Biological attack

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
 
 
È una splendida giornata di sole. È passato poco più di un anno da quando Tony ha lasciato a Tel Aviv la sua Ziva, la donna che ha amato per anni e che ora non è più con lui.
L'unica donna a farlo veramente sorridere, l'unica a cui ha realmente donato il cuore e che gliel'ha lacerato quando ha deciso di rimanere laggiù.
L'unica che ha amato davvero e che ha voluto baciare per l'ultima volta.
 
 
È arrivato presto al lavoro, anche prima di Gibbs, inaspettatamente.
Alle 7 in punto arriva McGee, spunta dal'ascensore con un sorriso felice stampato sul viso, vedendo Tony lavorare alla sua scrivania si blocca e lo fissa, Tony se ne accorge e lo guarda con uno sguardo glaciale "Pivello? Cosa c'è di bello da guardare? Stai ammirando il sottoscritto?"
"Ehm... come mai sei arrivato così presto? Non è da te... forse..."
Il suo sguardo si illumina di gioia sotto gli occhi perplessi di Tony "ORA LO SO!! Sei arrivato presto perchè vuoi scoprire se ti abbiamo organizzato una festa a sorpresa per il tuo compleanno... ammettilo!!"
"...cosa? Il mio... oggi che giorno è?!"
McGee rimane sbalordito vedendolo così serio "Cosa? Non ti sei ricordato che è quasi il tuo compleanno?? Cosa diavolo hai per la testa... ti sei davvero dimenticato!"
"Io... non mi interessa... e se state organizzando qualcosa, fatica sprecata! 
Non ne voglio sapere di sorprese, niente feste di nessun genere! Chiaro Pivello? Fallo sapere anche a Abby... non voglio festeggiare il mio compleanno!" finisce la frase con un tono irritato e parecchio furioso, McGee ci rimane male oltre ad essere confuso dal suo particolare atteggiamento.
 
"Cosa ti succede, Tony? Hai sempre fatto i salti mortali per festeggiare il tuo compleanno, una volta hai..."
"Non mi interessa, sono stato chiaro? Non voglio festeggiare, punto. Non essere insistente!
Quando si festeggia si è felici, io non lo sono, perciò NIENTE FESTE!!"
Osserva Tony ancora in piedi a bocca aperta, non crede alle sue orecchie 'IMPOSSIBILE! Non esiste una festa senza Tony... e non esiste Tony senza festa! Cos'è successo al mio vecchio amico?'
"D'accordo, Tony... non volevo irritarti, mi sembrava solo una cosa carina da fare... ultimamente sei così cupo... così dannatamente Gibbs... volevo solo aiutarti, scusami!"
"Non serve che ti scusi, Tim... io non sono dell'umore per festeggiare. Non è colpa tua, ti ringrazio comunque del pensiero, davvero..."
Le sue parole gli fanno accapponare la pelle 'Mi ha ringraziato? Mi ha chiamato per nome? Oddio... deve stare davvero male...'
Il suo sguardo diventa improvvisamente triste, capisce in parte cosa possa essere successo all'amico, così decide di non insistere.
 
Sta per mettersi a sedere alla scrivania, quando...
"Tony"
"Cosa vuoi ancora?"
"Lo senti anche tu questo strano odore?"
"Cosa...?"
Si alza in piedi ad annusare l'aria, sente uno strano odore dolciastro e improvvisamente vede i colleghi intorno a lui cadere a terra senza sensi, uno dopo l'altro.
"Ommiodio... cosa succede, Tony?!"
"Non lo so... chiama Gibbs, SUBITO!"
Arriva alla sua scrivania, prende il cellulare in mano ma subito gli cade a terra. Guarda Tony con terrore.
"Hei, McGee... che succede?!"
McGee lo guarda ancora terrorizzato senza parlare.
Tony si spaventa, gli va vicino e lo vede tremare "McGee..."
Lo vede cadere senza sensi davanti a lui "MCGEEEEEE!!!!!!!!"
Si china su di lui cercando di sentirgli il battito cardiaco, con il pulsante sotto la scrivania per le emergenze lancia l'allarme, poi un senso di vuoto lo spaventa, la testa si fa più pesante, gli occhi si chiudono da soli, il respiro diventa affannato, pian piano si stende accanto all'amico, sente come se gli avessero risucchiato tutte le forze dal corpo.
Senza davvero accorgersene si addormenta perdendo i sensi.





TADAAAAAANNN!!!
Nuova storia, nuove tragedie...
Cosa succederà?
Chi muore?
Chi vive?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo...
Baci, frencia92

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
 
Le sirene delle ambulanze suonano incessantemente da ore, i medici raccolgono i corpi morti di molti agenti che non cel'hanno fatta.
Gibbs, chiamato da Fornell, arriva al Quartier Generale, scioccato ed impressionato davanti a quell'orribile visione piena di dolore e morte.
Si avvicina all'entrata, incrociando Vance, ancora sotto shock, seduto sugli scalini.
"Direttore... che è successo?"
"Attacco biologico... hanno piazzato nel canale di ventilazione una sostanza chimica al momento sconosciuta, appena potremo rientrare la signorina Shiuto analizzerà la sostanza e ci dirà di cosa si tratta."
"Allora... qualcuno si è salvato! Chiamo DiNozzo, ci darà una mano..."
"Fermo, Gibbs... non chiamarlo! Lui e McGee erano nell'edificio durante l'attacco. Sono già in ospedale... per fortuna non sono morti, ancora... abbiamo perso molti uomini."
"Ho visto... lei lo sa?"
"No... spero che la chiamerai! È l'unica a poterti dare una mano..."
"Già..."
Si gratta la testa cercando di ricavare qualche soluzione per uscire da questa situazione.
"Io... vado da loro."
"D'accordo. Io devo rimanere qui. Tienimi informato."
"Sarà fatto, Direttore..."
Da un'ultima occhiata intorno a se, poi raggiunge l'ospedale in auto correndo come un pazzo.
Prima di entrare decide di fare una telefonata importante...
 
 
"Pronto?"
"Ciao piccola... sono Gibbs."
"Hei... è tanto che non ti fai sentire! Perchè mi hai chiamato?"
"Io..." si ferma a pensare se sia giusto coinvolgere qualcun'altro, poi concorda con se stesso che è meglio così...
"... ho bisogno del tuo aiuto. So che sei lontana e che ti serve tempo... ma... è successo un casino e sono da solo."
"Cosa significa 'da solo'?"
"L'NCIS è stata attaccata da una sostanza chimica che sta uccidendo tutti i miei agenti. Puoi venire?"
"Io... ok. Verrò! Ma... qualcuno si è salvato?"
Sorride alla domanda, sa cosa vuole dire con quel 'qualcuno'...
"Abby e Ducky stanno bene, io ero in ritardo, quindi non sono rimasto coinvolto..."
"Ma...?"
"Ma... Tony e McGee sono stati colpiti dall'attacco. Ancora non so niente."
"Bene... prendo il primo volo e ti raggiungo."
"Grazie..."
"Grazie a te che mi hai chiamato... ci vediamo fra due ore..."
Chiude la chiamata sospirando profondamente, decidendo finalmente di entrare.
 
 
"Ciao, Ducky!"
"Jethro... almeno tu stai bene... grazie alla prontezza di Tony io ed Abigail ci siamo salvati appena in tempo!"
"Perchè?"
"Ha fatto scattare l'allarme prima di... beh, ci siamo salvati."
"Come stanno?"
"Beh... non molto bene... entrambi hanno la febbre alta, Abby deve assolutamente scoprire cosa diavolo hanno respirato per poter trovare una cura... non hanno molto tempo, purtroppo."
"Hanno altri sintomi?"
"Tosse, ossa indolenzite, perdita di appetito... questo mi fa pensare ad una bronchite, i sintomi sono gli stessi ma dobbiamo aspettarne la conferma."
"Ok. Posso vederli?"
"Si, ma sono in isolamento... gli parlerai attraverso il vetro, se riusciranno a parlare..."
"Bene. Portami da loro."
Camminano per i lunghi corridoi fino ad arrivare ad una stanza illuninata di blu.
"Eccoli, Jethro. Stanno riposando ma se vuoi puoi svegliarli..."
Non fa in tempo a dirlo che entrambi aprono gli occhi, si alzano dai loro lettini e raggiungono il vetro dove possono parlare con Gibbs.
"Ciao, Capo!"
"Ciao, ragazzi. Tutto bene?"
"Dipende da cosa vuoi dire con 'bene'... stiamo morendo di caldo e non sappiamo come siamo arrivati qui ne cosa sia successo!"
"Calma, DiNozzo... a tutto c'è una risposta. Dovete aspettare un pò... risolverò tutto."
"Capo? Ricordo che io e Tony eravamo in ufficio... la gente ha iniziato a cadere a terra e c'era uno strano odore... cos'è successo a tutti?"
"Ci sono molti morti, McGee... sembra che ci sia stato un attacco biologico. Anche Abby sta bene, grazie all'allarme lanciato da Tony..."
"Già... grazie a me... ma ora perchè siamo chiusi qui?"
"Non sappiamo se siete contagiosi o meno... Abby farà le analisi e ce lo dirà."
"Ok."
Tony abbassa lo sguardo e torna a coricarsi sul lettino. Gibbs vede qualcosa di strano in lui, gli sembra triste.
"Tony? Cosa succede?"
"Niente... niente, lascia stare. Chiamami se sai qualcosa..."
Fa appena in tempo a finire la frase che comincia a tossire pesantemente, facendo preoccupare tutti.
"Tony... vi tireremo fuori di qui... vivi! Te lo prometto."
Lo vede addormentarsi facilmente, come se fosse già sfinito.
McGee lo guarda, poi si volta verso Gibbs e bisbiglia "Capo... non sta bene... stamattina si è arrabbiato perchè gli avevo ricordato che ormai è il suo compleanno... non so cosa stia succedendo ma... lo vedo stanco, abbattuto.
Ha qualcosa che non va!"
"Ho visto... ci penso io, ok? Vai anche tu a riposare, ci vediamo più tardi."
"Si, Capo..."
 
 



Ciao a tutti e BUON ANNO!
Spero che la storia vi interessi e vi stia coinvolgendo!!
Vi starete chiedendo: con chi parlava Gibbs al telefono?
E perchè Tony è così... strano?
Cosa accadrà ai due malcapitati? Moriranno?
Le vostre risposte al prossimo capitolo... :)
Baci, frencia92

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
Arriva a casa di Gibbs, apre la porta constatando che dopotutto non è cambiato niente nonostante la sua assenza.
Vede una luce accesa in cantina e scende, ben sapendo di trovarlo li a costruire qualche barca o magari una sedia a dondolo.
Scende le scale lentamente, come per godersi ogni attimo prima di vederlo per la prima volta dopo un anno.
Stranamente lo vede seduto su un vecchio sgabello a bere Bourbon, in rigoroso silenzio. 
Lo vede fissare una foto sul tavolo da lavoro, si avvicina vedendo che quella foto è quella del suo staff al completo, una foto di almeno un anno e mezzo prima.
Lui sorride sentendo la sua presenza dietro di lui, quel profumo che tanto gli è mancato in quei giorni infernali.
 
"Sai, non avevo mai capito quanto era forte il vostro legame. Solo ora, guardando questa foto, mi accorgo che è sempre stato così visibile...sotto gli occhi di tutti. 
I vostri sguardi, i vostri sorrisi, i vostri gesti...
Mi sento un pò responsabile della vostra tristezza. Avrei dovuto capire prima.
Siete legati da un filo invisibile e indistruttibile.
Siete fatti l'uno per l'altra... e lo avete capito solo ora, mentre c'era chi già da tempo aveva capito..."
"Chi l'aveva capito?!"
"McGee, naturalmente. Lui aveva visto qualcosa già anni fa, quando scrisse il suo primo romanzo... lo avete tanto criticato, ma quanta verità c'era nelle sue parole..."
"È troppo tardi per noi, Gibbs... è passato troppo tempo. Sicuramente nel suo cuore ci sarà qualcun'altra..."
"Stai sbagliando! Lo ricordi ancora come il bel Don Giovanni che corre dietro alla prima gonna che passa, ma è cambiato molto... anche dopo che te ne sei andata.
Sai, McGee, in ospedale, mi ha detto che Tony era strano stamattina... si è arrabbiato quando Tim ha nominato il suo compleanno... ti ricordi che sia mai successo?"
"No... non è da lui...!"
"Infatti... con chi ha passato l'anno scorso il suo compleanno?"
"Con noi... all'NCIS... Dove vuoi arrivare?"
"Quest'anno mancavi tu... per questo si è arrabbiato. Non ha nemmeno festeggiato il Natale con noi, niente film... tutto perchè quello che faceva prima lo condivideva con te."
"Gibbs... gli sono mancata così tanto?"
"Di più, anche ora... è in ospedale con McGee. Non sta molto bene... temo che lui possa..."
"Non lo dire nemmeno Gibbs! Non succederà... lui è molto forte, non si farà abbattere!"
"Tu non hai visto ciò che ho visto io... è distrutto, è infelice... per questo ho chiamato te e non altri.
Ora più che mai ha bisogno di te!"
"Non posso..."
"Tu puoi, Ziva... tu non VUOI! Temi che rivedendolo potresti decidere di rimanere... cosa che spero succeda.
Non lo voglio veder morire..."
Ziva abbassa lo sguardo triste, Gibbs si volta verso di lei, notando solo in quel momento le lacrime che solcano il suo viso.
Con le mani le asciuga il viso e scontra il suo sguardo col suo.
"Piccola... ha bisogno di te. Non abbandonarlo anche tu, ti prego..."
Quella frase la stupisce, lo fissa insistentemente cercando risposte "Abbandonarlo?! Chi altri lo ha fatto?"
"Suo padre... dopo le feste di Natale. Hanno litigato pesantemente, e..."
"Perchè hanno litigato?"
"Suo padre è comparso alla base con una donna di qualche anno più giovane di lui... dicendogli che lei era sua madre. Si è risposato a Settembre, ma non aveva il coraggio di dirlo a suo figlio.
Tony lo ha cacciato a male parole, non ha più parlato con nessuno di noi per un paio di mesi. Parlava a monosillabi e se doveva parlare era solo per i casi in corso.
Niente battute, niente film, niente giochini idioti... niente Tony!
Da un pò di tempo esce con McGee per non farlo sentire solo... Delilah è lontano per lavoro e si vedono poco.
Tony... gli fa un pò da fratello maggiore, capisce quanto possa essere dura la lontananza.
L'ha aiutato molto."
"Io... non avevo idea che soffrisse tanto. Mi dispiace."
"Hai sofferto insieme a lui, è arrivato il momento di riconciliarvi..."
 
Non finisce di parlare che il cellulare comincia a squillare.
"Gibbs..."
"Jethro! Ci sono grossi... enormi problemi!! Devi venire in ospedale, di corsa!"
"Cosa succede, Ducky...?"
"È per Anthony che ti chiamo... 
Sembra che la sostanza che ha ucciso i nostri colleghi sia il parassite della Bronchite Acuta Irritativa, per l'esattezza il Chlamydophila Pneumoniae... è molto resistente e persistente, può arrivare ad uccidere se l'organismo è debole."
"Ma Tony non era malato... e nemmeno McGee."
"Non conta! McGee sta già meglio, è fuori dall'isolamento da pochi minuti. Lo hanno curato appena scoperto di cosa si trattava. Il problema è che gli stessi medicinali li hanno somministrati a Tony... ma invece di migliorare sta peggiorando a vista d'occhio.
Ha la febbre a 40 e tossisce sangue... questo ti ricorda qualcosa?"
Alla domanda gli tornano in mente le indimenticabili immagini di molti anni prima, quando Tony contrasse la peste polmonare...
"Si, Ducky... mi stai dicendo... che gli è tornata la peste?"
Un brivido assale Ziva a quelle parole, il suo viso preoccupato viene di nuovo segnato dalle lacrime.
Gibbs l'abbraccia forte per darle coraggio mentre ascolta Ducky al cellulare.
"Ce lo diranno le tac ai polmoni... ma è possibile che la causa del degeneramento sia dato dalle cicatrici nei polmoni, potrebbero essersi riaperte e le conseguenze potrebbero essere davvero gravi... forse questa volta non ce la farà, Jethro..."












Bene... sono tornata con un capitolo pieno di suspance... di nuovo!
Ok... siete ancora vivi?
Sicuramente vorrete uccidermi in 1000 modi diversi con una graffetta, ma prima dovete arrivare a leggere il gran finale fra... non so quanti capitoli!!
Allora, cosa ne pensate?
Il nostro Tony... morirà? 
E Ziva che farà?
Le risposte nel prossimo capitolo!
Baci, frencia92

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
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Arriva in ospedale in meno di tre minuti. Con Ziva sale in ascensore, raggiungendo presto il piano dove Tony è ancora ricoverato. Fuori dalla stanza, McGee, Abby e Ducky lo aspettano mentre fissano Tony dall'ampia vetrata.
 
"Allora? Che succede qui?!"
Tutti si voltano verso Gibbs, vedendo Ziva comparire alle sue spalle.
Abby, che conosce bene quale sentimento la unisce a Tony, le va incontro, abbracciandola forte.
Ducky e McGee rimangono immobili a guardare ancora quella vetrata come ipnotizzati. Gibbs si avvicina a loro, osservando anche lui ciò che succede al di là del vetro.
I dottori stanno attaccando le flebo alle braccia di Tony.
Le sue labbra sono blu e respira affannosamente, una macchina alla sua sinistra segna il suo battito cardiaco, irregolare e debole.
Con i suoi occhi gonfi osserva ciò che succede, si sente stanco, senza forze.
'Che splendido compleanno! Per mia fortuna non ne festeggerò altri... presto non avrò nemmeno forza per respirare...' 
 
Un dottore arriva con una cartellina contenente gli esami di Tony.
"Dottore... cos'ha Tony?"
"Dopo accurati esami possiamo escludere una ricaduta per peste polmonare, ma...
Il parassita della Bronchite ha attaccato tutto il sistema immunitario, finendo poi ad attaccare le cicatrici che si formarono a causa della peste. Tra poco meno di un'ora i sui polmoni collasseranno, così come tutto il suo organismo. Entro stanotte il suo cuore smetterà completamente di battere.
Abbiamo chiamato alcuni studiosi di fenomeni simili e con alcuni scienziati stanno cercando un antidoto per curare il vostro agente, ma finora non hanno trovato nulla che possa aiutarci.
Cercheremo di tenerlo in vita fino alla fine, ma sappiate che sarà dura per lui. Al momento non sembra molto positivo, ha chiesto di essere lasciato solo. Sente arrivare la morte, ha capito la situazione prima di noi."
Gibbs sembra meravigliato dalle assurde parole del dottore.
"Intanto... possiamo fare qualcosa per lui?"
"Se volete potete stare con lui, non è contagioso... dovreste chiamare i famigliari.
Al momento potete solo sollevargli il morale, nient'altro."
Il dottore saluta e se ne va, lasciando tutti demoralizzati.
Ziva osserva Tony dal vetro preoccupata.
"Cosa gli sta succedendo, Gibbs! È così... strano!"
"È demoralizzato, credo si senta solo. Nonostante siamo qui per lui... è come se non ci fosse nessuno."
"Vorrei stare un pò con lui... posso?"
"Si. Io chiamo suo padre... purtroppo è necessario!"
Si allontana guardandolo per l'ultima volta dal vetro per chiamare suo padre, intanto Ziva si fa coraggio.
Prende un bel respiro ed entra nella stanza.
 
Si avvicina al suo letto, si siede accanto a lui trovandolo stremato.
Tiene gli occhi chiusi, il suo respiro è profondo ma appena udibile.
Gli prende una mano, sentendola fredda al solo tocco, la stringe come se volesse tenerlo con se, come se in qualche modo quel contatto potesse riscaldarlo.
Lentamente apre gli occhi, occhi scuri e tristi. Si volta piano, osservando quella figura improvvisamente comparsa accanto a lui, pensa subito che sia solo un'illusione della sua mente.
Chiude di nuovo gli occhi, stupendo Ziva.
Lei gli accarezza il viso, sentendo quanto la febbre l'abbia riscaldato, cerca di nuovo il suo sguardo, cerca nelle sue labbra blu un piccolo sorriso solo per lei, uno di quelli che lei non ha mai potuto dimenticare, riservato solo a lei e a nessun'altra.
Il suo sguardo s'intristisce quando non trova in Tony ciò che spera di vedere.
"Tony... Tony, ti prego, guardami!"
Tony riapre gli occhi, fissandola in modo strano.
"Tony... sono qui per te!"
Tony, con voce roca, cerca di risponderle "Bugiarda... sei qui perchè... ti ha chiamato Gibbs... vattene."
"Tony... lui mi ha detto solo cos'è successo... ma sono qui per starti vicino! Non voglio vederti morire!"
"Allora esci... perchè che tu lo voglia o meno... tra poco morirò e... non voglio nessuno qui a fingere che vi importi qualcosa... voglio stare solo. Lo ero ieri, il giorno prima... la settimana prima... ora le cose non cambieranno."
 
Le parole di Tony le spezzano il cuore, si rende conto solo in quel momento quanto la sua partenza lo abbia ferito, tanto da pensare di essere solo al mondo.
"Mi rifiuto di lasciarti ora... non morirai oggi e voglio che tu capisca che non sei solo!"
"Anni fa te lo dissi anch'io... non eri sola, ma... non ci hai mai creduto veramente. Perchè ora io dovrei crederti?!"
"Perchè... perchè io... io ti amo, Tony! Non ho mai smesso di amarti per nemmeno un secondo... perchè è vero che non sei solo. Nessuno ti ha lasciato solo, sono tutti qui per te!"
Inizia a piangere mentre stringe forte le mani di Tony "Mi dispiace da morire di averti fatto soffrire così tanto... voglio che resti con me, che combatti per me come facesti a Tel Aviv.
Voglio che vivi la tua vita insieme a me! Il DiNozzo che conosco io non si è mai lasciato abbattere da niente e nessuno! Sei venuto in Somalia per vendicarmi e salvarmi quando credevo che nessuno al mondo potesse farlo!"
"Ziva... guardami bene... morirò, questo è certo! Le cose cambiano...
Fatti una vita nuova, con qualcuno che ti ami anche solo la metà di quanto ho amato te... creati la tua famiglia... ed io ne sarò felice..."
Un sorriso piccolissimo appare sulle sue labbra, placando il dolore di Ziva.
Gli accarezza ancora il volto mentre lui chiude gli occhi.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
 
 
 
Chiude gli occhi, l'elettrocardiogramma suona minacciosamente mentre il medico che lo ha in cura entra nella stanza per far uscire Ziva.
Entrano altri due medici e le infermiere "I polmoni hanno collassato, sono pieni di liquidi! Portiamolo d'emergenza in rianimazione, dobbiamo ripristinare subito la respirazione... dobbiamo fare in fretta, abbiamo 20 minuti!"
Le tendine oscurano la visuale della stanza, uno dei medici accompagna di forza Gibbs e gli altri in sala d'attesa.
Gibbs si volta verso Ziva, vedendola terrorizzata "Hei... andrà tutto bene..."
"Lui... lui non è più il mio Tony! È così... diverso..."
"Non è diverso, si sente abbandonato. Ha sperato ogni giorno di vederti tornare, non ti puoi aspettare che ti accolga a braccia aperte dopo che ha sofferto così tanto! Dai tempo al tempo!"
"Ma lui non ne ha più, Gibbs..." inizia a piangere abbassando lo sguardo "sta morendo, è tutta colpa mia!"
Gibbs, sentendo quelle parole, le da uno scapellotto "NON LO PENSARE MAI! Non muore per colpa tua e non deve morire! Se pensi che stia morendo allora è già morto! Lui è forte, è arrabbiato col mondo intero e lo capisco. Dopo tutto quello che ha fatto per te... tu te ne sei andata, è comprensibile che sia arrabbiato con te, ma la cosa migliore che puoi fare ora è stargli vicino, non pensare che morirà... così lo uccidi, mentre il tuo compito è riportarlo alla vita, quella vera, quella felice, da condividere con chi si ama veramente! Sii te stessa!"
Quelle parole la fanno riflettere, facendole prendere un'importante decisione.
 
Dopo un'ora, il medico esce per informarli sulla salute di Tony.
"Il paziente al momento è stabile... come era previsto, i suoi polmoni hanno collassato e il suo organismo ha ceduto. Per ora devo chiedervi di non rimanere con lui nella stanza, ha bisogno di riposo assoluto, gli abbiamo somministrato antidolorifici ed è al momento in coma farmacologico. Purtroppo non sappiamo con certezza se l'arresto cardio-polmonare ha causato altri danni, soprattutto perchè in mancanza di ossigeno il suo cervello potrebbe non reagire agli stimoli, potrebbe non risvegliarsi, oppure potrebbe avere gravi problemi di memoria, comprensione... 
Al momento non ci sentiamo di escludere nessuna ipotesi... potrebbe anche non avere nessuno di questi problemi! Lo monitoriamo costantemente in rianimazione per le prossime 24 ore. Nel caso in cui qualcuno di voi voglia fermarsi, ci sono a vostra disposizione dei lettini per la notte."
"La ringrazio infinitamente, Dottore... domani mattina potremo stare con lui?"
"Dipende tutto da ciò che succederà o meno stanotte. Se non ci saranno complicazioni potrete stare con lui."
"Grazie..."
Si siedono sulle poltroncine senza fiatare, tenendo lo sguardo basso per non vedere la tristezza negli occhi degli altri.
Ziva si avvicina a Gibbs, notando in lui un forte turbamento "Cosa facciamo, Gibbs?"
Strizza forte gli occhi mentre cerca una risposta da darle "Non lo so... aspettiamo. Non possiamo fare niente..."
"Va bene..."
Si siede di nuovo, aspettando la notte.
 
 
Coricati sui lettini, Gibbs, Ziva e McGee cercano di dormire.
Abby, accompagnata da Ducky, è tornata a casa per riposare meglio, facendosi promettere da Gibbs che l'avrebbe subito chiamata in caso fosse cambiato qualcosa.
Sia Gibbs che McGee faticano ad addormentarsi a causa della forte preoccupazione per Tony, Ziva finge abilmente di dormire per alzarsi nel momento in cui tutti si sarebbero profondamente addormentati.
 
Il suo istinto ninja la guida verso la stanza di Tony in rianimazione, determinata e pronta a tutto pur di riconquistare il suo cuore lacerato.
Si affaccia alla porta e lo vede...
Sdraiato sul lettino, intubato per poter respirare regolarmente, pallido e smorto come mai l'aveva visto prima d'ora. Si ferma un attimo, esitando davanti alla sua immagine riflessa nel vetro.
Rimane li immobile cercando una soluzione dentro di sè, senza successo.
Il suo sguardo s'incupisce, la rattrista vederlo in quello stato pietoso.
Pian piano si fa coraggio e ancor più piano apre la porta, facendo silenzio.
Entra nella stanza, osservandolo per intero, guarda quel magnifico corpo, quel viso rilassato dai medicinali somministrati ore prima, si avvicina prendendogli una mano, sentendolo gelido al solo tocco.
Le sue labbra hanno ripreso il colore roseo di sempre e le sue unghie, prima blu, ora sono del loro colore naturale.
 
'Sembra che stia solo dormendo... è così bello...'
 
Accarezza la pelle morbida delle sue mani, sedendosi sul letto accanto a lui.
 
'Quanto vorrei sentirti mentre mi stringi in un abbraccio... mi sei mancato così tanto... non voglio più lasciarti andare, ti voglio nella mia vita, voglio una vita piena di te!'
 
Gli si avvicina lentamente, sul suo viso sente il suo respiro flebile accarezzarle le guance.
Ziva gli si avvicina ancora, appoggiando le labbra sulle sue guance, assaggiando il sapore di quelle pelle che tanto aveva desiderato possedere a Tel Aviv, mentre era sola con se stessa.
Chiude gli occhi, sperando che lui la possa sentire, si stacca da lui per ammirare il suo bel viso angelico, appoggia la testa sul suo petto mentre ascolta il battere del suo cuore e si addormenta.
 






Capitolo corto ma moooooolto tenero! :3
I pensieri di Ziva sono anche i miei... quanto vorrei farmi stringere in un abbraccio da lui...!! >.<
Lo so... piacerebbe anche a voi... come vi capisco!! u.u
Faremi sapere cosa ne pensate e se il capitolo vi è piaciuto!
Cosa succederà?
Vivrà o morirà?
E la nostra ninja? Cosa farà per Tony?
Tutto al prossimo capitolo! ;P
Baci, frencia92

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
 
 
Si svegliano il mattino seguente un pò storditi, si guardano intorno perplessi... c'è qualcosa di diverso...
"McGee... hai visto Ziva?"
"Ehm... no, Capo! Potrebbe essere ovunque... in bagno, al bar... conoscendola potrebbe anche essere con Tony..."
Si guardano improvvisamente terrorizzati, sperano che non sia vero per il bene di Tony.
Percorrono velocemente e molto silenziosamente il corridoio che porta alla stanza di Tony, fermandosi improvvisamente davanti alla porta della stanza, guardano dal vetro la scena all'interno della stanza: Ziva coricata accanto a Tony mentre dorme con ancora la testa sul suo petto e le mani stranamente intrecciate.
Tony ancora non sembra aver ripreso conoscenza.
Lo vedono sofferente ed intubato, il colore della sua pelle è leggermente pallido, le sue labbra non sono più blu.
 
 
Apre piano gli occhi pesanti, sente un peso su di sè e vede la meravigliosa figura sul suo petto dormire beata.
Osserva Ziva, la sua Ziva che dorme tranquilla, come se fosse una situazione di routine, come se ogni giorno si fossero svegliati così... con le mani unite in un perfetto intreccio, i suoi capelli che gli carezzano il viso, quel meraviglioso profumo di pesca e mandorle che impregna l'aria attorno a sè...
rivive in un istante quei meravigliosi giorni passati a Tel Aviv con lei, gli abbracci e il tenero ultimo bacio prima della sua partenza...
Sorride per quel che può, il suo cuore impazzisce di gioia nell'averla di nuovo li con lui.
Piano piano si sente sempre più debole, gli occhi si chiudono lentamente... un ultimo sguardo rivolto al suo capo e al suo miglior amico fuori dalla stanza, con un cenno della mano gli fa capire che va tutto bene, andrà bene...
lacrime amare scorrono sul suo viso veloci...
 
'Ci ho provato, Zee... mi sono battuto per te ma tutto questo non è bastato. Perdona le mie parole dure, è stato il mio ultimo tentativo di farmi odiare da te, perchè potessi lasciarmi andare... ho fallito di nuovo...
Addio, Occhioni Belli, mia dolce Ziva...'
 
Gli occhi si chiudono, l'elettrocardiogramma suona, mostrando la fibrillazione del suo cuore malandato.
Ziva si sveglia terrorizzata, sente il suo cuore battere sempre più piano, il respiro flebile.
Con le mani gli prende il viso, cercando di svegliarlo, le lacrime le bagnano il viso "TONY, TI PREGO... NON MOLLARE... NON LASCIARMI ANCHE TU, TI PREGO! TONY! TONY!!"
Si accorge solo in quel momento delle lacrime di Tony, solo in quel momento capisce il motivo delle sue parole del giorno prima.
"Tony" sussurra al suo orecchio, come se potessero sentirla "io ti amo... ti amo!"
 
Ducky, insieme ai medici che hanno in cura Tony, entrano velocemente.
Ducky trascina fuori dalla stanza Ziva mentre i dottori iniettano un liquido nelle vene del braccio di Tony.
"COSA STANNO FACENDO A TONY! PERCHÈ NON LO SALVANO... IO HO ANCORA BISOGNO DI LUI!"
"Stanno facendo il possibile, mia cara. Come ho potuto dire a Jethro e Tim pochi secondi fa... Abigail ha trovato miracolosamente un antidoto preparato nella notte... forse si salverà, dobbiamo avere fede!"
Gibbs, dietro di lei, la prende per i fianchi mentre lei si getta tra le sue braccia a piangere.
"Hei, Zee... ascolta, ti devi calmare... Tony ha bisogno di noi!"
"Quello che mi ha detto ieri... so che non è vero! Voleva allontanarmi da lui... ancora una volta ha cercato di proteggermi, anche da se stesso!"
"Lo so... smetti di piangere, ti prego. Si risolverà tutto..."
Continua a versare lacrime sulle spalle di Gibbs ininterrottamente, troppo stanca per andare avanti pian piano smette di piangere, tranquillizzandosi.
Gibbs si siede su una sedia dietro di lui prendendola in braccio quando la sente addormentarsi sfinita.
Le accarezza dolcemente il viso, come potrebbe fare solo un padre, mentre attende notizie dai medici che stanno rianimando Tony.
'Andrà tutto bene, piccola... andrà tutto bene...'














Breve ma intenso, eh?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Ormai ci avviciniamo alla fine di questa storia...
Attendo vostri commenti e chiedo perdono se vi ho fatto piangere (e sicuramente arrabbiare!)... ERA MIA INTENZIONE!
Baci, frencia92

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
 
 
Si sveglia ancora tra le braccia sicure e forti di Gibbs, lo guarda fissare la vetrata davanti a se.
Osserva Tony su quel letto, lo vede smorto, pallido, assente.
'È troppo tardi...' pensa Ziva in continuazione senza riuscire a darsi pace.
Le lacrime tornano a scendere veloci dal suo viso, pentita di non aver ascoltato Tony a Tel Aviv...
 
     "Non dovresti fare questo da sola, torna a Washington con me..."
     "La prima cosa sulla nuova lista era 'rinuncerò al distintivo'..."
     "Non sto parlando dell'NCIS... ascolta, si può cambiare, per quello che mi riguarda.
     Solo... torna a casa. Voglio solo che tu torni a casa... con me."
     "Non penso che questo sia un ver..."
     "Hei, ascolta... lo so che è difficile e so che vuoi cambiare. Io posso cambiare con te. Sto lottando per te, Ziva."
     "Lo so."
 
Improvvisamente viene risvegliata dai suoi pensieri con una carezza sul viso.
"Ziva... tutto bene?"
"No... non va tutto bene. Mi sembra di vivere in un incubo. Non ce la faccio più ad andare avanti in questo modo... io ho bisogno di lui!"
"Lo so. Vuoi andare da lui?"
"Io... non lo so..."
"Ziva, lui sta meglio! L'antidoto ha fatto il suo effetto, è ancora un pò debole e stanco ma la tua presenza lo aiuterà di certo. Vai da lui, ora. Io devo sentire come vanno le ricerche del killer.
Fà attenzione a non stancarlo troppo, McGee e gli altri vengono con me... se hai bisogno chiamami immediatamente, ok?"
"Si... grazie, Gibbs."
"Io non ho fatto niente. Fallo stare bene, ora. Ha bisogno di te!"
Annuisce sorridendo appena, Gibbs si alza dalla sedia e si avvicina a lei, dandole un bacio sulla fronte.
"Gibbs... ma tu non eri contrario ai rapporti tra colleghi?"
"Si, ma tu al momento non sei una sua collega, in più... se il vostro legame vi renderà felici sono disposto a chiudere un occhio. Siete molto importanti per me, non voglio perdervi per una regola... in fondo le regole sono fatte per essere infrante!!"
Sorride alle sue parole, i suoi occhi brillano di speranza e felicità.
Gibbs la lascia sola mentre lei entra nella stanza di Tony.
 
Lo guarda intensamente, impietrita dal suo stato pessimo.
"Sembri uno straccio, non ti si può vedere in queste condizioni..." cerca di farlo reagire, senza successo.
Si siede sulla sponda del letto prendendogli la mano e stringendola forte, lo guarda come ipnotizzata dal suo viso immobile, spento.
"Avrei dovuto darti ascolto... sarei dovuta venire a Washington con te, avrei potuto ricominciare una nuova vita con te, invece sono stata egoista, ho pensato solo a me quando avrei dovuto pensare a NOI.
Mi dispiace di averti fatto del male... sono sempre stata brava a far soffrire le persone. Chiunque mi abbia conosciuto è morto o ha rischiato di morire, anche la lontananza uccide... io l'ho capito mentre salivi le scale di quel maledetto aereo a Tel Aviv... avrei voluto chiederti di restare, ma so che l'avresti fatto, buttando all'aria la tua carriera...
Mi hai dimostrato che insieme possiamo fare qualunque cosa, senza di te mi sarei persa nei peggiori dei miei incubi quando mio padre morì... ti devo tutto.
Sicuramente sei arrabbiato e capisco se non volessi più avere a che fare con me. Ogni volta che hai provato ad avvicinarti a me io ti ho respinta e so di aver fatto il più grosso errore della mia vita, ma... io ti amo... non ho mai smesso di amarti."
 
"Non sono arrabbiato... sono contento che tu sia qui."
Le risponde inaspettatamente con voce flebile e stanca, tenendo gli occhi chiusi.
Ziva sembra colta di sorpresa dalle sue parole. Gli stringe la mano con più forza, avvicinandosi a lui.
"Hei, allora sei sveglio!"
"Si... Ziva... io non ti odio, non sono arrabbiato con te... hai fatto una scelta."
"Hai ragione, ma... ho sbagliato. Su di noi. Avrei dovuto fare di più per te per cominciare a parlare di noi... tu ci sei sempre stato per me... io invece..."
"Zee... tu sei qui, ora... mi basta solo questo."
Apre piano gli occhi, mostrandole quella luce che per tanto tempo era rimasta sepolta nel suo cuore di ghiaccio, quegli occhi di smeraldo che riflettono perfettamente la sua immagine. Le mostra il suo sorriso, il più bello di sempre, il più sentito, il più felice.
Con quel solo, piccolo gesto la scioglie dalla tensione, il peggio è passato, nessun dolore, nessun rimpianto. 
Solo loro, insieme.
 
Sorride a sua volta, felice di quel gesto.
"Adesso sono qui per te, sono qui per restare, per un nuovo noi fatto solo del nostro amore."
"Ti amo, Ziva."
"Ti amo anch'io... grazie."
"Di cosa...?"
"Di essere sempre quello che sei, di non cambiare mai."
Si avvicinano ancora, sentono i reciproci respiri sulla pelle, gli occhi si chiudono per assaporare quel meraviglioso momento.
Le labbra si schiudono per unirsi in un bacio, un bacio pieno d'amore.
Un bacio fatto di nove anni di sofferenza l'uno lontano dall'altro.
Un bacio goduto, aspettato, implorato, sognato.
Si staccano, appoggiando le loro fronti l'una all'altra, si guardano sorridendo come se fosse la prima volta.
"Torna a casa con me..."
Con la mano le sposta una ciocca di capelli dal viso, facendola sorridere.
"Non aspetto altro da anni."




















Già... lo so cosa pensate... GIÀ FINITA??!
Ebbene si... è finita.
Ringrazio tutti per aver letto e recensito la storia, in particolare Antney, Meggie90, Ziva4ever, Life Before His Eyes, Carlycalvo, Bakyta12, LaGianolik, nuvola81 Anny_97 e chi recensirà in futuro.
Grazie a tutti, di cuore! ^○^
Baci, frencia92

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