A Royal Secret.

di Danger_stay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dark Dream. ***
Capitolo 2: *** New. ***
Capitolo 3: *** Fear ***
Capitolo 4: *** Inside. ***
Capitolo 5: *** Strange. ***
Capitolo 6: *** Ask. ***
Capitolo 7: *** Shadow Of Night. ***
Capitolo 8: *** Pain. ***
Capitolo 9: *** Two Faces. ***
Capitolo 10: *** Memories. ***
Capitolo 11: *** True. ***
Capitolo 12: *** Tattoo ***
Capitolo 13: *** Lie or not? ***
Capitolo 14: *** Maybe, alone. ***
Capitolo 15: *** It's Impossible. ***



Capitolo 1
*** Dark Dream. ***


A Royal Secret

Chapter One

 

Mi svegliai urlando, ancora una volta. Un altro incubo, sempre mia madre.. sempre nel solito bosco buio, ci tenevamo per mano, sembrava stessimo scappando fin quando non si fermò improvvisamente dicendo quelle parole che ormai avevo imparato perfettamente a memoria: “Devi continuare da sola, altrimenti non ti lasceranno in pace”. E subito dopo aver pronunciato quella frase, sparì. Nel nulla, come era accaduto nella realtà.

 

Mi alzai dal mio letto per andare in bagno, dovevo pur cominciare a prepararmi per la colazione, giusto? E questa era la prima regola di mio padre: “La principessa non può fare tardi a colazione”.

Feci una doccia veloce, rinfrescandomi forse mi sarei sentita meglio, visto che tutti dicevano che l'acqua aveva il potere di scacciare via tutti i pensieri negativi. Ma secondo me non era così potente. Dopo aver terminato la mia doccia mattutina, decisi finalmente di scendere al piano di sotto, fino ad arrivare in salone dove mio padre era già seduto comodamente su una sedia leggendo il suo solito giornale.

 

«Buongiorno» sorrise lui appena mi notò. Ricambiai il sorriso e mi accomodai al mio solito posto, quello di mia madre.

«E' tutto pronto per la festa di beneficenza di questa sera?» chiesi timidamente, non avevamo un bel rapporto. Ma davanti le telecamere e ai giornalisti dovevamo pur fingere di avere un buon rapporto Padre-Figlia.

«Si, ho invitato anche gli alunni della tua nuova scuola» rispose lui usando un tono calmo, ma io non lo ero affatto. Intanto iniziai a bere il the che la cameriera aveva appena versato nella tazza che avevo fra le mani.

«Ma come? Non avrò più un insegnante privato?» chiesi curiosa, era strano.

«No, Mr. Devans si è licenziato dicendo di rinunciare» disse ancora lui. Va bene che non ero un genio, ma arrivare al punto di licenziarsi era davvero esagerato, almeno secondo il mio parere.

 

Dopo aver finito la mia colazione, decisi di andare nel giardino del palazzo. Lì vicino c'era una spiaggia splendida. Mi rilassava stare in quel posto.. ma rilassarmi mi portava anche alla mente tutte le immagini del sogno di stanotte. Vorrei tanto sapere come era scomparsa mia madre, ma ogni volta che toccavo questo tasto 'dolente' con mio padre, ogni scusa era buona per svolgere i suoi doveri da Re. Vorrei tanto ricordargli che non era soltanto quello, ma che era anche un padre. Forse non avevo così tanto coraggio come tutti credevano, o forse ero soltanto troppo confusa.

E mentre ero completamente assorta nei miei pensieri, non mi accorsi nemmeno che la mia tutrice adesso si trovava al mio fianco. Voltai lo sguardo verso di lei e le sorrisi.

«Cos'è che ti turba, piccola?» chiese gentilmente Sarah.

«Tanti pensieri, forse un po troppi» risposi vagamente. Lei mi guardò sorridendo dolcemente, la adoravo.

«Alla tua età è normale avere tanti pensieri, ormai non sei più una bambina. I tuoi capelli dorati ormai stanno diventando lunghissimi, e i tuoi occhi sono più grigi del solito. Crescere è bello, ma fa soffrire certe volte, lo so perché ci sono passata anche io, ma essere una principessa non ti aiuta di certo, vero?» Mi accarezzò la guancia con fare materno, e le sorrisi.

«Non sai quanto hai ragione, Sarah» le risposi. Sarò anche cresciuta molto, ma anche lei stava cominciando ad invecchiare, ormai sul suo viso erano iniziate già a comparire delle rughe, e tra la sua chioma nera si intravedevano dei capelli bianchi, nonostante i suoi 52 anni. Ricordavo che era molto amica della mamma, e passavo tutto il mo tempo con lei, quando mia madre era fuori città con mio padre. Poi non so come sparì, di lei nessuna traccia. Dissero che io ero con lei quel giorno, e tutti contavano su di me per sapere dove fosse finita, ma io non ricordavo assolutamente nulla della sua presunta scomparsa.

 

*** ****** ***

Ormai erano quasi le 19:00 e la festa stava per cominciare, così scesi in salone prima che mio padre mi mandasse a chiamare da Sarah. Appena entrata nella sala, mi accorsi dell'enorme quantità di persone che si trovavano lì dentro. Poi, dalla porta principale, vidi entrare una massa di ragazzi, sicuramente della mia nuova scuola... così decisi di andare verso mio padre che, come mi aspettavo, mi chiese di salutare tutti i presenti e di ringraziarli per le loro offerte.

Dopo aver 'esaudito' i desideri di mio padre, uscii in giardino. Non sopportavo le feste così noiose, era vero che avevo scelto io di organizzare la festa, ma se non era per i bambini dell'orfanotrofio di mia madre, l'idea non mi sarebbe nemmeno passata per l'anticamera del cervello.

 

«E così tu devi essere la principessa Alexis?» mi chiese improvvisamente un ragazzo dai capelli ricci e bruni, aveva degli occhi splendidi di un verde simile al colore di uno smeraldo quando gli si illuminavano. Gli sorrisi dolcemente, e lo vidi avvicinarsi nella mia direzione.

«Si, sono io..» gli risposi sospirando. Lui mi guardò confuso per poi sorridere.

«Beh, io sono Harry Styles e andremo a scuola insieme, credo» disse lui ridendo, e risi anche io.

«Ora dovrei andare, ma ci vedremo sicuramente domani a scuola» in quel momento mi bloccai, che voleva dire domani?

«DOMANI?!» gli chiesi, quasi urlando, anzi, sicuramente urlando.

«Si, domani tutti gli alunni dovranno trasferirsi al campus della scuola, poi la settimana prossima cominceranno le lezioni» disse lui guardandomi confuso. Non ci pensai nemmeno un secondo, e lo salutai velocemente, andando verso l'entrata e poi da mio padre.

«Perché non mi avevi avvertita che domani avrei dovuto trasferirmi al college?» chiesi arrabbiata, mi facevano innervosire quando mi nascondevano le cose, e soprattutto quando la persona che mi mentiva era qualcuno di molto vicino.

«Si, te lo avrei detto stasera, ma non preoccuparti le valigie sono già pronte» disse lui senza far trasparire nessuna emozione. In quel momento mi ricordai che mi trattò nello stesso modo anche quando mia madre sparì e tutti la credevano morta.

 

-Papà la mamma tornerà presto?-

-Non ritornerà mai più-

-Ci dovremo trasferire?-

-Si ma non preoccuparti le valigie sono già pronte-

 

La scena comparve nella mia mente come un flashback, lo disse nello stesso modo, con la stessa freddezza, davvero non lo riuscivo a capire. Forse non gli importava di quello che provavo, ma almeno sarei andata in una nuova scuola, e non sarei stata costretta a rivederlo ogni mattina.

 

ANGOLO AUTRICE
Heylà ragazze, allora, non sò perchè ma l'idea di questa fan fiction mi è venuta mentre ero stesa sul mio letto, ascoltando Towers delle Little Mix. hahahahahahah okey beh, volevo chiedervi di dirmi che ne pensate e se vi piace, lasciatemi una piiiccoola rensione hahahah..
Scusatemi se il capitolo è piccolo ma è una specie di prologo. Ah.. e se vi interessa ho fatto il trailer della mia fanfiction Unexpected.. Vi metto il link..  http://www.youtube.com/watch?v=-Djup5NNekw 
Un bacio!

-Sweetie.

 

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Capitolo 2
*** New. ***


New
 



Questa notte non avevo dormito molto, ero nervosa. Insomma, non ero mai andata in una scuola, e andarci voleva dire fare nuove amicizie, fare conoscenza con altre persone, allontanarmi dal palazzo e , cosa più importante, da mio padre. Speravo sarebbe andato tutto bene.
Così dopo essermi preparata psicologicamente alla scuola, mi alzai dal mio caldo letto e andai in bagno per iniziare a prepararmi e fare le solite e noiose cose da fare al mattino.   


Appena terminata la mia routine mattutina, misi una leggera linea di eyeliner sugli occhi per poi scendere al piano di sotto. E, come mi aspettavo, le mie valigie erano già di fianco alla porta d'entrata.

'Mio padre mi stava cacciando?' era questa la domanda che continuavo a pormi , ma come altre domande che mi facevo, non avevo una risposta.   
Mi avvicinai alle valigie e trovai una piccola lettera bianca con la scritta "Per Alexis" così la presi e iniziai a leggere il messaggio scritto rigorosamente a mano.

'Buongiorno Alexis, come ti avevo detto ieri, le valigie sono pronte. Buona fortuna, e restaci quanto vuoi.
-Papà.'

Ed ecco la risposta alla mia precedente domanda, mi stava cacciando da casa mia. Bell'inizio.   
E uscendo dal palazzo, notai un auto nera parcheggiata proprio di fronte a me. Credendo che fosse l'auto che doveva accompagnarmi a scuola, mi avvicinai, ma all'interno della macchina c'era un uomo con un giornale fra le mani. Lo stesso giornale che parlava della scomparsa di mia madre. Ancora una volta lei, più cercavo di dimenticare, più mi si affollava la mente di brutti ricordi o di strani presentimenti.   
«Signorina, la sua auto è di là» Un ragazzo sulla ventina di anni e dai capelli biondi si avvicinò a me facendomi ritornare sul pianeta Terra. Tirai un lungo sospiro per poi entrare, finalmente, nell'auto giusta.   

Durante l'intero tragitto, pensai e ripensai a quell'auto. Se solo avrei saputo la targa avrei potuto trovare il proprietario e, magari, riuscire a scoprire perché aveva quel vecchio giornale fra le mani. Nessuno ormai pensava più alla scomparsa di mia madre, credevano tutti che fosse morta. Ma io lo so, lei é ancora viva.
Il ragazzo mi richiamò di nuovo e subito scesi dall'auto ritrovandomi davanti ad un edificio abbastanza moderno. La struttura era un po rovinata, ma infondo era una scuola normale, che mi aspettavo? Una reggia? No, neanche per sogno, volevo stare lontana da quell'ambiente, almeno per un po.


Notai che il ragazzo aveva già portato le valigie all'interno della scuola e, forse, anche in camera mia. Già, qual'era la mia camera? Così entrai all'interno dell'edificio ritrovandomi quelle iridi scure con le mie valigie davanti.
« Camera numero 96 terzo piano, mi segua» Disse lui gentilmente.
«Dammi del tu, per favore. Come ti chiami?» Gli chiesi curiosa mentre lui incrociava i suoi occhi scuri nei miei.   Era davvero carino e aveva degli occhi davvero misteriosi, e questa cosa mi attirava molto.
«Jake » Rispose Lui sorridendo. Così annuii per fargli capire di averlo ascoltato. Gli presi una borsa dalle mani ma lui subito la riprese, mentre gli rivolgevo uno sguardo confuso.
« Faccio io non preoccuparti» Disse piano, mentre lo guardavo con aria di sfida, come ero solita fare con chiunque volesse contraddirmi.
«Ce la posso fare, Jake» Dissi scandendo bene il suo nome, così Lui di risposta si lasciò andare una piccola risata, porgendomi la borsa. Bravo, sembrava aver capito.   


Arrivati davanti la mia camera, Jake aprì la porta, ritrovandoci in una stanza dalle pareti arancio chiaro. C'erano dei poster di vari cantanti attaccati ai muri. E poi due grandi armadi bianchi ai lati della stanza e, infine, due letti singoli. Jake prese le mie valigie e le mise sul letto vicino la finestra, Gli sorrisi per ringraziarlo.
Era un ragazzo davvero simpatico, per quel poco che ci avevo 'parlato'. Dopo che Lui uscì dalla stanza, mi stesi sul letto. Era così strano non essere al palazzo, era tutto così normale.   
E mentre facevo i miei pensieri 'normali' sentii alcuni strani rumori provenire dal bagno. Incuriosita,    mi avvicinai alla porta e quando la aprì subito mi si presentò davanti il ragazzo della scorsa sera.

Piccola differenza: la scorsa sera non aveva solo un asciugamano alla vita.   


Presa dall'imbarazzo chiusi subito la porta, cercando di calmare i miei poveri ormoni, ero sicuramente diventata un peperoncino.   
Cercai di distrarmi sistemando le mie cose in un armadio, ma dopo poco Harry uscì dal bagno con ancora i ricci che gli ricadevano bagnati sulla fronte. Infondo era carino, molto carino.
«Non sapevo stessimo nella stessa stanza» Dissi per rompere un po l'imbarazzo creatosi poco prima.
« Beh, nemmeno io in realtà» Rispose sorridendo. 'Aveva un bel sorriso' pensai.
« Harry vero?» Chiesi io.
« Si, in persona» Rise Lui mentre lo imitavo.
«Mi dispiace per prima, non sapevo stessi in bagno» Dissi con un leggero imbarazzo, ma Lui si mise a ridere.
«Fa niente davvero, e poi non credo ti sia dispiaciuto così tanto, o sbaglio?» Domandò Lui prendendo una ciocca dei miei capelli biondi fra le dita e, posizionandola dietro l'orecchio, mi sorrise.   
«Beh, devo ammettere che no, non mi è dispiaciuto affatto» Dissi sicura, e ancora una volta scoppiammo a ridere insieme. Era davvero simpatico.   
Subito dopo mi aiutò a sistemare le mie cose, per poi accompagnarmi a fare una specie di 'tour' della scuola.

 

Era davvero bella, i corridoi erano larghi e sui muri c'erano vari quadri, poi in un angolo del corridoio difronte l'ufficio del preside c'erano i vari trofei vinti dalle squadre della scuola, e le aule erano enormi e anche ben attrezzate. Terminato il 'tour scolastico', Harry mi portò al bar della scuola per farmi conoscere i suoi amici. Appena Lui mi fece accomodare al loro tavolo, mi sentii in imbarazzo. Tutti mi guardavano curiosi, finché uno di loro non parlò.
«Piacere, sono Niall» Si presentò un ragazzo biondo dagli occhi di un azzurro stupendo, sembrava un ragazzo affidabile.   
«Alexis» Dissi sorridendo, mentre lui ricambiava.
« Difficile non conoscere il tuo nome» Disse con tono duro un ragazzo dai capelli scuri, proprio come i suoi occhi che sembravano color cioccolato. Lo guardai per qualche secondo prima che si presentasse « Sono Zayn» Sorrise porgendomi la mano che Io subito strinsi.
«Io sono Liam e lui è Louis» Disse subito dopo un ragazzo, indicando l'amico al suo fianco che prese a parlare «E lui è troppo stupido da fare l'idiota il primo giorno in cui facciamo la tua conoscenza» Disse indicando quello che sarebbe dovuto essere Zayn.
«Non fa niente, davvero. Piacere di avervi conosciuto» Sorrisi timida, non mi piaceva presentarmi alle persone, mi metteva in totale imbarazzo.


Rimasi con loro per la maggior parte della giornata, erano davvero dei ragazzi simpatici. Tutti tranne Zayn che sembrava odiarmi, beh forse stavo esagerando, ma a volte faceva allusioni strane sul fatto che io fossi una principessa. Mica l'avevo scelto io? E poi sembrava che avesse qualcosa di personale contro di me, qualcosa di cui Io non sapevo nulla, probabilmente.

La serata passò in fretta, e io ed Harry andammo in camera, il giorno dopo il preside della scuola avrebbe fatto una specie di discorso per dare il benvenuto agli alunni. Ma come sempre avrebbe detto le solite cose.

 


'Presi immediatamente la borsa di mia madre, ma non riuscii a trovare il cellulare, doveva essere per forza qui. 'Dove l'avrà messo?' E mentre continuavo a cercare, l'uomo di prima arrivò dietro di me puntandomi ancora una volta quella pistola dietro la nuca. L'ansia continuò a salirmi, dovevo assolutamente trovare subito quel cellulare.
« Andiamo, devi sapere sicuramente dov'è l'agenda» Urlò ancora l'uomo, la verità era che non l'avrebbe mai avuto. Non importava cosa sarebbe successo, l'importante era chiamare qualcuno. Così continuai la ricerca al cellulare, ma la pressione della pistola contro la mia testa aumentava sempre di più finché la non scomparì del tutto. Mi voltai nella direzione dell'uomo, che ritrovai disteso a terra.
«Mamma» Mi fiondai immediatamente fra le sue braccia. Sapevo che sarebbe durato poco.'

All'improvviso aprii gli occhi, non ce la facevo più, non sopportavo quei sogni. E poi non riuscivo nemmeno a collegarli fra loro, non riuscivo a capirli.
Mi alzai dal mio letto, e notai che quello di Harry era vuoto. Dov'era andato?
Non ci pensai molto, visto che mi arrivò un messaggio da 'Sexy Boy' .

'Chi cazzo era questo?' fu la prima cosa che pensai. Così aprì il messaggio per scoprirlo.

'Hey principessa, c'è una festa ti aspetto giù in cortile
-Harreh'

Ora si che si spiegava tutto. 'Che idiota' solo al pensiero scoppiai a ridere da sola, mentre la mia risata rimbombava nella stanza. E in quel momento ricordai una scena, era come un piccolo flashback.

 

'«Non può essere vero» Disse mia madre ridendo.
«Mamma.. quando sarò grande non vorrà mica sposarmi?» Chiesi riferendomi a Max.
«No tesoro, no» Concluse ridendo. La sua risata. Resterà impressa nella mia mente per sempre.. '


E così era stato, la ricorderò per sempre.

Ritornai in me, ripensando al messaggio del riccio e decisi di andare a quella festa. Tanto non sarei riuscita a riaddormentarmi ugualmente.
Iniziai a prepararmi e truccarmi, indossai un vestitino nero che arrivava a metà coscia, aveva la scollatura a cuore con dei brillantini dorati sparsi sulla stoffa e, per abbinarlo, presi una borsetta dorata dalla mia valigia mettendo degli orecchini e scesi in cortile. Ma prima di oltrepassare il cancello sentì Harry parlare al telefono con qualcuno.
'Si sta arrivando'
'Non preoccuparti,  ho capito, va bene, a dopo!'   
Sembrava abbastanza serio al telefono, e questo mi incuriosiva.
Non passarono altri secondi, che subito mi notò dietro di Lui.
«Con chi parlavi?» Chiesi abbassando lo sguardo per non sembrare troppo interessata mentre, in realtà, era proprio il contrario.
«Zayn, ci stanno aspettando» Disse abbastanza teso.« Sei bellissima » Continuò Lui sorridendo come non mai.
«Grazie » Ricambiai il sorriso e andammo in un locale non molto lontano dalla scuola. Non ero mai andata in questi posti così affollati, ma le persone sembravano divertirsi, e anche tanto.
«Hey ciao bellissima» Un ragazzo dai capelli scuri si avvicinò a me, aveva un aria conosciuta, ma non ricordavo chi fosse, eppure sentivo di conoscerlo.
«Ti va di ballare?» Chiese ancora mentre mi guardava sorridendo, ma qualcosa fece diventare il suo sguardo serio. Più che serio.
«Lei è con me, amico» Disse duramente Harry, mentre mi prendeva una mano iniziando a farsi spazio tra la folla.
«Io so cosa hai fatto, Lex» Urlò il ragazzo di prima. Mi voltai velocemente verso di lui, ma sembrava come sparito nel nulla.
«Andiamo» Disse Harry portandomi dall'altro lato del locale, dove c'erano altri ragazzi della nostra scuola.
   

ANGOLO AUTRICE
Ciao raga, ho messo il secondo capitolo della storia, ma diciamo che non è ancora iniziata la storia in se, comunque, vorrei sapere cosa ne pensate.Se la storia è carina o no, e se devo continuarla. Perchè se non piace a nessuno, non vedo dove sia il motivo di continuarla. Okey io scappo!

Un bacio

-Danger.

 

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Capitolo 3
*** Fear ***


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FEAR
 




«Io so cosa hai fatto, Lex» Urlò il ragazzo di prima. Mi voltai velocemente verso di lui, ma sembrava come sparito nel nulla.
«Andiamo» Disse Harry portandomi dall'altro lato del locale, dove c'erano altri ragazzi della nostra scuola.


“Io so cosa hai fatto, Lex”
Quelle parole, quel nome, era tutto così strano.
«Non starai pensando ancora a quel ragazzo, vero?» Chiese Harry mentre gli facevo cenno di no con il capo. Si, era normale che ci pensavo. Cosa avrò fatto? Lui cosa sa? E perché mi ha chiamata Lex? Solo lei lo faceva, ma purtroppo non è qui. 


Mi guardai in giro, in cerca del ragazzo di prima, ma non ce n'era più traccia. 
«Hey ragazzi» Ed ecco che gli amici di Harry si avvicinarono a noi.
«Da quanto tempo, amico » Disse Zayn con tono scherzoso, mentre dava una leggera pacca sulla spalla ad Harry.
«Già..» Rispose Harry ridendo, forse aveva capito che era ubriaco.
«Quanto sarà passato? 6 ore? » Continuò Zayn ridendo, mentre Harry gli rivolgeva uno sguardo confuso.

1. Per quanto sembrava, Zayn era ubriaco.
2. Come fanno a non sentirsi da 6 ore, se Harry mi ha detto che ci stava parlando a telefono poco fa?!

E così come lo pensai glielo chiesi, ma l'unica cosa che ricevetti fu uno sguardo confuso e altre risate. Beh almeno avevo avuto la conferma che era ubriaco.

« Beh amico, noi andiamo eh» Disse Harry mentre lo guardava ancora più confuso.
«É ridotto male, è ubriaco» Dissi ridendo anche io «Come puoi lasciarlo da solo?» Continuai.
«Beh resta con lui se vuoi, se mi cerchi sono di là» Disse indicando il bancone degli alcolici. La domanda che adesso mi ponevo era una soltanto:”A fine serata sarò per caso ridotta a portare ai dormitori due ubriachi?” Già, secondo me sì.


« Perché non torni da tuo padre? Torna al tuo castello e togli quella faccia da perfettina del cazzo dalla mia vista» Disse spingendomi Zayn, che diavolo gli era preso?! Dire che ero sconvolta era poco, cambiava umore così facilmente che a volte nemmeno me ne rendevo conto.
«Zayn, forse è meglio se ti porto a scuola, così andrai nella tua camera e dormirai. Sperando che domani mattina ti senta meglio» Gli dissi prendendogli un braccio e appoggiandolo alla mia spalla.
«Non preoccuparti ce la faccio» Disse Lui infastidito. Così iniziò a camminare davanti a me, mentre io lo seguivo. Sembrava essersi calmato e dopo poco tempo arrivammo subito ai dormitori.
«Notte Lex» Disse entrando in camera sua. Lex! Anche lui mi ha chiamata così.
«Zayn apri la porta ti prego» Urlai dando dei pugni sul legno della porta, e finalmente mi aprì.
«Che vuoi?» Chiese annoiato. 
«Lex. Perché mi hai chiamata così?» Chiesi timida sperando che non si arrabbi per una stupida domanda.
«Non ti ricordi? Ci vediamo alle quattro e un carto» Disse richiudendo la porta.

«Mamma non voglio andarci in piscina» Dissi tirando mia madre per il polso, ma ovviamente era più forte di me.. infondo avevo solo sei anni, che forza potevo avere?
«Ci devi andare,forza!» Disse sorridendo mia madre, mi accarezzò i capelli per poi lasciarmi un dolce bacio sulla guancia.
«Ci vediamo alle quattro e un carto» Dissi sorridendo.
«Certo Lex» Disse prima di lasciarmi lì con i miei compagni. 

Oh mio dio.
Non posso crederci, come faceva a saperlo? Bussai di nuovo alla porta di Zayn, ma non apriva, così decisi di andare in camera mia. Dovevo capire perché Zayn sa tutte queste cose. E poi con chi parlava Harry al telefono? E quel ragazzo? Chi era? E che sapeva di me? Che avevo fatto?
Tutte queste domande si affollavano nella mia mente, mi stava per scoppiare la testa. Se solo ricordassi quel che successe con mia madre, non avrei i miei incubi e non avrei tutti questi problemi.


NARRATORE

E pensando e ripensando, Alexis si addormentò nel suo freddo letto. Ma come sempre le sue notti non erano mai tranquille, infatti, anche quella notte sognò la madre. Sempre la stessa scena, ma stavolta vide qualcosa in più.

«Devi continuare da sola altrimenti non ti lasceranno in pace» Disse la madre .
«No, non mi lasceranno comunque in pace e lo sai» Disse Lex sicura delle sue parole.
«Avremo provato almeno. Vedrai, andrà tutto bene e quando ci ritroveremo, sarà come la prima volta che ci vedremo e nessuno soffrirà» E dopo quelle tristi parole della madre, sulla guancia di Alexis scese una piccola lacrima. 


E proprio come nel sogno, Alexis si svegliò improvvisamente piangendo.
Era infastidita, tormentata dal fatto che non ricordasse nulla sulla scomparsa di sua madre.


Lex cominciò a calmarsi grazie ad una mano che le stava accarezzando i suoi morbidi capelli dorati, per un momento gli sembravano le carezze di sua madre, quelle che tanto desiderava riavere indietro, ma poi spostando lo sguardo si accorse della figura di Harry accanto a lei. Senza resistere, si lasciò andare tra le braccia del ragazzo sfogandosi e piangendo. 
«Scusami» Disse Lei allontanandosi da Harry.
«Vieni quì..» Disse riavvicinandola « Non devi fare così, e poi non devi sprecare tutta quest'acqua, sai? Dopo le tasse le paghi tu eh» Disse lui sorridendo e lei rise.

'Almeno aveva smesso di piangere' pensò Harry.


«Finalmente i rubinetti si sono chiusi» Disse ridendo Harry mentre le accarezzava una guancia.
«Avevano un piccolo problema sai..» Disse lei sorridendo dolcemente.
«Me ne ero accorto» Ricambiò lui il sorriso « Beh, visto che sono già le nove di mattina e le lezioni cominceranno solamente fra quattro giorni, che ne dici di dormire un altro po?» Continuò.
«Per avere un altro incubo?» Disse Lex facendo una piccola risata amara.
«No, stavolta sarà diverso. Sarai fra le mie braccia e non avrai nessun incubo okey?» Disse dolcemente Harry mentre si posizionava sotto le coperte del letto di Lex, abbracciandola.
«Perché fai questo?» Chiese Alexis mentre era quasi arrivata nel mondo dei sogni.
«Perché l'ho promesso a me stesso» Sussurrò Harry all'orecchio di Lex, ma sembrava non aver sentito. Ma per lui era meglio così.


ZAYN'S POVE

E mi svegliai con un enorme mal di testa, troppo forte per i miei gusti. Cercai di riprendermi facendo una doccia, ma non successe nulla, il mal di testa rimase e anche il mio stato di confusione.
Mi sentivo una schifezza, così decisi di uscire a prendere una boccata d'aria. Ma mentre ero assorto nei miei pensieri, il cellulare cominciò a squillare. Ma non sembrava essere il mio.

'Ci vediamo al Parco vicino la tua scuola alle dieci e mezzo, vieni da sola Lex'

Era un messaggio. Lex, ma certo. Alexis! Era il suo cellulare? Perché era nella mia giacca? E perché l'hanno chiamata Lex? Mi stavo confondendo solo di più le idee, forse era meglio andare a riportarglielo. Così mi avviai verso camera sua. Feci per bussare, ma sentì Harry parlare con qualcuno.
«É qui con me»
«Non è successo nulla,davvero.»
«Sta male e per colpa tua»
«Okey, ci sentiamo più tardi» 
Riuscì a sentire solo questo, ma mi bastava per capire che stava parlando DI e non CON Alexis. Così entrai.
«Il cellulare, è suo» Dissi poggiando il cellulare sul comodino di Alexis.
«Dà pure a me» Disse Harry cliccando sullo schermo del cellulare di Alexis.
«Di chi è questo messaggio?» Chiese preoccupato. A volte sembrava essere suo padre.
«Non lo so» Dissi vago.
« Perché l'avevi tu?» Chiese curioso Harry.
«Non lo so, non chiedermelo, non ricordo un cazzo di tutta la serata di ieri. Vs a fare la mammina da un altra parte» Dissi portando una mia mano alla testa.
«Scusa amico devo andare» Disse Harry uscendo dalla stanza . Credo di dover andare in infermeria e farmi dare qualche aspirina, forse è meglio.


ALEXIS'S POVE.

E quando mi risvegliai, trovai il mio cellulare sul comodino di fianco al mio letto. Non ricordavo di averlo messo qui, ma lo presi comunque notando un nuovo messaggio che però era già stato letto. Strano. Così lo aprii.

'Ci vediamo al parco vicino la tua scuola alle dieci e mezzo, vieni da sola Lex'

Letto il messaggio posai lo sguardo sulla sveglia notando che erano le dieci e trentacinque, così mi sbrigai il più presto possibile. Mi aveva chiamata Lex, forse era il ragazzo di ieri.
Ma quando arrivai al parco non vidi nessuno. Aspettai altri dieci minuti, ma niente. E quando presi il mio cellulare per guardare l'orario, vidi un nuovo messaggio.

'Grazie per la visita del tuo amichetto, hai trovato la persona giusta per te a quanto pare' 

Che voleva dire? Io non ho mandato nessuno.
Che confusione, giuro, non ci capivo più nulla.
Così feci per tornare al dormitorio, ma poggiato su una panchina del parco, c'era Harry con un fazzoletto sporco di sangue. 

 

ANGOLO AUTRICE
Allora, non so se questo capitolo è meglio del primo, ma credo proprio di no. Vabbè la speranza è l'ultima a morire comunque, e spero che prima o poi imparerò qualcosa. 
Ora torniamo al capitolo, allora: 
1)Quando Alexis decide di accompagnare Zayn ai dormitori, lui la chiama Lex e gli dice una frase che lei diceva sempre a sua madre. Quindi come farà Zayn a saperlo? 
2)Nel pove di Zayn si capisce che lui non ricorda nemmeno di averla vista quella sera e non ricorda di averla chiamata Lex. Praticamente lui non ne sapeva nulla, vabbe poi nel prossimo capitolo si capirà una cosetta.
3) Il messaggio per l'incontro e Harry con il fazzoletto sporco di sangue. 
Beh, poi si vedrà nel prossimo capitolo cos'è successo eh hahahahahah okey ora scappo, Un bacio a tutte!
-Danger.

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Capitolo 4
*** Inside. ***


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"We are each our own devil, and we make this world our hell." 
The Duchess of Padua 

INSIDE.

'Grazie per la visita del tuo amichetto, hai trovato la persona giusta per te a quanto pare' 

Che voleva dire? Io non ho mandato nessuno.. .. 
Che confusione, giuro. Non ci capivo più nulla..!
Così feci per tornare al dormitorio, ma poggiato su una panchina del parco, c'era Harry, con un fazzoletto sporco di sangue. 

Non sapevo cosa fare, ero rimasta per un secondo paralizzata. Ma alla fine decisi di avvicinarmi a lui.
-Che ti è successo?- gli chiesi preoccupata, mentre lui alzò lo sguardo verso di me. Mi guardò per un paio di secondi interminabili, per poi abbassare lo sguardo.
-Sono caduto- disse a bassa voce. Ovviamente era una bugia, lo notai dal modo in cui evitava il mio sguardo.
-Ti crederei.. se non fossi una principessa. Nel mio mondo mentono quasi tutti, sai. Saprei riconoscere una bugia a chilometri di distanza, e sono poche le volte in cui mi sono sbagliata.- dissi sorridendo leggermente, mentre mi sedevo sulla panchina accanto ad Harry. 
-La verità è che sono appena uscito dalla palestra, faccio box. E stamattina non è andata molto bene..- disse concludendo la frase con una piccola risata amara.
-Certo- risposi fredda.. non era quella la verità, potrei anche sbagliarmi ma mi fidavo del mio istinto.
-Ora andiamo, il preside deve fare il suo stupido discorso.- disse alzandosi. 
-Se è stupido perchè vai ad ascoltarlo?- gli chiesi curiosa.
-Perchè altrimenti ci saranno delle conseguenze.- rispose iniziando ad avviarsi verso scuola, ed io lo imitai. Era vero. A volte facevamo delle cose soltanto per paura delle possibili conseguenze nel caso non le avremmo fatte.

UNA SETTIMANA DOPO

Mentre finivo di prendere i libri che mi servivano per il primo giorno di lezioni, notai che Harry stava ancora dormendo. Niente da fare, nemmeno un terremoto lo sveglierebbe.. forse io si.
Pensai a qualcosa di originale, ma non mi venne nulla in mente. Così presi un bicchiere e lo riempii d'acqua.. era una cosa comune.
Mi avvicinai al suo letto, e tentai di svegliarlo dolcemente come già avevo provato un milione di volte, ma niente. Ce l'ha voluta lui.
Presi il bicchiere con l'acqua e glielo lanciai sul viso. 
Aprì gli occhi di scatto, spaventato. 
-SEI FUORI DI TESTA?!- mi urlò contro. Wow che caratterino, peggio del mio eh.
-Calmati playboy guarda che oggi cominciano le lezioni, altrimenti non avrei mai osato svegliare il super permaloso- dissi ridendo, mentre ritornavo in bagno.
-Resti comunque una stupida bambina - concluse alzandosi dal letto, finalmente.
Questa settimana era passata davvero velocemente, e più o meno io ed Harry ci eravamo abituati a condividere la stanza e andavamo molto d'accordo. Per quanto riguarda Zayn, era rimasto tutto come prima.. diciamo che era un po strano. Bipolare, ecco. A volte mi trattava male, ma era raro. Mentre a volte parlavamo tranquillamente, a volte mi chiedeva consigli e lui mi aiutava un pò a non perdermi nella scuola. Invece con gli altri ragazzi non ho avuto alcun tipo di problema, erano tutti fantastici! Inoltre ho conosciuto una ragazza molto simpatica, Myriam, e conosceva anche gli altri ragazzi. Diciamo che mi stavo abituando a stare in una scuola. 
Di mio padre? Nessuna traccia. Forse si starà godendo il tempo senza me fra i piedi.. o chi lo sa.

Dopo vari minuti finalmente Harry era pulito e sistemato, così iniziammo ad avviarci verso la nostra prima classe.
Prima Ora: Fisica.
Una materia davvero orribile, giuro. La odiavo più di qualunque altra cosa, non c'era niente da fare.
Appena entrammo nell'aula, c'erano soltanto alcuni degli alunni.. mentre del professore/professoressa nessuna traccia, ma vabbè.
-Vieni siediti accanto a me - disse Harry andando verso un banco vicino la finestra. Cioé.. prima mi assegnano il letto vicino la finestra, ora il banco. Ma dico, non è che volete buttarmi giù? No, era solo una domanda tanto per sapere eh.

Nel frattempo non me ne ero nemmeno resa conto che il professore era già arrivato. Così voltai lo sguardo verso di lui, e .. non ci potevo credere.. era il ragazzo della discoteca.
-Buongiorno ragazzi, io sono il vostro professore di fisica.. Mi chiamo Mark, Mark Bintels.- disse lui sorridendo, mentre io restavo sempre più 'scioccata' in un certo senso.
Lo guardai insistentemente per un paio di minuti, finchè Harry non mosse il mio braccio.
-Che c'è?- gli chiesi a bassa voce, senza farci sentire.
-Sei strana, sembri imbambolata- rispose lui. Ma ormai non lo stavo ascoltando. Per prima cosa, allora, quel giorno non era Harry che avevo 'mandato' da lui. Altrimenti se ne sarebbe accorto. E secondo.. non aveva segni di lividi o cose del genere, quindi non era stato picchiato. Quindi Harry non era stato. Allora di che amichetto parlava?
-Signorina qualche problema forse?- mi chiese il professore.
-No- risposi abbassando lo sguardo. Era tutto così strano.. fin troppo.

Per tutta la lezione non ascoltai una sola parola di quello che disse, ma lo osservavo. Non ci potevo credere..
Così, appena suonò la campanella che segnava il termine della prima ora, mi avvicinai a lui.
-Che ci fai qui?- gli chiesi a bassa voce. Lo guardai negli occhi, ma quello che ottenni fù soltanto una stupida risata,
-Beh, chiedilo al tuo amichetto- rispose prima di lasciarmi da sola in quella classe ormai vuota. Non riuscivo a capire ancora chi fosse il 'mio amichetto' visto che Harry era stato cancellato dalla lista dei sospettai. Per ora.

Uscita dall'aula, mi diressi verso la prossima.. avevamo Filosofia. Amavo quella materia nonostante fosse leggermente noiosa. Appena entrai nell'aula mi sedetti al primo banco, non volevo essere la prima della classe.. ma se sarei stata dietro non sarei riuscita a seguire la lezione, ne ero sicura.

*** *** ***

Nonostante tutti i miei tentativi di seguire le lezioni di quella giornata, non ci riuscì. Le immagini di quel ragazzo si facevano pian piano spazio nella mia mente, perchè si trovava qui? Odiavo pormi domande sapendo che non troverò presto una risposta.

Così, visto che le lezioni erano terminate per quella giornata, decisi di andare in sala professori. Magari lo avrei trovato lì, magari.
Ma le mie preghiere non erano state ascoltate a quanto pareva. Non c'era assolutamente nessuno lì dentro. Ma in compenso trovai il suo armadietto.. aperto. Quindi era qui intorno.
Lo aprì per  vedere se trovavo qualcosa di importante, non so qualche indizio. Ma trovai soltanto lo stesso giornale che aveva fra le mani quell'uomo in quell'auto fuori dal mio Palazzo.
Se prima ero confusa, ora era peggio. 
Ricordavo benissimo il viso dell'uomo in quell'auto, e non era lui. Allora perchè aveva lo stesso giornale? E poi da dove lo avevano preso? Ormai questi giornali erano spariti dalla circolazione sotto l'ordine di mio padre. Riuscivo soltanto a pormi domande, ma le risposte? Niente.
Presi il giornale fra le mani e notai alcuni appunti infondo alla prima pagina, quella che parlava della scomparsa di mia madre.

'Parigi, 7 Dicembre 1995 inizio'
poi più giù
'Londra, 2 Novembre 2013 fine'

La prima data era quella del mio compleanno, mentre la seconda ancora doveva nemmeno arrivare. Che significava? 

Girai ancora la pagina, ma il giornale mi venne strappato dalle mani, era lui.
-Che ci fai qui dentro? E perchè hai le mie cose?- chiese arrabbiato.
-Nulla, volevo soltanto sapere che significavano quelle scritte, e perchè avevi quel giornale.- dissi abbassando lo sguardo. Non rispose per qualche minuto.
-Dietro quelle date c'è molto più di quanto credi Lex- disse sorridendo dolcemente.
-Perchè mi chiami Lex?- gli chiesi spazientita.
-Perchè l'ho sempre fatto- disse prima di andare via. No, quello riusciva a confondermi ogni volta peggio. E i frequenti mal di testa non aiutavano affatto. Tornai in camera sfinita da quella situazione, e mi stesi sul mio letto. Cercai di prendere sonno ma non ci riuscì. Volevo pensare, ne avevo bisogno. 
Ormai era tanto che non avevo i miei soliti incubi, almeno non andavo a dormire con la preoccupazione di parlare nel sonno, o ancora, di fare qualcosa.
Mentre ero immersa nei miei pensieri, nella mia mente apparve un immagine. Un simbolo almeno credo. Presi subito un foglio e iniziai a disegnare, dovevo farlo altrimenti lo avrei dimenticato.
Era strano come simbolo, sembrava una specie di fulmine..
Non capivo cosa significasse, così accesi il mio computer per fare delle ricerche. Cercai di scrivere su google tutte le caratteristiche del disegno, in  modo da riuscire a trovare quello giusto.
E per fortuna lo trovai. Raku. Così si chiamava, allora cominciai a leggere la sua definizione.

"Raku libera dall'illusione della materia, è guarigione totale con il distacco dalla medesima; è anche Vajra ( diamante) del Buddhismo Vajrayana, rappresenta la saggezza profonda, dura come il diamante che porta al risveglio. "

Che cavolo voleva dire?
La saggezza profonda, dura come il diamante che porta al risveglio... 
Quella frase mi piaceva, infondo. Ma non riuscivo a capirne il significato. Non so se è così importante saperlo, forse l'ho immaginato così. Ma nulla accade senza un motivo, giusto? Almeno così pensavo. E ne ero convinta.
Supponendo che io dovei risvegliarmi da qualcosa. Il Raku mi porterebbe al risveglio. Ma di quale risveglio stiamo parlando? 

Così, non capendoci niente, cercai il significato di risveglio.

'Risveglio
 Ridestarci, risvegliarci, significa uscire dalla prigionia della mente razionale che ci condiziona e ci imprigiona: significa tornare a sintonizzarci sulla consapevolezza... non più immaginare, non pensare, ma semplicemente... essere.'

Uscire dalla prigionia della mente razionale che ci condiziona e imprigiona..niente da fare, non ci capivo nulla, da quale prigionia dovrei liberarmi? Forse stavo sbagliando tutto. Ma all'improvviso mi arrivò una mail con un messaggio vocale.. così la aprii.

"Brava, sei sulla buona strada.. magari se ti aiutassi, potresti anche andare avanti. mi raccomando continua così principessa. Una, cosa: risvegliati dalla tua -
Era una voce metallica, non potevo riconoscerla. Ma non riuscì a finire di ascoltare la frase, poichè il computer si spense. Così all'improvviso. Mi guardai attorno, forse il riccio mi voleva fare uno dei suoi soliti scherzi.. ma non c'era.
Riprovai ad accendere il computer ma niente, era partito ormai. Eppure ero sicura che non avesse problemi.
Uscii dalla mia stanza, per andare in segreteria. Magari mi avrebbero aiutata a risolvere questo piccolo problema. Ma nemmeno lì c'era nessuno, così feci per girarmi e andarmene, ma andai a sbattere contro Mark. Benissimo.
-Di nuovo qui? Qualche problema?- chiese lui preoccupato. Aveva lo sguardo strano, come se avesse appena visto un fantasma.
-Il mio portatile, si è spento all'improvviso- dissi lentamente, mentre lo osservavo.
-Posso occuparmene io se vuoi- chiese gentilmente lui, così annuii.. doveva soltanto riparare il mio computer, no?

Appena glielo diedi, se ne andò. Spero lo ripari presto, ho bisogno di continuare ad ascoltare quella mail. 
Se prima credevo che quel simbolo non significasse niente, adesso invece devo assolutamente sapere da cosa dovrei risvegliarmi. 


ANGOLO AUTRICE
Beeene.. siete aumentaate *^* e questo mi fa daavvero piacere, tanto. Coomunque ritornando al capitolo, ho tre domande da farvi:
1)Secondo voi chi è l' amichetto di cui parla Mark (il ragazzo della discoteca)?
2)Avrà fatto bene a dare il computer a lui?
3)Chi è che gli ha mandato la mail con il messaggio vocale?

Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione.. e ditemi se ho fatto degli errori , o per meglio dire, orrori.
Il simbolo di cui si parlava è questo:
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Ora scaappo al prossimo! 
-Sweetie.

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Capitolo 5
*** Strange. ***


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STRANGE.


Uscii dalla mia stanza, per andare in segreteria. Magari mi avrebbero aiutata a risolvere questo piccolo problema. Ma nemmeno lì c'era nessuno, così feci per girarmi e andarmene, ma andai a sbattere contro Mark. Benissimo.
-Di nuovo qui? Qualche problema?- chiese lui preoccupato. Aveva lo sguardo strano, come se avesse appena visto un fantasma.
-Il mio portatile, si è spento all'improvviso- dissi lentamente, mentre lo osservavo. 
-Posso occuparmene io se vuoi- chiese gentilmente lui, così annuii.. doveva soltanto riparare il mio computer, no?

Appena glielo diedi, se ne andò. Spero lo ripari presto, ho bisogno di continuare ad ascoltare quella mail. 
Se prima credevo che quel simbolo non significasse niente, adesso invece devo assolutamente sapere da cosa dovrei risvegliarmi. 


Appena tornai in camera notai Harry che stava tranquillo sul MIO letto, senza accorgersi della mia entrata nella stanza. Meglio.
Andai verso di lui, e mi avvicinai al suo orecchio.. per poi aspettare qualche secondo prima di urlargli 'Giù dal mio letto, riccio' mentre lui si spaventò per la seconda volta in quella giornata. Forse stavo esagerando? Naah.
-Prometto che prima o poi mi vendicherò- disse prima di lasciarmi un bacio sulla guancia, per poi andare verso il suo letto.. forse per dormire.
-Quando? Prima? O poi?- chiesi provocandolo e come risposta ricevetti una semplice finta risata. Dopo avergli rivolto un occhiata divertita, corsi sul mio comodo letto, ormai sgualcito dal peso del riccio. Così dovetti rifare il letto, ma appena tolsi il cuscino trovai un foglio. Era bianco, ma c'era una lettera al centro: G.
Okeey, forse era caduto dal pantalone del riccio.. così glielo misi sul comodino per poi andare sul mio letto e lasciare che il sonno prenda il sopravvento su di me.

*** ***

"Non provarci nemmeno!" disse a denti stretti mia madre, mentre quell'uomo continuava a tenermi. Era insopportabile il dolore che mi procurava. 
"Perchè? Cos'hai da perdere? Lei  non lo sa, vero?!" chiese l'uomo provocando mia madre, che assunse un espressione preoccupata. Non riuscivo a capire di cosa stesse parlando. Cosa non sapevo? Mentre io continuavo a formularmi domande di questo tipo, l'uomo scoppiò in una risata che rimbombò per tutta la stanza. Quel gesto mi fece soltanto innervosire, e molto. Forse anche troppo.
"Userò quest'informazione a mio favore, puoi andare" disse lui buttandomi verso mia madre, il quale mi prese fra le braccia stringendomi forte a lei. E intanto l'uomo uscì dalla stanza senza preoccupazioni.
"Che voleva dire, mamma?" chiesi curiosa, ma l'unica risposta che ricevetti fù una leggera carezza sui capelli e un bacio sulla fronte. Non capì quel gesto, ma avevo intuito che non potevo saperlo.

Stavolta mi svegliai all'improvviso durante la notte, semplicemente spalancando gli occhi. Ormai non mi spaventava più sognare mia madre, era già da tanto che lo facevo.
Forse questi momenti che sognavo con mia madre, erano accaduti nel giorno in cui scomparve. Ma non riuscivo a collegare le scene, anche perchè erano tutte in luoghi diversi.. completamente.
Mi alzai leggermente con il busto, poggiandomi su di un lato osservando al di là della finestra. Era tutto buio, buio totale. Nemmeno una luce da qualche parte, o un semplice faro di un'auto.. niente.
Mi voltai dall'altra parte, fissando il letto di Harry.. vuoto. Ancora una volta quel letto era vuoto, e ancora una volta accadde dopo che avevo avuto un incubo.
Chissà dove và ogni volta. Non sapevo nulla su di lui, ma mi fidavo abbastanza. Almeno credo.
Intanto notai l'orario, le tre e un quarto di notte. Non sapevo che fare, visto che non avevo sonno.. o meglio non riuscivo proprio a riaddormentarmi dopo quel sogno.

Sapendo che ormai non mi sarei più riaddormentata, uscii dalla stanza, e feci un giro per la scuola. Vagavo senza meta, mi lasciavo guidare dal mio istinto, e forse a volte non dovevo farlo. Continuai a camminare, finchè non mi ritrovai davanti la porta della stanza di Zayn. 

"Forza dormi!" disse una voce maschile, ma ero sicura che non fosse quella di Zayn.. ma di qualcuno che non conoscevo.
"Non voglio" rispose Zayn lamentandosi. Non riuscivo a capire bene la situazione, così mi avvicinai alla porta per ascoltare meglio.
"Daai" insistette l'altro, e subito dopo non sentì più la voce di Zayn. Mi avvicinai ancora alla porta per assicurarmi che Zayn non stava più parlando, e infatti era così. Cosa era successo? Non ebbi nemmeno il tempo di formularmi questa domanda, che l'uomo che sicuramente aveva parlato poco fà, uscisse dalla stanza. Così mi nascosi dietro l'angolo del corridoio più vicino, ma non riuscii a vedere il viso dell'uomo, ma sembrava abbastanza adulto, almeno dalla voce.

Appena l'uomo si allontanò, mi avvicinai ancora una volta alla stanza di Zayn, il quale non emetteva più nessun rumore. Presa dalla preoccupazione, entrai in quella camera. Era tutto buio, e c'erano fogli sparsi per terra, non credevo Zayn fosse così disordinato!
Continuai a camminare verso il suo letto, e lo vidi dormire tranquillo. Strano, visto che aveva detto di non volersi addormentare. Credo che quell'uomo gli abbia dato qualcosa, anzi sicuramente. Mi avvicinai di più a Zayn, per cercare di svegliarlo, ma niente. Credevo fosse qualcosa di grave, ma sentivo ancora il battito del suo cuore, quindi qualsiasi cosa gli abbia dato era soltanto per farlo dormire. Ma perchè? E poi chi era quello? Curiosai in giro, in cerca di qualcosa che magari poteva essermi utile, ma fra tutto quel disordine era impossibile!

Dopo aver terminato di dare un altra occhiata in camera, decisi di uscire.. e proprio mentre stavo per andarmene, sentii che qualcuno si stava avvicinando alla porta. Così con passo veloce andai a nascondermi sotto il letto di Malik, sperando che non mi vedano,

Sentiti i rumori dei passi, intuii che l'uomo o donna che sia, fosse entrato. 
'Sta dormendo' disse l'uomo. Forse stava parlando con qualcuno al cellulare oppure non so! Ero troppo distratta dalla presenza dei calzini di Malik davanti al mio naso.. e non c'era un buon odore, per niente.
'Okey allora arrivo' dopo questo, non sentii più niente. Quindi l'uomo era uscito, per fortuna. 

Mi alzai da sotto quella camera a gas, e decisi di uscire da quella camera una volta per tutte. Tanto non ci avrei capito nulla lo stesso, forse avrei chiesto a Zayn domani mattina.  

**** **** **** **** ****

Mi sentivo leggera, molto leggera, TROPPO leggera!
-HAAAARRRYYYYYYYYY- Mi alzai urlando infuriata, visto che il riccio si era divertito ad appendere la sua 'adorata' amaca, su cui ha avuto la brillante idea di poggiarmi!
-Calmati Principessa, credevo volessi vivere in modo più naturale!- Disse ridendo il riccio. Almeno mi aveva avvertita, aveva detto che si sarebbe vendicato!
-Sei uno stronzo, sai che soffro di vertigini- dissi scendendo da quella cosa penzolante.
-Anche così basse? Wow allora scusami- continuò lui ridendo, quanto lo potevo odiare?! Ma intanto era stato uno bello scherzo, almeno. Era stato geniale, dovevo ammetterlo. Chi poteva avere l'idea di appendere un amaca in camera? Solo un idiota!
-Forza che è tardi!- dissi colpendolo giocosamente con la mano, mentre lui continuava a ridere. 
Questione di minuti, che subito eravamo pronti entrambi per le lezioni. Alla prima ora avevamo Educazione Fisica, e do a voi il compito di immaginare quanta voglia avevo di farla.. nessuna.

Andammo verso la palestra, e una volta entrati mi accorsi che c'erano anche gli altri ragazzi... così mi ricordai che dovevo parlare con Zayn, il quale mancava.
-Signorina Alexis, credo che dovrebbe andare a mettere la tuta eh- disse il professore, sospirando.
-Certo Prof- dissi prima di andare verso gli spogliatoi. E proprio quando ci entrai ,notai la presenza di Zayn, così mi avvicinai a lui.. ma facendolo mi accorsi che non era solo.
-Tieni, prendile e  non fare storie come stanotte- disse l'uomo al suo fianco, mentre se ne andava. 
-Chi era?- chiesi, mentre Zayn si voltava verso di me con un espressione confusa e preoccupata.

ANGOLO AUTRICE.
Saaalve ragazze! Nuovo capitolo.. spero tanto vi piaccia. Non posso dirvi nulla, ma la storia sta iniziando, eh già. Ringrazio ancora chi ha aggiunto la storia alle preferite/ricordate/seguite. Lasciatemi qualche recensione per sapere se ho fatto degli errori, o anche solo per dirmi se vi è piaciuta. Un baacio!
-Sweetie.



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Capitolo 6
*** Ask. ***


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ASK.


Andammo verso la palestra, e una volta entrati mi accorsi che c'erano anche gli altri ragazzi... così mi ricordai che dovevo parlare con Zayn, il quale mancava.
-Signorina Alexis, credo che dovrebbe andare a mettere la tuta eh- disse il professore, sospirando.
-Certo Prof- dissi prima di andare verso gli spogliatoi. E proprio quando ci entrai ,notai la presenza di Zayn, così mi avvicinai a lui.. ma facendolo mi accorsi che non era solo.
-Tieni, prendile e  non fare storie come stanotte- disse l'uomo al suo fianco, mentre se ne andava. 
-Chi era?- chiesi, mentre Zayn si voltava verso di me con un espressione confusa e preoccupata.

----- ----- -----

-Non lo so, non ne ho la minima idea- disse lui mentre abbassava lo sguardo. Sembrava abbastanza confuso e triste. Ma perchè? E inoltre quell'uomo aveva la stessa voce di quello che stanotte era nella sua camera. 
-Cosa ti ha dato?- chiesi prendendogli la mano per vedere cosa aveva, ma subito la ritrasse al mio tocco. Quel gesto sì che era strano.
-Non lo so, davvero- ammise porgendomi la mano con dentro una scatolina di pillole.
-Le hai mai prese?- chiesi prendendo lo scatolino fra le mani, per leggerne le istruzioni e il nome.

'Bdnf' c'era scritto sulla piccola scatola. Cercai al suo interno le istruzioni, che purtroppo non c'erano.
-Posso tenerle?- chiesi gentilmente a Zayn, e lui mi rivolse un occhiata confusa.
-Ma l'uomo mi ha detto di prenderle- disse lui convinto, guardandomi negli occhi.
-Si, ma non vuoi sapere cosa sono prima di prenderle?- Chiesi, e lui annuì incerto. L'importante era avere quelle pillole. E soprattutto, perchè Zayn si comportava in quel modo così strano. Sembrava un bambino.

Appena terminata l'ora di educazione fisica, andai in infermeria con una scusa. 
-Cosa ti fa male?- chiese sorridendo l'infermiera.
-Non lo so, mi sento soltanto debole. Ho trovato queste e ne ho presa una, può dirmi cosa sono?- chiesi abbassando lo sguardo, avevo paura che mi facesse qualche domanda sconveniente.
-Come le hai avute?- ed ecco la domanda che tanto speravo di non ricevere.
-Le ho trovate, l'ho detto. Può dirmi cosa sono?- chiesi timida, mentre l'infermiera mi guardava con sguardo indagatore.
-Beh, sono delle pillole per dimenticare brutti ricordi- disse lei prendendo appunti. Cosa diavolo scriveva?
-Ah, bene. Posso andare adesso?- chiesi ancora. E intanto l'infermiera mi guardava confusa.
-Devi sapere tu se ti senti meglio, e non fare più uso di queste pillole. Potrebbero cancellare non solo i brutti ricordi- disse prima che io uscissi dall'infermeria. 
Dimenticare i brutti ricordi. E perchè mai quell'uomo avrebbe dovuto dare una 'pillola per dimenticare' a Zayn? Zayn non gliele aveva chieste, altrimenti non me le avrebbe mai date. E poi mi sembrava strano, molto. Cosa avrebbe mai dovuto dimenticare? C'era qualcosa che decisamente non andava.
Andai subito verso la mia camera ma fui interrotta dalla voce di qualcuno che mi chiamava.
-Oh, Mark ciao- dissi appena lo riconobbi. E subito notai che aveva il mio computer fra le mani, finalmente avrei potuto ascoltare quel messaggio vocale.
-Tieni- disse porgendomelo, e intanto gli sorrisi.
-Grazie mille, ne avevo davvero bisogno. Avevo una mail da leggere assolutamente- dissi velocemente prima di ringraziarlo per poi entrare nella mia camera.
Appena entrai accesi immediatamente il computer, ma quando lo feci non trovai nessuna mail nel mio contatto. Qualcuno le aveva cancellate, e non so perchè ma il mio primo sospetto cadde su Mark. Forse perchè era stato lui ad averlo fra le mani dopo di me. E adesso? Da cosa dovevo risvegliarmi? Però quando gli diedi il computer mi sembrava così affidabile, certo aveva un espressione un pò strana ma comunque mi sembrava tutto okey. Eppure gli diedi il computer nella stessa notte in cui ascoltai la conversazione fra l'uomo e Zayn. Forse stavo soltanto delirando. Ma perchè avrebbe dovuto cancellarmi la mail? Forse lui c'entra qualcosa con la faccenda di mia madre e dei miei sogni. O semplicemente voleva farmi un brutto scherzo? No, non era mica un bambino! Non potevo andare da lui a chiedere spiegazioni, mi avrebbe sicuramente detto di non sapere nulla. Cosa potevo fare il quel momento? Semplicemente niente. 
Decisi allora di fare ricerche su quelle pillole 'per dimenticare', magari avrei trovato qualcosa di utile che mi avrebbe potuto aiutare.

'Bdnf: Una pillola per dimenticare. Un gruppo di ricercatori sta conducendo in laboratorio una serie di test con un agente chimico naturale che, lavorando sul cervello, riesce a contenere la paura e l'ansia. Gli scienziati hanno dato ad alcuni topi di laboratorio una proteina - nota come Bdnf (Brain Derived Neurotrophic Factor) che li aiuta a "riassociare" le sensazioni di dolore derivate da situazioni di stress.  
La ricerca intende mettere a punto nuove terapie per aiutare le persone affette da fobie di vario genere, così come i soldati di ritorno da zone di guerra, affetti dal cosiddetto Ptsd, Post Traumatic Stess Disorder.  Lo studio pubblicato su Science mostra come la proteina Bdnf produca e sostituisca da sola la tecnica psicologica denominata Extincion Training in cui i malati vengono ripetutamente sottoposti alla fonte delle loro paure per aiutarli a superarle. Il cervello viene stimolato a dissociare il ricordo di una situazione di stress dal dolore, anche se non lo estingue del tutto.'

Praticamente quello che aveva detto l'infermiera.. e le domande oltre che a restare in modo permanente nella mia mente, erano ancora senza alcuna risposta. Zayn.. un soggetto abbastanza strano. Cambiava idea facilmente, e il suo umore era quasi sempre bipolare. Anche le considerazioni sui suoi amici, soprattutto su di me. A quanto pare ha qualche problema con l'insonnia, che può essere risolto da quell'uomo che oggi in palestra gli ha dato le pillole. Ero sicura che non si trattava delle stesse pillole, o forse si. Non sapevo più che pensare. 
E in quel momento sentii il rumore della porta, qualcuno stava bussando, così andai ad aprire.
-Hey Jake- dissi salutandolo con un bacio sulla guancia mentre lui mi sorrideva.
-Alexis- disse mentre mi abbracciava. Era particolarmente strano.
-Mi hanno detto che non ti sei sentita bene- disse lui. Adesso sì che si spiegava tutta la preoccupazione e l'affetto.
-Si ma è passato, non preoccuparti- dissi facendolo entrare in camera.
-Cosa sono queste?- chiese lui indicando la scatolina delle pillole di Zayn. 
-Sono di un amico non lo so- dissi velocemente, mentre le prendevo e le mettevo in un cassetto del comodino al fianco del mio letto, e subito lo chiusi a chiave.
-Va bene- disse lui, ma lo vidi troppo pensieroso. C'era qualcosa sotto. Qualcosa che io di certo non sapevo.
-Parla dai, siamo amici ormai- dissi andandomi a sedere sul mio letto, mentre gli indicavo di sedersi al mio fianco.
-Le avevo trovate un giorno al palazzo- disse sospirando. Così mi girai di scatto verso di lui, e lo guardai confusa come non mai. Che voleva dire? Di certo io non le usa.. oh mio dio.
-Me le hanno date per dimenticare la scomparsa di mia madre!- urlai subito dopo. Certo. Servono per dimenticare un brutto ricordo. Ed io ero con mia madre quando lei scomparve, solo che non ricordavo nulla. Certo, un brutto ricordo come quello poteva essere cancellato da quelle maledette pillole. Ma chi voleva che dimenticassi la scomparsa di mia madre? Ed ecco che altre domande fiorivano.
-Forse- 
-Niente forse, ricordi per caso dove le avevi trovate?- chiesi curiosa, dovevo cercare di sapere più cose possibili che mi potessero aiutare.
-No, non ricordo- disse abbassando lo sguardo con fare dispiaciuto. Non sapeva quanto dispiaceva a me. Il fatto che Zayn stava prendendo delle pillole per dimenticare, voleva dire che anche lui aveva un brutto ricordo. Ma quale? Cosa avrà mai passato quel povero ragazzo? Ancora ricordo quando mi aveva chiamata Lex, ero rimasta sconvolta.. e anche lì non avevo ancora trovato una risposta. Come a tutte le mie domande del resto. Già, se mi chiedessero cos'è la vita per me, risponderei che è un infinità di domande destinate a non trovare mai una risposta. Come ad esempio l'oscurità non troverà mai la luce. Anche se mia madre diceva sempre che 'dove c'è l'oscurità nasce la luce, e dove c'è la luce nasce l'oscurità'. Era una frase su cui ragionavo sempre.. mi era rimasta impressa nella mente, e quello non lo dimenticherò mai. Può anche essere che abbia detto questa frase prima di prendere quelle pillole, ed invece ho dimenticato. Forse i miei sogni cercavano soltanto di 'ricostruire' in qualche modo il giorno della scomparsa di mia madre. Però non poteva essere, i sogni erano sempre ambientati in posti e tempi diversi.. e soprattutto con persone diverse. Se solo avessi ascoltato quel messaggio vocale avrei almeno avuto una risposta, almeno credo. O forse avrei dovuto pormi altre domande.. ma almeno avrei avuto qualcosa in più. Qualcosa che avrebbe potuto aiutarmi in qualche modo.
ANGOLO AUTRICE.
Heylà! Ho aggiornato, finalmente. Come al solito ringrazio chi segue o ha aggiuto alle preferite/ricordate questa storia. Ci tengo tantissimo. Spero che il capitolo vi piaccia. E fatemi sapere se ci sono orrori in una piccola recensione, ora scappo. Un baacio!
-Sweetie.

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Capitolo 7
*** Shadow Of Night. ***


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SHADOW OF NIGHT.

ALEXIS'S POVE



-L'ho mandata via, ora cosa vuoi? Non ho nulla da darti.- disse mia madre piangendo.. sembrava sconvolta. Chissà che stava succedendo, ma con quell'uomo poteva succedere di tutto. Ormai ci ero abituata.
-Non c'entra che l'hai mandata via, può sempre parlare e dire tutto- urlò l'uomo contro mia madre, e lì subito rientrai nella stanza e andrai contro di lui. Non sopportavo quando usava quel tono arrabbiato con mia madre, mi dava fastidio e credo che darebbe fastidio ad ogni figlia in modo uguale.
-Non parlare mai più in quel modo a mia madre, hai capito?- gli urlai contro, ma ovviamente mi spinse per terra. Sbattei la testa per terra, ma subito riuscì a rialzarmi. 
-Tesoro stai bene?- chiese mia madre arrivando al mio fianco, intanto vidi l'uomo avvicinarsi. E capii dall'espressione che aveva in viso che era super incazzato.
-Si, mamma andiamo via, scappiamo!- dissi velocemente a mia madre, ma lei mi guardò con sguardo triste. Sempre la stessa storia.
-Non posso, ti ho detto che devi andare altrimenti non smetteranno di cercarci. Torna a casa e dimentica tutto quello che è successo.. per favore- chiese lei con le lacrime agli occhi. Non potevo dimenticare, non l'avrei mai fatto.




Ancora una volta mi svegliai, forse ero troppo stressata per la notizia che avevo assimilato la sera prima. Ed un altro sogno era venuto a galla, ma neanche questo aveva un senso. Anche perchè non riuscivo mai a vedere il viso dell'uomo, era sfocato e non riuscivo a vederlo bene. Mai. Però l'uomo voleva che dimenticassi qualcosa, e se fosse lo stesso uomo che aveva dato le pillole a Zayn? Ma chi era in realtà e, che collegamento aveva con mia madre e me? E cosa avevo mai dimenticato? Questa storia si faceva sempre più complicata, e la mia mente non riusciva a sopportare tutto quel peso. Mi alzai con il busto e guardai l'orario dal mio cellulare, e oltre che erano le quattro di mattina, notai cinque chiamate perse da Harry. Mi voltai nella direzione del suo letto, ma ancora una volta era vuoto. Ecco un altra cosa che non riuscivo a spiegarmi, dove diamine andava a finire Harry di notte? E no, non era un vampiro. E poi che senso aveva lasciarmi cinque chiamate? 

Decisi di scendere dal mio caldo letto, e di andare giù all'entrata della scuola. Forse l'avrei trovato lì come era accaduto la scorsa volta. Nel frattempo, cercai di chiamarlo al cellulare, ma non rispondeva. Certo, aveva davvero senso chiamarmi cinque volte e poi non rispondere. Ovvio.
"Forza Harry rispondi" dissi tra me e me. Ma ancora nulla, e appena arrivata all'entrata lo cercai ovunque, ma niente. Sembrava non essere a scuola, o almeno nei dintorni. Così provai di nuovo a chiamarlo ma nessuna risposta. L'unica cosa da fare era andare da uno dei ragazzi per chiedere se sapessero che fine abbia fatto Harry. Andai di nuovo sul mio piano, dove si trovavano anche le stanze degli altri, e andai verso la camera di Louis, il suo migliore amico doveva per forza sapere qualcosa. Bussai, e subito mi rispose facendomi entrare. Strano che fosse ancora sveglio a quest'ora, credevo di essere l'unica.
"Come mai sveglio?" chiesi curiosa. Tutti svegli quella notte?
"Potei farti la stessa domanda." disse lui evitando di rispondere, ma io subito ritornai su quel discorso.
"Ma l'ho chiesto prima io, hai visto Harry? Non è in camera sua e non risponde al cellulare e mi ha lasciato cinque chiamate" dissi nervosa, intanto lui era occupato a fissare un punto indefinito della sua stanza.
"Lou mi hai sentita?" dissi sventolandogli una mano davanti il viso per farlo 'risvegliare'.
"Si, certo. No non l'ho visto, stavo pensando dove potesse essere, è strano" disse lui con tono preoccupato. Mentre gli annuii in senso di consenso. Provò anche lui a chiamarlo, e gli rispose. Perchè a me no? 

"Si può sapere dove sei?" chiese Lou preoccupato, era davvero nervoso e leggermente arrabbiato. Si sentiva dal suo tono di voce.
"Metti il vivavoce" susurrai a Louis, e così fece.
"Sono uscito a prendere una boccata d'aria" disse lui con tono ovvio.
"Una boccata d'aria? Certo.." disse Lou facendo finta di credergli, ma dall'espressione sul suo viso, capivo che c'era qualcosa di strano.
"Senti, puoi andare a controllare Alexis? Non vorrei avesse un altro dei suoi incubi" disse Harry con tono preoccupato. Non gli avevo mai parlato dei miei incubi. Come faceva a sapere sempre tutto quello? Non che mi desse fastidio, ma .. non gli avevo mai raccontato i miei incubi, e allora mi sembrava strano che lui se ne preoccupasse.
"E'" zittì subito Louis prima che gli dicesse che ero qui.
"Voglio dire, certo dopo ci vado" disse Lou riprendendo il discorso.
"Grazie amico, sto tornando non preoccuparti" disse Harry ridendo leggermente. Ma sembrava più una risata per sdrammatizzare.
"Ma perchè le hai lasciato cinque chiamate?" chiese Lou, a quel punto volvevo strozzarlo.. in quel modo avrebe capito che io ero lì.
"Come fai a saperlo?" chiese appunto Harry curioso della risposta che Louis gli avrebbe dato. 
"Mi sono svegliato per la suoneria, e quando sono entrato nella vostra camera tu non c'eri" disse Lou , finendo sospirando.
"Ah, beh perchè volevo farla venire con me ma.. beh, ci avevo ripensato" disse lui velocemente, e subito io e Lou ci accorgemmo di un altra bugia. Volevo tanto sapere cosa facesse Harry durante la notte. Era strano, e non sapevo darmi una risposta plausibile. L'unica soluzione per scoprire la verità era seguirlo.. sarà per la prossima volta.
"Va bene, io ora torno a dormire" disse Lou sbadigliando, così entrambi si salutarono e alla fine Lou staccò la chiamata. E dopo avergli dato un leggero schiaffo scherzoso sulla testa, gli diedi la buona notte e decisi di tornare in camera.

Ma proprio fuori dalla mia stanza che spiava dalla serratura, c'era il caro e dolce Zayn.. cosa ci faceva lì?
Andai accanto a lui, senza farmi notare.
"Allora? Riesci a vedere qualcosa?" sussurrai al suo orecchio, con fare da spia. E lui subito sobbalzò dallo spavento, così scoppiai a ridere. La sua faccia spaventata era una cosa indescrivibile.
"Non ridere" disse lui con finto tono arrabbiato. E intanto io continuavo a farlo, volevo smettere ma era più forte di me.
"Certo. Non rido, tanto tutti siamo nati per morire e .. beh basta. Che facevi fuori dalla porta della mia stanza?" chiesi finalmente smettendo di ridere. E lui mi rivolse uno sguardo nervoso per poi abbassare la testa, era strano.. molto.
"Stavo.. b-beh stavo controllando. Avevo sentito dei r-rumori e allora mi sono avvicinato, ecco- disse lui nervoso, e balbettando di tanto in tanto. Certo che gli credevo, ovvio no? Ovvio come è ovvio che io fossi la figlia di Obama. 
"Ah.. capisco" dissi entrando in camera, e facendogli segno di fare la stessa cosa, e così entrò.
"Scusami, non volevo spaventarti prima" dissi abbassando lo sguardo.
"No, scusami tu" disse lui facendo una piccola risata.

Ci guardammo per un paio di secondi finché lui non disse di avere sonno, e quindi andò. Perché a me stanotte sembravano tutti strani? Mah..
Non avevo sonno, e di pensare al mio sogno non  ne avevo proprio voglia. Cercai qualcosa di interessante fra la piccola libreria che avevamo in camera. Non riuscii a trovare niente, a parte quel foglio con la lettera 'G' al centro. Era fra uno dei miei libri di narrativa, ma io l'avevo messo sul comodino di Harry, perché era di nuovo qui? Andai verso il letto del riccio, e dentro al comodino c'era ancora il foglio con la lettera 'G'. A quanto sembrava ce n'erano due in giro, ma che volevano dire quelle lettere? Decisi di mettere anche quest'altro foglio all'interno del cassettino di Harry, per poi tornare sul mio letto. Pensai a quel segno, al risveglio, alla registrazione che non avevo più ascoltato. Pensai che ero stata una stupida a dare il mio computer nelle mani di Mark.. avevo sbagliato. 


Mi distesi sul letto, ma il rumore della porta che si apriva mi fece alzare facendomi notare Harry che entrava senza fare rumore. Stanotte si comportavano tutti da spiee e da idioti, questo era certo.
"Dove sei stato?" ed ecco che anche lui sobbalzò alla mia domanda, ma che avevo? Ero un mostro, per caso?
"Ero andato a fare un giro, mi annoiavo" disse lui con non-chalance andando verso il suo letto. Mi sembrava più tranquillo di com'era al telefono. Però aveva sempre quel modo di fare così strano e sospetto, chissà che va a fare davvero.
"Ho sognato mia madre" dissi all'improvviso facendolo girare di scatto verso di me, non riuscii a capire la sua reazione.. era troppo preoccupato per i miei gusti. 
"Oh, e .. capisco" disse soltanto, per poi andare in bagno e chiudersi al suo interno. Perché mai aveva avuto quella specie di reazione confusa e spaventata allo stesso tempo? Era strano come sapesse dei miei incubi, io non glieli avevo mia raccontati. E adesso che gli dicevo di aver sognato mia madre lui aveva questa reazione? C'era, decisamente, qualcosa che non andava. 
Appena uscii dal bagno mi rivolse uno sguardo triste, ma diverso da come mi aveva parlato in precedenza. Sembrava più calmo..
"Mi dispiace, ti ha turbata? Il sogno, intendo" domandò lui sedendosi al mio fianco,  poggiandosi sul mio letto.
"No, per niente. Ma era strano, sembrava più un ricordo che un sogno" dissi, e lui fece di nuovo la stessa espressione fatta in precedenza. Sembrava lui quello turbato.
"Vuoi dormire?" chiese soltanto, io annuii e lui mi accarezzò la guancia.
"Allora stenditi, per stanotte resterò qui accanto a te" disse lui mettendosi già sotto le mie coperte.
"No, aspetta, le coperte sono mie" dissi con la voce di una bambina, e lui mi sorrise dolcemente.
"Le divideremo" disse tirandole verso di se, facendomi restare scoperta.
"Sei un essere crudele" dissi per poi distendermi nel letto, e voltandomi nella direzione opposta alla sua. Poi all'improvviso sentì un braccio cingermi i fianchi, e la coperta che mi copriva. 
"E tu sei una bambina dolcissima" disse stringendomi di più a sé. 
Fù così che entrambi ci addormentammo.

*** ***** ***

"Forza sveglia principessa" sentii una voce calda al mio orecchio, poi subito dopo due mani che mi presero per i fianchi.
"No Harry lasciami sono sveglia" dissi velocemente alzandomi di scatto dal caldo letto in cui poco fà ero avvolta. Quella mattina era stanchissima, ma per fortuna avevamo le prime due ore libere, aspettate.. quindi perché diamine mi aveva svegliata?
"Sei idiota? Oggi abbiamo le prime due ore libere" dissi rimettendomi sotto le coperte.
"Si, e infatti sono le dieci meno venti" disse lui molto calmo.
"Dove? Come cazzo? Cosa? Si sono sveglia vado!" dissi saltando subito giù dal letto e avviandomi verso il bagno. Così subito mi preparai velocmente, e appena uscii trovai Harry che si era riaddormentato sul suo letto. Che idiota.
"Harry piccolo sveglia a mamma" dissi scherzando, e lui subito mi tirò per un braccio e mi attirò su di sé.
"Dai andiamo? E' tardi" dissi ridendo. Era un idiota patentato, aveva ancora i capelli ricci bagnati.
"Sei troppo leggera, devi mangiare" disse lui con voce assonnata, e immediatamente ci alzammo dal suo letto e andammo al piano di sotto dove si sarebbero svolte le lezioni. Oggi avevamo Storia.. avremmo sicuramente fatto un altra ora di sonno.

Appena arrivati in classe, io ed Harry notammo che tutti i ragazzi, cioè Liam, Louis, Zayn e Niall, mancavano. Le stranezze continuavano in quel giorno eh? 

"Buongiorno Lex" subito a quel nome mi girai nella direzione dalla quale sembrava provenire la voce, ed ecco che Mark era all'entrata della classe che mi guardava. Era strano quel ragazzo, a volte mi spaventava mentre a volte sembrava più 'normale'. 
Non sapevo perché, ma in quella scuola mi sentivo come controllata. Non potevo fare nulla, senza che qualcuno lo sappia. E invece io non riuscivo mai a sapere nulla di quello che facevano gli altri.. e questa cosa forse mi dava un pò fastidio. 
Mi rivolse uno sguardo confuso per poi abbassare lo sguardo sulla mia mano, intrecciata a quella di Harry, d'istinto lasciai la mano e lui mi sorrise. Non capii quel sorriso.. e tanto meno quello sguardo confuso. Subito dopo lasciò l'aula. 
"Che hai?" chiese Harry sedendosi su uno dei banchi vuoti.
"Mi sembra tutto strano qui" dissi sospirando. Mi sembrava una bella idea venire in questa scuola, ma le cose stavano solo peggiorando e poi non riuscivo a stare per un minuto senza dover pensare a qualcosa di strano o triste. E mi dava fastidio questa cosa, tantissimo. E poi dovevo ancora chiarire la storia delle pillole..
"Strano? Forse intendi diverso, si beh è molto diverso dalla tua normale vita al palazzo, no?" domandò Harry accennando un piccolo sorriso, e io annuii prima di ricambiare il sorriso. Cercai di capire cosa potesse nascondere, ma in quel momento mi sembrava impossibile che Harry potesse nascondere una qualsiasi cosa. Però la domanda restava sempre quella: Cosa faceva Harry di notte? E per giunta, sempre, quando io avevo i miei incubi? 
"Hey ragazzi" ed ecco che Niall, Liam e Louis entravano in classe, ma Zayn?

NARRATORE

In quel momento Alexis era assorta tra i suoi pensieri più profondi, e lo stesso si poteva dire di Harry. Con tutto il nervosismo che aveva provato la notte prima, doveva essere decisamente più cauto. Inoltre lei credeva che andasse tutto bene, ed invece non era così. Purtroppo la mente non si può controllare, nessuno poteva. Ma c'è sempre un forse, e in quel caso c'era. Forse qualcuno poteva, aiutato da quelle pillole. 
 
ANGOLO AUTRICE
Allora.. sessanta minuti. No okey, faccio la seria. Scusate per il ritardo, ma la scuola mi sta opprimendo. Non ce la faccio più, non vedo l'ora che arrivi l'estate. Ora passiamo al capitolo, so che fa schifo, ma è soltanto un capitolo di passaggio. Scusate per eventuali errori, e se vi va lasciatemi una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate. Mh.. e voi? Che ne dite? Che starà mai combinando Harry di notte? E Zayn che ci faceva fuori la loro stanza? Mah.. *tossisce* piccolo indizio *tossisce*  nell'ultimo pezzettino *tossisce* Credo di avere qualche problema alla gola hahah io vado. E grazie di tutto! *-*
-Sweetie.

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Capitolo 8
*** Pain. ***


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PAIN.
 

Zayn decise di ritornare, come la notte scorsa, in camera della ragazza e di Harry. L'uomo gli aveva detto che le pillole erano lì, e quindi doveva riaverle se aveva intenzione di non avere problemi. Così appena entrato, notò una grande confusione, il che era normale per il suo amico Harry, ma credeva che con la presenza di una ragazza nella stanza, magari, avrebbe diminuito il disordine.. e invece non era così.
E se proprio Zayn ci pensava, da quando Alexis era arrivata in quella scuola, Harry non era per niente cambiato, era sempre lo stesso, con i soliti problemi e le solite scomparse notturne, di cui non sapevano mai la destinazione. Girando per la stanza, Zayn notò una gran quantità di libri, che sicuramente appartenevano alla giovane principessa. E andando verso il letto della ragazza, Zayn cominciò a rovistare fra le cose che lei aveva nel comodino proprio affianco al suo letto. Ma non c'erano, il che voleva dire che non era lei ad avere le pillole, ma il suo amico. Ecco una cosa che sembrava tanto strana agli occhi di Zayn, cosa faceva il suo amico con quelle pillole? Perché le aveva lui? Ovviamente Zayn non aveva le risposte alle sue insolite domande. Non sapeva nemmeno perché stava dando una mano a quell'uomo, ma sapeva che doveva farlo, e allora lo faceva  e basta.. senza pensarci. Anche perché non c'era assolutamente nulla da pensare, se non il fatto che quelle pillole era meglio non trovarle. 
Zayn cercò all'interno del comodino dell'amico, e trovò due fogli. Entrambi con due lettere al centro: G. Forse intuiva il significato di quelle lettere, ma sapeva anche che era meglio non parlarne. Cercando ancora, Zayn non trovò lo scatolino contenente quelle strane pillole per dimenticare. Si sedette sul letto dell'amico Harry, per rilassarsi. Doveva decisamente calmare i suoi nervi. Ma se non le avesse trovate, l'uomo avrebbe subito capito che non le stava prendendo, e se la sarebbe presa con lui. Almeno questo lo sapeva. La sua vita la paragonava ad un foglio, che però aveva dei strani buchi, in cui lui cadeva. E come al solito,  non sapeva come, o se poteva, uscirne. Sbatté un pugno forte nel muro al fianco del letto di Harry, lo aveva sbattuto talmente forte che dopo la mano gli sembrò dolorante. Certo che era meglio farsi male così, che con quell'uomo. Come poteva dar retta ad uno sconosciuto? Perché diamine lo stava facendo? Erano queste le domande che si poneva la mente confusa del povero Zayn.  

Intanto Mark pensava ancora alla scena a cui aveva assistito in classe. Loro due mano nella mano. Questo poteva anche significare che tra Harry e Alexis c'era qualcosa, ma lui non ne era sicuro. Forse lo sperava, almeno avrebbe avuto un altro motivo per dare fastidio a quei ragazzi. Inoltre il nervosismo di Alexis, lo rendeva felice. Intuiva una certa paura nei suoi confronti.
Appena entrato nell'aula dei professori, Mark decise di ascoltare ancora una volta quella registrazione mandata ad Alexis. Non poteva credere che qualcuno la volesse aiutare, non ne aveva assolutamente idea. Ma per fortuna era riuscito a cancellarle la mail. Soprattutto quella registrazione, sperando che andasse tutto bene.  'La speranza è l'ultima a morire' o forse la prima..


Harry continuava a scarabocchiare sul suo quaderno mentre la professoressa continuava a spiegare qualcosa che non gli sarebbe mai servito in vita sua. Ma quante cose aveva fatto, che non gli sarebbero servite? Eppure le aveva fatte, forse anche pentendosene ma comunque restava il fatto che le aveva fatte. Non c'era nulla a cui pensare.  Invece la sua cara amica Alexis, pensava che forse avrebbe dovuto ritornare a casa sua, ma lo pensò soltanto per qualche minuto, finché poi non capii che era meglio rimanere se voleva sapere qualcos'altro. Inutile dire che intanto nessuno dei due era attento alle lezioni.

*** ****** ***

Dopo che le lezioni terminarono, Harry tornò in camera sua, con la scusa di essere stanco, mentre Alexis decise di uscire a fare una passeggiata, così non si sarebbe annoiata come al solito.
Appena fuori dalla scuola, cominciò a camminare per le strade ormai fredde a causa dell'inverno. Continuò ancora per un pò fino ad arrivare in una piazza. Era abbastanza grande ed illuminata ma c'erano solo pochi bambini con i propri genitori. Così, Alexis decise di sedersi su una delle tante panchine che si ritrovavano lì in mezzo. Subito cominciò a fissare quelle famiglie, pensava che ne avrebbe voluto averne una. Tantissimo. Ripensava a lei, a sua madre, e suo padre. E pensava che non aveva mai avuto una vera famiglia.
"Fa male, vero?" sentii una voce metallica dietro di sé, e quando si voltò in quella direzione, un ragazzo con un cappuccio e uno strano aggeggio fra le mani, era lì che la fissava.
"E tu chi sei?" chiese lei alzandosi dalla panchina. Lui intanto fece una piccola risata, ma non alzò lo sguardo.
"Chi non sono vuoi dire" rispose lui avvicinandosi a lei, ma Alexis fece un passo indietro.
"Cosa vuoi?" disse lei con tono freddo, e lui rise ancora. Alexis davvero non capiva.
"Voglio soltanto dirti quello che ti avevo registrato nella mail" disse lui, e a quel punto Alexis capii. Subito si sedette di nuovo sulla panchina, aspettando che il ragazzo fece lo stesso, ma questo non accadde. Rimase sempre dietro di lei.
"Quindi tu sei.." 
"Ho mandato io la mail" disse per finire. Alexis non sopportava quella voce metallica, ma forse il ragazzo non voleva farsi riconoscere.
"Perchè?" chiese ancora lei.
"Volevo aiutarti. Ma ora rispondi alla mia domanda. Fa male vedere gli altri felici vero?" chiese ancora la voce metallica, mentre Alexis abbassò lo sguardo annuendo.
"Già, proprio come pensavo. Sai, nemmeno io ho avuto una bella famiglia, beh in realtà non l'ho mai avuta, semplicemente perché non ce l'ho. Forse dovresti smettere di sognare, anzi di fare quegli incubi. Ci sarà pur un motivo per il cui ti svegli dopo un incubo, e il tuo amico Styles non c'è." disse ancora lui. Ma appena si voltò verso il ragazzo, notò che non c'era più. 

Ma aveva capito una cosa. Risvegliarsi. Semplicemente doveva risvegliarsi dai suoi incubi, e visto che ha nominato Harry, forse lui poteva portarla da qualche parte. Magari lui sapeva qualcosa in più su di lei. Immediatamente Alexis tornò ai dormitori, andando subito in camera sua, ma appunto, Harry non c'era. Strano. Presa dalla stanchezza, Alexis si addormentò sul suo comodo letto, sperando che Harry ritornasse presto.
Si svegliò di colpo e si ritrovò nel letto di Harry. Eppure lei ricordava di essersi poggiata sul suo di letto. Si guardò intorno confusa, finché non vide Louis entrare in camera.
"Hey buongiorno" disse lui baciandole una guancia. 
"Buongiorno, sono sempre stata qui?" chiese lei curiosa.
"Si, almeno da tre ore credo" rispose lui ridendo. Alexis spalancò gli occhi spaventata, come aveva fatto a dormire per tre ore senza fare nemmeno un incubo? E perché si era ritrovata nel letto di Harry?
"Cos'è quella faccia?" Chiese Louis preoccupato, ma lei si alzò dal letto per poi uscire dalla camera camminando verso la stanza di Zayn.
Appena entrata chiuse la porta dietro di sé, andando affianco a Zayn che era sul suo letto.
"Mi hai fatto ingerire una di quelle pillole?" chiese lei stendendosi affianco a lui.
"No, non le trovo più. E lui si arrabbierà con me se non le prendo" disse lui scontroso.
"Qualcuno me ne ha data una, quindi qualcuno le ha. Ho dormito per tre ore e non ho avuto incubi, il che è molto strano. E poi mi ero addormentata sul mio letto, e mi sono risvegliata in quello del riccio. E questo non è normale" disse lei con lo stesso tono. Si trovavano sulla stessa barca, forse qualcosa li collegava, ma chissà cosa dovevano dimenticare entrambi.
"L'uomo oggi è venuto, ma mi sono nascosto" disse poi, dopo qualche minuto di silenzio, Zayn.
"Credi me ne abbia data una lui?" chiese lei, ormai spaventata.
"Proprio così" rispose lui, e subito Alexis si irrigidì. Zayn se ne accorse e allora cercò di cambiare discorso.
"Come và tra te e Harry?" chiese lui cercando di distrarla.
"Non va, non stiamo insieme okey?" disse lei alzandosi dal letto del moro.
"Stai scherzando vero? Si vede lontano un miglio che gli piaci, e che lui ti piace. State sempre insieme" disse lui imitando la ragazza. Alexis si sentì accaldata, subito pensò che le sue guance erano ormai a fuoco. 
"Non è vero" disse lei velocemente, mentre usciva dalla stanza per ritornare nella sua.

"Hey guarda, un pomodoro" disse Louis indicandola, subito lei scoppiò a ridere mentre cacciava il povero Lou dalla sua stanza. Gli piaceva quella situazione, ma non voleva pensare a qualcosa in più con il riccio. Nè con nessun altro, già aveva troppi problemi.
Si guardò intorno, fin quando non sentì bussare ancora alla porta, così andò ad aprirla.
"Louis ti ho det-" si bloccò poiché davanti a lei c'era Mark, il quale sorrise come un idiota.
"Cosa gli hai detto?" chiese lui entrando come se fosse la sua stanza. Cominciò a girare un pò in giro per la stanza, fin quando Alexis non gli disse di andare via, ma lui non rispose.
"Ah, non pensare a stupidi cappucci, pensa soltanto che devi stare calma e non scavare nel passato. Non ti piace il tuo presente?" chiese lui "Ah gusto, con Harry?" aggunse dopo. Alexis sbuffò stufa di quelle domande, prese un gran respiro.
"Non c'è nulla fra noi due, cazzo! E poi, anche se ci fosse non devo dar conto a nessuno, okey? E ancora una cosa, non devi venire più a rompermi perché mi annoi. E ancora-"
"Parli troppo, vedi di dormire un altro pò" disse lui interrompendola.
"Sei stato tu a darmi la pillola?" chiese lei andando verso di lui.
"No, non io ma so chi è stato. Però non ho tanta voglia di dirtelo, sai?" disse per poi andare verso la porta, e uscire. 
Ad Alexis venne l'istinto di piangere, per quell'orribile situazione in cui si trovava, ma cosa poteva farci? Gli avevano dato quella pillola e lei nemmeno se ne era accorta. Si sentiva male, perché si sentiva una stupida. Solo questo, una stupida.

All'improvviso il suo cellulare cominciò a squillare, e l'impulso di piangere sparì completamente appena notò il nome di Harry lampeggiare sullo schermo.     Non esitò, e rispose immediatamente.
"Pronto" 
"Hey ho un biglietto per il cinema qui fra le mani, e indovina un pò?" disse lui ridendo, la sua risata era meravigliosa quanto antipatica e odiosa. Forse perché l'ascoltava tutti i giorni, o forse qualcos'altro.
"Non dirmi che.."
"Andremo a vedere The Book Thief!" disse lui sorridendo come non mai, anche se lei non poteva vederlo. Alexis subito sorrise a quella frase, si sentiva al settimo cielo. Aveva letto il libro che parlava di quel film, e gli sarebbe piaciuto tantissimo andarci, ma non sapeva che piacesse anche ad Harry. E inoltre come faceva lui a sapere che a lei piaceva quel film? Secondo Alexis c'era qualcosa sotto, ed infatti.. sicuramente c'era.
"Mi prendi in giro oppure .. cioé. Aspetta un attimo" disse lei mettendo il muto per un secondo. Giusto il tempo di gridare dalla felicità, e poi subito dopo riprese a parlare con Harry. 
"Eccomi, come facevi a sapere che amo quel film?" chiese lei curiosa, e chissà lui che avrebbe detto.
"Beh me l'ha detto una persona." disse lui facendo il misterioso, e lei sorrise a quell'affermazione.
"Okey ho capito, torna presto perché voglio vedere quel biglietto!" disse lei prima di staccare la chiamata.
Una chiamata le era bastata per riprendersi da un momento di stress assoluto. Ma c'era qualcos'altro che la turbava, si sentiva strana, come se stesse per succedere qualcosa di strano. Ma magari era soltanto una sua sensazione, ma non ci credeva nemmeno lei. Sarebbe sicuramente successo qualcosa, ma cosa?

Intanto Harry stringeva quel biglietto fra le mani, tra poco avrebbe finalmente compiuto la sua missione, per così dire. Sperando che Alexis si riprenda dopo una piccola, e insolita, sorpresa.


 
ANGOLO AUTRICE
Ciao ragazze/i scusatemi per l'ENORME ritardo, ma il fatto è che a scuola dovevo recuperare una materia e ,finalmente, ce l'ho fatta! Inoltre. il capitolo è pieno di indizi, diamine. Non dovevo scriverlo così hahahahha beh ditemi che ne pensate, e secondo voi, qual'è l'insolita sorpresa? E il ragazzo con il cappuccio? Bah..
-Sweetie

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Capitolo 9
*** Two Faces. ***


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Two Faces
NARRATORE


Harry era ancora nervoso mentre percorreva la strada verso i dormitori, appena rientrato nell'edificio, subito andò verso la sua camera, nella quale si trovava anche Alexis. Entrato in camera, si avvicinò al letto della ragazza, accorgendosi che si era addormentata. Così gli accarezzò i capelli e poi, mentre stava per uscire ancora dalla sua camera, la ragazza si svegliò.
"Voglio vedere il biglietto plebeo" disse lei scherzando ed ancora con voce assonnata. Lui la guardò e scoppiò a ridere, la paragonava spesso ad una bambina. Ma gli piaceva fare quel genere di paragone, perché infondo un po bambina lo era. Andò verso di lei, e un po titubante, prese il biglietto per il cinema dalla tasca dei pantaloni porgendolo alla dolce ragazza che aveva di fronte ai suoi occhi. Lei subito sorrise, ovviamente felice per quel regalo. 
"Ecco bambina, babbo natale ha portato il regalo" disse lui scherzando e lei sorrise leggermente. Lui la guardò un po pensieroso e poi subito dopo disse "Il film è alle otto, ma se vogliamo uscire a fare un giro..". Così lei annuì sorridendo, e lui la prese per mano portandola fuori da quella camera ormai vuota. Forse.

Per tutto il tragitto verso la piazza principale, nessuno dei due disse nulla, forse erano troppo distratti dai loro pensieri personali per pensare a quelli che li accumunavano. Appena arrivati in piazza, Alexis corse vicino la panchina dove era seduta l'altro giorno.
"E' il mio posto questo" disse lei sorridendo fieremente. Harry annuì, ne sapeva qualcosa più o meno.
"Ci venivi con tua madre?" chiese lui curioso, anche se la risposta forse la sapeva già. Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo, e non ne capiva nemmeno il motivo, ma subito dopo annuì.
Dopo quel gesto calò il silenzio totale fra i due. Poi giunse velocemente l'ora dell'inizio del film, così entrambi andarono verso il cinema che, stranamente, era vuoto. 
"Sicuro che oggi fossero aperti?" chiese lei fermandosi davanti l'entrata. Harry annuì prendendole la mano, per poi portarla dentro fino alla sala in cui dovevano restare.
Il film cominciò dopo circa venti minuti, e Alexis ne fu subito presa. Tanto, che non si accorse che qualcuno per lei molto importante era proprio dietro di lei. Nei pochi minuti di pausa, Harry cercò di far incontrare ad Alexis quegli occhi che tanto cercava, ma ogni cosa era utile per impedirglielo. E lui, forse, sapeva chi ne era il colpevole. Inutilmente ci riprovò, ma niente. 
Intanto Alexis continuava a vedere il film, finché non uscirono i titoli di coda, capendo che ormai il film era terminato. 
Quando uscirono dalla sala, Alexis intravide quella figura che tanto sognava, ma credette di averla soltanto immaginata, così continuò a camminare senza dire nulla ad Harry.  Arrivati nell'edificio della loro scuola, i ragazzi andarono subito in camera sua per poter dormire in santa pace. Ma Alexis ci sarebbe riuscita prima o poi? Forse no, ormai aveva il terrore di riaddormentarsi per colpa di quelle pillole e dei suoi incubi. 


Quando si svegliarono, ebbero soltanto il tempo di prepararsi per poi correre subito nella prima aula, dove la prima lezione della giornata li aspettava. Ma nell'aria c'era qualcosa di strano. 
Appena entrati, entrambi si accorsero della presenza di Mark, il quale sorrideva come non mai. Ed in questo Alexis ci vide qualcosa di strano.. sicuramente bramava qualcosa.

"Che ci fa lui qui nell'ora di storia?" chiese Harry ad Alexis, ma l'unica risposta che la ragazza gli diede fu un 'non lo so'. 
"Buongiorno ragazzi, sono qui come veste del vostro coordinatore di classe" disse lui inizialmente, e tutti i ragazzi furono attenti a tutto quello che diceva "Io ed il professore Anghom di storia avevamo pensato di organizzare un viaggio" a quelle parole tutta la classe esultò, tranne Alexis. Sentiva qualcosa  di strano, molto strano.
"Okey, calmatevi. Il viaggio sarà tra quattro giorni e, ovviamente, sarà tutto offerto dal padre di una vostra compagna. Lex, non vuoi dire nulla?" chiese lui stuzzicandola. Ed ecco che Alexis abbassò lo sguardo incapace di rispondere ad una semplice domanda.
"Bene, allora dovrete portare soltanto una valigia a persona e la destinazione sarà l'Egitto, andremo a visitare alcuni siti archeologici e svolgeremo alcune attività che vi spiegherà più tardi il professore. Bene ragazzi, mi raccomando quattro giorni e ne vedremo delle belle" disse concludendo, mentre usciva dalla classe. Subito tutti i ragazzi cominciarono a parlare del viaggio che avrebbero dovuto affrontare, e di tutte le cose che faranno e vedranno. Erano tutti eccitatissimi all'idea di fare un viaggio in Egitto, ma Alexis non lo era poi così tanto.


Terminata la lezione di storia, Alexis andò subito in sala professori alla ricerca di Mark. Doveva parlargli per capire qualcosa di quello che aveva detto poco fa, ma purtroppo non lo trovò. Così cercò in segreteria il numero della camera di Mark, trovandola e andando verso la sua stanza. Quando bussò ci volle un po, ma alla fine aprì.


"Dimmi tutto Lex" disse lui sorridendo.
"Che hai intenzione di fare al viaggio?" chiese lei con tono acido, ma lui la guardò ridendo.
"Ah credimi, non saprai mai cosa vorrei fare" disse lui con tono malizioso. Alexis lo guardò confusa, davvero non riusciva a capire da dove era venuto fuori quel ragazzo.  Alexis lo continuò a guardare ininterrottamente sperando che lui le dicesse qualcosa.
"Un sorpresina per il tuo amichetto, forse?" chiese lui avvicinandosi alla ragazza.
"Bene, allora dimmi chi è il mio amichetto" disse lei sorridendo sfacciatamente.
"Se dico amichetto ci sarà un motivo, secondo me lo hai escluso troppo facilmente. Forse non l'hai nemmeno considerato, non hai mai sospettato di lui" disse ancora Mark, mentre accarezzava il viso di Alexis, ma lei subito spostò la mano e lo guardò ancora più confusa.
"Non riesco a capire" disse lei abbassando lo sgaurdo.
"Forse sei soltanto troppo distratta, piccola" disse lui, e quando Alexis alzò lo sgaurdo lui era già andato via. Per fortuna o sfortuna.

Alexis uscì da quella camera per poi tornare nella sua, e come ogni cazzo di volta, Harry non c'era. Ma stavolta Alexis decise di uscire anche lei, e di andare alla ricerca di Harry, senza rimanere con le mani in mano. 
Arrivata in piazza si fermò, e si sedette sulla sua panchina. Poi all'improvviso sentì un leggero tocco sulla spalla destra che gli ricordava maledettamente quando sua madre le accarezzava le spalle nel caso lei fosse nervosa. Infatti, appena realizzò che qualcuno le stava davvero accarezzando la spalla, si girò dietro di lei ma non c'era nessuno. Eppure lei era sicura di aver sentito quel tocco, quello delicato, quello affettuoso, quello amorevole che solo sua madre possedeva. Per un momento credette che fosse lì vicino a lei da qualche parte, magari come fantasma. Ma quello che Alexis non sapeva, era che sua madre era più carne e ossa di qualunque altra persona. 

Si alzò dalla panchina, incapace di restare in quel luogo così pieno di ricordi e sensazioni strane, per poi continuare a camminare lungo le strade della fredda Londra. Cercava Harry, ma di lui nemmeno l'ombra. Si chiedeva spesso, come anche i suoi amici, che fine facesse Harry ogni volta che spariva, ma poi si ricordò di una cosa. Il corso di boxe. Harry gli disse che frequentava un corso di boxe e per questo quel giorno lo trovò con un fazzoletto sporco di sangue, così decise di andare verso la palestra che si trovava in centro, quella in cui Harry aveva detto di andare. Ci entrò, chiese di Harry Styles, ma la ragazza all'entrata le confermò che nessun Harry Styles aveva mai frequentato quel corso di boxe. Lì Alexis si bloccò per qualche secondo, prima di realizzare il fatto di dover parlare urgentemente con Harry, aveva bisogno di spiegazioni e al più presto. Provò a chiamarlo, ma aveva il cellulare spento, come sempre del resto. Così tornò ai dormitori per andare in camera sua ed aspettarlo lì, ma al suo interno c'era Zayn, ancora una volta.
"Cazzo Zayn, si può sapere che cavolo vuoi ancora dalla nostra stanza?!" Alexis gridò come una pazza isterica, era troppo sfinita da quelle situazioni poco piacevoli che le si stavano verificando, doveva pur trovare un modo per sfogarsi, ma magari non con il povero Zayn che non c'entrava assolutamente nulla. 
"Sto ancora provando a cercare quelle maledette pillole, stupida principessa" Zayn reagì allo stesso modo, semplicemente erano troppo nervosi entrambi. Ed entrambi avevano bisogno della stessa persona per calmarsi, per trovare una soluzione ai loro problemi.
"Io non le ho, credimi. Non ne ho nessun bisogno e vorrei non averne mai presa una" continuò lei urlando ancora, senza accorgersi della presenza del riccio dietro di loro che volle restare a guardare la scena da dietro la porta della loro stanza senza farsi vedere.
"Giuro che io non ne ho mai data una a te ne ad Harry o a qualcun'altro okey? Il problema è che devo prenderle anche io!" continuò Zayn. A quel punto Harry spalancò gli occhi. Finalmente aveva scoperto qualcosa che nemmeno lui sapeva. Anche Zayn prendeva le pillole, ma per cosa? Che cosa doveva dimenticare anche Zayn? Harry cercò di trovare una qualsiasi risposta, ma non ottenne risultati, ed ovviamente lei non gli avrebbe mai rivelato tutta la verità. Doveva avere soltanto pazienza, e aspettare che lei decida di smettere con tutta questa farsa.
"Non mi importa, non le devi più prendere, lo capisci questo? Vuoi ricordare o no quello che ti vogliono far dimenticare?!" Alexis gli si avviciniò e lui abbassò il capo, sapeva che non doveva prenderle, ma non poteva fare altro che obbedire a quell'uomo. Nient'altro.
"Devo prenderle, lui dice così e così è, basta" concluse Zayn prima di uscire da camera della ragazza. Così Harry subito rientrò nella stanza ed andò verso Alexis, il quale lo spinse sul letto. 
"O parli ora o taci per sempre" disse lei per poi sedersi a cavalcioni su di lui. Harry rimase un po scandalizzato, ma giusto per qualche secondo, prima di rendersi conto di quanto erano vicini. 
"Beh.. tutto bene e a te? Sei andata a fare shopping? Lo sai che hanno aperto un nuo-"
"PERCHE' DIAMINE MI HAI MENTITO" Alexis gli si avvicinò ancora di più, in un altra situazione Harry sarebbe stato contento di quella vicinanza, ma non in quel momento.
"Mentito su cosa?" chiese lui innocente.
"Non hai mai fatto boxe, che ci facevi quel giorno nel parco?" Alexis andò dritta al punto, e lui rimase per qualche minuto in silenzio non sapendo che dire.
"Beh.."
"Si?"chiese Alexis sistemandosi bene sulle gambe del ragazzo, mentre lui si alzava leggermente dalla posizione scomoda in cui poco fa si trovava.
"Ecco, avevo .. litigato con un ragazzo" disse lui inizialmente nervoso, proprio per quel tono da lui usato, Alexis capì che era un altra bugia. Non sapeva che fare, continuare a spronarlo a dire la verità oppure lasciarlo perdere, tanto la verità viene sempre a galla. Ma forse non con la forza.
"Si, certo" dise Alexis rialzandosi dal ragazzo, ma lui l'attirò ancora verso di sè.
"Perché sei così bella, eh? Sembri un angelo, solo che sei un po acida" disse lui concludendo la frase con una risata, ed Alexis si unì a lui dimenticandosi per un minuto tutto quello che era accaduto.
"Sono bella, sembro un angelo e sono anche acida, la ragazza perfetta ,no?" chiese lei scherzando e lui annuì avvicinandola ancora a sè fino a far sfiorare i loro nasi. " Hai perfettamente ragione, sei perfetta" disse lui prima di posare le sue morbide labbra su quelle della ragazza 'perfetta'.

 
ANGOLO AUTRICE
 
Mh mh.. lo so, sono in ritardo di due settimane, o più non lo so hahahha ma il fatto è che ho delle idee impressionanti per questa fanfiction e allora non sapevo se metterle in questo capitolo o nei prossimi, e beh l'idea la metterò nei prossimi hahahah beh che dire, si sono baciati o.o strano. Comunque sono felicissima perchè state aumentando, Dio *-*     Se vi va lasciate una piccola recensione, okey? Ciau!
-Sweetie

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Capitolo 10
*** Memories. ***


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Memories



"Perché sei così bella, eh? Sembri un angelo, solo che sei un po acida" disse lui concludendo la frase con una risata, ed Alexis si unì a lui dimenticandosi per un minuto tutto quello che era accaduto.
"Sono bella, sembro un angelo e sono anche acida, la ragazza perfetta ,no?" chiese lei scherzando e lui annuì avvicinandola ancora a se fino a far sfiorare i loro nasi. " Hai perfettamente ragione, sei perfetta" disse lui prima di posare le sue morbide labbra su quelle della ragazza 'perfetta'.

 
DUE GIORNI DOPO


NARRATORE

La città ancora addormentata, le persone ancora immerse nei propri sogni. Belli e brutti ma pur sempre sogni. Oppure ci sono cose che possono sembrare sogni ed invece sono realtà. Forse si sono uniti per confondere o chiarire le idee , o sentimenti, alle persone. Ma nel caso di Alexis i sogni volevano solo aiutare a confonderla, a metterla nella più totale difficoltà. 
Erano passati ben due giorni, due giorni da quel bacio fra lei ed Harry. Alla fine nessuno dei due si oppose, sapevano che prima o poi sarebbe accaduto e, quindi, quel bacio servì soltanto a schiarire le idee ad entrambi. Era stato come una luce, che però si spegnerà come tutte le altre, non era speciale. Forse per svegliarli del tutto serviva qualcosa di più di una semplice luce. Qualcosa di più forte o più debole. Dipendeva dai punti di vista, ovviamente. 
Ma in quei momenti, l'unica cosa a cui pensavano tutti, compresa Alexis, era quel viaggio di istruzione. Ma lei non sapeva che, forse, quella era proprio la luce di cui aveva davvero bisogno. Ormai mancava un giorno, ventiquattro ore per la 'vera' luce. Quella forte.

"Se dico amichetto ci sarà un motivo, secondo me lo hai escluso troppo facilmente. Forse non l'hai nemmeno considerato, non hai mai sospettato di lui". Alexis pensava ancora a quelle parole uscite dalle labbra di Mark. pensava che se alludeva ad Harry, l'affermazione era sbagliata, il primo di cui sospettava era proprio lui. Ed era quel pensiero che la confondeva fin dal primo momento in cui assimilò quelle parole. O forse non le aveva per niente comprese, ma lei non lo sapeva. Non poteva prevedere il futuro e tanto meno cercare di cambiarlo. Era come la morte, se un uomo era predestinato non poteva fare nulla per sfuggire al suo destino.


*** ****** ***

"Gelato o granita?" chiese Louis ad Alexis, e lei sorrise leggermente mentre Harry le cingeva i fianchi in modo protettivo. 
"Mh.. credo nulla, sono a dieta" disse lei semplicemente. Harry la guardò in modo strano, e subito scoppiarono entrambi a ridere, infondo, erano felici assieme. 
"Sentite non ho tempo da perdere, gelato o granita?" gridò Louis facendo il finto 'incazzato'. Intanto i due continuavano a ridere mentre il resto dei ragazzi li guardava con sguardo confuso.
"Io me ne vado" all'improvviso Louis fece per andarsene, ma fu fermato dalla ragazza che lo abbracciò da dietro. 
"No, non puoi. Gelato a nutella, biondo" disse lei stringendolo in un abbraccio, che lui subito ricambiò.
"Non sono biondo, mora"
"Ed io non sono mora, idiota" detto questo, la ragazza tornò al fianco del suo 'ragazzo', il quale l'accolse a braccia aperte baciandole il naso con fare scherzoso.
"Ragazzi, voi che porterete al viaggio?" chiese Niall sedendosi in uno dei tavoli presenti nella gelateria in cui si trovavano. 
"Andiamo in Egitto, non a Las Vegas" rispose Zayn sedendosi al suo fianco, e così li imitarono tutti gli altri.
"Già, e se ci crolla una piramide addosso?" a quella domanda tutti scoppiarono a ridere, solo Niall poteva pensare ad una cosa del genere. Alexis scrollò la testa disperata dal livello di cretinaggine del suo amico per poi ridere anche lei.
"Voi ridete, ma se ci troveremo un faraone davanti so cazzi" ancora altre risate, non sapendo che Niall parlava sul serio. 
"Okay continuate pure, siete solo dei poveri illusi" concluse il biondo ,andando verso il bancone dove si trovava Louis,intento ad ordinare i gelati. 
In realtà tutti pensavano a quel viaggio, ma in modo diverso. Poi all'improvviso Alexis fu distratta dalla suoneria del suo cellulare. Strano.
"Pronto?" parlò lei, ma dall'altra parte nessuno rispose. Sentiva soltanto un silenzio quasi tombale, e questo un po la spaventava.
"Chi sei?" chiese con tono curioso, anche se dall'altra parte nessuno parlava, sentiva comunque il respiro di qualcuno. Appena concluse la frase, dall'altra parte qualcuno rise. Allora lei si alzò e andò verso l'esterno del bar.
"Per favore, hai paura di  parlare?" chiese lei stufa. E dall'altra parte silenzio, finché poi non parlò.
"Non ho paura di nulla, ma meglio che tu non apri bocca con persone troppo fedeli" una voce metallica, ancora. Alexis pensò subito che era il ragazzo che aveva incontrato in piazza giorni prima. 
Subito dopo quella risposta, il ragazzo terminò la chiamata, così Alexis tornò dentro.
"Chi era?" chiese Harry scrutandola, mentre lei gli andava incontro.
"La mia tutrice" disse sorridendo, ed Harry l'attirò a se.
"Che ne dici di tornare in camera?" disse lui con un sorriso malizioso in viso, subito dopo la baciò. Lo fecero per qualche secondo, prima che Louis e Niall portassero i gelati. E una volta terminati, tornarono in camera.

"Secondo te dovrei tornare a casa per salutare mio padre prima di partire?" chiese Alexis in un sussurro mentre entravano entrambi in camera.
"Non ne ho la più pallida idea, ma io farei finta che fosse morto" Disse Harry con un tono acido, troppo acido secondo Alexis. 
"Cos'hai contro mio padre?" chiese accigliata, ma Harry sembrò cambiare subito umore sorridendo, e dileguandosi in bagno con un semplice "Assolutamente nulla". Troppo strano per la vita complicata di Lex. 

***

Durante la notte alcuni rumori fecero in modo che Harry si svegliasse. Per una volta, non si era svegliato di proposito per andare via. Era come se lo avessero chiamato, avvertito, che doveva restare sveglio e così fece. Ma qualcos'altro lo fece preoccupare. Alexis si muoveva in modo strano, stava sicuramente avendo un altro dei suoi incubi. Harry pensò di svegliarla, ma poi lei disse qualcosa che interessava al ragazzo.
"Luke!" Alexis continuava a gridare quel nome, ma Harry non poteva capire ciò che la ragazza stava sognando.. purtroppo solo lei poteva vivere i suoi incubi.

"Luke smettila ti prego" la madre continuava a chiedergli di smettere, ma niente. Lui non poteva e, soprattutto, non voleva.
"Fallo per tua sorella, resterà scandalizzata se continui" la madre gli accarezzò piano il capo, e lui cominciò a calmarsi per poi sedersi sul terreno. Era stanco, di tutto.
"Mamma, sta bene?" Alexis si avvicinò al fratello, ma lui la guardò con uno sguardo arrabbiato. 
"Tu sei mia, e quello lì non doveva nemmeno toccarti, ne sfiorarti." disse lui arrabbiato, Alexis non sapeva cosa fare. Se assecondarlo o dirgli di smettere di reagire in quel modo.
"Luke calmati! Lui non è più un problema, se ne andrà te lo giuro e non toccherà più ne tua sorella ne me. Ma tu devi dimenticarti di Alexis, siete fratelli e non potrete stare insieme" la madre cercò di fargli capire in tutti i modi la situazione, e di farlo stare calmo.
"Non siamo fratelli e lo sai, quel caro re non è mio padre" disse lui ancora arrabbiato. Intanto Alexis assimilava la notizia.
"Non è mio fratello?" chiese speranzosa. La madre scosse la testa debolmente per poi abbassare lo sguardo. 
Alexis non pensò a nulla e si lanciò fra le braccia di Luke.




All'improvviso Harry sentì un grido. Alexis era sveglia, e aveva avuto un incubo.
"Hey calmati, cosa hai sognato?" Alexis abbracciò forte Harry, ma quella scena le ricordò lei e Luke, così si staccò leggermente. Non capiva cosa stesse combinando, ma una cosa era certa, i suoi incubi erano reali. Era tutto accaduto per davvero e, nonostante lei volesse fosse un enorme incubo, sapeva che non lo era.
"Non ho sognato, sto ricordando" Appena sentite quelle parole, Harry strabuzzò gli occhi. Lei non voleva ricordasse, non doveva.



 
ANGOLO AUTRICE

Lo so, sono tornata in ritardo, ma la scuola davvero mi sta stressando, e inoltre, questo capitolo era difficilino da scrivere. Dovevo inserire alcuni indizi, e anche se non ci sono riuscita del tutto, ce ne sono comunque sparsi qua e la. E poi, un nuovo personaggio. Luke, mh mh. Che ne pensate? Forse Alexis dal sogno ha capito qualcos'altro oltre alle cose scritte, ma lo vedremo nel prossimo capitolo. A presto, spero.

-Danger

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Capitolo 11
*** True. ***


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CAPITOLO UNDICI


 

 

All'improvviso Harry sentì un grido. Alexis era sveglia, e aveva avuto un incubo.

"Hey calmati, cosa hai sognato?" Alexis abbracciò forte Harry, ma quella scena le ricordò lei e Luke, così si staccò leggermente. Non capiva cosa stesse combinando, ma una cosa era certa, i suoi incubi erano reali. Era tutto accaduto per davvero e, nonostante lei volesse fosse tutto un enorme incubo, sapeva che non lo era.

"Non ho sognato, sto ricordando" Appena sentite quelle parole, Harry strabuzzò gli occhi. Lei non voleva ricordasse, non doveva.

 

"Che vuol dire? Cosa hai sognato Alexis?!" Harry era leggermente nervoso, doveva assolutamente sapere cosa stava ricordando.

"Ho un fratello, cioè.. un fratellastro" disse lei in un sussurro, mentre alcune lacrime le rigavano la guancia. Era sconvolta dal sogno appena fatto, non sapeva cosa fare. Luke era innamorato di lei, ma era il suo fratellastro. Lui stava quasi per uccidere quell'uomo, ma ancora non riusciva a vederne il volto. Di quel sogno ricordava soltanto la madre e gli occhi di Luke. Ma la domanda che si poneva Alexis era questa: Luke dov'era? Non l'aveva mai cercata?

Appena si pose quella domanda, cominciò a diventare nervosa. E se gli fosse successo qualcosa? Alexis rabbrividì soltanto al pensiero. Ma perchè reagiva così? Forse perchè infondo ricordava qualcos'altro, ma la sua mente ancora voleva rendere chiara la situazione.

"Hey piccola, che hai? Hai uno sguardo perso, quasi spaventato" Harry schioccò le dita davanti ai suoi occhi, e subito, si riprese dal suo stato di trance.

"Harry, devo trovare mia madre. Ho bisogno di parlarle" disse quelle parole così convinta che Harry quasi credette che lei sapesse.

"So che che è viva, ma non so dov'è. Devo assolutamente trovarla, so qualcosa di importante e ho bisogno di chiarimenti" disse lei velocemente e Harry annuì. Non sapeva, ma voleva trovarla a tutti i costi. E lui avrebbe fatto del suo meglio per aiutarla. Ma Alexis non doveva chiedere soltanto di Luke, ma anche di suo padre.

"Ti aiuterò" disse prima di lasciarle un bacio a stampo sulle labbra ed uscire.

 

 

 

Appena Harry la lasciò da sola, cominciò a pensare. Pensare a tutto quello che era accaduto, doveva mettere insieme tutti i pezzi, altrimenti sarebbe andato tutto male. Se non malissimo.

Riordinò i suoi incubi, ma quello che ottenne fu soltanto più confusione. Ma un altra cosa che la preoccupava era che doveva andare in viaggio, quel giorno stesso.

Subito si rese conto di quello che aveva appena pensato, doveva partire. Adesso.

 

Prese il suo cellulare e, velocemente, compose il numero di Harry. Doveva pur tornare, se Mark sarebbe entrato nella loro camera e si sarebbe accorto dell'assenza di Harry per la partenza, si sarebbe sicuramente arrabbiato.

 

«Forza, rispondi» Disse Lei a sé stessa ma, in quel momento, qualcuno bussò alla porta. Alexis si bloccò per un secondo, prima di realizzare che doveva andare ad aprire, anche se Harry non era ancora tornato.

Così, con tutta l'ansia che aveva dentro, aprì la porta. E con grande sorpresa trovò Harry sorridente.

«Che cazzo di paura, credevo fosse Mark. Dobbiamo prepararci, in caso te ne fossi dimenticato, oggi dobbiamo cominciare il viaggio» Disse Lei facendo entrare Harry in camera che, confuso, continuava a sorridere.

«Le valigie sono già pronte non preoccuparti» Alexis pensò un secondo su quella frase, la stessa che diceva il padre. «E comunque ho trovato il modo per aiutarti, quando torneremo» A quell' affermazione, anche Alexis sorrise abbracciandolo.

«Grazie» Sussurrò Lei al suo orecchio, prima che Mark entrasse per chiamarli. Ormai il viaggio era finito, e tutto quello di cui aveva bisogno Alexis, era proprio quello.

 

*** ******** ***

 

Erano poche ore che i ragazzi erano arrivati in Egitto, il viaggio era durato abbastanza, ed era già arrivata la sera.

Tutti i ragazzi si recarono all'accampamento che aveva creato Mark, ovviamente nel deserto.

«Okey ragazzi, abbiamo il fuoco, le coperte, ora raccontiamo una bella storia eh» Disse Mark, mentre rivolgeva il suo sguardo ad Alexis. C'era qualcosa che non andava.

«C'era una volta una piccola gabbiana, man mano che cresceva la madre gabbiana l'aiutava ad imparare a volare, ma purtroppo, la gabbiana madre morì. Ma crescendo, doveva, imparare a volare ma non ci riusciva. Un giorno, la gabbiana vide un falco, era così maestoso e bello secondo lei, ma purtroppo lui aveva intenzioni poco buone nei suoi confronti. E appena la gabbiana lo capì, iniziò a scappare, ma per farlo doveva imparare a volare, ma niente. Non ci riusciva. Ma dopo tanti tentativi, anche se faticosamente, riesce a spiegare le ali. Ma all'improvviso si lascia andare, e non riesce più a volare. Magari la gabbiana sapeva di aver imparato a volare, ma aveva soltanto paura, magari in realtà non voleva volare. Voleva semplicemente lasciarsi cadere nelle braccia dell'aria, che però non poteva tenerla al sicuro per sempre. » Una volta terminato il piccolo racconto, Mark guardò Alexis, forse per farle capire che la storia era rivolta a Lei, che anche concentrandosi, non ne capiva il significato.

«Cosa ne pensate?» Chiese ancora Lui fissando Alexis negli occhi, e anche Harry e gli altri se ne accorsero.

«Il gabbiano non doveva fidarsi dell'aria» Rispose un alunno, Mark sorrise apprensivo.

«Hai capito a pieno il significato della storia, Ron» Rispose Lui continuando a sorridere, ma Alexis volle subito ribattere.

"Ma la gabbiana voleva fidarsi e basta, ne sentiva il bisogno. Ma forse quella era solo una tattica studiata da qualcun' altro. Qualcuno sapeva che la gabbiana si sarebbe affidata all'aria e che, prima o poi, sarebbe arrivata alla Terra. Forse in questa breve storia il cattivo non è l'aria, ma la terra" disse Alexis guardando Mark negli occhi, e lui sorrise furbo.

"Ma della terra non si parla" contrabbatté lui.

"Forse era un protagonista nascosto, ma c'era. C'è sempre" disse Alexis convinta. Ormai tutti i presenti capirono che i due non si riferivano più alla storia della gabbiana, e infondo, avevano ragione.

"Beh,c'è o non c'è, l'aria porta la gabbiana sempre alla terra, quindi .." disse Mark sorridendo soddisfatto.

"Su questo hai ragione, la gabbiana non doveva nemmeno guardare il falco" disse lei acida, mentre andava verso la sua tenda.

 

Mark capì quello che Lex aveva detto, ed infatti non sapeva più che dire. Quello che aveva appena detto Alexis voleva dire soltanto una cosa, ricordava della loro storia, o forse la intuiva.

 

 

*** **** ***

 

Nel frattempo, Alexis si era allontanata dai suoi compagni. Si trovava nel deserto, da sola.. Fin quando non sentì uno strano rumore, e quando si voltò, trovò un bambino.

ANGOLO AUTRICE

Heilà ragazze! Purtroppo non sto stando molto bene, ma visto che avevo il capitolo pronto ormai da una settimana, l'ho pubblicato! E .. beh spero vi piaccia, se ci sono problemi scrivetelo in una recensione. Un bacio!
-Danger.

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Capitolo 12
*** Tattoo ***


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CAPITOLO DODICI


 

Nel frattempo, Alexis si era allontanata dai suoi compagni. Si trovava nel deserto, da sola.. 
Fin quando non sentì uno strano rumore, e quando si voltò, trovò un bambino.




"Hey" Alexis parlò con un tono dolce, ma quel bambino sembrava indifferente.
La guardava con sguardo perso, ma non di certo assente. Era strano, sembrava che lui stesse su un altro pianeta, ma invece era molto più presente , anche più di Alexis.
"Sei incantato?" Chiese lei osservandolo. Non aveva capito chi era quel bambino, ma d'altronde, lui sembrava così normale.
All'improvviso il bambino si avvicinò a lei, e poi le strinse la mano. Nel frattempo la guardava negli occhi azzurri e sorrideva. Alexis assunse un espressione interrogativa, poi Lui poggiò le sue mani sugli occhi di lei e li chiuse, mentre il bambino cominciò a parlare.
"La gabbiana ha sempre saputo volare, e il falco la rincorreva soltanto per averla, ma lei aveva capito male. La terra non ha ancora voce in capitolo, ma la figlia della gabbiana si."
Detto questo, quando Alexis aprì gli occhi in cerca di spiegazioni,  il bambino non c'era più. Le possibili spiegazioni erano due:  o era stato tutto frutto della sua mente che cercava di comunicargli qualcosa, oppure il bambino era qui davvero, e lei doveva trovarlo.

Restò ferma per qualche secondo, prima di realizzare il fatto che la stessero chiamando dall'accampamento poco lontano da lei. Così subito cominciò ad incamminarsi verso i suoi amici ormai vicini.
"Hey, perchè sei scappata in quel modo?" Chiese Harry curioso, ma Alexis aveva la testa completamente da un altra parte. Se il bambino esisteva davvero, cosa ci faceva in un deserto in piena serata?
"Non lo so, ormai è un po di tempo che agisco senza pensare Harry" Rispose lei scrollando le spalle. Non aveva altra spiegazione, anche perchè la voglia di parlare se ne era completamente andata dopo la 'chiacchierata' con il bambino misterioso.
"Anche quando quella volta ci siamo baciati?" Chiese Lui con un filo di preoccupazione nella voce. A quel punto Alexis si bloccò. No, certo che no, Lei aveva sempre voluto farlo.
"Harry non ne ho idea, so solo che ho fatto bene quella volta, okey?" Disse Lei prima di lasciargli un bacio a stampo sulle labbra. Harry era confuso, molto confuso. Ma la cosa che lo preoccupava di più era proprio il modo in cui era scappata da Mark. E poi che significato aveva quella 'storiella'? E se la riguardava? Harry non ci stava capendo più nulla, sentiva che stava per impazzire. Eppure aveva la soluzione a portata di mano, ed era uno stupido a non usarla. 

*** ***** ***

Mark stava ancora pensando all'accaduto della sera prima. Era ancora nella sua tenda, e stava pensando su come agire, era preoccupato. Pensava che forse Alexis stava ricordando, e su questo c'erano, oltre ai pro, anche dei contro. Doveva riflettere su come comportarsi nei suoi confronti, aveva bisogno di aria e una bella passeggiata nel deserto gli avrebbe fatto comodo. Così uscì dalla tenda e cominciò a camminare, finchè da lontano, non intravide Zayn. Stava camminando verso il deserto e parlava da solo, dato che con Lui non c'era nessun altro. Mark non sapeva se doveva andargli incontro e farlo ritornare oppure seguirlo. Ma preso dalla curiosità, decise quest'ultima.  Così si avvicinò a Lui.

"Non ne voglio parlare, non voglio ricordare, sparisci e non farti sentire mai più" Zayn gridava quasi disperato, e Mark era sconvolto. Subito dopo si accorse che aveva un cellulare all'orecchio, stava parlando con qualcuno. Ma chi? E poi come faceva a chiamare una persona nel pieno di un deserto?
"Non mi importa!" Zayn continuava a gridare, sembrava stesse per piangere. Mark si sentì strano, quasi stordito. E dopo un ultimo grido di Zayn, non sentì più nulla. 

**** ****** ****

"Ragazzi avete visto il professore Mark?" Il professore di storia si avvicinò al gruppo di Alexis ed Harry, ma nessuno dei presenti sapeva rispondere e tutti si ponevano la stessa domanda 'Dov'era?'.
"Ci dispiace professore, non l'abbiamo ancora visto stamattina" Alexis parlò, e subito dopo il professore andò via.
"Ragazzi, avete visto Zayn?" E dopo che Niall comparve da dietro Louis, Harry non riuscì più a contenersi.
"Ma cazzo ci avete presi per un centro informazioni?!" Dopo quell'affermazione tutti scoppiarono a ridere, credevano che Harry fosse molto buffo quando si arrabbiava. E infondo era vero.
"No, comunque non l'abbiamo visto" Rispose Alexis dando uno schiaffo giocoso sulla spalla del riccio, che per risposta la baciò.
"Okey abbiamo capito, ragazzi andiamo!" Così, Louis e Liam cercarono di far allontanare anche Niall per lasciarli da soli, ma Lui non voleva. 
"No io resto" Detto questo, Harry gli diede uno spintone giocoso e subito il ragazzo si allontanò con i suoi amici.

Intanto sia Harry che Alexis erano impegnati a capire dove potesse essere Zayn. Entrambi pensavano che la sua scomparsa e quella di Mark fossero collegate, ma non sapevano comunque come agire. 
"Credi che gli sia successo qualcosa?" Chiese Alexis sottovoce, ma Harry era talmente sovrappensiero che non l'ascoltò nemmeno. Era troppo occupato a cercare una spiegazione plausibile a quella scomparsa, e doveva trovarla. Ma anche se volevano cercarlo, dove avrebbero potuto guardare? Si trovavano pur sempre in un deserto. 
"Heyy" Alexis sventolò una mano davanti gli occhi di Harry, così Lui si voltò verso di Lei e le lasciò un piccolo bacio a stampo.
"Sarà da qualche parte per prendere un pò d'aria, nient'altro principessa mia" Rispose Lui con voce risoluta. Doveva pur sembrare normale, no? No.. invece era davvero nervoso, forse anche un po troppo.

*** ****** ***

Erano ormai passate otto ore da quando nè Mark nè Zayn erano ritornati. Il professore di storia aveva pensato di annullare il viaggio d'istruzione e di avvertire le forze dell'ordine dell'accaduto, ma Alexis e gli altri avevano insistito nel restare. Prima o poi sia Zayn che Mark dovevano ritornare, per forza. 

"Ragazzi, perchè non ce ne andiamo? Aveva ragione il professore, e poi se dovesse sparire anche un altro di noi?" Uno degli alunni presenti cominciò a parlare. Il nervosismo si avvertiva anche in lontananza, ormai erano tutti spaventati. Ma inoltre avevano ragione ad esserlo. 
"Non ce ne andiamo perchè sono qui, lo so." Sbottò Alexis infastidita. Ormai era sotto pressione e cominciava ad avere paura anche Lei. Sembrava che stesse rivivendo la storia di sua madre.
"Certo, proprio come sai che tua madre è ancora viva, eh? Ma fammi il piacere. Sei solo una principessa che crede di essere la padrona di tutto ciò che vuole. E poi guarda caso, ogni volta che ci sei tu nei paraggi sparisce qualcuno." Alexis non sopportava più nulla, così si alzò dal suo posto e cominciò a camminare senza meta finchè Harry non la raggiunse.
"Hey, lo sai che quello è soltanto un idiota e invidioso, non te la prendere" Disse Lui avvicinandosi alla sua ragazza, mentre l'abbracciava. 
"Ha ragione. E prometto che non ritornerò all'accampamento se non con Zayn e Mark con me, okey? Tu torna indietro" Disse Lei accarezzando la guancia destra di Harry. Lui subito spalancò gli occhi. Era sorpreso, ma anche spaventato.
"Io resto con te, a costo della mia stessa vita idiota di una principessa! Ti è chiaro?!" Disse Lui guardandola fisso negli occhi. Lei subito scoppiò in una fragorosa risata, fin quando Lui non l'abbracciò.
"Sei un idiota Styles, ma per questo mi piaci" Quella frase lasciò un pò perplesso il povero Harry. Forse si aspettava qualcosa di più oppure di meno, non lo sapeva nemmeno Lui. 
"Forza, cominciamo dalla zona nord!" Detto questo, i due cominciarono ad avventurarsi nel deserto, fin quando non furono abbastanza lontani dall'accampamento.
"Credo dovremmo tornare indietro. Forse sono a sud? Ci hai mai pensato?" Chiese Harry ironico, e Lei rise. 
" Credo anche io" Disse Lei. Ma prima di voltarsi e seguire il riccio, notò una strana e piccola figura in lontananza. Credeva fosse quel bambino, e forse lo era per davvero, ma sta di fatto che sembrava triste. Alexis poteva quasi affermare che stesse piangendo, e non ne capiva il motivo. Ma qualunque esso sia, portò Alexis ad avvicinarsi a quel bambino, lasciando Harry da solo. 
"Ma dove diavolo vai?!" Harry gridò più che poteva, ma Alexis sembrava che non lo ascoltasse. Subito si precipitò nella sua direzione, ma Lei continuava a camminare finchè all'improvviso non si fermò nel bel mezzo del deserto. Harry la osservò per qualche secondo, prima che la vide cadere al suolo priva di sensi. Così, corse subito verso di Lei.
"Hey piccola, svegliati" Alexis sembrava si stesse per addormentare. Harry non riusciva a capire cosa le stesse accadendo, ma di certo non era una bella cosa.
"Il bambino" Alexis parlò a malapena, ma Harry non capì quello che Lei stava dicendo. 
"Quale bambino Alexis? Non c'è nessun altro qui oltre a noi" Disse Lui guardandosi intorno. Alexis si sentì ancora più confusa. Alzò lo sguardo, e quando lo fece, il bambino era lì davanti a Lei. Allora perché Harry non lo vedeva? 
"Che cosa sei?" Chiese Alexis al bambino. Lui la guardò negli occhi, prima di avvicinarsi ancora un po a Lei.
"Non lo so, sono semplicemente quello che tu vuoi." Alexis lo guardò negli occhi, prima di vederlo sparire. In quel momento era ancora più confusa dei momenti precedenti. Non riusciva a capire cosa le stesse accadendo, si sentiva strana. 
"Quello che voglio" Ripetè Alexis in un sussurro, prima di cadere in un sonno profondo. 



Dopo qualche ora Alexis si risvegliò di nuovo nella sua tenda. Si guardò intorno in cerca del suo Harry, ma niente. Così decise di aspettare che fosse stato Lui a tornare, mentre Lei pensava.
Alla fine il bambino si era quindi rivelato una figura da Lei immaginata, e non esisteva davvero. Eppure, quel bambino aveva un aria conosciuta. Ma come mai Lei ha immaginato quel bambino? Che qualcuno le stesse continuando a dare quelle pillole? Non lo sapeva, e non poteva mai saperlo davvero.

Passarono pochi secondi prima che Harry rientrasse nella tenda. 
"Indovina, sono tornati Zayn e Mark" Detto questo, Alexis scattò fuori la tenda in cerca di quei due, doveva sapere se c'entrava qualcuno di sua conoscenza. Girava lo sguardo in giro ma non vedeva nessuno, finchè qualcuno non iniziò a parlare.
"Mi stavi cercando?" Domandò Mark dietro le sue spalle. Alexis si voltò subito verso di lui, notando una piccola cosa. Una strana macchia sul collo, sembrava un tatuaggio. Una specie di marchio.
"Che cos'è questo?" Chiese Alexis lentamente, mentre si avvicinava a lui. Mark fece un sorriso spento, mentre annuiva.
"Lo sai benissimo, e comunque ce l'ha anche Zayn. Ah e, complimenti, hai saputo mentire benissimo" Appena terminata la frase, Mark si dileguò in un attimo dirigendosi verso il gruppo di alunni che erano seduti sulla sabbia. Alexis ripensò a quella frase, alla macchia e all'improvviso le venne in mente una cosa.

"Vieni, ti faccio vedere una cosa piccola" Luke parlava così dolcemente che, meravigliata, Alexis lo seguì fino ad entrare in un altra stanza. 
"Questo ti resterà per qualche mese, ma non credo dimenticherai il dolore che hai provato nel farlo" Neanche il tempo di terminare l'ascolto di quella frase, che Alexis si sentì bruciare una piccola parte del collo. Il dolore che sentì fu atroce, sembrava che gli avesse poggiato una lama incandescente sulla pelle. Si voltò verso Luke e lo vide sorridere soddisfatto.
"Ti piace?" Chiese lui spostando una ciocca di capelli dal collo di Alexis, mentre la portava davanti ad uno specchio. Alexis si guardò la zona del collo marchiata. Era un cerchio con una L al suo interno. Alexis si voltò verso Luke, il quale fissava ancora il suo capolavoro.
"Come hai fatto?" Domandò lei curiosa. Luke sorrise soddisfatto prima di lasciarle un dolce bacio a stampo.
"Essere il finto figlio del Re ha i suoi pregi sai.." Ancora un altro bacio, dopodichè entrò sua madre, e i due si allontanarono.


Alexis spalancò gli occhi una volta capito quello che aveva ricordato. Luke era qui? Non lo sapeva ancora, ma doveva scoprirlo al più presto. Forse lui sapeva qualcosa di ciò che era accaduto a sua madre? E perché non ricordava nulla dopo quella scena? 


 
ANGOLO AUTRICE
Allooooora! Prima cosa: SCUSATEMI. Non so da quanti giorni, mesi, anni, o addirittura decenni non pubblico. Ho i capitoli pronti ormai da millenni, ma non ho mai il tempo di correggerli e  publicarli . Però per fortuna tra poco la scuola terminerà e avrò tutto il tempo che voglio! Yeee *esulta come un idiota*. Seconda cosa: Non ho niente da dire sul capitolo e il suo contenuto u.u Se avete domande su qualcosa che non vi è chiaro, oppure semplicemente per qualche critica o non so, scrivetemi in una piccola recensione. Ora scappo perché scelgo sempre orari non adatti a pubblicare un nuovo capitolo, ma vabbeh. Ah e GRAZIE ANCORA, sono tantissime quelle che seguono la mia storia e ne sono davvero felice *-* Graaazie 

-Danger.

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Capitolo 13
*** Lie or not? ***


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Lie or not?
 



Alexis spalancò gli occhi una volta capito quello che aveva ricordato. Luke era qui? Non lo sapeva ancora, ma doveva scoprirlo al più presto. Forse lui sapeva qualcosa di ciò che era accaduto a sua madre? 


Alexis si allontanò per un attimo, fino ad arrivare nel posto in cui aveva 'visto' il bambino. Doveva scoprire di più,ma come? Se Luke era qui c'era un motivo, e poi perchè non l'aveva cercata? 

"Luke.. lo so che sei qui da qualche parte. Magari mi stai spiando, magari no. Non so più che credere, sto impazzendo. Parlo da sola, vedo bambini che in realtà non esistono. Ricordo cose che non sapevo di aver fatto, immagino simboli strani e-" Alexis si fermò un secondo. Simboli strani, giusto. 
"Perchè diamine non ci ho pensato prima?!" disse prima di correre verso il campeggio, dritta nella sua tenda. 

Appena entrata, prese il suo computer e cercò subito la forma del tatuaggio che le aveva fatto Luke. D'istinto si portò una mano sul punto marchiato del collo, ma come immaginava, non c'era nulla. Come aveva detto Luke, durava solo pochi mesi. 
Subito la sua attenzione fu attirata però dal risultato della ricerca. 

"Trovati corpi di diciassettenni, erano marchiate da un simbolo."

"Il simbolo del killer"

"Ritrovati i corpi delle ragazze scomparse, si pensa ci sia un killer"


Alexis continuava a leggere i vari titoli di giornale, che cosa stava cercando esattamente? Non lo riusciva a capire nemmeno lei. 
Cercò subito di ingrandire le foto dei corpi, cercando di vedere meglio il simbolo. Era un cerchio. Quindi non c'entrava con Luke? Eppure qualcosa la induceva a indagare su quella storia. Infatti, ingrandendo il corpo della terza donna, Alexis notò che nel cerchio c'era una L. La donna era abbastanza grande, non era di certo una diciassettenne. Poteva quasi essere la madre di Alexis, ma ovviamente, non lo era. 
Continuò le sue ricerche, ma nessun articolo riusciva a spiegare quel simbolo. 

E mentre lei era concentrata sul suo computer, Harry la stava spiando nascosto dietro la sua tenda. Si chiedeva cosa stesse cercando, e perché le interessava quel simbolo, ma non poteva chiederglielo ovviamente. 

*** ******** ***

"Allora Zayn? Hai intenzione di dirgli chi abbiamo visto, oppure vuoi tacere?" Mark era stufo, credeva fosse meglio che Alexis sapesse, ma Zayn non ne voleva sapere niente.

"Perché? Che senso ha dirglielo? Luke la porterà via.." disse con voce flebile, era stanco anche lui. Non poteva dire nulla davvero, Alexis non lo avrebbe più ascoltato.

"Louis potrebbe parlarci, Luke si fida di lui." Detto questo, Mark uscì dalla tenda di Zayn. 

All'improvviso si sentì bruciare il collo, quel marchio faceva male. Tanto.

"Luke deve fermare quell'uomo, ma senza Alexis non può. " 

 
*** ******** ***

"Hey piccola, hai sonno?" Erano già le dieci di sera, e Alexis e Harry erano nella loro tenda. 

"No, per niente. Stavo soltanto pensando" rispose distratta. Alexis si sentiva sola, anche in compagnia, era completamente sola. Aveva paura di sbagliare qualcosa, andare troppo oltre. Ma doveva pur sapere dove era finito Luke, se sapeva qualcosa doveva dirglielo. E forse lei aveva capito quello che sua madre gli aveva sempre nascosto, ma senza Luke non aveva certezze. Non esistevano. 

"Senti, per tua madre. Io, credo di averla trovata. Appena torniamo la vedrai,  ne sono sicuro" disse Harry nervoso. Alexis non poteva ricevere notizia più bella di quella, se non trovava Luke, la madre poteva chiarirle le idee. E finalmente, scoprirà chi è suo padre. 

"Sei fantastico, mi conosci da pochissimo e già mi sei così vicino, troppo" disse Alexis con un po di malinconia, forse aveva sbagliato a dire quelle cose. Harry poteva anche fraintendere, ma lei non ne aveva alcuna intenzione.

"Troppo? In che senso?" chiese lui preoccupato. 

"Nel senso che io mi fido di te, tu ti fidi di me. E mi chiedo se tutto questo un giorno finirà per colpa nostra" continuò lei rannicchiandosi al fianco del riccio. Tra le sue braccia si sentiva a suo agio, protetta e nascosta. Come lo è stata in tutta la sua vita, chiusa in quel palazzo. Odiava tanto quella vita, e adesso cominciava a pensare che forse però era meglio. Lì dentro non aveva alcun problema con il mondo esterno, non doveva pensare a tutti quei problemi che adesso si ritrovava ad affrontare. 

"Io non voglio che tutto questo finisca, e non finirà. Non lo permetterò, Principessa" rispose Harry convinto, mentre stringeva Alexis a se abbracciandola. Le lasciò un bacio sulla fronte, e poi si avvicinò di più a lei. Rimase lì al suo fianco, nessuno dei due parlava. Perché a volte il silenzio bastava, diceva più di tutto.  Ma quella tranquillità fu interrotta dall'irruzione di Zayn nella loro tenda, sembrava quasi spaventato.

"Hey, che ti prende?" chiese Harry preoccupato. Si avvicinò all'amico, ma lui lo respinse.
"E' qui" disse respirando lentamente. Alexis si alzò subito dal suo sacco a pelo e andò al fianco di Zayn.
"Chi?" sussurrò in modo da non farsi sentire da Harry. Zayn abbassò il viso stanco, poi parlò.
"Luke" rispose solamente. Alexis spalancò gli occhi, insomma, ne aveva il sospetto ma quella conferma la spaventava, infondo. 

Immediatamente -senza dare spiegazioni- Alexis uscì dalla sua tenda. Pioveva a dirotto, ma Zayn aveva detto che era qui. Voltò lo sguardo in giro, e poi vide il bambino. Era solo la sua immaginazione, ma cercava di comunicarle qualcosa, così seguì il bambino. 
La pioggia stava aumentando e, finalmente, il bambino si fermò davanti ad una tenda. Guardò Alexis per un secondo prima che, come nell'ultima volta, sparisse nel nulla.

Alexis si avvicinò lentamente alla tenda, finché non ci entrò dentro. Era vuota, non c'era niente e nessuno. Si sentiva confusa, così decise di sedersi al suo interno, infondo fuori pioveva. 

"Non ci credo" una voce familiare attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo nervosa, per poi posarlo sul ragazzo difronte a lei. Era biondo, due occhi blu ed era bellissimo. Non c'erano dubbi: Luke.

"Dovresti vedere io" rispose sorridendo timidamente. Luke si avvicinò a lei, fino a sfiorarle la guancia con un dito.
"La mia piccola Lex" disse lui dolcemente. Si avvicinò ancora ad Alexis, e posò le sue labbra sulla guancia della ragazza.
"Luke, ho bisogno di parlarti" Alexis gli prese la mano, e lui la guardò dritto negli occhi.
"Ti ascolterò quanto vuoi" rispose mantenendo quel contatto visivo che, come tanto tempo fa, metteva in soggezione Alexis. Gli raccontò tutto, dalla decisione di suo padre per mandarla in una scuola, fino ad arrivare alle pillole che aveva trovato. Alexis si sentiva quasi libera, si era sfogata di tutto quello che aveva dentro. E Luke doveva crederle.

"Alexis" Lei fermò il suo sguardo negli occhi di Luke, doveva dirle qualcosa. Non l'aveva mai chiamata Alexis, ma sempre Lex o Alex.
"Ricordi tutto?" chiese lui speranzoso. Forse era qualcosa che lei già sapeva?
"Dipende, ricordo solo di 'noi' e qualche altro particolare su nostro padre" rispose lei tesa. 
"E' di questo che devo parlarti, lei ci ha mentito" disse lui convinto delle sue parole. Allora Alexis ricordava bene.
"No, a me non ha mentito. Lo sapevo, ma la mia mente aveva rimosso tutto a causa-"
"Delle pillole" la interruppe Luke. 
"Ma se tuo padre è il Re, il mio chi è?" domandò Alexis. In quel momento avevano tutte le risposte, ma non sapevano utilizzarle. L'unica cosa che poteva aiutarli era stare insieme, e magari aspettare. Il tempo a volte porta alla verità, ma non tutti sono pazienti. 

 
*****************************

"Scusami, ho fatto quello che sentivo di fare. DOVEVO farlo!" Zayn stava impazzendo. Per una volta che ascoltava il suo cuore e la sua mente non andava bene, eppure era stato lui stesso a insegnarglielo.
"Quello che dovevi fare? No! Hai sbagliato Zayn, e ne pagherai le conseguenze lo sai" rispose lui con un sorriso furbo in viso.
"E cosa vuoi fare? Uccidermi?" domandò lui stufo, lo stavano davvero stancando. Non ne poteva più, e quel peso che sentiva sulla coscienza era troppo anche per lui.
"No, farò di peggio. Dirò la verità, e i tuoi amici resteranno delusi da te. Capiranno che sei soltanto un ragazzo sbagliato, e non ne vorranno più sapere di te. 'Una semplice bugia' come la chiami tu, può ferire molto" disse lui avvicinandosi al mio orecchio. Quelle parole sembravano così cattive. Zayn non poteva davvero crederci.
"E' impossibile che lei sia tua figlia, non è come te" disse in un sussurro. Lui sembrò irrigidirsi.
"Lei è ancora peggio. Ora prendi le pillole, e stammi bene Malik" l'uomo rimise il suo cappuccio, e andò via. Era incredibile, non lo lasciava in pace nemmeno nel pieno deserto. Doveva assolutamente parlare con Mark, lui l'avrebbe aiutato.

******************************
Luke e Alexis erano rimasti da soli in quella tenda. Avevano bisogno di stare per qualche altro minuto insieme. Luke aveva fatto stendere Alexis al suo fianco, ma lei era nervosa. Aveva ancora dei dubbi, e doveva assolutamente toglierseli prima di tornare da Harry.
"Luke, sei stato tu a fare quel marchio a Zayn e Mark?" domandò Alexis. Intanto Luke era impegnato ad accarezzarle i capelli, quella chioma bionda che tanto amava. 
"Si, sono stato io" esitò per un secondo, ma alla fine rispose. Aveva cercato di essere il più convincente possibile, ma lo sguardo di Alexis gli fece capire che era un pessimo attore.


 
ANGOLO AUTRICE

Saaaalve a tutte! Per prima cosa volevo ringraziare tutte quelle che hanno aggiunto alle preferite-ricordate-seguite questa fanfiction. Ci tengo tanto, e inoltre aumentate sempre e questo mi fa piacere. In questo capitolo sono successe molte cose, e se fossi stata al posto di Alexis, probabilmente, sarei morta dallo stress. Ma cercherò di non complicargli troppo la vita, prometto. Anche perché, come gliela complico più di così? Okey basta, un saluto e.. ciaaaao!

-Danger

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Capitolo 14
*** Maybe, alone. ***


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Maybe, alone.


 


"Luke, sei stato tu a fare quel marchio a Zayn e Mark?" domandò Alexis. Intanto Luke era impegnato ad accarezzarle i capelli, quella chioma bionda che tanto amava. 
"Si, sono stato io" esitò per un secondo, ma alla fine rispose. Aveva cercato di essere il più convincente possibile, ma lo sguardo di Alexis gli fece capire che era un pessimo attore.



"Dimmi la verità, ti prego. Sono stufa di tutte queste bugie. Chi è stato?" chiese Alexis accarezzandogli il ciuffo biondo. Lui sorrise dolcemente, per poi parlare. "Non posso dirtelo, l'ho promesso. Ma non sono stato io, ne qualcuno che conosci bene"

"Okey, credo mi possa bastare. Non ti forzerò, non preoccuparti" disse lei con un po di fastidio in voce. Alexis stava per uscire dalla tenda quando, con molta dolcezza, Luke le prese il polso. Si avvicinò a lei, e si perse nei suoi occhi azzurri tendenti al grigio. Luke era davvero troppo vicino, almeno secondo Alexis. Lei lo guardò negli occhi e poi gli lasciò un bacio all'angolo della bocca, e subito dopo uscì da quella tenda. 

Entrambi sentivano di più, entrambi volevano di più. Forse.

 
**** ************ ****

"Si può sapere dove cazzo sei stata? Mi hai fatto spaventare" Harry continuava a gridare, ma Alexis non l'ascoltava. In quel momento non gli poteva spiegare nulla, non ne poteva parlare con nessuno. Almeno credeva. 

"Continui a non parlare? Che c'è, ti sei già stancata di me?" A quel punto Alexis alzò lo sguardo su Harry. Scosse la testa infastidita da quell'affermazione, Harry stava perdendo la testa. Alexis decise di continuare a non rispondergli, ma lui si arrabbiava sempre di più.

"Vuoi che la finiamo qui? Perché sai, per le altre ragazze sarebbe una gioia" disse Harry allargando le braccia. Alexis si sentiva a pezzi, lui non poteva capirla.

"Bene, allora la finiamo qui principessa." Il cuore di Alexis perse uno, due, tre battiti. O forse si era soltanto frantumato. Perché non poteva parlare? Doveva raccontargli tutto?

"Non sono una principessa, Harry. E' tutto sbagliato, anche io" Alexis aveva detto tutto con aria indifferente, sembrava fredda e distaccata. Non sentiva emozioni in quel momento, era completamente vuota. Assente.

"Che vuoi dire?" chiese Harry ancora arrabbiato. Alexis allora cambiò idea, non voleva parlargli. Perché doveva se a lui non importava? Non lo voleva vedere, non voleva vedere nessuno. Nemmeno sua madre, né suo padre, né Luke. Nessuno.

"Va via Harry, non ho voglia di parlare" disse Lei a voce bassa. Per Harry era quasi inquietante, così provò a parlarle.

"Ma che-"

"VOGLIO RESTARE SOLA!" Le urla di Alexis fecero gelare il sangue di Harry. Aveva usato un tono completamente ghiacciato, non era Lei. Non era la sua Alexis, o non lo era mai stata. Forse.
Harry rimase spiazzato, ma poi fece come detto da Alexis. 

"Come sempre, sola. Morirò sola, stanca e sola." disse Alexis iniziando a ridere. Era nervosa, arrabbiata e stanca. Ma soprattutto sola. E nella sua stanchezza, si addormentò.

*** ********** ***

"Perché non vai da lei? Se le parli forse capisce qualcosa, no?" Mark stava cercando di convincere Louis a parlare con Alexis, ma lui sembrava accecato.

"Non capirà nulla. E poi avevo detto che non doveva andare da Luke!" Louis gridava, era arrabbiato con Zayn. Aveva sbagliato, ma Alexis aveva bisogno di aiuto. Ma a volte ciò che aiuta, può anche essere la causa di distruzione. Forse.

"Scusa Louis se non le ho voluto mentire. Scusa se ho pensato a lei, invece che a me. Scusa se non sono un venduto come te" Zayn stava perdendo il controllo, e il tutto nel bel mezzo del deserto. 
Louis si scagliò contro Zayn e, prima che potesse colpirlo, Mark lo fermò.

"Non sono un venduto, ma se suo padre dice che è meglio così, allora lo è. Luke non può portarla via, non può toglierle tutto quello che ha adesso" disse Louis iniziando a calmarsi. Zayn sospirò, quasi per cacciare tutta l'ansia che aveva in corpo, ma non funzionò.

"Lasciamola da sola, è la cosa migliore. Da sola scoprirà tutto, e nessuno l'aiuterà. Ci affidiamo al destino, secondo me è la cosa migliore" Disse Mark appoggiando una mano sulla spalla di Louis. Finalmente si stava calmando sul serio, e anche Zayn sembrava reagire meglio. Entrambi annuirono, tutti erano d'accordo. Alexis doveva essere da sola per capire, forse.

 
*** ********** ***


Harry stava passeggiando, il deserto infondo lo rilassava. Non poteva credere di aver rovinato tutto, solo per una sfuriata. Una sfuriata che non era nemmeno diretta alla povera Alexis. Si respirava un aria tesa, troppo. 
Non vedeva l'ora di ritornare, ma per fortuna mancava poco. Il viaggio era quasi terminato, e quella sera stessa sarebbero ripartiti. Credeva che quando sarebbero ritornati, tutto sarebbe andato meglio, ma se si sbagliasse? 
Forse sarebbe peggiorato tutto, o forse no. 

Harry era semplicemente sicuro che tutto avesse un finale, solitamente felice, ma la realtà era un'altra. Non tutto andava come si voleva, altrimenti Alexis non si trovava in quella situazione, Harry nemmeno e neanche Luke e gli altri ragazzi. Se tutto sarebbe andato come tutti volevano, la madre di Alexis sarebbe stata ancora lì con la sua famiglia. Magari non nel deserto, però.
Ma il problema era questo: qual'era la famiglia della madre di Alexis?

Harry si poneva tante domande, troppe anche per lui che aveva tutte le risposte. Iniziò ad avviarsi verso l'accampamento, e si accorse che tutti erano già andati a preparare le valigie, così decise di tornare nella sua tenda. La stessa in cui c'era Alexis. La vedeva lì a dormire, tranquilla. Sembrava così tenera e indifesa, così felice. Mentre durante la giornata sembrava sempre afflitta dai problemi, e in effetti era così. Ed era questa un'altra domanda di Harry: tutti mentivano davanti agli altri, mentre lei mentiva quando era sola, mentiva a sé stessa.

"Alexis, dobbiamo partire" disse lui accarezzandole una guancia. Toccarla, o anche solo sfiorarla, gli faceva male. Lo distruggeva perché, come sapeva, lei non lo avrebbe più ascoltato come prima. Qualcosa stava cambiando, o forse qualcuno. 

"Solo un secondo." Alexis sembrava una bambina, una povera e piccola bimba che veniva svegliata da sua madre per la scuola. Ma dopo un po si cresce, e lei infatti era cresciuta.

"Forza, altrimenti ci faranno restare qui" disse Harry cercando di farla sorridere, ma lei non lo fece. Si alzò e prese la sua valigia, mettendoci dentro la coperta che aveva poco fa addosso. Sembrava senza emozioni, e forse era meglio così. 

"Sono pronta. Andiamo" disse lei sforzando un sorriso. Ma Harry lo sapeva, lei non sorrideva davvero, era finta. Falsa, ed era anche brava a nascondere la sua falsità.

*** ********* ***

"Bentornati a casa!" gridò Niall contento, forse era anche l'unico ad esserlo. Tutti erano tristi di essere ritornati, perché sarebbero ricominciate le lezioni, ma invece altri erano tristi perché sapevano che quel ritorno aveva svegliato Alexis. Il viaggio era stato il suo risveglio, Luke lo era stato. Tutto e tutti, ma non i suoi amici.

Harry stava ritornando in camera sua, quando anche Alexis lo raggiunse. Lo guardò senza emozioni, ancora una volta non sentiva nulla. Harry cercò di prenderle la mano, ma lei la scansò. 
Entrarono in camera più silenziosi che mai, non sapevano cosa fare. 

"Senti-"
"No, Harry. Non ascolto più nessuno, sento solo bugie. Io non ce la faccio, non posso farcela se non mi dite tutta la verità" lo interruppe Alexis. Harry le sorrise tristemente, ma non parlò. E proprio mentre stava per farlo, qualcuno bussò alla porta.
"Vado io" disse Harry mentre Alexis andava in bagno. Appena aprì la porta trovò davanti un uomo strano. Non era uno studente,  non di lì almeno. Aveva dei vestiti troppo eleganti per essere uno di quella scuola.

"Chi sei?" chiese Harry curioso. L'uomo, o meglio il ragazzo, sorrise timidamente per poi presentarsi.
"Sono un mago" disse lui ridendo. Harry non riusciva a percepire il minimo divertimento in quella frase, rimase soltanto confuso.
"Harry, chi è?" Alexis uscì dal bagno, e appena incontrò lo sguardo del ragazzo si paralizzò.
"E tu chi sei?" domandò lei bruscamente. Harry girava lo sguardo prima da Alexis al ragazzo e poi viceversa, ma questo gli stava facendo venire soltanto il torcicollo. Non riusciva a capire la situazione.
"Il tuo promesso sposo" rispose il ragazzo con non-chalance. Harry spalancò gli occhi sconvolto, mentre Alexis si sentì spenta. Anche l'ultima scintilla di fuoco che era rimasta in lei, era stata appena spenta da un estintore. E questo non la fece sentire meglio, ma la uccise.

 
ANGOLO AUTRICE

Rieccomi, tadan! No okey. Mi scuso per eventuali errori e, come sempre, spero in una vostra recensione. Credo che questo capitolo sia un pò strano. Non credo ci sia molto da dire su questo capitolo, dice tutto da solo. Forse. Okey basta riferimenti con il titolo, mi dileguo e ritorno a vedere la partita! STO IMPAZZENDO, ADDIO

-Danger.





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Capitolo 15
*** It's Impossible. ***


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It's Impossible.


 


"E tu chi sei?" domandò lei bruscamente. Harry girava lo sguardo prima da Alexis al ragazzo e poi viceversa, ma questo gli stava facendo venire soltanto il torcicollo. Non riusciva a capire la situazione.
"Il tuo promesso sposo" rispose il ragazzo con non-chalance. Harry spalancò gli occhi sconvolto, mentre Alexis si sentì spenta. Anche l'ultima scintilla di fuoco che era rimasta in lei, era stata appena spenta da un estintore. E questo non la fece sentire meglio, ma la uccise.


Suo padre non poteva averle fatto questo, non in quel momento. E poi chi era Lui per decidere con chi doveva stare sua figlia? Sicuramente era uscito fuori di testa. 
Che poi non era nemmeno sua figlia, si sentiva soltanto usata. Come uno straccio.

"E' impossibile, dimmi che è uno scherzo. Ti prego" disse Alexis con gli occhi lucidi. Quella settimana non era cominciata tanto bene a quanto sembrava. Il ragazzo difronte a Lei sorrise tristemente, per poi scuotere la testa in segno di disapprovazione.

"Non ci credo, devo parlarci" affermò velocemente Lei. Intanto si avviò verso il giardino del dormitorio. Non c'era un'anima viva. Erano tutti intenti a sistemare le proprie cose, a togliere i vestiti dalle valigie. A ritornare, ma Lei non era pronta. 

Iniziò a comporre il numero di suo padre. Il cellulare squillava, ma nessuno rispondeva. Uno squillo, due, tre, quattro. Fine. Non aveva risposto. E adesso? Non riusciva a capire come muoversi, sentiva soltanto le lacrime cadere giù dagli occhi ormai grigi. Ma non pianse, non tanto. Soltanto qualche lacrima, tanto non ne valeva la pena. 

Richiamò suo padre, e dopo qualche minuto, rispose. 

"Come hai potuto?" Alexis gridava, molto forte. Ne aveva bisogno per stare meglio, per sfogarsi.
"E' per il bene del nostro paese, Tesoro" rispose lui con freddezza. La stessa che fece gelare il sangue nelle vene di Alexis, non poteva farle questo. 
"Io non mi sposo" affermò Lei convinta delle sue parole. 
"Sei mia figlia, e decido io cosa è meglio per te"
"O per Te! E poi non fare l'ipocrita, non sono tua figlia!" gridò Alexis. Aveva sbagliato? No, era meglio che sapesse che lei fosse a conoscenza della verità. L'unica che l'avrebbe salvata.
"Come lo sai?" chiese lui, per la prima volta, preoccupato. Alexis quasi si lasciò scappare una risata.
"Quando la mamma è sparita, quando io mi facevo male, quando soffrivo. Non eri mai preoccupato. E adesso? Hai paura che io dica qualcosa ai giornali? Sei un uomo orribile, adesso capisco perché la mamma è scappata" disse un pò incauta. Aveva bisogno di dire quelle cose, per una volta aveva detto ciò che pensava realmente.  Suo padre non rispose, terminò la chiamata. Era spaventata, ma allo stesso tempo sollevata. Si era tolta un enorme peso, ma aveva fatto davvero la cosa giusta?


Corse in camera, in quel momento aveva bisogno solo del suo Riccio. Non importava se era arrabbiata, ne aveva troppo bisogno.

Entrò spalancando la porta di camera sua, e con poca delicatezza si scaraventò fra le braccia di Harry. Lui rimase sorpreso dal gesto, ma poi ricambiò l'abbraccio. Caddero entrambi sul letto di Alexis, e ridevano. Anche con quei problemi ridevano, perché nonostante le litigate, erano ancora insieme. Sempre.
"Sei una piccola peste, non arrabbiarti mai più in quel modo. Devi sempre dirmi tutto, principessa" sussurrò Lui all'orecchio di Alexis. Lei si sentì avvampare, non ne conosceva il motivo, ma quella voce le era mancata fin troppo. 
"Lo so, scusami. Adesso dobbiamo risolvere il problema 'matrimonio'" disse Alexis con un'aria malinconica. Il riccio la strinse più forte a sè, e poi le lasciò un bacio poco casto sulle labbra. Lei fremeva sotto il suo tocco, si sentiva piccola e indifesa. Harry era troppo, forse. 
"L'unico che sposerai sarò io. Credimi, piccola principessa" disse prima di riprendere il bacio. Harry si mise sopra di Alexis, e continuò a baciarla. Le sfiorava il fianco, e lei si sentiva in paradiso. Ogni suo tocco era oro per Lei. Si erano mancati, e anche tantissimo. 

"Ragazzi, pizza e-?" 
"HORAN ESCI FUORI DI QUI!" Harry aveva gridato più che poteva, spaventando il povero Niall che era appena entrato in camera. 
"Okey capo. Ma sta calmo." Alexis scoppiò a ridere, quel biondo era unico. Harry riprese per l'ennesima volta il bacio, e i due si avvicinavano sempre di più. Ma quella era la cosa giusta per entrambi?

"Ragazzi abbiamo un problema." Louis aveva fatto irruzione in camera, e Harry per poco non lo assalì.
"Che cosa volete adesso?" chiese lui stufo. Louis assunse un'aria preoccupata, forse anche troppo.
"C'è il padre di Alexis. Vuole portarla via." Detto questo, i cuori di Harry e Alexis caddero in frantumi. Perché stava accadendo tutto in quell'unica giornata? Era e, sembrava, impossibile.

Alexis scese subito dal suo letto, precipitandosi verso le scale. Le scese velocemente, e arrivò finalmente davanti all'entrata della scuola. Suo 'padre' era lì. Incurante di tutto, e tutti. 

"Figliola" disse lui con un sorriso furbo in viso "torniamo a casa, okey? Prepara le valigie" continuò sorridente. Alexis scoppiò a ridere, le sembrava tutto uno scherzo, E anche ben organizzato.
"Okey. Dove sono le telecamere? Perché io da qui non mi muovo. E non sarai di certo tu a farmi cambiare idea" disse lei sorridendo. 
"Io no, ma Lui sì" disse indicando la porta della segreteria. Luke era lì con lui, come aveva fatto?
"E tu che ci fai qui?" domandò lei con gli occhi lucidi. Era dalla parte di suo padre, logico no? No, per niente. Non l'aveva mai voluto e adesso stava con lui? Che gli era preso?
"Torniamo a casa, sorellina" disse lui con sguardo basso. Per Alexis in quel momento tutto ebbe un senso. Non era lì per sua volontà, possibile che l'avesse ricattato? Doveva saperne di più e, per farlo, doveva andare con loro. Ma dopo?
"Prendo la valigia, l'avevo già pronta. Siamo appena tornati da un viaggio scolastico" disse lei senza far trasparire nessun emozione. Vuota, si sentiva così.

Alexis asciugò l'unica lacrima che aveva versato, e poi andò in camera sua. Prese la sua valigia, e sotto lo sguardo indagatore di Harry e Louis, ritornò da suo padre. Tutti i ragazzi la seguirono, compreso Mark. Erano sconvolti, e anche tristi. Come poteva lasciarli in quel modo?

"Te ne vai così? Senza motivazioni?" chiese Louis tristemente. Harry aveva gli occhi lucidi, e corse subito al piano di sopra. 
"Louis, mi farò sentire. E se ti chiederò aiuto, vi prego di aiutarmi e venire da me" sussurrò lei all'orecchio del ragazzo dagli occhi azzurri.  Lo sguardo di Louis divenne di colpo cupo. Che voleva dire? Pensava che ci fosse sicuramente qualcosa sotto. Anche per il fatto che Luke era con il suo vero padre, aveva paura? Che cosa gli aveva fatto? 

Alexis salutò i ragazzi presenti, per poi rivolgere uno sguardo triste verso le scale. Perché Harry era andato via? Aveva una paura tremenda di perderlo. Completamente. 

"Andiamo?" 'suo padre' la richiamò, e lei annuì lentamente. Insieme, si avviarono verso l'auto nera con cui era venuta il primo giorno di scuola. Alla guida c'era sempre quel ragazzo biondo, Jake.

 
ALEXIS' POVE


Entrati in macchina, 'mio padre' emise un sospiro di sollievo.

"Credevo non saresti venuta. A quanto pare è stato abbastanza facile. Ora non mi servi più" disse prima di puntare uno strano oggetto, simile ad una pistola, contro Luke.
"Che vuoi fare?!" Nemmeno il tempo di continuare la frase, che Luke svenne sulle mie gambe. Perché era svenuto, vero? Lo speravo così tanto.
"Che gli hai fatto?" chiesi con voce spezzata. Stavo per piangere? Forse, non ne ero sicura.
"Tranquilla, si sveglierà. Almeno credo" disse lui ridendo. Era così odiabile, perché? Non volevo stare con lui. Strinsi il polso di Luke, si sentiva ancora il battito. Sospirai per lo spavento inutile. Ma adesso che dovevo fare?
"E-?" 
"Adesso? Semplice. Ti sposerai con quel ragazzo, dopo di chè fingeremo la tua scomparsa e vivrai felice con Luke dall'altra parte del mondo" disse lui con aria indifferente.
"Stai scherzando vero?" domandai spaesata. 
"Certo che sì! Ti sposerai con quel ragazzo, vivrai con lui. Fingerai di amarlo e Luke, o chiunque ti ostacolerà la strada, morirà. Quanto è vero che sono il Re" disse lui arrabbiato. Era un mostro.
"E' tuo figlio, come puoi fargli questo?" chiesi, ormai con le lacrime agli occhi.
"Non si ama nessuno. Nemmeno i propri figli, Alexis. Tu non puoi capire. A volte, anche le persone più invisibili, sono pericolose. E' di loro che devi diffidare" disse lui con la solita indifferenza. E pensare che poco tempo fa ero quasi una normale figlia con suo padre, e ora? Stava cadendo tutto a pezzi, mille piccoli pezzi di vetro.
"Che accadrà realmente?" chiesi singhiozzando. Lui si girò verso di me, mi asciugò una lacrima. Poi sorrise. Quanto odiavo quel sorriso? Quanto falso poteva essere?
"Per ora toglieremo di mezzo qualche inconveniente" disse normalmente. I miei occhi diventarono curiosi, di che parlava?
"Tipo?" domandai provocandolo.
"Un certo Harry Styles." 
"E' impossibile." Conoscete quella sensazione quando il vostro cuore smette di battere per minuti che sembrano decenni, e poi crolla? Così mi ero sentita tutta la giornata. Troppi colpi in un solo giorno, troppo anche per me. Ma non avrebbe fatto del male ad Harry, non con me ancora viva.

 
ANGOLO AUTRICE

Aiuto. Mi sento male per questo capitolo, sto mandando a rotoli la relazione di Harry e Alexis. AH. Scusate per il ritardo, ma sono stata poco bene. ANCHE IN ESTATE, GIA'.
E vabbeh, che dire? Nulla, non vi resta che aspettare il prossimo capitolooo. Ahw sto notando che aumentano sempre di più le aggiunte alle preferite/seguite/ricordate. Grazie ancora di tutto, e se vi va, lasciate una rcensione. Devo capire che ne pensate, no? Okey vi lascio, un bacio!


-Danger.


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