Wind and Dragon

di IheartHatakeKakashi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Do you? ***
Capitolo 2: *** Dong Zhi ***
Capitolo 3: *** Mission ***
Capitolo 4: *** Answer ***
Capitolo 5: *** ANBU ***
Capitolo 6: *** QUESTIONS ***
Capitolo 7: *** One Week ***
Capitolo 8: *** Blessing ***
Capitolo 9: *** The Dinner ***
Capitolo 10: *** 25 years earlier ***
Capitolo 11: *** Saved ***
Capitolo 12: *** Ten ***
Capitolo 13: *** Rumors ***



Capitolo 1
*** Do you? ***


Wind and Dragon

 

1.    Do you?

 

Erano le prime ore del mattino, e Neji sedeva nel bel mezzo del campo d’allenamento del suo team. Era incredibilmente irritando; comprensibile, dato che la sua usuale compagna era in ritardo di due ore. All’inizio si era preoccupato, pensando che forse le fosse successo qualcosa, ma sapendo che Tenten era perfettamente capace di badare a sé stessa, gli era cresciuta sempre di più la rabbia. Anche se non era davvero da lei rinunciare alla pratica, questa parte di informazione non aiutava molto a calmare la furia dello Hyuuga.

Quando il primo raggio di sole cominciò a dipingere il cielo mattutino, Neji si alzò dalla sua posizione; ne aveva avuto abbastanza. Si avviò rapidamente per la foresta, diretto a casa di Tenten. Anche se era stato a casa sua molte volte, di solito solo per accompagnarla alla porta, sembrava sempre che avesse difficoltà a trovare il luogo. Il fatto era che Tenten viveva all’esatto lato opposto di Konoha rispetto a villa Hyuuga, un’area con cui Neji non era così pratico.

Dopo aver cercato instancabilmente col Byakugan, i suoi occhi trovarono una casa familiare che, così presumeva, doveva essere nel quartiere giusto. Avvicinandosi alla porta, ebbe la certezza che la casa fosse proprio quella che cercava. Era stato tentato di buttare giù la porta in una fitta di rabbia, ma essendo lo stoico Jounin che era, si calmò abbastanza da apparire esteriormente freddo e padrone di sé. Dentro, la sua mente era oscurata dal desiderio di distruggere la porta e trascinare Tenten fuori per andare ad allenarsi, ma essendo il genio che era, non voleva rovinare la sua immagine di ghiaccio mostrando così intense emozioni. Respingendo la sua frustrazione, bussò gentilmente alla porta di legno.

Poté sentire un paio di passi pesanti al di là della porta. Per etichetta, non usava mai il Byakugan per vedere all’interno di altre stanze se non era in missione o se non era necessario; ma anche senza la sua innata, sapeva che quei passi non potevano appartenere alla piccola Tenten. La porta si aprì e un uomo comparve davanti a Neji, uno sguardo severo sul suo viso. “Chi sei?” domandò in tono profondo e intimidatorio.

Neji non era uno che si faceva intimidire facilmente, ma sentì lo stesso una leggera scarica di paura attraversargli la schiena quando alzò lo sguardo alla minacciosa figura davanti a lui. L’uomo sembrava essere più alto di chiunque Neji avesse mai visto, facilmente più alto di Jiraya almeno di un palmo. Aveva capelli scuri, penetranti occhi marroni, e una corporatura robusta. Da una prima occhiata, Neji poté supporre che l’uomo fosse uno shinobi esperto, anche se non l’aveva mai visto prima.

“Hyuuga Neji.” Rispose, riprendendosi dalla sua iniziale apprensione. Non sapeva cosa fosse, ma c’era qualcosa di quell’uomo che faceva sentire il solitamente senza paura Hyuuga, un piccolo timido bambino.

“Ryoku.(1) Lascia in pace il povero ragazzo.” Una voce familiare gridò da dietro all’uomo, che faceva come da muro umano, coprendo completamente la proprietaria della soffice voce dalla vista di Neji.

“Ffh.” Brontolò l’enorme uomo prima di girarsi verso sua moglie.

“Oh, ciao Neji-san.” Una graziosa donna cinese si fece avanti da dietro lo shinobi.

“Buon giorno signora Furi-iki(2)” Neji si inchinò leggermente davanti alla piccola donna.

“Conosci questo ragazzo, Xiu-Juan?” chiese Ryoku alla moglie.

“Naturalmente,” Xiu-Juan(3) sorrise al marito. “Questo è Neji-san, un amico di Tennie”.

“Un amico di Tenten?” Ryoku intensificò lo sguardo sul giovane uomo fuori dalla porta. Aveva capito dopo aver aperto al bel giovane che non gli piaceva il suo sguardo; non era solo esattamente sicuro del perché… fino a quel momento. “Tenten non è a casa.” Lo informò a denti stretti.

“…” Neji era visibilmente teso.

“Per favore entra Neji-san.” Xiu-Juan fece cenno al ragazzo di entrare, spostando il marito che bloccava la porta, “Tenten-chan tornerà presto.”

“Dov’è andata?” chiese Neji dopo essersi seduto al tavolo della cucina, dove Xiu-Juan aveva preparato una tazza di tè per lui e Ryoku.

“Tsunade-sama l’ha chiamata nel suo ufficio presto questa mattina.” Replicò lei orgogliosa.

“Mh” Neji bevette un sorso del suo tè.

“Dimmi Neji” la forte voce di Ryoku lo separò dalla sua tazza. “Come fai esattamente a conoscere mia figlia?”

“Siamo compagni di squadra.” Rispose lui quasi automaticamente.

“Quindi vi conoscete da molto tempo.” Domandò ancora, fissando intensamente il giovane Hyuuga.

“Hai.” Replicò lui affermativamente, cercando di non lasciarsi intimidire dallo sguardo dell’esperto shinobi.

“Neji è il compagno di squadra con cui Tennie si allena ogni giorno” Xiu-Juan informò il marito.

“È vero?” domandò lui, con un misto di irritazione e approvazione nel tono di voce.

“Hai.” Replicò calmo Neji.

“Quindi tu sei la ragione per cui la mia piccolo ragazza è fuori di casa ogni mattina alle 4?” Ryoku intensificò lo sguardo sullo Hyuuga.

“È una kunoichi davvero scrupolosa.”

“Certo che lo è.” Ryoku ammorbidì lo sguardo al complimento di Neji.

“Segue le orme di suo padre.” Lo informò Xiu-Juan orgogliosa.

“Anche lei è un maestro d’armi?” domandò Neji incuriosito; si era sempre chiesto dove Tenten avesse imparato a maneggiare le armi così bene.

“Certo” Ryoku sorrise compiaciuto, “ma sono sicuro che la mia piccola Tenten-chan sarà presto molto più brava di quanto lo sono io ora.” Sorrise raggiante.

“Mh.” Un profondo silenzio cadde tra i due mentre Neji contemplava quel pensiero. Non sapeva quanto talento potesse avere Ryoku, anche se guardandolo, era certo che non dovesse essere un avversario facile, ma sapeva che l’uomo stava dicendo la verità: Tenten sarebbe stata capace, un giorno, di sorpassare i più grandi maestri d’armi della storia, in questo, Neji non aveva dubbi.

“Provi dei sentimenti per mia figlia?” chiese Ryoku a bruciapelo, rompendo il silenzio caduto sul trio, mentre Neji beveva un sorso di tè, perdendosi tra i suoi pensieri.

“…” la tazza che teneva fra le mani si infranse al suolo, rompendosi in mille frammenti, lasciando il giovane uomo congelato al suo posto dallo shock. Xiu-Juan corse immediatamente a raccogliere i pezzi mentre Neji e Ryoku continuavano a fissarsi; Ryoku, per vedere la reazione di Neji alla sua domanda, e Neji in preda a un’assoluta paralisi.

“Mamma, Papà, sono a casa.” Urlò Tenten attraversando la porta “Neji. Cosa ci fai qui?” domandò vedendo lo Hyuuga.

“…” Neji si risvegliò dal trance, voltandosi rapidamente verso Tenten.

“Oh no.” Sobbalzò lei “Mi dispiace così tanto Neji! Mi sono completamente dimenticata di mandare qualcuno a dirti dell’appuntamento con l’Hokage.”

“Mh” Neji riacquistò parte della sua solita compostezza.

“Mi dispiace, prometto che ricompenserò” Tenten fece i suoi migliori occhioni da cucciolo.

“Mh” Neji si alzò dalla sedia e si inchinò gentilmente ai genitori di Tenten “Grazie per il tè”

“Di niente Neji-kun, torna ancora qualche volta.” Xiu-Juan sorrise gioiosamente.

“Si Neji, è stato un piacere conoscerti” aggiunse Ryoku.

“Anche per me.” Replicò lui. Si avviò verso la porta “Tenten.”

“Oh, arrivo.” Si voltò e seguì il giovane uomo, “Ciao, ci vediamo più tardi” disse ai genitori prima di uscire.

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“Quindi che te ne è parso?” domandò Tenten, mentre i due compagni cominciavano il loro allenamento.

“Di che cosa?” chiese Neji, anche se era certo di sapere a cosa la ragazza si riferisse.

“È la prima volta che incontri mio padre no?” ribadì lei.

“Hai.” Rispose lui, evitando un kunai.

“Allora?” domandò Tenten di nuovo, estraendo i suoi rotoli.

“Gli assomigli.” Replicò Neji, mettendosi in posizione di difesa,

“Davvero? Molte persone pensano che io somigli a mia madre”

“Mh.” Neji sorrise. Era vero che fisicamente Tenten assomigliava alla madre, ma l’aveva vista nel suo stato più intimidatorio, e questo era qualcosa che aveva certamente ereditato dal padre, l’unica persona oltre a Tenten che poteva procurargli brividi lungo la schiena.

“Credo che tu gli abbia fatto una buona impressione”

“Mh” grugnì Neji, ma sperava realmente di essere piaciuto a Ryoku, dopo tutto, non voleva di sicuro attirare le ire di un uomo del genere.

“Quindi…” Tenten sorrise compiaciuta, ruotando un kunai tra le dita.

“…” Neji inarcò un sopracciglio facendole capire che stava aspettando il seguito.

“Tu?” Domandò semplicemente.

“Io?” ripeté Neji, sentendosi stranamente nervoso per via del ghigno di Tenten, e per il fatto che lei non stesse più prestando attenzione al combattimento: aveva gettato le armi, cominciando a muoversi verso di lui.

“Tu?” Tenten sorrise ancora, ormai vicinissima a lui; il sorriso non abbandonava il suo volto.

“Io…” Neji si congelò improvvisamente, realizzando cosa Tenten gli stesse chiedendo “Mh” (4)

“Allora…?” domandò lei, guardandolo direttamente negli occhi; tra i due non c’era praticamente più distanza.

Neji colse quest’opportunità per sporgersi più vicino a lei. I loro occhi si incrociarono per un breve momento prima che Neji chiudesse la distanza tra loro e appoggiasse le labbra su quelle di lei.

“Lo pensavo.” Tenten sorrise dopo che i due ebbero rotto il loro primo bacio.

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To Be Continued...
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(1) Ryoku vuol dire Forza e Potere. Volevo che il nome rispecchiasse la descrizione dell’uomo intimidatorio che è.

(2) Furi vuol dire Libera, Iki- vuol dire Spirito…

(3)  Nome cinese che vuol dire elegante e grazioso

(4) In caso non l’aveste ancora capito, gli sta chiedendo se prova dei sentimenti per lei. Quindi ha sentito quello che Ryoku aveva detto prima che lei entrasse e li interrompesse.

 

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Ed eccomi qui come promesso con la prima long-fic!

L’autrice è arrivata attualmente al quattordicesimo capitolo, e vi giuro, vale la pena di seguirla solo per quello! Il quattordicesimo fa sbellicare dalle risate XDDD

Come al solito ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/2/Wind_and_Dragon

Commentateeeee!

Fidatevi, fan delle NejiTen, vale la pena di seguirla!

Celiane4ever

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Capitolo 2
*** Dong Zhi ***


2.    Dong Zhi

 

Tenten camminava allegramente tra le strade buie di Konoha per arrivare in fretta al campo d’allenamento dei suoi compagni, alle prime ore del mattino. Dato che faceva abbastanza freddo ed era ancora buio, considerata l’ora che era, Tenten metteva una spinta extra nei passi. Era un giorno importante dopo tutto: il suo giorno preferito dell’anno.

“BUON GIORNO, GIOVANE BOCCIOLO!” la accolse Gai, mentre Tenten si avvicinava ai tre che la stavano aspettando.

“Buon giorno Gai-sensei, buon giorno Lee, buon giorno Neji” si inchinò gentilmente. Non era una cosa abituale, ma quello era un giorno speciale. “Felice Dong Zhi!” esclamò con gioia.

“Do-ng-zh-i?” provò a ripetere Lee.

“…” Neji non si mosse, ma i due si stavano chiedendo cosa Tenten avesse appena detto.

“PERFAVORE SPIEGACI; COS’È DONG ZHI MIA GIOVANE ALLIEVA?” domandò Gai.

“Ah, giusto.” La ragazza ricordò improvvisamente che il Dong Zhi era una tradizione delle famiglia di sua madre. Non era una sorpresa che qualcuno di Konoha non conoscesse quella festività. “Dong Zhi è un particolare festeggiamento che commemora l’inverno imminente.” spiegò lei.

“Un festeggiamento? FORTE!” rispose entusiasmato Lee.

“Già.” Annuì Tenten, “Ogni anno, oggi, il primo giorno d’inverno, nel paese di mia madre, festeggiano il Solstizio D’Inverno; cioè il giorno più corto, e la notte più lunga.”

“Giorno più corto e notte più lunga di cosa?” domandò Lee confuso.

“Dell’anno Lee.” Neji rispose per Tenten.

“Giusto Neji.” Sorrise lei felice “È il giorno dell’anno in cui le famiglie si uniscono nei festeggiamenti e fanno i Tangyuan rosa e bianchi, che sono fagottini di riso che simbolizzano unità e prosperità. Dopo verranno mangiati, assieme ad un grande banchetto, prima di aprire i regali e cantare canzoni, e raccontare storie. È il giorno migliore di tutto l’inverno!”

“GRANDE! Sembra così giovanile, Tenten-san” cinguettò allegramente Lee.

“SEMBRA DAVVERO MOLTO GIOVANILE TENTEN-CHAN!!!” concordò Gai.

“Questo vuol dire che ci saranno un sacco di famiglie a festeggiare con voi?”

“No.” Replicò triste lei, “sfortunatamente, dato che il paese di mia madre è molto lontano, la sua famiglia non potrà celebrare il Dong Zhi qui con noi a Konoha” li informò “ma non importa, ci divertiamo lo stesso ogni anno, anche mio padre si diverte!”

“Beh, sembra che sia una cosa molto simpatica!” esclamò Lee, tentando di codurre la mente di Tenten a quello che stavano dicendo prima di portare alla luce i suoi problemi familiari.

“A dire la verità…” cominciò lei “stavo pensando…” s’interruppe, mordendosi nervosamente il labbro inferiore mentre i suoi compagni di squadra aspettavano pazientemente che lei continuasse, “vorreste unirvi a noi quest’anno?”

“Ne saremmo onorati, vero Lee? Neji?” Gai si voltò verso i due ragazzi, con un sorriso smagliante, per poi rivolgersi ancora alla ragazza e fare una delle sue pose da good boy, confermando così che ci sarebbero stati.

“Hai!” esclamò allegro Lee “E parteciperemo a tutta la festa. A che ora dobbiamo cominciare a fare i fagottini di riso?”

“Non è necessario Lee, venite solo per la festa, sarà abbastanza. Penso che alle 6 vada bene.” Rispose Tenten.

“È COSÌ GENTILE DA PARTE TUA MIO CARO LEE!” Gai sorrise orgogliosamente davanti alla nobiltà del suo allievo.

“GAI-SENSEI” disse Lee mentre fiumi di lacrime scorrevano sul suo viso.

“LEE” replicò Gai, anche lui con cascate di lacrime che gli scendevano dagli occhi.

“GAI-SENSEI!”

“LEE!” 

 Mentre la dimostrazione d’amore continuava, allievo e maestro si dirigevano insieme verso il tramonto (ancora prima che il sole sorgesse!) e corsero via per prepararsi per la festa del giorno.

“Ano… Neji.” Tenten si rivolse al suo silenzioso compagno di squadra “pensi di poter venire?”

“Ci sarò.” Rispose lui prima di incamminar

si verso villa Hyuga.

“Immagino che l’allenamento sia sospeso quindi” Tenten fece spallucce, per poi dirigersi nella direzione da cui era appena arrivata. Non era decisamente un giorno comune.

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“Tennie-chan” Xiu-Juan andò incontro alla ragazza con uno sguardo sorpreso.

“Buon giorno, Tenten-chan” Ryoku salutò la figlia che si era avvicinata al tavolo della cucina.

“Buon giorno, e felice Dong Zhi” Tenten sorrise.

“Felice Dong Zhi” risposero loro in coro.

“Tennie-chan…” cominciò la madre, “non sei tornata un po’ presto da allenamento oggi?”

“A dire la verità l’allenamento è stato cancellato. Spero che non vi dispiaccia, ma ho invitato i miei compagni di squadra a festeggiare con noi oggi.”

“Oh, per niente!” Xiu-Juan sorrise, sollevata nel sapere il perché sua figlia era a casa così presto.

Aveva temuto che potesse essere successo qualcosa tra lei e lo Hyuga. I due avevano passato molto più tempo assieme del solito, e considerato quanto erano abituati a stare insieme prima, questo diceva tutto. Quindi vedere Tenten a casa così presto aveva fatto credere a Xiu-Juan che forse avessero litigato; era felice di aver scoperto che la sua ipotesi era sbagliata.

“Verrà anche quello Hyuga?” domandò Ryoku seduto davanti al suo giornale.

“Si papà, Neji fa parte del mio team.”

“E ci saranno anche Gai-san e Lee?” domandò Xiu-Juan, con una punta di preoccupazione nella voce.

“Si” Tenten sorrise ironicamente. “E si sono offerti di unirsi a noi per la preparazione del riso, ma gli ho detto di non preoccuparsi. Arriveranno più o meno verso le 6…”

“Beh, immagino che dovremmo iniziare a prepararci allora.” Replicò la madre, “Dobbiamo organizzare tutto, finire di mettere le portate principali del forno, e le decorazioni! Oh, e non dimenticarti del tuo nuovo kimono Tennie-chan…”

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Le sei arrivarono abbastanza in fretta, e tutto era pronto. All’ultimo rintocco esatto dell’orologio, si sentì un tocco gentile ma allo stesso tempo deciso bussare alla porta.

“Questo deve essere Neji-kun.” Disse Xiu-Juan mentre si alzava dal posto dove stava impacchettando i regali.

“Cosa ti fa pensare che sia lui Xiu-Juan, e non gli altri due?” le chiese Ryoku mentre la seguiva verso la porta.

“Lo saprai quando li incontrerai.” Replicò lei inquieta, prima di aprire la porta.

“Buon pomeriggio Signor e Signora Furi-iki” Neji si inchinò gentilmente.

Indossava un elegante Kimono blu scuro con piccoli uccelli bianchi ad ornare il colletto e le maniche. Dietro di lui si trovavano gli altri due membri del Team Gai, entrambi abbastanza scossi, come se fossero appena usciti da una sorta di rissa, ma nessuno dei due sembrava gravemente ferito, solo un pochino spaventati nei loro Kimoni verdi intonati. Salutarono entrambi i genitori di Tenten, mentre mandavano un’occhiata affaticata al prodigio degli Hyuga; un fatto che non passò inosservato a Ryoku.

“hha” un ansimo proveniente da dietro Xiu-Juan e Ryoku catturò l’attenzione di tutti. “Lee, Gai-sensei, cos’è successo?” Tenten corse al fianco dei due.

“Tenten” Neji pronunciò il suo nome in un sussurro stupito, chiaramente colto di sorpresa dalla comparsa della ragazza, ma guardò velocemente altrove, dopo aver notato l’occhiata assassina che gli aveva rivolto Ryoku.

Gli altri due compagni di squadra fissarono incantati la ragazza. La kunoichi davanti a loro non era più quella che erano abituati a vedere. Erano scomparsi i due chignon che le adornavano sempre la testa, i suoi lunghi capelli ondulati si muovevano liberi. I soliti indumenti larghi da maschiaccio, eliminati per un più aderente kimono rosso e oro con motivi floreali ricamati.

“SEI BELLISSIMA TENTEN-SAN!” esclamò Lee, riacquistando il suo entusiasmo.

“GIÀ, UN DECISAMENTE GIOVANILE E PREZIOSO FIORE!” aggiunse Gai.

“Grazie.” Tenten arrossì ai complimenti.

Dietro di lei, Xiu-Juan sorrise felice, mentre Ryoku stava ancora pensando cosa ci fosse di sbagliato in quei due shinobi vestiti di verde.

“NON SEI D’ACCORDO NEJI-KUN?!?” chiese Lee, riversando tutta l’attenzione sul genio dagli occhi bianchi, che stava provando a non rimpicciolirsi sotto lo sguardo intimidatorio di un certo uomo.

“Hai.” Replicò Neji il più passivamente possibile, in modo da non attirare nessuna attenzione negativa su di sé.

“Oh!” gridò Tenten, “l’avevo quasi dimenticato.” Si voltò verso suo padre, “Papà, questi sono Rock Lee e Gai-sensei. E ti ricorderai di Neji…”

“Felice di incontrarti di nuovo Neji-kun” rispose Ryoku, un pizzico di divertimento comparve nei suoi occhi quando vide in giovane uomo contrarsi leggermente al tono severo della sua voce. Adorava sempre veder tremare il povero ragazzo davanti a lui. “E ovviamente è un piacere conoscere voi due” aggiunse, indicando i rimanenti; anche se, in tutta onestà, non era proprio certo che fosse vero.

“Prego, entrate” Xiu-Juan invitò tutti quanti a trasferirsi dentro casa.

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A mano a mano che la serata proseguì, il gruppo gustò la deliziosa cena preparata da Xiu-Juan e Tenten, per poi muoversi tutti quanti nella stanza dove Gai e Lee suggerirono di fare qualche canto, ricordando che Tenten aveva menzionato quella tradizione la mattina stessa, al campo d’allenamento. Ryoku e Neji osservarono in silenzio, mentre gli altri membri del gruppo intonavano una canzone dopo l’altra, finché non arrivò il tempo di aprire i regali.

“Ecco Tenten-san!” Lee passò alla ragazza un pacchetto ricoperto di un orrendo verde.

“Non dovevi Lee” replicò lei.

Anche se aveva acquistato un regalo per ognuno dei suoi compagni di squadra, non si sarebbe mai aspettata di riceverne uno da loro, considerato che gli aveva raccontato della tradizione solo quella mattina. Per questo rimase più che sorpresa al vedere che ogni membro dei team le aveva comprato qualcosa. Lee aveva portato un pacchetto a tutti, mentre Gai aveva comprato un cestino da festa pieno di frutta, noci, bustine da tè e dolci. Neji aveva comprato una bottiglia di Sake come dono di ospitalità, il quale non sorprese Tenten, dato che gli Hyuga erano conosciuti per l’ottima etichetta.

Tenten aprì il pacchetto verde di Lee, per trovare un nuovo rotolo da evocazione; era particolarmente leggero e compatto, perfetto da portare in giro in tasca. Da sua madre, ricevette un nuovo kimono, e dal padre una spada cinese a farfalla; una particolare arma che aveva trovato in una delle sue missioni più lontane.

Una volta terminato di aprire i regali, Tenten prese i piccoli pacchetti che aveva avvolto con cura in una carta dai colori festivi. Aveva impiegato molto tempo a scegliere il regalo perfetto per ogni persona, e fu felice di vedere che avevano tutti apprezzato i piccoli pensieri che lei aveva trovato per loro.

Dopo che tutti si furono scambiati i regali, Gai suggerì di iniziare i racconti, avendo ricordato anche questa volta il discorso di Tenten di quella mattina. Mentre Gai raccontava entusiasticamente la prima missione che il team Gai aveva compiuto fuori dal villaggio, Tenten si alzò per raccogliere la carta di scarto dei regali e gettarla nel cestino del giardino sul retro della casa.

“Tenten” una voce profonda la chiamò mentre appoggiava il coperchio del cestino.

“Si Neji?” si voltò verso di lui, assolutamente non sorpresa di vederlo lì, avendo sentito la presenza del suo chakra dietro di lei nel momento in cui era uscita.

“Sei incantevole questa sera.” Si complimentò lui. Fortunatamente Tenten aveva dimenticato di accendere le luci esterne, e il bagliore della luna produceva una luce minima, altrimenti Neji avrebbe potuto vedere l’intenso rossore sulle sue guance.

“Grazie.” Replicò lei timidamente.

“Ho qualcosa per te.” Disse Neji, avanzando e porgendole un piccolo pacchetto bianco.

“Non dovevi davvero… ma grazie.” Aggiunse, prendendo il pacchetto fra le mani.

Esaminò ben la scatola prima di sfilare con cautela il nastro e di aprirla. Dentro, c’era il più bel paio di fermagli d’argento che avesse mai visto, a forma di drago.

“Neji… Questo è…” Tenten era senza parole “Grazie” ripeté di nuovo.

Neji estrasse dalla scatola uno dei due fermagli. Con una mano, tracciò gentilmente il profilo del viso di Tenten, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro, per poi chiuderle il fermagli tra i capelli dietro la nuca.

“Dovresti lasciare i capelli sciolti più spesso.” Sorrise “Stai molto bene così.” aggiunse, prima di sfiorare nuovamente con le dita il viso di lei, passandole lungo la linea della mascella prima di sollevarle il mento.

“Neji…” sospirò Tenten, perdendosi nei suoi occhi bianchi.

Prima che se ne potesse accorgere, Neji si abbassò e sovrappose le sue labbra calde a quelle di lei. Tenten stava cominciando a pensare che fosse davvero il più bel Dong Zhi che avesse mai passato, quando le luci che lei aveva dimenticato di accendere si illuminarono improvvisamente, facendoli staccare in fretta per voltarsi verso la porta, dove l’imponente figura di Ryoku formava una grande ombra sulla coppia.

“Tua madre sta servendo la torta e la cioccolata calda. Sarà meglio che rientriate adesso.” Disse guardando ferocemente il giovane prodigio degli Hyuga, mentre i due lo sorpassavano per raggiungere il resto del gruppo.

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Eccomi con il secondo capitolo! (visto cry? Non mi ammazzare ^^”)

Devo dire che questo è uno di quelli che mi è piaciuto di più (escludendo le future scene comiche tra lo Hyuga e Ryoku, se seguirete saprete…)

Voi che ne pensate?

Fatelo sapere a me e all’autrice!

Ecco come sempre il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/3/Wind_and_Dragon

La fan fiction in inglese si sta ormai per concludere T.T

È davvero molto bella! Consiglio a tutti di pazientare per le mie traduzioni, oppure di leggerla direttamente in Eng, ne vale la pena!!!

Grazie a tutti per le recensioni, soprattutto alle girls del NejiTen forum! (lo scriverò ogni volta? O.o ebbene si u.u)

Celiane4ever

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Capitolo 3
*** Mission ***


ATTENZIONE! Dal prossimo aggiornamento la raccolta verrà pubblicata sotto il nome dell'autrice originale, I.Heart.Hatake.Kakashi, per rispettare le regole di traduzione di EFP! (ke pizza, lo so =.=)

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MISSION
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Fuori dall’ufficio dell’Hokage, Neji aspettava pazientemente di essere convocato, mentre i due insani membri del suo team facevano su e giù per l’ingresso, preoccupati che il loro ‘prezioso fiore’ non facesse in tempo l’inizio dell’incontro con la Godaime.

“Dove potrebbe essere Gai-sensei?” Lee tremò visibilmente; una paura evidente nei suoi grandi occhi neri.

“Non ti preoccupare Lee, sono sicuro che il nostro prezioso fiore sarà qui in tempo per parlare con la signorina Tsunade.” Replicò Gai, facendo la solita posa da bravo ragazzo, con effetti sonori e tutto il resto.

“Hai! Gai-sensei, sono sicuro che avete ragione. Tenten-san non è mai in ritardo!” Lee sorrise, rassicurato dal suo mentore.

Era vero che Tenten era raramente in ritardo per qualcosa, soprattutto gli incontri per le missioni, ma con meno di un minuto dall’orario del convocamento, Neji non era così sicuro che la ragazza ce l’avrebbe fatta.

Pensò a cosa poteva averla fatta ritardare di così tanto. L’incontro era stato fissato per mezzogiorno in modo da dare alla squadra il tempo per preparare l’attrezzatura, visto che sarebbero partiti per la missione subito dopo. Sapendo che era una persona mattiniera, Neji non riusciva a immaginare nessuna ragione per il ritardo della ragazza, soprattutto considerato il fatto che la sua casa era quella più vicina al palazzo dell’Hokage.

Per un breve istante, considerò la possibilità che forse Tenten era stata esclusa dalla missione, ma non poteva essere così dato che il Team Gai era stato specificatamente assegnato a quell’incarico per la sua abilità ad eliminare un grande numero di nemici in un solo rapido attacco. L’unico motivo logico che Neji poteva supporre era che la sua compagna fosse malata; questo, lo Hyuga ne era abbastanza sicuro, sembrava comunque improbabile visto che era perfettamente in salute la notte prima, quando l’aveva accompagnava a casa.

“Dovete entrare.” La voce tremante, di una sempre stressata Shizune, li invitò ad accomodarsi nell’ufficio dell’Hokage.

Seduta dietro una pila di fogli, con un aspetto decisamente esaurito, Tsunade lanciò una rapida occhiata ai tre prima di riconcentrarsi sulle carte davanti a lei.

“Bene, siete qui.” Li salutò da dietro ad un rotolo contenente le indicazioni della missione. “Ora, come tutti sapete, il vostro team è stato incaricato di recuperare alcuni importanti documenti da una sconosciuta organizzazione criminale, che attualmente si sta nascondendo sui confini del Paese del Fulmine.”

Una pausa momentanea invase la stanza di silenzio, mentre l’Hokage trafficava con altri fogli, per poi continuare, “Le informazioni ci dicono che questi documenti sono sorvegliati costantemente. Questa non è una missione di circospezione, sarebbe impossibile dato il numero di uomini che sorvegliano l’edificio dove i documenti sono attualmente nascosti. Voglio che vi entriate, colpendo forti e rapidi, per poi scappare immediatamente. I nostri informatori dicono che i documenti resteranno là per soli altri cinque giorni. Perciò, visto che il Paese del Fulmine è a quattro giorno da Konoha, il tempo è essenziale. Capite?” abbassò le carte per guardare i tre shinobi, aspettando la loro risposta.

“HAI!” risposero i tre all’unisono.

“Bene.” Tsunade annuì soddisfatta. “Quindi cosa state aspettando?”

“Hokage-sama!” Lee fece un passo avanti.

“Si?” Tsunade li fissò agitata “Cosa c’è?”

“Tenten-san non è qui.” Fece notare Lee.

“Quindi?” replicò lei in tono frustrato. Era evidente dai suoi occhi rossi, e dalla voce irritata, che aveva dormito davvero poco la notte precedente e non era forse troppo attenta come lo sarebbe stata in condizioni normali.

“Ano…” cominciò nervosamente Shizune, essendo evidentemente già stata vittima della mancanza di sonno dell’Hokage. “Tenten-san…” accennò al file in cima alla pila più piccola.

“Oh” un’improvvisa luce passò negli occhi della Godaime quando notò il file che le aveva segnalato la sua assistente. Giusto, l’avevo quasi scordato.” Si voltò verso Shizune “Vai.” Ordinò.

“Hai.” Shizune uscì rapida dalla stanza.

“Tenten non sarà con voi in questa missione.” informò il trio.

“Ma Tsunade-sama.” Lee parlò di nuovo, con grande sollievo di Neji, che era sorpreso quanto lui dell’improvvisa notizia, ma non abbastanza diretto da fare domande su una decisione presa dall’Hokage. “Per il successo di questa missione, ci serve un ninja con le capacità di Tenten.”

Neji concordò silenziosamente con il compagno; gli attacchi di Tenten erano necessari per abbattere un grande numero delle guardie nemiche in un solo colpo. Anche se non sarebbe stato completamente impossibile usare gli occhi di Neji per organizzare un attacco appropriato, con la forza di Gai e la velocità di Lee, il fatto era che le trappole e l’arsenale di Tenten sarebbero state un metodo molto più efficace.

“È vero Lee.” Tsunade annuì “Sfortunatamente Tenten non potrà raggiungervi.”

.x.x..x.x.FLASHBACK.x.x..x.x.

“Mamma, sto bene, puoi smetterla di preoccuparti.” Tenten rassicurò la madre che le stava rincalzando le coperte, tentando di farla stare più comoda.

“Non stai bene, avresti potuto ucciderti.” Xiu-Juan replicò con le lacrime agli occhi, guardando sua figlia dal colore pallido.

“Per favore, glielo dica.” Tenten rivolse uno sguardo supplicante all’Hokage, in piedi di fianco a suo padre, che osservava Xiu-Juan china sulla kunoichi con gli chignon.

“Tua madre ha ragione, Tenten.” La informò Tsunade. “Il veleno che stavi sperimentando era molto potente, sei stata fortunata che ti abbia toccato solamente la pelle, se fosse entrato  nel sistema circolatorio ti avrebbe uccisa all’istante.”

“Già, grazie.” Replicò secca lei, ruotando mentalmente gli occhi, sentendosi un po’ tradita.

Tsunade sorrise, notando il disappunto nella voce della giovani kunoichi. “Comunque sono molto impressionata. Se non mi avessi detto cos’era, non so se sarei riuscita a creare un antidoto in tempo.”

D’altra parte, il lavoro di un ninja era quello di uccidere, e Tenten era fermamente convinta di non dover essere crudele con le sue vittime, quindi aveva deciso di creare un metodo più veloce, che avrebbe provocato il minor dolore possibile. Le ci erano voluti diversi fallimenti prima di arrivare alla razione perfetta di ogni ingrediente, per creare un veleno che uccidesse velocemente, e la notte precedente era finalmente arrivata al suo obiettivo. La faceva sentire incredibilmente orgogliosa che il suo duro lavoro fosse servito a qualcosa, e che avesse anche impressionato il suo idolo.

“Grazie.” Tenten sorrise timidamente.

“Hai bisogno di un giorno o due di riposo,” la informò l’Hokage, “il che significa che non posso, in tutta onestà, permetterti di partecipare alla missione di domani.”

“Ma mi avete già guarita,” protestò lei “per domani starò completamente bene.”

“Ho paura che non sarà così.” Tsunade scosse la testa, “il tuo team dovrà cavarsela senza di te.”

.x.x..x.x.END of FLASHBACK.x.x..x.x.

“È vero che le abilità di Tenten sono molto utili.” Commentò Tsunade, “ comunque, come siete già stati informati, non abbiamo tempo per aspettare che si rimetta.” Fece una pausa, “perciò ho deciso che per il momento aggiungerò un rimpiazzo alla vostra squadra, qualcuno che sento sarà veramente utile in questa missione.”

“Ma chi potrebbe rimpiazzare Tenten-san?” protestò Lee.

Internamente, Neji concordò sul fatto che sarebbe stato un compito difficile sostituire le abilità uniche della kunoichi. Anche se c’erano diversi shinobi abili con le armi, ce n’erano pochi in grado di maneggiare tanti armi quante quelle di Tenten, e ancora meno in grado di utilizzarle al suo livello.

“Siamo fortunati che a Konoha esista un altro maestro d’armi.” Tsunade sorrise allegramente prima di continuare “Ora, di solito lui non prende parte alle missioni di squadra, considerato che è abituato a compiere le missioni omicide di alto livello.” Si voltò verso la porta laterale nascosta dietro l’ombra delle librerie e degli armadietti per le armi. “Puoi entrare adesso.” Disse ad alta voce.

Sotto istruzione della Godaime, la porta privata si aprì, rivelando un’imponente e oscura figura. Le ombre ostruivano la vista ai tre uomini, ma Neji riconobbe istantaneamente la figura intimidatoria, avendo visto la sua ombra minacciosa ormai troppe volte.

.x.x..x.x.FLASHBACK.x.x..x.x.

Assicuratasi che la giovane maestra d’armi sarebbe stata meglio nella sua stessa casa, Tsunade le permise di rimanervi invece di essere portata all’ospedale per un ricovero. Dopo aver lasciato istruzioni e le medicazioni necessarie, uscì dalla stanza.

“Hokage-sama.” La voce profonda di Ryoku la richiamò mentre lui la seguiva verso l’uscita.

“Si, Ryoku-san?” Tsunade si voltò rispettosamente verso l’uomo.

Pur essendo stata un sannin leggendario, Tsunade non era immune alla presenza intimidatoria della grande figura davanti a lei; anche se forse era una delle poche persone che poteva dire di non essere completamente terrorizzata dall’uomo. No, per lei, c’era un muto rispetto; anche se era certa che non avrebbe mai desiderato  scontrarsi con l’uomo.

“Questa missione…” cominciò Ryoku, attirando l’interesse di Tsunade “sarà col suo team, giusto?”

“Già.” Replicò lei, domandandosi dove volesse andare a parare.

“E ci sarà anche lo Hyuga?”

Una constatazione sorse nella vecchia donna, “Si, è vero…” replicò, combattendo l’urgenza di sorridere.

.x.x..x.x.END of FLASHBACK.x.x..x.x.

Neji si irrigidì visibilmente, mentre preparava sè stesso per vedere chi fosse la figura nascosta nell’ombra.

“Credo che abbiate conosciuto tutti Ryoku-san.” Accennò Tsunade ai tre shinobi, scrutando il terrificato Hyuga con la coda dell’occhio. “Prenderà il posto di Tenten nella missione.”

“Bene,” Tsunade richiamò la loro attenzione, “giusto per rendere chiare le cose, Gai sarà il leader. Avete quattro giorni per arrivare là, e poi altri quattro per tornare in dietro e riportare i documenti al loro posto. Buona fortuna; siete congedati.”

“Hai!” I quattro uomini si inchinarono prima di uscire.

“Tsunade-sama” Shizune chiamò l’Hokage dopo che i quattro furono andati, “Se i nemici sono così tanti, è davvero prudente mandare quei quattro in missione da soli? Non dovremmo ritirare tutto?”

“Rilassati, sarà facile per loro.” La rassicurò. “Il Team Gai avrebbe tranquillamente potuto farcela da solo.”

“E allora perché mandare anche Ryoku-sama?”

“Stai scherzando?” Tsunade sorrise compiaciuta, “Non sai quanto pagherei per vedere come lo Hyuga gestirà questa situazione.” aggiunse, una piccola risata le scappò dalle labbra mentre tirava fuori una bottiglia di sakè da sotto il tavolo.

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“BENE!” gridò Gai quando i quattro shinobi ebbero sorpassato la porta del villaggio, pronti per raggiungere il Paese del Fulmine. “Avanti, arriveremo in 2 giorni!” esclamò, lanciando con entusiasmo un pugno in aria.

“No, sensei, dovremmo riuscire ad arrivare in un giorno!” propose eccitato Lee.

“Questo è un eccellente suggerimento mio caro Lee!” Gai sorrise orgoglioso “e se non ci arriveremo in un giorno, allora correremo cinque volte da Suna a Konoha!”

“Hai!” rispose prontamente Lee, guardando incantato il suo sensei.

“Cosa state dicendo?” li canzonò Neji, “ci metteremo quattro giorni.” Mormorò, leggermente imbarazzato dalle buffonate della coppia, specialmente davanti a Ryoku.

Comunque, Ryoku sembrava assolutamente indifferente al comportamento dei due strani uomini. Forse era stato il suo allenamento da shinobi, o forse Tenten gli aveva spiegato cosa aspettarsi; in ogni caso, Neji era sorpreso di non aver visto nell’uomo una minima reazione. Anche Hyashi si era vergognato la prima volta che aveva conosciuto Gai e Lee. Neji era davvero impressionato.

Le esplosioni sentimentali tra i due shinobi in calzamaglia si fermarono improvvisamente quando Lee si voltò verso Ryoku con un’espressione di aspettativa nei suoi confronti.

“Si?” domandò l’uomo, il suo viso ancora illeggibile.

“Di solito a questo punto Tenten-san concorda con Neji-kun, prima che lui le prenda la mano per partire con noi.” Spiegò Lee, indicando chiaramente che si aspettava da Ryoku lo stesso tipo di comportamento.

“È vero?” Ryoku lanciò un’occhiata minacciosa al giovane prodigio con la coda dell’occhio, anche se la sua faccia non sembrava aver subito nessun cambio di espressione.

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Un giorno intero era passato mentre i quattro shinobi avevano viaggiato attraverso il Paese del Fuoco. Avevano corso senza fermarsi per 36 ore quando Gai si era arrestato improvvisamente.

“che succede Gai-sensei?” chiese Lee con cautela, immaginando che forse ci potesse essere un pericolo lì vicino.

“Non è niente Lee, ma siamo sempre più vicini alla destinazione, e non abbiamo ancora fatto una pausa.” Replicò Gai. “È tardi. Dovremmo cogliere questa opportunità per riposarci sotto la copertura della notte.” Aggiunse.

“ma non sono stanco.” Protestò Lee “ possiamo continuare ancora per molto, come siamo stati abituati.”

“È vero Lee, ma dobbiamo conservare le nostre energie. Non vogliamo arrivare al covo nemico troppo stanchi per combattere.”

“Bene” Lee credette immediatamente alla saggezza del suo sensei.

Dopo che Gai ebbe chiesto a Neji di controllare l’area per trovare la posizione migliore in cui accamparsi per la notte, i quattro shinobi scesero sul suolo della foresta, pronti per fare una buona dormita; la mezzanotte era ormai vicina.

“Oggi abbiamo fatto davvero molta strada.” Riflettè Lee distrattamente. “Pensi che saremmo arrivati così lontani anche con Tenten-san, Neji-kun?” domandò all’amico, che stava preparando il suo sacco a pelo qualche metro più in là.

“Ha migliorato di parecchio la sua resistenza negli ultimi mesi.” Replicò Neji vago.

“Si, è vero, ma è anche molto più piccola di noi, e usa anche molte più energie per fare le stesse distanze che facciamo noi.” Esclamò Lee “Di solito ci chiede di riposare, durante i nostri viaggi.”

“Hn.” Neji non era sicuro che questa fosse una conversazione appropriata da fare di fronte al padre della loro compagna, che senza dubbio si sarebbe offeso per una valutazione sfavorevole delle abilità di sua figlia. “Ce l’avrebbe fatta Lee.” Replicò severamente, sperando che il compagno avrebbe lasciato perdere l’argomento.

“Questo è vero, anche se si fosse stancata, sono certo che tu l’avresti portata per tutto il resto del percorso, come hai già fatto in passato.” Lee sorrise smagliante all’amico.

Neji si vergognò internamente, sperando che Ryoku non avesse colto l’impressione sbagliata dalle parole di Lee. In realtà, anche se non pensava che ci fosse qualcosa di sbagliato nell’assistere una compagna di squadra, Neji poteva sentire un intenso sguardo sulla schiena, un’aura di odio alle sue spalle.

“Vai a dormire adesso, Lee” ordinò Neji, mentre anche lui si infilava nel suo sacco a pelo.

“Sei sicuro che starai bene così lontano Neji-kun?” domandò Lee sconcertato.

“Si, e ora dormi.” Ripetè Neji chiudendo gli occhi, invitando il sonno a venire presto.

“Ma di solito dormi vicino a Tenten-san per stare caldo, non avrai freddo, lì tutto solo?” chiese innocentemente.

L’aura di odio emanata dal membro temporaneo del Team Gai si ingrandì, e Neji  tremò visibilmente all’affermazione che il compagno aveva innocentemente fatto. Il mortificato Hyuga sprofondò nel suo sacco a pelo, sperando che il terreno potesse solo inghiottirlo. Lui, un jounin conosciuto per il suo comportamento glaciale, inflessibile anche nelle circostanze più pericolose, poteva a malapena resistere all’intensità dello sguardo di Ryoku. E anche se era certo che Lee non intendeva dirigere la furia dell’uomo su di lui, prese mentalmente nota di fargliela pagare.

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La mattina arrivò presto, e Neji aveva dormito davvero poco. Aveva speso l’intera notte nell’angoscia che avrebbe potuto sognare la sua compagna di squadra e dire qualcosa nel sonno; che non era una cosa poi così rara. Con i precedenti commenti del suo amico, e il fatto che Ryoku avesse già sorpreso diverse volte Neji e Tenten baciarsi, non poteva correre altri rischi che avrebbero fatto infuriare l’esperto shinobi.

“Dovremmo rimetterci in cammino” esclamò Gai al fianco del suo allievo preferito. “Se ci muoviamo allo stesso passo di ieri, dovremmo riuscire ad arrivare a destinazione al tramonto. Usando la protezione della notte, sarà molto più facile fare un’imboscata e infiltrarsi nella struttura nemica per recuperare i documenti rubati.”

“Evvai! Gai-sensei, questo è un piano davvero brillante!” Lee fissò incantato il suo mentore.

“Andiamo!” gridò Gai.

I quattro shinobi saltavano tra i rami a grande velocità, senza mai fermarsi. Come Neji si era aspettato, Gai aveva esagerato con la stima del tempo d’arrivo, dato che avevano raggiunto la base nemica alle prime ore del mattino seguente. Sotto gli ordini di Gai, Neji aveva usato l’innata del suo clan per controllare l’area.

Usando la disposizione che Neji aveva appena abbozzato, e le informazioni che Gai e Lee avevano raccolto osservando il nemico, escogitarono una strategia. La prima parte era fondamentale. Usando le informazioni di Lee e Gai, Neji avrebbe scelto la posizione migliore per permettere a lui e Ryoku di preparare le trappole del maestro d’armi. Poi avrebbero tutti quanti aspettato il tramonto per raggiungere le loro postazioni, fino a che non sarebbe stato abbastanza buio da cominciare l’attacco. Neji e Ryoku erano incaricati di disporre le trappole, mentre Lee, usando la sua incredibile velocità, avrebbe trovato un’entrata nella base nemica tentando di passare il più inosservato possibile. Gai sarebbe rimasto lontano, creando una distrazione una volta che i nemici avrebbero realizzato di essere sotto attacco, per poter dare una speranza a Lee di passare inosservato.

Quando arrivò la notte sopra di loro, accesero tutti le radio sulla frequenza giusta, per poter comunicare. Gai ordinò a Neji di attivare il Byakugan, in caso qualcuno avesse avuto bisogno di aiuto più tardi. Quando ebbe inizio il piano, la prima ondata di trappole abbatté più della metà dei nemici. Era una grande quantità, ma meno di quanto il gruppo si aspettasse. Per fortuna, Ryoku aveva previsto questa possibilità e aveva chiesto a Neji di scoprire dove si trovavano tutte le luci della base. Mentre preparavano le trappole, Ryoku aveva preso tempo per piazzare altre trappole sulle luci, in modo da lasciare nell’oscurità l’intero accampamento. Con gli occhi di Neji, che potevano vedere nel buio, e le comunicazioni via radio, Lee poté raggiungere i documenti senza problemi.

Fuori, Gai, con la sua enorme forza, era riuscito a sconfiggere un gran numero di ninja, arrivando nel punto in cui Lee sarebbe dovuto uscire. Nel frattempo, Neji aveva notato che molti shinobi si erano diretti verso Ryoku. Avendo abbattuto i pochi che avevano assalito lui, si fece rapidamente strada verso il maestro d’armi. Appena arrivato, notò la montagna di uomini sparsi qua e là nella zona in cui si trovava Ryoku: si difendeva dagli altri nemici che lo attaccavano in massa.

Quando Neji raggiunse il fianco del grande shinobi, vide un arsenale di armi che andavano dritti verso il ninja della foglia. Con poco tempo per pensare e agire, Neji si portò velocemente davanti all’uomo e usò il Kaiten, iniziando a girare con rapidità per respingere gli attacchi avversari; deviò facilmente le armi. Comunque, non era la sua solita tecnica difensiva della rotazione, poiché era in grado di muoversi attorno a Ryoku mentre formava il suo scudo di chakra, proteggendo così sia sé stesso che l’uomo.

Il jutsu del giovane shinobi impressionò molto Ryoku, che non aveva mai visto quel particolare attacco. Insieme, i due abbatterono facilmente i restanti ninja, prima di raggiungere Lee e Gai. Seguendo le istruzioni della Godaime, abbandonarono subito la base nemica per tornare al villaggio, controllando attentamente di non essere seguiti da nessuno.

Dopo aver corso per qualche ora, esausti dalla battaglia, Gai chiese a Neji di trovare un posto sicuro in cui avrebbero potuto avere tempo per riposarsi e recuperare le energie. Trovato un piccolo spiazzo, i quattro shinobi disposero alcune trappole lì vicino, per poi preparare i loro sacchi a pelo.

“Resteremo qui fino alla fine del giorno.” Ordinò Gai, mentre gli altri tre si sedevano per riprendere fiato.

Poco dopo, mentre Lee soffiava sul piccolo fuoco che avevano fatto, e Gai assicurava i documenti, Neji girava attorno al campo per procurare alla squadra del cibo. Avvicinatosi al lato del campo in cui si trovava Ryoku, notò che l’uomo si stava occupando delle poche ferite che aveva ricevuto.

“Grazie.” Replicò l’uomo quando Neji gli passò la sua parte di cibo.

Neji annuì, poi si mosse per raggiungere il suo sacco a pelo.

“Quel jutsu…” cominciò Ryoku, richiamando su di sè l’attenzione del ragazzo. “Quel jutsu non dovrebbe essere usato in quel modo, vero?” domandò, riferendosi al Kaiten di Neji.

“No.” rispose impassibile Neji, “È una nuova tecnica, creata dalla rotazione suprema degli Hyuga”

Era davvero stupito, anche se la sua espressione lo mostrava ben poco. “Come sapevi che avrebbe funzionato?” domandò Ryoku.

“Quella tecnica non era il vero uso di quel jutsu” spiegò Neji, “ma era già stata usata in quel modo precedentemente.” Fece una pausa, non sapendo se era il caso di continuare o meno. “Comunque, dato che quella nuova tecnica era stata creata solo in protezione di Tenten, è stato un po’ più impegnativo espandere il raggio di chakra per coprire qualcuno delle sue proporzioni.” Aggiunse prima di girarsi e tornare alle sue provviste.

Voltandosi ancora, o attivando il Byakugan, Neji si sarebbe accorto del piccolo sorriso comparso sul viso di Ryoku mentre annuiva gentilmente con la testa, per poi ritornare ai suoi bendaggi.

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To Be Continued...
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Che soddisfazione, finalmente sono riuscita a tradurre questo dannatissimo capitolo! E direi che ne è valsa assolutamente la pena hihi…

Che ne pensate delle uscite geniali del povero Lee? Che secondo me dopo la missione prenderà mooooolte botte… XD

Cmq questa traduzione mi ha davvero dato del filo da torcere, mi ci sono voluti più di quattro pomeriggi! Forse perché il lessico tecnico della battaglia era difficile, e erano anche un po’ pesanti da seguire i discorsi tattici…

Va beh, passando ad altro, come avete letto in cima, la traduzione (questa, come tutte le altre, anche la raccolta di oneshot) verrà trasportata sotto un altro account, I.heart.Hatake.Kakashi, che sarebbe il nome originale dell’autrice! Questo per le stupide regole di EFP sulle traduzioni! Come se fossi così stupida da tenermi tutti i credits =.=

Non c’è altra scelta, ma non sapete quanto mi secchi ‘sta cosa!!!

Continuate comunque a recensire, che mi fa piacere! Ringrazio tutte le persona che hanno recensito, questa volte in particolare la mia unica veterana maniaca Arien!^o^

Chissà, forse un giorno potrei anche rispondere alle recensioni... O.o

Ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/4/Wind_and_Dragon

Alla prossima, con la raccolta NejiTen!

By Celiane4ever

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Capitolo 4
*** Answer ***


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ANSWER
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“Molto bene; provvederò immediatamente.” L’imponente figura del leader degli Hyuga uscì rapida dalla scoraggiante stanza dove era appena terminata una riunione segreta, indetta dagli anziani.

Hiashi percorse in fretta i lunghi corridoi della residenza; diretto verso la stanza del suo giovane nipote. Mentre voltava l’ultimo angolo presso il campo d’allenamento più vicino alla stanza di Neji, s’imbatté nella sua timida figlia e i suoi due compagni di squadra, che si dirigevano verso l’entrata principale.

“Hinata.” Hiashi chiamò la figlia con la sua bassa voce baritono.

“Buon giorno, Otousan (padre)” Hinata si inchinò gentilmente.

“Buon giorno.” Salutò la kunoichi dai capelli blu e i due compagni. “Hai visto tuo cugino oggi?” domandò alla ragazza, dopo che Kiba e Shino l’ebbero salutato.

“No.” Hinata scosse la testa in risposta.

“Sai se è ancora nella villa?”

“Non credo.” Replicò lei. “Neji-nii-san di solito esce molto presto per allenarsi.” Aggiunse.

“Capisco” Hiashi annuì; c’era un pò d’orgoglio nella sua affermazione.

Anche se non era suo figlio, negli anni i due erano diventati abbastanza uniti, e come risultato Hiashi aveva cominciato a vedere Neji come il figlio che non aveva mai avuto. Neji era la figura emergente del clan Hyuga, ed era molto rispettato, non solo all’interno del villaggio, ma anche nelle cinque nazioni, come uno degli Shinobi più forti. Molti capi di clan importanti avevano offerto allo Hyuga le loro figlie come sue spose, un chiaro segno che il giovane uomo era considerato come una figura importante. Essendo un membro della Casata Cadetta, Hiashi sapeva che il vero potenziale di Neji sarebbe sempre stato soffocato. Aveva spesso considerato di accettare qualcuna di quelle proposte, per dare a suo nipote un’opportunità migliore di quella a cui era destinato essendo un Cadetto. Era un disgrazia che Neji fosse nato dal fratello sbagliato, e per quanto Hiashi desiderasse piegare le leggi degli Hyuga per il nipote, o demolirle completamente, anche lui era legato dalla tradizione del dover obbedire a regole che, come capo del clan, aveva giurato di sostenere. Sentiva che c’era ancora la speranza che forse questa nuova generazione di Hyuga potesse segnare l’onda della trasformazione e portare l’antiquato clan fuori dall’oscurità, e nella nuova era. Prima di questo avvenimento, Hiashi aveva deciso di usare la sua influenza come capo, per proteggere le sue figlie dal destino crudele che gli era stato donato dagli anziani, troppo lontani dalla realtà e dalle emozioni per preoccuparsi di altro se non di stantie regole e tradizioni.

“Avete bisogno di qualcosa?” Hinata domandò timidamente al padre.

“Si, ma sono affari di Neji.” Replicò stoicamente Hiashi, stroncando la ragazza prima che potesse offrire il suo aiuto, poiché sapeva che l’avrebbe fatto.

“O-oh. Ok.” Balbettò leggermente lei. “Mi assicurerò di fargli sapere che lo state cercando se lo vedrò.”

“Grazie.” Hiashi inchinò leggermente il capo verso il trio, prima di voltarsi per andarsene. “Hinata.” Si voltò di nuovo per parlare alla squadra in ritirata.

“Si?” replicò la timida ragazza.

“Voi tre siete amici di Neji.” Anche se sembrava di più un’affermazione, il vecchio Shinobi aveva in realtà posto una domanda. Sapendo questo, Hinata annuì in risposta “Vorrei farvi una domanda.” Li informò.

“OK.”

“Cos’è che Neji trova interessante?” chiese Hiashi.

“Questa è facile!” Kiba parlò per primo “Tutto quello di cui si preoccupa Neji è l’allenamento.” La sua risposta fu accompagnata dall’annuire convinto dei due compagni di team.

“Non c’è nient’altro?” Hiashi li pressò maggiormente, sperando di sentire qualcosa in più.

“Beh,” cominciò Hinata, “gli piace meditare. Ma a parte questo, passa quasi tutto il suo tempo in missioni, o allenamenti, o con i suoi compagni di squadra.” Aggiunse.

“Forse sarebbe saggio domandare a qualcun’altro dei suoi amici.” Disse stranamente Shino. “Noi non siamo spesso in team con Neji-san, quindi non possiamo dirle molto.”

“Capisco.” Hiashi annuì “Con chi mi consigliereste di parlare?”

“Beh, ci sono Lee-san e Tenten-san.” Rispose Hinata.

“Specialmente Tenten.” Kiba sorrise compiaciuto. “Sono sempre assieme, quasi inseparabili.”

“Ah si?” Hiashi prese mentalmente nota di questa cosa mentre continuava ad ascoltare il giovane ninja.

“Forse Naruto” suggerì Shino.

“Già, hai ragione.” Continuò Kiba. “Sembra che Neji nutra una sorta di rispetto per quel ragazzo. E non dimentichiamoci di Shikamaru, ho sentito che ogni tanto giocano a shoji. Anche se non capisco perché; è così dannatamente noioso. E nessuno riesce mai a vincere contro Shikamaru.”

“Anche Ino-san potrebbe sapere qualcosa. È molto brava a…” Hinata esitò.

“A fare gossip!” finì Kiba per la ragazza. “Se qualcuno sa qualcosa, quella è probabilmente lei.”

“Capisco.” Replicò Hiashi “Grazie.” Aggiunse prima di inchinarsi ancora e di inoltrarsi tra le molte porte della residenza.

“Questo è strano.” Commentò Kiba dopo che l’esperto Shinobi se ne fu andato. “Perché pensate che fosse interessato a Neji?” domandò curiosamente.

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“Come posso-” Ino s’interruppe bruscamente al vedere chi aveva fatto suonare il campanello dell’ingresso del negozio di fiori dei suoi genitori. “Hiashi-sama.” Sorrise dolcemente, “Come posso aiutarla?”

“Tu sei Yamanaka Ino.” Domandò dopo aver salutato la ragazza bionda.

“Si, è lei.” Una voce annoiata sbadigliò da un angolo del locale.

 “Nara Shikamaru e Akimichi Choji.” Chiese, dopo essersi girato per vedere due figure davanti ad una scatola sul pavimento, dove una partita di shoji era intensamente fissata da un grande ragazzo attualmente intento a ripulirsi la faccia da briciole di patatine.

“Si?” Shikamaru sbadigliò ancora una volta.

“Se non sbaglio conoscete tutti abbastanza bene mio nipote.” Aspettò la risposta dello shinobi.

“Neji?” domandò Ino; uno sguardo confuso sul suo viso.

“Si, lo conosciamo.” Disse con leggerezza Shikamaru, riportando l’attenzione dal vecchio uomo alla partita.

“Non l’abbiamo ancora visto.” Ino informò il leader degli Hyuga. “Probabilmente sarà con Tenten.” Dichiarò come stato-dei-fatti.

“Quando non lo è?” sottolineò Shikamaru. “Ma suppongo che per quanto possano essere seccanti le kunoichi, lei sia forse la più tollerabile del gruppo.” Aggiunse indifferente.

“Sento forse odore di cotta?” Ino saltò entusiasta alla possibilità di un nuovo gossip.

“Non ci scherzare neanche!” Choji interruppe momentaneamente la sua intensa concentrazione. “Neji arrostirebbe Shikamaru vivo se pensasse che sia interessato a Tenten!

“Vero.” Concordò Ino. “Mi dispiace Shikamaru, sembra che ti dovrai trovare un’altra ragazza.” Sorrise provocante al ninja pigro.

“Seccatura.” Mormorò Shikamaru a bassa voce pensando al carattere da gossip dell’amica.

“Hey!” Ino si guardò attorno, “Quand’è che se n’è andato Hiashi-sama?”

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Uscendo dal negozio di fiori degli Yamanaka, Hiashi si incamminò velocemente per le strade affollate di Konoha, verso i campi d’allenamento ai limiti del villaggio. Ormai vicino alla foresta, vide, con la coda dell’occhio, un flash arancione che catturò la sua attenzione.

“Uzumaki Naruto.” Lo chiamò fermamente.

“Huh?” Naruto e il resto del team si fermarono per voltarsi verso l’uomo, che si trovava a pochi metri di distanza. “Oh hey, lei non è il padre di Hinata-chan?” urlò Naruto allegramente mentre la sua compagna dai capelli rosa e il suo sensei si avvicinavano allo Hyuga.

“Naruto, sii più rispettoso.” Hiashi sentì l’uomo con la maschera rimproverare il ragazzo vestito d’arancione.

“Hai.” Concordò Hiashi. “Credo che voi conosciate mio nipote Neji.”

“Oh si.” Naruto si grattò goffamente la testa, avendo dimenticato che essendo il cugino di Hinata, anche Neji era legato a quell’uomo.

“Avete bisogno di una mano per trovare Neji-kun?” domandò Kakashi.

“In effetti, non credo di sapere quali campi d’allenamento usa il suo team.” Confessò Hiashi.

“Beh, a quest’ora Gai e Lee-kun di solito corrono attorno al villaggio. Ma sono certo che possiate trovare Neji e Tenten al campo 42…” suggerì Kakashi.

“Grazie.” Replicò lui. “Un’ultima cosa. Qualcuno di voi sa dirmi, a parte l’allenamento, cosa piace a mio nipote?”

“Ummm… Oltre all’allenamento?” Naruto si grattò il viso, concentrato.

“Gli piace molto meditare.” Propose Sakura.

“Gli piacciono gli uccelli?” esordì Kakashi, cominciando a stufarsi dell’argomento e desiderando disperatamente di tirare fuori il suo piccolo libro arancione.

“Hn.” Hiashi stava cominciando a spazientirsi della scarsità di informazioni.

“TENTEN!” urlò Naruto, facendo saltare i tre ninja dalla sua uscita improvvisa.

“Probabilmente.” Concordò Kakashi con il suo solito tono disinteressato.

“Si! Tenten saprà sicuramente cosa piace a Neji!” dichiarò orgoglioso.

“Naruto, sei un tale idiota!” Sakura alzò gli occhi al cielo alla stupidità del suo compagno, prima di andarsene.

“Huh?” Naruto si guardò attorno per trovarsi da solo in mezzo alla strada affollata; i suoi compagni di squadra erano già lontani e Hiashi Hyuga era scomparso. “Che cosa ho detto?”

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Hiashi passò per i diversi campi d’allenamento prima di arrivare a quello che Kakashi gli aveva indicato. Poteva affermare con certezza che era quello in cui suo nipote si allenava, dato il numero di solchi profondi sul terreno: senza dubbio un risultato del suo Kaiten. Anche se Hiashi era convinto di aver ragione, c’era qualcosa che non tornava. Normalmente non sarebbe sembrato troppo strano camminare in un campo d’addestramento silenzioso, anche se c’erano delle persone; dopo tutto, la caratteristica migliore di un ninja era il silenzio. Quello che sembrava particolarmente fuori posto era il fatto che la ragazza che tutti avevano detto essere la compagna d’allenamento di Neji, conosciuta nel villaggio come la maestra d’armi di Konoha, non era famosa solo per la sua abilità con le armi da lancio, ma aveva recentemente scoperto la passione di far saltare in aria le cose. Le armi erano meglio utilizzabili quando erano silenziose, ma le bombe, specialmente quelle coi grandi flash che la ragazza era famosa per usare, non erano generalmente così silenziose.

Attivando il Byakugan, Hiashi controllò l’area circostante per trovare il giovane prodigio e la sua compagna. Con la sua ampia visione, il capo degli Hyuga fu capace di trovare i due sistemi di chakra situati di qualche metro alla sua destra. Camminando rapidamente tra gli alberi, stando attento a non essere visto, arrivò in silenzio a poca distanza dal luogo dove aveva localizzato i due. Entrambi giacevano sul fondo di un cratere fresco, visibilmente esausti per l’allenamento. Guardando la giovane coppia, le labbra di Hiashi si incurvarono in una sottospecie di sorriso.

Quella mattina, gli anziani si erano ritrovati per determinare il futuro del genio del clan. Era stato accordato che, ora che Neji era in età da matrimonio, Hiashi avesse il compito di trovare una moglie adeguata per il prodigio. Era desiderio degli anziani che l’orgoglio del clan Hyuga fosse messo in coppia con una forte kunoichi che avrebbe dato alla luce degli Hyuga con il livello di abilità di Neji. Anche se aveva protestato all’idea di un arrangiamento forzato per il giovane, le sue obiezioni erano state ignorate. Incapace di convincere gli anziani a cambiare idea, decise che, al meno, avrebbe scoperto esattamente cosa piaceva a Neji, e avrebbe provato a trovare una kunoichi il più possibilmente compatibile con il giovane Jounin.

Le sue ricerche erano sembrate vane, non avendo ricevuto alcuna informazione dalle persone più vicine a suo nipote. Proprio quando aveva pensato di lasciar perdere, aveva capito la risposta alla domanda che non aveva mai posto.

Alla base del profondo cratere, dormendo pacificamente l’una tra le braccia dell’altro, si trovavano Neji e la sua compagna di squadra.

Ricordando gli eventi della giornata, e le molte conversazioni che aveva avuto, Hiashi realizzò che aveva sempre saputo la risposta. Ed era davvero un’ottima opportunità; ora doveva solo sperare che anche gli anziani la pensassero cosi…

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To Be Continued...
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--- Celiane4ever’s space ---

È stato stupendo tradurre anche questo capitolo ^o^

La mia uscita preferita è stata quella di Naruto!!! XDD che ridere!!!

Ma anche il momento InoSkikaCho mi è piaciuto! Ammetto che mi sarebbe piaciuto ancora di più se fosse stato un momento solo InoShika *Vale attira le ire di TK e della cry* eheh ^^”

E da qui si che inizia il vero divertimento!!! E non parlo delle battute sceme di Naruto o di Lee e Gai… Chi vuole scoprire di cosa parlo mi segua!!!

Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo: altovoltaggio, Princess of Destiny, GiulyWNejixTen, _Arien_, Hana Turner, annasukasuperfan, hinata93, BrideOfTheWind, e June_L!

Wiiii sono contenta che la storia abbia successo, e lo è anche l’autrice! Dice che purtroppo nel sito originale, la ff Wind and Dragon non ha riscosso così tanto successo come la raccolta di one shot! Qui sembra il contrario! E allora grazie a chi sostiene me e lei!!

Alla prossima!

Celiane4ever

P.S. un mega arigatoo a chi ha inserito la ficcy tra i preferiti ^o^

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Capitolo 5
*** ANBU ***


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ANBU
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“aaah” Tenten sbadigliò, portando le braccia indolenzite sopra la testa mentre scendeva le scale.

Era strano per la kunoichi svegliarsi così tardi al mattino; anche se molti difficilmente considererebbero le sette come tardi. Era anche raro per Gai annunciare un ‘giorno di riposo’ dall’allenamento, ma questo era esattamente ciò che il Jounin in calzamaglia aveva comandato. Normalmente, Tenten e Neji si sarebbero allenati lo stesso, a dispetto delle istruzioni del loro sensei; ma oggi, Neji doveva partecipare ad un incontro importante.

“Dammelo indietro stupida bestiaccia!” gridò una voce profonda e arrabbiata dalla cucina.

Arf. Arf.

“Lascialo andare, o ti trafiggo!” Ryoku guardò male il piccolo cucciolotto con cui stava combattendo per i file che stringeva saldamente nella bocca. Sempre più irritato, il grande Shinobi fece per afferrare il suo kunai.

“Sei cattivo quanto Neji!” Tenten prese velocemente in braccio il cucciolo prima che suo padre potesse tagliargli la gola.

“ffh” Ryoku sbuffò al paragone, non gradendo di essere comparato a quel ragazzo.

Anche se aveva iniziato a sciogliersi nei confronti dello Hyuga, ammirando persino il suo duro lavoro e la sua determinazione, il fatto che la sua preziosa figlia spendesse così tanto tempo con lui irritava seriamente il maestro d’armi. Non che non credesse nel ragazzo; apparteneva, dopo tutto, ad un clan rispettabile; solo non gli piaceva l’idea che il giovane Hyuga distraesse la figlia dalla sua missione personale di diventare la più grande kunoichi di tutti i tempi. Non avrebbe mai perdonato il possessore del Byakugan se avesse portato la sua piccola ragazza a rinunciare al suo sogno di diventare la migliore.

“Buon giorno Tennie-chan.” Xiu-Juan sorrise dolcemente mentre sua figlia porgeva al padre i documenti che il cucciolo stava masticando.

“Lo giuro, uno di questi giorni, giocherò al tiro al bersaglio con quella bestiaccia.” Righiò Ryoku sottovoce, sedendosi al tavolo per leggere i file.

“Non a colazione!” Xiu-Juan strappò i documenti dalle mani del marito.

“Xiu! Devo finire il rapporto!” replicò lui severamente. “Ma quella stupida bestiaccia non me lo permetterà!” esclamò lanciando ancora una volta un’occhiata minacciosa all’ignaro animale.

Arf. Arf. Il piccolo cane abbaiò allegramente, non curandosi dello sguardo omicida dell’uomo.

“Come puoi essere così crudele?” gli domandò Tenten in tono accusatorio, “È solo un cucciolo.” Alzò il cagnolino all’altezza del viso, “E tu!” aggiunse, “Dovresti saperlo bene. Non hai imparato la lezione da quando Neji ha provato a colpirti con un Kaiten?”

Arf. Arf. Il cucciolo agitò gioiosamente la coda in risposta.

Se fosse possibile per un cane sorridere, Tenten avrebbe giurato che il suo avrebbe avuto un sorriso perenne sul muso. Le venne il sospetto che forse il cane sapeva esattamente cosa stava facendo e che in realtà si divertisse ad agitare entrambi gli uomini.

“Beh, sai Tennie-chan,” cominciò Xiu-Juan, mentre serviva la colazione, “Noi Furi-iki siamo attratte per natura dagli uomini forti e silenziosi.” La piccola donna contenne il sorriso che minacciava di uscire, notando la reazione che ricevette il suo commento sia dal marito che dalla figlia. “Non sembra ce sia diverso neanche per Bu-mu.” Aggiunse.

“Sai, parlando di Neji.” Tenten portò l’attenzione sul padre, tentando di ignorare l’insinuazione di sua madre.

“Non stavamo parlando di lui.” replicò Ryoku afferrando la forchetta per cominciare a mangiare. “Stavamo parlando del cane.”

“Oh, giusto.” Rispose Tenten con un mezzo sorriso, prima di posare a terra Bu-mu. “Beh, comunque.” Continuò avvicinandosi al lavello per sciacquarsi le mani. “La sua richiesta per diventare ANBU è stata finalmente accettata.” Constatò orgogliosamente.

“Il cane?” Ryoku non capì.

“NO! Neji!” esclamò Tenten prendendo posto accanto al padre.

“Hn.” L’uomo alzò le spalle prendendo un pezzo della sua colazione.

“Oh, è stupendo Tennie-chan.” Affermò allegramente Xiu-Juan. “Neji-kun è uno Shinobi eccellente, sono sicura che sarà un ottimo membro ANBU.”

“Certo che lo sarà.” Concordò lei, “È un peccato che non l’abbiano accettato prima.”

“Molti Shinobi di talento hanno richiesto l’adesione a membri ANBU,” commentò Ryoku, “ma solo i migliori possono essere accettati. Lo sai questo.” Aggiunse continuando a mangiare.

Esattamente!” replicò Tenten, “e Neji È il migliore. Lui è un genio.” Gli ricordò, “il più giovane membro del clan Hyuga a usare sia il Juuken che il Byakugan; ha imparato da solo la tecnica segreta del suo clan in un mese; Rookie dell’anno, l’anno in cui ci siamo diplomati; Jounin a 15 anni…”

“Ci sono altri Shinobi ugualmente bravi, che non sono entrati nell’ANBU.” La interruppe Ryoku, prima che la kunoichi potesse finire l’elenco delle qualità dello Hyuga. “E come ti ho già detto molte volte, la cosa non riguarda solo abilità e talenti; ANBU è un’organizzazione veramente selettiva.” Le ricordò. “La sua innata è senza dubbio potente, e sarebbe un’ottima risorsa per lui e per l’organizzazione,” aggiunse poi, “comunque, come sei stata ben informata, come in ogni società,  muoversi all’interno del mondo degli Shinobi richiede di conoscere le persone giuste.”

“Le ‘persone giuste’…” Tenten sorrise, “Come dire… per esempio… non so… un membro della commissione ANBU?” si fermò un momento, permettendo alla sua insinuazione di colpire a fondo, “Forse qualcuno che capita essere un vecchio amico dell’attuale capo dell’organizzazione?” sorrise innocentemente al padre.

“Hn.” Ryoku rispose al sorriso compiaciuto della kunoichi con uno dei suoi. “Quindi è questa la ragione.” Domandò, sollevato che la kunoichi con gli chignon non avesse cominciato a girare attorno al possessore del Byakugan per altri motivi.

“Allora…?” lo fissò interrogativa Tenten.

Xiu-Juan osservò come padre e figlia avevano cominciato una lotta di sguardi, mentre puliva il tavolo dalle stoviglie sporche.

“Bene.” Si arrese Ryoku “parlerò in suo favore,”

“Grazie, grazie, grazie!” Tenten sorrise allegra, mentre saltellava verso il padre per abbracciarlo. “Ti voglio bene Otou-san!” aggiunse, dandogli un bacio sulla guancia, prima di correre fuori per dare a Neji la buona notizia. “Torniamo più tardi.” Salutò con la mano, mentre lei e Bu-mu uscivano.

“Quella ragazza.” Ryoku scosse la testa divertito.

La giovane aveva un talento per le persuasioni. Non importava quanto una persona fosse contraria ai suoi piani, si sarebbe ritrovata lo stesso a collaborare a tutti i suoi schemi.

“Oh, guarda!” disse Xiu-Juan dopo che Tenten se ne fu andata. Si avvicinò dal ripiano in cui aveva lasciato la posta il giorno precedente.

“Cosa c’è?” Ryoku alzò lo sguardo dai documenti che aveva nuovamente preso.

“È una lettera dal clan Hyuga.” Replicò Xiu-Juan, sollevando una busta finemente decorata.

“Quindi?” domandò l’altro.

“Mi chiedo se…” sospirò lei, guardando pensierosa la busta bianca che stringeva in mano.

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To Be Continued...
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--- Celiane4ever’s space ---

Capitolo corto ma molto significativo, poiché da qui parte tutto il divertimento del prossimo chappy hihi (*sorriso malefico*)

Spero comunque che sia piaciuto, a me ha fatto ridere XD

Il prossimo invece sarà per i romanticoni, e vi ho già detto troppo!

E visto che il capitolo successivo è (secondo me) una tale meraviglia, ho deciso ke se con questo chappy riceverò più recensioni di quello precedente (ovvero più di sette) aggiornerò la fan fiction domani sera!!!

Se no… lascerò il bozzetto ai topi e alle intemperie muauauaua XD

Grazie mille a chi ha recensito il capitolo ‘Answer’, e (udite udite) ho deciso di rispondere O.o

slice: credo forse di non aver capito… era per caso bello? Allora, ke ne pensi di questo capitolo? Di sicuro Hyashi è meno antipatico di come è nell’anime, si potrebbe dire anche un po’ OOC, ma bisogna tenere conto che la fan fiction è ambientata diversi anni dopo alla shippuden, qui i protagonisti hanno 18 anni (ops, mi ero scordata di dirlo XD) quindi… sai com’è… la vecchiaia cambia un po’ tutti XD

cry_chan: ma grashie *ç* è sempre un piacere avere le recensioni di voi del forum! E cmq… sai… per la shikaino non dipende da me, purtroppo, e sempre purtroppo ti informo che la suddetta autrice è una fan delle shikatema, quindi comunque non corri rischi XD (leggi in fondo al capitolo il P.S., mi raccomando!

hinata93: si, anche io spero ke prima o poi quel baka di Naruto si accorga di Hina-chan *.* la tua recensione mi ha fatto ridere, senti come sei perversa XDDD ah beh, io faccio parte del club delle maniache, non posso di sicuro lamentarmi di te XDD ammetto che ho provato a chiedere all’autrice se inseriva per noi fan un pezzettino un po’ lemon, anche solo un pochinoino, ma ha detto ‘in questa fan fiction no, ma nella prossima…’ e avviso che la “prossima” in questione sto già pensando di tradurla XD tu continua a recensire e grazie!

Annasukasuperfan: d’ora in poi il capo clan degli Hyuga sarà rinominato Hiashimpiccione, tutto attaccato XD spero che continuerai a recensire, come ho detto a cry, mi fa piacere il sostegno delle ragazze del forum! Spero anche io di poter continuare a recensire le tue di fan fiction, e sai anke il perché >.> (*frecciatina*) cmq grashie! (ah, tu ke sei fan shikatemosa, leggi la risposta ke ho dato a cry hihi XD)

Hana Turner: prima di tutto gran bel nick *ç* secondo grazie per aver recensito molte delle mie traduzioni! E terzo quando ho letto in inglese ho pensato la tua stessa cosa!!! ‘oddio adesso gli deve trovare una moglie, chissà che cavolo combinerà!!!’ e poi invece tutto bene… o forse no? lol ti aspetto al prossimo capitolo per scoprirlo ^o^ grazie!

June_L: stessa tua identica reazione! Mi sono squagliata sul pavimento come una medusa al sole (ke brutta immagine XD) recensisci ancora e grazie mille!!!

Alto voltaggio: che ne escano vincitori lo spero anche io, non resta che continuare a seguire la storia no? grazie mille per la recensione, anche delle oneshot! Ti aspetto al prossimo capitolo ;) grazie!

Wow che impresa ^o^ però è stato più facile di quel che mi immaginassi!

Ed ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/6/Wind_and_Dragon

Grazie a tutti!

E se come ho detto avrò abbastanza recensioni… ci vedremo domani sera ^o^

Celiane4ever

P.S. vi invito a leggere l’ultima nejiten ke ho tradotto e pubblicato, Finding a name, molto bella davvero, e vincitrice del contest del NejiTen fan forum!

A proposito, spero ke si possa fare, ma io pubblicizzo il forum a tutti i fan delle nejiten ke mi seguono! Oltre a me, diverse autrici di efp frequentano il forum! Unitevi a noi all’indirizzo www.nejitenfan.forumfree.net (tk e cry, mi meriterei almeno una posizione da mod per lo spammaggio e non solo :sisi: XDD)

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Capitolo 6
*** QUESTIONS ***


Chi vuole vedere Neji in crisi? Chi vuole vedere Neji in crisi??? IO IO IO!!! XD

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QUESTIONS
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Neji fissava senza emozioni la tazza di tè che stringeva delicatamente tra le mani. Era diventata fredda ormai da molto nel fastidioso silenzio in cui lui si ritrovò immerso. Non che non fosse abituato a questi incontri mattutini con il leader del clan; negli anni, i due si erano avvicinati molto. Accadeva spesso che Hiashi richiedesse la sua presenza per un udienza privata di qualche sorta; in genere era una cosa positiva. Anche se zio e nipote si scambiavano una minima quantità di parole, c’era un patto silenzioso che entrambi valutavano in grande importanza.

Quel giorno, comunque, era diverso. Non serviva un genio per comprendere che c’era qualcosa nella mente dello Shinobi più anziano, ma Neji non riusciva ancora a capire cosa fosse. I due erano rimasti seduti nella stessa posizione per quasi due ore. Neji aveva informato la sua compagna di squadra che Hiashi aveva richiesto un colloquio la sera precedente, in modo da impedire che la kunoichi arrivasse al campo troppo presto; ma aveva aggiunto che ci avrebbe messo poco, dato che lo zio doveva solo parlargli. Solitamente, quando Hiashi voleva parlare a Neji, non ci metteva più di un’ora e mezza, e il giovane Hyuga avrebbe trascorso come d’abitudine il resto della giornata. Purtroppo, questo non era uno di quei casi.

Quando Neji fece oscillare ancora una volta la tazza nelle sue mani, guardando le foglie di tè volteggiare e formare diverse figure e disegni, il suo pensiero ritornò alla compagna di squadra. Era sempre stata stranamente affascinata dalle stelle, e di conseguenza, aveva maturato un interesse per l’astrologia e per altre forme di divinazione. Sembrava fatto apposta, davvero. Neji, fin da quando era bambino, era stato certo dell’esistenza del destino, ma l’aveva sempre e solo visto come una forza oscura e maligna che manipola e tormenta le anime degli uomini. In contrasto alle sue oscure prospettive, il modo di Tenten di vedere il fato era molto più allegro e ottimista. Ma questo era da lei, perché lei avrebbe sempre visto il lato buono delle cose.

Continuando a fissare l’ormai quasi vuota tazza di tè, Neji immaginò cosa la kunoichi con gli chignon avrebbe visto nella sua tazza. Sorrise internamente al pensiero che forse avrebbe potuto dirle il perché Hiashi l’avesse convocato. Forse allora si sarebbe sentito meno ansioso a stare seduto lì. Il silenzio non era di solito qualcosa che metteva a disagio il genio, anche quello intenso di villa Hyuga; ma questo particolare silenzio cominciava a diventare torturante.

Se continua ancora per molto, non sarò più capace di alzarmi in piedi. Disse Neji a sé stesso, avvertendo un formicolio alle gambe, mentre rimaneva pazientemente seduto sui polpacci.

“Neji.” Hiashi parlò nel solito tono solenne, rompendo finalmente quell’insopportabile silenzio.

“Si, Oji-sama? (zio)” replicò Neji, spostando lo sguardo dalla tazza di tè a suo zio.

“Come va col tuo team?” domandò in modo casuale.

Neji si bloccò per un momento, insicuro su cosa pensare della domanda. Non si aspettava questo tipo di conversazione da suo zio. Anche se non era sicuro del perché il capo degli Hyuga avesse voluto incontrarlo, gli sembrava davvero strano che domandasse della sua squadra. Era vero che Hiashi aveva grande interesse per la carriera di Shinobi di Neji, tanto che chiedeva spesso delle sue missioni; e più recentemente anche della sua richiesta per diventare membro ANBU, ma non aveva mai domandato niente a riguardo dei suoi compagni di squadra.

“Non credo di aver capito la domanda.” Rispose Neji onestamente.

“Stanno bene?” la semplificò Hiashi.

“Credo di si.” Replicò lui, ancora leggermente sorpreso dall’improvviso interessamento dello zio.

“…” Hiashi rimase in silenzio, mantenendo lo sguardo saldamente incollato a Neji.

“Gai-sensei ci ha concesso un giorno di riposo oggi.” Continuò il ragazzo, tentando di evitare una ricaduta nell’imbarazzante silenzio che li aveva avvolti qualche momento prima.

“Hn.” Hiashi annuì in silenzio.

“Mi piacerebbe potermi allenare più tardi.” Aggiunse Neji.

“Con la kunoichi della tua squadra?” s’incuriosì l’altro.

Per quanto fosse grato che Hiashi avesse deciso di continuare la discussione, Neji non era certo di volerla portare sull’argomento ‘Tenten’. Poteva essere un territorio pericoloso, così sentiva, discutere della kunoichi con gli chignon con qualsiasi membro della sua famiglia. Non che si vergognasse di lei, o dei sentimenti che provava per la maestra d’armi, ma considerato il suo contesto familiare, o preferibilmente la mancanza di quest’ultimo, Neji era certo che gli anziani avrebbero disapprovato la loro relazione, e lui non voleva altri impedimenti tra loro due. Era già abbastanza brutto che Ryoku sembrasse tollerarlo appena; non voleva che la relazione venisse proibita da entrambe le parti. Il clichè degli amanti di classi sociali diverse era raramente apprezzato al di fuori della letteratura.

“Hai.” Rispose, sperando che quella singola parola sarebbe bastata a chiudere lì il discorso.

“Passi molto del tuo tempo con lei.” Continuò Hiashi, con molto sgomento del giovane genio.

“Immagino di si.” Replicò calmo lui, anche se dentro si stava preoccupando sempre di più per dove la domanda volesse andare a parare.

“A quale clan appartiene?” domandò Hiashi.

“Non ne sono sicuro.” Affermò Neji.

E in parte era vero. Non conosceva davvero molto sulla storia della famiglia di Tenten. Sua madre, gli era stato detto, era originaria di una terra lontana, dove il padre l’aveva conosciuta non molto più grande di Neji e Tenten al loro primo incontro. Tenten gli aveva detto che Ryoku era fuggito con Xiu-Juan, portandola via di notte, contro la volontà della sua famiglia e del suo stesso clan. Era per questa ragione che non erano molto in contatto col loro clan. Comunque, di tutti gli Shinobi e i cittadini del villaggio, Neji non aveva mai sentito di altri Furi-iki. Anni prima, quando dovevano ancora conoscersi bene, Neji aveva pensato di chiedere a Tenten qualcosa a riguardo, ma in nome dell’etichetta e del rispetto della privacy della compagna, si era imposto di non fare domande.

“Qual è il suo cognome?” lo interrogò Hiashi.

“Furi-iki.”

“Furi-iki.” Ripetè il nome, pensandoci su. “Credo di aver già sentito questo nome in passato, ma non sono sicuro di sapere dove.”

“Sua padre è un membro della commissione ANBU.” Propose Neji; sperando, non completamente, che questa parte di informazione gli permettesse di spostarsi su un altro argomento.

“Davvero?” Hiashi annuì in segno di approvazione.

“Hai.”

“Anche lui è specializzato in armi come la figlia?”

“Direi di si. In realtà io l’ho solo visto usare un Nodachi prima d’ora.” Lo informò Neji.

“Un Nodachi?” ripetè lo zio, uno sguardo d’ammirazione comparve sui suoi occhi per un breve momento prima di ritornare alla solita maschera inespressiva. “Deve avere una costituzione robusta e una grande forza.”

“Hai.” Annuì Neji, anche se era certo che ‘robusta’ fosse inappropriato quando si doveva descrivere Ryoku.

“E tu l’hai osservato combattere?” insistette.

“Hai.” Hiashi rimase silenzioso, facendo capire a Neji che voleva che andasse vanti. “Una volta ha accompagnato il nostro team in una missione al posto di sua figlia.”

“Mi sorprende che un membro ANBU così importante abbia assistito ad una missione di squadra regolare.” Commentò con curiosità lo Hyuga.

“Credo che abbia offerto i suoi servizi dato che Tenten si è fatta male la notte prima della missione” lo informò Neji.

“Con le armi?”

Neji stava cominciando a insospettirsi su i motivi per cui Hiashi avesse dirottato la conversazione in quella particolare direzione. Era una cosa domandare dei suoi compagni, o di focalizzarsi sulla sua compagna d’allenamento, ma ora sembrava che Hiashi stesse seguendo una linea precisa per le sue richieste.

“No.” replicò cautamente Neji, valutando la reazione dello zio, “stava sperimentando un nuovo veleno che accidentalmente ha agito anche su di lei.”

“Capisco.”

Non volendo che Hiashi ricevesse un’impressione sbagliata e pensasse che Tenten fosse un’inetta o un’impedita, Neji continuò, “Tsunade-sama era talmente impressionata, che ha mandato il nuovo veleno come supporto per le missioni ANBU da quel momento; e l’antidoto che ha sintetizzato secondo di calcoli di Tenten è stato immediatamente illustrato alle squadre mediche.”

“È un eccellente risultato.” Si complimentò Hiashi, “sembra una kunoichi davvero formidabile.”

“Non l’avrei tenuta come compagna d’allenamento se fosse stato altrimenti.” Neji mentì in parte, sperando di convincere lo zio che la loro relazione era puramente professionale.

“Quindi non provi nessun sentimento per lei?” domandò Hiashi schiettamente.

“P-prego?” Neji cerco di rimanere calmo, sperando di non essersi tradito troppo con l’iniziale reazione di shock al sentire la domanda.

Hiashi soppresse un sorriso. Anche se non aveva bisogno di una conferma, avendo visto abbastanza per conoscere la risposta alla domanda, l’aveva capito, malgrado quanto fosse stata veloce l’espressione intontita del giovane Shinobi.

“Gli anziani mi hanno informato del loro desiderio che tu ti possa sposare presto.” Hiashi arrivò finalmente al punto. “E ho pensato che la kunoichi, Furi-iki Tenten, sarebbe stata una sposta più che perfetta per il più brillante membro del nostro clan.”

“Cosa?” questa volta non poté impedire a un’espressione di completa confusione di distorcere i suoi lineamenti.

“Credo, di tutte le opzioni possibili, che questa sia quella che ti aggrada di più.” Disse Hiashi. “È già stato inviato un invito alla sua famiglia per una cena formale la prossima settimana. Saranno presenti anche gli anziani per approvare la ragazza.”

“Cos-“ cominciò Neji.

“Hey Neji!” una voce allegra, seguita da un’insistente abbaiare interruppe il prodigio prima che potesse formulare un pensiero di senso compiuto (non che ne avesse alcuno al momento).

“Buon giorno Otou-san.” Hinata salutò da dietro alla kunoichi con gli chignon mentre si avvicinavano ai due uomini. “Ciao Neji-nii-san.”

“Salve Hiashi-sama.” Tenten si inchinò gentilmente davanti al capo degli Hyuga, “Ciao Neji.” Sorrise dolcemente, senza notare l’intenso terrore nascosto dietro i pallidi occhi dello Hyuga. “Spero di non aver interrotto niente.” Sorrise debolmente all’anziano Hyuga. “Volevo solo dare a Neji qualche buona notizia…”

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To Be Continued...
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--- Celiane4ever’s space ---

Come promesso eccomi qui con l’aggiornamento ^o^

Ok, premetto che ieri mi sono sbagliata, e che questo non è il capitolo ‘romantico’ che menzionavo! Mi ero dimenticata che c’era questo di mezzo XD

Cmq mi è piaciuto molto lo stesso! Non è stato stupendo vedere Neji in quella situazione??

Cavoli che ridere XD

In particolare mi è piaciuta una frase:

“Non l’avrei tenuta come compagna d’allenamento se fosse stato altrimenti.” Neji mentì in parte, sperando di convincere lo zio che la loro relazione era puramente professionale.

“Quindi non provi nessun sentimento per lei?” domandò Hiashi schiettamente.

Ho pensato “mmm, devo dire ke l’hai proprio convinto, eh Neji?”

Hiashi è stato davvero fenomenale XD

Questa volta ho controllato e IL PROSSIMO sarà il capitolo tanto romantico che avevo preannunciato *ç* io mi sono sciolta, e sono sicura che lo farete anche voi!

Visto che lo scorso capitolo ha funzionato, pubblicizzo ancora un volta il NejiTen Fan Forum, per tutti voi che mi seguite! www.nejitenfan.forumfree.net

Grazie a tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo: annasukasuperfan, hinata21, Hinata Hyuga, cry_chan, slice, LalyBlackangel, eilinn, RiRu46, _Arien_, hinata93 e June_L

Ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/8/Wind_and_Dragon

Il prossimo aggiornamento (credo dopo il weekend, scusate ^^” cmq non ne sono sicura, potrebbe essere anche prima) sarà sulla raccolta di oneshot, con un brano davvero molto speciale… vi consiglio di leggerlo ;)

Celiane4ever

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Capitolo 7
*** One Week ***


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One Week
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Tenten sedeva pigramente sul suo letto a due piazze, facendo volteggiare uno dei suoi tanti kunai nella mano sinistra, mentre usava la destra per tenere Bu-Mu lontana dall’arma affilata.

“Neji era davvero strano oggi.” Mormorò assente la kunoichi con gli chignon.

Arf. Il piccolo cucciolo color cioccolato abbaiò alla sua padrona, come per replicare al commento.

“Ok, più strano del solito.” Aggiunse Tenten dopo la protesta del cagnolino.

Arf. Il cucciolo balzò verso il kunai, sempre più vicino a raggiungere il suo luccicante obbiettivo.

“Pensavo che sarebbe stato felice di sapere che papà avrebbe parlato per lui al prossimo incontro degli ANBU” Tenten s’imbronciò “E invece, ha solo alzato le spalle!”

Growl. Bu-Mu guardò minacciosamente l’evasivo kunai.

“Già!” affermò Tenten, “Poteva anche dimostrare un po’ di gratitudine! Ma penso che forse gliel’avrei dovuto chiedere prima.” Uno sguardo pensieroso apparve sul suo volto.

“Pensi che sia arrabbiato?” guardò il piccolo cane che aveva smesso di fissare il kunai per voltarsi verso la padrona.

Whine. Il cucciolo guardò la padrona coi suoi occhioni grandi.

“Voglio dire, capisco che possa essere scocciato perché l’ho chiesto a papa; Neji è così orgoglioso e tutto il resto.” Tenten si morse il labbro inferiore a quel pensiero.

Bu-Mu continuava a fissarla, pensando esattamente la stessa cosa.

“Ma seriamente,” constatò lei, “Gliel’avevo già detto, che uno ha bisogno di contatti per poter entrare in un’organizzazione come l’ANBU; e quale miglior connessione di un membro della commissione? E poi, è da ammettere che Neji piace a papà.”

Growl. Protestò Bu-Mu.

“Ok, forse piacere è esagerato.” Concordò lei, “Ma è vero che si sta sciogliendo. Non credi?” domandò al confuso cagnolino.

Yip. Facendo l’unica cosa che un cucciolotto può pensare per rallegrare la sua padrona, Bu-Mu saltò sulla kunoichi e cominciò a leccarle la faccia.

“Tennie-chan.” Un colpo alla porta interruppe la divertente scenetta, attirando l’attenzione della ragazza.

“Si mamma?” Tenten si voltò verso la madre mentre quest’ultima apriva la porta della sua camera.

“Se non è un problema, pensi di poter uscire e chiamare tuo padre per me per favore?” domandò Xiu-Juan, “È quasi ora di cena e non so dove sia.”

“Certo mamma.” Replicò allegramente la ragazza, “Stavo giusto per portare fuori Bu-Mu”

“Grazie Tennie-chan.” La donna sorrise a sua figlia prima tornare al piano di sotto per finire di preparare la cena.

“Avanti, Bu-Mu.” Tenten legò un piccolo guinzaglio al cane, “Andiamo a cercare papà, così possiamo mangiare!”

ARF. Il cagnolino saltò allegramente giù dal letto, correndo velocemente davanti alla kunoichi, mentre lei scendeva le scale per uscire.

Sigh. Tenten abbassò le spalle abbattuta, mentre seguiva Bu-Mu nella strada vuota più vicina. Fuori faceva fresco, e lei aveva dimenticato di mettersi il cappotto, uscendo da casa in un cheongsam (maglia cinese a collo alto) rosso con le maniche corte e un paio di pantaloncini corti neri.

“Non riesco a capire.” sospirò ancora.

Era vero che Neji non era la persona più espressiva del mondo, ma in ogni caso Tenten era sempre riuscita a capire esattamente cosa stesse pensando. Era da molto che aveva imparato a interpretare ogni suo segno, ogni sguardo, ogni borbottio, e ogni risposta sillabata; ma per una volta sembrava che non ci fosse modo di capire i suoi pensieri, e questo la terrorizzava. Non era da Neji allontanarsi così tanto, almeno non da lei; invece, negli ultimi due giorni, da quando era entrata a villa Hyuga mentre parlava con suo zio, Neji era stato veramente distante. Tenten pensò che forse era arrabbiato, ma le sembrava una cosa senza senso; se Neji fosse stato arrabbiato, gliel’avrebbe detto in faccia. E Tenten avrebbe saputo capire se era arrabbiato o meno. No, era qualcos’altro; ma cosa fosse, era un assoluto mistero per lei.

“Non sono sicura…” cominciò la kunoichi con gli chignon, continuando a seguire l’allegro cucciolo, felice di essere fuori. “Forse è preoccupato per qualcosa.” Pensò ad alta voce. “Era davvero distratto. L’ho persino battutto nel nostro ultimo combattimento.” Aggiunse, neanche lonatamente orgogliosa come lo sarebbe stata se avesse battuto il genio al massimo delle sue capacità. “E poi quelle strane domande che mi ha fatto su come immagino la mia vita futura.”

BARK! Bu-Mu cominciò a tirare il guinzaglio, trascinando Tenten fuori dai suoi pensieri.

“Cosa c’è che non va tesoro? Hai trovato papà?”

Arf! Il cucciolo abbaiò in risposta, mentre Tenten gli faceva cenno di indicarle la strada.

La coppia correva rapida per le strade di Konoha, fino a raggiungere i campi d’allenamento. Le sembrava strano che Bu-Mu l’avesse condotta al campo del suo team, ma Tenten sapeva che il fiuto del suo cane avrebbe riconosciuto l’odore del padre; era, dopo tutto, una sua abitudine annusare Ryoku, solo per dargli fastidio; chi meglio di Bu-Mu poteva trovarlo?

Mentre le due si avvicinavano al familiare luogo dove il Team Gai si incontrava ogni mattina, due figure nell’oscurità attirarono l’attenzione di Tenten. Prese velocemente in braccio Bu-Mu facendole cenno di rimanere in silenzio. Il cucciolo obbediente tenne la bocca chiusa; al meno fino a quando non si sarebbe stufato di rimanere fermo..

Nascosta dietro un cespuglio, Tenten sbirciò nel campo. Dire che era sorpresa di vedere Neji e suo padre assieme sarebbe stato un eufemismo. Era vero che da quando Ryoku era andato in missione col suo team era stato molto meno contrario al giovane Hyuga, ma Tenten non avrebbe mai pensato di vederli parlare privatamente, in modo alquanto cordiale; quasi amichevole.

ARF! Bu-Mu scappò dalla presa di Tenten e corse verso i due uomini, non più soddisfatta di guardare da un angolo.

Con la sua presenza non più nascosta, Tenten uscì da dietro un albero lì vicino, assicurandosi di non far sembrare che stesse spiando i due.

“Hey papà, Neji.” Li salutò, cercando di far credere che fosse normale per lei vederli assieme. “La mamma ci ha chiesto di cercarti.” Spiegò prima che Ryoku le chiedesse cosa stava facendo lì. “Dice che la cena è quasi pronta.”

“Ok. Grazie.” Replicò Ryoku. “Questa sera Hyuga-san si unirà a noi per cena.” Informò la ragazza prima di avviarsi verso l’uscita del campo per andare a casa, senza altre spiegazioni.

Voltandosi per non guardare la schiena di Ryoku che si allontanava, Tenten portò l’attenzione su Neji, con uno sguardo interrogativo. Il suo viso inespressivo non trasmetteva niente, mentre cominciava a camminare, seguendo silenziosamente il vecchio Shinobi. C’era un’espressione spaventosamente assente sul suo volto, anche meno espressivo del solito; non una singola traccia di emozioni indugiava sui suoi occhi bianchi.

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La cena si dimostrò meno tesa di quanto Tenten avesse immaginato. L’ultima volta in cui Neji era venuto a casa sua per mangiare fu quando Xiu-Juan aveva invitato l’intero team per cena. Naturalmente, Gai e Lee avevano dominato l’attenzione, coi loro strani racconti senza fine. C’era stato un po’ di tempo per lasciar parlare Neji e Ryoku, molto poco, per non creare alcuna tensione tra i due.

Questa volta purtroppo, non c’era né Gai né Lee a distrarre tutti. Per quanto Tenten fosse curiosa di sapere perché Ryoku avesse invitato Neji a cena, era molto più preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere con solo loro quattro seduti allo stesso tavolo. Con sorpresa di tutti, eccetto Bu-Mu che provava a dar fastidio a Neji e Ryoku allo stesso tempo, non successe niente. La cena era trascorsa tranquilla, con Xiu-Juan e Tenten che dominavano gran parte della conversazione, mentre Ryoku e Neji intervenivano di tanto in tanto. Alla fine, la conversazione si spostò sull’incontro con gli ANBU, con Neji che concordava sull’arrivare presto, così che Ryoku potesse presentarlo personalmente al capo dell’organizzazione, prima che gli venisse affidata ufficialmente una carica.

“Xiu-Juan, ti do una mano a portare il dessert.” Si offrì Ryoku quando la donna si alzò per pulire il tavolo e dirigersi verso la cucina.

“Neji, sei arrabbiato con me?” domandò infine Tenten quando i suoi genitori ebbero lasciato la stanza.

“Hn?” Neji si voltò verso la kunoichi; uno sguardo confuso deturpava i suoi lineamenti perfetti.

“Beh, sei più lunatico del solito.” Spiegò lei.

“Lunatico?” alzò un sopracciglio interrogativo.

“Scusa.” Tenten sorrise a disagio, “Voglio dire… Beh, non lo so cosa voglio dire.” Sospirò esasperata. “Non riesco a capirti!” esclamò frustrata, alzando il volto verso il soffitto, per radunare i pensieri. “Non posso sopportarlo oltre!” si girò nuovamente verso Neji; la sua espressione si ammorbidì. “Qualunque cosa sia, sai che puoi sempre parlarmene vero?” disse dolcemente, guardando profondamente gli occhi bianchi in cui era abituata a perdersi. In qualche modo non sembravano procurarle il conforto che in genere le procuravano. “Ma parlami, non posso rimanere…”

Ma prima che la kunoichi potesse terminare il suo ultimo pensiero, Neji chiuse la distanza tra i due coinvolgendo Tenten in un bacio casto. Colta di sorpresa, Tenten s’irrigidì al primo contatto. Il bacio era dolce e delicato, ma rapido, dando alla ragazza poco tempo per permettersi di sciogliersi.

Quando si divisero, Tenten sbatté le palpebre confusa mentre guardava lo Hyuga. Al momento, si sentiva sorpresa, e un po’ preoccupata. Sembrava così poco da Neji andare tanto in fretta. Vero, era stato spesso lui quello a iniziare i loro baci, ma Tenten non  aveva mai immaginato che l’avrebbe fatto a casa sua, specialmente con suo padre nella stanza affianco. Era senza senso per lei.

“L’hai fatto solo per zittirmi?” domandò irritata al sospetto che ci fosse qualcosa di vero nella sua affermazione.

“Tenten, ti amo.” Disse lui senza mezzi termini.

Aveva pensato che il bacio l’avesse sorpresa, ma sentirlo confessare il suo amore per lei per la prima volta, fece sentire Tenten ancora più confusa di quanto lo fosse pochi attimi prima. Non che non si fosse mai aspettata qualcosa di romantico o una dichiarazione da Neji, ma sentire che l’amava senza nessun preavviso suonò incredibilmente strano alla maestra d’armi.

“Tenten?” Neji ruppe il silenzio; qualcos’altro che faceva raramente.

“Huh?” un’espressione stupita si fece largo sul suo volto. “Scusa, ma credo di non aver capito bene.” Replicò lei, pensando che doveva aver immaginato tutto.

“Ho detto che ti amo.” Ripeté Neji nel suo solito tono serio.

“Neji, stai bene?” domandò Tenten sconcertata.

“Sto dicendo che ti considero molto importante.” Replicò lui, “Che ti amo.” Ripeté per la terza volta.

“Ti ho sentito.” Tenten annuì lentamente con la testa, “E ti amo anch’io.” Aggiunse. “Con tutto il mio cuore.” Si fermò; felice di vedere una luce dietro gli occhi bianchi di lui, precedentemente coperti di nuvole. “Ma non c’era bisogno che me lo dicessi; lo sapevo già.” Gli spiegò, notando un’ombra di confusione nel suo sguardo. “È tutto ok Neji?” domandò ancora una volta.

“No.” rispose lui. “Volevo solo che tu lo sapessi.” Aggiunse dopo una breve pausa.

“Neji.” Gli occhi di Tenten si allargarono mentre guardava lo Hyuga nervosamente, “Mi stai spaventando.” Confessò.

“Tenten.” Cominciò lui, “Voglio essere completamente onesto con te.”

“Ti ascolto.” Lo incoraggiò.

“Gli anziani hanno deciso che devo prendere moglie entro la fine dell’anno.” La informò, catturando ogni emozione del suo viso. “Hanno assegnato il compito di scegliere la mia sposa al capo clan.” Concluse.

“Oh.” Deglutì forte alla sensazione di vuoto completo che s’impadronì di lei, ma si rifiutò di mostrarlo. Sapeva che Neji poteva leggerla più facilmente di quanto lei facesse con lui.

“Verrà deciso in tre giorni, e poi gli anziani daranno la loro approvazione. Stavo cercando un modo per dirtelo…”

“Questo spiega tutto.” Lo interruppe lei prima che potesse finire.

I suoi occhi ritornarono allo stesso punto del soffitto che, alcuni momenti prima, stava fissando. Questa volta però, non stava affatto radunando i pensieri, ma piuttosto, cercava di cacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire.

“Voglio che tu capisca…” cominciò Neji,

“E io capisco.” Lo interruppe di nuovo, “Capisco perfettamente. È per il bene del clan.” Disse a bassa voce, cercando di non far sentire la tristezza che provava. “Credo che andrò a vedere cosa stanno facendo mamma e papà.” Aggiunse, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta del salotto.

“Tenten.” Neji strinse la maestra d’armi per la vita. “Non voglio che pensi che mi abbiano obbligato a farlo.” Le disse da dietro mentre lei continuava a fissare la porta di legno della cucina, leggermente aperta.

“Oh.” Il vuoto che aveva sentito dentro di sè in precedenza, aumentò rapidamente. Se non avesse saputo la realtà, avrebbe pensato di stare affogando in un profondo oceano, sempre più schiacciata dalla pressione dell’acqua, e consumata nei profondi abissi.

Per un momento, non seppe cosa pensare. Stava forse dicendo che ne era felice? Che voleva davvero sposare la ragazza che Hiashi aveva scelto per lui? Se era così, perché e aveva detto che l’amava? Perché non le aveva risparmiato l’agonia di sentire che la vita le veniva strappata via?

La tristezza venne presto rimpiazzata dalla disperazione, mentre la kunoichi tentava di bloccare i tremori che minacciavano di sopraffarla, assieme alle lacrime che volevano scorrere giù dai suoi occhi gonfi. Mentre provava a regolare il respiro, sentì le mani di Neji staccarsi dalla sua vita, muovendosi verso il basso. Considerato che lui era molto più alto di lei, sembrava davvero strano. Vinta dalla curiosità, si voltò per guardare Neji, e scoprire che non era più in piedi dietro di lei. Abbassando lo sguardo, trattenne il respiro quando vide l’uomo che amava con ogni fibra del suo essere, inginocchiato al suo cospetto; aveva una scatolina nella mano destra, mentre con la sinistra prese la mano di lei.

“Sei libera di dire di no se non ti senti pronta.” Cominciò Neji, “Ti capirei. Ma ho bisogno che tu sappia che era comunque mia intenzione chiedertelo, un giorno.” Fece una pausa quando le lacrime che Tenten aveva soppresso cominciarono a scorrerle lungo il viso, ma per una ragione completamente diversa da quella per cui lei immaginava che sarebbero scese. “Vuoi sposarmi?” le domandò.

“Si.” Rispose Tenten in un sospiro a mala pena udibile, prima che Neji rimuovesse gentilmente dalla scatola l’anello e lo infilasse al suo dito sottile.

“Owwwww…” sospirò Xiu-Juan da dietro la porta della cucina. “È così dolce. Non lo pensi anche tu Ryoku?” alzò lo sguardo al marito che stava spiando anche lui la giovane coppia da dietro la porta semi aperta.

“Hn.” Grugnì lui.

Arf. Il piccolo cucciolo color cioccolato abbaiò dietro a Xiu-Juan e Ryoku, che guardavano Tenten saltare allegramente addosso a Neji.

“Sai,” osservò lui, “Quel ragazzo non è poi così male.”

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To Be Continued...
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--- Celiane4ever’s space ---

Ma come potevo partire senza tradurre questo stupendo capitolo??? … Non potevo!!!

Quanto sono feliceeeee ^o^ non lo siete anche voi? Che dolce Nejiuccio-puccio!

E Tenten che non lo lasciava mai finire??? Ci credo che poi pensava male! Ho riso troppo in quel pezzo!

Ah, vi dico da adesso che nel prossimo chappy (o in quello dopo, non ricordo) si saprà cosa si sono detti Ryoku e Neji prima ke Tennie-chan li beccasse!

Bando alle ciance avviso che sabato parto per la Scozia! Starò via due lunghissime settimane (perdendomi oltretutto le puntate di naruto in ITA + belle, xkè c’è la comparsa della mia amata Matsuri! Ma ho già preparato il registratore!)

Durante il mio soggiorno là (in cui spero di poter migliorare il mio stile) continuerò a tradurre, ma non potrò postare! Quindi al mio ritorno avrete alcuni capitoli di W&D e della raccolta già pronti!!! ^.^

Inoltre, ci sarà (forse in diretta dalla Scozia) una traduzione moooooolto speciale per tutti quelli ke amano i miei pairing preferiti!

Chi vivrà vedrà!

Ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/8/Wind_and_Dragon

Prima dei ringraziamenti ci tengo a pubblicizzare ancora ai NejiTen Fan, il bellissimo forum dedicato solo a noi! www.nejitenfan.forumfree.net !

In questo periodo si è riempito davvero molto, grazie! Anche se ormai adesso partiamo tutte XD

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito! Devo dire che mi ha stupita il fatto ke Wind and Dragon abbia avuto + successo delle one shot! Bah O.o

Grazie a:

LalyBlackangel: Vero vero, Hiashi è stato adorabile, ma non quanto Neji in questo capitolo! ^o^ troppo dolce! Ci tengo a dirti che ho gradito molto l’ultima one shot che hai pubblicato, grazie!

Annasukasuperfan: Cavoli ke nome lungo ke hai TK O.o grazie ancora per il commento, adoro il sostegno di voi del forum!!!

Hinata21: e qui invece come ti è sembrato Neji? A me è sembrato strano vederlo così sciolto, e non in crisi XD

Pikkola Rin: wiiiiii Mrs Cullen!!! Anche il tuo sostegno è graditissimo! Cmq sei desta, sei desta, ma Neji ha fatto solo la proposta! Chi lo dice che poi qlcn non gli mette i bastoni fra le ruote? Hihi… come sn crudele >.>

hinata93: grazie come al solit x la recensione, mi lasci sempre un commentino ç.ç zono commozza T.T comunque molto presto pubblicherò qualcosa che sono sicura sarà di tuo grande gradimento! Continua a seguirmi e grazie ;)

cry_chan: grashie cry x il commentuccio!!! Tivibbì! Prego per lo spam! Mi mancherete in queste due settimane voi del foro ç.ç al ritorno ti faccio le targhette, lo giuro! Baci

Ramiza: perdonata! Ma solo se commenti ancora ^.^ Beh, come ha reagito Tenten-padre lo hai visto! Ke ne pensi della scena romantica? Se aspetti uno o due capitolo saprai anche veramente come ha reagito tenten-padre, e cosa si sn detti lui e neji nel campo d’allenamento…

Slice: aaa ma tu bari eh??? XD va beh, anche io l’avrei fatto, lo ammetto :P ma xkè questa ff è stupenda! Che ne pensi della traduzione? Era come te l’aspettavi?

fullmetal manga lover: bel nick :V mitticcaaaaaaa!!! Sono felice che tu abbia scelto proprio la mia traduzione, come nejiten designata, prescelta, destinata insomma hai capito =.= spero che continuerai a commentare! Grazie mille!!!

Bene, grazie a tutte, davvero!

Spero di saper tradurre meglio al ritorno dalla mia amata GB!

Buone vacanze anche a voi!!!

Celiane4ever

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Capitolo 8
*** Blessing ***


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BLESSING
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Neji era frustrato. No, non era sicuro che frustrato fosse la parola adatta; irritato, annoiato, infastidito, curioso, esasperato, stressato, pronto-a-strapparsi-i-capelli, pensò serrando i denti, mentre camminava avanti e indietro per l’adesso-ben-consumato pavimento di legno davanti alla sua camera.

Il giorno era finalmente arrivato; Tenten e i suoi genitori dovevano presentarsi ad una cena ufficiale come ospiti personali di Hiashi. Tecnicamente la tradizione degli Hyuga dice che l’aspirante sposa e i suoi genitori debbano essere valutati alla cena sia dal leader del clan che dal consiglio degli anziani, prima di decidere se sia possibile il fidanzamento. Comunque, Neji non era intenzionato a permettere a un attacco a sorpresa degli anziani di rovinare le sue opportunità con Tenten. In realtà, anche se infatti non voleva scioccare Tenten col ‘matrimonio combinato’, era tuttavia Ryoku quello che preoccupava Neji per le sorprese. La tradizione degli Hyuga, o piuttosto, l’orgoglio degli Hyuga, non vedeva niente di inappropriato in matrimoni combinati come quello. Sentivano che, essendo il clan più potente del Villaggio della Foglia, chiunque sarebbe stato più che onorato di ricevere una proposta per un matrimonio combinato con uno Hyuga, e di conseguenza avrebbe chiuso un occhio sulla maniera maleducata in cui la suddetta proposta veniva amministrata.

In ogni caso, Neji dubitava fortemente che Ryoku sarebbe stato tra quei ‘chiunque’ che sarebbero stati grati di essere considerati inferiori al nome degli Hyuga, per perdonare il fatto di essere giudicati senza saperlo. Per di più, gli anziani avevano di frequente l’audacia di domandare su ogni aspetto delle virtù e dei vizi della potenziale famiglia adottiva. Era spesso detto scherzosamente che gli anziani recitavano il ruolo del genitore che non è mai soddisfatto di nessuno dei grandi risultati del proprio figlio, semplicemente perché ‘poteva andare meglio’.

Sapendo che la cena con gli anziani sarebbe stata abbastanza difficile senza l’aggiunta della ‘sorpresa’ finale, Neji aveva deciso di ignorare la tradizione e di informare i Furi-iki su cosa potessero aspettarsi dal loro ‘interrogatorio’ con gli anziani. Anche se in realtà, era esattamente cosa doveva essere: un interrogatorio. Nel quale, sperava, sarebbero stati capaci di eccellere.

“Farai un buco nel mio pavimento.” Commentò una voce monotona ma dai modi gentili da dietro le spalle di Neji.

“Zio!” si voltò, sorpreso di vedere Hiashi di fianco a sé.

“Ti stai preoccupando senza motivo.” L’uomo provò a confortare suo nipote.

“Non ne sono così sicuro.” Replicò Neji con aria cupa.

“Ho personalmente effettuato un’accurata ricerca su Tenten e confido nel fatto che gli anziani la troveranno una degna kunoichi per portare il nome degli Hyuga.” Lo informò.

“Di questo non ho dubbi.” Rispose Neji, “Tenten era la seconda miglior studentessa nella nostra classe all’accademia. I risultati sui successi delle sue missioni sono impeccabili, è la kunoichi più forte del suo fascio d’età, è maestra in un tipo di jutsu che pochi ninja della Foglia hanno mai provato ad utilizzare, e ancora meno ad esserne adatti.” Un luccichio di orgoglio sfrecciò sul suo viso mentre apprezzava il fatto di essere stato così fortunato da poter essere testimone della crescita della ragazza attraverso gli anni; grato di averla potuta aiutare a realizzare i suoi successi, come lei aveva aiutato lui a realizzare i suoi. “Gli anziani dovrebbero essere pazzi a non realizzare quale vantaggio sarebbe per il clan.”

“Hanno detto che vogliono una kunoichi forte.” Replicò gentilmente Hiashi, sorridendo internamente per il visibile affetto che suo nipote provava per la ragazza. “Me l’hanno esplicitamente richiesto quando mi hanno assegnato il compito di trovarti una moglie.” Ricordò al giovane uomo. “Credo che questo influenzerà pesantemente in favore del matrimonio, considerato che gli anziani vogliono che sposi qualcuno forte abbastanza da darti dei figli degni di portare avanti il nome degli Hyuga.” Aggiunse poi, felice dell’ovvio arrossamento che Neji cercò di nascondere all’accenno del suoi futuri figli.

“È quello che spero.” Replicò Neji, una volta ripreso il controllo su sé stesso.

“Cos’è che ti preoccupa?” domandò Hiashi.

“Nessun Hyuga ha mai sposato qualcuno che non appartenesse ad un clan affermato.” Constatò Neji, “Ho timore per quello che gli anziani potrebbero decidere. Non sono sicuro che, a dispetto degli ottimi meriti di Tenten e del fatto che suo padre sia il vice comandante dell’ANBU, gli anziani saranno capaci di guardare oltre al fatto che nessuno dei suoi genitori provenga da un clan conosciuto nel villaggio.”

“È vero che a nessuno Hyuga è mai stato permesso di sposare qualcuno che non appartenesse ad un clan rispettabile,” gli concesse Hiashi, “Comunque, come hai sentito, ci sono molte qualità nella famiglia Furi-iki che potrebbero indurre gli anziani a chiudere un occhio. Ci sono poche informazioni sul passato di Ryoku-san, prima che entrasse a fare parte dell’ANBU, ma questo è facile, considerato la posizione che occupa nell’organizzazione. Così come per Xiu-Juan; è vero che viene da una terra lontana e sembra che non si sappia niente del suo clan, ma non si può negare, dopo un incontro con quella donna, che abbia un portamento e un’aria di nobiltà.”

Neji concordava con lo zio. Si era spesso ritrovato a pensare la stessa cosa di Xiu-Juan. Anche se Tenten e la sua famiglia non vivevano nel lusso a cui il clan Hyuga era abituato, anche le cose più mondane, come lavare i piatti, Neji aveva sempre pensato che Xiu-Juan lo facesse con l’eleganza e la grazie che solo qualcuno nato con sangue aristocratico potesse avere. La stessa Tenten aveva spesso affascinato Neji, grazie all’influenza brutale del padre di lei, combinata con l’eleganza della madre, che sembravano creare la personalità unica di Tenten.

“Sono sicuro che gli anziani riusciranno a capire anche questo, e con la posizione di Ryoku-san come vice comandante, mi azzardo ad affermare che non rifiuteranno tanto facilmente Tenten come potenziale Hyuga.” Hiashi rafforzò la sua opinione.

“Hn.” Neji annuì lentamente, accettando il giudizio dello zio.

“Le è piaciuto l’anello?” domandò Hiashi dopo un momento di silenzio tra i due.

Neji spalancò gli occhi, sorpreso. Non immaginava che Hiashi avrebbe saputo del suo piano di dichiararsi a Tenten prima della cena, contro la tradizione degli Hyuga. Credeva di aver preso le giuste precauzioni affinché nessuno lo scoprisse.

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FLASHBACK
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“Di cosa hai bisogno Hyuga?” Ryoku si profilò minacciosamente davanti al genio dagli occhi bianchi.

Entrambi gli uomini si osservavano silenziosamente, immobili, al centro del campo d’allenamento di Neji e Tenten. Era tardo pomeriggio, anche se sembrava più buio del solito, troppo anche per i mesi invernali.

“Mi hai chiamato qui per una ragione?” domandò Ryoku, spazientendosi per l’esitazione dello Hyuga.

“Si.” Replicò Neji affermativamente, pensando che fosse saggio evitare le sue solite risposte a versi, per il momento.

“Allora?” Ryoku lo pressò per una spiegazione.

“Vorrei chiederle una cosa.” Cominciò Neji con più sicurezza possibile, “Ma prima che lo faccia, voglia prima informarla che…” fece una pausa, nervoso, insicuro della reazione che avrebbe ricevuto, “Voglio che  sappia che amo sua figlia.” Inspirò profondamente, attendendo la risposta dell’altro uomo.

“Lo sospettavo.” Rispose Ryoku severamente, mantenendo per tutto il tempo il suo sguardo fisso sul giovane shinobi.

“E lei ama me.” Aggiunse Neji convinto, avendolo sentito in così tante occasioni dalla kunoichi con gli chignon, quando pensava che non la stesse ascoltando.

“…” Ryoku strinse la mandibola all’udire questa parte di informazione

Era vero che sospettava che sua figlia fosse infatuata del genio dagli occhi bianchi, e aveva spesso considerato la possibilità che i due fossero coinvolti in una relazione, a dispetto del fatto che non sembravano comportarsi come tale in pubblico. Comunque, Ryoku aveva constatato, dopo aver visto per la prima volta il giovane Hyuga e successivamente aver indagato per scoprire la risposta all’interrogativo che si era posto sul ragazzo, che sembrava che i due non fossero niente di più che buoni amici e compagni di squadra. Ora, sapendo dei sentimenti che provavano l’uno per l’altra, Ryoku realizzò che se i due erano consapevoli di amarsi, allora dovevano stare insieme già da molto tempo.

“Perché mi stai dicendo questo?” domandò, anche se in un tono non troppo aggressivo, avendo deciso che era meglio non spaventare il ragazzo, se voleva ottenere qualche risposta da lui.

“Le sto dicendo questo perché intendo chiedere a Tenten di sposarmi.” Rispose Neji diretto, “E vorrei avere la sua benedizione prima di farlo.” Aggiunse.

“Mi stai chiedendo la mano di mia figlia?” chiese Ryoku, leggermente impressionato dalla formalità con cui il giovane uomo era determinato a portare avanti la cosa. Era un modo antiquato di fare le cose, ma gli Hyuga erano conosciuti per i loro approcci tradizionali. In ogni caso, decise che era una più che onorevole tradizione, che permetteva al giovane pretendente di dimostrare il rispetto per la ragazza e per la sua famiglia; come risultato, l’uomo si ammorbidì leggermente.

“Si.” Confermò Neji.

“E se dico di no?” Ryoku doveva chiederlo, anche se internamente era ben consapevole del fatto che la sua opposizione ad un matrimonio che Tenten voleva, non sarebbe significata niente se sua figlia era determinata a farlo; allo stesso modo, voleva sapere come avrebbe reagito il ragazzo.

Senza riflettere troppo, Neji fissò il suo sguardo sull’uomo. “Sarei dispiaciuto di sertirglielo dire. E le chiederei di rispettare la nostra unione, se Tenten dovesse essere d’accordo con la mia proposta.”

“Quindi mi stai dicendo che non ti importa che io dica si o no?” gli domandò ancora, approvando silenziosamente le risposte di Neji; fino ad ora.

“Si che mi importa.” Lo corresse lui, “Sono certo che Tenten vorrebbe avere la sua benedizione tanto quanto la voglio io. Comunque, sono altrettanto certo che non sia il tipo da permettere agli altri di prendere decisioni per lei.”

Ryoku sorrise compiaciuto a quanto Neji fosse corretto su questo.

“Per quanto io desideri la sua benedizione,” continuò lui, “Devo informarla che non sono uno che si arrende facilmente; ancora meno se si tratta di Tenten.”

“Quindi anche se l’intero villaggio si opponesse al tuo matrimonio con mia figlia, combatteresti per lei?” lo sfidò Ryoku.

“Fino all’ultimo respiro” Replicò Neji.

“Ti credo.” Un’ombra passò sui lineamenti di Ryoku mentre parlava.

ARF!

Un abbaiare sonoro fece voltare entrambi gli shinobi nella direzione della piccola palla di pelo marrone che correva verso di loro. Bastò un secondo ai due uomini per realizzare a chi appartenesse, prima che Tenten spuntasse fuori da un albero li vicino.

“Hey papà, Neji.” Tenten salutò affettuosamente i due. “La mamma ci ha chiesto di cercarti.” Spiegò, riferendosi a lei e Bu-Mu. “Dice che la cena è quasi pronta.”

“Ok, grazie.” Replicò Ryoku, lanciando un’ultima occhiata allo Hyuga prima di riconcentrarsi su sua figlia. “Questa sera Hyuga-san si unirà a noi per cena.” Informò la ragazza, che provò, senza successo, a nascondere la sua sorpresa. Non volendo spiegare di più, Ryoku cominciò a camminare verso la fine del campo, per raggiungere la loro casa, con Bu-Mu che lo seguiva da vicino.

Neji continuò a fissare la schiena dell’uomo che si allontanava, realizzando che gli aveva appena risposto alla domanda. La sua espressione vuota non faceva trasparire niente di ciò che aveva provato momenti prima. Verificando che la tasca dei suoi pantaloni contenesse ancora la piccola scatolina che suo zio gli aveva dato la settimana precedente, Neji cominciò a camminare, seguendo silenziosamente l’altro shinobi, mente un nuovo nervosismo si impossessava di lui. Sapeva cosa sarebbe accaduto dopo; e questo lo terrificava.


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END FLASHBACK
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“Non dovresti essere così nervoso.” Lo avvisò Hiashi. “Perchè pensi che te l’abbia dato?”

La consapevolezza colpì Neji quando realizzò che suo zio voleva che si dichiarasse prima della cena formale. Sorridendogli grato, replicò “Lo adora.”

“Ne sono felice.” Esclamò Hiashi, “Era di tua madre.” Informò il nipote, prima di congedarsi gentilmente; c’erano molte cose di cui doveva occuparsi prima della cena.

Guardando suo zio allontanarsi, Neji sorrise al pensiero che l’anello che aveva dato a Tenten fosse appartenuto a sua madre; una donna che non aveva mai avuto la fortuna di conoscere, ma aveva sentito essere famosa per il suo animo dolce e gentile. Era certo che, se lo stesse guardando, sua madre sarebbe stata onorata di sapere che il suo anello era andato a qualcuno affettuoso e compassionevole come Tenten. I suoi genitori avrebbero di sicuro dato la loro benedizione a quel matrimonio; di questo, Neji ne era sicuro.

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“Non è incantevole?” esclamò raggiante e orgogliosa Xiu-Juan, mentre lei e il marito guardavano Tenten rimirare il suo nuovo anello alla luce del sole.

La kunoichi era ancora nel suo comodo pijama mentre sedeva nel giardino sul retro di casa sua facendo ruotare un kunai, fermandosi spesso ad ammirare l’anello che Neji le aveva infilato all’anulare sinistro, e facendo ogni volta le fusa come un gatto.

“Sembra felice.” Ryoku sorrise guardando la sua bambina, intristendosi improvvisamente nel realizzare che non era più così piccola.

“L’amore dei giovani.” Sospirò Xiu-Juan felice, “Mi ricordo quando eravamo noi.” Si voltò per guardare suo marito.

 “Hmph.” Ryoku ridacchiò mentre si univa a sua moglie per contemplare i ricordi.

“Solo…” cominciò Xiu-Juan, “Tu non mi hai mai chiesto di sposarti.” Affermò, anche se non in tono accusatorio.

“Non l’ho fatto.” Concordò Ryoku.

“No.” la donna sorrise giocosamente, “Mi hai chiesto di…”

“… fuggire via con me.Finì Ryoku per lei.

“Già.”

“Eravamo molto più giovani di loro.” Osservò lo shinobi, riportando l’attenzione su sua figlia.

“Ma esattamente come loro, sapevamo…”

“Che eravamo tutto quello di cui avevamo bisogno.” Terminò nuovamente la frase Ryoku, sapendo esattamente cosa stesse pensando sua moglie.

“Ho sentito che gli Hyuga hanno regole veramente restrittive.” Disse Xiu-Juan con un espressione preoccupata sul viso. “Cosa succederebbe se il nostro passato fosse un problema e gli anziani si opponessero alla loro unione?”

“Lui combatterà per lei.” Replicò sicuro Ryoku.

Un improvviso movimento catturò l’attenzione dei tre presenti. Dopo essersi assicurato di essere stato notato, un ANBU si avvicinò allo shinobi e a sua moglie mentre loro uscivano dalla porta a vetri che li aveva condotti al giardino.

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To be continued…
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--- Celiane4ever’s space ---

Eccomi tornata finalmenteeeee!!! Scusate se vi ho fatto attendere, ma in Scozia è stato alquanto impossibile tradurre T.T

In ogni caso, ecco svelato in questo capitolo cosa si erano detti Ryoku e Neji! Nejiuccio-puccio non è stato dolcissimo?? XDDD

E questo capitolo mi ha fatto adorare sempre di più Hiashi! Che genio quell’uomo!

In questo chappy iniziano anche ad intravedersi due cose molto importanti… per prima cosa, cos’è successo nel passato tra Ryoku e Xiu-Juan? Da dove viene la donna? E soprattutto… chi è il misterioso ragazzo ANBU? O.o TA-DA-DA-DAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!

Se siete curiosi di saperlo, non perdetevi la prossima puntata ;) dove oltretutto, si svolgerà la fatidica cena!! Riuscirà Neji a sopravvivere a tutto questo? Cosa succederebbe se Tenten rispondesse ad una domanda senza sapere cosa le è stato chiesto? Tante risate XDD

Ed ora i ringraziamenti:

Ramiza: Ho pensato la stessa cosa! Ma devo dire che l’autrice è sempre stata molto brava a mantenere i personaggi IC, gliel’ho sempre detto! Grazie per la recensione!

Pikkola Rin: Cosa diciiiii?? Dovresti essere felicissima per quello che è successo! Chi lo dice che finirà male? Non ti preoccupare troppo, e continua a seguirmi!! Grazie ;)

LalyBlackangel: Grazie mille per il commento! Alla fine non mi hai risposto all’e-mail per quella traduzione, ma fa lo stesso! Grazie per la recensione!

Annasukasuperfan: chissà quando leggerai questo capitolo T.T mi manchi TK!!! XD sapevo che ti sarebbe piaciuto lo scorso capitolo!!! Spero ke te gusterà anke questo! XD torna presto!!!

Fullmetal manga lover: beh, ora sai cosa si sono detti no? che ne pensi? Neji non è stato stupendo?? Continua a seguirmiiiiii!!! Grazie per il commento!

Itachina:anche a me la scozia è piaciuta molto! E ho anche scoperto perché è così verde: piove sempre e che ca--- =.= grazie mille per il tuo commento!!!

Hinata21: felice ke ti sia piaciuto!! Quel capitolo è stupendo!! *ç* grazie per il commento, continua a seguirmi!!!

Li_l: tranqui, la vita non la richiano neanche dopo (spoilerino XD) al massimo ci rimettono il matrimonio :V ehehe grazie per i complimenti, continua a seguirmi! ;)

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Capitolo 9
*** The Dinner ***


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THE DINNER
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Respira. Tenten inspirò profondamente, tentando di ricordare a sé stessa che doveva rilassarsi.

Era davvero nervosa quel giorno; anche se era stata invitata a villa Hyuga diverse volte in passato, per qualche strana ragione non riusciva a contenere l’ansia questa volta.

“Non essere così tesa.” Le disse severamente Ryoku, mentre si avvicinavano alla minacciosa entrata della villa.

“Eh?” la ragazza si voltò per guardare suo padre. “È solo che…” balbettò.

“Andrà tutto bene Tennie-chan.” La incoraggiò allegramente Xiu-Juan.

“Ok.” Tenten inspirò profondamente, tranquillizzandosi un poco. “Solo, perfavore…” guardò suo padre supplicante.

“Lo so.” disse Ryoku stizzito.

“Non ti preoccupare Tennie-chan.” La rassicurò sua madre. “Non ci offenderemo, staremo al gioco.” Si voltò verso il marito, “Vero?” gli domandò fermamente la piccola donna.

“Ffh.” Sbuffò l’uomo alzando il suo grande pugno per bussare alla porta che avevano di fronte.

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‘Per ora tutto bene.’ Sospirò internamente Tenten.

La famiglia era stata accompagnata alla sala da pranzo principale dove Neji, suo zio, e le cugine li stavano già aspettando. La cena andò avanti senza intoppi, neanche lontanamente terrificante come se l’era immaginata. Anche le domande, che erano tipiche in matrimoni combinati come questo, non erano state così dure o invasive come Tenten aveva inizialmente temuto. Avevano chiesto le solite cose che chiunque si aspetterebbe; la maggior parte sul suo passato, sui suoi successi accademici e sulle missioni, salute e storia della sua famiglia, i suoi futuri obbiettivi riguardanti la carriera, e altre cose d’importanza simile. Dopo tutto, c’era stata un’atmosfera piuttosto leggera e piacevole. Tenten realizzò che probabilmente questo era dovuto al fatto che la maggioranza degli anziani era inaspettatamente assente.

Durante la cena, Neji l’aveva informata che ciò era dovuto ad un incontro d’emergenza che Tsunade aveva convocato quel giorno. Considerato che gli Hyuga erano il clan più potente di Konoha, il capo clan e i suoi consiglieri più stretti erano spesso convocati a importanti meeting riguardanti la sicurezza del villaggio.

Sembrava che qualche informazione urgente fosse arrivata da Suna, e che richiedesse immediate attenzioni. Neji aveva saputo che anche Hiashi era stato chiamato, ma aveva declinato per via della cena. Questo aveva toccato profondamente Tenten; dimostrava che l’uomo teneva davvero a Neji, se era disposto a passare sopra ai suoi doveri di capo clan per la cena di fidanzamento. Ovviamente, non aveva davvero sorpreso Tenten che Ryoku, anche lui convocato all’incontro, avesse fatto lo stesso. Quando l’ANBU era arrivato a casa loro, Tenten aveva avuto paura che suo padre non avrebbe preso parte alla cena, cosa che sarebbe stata vista inevitabilmente come un insulto per gli Hyuga. Con suo grande sollievo, aveva rinunciato ad andare, affermando di avere cose più importanti di cui occuparsi.

Osservando entrambi gli uomini, Tenten pensò a quanto simili fossero le loro personalità. Era sua speranza, forse, che fosse un segno per una futura buona amicizia tra i due.

“Tenten.” Le sussurrò piano Neji, al suo fianco.

“Si?” replicò ad alta voce lei, senza pensare, riscuotendosi dal trance.

“E quanti sarebbero?” domandò l’anziano seduto esattamente di fronte a lei.

Oi. Tenten si schiaffeggiò mentalmente. Avrei davvero dovuto prestare attenzione. Tutti stavano ansiosamente aspettando la sua risposta. Devo pensare in fretta!

Vedendo che tutti la fissavano nella stanza, Tenten cercò di capire a cosa si potesse mai riferire la domanda degli anziani. Anni di allenamento per perfezionare la sua mira le avevano dato grandi capacità d’osservazione; per di più, essendo stata uno degli studenti migliori durante i suoi anni accademici (seconda solo a Neji), era abbastanza dotata quando si trattava di deduzioni analitiche. Ciononostante, le espressioni di tutti quelli seduti al tavolo erano così diverse che risultava difficile scoprire esattamente su cosa fosse la domanda.

Decidendo che sarebbe stato meglio osservare prima la reazione dei suoi genitori, considerato che erano quelli con le espressioni più facilmente leggibili, Tenten si voltò alla sua destra. Sua madre sembrava piuttosto contenta, qualsiasi fosse stata la domanda, mentre suo padre, seduto fra le due donne, sembrava leggermente meno estasiato, qualunque cosa Tenten avesse dovuto rispondere.

Fantastico! Questo non aiuta per niente! Si accigliò mentalmente la ragazza. Neji!

Voltandosi alla sua sinistra, notò che il solito viso inespressivo di Neji aveva una leggera sfumatura rosata. Non era sicura di cosa significasse, ma era carino vederlo in quello stato. Era raro vedere un qualsiasi colore sul volto del genio degli Hyuga.

Beh, tranne dopo aver mangiato il curry della vita sogghignò a quel ricordo. Era divertente vedere Neji sotto una nuova luce.

Agh. Neanche questo è stato d’aiuto! Tenten gemette Ma sembra così carino! Pensò allegramente. No, devo pensare alla risposta! Ricordò a sè stessa, rimuovendo esitante gli occhi dall’uomo di fianco a lei.

Face scorrere gli occhi lungo il tavolo, osservò attentamente tutti i presenti. Un po’ più in là alla sua destra, erano sedute tranquillamente Hanabi e Hinata, mentre Hiashi aveva preso posto a capotavola. I quattro anziani che partecipavano alla cena erano al lato opposto del tavolo, e attendevano tutti con ansia la sua risposta. Sicura che non avrebbe cavato niente da loro, dato che gli Hyuga erano conosciuti per avere un’espressività illeggibile, e quelli più attempati sembravano molto più abili in questo rispetto ai giovani, Tenten decise che sarebbe stato inutile sprecare tempo con loro.

Deve riguardare gli anni di pratica, ne sono sicura. Ragionò la ragazza, portando l’attenzione su Hiashi, Hanabi e Hinata.

Immaginando che anche dall’espressività del capo clan non avrebbe ricavato molto, guardò appena in sua direzione. Abbastanza stranamente, sembrava che ci fosse un’ombra di divertimento sul suo viso, ma il perché, Tenten non riusciva a capirlo. Di fianco a lui, anche Hanabi aveva un’espressione divertita, anche se molto più canzonatoria, sul suo angelico volto.

Mi chiedo quale malefatta stia architettando. Sorrise internamente, consapevole che, a differenza di sua sorella maggiore, la giovane ragazzina della casata principale era un piccolo diavolo sotto quella maschera da bambolina.

Hinata!

Hinata era la meno abile tra gli Hyuga quando si trattava di nascondere le emozioni. A differenza del resto del clan, che sembrava incapace di manifestare qualunque tipo di sentimento, Hinata era uno schieramento infinito di espressioni; Tenten era sicura che lei l’avrebbe aiutata a capire cosa gli anziani le avessero chiesto. Dirigendo lo sguardo verso la timida ereditiera, notò che Hinata sembrava piuttosto imbarazzata. Non era strano per lei emozionarsi, ma considerando che Naruto non era nelle vicinanze, sembrava un po’ fuori posto che la kunoichi dai capelli blu stesse arrossendo così violentemente.

Non c’è speranza! Tenten si maledì per aver permesso alla sua mente di fantasticare nel pieno dell’interrogatorio degli anziani. Beh, immagino che tutto quello che posso fare ora…

“ehm… Dieci?” tirò a caso la kunoichi con gli chignon. Era il suo numero preferito, dopo tutto. Non solo perché era ripetuto nel suo nome *, ma anche perché era in genere considerato il punteggio perfetto, qualcosa per cui lei era ben nota. Se gli anziani avevano bisogno di una quantità, come la domanda aveva suggerito, allora avrebbe provato col suo numero fortunato.

“DIECI?!” le voci tonanti di Ryoku, Hiashi, e Neji risuonarono all’unisono.

Voltandosi verso gli altri, Tenten notò che Hanabi sembrava stesse per morire dalle risate, mentre Hinata era pronta per svenire, per quanto sangue le stava andando alla testa.  Nel frattempo, Xiu-Juan ridacchiava sommessamente, mentre Neji respirava a fatica di fianco a lei.

“Eccellente.” Esclamò uno degli anziani, dopo un breve, imbarazzante silenzio. “Il clan Hyuga potrà certamente usufruire di molti shinobi del calibro di Neji-san.”

“Concordo.” Aggiunse un altro degli anziani, “Noi approviamo questa unione.”

“Ora è meglio che aspettiate fuori.” L’ultimo anziano informò i due giovani ninja, “mentre noi discuteremo i termini di questo matrimonio; allo stesso tempo, usate quest’opportunità per conoscervi meglio.” Aggiunse, anche se sembrava abbastanza senza senso per Tenten che loro suggerissero una cosa del genere quando in realtà si conoscevano perfettamente.

“Già,” Hanabi ghignò, sospirando ad alta voce. “Anche se, se dovranno essere dieci, forse voi due dovreste cominciare da subito.”

“Andiamo!” Hinata si alzò rapidamente dal suo posto, prima che Neji o lo sguardo infuriato di Ryoku potessero danneggiare la sua preziosa sorellina.

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“Umm…” cominciò Tenten, mentre lei e Neji passeggiavano nel giardino degli Hyuga da soli; Hinata e Hanabi si erano scusate brevemente dopo che i quattro ebbero lasciato la salsa. “Che cosa mi hanno chiesto esattamente gli anziani, prima?” domandò.

“Allora avevo ragione,” Neji sorrise, “Non stavi davvero ascoltando.”

“…” Tenten scosse la testa in risposta, guardando negli occhi bianchi del prodigio degli Hyuga.

“Ti hanno chiesto quanti figli hai intenzione di darmi.” Replicò lui tranquillo, prima di voltarsi e continuare a camminare, lasciando una Tenten scioccata dietro di sé.

“COSA???”

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TBC...
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--- Celiane4ever’s space ---

* questa cosa ovviamente è possibile solo in inglese, in quanto dieci si dice ten.

Quanto adoro questo capitolo??? Ok, l’ho detto di un sacco di capitoli, ma questo è davvero divertente! Anche se, lo ammetto, un po’ prevedibile! All’inizio la cosa dei bambini è stata la prima cosa a cui ho pensato! Hanabi è stata formidabile XDDD

Prima di passare ai ringraziamente ci tenevo a dire due cosette…

Mi dispiace di aver ricevuto poche recensioni per il primo capitolo di Razorblade Kiss, perché è davvero una fan fiction stupenda! Oltretutto l’aggiornerò a breve… Quindi vi invito a darci un’occhiata!!!

Mi dispiace anche ke non sia piaciuto il poema, nella raccolta di one shot, anche se effettivamente era qualcosa di davvero particolare, e quindi per gusti particolari! Ma presto aggiornerò anche quella, e si tornerà alle vecchie e normali one shot, promesso XD

Pubblicizzo per tutti i fan di questa stupenda coppia, ancora un volta il forum nejiten, che in questo momento è un po’ in calo di presenze per via dell’estate! www.nejitenfan.forumfree.net

E ora… i ringraziamenti:

cry_chan: grazie cry! Allora, ke ne pensi della cena? Spero che ti sia piaciuta quanto è piaciuta a me XD grazie per il sostegno!

June_L: alla fine l’ANBU non si è visto, ma si vedrà… muauauaua!! *cofcof* in ogni caso, ecco la fatidica cena! Cavoli ke ridere quando si sono alzati i tre uomini in contemporanea scioccati! XD e hanabi? Non è stata grande? Grazie per la recensione! ^^

LalyBlackangel: non mi ricordo come te l’ho mandata, ma fa lo stesso XD ti è piaciuto questo chappy? Spero ke ti abbia fatto ridere!!!

Fullmetal manga lover: eheh, il passato sarà in parte nel prossimo capitolo! Inizieranno dei noiosissimi flashback =.= ok, quella parte nn mi è piaciuta molto, e sarà durissima tradurla, ma è importante, QUINDI MI IMPEGNERÒ!! *occhi infuocati* in ogni caso, le tue domande avranno risposte! Continua a seguirmiiiii e grazie!

DREEM: silby, mia dolce silvy, grazie per la recensione!! Anke se… non potrai mai leggere questo capitolo *nooooooo T.T* spero ke almeno tu ti diverta in vacanza, ci mancherai… ç.ç

_Arien_: maniacaaaaa!!! Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto! E questo chappy? Non ti ha fatto sbellicare? In ogni modo, da brava veterana quale sei, mi aspetto ke tu dia almeno una sbirciatina alla nejiten lemon ke sto traducendo T.T se no mi offendo eh!!! XD tvttttb!!

Itachina: siii viva William Wallace e via Brave Heart!!! In ogni modo sono tornata, con un capitolo fresco fresco ^o^ ti ha divertita? Lo spero.. hihi grazie per il commento!

Hinata93: ma perché neji dovrebbe morireee? Non portare sfiga! *vale tocca ferro* ad ogni modo, ke ne pensi di questo capitolo? Spero ke ti abbia fatto ridere XDD

Pikkola Rin: siii sono tutti innamorati ^o^ e avranno dieci figli XDDD grazie per il commento, spero ke il capitolo ti sia piaciuto!!

RiRu46: se hai adorato il capitolo scorso, questo lo ami!!! Spero ke ti sia piaciuto, e grazie mille per il commento! ;)

Ooooooooooooook avviso ke dal prossimo chappy ci saranno un bel po’ di flashback sulla vita di Ryoku e Xiu-Juan!!!

Ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/10/Wind_and_Dragon

Grazie a tutti, e al prossimo aggiornamento, con la raccolta!

Vale

P.S. Rega, siamo a metà fanfictioooooooooooooooooooooooon!!!

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Capitolo 10
*** 25 years earlier ***


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25 YEARS EARLIER
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“Mi dispiace Furi-iki-san.” Il terzo Hokage alzò solamente lo sguardo sul giovane ANBU con la maschera da drago. “Dovresti prendere un periodo di riposo. Ho già pensato ad introdurre un sostituto per-”

“Non credo che sia necessario.”il giovane ANBU interruppe l’Hokage.

“Date le circostanze…” continuò il Sandaime.

“Apprezzo le sue intenzioni Hokage-sama” protestò l’altro, “Ma non è necessario. Completerò la missione con il mio team.”

“Non dubito delle tue capacità di completare questa missione. Ma potresti portare te stesso, così come i tuoi compagni, in una situazione di grande pericolo, se dovessi affrontare una battaglia deconcentrato.”

“Questo non sarà un problema.” Lo shinobi cercò di rassicurare il capo villaggio.

“Me lo puoi garantire?”

“Si.” Replicò l’uomo mascherato.

“Come?” gli domandò il terzo.

“È un mio dovere come shinobi della foglia.” Rispose fermamente l’ANBU. “Abbandonare una missione durante un periodo di guerra imminente, quando ci sono poche squadre ninja a disposizione, non sarebbe solo un danno per il mio villaggio, ma anche un tradimento del mio clan.”

“Capisco.” Acconsentì l’Hokage. “Molto bene, non ti fermerò.” L’ANBU annuì, felice di non essere stato rimosso dalla missione. “Ma ricorda questo…” lo shinobi abbassò la testa, guardando il Sandaime negli occhi, mentre ascoltava attentamente. “La perdita del tuo clan è stato un disgraziato avvenimento, ma tu non sei solo. Noi, villaggio della foglia, siamo ancora la tua famiglia.”

“Hai.” Il gigantesco shinobi annuì; un tocco di tristezza nella sua voce ovattata; poi in un istante, era scomparso, lasciando l’Hokage da solo nel suo ufficio.

“Per favore…” il Terzo sospirò “Non agite in modo sconsiderato.” L’uomo scosse la testa. “Sarebbe un peccato se, dopo il massacro del suo clan, l’ultimo dei nostri maestri d’armi dovesse sbadatamente perdere la vita che il destino gli ha gentilmente risparmiato.”

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“Toro.” Chiamò una voce aspra dalla radio trasmittente.

“Cosa c’è Corvo?” replicò l’ANBU mascherato da toro.

“Il soggetto è stato individuato.” Rispose la voce.

“Tutti quanti?”

“No.” ribatté Corvo “Solo B e E.”

“Toro.” Una seconda voce s’intromise nella conversazione.

“Anche tu hai trovato uno dei bersagli, Dragone?” domandò l’uomo all’altro ANBU.

“Ho trovato il soggetto Y.” Lo informò la voce di Dragone.

“Ricevuto.” Rispose Toro. “Sciacallo?”

“Hai.” Replicò una voce calma, “Ho individuate i soggetti A e D.”

“Bene.” Rispose Toro. “Io mi sto avvicinando ai bersagli X e Z.”

“Dov’è finito C?” chiese Corvo.

“C ha lasciato la stanza in cui si trovavano A e D prima di essere localizzati.” Confermò Sciacallo.

“Verso quale direzione?” domandò Toro.

“Verso l’uscita ovest.”

“Ricevuto. Abbatteremo i nostri bersagli quando ci darò il segnale, e poi ritorneremo al villaggio. Mi occuperò io di C.”

“Credete sia prudente?” domandò Sciacallo. “Non sappiamo ancora quale aspetto abbia C.”

“Toro.” Interruppe Dragone, “Io sono più vicino all’uscita ovest. Sarà più facile per me individuare C.”

“Molto bene.” Acconsentì l’altro. “Ti lascio C, Dragone. Voi altri, abbattete i vostri bersagli al mio segnale. Ci vediamo al punto di incontro all’alba, e poi ci muoveremo verso il villaggio. Ora, in azione!”

“Hai!” risposero Dragone, Sciacallo, e Corvo all’unisono. (1)

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Lì.’ L’ANBU con la maschera da drago voltò rapidamente l’angolo mentre procedeva lungo i corridoi interni.

Il Paese del Vento e il Paese del Fuoco erano sempre stati in guerra, fin dai tempi della prima grane battagli fra shinobi, più di una generazione prima. Nel tempo trascorso, il Paese del Vento aveva radunato una grande armata di ninja, diventando un nemico formidabile. C’erano rumori di un’alleanza fra Vento e Terra. Al momento, il Paese della Terra era molto più potente di quello del Vento, ma il Vento aveva molti più uomini a disposizione. I due Paesi dicevano di volersi alleare fra loro con un matrimonio combinato che avrebbe unito le due famiglie reali. Se questo fosse successo, il Paese del Fuoco sarebbe stato in discreto svantaggio.

Era quindi stato deciso che un piccolo gruppo di ANBU si sarebbe infiltrato nel Paese del Vento, nel villaggio chiamato Cina, e avrebbe eliminato la famiglia reale. Questo, così sperava il Fuoco, avrebbe interrotto la proposta di alleanza, e allo stesso tempo avrebbe svantaggiato il Vento. Senza un leader a guidare e unire gli shinobi di diversi villaggi, speravano di creare confusione e instabilità nel paese. Il villaggio di Suna rimaneva indubbiamente una minaccia, considerato che era il villaggio di shinobi più potente all’interno del Paese del Vento, ma era meglio avere come nemico del Paese del Fuoco un solo villaggio potente, piuttosto che tutti quanti.

La missione consisteva nell’arrivare in China ed eliminare la famiglia Daimyo. C’erano otto bersagli; lo stesso Daimyo, sua moglie assieme ai tre figli, i due fratelli minori di Daimyo e la sorella maggiore. Dragone aveva appena abbattuto il suo bersaglio: uno dei fratelli minori di Daimyo. Era stato più difficile di quanto previsto. Non sorprendentemente, c’era un certo numero di shinobi a guardia della famiglia reale, ed erano più di quanto Dragone avesse pensato. E apparentemente anche i reali erano stati addestrati un minimo al combattimento; ma non era abbastanza per difendersi dal meglio degli shinobi della foglia. Anche se aveva ricevuto qualche ferita minore, alla fine, Dragone era riuscito a completare il suo obbiettivo.

Dev’essere quello’ Dragone raggiunse la porta finemente intagliata alla fine del corridoio, camminando nell’ombra per evitare di essere visto dalle numerose guardie, che apparentemente dovevano essere consapevoli della sua presenza.

Non gli ci volle molto a capire in quale direzione fosse scappato il suo bersaglio. Stando alle informazioni di Sciacallo, doveva essersi diretto verso la la porta ovest, e da ciò poteva dedurre che la persona era fuggita attraverso la parte dei dormitori. In un palazzo delle dimensioni di quello di Daimyo, era facile intuire dove fosse collocato il quartiere di lusso.

Cerca sempre le stanze con la vista migliore.’ Disse a sé stesso, ricordandosi le parole del suo mentore. Ce n’erano solo due in quell’ala del palazzo; avendo controllato la prima, Dragone sapeva che il suo bersaglio doveva essere nella stanza rimanente.

“Chi c’è?” la voce soffice di una donna domandò da dietro un separé nel momento in cui Dragone vece il suo ingresso nella stanza debolmente illuminata.

Come?’ Dragone si congelò, incerto su come quella donna fosse riuscita a scoprirlo così facilmente, specialmente con tutti i rumori che provenivano dalla finestra.

“Sei uno di quelli che sono qui per ucciderci?” domandò la voce leggera senza esitazione.

“…” Dragone rimase nell’ombra, osservando la piccolo figura della donna rimanere immobile dall’altro lato del divisorio di carta.

“Se sei con quegli uomini,” si mosse verso l’esterno, quando i suoni del combattimento stavano cominciando a calare. “allora facciamola finita.” Non era un ordine; la sua voce era gentile e dolce, ma triste allo stesso tempo.

Lui non era sicuro di cosa gli stesse accadendo; non aveva di certo mai esitato prima di allora, se si trattava di una missione. Sotto normali circostanze, Dragone avrebbe approfittato di poter attaccare senza intralci, e uccidere la ragazza in pochi secondi. Ma per qualche ragione, non riusciva a muoversi da dove si trovava; il dolore e la solitudine nella voce della piccola donna l’avevano toccato nell’anima. La sua figura eretta dietro quel separé di carta, dimostrava l’aria di nobiltà con cui si muoveva, tradita dalla leggera inclinazione delle spalle.

“Non sei spaventata?” domandò Dragone, sorprendendo la giovane donna, anche se la reazione fu minima, evidente solo ad un occhio ben allenato.

“Dovrò sposarmi presto.” Rispose cupamente lei.

Non poteva vederla da dietro lo schermo di carta, ma dalla sua corporatura, e data l’età del suo bersaglio precedente, Dragone aveva ipotizzato che non dovesse avere più di 14 anni; giusto pochi anni in meno di quanti ne aveva lui. anche se era sorprendente, non era poi così strano per una ragazza prendere marito a quell’età, specialmente fra i reali.

“È così terribile sposarsi, che preferite la venuta della morte?” chiese Dragone.

“Si.” Replicò lei con aria demoralizzata.

“Mi è stato insegnato che il matrimonio dovrebbe essere qualcosa di stupendo.” Ribatté Dragone.

Non era sicuro del perché volesse farla sentire meglio, ma dentro, la sua coscienza lo spingeva ad agire così. Dalla reazione della ragazza, dubitava che le parole avessero avuto l’effetto sperato.

“Forse per quelli che sono abbastanza fortunati da poter decidere di loro volontà.”

“I matrimoni combinati sono comuni fra la nobiltà, no?” osservò Dragone.

“Potrà anche essere,” rispose la ragazza, “ma questo non li rende meno sbagliati.”

Concordava con lei. Anche se il suo clan era stato uno dei cinque clan nobili del suo villaggio, non avevano mai usufruito dell’antica pratica dei matrimoni combinati per affari politici. Era sempre stata lasciata libera scelta alle coppie di sposarsi o meno. L’idea di essere forzati in una vita altamente compromessa sembrava assurda; non riusciva a immaginare quale famiglia potesse vendere il proprio figlio solo per profitto.

“E allora perchè non fuggire?” propose freddamente Dragone.

“Non avrei un posto in cui andare.” Replicò la fanciulla.

Dragone avvertì la presenza delle guardie avvicinarsi velocemente alla camera della principessa. Era sicuro che sarebbero arrivate entro un minuto. Dalla confusione esterna, sembrava che la loro missione fosse già fallita. Era certo che i suoi compagni sarebbero arrivati al punto di ritrovo all’orario stabilito, ma Toro sarebbe già stato lì, aspettando gli altri fino all’alba.

Se solo Dragone avesse fatto in tempo…

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Flash-forward
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“Toro.” Come aveva immaginato, Toro si era diretto immediatamente al punto d’incontro dopo aver lasciato il palazzo di Daimyo.

“Sei sopravvissuto.” Constatò allegramente l’altro, anche se l’allegria nel suo tono sarebbe stata evidente solo a chi lo conosceva da molto tempo, come Dragone.

“Hai” annuì lui, prima di rimuovere la maschera e sedersi sul terriccio della foresta.

“Non hai incontrato difficoltà con le guardie?” domandò Toro, prima di togliersi la maschera, scegliendo di rimanere in piedi.

“…” Dragone scosse la testa, “Cos’è successo?”

“Non ne ho ancora conferma piena, ma sembra che ci fosse già un complotto, e noi siamo stati sorpresi nel pieno del combattimento.” Lo informò l’ANBU, massaggiandosi un lato della mascella col pollice; un’abitudine nervosa che aveva da tempo.

“Non c’era scritto nulla di ciò nel rapporto.” Replicò Dragone.

“No.” Toro scosse la testa, “ma… mentre mi preparavo a colpire I miei bersagli, ho visto X accoltellare Z; ha ucciso la sua stessa sorella.”

“Ma perchè avrebbe dovuto farlo?” domandò Dragone, “Non sarebbe stato più logico scegliere A?”

“Credo che fosse a conoscenza della nostra missione dall’inizio. Doveva essere sicuro che noi avremmo eliminato Daimyo per lui, scaricando tutte le colpe a noi, per poi salire al trono senza complicazioni.” Spiegò Toro.

“Forse.” Dragone annuì, fissando il terreno mentre analizzava l’intera situazione.

“Poco dopo, sono stato circondato da una moltitudine di guardie. Ho provato a contattare voi tre attraverso la radio, ma tu non mi hai risposto. Ecco perché sono sorpreso di vederti qui.”

“Cos’è successo a Sciacallo e Corvo?”

“Non so cosa sia successo loro.” Replicò Toro, osservano attentamente il compagno di squadra. “Ryo-san?” lo guardò con curiosità. (4)

“Hn?” Dragone alzò lo sguardo interrogative.

“C’è qualcosa che vorresti dirmi?” Toro si mosse verso l’albero dietro l’amico.

“Oh, si.” Dragone annuì, avendo dimenticato il motivo per cui si era recato lì in anticipo. “Oushi-senpai, ho bisogno del vostro aiuto.” (5)

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End of Flash-forward
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Dragone oltrepassò il separé, vedendo per la prima volt ail viso della ragazza, mentre i nemici si avvicinavano velocemente. Allungando la mano verso la giovane, spostò la maschera di lato, incatenando lo sguardo a quei suoi innocenti occhi color nocciola.

“Fuggi via con me.” (6)

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TBC…
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NOMI IN CODICE:


Dragone: Ryoku
Toro: Oushi
Corvo: senza nome (e presumibilmente morto) membro ANBU.
Sciacallo: senza nome (e presumibilmente morto) membro ANBU.

(1) Spiegazioni per chiarificare i “soggetti”:

A: Daimyo del Vento (padre di Xiu-Juan) – bersaglio di Sciacallo (presumibilmente morto)

B: moglie di Daimyo (madre di Xiu-Juan – bersaglio di Corvo (presumibilmente morta)
C: Xiu-Juan – bersaglio di Dragone/Ryoku (chiaramente non morta)
D: figlio di Daimyo’ (fratello di Xiu-Juan’) – bersaglio di Sciacallo (presumibilmente morto)
E: figlio minore di Daimyo (fratello di Xiu-Juan) – bersaglio di Corvo (presumibilmente morto)
X: fratello minore di Daimyo – bersaglio di Toro (vivo)
Y: fratello minore di Daimyo – bersaglio di Dragone/Ryoku (morto)
Z: sorella maggiore di Daimyo – bersaglio di Toro (morta)

(4) Ovviamente soprannome di Ryoku, usato solo dale persone a lui più intime.

(5) Oushi significa Toro. Oushi-senpai è il mentore di Ryoku, non che capitano ANBU della missione. Oltretutto, Oushi è il leader ANBU del “presente” di cui Tenten e Ryoku parlano durante la storia.

(6) Vi ricordate tutti di questa frase, ne? Se no andate a leggere due capitoli fa! Ed è la frase che doveva far capire, nel caso che qualcuno non ci fosse ancora arrivato, che Ryoku è Dragone.

--- Celiane4ever’s space ---

Mi scuso per l’immenso ritardo rispetto a quando avevo annunciato!!! E che durante queste vacanze non ho assolutamente avuto tempo!!!

Non so se il prossimo aggiornamento sarà la raccolta di One Shot oppure Razorblade Kiss, vedrò quale riuscirò a tradurre prima! È certo che il prossimo aggiornamento non sarà prima dell’inizio della scuola (il 15)

Ecco il link originale del capitolo:

http://www.fanfiction.net/s/4068047/11/Wind_and_Dragon

Ho già superato metà della storia T.T

Grazie a tutti quelli che hanno letto ma soprattutto recensito: PikkolaRin, RiRu46, June_L, Uki, fullmetal manga lover, hinata93, hinata21, BrideOfTheWind, itachina, Amaranth93.

Come sempre un ringraziamento speciale alle ragazze del forum nejiten, che ancora una volta pubblicizzo: www.nejitenfan.forumfree.net

Alla prossima!

Bacioni

Celiane

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Capitolo 11
*** Saved ***


Capitolo dedicato ancora ai due consorti Furi-iki, ma non disperate, si tornerà prestissimo al NejiTen ^o^

 

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SAVED
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“Non sei obbligata a farlo.” Ryoku rimproverò Xiu-Juan, prendendo il cesto della biancheria dalle piccole mani della donna.

Dopo averle permesso di vivere con lui, da poco meno di tre settimane in realtà, lo shinobi non era più sorpreso di vederla alzata a quell’ora del mattino. Anche se la differenza di orario tra il suo villaggio e quello della Foglia era decisamente alta, Xiu-Juan si era abituata senza nessuno sforzo.

Pur essendo principessa di una terra straniera, non le dispiaceva contribuire con la sua giusta parte di lavoro. Non era che Ryoku la credesse un’incapace; infatti aveva visto che la donna sapeva cavarsela benissimo sia con lui a casa sia in missione. Ad ogni modo, il ninja sentiva che non era appropriato per una persona del suo stato lavorare così tanto; era una principessa, per amor di Dio! Eppure, eccola lì, molto prima dello spuntar del sole, già affaccendata.

“È il minimo che possa fare.” Replicò dolcemente lei, riprendendo il cestino del bucato pulito dalla presa di Ryoku, bilanciandone il peso contro i fianchi sottili.

“Non ti ho portata qui perché diventassi la mia domestica.” Ryoku riprese possesso della cesta.

“Oh?” l’interruppe un uomo muscoloso che osservava la coppietta dal divano. “E allora perché lo hai fatto?” domandò con un sorriso furbo sulle labbra.

“Ffh.” Grugnì l’altro, guardando male l’intruso e lasciando il bucato nelle mani della donna.

“Non mi dà fastidio.” Xiu-Juan sorrise allo shinobi.

Irrigidendosi, Ryoku rimproverò se stesso. Aveva quasi sorriso di rimando, prima di riuscire a trattenersi; semplicemente non era il tipo da sorrisi, e in particolare non quel giorno.

“Lascia che la ragazza si senta utile, Ryo-san.”

“Grazie Oushi-san.” Xiu-Juan si rivolse allegramente all’uomo sul divano.

“Quando vuoi, Xiu-san” Oushi sorrise alla giovane donna. “Comunque, se posso aggiungere, sembri ancora più carina del solito questa mattina.” Lei lo ringraziò, arrossendo timidamente.

“Oi.” Gridò Ryoku al suo mentore, con la rabbia appena udibile nella voce. “Sei venuto per una ragione, senpai?” domandò guardando di traverso lo shinobi più grande, “O sei venuto solo per flirtare?” mormorò a voce più bassa.

“Non posso fare entrambe le cose?” chiese innocentemente l’altro con un largo sorriso, prima di afferrare gentilmente la mano di Xiu-Juan e posarvi un bacio galante.

“Oushi-san…” la ragazza ridacchiò, riportando la mano sul cesto di vestiti prima che cadesse, e uscì dalla porta in vetro che  dava sul giardino posteriore, con la cesta precariamente bilanciata fra l’addome e la sua presa.

“Non pensi di essere un po’ troppo vecchio per lei senpai?” lo rimproverò stizzosamente Ryoku dall’altro lato della stanza, essendosi mosso verso il divano dopo aver visto l’ANBU andare verso Xiu-Juan.

“Ti da fastidio?” Oushi ghignò, avvicinandosi a dove sedeva il kohai.

“Hn.” Grugnì quest’ultimo, portando l’attenzione alla sua sinistra, dove poteva facilmente vedere la ragazza appendere la biancheria bagnata allo stenditoio.

“Ad ogni modo” continuò Oushi sedendosi di fronte all’altro uomo, “ho solo tre anni in più di te”

“che ti rende sette anni più vecchio di lei” ribattè Ryoku, anche se non minacciosamente come poco prima.

“…” Voltandosi per seguire lo sguardo dello shinobi, Oushi sorrise consapevole, mentre lo vedeva osservare la donna al lavoro.

“Non che mi importi.” Negò Ryoku, sentendosi gli occhi dell’altro addosso. “Ma non penso che dovresti infastidirla così tanto.” Aggiunse in tono imperioso, prima di voltarsi per guardarlo in faccia.

“Mi sembra…” Oushi sorrise, “Che tu sia l’unico ad esserne infastidito.” Ryoku s’irrigidì, riluttante a mostrare al superiore alcuna traccia d’emozione.

“Ai, ai” l’ANBU rise, muovendo una mano avanti e indietro, “Povera ragazza.” Cominciò in modo canzonatorio, “Sopravvivere a quello che è successo, solo per dover vivere incollata ad un antipatico come Ryo-san.” Scosse la testa scherzosamente.

“…” Ryoku ringhiò piano.

Anche dopo tutti gli anni da cui si conoscevano, Ryoku non riusciva a capire come quell’uomo potesse essere così diverso nella vita di tutti i giorni, da com’era durante le missioni. Sul campo, Oushi era riconosciuto come uno degli individui più seri del mondo degli shinobi. Era forte e meticoloso, non perdeva mai di vista il suo obiettivo, riuscendo comunque a proteggere le persone che gli stavano a fianco. Durante i combattimenti, la sua espressione era indecifrabile, come se ogni traccia di pensieri o emozioni fosse sparita dal suo animo, rendendolo niente più che un soldato creato per la guerra.

Ma poi c’era quest’altro lato di lui. Quando non era in missione, Oushi regrediva a quello stato che molti definivano uno ‘sciocco, tenero, bambino’. Non esisteva davvero un altro modo per definirlo. Rideva, scherzava e punzecchiava costantemente. Come la differenza fra notte e giorno: un momento prima era serio e micidiale, subito dopo sorridente e giocoso. Ryoku non sapeva ancora il perché; ma malgrado tutto, sapeva che quell’uomo meritava tutta la sua fiducia e ammirazione.

“Non posso ancora crederci,” Oushi si massaggiò il mento pensieroso, “Tu, di tutte le persone, rinunceresti ad una missione per salvare quella povera ragazzina.” Si voltò brevemente verso Xiu-Juan, mentre lei continuava ad appendere la biancheria. “Devi aver pensato che fosse davvero carina, ne?” riportò lo sguardo sul suo sbalordito kohai con un sorriso canzonatorio sul volto.

“Cosa?” esclamò Ryoku. “N-Non è così.” Negò, agitando le mani freneticamente, prima di realizzare quanto sembrasse strano, per poi tornare a comportarsi nel solito modo stoico.

“Oh?” Oushi ridacchiò. “Com’è allora?”

“Te l’ho già ditto.” L’altro espirò, rilassando i muscoli tesi nella poltrona. “Stava per essere uccisa e-”

“- e ti ha fatto pietà, e senza pensarci l’hai salvata.” Oushi recitò le parole che Ryoku gli aveva detto nella foresta, settimane prima. “E poi hai lasciato che ti seguisse fino a casa. Si lo so, questa versione l’ho già sentita.”

“Hmph,” grugnì Ryoku. “Lo dici come se fosse un cagnolino.” Affermò, ignorando l’ultima parte del discorso del suo mentore.

“No.” Oushi negò innocentemente. “Più come…” riflettè un attimo, “… un dolce piccolo gattino!” Ryoku guardò interrogative l’uomo. “Non sei d’accordo?”

“…” lo shinobi si voltò dall’altra parte, irritato dall’infantilità del suo senpai.

“Beh, indipendentemente dalla storia,” Oushi riprese il discorso, in tono più serio. “Lei è una tua responsabilità adesso.” Abbassò la voce, enfatizzando la serietà di quelle parole. “Siamo in un tempo di grande agitazione, e portare una straniera al villaggio…” si fermò. “Non è stata una delle mosse migliori, non è vero?” rise, essendo tornato alla parte meno seria di se stesso.

“Ne sono consapevole.” Replicò Ryoku.

“…” Oushi osservò l’amico, i lineamenti si fecero seri di nuovo per un momento. “Davvero?”

“…” Non accadeva così spesso che l’ANBU facesse avanti e indietro fra i suoi due estremi, ma questo non sorprese completamente Ryoku. Oushi era il tipo di persona che preferiva tenere le cose in equilibrio; questa era la ragione della sua dualità. Ryoku capì che in quel momento, il senpai sentiva il bisogno di parlare leggero, anche se l’argomento era più che serio. Era semplicemente il suo modo di fare.

“Beh, tu sei un mio amico.” Sospirò Oushi. “E mi fido del tuo giudizio.” Sorrise gentilmente allo shinobi più giovane.

“Grazie.” Replicò l’altro con sincerità.

“Oltretutto,”  l’ANBU sorrise malizioso “È bello avere una gattina carina attorno con cui poter giocare.”

“Smettila di dire queste cose!” gridò Ryoku.

“Ah,” Oushi lo additò, canzonatorio, “Quindi ti dà fastidio?” gli rinfacciò, ridendo alla sua reazione.

“Hn.” L’altro sbuffò, sprofondando indietro nella poltrona.

“Oushi-san” Xiu-Juan richiamò l’attenzione dello shinobi mentre rientrava nella stanza, chiudendosi la porta in vetro alle spalle. “Ti unirai a noi per colazione?”

“Huh?” Oushi rimase senza parole per un attimo, toccato dalla premurosità e gentilezza della ragazza. “Oh. No,no, grazie.” Sorrise “Sono passato solo per chiacchierare un po’ con Ryo-san.” Ricordandosi di qualcosa, tirò fuori da sotto la giacca una busta in carta di canapa. “Oh, giusto, ecco quello che ti avevo promesso.”  Disse sottovoce, prima di passare la busta a Ryoku. “Allora vi vedrò più tardi, ciao!” salutando con una mano, Oushi percorse il corridoio che portava all’uscita.

“Più tardi?” ripeté Xiu-Juan, voltandosi verso Ryoku. “C’è qualcosa più tardi?” domandò.

“No.” ringhiò severamente l’uomo, anche se Xiu-Juan sembrava non averlo notato, o essersi offesa. “Non è niente.” Ripetè più gentilmente, “solo il senpai essendo il senpai.”

“Ok.” Xiu-Juan annuì comprensiva. “Allora preparo la colazione per noi.” Si mosse verso la cucina.

“Ti aiuto.” Ryoku la seguì.

Huh’ Oushi si fermò un momento sulla porta, riflettendo su quello che aveva sentito dall’altra stanza. ‘Mi chiedo se…’ sentendo i due trafficare in  cucina, aprì la porta e uscì, lasciando che si godessero la loro mattinata.

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Era passato già un mese dal massacro del clan. Non vi era stato un funerale appropriato per via dei vari combattimenti in corso fra le diverse regioni; non c’erano a disposizione abbastanza uomini forti per poter prendere una pausa. In tempi come quelli, pochi shinobi erano onorati con un vero funerale, ma non importava un gran che: venivano ancora ricordati, e i loro nomi erano eventualmente incisi nella pietra commemorativa del villaggio.

La differenza era che di solito non era un intero clan ad essere sterminato. Mentre il villaggio riteneva che gli abitanti, shinobi o civili, fossero un’unica famiglia, c’erano alcuni clan che possedevano una considerazione più alta, la cui perdita non lasciava impassibile neanche un cittadino. Anche se vi erano diversi clan importanti e prestigiosi, ce n’erano sempre stati cinque, a parte il clan Senju della foresta, che erano considerati i più riguardevoli all’interno del villaggio (1).

Tra le cinque famiglie, la più potente era quella degli Uchiha, che aveva aiutato il clan Senju a fondare Konoha. I secondi più influenti, anche se primi per nobiltà e aristocrazia, erano gli Hyuga, da cui molti credevano discendessero gli Uchiha. Vi era anche il clan Nara, conosciuto per l’abilità in medicina e l’insuperabile intelligenza. Poi esisteva il misterioso clan Raiden, di cui era noto ben poco, dato che vivevano nell’angolo più estremo di Konoha, nella loro parte di bosco, al confine con la foresta dei Nara. Per ultimi, i Furi-iki, conosciuti fra le nazioni come i più grandi maestri d’armi di tutti i tempi e di furbizia; possedevano il miglior e più vasto arsenale di armi conosciuto al mondo degli shinobi .

Attraverso gli anni, i cinque clan nobili, avevano cominciato a diminuire di numero, ma il loro status all’interno del villaggio continuava a crescere. Perduravano, non solo per la loro posizione sociale, o per il contributo che davano al villaggio, ma anche come esempio per il resto degli abitanti. E anche se erano l’ELITE, facevano ancora parte della grande famiglia di Konoha, e vedere uno dei clan più potenti fatto fuori in un tragico attacco… sembrava sbagliato non onorarli con una funzione adeguata. Quindi era stato deciso, con o senza il permesso di Ryoku, che il villaggio avrebbe partecipato alla cerimonia funebre, per commemorare la scomparsa di uno dei clan nobili.

“… E quelli di noi che adesso sono qui, amici, vicini, compagni, studenti, mestri;” il Terzo Hokage rallentò il discorso. “Quelli di noi che hanno condiviso risate, gioia, dolore, tristezza; quelli di noi abbastanza fortunati da ricordare qualcuno di questo clan nobile; dobbiamo sempre ricordare, che non sono davvero scomparsi. Per quanto possa farci male dire addio alle persone a noi più care, non dobbiamo scordare che siamo tutti uniti come famiglia della Foglia; e attraverso di noi, attraverso i loro figli sopravvissuti, la memoria del clan Furi-iki, i grandi maestri d’armi del nostro villaggio, vivrà per sempre.”

Vi fu un momento di silenzio, un tributo del rispetto del villaggio, seguito poco dopo da una processione alla nuova pietra memoriale al centro del cimitero per i clan scomparsi. Uno per uno, tutti quelli che avevano partecipato alla celebrazione appoggiarono un’arma con l’emblema dei Furi-iki sulla lama, segno che erano state costruite da questi ultimi.

Lentamente, l’assemblea cominciò a sfoltirsi, esprimendo condoglianze e auguri a Ryoku. Dopo che quasi tutti se ne furono andati, Ryoku si ritrovò davanti alla tomba dei suoi genitori. Non aveva visitato quel luogo da dopo la sepoltura. Stando lì, tutte le emozioni che aveva imbottigliato dentro se stesso sembrava che volessero uscire all’improvviso. Ma lui non voleva perdere il controllo, non voleva piangere. Sapeva che se l’avesse fatto non sarebbe stato capace di salvarsi dal tormento, si sarebbe perso completamente. Se non fosse stato per la mano forte che gli aveva afferrato la spalla, Ryoku era certo che sarebbe successo.

Era grato al suo mentore per l’appoggio. Quell’uomo era davvero come un fratello maggiore per lui, Ryoku si sentiva a suo agio in sua presenza. Dopo pochi secondi, lo shinobi in lutto sentì il senpai stringergli la spalla per rassicurarlo, prima di allontanarsi inaspettatamente. Era stato tentato di voltarsi, non avendo previsto che Oushi se ne andasse così presto. Ma prima che Ryoku potesse voltarsi per capire la ragione della sua partenza, Xiu-Juan lo affiancò, inginocchiandosi davanti alla tomba dei suoi genitori.  Giungendo le piccole mani assieme e chiudendo gli occhi, cominciò a pregare.

Forse perché si era abituato ad averla sempre attorno, o forse perché istintivamente sapeva che non era un pericolo per lui,  per qualche ragione Ryoku non aveva notato la sua presenza. Era sorpreso nel vederla partecipare alla cerimonia, anche se dentro, una parte di lui gli diceva che non avrebbe dovuto esserlo. Un dubbio gli fece pensare che fosse stato Oushi a portala.

Ryoku non aveva voluto chiederglielo; aveva già sofferto così tanto. Completamente altruista, ecco il tipo di ragazza che era. Lui aveva temuto che il memoriale le avrebbe ricordato della perdita della sua famiglia. Per quel motivo non le aveva detto niente. Ma ora, vederla lì, a supportalo, gli aveva fatto capire che non avrebbe dovuto preoccuparsi.

A dispetto del suo fisico minuto, era estremamente forte, determinata e operosa. Era una ragazza affascinante, delicata e dolce, ma anche coraggiosa e con ottime capacità di ripresa.

Anche se, ammettendo di non essere sicuro del perché l’avesse presa con sé quella notte, quando l’aveva vista la prima volta dietro il separé, era stato preso da un’incontrollabile impulso di proteggerla, di portarla in salvo. Ora, osservando la sua figura silenziosa inginocchiata davanti alla tomba dei suoi genitori, in tranquilla preghiera, Ryoku realizzò che non era stato lui che l’aveva salvata: era lei che stava salvando lui.

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“Oushi-san.” L’uomo in abito bianco chiamò lo shinobi di fianco a sè.

“Hokage-sama?” Oushi staccò lo sguardo dalla coppia in lontananza per voltarsi verso il Sandaime.

“Chi è quella ragazzina?”

“Lei?” l’ANBU accennò alla coppia. “Xiu-san.” Sorrise, “La futura sposa di Ryo-san.” Affermò sicuro.

“Capisco…” l’Hokage sorrise compiaciuto. “Quindi il clan Furi-iki può essere salvato.”

“Hai.” Oushi annuì. “Salvato…

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TBC…
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(1)Per quelli che non lo sanno, il clan Senju della foresta è il clan del primo e del secondo Hokage nel manga. In poche parole, è anche il clan di Tsunade.

 

--- Celiane4ever’s space ---

Wooooooooooooo sono tornata!!! In occasione dell’avvicinamente della fatidica puntata della prigione acquatica ho deciso di aggiornare Wind and Dragon.

Sono anche felice di annunciare che il prossimo capitolo vedrà di nuovo protagonisti Neji e Tenten (era oraaaa) anche se ammetto che la storia dei due coniugi Furi-iki mi ha commossa un sacco ç.ç

Cosa posso aggiungere? Amate il NejiTen sopra ogni altro pairing ^o^

Grazie a tutte le anime buone che hanno recensito lo scorso capitolo: annasukasuperfan, itachina, Fullmetal Manga Lover, June_L, Amaranth93, hinata93, BrideOfTheWind, Hana Turner, Obito Uchiha.

Prossimo aggiornamento: One Shot NejiTen.

E probabilmente prima comincerò una nuova longfic che può interessare le Black Panthers, essendo una bellissima SasuSaku!

Alla prossima ^-^

Valentina

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Capitolo 12
*** Ten ***


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TEN
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“Non posso credere di averlo detto.” Tenten nascose il volto arrossato fra le mani.

“…” Neji cercò di non ridere, ma si stava rivelando più difficile di quanto si preoccupasse di ammettere. Gli sembrava semplicemente adorabile, lì davanti a lui, nascondendo il viso dall’imbarazzo mentre stavano sul piccolo ponticello rosso che passava sopra il fiumiciattolo delle sorgenti termali.

Dopo essere stati congedati dalla cena, Neji aveva proposto di fare una passeggiata; in qualche modo, si erano ritrovati al lato opposto del villaggio, vicino alle terme. Era una serata tranquilla, non avevano incontrato molte persone lungo il loro giro attraverso la cittadina.

“Oh mio dio, non posso credere di averlo detto.” Tenten buttò la testa all’indietro, portando le mani sulle guance e osservando il cielo notturno.

“Haha.” Neji ridacchiò piano, incapace di trattenersi oltre.

“Come puoi ridere?” la ragazza si voltò verso di lui, agitata. “e perché non hai risposto tu?” gli domandò accusatoria.

“Non lo stavano chiedendo a me.” constatò semplicemente lo Hyuga.

“Ma riguarda anche te, sai?” ribatté Tenten, fissandolo duramente negli occhi.

Un silenzio imbarazzante avvolse la coppia quando entrambi realizzarono l’implicazione delle parole della kunoichi. Voltando il viso verso il fiumiciattolo sottostante, per evitare di mostrare il profondo rossore sulle sue guance, Tenten si perse la vista del colore ugualmente rosso che si faceva spazio sul volto pallido dello Hyuga.

“E comunque non ne avrò dieci.” Mormorò lei dopo un po’.

“…” l’espressione divertita che Neji aveva in precedenza tornò senza che la ragazza la notasse, dato che sembrava trovare l’acqua che scorreva sotto di loro più interessante di qualunque altra cosa attorno a lei.

“Neanche per sogno.” Tenten scosse la testa con determinazione.

“Hn.” Neji sorrise compiaciuto.

Ovviamente non si aspettava che lei gli desse dieci figli, lui stesso non ne voleva così tanti, ma era stato divertente ascoltare la risposta alla domanda degli anziani, ed era stato ancora più divertente rivelarle ciò che aveva detto.

“Ti conviene non pensare che smetterò di essere una kunoichi.” Tenten alzò lo sguardo per puntarlo seriamente sullo shinobi.

I suoi occhi gli dicevano che non scherzava; non che avesse mai considerato di chiederle di rinunciare alla sua passione più grande, davvero, non riusciva ad immaginarla se non come kunoichi.

“Ovviamente.” Le rispose.

“Guarda che dico davvero!” aggiunse ancora la ragazza. “Quindi non ti azzardare a pensare di chiedermelo, capito?”

“Non me lo sognerei neanche.” Allungando una mano per spostarle una ciocca di capelli dal viso, le alzò il mento in modo che lo guardasse negli occhi “Non saresti la donna di cui mi sono innamorato.”

“Bene.” Lei arrossì leggermente al suo commento dolce, continuando però a mantenere lo sguardo risoluto, per enfatizzare quanto fosse seria a quel proposito. “Sono felice che l’abbiamo chiarito.”

“Hn.” Neji le sorrise, divertito dalla reazione che aveva ottenuto mentre passava delicatamente il pollice sul labbro inferiore di lei, accarezzandole in contemporanea il mento con la mano.

La sua bocca delicata, con quelle labbra di un rosso intenso, attiravano lo Hyuga. La vedeva truccata solo raramente, e anche per questo gli piaceva; ma osservando lo splendore delle sue labbra, Neji non poté resistere alla tentazione di chinarsi leggermente in avanti. Per tutta la cena tutto quello che aveva desiderato era stato di avvicinarsi a lei e catturarle le labbra con le sue. Ma aveva resistito, in parte perché non era corretto, ma maggiormente perché non si sentiva ancora particolarmente a suo agio nel dimostrare il suo affetto davanti agli altri, e specialmente di fronte a Ryoku. Ma quello era il momento giusto: ora, non c’era nessuno a fermarli.

“Non saranno decisamente dieci.” Ripeté Tenten prima di camminare fino alla ringhiera del ponte rosso, per osservare l’acqua scorrerle sotto, impedendo inavvertitamente a Neji di raggiungere il suo obbiettivo.

“Hmph.” Il ragazzo emise un brontolio frustrato, prima di muoversi per appoggiarsi alla ringhiera rossa, di fianco alla kunoichi.

“E poi non è che sia neanche tanto brava coi bambini.” Constatò tristemente quest’ultima, ricordandosi di tutte le volte in cui il loro team aveva avuto a che fare con gli infanti.

“Hn.” Effettivamente non era propria la migliore per quanto riguardava prendersi cura di bambini piccoli. Non è che non fosse per nulla capace, ma visto che non aveva mai avuto parenti più piccoli di lei, a volte si dimenticava che non dovrebbe urlare dopo che li hai messi a dormire, o che hanno bisogno di attenzioni continue, o che piangono, o che devono sempre essere puliti. Ma non era un problema: dopo tutto, dovendo vivere la vita da shinobi, gli Hyuga avevano le badanti che si occupavano dei bambini. Neji era sicuro che sarebbe andato tutto bene.

“Ma vorrei comunque prendermene cura io, sai.” Aggiunse Tenten, quasi come se avesse predetto i pensieri di Neji.

“Hn.” Il ragazzo annuì. Non avrebbe dovuto sorprendersi: lei non era il tipo che amava appoggiarsi agli altri.

“…” la kunoichi sospirò. Neji non ne era sicuro, ma sembrava all’improvviso infastidita.

“Pensi che potrei riuscirci?” domandò lei, ancora una volta triste.

“…” il ragazzo si voltò a guardarla, sollevando un sopracciglio, interrogativo.

“E se mi dimenticassi di nutrirli?” continuò l’altra.

“Hn.” A quella frase, lo Hyuga non poté impedirsi di sorridere. Era una domanda così strana, qualcosa che poteva riuscire a preoccupare solo Tenten.

“Forse sono semplicemente nata senza quel gene.” Sospirò con aria desolata, ricordandosi ancora delle esperienze passate coi bambini. “E se la roba della maternità fosse possibile averla solo col gene della femminilità? Se già non ho quello, chi dice che possa avere l’altro?”

“Sarai una madre eccellente.” La rassicurò Neji, cercando allo stesso tempo di non ridere alla sua strana logica.

Ovviamente sarebbe stata un’ottima madre. E chi affermava che Tenten non fosse femminile, non l’aveva di sicuro mai vista in kimono. Osservandola in quell’istante, Neji non riuscì a fare a meno di pensare che fosse la più bella cosa al mondo. Non femminile? Non infantile, semmai, il che era un sollievo per lo Hyuga, ma non femminile? Dal suo punto di vista, non c’era nulla che non si addicesse ad una donna in lei. La sua era solo una femminilità ‘forte’, che era ciò che gli piaceva.

Un piccolo suono alle loro spalle catturò improvvisamente l’attenzione di Neji, facendolo uscire dai suoi pensieri.

“Gatto.” Tenten additò il felino che camminava dietro un cestino della spazzatura.

 “Hn.” Neji annuì, anche se non era completamente sicuro che la cosa finisse lì.

Tenten sospirò ancora. “Lo pensi davvero?” domandò, riportando su di sè l’attenzione di Neji.

“Ne sono certo.” Replicò lui, scordandosi completamente del suono che aveva sentito.

“Come?” la ragazza lo guardò supplicante.

 L’argomento sembrava preoccuparla davvero, e Neji non era sicuro di cosa potesse fare per convincerla. L’aveva spesso punzecchiata a proposito della sua mancanza di istinti materni, ma nel profondo, credeva che sarebbe stata una madre eccellente; di sicuro si prendeva cura del loro team come una madre premurosa. Si preoccupava sempre che i tre componenti maschili del team Gai non si affaticassero troppo. Quando uno di loro si ammalava per essere stato troppo a lungo al freddo o sotto la pioggia, era sempre la prima a rimproverarlo per la mancanza di senso, e poi si occupava di lui per rimetterlo in salute. Era vero che non era il tipo di madre dolce, ma era il tipo che avrebbe allevato bambini forti e autosufficienti.

“Non ti sei mai dimenticata di dare da mangiare a Bu-mu, vero?” domandò Neji.

“Beh, no…” fece una pausa. “Ma Bu-mu abbaia per farmi sapere quando è affamato.”

“E un bambino piange.” Affermò lo Hyuga.

“Si, ma stiamo parlando dei tuoi bambini qui. Probabilmente saranno tutti silenziosi e beneducati, e non piangeranno mai.”  Farneticò Tenten. “E allora come saprò quando dovrò nutrirli?”

“Eheh.” Neji soppresse una risata all’immagine mentale di quello che la ragazza aveva appena descritto. “Tenten, io non sono nato così.” Replicò poi.

“Tsè.” La ragazza sbuffò, guardandolo in modo sospetto, “Se, certo.”

“I bambini degli Hyuga sono come tutti gli altri.” Le assicurò lui.

“Certo, beh, noi non stiamo parlando di bambini degli Hyuga.” Continuò Tenten. “Qui stiamo parlando di bambini di NEJI”

“In realtà,” Neji replicò pensieroso, “stiamo parlando dei bambini di Neji e Tenten. Il che significa che potrebbero anche essere rumorosi e vivaci.”

“Rumorosi e vivaci?” ripeté Tenten. “È così che mi vedi?”

“Hn.” Grugnì Neji.

“Beh, meglio che lunatici e emo.” Borbottò Tenten a bassa voce. “Hey, aspetta!” si fermò, sollevando lo sguardo preoccupata.

“Huh?” un sopracciglio perfettamente definito si alzò, mentre Neji aspettava che la kunoichi continuasse.

“Il Byakugan è un tratto dominante?” gli domandò, voltandosi verso di lui.

“Hai.” Lo Hyuga annuì.

“Allora i nostri figli avranno i tuoi occhi?”

“Certamente.”

“...” Tenten rimase silenziosa per un momento mentre assimilava l’informazione. “Beh va bene, gli occhi bianchi sono carini.”

“…” Neji sorrise al commento. Era felice di sapere che le piacevano i suoi occhi; molte persone spesso dicevano che il byakugan era raccapricciante; era felice di sapere che Tenten non era fra quelli.

“Avranno anche i tuoi capelli?” domandò curiosamente lei.

“Ci sono Hyuga con i capelli diversi.” La informò l’altro.

“Oh, ok.” Tenten annuì. “Mi chiedo che aspetto avranno i nostri figli.”  Rifletté. Alzando gli occhi al cielo notturno, cercò di immaginarseli.

Neji trovava divertente sentirla parlare dei loro possibili futuri figli; rendeva il loro avvenire molto più reale. Osservandola, non poté fare a meno di pensare che qualunque figlio avessero avuto assieme, sarebbe di sicuro stato fortunato. Non solo gli sarebbe stato concesso il potere del byakugan, ma con Tenten come madre, sarebbe stato esperto di ogni arma: ogni loro figlio sarebbe stato uno shinobi formidabile. E oltretutto, era certo che sarebbero  stati anche molto belli. Anche se non gli era mai importato troppo delle attenzioni che il suo aspetto fisico gli procurava, Neji era ben consapevole di essere un bell’uomo; ma con Tenten come madre, era sicuro che i loro figli sarebbero stati anche più attraenti di lui stesso.

Afferrando il mento di Tenten, prima di sollevarle il volto per far incontrare i loro sguardi, aggiunse “Finchè avranno il tuo sorriso, sono certo che saranno bellissimi.”

“Awww.”  Tenten sorrise allo shinobi, col viso che s’illuminava nel processo. “Puoi essere così dolce quando vuoi.” Si appoggiò a lui per avvolgergli le braccia attorno alla vita, regalandogli un caldo abbraccio.

“Solo con te.” Neji strinse fra le sue braccia la minuta forma di lei, posando il mento sulla sua testa, mentre lei nascondeva il viso contro il suo petto.

“Wow.” Tenten lasciò andare un sospiro di sollievo, rilassandosi in quella stretta.

“Huh?” Neji aspettò che continuasse.

Lei voltò la testa di lato, ancora appoggiata al petto muscoloso del ragazzo. “Non posso credere che ci stiamo per sposare.” Quelle parole uscirono in un leggero sussurro, ma Neji riuscì ugualmente a coglierle. “Ero così preoccupata che la cena sarebbe andata male.” Tenten confessò l’ ansia precedente. “Ero così preoccupata che gli anziani non avrebbero approvato, impedendoci di sposarci.”

“Io no.” replicò Neji. Aveva avuto paura che gli anziani non approvassero, ma sapeva fin dall’inizio che con o senza la loro approvazione, avrebbe ugualmente sposato Tenten.

“Davvero?” la ragazza alzò lo sguardo su di lui.

“Niente potrebbe impedirmi di sposarti.” La rassicurò lo Hyuga, fissandola negli occhi, prima di piegarsi per lasciarle un tenero bacio sulla fronte.

“…” Tenten chiuse gli occhi e sorrise, sospirando felicemente.

I due stettero una fra le braccia dell’altro pacificamente, stringendosi con serenità accompagnati dai battiti dei loro cuori e dall’acqua che scorreva sotto di loro.

“E non ne avrò dieci.” La voce della ragazza ruppe il silenzio dopo poco.

“Mi sta bene.” Neji ridacchiò.

“Due forse.” Continuò Tenten “Al massimo tre.”

“Quanti ti vanno bene.” Sorrise divertito alla serietà del tono di lei. Ovviamente non se ne aspettava dieci. Non è che lui fosse più bravo coi bambini di quanto lo fosse lei: non ne voleva dieci.

“E si alleneranno nel controllo delle armi.” Affermò con autorevolezza.

“Ovviamente.” Neji annuì, essendo già arrivato a quella conclusione.

“Immagina…” Tenten sorrise malvagiamente. “Il tuo Byakugan, e la mia abilità con le armi…”

Lo Hyuga sorrise compiaciuto: stava pensando la stessa cosa che aveva pensato lui. “Saranno inarrestabili.” Concordò.

“Già…” il sorriso di Tenten si allargò. “I nostri figli saranno fantastici! Non posso aspettare!” chiuse gli occhi, ridacchiando a quel pensiero.

“Allora forse dovremmo cominciare.” Replicò maliziosamente lui, attirando a sé la ragazza.

“Eh?” esclamò nervosamente lei, prima di staccarsi con ansia dal suo abbraccio: uno sguardo di shock, terrore, e nervosismo le deformava il volto.

“HAHAHA” Neji gettò la testa all’indietro e si mise a ridere alla sua reazione. Amava poterle fare quell’effetto.

“NEJI!” realizzando cos’aveva fatto, caricò lo Hyuga “NON ERA DIVERTENTE!”

“Si che lo era!” Neji continuò a ridere, scappando dall’improvviso attacco della ragazza. Non era sicuro di dove fosse riuscita a nascondere le armi che gli aveva improvvisamente cominciato a lanciare, ma non l’aveva sorpreso per nulla la cosa.

“Oh. Mio. Dio.” (1)

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TBC...
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(1)  Dundundun… sono così cattiva! Ma almeno ho già un piano per il prossimo capitolo…

--- Celiane4ever’s space ---

Dopo mesi e mesi sono qui *.*

Chiedo perdono per il ritardo, ma avevo troppe cose che mi passavano per la testa in questo periodo, e ogni volta che aprivo la pagina word… la fissavo senza pensare -.-

Spero di finire questa storia in estate, perché vi ho fatti aspettare fin troppo, così potrò andare avanti di tanto in tanto con le one shot, perché c’è sempre bisogno di NejiTen, e con le altre long.

Ringrazio di cuore chi ha commentato lo scorso capitolo: tenny_93, Amaranth93, Obito Uchiha, fullmetal manga lover

Spero che continuerete a seguire la storia, nonostante la mia imperdonabile poca professionalità =.=

Grazie!

Valentina o la da poco rinominata FangHerl numero 1

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Capitolo 13
*** Rumors ***


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RUMORS
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“Non dovresti credere ad ogni pettegolezzo che senti.” Il chuunin pigro sbadigliò.

Shikamaru si trascinò fino al bancone dell’Ichiraku ramen. Di fianco a lui, il suo migliore amico divorava affamato un altra ciotola, mentre Naruto e Kiba lo informavano eccitati di un noioso pettegolezzo che al momento si stava diffondendo a macchia d’olio nel villaggio.

“Ma non è un pettegolezzo!” protestò Naruto. “È tutto vero!”

“Già!” insistette Kiba. “L’abbiamo chiesto a Hinata questa mattina, e lei ce l’ha confermato,”

“Siete sicuri di averla capita bene?” domandò Shikamaru. Non era da Hinata mettere in giro false voci, ma quando si trattava di quei due idioti, era certo che c’erano molti altri modi in cui potevano averla fraintesa.

“Huh?” entrambi lo fissarono, confusi.

“Non importa.” Shikamaru scosse la testa: l’intera faccenda era troppo complicata per poterla spiegare a loro due.

“Hey.” Chouji smise di mangiare, per poi puntare a qualcosa dietro ai tre. “Non è Neji quello là?”

“DOVE?” urlò Naruto, voltandosi per guardare dove Chouji aveva puntato. “Oh si! Dovremmo chiederlo a Neji!” gridò, prima di scomparire alla massima velocità, in direzione del jounin

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“TENTEN!” urlò Sakura mentre lei e Ino correvano incontro alla kunoichi con gli chignon.

“Oh.” Tenten si voltò, sorpresa di vedere le due ragazze esauste dietro di lei. “Ciao Sakura, ciao Ino.” Salutò le compagne più giovani.

“Tenten!” esclamò Ino ad alta voce, anche se erano a neanche un metro di distanza. “Abbiamo sentito di te e Neji…” cominciò tra i respiri pesanti.

“Cosa?” Tenten sembrò sorpresa. “Di già?” scosse la testa, incredula. “È successo in fretta.”

“COSA?” strillò Sakura “Quindi è tutto vero?”

“…” Tenten sorrise alle due kunoichi. “Già.”

“Oh  Dei!” gridarono le due all’unisono, prima di cominciare a strillare entusiaste a più non posso.

“Perché non ce l’hai detto?” domandò Ino, dopo che lei e la compare si furono fermate.

“Beh,” spiegò la mora, “Non era ufficiale fino a ieri, quindi…”

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“COSA?!” Gridò il solitamente calmo Hyuga.

Di fianco a lui, i suoi due compagni piangevano emotivamente, anche se non era certo se perché erano felici o davvero turbati.

“Quindi ancora non lo sapevi?” domandò Naruto al genio degli Hyuga.

“Più probabilmente ti sei solo sbagliato, Naruto.” Affermò Shikamaru.

“Ma è vero,” insisté il biondo, “ce l’ha detto Hinata-chan.”

“È vero, e Hinata non mente mai.”

“No. dev’esserci un errore.” Intervene Lee. “Neji non avrebbe mai…”

“Lee!” Gai diede all’allievo uno sguardo d’avvertimento. “Neji-kun.” Si voltò verso l’altro studente.

“Hn?” lo Hyuga alzò lo sguardo sul suo sensei.

Aveva riacquistato compostezza, ed era rimasto a fissare il pavimento per gli ultimi minuti, mentre gli altri discutevano se i pettegolezzi fossero veri o no.

“Ve l’avevo detto.” Mormorò Shikamaru abbastanza forte affinché le due bocche larghe, che avevano trascinato il Team Gai all’Ichiraku, potessero sentire.

“Ma Hinata…” protestò Naruto.

“Già, perché avrebbe dovuto…?” si aggiunse Kiba; ma entrambi vennero subito ammutoliti da uno sguardo glaciale puntato nella loro direzione.

La sorgente di quello sguardo, tuttavia, era con grande sorpresa di tutti, Lee, che si avvicinava furente ai due shinobi più giovani.

“COME VI PERMETTETE DI DIFFONDERE PETTEGOLEZZI COSI’ CATTIVI SULLA NOSTRA TENTEN-SAN?” domandò mentre lì afferrava entrambi per il colletto.

“Lee.” Neji richiamò il suo migliore amico; internamente era sorpreso come tutti, di vedere lo shinobi col caschetto reagire in quel modo.

Era vero che Naruto e Kiba avevano fatto male a partecipare a un così meschino gossip, ma erano andati direttamente da lui per verificare i rumori, invece di andare in giro per il villaggio a diffondere la notizia ancora di più, e, almeno per quello, Neji era loro grato.

“Neji-kun, non sei anche tu arrabbiato?” gli chiese Lee: lacrime gli scorrevano sul viso mentre fissava minacciosamente i due shinobi nella sua stretta.

“Lo sono.” Annuì lo Hyuga. “Comunque, non c’è nulla che possiamo fare contro i pettegolezzi.”

“Ma…” Lee cominciò a protestare, addolcendo leggermente la sua espressione.

“Sono falsi.” Ripeté Neji.

“Ma…” continuo l’altro, lasciando lentamente andare la presa su gli altri due nervosi shinobi.

“I nostri amici non crederanno mai ai rumori senza avere prima una nostra conferma.” Cercò di spiegare lo Hyuga all’ora calmo shinobi in calzamaglia.

“Suppongo di si…” Lee lasciò andare con esitazione Naruto e Kiba, che si voltarono l’un verso l’altro con uno sguardo di sollievo, grati che gli fosse stata risparmiata la vita.

“Ma…” ringhiò Neji prendendo velocemente il posto di Lee, e afferrando i due shinobi terrorizzati molto più violentemente di come aveva fatto il compagno prima. “Se sento di nuovo che avete preso parte alla diffusione di gossip riguardanti le virtù morali di Tenten, vi libererò personalmente da tutte le tentazioni strappandovi orecchie e lingua.” Enfatizzò la minaccia avvicinando i due al suo viso minaccioso. “Capito?”

“S-s-si.” Kiba e Naruto annuirono, prima che Neji li lasciasse andare, entrambi chiaramente pietrificati.

“Umm…” cominciò a dire il chuunin pigro, seduto dietro al gruppo all’Ichiraku. “Non che abbia mai creduto a quella voce… però avrei una domanda.”

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“Oh, questo è male.” Tenten disse preoccupata a se stessa, mentre correva rapidamente per le strade affollate, con Sakura e Ino che si trascinavano dietro di lei da lontano. “Devo trovare Neji.”

Era vivamente consapevole che metà degli abitanti la guardavano e sussurravano al suo passaggio.

Idioti!” pensò lei, “Se becco chi ha messo in giro questa voce lo uso come bersaglio per l’allenamento.” Giurò.

Tanto per cominciare, Tenten non aveva mai amato il gossip, e ancora meno lo amava se era lei il bersaglio di tanta maliziosità. La infastidiva il fatto che la gente non avesse di meglio da fare che sedersi ad un tavolo e diffondere bugie sugli altri.

“È così crudele.” Guardò velenosamente un gruppo di ragazzine che bisbigliavano puntando in sua direzione.

Qualcuno avrebbe di sicuro pagato per quello, se ne sarebbe assicurata. “è un ottimo momento per cominciare ad allenarmi sulla mira bendata.” Sorrise crudelmente, immaginando il gruppetto di ragazze come bersaglio per il suo allenamento ad occhi chiusi.

“Neji!” gridò Tenten, dopo aver individuato lo Hyuga di fronte allo stand dell’Ichiraku.

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“Neji!” la voce di Tenten lo raggiunse.

Voltandosi per cercarla, Neji vide le tre kunoichi avvicinarsi.

“Tenten.” Lo Hyuga mormorò il suo nome. Non era certo su cosa dire in quel momento, ma era ovvio che anche lei era venuta a sapere del pettegolezzo.

“Neji…” sbuffò Tenten mentre cercava di riprendere fiato.

“Ho saputo.” Affermò il ragazzo.

“La notizia è già dappertutto.” Lo informò lei.

“Verrà dimenticata in fretta.” Disse Neji. “Non ci saranno problemi.” Cercò di rassicurarla, sapendo esattamente cosa l’angosciava.

“Ma…” Tenten cominciò a protestare, preoccupata.

“Dato il momento,” spiegò lo Hyuga, “penseranno che non sia nient’altro che un cattivo pettegolezzo.”

“…” Tenten aprì la bocca per ribattere, ma poi ci ripensò. “Già, suppongo che abbia senso.”  Annuì, concorde. “Siamo stati fortunati che questa voce non si sia sparsa prima di ieri allora.” Sospirò.

“Hn.” Neji era d’accordo. Avrebbe potuto presentare serie difficoltà per la loro cena di fidanzamento se quella voce si fosse sparsa per il villaggio il giorno prima.

Non era sicuro di chi potesse esserci dietro, ma era sicuro che chiunque fosse non poteva ancora sapere della loro intenzione di sposarsi. Oltretutto, confidava nel fatto che gli anziani avrebbero facilmente creduto che quel gossip fosse stato iniziato da qualche fan girl gelosa per spiegare perché a Neji, il genio degli Hyuga, era stato permesso di sposare Tenten, una ragazza che non apparteneva ad un clan importante. Non gli faceva piacere il fatto che probabilmente ci sarebbero state molte persone che avrebbero domandato il motivo del loro fidanzamento, ma conoscendo gli anziani, Neji era certo che avrebbero velocemente messo a freno i pettegolezzi, e si sarebbero incaricati di risolvere il problema. Dato che Tenten sarebbe divenuta presto una Hyuga, la preservazione della sua buona reputazione importava loro molto; inoltre Neji sapeva che avrebbero pensato loro ad annunciare al villaggio che lei era stata scelta e approvata da loro stessi, in modo da solidificare il rispetto che la sua nuova posizione si meritava.

Ad ogni modo, se avesse mai sentito ancora qualcuno parlare male di Tenten, o se avesse mai scoperto il responsabile di quella voce, si sarebbe assicurato di fargliela pagare ugualmente.

“Ne sei certo, vero?” gli domandò nervosamente la ragazza.

“Hn.” Annuì lui.

“Ma se pensassero che…” Tenten si morse le labbra, agitata.

“Hanno già dato la loro approvazione.” Le ricordò Neji. “Per di più…” sorrise provocatorio, guadagnandosi qualche sguardo sorpreso e confuso, che passò inosservato alla coppia, che si era scordata di non essere sola. “Potrebbe persino far loro piacere sentire una cosa simile, dato che era una delle loro preoccupazioni.”

“Neji!” Tenten picchiò scherzosamente il braccio dello Hyuga.

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“Hey, di cosa state parlando voi due?” li interruppe finalmente Ino, non riuscendo a capire cosa stava succedendo, specialmente visto che Tenten non le aveva spiegato niente ma era corsa via per cercare Neji.

“Huh?” Tenten si voltò verso la piccola folla che si era radunata attorno a loro, notandola per la prima volta. “Oh, beh…” guardò Neji. “Immagino che dovremmo dirglielo?” aspettò un suo consenso.

“Hn.” Neji annuì: stava per farlo anche lui, poco prima del suo arrivo.

“Ieri,” cominciò la ragazza.

“HYUGA!” una voce tonante esplose da dietro di loro, sconvolgendo tutti.

“Papà!” esclamò Tenten, sorpresa.

“…” Neji osservava scioccato un Ryoku fumante che avanzava verso il gruppo.

Tenten si voltò verso lo Hyuga col terrore negli occhi, “Corri!” gli ordinò.

“Ma…” Neji stava per protestare, dicendo che avrebbe pensato male se fosse scappato, perché sarebbe sembrata una conferma dei pettegolezzi, ma una parte di lui concordava che sarebbe stato meglio riparlarne dopo aver calmato la furia dell’uomo.

“Vai!” lo esortò la ragazza. Neji annuì e cominciò a correre verso la direzione opposta.

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TBC…
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--- Celiane4ever’s space ---

Piccolo aggiornamento prima di partire per dieci giorni *Calabriaaa*

Eheh, un capitolo fatto di equivoci.

Non verrà mai svelato chi ha fatto partire quella voce, ma è la stessa persona che si vede alla fine del capitolo precedente, che avendo sentito Neji e Tenten parlare di bambini e di matrimonio, ha pensato che lei fosse già incinta.

Oltretutto, la povera Hinata non ha mentito: pensava che Naruto e Kiba parlassero del fidanzamento.

Spero sia piaciuto!

Grazie mille a chi continua a leggere e soprattutto commentare: tenny_93, June_L, fullmetal manga lover, fedelissime lettrici!

E ora fuggo, un pullman mi attende!

Buone vacanze a tutti voi!

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