L'ombra dell'Organizzazione

di Mugiwara no Rufy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Strani comportamenti ***
Capitolo 2: *** Una strana telefonata ***
Capitolo 3: *** Il caso. ***
Capitolo 4: *** L'omicidio ***
Capitolo 5: *** Caso chiuso ***
Capitolo 6: *** La minaccia inizia ad aleggiare ***
Capitolo 7: *** Tutta la verità ***
Capitolo 8: *** Discussione ***
Capitolo 9: *** Strano incontro ***
Capitolo 10: *** Minaccia ***
Capitolo 11: *** Incomprensioni. ***
Capitolo 12: *** Lacrime e determinazione. ***
Capitolo 13: *** Doppio allontanamento ***
Capitolo 14: *** Girare per Tokyo. ***
Capitolo 15: *** Liti e nuovi misteri. ***



Capitolo 1
*** Strani comportamenti ***


DRIIN!!
Il suono della campanella era un beneficio per i bambini della scuola elementare Teitan, che dopo le faticose, si fa per dire, ore di lezione uscirono a sciami fuori dall’edificio, diretti verso l’imponente cancello per poi dirigersi verso casa.
Tre bambini uscirono dall’edificio correndo: questi bambini si facevano chiamare Detective Boys, incappati in casi a volte molto pericolosi, ma nessun pericolo, con loro c’erano Conan Edogawa e Ai Haibara.
Conan Edogawa in realtà era il detective liceale Shinichi Kudo, ringiovanito per colpa di un farmaco somministratogli da Gin, un membro dell’Organizzazione.
Ai Haibara in origine era Sherry, una ragazza che fin da bambina visse nell’Organizzazione: costretta a lavorare per loro, creò un veleno, l’APTX4869, il farmaco che ringiovanì Shinichi. Alla morte di sua sorella Akemi, Shiho si ribellò e mentre stava per essere uccisa, ingerì il farmaco, fuggì e svenne sotto casa di Shinichi: il professor Agasa la trovo e la accolse. Ben presto Shiho, sotto il  nome fittizio di Ai Haibara, conobbe Conan e venne a conoscenza della sua vera identità e legò molto anche con i Detective Boys, quei tre bambini che avevano cambiato la sua vita.
La piccola Ayumi urlò “Conan presto vieni! Anche tu Ai!!”
“Arrivo!” urlò il detective rimpicciolito, con una voce molto bambinesca, poi si girò verso Ai, immersa nel silenzio e le chiese “ Ehi, che ti succede?”
“Niente” disse lei fredda: a testa bassa raggiunse i tre bambini mentre Ayumi le consegnò qualcosa che sembrava un volantino.
Conan si chiese cosa poteva avere Haibara: l’ultima volta che l’aveva vista così era il giorno in cui avevano incontrato Gin e Vodka e successe tutta la faccenda di Pisco all’Haido Hotel: che fosse turbata per qualcosa in cui e’ invischiata l’Organizzazione? Il bambino occhialuto non l’avrebbe capito tanto facilmente, per lui Ai Haibara era sempre stata un vero mistero.
“Conaan!!!” una voce trapanò l’orecchio destro di Conan che sobbalzò, trovandosi davanti Genta.
“ Che hai da urlare?” chiese lui seccato, ficcandosi un dito nell’orecchio dolorante.
Genta assunse un espressione arrabbiata e disse “ Come che ho da urlare? Ayumi ti chiama da un ora, stiamo aspettando solo te!”
Il finto bambino sbuffò e insieme a Genta raggiunse velocemente gli altri, fermandosi davanti ad Ayumi.
La bambina le consegnò un volantino sorridendo e il detective lesse “ Sabato al cinema, il ventunesimo film di Gomera: il fratello di Gomera.”
“Be’ che ne pensi?” gli chiese Mitsuhiko entusiasta “ Oggi e’ giovedì, fra due giorni ci sarà il film, io non vedo l’ora di andare a vederlo!”
Genta concordò con Mitsuhiko, mentre Ayumi chiese ad Haibara “ Ehi Ai, tu ci verrai?”
Lei fece un vago sorriso e annuì per poi tornare seria, e sprofondare nel suo silenzio: la bambina non lo notò e si rivolse a Conan “ Anche tu verrai, Conan?”
“ Ehm..” Era stato colto alla sprovvista: lui non aveva nessunissima voglia di andare a vedere l’ennesimo film di Gomera riciclato, ma quando vide la faccia speranzosa di Ayumi, sospirò e disse, con un falso tono entusiasto “ Certo, ci sarò!”
Ayumi urlò di felicità e abbracciò sia Ai che Conan, arrossendo un po’ quando si attaccò a quest’ultimo, mentre Genta assisteva contrariato.
Ai sorrise malinconicamente guardando quel siparietto felice, quando Mitsuhiko le si avvicinò “ Ehi Haibara, sei triste? Posso fare qualcosa per te?”
Lei disse pronta “ No, lascia perdere, io sto bene” poi alzò un po’ di più la voce “ Ci vediamo domani.” e si allontanò, lasciando Mitsuhiko decisamente perplesso.
“ Scusate, vado anch’io, altrimenti Ran chi la sente, ciao!” disse Conan, e agitando la mano verso i Detective Boys, raggiunse Ai.
“ Mi vuoi dire che ti prende?” chiese lui spazientito.
“ Non ho niente, te l’ho già detto, Kudo.” replicò lei.
“ Stai prendendo in giro la persona sbagliata”
“Pensala come vuoi”
“ Per caso… pensi all’Organizzazione?” chiese lui cauto.
La bambina dai capelli ramati si voltò di scatto verso di lui “ Non capisco perché la tiri fuori quando non c’entra niente.”
“ L’ultima volta che ti ho visto così pensavi a…” Conan fece un respiro prima di pronunciare quel nome davanti a lei “ a Gin.”
Haibara sussultò, e prima che potesse dire qualsiasi cosa, si accorse di essere arrivata a casa del professore, dove ormai alloggiava da molto. Aprì il cancello e mentre avanzò di un passo per entrare pronunciò delle chiare e concise parole “ Forse ho trovato un modo per creare l’antidoto definitivo all’apotoxina.”
Conan era a bocca aperta e non riusciva a spiccicare parola: forse c’era un piccolo spiraglio di luce per abbandonare quelle vesti da bambino e tornare per sempre Shinichi Kudo, ponendo fine alle sofferenze di Ran. Riuscì a dire solo una parola “ Da- davvero?”
Ai volse il suo sguardo verso Conan: sospirò e disse “ Possono esserci numerosi rischi. Per troncare subito le tue illusioni ti avviso che non e’ sicuro che riuscirò a ultimarlo, quindi non mi seccare ogni giorno chiedendomi dell’antidoto: questa volta e’ più pericoloso delle volte precedenti e il tuo cuore potrebbe non resistere, potresti avere un infarto e rimanerci secco: quindi si vedrà.”
Chiuse il cancello e si avviò verso casa sua: Shinichi non aveva capito che era triste proprio per l’antidoto: se sarebbe riuscita a farlo, non sarebbe stato più lo stesso senza Shinichi Kudo rimpicciolito: avrebbe visto solo un liceale che se la spassava con la sua bella, e non sapeva quanto e se le avrebbe fatto male, i sentimenti di Ai Haibara erano ben nascosti.

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Capitolo 2
*** Una strana telefonata ***


“ Ma insomma papà, perché no?” disse Ran Mouri, sbattendo le mani sulla scrivania.
“ Perché io ti porto sempre con me, e la sai una cosa?” Kogoro Mouri, suo padre si alzò di scatto dalla sedia in cui era accomodato e pronunciò tre parole “Mi sono STU-FA-TO.”
Conan aprì la porta dell’ agenzia e chiese “ Che succede?”
Ran sbottò seccata “ A papà hanno affidato un incarico su un caso da risolvere… ma non vuole portarmi!”
<< Si comincia già con le rogne..>> pensò Conan seccato: a un tratto si trovò il volto di Ran vicinissimo; arrossì di colpo, scivolò e cadde all’indietro.
“ Scusami Conan!” si scusò Ran dispiaciuta “ Non mi rispondevi…”
Aveva il volto di Ran quasi appiccicato, e lui invece di essere razionale e pensare a cose ben più importanti, era arrossito ed era pure caduto! Lei gli faceva sempre quest’effetto….
“ Conan, mi ascolti?” La voce di Ran stavolta gli arrivò distintamente alle orecchie e sorridendo rispose prontamente “ Si, Ran-neechan?”
“ Oggi hai proprio la testa fra le nuvole” constatò lei “Volevo chiederti se anche tu vuoi venire con papà!”
Il piccolo detective stava per rifiutare: non aveva assolutamente voglia di andare, in più gli bruciava un po’ la gola, e voleva rilassarsi, ma quando vide il volto minaccioso di Ran cambiò subito idea.
“ Si, certo che ci verrò!” rispose con un tono falsamente entusiasta.
Ran, con uno sguardo vittorioso si rivolse al padre “ Hai visto? Vuole venire anche Conan, siamo due contro uno!”
Kogoro sbuffò “ E questo cosa dovrebbe significare? Quando dico che non verrete, vuol dire che sarà così!” detto questo, spostò la poltrona che aveva acquistato da poco, posizionandola davanti al televisore: poi inserì una cassetta nel videoregistratore e subito partì un concerto di Yoko, dove lei cantava con una voce quasi sovrannaturale.
Ran era alquanto seccata “Sei fissato con Yoko Okino, quando la pianterai?”
Purtroppo erano parole al vento, dato che Kogoro aveva alzato il volume della televisione e incitava Yoko a tutto spiano, mentre si apriva una lattina di birra, e la beveva quasi tutta in un sorso.
Il telefono improvvisamente squillò: Ran corse subito a rispondere “ Pronto?”
Dall’altro capo del filo, arrivavano respiri fiochi e deboli: Ran, iniziando a preoccuparsi, chiese con più voga “ Pronto? Pronto, chi parla?”  e la persona misteriosa sussurrò “ A- aiu…to…”
Conan afferrò la cornetta, strappandola dalle mani della ragazza, e chiese subito “ Pronto?”
Il bambino udì dei respiri fiochi, e a un tratto la voce sussurrò “ A… aiuto…” Conan, con una gocciolina di sudore sulla fronte, urlò preoccupato “ Chi parla? Ehi!” ma la persona aveva riattaccato, e alle orecchie di Conan arrivarono i classici e odiosi squilli che ponevano fine a una chiamata.
Conan inizio’ a tossire, e Ran preoccupata chiese “ Ehi Conan, che hai, stai male?”. Lui pero’ la rassicuro’ “ Non ho niente, ti avevo detto prima che avevo mal di gola, e urlando ora al telefono mi e’ venuta un po’ di tosse, ma niente di che non preoccuparti!”
Ran assunse un espressione piu’ sollevata, ma poi chiese al detective occhialuto “ Ma Conan, chi era secondo te?”
“ Non lo so, quando ci ho parlato io, ha chiesto aiuto….” disse lui preoccupato.
“Aiuto?” disse lei sbigottita.
Conan rimuginava tra sé e sé: chi poteva essere l’autore della telefonata? Che senso aveva fare dei respiri, chiedere aiuto, e poi chiudere la telefonata?
Era anche possibile che prima che potesse dire di più, qualcun altro avesse chiuso la telefonata...l’unica cosa di cui era certo senza ombra di dubbi riguardava la voce: di sicuro era maschile.
 “ Non preoccuparti, Ran-neechan, e’ stato di sicuro uno scherzo!” la tranquillizzò lui chiudendo gli occhi con un sorriso.
Lei sorrise “Spero sia così…”
Ran in realtà non era affatto tranquilla: aveva la sensazione che chiunque avesse chiamato, si trovasse in pericolo e inoltre quella voce…. l’aveva già sentita da qualche parte.
Conan per cambiare discorso si rivolse a Kogoro “ Ehi zietto, che caso ti hanno affidato?”
Kogoro spaparanzato sulla poltrona e mezzo ubriaco, circondato da lattine di birra urlò contro il bambino “Stai zitto marmocchio, che devo ascoltare Yokooo!!!”
Conan sbuffò: ormai quasi non ne poteva più di esser trattato come un moccioso da tutti, specie da Kogoro, che sapeva essere davvero pesante.
Ran spense il televisore rivolgendo uno sguardo minaccioso al padre: Kogoro assunse un aria spaventata, fino a quando non si decise a parlare “ Tanto vale dirvelo, visto che non verrete: si tratta di una ricerca di persona, infatti mi ha chiamato una donna che mi ha incaricato di cercare il suo salvatore di vent’ anni fa… pare che stava per essere investita ma questo ragazzo la salvò, anche se la ragazza finì comunque all’ospedale per l’urto violento contro l’asfalto… quando la ragazza si riprese, chiese dov’era il ragazzo in questione, ma le dissero che era già partito senza dare spiegazioni, questo è tutto.
“ Papà, ma non è strano che questa ragazza lo voglia cercare solo dopo vent’anni? Non poteva iniziare le ricerche molto prima?” prese parola Ran.
Kogoro sbuffò “ Bah, non avrà avuto tempo e voglia, i ricconi son tutti così!”
“Perché, questa signora e’ ricca?” chiese Conan, e gli fu risposto con un cenno del capo del detective che Conan interpretò come un si.
 Ma la questione non era per nulla chiusa: Ran aveva ragione, perché la donna non ha iniziato prima le sue ricerche?
A un tratto il russare assordante di Kogoro, che dormiva beatamente con la testa sul tavolo e la bava che gli colava dalla bocca, risvegliò Ran e Conan dalle proprie riflessioni: il piccolo detective uscì correndo dalla stanza urlando “ Ran-neechan, sono in camera mia a fare i compiti!”
La ragazza urlò di rimando “ Va bene, se ti serve qualcosa avvisa!”
Shinichi Kudo, per il momento nel corpo di un bambino, chiuse la porta della sua camera a chiave e prese il cellulare che usava abitualmente, e che ormai definiva il cellulare di Conan: voleva sapere chi era l’artefice di quella strana telefonata.
Cercò nella rubrica la voce Hattori e schiacciò il tasto di chiamata: alle orecchie del detective arrivò qualche squillo, e poi una voce allegra che urlò “ Ehi Kudo! Come te la passi!”
“ Hattori!” disse il detective dell’est a denti stretti staccando il cellulare dall’orecchio “ Per piacere, potresti evitare di urlare al cellulare, specialmente urlare quel cognome che ti e’ entrato in testa come un chiodo fisso?”
“ Oh scusami!” disse lui con un finto tono dispiaciuto “ Perché mi hai chiamato?”
“ Per caso sei stato tu a chiamare l’agenzia investigativa per scherzo, fingendo di aver bisogno d’aiuto?”
Hattori sgranò gli occhi “ Ma che cavolo stai dicendo? Io? Io non chiamo mai all’agenzia del vecchio, perché dovrei farlo oggi, per uno scherzo poi!”
“ Te l’ho chiesto perché oggi qualcuno ha chiamato: prima ha risposto Ran, poi ho afferrato la cornetta io. Sentivo dei respiri fiochi e qualcuno che chiedeva aiuto, poi la chiamata e’ stata interrotta, e l’unica informazione che ho, e’ che quella voce era maschile.” spiego’ Conan.
“ Non ho idea di chi possa essere stato… ma che hai Kudo? Mi sembri preoccupato… non sarà che c’entrano… loro?”
Kudo ribattè “ Ma va’, non e’ nel loro stile chiamare direttamente, poi non avrebbero motivo di chiamare qui, e per chiedere aiuto a chi poi? A Kogoro? Ma figuriamoci!”
“ Be’, io non ti so dire di più, ora devo andare a pranzare, sai c’e’ pure quella rompiscatole di Kazuha, e prima che inizi a gridare come una pazza preferisco andare adesso, ci vediamo, eh?” e riattaccò.
“ Hattori, aspe… bah, ha riattaccato!” sbuffò il bambino buttando il cellulare nel letto per poi sdraiarsi anche lui.
Ultimamente si sentiva strano: lui desiderava ardentemente tornare il detective liceale Shinichi Kudo, e correre da Ran per non lasciarla più sola, ma allo stesso modo… lui non voleva abbandonare le vesti di Conan Edogawa: a quella vita si era abituato, e tornando adulto sarebbe svanito tutto, ma soprattutto si sarebbe allontanato dalle quattro persone a cui si era affezionato di più nella sua vita da bambino: Ayumi, Genta, Mitsuhiko e Haibara.
Ayumi teneva molto a lui e se fosse sparito, lei che era innamorata avrebbe sofferto molto, mentre Mitsuhiko e Genta l’avrebbero odiato per essere sparito e aver fatto soffrire Ayumi, mentre Haibara…. bè lei era diversa.
Con lei aveva vissuto moltissime emozioni, sentendosi spesso sotto tiro dell’Organizzazione: come dimenticare l’avventura all’Haido City o al porto per incastrare Vermouth quando era spuntata lasciandolo di stucco? Inoltre niente le sfuggiva, e con quegli occhi che si ritrovava sembrava che gli leggesse dentro con una facilita’ pazzesca, a malapena era riuscito a nasconderle la questione Bourbon.
Il bambino si mise la mano sotto il mento riflettendo << Bourbon.. il membro dell’Organizzazione con abilità da detective di cui mi ha informato Jodie.. sembra che dia la caccia ad Haibara, ma io ne dubito fortemente.. quando Vermouth le dava la caccia avevamo costantemente il fiato sul collo e travestita da Araide ci teneva d’occhio indisturbata…ma se proprio come allora Bourbon ci tenesse d’occhio e noi non ci accorgiamo che ce l’abbiamo vicino? Ma se ho ragione e’ qualcuno che Haibara non ha mai visto, perche’ ultimamente la sua ansia verso gli uomini in nero scatta solo quando c’e’ vicino Subaru, per il resto niente…”
Conan scese dal letto e si sedette per terra a gambe incrociate, riflettendo “ Allora… qualcuno di sospetto effettivamente c’e’, cioe’ Sera Masumi, ma non credo proprio che lei sia Bourbon per svariati motivi:  Sera e’ una ragazzina e quei tipi non assumono membri cosi’ giovani, in piu’ lei sembra interessata a me, ma io finora neanche esisto per l’Organizzazione, e punto terzo non e’ interessata ad Haibara: a parte quando ha dimostrato di averla vista nel video del professore non l’ha piu’ nominata, anche se rimane il mistero di come abbia fatto a notarla…ma va’, dato che Sera e’ una detective come me, avra’ un occhio fine e inoltre unendo anche il suo ingegno, logico che si sia accorta di Haibara, non c’e’ da preoccuparsi!”
Improvvisamente una lampadina si illumino’ nella sua testa: e se fosse stata Haibara a farle lo scherzo? Dopotutto era tipico di lei: una volta dopo essersi svelata come Sherry, gli aveva fatto credere di essere una membra sadica tornata bambina, e che aveva scoperto tutto di lui, ed era pronta a rivelarlo agli altri membri: inoltre gli aveva fatto credere che Agasa era morto.
Poi un'altra volta gli aveva fatto prendere quasi un infarto quando in ospedale si era presentata puntandole una pistola, dalla quale poi erano uscite delle rose, per non parlare di tutte le sue frasi incomprensibili che liquidava con un semplice “ Scherzavo.”
Cosi’ il detective si alzo’ di scatto, afferro’ il cellulare, e chiamo’ subito Haibara, che dopo pochi squilli rispose con un freddo “ Pronto?”
“ Haibara, sono io: per caso sei stata tu a chiamare oggi all’agenzia investigativa chiedendo aiuto con una voce strana?
La scienziatina sollevo’ un sopracciglio e replico’ “ Perche’ mai dovrei perdere il mio tempo in queste sciocchezze?”
Conan rispose sarcastico: “ Sai, perche’ e’ tipico di una certa adoloscente in un corpo da bambina fare questi scherzi assurdi….” ma lei lo interruppe “ Kudo, non fai ridere, ora ti saluto, ho cose piu’ importanti da fare.”
Conan urlo’ “ Ehi, aspe…” ma lei aveva riattaccato: con un ringhio rabbioso lancio’ il cellulare nel letto ripetendo piu’ volte “ Certe volte la detesto!”
Si butto’ sul letto, senza pensare a niente, voleva solo stare un po’ in pace: e senza accorgersene, si addormento’.
Conan correva lungo un corridoio buio, a un certo punto davanti a lui apparvero tre porte: la prima era a sinistra, la seconda al centro e la terza a destra.
 Una voce maligna disse melliflua “ Quale scegli? Solo una di queste ti portera’ a casa sano e salvo, una ti portera’ nell’oblio puro, e un'altra nel posto che temi di piu’ dove ci saranno le persone che temi di piu’.”
Conan disse risoluto “ Scelgo quella al centro!” e sempre di corsa, l’apri’, e in un attimo fu catapultato in uno stanzino.
Davanti a lui, come per magia, comparve la persona che temeva di piu’: occhi sadici e iniettati di sangue, capelli lunghi e argentei, e un ghigno perfido: Gin.
Come se non bastasse teneva per il braccio una Haibara adoloscente, che tremava tutta: poi vide qualcosa che gli fece mancare il respiro.
Dal nulla comparve la spalla di Gin, ovvero Vodka, che teneva per un braccio Ran Mouri, che spaventata e con le lacrime agli occhi, non riusciva a parlare.
Gin disse perfido: “ Shinichi Kudo, ti abbiamo scoperto, e ora scegli: o ti fai uccidere tu, o ti uccideremo le due persone a te piu’ care.”
Shinichi stava per farsi avanti per essere ucciso, quando qualcuno ripeteva il suo nome in continuazione: la testa gli doleva e voleva che chiunque lo stesse chiamando la smettesse.
Vodka inizio’ a sghignazzare e il ghigno di Gin si fece piu’ largo: dopodiche’ risuonarono due spari e delle urla.
Conan pallido e tremante apri’ gli occhi e si sedette sul letto col fiatone: davanti a lui vide Ran, che sembrava molto preoccupata.
“ Conan, che diavolo ti e’ successo?” gli chiese lei, ma lui sorrise “ Non preoccuparti, ho solo avuto un incubo.”
Improvvisamente si senti’ avvolto da qualcosa, e poi si rese conto che Ran lo stava abbracciando.
“ Meno male” disse lei “ Eri cosi’ spaventato e pallido che pensavo avessi la febbre o qualcosa del genere, mi sono spaventata da morire. Sai… quando stai male tu, mi preoccupo come se stesse male Shinichi.”
E lo guardo con gli occhi lucidi, mentre Conan, triste per cio’ che stava passando Ran disse “ Capisco.”
Ran si alzo’, e con un sorriso smagliante disse “ Ma guarda te che dormiglione, non lo sai che e’ quasi ora di cena e hai anche saltato il pranzo? Vuoi che ti prepari qualcosa?”
“ No grazie, mi sono appena svegliato e non ho voglia di mangiare niente” disse lui con un sorriso tirato.
“ Sei sicuro?” chiese lei, e al cenno di assenso del bambino, lascio’ la stanza. Nonostante fosse vero che di solito quando si svegliava poco prima di cena, non aveva fame, stavolta era per un altro motivo: quell’incubo gli aveva chiuso lo stomaco.
Sebbene erano al sicuro dall’Organizzazione, temeva davvero che Ran e Haibara cadessero nelle grinfie dell’Organizzazione: e poi non erano totalmente al sicuro, questo Bourbon in giro gli metteva un po’ d’inquietudine.
A un tratto una voce maschile allegra arrivo’ alle orecchie di Conan “ Buonasera, Mouri-sensei! E ciao anche a te, Ran!”
Conan svogliatamente usci’ dalla sua stanza e ando’ in sala da pranzo dove insieme a Kogoro e Ran, c’era proprio lui: Tooru Amuro, l’assistente di Kogoro.
Ran sorridendo, gli chiese “ Amuro, vuoi restare per cena?” e ovviamente la domanda di Ran fu accolta con un “ Si, volentieri!” da parte del ragazzo.
Amuro si offri’ di aiutare Ran ad apparecchiare, e fu proprio la ragazza a dire “ Lo sai che papa’ domani deve andare da una donna ricca per aiutarla con un caso? Pero’ non mi vuole portare!”
Kogoro ribatte’ seccato “ E’ sempre appiccicata a me insieme a quell’altro marmocchio che si intromette sempre nelle indagini, ci credo che non li voglio portare!”
Amuro chiese “ Un marmocchio che si intromette nelle indagini? Intende il piccolo Conan?” e Kogoro confermo’, mentre Conan nascosto dietro il muro, sudava freddo.
I tre si sedettero a tavola, e mentre Kogoro inizio’ ad abbuffarsi, Amuro domando’ a Ran “ Ma in che senso si intromette?”
Ran rispose senza esitazioni “ Boh, ogni tanto fa qualche osservazione intelligente che da’ nuovi spunti a mio padre per il caso, poi quando mio padre e’ in posizione di trance e spiega il caso, qualche volta spunta da dietro di lui per dire qualcosa.. inoltre da quando e’ arrivato Conan, i clienti sono venuti uno dopo l’altro e mio padre e’ diventato famoso!”
Kogoro sbuffo’ “ Non esageriamo, da come parli tu sembra che sia lui a fare tutto!” ma Amuro fece un sorrisetto, mormorando “ Interessante…”
Conan sbuco’ dal suo nascondiglio, prese una sedia e si posiziono’ tra Ran e Amuro, urlando “ Ran-neechan, ho una fame, ho una fame da lupi, ti prego dammi qualcosa da mangiare!”
Ran era frastornata: prima non voleva nulla e ora aveva una fame da lupi? A volte Conan era proprio strano.
La ragazza sorrise e diede un piatto abbondante di curry a Conan, mentre Amuro lo scrutava di nascosto, con sospetto.
Il ragazzo prese parola “ Mouri-sensei, mi e’ venuta un idea: domani deve recarsi da quella donna per risolvere un caso, io, Ran e Conan potremo accompagnarla!”
Kogoro sgrano’ gli occhi, e dopo essersi quasi soffocato col cibo disse “ No! Al massimo porto solo te, ma loro due no!”
“ Per piacere, guardi che non gli costa nulla! Ran rimarra’ buona a guardare le sue gesta e il piccolo Conan…rimarra’ con Ran! Vero piccolo?” e gli sorrise.
Kogoro ci penso’ un po’ su, e poi decise “ E va bene! Ma voi due dovete stare al vostro posto, solo Amuro potra’ aiutarmi!”
Ran esclamo’ contenta “ Certo!” dopodiche’ ringrazio’ Amuro, e mentre lui sorridendo disse che non aveva fatto niente di speciale, Conan lo scrutava attentamente: Amuro non era un semplice assistente di Kogoro.
Lui aveva appena manipolato Kogoro con tante belle parole, e sapeva anche perche’ voleva lui e Ran li’: voleva vedere cosa faceva durante la scena del crimine per studiarlo piu’ da vicino, e se non invitava anche Ran, sarebbe stato sospetto: ormai aveva deciso, l’avrebbe tenuto d’occhio.
Amuro si trattenne ancora un po’ a casa Mouri, dopodiché se ne ando’, e mentre Conan si coricava cercando di prendere sonno, penso’ che ultimamente stava avendo troppi problemi.

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Capitolo 3
*** Il caso. ***


Conan dormiva tranquillo nella sua camera in penombra, dove alcuni raggi del sole filtravano: la sveglia nel comodino accanto al suo letto segnava le 10:30.
Kogoro nell’altra stanza, dormiva anche lui, russando fragorosamente, e Ran dormiva tranquilla proprio come Shinichi: a un certo punto il rumore di un clacson li fece sobbalzare tutti e tre.
I tre uscirono ognuno dalla propria stanza, con Conan in testa al gruppetto e si affacciarono alla finestra, mentre il clacson continuava a suonare ripetutamente: sotto l’agenzia videro una RX-7S bianca, inutile dire che capirono subito a chi apparteneva quell’auto, ovvero ad Amuro.
Il ragazzo dalla pelle scura usci’ dall’auto esclamando “ Finalmente! Eravate ancora a letto, eh? Forza, dobbiamo andare o no?”
Ran corse subito a farsi una doccia e a prepararsi, mentre Kogoro gli sbraito’ contro “ Come cavolo ti viene in mente di fare cosi’? A nessuno piace essere svegliati in questo modo!”
Amuro assunse un espressione ebete “ Mi scusi, non sapevo che non le piacesse questo metodo!” ma Kogoro lo interruppe continuando a urlare “ Taci! Prova a rifarlo e non sarai piu’ il mio assistente!” e mentre andava in camera sua a prepararsi, borbotto’ “ Ma guarda un po’ questa gente..”
Conan non disse nulla, ma diede ragione a Kogoro, anche lui era molto seccato di come era stato svegliato, e tra uno sbadiglio e l’altro ando’ anche a lui a prepararsi.
Mezz’ora dopo i tre uscirono dall’agenzia e raggiunsero Amuro, che decreto’ che a fianco a lui doveva sedersi Kogoro per indicargli la strada, e cosi’ Ran e Conan si accomodarono sui sedili posteriori.
Kogoro tiro’ fuori dalla tasca un foglio spiegazzato, e quando lo apri’ disse “ Secondo la mappa che mi e’ stata data la villa e’ fuori da Tokyo, a mezz’ora da qui.”
“ Capisco, quando ci troviamo a dei bivi, mi indichi la strada da prendere!” rispose Amuro accelerando un po’.
Come Kogoro aveva previsto, arrivarono a destinazione in mezz’ora: si trovarono davanti a una villa imponente.
Il cancello d’ingresso era alto piu’ di due metri, il giardino non si poteva neanche definire cosi’ perche’ ci stavano un paio di palazzi da quanto era immenso.
La villa poi era pitturata interamente di rosso, incluse le finestre e cio’ faceva sembrare tutto un'unica grande distesa rossa, se solo non fosse stato per la porta d’ingresso che si distingueva facilmente.
Il commento di Ran davanti alla villa fu “ Che lusso! Quanto sarebbe bello vivere in un posto del genere!”
Amuro replico’ calmo “ Ran ricorda, i soldi non fanno la felicita’ e neanche il lusso. Una villa puo’ essere bella quanto vuoi ma se non hai le persone a cui vuoi bene con la quale viverci, anche un posto cosi’ lussuoso puo’ diventare un inferno.”
“ Ah.. hai ragione Amuro, non ci avevo proprio pensato” rispose a disagio la figlia del detective Mouri e il ragazzo le sorrise.
Ran pero’ era rimasta turbata da quelle parole: quel velo malinconico che aveva notato nei suoi occhi le aveva messo ansia. Ma Ran non era stata l’unica ad accorgersene: Conan lo scrutava perplesso.
L’unico che sembrava non averci fatto caso era Kogoro, che sbraito’ “ Forza, muovetevi senza perdervi in ciance! Mica dobbiamo andare a prendere il te’!”
Il detective baffuto suono’ il campanello, mentre gli altri tre si affrettarono a raggiungerlo.
Quando la porta si apri’, si vide davanti una ragazza con un grembiule grigio, e una crestina bianca in testa, che domando’ “ Chi siete voi?”
Kogoro rispose “ Sono il detective Mouri, la signora Shigei Tokuko mi ha invitato qui per risolverle un caso.”
La cameriera sgrano’ gli occhi “ Allora e’ lei il famoso Kogoro Mouri! Prego, la padrona vi aspetta nella saletta del te’!”
Mentre la cameriera li guidava, a fianco a loro videro correre una moltitudine di cameriere, vestite identiche a quella che aveva aperto a loro la porta: ma non era finita perche’ videro passare di fretta anche un gruppetto di cuoche che borbottavano qualcosa sul buffet degli invitati.
Conan sorrise sarcastico: in quella casa gigantesca con un giardino gigantesco c’erano una moltitudine di cameriere, cuoche e anche sale rinonimate come sala del te’ e chissa’ che altro ancora!
Pero’ lo incuriosiva cio’ che borbottavano le cuoche a proposito di un buffet: chissa’ a che si riferivano.
La cameriera apri’ una porta e annuncio’ “ Signora, e’ arrivato il detective Mouri.” Una voce rispose “ Benissimo, falli accomodare.”
La cameriera sorrise e fece cenno di entrare: non appena i quattro entrarono nella cosiddetta sala del te’, si guardarono attorno.
Era una comune stanza: aveva i muri dipinti di azzurro, delle poltrone verdi, e un tavolino rettangolare. In fondo alla stanza c’era un camino che sembrava non utilizzato dal precedente inverno, e che sembrava talmente fuori luogo in una giornata d’estate.
Kogoro tiro’ un sospiro di sollievo per il fatto che fosse spento. Poi vide una donna seduta in una poltrona: era proprio Shigei Tokuko.
La donna non dimostrava piu’ di quarant’anni, aveva i capelli biondi e lunghi, e gli occhi verdi: ma i suoi occhi erano anche molto tristi.
Kogoro fece le presentazioni “ Piacere, io sono il detective Mouri, lei e’ mia figlia Ran, questo e’ il piccolo Conan che per il momento vive da noi e lui e’ il mio assistente Amuro!”
Shigei strinse la mano a Kogoro e Ran e scompiglio’ i capelli di Conan: quando strinse la mano ad Amuro lui fece un sorrisetto, e si rivolse a lei con un tono indecifrabile “ Sa, lei mi ricorda una mia conoscente: siete molto simili, solo che lei ha gli occhi verdi mentre la mia conoscente li ha azzurri”
Shigei fece un sorriso di cortesia, mentre Conan rifletteva “ Ora che ci penso, anche a me questa donna ricorda qualcuno…”
Dopodiche’ la donna si sedette di nuovo e fece accomodare i quattro nelle poltrone di fronte a lei.
Mentre la cameriera arrivo’ con delle tazze di te’ per i quattro,Kogoro prese la parola “ Allora, mi ha detto che dovevo cercare il suo salvatore di vent’anni fa, me lo puo’ descrivere?”
La signora rispose “ No. Dopo l’incidente i miei ricordi sono stati tutti scombussolati e non mi ricordo piu’ niente, mi dispiace tanto.”
Kogoro alzo’ un sopracciglio “ Ma allora come faro’ a trovarlo?” e a quel punto Amuro intervenne “ La signora non ci avrebbe chiamato se non sapesse come fare a trovarlo, scommetto che sa dov’e’”
La donna era stupita “ Eccellente deduzione ragazzo. Pero’ non sono sicura di dov’e’, e’ solo una mia deduzione.
Oggi in casa mia festeggiamo il compleanno di mio figlio ed e’ venuta gente altolocata da ogni parte: fra questi ci sono anche dei miei amici d’infanzia, penso che il mio salvatore si nasconda fra loro.”
“ E dov’e’ il salone in cui si terra’ la festa?” chiese Ran. Shigei si alzo’, e disse in tono chiaro e conciso “ Vi ci porto subito, seguitemi.”
Il gruppetto la segui’: fecero due rampe di scale, fino a quando Shigei non si fermo’ davanti a un portone marrone, piu’ grande di quello della sala del te’.
Usando entrambi le mani, lo apri’ e Kogoro, Ran, Conan e Amuro si trovarono davanti uno spettacolo: un salone immenso era illuminato da tre grandi lampadari, che emettevano della luce gialla, c’erano una ventina di tavoli pieni di cibo, e di roba da bere, tra cui spiccavano il vino e il te’.
A occhio e croce potevano esserci cinquecento persone, gli uomini chiacchieravano con dei bicchieri di vino in mano, mentre le signore conversavano tra loro sedute su delle sedie raffinate, con delle tazzine da te’ in mano.
Kogoro aveva l’acquolina in bocca per tutto quello che c’era sui tavoli, e aveva intenzione di correre subito ai tavoli, quando Ran lo prese per il colletto seccata “ Papa’, devi aiutare la signora, non divorare il cibo e ubriacarti come al solito!”
Conan adesso capi’ perche’ le cuoche parlavano del buffet: c’era questa festa, che chiamarla festa sarebbe stato come oltraggiarla, dato che non aveva mai visto feste cosi’ lussuose.
All’improvviso, videro delle persone che erano dirette verso di loro: Shigei bisbiglio’ a Kogoro “ Ecco, sono loro i miei vecchi amici!”
Davanti a loro, videro tre uomini: quello a sinistra si presento’ dicendo di chiamarsi Akira Kudo e non sembrava molto felice di essere li’, il secondo si chiamava Genji Takerou e il terzo Fukuchi Aketoshi.
Akira strinse la mano alla donna e lei ricambio’ salutandolo freddamente “ Ciao Akira.”, Shigei poi diede una pacca sulla spalla a Genji esclamando “ Genji! Sei molto diverso dai tempi delle superiori… non sembri piu’ burlone come allora!”
Genji sorrise sarcastico “ Magari potessi esserlo…mi fa piacere rivederti Shigei!”.
Fukuchi fece un largo sorriso e Shigei lo abbraccio’, poi disse “ Fukuchi! Nei vecchi tempi eri l’unico amico sincero, che mi sapeva ascoltare e aiutare! Sei cambiato molto! Ma quanti anni hai?”
Fukuchi rispose “ Shigei, ne ho quaranta, come te.” Tutti rimasero a bocca aperta, tranne Genji, a cui sembrava non interessargli per niente la questione: Kogoro intervenne “ Ma signore, ne dimostra venti! Sembra molto piu’ giovane per la sua eta’!”
Fukuchi fece un sorriso strano “ Lo so me lo dicono tutti… diciamo che ormai e’ una mia prerogativa. Scherzo ovviamente!” e ridacchio’.
All’improvviso un giovane spunto’ dal nulla, e disse sbrigativo “ Mamma, devi aiutarmi! Le cuoche sono lente, le cameriere imbranate e sta per finire il cibo! Il vino poi figuriamoci, ne rimane una sola bottiglia! Diranno che questa e’ una festa da poveracci e non da veri aristocratici!”
Kogoro alzo’ un sopracciglio “ Da poveracci? Non ho mai visto una festa cosi’ in vita mia!”
“ E lei chi e’?” chiese stranito il giovane. Shigei lo rimprovero’ “ Non essere sgarbato. Lui e’ Kogoro Mouri, il famoso detective, e’ venuto con la figlia, un bambino che ospita e il suo assistente.
Detective, lui e’ Iwakuma Tokuko, mio figlio. Oggi compie vent’anni ed e’ un po’ agitato perche’ vuole che la festa sia perfetta in tutto.”
“ Ma e’ naturale!” protesto’ lui “ E’ il mio ventesimo compleanno, nei numeri tondi e’ cosi’, sono importanti!”
“ Ma per i tuoi dieci anni non avevi fatto cosi’!” replico’ la madre. Lui si senti’ colto sul fatto: ma liquido’ tutto con una semplice frase “ Ma e’ diverso, vent’anni e’ un traguardo importante! E poi a dieci anni ero piccolo, ti immagini me a dieci anni a preoccuparmi di queste cose?”
Conan all’improvviso si intromise “ Mi scusi signora, ho notato una cosa. Lei di cognome fa Tokuko, e anche suo figlio. Ma perche’ ha preso il cognome da lei? E dov’e’ suo marito? Non l’ho visto finora!”
Dopo quelle parole madre e figlio si turbarono nello stesso momento: poi Iwakuma disse secco “ Devo andare a intrattenere gli ospiti, ci vediamo piu’ tardi” e a passo veloce, si allontano’ scuro in volto.
Shigei invece fisso’ il pavimento triste: Kogoro a quel punto diede un bel pugno sulla testa del detective occhialuto che si lamento’ per il dolore.
Kogoro disse arrabbiato “ Moccioso, non dovevi intrometterti, sono cose private!” e anche Ran disse contrariata “ Mi spiace Conan, ma stavolta papa’ ha ragione!”
Shigei sussurro’ malinconica “ Non sgridate il bambino, non e’ successo nulla. Il fatto e’ che il padre di Iwakuma e’ morto qualche giorno dopo la sua nascita, e non ho voluto mettere il suo cognome a mio figlio perche’ mi avrebbe ricordato in continuazione il mio defunto marito.”
Conan si intromise ancora una volta “ E il cognome del padre qual’era?” e a quel punto Kogoro perse la pazienza, e afferratolo per il colletto lo lancio’ dall’altra parte della sala sbottando “ Ma guarda questo se deve sapere le cose private della gente!”
Il detective occhialuto si rialzo’ massaggiandosi la testa che aveva sbattuto contro il pavimento, e imbronciato si posiziono’ a fianco a Ran.
Shigei sorrise “ Mi spiace piccolo, ma questo non te lo posso dire!” e a un tratto torno’ seria “ Iwakuma ha sempre sofferto perche’ non aveva un padre: mi ricordo che a ogni compleanno mi chiedeva semplicemente di riavere suo padre, niente di piu’.”
Amuro rispose “ Mi dispiace tanto per Iwakuma: in un certo senso, capisco come ci si sente…..”
Akira sospiro’ “ Be’ gente, io me ne vado in terrazza, ci vediamo dopo!” e mescolandosi tra la folla spari’.
Genji chiese “ Scusa Shigei, sai dove si trova il bagno?” e lei annui’ “ Lo vedi quel corridoio? Prendi la seconda porta a sinistra!” e l’uomo si avvio’ verso il corridoio a passo veloce.
Conan rifletteva “ Che strano….come ho appena visto il signor Genji non conosce questa casa…. perche’ il signor Akira invece la conosce?”
A un tratto Fukuchi lo risveglio’ dalle sue riflessioni esclamando “ Io vado a prendere qualcosa dal buffet!” e scompigliando i capelli a Conan si mescolo’ tra la folla, mentre quest’ultimo aveva una strana sensazione… ma non sapeva spiegarsi che aveva.
Shigei prese parola “ Be’ con permesso, ma vi devo lasciare. Ho da fare in cucina, quelle cuoche sono abbastanza sbadate…” e girò l’angolo della sala, dove probabilmente c’era la cucina.
All’improvviso Conan avverti’ lo stimolo di andare in bagno ed esclamo’ “ Ran-neechan, io vado in bagno!”
“ Va bene, ma sai dov’e’?” chiese la ragazza e lui sorrise “ Niente paura, prima la signora Shigei l’ha detto al signor Genji, seconda porta a sinistra di quel corridoio laggiu’!” e subito dopo corse via.
Con uno scivolone arrivo’ fino alla porta del bagno, e quando mise la mano sulla maniglia con l’intenzione di aprire la porta, una voce arrivo’ distintamente alle sue orecchie “ Si confermato, e’ uno degli invitati!”
Conan era frastornato: quella era la voce del signor Genji, ma con chi parlava? Probabilmente era al cellulare, ma con chi?
Genji continuo’ a parlare “ Esatto, si chiama Akira Kudo, forse quel ragazzino di nome Kudo che mi hai mandato a cercare e’ lui travestito. In quel caso avevi ragione a dire che non era morto.”
Shinichi Kudo rimase sconvolto da quelle parole e tremo’ da capo a piedi: Genji disse maligno “ Ok, lo uccidero’ personalmente, dopodiche’ mi inventero’ un alibi e tagliero’ la corda, vedrai che fra poco sara’ morto, Gin!”

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Capitolo 4
*** L'omicidio ***


Conan corse dentro il bagno, dimentico ormai del suo bisogno di andare in bagno, col cuore a mille: quel Genji era in contatto con Gin, e Gin aveva forti sospetti che lui era vivo e ha assoldato un sicario per ucciderlo.
Ma ora rischiava una persona innocente che con lui aveva a che fare solo il cognome, e lui non poteva permettere che Genji lo uccidesse.
Conan corse fuori dal bagno, deciso a raggiungere Genji quando un urlo straziante risuonò nelle sue orecchie.
“ AIUTOOOOOO!!!!!!!”
Conan si voltò verso le scale spaventato “ Maledizione, proviene da su!!!”
Corse più veloce che poteva e si fece tutti i piani delle scale fino a quando non arrivò all’ultimo stremato.
Una cameriera, strisciando per terra, indicò una porta verde.
Il bambino l’apri’ di scatto e si ritrovò nell’imponente terrazzo: non c’era niente di strano. Ma all’improvviso delle gocce gli colarono lungo il volto, e infastidito se le asciugò col dito: e agghiacciato vide il suo dito rosso, rosso sangue.
Col cuore a duemila per le cose che capitavano una dopo l’altra, volse il suo sguardo verso l’alto, dove c’era il tetto e vide uno spettacolo da brividi: un uomo era in bilico sul tetto, con un coltello conficcato nella schiena.
Conan tremava visibilmente “ M- ma quello e’….il signor Akira!!!!!!
 
 
“ La vittima si chiamava Akira Kudo, aveva 46 anni, lavorava in un agenzia di viaggi ed era un amico della signora Shigei, giusto? “ disse il corpulento ispettore Juzo Megure.
Aoko rispose “ Si, oggi e’ il compleanno di mio figlio Iwakuma e avevo invitato parenti e amici!”
Megure domandò “ Chi ha trovato il corpo?” e la cameriera ancora scossa disse con voce tremante “ S- sono stata io. Il signorino Iwakuma, accortosi che il signor Akira mancava già da un po’ mi ha mandato a chiamarlo: sono andata in terrazzo e ho visto del sangue gocciolare.
Alzando lo sguardo, ho visto il signor Akira con un coltello sulla schiena e ho urlato spaventata, dopodichè e’ arrivato questo ragazzino e il suo sguardo si posò su Conan.
Iwakuma si giustificò: Bè, non vedevo il signor Akira da nessuna parte e ho chiesto a mia madre dov’era, e mi ha detto dove si trovava: così  ho mandato la cameriera per dirgli di scendere.”
L’ispettore si passò una mano sul cappello confuso “ Questa sala era piena di invitati, chiunque può essere stato!”
Una vocina intervenne “ Non credo ispettore. Io direi che i sospettati sono quelli che sapevano che il signor Akira era in terrazza ovvero il signor Iwakuma, il signor Genji, il signor Fukuchi, la signora Shigei e anche la cameriera, che e’ la maggiore sospettata in quanto potrebbe benissimo averlo ucciso mentre lui le dava le spalle e poi aver finto di essere spaventata”
Amuro si intromise nel ragionamento del piccolo “ Oh bravo, ottime osservazioni. Sei stato piu’ rapido di Mouri-sensei.”
Kogoro sbraitò “ Ma figuriamoci! Io le do lezioni, per questo ogni tanto dice delle cose sensate!”
Conan non badò neanche alle fanfaronate di Kogoro, ma si concentrò su Amuro: la sera prima, quando erano a cena era risultato sospetto e ora aveva fatto un affermazione…strana.
Aveva deciso di tenere d’occhio Amuro ma..se anche il ragazzo avesse deciso di tenere d’occhio lui? Con la questione di Gin e dell’omicidio si era scordato che doveva rimanere cauto in presenza di Amuro e così decise che d’ora in poi avrebbe imbeccato Kogoro nelle soluzioni senza intervenire con deduzioni sue.
A un tratto non sentì più i piedi per terra: si riscosse dai suoi pensieri e vide che Genji l’aveva sollevato per il colletto della maglietta, e gli urlò contro “ Ehi moccioso, chi ti credi di essere atteggiandoti a detective? Io non ho fatto proprio niente, chiaro???”
Ran intervenne strappando Conan dalle sue grinfie “ Tratti meglio i bambini lei!!!”
Conan non ci aveva pensato: probabilmente era Genji l’autore dell’omicidio. L’aveva sorpreso a pianificare l’omicidio di Akira e non sapeva dov’era andato una volta uscito dal bagno.
Il piccolo, non pensando più alla presenza di Amuro, lanciò una frecciatina “ Io credo proprio che lei sia il maggiore sospettato signore.
E’ andato presumibilmente in bagno, ma ci ha messo un bel po’, tanto che quando sono andato io lei si trovava ancora lì: poi è uscito verso una meta ignota” e concluse con un sorrisetto.
Ma Genji rise sguaiato “ Mi spiace mocciosetto, ma i tuoi ragionamenti non stanno in piedi. Nel periodo in cui sono andato in bagno, l’uomo era ancora vivo perché la cameriera non aveva ancora gettato nessun urlo, e dopo che sono uscito dal bagno sarà passato minimo un minuto dall’urlo della cameriera: in quel lasso di tempo non avrei potuto salire varie rampe di scale, ammazzare quell’uomo e posizionarlo nel tetto, neanche correndo ci sarei riuscito!”
Il detective occhialuto continuò imperterrito “ Che prove ha che l’uomo fosse ancora vivo nel periodo in cui lei e’ andato al bagno?”
Genji non seppe che rispondere, ma Amuro chinato sul cadavere intervenne “ A giudicare dal corpo, e’ morto qualche ora fa, più o meno poco prima che la cameriera urlasse: quindi non e’ stato il signore, hai sbagliato ragazzino.” e gli fece un sorrisetto.
Una goccia di sudore scivolò lungo il volto del bambino: si era lasciato trasportare dalla foga che Genji era complice di Gin e probabile membro dell’Organizzazione e aveva sbagliato, senza contare che i suoi propositi di stare cauto con Amuro erano andati a farsi friggere: ora si era messo contro uno dell’Organizzazione che lo squadrava ghignando, e in più si trovava davanti quel fastidioso sorriso di quel detective sospetto.
A un certo punto sentì una presenza dietro di lui e voltandosi vide Fukuchi che affermava sorridendo “ Il bambino ha ragione. I sospettati sono quelli che erano a conoscenza della locazione del signor Akira e tu sei uno di questi!”
Genji stava per rispondergli a malo modo ma poi si bloccò e guardò Fukuchi sconcertato mentre lui continuava a sorridere: il complice di Gin gli diede le spalle e si prodigò a osservare il cadavere.
Conan aveva trovato molto strana la reazione di Genji ma non era tutto: si accorse che anche Amuro osservava sospettoso Fukuchi: ma che cavolo gli prendeva a tutti quanti?
Decise di concentrarsi sul caso, facendo la dovuta attenzione per non risultare sospetto e pensare in un secondo momento alle altre questioni.

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Capitolo 5
*** Caso chiuso ***


L’ispettore domandò “ Scusate, che alibi avete per scagionarvi?”
Tutti dicono i loro alibi e alla fine Conan ha queste informazioni: Genji afferma come ha detto poco prima che era in bagno, con lui come testimone, e quando e’ uscito, il tempo non era sufficiente per ucciderlo, Fukuchi dice che era al buffet e aveva come testimoni gli invitati che erano vicini a lui, e che dopo e’ andato a fumarsi una sigaretta nel davanzale, insieme a due invitati, fino a quando la cameriera non ha urlato.
Shigei dice che e’ sempre rimasta in cucina a dare disposizioni alle cuoche, Iwakuma risponde che stava chiacchierando con dei parenti, poi ha detto alla cameriera di chiamare Akira e ha continuato a parlare con loro, ed e’ confermato dai suoi parenti.
La cameriera invece dice che stava servendo nuove portate e bevande, e poi e’ stata interrotta per andare a chiamare Akira.
Il piccolo detective a questo punto e’ confuso: chi diavolo poteva mai essere stato? Tutti e cinque hanno un alibi praticamente inattaccabile.
Ma le sue riflessioni vennero interrotte da Kogoro, che con voce possente, affermò “ Fermi un attimo, ho capito tutto: il colpevole e’….la cameriera!” e puntò un dito accusatorio contro di lei.
La donna per poco non si prese un infarto, e non reggendosi più sulle gambe, cadde a terra.
Mouri sorrise, sicuro di sé “ Ah, e’ inutile che lei faccia la recita, ho capito tutto! Gli altri hanno un alibi inattaccabile, ma mi sono accorto che nel suo c’e’ un particolare che non ha considerato.
Dice che stava servendo le portate e le bevande, e in effetti ha testimoni, ma quanto tempo e’ passato da quando Iwakuma l’ha chiamata al suo urlo?”
Iwakuma intervenne “ Detective, saranno passati quindici minuti.”
L’ex poliziotto sorrise “ Benissimo, questa e’ la prova decisiva! Lei aveva già pronto un coltello nascosto nella veste, e quando Iwakuma l’ha mandata in terrazza a chiamarlo, l’ha colpito alle spalle, è salita nel tetto e l’ha posizionato in quel modo: dopodichè ha finto di urlare spaventata per attirare tutti, e’ LEI LA COLPEVOLE!” disse gridando le ultime parole.
La cameriera disse con un filo di voce per lo spavento “ Ma che dice? Ci ho messo quindici minuti perché nel tragitto sono caduta e mi sono sbucciata il gomito, allora sono andata a cercare un cerotto, e poi ho fatto il lungo tragitto fino alla terrazza, dove ho trovato il signor Akira così: per quello ci ho messo un quarto d’ora!”
Ma Kogoro continuò imperterrito “ Le prove di quanto afferma?” e la cameriera tranquilla, gli mostrò il gomito sinistro, dove c’era un cerotto.
Kogoro era decisamente spiazzato, ed ebbe il colpo di grazia quando intervenne Megure “ Abbiamo anche le prove, Kogoro hai sbagliato. Senza contare che comunque quel tipo di vestito non ha tasche e non avrebbe potuto nascondere nessun coltello, figurarsi poi scavalcare fino al tetto con quel vestito scomodo addosso!”
Kogoro a quel punto fece un sorriso ebete “ Ehm…mi spiace tanto di averle parlato duramente e accusata d’omicidio, eheheh…” ma la cameriera si rialzò e liquidò la faccenda con un sorriso, segnale che era tutto a posto.
Conan non fece in tempo a darsi una manata sulla faccia per l’ennesima sciocchezza di Kogoro, perché nel salone risuonò una suoneria strana.
Fukuchi sorrise “ Scusate, e’ il mio telefono, carina la suoneria vero? La uso per i messaggi.” e Conan giudicò quella suoneria assurda e strampalata, come del resto reputava così lo stesso Fukuchi, ma notò che Genji non la pensava alla stessa maniera, anzi guardava Takeshi con disprezzo.
Nervoso, mosse bruscamente il braccio e fece traballare una mensola, e un vaso che era posato lì sopra, oscillò pericolosamente per poi dirigersi verso il suolo: ma lo schianto non avvenne.
Shigei aveva fatto una capriola, un salto e poi si era buttata per raggiungere il vaso in tempo che cadde stretto fra le sue braccia.
Kogoro era a bocca aperta “ Ma signora, come ha fatto?”. La signora posizionò il vaso sulla mensola e sorridendo disse “ Da giovane ho fatto atletica leggera, e alle superiori ci facevano fare sempre esercizi come staffetta e salto in lungo, e quest’abilità mi è rimasta col tempo”
Conan, un po’ frastornato dalle abilità della signora,decise di cercare indizi in giro, così esclamò “ Ran-neechan, io devo andare di nuovo in bagno, torno subito!” e corse via, lasciandosi alle spalle le grida di Ran che gli dicevano di fare in fretta, senza sapere che Amuro lo guardava con un sorrisetto.
Il finto bambino fece tutte le rampe di scale correndo per l’ennesima volta e arrivò alla terrazza sfinito.
Senza badare al panorama, esaminò il territorio: a fianco alla porticina dove si entrava nella terrazza, c’era un muro esteso e con un altezza sulla media.
Scavalcando quello, si arrivava proprio in cima al tetto, dove poco prima c’era il cadavere, che a quanto pare era rotolato giù ed era stato tenuto fermo dalla grondaia, altrimenti sarebbe caduto giù.
Conan controllò il muro, ma incredibilmente non c’era nessuna traccia. Nessun graffio, nessun piccolo segno sospetto, niente di niente.
Controllò tutto il terreno sotto il muro: se il colpevole aveva scavalcato il muro col cadavere in spalla per poi posizionarlo sul terreno, l’operazione gli sarebbe stata difficoltosa e probabilmente una mano o un piede dovevano aver sdrucciolato, di conseguenza sarebbero cadute per terra alcune piccoli pezzi di intonaco.
Ma sorprendentemente mancavano anche quelli: Shinichi era convinto che ogni cosa avesse una spiegazione logica e robe come la magia, la stregoneria e altre cose sovrannaturali non esistessero: eppure come è possibile per un essere umano salire sul tetto con un cadavere senza lasciare tracce sul muro?
A un tratto per terra notò qualcosa: era un capello. Ne distinse il colore e ne rimase agghiacciato.
Corse via dalla terrazza pensando inquietato << Avrei puntato il dito su chiunque, ma mai su quella persona….>>
Mentre si apprestava a raggiungere gli altri, senti dei borbottii strani, che a quanto pareva, provenivano dalla cucina.
Origliò dalla porta e sentì delle voci turbate che dicevano “ Maledizione, questo e’ uno sporco ricatto! Ci ha ricattato in modo subdolo!”
Quelle voci erano…..Conan ebbe un illuminazione e tornò nella sala, fissando i sospettati inquieto: aveva capito chi aveva ucciso Akira Kudo, e come aveva fatto, e non avrebbe mai lasciato un simile crimine impunito.
 
Ran si avvicinò a Conan contrariata “ Conan, avevi detto che ci avresti messo poco, dov’eri sparito, ce ne stiamo andando!”
Il piccolo detective spalancò gli occhi “ Cosa? E perché?” e la ragazza rispose “ Non ci sono prove, né indizi, e gli alibi non possono essere smontati, quindi li mandano a casa per ora e in seguito li chiameranno alla centrale di polizia.”
Stava per accadere l’irreparabile e lui doveva impedirlo, così corse verso Kogoro e gli tirò la manica: il detective si girò e disse seccato “ Che vuoi, moccioso?”
Conan, con voce infantile disse “ Kogoro, ti devo dire una cosa, vieni qui un attimo!” e lo trascinò vicino a una poltrona rossa.
“ Allora? Che vuoi che non ho tempo da perder..” ma non potè finire la frase perché Conan gli aveva sparato un ago anestetico in fronte, e barcollante cadde sulla poltrona addormentato.
<< Mi spiace, ma ho dovuto farlo….so che c’e’ Amuro e anche quello dell’Organizzazione di nome Genji…ma non c’e’ altro modo, se risolvessi io il caso dando gli spunti attirerei ancora di più l’attenzione.>> e si rifugiò dietro la poltrona.
Così prese il suo fidato papillon sintonizzandolo sulla voce di Kogoro ed esclamò “ Aspettate un attimo! Ispettore, non li lasci andare, ho scoperto chi è l’assassino!”
Megure si voltò sorpreso e chiese:” Eh? Davvero?”
Amuro fece una risatina:” Ne e’ stupito, ispettore? Sentiamo invece le deduzioni del grande detective Kogoro il dormiente.” mentre Conan pensò “ Maledetto!”
Fukuchi fece un sorriso strano e Genji sbraitò “ Benissimo, dicci chi e’ stato e facciamola finita!”
Il piccolo imitando la voce del detective, parlò con voce ferma “ Ebbene si, il colpevole è stato astuto, ha usato un trucco ingegnoso.
Voleva farlo apparire come un delitto impossibile, però ha commesso alcuni errori.”
L’ispettore, spazientito e stanco della solita recita del dormiente, esclamò “ Mouri, dicci chi è il colpevole e facciamola finita!”
Kogoro ( si fa per dire) disse: “ L’accontento ispettore: il colpevole e’…..la signora Shigei! Si, e’ LEI!”
Tutti rimasero sbigottiti e Iwakuma esclamò:” Mamma????”
Shigei sbottò:” Detective Mouri, data la sua fama, pensavo fosse una persona col cervello, invece così dimostra solo di non avere un minimo di sale in zucca! Io uccidere Akira? Figuriamoci!”
Conan spiegò:” Il suo apparentemente era un piano perfetto, ma ha tralasciato delle cose. Nella terrazza c’e’ un muretto e se lo scavalchi arrivi al tetto.
Per trasportare un corpo di un uomo di mezz’età qualche traccia sarebbe dovuta rimanere per forza nel muretto, tipo un piede che sdrucciola e pezzettini di intonaco che cadono per terra o un graffietto, invece nulla, voleva infatti compiere un delitto impossibile, ma si e’ tradita.”
“ Eh? Anche solo supponendo che io sia la colpevole, come mi sarei tradita?” disse irata Shigei.
“ Quando ha preso al volo il vaso che stava per cadere” annunciò Conan. “ Ha fatto uno scatto da centometrista e infatti ha detto lei stessa che al liceo faceva staffetta e salto in lungo, e che da giovane ha fatto atletica leggera.
Probabilmente si e’ esercitata ultimamente per mettere a punto il suo piano: e così con la scusa di andare dalle cuoche, ha preso un coltello dalla cucina, è salita in terrazza senza farsi notare e ha accoltellato Akira alle spalle: poi si è issata il cadavere in spalla e con uno sforzo sovrumano è riuscita a salire nel tetto e l’ha posizionato lì in fretta perché doveva tornare giù in fretta, ma nella fretta l’ha adagiato male ed è rotolato fino alla grondaia che l’ha tenuto fermo facendo però gocciolare il suo sangue: è così che la cameriera e poi il piccolo Conan hanno trovato il corpo.”
Ma la donna era sempre più infuriata: “ Eh no, ha sbagliato, ho un alibi, infatti le cuoche sono testimoni che ero sempre in cucina!”
Shinichi a quel punto sbottò:” Facile ricattandole, vero???”
Megure disse:” Ricattandole? Mouri, sei sicuro?”
“ Certo. Le ho sentite vicino alla porta della cucina discutere di qualcuno che le ha ricattate: se unite questo pezzo a quello che ho detto precedentemente, il puzzle e’ completo!”
Megure si rivolse agli agenti della scientifica:” Fate venire immediatamente le cuoche!”
Poco dopo le cuoche sopraggiunsero e Megure chiese:” E’ vero che Shigei Tokuko vi ha ricattate?”
Alcune lanciarono occhiate impaurite a Shigei che le squadrava furiosa, ma una di loro con sguardo deciso disse “ Si, e’ vero! Ha detto che doveva andare a sbrigare una cosa e che noi dovevamo dire che era rimasta sempre in cucina altrimenti ci avrebbe licenziate: una volta morto il signor Akira, abbiamo capito che era stata lei.”
Il piccolo detective continuò:” E non è finita qui: come ennesima prova c’e’ questo” e muovendo il braccio di Kogoro, lanciò rapidamente il capello che aveva trovato in terrazza ai piedi di Shigei.
Megure era a bocca aperta:” Ma questo e’…..” e Conan completò per lui la frase:” Si, è un capello biondo: l’unica dei sospettati ad avere i capelli biondi è proprio lei, Shigei.”
Shigei con sguardo malinconico svelò tutto:” Si, mi ha scoperto, detective Mouri, è proprio vero quel che dicono in giro di lei.
Io tempo fa ebbi una relazione con Akira e concepii un figlio da lui: quando glielo dissi sembrava contento, ma non era così.
Qualche giorno dopo, mentre attraversavo la strada, un ombra mi spinse in mezzo alla strada ma qualcuno mi spinse via e venne investito al posto mio: io caddi all’estremità della strada, e battei la testa nel marciapiede.
Mi svegliai in ospedale e mi dissero che il bambino non era in pericolo ma io volli cercare il mio salvatore: ma quando mi fecero uscire dall’ospedale era già partito qualche ora prima col treno.
Mi dissero come se non bastasse che sia Akira che il mio miglior amico erano spariti.
Ero sola e arrabbiata con Akira e quando nacque Iwakuma gli misi il mio cognome perché mi rifiutavo di affibbiargli il cognome del padre che lo aveva abbandonato!
A Iwakuma dissi che il padre era morto quando era appena nato. Un mese fa ritrovai Akira a una festa e mentre era ubriaco mi confessò tutto: era stato lui a spingermi quella volta in strada perché non ne voleva sapere di bambini e non mi amava neanche, e il mio salvatore era il mio migliore amico che perse la memoria dopo l’incidente e partì in America.
Akira inoltre mi disse che si mise sulle sue tracce e riuscì a ucciderlo, perché per colpa sua io non ero morta e neanche il bambino.
Sconvolta, sono corsa via dal locale e in questo mese ho progettato l’omicidio: ho invitato lei, detective, con la scusa dell’amore d’infanzia perché volevo metterla alla prova e vedere se riusciva a scoprirmi.”
Iwakuma era pieno di lacrime:” Mamma…perché non mi hai detto che Akira era mio padre?? E perché sei diventata un assassina??” e cadde in ginocchio, piangendo.
Conan in tono triste disse “ Shigei, Akira ha commesso molte cose imperdonabili ma lo ha fatto anche lei: ha nascosto la verità a suo figlio, e ha ucciso suo padre ed è diventata un assassina il giorno del compleanno di suo figlio….anche queste sono cose imperdonabili.”
Dopodichè la polizia portò via Shigei, e si sentirono solo le grida disperate di Iwakuma che prima di nascere, era già stato condannato a un destino crudele.

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Capitolo 6
*** La minaccia inizia ad aleggiare ***


Kogoro fra uno sbadiglio e l’altro si era risvegliato e guardava confuso Ran che gli faceva i complimenti.
Conan sospirò:” E il caso e’ chiuso pure stavolta…” ma non fece in tempo a finire la frase che Amuro sbucò da chissà dove dicendo:” Eh già, l’ennesimo caso risolto!”.
Conan si pietrificò, sperando che Amuro non avesse scoperto nulla.
Ran gli si avvicinò sorridendo:” Ehi Conan, e’ ora di tornare a casa!”. Conan le prese la mano e si guardò intorno, chiedendo:” Ran-neechan, ma dove sono gli altri sospettati coinvolti nell’omicidio?”
Amuro lo affiancò rispondendogli:” Se ne sono andati in fretta, pare che ognuno di loro avesse impegni!”
Il piccolo balbettò:” M-ma…sei sicuro?” , e lui annuì:” Ora che guardo bene, il figlio della colpevole è ancora lì e anche la cameriera…ma gli altri due sono spariti!”
Conan pensò agghiacciato << Il tizio dell’Organizzazione ha tagliato la corda…no, non posso lasciarlo fuggire!>>
Lasciò la mano di Ran, e correndo in fretta e furia si mescolò rapidamente in mezzo alla folla, incurante di Ran che gridava il suo nome.
Amuro lanciò uno sguardo strano a Conan ma poi sparì anche lui senza farsi notare: Ran chiamò:” Conan! Amuro!! Oh no, papà, Conan e Amuro sono spariti!” disse turbata rivolgendosi a Kogoro ma lui, che si stava esibendo con alcuni degli invitati sulla sua fama, non l’ascoltò neppure.
 
Genji, in preda alla fretta, corse lungo tutti i piani della villa e ne uscì in fretta e furia, senza accorgersi che qualcuno lo pedinava: questa persona uscì e vedendo la Porsche corse con quanta forza aveva, ma quella partì e non riuscì a raggiungerla: Amuro col fiatone, tornò dentro con uno sguardo furente.
 
Conan Edogawa si era liberato della folla e ora correndo a perdifiato stava superando tutti i corridoi della casa, arrivando al primo piano.
Stremato si affacciò a una delle finestre, che erano così vicine al terreno che ci si poteva comodamente saltare giù e vide Genji correre in tutta fretta verso una Porsche nera 356-A parcheggiata lì vicino: era confermato al 100 % che Genji era uno dell’Organizzazione.
Col cuore in gola spalancò la finestra, pronto a saltare, quando sentì una voce alle sue spalle:” Che combini di bello?”
Conan, col cuore che gli martellava nel petto si girò e vide Fukuchi davanti a sé, che gli sorrideva benevolo:” Non vivi col detective Mouri? Perché non sei con lui?”
Il piccolo diede rassegnato un ultima occhiata alla Porsche che si allontanava e abbassò la testa, in modo che le lenti degli occhiali risplendessero e parlò con voce decisa: “ Vuoi continuare con questa stupida messa in scena Fukuchi…o dovrei chiamarti Chris Vineyard, alias Vermouth?” e alzò la testa con un sorriso.
Fukuchi ebbe un lampo di sorpresa negli occhi ma poi con un sorriso rassegnato, si strappò la faccia, che era una maschera rivelando il volto di Vermouth: capelli biondi e lunghi, occhi azzurri freddi come il ghiaccio e sorriso provocatorio.
La donna fece un sorriso più ampio:” Bene bene bene…come hai fatto a scoprirmi Cool Guy?”
Lui tornò serio e iniziò il suo discorso:” Mi spiace ma hai lasciato parecchie tracce di te. Quando alla festa ti hanno chiesto l’età commentando che ne dimostravi meno, hai detto che  è una tua prerogativa: e guarda un po’ tu interpretavi sia il ruolo di Sharon che di Chris e pare che non invecchi, e l’agente Jodie ti ha anche chiesto il perché quella volta al porto.
Quando Genji sbraitava che lui non aveva commesso l’omicidio,anche se in realtà se non ci fosse stata Shigei l’avrebbe ucciso lui, tu ti sei fatta avanti dicendo che avevo ragione e che Genji era uno dei sospettati: Genji deve averti notato bene da quell’intervento e deve aver intuito che eri tu e si è zittito subito, ho ragione di credere che Genji è di un grado molto inferiore al tuo e neanche sotto altri panni può controbattere più di tanto con te, no?”
Vermouth non replicò, sorridendo e basta, e così il detective occhialuto continuò:” Quando l’ispettore ha chiesto a ognuno di voi il vostro alibi, tu hai detto che eri al buffet e poi hai fumato in terrazza, e tu fumi: da solo come elemento non conta nulla ma unito agli altri indizi si.
Un'altra traccia grossa è la suoneria del tuo telefono, Nanatsu no ko. Siccome io ero lì presente hai detto che era la tua suoneria del telefono quando invece era il rumore dei tasti che premevi per comunicare col Boss, e mentre lo facevi hai tentato di coprire il suono, facendola risultare una melodia assurda e strampalata: ma io, che un tempo facevo indagini serrate su quella melodia, mentre cercavo Genji poco fa, ho capito che era quella.
Senza contare tutte le occhiate e i sorrisi strani che mi rivolgevi! Non so cosa ci fai qui, dato che c’era già un membro dell’Organizzazione e non so che stavi comunicando al tuo Boss, ma adesso vieni alla polizia con me!” e le puntò contro l’orologio anestetico.
Vermouth disse melliflua:” Non essere sciocco, so come funziona il tuo orologio, è inutilizzabile in quanto disponi di un solo ago e l’hai usato per addormentare Mouri.”
Conan disse seccato:” Maledizione, è vero! Bè, nessun problema, ti stenderò in un altro modo!|” e premette un bottone sulla sua cintura dalla quale uscì un pallone: premette un altro bottone nella sua scarpa e mettendoci più forza possibile calciò il pallone addosso a Vermouth.
Ma la donna, con una rapidità incredibile, lo schivò, e tirando fuori uno stungun, si avvicinò a Conan, che troppo sorpreso dalla scena, venne colpito al collo.
Il detective cadde a terra perdendo i sensi e Vermouth sorrise:” Goodbye….little detective…”
 
Conan aprì gli occhi: era disteso nel suo letto e ben coperto. Pigramente, diede un occhiata attorno e si rese conto di essere in camera sua.
Cosa ci faceva lì? Che il caso fosse stato tutto un sogno? Ricordava che aveva risolto il caso e c’era un membro dell’Organizzazione…poi vuoto totale.
A un certo punto la porta si aprì e vide Ran che si avvicinava al suo letto e vedendo che era sveglio, esclamò:” Conan! Finalmente ti sei svegliato!”
Lui disse assonnato:” Ma che mi è successo?”.
“ Non ti ricordi? Papà ha risolto il caso d’omicidio avvenuto alla villa, poi sei scappato, e poco dopo anche Amuro è sparito. Ho provato a dirlo a papà ma non mi ha ascoltato, così sono corsa a cercarti.
Dopo aver cercato in molti corridoi, il signor Fukuchi mi è venuto incontro con te svenuto in braccio, dicendomi probabilmente che dovevi avere la febbre, poi è andato via dicendomi di salutare papà.
Io ti ho portato in braccio nella sala di prima, e dicendo a papà che stavi male, siamo andati via in fretta e abbiamo recuperato Amuro che era in giro per la villa e siamo tornati a casa.
Ti ho messo subito a letto e a quanto pareva stavi davvero male perché eri caldo e tossivi, ma non mi sembrava febbre.”
Proprio in quel momento Conan starnutì e disse:” In effetti devo avere un pochino di raffreddore ma….non sono queste le cose importanti!”
Tutto a un tratto balzò giù dal letto, prese i suoi vestiti, corse in bagno a metterseli e uscì di casa in fretta dicendo che andava dal professor Agasa.
Mentre correva tra le vie, pensava turbato:<< Genji è riuscito a fuggire…e anche Vermouth nonostante i miei sforzi….e poi si è rimessa la maschera e invece di portarmi all’Organizzazione ha cercato Ran e mi ha riportato da lei…perché?? Non è la prima volta che mi salva….e in quel caso c’e’ qualcosa che puzza…perché mandare ben due membri????>>
Era così assorto nei suoi pensieri che non vedeva la gente davanti a sé e urtò qualcuno cadendo per terra all’indietro.
Guardò la persona davanti a lui ed esclamò:” Tu che ci fai qui???”

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Capitolo 7
*** Tutta la verità ***


Davanti a lui c’era un ragazzo con la pelle scura e un cappellino, ovvero Heiji Hattori. Fece un sorriso a trentadue denti ed esclamò:” Kudo, ci si rivede!”
Conan ripetè seccato:” Che ci fai qui? Un altro caso da risolvere?”
Lui scosse la testa:” Eh no caro, stavolta no. Semplicemente non avevo più nessun caso e mi stavo annoiando, così ho deciso di venire qua per fare una sorpresa al mio amicone!”
Il piccolo pensò sarcastico: << Si, proprio ora doveva arrivare…>>
A un tratto qualcuno spuntò da dietro Heiji e disse calorosamente:” Ciao Conan! Tutto bene? E Ran come sta?”.
Dietro Heiji c’era Kazuha: lui rispose con un sorriso infantile:” Ciao Kazuha! Ran sta benone e anche Kogoro!”
Il detective di Osaka sbuffò seccato:” Volevo venire da solo, ma sai che ormai mi segue ovunque…” e la ragazza a quel punto si accanì contro di lui:” Ehi, vorresti dire che non apprezzi la mia compagnia?”
Conan capì subito che c’era un nuovo litigio in arrivo, e così disse:” Heiji, Kazuha, io devo andare, ho un impegno, a dopo!” e corse via.
Heiji urlò:” Ehi aspetta!!” ma era già andato via e pensò irritato << E mi lascia qui con questa….dannazione!>> e si tappò le orecchie per non sentire gli strepiti dell’amica.
 
Il piccolo detective correva diretto verso la casa del professore, e dopo un paio di minuti ci arrivò, e bussò più volte gridando:” Mi apra, presto professore!”
Il panciuto professore lo aprì chiedendo preoccupato:” Ehi Shinichi, che succede?” ma lui lo oltrepassò in fretta e corse nel soggiorno trovando Ai che leggeva sul divano una rivista in tutta calma.
La bambina alzò un sopracciglio chiedendo:” Quali novità ti portano qui, Kudo? Hai fatto un guaio con i ragazzi? Oppure problemi di cuore con la ragazza dell’agenzia?”
Lui col fiatone e il cuore a mille disse agitato:” Haibara non dire sciocchezze! E’ giunto il momento….di dirti delle cose che ti ho nascosto da un bel po’.”
Lei si fece più interessata e chiuse la rivista mentre lui stremato, si sedette su una delle sedie del tavolo del professore.
“ Professore, l’avviso che di questa faccenda non ne sa niente neanche lei…..bene, iniziamo. Haibara, ricordi il giorno che dopo la scuola mi telefonò l’agente Jodie?”
Lei fece memoria per un paio di secondi e poi disse:” Si, ricordo. Quella volta mi sembrasti sospetto, ma tu mi dicesti che non c’era nulla di cui preoccuparsi…”
“ Si, l’ho detto ma…ho mentito. Quella volta l’agente Jodie mi disse che Rena Mizunashi, alias Kir, le aveva fatto una breve telefonata dicendole che un nuovo membro dell’Organizzazione con abilità da detective era in giro a cercare te e il suo nome in codice e’ Bourbon.”
Ai spalancò gli occhi ma prima che potesse dire qualsiasi cosa Conan continuò:”  Ti ho parlato dell’agente FBI che si chiama Shuichi Akai no? Quello che ha salvato Kogoro quando Gin voleva ucciderlo e ha collaborato con me quando Rena era in coma….bè,è stato ucciso da Rena: non voleva, ma per non far saltare la sua copertura ha dovuto ucciderlo.
Ma Akai sembra essere spuntato di nuovo, l’hanno visto sia Jodie che i ragazzi il giorno della rapina, e pare che avesse anche un aspetto un po’ diverso dal solito Akai, infatti indossava un cappello e aveva una bruciatura sulla guancia, ma dopo essere comparso nella rapina in banca e in un centro commerciale è sparito nel nulla.
Inoltre ci sono delle persone sospette: Sera Masumi di cui ti ho già detto che è interessata a me, ti ha trovato nel video del professore, quello del vaso dove tu sei riflessa nei suoi occhiali, ma penso che sia una coincidenza, in fondo è una detective, non credo sia interessata a te.
E poi durante un caso abbiamo conosciuto un detective che si chiama Tooru Amuro, che ha voluto diventare l’allievo di Kogoro, e mi pare molto sospetto, ho l’impressione che lui indaghi su di me.
E ieri io, Ran, Kogoro e Amuro siamo andati in una villa ed è successo un omicidio, ho scoperto il colpevole e fin qui ok.
Ma sai chi c’era alla festa? Un membro dell’Organizzazione, il suo vero nome e’ Genji ma non so il nome in codice, che e’ scappato dalla festa grazie a Gin che aveva la Porsche parcheggiata fuori: Gin l’ha mandato per assassinare me, Haibara! Gin ha sospetti che io sia vivo o forse ne è addirittura certo!
E alla festa travestita da un sospettato c’era pure Vermouth! Ho provato a fermarla ma mi ha addormentato, mi ha portato da Ran dicendo che avevo la febbre ed è fuggita.
Mi son svegliato oggi e sono corso subito da voi, questo è tutto.”
Conan ora si sentiva leggero: si era sfogato, buttando fuori tutti i suoi problemi, le ansie e le insicurezze.
Ma Ai invece era l’opposto: aveva uno sguardo impaurito e tremava tutta, e poi urlò:” COSA??? Kudo ma stai scherzando? Perché non mi hai detto tutte queste cose prima? Capisco del caso che è successo ieri, ma di Bourbon mi dovevi dire, almeno quello!
Non so chi siano Sera Masumi e quell’altro ragazzo allievo di Mouri ma sono certa di DUE cose: il tizio che vive qui a fianco, a casa tua, è Bourbon e tu ci sei cascato come una pera cotta dicendo quella frase idiota che è una brava persona, è fan di Holmes, si certo!
E seconda cosa siamo in pericolo come non lo siamo mai stati! Un membro dell’Organizzazione vive a fianco a me, la traditrice dell’Organizzazione che sta cercando e vive a casa tua, di Shinichi Kudo, e ci scoprono in un attimo!
Scommetto che ha trovato qualche cosa sospetta in casa tua e lo ha riferito a Gin, che ha mandato quel tizio di nome Genji per ucciderti, ma non ti ha trovato a quella festa, eppure ragiona Shinichi: perché era così certo che tu fossi alla festa???? Qualcuno deve avergli fatto una soffiata e scommetto che Bourbon sospetta che tu sei Shinichi e ha detto a Gin che Shinichi Kudo sarebbe andato a quella festa!
Probabilmente sospetta anche che io sono Sherry e siccome mi ha sempre visto insieme a te, e probabilmente sapeva anche che tu eri sparito dalla circolazione, ha collegato! Siamo in pericolo, e questo per la tua stupidità di non avermi detto niente e aver invitato uno di loro a casa tua!!!” e con la gola bruciante terminò la sua sfuriata.
Conan, scioccato dalla reazione di Haibara disse secco:” Haibara, forse sarò stato stupido a non dirti di Bourbon ma non è assolutamente vero che il signor Subaru è Bourbon, che ha fatto una soffiata e altre cose…sono solo tuoi vaneggiamenti perché sei accecata da quella stupida sensazione di pericolo per quegli uomini!”
La bambina si alzò di scatto:” E così vaneggio? E così sono stupide sensazioni? Scusa, è vero che sei tu il super detective, arrivederci allora!” e scese nel laboratorio sbattendo la porta.
Agasa disse in tono dispiaciuto:” Senti Shinichi…” ma lui lo interruppe” Non importa, professore. Ora vado, me la saluti.” e nel salotto aleggiò il silenzio mentre Conan apriva la porta sotto lo sguardo triste di Agasa e uscì.
                                               
Nella casa a fianco a quella del professore, Subaru Okiya appostato vicino a una finestra, aveva degli auricolari nelle orecchie, e se li sfilò quando la conversazione finì e nel frattempo Conan usciva da casa Agasa: commentò il tutto con un sorriso misterioso, che indicava che aveva sentito tutta la discussione tra i due ragazzi rimpiccioliti.
 
Tristemente camminava diretto verso l’agenzia quando sentì un botto: corse a vedere preoccupato e notò un capannello di persone riunite: si fece largo e vide una moto per terra e un giovane col casco in testa che tranquillizzava la folla:” Ehi, tranquilli non è niente!”
Conan sbuffando stava per andarsene quando alzando lo sguardo si paralizzò: di fronte a lui c’era un uomo con un cappello nero, uno sguardo truce, le mani in tasca e una bruciatura sulla guancia destra, e guardava con un espressione vuota il tizio che era caduto dalla moto: Conan e l’uomo col cappello erano distanti solo per via del giovane per terra e la folla: ad un tratto il tipo col cappello gli diede le spalle e si allontanò.
Il ragazzino, in preda al panico si liberò dalla folla e si guardò intorno: ma l’uomo era sparito….
Ad un tratto il suo cellulare, quello di “ Conan” squillò, e sul display lesse il nome “ Hattori”.
Alzando un sopracciglio e ancora preoccupato per il suo incontro inaspettato, rispose:” Pronto?”
“ Ehi!” urlò Heiji. “ Senti, io e Kazuha siamo andati all’agenzia, vieni anche te!”
Conan disse seccato:” E perché dovrei? Sta tramontando adesso, ho ancora un po’ di tempo prima di cena…” ma il suo migliore amico lo interruppe e invece di gridare come poco prima, bisbigliò:” Vedi, è che mi sto annoiando, quelle due non fanno che parlare tra di loro e spettegolare e il vecchio Mouri è ubriaco e dorme nella scrivania circondato dal suo trono di lattine di birra, quindi vieni!”
Con uno sbuffo, disse:” E va bene Hattori, ora arrivo, ciao.” e chiuse la chiamata.
Si mise le mani in tasca, seccato ancora di più: si era lasciato sfuggire quel membro dell’Organizzazione, si era lasciato sfuggire Vermouth e lei l’aveva pure fregato, Amuro ogni minuto che passava scopriva qualcosa in più sul suo conto, Hattori spunta nel momento sbagliato, poi la brutta litigata con Haibara, l’incontro con quel tizio col cappello e ora doveva pure tornare all’agenzia altrimenti Hattori, conoscendolo, l’avrebbe tempestato di chiamate.

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Capitolo 8
*** Discussione ***


Nell’agenzia Mouri quel giorno regnava particolarmente chiasso: il russare fragoroso di Kogoro valeva come cinquanta squilli di trombe, e le chiacchiere tra Kazuha e Ran, dove ogni tanto c’erano delle esclamazioni esagerate superavano persino il rumore di Kogoro: Hattori era seduto su una sedia con le braccia incrociate dietro alla testa e faceva grossi e frequenti sbadigli.
Pensò disperato: << Ma quando diavolo torni, Kudo?>> ma proprio in quel momento la porta si aprì e entrò proprio lui, con una faccia seccata.
Ran appena vide Conan, gli corse subito incontro esclamando: Conan! Ero preoccupata! Stai male ma sei uscito lo stesso e sei rimasto fuori un bel po’! Se non ti avesse chiamato Hattori, l’avrei fatto io!” e Heiji dietro di lei ghignò malevolo.
Nel frattempo Ran si era allontanata ed era tornata subita avvolgendo una coperta sulle spalle di Conan con un sorriso: lui arrossì un poco mentre Heiji dietro di loro si rotolava dalle risate.
Il piccolo fece un sorriso innocente e si rivolse a Ran:” Ran-neechan, io e Heiji andiamo di sopra, gli devo far vedere quel che ho fatto ultimamente a scuola, lui mi potrebbe anche aiutare!”
E senza dare il tempo a Ran di aprire bocca, prese per il polso Heiji e correndo lo trascinò di sopra, in camera sua.
In un attimo l’espressione infantile lasciò posto a una imbronciata:” Hattori, se non la pianti di ridicolizzarmi ne pagherai le conseguenze!”
Il detective dell’ovest lo prese in giro:” Oh davvero, e cosa può farmi un moccioso come te?” ma si interruppe vedendo che aveva fatto uscire un pallone dalla sua cintura e stava potenziando le scarpe con un sorriso sfottente: assunse un espressione spaventata e balbettò:” O-ok, va bene, non ti prenderò più in giro!” ma tenne le dita incrociate dietro la schiena.
Più tranquillo, Conan calciò il pallone dentro a una cesta dove c’era qualche giocattolo, sicuramente regali di Ran, dato che era ignara che non era un mocciosetto di sette anni, ma un liceale di diciassette anni.
Heiji si lasciò cadere di schiena nel letto e chiese:” Bè? Che volevi dirmi?”
L’amico raccontò ad Heiji le stesse cose che disse ad Haibara, dell’omicidio di Akai, di Bourbon e il suo obiettivo, di Subaru, che aveva ospitato a casa sua, il sosia di Akai visto da Jodie e dai Detective Boys, la faccenda riguardante il video dove comparve Haibara e alla quale era implicata Sera, l’arrivo di Amuro che e’ diventato allievo di Kogoro e lo spiava, e per finire tutto ciò successo alla villa di Shigei, il suo litigio con Haibara e il suo avvistamento del tizio identico ad Akai poco prima.
Heiji si mise una mano sotto il mento, perplesso:” Kudo, ma sei proprio sicuro che sia un nuovo membro? E se fosse lui Bourbon?”
Conan scosse la testa:” Ne dubito fortemente. Bourbon cerca Haibara, non me, e dell’idea che mi sono fatto di Bourbon, non credo sia così agitato appena viene sospettato di omicidio e che obbedisca come un cagnolino a Gin.”
“ Be’ Kudo, sei accerchiato da troppe persone e molto più in pericolo di prima: ci sono quel Subaru, Sera, quel tizio allievo di Kogoro, l’altro che hai incontrato alla villa, Vermouth, il tizio col cappellino simile a quel tuo complice dell’FBI di nome Akai, e c’e’ anche la minaccia di quelli che ti hanno fatto rimpicciolire, se hanno assoldato uno per cercarti e la loro macchina era fuori dalla villa. Devi stare attento, tu e quella piccola scienziata che ha creato quel farmaco dovete stare molto attenti.”
Conan incrociò anche lui le braccia dietro la testa, seccato:” Ah questo ad Haibara non dirlo, lei è costantemente spaventata, mai un attimo di tregua o tranquillità, è sempre oppressa da quelli.”
L’amico replicò serio:” Kudo in parte dovresti capirla: in quell’organizzazione ci è praticamente nata senza conoscere i genitori, le hanno ucciso la sorella e ha dovuto creare un veleno, ed era oppressa da quella donna dell’Organizzazione di nome Vermouth.”
Il finto bambino disse stizzito:” Lo so questo! Ma si comporta in un modo che non capisco. Ah comunque non sono d’accordo con te nell’includere anche Subaru nelle minacce intorno a me, lui è a posto.”
Heiji rispose:” Questo lo dici tu, mai dire mai. Vive a casa tua, forse ha scoperto qualcosa che gli ha fatto capire che tu eri vivo, l’ha riferito agli altri ed ecco perché uno di loro è stato assoldato per cercarti.”
Il detective dell’est sbottò:” Ancora con questa storia? Haibara ha detto la stessa cosa, non sono d’accordo! Haibara è fissata, dice che e’ un membro dell’Organizzazione per il motivo che hai detto tu, perché avverte in lui l’odore dei membri dell’Organizzazione e perché ha un intelligenza da detective.”
Heiji alzò un sopracciglio, colpito:” Che vuol dire che la ragazzina sente l’odore di quei tipi? Non li fiuterà spero?”
Conan quasi cadde per terra, non riuscendo a credere che il suo amico fosse così idiota:” Ma certo che no! Ai li sente, è una sorta di percezione, forse dovuta al fatto che è stata troppo lì dentro…quando avverte qualcuno di pericoloso i suoi occhi esprimono puro terrore e trema tutto, non sembra più lei e diventa fragilissima, a dispetto di ciò che è di solito.”
“ Cavolo, questo non lo sapevo!” esclamò l’Osakiano “ Ma allora ha ragione lei, caro Kudo. Se in lui c’e’ la puzza di quei tipi, ha un intelligenza da detective e guarda caso, Bourbon ha abilità da detective e vive a casa tua…è ovvio che sia Bourbon, altrimenti quelli come hanno fatto a iniziare le indagini per capire in successione che tu sei vivo?”
“ Hattori, ti ho detto che ne sono sicuro, lui non è uno dell’Organizzazione, sono vostre paranoie, chiudiamo il discorso.”
“ Kudo, sei uno zuccone, quando ci sbatterai la testa non venire a piangere da me: comunque viene spesso il tizio allievo del vecchio Mouri?”
“ Ah mi sono dimenticato di dirtelo. Lui lavora come cameriere al bar Poirot, quello sotto l’agenzia, e nei suoi giorni liberi sta con noi.”
“ Benissimo.” disse Heiji con un sorriso “ Con un po’ di fortuna potrei pure incontrarlo. Ah, ti volevo chiedere qualcos’altro, ma sei sicuro che quel tuo amico FBI sia morto? E se quello che va in giro non fosse uno che lo emula, ma il vero? Se l’auto in cui c’era il suo corpo è stata bruciata, ci sta che sia scappato però si sia bruciato la faccia….e magari vaga in giro senza meta e non parla con nessuno perché ha perso la memoria per lo shock.”
A queste affermazioni Conan rispose subito, veemente:” No! Non bastava quella sciocchezza su Subaru, ora pure quest’altra cavolata! Akai non perderebbe la memoria in un modo così stupido, ne ha passate di peggio! E in ogni caso è morto, lo hanno confermato pure le impronte digitali!”
Heiji fu decisamente spiazzato:” Calma, è un ipotesi…potrei anche avere ragione, tu ultimamente pensi che tutto sia come pensi te e….” ma a quel punto venne interrotto dall’amico che parlò con voce dura:” Sulla morte di Akai e su Subaru non voglio discussioni. Akai era un uomo davvero grande, ha avuto le sue colpe ma era davvero un grande, io lo stimavo molto, era un ottimo alleato.
Ma ora non c’e’ più, punto.”
Nella camera calò il silenzio, mentre i due detective si guardavano a vicenda: quello con gli occhiali con uno sguardo serio e deciso, mentre quello di pelle scura con uno sguardo dubbioso e anche sconcertato per questo cambiamento nell’amico.
Il silenzio si sarebbe prolungato se non fosse stato rotto dal grido di Ran:” A tavola, è ora di cena!”
I due sussultarono, e confusi in quanto l’ora di cena era arrivata troppo in fretta si affacciarono alla finestra e notarono che da poco era calato il buio e gli ultimi fazzoletti di tramonto erano più che altro delle scie violacee e gialline.
A un altro richiamo di Ran, i due scesero al piano di sotto in fretta e a entrambi colò la bava dalla bocca vedendo le prelibatezze che aveva cucinato Ran, e già si apprestavano a mangiare quando Kazuha li spinse indietro, autoritaria:” Eh no, dobbiamo essere tutti a tavola e dovete lasciarne anche agli altri!”
Conan non replicò sconsolato, ma Heiji invece si:” Eh dai, rompiscatole, togliti che vogliamo mangiare! Voi ci avete chiamato dicendo che era pronta la cena, quindi si mangia!”
Stava per iniziare l’ennesimo battibecco, quando Conan intervenne:” Ehi, ma dov’e’ Kogoro?”
Ran, mentre metteva delle bottiglie d’acqua nella tavola sbottò seccata:” E’ andato a prendere della birra, perché dice che senza la cena non ha senso!” e disse le ultime parole scimmiottandolo, cosa che fece scappare una risatina ai due ragazzi.
La porta si spalancò e comparve un ridente Kogoro con una busta in ognuna delle due mani: Ran esclamò felice:” Papà! Allora hai fatto altra spesa, meno male, eravamo a corto!” ma lui capovolse le buste sulla sua scrivania rivelando il contenuto: c’erano solo lattine e lattine di birra.
Ne acchiappò tre e le posizionò nella tavola, vicino al suo piatto.
L’espressione di Ran all’inizio era delusa, poi sconcertata, ma poi divenne vera e propria rabbia: in un impeto di furia buttò le lattine nelle due buste e prendendone ognuna in una delle due mani le fece roteare e le lanciò fuori dalla finestra.
Kogoro rimase a bocca aperta, impietrito: era troppo incredulo per parlare, poi svenne. Ran assunse un espressione contrariata e arrabbiata nello stesso tempo finendo di preparare, mentre Heiji e Conan si guardarono e poco dopo incominciarono a rotolarsi dalle risate.

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Capitolo 9
*** Strano incontro ***


Poco dopo mangiarono e fu una cena all’insegna dell’allegria.
Kogoro fra un pasto e l’altro beveva le sue tre lattine di birra iniziando a sentire i sintomi dell’ubriachezza, Ran lo rimproverava fra le risate di Conan e Heiji, Heiji e Kazuha battibeccarono sputandosi tutto il cibo in faccia mentre Conan rideva a più non posso, vendicandosi inoltre di quando Heiji lo aveva preso in giro appena arrivato: durante quella cena Conan aveva dimenticato tutti i problemi che lo affliggevano.
Dopo la cena e un po’ di televisione, Heiji si alzò dicendo:” Be’ buonanotte, ci vediamo domani.”
Kazuha si alzò con lui e Ran li guardò stranita chiedendo:” Come, non dormite qui?” ma lui rifiutò:” No, abbiamo prenotato all’Haido Hotel, ci vediamo domani, eh!”
Mentre Kogoro si era già addormentato sul tavolo, Ran e Conan accompagnarono i due alla porta.
Conan chiese:” Ma ci andate a piedi?” e lui fece un sorrisetto:” Ho la moto sotto!”
I due ragazzi salirono sulla moto e salutando Ran e Conan con la mano, partirono.
 
Heiji guidava tranquillo, avevano lasciato da poco l’agenzia Mouri, quando la moto pian piano iniziò a rallentare: Kazuha dietro di lui chiese nervosa:” Che succede?”
Heiji imprecò e le rispose:” Abbiamo finito la benzina, tenterò di proseguire fino al prossimo distributore.”
Ormai si muovevano con un andatura lenta, quando per un colpo di fortuna pochi minuti dopo trovarono un distributore illuminato self-service.
Heiji smontò dalla moto e lo stesso fece Kazuha: era notte fonda.
Abituato ormai a fare benzina, iniziò a farlo con uno sbadiglio: Kazuha lanciava occhiate ansiose intorno.
Quel distributore si trovava in un luogo poco abitato, era abbastanza isolato, c’erano due o tre vicoli che portavano al centro abitato pieno di luci, dove Kazuha non vedeva l’ora di andare.
“ Bene, ho finito!” disse Heiji dopo un paio di minuti. “ Ora possiamo andar….” ma s’interruppe.
Di fronte a loro, illuminato dalla luce del distributore e da quella fievole di un paio di lampioni camminava un uomo con dei vestiti scuri, un cappello e una cicatrice sulla guancia, l’unica parte di volto che videro dato che era di profilo e poterono vedere solo la parte destra della sua figura.
Kazuha osservava perplessa prima l’uomo e poi Heiji: il ragazzo era sconvolto e impietrito. << Quello è…l’uomo di cui mi ha parlato Kudo! Quello simile al suo amico Akai che a detta sua non può essere Akai! >>
L’uomo svoltò in uno di quei vicoli bui, che portavano al centro abitato: Heiji bisbigliò all’amica:” Kazuha, tu aspetta qui! E niente storie, rimani qui due secondi!” aggiunse quando lei tentò di aprire la bocca per ribattere.
Il ragazzo si avviò di corsa nel vicolo buio, correndo dietro a quell’uomo: Kazuha notò che era la stessa situazione successa a Ran.
Ran e Kudo erano insieme, lui aveva visto un uomo sospetto vestito di nero e gli era corso dietro, in un vicolo buio dicendo a Ran di aspettarlo: era praticamente la stessa identica situazione, il tipo che avevano appena visto era vestito di nero anche lui.
La ragazza tremò in parte per il vento gelido che spirava e in parte per l’ansia: non voleva che Heiji sparisse com’era successo a Kudo.
 
Heiji ormai era in mezzo a quella stradina, solo un lampione che emanava una fioca luce gialla illuminava, e di certo non aiutava, dato che illuminava solo il volto del ragazzo, mentre tutto il resto era al buio.
Esclamò rivolto all’uomo col cappello:” Ehi tu, aspetta! Ti chiami Shuichi Akai??”
L’uomo non continuò la sua camminata ma si fermò: si voltò, rivelando il suo volto, unica parte visibile alla luce del lampione: gli occhi e la cicatrice dell’uomo facevano rabbrividire Heiji, lui che non si scomponeva davanti ai cadaveri.
L’uomo si avvicinò a Heiji, avevano un metro di distanza l’uno dall’altro: e l’uomo tolse la mano sinistra dalla tasca puntando una pistola alla fronte di Heiji.
Il ragazzo non era animato dal suo solito coraggio ma era paralizzato lì: chiuse gli occhi, in panico. Era finita, sarebbe morto, ucciso da uno sconosciuto: Kudo avrebbe provato rimorso per tutta la vita, per non parlare di come avrebbe sofferto Kazuha…Kazuha….già non era neanche riuscito a dichiararsi a lei.
Ma dopo un minuto non era ancora successo niente: Heiji con timore aprì gli occhi ma nella strada non c’era nessuno: l’uomo era sparito.
Avvertì una specie di peso sulla testa e toccandosela trovò un foglietto, dove c’era scritto:
 
Sei un detective e io rispetto i detective.
Arrivederci.
 
 
                                                                                                                                 Shuichi Akai
 
Il respiro di Heiji si fece meno affannoso, e sussurrò:” Allora avevo ragione, è proprio l’amico di Kudo, non un impostore!
Logico che ha una pistola, è dell’FBI e me l’ha puntata probabilmente per mettermi alla prova! E la sua firma dice tutto!”
Mentre tornava da Kazuha si diede mentalmente del codardo: davanti a quell’uomo di nome Akai sembrava una femminuccia tremante: l’uomo col cappello in questione, lo spiava da dietro un muretto, e con un sorriso strano, sparì.
 
P.S: Noto che alcuni hanno messo la fic fra le seguite o le ricordate, ogni tanto lasciate una recensione se vi va ^^

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Capitolo 10
*** Minaccia ***


Quando Heiji tornò al distributore e vide Kazuha rannicchiata per terra con le lacrime agli occhi, rischiò di nuovo di prendersi un infarto come poco prima: corse da lei tentando di chiederle spiegazioni ma appena ci provò lei lo abbracciò di slancio:” Heiji! Avevo paura che non tornassi più, che facessi la fine di Kudo!”
Lui arrossendo, disse piano:” Ok, ok tranquilla…non e’ successo nulla.”
Kazuha forse si rese conto solo in quel momento di essere avvinghiata ad Heiji e imbarazzata si staccò.
Heiji disse deciso:” Bene Kazuha, si torna all’agenzia Mouri.”
“ Cosa? Da Ran? Perché?”
“ Fa come ti dico e basta.” disse il ragazzo risoluto e montò in sella: subito dopo che lo fece anche Kazuha partirono a tutta birra verso l’agenzia Mouri.
Appena arrivati, Heiji bussò con forza e una Ran assonnata andò a dormire, stupita nel trovarsi i due sulla porta:” M-ma voi non dovreste essere in albergo?”
Heiji replicò:” E’ una storia lunga, tu fai dormire Kazuha nel letto con te, non si regge in piedi dalla stanchezza” e infatti Kazuha si reggeva in piedi solo per forza di volontà altrimenti sarebbe già crollata addormentata.
Il ragazzo continuò a dare istruzioni:”Non addormentarti, io devo sbrigare un ultima cosa e poi torno, se non ti dispiace dormirò anche io qui, mi posso accontentare anche di un futon.” e mentre Ran annuì disorientata lui chiuse la porta e uscì.
 
Ran aveva sistemato la sua amica nel suo letto e aveva preparato il futon per Heiji vicino al letto dove Conan dormiva profondamente: lei non si era coricata ma si era seduta su una sedia in cucina aspettando il ritorno di Heiji.
Era davvero un quadretto strano ciò che si era formato: Kogoro e soprattutto Conan erano assenti, più che altro addormentati, e Kazuha se prima era mezzo addormentata, ora era addormentata del tutto, così erano lei e Hattori a gestire il tutto.
Si passò una mano sulla fronte, stanca: avvertiva nell’aria uno strano presagio, come se presto sarebbe scoppiato il finimondo…se lo sentiva che in quei giorni sarebbe successo di tutto.
 
Heiji era corso in moto fino all’Haido Hotel per fare disdetta sulle prenotazioni: aveva deciso che sarebbe rimasto a casa Mouri, e non vedeva l’ora di comunicare tutto a Kudo.
Era ancora un po’ scioccato dall’incontro con Akai ma era anche soddisfatto perché aveva battuto Kudo in una deduzione e non una semplice deduzione ma cose riguardanti lui, riguardanti quell’organizzazione che l’aveva rimpicciolito.
Sempre di corsa tornò all’agenzia Mouri sempre andando a tutta birra e con il cuore in gola bussò ripetutamente alla porta e andò ad aprirgli di nuovo Ran, più sveglia di prima.
Lui le chiese:” E Kazuha e gli altri?” e la figlia di Kogoro rispose:” Kazuha dorme, e anche gli altri. Sarà meglio che andiamo anche noi a dormire, il tuo futon è già pronto” e facendogli un sorriso stanco, si avviò verso la sua stanza.
Heiji capì quanto fosse generosa e di buon cuore Ran: prima che lei entrasse in camera sua lui disse:” Grazie….Ran.” pronunciando per la prima volta il suo nome.
Ran si voltò incrociando il sorriso di Hattori: anche lei si sciolse in un sorriso bisbigliando:” Di nulla……Heiji.” e anche lei aveva pronunciato per la prima volta il suo nome; poi entrò in camera sua.
Heiji non si era mai sentito legato in particolar modo a Ran: quando veniva a Tokyo era sempre insieme a Shinichi a risolvere casi o a aiutarlo contro quell’organizzazione…oppure era sempre occupato con Kazuha, ma non aveva mai pensato che il filo conduttore fra lui, Kazuha e Shinichi…era Ran. la migliore amica di Kazuha e da quanto aveva sentito ultimamente da Kazuha, la fidanzata di Shinichi, dato che lui si dichiarò a lei a Londra.
Non provava nessun sentimento d’amore per Ran però si sentiva più legato a lei, la sentiva più amica da quella notte.
Sbuffando entrò piano nella camera di Conan e lo vide profondamente addormentato: decise di non disturbarlo, in fondo anche lui era stanco, avrebbe rimandato le discussioni al giorno dopo.
E mentre si infilava nel futon si disse che adesso anche lui, come Kudo aveva il suo carico di problemi: inferiore ma era sempre un bel carico.
Ma del resto aveva accettato di buttarsi nel pericolo da quando era diventato amico di Kudo dopo aver scoperto la sua identità: se avessero chiesto a Heiji di cancellare quel giorno non l’avrebbe mai fatto, perché quel giorno era nata una forte amicizia.
 
Quella stessa notte una Porsche nera girava per le strade di Tokyo e per pura coincidenza non aveva incrociato Heiji che era in giro sino a poco prima.
Alla guida c’era Vodka, al suo fianco Gin, e dietro Genji.
Gin ghignava:” Se inizi così quando ti presenterò a quella Persona e inizierai a lavorare attivamente che farai?” il suo occhio non coperto dal ciuffo di capelli guardava dietro: era rivolto a Genji.
Genji non rispose alle provocazioni maligne di Gin: con la mano destra si teneva il braccio sinistro, che era legato da una benda dove spuntava del liquido rossastro premuto dalla benda.
Vodka pensò << Aniki non perdona facilmente gli errori…l’ha solo colpito al braccio perché era un fallimento di poco conto e ancora non è propriamente uno dell’Organizzazione…ma se farà errori più grossi d’ora in poi…Gin potrebbe torturarlo e preso dalla foga potrebbe anche ucciderlo.>>
Gin mantenne il suo solito ghigno:” Prima o poi troverò Shinichi Kudo…e quando lo porterò alla base Vermouth rimarrà con un palmo di naso…e così lei non ha mai sentito parlare di Shinichi Kudo, eh? Lo vedremo quando lo porteremo, infatti ho cambiato idea: non bisogna ucciderlo sul posto ma portarlo alla base: quella Persona si accorgerà che Vermouth trama qualcosa e verrà uccisa, poi toccherà a Kudo…e a Sherry, non mi sono dimenticato di lei.”
Vodka chiese:” Ehi Aniki, secondo te che cosa sta combinando Bourbon?”.
Ad un tratto il ghigno scomparve dal volto di Gin, e rispose secco:” Non lo so, è in giro a cincischiare, non si sa che faccia e quella Persona gli dà pure corda, quanto lo odio. Un giorno o l’altro Bourbon morirà per mano mia”.
Genji ebbe uno scatto rabbioso che però seppe reprimere abbastanza, infatti Gin non si accorse di nulla.
Ma il suo socio continuò a domandare:” Ma non potremo affidare la cattura di Shinichi Kudo a Bourbon?”
Gin lo freddò con uno sguardo gelido e omicida allo stesso tempo che fece quasi andare Vodka fuori strada:” Vorrai scherzare, Vodka. Affidare a Bourbon quella missione? E’ come se fosse un mio compito, grazie a lui Vermouth morirà.
E poi non hai capito che non merita neanche di stare nella nostra organizzazione? E’ un bel po’ che vagola inutilmente a cercare Sherry quando io la trovai all’Haido Hotel poco dopo che fuggì e la stavo anche per uccidere, mancava solo il colpo di grazia: se il capo non avesse affidato dopo quell’episodio a Vermouth la cattura di Sherry l’avrei ritrovata in un attimo, sarebbe morta e ci saremo tolti di messo una traditrice almeno.
E poi Bourbon oltre a cercare Sherry senza riuscirci pensa ancora che Akai sia vivo e cerca inutilmente pure lui….che pagliaccio.” e finì la sigaretta, gettandola dal finestrino.
La Porsche passò vicino all’uomo col cappello e la bruciatura sulla guancia che però era mimetizzato nel buio e nessuno si accorse di lui: l’uomo si era girato a guardare la Porsche sorridendo.
Intanto non sapeva che anche lui era spiato in quel momento: Subaru Okiya da dietro un muro spiava l’uomo col cappello.
Okiya guardò l’ora: era mezzanotte. Decise che era ora di tornare a casa e mentre camminava spedito per accumulare distanza tra lui e quell’uomo sorrise, sistemandosi gli occhiali.

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Capitolo 11
*** Incomprensioni. ***


Il giorno dopo Heiji si svegliò quasi di colpo: guardò la sveglia posata sul comodino notando che erano le 9:30.
Diede un occhiata al letto ma non vide nessuno: stava per prendersi un colpo quando si accorse che Conan era in piedi già vestito davanti alla finestra aperta: il sole rifletteva i suoi raggi nella stanza.
Gli chiese:” Sei già sveglio?”
Il piccolo sempre dandogli le spalle disse tranquillo:” Si, sto riflettendo su molte cose, e guardare fuori aprendo la finestra mi aiuta a pensare.”
Heiji lo lasciò tranquillo per un altro paio di minuti, ma poi non riuscì più a trattenersi:” Kudo…senti, ti devo parlare.”
Conan stavolta si voltò chiedendogli:” Cosa mi devi dire?”
Heiji sospirò: ma poi si fece coraggio e parlò:” Ieri quando…quando me ne sono andato da qua con Kazuha, son successe un bel po’ di cose.”
Conan gli rivolse uno sguardo interrogativo, e il ragazzo continuò:” Non te lo volevo dire perché sei insolitamente tranquillo, quindi ti prego di non fare troppo casino quando saprai tutto.
Be’, io e Kazuha eravamo in moto diretti all’Haido Hotel ma non avevamo più benzina e mi sono fermato a un distributore self-service per fare rifornimento.
Tutto tranquillo: ma poi di fronte a noi stava camminando….c’era l’uomo col cappello e la cicatrice, quello di cui mi hai parlato e che hai visto proprio ieri.”
Conan pensò che il suo cuore stesse scoppiando, ed esclamò:” Cosa?????????” ma Heiji subito lo zittì bisbigliando:” Ssst! Le ragazze dormono e se si svegliano non potremo più parlare in pace!”
Conan abbassando il tono della voce disse turbato:” Non ci credo! Pure tu hai incontrato quel tizio! Era sparito e ora sta riprendendo a girare per Beika!”
Heiji lo interruppe perché Conan voleva dire una fiumana di parole:” Fammi finire. Ho detto a Kazuha di aspettarmi al distributore e gli sono corso dietro, dato che stava sparendo in un vicolo praticamente buio.
Non si fermava così gli ho chiesto se si chiamava Shuichi Akai e…” ma Conan balzò su di lui prendendolo per il colletto del pigiama, infuriato:” Ma sei diventato scemo?????? Perché gli hai chiesto una cosa del genere????? Potrebbe pure pensare che Akai sia vivo, senza contare che è sospetto che tu, un detective di Osaka lo conosca, se è un tizio pericoloso, farà il collegamento! Stupido! Sei uno stupido, mi devi sempre mettere nei guai!” ma Heiji a un tratto se lo scrollò di dosso mandandolo a sbattere contro la sua scrivania.
Massaggiandosi il collo, il ragazzo si sedette sul letto dicendo:” Io tento solo di aiutarti, non di metterti nei guai. E comunque ti avviso che la tua ipotesi è caduta.”
Conan che era seduto per terra aveva preso una botta in testa sbattendo contro la scrivania ma nonostante fosse stordito per quello disse debolmente:” Che intendi dire?”
L’Osakiano rispose:” Vedo che hai deciso di stare calmo e farmi finire, perlomeno. Mentre gli ho fatto quella domanda, lui si e’ fermato e mi ha guardato e incontrando i suoi occhi ho avvertito brividi: erano cos’ freddi e vuoti, io da piccolo all’inizio avevo paura dei cadaveri quando papà mi portava con lui ma guardando quegli occhi e soprattutto quando mi ha puntato una pistola in fronte mi sono proprio spaventato, non mi ero mai impaurito così in tutta la mia vita e se ci penso mi trovo solo ridicolo.
Comunque, mi ha puntato una pistola in fronte e ho chiuso gli occhi terrorizzato, vedendomi tutta la mia vita scorrere…ma dopo un po’ mi accorsi che non era successo un bel niente, e aprendo gli occhi ho visto che era sparito lasciandomi in testa questo foglietto.”
Detto questo si alzò, frugò nella tasca dei suoi pantaloni e prendendo un biglietto appallottolato lo lanciò all’amico ancora per terra, dolorante dopo quella botta, che lo spiegò, tremante.
Dopo aver letto il messaggio spalancò la bocca e gli occhi dal terrore e Heiji disse:” Visto? Quello e’ Akai, vuole solo essere lasciato in pace, starà conducendo indagini da solo e non vuole gente in mezzo.”
Conan ritrovò l’uso della parola e delle gambe e alzandosi disse serio:” No Hattori. Ti ripeto che Akai è morto, questo tizio è un impostore e il fatto che si sia firmato con nome e cognome di Akai significa che vuole spacciarsi per lui, ergo è pericoloso e che lo conosceva!”
“ Kudo” disse Heiji piano “ Non farti accecare dalle tue deduzioni, come nel caso in cui l’assassino era il tuo calciatore preferito e tu continuavi imperterrito a dire che non era lui il colpevole….”
A quel punto il detective dell’est scoppiò definitivamente:” COSA?? E’ vero che ho fatto così ma alla fine l’ho assicurato alla giustizia e l’ho fatto con la morte nel cuore!
E non sono deduzioni mie, ne sono sicuro!!!! Sicuro! Shuichi Akai e’ morto, era la colonna portante dell’FBI ma è morto!
Il tizio che si spaccia per lui è un impostore, è pure pericoloso e abbiamo pure altre minacce e tu continui con quest’idiozia che quello è Akai!
Ieri l’ho incontrato finalmente e non poteva essere lui…non poteva assolutamente…” e cadde seduto sul pavimento fissando il vuoto.
Heiji pregando che le ragazze fossero a fare qualche commissione o ancora profondamente addormentate, si avvicinò, toccandogli la spalla: ma Conan lo respinse col braccio, si alzò e corse via dalla stanza.
Heiji si affacciò alla finestra e poco dopo lo vide uscire diretto verso una destinazione ignota: l’aveva fatta grossa stavolta, un litigio con Kudo era una cosa che non avrebbe mai desiderato che avvenisse; con un sospiro, iniziò a vestirsi.
 
Qualche minuto dopo la fuga di Conan, Ran e Kazuha che erano state svegliate dalle urla del piccolo contro Heiji, andarono nella loro camera e Ran chiese:” Che è successo? Ho sentito Conan parlare di cose strane, ma non abbiamo capito che diceva, parlava così in fretta.”
Heiji esultò dentro di sé per la notizia che non avevano capito niente e poi disse con voce piatta:” Io e Ku…cioè Conan abbiamo litigato ed è scappato infuriato.”
“ Cosa???” esclamò Kazuha “ Sei sempre il solito Heiji, ora pure con un bambino attacchi briga!”
Heiji, già seccato per la lite precedente stava per risponderle in malo modo quando Ran intervenne:” E sai…dov’e’ andato?”
Heiji scosse la testa, e lei a quel punto scese le scale correndo. Kazuha gridò:” Aspetta Ran! E’ tutta colpa tua!” aggiunse rivolta a Heiji per poi raggiungerla.
Il detective si passò stancamente la mano sul volto e poi scese anche lui sulle scale aspettando vicino alla porta: quando Ran e Kazuha uscirono vestite Heiji le bloccò.
Ran chiese:” Hattori, non starai cercando di bloccarci, vero?”
Il ragazzo rispose, un po’ stizzito che avesse ripreso a chiamarlo per cognome:” No, ma voglio solo dire calma e sangue freddo.
Ora ci divideremo e ognuno di noi cercherà in un posto diverso, il luogo di ritrovo sarà casa di Kudo e chi trova Conan lo porterà lì in modo da riunirci tutti e tornare qui all’agenzia.”
Le due ragazze acconsentirono ma la figlia di Mouri chiese stupita:” Ma tu come fai a sapere dov’e’ la casa di Shinichi?”
“ Ehm…per telefono Kudo mi ha detto in che punto si trova a Tokyo e quando alla recita scolastica partecipò sotto i panni del cavaliere e poi tornò a casa, lo accompagnai e la vidi quel giorno, quindi so sia la strada che la casa esatta!” disse lui con un sorrisino ebete: in realtà sapeva della locazione di Kudo il giorno che si era scontrato con quella tizia di nome Vermouth al porto e lui si era travestito ed era andato al party di Halloween a coprire Kudo.
Quella volta avevano preparato lì il piano e si erano assicurati che la scienziata fosse lì al sicuro…ma non era il caso di dirlo.
I tre uscirono e ognuno di loro andò in una direzione.
 
Dopo circa mezz’ora, avevano provato di tutto: Ran era passata da Agasa, Heiji aveva chiamato al padre Yusaku, di cui aveva il numero grazie a suo padre Heizo, che era un buon amico di Yusaku, ma niente.
Kazuha invece era andata alla scuola di Conan, dato che lui non ci era andato perché era ancora raffreddato, ma nessuno le seppe dire nulla, né la Kobayashi, e né Genta, Mitsuhiko e Ayumi, gli unici che risultavano amici di Conan.
Prima di andare via, Kazuha notò una cosa e chiese ai tre:” Ehi piccoli, ma quella bambina con i capelli ramati non è con voi?”
Ayumi intervenne” No, neanche lei è venuta da ieri, proprio come Conan e ci mancano. E se..e se…a tutti e due è successo qualcosa di brutto, si sono assentati insieme e…..” ma Kazuha la interruppe prima che la bambina scoppiasse a piangere e le fece un sorriso dolce:” Non preoccuparti, lo troveremo, avrà solo combinato una marachella, uscendo di casa perché si annoiava a stare a casa, sai non è venuto per il raffreddore.
E vedrai che l’altra bambina è anche lei a casa, magari Conan le ha contagiato il raffreddore!” e detto questo, si scusò per l’intrusione e per aver interrotto la lezione e uscì.
Mentre la Kobayashi li faceva tornare ai loro posti, Mitsuhiko le disse sorridente:” Vedrai che stanno bene, l’ha detto pure quella ragazza, che è amica di Ran!”
E Ayumi sorrise e annuì, decisamente più tranquilla rispetto a prima.
 
I tre si incontrarono nel punto di ritrovo stabilito, casa Kudo e ognuno disse dov’era andato senza risolvere nulla.
Tutti e tre avevano il fiatone: Kazuha cadde a terra carponi sfinita seguita da Ran: quest’ultima aveva le lacrime agli occhi, era preoccupatissima per Conan.
Heiji sfinito, si appoggiò a una delle mura della casa tentando di riflettere su dove poteva essere scappato Conan….quando all’improvviso il cancello si aprì con uno scricchiolio e venne chiuso subito dopo, con lo stesso scricchiolio.
I tre si voltarono di scatto e a bocca aperta videro Conan uscire da lì che li guardava sconvolto: che diavolo ci facevano tutti lì?
Kazuha si gettò a terra battendosi una mano sulla faccia:” Che stupidi che siamo stati, abbiamo cercato dappertutto senza guardare il punto di ritrovo, la casa di Kudo, che stupidi!!!!!!”
Heiji e Conan si scambiarono un occhiata penetrante, memori del litigio di prima: ma nessuno ebbe il tempo di aprire bocca perché Ran intervenne irruenta:” Conan!!! Sei sparito senza avvisare, eravamo preoccupatissimi! Hattori mi ha detto che avete litigato e capisco che eri in preda all’ira ma sei un bambino, per di più raffreddato e sotto la mia responsabilità!!!!! E comunque che ci facevi a casa di Shinichi?”
Conan nervoso disse:” Ehm…sono andato dal professor Agasa!”
“ Ah si?” disse lei con tono indagatorio. “ Ma non mi pare che il professore viva a casa di Shinichi!”
Conan deglutì e si diede mentalmente dell’imbecille: si era lasciato prendere dal nervosismo e dal panico e si era tradito da solo, dicendo una cosa assurda.
Heiji intervenne:” Conan intendeva dire probabilmente che Agasa è a casa di Kudo, magari si è sistemato per una nuova invenzione che casa sua non può contenere perché troppo grande” e ridacchiò.
Ran chiese:” E’ vero, Conan?” e lui annuì stupito dal comportamento di Hattori: avevano avuto una brutta lite e lui, anche se se ne vergognava, aveva detto ad Hattori cose brutte, eppure eccolo qui che lo difendeva come ai vecchi tempi.
Stava per rivolgere un fugace sorriso all’amico in segno della loro riconciliazione quando Ran spezzò quella momentanea bolla di felicità:” Allora credo proprio che andrò a salutarlo. è da molto che non lo vedo!”
Kazuha si rialzò da terra:” Giusto, così magari vedremo anche la bambina che sta con lui, quando sono andato a cercare Conan a scuola ho incontrato gli altri bambini che mi hanno detto che si è assentata da scuola ieri e oggi proprio come Conan.”
“ Cosa?” chiese Conan colpito: non aveva visto Haibara dal giorno della loro lite il giorno prima ma non le sembrava malata: perché si stava assentando da scuola?
Ran oltrepassò Conan decisa a entrare e Kazuha l’affiancò: mentre Heiji provava a fermarle con qualche scusa forzata, Conan approfittò della distrazione e si allontanò, svoltando l’angolo e appoggiandosi al muro: in questo modo per vederlo avrebbero dovuto svoltare l’angolo.
Prese in fretta il papillon proprio mentre Ran esclamava ad Heiji che sarebbe entrata e quando la ragazza allungò la mano per aprire il cancello, una voce risuonò lì attorno:” Fermati, Ran!”
Conan aveva sintonizzato il papillon sulla sua vera voce, quella di Shinichi Kudo: Ran si paralizzò e sussurrò:” Shinichi?”
Kazuha rimase a bocca aperta e Heiji notando l’assenza del piccolo Conan, comprese tutto.
La voce del detective dell’est era molto sicura di sé:” Si, sono io! Sono venuto a Tokyo perché qui c’e’ qualche indizio sul caso che sto risolvendo ma fra un paio d’ore dovrei ripartire, passavo di qui per caso e vi ho sentiti. Non entrare assolutamente a casa mia, e se lo vuoi fare, prima chiamami.”
Ran esclamò:” Tu non ti fai sentire per mesi e spunti all’improvviso vietandomi di entrare a casa tua????”
Kazuha, capendo che situazione stava per accadere aveva afferrato Heiji per il braccio e l’aveva allontanato: Ran, da cui sul volto iniziavano a scendere lacrime sussurrò:” Eppure sono tua amica…anzi di più ti sei pure dichiarato…ma tu non ti fidi più di me non è vero, Shinichi??”
Shinichi esclamò preoccupato:” No Ran, è che…”
“ Basta! Non voglio più sentire né te, né le tue stupide scuse!” e piangendo a dirotto corse via: era la seconda volta che litigava con Shinichi e correva via in lacrime: la prima volta era successo a Londra ma poi lui si era dichiarato e l’aveva perdonato ma stavolta non l’avrebbe rincorsa…avrebbe solo tirato un sospiro di sollievo perché non si era avvicinata alla sua casa….
Kazuha urlò:” Ehi Ran, aspetta!” e le corse dietro, lasciando finalmente andare Heiji.
Il ragazzo osakiano chiamò incerto:” Kudo?” ma non arrivò nessuna risposta.
Ficcandosi le mani in tasca svoltò l’angolo vedendo la persona che prima aveva parlato con la voce di un liceale: Shinichi Kudo, brillante detective liceale che aveva risolto un sacco di casi e all’inizio molto arrogante, ora era lì seduto per terra con lo sguardo basso, gli occhiali lucenti e le mani che tremavano.
“ Ehi Kudo…s-stai bene?”
E lui dopo un attimo di silenziò sbottò:” No Hattori, non sto bene e niente va bene! Detesto essere Conan Edogawa, detesto essere un bambino, detesto far soffrire Ran, come se non bastasse Bourbon e gli altri sono a caccia di me e Haibara e non posso tornare grande perché Haibara in questo momento è impegnata con l’antidoto definitivo e tanto se ne prendessi uno momentaneo mi durerebbe molto poco perché recentemente ne ho presi molti, e non riuscirei a parlarle!!!” e non riuscì a trattenere una lacrima sul suo volto che scivolò lungo il mento e cadde a terra.
“ L’antidoto definitivo? Davvero? Questo non lo sapevo…ma comunque Kudo non ti devi abbattere, devi continuare a lottare, sempre!!!!!”
Conan non rispose: Heiji intuì che forse doveva rimanere un po’ da solo e disse:” Be’ Kudo io vado da Kazuha e…… insomma vado dalle ragazze. C-ci vediamo dopo, ok?”
Non arrivò neanche stavolta nessuna risposta ed Heiji dopo un ultimo saluto corse via, diretto verso l’agenzia: ormai aveva anche timore a nominare Ran davanti a lui.
Quando Heiji era ormai lontano, Conan mormorò:” Hattori….grazie.”
 
Subaru Okiya dalla finestra di casa Kudo aveva visto tutto: non seppe che commentare e si versò un po’ di Rye nel bicchiere e lo bevve, mentre fissava Conan Edogawa alias Shinichi Kudo lì sotto ignaro dello sguardo di Okiya su di lui.

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Capitolo 12
*** Lacrime e determinazione. ***


Quando Kogoro Mouri, ancora intontito in quanto si era svegliato da poco aveva udito un gran fracasso per poco non cadeva dalla finestra del primo piano a cui era affacciato per prendere aria: ebbe il tempo solo di vedere dei capelli castani svolazzare e una porta sbattuta al piano di sopra: intuì subito che era la figlia Ran.
Quando era arrabbiata correva proprio come un razzo: ma che diavolo aveva?
Si avviò verso la stanza della figlia e attraverso la porta la udì piangere: preoccupato, stava per bussare quando qualcuno gli trattenne il braccio: voltandosi, vide che era l’amica del ragazzo di Osaka, che a quanto aveva visto aveva stretto un rapporto d’amicizia molto forte con Ran già da un bel po’ di tempo.
Kazuha disse:” Lascia stare, Kogoro: ci penso io” e con un sorriso disse a voce più alta:” Ran? Posso entrare?”
La ragazza udì un si soffocato e a quel punto Kazuha entrò in fretta nella stanza di Ran chiudendo la porta facendo un cenno a Kogoro come per dirgli di andare via.
Ran era in uno stato non pietoso, ma poco ci mancava: profonde lacrime solcavano il suo viso, aveva gli occhi rossi per il pianto ed erano spenti: di solito Ran irradiava luce ed era abbastanza solare, ma quel giorno i suoi occhi erano spenti e il suo sguardo era vuoto, mentre continuava a singhiozzare.
La sua maglia era già bagnata di lacrime in quanto nel pianto, le lacrime gli erano scivolate lungo tutto il viso e lei non premurandosi di scacciarle, erano cadute tutte sulla sua maglia e i capelli erano disordinati.
Kazuha disse:” Ran…tuo padre voleva andare a vedere come stavi e che avevi, ma l’ho mandato via perché tanto lui non riuscirebbe a comprenderti bene…e poi scommetto che non avresti voluto perche’ anche se sei arrabbiata con Kudo, se tuo padre lo sapesse, Kudo sarebbe già stato fatto a fette, e non vuoi che succeda, vero?”
Ran la guardò stupita dalle sua analisi e l’amica le fece l’occhiolino, e sedendosi nel letto sospirò:” Tranquilla…ti capisco, diciamo che più o meno anche io sono in una situazione del genere, no?”
Ran pensò subito ad Hattori, ricordando di come l’ultima volta che la coppia di Osaka era venuta, come Kazuha fosse decisa a dichiararsi, ma purtroppo non era riuscita nel suo intento perché Hattori era corso via a cercare Conan prima che lei finisse la frase: la figlia di Mouri fece un debole sorriso.
 
Heiji era riuscito ad arrivare all’agenzia Mouri e bussò alla porta: Kogoro andò ad aprire, irritato e si irritò ancora di più quando vide chi era: sbraitò:” Che vuoi?”
Il ragazzo spiegò:” Volevo sapere come sta sua figlia: c’e’ anche Kazuha con lei, vero?”
Kogoro strinse i pugni e sputò velenoso:” Non t’importa nulla di Ran, a te importa solo di quella stupida ragazzina. E comunque quando Ran è così distrutta, c’entra per forza quello stupido detective, quel Kudo! E io non farò entrare né lui né tantomeno i suoi amici!” e gli chiuse la porta in faccia.
Heiji Hattori in quei giorni era stato assalito dalla preoccupazione per il suo amico che era incasinato con quell’Organizzazione, Bourbon e Akai…era ancora stressato per via del suo litigio con Kudo e per averlo visto poco fa in queste condizioni e in piu’ ci si metteva Mouri: e così non riuscì più a trattenersi e urlò:” Kudo non ha rovinato la vita a Ran! E Kazuha non è una stupida ragazzina! Se lo volevi sapere, io sono preoccupato anche per Ran, stupido vecchio!”
Heiji ansimò, infuriato e col fiatone: aveva chiamato Ran per nome per la prima volta dalla notte scorsa, aveva citato Kudo nelle sue urla e aveva difeso Kazuha apertamente scordando che probabilmente era di sopra.
Ma gli andava bene così, si era sfogato e non pensava assolutamente di aver sbagliato a urlare a Kogoro.
A quel Kogoro che appoggiato alla porta, strinse i denti irato e si diresse in cucina, nell’intento di cercare una birra.
 
Le due ragazze al piano di sopra sentirono le urla del ragazzo attraverso la finestra aperta e corsero ad affacciarsi.
Ran, stupita per le parole dette da lui, disse: “ Heiji…”
Lo disse piano, ma lui la sentì lo stesso e la guardò sorpreso: anche lei aveva pronunciato di nuovo il suo nome.
Kazuha, che di solito era ossessionata dalla gelosia verso l’amico, stavolta non ci aveva neanche fatto caso, strappò un pezzo del copriletto di Ran e lo lanciò verso Heiji, tenendolo ben saldo.
Lui disse seccato:” Ma devo proprio salire così?” ma Kazuha lo incenerì con lo sguardo.
Rassegnato inizio a salire, e con molta fatica riuscì ad arrivare alla finestra ed entrare in camera di Ran, mentre Kazuha si scusava con lei per aver usato un pezzo del suo copriletto come corda.
Heiji si rivolse subito a Ran:” Senti….Kudo può sembrare un egoista ai tuoi occhi…ma non lo è. Lui tiene a te, e se un tizio come lui si è dichiarato vuol dire che ti ama davvero.”
Ran rispose aspramente:” Ah si? Sparisce, riappare solo per risolvere qualche caso, oppure torna per proibirmi di entrare a casa sua, è una cosa assurda! Vuol dire che preferisce scorazzare per risolvere casi e inoltre oggi ho avuto la conferma che non si fida più di me!”
Il ragazzo sbottò:” Senti, non so perché non ti faccia entrare….te lo dirà Kudo, no?”
Lei disse tristemente:” Ormai Shinichi non mi dice più niente….e poi me lo dirà? Non ci vediamo mai.”
Kazuha intervenne:”Non voglio intromettermi, ma Ran ha tutte le ragioni per comportarsi così.”
Lui ignorò l’intervento dicendo:” Sentite, io sto facendo avanti e indietro, ora cerco di telefonarlo, a dopo!” e con un balzo saltò dalla finestra, e dato che il suo corpo era temprato dal Kendo non si fece neanche troppo male, a parte un intorpidimento alle gambe e un doloretto ai piedi: ma lo ignorò e corse via, alla ricerca di Shinichi.
Ran si sedette sul letto col medesimo sguardo vuoto ma poi fu come se una lampadina si fosse accesa nel suo cervello: sgranò gli occhi e per un attimo tremò.
Kazuha la guardò preoccupato e lei esclamò in tono concitato:” Kazuha, ricordi che ha detto Hattori prima di andarsene???”
“ Che avrebbe telefonato a Kudo?” rispose alzando un sopracciglio.
“ Ma no! Prima ha detto che stava facendo avanti e indietro, questo vuol dire che prima era da Shinichi, ora è venuto da noi, e adesso sta tornando da lui! Lo telefona per chiedergli il punto preciso in cui si trova!”
Con una carica incredibile, Ran saltò dalla finestra allo stesso modo di poco prima di Heiji e Kazuha si prese un colpo ma lei gridò:” Tranquilla, l’ho già fatto una volta, scendi!”
L’Osakiana disse sarcastica:” Pensò che uscirò come i comuni mortali…passando dalla porta!”
Uscì dalla stanza di Ran e attraversò piano il corridoio: aveva paura di fronteggiare Kogoro dopo quella lite con Heiji.
Lo vide bersi della birra, ancora con quell’aria irata, e lei velocemente corse a gambe levate passando davanti a lui, spalancando la porta, scendendo le scale e uscì fuori, col cuore a mille.
Kogoro a stento aveva visto qualcuno, ma immaginò che si trattasse di Kazuha, e sbuffò battendo un pugno sulla scrivania.
 
Ran avvertiva dentro di sé una carica elettrica incredibile, e perciò non riuscì ad aspettare Kazuha, e adesso stava correndo decisa fra le vie di Beika.
Era arrivata in una zona piena solo di stradine e muretti ai lati, che facevano sembrare il tutto un labirinto, conosceva bene quel posto perché ci giocava da piccola con Shinichi.
E le venne una fitta al cuore: scrollò la testa cercando di non pensare a questi ricordi.
A un tratto, da uno di questi vicoli spuntò Subaru Okiya, con le mani in tasca e l’espressione pensierosa.
Ran esclamò:” Signor Subaru? Che ci fa qui?”
Okiya fece un sorrisetto mentre le lenti dei suoi occhiali rilucevano e disse tranquillo:” Vado a caccia. Stai cercando il tuo amico? L’ho visto vicino al muretto della casa dove risiedo attualmente.”
La ragazza fece un gran sorriso e disse esagitata:” Grazie mille signor Subaru!” e corse via: era ovvio che Shinichi fosse lì, era nei dintorni anche quando voleva entrare a casa sua ma non le è stato permesso.
Un'altra fitta al cuore: dandosi della stupida, mentre correva aveva in testa una sola destinazione: casa Kudo.
Subaru mantenne il suo sorrisetto dicendo:” Dipende da quale amico cerchi….” e sparì fra i vicoli.

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Capitolo 13
*** Doppio allontanamento ***


Conan, ancora molto triste, si alzò da terra, e rimase fermo, lì in piedi, non sapendo che fare: a un certo punto sgranò gli occhi e corse verso una meta ignota.
Passò a fianco a casa sua ma la oltrepassò, puntando nella casa a fianco, che ovviamente era la casa di Agasa.
  Bussò violentemente: gli sembrava un remake della scena della sera prima, quando era corso a casa sua per dire la verità ad Haibara.
Il professore aprì ma prima che potesse aprire bocca, il ragazzino corse dentro, e non vedendo nessuno nel salotto, intuì al volo qualcosa: imboccò le scale che portavano al laboratorio e aprì di scatto la porta: era faccia a faccia con Haibara dopo la lite del giorno prima.
Ai era al computer, muovendo il mouse ininterrottamente e Conan la chiamò:” Ehi…Haibara?”
Lei non si voltò e non rispose continuando a usare il computer, come se nessuno fosse entrato di scatto quasi sfondando la porta e ora la stesse chiamando.
Conan disse:” Senti lo so che mi sono comportato male e ti ho nascosto la verità, mi dispiac…” ma la sua voce fredda lo interruppe:” Cosa sei venuto a fare qui? Dimmelo senza perdere tempo in inutili fronzoli.”
Non si era voltata ma gli aveva rivolto la parola, cosa che era già un buon segno, secondo il piccolo detective.
Lui disse imbarazzato:” Ehm…sono venuto per….insomma come va con l’antidoto?”
Haibara si fermò, senza usare più il computer e si voltò di scatto: Conan notò come i suoi occhi fossero freddi e taglienti, e ciò non era un buon presagio.
Lei scattò:” Lo sapevo, è per quello che sei venuto, eh? Scommetto che hai avuto qualche problema di cuore con la tua fidanzatina e adesso sei venuto a chiedere scusa unicamente perché vuoi l’antidoto, eh????”
Conan balbettava frasi sconnesse ma lei continuò:” Be’ vuoi l’antidoto definitivo? Sai che ti dico? Prenditelo! Nonostante avessi litigato con te ho continuato a lavorarci ed è per quello che mi sono assentata, prenditelo, così torni da lei e sparisci dalla mia vista!” e aprendo un cassetto, tirò fuori una pastiglia verde e bianca e gliela lanciò: lui l’afferrò al volo.
Dopo averla contemplata per un istante chiese:” M-ma tu non lo prendi?”
La scienziatina esplose:” Ah davvero? Ti interessa? Be’ io dico che non te ne frega un bel niente, vattene, sparisci ora, prima prendi quell’antidoto e meglio è!!!”
Lui voleva provare a replicare ma il suo sguardo non ammetteva repliche: aveva l’impressione che se fosse rimasto sarebbe andata fuori di sé.
A passo lento, con l’antidoto stretto nel pugno, si incamminò verso la porta del laboratorio, pronto ad andarsene mentre lei si girava verso il computer, non per usarlo, ma perché non voleva vederlo.
Lui disse:” Haibara, stai facendo un grosso errore, io non prendo a cuore te solo per l’antidoto ma perché ti voglio bene. In questi giorni ho litigato con tre persone importanti, inclusa te: è proprio un periodo schifoso.” e chiuse la porta del laboratorio, allontanandosi.
Ai spense il computer e seduta sulla sedia osservava il vuoto: stavolta probabilmente si era definitivamente allontanata da lui.
Non sapeva con chi aveva litigato oltre a lei, una poteva essere la ragazza dell’agenzia ma la terza persona? Ma in fondo a lei non interessava.
Aveva capito che lei e Shinichi non avrebbero mai potuto collaborare o stringere un rapporto d’amicizia: per un po’ ci aveva quasi creduto, ma ora aveva capito che erano tutte illusioni.
E delle lacrime scivolarono sul suo viso.
 
Conan, in parte triste per il suo allontanamento con Haibara, e in parte eccitato perché aveva l’antidoto definitivo che avrebbe posto fine alle sofferenze di Ran, fece in fretta gli scalini e chiese frettoloso ad Agasa:” Professore, non ha per caso dei vestiti da diciassettenne?”
L’uomo di mezza età scosse la testa:” No Shinichi, ho solo dei vestiti da bambino, ma quelli non vanno bene.”
Lo sguardo del detective si fece ansioso:” Vorrà dire…che dovrò andare a casa mia a prenderli.” E lanciò un occhiata preoccupata a casa sua.
Il professore intuì la sua preoccupazione e gli sorrise:” Non preoccuparti, Subaru è uscito poco fa, l’ho visto dalla finestra, puoi andare in fretta, prendere i vestiti, venire qui nel mio bagno e tornare adulto.”
Il volto di Conan si riempì di gioia:” Oh, grazie mille professore! Ma guardi…non è che non mi fidi del signor Subaru, ma voglio tenere comunque preservata la mia identità, ci rivediamo tra poco!” e come un lampo uscì da casa sua: Agasa rimase a osservarlo dalla finestra, in modo che quando sarebbe tornato gli avrebbe aperto subito senza il rischio che quasi gli sfondasse di nuovo la porta per l’ennesima volta.
 
 
Conan correva in fretta e furia: doveva prendersi un paio di vestiti in fretta, magari un paio di maglie e un paio di pantaloni, non poteva girare con un solo vestito fino a quando il pericolo imminente non sarebbe cessato.
Col timore del ritorno di Subaru varcò il cancello, e abbassò la maniglia della porta: Subaru quando era uscito non aveva chiuso a chiave.
Inaspettato da tanta fortuna, il piccolo si chiuse la porta alle sue spalle, salì le scale e sfrecciò nella sua camera: frugò nell’armadio e arraffò tre maglie e tre pantaloni, e poi un paio di scarpe.
Col cuore a mille per la sua corsa e per l’ansia ridiscese le scale e stava per uscire quando qualcosa catturò la sua attenzione: nel tavolo della cucina c’era una bottiglia.
Si avvicinò e notò pure un bicchiere con residui di liquore: guardò la bottiglia e vide che conteneva Rye, come diceva l’etichetta.
Conan riflettè << Rye…come il nome in codice di Akai quando si infiltrò nell’Organizzazione…ma del resto è normale che ci sia questo liquore qui.>> e con un sorriso strano riprese la corsa, uscì da casa sua premurandosi di chiuderla bene, varcò il cancello e tornò da Agasa che lo aspettava con la porta già aperta.
Conan corse verso il bagno, rinchiudendosi dentro, col cuore a mille per l’emozione: entro pochi secondi sarebbe tornato Shinichi Kudo, per sempre.
Gli tremavano le mani e per poco non gli sfuggì di mano la pillola.
Si guardò un ultima volta allo specchio, e con un sorriso per metà soddisfatto e per metà amaro sussurrò:” Addio….Conan Edogawa.” e diede le spalle allo specchio con decisione.
Poi strizzò gli occhi e si mise la pillola in bocca, ingoiandola, aspettando il familiare effetto dell’antidoto su di lui, che stavolta avrebbe provato per l’ultima volta: e non avrebbe avvertito nessun dolore al petto nei momenti cruciali o importanti, perché sarebbe rimasto un liceale, senza rimpicciolirsi di nuovo.
A un tratto il dolore al petto arrivò: Conan appoggiò una mano sul cuore, che batteva a mille dolorante.
Il dolore aumentava mentre pensava disperato: << E’ l’ultima volta che proverò questo dolore…è l’ultima volta…è l’ultima volta…”
E poi arrivò il dolore lancinante e il bambino urlò di dolore: Agasa corse vicino alla porta del bagno preoccupato chiedendo:” Ehi Shinichi tutto bene?”
Dal bagno non arrivava nessuna risposta: dopo circa un minuto, in cui Agasa aveva l’impulso di entrare e vedere in che condizioni era, la porta si aprì.
Agasa rimase vagamente stupito ma poi sorrise, e la persona davanti a lui ricambiò: Shinichi Kudo era tornato.
Shinichi ringraziò il professore e corse via da casa sua, mentre Agasa lo ammoniva di essere prudente.
Dietro il muro Ai Haibara aveva visto Shinichi uscire: con uno sguardo triste salì in camera sua, ormai rassegnata che non sarebbe più esistito né Conan Edogawa, né la squadra dei Detective Boys formata da cinque, e né nuovi casi da risolvere.

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Capitolo 14
*** Girare per Tokyo. ***


Heiji stava cercando Shinichi: poco prima l’aveva lasciato triste nei pressi di casa sua e ora era diretto lì.
A un tratto avvertì uno scalpiccio di piedi, come se ci fosse una persona che correva: si voltò esclamando:” Kudo!” ma con suo orrore spuntò Kazuha.
La ragazza arrestò la sua corsa fermandosi davanti a Heiji e gli sbraitò contro:” Allora Ran aveva ragione!”
“ Di che parli?” chiese Heiji frastornato e lei gli puntò il dito contro” Tu hai detto prima che stavi facendo avanti e indietro, vuol dire che stai andando prima da Kudo, poi da noi, e adesso di nuovo da Kudo!
E adesso mi hai chiamato scambiandomi per lui! Avanti, dove si nasconde?”
Lui replicò:” Guarda che c’e’ un errore…” ma non potè finire la frase dato che un ragazzo spuntò esclamando:” Hattori e Kazuha?”
Anche Kazuha si voltò e vide Shinichi Kudo: il suo volto divenne rabbioso e si avvicinò a lui sbraitando:” Ma si può sapere dov’eri sparito tutto questo tempo?”
Lui ignorò la frase chiedendo frettolosamente:” Dov’e’ Ran?”
La ragazza disse seccata:” Non è questo il punto…” ma lui la prese per le spalle spazientito urlando:” Kazuha, ti ho chiesto dove diavolo è finita Ran!!!!”
La ragazza, stupita dalla sua reazione disse piano:” E’ corsa a cercarti, non so dove sia….”
Lui esclamò:” Cosa? Hattori, tu e Kazuha cercatela da quella parte, verso sinistra, io andrò verso destra…” e scappò via.
Kazuha ancora lanciava maledizioni sottovoce mentre Hattori era stupito: un attimo prima Kudo era tristissimo, ed era frustrato per essere intrappolato in un corpo da bambino…un attimo dopo era adulto, cercava Ran e gli parlava come se non avessero mai litigato.
Stranito ma anche divertito da quella situazione iniziò a correre nella direzione indicata da Shinichi gridando:” Kazuha, dividiamoci!”
E prima che Kazuha potesse aprire bocca era già sparito, col risultato che la ragazza si infuriò ancora di più e prese anche lei una direzione a caso.
                                       
 
Ran era arrivata a casa Kudo: guardò all’esterno, nei lati della casa, ma non c’era nessuno.
Con mano tremante aprì il cancello e lo richiuse alle sue spalle: attraversò la stradina che conduceva alla porta d’ingresso.
Aveva in mente di bussare ma alla fine presa dalla curiosità decise di spalancarla: silenzio totale.
D’altra parte era ovvio, Shinichi pareva che non ci fosse e il signor Subaru l’aveva incrociato prima.
Decisa, spiccò una corsa e controllò praticamente tutte le stanze senza trovare degno di nota, ma non osò guardare in quella di Subaru: le sembrava troppo invadente.
Scese giù e anche lei notò la bottiglia di Rye al piano di sotto: << Il signor Subaru beve liquori?>> pensò perplessa ma poi scrollò le spalle e uscì da casa Kudo.
Era triste perché probabilmente Shinichi era partito di nuovo, e ciò indicava che il signor Subaru aveva mentito, Shinichi non era lì: ma forse era presente prima e ora stava partendo.
Ma proprio in quel momento qualcuno esclamò:” Ran, eccoti!”
Lei alzò lo sguardo e davanti a lei vide Shinichi Kudo.
Il ragazzo si fermò vicino a lei, col fiatone, e ansimando disse a fatica:” Perché sei sparita così?”
Quella domanda fu la goccia che fece traboccare il vaso e Ran esplose urlando:” Ah, io sarei sparita? E tu che non ti fai sentire per mesi??? Eh, Shinichi???” e sotto lo sguardo sconvolto di lui fece per correre via da lui per l’ennesima volta ma Shinichi le afferrò il polso: Ran si accorse che era tutto uguale.
A Londra aveva litigato con Shinichi, era corsa via piangendo e l’aveva afferrata per il polso facendole una bella sorpresa, ovvero la dichiarazione: adesso aveva litigato con lui, aveva iniziato a correre con le lacrime agli occhi e l’aveva afferrata per il polso con uno sguardo deciso.
Il ragazzo disse:” Perdonami. Ma ti annuncio una cosa: mentre ti cercavo sono riuscito a risolvere il famoso caso e ho telefonato alla polizia, non questa di Beika però, e ho detto la risoluzione del caso via telefono.
E’ tutto finito, rimarrò qui per sempre.”
Ran stava per svenire: non riusciva a crederci. Shinichi aveva risolto il caso, Shinichi sarebbe rimasto per sempre.
Era un sogno? No, era tutto vero…e piangendo, di gioia stavolta, abbracciò Shinichi che ricambiò l’abbraccio.
Ma subito dopo sciolse l’abbraccio e sempre prendendo Ran per il polso iniziò a correre: la ragazza chiese:” Ehi Shinichi ma che fai?”
“ Meglio andare a casa tua.” disse lui con un sorriso, ma quando voltò la testa la sua faccia divenne ansiosa: ora che era tornato adulto definitivamente fino a quando l’Organizzazione non fosse stata sgominata sarebbe dovuto rimanere nascosto e andare in giro il meno possibile: e nonostante erano a casa sua, quel posto gli metteva ansia.
 
Shinichi non aveva del tutto torto: Subaru Okiya aveva visto Ran uscire da casa Kudo e il suo incontro con Shinichi da dietro un muretto.
Sorridendo disse:” Shinichi Kudo…finalmente ti vedo dal vivo.”
 
 
Kazuha era disperata: aveva perso Ran, Heiji e Kudo in una volta sola e vagava disperata; non conosceva bene Tokyo.
A un tratto vide un negozio di liquori grazioso dove in una vetrina erano esposte un paio di bottiglie ma intravide un bel po’ di bottiglie dentro il negozio.
Lì vicino alla porta vide due persone: una donna con i capelli corti e biondi, e occhiali: dietro le lenti c’erano due occhi azzurro splendente.
L’altra persona era un uomo robusto e che Kazuha avrebbe reputato un musone: la donna stava facendo qualcosa di strano e insolito.
Decise di avvicinarsi e chiese:” Avete visto una liceale passare di qui?”
La donna sorrise e chiese:” Come si chiama?”
Kazuha esitò, indecisa se spiattellare il nome dell’amica a una sconosciuta, ma quella donna le ispirava fiducia: così rispose:” Si chiama Ran…Ran Mouri.”
“ Cosa??” esclamò la donna “ Ma io conosco Mouri Ran! Ero la sua professoressa d’inglese al liceo!”
Kazuha a quell’affermazione ci rimase con un palmo di naso:” Davvero??? E’ una coincidenza assurda!”
L’uomo a quel punto si intromise:” No, non abbiamo visto una liceale, tanto per tornare in argomento.”
Kazuha delusa rispose:” Be’ grazie comunque…..” e la donna disse:” Porgi a Ran i miei saluti! In caso si fosse scordata di me, dille che my name is Jodie Saintemillion!” e le fece l’occhiolino.
Kazuha sorrise:” Glielo riferirò. Arrivederci!” e si allontanò: non avrebbe mai detto che quella donna fosse proprio la professoressa di Ran.
E allora chi era l’uomo, il suo fidanzato? In ogni caso non si spiegava perché quella donna stesse facendo un azione del genere prima che lei arrivasse…
 
Mentre la ragazza correva via, l’uomo chiese:” Jodie, una ragazza che conosci è sparita?”
Lei sorrise:” Si, ma credo la troveranno, soprattutto se c’e’ in mezzo quel ragazzino, sai Conan Edogawa.”
L’uomo era stranito:” Conan Edogawa? Il ragazzino che aiutava Akai? Cosa c’entra con una ragazza sparita?”
Lei sbuffò:” Lascia perdere, Camel. Piuttosto, ti ho chiesto se ti va di cercarlo.”
Camel rispose:” E va bene. Dopotutto sono stato la causa dei suoi guai e trovarlo per salvarlo dall’Organizzazione è il minimo che possa fare.”
Jodie gli sorrise, mentre pensava << E pensare che appena Camel arrivò, pensavo che fosse qualcuno di pericoloso…invece è un grande amico>>
Camel le chiese preoccupato:” Ma tu sai dov’e’ andato il capo in questi ultimi giorni?”
Jodie rispose stranita:” A dire il vero non so neanche io dove sia sparito James, ha detto che sarebbe tornato presto ed è sparito.
“ Mah..” borbottò Camel confuso

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Capitolo 15
*** Liti e nuovi misteri. ***


Mentre Shinichi trascinando Ran correva verso l’agenzia Mouri, qualcuno spuntò dal nulla e cadde per terra insieme a Ran.
Shinichi vide chi aveva davanti ed esclamò:” Hattori?? Finalmente! Comunque come vedi ho trovato Ran!”
Ran disse:” Già ora ci siamo riuniti, manca solo Kazuha, per caso è con te?”
Heiji scosse la testa e disse in fretta:” Ora la chiamo così scopriamo dov’e’!”
L’Osakiano digitò il numero dell’amica, che rispose subito strillando:” Heijiiiii!!!! Dove diavolo sei???? Hai trovato Ran????”
Lui urlò per sovrastare i suoi strilli:” Kazuhaaa!!!!!”
Lei si zittì e anche lui tornò a parlare con voce normale:” Ho trovato sia Ran che Kudo, son proprio qui a fianco a me e..” ma Shinichi gli strappò il telefono dicendo agitato:” Senti Kazuha, ci vediamo all’agenzia di Kogoro, a dopo!” e chiuse la chiamata restituendo il telefono ad Hattori.
Poi si alzò e riprese a correre ma stavolta Ran non si fece trascinare: Heiji spiazzato li raggiunse esclamando:” Ehi Kudo, ma che diavolo ti prende? E poi perché mi hai preso il cellulare di mano??”
“ Eri tre ore per una telefonata!” replicò lui. “ Andiamo all’agenzia, ti spiego tutto dopo!”
Quando arrivarono all’agenzia, i tre ragazzi entrarono aprendo piano la porta.
Mentre attraversavano lo studio dove di solito i clienti andavano per esporre il caso a Kogoro, proprio lui ne spuntò da dietro la scrivania esclamando:” Aha!!! Siete arrivati!!! Bene tu marmocchio da strapazzo, Kudo o come diavolo ti chiami, non devi neanche mettere piede in casa mia! Hai fatto soffrire Ran abbastanza, vattene tu e il tuo amichetto!” concluse puntando il dito su Heiji.”
Ran non sapeva che dire, ne era sicura che sarebbe scoppiato un litigio, e Shinichi balbettò:” C-calma Kogoro…”
Ma Kogoro rapido si avvicinò e gli sferrò un calcio in piena faccia che fece cozzare il ragazzo contro il muro.
Poi si voltò verso Heiji, gli occhi lampeggianti:” Vattene coso di Osaka o anche tu avrai lo stesso trattamento!”
Il ragazzo disse arrabbiato:” Io non sono un coso! E tu vecchio non mi fai paura!”
<< Magnifico…il modo per uscirne è farlo arrabbiare, ovvio no?>> pensò Shinichi sarcastico battendosi una mano sulla fronte.
Il detective Mouri provò a sferrare un pugno ad Heiji ma lui lo schivò: Mouri inciampò, cadde sulle scale e rotolò fino all’ingresso.
Il detective dell’ovest ne approfittò: corse alla porta facendo i gradini due a due, sollevò Kogoro ancora dolorante e lo buttò fuori, chiudendogli la porta in faccia.
L’uomo si alzò sbraitando:” Ehi ragazzo aprimi!!! Aprimi!!!” e colpì più volte la porta, e Heiji urlò trionfante:” Questo è per prima, quando mi hai chiuso la porta in faccia mentre volevo entrare!” e poi tornò su dove aveva lasciato i due ragazzi.
Ran chiese incerta:” Ma sarà il caso di lasciarlo fuori?”
Shinichi le rispose seccato:” Certo, facciamolo entrare dentro, così ci ammazza! Ci mancava poco che mi spaccasse il labbro!!”
“ Be’ andiamo in camera mia, è più sicuro.” disse lei e i due ragazzi annuendo, la seguirono.
Una volta in camera di Ran, a Heiji gli venne un illuminazione:” Oh cavolo…e adesso Kazuha come entra? C’e’ Kogoro appostato fuori!”
Proprio in quel momento il suo cellulare squillò e vide che era Kazuha: subito rispose:” Pronto?”
“ Heiji?” la voce di Kazuha era stranamente bassa e Heiji se ne accorse:” Perché bisbigli?”
Lei rispose, sempre a voce bassa:” Non voglio farmi vedere o sentire dal padre di Ran…”
L’amico esclamò:” Oh allora sei già qui! Allora passerai dalla finestra!”
Acchiappò il lungo pezzo di copriletto con la quale lui stesso era salito prima e si affacciò: Kazuha era lì sotto, ed era un miracolo se Kogoro non l’aveva notata.
Cauto, fece scivolare la corda fino a quando sia a lui che a Kazuha avevano fra le mani un solo pezzo: lei iniziò a salire.
Inaspettatamente tutto andò bene e non appena la ragazza entrò nella camera passando a fatica dalla finestra, si buttò nel letto di Ran dicendo:” Oh, sono esausta!”
Heiji sbuffò:” Ma guardala, come se avesse fatto chissà quale faticaccia!”
Avrebbe già risposto a tono se non si fosse ricordata del suo incontro con Jodie: e cosi scelse di ignorarlo rivolgendosi a Ran:” Ah Ran, prima mentre ti cercavo ho incontrato una donna a cui ho chiesto se per caso ti avevano visto: erano davanti a un negozio di liquori.
C’era una donna coi capelli biondi e corti con gli occhi azzurri e un uomo robusto e musone: la donna ha detto che è stata una tua ex professoressa di inglese, una tale Jodie Saintemillion.”
Shinichi realizzò chi erano e pensò stranito << La professoressa Jodie e l’agente Camel….che ci facevano in giro?>> e poi si rivolse a Kazuha:” Dove li hai visti?”
Lei sbuffò:” L’ho detto, erano davanti a un negozio di liquori e prima che mi rivolgessi a loro parlottavano fitto fitto e…ho notato un particolare abbastanza insolito.”
“ Che cosa?” chiese Shinichi sempre più incuriosito mentre Ran dal canto suo non ci capiva più niente.
Lei disse con uno sguardo curioso:” Mentre li raggiungevo, il tipo parlava con la professoressa, e mentre lei rispondeva guardava con aria ansiosa una bottiglia di liquore che aveva in mano.”
Il ragazzo all’istante si agitò e chiese:” Kazuha senza fare domande, dimmi che liquore era!!”
Lei alzò un sopracciglio e rispose:” Non so dirtelo. L’etichetta era per metà coperta dalla mano della professoressa e ho potuto leggere solo “ bon white.”
Shinichi sbiancò: Heiji invece chiese confuso: “ Ehi Kudo, che hai?”
Kudo disse deciso:” Hattori seguimi! Ragazze non preoccupatevi, siamo qui sotto, non stiamo andando via!” e trascinò l’amico via dalla stanza e lo fece entrare nel bagno, e controllò bene che la porta fosse chiusa.
“ Allora?” chiese “ Kudo, che è successo?”
Shinichi gli disse preoccupato:” Kazuha ha incontrato Jodie e Camel, due agenti dell’FBI che mi hanno aiutato nella lotta contro l’Organizzazione, Jodie l’hai pure incontrata tempo fa.”
Lui ci pensò su e poi disse:” Ah si, ricordo che sospettavi di lei, alla fine però era un agente FBI, vero?”
“ Già” disse lui con voce concitata “ Ed erano chiaramente preoccupati: Kazuha inoltre ha letto nell’etichetta “ bon white” ma il resto era appunto coperto dalle mani della professoressa Jodie: in realta’ c’era scritto “ Bourbon White!”.
La prof. aveva in mano una bottiglia di Bourbon che scrutava con aria preoccupata, cosa ti fa pensare?”
Heiji finalmente ci arrivò e assunse un espressione simile a quella dell’amico:” Vuoi dire che lei vuole dare la caccia a Bourbon?”
Lui rispose:” Probabile, ma è solo una mia idea: però è certo che Bourbon in qualche modo sia implicato.”
A quel punto tirò fuori dalla tasca il cellulare di Conan, che si era portato con sé e compose il numero di Jodie inserendo il vivavoce per far ascoltare anche ad Hattori.
Poi prese anche il papillon e mentre la donna rispondeva “ Pronto?” lui lo sintonizzò sulla voce di Conan e disse:” Sono io, professoressa Jodie!”
Lei esclamò contenta:” Hi Cool Kid! E’ da un po’ che non ci sentiamo!”
Shinichi decise di non tergiversare, e disse serio:” Senta, mi scusi se sono così diretto ma vorrei la verità: ha un piano per cercare Bourbon o qualcosa del genere, vero?”
Lei rispose con un tono stupito:” Ma che dici??”
Il “ bambino” con voce ferma parlò:” Una mia amica l’ha sorpresa a guardare il Bourbon preoccupata, e parlottava con l’agente Camel.”
Lei a quel punto capì:” Ah, quell’amica di Ran? Comunque è un elemento scarso, anzi direi assurdo, è troppo poco per affermare che io stia dando la caccia a Bourbon!”
Lui colse la palla al balzo:” E la faccenda del signor Akai allora? Non l’aveva visto in banca e a quel centro commerciale?”
Jodie si fece più fredda: Si, ma poi non l’ho più visto.”
“ E perché non lo cerca più? Sta preparando un altro piano forse?”
A quel punto Jodie parlò con un tono di voce che avrebbe usato con un estraneo e Shinichi se ne meravigliò:” No, era semplicemente qualcuno che gli assomigliava tutto qui, e credo che tu ti stia intromettendo troppo: sono affari dell’FBI dopotutto, detto questo ti auguro buona giornata.” e riattaccò.
Lui imprecò e provò a richiamare ma partì la segreteria, così disse:” Deve averlo spento oppure non risponde volutamente, dannazione a lei!”
Heiji riepilogò:” Dunque, vediamo se ho capito bene…tu pensi che questa Jodie stia attuando un piano per cercare Bourbon.”
“ Già!” disse lui agitato “ E non solo, vuole anche cercare Akai, ma non sa che insegue un fantasma, al telefono ha chiaramente finto quando ha detto che è solo un tizio che gli assomiglia, nessuno penserebbe una cosa così assurda.
Il peggio è che è morto ma lei ha il chiodo fisso che è vivo!”
 
Di sopra nella camera di Ran, Kazuha raccontava all’amica:” Ran, lo sai che ieri notte ci siamo fermati dal benzinaio e ho visto uno strano tipo: aveva vestiti scuri, capelli neri, un cappello e una cicatrice sulla guancia.
Non l’ho visto bene perché era di profilo, il cappello gli copriva un po’ il volto e c’era buio.”
Ran si fece pensierosa, poi le chiese:” Non puoi fare un disegno?”
Kazuha annuì:” Si, sono brava a disegnare!”
Poco dopo Kazuha era riuscito a fare uno schizzo della faccia dell’uomo che aveva visto, che somigliava davvero tanto all’uomo in questione.
Ran rimase a bocca aperta: Kazuha le chiese preoccupata:” Ran, che hai?”
La ragazza balbettò:” L- lo avete inseguito?”
Kazuha spiegò:” Heiji si, l’ha inseguito in un vicolo ma è tornato incolume senza dirmi nulla, forse l’ha perso. Ma tu lo conosci per caso?”
Ran disse a fatica:” Credo proprio di si…ma non mi aspettavo che fosse nei paraggi.” e pensò turbata << Ma non era un agente FBI? Se è lui cosa si è fatto alla faccia? E perché girovaga per Beika?>>



Aggiorno di nuovo dopo tanto tempo visto che qualche lettore voleva il seguito, spero di avere qualche commento :)

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