Dragonball...all'interrogazione!

di Satsuriko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goku...all'interrogazione! ***
Capitolo 2: *** Vegeta...all'interrogazione! ***
Capitolo 3: *** Gohan...all'interrogazione! ***
Capitolo 4: *** Bulma...all'interrogazione! ***



Capitolo 1
*** Goku...all'interrogazione! ***


yujm,

 

 

“Dragonball…all’interrogazione!”

 

 

 

 

1) Goku…all’interrogazione!

 

Il giovane dalla bruna chioma ribelle si stiracchiò tranquillamente dondolandosi sulla sedia di legno, che scricchiolava quando il peso veniva sorretto solamente dalle due gambe posteriori.
Sbadigliò annoiato giocherellando con una matita che pose poi fra il naso e le labbra arricciate.
La tranquillità di Goku faceva a pugni con l’ansia di Crili, suo compagno di banco, nonché migliore amico.

“Si può sapere come fai ad essere così rilassato!? Giochi con la matita e ti dondoli sulla sedia in un momento come questo! Lo sai che sta per interrogare o non l’hai ancora capito??”

Il ragazzo sembrò pensarci un poco prima di realizzare completamente ciò che l’amico gli aveva appena detto.
“…Uuurca! In effetti no, non lo avevo capito. Ecco perché era calato all’improvviso un silenzio di tomba! Eh-eh…”
Il buffo ed innocente sorriso di Goku avrebbe spiazzato chiunque, tanto più che, poco distante da loro, una ragazza magrolina dai lunghi capelli neri legati, sospirò piano.

“Ma…comunque non mi cambia nulla. Non sono ugualmente agitato, sai? È solo un’interrogazione…” riprese pochi secondi più tardi il moro.

“Son!” Questo il nome che venne gridato dal professore di storia, “…all’interrogazione!”

I due amici si scambiarono uno sguardo veloce, poi Goku non potè fare a meno di prendere libro e blocco degli appunti per poi dirigersi verso la cattedra.
Una camminata decisa, ma, allo stesso tempo, leggermente goffa.
Pochi istanti e il giovane era in piedi accanto ad un professore sulla cinquantina, calvo e bassetto.
Da sotto i suoi tondi occhialetti scrutava lo studente in tutta la sua altezza, forse invidiandolo per l’elevata statura.

“Allora? Che aspetti a raccontarmi qualcosa della lezione del giorno?” fece l’insegnante, già di cattivo umore.
“…Che lei mi dia il via, professore!” rispose Goku ingenuamente.
Fu inevitabile il propagarsi di risatine soffocate.

“Fai poco lo spiritoso e comincia a parlarmi delle imprese militari di Carlo Magno!”
“Le…imprese…militari?”
“Sì”

Goku alzò al cielo uno sguardo concentrato, come per rievocare i concetti ‘fissati’ nella mente il pomeriggio precedente.
Ma, per quanto si sforzasse, vedeva davanti a sé solo scene che non avevano assolutamente nulla a che fare con l’imperatore del Sacro Romano Impero.

Casa…
Pranzo…
Palestra…
Allenamenti…
Allenamenti…
Allenamenti…
Crili…
Allenamenti…
Allenamenti…

…E Carlo Magno?

-Niente. Vorrei proprio sapere che contributo ha dato alla storia dell’umanità ‘sto Carlo per essere così importante e scassaballe!-
La mente del ragazzo era vuota, gli occhi d’ebano fissavano un punto indefinito davanti a sé.

Il silenzio venne rotto dalla voce del professore, che destò Goku dalla sua apparente catalessi: “sto aspettando! Ricordi le varie spedizioni…”

No.
Era la risposta che martellava nella testa del giovane, ma doveva tentare in ogni modo di non farlo capire al professore.

“A quanto pare non ricordi nulla di questo argomento… Pazienza. Allora…dimmi qualcosa del Sacro Romano Impero, in generale”

-Toh! Il Sacro Romano Impero! Questo lo sanno tutti…Sarà un gioco da ragazzi!- 

“Allora. Il Sacro Romano Impero si chiama così…perché è un SACRO-ROMANO-IMPERO! No, cioè…perché è…Allora. Voglio dire che è Sacro perché c’è la Chiesa; Romano perché voleva imitare quello degli antichi Romani; e Impero perché…era un impero, no? Vero che era un impero??”

L’espressione sul volto del professore era impagabile: fra il furioso e il perplesso…perfetta per la caricatura che una ragazza dai capelli turchini stava disegnando in quel momento.
Goku era ancora tranquillo e rilassato. Il suo sorriso non lasciava intendere né preoccupazione né disagio. Era sereno, come sempre del resto.

“Questa è la tua definizione di ‘Sacro Romano Impero’?”
“Più o meno sì”
“…Sai dirmi qualcos’altro sull’argomento, spero”
“Eeeeehm…”
“No?”
“Aspetti un attimo. Allora…Come in tutti gli imperi c’è un re che comanda giusto? E questo re, nel nostro caso, è appunto il caro Carlo Magno. Ah! Mi sono dimenticato di dire che la parola ‘magno’ significa ‘grande’! Quindi Carlo il Grande…Che poi, scusi, non ho ancora capito come mai sia così tanto grande, ma vabbè. Tornando a noi…Allora…L’Esse-erre-i…Sono le iniziali, no? Come se fosse una sigla. Posso chiamarlo così d’ora in poi?...”

Il professore era a dir poco esasperato.
Per gli insegnanti non c’è niente di più irritante di uno studente che non sa esprimersi in un discorso, parlando a vanvera.
E perciò Son Goku, in quel momento, risultava più che irritante al professore. Così irritante che la risposta gli salì in gola come un rigurgito.

“…No!!”

Goku capì la situazione. Era finita.

“Vattene a posto. E vedi di farti trovare pronto la prossima volta!”
“Va beeeeene...”

Quanto durò la sua ‘interrogazione’?
Forse solo dieci minuti…Anche di meno.
Il giovane se ne ritornò seduto al proprio posto, dopo aver sorretto lo sguardo di tutti i suoi compagni che lo fissavano ora sconsolati, ora rallegrati dal suo spirito sempre-verde.
Si sedette quindi, incontrando anche i grandi occhi dell’inseparabile Crili.

“Goku! Che hai combinato!? Se non avevi studiato nulla potevi benissimo inventarti una scusa plausibile…o, al massimo, scriverti una giustificazione falsa! Perché sei andato all’interrogazione, razza di suicida che non sei altro?!?” fece l’amico sottovoce con tono di rimprovero.

Goku gli sorrise caldamente, poi, dopo aver esitato un paio di secondi, gli si avvicinò di più e gli sussurrò: “perché? Perché era una sfida. E io, alle sfide, non rinuncio mai…Questa l’ho persa. Ma la prossima, puoi contarci, non avrà lo stesso epilogo!”

 

 

 


 

Ciao a tutti!!!
Da quanto tempo, ragazzi! (Solo un mese per nostra sfortuna -_- nd voi)
Eccomi qua con una bella raccolta di one-shot riguardante la scuola.
Leggerete delle avventure dei nostri eroi preferiti…No, non si tratta di combattimenti all’ultimo sangue per difendere la Terra…Qualcosa di più terribile e alla nostra portata: le interrogazioni.
MWHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
Ne vedrete delle belle! Ma solo se mi fate capire che ne vale la pena. Insomma, ditemelo se fa schifo e devo abbandonare il progetto, ok? ^^
Spero recensiate numerosi perché ne avrei proprio bisogno in questo brutto periodo… ç__ç
Intanto tengo a ringraziare la mitica Sexxxychichi per il suo supporto (GRAZIEEEEEEEEEEEEE! XD)

Un abbraccio a tutti!!


Ps: Come ho appena detto non è un bel periodo da tutti i punti di vista quindi non so se riuscirò ad aggiornare tanto frequentemente…Se l’idea dovesse avere successo (scordatelo! Nd voi) mi impegnerò! Speriamo…
Ari-ciao!^^

                                                                                                                     °Satsuriko°

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Vegeta...all'interrogazione! ***


yujm,

 

 

2) Vegeta…all’interrogazione!


 

 

Vegeta non si sarebbe mai abbassato a supplicare, di questo tutti erano consapevoli. Era un ragazzo aggressivo e dal forte carattere; sempre pronto a fare a botte con i suoi coetanei, soprattutto quando si scommetteva sul vincitore della rissa.
Odiava studiare.
Odiava i secchioni e i cosiddetti ‘cocchi dei prof.’
Ma, soprattutto, odiava che qualcuno gli dicesse cosa fare.

E in quel momento Vegeta stava impartendo un ordine…
“…Dammeli immediatamente!!”
“Ti ho detto di no!”
“Perché no!?”
“E perché sì?”
“Fai poco la spiritosa, Brief! Dammi ‘sti compiti prima che passi per i banchi e veda che ho il quaderno in bianco!”
“Mi chiamo Bulma! Potevi pensarci prima…”
“Se non mi passi i compiti…”
“…Sì??”
“Se non mi passi i compiti te la farò pagare molto cara!”
“Aiuto…che paura...mi aspetti fuori scuola?”

Il loro battibecco era poco più che un bisbiglio, dato che ormai la professoressa aveva fatto il suo ingresso nell’aula. Si era seduta compostamente alla cattedra e si accingeva a compilare il suo registro con i nomi degli assenti.

Se la professoressa non fosse stata presente il ragazzo sarebbe passato già alle maniere forti e, della ragazza dai capelli turchini, sarebbe rimasto solo un mucchietto di ossa rotte. Ma non poteva permettersi di farsi espellere anche da quella scuola: come avrebbe reagito la sua povera madre? E dove avrebbe trovato i soldi per una nuova iscrizione e un’altra montagna di libri da acquistare?
Per quanto desiderasse dare una lezione a Bulma Brief, decise di tenere le mani a posto.

Intanto il compagno di banco della ragazza, preoccupato per la sua incolumità, tentava di farle cambiare idea. “Io non prenderei così sottogamba le minacce di Vegeta! Quello è uno che non scherza. Lo conosci, no?”
A questo consiglio Bulma rispose facendo spallucce e sussurrando all’amico ciò che pensava: “Yamcha, sinceramente devo dirti che non mi fa affatto paura. E poi ha bisogno di una lezione!...In tutti i sensi”

Mentre Vegeta si affannava a rimediare i compiti di algebra e geometria da un’altra fonte, l’anziana professoressa cominciò la sua passeggiata fra i banchi per controllare che i quaderni fossero corredati degli esercizi da lei  assegnati.
-Sono fottuto!- pensò il ragazzo dagli occhi più neri della notte vedendo arrivare l’insegnante presso il proprio banco, affacciarsi sul quaderno e scoprire che…
“…Niente compiti, eh?”

Non avrebbe mentito. Non avrebbe inventato delle patetiche scuse, come usavano fare molti suoi compagni di classe. Sarebbe caduto da uomo.
Avrebbe detto solo la verità.

-La pura verità…-

“No, professoressa. Sinceramente avevo di meglio da fare ieri pomeriggio” disse, pacato, quasi fosse la risposta più ovvia e naturale del mondo.
Fu allora che tutti i ventisei studenti si voltarono nella sua direzione ansiosi di conoscere la reazione della Kimitaro, la professoressa più schizofrenica dell’istituto.
Ed ebbero presto una risposta: il colorito del suo viso era passato da un rosa pallidissimo ad un rosso accesso nel giro di pochi secondi.

-Ora sputerà fiamme!-

-Adesso lo uccide-

-Non vorrei essere al posto di Vegeta…-

-Che maleducato!!-

-…Per lui è finita!-
 
-La prof esploderà…-

Vegeta aveva un sorriso strafottente sulle labbra.
Tutti erano senza parole…la Kimitaro ne aveva eccome.
“Se sei così bravo da non aver bisogno di fare i compiti, prego…vieni alla lavagna! Ti interrogo un po’ sui problemi per casa che hai ritenuto inutile svolgere…”

Il ragazzo non faceva una piega. Non si muoveva di un millimetro.
Poi un urlo squarciò il silenzio.
“Hai sentito!? Forza!...All’interrogazione!”

Non aveva molta scelta e lo sapeva. Quindi, dopo aver sbuffato rumorosamente, si alzò di scatto e camminò fino alla lavagna, dove la professoressa lo stava già attendendo.
Passò accanto al banco di Bulma, la ragazza che lo aveva condannato, e, nel momento in cui le fu più vicino imprecò contro di lei a bassa voce ma in modo che potesse sentirlo.
“Stronza…”

Quella gli rispose con una linguaccia e uno sguardo torvo, prima di tornare con lo sguardo sul libro di geometria.
Vegeta era davanti alla lavagna e, impugnato un gessetto, si mise in posizione.

“Bene. Dimostra che un quadrilatero con le diagonali congruenti che si bisecano è un parallelogramma” comandò la professoressa mentre si sedeva ancora una volta alla cattedra.

Vegeta ebbe un attimo di smarrimento, ma durò pochissimo poiché, un ragazzo intelligente come lui, capiva al volo ciò che gli veniva detto. Giusto il tempo di analizzare le parole usate nel testo del problema: ricordarsi cosa fosse un quadrilatero, cosa fosse una diagonale, cosa significassero le parole ‘congruente’ e ‘bisecare’, e infine la definizione del parallelogramma. Questione di un paio di secondi.

Cominciò a tracciare sul nero piano della lavagna una figura molto simile ad un parallelogramma, che osservò poi soddisfatto.
-Ditemi voi se non sono un artista…- vaneggiava fra sé e sé.

“Innanzitutto definiscimi un parallelogramma!”
“…Un parallelogramma è un quadrilatero con i lati opposti paralleli” rispose il ragazzo con la faccia di chi la sa lunga sull’argomento.

La Kimitaro gli fece segno di procedere con la dimostrazione scrivendo l’ipotesi e la tesi del problema.
Un giochetto da ragazzi…

-Vediamo…Hp: OD congruente a BO e CO congruente a OA…questa è l’ipotesi. Poi…Th: DA parallelo a CB, e anche la tesi è a posto! Ma adesso…come cacchio si fa a dimostrare che è un parallelogramma?!-

Il gessetto rimase sospeso a mezz’aria per una manciata di secondi mentre Vegeta rifletteva sulla soluzione del problema. Era in difficoltà.
-…E tutto per colpa di quella tirchia di Brief!-

L’interrogato comprese che, se si fosse perso in un turbinio di pensieri omicidi, avrebbe fallito di certo e la sua promozione sarebbe andata a farsi benedire. Occorreva sangue freddo. Solo così ce l’avrebbe fatta.
Così smise, faticosamente, di pensare a quella ragazza, e si concentrò soltanto sui dati a sua disposizione.

-Innanzitutto devo dimostrare che i triangoli DOC e AOB sono congruenti e quindi…apro la graffa…DO è congruente a OB per ipotesi, CO congruente a OA sempre per ipotesi…e infine gli angoli DOC e AOB sono congruenti perché opposti al vertice. Perciò i due triangoli sono uguali per il primo criterio di congruenza…E ora??-

La professoressa osservava ammirata la dimostrazione eseguita fino a quel momento dallo studente. Doveva ammettere a sé stessa che non si aspettava un tale successo da Vegeta, ma mancava comunque un’ultima fase.
-Però se la sta cavando egregiamente…Forse l’ho sottovalutato…No, non può essere. Diamo un’occhiata ai suoi voti. Mi pare di ricordare una sfilza di quattro…-

Ecco. Era il momento.
La Kimitaro era distratta, stava leggendo qualcosa sul suo registro personale.
L’occasione perfetta per raccogliere suggerimenti…ammesso che qualcuno gliene desse.
Non aveva molti amici e non ne soffriva affatto. Solo una piccola banda di teppisti al di fuori della scuola, della quale lui era il leader.
Qualcuno lo avrebbe aiutato?

Si voltò verso la classe, ma sembrava che ognuno avesse improvvisamente qualcosa da fare: chi disegnava, chi scriveva, chi leggeva, chi chiacchierava, chi giocava a filetto, chi guardava fuori dalla finestra…
Vegeta cercò di attirare più silenziosamente che potè l’attenzione dei compagni, senza però ottenere alcun risultato.

Raccogli quello che hai seminato.
Gli diceva una vocina dentro di sé che non riusciva a zittire.

Ma poi…
Incrociò lo sguardo di due meravigliosi occhi blu, quelli della ragazza che aveva tanto maledetto, quelli di Bulma Brief.
Bulma gli indicò due angoli nella figura e sussurrò, scandendo bene le parole:
“congruenti perché alterni interni delle rette DA e CB tagliate da AC!”

Vegeta trascrisse subito, nonostante il suo presentimento che il suggerimento fosse tutt’altro che giusto. Non poteva credere che quella ragazza lo avesse aiutato, piuttosto che gli stesse facendo un dispetto per farlo sbagliare.
Ma ragionò su ciò che Bulma aveva detto e…
-…È vero! Come ho fatto a non pensarci?! Adesso sì che posso arrivare alla conclusione!-

Nel frattempo la professoressa aveva appurato che i voti di Vegeta fossero realmente molto bassi e che, quindi, stesse dimostrando un grande miglioramento. Un miglioramento che sarebbe stato premiato.

“Ho finito” decretò con falso tono annoiato il ragazzo dagli occhi pece, come se il problema fosse stato troppo facile per lui.

“Perfetto. Molto meglio di quanto mi aspettassi! Puoi andare a posto, basta così…Ragazzi, mi devo assentare qualche minuto perché c’è un genitore che vorrebbe parlarmi. Voi restate qui senza fiatare e senza muovervi!”

La Kimitaro uscì dall’aula e, naturalmente, la classe di ragazzi composti ed educati si trasformò in un branco di animali in gabbia.
Vegeta se ne stava ritornando seduto al proprio banco quando si parò davanti a lui una figura femminile. E si perse in uno sguardo blu come l’oceano.

“Allora?”
“Allora che?”
“Come si dice quando qualcuno ti dà una mano?”
“…Era ora! Ecco cosa si dice”
“Si dice grazie, razza di ingrato!!”
“…”
“Un riconoscimento mi ci vuole, non trovi? Se la Kimitaro mi avesse beccata mentre ti suggerivo non avrebbe esitato a darmi una bella punizione!”
“…”
“Arriva questo ringraziamento?!”
“Non contarci, Brief…”
“QUANTE VOLTE TI DOVRO’ RIPETERE CHE MI DEVI CHIAMRE BULMA!?!”

 

 

 

 

 

 

Che cariiiiini…In fondo Vegeta e Bulma sono pur sempre Vegeta e Bulma XD. Allora?? Che ne dite di questo capitolo?^^
Meno male che non sarei riuscita a postare spesso, eh! Dovete sapere che non è facile sbarazzarsi di me! MWHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Ok, tralasciando gli scherzi…Ho avuto semplicemente un pomeriggio di tregua fra una tortura e l’altra. Mi è stato proposto di scrivere un capitolo anche per i “cattivi”…e devo dire che come idea non è male! Diamo tempo al tempo però: lasciatemi dare la precedenza ai personaggi che amiamo di più^^
Ora vorrei ringraziare di cuore coloro che hanno avuto la bontà di recensire il primo capitolo ovvero Umpa_lumpa, Sexxxychichi, Angelo Azzurro, Vegeta4ever, LadyVale94, Swwtcicia, jojoND, Cicochan e angela3!!
Grazie infinite, ragazze!
Alla prossima, amici…sperando che non tardi troppo ad arrivare.
Un abbraccio a tutti!

                                                                                                                °Satsuriko°

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Gohan...all'interrogazione! ***


BHJ

 

 

3) Gohan…all’interrogazione!


 

 

 

La classe era congelata.
Il tempo si era fermato mentre la professoressa di scienze e chimica scorreva lo sguardo sul registro.
L’interrogazione sarebbe stata decisiva per qualunque vittima, dato che mancavano pochissimi giorni alla fine della scuola.
Cosa bloccava quegli spaventatissimi studenti dall’alzare la mano e proporsi per un ritocchino alla media o, magari, per concludere l’anno in bellezza?
L’argomento del giorno: ‘spiega cos’è la scienza’.
Erano trascorsi anni da quando ciascuno di quei ragazzi si era avvicinato per la prima volta alla scoperta della scienza e delle sue magie; dalle elementari…alle medie…al liceo…
Ma a quella semplice domanda nessuno di loro avrebbe saputo rispondere.
Cos’è la scienza?

I ragazzi, incupiti, tenevano tutti il libro sotto il naso nella speranza di scorgere qualche definizione-chiave di questa parola conosciuta e sconosciuta al tempo stesso.

Gohan, un ragazzo generoso e sincero, era l’unico a non avere paura.
Una mente illuminata come la sua non temeva nessuna interrogazione!
E, quel giorno, decise che avrebbe salvato i suoi compagni da un triste destino…
 
“Pst! Videl?”
“Che c’è, Gohan?”
“Mi offro volontario”
“…Ti offri volontario?! Ho capito bene??”
“Sì, hai capito benissimo!”
“Ma…ma è una follia! E poi tu sei l’unico qui che non ha bisogno di voti: diamine, hai la media del nove!!”
“Perché dici che è una follia? Ieri ho studiato tutto il giorno…”
“Non lo metto in dubbio, Gohan…”
“…E poi scienze è la mia materia preferita! Non puoi negarmi un’ora di diletto culturale!”
“…No…Non lo farò, non temere…”

I due ragazzi, entrambi vestiti con la divisa del loro liceo privato, discutevano sul pericolo imminente dell’interrogazione di scienze; che poi tanto pericolosa non era…almeno per qualcuno.

Videl, la ragazza mora dai grandi occhi azzurri, accarezzò il viso del coraggioso compagno di banco, infondendogli così tutta la sua fiducia.
“Vai e spacca tutto!” Gli disse allora, fomentata.

Gohan si alzò in piedi attirando così l’attenzione della professoressa, che staccò finalmente lo sguardo da quel maledetto registro e lo posò sul giovane dai capelli bruni.

“Professoressa…Vengo io all’interrogazione. Interroghi me oggi!”
Poche parole per far sì che tutti gli studenti tirassero un lungo sospiro di sollievo e ringraziassero la madre di Gohan per averlo messo al mondo.

L’insegnante lo guardava di sottecchi, meditando sulla situazione.
Di certo pensava che sarebbe stato solo uno spreco di tempo interrogare un ragazzo così studioso con una media dei voti perfetta.
Intuendo l’indecisione della professoressa Gohan intervenne nuovamente nel tentativo di convincerla: “per favore, professoressa! Ho bisogno di sfogarmi con una bella interrogazione. Le prometto che sarà un interessante incontro di cervelli!”
Ma notando gli sguardi torvi che il resto della classe gli lanciava, si affrettò ad aggiungere, imbarazzato, un “eeehm…ovviamente…senza offesa per voi, ragazzi…”

La professoressa Ogawa cedette di fronte a tanta virtuosità e fece quindi segno al giovane di venire alla cattedra; “…all’interrogazione!” aggiunse pochi istanti più tardi.
Gohan accolse l’invito con un dolce sorriso e si incamminò.

“Allora…Sai cosa avrei chiesto durante l’interrogazione di oggi, vero?”
“Certo, professoressa: vuole sentire la nostra definizione di ‘scienza’!”
“Esattamente, Gohan…prego! Sto aspettando questo incontro di cervelli”

Il giovane si schiarì la voce, lanciò uno sguardo furtivo a Videl, la ragazza di cui era innamorato, e iniziò il suo lungo monologo sulla scienza.

“Per ‘scienza’ si intende un complesso organico di conoscenze ottenuto con un processo sistematico di acquisizione delle stesse allo scopo di giungere ad una descrizione precisa della realtà delle cose. Le regole che governano tale processo di acquisizione di conoscenze sono generalmente conosciute come metodo scientifico. In ambito moderno, gli elementi chiave del metodo scientifico sono l'osservazione sperimentale di un evento (naturale o sociale), la formulazione di un'ipotesi generale sotto cui questo evento si verifichi, e la possibilità di verifica dell'ipotesi mediante osservazioni successive. Uno degli elementi essenziali affinché un complesso, limitato o meno, di conoscenze possa essere ritenuto ‘scientifico’ è la sua possibilità di essere falsificabile mediante una opportuna procedura. Alcune scoperte scientifiche sono in realtà intuitive, ma altre no. La teoria atomica, per esempio, implica che un pesante masso di granito, solido, duro, grigio, in realtà è formato da una combinazione di particelle subatomiche priva di proprietà intuitive, che si muovono molto rapidamente in una area consistente di uno spazio quasi del tutto vuoto. Molti preconcetti sul funzionamento dell'universo sono stati messi in discussione da molte scoperte scientifiche, altri sono invece sorprendentemente confermati…”

Gohan non era neanche a metà del suo discorso, ma i due terzi degli studenti presenti in classe sonnecchiavano già, accasciati sul banco.

“La parola ‘scienza’ deriva dal latino scientia, che significa conoscenza. Fin dall'Illuminismo questa parola (e la sua origine latina) avevano il significato di qualsiasi sistematica o esatta registrazione della conoscenza. Di conseguenza la ‘scienza’, a quel tempo, aveva lo stesso tipo di significato dato alla filosofia, nel senso più ampio del termine. Per esempio si distingueva tra ‘scienze naturali’ e ‘scienze morali’; in queste ultime si comprendeva anche la filosofia, e questo si rifletteva nella distinzione tra ‘filosofia naturale’ e ‘filosofia morale’. Più recentemente la ‘scienza’ si è limitata a ciò che chiamiamo scienze naturali. I campi di studio spesso - particolarmente in ambito anglosassone - si distinguono in termini di ‘scienze pesanti’ e ‘scienze leggere’ e questi termini (talvolta considerati umilianti) sono spesso sinonimi, rispettivamente, di scienze naturali e scienze sociali. La Fisica, la Chimica, la Biologia e la Geologia sono tutte forme di ‘scienze pesanti’. Gli studi di Antropologia, Storia, Psicologia e Sociologia qualche volta vengono considerate ‘scienze leggere’…”

Inutile descrivere le condizioni degli studenti dopo un tal ‘minestrone’ di notizie culturali. Inutile specificare che anche l’energica Videl faticava a tenere gli occhi aperti. Utile è invece sapere che persino la Ogawa non riusciva a trattenere gli sbadigli.
Il parlare di Gohan era lento e scandito, perfetto come ninna-nanna. E nessuno sembrava scampare a questo effetto soporifero, professoressa compresa.

“Gohan…” lo interruppe ad un tratto l’insegnante, che da mezz’ora non faceva altro che annuire distrattamente, “perché non mi parli di…”
“Aspetti, la prego! Sto per raggiungere l’apice del discorso. Una parte importantissima che non posso assolutamente evitare di esporle! Stia a sentire ancora un po’ per piacere…”
-Perché l’ho interrogato!?!- Si domandava esasperata la professoressa, rassegnata ad un’ora di ninna-nanna.

“Nonostante sulla scienza vi sia una forte aspettativa, il suo obiettivo non è rispondere a tutte le domande, ma solo a quelle pertinenti alla realtà fisica. Inoltre, non è possibile delegarle tutti i problemi, così diventa importante la scelta su quali interrogativi debba rispondere. La scienza non è in grado di dimostrare, né produrre, verità assolute e indiscusse. Piuttosto verifica coerentemente al meglio le ipotesi sui diversi aspetti del mondo fisico, e quando necessario si rimette in discussione, rivedendo le sue teorie alla luce di nuovi dati e osservazioni. Non ha la presunzione di descrivere in termini assoluti come la natura è in questo momento, può solo trarre delle conclusioni in base all'osservazione della natura. Per esempio, lo sviluppo della meccanica quantistica agli inizi del ventesimo secolo mostra che l'osservazione non è indipendente dagli eventi, e la scoperta della dualità onda-particella ha modificato l'idea tradizionale sull'‘obiettività’ della scienza. La scienza, tuttavia, non è una sorgente di giudizi di valori soggettivi, e può avere senza dubbio un ruolo importante in materia di etica, indicando alla politica le probabili conseguenze di certe scelte. Si può riassumere dicendo che la scienza moderna ha come scopo di rispondere a ‘come’ i fenomeni osservati si svolgono, lasciando il ‘perché’ a questioni filosofiche e/o religiose. Ogni teoria scientifica sviluppa un modello che permette la rappresentazione matematica del fenomeno, al fine di potere fare delle previsioni. Esistono inoltre casi in cui lo sviluppo di un modello in un certo ramo della scienza può facilitare lo sviluppo di altri modelli in altri rami della scienza senza che questi siano necessariamente legati. Lo scopo ultimo della scienza è la comprensione e la modellizzazione della natura al fine di potere prevedere e possibilmente intervenire sullo sviluppo di uno o più fenomeni”


Il ragazzo parlava senza riprendere fiato da un tempo interminabile e indefinibile. La classe era ridotta in uno stato vegetativo e l’insegnante…anche. Fu così che la Ogawa bloccò Gohan una volta per tutte liquidandolo con un annoiato “basta così, Gohan. Ho capito che hai studiato. Molto bravo davvero!”
Gohan mise il broncio ma poi, con entusiasmo, ribattè: “ma professoressa! Devo ancora esporre la teoria…”
“NO! Ehm…non fa niente. Non è necessario. Non ti preoccupare, caro. Dieci! Dieci e lode, ok?”


Al giovane, leggermente perplesso e sorpreso da quell’atteggiamento, non rimase che tornarsene al proprio banco come vincitore.
Videl, che sonnecchiava da parecchio, fece appena in tempo a ridestarsi e ad accogliere Gohan con un sorriso.
“Ti è piaciuta la mia interrogazione?” Le domandò pimpante.
“Eeehm…Certo! Sublime!”
“Davvero? Sono contento. L’intervento che ti è piaciuto di più?”
“Uuhhhhm…Non so scegliere…È stato uno spettacolo meraviglioso, dalla prima all’ultima parola!”
“Dai! Questo non lo penso neanche io…Guarda che non mi offendo! Forza, qual è stata la tua parte preferita?”
“…Non ti offendi, dici?”
“Certo che no! Figurati!”
“…”
“Allora?”
“…Quella in cui la Ogawa ti ha mandato a posto…”

 

 


 

 

 

 

 

Ihihihihihih! Brava Videl! Bella figura che hai fatto con il tuo Gohan! Di figuracce tanto me ne intendo io…Sparo cacchiate dalla mattina alla sera XD.
Ragazzi scusatemi tanto se sono sparita dalla circolazione!! ç___ç Le ultime settimane di scuola sono state un incubo incessante…sinceramente l’ultima cosa a cui dovevo pensare erano le fan fiction (che tristezza! Come ho fatto a sopravvivere?! Bah…misteri della vita…)
Che ne dite di questo capitolo??? Me la immagino la professoressa che si taglia le vene mentre Gohan parla e parla e parla e parla e parla… Voglio assolutamente sapere cosa ne pensate! E non fate come Videl per favore XD. Sono pronta a scommettere che, arrivati ai lunghi monologhi di Gohan, avete tutti fatto scorrere il mouse verso il basso per saltarli…
(Parla poco che tu avresti fatto lo stesso! -_-‘ nd Gohan)
(Noooooooo, ma che dici!? -fischietta innocentemente guardando altrove- )

Ora passiamo ai ringraziamenti: jojoND, Sgt, Dark Shinobi, Swwtcicia, angela3, Umpa_lumpa, Angelo Azzurro, Sexxxychichi, Cicochan, LadyGaunt, Vegeta4ever e LadyVale94. Grazie di cuore, ragazze!! TT____TT
Alla prossima, carissimi! Un bacione a tutti e, soprattutto, BUONE VACANZEEEEEE!!!  

P.s: Non farei mai parlare Gohan a vanvera durante la sua interrogazione...perciò dico apertamente che amo wikipedia!! XD
                                                                                            

                                                                                                                     °Satsuriko°

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Bulma...all'interrogazione! ***


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4) Bulma…all’interrogazione!

 

 

 

 

Continuava a rigirarsi nervosamente fra le dita quella ciocca di capelli turchini, osservandola in ogni minimo particolare, quasi volesse contare il numero di capelli che la componevano.
Non era da lei agitarsi tanto per un’interrogazione e lo sapeva, ma, quel giorno, avrebbe dovuto dare il massimo di sé a tutti i costi.

-Non posso darla vinta a quell’arrogante di Vegeta! Devo vincere la scommessa costi quel che costi…-

Nella mente della ragazza scorrevano immagini familiari: davanti a sé rivide il momento in cui Vegeta, sminuendola, diceva di essere sicuro di un prossimo insuccesso dell’azzurra. Lei decise di stare al suo gioco e scommetterci sopra… “Se sei così sicuro che mi andrà male perché non ci scommettiamo? Io scommetto…” a quel punto era stata interrotta da Vegeta che, prontamente, prese la parola “eh, no, carina: tu sguazzi nel denaro dei tuoi genitori e non ti costa niente scommettere con me. Che ne dici di mettere in gioco qualcos’altro?”
All’espressione interrogativa di Bulma il giovane rispose “se prenderai meno di nove…mi passerai tutti i compiti che ti chiederò fino alla fine dell’anno scolastico!” Sul volto di Vegeta si dipinse un sorrisetto di sfida e Bulma accettò, rispondendogli con lo stesso atteggiamento e aggiungendo: “se dovessi vincere io…tu non mi chiederai MAI più di passarti i compiti!”

Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. L’anziano professore di lettere aveva appena fatto il suo ingresso nell’aula e, dopo aver salutato gli studenti con un “amichevole” cenno della mano, prese posto dietro la cattedra.

-È il momento…- pensava Bulma preparandosi ad alzare la mano e a offrirsi volontaria.
Vegeta, qualche banco distante da lei, la guardava di sottecchi attendendo la sua prima mossa.

“Professore…” mormorò la ragazza dai capelli color cielo, “professore!” disse poi, alzando la voce per farsi sentire.
Finalmente il Fujihara, laureato in letteratura in tenera età (si diceva che avesse frequentato l’università a diciassette anni), si voltò in direzione di quella voce femminile scorgendo una ragazza con la mano alzata.
“Sì?” rispose pacatamente quello, facendo finta di non capire le sue intenzioni.
“Oggi…vorrei essere interrogata io, professore”
“Fammi dare un’occhiata ai tuoi voti…”

Silenzio di tomba: se Bulma Brief non avesse avuto bisogno di voti, allora tutti gli altri ragazzi sarebbero stati in pericolo di vita.
Chi, il pomeriggio precedente, aveva preferito studiare il romanticismo, piuttosto che godersi la splendida giornata di sole?

Bulma si stava mangiando le unghie.
Vegeta analizzava, silenzioso, la situazione.
Il professore non distoglieva lo sguardo dal registro.
I ragazzi tremavano interiormente.

-Bulma! Cosa combini?! Non vorrai rovinarti la manicure…- si disse la ragazza per costringersi a lasciare in pace le unghie smaltate.

“D’accordo…” sentenziò infine Fujihara, “forza, Brief! All’interrogazione!”
“Arrivo”

Bulma si alzò e, senza curarsi del fastidioso rumore della sedia che veniva brutalmente spostata, si incamminò verso la sua interrogazione.
Verso la sua vittoria.

Era in piedi alla sinistra del professore, pronta per rispondere a qualsiasi domanda le fosse stata posta.
Si sentiva come un atleta che, finito il riscaldamento muscolare, si mette in posizione per cominciare la sua corsa.

“Sono pronta” disse infine, più a sé stessa che all’insegnante.
“Bene…Allora cominciamo. Parlami del Romanticismo, poi sarò io a fermarti per qualche eventuale domanda”

-Un bel respiro…-

La ragazza sospirò e si lanciò in quello che si prospettava essere un lungo discorso sul fenomeno letterario.

“Il movimento romantico europeo ebbe origine nell'opera di alcuni letterati e ideologici tedeschi della fine del Settecento.
Si faceva una netta distinzione tra la poesia naturale, ‘Naturpoesie’, quella che esprime subito, con il sentimento, le caratteristiche di una nazione, e la poesia riflessa o d'arte che è quella che non nasce spontanea, ma nasce dalla imitazione dei modelli stranieri.
Il diverso atteggiamento che gli scrittori e i poeti assumono nella vita, fa si che nella produzione letteraria si sviluppino due correnti: la corrente soggettiva, che concepisce la poesia come una delle più alte espressioni di spirito, di fantasia, di sentimento dell' uomo, espressione spontanea degli ideali dell' artista. Costui da voce all' inquietudine e all' insoddisfazione dello spirito umano, al contrasto tra reale e ideale, tra finito e infinito che dilaniano il suo cuore. La poesia è fonte di introspezione, scavo interiore, analisi degli stati d' animo dell' autore che sono universali e accomunano tutti gli uomini. La corrente oggettiva, concepisce la letteratura come rappresentazione di una realtà lirico sociale; vuole rappresentare il vero esteriore, la vita e gli ideali degli uomini di un preciso tempo e luogo. Si sostenne che ogni nazione avesse la sua poesia, diversa per forma e lingua dalle altre, pertanto era assurdo che la poesia tedesca si rifacesse a quella dei greci o dei romani. Essa doveva trovare una poesia nuova e spontanea che fosse conforme alla sua storia e alla sua natura. Le caratteristiche degli scrittori di questo gruppo furono il disprezzo per tutte le forme dell'arte classica, l'idea di una poesia intesa come immediata adesione alla natura, l'ammirazione verso le fonti primitive dell'arte germanica, l'esaltazione di un tipo di eroe appassionato e ribelle ad ogni legge.”

Proseguiva sicura, appena il tempo di riprendere fiato tra un periodo e l’altro. Ai suoi compagni di classe sembrava di sentire la lettura di un libro di testo ad alta voce, piuttosto che una ragazza che parla.
Bulma era fatta così: se la si lasciava esporre un discorso lei era in grado di articolarlo alla perfezione, ma, se un insegnante la bloccava per porle delle domande più specifiche…spesso si ‘impappinava’.

Purtroppo così accadde.

Fujihara interruppe la parlantina di Bulma e, dopo aver sfogliato il libro, le pose questa domanda: “sappiamo che il Romanticismo non è soltanto una corrente letteraria…cosa sai dirmi del Romanticismo in arte?”

La ragazza, un attimo prima tanto fiduciosa e tranquilla, ora boccheggiava.
Nel suo cervello riecheggiavano quelle parole che le parevano prive di senso.
Un foglio bianco.
Panico.

-Romanticismo artistico… Romanticismo artistico… Romanticismo artistico… Romanticismo artistico… Romanticismo… artistico… artistico…-

“A-allo-allora…” cominciò titubante, “v-viene definita ‘romantica’ la scuola di…i…voglio dire le rappresentazioni artistiche che toccano la profondità e…le emozioni più intime dell’uomo…”

Non era da lei balbettare e arrampicarsi sugli specchi durante l’interrogazione e il Fujihara lo sapeva bene, quindi decise di non metterla ulteriormente in difficoltà. Le disse di continuare il suo discorso.
E la ragazza, presa da un’improvvisa felicità, riprese a parlare del Romanticismo in letteratura. Solo…con brio.

“Per quanto riguarda gli artisti romantici tedeschi, bisogna dire che in Germania si sviluppò tra il 1770 e il 1785 il movimento dello Sturm und Drang che vantava artisti come Goethe e Schiller, nel 1798 invece nacque ufficialmente il Romanticismo, con la pubblicazione del primo numero del giornale ‘Athenaeum’. Da allora si distinsero due diverse scuole: quella di Jena e quella di Heidelberg. Della prima facevano parte i due fratelli Schlegel, fondatori di quella rivista, e altri artisti come Novalis, Tieck e Schelling; della scuola di Heidelberg (che aveva tendenze campanilistiche) facevano parte autori come Von Chamisso e Brentano…”

-Ammirevole…MOLTO ammirevole: ha ricordato tutti i nomi tedeschi!-

Questi i pensieri di Fujihara che apprezzava la buona memoria e la forza di volontà della studentessa. Poi fermò nuovamente il flusso di informazioni per capire che era in grado di effettuare collegamenti.

“Molto bene, Brief! Adesso ti chiedo un’ultima cosa e poi puoi anche andare a posto…”

Nei grandi occhi blu di Bulma si poteva leggere una liberazione.

“Cosa ti dice il nome Byron?” chiese allora con un sorriso da furbetto.
-Lo so…lo so!! Sono a posto! Ormai è fatta!!!-

Dopo aver esibito un sorriso raggiante, Bulma attaccò a parlare del poeta romantico inglese. Una presentazione precisa e impeccabile.
Passando per la biografia, il pensiero e le opere, la ragazza si destreggiò abilmente fra storia e letteratura.

Sì: ce l’aveva fatta.

“Benissimo! Sono molto soddisfatto. Ti metto…un bel…nove…”
-Grande! Grandioso! Grandiosissimo! Sono un genio!!-
“…meno”

-Cosa?!?-

“Professore… nove meno? P-perché meno? È sicuro??”
“Non starai contestando la mia decisione, vero?”
“…No…”
“Perfetto. Allora vai a posto e accontentati”
“Sì, professore…”


La campanella decretò la fine di quell’ora infausta e Fujihara, dopo aver assegnato i compiti, uscì dall’aula.

Bulma stava appuntando sul suo diario il voto dell’interrogazione, con la testa sorretta pigramente da una mano a pugno, quando si ritrovò dinanzi la sagoma di un ragazzo.
Era Vegeta. La fissava sogghignando.

“Bene, bene, bene…Guarda un po’ chi ha perso la scommessa…”
“Non è vero!”
“Ah, no? Sbaglio o hai preso un nove MENO?”
“…È la stessa cosa”
“Non credo proprio…Hai già fatto i compiti per domani?”
“Ti ho detto che non vale!! Il nove ci sta, no? La scommessa diceva che l’avresti vinta se io avessi preso meno di nove, quindi otto…sette…sei…”
“Questo te lo sei immaginata tu. Allora? Ce li hai ‘sti compiti?”
“VEGETAAAAAAA!!!”
 

 

 

 

 

 

 

Che tesorini: evviva l’amore!
Su richiesta ho scritto questo capitolo su Bulma (da una certa persona che mi ha supplicato XD)…Ma il prossimo capitolo sarà dedicato a…rullo di tamburi…a Trunks! Mi sa che molti di voi non aspettavano altro, ihih.
Beh…Io ci proverò! ^^
Però ditemi cosa pensate di questa one-shot, ci conto! ^_-
Intanto ringrazio vivamente queste sante: angela3, trullitrulli, Angelo Azzurro, Sexxxychichi, Vegeta4ever, Umpa_lumpa, Gohan e Videl, Sgt, Dragonball93, jojoND e Dark Shinobi!
Graaaaazie! *_*
Alla prossima, amici! Vi voglio bene! (Come mai questo slancio di affetto improvviso? o_O nd voi)

                                                                                                              °Satsuriko°

 

 

 

 

 

 

 

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