Cuore di ghiaccio

di Wanda_Cara_Katnip
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologo ***
Capitolo 2: *** Luna di sangue ***
Capitolo 3: *** Prigionia ***
Capitolo 4: *** Troppi dubbi ***
Capitolo 5: *** -Nuove Conoscenze. ***
Capitolo 6: *** -Convivenza forzata- ***
Capitolo 7: *** -Padrona Cara ***
Capitolo 8: *** -Sei mio. ***
Capitolo 9: *** -Brutte notizie ***
Capitolo 10: *** -E guerra sia. ***
Capitolo 11: *** Avviso ***
Capitolo 12: *** -Tradimento. ***
Capitolo 13: *** -Accordi. ***
Capitolo 14: *** -Simili. ***
Capitolo 15: *** -Ritorno. ***



Capitolo 1
*** -Prologo ***


-Prologo
Erano giorni che marciavano ininterrottamente. Le loro pellicce ormai avevano preso l'odore della montagna fresco e pungente e del sudore dovuto a quella impegnativa e interminabile marcia. Jon Snow pensava che sarebbe caduto nella neve di li a poco, ora gli appariva come un dolce giaciglio dove potersi rifugiare, lontano da quella situazione, da quella guerra che nel profondo del cuore non riteva sua. Suo fratello Rob,  dopo la morte del padre, il grande Eddard Stark (in realtà il suo era stato un brutale assassinio avvenuto per mano di quel viscido re bambino Joffrey Baratheon), lui si che si batteva per qualcosa che era suo di diritto, si batteva per conquistare il Trono di Spade, per diventare il Re dei Sette Regni!.. Lui dopo tutto era solo un bastardo, non UN ma IL BASTARDO, figlio di Ed Stark e di chissà quale puttana.. Era diventato un guardiano della notte per scappare da quella che nel corso degli anni era diventata la sua casa, Ed lo aveva sempre trattato come un figlio leggittimo ma non poteva sopportare un attimo di più quello sguardo accusatore che vedeva negli occhi della matrigna Catelyn Stark, lo odiava, ne era sicuro..
Era diventato un ranger, era fiero di se stesso, portava il nero con grande orgoglio. Aveva faticato per raggiungere quella posizione e ora finalmente l'aveva superata, era riuscito a vedere cosa c'era oltre, finalmente aveva attraversato la Grande Barriera che divideva i Sette  Regni dal territorio dei Bruti, barbari che vivevano in tende di pelle e che si comportavano come animali. Era per loro che era andato in quelle lande cosi desolate, lui e tutto il corpo dei ranger avevano attraversato la Barriera perchè avevano ricevuto notizie di movimenti tra le fila dei Bruti, si vociferava in giro che Mance Rayder, il Re oltre la Barriera, aveva arruolato un vero e proprio esercito e che era pronto a conquistare i Sette Regni. Tutti dubitavano della veridicità di quelle parole ma il compito dei guardiani della notte era quello di vegliare, di protteggere i Sette Regni e quindi erano partiti, verso l'ignoto, verso paesaggi e luoghi sconosciuti, erano andati verso la possibilità di non fare ritorno e l'avevano fatto senza guardarsi indietro.

-Un freddo glaciale, chi l'avrebbe mai detto, eh?!-
-Beh IO l'avrei detto! Siamo al di là della barriera dopo tutto, no?!-
-Oh Jon dovresti rillassarti un po', sei troppo rigido!- detto questo Sam Tarly gli tirò una palla di neve dritta sul naso per poi scappare dal suo amico che stava preparando il controattacco.. Un tipo strano Sam, lui non voleva niente di tutto ciò, eppure si era offerto volontario per questa spedizione..
C'era un motivo se John non riusciva a rilassarsi e a concentrarsi a pieno sulla loro missione.. La sua attenzione era continuamente richiamata dal suo lupo, o meglio, era un metalupo una bestia enorme quanto maestosa, Spettro lo chiamava, aveva il manto candido come la neve che stavano solcando ma gli occhi rossi come braci ardenti. In realtà a preoccuparlo non era la bestia. Spettro era fin troppo a suo agio in mezzo a quelle terre desolate, chi continuava a distrarlo dal suo compito era lei, Cara..
 Chi l'avrebbe mai detto, una Mord Sith, una donna, in marcia con i guardiani della notte. Normalmente l'avrebbero cacciata in men che non si dica, ma non ci si può rivolgere malamente ad una Mord Sith a meno che non si voglia perdere una mano.. o la vita! Cara era ai servigi di Ed Stark, l'aveva voluta al suo fianco come guardia personale, nulla è più letale di una Mord Sith che protegge il suo signore! Quando purtroppo Ed venne giustiziato, Cara fu mandata alla bariera per affiancare Jon e i guardiani della notte, per fronteggiare la minaccia che arrivava dal nord come una nebbia silenziosa e devastante.

La Mord Sith era arrivata una mattina, lui era nelle stalle e gli era stato ordinato di fare spazio per un nuovo cavallo. Quando uscì dalla stalla lei era lì, in piedi nel cortile, che stringeva la mano al Lord Comandante, portava il tipico vestito delle Mord Sith, una tuta di pelle rossa e sul fianco una laccio di cuoio a cui erano legate due agiel, gli strumenti con cui le Mord Sith combattevano; bastava essere sfiorati dalla punta di quel bastone che una scossa di puro dolore attravarsava il tuo corpo lasciandoti stretto in una morsa tra la vita e la morte. Portava i capelli sciolti, erano così biondi che sembravano fili d'oro, un contrasto a dir poco sconvolgente con la candida pelle color dell'avorio e con le lebbra rosse come il sangue. Jon l'aveva capito, c'era qualcosa di diverso in quella Mord Sith, il fatto che avesse due agiel invece che una, portava i capelli sciolti e lunghi sulle spalle, non nella tipica treccia.. in più non vedeva una Mord Sith da quando suo padre l'aveva portato nel nord, ancora bambino. Si era ripromesso che avrebbe scoperto cosa c'era dietro a quella donna così misteriosa, ma non aveva fatto i conti con l'amore..





SPAZIO AUTRICE: Buonsalve a tutti.. allora questa è in assoluto la prima volta che scrivo qualcosa, tolti i temi (appena sufficienti) di scuola, non ho mia provato a scrivere niente del genere, quindi, vi prego, vi prego, vi prego, recensite, ditemi cosa vi  è piaciuto e cosa vi ha fatto vomitare ;) . Lo so non è molto su cui basarsi per il momento ma prometto di offrire di meglio la prossima volta, ho già pronto qualche capitolo per il futuro. Per quanto riguarda la storia è un crossover tra "Il trono di spade" e c'è anche un personaggio de "La spada della verità" che io personalmente amo (?) 
Spero di avervi incuriosito un po' e che continuerete a leggere..


 

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Capitolo 2
*** Luna di sangue ***


LUNA DI SANGUE 

Cara lo incuriosiva, non si erano rivolti spesso la parola, anzi, più che altro erano monosillabi quelli che la Mord Sith gli rivolgeva.. Non riusciva mai a capire quello che le passasse nella mente, mai un' emozione su quel viso perfetto, nessuna reazione improvvisa, nè stupore, nè paura, nè felicità, come faceva una persona ad essere così impassibile? Fatto sta che per lui quella donna rimaneva un grosso punto interrogativo.
Quando il Lord comandante le aveva ordinato di fare ricognizione, lei aveva acconsentito senza fare una minima protesta, cosa c'era di strano, vi chiederete? Beh quella era una notte particolare, si erano allontanati molto dalla barriera, avvicinati pericolosamente alle terre dei Bruti, ma la cosa più terribile era la luna.. Quella notte la luna era rossa, una luna di sangue, le antiche leggende raccontavano  che in notti come quelle i padroni dei territori oltre la barriera non erano i Bruti, ma qualcosa di molto peggio. Quelle erano le notti in qui gli ESTRANEI uscivano dalle loro buche di terra sudicia e andavano in cerca di anime, di vite da rubare.. Cavalcavano i loro cavalli con la pelle che si staccava a pezzi dai colli muscolosi,con i possenti zoccoli facevano rimbombare il terreno fin nelle viscere della terra come un' orda di tamburi che infuriavano nella notte. Scrutavano l'oscurità con occhi di un azzurro innaturale, occhi che non appartenevano a nessun essere umano.. Quelle erano notti che persino i più coraggiosi tra i ranger non osavano sorvegliare.. Jon la vide allacciare le sue agiel al fianco, stringere gli stivali e partire verso il buio della notte illuminata solo da quella inquietante luce rossastra.. Non poteva farla andare da sola, avrebbe tenuto fede al giuramente dei guardiani della notte, l'avrebbe seguita e protetta, anche se non sembrava affatto bisognosa di protezione..
Raggiungerla fu più difficile di quanto aveva immaginato, Cara era partita solo pochi minuti prima di lui ma lo aveva già distanziao notevolmente. Poi la vide, in piedi su un grosso masso che scrutava l'oscurità, si fermò per osservarla meglio, quella luce innaturale la faceva sembrare uno spettro, una creatura delle fiabe, ma fiabe di paura! Sentì un fruscio e si girò per vedere cosa fosse, quando si voltò per ammirare di nuovo quella fantastica creatura, lei era spaita, poi tutto accadde velocemente. In un attimo si trovò per terra attraversato da un'ondata di dolore insopportabile, un bruciore che partiva dalla schiena e si diramava giù per le gambe, stava andando a fuoco! Poi velocemente come era arrivato, il dolore finì, sostituito da una presa ferrea sulle spalle, questa faceva quasi più male! 
-Che diavolo ci fai tu qua? Per poco non ti facevo fuori!
 Jon tossì di dolore ma riuscì a svincolarsi dalla presa e a rimettersi in piedi -Il Lord Comandante mi ha ordinato di venire ad aiutarti.- Mentì lui.
Cara non sembrò per nulla convinta da quella spiegazione, ma non fece domande e tornò sulla roccia, chiudendosi nel suo solito cocciuto silenzio.
-E così tu saresti una Mord Sith? Che strano, sei la prima che vedo.-
-Già, e sarò anche l'ultima, credimi!-
-Perchè? Cosa intendi con questo?-
-Perchè ormai le Mord Shit non esistono più, dopo avermi cacciata via dalla nostra casata sono partite, sempre in cerca di nuove avventure, sempre in cerca di un nuovo signore degno dei loro servigi.-
-Stai dicendo che le tue stesse sorelle ti hanno abbandonata? Perchè?-
-Secondo loro il mio signore non era abbastanza meritevole della mia protezione, non ti serve sapere altro per il momento.. Perchè tutte queste domande? Il nostro compito è quello di fare la guardia, non di diventare amichette del cuore!-
Cosa mai aveva visto di così speciale in quella donna? Ma che dice donna?! Quella "cosa" non era una persona, parlava senza una sfumatura di sentimento nella voce, gli aveva appena detto che era stata abbandonata da quelle che credeva le sue compagne senza un minimo di rimpianto! Passarono il resto della notte nel silenzio assoluto fino al mattino seguente. Tornarono all'accampamento e furono di nuovo pronti a camminare, ancora passo dopo passo, miglia dopo miglia.
La Mord Sith anticipava sempre di qualche metro il gruppo di Corvi, solo Spettro trovava piacevole la sua compagnia tanto da stare sempre al suo fiaco.. Jon ogni tanto buttava un occhio verso quella figura rigida, che non sembrava patire neanche il freddo pungente della montagna.
Gli si avvicinò il Lord Comandante incuriosito da quelle continue occhiate..
-Ciò che è selvatico non potrà mai essere addomesticato, liberatene fin che sei in tempo ragazzo! -
-Lord Comandante, Spettro è con me fin da quando ero un giovane scudiero, non lo definirei proprio "selvatico"-
-Non stavo parlando del metalupo, la Mord Sith, è la prima volta che ne vedi una, non è vero?-
-In realtà sì..-
-Immaginavo, loro non sono fatte per i sentimenti, per i legami affettivi, non sanno neanche che cosa siano. Combattere e uccidere, questo e tutto ciò che è stato insegnato loro.  Non cambierebbe, per nessuno! Mettitelo in testa e affretta il passo ragazzo.-
Quello che Jon aveva definto amore si rivelò per essere in realtà un grosso errore di valutazione da parte del giovane, sicuramente provava qualcosa di forte per Cara, un attaccamento quasi morboso che non riusciva a spiegarsi.. Forse era quella nuvola di mistero che avvolgeva il passato della ragazza ad incuriosirlo. Perso nelle sue considerazioni, Jon si allontanò di parecchio dall'accampamento, quando riaffiorò dai suoi pensieri ormai la macchia nera dei Corvi non si distingueva più, ma non sarebbe tornato indietro, almeno non per il momento, aveva ancora molto a cui pensare. Gli mancavano i suoi fratelli: Rob che lo aveva sempre aiutato e reso abile con la spada, Sansa sempre impegnata con i suoi lussuosi vestiti ma che era sempre molto gentile con lui, il piccolo Bran con cui amava giocare. Ma più di tutti sentiva la mancanza di Arya, la sorella minore, quella ragazzina era agguerrita, a lei non importavano le bambole o i vestiti, lei voleva imparare a padroneggiare la spada, a tirare con l'arco, ad andare a caccia; Jon le aveva già insegnato tutto ciò che sapeva, ma a lei non bastava, voleva diventare una guerriera e imparare tutto sull'arte della guerra!
 Decise che per quel giorno avrebbe smesso con i pensieri tristi e cominciò ad allenarsi un po' con gli affondi, quando una macchia di grigio richiamò la sua attenzione. Subito dopo ne vide un'altra con la coda dell'occhio e poi un'altra, si muovevano veloci attorno a lui e poi tutto d'un tratto si fermarono e finalmente riuscì a capire, riuscì a dare una forma a ciò che stava vedendo: Bruti. Un gruppo di Bruti lo aveva trovato e ora era in trappola, prima di riuscire a gridare aiuto venne colpito alla testa e tutto il mondo, tutto ciò che era intorno a lui, coperto dalla bianca neve, divenne improvvisamente nero.

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Capitolo 3
*** Prigionia ***


-Prigionia.


Il risveglio fu uno dei peggiori della sua vita. Non riusciva ad orientarsi, forse perché tutto intorno a lui era buio e poi il dolore alla nuca, quello era insopportabile. Ma non poteva pensare al dolore, doveva mettere in chiaro la situazione, capire dov'era e quali erano le prossime mosse da fare! Probabilmente si trovava in una grotta, ma stranamente non riusciva a vedere la luce che normalmente dovrebbe arrivare dall'entrata.. Si guardò intorno stranito.. Poi alzò la testa e fu allora che la vide, l'entrata di quella caverna, anzi, aveva tutto l'aspetto di un buco quello in cui era finito.. La poca luce che filtrava gli permetteva di vedere quello che aveva intorno, era in una stanza piuttosto ampia, riusciva a malapena a vedere le pareti di terra immerse nel buio che salivano verso l'alto e che a circa sei o sette metri terminavano dove c'era l'imboccatura di quella prigione. Era in trappola! Nessuno avrebbe mai potuto scalare quelle pareti di terra friabile, o saltare cercando di raggiungere l'imboccatura. Era in trappola e non aveva la minima idea di cosa poter fare.
Le ore passavano ormai lentissime, non sapeva da quanto tempo fosse lì, non sentiva un rumore, non vedeva un'ombra passare vicino alla buca. E se i Bruti lo avessero lasciato lì a morire? No! Non poteva essere! Di colpo l'aria si fece più pesante, le pareti sembravano avvicinarsi sempre di più, il panico si impadronì del suo corpo facendolo urlare di paura.
Una risata richiamò la sua attenzione, non c'era nessuno lì con lui, quindi doveva per forza arrivare dall'alto oppure era semplicemtnte diventato pazzo!
-Hei, pensavo che i Corvi fossero coraggiosi! Invece sanno solamente urlare come puttane terrorizzate AHAHA-
-Oh Kronk, lascialo in pace, probabilmente se la sta facendo sotto solo guardandoti in faccia!- e giù altre sghignazzate. Non lo avevano lasciato lì a morire, lo tenevano in gabbia come si fa con gli animali che prima o poi finiscono nel tuo stufato. 
- Dai forza aiutami a tirarlo fuori, il Lord delle Ossa vuole vederlo!-
Gli lanciarono un corda che Jon dovette afferrare e lo issarono su. Come mise piede all'esterno venne legato e trascinato come un cane. I suoi carcerieri, quelli erano proprio tipi strani, le loro vesti erano un ammasso di pelli di animali che puzzavano come carcasse putrefatte, i loro capelli erano ridotti ad una zazzera di dubbio colore e parlavano sguaiatamente, da quelle bocche uscivano più insulti rivolti ai corvi che altro.
-Eccoci qua Lord delle Ossa, abbiamo portato il corvo, stava urlando come una ragazzetta AHAHA-
-Ti ringrazio Kronk, ora levati dai piedi e vai a fare qualcosa di utile! Allora bene, molto bene, cosa abbiamo qua? Pff niente di importante, questo cucciolo non ha neanche la barba ahaha. Quelli che abbiamo preso la settimana scorsa erano prede molto piu grosse!-
Quelli che hanno preso la settimana scorsa? Ma a cosa diavolo si stava riferendo? Quell'uomo non gli piaceva e non solo perchè era un Bruto, anzi, il capo dei Bruti, c'era qualcosa nei suoi occhi, una nota di crudeltà che non aveva mai visto in nessuno.. Poi capì a cosa il "Re" si fosse riferito prima.. In una gabbia fatta di ossa c'erano dei guardiani della notte... Ma, no! Come poteva essere?! Quello era  Qhorin il Monco, era partito la settimana scorsa con altri due uomini per raggiungere i Bruti prima del contingente e spiare le loro mosse. E invece era  stato catturato. Ora la domanda era solo più una, perchè erano ancora vivi? Che cosa volevano da loro?
-Molto bene, allora dimmi Monco, questo qui è uno dei tuoi uomini? Che ne dici se lo faccio ritornare all'accampamento? Un pezzo alla volta ovviamente!-
-Perchè dovresti farlo? Lui non può dirti niente, ha la faccia di uno che non capisce neanche quello che gli sta succedendo ora!-
-Allora  magari sarai tu a dirmi quello che sai? O vuoi vedere un altro dei tuoi uomini fatto a pezzi? Ieri quando abbamo giocato con uno dei tuoi compagni non hai fatto troppe scene, magari con questo ragazzino il tuo cuore di ghiaccio si scioglierà?-
Cosa?! Nella gabbia i Corvi erano solo due, il Monco e un altro uomo che non conosceva.. ma dov'era Cedric?? No! Non poteva essere, il Lord delle Ossa stava mentendo! Quorin non glielo avrebbe mai permesso, non gli avrebbe mai lasciato massacrare un suo compagno!
Ma non ebbe tempo per pensare, il Lord delle Ossa lo afferrò e lo portò lontano dalle tende, in una pianura, altri due Bruti lo seguivano portando con loro il Monco e il ragazzo senza nome. Si fermarono al centro dello spiazzo, la neve lì era rossa, sembrava che un maiale fosse stato sgozzato e che il suo sangue fosse stato assorbito dalla neve, destinato a restare così per sempre. Ma Jon sapeva che quel sangue non era appartenuto ad un maiale, quello era il sangue di Cedric, versato per uno stupido segreto che il Monco non aveva voluto rivelare. Jon fu accecato dalla rabbia, si liberò dalla presa del Lord delle Ossa e saltò addosso al Monco. Purtroppo non aveva un'arma ma le sue mani sarebbero andate bene ugualmente! Tirò un pugno dietro l'altro, una raffica di colpi micidiali, quando ormai la faccia del Monco era ridotta a brandelli sanguinanti, passò al collo, glielo strinse in una morsa letale, non gli avrebbe lasciato scampo.
-AHAHA questo ragazzino è agguerrito! Tiralo su Kronk o finisce che lo ammazza veramente.-
Jon purtroppo dovette rinunciare e lasciò il collo del mal ridotto Monco, ma non sarebbe finita li!
-Diamine ragazzo l'hai proprio ridotto male, la tua furia potrebbe servirmi, per fortuna abbiamo qualcun'altro che potrebbe indurre il Monco a parlare. Kronk, tieni il cucciolo infuriato e dammi l'altro.
No! Sarebbe successo di nuovo. NO!! Guardò il Monco ancora per terra, quello che stava per succedere al ragazzo non gli importava minimamente. Non avrebbe mai rivelato la strategia al suo nemico neanche se al posto di quel ragazzo ci fosse stato il suo stesso figlio!
Il Lord delle Ossa afferrò per la nuca il ragazzo e lo fece mettere in ginocchio, proprio in mezzo alla chiazza di sangue. Afferrò il suo coltellaccio e cominciò ad incidergli il volto, dalla tempia scese giù fino alla mascella, lentamente. L'urlo del ragazzo fu straziante, Jon non aveva mai sentito niente di più terrificante, non l'avrebbe mai dimenticato, quell'urlo gli avrebbe fatto compagnia nei suoi più terribili incubi. Il sangue cominciò a sgorgare dalla profonda ferita, poi il coltello prese un' altra strada, gli afferrò una mano e cominciò ad incidergli i polpastrelli, proprio sotto l'unghia, uno dopo l'altro, con una lentezza logorante, le urla continuavano disumane.. Il Monco non fece una piega, guardava quello spettacolo con la faccia sanguinante per le botte, ma non sembrava provare dolore, nè per se stesso nè per quel povero ragazzo.
Poi il Lord delle Ossa si fermò, guardò il Monco e disse: -Allora ci sentiamo un po' più in vena di confessioni?- Il Monco lo guardò e poi sputò sangue per terra.
-Bene allora, tanto mi stavo divertendo.- Questa volta lasciò il coltelaccio e cominciò a tirare calci sul corpo agonizzante del povero ragazzo, c'era qualcosa che non andava, il suono che lo stivale faceva quando raggiungeva le costole era sordo, sembrava quasi.. metallico! Jon rabbrividì mentre pensava di che cosa potessero essere fatte le punte di quegli stivali!.. 
Ormai il ragazzo non urlava neanche più, probabilmente era svenuto.. Gli unici rumori che si sentivano erano gli sbuffi di fatica che faceva il Lord delle Ossa e le risatine sommesse del Monco. -Non capisci, vecchio Bruto?! Quello che stai facendo non mi tocca nell'anima, non la sfiorna neanche. E' tutto inutile.. non mi importa di quel ragazzo, può anche morire!-
Mentre il Monco parlava, l'attenzione di Jon fu attirata da un ringhio basso, avrebbe riconosciuto quel verso dappertutto, ma ora era sicuro che si trattasse solo di un'allucunazione. Si ritrovò comunque a scrutare la boscaglia vicina nella speranza che quello non fosse solo un sogno. E li vide, due occhi rossi come il fuoco stavano osservando la scena, aspettavano il momento giusto per attaccare. In un attimo il metalupo scattò e con un unico balzo atterrò su uno dei carcerieri staccandogli la testa con un unico movimento. Poi fu la volta di Kronk, il quale purtroppo non fu così fortunato visto che stava tenendo prigioniero Jon. Spettro lo agguantò e lo trascinò nel bosco, si sentivano solo le urla strazianti e dei fruscii.. come se qualcosa venisse strappato.. Per fortuna erano abbastanza lontani, nessun Bruto avrebbe potuto sentirli.
Il Lord Delle Ossa era rimasto sbigottito, rimasto impietrito dallo stupore. Poi si irrigidì di colpo, sulla faccia un'espressione di sofferenza e tormento e poi cadde immobile con la faccia nella neve insanguinta e lì rimase, senza più muoversi. Dietro di lui apparve Cara che stava rinfoderando le sue agiel, con una certa soddisfazione dipinta su quelle labbra perfette. Spettro fece ritorno dalla boscaglia con il manto candido macchiato di sangue e con una mano strappata in bocca, portata come se fosse un trofeo!
-Beh, siamo arrivati giusto in tempo! Sbaglio o non ve la stavate passando troppo bene?-
-Cara, come avete fatto a trovarci? Nemmeno io so dove mi hanno trasportato quando ero svenuto!-
-Il tuo lupo! Penso che lui abbia seguito il tuo odore, e io ho seguito lui!-
-Beh non so come ringraziarti, davvero, grazie!-
-Non ce n'è motivo, non ho fatto niente di tanto speciale. E ora andiamocene di qua prima che qualcuno si accorga di cosa è successo.-
-Aspetta, non possiamo lasciarlo qua! Questo ragazzo è gravemente ferito, potrebbe morire!-
 -Jon.. questo ragazzo è morto! Probabilmente soffocato dal suo stesso sangue, mi dispiace.. Questo qua invece sembra ancora vivo, anche se mal ridotto.. Ma che diavolo gli è successo?!-
Jon non rispose a quella domanda, si vergognava di quel momento di ira devastante che lo aveva assalito. -Dobbiamo riportarlo all'accampamento, ha bisogno di cure- disse Cara.
-NO- 
-Come? E' un guardiano della notte, no?! Dovremmo riportarlo all'accampamento!-
-NO! Lui non è piu uno di noi, lo lasceremo qua!-
-Ma lo ammazzeranno se lo lasciamo qua, non che mi importi sinceramente, ma credo che il Lord Comandate lo rivoglia nei suoi ranghi.
-Ti ho detto che lo lasceremo qua! Deve essere punito per ciò ce ha permesso a quei barbari di fare ai miei compagni.. E nessuno meglio dei Bruti saprà ricompensarlo per ciò che ha fatto! E ora andiamocene. Dai Spettro, vieni.-
La Mord Sith lo guardò stupita mentre si allontanava.. Ma che diavolo era successo in quella radura? Cosa aveva indotto quel ragazzo a cambiare così tanto e in così poco tempo? E soprattutto chi aveva ridotto in quel modo il Monco? Avrebbe voluto sapere ogni cosa, per fortuna il viaggio di ritorno sarebbe durato abbastanza, si sarebbe fatta spiegare tutto! Che strano, un tempo niente faceva nascere in lei la curiosità o qualsiasi altro sentimento.. Bah, scacciò con un gesto della mano quei pensieri, lei era una Mord Sith, l'ultima! Non era cresciuta per "provare sentimenti", il suo compito era quello di combattere.. 
Peccato che non sapeva che ormai non era più così, non erà piu una macchina da guerra fredda e razionale, questa nuova vita la stava cambiando e molto presto se ne sarebbe accorta anche lei!

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Capitolo 4
*** Troppi dubbi ***


Troppi dubbi.

 
Ancora poche miglia e sarebbero arrivati all'accampamento e Jon non aveva ancora proferito parola.. Cara non riusciva a crederci! Voleva sapere cosa era successo a quel ragazzo di solito così gentile, ma niente.. Non ci fu verso di farlo parlare. Quando furono arrivati, le rivolse un semplice cenno con la testa e si ritirò nella sua tenda seguito da Spettro.. Basta, questo era troppo, Cara decise di andare dal Lord Comandante e fece rapporto, raccontò ogni cosa, del giovane guardiano della notte morto, della strage dei Bruti e dell'uccisione del loro Re. Ma ci fu una cosa che non riuscì a raccontare, quando le venne chiesto di Qhorin il Monco, disse che né lei né Jon l'avevano visto. Non sapeva perchè lo stesse facendo, non sapeva perchè voleva protteggerlo.. L'unica cosa che sapeva era che se avesse raccontato che Jon aveva lasciato il Monco in mano ai bruti probabilmante a lui sarebbe toccata la stessa sorte e lei non voleva che accadesse.. Si disse che era perchè voleva ancora scoprire cosa era realmente successo, ma in realtà sapeva, e aveva paura che il motivo per cui lo aveva protetto era che forse cominciava a tenere a quel ragazzo..
 Jon era nella sua tenda, non era ancora andato a fare rapporto.. Non poteva, non adesso. Ciò che era successo l'aveva profondamente colpito, lasciandolo in uno stato di apatia quasi totale. Spettro cercava di attirare la sua attenzione sbuffandogli sui capelli, ma nemmeno lui riuscì a distoglierlo dai suoi pensieri.. Perchè era successa una cosa talmente orribile? Due ragazzi erano morti sotto gli occhi di quell'uomo che non aveva fatto niente per salvarli, che aveva riso mentre questi venivano brutalmente torturati e assassinati.. Non aveva mai assistito a niente del genere, quello che era successo quel giorno gli aveva fatto cambiare la visione del mondo e non poteva sopportarlo. Decise che in futuro avrebbe combattutto contro chiunque commetteva certi scempi, ma l'avrebbe fatto ancora più ferocemente contro chi permetteva che questi accadessero senza alzare un dito! I suoi pensieri vennero interrotti improvvisamente. 
-Seguimi, muoviti!- 
Era Cara..però, quella ragazza conosceva proprio bene l'educazione! Ma Jon fu costretto a seguirla, dopo tutto era lei che lo stava chiamando, era curioso di sapere cosa lei voleva da lui.. La seguì mentre attraversava l'accampamento e poi verso la boscaglia, raggiunsero una caverna e Cara ci entrò dentro.. Jon esitò un attimo, da dentro arrivò una voce derisoria: 
-Che c'è hai paura del buio?-
 Ma perchè mai l'aveva seguita? Bah.. La Mord Sith accese un fuoco così da riscaldare l'ambiente e si fermò per un istante a studiare le fiamme.. Era così bella, aveva gli zigomi alti che gli donavano serietà ma anche eleganza al volto, ciglia lunge e folte che incorniciavano il suo sguardo e gli occhi di ghiaccio, quegli occhi.. Erano duri, erano pozzi scuri in cui non si riusciva a scorgere niente, non un emozione, non un sentimento.. Quelli erano occhi tormentati da chissà quale passato fatto di violenza..
 -Ho fatto rapporto.-
 -Tu, cosa?!-
 In quel momento non gli importò minimamente di trovarsi davanti ad una potentissima Mord Sith. Balzò in piedi e cominciò ad urlare.
 -Come ti sei permessa? Non avevi nessun diritto, non hai la più pallida idea di quello che è successo laggiù, avresti dovuro tenere la bocca chiusa! Non sai perchè ho preso la decisione di lasciare lì il Monco! -
 Cara era visibilmente irritata ma non si scompose.
 -Esatto! Non so quello che è successo laggiù ed è per questo che voglio che tu me lo racconti! Ora! E' questo il motivo per cui ti ho portato qua, voglio sapere che cosa ti ha indotto a cambiare così tanto!-
 Jon era ancora infuriato, ma non poteva rifiutarsi di raccontarle tutto, era quello che aveva sempre voluto dopo tutto no? Voleva conoscere di piu quella donna, lui VOLEVA quella donna.. E fu così che decise.. Le raccontò come le cose erano andate, le raccontò di Cedric, delle urla disumane di quel povero ragazzo e dei sogghigni del Monco, le raccontò quanto questo aveva lasciato dei segni sulla sua pelle e della sua decisione di combattere in futuro situazioni come quella. La Mord Sith rimase in silenzio per un po'.. poi gli si avvicino e fissò, con i suoi occhi di ghiaccio, quelli marroni di Jon. 
-Io so quello che provi, la mia vita è stata un susseguirsi di situazioni come questa.-
 Era piuttosto a disagio, Jon se ne era accorto. Sapeva che per lei quella era una situazione estranea, molto proabilmente lei non si era mai trovata così vicina ad una persona, se non per ucciderla, e soprattutto non si era mai trovata nella situazione di dover consolare qualcuno.. Cara non riusciva a credere a se stessa, cosa stava facendo? Non provava nulla per quel ragazzo eppure era lì a cercare di consolarlo! Gli dispiaceva che lui fosse triste.. E ora perchè la stava guardando così? Cosa significava quello sguardo? Non sapeva perchè ma non gli piaceva quella situazione, cercò di allontanarsi ma a quel punto era troppo tardi, le labbra di Jon avevano trovato le sue e staccarsi da quel calore era pressochè impossibile per lei ora.. Le mani di lui correvano veloci sul suo corpo, una scese sulla base della schiena mentre l'altra si aggrappò ai suoi capelli di seta, anche Cara non aveva più possesso del suo corpo: le sue dita seguivano il profilo di quel viso dai tratti così dolci per poi scendere sul collo e poi ancora, ancora voleva le sue labbra ancora.. Era una situazione strana, estranea per lei.. I suoi compagni erano sempre stati suoi schiavi, li sceglieva solo perchè pochi erano in grado di resistere ad una Mord Sith. Non aveva mai provato nulla per nessuno di loro, anche questa volta non era particolarmente interessata a quel ragazzo, ma qualcosa di lui la incuriosiva e decise di aspettare a respingerlo. Nel frattempo il bacio continuava, entrambi erano ormai a corto di fiato. Jon non riusciva a crederci, quella donna così rigida era riuscita a sciogliersi, e lo aveva fatto tra le sue braccia! Ma all'improvviso si staccò da lui, lo guardò con uno sguardo che aveva qualcosa di accusatorio e scappò via. Jon non sapeva a cosa pensare, gli era piaciuto baciarla, ma qualcosa non andava, si aspettava di essere travolto dalla passione che quegli occhi e che quelle labbra sembravano promettere. Rimase nella caverna ancora per molto a pensare a quel bacio, ma senza venire a capo dei sentimenti che provava per Cara.
 La Mord Sith era furiosa, se gli fosse capitato qualcuno tra le mani probabilmente l'avrebbe colpito con le sue agiel. Non poteva credere a quello che aveva fatto! Tempo fa si era ripromessa che nessuno avrebbe visto ciò che era in realtà! La sua rigidità e il suo distacco potevano anche essere solo una facciata, ma nessuno doveva saperlo.. Le sue sorelle lo avevano scoperto e guarda come era finita.. Le avevano tagliato la treccia deridendola e l'avevano cacciata abbadonandola, solo perchè il suo non era un cuore di pietra come il loro.. Basta! Non avrebbe più permesso a Jon Stark di condizionarla! Lui era buono, puro, cosa che lei non è mai stata! Lei si era macchiata di crimini molto peggiori di quello a cui aveva appena assistito Jon e che lo aveva sconvolto così tanto! Lei era sbagliata, avrebbe contaminato l'anima pura di Jon con la sua, che grondava di sbagli e peccati.
 Il mattino seguente fu convocata nella tenda del Lord Comandante. Quando entrò, ad aspettarla c'era anche Jon. Ma che diavolo! Perchè non la lasciava in pace!? 
-Cara, Jon, vi ho fatti chiamare perchè ho bisogno che torniate indietro, alla barriera hanno bisogno di voi e qua due soldati in meno non fanno grande differenza!.-
 Cara azzardò una protesta, non era nella sua natura tacere.
 -Ma, Lord Com...-
 -Silenzio! Questa è una mia decisione ed è irrevocabile! Ora andate, partirete domani mattina all'alba- 
Oh, non ci poteva credere, quella era la peggiore delle punizioni! La strada per il ritorno era lunga e avrebbe dovuto farla con Jon! Dal canto suo il ragazzo non era poi così dispiaciuto. Si disse che era un' occasione per capire ciò che provava per Cara!  
[...]
Dovevano sbrigarsi o non sarebbero mai riusciti a raggiungere la barriera in tempo! Cara li sentiva, erano lì alle sue spalle, pronti ad assalirla, sempre più vicini! Ma dove era finito Jon?! Fino a poco fa era al suo fianco e ora era sparito! Non potevano averlo preso i Bruti, no, non se lo sarebbe mai perdonata! Si stava chiedendo cosa avrebbe potuto fare.. Combattere era fuori discussione! Sarebbe riuscita ad abbatterne una decina, ma dal fracasso che facevano aveva capito che erano molti di più. E poi una disgrazia, nel buio non vide una radice e il suo piede si impigliò, lei cadde rovinosamente a terra.. In un attimo le furono addosso. Riuscì miracolosamente ad alzarsi e sfoderò le sue agiel, appena sfiorava con la punta i cuori di quei barbari, quelli cadevano come mosche, ma non sarebbe potuta andare avanti ancora per molto, quel tipo di attacco richiedeva una forza che lei non aveva più, esauritasi nella corsa disperata. Ben presto non riuscì più ad impugnare le sue fedeli compagne e dovette gettarle. Non gli rimanevano che le sue mani e la sua esperienza.. Fu in grado di eliminare ancora qualche avversario ma poi fu sopraffatta dalla stanchezza e dal numero schiacciante dei nemici. Era la fine, un uomo alzò sulla sua testa una spada particolarmente affilata e si preparava ad abbassarla con tutta la forza che aveva in corpo! Ma poi un lampo bianco squarciò la notte portandosi via il braccio di quel barbaro. In un attimo si generò il caos tra i Bruti che non capivano e non riuscivano a vedere cosa li stesse decimando alla velocità della luce. Ma Cara aveva capito, aveva riconosciuto quegli occhi spiritati, poi subito dopo arrivò anche Jon, stringeva qualcosa o qualcuno in mano ma Cara non riuscì a capire cosa fosse perchè in quel momento il mondo cominciò a rallentare e a farsi sempre più buio e lei svenne. Quando si risvegliò non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma si stupì di trovarsi in un letto, al caldo,e soprattutto non in una tenda, ma in una vera e propria stanza, con un camino e tutti gli agi. L'ultima cosa che ricordava era Spettro che faceva strage di Bruti. Era un po' mal ridotta, doveva ammetterlo, ma tutto sommato era stata anche peggio. Decise quindi di alzarsi e scoprire dove fosse. Appena uscì dalla stanza riconobbe l'ampio cortile in cui i giovani ranger si allenavano, l'imponente castello che si ergeva sopra di esso e le mura difensive che lo circondavano.. Era tornata, ormai le lande desolate oltre la barriera erano lontane. Lei era di nuovo al Castello Nero!

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Capitolo 5
*** -Nuove Conoscenze. ***


-Nuove conoscenze.


Cara finalmente era tornata! Era sopravvissuta a quel terribile attacco dei Bruti! Ma cosa era successo? Non ricordava molto di quella notte.. Avrebbe dovuto chiedere a Jon. Ecco a proposito, dov'era finito? Andò in cucina a cercarlo...Wow non si ricordava da quanto tempo non sentiva quel profumo, il cuoco aveva appena sfornato il pane.. quel profumo caldo e fragrante, il suo stomaco affamato avanzò qualche protesta.. Si, finalmente era a casa!
Ma non poteva lasciarsi distrarre, avrebbe pensato a sfamarsi più tardi. Doveva trovare Jon! Andò nelle stalle ma non era neanche lì. Oh ma dove diavolo si era cacciato?! Pensò di uscire dal castello, magari era andato a fare un passeggiata.. Decise di prendere la scorciatoia che passava per le prigioni. Avrebbe fatto più in fretta e poi non le andava di incontrare nessuno. Prese quel corridoio che man mano che avanzava si faceva sempre più buio. L'aria diventava sempre più fredda e umida, era assurdo come quel posto le ricordasse il luogo in cui era cresciuta, il castello delle Mord Sith non era certo un posto confortevole! Si avvicinò alle gabbie in cui solitamente i guardiani della notte rinchiudevano i fuorilegge, che sudiciume! Quel posto non veniva pulito da chissà quanto tempo, là il tanfo di putrido era insopportabile, ma mai quanto quei grossi topi che rosicchiavano persino i pesanti catenacci. Cara odiava i topi! Quando era piccola, era stata punita e le Mord Sith l'avevano chiusa in una cella per giorni. Si ricordava ancora quelle orrende bestioline che le rosicchiavano la punta degli stivali e quando si addormentava le tormentavano le orecchie con quei dentini aguzzi. Mentre si affrettava per lasciarsi alle spalle quell'orribile posto sentì un rantolo, proveniva da una delle celle più buie.. Strano, pensava che in quel periodo nessuno fosse tenuto nelle segrete. Si avvicinò per vedere chi fosse, quelli che il prigioniero aveva addosso sembravano i vestiti di un guardiano della notte.. Cara aguzzò la vista, anche se in quel buio era impossibile distinguere qualcosa.. E poi lo riconobbe, la faccia massacrata, come se fosse stata riempita di pugni e ne era sicura, stava indossando la divisa dei ranger!
-Mmh bene bene, una Mord Sith che viene a fare visita ad un Monco! Sono proprio fortunato!-
Com'era possibile?! Non poteva essere vivo, l'avevano lasciato in balia dei Bruti pensando che lo avrebbero massacrato! Cara non diede a vedere il suo stupore, rimase immobile e glaciale come sempre.
-Strano, pensavo che ormai fossi sotto terra, in compagnia dei vermi!-
-AHAH sei così dolce! Invece sono ancora qua, e per poco non ti tagliavo quella bella testolina!-
Cosa?!? Era lui che la sera prima l'aveva quasi uccisa? Ma, come poteva essere? Quella feccia umana si era alleata con i Bruti?
-Dimmi, ti sei per caso trovato a tuo agio con quelle bestie che si fingono umani? Tutto ciò che sei è un traditore, oltre che ad un codardo! E rimarrai qua a marcire per il resto della tua insulsa vita con i ratti che ti roderanno il fegato!-
Detto questo Cara si voltò e se ne andò, lasciando il Monco che le lanciava una sfilza di insulti impronunciabili.
E così era il Monco che Jon teneva stretto quando l'aveva visto prima di svenire, chi l'avrebbe mai detto.. Chissà quali balle aveva inventato per convincere i Bruti a lasciarlo in vita!
Comunque non era ancora riuscita a trovare Jon, decise di andare al lago vicino al Castello Nero. Lo trovò lì, seduto su una pietra intento a studiare il suo riflesso nell'acqua limpida. C'era qualcosa di strano nella sua espressione..
-Ti ho cercato dappertutto!-
Jon si girò, sembrava stupito di vederla.
-Cosa ci fai in piedi? Saresti dovuta rimanere a letto a riposare!-
-Pff, non ne ho bisogno, sto bene!-
Jon tornò con l'attenzione rivolta alle lievi onde che lambivano la costa.. Cara riconobbe quell'espressione, Jon era triste! Ma per quale motivo? Erano arrivati al Castello sani e salvi, aveva catturato il Monco e soprattutto erano tornati nei Sette Regni dove non dovevano più preoccuparsi di attacchi dei Bruti o di altre creature pericolose. Ma allora che cosa gli prendeva?
-Jon! Cosa succede? Mi sembri.. triste!-
-Lascia stare, non capiresti.-
Cara rimase ferita da quelle parole. Sicuramente lui pensava che il suo cuore fosse di ghiaccio e che quanto aveva da dire non le sarebbe importato, ma era veramente preoccupata da quell'espressione. Jon si alzò e cominciò a camminare lungo la riva. Sicuramente era anche risentito per ciò che era accaduto nella caverna, ma a Cara non importava niente, voleva sapere cosa era successo!
-Fermati! Ti ho cercato per tutto il Castello, ho visto il Monco nelle prigioni.. - A quelle parole un sorriso malefico attraversò il viso di solito gentile del ragazzo.
-Già, finalmente quel bastardo avrà quello che si merita!-
-Giusto, ora dimmi cosa ti preoccupa.-
Jon si rassegnò e tornò a sedesi di fianco alla Mord Sith.
-Questa mattina è arrivato un messaggero. Ha detto che lo mandava mio fratello Bran.
-Brutte notizie?- Jon esitò nel rispondere.. Ma che cavolo! Non si fidava di lei? Cara lo guardò con un accenno di incoraggiamento negli occhi.
-Arya è stata rapita.- Disse tutto d'un fiato, come per togliersi un peso dallo stomaco.
-Arya? Tua sorella?-
-Sì. Il messaggio dice che mentre mio fratello e mia sorella erano in viaggio verso sud per raggiungere Rob, sono stati colti in un'imboscata. Grazie all'intervento di un uomo che è comparso sul posto in loro aiuto sono riusciti a scappare, ma Arya non ce l'ha fatta ed è stata catturata dalla Montagna.-
Oh no! Era teribile! La Montagna era un uomo ai servizi di Joffrey Baratheon, veniva chiamato così per la sua stazza. Non era un cavaliere abile o veloce, ma la sua forza era stata sufficiente a farlo diventare capo della guardia reale. E ora aveva preso Arya, probabilmente voleva usarla come merce di scambio con Rob, oppure minacciare di ucciderla se suo fratello non avesse ritirato il suo esercito. Fatto sta che la cosa da fare era una sola! Dovevano mettersi in marcia verso sud al più presto! Ma jon era distrutto, molto probabilmente non aveva chiuso occhio per tutta la notte e la marcia per tornare al Castello Nero e la battaglia contro i bruti lo avevano prosciugato. Quella notizia non ci voleva. Sembrava che il fato avesse deciso di girare dalla parte opposta per quel giovane ragazzo.
Cara cercò di trovare le parole giuste per consolarlo, ma purtroppo non le venne in mente nulla. Allora fece ciò di cui era capace, si mise a pensare ad un piano d'attacco, avrebbe riportato Arya a casa! 
-Jon ascoltami, alzati, torniamo al Castelllo Nero, prepariamo le nostre cose e partiamo! Hai detto che Bran e Arya stavano attraversando le Isole di Ferro per raggiungere più in fretta Rob. Andremo da quallla parte, recupereremo Bran e insieme andremo a liberare Arya. Forza alzati, dobbiamo fare il prima possibile. La montagna ha un grosso vantaggio, dobbiamo raggiungerli prima che porti Arya da Joffrey ad Approdo del Re!-
Jon la guardò sorpreso, non si aspettava quella reazione, credeva che a Cara non fregasse niente di tutto ciò.
-Ancora lì impalato? Dai muoviti! Ho detto che non c'è tempo da perdere!-
Due ore dopo erano gia in partenza, avevano fatto tutto in poco tempo, preparato le provviste, affilato le armi, ed erano anche rimasti per assistere alla condanna del Monco. Era stato legato ad un albero al di là delle mura, e gli era satato lanciato addosso del sangue di qualche animale. Entro la fine della giornata sarebbe stato dilaniato dai morsi delle creature demoniache che abitavano quei boschi. In fin dei conti quello sporco traditore aveva avuto ciò che si meritava!
Mentre camminavano Cara vide ancora quell'espressione preoccuata sul viso di Jon. 
-Vedrai faremo in tempo! Salveremo Arya!-
Jon fece un piccolo cenno di assenso con il capo.
-Comunque dobbiamo prima pensare a dove potrebbe esseresi rifugiato Bran..-
-Bran era insieme ad Osha, una serva sua amica, lei ha vissuto nelle terre dei bruti per molti anni. Sicuramente è abituata a cavarsela con poco. Bran è in buone mani.-
-Beh ma dobbiamo comunque trovarli.-
-Si saranno nascosti in qualche caverna, aspettando il mio arrivo.-
-Hai nominato un uomo misterioso che li ha salvati appena in tempo, hai idea di chi possa essere?-
-No non abbiamo amici tra le Isole di Ferro, quindi non credo che sia uno di quelle parti. Comunque non li ha salvati, ha semplicemente ridotto un po' i danni, ma ha lasciato che mia sorella venisse catturata, sono impaziente di conoscere questo "eroe".-
Rabbia, tutto quello che Jon aveva era rabbia, non tristezza, o pentimento per aver lasciato soli i suoi fratelli minori. Cara sapeva che in realtà era grato a quel uomo misterioso per aver cercato di proteggere i suoi fratelli, ma sapeva anche che Jon non l'avrebbe mai ammesso.
Il viaggio sembrava non terminare mai, ormai erano già passati tre giorni ed erano riusciti ad arrivare sulle Isole di Ferro, ma purtroppo non evevano ancora trovato nessun segno di Bran e di Osha. Durante le giornate trascorse insieme a camminare Cara notò un netto cambiamente in Jon. Prima la guardava con una sorta di ammirazione negli occhi, quasi fosse innamorato di lei. Ora l'ammirazione c'era ancora, ma era semplicemente perchè lo stava aiutando in quell'impresa disperata! Non c'era più traccia di quei sentimenti che aveva visto nella grotta. Si disse che era una fortuna quel cambiamento e che sicuramente era un problema in meno a cui pensare! Lei non andava bene per lui, il suo cuore di ghiaccio non sarebbe mai stato compatibile con quello caldo e amorevole di Jon.
Decisero di fare una pausa, stavano attraversando una fitta boscaglia, i raggi del sole filtravano appena attraverso gli impenetrabili rami sopra le loro teste. A Cara non piaceva quel posto, c'era un silenzio innaturale, non si sentiva neanche il cinguettare degli uccelli. Sembrava quasi che qualcosa fosse in agguato e che la natura tacesse, in attesa del micidiale attacco. Bah forse era lei che si stava immaginando tutto, Jon sembrava abbastanza tranquillo, avrebbe fatto meglio a provare a mangiare qualcosa..
Si erano riposati solo qualche minuto, ma non c'era tempo da perdere, fecero sù le loro cose e si rimisero in marcia. Cara non riusciva a togliersi di dosso la sensazione di essere osservata di nascosto, c'era qualcosa o qualcuno che li stava seguendo e seppe di non sbagliarsi quando notò uno spostamento sopra la sua testa.. Si girò di scatto, ma l'ombra era stata troppo veloce e non riuscì a cogliere nient'altro che una macchia di rosso.. Si rigirò scoraggiata, ma a quel punto la loro via era sbarrata. Un uomo incappucciato si stagliava alto in mezzo al loro cammino. Cara impugnò le agiel, Jon la spada e Spettro scoprì gli artigli. L'uomo non accennava a spostarsi, ma non sembrava neanche impaurito da quel trio. 
La Mord Sith stufa di aspettare attaccò. Non puntò dritta al cuore, voleva prima scoprire chi fosse quell'uomo così insolente. Iniziò con una serie di affondi in punti che avrebbero dovuto indebolire le difese dell'avversario, ma le sue agiel non riuscirono neanche a sfiorarlo, lui era troppo veloce. Si muoveva come un'ombra e soprattutto non impugnava nessun'arma, strano. Cara si sbalordì, in pochi riuscivano a resistere ai suoi attacchi, decise quindi di rincarare la dose. Finalmente riuscì a colpirlo alla spalla, ma non un lamento uscì dalle labbra di quell'uomo. Chi diavolo era? Comunque cominciò ad avvertire i primi segni che l'avversario si stava stancando, piccoli sbuffi di fatica e un leggero rallentamento.. Poi si fermò di colpo, senza dare segni di paura rimase immobile davanti a lei. Cara non riusciva a capire, ma non si lasciò incantare e gli diede un colpo dritto sullo stomaco che lo fece piegare in due. Proprio quando stava per raggiungere il cuore, una mano fermò il suo braccio. Si girò per vedere chi aveva osato fermarla. Una donna, aveva lunghi capelli neri e gli occhi  marrone scuro, aveva dei tratti forti, simili a quelli dei Bruti, ma tutto sommato era una bella donna. Furiosa, la Mord Sith cercò di colpirla, ma a quel punto si mise in mezzo Jon.
-Cara ferma!-
Cara lo guardò stupita.
-Che stai facendo?-
-Cara tranquilla, lei è Osha, te ne ho parlato ricordi? E questo è Bran, mio fratello.-
Dietro di lui spuntò una testa di riccioli marroni, che incorniciavano un viso dolce da bambino. Cara si stupì di quanto quell'espressione assomigliasse a quella del fratellastro.
Osha la lasciò andare e Cara si spostò vicina a Jon. 
-Bene, ho capito chi è lei, ma cosa mi dici di lui? Chi è?-
A quella domanda Jon taque. Rispose Bran per lui.
-Lui è mio amico! Ci ha salvati da quel mostro di uomo!-
L'uomo si alzò, non sembrava dolorante per quell'incontro con la Mord Sith.
-Il mio nome è Jaqen H'ghar.-
A Cara quel nome non diceva nulla, solo che probabilmente proveniva da Llorath, una città lontana, oltre il grande mare salato. Si sofermò ad osservare quell'uomo, il primo ad essere ancora in piedi e per niente sofferennte dopo uno scontro con lei. Era alto, dotato di una fine muscolatura, non era imponente, ma la sua forza era disarmante, lei l'aveva sperimentata. Quello, ne era sicura, era il fisico di un assassino, sinuoso e letale, proprio come il suo. Passò al viso, aveva sottili labbra rosse, e portava i capelli lunghi sino alle spalle, erano piuttosto strani, di un rosso scuro, simile al mogano e poi propro nel mezzo una striscia bianca, ma non riuscì a soffermarsi su quel particolare perchè la sua attenzione fu richiamata dai suoi occhi.
Quando li fissò vide che gli occhi di Jaqen erano molto simili ai suoi, ma non solo per il colore azzurro come il ghiaccio, bensì per quello che nascondevano. Quegli occhi erano dei pozzi senza un fondo, in cui chi vi sarebbe cadutto non sarebbe riuscito piu ad uscirne. Quando Jaqen si accorse del suo sguardo indagatore cominciò anche lui a fissarla, forse notando in lei le stesse cose che avevano appena interessato così tanto Cara.
La Mord Sith distolse lo sguardo, pentendosi di essersi mostrata così curiosa.
Nel frattempo Bran aveva cominciato a raccontare a Jon quello che era successo. Quel povero bambino era ancora sconvolto per quanto accaduto. Jon cercò di calmarlo. Cara riuscì a capire tra un singhiozzo e l'altro lo scontro avvenuto.
 La Montagna li aveva sorpresi e legati, stava per ammazzare Osha mentre aveva programmato di portare con se Bran e Arya. Poi dal nulla apparve Jaqen, riuscì ad ammazzare con estrema velocità tre degli uomini del re, liberò Osha che cercò a sua vota di slegare Bran e Arya, in tanto Jaqen era impegnato a fronteggiare altri quattro uomini, la Montagna riuscì comunque a prendere Arya sottraendola dalle mani di Osha e fuggì seguito da altri suoi compagni. Quando Jaqen riuscì ad uccidere e a liberarsi dei suoi avversari la Montagna era già lontana e con lui Arya. 
Sentita la storia Cara guardò Jon. Stava osservando Jaqen, cercava di capire se era giusto fidarsi di lui oppure no, in fin dei conti non sapeva cosa aveva indotto quell' uomo ad immischiarsi in una situazione del genere..
Ma Cara non amava riflettere e crearsi in mente mille ipotesi, così decise di parlare con il rosso.
-Perchè hai deciso di aiutare quei ragazzini?- Cara era così, non girava mai intorno alle cose, otteneva ciò che voleva, subito!
-Sei una Mord Sith?-
Come osava quell' insolente risponderle con un'altra domanda?
-Stai attento a quello che dici assassino.- A quelle parole il corpo di Jaqen si irrigidì.
-Come fai a dire ciò che sono con tanta sicurezza?-
-L'ho capito da come combatti, da come ti muovi.-
- O più semplicemente dal fatto che anche tu sei un'assassina.- Disse lui tranquillo.
-Io sono una Mord Sith, quello che faccio è proteggere, non uccido per divertimento.-
-Beh ma non dire che non provi piacere nel farlo.- Cara avrebbe voluto strappargli quel sorrisetto con una delle sue agiel. Si stava infuriando.
- Ti ho fatto una domanda, rispondimi.-
-Li ho aiutati perchè avevano bisogno d'aiuto, tutto qua.-
-No non è vero, c'è dell'altro sotto, l'ho capito. Mi dispiace ma come hai detto tu anche io sono un'assassina, e so riconoscere quando cerchiamo di ingannare qualcuno.- Ora a sorridere era lei.
-Bene, te lo dirò. Non molto tempo fa ero stato catturato dalle guardie del re, mi tenevano in una cella e mi stavano trasportando ad Approdo del Re per essere giustiziato. Durante il viaggio incontrai Arya, era da sola quel giorno e stava cercando della legna, non si fece notare dal contingente, ma io la vidi. Le proposi uno scambio, se lei mi avesse liberato allora io l'avrei aiutata nel momento del bisogno. E così è stato!-
Cara era abbastanzanza soddisfatta da quel resoconto. Ma non del tutto.
- Come hai fatto a giungere in suo aiuto nel momento giusto?-
-Beh questo è un segreto e non te lo rivelerò.-
La Mord Sith si alterò un po' per aver ricevuto un rifiuto così diretto, ma non disse niente.
-Perchè sei ancora qui allora? L'hai aiutata no? Ora puoi andartene.-
-Vedi, io l'ho aiutata, ho fatto in modo che Osha e Bran fossero salvi, ma lei è ancora in pericolo e io la seguirò fino a quando non sarà in salvo.-
Per ora le poteva bastare come racconto, ma Cara ora era curiosa di sapere di più, non della vicenda, ma di quell'uomo. Se era così bravo perchè erano riusciti a catturarlo? E perchè per scappare aveva avuto bisogno dell'aiuto di una bambina? Qual era il suo passato e soprattutto perchè lei si sentiva così attirata da quell'uomo di cui non conosceva quasi nulla?



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Capitolo 6
*** -Convivenza forzata- ***


Convivenza forzata.
Avevano ripreso immediatamente la marcia verso sud, erano in svantaggio rispetto alla Montagna di parecchi giorni, ma sicuramente lui sarebbe stato rallentato dal fatto che doveva muoversi all'interno di un territorio nemico e con la sorella di Rob Stark come prigioniera! Cara teneva il passo costante, subito seguita da Spettro e da Jon, Osha non aveva problemi con le marce forzate, chi invece sembrava avere dei problemi era il piccolo Bran che doveva quasi correre per tenere il passo. Jaqen invece non marciava sul sentiero, Cara lo vedeva farsi strada con estrema facilità nella boscaglia, li raggiungeva sul terreno battuto per qualche minuto e poi tornava tra i cespugli. Quel tipo era proprio strano!
-Quanti uomini ha ancora la Montagna a disposizione?- Chiese Cara.
-Sei.- Jaqen gli era apparso all'immprovviso di fianco ad un soffio dal volto. La Mord Sith si accigliò, quell'uomo l'aveva presa di sorpresa, di nuovo!
-Bene.- Cara cercò di non dare a vedere il suo disappunto, anche se sul viso di Jaqen si era dipito un sorrisetto di soddisfazione. -Non sarà difficile eliminarli. Jon, io e te ce li divideremo, tre a testa, mentre tu Osha ti occuperai di liberare Arya. Spettro ci aiuterà a distrarre la montagna per il tempo necessario ad eliminare i suoi uomini, poi insieme ci occuperemo di lui.-
-Pensi che forse potrei porgere i miei umili servigi in questa nobile causa mia signora?- Jaqen non era stato nominato nel piano di Cara, ma quella non era stata una dimenticanza da parte della Mord Sith.
-Mmm, vediamo, tu potresti fare da palo che ne dici?-
-Oh andiamo, sono sicuro che per qualcosa potrò essere utile!-
-Bene, tu stai pronto, se Spettro non riuscisse ad allontanare la Montagna dal combattimento te ne occuperai tu.- 
-Jon che ne pensi del piano?- Chiese Cara.
-Non ho nulla da obbiettare, solo una cosa, La Montagna la voglio viva, voglio sapere qual è il suo piano e cosa possiamo ricavare da un interrogatorio con lui.-
A quel punto intervenne Osha: -Sei pazzo, quell'uomo non ti rivelerà mai niente, ha giurato fedeltà a Joffrey e non riuscirai a piegare un uomo di quella tempra.-
-Allora siete fortunati ad avere me!- disse Cara. -Vi posso assicurare che dopo qualche giorno in mia compagnia dirà qualsiasi cosa, e lo farà di sua spontanea volontà!-
Chiarito il piano si rimisero in cammino. Si lasciarono alle spalle le Isole di Ferro e tornarono sul continente, sicuramente la Montagna aveva avuto dei problemi ad attraversare la stretta striscia di mare, trovare una barca non sarà stato facile per lui essendo in territorio nemico. Questo era un bene, loro ci avevano impiegato solo poche ore, avevano recuperato terreno! Continuarono a marciare verso sud, dopo cinque giorni di cammino ininterroto ancora niente, mancava ormai poco al confine, superato quello si sarebbero trovati nelle terre del Re e quindi sarebbe stato molto più difficile muoversi per le strade. Dovevano sbrigarsi! Poi la mattina del sesto giorno finalmente trovarone delle impronte, c'erano dei segni anche di ruote, Jon ne era sicuro, quelle impronte appertenvano al contingente della Montagna, quelle ruote servivano per trasportare la gabbia in cui era rinchiusa sua sorella, ma cosa ancora più importante quelle impronte erano fresche. Erano passati di lì non più di qualche ora prima sentenziò Osha. Jon propose di accamparsi, di aspettare la notte e poi con l'aiuto delle tenebre di attaccare. Si sedettero a mangiare qualcosa e a riposarsi, cominciò a scendere la sera, l'attacco era previsto per le ultime ore della notte, quando ormai le sentinelle sarebbero state stanche e meno attente.
Cara non era sicura però, voleva che nulla andasse storto. Appena scese la sera decise di andare in ricognizione, avrebbe raggiunto il posto in cui si era accampato il gruppo della Montagna e avrebbe osservato le loro mosse.
Scoprì che l'accampamento non era poi cosi lontanto da dove si erano fermati loro. Osservò silenziosamente i movimenti delle guardie, Jaqen aveva detto la verità, oltra alla Montagna e ad Arya c'erano solo altri sei uomini. Povera bambina, era rinchiusa in una gabbia minuscola, i soldati le lanciavano degli avanzi di ossi, deridendola e trattandola come si fa con una bestia, Cara si ripromise che l'avrebbero pagata per quello, ma Arya non sembrava impaurita o infastidita, manteneva un comportamento fiero, coraggioso! Quella ragazzina aveva fegato!
Ad un tratto Cara sentì un fruscio famigliare dietro di se, questa volta non si sarebbe fatta cogliere di sorpresa! Con un movimento agile saltò in alto aggrappandosi ad una ramo sopra la sua testa, si accovaciò e rimase immobile e silenziosa. Qualche secondo dopo Jaqen apparve sotto di lei visibilmente stupito, sperava di sorprenderla di nuovo. In quel momento Cara si lasciò cadere atterrandogli sulle spalle come un predatore fa con la sua preda. In quella frazione di secondo riuscì a cogliere un espressione di sbalordimento sui lineamenti del rosso! Finalmente si era presa la sua vendetta! Ruzzolarono entrambi per terra, Jaqen gli finì letteralmente sopra, ma non sembrò per nulla dispiaciuto. Fu inevitabile per la Mord Sith ritrovarsi a fissare di nuovo quegli occhi così misteriosi. Rimasero a osservasi per qualche secondo, entrambi incantati da ciò che riuscivano a leggere negli occhi dell'altro.. Fu Cara la prima a riprendersi. Ma cosa le era preso?! Saltargli addosso in quel modo, quasi come se fosse un.. Un gioco! Non aveva mai fatto niente di simile e ora saltava addosso alla gente come se fosse la cosa più normale del mondo! Si scrollò di dosso quel peso morto riacquistando la sua normale serietà. Ma era difficile non ridere, Jaquen era ancora per terra con i capelli di solito perfetti arruffati e pieni di foglie, con un espressione quasi imbambolata, forse anche per lui era la prima volta che quacuno lo prendeva alle spalle senza che se ne accorgesse. 
Cara si girò per non far vedere quanto quella situazione la facesse ridere. Si appostarono e continuarono a controllare gli spostamenti delle sentinelle. Non si erano ancora rivolti la parola, rimanevano immobili nel silenzio più assoluto. Quello era il suono che più piaceva alla Mord Sith, era il silenzio della caccia, dell'agguato, significava che erano loro ad avere la situazione a loro vantaggio! Ed era felice che fosse con qualcuno che si muoveva come lei, che era solito a situazioni del genere! Dopo che le sue sorelle l'avevano abbandonata si era sentita tremendamente sola e ora finalmente aveva conosciuto qualcuno che poteva in qualche modo comprenderla. Peccato che questo qualcuno fosse così arrogante e impertinente!
Tornarono da nel punto in cui gli altri si stavano riposando, era ora. Svegliarono i loro compagni e insieme si prepararono per l'imboscata.
Tre sentinelle sorvegliavano il perimetro quelle erano di Cara e di Jaqen, le avrebbero fatte fuori nel silenzio più assoluto senza farsi accorgere, gli altri tre uomini si stavano riposando, Jon li avrebbe passati a fil di spada senza fiatare, Osha si sarebbe occupata di liberare Arya. Insieme poi avrebbero sorpreso la Montagna immobilizzandolo. Facile! Troppo facile.
Fatte fuori le tre sentinelle Jon riusci a uccidere una guardia, ma in quel momento una di loro si svegliò e diede l'allarme, in un attimo tutti impugnarono le armi e fu guerra.
Da una parte le due guardie, raggiunte subito dalla Montagna e dall'altra Jon, Cara e Jaqen, tre contro tre, la lotta iniziò.
Cara e Jon si occuparone delle guardie, mentre a Jaqen il compito di contrastare la Montagna. Cara faticò un po' per sconfiggere il suo avversario dopotutto quegli uomini facevano parte della guardia reale, erano forti ed allenati. Incominciò con una serie di colpi d'agiel micidiali tutti diretti al cuore dell'uomo, non erano letali ma dopo qualche minuto di quell'attacco il cuore della guardia non resistette più e l'uomo cadde a terra con la faccia nel fango. Si guardò intorno, Jon era ancora impegnato nel suo combattimento, ma se la stava cavando bene. Rivolse l'attenzione al vero e proprio scontro, quello tra Jaqen e la Montagna. Quell'uomo enorme torreggiava sopra la figura snella del rosso, come avrebbe mai potuto Jaqen sperare di vincere si chiese Cara? Ma ben presto dovette rimangiarsi le sue parole.
Jaqen si mouveva ad una velocità impressionante, i suoi piedi non  sembravano neanche sfiorare terra! Mulinava i suoi due pugnali andando a creare delle piccole ferite sul corpo possente della Montagna, Cara capì che stava cercando di indebolirlo, infatti li suo compito era quello di renderlo innoquo, non di ucciderlo. La Montagna stufatosi di quella situazione velocizzò i suoi colpi e aumentò la potenza degli affondi.. Ogni volta Jaqen schivava di poco quella lama che gli sarebbe stata fatale, Cara si sorprese a trattenere il fiato per la tensione. Ma l'attacco del rosso stava dando i suoi frutti! In poco tempo il corpo della Montagna era ricoperto di piccole ferite che sanguinavano e che doveva bruciare come fuoco. Poi Jaqen con un agile mossa gli si mise alle spalle e gli tagliò la pelle dietro le ginocchia facendolo rovinare a terra.  A quel punto fu ancora più rapido. Ci si sedette sopra e gli legò caviglie e polsi, ma non era ancora finita, la Montagna continuava a muoversi, cercava di reagire, cosi Jaqen decise di dargli una botta sulla testa con l'impugnatura del suo pugnale. L'uomo sotto di lui svenne con un grugnito simile a quello di un animale.
-Così non ci darà problemi per un po'- Disse sorrridendo beffardo.
Cara non più preoccupata per le sorti del rosso andò da Jon, aveva già ucciso da un pezzo il suo avversario e ora stava cercando di aprire la gabbia per liberare Arya. Le sue mani tremavano, non riusciva a tenere la presa salda deulla chiave.
-Aspetta ti aiuto.- Le disse con un sorriso dolce Osha. Poggiò le mani su quelle di lui e lo aiutò a girare la chiave. Come la serratura scattò, Arya si catapultò fuori dalla gabbia e gli saltò in braccio. Fu la cosa più dolce che Cara avesse mai visto nella sua vita, Jon e Arya stretti l'una nelle braccia dell'altro, come se non dovesser più staccarsi.
Jon e Jaqen dovettero faticosamente alzare insieme la Montagna e rinchiuderlo nella gabbia. Comunque avrebbe dormito ancora per un bel po'.
Quella giornata, fu una giornata di festeggiamenti, la prima per tutti dopo molto tempo.. Bran e Arya correvano inseguendosi l'un l'altra. Osha e Cara erano riuscite a catturare un cinghiale che ora stava arrostendo sul fuoco e Jon si godeva quella sensazione di calore, che solo la vicinanza dei suoi due fratelli minori riusciva a regalargli. Avevano messo Spettro a guardia della gabbia con dentro la Montagna ancora svenuto. Cara avrebbe voluto chiedere a Jon quando secondo lui avrebbe dovuto cominciare a cercare di ottenere risposte da quell'uomo, ma quello non era il momento adatto, tutti si stavano divertendo. Pure Jaqen, che di solito se ne stava in disparte, stava tenendo compagnia a Spettro accarazzandogli il manto candido. La Mord Sith si chiese se ora che il rossso aveva salvato Arya sarebbe sparito, o magari sarebbe rimasto.. Non che, se se ne fosse andato, lei ne avrebbe sofferto, però era interessata a quell'uomo così simile a lei.. avrebbe voluto saperne di più su di lui.
I suoi pensieri furo bruscamenti interrotti dall'arrivo di Arya.
-Il tuo nome è Cara vero? Me l'ha detto Jon, sai ti ho vista combattere, sei stata fortissima. Ti muovevi come un ombra, ma eri letale come un serpente e poi, wow, quelle armi, quelle sono veramente incredibili.. Come funzionano?- Cara rimase spiazzata da tutte quelle domande e da quella curiosità.
-Si chiamano agiel, non saprei proprio spiegarti come funzionano, ma so che posso usare la mia forza, loro poi la trasmettono quando tocco un avversario a seconda della forza che impiego l'attacco sarà più o meno forte.- Cara vide con la coda dell'occhio che con il suo discorso aveva attirato l'attenzione di Jaqen. Intanto Arya non si era persa una parola. 
-Ti prego insegnami! Voglio imparare a combattere come te!- Arya allungò una mano per afferrare una delle agiel, per fortuna Cara fu più veloce di lei e l'afferrò per prima. Si alzò in piedì ed esclamò: - Non devi mai, per nessuna ragione, toccare una di queste! Mi hai capito bene?- Arya accennò un debole sì con la testa intimorita, poi Cara aggiunse con più gentilezza -Ti insegnerò a lottare e a difenderti se vuoi, ma i combattimenti da Mord Sith lasciali a me, quelli non ti piacerebbero!- Detto questo si alzò e andò a fare una passeggiata.
Raggiunse un piccolo laghetto nel mezzo di una radura. Era un posto stupendo, un piccolo ruscello arrivava da nord e si buttava nello specchio d'acqua da una scogliera a più o meno otto metri d'altezza, dietro quella piccola cascata c'era una grotta, con appuntite stalattiti che pendevno dal soffitto basso.. Si sedette su una pietra vicino alla riva con le onde che le solleticavano i piedi. Ora poteva pensare, lasciare liberi i suoi pensieri di vagare per quella radura incantata.. Decise di afforntare un problema alla volta. Primo: Jon, lui in realtà non era più un problema, aveva capito abbastanza cosa gli piaceva di lui, era una persona dolce e buona e a lei, abituata a ricevere sempre cattiveria dalla vita, faceva piacere ricevere certi trattamenti.. Secondo: era preoccupata per la sua condotta, si era resa conto che ogni momento che passava la sua rigida facciata andava sgretolandosi, stava mostrando troppo di se stessa e doveva capire se questo poteva essere un bene o un male per lei. Terzo: Jaqen. Non lo conosceva, non sapeva da dove veniva, qual era il suo passsato nè cosa lo aveva indotto a diventare un assassino. Eppure lo poteva vedere dai suoi ochi, lui era come lei, e questo incuriosiva Cara fino a farla impazzire, voleva sapere di più su di lui! Si alzò di scatto, aveva preso la sua decisione, sapeva cosa fare ora.
Stava per tornare all'accampamento ma trovò Jaqen nei pressi della radura, anche lui seduto con un espressione crucciata.
-Ti stavo cercando.- gli disse.
Lui sollevò lo sguardo, sembrava totalmente smarrito nei suoi pensieri, era in un altro mondo, in un altro tempo.
-Hei Jaqen, mi hai sentita?-
All'improvviso il suo sguardo riacquistò il suo solito pizzico di impertinenza.
-Mi stavi cercando?-
-Pff sì! E' così incredibile come cosa?!-
-Abbastanza, dimmi tutto dolcezza.- accompagnò quelle parole con un'occhiolino.
-Volevo chiederti quali sono le tue intenzioni ora. Rimarrai qua oppure te ne andrai via?-
Jaqen non era bravo quanto Cara a nascondere le sue emozioni e a quella domanda lasciò trasparire un po' di sorpresa.
-Ci stavo giusto pensando sai?-
-E cosa hai deciso?- Cara era impaziente.
-Per il momento intendo rimanere, oltre tutto Arya mi ha chiesto di aiutarla con la spada, vuole diventare brava quanto me!- disse soddisfatto.
-Un assassino dal cuore tenero. Carino!-
Jaqen rimase divertito da quella provocazione, stava cercando le parole con cui controbattere, ma nel frattempo arrivò Jon.
-Ho deciso che rimarremo qua per un po', è un posto tranquillo e noi siamo stanchi. Oltre tutto Abbiamo la Montagna da trasportare, dobbiamo stare attenti. Cara quando potrai cominciare a interrogarlo?-
-Domani.- Cara non vedeva l'ora di iniziare.
-Molto bene, quando otterremo ciò di cui abbiamo bisogno paritiremo. Raggiungeremo Rob e l'esercito, portandogli le informazioni sulla strategia del Re Joffrey.-
Era un piano perfetto. Cara si stupì di quanto Jon fosse maturato. Forse non aveva fatto bene i conti, quel ragazzo era molto di più di quanto dava a vedere.


Nota dell'autrice: Eccomi qua a quasi tre settimane dal primo capitolo, devo dire che mi sto divertendo un sacco! Spero che la storia vi piaccia anche se un po' insolita. Premetto che sia Jon sia Jaqen sono i miei due personaggi preferiti della serie, quindi non so ancora come si evolverà il triangolo con Cara. Se vi piace la storia o se ci sono invece elementi che non vi piacciono vi prego lasciatemi una recensione e fatemi sapere!! :)

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Capitolo 7
*** -Padrona Cara ***


-Padrona Cara.
 
               
Cara non aveva chiuso occhio per tutta la notte, era eccitata per quella giornata che stava per cominciare, quindi decise di alzarsi e andare in cerca di qualcosa per fare colazione. L'alba sarebbe sorta nel giro di qualche minuto, cominciò a camminare nel sotto bosco ancora immerso nel buio, il silenzio era assoluto, quindi fu facile per lei accorgersi di passi non molto lontani da dove si trovava. Andò in quella direzione e trovò Osha che come lei era andata a caccia. Inisieme riuscirono a prendere due conigli e trovarono qualche uova in un nido. Soddisfatte tornaro all'accampamento. Tutti dormivano ancora, così si sedettero vicino al fuoco che stava morendo. 
-Sei stata gentile con Jon ieri aiutandolo ad aprire la gabbia.-
-Jon mi ha sempre trattata bene, nonostante io provenga dai territori oltre le barriera, per me lui è molto importante, anche se non penso che sappia quanto ci tengo.- sembrava scoraggiata mentre pronunciava quelle parole.
-Sono sicura che lui sappia quanto tu ci tieni, è una persona estremamente dolce e sensibile. Ma ho scoperto che è anche coraggioso e forte. Quel ragazzo ultimamente mi ha sorpresa.-
-Tu lo incuriosisci sai?- le disse Osha. -Credo che sia per il fatto che non ha mai conosciuto nessuna come te.-
-Semplicemente non ha mai conosciuto una Mord Sith.- cercò di difendersi Cara.
-Io sì invece, tu non sei come quei mostri, o per lo meno, ci assomigli come aspetto, ma il tuo cuore non è nero come il loro.-
Cara rimase spiazzzata, Osha la conosceva da neanche una settimana ed aveva gia capito tutto, era riuscita a vedere cosa c'era dietro alla sua facciata!
Osha notò lo stupore negli ochhi di Cara e cercò di rassicurarla. -Non ti preoccupare, nessuno ha capito come sei in realtà, solo io l'ho fatto. Ma toglimi una curiosità, perchè lo fai? Perchè nascondi la vera te?-
Cara non sapeva cosa fare, non consceva abbastanza quella donna, poteva fidarsi di lei? Per la Mord Sith quella era una situazione tutta nuova, non aveva mai avuto un'amica, non sapeva neanche che cosa bisognava fare per essere amica di una persona!
-Cara puoi fidarti di me, sai mi stai simpatca! Finalmente qualcuno è riuscito a far stare zitto quel tipo così presuntuoso.-
Ovviamente Osha stava scherzando, ma Cara non riuscì a trattenere una risata, ripensando all'agguato che aveva teso a Jaqen la sera prima.
-Anche tu mi piaci lo devo ammettere.- Guardò Osha negli occhi, cercò di leggere la sua anima come spesso faceva con le persone, quel giochetto non le era riuscito solo con Jaqen. Vide che il suo cuore era puro, quasi quanto quello di Jon, decise che di lei poteva fidarsi.
-Vedi, quando prima vivevo con le mie compagne ero anche io come loro, spietata, mi divertivo a torturare i nostri prigionieri, lì mi chiamavano Padrona Cara, ero il capo, tutte seguivano i miei ordini. Il mio cuore era il più nero di tutti. Poi conobbi Eddard Stark, divenni il capo della sua guardia e inisieme a lui girai i Sette Regni, mi fece conoscere la compassione e la pietà per i nemici. Cercai di non dare a vedere che in me qualcosa era cambiato, ma le mie compagne se ne accorsero e mi abbandonarono.- 
Osha la fissò per qualche secondo, aveva capito che quella non era la storia completa, ma poteva andarle bene così. Cara invece era allibita, non aveva intenzione di rivelarle così tanto, ma le parole erano uscite dalla sua bocca come un fiume. E ora si sentiva bene, era felice di aver raccontato a qualcuno quello che era successo, anche se non tutto.
Poi la sua attenzione fu attirata da un movimento di Jaqen, quel bastardo stava solo facendo finta di dormire! Aveva origliato tutto! Beh si sarebbe vendicata presto!
Quando tutti furono svegli , fecero colazione. Poi Osha si avvicinò alla gabbia della montagna con un pezzo di carne, probabilmente voleva dare da mangiare anche a lui.
-Ferma.- disse Cara.
-Ma anche lui devi mangiare qualcosa!-
-No, dopo che avrò finito con lui non riuscirà a tenere niente nello stomaco, e dubito che qualcuno voglia pulirgli il vomito dalla faccia! Jon, Jaqen, prendetelo, legatelo mani e piedi e portatelo nella caverna dietro la cascata.-
Quando furono dentro a quella spelonca Cara controllò il soffitto e trovò una stalattite che potesse reggere il peso della Montagna. 
-Appendetelo qua in alto per i polsi, mentre le caviglie legatele qua in basso.- 
Per poter spostare quell'uomo enorme con tranquillità, Jaqen l'aveva di nuovo colpito per fargli perdere i sensi.
-Ora tutti fuori!- disse Cara.
Osha notò che la donna che quella mattina si era quasi mostrata umana con lei, si era trasformata in qualcosa di totalmente diverso. Prima, nonostante il comportamento rigido della Mord Sith, era riuscita a vedere qualcosa di buono sotto. Ora ne era certa, quella che aveva davanti era Padrona Cara, con il cuore nero come la pece. Lei e Jon si allontanaro come Cara aveva chiesto loro. Jaqen invece rimase immobile, incurante di quello che per lui era stato solo un suggerimento.
Nella cavera erano rimasti lui, Cara e la Montagna ancora addormentata.
-La mia non era una domanda. Vattene!-
Jaqen non fece un movimento, rimase immobile e serio. Cara era furiosa con lui per aver origliato. E soprattutto in quel momento la sua vecchia natura era riemersa in tutta la sua straordinaria potenza e non aveva nessuna intenzione di fermare quel flusso di crudelatà che stava permeando il suo corpo. Non lo avvertì una seconda volta. Attaccò. Riuscì a raggiungere il suo fianco e mise in quel colpo tutta la forza che aveva. Jaqen riuscì a rimanere in piedi, ma il dolore era chiramente visibile sul quel viso così bello. Sapeva che Cara era infuriata con lui, ma non aveva intenzione di andarsene.
-Non me ne andrò.- riuscì a dire, non con poca fatica.
-Perchè?- quello di Cara era quasi un ruggito, le era mancata quella sensazione, le piaceva il potere e il fatto di poter usare le sue agiel al massimo della potenza! Jaqen le lesse negli occhi quella sensazione.
-Perchè se ora me ne vado il tuo cuore diventerà di nuovo di pietra. Se rimango qua, potrò fermarti quando diventerai troppo pericolosa, e soprattutto eviterò che tu ti ritrasformi in Padrona Cara!-
La Mord Sith rimase spiazzata da quelle parole. In un attimo riacquistò lucidità e capì che Jaqen stava dicendo la verità. Si girò per non mostrargli quanto quella prospettiva la spaventasse.
-Va bene, puoi rimanere, ma non ti è permesso intrometterti fisicamente. E soprattutto non dovrai rivolgerti a lui, per nessuna ragione, l'unica voce che deve sentire è la mia! Iniziamo.-
Cara tirò uno schiaffo alla Montagna che gli fece vibrare la pelle molle della faccia. Quest'ultimo si svegliò di colpo, si guardò in torno per capire dove fosse e quando capì di essere legato iniziò a muoversi per cercare di allentare i nodi stretti. Cara gli tirò un calcio nello stomaco che lo fece tossire di dolore, finalmente l'uomo la mise a fuoco e quando riconobbe la Mord Sith, un'espressione di terrore percorse il suo volto. Jaqen capì che la Montagna aveva capito cosa lo aspettava, probabilmente aveva gia assistito ad un interrogatorio delle Mord Sith.
Cara impugnò le sue agiel e si fermò a studiare il corpo dell'uomo che aveva di fronte, sembrò prendere una decisione e si avvicinò al ventre. Alzò l'arma e comincio a sfiorare la pelle bianca, un brivido percorse la carne. Poi, con un sorrisetto, premette più forte e iniziò a scendere verso il basso, l'uomo cercava di trattenere i lamenti. Di colpo Cara alzò l'agiel e velocissimamente colpì con tutta la sua forza il petto velloso. La Montagna non riuscì a trattenere l'urlo che sembrava salirgli dalle viscere. 
Erano passate ore, ma le urla di dolore continuavano senza sosta, Jon, anche se era fuori dalla caverna riusciva a sentitrle distintamente una ad una, aveva detto ad Osha di portare Arya e Bran lontani dalla radura, perchè non fossero costretti anche loro a sentire quei lameni strazianti.
Dentro la caverna, intanto, Cara aveva iniziato una raffica di potenti colpi sui fianchi e sulla schiena della Montagna, nel corso della giornata era svenuto solo una volta, la Mord Sith era soddisfata, aveva potuto lavarore incessantemente per tuto il giorno. La Montagna non sembrava aver cambiato atteggiamento, non avrebbe ancora rivelato niente, ma la sua mente stava cominciando a cedere.
-Cucciolo mio come stai? Hai voglia di raccontare qualcosa alla tua Padrona?- La Montagna strinse i denti e non disse nulla.
Cara fece schioccare la lingua -Non tesoro mio, devi ubbidire ai miei ordini!- Detto questo gli puntò l'agiel sotto la nuca, l'uomo spinse la testa all'indietro e urlò con tutto il fiato che aveva in gola. La pelle sotto il tocco delle agiel di Cara si ere riempita di vesciche e di ferite sanguinanti, in alcuni punti, in cui la Mord Sith aveva particolarmente insistito, come i fianchi e il ventre, si era raggrinzita e aveva assunto un colorito nerastro.
-Perdonami Padrona Cara.- disse a denti stretti l'uomo.
-Ecco vedi? Cosi è meglio, vedrai domani sarai completamente mio.- disse con un sorriso perfido sulle lebbra.
Jaqen osservava tranquillo, sapeva perfettamente che Cara era rimasta se stessa, non si era più fatta assalire dalla crudeltà, quello semplicemente era il metodo che le Mord Sith usavano per sottomettere e per spezzare le menti delle loro "prede".
La tortura durò fino a sera, quando Cara decise che era abbastanza. Allentò le corde alle caviglie e ai polsi, ma non slegò la Montagna, lo lasciò lì appeso.
-Ora dormi Cucciolo, domani continueremo a giocare.- L'uomo rimse in silenzio distrutto dal dolore. Cara si alterò e con l'agiel gli colpì la faccia: 
-Rispondimi!-
La Montagna riusci a malapena ad aprire un occhio. 
-Perdonami Padrona, a domani.- Detto questo svenne e rimase con la testa penzolante.
Cara uscì soddisfatta dalla caverna seguita da Jaqen. Quella sera mangiarono tutti in silenzio assorti nei loro pensieri. A interrompere il silenzio fu Jon.
-Hai fatto progressi?-
-Entro due giorni, massimo tre ci dirà qualsiasi cosa.- Rispose Cara.
-Brava, bel lavoro.-
Cara era esausta, ma prima di andare a dormire aveva bisogno di fare due passi, andò al lago e si coricò sull'erba soffice. 
-Mi dispiace.- Cara aveva parlato anche se non l'aveva visto, aveva avvertito la sua presenza, infatti pochi secondi dopo Jaqen le si stese di fianco.
-Come dici?- chiese lui.
-Volevo scusarmi per oggi, per come ti ho colpito, non so cosa mi sia preso.-
-Io lo so, sei tornata a quando eri il capo dell Mord Sith, il potere e la crudeltà ti hanno sopraffatta, ma tutto sommato sei stata brava a riprendere il controllo.-
-Sei stato tu ad aiutarmi, ti ringrazio.- 
-Wow incredibile! In pochi minuti ho ricevuto delle scuse e un grazie, pensavo di non vievere abbastanza da poter sentire queste parole!- scherzò lui e riuscì a strapparle un sorriso.
Cara si mise seduta e si sfilò i guanti per potersi sciacquare le mani.
Alla vista delle mani della Mord Sith il rosso rimase terrificato, Cara aveva mille piccoli tagli, e la sua pelle era piena di lividi!
-Cosa ti è successo alle mani, ieri non erano così, sembrano... Sembrano quasi.. -  Jaqen si zittì quando arrivò alla conclusione. Quelle ferite erano uguali a quelle che aveva su tutto il corpo la Montagna! La guardò con serietà. -Cosa sono queste?- chiese.
Cara sembrava quasi imbatazzata, come se avesse mostrato una sua debolezza.
-Vedi, è piuttosto semplice in realtà.. Le mie agiel, non hanno un impugnatura, ogni volta che le tocco..-
-Trasferiscono il dolore anche su di te!- Il rosso finì la frase per lei.
Il suo corpo si irrigidì, sembrava quasi.. infuriato!
-Come puoi usare un' arma che a sua volta ferisce anche te? E' da pazzi, non puoi continuare così! Ti ucciderà!- Cara capì, Jaqen non era infuriato, era preoccupato!
-Vedi questi tagli?- gli disse, -Questi non sono niente, non li sento neanche, il potere che ha riddotto così la montagna, a me ha fatto solo qualche livido! Sono stata allenata fin da piccola a sopportare il dolore, a riceverlo e a tramutarlo in forza!- 
Jaqen era interdetto -Fin da piccola? Cosa intendi?- Cara capì che lui non aveva idea di come si diventa una Mord Sith, in realtà in pochi sapevano qual'era il loro addestramento. Prese un grande respiro e cominciò a raccontargli di come era diventata Padrona Cara.
-Vedi le Mord Sith sono una setta di sole donne, quindi per "rinfoltire" i loro ranghi rapiscono le bambine dai villaggi e le allenano. Io venni rapita quando avevo sei anni. Mi portarono al Castello, e lì ebbe inizio il mio addestramento. Prima di tutto dovevano spezzare la mia volontà, dovevano fare in modo  che non cercarssi di ribellarmi e l'unico modo per farlo era quello di torturarmi, proprio come sto facendo con la Montagna.-
-Ma eri una bambina!- Cara annuì senza apparentemente stupirsi.
-Già, quella fu la parte più lunga. Ero una bambina molto testarda sai?- Ricordando quel particolare un sorriso affiorò sulle sue labbra. - Comunque, fu in quel momento che imparai a padroneggiare il dolore e a farne un' arma invece che una debolezza. Piegata la mia volontà, iniziarono con l'addestramento, mi insegnarono a padroneggiare ogni tipo di arma e a combattere anche solo con le mie mani, mi insegnarono a muovermi senza fare il minimo rumore, a resistere per giorni senza bere nè mangiare e in fine mi diedero la mia agiel e mi insegnarono a trarne beneficio, anche se tenerla in mano era una sofferrenza immane.- 
Jaqen rimase in silenzio, stava riflettendo, se quella era veramente l'infanzia che Cara aveva conosciuto, come poteva lei essere così ora? Sicuramente anche lei aveva addestrato qualche bambina e si era sicuramente macchiata di crimini ancora peggiori, ma la domanda che lo tormentava era: cosa aveva indotto Cara a cambiare, a sciogliere il suo cuore di pietra?
-Prima, quando Osha ti ha chiesto cosa ti ha fatto cambiare, tu non le hai detto tutta la verità vero?-
-No.-
-Dilla a me!- Cara guardò quegli occhi così profondi, non poteva non rispondergli!
-Ero in viaggio con Ed Stark, ci fermammo in un villaggio per fare rifornimento. Io non ero stanca, così decisi di fare una passeggiata per quel paesino tranquillo. Lasciai che i miei piedi mi trasportassro dove volevano, fu cosi che mi trovai davanti ad una casa, più lontana rispetto alle altre. Aveva un ampio cortile e ad un albero erano legate due altalene. Rimasi per un po' ad osservare quel posto, poi una bambina dai lunghi capelli biondi uscì di casa correndo e saltò su un'altalena, rideva di gusto, quando venne poi raggiunta da un'altra bambina leggermente più grande, iniziarono  a correre spensierate. Sai ci misi un po' a capire che quello che stavo vedendo non stava realmento accadendo, ma era un semplice ricordo! Quella bambina ero io, e l'altra era mia sorella Dalia, e quella in cui ero finita era casa mia! Lì mi resi conto che le Mord Sith non solo mi avevano derubato di una vita normale, ma mi avevano anche sottratto dei miei ricordi piu felici.- Mentre Cara parlava Jaqen la osservò, una lacrima stava scendendo sulla sua guancia candida, lei sembrava non essersene neanche accorta. Non resistette e le sfiorò il viso con il dorso della mano, per ascigargliela. Cara non si sottrasse a quel tocco, rimase ferma dov'era. Allora Jaqen le prese le mani e con cura inziò a curargliele, quando ebbe finito si portò i palmi vicino alla bocca e glieli baciò. Cara lo fissò con grande intensità, gli aveva raccontato tutto, si era competamente aperta, ora stava a lui decidere. Come avrebbe reagito a quel che gli aveva raccontanto? L'avrebbe giudicata per i crimini commessi? Se ne sarebbe andato, una volta portata a termine la sua missione, abbandonandola? O sarebbe rimasto con lei?

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Capitolo 8
*** -Sei mio. ***


-Sei mio.


 
Cara si svegliò di soprassalto, ci mise un po' a capire dove fosse, l'ultima cosa che ricordava era Jaqen che le baciava le mani, ma lei era esausta ed era crollata. Si guardò intorno, era ancora nella radura, e lui era lì con lei, dormiva ancora. Il viso ad un soffio dal suo. Cara lo osservò, aveva dei lineamenti particolari, le labbra erano sottili ma di un rosso acceso, il naso dritto e perfetto, gli occhi un po' incavati gli trasferivano serietà al volto, ma ciò che era più importante in lui erano le espressioni. Riusciva a mutare faccia con una facilità sconcertante. Per questo Cara non si era subito fidata di lui, non riusciva mai a cogliere a pieno ciò che si presentava su quel volto, perchè lui, veloce come non mai, camuffava i suoi sentimeni in un batter d'occhio. Finalmente ora poteva osservarlo senza paura che cambiasse espressione e sopratutto senza paura di venire scoperta!
-Da quanto tempo mi stai osservando?- Ecco come non detto, si era accorto di tutto!
-Ma che diavolo stai dicendo? Non ti ha mai detto nessuno che sei un pelino egocentrico?- cercò di salvarsi lei.
Jaqen aprì gli occhi e Cara rimase letteralmente investita dal potere che avevano su di lei. Sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di spostarsi.
-Ieri sera sei crollata e non ho avuto tempo di dirti ciò che pensavo.-
Ecco ci siamo, pensò Cara, avrebbe scoperto quello che tanto le premeva di sapere.
-Mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto ciò e credo che tu stia reagendo nel modo giusto, invece di arrabbiarti con la vita per ciò che ti ha fatto, stai cercando di migliorare. Ti ammiro e sappi che se avrai bisogno di me cercherò di aiutarti.-
Cara rimase un po' delusa da quelle parole, non era proprio quello che voleva sentirsi dire. Decise di alzarsi e andò a mangiare qualcosa.
Jaqen rimase interdetto da quella reazione, era felice che Cara finalmente si fosse aperta, però ora sembrava avar fatto cento passi indietro rispetto alla notte prima, forse lui aveva detto qualcosa di sbagliato.
Ricominciò un'altra pesante giornata di torture. Cara era spietata quel giorno, Jaqen la guardò accanirsi senza pietà sul corpo martoriato della Montagna.
-Mia Padrota ti prego, dammi qualcosa da mangiare.- 
-Come osi chiedermi qualcosa?- e giù altri colpi di agiel.
Alla fine dovette fare una pausa, sia perchè era stremata, sia perchè la Montanga era di nuovo svenuto.
La Mord Sith era soddisfatta, aveva fatto un bel lavoro e soprattutto si era sfogata. Ora che pensava più lucidamente, le parole di Jaqen le parevano perfettamente sensate, però si sentiva comunque un po' amareggiata, aveva sperato in qualcosa di più.
Uscì dalla caverna e guardando il lago non resistette alla tentazione di farsi un bagno, l'acqua era così limpida e fresca, aveva bisogno di rilassarsi un po', in più era sola; Jon, Bran e Osha erano a caccia insieme, e Jaqen era andato ad allenare Arya con la spada. Si sfilò la tuta di pelle e si tuffò nelle acque cristalline.
Intanto Jaqen parava un colpo dietro l'altro, però, quella ragazzina non se la cavava niente male! Dopo quasi due ore di allenamento dovettero fermarsi esausti. 
-No ti prego Jaq, dobbiamo continuare!-
-No per oggi basta. Se vuoi continuare puoi allenarti con gli affondi, e devi potenziare il polso, se vuoi riuscire a parare i colpi di avversari più forti di te!- detto questo si alzò e si diresse verso il lago per rinfrescarsi un po'.
Arrivato sulle sponde dello specchio d'acqua cominciò a spogliarsi, quando improvvisamente vide Cara. Era sotto la cascata, i lunghi capelli dorati le arrivavano fino ai fianchi perfetti, mille goccioline sulla sua pelle candida rilucevano al sole. Jaqen rimase incantato da quel corpo perfetto, era così bella da sembrare una dea. All'improvviso Cara si accorse di essere osservata, Jaqen cercò di spostare lo sguardo, colto in flagrante. La Mord Sith con tutta calma si rituffò in acqua e continuò a nuotare tranquilla.
-Vedo che stai peggiorando nel non fare rumore mentre mi spii.- Annunciò pacata.
-Forse il mio intento era proprio quello di farmi scoprire!- Ribattè lui, impertinente come sempre.
-Beh, sembra che anche tu voglia farti un bagno!- Infatti il rosso era rimasto solo con i pantaloni addosso, lo sguardo di Cara indugiò sui muscoli del petto, e poi più in basso su quegli addominali perfetti, muscoli che sicuramenti si erano formati e delineati dopo anni di duri allenamenti. Quel corpo da assassino era una meraviglia.
Jaqen fece spalluce, si sfilò i pantaloni ed entrò in acqua schizzando Cara. 
-Sei un bambino!- Esclamò la Mord Sith, ma era comunque divertita da quella situazione. 
Iniziarono a nuotare, girando uno intorno all'altro, nessuno dei due sembrava preocccupato dal fatto che entrambi erano nudi. Jaqen non distoglieva gli occhi da quelli di Cara, la guardava sempre con quello sguardo indagatore, come se cercasse di leggere qualcosa, che però ogni volta gli sfuggiva di un soffio e questo sembrava farlo infuriare sempre di più. Cara sembrava divertita da quella situazione, anche lei lo fissava, ma aveva rinunciato a cercare di scorgere qualcosa in quei pozzi. Aspettava che fosse lui a raccontarle qualcosa, qualsiasi cosa della sua vita. Poi improvvisamente prese una decisione e iniziò ad avvicinarsi a lui.
Si fermò a pochi centrimeti di distanza.
-Racconta a qualcuno quello che ti ho detto e sei morto.- una scusa! Cara lo sapeva, quella era stata una semplice scusa, la prima cosa che le era venuta in mente, usata esclusivamente per avviciarsi a lui. Per fortuna il rosso non sembrava essersi accorto di niente. 
-E' una minaccia?-
-Assolutamente sì!- disse lei con un sorrisetto impertinente, a giocare a fare la stronza era capace anche lei!
-Sai non sei nella posizione per fare minacce, io ho molto con cui poterti ricattare, tu cosa potresti usare contro di me?-
Era vero, Cara non sapeva niente sul suo conto. Ma non poteva perdere quel confronto, anche se era solo un gioco, lei doveva vincerlo. Jaqen poteva anche averla in pugno, ma era pur sempre un uomo, si avvicinò ancora di più, i loro nasi si sfioravano.
-Beh allora potresti raccontare anche tu qualcosa..- La Mord Sith aveva sussurrato quelle parole, data la vicinanza non aveva bisogno di parlare ad alta voce. Vide la solita sicurezza del rosso vacillare e decise di continuare ad attaccare. 
-Non so nulla su di te, come potrei fidarmi di qualcuno che non conosco?- Le sue labbra quasi sfioravano quelle di lui.
Jaqen deglutì, era buffo, la sua sicurezza era sparita. Cara decise che poteva bastare, rimase ancora qualche secondo vicino a lui e velocemente si ritirò con una risata leggera come la brezza che tirava. 
-Beh posso sempre difendermi dicendo che il grande assassino di Llorath ha paura delle ragazze!-
A quelle parole Jaqen sembrò risvegliarsi, afferrò per un polso La Mord Sith e l'attirò a se. Era così bella, poche volte era riuscito a coglierla di sorpresa, ma mai l'aveva stupita più di adesso. La fissò ancora per un secondo cercando di cogliere ogni centrimeto di quel viso e di imprimerlo nella memoria a fuoco. Dopodichè la baciò, le loro labbra si fusero insieme in un miscuglio di passione e bisogno l'uno dell'altro. Jaqen non aveva mai conosciuto Cara prima d'allora, ma in quel momento si rese conto che ne aveva sentito la mancanza per tutta la vita. La strinse forte a se afferrandola per i fianchi. La Mord Sith non si lamentò per quel trattamento e assecondò i suoi movimenti. Insieme raggiunsero poi la riva, e vi rimasero per tutto il pomeriggio. 
-Mi hai distolto dal mio compito sai?- Cara aveva la testa appoggiata sul petto di Jaqen, mentre lui le accarezzava i lunghi capelli. Sentì la risata del rosso sulla nuca.
-Non mi sembra che tu prima abbia protestato per questo.-
-Non ho mica detto che questo mi dispiaccia!- Disse soridendo lei.
-Bene!- e mentre parlava, Jaqen si abbassò per baciarla di nuovo.
Cara stava bene, finalmente la sensazione di inadeguatezza e di essere sempre fuoriluogo era stata messa a tacere. Quello era esattamente il posto in cui voleva stare, tra le sue braccia. Dopo aver pensato a queste parole la Mord Sith si vergognò quasi di quanto fosse diventata sdolcinata. Decise che ne aveva abbastanza e si alzò.
-Hei! Dove credi di andare tu?- disse il rosso ridendo.
-Te l'ho detto, ho un lavoro da finire, oppure Jon mi chiederà perchè ci sto mettendo tanto a far parlare la Montagna!- Jaqen rimase un po' deluso.
-Ma appena avrò finito con lui potrei ricominciare con te!- disse lei facendo l'occhiolino. Detto questo si rivestì velocemente e rientrò nella caverna.
[...]
-E' stato preoccupato per tutto il viaggio, credeva che non avrebbe più rivisto sua sorella.- disse Osha a Jon guardando il piccolo Bran con apprensione.
-Lo so, mi dispiace solo di non essergli stato più vicino in quel momento difficile. Sono un cattivo fratello per questo?-
-No. La guerra è cattiva. Ma Bran sta crescendo in mezzo alla disperazione e alla miseria, avrà bisogno di te per non diventare un mostro come gli uomini che camminano per queste terre.- Jon sepeva che Osha aveva ragione, Bran aveva bisogno di una persona su cui poter fare affidamento.
-Sei sempre gentile con me, mi aiuti e mi sostieni, ti ringrazio per questo. disse lui con un sorriso rivolto alla giovane donna.
-Hei Jon! Guarda cosa ho trovato!- era Bran, che tutto sudato ed accitato si stava avvicinando a loro di corsa. Nella sua mano qualcosa di peloso si agitava.
-Guarda è una lepre! E' ferita ad una zampa, potrei curarla e tenerla con me che ne dici?-
-Penso che sia un' ottima idea ometto!- Jon era rilassato, poteva stare tranquillo, Bran era sempre stato un bambino dolce e giudizioso, anche se il mondo era diventato un posto pieno di gente spregiovele, quel bambino non ne era ancora rimasto contagiato.
Fecero tutti ritorno al campo quando la sera cominciò a scendere. Mangiarono quello che era stato avanzato dalla colazione e poi si riunirono attorno al fuoco.
-Cos'hai lì?- chiese Jaqen a Bran
-Una lepre!- disse eccitato il ragazzino -E' ferita ad una zampa, vedi proprio qua.- il bambino indicò una zampa, su cui era avvolta una striscia di tessuto che probabilmente si era strappato dalla tunica. Era una fasciatura molto rozza, fatta da un bambino che non sapeva assolutamente come fare a curare qualcuno.
Il rosso con un sorriso gentile allungò le mani e chiese: -Permetti?- Bran gli passo il coniglietto un po' titubante, non si fidava del tutto di quell'uomo. Jaqen con delicatezza sfasciò la zampa e cominciò ad osservarla da vicino e a tastarla. Sembrò meditare per qualche secondo, poi raccolse un bastoncino, lo appogggiò alla zampa e con la pezzà iniziò a fasciarla.
-Ecco fatto, così guarirà più velocemente.- e porse nuovamente l'animale a Bran, che tutto felice si mise a fare le coccole al suo nuovo amico.

Finita la cena Cara e Jaqen andaro di nuovo al lago, dove passarono tutta la notte insieme, senza chiudere occhio. L'alba li sorprese anche troppo in fretta secondo La Mord Sith. 
-Devo andare. Oggi potrei riuscire a cavare qualche informazione alla Montagna!-
-Hei, è la seconda volta che mi molli qua. Inizio a sentirmi come un puttana!-
-Ahah, sei buffo! Dai muoviti, scommetto che anche tu hai qualcosa da fare.-
Jaqen la guardò allontanarsi, con Cara prima aveva scherzato, ma era insoddisfatto da quella situazione, per come lei si comportava sembrava solo un gioco, ma per lui sarebbe potuto diventare molto di più che semplice sesso. Si rivestì ed entrò anche lui nella caverna. Rimase di sasso quando vide la Montagna, o meglio ciò che rimaneva del suo corpo. La pelle era diventata una ammasso di carne flaccida e piena di vesciche, la faccia gonfia non aveva più nulla dei lineamenti che una volta erano appartenuti a quell'uomo. I polsi e le caviglie erano segnati da profondi solchi a livello delle corde che lo tenevano appeso da ormai tre lunghi giorni.
-Buongiorno cucciolo mio.-
-Salve Padrona Cara.- disse l'uomo con un filo di voce.
-Allora, dimmi, come stai?-
-Ora che tu sei qua molto meglio, mi sei mancata ieri pomeriggio.- a quelle parole seguì un pugno nello stomaco e un colpo d'agiel in faccia, la quale riconimciò a sanguinare copiosamente.
-Lurido lecchino. Queste non sono le buone maniere che ti ho insegnato!- quelle poche e spaventose parole che si erano scambiati furono le ultime che Jaqen sentì, perchè la Mord Sith cominciò la giornata di torture più pesante di tutte. Non lasciò neanche un secondo alla Montagna per riprendere fiato, gambe, torace, faccia, braccia, fianchi, non un solo centrimetro di pelle venne ignorato quella mattina. Quando Cara staccò la punta dell'agiel dal collo dell Montagna per riprendere fiato, Jaqen ripensò alle ferite che aveva visto quella sera sulle sue mani, ora il dolore che provava Cara doveva essere nettamente maggiore rispetto a quella volta. Provò dolore, e rabbia, odiava chi l'aveva costretta a quell'esistenza, lui si era scelto la sua vita, aveva preso la sua decisione di vivere da assassino, ma a lei quel dolore era stato imposto fin dall'infanzia. Si ripromise che avrebbe fatto tutto il possibile per rimediare alle ferite che Cara aveva nel cuore. Alzò gli occhi per vedre quello che stava succedendo. Sul volto della Mord Sith si era dipinto un sorriso perfido e maligno che quasi distorceva i suoi lineamenti perfetti, cosa aveva in mente ora?
-Cucciolo mio sei quasi pronto, ma prima voglio testare la tua fiducia, va bene?-
-Sono ai tuoi ordini Padrona Cara.- La Mord Sith sembrò soddisfatta da quella risposta.
-Ora dovrai rimanere perfettamente immobile, solo i più grandi uomini sono riusciti a resistere a questo particolare tocco. Promettimi che non ti muoverai, nè urlerai!-
-Farò tutto quello che mi ordini Padrona.- 
-Ti avverto, questo farà molto male, in molti sono morti e altrettanti sono rimasti paralizzati. Se non resisterai rimarrò molto delusa da te.-
-Sono forte mia Signora. Non ti deluderò.- soddisfatta la Mord Sith aggirò il corpo imponente e si posizionò alle sue spalle, afferrò un ciuffo di capelli e con un gesto brusco tirò indietro la testa dell'uomo. Scostò una ciocca che copriva l'orecchio e sussurrò: -Mi raccomando non morire, altrimenti quando ti riporterò in vita vivrai altri mille di questi giorni.-
 Detto questo, afferrò tutte e due le agiel e con un unico colpo deciso le piantò nelle orecchie della Montagna. Il corpo dell'uomo si irrigidì, la bocca si spalancò in un grido muto che non riusciva neanche a trovare il fiato per urlare, la tortura continuava, ma lui non si mosse di un centrimetro. Dopo qualche minuto, che sembrò durare all'infinito, la Mord Sith scostò le agiel e riprese fiato. L'uomo, finalmente libero dal dolore, si accasciò su se stesso, il petto si sollevava debolmente, sarebe potuto morire da un momento all'altro. Cara avvicino di nuovo le labbra all'orecchio e sussurò: -Sei mio!-

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Capitolo 9
*** -Brutte notizie ***


-Brutte Notizie.

Jaqen era frastornato, nel giro di qualche minuto la situazione era rivoluzionata, prima quella tortura alle orecchie, probabilmente ora il cervello della Montagna era diventato una pappa, poi quel sorriso sulle labbra di Cara mentre pronunciava quelle due parole, che erano riuscite a terrorizzare pure lui. E poi cosa cavolo intendeva dire con "quando ti riporterò in vita?" Evidentemente non la conosceva abbastanza, sicuramente non quanto lui credeva.
-Cara avrei alcune domande da farti.-
-Non ora, dov'è Jon? Vai a chiamarlo per favore, avrai bisogno di aiuto per tirare giù la Montagna.-
-Vuoi già liberarlo? Ma come? Non puoi aver già finito con lui!- La Mord Sith lo fulminò con lo sguardo. -Va bene, va bene, torno subito.-
[...]
I due uomini faticarono parecchio per tirare giù la Montagna. Lo portarono fuori dalla grotta e lo lasciarono nella radura. Jon prese i lacci e iniziò di nuovo a legarlo.
-Fermo. Non ce n'è bisogno.- Jon rimase interdetto.
-Come sarebbe a dire? Cara, quando si sveglierà cercherà di scappare.-
-Ho detto di no! Smettetela di contestare, so cosa fare!- detto questo siavvicinò alla Montagna che stava riprendendo conoscenza in quel momento. I due uomini si allantonaro, lasciandole spazio. L'uomo aprì leggermente gli occhi, come mise a fuoco il viso della Mord Sith le si avvicinò velocemente. Jaqen aveva paura che potesse ferirla, ma si stupì nel vedere invece, che l'uomo che lei aveva torturato per giorni, si prostrò ai suoi piedi, e che a testa china aspettava ordini dalla sua padrona.
-Bravo cucciolo, sei sopravvissuto, sei stato obbediente.-
-Ho fatto come mi avevi chiesto Padrona Cara.- La Mord Sith gli accarezzò la testa con l'agiel, provocando un brivido di dolore in tutto il corpo della Montagna.
-Bene, Jon possiamo cominciare con le domande. Cucciolo mio ora Jon ti farà alcune domande e tu dovrai rispondergli, dovrai dirgli tutta la verità, se non lo farai rimarrò molto delusa.- L'uomo la guardò con le lacrime agli occhi, ma fece segno di sì con la testa, poi si girò verso Jon senza alzare lo sguardo da terra. Jon era rimasto spiazzato, non aveva mai visto nessuno così sottommesso, quell'uomo aveva completamente perso la facoltà di pensare con la sua testa o di prendere le sue decisioni! Guardò Cara, sembrava soddisfatta del suo lavoro, sicuramente quella non era la prima volta che faceva qualcosa del genere. Comunque non c'era tempo da perdere, si schiarì la voce e cominciò con le domande.
-Dove si trova il Re Joffrey?- L'uomo lo guardò con disprezzo e sputò a terra. La punizione di Cara arrivò veloce come il vento che soffiava, la Montagna si accasciò a terra tremante. -Perdonami padrona, ma tu sei l'unica che io amo, voglio rispondere a te.- Cara avvicinò il suo viso a quello dell'uomo -Ti ho detto di rispondere ad ogni singola domanda che Jon ti farà. Più tardi verrai punito per avermi disobbedito!- La Montagna piagnucolò qualcosa, ma velocemente si rimise in ginocchio e rivolse un occhiataccia a Jon, poi iniziò a rispondere alla sua domanda.
-Si trova ad Approdo del RE.- 
-Bene, voglio sapere perchè ti era stato ordinato di rapire mia sorella e da chi.-
-Il Re me lo aveva imposto, dovevo portarla ad Approdo del Re, lì l'avrebbe fatta prigioniera. Questo e tutto ciò che so, non mi aveva detto cosa avrebbe voluto farci, ma suppongo che volesse utilizzarla contro Rob Stark, forse per ricattarlo.-
-Mossa prevedibile.- commentò Jon. -Dimmi della strategià di Joffrey, quali sono i suoi piani?- L'uomo fece una smorfia,ma continù a parlare, raccontando a Jon tutto ciò  che sapeva.
[...]
La sera stessa fecero i bagagli e si misero in marcia, dovevano sbrigarsi a raggiungere Rob! Quello che avevano scoperto dall'interrogatorio era terribile. Joffrey non era stato con le mani in mano, aveva pianificato tutto! Aveva radunato i suoi uomini migliori, quelli più spietati e abili, li aveva imbarcati e con loro aveva navigato verso nord, presto sarebbero sbarcati e avrebbero preso l'esercito di Rob alle spalle facendone una strage! Probabilmente il piano era stato un'idea della regina Cersei, ancora più sadica e perfida del figlio.
-Non ce la faremo mai, mio fratello è spacciato!- disse Jon disperato.
-Smettila di piangerti addosso, ce la faremo! L'accampamento non è molto lontano, nel giro di qualche giorno lo raggiungeremo.- aveva risposto Cara, sicura. 
-Non è vero, siamo lenti! Troppo!- Jaqen aveva ragione, Osha e i bambini erano troppo lenti.
-Fermiamoci un attimo e decidiamo cosa fare.- propose Jon. Si radunarono tutti sotto un grande albero sul ciglio della strada.
-Non possiamo continuare così! Dobbiamo dividerci.- esclamò Jaqen
-Dividerci? E come? Non posso lasciare Osha, Arya e Bran senza protezione!-
In quel momento a Cara venne un straordinaria idea. -Non saranno da soli! La Montagna rimarrà con loro, li proteggerà, noi intanto raggiungeremo l'accampamento e avvertiremo Rob.-  Alzò soddisfatta lo sguardo per vedere cosa ne pensavano gli altri, ma incontrò solo espressioni terrorizzate.
-Come puoi dire una cosa del genere? Non lascerò mai nelle mani di quell'uomo la vita dei miei fratelli!-
-L'hai visto no? Ci ha raccontato tutto, ora lui è mio, e farà tutto quello che gli dirò di fare!-
-No, non se ne parla!- 
-Jon guardami, è l'unica cosa che possiamo fare, se non ti fidi.. Rob potrebbe morire e con lui la speranza di un nuovo Re. Fidati di me!-
Jon scosse la testa. -Jon, per noi va bene, io mi fido di Cara, se lei dice che la Montagna può protteggerci allora io le credo!- era stata Osha a parlare. 
-Andiamo, anche tu sai che è l'unica cosa che va fatta.- Gli afferrò una mano e lo guardò fiduciosa. Jon la fissò, era lacerato in due, da una parte la preoccupazione per lei e per i suoi due fratelli minuri, dall'altra il disperato bisogno di raggiungere in tempo Rob. Alla fine fece un cenno d'assenso con il capo, senza aggiungere altro.
-Bene! Tu, vieni qua.- Cara si era rivolta alla Montagna con decisione. -Tu rimarrai con loro, li proteggerai come faresti con me. Insieme raggiungerete l'accampamento. Se tornerai e loro saranno anche solo leggermente feriti te ne pentirai per sempre!- 
-Mia Padrona, farò tutto ciò che potrò per proteggerli, te lo prometto!-
-Bene, ora mettiamoci in viaggio.-
Jon salutò Arya e Bran, poi si voltò e, insieme a Cara e  a Jaqen, ripartì in direzione di Rob e dell'esercito.
Avevano camminato senza sosta per tutto il giorno e per buona parte della notte, erano sfiniti, così decisero di riposarsi per qualche ora. Il primo turno di guardia toccò  a Jaqen, non era stanco, per questo aveva deciso di rimanere sveglio per primo, in più non sarebbe riuscito a chiudero occhio. Si sentiva tremendamente vuoto, dopo la ciò accaduto alla radura, tra lui e Cara non era più successo nulla, ma ciò che più lo preoccupava era stato scoprire quello di cui lei era veramente capace. Insomma, sapeva che le Mord Sith avevavano una certa fama, ma non credeva che avessero il potere di sottomettere a quei livelli una persona, di rubargli l'anima e di riempirla con qualsiasi cosa loro volessero. Non aveva paura di Cara, lui la conosceva, l'aveva capita, lei non era un mostro, eppure era lì che si stava arrovellando su chi lei realmente fosse.
-Hei, cambio della guardia!- Jaqen si girò e vide la Mord Sith mezza addormentata che gli sorrideva.
-Sei distrutta torna a dormire.-
-No, non mi va, basta incubi per stanotte.- Jaqen si chiese se quelli che sognava Cara erano semplici paure o fantasmi del passato che tornavano a tormentarla, proprio come facevano i suoi con lui.
La Mord Sith gli si sedette accanto, nonstante la stanchezza aveva un'espressione pensierosa sul volto.
-Io mi fido di te.-
 Cara lo disse così, di getto, non credeva di aver parlato ad alta voce, ma si rese conto troppo tardi di aver realmente pronunciato quelle parole. Perfetto! Addio alla sua facciata che aveva costruito con tanta fatica! Ormai il danno era fatto, guardò Jaqen. Lui la stava fissando già da tempo, aveva colto perfettamente ogni battuta di quella guerra interiore che aveva appena reso la Mord Sith perdente cotro i suoi sentimenti. Non diceva nulla, continuava a fissarla, ma per lei, quello sguardo era più potente di mille altre parole. Poi il rosso afferrò il suo viso e l'avvicinò a se. La baciò, ma più che sesso, quel bacio significava bisogno. Rappresentava il disperato bisogno che entrambi avevano l'uno dell'altro. Entrambi si aggrapparono disperatamente all'unica certezza che avevano, quella di un fututo incerto quato meraviglioso, quella di una persona in cui poter riporre la fiducia che mai avevano donato a qualcun'altro. Quando si separarono per riprendere fiato Jaqen ne approfittò per parlare. 
-Sentire la tua storia mi ha fatto capire quanto tu abbia bisogno di protezione, tu ti mostri forte, decisa e fiera, ma hai un disperato bisogno di qualcuno su cui poter contare. Sappi che io sarò sempre presente, mai ti abbandonerò nel momento del bisogno. Tu ti fidi di me e io non ti deluderò. So bene che per te è stato difficile pronunciare qulle parole.- 
-Non so casa mi abbia spinto a dirtelo.- Cara era spaventata, Jaqen poteva vederlo. Le prese le mani e iniziò ad accarezzarle.
-Stai tranquilla, capisco che è qualcosa di nuovo per te, ti starò accanto e non tradirò mai la tua fiducia. Ora riposati ne hai bisogno.- detto questo la prese in braccio a la riportò sul suo giaciglio. Le accarezzò un guancia e la baciò sulla fronte. -Ti amo.- sussurrò, ma la Mord Sith era già troppo lontana da quel mondo per sentirlo.
[...]
Raggiunserò l'accampamento il pomeriggio seguente. Appena entrato nell'accampamento Jon si era diretto verso la tenda del comandante, suo fratello Rob. Cara e Jaqen lo videro sparire dietro una tenda rosso fuoco. Sapevano che non avrebbero potuto seguirlo dentro, era già difficile riuscire a stare lì fuori con tutti quegli occhi puntati addosso, alcuni li guardavano con curiosità, altri con diffidenza, altri ancora con odio. Probabilmente la tuta da Mord Sith di Cara non era ben accetta in quel posto.
-Cosa ci fa qui una lurida Mord Sith?- disse un'uomo avvicinandosi a Cara, Jaqen istintivamente fece un passo avanti per proteggerla, ma lei le mise una mano sulla spalla per rassicurarlo e si avvicinò all'uomo.
-Sai, non ti conviene chiamarmi così.-
-AHAH e perchè mai?! Sei nel mio accampamento in mezzo ai miei compagni, cosa vuoi farmi? Io ti chiamo come mi pare, puttana!-
L'unica risposta di Cara fu un accenno di sorriso. E poi, in un lampo, l'uomo giaceva a terra privo di sensi. Un gruppetto di uomini iniziò ad avvicinarsi per vedre cosa stava succedendo.
-Hei, l'hai ammazzato!- esclamò uno.
-Guarda meglio bifolco, respira ancora. A malapena forse, ma è ancora vivo.-
-Chi sei tu? Cosa vuoi? Come ti permetti di venire qua e di mettere al tappento uno degli uomini del Re del Nord!-
-Oh taci! Non ho fatto nulla, mi sono semplicemente difesa.-
Jaqen guardava divertito quella scena, Cara gli piaceva sempre di più, aveva la lingua tagliente quanto i suoi pugnali e un caratteraccio degno di un Bruto. 
-Ti conviene andartene di qua, prima che la situazione si metta male per te e per il tuo amico.- gli uomini cominciavao a spazientirsi di quella situazione, stavano afferrando le loro armi e avevano accerchiato i due. Cara guardò Jaqen con un sorriso. -Sei pronto a divertirti un po'?- 
-Sarebbe meglio evitare casini, Cara.-
-Ahah ormai non possiamo tirarci indietro.- Impugnò le sue agiel e si mise in posizione.
-Cara, posale, aspettiamo Jon.- Cara sbuffò, ma rinfoderò le armi.
-AHAHA ma allora non sei cosi letale come volevi farci credre, segui alla lettera gli ordini del tuo parodrone, putt..-  L' uomo non riuscì a terminare l'insulto perche gli arrivò un pugno dritto sul naso dal quale iniziò a sgorgare sangue come da una fontana. Poco più in là Jaqen si stava pulendo il guanto con cui aveva colpito l'uomo. Quella fu la scintilla, in un secondo i soldati si buttarono addosso a Cara e a Jaqen, iniziò una zuffa in cui nessuno capiva chi colpiva e da chi veniva colpito, volavano pugni a destra e a manca. 
-ADESSO BASTA! Cosa diavolo sta succedendo qua fuori?! Un po' di contegno signori!- Cara si voltò per vedre a chi appartenesse quella voce. Appena fuori dalla tenda vide un uomo alto, con folti ricci neri e occhi verdi. Era molto bello e aveva un portamento fiero, da capo. Di fianco a lui c'era Jon, un po' sconcertato da quella scena. Stava cercando tra quella baraonda i suoi due amici, sicuro che fossero stati la causa della zuffa.
-Scommetto che avete tutti qualcosa da fare, andatevene via prima che vi faccia frustare per punizione.- in men che non si dica la folla si disperse. Poi Rob si voltò verso Cara, la fissò con un po' di stupore, ma sembrava sapere già perchè lei si trovasse lì. 
-Entrate.- si era rivolto sia a lei che a Jaqen.
Quando furono dentro Cara notò quanto Jon e Rob si assomigliassero, anche se non avevano la stessa madre erano estremamente simili, fatta eccezione per gli occhi.
-Jon mi ha detto ciò che è successo. Prima di tutto voglio ringraziarvi entrambi per aver aiutato Arya, ve ne sarò riconoscente per sempre.- Poi il suo sguardo si posò su Cara. -So anche quello che hai fatto allla Montagna, sebbene io condanni certe pratiche, senza di te probabilmente sarei morto. Ti ringrazio.-
-Ho semplicemente fatto il mio dovere.-
-Beh si, ma ti ringrazio comunque. Ora passiamo alla parte importante, tra due giorni Joffrey sbarcherà con il grosso dell'esercito e ci attaccherà dalle retrovie. Dobbiamo pensare ad una strategia e soprattutto ora, che siamo in vantaggio non dobbiamo farci sorprendere impreparati!-
 Passarono l'intera giornata ad organizzare e ad appurare i piani. Finalmente, quando scese la sera, il piano era pronto. Avrebbero permesso a Joffrey di approdare sulla costa, e propiro in quel momento lo avrebbero attaccato, sbaragliando il suo esercito in un momento in cui nessuno si sarebbe aspettato un attacco. 
I Lupi avrebbero attaccato, staccando con forza la testa al Leone.

 

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Capitolo 10
*** -E guerra sia. ***


- E guerra sia.


 
Cara uscì dalla sua tenda, lanciò un'ultma occhiata a Jaqen che ancora dormiva. Quella notte era stata fantastica, non aveva mai amato nessuno, ma era sicura che quello che provava per lui fosse amore, ovviamente nessuno avrebbe dovuto sapere questo, nemmeno lui. Uscì nella aria frizzante del mattino, l'accampamento era immerso nel silenzio più assoluto, una leggera foschia ricopriva i campo, in lontananza si scorgevano a mala pena i fuochi che delimitavano il capo. Passò di fianco a due sentinelle addormentate e si diresse verso il bosco. Aveva bisogno di allenarsi, di sentire la potenza dei suoi muscoli e del potere delle agiel fluire nel suo corpo. Iniziò una serie di esercizi che non aveva mai più fatto da quando aveva lasciato il Castello delle Mord Sith. Non ne aveva mai più avuto bisogno, ma quel giorno era importante, le sarebbe servita tutta la concentrazione possibile. Quel giorno la guerra avrebbe avuto inizio. Quel giorno si sarebbero decise le sorti dei  Sette Regni.
-Sei stata tu a mettere al tappeto uno dei miei uomini migliori?-
Cara era talmente concentrata che non lo aveva sentito avvicinarsi. Si girò, leggermente irritata per quella interruzione.
-Se quello è un dei tuoi uomini migliori, come speri di poter vincere oggi?- Cara sapeva di giocare con il fuoco, quello era l'uomo più potente di tutto il Nord. Ma lui sembrò divertito dalla sua risposta.
-Sai, avrei bisogno di una come te nella mia guardia. Dopotutto hai servito mio padre fedelmente, che ne diresti di farlo anche per me?-
-Prima cerchiamo di vincere la guerra, poi di questo se ne parlerà.- adesso Rob sembrava aver perso il divertimento per quella conversazione.
-Io presto sarò il tuo Re, ti conviene portare rispetto.-
-Le Mord Sith non hanno un Re, al massimo possono scegliere un Padrone da proteggere, niente di più. Sei già fortunato che io sia qui oggi ad aiutarti, per questo puoi ringraziare esclusivamente tuo fratello Jon.-
-Mi piacciono le donne forti come te, ma il tuo caratteraccio ti farà passare dei guai in futuro.- detto questo Rob le diede la schiena e tornò nella sua tenda.
Cara rimase imperturbata da quella discussione, Rob era molto sicuro di se, quasi arrogante, ma a lei non importava niente. Lei era lì per.. In realtà non c'era una vera motivazione per cui dovesse trovarsi lì,  nel mezzo di quella guerra. Ma Jaqen era lì con lei e lui non aveva nessuna intenzione di andarsene. Quella notte aveva detto che per lui quella battaglia era un modo per riscattarsi, per purificarsi delle cattive azioni. Cara aveva riso, andare in battaglia, uccidendo soldati, per rimediare a sbagli fatti in passato, un po' starana come via di redenzione. Jaqen aveva risposto dicendole che avrebbe combattutto per una giusta causa, e che questo poteva bastare. Pertanto se lui voleva rimanere a combattere, lei avrebbe combattuto al suo fianco. Tornò all' accampamento dove erano iniziati i preparativi, c'era chi affilava la spada, chi indossava l'armatura, chi stava sellando il cavallo e c'era anche chi pregava gli dei affinchè potesse tornare sano e salvo a casa. Poveri illusi, le loro preghiere erano vuote, nessun dio avrebbe potuto salvarli da quello che li aspettava, molti di loro non avrebbero più rivisto il sole sorgere.
Erano tutti pronti, Rob aveva indossato il suo mentello con la pelliccia del lupo, e nel cuore fiammeggiava il desiderio di vedere la bandiera della sua famiglia sventolare su Approdo del Re. Quel giorno avrebbe vendicato sua padre, avrebbe fatto a pezzi Joffrey e senza alcuna pietà avrebbe massacrao l'intera famiglia Lannister, tutti quel giorno avrebbero ricevuto ciò che si meritavano. 
Iniziarono la marcia verso la costa e giunsero nel posto in cui, da lì a poco, sarebbero arrivate ignare la navi di Re Joffrey. Gli arceri vennero disposti sull'alta scogliera, metre i cavalieri e i fanti erano rimasti nel folto della foresta, aspettando l'ordine di attaccare. Jon, Cara e Jaqen erano andati sulla spiaggia, avrebbero dato loro il segnale di attacco. Rob si fidava ciecamente solo di suo fratello.
-Con questa nebbia non si vede niente dannazione!-
-Non ti preoccupare Jon, sono abituato a questo clima, riesco a vedere perfettamente tutta la costa.-
Rimasero in silenzio assoluto per almeno due ore. I soldati erano pieni di speranza, ma si stavano anche spezientendo. Poi Jaqen scorse un fuoco nel mezzo del mare, ovviamnte doveva appartenere ad una nave. Nel giro di qualche secondo altri fuochi si accesero e fu inevitabile vedere la spaventosa e schiacciante maggioranza del nemico. Davanti ai suoi occhi apparirono decine e decine di barche.
 Re Joffrey aveva deciso di portare con se tutto l'esercito. Velocissimo il Rosso diede il segnale. I soldati cominciarono ad avvicinarsi alla spiaggia, ma non era ancora il momento di attacare. Quando le navi furono abbastanza vicine, cominciarono a calare le scialuppe, con le quali i soldati avrebbero raggiunto la costa. Cara notò che indossavano già le armature, questo poteva essere un bene, bastava affondare le scialuppe così che i soldati sarebbero stati trascinati sul fondo del mare dal peso di quelle e sarebbero affogati. Diede l'ordine di preparare anche delle frecce incendiarie. 
Le prime scialuppe raggiunsero la costa indisturbate, quando buona parte di esse attraccarono e fecero sbarcare i soldati Rob decise che era ora. Ormai un quarto dell'esercito nemico si era già addossato sulla spiaggia, mentre un'altra parte stava ancora sulle scialuppe. Da molte navi però non scese alcuna barca, probabilmente quelli erano i rinforzi, pensò Rob, non serebbero sbarcati se non ce ne fosse stato bisogno. Guardò i soldati sulla spiaggia e quelli vicino alla costa, nessuno di loro sapava quello che stava per succedere. Cercò tra la folla la testa bionda di Joffrey, ma non riuscì a scorgerla, probabilmente non era ancora approdato. Basta, non poteva più perdere tempo in considerazioni, ora bisognava agire. Alzò il braccio, in quell'istante il respiro dei soldati, il fruscio delle armature, i versi degli animali, persino l'aria, rimasero immobili. Tutto era avvolto da un silenzio carico di tensione. 
Rob abbassò la mano, il suo braccio scese come la scure del boia cala per tagliare la testa ad un condannato. Quel gesto fu l'inizio della fine per Re Joffrey.
Come gli arceri videro il segnale, una nuvola oscurò il cielo sereno, i nemici alzarono il capo per vedere da cosa era portato quell'inaspettato buio, ma come misero a fuoco ciò che si muoveva sulle loro teste una pioggia di frecce li investì, facendone strage. Cara li osservò cadere come mosche, sotto quella potenza, con un sorriso che aveva qualcosa di sadico. Subito dopo, una seconda pioggia di frecce falciò i sopravvisuti. Coloro che stavano attraccando cercavano di riparasi sotto qualsiasi cosa per sfuggire a quella carneficina, fu allora che la Mord Sith diede l'ordine di incendiare le frecce e di  mirare alle scialuppe ancora in mare aperto. Nel giro di poco, buona parte di esse prese fuoco e i soldati potevano decidere, o rimanere sopra morendo bruciati, o affidarsi alla carezza delle onde, che li avrebbero portati sul fondo sabbioso senza alcuna via d'uscita. La situazione era disastrosa per i nemici, avevano perso centinaia di uomini mentre l'esercito di Rob era ancora intatto. Ma non avevano ancora vinto, no, erano ancora molto lontani dalla vittoria. Dalle navi iniziarono allora a scendere molte più scialuppe, che sotto gli ordini e le fruste dei capi raggiungevano la costa molto più velocemente, fu allora che Rob dovette dare l'ordine ai suoi soldati di invadere la costa. Sulla spiaggia si scatenò presto l'inferno, tutti combattevano con valore, gli uomini di Rob erano molto forti, ma potevano fare poco contro la schiacciante meggioranza dei nemici che continuavano ad arrivare. Gli arceri ormai non potevano più fare molto per paura di colpire i propri compagni, continuavano però ad incendiare le varie scialuppe. Cara si era buttatta nella battglia senza tropi indugi, era carica, aveva bisogno di sfogarsi e doveva ammettere che si stava divertendo parecchio. Le bastava sfiorare gli avversari con le sue agiel che quelli cadevano morti, ben presto intorno a lei si creò un cerchio di cadaveri. Riuscì a scorgere in lontananza Jaqen, l'unica paura che aveva era quella di perderlo, cercò quindi di avvicinarsi a lui. Quando lui la vide, Cara credette di vederlo sospirare di solievo, anche lui era preoccupato per lei. Si misero schiena contro schiena per far fronte alla nuova ondata di nemici. Insieme erano letali, nessuno poteva ferirli, nessuono poteva dividerli.
-Te la stai cavando piuttosto bene, non ti facevo così bravo.- scherzò Cara.
-Ahah sei pazza, come fai a scherzare in un momento del genere?-
-Perchè? Non ti stai divertendo anche tu?-
-Sì, un mondo!- disse lui sarcastico. 
Ma poi successe qualcosa che fece gelare il sangue a Cara. Poco più in là  riuscì a vedere Jon, era completamente accerchiato ed era ferito ad un braccio, non riusciva neanche a reggere la spada.
-Merda!- esclamò la Mord Sith, e scattò in avanti. Uccise l'uomo che stava per calare la sua spada sul collo dell'amico e cominciò a mietere vittime intorno a lui. Ma erano troppi, non c'era Jaqen a coprirle le spalle, troppo impegnato con un'altro gruppo. Così Cara non potè vedere quello che le arrivò da dietrò. Ricevette un colpo sulla gamba che le squarciò il muscolo e cadde a terra indifesa, cercò di girarsi sulla schiena per potersi ancora difendere disperatamente, ma qualcosa le colpì la nuca e tutto intorno a lei si fece buio.
Si risvegliò nel bosco, poco lontana dalla battaglia che ancora infuriava.
-Cara! Oh Cara pensavo che fossi morta!- Jaqen era vicino a lei e ora la stava abbracciando.
-Cosa è successo?- era confusa, non riusciva a capire, cercò di alzarsi ma un dolore lancinante non glielo permise.
-Ferma! Sei stata ferita, non puoi più combattere, sta arrivando un cerusico che ti fascerà e poi ti riporterà all'accampamento.-
-No! No non posso andarmene, io devo restare qua, devo aiutarvi, devo combattere.-
-Cara ti farai ammazzare, non puoi stare in piedi!-
-No ti prego! Non farmi andare via devo stare qua!- era disperata.
-Ascoltami! Non posso perderti, non ne ho la forza, devi tornare all'accampamento e guarire. Ti prego!- anche Jaqen era disperato, se Cara fosse morta molto probabilmente anche lui si sarebbe ucciso.
-Jaqen ti prego, non farmi questo, fammi stare qua con te!- La Mord Sith aveva le lacrime agli occhi, non sapeva più a cosa aggrapparsi. Jaqen non sapeva più cosa fare. Le afferrò il viso e la guardò negli occhi. -Ascoltami, io devo proteggerti, e farti andare via di qua è l'unico modo possibile! Non permetterò che tu muoia. Io non ti perderò per nessun motivo. Non puoi più stare qua.- Cara ormai stava piangendo, era senza speranza, non lo avrebbe mai convinto, cercò di distogliere lo sguardo ma lui le afferrò il mento impedendole di voltarsi. -Guardami.- Fu costretta a farlo. -Io Ti Amo Cara.- 
La Mord Sith venne investita dalla potenza di quelle parole, nessuno le aveva mai detto niente di simile, non aveva neanche mai ricevuto un "ti voglio bene". Rimase spiazzata, a quel punto Jaqen la baciò. Ma non era un bacio come gli altri. In quel bacio Cara non riusciva a vedre altro che un disperato addio. No, non poteva permetterlo, si aggrappò disperatamente a lui, decisa a non lasciarlo tornare in quell'inferno da solo. Purtroppo in quel momento arrivò il cerusico, che l'afferrò e la mise sulla barella, Cara era talmente debole che non riuscì nemmeno a protestare. La sua mano venne strappata da quella di Jaqen che con un sorriso di incoraggiamento la guardò un'ultima volta, poi si girò e tornò in mezzo alla battaglia.


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Capitolo 11
*** Avviso ***


Buonsalve a tutti i miei lettori :D ragazzi lo so, sono due settimane che non pubblico, imperdonabile! Il problema è che il mio compiter fa i capricci e sembra essersi buscato un gran bel virus :(. Purtroppo tutto il lavoro e i capitoli che avevo gia scritto per le prossime pubblicazioni erano tutti dentro a quella scatola infernale.. I casi quindi sono due, o aspetto di riavere il mio computer sano e salvo e poi riprendo la pubblicazione da dove l'avevo lasciata, oppure se vedo che i tempi sono troppo lunghi riscrivo gli ultimi capitoli e magari, usurpando il computer di qualche mio amico cercherò di aggiornare. Preferirei non dover riscrivere ciò che avevo gia buttato giù, semplicemente perchè ho paura che il risultato finale non sia poi lo stesso :/ ... Spero di risolvere al più presto questo intoppo e spero anche di non perdervi come lettori a causa di questa stupida tecnologia.. Baci baci cari lettori dalla vostra Wanda_Cara_Katnip ❤️

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Capitolo 12
*** -Tradimento. ***


-Tradimento.

Cara si risvegliò all'interno di una tenda più grande del normale, il soffitto era più in alto e non riusciva a vedere le pareti. Era sdraita su un giaciglio di paglia sudicia e riusciava a muoversi a malapena, qualcosa le impediva di alzarsi. Si guardò intorno e la realtà di quel posto la invase. Su tutto il pavimento erano sparsi pagliericci, sopra i quali Cara si stupì nel vedere centinaia di corpi martoriati dalle ferite. C'era chi aveva perso gambe o braccia, chi con la testa fasciata delirava, e anche chi stava esalando il suo ultimo respiro. Tutt'intorno alcune donne correvano da un ferito all'altro, cercando di curare e salvare quanti più soldati potevano. Cara notò un uomo con una benda sull'occhio che implorava per un po' d'acqua, la brocca era proprio a pochi passi da lui, eppure continuava a gridare aiuto, poi spostò lo sguardo leggermente più in basso e notò che le gamenbe di quell'uomo terminavano in due spaventosi moncherini insanguinati. Era troppo, strappò le cinghie che la tenevano legata e corse fuori, appena si fu allontanata abbastanza si appoggiò ad un tronco, cercò di prendere fiato, ma l'immagine dell'uomo senza gambe le attanagliò lo stomaco e vomitò tutto quello che aveva nello stomaco. Passarono alcuni minuti, durante i quali si impose di calmarsi, non era certo la prima volta che vedeva gli orrori della guerra, ma allora cosa aveva scatenato quella reazione? Nel momento che si pose quella domanda la risposta riaffiorò nella sua mente con una potenza spaventosa. Si fece coraggio e ritornò dentro alla tenda. Cercò in ogni angolo di quel posto dimenticato dagli dei, rivoltava cadaveri, faceva domande ai moribondi, era disperata, afferrò per il bavero un cerusico urlandogli: -DOV'E'?! Lui dov'è? Dimmelo!- Stava per strozzare quel poveretto, quando due mani calarono sulle sue spalle come zavorre e la trascinarono fuori.
-Cara! Cara fermati, ti devi calmare mi hai capito?- Cara conosceva quella voce ma non voleva ascoltarla.
-No! Lasciami. Devo trovarlo. Tu non capisci!- Se Jon si trovava lì ed era già guarito voleva dire che la battaglia era finita, ma allora se LUI non era lì con lei, e neppure nella tenda dei feriti.. dov'era? Dov'era Jaqen?
-Cara calmati! Sei tu che non capisci, non lo troverai lì dentro va bene? Jaqen non è tornato dalla battaglia!- A quelle parole Cara si fermò di colpo, rimase a fissare Jon, ma in realtà non era lui che guardava, il suo sguardo era lontano, fisso su un punto del futuro che aveva stupidamente immaginato con Jaqen. Cadde in ginocchio, senza forze.
-Cosa è successo?- furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
-Non lo so. L'ho visto accerchiato da un gruppo di soldati nemici, stava ancora combattendo quando siamo stati costretti a ritirarci.- Un barlume di speranza trapassò gli occhi della Mord Sith
-Quindi tu non l'hai visto morire!-
-No.- 
Cara si alzò velocemente, una fitta di dolore puro l' attraversò, ma decise di ignorarla. -Dobbiamo organizzare delle ricerche, potrebbe essere ancora vivo, magari è ferito. Dobbiamo muoverci!-
-Ferma, tu non andrai da nessuna parte. Ho già organizzato una squadra di ricerca, stiamo per partire, ma a costo di legarti al letto, tu non verrai con noi.- Cara si limitò a guardarlo con tutto l'odio che era in grado di provare per qualcuno. 
-Tu non puoi dirmi quello che devo fare.-
-Non mi importa niente se sei arrabbiata, tu non vieni, questo è quanto. Sei ferita, gravemente, ci rallentersti solamente e saresti inutile, in caso di un agguato da parte dei nemici.- Jon era stato duro con lei, ma quello era l'unico modo per farla rimanere.
-Non dire cazzate. Io vengo comunque.- dette quelle parole notò un leggero cenno del capo che Jon rivolse a qualcuno dietro di lei. Poi due uomini le afferrarono braccia e gambe e la riportarono nella tenda, dove la legarono saldamente.
-Mi dispiace, non vorrei doverlo fare, ma sei un pericolo per gli altri e per te stessa. Ti prometto che riporterò indietro Jaqen, non ti deluderò. Hai  la mia parola.- 
-Tu, sei un traditore! Lasciami andare. Tu non capisci, io devo trovarlo!-
-No. Tu devi riposarti, ti prometto che entro il tramonto saremo di nuovo qua sani e salvi. Fidati di me.- detto questo si girò e la lasciò da sola nella tenda. Cara era disperata, l'unica cosa che voleva era rivedere Jaqen, si dimenò, cercò di slacciare i nodi, ma l'unico risultato che ottenne fu quello di tagliarsi polsi e caviglie con le corde, ma non le importava nulla, continuò a dimenarsi fino a quando, stremata, svenne piangendo.

Jon le aveva promesso che avrebbe riportato Jaqen al campo e così doveva essere. Si ripromise che in qualsiasi modo l'avesse trovato, vivo o morto, l'avrebbe riportato da lei. Ritornò con il gruppo sul campo di battaglia, la spiaggia era disseminata di corpi, quasi non si riusciva a vedere la sabbia, le onde continavano a portare a riva i cadaveri degli uomini che erano affogati. Le acque vicino alla costa avevano assunto un colore cremisi a causa di tutto il sangue che era stato versato. Jon guardò l'orizzonte, le navi che erano uscite indenni dallo scontro erano già lontane, ma gran parte della flotta era affondata, mentre si potevano ancora vedere gli scheletri di quelle che erano state incendiate. Avevano vinto quella battaglia, ma a quale prezzo? Il numero delle vittime era altissimo e il Re del Nord non aveva guadagnato neache un millimetro di terra, aveva solamente difeso ciò che già gli apparteneva. Rob era infuriato, Joffery non si era fatto vedere sul campo, probabilmente era al sicuro dietro le mura di Approdo del Re, quella vittoria si poteva dire essere un enorme fiasco! Jon scosse la testa, doveva concentrarsi sul suo obbiettivo, non avrebbe deluso la Mord Sith.
-Cercate dappertutto, non mi importa se è morto, trovatemi il corpo.-
-E se non fosse morto?- Domandò uno degli uomini.
-Mi occuperò io di quell'eventualità.-
Jon si allontanò dal campo e raggiunse il punto in cui l'aveva visto l'ultima volta, vicino alla boscaglia, trovò delle impronte che conducevano nella foresta. Seguì quellla pista che lo condusse fino ad uno spiazzo dove c'era un gruppo di nemici morti. Jon osservò le ferite, era molto probabile che ad ucciderli fosse stato Jaqen, ma qualcosa gli sembrava strano, c'erano due tipi di ferite, alcune erano sicuramente state inferte dai pugnali dell'assassino, mentre altre, beh, le vittime erano state completamente sventrate, impossible fare quel macello con un pugnale. M allora chi era stato? Jon notò altre tracce che continuavano nella foresta, le seguì. Continuò a seguire ramoscelli spezzati e improte per tutto il pomeriggio, ormai era certo che Jaqen non fosse solo. Continuò a procedere nella fitta boscaglia, quando ad un certo punto le tracce finirono di colpo. Si guardò intorno turbato, aveva seguito una falsa pista? O aveva perso le tracce? Stava ancora pensando al da farsi quando una lama ricurva gli spuntò da dietro la schiena e si posò sul suo collo.
-Fai un fiato e sei morto.- Come diavolo era potuto succedere? Si era distratto! E ora sarebbe morto!
-Chi sei?- Jon cercò di prendre tempo, mentre pensava a qualcosa per tirarsi fuori da quella situazione.
-Ah, non mi freghi pivello, ti faccio fuori comunque.- ecco, era arrivata la sua ora, Jon invocò un'ultima preghiera agli dei e chiuse gli occhi.
-Cormac! Lacialo andare maledizione!-
-Come dici fratellino? Questo mi è capitato tra le mani da solo! Adesso è mio.-
-No! Ti ho detto di lasciarlo andare! Adesso.- 
-Bah, sei un guastafeste, sappilo! Ti ho appena ritrovato e tu già che mi fai incazzare!-
-Ti pregherei anche di usare un linguaggio meno.. colorito!-
-Ahahah fratello, ma ti hanno percaso rubato le palle? Un tempo con il tuo "linguaggio colorito" avresti fatto venire i capelli bianchi a qualunque puttana di Lorath! Ahaha.-
-Già, e sono contento che quei giorni siano finiti.-
Jon, nonstante il coltello puntato alla gola, approfittò di quella distrazione. Con uno strattone si liberò dalla presa e si girò per vedere in faccia i suoi due assalitori. Rimase di sasso quando riconobbe Jaqen, in compagnia di un uomo.. enorme! Era alto quasi due metri, con spalle larghe e gambe lunghe che sembravano due tronchi. Quell'uomo aveva qualcosa di stranamente famigliare, il naso aquilino, le guance scavate e dei sorprendenti capelli rossi.. Aspetta, aveva appena chiamato Jaqen "fratellino"! No, non poteva essere!
-Tu. Voi. Siete fratelli!- 
-Oh ma che amichetto perspicace che ti sei fatto Jaq!!- Lo schernì l'energumeno. Jon lo ignorò e si rivolse al rosso.
-Ti credevo morto! Ti ho cercato tutto il giorno, devi tornare all'accampamento!-
-No.- rispose l'altro calmo
Jon si sbalordì nel sentire quella risposta. -Come sarebbe a dire no?-
-Non posso tornare all'accampamento! Non con Cormac, lui è un soldato del Re Joffrey.-
-A dire la verita fartellino, io ho semplicemente visto la possibilità di divertirmi un po', per questo mi sono arruolato! Ahaha-
-Beh in ogni caso sei un nemico, non posso tornare da Rob con te.-
-Beh ma questo che vuol dire?- chiese Jon disorientato.
-Ascoltami Jon, non posso tornare indietro, e non ho nessuna intenzione di lasciare mio fratello. Io rimango con lui.-
-Bravo fratello, fai vedere a questa checca cos'è il legame di sangue per noi!-
-Oh taci Cormac, non ti impicciare.- disse esasperato Jaqen. Quello per tutta risposta sbuffo e si allontanò, lasciandoli soli.
-Ascoltami Jon, non posso tornare indietro. Vedi, io e Cormac siamo stati separati molto tempo fa, non posso e non voglio perderlo di nuovo.-
-Certo capisco, ma c'è una cosa invece che tu non vuoi capire.- Jaqen lo guardò smarrito.
-Cara.-
Sentendo quel nome tutta la sicurezza del rosso sembrò vacillare. Ma fu solo questione di un secondo, Jaqen riprese subito lucidità.
-Cara capirà, ora mio fratello ha bisogno di me.-
-Credi davvero che  a Cara possa andre bene questa decisione?-
-Sono sicuro che capirà la situazione, e ora vattene!- Jaqen aveva urlato quelle ultime parole, che a Jon erano sembrate disperate.
-Stai facendo un grosso errore.- detto questo il giovane si voltò e lasciò Jaqen da solo.
[...] 
-Stupido, Idiota, Ignorante, Lurido assasino! Cara mi ucciderà quando lo scoprirà, ne sono sicuro!- Jon era veramente preoccupato, sapeva che quella notizia avrebbe spezzato il cuore della Mord Sith. Stava cercando un modo per rendere la notizia meno dolorosa, ma sepeva anche lui che non c'era nessun modo per evitarle quel dolore. La verità are che Jaqen l'aveva abbandonata, lasciandola ferita senza neanche dirle addio. Lei non glielo avrebbe mai perdonato, questo era certo.

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Capitolo 13
*** -Accordi. ***


-Accordi.

Cara non riusciva a mettere a fuoco ciò che le capitava intorno. Era un susseguirsi di immagini sfocate, strani vortici di colore e voci confuse che si fondevano l'una con l'altra. Una volta giurò di aver visto un enorme ombra, che con i suoi tentacoli le lacerava la carne. Poi un volto famigliare le invase la mente, occhi azzurri, capelli rossi.. Non riusciva però dargli un nome.. Cosa diavolo le stava succedendo? Era spaventata. Riprese conoscenza per qualche secondo, per poi sprofondare di nuovo in quel caos infernale.
[...]
-Sai non mi sarei mai aspettato che abbandonassi i tuoi amici per me.. ah già ecco perchè.. Tu non hai amici! AHAHA-
-Dacci un taglio Cormac, non ci metto tanto a girare i tacchi e tornare da dove sono arrivato.-
-Si fratellino, sono perfettamente conscio di questo.- Disse Cormac con uno sguardo truce negli occhi. Per Jaqen quella risposta fu come uno schiaffo in piena faccia.
-Io non vi ho abbandonati! Sono stato costretto ad andarmene.-
-No, non è vero, tu sei scappato!-
-Non avevo scelta.- c'era disperazione nella voce del rosso.
-Non dire cazzate!- urlò il fratello. -Potevi scegliere eccome! Potevi scegliere di dire la verità.-
-Mi avrebbero ucciso, lo sai anche tu.-
-Forse.. Sì avrebbero potuto ucciderti, ma avrebbero anche potuto decidere di salvarti.- 
Jaqen non credette a quelle parole, nessuno l'avrebbe perdonato per ciò che aveva fatto, e a quanto pare neanche Cormac l'aveva fatto.
[...]
Jon era molto preoccupato per Cara, quando era tornato con la squadra di ricerca senza Jaqen lei aveva pensato che fosse morto, non era neanche riuscito a spiegarle ciò che era veramente accaduto. Era svenuta e da allora i medici continuavano a somministrale del latte di papavero per evitare che si facesse del male da sola. Questo la lasciava in uno stato di dormiveglia, in cui non riusciva a distinguere la realtà da ciò che era solo fantasia. Jon aveva cercato di convincere i medici a smettere con quelle dosi, ma appena avevano provato, Cara aveva afferrato per la gola uno dei cerusici e si era strappata le bende che le fasciavano la coscia. Avevano deciso di ternala in quello stato fino a quando non sarebbe guarita perfettamente. Ed ora era giunto il momento, Cara era guarita, il medico non le aveva più dato il latte di papavero e lei si sarebbe svegliata da un momento all'altro, per quello Jon era preoccupato. Aveva ordinato a tutti di uscire dalla tenda, aveva slegato i lacci che tenevano ferma la Mord Sith e ora era seduto, in attesa che lei si svegliasse. La guardava, notando ogni suo scatto, ogni espressione sofferente del suo viso, probabilmente era stata perseguitata dalle allucinazioni per tutto il tempo che era rimasta incosciente. Poi ad un tratto gli scatti cessarono, il respiro si fece più regolare, e la Mord Sith si svegliò. Non aprì subito gli occhi, congiunse prima le mani e si tastò i polsi, quando capì di non essere più legata con estrema agilità balzò in piedi arreffando la prima cosa che le era capitata in mano, un vaso, e lo puntò contro Jon. Ci mise un attimo a riconoscerlo, come mise a fuoco il suo volto, sembrò calmarsi ma non lasciò andare il vaso.
-Jon!- poi gli corse in contro e lo abbracciò. Jon rimase sbalordito da quella dimostrazione d'affetto, ormai aveva capito gia da tempo che la Mord Sith non era come voleva far credere di essere, ma mai l'aveva vista fare un gesto del genere. In quel momento anche Cara parve rendersene conto e si staccò velocemente da lui, tornando a sedersi sul giaciglio.
-Cosa mi hanno fatto?- chiese lei seria.
-Ti hanno somministrato del latte di papavero per poterti curare, ma ogni volta che ti svegliavi aggredivi qualcuno, così ti hanno legata e ti somministravano dosi per continuare a farti dormire.-
-Già peccato che non lo chiamerei sonno quello in cui sono stata costretta a vagare.. Per quanto? Per quanto tempo mi hanno inflitto questa pena?- Jon abbassò gli occhi, sperava che la Mord Sith non arrivasse così velocemente a quella domanda. 
-Jon?-
Jon rimase in silenzio, cercava di trovare una scusa.
-Jon rispondimi!-
Il ragazzo dovette cedere. -Un mese.-
-COSA? Sono stata in quello stato per un mese intero? E tu hai permesso che mi facessero questo!- Cara era infuriata, Jon era veramente preoccupato, soprattutto perchè le brutte notizie non erano ancora finite.
-Cara devi calmarti, sei debole, potresti..- lei non lo fece finire.
-Ho taci! Mi hai lasciato nelle mani di quei folli per tutto questo tempo! Non riuscivo neanche a capire quello che mi stava succedendo! Hai la minima idea di cosa voglia dire essere in quello stato? Tu.. tu..- Cara camminava avanti indietro per la tenda, era senza parole, troppo infuriata per dire qualcosa di sensato.
- .. Aspetta, ricordo di essermi svegliata, prima di tutto quel caos, tu stavi tornado, eri con una squadra di ricerche.. Chi eri andato a cercare?-
Jon si aspettava quella confusione da parte di Cara, ed era anche quella di cui più aveva paura. Non poteva più aspettare, doveva dire la verità alla Mord Sith. Fece per aprire bocca, ma in attimo vide la consapevolezza brillare negli occhi di Cara, probabilmente i ricordi erano riaffiorati da soli.
-No! NO! ti prego dimmi che non è..-
-No Cara non è così! Lui non è morto!- Il sollievo invase i lineamenti della donna. -Beh ma allora dov'è? Ti prego vallo chiamare, sarà preoccupato no?-
-Cara non posso, vedi.. Quando sono andato a cercarlo, da subito pensavo che fosse morto, poi ho seguito delle tracce e l'ho trovato. Ma Jaqen non era solo, con lui c'era suo fratello.-
-Beh? Non capisco, qual è il problema?-
-Vedi, suo fratello, combatteva per Re Joffrey, se Jaqen fosse tornato indietro con lui, Rob l'avrebbe fatto uccidere. Ha deciso di restare con suo fratello, ha detto che tu avresti capito.- Jon non aveva il coraggio di alzare lo sguardo.
Cara rimase in piedi, immobile, senza proferire parola. Jon si aspettava una reazione diversa, credeva che si sarebbe infuriata, distruggendo tutto ciò che si trovava davanti. Quella donna non smetteva di stupirlo. Se ne stava lì in piedi fissando il vuoto , ma il suo sguardo era glaciale, duro, era persino peggio di quello che Jon le aveva visto mentre torturava la Montagna. Forse quella reazione era più temibile di quella che si era immaginato. Poi Cara parve riprendersi, ma il suo sguardo non si scaldò, mantenne l'espressione glaciale.
-Sono stata inutile per un mese. Come procede la guerra?-
Jon non sapeva che fare, ma aveva paura a fare altre domande.
-Rob stà organizzando un nuovo attacco, un'offensiva per vendicarsi della battaglia andata male.-
-Male? Mi pareva che avessimo vinto quella battaglia.-
-Sì e così, ma Rob vuole il trono e la testa di Joffrey, e non si fermerà fino a quando non avrà ottenuto entrambe le cose.-
-Bene, voglio parlare con lui.-
Nei mesi  che aveva passato con Cara, nonostante la sua freddezza, aveva sempre percepito qualcosa di "umano" in lei. Ora quello sguardo, quella decisione nella voce, se prima era riuscito a capire che quella era solo una facciata, ora aveva perfettamente appreso che Cara non si stava più nascondendo, ma che quella era lei e che quel cambiamento era avvenuto nel profondo, riportandola al periodo in cui era stata con le altre Mord Sith. Jon non avrebbe potuto fare niente per aiutarla, ormai lei aveva deciso. Mai più avrebbe lasciato che qualcuno la ferisse ancora un volta, avrebbe ucciso chiunque avrebbe provato ad avvicinarsi a lei.
[...]
Cara entrò a testa alta nella tenda di Rob. Non aveva aspettato che le dessero il permesso, non gliene importava nulla.
-Ma prego entra pure!- Esclamò lui accigliato.
-Sono venuta per parlare con te, non per aspettare fuori dalla tenda i tuoi comodi.-
-Tu non puoi rivolgerti cosi a me.-
-Ti ho già detto che io non ho un re, ma solo un padrone da proteggere.-
 A quella provocazione Rob sorrise. -Allora è di questo che vuoi parlare?-
-Esatto, mi avevi chiesto di diventare parte della tua guardia. Sarei onorata di servirti.-
-Mmm beh, potrebbe piacermi come idea.-
-Ovviamente ho le mie condizioni.- Rob, non si capacitava dell'insolenza di quella donna. -Condizioni? Tu dovrai sottostare ai miei ordini, non hai delle condizioni da proporre.-
-Invece sì se vuoi i miei servigi.- 
Rob aveva le spalle al muro, era in guerra e una Mord  Sith come guardia del corpo sarebbe stata l'unica cosa che l'avrebbe reso imbattibile.
-Bene, sentiamo le tue condizioni.- disse a denti stretti.
Cara sorrise gelida. Aveva ottenuto ciò che voleva molto velocemente, non le importava di vivere o morire. Quello che le interessava era di combattere, lottare fino allo sfinimento, di uccidere e terrorizzare. Nel suo cuore non c'era più spazio per amore e altri sentimenti, ormai li reputava qualcosa di veramente superfluo e inutile. Finalmente ciò che le era stato insegnato prese posto nel suo cuore e nella sua anima. Le sue sorelle avevano ragione, provare sentimenti, tenere a qualcuno, non faceva altro che renderti più debole! Non avrebbe mai permesso a nessuno di farlo di nuovo, di renderla vulnerabile come aveva fatto quel miserabile. Si vergognava della reazione che aveva avuto quando aveva creduto che lui fosse morto. Si vergognava ancora di più di essersi mostrata debole e di aver ceduto a qualcosa di stupido e venefico come l'amore.
-Sarò il capo della tua guardia, non mi importa se hai gia nominato qualcuno, prenderò il suo posto. Avrò bisogno di uno schiavo, qualcuno che mi prepari le armi e strigli il mio cavallo. Voglio che gli altri uomini mi portino rispetto come fanno con te, se non lo faranno perchè glielo ordini tu, glielo farò capire io con i miei metodi.- 
Detto questo Cara si avvicinò a Rob puntando gli occhi nei suoi.
-Abbiamo un accordo?-

 

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Capitolo 14
*** -Simili. ***


Nota dell'autrice: salve a tutti cari lettori, prima di tutto mi scuso per l'imperdonable ritardo ma la scuola non mi ha dato tregua ç_ç!!
Colgo l'occasione per farvi tanti auguri di buon natale e se non esagero prendete questo capitolo come regalo da parte mia :). Inoltre vorrei chiedervi anche di lasciarmi una piiiiccola recensione, questo è un capitolo importante anche se un po' "brutale" e vorrei sapere cosa ne pensate. Detto questo vi auguro felici vacenze e una buona lettura :)


-Simili.

Gli ultimi due mesi trascorsi al fianco di Rob erano stati i più intensi della sua vita. Durante quel lasso di tempo aveva sfogato tutta la sua furia, ed era stata indispensabile per il progressivo avanzamento delle truppe del re del Nord. La guerra procedeva senza intoppi, presto sarebbero arrivati alle porte di Approdo del Re. Rob continuava a organizzare piani su piani, tattiche, imboscate, aveva calcolato tutto nei minimi dettagli, non voleva che niente andasse storto e Cara era stata la sua ombra per tutto il tempo. Aveva dato preziosi consigli sulle varie tattiche da adottare, e gli aveva salvato la vita anche un paio di volte. Rob era felice di averla presa come capo della guardia, anche se i suoi uomini non erano della stessa idea. Le lamentele tra le fila dei soldati erano all'ordine del giorno. Quasi tutti volevano che la Mord Sith se ne andasse. Spesso, Rob stesso, era riuscito a fermare in tempo quelle zuffe, ma purtroppo quando non c'era lui nei paraggi, il compito di sedare le risse era di Cara, la quale non perdeva tempo in chiacchiere e preferiva passare subito alle armi.

Le sue agiel volavano alla velocità della luce, colpivano un nemico dopo l'altro non aveva bisogno di fermarsi per riprendere fiato, mai, neanche per un secondo. Cara sentiva i muscoli bruciare per quello sforzo, quanto le piaceva quella sensazione. La furia che scorreva nelle sue vene, la potenza che sentiva mentre poneva fine alla vita di qualcuno, comparata all'impotenza delle sue vittime era qualcosa di sublime. Il sangue scorreva sulle sue mani e lei non si era mai sentita più viva! I suoi compagni la guardavano spesso con odio, ma in tanti altri Cara aveva scorto qualcosa di simile alla paura. Poteva facilmente immaginare i loro sentimenti.. nessuno avrebbe mai voluto assaggiare la potenza delle sue agiel, che in due mesi avevano falciato centinaia di nemici senza pietà. Cara era soddisfatta di quella situazione, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, forza, rispetto.. potere. Non aveva bisogno di nient'altro e questo la rendeva lucida e ancora più letale. 
C'era un'unica cosa che continuava ad irritarla.. Jon.
O meglio.. la pietà che gli leggeva tutte le volte che la guardava. Per qualche stupida ragione, lui, era convito che ci fosse ancora qualcosa da salvare in lei, che non era perduta del tutto. Odiava incontrare quello sguardo così compassionevole. Cara sapeva che secondo Jon il suo cuore era spezzato e che il suo comportamento dipendeva da quello. Odiava il fatto che lui credesse a quelle stronzate. Lei si comportava a quel modo semplicemente perchè era ciò che lei era, ciò per cui era stata cresciuta e la furia, la crudeltà e il dolore era tutto ciò in cui credeva. Aveva provato ad essere ciò che non era, andando contro la sua natura di Mord Sith, e semplicemente non aveva funzionato. Ma niente l'avrebbe fatta sbagliare di nuovo. Il sangue sulle sue mani stava troppo bene lì dove stava! Jon presto avrebbe smesso di guardarla in quel modo, o sarebbe stata lei stessa a strapparle gli occhi.
[...]
Jaqen si svegliò di colpo con la fronte imperlata di sudore e il fiato corto. Si guardò intorno, aveva paura che i suoi incubi l'avessero seguito anche nella realtà. Vide la sagoma di Cormac che, di fianco a lui, si riposava. Stupido asino, pensò, avrebbe dovuto fare la guardia ma ovviamente si era addormentato. Si alzò per fare qualche passo e dare un'occhiata nei dintorni, sapeva che se si rifosse coricato non sarebbe stato in grado di chiudere occhio per tutta la notte. Si erano fermati nei pressi di un paesino, qualche contadino e niente di più. I due fratelli non avevano una meta, ma Jaqen sapeva perfettamente che la direzione in cui stavano camminando era quella per Lorath.. Cormac stava cercando di riportarlo a casa, ma mai lui avrebbe rimesso piede in quel posto. Odiava casa sua, odiava tutto ciò che si era lasciato alle spalle e odiava anche la vita che era stato costretto a vivere in quel posto. Si sedette su un tronco ricoperto di muffa. Lo sguardo rivolto sulle modeste casette di mattoni.. Si erano tenuti a debita distanza dalla zona abitata, erano affamati certo, ma nessuno avrebbe offerto riparo ad un assassino e ad un soldato disertore. Erano stati costretti a cacciare e a cibarsi di semplici scoiattoli o conigli per quasi due mesi. Gli venne in mente quel tempo in cui non aveva mai avuto bisogno di cacciare, uno schiocco di dita e aveva tutto ciò che desiderava, quel tempo in cui passava le giornate in enormi giardini colmi di ogni attrazione, dai mangiafuoco agli uomini con mani magiche di terre lontane. Quel tempo in cui l'unico calore che riceveva era quello di lussuose coperte ricamate con fili d'oro e le uniche attenzioni erano quelle che gli riservavano le puttane di corte che cercavano di crescerlo quando era solo un bambino. Quel posto aveva finito per ingabbiarlo tra le sue mura fatte di costosi marmi. Era diventato un prigioniero nella propria casa, ma un bambino cosa avrebbe mai potuto fare? Alcune volte aveva provato a scappare, a scalare quella muraglia troppo alta. Il padre aveva sempre riso di lui, gli diceva che era un buono a nulla, che non era nemmeno in grado di scappare, spesso lo picchiava e lo rinchiudeva in piccole stanzette buie. Pensava di impaurirlo, mentre invece Jaque amava il buio, alcune volte si faceva sgridare apposta, solo per poter essere rinchiuso in una di quelle stanze. Era proprio una di quelle volte che, rinchiuso tutto il giorno al buio, sentì uno strano rumore provenire dalla stanza accanto. Strisciò verso la porta e dalla fessura del chiavistello osservò la scena che da li a poco avrebbe cambiato le sua vita, per sempre.
I suoi occhi si aprirono su una grande stanza, in ognuno dei quattro angoli erano ammassati grossi cuscini di seta adagiati su tappeti dall'aria veramente pesante e vecchia, vicino ad una finestra con i vetri colorati c'era una tavolo a mezzaluna apparecchiato con ogni tipo di frutto, una caraffa di vino e due coppe d'oro. Ma ciò che più attirava l'attenzione era un immenso letto a baldacchino nel mezzo della stanza, una pesante trapunta rosso sangue ricopriva due corpi che si muovevano freneticamente sotto di esso. Jaquen non capì subito quello che stava succedendo, poi d'un tratto la trapunta scivolò a terra e scopri i due amanti. Il bambino riconobbe in un'attimo il padre con la lunga barba incolta, poi spostò lo sguardo su quella che pensava essere sua madre quando però i lunghi capelli rossi della donna gli fecero capire che quella non era lei, ma una cameriera. I due non si erano accorti del piccolo Jaqen e avevano continuato indisturbati. 
Come poteva suo padre, fare qualcosa del genere? Perchè? Sua madre lo amava, si fidava di lui! In quel momento una rabbia folle invase il cuore del bambino. Suo padre era un mostro, non gli aveva mai voluto bene ma mai pensava che sarebbe arrivato ad odiarlo. Accecato dalla rabbia afferrò il coltellaccio che era poggiato sul tavolo e si avventò sul padre, che preso alla sprovvista non riuscì a difendersi prontamente, la prima coltellata andò dritta nell'occhio sinistro, l'urlo che seguì perforò le orecchie di Jaqen che servì solamente ad eccitarlo ancora di più. Il padre cadde a terra con una mano si teneva la ferita e con l'altra si tirò in piedi barcollando. Appena si rese conto di quanto era successo si fiondò sul figlio e con un calcio lo scagliò sulla parete. La botta tolse il fiato al rosso per qualche secondo, ma la furia era ancora tutta dentro di lui, intatta.
Il padre gli corse in contro cercando di colpirlo alla testa con uno dei suoi enormi pugni, ma Jaqen era piccolo e più veloce, inoltre il padre era probabilmente ubriaco e quindi i suoi sensi erano offuscati dal vino. Il bambino sgusciò alle sue spalle e gli recise i tendini dei piedi facendolo rovinare a terra, spostò la lama del coltello più in alto verso la spina dorsale e lì cominciò ad affondare la lama più volte, l'uomo si giro sulla schiena per cercare acciuffarlo, ma Jaqen fu rapido e gli mozzò una mano. Il padre quasi svenne per il dolore ma una nuova raffica di coltellate sul petto lo risvegliò. Ormai era senza forze, stava per morire e rivolse un ultima occhiata al figlio, con l'ultimo fiato che aveva in gola gli fece questa domanda: -Ora pensi di essere migliore di me?- A quelle parole il bambino riacquistò lucidità e con estrema calma e lentezza gli passo la lama del coltello sulla gola e lo guardò strozzarsi con il suo stesso sangue. Spostò poi lo sguardo sulle mani sporche di sangue, del sangue di suo padre, dello stesso sangue che scorreva nelle sue vene. Sentì un gemito provenire dall'enorme letto. Quella puttana era ancora lì, beh se non era scappata significava che era proprio stupida, quindi Jaqen pensò: "che senso avrebbe risparmiarle la vita?". La sua morte fu più veloce, le conficcò il coltello nel cuore, proprio al centro del petto. In fine si sedette sul bordo del letto contemplando la sua opera.
Jaquen tornò di colpo in sè. Si era perso a rimuginare sul passato per tutta la notte. Il sole ormai stava sorgendo e lui  e Cormac avrebbero dovuto rimettersi in marcia velocemente, non voleva problemi con la gente del villaggio. Fece sù la sua roba in fretta, svegliò il fratello con uno scossone e partirono. Un altro giorno di marcia, un altro giorno in compagnia dei ricordi e dei fantasmi.
Un altro giorno che lo portava sempre più vicino all'inferno.



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Capitolo 15
*** -Ritorno. ***


-Ritorno.

Eccoli lì. Erano finalmente alle porte di Approdo del Re. Rob era elettrizzato,il suo piano era proceduto senza intoppi e piuttosto velocemente. Guardò alla sua sinistra. La Mord Sith era concentrata, scrutava l'orizzonte, studiando il paesaggio. Non poteva credere di aver messo la sua vita, per ben due mesi, nelle mani di quella donna. Era di un caratteraccio impossibile, maleducata, irrispettosa e orgogliosa, ma era allo stesso tempo valorosa e soprattutto leale. Mai, aveva trovato qualcuno che prendesse così sul serio il proprio compito.
-Allora, ho un piano.- esclamò lei all'improvviso.
Soddisfatto il re del nord gli fece cenno di continuare.
-Radunerò le migliori tra le nostre spie, quando farà buio e per le strade non ci sarà nessuno, entreremo in città, dobbiamo studiare ogni più piccola cosa, ogni crocevia, ogni piazza, ogni strada. Una volta fatto ciò, entreremo nel castello..- A quelle parole Rob si irrigidì e la interruppe senza permetterle di continuare.
-Questo è fuori discussione, non ci importa di come è fatto il castello all'interno, finiremo solo per perdere i migliori tra i nostri uomini, con questa missione suicida.- detto questo si alzò e si allontanò.
Cara rimase impassibile, aveva già preso la sua decisione, non le importava di seguire gli ordini. Qualcosa la attirava, quelle mura sembravano bramare la sua anima e lei si sentiva richiamare da una forza oscura che le attanagliava il cuore gelido.
 Doveva entrare in quel castello, e niente l'avrebbe fermata.

Scivolavano silenziosi come ombre nelle strette vie dei sobborghi. Cara aveva dovuto abbandonare la tuta rossa di pelle da Mord Sith e sostituirla con una nera, le fasciava perfettamente le gambe muscolose e il ventre piatto, due lacci si univano sulla sommità della schiena dove lei aveva assicurato le sue fedeli agiel. Le bastò alzare il pugno per radunare tutte le altre ombre intorno a lei, pochi silenziosi gesti e tutti si sparpagliarono per la città. Poi lei iniziò a correre verso il castello. Aveva deciso di entrare da sola, Rob in fondo aveva ragione, non aveva senso mettere in pericolo i suoi uomini per qualcosa del tutto inutile dal punto di vista della guerra, ma per lei quella non era una missione suicida, avrebbe scoperto cosa di quel posto sembrava attirarla e incantarla. 
Si appostò dietro una casa e acuì i sensi. Vide la prima sentinella passare sopra le mura, contò cinquanta secondi prima che ne passasse un'altra. Prese un respiro, concentrandosi, quello era il punto di non ritorno, da quel momento niente avrebbe dovuto fermarla, allontanò tutte le emozioni e tutto ciò che poteva distrarla. Era pronta. Con un salto si aggrappò ad un ramo e si arrampicò, fortunatamente le mura avevano piccoli fori in cui appoggiare le dita, si issò rapidamente e saltò nel corridoio sulla sommità del muro. Aveva ancora trenta secondi prima che la sentinella arrivasse, aveva due possibilità saltare e sperare in un atterraggio fortunato nei giardini del palazzo, o uccidere.
Venti secondi, vide la sagoma del soldato avvicinarsi. Si appiattì contro il muro e aspettò contando. Puntuale, la sentinella, si presentò al suo fianco e con un semplice spostamento del braccio gli recise la gola con un coltello. Non voleva usare le agiel per non esserne indebolita troppo presto. Prese il corpo e lo gettò nelle tenebre sotto le mura. Poi corse velocemente verso la prima torre, dovette uccidere altri due uomini ma ebbe abbastanza tempo per nascondere i corpi. Scese le scale e si ritrovò nei giardini reali. Si guardò in torno, quasi schifata dallo sfarzo che la circondava, enormi fontane placcate d'oro, gabbie che imprigionavano esotici uccelli dalle piume variopinte, e in ogni angolo, fiori di ogni tipo, dai più modesti a quelli più rari. Si lasciò alle spalle quel posto assurdo e imboccò un lungo corridoio. Correva su un lussuoso tappeto ornato con fili d'oro, quel posto le stava veramente dando la nausa, ma più di tutto era preoccupata a causa della sua esposizione in quel momento. Doveva al più presto trovare un posto al buio dove poter riorganizzare le idee.
Rallentò la corsa e si guardò in torno, trovava veramente strano che nessuno sorvegliasse i corridoi, dopotutto erano in tempo di guerra, dov'erano le guardie? Trovò una rientranza del muro alla sua destra, coperta da una pesante tenda, entrò e cerco di ragionare. Chiuse gli occhi e prese dei respiri profondi, si focalizzò su quello che realmente voleva ottenere, e proprio in quel momento eccola riaffiorare, quella brama che tanto la chiamava a se. Era come un ombra che gravava sul suo cuore, ma Cara sentiva che non era qualcosa di sconosciuto, aveva già provato quella sensazione ma non riusciva a ricordare quando. Decise che c'era un'unica cosa da fare, seguirla.
Uscì dal suo nascondiglio e con più calma percorse tutto il corridoio fino alla fine. Giunse alle porte di un immenso salone, con due rampe di scale che convergevano nel centro della sala, indietreggiò all'istante e prese invece una piccola scala a chiocciola, che sembrava scendesse fino alle fondamenta del castello. Più scendeva e più tutto si faceva buio e umido, ma ciò che la spingeva a continuare era proprio quell'oscurità, così simile a quella che la richiamava, così simile a quella che aveva nel cuore. Stava attenta a non fare alcun rumore, silenziosa e letale, fu facile quindi percepire dei movimenti all'inizio delle scale, qualche metro più sotto di lei. Si appiattì contro il muro e si coprì la bocca per non far udire il proprio respiro. Alcune quardie stavano salendo, avrebbe dovuto ucciderle velocemente, aveva bisogno delle agiel. Ne sfilò solo una, l'istinto le diceva che aveva bisogno di conservare le energie. Arrivò la prima guardia, per fortuna lo spazio era ristretto e ne passava solo una alla volta. Fu facile, Cara puntò l'agiel diritta in mezzo al petto e l'uomo stramazzò a terra, il secondo non aveva ancora capito cosa stava succedendo che si ritrovò con la gola recisa. Quelli che vennero dopo, però, erano pronti, e si avventarono contro la Mord Sith. Cara schivò alcuni colpi prima di poter attaccare, si appiattì e con un calcio fece cadere il primo uomo, che si portò dietro gli altri. La Mord Sith si avventò sopra i corpi ammassati al fondo della scala affondando il pugnale il più velocemente possibile, i pochi sopravvissuti si alzarono e la accerchiarono. Cara fu costretta a tirare fuori l'altra agiel, chiuse gli occhi, prese un respiro e la rabbia e la furia fluirono in lei, le salutò come vecchie amiche e da loro si lasciò guidare. Si avventò sul primo uomo, gli piantò l'agiel su una tempia e lui cadde in ginocchio rimanendo rigido e immobile, la Mord Sith girava su se stessa, attaccando quelli che si avvicinavano troppo, riuscì a ucciderne ancora un paio, prima di avvertire i primi segni di stanchezza. Stava ancora lottando quando vide una delle guardie stramazzare al suolo, solo che non era stata lei ad ucciderla, presto tutti gli altri uomini caddero a terra, ma l'unica cosa che Cara sentiva era quell'oscurià che la perseguitava farsi sempre più pressante, soffocandola, sembrava che qualcosa le stesse stracciando il cuore con pesanti artigli, poi un dolore lancinante alla schiena la sorprese. Cercò di combattere contro i sensi che l'abbandonavano, ma non riusciva più a tenere gli occhi aperti. Agitò ancora le mani con le agiel in pungo, in un ultimo gesto disperato, incontrò un tessuto simile alla pelle della sua tuta da Mord Sith e pigiò con tutte le forze che le erano rimaste, cercando di uccidere chiunque indossasse quell'indumento. Sentì che le agiel stavano risucchiando la forza vitale di quella persona. Esausta, si abbandonò all'oscurità con un sorriso sulle labbra, felice di aver venduto cara la pelle fino alla fine.

Un dolore acuto a polsi e caviglie la fece risvegliare, era disorientata, il suo corpo era mosso da una leggera oscillazione che la cullava, non riusciva a mettere a fuoco ciò che aveva davanti agli occhi, ma non si arrese. Si concentrò su un punto di fronte a lei, poco a poco riuscì a delineare i contorni di ciò che la circondava, era in una stanza con le pareti di pietra spoglie, su di un tavolino erano appoggiate le sue agiel. Un sorriso le sfiorò le labbra, chissà quanto ci avevano messo per togliergliele di dosso e trasportarle fino a quel tavolo, chissà quanti uomini erano morti prendendole in mano. Si concentrò su  se stessa, capì di essere appesa per i polsi, alzò la testa e vide che la catena che l'ammanettava era appesa ad un massiccio gancio, ancorato al soffitto. Non sentiva il terreno sotto i piedi per cui abbassò lo sguardo, era sospesa su un profondo pozzo che si apriva proprio al centro della stanza, i suoi piedi si agitavano nervosi al di sopra dell'oscurità. Cominciò a preoccuparsi, quella non era la prima volta che si trovava legata in quel modo e temeva di conoscere il motivo per cui era di nuovo in quella situazione, scosse la testa, non era possibile! Prima di poter raggiungere una conclusione plausibile sentì ancora una volta il suo cuore farsi a pezzi e venne di nuovo inghiottita dall'oscurità che la perseguitava in quel dannato castello. Lottò per mantenere un briciolo di lucidità, poi apparvero di fronte a lei e Cara capì da dove provenisse quella sensazione chelìaveva attirata fin lì. Sembrava quasi un sogno, o meglio, un incubo.. Le lunghe trecce, le tute rosse, gli sguardi duri ma allo stesso tempo privi di emozioni. Erano tornate, e Cara sapeva già qual era il loro obbiettivo, rieducarla. Un brivido le percorse la schiena quando una di loro si avvicinò.
-Ciao Cara.- Cara serrò le labbra e strinse i denti.
-Oh non fare così. Saluta la tua Padrona!- subito dopo, una fitta di dolore allo stomaco le fece perdere il respiro. Abbassò lo sguardo e vide un Agiel puntata sulla sua pelle nuda.
-Salve padrona..- Disse a denti stretti.
-Brava cucciola mia. Ti faremo tornare una vera Mord Sith.-
Cara alzò lo sguardo, le Mord Sith erano tornate, tutte.
 Sapeva che lei non era il loro unico obbiettivo, sapeva anche che quello a cui stava andando in contro l'avrebbe portata a due uniche conclusioni.
Sarebbe tornata ad essere una macchina letale, che seguiva gli ordini del proprio padrone, chiunque esso fosse, senza contestare, oppure, l'unica altra opzione, era la morte.

 

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