All-New Time Ladies: A Four-Sided Food Shopping

di SymboliqueVain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Cosa vuol dire essere tosti ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Cosa vuol dire essere compassionevoli ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Cosa vuol dire essere utili ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Cosa vuol dire essere tosti ***



Introduzione dell'autrice (buongiorno! :D) SPOILER PER CHI NON HA VISTO LO SPECIALE DEL 50° E DI NATALE
Buona domenica a tutti! :D allora, questa è la mia seconda fanfiction a lungo termine (l'altra, Fangirl Supervillain, sarà alternata a questa) ed è la prima in assoluto che scrivo su Doctor Who... non sto nemmeno a dire quanto questa serie mi logori, altrimenti non sarei qui a scriverne :D
Allora, prima di lasciarvi alla storia, vorrei specificare alcune premesse: le protagoniste di questa storia sono quattro Signore (anzi, Signorine) del Tempo e, cronologicamente parlando (cosa un po' complicata da definire in una serie come Doctor Who, lol), vivono le loro avventure dopo che il Dottore (presumibilmente il Dodicesimo, a questo punto - secondo la numerazione tradizionale...) è riuscito a riportare Gallifrey nel suo universo: ne saprete di più nel corso della storia ^^

"A Four-Sided Food Shopping" sarà una fanfiction di sedici capitoli (quattro per ogni Time Ladies) e un epilogo, anche se vorrei scriverne tanti seguiti! :D Potrebbero esserci delle imperfezioni con la storyline ufficiale perché ho iniziato a scrivere questa storia prima dell'ultimo speciale di Natale... quando Peter Capaldi era ancora un completo mistero e non ci sognavamo i suoi reni la notte :D

Ma ora l'introduzione si è fatta pure troppo lunga... vi lascio alla storia :D ma non senza aver prima ringraziato le VERE All-New Time Ladies, che mi fanno passare delle notti in chat molto.... ma molto.... ma MOLTO... strane (?)
Ah, in ognuno dei primi quattro capitoli metterò un identikit per ognuno dei quattro personaggi nuovi ^^ ringrazio Sabrina/Well-Wisher per avermi dato il permesso di mettere i disegni, sono stupendi ç_ç

*     *     *

All-New Time Ladies

All-New Time Ladies
presents

A Four-Sided Food Shopping

.I.
Cosa vuol dire essere tosti

(Dreamer)

Dreamer


Pianeta Terra, dicembre 2013 (secondo il calendario dei terrestri prima della colonizzazione dello spazio)


“Torneremo il prima possibile, Dreamer!” disse Fighter con un ampio sorriso, salutando la collega mentre usciva fuori da una certa cabina blu.
“Mi raccomando, fai la guardia al Tardis!” intervenne Magician, che stava aspettando Fighter insieme a Well-Wisher, appena fuori dal loro mezzo di trasporto.     
“Credo che sarà il Tardis a fare la guardia a lei ^^” aggiunse quest’ultima, mentre cercava tra i taschini della cintura una bustina di zucchero da mangiucchiare: lei, Fighter e Magician stavano andando a rifornirsi di cibo e, per affrontare le difficoltà di una spesa al supermercato, aveva urgente bisogno di zuccheri!
Quella volta toccava a Dreamer occuparsi del Tardis durante la loro assenza, e già la Time Lady si stava chiedendo che cosa avrebbe fatto senza quelle casiniste delle sue compagne di viaggio… L’ultima volta ne aveva approfittato per giocherellare un po’ con i gattini che, all’insaputa delle altre, aveva adottato durante le loro “scampagnate”, per poi nasconderli in una delle sale più confortevoli del Tardis: tanto di stanze ne aveva all’infinito, e le sue colleghe non sospettavano nemmeno che viaggiassero con altri sette ospiti miagolanti! Probabilmente anche quel giorno avrebbe trascorso quelle poche ore solitarie insieme a loro… senza contare che doveva pulire le lettiere di tutti!   
“Ricordatevi di prendere quei dolcetti alla crema che mi piacciono tanto!” disse Dreamer prima che le sue colleghe si allontanassero “E anche i cubetti di prosciutto!”      
“I cubetti di prosciutto?!” ripeté Magician, dubbiosa “E che ce ne facciamo?”       
“Mi piace metterli nella pasta…” rispose evasivamente Dreamer: in realtà aveva scoperto che i gattini erano particolarmente ghiotti di prosciutto, e le sue scorte segrete erano quasi finite!      
“Uhm… non ti ho mai vista farlo…” disse Well-Wisher mentre finalmente apriva la sua prima bustina di zucchero.           
“Ma sì, li useremo per fare taaanti stuzzichini!” esclamò Fighter “Allora, andiamo?! E ricordiamoci che tocca a Magician guidare il carrello!”
L’interpellata sbuffò: “Anche se viaggiamo tutti i giorni con una macchina del tempo, guidare il carrello mi sembra addirittura più complicato… le rotelline si incastrano sempre!”       
“Questo perché non eviti le crepe del pavimento ^^” le fece notare Well-Wisher.
“Ti va di prendere il mio posto, Double?” chiese Magician, con un sorriso a trentadue denti.      
“No, ma posso avvisarti quando stai per finire in una crepa ^^”     
“MAI sottovalutare le crepe!” disse saggiamente Fighter “Andiamo, ora?!”           
Fighter andava matta per il cibo dei terrestri (era stata lei a convincere le altre a fare sosta sulla Terra per rifornire la dispensa del Tardis) ed era evidente che non vedeva l’ora di perdersi in un supermercato.
Finalmente il trio addetto alla spesa salutò Dreamer, che richiuse la porta della cabina blu dietro di sé.   
“Uffff…!” fece la Time Lady “E ora… pensiamo ai gatti!”   
Fece per avviarsi, saltellante e spensierata, verso la stanza dove aveva nascosto i gattini, quando notò sui comandi centrali del Tardis un foglietto, scritto a mano, che sembrava essere stato dimenticato lì da qualcuno. Dreamer lo prese, incuriosita, e si mise a leggere:           

tanto tonno
2 etti di bresaola (della Valtellina)
1 k di mele Stark
l’insalata coi pomodorini buoni
salsa barbecue – maionese – senape
dolcetti alla crema
churros (se ci sono)

E l’elenco andava avanti così per tutta la facciata del foglio, e anche dietro, elencando un sacco di alimenti più o meno salutari.          
“Acc…! Ma questa è la lista della spesa!” si rese conto Dreamer, portandosi una mano sulla fronte “Se la sono dimenticata… Forse faccio in tempo a raggiungerle!”          
E, veloce come il vento (o così avrebbe voluto), la Time Lady si precipitò fuori dal Tardis con la lista stretta in mano, come se ne valesse della sua stessa vita… Questo perché aveva paura che le altre non si sarebbero mai ricordate dei suoi dolci alla crema, senza quel foglio!        
Corse per un bel po’ di tempo in direzione del supermercato, ma delle sue tre colleghe neanche l’ombra… Possibile che si fossero già allontanate così tanto? Alla fine si fermò, esausta, e si allentò il nodo della cravatta per prendere fiato… 
“Tanto vale ritornare al Tardis” pensò, ma non prima di essersi rinfrescata con una bibita: doveva avere un po’ di soldi terrestri in tasca! (peccato che fossero Lire…) 
Notò che nelle vicinanze c’era un bar e, senza indugio, decise di entrare: sperò di non venire scambiata per una cameriera dai clienti, anche se non sarebbe stata la prima volta… I terrestri, a volte, sapevano essere veramente stupidi!           
Per fortuna nel bar non c’era quasi nessuno, salvo un tipo al bancone con un giubbotto ridicolmente lungo: Dreamer inavvertitamente lo ascoltò mentre parlava con il barista.    
“Cassano Magnago è una città come un’altra” stava dicendo quest’ultimo al cliente, che stava bevendo con tutta calma un cappuccino “E non accade qualcosa di bizzarro da ben prima che io nascessi, credo!”
“Mh… eppure ho saputo che al supermercato qui vicino succedono cose strane!” replicò lo sconosciuto, dopo aver bevuto un sorso dalla tazza fumante. 
“Cose strane al Dyunn? Non saprei, non so niente di quel posto…” rispose il barista.       
Dreamer si sedette ad un posto di distanza dal cliente proprio mentre questi chiedeva, con una strana inclinazione della voce: “Non conosce nessuno che va a farci la spesa?”         
“Potrà sembrare strano, ma… in effetti no. Nemmeno io ci vado mai” dovette ammettere il barista “Eppure è aperto da anni!”        
A Dreamer parve di ricordare che il supermercato dove erano dirette le sue colleghe si chiamasse proprio “Dyunn”, ma non poteva esserne sicura… Lo sconosciuto smise di fare altre domande e Dreamer ne approfittò per ordinare la prima bibita che le venne in mente. Mentre il barista cercava la sua ordinazione, lo sguardo della Time Lady cadde sulla figura del cliente, e…     
I suoi due cuori saltarono un battito. 
Riconobbe immediatamente quel profilo: ciuffo sbarazzino, sopracciglia espressive e occhi intensi. Per cercare ulteriori conferme sull’identità dell’uomo, Dreamer abbassò lo sguardo e notò che, oltre ad un completo marrone a righe sottili, indossava anche un paio di All Star gialle e bianche.    
Ora i suoi cuori iniziarono a battere all’impazzata: quell’uomo era il Dottore! Quel Dottore! L’eroe nazionale di Gallifrey! Colui che per secoli aveva creduto di aver sterminato i Time Lords, quando invece aveva salvato la sua intera specie dalla Guerra del Tempo!         
Dreamer sul momento non seppe dire quale rigenerazione del Dottore fosse quella che aveva davanti, anche se a scuola te le inculcavano nello stesso modo in cui ai terrestri si insegnano i sette re di Roma… Ma tutto quello che riuscì a dire fu: “Oddio!”    
Il Dottore non poté fare a meno di sentirla e si voltò verso di lei, alzando un sopracciglio.
“Oh… mio… Dio!” ripeté Dreamer, questa volta solo pensandolo “è veramente lui!”        
“Tutto a posto?!” le chiese il Dottore, con un tono tra il cortese e il sospettoso.     
“Oh… sì, certo Dot… ehm, signore!” rispose Dreamer, che non sapeva come contenere l’entusiasmo “Stavo dicendo solo… ‘Oddio! Fa proprio caldo oggi!’”        
“Veramente è quasi tempo da neve, anche se c’è il sole” le fece notare il Dottore, alzando il mento e osservandola con ancora più sospetto. La studiò con molta attenzione e il suo sguardo si soffermò a lungo sugli stivaletti che stava indossando, anche se Dreamer non ne seppe immaginare la ragione: mica tutti erano costretti ad indossare “scarpe di tela” come lui!
“Ehm… ma qua dentro fa veramente caldo, rispetto a fuori!” improvvisò la Time Lady “Eh, sì! Lo sbalzo termico mi ha colto impreparata, eh eh!”
“Forse hai bisogno di un dottore…” le consigliò lui, proprio lui, il Dottore in persona! Anche se aveva inteso uno di quei dottori con la “d” minuscola…  
“Oh, no no, sto benissimo!” esclamò Dreamer, che aveva iniziato a giocherellare con la cravatta per contenere l’emozione e il nervosismo. Sì, stava benissimo, e avrebbe tanto voluto chiedere al Dottore se potevano fare una foto insieme, o anche solo un autografo, ma secondo il Codice della Liberazione sarebbe stato contro la legge! Infatti, da quando il Dottore aveva ritrovato Gallifrey (mi dispiace, terrestri, ma per voi è ancora troppo presto per conoscere i dettagli!), era stato vietato ad ogni Time Lord e Time Lady di rivelarsi come Signori del Tempo se mai avessero trovato il Dottore in una delle sue vecchie rigenerazioni… insomma, a quelle che precedevano il ritrovamento di Gallifrey.        
Intanto il Dottore le aveva sorriso e si stava alzando dal balcone, probabilmente per andarsene… Dreamer, però, non voleva lasciarsi sfuggire l’occasione di passare un po’ di tempo con il Dottore! Insomma, il suo nome era leggenda, un sacco di strade di Gallifrey erano state dedicate a lui… per non parlare della Festa Nazionale del Dottore! Per un bambino sarebbe stato come vedere Babbo Natale in persona, con la differenza che il Dottore era reale! (chiedo scusa per i credenti di Babbo Natale in ascolto)     
“Aspetta!” lo fermò Dreamer, improvvisando al cento per cento “Posso accompagnarti per un tratto di strada?”
Ommioddio… ora l’avrebbe scambiata per una maniaca, una stalker, una pazza a piede libero…!
Ma il Dottore, invece di giudicarla, fece spallucce e le sorrise per la seconda volta.           
“Ma sì” disse “Perché no?”   
Dreamer non poté credere alle proprie orecchie e si sentì le farfalle nello stomaco: quanti Signori del Tempo si sarebbero fatti seguire da una sedicente terrestre incontrata appena un minuto prima?     
“C’è da dire che il Dottore ha avuto un sacco di companions” si disse Dreamer, cercando di ricordare la biografia di quel personaggio così importante “Non dovrebbe stupirmi che con i terrestri abbia così tanta confidenza! Va beh… Let’s Gooooethe!”     
Dreamer e il Dottore uscirono dal bar (“Non ho nemmeno bevuto la mia bibita” si rese conto la Time Lady) ed iniziarono ad allontanarsi dalla confusione del centro per dirigersi verso il parco dove le Time Ladies avevano parcheggiato il Tardis, lontano da sguardi indiscreti.           
“Allora, come ti chiami?” chiese inaspettatamente il Dottore, ma senza alcun intento d’indagine: voleva semplicemente iniziare una conversazione, o almeno così sembrò a Dreamer.       
La Time Lady non riusciva a staccare gli occhi dalle sue All Star: quante volte ne aveva sentito parlare!
“Mi chiamo…” Dreamer pensò al primo nome che le venne in mente “Marta! Mi chiamo Marta…”
“Martha?!” esclamò il Dottore, stupito, facendo un passo indietro dalla Time Lady “Ho conosciuto una Martha… Sono tipe toste, loro!”
“Le Martha, intende?” chiese Dreamer, confusa.    
“Sì, sì, le Martha!” confermò il Dottore, gesticolando freneticamente “Le Martha son toste! Quindi anche tu sei una tosta!” 
Dreamer abbassò lo sguardo, in imbarazzo. “Veramente… non molto…”   
“Non ci credo!” protestò il Dottore “Guardati: ti chiami Martha, e indossi pure una cravatta… Guarda, ne indosso una anch’io! Questo vuol dire che siamo tosti!”  
Dreamer non poté fare a meno di ridacchiare. “La cravatta ci rende tosti?”          
“La cravatta” continuò il Dottore “ma anche i cappotti lunghi, le scarpe di tela… Un sacco di cose rendono la gente tosta! Ma i cravattini no, no… quelli sono sicuro che non rendano tosti!”    
“Potresti cambiare idea…” si lasciò sfuggire Dreamer, che finalmente si ricordò: solo il Decimo Dottore indossava le All Star, quindi la rigenerazione successiva avrebbe portato proprio un cravattino!
“Come?” le chiese il Dottore.           
“Oh, niente… niente…” disse Dreamer.        
Il Dottore riprese ad osservarla con sguardo sospettoso, con il ben noto sopracciglio indagatore. “Sei tosta e anche strana, Martha-che-indossa-la-cravatta… Ma mi piacciono le stranezze e, anche se così non fosse, ti avrei già perdonato per avermi accompagnato fin qui! Sai cosa ti manca, però, per essere veramente tosta?”  
Dreamer ricambiò il suo sguardo, senza però capire dove voleva andare a parare.
“Delle scarpe abbastanza toste per una Martha tosta!” le rispose il Dottore, indicandosi tutto fiero le All Star “Le vuoi?”         
Dreamer ammutolì. “C-come…?”    
“Le mie scarpe!” ripeté il Dottore “Ho visto che continuavi a guardarle… sono tue! Scommetto che ti vanno, addirittura!”   
Dreamer paragonò i proprio piedi a quelli del Dottore e notò che, in effetti, erano più o meno della stessa grandezza: forse le sarebbero state un po’ larghe, ma non abbastanza per scivolarle via dai piedi.
“Io non… non posso accettare!” esclamò Dreamer, rossissima in faccia: quelle scarpe erano come una reliqua, non avrebbe mai potuto averle! Ma come spiegarlo al Dottore senza rivelargli che era una Time Lady? E poi sarebbe stato tutto inutile: quello si era inginocchiato e si stava già slacciando le stringhe!           
“Il mio mezzo di trasporto è qui vicino: camminare per un pezzo a piedi nudi non sarà un problema! E poi ne ho un altro paio identico, ma rosse!” le spiegò il Dottore, avvicinando le All Star ai piedi di Dreamer “Ora però devo scappare, Martha II! Continua a vivere in modo tostissimo per il resto dei tuoi giorni, e dimostra al mondo intero quanto sei tosta! ALLONS-YYYYYY!!”      
Detto questo, il Dottore le rivolse un ultimo, gigantesco sorriso, e corse a gran velocità verso una quercia lontana da lei dove, Dreamer lo sapeva, il Time Lord aveva nascosto alla bell’è meglio il suo Tardis. Mentre Dreamer si sfilava tutta contenta gli stivaletti per provarsi quel regalo inatteso, si aspettò di sentire il rumore della ben nota cabina blu che si metteva in moto per raggiungere una destinazione nota solo al Dottore… anzi, magari nemmeno a lui! Ciò, però, non avvenne: probabilmente il Dottore aveva parcheggiato il Tardis in una zona ancora più distante… E meno male, altrimenti avrebbe potuto vedere anche il Tardis delle Time Ladies!          
Dreamer si allacciò le All Star e se le ammirò con tutta calma: in effetti, erano veramente tostissime.

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Il ritorno dell'autrice /o/
Ri-ciao! :D allora, questa prima parte è finita e spero, molto banalmente, che vi sia piaciuta, o anche solo ispirato ^^ nell'arco di questa storia incontrerete tutti i Dottori della nuova serie (ad eccezione del War Doctor), a cominciare - come avete notato - dal Decimo... Tennino *-* mon amour!! PLS DON'T GO!! ç___ç
Ah, non picchiatemi subito perché qua il Dottore lascia le sue scarpe ad una perfetta sconociuta... "Le vie del Dottore sono infinite"! ;D
La prossima domenica aggiornerò Fangirl Supervillain, quindi... ci vediamo tra due domeniche! :D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Cosa vuol dire essere compassionevoli ***



Introduzione dell'autrice (Allons-y! :D) SPOILER PER CHI NON HA VISTO LO SPECIALE DEL 50° E DI NATALE
Ed eccoci ad un'altra domenica! :D Sinceramente non ho molto da dire (e allora perché scrivo le introduzioni?? lol), quindi passo subito ai ringraziamenti!! :D
Dato che l'INTERA fanfiction è dedicata alle "vere" All-New Time Ladies, credo che smetterò di ringraziarle ad ogni capitolo che metto... NAH, vi metterò sempre, almeno avrò sempre qualche riga da scrivere! xD E grazie comunque a blue riza/Dreamer per aver recensito il suo stesso capitolo xD e grazie anche ai tuoi sogni, sempre così "particolari" :D
Grazie a Bbpeki, per seguire entrambe le mie fanfic a lungo termine ^^ spero che ti piaccia anche questa parte :D
E grazie anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle seguite! :D LolaBlack, Marty Evans, sarasmith11... grazie veramente! :D

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All-New Time Ladies

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A Four-Sided Food Shopping

.II.
Cosa vuol dire essere compassionevoli

(Well-Wisher)

Well-Wisher


Pianeta Terra, dicembre 2013 (secondo il calendario dei terrestri prima della colonizzazione dello spazio)

Mentre Fighter finiva di scrivere la lista della spesa, Well-Wisher si assicurò che i taschini applicati alla sua cintura avessero abbastanza bustine di zucchero e dichiarò di essere pronta per andare al supermercato: era infatti giunto il momento di rifornirsi di provviste e Fighter, che andava pazza per il cibo terrestre, aveva proposto di fare tappa sulla Terra.  
Lei e Magician, già pronta anch’ella, uscirono dal Tardis e notarono che sulla Terra era una bella giornata di sole, anche se piuttosto fredda.     
“Che città sarà questa?” chiese Well-Wisher: avevano deciso di parcheggiare il Tardis in un angolo poco frequentato di un parco, in modo da non attirare troppo l’attenzione.   
“Non ne ho idea, Double” le rispose Magician, guardandosi intorno “ma non deve essere troppo grande: meglio così, troveremo subito il Dyunn!” 
“Dyunn” era il nome del supermercato verso il quale erano dirette, mentre “Double”… Beh, ormai era quasi diventato il nome vero di Well-Wisher, dato che praticamente tutti la chiamavano così: qualcuno aveva iniziato a chiamarla “Double-W”, ma alla fine si era giunti al più immediato “Double”.
“Torneremo il prima possibile, Dreamer!” stava intanto dicendo Fighter alla loro collega, che sarebbe rimasta con il Tardis fino a che non sarebbero tornate con la spesa.          
“Mi raccomando, fai la guardia al Tardis!” disse infatti Magician a Dreamer.       
“Credo che sarà il Tardis a fare la guardia a lei ^^” aggiunse Well-Wisher, e Fighter e Magician ridacchiarono. Dopo un ultimo scambio di battute e un estremo saluto a Dreamer, le tre Time Ladies si avviarono finalmente verso il supermercato, pregustando tutte le cose buone che avrebbero potuto comprare. In realtà Well-Wisher non era un’esperta di alimentazione terrestre, ma qualsiasi cibo dolce l’avrebbe più che accontentata.     
“Sicura di non voler guidare il carrello al posto mio, Double?” le chiese Magician mentre le tre passeggiavano guardandosi in giro.  
“È il tuo turno, ricordi? ^^” le fece notare Well-Wisher “Ma ti avviserò se passerai vicino a qualche crepa, ok? Così non ti incastrerai con le rotelline ^^”
“Odio i carrelli…” commentò Magician, sbuffando “Piuttosto, Fighter… ti sei ricordata di segnare l’ovetto Kinder? È da quando me ne hai parlato che ne voglio avere uno!”   
Fighter tra loro quattro era, infatti, la più esperta sul pianeta Terra e, quindi, sull’alimentazione degli esseri umani.           
“Ora guardo…” rispose Fighter, frugando in tasca. Frugò, frugò e frugò ancora e ancora, ricontrollando più volte, ma non riuscì a trovare la lista della spesa.         
“Aspetta…” disse Fighter, alzando gli occhi al cielo “vuoi vedere che ho lasciato il foglio nel Tardis?! Voi iniziate ad andare al Dyunn, io corro a prenderla e vi raggiungo il prima possibile!”
“Ok ^^” rispose Well-Wisher.          
“Ma fai in fretta, altrimenti compreremo solo robe a caso!” disse Magician, ma Fighter aveva già iniziato a correre lungo la strada che avevano appena percorso.         
Per fortuna Fighter aveva spiegato nei minimi dettagli come raggiungere il supermercato, così Well-Wisher e Magician lo trovarono quasi subito. Non c’era nessuno nelle immediate vicinanze e il parcheggio del Dyunn era deserto: mancava solo la balla di fieno che attraversava la strada per rendere quel posto ancora più desolato.    
“Mh… sarà chiuso?” chiese Magician.         
“Proviamo ^^” disse Well-Wisher “I carrelli fuori ci sono!”           
“Che gioia…” commentò Magician, poi infilò nel primo carrello che trovò la moneta da un euro che Fighter le aveva dato prima di uscire.  
Le porte d’ingresso del supermercato si aprirono all’arrivo delle due Time Ladies (quindi doveva essere aperto), eppure lì dentro non c’era nessuno: pure le casse erano deserte, e non si vedeva nemmeno un cliente.    
“Magari ha appena aperto… ma mi sembra strano, è pieno pomeriggio!” disse Magician, studiando circospetta lo spazio intorno a sé.    
“Qui c’è qualcosa che non va…” affermò Well- Wisher “Ma non vedo altra soluzione se non dare un’occhiata in giro!”  
“Idem” le diede ragione la collega “Basta che ci sia il cibo sugli scaffali!”
E in effetti c’era, perché nell’aspetto il Dyunn era un supermercato in tutto e per tutto, solo che era completamente deserto.          
Well-Wisher camminava davanti a Magician, la quale notò con gioia che il pavimento di quel supermercato era liscio e privo di qualsiasi crepa. Nessuna delle due spiccicò bocca, mentre si addentravano sempre di più tra gli scaffali del supermercato: Well-Wisher pensò che era come trovarsi in un labirinto gastronomico, con la differenza che c’erano cartelli ad indicarti dove ti stavi perdendo: “Salumi”, “Abbigliamento”, “Etnico” e molti altri ancora.   
“Mi perderei volentieri nei pressi del cartello ‘Dolci’” si disse Well-Wisher, e iniziò quindi a cercare quel reparto, dimenticandosi per un attimo che si trovava in un luogo, se non pericoloso, almeno sospetto.     
Stava per chiedere a Magician se era il caso di aspettare il ritorno di Fighter, quando il pavimento iniziò a tremare, cogliendola di sorpresa. Le due Time Ladies si guardarono, stupite, e Well-Wisher stava per urlare la parola “terremoto!”, quando una scossa più forte della precedente rischiò di farle cadere a Terra: Magician si aggrappò al carrello per reggersi in piedi e Double si appoggiò al primo scaffale che trovò.     
“Ma che sta succedendo?!” strillò Magician, ma venne interrotta da una scossa ancora più violenta. Dopo pochi secondi il pavimento del supermercato non si limitò a tremare ma addirittura iniziò a rompersi sotto i piedi delle Time Ladies, e una serie di crepe cominciarono a frantumare le piastrelle mentre le scosse diventavano man mano sempre più forti.         
“CREPE! MALEDETTE CREEEEEPE!” gridò spazientita Magician e, mentre cercava di evitarle, sembrava che stesse ballando una folle danza insieme al carrello. Anche Well-Wisher iniziò a saltellare di qua e di là, sperando che niente cadesse dal soffitto, e nel mentre sfilò il suo cacciavite sonico dalla cintura e lo attivò per trovare l’epicentro di quell’insolita attività sismica. Gli ingranaggi dello strumento iniziarono a ruotare, cigolando un po’ (“La prossima volta li dovrò oliare!” si disse Double) e la Time Lady seguì le sue indicazioni, lasciando Magician dietro di sé, ed iniziò a correre verso quella che sperava essere la fonte dei loro guai. La luce verde la condusse, guarda caso, proprio nel reparto “Dolci” e, anche se la situazione era abbastanza critica, Well-Wisher non poté fare a meno di sorridere. Si spicciò ad entrare nella corsia indicatale quando si rese conto che le crepe sul pavimento si stavano allargando in veri e propri baratri dove, cadendo, chissà dove sarebbe potuta finire! 
Barattoli di crema, marmellata e quant’altro facevano bella mostra di sé mentre Well-Wisher correva lungo gli scaffali, alla ricerca dell’epicentro. Alla fine il cacciavite le ordinò di fermarsi proprio davanti alla sezione riservata al miele e Double cominciò a studiare i barattoli con attenzione, evitando all’ultimo quelli che si schiantavano a terra a causa delle scosse… sperando che non le cadesse addosso l’intero scaffale!        
Well-Wisher avvicinò il cacciavite ai vasetti di miele e alla fine notò, stupita, che la causa di quelle scosse si trovava in uno di quei barattoli. Che non si trattasse di un terremoto normale, quindi? In effetti, quelle crepe erano troppo anomale per un terremoto che, sì, aveva spiazzato lei e Magician, ma che comunque non si stava rivelando così catastrofico da far sprofondare l’intero edificio sotto terra!           
Double rimise il cacciavite al suo posto e solo in quel momento notò che in quei vasetti non c’era solo il miele, ma anche delle piccole creaturine dormienti che la Time Lady non riuscì ad identificare in un’unica specie: erano infatti completamente diverse l’una dall’altra e l’unica cosa che avevano in comune erano le dimensioni!         
Well-Wisher afferrò il barattolo che il cacciavite sonico le aveva indicato: anche in quello era stato rinchiuso un esserino, che poteva essere tutto tranne che di origine terrestre! Era addormentato ed immerso nel miele, esattamente come tutti gli altri, ed era simile ad una piccola lucertola, solo con un muso più simile a quello di un mammifero: dagli zigomi alla coda era ricoperto di lucide scaglie che andavano dal blu all’azzurro chiaro ed era provvisto di quattro zampette con piccole unghie nere. Well-wisher aprì il barattolo e mise un dito dentro la sostanza che avrebbe dovuto essere miele… e, dall’odore e dalla consistenza, sembrava proprio esserlo. Pensò se sarebbe stato saggio assaggiarlo per accertarsene ma, mentre rifletteva, il piccolo animaletto aprì gli occhietti e allungò la testolina fuori dal miele (se lo era).  
Il minuscolo alieno iniziò a fissare Well-Wisher con un paio di iridi color blu elettrico e la Time Lady ricambiò lo sguardo, studiando attentamente l’animale per capire da che pianeta provenisse e chiedendosi come aveva fatto a finire sulla Terra.       
“Mi hai trovato, finalmente!” esclamò inaspettatamente il piccolo alieno. 
Oddio, sapeva parlare!         
“Ehm… mi stavi aspettando?” domandò Well-Wisher, sempre più confusa. Notò che le scosse di terremoto si erano fermate e si chiese dove fosse finita Magician.        
“Ho sentito la presenza di due persone diverse da Dyur e Cyann e ho cercato di farmi trovare!” rispose l’alieno, che aveva la vocetta sottile di un bambino piccolo.       
“Quindi… tu hai provocato quelle scosse?!” esclamò Double, sorpresa. Un terremoto: che modo originale per farsi trovare!          
“Sì, sì! Ma pensavo di essere in magazzino… Questo è il punto vendita!” disse l’alieno, guardandosi intorno “deve esserlo senz’altro, non ha l’aspetto della stanza delle prove!”         
“Il… punto vendita?” Well-Wisher non riusciva a capire “Si può sapere che posto è, questo?!”  
“Qua è dove Dyurr e Cyann vendono i loro schiavi di piccola taglia” spiegò l’alieno “Di solito tengono gli alieni che catturano in un magazzino, così possono stabilire qual è il loro prezzo e, una volta deciso, li mettono su questi scaffali! A quanto pare hanno dato un prezzo anche a me… quanto valgo?”        
Well-Wisher era allibita, ma lesse ugualmente l’etichetta con il prezzo e notò che non era indicato con una delle valute terrestri.          
“Uhm… 700 thyss e 85 van” lesse.  
“Mh… non ho idea di cosa significhi” commentò l’alieno, e poi continuò tutto orgoglioso: “Ma deve essere tanto, perché sono particolarmente raro! Sono un Fegon!”
“Un… Fegon?!” Well-Wisher era allibita: i Fegon erano un popolo in via d’estinzione che viveva in alcune riserve, nei lontanissimi pianeti gemelli di Varyl e Meyrigh… che ci faceva, sulla Terra, un cucciolo di Fegon?!
“Dyur e Cyann mi hanno catturato quand’ero piccolo” continuò l’alieno “in pratica sono cresciuto in cattività!”           
Da quello che le aveva spiegato il piccolo Fegon, questi Dyur e Cyann dovevano essere una coppia di schiavisti che vendeva al mercato nero cuccioli di alieni e alieni di piccola taglia, come se fossero schiavi. In effetti posizionare la propria base su un pianeta lontano dalle questioni intergalattiche come la Terra era stata una scelta ben ragionata… E dovevano aver fatto in modo che gli umani non prestassero troppa attenzione al Dyunn, anche se non poteva immaginare in che modo.
“Come ti chiami, piccolino?” chiese Well-Wisher, mentre un altro pensiero le si formava nel cervello: doveva assolutamente liberare tutti gli alieni in schiavitù e trovare quella coppia di commercianti clandestini!    
Il Fegon fece per rispondere, ma poi chiuse la boccuccia e distolse lo sguardo dalla Time Lady. 
Double dal suo silenzio capì. “Non hai mai avuto un nome, vero?”
“Sono l’articolo n° 24601” disse il Fegon, tristemente “ma, anche se sono quasi sempre stato chiuso in un barattolo, so che i numeri non sono nomi!”      
Well-Wisher prese il piccolo alieno con la mano e appoggiò il vasetto sullo scaffale dove lo aveva trovato. Si pulì sui pantaloni il dito che aveva immerso nel “miele” (probabilmente era una sostanza che faceva entrare in “stasi” gli alieni che i due schiavisti volevano vendere, ma i Fegon non erano alieni qualunque: discendevano infatti dagli antichi draghi di Varyl e Meyrigh, e possedevano ancora alcune delle capacità dei loro antenati) e ritornò a fissare il Fegon, ora sulla sua mano.    
“Se vuoi, posso darti io un nome!” propose Well-Wisher, sorridendo “e poi andremo a liberare tutti gli altri alieni! Hai parlato di un magazzino, vero?”
Il Fegon saltellò allegramente sulla sua mano e fece un cenno affermativo con il muso. “Sì, è proprio sotto di noi! Veramente puoi darmi un nome?”    
“Tutti possono dare un nome” rispose Well-Wisher “ma solo te puoi decidere se tenerlo o no”.  
“Voglio un nome! Voglio un nome!”           
La Time Lady ci pensò un po’ su e, senza un particolare motivo, le venne in mente una fiaba terrestre che una volta Fighter le aveva raccontato: parlava di un ragazzino che trovava in una lampada magica un genio in grado di realizzare tre desideri. Lei in realtà aveva scoperto un Fegon in un barattolo di miele, ma, chissà perché, si ritrovò a paragonare la sua scoperta con quella storia.
“Ti chiamerò ‘Little Genie’” scelse alla fine Well-Wisher “ti piace?”         
Little Genie continuò a saltellare e ripeté il suo nome una decina di volte, prima semplicemente urlandolo e poi canticchiandolo come se fossero le due parole più musicali del mondo.    
“E, quando sarò grande, potrò essere ‘Big Genie’?!” domandò tutto contento.    
“Potrai essere chi vorrai” gli rispose Well- Wisher “e ora… cerchiamo questo magazzino!”         
La Time Lady aprì uno dei taschini della cintura e ci adagiò Little Genie con tutta la delicatezza di cui era capace: il piccolo Fegon si accoccolò in una posizione a lui comoda, e… finalmente la missione di salvataggio ebbe inizio!

*     *     *

Il ritorno dell'autrice /o/
Ri-ciao! :D allora, una piccola parentesi sulla struttura di questa fanfiction: come avevo scritto due domeniche fa, saranno in tutto sedici capitoli e un epilogo, ma in realtà è come se fosse formata da quattro parti, una per ogni Time Lady... quindi alcune cose (soprattutto nella prima e nell'ultima parte di tutte) per forza di cose si ripetono :) poi però i cammini delle quattro Signorine del Tempo si separeranno, e vivranno tutte esperienze diverse... anche se collegate tra loro in qualche modo! Spero di "rivedervi" tra due domeniche! :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Cosa vuol dire essere utili ***



Introduzione dell'autrice (:D :D :D)
Ok, so che non è domenica e che sono in ritardo di un giorno, ma... BUONA DOMENICA! xD anzi, meglio dire: BUON INIZIO DI SETTIMANA! :D
Allora, non ho molto da dire, se non i soliti ringraziamenti: alle All-New Time Ladies (che mi hanno accompagnato in un breve soggiorno francese :D tranne Sara, perché Sara è asociale u_u - ?), anche se alcune di loro fanno cose strane con i cuscini (alias: come trasformare il tappo di una bottiglia in un fez ._.) e dicono robe assurde nel sonno sulle orecchie (lol, ma che gente frequento D:); grazie anche a Bbpeki (la tua costanza mi commuove ç_ç), a MarriedwithJo per aver aggiunto la storia alle seguite e a Angela Smith per averla aggiunta alle ricordate! :D

"Spoilers!........ almeno per chi non ha visto lo speciale del 50° e quello di Natale!"

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All-New Time Ladies

All-New Time Ladies
presents

A Four-Sided Food Shopping

.III.
Cosa vuol dire essere utili

(Fighter)

Fighter


Pianeta Terra, dicembre 2013 (secondo il calendario dei terrestri prima della colonizzazione dello spazio)


Il Tardis delle quattro Time Ladies finalmente raggiunse la Terra, atterrando senza problemi sul parco non molto frequentato di una piccola città. Fighter, l’unica che in quel momento non era ai comandi, finì di scrivere la lista della spesa proprio in quel momento, per poi rileggerla da cima a fondo per assicurarsi di aver messo tutto… churros compresi. Era stata lei a decidere di scegliere il pianeta Terra come luogo dove procurarsi nuove provviste: questo perché andava pazza per il cibo terrestre e voleva assolutamente contagiare anche le sue compagne di viaggio. 
“Fighter!” la chiamò ad un certo punto Magician “Puoi aggiungere la pizza all’elenco? Credo di non aver mai mangiato una pizza terrestre…”       
“Vergogna!” esclamò Fighter, sconvolta “La pizza è stata inventata sulla Terra, e tu non ne hai mai mangiata una terrestre?! Con chi mi tocca viaggiare…”    
In quel momento la Time Lady si ricordò che Magician avrebbe guidato il carrello del supermercato, il “Dyunn”, una catena che non aveva mai sentito nominare e che per questo voleva assolutamente provare. Si frugò in tasca e trovò quello che stava cercando: una moneta da un euro.
“Ecco, prendila!” disse Fighter, porgendola a Magician.    
“Che me ne faccio di questa?!” chiese quella, prendendo in mano la moneta come se fosse stata un brutto insetto.           
“Serve per il carrello” le spiegò Fighter “e tocca a te guidarlo, ricordi?!”   
“Ah… già… E perché andiamo proprio in quel supermercato, questo ‘Dyunn’?”             
“Ho studiato attentamente molte catene di supermercati nel corso della mia vita: Carrefour, Conad, Esselunga, di tutto e di più… ma non ho mai sentito parlare di questo Dyunn e volevo provarlo!”
Quando Fighter, Well-Wisher e Magician furono pronte, salutarono Dreamer (che sarebbe rimasta ad occuparsi del Tardis) ed uscirono dalla cabina blu: l’aria fredda di quella giornata fece rabbrividire Fighter, ma c’era il sole e questo le bastò per non lamentarsi.   
“Mmmh… a giudicare dall’architettura dei palazzi e dal design dei semafori, dovremmo essere nella prima metà del XXI secolo” pensò Fighter, guardandosi intorno: tra le quattro Time Ladies era la più esperta sulle abitudini degli esseri umani, e questa conoscenza non si fermava di certo al cibo.
“Ti avviserò se passerai vicino a qualche crepa, ok? Così non ti incastrerai con le rotelline ^^” stava intanto dicendo Well-Wisher a Magician.       
“Odio i carrelli…” rispose quella, sbuffando “Piuttosto, Fighter… ti sei ricordata di segnare l’ovetto Kinder? È da quando me ne hai parlato che ne voglio avere uno!”           
Fighter era abbastanza sicura di averlo fatto ma, per sicurezza, cercò tra le tasche la lista della spesa, senza però trovarla. Ricercò una seconda e una terza volta, ma di quell’indispensabile elenco non c’era nessuna traccia.    
“Aspetta…” la Time Lady alzò gli occhi al cielo, contrariata “vuoi vedere che ho lasciato il foglio nel Tardis?! Voi iniziate ad andare al Dyunn, io corro a prenderlo e vi raggiungo il prima possibile!”        
“Ok ^^” rispose semplicemente Well-Wisher.         
“Ma fai in fretta, altrimenti compreremo solo robe a caso!” disse invece Magician.          
Fighter iniziò quindi a correre lungo la strada che aveva già percorso insieme alle sue colleghe, maledicendosi per non aver seguito l’unico compito che avrebbe avuto quel giorno: infatti spettava a lei seguire le indicazioni della lista, mentre Magician avrebbe guidato il carrello, Dreamer controllato il Tardis e Well-Wisher, beh… Fighter immaginò che avrebbe fatto da assaggiatore.    
Quando iniziò a venirle il fiatone, la Time Lady rallentò il passo e cercò di godersi anche quella passeggiata imprevista: tanto, che fretta c’era? Il supermercato mica sarebbe scappato!          
Stava pensando a quanti altri prodotti terrestri avrebbe potuto comprare, quando la sua mente iniziò a soffermarsi su pensieri fastidiosi.     
“Perché dovrei continuare a viaggiare?” si disse, fermandosi lungo il marciapiede “Ok, sono nata a Gallifrey, ma potrei fare ben altro nella vita… Che senso ha spostarsi da un’era all’altra, come se non appartenessi a nessuna epoca? Assomiglia fin troppo ad una fuga… E Gallifrey non ritornerà mai al suo antico splendore, anche se il Dottore l’ha liberata… Perché continuare ad illudersi?”     
Non era nel carattere di Fighter provare un’amarezza simile… e così di punto in bianco, per di più. Sorpresa, notò che si era messa a piangere: un’improvvisa paura di fallire la immobilizzò e si chiese che senso aveva preoccuparsi di una stupida lista della spesa, quando l’universo era pieno di terrori che avrebbero potuto attaccarla da un momento all’altro.         
“NON ASCOLTARE QUELLO CHE PENSI!”   
Quella frase improvvisa, urlata da dietro di lei, la fece sussultare e in un attimo Fighter si riscosse: ma che accidenti stava facendo?! Lei non aveva mai pensato quelle cose… come erano finite nella sua testa?! Cercò di darsi un contegno, si asciugò in fretta le lacrime sulle guance e si girò per scoprire chi le aveva lanciato quell’avvertimento.           
“Oddio, no… NON PUO’ ESSERE LUI!”
Fighter pensò di avere le traveggole o di aver sbattuto la testa mentre correva e di stare sognando: il Dottore in persona si stava dirigendo verso di lei, puntandole contro il cacciavite sonico! E non era un Dottore qualsiasi, bensì la sua rigenerazione preferita… Fighter riconobbe immediatamente quel naso particolarissimo, il giubbotto in pelle, i brillanti occhi azzurri, per non parlare delle orecchie! Era impossibile scordarsi di quelle orecchie a sventola! Quando era bambina e gli altri aspiranti Time Lords le chiedevano quale fosse il suo Dottore preferito, lei rispondeva sempre il Nono e nessuno riusciva mai a capire il perché: ma, solamente perché non si sapeva molto dell’ottava rigenerazione, non significava che non si dovesse prenderla sul serio!       
Comunque l’arrivo del Dottore le sembrò una visione non celestiale… di più! Non aveva capito cosa avesse voluto dire con “Non ascoltare quello che pensi!”, ma che importava?      
Il Dottore la raggiunse e si mise proprio davanti a lei, come per proteggerla, puntando il cacciavite sonico contro qualcosa che la Time Lady non riusciva a vedere. Qualsiasi cosa stesse facendo, tuttavia, Fighter si accorse che tutti quei pensieri negativi che aveva in mente poco fa erano completamente scomparsi: Magician le avrebbe detto che il Dottore aveva appena usato un Incanto Patronus per cacciare i Dissennatori… il risultato era lo stesso! 
“State lontano da lei!” gridò il Dottore, ma la sua faccia si allarmò e aggiunse: “Ehi ehi, dove scappate?! Tornate qui!”  
Il Time Lord si mise all’inseguimento di qualcosa di invisibile, sempre con il cacciavite puntato davanti a sé, ma dopo pochi metri si fermò e si voltò verso Fighter, scocciato.      
“Li avevo quasi presi!” urlò, come se la Time Lady sapesse di cosa stava parlando “E ora sono fuggiti! Dannati Dolsitch! Non solo invisibili, sono pure veloci! Non sono più certo scattante come la prima volta che mi sono rigenerato!”    
“Dolsitch?”   
Fighter ne aveva sentito parlare, ma non avrebbe mai pensato di poter imbattersi in loro: i Dolsitch erano tutto ciò che era rimasto dell’universo precedente, simili ad antichi fantasmi rancorosi, ciechi e invisibili, che un tempo tormentavano i primi abitanti del nuovo universo, ossia il nostro. Tuttavia, a scuola tutti i bambini di Gallifrey imparavano che i Dolsitch vennero fermati millenni fa proprio dai primi abitanti del primo pianeta della prima galassia (eccetera eccetera), anche se Fighter non ricordava i dettagli…    
Intanto il Dottore stava cercando di riprendersi dalla frustrazione e si era finalmente reso conto che Fighter, teoricamente, era solo una povera creatura umana che non aveva capito nulla di quello che era appena accaduto.           
“Come ti chiami?” chiese.     
“Ehm… Danny?” disse, anche se quella risposta sembrava più una domanda a se stessa: non è così semplice come sembra pensare al primo nome che ti viene in mente!          
“Torna a casa, Danny” le ordinò il Dottore, dando un calcio ad un sasso. Poi le diede le spalle e continuò a lanciare improperi al cielo.      
“Così vicino… ero così vicino! Ormai sono giorni che continuo a farmeli scappare! Potrebbero anche darmelo un aiutino, no?!” 
Ma Fighter aveva trovato un modo per aiutare il Dottore: certo, il cacciavite sonico del Time Lord non era in grado di analizzare tracce così deboli come quelle di creature così intangibili, ma quello di Fighter invece sì. La ragione? Dopo la liberazione di Gallifrey, i Signori del Tempo avevano continuato a sviluppare la loro tecnologia come solo Steve Jobs avrebbe potuto fare, costruendo modelli più avanzati di cacciavite sonici e dotandoli anche di funzioni non esattamente utili: ad esempio, i cacciaviti sonici delle Time Ladies erano anche dotati della modalità “silenzioso”, manco fossero cellulari! Tuttavia, in quella particolare occasione, Fighter avrebbe scoperto che un cacciavite sonico silenzioso poteva rivelarsi estremamente utile. Infatti, mentre il Dottore continuava a lamentarsi, la Time Lady poté usare indisturbata il suo cacciavite, senza che lui se ne accorgesse, e capire in che direzione erano fuggiti i Dolsitch. Ma come poteva aiutare il Dottore senza fargli capire che anche lei viaggiava nel tempo? Infatti, secondo il Codice della Liberazione, non avrebbe potuto rivelarsi come Time Lady alle rigenerazioni del Dottore precedenti alla riscoperta di Gallifrey, altrimenti la storia sarebbe potuta cambiare radicalmente… per non parlare dei paradossi che ne sarebbero derivati! 
Fighter studiò i dati che il cacciavite aveva appena analizzato e, stupita, notò che i Dolsitch si erano diretti verso il supermercato Dyunn! Zio congo, che Double e Magician fossero in pericolo?!          
Intanto il Dottore continuava a non darsi pace.       
“Sono stato così stolto! Così idiota! Chissà quando sarà la prossima volta che riuscirò a trovarne uno per caso!”           
Fighter nascose il proprio cacciavite sonico e, titubante, fece un passo verso il Dottore. Poi, ancora più titubante, lo picchiettò con una mano sulla spalla.
“Ah, sei ancora qui?!” esclamò il Dottore contrariato.        
“Io so dove lei deve andare” disse Fighter, che era troppo eccitata per essere offesa.      
“Oh bene… anch’io so dove devi andare tu: a casa!”         
Fighter non si perse d’animo ed iniziò a recitare la sua messinscena: “Io… posso vedere i fantasmi!”
Questo zittì il Dottore per tre lunghissimi secondi.  
“Cosa?!” esclamò.    
“Gli spiriti che lei non riesce a vedere” continuò Fighter, imperturbabile “io invece posso vederli. E so anche in che direzione sono andati!”         
Il Dottore era sempre più allibito.     
“I Dolsitch non sono creature non-morte!” ribatté, portandosi le mani alla testa “non sono fantasmi, non sono spiriti, non sono zombie, non sono niente di tutto questo!”
“Qualsiasi cosa siano, io posso vederli” replicò Fighter con la massima calma.      
Il Dottore iniziò a studiarla, cercando di capire se era una ciarlatana o se diceva la verità. Alla fine probabilmente pensò che non aveva nulla da perdere, così si limitò a sbuffare e a dire: “Fammi strada, Danny la Medium!”    
Fighter sorrise raggiante e condusse il Dottore verso il supermercato Dyunn, sperando di essersi sbagliata… ma, purtroppo, così non era: infatti il cacciavite sonico gli aveva segnalato proprio quel luogo… che ci facevano i Dolsitch in un comunissimo supermercato?!
Beh, immaginò che tra poco l’avrebbe scoperto.     
Dato che era indecisa se entrare o meno nel supermercato, il Dottore attivò di nuovo il suo cacciavite sonico e un secondo dopo una scossa di terremoto li colse di sorpresa.  
“Oddio! Sono… sono i fantasmi?!” chiese Fighter, sperando che Double e Magician non si trovassero nell’edificio.           
“No, non hanno poteri simili!” rispose il Dottore “ma ho capito dove dobbiamo andare!”           
Il Time Lord corse a perdifiato verso il retro del supermercato e Fighter non ci pensò due volte a seguirlo: notò solo in quel momento che il parcheggio del Dyunn era completamente deserto e che dal supermercato non proveniva nessuno rumore… In che situazione si era cacciata?! Ecco cosa succedeva, a tradire la fiducia dell’Esselunga!   
Intanto il Dottore aveva individuato sul terreno una botola nascosta dall’erba: grazie al cacciavite l’aprì e, senza un attimo di ripensamento, entrò in quell’oscurità.       
“Grazie Danny, ora puoi andartene!” disse mentre scendeva lungo una scala di ferro fissata alla parete del tunnel.           
“Non ci penso neanche!” protestò Fighter, e seguì il Dottore nel buio.      
“Testarda, la ragazza…” commentò il Dottore, ed insieme scesero in quello che doveva essere uno spazio segreto proprio sotto il supermercato. La scala infatti li portò in un locale che, appena misero piede a terra, si illuminò a giorno, mostrando un lungo corridoio occupato da gabbie di tutte le dimensioni su entrambi i lati. Dentro le gabbie Fighter poté riconoscere alieni di piccola taglia di qualsiasi tipo e specie, dagli Ominoidi di Valle Nascosta alle Strillacozze di Xeevya, e si chiese se quello era veramente un supermercato.        
“Ma questi cosa…”   
“Alieni” la interruppe il Dottore “alieni di varie specie, non devi sapere altro… il cacciavite ha finalmente individuato una traccia dei Dolsitch! Per di qua!”          
“Ma… questi alieni sono chiusi in gabbia!” protestò Fighter.         
“Ce ne occuperemo dopo… se non mi sbrigo, i Dolsitch saranno a piede libero e cominceranno a far impazzire le persone!”       
Mentre i due camminavano frettolosamente lungo il corridoio, Fighter non poté fare a meno di chiedere: “Ma sono già a piede libero, no? Mi hanno attaccata!”
“Non possono allontanarsi molto dal luogo in cui sono stati imprigionati” spiegò frettolosamente il Dottore “e il ‘luogo’ in questione è un manufatto magico molto simile ad un gioiello… Quindi il gioiello dovrebbe trovarsi da queste parti!” 
Time Lord e Time Lady camminarono ancora per un po’ (quel posto era veramente immenso, e ad ogni angolo c’era un alieno sofferente in gabbia!) fino a che non si imbatterono in due porte: una era di legno e ben curata, l’altra in ferro e sembrava che volesse tenere rinchiuso qualcosa.      
“Indovina qual è la porta giusta?” fu la domanda ipotetica del Dottore, ed aprì la porta di ferro grazie al cacciavite sonico. Entrò con un balzo e Fighter lo seguì: si trovarono in un’angusta stanzina completamente spoglia, tranne che per una teca in vetro accuratamente pulita che proteggeva al suo interno un ciondolo a sei punte con al centro una pietra rotonda e viola. Fighter rabbrividì e le parve di scorgere, con la coda dell’occhio, una serie di presenze intangibili che iniziarono a volteggiarle attorno.      
“Ormai la magia del manufatto si è indebolita troppo!” disse il Dottore, frustrato “E ora come farò a fermarli?!”           
Fighter si avvicinò a lui e cercò di pensare ad un possibile piano, ma nemmeno il suo cacciavite sonico avrebbe potuto essere utile: quella del ciondolo doveva essere una magia talmente arcaica che uno strumento moderno come un cacciavite dei Signori del Tempo non l’avrebbe nemmeno riconosciuta, esattamente come un Macintosh non può riconoscere un floppy disk.   
“Danny… è stato un piacere averti incontrata e devo dire che sei stata fantastica” disse il Dottore, con un tono che tradiva una certa tristezza “ma ora devi andare! Va!”         
Fantastica?! Lo dice a tutte le ragazze che incontra?” pensò Fighter, sconvolta.
“Ma… no, non posso! E i Dolsitch? Come li fermerai?” chiese ansiosa la Time Lady, ma prima che il Dottore le rispondesse un’altra scossa di terremoto fece ballare la stanza.      
“È troppo pericoloso qui, non vedi?!” insistette il Dottore “ritorna dalla tua famiglia, dai tuoi amici… da chiunque, ma allontanati! Io qua me la caverò!”           
Fighter pensò a Double e a Magician e si chiese se erano in salvo… Alla fine fu quel pensiero a convincerla ad abbandonare il Dottore, seppur con il massimo rammarico, ma solamente perché era certa, veramente certa, che avrebbe superato anche quella difficoltà: in caso contrario, infatti, lei non sarebbe nemmeno potuta essere in quell'universo!     
“Hai altre rigenerazioni da scontare!” avrebbe voluto dirgli Fighter, ma alla fine non aprì bocca. In quel momento il Dottore le stava dando le spalle, così fissò la sua schiena un’ultima volta e corse via… Doveva raggiungere assolutamente il suo Tardis e consultarsi con Dreamer!

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Il ritorno dell'autrice /o/
Eccomi qua! :D ebbene sì, questa volta ad apparire è stato il Nono Dottore... che se la caverà, ovviamente, ma in che modo? D: Eh, mistero u_u Ormai all'appello manca solo l'Undicesimo (gioia e giubilo), che apparirà con il capitolo del 23 febbraio (il 16 invece aggiornerò Fangirl Supervillain... spero). Spero che questa storia vi stia ispirando, almeno un po'! :D

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