua permanenza qui avrai modo di farti un opinione...e scommetto che alla fine il tuo giudizio sarà diverso da quello che hai ora- queste ultime parole furono pronunciate in tono di sfida.
Kokoro sorrise. Quel ragazzo era davvero interessante. Cominciava a capire perché tutti gli altri pirati,nonostante la giovane età,lo rispettavano così tanto.
-E va bene,vediamo se riuscirai a farmi cambiare idea- ricambiò il tono di sfida lanciato da Ace.
Il ragazzo ghignò andandosene.
-Un ultima cosa! Fra un paio di giorni conoscerai Barbabianca-
Kokoro trasalì.
-Scusa? Intendi dire quel grande e potente pirata di cui mi hai parlato?-
-Esatto-
Deglutì. Ma era proprio necessario?

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Salve a tutti! ^^
Ed eccoci qui con l'ottavo capitolo! :)
Inizio col dire che mi sono divertita tanto a scrivere questo capitolo, Ace ha una delicatezza unica nel fare le cose... in fondo è un pirata! ;) xD
Come avete potuto capire tra un po' vedremo l'incontro di Kokoro con Barbabianca, ma il prossimo capitolo lasceremo la nave per tornare al castello... (è una piccola anticipazione! xD).
Ringrazio come sempre Natalie95, ArySayanPrincess, martychanfantasy e allessor! :)
Ringrazio inoltre chi continua a seguire questa storia! ^^
A presto con il nono capitolo! :D
ELE

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Capitolo 10
*** 9. Dov'è la principessa?! ***


Dov'è la principessa?!

 

Il re faceva avanti e indietro lungo l'atrio del castello. Era terribilmente nervoso e irato. Dalla sua bocca uscivano frasi disconnesse e la moglie,che continuava a stargli dietro come un cagnolino,cercava di rassicurarlo.
-Caro,ti prego,calmati! Vedrai che si troverà nascosta da qualche parte,come faceva sempre- mise una mano sulla sua spalla,ma venne scansata bruscamente.
-Ti ricordo che non ha più dieci anni! Se la trovo...questo è un grave affronto! La pagherà cara!- era completamente accecato dalla rabbia. Si trovò tra le mani un vaso pieno di fiori. Lo sbatté con tutta la forza che aveva a terra e calpestò più volte i fiori. Il suo pensiero tornava a quella stessa mattina,qualche ora prima...

 

***Era diretto verso la camera della ragazza con l'ultima buona intenzione di convincerla a quel matrimonio. Voleva cercare di trovare un punto d'incontro prima di passare a misure più drastiche.
Bussò alla porta entrando poi con disinvoltura.
-Kokoro dobbiamo parlare- finì la frase,ma si accorse che il letto era perfettamente rifatto e la ragazza non c'era. Notò che mancava dal comodino il quadretto che ritraeva lei e sua madre. Subito in lui scattò una specie di allarme.
Si avvicinò alla porta del bagno e bussò anche lì.
-Kokoro? Kokoro sei in bagno?- ma nessuna risposta. Il re iniziò ad alterarsi.
Ma dove era andata a finire?
Uscì velocemente dalla camera e fermò una cameriera
-Tu! Dov'è andata mia figlia?-
-N-non lo so signore,è da quando si è chiusa in camera che non la vedo. Forse è in giardino...- la donna rispose,impaurita da quel tono più alto del solito.
-Vai subito a controllare!- ordinò,dirigendosi poi verso alcune guardie.
Queste vedendolo arrivare si inchinarono rispettosamente salutando.
-Avete visto mia figlia passare di qui?-
Anche loro furono subito terrorizzati da quel tono a dir poco inquietante.
-N-no signore,è da ieri che non esce dalla sua camera- rispose uno di loro.
Il re lo prese per il colletto sbattendolo a terra ancora più irritato.
-Mi stai prendendo in giro? In quella camera non c'è nessuno! Andate subito a cercarla! Portatemi qui quella mocciosa! Subito!- urlò alle guardie,che si misero tremanti a cercare la principessa. Non avevano mai visto il re tanto arrabbiato.
In poco tempo tutti furono coinvolti nelle ricerche della fuggitiva,e il castello era diventato un via vai di guardie.
Il re dentro di sé percepiva una strana e spiacevole sensazione,ma cercava di controllarsi attendendo notizie.***

 

Alcune guardie gli si avvicinarono. Dai loro volti si capiva che erano terrorizzati nel dare al sovrano cattive notizie.
-Allora?- domandò quello battendo ripetutamente il piede sul pavimento.
-A-abbiamo controllato in tutte le stanze maestà,ma della principessa non c'è traccia-
La mano tremante del re si strinse in un pugno,che andò a colpire l'uomo che aveva parlato.
-Sei solo un buono a nulla! Sappiate che la colpa di questa storia è vostra,incapaci!- urlò furioso -Non la passerete liscia,chi sbaglia paga!- aggiunse.
In quel momento gli venne in mente che mancava una persona. Lasciò le guardie dirigendosi a passi veloci lungo le scale.
-Caro dove vai?- tentò di chiedergli la moglie. Ma quello non rispose,continuando per la sua strada.
Il suo pensiero fisso in quel momento era la figlia,e l'unica persona che poteva saperne qualcosa era la sua cara nonnina.

 

 

Ume se ne stava seduta su una poltrona,e aveva lo sguardo rivolto verso la finestra.
Aveva visto passare guardie,camerieri e servi lungo il perimetro del giardino.
-A quanto pare il re è venuto a sapere tutto-
Guardò di nuovo tutti quei uomini intenti nelle ricerche di Kokoro.
Non la troverete facilmente” pensò tra sé.
Era preoccupata,e anche tanto. Chissà dove si trovava in quel momento la sua nipotina...
Il non poter avere sue notizie le faceva sentire addosso un forte senso di angoscia.
Tirò un forte sospiro,cercando di pensare a cosa avrebbe dovuto fare ora.
Ad un tratto sentì dei passi che si facevano sempre più forti.
Sorrise,mentre la porta della sua camera si aprì violentemente sbattendo con il muro.
Fece il suo ingresso un sovrano alquanto furibondo. La vecchia Ume si aspettava quella visita.
-Dov'è mia figlia?- chiese guardandola dritta negli occhi.
-Perché viene a chiederlo a me?-
-Perché la conosco così bene da sapere che lei c'entra qualcosa-
-E invece si sbaglia,non so nulla di Kokoro,sono molto preoccupata anch'io-
-Sta mentendo!-
-E' libero di crederci o meno,questa è la verità!- Ume alzò leggermente il tono,senza scomporsi più di tanto.
-Mi auguro per lei che sia così- sibilò a denti stretti.
-Le sue minacce non mi spaventano,si ricordi che sono nata prima di lei-
Il re fece un ghigno.
-Quella ragazza è come sua madre-
Dopo quelle parole Ume si alzò di scatto dalla poltrona piuttosto agitata.
-Non osare parlare di mia figlia! Non te lo consento!-
-Signora Ume...- disse in tono provocatorio -dove sono finite le formalità e il rispetto? Sono un sovrano dopotutto...-
-Se ne sono andate molto tempo fa,con mia figlia-
-Cos'è? Ha forse qualche rimpianto? Gli scheletri nell'armadio iniziano ad uscire?- quelle frecciatine erano come un veleno.
Ume non rispose,forse colpita nell'anima. Sapeva benissimo com'era avvenuta la morte di Makoto,sua figlia e madre di Kokoro.
Si sedette di nuovo sulla poltrona,cercando di controllare tutto il dolore che in quel momento sembrava volerla soffocare.
-Colpita e affondata- disse il re in tono trionfale.
-Sei stato la rovina della nostra famiglia,ora hai tutto quello che vuoi,perché non lasci stare mia nipote?-
-Mh? Non si è ancora capito?- chiese in tono vago -Stia certa che nei prossimi giorni avremo modo di parlare meglio-
-Non ho nulla da dirti-
-Invece si,c'è una cosa che deve dirmi. Dov'è mia figlia-
-Ti ho già detto che non lo so-
-Vedremo...- e con uno sguardo cupo uscì dalla camera di Ume.
Non ti permetterò di fare del male a Kokoro. Questa volta andrà a finire diversamente”.

 

 

La ragazza intanto si trovava sulla nave,ignara di tutto. Guardare quella distesa blu le infondeva calma e tranquillità,anche se la sua anima era costantemente in allerta. A quest'ora si dovevano essere accorti tutti della sua assenza. Tirò un forte sospiro.
Non si accorse però che Ace,dall'alto della sua postazione,la stava scrutando attentamente.
Ma ad un tratto cadde vittima di uno dei suoi soliti attacchi di narcolessia.
A volte arrivavano sempre nei momenti sbagliati...

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ed eccomi qui con il nuovo capitolo! ^^
Come vi avevo detto, in questo capitolo torniamo al castello,dove il re è venuto a sapere della fuga di Kokoro,e non l'ha presa molto bene! ^^”
Inoltre nel dialogo con Ume c'è qualche punto che non potete ancora capire,quello dove accenna alla figlia,è una cosa che vedremo in seguito... :)
Adesso entriamo più nel vivo, ma ancora la storia è lunga,credo! xD
Ringrazio Natalie95, ArySayanPrincess e martychanfantasy e tutti quelli che seguono la storia! ^^
Un saluto!
Al prossimo capitolo!
Ele

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Capitolo 11
*** 10. Arrivo a Fruit Splash,l'isola della frutta ***


Arrivo a Fruit Splash,l'isola della frutta

 

Si trovava nella sua camera e stava leggendo un libro di cucina che le aveva prestato il cuoco Fred,comodamente sdraiata sul letto. Era già passata una settimana dall'arrivo su quella nave,e lei era riuscita ad ambientarsi,a stare fra quella banda di pirati,e si era abituata ai loro modo di fare. Spesso si metteva a chiacchierare con loro,li aiutava nelle piccole cose che sapeva di poter fare ed era considerata ormai da tutti come una sorella.
Si respirava un'aria serena,e lei stessa era molto felice,doveva ammettere che si trovava proprio bene. Ultimamente si era dedicata alla cucina,infatti Fred le aveva proposto di imparare a preparare dei piatti deliziosi,e con il suo grande aiuto adesso riusciva almeno a fare qualche pasto,trovando anche molto divertente mettersi ai fornelli. I suoi primi tentativi non avevano portato un buon raccolto,lo stesso Ace ci era quasi rimasto secco assaggiando le sue “creazioni”. Se l'era anche presa!


-Ma che cavolo è questa schifezza?! Avevi forse intenzione di farmi fuori?- Ace con quelle parole aveva suscitato una risata generale,ma allo stesso tempo Kokoro si era imbronciata. Aveva agli occhi due enormi lacrimoni. Quel pirata era proprio un cafone!
-Insensibile!- e al seguito di quella parola si era ritrovato con la faccia ricoperta di cibo.
Con quell'azione aveva dato il via a una vera e propria guerra,dove al posto di armi e bombe c'erano insalate,carne,dolci e tanto altro.
Ma vedendo tutto quel disastro,Fred aveva perso la pazienza. Il cibo era una fonte di energia importante e loro lo stavano sprecando nei loro stupidi giochi! Non era una cosa ammissibile!
A Kokoro bastò vedere una volta l'ira funesta del cuoco per non ripetere due volte lo stesso errore. Alla fine lei e gli altri pirati se la cavarono con l'ordine di ripulire tutto. L'unico messo male era Ace,ricoperto di pugni e con l'obbligo di non poter mangiare per un giorno intero,il che significava morire per lui.
-Tu sei il capitano,dovresti dare l'esempio!- Fred lo ammonì con quelle parole.
Kokoro quel giorno si era divertita tanto. Aveva riso a crepapelle per la piccola “disavventura” di Ace.

 

Ora,stesa sul suo letto,leggeva alcune ricette del libro,quando Ace bussò alla sua porta.
La ragazza lo fece entrare,ma appena lo vide arrossì lievemente. Di solito era abituata a vederlo con la camicia,invece in quel momento non la indossava,era completamente a torso nudo. Per un attimo le sembrò di perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
Cavoli quant'è bello! Altro che quei damerini della grande nobiltà,lui sembra proprio un vero principe,è perfetto! E poi con quel sorriso mozzafiato potrebbe far cadere ai suoi piedi qualunque donna!”
Kokoro arrossì ancora di più appena si rese conto delle cose che stava pensando.
Quei pensieri non erano da lei,sicuramente si trattava di quella brezza marina che le aveva dato alla testa.
Cercò di mantenere il contatto visivo con lui,anche se la cosa le tornava difficile dal momento che il suo io interiore continuava a fare commenti su quella figura divina, rivelando un certo sadismo che neanche lei sapeva di avere.
-Ehi Koko,stiamo per arrivare su un isola. Tu vuoi scendere?-
-S-si- rispose ancora intontita.
-Mh? Sicura di sentirti bene? Hai la faccia un po' arrossata...-
-Ehm...ho caldo,ecco perché!-
-Bene,allora andiamo,l'aria su quest'isola dovrebbe essere più fresca-
La ragazza annuì,dirigendosi con lui verso il corridoio.
Appena il ragazzo si voltò,rimase sbalordita.
-Ace,quello sulla tua schiena è un tatuaggio?-
-Si,il simbolo che sono uno degli uomini di Barbabianca! Ti piace?- rispose allegro.
-E' molto bello,forse troppo vistoso...-
-E' per questo che l'ho fatto!- fece una risatina,che tuttavia la ragazza non comprese.
Chissà cosa avrà voluto dire...”

Così i due scesero dalla nave insieme ad un altro gruppo di pirati.
Procedendo sempre di più verso l'interno dell'isola venivano circondati da una fitta e rigogliosa rete di alberi da frutto. E ce n'era per tutti i gusti!
-Che isola è mai questa? Qui c'è frutta a volontà!- esclamò Ace avvicinandosi a un albero di pesche e cogliendone una.
-Credo di sapere di che isola si tratta,deve essere Fruit Splash,l'isola della frutta- disse Kokoro guardandosi attorno estasiata. Era sicuramente un'isola molto bella,dov'era la natura a comandare. In qualunque zona volgesse lo sguardo si trovava immersa nel verde.
-Eh? L'isola della frutta?-
-Si,basta che ti guardi intorno e trovi frutta a enormi quantità. Andando ancora più avanti ci dovrebbe essere il centro abitato-
Ace guardò la ragazza abbastanza sorpreso. Non poté fare a meno di porgerle una domanda.
-Come fai tu a sapere queste cose?-
Kokoro un po' imbarazzata rispose puntando lo sguardo verso terra.
-Beh,le ho lette sui libri...- era risaputo che non le piaceva studiare quando si trovava al castello,ma quando vedeva un libro illustrato,che parlava di isole e usanze,la sua indole curiosa la portava a leggerlo. Non sapeva nessuno di questa sua particolare caratteristica,neanche la nonna,quindi si trovava un po' a disagio nel dirlo ad altri.
Il ragazzo le poggiò amichevolmente una mano sulla spalla.
-Quindi se sai com'è quest'isola puoi farci da guida! E' un'ottima cosa!- fece un leggero sorrisetto mentre lei,con le gote lievemente imporporate a causa di quel tocco inaspettato,lo guardava con aria ingenua.
-Cosa vuoi dire con “guida”?-
-Semplicemente puoi indicarci qualche bella locanda dove mangiare e anche qualche negozio dove fare rifornimento di materiale per la nave-
-Eh? Credo tu abbia capito male...io non so nulla di locande o negozi,so solo il nome dell'isola e la sua particolarità sulla frutta-
Ace fece un sospiro rassegnato.
-Capisco. Non importa,andiamo avanti-

Poco dopo arrivarono alla zona abitata. Si guardarono intorno,vedendo gente sparsa qua e là. Ma la cosa più incredibile erano le case,dalle forme che volevano riprodurre quelle della frutta,dalle mele alle arance,dalle fragole alle prugne,tutte rigorosamente colorate.
-Sono troppo belle!- esclamò Kokoro in preda all'entusiasmo. Sembrava quasi una bambina. Ace sorrise guardandola.
-Vedo che quest'isola ti piace-
-Puoi dirlo forte!-
-Ora però cerchiamo una locanda-
-Aspetta solo un minuto!- Kokoro corse verso un mercatino lì vicino.
-E adesso cosa ha visto?- si chiese il pirata incrociando le braccia un tantino spazientito.
Dopo qualche minuto ritornò da lui con in mano due sacchetti.
-Ho comprato un souvenir come ricordo. Ti piace?- da uno dei due sacchetti estrasse un piccolo anello con al centro un fragolina rossa perfettamente riprodotta.
Ace lo guardò. Lui vedeva solo un pezzo di ferro,niente più.
-Mh si carino...-cinguettò.
Poi Kokoro prese l'altro sacchetto porgendolo ad Ace.
-Questo invece è per te-
Il pirata rimase stupito,e si indicò ancora incredulo.
-Per me?-
-Si,è per ringraziarti di tutto l'aiuto che mi hai dato in questi giorni. Non è molto,ma spero ti piaccia...- davanti a quel sorriso dolce e allegro della ragazza Ace sentì una strana sensazione all'altezza del cuore,che tuttavia ignorò. Vedendola così felice non poté rifiutare quel dono,quindi lo aprì. All'interno trovò un piccolo pupazzo rosso a forma di fragola.
-T-ti ringrazio- disse grattandosi la nuca un tantino in imbarazzo. Insomma,era un pirata! Non sapeva come comportarsi non avendo mai ricevuto regali in vita sua. Forse gli unici era quelli del suo fratellino,ma erano cose del tutto infantili!
-Deduco che ti piacciono le fragole...- chiese cercando di deviare discorso.
-Si le adoro!- esclamò sorridendo. Poi si guardò intorno -Ma gli altri dove sono?- domandò non vedendo gli altri pirati.
-Sono andati avanti. Forza,andiamo anche noi!-
Così i due si incamminarono in cerca di una locanda dove poter pranzare...

 

 

 

 

 

Spazio autrice
Questa volta ho aggiornato prestissimo! ^^ Diciamo che ultimamente ho avuto un bel po' di ispirazione! XD
Spero che vi piaccia l'idea di quest'isola,serviva necessariamente per il continuo... :)
Koko inizia a rendersi conto del fascino del nostro caro Ace, e ne rimane alquanto colpita!! ;) Forse anche Ace comincia a sentire qualcosa,vedremo come andrà a finire...^^
La parte del regalo mi piace molto,immagino un Ace imbarazzato che non sa cosa dire! in effetti gli unici regali che poteva ricevere erano quelli di Rufy e forse anche Sabo, e chissà che regali potevano essere quelli tra bambini! XD
Vabbè,passo a ringraziare come sempre Natalie95, ArySayanPrincess, martychanfantasy e allessor ^^
Grazie anche a tutti quelli che seguono la storia!
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento :)
A presto!
ELE

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Capitolo 12
*** 11. Scomode verità ***


Scomode verità

 

Dopo alcuni minuti di viaggio,Ace e Kokoro arrivarono ad una locanda,che aveva la buffa forma di un'anguria. Appena entrati,il loro naso fu penetrato da un dolce odore di frutta. I due si sedettero sugli sgabelli accanto al bancone. Subito una donna,che teneva per mano una bambina piccola -poteva avere all'incirca quattro anni- si avvicinò ai ragazzi.
-Benvenuti! Cosa posso portarvi?- chiese gentilmente.
-Direi un bel piatto di carne e uno di pesce...iniziamo con questo per ora!- esclamò Ace,che già si pregustava quel pranzo. La donna iniziò a ridere,attirando l'attenzione dei due
-Siete turisti e non lo sapete,ma su quest'isola si mangia solo frutta-
-Come solo frutta? E la carne,i dolci?- domandò Ace stralunato.
-Mi dispiace,ma qui non troverete nulla di ciò...-
Il pirata sembrò piuttosto abbattuto,e questo fece sorridere Kokoro,che poi si rivolse alla donna.
-Che tipi di piatti preparate? Siamo giunti fin qui,qualcosa dobbiamo pure metterla sotto i denti-
-Vi consiglio il menù del giorno,poi se c'è qualcosa che preferite in particolare...-
-Qualcosa con le fragole!- disse Kokoro soddisfatta.
-E per lei invece?- chiese la donna rivolgendosi ad Ace.
-Faccia lei,mi va bene tutto- rispose incrociando le braccia.

Poco dopo la donna arrivò con le ordinazioni dei due clienti. Per quanto riguardava le bevande,c'erano due bicchieri riempiti di frullato.
Ace era ancora piuttosto scettico,mentre Kokoro cominciò ad assaggiare quelle pietanze.
-E' tutto delizioso!- esclamò.
-Hai ragione- disse Ace con la bocca piena -non è male-
La ragazza si abbandonò ad una risata. Alla fine Ace si era arreso a mangiare frutta.
-Qui gli alberi vengono curati con estrema attenzione,la frutta è il simbolo di quest'isola,ed è anche la fonte del nostro lavoro. Viene esportata in tantissime parti- intervenne la donna.
-E' una cosa fantastica!- disse Kokoro entusiasta. Notò poi che la bambina la guardava con insistenza.
-Qualcosa non va piccola?- le chiese dolcemente.
La bambina si strinse di più alla gamba della donna senza rispondere.
-Lei è mia figlia,Lucy- presentò la madre. La piccola aveva grandi occhi verdi e dei bellissimi capelli biondi.
-E' davvero bellissima- disse Kokoro portando il bicchiere alle labbra.
A lei piacevano molto i bambini,e sognava un giorno di poter avere un figlio tutto suo. Si ricordò quando da piccola faceva da mamma ad alcuni peluche. E che autorità che aveva con loro! Li strapazzava portandoli da una parte all'altra,senza contare tutte le pene che quei poveri animali di pezza dovevano sopportare! Li teneva ancora nella sua camera,esposti sopra uno scaffale,e guai a chi li toccava! Per lei erano dei ricordi davvero preziosi,anche perché alcuni erano un regalo della sua mamma.
Ma forse era meglio pensare ad altro,non voleva abbandonarsi ad altri ricordi.

-E tu sembri una principessa!- esclamò ad un tratto la bambina,facendola quasi strozzare con il frullato.
-Eh? I-io principessa?- chiese cercando di apparire il più naturale possibile.
-Si,assomigli molto alla principessa che c'è sul mio libro,aspetta qui,vado a prenderlo- e così la bambina corse verso un altra stanza.
Tirò un sospirò di sollievo “Forse mi sono lasciata prendere troppo...in fondo è solo una bambina!”
Ace osservò la scena divertito.
Proseguirono poi a mangiare,mentre Lucy raccontava alla ragazza la storia di quel libro illustrato,quando ad un tratto un uomo entrò allarmato dentro la locanda, avvicinandosi alla donna.
-Cara,c'è un emergenza!-
Deve essere suo marito” pensò Koko prestando attenzione alla sue parole.
-Sono tornati,quei pirati stanno devastando di nuovo tutte le coltivazioni!-
La donna abbandonò le mani sul bancone tremando,forse per la rabbia.
-No,non di nuovo...-
Ace e Kokoro,assistendo a quella scena,non poterono fare a meno di chiedere cos'era quella storia.
-E' da molto tempo che va avanti...ogni quattro mesi quei pirati vengono sulla nostra isola,si prendono tutta la frutta e devastano le piantagioni. Molte persone hanno provato a fermarli,ma sono finite male. Ho anche paura a far uscire mia figlia a giocare,per questo la tengo tutto il tempo con me. Noi abitanti siamo disperati, non ce la facciamo più!-
-Ma è terribile!- esclamò Kokoro.
Ace si alzò dallo sgabello incamminandosi verso l'uscita.
-Ace dove vai?-
-Vado a dare un'occhiata-
-Ragazzo non dovresti fare cose avventate! Quelli sono pericolosi!- gli urlò dietro l'uomo.
Ace ghignò,continuando per la sua strada.
Kokoro e i proprietari della locanda lo seguirono,portando con loro anche la bambina.

Arrivati nella zona più a sud,ciò che videro furono alte fiamme che bruciavano quelle lunghe distese di alberi,mentre un gruppo di pirati puntava la spada verso un cittadino.
-Ahahah cosa vorresti fare tu? Ma se non sei neanche in grado di reggerti in piedi!- diceva il capo,prendendosi gioco del povero uomo.
-Vi prego,lasciate stare quest'isola,andate via!-
-Mi dispiace,ma quello a lasciare per sempre quest'isola sarai tu!-
La lama si stava avvicinando sempre più al petto dell'uomo,quando un'ondata di fuoco costrinse il pirata a fermare l'attacco.
-Chi è stato?- urlò voltandosi verso Ace. Un espressione di rabbia mista a sorpresa comparì sul suo volto non appena conobbe il ragazzo che gli stava di fronte. Ghignò.
-Ma guarda chi abbiamo qui! Il grande Ace pugno di fuoco!-
Kokoro dopo quell'affermazione si stupì.
Come fa quello a conoscere Ace?” rimase a guardare in cerca di spiegazioni.
-Sulla tua testa pende una cifra da capogiro- estrasse un volantino dalla tasca. Lo aprì, facendolo vedere al diretto interessato -un bel po' di soldi non mi farebbero male...-

-Cos'è quel foglio?- questa domanda uscì spontanea alla ragazza .
-Quei volantini sono stati fatti dalla marina. Mettono la foto e il nome del pirata ricercato e la ricompensa che daranno a chi riuscirà a portare loro il pirata vivo o morto. La cifra che poggia sulla testa del tuo amico è a dir poco...sbalorditiva!- la proprietaria della locanda aveva risposto alla domanda di Kokoro,rimanendo impressionata davanti a quella taglia così alta.
-E' una follia!- la ragazza non riusciva a credere a quelle parole.
La marina dà soldi per avere la testa di un pirata! Un pirata come Ace! E' assurdo! Ma che valore danno queste persone alla vita? Mi rifiuto di crederci,è impossibile!” si sentiva delusa,ma delusa da quel mondo così crudele. Ed Ace? Lui perché lasciava tutto com'era? Perché metteva ogni giorno la sua vita in costante pericolo?
-Penso che la follia sia per quei pirati,non per il tuo amico- le parole della donna la riportarono alla realtà.

Guardò davanti a sé. Ace teneva una mano occupata dalle fiamme.
Il pirata invece continuava a indietreggiare,ma ghignando,e questa cosa non convinceva il ragazzo di fuoco.
-Si può sapere a che gioco stai giocando?- chiese serio.
-Perché non provi a voltarti per capirlo?-
Ace fecce come aveva detto l'uomo. Si voltò,e un allarme improvviso scattò dentro di lui: quella banda di pirati aveva catturato Koko,e uno di loro le puntava un coltello alla gola. La ragazza si dimenava,ma non serviva a nulla. Vide anche i due locandieri stesi a terra,probabilmente a causa di qualche botta. Tornò a guardare l'uomo in modo cagnesco
-Sei solo un codardo!- gli urlò. Quello sorrise.
-Non sono un codardo,semplicemente non mi sognerei mai di scontrarmi con un pirata del tuo livello. Quindi è di astuzia pensare ad un piano,e se tu ora provi ad attaccare o non vieni con me,per loro è finita!- queste parole furono seguite da un risata,che si espanse per tutta la zona.
Ace strinse i denti. Subito gli balenò in testa l'immagine di Koko che gli sorrideva dolcemente. Non l'avrebbe mai lasciata morire,era una sua amica! Doveva solo riflettere...
Non aveva calcolato però un piccolo aiuto...

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! ^^
Ecco il nuovo capitolo! Ace si trova in un momento di difficoltà...cosa succederà adesso??
Kokoro è rimasta profondamente turbata scoprendo che sulla testa di Ace,come anche su quella di altri pirati,pende una taglia. Ancora non ha visto bene in che mondo si è addentrata >.<
Spero che questo capitolo vi piaccia ^^
Ringrazio ArySayanPrincess, Natalie95, allessor, martychanfantasy e tutti quelli che seguono la storia! :)
Vi aspetto con il continuo! :D
A presto!
ELE

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Capitolo 13
*** 12. Nuove sensazioni ***


Nuove sensazioni

 

Doveva pensare velocemente cosa fare. Bastava solo una minima mossa e quel codardo avrebbe fatto fuori Koko e gli altri. E lui non voleva questo. Continuava a guardare minacciosamente il suo avversario,quando si accorse di un altra presenza dietro di lui...

 

Come ha fatto questo a bloccarmi? Non me ne sono neanche accorta!” la ragazza continuava a dimenarsi e urlare contro il suo assalitore e questo,per fermare quelle urla,le aveva tappato la bocca con una mano. “Lurido verme,ti pentirai di avermi anche solo sfiorata!” pensò mentalmente furiosa più che mai. Era disgustata dalla presa di quel pirata,dal quale proveniva solo uno sgradevole e insopportabile odore di alcool. Rivolse lo sguardo in avanti,dove a pochi metri da lei si trovava Ace,che le dava di spalle. Puntò gli occhi sulla sua schiena nuda,ammirando quel grande tatuaggio che portava “Chissà se questa per lui è paura o adrenalina... in ogni caso voglio aiutarlo,ma prima devo liberarmi”. Nel formulare questi pensieri,si accorse di una piccola ed esile figura che si avvicinava sempre di più al capo di quei pirati: quella era Lucy! Il cuore di Kokoro prese a battere più forte “Cosa ha intenzione di fare quella bambina?!” era in pericolo,e lei non poteva starsene con le mani in mano!

Lucy si buttò sul polpaccio del pirata dandogli un morso. Quello emise un gemito di dolore,prendendo per la maglia la bambina e sollevandola in aria!
-Vattene via brutto pirata,lascia stare la mia mamma e il mio papà!- gridava la piccola
-E questa mocciosa da dove spunta? Lo sai che mi hai fatto male,eh? Ti faccio vedere io piccola pulce!- ignorò bellamente le sue parole,e così dicendo la scaraventò nell'acqua del mare.
Ace dopo quel gesto non ci vide più dalla rabbia. Corse verso la bambina cercando un modo per salvarla,ma fu bloccato da Kokoro.
-Ace ci penso io a Lucy,tu occupati di quel farabutto!- gli urlò tuffandosi in acqua.
Il pirata di fuoco rimase stupito. Come aveva fatto a liberarsi? Voltandosi vide tutti gli altri pirati stesi a terra. Sorrise: non se la cavava male in fondo.
Ma ora doveva sbarazzarsi di quella banda di stupidi. Ci avrebbe messo solo qualche secondo.


Kokoro nuotava velocemente. Nonostante l'impatto con l'acqua fredda l'avesse messa a dura prova,continuava imperterrita a proseguire il suo percorso.
Appena aveva visto la bambina cadere in acqua non ci aveva pensato neanche un attimo ed era corsa a salvarla. Liberarsi di quei pirati era stato facile: aveva assestato un paio di calci e gomitate al suo aggressore,e nel momento in cui lui aveva vacillato, si era scansata velocemente dalla sua presa colpendolo,insieme agli altri due complici,alla testa con un bastone. Non le piaceva la violenza,ma se serviva per difendersi era ben accetta.
Ora si trovava accanto a Lucy. La piccola aveva perso conoscenza. La caricò sulle spalle,ma nel muoversi il suo ginocchio colpì una piccola roccia posta lì vicino. Fece una smorfia di dolore,ma cercò di ignorare la ferita,che aveva iniziato a sanguinare. “La priorità è salvare Lucy,il resto viene dopo” pensò convinta.
Con tutta la sua determinazione riuscì a portarla in riva. Subito la madre,che si era ripresa dalla botta,corse verso la piccola,allarmata e preoccupata
-Lucy,Lucy! Bambina mia- esclamò prendendola fra le braccia.
Dopo alcuni controlli,il padre affermò che la bambina era solo svenuta e che si sarebbe ripresa presto. Nel cuore dei presenti calò un'ondata di sollievo.
Grazie al cielo!” pensò Kokoro alzandosi,ma crollò subito a causa della ferita.
Si ritrovò con la testa appoggiata sul petto di Ace. Non appena lo realizzò,arrossì.
-Ace...dove sono quei pirati?- chiese con la voce un po' debole e ancora ansimante.
-Tranquilla,li ho sistemati per bene- rispose sorridendo.
Non capiva perché,ma ritrovarsi così vicina a lui la faceva stare bene. In quel momento si sentiva serena e al sicuro. Il leggero tremore che la scuoteva a causa dei vestiti bagnati e dell'acqua fredda se ne stava lentamente andando,grazie al contatto con la pelle calda e liscia di Ace. Adesso sentiva nuovi brividi,però non erano causati dal freddo.
Ad un tratto il ragazzo posò le mani sulle sue spalle.
-Devo ammettere che sei stata davvero brava!- esclamò con la sua solita allegria.
-Ne dubitavi?- sorrise,un sorriso amichevole ma anche di sfida.
-Sarà meglio tornare alla locanda- intervenne la donna -così cureremo anche la tua ferita-
Tutti annuirono.
Kokoro si sentì sollevare da terra.
-A-Ace che stai facendo?- chiese rossa come un pomodoro.
-Dal momento che non riesci a camminare ti do un passaggio!-
-N-non c'è bisogno-
Ace ignorò la sua ultima frase. Lei lo guardò quasi come incantata. Era così bello con quei capelli neri arruffati,con quegli occhi del medesimo colore,allegri e allo stesso tempo magnetici,accompagnati dalle lentiggini,che gli conferivano un'aria vivace e sbarazzina. Era la prima volta che si trovava così vicina a lui,tra le sue braccia. Sentiva una miriade di strane sensazioni dentro di lei. Cos'era tutta quella agitazione? Chiuse un attimo gli occhi e sospirò,cercando di rilassarsi,anche se il cuore continuava a battere più velocemente del solito.
E questo che si prova a stare tra le braccia di un pirata?”

Anche Ace si sentiva abbastanza strano,quella ragazza era...diversa. Non sapeva perché,ma dopo quello che aveva fatto per la bambina,aveva avuto la conferma che Koko era una brava persona,e sarebbe stato felice di averla tra i membri della sua ciurma,ma a quanto pare lei non voleva diventare un pirata...


Arrivati tutti alla locanda,la donna provvide a curare il ginocchio di Koko.
Anche la bambina si era ripresa,e tutto era tornato come prima.
-Sarà meglio tornare sulla nave adesso- disse Ace
-Si- rispose la ragazza alzandosi dalla sedia e seguendolo.
-Te ne vai già?- chiese la bambina un po' triste.
-Si,mi dispiace,ma ti prometto che la prossima volta che tornerò rimarrò di più!Tu fai la brava,sei coraggiosa e quando sarai più grande potrai proteggere il tuo villaggio!- l'abbracciò.
-Vi ringrazio,grazie a voi la nostra isola è libera da quei pirati. Tutti noi cittadini ve ne siamo grati,e speriamo tornerete presto a farci visita,vi aspettiamo!-
I due sorrisero annuendo. Oltre ai numerosi ringraziamenti,i locandieri diedero loro in dono un enorme scorta di frutta per la loro nave.
Dopo i due si allontanarono. Passarono di nuovo per i numerosi mercatini del centro, quando qualcosa catturò l'attenzione della ragazza.
-N-non ci credo...- disse esterrefatta.
-Qualche problema?- chiese Ace cercando di capire perché si era fermata così all'improvviso.
-Ace vai avanti,ti raggiungo subito- cercò di fingere un sorriso,sperando che Ace la credesse.

-Ok,ma non metterci troppo- e così dicendo continuò per la sua strada.
La ragazza intanto si avvicinò ad un bancone.
-Scusi signore,posso comprare quel giornale?-
-Certamente,ragazza-
-La ringrazio-
Pose così il suo nuovo acquisto dentro il suo zainetto.
Maledizione,così presto!” pensò riprendendo il suo cammino.

 

Ace,che si trovava più avanti,teneva le mani dentro le tasche dei pantaloni e aveva uno sguardo serio.
Questa storia non mi convince,ho l'impressione che stia succedendo qualcosa”.

 

 

 

 

 

Angolo autrice
Salve a tutti! ^^ Ecco il nuovo capitolo!
In questo caso posso dire che non sempre i principi salvano le principesse,a volte provvedono da sole a farlo! x'D
Il piccolo aiuto alla fine era Lucy, mi dispiace per Rufy,ma lui ci sarà più avanti... :)
Beh,davvero dolce il nostro Ace,vero?! *___* <3
Koko sta aprendo gli occhi finalmente!!
Comunque alla fine sembra ci sia un nuovo problema,che vedremo nel prossimo capitolo!
Ringrazio Natalie95, allessor, martychanfantasy, ArySayanPrincess e (anche se in ritardo >.<) Shioko e tutti quelli che continuano a seguire la storia! ^^
Al prossimo capitolo! ^^
ELE

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Capitolo 14
*** 13. Qualcuno su cui contare ***


Qualcuno su cui contare

 

Era seduta accanto alla scrivania della sua stanza. La nave era salpata ormai da un po' dall'isola della frutta. Ora era attenta a leggere un articolo sul giornale che aveva comprato quello stesso pomeriggio,anche se avrebbe preferito che non esistesse, poiché riguardava proprio lei.

 

COLORFUL WATER: fuga della principessa Kokoro, erede al trono dei Yamashita.


Questo era il titolo. E subito dopo seguiva la sua fotografia. Quando quel pomeriggio aveva puntato gli occhi,forse per ironia della sorte,su quella pagina,il suo cuore aveva perso un battito,quella notizia le era piombata addosso così all'improvviso,come un fulmine a ciel sereno.

 

E' da circa una settimana che la principessa diciottenne Kokoro Yamashita,

                                             figlia del sovrano Daisuke Yamashita,ha fatto perdere di sé le tracce.

                                             Il re ha dato subito il via alle ricerche,l'isola continua ad essere setacciata

                                             da cima a fondo,ma fino ad oggi la ricerca è stata vana.

Forse per un capriccio,forse per uno scherzo o forse c'è qualche altro motivo

                                            più fittizio dietro la sua scomparsa.

                                                                        “Credo che si tratti di un momento di debolezza,ultimamente tutti i miei impegni

non ci hanno permesso di ritrovarci,e mi sento in colpa per averla trascurata.

                                            Ma sono davvero molto preoccupato e angosciato,aspetto con ansia il suo

                                            ritorno. Prima di tutto voglio occupare il mio posto di padre,poi di re. La morte

                                            di sua madre è stata un duro colpo,ma voglio che sappia che al suo ritorno

                                            troverà le mie braccia pronte ad accoglierla e solo tanto affetto”. Queste le

                                            parole del sovrano.

                                           Tutta la popolazione è in fermento,e aspetta il ritorno della sua principessa.

                                           Vogliamo ricordare inoltre che la sua fuga potrebbe mettere a rischio il potere

                                           dei Yamashita,e questo coinvolgerebbe tutta l'isola.

                                           Nell'attesa di nuovi sviluppi,speriamo nel ritorno della giovane ragazza.

 

Queste le parole dell'articolo. Lo rilesse più volte,mentre i suoi occhi erano invasi dalle lacrime. Presa da un forte moto di rabbia,strappò e accartocciò quella pagina di giornale,buttandola nel cestino. Andò a sistemarsi per terra,in un angolo accanto al letto e,poggiando la testa sulle ginocchia,continuò a liberare tutta la sua frustrazione.
Falsità,falsità e ancora falsità.
Solo quello veniva riportato sul giornale. Suo padre doveva diventare un attore,era proprio bravo nella recitazione. Ma la cosa che le dava sui nervi era il fatto di nominare sua madre. Questo proprio non lo poteva sopportare. Quasi si vergognava di essere la figlia di quell'uomo.
''Posto di padre'' ma quando mai? Quando si era preoccupato per lei quel bugiardo? Pensava solo a rovinarle la vita con quella “storiella d'amore” perfetta.
Le dispiaceva solo per tutti gli abitanti,non voleva metterli in pericolo. Ma tornando in quel luogo avrebbe assecondato il volere di suo padre,rinunciando così ai suoi ideali di libertà. E lei non voleva,doveva scegliere lei per la sua vita,non gli altri.
Le lacrime continuavano a scendere imperterrite,annebbiandole la vista.
Voleva smettere di piangere,ma proprio non ci riusciva.

 

 

-Ehi Ace,cos'è quell'espressione seria?- Fred interruppe il flusso dei pensieri di Ace. Quella sera era troppo taciturno,e questo non era da lui.
-Niente Fred,piuttosto è pronta la cena?- chiese dondolandosi sulla sedia.
-Quasi pronta. Questa sera ho sperimentato una nuova ricetta,presa dal libro che mi ha regalato Koko!-
-Capisco... No! Aspetta! Parli del libro che ha comprato questo pomeriggio sull'isola?- chiese mosso da un cattivo presentimento.
-Proprio quello- annuì il cuoco.
-N-non mi dirai che questa sera la cena sarà a base di frutta!- esclamò alzandosi all'improvviso dalla sedia e battendo le mani sul tavolo abbastanza agitato.
-Proprio così! Qualcosa in contrario?- inutile dirlo,quando Fred voleva terrorizzare qualcuno ci riusciva benissimo con quell'espressione cupa,quasi da zombie.
Ace non rispose. Si guardò intorno.
-Eheh ancora Koko non è venuta,vado a chiamarla!- disse sparendo dalla sala da pranzo.

Cavoli,per quanto tempo sarò costretto a mangiare frutta? Con tutte le cose che c'erano doveva andare a comprargli proprio un libro di cucina? Mi sa che stanotte dovrò farmi un giretto nella dispensa!” sorrise diabolicamente,quando ad un tratto sentì uno strano rumore. Sembrava quasi un singhiozzare. Capì che quel suono proveniva dalla stanza di Koko. Bussò.
-Ehi Koko!- chiamò,ma non ottenne alcuna risposta.
-Koko sto entrando- e così dicendo varcò la soglia della sua camera.
Ma dov'è?” pensò guardando la camera vuota. Poi vide una testa sbucare dal lato sinistro del letto.

 

 

Perché lui era lì? Non doveva vederla in quelle condizioni pietose,avrebbe potuto scoprire qualcosa! Cercò di asciugarsi al meglio le lacrime con le mani,e alzò di poco la testa.
-Ace...- pronunciò il suo nome con la voce ancora rotta dal pianto.
Il ragazzo si avvicinò: aveva gli occhi gonfi e un po' arrossati. Non ci voleva un genio per capire che aveva pianto,e anche tanto.
Vederla in quello stato gli provocava una sensazione sgradevole. Insomma,era sempre così allegra e determinata,aveva un bel sorriso,perché si deprimeva così? Sapeva benissimo che gli nascondeva qualcosa,ma non aveva mai voluto insistere,non avrebbe ottenuto mai risultati costringendola a confidarsi. Voleva che fosse lei di sua spontanea volontà a parlargli,in modo da farla sentire libera. Nei suoi occhi aveva sempre notato un velo di malinconia,di tristezza,ed era curiosa di sapere il perché di quei sentimenti così cupi. Ma bisognava aspettare...
Si abbassò per arrivare alla sua altezza. Kokoro lo guardò stranita.
-Quando finisci di deprimerti in quell'angolo sappi che la cena è pronta. E questa sera dovrai mangiare per forza,è tua la colpa se quel cuoco da strapazzo ha fatto piatti a base di frutta. Non pensare di lasciarmi solo in questa disgrazia!- e finita la frase si rialzò,sistemandosi il cappello.
Kokoro continuò a guardarlo ancora più stranita. Era forse un modo per consolarla?
Non importava,sapeva solo di sentirsi meglio. Accennò un sorriso,alzandosi a sua volta.
-Vado a lavarmi la faccia e arrivo-
-Ok,ti aspetto. Ah! E la prossima volta che senti il bisogno di sfogarti puoi venire da me. Sono un pirata è vero,ma prima di tutto un essere umano- disse quasi ironicamente sapendo che a lei non piacevano i pirati,o almeno così gli aveva detto.
La ragazza non sapeva cosa dire,sentiva gli occhi pizzicarle. No,non di nuovo!
-Corse in bagno a lavarsi il viso,poi tornò da Ace.
-Andiamo?- le chiese sorridendole. Quel sorriso era come una cura per i suoi problemi.
-Si- rispose più rilassata. Chiuse la porta alle sue spalle incamminandosi con Ace verso la cucina. Ma non si sentiva completamente rinvigorita senza prima aver fatto una cosa.
-Ace...- il ragazzo si fermò voltandosi,e guardandola con fare interrogativo.
-Cosa c'è?- chiese.
-Grazie- sorrise,riprendendo a camminare,seguito a ruota da Kokoro.

Non posso credere che un pirata sia riuscito a consolarmi. Ma dopotutto quel pirata è Ace. E' stato davvero gentile con me,sto iniziando a fidarmi di lui. Forse dovrei raccontargli la verità,so per certo che mi capirebbe,però ho paura,non ci riesco.
E se la venisse a sapere tramite i giornali? No,no e no! Ho solo bisogno di prendere un po' di coraggio,ce la farò! Ora forse...ho qualcuno su cui contare”

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! ^^
Ho fatto un ritardo pazzesco,lo so. >.< Ma purtroppo ho avuto qualche impegno e se devo dire la verità in questo periodo sono piuttosto pigra xD Chiedo scusa!
Comunque,passando al capitolo...la notizia della fuga di Koko è divenuta pubblica,e poverina si è angosciata parecchio! Ma a quanto pare Ace è riuscito a consolarla un po', e devo dire che questo metodo mi è piaciuto di più rispetto ad un abbraccio o altro... xD Non ce lo vedevo subito ad andare ad abbracciarla... :)
In ogni caso spero vi piaccia anche così! ^^
Ringrazio Natalie95, allessor, martychanfantasy e ArySayanPrincess e chi continua a seguire la storia! :D
Al prossimo capitolo allora!^^
Saluti!
ELE

 

 

 

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Capitolo 15
*** 14. Innamorata di un pirata ***


Innamorata di un pirata

 

Era arrivato un nuovo giorno,e Kokoro si era appena svegliata. Si mise seduta sul letto stiracchiandosi. Anche se stava meglio rispetto al giorno precedente,sentiva nel suo cuore una fitta dolorosa,che rimaneva sempre per fargli ricordare la situazione in cui si trovava.
Non era affatto facile per lei gestire quella faccenda,soprattutto ora che la notizia della sua fuga era stata divulgata. Si sentiva sola contro tutti,e dover fingere ogni giorno davanti alle persone che considerava ormai suoi amici le pesava,e anche tanto. Quando aveva deciso di scappare non avrebbe pensato mai e poi mai di ritrovarsi in un simile contesto,di affezionarsi a dei pirati,tanto da considerarli quasi come la sua nuova famiglia. Il suo progetto originario era quello di allontanarsi dall'isola e andare a vivere altrove,magari cambiando la sua identità e ricominciando da capo. Ma adesso il solo pensiero di doversi allontanare da quella nave le metteva una tristezza enorme,le lasciava un vuoto incolmabile. Però gli accordi erano questi,non poteva mica andare da Ace e dirgli <>. Sicuramente le avrebbe dato fuoco. Sorrise immaginandosi un ipotetica scenetta. Il suo sorriso poi si trasformò in un'espressione di sorpresa. Possibile che ogni volta che c'era lui di mezzo in un modo o in un altro si sentiva felice? Era incredibile,le bastava solo pensarlo per sentire il suo cuore sollevato,ma allo stesso tempo in preda a mille emozioni. Inoltre i battiti aumentavano a vista d'occhio e le guance cominciavano a colorarsi di un rosso tenue. Non voleva,ma doveva porsi una piccola domanda: che si fosse innamorata di lui? Scuoté subito la testa,nascondendosi sotto il lenzuolo “Ma cosa diavolo dico?”.
Pensò ai momenti trascorsi il giorno precedente,soffermandosi al punto in cui Ace l'aveva presa in braccio a causa del dolore al ginocchio. Probabilmente quella era stata una delle sensazioni più belle della sua vita. Trovarsi fra le braccia di quel ragazzo le aveva procurato un calore così vivo,così intenso,qualcosa che il suo cuore non provava da tanto tempo. Nonostante fosse un pirata,quei suoi modi così gentili e allo stesso tempo spontanei l'avevano conquistata. Doveva ammetterlo lei stessa, Ace a poco a poco occupava un posto sempre più importante nel suo cuore,ed era una cosa involontaria,neanche lei se ne accorgeva.
Ma se da una parte si sentiva così,dall'altra aveva paura. Era la paura di dire ad Ace la verità che le procurava dubbi e tormenti. Come avrebbe reagito lui? Sicuramente le avrebbe dato della bugiarda e della falsa. E lei non voleva,sentirsi dire quelle cose proprio da lui le avrebbe spezzato cuore e anima,il colpo di grazia,ecco. Si trovava così bene con quei pirati,su quella nave,che al solo pensare di poter perdere tutto da un momento all'altro moriva dentro.
Si sentiva confusa,divisa in due parti,aveva bisogno d'aiuto,e l'unica persona in grado di aiutarla in quel momento era Ume. Ma erano lontane adesso,come poteva fare?
All'improvviso le balenò un'idea: avrebbe potuto scriverle una lettera,chiedendo poi un modo ad Ace per spedirla.
Così si armò di carta e penna e scrisse,in modo conciso e schietto,tutte le sue preoccupazioni e il suo stato d'animo,con la speranza che sua nonna avrebbe ricevuto quella lettera.

 

Ace camminava per i corridoi della nave mentre cercava un modo per impiegare la mattina. Le cose sembravano procedere per il meglio,quindi lui poteva benissimo tenersi rilassato,o almeno così pensava.
-Ace- ad un tratto sentì una voce chiamarlo. Si voltò,incontrando a pochi metri da lui la figura alta e possente di Fred. La sua espressione cupa non lasciava presagire nulla di buono. Ma la cosa che lo inquietava di più erano quei coltelli che teneva nelle mani. Che si fosse accorto del suo piccolo spuntino di mezzanotte?
-S-si?-
-Questa mattina sono andato nella dispensa e ho trovato dieci sacchi di scorte di cibo vuote. Sapresti indicarmi- si fermò,rivolgendo le ultime parole quasi ironicamente -chi è stato?-
Il ragazzo impallidì. A quanto pare quella mattinata sarebbe stata tutt'altro che tranquilla.
-Capiscimi,a mangiare frutta per un giorno intero...non ci vedevo più dalla fame- cercò di scusarsi indietreggiando. Riuscì per poco a scansare uno di quei coltelli.
Inutile dire che in questione di secondi si misero a correre per tutta la nave, Fred che inseguiva Ace e lanciava di volta in volta coltelli e altri utensili da cucina.

 

Kokoro sentendo quei rumori e quelle urla non poté fare a meno di uscire dalla sua camera e vedere cosa fosse successo. Non ci impiegò molto a saperlo quando si ritrovò dopo qualche momento un Ace ansimante dentro la sua camera che le intimava di chiudere la porta. Lei assecondò la sua richiesta,rivolgendosi poi al pirata
-Cosa hai combinato?-
-Diciamo che Fred non ha gradito la mia visita alla dispensa...-
Kokoro sorrise. Evidentemente la frutta non l'aveva saziato. Vide che il ragazzo indicava la sua scrivania
-Acqua per favore-
Si avvicinò quindi per riempirgli un bicchiere
-Devi aver corso parecchio per salvarti dalle grinfie di Fred- fece una piccola risatina, per poi voltarsi verso di lui,rimanendo completamente spiazzata. Si era sdraiato comodamente sul suo letto,sottolineando ancora suo.
Più tempo passo qui e più mi convinco che queste persone non sono del tutto normali. Insomma,a quanto pare il 'fa come se fossi a casa tua' se ne è andato a fare una passeggiata! Se arriva qualcuno potrebbe fraintendere... lui è sul mio letto,come sempre senza maglia... io...aaaaah! Accidenti a me! Se continuo così impazzirò!”.
Si avvicinò rossa come un peperone,soprattutto dopo aver formulato quegli ultimi pensieri,e gli porse il bicchiere. Sembrava un pezzo di legno!
-Ti ringrazio- disse lui bevendo l'acqua.
Kokoro si allontanò di nuovo per buttare il bicchiere,quando...
-E questa cos'è? L'hai scritta tu?-
A quelle parole rimase di pietra. La lettera! Lì aveva scritto i suoi pensieri più intimi per farli leggere alla nonna! Non poteva aprirla! Aveva scritto anche di lui! Se l'avesse letta non sarebbe più riuscita a guardarlo in faccia per l'imbarazzo! Che disastro!
Si fiondò di nuovo accanto a lui per prendergli la lettera dalle mani,ma sporgendosi troppo per la furia gli finì addosso. Ora si ritrovava sopra di lui. Iniziò a sudare freddo,il cuore sembrava volerle scoppiare dal petto,tanto batteva forte,e il viso... beh,il viso era in fiamme! Erano vicini,troppo vicini,pochi centimetri separavano i loro volti,mentre i loro corpi era attaccati,tanto che Kokoro sentiva su di sé il calore di Ace.
Lui la guardava così intensamente da sembrare che volesse leggerle l'anima. Quegli occhi neri sembravano due calamite per la ragazza,che non riusciva a smettere di guardare quel volto così perfetto “Quant'è bello! Io svengo,me lo sento,sto per svenire”.
Si senti stringere per i fianchi e poi vide le labbra di Ace incrinarsi in un sorrisetto divertito.
-Se volevi finirmi addosso potevi dirlo dall'inizio- le disse in tono ammiccante.
E dopo quelle parole,la sua testa evaporò,sembrava una pentola a pressione.
-M-m-ma c-cosa dici?-
Ace prese la lettera ponendola tra il suo viso e quello della ragazza,che vedendola sussultò.
-Devi mandarla a qualcuno?- chiese ancora divertito dalla sua espressione stralunata.
-S-si-
-Bene,potresti alzarti? Così vado a vedere come posso fare...-
Kokoro sembrò ritornare nel mondo della realtà e,anche se impacciatamente,si scostò da lui.
Il ragazzo uscì dalla stanza,e lei si lasciò cadere per terra.
Ancora il cuore le batteva all'impazzata,si sentiva come milioni di farfalle nello stomaco e aveva la testa annebbiata. Non riusciva a smettere di pensare a quel momento,al suo calore,al suo profumo,al suo viso...
Prese a sventolare velocemente la lettera accanto alla sua faccia
Aria,ho bisogno di tanta aria”

Adesso non aveva più dubbi,aveva capito che quel ragazzo era speciale per lei,non poteva più nascondere la verità a se stessa,quelle sensazioni così intense e strane solo lui gliele faceva provare,quell'attimo magico le aveva lentamente prosciugato le emozioni.

Io...mi sono innamorata di Ace”

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! ^^
Mi dispiace per questo grande ritardo,ma ultimamente in famiglia ho avuto dei problemi,per cui non ho potuto aggiornare prima.
Passando al capitolo... beh,le cose iniziano a muoversi xD Diciamo che sull'ultima parte è meglio se non dico nulla ^//^ eheheh
Ho lasciato molto spazio a sentimenti ed emozioni, spero di aver fatto un buon lavoro! :)
Ringrazio come sempre martychanfantasy, ArySayanPrincess, Natalie95 e allessor e tutte le persone che seguono la storia! ^^
A presto (spero xD) con il prossimo capitolo! :)
Saluti!
ELE

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Capitolo 16
*** 15. Qualcosa non quadra... ***


Qualcosa non quadra...

 

Il pomeriggio stava scorrendo in tutta tranquillità. Kokoro si era chiusa in cucina a sperimentare nuove ricette. Si divertiva molto a cucinare,tanto che si era posta l'obiettivo di creare qualcosa di unico,capace di sorprendere lo stesso Fred. Era sicura che ce l'avrebbe fatta prima o poi. Aveva trovato un bel modo per impiegare il tempo e non solo,infatti stare tra i fornelli la distraeva da quell'enorme nube di pensieri che aveva in testa.
In effetti era da quella stessa mattina,precisamente dal momento in cui aveva capito di essersi innamorata di Ace,che continuava ad avere la testa fra le nuvole. Era incredibile! Dopo aver compreso i suoi sentimenti verso il ragazzo,era entrata nella confusione più totale.
Non ci credo,non posso ancora capacitarmene,è la prima volta che mi innamoro veramente di qualcuno! E quel qualcuno è proprio un pirata! Una persona che da piccola consideravo cattiva e senza cuore! Com'è strana la vita... Ma adesso cosa dovrei fare? Come devo comportarmi con lui? Aaaah ti prego nonna,aiutami tu!”
Da quando Ace le aveva comunicato che la lettera era stata spedita,aspettava con impazienza di ricevere una sua risposta. E sperava vivamente che tutto filasse liscio.
Sospirò,poggiando la mano sulla fronte. Aveva un po' di mal di testa,quindi decise di lasciare la cucina e recarsi sul ponte a prendere una boccata d'aria.
Ma arrivata lì vide molti pirati che si sporgevano come a guardare un punto preciso in quell'immensa distesa blu. Si avvicinò incuriosita a sapere il motivo di tanta attenzione.
-Cosa succede?- chiese ad uno dei pirati.
-Ci sono tre navi della marina che stanno venendo verso di noi-
La ragazza sussultò. La marina? Aveva l'impressione che la loro non era una visita di piacere. “Sicuramente saranno qui per Ace”. Sentì una morsa al cuore. La paura cominciò ad assalirla lentamente. Ace era in pericolo e lei voleva aiutarlo... ma come?Era del tutto inutile in quella situazione! Ad un tratto sentì la voce del capitano e si voltò verso di lui,come tutti gli altri pirati.
-A quanto pare abbiamo visite- disse stiracchiandosi e raggiungendo i compagni.
-Capitano,cosa hai intenzione di fare?- chiesero quelli
-Tranquilli,li sistemerò io-
Kokoro lo guardò,sempre più impressionata da quel suo modo di essere,così sicuro e schietto. Per ogni situazione che doveva affrontare non perdeva mai la calma, rimaneva sempre lucido. Non l'aveva mai visto incerto o timoroso,ma sempre pronto a combattere. Anche se l'avversario era la marina. Forse esagerava a preoccuparsi così tanto? Probabilmente si.
Intenta com'era a pensare,non si accorse che le tre navi si erano avvicinate sempre più a loro. Da quella centrale ne uscì un uomo dai folti baffi marroni,piuttosto robusto e basso. Indossava un cappotto blu e un cappello del medesimo colore,con il simbolo della marina. Dietro di lui faceva seguito una truppa di marine armati. Anche dalle navi laterali uscivano decine e decine di marine.
Kokoro si irrigidì. Era la prima volta che si trovava in una simile situazione e aveva paura,anche se cercava di non darlo a vedere.
-Portgas D. Ace- esclamò ad un tratto quell'uomo puntando gli occhi contro il pirata.
-Si,sono io- rispose il ragazzo senza tante cerimonie.
-Io sono il generale di questa divisione. Il tuo nome è noto in questi mari,dunque è mio obbligo catturarti e ucciderti- disse quello in tono minaccioso.
Ace fece un ghigno divertito,lasciando sorpresi tutti i marine.
-Se pensi che tre navi bastino a mettermi paura...beh,allora mi stai sottovalutando- rispose.
Il generale strinse i denti,preso da un moto di ira.
-Che sfacciato! Attaccatelo!- ordinò a tutti i marine.
Questi presero posizione per l'imminente scontro,ma non avevano fatto i conti con il pugno di fuoco di Ace.
-Hiken!- con quell'attacco Ace aveva lanciato una colonna di fuoco,incendiando un'intera nave.
-Avanti la prossima!- esclamò ghignando.
Il generale di quella divisione di marine,mentre veniva sballottato da una parte all'altra della sua nave a causa dell'attacco,si accorse di una presenza femminile sulla nave nemica.
Ma quella ragazza... dov'è che l'ho già vista?” pensò tra sé. Era sicuro di conoscerla.
Improvvisamente sobbalzò. Le gettò un'altra occhiata furtiva “Può essere che... Si, non c'è dubbio,è lei!- concluse i suoi pensieri con un espressione soddisfatta sul volto.

 

 

Intanto Kokoro se ne stava insieme agli altri pirati,mentre guardava incredula le alte fiamme che si ergevano maestose e vivaci sulla nave appena attaccata. E tutto quello era opera di Ace! Altro che preoccupazioni,avrebbe dovuto preoccuparsi di più per la vita di quei marine che per i pirati! Non c'era nulla da temere,fra qualche minuto tutto sarebbe finito,di quelle navi non sarebbe rimasta neanche una traccia. Eppure dentro di lei avvertiva uno strano presentimento,aveva l'impressione che qualcuno la stesse osservando. Si guardò intorno,cercando di confermare i suoi sospetti,ma nulla...

 

 

-Signore,quel ragazzo ha distrutto anche la seconda nave! Cosa dobbiamo fare? Attendiamo ordini!-
-Non importa,battiamo in ritirata-
-C-come?-
-Ho appena ordinato di andare via. Per il momento è meglio così,e poi... c'è qualcosa di interessante di cui devo parlare personalmente con il grandammiraglio Sengoku-
-A-agli ordini!-
Credimi Portgas,grazie a te avrò fama e onore”.
La nave inizio ad allontanarsi,lasciando tutti i pirati abbastanza interdetti.
Ace ritornò dai compagni,mentre guardava con un espressione interrogativa quella nave.
-Ehi Ace,quella nave la lasci scappare?-
-Si,dal momento che ha deciso di togliere il disturbo... Anche se non capisco questo cambiamento improvviso...-
Lanciò un ultima occhiata alla nave,ritornando poi alle sue faccende,come del resto tutti gli altri.

 

Dopo un paio di minuti la situazione sulla nave tornò tranquilla,ma qualcuno non si sentiva del tutto bene.
Infatti la principessa continuava a tormentarsi con dei strani pensieri. Camminava nervosamente lungo il perimetro della sua camera,sul volte un espressione smarrita, angosciata.
Sento che c'è qualcosa di strano,da quando la marina ci ha attaccati non mi sento tranquilla. Devo dire a Ace la verità,non importa come andrà a finire. Voglio solo che lui sappia tutto,ora che so cosa provo per lui voglio essere sincera. Essere disprezzata da lui è l'ultima cosa che desidero. Ma sono sicura che mi capirà,dopotutto se non fosse stata una persona gentile e altruista non me ne sarei mai innamorata. Sarò ottimista,ma nel caso dovesse andare male almeno non avrò rimpianti. Ora quello che voglio è alleggerire questo peso che ho sul cuore,e se non parlo con Ace,il peso continuerà a crescere sempre di più.”
La ragazza uscì dalla camera. Decise che avrebbe parlato con Ace dopo l'ora di cena.
Nonostante avesse raccolto tutto il coraggio e la determinazione che aveva,dentro di lei sentiva crescere ansia e paura. Ma non voleva tornare indietro,bisognava affrontare la realtà.

Ed era sicura che ce l'avrebbe fatta. Forse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ehilà! ^^
E' da un bel po' che non aggiornavo questa storia,e mi dispiace. Ma da quando è ricominciata la scuola non ho molto tempo libero,le uniche parole che sento la maggior parte della giornata sono studiare,studiare e studiare! XD
Comunque dopo un mese e oltre finalmente riesco ad aggiornare! Yeeee! XDDD
Beh,in questo capitolo arriva la marina,e batte anche in ritirata! Credo abbiate capito l'allusione che faceva il generale nei confronti di Koko! >.<
Quindi ora lei sembra decisa a dire a Ace la verità! Ci riuscirà? Chissà... :)
Anche il prossimo capitolo è pronto,quindi spero di riuscire ad aggiornare in poco tempo,e non far passare di nuovo un mese!
Passo a ringraziare ArySayanPrincess, Itchi D Hiken, martychanfantasy, Natalie95 e allessor e tutte le persone che hanno messo la storia fra le seguite,preferite e ricordate! :D
Alla prossima!

Ele

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Capitolo 17
*** 16. Un'inaspettata interruzione ***


Un'inaspettata interruzione

 

Ace se ne stava tranquillamente seduto ad ammirare il cielo stellato nel buio della notte. Era passata già da un po' l'ora di cena e c'era chi si era fermato a tavola a chiacchierare,chi a giocare a carte,mentre gli altri pirati si erano ritirati per svolgere i loro compiti o semplicemente erano andati a dormire.
Il ragazzo aveva deciso di starsene in disparte,non tanto per sonnecchiare,come era suo solito farlo,quanto per riuscire a riflettere su alcune domande che si poneva da quel pomeriggio. Non capiva infatti perché la marina aveva deciso prima di attaccare la loro nave,e poi si era ritirata,come se niente fosse. Qual era stata la motivazione che aveva spinto il comandante di quella divisione a cambiare idea? Suonava tutto molto strano,un azione del genere nascondeva per forza un secondo fine. Forse si trattava di una trappola? Non riusciva proprio a credere alla cosa più evidente,ovvero che erano tornati indietro perché sapevano di non avere speranze. Sospirò. Non sarebbe servito a nulla rimurginarci sopra,solo andando avanti si poteva capire quella strana azione.
Cercò di pensare ad altro. E i suoi pensieri andarono verso il fratellino “Chissà cosa sta combinando in questo momento quello spericolato!” Sorrise. In fondo gli mancava Rufy,gli sarebbe piaciuto rivederlo...
Ad un tratto sentì una presenza accanto a lui. Si voltò,incontrando lo sguardo serio e allo stesso tempo agitato di Koko. Era diversa dal solito,davvero strana.

-Ace- voleva cercare di apparire il più convincente possibile,ma la sua voce,un po' tremante,mostrava le sue insicurezze. In fondo,dalle parole che avrebbe dovuto dire di lì a poco,sarebbe dipeso il suo futuro su quella nave. Il cuore le andava a mille, vedere quegli occhi neri guardarla così attentamente le metteva non ben poca ansia. Strinse i pugni cercando di ignorare tutte le emozioni che provava,anche se risultava abbastanza complicato. Quella era la sua occasione,ma possibile che fosse così difficile parlare? “Dannazione,perché non dico niente? Mi sento una codarda in questo momento... non voglio scappare,devo farlo,senza pensare a cosa accadrà dopo!” emise un sonoro respiro,mentre continuava ad essere scossa da leggeri tremori,che a Ace non passarono di certo inosservati.
-D-devo dirti qualcosa,qualcosa di importante- il ragazzo ascoltò in silenzio le ultime parole,senza aggiungere nulla. Questa volta la situazione era diversa. Poteva percepire la tensione di Koko nell'aria. Forse voleva rivelargli ciò che nascondeva dal primo giorno che era salita su quella nave. Era molto curioso di sentire cosa aveva da dirgli,ma allo stesso tempo sentiva le sue insicurezze,quindi comprese che era meglio lasciarle il tempo senza fare pressione. Era già felice del fatto che lei fosse riuscita a compiere quel passo; già,se era pronta a parlare significava che almeno un po' si fidava di lui.
Kokoro intanto aprì la bocca,come per dire qualcosa.
Coraggio,proprio come quando l'ho incontrato per la prima volta e gli ho chiesto di ospitarmi sulla sua nave!”
Le vennero in mente le parole di Ume prima di lasciarla andare via dal castello
<< Dovrai saper gestire tu la tua vita e scegliere di chi fidarti>>
Lei si fidava di Ace,insieme alla nonna era la persona a cui teneva di più.
Chiuse gli occhi.
-Ecco...io...- si portò la mano sul cuore,e poi strinse il ciondolo a forma di goccia che teneva sul collo.
<< Quella collana te l'ha legata al collo tua madre poco prima di morire>> le aveva detto la vecchia donna << le infondeva coraggio nei momenti difficili,per questo la teneva sempre con sé,ma c'è anche un altro motivo più importante,e sono sicura che quando crescerai lo scoprirai da sola...>>
Mamma” pensò la ragazza “Dammi coraggio!”
-Io...io sono una p-
-EHI CAPITANO!- una terza voce interruppe proprio il momento più importante. I due si voltarono in preda alla confusione verso l'uomo che si faceva avanti,reduci da quell'atmosfera tesa che si era formata nei momenti precedenti.
-Capitano,abbiamo avvistato la Moby Dick,siamo quasi arrivati!- esclamò in tono allegro e spensierato.
I due lo guardarono in silenzio. Quello capì finalmente di aver combinato qualcosa di decisamente sbagliato.
-Ehm...ho forse interrotto qualcosa?- chiese grattandosi la testa imbarazzato -Mi dispiace!- esclamò.
Kokoro sospirò,rassegnata e disperata “Ho voglia di sprofondare,non ci credo! Ce l'avevo quasi fatta! Evidentemente non era destino!”
-Non preoccuparti,non era nulla di importante- disse in tono cupo e a testa bassa,per nascondere gli occhi,che volevano sfogare quella rabbia mista a frustrazione.
Ace la guardò. Nulla di importante. Capì che in quel momento non stava affatto bene. Si alzò,avvicinandosi a lei e poggiandole una mano sulla spalla.
-Ehi- lei sussultò davanti a quel gesto,intuendo che Ace si stava preoccupando per lei, quindi cercò di fare un sorriso forzato,e alzò la testa.
-E' tutto ok- ma quel falso sorriso non rassicurava di certo Ace. -Adesso vado in camera mia,a domani. Notte- e così dicendo andò via a passo veloce,mentre sentiva qualche lacrima solcarle le guance.
Ace sospirò,voltandosi verso l'altro pirata.
-Capitano...- disse quello tristemente,sentendosi in colpa.
Il ragazzo lo sorpassò,fermandosi poi a qualche metro da lui.
-Dicevi che avete avvistato la Moby Dick...-
Il pirata lo guardò stranito e sorpreso -S-si-
-Bene,allora fra poco rivedremo gli altri!- esclamò riprendendo la sua strada.

 

 

Kokoro intanto si era chiusa nella sua camera. Si buttò sul letto,in preda ad un pianto silenzioso. Dentro di lei si sentiva delusa,arrabbiata,frustrata. Ci era andata così vicina,aveva sentito di potercela fare,e invece... tutta la determinazione e il coraggio raccolti erano sfumati in un attimo,a causa di quell'interruzione inaspettata. Non che ne facesse una colpa vera e propria a quel pirata,in fondo lui era arrivato solo per comunicare una notizia,però aveva perso la sua opportunità,e questo le pesava terribilmente sul cuore,come un macigno.
Immersa fra i singhiozzi,andò a cercare lo zaino che si era portata con lei quando aveva lasciato il castello. Ne estrasse un piccolo quadretto,la cui foto all'interno raffigurava lei,che aveva circa due anni,in braccio a sua madre,una bellissima donna dagli occhi azzurri e i lunghi capelli castano chiaro,un po' mossi. Sorridevano entrambe felici,non potevano di certo sapere che il destino le avrebbe separate.
-Mamma- disse continuando a piangere -non ci sono riuscita,non ce l'ho fatta. Vorrei essere forte come te,e invece sono solo una debole. Forse ho sbagliato tutto,avrei dovuto compiere il volere di mio padre,così mi sarei risparmiata così tanta sofferenza e l'avrei risparmiata anche a tutte le altre persone. Ti prego,aiutami!- esclamò visibilmente confusa,dubitando in un attimo di tutto quello che aveva fatto per arrivare fin lì. In quel momento di debolezza vedeva tutto vacillare,sentiva di perdere sicurezza e determinazione.
-Volevo solo che Ace sapesse tutto,perché io gli voglio davvero tanto bene...-
Ad un tratto sentì bussare alla porta.
-Koko sono io,posso entrare?-
La ragazza rimase sorpresa per un attimo.
-S-si-
Questa volta non si vergognò di mostrarsi in lacrime davanti a lui. Lei era così, e aveva anche le sue debolezze.
Ace entrò,vedendola con gli occhi inondati dalle lacrime. Non andava affatto bene.
Era così fragile e indifesa che il ragazzo sentì uno strano impulso di andare ad abbracciarla, per proteggerla da tutta quella sofferenza,perché lui non voleva vederla piangere. Ma in ogni caso si avvicinò,sedendosi sul letto accanto a lei.
Il cuore di Kokoro iniziò a battere più forte,sentendolo così vicino.
-P-perché sei venuto qui?- chiese con la voce rotta dal pianto,guardando verso il pavimento.
-Mi sbaglio o ti avevo detto che se senti il bisogno di sfogarti puoi venire da me?- disse in risposta facendole un sorriso -Siamo amici,no? O forse mi consideri ancora un pirata malvagio?- domandò in tono scherzoso.
La ragazza sbatté le palpebre più volte dopo le sue parole. Sentirlo dire da lui era completamente diverso dal pensarlo.
Quindi lui non la considerava più un ospite,un'estranea! Lui ora la considerava una sua amica!
Strinse fra le mani il quadretto con la foto.
Sentiva già uno strano calore pervaderle il cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! ^^
Ok,inizio col dire... missione fallita! XD Alla fine per colpa di quel pirata è andata male... pazienza,anche se devo dire che anche io mi sentirei come Koko,proprio frustrata! Eheheheh ^^
In ogni caso Ace è andato a “consolarla” :) Solo lui può farla sentire meglio! XD
Comunque ci sono novità a quanto pare,infatti siamo vicini alla Moby Dick *__* dopo così tanto tempo siamo arrivati! XD
Beh,spero che anche questo capitolo vi piaccia! :D
Ringrazio martychanfantasy, Natalie95 e Itchi D Hiken, e chi continua a seguire la storia! ^^
Al prossimo capitolo,così vedremo come continua... xP
Saluti!
ELE

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Capitolo 18
*** 17. Questo mi basta ***


Questo mi basta

 

Kokoro strinse forte con le mani il quadretto che la ritraeva con sua madre.
Ace le aveva appena detto di considerarla un'amica,questo significava che almeno un po' ci teneva a lei,e ne era davvero molto felice. Ma lei... lei forse non meritava quest'affetto,era una bugiarda capace solo a fuggire e nascondersi. A quei pensieri le lacrime ricominciarono a scorrere copiose sul suo viso “Lui si preoccupa per me ed io so solo mentirgli,quasi mi vergogno a guardarlo in faccia!”
Ace,seduto accanto a lei,continuava a guardarla. Non era mai stato molto bravo con le parole,ma a vederla piangere soffriva anche lui. Si era affezionato a quella ragazza, per lui era diventata un membro della sua ciurma,una compagna,ma soprattutto un'amica. E gli amici vanno aiutati. Sempre.
Abbassò lo sguardo sulle sue mani.
-Quello cos'è?- chiese indicando il piccolo quadretto.
La ragazza lo sporse verso di lui.
-Qui conservo la foto della mia mamma. La bambina in braccio sono io. Questa foto è molto importante per me- accennò un sorriso triste -E' il mio tesoro-.
Ace sorrise dopo quell'affermazione.
-Certo che siete identiche-
-Già... Sai,mia madre mi ha lasciato quando avevo tre anni. Anche se non ho tanti ricordi di lei so di volerle un gran bene,guardarla in questa foto mi dà forza,però mi manca molto...-
Ace sembrò vacillare per un attimo. Abbassò un po' lo sguardo.
-Posso capirti-
Quelle parole sorpresero Kokoro.
-Cosa vuoi dire?- chiese
-Mh,no niente... e invece tuo padre?- Ace cercò di deviare discorso,forse per non voler aprire capitoli della sua vita tenuti fino ad ora ben archiviati. Ma vedendo la reazione della ragazza,credette di aver sbagliato a chiedere.
-Io lo odio- ringhiò a denti stretti. Le sue lacrime di tristezza adesso avevano preso un'altra sfumatura. Si poteva leggere nei suoi occhi una strana rabbia -E' solo un mostro senza cuore. Non gli importa nulla di me. Quasi mi vergogno di essere sua figlia-.
Dopo quelle parole il ragazzo assunse un espressione davvero stupita. Sorrise,quasi di un sorriso ironico e allo stesso tempo amaro.
Koko per un attimo riuscì a fermare le lacrime,guardandolo stranita. Aveva assunto un'aria così malinconica da sorprendere anche lei stessa. Era la prima volta che lo vedeva così. “Avrò detto qualcosa di sbagliato?” si chiese mentalmente.
-Ehm...qualche problema?- domandò un po' perplessa.
Il ragazzo rialzò la testa,sorridendole con il suo solito sorriso spensierato.
-No... comunque adesso hai smesso di piangere!- esordì alzandosi dal letto.
Ma la ragazza non era del tutto felice.
-Scusami- disse ritornando ad assumere un aria cupa -Sono una codarda lo so,ma ancora non riesco a- non riuscì a finire la frase,poiché Ace sovrappose la sua voce a quella di Koko.
-Non scusarti. Tu ci hai provato,ma ancora non ce la fai. Non voglio metterti alcuna fretta,quando ti sentirai pronta sappi che io sarò sempre qui ad ascoltarti. Ammetto che mi piacerebbe sapere chi sei davvero,ma in fondo ciò che voglio conoscere è la Koko del presente,non del passato. E so che sei una brava persona,allegra e gentile. Questo mi basta- quelle parole scaldarono il cuore alla principessa che si rimise a piangere,questa volta di gioia.
-C-credimi- si alzò anche lei dal letto,guardandolo negli occhi con determinazione -Io voglio essere quella persona che dici tu! Quindi ti prego,qualunque cosa succeda ricordati le mie parole! Mi basta sapere che tu mi credi,il resto non mi importa!-
Ace annuì serio a quelle parole.
-Puoi contare su di me! Adesso basta piangere però,siamo quasi arrivati alla Moby Dick-
-Moby Dick?-
-Si,la nave in cui si trova Barbabianca insieme agli altri miei fratelli- esordì felice.
-F-fratelli?-
-Si,noi siamo un'unica,grande famiglia! Tra poco li conoscerai,ma non sarebbe bello se ti vedessero in lacrime,no?-
La ragazza annuì,ancora poco convinta.
-Bene,io vado,a dopo!- è così dicendo Ace uscì dalla sua camera.
Kokoro si ritrovò sola. “E' vero,basta piangere,mi sono sfogata abbastanza! Adesso devo pensare solo a quello che mi aspetta!”.
Andò in bagno,e si lavò la faccia “Non gli ho detto la verità,ma mi sento comunque sollevata,perché a lui basta sapere chi sono adesso. E dire che stavo per mollare tutto e ritornare indietro! No,non lo farò mai più,ho scelto di avere una vita libera,e voglio questo con tutta me stessa,non importa cosa dovrò affrontare in futuro,perché so che Ace sarà sempre al mio fianco. E sono sicura che un giorno troverò la forza di raccontargli tutto,e anche di dirgli quello che provo per lui...”
Ritornò in camera. Guardò sul letto,dove c'era ancora la foto di lei e sua madre. La prese fra le mani e sorrise “Mamma,adesso sto meglio. Grazie per avermi incoraggiato,mi hai mandato un segno dal cielo davvero importante,e ti promettò che non mi arrenderò mai più! Ed è anche merito di Ace. Beh,cosa ne pensi dell'uomo di cui sono innamorata?” fece una risatina,e ripose il quadretto sul comodino.

Dopo essersi risistemata,uscì dalla camera e raggiunse il ponte,dove si trovavano tutti,compreso Ace.
-Ah!Eccoti!- esclamò vedendola arrivare.
-Dov'è la Moby Dick?- chiese curiosa.
Ace le indicò il punto in cui guardare e lei si sporse,incontrando con gli occhi a un bel po' di distanza una nave enorme,la cui forma ricordava quella di una balena.
-Sembra immensa...- rimase senza parole vedendo quella nave,a suo parere “incredibile”.
-Non sembra,lo è!- scherzò Ace ridendo.
La ragazza si strinse nelle spalle,facendo un espressione un po' impaurita.
-Ehi! Che ti prende?-
-Il fatto è che...ecco...mi sento agitata-
-Per quale motivo?-
-Forse i tuoi amici non mi vedranno di buon occhio,per non parlare del vostro capo! Insomma... ho un po' paura!-
Ace scoppiò a ridere.
-Ahahahahah non farti venire queste paranoie! Sono sicuro che ti faranno un'accoglienza calorosa! Sono tutte brave persone!- cercò di rassicurarla.
-Mph...se lo dici tu...- rispose ancora un po' contraria.

Lui la fa facile,ma per me è diverso. O forse sarò io che mi preoccupo troppo? In fondo ,conoscendo lui,c'è da aspettarsi di tutto! Ma io mi fido di lui...” sorrise dolcemente,mentre lo guardava urlare insieme agli altri pirati per farsi sentire dai componenti dell'altra nave. Sembrava quasi infantile ma non poteva fare a meno di osservare quanto fosse bello mentre rideva e scherzava con i suoi compagni. Eh si, il più bel principe che avesse mai visto in vita sua. Il principe...pirata! Suonava così buffo,eppure era vero. Un ragazzo così non compare in nessuna fiaba,perché è unico al mondo. Ma un giorno le sue avventure saranno raccontate,diventerà il nuovo eroe di tutti i bambini e il nuovo principe di tutte le ragazze sognatrici. Tutti lo ricorderanno per il suo coraggio,la sua forza e la sua bontà,oltre che per la sua bellezza,e di questo Kokoro ne è sicura,lei sa che il suo nome resterà nella storia di tutti i mari,anche se la secca un po' doverlo condividere con il resto del mondo.
A quest'ultimo pensiero sorrise. Certo che era davvero egoista!
-Ehi Koko! Vieni a vedere!- la chiamò lui.
Lei annuì,avvicinandosi.

"...Grazie di tutto,Ace”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Buonasera a tutti! ^^
Le cose si sono risolte (così per dire... xD). Ma come dice il titolo,questo ci basta! XD
Credo che Ace si senta molto vicino a Koko quando si parla di "genitori",in fondo anche lui non ha di certo avuto vita facile! 

Adesso finalmente passiamo alla Moby Dick e vediamo cosa aspetta a Kokoro! :)
Beh,spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Ringrazio come sempre Itchi D Hiken, martychanfantasy e Natalie95 e chi segue la storia! ^^ Arigatou! XD
Al prossimo capitolo allora! ^^
Saluti!
ELE

p.s. A chi piacerebbe vedere Ace come nuovo eroe delle fiabe?? A me personalmente si! :D   

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Capitolo 19
*** 18. Le vere intenzioni ***


Prima del nuovo capitolo,un riassunto della storia:

Kokoro Yamashita è la principessa della bellissima isola di Colorful Water. Quando suo padre,il sovrano Daisuke Yamashita,le annuncia di dover sposare il signore di un altra nobile casata per poter salvare il regno da una crisi imminente,la ragazza però,che non è mai stata in buoni rapporti con il padre,ribadisce più volte di voler rifiutare quel matrimonio,nonostante le numerose insistenze,sempre più opprimenti. Infatti è convinta che un matrimonio non potrà mai salvare il regno dagli errori del padre,avido di denaro e di potere,che per raggiungere i suoi obiettivi,è pronto a rovinare la vita della figlia senza farsi scrupoli. Così,stanca di quella vita noiosa e monotona e stanca di quelle continue discussioni sempre più violente,decide di fuggire dal castello,appoggiata dalla nonna Ume,che vuole solo la felicità per la nipote e,come lei,è convinta che quel matrimonio forzato è solo una copertura per i veri interessi del re.
La ragazza così,lasciando da parte preoccupazioni e paure,si ritrova catapultata oltre quella linea di confine che segna il passaggio verso un mondo completamente diverso dall'ambiente regale,un mondo libero. Ma per potersi definitivamente allontanare dall'isola,ha bisogno di un'imbarcazione. Ed è così che la sera stessa si ritrova sulla nave di Ace,un pirata con cui si era scontrata per caso e che aveva accettato di aiutarla. La sua gentilezza,la sua simpatia e i suoi modi di fare la mandano in confusione: infatti sulla sua isola i pirati vengono considerati criminali pericolosi e la gente cerca di tenerli alla larga. Ma basta rimanere qualche settimana insieme a quell'allegra comitiva di pirati perché Koko,come ora si fa chiamare,si affezioni tanto a loro,e in modo particolare ad Ace,di cui capisce di essersi innamorata. Allo stesso tempo la notizia della sua fuga viene divulgata,e la ragazza,che ha nascosto la sua vera identità ad Ace e agli altri pirati,cerca il coraggio di parlare,non volendo essere vista come una bugiarda e una falsa da quelle persone che considera ormai suoi amici. Ma il suo tentativo fallisce,e di questo se ne rattrista,confortata però prontamente dal pirata di fuoco che,anche se vorrebbe sapere tutto,non vuole forzarla e quindi aspetta.
Intanto i pirati di Ace avvistano la Moby Dick e si preparano quindi all'arrivo,non prima di aver ricevuto una visita da tre navi della marina,due delle quali vengono distrutte,mentre l'altra,su cui si trova il comandante della divisione,batte in ritirata,una cosa che lascia Ace alquanto dubbioso,non riuscendo a capire il perché di quel comportamento.
Al castello il re,infuriato più che mai,e la vecchia Ume continuano ad avere discussioni,da cui emergono frammenti misteriosi del passato,che vedono coinvolta la madre,deceduta,di Kokoro, Makoto. A quali verità condurranno tutti questi segreti? E come riserverà il futuro alla giovane principessa?

 

 

 

 

 

 

Le vere intenzioni

 

-Ehi Ace,bentornato!-
-Com'è andata?-
-Siamo felici di rivederti!-
Il pirata di fuoco insieme alla sua flotta era giunto da pochi minuti sulla Moby Dick. Subito altre decine e decine di pirati si erano avvicinati per salutare i compagni appena arrivati.
Kokoro se ne stava in disparte,impaurita ed agitata nel vedere tutti quei pirati. Ce n'erano alcuni davvero molto strani,e non si riferiva solo all'abbigliamento,tanto che li aveva già identificati come <<non umani>>, o in termini più semplici <<mostri>>. Ma teneva questa opinione solo per se,in fondo stava giudicando solo dalle apparenze. Puntò lo sguardo in direzione di Ace: era circondato da altre persone,chi gli dava una pacca sulla spalla,chi lo abbracciava amichevolmente,chi faceva battute. La ragazza non poté fare a meno di notare l'enorme sorriso che lui aveva stampato in volto in quel momento. Si vedeva lontano un miglio che era felice di riabbracciare i suoi amici. E lei era davvero contenta per lui. Solo che si sentiva a disagio,come un pesce fuor d'acqua,non sapeva cosa fare,come comportarsi,e sperava che Ace lo capisse per venire in suo aiuto. Ma a quanto pare fu un'altra persona ad accorgersi per prima di lei. Infatti un ragazzo dai capelli biondi,col la testa che ricordava vagamente la forma di un ananas,si voltò nella sua direzione e la indicò.
-Vedo che sei venuto in dolce compagnia. Non ce la vuoi presentare?- chiese a Ace portando così lo sguardo di tutti i presenti verso la sconosciuta,che a sentire quelle parole era arrossita.
Fra tutti i pirati si sentivano mormorii del tipo “Com'è carina!”, “Chissà se anche lei è un pirata”, “Forse è la fidanzata di Ace”, e tante altre cose simili.
-Giusto!- esclamò il ragazzo avvicinandosi a lei -Lei è una nostra amica,è da un po' che viaggia con noi. Si chiama Koko!- esordì iniziando così a soddisfare la curiosità di tutti.
-P-piacere di conoscervi- aggiunse lei imbarazzata.
Alcuni iniziarono a ridere.
-Ahahahahah chi l'avrebbe mai detto che uno come Ace sarebbe riuscito a trovarsi una ragazza?! Lo invidio!- disse fra le risate un uomo dai lunghi baffi neri e con un grande cappello di forma cilindrica in testa.
-E per di più così carina!- aggiunse un altro lì vicino,piuttosto alto e robusto.
-E bravo il nostro fratellino! Alla fine si è dato da fare!- continuò quello biondo di prima. Presto questi e altri commenti provocarono una risata generale.
Kokoro,rossa ormai fino alle punte dei capelli,era volata via con quelle frasi.
Ace invece era piuttosto seccato e irritato -Se non la finite vi arrosto come polli!- esclamò,avvicinandosi con fare minaccioso al biondo. Questo gli circondò il collo con un braccio ancora divertito
-Calma,calma amico,riserva i bollenti spiriti per dopo- poi guardò la ragazza e si avvicinò a lei
-Il mio nome è Marco,sono il capitano della prima flotta,benvenuta a bordo!-
Poco dopo anche gli altri si avvicinarono e si presentarono. Koko per tutto quel tempo rimase imbambolata,ma alla fine ringraziò timidamente per l'ospitalità. Così conobbe quasi tutti i capitani delle varie flotte,insieme ai loro membri. All'inizio credeva che li avrebbe odiati uno ad uno,ma dopo che si erano presentati le erano sembrati persone simpatiche,iniziavano a piacerle. Certo però che in quanto a tatto e sensibilità ne avevano ben poco!
Dopo le presentazioni,Ace e gli altri si soffermarono a parlare di vari argomenti,dal momento che era da un bel po' di tempo che non si vedevano,non facendo mancare di certo un bel boccale di birra o un bicchiere di liquore.
Anche Kokoro si era unita alla conversazione. Dopo essersi ripresa dall'imbarazzo iniziale aveva rotto il ghiaccio,e adesso parlava tranquillamente con loro,e talvolta rideva a qualche battuta. Erano davvero dei bravi pirati,e ogni minuto che passava si rendeva conto che stava perdendo sempre di più la scommessa con Ace. Già,perché ora sapeva benissimo che tipo di persone erano i pirati,tanto che al solo pensiero di allontanarsi da loro stava male. Ace non scherzava quando diceva che erano un unica e grande famiglia. La compagnia,le risate,quel calore e quell'unione che c'erano si espandevano non solo lì,ma anche su tutto l'oceano. Kokoro ne era rimasta
affascinata e stupefatta “Proprio una vera famiglia...” pensò sorridendo felice.
Ad un tratto sentì la voce di Ace chiamarla
-Ehi Koko vieni con me-
-Mh? Dove andiamo?- chiese senza capire
-C'è ancora una cosa che dobbiamo fare- le disse con un grande sorriso in volto.
-Eh?-
-Il babbo vuole conoscerti-
-Il... babbo?-
-Si,Barbabianca-
La ragazza sbarrò gli occhi. Tra poco avrebbe incontrato l'uomo tanto potente e forte che Ace ammirava e stimava tanto. Era visibilmente nervosa,chissà che tipo era quest'uomo. Deglutì.
-O-ok-.

 

 

Ma lasciamo un momento la nave per tornare al castello. Ume se ne stava seduta accanto alla finestra e guardava sospirando ciò che si estendeva al di là di quei vetri. Non le importava che il re,a due passi da lei nell'enorme sala da pranzo,continuava a sbraitare e gridare come una bestia. Voleva solo sapere come stava la sua nipotina,le bastava sapere che era lontana e al sicuro. Da quando se ne era andata il castello era diventato un contenitore di guardie. Dalla porta principale entravano e uscivano giornalisti,accuratamente controllati da telecamere. Anche le case di tutti gli abitanti venivano sottoposte a numerosi controlli,setacciate da cima a fondo. E chi appariva sospetto veniva rinchiuso in prigione e interrogato,e se non bastava veniva torturato.
Colorful Water,da luogo accogliente e turistico,era diventata un'isola di terrore e paura.
-Continua a dire di non avere nulla a che fare con la scomparsa di mia figlia,ma con chi crede di parlare? Con uno stupido? Le conviene dire la verità,altrimenti...-
-Altrimenti cosa? Mi porta in cella? Mi uccide? Lo faccia,non ho paura della morte- disse la donna quasi ironicamente - Ne ho viste così tante di morti che non ho più timore di nulla...- aggiunse in tono amaro e sprezzante. Il re fece una risata scomposta.
-Oh no! Ucciderla? Lei è una fonte vitale di informazioni! Sa che per colpa sua e di quell'ingrata di una figlia quell'importante signore ha ritirato la sua proposta di matrimonio?! Eh! Questo lo sa?!-
-Semplicemente ha capito che deve puntare gli occhi altrove-
-Lasci che abbia fra le mani quella mocciosa...-
-Si deve solo vergognare di rivolgersi così a sua figlia,sangue del suo sangue-
-Quella ragazza per me rappresenta la fonte di tutto il mio potere,dei miei soldi! Non mi importa nulla di lei! So solo che appena ritornerà qui diventerò il re indiscusso non solo di quest'isola,ma del mondo intero! Quel matrimonio avrebbe risolto i miei problemi finanziari... avrei acquistato il potere perso e poi avrei messo le mani sul tesoro che ha lasciato sua madre. Ma non importa,anche se il matrimonio è fallito sono sicuro che tutto quell'oro che Makoto ha rinchiuso da qualche parte mi basterà- disse il re sogghignando.
Ume rimase scioccata da quelle rivelazioni.
-Allora il matrimonio serviva solo per fare da copertura e acquisire le ricchezze dell'altra famiglia di nobili. Il tuo vero piano è arrivare a quel tesoro-
-Proprio così,ha capito bene. E stia sicura che lo troverò,a qualsiasi costo-
-Si dice che l'uomo che ha troppe parole non ha alcuna certezza. Ciò che ha lasciato mia figlia è solo di Kokoro,non è tuo. Non lo troverai mai!-
-Vedremo... non le sembra un po' presto per dirlo?- il sovrano sorrise vittorioso.
Ume si alzò dalla sedia e uscì da quella stanza irata.
Quel lurido verme... ecco a cosa puntava sin dall'inizio. Non la passerà liscia!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Toc toc! >.<
C'è ancora qualcuno?
Lo so che è da più di tre mesi che non aggiorno,ma finalmente oggi ci sono riuscita!
Purtroppo sono successe tante cose,tra scuola e impegni vari,quindi anche se avevo un ora libera preferivo sonnecchiare! XD
In ogni caso sono ritornata,e spero di essere più presente.
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia,finalmente Ace e gli altri arrivano alla Moby Dick! ^^ Inoltre scopriamo qualcosa di più nel discorso tra il re e Ume (poverina T.T) ma ancora i misteri sono tanti! XD All'inizio ho messo un riassunto per fare il punto della situazione...
Beh,passo a ringraziare Natalie95, martychanfantasy, Itchi D Hiken, CacciatriceDellaLuna, allessor e driverly98 per aver letto e recensito lo scorso capitolo! Grazie mille! ^^ E naturalmente grazie anche a chi gradisce la mia storia! :)
Mi scuso per eventuali errori di scrittura!
E spero di aggiornare presto,e non perdermi di nuovo,perché questa storia la voglio finire! Fight! XD
Saluti!

ELE

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Capitolo 20
*** 19. Il gigante dal cuore buono ***


Il gigante dal cuore buono

 

Kokoro camminava silenziosamente accanto ad Ace per uno dei vasti corridoi della Moby Dick. Quella nave ai suoi occhi sembrava un labirinto,era davvero immensa! Oramai era da un bel po' di minuti che entrambi percorrevano corridoi e svoltavano angoli,e questo non faceva che provocare ancora più ansia alla ragazza,già in preda a un violento batticuore,da un lato perché c'era Ace accanto a lei,dall'altro perché stava andando a conoscere quel grande pirata ammirato e stimato da tutti,che chiamavano addirittura “padre”. La ragazza in tutta onestà non capiva perché utilizzassero quella parola,Barbabianca non poteva essere di certo il padre di tutti quei pirati,era impensabile! Ma c'erano così tante cose che non capiva,come ad esempio quella stessa sera aveva notato un particolare: si erano presentati a lei in ordine tutti i comandanti delle varie flotte,tranne quello della quarta. Forse non era presente,o magari era stata solo una sua svista,cosa però improbabile.
Erano diversi e vari i pensieri che le frullavano in testa,ma adesso era troppo allarmata e nervosa per metterli al centro. Infatti,era già passata a immaginare come poteva essere quel Barbabianca: forse un capo con tanto di cappello e occhiali scuri,o forse un vecchietto peloso e col bastone,oppure un gigante dallo sguardo sadico e maligno. A quest'ultima immagine rabbrividì,intuendo che si era fatta suggestionare troppo. In ogni caso una cosa era certa: doveva avere la barba bianca. “Come sei perspicace!” si disse mentalmente in tono ironico.

-Koko!- la ragazza sobbalzò improvvisamente alla voce di Ace,che si era fermato davanti a un portone. Si era distratta così tanto che non si era accorta di essere arrivata!
-S-si?- chiese cercando di nascondere il suo timore. Ace la guardò stranito,ma poi capì e sorrise.
-Ahahahah stai più tranquilla,rilassati,mica ti mangia!- esclamò mentre con una mano le scompigliava i lunghi capelli. A quel gesto Koko arrossì,ma era felice che il ragazzo si fosse accorto di quanto era tesa in quel momento,se non ci fosse stato lui con il suo sorriso rassicurante sarebbe tornata indietro. In fondo non sapeva come avrebbe reagito il loro capo,in fondo lei non era neanche un pirata,e per di più stava nascondendo a tutti la verità. Insomma,con quell'incontro si sarebbe incasinata il doppio,ma a che serviva avere rimpianti arrivati a quel punto? Ormai era lì davanti a quella porta e non poteva tornare indietro. Vide Ace bussare.
-Ehi babbo,sono Ace! Ho portato Koko con me!- disse il ragazzo allegramente,mentre Koko stava in silenzio,attenta a ogni singolo respiro.
-Prego,entrate- rispose una voce dall'altro lato,piuttosto grossa e profonda,che non lasciava trasparire alcun sentimento al di fuori della serietà.
Così Ace aprì la porta,mentre Koko deglutì. Non sembrava un tipo amichevole. Il ragazzo entrò per primo,trascinandosi con sé una Koko intimorita che si nascondeva dietro le sue spalle. Cercò di non scoppiare a ridere solo per non metterla ulteriormente a disagio,ma la cosa era davvero divertente.
-Hai detto che volevi conoscerla,quindi... eccola qui!- esordì il ragazzo mentre la indicava dietro di lui.
Kokoro,appena entrata,si guardò intorno come sperduta e disorientata. Era una stanza abbastanza grande,ordinata. Quando si sentì indicare puntò lo sguardo verso l'uomo seduto davanti a lei,che a sua volta la guardava. Sobbalzò,e tremante si avvicinò di più ad Ace afferrandolo per un braccio. Era un uomo davvero grande,poteva definirsi un “gigante”,la sua figura possente incuteva timore. Aveva dei baffi bianchi a forma di mezzaluna e gli occhi color miele,che la fissavano,ma non riusciva a capire se era uno sguardo benevolo o maligno. Notò che teneva in mano un bicchierino.
Nel panico totale non sapeva cosa fare,quell'uomo metteva davvero paura! Si piegò leggermente in segno di rispetto e salutò:
-S-salve signore- disse intimorita
L'uomo la guardò per qualche secondo,portando il bicchiere alle labbra,sorseggiando il liquido che vi era dentro.
-Quindi tu sei Koko,la ragazza che si è unita alla ciurma di Ace- parlò di nuovo, rivolgendosi dunque a lei,che non sapeva come rispondere in quanto la storia non era proprio così,ma non voleva osare contraddirlo. Per sua fortuna intervenne Ace in suo aiuto
-Non è che si sia proprio unita,viaggerà con noi per un periodo-
-Capisco-
A quel punto la ragazza si aspettava la più insidiosa delle domande,e cioè perché aveva deciso di unirsi temporaneamente alla loro ciurma,e questo implicava dover raccontare dall'inizio tutta la verità. Strinse i pugni,sentendosi fregata. Quale scusa avrebbe potuto trovare nell'arco di pochi minuti? E poi delle menzogne così,messe su due piedi,non sarebbero passate di certo inosservate agli occhi impassibili e inquietanti di Barbabianca. Si stava preparando al peggio,ma questo non arrivò.
-Mi auguro che la permanenza sulla mia nave ti sia gradevole. I miei figli sono ottimi pirati,sono sicuro che ti tratteranno come una sorella. Benvenuta sulla Moby Dick!- esordì il grande pirata ad un certo punto accennando un lieve sorriso,ma dolce e gentile,che la lasciò alquanto sbalordita e sorpresa,a bocca aperta. Aveva sentito bene? Non si aspettava di certo delle parole così gentili e piene di calore,accompagnate da un sincero sorriso,un sorriso paterno.
-Il gatto ti ha morso la lingua per caso?- si riprese dallo shock quando sentì Ace sussurrarle queste parole. Era ancora mezza imbambolata e incredula quando ringraziò
-Ehm...e...grazie mille signore!- esclamò cercando di nascondere lo sconvolgimento che le parole dell'uomo le avevano causato.
-Gurarararararararararara!- il vecchio scoppiò a ridere -Lascia perdere queste formalità!- disse sorridendo.
-O-ok!- la ragazza rispose timidamente,non sapendo più cosa dire. Sapeva solo che la paura e la tensione che poco tempo prima la stavano divorando iniziavano a svanire, lasciando spazio a un piccolo sorriso. L'uomo sporse la sua grande mano verso Koko.
-Ragazzina,se alla fine poi cambi idea e decidi di rimanere con noi basta dirlo,sono felice di accogliere una nuova figlia nella mia famiglia!-
Kokoro,anche se un po' incerta,annuì,posando la sua piccola ed esile mano su quella di Barbabianca,come a sancire un patto. Quell'uomo dall'aspetto minaccioso e possente alla fine si era rivelato un vecchio dal cuore pieno di bontà e comprensione.
La principessa non aveva parole per esprimere la felicità di essere stata accettata da tutti su quella nave,prima da Ace,poi dai suoi uomini,poi dagli altri comandanti e adesso... adesso anche da Barbabianca,il pirata più forte e più ammirato da tutti!
Sorrise,mentre sentiva il cuore alleggerirsi,mentre si godeva beatamente quel momento.
Dopo qualche minuto il vecchio si rivolse ad Ace
-Ace,cosa ne dici di festeggiare?- chiese allegramente
-Certo,vado a chiamare anche gli altri!- rispose il ragazzo col sorriso sulle labbra.
E così quella serata,o meglio,nottata,fu trascorsa con i festeggiamenti di Kokoro.
Quel giorno,era sicura,non l'avrebbe mai dimenticato. Aveva speso così tanto tempo impaurita...per cosa poi? Barbabianca si era rivelato un uomo davvero gentile,dolce e anche simpatico. Si era fatta inutili problemi e complessi,quando invece aveva davanti un pirata buono,un “padre” per tutti gli altri pirati,ed era disponibile a diventarlo anche per lei. Non aveva chiesto il perché so trovava nella ciurma di Ace,aveva giudicato solo dalla persona che aveva davanti,senza pensare al suo passato,presente o futuro. Nonostante non conoscesse nulla di lei,le aveva augurato una buona permanenza sulla sua nave,o meglio,nella sua famiglia. Si,perché loro erano davvero una famiglia,pazza e casinista,ma unita e sempre presente. E poi quella “stretta di mano” se così si poteva impropriamente chiamare... aveva aperto alla principessa una sensazione incredibile,come una pace interiore,una bontà infinita. Insomma,si stava ricredendo fermamente sui pirati,altro che cattivi! Sorrise felice e spensierata,e quel sorriso non passò inosservato ad Ace,che le si accostò,mentre tutti i pirati facevano baldoria e si riempivano lo stomaco in un modo a dir poco inquietante.
-Dov'è finito quello sguardo da coniglio che avevi prima?- scherzò,ripensando a come l'aveva afferrato saldamente per il braccio. Kokoro arrossì,ricordandosi solo ora di quello che aveva fatto.
-Ehm...ehehe- sorrise nervosamente,non sapendo cosa dire.
-Mi sembri felice-
-Lo sono- rispose -E tutto grazie a te!- aggiunse con uno sguardo serio -Davvero Ace,ti devo molto-
Il ragazzo sorrise.
-Vuol dire che ti farò sgobbare come una matta per sdebitarti!-
-Che cosa!?-
-Tranquilla,non puoi immaginare cosa intenda questo fiammifero con “farti sgobbare”! Ahahah- a parlare fu Marco,che si era unito alla conversazione. La ragazza,nella sua ingenuità,non capì il riferimento chiaramente pervertito. Ace invece si,dal momento che cercava di dargli fuoco,tutto mentre gli altri ridevano,primo di tutti Barbabianca,che continuava a bere alcol come una spugna,e la cui risata risuonava per tutta la nave. Koko si unì alle risate,sentendo nel suo cuore una sensazione che aveva provato solo quand'era piccola: l'affetto di una famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! :) Finalmente la scuola è finita,quindi ho potuto continuare la fic!
Il periodo di maggio è sicuramente il periodo più pesante! T.T Ma adesso è iniziata l'estate,quindi...cercherò di sfornare quanti più capitoli posso! XD
A dire la verità sono arrivata ad un punto in cui inizio a incasinarmi,quindi devo mettermi con calma e riguardare tutto in modo da non lasciare cose irrisolte o scrivere cavolate! >.< In ogni caso spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e spero di aver descritto bene Barbabianca e di non essere andata molto fuori dal personaggio! >.< Mi scuso inoltre per eventuali errori di scrittura e se c'è qualcosa di incomprensibile chiedete pure!! xD
Spero che tutti questi ritardi non vi abbiano fatto perdere interesse verso la storia,e spero che continuerete a seguirla!
Ringrazio martychanfantasy, Natalie95, Demon Heart e CacciatriceDellaLuna per aver letto e recensito e naturalmente anche solo chi legge e apprezza! :)
Cercherò di essere più costante d'ora in poi! ^^
A presto! :D

ELE

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Capitolo 21
*** 20. Un dopo-festa da batticuore ***


Un dopo-festa da batticuore

 

Erano circa le tre di notte e Kokoro non riusciva a prendere sonno. La festa organizzata dai pirati per il suo arrivo si era conclusa circa un'ora prima. “Dev'essere colpa di quei due bicchieri di birra che ho bevuto,credo di aver esagerato per i miei standard!” si disse alzandosi dal letto e recandosi verso la porta “Penso proprio che andrò a prendere una boccata d'aria”. Così l'aprì uscendo e richiudendola delicatamente alle sue spalle per non fare rumore,anche se a quell'ora gli altri pirati stavano dormendo come ghiri dopo tutto l'alcool ingerito. La sua nuova stanza non era molto lontana da quella di Ace,c'erano solo pochi metri di distanza. Inoltre,prima Marco si era offerto di farle fare un giro per la nave,in modo da sapersi orientare. Così era riuscita a capirne più o meno la struttura e i collegamenti fra le varie stanze,e dovette proprio ammettere che chi aveva costruito quell'imbarcazione aveva fatto davvero un ottimo lavoro. L'aiuto del comandante della prima flotta era stato indispensabile,Marco era proprio una persona gentile e paziente!
Mentre camminava per il corridoio avvertì un po' di freddo,infondo indossava solo una canotta bianca e un paio di pantaloncini corti blu,che le aveva portato Ace qualche giorno prima presi da chissà dove. Si sfregò le braccia,pensando che era stata una cattiva idea uscire vestita così leggera quando di notte c'era quella lieve brezza fredda. In ogni caso non aveva voglia di tornare in stanza a cambiarsi,quindi continuò ad andare avanti,ma si fermò non appena,passando vicino alla cucina,ne sentì provenire strani rumori. Guardò la porta ma non notò nulla di strano. “Sarà stata la mia immaginazione” pensò facendo un altro passo avanti,dopo il quale si bloccò di nuovo,avvertendo come il rumore di qualcosa caduto a terra. Decise quindi di controllare,benché intimorita e,a passi furtivi e silenziosi,aprì la porta della cucina e vi entrò.

Era tutto buio,quindi si mise a cercare,senza successo,l'interruttore della luce. Neanche a fare dieci passi che qualcuno dietro di lei le tappò la bocca con una mano, sussurrando solo uno -shhh-. Era successo tutto in questione di pochi istanti, la ragazza subito si allarmò e iniziò a dimenarsi per sfuggire al suo misterioso assalitore,mentre sentiva crescere la paura in lei. Che fosse un ladro? O forse un pirata con cattive intenzioni? Questo,per bloccarla nei movimenti,le circondò la vita attirandola di più a sé,e iniziò infine a parlare a bassa voce.
-Ehi,tranquilla,sono io!- disse in tono calmo.
A quelle parole,Koko si bloccò subito,riconoscendo la voce come quella di Ace. Fece velocemente il punto della situazione nella sua testa: in poche parole,Ace la stava stringendo a sé mentre con una mano le tappava la bocca per impedirle di parlare. Ringraziò il cielo per il fatto che fosse tutto buio e lui non potesse vedere quando era rossa in viso. Appena aveva realizzato la situazione in cui si trovava,il suo cuore,che prima batteva forte per la paura,adesso invece batteva forte per quella sorta di vicinanza improvvisa che si era venuta a creare tra lei e il ragazzo. Non si aspettava di certo che un controllo in cucina sarebbe finito così,non era pronta a reggere tutte quelle emozioni! Era paralizzata,sentiva la sua schiena premere contro il petto caldo di Ace,il suo profumo le arrivava alle narici,mentre una parte del collo,insieme all'orecchio destro,era solleticata dal suo dolce respiro.
-A-Ace?- chiese imbarazzata e impacciata,con i battiti del cuore che aumentavano ad ogni secondo che passava. Il ragazzo le aveva appena tolto la mano dalla bocca, vedendo che si era calmata dallo spavento. Aveva anche allentato la presa su di lei.
-Non urlare!- le disse,lasciandola andare completamente. Koko emise un sonoro respiro,ritrovandosi libera da quella presa scottante,come il suo cuore e il suo viso lo erano in quel momento. Sicuramente il freddo che avvertiva prima adesso non c'era più. Si rivolse dunque al pirata un tantino arrabbiata.
-Si può sapere cosa diamine ti viene in mente di fare? Sono morta dalla paura!- esclamò a bassa voce,aggiungendo poi mentalmente “E non solo per quella...”, alludendo a quella stretta che le aveva tolto il respiro e ogni capacità di pensare.
-E poi perché sei qui? E perché dobbiamo parlare a bassa voce?- domandò chiedendosi il motivo di tutta quella strana situazione. Dal momento che era tutto buio,Ace utilizzò la sua mano per fare luce,la quale si tramutò in fuoco.
-Stavo facendo uno spuntino,avevo fame ehehehe- disse in tono birichino -Ma se mi scoprono sono un uomo morto! Prima c'era solo Fred,ora ho tutti contro! Quindi tieni la bocca chiusa e usciamo di qui prima che qualcuno se ne accorga-
-Certo che sei un pozzo senza fondo! Non sono passate neanche due ore dal banchetto!-
-Cosa posso farci,se ho fame,ho fame. Evidentemente non avevo mangiato abbastanza-
La ragazza si sbatté una mano sul viso,sospirando. Era proprio un caso fuori dal comune! Poi lo seguì ed uscirono dalla cucina.
-E tu invece? Come mai eri qui? Non mi dire che avevo fame anche tu!- chiese Ace chiudendo la porta alle sue spalle. Il corridoio era illuminato dai raggi della luna che facevano capolinea dalle finestrelle,quindi Ace spense la fiamma.
-Guarda che io non sono un'ingorda come te! Ero uscita a prendere una boccata d'aria perché non mi sentivo bene a causa della birra che ho bevuto,ma dopo tutto questo trambusto,credo che me ne tornerò in camera- rispose,sentendo che la stanchezza iniziava a colpirla tutta in una volta.
-Capisco,allora buonanotte!- esclamò il ragazzo sorridendole e incamminandosi verso la sua camera -Ah! Non raccontare a nessuno del mio spuntino. Rimarrà il nostro segreto!- aggiunse facendo l'occhiolino,cosa che fece arrossire di nuovo la ragazza.
-O-ok- rispose,ritornando anche lei nella sua stanza. “Basta,non ce la faccio più!” si disse una volta arrivata,buttandosi sul letto “Se continuo così finirò per impazzire!”. Era incredibile come Ace riusciva sempre a coglierla nei momenti più impensabili, a farle perdere le sue difese,a farle perdere la ragione. Ogni volta che le parlava,che la toccava,ogni minimo contatto con lui diventava qualcosa di magico,riusciva a dimenticare chi era,dove si trovava e perché era lì. In vita sua non aveva mai provato nulla di simile per nessun altro ragazzo. I pretendenti alla sua mano non mancavano di certo,ma evidentemente era proprio lei ad essere attratta non da uomini nobili, precisi in ogni minimo gesto,accurati in ogni minima parola,ma da uomini selvaggi, spericolati e con un verme solitario dentro la pancia. Si,Ace era proprio così,ma per lei era perfetto,lei viveva per i suoi sorrisi,per i suoi sguardi,per le sue parole. Aveva trovato qualcuno in grado di sconvolgerla fino a questo punto,a farla rivivere dopo che era morta dentro per tanto tempo,a farla sentire parte del mondo. Oramai era quella la sua realtà,tanto che aveva paura di perderla,e soprattutto aveva paura di perdere una persona così speciale come Ace.

D'altro canto,anche per lui qualcosa era cambiato,qualcosa era scattato improvvisamente nel suo cuore da quando l'aveva conosciuta,da quando era sulla sua nave,da quando era con lui. Vederla felice,imbarazzata,arrabbiata,determinata, impaurita... ogni sua espressione aveva un qualcosa di particolare,una sfumatura sempre diversa che riusciva a strappargli un sorriso,a farlo stare bene. Era forte e coraggiosa,ma allo stesso tempo anche fragile e indifesa,ed era proprio questo lato che lo portava sempre a preoccuparsi per lei,a volerla sempre al suo fianco in modo da poterla proteggere da qualsiasi pericolo. Ormai aveva iniziato a capire il suo carattere,anche se non sapeva quasi nulla di lei. Ma una frase l'aveva colpito più di tutte durante il tempo trascorso insieme:

"Credimi,io voglio essere la persona che dici tu! Quindi ti prego,qualunque cosa succeda ricordati le mie parole! Mi basta sapere che tu mi credi,il resto non mi importa!”


Quella sera,in cui lei stava per rivelargli qualcosa ma erano stati bruscamente interrotti,gli aveva detto queste parole,con un espressione così determinata,così convinta da lasciarlo per un attimo senza parole,tanto erano sinceri i suoi occhi.
Ma cosa volevano significare quelle parole? Cosa sarebbe dovuto succedere? Ace non riusciva a capire,ma era sicuro che prima o poi qualcosa lo avrebbe trovato coinvolto in prima persona,era questa la sua sensazione.

 

Dopo una notte alquanto movimentata,arrivò un nuovo giorno.
La vecchia Ume quella mattina era uscita presto dal castello,con il pretesto di andare a visitare la tomba del defunto marito. Ma la verità era un altra. Infatti,il giorno prima,un anziano pescatore si era introdotto furtivamente nel giardino reale per scambiare delle parole con Ume. La donna lo riconobbe come Joseph,un grande amico sia suo,sia del marito Gerard. Entrambi infatti andavano spesso da giovani a passare qualche giorno con lui nella sua casetta vicino al mare,e anche dopo la morte di Gerard,la moglie andava di volta in volta a fargli visita. Joseph infatti aveva promesso davanti alla tomba dell'amico di prendersi cura di lei,e continuava così a rispettare la promessa.
L'isola brulicava di guardie anche a quell'ora del mattino,e Ume,anche se si sentiva osservata,continuava con fermezza e discrezione ad andare per la sua strada,con l'obiettivo non solo di far visita al marito,ma per prepararsi all'incontro con l'amico pescatore,che avrebbe dovuto passare di lì per pura casualità.
A quanto pare era arrivata qualcosa per lei,e sembrava anche molto desiderata e attesa.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Salve a tutti! ^^
Ecco che posto finalmente il nuovo capitolo!
Entra in gioco un nuovo personaggio,il pescatore Joseph,amico di Ume e del marito. Beh,immaginatevi un uomo anzianotto, dall'espressione allegra e gentile,e qualche immagine vi verrà in mente! XD C'è qualcosa di importante a quanto pare!
Per il resto del capitolo... eheheh diciamo che vi consiglio di notte di fare qualche visitina in cucina... non si sa mai! XD
Bene,spero vi piaccia e mi scuso se ci sono errori. Ho pubblicato tardi,ma ultimamente diciamo che ho battuto un po' la fiacca :3 xD
Ringrazio allessor, martychanfantasy e Natalie95 per aver letto e recensito il capitolo precedente e anche tutti gli altri lettori! ^^ Grazie mille!
Il prossimo capitolo ancora non l'ho scritto,ma spero di mettermi sotto e scrivere,perché le idee non mancano! Quindi … Fighting!! :)
Allora a presto! :D
ELE

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Capitolo 22
*** 21. La saggezza di un pescatore ***


La saggezza di un pescatore

 

Ume si inginocchiò accanto alla tomba del defunto marito e depositò su quella lapide di pietra un mazzo di fiori raccolti qualche ora prima. Recitò una breve preghiera, rivolgendosi poi all'uomo “Gerard,ti prego,assistici e prega per noi. E' un momento difficile per la nostra famiglia,ma io so di aver fatto la scelta giusta,e sono sicura che tu avresti fatto la stessa cosa per tua nipote”.
Sentì dei passi davanti a lei,e alzando lo sguardo scorse la figura del pescatore Joseph, con quell'immancabile berretto nero in testa.
-Joseph! Sono felice di ritrovarti- esclamò abbracciandolo dolcemente.
-Come stai Ume? Non mi sembri molto in forma. Spero tu abbia un po' di tempo per sederti davanti a una bella tazza di thé caldo e raccontarmi cosa sta succedendo su quest'isola- disse col suo solito tono scherzoso ricambiando l'abbraccio. L'anziana annuì,ed entrambi si recarono così nella casetta vicino al mare.

-Joseph,chiudi bene porte e finestre,non voglio che qualcuno senta cosa sto per raccontarti- disse,accomodandosi su una poltroncina di pelle marrone.
-Ai tuoi ordini- e dopo aver eseguito il compito,passò a tirar fuori da un tiretto una bottiglia con dentro una lettera -Ma prima devo darti questa. L'ho trovata ieri in riva al mare mentre tornavo da pesca. E' di tua nipote a quanto pare. Ma chi l'ha mandata deve avere una vasta conoscenza dei venti e dei mari per calcolare di farla arrivare fin qui-.
A quelle parole Ume scattò subito dalla sua postazione avvicinandosi velocemente all'uomo e prendendo quella bottiglia come se fosse uno dei tesori più preziosi del mondo. La donna la aprì cercando di tirar fuori il suo contenuto,compito che le risultò inizialmente un po' difficile a causa delle mani tremanti e degli occhi lucidi per la gioia e l'impazienza. Per quanti giorni aveva atteso un segno da parte di Kokoro,e finalmente la sua attesa era stata ripagata. Joseph la guardò senza aggiungere nulla, decise di non disturbare quel momento importante per Ume,erano poche le volte che l'aveva vista così trepidante e spazientita, visto il suo carattere sempre calmo e composto. Dopo avrebbe chiesto tutto ciò che doveva chiederle.
Finalmente l'anziana signore estrasse quei fogli dalla bottiglia e iniziò a leggerli.

 

 

Cara nonna,

finalmente riesco a scriverti,e spero che queste parole possano arrivare a te.
Tu come stai? Ho letto le ultime notizie che quell'uomo ha fatto pubblicare sul giornale,penso che in questo momento al castello e nell'isola intera non si respiri un'aria tanto tranquilla...
Voglio farti sapere che io sto bene,quindi non preoccuparti per me. Avrei tante cose da dirti,ma non basterebbero solo due fogli!
Sai,in questo momento mi trovo su una nave di pirati,già,proprio così! Non pensare però che mi abbiano rapito o fatto del male,nulla del genere,anzi sono delle persone fantastiche e meravigliose,e mi trattano come una sorella! Io qui sono davvero felice, ma sappi che sto nascondendo a tutti la verità. Ho un sacco di dubbi e incertezze, non so cosa fare! Mi sento in colpa nei loro confronti,e soprattutto nei confronti del loro capitano,Ace. Lui è un ragazzo fantastico,incredibile,unico! E' grazie a lui se mi trovo qui e sono felice. Mi ha aiutato tantissimo,gli devo molto! Non sai quanto mi pesa dovergli mentire,anche perché gli voglio molto bene,anzi credo... di essermene innamorata! Ogni volta che lo vedo il cuore mi batte forte,mi sento felice e al sicuro, è come se non avessi bisogno di nient'altro al di fuori di lui. E poi... ha un sorriso meraviglioso,bellissimo,in grado di risollevarmi il morale quando sono triste o preoccupata. Non ho mai provato nulla di simile prima d'ora,non so se devo sentirmi felice o spaventata,anche se credo che in questo momento mi senta in entrambi i modi. Dimmi nonna,è questo che si prova ad amare una persona? Se è così,beh, vuol dire che ho perso la testa per un pirata,e non mi importa cosa direbbe il re,perché questa è la verità. Però in un certo senso è buffo... chissà cosa penserebbe la mamma... e non oso immaginare la tua faccia quando leggerai queste frasi!
In ogni caso,sappi che non passa giorno che non dedichi un pensiero a te e agli abitanti dell'isola,a volte mi chiedo se dovrei tornare,sto male ogni volta che penso in quale situazione vi ho lasciati,quanto dolore sto provocando a tutti voi,ne sono consapevole,ma non so proprio come comportarmi,non so che fare! Ti prego,aiutami e mandami la forza per prendere le decisioni giuste, perché forse inizio a rendermi conto di aver sbagliato tutto,di essere fuggita invece di rimanere e lottare,sono sicura che la gente mi starà odiando per questo... vorrei tanto che fosse un brutto sogno, e invece purtroppo è la realtà.
Mi manchi davvero tanto nonna,non sai quanto desidererei abbracciarti e trovare conforto con le tue parole. Ma sono certa che prima o poi ci rincontreremo; nell'attesa, stai attenta e riguardati,e non preoccuparti per me,perché ho trovato il calore di una famiglia che mi vuole bene,e non mi farebbe mai soffrire.
Ti voglio tanto bene nonna!
A presto!

Kokoro

 

 

 

Finita di leggere quella lettera,inutile dire che Ume era in lacrime, tanto che per la debolezza stava per cadere a terra,se non fosse stato per Joseph,che l'aveva sorretta in tempo. La donna lo guardò,cercando di dirgli qualcosa.
-J-Joseph...lei...- ma non ci riuscì a continuare,e mentre veniva rassicurata dall'abbraccio dell'amico,sfogò in quel pianto tutto quello che si era tenuta dentro da quando la sua nipotina era andata via.


Quando riuscì a calmarsi,iniziò a raccontare dettagliatamente al pescatore tutto l'accaduto fino alla lettera.
-Ora mi è tutto chiaro- esordì l'uomo sorseggiando il suo thé.

-Io sono sicura di aver fatto la scelta giusta lasciandola scappare,e non me ne pento, tuttavia il fatto che si trovi su una nave di pirati,che si sia innamorata di un pirata... mi fa rivivere il passato,sono molto preoccupata- disse Ume con espressione triste e dubbiosa sul viso.

-Ti riferisci a tua figlia Makoto,vero?-

-Come ben sai,sua madre,anche lei si era innamorata di un pirata,era diventata una di loro,ma alla fine era stata costretta a sposare l'attuale re. Poi è successo tutto quello che è successo... e io non ho potuto fare niente per salvarla... è morta davanti ai miei occhi- la donna si portò una mano al cuore,sapendo quanto dolorosi erano quei ricordi,quanto male facevano ogni volta che li riportava alla memoria.

-Ricordo bene che allora anche tu eri schierata contro tua Makoto,non accettando la relazione “clandestina” che andava avanti con quel pirata,quando te l'ha detto sei andata su tutte le furie-.

-Già,ma se potessi tornare indietro...-

-Ormai è tardi per tornare al passato,però la vita ti sta offrendo una nuova opportunità con tua nipote,puoi rimediare. Se Kokoro è convinta delle sue azioni a tal punto da rischiare tutto,non vedo perché qualcuno la debba ostacolare. Lo sai bene che l'amore non è un sentimento che va imposto,l'amore è quello che adesso la ragazza sta provando,è libero. Tu non volevi che lei sposasse quell'uomo nobile e si rovinasse la vita con qualcuno che non ama,e quindi l'hai aiutata ad andare via; adesso ha trovato una persona che la rende felice. Poco importa se è un pirata! Quando c'è di mezzo il cuore,non conta chi sei,conta come sei dentro!-

Ume sorrise.
-Credo tu abbia ragione,ma mi chiedo... se poi questo pirata ha intenzione di usarla e non la amerà davvero?-

-A quel punto ci saremo noi pronti a consolarla con le nostre braccia aperte. Ma sono sicuro che non succederà. Anche io ho conosciuto diversi pirati,e credimi se ti dico che esiste ancora l'era dei sognatori e degli ambiziosi. Se questo Ace fa parte di questa,come lo era l'uomo di tua figlia,allora fidati che tua nipote è in buone mani. E poi,non sei stata tu ad insegnare a tanti di andare oltre le apparenze o mi sbaglio?- chiese l'anziano con un sorriso allegro
-Lascia che il destino faccia il suo corso-.

-Mi hai convinta,ho capito dai miei errori. Se Kokoro è felice di stare su quella nave, non permetterò a nessuno di ostacolarla. Deve continuare a rimanere lontano da qui, me l'ha promesso che non tornerà sui suoi passi,mi fido di lei-.

-Sono d'accordo. Conta pure su di me-.

-Grazie Joseph,le tue parole sono state come una cura per me,non le dimenticherò mai,sei un amico davvero saggio-.

Ume poi guardò l'orologio che portava al polso
-Credo che adesso sia meglio andare,il sovrano potrebbe insospettirsi- e così si avviò verso la porta d'ingresso -A presto,amico mio!-

-Ume!-chiamò però di nuovo l'uomo. La signora si voltò verso di lui.
-Ci sono giorni in cui vado a pesca e torno a casa a mani vuote,altri invece ho un raccolto abbondante,altri ancora il raccolto è modesto. Voglio dire,la vita ha i suoi altri e bassi,ma non bisogna mai darsi per vinto. Anche se a volte non prendo nessun pesce,io ci riprovo,perché il mare ne è comunque pieno. La vita ti offre sempre un'opportunità, sei tu che devi saperla cogliere- l'uomo disse queste parole con lo sguardo serio,come per incoraggiarla attraverso il suo esempio.

-Io coglierò quest'opportunità,voglio morire senza rimpianti. Ho lasciato mia figlia sola contro tutti e non ho compreso il suo disperato bisogno di libertà,ho calpestato i suoi sentimenti e l'ho cacciata via,sono stata una pessima madre. Ma questa volta sarò la nonna migliore del mondo!- concluse con occhi lucidi.

Il pescatore sorrise.
-Ben detto!-

 

Ume così tornò al castello,con il cuore pieno di speranza e felicità. Joseph le aveva dato la forza di cui aveva bisogno,le sue parole,semplici e veritiere,avevano scaldato il suo cuore ormai ferito. Solo un amico sincero e presente come lui poteva riuscirci.
Adesso sapeva che la sua nipotina stava bene,e aveva trovato anche l'amore. Ironia della sorte,si trattava di un pirata.
La donna si lasciò andare ad una risatina.
"Certo che sei proprio identica a tua madre”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! ^^
Era da un bel po' che non aggiornavo,ma ho avuto problemi di connessione e altre cose... xD
Questo capitolo è un po' più lunghetto,ma ultimamente l'ispirazione,che mi aveva abbandonato,mi ha travolto di nuovo,infatti ho scritto anche l'altro capitolo,e credo che sarà più bello :) (almeno spero eheheh xD)
In effetti qui i protagonisti non ci sono per niente,però almeno sappiamo che la lettera è arrivata a destinazione,la nonna l'ha letta e inoltre ci sono indizi sulla madre di Kokoro! :) Naturalmente tutta la storia che c'é dietro arriverà col tempo!
Onestamente la figura di Joseph a me piace molto, un uomo saggio e fermo nelle sue parole! Spero che vi piaccia almeno un po' di quanto piace a me! :3
Passo a ringraziare Itchi Bellamy Winchester, martychanfantasy, Axul e allessor per aver letto e recensito! Grazie mille! ^^
Naturalmente ringrazio anche chi ha letto questa storia e l'ha inserita nelle preferite,seguite e ricordate! XD
Al prossimo capitolo! (che devo solo riscrivere e rivedere al pc e poi pubblicare- spero presto!)

ELE

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Capitolo 23
*** 22. Attimi di tranquillità ***


Attimi di tranquillità

 

Era arrivata una nuova giornata anche sulla Moby Dick. I pirati si preparavano a scendere in una piccola ma graziosa isoletta per fare rifornimenti vari e rilassarsi un po'.
-Ragazzi,non so voi,ma io vado a cercarmi qualche locanda dove fare colazione. Sono le dieci e sono ancora a stomaco vuoto!- esclamò Ace con la sua solita energia.
-C'era da aspettarselo da lui- disse Marco -In ogni caso propongo di seguirlo,in fondo questa mattina neanche noi abbiamo fatto colazione-.
Gli altri pirati annuirono,mentre Kokoro guardava Ace correre verso la strada davanti a sé come se lo avessero appena liberato da una gabbia.
“Parla come se fosse affamato da una vita quando fino a ieri notte era a frugare in tutte le credenze della cucina. E solo perché hanno chiuso la dispensa con tripla catena” commentò sarcasticamente nella sua testa.
-Ehi Koko! Tu non vieni con noi?- la chiamò Marco.
La ragazza si voltò verso di lui.
-No,vi ringrazio. Io ho già fatto colazione,un bel cornetto caldo mi basta e avanza. Preferisco girare per l'isola e fermarmi nei negozi. Vado a fare un po' di shopping. Appena finito vi raggiungo- rispose con il suo solito sorriso gentile. In effetti aveva bisogno di vestiti,quando se ne era andata dall'isola aveva portato solo due cambi,e poi aveva qualche indumento che le aveva trovato Ace,ma naturalmente non bastavano,quindi avendo l'occasione non voleva sprecarla.
-Ok,allora ci vediamo dopo. Noi appena finito andiamo per i rifornimenti alla nave,se non ci trovi alla locanda siamo in giro. Fai attenzione-
-Si,non preoccuparti!-
Così Koko e gli altri pirati si separarono. La ragazza iniziò il suo giro per i negozi dell'isola,mentre gli altri si diressero alla locanda a fare colazione. Appena entrati videro Ace ingozzarsi come un maiale,il che attirava l'attenzione dei pochi clienti all'interno del locale,oltre che del personale,i quali lo guardavano con gli occhi fuori dalle orbite.
-Oh! Siete arrivati!- disse fra un pasto e l'altro. Ma si accorse subito che mancava qualcuno.
-Dov'è Koko?- chiese guardandosi in giro per cercarla con lo sguardo.
-Ha detto che andava a fare shopping in giro per l'isola- rispose Marco sedendosi accanto a lui,imitato da tutto il resto della comitiva.
-Capisco- disse continuando a mangiare.
Il biondo poggiò una mano sotto il mento guardandolo.
-Non sei preoccupato a lasciarla da sola?- domandò curioso l'amico.
-Perché dovrei esserlo?- rispose Ace non capendo perché gli avesse fatto quella domanda.
-Beh,è sola,non ha armi con lei,se arriva qualche malintenzionato...- più che curiosità, quella di Marco era l'intenzione di stuzzicarlo per vedere quale fosse la sua reazione.
-Tranquillo,anche se sembra piccola e indifesa sa cavarsela- sorrise ricordando cosa aveva fatto sull'isola della frutta -e poi quest'isoletta sembra tranquilla,non ci sono molti pirati- continuò portando un altro piatto colmo di cibo davanti a sé.
Marco sorrise,iniziando poi a gustarsi la sua colazione. Evidentemente Ace si fidava di lei se nel parlarne usava un tono così sicuro.
Intanto Kokoro era appena uscita da un negozio di vestiti. In mano teneva due buste e aveva sul viso un espressione soddisfatta “E questo è solo l'inizio” pensò divertita continuando a girare nel centro.
Senza accorgersene,si era già fatto mezzogiorno e iniziava a sentirsi lo stimolo della fame. Non aveva la benché minima idea di dove fossero gli altri,quindi decise di pranzare prima di cercarli,ed entrò nella locanda dove prima Ace e gli altri avevano fatto colazione – lo aveva capito dalle enormi file di piatti che i camerieri erano intenti a trasportare in cucina-.
Sorrise,sedendosi su una sedia rivestita in pelle bianca e,posando le buste,che si erano triplicate,accanto a lei,prese in mano il menu per vedere cosa doveva ordinare. In fondo rimanere un po' da sola non era male,poteva starsene in compagnia dei suoi pensieri e in piena tranquillità,cosa che sulla nave,in un modo o nell'altro,non c'era quasi mai.

Quando finì di pranzare,decise di tornare nell'imbarcazione per non far preoccupare gli altri,o almeno questa era la sua idea,ma i suoi piani vennero sviati quando,senza accorgersene,imboccò una stradina che la condusse su una piccola spiaggia,dove l'acqua cristallina del mare era tranquillissima e una dolce brezza faceva giungere alle sue narici l'odore di salsedine. La ragazza non poté non fermarsi,infatti prima poggiò sulla sabbia le sue buste,poi si tolse i sandali,immergendo i piedi in quella sabbia finissima e fresca. Sorrise,sentendo una bella sensazione crescere dentro di lei,mentre quel dolce venticello faceva svolazzare,insieme ai suoi lunghi capelli castani, la parte inferiore del leggero vestitino bianco che indossava e che aveva comprato quella mattina stessa. Fece un respiro profondo,godendosi quegli attimi di pace e di tranquillità. Chiuse gli occhi,cercando di rilassare i muscoli e cercando di dimenticare per un attimo tutti i suoi problemi e le sue preoccupazioni,e sembrava proprio che quell'angolo di paradiso stesse riuscendo a darle l'effetto desiderato,a trasportarla lontano da tutto e da tutti,a dire “Fermati un attimo e lasciati cullare da me”. Proprio così,in quel momento si sentiva un po' in pace con se stessa,tanto che senza accorgersene delle piccole e calde lacrime le scivolarono sul viso. Ma non voleva piangere,quindi le asciugò subito e poi lentamente aprì gli occhi azzurri,proprio come lo era il cielo in quel momento,senza una nuvoletta che intralciasse quella vasta distesa sopra di lei,e si avvicinò ancora di più all'acqua limpida,fermandosi a pochi centimetri da essa,solo un gradino di sabbia modellato dalle onde delle ore precedenti la divideva. Si sentiva proprio bene,e pensava non ci fosse nulla di male a godersi ancora un po' quella meraviglia...

Ma di parere contrario era sicuramente Ace,che camminava per le strade dell'isola da qualche ora,e aveva sul volto un'espressione seria,forse meglio dire arrabbiata. “Mi piacerebbe sapere dov'è andata a cacciarsi!” pensava guardandosi un po' ovunque in cerca di una principessa di nostra conoscenza. Quando aveva visto che era sparita da un paio d'ore e non era più tornata,aveva iniziato a preoccuparsi,temendo che le fosse accaduto qualcosa,tanto che aveva lasciato gli altri pirati a occuparsi delle faccende riguardanti la nave e si era messo a cercarla sperando che stesse bene e si fosse solamente attardata da qualche parte. Tuttavia era da un bel pezzo che continuava a girare per l'isola,ma di lei non c'era traccia. Era strano per lui preoccuparsi così per qualcuno,ma non riusciva proprio a togliersi dal cuore quell'angoscia che lo aveva assalito,dopo aver anche ascoltato le parole che Marco gli aveva rivolto quella mattina stessa. Cercò di ignorare la voce del capitano della prima flotta che rimbombava nella sua testa “Non può essere stata rapita o altro. Accidenti a lei!”. Proprio dopo aver formulato quest'ultimi pensieri,percorse la stessa stradina che aveva fatto la ragazza,e la vide ad un paio di metri di distanza intenta a contemplare il mare.

-Oh! Eccola finalmente!- esclamò emettendo un sonoro respiro come per scacciare via tutta quella preoccupazione “Poteva almeno avvertire” pensò facendo un'espressione indignata. Si fermò un attimo ad osservarla da lontano,notando che portava un vestito che non le aveva mai visto prima,ma che le stava sicuramente molto bene visto che si ritrovò a commentare dentro di lui il fatto che fosse davvero molto bella,anche perché stava sorridendo e sembrava serena. Rimase a guardarla come incantato per una manciata di secondi,era come se la stesse consumando con lo sguardo,mentre oltre alle sue vivaci lentiggini,apparve sulle sue gote un lieve rossore che senza ombra di dubbio avrebbe sorpreso anche la luna. Anche dentro al suo cuore qualcosa andava diversamente dal solito,sentiva uno strano calore pervaderlo,e solo perché stava vedendo che lei era felice,che quegli occhi limpidi più del cielo avevano abbandonato,benché forse solo per poco tempo,quella scia scura e sofferente che persisteva sempre in lei. Su di una cosa era sicuro: avrebbe fatto di tutto per proteggere quel bellissimo sorriso,per aiutarla.
Poi in un attimo sembrò ridestarsi da quei pensieri,e scuoté più volte la testa prima di avviarsi verso la spiaggia e raggiungerla. Restava comunque il fatto che era sparita facendo preoccupare tutti!
-Finalmente ti ho trovato!- esclamò ad alta voce a pochi passi da lei.

La ragazza,totalmente persa nel suo mondo e in quell'atmosfera rilassante, sobbalzò nell'udire la voce di Ace alle sue spalle,sentendosi del tutto spaesata,e mentre si andava a voltare verso di lui,il suo piede indietreggiò troppo inciampando sul gradino di sabbia e facendole perdere l'equilibrio. Stava per fare una clamorosa e goffa caduta in acqua,quando si sentì avvolgere la schiena e i fianchi da due forti e calde braccia, che la tirarono su. Naturalmente quegli arti appartenevano ad Ace,che nel sollevarla, l'avevano portata a pochi centimetri da lui. Quando la ragazza aprì gli occhi,vedendo quanto gli era vicina e sentendo le sue braccia che continuavano a stringerla,arrossì vistosamente,e lasciò andare la presa sulla sua camicia,che stranamente quel giorno portava,come sempre aperta. Caspita quant'erano vicini! Poteva vedere chiaramente ogni lineamento e ogni particolare del volto del ragazzo,che in quel momento aveva un'espressione dura... no,arrabbiata! E questo destò per un attimo Koko da tutto il resto,ricordandosi che si era allontanata da quella mattina e aveva fatto perdere completamente le tracce di sé. Che stupida! Tutti erano preoccupati per lei e lei se ne stava in spiaggia!
-A-Ace... io...- cercò di scusarsi,non riuscendo però a mantenere il contatto visivo con lui per quanto si sentiva in colpa.
-E' da stamattina che sei sparita,sai che eravamo tutti preoccupati per te? Ti ho cercato in tutti gli angoli! Iniziavo a pensare che ti fosse successo qualcosa!- parlò Ace in tono di rimprovero.
La ragazza si rattristò parecchio,Ace aveva ragione,si era comportata male nei loro confronti,soprattutto in quelli del pirata di fuoco. Era stata egoista.
-Mi dispiace...perdonami...- si scusò,sforzandosi di non mettersi a piangere come una bambina.
Ace,guardando l'espressione amareggiata che si era fatta spazio nel suo viso,pensò di aver esagerato col rimprovero,quindi per cercare di farla sentire meglio,liberò la presa sulla sua schiena e le diede un colpetto amichevole sulla fronte,sorridendole,mentre l'altra mano la stringeva ancora per i fianchi.
-La prossima volta porterò un guinzaglio con me,così non ti perderò di vista!- le disse ridendo.
-Eh? Un guinzaglio?- chiese allarmata.
-Ahahahah non mi dire che mi hai preso sul serio! Sto solo scherzando!- esclamò lasciandola andare del tutto e incamminandosi verso la via di ritorno alla nave. Koko rimase immobile a fissare il vuoto,sentendosi confusa e smarrita,anche perché sciogliendo quella stretta,era stata privata improvvisamente del suo dolce calore e del suo dolce profumo,che già le mancavano.
-Sarà meglio raggiungere gli altri adesso- continuò il ragazzo davanti a lei,notando poi in un angolo tutte quelle buste riempite di vestiti.
-Vedo che ti sei divertita parecchio a svaligiare i negozi questa mattina!- commentò indicando tutta quella roba.
-Ah...ehm...avevo bisogno di vestiti- rispose avvicinandosi per raccogliere tutto e andare via. Ma Ace l'anticipò,raccogliendo il bottino prima di lei.
-Faccio io- disse sorridendole gentilmente.
La ragazza arrossì,abbassando lo sguardo.
-Grazie- rispose. Si rimise i sandali e poi lo affiancò. Le premeva chiedergli qualcosa,e dopo varie occhiate,fece la domanda.
-Ace... sei ancora arrabbiato con me?- domandò timidamente.
Il ragazzo la guardò,trovando buffa quell'espressione da cucciolo indifeso e poi scoppiando a ridere.
-Ahahahah perché dovrei esserlo?- rispose -L'importante è che tu stia bene-.
A quel punto Kokoro sorrise,mentre il cuore continuava a batterle forte.
-Però ammetto che hai trovato davvero un bell'angolino per nasconderti-.
-Già,è un posto magnifico!-
I due continuarono a parlare fino all'arrivo sulla nave,dove vennero accolti dal resto dei pirati.
-Pensavo che non sareste tornati fino all'alba di domani! Capisco la voglia di stare soli soletti e appartarvi,ma non potete ignorare le esigenze altrui!- Marco li “accolse” con questa frase,che suscitò le risate dei compagni,ma l'imbarazzo di Koko ed Ace,il quale era già pronto ad arrostirlo perbene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice
Hello!! ^^
Era da un bel po' che non aggiornavo ehehe ^^”
In ogni caso meglio tardi che mai XD Spero che questo capitolo vi piaccia,io mi sono divertita quando l'ho scritto :3 Koko questa volta l'ha combinata grossa,ha fatto preoccupare tutti!! v.v Vabbè,in ogni caso finisce bene quel che finisce bene xDD
Mi dispiace se ci sono errori T.T perdonatemi! >.<
Ringrazio allessor, Itchi Bellamy Winchester, martychanfantasy, Yellow Canadair e Axul per aver letto e recensito! ^^ Grazie mille! ^^ E come sempre tutti quelli a cui piace la storia! :)
Spero di aggiornare presto,perché le vacanze stanno per volgere al termine (almeno per quanto mi riguarda xD) e quindi avrò molto meno tempo T.T (depressione time)
Bene allora a presto!! ^^
Saluti!
ELE

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Capitolo 24
*** 23. Scoperte interessanti ***


Scoperte interessanti

 

Dei colpi si sentirono sulla porta oltre la quale vi era il Grandammiraglio Sengoku. Egli era seduto dietro una scrivania,intento a occuparsi di qualche vicenda.
Nella stanza c'era solo calma e silenzio,gli occhi dell'uomo,su cui erano sovrapposti occhiali di forma rotonda,erano concentrati su alcuni fogli. Uditi quei colpi,senza distogliere l'attenzione da quello che stava facendo,rispose -Avanti- in tono pacato e atono.
Dalla porta fece capolinea un semplice marine,che si mise sull'attenti e poi si inchinò in segno di rispetto.
-Mi scusi Grandammiraglio Sengoku,c'è il generale Kazuki che chiede udienza- comunicò quello.
-Digli di lasciarti il messaggio. Me lo recapiterai più tardi. Sono occupato- rispose l'uomo senza scomporsi.
-Ecco... ci ho già provato,ma insiste a dire che c'è qualcosa di molto importante di cui deve parlare personalmente con lei. Cosa devo fare?-
L'uomo alzò gli occhi dai fogli e li puntò verso il marine.
-Cosa sarebbe questo “qualcosa di molto importante”?- chiese poi un po' seccato.
-Non saprei,ma sembra sia urgente...- rispose l'altro abbassando lo sguardo verso il pavimento,non sapendo più cosa dire.
-Fallo entrare velocemente,non ho tempo da perdere- comandò.
-Si! Con permesso- rispose quel ragazzo uscendo dalla stanza e chiudendo la porta.

Dopo qualche minuto si sentì di nuovo bussare. Dopo l'invito di Sengoku ad entrare, un uomo dai folti baffi marroni,lo stesso che si era scontrato con la nave di Ace,varcò l'uscio,inchinandosi rispettosamente verso il grande marine.
-Signore,grazie per avermi permesso di incontrarla-
-Gradirei sapere l'argomento per la quale ha tanto insistito di vedermi-
-Mi dispiace doverle rubare del tempo ma... guardi- continuò il generale Kazuki avvicinandosi alla scrivania e posandovi un giornale. Puntò l'indice su un articolo in particolare,quello che ritraeva una ragazza diciottenne,e quella ragazza... era proprio Kokoro!
-Lei ha già letto quest'articolo?- chiese l'uomo -Questa è la principessa dell'isola di Colorful Water,scomparsa da qualche tempo. E' l'erede al trono dei Yamashita- concluse riassumendo la notizia che dava quell'articolo.
-Lo so,tuttavia non capisco questo cosa abbia a che fare con noi. Il re si è per caso rivolto alla marina per chiedere aiuto? Risolvetela voi,mandate qualche divisione a trovarla in cambio di denaro,non ho tempo di mettermi a rincorrere una mocciosa, ho cose più importanti di cui occuparmi. E' tutta questa la cosa urgente di cui doveva parlarmi? Se è così la nostra conversazione può dichiararsi conclusa- rispose tagliente Sengoku,iniziando a spazientirsi.
-No aspetti!- esclamò il generale facendo segno di diniego con le mani -Niente di tutto questo. Vede,qualche giorno fa la mia divisione si è scontrata con una nave di pirati-
-E quindi? Parli chiaramente,non mi piacciono gli indovinelli-
-Era la nave di Portuguese D. Ace!-
Sengoku,a sentire il nome di quel pirata tanto famoso quanto odiato, riportò l'attenzione,che aveva ormai destato,alle parole di quel marine.
-Suppongo che il suo tentativo di cattura sia andato a male-
Kazuki lasciò scivolare un gocciolone di sudore dalla fronte mentre si portò una mano dietro la nuca come per scusarsi,sentendosi un emerito idiota.
-Ehehe sono davvero desolato,mi dispiace- disse,ma dentro di sé ardeva la fiamma della rabbia “Maledetto pirata,a causa sua ho fatto una figuraccia davanti al Grandammiraglio! Me la pagherà!” pensò irato. Ma accorgendosi che la pazienza di Sengoku era arrivata al limite,tossì e continuò a parlare.
-Comunque,mentre avveniva lo scontro tra i marine e i pirati di Barbabianca, mi sono reso conto di una strana presenza sulla sua nave. Non ci crederà,ma era proprio quella principessa!- esclamò euforico il generale.
L'altro marine lo guardò con tanto di sorpresa e incredulità nello sguardo.
-Che cosa?!- chiese strabuzzando gli occhi -Mi sta dicendo che quella ragazza si trova su una nave pirata? E proprio in quella di Pugno di Fuoco? Ne è sicuro?-
-Si,le dico che l'ho visto con i miei occhi! Ma la cosa più strana è che sembrava a suo agio con quei pirati! Non aveva catene o segni di violenza fisica!-
Sengoku divenne pensieroso. Che legame c'era tra quei due?
-Molto interessante- esordì rivolgendosi poi al generale -Ho bisogno di qualche particolare,poi vedremo il resto- concluse.
-Cosa ha intenzione di fare? Non dovrebbe mettersi in contatto con il re?-
Il marine sorrise
-Credo sarà lui a contattare noi. In ogni caso,per il momento può andare,la richiamerò in seguito- disse all'uomo.
Quello,che si aspettava complimenti e lodi per il suo lavoro,rimase deluso. E Sengoku,quasi intuendo i suoi pensieri lo ammonì in tono freddo,battendo le mani sulla scrivania.
-Questo non toglie che lei sia stato un incapace a farseli sfuggire così facilmente-.
Kazuki scattò imbarazzato,prima di scusarsi e poi congedarsi da quella stanza.

 

 

Ma torniamo alla nave... dopo una mattinata trascorsa tranquillamente e dopo l'ora di pranzo,che era stata tutta un antitesi di quella tranquillità,Koko,che si trovava in cucina,puliva silenziosamente piatti,bicchieri e posate,anche se in verità la sua mente vagava in tutt'altro pianeta. Sorrideva felice,rendendosi conto di come ormai tutte quelle stupide chiacchiere sui pirati con cui i sovrani le avevano riempito la testa erano più che false,frutto solo di dicerie e pregiudizi dovuti alla superficialità e alla mediocrità della gente.
I pirati di Barbabianca erano uomini orgogliosi e forti,e avevano grandi principi,come la lealtà e il rispetto,il coraggio e la determinazione. A Kokoro per un attimo era sfiorata l'idea di unirsi stabilmente a quella grande famiglia,tuttavia sapeva benissimo in che condizione si trovava,tale da non doversi permettere di chiedere neanche una briciola di pane in più,visto tutto l'aiuto che aveva ricevuto,per dare in cambio cosa poi? Falsità e bugie,scappando solo dalla verità. E a pensarci,ogni volta quella voragine dentro al suo cuore si riapriva,e la tormentava continuamente,ricordandole quanto fosse stata meschina nei confronti di tutti. La ragazza sospirò; no,non doveva abbattersi,aveva ancora una piccola goccia di speranza che vacillava in quella voragine,doveva solo crederci,pensare positivo,e forse ce l'avrebbe fatta,forse sarebbe riuscita a rivelare a tutti ciò che aveva tenuto nascosto per tanto tempo. E forse Ace l'avrebbe perdonata,sorridendole ancora una volta e porgendole la mano per accoglierla calorosamente nella sua ciurma. Koko sorrise di nuovo,felice all'idea di stare per sempre al suo fianco,anche se non voleva illudersi,sapeva benissimo che i suoi erano solo sogni,e niente più.
Uscita da quel vortice di pensieri,ripensò poi a quella “presa-quasi abbraccio” del giorno precedente. Inutile dire a quanto fosse salita la sua temperatura nel ritrovarsi così vicina a quel viso bellissimo,circondata da quelle braccia forti e muscolose... e più ci pensava,più arrossiva,eppure a momenti si chiedeva “Possibile che mi senta così felice solo perché mi ha salvato da un epica caduta in acqua?”. Voleva rimanere con i piedi per terra,ma era proprio una brava sognatrice,e non le dispiaceva affatto fantasticare,mentre un dolce sorriso coronava il suo stato d'animo.

Ma ad un tratto un piccolo colpo battuto sulla porta e la voce di Marco la fecero sobbalzare.
-Hai bisogno di una mano,Koko?... O forse dovrei dire... principessa Kokoro?- chiese il ragazzo in tono alquanto sospettoso e indagatorio,incrociando le braccia e appoggiandosi alla parete.
La ragazza,a quelle parole,scattò di colpo,facendo frantumare al suolo il piatto che teneva fra le mani. La domanda improvvisa e del tutto inaspettata di Marco l'aveva colpita proprio come un fulmine a ciel sereno. L'agitazione l'assalì,non sapeva cosa dire o fare,in preda al panico se ne stava lì,immobile,in quella stanza improvvisamente carica di tensione,chiedendosi come il comandante della prima flotta avesse scoperto la sua vera identità.
-I-io... n-non...- ormai era inutile negare,tanto reagendo in quel modo aveva solo accentuato ciò che era già evidente.
“Colpita e affondata” pensò Marco confermando i suoi sospetti.
-Ammetto che ho avuto dubbi su di te fin da quando sei arrivata sulla Moby Dick- esordì il ragazzo staccandosi dalla parete e avvicinandosi a lei -Avevo l'impressione di averti visto da qualche parte,il tuo volto non mi era del tutto nuovo,ma ho lasciato perdere credendo di sbagliarmi. Ma ieri sera mi è capitato tra le mani questo- continuò facendole vedere il giornale,proprio quello che annunciava della sua fuga e che la ritraeva per metà busto,in abiti regali. La ragazza sussultò. Lo conosceva bene quel giornale,aveva comprato una copia quando si trovava ancora con Ace e i suoi pirati a Fruit Splash.
-Sai,mi ci è voluto neanche un secondo per capire che quella principessa eri proprio tu. Anche su questa nave corrono le notizie,hai pensato a sbagliare il contrario. Hai avuto fortuna solo perché gli altri non ci hanno fatto caso o non hanno proprio letto l'articolo-.
La ragazza abbassò lo sguardo,stringendo i pugni tremante.
Marco si abbassò,raccogliendo tutti i pezzi del piatto appena frantumato. Seguì qualche minuto di silenzio,poi,quando il ragazzo finì con il lavoro,si rialzò guardandola serio.
-Lasciando da parte il fatto che sei una principessa,vorrei capire... perché hai mentito a tutti sulla tua vera identità?- chiese calmo e paziente,doti che lo avevano sempre caratterizzato. Non voleva peggiorare lo stato in cui Koko si trovava.
-Perché hai preso in giro Ace e gli altri? Qual è il tuo vero obiettivo?-
Gli occhi della ragazza iniziarono a colmarsi di lacrime,si sentiva tremendamente in colpa,ma c'era una cosa su cui doveva controbattere.
-No! Ho mentito... ma io ad Ace e a tutti voi ci tengo tantissimo,devi credermi!- esclamò determinata. Aveva confermato a Marco la verità,ma voleva che capisse che loro,quei pirati, avevano rappresentato la sua salvezza.
Il biondo guardò il suo volto,e intuì che le sue parole erano vere.
-Se ci tieni davvero a noi,dovresti essere sincera. Ti stai comportando da codarda lo sai? E non mi riferisco solo al fatto che nascondi chi sei davvero...- rispose alludendo anche alla fuga. Quello era l'unico modo per aiutarla,facendole ammettere i suoi errori. Koko si rabbuiò.
-Se l'ho nascosto in fondo è perché non voglio esserlo. Ace mi ha dato la possibilità di vivere come voglio, di farmi conoscere per come sono davvero. E' grazie a lui se quando stavo per lasciare tutto e tornare in quelle mura ho capito che me ne sarei pentita e avrei avuto rimpianti. Lui mi ha fatto capire cos'è la libertà!-
-E pensavi che fuggendo avresti risolto le cose?-
-Tu non sai nulla,non sai proprio niente,quindi ti prego di non parlare delle mie scelte!-. Marco da un lato aveva ragione,ma questo non significava che poteva ammonirla ingiustamente,senza sapere com'era la sua vita in quel castello.
Il ragazzo sospirò. Era vero,in fondo conosceva solo la versione dell'articolo. Non sapeva cosa l'aveva spinta realmente a lasciare tutto. In ogni caso decise di aiutarla.
-Lascia che ti dia un consiglio: quando c'è un problema non dovresti tenerti tutto dentro. Ti ammiro per come sei riuscita a cavartela e a sopportare tutto da sola,ma conoscendoci hai capito che siamo una vera famiglia noi pirati,giusto?-
La ragazza annuì,asciugandosi le lacrime,sentendosi confusa.
-Non non lasciamo mai indietro un amico,qualunque sia il suo passato. Ognuno di noi ha un qualche fardello da portarsi dietro,cosa credi? Ma quando hai tanti amici accanto pronti ad accettarti e a porgerti la mano tu non devi avere paura di stringere quella mano- disse in tono gentile il ragazzo,poi continuò rivolgendo le sue parole verso un certo pirata che Koko conosceva bene -Ace è una persona eccezionale, non ti abbandonerebbe mai. Non fa parte del suo essere l'egoismo. E' grazie alla sua grande determinazione e nobiltà d'animo,oltre che alla sua forza, se è diventato uno dei pirati di Barbabianca. Il babbo conosce bene la farina che c'è nel suo sacco- concluse. Voleva incoraggiarla a parlare con Ace,perché sapeva che il suo fratellino si era affezionato a quella ragazza e desiderava che le cose andassero per il meglio.
Finito di parlare,Marco si voltò,pronto per andarsene.
-Io non so perché ti sei comportata così,avrai avuto le tue ragioni... ma le bugie non vanno lontano. Sei ancora in tempo,puoi farcela. E puoi contare anche sul mio aiuto se vuoi. Ciao ciao!- salutò,sparendo oltre la porta della cucina.
Kokoro rimase lì ferma,meditando su quelle parole. Realizzò solo poco dopo che Marco le aveva offerto il suo aiuto. Questo significava che non avrebbe detto nulla! Lasciò la cucina,doveva trovarlo e ringraziarlo subito,era stato comprensivo e gentile con lei,le sue parole l'avevano davvero incoraggiata.
O almeno questo era il suo intento,prima di essere travolta da un uragano di nome Ace...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice
Buonasera a tutti! ^^
Finalmente dopo tanto tempo riesco ad aggiornare questa storia! ^^” Mi dispiace se ci ho messo tanto ma da quando è ricominciata la scuola sono abbastanza occupata.
Fortuna che stasera mi sia messa d'impegno e l'abbia scritto! XD
Comunque è un po' più lungo,ma di poco,rispetto agli altri,ma mi sento un tantino agitata per due motivi. Il primo si chiama Sengoku. Spero di aver centrato almeno un po' il suo carattere e di non aver fatto fiasco xD Stasera stavo giusto rivedendo in tv un episodio dove è presente (è proprio la saga di Marineford TT.TT Ace! ç.ç) e ho cercato di osservarlo per benino xD Il secondo motivo si chiama Marco. Non so,ma io lo vedo così,gentile,paziente e anche un po' “spietato” xD ahahahah
In ogni caso,il nostro caro biondino ha scoperto la verità,ma penso sia stato un bene! :)
Spero dunque che questo capitolo vi sia piaciuto almeno un po' e... al prossimo (che ancora non ho nemmeno scritto- ahimè neanche il titolo xD) ma presto ci riuscirò!! ^^
Ringrazio allessor, martychanfantasy, Yellow Canadair, Itchi Bellamy Winchester, marotti92 e Axul per aver letto e recensito, e naturalmente anche tutti quelli che seguono la storia! :D Grazie mille!
Mi scuso per eventuali errori e... see ya soon!! xD
Saluti!
Ele

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Capitolo 25
*** 24. Tra desideri e bugie ***


Tra desideri e bugie

 

Kokoro stava uscendo dalla cucina per raggiungere Marco. Era rimasta così sorpresa dalle parole del ragazzo che sul momento non aveva saputo dire nulla, le era servito qualche minuto in più per realizzare che il pirata le stava concedendo una possibilità. Forse le aveva trasmesso il coraggio che stava cercando. Questa volta sarebbe andata diversamente. Certo, avrebbe dovuto trovare il momento giusto, andare così su due piedi da Ace e dirgli la verità sarebbe stato ridicolo. Intanto era doveroso ringraziare il biondo, perché lasciandole la libertà di decidere quando parlare ad Ace, aveva riposto un po' di fiducia in lei, e non voleva deluderlo.
Così era sul punto di varcare l'uscio della cucina, quando si ritrovò davanti un alquanto movimentato Ace, che esibiva un sorriso birichino sul volto, proprio come un bambino che ha appena combinato una marachella. La ragazza fece in tempo a frenare, ma nell'attimo in cui indietreggiò cadde a terra, rimanendo seduta sul pavimento. Piagnucolò, mentre il sorrisetto da furfante di Ace si arrestava, lasciando posto ad un espressione sorpresa.
-Koko?!- esclamò -Cosa ci fai ancora qui?- chiese aiutandola a rialzarsi.
-Stavo giusto uscendo- rispose la ragazza massaggiandosi il fondoschiena un tantino dolorante. Poi si rivolse a lui.
-E tu invece?- chiese non lasciandosi sfuggire l'espressione sorniona che stava esibendo qualche minuto prima. Ace ritornò a fare un sorrisetto compiaciuto.
-Eheheh, ho appena fatto uno scherzetto a Vista. E' meglio lasciarlo sbollire la rabbia per un po', altrimenti mi fa a fettine!-
La ragazza sospirò. Quando ci si metteva sapeva essere anche peggio di un bambino. Insomma... se le cercava a volte! Eppure lui trovava tutto così divertente, non era minimamente preoccupato della reazione che avrebbe potuto avere il suo compagno.
-Spero per te che non ti trovi, altrimenti... buona fortuna!- gli disse scherzosamente.
Il ragazzo le sorrise, ricordandosi poi di dove si trovasse. Koko si accorse subito del suo cambio di espressione.
-Mh? Cosa c'è?- domandò stranita al pirata.
-Oh, nulla. Stavo solo pensando che dal momento che mi trovo qui, potrei fare un altro spuntino... tanto per ingannare il tempo!- concluse avviandosi verso il frigorifero.
Ma si pose subito un ostacolo tra lui e la sua meta, ovvero la principessa, che allungò le mani fino a raggiungere le sue spalle bloccandolo.
-Fermo lì!- esclamò la ragazza facendo fatica a tenerlo bloccato visto che era più alto, oltre che naturalmente più forte di lei. Ma la sua espressione severa e ferma primeggiava su tutto.
Ace si stupì. “Che cosa le prende adesso?” si chiese notando quel tono serio e determinato.
-Eh? Perché?- chiese ingenuamente.
-Ho appena finito di pulire tutto,quindi non ti permetterò di rimettere la stanza a soqquadro! E poi lo faccio anche per il tuo bene! Quindi non fare un solo passo in più!- rispose Koko arrossendo un po'. Non gli avrebbe permesso di ridurre la cucina a un porcile dopo aver diligentemente e pazientemente rimesso tutto in ordine! Senza contare che erano passate poco più di due ore dall'ora di pranzo!
Ace rimase a bocca aperta. Non riusciva a credere che lo avesse appena sbattuto fuori dalla cucina. Si, perché quello era un chiaro invito a girare i tacchi e trovare altri orizzonti.
Però!... quando voleva sapeva tirare fuori un bel caratterino la ragazza, pensò Ace accennando a un sorrisetto piuttosto malizioso.
Kokoro sussultò non appena lo vide avvicinarsi, forse più del dovuto, a lei, ritrovandosi quel bellissimo viso a poca distanza dal suo, ormai in fiamme.

-...Altrimenti?- chiese ad un tratto lui in tono provocatorio.
-E-eh?- la ragazza cercò di distogliere lo sguardo e di guardare altrove.
-Da quando sei diventata così audace?- domandò sempre con quel sorrisetto.
E maledetto sorrisetto! In quel momento avrebbe tanto voluto odiarlo, e invece i suoi occhi non volevano smetterla di fissarlo, di guardare le sue labbra piegate in un espressione così maledettamente provocante.
Avvicinò ancora di più il suo viso a quello di lei, non potendo fare a meno di notare il rossore sulle sue guance, che la rendeva estremamente carina e indifesa.
Poi si perse in quegli occhi azzurri, limpidi, ma sempre velati da una scia di malinconia e tristezza. Non sapeva perché, ma ad Ace dava un fastidio tremendo, quanto avrebbe voluto toglierla, farla scomparire e permettere a quelle iridi luminose di brillare ancora di più.
Lui voleva sapere, voleva capire cosa le impedisse di essere felice, iniziava a non sopportare più quell'alone di mistero che aleggiava intorno a lei. Ma aveva promesso di aspettare, di lasciarle il tempo necessario, quindi non poteva fare altro che starsene buono, nonostante dentro morisse dalla voglia di conoscere ciò che lei stava così accuratamente nascondendo.

Anche Kokoro vagava negli occhi neri del ragazzo, ma quello che chiedeva indirettamente a quegli occhi era “Potrai mai perdonarmi per averti mentito in tutto questo tempo?”. Avrebbe voluto che le rispondessero subito con un “Si”, ma quello che facevano era solo continuare a fissarla intensamente, tanto che per un attimo ebbe il timore che potessero leggerle anche l'anima. Si sottrasse dunque al suo sguardo, riportando l'attenzione sulle sue labbra, che non erano più piegate in un sorrisetto, ma erano serie,come tutto il suo viso in quel momento. Si chiese che sapore potessero avere, come sarebbe stato baciarle, cosa avrebbe potuto provare. Perché lei da un lato voleva, voleva ardentemente gettargli le braccia al collo e rispondere a questi interrogativi, ma dall'altro sapeva benissimo che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo, e anche se solo ci avesse provato, avrebbe solo peggiorato le cose.
Del resto, non sapeva neanche cosa Ace stesse provando in quel momento, se sentiva le sue stesse emozioni, se avvertiva come un turbinio travolgerlo lungo tutto il corpo, se il suo cuore batteva sempre più veloce ad ogni minuto che passava, proprio lo stato in cui lei si trovava, così impetuoso da non poter essere controllato.
Probabilmente, pensò, ciò che sentiva era solo la voglia di “ingannare il tempo”, e visto che gli aveva impedito di farlo con il cibo, il tempo lo stava ingannando con lei, mentre lei stava solo continuando ad illudersi nelle sue fantasie. Già, non poteva esserci nulla. Ma non sapeva quanto si sbagliava.
Il pirata, vedendola rattristarsi, si allontanò, pensando di aver fatto qualcosa di male o che forse il suo atteggiamento fosse stato troppo invadente. Era come se lei avesse posto una barriera, e al di là di essa non volesse far passare nessuno.
Kokoro sospirò, chiedendosi se le cose sarebbero potute andare diversamente nel momento in cui avesse detto la verità dall'inizio. Sorrise amaramente, rendendosi conto di come la persona che aveva davanti, di cui pian piano si era innamorata e che era diventata il centro del suo mondo, fosse anche in parte causa della sua tristezza. Non che lui avesse colpe... forse era lei ad aver visto tutto in modo superficiale dall'inizio, non poteva credere che un semplice passaggio su una nave di pirati si fosse concluso con un epilogo tanto diverso quanto importante. Ma ancora poteva cambiare le cose; ora si sentiva anche incoraggiata dall'aiuto di Marco. Marco... a ripensare a quel nome alla ragazza tornò in mente qualcosa che aveva tralasciato dopo l'arrivo di Ace. Doveva ancora ringraziarlo!

-Marco!- esclamò, ridestandosi di colpo da quei pensieri.
Ace non capì.
-Marco?- chiese confuso. Cosa c'entrava la fenice in quella situazione? Dopo interminabili attimi di silenzio se ne usciva fuori esclamando il suo nome, ma il pirata continuava a non capire il perché. Era forse la risposta alla sua domanda originaria? No, impossibile.
-Ehm... devo ringraziarlo, ultimamente mi sta aiutando molto...- cercò di trovare una buona scusa per non far scaturire il vero motivo dei suoi ringraziamenti, ma aveva ottenuto un pessimo risultato!
Ace la guardò in silenzio. Quelle parole non lo avrebbero mai convinto.... c'era sotto qualcosa...
Koko allora uscì velocemente dalla cucina, cercando di sfuggire al suo sguardo sospettoso, non avrebbe retto ancora per molto ai suoi occhi indagatori, ma non era ancora il momento di parlargli, doveva prima avere una buona preparazione mentale, pronta a qualsiasi inconveniente.
-A-allora vado a cercarlo... a dopo! E cerca di non combinare guai qui!- disse prima di sparire dal suo campo visivo,ripetendosi in testa “Non se l'è bevuta!!”. Avrebbe sbattuto volentieri quella stupida testa da qualche parte, ma ci avrebbe sicuramente pensato più tardi, la priorità adesso era un altra.
Ace rimase lì, imbambolato, a chiedersi cosa si fosse perso fino a quel momento. Ma quello era solo uno dei tanti interrogativi che gli frullavano nel cervello.
Per un secondo gli era anche sfiorata l'idea di riportarla indietro, perché proprio davanti a lui sentiva come un vuoto che aveva lasciato... e la cosa lo confondeva parecchio.
“Che cosa stanno tramando quei due?” si chiese serio.
Perché no, se c'era una cosa che aveva capito di Kokoro, quella cosa era che non sapeva mentire affatto bene,anzi... era proprio una frana!
Lei invece non aveva capito una cosa di lui: se si metteva in testa un obiettivo, prima o poi l'avrebbe raggiunto, testardo com'era...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Buonasera a tutti!! ^^
Finalmente, in un ordinaria giornata di dicembre, sono riuscita ad aggiornare! XD
Mi dispiace per questo nuovo enorme ritardo, ma diciamo che oltre alle questini di studio ho avuto una specie di “blocco”, e anche pensandoci e ripensandoci, non sapevo cosa scrivere xD Però adesso è passato ed ecco qui il nuovo capitolo! :)
Diciamo che si concentra sugli stati d'animo di Ace e Koko, e se pensavate che quando lei gli mette le mani sulle spalle per bloccarlo gli sarebbe saltata addosso, beh... no! XD Anche se effettivamente mi era sfiorata quest'idea ahahahahah
Dal prossimo capitolo (work in progress) credo succederà qualcosa di diverso … o forse sarà tra due... boh,ancora non so! >.< In ogni caso,se le cose fino ad ora sono state abbastanza statiche, la situazione cambierà (sempre non aspettatevi nulla di “sensazionale” dal momento che la mia testa è idiota! xD)
Beh, passo a ringraziare Yellow Canadair, martychanfantasy, Itchi Bellamy Winchester e allessor per aver recensito il capitolo precedente! ^^ E come sempre tutti quelli che seguono la storia. :)
Spero di riuscire ad aggiornare prima di Natale,ma sono sicura che ce la farò!
A presto allora!!

ELE

 

 

 

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Capitolo 26
*** 25. Ritorno al passato ***


Ritorno al passato

 

Ace puntò i suoi occhi, neri come la pece, sulla figura di Marco, intento a versare dell'acqua in un bicchiere. Con le braccia incrociate sul tavolo e la testa abbandonata su di esse, il ragazzo continuava imperterrito a posare il suo sguardo indagatore sul biondo.
Era arrivata quasi l'ora di cena, e tutti i pirati aspettavano nella grande sala che il cibo venisse servito, e
nell'attesa chiacchieravano, anche abbastanza animatamente, tra loro. Non mancavano schiamazzi, risate, urla, mentre molti boccali iniziavano già a riempirsi di birra. C'era la solita atmosfera vivace, calda e gioiosa, proprio quella che caratterizzava la grande famiglia di Barbabianca, e chiunque vi faceva parte sapeva benissimo che tutta quella confusione rientrava nella normalità, sarebbe stato strano il contrario!
Marco, finito di colmare la sua sete, riposò il bicchiere sulla spessa superficie in legno del tavolo, spostando poi la sua attenzione sul fratello.

-Si può sapere perché mi fissi così?! E' da un intero pomeriggio che mi sembra di avere un fantasma alle spalle! Avanti, parla!- disse ad Ace, accorgendosi di tutti quegli sguardi sospettosi che gli rivolgeva da un po' di tempo. Era strano quel comportamento da parte sua, il fatto che uno come lui mantenesse un attenzione così alta e rimanesse silenzioso a lungo lo preoccupava, anzi peggio, lo inquietava! Insomma, quel fiammifero era sempre rumoroso e risoluto, non stava fermo neanche quando dormiva! Invece quel pomeriggio aveva deciso, ogni volta che lo incontrava, di rivolgergli sguardi sospettosi, o addirittura di origliare le sue conversazioni con gli altri pirati. Per Marco quella situazione era diventata abbastanza seccante e, volente o nolente, gli avrebbe fatto sputare il rospo, anche se già credeva di sapere quale fosse l'argomento, e infatti...
-Voglio sapere che cosa state tramando tu e Koko- chiese Ace alzando il viso, mostrando un espressione interessata.
“Lo sapevo!” pensò la fenice sospirando. Doveva averli visti parlare quel pomeriggio, anzi più che conversazione era stata la ragazza a cercarlo per ringraziarlo nell'averla aiutata a tacere il suo “segreto”. E da quel momento Ace non l'aveva più lasciato in pace. Però non pote nascondere una risatina nel notare tutto quell'interesse.
-Perché stai ridendo?- domandò Ace un tantino alterato, alzando un sopracciglio.
-Dovresti vedere la tua espressione in questo momento!- esclamò visibilmente divertito il biondo.
-Espressione? Cosa c'è di diverso nella mia espressione? E' sempre la stessa!- rispose l'altro fiondandosi poi sulla carne, che era stata appena messa sui tavoli.
Marco si divertiva a prenderlo in giro. Da quando era tornato sulla Moby Dick si era fatto un'idea abbastanza chiara sul rapporto che avevano quei due, e nessuno l'avrebbe mai distolto dalla convinzione che sotto sotto ci fosse qualcosa di più grande dell'amicizia.

-Si può sapere cosa c'è di tanto divertente? Voglio solo sapere cosa mi nascondete!- esclamò mentre un piccola vena spuntava sulla sua fronte.
-Cosa ti fa pensare che io e lei ti stiamo nascondendo qualcosa?-
-Andiamo, è sicuramente così! Questo pomeriggio si è comportata in modo strano... è come se tu sai qualcosa che io ancora non so!- Ace era convinto di ciò che diceva. Non gli era di certo sfuggito il modo turbato con cui aveva cercato di trovare una scusa per andare da Marco, i suoi occhi che vagavano da un parte all'altra della stanza, ma che indugiavano a incontrare quelli neri di lui, e neanche quella certa frettolosità che l'aveva spinta a lasciare il luogo in cui si trovava. Era abbastanza chiaro che la scusa del “devo ringraziare Marco per il suo aiuto” non reggeva.
Marco sospirò sconsolato “Spero che si decida a svuotare il sacco presto”.

-Pensi male amico. E' semplicemente venuta a ringraziarmi, tutto qui. Piuttosto... non sarai mica tu a sentirti... mmh, come potrei dire... geloso?- chiese Marco con aria maliziosa, accentuando l'ultima parola, e guardandolo quasi strozzarsi con il cibo.
-Temi forse che la tua dolce metà preferisca parlare con me invece che con un insensibile come te?- continuò a punzecchiarlo.
Non appena il moro si riprese dalla strozzatura, batté i pugni sul tavolo, alzandosi e attirando così l'attenzione di tutti i presenti.
-IO CHE COSA??!! Giuro che se non la smetti ti arrosto per bene! Brutta specie di uccello blu!!- urlò cercando di colpirlo, ma senza riuscirci, perché prontamente bloccato “dall'uccello blu” in questione.
-Ehi amico, cosa ti prende all'improvviso?- chiesero alcuni pirati che sedevano lì vicino.
-Tranquilli, è solo che certe questioni lo rendono più vulnerabile del solito- rispose Marco con questa nuova battuta, spostandosi sull'attimo per evitare una scia di fuoco.
Questo provocò l'ilarità di tutti, anche Barbabianca se la rideva di gusto insieme ai suoi figli.
Nelle parole di Marco non c'era alcun tipo di malignità, semplicemente si divertiva a vedere il suo caro fratellino andare fuori di testa. Ma era sicuro che un giorno o l'altro non si sarebbe più ritrovato il suo fondoschiena se continuava a provocarlo a quel modo.
-Sentiamo... quali sarebbero queste “certe questioni”?- Vista si aggiunse a Marco, continuando quella specie di complotto contro il povero Ace.
-Eh... sapessi...- affermò la fenice vagheggiando, lasciando ben intendere agli altri in che tipo di argomento si fosse scherzosamente addentrato.

Le risate continuarono a riempire quella sala, e inutile dire che l'ora di cena si era trasformata in una “lotta per la sopravvivenza alle fiamme di Ace”, che tuttavia durò per poco tempo, in quanto lo stomaco di Ace, come degli altri, reclamava cibo, e quindi il ragazzo fu costretto a concedere una tregua per potersi ingozzare di tutte quelle deliziose pietanze.
Tutto ritornò più o meno alla normalità.

-Comunque...- iniziò Marco tra un boccone e l'altro -Se devi chiederle qualcosa, puoi chiederla direttamente a lei- disse indicando Kokoro, appena entrata nella sala, e che si avvicinava al loro tavolo.
Ace si girò, e incontrò la sua figura, sempre più vicina. Ma non appena i loro sguardi si incrociarono, la ragazza distolse subito gli occhi da lui.
Koko non aveva affatto dimenticato cosa quello stesso sguardo le aveva fatto provare un paio di ore prima. Si sentiva ancora un po' imbarazzata a doverlo sostenere di nuovo.
-Non adesso. Il ragazzo sospirò, quasi intuendo che lei provava un certo disagio in quel momento -Parlerò con lei in un altro momento-.


L'ora di cena continuò senza altri intoppi. Koko, che si era seduta accanto ad Ace, cercava di apparire tranquilla e solare come sempre, ma faceva fatica a non arrossire quando lui la guardava o le parlava. Aveva ancora nitida dentro di sé l'immagine dei loro visi vicini, di quegli occhi neri che la scrutavano attentamente, come a voler cogliere ogni singola sua emozione. Si era sentita così vulnerabile, come se le sue difese sarebbero potute crollare da un momento all'altro. Era la prima volta che provava queste sensazioni; il suo mondo, i suoi pensieri, le sue paure... lui stava arrivando a tutto ciò, lentamente stava cercando di farsi spazio fra i tanti vicoli che ogni giorno formavano un labirinto nel suo cuore, e piano piano si infiltrava sempre di più, sfiorandone la parte più interna, quella più intima, quella che racchiudeva tutto ciò conosciuto solo da lei. Questo la spaventava, non sapeva se allontanarlo o condividere tutto con lui.
Ecco perché esitava a incontrare il suo sguardo, temeva di vacillare ancora una volta di fronte ai suoi occhi, non voleva mostrare quel lato fragile e indeciso che possedeva. Non voleva essere considerata una debole. Quindi nel dubbio, aveva paura di fare la scelta sbagliata.
Nella sua vita non aveva mai avuto un'amica, una vera amica con cui confidarsi ed esprimere la sua vera personalità e le sue vere emozioni. Per questo motivo tendeva a racchiudere tutto dentro di sé, a fare finta che tutto andasse bene e a sopportare anche la più ostile delle situazioni. Pensandoci, forse una persona in grado di capirla e aiutarla c'era stata, ma aveva dovuto allontanarsene, non per sua volntà.

 

Successe alcuni anni dopo la morte di sua madre. Lei non era rimasta sempre a Colorful Water. All'età di tre anni, infatti, sua nonna l'aveva portata con sé su un altra isola, piccola e pacifica. Coral Island, questo era il nome. Lì abitava la sorella di Ume, che le aveva ospitate per ben sei anni.

-L'ho fatto per allontanarti dai posti in cui ogni giorno vedevi tua madre. Allora eri molto piccola, non potevi capire, e io volevo evitarti tutta la sofferenza che potevo. Anche tuo padre era d'accordo-. Così le aveva raccontato la nonna.

Poi, a nove anni, ritornò sulla sua isola. Ricordava ancora quando senza preavviso, in un giorno come tanti, suo padre era piombato su Coral Island, annunciandole che doveva ritornare a Colorful Water e adempire ai suoi doveri di principessa, in quanto ormai abbastanza grande per capire la situazione. Con lui si era portato un altra donna.

-Lei è la tua nuova mamma- le aveva detto,anzi, più che detto, le aveva imposto.
In un attimo per Kokoro tutto era cambiato. Quell'uomo, piombato dal nulla, che in sei anni non si era fatto vivo una sola volta, aveva già deciso ogni cosa sulla sua vita, ma soprattutto, la cosa che più di tutte l'aveva infastidita, era con quanta naturalezza aveva affermato che quella donna era la sua “nuova mamma”. Come se la mamma si potesse cambiare così semplicemente, con uno schiocco delle dita. Da quel momento, nel cuore della principessa iniziò a coltivarsi il più oscuro dei sentimenti: l'odio.
Ma allora aveva solo nove anni, e poteva fare ben poco...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ehilà! ^^
Era da un bel po' che non aggiornavo! Finalmente oggi ci sono riuscita! :)
In questo capitolo inizia un piccolo “flashback”. Attraverso i ricordi di Kokoro scopriamo qualche cosa in più del suo passato, ma non tutto!! Quindi se avete qualche dubbio potete esporlo benissimo, ma ancora alcune cose riguardanti la sua famiglia, tipo la morte di sua madre, perché il padre in sei anni non si è presentato mai a farle visita, insomma... queste cose ci saranno in seguito! ^^ Facciamo un po' alla volta! XD
Il prossimo capitolo continuerà e si concluderà con questi ricordi, dopodiché... beh... vedremo!! xD
Spero vi piaccia, e mi scuso se durante la lettura troverete qualche errore. Il punto è che oggi non sono neanche al massimo delle forze! T.T Ho un raffreddore tremendo!
Comunque... passo a ringraziare Monkey_D_Alyce, Yellow Canadair, martychanfantasy, Itchi Bellamy Winchester e Lunetta 12 per aver letto e recensito lo scorso capitolo. Grazie mille!! :) E ringrazio tutti quelli che continuano a seguire la storia! :)
Anche se in ritardo, vi faccio gli auguri di Buon Anno, sperando che possa essere per voi un anno pieno di felicità e amore! ^^
Allora a presto!
ELE

 

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