Sherry,amore mio

di Sognatrice_2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro sotto la pioggia ***
Capitolo 2: *** Sentimenti nascosti ***
Capitolo 3: *** Che sia questo l'amore? ***
Capitolo 4: *** Una notte di passione ***
Capitolo 5: *** Una relazione segreta ***
Capitolo 6: *** Menzogne o verità? ***
Capitolo 7: *** Una scoperta sconvolgente ***
Capitolo 8: *** Momenti indimenticabili ***
Capitolo 9: *** Un nuovo membro dell'organizzazione ***
Capitolo 10: *** Un bacio inaspettato ***
Capitolo 11: *** Tradimento? ***
Capitolo 12: *** Una morte improvvisa ***
Capitolo 13: *** Una tragica notizia ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Incontro sotto la pioggia ***


Era una fredda sera d’inverno,la luna brillava alta nel cielo,mentre la pioggia imperversava sulla città di Tokyo. Nel laboratorio di un edificio come tanti altri,Shiho Miyano stava lavorando dietro ad una scrivania,circondata da provette dai colori più vari e diversi strumenti ed apparecchiature mediche.
La scienziata si passò tra i capelli,era molto stanca. Lanciò un’occhiata al quadrante azzurro dell’orologio: era mezzanotte. Decise che per quel giorno poteva bastare. Si alzò,indossò la giacca e prese la borsa. Un tuono fortissimo la fece sobbalzare: sicuramente fuori pioveva molto forte,e lei non aveva l’ombrello. Nonostante questo,Shiho uscì comunque ,voleva arrivare a casa il più in fretta possibile. Si incamminò velocemente sotto la pioggia,non curandosi dell’acqua che le bagnava il volto e i vestiti.
Quando girò l’angolo,le mancò quasi il fiato nel vedere che,a pochi passi da lei,c’era Gin. L’uomo,quando la vide,si dimostrò molto sorpreso:-Sherry … cosa ci fai qui?
-Stavo tornando a casa-rispose Shiho con tono freddo.
Non le piaceva lo sguardo che le stava rivolgendo,le faceva venire i brividi,ma non voleva mostrarsi spaventata.
-Ti prenderai un malanno se continui a restare sotto la pioggia-continuò lui-se vuoi, posso accompagnarti a casa con la mia macchina.
-No,grazie,non importa- rispose in fretta la ragazza.
L’idea di passare altro tempo con quell’uomo che la metteva a disagio non le faceva piacere,quindi lo salutò in fretta e se ne andò velocemente.
Quella sera,prima di addormentarsi,pensò che il comportamento di Gin nei suoi confronti era davvero strano. Una volta sua sorella Akemi le aveva suggerito che pareva essere ossessionato da lei. E aveva anche aggiunto che,forse, poteva esserne innamorato.
No,non era assolutamente possibile. Cercando di togliersi questi pensieri dalla mente,si addormentò tranquilla,ignara dei veri sentimenti che Gin nutriva verso di lei.

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Capitolo 2
*** Sentimenti nascosti ***


Il giorno dopo Shiho si recò al lavoro abbastanza presto,nonostante si sentisse poco bene. Da quando si era svegliata,aveva iniziato a starnutire,e forse aveva qualche linea di febbre. Ma non poteva permettersi di rimanere a casa,doveva assolutamente tornare nel laboratorio per continuare il suo esperimento.
Provò a non pensarci,e uscì da casa,camminando con passo deciso. Una volta arrivata al laboratorio dell’organizzazione,si sentiva ancora più debole di prima,ma si sforzò di non farci caso. Indossò il suo camice bianco e si sedette alla solita scrivania,davanti ad un computer.
A metà pomeriggio,però,sentiva il bisogno di prendersi una pausa: probabilmente il suo malessere era peggiorato.
Aprì la porta della stanza,dopo aver controllato che non ci fosse nessuno in giro. Non era consentito abbandonare la propria postazione,e Shiho sapeva che le punizioni sarebbero state severe se l’avessero sorpresa lì. Appoggiò la schiena contro il muro,nel tentativo di rilassarsi. Ma le sue gambe erano molli,sentiva la fronte e le guance in fiamme,la testa le girava forte,la vista si fece offuscata. Prima di perdere conoscenza,fece in tempo a vedere la sagoma di Gin che spuntava da dietro l’angolo,poi la sua presa ferrea sul braccio.
-Sherry … cosa fai?-esclamò lui,sorpreso,afferrandola proprio un attimo prima che cadesse a terra.
A dir la verità,era un po’seccato,perché la scienziata aveva abbandonato il suo lavoro,ma non gli importava più di tanto. Era comprensibile che,dopo tutta l’acqua che aveva preso la sera prima,adesso si sentisse poco bene.
Gin cercò di non darlo a vedere,ma mentre la prendeva in braccio per portarla fuori,si sentiva agitato.
Avere il suo corpo così vicino,stretto fra le sue braccia,gli provocava un’inspiegabile emozione. Scosse la testa,nel tentativo di riprendersi,e uscì dall’edificio. Fece distendere Shiho sui sedili posteriori della sua porsche,poi mise in moto l’auto,e dopo aver guidato per un buon quarto d’ora,giunse finalmente alla palazzina dove abitava.
Una volta entrato nel suo appartamento,Gin la fece distendere sul suo letto,perché aveva notato che la ragazza tremava,e aveva sicuramente bisogno di stare al caldo.
La osservò per un po’: anche se aveva i capelli spettinati e le guance rosse,era sempre bella. Per lui era sempre stata bella,era l’unica donna che riusciva a scatenare una tale tempesta nel suo cuore.
Le passò una mano sui capelli,delicatamente,sperando che lei non si svegliasse.
Invece,qualche secondo dopo,Shiho aprì gli occhi. Gin ritrasse velocemente la mano,ma lei non si era accorta di nulla. Era stordita,non capiva dove fosse. Poi vide Gin accanto a lei,e si ricordò che era svenuta.
Probabilmente era nell’appartamento di quell’uomo,visto che quella non era casa sua,non aveva mai visto quella stanza prima d’ora. Comprese che era la sua camera da letto,e questo pensiero le provocò un tenero rossore sul volto. Ma cosa stava facendo?Lui l’aveva portata lì solo per farla riposare. Perché reagiva così?
Doveva essere la febbre. Sì,si trattava sicuramente di quello.
-Gin … -ebbe la forza di sussurrare.
-Shh,non parlare. Probabilmente hai la febbre. Fammi controllare-e così dicendo posò le labbra sulla sua fronte.
Shiho si sentì avvampare,ma decise di are finta di niente. Non era da ei perdere il controllo per una sciocchezza come quella,e oltretutto odiava manifestare così apertamente le sue emozioni.
-Sei calda. Secondo me hai qualche linea di febbre-disse lui in un sussurro,allontanandosi.
-Non è necessario che io rimanga qui-disse lei,cercando di alzarsi. Ma venne colta da un improvviso giramento di testa,e fu costretta a rimettersi sdraiata.
-Per ora devi riposare,non sei nelle condizioni di tornare a casa-continuò Gin
Shiho stava per dire che a casa c’era sua sorella,ma si bloccò. Che sciocca,si era dimenticata che Akemi era stata mandata in missione all’estero,e non sarebbe tornata prima di qualche giorno. L’unica cosa che poteva fare era rimanere lì.
-Sono nella stanza accanto,se hai bisogno di qualcosa chiamami-aggiunse lui,prima di uscire dalla camera.
Quella notte Shiho scivolò presto in un sonno tranquillo,senza pensare a nulla. Si sentiva inconsapevolmente protetta,al sicuro, e percepiva nel suo cuore uno strano calore,una gioia che nemmeno lei sapeva descrivere.

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Capitolo 3
*** Che sia questo l'amore? ***


Era passato ormai un altro giorno,Shiho aveva ancora un po’di febbre,ma pareva sentirsi meglio. Gin passava molto tempo con lei,perché aveva bisogno di cure e non poteva stare da sola per tanto tempo.
Nonostante tutto,non sembrava affatto seccato. Nel suo cuore provava una serie di sentimenti contrastanti: da un lato era felice di passare del tempo con lei,dall’altro si sentiva in preda all’agitazione,ogni volta che la guardava percepiva il suo cuore aumentare i battiti,qualcosa scatenarsi dentro di lui. Questo lo stupiva,e non poco. Nessuna donna,finora,aveva suscitato in lui quel genere di emozioni. Ma per lui quella ragazza non era come le altre,era speciale. Era l’unica che riusciva a suscitare in lui debolezze umane. A lui non piaceva dimostrare le sue debolezze,e non voleva neppure ammettere di averle,proprio come Shiho. Sotto questo punto di vista erano molto simili.
La giovane scienziata,da parte sua, si sentiva un po’ a disagio nel dover trascorrere tanto tempo sola con lui in quella camera da letto,ma cercava di non darlo a vedere,neppure a lei piaceva mostrare così apertamente le sue emozioni.
Orgogliosi,si potevano definire entrambi. Incapaci di esternare le loro emozioni,ma anche di ignorarle.
I loro cuori erano in preda a forti,ma inspiegabili emozioni,che neppure loro riuscivano a capire.
Lui sentiva verso Shiho un desiderio incontrollabile,irrefrenabile,che non riusciva a reprimere,mentre lei provava una strana ansia alla sua sola vista accompagnata però da uno strano senso di gratitudine per averla aiutata e curata in un momento difficile.
Il momento più imbarazzante per entrambi era la sera,quando erano costretti a dormire nello stesso letto,poiché non vi erano altri posti dove trascorrere la notte.
Lui continuava a chiedersi per quanto tempo ancora sarebbe stato capace di trattenere i suoi impulsi,lei invece cercava disperatamente di concentrarsi su qualcos’altro,ma senza risultato.
In una di quelle notti,le tornò alla mente ciò che le aveva detto sua sorella Akemi quando aveva incontrato per la prima volta il suo fidanzato,Dai Moroboshi.
INIZIO FLASHBACK.
Era una mattina d’inverno,uno dei rari giorni in cui Shiho non doveva rinchiudersi in un laboratorio per continuare il suo esperimento per conto dell’organizzazione nera.
Ma era praticamente la stessa cosa,dato che doveva studiare un libro di scienze,chiusa nel suo piccolo appartamento. Per di più,veniva continuamente distratta dalle chiacchiere di sua sorella.
-Allora,Shiho,mi ascolti o no?-fece Akemi in tono squillante.
-Certo. Perdonami,ma ho molto lavoro da fare … -disse lei,cercando di non offenderla e di ritornare tranquillamente ai suoi studi.
Ma Akemi pareva non averla sentita: continuava a raccontare di cosa le era successo quel giorno.
Aveva involontariamente investito un uomo con la sua macchina,e quando lui si era svegliato in ospedale e le aveva rivolto qualche parola,lei ne era rimasta davvero colpita.
Nonostante non prestasse molta attenzione al suo discorso,una frase non potè are a meno di giungere alle sue orecchie:-Sai,Shiho,credo proprio che l’amore sia il sentimento più bello che ci possa essere,ma anche il più complicato. Quando lo provi per la prima volta,è difficile riconoscerlo,ti suscita delle emozioni inspiegabili e allo stesso tempo meravigliose.
Shiho rimase molto colpita da quelle parole,e alzò lo sguardo verso la sorella: il suo sguardo era radioso,gli occhi colmi di gioia.
Akemi aveva trovato l’amore. E lei,invece?Quando avrebbe incontrato la persona del suo cuore?
Si riscosse: ma che pensieri le stavano passando per la mente? Non era certamente quello il momento per pensare a certe sciocchezze,aveva cose più importanti da fare.
Con lo sguardo tornò ai suoi studi,anche se quella frase rimase impressa a lungo nella sua mente.
FINE FLASHBACK.
Le parole di sua sorella rispecchiavano bene ciò che provava in quel momento.
E così,in quelle notti che Shiho e Gin trascorrevano vicini,mentre la camera veniva inondata dalla pallida luce della luna,entrambi si ponevano la stessa domanda: che sia questo l’amore?

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Capitolo 4
*** Una notte di passione ***


Shiho era oramai quasi guarita,e aveva deciso che il giorno seguente poteva tornare a casa sua,al suo laboratorio,alla sua solita vita,che per quanto non fosse entusiasmante,era pur sempre meglio che rimanere a letto costretti da un’ influenza.
Quella era l’ultima sera che la scienziata e Gin avrebbero trascorso insieme. Come le altre volte,non appena l’uomo si sdraiò accanto a lei,la ragazza si girò da un lato,fingendo di dormire.
Gin era conscio del fatto che Shiho  probabilmente non nutriva un particolare interesse nei suoi confronti, ma lui la desiderava,la voleva.
Si protese verso di lei,con il viso le sfiorava il collo. Shiho aprì gli occhi di scatto,in preda al panico.
-Cosa fai?Ti prego,lasciami … -balbettò.
Ma Gin non la stava ascoltando. Posò le labbra sul collo, lasciandole dei baci prima lenti,poi sempre più passionali. La ragazza era paralizzata,non riusciva a muoversi. Sentiva il suo respiro caldo sul collo,il tocco delle labbra sulla sua pelle. Non sapeva esattamente perché,ma quel contatto le piaceva e non si mosse. L’uomo le diede un lieve bacio sulle labbra e le accarezzò le guance. Shiho percepì un brivido lungo la schiena,aveva le palpitazioni, ma era felice.
Felice?Questo pensiero turbò molto la sua mente. Non voleva essere la donna di un uomo privo di scrupoli e di valori come lui. Non avevano la stessa visione del mondo,non sarebbero mai andati d’accordo,anche perché sotto alcuni aspetti erano molto simili.
No,era una pazzia,non doveva fare una cosa del genere.
Si sarebbe macchiata di una colpa terribile,la sua purezza se ne sarebbe andata per sempre. Spinse via Gin con forza e si alzò.
-Non provare più a fare una cosa del genere-disse con tono gelido,cercando di non far trapelare la sua agitazione.
Gin rimase qualche secondo paralizzato dalla sorpresa,e Shiho ne approfittò per uscire dalla stanza. Si diresse con passo veloce verso la porta,quando sentì una mano forte afferrarle il braccio. Gin l’aveva seguita e la stava bloccando impedendole di uscire.
-Cosa vuoi ancora?Lasciami subito- disse la scienziata,che sebbene spaventata,riuscì a mantenere un tono di voce fermo.
Finalmente lo guardò negli occhi,ma non riuscì a sostenere per molto lo sguardo con i suoi occhi assassini.
-Sherry … -il timbro di voce dell’uomo era basso e roco- è dalla prima volta che ti ho vista che mi sono innamorato di te.
Shiho avvertì il cuore schizzarle fuori dal petto ,e nonostante non volesse cedere,si sentì travolta da un’inspiegabile piacere.
Si abbandonò del tutto,non oppose più alcuna resistenza. Approfittando di quell’attimo di debolezza,Gin le si fece più vicino e la baciò con passione,avvolgendola tra le sue braccia.
Shiho non sapeva più se ciò che stava facendo era giusto o sbagliato. In quel momento,però,si sentiva bene.
Non le importava che lui fosse un assassino,che non la pensasse come lei.
Quella domanda non turbò più il suo cuore perché,per la prima volta in tutta la sua vita,sentiva che per qualcuno lei era importante,ma soprattutto sentiva che era felice,che non era più sola.

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Capitolo 5
*** Una relazione segreta ***


Era una mattina come tante altre. Il sole brillava alto nel cielo,riscaldando con i suoi raggi una camera da letto.
La camera in cui si trovavano Shiho e Gin. Quest’ultimo dormiva ancora,mentre la scienziata si era appena svegliata. Si mise a sedere,passandosi una mano tra i capelli. Ricordava benissimo tutto ciò che era successo la sera prima: la dichiarazione di Gin,l’emozione che aveva provato in quel momento,le labbra sulla sua pelle …
-Buongiorno,Sherry- la voce dal timbro basso e gelido di Gin la fece tornare alla realtà,distogliendola dai suoi pensieri.
-Buongiorno- disse lei con il suo solito tono freddo.
L’uomo dai lunghi capelli biondi si alzò lentamente e si sedette al fianco della ragazza. Le posò una mano sulla spalla,le sue dita risalirono lente lungo il collo,fino a giungere all’orecchio,coperto da una ciocca di capelli ramati. Egli la scostò e le si avvicinò:-Come mai tanta freddezza,mia cara?
Shiho avvertì il cuore palpitarle nel petto,provava una sorta di paura e allo stesso di piacere nel vederlo così vicino a lei. Ma non voleva dargli la soddisfazione di averla in pugno,e continuò a mantenersi scostante.
-Smettiamola di parlare di queste sciocchezze,oggi devo tornare a lavorare-disse alzandosi.
-Non vuoi restare un altro po’ con me?-sussurrò lui in tono sadico,avvolgendole il polso.
Shiho si divincolò dalla sua stretta:-Io vado in bagno a prepararmi,è tardi.
Detto questo si avviò verso la porta  con passo deciso e in un attimo sparì.
Ecco,questo era un altro aspetto del suo carattere che piaceva molto a Gin. Gli piaceva doverla inseguire,gli piaceva che non cadesse ai suoi piedi.
Fin dalla prima volta che l’aveva incontrata,la ragazza era sempre stata molto brusca nei suoi confronti,e questa sua caratteristica l’aveva attirato molto. Senza accorgersene,si era ritrovato ad osservarla più spesso,a cercare dei pretesti per parlarle,e pian piano il suo sentimento si trasformò in amore,un amore molto simile all’ossessione,a dire il vero.
Era un po’ strano pensare che un assassino spietato fosse in grado di provare amore,e in effetti il suo modo di intendere l’amore era diverso dalla maggior parte delle persone.
Per lui si basava su un desiderio,un desiderio troppo forte per essere trattenuto,ciò che provava per quella giovane scienziata dai capelli ramati.
E l’idea di non poterla avere come desiderava era sempre stato il suo pensiero fisso,fino ad oggi. Lui era abituato ad avere sempre tutto ciò che voleva,era quindi una novità non poter avere Shiho. Gin trovava questa cosa fastidiosa,ma intrigante allo stesso tempo. 
Shiho,invece,si era sempre sentita a disagio nei suoi confronti,ma per via del suo carattere orgoglioso non voleva manifestarlo. Ma adesso non era più così. Anche se non le piaceva come valori,come ideali,come modo di ragionare e di intendere la vita,da quando l’aveva aiutata aveva iniziato a vederlo sotto una luce diversa. Inoltre,fin da piccola era sempre stata sola,non aveva nessuno,ad eccezione di sua sorella Akemi.
E l’idea che lei fosse importante per qualcuno,che avesse qualcuno che pensasse a lei,era una sensazione del tutto nuova,che le riscaldava il cuore.
Immersa in questi pensieri,la scienziata tornò alla realtà poco dopo aver nominato Akemi nella sua mente.
Akemi sarebbe tornata in Giappone proprio quella sera,dopo aver svolto un lungo incarico all’estero. Non le avrebbe certo potuto raccontare quello che era successo tra lei e Gin in quei giorni. Sua sorella continuava a dirle che Gin era un uomo cattivo,spietato,e le raccomandava in continuazione di stare attenta. Il giorno in cui le disse queste parole,Shiho rimase molto sorpresa. Aveva domandato ad Akemi perché mai dovesse fare attenzione,e lei le aveva risposto con queste precise parole:-Mi sembra che lui nutra una specie di ossessione nei tuoi confronti,e di solito quando un uomo è così ossessionato da una donna nasconde qualche altro sentimento,ad esempio l’amore. Ma sono sicura che il suo non è un amore normale,è un amore perverso. E di sicuro ti farebbe soffrire. Non vorrei mai che tu finissi per innamorarti di un uomo spregevole come lui. Promettimi che starai attenta,Shiho.
Lei era rimasta stupita dalle parole di Akemi,non aveva mai considerato la situazione sotto quel punto di vista.
Non avrebbe mai potuto raccontarle gli avvenimenti di quest’ultimo periodo. Chissà come avrebbe reagito,di sicuro sarebbe rimasta sconvolta. Avrebbe dovuto tenerla all’oscuro di quella faccenda,non voleva farla preoccupare inutilmente.
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Un quarto d’ora dopo Shiho era pronta per uscire,per ritornare in quel vecchio e noioso laboratorio. Era buffo,ma adesso era quasi rincuorata di doversi recare in quel luogo,perché almeno l’avrebbe distratta dai nuovi dubbi e problemi che iniziavano ad assillare la sua mente.
Quando si diresse verso la porta,notò che Gin era ancora lì,e che probabilmente la stava aspettando per uscire. Nonostante non fosse un’azione giusta,Shiho aveva comunque voglia di passare del tempo con lui,di vederlo all’insaputa della sorella. Così gli spiegò la situazione,e si misero d’accordo per vedersi la sera seguente.
Quel giorno Shiho non riuscì a concentrarsi minimamente sul suo esperimento. Si sentiva in colpa verso la sorella,sempre così gentile e dolce con lei,ma non voleva nemmeno rinunciare a vedere Gin. Sentiva il bisogno di parlargli,di confessargli i suoi sentimenti,anche se a dir la verità non erano neppure chiari a lei stessa.
Si trattenne il più a lungo possibile in laboratorio,non se la sentiva di vedere Akemi. Quando però la stanchezza cominciò a farsi sentire,si decise ad abbandonare finalmente il suo lavoro e a dirigersi verso casa.
Prima di aprire il portone,esitò. Per la prima volta nella sua vita avrebbe dovuto nascondere qualcosa a sua sorella,l’unica che le aveva sempre voluto bene,e la cosa la metteva in agitazione più del necessario. Ma lei era una ragazza forte,aveva affrontato molte difficoltà ed era molto matura,nonostante avesse solo diciotto anni.
Sì,non si sarebbe tirata indietro,ce l’avrebbe fatta anche questa volta.
Infilò la chiave nella serratura e aprì la porta con decisione.

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Capitolo 6
*** Menzogne o verità? ***


Shiho accese la luce,notando immediatamente  una ragazza dai lunghi capelli corvini seduta su una delle poltrone del soggiorno. Sua sorella Akemi. Aveva un’espressione preoccupata dipinta sul volto,che divenne poi sollevata non appena vide la sua sorellina entrare in casa.
-Shiho!-esclamò abbracciandola.
La ramata ricambiò piano l’abbraccio,mormorando un’’bentornata’’ appena accennato.
-Come mai hai fatto così tardi?-chiese Akemi in tono concitato,sciogliendosi dall’abbraccio.
-Avevo del lavoro extra da sbrigare-rispose tranquillamente l’altra.
Akemi parve convincersi delle parole di Shiho,e ripresero a chiacchierare come se nulla fosse. Non si vedevano da molto tempo tempo,e avevano un sacco di cose da dirsi. Shiho fu tentata più volte di raccontarle ciò che era successo con Gin,ma ogni volta riusciva a trattenersi in tempo. Poi Akemi le intimò affettuosamente di andare a riposare,visto che era così tardi.
Entrambe tornarono nelle loro camere,e il silenzio scese sulla casa. Shiho,però,non riusciva ad addormentarsi: era una sensazione sgradevole dover tenere nascosta una cosa così importante a sua sorella,ed era piena di rimorsi. Akemi non avrebbe agito così al posto suo,gliene avrebbe parlato,sarebbe stata onesta. Ma loro due erano sempre state diverse. Akemi aveva un carattere spontaneo, allegro, solare, sincero. Era una ragazza dolce e gentile,con una grande gioia di vivere. Era felice.
Questa era la loro più grande differenza: Akemi era felice,lei no.
Non lo era mai stata. Fin da piccola era sempre stata una ragazza introversa,chiusa in sé stessa,dal temperamento triste. Crescendo,era diventata una ragazza fredda e cinica,l’esatto opposto della sorella.
Shiho avrebbe tanto voluto essere come Akemi,che non si era lasciata condizionare dalla situazione in cui entrambe si trovavano.
Rimuginando su queste cose,non si era accorta che era ormai giunta l’alba. Sospirò,alzandosi dal letto. Si vestì silenziosamente,poi si diresse nella stanza di Akemi. Sua sorella dormiva ancora.
Shiho pensò a lungo a cosa fare,infine si decise. Scrisse un biglietto,lasciandolo sul tavolo della cucina.
Poi uscì di casa,diretta verso il laboratorio.
Quando più tardi Akemi si svegliò,trovò un foglio piegato sul tavolo della cucina. Lo aprì e lesse queste parole:
‘’Da Shiho,per Akemi.
   Scusami se sono uscita senza svegliarti,ma ho preferito lasciarti riposare. Volevo avvisarti che stasera   
  probabilmente tornerò molto tardi,sono ad un punto di svolta nelle mie ricerche e ho più lavoro del solito.
  Non aspettarmi  sveglia e non preoccuparti per me.
                                                                                                                                                        Ti voglio bene,Shiho.''
Akemi scosse la testa: voleva molto bene a Shiho,e non le piaceva che dovesse lavorare così tanto,specialmente per dei criminali senza scrupoli. Come poteva immaginare che in realtà Shiho non aveva nessun lavoro da fare,ma che in realtà quella sera doveva incontrare Gin?
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Quello fu il giorno più lungo della sua vita. La scienziata lanciava continue occhiate all’orologio sulla scrivania,chiedendosi perché mai il tempo dovesse passare così lentamente. Quando finalmente giunse la sera,Shiho potè staccare gli occhi da tutte quelle formule. Indossò la sua giacca e uscì a passo svelto.
Si era data appuntamento con Gin in un bar non molto frequentato,in una delle strade lì vicino.
Mentre camminava,la ragazza riflettè. Non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe successa una cosa del genere,ma si sa,al cuor non si comanda. Ma soprattutto,cosa avrebbe detto a Gin quella sera?Che ciò che avevano fatto era stato un errore o che voleva continuare a vederlo?
Purtroppo non aveva tempo per pensarci,era arrivata al luogo dell’appuntamento.
Trasse un lungo respiro,poi entrò.
Lo vide immediatamente: era seduto ad un tavolo vicino al vetro,le mani nelle tasche dell’impermeabile,gli occhi verdi persi nel vuoto. Chissà a cosa stava pensando.
Shiho si avvicinò al tavolo e si sedette. Solo allora l’uomo si accorse della sua presenza:-Sei in ritardo,Sherry- borbottò.
-Non mi pare-rispose prontamente la ragazza.
Ma prima che potesse dire altro Gin aggiunse:- Se non mi sbaglio è stata una tua idea quella di vederci stasera. Che cosa dovevi dirmi?
Shiho esitò per un attimo,poi finalmente rispose:-Non so bene come dirtelo …. vorrei continuare a stare con te.
Gin sgranò gli occhi,stupito: non si aspettava quella confessione.
    -... ma il problema è che non voglio dire niente ad Akemi di noi due- continuò la ragazza.
Gin si avvicinò al suo orecchio,sussurrandole:-Qual è il problema?Basterà incontrarci la sera come stiamo facendo ora.
-Ma io non voglio mentire a mia sorella … - aggiunse Shiho.
-Vuoi dire che è più importante di me?-sussurrò il biondo,avvicinandosi ancora di più.
Shiho alzò il viso,e lui premette le labbra sulle sue.
Chi era più importante per lei adesso?Gin o Akemi?
Era buffo il paragone che stava facendo,fino a poco tempo fa non le sarebbe mai passato per la mente di porsi una simile domanda.
Ma adesso era diverso. Per entrambi provava un sentimento diverso,ma non meno importante.
Akemi era la sua sorella,le voleva un mondo di bene.
L’amore che provava per Gin era invece un’infatuazione,un’attrazione fisica,non era assolutamente il tipo di amore di una coppia normale.
Eppure,per chissà quale motivo,per lei era importante. Forse perché per la prima volta aveva conosciuto cosa fosse l’amore,cosa voleva dire contare qualcosa per qualcuno. Si sentiva appagata da questo sentimento,le piaceva.
Sapeva che il desiderio che aveva Gin nei suoi confronti non era del tutto normale,ma se non altro era amore anche quello. Un amore diverso da come lo si intende comunemente,ma ugualmente intenso.
E anche lei provava,più o meno,gli stessi sentimenti. Decise quindi di non pensare più a nulla, abbandonandosi tra il calore delle sue braccia.

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Capitolo 7
*** Una scoperta sconvolgente ***


Dopo quella sera,la scena si era ripetuta innumerevoli volte: Shiho avvertiva la sorella che avrebbe dovuto restare al laboratorio anche di notte,a causa della grande quantità di lavoro,e non tornava mai a casa prima che fosse mattina.
I primi tempi Akemi non condivideva l’idea che la sua sorellina lavorasse così tanto,sacrificando il suo riposo. Poi,mano a mano che il tempo passava,si rese conto che c’era qualcosa che non quadrava.
Ogni volta che le faceva delle domande in proposito,Shiho cambiava argomento. Inoltre non sembrava affatto stanca come avrebbe dovuto essere.
Ma la cosa che più turbava Akemi era il suo sguardo: era colmo di tensione,di preoccupazione.
Il tarlo del sospetto si insinuò così nella sua mente: cos’era ciò che la turbava tanto? Sembrava che volesse nasconderle qualcosa,ma cosa?
La sua mente concepiva i pensieri più disparati,ma non riusciva ad afferrare il motivo della preoccupazione di Shiho. Avrebbe potuto provare a parlarne con lei,a chiederle spiegazioni,ma Akemi conosceva bene sua sorella: di sicuro non le avrebbe detto nulla,sostenendo che era tutto a posto e di non preoccuparsi.
Si rese conto che l’unico modo per scoprire la verità era seguirla e vedere che cosa faceva in quelle sere fuori casa. Gli dispiaceva doverlo fare,ma le voleva bene,e non poteva permettersi che si cacciasse nei guai.
Così una sera uscì di casa verso le nove,diretta verso l’edificio in cui si trovava il laboratorio in cui lavorava Shiho.
Una volta arrivata,si nascose dietro un’auto parcheggiata lì vicino,attendendo pazientemente che uscisse.
Eppure il tempo passava e Shiho non si faceva vedere. Che sciocca,come aveva potuto dubitare di lei? Di sicuro era vero che doveva svolgere del lavoro extra.
Stava per andarsene,quando la vide chiaramente. Era Shiho. Si guardò furtivamente intorno,dopodiché imboccò una via laterale.
Akemi aveva notato subito che quella non era la strada di casa. Dove potava essere diretta?
Incuriosita,ma anche un po’intimorita,si affrettò a seguire la sorella,ben attenta a non farsi vedere. La vide sbucare in un vicolo poco illuminato,dove vi era un’altra persona. Un uomo con un lungo impermeabile nero,dai lunghi capelli color platino e gli occhi di ghiaccio. Era proprio Gin.
Akemi si portò una mano davanti alla bocca,incredula. Era quindi questo il motivo per cui sua sorella passava tutte le sue sere fuori casa? Per incontrare lui? Shiho era sempre stata una ragazza molto razionale,come era possibile?
Vide la ragazza avvicinarsi a lui,poi parlarono per qualche secondo. Non riusciva a sentirli,era troppo lontana.
Poi,vide le loro labbra unirsi in un bacio.
Akemi deglutì. Non riusciva a credere ai propri occhi.
Li vide salire entrambi sulla sua porsche nera,che si dileguò rapidamente nel buio della notte.
Akemi era paralizzata. Non era realmente arrabbiata con lei,bensì più che mai incredula che sua sorella le avesse mentito per incontrare quel criminale.
Cercò di riprendersi,e si diresse con passo veloce verso casa. Non appena Shiho fosse arrivata,avrebbe dovuto parlarle,per convincerla a non fare sciocchezze.
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Erano le otto del mattino. Akemi passeggiava nervosamente per i corridoi,in attesa che tornasse Shiho. Quella notte non aveva dormito,avevano continuato a balenarle davanti agli occhi le immagini della sera precedente,e adesso aveva le occhiaie
Quando sentì scattare la chiave nella serratura,sospirò sollevata. Shiho era appena entrata in casa,e aveva notato immediatamente Akemi davanti a lei.
Le si avvicinò preoccupata:-Akemi … cos’hai fatto? Ti vedo molto stanca e tesa …
La ragazza dai capelli corvini la interruppe,domandandole senza troppi preamboli:- Shiho … come hai potuto fare una cosa del genere?
Shiho rimase per un attimo interdetta,non capendo bene che cosa volesse dirle con quelle parole. Poi le venne un atroce dubbio: e se sua sorella l’avesse vista  insieme a Gin? Osservando il suo sguardo,dedusse che doveva essere andata proprio così.
-Non sono arrabbiata,voglio solo che tu mi spieghi- continuò Akemi.
Shiho abbassò lo sguardo,e dopo aver esitato un attimo,iniziò a parlare:-Scusami tanto se non te ne ho parlato prima,ma non volevo farti preoccupare. Tutto è cominciato quando tu eri in missione all’estero.
Un giorno in cui mi ero sentita male,lui mi ha portata nel suo appartamento e mi ha curata. Senza volerlo,ho cominciato a sviluppare un altro sentimento nei suoi confronti. Non so se è veramente amore,so solo che per adesso non riesco a rinunciare a lui.
Akemi la guardò negli occhi: era sincera.
Shiho continuò:-So bene che quello che ho fatto è sbagliato,che lui è un criminale,ma ora come ora sono felice.
Poi,raccogliendo tutto il suo coraggio,domandò:-Akemi … riusciresti ad accettare il fatto che continui a vedermi con lui?
Akemi riflettè per un po’,poi si decise finalmente a rispondere:-A dir la verità non mi sento molto tranquilla all’idea,ma se è questo ciò che desideri,per me può andare bene. Ti voglio bene,e voglio che tu faccia solo ciò che ti renda davvero felice. Promettimi solo che cercherai di fare attenzione,e che non gli permetterai di farti soffrire.
Le rivolse un sorriso affettuoso.
Shiho sentì gli occhi diventare lucidi.
Abbracciò forte sua sorella:-Grazie,Akemi … perdonami se ti ho mentito. Ti voglio bene.
Akemi la abbracciò a sua volta,commossa. Sua sorella non le aveva mai detto così apertamente i suoi sentimenti,si sentiva felice per lei.
Shiho,da parte sua,era felice di essersi liberata da quel peso che le opprimeva il cuore,oltre che sapeva che adesso avrebbe potuto finalmente esprimere i suoi veri sentimenti. Era libera,finalmente,libera di manifestare le sue vere emozioni.
 

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Capitolo 8
*** Momenti indimenticabili ***


Da quando Shiho aveva confessato i suoi sentimenti verso Gin ad Akemi,ed ella – anche se non del tutto convinta- le aveva detto che poteva continuare a vederlo,la scienziata era felice. Per la prima volta in vita sua si sentiva davvero amata,sentiva che non era più sola. La relazione che aveva con Gin era piuttosto ambigua,il loro amore non era sviluppato su un vero e proprio sentimento. O meglio,era basato su un grande desiderio da parte di lui,e da un’attrazione fisica da parte di lei. Però Shiho aveva notato una cosa: ultimamente non riusciva più a rinunciare ai suoi incontri con lui. Significava forse che si stava innamorando seriamente?
Anche Gin,passando così tanto tempo con lei,si accorgeva che anche i suoi sentimenti si erano trasformati: era diventato più tenero nei confronti di Shiho,il suo amore sembrava essersi trasformato in qualcosa di più dolce ed affettuoso.
Entrambi avevano finito per innamorarsi sul serio l’uno dell’altra,i loro sentimenti si erano evoluti in qualcosa di più profondo. E se ne accorsero una sera,quando inavvertitamente erano rimasti chiusi nella stessa stanza. Era un piccolo ufficio dell’organizzazione,e Shiho vi si era recata solo per archiviare del materiale sulle sue ricerche,mentre Gin era lì per controllare alcuni documenti per ordine del capo.
Ad un tratto,però,la porta si chiuse alle loro spalle,e si sentì una chiave girare nella serratura. Evidentemente qualcuno doveva aver pensato che era molto tardi,quindi lì dentro non ci poteva essere più nessuno.
-Ehi,aspettate!-esclamò Shiho. Ma probabilmente era troppo tardi,la persona che aveva chiuso a chiave la porta se n’era già andata.
-Questa non ci voleva!Siamo rimasti chiusi qui dentro-brontolò la scienziata.
All’improvviso un tuono fortissimo squarciò il silenzio. Shiho,d’istinto,corse a rifugiarsi tra le braccia di Gin. Si sentiva così al sicuro tra le sue braccia così forti,così calde,mentre sentiva il suo profumo.
Si strinse ancora più forte a lui. Poi,d’improvviso,si riscosse. Ma cosa stava facendo? Aveva reagito come una bambina spaventata per una sciocchezza del genere. Non era assolutamente da lei. Vergognosa,stava per allontanarsi,quando sentì le braccia di Gin avvolgersi intorno alla sua schiena,e si vide ancora più premuta contro il suo corpo. Shiho avvertì il cuore rimbombarle nel petto,come se fosse la prima volta. E in un certo senso lo era. Era la prima volta che avvertiva davvero l’affetto nel suo abbraccio.
-Gin … -sussurrò.
-Shh,non dire nulla,per favore. Restiamo così ancora un po’-disse lui.
La ragazza si strinse forte a lui per qualche secondo,poi ebbe la forza di continuare:-Io … devo dirti una cosa. Credo proprio di essermi … di essermi innamorata di te. Quando sono insieme a te mi sento felice,al sicuro. Non avevo mai provato sentimenti simili prima d’ora.
Si stupì lei stessa della facilità con qui le uscivano le parole. Finora non aveva espresso così chiaramente le sue emozioni neppure a sua sorella Akemi.
Ma forse stavolta non era la sua mente a parlare,era il suo cuore.
Lei,che era sempre stata una ragazza scrupolosa e razionale,non aveva mai conosciuto sentimenti così forti,così folli da riuscire a superare la ragione,che in quel caso era solo un’ostacolo.
L’amore era proprio uno di questi. Era un sentimento che complicava i giorni,gli anni,la vita,eppure senza di esso vivere non avrebbe avuto alcun senso.
Ne era la dimostrazione il fatto che,seppur lentamente e con difficoltà,anche un assassino spietato come Gin era riuscito a dare un senso alla sua vita,grazie a Shiho.
Infatti lui,a differenza della scienziata,quando udì la sua dichiarazione,non riuscì ad essere così sincero,ma Shiho capì ugualmente che anche lui provava i suoi stessi sentimenti.
Non c’era bisogno di parole: dal suo sguardo e dal modo in cui la stava stringendo la ragazza riuscì perfettamente a capire che i loro cuori battevano per un’ unica emozione.
Gin le passò lentamente una mano sui capelli,poi premette il corpo di lei contro il muro mentre le loro labbra si incontrarono per dare vita ad un dolce bacio.
Quella notte racchiuse una bellissima verità: entrambi finalmente avevano capito di amarsi,di amarsi davvero.
 

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Capitolo 9
*** Un nuovo membro dell'organizzazione ***


Era una splendida mattina di maggio,i luminosi raggi del sole entravano attraverso le finestre aperte di casa Miyano,inondando le stanze di luce.
Akemi,nella sua stanza,dormiva ancora. Aveva un sorriso stampato sul volto,proprio come se stesse facendo un bel sogno.
Shiho,anche lei nella sua camera,dormiva serenamente. Per la prima volta,anche lei sorrideva mentre sognava. Un sorriso vero,felice,come finora non ne aveva mai fatti.
Fin da piccola,Shiho aveva avuto sempre e soltanto l’affetto della sorella. Questo la rendeva felice,ma non le bastava. Avrebbe voluto avere delle amiche,un fidanzato,una vita come tutte le altre ragazze della sua età. Non aveva mai conosciuto l’amore vero,quello che univa due persone in un legame così bello e così forte. Per questo,quando quel giorno di tanti mesi prima,Gin l’aveva aiutata,i suoi sentimenti si erano  trasformati prima in gratitudine,poi in qualcosa di più profondo, Shiho non era riuscita a capire in cosa.
Gli eventi si erano poi evoluti: Gin le si era dichiarato,e a Shiho questa cosa aveva fatto stranamente piacere,aveva così abbattuto le ultime barriere che ancora li separavano. Quella che all’inizio era per entrambi una relazione poco seria,basata su un amore carnale,si era trasformata in vero amore.
Shiho aveva avuto qualche difficoltà ad ammetterlo,essendo piuttosto orgogliosa e riservata. Anche per Gin era stato molto difficile,pure a lui risultava difficile riconoscere l’amore,che prima di allora non aveva mai provato,e forse non sapeva neppure cosa significasse amare una persona.
Ma per adesso ciò che contava era capire di aver fatto luce su ciò che realmente provavano.
Shiho si sentiva piena di gioia,non le importava più di dover lavorare per un’organizzazione di criminali senza scrupoli,perché adesso era sostenuta dall’affetto di una persona speciale. Sapeva che anche Gin era un criminale,ed inizialmente non voleva ammettere di essersi innamorata di lui proprio per questo motivo.
Ora lo sapeva,ma non le interessava più. Non importava quali fossero i suoi principi,la sua logica. Bastava che con lei fosse una brava persona,che non la facesse soffrire,e soprattutto che l’amasse. Il resto non contava.
Ma proprio quel giorno sarebbe stato l’inizio di una triste vicenda che avrebbe visto coinvolti i loro cuori e le loro emozioni più terribili,nascoste in profondità del loro animo.
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L’orologio segnava le due del pomeriggio. Shiho era nel piccolo laboratorio dell’organizzazione,ed i suoi occhi stanchi si muovevano come al solito tra provette e formule chimiche. Ma questa cosa non le pesava,si sentiva di ottimo umore,e non sentiva neppure la stanchezza.
Dopo pochi minuti,sentì un leggero bussare alla porta.
-Avanti- disse in tono del tutto tranquillo.
La porta si aprì lentamente,e sulla soglia si stagliò la sagoma di una bellissima donna. Aveva fluenti capelli biondi ,leggermente mossi,che le ricadevano morbidamente sulle spalle e le incorniciavano il volto perfettamente truccato. Era vestita con un tubino nero lucido che le lasciava scoperte le gambe,mentre ai piedi portava un paio di scarpe dai tacchi vertiginosi. Aveva uno stile ed un portamento elegante e molto raffinato,come si poteva notare dal suo abbigliamento e dalle sue movenze. Shiho avrebbe potuto riconoscerla tra mille: era Vermouth,la preferita del capo. La sua presenza la inquietava leggermente,ma si sforzò di non farci caso. Alzò lo sguardo,incrociando gli occhi di ghiaccio di quella donna, e la fissò per qualche secondo,aspettando che le dicesse il motivo della sua visita.
Finalmente la donna si decise a parlare.
-Cara Sherry,mi dispiace molto di aver interrotto il tuo lavoro … - cominciò con il suo solito tono languido e allo stesso tempo sarcastico- … ma devo presentarti una persona. E’ un uomo che ha svolto alcuni incarichi per noi,ma si è dimostrato un incapace e così abbiamo deciso di affidarlo a te come cavia per i tuoi esperimenti.
Detto questo,si voltò agilmente da un lato per far passare un uomo dalla corporatura magra,con occhi iniettati di sangue e capelli mori. Egli fissò la scienziata dritta negli occhi. Shiho fu costretta ad abbassare lo sguardo,intimorita.
-Ti presento Akira Sakurada,nome in codice Martini.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Un bacio inaspettato ***


Shiho alzò nuovamente lo sguardo per osservare meglio l’uomo che aveva di fronte. Sembrava un uomo normale,come tanti altri,ma la ragazza percepì chiaramente la cattiveria e l’odio nei suoi occhi. Inoltre aveva notato che per tutto il tempo non aveva smesso di guardarla,e la cosa la infastidiva e la intimoriva al tempo stesso.
La voce di Vermouth riecheggiò tra le pareti della stanza,destando la scienziata dai suoi pensieri:-Bene,per ora occupatene tu,te lo affido. Da oggi lui è la tua nuova cavia,sei autorizzata a testare su di lui tutti i farmaci ed i prodotti che non sono ancora stati sperimentati sugli esseri umani. Ora vi lascio,buon lavoro.
Detto questo,uscì velocemente dalla stanza,lasciando Shiho e Akira da soli. Shiho si sentiva leggermente in soggezione dalla sua presenza,ma non voleva che egli lo notasse.
Decise quindi di occuparsi del suo lavoro,e lasciare da parte le sue sensazioni.
-Allora,mi servirebbero i tuoi dati e le tue caratteristiche fisiche. Naturalmente avrò anche bisogno di farti un piccolo prelievo di sangue-disse con tono calmo e professionale.
Eppure tutta la sua tranquillità svanì quando sentì ciò che Akira aveva pronunciato subito dopo:-Per me è davvero un grande onore essere utile ad una scienziata così bella.
Shiho sentì un lieve rossore sulle guance,ma decise di fare finta di niente,non rispondendo alle parole di quell’uomo.
Invece prese una siringa e imbevette d’alcol un batuffolo di ovatta.
-Siediti lì- gli disse indicando un lettino bianco sul fondo della stanza-devo prelevarti un po’di sangue,ci vorrà soltanto un minuto.
L’uomo si sedette sul lettino che Shiho gli aveva indicato,e la ragazza si avvicinò. Gli tirò su delicatamente la manica della camicia,dopodiché infilò l’ago nel braccio. Pochi secondi dopo lo sfilò piano,e premette sulla sua pelle un batuffolo intriso d’alcol. Stava per ritrarre la mano,quando sentì quella dell’uomo che si posava sulla sua. Scorse nei suoi occhi una luce diabolica.
-Cosa vuoi fare?Lasciami immediatamente-disse Shiho con tono sostenuto. Spaventata, lo vide avvicinarsi ancora di più a lei,ma per fortuna proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. Akira si allontanò infastidito,mentre Shiho corse in un attimo ad aprire la porta. Chiunque fosse,lei era estremamente grata a chi fosse venuto,perché altrimenti non sapeva cosa avrebbe potuto fargli Akira. E fu ancora più felice quando aprì la porta e vide la sagoma alta e imponente di Gin.
-Ciao,come mai sei venuto qui?-gli chiese sorridendo.
-Avevo voglia di vederti-le rispose lui abbracciandola forte.
Lei ebbe un brivido di piacere,poi si ricordò di tutti i suoi impegni e si staccò da lui.
-Mi fa piacere,ma adesso ho molto da fare-disse Shiho.
A quel punto Gin sbirciò all’interno della stanza,e fu sorpreso nel vedere un uomo seduto su di un lettino.
-Chi è lui?-le chiese leggermente infastidito,indicandolo.   
Lei gli rivolse un sorriso:-Oh,lui è la mia nuova cavia. Vermouth ha deciso di affidarlo a me per fargli testare i miei medicinali.
-Dovrei stare tranquillo?-domandò allora lui.
Shiho capì a cosa si riferiva:-Vediamo se questo ti basta come risposta.
E dopo aver detto così si sollevò sulle punte dei piedi e sfiorò dolcemente le sue labbra.
-D’accordo,direi che mi hai convinto. Ci vediamo,Sherry- disse lui in tono scherzoso,facendole una lieve carezza sulla guancia.
La scienziata lo salutò, e quando fu uscito,notò che Akira la guardava seccato.
-E così hai un fidanzato … -disse lui a voce bassa.
Shiho rimase stupita da quell’affermazione inaspettata,ma si riprese subito:-Esatto,proprio così. Sai,all’inizio non avrei mai pensato di innamorarmi di lui. Ma poi un giorno mi ha aiutata,e i miei sentimenti sono cambiati. Ho cominciato a provare un’attrazione fisica nei suoi confronti,che pian piano si è trasformata in amore vero.
Poi si bloccò. Ma cosa le saltava in mente? Perché raccontare ad uno sconosciuto tante cose personali?
Akira la fissò per qualche secondo,poi per la prima volta sorrise:-Lo sai,sei davvero una ragazza molto carina. Mi sei piaciuta subito,ma anche sei fidanzata,non ho proprio nessuna speranza?
Shiho rise sommessamente:-Direi proprio di no. Però potremo essere amici. Ho sempre sognato di avere accanto qualcuno a cui poter confidare i miei pensieri,e che mi apprezzasse per quello che sono.
-Allora hai trovato la persona giusta. Amici?-chiese lui.
-Amici- assicurò lei con un luminoso sorriso.
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Erano passati molti giorni da allora. Shiho viveva la sua vita serenamente,senza pensieri. Quando ogni giorno si recava al laboratorio,era felice perché poteva parlare con Akira. Finalmente aveva trovato un vero amico. Le sue giornate in quel posto così monotono si erano fatte più allegre,e la ragazza poteva dire per la prima volta,che finalmente la sua vita stava diventando normale. Aveva una sorella che le voleva moltissimo bene,un amico che sapeva consigliarla in molte occasioni,e un uomo che amava con tutta sè stessa. Non avrebbe potuto desiderare di più. Ma quella gioia non era destinata a durare a lungo. Shiho in realtà non poteva sapere che,nonostante quello che avesse detto,Akira fosse ancora innamorato di lei. Anzi,nello starle così vicino per tanto tempo tutti i giorni,adesso lo era ancora di più. Ma presto,molto presto,l’avrebbe scoperto.
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Sembrava una giornata qualunque,il tramonto ne segnava la fine,colorando di varie sfumature rosse i palazzi. Shiho si sentiva molto stanca,quel giorno aveva lavorato più del solito. Akira,seduto su una sedia lì vicino,tamburellava le dita sul tavolo,non  sapendo cosa fare.
La scienziata diede un’ultima occhiata al suo lavoro,poi spense il computer.
-Bene,per oggi ho finito. Stasera Gin mi ha invitata a cena in un ristorante qui vicino,e non mi resta molto tempo per prepararmi-disse con tono felice.
Akira si sentì travolto da un’ondata di gelosia: basta,non ce la faceva più ad andare avanti così.
-Ci vediamo domani,Akira -disse ancora Shiho con un sorriso,aprendo la porta.
-Ehi,aspetta!-la richiamò lui-mi pare che tu abbia dimenticato qualcosa sulla scrivania.
La ragazza socchiuse la porta,e si diresse verso il tavolo sospirando.
-Dove?-chiese- io non vedo nien--— si bloccò all’improvviso,notando che Akira le si era avvicinato alle spalle.
Con uno scatto fulmineo,le afferrò i polsi con forza e la sbattè con violenza contro il muro.
-Cosa fai?Akira … -disse lei spaventata.
-Io non ce la faccio più … devi essere mia. Non sopporto che tu ami un altro- rispose avvicinandosi al suo viso.
Shiho cercò di dimenarsi,ma lui la teneva stretta impedendole di muoversi.
In un attimo,Shiho sentì le labbra di Akira che premevano sulle sue.
Dallo spiraglio della porta,un occhio di ghiaccio scrutava la scena.

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Capitolo 11
*** Tradimento? ***


Shiho diede un forte strattone ad Akira,così da potersi liberare dalla sua presa. Si passò una mano sulle labbra,sentendo che erano ancora calde. Ma come si era permesso di farle una cosa simile?
-Non fare mai più una cosa del genere-sibilò in tono adirato la scienziata.
Si affrettò ad allontanarsi,aprendo la porta e uscendo come una furia. Era talmente sconvolta che non si era resa conto della presenza di una donna che aveva seguito tutta la scena. Una donna dal viso bellissimo e ricolmo di cattiveria allo stesso tempo. Vermouth passava di lì per caso,e attraverso la porta aveva notato del bacio che si erano scambiati Shiho e Akira.
Sul suo volto si disegnò un’espressione soddisfatta,seguita da un ghigno malefico. Conosceva una persona a cui sicuramente la notizia sarebbe interessata molto.
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Shiho aprì gli occhi. Si trovava in una camera da letto che oramai conosceva molto bene. Al suo fianco,Gin sembrava dormire profondamente. La ragazza si rannicchiò tra le candide lenzuola profumate e sorrise. Anche se la sera prima Akira l’aveva baciata,ogni suo timore era scomparso non appena aveva visto Gin. Erano andati a cena fuori e avevano trascorso una bellissima serata. Tuttavia,ora che si era svegliata,i sensi di colpa e le paure tornarono a farsi vivi dentro di lei. Prese la decisione che,per evitare di sentirsi a disagio,avrebbe chiesto a Vermouth se poteva essere affidato ad un altro dei loro scienziati. Con questo pensiero si sentì più serena,e richiuse gli occhi senza pensare più a nulla.
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Erano le nove del mattino. Sia Shiho che Gin si erano recati alla base dell’organizzazione per svolgere i loro compiti. La scienziata aveva chiesto a Vermouth se era possibile che Akira facesse da cavia per un altro scienziato della loro banda,e stranamente ella aveva subito acconsentito. Shiho non avrebbe mai potuto immaginare cosa le passasse per la mente in quel momento.
Dopo aver terminato di parlare con la scienziata,Vermouth si diresse con uno strano sorrisino dipinto sul volto verso l’ufficio di Gin. L’uomo si dimostrò molto infastidito dalla sua presenza,ma decise comunque di farla entrare. Magari doveva semplicemente comunicargli un ordine del capo.
Vermouth entrò e si sedette su una sedia davanti alla scrivania accavallando le gambe. Gin si sedette davanti a lei:-Allora,a cosa devo l’onore di questa visita improvvisa?Mi auguro che tu non voglia farmi perdere tempo.
La donna sorrise sarcastica incrociando le braccia:-Sono certa che mi sarai grata per quello che ti dirò. Almeno ti risparmierò un po’ di sofferenza,visto che sarò io a dirtelo e non Sherry.
Gin la ascoltava seccato,ed era sul punto di risponderle in malo modo e di dirle di smetterla di parlare così misteriosamente,ma nell’udire il nome di Sherry si rabbuiò.
-Cosa c’entra lei?-domandò di scatto.
Vermouth sorrise sibillina:-Pensavo che lei fosse una ragazza seria, ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Cosa vuoi dire?-incalzò Gin,che stava iniziando ad agitarsi.
-Ma come,non ci sei ancora arrivato? Ieri sera ho visto la tua cara Sherry e Akira che si stavano baciando.
Nell’udire quelle parole,Gin si sentì travolto da un’ondata di gelosia e al tempo stesso di dolore. Ma cercò di riprendersi,pronunciando con tono furioso:-Come ti permetti di dire certe cose? Le tue sono soltanto menzogne.
Vermouth si alzò:-Se non mi credi,puoi andare a chiederlo direttamente a lei,ma non credo che ce ne sarà bisogno.
Dopo aver detto queste parole,si incamminò lentamente verso la porta,muovendosi agilmente sui suoi tacchi alti,mentre i capelli biondi ondeggiavano dolcemente sulla sua schiena.
Non appena fu uscita,Gin si portò una mano alle labbra, impietrito. Non poteva credere che la sua Sherry l’avesse tradito. Lui si fidava di lei,sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Cercò di scacciare quelle parole dalla sua mente. Vermouth era sempre stata invidiosa della bellezza di Shiho,perché temeva che potesse rubarle il ruolo della prima donna.
Eppure quelle parole continuavano a tartassare la sua mente. Lui doveva sapere la verità,ad ogni costo.
Aprì la porta,percorrendo con passo veloce i corridoi che lo separavano dal laboratorio di Shiho. Dentro di sé,era inspiegabilmente agitato,anche se cercava di non sembrarlo.
Forse quell’agitazione era proprio un presagio della terribile tragedia che di lì a poco si sarebbe consumata in quella stanza.

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Capitolo 12
*** Una morte improvvisa ***


Gin si stava dirigendo a lunghi passi  verso il laboratorio di Shiho. Una volta arrivato,non si preoccupò nemmeno di bussare alla porta. La spalancò come una furia,entrando nella stanza. La scienziata,attirata da quel rumore,si voltò stupita e vide la sagoma di Gin,che la fissava in preda all’ansia,con occhi iniettati di sangue.
-Gin … che succede?Come mai sei piombato qui così all’improvviso?-chiese la ragazza in tono stupefatto.
L’uomo non rispose,si avvicinò minacciosamente a lei e la fissò dritta negli occhi. Shiho lo guardò a sua volta,spaventata:-Insomma,vuoi dirmi cosa sta succedendo?
Aveva un brutto presentimento,conosceva quello sguardo. Lo sguardo  che rappresentava l’anima del killer,che era sempre viva dentro di lui.
Finalmente Gin si decise a parlare:-Sherry … dimmi che non è vero.
-Cosa?-ribattè lei allarmata.
-Vermouth mi ha detto che ha visto te e Akira che vi baciavate. E’ la verità?-disse lui,con un tono che si faceva sempre più gelido e furioso.
Shiho sentì il suo cuore frantumarsi come tante piccole schegge di vetro.
-Sì,è vero,ma non è assolutamente come pensi tu. E’ stato lui che mi ha costretta,io non volevo … -disse con voce rotta- … io sono innamorata di te,non avrei mai fatto una cosa del genere.
Gin non riusciva a credere a quelle parole,ma soprattutto si sentiva ferito dal fatto che Sherry,la sua Sherry,avesse ammesso di aver baciato un altro.
Si sentiva accecato dalla rabbia e dalla gelosia. Come aveva potuto tradirlo? Lei era l’unica persona che avesse mai amato in tutta la sua vita.
Prima che ebbe tempo di pensare,vide le sue mani estrarre la pistola dalla tasca e premere il grilletto con uno scatto fulmineo.
Vide Shiho accasciarsi sul pavimento,e poi rimanere immobile in una pozza di sangue.
Un attimo dopo ritornò in sé. Osservò la ragazza,che era immobile ai suoi piedi,e si sentì il cuore trafitto da una lama,sentì un dolore insopportabile che non riusciva a cancellare. Come aveva potuto spararle?
Si chinò su di lei,scuotendola più volte.
-Sherry,rispondimi,ti prego!-urlò disperato con quanto fiato aveva in gola.
Ma non ottenne alcuna risposta. Era morta.
Il silenzio avvolgeva la stanza come un soffice manto di seta,pieno di dolore e di tensione.
Gin osservò la ragazza ai suoi piedi,che giaceva immobile con gli occhi azzurri spalancati e rivolti al soffitto,e per la prima volta in vita sua,si ritrovò a versare una lacrima. Ma non fu l’unica. A questa  se ne aggiunsero delle altre,che presero a sgorgare inesorabili,senza più controllo.
Come avrebbe fatto a vivere senza di lei? La sua vita non avrebbe avuto più alcun senso.
Voleva morire insieme a lei. Non avrebbe più sopportato di vivere senza rivedere il suo volto,il suo sorriso luminoso come il sole,i suoi occhi dal colore del mare.
Presto l’avrebbe rivista,sarebbe tornato insieme a lei.
Prese la mano di Shiho,stringendola forte. Puntò la sua pistola alla tempia,mentre continuava ad osservarla.
-Perdonami,Sherry.-disse con un sorriso triste-presto ci rivedremo.
Le strinse ancora più forte la mano e,senza un attimo di esitazione,premette con decisione il grilletto.
Non sentì alcun dolore,nel suo cuore c’era un unico sentimento: la gioia di poter finalmente rivedere Sherry,l’unica persona che avesse mai amato in tutta la sua vita.
Crollò a terra,ed esalò il suo ultimo respiro guardando Shiho.
Le loro mani erano ancora strette,mentre intorno ai loro corpi ormai privi di vita si spandeva un lago denso di sangue.

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Capitolo 13
*** Una tragica notizia ***


Intorno alla base dell’organizzazione si trovavano diverse auto della polizia. Un’ora prima un passante aveva udito due spari provenire da quell’edificio,si era spaventato e aveva chiamato la polizia. Gli agenti erano accorsi immediatamente,scoprendo che in quel palazzo aveva sede la base di una delle più grandi organizzazioni criminali di tutto il Giappone. Dopo una lunga lotta,erano riusciti ad arrestare tutti i componenti della banda,incluso il capo. In un laboratorio avevano poi rinvenuto due corpi senza vita. Uno apparteneva ad una ragazza di circa vent’anni,dagli occhi azzurri e i capelli ramati. L’altro era di uomo con lunghi capelli biondi,vestito tutto di nero. In base agli indizi raccolti dagli agenti,i due dovevano essere componenti della banda. I poliziotti stavano trasportando  proprio in quel momento i due cadaveri fuori dall’edificio stesi su due barelle,mentre un’emittente televisiva locale stava trasmettendo la notizia in diretta.
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Akemi era nella stanza d’albergo di un hotel americano. L’organizzazione le aveva affidato un incarico da svolgere all’estero,e lei era arrivata a destinazione proprio in quel momento.
Con un sospiro si accasciò su una poltrona di pelle rossa,posando il borsone sul letto. Il viaggio era stato davvero stancante,quindi per riposarsi un po’ decise di accendere la televisione.
Lo schermo si illuminò e comparvero le immagini di un palazzo con intorno molti agenti di polizia. Akemi stava per cambiare canale,quando notò che l’edificio era proprio la sede centrale dell’organizzazione di cui facevano parte lei e sua sorella. Si sentì gelare il sangue nelle vene,aveva un orribile presentimento.
Alzò il volume. Una giornalista comparve sullo schermo dell’apparecchio:- Circa un’ora fa,un passante ha segnalato alla polizia che aveva sentito due colpi di pistola provenire da questo palazzo. Poco dopo,gli agenti hanno fatto irruzione,scoprendo che lì aveva sede la base di una grande organizzazione criminale.
I malviventi sono stati arrestati,e la polizia ha scoperto che gli spari sentiti da colui che aveva segnalato il fatto provenivano da un laboratorio sotterraneo. Lì vi sono stati ritrovati due corpi senza vita,appartenenti rispettivamente ad un uomo e una ragazza di circa vent’anni. Al momento le vittime non sono ancora state identificate,ma in base agli indizi rilevati pare si tratti di un caso di omicidio-suicidio.
Sullo sfondo della televisione,Akemi scorse due poliziotti trasportare una barella su cui era adagiato il corpo di Shiho. Akemi smise di sentire i suoni che invadevano la stanza,sentì un vuoto enorme dentro di sé,la testa prese a girarle vorticosamente,il suo cuore era pervaso da un enorme dolore. Una lacrima scivolò piano sul suo viso,e poi un’altra,e un’altra ancora. Il suo corpo era scosso dai singhiozzi e da tremiti convulsi.
-Shiho … come hai potuto abbandonarmi?-pianse lei.
Aveva perso sua sorella. Avrebbe tanto voluto vederla crescere ed avere una vita felice. Avrebbe tanto voluto che le avesse espresso il suo affetto più volte,avrebbe voluto aver trascorso più tempo con lei.
Nella sua mente si fecero vivi i ricordi dei momenti che aveva passato con Shiho: quando da piccole giocavano insieme ridendo allegramente,ancora ignare del futuro che le avrebbe attese. Quando veniva a trovarla  in laboratorio,e insieme facevano lunghe chiacchierate. Le poche feste di compleanno che avevano passato insieme,la gioia di quei momenti. Quando poi Akemi aveva scoperto la sua relazione segreta con Gin e, seppur a malincuore,lei aveva accettato il fatto che continuasse a vederlo. L’abbraccio che quella sera Shiho le aveva dato. La prima volta che sua sorella le aveva detto apertamente di volerle bene. La prima volta che l’aveva vista davvero felice.
Ora Shiho non c’era più,se ne era andata. Troppo presto,troppo in fretta. Akemi sentì gli occhi divenire di nuovo lucidi. L’unica consapevolezza che la spinse a non piangere fu il fatto che Shiho,nonostante tutto,aveva conosciuto la felicità.
Sì,sicuramente sua sorella la stava guardando da qualche parte,lassù nel cielo,con un sorriso stampato sul volto e gli azzurri colmi di affetto.
Akemi uscì sul balcone della camera,e rivolse il suo sguardo al cielo. Non c’erano nuvole,la giornata era serena. In quel soffice manto celeste,le parve di scorgere l’immagine di lei e Shiho che si abbracciavano,sorridendo felici.
Una lacrima le bagnò il volto,ma sapeva che sua sorella,ovunque fosse, le avrebbe sempre voluto bene.
Akemi sorrise lievemente guardando il cielo.
-Ti vorrò sempre bene. Addio,Shiho.-sussurrò lei,prima di ritornare nella sua camera.

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


                                                                    DUE ANNI DOPO.
Era una stupenda giornata estiva,il sole illuminava con i suoi caldi raggi i viali e le chiome degli alberi del parco di Beika. Le strade erano affollate di coppie e di famiglie che passeggiavano felici,mentre alcuni bambini giocavano ridendo spensierati.
Su una panchina era seduta una ragazza dai lunghi capelli corvini e gli occhi azzurri. Akemi sollevò lo sguardo verso il cielo,osservando il volo di una rondine. Quell’uccello che sfrecciava alto nel cielo era libero,libero come lo era lei da due anni prima. Quando i componenti dell’organizzazione erano stati arrestati,Akemi aveva potuto finalmente assaporare la vita vera,senza avere più quel peso che le opprimeva il cuore. Eppure non era felice come avrebbe dovuto essere. Quegli sporchi criminali le avevano portato via l’affetto di sua sorella Shiho,a cui voleva bene con tutta sé stessa. Se n’era andata così,all’improvviso,senza che lei avesse avuto tempo di salutarla,come una rosa che appassisce da un giorno all’altro.
Sua sorella era ancora giovane,era un bocciolo di rosa che avrebbe dovuto schiudersi per assaporare la vita,la vita vera,quella che finora non aveva mai potuto avere. Invece,i suoi petali erano appassiti,e con essi la loro lucentezza.
Akemi avrebbe voluto avere Shiho accanto a sé in quel momento,avrebbe voluto abbracciarla forte e dirle che le voleva bene. Ricacciò indietro le lacrime,sorridendo al ricordo dell’immagine di lei e Shiho ancora bambine,quando la sorellina aveva paura che un mostro potesse rifugiarsi sotto al suo letto,e Akemi l’aveva abbracciata forte,dicendole di non preoccuparsi,perché lei lo avrebbe messo in fuga.
La giovane si alzò lentamente dalla panchina,e percorse con passo spedito il sentiero che conduceva all’uscita del parco. C’era un posto dove doveva assolutamente andare.
Camminò con passo spedito per circa una decina di minuti,poi si fermò davanti ad un viale pieno di ghiaia,con ai lati numerose lapidi di marmo.
Akemi deglutì,si fece coraggio ed entrò. Camminò fino a giungere davanti ad una lapide dove si trovava la fotografia di una ragazza dai capelli castani e su cui era inciso il nome ‘’Shiho Miyano’’. Ai lati della foto,c’era un piccolo vasetto di vetro incastonato nella lapide,che conteneva delle rose rosse. I fiori preferiti di Shiho.
Akemi osservò la sua immagine per un po’,poi iniziò a parlare:- Sono certa che prima di andartene hai scoperto il significato dell’amore e della felicità,Shiho. E sono certa che tu mi abbia sempre voluto bene,nonostante cercassi di mascherare le tue emozioni. All’inizio ero disperata per la tua scomparsa,non riuscivo ad accettarla. Ma poi ho capito che la vita va avanti,per tutti. Voglio solo che tu sappia una cosa: ti ho voluto bene e te ne vorrò per sempre,Shiho.
Sentì le lacrime sgorgarle sulle guancie. Nonostante fossero passati due anni,non riusciva ancora a trattenere le lacrime. Di tempo non ne sarebbe passato mai abbastanza.
Akemi rivolse un ultimo sguardo alla sua foto,poi si avviò lentamente verso l’uscita. Il tramonto tingeva  i sentieri e le lapidi di un colore a metà tra il rosso e il porpora.
La giornata stava finendo,ma presto,per tutti,ne sarebbe iniziata un’altra,portando con sé un bagaglio carico di nuove sorprese.
                                                                            FINE                      
 

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