Good luck my babe

di bic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una cena alternativa ***
Capitolo 3: *** Genitori preoccupati e inviti a cena ***
Capitolo 4: *** Un'idea brillante ma pericolosa ***
Capitolo 5: *** L'idea prende forma ***
Capitolo 6: *** Il pic nic ***
Capitolo 7: *** Cose romantiche e disgustose ***
Capitolo 8: *** Inaugurazione con sorpresa ***
Capitolo 9: *** Post Scriptum ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Caro Draco,

ho bisogno del tuo aiuto per una faccenda complicata e molto delicata.

Ti prego di incontrarmi domani alle diciotto di fronte alla Torre di Londra.

Ti sarei grato se mantenessi il massimo riserbo sul nostro incontro.

Ringraziandoti anticipatamente ti porgo cordiali saluti.

Blaise Zabini.

 

Draco Malfoy rilesse ancora una volta la strana lettera che gli aveva inviato il vecchio compagno di Casa la mattina precedente, poi se la infilò in tasca e prese il mantello per uscire.

- Dove vai figliolo?

Dopo la fine della guerra suo padre era diventato molto meno freddo nei suoi confronti, lo osservò attentamente, chino su una serie di incartamenti nel suo studio, sembrava invecchiato di dieci anni.

- Esco con un amico.

Narcissa sollevò lo sguardo dal libro che stava sfogliando: - Stai attento tesoro, mi raccomando.

Sua madre era ormai diventata l’ombra di suo padre, gli stava sempre vicino temendo che facesse qualche sciocchezza.

La sua famiglia era uscita dalla guerra con le finanze a terra e l’onore distrutto, suo padre difficilmente usciva di casa e sua madre stava faticosamente tentando di riallacciare gli antichi legami di conoscenze anche se erano ben pochi i maghi che accoglievano favorevolmente un Malfoy.

Narcissa era sempre preoccupata quando lui usciva di casa, d’altronde le strade erano ancora piene di ex Mangiamorte in libertà che gli avrebbero fatto volentieri la pelle o di vittime del Signore Oscuro che avrebbero fatto la stessa cosa.

Draco si chinò per baciare la guancia della madre.

- Non preoccupatevi, starò attento.

La donna lo guardò attentamente, il suo ragazzo stava diventando un uomo, aveva dovuto crescere troppo in fretta e vedere cose che nessuna madre desidererebbe che il proprio figlio vedesse, gli sfiorò la mano e sorrise.

- Buona serata figliolo, suppongo che non dovremo aspettarti per cena.

- No, grazie. Buona serata a voi.

Uscì di casa e si Smaterializzò.

Non conosceva molto la Londra Babbana, ma ricordava la posizione della Torre di Londra per averla vista in un quadro a Malfoy Manor. Il quadro si trovava nella stanza che era stata quella degli ospiti e che dopo essere stata usata dal Signore Oscuro era stata sigillata da suo padre in modo che nessuno potesse mai più mettervi piede.

Si ritrovò di fronte all’ingresso della Torre, era una costruzione imponente da cui gli ultimi turisti Babbani stavano uscendo. Malfoy si sedette su una panca accanto all’ingresso, molti dei turisti si voltavano meravigliati osservando il suo abbigliamento, Draco li guardava altezzosamente.

Poi una bambina che lo guardava con una certa insistenza tirò la mano della mamma dicendo: - Mamma, come mai quel ragazzo biondo carino è tutto vestito di nero?

- Non lo so tesoro, forse gli piace vestirsi così

- Sì, ma sembra un pipistrello!

Si divincolò dalla stretta della mamma e camminò con passo deciso verso il ragazzo, lo fissò negli occhi e disse: - Perché sei vestito di nero?

Draco rimase esterrefatto dall’impudenza della bambina e stava per risponderle in malo modo quando lei raccolse un fiore e lo pose sul bavero del mantello, poi, notando che era troppo piccolo lo sfiorò e lo fece aumentare di dimensioni.

Il ragazzo rimase stupito. Quella bambina era una piccola strega che usava i suoi poteri con una noncuranza strabiliante.

- Mary, non importunare il signore! – Disse la madre della bambina raggiungendola.

- Ma mamma, gli ho solo regalato un fiore, così non sembra più un pipistrello!  

- La scusi, a volte è un po’ inopportuna.

Draco sorrise: - Non si preoccupi.

- Arrivederci. - La donna prese la bambina per mano e si avviò.

Draco estrasse dalla tasca il biglietto che gli aveva spedito Blaise, cancellò ciò che vi era scritto e vi fece apparire la parola "Grazie" con la bacchetta lo piegò come un origami a forma di uccello lo fece poi volare ad appoggiarsi sulla spalla della bambina che intanto si era voltata. Mary lo guardò stupita e Draco le fece l’occhiolino.

- Ci sai fare con i bambini Malfoy!

La voce familiare di Blaise Zabini lo fece trasalire.

- Era ora, è un pezzo che ti aspetto. - Disse voltandosi, solo in quel momento si accorse che Blaise non era solo, ma accompagnato da due ragazze.

- Noto che sei in ottima compagnia… - Aggiunse poi maliziosamente.

- Entriamo nella Torre dal lato riservato ai maghi così, ti spiego. – rispose Zabini ignorando totalmente il tono di Malfoy.

Entrarono da un ingresso secondario nascosto ai Babbani e scesero quattro rampe di scale prima di trovarsi in un sotterraneo illuminato a giorno e decorato con piccoli fiori azzurri.

- Oh… - Disse la ragazza accanto a Blaise: - Hai fatto tutto questo per me, è bellissimo, è così romantico… è perfetto!

Draco si rese conto di riconoscere la voce della ragazza.

- Daphne?

- Sì, sono io, ho dovuto prendere la Pozione Polisucco perché non volevo che nessuno mi riconoscesse in giro, sai io e mia sorella Astoria dovremmo essere da Luna Lovegood.

- Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo? Per Merlino! – Draco stava iniziando ad alterarsi, non gli piacevano i giochetti.

- Succede che Daphne ed io ci sposiamo qui stasera e tu sei il mio testimone.

- Scusa?

- Senti ti spiego io mentre loro si preparano.

La sorella di Daphne lo prese con una certa decisione e lo spinse da un lato.

- Nostro padre ha qualche problema con il fatto che Blaise e Daphne si frequentino.

- Perché? – Draco faticava a comprendere il motivo.

- Perché è di colore.

- Cioè? – La confusione di Malfoy aumentava.

- Scusa, ma sei cieco?

- Ma cosa vuol dire il fatto che sia di colore, l’importante è che provenga da una famiglia rispettabile e …

- Purosangue?

- Vedi, mio padre ragiona esattamente come te, ma preferirebbe vedere Daphne sposata ad un Babbano piuttosto che ad un mago con la pelle di un altro colore.

- Questa non l’avevo ancora sentita.

- Non è poi tanto diverso dal disprezzare i Mezzosangue. – Rispose Astoria piccata.

- Com’è che non mi ricordo di te a scuola?

- Forse perché non avevo questa faccia ed ero a Corvonero…

Mentre parlava Astoria stava recuperando il suo aspetto naturale così come Daphne.

Si aprì la porta da cui erano entrati e Malfoy riconobbe nel membro del Ministero che avrebbe officiato la cerimonia uno dei Weasley.

Il rito fu molto breve ma intenso, Percy Weasley non amava perdere tempo, ma capiva anche che quel momento era unico per quei ragazzi e quindi propose loro di formulare delle promesse come quelle che si scambiavano i Babbani in occasione del matrimonio. Poi si procedette allo scambio degli anelli.

Percy porse ossequiosamente agli sposi le proprie felicitazioni ed uscì senza degnare Malfoy  di uno sguardo.

- Bene e ora che siete il signore e la signora Zabini cosa pensate di fare?

- Prima partiamo per il viaggio di nozze e poi vedremo. – Rispose Blaise con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

- Ancora non ho capito perché hai chiesto a me di farti da testimone.

- Perché so che se mi dai la tua parola non racconterai questa storia assurda a nessuno.

- E va bene, ma sei in debito con me.

- Grazie amico.

Draco rimase colpito, l’ultima persona che l’aveva chiamato amico era stato Vincent Tiger a metà del sesto anno, da allora non aveva più avuto né amici, né confidenti né ragazze, anche Pansy ei era allontanata da lui quando la sua famiglia era caduta in disgrazia dopo che il Signore Oscuro li aveva resi lo zimbello dei Mangiamorte.

- Draco per favore, potresti accompagnare Astoria a casa Lovegood? Ancora non so come ha fatto a passare l’esame di Materializzazione, non riesce mai ad arrivare nel punto esatto.

- Guarda che ti ho sentita Daphne! – Disse la sorella più giovane facendo una buffa smorfia.

- Voi dove andate in viaggio?

- Prendiamo il primo treno che troviamo a King’s Cross, vorremmo fare un salto in Italia e girare un po’ l’Europa, non so quanto staremo via.

- Bene, ragazzi allora buon viaggio. – Disse Draco con un sorriso stringendo la mano a Blaise.

Le sorelle si abbracciarono e ad Astoria scappò una lacrimuccia.

- Mi mancherai sorellina.

Blaise e Daphne si Smaterializzarono mano nella mano appena fuori dalla Torre.

- Ti va di mangiare qualcosa prima che ti accompagni da quella svitata della Lovegood?

- Oh, ma che onore, un invito a cena da Draco Malfoy in persona, e come posso rifiutare? Ad una condizione, andiamo a mangiare dove dico io e ognuno paga quello che mangia, ok?

Draco rimase basito, non era proprio dei Malfoy permettere ad una strega di pagarsi la cena, ma Astoria gli sembrava simpatica così annuì e le porse il braccio sorridendo.

 

Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi,
neanche questi fiori azzurri...

 

Via con me

P. Conte

(1981)

 

 

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Capitolo 2
*** Una cena alternativa ***


Nonostante non siano arrivate recensioni ho deciso comunque di continuare la storia, dato che dovrebbe essere discretamente divertente spero di ricevere presto qualche commentino.

Vediamo come se la cava Draco a cena con la piccola Astoria (ci sarà da ridere…)

 

Una cena alternativa

La serata era fredda, la fine dell’estate era alle porte Astoria rabbrividì quando uscirono dalla Torre, Draco fece per togliersi il mantello e posarglielo sulle spalle, ma lei lo guardò con un sopracciglio sollevato:

- Piuttosto che mettermi addosso quella palandrana da Vampiro preferisco gelare. Aspetta, guarda là ci sono delle bancarelle Babbane!

Agguantò la mano di Draco che non si accorse nemmeno di quello che stava succedendo e lo trascinò in mezzo ai Babbani, si fermò di fronte ad una bancarella in cui vendevano sciarpe variopinte di tutte le dimensioni.

Astoria ne acquistò una a colori vivaci piuttosto grande, poi trascinò nuovamente Draco dietro ad un albero e con un paio di colpi di bacchetta se la drappeggiò sulle spalle come uno scialle che si abbinava perfettamente con il vestito leggero che indossava.

- Perfetto, posso renderti un po’ più presentabile?

Draco Malfoy la guardò allibito: - Scusa?

 - Ma dai, diamo almeno un tocco di vita al tuo mantello e visto che ci siamo … - Astoria studiò attentamente Draco e poi cominciò a muovere con perizia la bacchetta.

In quattro secondi netti al posto del mantello nero con cui era uscito di casa Malfoy indossava un cardigan con cerniera della stessa tonalità dei suoi occhi.

- Tu sei pazza, quel mantello era di mio padre, quando torno a casa mi ammazza…

- Ma va, al massimo ti Crucia un po’, se è vero quello che dicono su di lui.

A Draco Malfoy cadde la mandibola, ma come diavolo faceva quella ragazzina a parlare così a cuor leggero di certe cose?

- Senti, forse non è stata una buona idea, quella della cena.

- Se non andiamo a cena, te ne torni a casa col maglione invece che col mantello, conosco anche l’Incantesimo per farlo tornare normale, dai, l’ho solo Trasfigurato! Prima sembravi mio padre, adesso per lo meno si vede che hai solo uno o due anni in più di me!

Quella ragazza aveva una luce negli occhi che lo ammaliava, non avrebbe accettato da nessuno di essere trattato in quel modo, ma con lei era diverso, anche se non capiva proprio perché.

Tornarono in mezzo alla folla e ora nessuno si voltava più a guardarli, il che non era affatto male, pensava Malfoy, nella comunità magica non c’era una sola persona che non lo squadrasse dall’alto in basso quando entrava in una stanza per poi ignorarlo senza neanche salutare, in mezzo ai Babbani nessuno lo conosceva e quindi nessuno lo guardava con disgusto, anzi un paio di ragazzine gli sorrisero addirittura.

- Ehi latin lover, guarda che sei con me, quindi evita di fare il cascamorto, chiaro?

Draco si voltò ad osservare la più giovane delle Greengrass.

Aveva i capelli lisci del colore del miele, gli occhi chiari, anche se non riusciva a distinguerne nettamente il colore, le labbra erano carnose ed il naso dritto finiva leggermente a patata. Non era molto alta, ma in proporzione aveva gambe decisamente lunghe le dita affusolate e sottili stringevano la borsetta in cui teneva la bacchetta.

- Allora dove vuoi andare a mangiare? A Diagon Alley hanno aperto un paio di ristorantini niente male…

- Ma sei scemo? Ti ricordo che io dovrei essere a casa di Luna Lovegood, quindi non ci avviciniamo né a Diagon Alley né alle vie limitrofe! Stasera si mangia da Babbani!

Draco Malfoy deglutì a vuoto un paio di volte:- Non mi va di cenare in mezzo ai Babbani.

- Bene, allora tornatene a casa col maglione e scordati il tuo bel mantello da pipistrello.

 Maledetto il momento in cui ho accettato di incontrare Blaise” pensò Draco e sbuffando continuò a camminare accanto ad Astoria.

Mentre giravano per le vie del centro la ragazza scorse in un vicolo un piccolo locale poco illuminato da cui proveniva una musica particolare, prese Draco per mano e vi entrò.

Si sedettero a un tavolino in un angolo, e attesero che arrivasse un cameriere; da un lato c’era una piccola orchestra che suonava una musica che né Astoria né Draco conoscevano, eppure era una musica calda e coinvolgente.

- Bene, signor Malfoy… - cominciò Astoria – di te si dicono cose straordinarie…

-Tipo?

- Tipo che sei riuscito a disarmare Silente…

Draco si agitò sulla sedia.

- Sono cose che preferirei non ricordare, da allora la mia vita è andata particolarmente bene.

- Allora parliamo di qualcosa di più divertente, qual è la tua squadra di Quidditch preferita?

Draco iniziò a parlare dello sport dei maghi e si rilassò, finché Astoria saltò fuori con un’altra domanda piuttosto inopportuna: - Ma è vero che il falso Malocchio Moody ti ha Trasfigurato in un furetto?

Draco sbiancò, poi la fissò con uno sguardo di ghiaccio che la fece arrossire fin alla punta dei capelli.

La ragazza però si riprese subito: - Dai, dovevi essere carino, tutto morbido e peloso…

Draco non sapeva se mettersi a ridere o a piangere, ma a Corvonero erano tutti fuori come dei balconi o lo studio li rincretiniva al punto da non renderli più in grado di mantenere una conversazione vagamente cortese ed equilibrata?

Optò quindi per chiarire alcuni punti: - Senti Astoria, tu mi stai simpatica, ma non ho intenzione di raccontarti nulla che riguardi la mia vita nel periodo in cui andavo a scuola.

- Bene, allora raccontami cosa facevi quando eri piccolo.

Draco capì che non sarebbe venuto a capo della situazione in quel modo perciò propose: - Balliamo?

Non aveva idea di come si ballasse quella musica ma, visto che Astoria accettò subito, colse la palla al balzo per non dover più fare conversazione.

Non c’era una vera e propria pista da ballo, solo qualche metro quadrato di spazio tra la band ed i primi tavolini, i due ragazzi si avvicinarono ed i musicisti attaccarono con una musica lenta e triste, Astoria appoggiò le mani sulle spalla di Draco e lui le cinse la vita con le braccia. Lei sorrise e sollevò lo sguardo per incrociare gli occhi del ragazzo. Solo in quel momento Malfoy ne colse finalmente il colore: erano di un verde brillante con pagliuzze dorate che si irradiavano dalla pupilla, ma la loro espressione denotava una purezza ed una serenità che lui non aveva mai provato ne rimase affascinato, poi Astoria abbassò lo sguardo perché aveva colto negli occhi del ragazzo una tristezza ed una sofferenza che non era ancora pronta ad affrontare.

- Senti, non mi va più di ballare, andiamo a mangiare?

Cenarono in silenzio, guardandosi alternativamente, poi i loro cocchi si incontrarono di nuovo e, come se fossero stati colti da una scarica elettrica rimasero immobili a fissarsi, fu una questione di istanti, questa volta fu Draco ad abbassare per primo lo sguardo prendendo il bicchiere di vino e portandoselo alle labbra, Astoria osservò quel gesto molto signorile, ma che nascondeva una certa tensione così gli disse maliziosamente: - Alcuni dicono che è più intimo guardarsi negli occhi che fare sesso, secondo te è vero?

Draco impallidì, poi divenne rosso, nel frattempo il vino che stava bevendo gli era andato di traverso e, molto poco signorilmente, cominciò a tossire e sputacchiare nel bicchiere.

- Ma tu sei matta, secondo me a frequentare la Lovegood ti deve essere andata fuori posto qualche rotella.

Astoria sollevò un sopracciglio e rispose: - Primo, Luna Lovegood è una ragazza molto eccentrica ma innocua, secondo, domani lei ed io andiamo a Diagon Alley insieme ufficialmente per “fare shopping” in realtà perché ho un colloquio di lavoro alla Gringott, terzo se ti spaventi a sentir parlare di sesso sei un bacchettone.

Detto questo la ragazza si alzò e si diresse al banco per pagare. Malfoy la seguì, ma quando la vide tirare fuori dal portamonete dei biglietti le chiese: - Ma quello che roba è?

- Si chiamano sterline, ignorante! È denaro Babbano, mica vorrai pagare con i Galeoni?

Draco la guardò allibito.

- Va beh, per stavolta pago io, ma la prossima tocca a te.

E, ricevuto il resto, uscì in strada.

Si incamminarono in silenzio poi Draco chiese: - Come mai vuoi lavorare alla Gringott?

- Perché sono una persona discretamente indipendente e non ho la benché minima intenzione di farmi mantenere dai miei mentre aspetto il pollo da accalappiare come fanno tante fanciulle della mia età, io non sono il tipo.

Astoria si appiattì contro il muro: - Vieni qua, c’è un gruppo di maghi, laggiù, e preferirei non incontrarli.

- Amici di tuo padre?

-No, ex compagni di Casa e sono uscita almeno con un paio di loro, quindi per favore allontaniamoci, ti va?

Draco Malfoy era sempre più stupito da quella ragazza che lo stava destabilizzando senza pietà, perciò la prese per mano, si infilò con lei in un vicolo buio e poi si Smaterializzarono

via, via, neanche questo tempo grigio
pieno di musiche
e di uomini che ti sono piaciuti...

 

Via con me

P. Conte

(1981)

 

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Capitolo 3
*** Genitori preoccupati e inviti a cena ***


 

Come sempre grazie a coloro che hanno letto e ancora di più a coloro che hanno recensito

Blackdragon: dai, Astoria non è psicotica è una personcina interessante ed è un po’ la summa di tutte le protagoniste femminili della saga (pazzerella come Luna, intelligente come Hermione, sbadata come Tonks e caparbia come Ginny)

 

_CoBaIn_: Astoria è la sorella minore di Daphne Greengrass, compagna di Casa e coetanea di Draco (se non erro viene citata nello smistamento del primo libro)

Grazie per i complimenti

 

Lally_the best: se ti sembra un po’ pazza adesso aspetta di leggere il seguito… per quanto riguarda Blaise il fatto che sia di colore è citato mi sembra nel sesto libro (se non sbaglio)

 

Genitori preoccupati ed inviti a cena

Casa Lovegood apparve loro davanti in tutta la sua eccentricità.

- Bene, ora che sono arrivata…

Con un rapido colpo di bacchetta riportò alla normalità il mantello di Draco: - E Voilà, visto che sei tornato un pipistrello ora puoi anche salutarmi, no?

- Allora, buonanotte.

- Buonanotte, signor Malfoy

- Smettila di chiamarmi signor Malfoy, non sono mica mio padre.

- Però ti piacerebbe…

- Greengrass, sei impossibile. – Disse il ragazzo a denti stretti.

- Smetterò di chiamarti Signor Malfoy quando tu comincerai a fidarti di me, sai è un mio chiodo fisso, chiamo per nome solo le persone di cui mi fido e che si fidano di me, credo che con te avrò parecchia strada da fare…

Draco aveva una gran voglia di tapparle la bocca e si avvicinò con quello sguardo da sciupa femmine che faceva crollare Pansy ai suoi piedi.

Astoria lo osservò da sotto in su sollevando leggermente un sopracciglio: - Cosa credi di fare, non è certo quello il tipo di fiducia che intendevo…

Il ragazzo apparve sconfitto ed i suoi occhi mostravano una certa furia omicida malcelata, quindi Astoria disse, fingendo di leggergli dentro un’espressione delusa: - Ma dai, non fare così, sembri un cane bastonato!

Detto ciò si sollevò sulle punte e gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia: - Tieni, il bacio della buonanotte non potevo proprio rifiutartelo!

- E questo tu lo chiami un bacio della buonanotte? – Domandò Draco con un’aria sostenuta.

- Per stasera accontentati, poi sai, uno che si spaventa quando una ragazza parla di sesso, non è che sia poi così appetitoso…

A Draco cadde di nuovo la mascella mentre vedeva Astoria allontanarsi muovendo la mano in segno di saluto.

Il ragazzo si Smaterializzò immediatamente ricomparendo un attimo dopo di fronte alla porta d’ingresso di Malfoy Manor.

Entrò senza prestare attenzione a nulla di ciò che lo circondava, non vide neppure che sua madre era apparsa sulla porta del salone per salutarlo: - Draco, va tutto bene? – La voce di Narcissa tradiva una certa ansia. Ma il ragazzo nemmeno se ne accorse preso com’era dai suoi pensieri.

Bofonchiò un: - Vado nella mia stanza buonanotte – e se ne andò.

La preoccupazione di Narcissa crebbe a dismisura nei giorni seguenti perché Draco appariva pensieroso e ancora più silenzioso del solito.

Una sera finalmente si decise a parlarne col marito: - Draco è strano ultimamente, lo hai notato?

Lucius la osservò preoccupato: - Cos’ha, è malato?

Narcissa sospirò, ma possibile che per gli uomini se c’era qualcosa che non andava doveva per forza essere un problema fisico?

- No, non credo che sia malato, lo vedo solo troppo pensieroso e silenzioso, non esce nemmeno più con la sua scopa!

A questo punto anche Lucius si allarmò: - Perfetto allora parleremo con lui domani mattina a colazione.

 

La posta del mattino era arrivata in anticipo e Draco era ancora seduto a fare colazione con i genitori quando il suo gufo reale aveva lasciato scivolare una busta nel piatto.

Lucius aveva sollevato un sopracciglio e Narcissa aveva osservato incuriosita la grafia tonda ed ordinata con cui era stato scritto l’indirizzo.

 

Egregio signor Malfoy,

            sarei lieta di farmi restituire la cena che ti ho offerto qualche sera fa, attendo un tuo cortese invito. 

Cordiali saluti

Astoria Greengrass.

P. S. Inviami anche una lista di argomenti di cui possiamo parlare, non mi va di fare la fine dell’altra sera in cui a ogni mio accenno a una conversazione interessante o diventavi bianco cadavere, o rosso sangue o cominciavi a soffocare.

 Grazie.

 

Quando Draco finì di leggere la breve missiva, aveva di nuovo la mascella rasente pavimento, le fauci disidratate e la spiacevole sensazione di essere in trappola.

Cominciò a sudare freddo, allora intervenne Narcissa: - Draco, va tutto bene?

- Sì, no, non lo so.

- Figliolo sono alcuni giorni che tua madre ha notato in te un comportamento anomalo, puoi giustificarlo?

- Ecco… è che… in realtà è un po’ complicato… - Ma come faceva a dire ai suoi genitori che una ragazza gli aveva pagato la cena in un ristorante Babbano?

Narcissa era sempre più tesa. Alla fine Draco prese il coraggio a due mani e disse: - C’è una ragazza che…

La signora Malfoy tirò un sospiro di sollievo: - Ci avevi fatto preoccupare, pensavamo che qualcuno ti avesse affatturato. – Poi, cambiando tono - Ripensandoci forse è anche peggio, com’è possibile che una ragazza ti mandi in crisi in questo modo? Sei un Malfoy, tuo padre non si comportava in quel modo quando mi corteggiava, l’ho visto in stato catatonico solo in un’occasione…

Lucius la guardò esterrefatto, appena si rese conto di cosa le stava sfuggendo dalle labbra le guance di Narcissa si imporporarono, Lucius le venne in soccorso rivolgendosi severamente a Draco: - Figlio, c’è qualcosa che dovremmo sapere?

Draco non capì a cosa si riferiva suo padre ma rispose: - No, devo solo portarla a cena, ma non so dove…

Questa volta entrambi i genitori tirarono un sospiro di sollievo.

- Se è solo una cena perché non la porti al Lago incantato?

- Non ho mai sentito il nome di quel locale.

- E’ un po’ fuori mano, ma merita, te lo garantisco. – Aggiunse inaspettatamente suo padre – Spero che vorrai farci conoscere questa ragazza… -.

- Non è il caso, non ancora per lo meno. – Rispose risoluto Draco, poi aggiunse: - Grazie del consiglio.

Si alzò da tavola è sparì in camera sua a capire che tipo di argomenti poteva essere adeguato a una conversazione con quella ragazza pazzerella.

Il giorno trascorse tranquillo, ma durante la notte non ci fu un momento in cui non sognasse quegli occhi verdi, quei capelli del colore del miele e quelle labbra carnose che nei suoi sogni non si limitavano certo a un casto bacio sulla guancia.

It's wonderful, it's wonderful, it's wonderful,
good luck my babe,
it's wonderful, it's wonderful, it's wonderful,
I dream of you...

Via con me

P. Conte

(1981)

Lo so che forse i Signori Malfoy sono un po’ OOc, ma mi sembrava che ci fosse bisogno di un po’ più di tenerezza in quella famiglia…

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Capitolo 4
*** Un'idea brillante ma pericolosa ***


Come sempre grazie a quanti hanno letto e commentato

 

_CoBaIn_: eccoti accontentata

 

Un’idea brillante ma pericolosa

 

Di comune accordo avevano deciso di incontrarsi al Paiolo Magico e di smaterializzarsi da Diagon Alley, quando Draco entrò nel locale di tutti i maghi presenti, si voltarono a osservarlo e non era uno sguardo piacevole da sentirsi addosso, in quel preciso istante si rese conto di cosa doveva provare ogni giorno uno Schiopodo Sparacoda, ammesso che una simile creatura avesse dei sentimenti…

Astoria lo acchiappò al volo e lo trascinò sul retro aprendo il passaggio per Diagon Alley, appena furono in strada, Draco la agguantò e tramite Smaterializzazione congiunta la portò in un luogo incantevole.

I riflessi argentei dei raggi lunari danzavano sulla superficie del lago creando degli effetti naturalmente magici, il locale consigliato da suo padre aveva una terrazza sospesa sul lago.

- Mmmh, devo dire che quando un Malfoy ci si mette sa come fare colpo su una ragazza…

- Mi fa piacere che il posto sia di tuo gradimento, signorina Greengrass.

- Dobbiamo stare qua ad ammirare il panorama ancora per molto ripetendo duecento volte frasi fatte e banalità o entriamo?

- Sei sempre così pragmatica?

- Dipende…

 Draco si voltò verso la ragazza, data la velocità con cui erano partiti da Diagon Alley, non aveva ancora avuto tempo di osservarla attentamente. Quella sera era veramente graziosa: i capelli acconciati in uno chignon da cui scendevano alcuni boccoli, occhi e labbra leggermente truccati ed infine un vestito elegante, sobrio, ma al contempo piuttosto conturbante.

Si trattava di un abito verde, lungo con uno spacco vertiginoso sulla coscia destra. Le maniche lunghe leggermente svasate coprivano le braccia, ma le spalle erano nude ed al collo spiccava un ciondolo legato a un filo d’argento.

- E chiudi la bocca, per favore, non sta bene sbavare in quel modo, nemmeno fossi un cosciotto d’agnello arrosto, ah, che dici, possiamo andare?

Il giovane Malfoy arrossì vistosamente, ma ringraziando la luce della luna non era così potente da tradirlo.

Prese con un po’ di malagrazia il braccio di Astoria e si diresse verso il ristorante.

Presero posto al tavolo ed Astoria disse: - Mi ha stupito molto l’argomento di cui ti piacerebbe discutere stasera.

- Perché?

- Perché Astoria Greengrass non è un grande argomento di conversazione…

Quando aveva mandato l’invito Draco proprio non sapeva di cosa avrebbero potuto parlare, poi gli era venuta in mente una frase che Blaise aveva pronunciato qualche anno prima: - Quando non sai di cosa parlare con una ragazza chiedile di parlarti di sé, la farai felice e nel frattempo tu potrai pensare al modo migliore di portartela a letto… - Con Astoria non aveva intenzione di essere così meschino, però gli era sembrato un buon escamotage.

- Perché non mi dici cosa ti interessa?

- In ordine? L’economia, la finanza e la Babbanologia…

- La Babbanologia? - Chiese Draco con un tono fra il disgustato e l’indispettito.

- Sì, con particolare riferimento alla tecnologia, cioè a tutti i marchingegni che i Babbani hanno saputo costruire per riuscire a sopravvivere senza la magia.

- Non mi sembra un argomento molto interessante… - Affermò Draco con aria di sufficienza

- Dici? Finita la cena, ti faccio vedere una cosa.

- Fra l’altro, com’è andato il tuo colloquio alla Gringott? – Draco non aveva nessunissima intenzione di parlare di inutili aggeggi Babbani.

- Bene, viste le mie attitudini, farò da tramite fra le banche Babbane e la Gringott.

- La Gringott ha contatti con le banche Babbane? – Questa volta il tono di Malfoy era sinceramente stupito.

- Certo, credi che se un mago si aggira in incognito per la Londra Babbana possa usare i Galeoni?

- Ma quale mago vorrebbe aggirarsi fra i Babbani? – Chiese acido il ragazzo.

- Forse uno che nel mondo magico viene schifato da tutti? – Astoria rispose prontamente in tono beffardo: si divertiva un mondo a metterlo in difficoltà.

Draco si rabbuiò. La ragazza allora riprese la parola: - Lo sai che hai proprio un brutto carattere? Non si può mai scherzare con te. E tu invece cosa fai di bello nelle tue lunghe ed estenuanti giornate?

- Aiuto mio padre con i suoi affari. – La voce funerea del ragazzo suggeriva ad Astoria di non proseguire oltre nell’indagine, ma era troppo curiosa…

- Quindi... Qualcosa di interessante?

- Non direi, stiamo svendendo le nostre proprietà per riuscire a pagare i debiti causati dalle spese legali che abbiamo dovuto sostenere. –

Il ragazzo arrossì vistosamente, non si era mai esposto così tanto, non le avrebbe voluto dire tutte quelle cose è che si era sentito così a suo agio che gli era proprio sfuggito.

Astoria appoggiò la mano sulla sua: - Draco…

Caspita com’era bello sentire pronunciare il suo nome da quella voce, la guardò negli occhi. La ragazza aveva uno sguardo deciso.

- Ti faccio una proposta:  scegli una delle tue proprietà, elimina le protezioni anti Babbani, falla stimare da un agente immobiliare Babbano e mettila in vendita. Nel mondo Babbano nessuno ti conosce e sicuramente nessuno sottostimerà il valore della proprietà perché apparteneva ad un Malfoy.

- L’idea non sarebbe male, ma se mio padre lo scopre, mi tortura lentamente e poi mi sopprime fra atroci sofferenze!

- Le possibilità sono due: uno, vi trovate senza il becco di un quattrino e rischiate di perdere anche quel po’ di dignità che resta alla vostra famiglia, due, fate buon viso a cattivo gioco, mangiate il “disgustoso” boccone e risollevate le vostre finanze. Se vuoi, mi occupo io di trattare con gli agenti immobiliari Babbani, sai ci so fare abbastanza quando voglio.

Draco era allibito, quella ragazza era una fonte inesauribile di sorprese.

- Mi spieghi perché vuoi aiutarmi? – Draco era scettico, nessuno fa mai niente per niente.

Questa volta fu Astoria ad arrossire: - Io, ecco io…

- Sputa il rospo. –

- Uffa e va bene! Mi piaci, mi sei sempre piaciuto, ma eri così distante…

A Draco cadde di nuovo la mandibola: - Sempre diretta, vero?

- Vattela a prendere nella bacchetta Malfoy! – Si alzò e se ne andò.

Draco la seguì di corsa e la prese per il polso facendola voltare di scatto, vide due lacrimoni che colavano a rovinarle il trucco, le prese il viso fra le mani e li asciugò.

- Scusa, ho avuto il tatto di uno Spinato.

- Già… - Astoria tirò su con il naso.

- Andiamo?

La ragazza annuì.

Uscirono dal ristorante e si diressero nel punto in cui si erano Materializzati. Draco le mise un braccio sulla spalla. Lei alzò lo sguardo, gli occhi ancora arrossati.

Il ragazzo non poteva resistere a un simile sguardo, la prese fra le braccia e la baciò con trasporto, un trasporto che lei condivise in meno di mezzo secondo finché finirono a rotolare nell’erba.

Rossi in volto si staccarono un attimo e lei disse: - Allora cosa ne pensi della mia idea?

- Dimmi cosa devo fare e io lo faccio.

Astoria scoppiò a ridere. Il suono di quella risata era così puro e cristallino che contagiò immediatamente anche Draco.

- Tu sei matta e forse sono matto anche io.

- Allora ti piaccio almeno un po’.

- No, sei solo una delle tante…

Astoria gli tirò un calcio nel ginocchio ben assestato e, mentre lui si massaggiava, si alzò rassettandosi il vestito: - Attento, perché sono pericolosa anche senza una bacchetta in mano.

- Ok, scusa…

- Già, volevo farti vedere una cosa…

Estrasse dalla borsa un oggetto di piccole dimensioni che lui prese con una certa diffidenza.

- E con questo coso che dovrei farci?

- Tu niente, è una cosa che serve a me. Guarda…

Aprì lo strano oggetto, schiacciò un tasto e lasciò che Draco osservasse gli strani disegni che comparivano e la musichetta che ne usciva.

- Continuo a non capire.

- Con questo coso posso chiamare una persona molto distante e parlare con lei anche se non è fisicamente presente, ti faccio vedere.

Digitò una serie di numeri e poi premette un pulsante, attese qualche istante e poi salutò qualcuno con voce squillante: - Ciao bella, come va? E tuo marito come sta? C’è qui qualcuno che magari gli piacerebbe salutare…

Passò l’oggetto a Draco che sentì distintamente la voce di Blaise, si voltò, si guardò intorno e poi rispose: - Blaise, ti giuro che se è uno scherzo ti ammazzo.

- Amico, dovresti imparare a usare qualcuna delle diavolerie Babbane, sai, a volte sono molto comode…

- Dove siete?

- Siamo ancora a Venezia, sai è una città molto particolare e la comunità di maghi che abbiamo incontrato è formidabile.

- Quando pensate di tornare?

- Mah, vista la reazione del signor Greengrass penso che aspetteremo ancora qualche tempo.

- Che reazione?

- Chiedi ad Astoria, fra parentesi amico, ottima scelta è un po’ vivace, ma secondo me è perfetta per te, senza contare che ti sta dietro da almeno sei anni.

Draco arrossì e rispose: - Sì, certo, buon viaggio allora. –

Passò quindi l’aggeggio ad Astoria che salutò la sorella e chiuse la comunicazione.

- Questo è un telefono cellulare, Daphne ed io ne abbiamo due uguali, li abbiamo comprati in un negozio Babbano e poi li abbiamo modificati con la magia, le nostre comunicazioni sono irrintracciabili e soprattutto per nulla costose, fra l’altro con questo è molto più semplice che con i gufi.

- In effetti, non è male, e i Babbani ne hanno molte di queste cose?

- Più di quante immagini solo che non funzionano dove ci sono campi di magia troppo potenti, quindi bisogna trovare il posto adatto. A proposito, che ora è?

- Quasi la mezza, perché?

- Per le mutande di Merlino a pallini viola! Devo essere a casa fra tre minuti esatti. Ciao!

Gli scoccò un bacio sulle labbra iper-rapido e si Smaterializzò lasciando il ragazzo con un palmo di naso.   

Draco rimase un attimo a fissare il vuoto lasciato da Astoria, poi si Smaterializzò ed entrò a Malfoy Manor fischiettando un motivetto delle Sorelle Stravagarie.

- Hai passato una buona serata Draco?

- Sì, madre, un’ottima serata, buonanotte. – E dopo averla abbracciata ed averle dato un vero bacio sulla guancia con un piccolo schiocco salì le scale che portavano alla sua stanza.

Narcissa appoggiò le dita nel punto in cui le labbra di suo figlio l’avevano sfiorata e sorrise. Era il primo gesto affettuoso sincero che riceveva dal figlio dal giorno in cui Lucius era stato rinchiuso ad Azkaban. Forse le ombre intorno a Draco si stavano lentamente diradando.

 

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Capitolo 5
*** L'idea prende forma ***


Grazie a quanti hanno letto, ma soprattutto a _CoBaIn_ che continua inesorabilmente a recensire

E sì direi che è piuttosto facile intuire che il nostro caro Draco è già nella rete, vero? Anche se poi non tutto andrà come previsto… aspetta e vedrai…

 

 

L’idea prende forma

 

Nei giorni seguenti Narcissa notò nel figlio un atteggiamento nuovo, ben diverso sia dalla svagatezza dimostrata nell’ultimo periodo, sia dall’aria sconfitta con cui aiutava suo padre a fare l’inventario delle proprietà Malfoy. Sembrava che avesse uno scopo, il suo sguardo era deciso e fermo, così pensò di chiedergli cosa aveva in mente.

Perciò in una bella mattina di settembre lo chiamò nella sua sala pittura, luogo in cui spesso si rifugiava per dipingere: era stata lei a realizzare le tele che rappresentavano i membri della famiglia e, anche quella di Severus Piton, l’unica che fosse mai stata dipinta. Aveva dovuto pregarlo non poco e poi quel quadro era stato donato dalla famiglia Malfoy al Castello di Hogwarts perché fosse inserito nell’ufficio del Preside.

- Figliolo, ho l’impressione che tu abbia avuto qualche idea per risollevare le precarie condizioni in cui la nostra famiglia attualmente si trova.

- Forse, sì, ma non è semplice e soprattutto è un genere di affari in cui la nostra famiglia non si è mai imbarcata.

- Se sono affari, forse è meglio che tu ne discuta con tuo padre.

- In realtà stavo pensando ad una proprietà che non appartiene ai Malfoy, ma ai Black. Come sai la casa di famiglia che la zia Bellatrix mi ha lasciato in eredità, si trova nel pieno centro di Londra, in Old Street[1].

- Continua… - Narcissa non riusciva a capire dove volesse andare a parare il figlio.

- Vedi, in quella zona ci sono molti uffici privati.

- Che genere di uffici privati? Guaritori?

- No, avvocati Babbani. – Draco proferì le ultime due parole sottovoce, ma Narcissa sbiancò e cominciò ad urlare come un’invasata: - Tu sei impazzito! Non ti permetterò mai di vendere a dei sudici ratti Babbani la casa di mia sorella! Si rivolterebbe nella tomba!

Draco immaginava l’impatto che le sue parole avrebbero provocato nella madre ma, invece di restare calmo come si era ripromesso, le disse tutto quello che pensava sulla cara zietta.

- Perché? Quanto bene ti ha trattato la tua cara sorellina Bellatrix? Ha insultato mio padre, la nostra famiglia, ha cercato di impedirti di stringere il voto infrangibile con Piton, per non parlare di tutte le lezioni private che il Signore Oscuro le ha chiesto di impartirmi, da come si pratica una Maledizione Cruciatus a come sopportarla... Avrebbe ucciso anche me come ha fatto con la figlia di tua sorella se Voldemort glielo avesse chiesto!

Il ceffone che beccò Draco in pieno volto fu niente rispetto allo sguardo di ghiaccio della madre.

- Non permetterti di parlare così di mia sorella e non azzardarti mai più a pronunciare il nome dell’Oscuro Signore in questa casa.

Il ragazzo si massaggiò la guancia, non pensava che una persona esile come sua madre potesse avere tanta forza. Poi la guardò negli occhi: - Bellatrix ha lasciato a me quella casa ed io intendo disporne come ritengo più opportuno. Volevo solo che lo sapessi e speravo che tu fossi dalla mia parte.

 

Narcissa osservò suo figlio, le cinque dita della sberla spiccavano rosse sul volto pallido. In fondo lo sapeva anche lei che se l’Oscuro Signore glielo avesse chiesto Bellatrix avrebbe distrutto la sua famiglia senza pensarci neppure un istante, ma vendere la sua casa ai Babbani era troppo.

Draco si era voltato e stava uscendo dalla sala pittura di sua madre quando lei gli pose una mano sulla spalla.

- Non ci sono altri modi? – Draco seppe in quell’istante di aver vinto.

- Se vogliamo smettere di svendere le nostre proprietà a maghi senza valore che intendono approfittare della situazione, no. Ho calcolato che da quella casa potremmo trarre un profitto sufficiente per pagare tutti i debiti e dovremmo comunque riuscire a risparmiare dei fondi per finanziare qualche attività. Secondo i miei calcoli nel giro di cinque anni potremmo riuscire a recuperare lo status che avevamo prima dell’inizio della guerra.

- Va bene, Draco, va bene. – Narcissa deglutì a vuoto e si sedette su una poltrona, lo sguardo perso nel vuoto. Poi aggiunse: - Tuo padre non deve saperne nulla, la cosa lo ucciderebbe.

- Certo.

Draco uscì dalla stanza pensieroso, entrò in camera sua e cominciò a scrivere una lettera ad Astoria.

 

Cara Astoria,

ho ragionato molto sulla tua idea ed ho trovato la proprietà che fa al caso nostro, si tratta di una grande casa signorile che ho ereditato da mia  zia Bellatrix Black, è abbastanza centrale, se ti va possiamo andare a vederla insieme, ci vediamo domani alle quattro dietro la Torre di Londra.

A presto Draco Malfoy.

 

Il ragazzo rilesse la lettera cercando di capire se era stato sufficientemente distaccato o troppo entusiasta, poi pensò di infischiarsene e spedì il suo gufo a casa Greengrass.

La risposta non tardò ad arrivare e Draco si trovò a pensare a come diavolo avrebbe dovuto vestirsi per non dare nell’occhio.

 

Erano già le quattro e venti e Astoria ancora non arrivava. Il giovane Malfoy cominciava ad alterarsi, non sopportava i ritardi, e la gente cominciava a fissarlo perché si trovava da solo di fronte ad un alto muro di cinta privo di ingressi e finestre. Ad un tratto vide apparire la ragazza sull’altro lato della via.

- Scusa il ritardo, è che mi sono Materializzata in quattro posti diversi prima di localizzare quello giusto.

Draco scosse il capo, poi estrasse la bacchetta e con un complicato gesto del braccio fece apparire i gradini di una casa, quando si trovarono sulla soglia, apparve anche tutto il resto.

Entrarono e cominciarono a togliere i teli che ricoprivano mobili e suppellettili con rapidi colpi di bacchetta.

- Qui ci vuole una vera e propria ditta di pulizie! – Osservò Astoria estraendo la Gazzetta del Profeta dalla tasca della giacca. Toccò una delle pubblicità e si Materializzarono all’istante quattro Elfi Domestici che si occuparono di ripulire la casa da cima a fondo. Intanto i due ragazzi si sedettero nel salotto e cominciarono a discutere su come organizzare la casa in modo che fosse possibile venderla a dei Babbani.

Draco si occupò di tutte le protezioni interne, riuscì anche a staccare dalle pareti i vari dipinti magici, quelli che non si staccarono furono immobilizzati con svariati incantesimi.

Quando gli Elfi ebbero terminato il lavoro, Astoria li pagò e Draco tolse dalla casa anche le protezioni esterne.

La ragazza fece apparire sul portone un cartello “VENDSI” e poi si recarono nella più vicina agenzia immobiliare.

- Se vuoi entro da sola.

- No, voglio esserci anch’io, d’altronde è roba mia. – Il tono di Draco era duro e serio.

L’agenzia immobiliare era arredata in maniera moderna e funzionale, nulla di simile a ciò a cui il giovane Malfoy era abituato, furono fatti accomodare in un salottino di pelle nera e vennero raggiunti da una giovane donna che avrebbe potuto avere qualche anno in più di loro.

- Bene, una giovane coppia, come possiamo aiutarvi?

Astoria e Draco arrossirono all’unisono, neanche loro pensavano di essere una coppia, ma il ragazzo si riprese all’istante e decise di sfruttare questo fatto a proprio favore.

- Allora, il punto è questo, visto che siamo molto giovani, i nostri genitori non vogliono che ci sposiamo… – Siccome stava inventando Draco non aveva nessuna remora nel raccontare i propri fatti personali. Astoria era sconcertata. – Quindi io vorrei vendere una vecchia dimora signorile che mi ha lasciato in eredità una zia recentemente deceduta, per poter acquistare qualcosa di più modesto, magari un villino in campagna, dove trasferirci dopo il matrimonio. Affinché i miei genitori non si intromettano la prego di essere molto riservata nel trattare questa situazione.

La giovane agente immobiliare sorrise in maniera comprensiva verso i ragazzi.

- La casa non è molto distante, se vuole, possiamo accompagnarla un attimo, a piedi dista appena cinque minuti. – Aggiunse Astoria.

L’immobiliarista annuì, prese la borsa e si avviò con i ragazzi.

Giunta di fronte alla casa rimase a bocca aperta. Era veramente una casa signorile, si chiese come aveva fatto a non averla mai notata prima, entrando rimase ancora più stupita. I mobili dovevano valere una fortuna, ma suppose che i ragazzi non li avrebbero venduti e avrebbero preferito utilizzarli per l’arredamento del loro piccolo nido d’amore. Poi si accorse che anche se fosse stato così, rimanevano comunque moltissimi mobili che non avrebbero potuto portare in una villetta di campagna.

Così azzardò: - Per i mobili cosa intendete fare?

Draco si voltò di scatto: - Perché?

L’agente prosegui:- La casa ha un valore molto alto, ma i mobili andrebbero tolti, se volete, conosco un ottimo antiquario che sarebbe lieto di occuparsi dello sgombero.

Astoria vide che Draco era sul punto di mettersi a urlare così intervenne: - No, grazie, ci sono molti ricordi di famiglia che il mio fidanzato preferirebbe conservare. – Nel dire ciò calcò il tono sulla parola “fidanzato” e prese la mano di Draco che, colta la stretta cercò di dominarsi.

- Ovviamente, è che qui dentro c’è davvero una fortuna!

- Potrebbe limitarsi ad una stima per il prezzo della casa? – il tono di Draco era così altezzoso che la donna lo guardò stupita.

- Così su due piedi il valore direi che si aggira sul milione di sterline come minimo.

Draco guardò Astoria con espressione interrogativa e lei gli sussurrò nell’orecchio:- Più o meno sono centoventimila galeoni.[2]

A Draco cadde la mascella, non aveva immaginato che la proprietà avrebbe potuto essere venduta per quella somma, senza contare i mobili.

- Bene ragazzi, se mi date il via libera, posso iniziare a far vedere la casa a possibili acquirenti già dalla prossima settimana.

Stava andando tutto molto in fretta, Draco non sapeva cosa rispondere, poi annuì e sollevando la testa vide lo sguardo assassino di sua zia fulminarlo dalla tela che gli stava di fronte.

- Credo che sarebbe opportuno che vi rivolgeste ad una ditta specializzata per il trasloco, se volete ho alcuni numeri in ufficio.

- La ringrazio, ma ci occuperemo noi di tutto.

- Sarò franca, i compratori con cui trattiamo usualmente desiderano entrare in possesso dell’immobile pochi giorni dopo aver firmato il contratto, quindi sarebbe opportuno che sgomberaste con una certa rapidità.

- Come ha già detto la mia fidanzata, - Draco calcò il tono sull’ultima parola – Ce ne occuperemo noi, lei deve solo trovare dei compratori interessati e contattarci qualora questo avvenisse.- il tono di Draco non ammetteva replica.

Astoria porse alla donna un numero di telefono scritto su un biglietto, Draco vide che i nomi Astoria Greengrass e Draco Malfoy erano incrociati e sul fondo del biglietto comparivano alcuni numeri.

La donna salutò cortesemente i giovani e uscì.

- Certo che sai essere stronzo, quando vuoi!

Draco apparve interdetto.

- Era il caso di parlarle con quel tono? L’ho visto anch’io lo sguardo di tua zia, cosa credi, dobbiamo fare in modo di togliere queste tele dalle pareti, anche se c’è l’incantesimo di adesione permanente!

Astoria estrasse la bacchetta e cominciò a meditare tenendola appoggiata alle labbra.

Draco si perse ad osservarla appoggiato ad una colonna.

- Senti baccalà, smettila di fissarmi e prendi una sedia, se non riusciamo con la magia, usiamo le mani.

Con fatica, sudore e uno svariato numero di imprecazioni che la cara zietta avrebbe volentieri restituito se non fosse stata vittima di un incantesimo Immobilus riuscirono a staccare quello ed altri quadri dalle pareti.

Draco pensò che a sua madre non sarebbe dispiaciuto avere indietro quel dipinto che doveva aver realizzato prima che sua zia si sposasse, prima di Azkaban e forse anche prima del suo incontro con il Signore Oscuro.

Vide che il cielo era ormai scuro ed in quel momento pensò che forse Astoria doveva tornare a casa.

- Vuoi che ti accompagni?

- Sì, così mio padre ti mangia vivo, no, vado da sola, a proposito, domani non lavoriamo, andiamo a festeggiare: ho voglia di fare un picnic, io porto la coperta e le cibarie, tu pensa al posto.

Detto ciò gli scoccò un rapido bacio sulle labbra e uscì Smaterializzandosi immediatamente.

Draco finì di impacchettare i quadri e giunse a Malfoy Manor in tempo per la cena.

Uscì dal camino pieno di fuliggine trascinandosi dietro tre grossi quadri che pensava sua madre avrebbe desiderato conservare, uno raffigurava i nonni Black alteri ed austeri come erano sempre stati. Gli altri due erano immagini di Bellatrix, anche se erano molto diverse: in un dipinto aveva, infatti, i capelli neri lunghi, ed assomigliava molto alla zia Bellatrix che ricordava. Nell’altro invece aveva un’espressione dolce sul viso, un’espressione che aveva visto spesso in sua madre in modo particolare quando era bambino e magari cadendo si sbucciava un ginocchio e che era assolutamente sconosciuta alla zia, senza contare che nel secondo dipinto che aveva trovato in una soffitta i capelli della donna erano castani e non neri.

Appoggiò i quadri accanto al camino e con un rapido colpo di bacchetta li spacchettò, poi improvvisamente si voltò e si trovò di fronte suo padre: - Draco, come mai sei arrivato via camino? È tutto a posto?

- Sì, sono stato alla casa di Bellatrix, ho trovato questi dipinti ed ho pensato che alla mamma avrebbe fatto piacere averli qui, credo che li abbia realizzati lei.

- Tua madre era veramente un’ottima pittrice. - Disse osservando la tela dei suoceri. Poi lo sguardo gli cadde su uno dei ritratti di Bellatrix e continuò: - Come mai sei andato lì?

- Padre, ho deciso di vendere la proprietà e mi hanno fatto un’ottima offerta.

- Per quanto stimavo quella donna e quell’infame di suo marito spero tanto che in quella casa vadano a starci Sanguesporco e Babbanofili, come mi piacerebbe che lei vedesse i suoi bei tappeti calpestati da qualche sudicio Magonò.

Draco sorrise, suo padre non aveva idea di quanto fosse vicino alla verità.

Lucius riprese ad osservare le tele ed ebbe un sussulto: - E questo dove lo hai trovato?

- Era in soffitta nascosto, ma mi sembrava molto più bello dell’altro, la zia qui ha un’espressione quasi umana!

- Sarà perché questa non è Bellatrix, ma Andromeda, non credevo che Bella conservasse ancora qualche ricordo di lei, so che tua madre ha un ritratto come questo nascosto dietro una tenda nella sua stanza anche se non lo guarda mai.

- Padre, dovrei portare via da quella casa buona parte dei mobili ed ho pensato di venderne alcuni, ma se ci fosse qualcosa che la mamma desiderasse tenere…

- Non preoccuparti Draco, se ci fosse stato in quella casa qualcosa a cui Narcissa teneva ora sarebbe qui, visto che tutto ciò che vi è lì dentro è tuo per diritto di nascita essendo l’unico erede diretto maschio puoi disporne come ti pare.

- Pensavo di vendere ogni cosa: vendendo solo la casa ricaveremo abbastanza da pagare i debiti e da cominciare ad investire in qualche nuova attività, inoltre vendendo i mobili potremmo dare una parte del ricavato in beneficenza al San Mungo ed istituire ad Hogwarts una borsa di studio in ricordo di Severus Piton per il miglior Pozionista dell’anno.

Lucius lo guardò perplesso: - Sei diventato un filantropo?

Sul volto di Draco si dipinse il tipico ghigno alla Malfoy: - Se riusciamo a recuperare i nostri beni, ma non il nostro posto di rilievo nella società magica saremo sempre tagliati fuori. Per ottenere il favore degli altri nulla è meglio che un po’ di vecchia e sana beneficenza e poi gli affari migliori si fanno durante gli incontri mondani, me lo avete insegnato voi.

Il viso di Lucius si era aperto in uno dei suoi rari sorrisi: - Ragazzo, parli proprio come un vero Malfoy, sono fiero di te.

Draco si chiese se era il caso di dirgli a chi sarebbe andata la casa della zia, ma poi decise che non era importante, avrebbe sempre potuto dirlo a suo padre in un secondo tempo qualora glielo avesse chiesto. Durante la cena rimasero tutti e tre silenziosi come di consueto, ma Draco aveva la testa da un’altra parte, stava pensando al luogo più adatto dove trascorrere la giornata successiva e gli balenò improvvisamente in testa un lontano ricordo d’infanzia, il ricordo dell’unica vacanza trascorsa con i suoi genitori. Quello era il posto adatto!

Dopo la cena rimase qualche ora a fare compagnia ai genitori leggendo un libro, si ritirò molto presto e si addormentò pensando ad Astoria, e rendendosi conto che non gli sarebbe per nulla dispiaciuto se la storiella raccontata all’agente immobiliare fosse stata vera.

Via, via, vieni via con me,
entra in questo amore buio,
non perderti per niente al mondo...

Via con me

P. Conte

(1981)

 



[1] La strada in questione esiste sul serio si trova più o meno tra la City e la Torre di Londra

[2] Ho effettuato un calcolo approssimativo sul cambio galeone-sterlina riferendomi al prezzo delle burro birre nel quinto libro (ho immaginato che ogni bottiglia costasse approssimativamente 1 sterlina)

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Capitolo 6
*** Il pic nic ***


Come sempre grazie a _CoBaIn_ che mi segue fedelmente.

Mi è sembrato giusto rimarcare la somiglianza fra Bellatrix e Andromeda che già aveva colpito Harry in DH, ma volevo mostrare che Andromeda ha qualcosa che Bella non avrebbe mai avuto: una luce di amore e dolcezza negli occhi, una luce che può avere solo chi è in grado di amare incondizionatamente.

Mi sono dimenticata di dirti che se per caso ti interessa sapere come mai Lucius e Narcissa erano così preoccupati per Draco puoi leggere “Matrimonio alla Malfoy” da lì si capiscono un po’ di cose.

Ed ora, bando alle ciance e veniamo al nostro picnic.

 

Avvertenze, ci sarà un’inflazione di zucchero (rispetto ai capitoli precedenti), per cui se siete diabetici vi consiglio di tenere sotto controllo la glicemia…

 

Il Picnic

 

Astoria era sull’orlo di una crisi di nervi, non avrebbe retto ancora a lungo, aveva una voglia matta di saltargli al collo e coccolarselo fino allo sfinimento, ma quando lui iniziava a parlare, lo avrebbe preso a sberle, ed ora era lì, dietro la torre di Londra, con uno zainetto in spalla che aspettava che quel bell’imbusto si facesse vivo.

“Che idiota, penserà che se arriva in ritardo farà un’entrata trionfale, ah ma lo aggiusto io quando arriva”.

Per fortuna non le era mai passato per l’anticamera del cervello di iscriversi all’Accademia Auror, perché non si rese minimamente conto che qualcuno le si stava avvicinando di soppiatto alle spalle.

Draco appoggiò una mano sulla spalla di Astoria, era rimasto a fissarla da lontano e si era incantato a vederla passeggiare su e giù controllando l’orologio, così aveva bellamente strappato quattro fiorellini da un’aiuola e li aveva rapidamente Trasfigurati in un mazzetto di roselline.

La ragazza si voltò con aria scocciata e si trovò di fronte il giovane Malfoy con i fiori in mano: si squagliò come un gelato in una calda giornata di luglio, gli sorrise e prese i fiori.

- Allora, dove andiamo?

Il  ragazzo sorrise, non era il solito ghigno, Astoria si rese conto che i lineamenti austeri che caratterizzavano la famiglia Malfoy da circa dieci generazioni risultavano straordinariamente addolciti quando il sorriso gli raggiungeva gli occhi.

- Che c’è, ti sei incantata? – rispose il ragazzo con una punta di sarcasmo.

Astoria si riscosse: - No, stavo ammirando la tua straordinaria acconciatura a leccata di mucca, ragazzo, non te l’ha detto nessuno che è un po’ ridicola?

Astoria si morse la lingua, ma perché doveva sempre essere così tagliente?

Draco la osservò con una smorfia, poi, inaspettatamente le cinse la vita, girò su se stesso e si Smaterializzarono.

Astoria aveva chiuso gli occhi e li riaprì solo quando percepì la brezza scompigliarle i capelli e il profumo di salsedine riempirle le narici.

Si trovavano su una collinetta che digradava lentamente verso il mare.

- E’ un posto bellissimo…

- Un Malfoy sa sempre come fare colpo.

Astoria sorrise. Guardandolo negli occhi, questa volta nessuno dei due abbassò lo sguardo, rimasero così per un tempo indefinito, non avevano bisogno di dirsi nulla, ad un tratto Draco le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si chinò a baciarla. Fu un bacio tenero e delicato, ma fu interrotto da un rombo assordante.

- Scommetto che stamattina non hai fatto colazione…- disse il ragazzo scostandosi.

- Non volevo fare tardi e dovevo ancora preparare i panini! – cercò di giustificarsi Astoria. Lui le pose un dito sul naso dicendo: - E allora assaggiamoli questi panini, anche io comincio ad avere fame.

La giovane estrasse dallo zainetto una coperta ed un vassoio stracolmo di tramezzini: - Non conoscendo i tuoi gusti ci ho messo dentro tutto quello che mi sembrava andasse bene!

- Scusa, ma dovremmo mangiare seduti per terra?

- Tu hai idea di cosa sia un picnic? – lo sguardo interrogativo che si dipinse sul volto del ragazzo era molto eloquente - Bene, in un picnic si mangiano panini, o comunque cibi freddi e si consuma il pasto seduti su una coperta, capito?

Malfoy si lasciò cadere mollemente sulla coperta in posizione “antico romano su triclinio” ed agguantò un tramezzino. Astoria rimase ad osservarlo preoccupata, ma quando vide sparire il panino nelle fauci voraci del ragazzo si rese conto che le sue preoccupazioni circa i gusti di Draco erano assurde. Il ragazzo dal canto suo aveva mascherato la diffidenza circa le abilità culinarie della gentil donzella divorando il primo oggetto che aveva trovato e immaginato commestibile (non aveva idea di cosa fosse un tramezzino) e si era stupito quando aveva scoperto che il sapore non era affatto male e senza nemmeno accorgersene ne aveva preso un altro e poi un altro ancora…

- Draco, è vero che sei innamorato di Hermione Granger?

Stavolta il panino non gli andò solo di traverso, le briciole gli uscirono direttamente dal naso (ok, so che è un’immagine un po’ disgustosa, ma rende bene l’idea!)

- Ma cosa ti viene in mente?

- Ascoltami, è una ragazza brillante, simpatica ed anche graziosa, certo non è una tipa supersexy, ma quando eravamo a scuola e ti vedevo litigare con lei ti giuro che avrei dato qualunque cosa per essere al suo posto.

- Quello che io posso aver o meno provato per lei o per altre ragazze non credo che sia particolarmente importante ora che sono qui con te, no?

- Ti prego, dimmi la verità…- lo sguardo di Astoria era così chiaro e limpido che proprio non seppe resistervi.

- Va bene, ho avuto una cotta per lei dal terzo al sesto anno, sai per me lei rappresentava tutto ciò che io non avrei mai potuto avere, ma poi si cresce, l’ho vista patire le pene dell’inferno ed uscirne più forte di prima. Nonostante sia una Mezzosangue, la ammiro, ma non sono innamorato di lei. – Sul viso di Astoria apparve un sorriso radioso.

- Sono innamorato di un’altra…- il sorriso sulle labbra della ragazza si spense. Draco la guardò serio:- Sono innamorato di te.

Questa volta toccò ad Astoria andare a recuperare la mascella caduta a terra.

- Se mi prendi per i fondelli, ti giuro che ti torturo lentamente e ti faccio morire fra atroci sofferenze.

Il ragazzo la sollevò di peso, la strinse fra le braccia e la baciò con passione, come si sa da cosa nasce cosa, e si trovarono a rotolare avvolti nella coperta mentre i loro vestiti lentamente levitavano in giro per la collina.

 

NdA  per rispettare la privacy dei soggetti non sto a specificare cosa accade dopo che i vestiti sono spariti tanto si capisce benissimo, vero?

 

 Dopo rimasero abbracciati per un tempo indefinito.

Finché Astoria disse: - Sai non mi dispiacerebbe abitare in un cottage in campagna con tanti animali che girano per il cortile e una mezza dozzina di bambini che scorrazzano in giro.

- Guarda che io mi chiamo Malfoy, non Weasley.

- E allora? Visto che ti chiami Malfoy non puoi avere dai tre ai sei pargoli?

- Esatto, uno dei miei avi elaborò un complicato incantesimo affinché ci fosse solo un erede Malfoy per ogni generazione e per di più maschio.

- Mi vuoi dire che voi Malfoy vi riproducete in un esemplare per generazione? – Draco annuì. – E poi ti chiedi perché le famiglie di Purosangue stanno scomparendo, questa è una cosa che va contro tutte le leggi per la conservazione della specie!

- Che vuoi che ti dica, a me sarebbe anche piaciuto avere un fratellino con cui giocare, ma niente.

- Meno male che il nostro piccolo avrà una marea di cugini, sai il primo dovrebbe arrivare a maggio.

Draco recepì il primo messaggio e divenne bordeaux il che, per uno con la sua carnagione voleva dire veramente molto: - Come sarebbe il nostro piccolo…

- Draco, ma sei scemo, tu lo sai che i figli non vengono fuori per generazione spontanea, ma in seguito ad atti identici al precedente, vero? Dimmi che non devo farti il discorso delle api e dei fiori, per favore!

Il ragazzo si riprese e cercò di cambiare discorso:

- Blaise e tua sorella quindi…

- Certo, certe cose mica le facciamo solo noi due. – rise Astoria - Solo che loro sono sposati, se tu invece mi molli io ti sopprimo.

- E chi ti molla, sposami! – Draco non si era neanche accorto delle parole che gli erano uscite dalla bocca.

- No.

- Come sarebbe a dire, no.

- Sarebbe a dire che ci conosciamo da due mesi ci sono ancora un sacco di cose che devo sapere di te prima di decidere se voglio sposarti.

- Tipo?

- La forma del tuo Patronus.

- Fammi prima vedere il tuo

Astoria pensò ai momenti che aveva appena vissuto con Draco e dalla sua bacchetta scaturì un furetto grigio. Draco scoppiò a ridere: - Da quanto tempo è così?

- Da sempre, te l’ho detto che eri la mia inconfessabile passione segreta! Ora mostrami il tuo!

Dalla bacchetta di Draco uscì uno sbuffo di fumo che, si concretizzò in un furetto, il ragazzo ci rimase male: - Non era mai stato così! Prima era un’aquila reale!

- Sai cosa vuol dire? - Il ragazzo scosse la testa imbambolato.

- Conosci le leggi che regolano i Patronus? – Draco di nuovo fece cenno di no con la testa.

- Diciamo che se tu mi avessi mostrato il tuo Patronus per primo il mio sarebbe risultato identico al tuo, il fatto che il tuo Patronus si sia adattato al mio mi basta per sapere che mi ami. Quindi va bene, sposiamoci.

Draco era rimasto come al solito senza parole.

Era sicuro che quella ragazza prima o poi lo avrebbe fatto impazzire, o forse l’aveva già fatto, chissà.

Via, via, non perderti per niente al mondo
lo spettacolo d'arte varia
di uno innamorato di te...

Via con me

P. Conte

(1981)

 

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Capitolo 7
*** Cose romantiche e disgustose ***


Ormai siamo agli sgoccioli, non ci vuole più molto perché ogni tessera vada al suo posto, se il capitolo precedente era piuttosto romantico qui Draco darà il meglio di sé e… in un certo senso anche Astoria.

 

_CoBaIn_ come sempre grazie per la recensione e a presto

 

Cose romantiche e disgustose

 

Trascorse un anno nel quale, grazie alla vendita della casa di Bellatrix, le finanze dei Malfoy tornarono floride. Nel frattempo, il picnic del sabato era diventato un appuntamento fisso anche se, alla fine, Astoria pretese che portassero le cibarie a settimane alterne. Ben lungi dal preoccuparsi, Draco finse di dimenticarsene per qualche tempo, poi quando proprio non poté più esimersi, arrivò con un pranzo di cinque portate accuratamente preparato dagli Elfi di casa Malfoy. Astoria gli tenne il muso per tutto il pranzo sbocconcellando poche cose.

- Si può sapere che cos’hai?

- Sono furibonda.

- E come mai di grazia?

- Credi davvero che io sia così scema da credere che sei stato tu a preparare tutto questo ben di Dio?

- Certo che no, ci sono gli Elfi domestici per queste faccende. Gli Elfi di casa Malfoy cucinano divinamente!

- Ma sei veramente cretino? Non me ne frega un cavolo di quanto cucinano bene i tuoi Elfi domestici! Avrei preferito che arrivassi con un paio di toast bruciacchiati, ma cucinati da te! Io per te l’ho fatto!

Draco lentamente cominciò a capire: - Quindi non ti interessa quanto è saporito il pranzo?

- Bravo, vedi che sei un po’ lento, ma se ti applichi ci arrivi?

- Va bene, allora dopo ti porto a cena fuori e ti faccio anche una sorpresa.

Ad Astoria tornò il sorriso, sembrava una bambina ed importunò Draco per tutto il giorno per sapere dove sarebbero andati a cena, finché, preso dallo sfinimento, guardò il suo orologio e, mettendole una mano sugli occhi, si Smaterializzò con lei.

Continuò a tenerle gli occhi chiusi finché arrivarono a destinazione, qui le disse: - Ora puoi aprire gli occhi.

Ad Astoria cadde la mandibola, entrò silenziosamente nel locale, le sembrava un sogno, si voltò verso Draco che le sorrise incoraggiante.

- Dovrebbe esserci un tavolo prenotato a nome Malfoy. – Disse il ragazzo ad un cameriere.

Furono accompagnati al tavolo. – Ma, ma…

Draco le mise un dito sulle labbra, poi chiese sottovoce una cosa al cameriere e lui sorridendo si avvicinò alla piccola orchestra che cominciò a suonare una canzone che Astoria aveva già sentito.

- Balliamo?

 La ragazza annuì.

Draco sorrideva come un bambino davanti ad una torta al cioccolato: “Finalmente l’ho lasciata senza parole… e il meglio deve ancora venire…”

Astoria era… Allibita? Stupita? Frastornata? No, furiosa, semplicemente stava cercando le parole esatte per cancellare quel ghigno dalla faccia del ragazzo, era riuscito a lasciarla senza parole (impresa in cui nessuno era mai riuscito prima di allora): il posto era perfetto, la musica anche, era tutto come lo ricordava.

Lo guardò negli occhi e stavolta nessuno dei due distolse lo sguardo, lui si lasciò scrutare nell’anima annegando nei suoi occhi verdi. Rimasero così per un tempo incalcolabile, finché il regale stomaco del rampollo dei Malfoy cominciò a protestare creando un leggero rossore sulle altrimenti sempre pallidissime guance del ragazzo.

Astoria colse la palla al balzo: - Andiamo a mangiare, va, altrimenti l’orchestra arruola il tuo stomaco come basso tuba.

Mangiarono in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, finché arrivarono al dolce. Draco aveva ordinato una bottiglia di Champagne che, stranamente, era arrivata sul tavolo ancora chiusa. Aveva poi fatto una strana mossa versandolo nei bicchieri e coprendoli alla vista della ragazza che non ne capì il motivo.

Brindarono e Astoria, con la scarsa grazia che la contraddistingueva, tracannò il calice in un sol colpo, quando Draco urlò: - NOOOOOO!

Era ormai troppo tardi.

- Perché ti agiti tanto? – Domandò Astoria.

- Perché ti sei mandata giù un anello con diamante!

- E tu perché diavolo me lo hai messo nel bicchiere!

- Volevo essere romantico.

- E invece sei stato un idiota, mi conosci, lo sai che non guardo mai quello che metto in bocca e che le bollicine dello Champagne mi danno alla testa! 

- E adesso che facciamo?

- Niente, si aspetta…

- Si aspetta cosa?

- Ti prego Draco, non farmelo spiegare, non ho intenzione di scendere nei particolari.

- Ma è disgustoso!

- E’ colpa mia se tu per fare il romantico hai pensato bene di mettermi un anello nel bicchiere?

La faccia di Draco era una maschera di rabbia, furia omicida, preoccupazione, ansia…

Astoria decise di calmare le acque: - Ascolta, tutto quello che entra prima o poi esce…

Sul viso di Draco si dipinse un’espressione realmente disgustata, ma Astoria continuò imperterrita:

-  Dipende solo da cosa si decide di fare nel frattempo…

Sul volto di Draco si dipinse un’aria severa che però non durò molto quando incontrò lo sguardo malizioso della ragazza.

Allora la prese per mano e, stupendola con effetti speciali, riuscì a pagare il conto del ristorante con molta nonchalance utilizzando (udite, udite…) una carta di credito!

- Non ci posso credere, ora usciamo e fuori pioveranno rane. – Disse Astoria veramente stupita.

- No, semplicemente ho chiesto alla Gringott il modo più semplice e veloce per pagare alla Babbana senza dover usare quegli assurdi foglietti di carta.

- Allora avevi progettato tutto…

- Fino all’ultima virgola, sai, noi Malfoy non lasciamo mai nulla al caso.

- Davvero? E come mai in questo momento c’è un bell’anellino che invece di stare al mio anulare sinistro sta veleggiando nel mio…

- Non aggiungere una sola parola, ho capito.

In effetti quando uscirono pioveva anche se non si trattava di rane, Draco stava per Smaterializzarsi, ma Astoria lo fermò: - Adoro camminare sotto la pioggia, lo trovo rilassante.

Così si dedicarono alla ricerca di un albergo, ne trovarono uno che si adattava alle loro esigenze: piccolo, intimo e pulito.

Quando chiesero i documenti Draco rimase allibito: - Documenti?

Lanciò un incantesimo Confundus sul portiere dell’albergo e riuscì a farsi dare la stanza migliore, stava per dire qualcosa quando Astoria lo precedette: - Lo so, un Malfoy sa sempre come ottenere il meglio, non è il caso che tu faccia tanto il fighetto, ti conosco, so come sei in realtà. Abbai, abbai, ma non mordi.

Draco la guardò con un mezzo sorriso.  Non le permise neanche di entrare in camera, cominciò a baciarla sulla porta e non smise che parecchio tempo dopo.

Giacevano sul letto esausti quando lei gli fece una domanda a bruciapelo: - Draco, quando avremo un figlio non lo chiameremo Lucius, vero?

Draco che si stava pacificamente beando della classica quiete post… (sappiamo tutti post cosa…)

Non potendo farsi andare nulla di traverso anche perché nella stanza non c’era il minibar, né cambiare colore perché tanto era buio, cominciò a sudare copiosamente, così tanto che la ragazza si sciolse dall’abraccio:

- Ma non è possibile, sei così umidiccio che sembri un’anguilla…

- E’ che non ho mai pensato al nome di mio figlio…

- Cosa ne pensi di Hyperion?

- Mmmmh…

- E’ il nome di mio padre.

- Perché non lo usiamo come secondo nome? Troviamone un altro, uno che ci ricordi questa sera, cosa ne pensi?

- Dunque, oggi è il 29 novembre[1], quindi è l’ultimo giorno in cui il sole è nella costellazione dello scorpione perciò potremmo chiamarlo: Antares, Graffias, Dschubba, Sargas, Shaula , Jabah, Grafias , Alniyat , o Lesath.

- Cosa?

- Sono i nomi delle stelle che compongono la costellazione dello Scorpione. Vediamo, Antares Hyperion? Non suona male e nemmeno Sargas Hyperion, altrimenti…

Draco le prese il viso fra le mani e la baciò per zittirla: - Cosa ne dici di Scorpius Hyperion?

- Il nome di un’intera costellazione?

- Come suo padre…

- Non ti avrebbero mai dato il nome della stella più luminosa della tua costellazione, e tu lo sai…

- Non è colpa mia se il cugino di mia madre si chiamava Sirius ed è stato un reietto…

- Non si parla male dei morti, comunque Scorpius Hyperion non mi dispiace.

- Scorpius Hyperion Malfoy, elegante, serio, altisonante, l’ideale.

- Sì, ma sarà meglio che noi troviamo un nomignolo, altrimenti sarà dura sgridarlo, quando avrai finito di pronunciare il nome ti sarai dimenticato il motivo per cui volevi sgridarlo…

Draco sorrise: - C’è ancora tanto tempo, non trovi?

Lei lo baciò: - Hai ragione.

Si addormentarono così, abbracciati e sereni.

Al mattino sul cuscino di Astoria c’era un anello con un bigliettino

“La natura ha fatto il suo corso, ora prendi quell’anello e vieni a mettermelo al dito prima che faccia qualche altra strana fine, ti aspetto nella vasca.”

Astoria aveva fatto le cose in grande, aveva raddoppiato le dimensioni della vasca da bagno e l’aveva riempita di schiuma creando anche un simpatico effetto idromassaggio (malpensanti, aveva usato la bacchetta!)

Draco entrò in bagno, Astoria non lo aveva mai visto in tenuta adamitica e lo squadrò dall’alto in basso:

- Certo che sei magrolino, credevo che gli allenamenti di Quidditch avessero scolpito il tuo corpo statuario… Invece mi sembri un po’ gracilino, anche se devo dire che forse avresti giocato meglio come Cacciatore, che come Cercatore, non perdi mai un colpo…

Draco che era rimasto un po’interdetto dalle prime battute si considerò lusingato, non era da Astoria prodursi in simili complimenti e doveva approfittarne, aprì la mano che teneva stretta a pugno, esaminò l’anello e mentre lo faceva Astoria lo interruppe: - Guarda che è pulito!

- Scema!

Entrò nella vasca da bagno, si inginocchiò di fronte a lei e le disse: - Astoria Greengrass, vuoi sposarmi?

La ragazza sorrise anche se le stava spuntando una lacrimuccia al lato degli occhi: - Sì, mille volte sì!

Draco le infilò l’anello al dito e lei per tutta risposta gli spinse la testa sott’acqua.

Il ragazzo risalì in superficie tossicchiando con tutta la schiuma sui capelli e sulle orecchie.

- Lo sai che ti amo Draco Malfoy?

Come sempre a Draco cadde la mascella, poi ci pensò un decimo di secondo: - Ti amo anch’io Astoria!

 

via, entra e fatti un bagno caldo,
c'è un accappatoio azzurro,
fuori piove un mondo freddo...

Via con me

P. Conte

(1981)

 



[1] Secondo il calendario Astronomico, non quello Astrologico.

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Capitolo 8
*** Inaugurazione con sorpresa ***


Nella prima versione della storia questo era l’epilogo seguito da un Post Scriptum, perciò la storia finisce quasi qui (il Post Scriptum a domani…), un grazie a chi a letto.

 

Cara _CoBaIn_ secondo me Draco avrebbe potuto chiamarsi Sirius (Sirio è infatti la stella più luminosa della costellazione del Drago come ci insegnano i Cavalieri dello Zodiaco) ma non credo che i suoi cari genitori l’avrebbero chiamato così, visti i parenti…

La scena dell’anello, benché un po’ disgustosa mi è venuta in mente ripensando al film Tutti dicono I love you di Woody Allen.

Alla prossima e ultima

 

Inaugurazione con sorpresa

 

Era la notte della Vigilia e Draco aveva organizzato ogni cosa affinché la festa per l’inaugurazione del nuovo reparto del San Mungo fosse perfetta. Il salone centrale dell’ospedale, per una volta privo di gente affetta dai più svariati disturbi, cominciava a riempirsi di gente. Aveva fatto le cose veramente in grande e sua madre gli aveva fatto i più sinceri complimenti: era lieta di scoprire che il suo adorato bambino aveva ereditato da lei l’abilità nell’organizzare gli eventi mondani.

Astoria comparve in uno splendido abito rosso che le donava molto e Draco le andò incontro con un sorriso a cinquantaquattro denti, ma lei gli fece cenno di non esagerare nei convenevoli perché dietro apparvero i signori Greengrass.

Nel frattempo erano giunti nella sala anche gli ospiti più attesi, era infatti impossibile organizzare un evento mondano senza invitare Il Bambino che Ormai è Diventato L’ Uomo Che E’ Sopravvissuto A Colui Che Non Deve Ancora Essere Nominato (perché non si sa mai…) con al braccio la Cacciatrice migliore delle Holyhead Harpyes  (gli onori ai bravi giocatori di Quidditch vanno fatti sempre e comunque)  e i suoi due inseparabili compagni Miss So Tutto Granger, che nonostante tutto era diventata una donna discretamente attraente e Mr Pel di Carota Che non può essere maggiormente insultato perché è come lanciare un Bombarda sul San Mungo[1].

Draco, spinto dalle gelide dita della sua cara mamma, si appressò al famoso Trio e riuscì a sibilare un rapido – Benvenuti. – Prima di andare ad accogliere ospiti più graditi: Blaise con la sua primogenita in braccio accompagnato da una Daphne radiosa e in avanzato stato interessante.

- Blaise, hai intenzione di ripopolare di Maghi la Gran Bretagna?

- Scherza, scherza, guarda che quando le Greengrass ti mettono il cappio al collo, poi non puoi più farne a meno… - Sorrise Blaise.

Draco lo guardò con aria saputa: - Hai notato le mani della tua dolce cognatina ultimamente?

Blaise si voltò verso Astoria e solo in quel momento notò che all’anulare sinistro portava un elegante anello con brillante.

- Quando pensi di dirlo ai tuoi?

- Noti occasione migliore di questa?

Blaise osservò l’ex-compagno di casa poi sogghignò: - Scommetto che lo fai solo per metterla in difficoltà, sei veramente una serpe!

- Che vuoi che ti dica ho imparato da lei…

Nel frattempo la sala si era riempita e Draco si era recato su un piccolo podio posizionato davanti ad un nastro rosso che chiudeva l’entrata del nuovo reparto.

Si schiarì la voce ed ottenne l’attenzione dei presenti: - Bene, sono molto lieto che tutti voi abbiate accolto il mio invito per questa serata splendida, oggi ci sono molte cose da festeggiare, prima di tutto, vorrei augurare ai miei genitori Buon anniversario. – Tutta la folla si voltò verso gli imbarazzatissimi coniugi Malfoy che mal sopportavano che i fatti loro venissero spiattellati così ai quattro venti.

Poi Draco proseguì: - Poi voglio cogliere l’occasione per presentare ai qui presenti la futura signora Malfoy.

Astoria assunse una tonalità verdognola mentre Draco le prendeva la mano per trascinarla con sé sul podio e gli sibilò: - Ti giuro che questa me la paghi davvero cara.

Draco deglutì, ma proseguì.

- Astoria, dato che hai già acconsentito a sposarmi cosa ne dici di farlo ora?

La ragazza impallidì: - Ma tu sei fuori!

- Ok lo prendo per un sì.

La folla che era rimasta ammutolita scoppiò in un sonoro applauso e Astoria non poté che prendere la mano di Draco e fare buon viso a cattivo gioco.

L’omino del Ministero che normalmente officiava le cerimonie apparve all’improvviso e domandò: - Dove sono i testimoni?

Draco si voltò verso Blaise: - Amico, mi devi un favore, ricordi?

Blaise si pose accanto al ragazzo, mentre Astoria cercava disperatamente fra gli invitati un volto familiare, Daphne stava cercando di giostrarsi tra il pancione e la bambina che Blaise le aveva prontamente scaricato, quindi era fuori gioco finalmente intravide Luna Lovegood che parlava con Ginny Weasley, abbandonò il fianco di Draco e corse ad agguantarla.

- Luna, ti prego, fammi un favore.

- Certo, cara, se tuo padre mi contatta cosa devo dirgli questa volta?

- Niente, ho bisogno di una testimone.

- Ma io non ho visto nulla, a parte i Nargilli nel vischio, cosa dovrei testimoniare?

- Un matrimonio ammesso e non concesso che il mio dolce fidanzato non venga barbaramente massacrato nel sonno questa notte per la splendida improvvisata che mi ha fatto, come vedi mio padre e suo padre non sono proprio al colmo della gioia.

Effettivamente il Signor Malfoy e il Signor Greengrass stavano fulminando Draco con lo sguardo anche se lui non sembrava accorgersene.

Ginny sorrise e disse a Luna: - Vai, presto.

 Poi, rivolgendosi a Astoria che non conosceva molto bene: - Auguri, ne avrai bisogno!

La ragazza sorrise e rispose: - Ti assicuro che lui ne avrà molto più bisogno, questa me la paga!

Astoria raggiunse il fidanzato e vennero officiati i riti, mentre i volti di Lucius Malfoy e di Hyperion Greengrass assumevano connotati sempre più truci.

Dal canto suo Narcissa si era avvicinata alla madre di Astoria che tamponava delicatamente le lacrime di gioia per poter assistere almeno al matrimonio della sua secondogenita.

Conclusa la cerimonia Draco chiese ad Astoria di tagliare il nastro rosso e il nuovo reparto del San Mungo venne inaugurato.

Poi si aprirono le danze ed il ragazzo la invitò a ballare.

Mentre la stringeva lei gli disse: - Senti genio, dove mi porti a dormire stanotte?

- A casa, no?

- Quale, Malfoy Manor?

- Veramente io pensavo a quella che mi ha lasciato il mio padrino, ci ho messo tre mesi a sistemarla come si deve…

- Ma davvero e dove si trova? In un angolo remoto dell’Inghilterra?

- Veramente è a Spinner’s End. Sai Piton era mio padrino…

- Ah, ecco il perché di tutti quei favoritismi…

Mentre parlavano un uomo si avvicinò e posò la mano sulla spalla di Draco, il ragazzo si voltò e si trovò faccia a faccia con suo padre che gli sibilò: - Posso ballare con la nuova Signora Malfoy?

Il giovane divenne decisamente verdognolo e cedette al padre la mano di Astoria, mentre il Signor Greengrass gli si avvicinava minacciosamente.

- Malfoy.

Draco sobbalzò. Poi si voltò con molto aristocratico terrore ed immaginò che dopo essere stato al cospetto del Signore Oscuro parlare con un mago come Greengrass non doveva essere così difficile. Ebbene, ancora una volta si sbagliava.

- Malfoy, se assomigli anche solo vagamente a tuo padre sei un essere discretamente spregevole, ma se hai preso qualcosa di tua zia allora non sei proprio da buttare via. Ovviamente mi riferisco ad Andromeda, eravamo nello stesso anno e nella stessa Casa ed era una persona perbene. Da quello che so, in realtà è ancora una persona perbene. Ciò detto se ti azzardi a far soffrire la mia bambina ti farò pentire di essere sopravvissuto alla guerra.

Gli assestò quindi una pacca sulla spalla e si allontanò in direzione della sua nipotina. Da quando aveva visto quella piccola bimba color caffelatte con gli occhioni azzurri della mamma si era talmente innamorato che era riuscito a perdonare Daphne per aver sposato Blaise ed era stato il primo a sollevare il calice quando gli avevano detto che presto sarebbe arrivato un nuovo Zabini.

Nel frattempo Astoria era alle prese con la morsa d’acciaio di Lucius che stava cercando di capire cosa avesse in mente quella insulsa ragazzina e cosa ci avesse trovato suo figlio in lei.

- Signorina Greengrass a cosa devo l’onore di essere diventato suo suocero?

- Forse al fatto che il suo caro figliolo si sia innamorato di me? Ah, e non sono più la signorina Greengrass da circa mezz’ora, quindi o mi chiama Astoria o dovrà rassegnarsi ad avere a che fare con due Signore Malfoy.

- Lingua tagliente, ora comincio a capire, scommetto che eri a Serpeverde.

- Sbagliato, ho più acume che malizia: ero a Corvonero, ed ora, se non Le dispiace gradirei tornare fra le braccia di un Malfoy un po’ più giovane, sa mi trovo meglio con lui…

Lucius la lasciò chinando leggermente il capo a mo’ di saluto e pensò che suo figlio si era cacciato veramente in un bel guaio.

Astoria marciò a passo di carica verso Draco che stava appartato da un lato con Blaise, lo prese per il collo della camicia e lo baciò con un trasporto tale da attirare su di loro i fischi e gli applausi di tutti i convenuti.

Dopo di che salì sul podio trascinandoselo dietro e disse: - Ora, se non vi dispiace togliamo il disturbo!

E detto ciò se lo trascinò dietro in una Smaterializzazione congiunta che miracolosamente finì senza danni per nessuno dei due, anche se si ritrovarono fra la neve nel bel mezzo del nulla.

Draco la prese in braccio e si Materializzarono a Spinner’s End: - Casa dolce casa - Disse poi buttandosi su una poltrona.

Astoria era ancora in piedi in mezzo alla stanza e gli fece una volata mostruosa: - Ma si può sapere cosa ti è preso? Non era certo quello che speravo per il mio matrimonio! Ma è mai possibile che non ne combini mai una giusta?

Draco si fece piccino piccino sulla poltrona e rispose: - Volevo stupirti!

Astoria gli inveì contro ancora per un paio di minuti e poi… scoppiò a ridere.

Draco la guardò stupito: - E adesso che ti prende?

- Scommetto che non hai visto la faccia di Harry Potter e quella di Ron Weasley.

- Non è che ci tenessi particolarmente, io guardavo solo te…

- Quando ci siamo Smaterializzati Hermione Granger e Ginny Weasley li avevano messi con le spalle al muro e dal labiale mi sembrava che dicessero che si erano fatti battere sul tempo da uno spocchioso Serpeverde e si chiedevano dove fosse finito il loro famoso coraggio Grifondoro…

Anche Draco scoppiò a ridere e si avvicinò ad Astoria: - Bene, signora Malfoy, ed ora come pensi di farmela pagare…

- Per cominciare mi porti in camera in braccio e poi se non sei troppo stanco…

 



[1] Sarebbe a dire che è come sparare sulla Croce Rossa

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Capitolo 9
*** Post Scriptum ***


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E va bene, a grande richiesta, dato che proprio non potevo farne a meno ho deciso di postare anche l’epilogo di questa storia. Sperando di aver fatto cosa gradita a chi ha letto e commentato.

 

Lily_Snape: eccoti accontentata, non so se in effetti Piton era il padrino di Draco, ma vista la vecchia amicizia con Lucius e visto che proprio a lui si rivolge Narcissa per stringere il voto infrangibile ho immaginato che fosse plausibile.

 

Un grazie sincero a _CoBaIn_ che mi ha seguito fedelmente per tutti i capitoli, spero che anche il Post Scriptum sia di tuo gradimento.

 

Post scriptum

Cena a casa Malfoy

- Allora Astoria, ti trovi bene a Spinner’s End?

Dopo essere rimasti rinchiusi nel loro “nido d’amore” per quattro giorni consecutivi non avevano proprio potuto continuare ad ignorare i gufi che tutte le mattine arrivavano bussando alla finestra della loro camera e dovettero accettare l’invito dei coniugi Malfoy (Senior) per quella sera.

- Sì, anche se comunque manca un tocco femminile, però devo dire che Draco ha fatto un ottimo lavoro rendendola abitabile.

- Avrei preferito che vi trasferiste qui a Malfoy Manor. – Intervenne Lucius severo.

- Ma Lucius, io credo che loro desiderassero un po’ di privacy.

- Senza contare che Spinner’s End è decisamente più comoda per me per raggiungere il mio luogo di lavoro.

- Draco, tua moglie lavora? – Lo sguardo shockato sul volto di Lucius fece capire ad Astoria di aver fatto un passo falso.

Tuttavia Narcissa, che desiderava a tutti i costi capire cosa aveva quella ragazza di così speciale da aver catturato nella sua rete il suo bambino, decise di indagare più a fondo: - E di cosa ti occupi cara?

- Lavora per la Gringott. – Intervenne Draco cercando di non complicare ulteriormente la situazione rimanendo sul vago.

- Immagino non sia facile avere a che fare tutti i giorni con quegli esseri. – Aggiunse Lucius.

- In realtà i miei colleghi non sono così rivoltanti, anche perché io non lavoro nella sede centrale. – Rispose Astoria candidamente.

- Davvero e di cosa ti occupi esattamente? – Insisté Narcissa.

- Lei si occupa di cambi con altre tipologie di liquidità. – Spiegò Draco che ormai sapeva che sua madre non si sarebbe fermata finché non avesse capito esattamente di cosa si occupava Astoria.

- Deve essere interessante, avrai a che fare con grandi quantità di denaro, quindi.

- Generalmente lavoro più che altro con il cambio fra Galeoni e sterline, ma a volte mi occupo anche di cambi con euro e dollari.

- Scusa, credo di non aver afferrato. – Rispose un sempre più allibito Lucius.

- Ma sì, le sterline, il denaro Babbano!

Astoria si rese conto di aver detto qualcosa di male quando vide suo marito diventare verdognolo e i suoi suoceri assumere una tonalità rosata.

Poi Lucius scandì: - TU HAI A CHE FARE CON QUELLA FECCIA DEI BABBANI?

- Che male c’è anche voi fate affari con i Babbani, no?

- MAI! – rispose Lucius la cui vena del collo aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli e sembrava sul punto di scoppiare.

Poi Narcissa intervenne: - Lucius, ti prego calmati è giunto il momento che Draco ti confidi un piccolo segreto.

Draco, che nel frattempo aveva inutilmente tentato di sparire sotto il tavolo, si sentì tre paia di occhi piantati addosso, così si fece forza ed ammise: - Sì, padre, ho venduto la casa di zia Bellatrix ad uno studio legale Babbano, è da lì che abbiamo guadagnato abbastanza per pagare i nostri debiti, senza contare che Astoria ed io abbiamo visto che con alcune semplici speculazioni nei mercati economici Babbani si poteva guadagnare abbastanza per vivere di rendita per quattro generazioni, è così che abbiamo ricostruito il nostro patrimonio.

Lucius era rimasto senza parole, poi imprevedibilmente scoppiò in una sonora risata.

Narcissa e Draco temettero che lo shock avesse provocato a Lucius un collasso nervoso facendolo impazzire, poi, fra le lacrime che gli stavano scendendo dal gran ridere Lucius riuscì a dire: - Avrei dato qualunque cosa, per vedere la faccia che ha fatto il ritratto di Bellatrix quando ha visto chi avrebbe occupato la sua dimora…

Astoria, ricordando lo sguardo di fuoco della zia di suo marito scoppiò a ridere e rispose a Lucius: - E sì, è stato veramente uno spettacolo imperdibile!

 

Sperando che questa storiella sia stata di vostro gradimento. Fatemi sapere se per caso volete qualche one-shot sulla vita coniugale di Astoria e Draco

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