You Can Save Me.

di CrySan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente sotto un tetto. ***
Capitolo 2: *** Ti chiamerò... ***
Capitolo 3: *** Buon Compleanno. ***



Capitolo 1
*** Finalmente sotto un tetto. ***


Era un freddo inverno, c'erano i saldi e le strade erano popolate da centinaia di persone. Una bambina e sua madre passarono davanti ad un piccolo vicolo cieco, la bambina si fermò, e indicò una ragazza seduta affianco ad un cassonetto... in pessime condizioni. La madre vide cosa indicò la bambina e subito prese la mano di sua figlia e se ne andò via a passo svelto. 

Passò un vecchio, vide la ragazza e disse fra se e se che faceva male al cuore, anche se non a tutti, vedere una ragazza così giovane per strada, in fin di vita. 


La ragazza si svegliò, tentò di alzarsi ma cadde a terra, fra le buste della spazzatura. Aveva freddo, tutto quello che aveva per riscaldarsi era un misero e leggero giacchino. Era affamata, debole, ma soprattutto senza una casa, senza amici e senza una famiglia. Tentò nuovamente di rialzarsi e ci riuscì. Fece pochi passi, ma le sue gambe deboli e magrissime non riuscirono a sopportare il dolore, e la povera ragazza cadde di nuovo a terra. Abbassò il capo e incominciò a piangere, non aveva nulla, credeva solo che doveva accettare il fatto che ormai la sua vita era finita. 
Alzò la testa, e si ritrovò davanti un ragazzo alto, dai capelli lunghi, neri, e due meravigliosi occhi grigi. Il giovane subito gli chiese: -Cosa ci fa una ragazza della tua età in questo postaccio?- gli tese la mano, in segno di aiuto, la ragazza lo guardò negli occhi, rimanendo quasi stupita dalla meravigliosa tonalità di grigio chiaro intrappolata negli occhi freddi e rigidi di quel misterioso ragazzo. La giovane avvertì un forte mal di testa, e fece per svenire a terra. Le ultime parole che sentì furono quelle del giovane che le chiedeva spaventato cosa le stesse succedendo. 
La mattina seguente, alle 6:30 la ragazza di strada aprii gli occhi. Si trovava in una bella e confortevole casa, stesa su un divano bianco con una coperta addosso. Non distante da lei c'era un piccolo comò sul quale c'era appoggiata una tazza di latte caldo, e affianco c'era una sedia, dove vi era seduto il ragazzo dai capelli neri.



-Ti sei svegliata presto. Sai, sei carina mentre dormi..- la ragazzo lo guardò in modo strano, come per dire ''Cosa?!''. Il ragazzo le chiese se aveva fame e lei annuì. Gli diede il latte caldo con un cornetto al cioccolato. -Ti piace il cioccolato?- la giovane annuì. -Come ti chiami? Dove vivi?- La ragazza non rispose e il ragazzo si rese conto che forse gli stava facendo un po' troppe domane, non sapeva nemmeno lui chi fosse e dove si trovava! 
Finì tutto in pochi minuti, così il ragazzo pensò che era da un bel po' che non mangiava. -Oh, che maleducato, non mi sono nemmeno ancora presentato. Io mi chiamo Edward. Ti ho trovata in un vicolo cieco, stavi molto male, per tua fortuna c'ero io.- La giovane lo guardò, con uno sguardo particolare, come se volesse ringraziarlo.      -Come ti chiami?- Gli domandò nuovamente. La ragazza abbassò il capo, poi lo rialzò e aveva un aria triste... un po' confusa.        

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Capitolo 2
*** Ti chiamerò... ***


-Okaaay.... fai finta che non ti abbia chiesto nulla. Di sopra, all'ultima porta a destra c'è un bagno, ci sono dei vestiti e degli asciugamani puliti. Fai pure come se fossi a casa tua.- E così fece la giovane.



 
Quando scese di nuovo al piano inferiore, dove c'era Edward, trovò quest'ultimo che stava suonando una meravigliosa canzone al pianoforte. 
-Oh, stai benissimo! Forse sono un po' larghi, dato che erano di mia sorella, ma poco importa.- Lei indicò il pianoforte, era un meraviglioso pianoforte antico, nero a coda. -Oh, il pianoforte? Lo studio da quando ero molto piccolo, mio padre mi ha insegnato... Vorresti imparare anche tu?- ma essa non diede una risposta.

Il ragazzo si alzò e si avvicinò a lei -Che meravigliosi occhi color ghiaccio... ma... quello destro è più chiaro dell'altro?- La ragazza si coprì con una mano l'occhio citato. -Oh, scusami tanto, non volevo offenderti o ferirti...- La ragazzo scosse il capo, per dire che non c'era alcun problema. -Capelli biondo cenere... occhi di ghiaccio.... Uhm.... ti chiamerò... Crystal!- La ragazza lo guardò con aria confusa. -Visto che non vuoi dirmi il tuo nome, te ne darò uno io. Ti piace il nome Crystal?- Non diede risposta, ma Edward riuscì a leggere un ''Sì'' negli occhi della ragazza.  



Ci fu un attimo di silenzio... una piccola lacrima stava scendendo sul volto della ragazza... poi un altra... un altra... e un altra ancora... -Ehi... ehi... cos'hai..?- Crystal si gettò tra le braccia del ragazzo, continuando a singhiozzare. -No... non piangere... Ci sono io...- Si sentì un sussurro... -Salvami...- Aveva... parlato? 
Alcune ore dopo finalmente Crystal incominciò a parlare. -I miei genitori mi hanno abbandonato quando avevo 2 anni... Mi ha cresciuto un'anziana... ma all'età ci 5 anni sono scappata via... ero sola e...- stava ricominciado a piangere, ma il ragazzo le prese le mani e le mise dentro le sue. -Tu non sei più sola.- Si guardarono negli occhi, ed ebbero una strana sensazione... come se si conoscessero già da una vita. -Qui non esiste la parola sola, ti terrò con me.- -Non vorrei disturbare...- -Nessun disturbo, inssoma vivo da solo! Un po' di compagnia mi renderebbe felice.- e dopo quest'ultime  parole lei sorrise. <


Edward avvertiva qualcosa di forte in quella ragazza. Era una persona molto sensibile e dolce, ma qualcosa dentro di lei si sarebbe scatenato se avesse ferito i suoi sentimenti. 
Pranzarono poi rimasero a parlare tutto il pomeriggio. La sera Edward promise a Crystal che domani sarebbero andati a mangiare in un ottimo ristorante nella piazzia, e così fecero il giorno seguente. 
Passarono settimane, entrambi ormai avevano fiducia tra di loro, erano diventati ottimi amici. Anzi, Crystal ormai considerava Edward come un fratello, lui era la sua famiglia. Il compleanno di Crystal era vicino, era nata il 29 dicembre. Intanto festeggiarono il natale a casa, c'era un enorme albero blu argento e oro, si erano fatti entrambi dei regali, Edward decise di dare delle lezioni di pianoforte a Crystal, dato che la ragazza sembrava essere molto effezionata al pianoforte. In particolare a quello di Edward. 



Il suono, la forma, il colore, tutto in quel pianoforte colpiva Crystal nel cuore. Voleva imparare anche lei a suonarlo, ed infatti come già citato prima, Edward le stava dando lezioni.
-Mi iscriverai al liceo?- -Dopo il tuo compleanno ti iscriverò in un OTTIMO liceo.- -Uhm.. okay.-

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Capitolo 3
*** Buon Compleanno. ***


-Svegliaaa!- Crystal aprii gli occhi e si ritrovò davanti Edward, con un grosso sorriso stampato in faccia. -Cosa c'è?? VOGLIO DORMIRE!- -Proprio il giorno del tuo compleanno?- -SI'.- E dopo quest'ultima e decisiva parola, si rimise sotto le coperte a sonnecchiare. -Dai, Cry! Andiamo a colazione fuori, poi ti ho preparato un ottimo pranzetto, ti ho preso un regalo e se vuoi staremo tutta la giornata fuori a fare pazzie!- Non ricevette risposta. Ma ad un certo punto sussurrò: -C'è anche la neve, fuori...- Nemmeno il tempo di dire un altra parola che Crystal si alzò e andò a prepararsi.



 
A Crystal piaceva molto la neve. La rilassava, la metteva di buon umore. Lei adorava tutto quello che era freddo e che ti congelava le mani. 
Andarono a colazione fuori, poi al parco. Mentre erano nell'ultimo luogo pronunciato, si sedettero su una panchina, ad aprire i regali. -NO! NON CI CREDO!- -Ti piace?- -HO SEMPRE VOLUTO QUESTO LIBRO!- ''La ragazza di ghiaccio'' un libro che era sempre piaciuto a Crystal, l'anziana singora che l'aveva cresciuta glielo leggeva sempre. In quel momento la ragazza aveva in mano uno dei suoi più bei ricordi... Abbracciò Edward con gioia, il calore di quell'abbraccio scongelò quella fredda giornata di dicembre. 



Tornarono a casa per pranzare, poi durante il pomeriggio andarono alla gelateria, alle bancarelle, a giocare con la neve. 
Era in corso una battaglia di neve fra i due. -Aahahahahaaa, ma non ti senti ridicolo a 19 anni a fare queste cose??- -Che vorresti dire? Che sono un vecchietto?- -Beh... SI'!- E la ragazza si ritrovò in faccia una palla di neve. Ma dopo qualche secondo scoppiò a ridere. -HEY, EDWARD! PRENDIMI SE CI RIESCI!- Iniziò a correre, e mentre correva si girò un attimo verso Edward, senza guardare dove stava andando... e.... *SBAM!!!* Si scontrò contro un ragazzo, che era assolto in un libro. -Oddio... scusa!- -HEY! MA PERCHE' NON GUARDI DOVE METTI I PIEDI, RAGAZZINA?!- -Mi dispiace tantissimo!- Si rialzò, e porse la sua mano al ragazzo, per aiutarlo a rialzarsi. -Non ho bisogno del tuo aiuto.- Si rialzò da solo. Accorse Edward, che aveva assistito alla scena. -Che succede qui?- -Succede che è meglio se la tua sorellina guarda dove mette i piedini la prossima volta.- Detto questo raccolse il suo libro e se ne andò. 




-Che tipaccio!- -Beh.. è colpa mia, dovevo guardare dove andavo.- -Tzè, tu non l'hai visto, ma neanche lui non guardava dove andava. Leggeva un libro, mentre camminava! Non posso proprio crederci! Poi vien...- ..... -Ma mi stai ascoltando?- Era rimasta lì, immobile, a guardare il ragazzo che si allontanava. -Cryyyystaaaal!- -Eh? Hai detto qualcosa?- -Lascia stare.... tontolona.- Gli tirò una palla di neve in faccia. -Vuoi la guerra, Ed?- -Se ti dicessi di SI'?- -Oh, beh.... ALL'ATTACCOOOOOOOO!- Passarono ore ed ore a giocare a battaglia di neve, a fare pupazzi di neve e angeli di neve. Poi il sole incomicò a tramontare così tornarono a casa.
Crystal nonostante la sua età era ancora una bambina, gli piaceva giocare e divertirsi tutto il giorno. Poi aveva un debole per i peluche, Ed ormai gliene aveva comprati tantissimi. 



-Sei pronta per il liceo?- -Diciamo... sono un po' nervosa..- -Non hai motivi per essere nervosa, stai tranquilla! Ti farai degli amici, lì sono motlo genitli e simpatici. Poi ci sono degli ottimi professori.- -Ma... ma tu non ci sarai!- -Tesoro, ho 19 anni, non puoi pretendere che io stia ancora al liceo! Devi star tranquilla, è lo stesso liceo che ho frequentato io, e non mi sono mai lamentato.-
Era il 7 gennaio, era ora di iniziare il liceo. 
-Alloooora... vediamo... dovrebbe essere... eccolo!- -Cosa?- Domando la ragazza. -Questa è la vecchia divisa di mia sorella. La indosserai tu!- -Devo mettermi quella per andare al liceo?- -Su, Crystal! Non è poi così male. Preferisci la divisa maschile, forse?- -AH. AH. Questa andrà benissimo.- -Bene, preparati, su.- -Okay.- 



Quando finì di prepararsi, Edward, insieme al suo autista, l'accompagnò. Appena mise il piede fuori dalla limusine nera dell'accompagnatore, rimase sbalordita da ciò che stavano vedendo i suoi occhi grigi ghiaccio. -Wow!- -Bello, vero?- Di fronte a loro c'era un gigantesco liceo, con un grosso cancello nero. 

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