A Christmas Carol - L'incubo di Draco Malfoy

di Always_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Strofa - Il Fantasma di Lucius ***
Capitolo 2: *** Seconda Strofa- Lo Spirito dei Natali Passati ***
Capitolo 3: *** Terza Strofa- Lo Spirito dei Natali Presenti ***
Capitolo 4: *** Quarta Strofa- Lo Spirito dei Natali Futuri ***
Capitolo 5: *** Quinta Strofa- Il risveglio... ***



Capitolo 1
*** Prima Strofa - Il Fantasma di Lucius ***


A Christmas Carol- Ma Scrooge è un Serpeverde da quando era piccolo...
Prima Strofa
Il fantasma di Lucius
Troppo Natale. Che disgusto.
L'ultima cosa di cui ho voglia è girare tutto allegro nel Ministero, tra l'altro uno disgustosamente decorato Ministero.
Il vischio pende a intervalli regolari dal soffitto e da ogni porta, ricordandomi gli appostamenti di cui sono stato vittima a Hogwarts; dalla Fontana dei Magici Fratelli, ora ricostruita, pendono ghiaccioli scintillanti; alberi di Natale decorati in maniera disgustosamente incantevole ammiccano in mille scintillii da ogni angolo, come quei famosi dodici alberi che venivano sistemati nella Sala Grande; persino l'entrata dei visitatori e quelle dei dipendenti sono invase da quelle nauseanti decorazioni.
Per non parlare dell'agrifoglio, che sbuca da ogni angolo di questo stramaledetto posto!
Sui muri, agrifoglio, sulle porte, ghirlande d'agrifoglio, sulle teste dei Magici Fratelli, agrifoglio, al collo di qualche mago o strega che non meritano d'esistere, agrifoglio, sui vestiti, agrifoglio, sulle scrivanie, agrifoglio, sulla carta dei promemoria, agrifoglio, nei cassetti, agrifoglio, nell'ascensore agrifoglio, ma VAF******O A 'STO AGRIFOGLIO! Mi pungo in continuazione! Disgustoso! 
Le bacche rosse di quella dannata pianta sono ovunque, tranne dove dovrebbero essere: nelle gole degli idioti che hanno avuto queste idee, ad avvelenarli! 
Passo davanti alla Fontana dei Magici Fratelli; ovviamente l'hanno ricostruita un'altra volta: presenta ancora il mago e la strega assieme a un Goblin, a un Centauro e a un Elfo Domestico (anche se non più in posa adorante) ma anche un Lupo (Mannaro ovviamente), alcune Creature magiche (come un Ippogrifo, un drago, un asticello,ecc.), tutti disgustosamente sereni e felici che sbucano da ogni dove nell'enorme vasca di marmo e dal podio circolare e dorato al centro, su cui lati compaiono i numerosissimi nomi dei caduti di guerra...
Questa penso sia la cosa migliore (per non dire l'unica decente): dato che i caduti sono stati innumerevoli (e non per tutti apprezzabili), i nomi sono diversi per ogni persona, a seconda dei loro affetti, di chi gli interessava e non per andar dietro agli altri.
Ovviamente il fondo luccicante di zellini, falci e galeoni è ancora destinato al San Mungo.
Beh, butterò qualche monetina dopo...
Mi dirigo verso l'ascensore per scendere al secondo livello ("Ahi! Stramaledetto agrifoglio! Perché attorno ai pulsanti? Perché!?").
- Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia- 
Vado dritto di filato al mio ufficio, nella sezione Servizi Amministrativi del Wizengamot.
Ovviamente
 non potevo trovare la mia vocazione in un lavoro che fosse almeno su un altro piano, perché sapevo che anche loro volevano andare a lavorare al Ministero.
E invece NO!
Quartier generale degli Auror? Accanto ai Servizi Amministrativi del Wizengamot! Ufficio dell'Uso Improprio dei Manufatti Babbani? Ma giusto un paio di Dipartimenti più in là! Ringrazio solo Salazar che l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche è al quarto piano, se no mi ammazzavo! 
Intravedo Donnola e Sfregiato che si scambiano battutine, anche se Donnola sembra parecchio nervoso... Bah, magari stanno dando la caccia ad un pazzo assassino e ci rimettono la pelle...
Procedo verso il mio "ufficio", dove hanno già rovesciato cataste di pratiche sulla mia scrivania.
Ma chi me l'ha fatto fare di fare Magisprudenza? Chi, chi, CHI!?
Beh, a parte i soldi che iniziavano a scarseggiare e il potere e la fama che posso riacquisire se riesco a entrare al Wizengamot.
Mi accascio sulla sedia, ben consapevole che sarà una lunga giornata. Prendo piuma e inchiostro dal cassetto e la bacchetta dalla tasca. La punto contro la piuma -Rinova Incantatio- borbotto, e la comune piuma ridiventa una Piuma Auto-Correggente-Copiativa, che inizia a trascrivere in bella copia un verbale, mentre io Revisiono le altre copie fatte ieri.
Dopo un quarto d'ora ho finito di revisionare cinque verbali, la piuma ne ha trascritti tre e mezzo. Decisamente il ritmo non va bene.
Fuori sento sghignazzare Donnola e Sfregiato che, evidentemente, non hanno un ca... ehm, un bel niente da fare anche al lavoro.
Sì, sarà una lunghissima giornata.
***
Oh, finalmente ho messo a posto venti delle cinquantaquattro pratiche che devo fare entro sera. Ho accelerato la velocità della piuma, come al solito, così adesso è da sostituire perché, come al solito, è tutta spelacchiata e rovinata e la mia scrivania da cubicolo è coperta di piumino.
- Ehi Dra!- oh no
- Ehi Draaaa! - solo un imbecille può avere il coraggio di chiamarmi così, specialmente in una giornata come questa.
- Ma qual'è il tuo cubicolo? Dr...-
- Azzardati ancora a pronunciare quella nauseante imitazione di soprannome e ti cavo gli occhi Zabini!- esclamo furente mentre inizio a sistemare furiosamente la scrivania del mio... -E non chiamarlo cubicolo! Non è un cubicolo!- esclamo rabbioso, riordinando il mio cub...ehm, ufficio
- Ok ok, ma cosa sarebbe allora?-
- Tappati la boccaccia Zabini!-
Lui ghigna e commenta -Nervosetto eh? Che succede?-
- Niente, solo che ho un imbecille di amico...-
- Oh, andiamo so che c'è di più, conosco il Draco da Giornata No Per un Preciso Motivo! Per di più mi stai chiamando per cognome!-
- Il Draco da Giornata... rettifico, non ho un imbecille di amico, ho un decerebrato!- preciso sbattendo le pratiche in un cassetto e partendo alla volta dell'Atrio
- Eddai! Lo so che c'è qualcosa...-
- Mi dispiace deludert
i, Zabini, ma non c'è un motivo, solamente ho un mucchio di maledette pratiche da finire, due terzi del Trio delle Meraviglie che non fanno un ca...-
- Non essere volgare Malfoy-
-
...o tutto il giorno, ho un fastidiosissimo amico che non fa una parte bassa di niente tutto il giorno e...-
- Andiamo Draco, così  mi offendi! Mi sto solo prendendo un anno sabbatico dopo l'Università... sai, giusto per essere sicuro di voler continuare con tutto questo lavorare...-
- ...questo DANNATO AGRIFOGLIO!- sentenzio (più o meno) infuriato: hanno rimesso l'agrifoglio attorno alla maniglia dell'ufficio, dico si può essere così rincogl...
-
Su con la vita Draco, adesso andiamo ristorante! Ringrazierò per sempre il giorno in cui hanno deciso che fosse ora di attrezzare un po' il Ministero anche alle più note funzioni vitali...-
- Ma se è una sorta di squallida mensa! E poi tu ci vieni al massimo due volte l'anno qua al Ministero!- ribatto acido
- Già ma si mangia bene!-
- Bah...-
- E scusa, tu dove mangi?-
- Di solito uno degli elfi del Manor mi porta il pranzo, uno di quello veri-
- Suppongo che sia un modo per dirmi che oggi mangi con me nella "squallida mensa"!-
Io grugnisco un vago consenso.

Dopo mezz'ora siamo nell'ascensore, di ritorno da quell'orribile mensa piena di gente. Penso di aver avuto più interazioni umane durante il pranzo che in un paio di mesi.
- Sai, ti farebbe bene stare con altri esseri umani, ogni tanto!- dice Blaise che, ovviamente, deve fare sempre questi commentini che danno voce (fastidiosa e spesso esagerata) ai miei pensieri
- Bah...-
- Riesci a non rispondere "Bah" a tutto quello che dico!? E comunque, per l'appunto, io e Daphne di volevamo invitare per stasera e domani! Di parenti nada, siamo solo io, te, Daphne, Astoria e Theo! Per fortuna Goyle e Parckinson sono dai parenti! Dobbiamo inventarci scuse tutti gli anni!- dice ghignando, mentre io lo guardo male
- E per cosa dovrei venire, di grazia?-
- Ma è ovvio no!? Per la Vigilia e Natale! Poi sono io l'imbecille!-
- Esatto, e confermi la tesi!-
- Oh, dai! E' solo una serata fra amici in fondo!-
- Già, sotto i festeggiamenti di Natale e appena sopra la cenetta doppia a nume di candela! Alla faccia dell'incomodo Zabini!-
- Bah!-
- Non mi copiare le battute! E poi non vedo cosa ci sia da festeggiare nel periodo dell'anno in cui si spendono più soldi, si fanno più cause, si fanno gli auguri più falsi, per non parlare di questo ca...-
- Draco...-
- ...zo di agrifoglio!-
- Sei giusto un po' acido eh!-
- E tu sei giusto un po' rompi...-
- Sh!- mi blocca lui con una mano alzata, tirandomi dietro lo stipite dell'anticamera degli uffici
- Zabini che fai! E smettila di zittir...-
- SHH!- dice ancora, stavolta indicandomi una scena all'imboccatura del reparto Auror, dove sosta...
- Ci mancava solo il Trio delle Merav...- ma la voce mi muore in gola.
Weasley è agitato quanto prima, ma sta parlando con la Mezzosangue che, probabilmente, sta cercando di tradurre i balbettii di quell'idiota.
Intanto San Potter li osserva più da lontano, da dietro un muro anche lui, con un gran sorriso stampato in faccia (un sorriso di quelli che più ebeti non si può, per inciso).
Ma Wealsey si è appena inginocchiato e qualcosa di strano mi attraversa quando apre una scatoletta bianca verso la Granger che, paonazza, sposta lo sguardo stupito da Donnola alla scatoletta e viceversa.
-I-io Ron, non s-so c-che dire...-
- Beh, di quello che vuoi... cioè nel senso... non che non mi interessi, anzi, mi interessa! Ma t-tu, io, s-sai, b-boh, v-vedi t-te insomma...- farfuglia quel demente: andiamo, "Mi interessa"!? Le stai chiedendo di sposarla imbecille, ci credo che ti interessa!
Lei apre e chiude la bocca come un pesce fuor d'acqua, e sta prendendo fiato per dire qualcosa, quando un Auror, appena uscito dall'ascensore, saltella allegramente in ufficio (idiota Grifondoro di sicuro...saltella...),  facendo precipitosamente spostare la coppietta da quella sottospecie di babbuino che, sicuramente, non si è accorto di nulla.
Mi volto bruscamente e vado verso il mio ufficio.
- Ehm, Draco?-
Mi segue velocemente, mentre iniziamo a girare tra i cubicoli deserti
- Draco? Senti tutto...-
- Senti Zabini, devo andare a lavorare io, non ho tempo da perdere e neanche domani, farò degli straordinari per portarmi avanti-
- Dai Draco, non  starai pensando a...-
- Senti Zabini, ho del lavoro da fare se non hai sentito. Ci sentiamo un'altra volta.-
Lui mi squadra, la faccia contratta e corrucciata
- Va bene, va a lavorare e restaci! Scusa la scocciatura e Buon Natale.- mi dice freddamente voltandomi le spalle
- Mh mh, saluti...- rispondo indifferente, anche se forse se ne è già andato dall'ufficio.
Bene, e con questo direi che mi mancano solo gli elfi domestici, poi mi sono allontanato tutti. Tutti. Tutti. Ho iniziato con lei e sono andato avanti in caduta libera.
Bah, chi se ne frega. Queste amicizia sono solo sciocchezze.
***
Penso intensamente alla mia destinazione, mentre giro seccamente su me stesso.
Mi Materializzo esattamente davanti al cancello, che spalanco con un cenno della bacchetta. Ho tolto quell'inutile incantesimo del mascherone di ferro che serviva da "spioncino" per mio padre. Semplicemente o sai l'Incantesimo d'Ordine o non entri. Punto.
Attraverso il maestoso viale, al centro del giardino che, se è ben curato, lo è solo perché gli Elfi sono ancora abbastanza numerosi da gestire tutto.
Niente più pavoni a insozzare di escrementi le siepi e il prato. Non che mi interessi particolarmente. Il portone si spalanca.
Ci sono due miei Elfi ad attender... rettifico, non ci sono due Elfi Domestici ad attendermi...strano, molto.
Li chiamo, ma non compare nessuno.
Ah, ma certo.
Quello stupido progetto della "Giornata Nazionale di Riposo degli Elfi Domestici", una stupidissima idea partorita dalla Mezzosangue, non c'è dubbio.
Chiudo rabbioso il portone e mormoro -Lumos-
Fendo il buio tracciando una linea dritta verso le scale monumentali, per poi andare in bagno.
Lì mi faccio una doccia e mi cambio per andare direttamente a dormire, perché ho tutto tranne che fame.
Attraverso nuovamente il buio per andare in camera, dove mi attende un gigantesco letto a baldacchino, con coperte rigorosamente verdi smeraldo con ricami in filo d'argento: se c'è una cosa che non cambierò mai è la mia fierezza di essere Serpeverde. Una fierezza che non è mai vacillata.
Fa impressione sentire la casa così vuota, vederla così buia, poter quasi toccare e annusare la consistenza fredda e felpata dell'oscurità.
Finalmente raggiungo la camera, dove accendo il camino: non ho intenzione di morire congelato.
Sul letto quegli stupidi Elfi hanno lasciato un pezzetto di pergamena scribacchiato "Ci dispiace Signore di non poter essere lì con lei, siamo molto disperati e cercheremo di andarcene, ma le auguriamo Buona Vigilia Signor Malfoy".
Getto il biglietto nel fuoco, colpito ancora una volta nel sentirmi chiamare così: mio padre è morto sette anni fa'.
Non ad Azkaban, no, era riuscito ancora una volta a starne fuori aiutando gli Auror a catturare gli ultimi Mangiamorte.
Mia madre se ne è semplicemente andata quando è morto. E' rimasta un mese o due, poi abbiamo parlato e lei ha deciso di andare in un'altra nostra proprietà in campagna, non ho la più pallida idea di dove. Poi mi è arrivata una lettera un anno dopo.
"Caro Draco,
sono da zia Andromeda, so che probabilmente sarai inorridito e profondamente irritato nel sapere che sono a casa di una persona che, lo so bene, ti abbiamo sempre istruito a odiare e ripudiare.
Ma le cose cambiano, e Dromeda vorrebbe che venissi anche tu, almeno a trovare Teddy... non è male,sai?
In fondo l'hai sempre saputo che io non credevo davvero a tutta questa questione di purezza... era più che altro il privilegio ad attirarmi, immagino...
Comunque, se vuoi, noi siamo qui.
Sperando che tu stia bene e che ti faccia sentire
Tua Madre"
Non ho mai risposto.
Mi sono impuntato, è questione di principio.
E poi non ci credevo.
Poi ho dovuto crederci.
Ma ero arrabbiato.
E continuo a non risponderle tutt'ora.
Mi caccio sotto le coperte, non voglio più pensare a questa disgustosa e lunghissima giornata.

-E adesso che c'è!?- mugugno esasperato, affondando ancor più la testa nel cuscino.
C'è uno strano rumore, come uno scampanellio, lieve in teoria, ma che mi rintrona rimbombando in tutta la casa.
Poi altri campanelli si uniscono a questo.
-Ah, i campanelli della servitù!- esclamo realizzato, per poi rendermi conto della stupida frase che ho detto (andiamo è mezzanotte! Ci sta!):
- Punto numero 1: sono solo in questa casa, perciò nessuno può averli stregati incantati
- Punto numero 2: sarebbe inutile chiamare la servitù, quegli elfi saranno ancora costretti lontano dal Manor per quello stupido incantesimo della Giornata Nazionale degli Elfi Domestici
- Punto numero 3: penso di essere completamente uscito di testa perché, elencando per più importanti e vitali in numero 1 e 2, non ho pensato che...
- Punto numero 4: non ho campanelli del genere in casa! Basta chiamarli che gli elfi ti compaiono davanti!
Ok, la cosa inizia a evolversi da fastidiosa a inquietante, perché i campanellii ancora non si sono fermati.
Come non detto si sono fermati tutti, di botto, e non mi piace che le cose mi smentiscano così, di botto!
Poi lo sento.
Rumore di catene e grugniti infastiditi, interrotti da grevi passi cadenzati e sbuffi di fatica, si leva dal salone; ma chi diavolo è entrato!?
Nessuno può entrare!
Non se non è un mio elfo o non ha la parola d'ordine, che ho cambiato giusto prima di andare a letto!
Quel rumore si fa sempre più forte e vicino, mentre inizia a dare la scalata alle scale.
Ok, sarò orgoglioso ma non sono un idiota Grifondoro, sono un Serpeverde cazzo! E ho decisamente tanta caga!
Mi alzo di scatto dal letto, la bacchetta già in mano, puntata contro la porta - Colloportus- mormoro: ribadisco, sono un Serpeverde, ci tengo più alla pellaccia che a fare il coraggioso eroe che affronta la qualunque-cosa-ci-sia-dall'altra-parte con sprezzo del pericolo, non sono uno stupido Grifondoro!
I passi continuano e, mentre trattengo, mio malgrado, il respiro, si ferma davanti alla porta della camera.
Poi enormi fasci perlacei (e ghiacciati) mi attraversano e si piantano pesantemente dietro di me, trascinandosi infine dietro...
- Padre...- ok, sono decisamente sconvolto, e non riesco a non darlo a vedere, fatto ampiamente confermato dal ghigno che si disegna sul volto semi trasparente.
Ma d'altronde che ne sapevo io?! Non avevo la più pallida idea che mio padre fosse tornato, dopo la sua morte, sotto forma di fantasma, e di certo non capisco il motivo per cui adesso ha deciso di infestare il Manor! Per Merlino non ci posso credere!
Ma ricompongo rapidamente, ricostruendo un'espressione impassibile e avviando la mia acuta mente Serpeverde.
Non c'è pericolo che succeda qualcosa di male, è solo un fantasma dopotutto, quindi tanto vale tentare di scoprire il più possibile.
E non sono uno che fa giri di parole in simili situazioni.
- Beh, che piacere vederti padre, che ci fai qui?-
Il fantasma di quello che, ormai è chiaro, è niente di meno che mio padre Lucius Abraxas Malfoy, allarga ancor di più il ghigno
- Gentile come sempre, eh?- chiede retoricamente - Comunque non sono qui a infestare, se è questo che mi stai chiedendo-
Tiro un impercettibile sospiro di sollievo.
- E allora, ripeto, che ci fai qui? Per quel che ne sapevo eri andato all'altro mondo, non eri mai tornato- chiedo, cercando di celare una lieve nota di disappunto: cos'è, è tornato come fantasma e per sette anni mi ha ignorato totalmente?
- Tranquillo, Draco, non sono tornato davvero... anche se diciamo che queste catene non fanno proprio comodo nell'aldilà, per così dire... è proprio per questo che sono qui, per uno scopo preciso-
- Ossia?- chiedo rapido io, incuriosito e impaziente
- Ossia salvare la tua vita- mi risponde lui, mentre io scoppio a ridere, sarcastico
- Sì, come no, salvarmi in che modo esattamente!? Guarda che questa vita me la sono scelta io!-
- No, questa vita te l'ho fatta scegliere io, ti o permesso e istigato di prendere questa strada, quindi ho almeno una parte di responsabilità, in tutto questo. Perciò ho il dovere, anche solo per il fatto di essere stato tuo padre, la tua guida, seppur una guida ignorante, ti devo portare lontano da un destino che sarebbe esattamente come il mio, se non peggio-
Lo squadro con espressione scettica -Mah, per quanto viva nel Mondo Magico, tutto questo mi fa tanto insonnia, più che realtà. Andiamo, padre, mi stai dicendo che rimpiangi come hai vissuto la tua vita, sul serio!? E poi che ti dice che diventerò come te! Sono abbastanza grande da scegliere da solo, grazie!- dico seccamente, scrutando il suo viso, contratto in un'espressione seria mista a ... qualcosa di strano... ma di già visto... oh porco Godric! Certo che l'ho già visto! Negli occhi di chiunque non sia, prima di tutto, nella mia famiglia, praticamente: rimorso e tenerezza, ma dico io, tenerezza!
- Draco, tutto questo è più vero di quanto tu creda; ho la possibilità di farti cambiare ragazzo mio perché, sì, mi pento di come sono vissuto, di come ti ho cresciuto, di come mi sono schierato... la morte cambia parecchie cose- rispose con un sorriso amaro, scrutando le pesanti catene che gli impedivano i movimenti - Da far invidia al Barone Sanguinario, eh? Gli hai mai chiesto come faccia a portare quelle catene, o come le abbia avute? Non sono una cosa caricatoci sulle spalle, Draco. Le vogliamo noi, più o meno consciamente, perché morendo si capiscono cose che, in vita, mai hai anche solo notato.
Ma non voglio che tu faccia questa fine, una fine che vedo già maturare nei tuoi occhi.- ok, ora me la sto facendo addosso sul serio, inizio a tremare impercettibilmente, senza volerlo, e mi maledico per questo!
- Ascolta- riprende svelto mio padre -ora devo tornare, ma devi sapere della tua opportunità: a partire da stanotte, la Vigilia di Natale, per tre notti, allo scoccare dell'una, riceverai la visita di tre spiriti, che spero riusciranno a farti cambiare, figlio mio, e farti tornare a com'eri prima-
- Beh, io... non saprei...- dico io, cercando di mantenere un tono saldo, nonostante il terrore di incontrare tre spiriti, capiamoci non fantasmi, spiriti!, mi scuota più di quanto mai ammetterei ad alta voce.
Poi mi ricompongo un poco - Beh, se proprio devono, non è che possiamo fare il tutto in una notte? Già è pesante, ma dover fare tre notti in bianco...-
Ma lui mi ignora beatamente -Ora ti lascio, salutami tua madre e... cerca di farcela Draco. Sai, sei esattamente come volevo che fossi. E mi dispiace.- mentre lo dice, le catene lo sollevano verso il soffitto, dove sbiadisce tra la polvere.
Dopo cinque minuti buoni, io sono ancora lì, a fissare come un allocco il punto dove è sparito il fantasma di mio padre.
Poi mi riscuoto - Bah, incubi e basta, figuriamoci-
Ma ho ancore le mani ghiacciate dall'agitazione, quando mi infilo a letto.

Note dell'autrice:
buonasera a tutti e benvenuti!
Spero vi piaccia questa nuova ff, ce l'avevo in mente da qualche giorno!
Vi do un avvertimento o due
- non sarà una cosa lunga
- farà parte di una serie di racconti ispirati a "a christmas carol" che scriverò una volta all'anno
- non posso né garantirvi che aggiornerò una volta a sera nelle prossime sere, come Malfoy grande, né tanto meno fare tutto in una notte, come chiede Malfoy piccolo, perciò siate clementi :)
- se vedete cose OOC o comunque non molto normali per il mondo magico, beh non vi spaventate, c'è un trucco in tutto questo...Muahahahahah!
- forse ho altro da dirvi ma non me lo ricordo, come al solito!
- non sarà scopiazzata dal libro originale, per quel che ne so Malfoy potrebbe Aguamentare il primo spirito, Avada Kedavrizzare il secondo e far arrestare il terzo, rimanendo un mago dimenticato dal mondo, anche se non sarà così ;)
Beh, spero proprio vi piaccia, e che vi venga voglia di recensire!
Alla prossima strofa!
Benny:-)
NOX

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Capitolo 2
*** Seconda Strofa- Lo Spirito dei Natali Passati ***


Seconda Strofa
Lo Spirito dei Natali Passati
Mi alzo a sedere di scatto, svegliato non solo da i lontani rintocchi del campanile (ehi, ehi! Quale campanile!?) ma anche dai leggeri passi e dai pesanti sbuffi di impazienza che mi fanno chiaramente capire che c' è qualcuno, qui in camera con me. E non una compagnia desiderata.
Questo qualcuno, alla fine, si stufa e decide di tirare bruscamente tutte le tende del baldacchino, così come le pregiate coperte verdi e argento
- Serpeverde, puah... ma suppongo che questo non sarebbe un buon inizio, per cui riformulo la frase: ciao caro nipotino mio, come va la tua insulsa vita da Serpeverde?-
Io boccheggio davanti all'ombra di vita che ho davanti: non possono aver mandato un tale decerebrato Grifondoro a farmi da primo spirito!
- B-Black?-
- Puoi chiamarmi Sirius, nipotino mio! Ma risparmiami lo "zio" o "zietto", potrebbe venirmi un attacco di cuore- risponde lui ghignando, devo ammetterlo, in un modo più familiare di quanto voglia
- Che diavolo ci fai tu qui, Black!?- ribatto io, mettendo decisamente in chiaro quale fosse la mia posizione rispetto a qualsiasi forma di appellativo che fosse più gentile dell'uso del cognome
- Oh, quanta formalità! Siamo parenti, puoi chiamarmi per nome! Comunque lo sai già, sono venuto a fare da fata madrina al mio nipotino preferito- risponde lui, una pesante nota di sarcasmo targata Black che, ancora una volta, risolve qualsiasi dubbio sulla nostra parentela
- Porco Godric, e hanno mandato te, con tutti i morti e non morti, con tutti i trilioni di maghi esistiti ed esistenti, hanno mandato te!?- penso che anche la mia espressione lasci trasparire tutta l'incredulità che mi ha invaso
- Ehi! Non bestemmiare, porco Salazar, non insultare Godric! E comunque, se proprio ci tieni, torno indietro e mando la prozia Elladora- ribatte lui ridendo, la testa rovesciata mentre sembra latrare; io aggrotto la fronte, dovendo ammettere a me stesso che, sì, è meglio il leggendario ribelle di casa Black che la Prozia-Assatanata-Decapitatrice-di-Elfi Domestici.
- Beh, quindi tu saresti uno spirito?- chiedo io, non trattenendo neanche minimamente ogni traccia di sarcasmo
- Ebbene sì, mi hanno pigliato, riempito di Spirito Santo e buttato quaggiù con un calcio nel di dietro, nel nome di Godric, Merlino, Tosca, Priscilla e Salazar, amen. E non sto scherzando! Mi hanno dato un qualche potere per diventare un surrogato dei classici pensatoi...e non mi chiedere perché abbiano scelto me, dato che ti avrò visto di persona circa... bah, 0,7 volte in tutta la vita?- disse lui pensoso - Ma, bando alle ciance, infondo questo teatrino è a fin di bene, no? Devo aiutarti a ritrovare i pezzi di te che hai abbandonato lungo la strada della vita e della giovinezza... oh merda, sto diventando poetico... penso che a questo punto Ramoso mi riderebbe dietro e Lunastorta mi guarderebbe come fai tu ora- mi dice guardando la mia espressione di puro sconcerto e sarcasmo
- Non azzardarti a paragonarmi a quella fecc...-
- E TU NON AZZARDARTI A INSULTARE I MIEI AMICI- ruggisce lui, avvicinandosi paurosamente a me, i contorni da fant...spirito resi vaghi e confusi dall'ira, la voce che rimbomba come un tuono nella stanza - E ora andiamo, non ho voglia di passare il resto della mia esistenza con il mio dannato nipote Malfoy...- conclude seccamente, afferrandomi per una manica del pregiato pigiama in seta e, con la bacchetta alzata e illuminata, catapultandomi fuori dalla finestra; senza neanche rendermene conto, non riesco a trattenere un grido: questa non è certo una corsa su una scopa, al diavolo, stiamo andando a una velocità allucinante sospesi a centinaia di metri dal suolo!
Sotto di noi la città sembra srotolarsi come un enorme mappa, mentre luci e rumori balenano da ogni angolo per poi scomparire alle nostre spalle. Come se non bastasse nevica, e mi sto inzuppando come se mi fossi fatto il bagno vestito... cosa che praticamente sto facendo, il che  assolutamente non aiuta la mia temperatura corporea, già bassa di natura, il che mi fa tremare come una dannatissima foglia!
- Ahahahah, paura nipote!?- mi schernisce il Grifondoro guidando la nostra corsa con la bacchetta illuminata- Comunque dovremmo chiarire una faccenda: non ci conosciamo se non per pregiudizi e storie molto poco imparziali, perciò cerchiamo di partire da zero- ed eccolo lui, il Grifondoro fiducioso e pronto a tendere la mano al bisognoso; mi viene da vomitare.
Però in fondo è, anzi era, un mio parente e che lo voglia o meno devo passarci un bel po' di tempo a cercare di assecondare questo teatrino, come l'ha chiamato lui; per me personalmente, penso che concluderanno solo una mia rapida dipartita per attacco di cuore o per allergia a queste idiozie sentimentali, ma non è che abbia poi tanta scelta, perciò...
- Beh... v-va bene...- riesco a sputare, facendo comparire un largo sorriso sul suo volto.
- Ok, allora, la prima tappa del viaggio dovrebbero essere i tuoi lacrimosi Natali Passati!- io lo fulmino con lo sguardo
- E va bene, niente battutine, afferrato... vedi come ci capiamo!? Magari è solo la benedizione di Merlino e compagnia bella, ma ci intendiamo al volo, no!? Poteva andarmi peggio... pensa se mi mandavano da Piton- riflette rabbrividendo, mentre io penso al mio ex-professore, nonché secondo padre
- Ehm, lui, ehm...-
- Sì, penso di averlo scorto ogni tanto, sempre il solito cogl- il vento gelido copre la parola, per amor del raiting verde - ma ha i capelli lavati e fa più spesso del solito quelle strane smorfie... Lily dice che sarebbero dei sorrisi, convinta lei...- mi lascia perplesso questo commento: che diavolo c'entra Lily Potter con Severus?
Sirius ( per le mutande di Merlino, inizio a chiamarlo per nome!) sembra intuire il mio sconcerto, perché sorride e mi dice
- Ahah, mi dispiace ragazzo, questa è un'altra storia...- detto questo mi trascina a terra, dove... ci schiantiamo come degli asteroidi
- Black, non hanno incluso qualche vaga nozione di volo in quel pacchetto da fata madrina?- chiedo ironico mentre, massaggiandomi una gamba, mi rimetto in piedi; anche lui riporta della ammaccature, noto con con gioia
- Uff... pensavo valesse la solita storia, sai, i fantasmi trapassano gli oggetti, bla bla- si lamenta, tenendo sollevata la bacchetta ancora accesa
- Ma noi non siamo fantasmi, tu sei uno Spirito e io... boh, sarò diventato qualcosa di simile, no?- chiedo, un po' incerto
- Oh, certo che sì, ma speravo che valesse comunque la legge che ti salva il fondo schiena quando precipiti- borbottò risentito.
Mi guardo attorno, e rimango inorridito.
Siamo di nuovo al Manor.
Già.
Ma il Manor di quando avrò avuto circa cinque anni.
Mentre scruto attento tutta la stanza, gli occhi fuori dalle orbite, un bambino biondo e pallido entra volando nella stanza.
Le manine leggermente paffute stringono forte un manico di scopa giocattolo, gli occhi chiari che scintillano di felicità mentre sfreccia a zig-zag per il salone, evitando tavoli, sedie, soprammobili, poltrone, la testa di un Elfo Domestico, un servizio di porcellana, un altro Elfo Domestico intento ad apparecchiare la tavola per il cenone della Vigilia, le ricche (anche se poche) decorazioni natalizie...
Mi viene da sorridere davanti a quel bimbo innocente, anche se mi rabbuio al pensiero di come diventerà...
- Draco! Quante volte ti ho detto che non si vola in casa!?- una donna alta e sottile, i lunghi capelli biondi come quelli del figlio, entra nella stanza, con uno sguardo severo che però si scioglie quando il piccolo le si fionda addosso, abbracciandola forte. Un brivido leggero mi percorre: è così tanto che non la vedo... e quanti anni sono che non la abbraccio così? Probabilmente ho smesso nei primi anni di Hogwarts...
- Ciao mamma!-
- Ciao piccolo...- dietro di le compare un uomo ugualmente alto, i capelli ugualmente biondi, gli occhi come quelli del figlio, ma con un qualcosa di più affilato e freddo, qualcosa che mi impietrisce dentro.
Ma anche in lui sembra smuoversi qualcosa in quegli occhi gelidi, quando vede il figlio e la scopa  giocattolo abbandonata per terra.
- Allora, il piccolo Draco si sta allenando da Cercatore!?- il bimbo strabuzza gli occhi
- Sì papà! Voglio entrare nella squadra di Serpeverde, sarò bravissimo!- esclama vivace dopo essersi sciolto dall'abbraccio della madre ed essere risalito sulla scopa
- No, non sarai bravissimo...- un gelido avvertimento nello sguardo della moglie, il bimbo cambia velocemente espressione, con gli occhi guardano verso il basso -... sarai il migliore!- il piccolo risolleva la testa di scatto, un largo sorriso e gli occhi che luccicano di gioia
- Davvero!?-
- Sicuramente, sei un Malfoy! Forza, ora andiamo ad allenarci fuori, o la mamma ci sfratta!- così dicendo lui e il bambino escono dalle ampie porte finestre, che si affacciano su un enorme giardino circondato da siepi alte come mura.
Ma la donna è ancora lì, ferma, qualcosa di duro e contrariato nel suo sguardo, puntato verso il punto dove prima c'era il marito.
La osservo, aggrottando la fronte per quell'atteggiamento. Non che non lo riconosca, anzi, è l'esatto contrario.
Gliel'ho vista tante volte quell'espressione, perciò non posso fare a meno di adombrarmi leggermente di fronte a quegli occhi.
- Eh, già, alla mia cuginetta non è mai andata particolarmente giù l'educazione di Malfoy, eh? Non che le dispiacesse più di tanto però, era la vita che aveva sempre sognato, no? Il matrimonio dei suoi sogni, il figlio dei suoi sogni, e infondo al momento non le dispiaceva molto, eh?- stringo i pugni, mentre la Narcissa di parecchi Natali fa prende a dare direttive agli Elfi per la preparazione dei regali di Draco, per il giorno dopo.
- Tu non sai niente- dico gelido
- Ah, allora illuminami! Mi vuoi dire che lei ti abbia cercato di indottrinarti all'arte della tolleranza, all'amare i Babbani, a qualcosa di vagamente imparentato con l'umiltà?- commenta lui, la voce calma, come se stesse cercando di... no, non mi metterò di certo a parlare con Black come fosse uno sportello di assistenza mentale
- Ripeto, tu non sai niente, e non sono affari tuoi- ripeto, ancora più gelido di prima.
Lui scrolla le spalle e alza la bacchetta. Un cenno della bacchetta e la scena cambia.
Ora il piccolo Draco ha qualche anno in più, e piange disperato nell'enorme e freddo salone; persino le decorazioni sembrano solo spettri che riflettono il clima gelido della sala
- Perché fai così!? Perché lo tratti sempre male! Ha solo staccato un festone, perché io l'ho fatto inciampare per sbaglio!- le lacrime sgorgano abbondanti sul viso paonazzo, gli occhi contratti dalla tristezza e dalla rabbia mentre indicava un Elfo Domestico che aveva un lungo taglio sulla testa, frutto, probabilmente, della rigida bacchetta stretta nelle mani di Lucius Malfoy. Gli occhi di quest'ultimo erano ancora più freddi e distanti degli anni precedenti, solo una scintilla d'ira li anima.
- Cosa diavolo stai blaterando!? Stupido ragazzino, è un elfo, ma non ti ho insegnato NIENTE!?- ruggisce al bambino, che si mette a piangere ancora di più
- Gli hai fatto male, non lo meritava!-
- Non spetta a te decidere questo, ora sparisci o ti insegno io le buone maniere!- ma il bambino non molla, anzi, sotto lo sguardo spaventato e le suppliche dell'Elfo ("No, Padroncino no! Dobby ha colpa no Padroncino, no!"), ricaccia indietro le lacrime e, con gli occhietti pieni di sfida e rabbia, si pianto meglio sui piedi, a braccia incrociate
- Mai - dice, quasi sibilando.
SCIAFF!
Uno schiaffo lo colpisce forte in viso, facendogli voltare bruscamente la faccia. Quando la gira ancora, il bambino emana una tale rabbia, un tale odio, che Lucius sembra quasi fare un passo indietro, ma si limita a rimanere muto, mentre il piccolo Draco se ne va in camera a passo di marcia.
Io sto cercando di mantenere la calma.
Anzi, diciamo pure trattenendo la rabbia, stringendo i pugni tanto da conficcarmi le unghie nel palmo, il respiro smorzato dalla rabbia.  Se non fosse che rischierei di spaccarmi una mano, farei a pezzi la faccia del gelido uomo.
- Sei solo un mostro!- il bimbo ricaccia indietro le lacrime e corre via, la testa ben dritta e fiera, gli occhi arrossati strabordanti di una rabbia esagerata per gli occhi di un bambino.
La bacchetta di Black si muove nuovamente e ci troviamo nella mia vecchia camera.
Narcissa Malfoy sta cullando il piccolo me con sguardo addolorato, i fieri occhi che negano l'accesso anche alla minima lacrima.
- Perché fa così? Perché? Chi si crede di essere? Cos'ha in meno Dobby? Quando vuole sa fare magie anche superiori a papà!- sta dicendo il bimbo rabbioso, gli occhi spalancati in un misto di delusione e sconcerto; Narcissa Malfoy chiude gli occhi, forse sperando che riesca a far cadere la domanda nel vuoto. Ma non è così, ovviamente.
- Allora? Mamma!? Perché? Cosa hanno fatto di male i Babbani e i MezziBabbani e gli Elfi!? Che cosa?- chiede Draco disperato.
Narcissa Malfoy fa un respiro e riapre gli occhi; quello sguardo, solitamente gelido come il ghiaccio di cui hanno il colore, sembra essere stato travolto da un profondo conflitto interiore, come se fosse intenta a prendere una decisione importante; infine sembrò prendere una decisione, anche se a malincuore.
E così inizia a spiegare al figlio quello che si sentiva ripetere da anni; che erano tutti impuri, indegni, feccia. Non era colpa loro, erano nati così e basta, non erano maghi altrettanto grandi come loro, ecc.
Non parla con tono duro o altezzoso, al contrario ha una voce quasi rassegnata, un sospiro, un racconto. Ma ancora una piccola speranza brilla nei suoi occhi: perché sa benissimo che il figlio non si farà bastare tutto questo per ancora un po' di tempo.
- E' così si arrese - commenta Sirius, stuzzicando la rabbia che montava dentro di me; mi volto di scatto come per trapassarlo con gli occhi
- Non è vero! Lei è una donna intelligente! L'unico modo per tenermi al sicuro! O così o rischiava di farci ammazzare entrando nell'Ordine e facendomi diventare uno di voi stupidi Grifondoro! Lei non si è mai arresa, ha sempre tentato di trasmettermi anche il minimo di tolleranza che non mi ha trasformato in un demonio come mia zia Bellatrix!- esclamo infervorato; ok, sto perdendo il controllo maledizione!
- Lo so, volevo solo essere sicuro che lo sapessi anche tu...- commenta tranquillo ricambiando l'occhiataccia con uno sguardo penetrante.
Muove la bacchetta, ancora illuminata, e la scena cambia: ci troviamo a Hogwarts, primo anno.
Grandi fiumane di studenti con altrettanti bauli e animali si muovono in massa verso l'ingresso.
In mezzo alle centinaia di studenti intravedo il piccolo me che si scambia "gli auguri di Natale" con niente di meno del Trio delle Meraviglie.
- Strozzati col pudding Malfoy!-
- E tu non ingoiare anche il piatto solo perché è d'oro! Anzi, fallo, così muori!-
- Va' al diavolo Malfoy!-
- Oh Weasleyuccio, è vero, tu ti prendi le posate è? Varranno più di tutta casa tua!-
- Ora basta, ragazzi! Ignoratelo, ignoratelo e basta!-borbottò la ragazza coi crespi capelli bruni lì vicino, imbacuccata nel cappotto.
L'undicenne Draco si allontana sdegnoso, naso all'insù, con passo tronfio, verso le doppie porte della Sala d'Ingresso.
Ghigno leggermente a quella scena; ero ancora un bambino a quei tempi. Un arrogante, borioso, strafottente bambino, ma pur sempre un bambino. Non mi è rimasto niente di allora, a parte il mio caratteraccio (anche se non lo ammetterò mai), neanche l'orgoglio per il mio nome, per il mio "stato di sangue", come lo chiamava la Umbridge.
- Ahahah, cari piccoli innocui undicenni... portavano già a spasso Fuffi per il castello se non sbaglio? Con il carissimo e disturbatissimo professor-nuca-di-Voldemort. Poi c'è stato, fammi pensare... ah, sì, l'animaletto domestico che uccideva con lo sguardo, un pericoloso pazzo pluriomicida che scorrazzava per il castello...ops, già, ero io... poi una gara suicida, un Mangiamorte a insegnare, una stramba fissata coi gattini a insegnare, scampagnate di Mangiamorte, approfondimenti scolastici con quest'ultimi, Voldemort a smantellare il castello, Horcrux un po' ovunque... ho dimenticato qualcosa?- conta ironico con le dita
Accenno un sorrisetto - Già, l'annata più incasinata della Storia di Hogwarts -
- Eh sì, il titolo della Più Dannata se l'è beccato la mia: tutti morti o quasi - commenta lui con un sorriso amaro.
Osservo il piccolo me allontanarsi per raggiungere le carrozze. Salazar solo sa come ho fatto a cambiare da innocente undicenne Serpeverde all'essere inutile che sono.
Niente onore, niente sogni, niente famiglia. Niente.
- Ti stai auto commiserando?-
...
- Sì, capitava anche a me.... ed ora andrà sempre peggio, perciò tieniti forte!- così dicendo, agita la bacchetta e ci troviamo nel dormitorio Serpeverde; la mia seconda casa.
Una testa bionda sporge dallo schienale di in divano di spalle alla porta, il ricco velluto color smeraldo in pieno contrasto con il biondo platino.
Di fronte due agitati Tiger e Goyle siedono torcendosi le manone.
Una smorfia di disappunto storce la mia impassibile espressione
- Bah, avrei dovuto capirlo subito, quei due non hanno mai mostrato emozioni particolari...troppo difficile...-
Sirius ridacchia divertito mentre osserva la scena.
- San Potter, l'amico dei Mezzosangue- sta dicendo il piccolo me - Lui è un altro che non ha una vera sensibilità da mago, altrimenti non se ne andrebbe sempre in giro con quella presuntuosa Babbanastra della Granger. E pensare che la gente crede che l'erede di Serpeverde sia lui!- il tono amaro che ho usato mi spinge a scrutare Sirius, circospetto; lui non sembra notarlo, totalmente concentrato sul dialogo.
- Quanto mi piacerebbe sapere chi è, potrei dargli una mano-
- Ma tu avrai sicuramente un'idea di chi c'è dietro a tutto questo...- farfuglia agitato Goyle... bah, una frase troppo lunga per un mentecatto che va avanti a grugniti! Maledetto Potter!
- Lo sai che non ce l'ho, Goyle, quante volte te lo devo ripetere? E mio padre non vuole dirmi niente sull'ultima volta che la Camera è stata aperta. Certo, è successo cinquant'anni fa, e quindi prima che lui fosse a Hogwarts, ma conosce la storia nei minimi particolari e dice che fu messo tutto a tacere; per cui, se io ne sapessi troppo apparirebbe sospetto. Una cosa, però, la so: l'ultima volta che la Camera dei Segreti è stata aperta  è morto un mezzosangue. Perciò scommetto che è soltanto questione di tempo: anche questa volta uno di loro ci rimetterà la pelle... Spero proprio che sia la Granger- gli occhi lampeggiano di bramosia.
- Però, quanto risentimento per un'insignificante Mezzosangue...- commenta furbo Sirius, gettandomi un una situazione d'allarme che speravo proprio non venisse fuori: questo non è un discorso che doveva saltar fuori.
- Non capisco cosa intendi- borbotto fra i denti
- Invece si che lo capisci, Mr Mi-Scavo-I-Palmi-Con-Le-Unghie-
-Fottiti-
- Sei volgare: indice di agitazione-
- Ma smettila! Sei assurdo!-
- Bah, io trovo più assurdo che un nobilissimo Purosangue Malfoy si preoccupi tanto di una sudicia Sanguesporco...-
- Bah, finiscila!-
Durante lo snervante scambio di battute, lo Sfregiato e Donnola mascherati se la sono filata, e il dodicenne biondo che ero è entrato nel dormitorio, e prevedo altri guai: sta tentando di parlare con Zabini.
- Abbassa quella chiorbola Blaise!- che vi aspettavate, un abbraccio fraterno e calde lacrime Grifondoro?
- Ah, non stufare Draco! Se hai bisogno di parlare non c'è bisogno di sbraitarmi addosso, puoi dirmelo!- borbotta Blaise sorridendo, una radiolina regolata al minimo del volume sul comodino
- Io? Parlare? Ma che vai dicendo?- esclama stranito l'altro, buttandosi a faccia in giù nelle coperte
- Vado dicendo su una stranezza di cui mi sono accorto ultimamente: il giovane e tronfio Draco Malfoy, erede di due delle famiglie più Purosangue di tutta la Gran Bretagna si va continuamente lamentando di un'insulsa Mezzosangue Zannuta non particolarmente degna di nota, per una personalità del genere...-
oh merda! Sirius mi guarda con quel rivoltante sorrisetto di trionfo
- Bah... dico solo che rompe enormemente, mi disturba quella sua aria superiore e saccente, e ha un nonsonché che mi...boh, agita... nel senso... mi verrebbe voglia di cancellarla dalla faccia della terra quella Babbanastra...- farfuglia rabbioso il vecchio me, sputtan...
-A Natale puoiiii, rispettare il raiting verde saiiii!- una canzoncina gracchia dalla radiolina di Zabini, interrompendo i pensieri di Draco
- Ah, beh, se lo dici tu...- chiude Zabini, un sorriso furbo gli si dipinge in viso mentre risintonizza la bella radiolina verde rifinita in argento.
- Ok, possiamo continuare- commenta Sirius osservando la mia espressione arcigna. Un lieve movimento della bacchetta  e la scena cambia nuovamente.
- Cazzo Draco, sei proprio un rompipalle...-
- Oltre che un conquistatore di merda...-
- Wow, hai degli amici splendidamente schietti Draco, lo devo ammettere- gongola Sirius, facendomi girare i cinque minuti
- Ma si può sapere di che diavolo parlate!?- esclama risentito il vecchio me, voltando di scatto le spalle alla porta dello scomparto. Siamo sull'Espresso di Hogwarts,  infatti, terzo anno a giudicare dai centimetri acquisiti dai tre tredicenni e dall'argomento in questione. A giudicare dai bagagli a terra, i tre si stanno preparando a scendere e a godersi le vacanze di Natale in famiglia.
- Oh, niente, solo del fatto che stai cercando di rimediarti un cazzotto da parte della Granger, utilizzando la tattica dello "sbatti fuori i suoi  prof preferiti"-
- Cazzo Draco, sei riuscito a far dire parolacce a Theo! A Theo, ok!?-
- Ma che state sparando!? Non me ne frega un accidente della Granger e, personalmente, più prof come quello zotico fanno le valigie, meglio sarà per tutti!-
- Oh, non fraintenderci, se riesci a far cacciare anche la McGranitt potrei prendere in considerazioni l'idea di baciarti i piedi, ma non stiamo parlando di quello...-
- Già, diciamo solo che farla incazzare con la finta del braccio con quel pennuto, le moine di Pansy e le tue prese per il culo che ispirano l'omicidio, non aiutano certo ad avvicinarvi...-
- Eh basta con sta cavolata della Mezzosangue! E' vero, la nomino spesso, perché è la più arrogante e presuntuosa persona mai vista sulla terra, per non parlare del fatto che fa parte del Terzetto degli Sfigati-
- Wow, Draco! Se non avessi accennato al Trio delle Meraviglie avrei giurato parlassi di te stesso!-
- Fottiti Blaise!-
- Buon Natale anche a te, Dracuccio!-
Ok, la situazione sta precipitando, c'è Sirius che si sta spudoratamente rotolando a terra tanto ride, penso di essere più rosso di quanto la mia pelle possa sopportare e mi prudono le mani al pensiero dei miei carissimi amiconi.
- Ahahahah! Dra-dra-dracuccio!- ansima Sirius, facendomi veramente incazza... -Ahahah! Questo sì che è parlare gente! Ti hanno inquadrato per bene! E il bello è che ti sei preso veramente quel cazzotto!-
Ebbene sì, quell'anno portai la Mezzosangue al limite, e fu una pacchia... almeno fino a quando non mi schiantò alla Babbana; il mio orgoglio fu letteralmente sbattuto via a calci nel didietro. E così il terzo anno finì, mi duole ammetterlo, come pronosticato da quelle serpi dei miei amici: una buona dose d'odio dalla Granger, un calcio in culo dalla Granger, e un lontano parente e il suo lunatico amico sguinzagliati gaiamente per le strade del Mondo Magico. Beh, diciamo che alcune cose non le avevano previste Blaise e Theo...
Mi arrendo alle risate di quel demente che, purtroppo, è mio cugino o zio di non so che grado. Purtroppo.
Poi mi scasso le parti basse, gli afferro la bacchetta e la agito; il cambio è più brusco del solito, e con uno scossone finiamo col naso su un gelido pavimento in pietra tirato a lucido.
Alzo il viso ammacato, mentre Sirius bestemmia contro Salazar e discendenti e progenitori di (a quanto pare) facili costumi e particolari gusti sentimentali, figli a loro volta di, ehm...matrimoni non riconosciuti e altre donne di dubbia rispettabilità, eccetera...
Quello che vedo mi fa venir voglia di prendere la rincorsa contro il muro, ma mi trattengo perchè prima devo uccidere lui.
E baciare lei.
Lei, che sorridente mi passa davanti ( sia a me che al giovane me) senza neanche guardarmi, sotto gli occhi stupefatti di tutti, amici compresi.
Lui, che vorrei pestare e affatturare finché non resti altro che un'insignificante polverina da sminuzzare ulteriormente.
Entrano gioiosi, tra i Campioni, ignorando i poveri mortali, lasciandomi ancora una volta col desiderio di distruggere tutto ciò che incontro.
Perchè lei mi ha ignorato per anni. E io ho fatto sì che succedesse.
Perchè persino un allievo di Karkaroff allevato in una gelida scuola pregna di Arti Oscure è riuscito a conquistarla prima di me.
E perchè me la prendo ancora soprattutto.
Perchè avevo deciso di dire basta e mettere la parola fine al tutto, eppure non riesco, non ancora.
Non ora che, nel suo bellissimo abito azzurro polvere, la Regina dei Grifoni ride e scherza e balla lontano da me, ancora una volta, escludendomi dal suo mondo per colpa delle Case che ci divisero e ci dividono tutt'ora; per colpa della Guerra, per colpa del sangue, per colpa dei suoi amici, per colpa dei miei, per colpa dei nostri schieramenti.
Per colpa nostra, dei nostri caratteri.
Una Casa una garanzia.
Per colpa sua.
Per colpa mia.
Fisso astioso la bacchetta, gli occhi che bruciano, non so bene se di rabbia o rimorso, non mi interessa; la bacchetta emana una luce più forte di prima, ma non la voglio più vedere. So benissimo cosa mi farebbe vedere ancora.
Mi schiarisco la voce, voglio pronunciare la formula che spegnerà questa follia.
Ma Sirius si riappropria della bacchetta e, tranquillo, mi dice - No, mi dispiace, c'è ancora altro-
- No-
- Invece sì-
- No-
- Sì-
- HO DETTO DI NO- sbotto, furioso.
Lui assottiglia gli occhi e mi scruta serio
- Non puoi farci niente, non abbiamo ancora finito. Non finché non lo dico io. Quindi calmati e andiamo avanti, se non vuoi che ti costringo con la forza-
Rido sarcastico - Perchè, adesso non mi stai costringendo, Black?-
Lui esibisce un sorrisetto furbo - Oh, nipotino mio, parliamo ancora a Black? Andiamo, non vorrai che ti faccia vedere il mio trucchetto col Gramo no? L'ultima volta che ero incazzato ho staccato mezza gamba al migliore amico di Harry, vedi te...-
Lo guardo ancora più imbestialito, ma impallidisco ancora di più al pensiero di quello che potrebbe succedere se utilizzasse le sue doti di Animagus
- Bene, siamo d'accordo- dice sorridendo - lo show deve continuare - agita la bacchetta.
E continuiamo, in una dolorosa e rapida sequenza di ricordi che mi turbinavano attorno, distruggendo la corazza che avevo ricostruito un pezzo alla volta.
Le pene malcelate nel vedere la Granger star dietro a quel demente di Potter durante le prove del Torneo Tremaghi, la gioia di mio padre alla rinascita del suo Signore e l'angoscia di mia madre, quella pazza di mia zia, l'Esercito  che aveva messo su la Mezzosangue assieme ai suoi amici, la mia ripicca, ossia la Squadra d'Inquisizione, il suo odio, il mio risentimento, le parole amiche ma dolorose di Blaise e Theodore, l'arresto di mio padre, la disperazione di mia madre, la prova a cui ero stato sottoposto da Voldemort, le lacrime amare versate in quell'anno devastante, il suo sguardo sempre distante e sospettoso; poi la morte di Silente, che aveva segnato l'inizio della fine.
Perchè era partita con Donnola e Sfregiato, lasciandomi ancora più disperato in quella che era diventata una Scuola di Arti Oscure.
La mia famiglia, fatta a pezzi da quel pazzo. Casa mia diventata un covo di feccia magica. La paura che ormai non potevo più nascondere, perlomeno con i miei amici Serpeverde, che la Mezzosangue entrasse mai in quel covo, per uscirne senza vita.
Ed era successo. Inorridito avevo assistito a quella lenta tortura da parte di mia zia. Senza fare niente. E lo devo fare ancora.
Il resto della Seconda Guerra Magica mi viene risparmiato.
Ma quell'ottavo anno di tribolazioni...quello no.
Lei era tornata. Sola. Solo la Piattola girava con lei, e neanche sempre.
E lì la mia occasione.
Rivedo rapidi spezzoni di conversazioni, insulti, litigi, interrogatori da parte della mia saccente Mezzosangue, le prese in giro dei miei stramaledetti amici Serpeverde, le facce inorridite dei Grifondoro, ecc...
E poi quello che sperammo sarebbe durato per sempre. Quello che speravamo fosse l'irraggiungibile, eterno e indistruttibile amore.
Ma finì anche quello. Come tutto.
Dopo aver distrutto tutte le mie barriere e aver stravolto la mia vita, la Mezzosangue se ne era andata, per liti e divergenze che neanche ricordo.
Anzi, eccole. Parole dure come roccia e affilate come coltelli. Avvelenati dalle sue lacrime.
- Sei cambiato Draco, e lo sai...-
- Non so di cosa parli, Hermione -
- Mi prendi in giro? Lo sai benissimo ma non lo vuoi ammettere, maledizione!-
- Granger, adesso cosa c'è che non va? Sto facendo Magisprudenza, ho un futuro, abbiamo un futuro. Ricco e senza pensieri, abbiamo la speranza di recuperare anche un po' di rispetto per il mio, anzi il nostro nome...-
- Ma ti senti!? Ti devi correggere in continuazione solo per ricordarti che siamo un noi! E poi butti via la tua passione di Pozionista per una lavoro strapagato di cui non ti può fregare di meno...-
- Oh, andiamo, solo perchè voglio riconquistare un po' di rispetto, un po' di...-
- Potere, Malfoy!? Eh, è questo che vuoi? Non serve buttare all'aria la nostra vita per acquisire un'importanza che non ci serve! Non ci serve! Ci siamo noi, i nostri amici, gente che non ci lascerà mai, cosa vuoi di più!? Vuoi andare avanti finchè non ti verrà più neanche da correggerti? Finché non ti passera neanche per l'anticamera del cervello che siamo un noi!?-
- Tu non capisci Mezzosangue...- quel nome, pronunciato con quel tono, un tono che non usavo da tempo...quello non ci lasciò scampo.
La rivedo impallidire, fremere dalla rabbia, i suoi occhi castano dorato farsi lucidi e gonfi. Poi la sua voce. Una calma quasi irreale. Il suo tono quasi rassegnato. Lei che non si rassegnava mai. Una sentenza.
- Invece capisco benissimo. E' finita. -
Lacrime tornano a scorrere, leggere e silenziose, le prime da molti anni che solcano il mio viso.
Non resistemmo. Non ci cercammo. Non lottammo.
Poi vedo una cosa. Una cosa che non ho mai visto, perchè se no ne sarei morto.
Una cosa che mi distrugge ancora di più.
Lei è sola, in camera sua, a casa dei suoi; la riconosco perché mi ci aveva portato parecchie volte.
Il suo pensatoio.
Quello che le avevo regalato.
Lunghi filamenti di pensieri scorrono numerosi nella sostanza argentea.
Un calendario lì vicino indica una data ben lontana, sia dalla dolorosa rottura che da oggi.
E lei è ancora lì.
Davantri al freddo bacile di pietra.
A cercare di liberarsi dei nostri ricordi mentre le  sue lacrime si uniscono ai pensieri argentei.
È ancora lì, dopo anche due o tre anni, a tentare di affogare i ricordi che riaffiorano e la spezzano. Spezzando me. Quasi senza neanche rendermene conto, afferro deciso la bacchetta di Sirius. E pongo fine a questa visitina all'Inferno.
-NO!- ruggisce Sirius, ma non fa in tempo a fermarmi
- NOX!-
E tutto scompare in un botto gigantesco, mentre la luminosissima luce si spegne.
Mi schianto...sul morbido.
Il mio letto, il silenzio tombale e gelido di casa mia.
Apro le tende. Non c'è nessuno.
Respiro l'aria ghiacciata: il camino è stato spento...ma forse è stato solo uno stupido Elfo Domestico.
E' stato un sogno...credo...spero.
- Homenum Revelio- esclamo, la bacchetta sfilata rapidamente da sotto il cuscino.
Non accade niente.
Era solo un sogno.
Uno stupido ammasso di ricordi.
Torno sotto le fredde lenzuola di seta...cerco di scivolare nel sonno... quando lo sento... cazzo ma è...

Note delll'autrice:
Oh Merlino, lo so che meriterei un bel giro di frutta e verdura marcia/freccette/coltelli, ma perdonatemiiiiii!!!!
A parte il fine capitolo tronco (lo so, sono un pi' carognetta ;D) e l'aggiornamento un po'...ehm, ok, parecchio in ritardo, non è una situazione così snervante :D...ok, meglio che sto zitta...
...
...
...
...
...
Oh, ma non posso! :D
Devo giurarvi che non tirerò più così lungo un capitolo (anche se, in mia difesa, è stato un travaglio di capitolo! Il passato di Malfoy è stra impestato e i genitori rompono se vai a letto troppo tardi (ma che ve frega poi???)), anche perchè se no finisco a Pascqua e con una bella carovana di frutta marcia in testa.
Devo ringraziare
MarykoLove che ha recensito lo scorso capitolo, davvero ringrazio tanto :D
Devo ringraziare chi ha messo questa storia tra i seguiti/ricordati/preferiti
E devo chiedervi se vi è piaciuto il capitolo, per le mutande di Merlino!
Allora, così schifezza? E Sirius? Vi piace nel ruolo di fata madrina? E le coperture x raiting verde? Lo so, forse veniva meglio se mettevo il giallo e li lasciavo sfogare,quelle povere anime, ma mi incuriosiva troppo questo esperimento stile censura spaccapalle! ...ops XD
E lo so che a un certo punto non vengono mostrati più solo i Natali passati...ma portate pazienza, sappiate solo che è voluto, poi capirete...muahahahahaahahah
E mi voglio scusare per errori, dimenticanze, e per tutto insomma, spero nella vostra clemena e nel vostro cuoricino ;)
Con questa supplica e nella speranza di non aver dimenticato di dire troppa roba, di aver scritto con un carattere decente e di non avervi rotto troppo, vi lascio
Al prossimo capitolo
Benny :-)
NOX

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Capitolo 3
*** Terza Strofa- Lo Spirito dei Natali Presenti ***


Terza Strofa
Lo Spirito dei Natali Presenti
- E tu che cazzo ci fai qui!?-
- Sempre ligio ai valori del buon Purosangue eh? Eleganza, ospitalità, nonchalance...-
- Zabini, te lo ripeterò solo un'altra volta, poi ti butto fuori con un calcio tu-sai-dove - lo avviso, fumante di rabbia - Che Diavolo Ci Fai In Casa Mia!-
- Ehi, rilassati,  Dra...- risponde tranquillo, accomodandosi sulla comoda poltrona di fronte al camino - Non te la prendere con me-
Ok, o sono sotto effetto di una Pozione Soporifera andata a male, o Zabini si è completamente rincitrullito.
- Cosa vorrebbe dire "non te la prendere con me", di grazia?- chiedo, scocciato
- Che non so neanch'io che diavolo ci faccio qui, amico mio! E, a proposito, come amico ti do il permesso di chiamarmi Blaise, hai presente Dra?-
- Premesso che se mi chiami con quella ridicola sottospecie di soprannome un'altra volta, giuro che ti ammazzo Blaise! Ecco, premesso questo... come fai a non sapere che ci fai qui!? E come sei entrato!? Gli Elfi non sono ancora tornati e la parola d'ordine è cambiata! E non dovresti essere a quella stupida cenetta a lume di candela!? E smettila di metterti comodo!- sbotto, al limite dell'impazienza, dopo averlo osservato sprofondare ben bene nella poltrona, accendere il fuoco e appellarsi un calice di vino - Cosa vuoi, una copertina e una favoletta!?-
- Beh, ammetto che non sarebbe male...ma penso che ci sia qualcos'altro da fare...boh, ho questa sensazione... comunque con "non so che ci faccio qui" intendevo dire che non so che ci faccio qui, non ci vuole molto... sai, ho voglia di ...boh fare qualcosa a questo calice...- lo guardo a occhi sbarrati
- Blaise, da amico ad amico... MA COSA TI SEI FUMATO!?-
Lui alza lentamente lo sguardo e piega la testa di lato, col suo sguardo stupito da vittima - Dra, ti vedo ...teso, sai? Vuoi un infuso? Una pozione?-
- Beh, non sarebbe male, poi facciamo i biscotti?- ribatto sarcastico
- Mmm... beh, fai da solo, tanto è casa tua... è che ho proprio tanta voglia di fare un incantesimo a questo calice, ma non so quale...mmm- borbotta, esaminando il calice d'oro che ha Appellato poco fa, dandogli dei piccoli colpi con la bacchetta
- Blaise, tu sei tutto mat...-
Un boato si leva dal calice, che Blaise ha decisamente  stuzzicato troppo, e ora sembra un petardo magico, che spara ratti, tacchini, pudding, animali da fattorie di ogni disgustoso tipo, cappelli bizzarri, stelline magiche, dolci natalizi e praticamente una tavolata degna degli Elfi Domestici di Hogwarts.
Il tutto ovviamente si accumula sul mio bel...
- Tappeto! Il mio stramaledetto tappeto che vale come tutto il tuo guardaroba, Zabini!-
Lui, oltraggiato (e un po' intontito, mentre guarda stralunato il calice)  mi rivolge un'occhiataccia
- MAI paragonare il valore del mio pregiatissimo guardaroba ad alcunché, Dra- ribatte calcando su quella disgustosa abbreviazione; alzo gli occhi al cielo, esasperato
- Beh, quindi che si fa!? E non ti azzardare a toccare ancora quel calice o ti uccido!- lo avverto, mentre l'occhio mi cade su una targhetta d'argento, caduta ai piedi dei Blaise durante quel pandemonio. La leggo, avvicinandomi.
La prima reazione è l'incredulità.
Dopo qualche istante inizio a dubitare della salute mentale di chi ha architettato questa colossale idiozia.
Ora inizio a sbraitare
- Ma come cazzo può essere che mi mandano dei tali dementi come Spiriti!? Eh!? Come può essere!? Ma io dico, già è pesante di suo la cosa, senza che mi rifilino questi idioti...-
-
Guarda che io sono ancora qui eh...-
-... e per di più questo non sa neanche da dove iniziare! Per Merlino, ora capisco perché c'è immischiato mio padre! Solo un coglio...-
- Draco, le parole- mi interrompe Zabini mentre, serafico, si svacca nuovamente sulla poltrona e si mette a giocare con un coniglio
-... come lui poteva immischiarsi in una stronz...-
- Draaaa! E poi me la spieghi questa storia? Non so se hai notato ma hai tutta la "Magica Fattoria di Mago Tobia" ai piedi, assieme agli avanzi del Cenone di Natale di Hogwarts...-
- Grazie, Blaise, non me ne ero accorto! Cazzo qui mi prende l'esaurimento nervoso!- mi schianto sull'altra poltrona e, mentre mi scolo una bella mezza bottiglia di qualcosa di indefinito (e un pulcino mi si arrampica in testa), racconto a Blaise tutta la faccenda della redenzione e degli spiriti.
- Wow, quel tuo cugino è uno spasso! Sapevo che ti rodeva ancora la faccenda della Granger!- ed ecco il classico commento targato Zabini & Co., fieri di avervi offerto l'ennesimo commento inutile e irritante
- Sai, ogni tanto potresti anche sostenermi, sai! Invece di fare il solito "amico" cerebroleso!- ma lui mi ignora, ovviamente, perché sta esaminando la sua targa d'argento.
- E così... sono lo Spirito dei Natali Presenti...- dice pensoso.
Ti prego Salazar, un commento intelligente e utile, solo uno in tutta la sua vita, ti prego...
-
... .... ... ... Che figo!- Rettifico Salazar, ammazzalo, per me va bene anche seduta stante!
- Beh, quindi che facciamo?-
- Lo dovresti sapere tu,  non sono io lo Spirito qui!- commento sbuffando e scuotendomi via la nidiata di pulcini.
Così Blaise rimane zitto per un po' (oh, Salazar, lo sapevo che non mi detesti così tanto, grazie!), facendo i grattini a quel mangia-carote di pelo e pulci; poi vedo lo sguardo. Lo sguardo che gli viene quando ha un'idea. Oh merd...
-
Ho trovato!- esclama, infatti - io sono lo Spirito, no? Quindi dovrei già sapere come fare e, visto che non sono morte e non mi hanno potuto dare le istruzioni come a Black, devo andare d'istinto, perciò...- risoluto, afferra il famoso calice e, mentre io cerco di fermarlo, disperato, lui punta ancora una volta la bacchetta contro di esso.
E poi l'incredibile.
Il calice dorato inizia a emettere una scia di luci e scintille, che si posano su qualsiasi cosa, illuminandola e scaldandola ancora di più; mi alzo in piedi e curioso, mio malgrado, mi avvicino.
- Beh, che te ne pare!?-
- Sì, bella fiaccola di fate, ma serve a qualcosa?- chiedo, polemico
- Uff, come sei  rompiapalle Dra, rilassati! Comunque, beh... boh, non ne ho idea...forse se la scuoto un po'...-
E poi finalmente succede: mentre Blaise agita il calice come se stesse suonando una campana, la polvere si attacca a tutto, e inizia a far sbiadire tutto ciò che ci sta attorno e... appare un'altra stanza.
- Si può sapere dove mi hai trascinato adesso?- chiedo, fissandolo torvo.
- E io che ne so?- risponde Blaise allegramente, guardandosi attorno: è senza speranze.
Non si vede quasi niente, ma Blaise inizia ad agitare la torcia (rischiando di appiccare fuoco agli arazzi appesi alle pareti) e finalmente capisco dove ci troviamo: è un corridoio, non è una stanza, e più precisamente un corridoio di...
- Hogwarts!- esclama felice lo Spirito dei miei stivali
- Hogwarts...che ci facciamo qui?- chiedo io, annoiato
- Boh... penso che dobbiamo andare a festeggiare!- senza neanche ascoltare le mie proteste, quel dannato mi trascina per quei corridoi, rifugi di tanti di quei ricordi da far star male chiunque.
Alla fine ci troviamo in cima all'enorme scalinata di marmo, che scendiamo rapidi per dirigerci nella Sala Grande.
Anche se non lo direi ad alta voce neanche tra un milione di anni, qualcosa smuove quel cuore che avevo dimenticato di avere, mentre avanziamo tra i festeggiamenti e la ricca tavolata; quella vecchia cornacchia della McGranitt siede a capotavola, conversando coi professori del più e del meno e lanciando occhiate di disapprovazione al Mezzogigante, intento a scolarsi boccali di vino enormi assieme a Lumacorno.
I giovani studenti rimasti per le vacanze ridono delle sceneggiate di quest'ultimo, e così anche per i battibecchi tra la McGranitt e la Cooman
- Ma Minerva, come puoi negare l'evidenza? Altro che stelle e stelle, come dice il ronzino, tutta colpa di Marte e dell'interferenza di Giove!-
- Cara Sibilla, le assicuro che se qualcuno di non invitato fosse presente lo potremmo vedere, le barriere di Hogwarts sono ben salde!-
- Io insisto! Due figure tremanti d'emozioni e prossime ad un destino stranamente...beh... privo  di morti imminenti sta assistendo a questa conversazione!-
Mi volto a guardare Blaise, certamente con espressione un po' meno composta del solito
- Che cazz... e lei come fa a saperlo?- chiede lui con voce strozzata dallo stupore; scuoto la testa, capendone meno di lui.
- Però, sempre i soliti festaioli, qui a Hogwarts, eh?- osserva - ...Non ti manca mai? Sai, lo fanno tutti, la festeggiano tutti questa stupida festa, il
periodo dell'anno in cui si spendono più soldi, si fanno più cause, si fanno gli auguri più falsi, giusto?-
Un sordo ringhio gli deve bastare, perché si mette a ridere, agitando pericolosamente la torcia. Io intanto ci capisco sempre meno: è vero, l'ho detto io, ma possibile che ora mi sembra una frase così stupida? Tutta colpa di Hogwarts...
- Draco, una cosina...ehm, non ti preoccupa la previsione priva  di morti? Potrebbe essere un buon segno!-
Io non rispondo, rimango a fissare i Petardi Magici che scoppiano fra gli studenti, senza realmente guardarli.
Ora, bisogna sapere una cosa della Cooman: quando predice morti, si può star tranquilli; quando inizia a entrare in strani trans (anche se ci credo poco, visto che sono voci Grifondoro) vuol dire tempi bui, molto bui; ma quando dice nessuna morte imminente... vuol dire arcobaleno e unicorni da tutte le parti! Per Merlino... bah, dopotutto si starà sbagliando: di certo non prevedo miglioramenti nella mia insignificante vita.
Infatti più va avanti questa faccenda, più me ne rendo conto: per molto tempo ho creduto di essere felice di questa vita, questa che mi sono scelto, ma adesso...
- Mmm...Draco?-
- Che c'è?-
- La torcia trema, è ora di andare avanti mi sa- in effetti il calice sta tremolando, facendo traboccare scintille che si stanno pericolosamente avvicinando al mio pigiama di seta.
- Ok, andiam...- non faccio in tempo a finire di dirlo, che piombiamo in un altra sala da pranzo, questa volta decisamente più piccola.
Nonostante non regga il confronto con la Sala Grande, però, ci troviamo in un salone bello vasto, simile a quelli del Manor, ma molto più caldo e accogliente; con mia grande sorpresa, a tavola siedono delle Serpi di mia conoscenza...
- Ahah, mi fai proprio morire Theo- esclama sarcastica Daphne Greengrass, come sempre splendida nel suo abito verde bosco; non è cambiata molto, in questi anni: è sempre la solita, bellissima, scorbutica intrattabile Daphne, pronta a fulminarti con gli occhi verde chiarissimo.
- Oh, andiamo, è normale che Blaise si dia alla fuga, ogni tanto!- sghignazza quell'idiota di Theodore Nott, il prode compare mio e di Blaise, sempre pronto a fare quello che si fa i cazzi suoi, quando in realtà continua a rifilarti commentini taglienti.
- Certe cose non cambiano mai, eh Blaise?- chiedo ghignando a questa sottospecie di Spirito che mi ritrovo - Blaise? Blaise mi ca...- mi guardo attorno, ma Zabini è sparito.
- Ed eccomi sempre pronto a smentirti, amorino mio!- e lo vedo entrare dalle doppie porte, mentre si spolvera ancora via qualche fiocco di neve... ma come diavolo ha fatto!? Non pensavo che gli Spiriti potessero diventare materiali così in fretta...
- Strozzati, Blaise!- risponde ridacchiando Theo, mentre Blaise si avvicina a Daphne per baciarla
- Si può sapere dove accidentaccio eri finito, idiota?- eh, sì, certe cose non cambiano proprio mai.
- Certo, amore, anche tu mi sei mancata! No, non ho freddo, grazie e, sì, credo starò in piedi, grazie!- ribatte lui ironico
- Bah, siediti stupid...- non riesce a dire altro, bloccata da un bacio di Blaise, dato a tradimento.
Quando finalmente si scollano, una voce tagliente come quella di Daphne, ma molto più sottile e limpida, annuncia l'arrivo di Astoria Greengrass: di poco più piccola di Daphne, per un po' eravamo stati insieme a Hogwarts, poi...
- Allora, avete convinto il mulo o è ancora a marcire in quel museo?- chiede sedendosi accanto a Theo, che le cinge la vita con un braccio e la stringe a se, affettuoso
- Macché, quello non lo muovi neanche con l'Imperio- risponde Blaise sornione, ammiccando verso di me
- Già, secondo me non lo si tira fuori di lì neanche da fantasma- dice amara Daphne
- Bah, io non credo...- borbotta Blaise, mentre cala un silenzio carico di risentimento e... rimpianto?
- Vabbè, allora l'hai preso?- chiede Astoria nervosa, spezzando la tensione
- Sì,ecco!- risponde Blaise, estraendo da sotto il mantello una bottiglia di Vino Elfico Stravecchio Golden Phoneix: vi assicuro che il nome vale la qualità.
E così li vedo servirsi il vino e gustarsi il dolce, parlando di un infinità di cose, facendomi scoppiare in una delle mie rare risate, ogni tanto.
Merlino, quant'è che non stavo un po' in compagnia? Mi sembra passato un secolo...
Quando poi Blaise e Theo si mettono a giocare a Scacchi Magici, una valanga di ricordi mi si riversa addosso, ricordi di un mondo perduto ormai per sempre: le lunghe serate passate a giocare con quegli scacchi... serate con i miei amici, gente che mi ostino a ignorare, partite occasionali con mia madre, combattutissime sfide con lei...
- Zabini, è ora di andare- dico secco; lui alza lievemente lo sguardo dalla scacchiera, e scuote impercettibilmente il capo, per poi tornare tranquillo a sterminare un paio di pedoni.
L'indignazione sale ancora di più: è tutta la notte che mi trascinano da un posto all'altro, continuando a ignorare ogni mia protesta o parere, senza poter reagire in alcun modo, porco Godric giuro che gliela faccio pagare quando torniamo alla normalità...
- Come sta?- la domanda fa calare nuovamente quel gelo, pieno di pensieri e frasi non espressi ma chiaramente leggibili sui loro visi; Daphne fissa Blaise che, sguardo fisso sulla scacchiera, cerca di trovare la risposta più giusta, forse quella per colpirmi meglio...
- Tira avanti- infatti eccolo, lo Schiantesimo in piena faccia... ma che sta succedendo?  Da quando mi faccio colpire così tanto da questi commenti?  Stramaledetti Spiriti... - Continua a fare  l'esiliato, a convincersi di essere la persona con la vita migliore del mondo, libera da impicci, distrazioni...-
- ...Amici, gente che gli vuole bene, esseri umani...- continua tagliente Theo, anche lui concentrato sui pezzi magici
- Che idiota...- Daphne non si smentisce mai - Rinchiudersi da solo nel suo mondo, tutto solo per quel suo stupido nome, per entrare nel Wizengamot...a chi crede che gliene freghi qualcosa del suo nome? Eh? Alla gente! A quelli per cui Draco è solo un cognome? Pensa davvero che alla gente che gli dovrebbe importare davvero se ne faccia qualcosa del suo nome? Che pezzo di deficiente- e ancora quel macigno mi colpisce, con la voce dura e fredda di Daphne, portavoce in realtà di un evidente risentimento.
- Blaise...è vero?- chiede d'un tratto Astoria, la voce preoccupata e cupa che non fa presagire nulla di buono; il chiamato in causa infatti distoglie lo sguardo dalla scacchiera, finalmente, per rivolgerne uno interrogativo alla cognata.
- La Granger e Weasley- risponde secca, assestando l'ennesimo colpo a quel cuore che speravo fosse diventato insensibile
- Sì... eravamo presenti- Theo, intento a sorseggiare un calice di vino, si mette a tossire convulsamente, sputacchiando qualche brandello di frase fra un colpo di tosse e l'altro
- Che?... Draco!... proposta...Mezzosangue!? ....merda- ok, se Theodore Nott usa parolacce è proprio sconvolto; questo ridesta Daphne, rimasta a occhi sbarrati per tutto il tempo
-  Cazzo! Ma la gente non può stare attenta a dove fa le proprie proposte, cazzo!  E tu non potevi portarlo via, demente!- sbotta infatti, molto meno attenta di Nott al linguaggio
- E che dovevo fare? Lanciargli uno Stupeficium e trascinarlo via!? Lo sai che quando si parla della Granger non c'è un cazzo che tanga! E poi è andato via prima che lei rispondesse a Weasel- si giustifica Blaise.
I ragazzi tirano un lieve sospiro di sollievo - Oh, meno male, almeno quello se l'è risparmiato- commenta Astoria.
Dopo qualche minuto di silenzio, i ragazzi decidono finalmente di salutarsi, e Blaise mi raggiunge.
- Tutto bene?- non rispondo, non so che dire - Draco?-
- Cosa ti devo dire, Blaise?- chiedo stancamente: il mondo che mi ero costruito sta crollando come un castello di sabbia, e io posso solo assistere al suo veloce sgretolarsi - Che mi sento uno schifo? Che non so più che fare della mia vita? Che sta crollando tutto?-
- Io... non lo so, Draco...se vuoi ti porto a casa...- mi risponde Blaise; ma un ultimo dubbio, un'ultima speranza, forse, un'ultima sofferenza a cui mi devo sottoporre si propone prepotente nei miei pensieri.
- No, mi devi far vedere un'ultima cosa- lui mi guarda stranito
- Dra, lo sai, non posso, io...-
- BLAISE! Mi avete trascinato come un pupazzo per tutta la notte, mi avete torturato, distrutto, fatto a pezzi e ignorato, che io lo volessi a meno. Ora ti chiedo solo un favore. Se non puoi da Spirito, fallo da amico.- sbotto, nervoso.
Lui mi guarda torvo per qualche secondo, poi scoppia - Al diavolo Draco! Che vuoi, dai...-
- Voglio saperlo... voglio sapere cosa ha deciso la mi... la Mezzosangue- rispondo deciso, mentre i suoi occhi si spalancano, preoccupati
- Draco, sei sicuro...?-
- Sì, ora- rispondo secco.
Lui, a malincuore, agita la torcia un'ultima volta, spero, per questa giornata.
Ora ci troviamo in una bella villetta di periferia, probabilmente uno di quei quartieri con un buon tasso di maghi integrati fra i Babbani.
Un altro cenone familiare (decisamente diverso) si mostra ai miei occhi: buona parte di quel delirio degli Weasley occupa gran parte dello spazio, chiassosi e mangioni come ogni buon Grifondoro, assieme a Potter e il piccolo Lupin.
Perdo un battito. Se c'è il piccolo...Teddy, mi pare, allora c'è anche mia zia Andromeda, anzi, questa probabilmente è casa sua, e quindi c'è anche... sì, eccola lì, a conversare con la sorella e la signora Weasley, i lunghi capelli biondi mezzi raccolti in un'elegante acconciatura, gli occhi azzurri ormai primi di quella glacialità, anzi, quasi fin troppo offuscati dalle emozioni. Come i miei.
Eccola lì, Narcissa Malfoy, mia madre, che ha perso il marito e quasi anche il figlio, senza volerlo, senza poterci fare niente.
Ed eccola lì, forse finalmente pacificata, ora che è libera dalla morsa oppressiva della folle sorella maggiore, ritrovata con la sorella che l'aveva dovuta abbandonare tempo fa'. Eccola lì, forse, nonostante tutto, molto più felice di me, per aver lottato, per essere riuscita a scappare da quel mondo. Ma la tristezza rimane, la si legge in quell'ombra negli occhi.
E so di essere io, la causa di quell'ombra. E questo mi fa stare anche peggio.
- Dra...ehm...dobbiamo andare di sopra... abbiamo poco tempo- accenna Blaise, indicando la fiaccola morente.
Così lo seguo al piano di sopra, in un grazioso bagno, dove ritrovo il mio peggior incubo. E il mio più bel sogno. Il cuore mi si ferma.
Hermione Granger siede sul bordo della vasca, abbracciata dalla Piattola, calde lacrime che cercano di affacciarsi dagli occhi marroni e screziati d'oro.
Occhi in cui mi perderei per sempre, se non fossero gonfi e arrossati da puro dolore e confusione.
Sono confuso anch'io: ancora le so leggere dentro, alla Mezzosangue?
Ma perché ora piange, maledizione, perché?!
- Shhh, non piangere Herm... è...normale...- la Mezzosangue si scosta, asciugandosi gli occhi con un pezzo di carta
- Che cosa è normale, Ginny? Che non sappia se accettare o no la proposta di Ron? No che non è normale!- sbotta, furiosa con...se stessa; il mio cuore, maledetto, riprende a battere, traditore di una sorpresa enorme e di... speranza?
La Weasley fa un sorriso comprensivo all'amica
- Hermione, sappiamo tutte e due la risposta che vuoi dare a Ron. Ma hai paura di ammetterlo... di ammettere che tutto questo tempo non ha significato tanto da sposarlo-
La Granger guarda negli occhi la sua amica, distrutta- Ginny, io non capisco! Non capisco che mi succede, io dovrei amarlo, dovrei aver già detto sì! Io...-
-No Hermione!- la interrompe impaziente l'amica - No! Non ti senti? Chi dice che dovresti amarlo!? Herm... diciamoci la verità; quella verità che il tuo cuore ancora conserva ma che il tuo cervello cieco e sordo ha già rimosso: tu lo ami ancora.-
Le parole della Weasley cadono nel silenzio. Si potrebbero sentire i rumori dei festeggiamenti se non fosse per un potente Incantesimo Imperturbabile e un Muffliato, probabilmente evocati dalla Grifona.
La Grifona che scoppia finalmente a piangere, gettandosi fra le braccia dell'amica, resasi conto di una verità che le fa male.
E mi fa male. Perché se è come penso, so benissimo chi è quel lui. E sono scioccato. Frastornato. A pezzi.
Perché nonostante tutto, nonostante tutto il male che le ho fatto, l'abbandono in cui l'ho lasciata, l'ambizione per cui ho mollato la vita vera... lei ancora soffre per me.
- Vieni, ti riporto a casa- sento a malapena Blaise, mentre ci circonda delle ultime scintille della torcia, ormai spenta, riportandomi in camera mia, nella mia solitudine.
L'oscurità mi accoglie.
Sono a pezzi.
Vorrei solo dormire e dimenticare tutto.
Ma ormai so che non posso.
Mi siedo sulla poltrona e accendo il fuoco nel camino. Poi aspetto.
Aspetto l'ultimo Spirito.
L'ultima lezione.
Ciò che sarà.
Aspetto e, allo scoccare dell'una, sento un fruscio alle mie spalle e, senza neanche voltarmi, con un leggero brivido, mormoro
- Andiamo-

Note dell'autrice:
eccomi qua con il nuovo capitolo gente!
Sinceramente più scrivo più non sono pienamente soddisfatta del mio lavoro; probabilmente alla fine rivedrò il tutto per migliorarlo.
Allora, vi piace? Fa così schifo come mi sembra? Pare troppo scontato? Ah, ma se sapeste cosa ci attende...penso che si gusterebbe meglio una seconda lettura, soprattutto dopo una bella revisione generale ;)
Ringrazio chi segue e preferisce questa ff, grazie mille!<3
Forse avrei altro da dire, ma al momento è troppo tardi, riesco a malapena a ricordarmi che giorno è, meglio che non consumo troppo i miei poveri neuroni XD
Vi invito solo a recensire, anche per muovere delle critiche, sempre utili per migliorare :D
Ora vi saluto, correggo e carico il capitolo
Alla prossima!
Benny :-D
NOX

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Capitolo 4
*** Quarta Strofa- Lo Spirito dei Natali Futuri ***


Quarta Strofa
Lo Spirito dei Natali Futuri
- Allora, sei pronto, Draco?-
Mi volto e, chissà perchè, me l'aspettavo. Me l'aspettavo di vedere quella lunga veste blu notte, quella barba chilometrica e quei dannati occhi a raggi x dietro quelle sottili mezzelune. Forse non mi aspettavo di essere chiamato per nome, visto che lo fanno a malapena i miei amici.
- Sì- mormoro, arrendendomi ormai all'evidenza: chi sceglie gli Spiriti da mandarmi mi vuole morto.
Silente sorride, forse perché ha capito a cosa sto pensando. Anzi, togliamo il forse, perché Silente sa sempre tutto, non si sa come, ma lui sa.
- Allora, come sta andando?-
Lo guardo di sbieco - Come vuole che stia andando? Ho scoperto che la mia vita fa schifo, ma ora so che posso cambiare, se lo voglio.-
- E lo vuoi?- chiede, un luccichio furbo negli occhi
- Io...non so...- sono confuso: certo che voglio cambiare ma...ho paura di quello che potrebbe succedere, odio espormi, e lo dovrei fare di sicuro per cambiare.
- Beh, ritengo che ti serva motivazione. Ed è proprio ciò che ti voglio dare, perciò andiamo- mi porge il braccio, la mano rinseccolita tornata alla normalità.
Un pensiero mi attraversa: quante altre volte Silente ha guidato Potter, in questo modo? Quante volte Silente ha salvato Potter, lo ha aiutato?
Mi viene quasi da vomitare al pensiero di essere io ora il poveraccio della situazione.
- Dove andiamo?- so già che non mi risponderà, ma non posso fare a meno di provare sospetto: Sirius almeno era un Grifondoro ma è un Black, bastardo per sangue, ma Silente... è la quint'essenza del Grifondoro, che cosa mi aspetterà?
- A scoprire ciò che avverrà- dice, enigmatico. Grazie tante, ora capisco molto di più.
Titubante, afferrò il braccio dell'ex-Preside.
Smaterializzazione Congiunta. Il miglior modo per vomitare e farsi venire il mal di testa.
Atterro malfermo sulle gambe; ci troviamo in un cortile.
Beh, se così si può definire: sembra più l'incrocio fra uno scorcio di Foresta Proibita ed un acquitrino a dirla tutta. Ma la sorpresa è di fronte a me: un'enorme costruzioe barcollante si erge dal "giardino", un agglomerato bizzarro di stanze sovrapposte l'una all'altra, e tenute certamente insieme da una potente magia.
Non riesco a trovare una spiegazione a questo scempio, finché non noto un cartello lì vicino. E allora capisco tutto.
LA TANA.
Con tutti i posti dove potevamo andare, proprio qui!? Per Salazar...
- Draco, piuttosto che alla pittoresca (ma ti assicuro molto accogliente) dimora della famiglia Weasley, dovresti volgere lo sguardo a quell'albero laggiù- mi consiglia Silente, indicandomi uno stagnetto ghiacciato con un grande albero carico di neve a fargli ombra.
E sento una stretta al cuore. Perché lì, a parlare con Weasley, mezza affondata nella neve alta, c'è la Granger.
Mi avvicino per sentire meglio, pur sapendo che potrei non sentire niente di buono.
- Hermione, hai...beh, io, cioé...deciso?- Donnola si passa una mano tra i capelli, trasudando nervosismo puro
- Io, beh...- lei è titubante e si tormenta le mani per riuscire a dire quello che ha deciso di fare -Io... Ron, io vorrei un po' di tempo per riflettere. Un paio di giorni non mi bastano. Mi dispiace Ron...non è un no, ma...devo capire cosa voglio, capisci?-
Non posso fare a meno che ghignare all'espressione sconvolta e indecisa di Lenticchia, ed esulto dentro di me: forse non tutto è perduto, posso ancora recuperare con la Granger... e di sicuro non sposerà Donnola! Andiamo, si vede lontano un miglio che non le piace!
Ma il vecchio Grifondoro nota tutto, come sempre
- Canta già vittoria, signor Malfoy?- noto l'uso del cognome, che vuole quasi sottolineare che, ancora una volta, sto ancora sbagliando, sto dando ancora qualcosa per scontato.
Mi volto e guardo in faccia il Preside, che mi restituisce uno sguardo serio, quasi a cercare di guardarmi dentro.
- Beh, allora mi faccia vedere cosa succede!-
- Come desidera...- mi porge il braccio, e nuovamente ci Smaterializziamo.
Siamo sempre alla Tana, lo capisco guardando fuori dalla finestrella della piccola camera da letto in cui ci troviamo.
E' semplice e graziosa (sebbene abbastanza simile ad uno sgabuzzino),  e sul letto sono sedute due persone.
E ovviamente non due persone qualunque.
- Hermione, ne sei sicura?- chiede la Weasley, guardando triste l'amica.
Lei sfugge al suo sguardo, persa nel contemplare qualcosa che di sicuro non è il panorama fuori dalla finestra, piuttosto quello dei suoi sempre razionali ed incasinati pensieri.
- Io... credo di sì... ci ho pensato per un anno e...insomma, con lui non c'è più niente da recuperare...invece Ron, lui...-
- Hermione... credi? CREDI!? Devi essere certa della stupidaggine che vuoi fare! E da quando ti arrendi così!?- non vorrei bestemmiare, ma forse la Weasley non è così male...
- E da quando tifi per lui? E comunque che dovrei fare...-
- Mi stai prendendo in giro!?- la rossa ha gli occhi fuori dalle orbite - Fai quello che hai sempre fatto! Vai e prendi quel bastardo di furetto per i suoi platinati capelli e ci parli, che gli piaccia o meno, per le mutande di Merlino e Morgana!- furetto platinato a chi!?
- No Ginny! Anche se potessi non ci riproverei! C'è un motivo se l'ho lasciato, tanti anni fa', e di certo non è migliorato da allora...- risponde la Granger, sorridendo amaramente e abbassando lo sguardo
- E come fai a saperlo?-
- Lo vedo! E poi mi bastano due cose: cerca ancora di fare la scalata per arrivare al Wizengamot e, l'altra settimana, ho incrociato Daphne: mi ha detto che ormai non parla quasi più neanche con Zabini, si è chiuso nel suo stramaledetto lavoro e, quando non è lì, è al Manor a far finta che Narcissa non esista... non è più il Draco di una volta- il tono della Granger è rassegnato, come quel maledetto giorno in cui la persi.
- Ma Hermione, questo non fa di Ron quello giusto! Tu lo ami?- gli occhi della Piattola trapassano quelli della Granger.
Ma ormai in quegli occhi è nata una scintilla di razionalità, che ancora una volta chiuderà fuori i suoi sentimenti.
- Sì. Draco è solo un ricordo. Ron è il mio futuro.- sindaca tranquilla, alzandosi dal letto. Una fitta mi attraversa da parte a parte.
- Bah, contenta te- la Piattola si alza a sua volta -Io vado giù da Harry, andiamo a fare un giro a Diagon Alley, a dopo!-
Una volta che la Weasley esce, la Mezzosangue si gira verso la finestra, ma non faccio in tempo a vederla in faccia che Silente mi ha già posato una mano sul braccio, e ci troviamo nuovamente in quella selva di giardino.
- Hermione...m-mi hai detto che hai deciso- no, Salazar, questo no.
Volgo lo sguardo verso l'ex-Preside - Adesso basta! Ho capito, ora andiamo!-
Silente mi rivolge uno sguardo triste, ma deciso - Mi dispiace, Draco, ma devi vedere-
Mi rassegno, avendo ormai capito che la mia opinione non conta un cazzo, e assisto a quello da cui avevo sperato di scappare.
- Sì, è così- la Granger è decisa sorridente
- E...-
Un attimo prima che risponda, vedo un lampo di tristezza, si rimpianto, balenare nei suoi occhi.
- Sì- quel monosillabo ha il potere di distruggermi dentro, mentre Weasley la prende e la bacia, felice come non mai.
E pensare che ci potrei essere io al suo posto.
Silente mi sfiora ancora e, con una leggera giravolta, ci troviamo in un enorme tendone bianco da cerimonia.
Di fronte a me, siedono almento un centinaio di persone, divise da una larga navata.
Ma io non vedo nessuno, se non lei.
Che a passo lento si avvicina a me.
Il padre Babbano la porta all'altare.
Non è mai stata così bella.
Ma poi mi attraversa, e io mi giro.
E' come se mille Sectusempra mi attraversassero, mentre lei lo dice.
Davanti a Weasley.
Potter e la Weasley fanno da testimoni.
E lei lo dice.
- Sì, lo voglio-
E non sento più niente. Sono sordo alle ovazioni che giungono dagli invitatai, allo schiocco della Smaterializzazione, al nuovo rumore che ci circonda.
Sento soltanto un dolore immenso che mi invade e pulsa assieme al cuore.
Quel cuore insensibile che da troppo tempo non serve a nulla.
Ma Silente mi posa una mano su una spalla, e mi riporta alla realtà. Alla mia realtà fra qualche anno.
- Non piangere, sorellina...-
- E come posso non farlo!? Ormai l'ho perso, e non posso farci niente!- non l'ho mai vista in questo stato. E mai avrei creduto di vederla così.
- Cissy io... non so come aiutarti- lo sguardo addolorato di mia zia sembra capire; capire quel dolore che lei ha già provato. Perdere un figlio.
- Dromeda, te sai cosa si prova... ma tu non l'hai persa col cuore... io... l'ho perso! Ho perso il ragazzo che è sempre stato! E' peggio che morto e io...io non riesco ad accettarlo!-
E mia madre continua a piangere, abbracciata a mia zia Andromeda.
E io guardo la scena sempe più distrutto.
Sono un essere orribile. Neanche mio padre era mai riuscito a far piangere il quel modo quegli occhi di ghiaccio, a farli sciogliere in quel lago di dolore.
Ma io sì.
Sono un mostro.
- NO! Ora basta! La prego, Silente! La sto pregando! Ho capito, cambierò, ma ora basta, la prego!-
Ma lui non mi ascolta, e sembra fare uno sforzo enorme mentre compie l'ultima Smaterializzazione.
Siamo nel tetro giardino del Manor.
Un ometto sta in piedi, di fronte ad una bara di ebano.
Non c'è nessun altro.
Noto la lapide, coperta però da uno strato di neve, che scende copiosa dal cielo opaco.
Accanto c'è  la lapide di mio padre.
E un dubbio atroce mi prende: che questo sia il funerale di mia madre? Sono una persona così orribile da non aver partecipato e da aver impedito a chiunque di farlo?
- Oh, Draco, forse dovresti usare l'amata logica di Hermione Granger. Parenti non ne avresti più... la donna che ami è ormai felicemente sposata e ha un'altra vita, lontano da te...-
Una lenta consapevolezza si fa strada dentro di me, congelandomi dall'interno.
- ... riguardo al rapporto con tua madre penso che basti già l'episodio a cui abbiamo assistito...-
No, NO! Almeno i miei amici, fratelli che non ho mai avuto...
- ... i tuoi amici li hai abbandonati da anni. Già, gli amici che, in un modo tutto particolare e solo dei Serpeverde, sono indispensabili come l'aria... ora dammi la risposta: chi c'è in quella bara, che ha come testimone e solo un piccolo e disinteressato oratore?-
La neve cade dalla lapide, un pezzo alla volta, secca.
DRACO LUCIUS MALFOY
-NO! Posso cambiare! No, la prego, posso tornare sui miei passi! Ora basta, BASTA!-
Ancora un tocco sulla mia spalla e, senza redermene conto, mentre la disperazione più nera mi assale e mi divora,  la scena cambia.
Un raggio di sole mi colpisce in pieno viso, tra le pesanti tende di velluto.
- Padrone, va tutto bene?- quella vocetta acuta mi sembra il suono più bello che abbia mai sentito.
Sono a casa.

LUMOS
Eh, buongiorno a tutti...No, NO! La violenza non è la soluzione giusta! E no, neanche una Cruciatos! Ok, lo so, sono un pelino in ritardo, ma sono stati giorni pieni, ho avuto un bel po' da fare e non ho avuto  tempo di finire di scrivere il capitolo, scusate :)
In compenso siamo quasi alla fine, manca un capitolo solo... la mia prima ff finita!
E inoltre svelerò la sorpresina a cui avevo accennato;)
Ora aggiorno il capitolo e controllo la formattazione dell'ultimo, perchè  mi sa che mi ero dimenticata di mettere le frasi del tempo presente con l'altro caratte...Merlino, faccio sempre casini con la formattazione! :,(
Ok, paragrafo di sfogo finito.
Comunque ringrazio immensamente 
AmoZiaRowl , che ha recensito lo scorso capitolo, rassicurandomi su quest'impresa che mi sembrava stesse uscendo male, grazie ancora!
E grazie a tutti quelli che seguono, ricordano, preferiscono e i lettori silenziosi.
Invito chiunque voglia a lasciare una recensione, perché mi rassicurerebbe parecchio, dato che continuo a nutrire il sospetto che non stia venendo un granché questa ff...
Con questo vi lascio, sperando di non aver dimenticato niente :)
Al prossimo ed ultimo capitolo, gente!
Benny :-)
NOX

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Capitolo 5
*** Quinta Strofa- Il risveglio... ***


Quinta Strofa
Il risveglio...
Mi tiro a sedere di scatto, osservando compiaciuto l'elegante e lussuosa camera in cui mi trovo.
La mia camera. La mia camera esattamente come l'ho lasciata.
Mi rivolgo all'elfo grinzoso
- Che giorno è oggi!?-
Lui mi guarda confuso, fosse meditando sulla mia pazzia, per come cerca di schiantarsi subito contro un muro; lo afferro per la candida divisa con lo stemma dei Malfoy.
- Sta' tranquillo e rispondi, che giorno è oggi?-
- E' il giorno di Natale, padrone- risponde lui, con sguardo intontito (non so bene se a causa del muro o della mia domanda).
Io mi sento esplodere di felicità, capendo che tutto quello che è successo devo averlo vissuto in una notte e che, sì, ho un'altra possibilità; e stavolta non la sprecherò.
Spalanco la finestra, respirando la gelida aria che mi travolge: la neve è scesa più copiosa che mai, stanotte, ed il giardino ne è splendidamente coperto, come fosse un grande dolce guarnito di glassa scintillante; da quant'è che non ammiro quello che attorno? Da quant'è che procedo con i paraocchi? Ah, ma adesso cambierà tutto!
Afferro frettolosamente un paio jeans, una camicia e una giacca, poi mi cambio velocemente e mi fiondo fuori dalla camera, lasciando un elfo a dir poco frastornato.
Nell'ingresso, sento raggiungermi un mormorio tra il confuso, l'intimorito e l'incredulo, mentre una decina di elfi domestici si assiepano attorno a me
- Padrone, s-state u-uscendo?- chiede uno, gli enormi occhi spalancati
- Sì, esattamente- uno di loro subito mi passa un pesante cappotto, che infilo in fretta e furia assieme ad una sciarpa.
Sto già per spalancare le porte di Malfoy Manor, incurante delle vocine stridule degli elfi, quando uno mi tira la manica.
Mi volto verso di lui, pietrificato, un po' per l'oltraggio, ma forse molto più per lo stupefacente ardire dell'elfo: dev'essere qualcosa di molto importante, per aver indotto un fedele servitore del Malfoy Manor a strattonarmi per la manica del cappotto.
- Che c'è?- domando, troppo confuso per essere sgarbato.
- Le scarpe, padrone, scusi, padrone- dice con la sua voce acuta, indicandomi i piedi (mi accorgo frastornato) scalzi.
"E' ufficiale" penso, infilandomi un paio di scarpe passatemi dagli elfi "sono completamente rincoglionito"; una volta sistemate anche le scarpe, do ordine di far trovare una tavola imbandita per il mio ritorno.
- Per quanti?- chiede un elfo, sempre più stupefatto ed incerto
- Per tanti, spero proprio tanti- me lo dico quasi da solo, mentre esco di casa.
Percorro a passo svelto il viale che arriva fino al cancello, deciso a mettere a posto le cose prima della fine della giornata.
Esco dal cancello, scostando il metallo ghiacciato, e mi Smaterializzo.

- Sì?- una Daphne assonnata apre la porta (beh, doppie porte, a cui sembra mancare solo il ponte levatoio) di casa, parlando con voce impastata, mentre si strofina gli occhi e si stringe nella vestaglia di seta.
- Wow, non ricordavo che Daphne Greengrass si presentasse in pubblico senza aver coperto occhiaie e pallore con almeno tre chili di trucco...- lo so, lo so, vi aspettavate un saluto lacrimoso e commovente...bah, dovete essere tutti Grifondoro o Tassorosso...
Lei comunque blocca la mano, intenta a stropicciare un occhio gonfio di sonno; esterrefatta, la vedo abbassare lentamente il pugno, trapassandomi con i suoi occhi chiari.
Rimane, come pietrificata, a fissarmi, inespressiva; il suo modo per sincerarsi che non sia uno scherzo, che io sia qui, di fronte a lei.
Muove leggermente le labbra e sbarra gli occhi, segno che s'è resa conto che è tutto vero.
Piega leggermente la testa, segno che l'ha accettato e sta riflettendo su come reagire.
E poi dimostra di aver deciso come salutarmi:
- BRUTTO CAPRONE IDIOTA! Non ti sei fatto vedere per un anno, brutto coglione, un ANNO! E questo sarebbe averti come amico!? Va da Godric, razza di ottuso BABBUINO troppo cresciuto!- ok, la cosa inizia a farsi seria: solo Blaise ha il diritto di farsi chiamare con nomi di scimmie da Daphne.
Difatti, dopo qualche secondo, vedo comparire la sua alta figura dietro di lei.
- Amore, mi era parso di sentire i tuoi toni soavi che mi chiamavano, chi...- la domanda gli muore in gola, il sorriso congelato in viso che pian piano si smonta.
Poi lo fa.
E' inevitabile, speravo di scamparla, ma Blaise Zabini è Blaise Zabini.
E non posso non subire quello che sta per fare.
Perché Blaise Zabini sarà un Serpeverde, ma sa essere disgustosamente simile ad uno di quei mostri d'oro della Torre Est.
E così lo fa.
- DRAAAA!- supera Daphne, dandomi una sonora pacca su una spalla che mi manda quasi per terra - Dra! Sei venuto qui, alla fine! Sei in ritardo, sai? Ma forse ti potrò perdonare, per stavolta!, togliti il mantello, dai, entra! Stiamo facendo colazio...- mi aveva già preso a braccetto, e stava per trascinarmi in casa, quando uno sguardo di Daphne lo gelò. 
- Fare colazione?- il tono calmo non è un bene: sa esplodere peggio di una Grifondoro quando ci si mette -Fare colazione? MA TI SEI FUMATO IL CERVELLO, RAZZA DI GORILLA RITARDATO!? Sarebbe in ritardo!? Questo non si fa vedere per un anno, in questa casa come in giro, e tu lo inviti a fare colazione come se lo vedessi tutti i giorni?-
- Beh, io tecnicamente lo vado a trovare spesso al lavo...-.
- E a me che CAZZO ME NE FREGA se tu lo rincorri più del dovuto! E adesso fallo entrare, idiota!-
E la cosa si risolve così, con Blaise che segue Daphne, sorridendo, mentre mi trascina dietro di sé. E' fatta così, Daphne Greengrass: ti striglia manco l'avessi uccisa e ti tratta come fossi uno sgradevole insetto, ma ti perdona in fretta. Se ci tiene, badate bene.
Così ci sediamo nella ricca e luminosa sala da pranzo; Blaise si mette di fronte a me, mentre Daphne si posiziona a qualche sedia di distanza, a capotavola, a braccia incrociate e poggiata allo schienale, gli occhi di ghiaccio che guardano fuori dalla finestra, quasi a volerci sfidare a rivolgerle la parola.
- Allora, Dra, qual buon vento ti porta qui!?- chiede allegro Blaise, iniziando a servirsi la colazione, mentre storto la bocca in una smorfia
- Blaise, non abusare della mia pazienza: solo perché non ti ho ancora urlato contro, non ti devi sentire autorizzato a chiamarmi con quello schifo di nomignolo da Grifondoro- commento, fissandolo con gli occhi assottigliati
- Se non sapessi che è chiuso in quel suo maniero a fare l'esiliato, direi quasi che Draco Malfoy è tornato per dare addirittura del Grifondoro a Blaise Zabini- commenta una voce conosciuta: Theo entra nella sala, alle mie spalle.
Vedo Blaise spiegare il viso in uno dei suoi "sorrisi": beh, molta gente li definirebbe tali ma, per chi lo conosce, quello non è altro che un ghigno, solitamente sfoderato quando ti piglia per il culo. Ovviamente più tiene a te più ti ride dietro, o almeno così dice.
- Eh, già. Proprio come se quell'idiota di Malfoy si fosse fatto vivo- commenta infatti la testa di gran ca...
- Già, proprio come se quel coglione, quel gran rincoglionito, quel traditore,  SCIMPANZÉ DEL CAZ...-
Sento i passi di Theodore fermarsi, probabilmente mentre guarda stupefatto queste due serpi imbecilli che mi ritrovo come amici; in particolare l'insulto "SCIMPANZÉ" lo avrà incuriosito, immagino, è uno che nota i dettagli.
Intanto Daphne continua con i suoi fantasiosi appellativi.
- ... troll, imbecille, deficiente, rintronato, rognoso pezzo di furetto platinato di Malfoy fosse finalmente sbucato da quel tugurio di campagna!- tre bocche, in contemporanea, si spalancano: Daphne Greengrass mi ha appena definito nientemeno che "furetto platinato", l'insulto preferito dei Grifondoro; questo è troppo anche per me.
- Eh che cazzo, Greengrass!- sbotto infatti, mollando le posate nel piatto.
Mentre il tintinnio delle stoviglie contro la porcellana risuona nella sala, non si sente volare neanche una mosca.
Poi nel mio campo visivo entra Theo, con gli occhi spalancati e le sopracciglia leggermente arcuate, come in una muta domanda. Rimane così, perplesso, per qualche secondo, poi sbatte gli occhi e scrolla le spalle.
- Ok, questa non me l'aspettavo- commenta, scuotendo la testa - Allora sei vivo, ho vinto la scommessa- continua, sedendosi accanto a me.
Inarco un sopracciglio, spostando lo sguardo da lui a Blaise.
- Ehi, non guardare me!- esclama lui, alzando una mano, mentre con l'altra si abbuffa.
- Questa è bella, c'è in ballo una scommessa e non hai partecipato!? Mi deludi...- stavolta sono io, a scuotere la testa - Beh, Theo? Con chi hai osato scommettere su di me?-
- Ma bene, è tornato dall'aldilà- una voce stupita e apparentemente seccata annuncia Astoria Greengrass, fotocopia in biondo e tagliente pacatezza della sorella - Complimenti, ho perso venti galeoni, idiota di un Malfoy- continua serafica, mentre si siede a far colazione fra Theo e Daphne. Sogghigno sentendo la "calda accoglienza".
- Ma bene, credo di poter affermare in tutta tranquillità che le sorelle Greengrass sono ancora fermamente acide e scontrose come sempre-
- Oh, ma taci, cretino! E azzardati a sparire ancora così e ti facciamo il Diffindo agli attributi!- questo è l'equivalente di accettare le mie mute scuse, per Daphne
- Concordo, e ora racconta: quale fastidioso vento ti ha portato qui?- mi chiede Blaise, mentre Daphne ridacchia alla faccia scocciata della sorella, intenta a far scivolare una manciata di galeoni nella mano di Theo.
Alzo lo sguardo, incontrando quello serio di Blaise; ha parlato con tono scherzoso, ma ora vuole capire. Capire cosa mi ha portato a tornare dai miei amici dopo un anno che non mi faccio vedere.
Sospiro pesantemente.
- Porco Godric... cazzo, non ci crederete mai- dico con una smorfia.
Capendo l'antifona, Daphne abbaia agli elfi di portare dei bicchieri; e bottiglie contenenti un adeguato tasso alcolico.

- Merlino e Morgana, ahahah, e tu...tu! Ahahahah!- Blaise si stringe la pancia, curvandosi sulla sedia
- Ahahah, hai...hai... ahahah... Silente...fata madrina...ahahah!- Theo ha abbandonato la testa sul tavolo, i capelli in aria dopo averci sbattuto ripetutamente fronte.
Daphne scuote il capo, disgustata -Merlino, se non vi ubriacate non siete contenti, eh?- bofonchia, mentre si versa un bicchiere di Whisky Incendiario.
Astoria guarda nel vuoto, persa nei suoi pensieri, probabilmente per calcolare la prossima mossa.
- Sì, e lui...ahahah...e tu...ahahah...ELFO!- Theo scoppia nuovamente a ridere, mentre un tonfo annuncia che Blaise è caduto dalla sedia.
Qualche bottiglia vuota, abbandonata sul tavolo, riflette la luce di mezzogiorno.
Daphne e Astoria sono lucide, anche se la prima guarda sempre più corrucciata la bottiglia mezza vuota, probabilmente pensando che, dopotutto, una bella sbronza potrebbe risolvere il problema.
Theo avrà bevuto un paio di bicchieri, ma è già mezzo andato: è sempre stato così, beve e gli viene sonno.
Blaise ovviamente è completamente sbandato, non si sa trattenere, e ora è a terra, con le gambe sulla sedia, a ridere come un coglione e indicare il soffitto; ci manca solo che inizi a vedere Gorgosprizzi e siamo a posto.
Io sono abbastanza sobrio, ma con un fondo di tristezza da depressione che non sono sicuro se sia dovuto al Whisky o alla mia critica situazione.
- Beh, che si fa!?- salta su Blaise, prima di scivolare e aggrapparsi nuovamente alla sedia
- Tu niente, scimmia senza cervello che non sei altro- dice Daphne, guardando esasperata Blaise, momentaneamente impegnato a specchiarsi in un cucchiaio.
- Penso che non ci siano molte soluzioni- dice Astoria, diretta, guardandomi; io sollevo lo sguardo dal bicchiere, il mento appoggiato alla tovaglia candida
- Sarebbe? Sbattermi fuori da casa vostra?- chiedo con tono indifferente; in realtà forse (e sottolineo forse, perché un Malfoy non ha mai dubbi) nutro il sospetto che mi piglino per pazzo e mi indichino la porta.
- Draco, non fare il coglione, ti crediamo- guardo Daphne con occhi sbarrati; poi Astoria, che mi fissa decisa, la fronte lievemente corrucciata; poi Theo, che mi fa una smorfia assonnata della serie "E non sparare cazzate, dai...". Infine guardo Blaise, che sembra essere entrato in coma, ma fa un cenno vago con la mano:il suo consenso.
- Beh...- ok, non me l'aspettavo che mi credessero subito, ma a questo punto non c'è tempo da perdere - ...quindi?- chiedo abbandonandomi contro lo schienale.
- Te l'ho detto, la soluzione è una: muovi il culo e vai a raccogliere i pezzi della tua vita- guardo Astoria con un sopracciglio alzato.
- Sarebbe della serie andare allegro a festeggiare con i Babbani, i Sanguesporco, i Mezzosangue, i rimasugli Black e il club di Potty?- chiedo, sarcastico.
- Beh, festeggiare con la Mezzosangue non ti farebbe male...- bofonchia Blaise con la faccia schiacciata sulla tovaglia, mentre Daphne lo trafigge con un'occhiataccia, prima di rispondere al posto della sorella.
- Adesso non ti allargare! Babbani...certe idee le puoi avere solo te... e non fare sbuffi idioti, non mi sembra che ci sia qualcun altro che è andato a impelagarsi con una Mezzosangue, no? Comunque... in sostanza, sì: devi andare da tua madre e riallacciare i rapporti e poi, senza mostrare troppo disprezzo verso i Grifondoro Salvatori del Cazzo di Mondo Magico, andare a racimolare pietà dalla Mezzosangue, pregando Salazar che non ti affatturi molto dolorosamente...o che non lo chieda alla Weasley: le Orcovolanti sono una brutta faccenda...ah, già, e non dimenticare che attirerai l'ira congiunta del club Weasley al completo, Potty compreso- riassume Daphne, con la sua delicatezza da troll.
- Merlino, Daphne, sei capace di far piacevolmente ponderare il suicidio ad una persona, sai?-
- Sono solo realista- ribatte Daphne, scrollando le spalle con fare noncurante.
Guardo Theo, che mi rimanda un occhiata che dice a caratteri cubitali "RASSEGNATI"; poi Blaise che, ancora mezzo sbragato sulla tavola, borbotta -Ti tocca, Dra-
Quando mi giro verso Daphne e Astoria, le loro espressioni parlano chiaro: Vai-E-Fatti-Un-Culo-Così-Per-Recuperare-La-Cazzo-Di-Vita-Che-Hai-Mandato-A-Putt...
Ecco, in questi momenti la gente può capire perché i Serpeverde sono tendenzialmente silenziosi: con uno sguardo di dicono Tutte Le Parole+1 Bestemmia...beh, anche viceversa, spesso.
Sospirando pesantemente (probabilmente per la millesima volta da stamattina), afferro la bottiglia quasi finita di Whisky Incendiario e la svuoto con un sorso. Poi la poso sul tavolo e, con il tono di chi sta andando a fare una verifica di Trasfigurazione particolarmente pesante, esalo -Beh, io vado a tentare il suicidio, chi vuole assistere allo spargimento di sangue mi segua...-
E qui si può vedere l'amicizia di cui il Cappello Parlante parla tanto.
Perché, tra grugniti, sbadigli, bestemmie che farebbero rabbrividire Salazar in persona e parecchie imprecazioni riguardanti specie di scimmie che non pensavo esistessero, tutta la comitiva Serpeverde esce da Zabini Mansion.
Per seguire e sostenere me, amico pentito e deciso ad andare a combattere una battaglia che puzza tanto di Grifondoro; ma vengono comunque, mi aiutano comunque.
E capisco di aver già sistemato una parte della mia vita; che forse, in verità, non se n'era mai andata.
***
Due occhi marroni si affacciano alla porta.
Di un marrone chiaro ma dolce, gioioso.
Che si spegne, quando vede chi ha davanti.
Un'ombra scura li offusca, facendoli diventare un poco più simili a quelli della sorella maggiore.
Un riflesso grigio, freddo e duro come marmo, mi colpisce dai suoi occhi castani: quel riflesso mi ricorda quel legame di sangue, di sangue Black, che ho con lei, ma che non si è mai tradotto in un legame di parentela vera.
Anzi, per anni quel ramo di famiglia mi è stato dapprima nascosto, poi confessato con disprezzo, come esempio di ciò che può succedere se ci si "mescola con la feccia".
E ora è qui, di fronte a me, con il bambino che si sporge da dietro la nonna.
Mio cugino; figlio di quella Tonks, mai conosciuta e mai vista se non quando era ormai troppo tardi anche solo per presentarsi.
I capelli castani del bambino diventano, improvvisamente, blu scuro, mentre la nota di tensione nell'aria gli fa corrugare la fronte.
Si stringe alla nonna, quasi a volerla rassicurare, ma senza fiatare; lei distoglie lo sguardo da me, con la fronte aggrottata e un sopracciglio alzato, per guardare il codazzo di Serpeverde che mi segue. Le sopracciglia si alzano ancor di più.
Mi guarda nuovamente, quasi a scrutarmi nell'anima; Merlino, con quegli occhi alla Black mi sembra che mi stia frugando la testa trovando cose che probabilmente non vedo neanche io.
Alla fine, dopo un minuto buono di stupore, Andromeda Black in Tonks scrolla le spalle e, con tono ancora leggermente sospettoso, dice -Beh, il figliol prodigo è tornato- e si dirige dentro casa con Teddy Lupin al seguito -Che aspettate? Seguitemi...e chiudete la porta, che scappa il cane- aggiunge, secca.
Li seguiamo oltre il piccolo ingresso, nel salotto.
- Dromeda, chi...- la domanda muore in gola a mia madre. L'ho vista raramente tanto sconvolta; come quando, ad esempio, si era trovata fra capo e collo un figlio Mangiamorte con la missione di uccidere Silente e un marito ad Azkaban. O quando il Signore Oscuro aveva praticamente bussato alla porta di casa chiedendo la pensione completa per un tempo indefinito che poteva variare da uno a più anni. O ancora quando lo stesso caro ospite aveva trasformato un salone in un lago di sangue, poco dopo aver ricevuto la notizia che un fastidioso gruppo di ladruncoli si era introdotto nella Gringott e, con elegante e discreta naturalezza, aveva sventrato la banca dei folletti per portare via un suo souvenir di gioventù.
Mi guarda, gli occhi grigi spalancati, i tratti rigidi. Si alza lentamente e, mentre iniziano a tremarle le mani, vedo balenare un luccichio nei suoi occhi; dopo un istante mi sta abbracciando, forte come quando ero un bambino, gli occhi serrati per non versare quelle lacrime.
Lacrime di gioia.
Lacrime che, probabilmente, verserà quando sarà sola, contenta di farlo.
Perché pensava che non avrebbe mai potuto versarle.

Un piccolo sacco di pulci si accascia, per l'ennesima stramaledetta volta, sulle mie scarpe, sbavando sulla costosa pelle di drago. Merlino.
- Sirio, vieni qua!- il cucciolo spelacchiato, guardandomi con gli occhioni sbarrati, torna ancora dal padroncino.
Il marmocchio, di al massimo otto o nove anni, se ne sta lì, mezzo sbragato sul tappeto, a fissarmi con gli occhi azzurri e la fronte ancora corrucciata; mi sta tenendo d'occhio da quando sono arrivato, ma non mi ha ancora rivolto la parola. Mi studia, più che altro; sembra tanto lo sguardo del padre, ricordo pensando alle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure del terzo anno.  
- Teddy, sicuro che non vuoi andare in giardino?-
- Sì- risponde tranquillo, continuando a guardarmi storto e rifiutandosi ancora una volta di levare le tende, facendo un favore al mondo (almeno al mio).
- Ok...- risponde mite sua nonna, evidentemente sapendo che quel marmocchio deve avere la testa più dura di una roccia.
- Sei sicuro di quello che fai?Te la senti?-
Continuo a fissare il mocciosetto negli occhi; ma quello non abbassa lo sguardo neanche a crepare, anche se i capelli tendono un po' più al rossiccio, noto con soddisfazione.
-Draco!- mi richiama mia madre; smetto di cercare di fulminare quegli occhi azzurro cielo, per fissare mia mamma con espressione sarcastica
- Penso che sentirmela non me la sentirò mai di fiondarmi nella Torre dei Grifondoro II, probabilmente per uscirne umiliato con la coda fra le gambe, ma lo devo fare- rispondo infine, con tono depresso.
- Oh, che piattola! Alza il tuo fondoschiena Purosangue e vai, per Merlino! O vuoi aspettare davvero di ritrovarti sotto quella lapide dimenticata da Salazar!?- sbotta Andromeda...zia Andromeda.
Per Salazar, pedante come pochi.
- Sicura di non essere stata una Grifondoro!?- le chiedo, ironico, pensando ai simili comportamenti irruenti e fastidiosi dei cari compagni di scuola; ma dallo sguardo che si scambiano mamma e lei, decisamente la risposta deve essere un no.
- Se, una Grifondoro...- dice mia madre, infatti, mentre un ghigno furbesco le appare in volto
- Merlino, la tua amica è troppo gentile: sinceramente direi che hai il cervello messo molto peggio di un babbuino- commenta Andromeda, scuotendo la testa, mentre il ragazzino scoppia a ridere.
- Mh, non so darle torto- constata Daphne, seduta sull'altro divano, accanto alla sorella, a Theo e a Blaise.
Mi stiracchio un po', dopo essere rimasto seduto per un ora o due: difatti, dopo essere arrivati, io e gli altri abbiamo messo radici sul divano, così che mamma e zia Andromeda (e il cuginetto e il sacco di pulci) potessero sentire tutta la storia dall'inizio; poi, dopo espressioni incredule e sconcertate (e uno sguardo mezzo rapito per il racconto da parte del ragazzino), era iniziato il consiglio di guerra.
Risultato?
Una strategia decisamente poco elaborata e sottile, priva di quei piccoli astuti accorgimenti e sotterfugi che, solitamente, emergono da un congresso di Serpeverde come il nostro (beh, se non si conta un Grifondoro sicuro al 100% intento a richiamare il sacco di pulci che sosta sulle mie scarpe).
Diciamo che più che una strategia sembra una sottocategoria di piano B d'emergenza, visto che è tale e quale a quello prestabilito a casa Zabini: andare dalla Mezzosangue e pregare Salazar, Merlino ed, ebbene sì, forse anche tutti gli altri Fondatori.
- Ok.... se proprio non si riesce a fare di meglio... e direi di no- aggiungo, cogliendo l'occhiataccia delle due sorelle Black- Immagino che sia ora di andare-
Mi alzo, resistendo all'impulso di dare un calcio nel didietro a quella specie di mezzo lupacchiotto nero che cerca di arrampicarsi sui pantaloni.
- Ragazzi, ci vediamo dopo, al Manor...- saluto i miei amici, che dopo un'occhiata d'intesa, di tacito incoraggiamento, di "vada come vada, siamo sempre qui", si Smaterializzano.
Le sorelle Black e il marmocchio col sacco di pulci mi accompagnano all'ingresso.
- Beh, allora ci vediamo al Manor- dice mamma, abbracciandomi.
- Già, per il cenone di Natale; chi l'avrebbe mai detto, eh?- ghigno io.
- Beh, va e fatti valere, nipotino- dice Andromeda, con tono scherzoso - E cerca di non fare infuriare tutti!-
- Cercherò...- rispondo, con una smorfia.
Alla fine mi giro verso il moccioso.
Mi guarda ancora strano ma, ora che lo noto, colgo più curiosità che sospetto in quello sguardo di puro turchino.
- Ehm, allora, ciao- dico, a disagio, mentre il cagnaccio nero mi si fionda nuovamente addosso.
- Scusalo- dice allora il bambino, sorridendo leggermente -Sai, ehm, fa così quando gli sta simpatica la gente...- continua, sorridendo sempre un po' di più -...comunque, ehm, salutami tutti e, ehm, beh, ci vediamo dopo, Draco...anzi, cugino- riesce a dire, alla fine, sorridendomi apertamente.
Che strano ragazzino; prima fa tutto il riservato e lo stranito, poi appena il cane mi sbava dietro fa il carino. Bah.
- Oh, ehm, ok. A dopo, Teddy- bofonchio io.
Prima di Smaterializzarmi, li saluto ancora tutti, con lo sguardo.
Anche loro mi hanno accettato.
Forse, alla fine, mi stavano solo aspettando.
Perché sono la mia famiglia.
***
Ho le mani ghiacciate; non sono così agitato da anni. Molto più rispetto alle scene viste con Silente.
Perché adesso sono qui davvero.
Sono poco al di fuori dal recinto della Tana, Disilluso.
Non so cosa sto per fare; non so cosa succederà. Forse per la prima volta nella mia vita, sto affrontando qualcosa senza avere neanche uno schifo di piano, di idea, di tracciato da seguire.
Lei è là dentro, ne sono certo. Me l'ha detto mamma, perché il Natale si fa a casa Weasley.
Il che significa che, essendo tardo pomeriggio, sarà pieno di parenti, amici, Grifondoro, Salvatori del Mondo Magico, Auror, forse ci sarà anche il Ministro della Magia in persona.
E io sono venuto qui, oggi, per parlare con lei. Altro che suicidio, è un vero e proprio attentato fisico e morale alla mia vita.
Ma devo farlo... devo entrare là dentro e...e...e... pregare che Salazar mi protegga. E pregare in modo molto convincente.
Prendo un respiro.
Lo faccio per lei.
Mi avvio lungo il vialetto, un varco nel mezzo di quel giardino-simil-foresta.
Perché è una cosa che va oltre di me.
Qualche gnomo arcigno attraversa il vialetto, guardandomi di sbieco; mi avvicino alle scalette che portano all'entrata, dove riposa una catasta di calderoni e vecchi stivali da giardino.
Perché non posso sopportare di pensarla così.
Prendo un altro respiro e suono il campanello.
Per non doverla mai più vedere in lacrime...
-Arrivo!- la voce affaccendata di Molly Weasley arriva soffocata, attraverso la porta. Non mi muovo, anche se vorrei scappare a gambe levate.
...per me.
- Chi...?- la domanda rimane in sospeso, mente un'espressione di puro stupore si dipinge sul volto della padrona di casa. Non mi smuove neanche la successiva ombra che le compare negli occhi quando corruga la fronte, arcigna come gli gnomi di poco prima.
Perché la cosa più atroce non è solo pensarla lontano da me, ancora.
- Mamma, chi è?- Weasley The King in persona compare alle spalle della madre, il sorriso subito cancellato via da una smorfia di disprezzo. Nei miei occhi potrà solo leggere la solita freddezza. Ma non vado via.
Ma saperla sposata per disperazione, per non rimanere sola, per vivere una vita normale...
-
Malfoy- commenta asciutto Weasley -Che vuoi?-
- Devo parlare con una persona- mamma e figlio inarcano le sopracciglia, basiti.
- Ah sì? E con chi vorresti parlare?- ribatte Weasley, aggressivo.
...con le lacrime e il rimorso negli occhi.
-
Con Hermione.- lo dico, secco. Non so dove trovo il coraggio di dirlo, ma lo faccio.
Perché non può farlo, perché non se lo merita, perché è colpa mia, perché...
- E perché mai dovresti parlare con Hermione, eh!?- le orecchie di Weasley diventano paonazze, mentre dietro di lui appare Potter.
...la amo.
- Signora Weasley, lei rientri, ci pensiamo noi.-
La madre Weasley rientra in casa, con sguardo preoccupato. Intanto, Donnola sembra esplodere.
- Che vuoi?- l'ipotesi che Potty e Donnola abbiamo il cervello in comune, abbandonata anni fa', rientra prepotente nella mia testa quando Potter fa la stessa domanda di poco fa. Ma non ho tempo per discutere.
Perché devo impedirle di gettare tutto al vento, ci devo provare...
-
Vorrebbe vedere Hermione- spiega quieto Weasel, poi...- Capisci? Le ha SPEZZATO IL CUORE e la vuole RIVEDERE, questo stronzo!-
Weasley mi si scaglia addosso, ma prima ancora che mi sfiori Potter lo afferra per la maglia.
-Non sono affari che ti riguardano, io voglio parlare con lei.- dico, glaciale, mentre la rabbia mi monta dentro: come si permette Weasley di intromettersi, come si permette questo straccione di sbarrarmi la strada!? Lui, che non saprebbe neanche rendersi conto di quanto è falso il "sì" che lei gli risponderebbe...
... devo avere un'altra possibilità, impedirle di dire quel sì.
- Ah, e sarebbero affari tuoi, bastardo!?- esclama allora Weasley, furente.
- ESATTAMENTE! E ora lasciatemi entrare o ditemi dov'è, o...-
- O cosa, Malfoy?- mi interrompe Potter - Cosa vorresti fare, sentiamo!-
Tutto, pur di rivederla, di parlarle, pur di potermi scusare, dirle quanto sono stato idiota, dirle che cambierà tutto...
Stiamo per tirare fuori le bacchette, quando l'ennesima testa fa capolino dalla porta.
- Harry, Ron, che succede qui?- chiede
- Chiedilo a Malferret!- sibila Potter
- Già, sai qual'è, quella nuova, che le vuole parlare, questo brutto stronzo!-
Stavolta le bacchette le sguainiamo davvero.
- Non ti azzardare, Weasel!-
- Vaff...-
- Stupef...-
-
BASTA!- la Piattola si piazza in mezzo a noi, guardandoci in cagnesco, prima di girarsi verso lo Sfregiato e Donnola.
- Ora andate..-
- Ginny!?-
- Ma Ginny...-
- No, ci penso io.-
- Ma...-
- No, Harry, fidati.-
E così , grazie a Salazar, i due Grifondoro rientrano in casa, dopo avermi lanciato due occhiatacce di puro disprezzo.
Puah, sai che mi importa del loro disprezzo. E' lo sguardo di lei, che voglio incrociare.

- Che vuoi fare, Malfoy?- la Weasley mi guarda negli occhi, decisa.
- Piattola, non ho tempo da perdere, devo parlare con lei, ora.- le dico, sbrigativo, ma lei mi fulmina con gli occhi.
- Non entrerai in questa casa finché non mi risponderai!- mi dice, arrabbiata - TU non hai ideai di quanto sia stata male Hermione, a causa tua. E tu ti ripresenti così!? Voglio sapere che cosa hai in mente, Malfoy, perché se le fai ancora del male, giuro che ti uccido.-
Serro la mascella. E' vero, è stata tutta colpa mia. Ma so benissimo com'è stata dopo che mi ha lasciato. E non succederà ancora.
Perché piuttosto rinuncerei a tutto quello che ho.
- Dimmi cosa vuoi, Malfoy, perché Hermione non si merita altre delusioni-
Piuttosto che deluderla ancora, darei la vita. Piuttosto che vederla ancora ferita, distrutta, a vivere una vita che non vuole davvero.
- Devo parlarle- non aggiungo altro.
Ma forse capisce.
Forse lo sente nella nota di disperazione e sofferenza nella mia voce.
Forse lo legge nei miei occhi.
Perché non chiede altro.
Sospira pesantemente.
- Passa, è di sopra- dice, scostandosi di lato - Ma lo faccio solo per lei.-
Io, sorpreso, oltrepasso la soglia di quella casa.
Deglutisco, mentre sento il cuore iniziare a correre.
Perché è qui, e sto andando da lei.
Stranamente, la casa non sembra essere affollata come credevo; probabilmente gli ospiti devono ancora arrivare. Quanto all'abbondante famiglia Weasley, con la coda dell'occhio vedo la rossa entrare nella cucina e, a giudicare dalla baraonda che ne esce appena apre la porta, devono aver riunito il magico Consiglio dei Pezzenti, che però la piccola della famiglia mette a tacere con qualche grido, prima che richiuda la porta alle sue spalle.
Però, la Weasley si fa valere...forse non sarà troppo difficile smettere di chiamarla Piattola...per lei.
Mi avvicino alle scale, anche se l'aspetto pericolante mi frena, per un attimo. Ma salgo queste dannatissime scale traballanti, per lei.
Con cautela, un gradino dopo l'altro, mi addentro nella famosa "La Tana"; non so come ci sto riuscendo, non so come sono finito nella casa delle persone che più detesto al mondo, ma so perché lo faccio. Per lei.
Ma la catapecchia è più grande e complessa del previsto, e il "di sopra" della Weasley non è molto indicativo con tutti questi piani, le scalette, i soppalchi e i gradini vari. Non so dove andare, perciò seguo l'istinto, cercando di muovermi verso la stanzetta che ho visto con Silente. Il cuore minaccia di uscire dal petto, battendo forte contro la cassa toracica, accelerando, quasi avvertisse l'avvicinarsi di ciò che cerca. L'avvicinarsi di lei.
Mi ritrovo (non so bene come) in un corridoietto, circa a metà della baracc...ehm, edificio; ci sono un paio di porte.
Una è socchiusa, e ne esce una delicata luce pomeridiana.
Forse è per il ricordo di quella scena vista con Silente, di quella luce che colpiva i suoi occhi lucidi e persi, che si rifletteva sui suoi capelli, sempre pazzescamente intricati e cespugliosi e inspiegabilmente belli, che illuminava la pelle chiara.
Forse è solo un impulso.
Forse è questo dannatissimo cuore che, come impazzito, sembra indicarmi disperatamente quella porta, nel battere forte nel mio petto, come l'ago impazzito di una bussola.
Mi dirigo verso quella porta; i passi più difficili della mia vita.
Nello spazio di pochi secondi, una folla di dubbi mi fanno desiderare terribilmente di darmi alla fuga.
Cosa mi dice che mi vorrà ancora?
Un passo
Cosa mi dice che mi crederà?
Un altro passo.
Perché mai mi dovrebbe accettare?
Un terzo passo.
Cosa mi dice che riuscirò, semmai mi accettasse, a farle vivere la vita che merita?
Mi fermo, il cuore scoppierebbe, se queste frasi turbolente non mi smorzassero il respiro e il battito.
E poi, soprattutto, cosa mi dice che la merito?
Allungo una mano verso la porta, posandola sulla maniglia.
Dopo tutto quello che le ho fatto, la merito ancora?
Respiro forte, sicuro che di questo passo mi piglierà un bell'infarto.
Che cosa mi dice che andrà tutto bene?
Niente.Mi sto buttando alla ceca. Mi sto buttando, senza sapere se troverò un baratro buio di tristezza e delusione, ad attendermi, o se troverò lei, il suo profumo, i suoi gesti, la sua voce, il suo amore.
Perché lo faccio? Perché proprio lei?
Do una leggera spinta alla porta.
Perché...
La stessa stanza che ho visto, gli stessi arredi.
...non posso farne a meno...
Il sole pomeridiano filtra attraverso delle sottili tendine bianche, gettando una luce soffusa in tutta la camera.
...perché...
Sta controllando una pergamena, con aria assorta, probabilmente qualcosa per il lavoro.
I ricci scomposti le ricadono sul viso e sulla fronte aggrottata, sugli occhi concentrati e assottigliati, dove riesco comunque a scorgere quel velo opaco, quel velo indice che, almeno una parte dei suoi pensieri, è rivolta a tutt'altro.
Il cuore ha ormai deciso di prendere il volo, di sbalzarsi fuori dalla sua sede e gettarsi ai suoi piedi, per chiedere, per supplicare, per sperare in un perdono.
...la amo.
Hermione Granger, con gesto distratto, alza il capo dalla pergamena posata sul letto.
- Sì, Ginny, arrivo sub...-
Sbarra gli occhi, in cui la calda luce del sole affonda senza limiti, rendendole le iridi chiare e trasparenti come non mai.
La piuma che stringeva nervosamente fra le dita è caduta, anzi sembra sparita, non lo so neanche io.
La bocca, tremante, articola solo una parola.
- Draco...-

Ci stiamo fissando, senza dire niente.
Cerco di dirle tutto, vorrei dirle tutto.
Quanto mi sia mancata...
Sento la bocca asciutta come se non bevessi da giorni, le mani congelate, il cuore che sembra essersi fermato.
...quanto mi dispiaccia, quanto sia stato un idiota imbecille e immaturo...
Mi sembro un deficiente, ad essermi presentato qui, in questo modo, e non riesco neanche a dire qualcosa.
...cosa ho rivissuto, quanto non mi sia mai pentito di quello che era successo in quell'ultimo anno di Hogwarts e di quanto vorrei cambiare tutto quello che è successo prima e dopo...
Sembra non essere mai cambiata, essere rimasta come l'avevo lasciata, anni fa...anzi, come era quando mi aveva lasciato, distrutta più di me.
... di come mi abbia completamente devastato vederla ancora soffrire per me, dopo tutto questo tempo...
Vedo le lacrime iniziare ad appannarle gli occhi, mentre le mani sottili tremano leggermente.
... quello che mi ha spinto a venire qui, a cambiare, sradicare, il futuro che ci attende, che la attende...
Mi avvicino; la voglio abbracciare, baciare, non lasciarla più andare, stare con lei finché non morirò, ed anche oltre.
... di quanto la ami, e la amerò per sempre. Ma anche di quanto sia incapace di dire tutto questo, di spiegare a parole questo vortice di pensieri ed emozioni che si incrociano e si mescolano senza posa. Cerco il gesto che, finalmente, potrà spiegare tutto quello che voglio dire.
- Hermione, io...- non so cosa sto cercando, ma sento le dita scavare nella tasca dei jeans ed, infine afferrare una scatoletta.
- Io...- non so cosa sto facendo, non sento più neanche il mio corpo, sento solo le emozioni e i pensieri che ho, tutti rivolti a lei.
- Hermione...-
Lei, sempre più scioccata, arrossisce, emozionata: non l'ho chiamata per nome per molto tempo, finché non ho saputo accettare tutto l'amore che nutrivo (e nutro) per lei; almeno fino a quel giorno, quello in cui ho distrutto tutto...
Non mi vedo neanche tirare fuori la scatoletta, non so neanche quando mai io l'abbia messa lì; forse non l'ho mai tolta, dai giorni in cui avevo progettato di...di...
Sbarro gli occhi: ma che Merlino...
-Hermione, mi vuoi sposare?- lei sorride e, lasciandomi di stucco più di quanto io stesso stia riuscendo a fare, la vedo infilarsi l'anello e dire...
- Oh, Draco, io...io..credo di...beh...ehm, ok...- i contorni delle immagini cominciano a sfumare, niente ha più un senso definito, anche la sagoma di Hermione sembra tremolare leggermente...ma i suoi occhi no, anzi, mi sembra di poterli vedere sempre meglio...
Ma è una calda luce mattutina a illuminarli.
Poi lei continua -Certo, ti sposo, ma non credere che questo cambi le cose!-
La guardo, confuso, mentre lei sospira, divertita - E' il tuo turno, Draco! Se vuoi ci possiamo risposare, ma ti avviso che queste scene non attaccano! La bambina piange, ed è il tuo turno-
Tutto crolla improvvisamente, rimangono solo i suoi occhi...poi i suoi capelli, sciolti sulle spalle delicate...il suo sorriso.
Poi mi da un bacio leggero.
-Forza, ora alzati e vai dalla bambina, o giuro che ti faccio stringere un Patto Infrangibile stavolta!-

Scuoto la testa, stordito; mi guardo attorno: sembra la camera del Manor, ma è arredata da colori più caldi e semplici; la finestra è chiusa,dietro le sottili e lunghe tende candide , ma la luce mattutina risplende con facilità in tutta la stanza.
Poi guardo lei, Hermione.
Mi guarda sorridendo, anche se con espressione un po' perplessa
- Draco, tutto bene?-
Io mi guardo ancora attorno, confuso.
Poi lo vedo.
Sul comodino.
Un libro.
Babbano.
E ricordo.
Tutto.
Porco.
Di.
Quel.
Godric.
Mi butto di nuovo sul cuscino, un braccio sugli occhi.
- Maledizione a te e ai tuoi stramaledetti libri Babbani, Hermione!-
***
-Ahahahahah! No, ti prego, raccontamela ancora!-
Salazar, abbi pietà di lui.
-Puahahahahah! T-tu e...ahahahah! Libro... Canto! Nataleeee! Ahahahah!-
Salazar, ripensandoci, facci quello che vuoi.
-AHAHAHAHAHAH! Dr- Dr- Draaa! Agrifoglio...Weasley...la Tana...Elfo domestico!-
Salazar, se hai un po' di pietà per me e la mia povera bambina, fulminalo subito; non ho voglia di finire ad Azkaban per aver ammazzato quell'imbecille del mio migliore amico.
- Blaise, contieniti...-
- AHAHAHAH! Teddy...Daphne...Bacchetta...Smaterializzazione!-
Non riuscirò mai a capire che diavolo di collegamenti fa quest'idiota quando ride.
- Bah...Lyra, porta pazienza, lo zio è rincitrullito, ma prima che tu cresca riuscirò a ucciderlo, a costo di organizzare un'imboscata con zia Daphne.-
- Oh, andiamo, Dra, tu hai sognato quel diamine di libro Ba-Ba-Babbano!- e riscoppia a ridere. Come un coglio...
- Ciao Blaise! C'è anche Selene?- chiede Hermione, raggiungendoci in salotto, dopo aver salutato l'amica Ginny Weasley, Potty e Weasel.
- Certo che no- rispondo io, anticipando Blaise (ancora piegato in due a ridere, anche se sembra in preda alle convulsioni) - E' un pericolo per sé stesso, figuriamoci per una neonata...-
Hermione ride, prima di abbassarsi sulla piccola Lyra e di darle un bacio sul capo
- Allora, come sta la nostra piccola Sophie?- chiede, prendendo le manine paffute e rosee della bambina, mentre si siede sul divano.
- Benissimo, direi- commento io, mentre Lyra ride e, attraverso la finestra, scorgiamo un turbinio di neve danzare nell'aria, come uno stormo.
Dire che questa bimba è precoce è dir poco...Merlino, ha qualche mese e già fa delle magie involontarie.
La mia piccola Principessa...ha preso gli occhi di Hermione e i suoi ricci, anche se sembrano essere un po' meno intrattabili. Non sono biondissimi come i miei, ma più dorati: a metà strada, insomma, fra la "pelliccia platinata" (termine dei gentili cognati Weasley) e quel "cespuglio senza né capo né coda" (termine coniato dagli "zii" Serpeverde).
Sorride, la mia Principessa, con le guance rosate e gli occhi ridenti.
La nostra piccola Lyra Sophie Malfoy.
O Sophie Lyra Malfoy.
Non abbiamo ancora definito questo punto.
- Allora, come stanno Daphne e Selene?- domanda Hermione a Blaise, che sembra essersi vagamente ripreso.
Lui, entusiasta, inizia a raccontarle che stanno bene, che la nuova nata, Selene Crystal Zabini, è il ritratto di sua madre decisamente migliorato e addolcito dai suoi occhi blu Zabini (ebbene sì, ha dato il suo nome a un colore), che l'hanno chiamata Selene per non so che dea della luna, ed un'altra infinità di idiozie che a cui non riesco a stare dietro; infine, decide che ci ha aggiornati (io direi rintronati) abbastanza, perciò leva il disturbo.
- A stasera, Blaise-
- Certo! Ah, vengono anche Theo, Astoria e Ryan! -
- Ok, porta anche quel
Vino Elfico Stravecchio Golden Phoneix!- gli ricordo
- Sarà fatto, a dopo!-
CRACK!
- E finalmente lo zio si è tolto dai c...-
- Draco!-
- ...alderoni- finisco io, con tono innocente.
Lei ride, e prende in braccio la piccola Lyra.
- Allora, ho sentito che hai avuto delle visitine notturne, stanotte...- la stramaledetta voce mezza soffocata (per trattenere le risate) di Harry
-Sono-Il-Salvatore-Del-Mondo-Magico-Potter entra nel salotto.
- Sfregiato, fott...-
- Draco!- mi interrompe ancora Hermione, guardandomi male.
- Allora tappale le orecchie! Perché devo mandare il tuo caro amico a fanculo!- sbotto io.
- Ahahahah, nervoso, Malferret?- sghignazza allora Ronald-Lenticchia-Imbecille-Weasley - Hai dormito poco?-
- Bah, e va bene, io vado di là da Ginny, Molly e Fleur.- sospira Hermione, prendendo Sophie e portandosela in cucina.
Io, Potter e Weasley ci guardiamo.
- Beh, penso che sia meglio iniziare a preparare la tavola- inizia Potter, con tono noncurante -Siamo proprio in tanti quest'anno, fra Weasley, Nott, Zabini, Tonks e Malfoy...- continua, lanciandomi un'occhiata che è tutto un programma -...sai, penso che a Lucius piacerà sentire che è stato il tuo fantasma pentito!- scoppia infine a ridere, seguito a ruota da Lenticchia.
- Vaffanculo- ringhio io - Tutta colpa di quello stramaledetto Canto di Natale!-
- Non è colpa di un libro se hai una mente malata che ti fa fare sogni strani- commenta Weasel, fra una risata e l'altra.
- Sogno? A parte il risveglio, direi che è stato un incubo!- ribatto io, con una smorfia.
Maledizione ai Babbani e ai loro maledetti libri!

Questa storia finisce così, con un Natale passato in famiglia e fra amici più o meno voluti.
Perché il bello del Natale, la sua magia, infondo, è il passarlo con le persone che si amano. E, a volte, anche con quelle che detestiamo, che si possono rivelare migliori di quel che sembra.
La magia del Natale è la neve, che ci rasserena, ci diverte e scatena le risate argentine dei bambini.
La magia del Natale è il freddo, che ci fa rendere conto di quanto l'amore e l'amicizia che ci circondano ci scaldino da dentro.
La magia del Natale sono le migliaia di persone che, in tutto il Mondo, Magico e non, si riuniscono per festeggiare e gioire, che possono essere felici senza motivo, anche solo perché è Natale.
La magia del Natale è l'opportunità di scambiarci regali, più o meno significativi, come in un compleanno universale.
La magia del Natale sono i suoi Canti, che ci ricordano quanto sia un momento meraviglioso, che ci permettono di cantare  e suonare anche in questa magnifica occasione.
La magia del Natale è che, senza bacchetta magica, è capace di incantare migliaia di uomini, donne e bambini, e che riesce sempre a non farti sentire solo, se lo vuoi davvero.

La musica, una magia al di là di tutto ciò che facciamo
Albus Silente

LUMOS
Ed eccoci qua, alla fine di questa FanFiction.
Mi vogliate perdonare per questo esagerato ritardo, e di essere arrivata quasi a Pasqua con un Canto di Natale, ma è stato più difficile di quanto pensassi scrivere quest'ultimo capitolo :D
Comunque, ecco qua la sorpresa! E' stato tutto un sogno, Draco è già bello che sistemato!
Non so se vi piace l'idea, forse ho rovinato un po' la storia, ma questo mi spalanca le porte per altre eventuali e future Dramione.
Spero vi piaccia il capitolo, soprattutto il finale, e che le ultime righe vi abbiano colpito un po', anche se siamo ben  lontani dal Natale; che vi devo dire, mi faccio prendere dalla mia vena mezzo-poetica/mezzo-filosofica/mezzo-sparatele un colpo quando meno me l'aspetto ;D Per l'ultima citazione di Silente (anche se sarebbe più corretto J.K.Rowling), so che può non centrare niente, ma, in fondo, il Canto di Natale prende il nome proprio da questo, perciò un po' per questo un po' perché amo la musica, ho deciso di inserire questa frase:)
Per i nomi dei bambini ho scelto:
Lyra Sophie, perché Lyra è il nome di costellazione più bello per questa bimba, a parer mio, ed è la costellazione di Vega, una delle stelle più luminose del cielo notturno; ammetto che mi piace da impazzire anche Eltanin, ma ho preferito il nome di una costellazione a quello di una stella; Sophie, invece, il "nome normale", l'ho scelto per il significato: deriva dal greco sophia, letteralmente saggezza, sapienza. Non so tutt'ora in che ordine metterli, ma penso che alla fine sarà Sophie il nome principale e Lyra il "soprannome", usato soprattutto dagli affetti più stretti alla piccola che sarà amante della musica e, in una scena che poi ho cancellato, la sua magia involontaria si manifesterà soprattutto con il piano di famiglia ed, in seguito, con altri strumenti penso.
Selene Crystal, perché Selene riprende la tradizione Greengrass dei nomi mitologici: Selene è la dea della luna; Crystal perché riconduce al cristallo e, dalle origini greche, al ghiaccio. Lo trovavo un bel mix per la figlia di Daphne, gelida ma regale come me la immagino, anche se parecchio poco fine XD, e di Blaise, che immagino sempre con l'aspetto da gelida serpe ma anche come un gran vanitoso.
Ryan Hyperion, anche se il secondo nome non l'ho mai detto, perché Ryan deriva dal gaelico "piccolo re", perfetto per i due Serpeverde Astoria e Theo, che ameranno il loro piccolo principe, e Hyperion per la tradizione Greengrass; come vedete l'ho ripescato dal nome che Santa J.K.Rowling da a Scorpius Malfoy.
Ok, adesso che ho dato queste spiegazioni strampalate, passiamo al resto.
Inutile dirvi quanto sia in ansia per questa fine e quanto speri che vi piaccia e quanto desideri sapere cosa ne pensiate; vi prego solo di lasciare qualche commento, per sapere se è bella, se va migliorata, se fa schifo, tutto quello che volete ;)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa FF e/o che la leggeranno.
Ringrazio
AmoZiaRowl, polo_sud, bea17harrypotterfan e  MarykoLove, che l'hanno recensita fino ad adesso e ringrazio chiunque la recensirà (se la recensirà)
Ringrazio
chibinekogirl e genesisandapocalypse , che hanno messo tra i ricordati questa FF.
Ringrazio  AmoZiaRowl,  Anto1963, Caterina959, Hydra_94, LatteMiele15,  lumamo64, Marty Evans, PervincaBlack, pimpi87 e rayearth nel , che hanno messo tra i seguiti questa FF.
Ringrazio  bea17harrypotterfan ,Darckprincess_courtney131, Filiana_Basile e pimpi87, che hanno messo tra i preferiti questa FF.
Ringrazio tutti di cuore, davvero :)
Beh, non so che altro dire, oltre che mi dispiace moltissimo lasciarvi; ma immagino (anzi, spero) che ci rivedremo nel prossimo Canto di Natale ;)
Siete stati un bellissimo pubblico per questo breve racconto.
Un saluto dalla rintronata-che-aggiorna-ogni-morte-di-Papa e (ok, è ridicola questa cosa)... BUONA PASQUA anche se ho appena finito di scrivere una ff natalizia XD
Un bacione a tutti, ci sentiamo (spero) nelle recensioni!
Benny :-D
NOX
FINE


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