In un mondo dove ci sei tu è il mio mondo

di amu hinamori
(/viewuser.php?uid=269602)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I: Il ritorno. Una bugia per proteggerti ***
Capitolo 2: *** Protetto ***



Capitolo 1
*** Atto I: Il ritorno. Una bugia per proteggerti ***


Pov. Amu
Da quando ero diventata una spia ne erano successe di cose…

Tutto era iniziato per gioco, poi era diventata un’ossessione e ora è il mio lavoro. Ma non tutto era come desideravo…

Fra tutto quello che odiavo del mio lavoro era il “a chi dire chi sono veramente o no” e lo stesso valeva per Utau, Rima, Yaya, mio fratello maggiore Itachi, mio fratello minore Sasuke, Nagihiko e Kukai. Da quando Tadase era partito per la borsa di studio che aveva vinto, tutta la sua famiglia si trasferì e proprio in quel periodo Yaya, Rima, Kukai e Nagihiko erano entrati nella squadra, perciò tagliammo definitivamente i contatti con Tadase. Invece, con Ikuto quasi tutti li avevano mantenuti, tutti tranne io. Mantenere i contatti con qualcuno che non fa il tuo stesso lavoro equivale a metterlo a disposizione per una sparatoria o roda del genere. Per me, con Ikuto, doveva essere un segreto anche se volevo evitare in ogni modo di mentirgli, ma era per il suo bene. Gli volevo bene, sì gli volevo bene, avevo aperto gli occhi da ben tre anni, ero riuscita a capire che Tadase era solo un pretesto, io l’unica persona che volevo era Ikuto, ma non potevo dirgli la verità, non ora.
Esattamente un anno fa, a causa di una serie di avvenimenti strani, si iniziò a parlare di una ragazza dai capelli rosa, che uccideva i cittadini giapponesi. Non venni identificata, ma feci delle ricerche insieme ai miei fratelli e scoprimmo un programma di clonazione genetica infiltrandoci dentro dei server di una compagnia chiamata “Fire”.

A causa di uno sparo, mi ero ferita alla carotide e persi molto sangue. Ne uscii incolume, ma dei ricercatori della Fire riuscirono a prelevare una quantità di Dna dalla quale, riuscirono a fare, in tutto, dieci cloni di me. Ora in giro ne rimangono solamente quattro visto che non appena lo abbiamo scoperto ci siamo mobilitati tutti e subito così sei di questi cloni non esistono più ora ma quattro di loro sono ancora in giro, e per me quattro è come trovarmi davanti a me quattro diverse Amu, con quattro personalità diverse, una peggio dell’altra. Tutti i nostri genitori sapevano la verità e facevano il possibile per proteggermi visto che l’obbiettivo di questi cloni era uccidermi. Cambiai tutto di me, mi feci passare per Yurika Hinamori, sorella gemella di Amu e misi una parrucca blu per mascherare i miei capelli. Ora che sono con i ragazzi e i genitori di Utau in macchina per andare al aeroporto per andare a prendere Ikuto che torna dal suo viaggio durato circa tre anni e mezzo.

Pov. Ikuto
Scesi dal aereo e andai a recuperare le mie valigie, ritornare in Giappone dopo tre anni è una bella sensazione. Andai nella grande sala d’attesa dove ci imbarcava per i voli e mi misi ad aspettare Utau e i miei che volevano venirmi a prendere. Ero così felice di rivedere i miei genitori, un po’ meno mia sorella, e tutti i miei amici. Ma soprattutto avrei rivisto Amu, quel piccolo scricciolo di ragazza dai capelli confetto che facevo disperare così tanto, anche se la amavo più di ogni altra cosa.
-IKUTOOOOOOOOOOOOOO- sentii una voce fin troppo famigliare urlare il mio nome. Mi voltai, vidi Utau, i miei genitori, Yaya, Rima, Nagihiko, Kukai, i fratelli di Amu e una ragazza dai lunghi capelli blu che era quasi uguale ad Amu, anzi, era uguale identica ad Amu, che si fosse tinta i capelli?
-Ikuto, da quanto tempo- disse mia sorella abbracciandomi.
-Utau… com’è bello rivederti- risposi ironico.
-Utau calmati o lo strangoli- affermò Itachi ridendo.
-Già infatti- disse mia madre,- Utau ti ricordo che a questo mondo hai solo un fratello quindi evita di farlo esplodere- aggiunse mio padre, Utau si staccò da me.
-Che bello rivedervi tutti- affermai io, -ma dov’è Amu?-
-Amu….- disse mia sorella.
-Sì?- chiesi io.
-Beh…vedi Amu…è….Kukai come si può dire?- chiese guardando il ragazzo e anch’io guardai lui.
-Vediamo un po’…Amu è…mmm…Yaya come si può dire?- chiese sciogliendosi le braccia.
-Beh…come si può dire? Rima qualche idea?- ma la ragazza fece segno di no, poi lo chiese a Nagihiko ma stesso segno.
Qui era successo qualcosa, qualcosa in cui centrava Amu.
-Itachi, Sasuke, potrei sapere dov’è vostra sorella Amu?- chiesi io impazientito.
-Perché lo chiedi a noi?- chiesero in coro.
-Beh perché magari voi siete i suoi fratelli, magari perché vivete sotto lo stesso tetto, magari perché avete gli stessi genitori o magari perché condividete il 50% di Dna uguale?- chiesi io retorico.
-Maledetti legami di famiglia- disse Sasuke.
-Giuro che io da domani mi trasferisco- disse Itachi.
-Sì, e io cambio cognome già che ci sono- aggiunse Sasuke.
-La volete smettere e darmi una risposta- dissi io, giuro che se non mi danno la risposta li disintegro uno ad uno.
-Ehm… qual era la domanda?- mi chiese Sasuke.
-Mio Dio, dov’è finita Amu?- dissi io.

Pov.Amu
Ero rimasta li senza fiatare, i ragazzi erano in difficoltà e anche i genitori di Ikuto, l’unica cosa da fare era dargli una risposta, e subito.
-Amu non è qui- affermai io, lui alzò il capo e mi fissò.
-E tu chi sei?- mi chiese squadrandomi.
-Yurika Hinamori, sorella gemella di Amu- affermai io, -e tu devi essere Ikuto, giusto?-
-Sorella gemella? E da quando Amu ha una sorella gemella?- chiese Ikuto.
-Da quando siamo nate- dissi io retorica. C’è da dire una cosa però: stavo improvvisando su tutto quello che stavo dicendo.
-Ok, scusami in che senso non è qui? Qui in questa area del aeroporto?- chiese lui.
-No- dissi io.
-Si è nascosta?- mi chiese di nuovo.
-No, vedi Amu…- cercai di parlargli.
-È qui in aeroporto?- mi chiese ancora.
-No, Ikuto..-non riuscivo a dirgli quello che gli volevo far credere.
-Ma è in città?- mi chiese di nuovo.
-No, ma lei..- ero bloccato, non riuscivo a parlargli.
-Ma è in Giappone?- mi chiese.
-Ikuto, cerca di calmarti- gli consigliò la madre.
-Mamma, voglio sapere dov’è Amu- affermò lui.

Non sapevo cosa fare, odiavo mentire, ero sconcertata. Se gli avessi detto la verità sarebbe stato messo in pericolo e ci bastava già la gente che voleva uccidere me. Ikuto continuava a chiedere dov’ero, i suoi genitori mi guardavano come per dire “Digli qualcosa, ti supplico”, tirai un respiro e poi iniziai a pregare che andasse tutto liscio come l’olio.
-Amu non c’è- affermai.
-Questo l’ho capito anche io- mi rispose lui.
-Voglio dire che non c’è più- ribattei io.
-Intendi dire che non tornerà in Giappone?-mi chiese.

Ti prego Ikuto, scusami per quello che sto per fare ma è per il tuo bene.

-Intendo dire che è morta- gli dissi con voce alta.
La faccia di Ikuto sembrò perdere ogni tipo di movimento, gli occhi diventarono assenti, lo sguardo vuoto che mi fissava.
-Come…morta?- riuscì a dire.
-Sì Ikuto- disse suo padre reggendomi il gioco.
-Proprio così- disse la sorella appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Ikuto…- disse la madre.
-Amu…è…morta…- disse Ikuto.
-Ikuto…- disse il padre.
-Amu…è morta- ripeté lui.
-Ikuto…- disse Itachi.
-Amu è morta- disse lui.
-Ikuto- dissi io cercando di evitare ogni tipo di movimento che mi facesse sembrare me.
-Non ci credo…- disse lui a bassa voce.
-Ikuto è la verità- disse Sasuke.
-Io non ci credo- ripeté ancora.
-Mi dispiace- disse la sorella.
-Io…Io…IO NON CI CREDO!!!!! NON È VERO!!!!!!!!!!!!!- urlò lui.

Angolo Autrice:
ciao sono tornata con una nuova fanfic, è un po' diversa dalle altre, ma spero comunque che vi piaccia.
vi prego: recensite

baci amu


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Protetto ***


Portammo a casa Ikuto, aveva continuato a piangere in silenzio durante il viaggio, mi piangeva il cuore vederlo così. Quando arrivammo a casa lui corse in camera sua, intanto noi ci riunimmo nel salotto per parlare della situazione, anzi gli altri parlavano, io continuavo a guardare fuori.
-È a pezzi- disse Souko.
-Di certo non poteva essere felice con una notizia del genere- constatò il marito sedendosi sul divano.
-Ovviamente ora gli dovremo raccontare tutto- affermò Itachi.
-Sì, ma chi glielo dirà?- chiese Utau.
-Di certo qualcuno che ci sa fare con le parole- disse Nagihiko.
-Assicurato che io mi tiro fuori- affermò Yaya.
-Già e io faccio lo stesso- proseguì Rima.
-Ovviamente non possiamo pensare di tenerglielo nascosto ancora per molto- affermò Kukai.
-Di certo no- esordì Itachi.
-Mica gli possiamo dire  “Ehy, Ikuto lo sai che è possibile che ti ritroverai davanti delle copie di Amu in futuro, che sono pronte ad ucciderti, lo sai che lo stesso creatore delle copie è lo stesso che ha ucciso Amu”- disse Souko.
-Ma di certo non gli possiamo neanche dire “Beh Amu… è morta per un fatale incidente, ora devi capire di andare avanti e basta, e poi manco è vero”- affermò Aruto.
Sasuke si voltò verso di me, vidi il suo sguardo riflesso nel vetro delle finestre e sapevo già cosa mi voleva chiedere.
-Amu tu cosa pensi?- quella domanda da parte di mio fratello mi fece voltare.
-Glielo dirò io- affermai, -sono io che ho fatto iniziare tutto questo è bene che sia io dirgli tutto- conclusi.
-E quando glielo vorresti dire?- mi chiese Utau.
-Ora- risposi fredda.
-Ma sei diventata matta?- mi chiese Itachi.
-No, ha ragione. Se glielo diciamo subito sarà molto meglio- affermò Souko.
-Io vado allora- dissi andando verso le scale.
-Aspetta- mi fermò il padre di Ikuto, -non usare mezzi termini, lui non li sopporta- mi consigliò. Feci cenno di sì con la testa.  Salii le scale e arrivai davanti alla camera di Ikuto, esitai a bussare ma poi lo feci.
-Chi è?- mi chiese Ikuto dall’altra parte.
-Ikuto, sono Yurika-
-Entra pure- mi rispose, io aprii lentamente la porta e la chiusa dietro a me. Lo vidi seduto per terra ai piedi del letto. Non sopportavo vederlo così, anche se era la prima volta vederlo in quello stato di dolore.
-Come stai?- chiesi.
-Di certo stavo meglio se da quella porta fosse entrata Amu- mi rispose con lo sguardo verso il basso.
-Vedo che non ti sto molto simpatica- constatai meglio io.
-Ecco, vedi…io- affermò lui a scatti.
-Non ti biasimo- affermai io e lui alzò di scatto la testa con gli occhi lucidi.
Pov.Ikuto
Si può sapere perché quando guardo in faccia questa ragazza mi sembra di vedere Amu, va bene che sono sorelle però… stessi lineamenti del viso, stessi occhi profondi color miele, stessa corporatura. Sarò io che la associo ad Amu…
-Eri venuta a dirmi qualcosa?- le chiesi.
-Sai che lavoro fanno tua sorella e i tuoi genitori?- mi chiese guardandomi dritta negli occhi.
-La cantante, la stilista e il musicista- risposi.
-Risposta sbagliata, sono delle spie- mi disse, -e non metterti a ridere, o dirmi che sono matta perché è la pura verità. Anche Amu lo era, anche io lo sono e lo sono tutti i tuoi amici- raccontò lei.
-Com’è morta?- le chiesi.
-Intendi dire Amu- disse lei, -un proiettile, e una scogliera- continuò lei sedendosi sul letto e così feci anche io.
-Puoi spiegarti meglio- affermai io.
-Se vuoi che mi spieghi meglio, dovrai collaborare- mi rispose lei.
-Farò tutto quello che vuoi- le risposi subito.
-Tutto inizia da una strana serie di eventi: Amu, Itachi, Sasuke e io avevamo scoperto uno strano progetto di clonazione del Dna umano. Facemmo delle ricerche più approfondite, scoprimmo che dietro a questo progetto c’era la “Fire”, una famosa azienda di software informatici. Durante l’indagine ci ritrovammo a dover fronteggiare gli uomini di questa organizzazione, ferirono Amu alla carotide con un proiettile e senza tanti complimenti un altro proiettile la fece cadere giù dalla scogliera. Raccolsero il sangue che era fuori uscito dalla ferita, ce n’era in grande quantità, e poi sparirono. Il corpo di Amu non venne mai ritrovato, e il medico lo archiviò come morte per eccessiva perdita di sangue, pensa inoltre che le coste del Giappone sono ricche di squali, e poi puoi pensare cosa possa essere successo- mi raccontò lei, già avevo i brividi lungo la schiena.
-Continua- le dissi.
-In seguito a questo evento, qualche settimana dopo eravamo andati fuori a mangiare tutt’insieme, in quelle settimane erano accaduti diversi omicidi qui a Tokyo senza scoprire chi era stato, comunque quella sera ci dovevamo incontrare al parco, venendo insieme ai miei fratelli incontrammo una ragazza uguale ad Amu, e lo stesso successe a Utau e gli altri, ma la cosa più strana era che allo stesso momento Amu era in due  posti diversi- affermò lei.
-Aspetta quindi mi stai dicendo che c’erano due Amu?- chiesi io incredulo.
-Esattamente, e ti dirò di più. Scoprimmo che erano loro le cause degli omicidi, cercammo di fermarle, ma non ci fu ragione, così Itachi e Utau, una sera sfoderarono le pistole e spararono due colpi alle copie le quali subito dopo sparirono nell’aria e al loro posto rimase una chiazza di sangue. Facemmo analizzare il sangue e scoprimmo che era di Amu. In seguito scoprimmo che erano state create esattamente dieci copie di Amu, ora ne abbiamo eliminate sei, ce ne mancano quattro e poi arriveremo a scoprire tutta la verità su sta storia- concluse lei il racconto.
-Amu hai mai parlato di me?- chiesi su l’orlo di piangere di nuovo.
-Ha parlato di te. Ti aveva descritto come una persona forte, furba, rompiscatole e immancabilmente protettiva, tutte doti che ti valorizzano, Ikuto- affermò lei con voce dolce.
Mamma mia, quanto mi ricorda la voce di Amu.
-Sai mi ricordi Amu- affermai io.
-Come? Da cosa?- mi domandò lei.
-Dalla voce- le risposi semplicemente.
-Ti ricordi ancora la sua voce?- mi chiese guardandomi intensamente.
-Come potrei dimenticarmela? Era una voce talmente… stridula che è difficile da dimenticare- risposi ridendo amaramente con le lacrime che mi uscivano dagli occhi. Cadde il silenzio, Yurika mi guardava
-Amu non voleva che tu sapessi che lei era una spia, non voleva tutto ciò, non lo hai mai voluto- iniziò Yurika con lo sguardo perso nel vuoto. Sapere una cosa del genere mi fece subito irritare.
-E perché? Perché?- domandai ripetutamente.
-Pensaci bene: tu l’hai tenuta lontana dalla verità sulla Easter e sulla tua famiglia per un po’ di tempo perché non volevi farle del male come è successo con Tadase. Sei diventato il cattivo della situazione per evitare che lei ci andasse di mezzo, giusto?- mi domandò lei guardandomi.
-Ehm… non volevo che un’altra persona ci andasse di mezzo- risposi voltandomi da un’altra parte, quegli occhi me la ricordavano troppo.
-Pensa cosa sarebbe successo se lei ti avesse detto di tutto questo? Pensaci solo un attimo. Tu sarai pure un ragazzo che sta per i fatti suoi, ma sei anche impulsivo. Lei per proteggerti è arrivata a mentire, falsificare documenti nazionali riguardo al suo conto e al tuo- affermò lei.
-Come documenti nazionali?- domandai non capendo il discorso. Cosa aveva fatto Amu per proteggermi?
-Sai: chi è amico, parente, conoscente, collega di una spia viene subito inquadrato e la sua vita viene documentata nei minimi particolari. Amu a falsificato il rapporto per evitare che dei malviventi arrivassero a te. È un gesto che in molti non approvano ma lei lo ha fatto per renderti la vita libera da incombenze come questa, voleva che la vita che tu avevi sognato non ti venisse strappata via un’altra volta- concluse lei. Non riuscivo a credere che Amu avesse fatto tanto per me in questi anni, mi aveva nascosto molto di lei solo per evitare ulteriori complicazioni. L’unica grande complicazione che c’è sempre stata fra me e lei erano i miei sentimenti. Io ponevo la mia volontà davanti alla sua e non vedevo l’alone di mistero che circondava il suo cuore di ghiaccio.
-Senti, mi devi perdonare- affermai io guardando Yurika.
-Perché?-
-Perché sono stato uno stupido. Io non ho mai visto il volto della vera Amu, ho solo visto una maschera ben artefatta per indurmi a conoscerla come una ragazza uguale a tante altre. Non avrei ami pensato che  sarebbe stata così brava a nascondere anche le verità più remote. Ma adesso è come essere arrivati al capolinea di niente, non ho visto niente di vero. Sapere di provare sentimenti per qualcosa che non esiste, è una sensazione bruttissima.
 
Pov. Amu
Ero sul punto di dirgli tutto, non riuscivo più a trattenermi quando i miei fratelli entrarono nella stanza.
-Amu è vera- esclamò Itachi.
-Amu è vissuta nel mondo parallelo a quello della verità non per volontà ma per obbligo- aggiunse Sasuke, -è sempre stata disponibile a proteggerti, i tuoi genitori volevano dirti tutto ma lei lo ha evitato per farti andare avanti per la tua strada vivendo il tuo  sogno senza la sua interferenza- dissi poi sedendosi accanto a Ikuto.
-Lei era buona, non esiste copia al mondo che la può imitare. Sarà maldestra, un po’ permalosa, ribelle, testona, ma è il suo modo di essere. Lei non ti voleva intrappolare nella rete infinita di menzogne che lei stessa aveva creato per vivere un po’ da ragazza normale.  La libertà che tu hai avuto per fare ciò che hai fatto, lei non l’ha mai vista. Non aveva neanche il diritto di poter amare a causa del suo lavoro, se tu hai pensato solo un’istante che lei potesse essere interessata a qualcuno, ti giuro che eri fuori strada. Se qui, in queste quattro mura, ci fosse  una persona che potesse solo lontanamente amare quello sei tu- affermò Itachi.
-Perché proprio io?- domandò Ikuto confuso.
-Ragazzi lo state solo confondendo- intervenni io, avevano parlato più del dovuto.
-No! Non lo stiamo confondendo Yurika. Lui deve sapere quanto Amu ha sofferto per poter assaporare un solo attimo della vita normale. – esclamò Sasuke rivolgendomi la parola.
-Ikuto quello che stiamo cercando di farti capire è la Amu che hai sempre visto, era la persona che Amu voleva essere, salvo eccezioni. Non voleva essere nessun altro- riprese Itachi a parlare.
-Tante persone hanno odiato Amu per quello che era, e solo in pochi le hanno voluto bene. E una di queste persone eri tu- disse Sasuke.
-Io?- domandò Ikuto.
-Tu le hai dato l’occasione per vivere da ragazza normale. Le hai dato l’occasione per ricevere la libertà tanto agognata. Vivere in un mondo circondato da rapporti, missioni, pistole e criminali è l’ultimo mondo che qualcuno potrebbe desiderare, Amu non lo ha desiderato, ci è nata. E con questo il nostro discorso è chiuso- disse Itachi andando verso la porta seguito da Sasuke.
-E comunque, se tu pensi che Amu ti odiasse veramente, ti avrebbe già confessato i suoi sentimenti- affermò Sasuke.
-E con questo cosa vuoi dire?- chiese Ikuto.
-Se una spia confessa i suoi sentimenti a qualcuno, quella persona si trova a metà strada per l’altro mondo- concluse Itachi scomparendo da dietro la porta. Quei due… sempre a fare gli avvocati delle cause più grandi di loro.
-Senti Ikuto…- cercai di dire.
-Voglio conoscerli… i suoi sentimenti- disse lui.
-Come scusa?- domandai io.
-Voglio conoscere i sentimenti di Amu, so che è viva. Lo sento. È come se lei fosse legata al mio filo rosso del destino. La devo rincontrare. Voglio vederla ancora…-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2395460