Good luck my babe di bic (/viewuser.php?uid=47402)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una cena alternativa ***
Capitolo 3: *** Genitori preoccupati e inviti a cena ***
Capitolo 4: *** Un'idea brillante ma pericolosa ***
Capitolo 5: *** L'idea prende forma ***
Capitolo 6: *** Il pic nic ***
Capitolo 7: *** Cose romantiche e disgustose ***
Capitolo 8: *** Inaugurazione con sorpresa ***
Capitolo 9: *** Post Scriptum ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Caro Draco,
ho bisogno del tuo aiuto per una faccenda complicata e molto
delicata.
Ti prego di incontrarmi domani alle diciotto di fronte alla Torre
di Londra.
Ti sarei grato se mantenessi il massimo riserbo sul nostro
incontro.
Ringraziandoti anticipatamente ti porgo cordiali saluti.
Blaise Zabini.
Draco Malfoy rilesse ancora una volta la
strana lettera che gli aveva inviato il vecchio compagno di Casa la mattina
precedente, poi se la infilò in tasca e prese il mantello per uscire.
- Dove vai figliolo?
Dopo la fine della guerra suo padre era
diventato molto meno freddo nei suoi confronti, lo osservò attentamente, chino
su una serie di incartamenti nel suo studio, sembrava invecchiato di dieci
anni.
- Esco con un amico.
Narcissa sollevò lo sguardo dal libro che
stava sfogliando: - Stai attento tesoro, mi raccomando.
Sua madre era ormai diventata l’ombra di suo
padre, gli stava sempre vicino temendo che facesse qualche sciocchezza.
La sua famiglia era uscita dalla guerra con
le finanze a terra e l’onore distrutto, suo padre difficilmente usciva di casa
e sua madre stava faticosamente tentando di riallacciare gli antichi legami di
conoscenze anche se erano ben pochi i maghi che accoglievano favorevolmente un Malfoy.
Narcissa era sempre preoccupata quando lui
usciva di casa, d’altronde le strade erano ancora piene di ex Mangiamorte in
libertà che gli avrebbero fatto volentieri la pelle o di vittime del Signore
Oscuro che avrebbero fatto la stessa cosa.
Draco si chinò per baciare la guancia della
madre.
- Non preoccupatevi, starò attento.
La donna lo guardò attentamente, il suo
ragazzo stava diventando un uomo, aveva dovuto crescere troppo in fretta e
vedere cose che nessuna madre desidererebbe che il proprio figlio vedesse, gli
sfiorò la mano e sorrise.
- Buona serata figliolo, suppongo che non
dovremo aspettarti per cena.
- No, grazie. Buona serata a voi.
Uscì di casa e si Smaterializzò.
Non conosceva molto la Londra Babbana, ma
ricordava la posizione della Torre di Londra per averla vista in un quadro a
Malfoy Manor. Il quadro si trovava nella stanza che era stata quella degli
ospiti e che dopo essere stata usata dal Signore Oscuro era stata sigillata da
suo padre in modo che nessuno potesse mai più mettervi piede.
Si ritrovò di fronte all’ingresso della
Torre, era una costruzione imponente da cui gli ultimi turisti Babbani stavano
uscendo. Malfoy si sedette su una panca accanto all’ingresso, molti dei turisti
si voltavano meravigliati osservando il suo abbigliamento, Draco li guardava
altezzosamente.
Poi una bambina che lo guardava con una certa
insistenza tirò la mano della mamma dicendo: - Mamma, come mai quel ragazzo
biondo carino è tutto vestito di nero?
- Non lo so tesoro, forse gli piace vestirsi
così
- Sì, ma sembra un pipistrello!
Si divincolò dalla stretta della mamma e
camminò con passo deciso verso il ragazzo, lo fissò negli occhi e disse: -
Perché sei vestito di nero?
Draco rimase esterrefatto dall’impudenza
della bambina e stava per risponderle in malo modo quando lei raccolse un fiore
e lo pose sul bavero del mantello, poi, notando che era troppo piccolo lo
sfiorò e lo fece aumentare di dimensioni.
Il ragazzo rimase stupito. Quella bambina era
una piccola strega che usava i suoi poteri con una noncuranza strabiliante.
- Mary, non importunare il signore! – Disse
la madre della bambina raggiungendola.
- Ma mamma, gli ho solo regalato un fiore,
così non sembra più un pipistrello!
- La scusi, a volte è un po’ inopportuna.
Draco sorrise: - Non si preoccupi.
- Arrivederci. - La donna prese la bambina
per mano e si avviò.
Draco estrasse dalla tasca il biglietto che
gli aveva spedito Blaise, cancellò ciò che vi era scritto e vi fece apparire la
parola "Grazie" con la
bacchetta lo piegò come un origami a forma di uccello lo fece poi volare ad
appoggiarsi sulla spalla della bambina che intanto si era voltata. Mary lo
guardò stupita e Draco le fece l’occhiolino.
- Ci sai fare con i bambini Malfoy!
La voce familiare di Blaise Zabini lo fece
trasalire.
- Era ora, è un pezzo che ti aspetto. - Disse
voltandosi, solo in quel momento si accorse che Blaise non era solo, ma
accompagnato da due ragazze.
- Noto che sei in ottima compagnia… -
Aggiunse poi maliziosamente.
- Entriamo nella Torre dal lato riservato ai
maghi così, ti spiego. – rispose Zabini ignorando totalmente il tono di Malfoy.
Entrarono da un ingresso secondario nascosto
ai Babbani e scesero quattro rampe di scale prima di trovarsi in un sotterraneo
illuminato a giorno e decorato con piccoli fiori azzurri.
- Oh… - Disse la ragazza accanto a Blaise: -
Hai fatto tutto questo per me, è bellissimo, è così romantico… è perfetto!
Draco si rese conto di riconoscere la voce
della ragazza.
- Daphne?
- Sì, sono io, ho dovuto prendere la Pozione
Polisucco perché non volevo che nessuno mi riconoscesse in giro, sai io e mia
sorella Astoria dovremmo essere da Luna Lovegood.
- Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta
succedendo? Per Merlino! – Draco stava iniziando ad alterarsi, non gli
piacevano i giochetti.
- Succede che Daphne ed io ci sposiamo qui
stasera e tu sei il mio testimone.
- Scusa?
- Senti ti spiego io mentre loro si
preparano.
La sorella di Daphne lo prese con una certa
decisione e lo spinse da un lato.
- Nostro padre ha qualche problema con il
fatto che Blaise e Daphne si frequentino.
- Perché? – Draco faticava a comprendere il
motivo.
- Perché è di colore.
- Cioè? – La confusione di Malfoy aumentava.
- Scusa, ma sei cieco?
- Ma cosa vuol dire il fatto che sia di
colore, l’importante è che provenga da una famiglia rispettabile e …
- Purosangue?
- Vedi, mio padre ragiona esattamente come
te, ma preferirebbe vedere Daphne sposata ad un Babbano piuttosto che ad un
mago con la pelle di un altro colore.
- Questa non l’avevo ancora sentita.
- Non è poi tanto diverso dal disprezzare i
Mezzosangue. – Rispose Astoria piccata.
- Com’è che non mi ricordo di te a scuola?
- Forse perché non avevo questa faccia ed ero
a Corvonero…
Mentre parlava Astoria stava recuperando il
suo aspetto naturale così come Daphne.
Si aprì la porta da cui erano entrati e
Malfoy riconobbe nel membro del Ministero che avrebbe officiato la cerimonia
uno dei Weasley.
Il rito fu molto breve ma intenso, Percy
Weasley non amava perdere tempo, ma capiva anche che quel momento era unico per
quei ragazzi e quindi propose loro di formulare delle promesse come quelle che
si scambiavano i Babbani in occasione del matrimonio. Poi si procedette allo
scambio degli anelli.
Percy porse ossequiosamente agli sposi le
proprie felicitazioni ed uscì senza degnare Malfoy di uno sguardo.
- Bene e ora che siete il signore e la
signora Zabini cosa pensate di fare?
- Prima partiamo per il viaggio di nozze e
poi vedremo. – Rispose Blaise con un sorriso che gli andava da un orecchio
all’altro.
- Ancora non ho capito perché hai chiesto a
me di farti da testimone.
- Perché so che se mi dai la tua parola non
racconterai questa storia assurda a nessuno.
- E va bene, ma sei in debito con me.
- Grazie amico.
Draco rimase colpito, l’ultima persona che
l’aveva chiamato amico era stato Vincent Tiger a metà del sesto anno, da allora
non aveva più avuto né amici, né confidenti né ragazze, anche Pansy ei era
allontanata da lui quando la sua famiglia era caduta in disgrazia dopo che il
Signore Oscuro li aveva resi lo zimbello dei Mangiamorte.
- Draco per favore, potresti accompagnare
Astoria a casa Lovegood? Ancora non so come ha fatto a passare l’esame di
Materializzazione, non riesce mai ad arrivare nel punto esatto.
- Guarda che ti ho sentita Daphne! – Disse la
sorella più giovane facendo una buffa smorfia.
- Voi dove andate in viaggio?
- Prendiamo il primo treno che troviamo a
King’s Cross, vorremmo fare un salto in Italia e girare un po’ l’Europa, non so
quanto staremo via.
- Bene, ragazzi allora buon viaggio. – Disse
Draco con un sorriso stringendo la mano a Blaise.
Le sorelle si abbracciarono e ad Astoria
scappò una lacrimuccia.
- Mi mancherai sorellina.
Blaise e Daphne si Smaterializzarono mano
nella mano appena fuori dalla Torre.
- Ti va di mangiare qualcosa prima che ti
accompagni da quella svitata della Lovegood?
- Oh, ma che onore, un invito a cena da Draco
Malfoy in persona, e come posso rifiutare? Ad una condizione, andiamo a
mangiare dove dico io e ognuno paga quello che mangia, ok?
Draco rimase basito, non era proprio dei
Malfoy permettere ad una strega di pagarsi la cena, ma Astoria gli sembrava
simpatica così annuì e le porse il braccio sorridendo.
Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi,
neanche questi fiori azzurri...
Via con me
P. Conte
(1981)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Una cena alternativa ***
Nonostante non siano arrivate recensioni ho
deciso comunque di continuare la storia, dato che dovrebbe essere discretamente
divertente spero di ricevere presto qualche commentino.
Vediamo come se la cava Draco a cena con la
piccola Astoria (ci sarà da ridere…)
Una cena alternativa
La serata era fredda, la fine dell’estate era
alle porte Astoria rabbrividì quando uscirono dalla Torre, Draco fece per
togliersi il mantello e posarglielo sulle spalle, ma lei lo guardò con un
sopracciglio sollevato:
- Piuttosto che mettermi addosso quella
palandrana da Vampiro preferisco gelare. Aspetta, guarda là ci sono delle
bancarelle Babbane!
Agguantò la mano di Draco che non si accorse
nemmeno di quello che stava succedendo e lo trascinò in mezzo ai Babbani, si
fermò di fronte ad una bancarella in cui vendevano sciarpe variopinte di tutte
le dimensioni.
Astoria ne acquistò una a colori vivaci
piuttosto grande, poi trascinò nuovamente Draco dietro ad un albero e con un
paio di colpi di bacchetta se la drappeggiò sulle spalle come uno scialle che
si abbinava perfettamente con il vestito leggero che indossava.
- Perfetto, posso renderti un po’ più
presentabile?
Draco Malfoy la guardò allibito: - Scusa?
- Ma
dai, diamo almeno un tocco di vita al tuo mantello e visto che ci siamo … -
Astoria studiò attentamente Draco e poi cominciò a muovere con perizia la
bacchetta.
In quattro secondi netti al posto del
mantello nero con cui era uscito di casa Malfoy indossava un cardigan con
cerniera della stessa tonalità dei suoi occhi.
- Tu sei pazza, quel mantello era di mio
padre, quando torno a casa mi ammazza…
- Ma va, al massimo ti Crucia un po’, se è
vero quello che dicono su di lui.
A Draco Malfoy cadde la mandibola, ma come
diavolo faceva quella ragazzina a parlare così a cuor leggero di certe cose?
- Senti, forse non è stata una buona idea,
quella della cena.
- Se non andiamo a cena, te ne torni a casa
col maglione invece che col mantello, conosco anche l’Incantesimo per farlo
tornare normale, dai, l’ho solo Trasfigurato! Prima sembravi mio padre, adesso
per lo meno si vede che hai solo uno o due anni in più di me!
Quella ragazza aveva una luce negli occhi che
lo ammaliava, non avrebbe accettato da nessuno di essere trattato in quel modo,
ma con lei era diverso, anche se non capiva proprio perché.
Tornarono in mezzo alla folla e ora nessuno
si voltava più a guardarli, il che non era affatto male, pensava Malfoy, nella
comunità magica non c’era una sola persona che non lo squadrasse dall’alto in
basso quando entrava in una stanza per poi ignorarlo senza neanche salutare, in
mezzo ai Babbani nessuno lo conosceva e quindi nessuno lo guardava con
disgusto, anzi un paio di ragazzine gli sorrisero addirittura.
- Ehi latin lover, guarda che sei con me,
quindi evita di fare il cascamorto, chiaro?
Draco si voltò ad osservare la più giovane
delle Greengrass.
Aveva i capelli lisci del colore del miele,
gli occhi chiari, anche se non riusciva a distinguerne nettamente il colore, le
labbra erano carnose ed il naso dritto finiva leggermente a patata. Non era
molto alta, ma in proporzione aveva gambe decisamente lunghe le dita affusolate
e sottili stringevano la borsetta in cui teneva la bacchetta.
- Allora dove vuoi andare a mangiare? A
Diagon Alley hanno aperto un paio di ristorantini niente male…
- Ma sei scemo? Ti ricordo che io dovrei
essere a casa di Luna Lovegood, quindi non ci avviciniamo né a Diagon Alley né
alle vie limitrofe! Stasera si mangia da Babbani!
Draco Malfoy deglutì a vuoto un paio di
volte:- Non mi va di cenare in mezzo ai Babbani.
- Bene, allora tornatene a casa col maglione
e scordati il tuo bel mantello da pipistrello.
“Maledetto il momento in cui ho accettato di
incontrare Blaise” pensò Draco e sbuffando continuò a camminare accanto ad
Astoria.
Mentre giravano per le vie del centro la
ragazza scorse in un vicolo un piccolo locale poco illuminato da cui proveniva
una musica particolare, prese Draco per mano e vi entrò.
Si sedettero a un tavolino in un angolo, e
attesero che arrivasse un cameriere; da un lato c’era una piccola orchestra che
suonava una musica che né Astoria né Draco conoscevano, eppure era una musica
calda e coinvolgente.
- Bene, signor Malfoy… - cominciò Astoria –
di te si dicono cose straordinarie…
-Tipo?
- Tipo che sei riuscito a disarmare Silente…
Draco si agitò sulla sedia.
- Sono cose che preferirei non ricordare, da
allora la mia vita è andata particolarmente bene.
- Allora parliamo di qualcosa di più
divertente, qual è la tua squadra di Quidditch preferita?
Draco iniziò a parlare dello sport dei maghi
e si rilassò, finché Astoria saltò fuori con un’altra domanda piuttosto inopportuna:
- Ma è vero che il falso Malocchio Moody ti ha Trasfigurato in un furetto?
Draco sbiancò, poi la fissò con uno sguardo
di ghiaccio che la fece arrossire fin alla punta dei capelli.
La ragazza però si riprese subito: - Dai,
dovevi essere carino, tutto morbido e peloso…
Draco non sapeva se mettersi a ridere o a
piangere, ma a Corvonero erano tutti fuori come dei balconi o lo studio li
rincretiniva al punto da non renderli più in grado di mantenere una
conversazione vagamente cortese ed equilibrata?
Optò quindi per chiarire alcuni punti: -
Senti Astoria, tu mi stai simpatica, ma non ho intenzione di raccontarti nulla
che riguardi la mia vita nel periodo in cui andavo a scuola.
- Bene, allora raccontami cosa facevi quando
eri piccolo.
Draco capì che non sarebbe venuto a capo
della situazione in quel modo perciò propose: - Balliamo?
Non aveva idea di come si ballasse quella
musica ma, visto che Astoria accettò subito, colse la palla al balzo per non
dover più fare conversazione.
Non c’era una vera e propria pista da ballo,
solo qualche metro quadrato di spazio tra la band ed i primi tavolini, i due
ragazzi si avvicinarono ed i musicisti attaccarono con una musica lenta e
triste, Astoria appoggiò le mani sulle spalla di Draco e lui le cinse la vita
con le braccia. Lei sorrise e sollevò lo sguardo per incrociare gli occhi del
ragazzo. Solo in quel momento Malfoy ne colse finalmente il colore: erano di un
verde brillante con pagliuzze dorate che si irradiavano dalla pupilla, ma la
loro espressione denotava una purezza ed una serenità che lui non aveva mai
provato ne rimase affascinato, poi Astoria abbassò lo sguardo perché aveva
colto negli occhi del ragazzo una tristezza ed una sofferenza che non era
ancora pronta ad affrontare.
- Senti, non mi va più di ballare, andiamo a
mangiare?
Cenarono in silenzio, guardandosi
alternativamente, poi i loro cocchi si incontrarono di nuovo e, come se fossero
stati colti da una scarica elettrica rimasero immobili a fissarsi, fu una
questione di istanti, questa volta fu Draco ad abbassare per primo lo sguardo
prendendo il bicchiere di vino e portandoselo alle labbra, Astoria osservò quel
gesto molto signorile, ma che nascondeva una certa tensione così gli disse
maliziosamente: - Alcuni dicono che è più intimo guardarsi negli occhi che fare
sesso, secondo te è vero?
Draco impallidì, poi divenne rosso, nel
frattempo il vino che stava bevendo gli era andato di traverso e, molto poco
signorilmente, cominciò a tossire e sputacchiare nel bicchiere.
- Ma tu sei matta, secondo me a frequentare
la Lovegood ti deve essere andata fuori posto qualche rotella.
Astoria sollevò un sopracciglio e rispose: -
Primo, Luna Lovegood è una ragazza molto eccentrica ma innocua, secondo, domani
lei ed io andiamo a Diagon Alley insieme ufficialmente per “fare shopping” in
realtà perché ho un colloquio di lavoro alla Gringott, terzo se ti spaventi a
sentir parlare di sesso sei un bacchettone.
Detto questo la ragazza si alzò e si diresse
al banco per pagare. Malfoy la seguì, ma quando la vide tirare fuori dal
portamonete dei biglietti le chiese: - Ma quello che roba è?
- Si chiamano sterline, ignorante! È denaro
Babbano, mica vorrai pagare con i Galeoni?
Draco la guardò allibito.
- Va beh, per stavolta pago io, ma la
prossima tocca a te.
E, ricevuto il resto, uscì in strada.
Si incamminarono in silenzio poi Draco
chiese: - Come mai vuoi lavorare alla Gringott?
- Perché sono una persona discretamente
indipendente e non ho la benché minima intenzione di farmi mantenere dai miei
mentre aspetto il pollo da accalappiare come fanno tante fanciulle della mia
età, io non sono il tipo.
Astoria si appiattì contro il muro: - Vieni qua,
c’è un gruppo di maghi, laggiù, e preferirei non incontrarli.
- Amici di tuo padre?
-No, ex compagni di Casa e sono uscita almeno
con un paio di loro, quindi per favore allontaniamoci, ti va?
Draco Malfoy era sempre più stupito da quella
ragazza che lo stava destabilizzando senza pietà, perciò la prese per mano, si
infilò con lei in un vicolo buio e poi si Smaterializzarono
via, via, neanche questo tempo grigio
pieno di musiche
e di uomini che ti sono piaciuti...
Via con me
P. Conte
(1981)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Genitori preoccupati e inviti a cena ***
Come
sempre grazie a coloro che hanno letto e ancora di più a coloro che hanno
recensito
Blackdragon: dai, Astoria non è psicotica è una personcina
interessante ed è un po’ la summa di tutte le protagoniste femminili della saga
(pazzerella come Luna, intelligente come Hermione, sbadata come Tonks e caparbia come Ginny)
_CoBaIn_:
Astoria è la sorella minore di Daphne Greengrass, compagna di Casa e coetanea
di Draco (se non erro viene citata nello smistamento del primo libro)
Grazie per i complimenti
Lally_the best: se ti sembra un po’ pazza adesso aspetta di leggere il seguito… per
quanto riguarda Blaise il fatto che sia di colore è citato mi sembra nel sesto
libro (se non sbaglio)
Genitori
preoccupati ed inviti a cena
Casa
Lovegood apparve loro davanti in tutta la sua eccentricità.
- Bene, ora
che sono arrivata…
Con un
rapido colpo di bacchetta riportò alla normalità il mantello di Draco: - E
Voilà, visto che sei tornato un pipistrello ora puoi anche salutarmi, no?
- Allora,
buonanotte.
-
Buonanotte, signor Malfoy
- Smettila
di chiamarmi signor Malfoy, non sono mica mio padre.
- Però ti
piacerebbe…
-
Greengrass, sei impossibile. – Disse il ragazzo a denti stretti.
- Smetterò
di chiamarti Signor Malfoy quando tu comincerai a fidarti di me, sai è un mio
chiodo fisso, chiamo per nome solo le persone di cui mi fido e che si fidano di
me, credo che con te avrò parecchia strada da fare…
Draco aveva
una gran voglia di tapparle la bocca e si avvicinò con quello sguardo da sciupa
femmine che faceva crollare Pansy ai suoi piedi.
Astoria lo
osservò da sotto in su sollevando leggermente un sopracciglio: - Cosa credi di
fare, non è certo quello il tipo di fiducia che intendevo…
Il ragazzo
apparve sconfitto ed i suoi occhi mostravano una certa furia omicida malcelata,
quindi Astoria disse, fingendo di leggergli dentro un’espressione delusa: - Ma
dai, non fare così, sembri un cane bastonato!
Detto ciò si
sollevò sulle punte e gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia: - Tieni, il
bacio della buonanotte non potevo proprio rifiutartelo!
- E questo
tu lo chiami un bacio della buonanotte? – Domandò Draco con un’aria sostenuta.
- Per
stasera accontentati, poi sai, uno che si spaventa quando una ragazza parla di
sesso, non è che sia poi così appetitoso…
A Draco
cadde di nuovo la mascella mentre vedeva Astoria allontanarsi muovendo la mano
in segno di saluto.
Il ragazzo
si Smaterializzò immediatamente ricomparendo un attimo dopo di fronte alla
porta d’ingresso di Malfoy Manor.
Entrò senza
prestare attenzione a nulla di ciò che lo circondava, non vide neppure che sua
madre era apparsa sulla porta del salone per salutarlo: - Draco, va tutto bene?
– La voce di Narcissa tradiva una certa ansia. Ma il ragazzo nemmeno se ne
accorse preso com’era dai suoi pensieri.
Bofonchiò
un: - Vado nella mia stanza buonanotte – e se ne andò.
La
preoccupazione di Narcissa crebbe a dismisura nei giorni seguenti perché Draco
appariva pensieroso e ancora più silenzioso del solito.
Una sera
finalmente si decise a parlarne col marito: - Draco è strano ultimamente, lo
hai notato?
Lucius la
osservò preoccupato: - Cos’ha, è malato?
Narcissa
sospirò, ma possibile che per gli uomini se c’era qualcosa che non andava
doveva per forza essere un problema fisico?
- No, non
credo che sia malato, lo vedo solo troppo pensieroso e silenzioso, non esce
nemmeno più con la sua scopa!
A questo
punto anche Lucius si allarmò: - Perfetto allora parleremo con lui domani
mattina a colazione.
La posta del
mattino era arrivata in anticipo e Draco era ancora seduto a fare colazione con
i genitori quando il suo gufo reale aveva lasciato scivolare una busta nel
piatto.
Lucius aveva
sollevato un sopracciglio e Narcissa aveva osservato incuriosita la grafia
tonda ed ordinata con cui era stato scritto l’indirizzo.
Egregio signor Malfoy,
sarei
lieta di farmi restituire la cena che ti ho offerto qualche sera fa, attendo un
tuo cortese invito.
Cordiali saluti
Astoria Greengrass.
P. S. Inviami anche una lista di
argomenti di cui possiamo parlare, non mi va di fare la fine dell’altra sera in
cui a ogni mio accenno a una conversazione interessante o diventavi bianco
cadavere, o rosso sangue o cominciavi a soffocare.
Grazie.
Quando Draco
finì di leggere la breve missiva, aveva di nuovo la mascella rasente pavimento,
le fauci disidratate e la spiacevole sensazione di essere in trappola.
Cominciò a
sudare freddo, allora intervenne Narcissa: - Draco, va tutto bene?
- Sì, no,
non lo so.
- Figliolo
sono alcuni giorni che tua madre ha notato in te un comportamento anomalo, puoi
giustificarlo?
- Ecco… è
che… in realtà è un po’ complicato… - Ma come faceva a dire ai suoi genitori
che una ragazza gli aveva pagato la cena in un ristorante Babbano?
Narcissa era
sempre più tesa. Alla fine Draco prese il coraggio a due mani e disse: - C’è
una ragazza che…
La signora
Malfoy tirò un sospiro di sollievo: - Ci avevi fatto preoccupare, pensavamo che
qualcuno ti avesse affatturato. – Poi, cambiando tono - Ripensandoci forse è
anche peggio, com’è possibile che una ragazza ti mandi in crisi in questo modo?
Sei un Malfoy, tuo padre non si comportava in quel modo quando mi corteggiava,
l’ho visto in stato catatonico solo in un’occasione…
Lucius la
guardò esterrefatto, appena si rese conto di cosa le stava sfuggendo dalle
labbra le guance di Narcissa si imporporarono, Lucius le venne in soccorso
rivolgendosi severamente a Draco: - Figlio, c’è qualcosa che dovremmo sapere?
Draco non
capì a cosa si riferiva suo padre ma rispose: - No, devo solo portarla a cena,
ma non so dove…
Questa volta
entrambi i genitori tirarono un sospiro di sollievo.
- Se è solo
una cena perché non la porti al Lago
incantato?
- Non ho mai
sentito il nome di quel locale.
- E’ un po’
fuori mano, ma merita, te lo garantisco. – Aggiunse inaspettatamente suo padre
– Spero che vorrai farci conoscere questa ragazza… -.
- Non è il
caso, non ancora per lo meno. – Rispose risoluto Draco, poi aggiunse: - Grazie
del consiglio.
Si alzò da
tavola è sparì in camera sua a capire che tipo di argomenti poteva essere
adeguato a una conversazione con quella ragazza pazzerella.
Il giorno
trascorse tranquillo, ma durante la notte non ci fu un momento in cui non
sognasse quegli occhi verdi, quei capelli del colore del miele e quelle labbra
carnose che nei suoi sogni non si limitavano certo a un casto bacio sulla
guancia.
It's wonderful, it's wonderful, it's wonderful,
good luck my babe,
it's wonderful, it's wonderful, it's wonderful,
I dream of you...
Via con me
P. Conte
(1981)
Lo so che forse i Signori Malfoy sono un po’ OOc, ma mi sembrava che ci fosse bisogno di un po’ più di
tenerezza in quella famiglia…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Un'idea brillante ma pericolosa ***
Come sempre grazie a quanti hanno letto e commentato
_CoBaIn_: eccoti accontentata
Un’idea brillante ma pericolosa
Di comune accordo avevano deciso di
incontrarsi al Paiolo Magico e di smaterializzarsi da Diagon Alley, quando
Draco entrò nel locale di tutti i maghi presenti, si voltarono a osservarlo e
non era uno sguardo piacevole da sentirsi addosso, in quel preciso istante si
rese conto di cosa doveva provare ogni giorno uno Schiopodo
Sparacoda, ammesso che una simile creatura avesse dei
sentimenti…
Astoria lo acchiappò al volo e lo trascinò
sul retro aprendo il passaggio per Diagon Alley, appena furono in strada, Draco
la agguantò e tramite Smaterializzazione congiunta la portò in un luogo
incantevole.
I riflessi argentei dei raggi lunari danzavano
sulla superficie del lago creando degli effetti naturalmente magici, il locale
consigliato da suo padre aveva una terrazza sospesa sul lago.
- Mmmh, devo dire
che quando un Malfoy ci si mette sa come fare colpo su una ragazza…
- Mi fa piacere che il posto sia di tuo
gradimento, signorina Greengrass.
- Dobbiamo stare qua ad ammirare il panorama
ancora per molto ripetendo duecento volte frasi fatte e banalità o entriamo?
- Sei sempre così pragmatica?
- Dipende…
Draco
si voltò verso la ragazza, data la velocità con cui erano partiti da Diagon Alley,
non aveva ancora avuto tempo di osservarla attentamente. Quella sera era
veramente graziosa: i capelli acconciati in uno chignon da cui scendevano
alcuni boccoli, occhi e labbra leggermente truccati ed infine un vestito
elegante, sobrio, ma al contempo piuttosto conturbante.
Si trattava di un abito verde, lungo con uno
spacco vertiginoso sulla coscia destra. Le maniche lunghe leggermente svasate
coprivano le braccia, ma le spalle erano nude ed al collo spiccava un ciondolo
legato a un filo d’argento.
- E chiudi la bocca, per favore, non sta bene
sbavare in quel modo, nemmeno fossi un cosciotto d’agnello arrosto, ah, che
dici, possiamo andare?
Il giovane Malfoy arrossì vistosamente, ma
ringraziando la luce della luna non era così potente da tradirlo.
Prese con un po’ di malagrazia il braccio di
Astoria e si diresse verso il ristorante.
Presero posto al tavolo ed Astoria disse: -
Mi ha stupito molto l’argomento di cui ti piacerebbe discutere stasera.
- Perché?
- Perché Astoria
Greengrass non è un grande argomento di conversazione…
Quando aveva mandato l’invito Draco proprio
non sapeva di cosa avrebbero potuto parlare, poi gli era venuta in mente una
frase che Blaise aveva pronunciato qualche anno prima: - Quando non sai di cosa
parlare con una ragazza chiedile di parlarti di sé, la farai felice e nel
frattempo tu potrai pensare al modo migliore di portartela a letto… - Con
Astoria non aveva intenzione di essere così meschino, però gli era sembrato un
buon escamotage.
- Perché non mi dici cosa ti interessa?
- In ordine? L’economia, la finanza e la
Babbanologia…
- La Babbanologia? - Chiese Draco con un tono
fra il disgustato e l’indispettito.
- Sì, con particolare riferimento alla
tecnologia, cioè a tutti i marchingegni che i Babbani hanno saputo costruire
per riuscire a sopravvivere senza la magia.
- Non mi sembra un argomento molto
interessante… - Affermò Draco con aria di sufficienza
- Dici? Finita la cena, ti faccio vedere una
cosa.
- Fra l’altro, com’è andato il tuo colloquio
alla Gringott? – Draco non aveva nessunissima intenzione di parlare di inutili
aggeggi Babbani.
- Bene, viste le mie attitudini, farò da
tramite fra le banche Babbane e la Gringott.
- La Gringott ha contatti con le banche
Babbane? – Questa volta il tono di Malfoy era sinceramente stupito.
- Certo, credi che se un mago si aggira in
incognito per la Londra Babbana possa usare i Galeoni?
- Ma quale mago vorrebbe aggirarsi fra i
Babbani? – Chiese acido il ragazzo.
- Forse uno che nel mondo magico viene
schifato da tutti? – Astoria rispose prontamente in tono beffardo: si divertiva
un mondo a metterlo in difficoltà.
Draco si rabbuiò. La ragazza allora riprese
la parola: - Lo sai che hai proprio un brutto carattere? Non si può mai
scherzare con te. E tu invece cosa fai di bello nelle tue lunghe ed estenuanti
giornate?
- Aiuto mio padre con i suoi affari. – La
voce funerea del ragazzo suggeriva ad Astoria di non proseguire oltre
nell’indagine, ma era troppo curiosa…
- Quindi... Qualcosa di interessante?
- Non direi, stiamo svendendo le nostre
proprietà per riuscire a pagare i debiti causati dalle spese legali che abbiamo
dovuto sostenere. –
Il ragazzo arrossì vistosamente, non si era
mai esposto così tanto, non le avrebbe voluto dire tutte quelle cose è che si
era sentito così a suo agio che gli era proprio sfuggito.
Astoria appoggiò la mano sulla sua: - Draco…
Caspita com’era bello sentire pronunciare il
suo nome da quella voce, la guardò negli occhi. La ragazza aveva uno sguardo
deciso.
- Ti faccio una proposta: scegli una delle tue proprietà, elimina le
protezioni anti Babbani, falla stimare da un agente immobiliare Babbano e
mettila in vendita. Nel mondo Babbano nessuno ti conosce e sicuramente nessuno
sottostimerà il valore della proprietà perché apparteneva ad un Malfoy.
- L’idea non sarebbe male, ma se mio padre lo
scopre, mi tortura lentamente e poi mi sopprime fra atroci sofferenze!
- Le possibilità sono due: uno, vi trovate
senza il becco di un quattrino e rischiate di perdere anche quel po’ di dignità
che resta alla vostra famiglia, due, fate buon viso a cattivo gioco, mangiate
il “disgustoso” boccone e risollevate le vostre finanze. Se vuoi, mi occupo io
di trattare con gli agenti immobiliari Babbani, sai ci so fare abbastanza
quando voglio.
Draco era allibito, quella ragazza era una
fonte inesauribile di sorprese.
- Mi spieghi perché vuoi aiutarmi? – Draco
era scettico, nessuno fa mai niente per niente.
Questa volta fu Astoria ad arrossire: - Io,
ecco io…
- Sputa il rospo. –
- Uffa e va bene! Mi piaci, mi sei sempre
piaciuto, ma eri così distante…
A Draco cadde di nuovo la mandibola: - Sempre
diretta, vero?
- Vattela a prendere nella bacchetta Malfoy!
– Si alzò e se ne andò.
Draco la seguì di corsa e la prese per il
polso facendola voltare di scatto, vide due lacrimoni
che colavano a rovinarle il trucco, le prese il viso fra le mani e li asciugò.
- Scusa, ho avuto il tatto di uno Spinato.
- Già… - Astoria tirò su con il naso.
- Andiamo?
La ragazza annuì.
Uscirono dal ristorante e si diressero nel
punto in cui si erano Materializzati. Draco le mise un braccio sulla spalla.
Lei alzò lo sguardo, gli occhi ancora arrossati.
Il ragazzo non poteva resistere a un simile
sguardo, la prese fra le braccia e la baciò con trasporto, un trasporto che lei
condivise in meno di mezzo secondo finché finirono a rotolare nell’erba.
Rossi in volto si staccarono un attimo e lei
disse: - Allora cosa ne pensi della mia idea?
- Dimmi cosa devo fare e io lo faccio.
Astoria scoppiò a ridere. Il suono di quella
risata era così puro e cristallino che contagiò immediatamente anche Draco.
- Tu sei matta e forse sono matto anche io.
- Allora ti piaccio almeno un po’.
- No, sei solo una delle tante…
Astoria gli tirò un calcio nel ginocchio ben
assestato e, mentre lui si massaggiava, si alzò rassettandosi il vestito: -
Attento, perché sono pericolosa anche senza una bacchetta in mano.
- Ok, scusa…
- Già, volevo farti vedere una cosa…
Estrasse dalla borsa un oggetto di piccole
dimensioni che lui prese con una certa diffidenza.
- E con questo coso che dovrei farci?
- Tu niente, è una cosa che serve a me.
Guarda…
Aprì lo strano oggetto, schiacciò un tasto e
lasciò che Draco osservasse gli strani disegni che comparivano e la musichetta
che ne usciva.
- Continuo a non capire.
- Con questo coso posso chiamare una persona
molto distante e parlare con lei anche se non è fisicamente presente, ti faccio
vedere.
Digitò una serie di numeri e poi premette un
pulsante, attese qualche istante e poi salutò qualcuno con voce squillante: -
Ciao bella, come va? E tuo marito come sta? C’è qui qualcuno che magari gli
piacerebbe salutare…
Passò l’oggetto a Draco che sentì
distintamente la voce di Blaise, si voltò, si guardò intorno e poi rispose: -
Blaise, ti giuro che se è uno scherzo ti ammazzo.
- Amico, dovresti imparare a usare qualcuna
delle diavolerie Babbane, sai, a volte sono molto comode…
- Dove siete?
- Siamo ancora a Venezia, sai è una città
molto particolare e la comunità di maghi che abbiamo incontrato è formidabile.
- Quando pensate di tornare?
- Mah, vista la reazione del signor
Greengrass penso che aspetteremo ancora qualche tempo.
- Che reazione?
- Chiedi ad Astoria, fra parentesi amico,
ottima scelta è un po’ vivace, ma secondo me è perfetta per te, senza contare
che ti sta dietro da almeno sei anni.
Draco arrossì e rispose: - Sì, certo, buon
viaggio allora. –
Passò quindi l’aggeggio ad Astoria che salutò
la sorella e chiuse la comunicazione.
- Questo è un telefono cellulare, Daphne ed
io ne abbiamo due uguali, li abbiamo comprati in un negozio Babbano e poi li
abbiamo modificati con la magia, le nostre comunicazioni sono irrintracciabili
e soprattutto per nulla costose, fra l’altro con questo è molto più semplice
che con i gufi.
- In effetti, non è male, e i Babbani ne
hanno molte di queste cose?
- Più di quante immagini solo che non
funzionano dove ci sono campi di magia troppo potenti, quindi bisogna trovare
il posto adatto. A proposito, che ora è?
- Quasi la mezza, perché?
- Per le mutande di Merlino a pallini viola!
Devo essere a casa fra tre minuti esatti. Ciao!
Gli scoccò un bacio sulle labbra iper-rapido e si Smaterializzò lasciando il ragazzo con un
palmo di naso.
Draco rimase un attimo a fissare il vuoto
lasciato da Astoria, poi si Smaterializzò ed entrò a Malfoy Manor fischiettando
un motivetto delle Sorelle Stravagarie.
- Hai passato una buona serata Draco?
- Sì, madre, un’ottima serata, buonanotte. –
E dopo averla abbracciata ed averle dato un vero bacio sulla guancia con un
piccolo schiocco salì le scale che portavano alla sua stanza.
Narcissa appoggiò le dita nel punto in cui le
labbra di suo figlio l’avevano sfiorata e sorrise. Era il primo gesto
affettuoso sincero che riceveva dal figlio dal giorno in cui Lucius era stato
rinchiuso ad Azkaban. Forse le ombre intorno a Draco si stavano lentamente
diradando.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** L'idea prende forma ***
Grazie a quanti hanno letto, ma soprattutto a
_CoBaIn_ che continua inesorabilmente a recensire
E sì direi che è piuttosto facile intuire che il nostro caro Draco è già
nella rete, vero? Anche se poi non tutto andrà come previsto… aspetta e vedrai…
L’idea prende forma
Nei
giorni seguenti Narcissa notò nel figlio un atteggiamento nuovo, ben diverso
sia dalla svagatezza dimostrata nell’ultimo periodo, sia dall’aria sconfitta
con cui aiutava suo padre a fare l’inventario delle proprietà Malfoy. Sembrava
che avesse uno scopo, il suo sguardo era deciso e fermo, così pensò di
chiedergli cosa aveva in mente.
Perciò
in una bella mattina di settembre lo chiamò nella sua sala pittura, luogo in
cui spesso si rifugiava per dipingere: era stata lei a realizzare le tele che
rappresentavano i membri della famiglia e, anche quella di Severus Piton, l’unica
che fosse mai stata dipinta. Aveva dovuto pregarlo non poco e poi quel quadro
era stato donato dalla famiglia Malfoy al Castello di Hogwarts perché fosse
inserito nell’ufficio del Preside.
-
Figliolo, ho l’impressione che tu abbia avuto qualche idea per risollevare le
precarie condizioni in cui la nostra famiglia attualmente si trova.
- Forse,
sì, ma non è semplice e soprattutto è un genere di affari in cui la nostra
famiglia non si è mai imbarcata.
- Se
sono affari, forse è meglio che tu ne discuta con tuo padre.
- In
realtà stavo pensando ad una proprietà che non appartiene ai Malfoy, ma ai
Black. Come sai la casa di famiglia che la zia Bellatrix mi ha lasciato in eredità,
si trova nel pieno centro di Londra, in Old Street.
-
Continua… - Narcissa non riusciva a capire dove volesse andare a parare il
figlio.
- Vedi,
in quella zona ci sono molti uffici privati.
- Che
genere di uffici privati? Guaritori?
- No,
avvocati Babbani. – Draco proferì le ultime due parole sottovoce, ma Narcissa
sbiancò e cominciò ad urlare come un’invasata: - Tu sei impazzito! Non ti
permetterò mai di vendere a dei sudici ratti Babbani la casa di mia sorella! Si
rivolterebbe nella tomba!
Draco
immaginava l’impatto che le sue parole avrebbero provocato nella madre ma,
invece di restare calmo come si era ripromesso, le disse tutto quello che
pensava sulla cara zietta.
-
Perché? Quanto bene ti ha trattato la tua cara sorellina Bellatrix? Ha insultato
mio padre, la nostra famiglia, ha cercato di impedirti di stringere il voto
infrangibile con Piton, per non parlare di tutte le lezioni private che il
Signore Oscuro le ha chiesto di impartirmi, da come si pratica una Maledizione
Cruciatus a come sopportarla... Avrebbe ucciso anche me come ha fatto con la
figlia di tua sorella se Voldemort glielo avesse chiesto!
Il
ceffone che beccò Draco in pieno volto fu niente rispetto allo sguardo di
ghiaccio della madre.
- Non
permetterti di parlare così di mia sorella e non azzardarti mai più a
pronunciare il nome dell’Oscuro Signore in questa casa.
Il
ragazzo si massaggiò la guancia, non pensava che una persona esile come sua
madre potesse avere tanta forza. Poi la guardò negli occhi: - Bellatrix ha
lasciato a me quella casa ed io intendo disporne come ritengo più opportuno.
Volevo solo che lo sapessi e speravo che tu fossi dalla mia parte.
Narcissa
osservò suo figlio, le cinque dita della sberla spiccavano rosse sul volto
pallido. In fondo lo sapeva anche lei che se l’Oscuro Signore glielo avesse
chiesto Bellatrix avrebbe distrutto la sua famiglia senza pensarci neppure un
istante, ma vendere la sua casa ai Babbani era troppo.
Draco si
era voltato e stava uscendo dalla sala pittura di sua madre quando lei gli pose
una mano sulla spalla.
- Non ci
sono altri modi? – Draco seppe in quell’istante di aver vinto.
- Se
vogliamo smettere di svendere le nostre proprietà a maghi senza valore che
intendono approfittare della situazione, no. Ho calcolato che da quella casa potremmo
trarre un profitto sufficiente per pagare tutti i debiti e dovremmo comunque
riuscire a risparmiare dei fondi per finanziare qualche attività. Secondo i
miei calcoli nel giro di cinque anni potremmo riuscire a recuperare lo status
che avevamo prima dell’inizio della guerra.
- Va
bene, Draco, va bene. – Narcissa deglutì a vuoto e si sedette su una poltrona,
lo sguardo perso nel vuoto. Poi aggiunse: - Tuo padre non deve saperne nulla,
la cosa lo ucciderebbe.
- Certo.
Draco
uscì dalla stanza pensieroso, entrò in camera sua e cominciò a scrivere una
lettera ad Astoria.
Cara Astoria,
ho ragionato molto
sulla tua idea ed ho trovato la proprietà che fa al caso nostro, si tratta di
una grande casa signorile che ho ereditato da mia zia Bellatrix Black, è abbastanza centrale, se
ti va possiamo andare a vederla insieme, ci vediamo domani alle quattro dietro
la Torre di Londra.
A presto Draco Malfoy.
Il
ragazzo rilesse la lettera cercando di capire se era stato sufficientemente
distaccato o troppo entusiasta, poi pensò di infischiarsene e spedì il suo gufo
a casa Greengrass.
La
risposta non tardò ad arrivare e Draco si trovò a pensare a come diavolo
avrebbe dovuto vestirsi per non dare nell’occhio.
Erano
già le quattro e venti e Astoria ancora non arrivava. Il giovane Malfoy
cominciava ad alterarsi, non sopportava i ritardi, e la gente cominciava a
fissarlo perché si trovava da solo di fronte ad un alto muro di cinta privo di
ingressi e finestre. Ad un tratto vide apparire la ragazza sull’altro lato
della via.
- Scusa
il ritardo, è che mi sono Materializzata in quattro posti diversi prima di
localizzare quello giusto.
Draco
scosse il capo, poi estrasse la bacchetta e con un complicato gesto del braccio
fece apparire i gradini di una casa, quando si trovarono sulla soglia, apparve
anche tutto il resto.
Entrarono
e cominciarono a togliere i teli che ricoprivano mobili e suppellettili con
rapidi colpi di bacchetta.
- Qui ci
vuole una vera e propria ditta di pulizie! – Osservò Astoria estraendo la
Gazzetta del Profeta dalla tasca della giacca. Toccò una delle pubblicità e si
Materializzarono all’istante quattro Elfi Domestici che si occuparono di
ripulire la casa da cima a fondo. Intanto i due ragazzi si sedettero nel
salotto e cominciarono a discutere su come organizzare la casa in modo che
fosse possibile venderla a dei Babbani.
Draco si
occupò di tutte le protezioni interne, riuscì anche a staccare dalle pareti i
vari dipinti magici, quelli che non si staccarono furono immobilizzati con
svariati incantesimi.
Quando
gli Elfi ebbero terminato il lavoro, Astoria li pagò e Draco tolse dalla casa
anche le protezioni esterne.
La
ragazza fece apparire sul portone un cartello “VENDSI” e poi si recarono nella
più vicina agenzia immobiliare.
- Se
vuoi entro da sola.
- No, voglio
esserci anch’io, d’altronde è roba mia. – Il tono di Draco era duro e serio.
L’agenzia
immobiliare era arredata in maniera moderna e funzionale, nulla di simile a ciò
a cui il giovane Malfoy era abituato, furono fatti accomodare in un salottino
di pelle nera e vennero raggiunti da una giovane donna che avrebbe potuto avere
qualche anno in più di loro.
- Bene,
una giovane coppia, come possiamo aiutarvi?
Astoria
e Draco arrossirono all’unisono, neanche loro pensavano di essere una coppia,
ma il ragazzo si riprese all’istante e decise di sfruttare questo fatto a
proprio favore.
-
Allora, il punto è questo, visto che siamo molto giovani, i nostri genitori non
vogliono che ci sposiamo… – Siccome stava inventando Draco non aveva nessuna
remora nel raccontare i propri fatti personali. Astoria era sconcertata. –
Quindi io vorrei vendere una vecchia dimora signorile che mi ha lasciato in
eredità una zia recentemente deceduta, per poter acquistare qualcosa di più
modesto, magari un villino in campagna, dove trasferirci dopo il matrimonio.
Affinché i miei genitori non si intromettano la prego di essere molto riservata
nel trattare questa situazione.
La
giovane agente immobiliare sorrise in maniera comprensiva verso i ragazzi.
- La
casa non è molto distante, se vuole, possiamo accompagnarla un attimo, a piedi
dista appena cinque minuti. – Aggiunse Astoria.
L’immobiliarista
annuì, prese la borsa e si avviò con i ragazzi.
Giunta
di fronte alla casa rimase a bocca aperta. Era veramente una casa signorile, si
chiese come aveva fatto a non averla mai notata prima, entrando rimase ancora
più stupita. I mobili dovevano valere una fortuna, ma suppose che i ragazzi non
li avrebbero venduti e avrebbero preferito utilizzarli per l’arredamento del
loro piccolo nido d’amore. Poi si accorse che anche se fosse stato così,
rimanevano comunque moltissimi mobili che non avrebbero potuto portare in una
villetta di campagna.
Così
azzardò: - Per i mobili cosa intendete fare?
Draco si
voltò di scatto: - Perché?
L’agente
prosegui:- La casa ha un valore molto alto, ma i mobili andrebbero tolti, se
volete, conosco un ottimo antiquario che sarebbe lieto di occuparsi dello
sgombero.
Astoria
vide che Draco era sul punto di mettersi a urlare così intervenne: - No,
grazie, ci sono molti ricordi di famiglia che il mio fidanzato preferirebbe
conservare. – Nel dire ciò calcò il tono sulla parola “fidanzato” e prese la
mano di Draco che, colta la stretta cercò di dominarsi.
-
Ovviamente, è che qui dentro c’è davvero una fortuna!
-
Potrebbe limitarsi ad una stima per il prezzo della casa? – il tono di Draco
era così altezzoso che la donna lo guardò stupita.
- Così
su due piedi il valore direi che si aggira sul milione di sterline come minimo.
Draco
guardò Astoria con espressione interrogativa e lei gli sussurrò nell’orecchio:-
Più o meno sono centoventimila galeoni.
A Draco
cadde la mascella, non aveva immaginato che la proprietà avrebbe potuto essere
venduta per quella somma, senza contare i mobili.
- Bene
ragazzi, se mi date il via libera, posso iniziare a far vedere la casa a
possibili acquirenti già dalla prossima settimana.
Stava
andando tutto molto in fretta, Draco non sapeva cosa rispondere, poi annuì e
sollevando la testa vide lo sguardo assassino di sua zia fulminarlo dalla tela
che gli stava di fronte.
- Credo
che sarebbe opportuno che vi rivolgeste ad una ditta specializzata per il
trasloco, se volete ho alcuni numeri in ufficio.
- La
ringrazio, ma ci occuperemo noi di tutto.
- Sarò
franca, i compratori con cui trattiamo usualmente desiderano entrare in
possesso dell’immobile pochi giorni dopo aver firmato il contratto, quindi
sarebbe opportuno che sgomberaste con una certa rapidità.
- Come
ha già detto la mia fidanzata, - Draco calcò il tono sull’ultima parola – Ce ne
occuperemo noi, lei deve solo trovare dei compratori interessati e contattarci
qualora questo avvenisse.- il tono di Draco non ammetteva replica.
Astoria
porse alla donna un numero di telefono scritto su un biglietto, Draco vide che
i nomi Astoria Greengrass e Draco Malfoy erano incrociati e sul fondo del
biglietto comparivano alcuni numeri.
La donna
salutò cortesemente i giovani e uscì.
- Certo
che sai essere stronzo, quando vuoi!
Draco
apparve interdetto.
- Era il
caso di parlarle con quel tono? L’ho visto anch’io lo sguardo di tua zia, cosa
credi, dobbiamo fare in modo di togliere queste tele dalle pareti, anche se c’è
l’incantesimo di adesione permanente!
Astoria
estrasse la bacchetta e cominciò a meditare tenendola appoggiata alle labbra.
Draco si
perse ad osservarla appoggiato ad una colonna.
- Senti
baccalà, smettila di fissarmi e prendi una sedia, se non riusciamo con la
magia, usiamo le mani.
Con
fatica, sudore e uno svariato numero di imprecazioni che la cara zietta avrebbe
volentieri restituito se non fosse stata vittima di un incantesimo Immobilus riuscirono a staccare quello
ed altri quadri dalle pareti.
Draco
pensò che a sua madre non sarebbe dispiaciuto avere indietro quel dipinto che
doveva aver realizzato prima che sua zia si sposasse, prima di Azkaban e forse
anche prima del suo incontro con il Signore Oscuro.
Vide che
il cielo era ormai scuro ed in quel momento pensò che forse Astoria doveva
tornare a casa.
- Vuoi
che ti accompagni?
- Sì,
così mio padre ti mangia vivo, no, vado da sola, a proposito, domani non
lavoriamo, andiamo a festeggiare: ho voglia di fare un picnic, io porto la
coperta e le cibarie, tu pensa al posto.
Detto
ciò gli scoccò un rapido bacio sulle labbra e uscì Smaterializzandosi
immediatamente.
Draco
finì di impacchettare i quadri e giunse a Malfoy Manor in tempo per la cena.
Uscì dal camino pieno di fuliggine trascinandosi dietro tre grossi quadri
che pensava sua madre avrebbe desiderato conservare, uno raffigurava i nonni
Black alteri ed austeri come erano sempre stati. Gli altri due erano immagini di
Bellatrix, anche se erano molto diverse: in un dipinto aveva, infatti, i
capelli neri lunghi, ed assomigliava molto alla zia Bellatrix che ricordava.
Nell’altro invece aveva un’espressione dolce sul viso, un’espressione che aveva
visto spesso in sua madre in modo particolare quando era bambino e magari
cadendo si sbucciava un ginocchio e che era assolutamente sconosciuta alla zia,
senza contare che nel secondo dipinto che aveva trovato in una soffitta i
capelli della donna erano castani e non neri.
Appoggiò i quadri accanto al camino e con un rapido colpo di bacchetta li
spacchettò, poi improvvisamente si voltò e si trovò di fronte suo padre: - Draco,
come mai sei arrivato via camino? È tutto a posto?
- Sì, sono stato alla casa di Bellatrix, ho trovato questi dipinti ed ho
pensato che alla mamma avrebbe fatto piacere averli qui, credo che li abbia
realizzati lei.
- Tua madre era veramente un’ottima pittrice. - Disse osservando la tela
dei suoceri. Poi lo sguardo gli cadde su uno dei ritratti di Bellatrix e
continuò: - Come mai sei andato lì?
- Padre, ho deciso di vendere la proprietà e mi hanno fatto un’ottima
offerta.
- Per quanto stimavo quella donna e quell’infame di suo marito spero
tanto che in quella casa vadano a starci Sanguesporco e Babbanofili, come mi
piacerebbe che lei vedesse i suoi bei tappeti calpestati da qualche sudicio
Magonò.
Draco sorrise, suo padre non aveva idea di quanto fosse vicino alla
verità.
Lucius riprese ad osservare le tele ed ebbe un sussulto: - E questo dove
lo hai trovato?
- Era in soffitta nascosto, ma mi sembrava molto più bello dell’altro, la
zia qui ha un’espressione quasi umana!
- Sarà perché questa non è Bellatrix, ma Andromeda, non credevo che Bella
conservasse ancora qualche ricordo di lei, so che tua madre ha un ritratto come
questo nascosto dietro una tenda nella sua stanza anche se non lo guarda mai.
- Padre, dovrei portare via da quella casa buona parte dei mobili ed ho
pensato di venderne alcuni, ma se ci fosse qualcosa che la mamma desiderasse
tenere…
- Non preoccuparti Draco, se ci fosse stato in quella casa qualcosa a cui
Narcissa teneva ora sarebbe qui, visto che tutto ciò che vi è lì dentro è tuo
per diritto di nascita essendo l’unico erede diretto maschio puoi disporne come
ti pare.
- Pensavo di vendere ogni cosa: vendendo solo la casa ricaveremo
abbastanza da pagare i debiti e da cominciare ad investire in qualche nuova
attività, inoltre vendendo i mobili potremmo dare una parte del ricavato in
beneficenza al San Mungo ed istituire ad Hogwarts una borsa di studio in
ricordo di Severus Piton per il miglior Pozionista dell’anno.
Lucius lo guardò perplesso: - Sei diventato un filantropo?
Sul volto di Draco si dipinse il tipico ghigno alla Malfoy: - Se
riusciamo a recuperare i nostri beni, ma non il nostro posto di rilievo nella
società magica saremo sempre tagliati fuori. Per ottenere il favore degli altri
nulla è meglio che un po’ di vecchia e sana beneficenza e poi gli affari
migliori si fanno durante gli incontri mondani, me lo avete insegnato voi.
Il viso di Lucius si era aperto in uno dei suoi rari sorrisi: - Ragazzo,
parli proprio come un vero Malfoy, sono fiero di te.
Draco si chiese se era il caso di dirgli a chi sarebbe andata la casa
della zia, ma poi decise che non era importante, avrebbe sempre potuto dirlo a
suo padre in un secondo tempo qualora glielo avesse chiesto. Durante la cena
rimasero tutti e tre silenziosi come di consueto, ma Draco aveva la testa da
un’altra parte, stava pensando al luogo più adatto dove trascorrere la giornata
successiva e gli balenò improvvisamente in testa un lontano ricordo d’infanzia,
il ricordo dell’unica vacanza trascorsa con i suoi genitori. Quello era il
posto adatto!
Dopo la cena rimase qualche
ora a fare compagnia ai genitori leggendo un libro, si ritirò molto presto e si
addormentò pensando
ad Astoria, e rendendosi conto che non gli sarebbe per nulla dispiaciuto se la
storiella raccontata all’agente immobiliare fosse stata vera.
Via, via, vieni via con me,
entra in questo amore buio,
non perderti per niente al mondo...
Via con me
P. Conte
(1981)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Il pic nic ***
Come
sempre grazie a _CoBaIn_
che mi segue fedelmente.
Mi è sembrato
giusto rimarcare la somiglianza fra Bellatrix e Andromeda che già aveva colpito
Harry in DH, ma volevo mostrare che Andromeda ha qualcosa che Bella non avrebbe
mai avuto: una luce di amore e dolcezza negli occhi, una luce che può avere
solo chi è in grado di amare incondizionatamente.
Mi sono
dimenticata di dirti che se per caso ti interessa sapere come mai Lucius e Narcissa
erano così preoccupati per Draco puoi leggere “Matrimonio alla Malfoy” da lì si capiscono un po’ di cose.
Ed ora,
bando alle ciance e veniamo al nostro picnic.
Avvertenze,
ci sarà un’inflazione di zucchero (rispetto ai capitoli precedenti), per cui se
siete diabetici vi consiglio di tenere sotto controllo la glicemia…
Il Picnic
Astoria era sull’orlo di una crisi di nervi, non avrebbe retto ancora a
lungo, aveva una voglia matta di saltargli al collo e coccolarselo fino allo
sfinimento, ma quando lui iniziava a parlare, lo avrebbe preso a sberle, ed ora
era lì, dietro la torre di Londra, con uno zainetto in spalla che aspettava che
quel bell’imbusto si facesse vivo.
“Che idiota, penserà che se arriva in ritardo farà un’entrata trionfale,
ah ma lo aggiusto io quando arriva”.
Per fortuna non le era mai passato per l’anticamera del cervello di
iscriversi all’Accademia Auror, perché non si rese minimamente conto che
qualcuno le si stava avvicinando di soppiatto alle spalle.
Draco appoggiò una mano sulla spalla di Astoria, era rimasto a fissarla
da lontano e si era incantato a vederla passeggiare su e giù controllando
l’orologio, così aveva bellamente strappato quattro fiorellini da un’aiuola e
li aveva rapidamente Trasfigurati in un mazzetto di roselline.
La ragazza si voltò con aria scocciata e si trovò di fronte il giovane
Malfoy con i fiori in mano: si squagliò come un gelato in una calda giornata di
luglio, gli sorrise e prese i fiori.
- Allora, dove andiamo?
Il ragazzo sorrise, non era il
solito ghigno, Astoria si rese conto che i lineamenti austeri che
caratterizzavano la famiglia Malfoy da circa dieci generazioni risultavano
straordinariamente addolciti quando il sorriso gli raggiungeva gli occhi.
- Che c’è, ti sei incantata? – rispose il ragazzo con una punta di sarcasmo.
Astoria si riscosse: - No, stavo ammirando la tua straordinaria
acconciatura a leccata di mucca, ragazzo, non te l’ha detto nessuno che è un
po’ ridicola?
Astoria si morse la lingua, ma perché doveva sempre essere così
tagliente?
Draco la osservò con una smorfia, poi, inaspettatamente le cinse la vita,
girò su se stesso e si Smaterializzarono.
Astoria aveva chiuso gli occhi e li riaprì solo quando percepì la brezza
scompigliarle i capelli e il profumo di salsedine riempirle le narici.
Si trovavano su una collinetta che digradava lentamente verso il mare.
- E’ un posto bellissimo…
- Un Malfoy sa sempre come fare colpo.
Astoria sorrise. Guardandolo negli occhi, questa volta nessuno dei due
abbassò lo sguardo, rimasero così per un tempo indefinito, non avevano bisogno
di dirsi nulla, ad un tratto Draco le spostò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio e si chinò a baciarla. Fu un bacio tenero e delicato, ma fu
interrotto da un rombo assordante.
- Scommetto che stamattina non hai fatto colazione…- disse il ragazzo
scostandosi.
- Non volevo fare tardi e dovevo ancora preparare i panini! – cercò di
giustificarsi Astoria. Lui le pose un dito sul naso dicendo: - E allora
assaggiamoli questi panini, anche io comincio ad avere fame.
La giovane estrasse dallo zainetto una coperta ed un vassoio stracolmo di
tramezzini: - Non conoscendo i tuoi gusti ci ho messo dentro tutto quello che
mi sembrava andasse bene!
- Scusa, ma dovremmo mangiare seduti per terra?
- Tu hai idea di cosa sia un picnic? – lo sguardo interrogativo che si
dipinse sul volto del ragazzo era molto eloquente - Bene, in un picnic si
mangiano panini, o comunque cibi freddi e si consuma il pasto seduti su una
coperta, capito?
Malfoy si lasciò cadere mollemente sulla coperta in posizione “antico
romano su triclinio” ed agguantò un tramezzino. Astoria rimase ad osservarlo
preoccupata, ma quando vide sparire il panino nelle fauci voraci del ragazzo si
rese conto che le sue preoccupazioni circa i gusti di Draco erano assurde. Il
ragazzo dal canto suo aveva mascherato la diffidenza circa le abilità culinarie
della gentil donzella divorando il primo oggetto che aveva trovato e immaginato
commestibile (non aveva idea di cosa fosse un tramezzino) e si era stupito
quando aveva scoperto che il sapore non era affatto male e senza nemmeno
accorgersene ne aveva preso un altro e poi un altro ancora…
- Draco, è vero che sei innamorato di Hermione Granger?
Stavolta il panino non gli andò solo di traverso, le briciole gli
uscirono direttamente dal naso (ok, so che è un’immagine un po’ disgustosa, ma
rende bene l’idea!)
- Ma cosa ti viene in mente?
- Ascoltami, è una ragazza brillante, simpatica ed anche graziosa, certo
non è una tipa supersexy, ma quando eravamo a scuola e ti vedevo litigare con
lei ti giuro che avrei dato qualunque cosa per essere al suo posto.
- Quello che io posso aver o meno provato per lei o per altre ragazze non
credo che sia particolarmente importante ora che sono qui con te, no?
- Ti prego, dimmi la verità…- lo sguardo di Astoria era così chiaro e
limpido che proprio non seppe resistervi.
- Va bene, ho avuto una cotta per lei dal terzo al sesto anno, sai per me
lei rappresentava tutto ciò che io non avrei mai potuto avere, ma poi si
cresce, l’ho vista patire le pene dell’inferno ed uscirne più forte di prima.
Nonostante sia una Mezzosangue, la ammiro, ma non sono innamorato di lei. – Sul
viso di Astoria apparve un sorriso radioso.
- Sono innamorato di un’altra…- il sorriso sulle labbra della ragazza si
spense. Draco la guardò serio:- Sono innamorato di te.
Questa volta toccò ad Astoria andare a recuperare la mascella caduta a
terra.
- Se mi prendi per i fondelli, ti giuro che ti torturo lentamente e ti
faccio morire fra atroci sofferenze.
Il ragazzo la sollevò di peso, la strinse fra le braccia e la baciò con
passione, come si sa da cosa nasce cosa, e si trovarono a rotolare avvolti
nella coperta mentre i loro vestiti lentamente levitavano in giro per la
collina.
NdA per rispettare la privacy dei
soggetti non sto a specificare cosa accade dopo che i vestiti sono spariti
tanto si capisce benissimo, vero?
Dopo rimasero abbracciati per un
tempo indefinito.
Finché Astoria disse: - Sai non mi dispiacerebbe abitare in un cottage in
campagna con tanti animali che girano per il cortile e una mezza dozzina di
bambini che scorrazzano in giro.
- Guarda che io mi chiamo Malfoy, non Weasley.
- E allora? Visto che ti chiami Malfoy non puoi avere dai tre ai sei
pargoli?
- Esatto, uno dei miei avi elaborò un complicato incantesimo affinché ci
fosse solo un erede Malfoy per ogni generazione e per di più maschio.
- Mi vuoi dire che voi Malfoy vi riproducete in un esemplare per
generazione? – Draco annuì. – E poi ti chiedi perché le famiglie di Purosangue
stanno scomparendo, questa è una cosa che va contro tutte le leggi per la conservazione
della specie!
- Che vuoi che ti dica, a me sarebbe anche piaciuto avere un fratellino
con cui giocare, ma niente.
- Meno male che il nostro piccolo avrà una marea di cugini, sai il primo
dovrebbe arrivare a maggio.
Draco recepì il primo messaggio e divenne bordeaux il che, per uno con la
sua carnagione voleva dire veramente molto: - Come sarebbe il nostro piccolo…
- Draco, ma sei scemo, tu lo sai che i figli non vengono fuori per
generazione spontanea, ma in seguito ad atti identici al precedente, vero? Dimmi
che non devo farti il discorso delle api e dei fiori, per favore!
Il ragazzo si riprese e cercò di cambiare discorso:
- Blaise e tua sorella quindi…
- Certo, certe cose mica le facciamo solo noi due. – rise Astoria - Solo
che loro sono sposati, se tu invece mi molli io ti sopprimo.
- E chi ti molla, sposami! – Draco non si era neanche accorto delle
parole che gli erano uscite dalla bocca.
- No.
- Come sarebbe a dire, no.
- Sarebbe a dire che ci conosciamo da due mesi ci sono ancora un sacco di
cose che devo sapere di te prima di decidere se voglio sposarti.
- Tipo?
- La forma del tuo Patronus.
- Fammi prima vedere il tuo
Astoria pensò ai momenti che aveva appena vissuto con Draco e dalla sua
bacchetta scaturì un furetto grigio. Draco scoppiò a ridere: - Da quanto tempo
è così?
- Da sempre, te l’ho detto che eri la mia inconfessabile passione
segreta! Ora mostrami il tuo!
Dalla bacchetta di Draco uscì uno sbuffo di fumo che, si concretizzò in
un furetto, il ragazzo ci rimase male: - Non era mai stato così! Prima era
un’aquila reale!
- Sai cosa vuol dire? - Il ragazzo scosse la testa imbambolato.
- Conosci le leggi che regolano i Patronus? – Draco di nuovo fece cenno
di no con la testa.
- Diciamo che se tu mi avessi mostrato il tuo Patronus per primo il mio
sarebbe risultato identico al tuo, il fatto che il tuo Patronus si sia adattato
al mio mi basta per sapere che mi ami. Quindi va bene, sposiamoci.
Draco era rimasto come al solito senza parole.
Era sicuro che quella ragazza prima o poi lo avrebbe fatto impazzire, o
forse l’aveva già fatto, chissà.
Via, via, non perderti
per niente al mondo
lo spettacolo d'arte varia
di uno innamorato di te...
Via con me
P. Conte
(1981)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cose romantiche e disgustose ***
Ormai siamo agli sgoccioli, non ci vuole più molto perché ogni
tessera vada al suo posto, se il capitolo precedente era piuttosto romantico
qui Draco darà il meglio di sé e… in un certo senso anche Astoria.
_CoBaIn_ come sempre grazie per la recensione e a presto
Cose romantiche e disgustose
Trascorse un anno nel quale, grazie alla vendita della casa di Bellatrix,
le finanze dei Malfoy tornarono floride. Nel frattempo, il picnic del sabato
era diventato un appuntamento fisso anche se, alla fine, Astoria pretese che
portassero le cibarie a settimane alterne. Ben lungi dal preoccuparsi, Draco
finse di dimenticarsene per qualche tempo, poi quando proprio non poté più
esimersi, arrivò con un pranzo di cinque portate accuratamente preparato dagli
Elfi di casa Malfoy. Astoria gli tenne il muso per tutto il pranzo sbocconcellando
poche cose.
- Si può sapere che cos’hai?
- Sono furibonda.
- E come mai di grazia?
- Credi davvero che io sia così scema da credere che sei stato tu a
preparare tutto questo ben di Dio?
- Certo che no, ci sono gli Elfi domestici per queste faccende. Gli Elfi
di casa Malfoy cucinano divinamente!
- Ma sei veramente cretino? Non me ne frega un cavolo di quanto cucinano
bene i tuoi Elfi domestici! Avrei preferito che arrivassi con un paio di toast
bruciacchiati, ma cucinati da te! Io per te l’ho fatto!
Draco lentamente cominciò a capire: - Quindi non ti interessa quanto è
saporito il pranzo?
- Bravo, vedi che sei un po’ lento, ma se ti applichi ci arrivi?
- Va bene, allora dopo ti porto a cena fuori e ti faccio anche una
sorpresa.
Ad Astoria tornò il sorriso, sembrava una bambina ed importunò Draco per
tutto il giorno per sapere dove sarebbero andati a cena, finché, preso dallo
sfinimento, guardò il suo orologio e, mettendole una mano sugli occhi, si
Smaterializzò con lei.
Continuò a tenerle gli occhi chiusi finché arrivarono a destinazione, qui
le disse: - Ora puoi aprire gli occhi.
Ad Astoria cadde la mandibola, entrò silenziosamente nel locale, le
sembrava un sogno, si voltò verso Draco che le sorrise incoraggiante.
- Dovrebbe esserci un tavolo prenotato a nome Malfoy. – Disse il ragazzo
ad un cameriere.
Furono accompagnati al tavolo. – Ma, ma…
Draco le mise un dito sulle labbra, poi chiese sottovoce una cosa al
cameriere e lui sorridendo si avvicinò alla piccola orchestra che cominciò a
suonare una canzone che Astoria aveva già sentito.
- Balliamo?
La ragazza annuì.
Draco sorrideva come un bambino davanti ad una torta al cioccolato:
“Finalmente l’ho lasciata senza parole… e il meglio deve ancora venire…”
Astoria era… Allibita? Stupita? Frastornata? No, furiosa, semplicemente
stava cercando le parole esatte per cancellare quel ghigno dalla faccia del
ragazzo, era riuscito a lasciarla senza parole (impresa in cui nessuno era mai
riuscito prima di allora): il posto era perfetto, la musica anche, era tutto
come lo ricordava.
Lo guardò negli occhi e stavolta nessuno dei due distolse lo sguardo, lui
si lasciò scrutare nell’anima annegando nei suoi occhi verdi. Rimasero così per
un tempo incalcolabile, finché il regale stomaco del rampollo dei Malfoy
cominciò a protestare creando un leggero rossore sulle altrimenti sempre
pallidissime guance del ragazzo.
Astoria colse la palla al balzo: - Andiamo a mangiare, va, altrimenti
l’orchestra arruola il tuo stomaco come basso tuba.
Mangiarono in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, finché
arrivarono al dolce. Draco aveva ordinato una bottiglia di Champagne che,
stranamente, era arrivata sul tavolo ancora chiusa. Aveva poi fatto una strana
mossa versandolo nei bicchieri e coprendoli alla vista della ragazza che non ne
capì il motivo.
Brindarono e Astoria, con la scarsa grazia che la contraddistingueva,
tracannò il calice in un sol colpo, quando Draco urlò: - NOOOOOO!
Era ormai troppo tardi.
- Perché ti agiti tanto? – Domandò Astoria.
- Perché ti sei mandata giù un anello con diamante!
- E tu perché diavolo me lo hai messo nel bicchiere!
- Volevo essere romantico.
- E invece sei stato un idiota, mi conosci, lo sai che non guardo mai
quello che metto in bocca e che le bollicine dello Champagne mi danno alla
testa!
- E adesso che facciamo?
- Niente, si aspetta…
- Si aspetta cosa?
- Ti prego Draco, non farmelo spiegare, non ho intenzione di scendere nei
particolari.
- Ma è disgustoso!
- E’ colpa mia se tu per fare il romantico hai pensato bene di mettermi
un anello nel bicchiere?
La faccia di Draco era una maschera di rabbia, furia omicida,
preoccupazione, ansia…
Astoria decise di calmare le acque: - Ascolta, tutto quello che entra
prima o poi esce…
Sul viso di Draco si dipinse un’espressione realmente disgustata, ma Astoria
continuò imperterrita:
- Dipende solo da cosa si decide
di fare nel frattempo…
Sul volto di Draco si dipinse un’aria severa che però non durò molto
quando incontrò lo sguardo malizioso della ragazza.
Allora la prese per mano e, stupendola con effetti speciali, riuscì a
pagare il conto del ristorante con molta nonchalance utilizzando (udite,
udite…) una carta di credito!
- Non ci posso credere, ora usciamo e fuori pioveranno rane. – Disse
Astoria veramente stupita.
- No, semplicemente ho chiesto alla Gringott il modo più semplice e
veloce per pagare alla Babbana senza dover usare quegli assurdi foglietti di
carta.
- Allora avevi progettato tutto…
- Fino all’ultima virgola, sai, noi Malfoy non lasciamo mai nulla al
caso.
- Davvero? E come mai in questo momento c’è un bell’anellino che invece
di stare al mio anulare sinistro sta veleggiando nel mio…
- Non aggiungere una sola parola, ho capito.
In effetti quando uscirono pioveva anche se non si trattava di rane,
Draco stava per Smaterializzarsi, ma Astoria lo fermò: - Adoro camminare sotto
la pioggia, lo trovo rilassante.
Così si dedicarono alla ricerca di un albergo, ne trovarono uno che si
adattava alle loro esigenze: piccolo, intimo e pulito.
Quando chiesero i documenti Draco rimase allibito: - Documenti?
Lanciò un incantesimo Confundus
sul portiere dell’albergo e riuscì a farsi dare la stanza migliore, stava per
dire qualcosa quando Astoria lo precedette: - Lo so, un Malfoy sa sempre come
ottenere il meglio, non è il caso che tu faccia tanto il fighetto, ti conosco,
so come sei in realtà. Abbai, abbai, ma non mordi.
Draco la guardò con un mezzo sorriso. Non le permise neanche di entrare in camera,
cominciò a baciarla sulla porta e non smise che parecchio tempo dopo.
Giacevano sul letto esausti quando lei gli fece una domanda a bruciapelo:
- Draco, quando avremo un figlio non lo chiameremo Lucius, vero?
Draco che si stava pacificamente beando della classica quiete post…
(sappiamo tutti post cosa…)
Non potendo farsi andare nulla di traverso anche perché nella stanza non
c’era il minibar, né cambiare colore perché tanto era buio, cominciò a sudare
copiosamente, così tanto che la ragazza si sciolse dall’abraccio:
- Ma non è possibile, sei così umidiccio che sembri un’anguilla…
- E’ che non ho mai pensato al nome di mio figlio…
- Cosa ne pensi di Hyperion?
- Mmmmh…
- E’ il nome di mio padre.
- Perché non lo usiamo come secondo nome? Troviamone un altro, uno che ci
ricordi questa sera, cosa ne pensi?
- Dunque, oggi è il 29 novembre, quindi
è l’ultimo giorno in cui il sole è nella costellazione dello scorpione perciò potremmo chiamarlo: Antares, Graffias, Dschubba, Sargas, Shaula , Jabah, Grafias , Alniyat , o Lesath.
- Cosa?
- Sono i nomi
delle stelle che compongono la costellazione dello Scorpione. Vediamo, Antares
Hyperion? Non suona male e nemmeno Sargas Hyperion, altrimenti…
Draco le prese
il viso fra le mani e la baciò per zittirla: - Cosa ne dici di Scorpius
Hyperion?
- Il nome di
un’intera costellazione?
- Come suo
padre…
- Non ti
avrebbero mai dato il nome della stella più luminosa della tua costellazione, e
tu lo sai…
- Non è colpa
mia se il cugino di mia madre si chiamava Sirius ed è stato un reietto…
- Non si parla
male dei morti, comunque Scorpius Hyperion non mi dispiace.
- Scorpius
Hyperion Malfoy, elegante, serio, altisonante, l’ideale.
- Sì, ma sarà
meglio che noi troviamo un nomignolo, altrimenti sarà dura sgridarlo, quando
avrai finito di pronunciare il nome ti sarai dimenticato il motivo per cui
volevi sgridarlo…
Draco sorrise:
- C’è ancora tanto tempo, non trovi?
Lei lo baciò: -
Hai ragione.
Si
addormentarono così, abbracciati e sereni.
Al mattino sul
cuscino di Astoria c’era un anello con un bigliettino
“La natura ha
fatto il suo corso, ora prendi quell’anello e vieni a mettermelo al dito prima
che faccia qualche altra strana fine, ti aspetto nella vasca.”
Astoria aveva
fatto le cose in grande, aveva raddoppiato le dimensioni della vasca da bagno e
l’aveva riempita di schiuma creando anche un simpatico effetto idromassaggio
(malpensanti, aveva usato la bacchetta!)
Draco entrò in
bagno, Astoria non lo aveva mai visto in tenuta adamitica e lo squadrò
dall’alto in basso:
- Certo che sei
magrolino, credevo che gli allenamenti di Quidditch avessero scolpito il tuo
corpo statuario… Invece mi sembri un po’ gracilino, anche se devo dire che
forse avresti giocato meglio come Cacciatore, che come Cercatore, non perdi mai
un colpo…
Draco che era
rimasto un po’interdetto dalle prime battute si considerò lusingato, non era da
Astoria prodursi in simili complimenti e doveva approfittarne, aprì la mano che
teneva stretta a pugno, esaminò l’anello e mentre lo faceva Astoria lo
interruppe: - Guarda che è pulito!
- Scema!
Entrò nella
vasca da bagno, si inginocchiò di fronte a lei e le disse: - Astoria
Greengrass, vuoi sposarmi?
La ragazza
sorrise anche se le stava spuntando una lacrimuccia al lato degli occhi: - Sì,
mille volte sì!
Draco le infilò
l’anello al dito e lei per tutta risposta gli spinse la testa sott’acqua.
Il ragazzo
risalì in superficie tossicchiando con tutta la schiuma sui capelli e sulle
orecchie.
- Lo sai che ti
amo Draco Malfoy?
Come sempre a
Draco cadde la mascella, poi ci pensò un decimo di secondo: - Ti amo anch’io
Astoria!
via, entra e fatti un bagno caldo,
c'è un accappatoio azzurro,
fuori piove un mondo freddo...
Via con me
P.
Conte
(1981)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Inaugurazione con sorpresa ***
Nella prima versione della storia questo era l’epilogo seguito da un Post
Scriptum, perciò la storia finisce quasi qui (il Post Scriptum a domani…), un
grazie a chi a letto.
Cara _CoBaIn_ secondo me Draco avrebbe potuto chiamarsi Sirius (Sirio è
infatti la stella più luminosa della costellazione del Drago come ci insegnano
i Cavalieri dello Zodiaco) ma non credo che i suoi cari genitori l’avrebbero
chiamato così, visti i parenti…
La scena dell’anello, benché un po’ disgustosa mi è venuta in mente ripensando
al film Tutti dicono I love you di Woody Allen.
Alla prossima e ultima
Inaugurazione
con sorpresa
Era la notte
della Vigilia e Draco aveva organizzato ogni cosa affinché la festa per
l’inaugurazione del nuovo reparto del San Mungo fosse perfetta. Il salone
centrale dell’ospedale, per una volta privo di gente affetta dai più svariati
disturbi, cominciava a riempirsi di gente. Aveva fatto le cose veramente in
grande e sua madre gli aveva fatto i più sinceri complimenti: era lieta di
scoprire che il suo adorato bambino aveva ereditato da lei l’abilità
nell’organizzare gli eventi mondani.
Astoria
comparve in uno splendido abito rosso che le donava molto e Draco le andò incontro
con un sorriso a cinquantaquattro denti, ma lei gli fece cenno di non esagerare
nei convenevoli perché dietro apparvero i signori Greengrass.
Nel frattempo
erano giunti nella sala anche gli ospiti più attesi, era infatti impossibile
organizzare un evento mondano senza invitare Il Bambino che Ormai è Diventato L’
Uomo Che E’ Sopravvissuto A Colui Che Non Deve Ancora Essere Nominato (perché
non si sa mai…) con al braccio la Cacciatrice migliore delle Holyhead
Harpyes (gli onori ai bravi giocatori di
Quidditch vanno fatti sempre e comunque) e i suoi due inseparabili compagni Miss So
Tutto Granger, che nonostante tutto era diventata una donna discretamente
attraente e Mr Pel di Carota Che non può essere maggiormente insultato perché è
come lanciare un Bombarda sul San Mungo.
Draco, spinto
dalle gelide dita della sua cara mamma, si appressò al famoso Trio e riuscì a
sibilare un rapido – Benvenuti. – Prima di andare ad accogliere ospiti più
graditi: Blaise con la sua primogenita in braccio accompagnato da una Daphne
radiosa e in avanzato stato interessante.
- Blaise, hai
intenzione di ripopolare di Maghi la Gran Bretagna?
- Scherza,
scherza, guarda che quando le Greengrass ti mettono il cappio al collo, poi non
puoi più farne a meno… - Sorrise Blaise.
Draco lo guardò
con aria saputa: - Hai notato le mani della tua dolce cognatina ultimamente?
Blaise si voltò
verso Astoria e solo in quel momento notò che all’anulare sinistro portava un
elegante anello con brillante.
- Quando pensi
di dirlo ai tuoi?
- Noti occasione
migliore di questa?
Blaise osservò
l’ex-compagno di casa poi sogghignò: - Scommetto che lo fai solo per metterla
in difficoltà, sei veramente una serpe!
- Che vuoi che
ti dica ho imparato da lei…
Nel frattempo
la sala si era riempita e Draco si era recato su un piccolo podio posizionato
davanti ad un nastro rosso che chiudeva l’entrata del nuovo reparto.
Si schiarì la
voce ed ottenne l’attenzione dei presenti: - Bene, sono molto lieto che tutti
voi abbiate accolto il mio invito per questa serata splendida, oggi ci sono
molte cose da festeggiare, prima di tutto, vorrei augurare ai miei genitori
Buon anniversario. – Tutta la folla si voltò verso gli imbarazzatissimi coniugi
Malfoy che mal sopportavano che i fatti loro venissero spiattellati così ai quattro
venti.
Poi Draco
proseguì: - Poi voglio cogliere l’occasione per presentare ai qui presenti la
futura signora Malfoy.
Astoria assunse
una tonalità verdognola mentre Draco le prendeva la mano per trascinarla con sé
sul podio e gli sibilò: - Ti giuro che questa me la paghi davvero cara.
Draco deglutì,
ma proseguì.
- Astoria, dato
che hai già acconsentito a sposarmi cosa ne dici di farlo ora?
La ragazza
impallidì: - Ma tu sei fuori!
- Ok lo prendo
per un sì.
La folla che
era rimasta ammutolita scoppiò in un sonoro applauso e Astoria non poté che
prendere la mano di Draco e fare buon viso a cattivo gioco.
L’omino del
Ministero che normalmente officiava le cerimonie apparve all’improvviso e
domandò: - Dove sono i testimoni?
Draco si voltò
verso Blaise: - Amico, mi devi un favore, ricordi?
Blaise si pose
accanto al ragazzo, mentre Astoria cercava disperatamente fra gli invitati un
volto familiare, Daphne stava cercando di giostrarsi tra il pancione e la
bambina che Blaise le aveva prontamente scaricato, quindi era fuori gioco finalmente
intravide Luna Lovegood che parlava con Ginny Weasley, abbandonò il fianco di
Draco e corse ad agguantarla.
- Luna, ti
prego, fammi un favore.
- Certo, cara,
se tuo padre mi contatta cosa devo dirgli questa volta?
- Niente, ho bisogno
di una testimone.
- Ma io non ho
visto nulla, a parte i Nargilli nel vischio, cosa dovrei testimoniare?
- Un matrimonio
ammesso e non concesso che il mio dolce fidanzato non venga barbaramente
massacrato nel sonno questa notte per la splendida improvvisata che mi ha
fatto, come vedi mio padre e suo padre non sono proprio al colmo della gioia.
Effettivamente
il Signor Malfoy e il Signor Greengrass stavano fulminando Draco con lo sguardo
anche se lui non sembrava accorgersene.
Ginny sorrise e
disse a Luna: - Vai, presto.
Poi, rivolgendosi a Astoria che non conosceva
molto bene: - Auguri, ne avrai bisogno!
La ragazza
sorrise e rispose: - Ti assicuro che lui ne avrà molto più bisogno, questa me
la paga!
Astoria
raggiunse il fidanzato e vennero officiati i riti, mentre i volti di Lucius Malfoy
e di Hyperion Greengrass assumevano connotati sempre più truci.
Dal canto suo
Narcissa si era avvicinata alla madre di Astoria che tamponava delicatamente le
lacrime di gioia per poter assistere almeno al matrimonio della sua
secondogenita.
Conclusa la
cerimonia Draco chiese ad Astoria di tagliare il nastro rosso e il nuovo
reparto del San Mungo venne inaugurato.
Poi si aprirono
le danze ed il ragazzo la invitò a ballare.
Mentre la
stringeva lei gli disse: - Senti genio, dove mi porti a dormire stanotte?
- A casa, no?
- Quale, Malfoy
Manor?
- Veramente io
pensavo a quella che mi ha lasciato il mio padrino, ci ho messo tre mesi a
sistemarla come si deve…
- Ma davvero e
dove si trova? In un angolo remoto dell’Inghilterra?
- Veramente è a
Spinner’s End. Sai Piton era mio padrino…
- Ah, ecco il
perché di tutti quei favoritismi…
Mentre
parlavano un uomo si avvicinò e posò la mano sulla spalla di Draco, il ragazzo
si voltò e si trovò faccia a faccia con suo padre che gli sibilò: - Posso
ballare con la nuova Signora Malfoy?
Il giovane
divenne decisamente verdognolo e cedette al padre la mano di Astoria, mentre il
Signor Greengrass gli si avvicinava minacciosamente.
- Malfoy.
Draco sobbalzò.
Poi si voltò con molto aristocratico terrore ed immaginò che dopo essere stato
al cospetto del Signore Oscuro parlare con un mago come Greengrass non doveva
essere così difficile. Ebbene, ancora una volta si sbagliava.
- Malfoy, se
assomigli anche solo vagamente a tuo padre sei un essere discretamente
spregevole, ma se hai preso qualcosa di tua zia allora non sei proprio da
buttare via. Ovviamente mi riferisco ad Andromeda, eravamo nello stesso anno e
nella stessa Casa ed era una persona perbene. Da quello che so, in realtà è
ancora una persona perbene. Ciò detto se ti azzardi a far soffrire la mia
bambina ti farò pentire di essere sopravvissuto alla guerra.
Gli assestò
quindi una pacca sulla spalla e si allontanò in direzione della sua nipotina.
Da quando aveva visto quella piccola bimba color caffelatte con gli occhioni
azzurri della mamma si era talmente innamorato che era riuscito a perdonare
Daphne per aver sposato Blaise ed era stato il primo a sollevare il calice
quando gli avevano detto che presto sarebbe arrivato un nuovo Zabini.
Nel frattempo
Astoria era alle prese con la morsa d’acciaio di Lucius che stava cercando di
capire cosa avesse in mente quella insulsa ragazzina e cosa ci avesse trovato
suo figlio in lei.
- Signorina
Greengrass a cosa devo l’onore di essere diventato suo suocero?
- Forse al
fatto che il suo caro figliolo si sia innamorato di me? Ah, e non sono più la
signorina Greengrass da circa mezz’ora, quindi o mi chiama Astoria o dovrà
rassegnarsi ad avere a che fare con due Signore Malfoy.
- Lingua
tagliente, ora comincio a capire, scommetto che eri a Serpeverde.
- Sbagliato, ho
più acume che malizia: ero a Corvonero, ed ora, se non Le dispiace gradirei
tornare fra le braccia di un Malfoy un po’ più giovane, sa mi trovo meglio con
lui…
Lucius la
lasciò chinando leggermente il capo a mo’ di saluto e pensò che suo figlio si
era cacciato veramente in un bel guaio.
Astoria marciò
a passo di carica verso Draco che stava appartato da un lato con Blaise, lo
prese per il collo della camicia e lo baciò con un trasporto tale da attirare
su di loro i fischi e gli applausi di tutti i convenuti.
Dopo di che
salì sul podio trascinandoselo dietro e disse: - Ora, se non vi dispiace
togliamo il disturbo!
E detto ciò se
lo trascinò dietro in una Smaterializzazione congiunta che miracolosamente finì
senza danni per nessuno dei due, anche se si ritrovarono fra la neve nel bel
mezzo del nulla.
Draco la prese in
braccio e si Materializzarono a Spinner’s End: - Casa dolce casa - Disse poi
buttandosi su una poltrona.
Astoria era
ancora in piedi in mezzo alla stanza e gli fece una volata mostruosa: - Ma si
può sapere cosa ti è preso? Non era certo quello che speravo per il mio
matrimonio! Ma è mai possibile che non ne combini mai una giusta?
Draco si fece
piccino piccino sulla poltrona e rispose: - Volevo stupirti!
Astoria gli
inveì contro ancora per un paio di minuti e poi… scoppiò a ridere.
Draco la guardò
stupito: - E adesso che ti prende?
- Scommetto che
non hai visto la faccia di Harry Potter e quella di Ron Weasley.
- Non è che ci
tenessi particolarmente, io guardavo solo te…
- Quando ci
siamo Smaterializzati Hermione Granger e Ginny Weasley li avevano messi con le
spalle al muro e dal labiale mi sembrava che dicessero che si erano fatti
battere sul tempo da uno spocchioso Serpeverde e si chiedevano dove fosse
finito il loro famoso coraggio Grifondoro…
Anche Draco
scoppiò a ridere e si avvicinò ad Astoria: - Bene, signora Malfoy, ed ora come
pensi di farmela pagare…
- Per
cominciare mi porti in camera in braccio e poi se non sei troppo stanco…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Post Scriptum ***
body lang=IT style='tab-interval:35.4pt'>
E va bene, a grande richiesta, dato che proprio non potevo farne a meno
ho deciso di postare anche l’epilogo di questa storia. Sperando di aver fatto
cosa gradita a chi ha letto e commentato.
Lily_Snape: eccoti accontentata, non so se in
effetti Piton era il padrino di Draco, ma vista la vecchia amicizia con Lucius e
visto che proprio a lui si rivolge Narcissa per stringere il voto infrangibile ho
immaginato che fosse plausibile.
Un grazie sincero a _CoBaIn_
che mi ha seguito fedelmente per tutti i capitoli, spero che anche il Post
Scriptum sia di tuo gradimento.
Post scriptum
Cena a casa Malfoy
- Allora Astoria, ti trovi bene a Spinner’s
End?
Dopo essere rimasti rinchiusi nel loro “nido d’amore” per quattro giorni
consecutivi non avevano proprio potuto continuare ad ignorare i gufi che tutte
le mattine arrivavano bussando alla finestra della loro camera e dovettero
accettare l’invito dei coniugi Malfoy (Senior) per quella sera.
- Sì, anche se comunque manca un tocco femminile, però devo dire che
Draco ha fatto un ottimo lavoro rendendola abitabile.
- Avrei preferito che vi trasferiste qui a Malfoy Manor. – Intervenne
Lucius severo.
- Ma Lucius, io credo che loro desiderassero un po’ di privacy.
- Senza contare che Spinner’s End è decisamente
più comoda per me per raggiungere il mio luogo di lavoro.
- Draco, tua moglie lavora? – Lo sguardo shockato sul volto di Lucius
fece capire ad Astoria di aver fatto un passo falso.
Tuttavia Narcissa, che desiderava a tutti i costi capire cosa aveva quella
ragazza di così speciale da aver catturato nella sua rete il suo bambino,
decise di indagare più a fondo: - E di cosa ti occupi cara?
- Lavora per la Gringott. – Intervenne Draco cercando di non complicare
ulteriormente la situazione rimanendo sul vago.
- Immagino non sia facile avere a che fare tutti i giorni con quegli
esseri. – Aggiunse Lucius.
- In realtà i miei colleghi non sono così rivoltanti, anche perché io non
lavoro nella sede centrale. – Rispose Astoria candidamente.
- Davvero e di cosa ti occupi esattamente? – Insisté Narcissa.
- Lei si occupa di cambi con altre tipologie di liquidità. – Spiegò Draco
che ormai sapeva che sua madre non si sarebbe fermata finché non avesse capito
esattamente di cosa si occupava Astoria.
- Deve essere interessante, avrai a che fare con grandi quantità di
denaro, quindi.
- Generalmente lavoro più che altro con il cambio fra Galeoni e sterline,
ma a volte mi occupo anche di cambi con euro e dollari.
- Scusa, credo di non aver afferrato. – Rispose un sempre più allibito
Lucius.
- Ma sì, le sterline, il denaro Babbano!
Astoria si rese conto di aver detto qualcosa di male quando vide suo
marito diventare verdognolo e i suoi suoceri assumere una tonalità rosata.
Poi Lucius scandì: - TU HAI A CHE FARE CON QUELLA FECCIA DEI BABBANI?
- Che male c’è anche voi fate affari con i Babbani, no?
- MAI! – rispose Lucius la cui vena del collo aveva raggiunto dimensioni
ragguardevoli e sembrava sul punto di scoppiare.
Poi Narcissa intervenne: - Lucius, ti prego calmati è giunto il momento
che Draco ti confidi un piccolo segreto.
Draco, che nel frattempo aveva inutilmente tentato di sparire sotto il
tavolo, si sentì tre paia di occhi piantati addosso, così si fece forza ed
ammise: - Sì, padre, ho venduto la casa di zia Bellatrix ad uno studio legale
Babbano, è da lì che abbiamo guadagnato abbastanza per pagare i nostri debiti,
senza contare che Astoria ed io abbiamo visto che con alcune semplici
speculazioni nei mercati economici Babbani si poteva guadagnare abbastanza per
vivere di rendita per quattro generazioni, è così che abbiamo ricostruito il
nostro patrimonio.
Lucius era rimasto senza parole, poi imprevedibilmente scoppiò in una
sonora risata.
Narcissa e Draco temettero che lo shock avesse provocato a Lucius un
collasso nervoso facendolo impazzire, poi, fra le lacrime che gli stavano
scendendo dal gran ridere Lucius riuscì a dire: - Avrei dato qualunque cosa,
per vedere la faccia che ha fatto il ritratto di Bellatrix quando ha visto chi
avrebbe occupato la sua dimora…
Astoria, ricordando lo sguardo di fuoco della zia di suo marito scoppiò a
ridere e rispose a Lucius: - E sì, è stato veramente uno spettacolo
imperdibile!
Sperando che questa storiella sia stata di vostro gradimento.
Fatemi sapere se per caso volete qualche one-shot sulla vita coniugale di Astoria e Draco
|
|