E se fosse andata cosi?

di white_poison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hogwarts scuola di magia e stregoneria. ***
Capitolo 2: *** Riconciliazioni ? ! ***
Capitolo 3: *** Conseguenze, eclissamenti, rotture. ***
Capitolo 4: *** Svolte morali. ***
Capitolo 5: *** Chi perde,chi trova. ***



Capitolo 1
*** Hogwarts scuola di magia e stregoneria. ***


'' Per Harry Potter, lettera magica. 
Emittente Albus Silente, Hogwarts- Little Whinging''
 
''Tesoro, una lettera per te!'' Disse la madre di Harry, dopo aver ricevuto la posta.
''Sarà un altro stupido scherzo!''

Definiva così il suo futuro,Harry, il suo avvenire.
''Caro Sign.Potter, 
Le scrivo per cominicargli che la sua richiesta di ammissione per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts è stata convalidata e successivamente accettata.
La aspettiamo per la prima lezione l'1 settembre 1991, presso i locali di Hogwarts. 
Cordiali saluti Albus Silente.''
''Oh Sii, e vai!
Ripeté queste parole di gioia per tutto il giorno, finalmente anche il ''piccolo'' Harry era diventato un ometto pronto per il suo primo giorno di scuola magica.

''...la sua richiesta di ammissione per la scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts è stata convalidata e successivamente accettata...''
''Mamma, papà, VADO A HOGWARTS!''
Ron e la sua famiglia quella sera d'estate festeggiarono con amici e parenti per il nuovo membro effettivo della magia legata alla stirpe dei Weasley.

''La aspettiamo per la prima lezione l'1 settembre 1991...''
''Si, si, si finalmente è arrivata anche la mia occasione!''
Hermione era pronta per la nuova avventura, armata dalla sua buona volontà e dalla consapevolezza di poter riuscire in tutto.

L'estate trascorre in fretta nell'umida Inghilterra e l'inverno è come se affrettato ,arrivasse di corsa portando 
con se valanghe di novità.

1 settembre, primo giorno di scuola, aula principale.

''Benvenuti a tutti giovani maghi.Io sono Albus Silente preside di questa scuola 
che insegnerà al vostro ego magico di sopraffare su quello babbano, 
non pensiate che sia tutto facile, anzi
la strada per diventare un mago è lunga e ardua , vi chiedo solo la massima serietà
alle lezioni e un impegno costante per tutte le materie. Adesso vi presenterò i professori:
Madama Rolanda Bum, insegnate di volo; Minerva McGranitt,Trasfigurazione;
Filius Vitious,insegnante di incantesimi; Pomona Sprite, erbologia; Severus Piton, difesa 
contro le Arti Oscure.''

A questo nome equivaleva un uomo oscuro,nel vero senso della parola, la sala si riempì
di un leggero mormorio, caratterizzato da un mix di paura e ammirazione, mentre il viso 
del professor Severus Piton era coperto da un'alone intrapassabile di mistero e sfrontatezza.

Continuò Albus:''Detto questo voglio parlarvi del sistema di divisione delle quattro case.
Il cappello magico , che prima avete tutti indossato, valuterà la vostra adesione ad ogni 
casa e per ognuno di voi ne sceglierà quella più adeguata. Procediamo.''

''Hermione Granger, Grifondoro.''
''Ron Weasley , Grifondoro.''
''Harry Potter, Grifondoro.''

Hermione, Ron e Harry fecero subito amicizia dopo il ricevimento iniziale , 
cominciarono a frequentare le lezioni, a raccontare della loro vita, 
a sperimentare incantesimi e pozioni di ogni genere , aiutandosi a vicenda, ma è 
proprio durante una lezione di incantesimi che succede qualcosa di inimmaginabile.

''Wingardium Leviosa!''
''Wingardium Leviosa!''
''Wingardium Leviosà!'' 
''Stupido, così non ci riuscirai mai, è Leviosa, non Leviosà ,RON!''
Quasi con tono pungente di chi sa tutto, Hermione corregge la 
pessima pronuncia di Ron, che è infastidito da qualcosa che 
non è il suo essere presuntuosa ma la forza attrattiva che poteva
avere per le labbra che avevano pronunciato quelle parole di 
sconforto.
''Ron, ci sei? Buongiorno amico! '' Gridò Harry 
all'orecchio sinistro di Ron che stava come imbambolato a 
fissare Hermione, che successivamente rise di gusto insieme ad Harry.
''Dai, sapientoni, ho solo sbagliato!''

La giornata si concluse così velocemente che i giovani maghi,
impazienti di voler imparare le arti magiche erano disposti a saltare le poche
 ore di sonno che le erano concesse. 

''Hei Harry, Sai Hermione no? Non ti sembra un po presuntuosa?''
''Un po, ma credo che diventeremo grandi amici, in fondo è una bella persona.''
''E' pur sempre una femminuccia!'' Sghignazza Ron a voce alta.

Toc-Toc. Bussano alla porta.

''Apro io.'' Dice Ron. 
''Dimenticati della tua unica amica e fonte di aiuto Ron! Questa
''femmininuccia'', non vuole più parlarti!'' E pronunciando l'ultima
parola lanciò uno strattone che prese impreparato Ron, che cadde a terra provocando un piccolo tonfo..

''Amico, ma vedi come fa? Chi si crede di essere?''
''Dai domani farete pace, adesso dormi!'' 
''Si, tanto non mi interessa nemmeno parlare con lei!''

Quella notte Ron soffre di dolore, un dolore che non è provocato 
da nessun livido o ferita, un dolore che proviene dritto da cuore.
Forse si stava innamorando della smorfiosetta che tanto lo snobbava?
Chissà, non sta al caso però che una settimana dopo i due stavano ancora
l'uno distante dall'altro e che il trio amichevole che si era andato a creare fin
dal primo giorno, si stava pian piano scemando insieme alla felicità di 
Ron. 
Le lezioni passano e gli incantesimi insieme alle capacità magiche 
dei ragazzi , andavano sempre di più ad elevarsi a livelli superiori.
Ron nonostante tutto l'impegno che metteva nello studio, era sempre un po indietro
rispetto a Harry e agli altri che sembravano avere la magia nel sangue, come dono speciale.
Ron, non si sentiva nemmeno un vero mago, era affranto e deluso.

''Alohomora!''
''Alohomora!''
''ALOHOMORA!''
''Oh no, la mia bacchetta!''
La bacchetta di Ron era ormai andata perduta insieme alla sua speranza di
imparare bene qualche incantesimo.
Quel giorno continuò in modo nero , grigio che nemmeno il grande supporto
del suo ormai migliore amico Harry ,poteva migliorare le cose, forse Ron voleva 
riavere la sua amica Hermione che le donava grande aiuto con lo studio,
ma in quel momento quel desiderio sembrava impossibile fino a quando la sera, tornando
nella sua casa Grifondoro, intravide qualcosa davanti alla porta della sua stanza...

Che cosa era? Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Riconciliazioni ? ! ***


''Wingardium Leviosa!''
Sussurrò Hermione , mentre, cercando di non farsi vedere,diresse la nuova bacchetta verso le mani di Ron.
''Per tutti gli incantesimi magici non avevo mai visto una cosa del genere!''
''Stupido, è tutto merito mio! ''
Disse Hermione, uscendo alla scoperto.
''Ah già vero, la sapientona..''
Ron disse quelle parole con un tono cupo,erano parole che esprimevano malinconia, 
la malinconia che aveva nei confronti della loro amicizia.
Hermione annuì.
''Comunque, che cos'è questa?''
''Una bacchetta , forse?!''
''Ah-ah-ah devo dire che non ti passa mai la voglia di scherzare. Cosa devo farne?''
''Ho visto che durante la lezione di incantesimi di oggi , la tua bacchetta si è rotta, 
e volevo rimediare.''
''Grazie, ma non dovevi, quindi te la restituisco.''
Ron porse la bacchetta nella mani di Hermione che la prese subito con un incantesimo.
''Accio!''
''Accio?''
''Si, è un incantesimo che permette al mago di far avvicinare un'oggetto a sé.''
''Ma non lo abbiamo studiato ancora..''
''Ecco perché dovresti riavermi come amica!''
''...''
''Scusami Ron..''
''No, scusami tu Hermione , non dovevo insultarti in quel modo.''
''Nessun rancore moccioso, devo pur aiutare i più disagiati, e mi sembra che tu hai abbastanza problemi con gli incantesimi''
''Ah-ah-ah, questione di pratica!''
Quella sera , fino al cosidetto ''coprifuoco'' Ron e Hermione chiaccherarono come se non 
fosse mai successo nulla. 
''Hermione, ma hai visto Harry?''
''Ehhmm...'' Hermione era nervosa, cominciò a mordersi il labbro e continuò:''No, non l'ho più visto dalla 
lezione di trasfigurazione.''
''Bah, chissà dove si sarà cacciato!''
''..Io vado Ron, ci vediamo domani.''
Ma mentre Hermione stava sul ciglio della porta, Ron riprese:
''Ehhm Hermione aspetta, ti volevo ringraziare per la nuova bacchetta, me ne prenderò cura.''
''Già, adesso bisogna che impari ad usarla però!'' 
Le loro risate si incontrarono , come i loro occhi, e i loro rossori sulle guance.
''Ehhm, ok vado.''
Il silenzio che avvolgeva quel momento straniva tutte e due fino al punto di voler evitare completamente il discorso.
Hermione e Ron tornarono nelle loro stanze, salutandosi con un abbraccio.

La mattina seguente sembrò come un nuovo giorno per Ron che desiderava riavere il grande trio.
''Hei Amico! Ieri io e la smorfiosa abbiamo chiarito!''
''Ah si, ben per te !" 
''Ma non sei contento per noi amicone? Adesso siamo di nuovo come i tre moschettieri!''
Ed era quel numero che nuoceva tanto a Harry, quel maledetto tre.
''Certo amico!''
Era così insolente il suo pensiero che non riusciva nemmeno a gioire insieme al suo migliore amico.
''Harry, ma cosa hai?''
''Niente, oggi mi manca un pò casa, un pò i miei genitori, tranquillo passerà.''
''Oh capisco, ci siamo NOI con te.''
Harry voltò le spalle a Ron e se ne andò, in quello stesso momento li raggiunse Hermione.
''Harry!''
Hermione non ricevette nessuna risposta.
''Hei Ron che cosa ha Harry?''
''Dice di essere malinconico per la sua famiglia.''
''Lo raggiungo.''
''No, dai lascialo andare, magari vuole restare un attimo da solo.''
''Forse è meglio, hai ragione.''
''Io ho sempre ragione.''
''E' vero hai sempre ragione sul fatto di avere torto.''
''Ah-ah-ah che divertimento Hermione!''
''Dai, zitto sono preoccupata per lui!''
''E Dai che poi gli passa!''
E invece no, Hermione conosceva bene Harry, e sapeva che molto spesso aveva bisogno di compagnia, 
al contrario di voler stare da solo.
Ron continuava a parlarle ma senza avere nessuna risposta.
''Sentite, oggi siete tutti strani, meglio che me ne vado, ciao!''
E andò via Ron, lasciando Hermione con i suoi mille pensieri vaganti.
Il giorno si affrettò ad andare e i tre moschettieri, come desiderava chiamarsi Ron 
insieme ai suoi amici, sembravano sempre più in conflitto, come se ormai la catena 
della loro amicizia si fosse rotta, senza mai volersi riattaccare.

''Devi semplicemente metterci convinzione, potenza!''
Continuò a ripetere Hermione di fronte alla evidente insicurezza di Ron.
''Io, ci provo Hermione, sembra come se la magia non fosse compatibile con me!''
''Ron, smettila tu sei un purosangue, la magia c'è l'hai nel sangue e adesso non farti superare
da una mezzosangue come me che invece conosce già incatesimi più complicati, ci vuole solo
convinzione.''
Dopo le parole confortanti della mitica Hermione, Ron si sentì consolato e forte e 
finalmente riuscì a compiere un'incantesimi interamente esatto.
''ALOHOMORA!''
''Grazie Hermione, sei un'amica!''
''Come faresti senza di me eh? Adesso vado, buonanotte.''
-Già, come farei senza di te mia cara Hermione.-
Pensò Ron con fare sognante, come se non ci fosse nessun'altro intorno a lui, come se non esistesse
mondo.

La mattina seguente Hogwarts si svegliò con degli studenti felici e sereni, o forse era solamente
il quieto essere di Ron , che faceva sembrare tutto un pò più lieto.
Ron si diresse verso la stanza di Hermione che era abbastanza in ritardo, e arrivato alla porta
volle provare il suo nuovo incantesimo: ALOHOMORA!
ciò che videro i suoi occhi non era quello che voleva vedere il suo cuore.
Ciò che sembrava inimmaginabile, era reale.
Il tonfo della sua bacchetta che cadde sul pavimento del corridoio fù  come sentire la colonna sonora
del suo cuore gelato, spezzarsi.

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Capitolo 3
*** Conseguenze, eclissamenti, rotture. ***


I suoi occhi se avessero potuto sarebbero scomparsi, lo sguardo 
scappò all'evidenza, negando. La bocca continuò imprecando 
parole di sconfronto, parole di sorpresa.
Poi, silenzio, Ron stese in silenzio e poi se ne andò, come se non avesse mai avuto 
parole per dire, per ragionare, come se non le importasse nulla di quello che aveva appena
visto, come se non avesse parole per raccontare quanto fosse davvero deluso e incazzato.
Hermione raccolse la bacchetta da terra, mentre osservò attonita le spalle di Ron
che si erano voltate a loro, come dono reciproco di slealtà.
Inconsapevole Ron aveva perso il suo cuore , lì davanti alla porta di quella
stanza, lo aveva distrutto e contemporaneamente lo aveva donato nella mani
di Hermione, aveva deciso di lasciare la sorte della sua vita a lei, a colei
che la sua passione l'aveva calpestata, violata, in tutti i modi possibili.
Ma è vero, quando piangi l'unica persona che può farti stare meglio è chi
ha provocato il tuo pianto.
Nessuno parlò per un tempo indecifrabile, i secondi sembravano minuti, i minuti
parevano ore, e le ore? Le ore erano come una vita intera.
Nessuno parlò , ma tutti sapevano di colpe, conseguenze, sbagli, eclissamenti, rotture.

Mancava solo un mese alla fine dell'anno magico a Hogwarts, i visi degli studenti
erano in delirio per le future vacanze e anche Ron era piuttosto lieto di fare quella
pausa da ciò che più gli nuoceva all'animo: HERMIONE E HARRY.
Per il resto del tempo a Hogwarts Ron rischiò molte volte di essere espulso per
colpa del suo scarso rendimento magico e della sua distrazione.
La bacchetta donata a lui da Hermione si era distrutta come la loro amicizia.
Si dice che la bacchetta di un mago sta al passo con l'umore del suo padrone, è così
fù;inoltre Ron non avrebbe mai chiesto la bacchetta a Hermione,
lei l'aveva distrutta, lei doveva tenersela per pegno della loro scorrettezza verso
Ron.
E come se non bastasse doveva perennemente sopportarsi le labbra della sua dolce Hermione accarezzarsi
con quelle di quel traditore di Harry.
Nonostante tutto Ron non riuscì mai a odiare Hermione, lui provava qualcosa per lei,
lo negava, ma era così.
Da quando quella volta li scoprì a letto insieme, abbracciati, non poté
che pensare che fosse uno sbaglio, che i vestiti fossero sul pavimento per caso, 
che lei non fosse veramente insieme al suo migliore amico.
Per quanto rancore potesse tenere dentro di sé, Ron non sapeva discriminare, odiare,vendicare, l'unica
cosa che lo faceva stare meglio era cercare qualcun'altro di più sincero con chi stare.
In quei mesi infatti, fece amicizia con un ragazzo della casa Serpeverde, un ragazzo
apparentemente prepotente e superbo ma che era riuscito a trovare quel
potenziale in Ron, che non lo aveva sottovalutato solo per la sua maldestria e 
la sua sbadataggine, ma lo aveva capito per quello che era veramente.
Draco Molfoy, si chiamava. 
A saperlo Hermione e Harry quasi scattarono dalla rabbia, non credevano che uno come Ron
avesse potuto stringere certe amicizie, ma l'apparenza inganna e chi se la
fa se l'aspetti.
In quei pochi momenti in cui Ron incontrava i suoi vecchi ''amici'', loro erano pronti
a rimproverarlo di quello che faceva, dei compiti non svolti, degli orari esagerati, 
delle punizioni e del rischio di perdere l'anno; ma allora, cosa avrebbe dovuto rimprovare
Ron a loro? Cosa li autorizzava a preoccuparsi per lui,quasi dettando delle leggi?
La sua mente confabulava tante cose , ma la sua bocca non riusciva
a pronunciare nessuna parola e finiva per annuire e scappare via da quei traditori.
Non era mai stato colpito alle spalle, da sentirsi il peso
dell'incosciente e stupido addosso.
Ad ogni parola di riconciliazione , Ron scappava, faticava ad ascoltarli e Hermione e Harry 
erano sempre più cupi, la loro relazione era incessantemente frastagliata da sensi di 
colpa, ma non potevano stare lontani, così decisero di continuare, uccidendo ancora
nell'animo Ron.

Finita la scuola Ron, Hermione ed Harry non cercarono nemmeno di tenersi in contatto tra loro.
Hermione e Harry passarono le vacanze insieme, apparentemente.
Ron, stese tutto il tempo nella sua camera, tra grida famigliari, feste e tanto
dispiacere.
Ma fù la notte estiva del 28 Agosto 1991, a cambiare tutto.
Era l'01:00 a casa di Ron ,la grande festa continuava già da ore, come ogni sera d'altronde, 
Ron avrebbe potuto divertirsi molto, ma nel suo cuore, in quel periodo, c'era un particolare
senso di inadeguatezza sociale, di emarginazione, di voler scomparire per sempre.
Di colpo, al seguito di un grande tonfo il giovane Weasley , scattò dalla
posizione rilassata sul suo letto e si diresse silenziosamente verso la finestra,
da cui provenivano anche un'altra serie di rumori al quanto strani.
Si armò di scopa volante, che in quel caso sarebbe servita decisamente a sbatterla
a qualcuno in faccia, e spostò velocemente la tenda.
Ciò che vide , non era ciò che si aspettava. Il suo sguardo
sospettoso si sostituì a quello meravigliosamente triste.
La mani tremavano tanto da mollare la presa e lasciar cadere la scopa sul pavimento.
Non credeva potesse avere addirittura le allucinazioni, era angosciato
non pazzo...

 

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Capitolo 4
*** Svolte morali. ***


''C-che c-cosa ci fai qui? '
Ron balbettò, poi si morse il labbro aspettando impazientemente una risposta.
''Posso entrare?''
''Ehhm,ok.''
Così Ron aprì la finestra, era stranito.
''Ecco, siediti sul letto.'' Disse, con fare meticoloso.
''Scusa.''
-Quante volte dovrà rivolgermi ancora delle scuse ?-
Ron stette in silenzio, mentre Hermione continuò:
''Non pretendo che tu adesso mi perdoni, però io ci tenevo a dirti che 
mi dispiace, che quello che abbiamo fatto io e Harry è stata una cazzata, 
che adesso ci sentiamo dei mostri.''
''Come sei arrivata qui?''
''Sono scappata di casa.''
''Cosa è successo ?''
Per quanto fosse passato davvero tanto tempo, Ron sapeva ancora leggere
negli occhi di Hermione, e quello che deduceva non era per niente bello.
''I miei genitori stanno divorziando, e io e Harry ci siamo lasciati.''
''Ah mi dispiace.''
''So che non dovrei venirti a raccontare queste cose, so che ti fanno stare
male , ma non so con chi parlare. E ricordavo come tu fossi tanto disponibile.''
''Io ci sono sempre, tu sei pur sempre una mia amica.''
-Anche se questo lo penso solo io.- Pensò Ron con rancore.
''Anche tu lo sei. Mi dispiace davvero troppo, non pensare che io ti usi
solo perché adesso sono rimasta sola, solo che so quanto davvero tu mi voglia bene 
e mi rendo conto solo ora che non devo mai perdere una persona come te, in vita mia.''
-Oh Hermione, mia cara Hermione, sei tornata? Sei qui per confondermi di nuovo, 
per farmi ancora impazzire d'amore.''
''Ti perdono.''
E' in quel momento che dagli occhi di Hermione scesero sincere lacrime di 
tristezza, è in quel momento che Ron sentì il bisogno di abbracciarla, stringerla
e proteggerla.
''Stanotte dormi qui, se ti va!''
''Se c'è posto , certo.''
''Non vedi quel letto accanto al mio? Sei la benvenuta.''
''Grazie, grazie, grazie Ron.''
Quella fu una notte importante per Ron, una di quelle notti in cui non si sentì
morto dentro, una di quelle notti insonni non per colpa dei rimorsi, dei rancori, 
dei problemi, ma a causa dell'innata bellezza di Hermione.
Ron stese tutta la notte a osservarla mentre dormiva, sentendosi una persona nuova.

La mattina seguente fù un tripudio di sorrisi e serenità,la famiglia Weasley,
dopo la proposta di Ron, accettò di gran cuore di ospitare Hermione
per il resto dell'estate per far calmare le acque in casa sua riguardo la faccenda
del divorzio dei suoi genitori.
Finalmente per Ron quella era diventata davvero ''L'ESTATE'': Sorrisi, lunghe chiacchierate,
feste in famiglia; tutto era tornato come prima tranne che con Harry che era davvero scomparso
dalla circolazione, forse per la rottura con Hermione, magari per l'imbarazzo, ma in ogni caso Ron, 
Hermione e Harry non esistevano più, sembrava come se quei tre nomi insieme non dovessero mai
più ricongiungersi.
In quei pochi ultimi giorni di vacanze Ron si aspettò davvero tanto, aspettò con pazienza senza però
ottenere nulla. Desiderava tanto un riavvicinamento, ma nonostante dormissero
tutti e due nella stessa stanza, l'uno lontano solamente pochi centimetri
dall'altro, non esisteva nessun fuoco tra i due,nemmeno una fiaccola, tanto meno una scintilla.
Fù così che cominciò il lungo processo di cambiamento di Ron, quel ragazzo che 
aveva sempre voluto farsi mettersi i piedi in faccia da tutti, persino dai sentimenti, 
in quel preciso istante, mentre guardava caldamente negli occhi il suo 
amore impossibile, il suo amore non corrisposto,  decise di diventare un uomo.
Un' uomo pieno di sé con un sano principio di giudizio, con determinazione a non 
voler mai più perdere il senno della ragione...o almeno ci volle provare, e sapete cosa?
Ci riuscì molte volte,ad esempio: mentre parlava con suo padre, che non lo giudicava più 
un bambino ,ma un'uomo anche se ancora nel suo viso non sorgevano alcun tipo di peli, 
con sua madre ,che lo considerava il nuovo uomo della casa e con i fratelli con cui riusciva finalmente a
essere alla pari; ma povero quel Ron, che non riusciva proprio a fare l'uomo con Hermione,
che non riusciva a non farsi prendere dall'agitazione mentre lei lo fissava, che non riusciva a spuntarla
quando mentre i loro volti erano poco distanti, il cuore le batteva all'impazzata, 
e poi, non parliamo di quando i loro corpi facevano i furbetti, attrendosi
l'uno con l'altro, indipendentemente della forza dei soggetti stessi, RON NON RIUSCIVA. 
Povero Ron, che senza via di scampo, non poté mai nascondere il proprio essere 
bambino indifeso con disperato innato di cure, a Hermione.
Per quanto avrebbe potuto desiderarla, quella estate doveva finire, per Ron si era rivelata
la più difficile di tutta la sua esistenza, doveva sparire insieme alla sua cotta per Hermione.
Inoltre i dubbi, le delusioni dovute all'intensa storia tra Hermione e Harry, gli facevano ancora male,
erano una ferita ancora aperta nella sua anima.

''Hermione, io ho bisogno di dirti una cosa.''
Recitò queste parole incerte la voce di Ron, come se veramente non volesse affatto chiederle niente.
''Dimmi pure Ron, sono tutta orecchie.''
Ron tirò un sospiro come per gonfiarsi i polmoni di coraggio e disse:
''Quella mattina, quando io andai nella tua camera...''
''Ti ricordi no?...''
''Beh, quando eri insieme ad Harry...''
Le parole di Ron continuavano dopo pause non troppo lunghe, ma che stavano facendo spazientire
Hermione, che non voleva perder tempo, così Ron riconobbe la sua espressione e si fece
più frettoloso.
''Volevo dirti se tu e Harry , beh, avete...avete fatto l'a-am..''
Ron non riusciva davvero a continuare, le parole impaurite di farsi sentire, 
si nascondevano sempre di più sulla bocca di Ron, senza voler uscire.
''Insomma Ron, vuoi sapere se io e Harry ABBIAMO FATTO L'AMORE?''
Si espose così Hermione sussurando in modo delicato le sue ultime parole che però
sembrarono enormi ,giganti e imponenti all'udito di Ron.
''Beh si...''
Arrossì, e dopo partì sparando parole a caso, per distogliere l'attenzione
da quegli evidenti rossori sul viso.
''Non  è che io voglio fare l'impiccione, è solo per capire meglio,
così se dovrò parlare con voi due, sarei informato di tutto, però se non vuoi dirmelo , 
tranquilla...''
''Hei, hei , RON! Zitto e stai tranquillo.''
Stavolta disse Hermione con voce molto possente, zittendo Ron.
''No, io ed Harry quella notte non abbiamo fatto l'amore, abbiamo solamente 
dormito insieme, eravamo mezzi nudi, è vero, ma io non mi sentivo abbastanza 
pronta e allora abbiamo rimandato.''
''Ah...''
Dentro di sé, sembrava un'enorme festa, finalmente qualche volta le 
banali e infantili idee e speranze di Ron erano vere.
''E comunque so perché me lo hai chiesto, so perché eri sconvolto quella mattina, vedendoci insieme.''
''Già, mi sono sentito davvero tradito da voi amici, che non mi avete nemmeno
informato dell'unione.'' Azzardò Ron, con un tono davvero lieto.
''E' inutile che fingi Ron, so che provi qualcosa per me.''
Quelle parole furono per Ron, come un coltello nell'anima, non le bastava tenersi il cuore,
Hermione le stava distruggendo anche l'anima, e stavolta colpendolo nella ragione.
Un'ondata di silenzio attraversò di colpo i due, che non credevano ci fossero 
parole più sincere in quel momento , che i loro occhi fissi l'uno nell'altro.
''Dai Ron , prova a mentire mentre ti guardo negli occhi.''
''Davvero Hermione, tu mi sei sempre piaciuta sin dall'inizio, ma dopo quello
che è successo con Harry...'' Fece una breve pausa mentre la sua mente
suggeriva parole inappropriate, rischiose, ma vere.
-IO TI HO AMATO ANCHE DI PIU''
''No, cioè...non ho potuto che dimenticare la cotta che ho avuto per te, Hermione.''
-Menti- le suggeriva la mente.
''Io non mento, giuro che è la verità.''
Era una continua lotta tra l'amore del suo cuore ormai donato a Hermione e l'orgoglio
del suo aspirare a diventare un UOMO.
''Ok, Ron ben per te, per me sei davvero un grande amico! Meglio chiarire prima certe situazioni.''
Che delusione, e Ron che si aspettava il meglio, inutili conflitti mentali, 
per ricevere una stupida rassicurazione.
Che dire? Gli aveva strappato tutto, il cuore, l'orgoglio, la vergogna, il provare a essere uomo,
il senno della ragione, sminuzzando tutta la sua anima in mille pezzi, lasciando
il compito di ricucirne le ferite, a Ron, da solo, solo a lui, fragile per come era.
Come poteva ricucirsi le ferite se erano l'unico sentimento che lo avvicinava a lei?
Hermione era DOLORE e il dolore non doveva mai più mancare a Ron, che non riusciva
a prendersi cura di sé, figuriamoci degli altri.
Non doveva mai più mancare dolore dentro di sé, Hermione era con lui, ma non era DENTRO di lui,
non aveva deciso di restituirgli il cuore, e quindi donargli una parte di sé da custodire
per tutta vita. A Ron non bastava Hermione solo fisicamente come ''amica'', voleva la sua essenza, e 
per rappresentarla, ha deciso ciò che nonostante fosse presente durante tutte le sue giornate, da
quel maledetto primo giorno di scuola,non ha mai fatto sciupare l'amore per Hermione, 
quel sentimento malato che ogni individuo sanamente innamorato vuole, desiderava: IL DOLORE.

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Capitolo 5
*** Chi perde,chi trova. ***


Hogwarts, secondo anno,ora di trasfigurazione. Ron. Hermione. Harry.
''Hei Hermione, stamattina hai visto Harry? Sembra così strano.''
''Si...''
''Io ho cercato di parlargli ma lui mi evita.'' Affermò Ron, con tono
dispiaciuto.
Hermione tacque.
''Hermione, mi ascolti?''
''Signor Weasley faccia silenzio, credevo avesse imparato la lezione dall'anno scorso,
invece non è così vedo. Non ho nemmeno fatto l'appello che lei è ancora più
distratto del solito.'' Lo richiamò la signora McGranitt.
''Mi scusi.''
Harry ,invece,stava in silenzio evitando chiunque gli rivolgesse
una parola, scappando addirittura da ogni sguardo che incontrasse i suoi occhi.
''Procediamo con l'appello.'' Disse con tono rilassato la professoressa McGranitt.
I nomi scorrevano e gli alunni rispondevano fino a che verso la fine della lista, 
la professoressa non si arrestò e con un tono davvero cupo pronunciò:''Potter...''
Si soffermò un attimo cercando di non attirare l'attenzione.
''Ti rivolgo le mie più care condoglianze, mi dispiace molto.'' Sussurrò con delicatezza.
Harry non rispose, fece un cenno con la testa per ringraziare e torno a 
tormentare i suoi tristi pensieri.
-CONDOGLIANZE!!!- Pensò stranito Ron.
''Hermione! Cosa è successo?'' Bisbigliò Ron con un tono al quanto preoccupato.
''Suo padre Ron, suo padre.''
''TU LO SAPEVI? LO SAPEVI E NON MI HAI INFORMATO DI NIENTE?''
''Ron l'ho saputo da poco e non me la sentivo di farti soffrire.''
''AL MIO MIGLIORE AMICO E' MORTO IL PADRE E TU NON MI DICI NIENTE?''
''Lo era.''
''LO ERA? HARRY PER ME E' ANCORA UNA PERSONA A CUI TENGO TANTISSIMO, E ANCHE
SE CI SONO STATI DEI LITIGI E FORSE HO AVUTO TANTE RAGIONI PER ODIARLO , IO
LO SEMPRE TENUTO NEL CUORE, COME TE HERMIONE, COME TE.''
''Weasley , Granger, SILENZIO.''
E' sul pronunciare dell' ultima parola della ramanzina della McGranitt che Ron si alzò di scattò e uscì dall'aula,
senza guardare nessuno, nascondendo ciò che di liquido usciva dai
suoi occhi.

Il trio si era completamente spezzato stavolta. Adesso c'erano Ron con la sua collera,
Hermione e i suoi sensi di colpa ed Harry. Già, Harry è la sua angoscia nel vivere,
la sua tristezza nel pensare, la sua perdita d'animo, d'amore, di coerenza.
Harry che aveva superato la soglia di tutto il dolore in quell'estate, dolore sentimentale
che ti lacera dentro e dolore superficiale, alla pelle che non può competere, ma che magari lo ha fatto sentire meglio, pensare ad altro
che alla distruzione completa del suo essere una persona.
Niente amici, niente padre, mezza madre, niente lui.
Era stato così difficile per lui quell'estate , superare tutto il dolore,che aveva trascurato ogni cosa,
lui ed Hermione, lui e Ron, se stesso. Sua madre era impazzita, andata completamente,
chissà dove l'avrebbero portata, un ospedale, un manicomio, forse in carcere. Era
così fuori di testa che credeva di aver ucciso lei suo marito, dopo un pasto cucinato male.
Per amore non si muore, ma si vorrebbe.
Quante brutte esperienze e tragiche emozioni che ha dovuto affrontare il nostro Harry,
quanto male la vita gli ha donato.
In effetti qualcosa in comune Ron ed Harry l'avevano avuta pur essendo stati lontani:la perdita di se stessi; certo, ognuno
per motivi diversi, chi futili, chi davvero profondi, chi come Hermione di sensibilità.
Già, Hermione, la nostra cara fanciulla che ucciso il  cuore , l'anima, l'essere di 
Ron, si fiondò immediatamente sulle braccia di chi non dimostrava alcun amore per lei.
Ma è così, la vita và così, c'è chi ama e non può essere corrisposto, c'è chi deve essere amato ma 
non è ascoltato, e c'è chi è la chiave dell'amore, ma non apre nessun tipo di lucchetto, catenaccio , porta o portone.

''HARRY AMICO MIO.'' Gridò Ron nel corridoio,alle spalle di Harry , sperando di essere ricambiato.
''HARRY, HARRY, TI PREGO FERMATI UN ATTIMO.''
Ron fece come per girarlo, afferrandolo dalla spalla.
La visione che ebbe fù di sconforto, il suo migliore amico piangeva, e non erano lacrime 
semplici, ma lacrime avvelenate, addolorate, lacrime così pesanti che provocavano rossori
esagerati alle pupille di Harry, era come se dovesse piangere sangue da un momento all'altro,
fiumi di sangue.
Ed era così angosciato di non potergli cogliere e guarire tutte le ferite, rammaricato che 
Harry non gli permettesse di toccare fino in fondo, con mani sincere e consolatorie, il proprio dolore.
Stesero dieci secondo a guardarsi,poi Ron scattò in un immenso pianto e insieme si abbracciarono, 
si consolarono.
-TI HO RITROVATO...-
-NON VOGLIO PERDERTI PIU' AMICO.-
Pensieri così piccoli di fronte alla loro amicizia dimostrata in un gesto piccolo, ma caro.
Hermione stava lì, ad osservarli, da lontano, avrebbe voluto davvero corrergli in contro e 
abbracciarli, ma non poteva. Harry la odiava per averlo lasciato in mezzo ai guai, per non aver
capito i suoi problemi. Ron , niente di meno la detestava per avergli mentito ripetutamente e 
per averlo illuso. Adesso era lei quella ad essere rimasta sola, lei la provocatrice e la
prigioniera di se stessa, lei la ragione di ogni litigio e tristezza, lei che voleva scomparire,
Hermione che si riteneva di troppo tra due amici ritrovati, lei che forse non sarebbe mai più 
stata il puzzle mancante del trio, quel trio che forse non poteva esistere mai più.
Hermione. HARRY E RON.

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