Gossip Girl

di Mordreed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutti Vorrebbero Essere Noi ***
Capitolo 2: *** Frammenti di un Party Selvaggio ***
Capitolo 3: *** Ancora Bugie ***



Capitolo 1
*** Tutti Vorrebbero Essere Noi ***


                                  




Quali sono i rimedi per tenersi al caldo nelle fredde serate invernali?
Dimenticate le burro birra, i Whiskey Incendiari fumanti a contrabbando, le chilometriche sciarpe di lana tessute da elfi domestici, e gli allegri camini scoppiettanti delle sale comuni…
I ragazzi della scuola di Magia e Stregoneria più famosa d’Europa, sanno bene come riscaldarsi..
 
 
Hermione stringeva con forza il morbido tessuto del golfino di Ron.
Si aggrappava alle sue spalle, mentre lui disteso su di lei la baciava con un’urgenza che le faceva sentire la testa debole, come dopo un doppio giro di Whiskey Incendiario.
Un sospiro le sfuggì di bocca, quando il ragazzo lasciò le sue labbra e scese lungo il collo, posando una piccola scia di baci fino a succhiarle un lembo di pelle.
“Ok”
Mormorò la ragazza senza fiato cercando di riordinare i pensieri in subbuglio.
“…forse.. dovremmo fermarci qui”
Ron protestò borbottando, mentre Hermione lo spingeva via e lui si distendeva al suo fianco sulla soffice trapunta dei Serpeverde.
“Perché?”
Chiese esasperato fissando il soffitto buio della camera della sua ragazza.
Lei si voltò a guardarlo confusa.
“Perché cosa?”
Domandò fissando il petto ansimante del ragazzo.
“Perché non ora. Non adesso. Cosa c’è che non va?”
Hermione capì che Ron era stanco di aspettare.
D’altronde stavano insieme da una vita, ma lei aveva rimandato sempre quel momento.
“Lo sai il perché..”
Rispose con voce flebile abbassando lo sguardo imbarazzato.
“Invece no”
Ribadì con fermezza il Serpeverde stringendo i pugni lungo i fianchi.
Hermione sospirò, si voltò a raccogliere la sua bacchetta sul comodino e agitandola debolmente, accese qualche candela nella camera.
Poggiò la testa sul cuscino, accanto a quella del ragazzo.
“Ron.. stiamo insieme da.. così tanto tempo che nemmeno lo ricordo..”
“Forse è questo il punto..”
Disse lui interrompendola.
Hermione sentì il suo cuore stritolato in una mano di ghiaccio.
“Che vuoi dire?”
Chiese timorosa. Temeva la risposta del ragazzo.
Da un po’ di tempo sapeva che Ron era strano. Non era più quello che aveva imparato a conoscere e ad amare negli anni. Era come se una parte di lui fosse andata via e lei temeva di ammetterlo persino a se stessa.
Così continuava a fingere, a far finta di nulla.
Tutto era perfetto.
Tutto era come prima. Niente era cambiato.
“…Niente, scusa”
Rispose Ron voltandosi su un fianco per incontrare il viso di lei.
“Voglio solo che sia speciale..”
Mormorò la ragazza ricacciando indietro le lacrime e quell’inspiegabile paura che sentiva da mesi.
“Lo so. Mi dispiace.. sono stato uno.. stronzo”
Lui sorrise e Hermione fece lo stesso.
Si avvicinarono di pochi centimetri per incontrarsi in un bacio.
 
Attenta Herm.. si dice che una brava donna non lascia uscire di casa il suo uomo affamato, mentre la donna saggia non lo lascia uscire.. arrapato.
 
Ron sapeva di doverne parlare con lei.
Non poteva continuare a tenerlo nascosto. Lei aveva il diritto di sapere.
Pensava a questo, al casino che aveva combinato ma di cui forse non era affatto dispiaciuto.
Ci pensava mentre scendeva le scale del castello, diretto in sala grande.
Fu allora che qualcuno gli urtò contro riportandolo alla realtà.
“Sta un po’ attento sfigato”
Sbottò il ragazzo contro un tipo dall’aria pallida e corrucciata.
“Che c’è, la mamma non ti ha insegnato a chiedere scusa Potter? Ah già.. non ha potuto: è morta prima ancora che tu imparassi a camminare”
Ron si abbandonò ad un atteggiamento strafottente e arrogante, a cui il ragazzo di nome Harry Potter dei Grifondoro era abituato da anni.
Harry aprì la bocca per replicare ma fu subito interrotto da una nuova figura apparsa dal nulla.
Camminava con l’aria di chi può permettersi di mettere il mondo ai suoi piedi con un solo schiocco di dita.
Se possibile, era persino più spavaldo e arrogante di Ron Weasley.
“No”
Disse con aria annoiata alzando una mano contro il viso di Harry.
“Non ci interessa cosa hai da dire Potter.. abbiamo questioni più urgenti di cui occuparci”
Con un ultimo sguardo che esprimeva puro disprezzo, Ron e Draco Malfoy voltarono le spalle al Grifondoro mentre raggiungevano insieme i sotterranei.
Harry scosse il capo infastidito e riprese a salire le scale.
“Mi dispiace. Mio fratello sa essere un vero coglione quando ci si mette”
Sorpreso il Grifondoro alzò lo sguardo sul pianerottolo che distava da lui solo pochi gradini.
Non poteva crederci.
“S-stai parlando con..me?”
Chiese stupito alla ragazza dai capelli rossi che gli stava di fronte.
Lei ridacchiò, un suono che scaldò il cuore del ragazzo come un balsamo.
Era Ginni Weasley, la sorella di Ron, sua cotta epica da quando l’aveva vista quattro anni prima.
“Vedi qualcun altro in questo corridoio?”
Domandò la ragazza divertita indicando con un piccolo gesto il vuoto e il silenzio che li circondava.
Lui non seppe che dire, così sorrise e dallo sguardo indecifrabile di lei, Harry si chiese se per caso la ragazzo lo stesso considerando un ebete. Come d’altronde era opinione in tutta la scuola.
“Be allora..”
Disse lei scendendo i gradini e raggiungendo il ragazzo..
“… ci si vede in giro.. forse”
Aggiunse facendogli l’occhiolino e continuando a scendere le scale.
Il ragazzo rimase fermo per un po’, rimpiangendo di essere così stupido.
Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, qualsiasi cosa.
Invece aveva fatto quello che sapeva fare meglio nella vita: restare impalato come uno stupido pezzo di ghiaccio.
“Per diamine ragazzo!”
Lo rimproverò un ciambellano del XV secolo raffigurato in un quadro li accanto.
“Avresti potuto almeno salutarla”
Il Grifondoro sbuffò arrabbiato, stanco di essere deriso persino dai quadri del castello.
Voltò le spalle al grasso ciambellano, che persino così sembrava essere più figo e saggio di lui, e raggiunse il suo dormitorio al settimo piano, dove avrebbe scritto nel suo diario personale che Ginny Weasley per la prima volta in quattro anni gli aveva rivolto la parola.
 
Avvistato: ragazzo solitario al settimo piano.
Si dice in giro che la sua specialità sia collezionare delusioni e figuracce come fossero Cioccorane.
 
Nei sotterranei invece, i ragazzi più ‘in’ di tutta Hogwarts e dintorni, sono impegnati con dei preparativi last minute. E quale migliore occasione per me se non una festa esclusiva a cui imbucarmi..
Si dice che D abbia grandi progetti per la serata.. ma R sembra essere un tantino distratto..
Teme forse che qualche verità esca allo scoperto?
D’altronde si sa: cos’è una festa senza qualche piccola sorpresa?!
Restate in ascolto, i gufi potrebbero presentarsi presto al vostro cospetto con scottanti rivelazioni…
 
“Mio padre è in Francia per affari.. credo c’entri qualcosa una delle sgualdrine di Madame Maxine.. chi lo sa.. il vecchio Lucius perde il pelo..”
Draco lasciò la frase in sospeso, mentre dalla punta della sua bacchetta brillava una fiamma azzurrina con la quale accese quella che aveva tanto l’aria di essere una canna.
Tirò la prima boccata, deliziandosi del sapore intenso del fumo nel suo palato, mentre si spaparanzava meglio sul divano in pelle di drago della sala comune e osservava alcune ragazze del suo corso che parlavano della festa imminente, lanciandogli ogni tanto occhiate eccitate ed eloquenti, alle quali il Serpeverde rispondeva con il suo solito sorriso sardonico.
“.. ho invitato alcune ex studentesse del castello. Non vogliono mancare al Ballo di Inverno. Gazza sarà impegnato con una certa emergenza al quinto piano.. un diversivo.. così loro possono sgattaiolare senza intoppi… vedrai Ron ce la spasseremo..”
Al suo fianco Ron Weasley non prestava attenzione alle parole del suo migliore amico.
Sembrava perso nei suoi pensieri mentre fissava il fuoco ruggente del camino.
“Mi stai ascoltando  Ron?”
Nel sentire il suo nome, il ragazzo scosse la testa e tornò a prestare attenzione.
“Scusa.. mi ero distratto un attimo..”
Draco sorrise.
“Fammi indovinare: ancora guai in Paradiso? Qualcuno non riesce a cogliere il frutto proibito?!”
Draco ridacchiò malizioso mentre Ron appariva infastidito.
“Puoi evitare di sbandierarlo in giro?”
Chiese fissando l’amico che allargò le braccia mentre aspirava un’altra boccata di fumo.
“Temi che Gossip Girl sia nei paraggi?!”
Scherzò il Serpeverde togliendosi la canna di bocca per passarla al suo amico.
“Tieni.. fatti un tiro. Ti rilasserà un pochino”
Ron guardò quell’involucro fumante con sospetto.
“Tranquillo.. è roba buona. Viene dalla foresta Proibita.. alcune erbe non sono utili solo nelle pozioni”
Ron prese la canna titubante mentre Draco lo osservava attentamente con quell’aria da diavolo tentatore.
In quel momento la porta della sala comune dei Serpeverde si aprì ed una studentessa fece il suo ingresso.
Notando il viso angelico e tremendamente attraente della ragazza, Ron si convinse più che mai di avere bisogno di staccare un po’ la spina.
La nuova arrivata e il ragazzo d’oro si scambiarono un’intensa occhiata prima che lei cambiasse subito direzione e lui aspirasse con foga dal filtro della canna con l’aria di uno appena emerso da un lago e in cerca di ossigeno.
Draco notò tutto, ma non fece domande.
 
Avvistata: Fleur Delacour uscire frettolosamente dalla sala comune. La sua presenza nella sala è durata meno di quella dei Diggory al galà di beneficenza dei Malfoy.. il che è tutto dire.
Che la bella francesina abbia qualcosa da nascondere?
E cos’era quello sguardo colpevole scambiato con il Golden Boy di Hogwarts?!
Sento puzza di bruciato.. e voi?!
 
 
“Perché non è ancora arrivato il mio vestito”
Hermione era vicina ad un crollo di nervi, come sempre alla viglia di un grande evento.
Per quel giorno le lezioni erano state sospese.
Tutto il castello era in fremente attesa.
Stava per celebrarsi il party più esclusivo della stagione: il Ballo di Inverno.
Tradizione secolare del collegio, il ballo metteva in mostra tutto ciò per cui la scuola era famosa: magia, scandali e oro.
Al ballo, come ad ogni altro evento mondano della scuola, partecipava ogni studente del castello, ma si sapeva che era solo la piccola e ristretta élite di Hogwarts ad avere il vero potere.
Figli le cui madri erano nel consiglio studentesco, padri che erano pezzi grossi del Ministero e che nel tempo libero assistevano ai campionati di Quidditch del paese, sedendo in prima fila con il Ministro della Magia in persona.
Era una cerchia ostile, un vero e proprio nido di calabroni reali.
Accedervi era impossibile e se qualche mal capitato ingenuo vi finiva per sbaglio, il rischio era quello di essere contaminato dal loro veleno mortale.
“L’elfo ha detto che ci vorrà ancora qualche minuto”
Squittì Calì Patil temendo la reazione di Hermione.
Essere la regina e avere in mano la vita sociale del castello richiedeva un impegno simile a quello di un imperatore col suo vasto impero.
Quel potere era inebriante ma poteva anche ucciderti con la stessa facilità con cui ti glorificava.
Hermione sbuffò impaziente sistemandosi la sottoveste mentre si rimirava nel grande specchio della sua camera.
“Va subito da quell’elfo incapace e digli di portarmi il vestito adesso o lo rispedisco a pulire piatti nelle cucine”
Ordinò esasperata mentre Calì correva fuori dal dormitorio.
“Notizie da Gossip Girl?”
Chiese a Padma Patil, sorella di Calì.
La gemella corse subito alla scrivania in mogano della ragazza e prese a controllare freneticamente la posta.
“Nessuna”
Rispose infine sollevata.
“Bene”
Mormorò Hermione soddisfatta sorridendo alla sua immagine nello specchio.
“Quella vecchia zitella obesa non avrà di cui parlare stasera. Tutto sarà perfetto. Devo esserlo”
Si corresse la Serpeverde con severità mentre la sua tirapiedi annuiva con convinzione.
 
Attenta Herm.. per una come te, i guai sono sempre dietro l’angolo.
Mai cantar vittoria prima dell’ultimo rintocco.
 
Anche in quella occasione il comitato era stato all’altezza della sua reputazione.
La sala grande era irriconoscibile.
I tavoli erano spariti, rimpiazzati da un immenso pavimento bianco e buffet con cibi costosi e minimal.
Fiocchi di neve cadevano dal soffitto incantato, tra le varie candele azzurre e bianche che volteggiavano tra gli invitati.
Piccoli fiori bianchi costeggiavano il perimetro della sala fino alla grande scultura in ghiaccio che rappresentava una regina ed un re, con le sembianze tremendamente simili a quelle di Hermione Granger e Ron Weasley, sotto la quale lo champagne scorreva al posto dell’acqua.
“Meraviglioso”
Mormorò rapita una ragazza del sesto anno.
“Non possiamo dirlo.. non fin quando Hermione non approva. La sua parola è legge”
Disse l’altra svuotando il suo flute di champagne.
“Hai ragione..”
Ridacchiò un’altra ragazzina giù ubriaca. Erano solo le 21:45
“Ehy voi l’avete vista?”
Chiese un’altra studentessa di Tassorosso, stretta nel suo bustino carnevalesco.
“E’ elegantemente in ritardo”
Rispose un’altra studentessa di Corvonero.
E fu in quel momento che la colossale porta della sala si aprì catturando l’attenzione di tutti.
“Quando si dice..un ingresso trionfale.. “
Commentò divertita una ragazza del gruppo.
 
Avvistata: Hermione Granger arrivare scortata alla sua festa..ops.. pardon, alla festa della scuola.
 
Hermione era perfetta nel suo abito cucito su misura per lei.
Il tessuto sembrava leggero e fragile come la carta velina, colorato di una particolare tonalità di azzurro ghiaccio.
L’ampia gonna scendeva dal corpetto di una taglia più piccolo per esaltare il suo decolté, scivolando sui fianchi fino a toccare terra.
Ogni ragazzo della sala avrebbe volentieri strappato quel tessuto etereo per infilarsi nella sua biancheria.
Ma la sua sottoveste restava off limits come la sua verginità.
Hermione continuò a camminare, incurante degli sguardi invidiosi delle ragazze e quelli desiderosi dei ragazzi.
Camminava fiera e altezzosa, il mento alto, le spalle dritte.
Dietro di lei, Lavanda Brown, Cali e Padma Patil formavano il suo piccolo corteo personale.
Api intorno all’ape Regina.
Hermione intravide Fleur e le si avvicinò abbracciandola.
La musica nella sala riprese e gli invitanti si abbandonarono di nuovo a chiacchiere e alcool.
“Tua madre ha fatto di nuovo un grande lavoro.. questa sala è un opera d’arte”
Si congratulò la ragazza indicando la sceneggiatura da favola nella quale tutti loro erano immersi.
Fleur scosse le spalle mentre stringeva la mano della sua migliore amica.
“Oh.. incantare tutti è la sua specialità. Sarà per questo che si è sposata ben sei volte.. “
Entrambe risero della battuta mentre raccoglievano un flute di champagne dal vassoio sorretto da un piccolo elfo domestico.
Brindarono mentre Fleur scorgeva da lontano lo sguardo intenso di Ron e cercava disperatamente un diversivo.
“Va tutto bene?”
Chiese Hermione notando l’espressione allarmata dell’amica al suo fianco.
Fleur sospirò cercando di sorridere.
“Si…è solo che.. guardati sei fantastica”
Fleur fece volteggiare l’amica per ammirare il suo vestito da ogni angolazione.
Hermione sorrise compiaciuta mentre Ron si avvicinava alle due.
Anche lui, impeccabile ed elegante nel suo smoking di taglio francese.
“Fleur posso parlarti un attimo”
Annunciò in tono grave mentre salutava distrattamente la sua ragazza, Hermione.
“Oh.. il primo ballo”
Annunciò Hermione sorpresa di aver fatto così tardi.
“Vi prego ragazzi, aprite voi le danze. Io devo prima assicurarmi che l’organizzazione proceda”
Hermione lasciò la mano del suo ragazzo in quella di Fleur che rispose a disagio:
“Non credo sia una buona idea..”
Ma prima che potesse solo aggiungere qualcosa, Hermione era sparita in un fruscio di seta e Ron aveva tirato a se la ragazza stringendola fino a condurla al centro della sala.
Lentamente si muovevano a ritmo di musica, impacciati ma molto bravi a nascondere il loro disagio ad occhi indiscreti.
“Dobbiamo parlare”
Riprese il ragazzo in tono deciso.
“.. Non abbiamo nulla da dirci.. sai bene come la penso: dovresti dirle la verità”
Ron fissò gli occhi della ragazza arrossendo lievemente.
“Fleur.. quello che è successo è stato uno sbaglio, un terribile sbaglio. Io sono innamorato di lei.. la amo davvero”
Fleur scosse il capo.
“Se davvero l’amassi allora le diresti tutto..  devi farlo e al più presto.. o lo farò io”
Concluse la ragazza con severità. Ron era allarmato ma anche spaventato.
“Miseriaccia Fleur!”
“E’ la mia migliore amica.. non posso continuarla a mentirle. Mi fa stare male, questa cosa mi sta distruggendo!”
La ragazza alzò parecchio la voce e si guardò intorno per assicurarsi che nessuno avesse udito le sue parole.
Per fortuna la musica sembrava aver coperto ogni cosa e tutti erano comunque troppo occupati ad allungare le mani o flirtare con qualcuno.
Fleur non aspettò che la canzone finisse.
Lasciò il Golden Boy solo al centro della sala, mentre andava a cercare il suo migliore amico: lo champagne.
 
Sembra che qualcuno abbia tirato fuori dall’armadio il suo vestito migliore, lasciando al suo posto qualche scheletro nascosto.
Attenti R ed F.. gli scheletri occupano poco spazio rispetto ad un capo McClane, ma se si muovono fanno molto più rumore..
 
Cedric Diggory era lo scapolo più ambito del castello.
La sua fama di palyboy non aveva nulla a che invidiare a quella di Draco Malfoy.
Ma contrariamente a Draco, Cedric non vantava solo un bel faccino.
Lui era riuscito laddove Draco aveva fallito: ottima carriera scolastica, capitano della squadra di Quidditch della sua casa, Prefetto e fiore all’occhiello dei genitori.
Di fronte a queste credenziali, il suo charme cresceva notevolmente rispetto a quello del Serpeverde.
Era forse per questo che i due si odiavano così tanto?
Nulla affatto.. le ostilità avevano radici profonde.
I Diggory avevano soffiato ai Malfoy una nomina ministeriale che spettava  loro di diritto.
Il vecchio Lucius non l’aveva affatto presa bene.
Aveva portato alla luce vecchie scartoffie nelle quali si nascondevano alcune malefatte del buon Diggory senior.
Per tutta risposta, il signor Diggory aveva consegnato al Winzegamot documenti che attestavano la corruzione di molti membri del tribunale ad opera di Lucius Malfoy, durante i processi per la cattura e la condanna di alcuni seguaci di Lord Voldemort.
Il tutto era avvenuto anni addietro, prima della caduta dell’oscuro signore e da quel momento, le due famiglie erano in lotta perenne.
Da allora, da bravi discendenti purosangue di nobili e antiche famiglie magiche, Draco e Cedric avevano continuato la tradizione dell’odiarsi a vicenda.
Quando Draco attraversò la sala grande per raggiungere il suo amico, vide Cedric circondato da un drappello di ragazze adoranti che pendevano dalle sue labbra pallide.
“Che succede?”
Chiese il ragazzo a Ron che sembrava più rilassato e sicuro di prima.
“Hai mai la sensazione che tutto questo sia sbagliato? Hai mai desiderato essere chiunque altro tranne che te? Una persona normale?”
Draco capì che Ron era di nuovo sbronzo.
“Tutti vorrebbero essere noi”
Rispose il Serpeverde facendo l’occhiolino ad una ragazza del quinto anno che gli fece cenno di raggiungerla fuori dalla sala.
Ron trangugiò un altro bicchiere di bourbon.
“Vacci piano con questo, amico”
Disse Draco sfilando di mano il bicchiere al ragazzo e lasciandolo li, solo e affranto.
Ron vagò con lo sguardo in cerca di chissà cosa.
Fu in quel momento che vide Cedric Diggory che sbaciucchiava una ragazza del suo corso dall’altro capo della sala.
Cedric si accorse dello sguardo infuriato del Serpeverde a baciò con più foga la ragazza palpandole il sedere.
“Dove vai?”
Fleur sbucò dal nulla, impedendo a Ron di proseguire oltre.
Con una mano sul petto del ragazzo, riuscì a fermarlo giusto in tempo.
“Lasciami andare..”
Disse Ron a denti stretti stringendo i pugni.
“Cavolo Ron sei sbronzo.. non è una buona idea. Non così. Non adesso. Domani te ne pentiresti”
 
 
“Ehy hai visto il mio ragazzo? Non riesco a trovarlo e stanno per eleggere il re e la regina del ballo”
Hermione passeggiava ansiosa fuori dalla sala in cerca di Ron.
Volteggiava tra coppiette appartate che avevano deciso di spingersi oltre.
Tra queste c’era Draco, il miglior amico del suo ragazzo, con una studentessa del quinto anno che conosceva solo di vista.
Non era così importante o famosa, affinché Hermione ricordasse il suo nome.
Quando Hermione parlò, Draco leccò le labbra della ragazza senza nome, sulle quali aveva spalmato della panna montata servendosi di una fragola.
“Sparisci sgualdrina”
Commentò Hermione infastidita e schifata prendendo la ragazza per un braccio e allontanandola dalla portata di Draco che ghignò.
“Sei un maiale”
“In realtà avresti voluto essere al suo posto, ma sei troppo casta per ammetterlo… o fingi di esserlo..”
Hermione sentì uno strano nervosismo, misto a rabbia crescerle dentro.
Non doveva prestare attenzioni alle perverse frecciatine del ragazzo, ma ogni volta finiva per cedere.
“Non mi abbasserò al tuo livello..”
Rispose fingendo un contegno che al momento non possedeva.
“.. vado a cercare il mio ragazzo.. sai, a qualcuno piace avere relazioni stabili piuttosto che partner occasionali.”
Hermione andò via, mentre Draco ridacchiava soddisfatto e un po’ infastidito perché la loro conversazione era durata meno di un minuto.
 
 
“Perché non adesso? Guardati intorno Fleur.. non siamo solo noi due a mentire. Questa stanza è piena di bugiardi.. si, dico a voi.. bugiardi”
Urlò Ron ad alcuni ragazzi che erano li vicino, abbastanza da sentire la sua sfuriata.
“Adesso calmati Ron.. non è il momento”
Fleur prese la mano del ragazzo e lo trascinò via dalla sala.
“Vieni, andiamo a..”
“Finalmente vi ho trovati”
Hermione sbucò dal nulla afferrando Ron e Fleur.
“Dove andate? Stanno per annunciare il re e la regina del ballo..”
“Io me ne vado”
Disse seccò Ron scrollandosi dalla stretta di Hermione.
“Cosa? Non puoi andartene adesso! E’ l’evento più importante della serata”
“Ho detto che me ne vado”
Hermione era scandalizzata.
Fleur osservò l’espressione dell’amica e capì che doveva intervenire subito.
Stavano attirando parecchio l’attenzione e doveva evitare che qualcuno capisse o intuisse qualcosa.
Fleur non poteva permetterlo.
Non quella sera.
Non ora che Ron non era lucido e Hermione stava aspettando il suo momento di gloria.
“Ascolta Herm, porto Ron in bagno a lavarsi il viso.. è un po’ sbronzo. Si riprenderà. Te lo riporto prima dell’annuncio”
“Va bene”
Mormorò Hermione ancora scossa.
“Grazie Fleur, tu si che sei un’amica”
La ragazza accompagnò Ron al bagno più vicino sentendosi tremendamente in colpa.
 
“Che hai da guardare sfigato?”
Urlò Hermione ad Harry Potter che si voltò subito insieme a tutti quelli che avevano assistito alla piccola scenetta appena consumata.
Hermione scappò via cercando di riacquistare quel contegno e quella stabilità che doveva sempre mostrare quando era in pubblico.
Harry Potter ritornò al sicuro nel suo cantuccio.
Non era un tipo da feste, non lo era mai stato.
Ma quella sera, dopo che Ginny Weasley gli aveva parlato, aveva deciso di andarci.
Non si aspettava che lei lo salutasse o gli parlasse di nuovo.
Forse prima era ubriaca o si stava prendendo gioco di lui come facevano tutti.
Harry non si aspettava nulla, ma aveva deciso di partecipare lo stesso a quella stupida festa.
Anche se questo significava passare la serata all’ombra, ad osservare Ginny Weasley che flirtava con i suoi ammiratori e beveva con le sue amiche.
“Non credevo fossi un tipo da feste”
Harry chiuse gli occhi senza voltarsi.
Era sicuro di essersi immaginato quella voce in tutta quella confusione di chiacchiere e musica.
“Sto parlando con te”
A quel punto Harry non poté ignorare il fatto che forse non si trattava di un’allucinazione.
Si voltò e fu investito dalla bellezza della ragazza.
Ginny Weasley indossava un abito color ciliegia che insieme alla sua carnagione pallida e ai suoi capelli rosso arancio, le donava l’aspetto di un delizioso e appetitoso cupcake.
‘Sta parlando con te. Sta parlando con te. Non essere un coglione e dille qualcosa di sensato’
“Pronto?”
Domandò la ragazza ridacchiando e scuotendo una mano di fronte al suo viso.
“Come scusa?”
Chiese lui maledicendo il tono della sua voce che gli era sembrato troppo aggressivo e le sue parole senza senso.
Perché non riusciva a flirtare come qualsiasi ragazzo al castello?
Perché non possedeva nulla di interessante per cui far perdere la testa alle ragazze?
“Ho detto che non credevo fossi un tipo da feste”
Ripeté la ragazza per nulla infastidita o spazientita.
Anzi, sembrava trovare la cosa buffa.
“Oh”
Rispose Harrg passandosi nervoso una mano tra i capelli scompigliati.
“Ma io sono un tipo da feste.. mi piacciono molto… si, sono.. belle”
‘Belle? Ma che cavolo stai dicendo?!”
Si rimproverò il ragazzo mentre Ginny rideva sinceramente divertita.
Lui rise per mascherare l’imbarazzo.
“Ok allora.. sei Mr Animo delle Feste e io non lo sapevo nemmeno..”
Replicò lei continuando a ridere mentre lui annuiva sempre con quel suo sorriso ebete.
“Eh già..”
“Ci si vede in giro”
Ginny gli fece l’occhiolino e sparì di nuovo tra la folla, lasciando ai suoi pensieri il ragazzo solitario che si sentì stupido e inadeguato come non mai.
 
 
“…. perchè sono innamorato di te!!”
La voce di Ron risuonò forte e chiara nel corridoio semi buio.
“Chi è questo squinternato?”
Domandò curiosa una ragazza di Tassorosso alla sua amica.
Entrambe uscivano dal bagno delle ragazze affianco a quello da cui provenivano le voci.
“Non ne ho idea..”
Rispose mentre nel bagno si sentì un piccolo suono, come un colpo secco.
La stessa voce di prima disse: “Ahi”
Poi più nulla.
 
 
“Hermione”
Calì e Padma Patil corsero verso la ragazza che tentava di restare calma inutilmente.
Sentiva che ormai quella serata era completamente rovinata.
Non era affatto stata perfetta come immaginava.
Più di tutto non riusciva a sopportare di dover continuare a sorridere e fingere che fosse tutto ok, quando tutto quello che voleva era solo rifugiarsi in camera sua ed ingozzarsi di cibo fino a vomitare.
Si sentiva uno schifo.
E quelli sguardi lascivi e curiosi la spogliavano, come a voler raggiungere la parte più profonda e meschina di lei.
Quella che odiava e che mascherava continuamente.
Lei era Hermione Granger, la ragazza che tutti amavano.
Quella perfetta, la studentessa modello con una vita sociale invidiabile.
Lei era quella che tutte le ragazze di Hogwarts volevano essere.
Non poteva permettersi di cedere… neanche per un secondo.
Con un sforzo che le sembrò titanico, Hermione continuò a camminare sfuggendo agli sguardi di quegli avvoltoi, raggiunse la porta principale rinunciando più volte alla terribile e seducente sensazione di afferrare un vassoio di cibo dal tavolo e scappare in camera sua nei sotterranei.
“Hermione”
Le sue tirapiedi la seguirono chiamandola ancora.
Sospirò cercando di ricomporsi, mentre si voltava per fronteggiarle.
“Si?”
Le gemelle indietreggiarono spaventate da qualcosa che lessero nello sguardo della ragazza.
“Stanno per eleggere il re e la regina del ballo.. dov’è Ron?”
Hermione si strinse nelle spalle, accarezzandosi le braccia.
D’un tratto aveva freddo.
“Cercatelo immediatamente”
Le gemelle fuggirono via come topi impauriti, ticchettando con i loro tacchi a spillo su tutto il pavimento in pietra del corridoio.
 
 
“Sta un po’ fermo”
Sbottò Fleur cercando di trattenere il viso di Ron.
Lui brontolò ma si arresa.
Era seduto sul pavimento del bagno, la camicia stropicciata, la giacca a terra al suo fianco.
Fleur era china su di lui, l’espressione corrucciata mentre tentava di sistemare l’occhio viola del ragazzo.
Fleur tirò fuori la bacchetta.
“Da quando conosci gli incantesimi di guarigione?”
Domandò il ragazzo riuscendo persino a sorridere.
“Non ti aggiusterò quel pasticcio con un incantesimo..”
Il Serpeverde corrugò la fronte curioso.
La porta del bagno si spalancò e un piccolo oggetto tondo si posò tra le mani della ragazza.
“Fard. Un vero miracolo.. meglio di qualsiasi magia”
“Non voglio truccarmi”
Brontolò il ragazzo offeso.
Fleur rise.
“Sul serio Ron? Dopo tutto quello che è successo..?”
Il Serpeverde scattò sulla difensiva.
“Non sarò mai uno di quei gay effemminati che credi”
“Ma certo.. tu sei Ronald Weasley, il Golden boy di Hogwarts, fidanzato con la ragazza più famosa e invidiabile del castello, capitano della squadra di Quidditch della tua casa, prefetto e ah.. innamorato della persona sbagliata”
Fleur rise e a quel punto il ragazzo si arrese.
Lasciò che la Serpeverde facesse la sua magia con quel dannato fard.
 
 
“Finalmente.. Hermione è sull’orlo di una crisi, che hai fatto all’occhio?”
“Niente”
Rispose Ron allarmato mentre Cali e Padma lo afferravano e lo trascinavano da Hermione per l’incoronazione.
Da lontano Fleur gli fece gesto di andare e che era tutto ok.
Almeno per il momento.
 
 
“E’ tradizione secolare ormai, eleggere il re e la regina del Ballo d’Inverno..”
Il presentatore, un ragazzo del settimo anno, era sul palco dove normalmente era situato il tavolo degli insegnanti.
Sotto di lui la scolaresca attendeva di sentire i due nomi che da anni ormai si ripetevano come un dogma: Ronald Weasley e Hermione Jane Granger.
E di fatti la coppia era già sul palco a fingere di essere preoccupata per il verdetto.
Per lo meno Hermione fingeva di esserlo.
Ron scrutava con aria minacciosa qualcuno tra la folla che sembrava ricambiare il suo sguardo.
“… E dunque sono lieto di annunciare che il re e la regina di questo ballo son-….”
Il presentatore dovette interrompersi all’istante.
Nella sala più di un centinaio di gufi erano piombati su di loro, uno stormo inferocito e gracchiante.
Il che voleva dire solo una cosa.
Notizie da Gossip Girl.
In meno di un secondo, il fruscio di centinaia di buste strappate riempì la sala, mentre gli occhi degli studenti correvano febbrili su quelle righe fresche di inchiostro:
 
Avvistato: Ronald Weasley dichiarare il suo amore in un bagno pubblico.
Già.. starete pensando che un bagno non sia il luogo più adatto per dichiararsi, ma neanche la persona coinvolta lo è.
Sembra che il Golden Boy preferisca canotte sudate dopo un allenamento di Quidditch alle gonnelle firmate di Hermione.
Vi state chiedendo chi sia il fortunato?
Si tratta dell’insospettabile playboy Cedric Diggory.
Lo so, lo so, sono sconvolta anch’io. Non lo vedete che mi tremano le mani nello scrivere?
Un amore omossessuale non faceva così scandalo dai tempi del coming out di Silente.. che riposi in pace!
Essere gay non  è una colpa, almeno che tu non sia Ronald Weasley o lo scapolo più ambito di Londra.
Fatti da parte Regina Herm, non si può competere con muscoli e testosterone.
 
Nella sala calò il silenzio, il più lungo e sepolcrale che quelle mura avessero mai ospitato.
Nessuno osava parlare.
Nessuno osava muoversi.
Tutti trattenevano il fiato.
Solo gli occhi sgranati che si muovevano dal viso incredulo e verdognolo di Hermione, a quello pallido e meno sconvolto di Ron, fino a quello contorto dalla rabbia e dalla paura di Cedric, rivelavano che i presenti erano ancora vivi e non delle statue di cera in un museo.
Hermione lasciò cadere la lettera tra le mani.
D’un tratto la stanza girò vorticosamente mostrandole visi sfocati come macchie di un quadro astratto.
Stava per svenire.
Lo sentiva.
“E’ vero?”
Riuscì a dire infine col tono di un cadavere mentre si rivolgeva al ragazzo al suo fianco.
“Si”
Confessò con voce sepolcrale Ron mentre qualcuno sospirava sorpreso tra la folla.
Il corpo della ragazza tremò come una foglia al vento.
“Hermione io..”
Il viso di Ron fu colpito da uno schiaffo così forte che la sua testa si voltò di parecchi centimetri.
Raccogliendo gli ultimi pezzi di una dignità e una reputazione che sapeva essere ormai distrutta, Hermione alzò la sua gonna e corse via, mentre qualcuno, un ragazzo che sembrava essere Cedric Diggory, lasciava cadere il suo bicchiere di champagne a terra e urlava:
“Sta mentendo. È uno schifoso bugiardo”
Tutti erano ancora troppo scossi per poter parlare.
 
 
Un altro ballo al castello è arrivato ed è finito.
E di che cosa sono grata? La verità.
A volte è la verità che cerchi di non affrontare.
O la verità che cambierà la tua vita.
A volte è la verità che sarebbe dovuta venire a galla da tempo.
O la verità che ti auguri non vedrà mai la luce.
Alcune verità possono essere intese diversamente da come speravamo ma rimangono sospese per molto tempo dopo essere state proferite.
Ma il tipo di verità per cui sono maggiormente grata?
Quella che non ti aspetti e che ti cade direttamente tra le braccia.
Ah e la verità su chi sono io.. bè questo resterà l’unico segreto non svelato della serata.

Kiss kiss
Gossip Girl.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Frammenti di un Party Selvaggio ***


                                



Qui Gossip Girl,
la vostra unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell’élite di Hogwarts.
 
Avvistata: Hermione Granger lasciare di corsa la festa dell’anno.
Un party non può ritenersi esclusivo senza qualcuno che lo rovini.
Corri pure regina Herm, ma la verità e la vergogna ti seguiranno ovunque.
 
 
“Ho detto che sto bene”
Hermione si nasconde dietro la porta della sua camera.
Dall’altro lato, un insistente Fleur chiede di entrare.
“Ti prego Herm.. apri questa porta”
Hermione temporeggia.
Si passa ansiosa le mani sul viso per cancellare i segni del suo recente crollo emotivo.
Raccoglie il suo beauty case dal pavimento e si riempie la faccia di fard, per nascondere il suo viso martoriato.
Fleur bussa ancora.
Hermione alza la coperta del suo letto, getta il beauty di sotto e tira un lungo sospiro.
Finalmente apre la porta.
Gli incantevoli occhi di Fleur la esaminano come se possedesse la super vista.
Hermione sorride, il suo solito sorriso falso che adotta quando è in difficoltà.
“Ho detto che sto bene”
Ripete come una donna strafatta di psicofarmaci.
Nulla di tutto questo convince l’amica.
Fleur sospira triste ed entra in camera.
“Hermione”
 
12 ore prima…
 
Hermione corre per i corridoio deserti e scarsamente illuminati del castello.
Il rumore dei suoi tacchi è assordante in tutto quel silenzio spietato che sembra seguirla come un fantasma crudele.
Trattiene le lacrime, ma sa già che il suo viso è bagnato.
La vista si annebbia ma non può cedere proprio ora.
Deve prima raggiungere il suo dormitorio nei sotterranei.
Il freddo delle segrete la avvolge in un abbraccio sicuro e confortevole.
Sa di essere a casa adesso.
Sale di corsa gli ultimi gradini, la sala comune è deserta, d’altronde sono tutti alla festa.
La festa che l’ha distrutta con lo scandalo peggiore che potesse immaginare.
La porta in legno della sua camera è vicina, riesce a vederla in fondo al corridoio.
Sembra una promessa di salvezza.
Hermione la spalanca e si fionda dentro sbattendola rumorosamente.
Adesso è davvero sola.
Adesso può sbriciolarsi senza che nessuno veda quanto sia patetica o misera.
Hermione crolla sul pavimento, sente le gambe cedere come fossero di gomma.
Si sente soffocare in quel vestito che adesso le appare orribile.
Una camicia di forza.
Se lo leva, strappando lembi di tessuto che volano come bandiere ad una partita di Quidditch.
Adesso è in intimo, dove può ammirare il suo corpo nel grande specchio, prima di rovinarlo ancora.
Si tocca il ventre, quella pancia piatta e pallida che tanto ama.
Si sfiora i fianchi, delicati e sensuali come quelli di una pantera.
Ama tutto questo.
Sa quanto impegno e sacrificio le costa avere un corpo simile.
Ma non le importa adesso che sta per distruggerlo.
Quando il dolore è troppo, lei deve liberarsene.
Si accuccia sul pavimento e cerca l’asse scricchiolante accanto al suo letto.
Lo solleva e tira fuori confezioni di dolci.
Calderotti, cioccorane, bignè, cupcakes e altre specialità acquistate in segreto da Mielandia.
E’ la sua scorta personale, quella che nasconde a tutti.
La sua piccola collezione, la sua droga.
La sua ossessione.
Una ragazza come lei non può permettersi carboidrati, figurarsi zuccheri puri.
Ma adesso non le importa.
Deve farlo.
Ne ha bisogno.
Hermione cede all’impulso.
Apre la prima scatola di cupcakes e ne afferra uno particolarmente grosso.
Lo morde, si delizia del sapore così dolce da essere stomachevole.
Hermione pensa che al mondo non esista cibo più buono.
Ne mangia ancora e senza rendersene conto è già al secondo.
La sua bocca è piena di cioccolato e menta piperita ma lei vuole di più..
Ne prende un altro: arancia e liquore.
Ne vuole ancora: limone e gianduia.
La scatola dei cupcakes è finita, ma il suo dolore c’è ancora, anche se è leggermente diminuito.
Hermione afferra i bignè, la crema le piace così tanto.
Sono così piccoli che ne mangia due alla volta.
Casualmente si guarda allo specchio.
Quello le mostra l’immagine di una ragazza distrutta, abbandonata sul pavimento come un cane randagio, che mangia cibo come fosse spazzatura.
Le guance piene, le labbra sporche, il corsetto macchiato di crema e caramello.
Gli occhi gonfi, i capelli sfatti,  le mani di una tossica che afferra la sua dose.
Hermione si riconosce in quella immagine.
E’ patetica e miserabile come si sente in quel momento.
Mangia ancora, fino al punto di sentirsi così appagata da scoppiare.
Così piena da non avere spazio nemmeno per il dolore.
Ed è allora, che qualcosa di molto peggio la raggiunge: il senso di colpa.
Hermione si alza, sembra imbambolata.
Si guarda allo specchio.
Qualcosa è cambiato, lo sente.
Vede il suo ventre gonfio, lo sente pesante.
È come se fosse in cinta.
Vede la sua ‘v’ rimpiazzata da una gigantesca e tonda ‘u’.
I fianchi sono più larghi.
Le cosce dilatate al punto da non lasciare spazio tra le gambe.
E quello?... quello non è per caso un doppio mento pronunciato?
Hermione è schifata.
Vede tutto questo, anche se nulla è reale.
Ma lei lo vede.
Vede il corpo di una balena, di una donna patetica che non ha nulla se non il cibo.
Quello che la fa sentire bene ma la distrugge.
Il cibo.. il suo peggiore amico.
Hermione urla, lancia contro lo specchio una delle sue scarpe.
Quello va in frantumi.
È l’unico rumore oltre che quello dei suoi singhiozzi incontrollati.
Corre in bagno, si china sul water mentre con una mano raccoglie i suoi capelli scuri tenendoli a mò di treccia.
E pensare che sole poche ore prima aveva un’acconciatura impeccabile.
Hermione sa cosa deve fare.
Ormai è abituata.
Deve liberarsi del misfatto.
Deve liberarsi dell’unica cosa che riesce a farla sentire meglio.
Si caccia due dita in gola mentre i conati la scuotono violentemente.
 
 
“Non stai affatto bene”
Fleur entra nella camera di Hermione.
Cerca i segni delle sue bugie, le sue armi di masochismo.
Hermione chiude la porta con estrema lentezza.
Nonostante tutto sorride.
Vuole continuare a fingere che sia tutto ok.
L’amica si muove nella sua camera come un cercatore in cerca del boccino.
Sembra un segugio.
“Hai finito di ficcare il naso tra le mie cose?”
La rimprovera Herm scherzosamente mentre Fleur si avvicina con sguardo determinato.
D’un tratto Hermione sente freddo.
Si stringe nella sua vestaglia di seta bianca, facendosi piccola piccola.
“Cos’è quello?”
Chiede la francesina avvicinandosi ancora.
Hermione le risponde con uno sguardo confuso.
Indietreggia.
“Herm sei truccata…. Sono solo le otto di mattina”
“E allora? Mi piace essere perfetta anche mentre dormo”
La risposta convince più che mai Fleur che l’amica sta mentendo.
Allunga una mano sul viso della ragazza, lo sfiora appena e poi lo ritira.
Le dita di Fleur sono sporche di fard fresco.
Hermione non ha il tempo di pensare ad una risposta sarcastica perché la francesina ha già sfoderato la bacchetta e l’ha puntata contro il viso della ragazza.
“Vuoi schiantarmi?”
Domanda perplessa Hermione mentre con gli occhi cerca la sua bacchetta.
È sul comodino, accanto al suo diario personale.
Potrebbe provare ad appellarla con un incantesimo non verbale ma è sicura che Fleur scoprirebbe subito il suo intento.
Non può difendersi.
“Non voglio schiantarti… Tergeo!
La punta della bacchetta di Fleur vibra appena mentre Hermione sente sul viso un’intensa sensazione di caldo.
“Che hai fatto?”
Urla toccandosi il viso con le mani.
Sente che nulla è cambiato ma quella sensazione di calura non va via.
“Ti ho struccato”
Risponde Fleur con semplicità e Hermione adesso tenta inutilmente di nascondere il suo volto.
Sotto la spietata luce del giorno, Fleur osserva il volto dell’amica.
Le occhiaie profonde e marcate, le vene del collo in risalto, quei piccoli filamenti azzurro verdognoli che dalle guance scendono fin sotto le guance come rami contorti.
“Herm..”
Mormora la francesina con tono triste e dispiaciuto.
Sa che cosa ha fatto l’amica. La conosce da tempo ormai.
Lei è l’unica a conoscenza dei suoi disturbi alimentari.
Lentamente si avvicina e l’abbraccia.
A quel punto Hermione non fa più alcuno sforzo per nascondere la sua debolezza.
 
 
Notizia flash: sembra che F conosca Herm meglio di chiunque altro al castello.
Ma la nostra Regina non è l’unica a nascondersi nella sua cella dorata..
.. qualcun altro sta fuggendo da mostri ben peggiori di un attacco bulimico: la vergogna e il disonore.
E a quanto mi dicono.. nessuno ha ancora inventato un incantesimo per liberarsene.. o per mettere a tacere uno scandalo.
 
 
Forse è giorno.
Si, l’alba deve essere passata da un pezzo.
Ron non ne è sicuro.
Nonostante la finestra della sua camera sia sbarrata, dalle complicate inferriate barocche, sbucano piccoli raggi di sole obliqui che illuminano una piccola chiazza di parquet polveroso.
Ron guarda quel pulviscolo, si perde nella stravagante coreografia di quei granelli di polvere al sole.
È un turbinio confuso come la sua mente..
La porta della camera non è chiusa a chiave.
Ron ha aspettato tutta la notte che Draco Malfoy tornasse.
Ma il suo migliore amico ha preferito dormire da un’altra parte…
 
12 ore prima…
 
Fleur lo tiene per mano mentre lo accompagna in bagno.
A Ron piace quella stretta, quel contatto sincero e naturale.
Non c’è più l’imbarazzo di poco prima, quando stavano ballando.
“Lumos”
Fleur ha estratto la bacchetta, si fa luce in un corridoio buio e freddo.
Lui la segue in silenzio, come un segugio fedele e distratto.
Dopo un po’ si accorge di essere in un bagno dei ragazzi al terzo piano.
L’ambiente sembra abbandonato.
Fleur spegne la bacchetta.
Dalle numerose finestre impolverate, l’argentea luce lunare riempie la stanza creando zone di luce e oscurità.
È come essere in un acquario, in una strana atmosfera colorata di un azzurro sovrannaturale.
“Merda”
Bofonchia Fleur lasciandogli la mano.
Lui si volta a guardarla.
“Ho dimenticato la mia borsa. Aspettami qui, non ti muovere e soprattutto.. non fare cavolate”
Gli lancia uno sguardo ammonitore mentre solleva un sopracciglio perfetto e gli punta un dito contro.
Ron annuisce distratto mentre la ragazza esce a cercare la sua borsa.
Lei si riferisce a poco prima, quando erano al ballo.
Lui aveva visto Cedric Diggory darci dentro con una ragazza che non conosceva.
Ron era ubriaco e.. stanco.
Stanco di doversi nascondere. Stanco di dover sopportare in silenzio e vivere il suo amore come fosse un crimine.
Ogni giorno, da mesi ormai, da quando lui e Cedric si erano ‘trovati’ per la prima volta dopo anni, Ron doveva sopportare di amarlo in silenzio, con la complicità delle tenebre.
Doveva accontentarsi di piccoli pezzi di lui, frammenti così minuscoli da non bastargli mai.
Il pacchetto completo era off limits.
Cedric Diggory aveva una reputazione da playboy da mantenere, e il rampollo di casa Diggory, una delle più potenti e influenti famiglie della Londra magica, non poteva certo rovinare il nome e l’onore della sua stirpe ammettendo di essere omossessuale.
Come Ron d’altronde.
Ma a differenza di Cedric, Ron era pronto a fare il grande passo.
Sapeva che sarebbe stato difficile, tremendo e persino infernale ammettere una notizia simile, ma non gli importava.
Era pronto a farlo pur di avere Cedric tutto per se.
Pur di non dover vedere il suo ragazzo che andava a letto e ci provava con ogni singola studentessa della scuola.
Ma Cedric la pensava diversamente.
A volte Cedric somigliava a suo padre..
Arthur Weasley, pezzo grosso del Ministero, non mancava mai di ricordare a suo figlio che la felicità era solo una stupida idea babbana, fatta per la gente inutile e sciocca.
Non c’era felicità per quelli come loro.
Ma c’era il potere, i soldi, la carriera, i titoli e i riconoscimenti ufficiali.
Suo padre, come tutti i genitori dei suoi amici, pensava che bastava semplicemente quello per rendere una vita piena e gratificante.
Prima gli affari e poi l’amore.. nella rara occasione che uno fosse abbastanza fortunato da poter avere entrambi.
Ron aveva sempre odiato questi ideali stupidi e medievali.
Sapeva che la fuori, da qualche parte, il mondo era diverso.
Negli ultimi anni soprattutto, si era sentito come un Molliccio in un armadio: la sua famiglia, i suoi amici, lo plasmavano di volta in volta, dandogli un’immagine diversa a seconda delle occasioni.
Vedevano solo ciò che volevano e nel caso mancava, erano loro a crearlo.
Come Gossip Girl e il titolo che gli aveva affibbiato: “il Golden Boy”..
Il ragazzo d’oro.
Lui che in quel momento si sentiva più simile al piombo che all’oro.
Almeno era quella la sensazione che percepiva nella sua testa e nel suo stomaco.
I minuti passavano e così i suoi pensieri continuavano ad agitarsi selvaggi.
Era circondato dal silenzio assoluto e lui odiava il silenzio.
Il silenzio significa pensare, confrontarsi con se stessi e vedere ciò che normalmente tendiamo a ignorare: tutto ciò che c’è dietro la maschera.
Fleur non era ancora tornata.
Probabilmente la sua borsa era finita chissà dove e lei continuava ad appellarla senza alcun risultato.
Ron posò le braccia su uno dei lavandini del bagno.
Quando alzò la testa, l’immagine che lo specchio gli restituì, fu quella di un patetico e sciocco ragazzo viziato.
Un figlio di papà che faceva capricci inutili.
Fu allora che si accorse di un movimento impercettibile alle sue spalle.
Come un ombra che scivola e si muove, confondendosi con l’oscurità.
Ron si voltò di scatto, impugnò la bacchetta e urlò:
“Lumos”
Un luminoso fascio di luce si sprigionò dalla sua bacchetta in legno di pioppo, rivelando il viso dell’ombra.
Cedric Diggory non parve affatto dispiaciuto di essere stato sorpreso da Ron.
Il Serpeverde contemplò per un lungo minuto il viso del Corvonero, quel viso che adesso gli faceva battere il cuore come l’ultimo lancio durante una partita di Quidditch.
Cedric ricambiò lo sguardo di Ron con durezza e severità.
Sembrava arrabbiato, di sicuro lo era.
La grossa vena sul suo collo pallido pulsava violentemente.
Gli occhi, di solito caldi e ammalianti, erano di un intenso verde ghiaccio.
Una sfumatura che avrebbe dovuto preoccupare il giovane Serpeverde ma che ebbe al contrario, l’effetto di eccitarlo incredibilmente.
“Che cosa ti è saltato in mente?”
Fu Cedric a rompere quel silenzio di piombo.
La sua voce era dura e scura come la mezzanotte.
Fece un passo verso di lui, minaccioso, ma Ron non arretrò.
Non aveva paura di lui..
Di sicuro il Corvonero si riferiva a quanto era accaduto poco prima alla festa.
Ron aveva visto Cedric che flirtava pesantemente con una ragazza.
Questo, unito all’alcool che aveva in corpo, gli aveva dato il coraggio di attraversare la sala per affrontarlo.
Per fortuna era intervenuta Fleur che l’aveva portato via in quel bagno, dove Cedric gli aveva seguiti.
“Cos’è saltato in mente a te piuttosto”
Replicò Ron con voce meno sicura di quando avrebbe voluto.
Gli occhi di Cedric si contrassero creando piccole rughe di espressione sulla sua fronte marmorea.
“Di che stai parlando?”
Questa volta fu Ron a fare un passo avanti.
“Del modo in cui limonavi quella puttanella”
Cedric serrò i pugni e digrignò i denti.
“Avevamo un accordo”
Ricordò al Serpeverde con tono di voce duro mentre questi replicava:
“Ah si.. un accordo.. fammi ricordare: è per caso quello in cui tu sei libero di scoparmi di notte e di giorno comportarti come se non ci conoscessimo affatto?! Oppure è quello dove tu mi scopi di notte e io di giorno devo fingere che nulla è successo mentre tu tieni alto il tuo titolo e la tua reputazione di playboy? In tal caso, non vedo differenza..”
Il tono di Ron era volutamente provocatorio. Nessuno dei due, nei loro incontri segreti, aveva mai espresso ad alta voce quelle parole.
Adesso sembravano così sporche e meschine.
Persino Cedric provò ripugno per se stesso e per il sentimento che entrambi avevano l’uno per l’altro.
Aspettò a lungo, prima di deglutire e replicare più arrabbiato che mai:
“Si. Esattamente”
Anche Ron adesso era infuriato. Il suo sarcasmo era sparito, lasciando posto alla delusione e alla tristezza.
“Beh.. notizia dell’ultim’ora stallone: dovrai cercarti qualcun altro che ti tenga compagnia di notte. Qualcun altro che sia disposto a portare avanti questo stupido e perverso gioco. Non sarò più la tua puttana.”
Se queste parole colpirono o meno il Corvonero, il ragazzo non lo diede a vedere.
Restò bloccato nella sua posa rigida e glaciale, mentre Ron proseguiva:
“E sai perché? Perché sono stanco di vederti passare da una ragazza all’altra con la stessa facilità con cui Neville Paciock si becca un ‘Troll’ ad ogni test di Trasfigurazione. Sono stanco di dovermi accontentare di avere un rapporto a metà con te.. di dovermi prendere solo la parte di te che nessuno conosce, quella di cui persino tu hai vergogna di mostrare. Sono stanco di doverti dividere con metà delle ragazze di questo castello, quando tutto ciò che vorrei è schiantarle ogni volta che ti toccano, o ti sorridono o ti baciano… perché, nel caso in cui tu non l’avessi capito, io sono innamorato di te!”
Ron sentì la testa debole, il corpo pervaso da una strana sensazione di euforia selvaggia e benessere.
Sapeva che nulla di tutto questo era merito del bourbon che si era scolato.
Sapeva che questa meravigliosa sensazione era dovuta al fatto che aveva finalmente ammesso a se stesso e ad alta voce, quello che sapeva da mesi.
Che amava e voleva Cedric Diggory.
La rivelazione lo colpì senza destabilizzarlo troppo.
D’altronde una parte di lui l’aveva sempre saputo..
Ma c’era qualcuno che reagì diversamente.
Cedric si avvicinò con foga e Ron fece un passo avanti, pronto ad annullarsi nel suo abbraccio, a sciogliersi contro il suo corpo mentre lui lo baciava con quella passione segreta e proibita che tanto lo eccitava.
Invece Cedric sollevò una mano, lo colpì dandogli un pungo e facendolo finire a terra.  
Uscì con forza dal bagno, senza mai voltarsi indietro.
Fuori incontrò alcune ragazze sbronze che si chiedevano chi fosse a fare così tanto casino nel bagno in fondo al corridoio.
 
Avvistato: Ron Weasley con un occhio nero e il cuore infranto sul pavimento.
Mi chiedo quale dei due faccia più male..
 
“Sta un po’ fermo”
Sbottò Fleur cercando di trattenere il viso di Ron.
Lui brontolò ma si arrese.
Era seduto sul pavimento del bagno, la camicia stropicciata, la giacca a terra al suo fianco.
Fleur era china su di lui, l’espressione corrucciata mentre tentava di sistemare l’occhio viola del ragazzo.
Fleur tirò fuori la bacchetta.
“Da quando conosci gli incantesimi di guarigione?”
Domandò il ragazzo riuscendo persino a sorridere.
“Non ti aggiusterò quel pasticcio con un incantesimo..”
Il Serpeverde corrugò la fronte curioso.
La porta del bagno si spalancò e un piccolo oggetto tondo si posò tra le mani della ragazza.
“Fard. Un vero miracolo.. meglio di qualsiasi magia”
“Non voglio truccarmi”
Brontolò il ragazzo offeso.
Fleur rise.
“Sul serio Ron? Dopo tutto quello che è successo..?”
Il Serpeverde scattò sulla difensiva.
“Non sarò mai uno di quei gay effemminati che credi”
“Ma certo.. tu sei Ronald Weasley, il Golden boy di Hogwarts, fidanzato con la ragazza più famosa e invidiabile del castello, capitano della squadra di Quidditch della tua casa, prefetto e ah.. innamorato della persona sbagliata”
Fleur rise e a quel punto il ragazzo si arrese.
Lasciò che la Serpeverde, l’unica ragazza al castello che sapeva della segreta relazione tra Ron e Cedric, nonché sua migliore amica dall’infanzia, facesse la sua magia con quel dannato fard.
 
Ciò che Ron e Fleur e Cedric non potevano sapere, ne lontanamente immaginare, era che un’innocente ragazzina del terzo anno, dalla classica bellezza acqua e sapone e una chioma biondo naturale, era fuggita via dalla festa per piangere tutte le sue lacrime in uno dei gabinetti del castello.
Mai avrebbe potuto credere che le sue pene l’avrebbero condotta ad un tesoro dal valore inestimabile: la verità.
Una notizia bomba che avrebbe sconvolto per sempre le vite di tutti al castello.
Quando Ron e Fleur finalmente uscirono per tornare alla festa, la ragazzina corse subito in camera sua, dove armata di piuma e pergamena si preparò a rendere pubblica la storia più bollente di sempre.
Un gufo che Gossip Girl ricevette con piacere e non tardò a pubblicare.
 
 
Draco Malfoy maledisse il fatto di non potersi stiracchiare.
Era rimasto troppo a lungo in quella posizione e adesso i muscoli erano così intorpiditi da fargli male. Sentiva che la circolazione del sangue era ferma, e per un attimo si stupì del fatto che fosse ancora vivo.
Poi sorrise, mentre fissava il soffitto buio, ripensando al fatto che lui poteva comunque vivere.
Perché come tutti dicevano al castello, Draco Malfoy non aveva un cuore.
Il suo pene era l’unico organo del suo corpo che faceva tutto: pensare, respirare, vivere.
Nel grande letto a baldacchino sul quale era disteso, la ragazza al suo fianco si mosse appena nel sonno. Le gambe del Serpeverde erano bloccate sotto quelle di lei e di un’altra studentessa di cui non conosceva nemmeno il nome.
Lui era al centro, seminudo, con la cravatta ancora addosso e i pantaloni sul pavimento, mentre le due ragazze svestite usavano il suo corpo come fosse un cuscino.
Erano nella Stanza delle Necessità, che per quella occasione si era trasformata in una camera matrimoniale di cui Enrico VIII in persona sarebbe stato fiero.
A Draco quella notte non bastava una sola distrazione.
Ciò che doveva accettare e dimenticare richiedeva molto più di alcune bottiglie di champagne che ora giacevano vuote sul pavimento e un corpo caldo.
C’era bisogno di qualcosa di più forte, qualcosa come l’artemisia in polvere da sniffare sul corpo di un’altra ragazza mentre la sua amica era impegnata a dargli piacere.
 
12 ore prima..
 
Draco sistemò con un dito un po’ di panna sulle labbra della ragazza che aveva appena abbordato.
Quella che spontaneamente l’aveva invitato a seguirla fuori dalla festa per un approccio più intimo e indisturbato.
“Non hai idea di quante cose si possono fare con una sola fragola..”
Annunciò il Serpeverde con il suo tono di voce caldo e peccaminoso, mentre avvicinava la punta rossa del frutto alle labbra della ragazza che stava con le spalle al muro, schiacciata dal suo corpo.
“Ehy hai visto il mio ragazzo? Non riesco a trovarlo e stanno per eleggere il re e la regina del ballo”
Draco riconobbe all’istante quella voce anche senza voltarsi.
Sorrise mentre già sentiva lo sguardo di disapprovazione di Hermione Granger, trafiggergli le spalle come una palla di fuoco.
Con lentezza esasperante, Draco si voltò, prendendosi un lungo minuto per ammirare il fisico slanciato e asciutto della sua compagna di casa, messo in risalto da quell’abito così tradizionale e.. verginale.
Una fantasia che lo stuzzicò come un raggio di sole settembrino.
“Sparisci sgualdrina”
Commentò Hermione infastidita e schifata prendendo la ragazza per un braccio e allontanandola dalla portata di Draco che ghignò.
Era piacevolmente colpito dal fastidio che Hermione provava per quella scenetta intima.
Avrebbe tanto voluto che il suo atteggiamento fosse dovuto alla gelosia che la ragazza nutriva nei suoi confronti, e non al ribrezzo che molto probabilmente provava. O forse fingeva solo di provare ribrezzo?!
“Sei un maiale”
Commentò Hermione rivolgendosi a lui, ora che erano soli in quel corridoio dove altre coppiette erano appartate.
“In realtà avresti voluto essere al suo posto, ma sei troppo casta per ammetterlo… o fingi di esserlo..”
Replicò il ragazzo con voce ammaliante e il viso di Hermione si contrasse come quando era infuriata e.. in difficoltà.
“Non mi abbasserò al tuo livello..”
Rispose la Serpeverde con il suo solito tono altezzoso e dignitoso.
“.. vado a cercare il mio ragazzo.. sai, a qualcuno piace avere relazioni stabili piuttosto che partner occasionali.”
Draco sorrise soddisfatto da quella breve chiacchierata anche se avrebbe voluto che durasse un po’ di più.
 
Più tardi, mentre tornava alla festa per assistere all’incoronazione del re e della regina del ballo d’Inverno, Draco pensò alle parole di Hermione.
“il mio ragazzo”
Provò un certo fastidio sostituito subito da una sensazione di perverso piacere.
Hermione infatti, era troppo occupata con le sue sciocche faccende come i balli e le lotte di potere, per potersi accorgere di quanto avveniva sotto i suoi stessi occhi.
Ossia che il suo prezioso ragazzo, aveva una storia con la sua migliore amica.
Fleur era una bad girl, una vera provocatrice, Draco l’aveva sempre saputo e apprezzato, anche se con lei non era mai riuscito a concludere nulla.
Ammirava il fatto che, nonostante volesse apparire come la brava ragazza del castello, Fleur era in realtà un peccatrice.. molto simile a lui.
Draco era un bravo osservatore, a lui non sfuggiva mai nulla.
Aveva notato come negli ultimi mesi il suo migliore amico Ron, fosse sempre strano, più suscettibile e distratto e di come si guardavano lui e Fleur.
Come se i due custodissero un segreto scandaloso, una verità scomoda.
Gli era bastato fare due più due per capire che Ron e Fleur se la spassavano alle spalle di un’ignara e ingenua Hermione.
La sua migliore amica e il suo ragazzo, roba di gran classe…
Draco sorrise divertito mentre ammirava Ron sul palco accanto a Hermione, provando una strana sensazione di disagio e fastidio.
Forse dovuta al fatto che nella stanza erano piombate centinaia di lettere dal nulla, mentre tutti si agitavano per afferrare la propria tra grida di attesa ed eccitazione.
Anche lui ricevette la sua lettera.
Era di Gossip Girl, e bastava questo a spiegare il perché di tanta agitazione.
Quando lesse il messaggio al suo interno, quello in cui si diceva che il suo migliore amico se la faceva con il capitano della squadra di Quidditch di Corvonero, nonché suo rivale, Draco pensò che Gossip Girl non avesse più nulla da dire e cominciava ad inventarsi notizie false pur di attirare l’attenzione.
Ma tutto questo fu smentito quando Ron confessò pubblicamente che era tutto vero.
Nello sgomento di tutti, Draco sentì il suo mondo vacillare.
Tra Ron e Fleur non c’era nulla..
Ron andava a letto con.. Cedric Diggory.
Così stordito da quella incredibile rivelazione, Draco non si accorse che Herm era corsa via in lacrime dopo aver colpito con uno schiaffo il suo ragazzo che nel frattempo era sceso dal palco forse in cerca di qualcuno con cui confidarsi.
E quel qualcuno era proprio lui.
E lui adesso non era affatto pronto a essere quell’amico che Ron si aspettava.
Draco uscì di corsa dalla sala, seguito dalla ragazza del quinto anno con cui prima stava flirtando.
Nel corridoio recuperò un’altra studentessa che si aggiunse volentieri alla coppia, senza fare troppe domande.
Anzi, era al quanto lusingata che Draco Malfoy l’avesse scelta.
“Dove andiamo?”
Chiese la prima ragazza seguendo Draco lungo le scale.
“In Paradiso”
Rispose lui evasivo, facendo sorridere entrambe le sue conquiste.
 
 
Avvistato: Draco Malfoy alla disperata ricerca di una scialuppa di salvataggio.
Sembra che D stasera abbia fatto il pieno.. ma siamo sicuri che tutto ciò basterà a tenerlo lontano dalla tempesta?
Riuscirà a salvarsi o finirà annegato?!
D’altronde si sa: chi troppo vuole, nulla stringe.
 
 
Un timido sole illuminava l’erba ancora bagnata del campo di Quidditch.
Non molto distante, una fenice si esibiva nel primo volo mattutino.
Sopravvissuta a un’altra notte nella foresta, spiccava contro il cielo pallido come un guerriero vichingo.
Cedric Diggory provò una familiare affinità con quell’uccello dalle ali di fuoco.
Anche lui era sopravvissuto ad una lunga ed estenuante notte.
Una notte in cui non era riuscito a chiudere occhio nemmeno per un secondo.
D’altronde come si può dormire quando la tua vita si schianta come una scopa volante impazzita?!
Adesso era così stordito da quanto era accaduto, che ai primi raggi di sole, la serata appena trascorsa, gli sembrava un incubo lontano e superato.
Ma non era così.
La pluffa tornò all’attacco, scendendo come un razzo verso il campo dove lui era pronto a riceverla.
Le gambe flesse, le dita intorpidite che stringevano la mazza con forza e gli occhi socchiusi per evitare di restare accecato dal sole.
Cedric affondò meglio i piedi nel terreno umido, fregandosene delle sue scarpe nuove di zecca.
Quando la pluffa arrivò, Cedric fu pronto a colpirla, così violentemente che quella sparì dal suo campo visivo.
 
12 ore prima…
 
 
Cedric era a quella festa, circondato da tette e attenzioni, come tutti si aspettavano.
Quando la gente ti da un titolo, ebbene che tu lo mantenga.
La gente non tollera cambiamenti, ne delusioni.
Vuole che tutto rimanga com’è, tranquillo, illusoriamente perfetto.. senza scandali o cattive notizie
Quando qualcosa non va nel verso giusto, la gente si dispera e fa pazzie.
Era quello che suo padre, Diggory senior, gli ripeteva in continuazione.
‘Fa ciò che devi. Fa ciò che la gente si aspetta tu faccia. E ricorda, qualsiasi cosa succeda, sei tu a comandare: sei un Diggory’
Sembrava di sentirla la voce di suo padre, anche adesso che questa piccante ragazza gli si strusciava addosso durante un ballo piuttosto spinto.
Cedric le circondò la vita, la trattenne contro la sua erezione.
Lei reagì sfregando il sedere contro il cavallo rigonfio dei suoi pantaloni.
Da lontano vide Ron che osservava la scena con disapprovazione.
Cedric era infastidito da tutto questo.
Ron non poteva comportarsi così ora che erano in pubblico.
Durante una festa dove gli occhi di tutti sono puntati su chi conta davvero.
Dove quella gente ti osserva in attesa di un passo falso per farti fuori.
Ma Ron sembrava fregarsene di tutto questo.
Da un po’ di tempo Cedric sentiva che le cose con Ron stavano cambiando..
Sentiva che il Serpeverde si aspettava qualcosa in cambio e che voleva di più.
Ma Cedric non era il ragazzo a cui chiederlo.
Il loro primo incontro era avvenuto casualmente, poteva definirsi un vero e proprio incidente.. poi la situazione era precipitata sempre di più.
Cedric riusciva a mantenere quel distacco e quella freddezza richiesti, ma Ron tendeva ad annullare confini e barriere anche quando erano in pubblico.
E questo Cedric non poteva affatto tollerarlo perché la cosa lo terrorizzava.
Tremava al solo pensiero che qualcuno  potesse solo immaginare o intuire, cosa i due nascondevano.
Ecco perché adesso, guardava Ron con sfida mentre ficcava la sua lingua nella bocca della ragazza con cui stava ballando.
Lo faceva per ricordargli come stavano le cose.
Ron raccolse la sfida, ma anziché incassare il colpo, lo sfidò a sua volta.
Si fece avanti minaccioso, raggiungendolo dall’altro capo della sala.
Per fortuna in quel momento Fleur era sbucata dal nulla per fermarlo.
Cedric ringraziò il cielo mentre decideva quali insulti rivolgere al Serpeverde una volta soli.
“Ehy Ced”
Si voltò sentendosi chiamare.
Duncan Gale era il suo compagno di casa e di squadra.
“Non fare tardi stasera, domani abbiamo gli allenamenti”
Gli ricordò facendogli l’occhiolino.
Cedric rispose ridendo, cercando di mascherare la tensione di poco prima.
“Vai già via?”
Gli chiese vedendolo avviarsi verso la porta.
Duncan non rispose, ma sollevò le sopracciglia e fece un gesto con la testa per indicare la ragazza che gli stava a fianco.
Cedric sollevò il pollice e sorrise, complimentandosi in silenzio con l’amico per il modo in cui aveva deciso di finire la serata.
Quando Duncan e la sua partner uscirono, Cedric notò che non erano gli unici ad abbandonare la festa: anche Fleur e Ron stavano attraversando il corridoio fuori dalla sala grande.
“Scusa Claire. Torno subito”
Cedric mollò la sua compagna di giochi e accelerò per seguire di soppiatto Fleur e Ron.
I due entrarono in un bagno deserto, attraversando un corridoio buio e abbandonato.
Cedric restò nell’ombra ad attendere.
Era solo arrabbiato con Ron e non sapeva nemmeno lui cosa fare.
Lasciarlo? Insultarlo? Baciarlo?
Queste tre opzioni erano tutte allettanti e non facevano altro che confonderlo.
Poi d’improvviso Fleur uscì dal bagno senza Ron.
Cedric attese qualche minuto e notando che la ragazza tardava ad arrivare, decise di raggiungere il Serpeverde.
Ron gli dava le spalle.
Era appoggiato ad uno dei lavandini, la testa china e il respiro accelerato.
Per un attimo desiderò coglierlo di sorpresa mentre si avvicinava per appoggiare il suo corpo contro la schiena del ragazzo.
D’altronde erano soli e nessuno poteva vederli..
Ma poi Ron alzò la testa e guardando nello specchio si accorse di una presenza alle sue spalle.
 
Quando Cedric tornò alla festa, ancora scosso e con la mano destra dolorante, cercò subito una bottiglia disponibile.
Trovò in un cestello del ghiaccio una bottiglia di champagne aperta ma ancora piena.
La rubò insieme a qualche cubetto di ghiaccio che sistemò sulla sua mano per allievare il dolore.
Restò a lungo in un angolo della sala, al buio e nascosto, mentre trangugiava champagne come fosse succo di zucca.
Nel frattempo tutti si chiedevano che fine avesse fatto Cedric Diggory.
Ced notò che poco distante da lui, un altro ragazzo restava nascosto a compiangersi.
Era Harry Potter, che osservava con desiderio e invidia, Ginny Weasley, la sorella di Ron.
Pensare a Ron gli fece di nuovo provare rabbia e sconforto.
Il Serpeverde gli aveva appena confermato ciò che Cedric più temeva: Ron era innamorato di lui.
Uscì dall’ombra nel momento cult della serata.
Ron e Hermione stavano per essere incoronati per la millesima volta.
Subito si strinse a Claire che lo accolse piuttosto calorosamente.
Dal palco Ron continuava a lanciargli occhiate torve che lui non ricambiò.
Preferì piuttosto toccare Claire in punti che non sarebbe opportuno mostrare e toccare in pubblico.
Poi accadde l’impensabile.
Uno stormo di gufi precipitò nella sala distribuendo lettere ovunque.
Cedric sentì uno strano nervosismo in fondo allo stomaco.
Aprì con forza la sua busta, come chiunque in quel momento e lesse il messaggio di Gossip Girl.
Subito alzò lo sguardo per cercare quello di Ron.
Non poteva crederci.
Quel bastardo aveva reso pubblica la loro storia per vendicarsi di lui.
La prima reazione che ebbe fu quella di afferrare la sua bacchetta e cruciarlo all’istante.
Ma poi tutti avrebbero intuito che data la sua reazione esagerata, c’era dunque un fondo di verità.
Perciò Ced tirò un lungo sospiro e cercò di calmarsi, fingendo che fosse solo una sciocchezza.
Dal palco Hermione Granger non prese affatto bene la notizia.
“E’ vero?”
Chiese con voce tremante al suo ragazzo.
Ron Weasley confermò.
Cedric sentì centinaia di occhi perforargli la carne come acido.
Infuriato lasciò cadere il suo bicchiere di champagne, mentre Hermione lasciava la festa correndo.
“Sta mentendo. È uno schifoso bugiardo”
Tutti erano ancora troppo scossi per poter parlare.
Quel silenzio andava dilatandosi e Ced lo trovò insopportabile.
Una vera tortura, una trappola senza via d’uscita.
“Andiamo ragazzi… volete davvero credere alle parole di questo finocchio?”
Insultare il Golden Boy di Hogwarts era una cosa che solo uno con la reputazione di Cedric Diggory poteva permettersi.
A quel punto il vocio scoppiò rumoroso come uno sciame d’api, mentre Ron abbandonava la sala e tutti gli facevano spazio per lasciarlo passare.
Le chiacchiere esplosero, le voci corsero rumorose da un orecchio all’altro, mentre tutti commentavano l’accaduto.
Cedric era disagio, era l’unico coinvolto nello scandalo rimasto nella sala.
Si mosse a disagio e si rivolse a Claire che sembrava stordita quanto lui.
“Andiamo Claire.. abbiamo qualcosa in sospeso..”
Ced cercò di apparire seducente ma il suo tono risultò solo disperato e minaccioso.
Lei si allontanò con lentezza, alzando le mani per tenerlo lontano.
“Scusa.. sono stanca.. vorrei andare in camera mia a dormire”
Rispose lei cercando l’uscita.
Stanco di tutte quelle espressioni curiose, stupite e sgomente, Ced grugnì infuriato e abbandonò la sala cercando di apparire calmo e sicuro di sé.
Dietro di lui, le voci lo seguirono fino al suo nascondiglio.
 
 
Avvistati: Ron Weasley, Hermione Granger e Cedric Diggory al sicuro nelle loro tane.
Sfortunatamente per loro ci sarà scuola lunedì.
E uno scandalo come questo non passerà di certo inosservato..
Quindi alla prossima.
Siete pazzi di me vero?!
Kiss kiss
 Gossip Girl.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Ancora Bugie ***


                                 



Sono Gossip Girl,
la vostra unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell’élite di Hogwarts.
 
 
Ad Hogwarts è facile pensare che tutto sia esattamente come appare:
raffinato, magico, lussuoso.
Ma a volte è sufficiente una piccola chiave per aprire la porta del lato selvaggio.
E adesso che uno dei più grandi segreti della storia è stato rivelato, nessuno è più al sicuro..
 
 
“Ci beccheremo una cavolo di punizione se non usciamo subito da qui”
Fleur tentava di convincere una restia Hermione, ad abbandonare il suo angolo di paradiso nei sotterranei.
“Voglio restare qui, a letto, ad ascoltare musica deprimente tutto il giorno e a piangermi addosso”
Herm si rigirò sul suo ampio e soffice materasso, abbracciando il piumone come fosse la sua ancora di salvezza.
Fleur roteò gli occhi e ricominciò a tirare Herm per una gamba.
“Smettila di scoprirmi, ho freddo”
Protestò la Serpeverde colpendo la mano di Fleur con uno schiaffetto.
“La smetterò quando ti alzerai da questo dannato letto.. ah, e se hai intenzione di opporre resistenza, sappi che resterò tutto il giorno qui ad assillarti”
Minacciò la francesina e a quel punto Herm si mise a sedere.
Il suo volto si fece serio e scuro.
“Ho paura”
Confessò la serpina, fissando le sue mani intrecciate.
Fleur si accomodò sul letto al suo fianco e l’abbracciò.
“Ho paura di uscire da questa camera.. ho paura di loro, di quello che diranno, di come mi guarderanno.. voglio restare qui fin quando la cosa non verrà dimenticata da tutti”
Fleur strinse la mano dell’amica per impedire che questa continuasse a tormentarsi le dita.
“Herm.. lo sai anche tu che la cosa non verrà affatto dimenticata.. Sei Hermione Granger, parleranno sempre di te.. e avranno sempre gli occhi puntati su Ron e Cedric.. è il brutto di essere noi”
 
Sbaglio o colgo una nota di tristezza nella voce di F?
Che la francesina più bella del paese sia stanca di essere la ’it girl’ del castello?!
Mia cara Fleur.. non te l’hanno detto che per alcuni il cognome è un carcere a vita?
 
 
“Non pronunciare quel nome.. non voglio nemmeno sentirlo”
Replicò Herm con disgusto e con un espressione carica d’odio.
Fleur non sapeva esattamente se l’amica stesse parlando di Ron o Cedric, ma al 90% avrebbe puntato tutto sul primo.
Nonostante fosse terribilmente dispiaciuta per quanto era avvenuto durante il ballo due sere prima, Fleur era sollevata del fatto che finalmente la verità fosse uscita a galla.
Così avrebbe potuto guardare la sua migliore amica senza doversi sentire una traditrice, nel mantenere il segreto di Ron.
“Herm.. sei una Granger, sei tu a dettare le regole. Hai sempre la bacchetta dalla parte del manico, ricordi? Non puoi restare qui a nasconderti e passare per la vigliacca. Tu non hai fatto nulla.. non ne sapevi niente. Esci fuori a testa alta. Se non lo fai, allora si che avranno di che parlare..”
Herm ascoltò le parole dell’amica come fosse ipnotizzata da quanto sentiva.
Fissò un angolo della camera come se riuscisse a vedere attraverso quei mobili finemente intagliati, dietro i muri e oltre.
Lentamente annuì.
“Si, si hai ragione F.. sono io la vittima di questa situazione. Non sono io che devo restare qui a imbruttirmi e nascondermi per la vergogna. Non sono io quella che tradiva la sua ragazza andando a letto con il capitano della squadra di Quidditch dei Corvonero..”
Fleur trattenne  a stento un sorriso.
Herm era tornata.
 
 
Sembra che F possegga anche il potere di persuasione sulla giovane Granger.
Chissà quali altri talenti nasconde la francesina nel suo cilindro.. o dovrei dire.. pochette.
E a proposito di segreti F… non è il caso di vuotare il sacco una volta per tutte?
Ricorda che c’è qualcosa che Herm odia più delle giacche a vento: le bugie.
 
 
Al mattino la sala grande, la stessa che aveva fatto da scenario alla completa distruzione sociale dei tre dei ragazzi più in vista della scuola, brulicava di vita.
Il vociare era forte e assordante, il che era sorprendente dato che era lunedì mattina.
Ma dopo un week end come quello, c’era tanto di cui parlare..
Di fronte a scandali come un amore omossessuale tra due famosi e ambiti rampolli, la sonnolenza andava a farsi benedire.
Quel grigio mattino di novembre, la sveglia del lunedì non era mai stata accolta così bene.
Persino al tavolo degli insenanti, quel vivace particolare non era affatto sfuggito..
“Che hanno tutti da parlare stamattina? Io mi reggo a malapena in piedi”
Protestò Patrick Gallagher, un uomo sulla quarantina, con una spettacolare chioma corvina.
“Nottataccia Gal?”
Lo rimbeccò il suo collega, Clark Finnic, l’affascinante e avvenente professore di Pozioni, meglio noto per essersi portato a letto metà del corpo studentesco femminile dell’ultimo anno e persino alcune loro mamme.
Ovviamente queste erano solo voci di corridoio.. pettegolezzi che vagavano tra le aule come leggende metropolitane.
“Non l’avete saputo?”
In quel momento, Jane Evans prendeva posto accanto al collega Clark, rubandogli di mano una fetta di pane tostato che quest’ultimo aveva appena imburrato.
“Ehy”
Protestò Finnic mentre la Evans, insegnante di Trasfigurazione, sorrideva masticando il suo bottino.
“E comunque.. saputo cosa?”
Chiese Patrick curioso, versandosi del succo di zucca.
Questa volta  fu Ellis Forrest a parlare mentre allungava il braccio per afferrare l’ultimo cupcake rimasto nel cestino.
“Pare che Ron Weasley e Cedric Diggory avessero una tresca”
A Patrick andò di traverso il caffè.
Clark batté due colpi vigorosi sulle spalle del suo collega e amico per aiutarlo a digerire la bevanda e.. la notizia.
“No. Non ci credo.. è come se dicessero che fossi gay anch’io”
Commentò Clark con la faccia di chi ha appena ingioiato una pozione scaduta.
“Non ti crederebbero nemmeno se ti vedessero a letto con un uomo Clark..”
Lo stuzzicò Ellis ridacchiando.
Clark le fece l’occhiolino.
“Ben detto.. ho la scritta ‘stallone’ tatuata sul viso”
Jane si intromise nella conversazione.
“Lo sai con che altro fa rima la parola ‘stallone’…?!”
Lo rimbeccò acida, mentre lui sfoggiava il suo solito sorriso sornione.
“Mi vengono in mente un paio di nomi al momento.. ma direi che questo non è il contesto adatto..”
Con un cenno del capo Clark indicò il preside Charston, un uomo sulla sessantina, che sedeva a centro tavola, del tutto ignaro del fatto che i suoi colleghi si comportavano esattamente come i loro studenti adolescenti.
In quel momento però, le chiacchiere al tavolo dei docenti cessarono all’istante.
“Cos’è questo silenzio?”
Domandò Patrick sollevando gli occhi dalla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta.
Il vocio nella sala era sparito, come se un gigantesco drago l’avesse aspirato via.
Nessuno parlava e gli occhi di tutti erano puntati in fondo alla sala, dove qualcuno aveva appena fatto il suo ingresso.
“Continuate a fare quello che stavate facendo.. fingete che sia tutto ok..”
Canticchiò Jane tra i denti, costringendo i suoi colleghi a mostrarsi davvero interessati al caffè che stavano bevendo, alla torta di melassa o ad un articolo di giornale che parlava di gorgosprizzi.
 
 
“Conta fino a tre”
Disse Fleur stringendo la mano dell’amica.
“Facciamo pure dieci”
Replicò Hermione isterica tormentando la mano della francesina che non sentiva più le dita.
“Calmati. Andrà tutto ok. Ricorda chi sei”
Herm respirò a fondo, sembrava un sub emerso dalle acque.
“Si. Ok. Sono pronta”
“Bene”
Sorrise Fleur muovendosi di un passo verso la porta della sala grande.
Prima ancora che l’altro suo piede toccasse terra, fu strattonata all’indietro con forza.
“Hermione!”
“No. Aspetta. Non sono pronta…”
La Serpeverde batteva i piedi sul pavimento di pietra per impedire che le sue gambe, fasciate in legginns scuri sotto la gonnella scozzese della divisa, tremassero.
“Possiamo restare qui quanto vuoi.. ma non sarai mai pronta finché non lo farai”
“La fai facile.. d’altronde non sei mica tu quella a cui il ragazzo metteva le corna andando a letto con un altro”
Fleur le rivolse uno sguardo accusatorio.
“Scusa. Scusa. Lo sai che quando sono agitata divento acida”
Herm tentò di scusarsi mentre spiava oltre lo spigolo che la divideva dalla sala grande.
“Allora?”
Domandò Fleur guardandola.
“Andiamo”
Sentenziò Herm cercando di apparire calma e sicura di se.
Fleur non si mosse.
“Che c’è? Pensavo fossi tu quella impaziente di entrare?”
“Lo sono”
Rispose Fleur lasciando la mano dell’amica.
“Ma questa volta voglio evitare di essere sbalzata indietro come se stessi cadendo dalla scopa. Perciò Herm.. tocca a te fare il primo passo”
La Serpeverde mise il broncio e senza lasciare gli occhi chiari della ragazza, si mosse in avanti.
Fleur sorrise e la seguì all’istante.
In pochi secondi erano sulla soglia della sala grande e furono subito investite da quel chiacchiericcio assordante.
Lo stesso di mille cicale in una sera d’Agosto.
“Stanno parlando di me, vero?”
Chiese Herm a denti stretti.
“Niente affatto. Guarda, non ti stanno nemmeno fissando”
Non appena Fleur pronunciò quelle parole, come un pauroso e immenso effetto domino, tutte le chiacchiere cessarono e centinaia di occhi presero a fissare spudoratamente le due ragazze impalate sulla soglia.
“Che stavi dicendo F?”
Herm parlò senza muovere le labbra. Era bloccata, come se qualcuno le avesse appena gettato addosso un incantesimo pietrificante.
“Sorridi e fa finta di nulla. Ricorda che..”
“Sono io quella tradita”
Completò la serpina accecata da tutti quelli sguardi.
Passò un minuto, il più lungo e interminabile minuto delle loro vite.
Poi Fleur raccolse il coraggio e riafferrò la mano dell’amica.
Cominciò a camminare, trascinandosela dietro come fosse un carro carnevalesco.
“Sorridi e fa finta di nulla. Smetteranno presto”
Continuava a ripetere la francesina mentre attraversavano la sala per raggiungere il loro tavolo.
Herm sorrideva così tanto che rischiò la paralisi facciale.
Poi quel finto sorriso le morì come il sole durante una tempesta.
Ebbe la sensazione di essere appena entrata nell’arena.
Un’immensa arena fatta di creature spietate le cui armi non erano denti affilati e grossi artigli, ma lingue velenose.
“Non ci posso credere..”
“.. è venuta a colazione”
“…già..”
“…chissà cosa si prova ad essere traditi per un uomo..”
“.. un uomo.. un uomo!! … non riesco a crederci”
“.. io non mi capacito del fatto che Ron Weasley sia gay..”
“… perché Cedric? Io c’ero andata a letto l’anno scorso ed è stato il miglior sesso della mia vita..”
“… anch’io.. chi l’avrebbe mai detto che quello stallone se la faceva con un ragazzo..”
“.. smettetela.. Ced ha detto che è una bugia..”
“.. ma Weasley ha confermato.. insomma.. ha ammesso di essere gay..”
“… secondo me è stata Hermione a farlo diventare così.. lei e la sua storia del per sempre vergine..”
“..io credevo che Ron la tradisse con Fleur..”
“..anche Gossip Girl lo pensava.. prima di rivelare la verità..”
“…chissà che vergogna per lei..”
“..già.. non capisco che ci faccia qui a colazione.. io non sarei uscita per anni dalla mia camera..”
“..Hermione è una spudorata.. le piace attirare l’attenzione nel bene e nel male..”
“…hai ragione.. guarda come sorride.. è una vipera!”
“…scommetto che tutto questo parlare di lei le faccia un immenso piacere.. esibizionista!”
Hermione ascoltava tutte quelle voci mentre lentamente procedeva a fianco di Fleur verso il loro tavolo.
Solo la stretta ferrea dell’amica le impedì di crollare in quel momento sotto gli occhi di tutti.
Vedeva le loro teste vicine che sussurravano.. i loro sorrisini.. le loro dita che la indicavano e la giudicavano.. ascoltava le loro parole che la ferivano come acido..
In quel momento sentiva che le bastava una piccola folata di vento per frantumarsi come una colonna di cemento durante una calamità naturale.
Sentiva la testa leggera, capogiri profondi che le oscuravano la visuale.
Lo stomaco era così in subbuglio che se solo avesse potuto, avrebbe vomitato lì, per terra, sulle loro scarpe da quattro soldi.
Ma Fleur era al suo fianco, continuava a sorreggerla e a guidarla come un faro nella notte.
Era la sua ancora.
In quel momento, la Serpeverde capì perché Fleur Delacour era la sua migliore amica dai tempi dell’infanzia.
 
Carissimi fratelli, siamo qui riuniti, per assistere al ripudio sociale di Hermione Jane Granger.
Scusate se tiro fuori piuma e pergamena e intingo inchiostro dal vostro veleno.
A quanto pare, non sono l’unica lingua tagliante qui al castello.
 
“Mangia qualcosa”
Fleur spinse il piatto dei biscotti verso Hermione.
“Non ho fame”
Rispose laconica la ragazza.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che fissare il legno lucido del tavolo.
“Stanno ancora parlando di me?”
“…. Tieni assaggia questo caffè, è squisito”
Fleur tentò di cambiare argomento passandole una tazzina piena di caffè fumante.
“Stanno ancora parlando di me”
Si rispose Hermione così abbattuta a tal punto che se l’Apocalisse fosse arrivata, lei sarebbe rimasta seduto al suo posto ad attenderla con piacere.
“Ehy Duke che hai da guardare? Vuoi un autografo per caso?”
Fleur aveva sfoderato gli artigli, pronta a difendere la sua amica.
Il serpeverde di nome Duke seduto al loro tavolo, smise di fissarle e così fecero altri ragazzi sparsi per la sala, quando Fleur rivolse loro uno sguardo feroce per scegliere a chi sarebbe toccata la sua prossima sfuriata.
Ma proprio quando le chiacchiere stavano per cessare, ecco che qualcuno arrivò a gettare benzina sul fuoco.
 
Avvistato: Ron Weasley e il suo pessimo tempismo fare ingresso nella sala.
Tutti ai posti di comando.. sembra che oggi il karma sia più bastardo del solito..
 
“Che succede?”
La domanda allarmata di Hermione trovò risposta quando un’ombra le si parò davanti.
“Non credo sia il caso Ron.. credimi non è il momento adatto..”
Ron più pallido e affranto del solito, ignorò le parole di Fleur e continuò a guardare Hermione, che a quel punto non poté evitare di sollevare la testa.
Guardò gli occhi del suo ragazzo.. del suo ex ragazzo.. e in quel momento provò un sentimento d’odio così potente e intenso che se solo avesse potuto, avrebbe sciolto la stanza come neve al sole.
“Che ci fai qui?”
Sputò la ragazza mentre Fleur le metteva una mano in grembo per calmarla.
Le teste erano tutte puntate nella loro direzioni.
Tutti affamati e in attesa di quello che si preannunciava essere uno scontro epico.
“Herm.. dobbiamo parlare”
Ron era a disagio, ma il suo tono di voce era fermo.
“Non ho niente da dirti”
“Sono io quello che ha qualcosa da dirti..”
Herm non sopportava quello sguardo da cane bastonato.
Rischiava di perdere il controllo.
E non doveva.
“Ci vorrà solo un minuto”
Aggiunse il ragazzo ben conscio che nonostante il suo tono di voce basso, centinaia di orecchie erano tese a cogliere ogni singola parola.
Hermione sorrise spietata e rispose con voce crudelmente calma e setosa.
“D’ora in avanti, non intendo sprecare un solo minuto della mia vita per ascoltare le tue parole ne per guardare il tuo bel faccino da bravo ragazzo della porta accanto. Sei solo un vigliacco, un patetico, inutile ragazzo, Ronald Weasley e io non voglio più che il mio nome venga associato al tuo”
Se solo Hermione lo avesse schiantato, la cosa avrebbe fatto meno paura e meno male.
Anche se Fleur era la sua migliore amica, in quel momento non poté fare a meno di provare un profondo dispiacere per Ron e stringersi nelle spalle difronte a quell’innaturale gelo che proveniva dalla ragazza seduta al suo fianco.
Il colorito di Herm era più roseo e il suo sorriso più marcato.
Distruggere qualcuno sotto gli occhi di tutti era la sua specialità, il suo marchio.
E mentre Ron si accartocciava come una pergamena tra le fiamme, Herm riacquistava il suo potere e il suo buon nome.
Tutti erano sbalorditi ed eccitati.
Vedere la regina all’opera era un bel modo di iniziare la giornata.
Soddisfatta dal brusco cambiamento d’umore della sala e dall’attenzione guadagnata, Hermione alzò la testa fiera e poggiò, con un gesto elegante e misurato, le spalle alla spalliera gonfiando il petto come un pavone.
Fleur capì che Hermione non aveva più bisogno del suo sostegno.
Sapeva combattere le sue battaglie anche da sola.
E in quel momento avrebbe volentieri prestato soccorso a Ron piuttosto che assistere mentre veniva messo alla gogna.
 
Avvistata: Hermione Granger raccogliere la corona perduta e riporla al suo posto.
Il valore di una sovrana non si misura dal numero delle sconfitte, ma da come sa rialzarsi dopo una caduta.
E sembra che in quanto a stile e perfidia, Herm sappia il fatto suo..
Povero Ron.. nessuno ha avuto il buon cuore di offrirgli uno scudo per ripararsi dagli attacchi di Herm.. speriamo ne esca vivo.
 
 
Il mormorio nella sala riprese basso e frusciante mentre tutti aspettavano la contromossa di Ron.
Avrebbe incassato e portato a casa o si sarebbe degnamente difeso?!
Il ragazzo era consapevole del fatto che centinaia di occhi erano fissi su di lui, li sentiva perforargli la carne, come tante sanguisughe affamate.
Sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto, avrebbe solo peggiorato le cose.
Aveva ferito Hermione nel modo più atroce.
Di certo lei non aveva mai vinto il titolo ‘ragazza dell’anno’, ma non gli aveva mai arrecato un torto simile, ne provocato un dolore di quella portata.
Perciò glielo doveva.
Sapeva che l’aveva toccata nel profondo, che quello scandalo l’avrebbe distrutta e portato via tutto ciò che amava e a cui teneva: la sua reputazione, il controllo della scuola.
Perciò se umiliarsi ancora pubblicamente sarebbe servito a riabilitare il nome di lei, Ron l’avrebbe fatto volentieri.
Le avrebbe lasciato l’onore e la gloria di averlo ridotto in cenere, come ultimo gesto d’affetto nei suoi confronti.
Dopo una pausa che sembrò durare un’eternità, il ragazzo deglutì e fece un passo indietro.
Lentamente si mosse avviandosi verso l’uscita e lasciando lì Hermione, bloccata ancora nella sua posa di regina vittoriosa.
Il brusio crebbe d’intensità, ma questa volta c’erano sguardi d’ammirazione tutti per Herm.
 
 
Poche sedie più in la, Draco Malfoy aveva assistito a tutta la scena senza mai commentare ne rivelare in qualche maniera la sua presenza.
Si godeva lo spettacolo, come un babbano a teatro.
Benché fingesse fosse tutto ok, la cosa lo turbava parecchio.
Nelle ultime due notti, da quando il ballo era finito, non aveva dormito nella camera che condivideva con Ron nei sotterranei.
Il suo migliore amico, lo stesso che aveva reputato un fratello..
Quello che gli aveva taciuto i suoi problemi tenendolo all’oscuro su una verità e un segreto non da poco..
Draco non voleva ammetterlo, ma si sentiva ferito dall’atteggiamento dell’amico.
Non accettava l’idea che lui non si fosse sentito a suo agio, ne si fosse fidato per confessargli la verità.
In tutti quegli anni, Ron era l’unico che aveva creduto in lui.
L’unico che, in una vita disastrosa, fatta di insuccessi scolastici e genitori pretenziosi, l’aveva fatto sentire importante e degno di meritare la fiducia e il rispetto di qualcuno.
Perciò adesso non sapeva come comportarsi.
Era arrabbiato, deluso e ferito.. ma sapeva che non poteva affrontare l’argomento con Ron perché lui aveva grane peggiori di cui occuparsi.
E Ron aveva bisogno del suo sostegno, una cosa che al momento gli riusciva difficile offrirgli.
Ecco perché, mentre Ron Weasley usciva dalla sala grande, sconfitto e umiliato, solo come mai era stato in tutta la sua vita, Draco Malfoy finse di leggere il giornale pur di non incrociare lo sguardo sofferente dell’amico.
 
 
Cedric Diggory aveva un buon motivo per saltare la colazione quella mattina.
Nella sala si era notato solo per l’assenza.
A giustificarlo c’erano gli allenamenti di Quidditch, un appuntamento a cui non poteva mancare.
Cedric era il capitano della sua squadra e prefetto della sua casa: i Corvonero.
Era il fiore all’occhiello di tutti, il ragazzo più sexy del castello e lo scapolo d’oro più abito in città.
Era il figlio che ogni genitore avrebbe voluto:  impegnato nel sociale, capitano pluripremiato di Quidditch (la sua casata non aveva mai vinto così tante coppe da quando Ced era entrato a farne parte), e dulcis in fundo, cosa sorprendente per uno sportivo.. Cedric Diggory era anche intelligente.
La sua carriera scolastica faceva invidia a metà degli studenti del castello, così come il suo fondo fiduciario. 
La sua vita era perfetta, impeccabile come ci si aspettava da uno come lui.
Ma ogni cosa era naufragata dopo lo scandalo.
Adesso, dopo un week end passato a nascondersi, era tempo di tornare alla vita vera e affrontarla.
Combatterla come una partita di Quidditch e vincere la sfida.
Perche la vittoria e il successo erano le cose che gli riuscivano meglio.
Cedric Diggory amava la sua vita, amava la sua gloria, la sua reputazione, il suo fascino e il suo onore.
Amava sentirsi acclamato, essere un dio greco venerato da tutti: insegnanti, allievi e genitori.
Le cose erano sempre state così e così dovevano tornare ad essere.
Perciò, dopo aver tirato un lungo sospiro, Cedric spalancò la porta dello spogliatoio con fermezza ed entrò nella stanza con la sua solita aria sicura e naturalmente affascinante.
I giocatori ridevano scambiandosi le solite battute sulle ragazze e sul Quidditch.
Quando la porta sbatté rivelando la presenza del capitano, le chiacchiere morirono all’istante.
Spike e Vin che erano seminudi, si ricoprirono subito, quasi spaventati dalla visione improvvisa di Ced.
Un altro ragazzo si strinse meglio l’accappatoio e il suo amico, che si stava sfilando la maglietta, ci ripensò e la calò di nuovo giù.
Ced era sbalordito e infuriato.
Si mordicchiò il labbro come quando era nervoso mentre gli occhi si indurivano come iceberg nell’oceano.
Duncan Gale era da sempre il migliore amico di Cedric.
Erano cresciuti insieme, le loro famiglie erano unite da decenni di affari e interessi comuni.
Duncan passava molto tempo a casa di Cedric, così come Ced era solito trascorrere le vacanze o il tempo libero nella lussuosa villa dei Gale nelle campagne dello Yorkshire.
Ciò che Ced non immaginava, era che il suo migliore amico, nutriva da sempre un profondo senso di invidia nei suoi confronti.
Duncan era un discreto giocatore di Quidditch, ma un disastro totale in tutto il resto.
Solo la sua avvenenza, il suo bel faccino, e la sua camera blindata stracolma di galeoni e titoli finanziari alla Gringott, salvavano la sua reputazione e il suo buon nome.
Perciò dato lo scandalo incredibile in cui Cedric era coinvolto, Duncan capì che quello era il suo momento.
L’occasione perfetta per spodestare dal trono Cedric Diggory una volta per tutte.
Finalmente sarebbe stato lui quello brillante, quello speciale.. quello non oscurato dalla gloria di Cedric.
Finalmente poteva uscire dalla sua ombra e primeggiare.
Ecco perché, mentre Ced restava fermo al centro della stanza e fissava il suo amico in attesa di una sua mossa solidale, Duncan lasciò cadere l’asciugamano che aveva in vita.
Restò completamente nudo al cospetto di Ced e di tutti gli altri.
Poi si voltò, si piegò in avanti e schiaffeggiandosi il sedere cominciò a dire con tono di voce stridula:
“Oh si. Si. Si Cedric.. così. Mh, si.. si. Più forte Ced.. sei uno stallone.. si..si.. così, fammi godere”
La squadra scoppiò a ridere, risate frenetiche e convulse, mentre Duncan si voltava e raccoglieva l’asciugamano da terra.
A sorpresa di tutti, anche Cedric rise.
“Sai Duncan è davvero buffo…”
Esordì facendo un passo verso di lui.
“…anche tua madre ripeteva le stesse parole mentre me la sbattevo l’estate scorsa… solo che lei urlava di più”
Qualcuno commentò sbalordito con un sonoro: “whoooo”
Mentre Ced riceveva applausi e alcune pacche sulla spalla.
Il capitano sorrise trionfante mentre Duncan digrignava i denti come un mastino.
“Adesso che ci penso.. si, tua madre urlava davvero tanto… sarà per questo che gettava l’incantesimo muffiliato sulla porta della tua camera? Per non farti sentire quanto ci divertivamo mentre tu facevi il tuo sonnellino di bellezza?”
“Brutto bastardo!”
Duncan si lanciò contro Cedric che però fu più veloce.
Armato di bacchetta, sollevò quest’ultima con un movimento deciso e scattante.
Duncan finì per terra in fondo alla stanza, battendo la schiena contro una delle panche che strisciò rumorosamente sul pavimento.
 
 
Attento D!
Mai fare arrabbiare un Diggory..
Si dice in giro che in quanto a vendetta, il playboy di Hogwarts sia solo secondo alla nostra Hermione.
I due formerebbero una coppia perfetta… peccato solo che il destino abbia programmi diversi.
 
 
Lo spogliatoio era allibito.
I fuori programma erano mal visti solo durante le partite, ma i giocatori di certo non disdegnavano scene come quelle.
Le lotte di potere tra titani erano un vero elisir al castello.
E prenderne parte per poi poterlo raccontare in giro attraverso Gossip Girl, era come essere invitati a corte da Enrico VIII in persona: un vera vittoria per il proprio nome e per la propria scalata sociale.
Anche gli ultimi restii finirono per complimentarsi con Cedric e ammettere la sua superiorità.
Adesso più che mai, dopo quel terribile scandalo, erano convinti che il loro capitano era degno del titolo e della reputazione che gli spettava.
Da bravo ragazzo quale era, dopo averlo schiantato, Ced non ci pensò due volte a raggiungere il povero Duncan e porgergli una mano.
Una stretta che Duncan accettò, mentre si rialzava e stringeva in un abbraccio fraterno il suo amico di sempre, tra gli applausi e le acclamazioni generali.
 
 
“Finalmente. Casa”
Hermione crollò sul letto, mentre Fleur chiudeva la porta della camera e lasciava cadere per terra la sua borsa piena di libri.
“E’ stata una giornata terribile.. ma penso di aver riacquistato qualche punto… certo sarà dura liberarsi di una vergogna simile ma sono ottimista.. solo poche ore fa non avrei mai sperato in un risultato così promettente”
Fleur evitò di commentare mentre si pettinava i capelli specchiandosi nel grande specchio dorato.
Herm capì che qualcosa non andava.
Sollevò la testa dal piumone per osservare l’amica.
“Ehy.. tutto ok?.. e da quando abbiamo finito la colazione che non pronunci parola”
Fleur si voltò.
“Ti sembrava il modo giusto di trattarlo?”
Herm corrugò la fronte.
“Parlo di Ron… non sono affatto contenta di come l’hai aggredito pubblicamente”
Hermione spalancò la bocca sorpresa.
“Ma Fleur sono io quella tradita. Sono io la vittima, ricordi?!”
Fleur lasciò perdere la spazzola e fece un passo verso la serpina.
“Lo so che hai tutto il diritto di essere arrabbiata con lui, sto solo dicendo che non dovevi trattarlo come hai fatto stamattina”
Hermione si sistemò a sedere, assumendo una posa più dignitosa e meno rilassata come quando sentiva di dover difendere se stessa e le sue azioni.
“Come avrei dovuto trattarlo secondo te? E’ venuto lui a cercarmi.. non sono stata io ad andare da lui per fare una scenata”
Fleur sbuffò infastidita.
“Proprio non capisci.. l’hai umiliato, offeso.. trattato peggio di un vermicolo.  E l’hai fatto difronte a quella gente, la stessa di cui tu hai paura ogni volta che le cose non vanno secondo i tuoi piani”
Hermione era perplessa.
“Mi stai forse criticando? O sei arrabbiata con me? Perché nel caso te lo fossi dimenticata, sono io quella cornuta, tradita dal mio ragazzo che a me ha preferito un uomo.. un uomo!”
Ripeté Hermione ad alta voce come se dirlo con enfasi avrebbe sottolineato meglio la gravità della cosa e fatto riacquistare il senno all’amica.
Ma ebbe l’effetto opposto.
“Tu guardi solo ciò che vuoi vedere.. non ti importa di Ron, il ragazzo che da anni dici di amare. Per la verità, non ti importa di nessuno se non di te e del tuo nome. Sei disposta a schiacciare la persona che ami anche a costo di riprenderti ciò che è tuo”
Hermione non era affatto scandalizzata o arrabbiata per le parole dell’amica.
Sapeva di essere così e ne era fiera.
Tutti la conoscevano e l’ammiravano per quello.
C’era un motivo se lei era la regina della scuola.
“E allora? Non stai affatto dicendo nulla di nuovo.. mi conosci da una vita, sai che sono così. Cosa c’è che non va adesso?”
La serpina proprio non capiva cosa la francesina le stesse cercando di dire.
“C’è Hermione, che devi smetterla di guardare le cose solo dalla tua prospettiva.. è arrivato il momento di preoccuparti anche di chi ami”
“Sono stata coinvolta in uno scandalo.. ed è terribile, tu dovresti capirlo meglio di chiunque”
Fleur evitò la frecciatina lanciatale dall’amica e proseguì imperterrita.
“E’ terribile anche per Ron… Ron, il ragazzo che è rimasto accanto a te sempre e per sempre… qualunque cosa hai dovuto affrontare o passare, lui c’era. Era li quando tuo padre è scappato di casa con una modella babbana, quando tu e tua madre avete litigato, quando tu hai avuto…i tuoi problemi..”
Fleur sorvolò sulla natura di quei problemi per non ferirla.
“Anche tu ci sei sempre stata”
Commentò Herm ora spaventata dalla piega che la conversazione stava prendendo.
“Si, ci sono stata anch’io. Come Ron.. e lui sta soffrendo come te, forse di più. E tu l’hai calpestato davanti a quelle serpi, l’hai dato in pasto ai leoni. Hai idea di cosa questo significhi? Del tormento che da mesi lo perseguita, mentre tentava di dirti la verità.. ma tu eri troppo occupata con un ballo, o un party, o un evento.. e lui aveva solo bisogno di parlarti e dirti tutto. Voleva superare tutto questo con te, come sempre”
Hermione si alzò lentamente dal letto, gli occhi stretti dal sospetto come quelli di una pantera.
“Come fai a sapere tutto questo?”
Fleur capì di essersi spinta oltre. Di aver detto troppo.
Guardò l’amica sentendo una lacrima affiorare, per il nervosismo e la tensione.
“Ti ho fatto una domanda Fleur.. rispondimi! Come fai a sapere tutto questo?”
La voce di Herm salì di un’ottava mentre lei avanzava verso la francesina che fece un passo indietro.
Abbassò la testa e prese a fissare la punta delle sue scarpe.
“.. Tu lo sapevi già.. non è così? Sapevi di Ron e Cedric da tempo…”
A quel punto Fleur non era l’unica con gli occhi lucidi.
La voce di Hermione era bassa ma animata dall’improvvisa verità a cui era appena giunta.
La francesina non rispose, ma continuò a tenere lo sguardo basso.
“E’ così?”
Herm tentò disperata di strappare una smentita dall’amica.
Voleva davvero sentirsi dire di essersi sbagliata. Che Fleur avesse saputo dello scandalo insieme con lei, quella sera al ballo.
“E’ così? Dimmelo è così?!”
Urlò furiosa mentre Fleur si passava una mano tra i capelli come quando era in difficoltà.
“Dimmelo Fleur.. tu lo sapevi?”
“Si”
Confessò Fleur stanca di sentire le urla della serpina.
“Lo sapevo.. gli ho scoperti una sera, giù negli spogliatoi del campus”
Liberarsi di quel peso non poteva essere più doloroso.
Fleur trovò il coraggio di guardare Herm negli occhi, ma la sua immagine era offuscata dalle lacrime.
“Sei la mia migliore amica.. avresti dovuto dirmelo.. avresti potuto evitare che questa tragedia scoppiasse ..avresti..”
Herm non completò la frase.
Era disgustata.
Come quando aveva scoperto di Ced e Ron due giorni prima.
Sentì lo stesso colpo al cuore, lo stesso peso in fondo allo stomaco.
“Herm.. mi dispiace, io..”
Fleur fece un passo avanti, ma Hermione cacciò indietro le lacrime, affilò lo sguardo e alzò le mani per evitare che la francesina la toccasse.
“Vattene via”
“Herm..ti prego..”
“Vattene!”
Fleur non si mosse.
Restò li, addolorata in attesa che l’amica cambiasse idea.
“Ho detto vattene via”
Liberandosi delle lacrime che le scorrevano in viso, Fleur lasciò la stanza.
Solo quando la porta si chiude, Herm si concesse la libertà di piangere.
 
 
Dicono che le brutte notizie non viaggiano mai sole.
Sembra che anche questa volta, la regola si riconferma alla grande.
Povera Herm.. qualcuno lassù deve odiarla davvero tanto.
 
Ma le sorprese non sono ancora finite per oggi.
E pensare che sono solo le cinque del pomeriggio..
 
Ron era in camera sua a fare la stessa cosa che faceva da ore: fissare il soffitto buio.
Di Draco nessuna traccia.
Non era tornato in camera ne per un cambio di biancheria ne per recuperare libri.
Ma lui non ne aveva bisogno.
Non quando sapeva come prendere tutto ciò che desiderava dalla stanza delle necessità.
Ancora ricordava il momento in cui avevano scoperto l’esistenza di quella stanza insieme, tanti anni prima…
Ma i suoi pensieri furono interrotti violentemente, quando qualcuno bussò alla porta.
Ron scattò a sedere sul letto.
In un primo momento pensò si trattasse di Draco, ma quella era anche camera sua e non aveva di certo bisogno di bussare.
Poi il suo cuore perse un battito quando immaginò e quasi sperò che fosse Cedric.
D’altronde il Corvonero conosceva la parola d’ordina del dormitorio dei Serpeverde, così come Ron sapeva che fare per intrufolarsi in camera di Ced..
Scese di corsa dal letto, la camicia bianca della divisa scolastica stropicciata, come i suoi capelli.
Andò ad aprire e restò per un attimo senza parole.
“Hermione”
Sibilò sorpreso.
“Posso entrare?”
 
Avvistati: Herm e Ron di nuovo insieme dopo l’ultimo round.
È una bandiera bianca o un guantone da box quello che vedo regina Herm?
Preparate i popcorn, ci aspetta una tregua o una nuova battaglia.
E sapete chi va matta per tutto questo?
Gossip Girl.
 
 
 
 
 
 
NdA
Salve a tutti, è la prima volta che scrivo una nota in questa storia.
Volevo anzitutto ringraziarvi perchè ho visto che siete già in tanti a seguirla e ad averla aggiunta tra i preferiti, anche se ho pubblicato solo tre capitoli finora.
Perciò, grazie davvero!!
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.. 
Mi piacerebbe leggere le vostre recensioni, per sapere che ne pensate della storia in generale. Se vi piace, se avete dubbi.. Quali sono le cose che preferite e cosa proprio non vi piace.
Accetto anche le critiche ovviamente, servono molto a migliorare.
Spero di leggervi presto, affinché la storia continui ho bisogno di sapere le vostre opinioni, altrimenti è inutile continuare a scriverla!
Grazie ancora per tutto e buon week end ;)

Mordreed.

 

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