I MISS HIM

di _hariboooo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 ***
Capitolo 4: *** chapter 3 ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 ***
Capitolo 8: *** Chapter 7 ***
Capitolo 9: *** Chapter 8 ***
Capitolo 10: *** Chapter 9 ***
Capitolo 11: *** Chapter 10 ***
Capitolo 12: *** Chapter 11 ***
Capitolo 13: *** Chapter 12 ***
Capitolo 14: *** Chapter 13 ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


PROLOGO

17 Dicembre 2015

Un anno. È passato un anno da quando Scarlett ha perso la persona alla quale teneva di più al mondo. L’unica persona che era riuscita a far sì che la nebbia che gli impediva di vedere la sua strada venisse spazzata via per far posto al sole. Lui era riuscito a vedere la parte migliore di Scarlett. Lui che lei tanto amava, ma che ora non le è più accanto. 

Ora lei a distanza di un anno era lì, in piedi di fronte a quel pezzo di marmo, con sopra inciso il nome di Lui, con il vento invernale che le sfiorava dolcemente i capelli, gli occhi rossi e gonfi per le troppe lacrime versate, il corpo stanco a causa del dolore troppo forte provocato dalla perdita del suo amore, e senza poter più sentire il suo cuore battere nel petto, perché lei non ha più un cuore, il suo cuore sen è andato conLui, già perché quando Lui è morto si è portato con se il cuore di Scarlett per poter continuare a proteggerlo come ha sempre fatto.

Una ennesima lacrima scorre sul volto della ragazza, mentre nella sua mente riaffiorano i ricordi di loro due insieme; ricordi che lei cerca di reprimere perché troppo dolorosi, ma senza ottenere alcun risultato; immagini che non fanno altro che ricordarle quanto sia difficile vivere senza poter più abbracciare il suo amore, senza poter più baciare le sue morbide labbra, senza poter più sentire il calore del suo corpo e il battito del suo cuore, senza poter più fare l’amore con Lui, senza poter più sentire quelle dolci parole che Lui le sussurrava, senza poter più litigare per poi fare pace, senza potersi più specchiare nei suoi occhi così verdi e intensi come smeraldi, senza poter più affondare le sue piccole e delicate mani nei suoi ricci così morbidi, senza poter più andare in giro con le mani intrecciate che sembrava fossero state create apposta per essere e rimanere unite per sempre. All’affiorare di quei ricordi a Scarlett spuntò un sorriso sul volto, ma quel sorriso nascondeva tristezza, amarezza, senso di  colpa, sì perché lei si sentiva in colpa per la morte di Harry, si riteneva colpevole di aver spezzato quel  legame che sembrava indistruttibile. 

E così, con le lacrime che le solcavano la pelle candida e liscia e un sorriso amaro sul volto, salutò il suo amore e si avviò verso casa sotto le nuvole grigie che incombevano sulla sua amata Londra.

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Capitolo 2
*** Chapter 1 ***


CAPITOLO 1

15 Settembre 2013


-Scarlett, forza svegliati- 

Mi dimenai nel letto, mugolando qualcosa a me incomprensibile, mentre la dolce voce di mia madre prova a svegliarmi, strappandomi dalle calde e comode braccia di Morfeo.

-Dai, forza tesoro, alzati che è tardi-

Disse, stampandomi un delicato bacio sulla fronte e uscendo dalla stanza. Così decisi di alzarmi. Il contatto tra i miei piedi e il pavimento mi provocò un brivido che mi percorse il corpo a causa del contatto con il pavimento freddo. Presi la divisa della scuola formata da una gonna a quadri blu, camicia bianca, maglioncino blu e calze nere, e mi diressi verso il bagno per fare una doccia, finito misi un filo di eyeliner, mascara e un po’ di rossetto rosso per mettere in risalto le mie labbra. Piastrai i miei lunghi  capelli e decisi di non legarli. Poi mi diressi al piano di sotto per fare colazione.

-Buongiorno-

Dissi entrando in cucina dove mio fratello David stava già facendo colazione, mentre mia mamma stava ai fornelli a preparare da mangiare per me e l’altro mio fratello, Ryan. David ha 15 anni, due meno di me, andavamo alla stessa scuola, mentre Ryan ha 22 anni, lui lavora come manager nell’azienda di moda di cui mia madre è dirigente.

-Finalmente, iniziavamo a pensare che ti fossi persa in bagno-

Mi disse David ironicamente, io lo fulminai con lo sguardo per poi sedermi a tavola e mangiare la mia colazione. Finito prendo la borsa con il libri, metto le scarpe e aspetto i miei fratelli, oggi ci porta a scuola Ryan.

In macchina il tragitto è silenzioso, come si può capire non parliamo molto fra di noi, apparte quando litighiamo, in quel caso parliamo, o meglio urliamo anche per  tutte le altre volte in cui non lo facciamo.
Arrivati fuori scuola salutammo Ryan e io mi diressi verso l’entrata, mentre David si dirigeva verso il suo gruppo di amici. Chiariamoci a me le “amiche” non mancano, anzi io faccio parte del gruppo più popolare della scuola, ne sono la leader, ma oggi non mi va di sentire quelle oche, che mi rincorrono tutto il giorno, starnazzare e lamentarsi, soprattutto di prima mattina.
Mi diressi verso il mio armadietto ma a catturare la mia attenzione furono dei gemiti di dolore proveniente dal bagno maschile, ma decisi di proseguire comunque verso il mio obiettivo senza farci troppo caso in quanto era diventato qualcosa di abituale.
 I più forti se la prendono con i più deboli, è una gerarchia; come la catena alimentare, come se lo facessero per sopravvivere. Io non ho mai approvato la violenza, soprattutto se è bullismo, la accetto solamente se ci sono dei motivi più che validi, perché io sono la prima ad attaccar briga con le altre persone, a volte per motivi futili, altre per sfogare la rabbia per troppo tempo repressa.
Mentre prendevo i  libri dall’armadietto suonò la campanella e tutti gli studenti si diressero verso l’ingresso per poi raggiungere i loro armadietti. Io la prima ora ho chimica, la materia che odio di più al mondo.



È passata solo mezz’ora, ed io già non ce la faccio più. Per quanto mi sforzi di prestare attenzione alla lezione, il sonno causato dalla noiosa spiegazione, mi provoca uno sbadiglio che non passa inosservato alla professoressa.

-Evans, vedo che è molto interessata alla lezione. Vuole cortesemente ripetere ciò che ho appena spiegato?-

Stavo per parlare quando qualcuno bussò alla porta. Entrò Styles seguito dalla bidella che comunicò alla professoressa che doveva recarsi dalla preside. La lodai mentalmente per aver rimandato almeno di qualche minuto la figuraccia che avrei fatto in quanto non avevo la minima idea di ciò di cui stavamo parlando.

Styles si sedette nel banco vicino al mio in quanto era l’unico libero. Questo suscitò qualche commento da parte dei miei compagni, perché è risaputa la mia antipatia nei suoi confronti, ma non mi importa più di tanto.

Harry Styles, ragazzo alto, occhi verdi che fanno invidia agli smeraldi, capelli ricchi castani, corpo, non so come descriverlo, non perché sia qualcosa di indescrivibile per cui non trovo le parole, ma per il semplice fatto che, di tutta la scuola, lui è l’unico che non ho mai visto a petto nudo o in altre vesti.
Così descritto può sembrare anche un ragazzo carino, e lo è, se non fosse per l’enorme quantità di gel fissante che mette nei capelli per cercare di reprimere i suoi ricci, oppure per i vestiti, della divisa scolastica indossa camicie solo a maniche lunghe, anche per ginnastica, non ha mai indossato una maglia con le maniche corte e si ostina ad indossare occhiali da vista, pergiunta finti, infatti lui non ha nessun problema alla vista, solo perché gli danno un aria intellettuale ; e inoltre è il secchione della scuola, lo sfigato con cui nessuno vuole mai parlare. Non è per niente simpatico perché è scontroso, pensa di essere un sapientone, sminuendo gli altri, e ogni volta che gli chiedo qualcosa mi fa sentire come se dovessi stare attenta a ciò che dico per paura di dire strafalcioni e sembrare una stupida, cosa che penso di non essere, considerando anche la mia media alta, infatti ho sempre avuto B in tutte le materie tranne in arte e in letteratura, in cui ho A, l’unica materia in cui vado male è proprio chimica, ma alla fine me la sono sempre cavata.

Sicura che quando sarebbe rientrata la professoressa mi avrebbe chiesto di ripetere la spiegazione, della quale sapevo meno di zero, mi decisi a chiedere qualche chiarimento al sapientone accanto a me, sperando che fosse meno scontroso del solito.

-Scusa posso chiederti un chiarimento su questa cosa?-

Gli chiesi cercando di assumere un tono più gentile e pacato, tentando di nascondere la mia irritazione nel parlargli. Lui alzò la testa verso di me fissandomi per qualche secondo; stavo per chiedergli se avevo qualcosa in faccia, ma lui mi precedette.

-Cosa vuoi?-

Mi chiese scontrosamente, come al solito. “Scarlett, mantieni la calma”, continuavo a ripetermi a me stessa, cosa molto difficile considerando il nervoso che mi stava provocando con il suo tono di voce irritante. Già sono una persona che si arrabbia facilmente se ci si mette pure lui, per giunta la prima ora di scuola, non so cosa potrebbe accadere.

-Potresti rispiegarmi il metodo sperimentale per cortesia?-

Gli domandai mantenendo un tono pacato.

-Se non sbaglio lo ha appena spiegato la professoressa. Potevi prestare attenzione alla lezione-

Mi rispose, tornando ad abbassare il capo per continuare a leggere il libro che aveva preso dalla cartella poco prima.
Dopo la sua risposta, la rabbia era talmente tanta che mi alzai in piedi iniziai a urlargli contro.

-Ma posso sapere che cazzo problemi hai!?-gli chiesi- ti ho fatto solo una semplice domanda, ti costa tanto spiegarmi ciò che ti ho chiesto?-

Gli dissi con tutta la rabbia che mi ribolliva in corpo.

-Ma che problemi hai tu piuttosto!? Se non stai attenta durante le lezioni non è di certo colpa mia. Potevi seguire, se adesso non sai arrangiati non sono fatti miei- 

Disse lui alzando a sua volta il tono di voce.
A quel punto, totalmente accecata dalla rabbia che mi lui aveva provocato, presi la prima cosa che avevo sotto mano e gliela tirai addosso.

-Ma vaffanculo! Secchione del cazzo, non servi a niente!-

Gli urlai.
Lui però, prontamente, si spostò, evitando l’oggetto che gli avevo lanciato, che finì addosso alla professoressa appena rientrata in classe.

-Ma fottiti te! Rompicoglioni-

Urlò lui, mentre la professoressa ci guardava con sguardo truce.

-Styles! Evans! In presidenza immediatamente!-

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Giorno bellezze! O doveri direi buona sera…

in questo capitolo si inizia a parlare un po’ di Scarlett del suo carattere, piuttosto irascibile e attaccabrighe.
conosciamo anche qualcosa del carattere di Harry, che descritto da Scarlett appare come un ragazzo scontroso e superbo,
ma il nostro Hazza è davvero cosi? Chi lo sa, lo scopriremo in seguito.
 

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, GRAZIE <3

Al prossimo capitolo :)
 

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Capitolo 3
*** Chapter 2 ***


CAPITOLO 2

Erano ormai 20 minuti che io e Styles stavamo fuori l’ufficio del preside. Eravamo seduti uno di fronte all’altro, a squadrarci da capo a piedi con sguardo fulmineo.

-Entrate-

Ci disse la segretaria. Entrambi ci alzammo e ci dirigemmo verso la porta, ma quando stavo per oltrepassarla, quel rincoglionito mi fermò per un braccio e passò prima di me. Cosa che mi diede non poco fastidio.

-Oh, scusa, hai ragione, che sbadata, prima le donne!-

Gli dissi in tono ironico, facendolo passare. Lui mi superò senza dire niente e si accomodò su una delle due poltroncine situate di fronte alla scrivania, mentre io mi sedetti sull’altra.

-Buongiorno ragazzi-

Ci disse il preside con tono gentile. Alzando lo sguardo dalle carte che stava compilando.

Era un uomo alto, non molto vecchio, dovrebbe avere tra i 40 e i 45 anni non di più, capelli castani e occhi scuri, vestito in giacca e cravatta. Aveva l’aria di essere abbastanza gentile e simpatico, speriamo sia anche clemente e non troppo severo nell’assegnarci la nostra punizione.

-Buongiorno-

Gli rispondemmo contemporaneamente.

-Allora ragazzi ditemi, per quale motivo siete qui?-

Chiese mantenendo lo stesso tono di prima.

-Beh ecco…-

Iniziai, ma il rincoglionito accanto a me non mi fece finire di parlare.

-Lei mi ha urlato contro parole poco piacevoli oltre al fatto che mi ha tirato addosso il libro, per il semplice fatto che non avevo risposto a una sua domanda, della quale non conoscevo la risposta-

Dopo che ebbe detto tali parole io mi girai verso di lui e rimasi allibita da ciò che le mie orecchie avevano appena sentito.

-E’ la verità?-

Chiese il preside.

-S-si, ma non è del tutto corretto- dissi – ecco, come le stavo per dire prima, io ho chiesto un chiarimento su un argomento a Styles, ma lui mi ha risposto in modo sgarbato e allora io mi sono arrabbiata e gli ho urlato contro qualche parolaccia, ma anche lui ha fatto la sua parte…-

-Io mi sono solo difeso dai tuoi insulti!-

Disse lui alzando un po’ il tono della voce.

-Beh, non mi sembra complicato rispondere a una semplice domanda, della quale per altro conosci la risposta!-

Risposi alzando a mia volta il tono della voce e rizzandomi in piedi.

-Non per questo sei autorizzata a lanciarmi addosso il libro!- disse –sei completamente pazza, avresti potuto uccidermi!-

Così dicendo, si alzò in piedi anche lui.

-Allora cercherò di prendere meglio la mira la prossima volta!-
-Ora smettetela!-

Urlò il preside, sbattendo le mani sulla scrivania.
Così ci lanciammo un ultimo sguardo assassino e ci risedemmo.

-Io penso che voi siate abbastanza grandi e maturi per comprendere le conseguenze delle vostre azioni. Siete entrambi degli ottimi studenti, ma questa vicenda non può restare impunita-disse- ma siccome è la prima volta non inciderà sul vostro andamento scolastico-

A queste ultime parole tirai un sospiro di sollievo. Infatti l’idea che la mia media generale fosse rovinata a causa di un emerito idiota non mi allettava molto.

-Comunque, dovrò punirvi, di conseguenza questo pomeriggio lo passerete entrambi ad aiutare le bidelle a pulire le aule-

“Che palle, purtroppo dovrò passare anche  il pomeriggio nello stesso edificio con Styles. Io farò il mio lavoro e lui il suo, cercando di rimanere più distante possibile da lui” dissi a me stessa.

-Inoltre dovrete collaborare, altrimenti questo non sarà l’unico pomeriggio in cui rimarrete a scuola-

“Oddio. NO!”

-Bene, detto questo potete tornare nella vostra classe. E mi raccomando, cercate di non tornare qui per stupidaggini come queste. Arrivederci!-

Ci congedò il preside.

-Arrivederci!-

Rispondemmo io e Styles all’unisono, per poi ritornare in classe.

A: Mamma
Questo pomeriggio rimango a scuola. Dopo ti spiego.

Inviai il messaggio a mia madre, della quale arrivò la risposta poco dopo: “Ok tesoro. A Stasera. Baci”
Mi diressi verso l’aula dove Styles mi stava aspettando per poter iniziare. Quando entrai lui stava già pulendo la lavagna.

-Oh, finalmente!-

Disse non appena si accorse della mia presenza.

-Perché mi fissi?-

Chiese poi.
Non mi ero accorta di essermi fermata a fissarlo, dev’essere la stanchezza.

-Non ti sto fissando!-Risposi. 

-Si, invece-

-Oddio, che palle di te! Hai rotto!-

Sbottai infastidita.
Dopo la mia affermazione sentii qualcosa colpirmi la schiena. Quel coglione mi aveva tirato un gesso. Così io, di rimando gli sbattei i cancellini impolverati sotto il naso, ricoprendolo di polvere e facendolo starnutire.

-Ahahahah- risi.

-Perché ridi?-

-Perché così conciato sei più buffo del solito!-

Cercai di dire, mentre mi tenevo la pancia a causa delle troppe risate.

-Ah si!?-

Disse avvicinandosi pericolosamente, con in mano lo straccio sporco di gesso che poi mi spalmò sul viso.

-Coglione!-

Urlai mentre adesso era lui quello a ridere. Poi mi unii alla sua risata, troppo contagiosa per resistere.

Controllai l’orario sul display del cellulare: 5.15 p.m.
Avevamo appena finito di pulire le classi rimanenti  ed esserci ripuliti dal gesso, e uscimmo dalla scuola.

-Infondo non è stato così male questo pomeriggio- disse

-Veramente avrei avuto di meglio da fare ma purtroppo non si può avere tutto dalla vita!-

-Eddai, ti sei divertita pure tu!-

-Si si, un po’ forse… ma da domani torna tutto come prima- dissi

-Non preoccuparti, non avevo nessuna intenzione di cambiare le cose-

-Meglio così!-

Dissi avviandomi verso casa.
 
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Buona Sera!

Eccoci qua con il secondo capitolo.
Harry e Scarlett, dopo i vari litigi, infondo hanno passato un bel pomeriggio insieme
E che dire, speriamo ne passino altri così…
Chissà cosa succederà ora tra i due ragazzi… diventeranno amici oppure il loro rapporto rimarrà quello di  sempre? - E chi lo sa (io lo so ma non lo dico :P)

Fatemi spere quello che pensate in una recensione :)

Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia fra le preferite/ricordate/seguite e anche a chi ha recensito i capitoli precedenti. Grazie di cuore <3

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Capitolo 4
*** chapter 3 ***


CAPITOLO 3

Era ormai passata una settimana da quando io e Styles passammo il pomeriggio a pulire le aule. Ma non fu l’ultimo che passammo insieme; infatti due giorni dopo litigammo nuovamente e il preside, per punizione, ci fece rimanere a scuola a pulire il teatro, e la cosa si ripeté anche il giorno dopo, e quello dopo ancora; spero che almeno oggi possa tornare a casa senza problemi, anche se so che sarà difficile.



Durante l’ora di educazione fisica, mentre giocavo a pallavolo con alcune mie compagne, un pallone da basket  mi colpì in testa causandomi un forte dolore alla nuca. Furiosa mi girai per vedere chi fosse stato l’artefice del mio dolore, e indovinate, chi poteva essere se non quello scassapalle di Styles?

-Scusa, non l’ho fatto apposta-

Ha detto. Ma mentre pronunciava tali parole un sorriso soddisfatto e uno sguardo furbo comparvero sul suo volto.

-Brutto idiota pensi che la beva!? Mica sono nata ieri! Hai finito di tormentarmi, puoi lasciarmi in pace una buona volta!?-

Gli dissi alzando il tono della voce.

-Ma che vuoi adesso? Mica l’ho fatto apposta! Che problemi hai!? Mi sono pure scusato-

Disse lui irritato, alzando a sua volta il tono della voce, mentre si dirigeva verso me.
In un momento mi raggiunse, avvicinandosi fin troppo per i miei gusti, tanto che i nostri petti erano poco distanti l’uno dall’altro e i inostri respiri si confondevano unendosi e diventando tutt’uno.

Da così vicino si poteva facilmente notare qualche riccio, sfuggito al gel, che gli ricadeva sulla fronte sudata.  Mentre degli occhi color smeraldo intenso, così belli e profondi, ma allo stesso tempo impenetrabili, mi fissavano con insistenza senza batter ciglio. Io inconsciamente mi morsi il labbro inferiore mentre il mio sguardo si abbassò a fissare le sue labbra, erano a forma di cuore, così rosee e piene; per non so quale motivo mi ritrovai a pensare che sapore avessero, come fosse baciarle.

Le grida della professoressa mi risvegliarono dal mio stato di trance, scacciando via i molteplici pensieri che affollavano la mia mente, e evitandomi di compiere azioni della quale mi sarei sicuramente pentita.

-Styles, Evans cosa sta succedendo qui? Tornate al lavoro!-

-In confronto a te l’ultima volta, io ho preso bene la mira!-

Mi sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi. Allora io presi in mano la palla che giaceva immobile vicino ai miei piedi.

-Ehi Styles!-

Urlai per attirare la sua attenzione. Quando lui si girò, presi bene la mira e tirai la palla con tutta la forza che avevo in quel momento, e finì nel mezzo delle sue gambe, dritta nel suo punto più doloroso.

-Vaffanculo stronzo!-

Gli dissi, mentre lui si accasciò a terra dolorante, portando le mani nel punto in cui la palla lo aveva colpito.
Dopodiché mi avvicinai a lui e mi abbassai al suo orecchio.

-Hai visto come so prendere bene la mira?-

Gli sussurrai mentre un sorriso soddisfatto si dipinse sul mio volto quando mi rialzai per tornare alla partita di pallavolo in corso, prima dell’ “incidente”.

-Fottiti puttana!-

Disse lui alle mie spalle. A quelle parole, mi girai di scatto e gli tirai uno schiaffo che gli fece girare la testa di lato, dalla forza che avevo usato.

-Adesso basta! Mi avete stufato. Andate dal preside! Immediatamente!-

Disse la professoressa visibilmente arrabbiata.



Questo pomeriggio io e Harry dovremo rimanere a scuola a pulire il giardino dalle foglie secche che iniziano a cadere dagli alberi.

“Dovete iniziare ad andare d’accordo, non potete continuare così” aveva detto il preside “siete grandi ormai, non siete più dei bambini, quindi smettetela di comportarvi come tali” disse, ma non lo stavo ascoltando più di tanto, l’unica parola che continuava a rimbombarmi in testa era “puttana”, quella parola che mi era stata detta più volte da tante persone, ma che quando era uscita dalle Sue labbra era stato come se mi avessero tirato un pugno nello stomaco. Ma non è questo che mi tormenta, bensì la domanda che persiste nella mia mente è: “perché mi ha fatto così male sentir fuoriuscire dalle sue labbra tale parola?”. È una domanda alla quale non riesco a rispondere, e questo mi tormenta, è straziante non conoscere la soluzione a questo mio quesito.



Il pomeriggio lo passammo a raccogliere le foglie del giardino antistante l’ingresso della scuola. Facemmo tutto senza discutere e senza spiaccicare parola, neppure quando avemmo finito, infatti, concluso il mio lavoro, misi gli attrezzi usati al loro posto, e, dopo aver acceso una sigaretta che mi aiutava a rilassarmi, mi diressi verso casa senza dire niente, senza averlo nemmeno salutato.



-Sono a casa!-

Urlai non appena ebbi oltrepassato la porta di casa.

-Ciao tesoro. Com’è andata a scuola?-

Chiese mia madre uscendo dalla cucina.

-Bene- risposi – io non ceno-

-Cos’è successo tesoro?-

Chiese mia madre preoccupata.

-Niente, va tutto benissimo-

Le dissi rivolgendole un sorriso, il più falso che avessi mai fatto, ma che, devo ammettere, mi riuscì piuttosto bene. Però sapevo che questo mio teatrino non sarebbe durato per molto, e sapevo anche che lei in realtà aveva già capito tutto, perché è la mia mamma, e, come tutte le mamme, le bastava guardarmi negli occhi per capire come mi sentivo in quel momento, uno sguardo e mi leggeva fin nel profondo, riusciva a capire cose su di me della quale nemmeno io ero a conoscenza; con lei non mi serviva parlare, bastava che mi guardasse per smascherarmi, per scoprire tutti i sorrisi falsi e le bugie dette durante il giorno; e ciò che amavo di più del rapporto con mia madre è che con lei potevo essere me stessa, potevo essere la vera Scarlett, potevo piangere davanti a lei, senza preoccuparmi di sembrare debole, perché lei, a differenza di tutti gli altri, non avrebbe MAI approfittato della mia debolezza, bensì mi avrebbe consolato, avvolgendomi in un abbraccio, trasmettendomi sicurezza e riuscendo a tranquillizzarmi, facendomi riacquistare fiducia in un futuro nella quale potrò essere finalmente felice; e di lei amavo soprattutto la sua risata, così pura e coinvolgente, che in una giornata iniziata male, mi trasmetteva gioia e serenità. E il fatto che lei rispondesse con un semplice “ok” alle mie bugie pur sapendo tutta la verità,  mi rendeva minimamente felice, perché ero consapevole che dietro a quelle due lettere lei diceva “va tutto bene tesoro, non preoccuparti, quando vorrai parlare con me io sarò qui pronta ad ascoltarti, consolarti e consigliarti”.

-Va bene-

Disse mia madre, mentre io salivo le scale in direzione della mia camera. Entrata buttai lo zaino in un angolo, e mi diressi verso il bagno dove mi feci una doccia rilassante, che portò via tutti i pensieri che avevano affollato la mente durante tutto il giorno, quei pensieri che mi tormentavano e che sarebbero riaffiorati non appena un nuovo giorno sarebbe iniziato.

Finita la doccia mi misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte, nel mio comodo e caldo letto che mi trasportò velocemente nel mondo dei sogni, sogni che però erano torturati da una domanda alla quale non sapevo rispondere, ma soprattutto da una persona, per la quale provavo disprezzo, ma che mi faceva provare qualcosa che non so nemmeno io cos’è. Harry Styles.
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Buona Sera a tutti!

Ed eccoci con il terzo capitolo finalmente.
Qui Scarlett inizia a capire che Harry non le è proprio indifferente, bensì le fa un certo effetto, che però ancora non capisce cos’è, e questo la fa stare male, ma si risolverà tutto, speriamo almeno…

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate e grazie mille anche a tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti <3
Baci, al prossimo <3 <3 

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Capitolo 5
*** Chapter 4 ***


CAPITOLO 4                                                                                                                                                                   

 
La luce del sole che entrava dalla finestra mi strappò dal mio sonno, costringendomi ad aprire gli occhi. guardai l’ora sul display del cellulare: 7.30 a.m. Era ancora troppo presto per alzarmi la domenica mattina ed io sono troppo pigra per alzarmi a chiudere le tapparelle, così decisi che sarei rimasta lì, stesa sul mio comodo letto di una piazza e mezza, fra le mie comode coperte formate dalle lenzuola color panna e un piumino di color rosso fragola, ferma a fissare il soffitto bianco. Rimasi in quella posizione per circa mezz’ora, poi scelsi di alzarmi e andarmi a fare un bel bagno caldo, niente di meglio per iniziare un’altra giornata; così presi l’intimo e mi diressi verso il bagno.

Una volta aver riempito la vasca con acqua calda e sapone che profumava di fragola, mi immersi nel liquido caldo e mi accesi una sigaretta. Mamma non voleva che fumassi in casa, ma in quel momento ne sentivo la necessità; il fumo aveva la capacità di rilassarmi, di farmi riflettere e ragionare. Ed è questo che feci, ragionai e riflettei sull’accadute del giorno prima, dandomi della stupida per essere rimasta male perché una persona, che per me non significa niente, mi ha dato della puttana, cosa che per altro sono consapevole di essere, in quanto se c’è la possibilità di andare a letto con qualche bel tipo non me la faccio di sicuro scappare, e tantomeno deve avere la possibilità di farmi star male, perché NESSUNO riuscirà MAI a buttar giù me, Scarlett Juliet Evans, soprattutto se questo ‘nessuna’ si chiama Harry Styles.  

Dopo aver finito di complicarmi la vita con tutti questi pensieri, mi risciacquai e uscii dall’acqua, mi asciugai i miei lunghi capelli rossi, tinti, e averli piastrati, mi misi l’intimo e andai in camera, indossai un paio di leggins neri, una canotta anch’essa nera con il bordo inferiore in pizzo e un maglioncino con le maniche lunghe color crema che arrivava fino a poco sopra la vita, dopodiché scesi in cucina per fare colazione.

-Buongiorno a tutti!-

Dissi sorridendo mentre entravo in cucina.

-Buongiorno tesoro-

Disse mia madre schioccandomi un bacio sulla guancia.

-Stai meglio stamattina?-

Chiese preoccupata. Nel  frattempo io mi ero seduta a tavola e avevo iniziato a bere il latte con cacao.

-Si, è tutto apposto-

Le dissi sorridendole. E in un certo senso era anche vero, dopo essermi chiarita con me stessa stavo decisamente meglio.

-Bene tesoro, mi racconterai mai il motivo per cui stavi male?- disse

-Non è importante-

Le risposi mentre addentavo una fetta tostata sulla quale avevo precedentemente spalmato un uno strato di nutella.

-Mamma, finito di fare colazione vado a trovare Crystal-

-La macchina ce l’ha tuo fratello-

-Non c’è problema vado in skate-

-Ah si quasi dimenticavo, siccome vai da Crystal, fermati a dormire da tuo padre, questo weekend ti ricordo che sei da lui!-

Già, proprio così, i miei genitori non stanno più insieme; si sono separati quattro anni fa. Dopo la separazione, mentre mio padre si è risposato con un’arpia alla quale sto più che antipatica, in poche parole se avesse l’opportunità di uccidermi non ci penserebbe due volte, mia madre decise di non risposarsi, lei dice che è perché non si sente di impegnarsi, ma si capisce benissimo che in realtà ha preso questa decisione perché lei lo ama ancora e nel profondo spera che un giorno lui torni da lei, cosa che dubito che succederà visto che alla prima possibilità se n’è andato lasciandoci soli, per poi sposarsi con una che l’unica cosa che vede in lui sono i soldi.

-Cosa? Ma non era la prossima settimana? Che palle! Bon ma David ci sei anche tu vero?-

Chiesi rivolgendomi a mio fratello, seduto di fronte a me, anch’esso che faceva colazione.

-Mi dispiace sorellina, ma io me ne devo stare a casa stavolta-

Disse lui con aria malinconica. E te credo che era dispiaciuto! Da mio padre faceva quello che voleva senza che gli venisse detto niente perché il mio ‘adorato’ papà diceva “è ancora giovane, lascia che faccia le proprie esperienza…”, e io che sono vecchia per caso!? Visto che quando sono a casa sua non mi lascia mettere piede fuori casa nemmeno per andare a prendere una boccata d’aria.

-Perché?-

Dissi io con voce leggermente alterata.

-Perché il tuo caro fratellino è finito dal preside per ben tre volte questa settimana e allora è in punizione-

Disse mia madre, guadagnandosi uno sbuffo da parte di mio fratello.

-Ma anche io sono stata dal preside quattro giorni su cinque questa settimana e mica mi hai messo in punizione!-

-Oh figlia mia cara, la tua punizione è proprio l’andare da tuo padre!-

Disse mia madre in tono sarcastico, mentre un sorriso soddisfatto si faceva largo sul suo volto. Ma io di divertente non ci trovavo proprio niente.

-Mammina mia cara sai che ti voglio tanto bene…-

Iniziai a dire, facendo la faccia da cucciolo, quando lei mi interruppe.

-Ci vai senza fare storie!-

Disse lei con tono autoritario. Allora io, finita la mia colazione. Mi diressi verso il salotto pronunciando un “Uffa!” che a mia madre non passò inosservato e alla quale rispose con un “Senza fare storie!”.


 
A: Crystal
Ciao bellissima <3 fra 40 min. sono fuori casa tua aspettami
Baci x
p.s. non vedo l’ora di vederti <3

Dopo aver inviato il messaggio alla mia migliore amica mi misi le scarpe e, in compagnia del mio amato skate, mi avviai verso casa di Crystal.

Da: Crystal
Anche io amor :* Muoviti ad arrivare! <3
Crys xx



-Scarlett!!-

Urlò Crystal correndomi in contro, non appena mi vide apparire in fondo la via.

Erano 2 settimane che non ci vedevamo, a causa degli impegni e della distanza, non ci vedevamo molto spesso. Lei è la mia migliore amica da due anni, anche se all'inizio non la sopportavo. Siamo diventate amiche grazie al mio migliore amico Mick, nonché il ragazzo di Crystal, stanno assieme da due anni e mezzo, erano perfetti, nati per stare uniti. In principio non pensavo che fosse la ragazza giusta per Mick, perché aveva l’aria da smorfiosa e antipatica, e io ero gelosa del mio migliore amico e avevo paura che lei potesse dividerci; ma poi, con il passare del tempo, e anche grazie a Mick che mi costringeva a passare del tempo anche con lei, iniziai a conoscerla per quello che era veramente e non per ciò che appariva. Infatti era il contrario di quello che pensavo.
È una ragazza alta, con le curve al posto giusto, capelli biondi e occhi color cioccolato nella quale ti perdevi; è una ragazza dolce, gentile, simpatica, spiritosa e un elenco infinito di altri aggettivi positivi, ma, come tutti, aveva anche qualche difetto: è puntigliosa in ogni cosa che fa, ma è anche la persona più disordinata che conosca, infatti la sua camera è un vero e proprio porcile!

-Crys!! Mi sei mancata tantissimo!-

Le dissi saltandole addosso e abbracciandola forte.

-Anche tu amore-

Disse lei scoccandomi un bacio sulla guancia.



-O. mio. dio!-

Dissi, o meglio quasi urlai, entrando in camera  sua.

-Che è successo? Sei viva?-

Chiese lei spaventata, raggiungendomi un camera sua.

-Hai la camera in ordine! Wow-

-Stronza! Mi hai fatto spaventare, pensavo ti fosse successo qualcosa!-

Disse lei, dandomi una sberla amichevole sul braccio.

-Beh in effetti qualcosa è successo! Hai la camera in ordine! In due anni non l’avevo mai vista così pulita. Hai pure una scrivania? Da dove esce? È nuova per caso?-

Le chiesi curiosa. In effetti non avevo mai notato una scrivania nella sua stanza.

-Stupida è da quattro anni che è lì. Finiscila di prendermi in giro- disse facendo la finta offesa –Comunque, se proprio vuoi saperlo, Mick è rimasto a dormire qui, e sai quanto gli dia fastidio il disordine, allora ha messo tutto apposto-

-Ah ecco, immaginavo!-

Le dissi sorridendo.



Passammo due ore stese sul letto, una vicino all'altra; lei mi raccontò di come andava con Mick e io le raccontai di ciò che era successo tra me e Styles, ovvero di tutti i pomeriggi dovuti passare a scuola con lui, le raccontai anche della litigata avuta in palestra il giorno prima.

-Ahahahahahah  gli hai davvero tirato una pallonata nei coglioni?-

disse lei, non trattenendosi dalle risate e mandando la finezza a farsi fottere. In effetti, raccontata così, la vicenda risultava molto esilarante.

-Beh me l’aveva tirata anche lui! Gli stava bene, poteva non rompermi le palle. Poi per giunta mi ha pure dato della puttana! Ti rendi conto!? Ma se io sono una puttana perché gli ho solo tirato una pallonata, lui cos’è allora? Ma la cosa che mi fa più nervoso è il fatto che io ci sono pure rimasta male! Ma non mi interessa più. Lui non è nessuno per me e io non mi faccio sicuro condizionare da una persona così insulsa e insignificante!-

Dissi io, sfogandomi con la mia migliore amica. A lei raccontavo tutto quanto, ogni minimo dettaglio della mia vita, perché di lei ero sicura di potermi fidare, non mi avrebbe MAI tradita, ne ero certa. E lei faceva lo stesso con me, ci confidavamo i nostri problemi e insieme trovavamo una soluzione per risolverli; se una delle due sta male, l’altra è pronta a confortarla, insieme ci sentavamo al sicuro, il nostro era un legame forte che mai e poi mai si sarebbe spezzato. Io non le volevo bene, io l’amavo, ma non sto parlando di quell’amore che si prova per il proprio fidanzato, bensì di quell’amore che si prova per un fratello o per una sorella, con la sola differenza che noi non eravamo sorelle, e nemmeno ci paragonavamo ad esse, perché le sorelle litigano e prima o poi una delle due si allontana dall’altra, ma noi no, noi saremmo rimaste amiche sempre e per sempre, unite, come se fossimo attaccate dalla colla, ma distanti.

-Penso che tu abbia dimenticato di raccontarmi un pezzo-

Disse, ricomponendosi e assumendo un aria più seria rispetto a prima.

-No, ti ho detto tutto-

-No amore mio, hai dimenticato di dirmi quando ti sei innamorata di lui!-

A quell’affermazione spalancai gli occhi.

-Crystal, cara e dolce Crystal, vedi all’inizio anche io avevo il sospetto di qualche cotta, ma poi mi sono resa conto che non è così-

Bugia. In realtà non avevo mai pensato ad una possibile cotta, perché è una cosa che ho escluso fin da subito, io nemmeno so cos’è l’amore, l’ultima volta che ho avuto una storia ‘seria’ è stata solo una grande menzogna.

-BUGIA! Si vede lontano chilometri-

Disse puntandomi il dito contro.

-Anche se fosse, io non voglio, e non succederà!-

Dissi, abbassando lo sguardo. Lei stava per replicare, ma il mio cellulare squillò; lo presi in mano e vidi che era mio padre. Risposi.

-Pronto?-

-Ciao tesoro, sono papà-

-Ciao. Dimmi-

-Tesoro, a che ora vieni a casa? Ti ricordo che stasera abbiamo ospiti a cena-

-si, adesso arrivo-

Dissi prima di riattaccare.

-Io devo andare, ci vediamo amore mio-

Salutai la mia migliore amica, abbracciandole e dandole un dolce bacio sulla guancia. Dopodiché presi il mio skate e mi avviai verso casa di mio padre, poco distante da lì.



Arrivata a casa salutai mio padre e quell’arpia di sua moglie, Margaret, poi mi diressi al piano di sopra a farmi una doccia, finito mi asciugai e mi diressi in camera ‘mia’, anche se quella non la ritenevo tale. Lì aprii l’armadio, avevo lasciato alcuni vestiti a casa di mio padre, ci sono perlopiù quelli che mi regalava lui quando tornava dai suoi viaggi di lavoro, rimasi a fissare l’armadio per dieci minuti buoni, indecisa su quale fosse più adatto da indossare, alla fine optai per qualcosa di semplice, non appariscente. Poi scesi, giusto in tempo perché non appena feci l’ultimo scalino il campanello suonò e mio padre si affrettò ad aprire la porta d’ingresso, dalla quale entrarono una donna, a mio parere molto bella, occhi verdi e capelli color marrone molto scuro, quasi sul nero, seguita da un uomo, che doveva essere suo marito, dietro di loro entrò…No, non poteva essere lui. No.

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Salve Bellezze!

Ecco qui il quarto capitolo!

Scarlett qui inizia a considerare che la causa del suo malessere possa essere una probabile cotta per il nostro Hazza. Cosa vorrà fare a questo punto? Crystal la sta aiutando ad aprire gli occhi e prova a consigliarla, ma i suoi consigli verranno seguiti? E chi sarà la persona che è venuta a cena a casa della nostra Scarlett e che lei non vuole vedere?

Ditemi cosa ne pensate in una recensione che sono felice di leggere ;)

Come sempre grazie di cuore  tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate e grazie mille anche a tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti <3  

Ciao ciao x <3

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Capitolo 6
*** Chapter 5 ***


CAPITOLO 5


No. Non poteva essere lui. Mi rifiutavo di credere che fosse davvero lui.

-Buona sera!-

Dissero la donna e l’uomo all’unisono, sorridendo.

-Buona sera a voi. Entrate-

Replicò cortesemente mio padre, mentre si scansava dalla porta per farli entrare.

-Buonasera anche a te! Piacere di conoscerti, io sono Anne e lui è mio marito Robin, mentre lui è mio nipote, o meglio il nipote di Robin-

Mi disse la donna rivolgendomi un dolce sorriso e porgendomi la mano, che io accettai cortesemente.

-Piacere mio-

Dissi, sorridendo a mia volta. Dopodiché Anne e Robin si diressero verso la sala da pranzo accompagnati da mio padre.

-Ciao Scarlett-

Disse lui, entrando, con quella sua voce fastidiosa.

-Frederick-

Risposi io con un sorrisino soddisfatto dipinto sul volto. Lui mi riservò un’occhiata omicida, odiava quando lo chiamavo con il suo nome intero.

Lui è Frederick Julian Douglas, nonché il mio ex ragazzo, l’unico con cui abbia avuto una storia seria, infatti siamo stati insieme per un anno e mezzo, poi lui ha preferito lasciarmi per mettersi con mia cugina, che peraltro non ho mai sopportato, è una bella ragazza, non c’è niente da dire, ma quando apre bocca non la ferma più nessuno.
 Fred ha due anni più di me; è un ragazzo alto e slanciato, muscoloso, aveva i capelli mori, gli occhi color cioccolato, nella quale ti potevi immergere e perdertici dentro, quegli  occhi che fino a due anni fa mi guardavano con tanto amore; quando ho detto che non so cos’è l’amore  non mentivo, perché dopo che noi due ci siamo lasciati, il significato che la parola ‘amore’ aveva per me è svanito nel nulla, lasciando il posto a tanti punti di domanda con tanti ‘se’ e tanti ‘ma’; io lo avevo amato davvero tanto, forse troppo, per lui mi ero completamente annullata, gli avevo ceduto il mio cuore, sperando che fosse capace di custodirlo e proteggerlo, ma mi sbagliavo; insieme abbiamo vissuto davvero, con lui ho fatto l’amore per la prima volta, io mi ero persino ceduta a lui, facendo sì che diventassi sua; ma quando ci lasciammo il mondo mi è completamente crollato addosso, lasciando solo dolorosi ricordi, facendo si che tutti i ‘ti amo’, i baci, gli abbracci le esperienze fatte insieme volassero via, se ne andassero con lui, avevo messo tutta me stessa nel nostro amore, per poi vederlo volare via, come le foglie secche autunnali volano via con il vento freddo, e tutto ciò che mi rimase, oltre ai tanti dubbi, fu il mio cuore spezzato in pezzi minuscoli, una parte, con l’aiuto delle persone a me care e del tempo, riuscii a ricostruirla, ma gli altri frammenti giacciono ancora incustoditi e non curati in una qualche parte della mia anima, in un luogo dove nemmeno io riuscivo a trovarli.
Però da un lato dovevo anche ringraziarlo perché mi ha fatto diventare più forte, mi ha fatto imparare dai miei errori e mi ha fatto capire che non si deve MAI cedere il proprio cuore a NESSUNO all’infuori di noi stessi, perché non saremo mai completamente certi che costui sia in grado di prendersene cura e proteggerlo.

Rimanemmo immobili all’ingresso a guardarci negli occhi per qualche secondo che a me parvero ore.

-Ragazzi venite?-

Ci chiamò mio padre. Così noi ci dirigemmo in sala da pranzo dove una deliziosa cena preparata completamente da mio padre ci aspettava, pronta per essere consumata. Cucinava mio padre perché Margaret, sua moglie, sapeva cucinare solo pasta, per modo di dire visto che non sapeva fare bene neanche quella, ma si è soliti dire che ‘l’amore è cieco’.

-Oh, George, subito dovrebbe arrivare anche mio figlio, aveva un impegno e allora è in ritardo-

Disse Anne rivolgendosi a mio padre.

-Non c’è alcun problema, vorrà dire che lo aspetteremo-

-Grazie-

Rispose cortesemente la donna.
Non conoscevo suo figlio, ma già mi stava antipatico, stavo a dir poco morendo di fame e dovevo pure aspettare questo qui prima di poter placare la mia fame.



Dopo circa venti minuti buoni, durante le quali Anne, mio padre e i rispettivi coniugi, stavano parlando di non so cosa, e Fred di fronte a me che continuava a fissarmi senza spiaccicare parola, il campanello suonò.

-Tesoro, vai tu ad aprire per cortesia?-

Mi chiese mio padre.
Pure la porta dovevo andare ad aprire! Non bastava aspettare un’ eternità per mangiare, no dovevo pure alzarmi per andare ad aprire una cazzo di porta con dietro un cazzo di ritardatario. Di malavoglia mi alzai dalla sedia e mi diressi all’ingresso.
Aprii la porta e sulla soglia apparve un ragazzo alto, con una folta chioma di ricci… “aspetta un momento, NO, anche lui no, ma oggi non me ne va dritta una!”, pensai spalancando gli occhi alla vista di quel scassapalle sulla soglia di casa mia.

-Scarlett?-

Disse lui sorpreso, tanto quanto me, quando alzò la testa in mia direzione e mi vide.

-Styles? Che ci fai tu qui? Non dirmi che quella donna così bella, dolce e adorabile, è tua madre!-

-Invece penso proprio di si-

-Non lo avrei mai detto. Sei sicuro di non essere stato adottato?-

-Sicurissimo-

Rispose. Dopodiché ci dirigemmo in sala.

-Buonasera a tutti, scusate per il ritardo-

 Disse Harry sedendosi a tavola. Ora di fronte a me avevo il mio ex, persona che odiavo perché mi aveva abbandonato, e Harry, che l’unica cosa che era capace di fare era infastidirmi e irritarmi, entrambi che mi continuavano a guardare senza dire niente, e questo mi infastidiva non poco. “Sono messa bene” pensai.

Dopo poco arrivò l’antipasto, non era chissà cosa, prosciutto crudo e grissini, ma per me, in quel momento fu la cosa migliore che ci potessero mettermi nel piatto! Il mio unico e grande amore era e sempre sarà il cibo, quello che sempre mi consolerà quando starò male, che mi farà sorridere nei momenti tristi, lui non mi abbandonerà mai, insomma tutto ciò che mi serviva per andare avanti.
Finito l’antipasto arrivò il primo: lasagne, il mio piatto preferito. Non appena mi vennero messe nel piatto iniziai a mangiare, misi in bocca bocconi che erano più grandi di quelli che potevo inserire, questo suscitò una sonora risata da parte di Fred, abituato a vedermi magiare in quel modo, mentre la cosa lasciò a bocca aperta Harry.

-Ma come fai?-

Chiese allibito. Dopo aver ingoiato e bevuto un sorso d’acqua, gli risposi.

-La fame è fame caro-

-Ho capito…ma comunque, come fai?-

-Meglio che lasci stare amico. Scarlett è… Scarlett-

Gli disse Fred ancora ridendo. Non riuscii a fare a meno di sorridere ascoltando la sua risata, così pura e cristallina. Mi era mancata tantissimo.



Dopo le varie portate, finalmente arrivò il dolce! Mio padre aveva preparato il tiramisù, ma siccome a me non piaceva mi lasciò preparare il salame di cioccolato, che però dovetti dividere con quei due animalirubadolci, seduti di fronte a me.
Quando stavo per ingoiare l’ultimo boccone, quasi non mi strozzai vedendo un Harry di fronte a me con la bocca tutta sporca di cioccolato.

-Ahahahahahah-

Scoppiai in una fragorosa risata alla quale, dopo aver visto la scena, si unirono tutti gli altri.

-Che avete da ridere?-

Disse Harry, non capendo il motivo per la quale tutti ridevano.

-Ahah vieni qui- dissi prendendo il tovagliolo e avvicinandomi a lui per pulirgli la bocca –non sai nemmeno mangiare ahah-

A quel mio gesto rimasero tutti un po’ sorpresi, soprattutto Harry, ma io ancor di più. Non sapevo il motivo di quella mia azione, lo feci e basta, fu un gesto che mi venne spontaneo.
Finito di mangiare, decisi di uscire a prendere una boccata d’aria.

-Io esco a prendere una boccata d’aria-

Avvertii alzandomi dal tavolo, dirigendomi verso il cortile sul retro della casa.
Una volta fuori presi l’accendino e mi accesi una sigaretta dal pacchetto posto sul tavolino lì fuori. Fui costretta a stringermi nel mio maglione in quanto c’era un arietta fredda quella sera. Qualche minuto dopo sentii una presenza al mio fianco, mi girai vedendo Fred sorridermi dolcemente, sorriso che non ricambiai, rigirando la testa e alzandola verso il celo stellato, apparte l’aria fredda, era una bella sera, senza nuvole che incombevano minacciose di pioggia, come succede solitamente nei cieli londinesi, lasciando posto a una luna splendente incorniciata da brillanti stelle.

-Sei sempre più bella-

Disse all’improvviso Fred. A quell’affermazione mi si formò un nodo alla gola, mentre le immagini di tutto ciò che abbiamo passato insieme riaffiorano nella mia mente, ed ecco le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

-Tu invece sei sempre lo stesso-

-Mi dispiace di averti fatto soffrire-

Ed ecco una lacrima, che non riuscii a controllare, cadere lungo la mia guancia.

-Non ne voglio parlare-

Dissi aspirando il fumo dalla sigaretta che tenevo fra le mie esili dita. Silenzio. Minuti di silenzio che mi parvero un’eternità.

-Stai ancora con Emily?-

Gli chiesi fingendomi interessata.

-Si. E tu? Cosa c’è fra te e Styles?-

-Non c’è niente fra noi-

-E allora il gesto di prima? Ti conosco da tanto tempo, e non hai mai fatto una cosa simile, nemmeno con me. L’ultima volta ti sei messa a ridere lanciandomi  il fazzoletto addosso e dicendomi  di pulirmi-

-Non so perché l’ho fatto. Mi è venuto spontaneo-

-Ok. Come vi conoscete tu e Harry?-

-Siamo compagni di banco e anche di punizione, siccome litighiamo di continuo. Ormai anche il preside si è abituato a vederci, tanto che l’altro giorno è venuto nella nostra classe per vedere se fossimo ancora vivi perché quel giorno non avevamo litigato e aveva paura che ci fossimo uccisi-

Risi a quel ricordo, e lui con me. Alla fine con Harry, si litigavo molto, ma, ripensandoci, le nostre litigate erano piuttosto esilaranti.

-Cosa provi per lui Scarlett?-

Mi chiese diventando improvvisamente serio.

-Niente-

-Niente è il contrario di tutto, Scarlett-

-Allora non provo alcunché-

-Apri gli occhi Scarlett, si vede che provi qualcosa per lui-

Non dissi niente.

-Sai,  prima- disse dopo qualche secondo si silenzio- quando hai preso quel tovagliolo in mano e ti sei avvicinata a lui per pulirgli la bocca, si vedeva che lo facevi con amore, ti brillavano gli occhi. Magari non proverai per lui un amore incondizionato che durerà per sempre e bla bla bla…- sorrisi insieme a lui-ma sicuramente la sua presenza non ti è indifferente-

Non sapendo cosa dire rimasi in silenzio, spegnendo la sigaretta finita.

-Entriamo?-

Chiesi al ragazzo accanto a me che annuì, così mi diressi verso l’entrata.

-Aspetta-

Disse Fred tirandomi per un polso per poi abbracciarmi calorosamente. Dio come mi mancavano i suoi abbracci, mi mancava lui, tantissimo, ma sapevo che, per quanto mi mancasse e stessi bene con lui, noi non potevamo tornare insieme, e nemmeno volevo che accadesse, mi mancava, ma lo volevo solamente vicino fisicamente, come amico, niente di più.

-Io non voglio stare senza te, ti voglio accanto, voglio sentirmi al sicuro nei tuoi abbracci, con te accanto-

Dissi iniziando a piangere, non potendo più controllare le lacrime che ora scorrevano libere sulle mie guance.

-E io ci sarò, sempre, solo che non staremo più insieme…ok?-

Annuii felice di aver finalmente fatto pace con lui, troppo importante per tenerlo lontano da me.
Dopo che ebbi asciugato le lacrime ed esserci ricomposti, ritornammo in casa, dagli altri.

“Forse Crys e Fred hanno ragione, forse per Harry non provo così tanto odio come penso. Uffa, non ce la faccio più, troppa confusione nella mia mente, sono stanca di tutte queste domande che mi assillano, di tutto questo caos. Perché la vita deve essere così complicata? ” pensai mentre rientravo.

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Salve splendori!

the 5th Chapter is here!

Allora, non so cosa dire su questo capitolo, ma penso si spieghi da solo. Innanzitutto Tadaaa COLPO DI SCENA: al contrario di quello che si pensava, l'ospite inizialmente non gradito da Scarlett non Harry bensì l'ex, Fred.  Poi Scarlett fa qualcosa che lascia tutti allibiti soprattutto il nostro Hazza, e lei per prima. 
La nostra protagonista inizia a convincersi sempre di più che per Styles prova qualcosa, totalmente contrario all'odio... Chissà cosa sceglerà di fare... Lo vedremo in seguito. :)


Grazie di cuore  tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate e grazie mille anche a tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti <3 <3


P.s. Lasciate una recensione per dirmi ciò che ne pensate ;)



 

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Capitolo 7
*** Chapter 6 ***


CAPITOLO 6

Harry’s P.O.V.


Vidi Fred e Scarlett rientrare. Lei aveva gli occhi arrossati e ancona lucidi, segno che aveva pianto, mi piacerebbe sapere per quale motivo.

Il gesto che Scarlett fece poco fa, mi lasciò a dir poco, allibito. “Perché lo aveva fatto? Perché prima mi tratta male, mi prende in giro e subito dopo è così dolce nei miei confronti? Perché ogni volta che lei è vicino a me mi sento strano? Perché quando mi passa vicino il mio cuora inizia a palpitare, quasi mi uscisse dal petto? Non può essere per amore, lo escludo. In tutta la mia vita ho amato e amerò sempre una e una sola ragazza. Io amerò per sempre solo Lei, solo la mia piccola e innocente Tess.”

Tess fu la mia ragazza per ben 3 anni, lei era il mio piccolo amore, piccolo a causa del suo esile corpo, tanto che anche a toccarla avevo paura che potesse rompersi, come se fosse fatta di cristallo.
Era così bella, aveva i capelli mossi biondi, così morbidi al tatto; gli occhi color del mare, occhi che amavo osservare e scrutarne ogni loro piccola sfumatura; le labbra così rosee, in contrasto con la pelle chiara e candida, così morbide, adoravo baciarle e assaporarle, sapevano di ciliegia, il suo lucidalabbra preferito; e poi le sue mani, morbide e delicate, così piccole in confronto alle mie. Lei era così dolce, innocente, forte. Lei era ragazza più forte che io abbia mai conosciuto, talmente tanto forte che riuscì sempre a rialzarsi dopo ogni sua caduta, riuscì ad affrontare tutto ciò che di orribile le è accaduto durante la sua breve vita.
Quando l’ho vista la prima volta rimasi abbagliato dalla  sua bellezza, tanto da spingermi a volerla conoscere più a fondo dell’apparenza, così iniziò la nostra storia, una storia fatta di tanto, tantissimo amore, fatta di “ti amo” detti sotto la luce delle stelle che facevano da sfondo alla luna così bella e splendente, ma non paragonabile alla sua bellezza. Grazie a Tess anche il nostro amore era diventato forte, e lo sarebbe stato per sempre, se non fosse stato per quella sera di 2 anni fa, quella sera che ha segnato la fine di tutto, di tutto il nostro amore, di tutto ciò che avevamo condiviso in tanto tempo insieme. Un ubriaco al volante, una strada buia, una luce abbagliante e poi il buio. Il buio che in un istante si portò via tutti i “ti amo” , tutte le notti passate insieme abbracciati o a fare l’amore, tutte quelle emozioni provate…si portò via tutto, ma soprattutto si portò via lei, si portò via la mia Tess, si portò via il mio “tutto”, senza la quale io ora non sono “niente”.

Tutti quei pensieri, tutte quelle domande, ma soprattutto tutti quei ricordi fecero sì che una lacrima sfuggisse al mio controllo, scivolando sola lungo la mia guancia.

-Io mi sento poco bene, vado in camera mia. Buonanotte-

Annunciò Scarlett prima di dirigersi in camera sua.

-Che è successo?-

Chiesi a Fred non appena si sedette al mio fianco.
Volevo assolutamente sapere cos’era successo la fuori, soprattutto volevo sapere perché Scarlett era in quelle condizioni. “Forse hanno solo parlato dei vecchi tempi, quando stavano insieme, e lei, al riaffiorare di quei ricordi, si è commossa… ma perché mi importa? A me nemmeno interessa Scarlett, perché mi sto facendo tutti questi problemi?” pensai.

-Non è successo niente, abbiamo solo parlato-

-Allora perché ha pianto?-

Chiesi in un tono forse un po’ troppo alterato per far finta che non mi importasse.

-Ehi calma ricciolino, non serve scaldarsi!- rispose lui prendendomi in giro –Abbiamo solo parlato di noi e di voi..-

-Di noi?-

-Si, le ho chiesto come mai vi conoscete e basta-

-Ah ok-

Risposi un po’ stranito. “Chissà cosa gli aveva raccontato Scarlett” pensai, ma non osai chiederglielo, per evitare eventuali, inutili, sospetti.

-Perché non vai a vedere come sta?-

Mi suggerì Fred.

-No, non mi importa-

-Si che ti importa invece! Certo che voi due siete proprio testardi eh! Ma che avete davanti agli occhi, salame per caso?-

-No, quello lo abbiamo finito poco fa!-

Risposi scoppiando a ridere, guadagnandomi un’occhiata fulminante da parte sua.
In realtà avevo capito perfettamente quello che intendeva, ma anche se io fossi in un qualsiasi modo, per un qualsiasi motivo, attratto da lei, dubito che quest’ultima ricambi, considerato il nostro rapporto, fatto di continui litigi e prese in giro.

-Ah ah ah, ma che simpatico- disse canzonandomi- Guarda che io stavo parlando sul serio Harry-

-Io non voglio andare da lei-

Dissi assumendo un aria rattristita, della quale lui subito afferrò il motivo: Tess.

-Non puoi rimanere ancorato ai fantasmi del passato Harry- appoggiò una mano sulla mia spalla –è ora che tu vada avanti, non puoi continuare così, non puoi continuare a stare con ragazze per la quale non provi niente, apparte attrazione fisica. Lei non è più qui Harry, mentre quella ragazza che è di sopra è realmente qui, in carne ed ossa, e tu ti sei affezionato a lei. Non mentire a te stesso amico-

Mi disse in tono consapevole e comprensivo.

-Vai, vai a parlare con lei, e entrambi mettete in chiaro le cose una volta per tutte-

Mi incoraggiò, allora io accettai annuendo, consapevole del fatto che contraddirlo sarebbe stato inutile.

-Vado a vedere come sta Scarlett, prima l’ho vista piuttosto giù-

-Certo, la sua camera è la terza a destra, salite le scale-

Disse il padre sorridente. Così mi diressi verso camera sua.

Scarlett’s P.O.V.

Salii in camera e mi distesi sul letto, con la luce della luna che illuminava la stanza, creando un atmosfera rilassante.
Ero felice di aver chiarito le cose con Fred, mi mancava tutto di lui, ma ero sicura che non provavo più amore per lui, gli volevo bene, ma non lo amavo, lo so perché, solitamente, quando lui mi abbracciava, o eravamo insieme, il mio cuore iniziava a scalpitare tanto da farmi mancare il fiato, mentre questa sera, fra le sue braccia ero semplicemente felice.
Ero immersa nei miei pensieri, quando qualcuno bussò alla porta.

-Avanti-

Dissi sovrappensiero.

-Posso entrare?-

Chiese Harry insicuro. “Cosa vorrà adesso?” mi chiesi.

-Entra-

-Come stai?-

-Perché sei qui?-

Gli chiesi arrivando subito al punto, rimanendo distesa sul mio comodo letto, mentre il mio volto si girava nella sua direzione.

-Volevo solo sapere come stavi, visto che quando sei rientrata sembravi triste…-

Disse abbassando il tono della voce, che diventò più roca del solito.

-Non ti so rispondere-

Gli dissi con sincerità, infatti, non sapevo cosa dirgli, non sapevo se rispondergli con il solito “va tutto bene” o se dirgli “sto male”, per il semplice motivo che non lo sapevo nemmeno io; da un lato ero felice, ma dall’altro sentivo un peso sullo stomaco della quale non capivo il motivo.

-Tu, invece, come stai?-

Gli chiesi io di rimando. Nel buio vidi la sua figura, ancora in piedi vicino alla porta, ora chiusa, irrigidirsi, molto probabilmente perché non si aspettava una domanda simile da parte mia, ma in quel momento mi interessava davvero sapere come stava.

-Non ne ho la minima idea. Sono troppo confuso per poterti rispondere-

Annuii, comprendevo il suo stato d’animo, anche io ero confusa, e molto anche.

-Vieni a sederti vicino a me?-

Gli chiesi con voce se sembrava quasi supplicante, e in un certo senso lo stavo proprio supplicando. Mi sentivo sola, e volevo che qualcuno mi stesse vicino, e in quel momento lui era lì.

Mi scostai leggermente per fargli un po’ di spazio nel mio letto di una piazza e mezza, mentre Harry si avvicinò per poi stendersi affianco a me.

-Togli le scarpe, altrimenti mi sporchi il letto-

-Agli ordini, comandante-

-Idiota-

Dissi sotto voce, sorridendo lievemente, mentre lui si toglieva le all star bianche, per poi tornare a stendersi di fianco a me. Entrambi volgemmo lo sguardo verso il soffitto bianco.

-Harry…-

Iniziai a parlare, ma mi bloccai, dopo essermi voltata verso di lui, rimanendo incantata ad osservare i lineamenti del suo viso che, alla luce della luna, erano perfetti, lui era perfetto, così perfetto da sembrate irreale, come se tutto questo fosse frutto della mia mente.

-Dimmi-

Mi invitò a continuare. Riportai la mia attenzione al soffitto, dopo essermi risvegliata dallo stato di trance in cui ero poco prima.

-Ti sei mai innamorato?-

Gli chiesi. Era una domanda che mi ponevo già da molto tempo, da ancora prima di averlo come compagno di banco. Lui, da quello che so io, era sempre stato un ragazzo che dedicava la sua vita allo studio, quindi io avevo sempre pensato che non avesse tempo per le ragazze o per andare a feste o altro. Infondo non è quello che fanno tutti i secchioni? Studiano, studiano, e se ne stanno chiusi in casa tutto il giorno, senza avere una vita sociale.

Lui, per la terza volta il quella sera, rimase sorpreso dalla mia domanda. Ma subito dopo fece un piccolo sorriso, probabilmente felice che io gli abbia posto quella domanda, ma da quel suo sorriso si poteva percepire anche un po’ di amarezza e tristezza.

-Si-

-Chi era?-

-Si chiamava Tess…-

Rispose con un  filo di voce.

-State ancora insieme?-

-No-

-Siete rimasti amici, cioè vi sentite ancora?-

-No, non possiamo-

-Perché?-

-Perché lei non è più qui-

Disse, mentre una lacrima cadde dai suoi occhi color smeraldo. Si vedeva che le mancava e quanto lui l’amasse ancora.

-E dov’è?-

Continuai a chiedergli come una bambina curiosa, e in parte lo ero, ero curiosa di sapere di più, di sapere il motivo per la quale loro non stavano più insieme.

-Se n’è andata-

-Ho capito, ma dove?-

-Lei è morta Scarlett. Se n’è andata via da me per sempre, lei era tutto il mio mondo, lei era diventata parte di me, della mia vita, e ora non è più qui, non è più qui accanto a me, mi ha lasciato qui solo, a vivere una vita che senza lei non ha senso vivere, e la cosa peggiore è che fu tutta colpa mia, lei è morta per colpa mia, lei non voleva uscire quella notte, voleva restare a casa, ma io ho insistito. È stata solo colpa mia, adesso sarebbe ancora qui se non fosse stato per me. Dovevo morire io in quell’incidente, non lei-

Disse, rannicchiandosi su se stesso, non riuscendo più a trattenere le lacrime che ora gli scorrevano lungo le guance, sfogando tutta la rabbia e il senso di colpa che lo opprimeva e che, molto probabilmente, aveva represso per molto tempo.

-s-scusa, io-io non volevo, io non…mi dispiace-

Dissi abbracciandolo, cercando di confortarlo, ma non ci riuscivo, non potevo riuscirci, non sapevo cosa si poteva provare in quei casi, non mi è mai capitato, non sapevo come consolarlo, non potevo tranquillizzarlo, se nemmeno io riuscivo a trattenere le lacrime; l’unica cosa che sapevo era che vederlo piangere tra le mie braccia era qualcosa di straziante, mi faceva male vederlo in quelle condizioni.

-Dovevo morire io, non lei, non è giusto-

Disse mentre continuava a piangere, e io con lui.

-No, non dire così, non puoi dire così. La vita non è mai giusta, con nessun, ma la bravura sta proprio nel saper superare le ingiustizie..-

-Mi manca così tanto Scarlett-

-Ti innamorerai di nuovo Harry, un giorno troverai la persona che ti farà stare meglio di come stavi quando lei era con te-

-Non accadrà mai-

-Si invece-

Dissi prendendo il suo viso fra le mani, mentre le lacrime continuavano a scorrere, indomate, sul viso di entrambi. 

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Buonasara!

Allora, che dire, questo capitolo è moolto più romantico degli altri. Qui finalmente scopriamo anche cosa prova Harry, e qualcosa sul suo passato, piuttosto doloroso. Ma, grazie a Fred, almeno si decide ad andare a parlare con Scarlett, e cosa succederà ora fra i due ragazzi?

Grazie a tutti coloro che hanno recensito gli altri capitoli <3 sono felice di sapere cona ne pensate :) 
Grazie anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia fra le preferite/seguite/ricordate <3


Baci :*

 

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Capitolo 8
*** Chapter 7 ***


CAPITOLO 7

-Si invece-

 
Dissi prendendo il suo viso fra le mani, mentre le lacrime continuavano a scorrere, indomate, sul viso di entrambi. I suoi occhi non erano più color verde speranza, bensì racchiudevano tristezza, rancore, rabbia.
 
Un ennesima lacrima cadde dai suoi occhi verdi, non sapevo cosa dire, cosa fare, vederlo in quello stato era terribile. Asciugai le ultime lacrime che scorrevano libere dai suoi occhi, perdendomi in quel verde opaco, per poi abbassare il mio sguardo sulle sue labbra; erano così rosee e mi ritrovai a chiedermi come fosse baciarle, come fosse il loro sapore. In quell’istante, non pensai più a niente, non pensai a quanto potesse essere sbagliato, semplicemente agii senza pensare; era come se il mondo si fosse fermato, lì, in quel momento, in quell’istante, in quella stanza, su quel letto, nei suoi occhi, nei miei occhi. Anche lui mi guardava, ma non come era solito fare, stava osservando i miei occhi, come a volerne cogliere ogni minimo particolare, ogni più piccolo dettaglio. I nostri sguardi si incrociarono, era così bello, così perfetto, l’attimo, lui, era tutto così affascinante; ci avvicinammo, io a lui, lui a me, sempre di più, fino a quando i nostri nasi si sfiorarono, le nostre labbra si avvicinarono, sempre di più, ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare il primo passo. Poi decisi, fra quelle mura, in quell’istante, sarebbe potuto accadere tutto quello che volevo, o meglio, quello che forse già da tempo desideravo fare. Così decisi: unimmo le nostre labbra in un bacio passionale, dolce, bisognoso, unico. In quel momento non mi sentivo più sola, mi sentivo protetta, al sicuro.
Harry mise la sua mano sul mio fianco, per potermi avvicinare di più a lui, e approfondire il nostro bacio, e io lo lasciai fare.
Non volevo che quel bacio finisse, ma sapevo di non poterlo approfondire più di quello che già era, io non lo amavo, non volevo innamorarmi di lui, non potevo, non di lui, ma ormai era troppo tardi.
 
“Fanculo tutto e tutti. Fanculo tu brutto inutile cervello che mi fai provare tutto questo; fanculo tu cuore dannato che batti così forte quando sono accanto a lui. Ci sono cascata, di nuovo, e non so se questa volta ne uscirò viva”.
 
Mi staccai malvolentieri dalle sue labbra, così dolci e morbide, sapevano di caramelle alla frutta, tipo gli orsetti della Haribo; lo guardai negli occhi, avevano riacquistato quel verde brillante che avevano solitamente, questo fece comparire un sorriso sul mio volto, che lui ricambiò mostrandomi quelle adorate fossette che lo rendevano unico.
Ero felice per ciò che era successo, e finalmente le lacrime non scorrevano più sui nostri volti; io ero appoggiata allo schienale del letto, mentre lui era seduto a gambe incrociate di fronte a me, la sua mano nella mia. Rimanemmo in quella posizione per una manciata di minuti, dopodiché Harry mi pose una domanda che mi fece pensare.
 
-Cosa significava questo bacio?-
 
“Bella domanda Styles, perché ci siamo baciati? E io che ne so”
 
Rimasi in silenzio, ferma, immobile, con una confusione immensa in testa. In realtà, forse nemmeno pensavo alla sua domanda, ero persa ad osservare le nostre mani unite, sembrava fossero state create apposta per essere unite, anche se le sue mai erano molto più grandi delle mie; mentre la mia mente riviveva ogni istante del nostro bacio, esaminandone ogni dettaglio. Volevo riassaporare le sue labbra, ma non lo avrei fatto.
 
-Non lo so-
 
Risposi, volgendo lo sguardo verso la finestra. Mi ritrovai a pensare quanto perfetto fosse stato quel bacio: le nostre labbra si unirono sotto la luce della splendente luna, che quella sera dominava il cielo londinese, alla quale le brillanti stelle facevano da sfondo. Qualche stella brillava più delle altre, mentre qualcuna emanava pochissima luce; ecco, io ero proprio una di quelle stelle, con la sola differenza che io non emanavo luce, io ero solo un sassolino, che si credeva una meteora, e che ha sempre provato a brillare, sperando che un giorno sarebbe diventato luminoso quasi come la luna, e che qualcuno rimanesse ammaliato e si innamorasse della sua luminosità. Ma la realtà era che io ero, e sempre rimarrò, solo un semplice sassolino alla quale nessuno mai baderà. Per questo non volevo innamorarmi di lui, di Harry; perché sapevo che lui non sarebbe rimasto al mio fianco per sempre, e un giorno mi avrebbe abbandonato, come tutti.
 
Un’altra lacrima cadde dai miei occhi.
 
“E che cazzo, adesso basta piangere Scarlett, ti sei già mostrata abbastanza debole di fronte a lui. Se vede che abbassi la guardia poi ti sfrutterà, come hanno sempre fatto tutti.” Continuavo a ripetermi nella mente.
 
Harry prontamente la asciugò, facendo voltare il mio viso nella sua direzione.
 
-Perché piangi?-
 
-Perché mi sento sola-
 
-Vieni qui allora-
 
Disse, appoggiandosi alla testiera del letto e attirandomi verso di se, per poi avvolgermi in un caloroso abbraccio. Stavo così bene fra le sue braccia, mi sentivo serena, felice, da molto tempo non mi sentivo così.
 
-Grazie Scarlett-
 
Mi disse dolcemente, lasciando un delicato bacio fra i miei capelli.
 
-Di cosa?-
 
-Di avermi ascoltato e confortato-
 
A quelle parole sorrisi, contenta di essere riuscita a confortarlo, anche se ero stata proprio io la causa della sua sofferenza.
Rimanemmo così abbracciati per non so quanto tempo, fino a quando non mi addormentai fra le braccia di Morfeo, o per meglio dire, di Harry.
 
Harry’s P.O.V.
 
Era bellissima quando dormiva, sembrava così innocente e dolce. I suoi capelli lunghi erano sparpagliati sulla mia felpa, le labbra socchiuse, dalla quale uscivano piccoli sbuffi ogni tanto, e i suoi bellissimi occhi erano chiusi. Mi piaceva osservare i suoi occhi, erano marroni, ma di un marrone molto chiaro, con qualche sfumatura di verde, non avevo mai visto degli occhi belli come i suoi.
Il bacio di poco prima era ancora impresso nella mia mente. Per un semplice bacio non provavo una sensazione simile da quando ho dato l’ultimo bacio alla mia Tess. Ero felice di averlo fatto, non me ne sarei pentito, come tutte le volte che baciavo una ragazza qualsiasi; non sentivo il rimorso di aver tradito Tess, come, invece, succedeva tutte le altre volte.
Volevo baciarla di nuovo, e lo avrei fatto, non so quando, non so dove, non so come, ma lo avrei fatto.
Volevo poter sentire ancora le sue dolci labbra, così belle, rosee e piene, poggiate delicatamente sulle mie.
 
I miei pensieri vennero interrotti dalla porta che si apriva, dalla quale sbucò Fred che mi disse che dovevamo tornare a casa. Così misi Scarlett a letto, ancora persa nel mondo dei sogni, le rimboccai le coperte, misi le scarpe e mi avviai verso il piano inferiore, dopo aver lasciato un bacio sulla fronte della ragazza.
 
-Buona notte angelo-
 
Le dissi prima di uscire dalla sua stanza.
 

 
Il viaggio in macchina fu silenzioso. Arrivati a casa io e Fred andammo subito a letto, dopo aver augurato la buona notte a tutti. Fred andò in camera sua, mentre io mi diressi nella mia, entrai, mi spogliai e andai a letto, ero solito dormire solo con i boxer, perché, da pigro quale sono, non avevo voglia di mettere il pigiama. Dopo essermi coperto, vidi una luce illuminare la stanza; mi era arrivato un messaggio. Presi in mano il cellulare e lessi.
 
Da: sconosciuto
 
Buonanotte baby, perché non mi hai ancora risposto? :(
Allora, è si o no?
Baci x
Beth
 
“E a questa che rispondo?” pensai, mentre riponevo il cellulare sul comodino, per addormentarmi poco dopo.

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BUONASERA A TUTTI!!

Ecco qui già il settimo capitolo :)

Scarlett e Harry si baciano, FINALMENTE aggiungerei. questo capitolo è piuttosto romantico (mi ci è voluto un po' per scriverlo, ma alla fine ce l'ho fatta! Babam). I nostri due cocciutelli ammettono anche di provare qualcosa l'uno per l'altra, anche se non ancora pubblicamente, ma per questo c'è tempo... Poi chi sarà mai questa Beth? E che cosa vuole da Harry? 
Ditemi cosa pensate in una recensione :)

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate e grazzie mille anche a tutti coloro che recensiscono <3

Oltra a questa storia, sto scrivendo assieme a una mia amica anche un'altra ff che si intitola STRONG passate ;)

Inoltre ringrazio  @_Chiaraa_ che mi ha aiutato a scrivere questo capitolo, senza la quale non sarei riuscita a concludere molto. GRAZIE <3

Al prossimo capitolo 
con affetto _haribo

 

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Capitolo 9
*** Chapter 8 ***


CAPITOLO 8

Da: sconosciuto
 
Ehi cucciolo ti decidi a rispondere?
Beth xx
 
Questo è il primo messaggio che ricevetti la domenica mattina.
 
“Ma questa non si stanca mai di rompermi i coglioni?” pensai mentre mi alzavo dal mio comodo letto.
Dopo essermi fatto una doccia e essermi vestito con i primi abiti che mi capitarono sotto mano, scesi a fare colazione.
 
-Buongiorno mamma-
 
Le dissi, dandole un dolce bacio sulla guancia.
 
-Buongiorno tesoro. Come mai così di buonumore?-
 
Mi chiese regalandomi uno dei suoi bellissimi sorrisi.
 
-Beh vorrei vedere io se non è felice dopo aver limonato tutta la sera con Scarlett!-
 
Disse Fred entrando in cucina, lo guardai con sguardo fulmineo, mentre un sorriso soddisfatto spuntò sul suo volto.
 
-Tutta invidia la tua!-
 
Gli risposi di rimando, lui si irrigidì.
 
-Cos’è che hai fatto ieri sera Harry?-
 
Chiese Robin mentre si sedeva a tavola.
 
-Il mio bambino ieri sera ha fatto colpo!-
 
Disse mia madre mentre ci serviva la colazione: uova e pancetta.
 
-Certo che fai strage di cuori Harry!-
 
Disse Robin. In effetti era vero, le ragazze non mi erano mai mancate, soprattutto dopo la morte di Tess non perdevo occasioni, andavo a tutte le feste della quale ero a conoscenza e mi facevo più ragazze potevo, infondo non avevo nulla da perdere. Ma con Scarlett era diverso, a differenza delle altre, lei aveva qualcosa di differente, qualcosa di speciale, che catturava la mia attenzione. Una cosa era certa, per lei provavo qualcosa  di sincero, ancora non avevo chiaro cos’era, ma l’avrei presto scoperto.
 
-Si, certo. Peccato che questa volta il cuore che è stato stravolto è il suo-
 
Disse Fred, sedendosi a tavola.
 
-Non è vero…-
 
Cercai di controbattere, ma lui subito mi interruppe con un “Si, invece” alla quale non risposi per evitare polemiche.
Finito colazione uscii per andare a fare una passeggiata, era una bella giornata, il sole splendeva in cielo e non c’erano nuvole, e a Londra erano davvero poche le giornate come quella. Iniziai a camminare, quando il cellulare squillò.
 
-Pronto?-
 
Dissi atono.
 
-Ciao baby, sono Elisabeth-
 
-Ciao Beth, dimmi tutto-
 
-Vediamo, da dove potrei iniziare...ah si, forse potrei iniziare con il chiederti per quale cazzo di motivo sono 3 giorni che non mi rispondi?-
 
Chiese con voce alterata. Era arrabbiata.
 
-Ehi piccola calmati! Avevo altro da fare-
 
-Si, ti capisco, sarai sicuro stato impegnato a scoparti una puttanella qualunque come sei solito fare…-
 
-Sbagliato. Senti perché non ci vediamo, così possiamo parlare tranquillamente?-
 
-Ok-
 
-Bene, tra dieci minuti allo Starbucks-
 
-Perfetto, a dopo splendore-
 
-Si, ciao baby-
 
Le dissi infine, per poi chiudere la chiamata e riporre il cellulare nella tasca del cappotto, avviandomi verso lo Starbucks.
 
Io e Elisabeth ci siamo conosciuti circa un anno fa, a una delle tante feste organizzate da suo fratello. Lei era la mia scopamica, ogni volta che avevo qualche bisogno, di qualsiasi natura, lei era lì, pronta a soddisfarlo, ed era l’unica a sapere di Tess, oltre a Fred,  alla mia famiglia e ora anche Scarlett. Io le volevo bene, lei mi capiva, mi ascoltava, sapeva consigliarmi, ma non l’avevo mai vista come più di un’amica.
Qualche giorno fa mi chiese se volevo fare una delle nostre solite serate, fatte di alcool e canne a non finire, ma provando qualcosa di più forte, che ci avrebbe fatto sballare di più, che, a detta sua, ci avrebbe fatto sentire più “vivi”. Io non sapevo cosa risponderle, si fumavo e bevevo quanto potevo, a volte fino a superare il limite, ma non mi ero mai drogato, e tantomeno volevo farlo, ma l’idea mi allettava alquanto.
 
Immerso nei miei pensieri nemmeno mi accorsi di essere già arrivato. Entrai nel locale e la vidi seduta ad un tavolino abbastanza appartato. Lei era una bella ragazza, alta, le labbra rosse e carnose, sempre ricoperte dal rossetto nero da lei tanto amato; gli occhi scuri, quasi neri, nella quale ti potevi perdere; era mora, ma aveva voluto tingere i suoi capelli color verde acqua. Era una ragazza piuttosto stravagante e eccentrica, ma mi piaceva il suo modo di essere, era se stessa e non quello che gli altri volevano che fosse.
Era di spalle, così mi avvicinai lentamente, cercando di non farmi notare.
 
-Indovina chi è?-
 
-Mh, fammi pensare… forse un broccolo idiota che non si fa sentire da ben tre giorni?-
 
-No, sono Harry-
 
-Ah, sei tu…-
 
-Si, felice di vedermi?-
 
-Piuttosto difficile vederti, le tue mani mi coprono la visuale-
 
-Ah, giusto scusa-
 
Dissi provocandole una sonora risata alla quale mi unii anche io.
 
-Vieni qui idiota-
 
Disse abbracciandomi. I suoi abbracci erano così confortevoli, ero felice quando stavo con lei, non mi giudicava. Insieme scherzavamo, ridevamo, ci prendevamo in giro, litigavamo e poi ci riappacificavamo. Non la considero una sorella, perché io e mia sorella non abbiamo lo stesso rapporto che abbiamo io e lei, è semplicemente la mia migliore amica.
 
-Come stai Beth?-
 
Le chiesi sedendomi di fronte a lei.
 
-Io bene, tu Haz?-
 
-Sono felice-
 
Le dissi sorridendo.
 
-Chi è lei?-
 
-Quella con cui litigo di continuo, Scarlett-
 
Quando pronunciai il suo nome il mio sorriso si allargò fino a far comparire le fossette sul mio volto.
 
-Aww Haz innamorato-
 
Disse prendendomi in giro.
 
-Non sono innamorato, lei ha qualcosa di speciale, diverso, che riesce a catturare la mia attenzione, tutto qui-
 
-Innamorato-
 
Sbuffai, ma sapevo che lo faceva apposta, ormai la conoscevo bene.
 

 
Beth ed io rimanemmo a parlare per molto tempo, le raccontai tutto quello che era accaduto in quei giorni. Parlammo anche della sua proposta, che decisi di rifiutare, dicendole che non l’avrebbe dovuto fare nemmeno lei. Dopodiché ordinammo due frappuccini da portare via e ci dirigemmo verso il parco, dove rimanemmo a parlare e scherzare fino a sera, quando eravamo insieme il tempo volava.
 
-Io devo andare, ciao Styles-
 
-Ciao Beth, ci vediamo-
 
Le dissi spettinandola, per poi abbracciarla un’ultima volta, le darle un bacio a fior di labbra, come eravamo soliti fare, e poi entrambi ci avviammo verso casa. 
 
Scarlett’s P.O.V.
 
Stamattina mi svegliai stranamente felice. Il ricordo del bacio tra me e Harry di ieri sera era ancora impresso nella mia mente.
 
“Suvvia Scarlett, era solo un bacio, un solo e semplice bacio. Sembri una dodicenne alle prese con la prima cotta, ora direi che puoi finirla” continuavo a ripetermi. Ma quel semplice bacio aveva qualcosa di diverso, qualcosa che faceva sì che rimanesse stampato nella mia mente.
 
Dopo essermi lavata e vestita scesi a fare colazione. A casa eravamo rimaste solo io e Margaret perché mio padre era già andato a lavorare, purtroppo lui lavorava anche la domenica, ma non posso farci niente, felice lui, felici tutti.
Entrai in cucina, lei era seduta sul bancone mentre leggeva il giornale e beveva la sua solita tazza di tè fumante.
 
-Buongiorno-
 
Dissi mentre mi sedevo a tavola e bevevo il latte e cacao con i cereali, che mio padre mi aveva preparato prima di uscire.
 
-Buongiorno Scarlett. Dormito bene?-
 
-Si, grazie. Io finisco di fare colazione e poi torno a casa-
 
-Va bene-
 
Rispose la donna in tono atono.
 

 
-Mick, tu non capisci, non riesco a togliermelo dalla testa. Non ce la faccio!-
 
Dissi al mio migliore amico.
 
-Scarlett la finisci, ti prego! Non è mica la tua prima cotta-
 
-Lo so, ma quel ragazzo ha la capacità di entrarmi in testa e diventare il mio punto fisso-
 
-Allora sai che facciamo? Innanzitutto andiamo a berci qualcosa da Starbucks, poi vedremo che fare-
 
-Ok-
 
Annuii sorridendo, per poi avviarmi, assieme al mio migliore amico, verso il locale.
Mick abitava li vicino, così ci mettemmo poco tempo.
Dopo aver preso il nostro  cappuccino caldo ci avviammo verso il parco. Erano già le 5 p.m. fra un po’ sarei dovuta tornare a casa.
 
Arrivati al parchetto, ci sedemmo sulle altalene, quello era il posto in cui ci recavamo sempre per parlare, sin da quando eravamo piccoli.
La nostra chiacchierata venne interrotta da delle risate provenienti da un ragazzo e una ragazza che si rincorrevano, ridendo e scherzando, per il grande prato. “Che teneri i due piccioncini” pensai, sorridendo. La ragazza era della mia stessa altezza, circa, aveva i capelli color verde acqua, “stravagante” pensai. Poi mi soffermai sul ragazzo, ma quando riconobbi i Suoi ricci, il mio sorriso si trasformò in un’espressione di rabbia, dolore e disprezzo, mentre il mio cuore subiva una prima pugnalata. Poi i due si baciarono, per poi salutarsi e andarsene, ognuno per la propria strada. Seconda pugnalata. A quella vista, non riuscì a trattenere le lacrime, che iniziarono a cadere lungo le mie guance. Mick mi guardava interrogativo, non capendo il motivo del mio dolore, fino a quando i suoi occhi color del mare, non incontrarono i miei, poi comprese. Io mi alzai velocemente e iniziai a correre verso casa, più veloce che potevo. Le lacrime scorrevano ininterrotte, sentivo un nodo alla gola, volevo urlare, gridare più forte che potevo.
 
“Non ci posso credere… sto correndo verso casa, piangendo per Harry Styles. Lo sfigato più sfigato che possa esistere in questa merda di mondo in cui mi ritrovo. Questa volta sono proprio caduta in basso. Non può essere reale, no tutto questo è frutto della mia fantasia, ne sono certa. Non può essere, non posso piangere proprio per lui, è qualcosa di inconcepibile! Ora basta, la Scarlett dolce ha fatto la brava fin troppo a lungo. È ora di tornare la Scarlett di sempre: stronza più che mai, scontrosa come sempre, puttana più di prima.”
 
Mi fermai, cercando di ristabilire il battito cardiaco, accelerato a causa della lunga corsa. Asciugai le lacrime, mi ricomposi, accesi una sigaretta e lentamente continuai a camminare verso casa, ormai non molto distante.
 

 
Arrivata, cenai, giocai un po’ alla play con mio fratello David e poi mi diressi in camera mia.
Mi feci un lungo e rilassante bagno, con la solita sigaretta in mano, che mi aiutava a riordinare le idee.
Dopodiché scrissi un messaggio a Mick in cui gli dicevo che era tutto apposto e non doveva preoccuparsi, poi indossa il pigiama e andai a letto. Quella notte fu molto lunga, in quanto la passai insonne, pensando a come fargliela pagare a quel brutto stronzo.
 
“Hai sbagliato i tuoi conti caro mio, non poi trattarmi in questo modo. Non te lo permetto. Non ti permetto di baciarmi, per poi andare a baciare tutte le altre puttanelle che ti capitano sotto mano. Non ti permetto di usarmi. Hai sbagliato Styles, e ora me la pagherai” così mi addormentai, verso le 2 o tre di mattina.

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Buonasera a tutti! 

Ecco qui l'ottavo capitolo :)

In questo capitolo conosciamo anche Beth, e scopriamo che il nostro Styles non è proprio tanto sfigato come pensa Scarlett... 

Anyway, Scarlett è decisa a vendicarsi... Quale sarà il suo piano? Fatemelo sapere in una recensione (sempre gradite anche le critiche, servono a migliorare) :)

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, e tutti coloro che hanno recensito GRAZIE <3


Al prossimo capitolo
_Haribo <3

P.S. qui ci sono le foto dei personaggi della storia :

Scarlett:














Harry:


Crystal:


Mick:


Beth:


Harry (scuola):

 

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Capitolo 10
*** Chapter 9 ***


CAPITOLO 9
 
La sveglia suonò puntualmente alle 7.00. Dopo aver spento quell’aggeggio infernale, mi costrinsi ad alzarmi, di malavoglia, dal mio comodo e caldo letto, per dirigermi in bagno. Feci una doccia veloce, truccai leggermente i miei occhi marroni e poi tornai in camera dove indossai la solita noiosa divisa.
Dopo aver finito di prepararmi per la stancante giornata scolastica che mi aspettava, mi diressi al piano inferiore a fare colazione.
 
-Buongiorno Scarlett-
 
Mi salutò Ryan, quando entrai in cucina. Io non risposi, semplicemente mi sedetti a tavola e consumai il mio succo e brioches.
 
-Ma quanto sei allegra stamattina-
 
Disse, in tono sarcastico.
 
-Non scassare le palle già di buona mattina-
 
Gli dissi in tono scontroso.
Non ero arrabbiata con lui, bensì ero furiosa con quell’idiota di Styles per l’accaduto di ieri. L’immagine del bacio che quello sfigato diede alla ragazza, era ancora impressa nella mia mente, mentre la rabbia ribolliva nel mio corpo.
 
-Sembra a me, o ultimamente è più lunatica del solito?-
 
Chiese Ryan a David, appena entrato in cucina.
 
-Lasciala perdere. Avrà litigato col moroso-
 
Rispose quest’ultimo.  Alla sua affermazione scattai in piedi andandogli incontro, spingendolo addosso al muro.
 
-Senti un po’, non fare affermazioni del cazzo! Io non ho nessun ragazzo, chiaro? E tantomeno voglio stare con lui! È solo un verme schifoso, non può permettersi di baciarmi, di farmi sentire bene, finalmente felice, e poi andare a baciare un’altra. Io come tutti ho dei sentimenti e vedere certe cose mi fa stare male cazzo. Mi sono affezionata a lui e come sempre ci sto male! Sono stufa cazzo, sono stanca dio essere trattata così…-
 
Urlai in faccia a mio fratello, per poi accasciarmi a terra, portando le ginocchia al petto e scoppiare in un pianto isterico, incontrollato, bisognoso.
Entrambi i miei fratelli mi stavano guardando con occhi sbarrati, non erano soliti vedermi piangere: l’ultima volta è stata quando è morto il mio pesciolino rosso. Se avevo bisogno di sfogarmi, solitamente andavo da Crystal, o parlavo con Mick. Ma questa volta non riuscii a trattenere le lacrime.
 
Improvvisamente sentii due braccia forti cingermi i fianchi, alzandomi da terra, avvolgendomi in un caloroso abbraccio, nella quale mi abbandonai, lasciandomi coccolare da Ryan. Un abbraccio nella quale sfogai tutto il dolore che, da troppo tempo, tenevo represso. Ciò che è successo con Harry, è stato come rivivere il tradimento di Fred, come risentire tutto il dolore che lui mi provocò quando scelse di stare con mia cugina, piuttosto che con me. Mi fece ricordare il ribrezzo che provai nei suoi confronti. Mi fece ricordare la rabbia per aver permesso che mi usasse. Mi fece ricordare che fu Fred il motivo per la quale io iniziai a fumare, a drogarmi e ad andare a letto con tutti i ragazzi che provavano interesse nei miei confronti, diventando per tutti una puttana.
 
-Adesso basta piangere piccola-
 
Disse dolcemente Ryan, mentre mi accarezzava i capelli.
 
-Chi è questo bastardo?-
 
Chiese David, visibilmente arrabbiato.
Io e i miei fratelli litigavamo praticamente sempre, ma gli volevo bene. Amavo il rapporto che avevo con loro, perché se c’è bisogno ci siamo sempre gli uni per gli altri. Loro sono le uniche persone della quale posso fidarmi fino in fondo; posso essere sicura, anzi certa, che se avrò bisogno di loro, ci saranno sempre, saranno pronti ad aiutarmi in ogni difficoltà e a proteggermi da ogni male.
 
-Non preoccuparti, lascia stare-
 
Dissi asciugandomi le lacrime, ma rimanendo fra le braccia di Ryan.
 
-No, cazzo. Come puoi dirmi di lasciar stare, quando sei qui, in lacrime per un bastardo che ti ha ferito? Dimmi chi è Scarlett!-
 
Sentenziò David, alzando il tono di voce.
 
-Non mi ha ferito, mi ha solo fatto ricordare il dolore che ho provato quando ho scoperto che Fred mi tradiva. Io, questo ragazzo, nemmeno lo conosco, ci siamo solo baciati e poi l’ho visto al parco mentre baciava un’altra. Non è successo niente per cui tu debba ucciderlo-
 
Dissi sicura, perché questa era la verità.
 
-Merita comunque una bella lezioncina-
 
-E perché?-
 
-Perché ti ha baciato!-
 
Sorrisi alla sua affermazione. Poi mi alzai e mi diressi verso di lui per regalargli un forte abbraccio e un dolce bacio sulla guancia.
 
-Ma cosa vorresti fare tu piccoletto-
 
Lo canzonai, arruffandogli i capelli.
 
-Come osi tu, scricciolo-
 
Disse, puntandomi un dito contro.
Scoppiai in una fragorosa risata, seguita da David e Ryan. Menomale che loro erano sempre lì, pronti a farmi ridere.
Io prendevo in giro David perché aveva due anni in meno di me, ma in realtà, rispetto a me, lui era il doppio, sia come altezza, sia come consistenza fisica. Infatti, per avere 15 anni, è piuttosto forte. Prima sono riuscita a spingerlo solamente perché era ancora rintontito a causa del sonno.
 
-Dai piccoletto, muoviamoci, altrimenti perdiamo il bus-
 
Dissi dirigendomi in bagno per ripulire il trucco colato, per poi indossare il cappotto, le scarpe e uscire di casa, assieme a mio fratello.
 

 
Arrivammo a scuola leggermente in ritardo perché avevamo perso l’autobus e abbiamo dovuto farci accompagnare da Ryan, ma poco importava.
 
“Oggi, caro il mio Styles, capirai che Scarlett Juliet Evans, non puoi prenderla per il culo così facilmente”
 
Arrivata di fronte alla mia classe, bussai.
 
-Avanti-
 
Disse la professoressa.
 
-Buongiorno. Scusi il ritardo. Sono venuta a chiamare Styles, siamo entrambi desiderati in portineria-
 
Dissi, sorridendo e cercando di assumere il tono più credibile possibile.
 
-Oh, certo. Styles, vai pure-
 
Disse la donna, mentre quell’idiota si alzava per poi seguirmi fuori dall’aula , chiudendo la porta alle sue spalle.
 
-Buongiorno- disse lui, sorridendo –Che succede?-
 
Chiese, riferendosi all’annuncio dato poco prima.
 
-Vieni con me-
 
Dissi seria. Lui mi seguì senza aprir bocca, fino a quando non raggiungemmo lo sgabuzzino della palestra, dove entrammo, chiudendo la porta. Qui non si recava mai nessuno, così non ci avrebbero scoperto e potevo parlargli senza interruzioni.
 
-Che ci facciamo qui?-
 
Chiese, assumendo un’espressione interrogativa.
Non gli risposi, semplicemente mi limitai a spingerlo contro il muro, per poi avvicinarmi a lui. Iniziai a baciargli il collo.
 
-Ti ho visto ieri sai?-
 
Gli sussurrai all’orecchio, con voce calda e sensuale, per poi tornare a baciargli il collo, iniziando a succhiare leggermente.
 
-Al parco…con la tua amica-
 
Mantenni sempre lo stesso tono, succhiando sempre più .
Il mio piano andava alla grande, considerando i lievi gemiti che uscivano dalle sue labbra, che divenivano sempre più pesanti.
 
-Spero tu ti sia divertito…-
 
Sussurrai, passando la lingua sul punto rosso, che stavo succhiando poco prima.
 
-Con me, l’altra sera…-
 
Passai a succhiargli il lobo, iniziando a scendere con la mano verso il cavallo dei suoi pantaloni, dove un’imponente erezione premeva sulla mia coscia, mentre dei gemiti continuavano ad uscire dalle sue labbra.
 
-Perché non accadrà mai più…-
 
Gli sussurrai, per poi baciare le sue morbide labbra e uscire dallo stanzino, dopo aver sfiorato, un ultima volta, la sua erezione con le mie esili dita.
Io mi riavviai verso la classe, lasciandolo lì dentro, con un’espressione di delusione mista a sofferenza, causata dal lavoro che ho lasciato incompleto.
Stavo per entrare nell’aula, quando qualcuno mi bloccò per il polso, girandomi nella sua direzione.
 
-Mi puoi spiegare la natura di ciò che è successo poco fa?-
 
Mi chiese Styles, spingendomi contro il muro e mettendosi di fronte a me. La sua figura, molto più grande della mia, troneggiava sul mio esile corpo.
 
-Vendetta-
 
Gli risposi con naturalezza e sincerità.
 
-Vendetta? E per cosa?-
 
-Credi davvero che io sia così stupida Styles?-
 
Gli chiesi, mantenendo il mio sguardo a contatto con il suo.
 
-Non ci sto capendo un cazzo!-
 
-Ti ho visto al parco ieri, con la tua amichetta. Ho visto anche mentre vi baciavate e…-
 
Lui non mi lasciò finire la frase che scoppiò in una fragorosa risata.
 
-Si può sapere che hai da ridere? Sei uno stronzo e basta…-
 
Per la seconda volta non mi lasciò concludere la frase in quanto si fiondò sulle mie labbra, bacio che io non ricambiai, allontanandolo.
 
-Non farlo mai più!-
 
Dissi tirandogli uno schiaffo.
 
-Sei gelosa eh?-
 
Chiese, massaggiandosi la guancia
 
-Non sono gelosa, semplicemente mi ha dato fastidio!-
 
-Lei era Beth, la mia migliore amica, nonché la mia scopamica. Le voglio bene e quando ci salutiamo siamo soliti darci un bacio a fior di labbra-
 
Disse guardandomi negli occhi.
 
“Scarlett hai fatto una figura di merda che batte tutte quelle che hai fatto finora!”
 
-Ah, allora… ok-
 
Dissi, arrossendo leggermente, per poi scostarlo e entrare in classe, ma lui mi bloccò nuovamente.
 
-Vuoi stare con me Scarlett?-
 
Mi chiese, con una strana luce negli occhi. Quella sua domanda mi lasciò allibita e senza parole. Perché me lo ha chiesto? Cosa dovevo rispondergli?
Molte domande affollavano la mia mente, mentre lo fissavo con occhi sbarrati, meravigliata dalla sua domanda. Lui mi guardava speranzoso in una risposta positiva, ma non riuscivo a spiaccicare parola.
 
“Voglio stare con lui? Si, lo voglio. Ma non posso, ne vale della mia salute, fisica e mentale. Non voglio che accada ciò che è successo l’ultima volta. Non posso dirgli di si”

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Buonasera a tutti! 

Ecco a voi il nono capitolo!

Sinceramente non sono molto felice di come l'ho scritto, ma questo è il meglio che sono riuscita a fare...
Qui vediamo che Scarlett non è riuscita a trattenersi di fronte ai fratelli, ma loro sono riusciti a risollevarle il morale :)
La vendetta che la ragazza mette in atto è un po' perfida per il povero Harry, ma poi lui la sorprende con una domanda che la lascia allibita...
Cosa gli risponderà Scarlett? Accetterà o no? 
Fatemelo sapere in una recensione :)

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, e tutti coloro che hanno recensito e anche tutti quelli ch eleggono la mia ff GRAZIE <3

con affetto _haribo

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Capitolo 11
*** Chapter 10 ***


Capitolo 10

 
“Voglio stare con lui? Si, lo voglio. Ma non posso, ne vale della mia salute, fisica e mentale. Non voglio che accada ciò che è successo l’ultima volta. Non posso dirgli di si”
 
Si.
No.
Non sapevo nemmeno io cosa volevo. Ero troppo scombussolata per formulare qualsiasi ragionamento. Continuavo a fissarlo con occhi sbarrati. Era così bello, anche con gli occhiali, anche con i ricci impiastricciati di gel. Mi ero persa nei suoi occhi color smeraldo, così sinceri, belli, profondi, unici. Non riuscivo a parlare, non sapevo cosa rispondergli.
 
Harry’s P.O.V.
 
-Vuoi stare con me Scarlett?-
 
Le chiesi, tutto d’un fiato.
Non era ciò che volevo chiederle. Quelle parole uscirono dalla mia bocca per errore, erano scappate al mio controllo, anche se era già da un po’ di tempo che pensavo a come sarebbe stato essere fidanzato con Scarlett.
Lei rimase a bocca aperta, era visibilmente sorpresa, come me, ma il suo silenzio era ugualmente straziante. Temevo che rifiutasse, volevo che rispondesse si, quella parola che avrebbe reso entrambi felici, ero certo che insieme saremmo stati finalmente felici.
 
-Io...Io…-
 
Fu tutto ciò che disse prima di scappare via.
Appoggiai la schiena al muro e mi lasciai cadere atterra.
 
“Dovevo immaginarlo, abbiamo litigato fino all’altro giorno, non potevo pretendere che lei, tutto d’un tratto cambiasse idea e accettasse! Mi ha dimostrato più volte l’odio che prova nei miei confronti. Allora perché ci sto così male? Perché non riesco a smettere di pensare a lei? Scarlett, oh Scarlett, cosa mi stai facendo?”
 
Scarlett’s P.O.V.
 
-Io…io…-
 
Non riuscivo a rispondere. Allora feci quello che sapevo fare meglio: scappare, scappare via dai problemi, e lui era diventato il mio problema più grande.
Corsi più veloce che potevo verso l’uscita della scuola, senza guardare indietro. Volevo solo uscire da quell’edificio e scordarmi di tutto, di lui.
Per quanto odiassi il suo modo di fare, il suo modo di parlarmi, e per quanto mi desse fastidio litigare con lui ogni santo giorno, dovevo ammettere che senza di lui la mia vita, ora come ora, sarebbe vuota, buia, non avrebbe senso. Ma non volevo innamorarmi di nuovo, non volevo soffrire ancora. Dopo l’ultima volta che mi sono innamorata di qualcuno, promisi che avrei messo prima di tutto me stessa, la mia salute, e avrei agito solo ed esclusivamente per il mio bene. Ma allora perché sentivo di aver sbagliato decidendo di scappare via? Perché stavo così male?
 
“Semplice! Ci stai male perché ti sei innamorata di lui, perché con il suo modo di fare da idiota patentato, ha attirato la tua attenzione e ti ha fatto cadere ai suoi piedi, facendo si che ti innamorassi, come se fossi una dodicenne alle prese con la prima cotta! Scarlett, sei stata fottuta.”
 
Non ce la facevo più. Troppe domande che avevano una sola fottuta risposta: mi ero innamorata.
Accesi una sigaretta. Non avevo intenzione di rimettere piede dentro quella prigione, avevo bisogno di sfogarmi, di dimenticare tutto quanto, e l’unica persona che mi poteva aiutare non c’era, avevo bisogno di parlare con Mick, ma lui era via per lavoro.
Tra un tiro e l’altro, presi in mano il cellulare scorrendo nella rubrica.
 
A: Trevor
Ehi cicciolo mio <3 come stai?
 
Trevor era un mio “amico”, più che amico, era colui dalla quale andavo quando volevo ubriacarmi e spassarmela. E cosa c’era di meglio se non l’alcool per dimenticarmi di Styles?
Trevor era un ragazzo alto, aveva i muscoli ben scolpiti, gli occhi color nocciola e i capelli marone scuro, quasi neri. Obiettivamente era molto bello, e a letto era un Dio.
 
Da: Trevor
Ehi dolcezza <3 bene tu? Xx
 
A: Trevor
Può andare meglio…
Sei a casa?
 
Da: Trevor
Si, ti aspetto :*
 
Sapeva già quello che volevo.
Se avevo bisogno di dimenticare, di divertirmi, di bere, di sesso, andavo da lui, perché lui non faceva domande, non gli interessava.
 
Fortunatamente, la casa di Trevor, non distava molto dalla scuola, così in dieci minuti fui lì.
Suonai il campanello e qualche secondo dopo un Trevor sorridente sbucò da dietro la porta.
 
-Ciao pasticcino-
 
Disse, abbracciandomi e lasciandomi un bacio sulla guancia.
 
-Ciao cucciolo-
 
Risposi, ricambiando il bacio.
 
-Entra- disse scostandosi per farmi entrare-qual buon vento ti porta qui?-
 
-Lo sai già-
 
Risposi. Infatti già poteva immaginare il motivo.
Entrai e andai a sedermi sul divano di pelle rosso, lasciando lo zaino e le scarpe all’ingresso.
 
-Mh, da cosa vuoi iniziare?-
 
-Vodka liscia. Porta la bottiglia-
 
Lui andò in cucina, trafficò un po’ con le varie bottiglie, e poi tornò con la bottiglia di Vodka e due bicchierini.
Riempì il primo, che bevemmo insieme. Il liquido bruciava mentre scendeva lungo la mia gola.
 
-Per chi stavolta?-
 
-Un coglione che frequenta la mia stessa scuola-
 
Dissi, mandando giù un altro bicchierino di quel liquido trasparente.
 
-Cos’è successo?-
 
-Quello stronzo mi ha fatto innamorare di lui-
 
Dissi liberandomi di quel peso, che mi opprimeva da molto tempo.
Non me lo chiedeva per vero interesse, lo faceva perché così potevo sfogarmi con qualcuno, sapendo che quando me ne sarei andata, entrambi non ci saremmo ricordati di quella conversazione.
 
-Brutta storia-
 
-Non sai quanto-
 
Dissi buttandone giù un altro, e dopo quello un altro ancora, fino a quando entrambi arrivammo al decimo, o forse anche più. La testa mi pulsava e girava, ma non mi importava.
Lui si avvicinò a me, iniziando a baciarmi il collo, partendo dalla mascella e finendo all’apertura della camicetta, che abilmente sbottonò e tolse, facendomi poi stendere sul divano, lui sopra di me.
Le sue mani vagavano lungo il mio corpo, fino ad arrivare alla gonna, che tolse, facendomi rimanere solo con l’intimo di pizzo nero.
Iniziò a baciarmi con foga, chiedendo l’accesso alla sua lingua, che io gli concessi.
Gli sfilai, lentamente, la t-shirt blu che indossava.
Capovolsi le posizioni, mettendomi a cavalcioni su di lui, continuando a baciare le sue fantastiche labbra.
 
Non era la prima volta che andavamo a letto insieme. Ma ogni volta era sempre più eccitante.
 
Passai le mie mani sui suoi pettorali scolpiti, iniziando a tracciarne il contorno con la lingua.
Feci scontrare i nostri bacini, provocando gemiti, sempre più pesanti, che uscivano dalle sue labbra, mentre la sua erezione, sempre più prorompente, premeva sull’interno della mia coscia.
Stavo slacciando il laccio dei suoi pantaloni, quando il campanello suonò. Inizialmente rimanemmo fermi sul divano, continuando ciò che stavamo facendo, ma lo scassacoglioni dall’altra parte della porta, continuava a suonare. Trevor mi scostò e si alzò, andando ad aprire la porta.
 
-Ehi ciao amico, posso entrare?-
 
Chiese il rompicoglioni a Trevor.
Aveva una voce familiare, ma non riuscivo a capire chi fosse. La mia testa continuava a pulsare, non lasciandomi la possibilità di ricordarmi a chi potesse appartenere quella voce.
 
-Veramente amico, sarei impegnato in questo momento-
 
Comunicò Trevor, indicandomi. Io nel frattempo stavo bevendo un altro po’ quel liquido trasparente, che tanto mi aiutava a dimenticare.
 
-Non preoccuparti, ti frego qualche bottiglia e poi me ne vado-
 
-Ok, sbrigati-
 
Il ragazzo entrò in casa e si diresse in cucina, seguito dal moro.
Intanto io rimanevo stesa sul divano. Non riuscivo a trovare una posizione comoda, così iniziai a girarmi e rigirarmi, fino a quando non caddi. Fortunatamente non mi feci male, in compenso iniziai a ridere senza motivo, o meglio, un motivo c’era: quello era ciò che succedeva ogni volta che ero ubriaca.
Le mie risate suscitarono la curiosità dei due ragazzi che, dalla cucina, vennero in salotto per vedere cosa fosse successo.
Quando riuscii ad alzarmi, osservai i due ragazzi in piedi di fronte a me, anche se ero ancora in intimo.
 
“No, non può succedere davvero”
 
Entrambi i ragazzi mi stavano osservando: Trevor era quasi divertito e, contemporaneamente, eccitato dal fatto che indossassi solo mutande e reggiseno; l’altro aveva un’espressione indecifrabile sul volto, era un misto tra disprezzo, delusione, tristezza e amarezza. Era Harry.
Mi stava guardando con ribrezzo. Io lo guardavo sorpresa, ma non capivo bene ciò che stava succedendo, l’alcool annebbiava la mia mente, non lucida e incapace di formulare una qualsiasi frase che potesse spiegare la situazione.
 
-Scarlett…-disse Harry, sorpreso nel vedermi lì -Non ci posso credere- rise sadicamente –mi fai schifo-
 
Disse infine, per poi uscire da quella casa, lasciando le bottiglie sul mobile accanto alla porta.
Di ciò che successe poi, ricordo solamente le lacrime scorrere lungo le mie guance e poi buio, non so cosa sia successo dopo, so solo che mi risvegliai sul divano di Trevor, che mi raccontò l’accaduto, poi lo salutai e me ne andai.
 
Mi sentivo tremendamente in colpa. Mi pentivo di ciò che avevo fatto, non avrei dovuto farlo. Volevo andare da lui e dirgli che lo amavo, che volevo stare con lui. Perché avevo capito che lo amavo, che volevo che fosse mio, mio e di nessun’altro. Mentre ero con Trevor, su quel divano, pur essendo ubriaca, il mio punto fisso rimaneva Harry, sempre e solo lui. Dovevo rimediare, dovevo parlare con lui, dovevo farmi perdonare.
 
***
 
Non sapevo dove abitasse, così chiesi a mio padre che, dopo varie domande, alla quale risposi con una gigantesca bugia, mi diede l’indirizzo.
 
Ero lì, davanti quella porta di legno, non avevo il coraggio di suonare il campanello.
Ero sicura che non mi avrebbe perdonato, ma dovevo tentare.
Non so cosa mi spinse a schiacciare finalmente quel bottone.
Pochi secondi dopo, la porta venne aperta. Harry era lì, in piedi di fronte a me. Aveva gli occhi rossi e gonfi, come i miei.
Avevo iniziato a piangere non appena chiusi la porta della casa del moro e al telefono con mio padre, riuscii a malapena a trattenere i singhiozzi.
Mi guardava, i suoi occhi non erano più di quel bel verde smeraldo che aveva sempre, erano di un verde più opaco, trasmettevano tristezza, dolore, non allegria e felicità, come il solito.
 
-S-scusa, t-ti p-prego perdonami-
 
Implorai fra un singhiozzo e l’altro.
Lui sorrise amaramente.
 
-Non hai niente di cui farti perdonare piccola, infondo noi due non siamo niente l’uno per l’altra. Tu non sei niente per me.-
 
Disse con tono freddo.
Quelle parole mi ferirono più di quello che pensavo.
 
“Non sono niente per lui. Ecco la verità”
 
-T-tu invece sei diventato la ragione dei miei sorrisi, il motivo delle mie lacrime, la causa delle mie risate. Tu sei in tutti i miei pensieri, in tutti i miei sogni; sei perennemente dentro la mia testa e non riesco a pensare ad altro. Sei arrivato nella mia vita come un tornado, sconvolgendo la mia esistenza. Prima che tu arrivasti ero tranquilla, spensierata, non mi importava niente di nessuno; ora la mia vita è piena di domande e incertezze.
Ho sbagliato a fare ciò che ho fatto, non ho scusanti, ma volevo dimenticarmi di te, di quello che provo per te. Ma non posso, non ci riesco, perché la verità è che mi sono innamorata di te, del tuo modo di fare, di essere, e non voglio stare un secondo di più senza te, voglio che tu sia mio.-
 
Dissi, fra un singhiozzo e l’altro, sicura delle mie parole. Lui rimase in silenzio, non diceva niente, mi guardava senza proferire parola. Non muoveva un muscolo.
Dopo qualche minuto di straziante silenzio …

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Salve gente!

innanzitutto scusate per il ritardo, ma letante verifiche mi hanno impedito di scrivere... fortuna che adesso arrivano le vacanze! 

Cosa dire su questo capitolo...
Scarlett è decisa adimenticarsi di Harry, ma lo fa nel modo sbagliato... anche se poi capisce che ciò che prova per il riccio è tutt'altro che dimenticabile...
La ragazza decide di chiedere scusa ad Harry, ma lui la perdonerà? saranno felici insieme?

Lascio a voi i commenti  ;)

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate <3

al prossimo capitolo
baci_haribo

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Capitolo 12
*** Chapter 11 ***


Capitolo 11
 
-Ti prego Harry, perdonami e stai con me…-
 
Il silenzio che regnava era straziante, mi stava uccidendo.
I miei occhi erano rivolti verso il basso, perché non riuscivo a reggere il suo sguardo.
I minuti passavano e le lacrime continuavano a scorrere sul mio volto, senza che io potessi fermarle.
 
-Ma se ci mettiamo insieme, chi mi garantisce che, quando litigheremo, tu non andrai da un altro?-
 
Lo guardai, i suoi occhi erano lucidi. Harry abbassò il capo, mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo, io prontamente gliela asciugai.
 
-No, non voglio stare con te avendo perennemente la paura che tu possa andartene da un momento all’altro-
 
Disse, scostando la mia mano dal suo volto.
 
-Ma…-
 
-Non voglio Scarlett-
 
Le sue parole mi spiazzarono. In quell’istante, giurai di aver sentito il mio cuore spezzarsi, in mille pezzi, di nuovo.
 
“Lo sapevo, sono solo un’illusa”
 
-Bene, come vuoi, hai fatto la tua scelta, ora stammi bene Styles. Sappi solo che sono certa che avremmo fatto invidia al mondo intero, noi due insieme.
 
Dissi, sorridendo amaramente, per poi girarmi, pronta a dirigermi verso casa.
 
-Aspetta…-
 
Mi richiamò. Io mi fermai, ma non mi voltai.
 
-Promettimelo, promettimi che non mi lascerai solo-
 
Disse, con la voce bassa e roca.
 
-Se te lo prometto, cosa succederà?-
 
-Insieme faremo invidia al mondo intero-
 
-E se invece non te lo prometto?-
 
-Hai fatto la tua scelta, ma sappi che insieme avremmo fatto invidia all’universo-
 
Disse, ripetendo ciò che gli dissi io prima.
 
-Te lo prometto Harry, ti prometto che non ti lascerò solo, che starò al tuo fianco-
 
Glielo promisi, questa volta non avrei sbagliato, gli sarei stata accanto, non lo avrei lasciato solo, non lo avrei tradito.
 
-Allora vieni qui e baciami-
 
Mi girai di scatto e gli corsi incontro saltandogli addosso, per poi baciarlo, come non avevo mai baciato nessuno finora: quel bacio racchiudeva una promessa che mai avrei infranto; in quel semplice bacio c’era amore, passione, felicità; quell’unione trasmetteva sicurezza, fiducia, in una storia fra due ragazzi che era appena iniziata e che mai avrebbe avuto una fine.
Ci staccammo per riprendere fiato. Appoggiai la mia fronte sulla sua e lui strofinò il suo naso contro il mio.
Sui nostri volti stanchi e sciupati dalle troppe lacrime versate, con gli occhi rossi e gonfi, comparve un sorriso, un sorriso che nessuno avrebbe spento, fino a quando saremmo stati uniti.
 
L’aria soffiava nella grande Londra, mentre il silenzio regnava e gli occhi di entrambi urlavano dolci parole che solo l’altro riusciva a cogliere; le nostre labbra continuavano a scontrarsi, e le nostre lingue a danzare insieme, provocando sentimenti mai provati prima, emozioni talmente forti, che erano indistruttibili.
 
Quel momento così perfetto da essere irreale, venne interrotto dalla vibrazione del mio cellulare, che fui costretta ad estrarre dalla tasca. Un messaggio.
 
Da: David
Dove sei finita? Vieni a casa che mamma è infuriata.
 
-Chi è?-
 
Chiese Harry, curioso.
 
-Mio fratello. Devo andare a casa-
 
***
 
Dopo esserci entrambi dati una risistemata, Harry mi accompagnò a casa in macchina.
 
-Guarda un po’ chi si vede, mia figlia!-
 
Disse mia madre, non appena entrai in casa. Era più che infuriata, se c’era qualcosa che mia madre mi vietava di fare, era proprio saltare la scuola, se non per un valido motivo.
 
-Allora, perché hai saltato scuola?-
 
Non potevo dirle la verità, non mi avrebbe più fatto mettere piede fuori casa, ma non potevo nemmeno mentirle, perché, conoscendola, mi avrebbe scoperto e le conseguenze sarebbero state peggiori, così decisi di raccontarle una mezza verità.
 
-Sono uscita con il mio ragazzo-
 
-Tu hai saltato scuola per andartene in giro con il fidanzatino?- disse, alzando il tono della voce-Ritengo che tu sia abbastanza grande per sapere ormai che-
 
-La scuola viene prima di tutto- finii la frase, me lo ripeteva sempre-Lo so mamma, ma volevo stare con lui, dovevamo parlare e-
 
-Per questa volta vada, ma che non accada mai più-
 
-Va bene, mamma-
 
Le dissi, dirigendomi in camera mia.
 
-Dove credi di andare, signorina? Vieni qui e siediti-
 
Disse, battendo la mano sul divano, dove si era appena seduta. Io mi sedetti vicino a lei, sbuffando.
 
-Allora, penso che tu debba raccontarmi un po’ di cose…come: da quando sei fidanzata? E chi è questo? Quando me lo farai conoscere?-
 
Iniziò a tempestarmi di domande, tipico da lei.
 
-Calma, calma!- la interruppi-Si chiama Harry, è un mio compagno di scuola, quello con cui finivo in punizione tutti i pomeriggi e stiamo insieme da circa un’ora e non so se te lo farò mai conoscere, non vorrei mai che si spaventasse…-
 
Dissi, prendendola in giro. Iniziai a ridere vedendo la sua faccia, dopo la mia ultima affermazione.
Quando placai le mie risate, lei chiese:
 
-Questo Harry, è bravo a scuola?-
 
-Bravo? Lui è il secchione più secchione che abbia mai conosciuto, ma è dolce, tenero…-
 
Continuai a parlare a mia mamma di Harry per non so quanto tempo.
Era strano parlare a mia madre del ragazzo che era la persona che odiavo di più fino a qualche giorno fa, ma quando parlavo di lui ero felice, spero solo che questo momento di felicità che provo ora, non finisca.
Harry era piombato inaspettatamente nella mia vita, riuscendo in poco tempo a illuminarmela, e gli sarò sempre grata per questo.
 
-Mamma, io lo amo, ne sono certa-
 
Confessai a mia madre, che mi abbracciò calorosamente. Mi abbandonai fra le sue braccia, che mi cullavano.
 
-Sono felice per te tesoro-
 
Disse dandomi un bacio sulla nuca.
 
-Abbraccio di gruppo!-
 
Urlò David, scendendo le scale e buttandosi sopra di me.
 
***
 
Dopo pranzo mia madre andò a lavorare, mentre David era uscito con i suoi amici, lasciandomi a casa da sola.
 
Erano le ormai le tre del pomeriggio e io mi stavo annoiando a morte, così decisi di fare una sorpresa ad Harry. Mi vestii e uscì di casa.
 


Harry’s P.O.V.
 
Finii di raccogliere le foglie secche in giardino, ammucchiandole in mezzo al prato.
Era già il 7 ottobre e l’autunno iniziava a farsi sentire: le foglie iniziavano a cadere e l’aria fredda spazzar via il caldo estivo.
 
Stavo pensando a Scarlett, al suo viso pallido, alle sue esili mani, ai suoi occhi, alla sua immensa bellezza, a quanto tenessi a lei. Non ero ancora sicuro che, ciò che provavo nei suoi confronti, fosse amore, ma era sicuramente un sentimento molto forte, che sarebbe stato difficile spezzare.
 
Ero ancora in piedi davanti al mucchio di foglie, quando presi il cellulare e inviai un messaggio alla mia ragazza.
 
A: Scarlett
Ehi piccola :) che fai?
Harry x
 
La risposta non tardò ad arrivare.
 
Da: Scarlett
Ti penso <3 tu?
 
A: Scarlett
Mi manchi…
 
Qualche secondo dopo che ebbi inviato il messaggio, due mani, esili e candide, mi coprirono gli occhi.
 
-Indovina: chi sono?-
 
Disse, con la sua voce dolce e delicata.
 
-Mh io direi che sei una bellissima ragazza che sta per essere buttata su un mucchio di foglie-
 
Dissi per poi girarmi velocemente, afferrando i suoi polsi e facendola cadere, cautamente, sul cumulo di foglie che avevo appena ammucchiato e che ora erano nuovamente sparse per il giardino, buttandomi, poi, delicatamente sopra di lei e iniziare a farle il solletico.
 
-Ahahahah no dai Harry!-
 
Iniziammo a ridere.
La sua risata era così bella e cristallina, riusciva a farmi essere felice, era da moltissimo tempo che non mi sentivo così bene.
 
La osservai, era bellissima: sembrava così innocente, pura, un angelo, e ora era mia.
Lentamente avvicinai le mie labbra alle sue, le sfiorai, e le diedi un bacio a fior di labbra. Stavo per allontanarmi, volevo vedere la sua espressione, ma lei appoggiò la sua mano sulla mia nuca, per poi baciarmi passionalmente. Le morsi il labbro inferiore, chiedendole l’accesso alla sua bocca, che lei mi concesse, così iniziammo a far danzare le nostre lingue, lasciando che si rincorressero l’una con l’altra. Poggiai la mia mano sul suo fianco, facendola scivolare sotto la felpa, per poi accarezzare la sua pelle fredda, mentre le sue mani navigavano fra i miei ricci spettinati.
 
Dopo vari minuti ci staccammo per prendere fiato, ma fu difficile vedendo il suo magnifico sorriso, che mi fece perdere qualche battito.
Quando lei mi stava vicino, il mio cuore iniziava a battere fortissimo, le mie mani tremavano e non capivo più niente. Dopo Tess, non mi era mai più capitato di provare sentimenti simili per nessuno, tanto che pensavo non sarebbe successo mai più, ma da quando ho visto Scarlett per la prima volta, ho iniziato a ricredermi e a pensare che potevo essere di nuovo felice.
 
-Vuoi rimanere in questa posizione ancora per molto? Inizia a farmi male la schiena –
 
Si lamentò lei.
 
-Scusa piccola-
 
Dissi spostandomi e aiutandola ad alzarsi.
 
-Grazie-
 
Sorrise, lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Mi piaceva i suo carattere: era consapevole quello che voleva e sapeva ottenerlo, e non aveva paura di essere se stessa di fronte agli altri, me lo aveva dimostrato molte volte.
 
Scarlett si sedette sul divanetto posto lì fuori.
Dalla tasca della felpa, prese un pacchetto di sigarette, dal quale ne prese una e la accese.
 
-Che stai facendo?-
 
Chiesi con tono di rimprovero. Non doveva fumare, le faceva male!
 
-Fumo una sigaretta-
 
Rispose con fare ovvio.
 
-Butta via quella roba. Ti fa male!-
 
-Fa male anche a te, ma fumi comunque-
 
-Chi ti dice che fumo?-
 
-Le sigarette sono tue!-
 
Disse ridendo sotto i baffi. Colpito e affondato.
Ispezionai le mie tasche, non trovando le mie sigarette.
 
“Furba la ragazza, me le ha fottute prima, mentre ci stavamo baciando”
 
-Tusche- dissi arreso –Dammene una-
 
Lei acese la sigaretta e me la porse.
Feci un paio di tiri, poi Scarlett iniziò a parlare.
 
-Pensi ancora a Tess?-
 
Mi chiese, un po’ malinconica.
 
-A volte… ma sto cercando di dimenticarla-
 
-Come fai a dimenticarla? L’amavi…-
 
-Non la dimentico, semplicemente vado avanti, cerco di guardare al futuro vivendo il presente, anche se è difficile. Ma sono felice che ora, il mio presente sia tu-
 
Le dissi unendo le nostre mani. Lei spense la sigaretta, ormai finita, e si avvicinò a me, sussurrando sulle mie labbra “anche io”, per poi baciarmi, dolcemente e accoccolarsi fra le mie braccia.
Finii la mia sigaretta e la spensi. Poi diedi un bacio tra i cappelli a Scarlett, lei sorrise.
Rimanemmo lì abbracciati, in silenzio, fino a quando ci addormentammo.
 
***
 
-Harry, tesoro sveglia-
 
Sentii qualcuno chiamarmi. Aprii lentamente gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco la figura posta di fronte a me.
 
-Mamma, come mai già a casa?-
 
Chiesi. Sarebbe dovuta tornare a casa per ora di cena.
Lei rise, senza fare troppo casino, siccome Scarlett stava ancora dormendo appoggiata sul mio petto.
 
-Sono le sei e mezza, Harry!-
 
-Di già?-
 
-Si, tesoro. Perché non chiedi alla tua amica di rimanere a cena qui?-
 
-Ok-
 
Risposi sorridendole, mentre rientrava in casa.
 
-Ah mamma- la richiamai, prima che richiudesse la porta-lei è la mia ragazza-
 
Conclusi. Lei sorrise dolcemente, per poi entrare e chiudere la porta alle sue spalle.
 
-Scarlett- la chiamai piano –Piccola sveglia-
 
Le diedi un bacio sulla nuca, per poi accarezzarle i capelli.
 
-Mh, che ore sono?-
 
Chiese aprendo gli occhi.
 
-Le sei e mezza-
 
-Oddio è tardissimo!-
 
Urlò, alzandosi in piedi bruscamente.
 
-Ehi, ehi calma! Perché non resti qui a cena?-
 
-No, mi spiace. Devo assolutamente andare a casa. Stasera ci sono ospiti a cena e devo essere lì-
 
Disse appoggiando la sua fronte sulla mia e lasciarmi un bacio sulla punta del naso.
 
-Ok… allora ti accompagno in macchina-
 
-Va bene-
 
Avvisai mia madre e riaccompagnai Scarlett a casa.



 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Chapter 12 ***


Capitolo 12
 
La cena era con dei nuovi clienti, interessati alla collezione invernale, progettata da mia madre. Mia madre e Ryan erano impegnati a parlare, mentre io e David ci fissavamo negli occhi annoiati. Dopo aver mangiato il dolce, con uno sguardo d’intesa, io e il mio fratellino decidemmo di andarcene.
 
-Noi usciamo a prendere una boccata d’aria. Con permesso-
 
Annuncio, alzandomi dalla sedia e dirigendomi in giardino, seguita da David.
Una volta fuori, entrambi tiriamo un sospiro di sollievo.
 
-Finalmente fuori!-
 
Annuncia mio fratello, felice, come me, di poter essere all’aria aperta. Io annuii.
Presi il telefono dalla tasca dei jeans guardando l’ora: le 10.13 p.m. la cena è durata un’eternità!
Sblocco lo schermo e mi accorgo di un messaggio non letto.
 
Da: Harry
Ehi piccola, come procede la cena?
H x
 
A: Harry
Una palla mortale! Ma sono riuscita a scappare.
Che fai?
 
Premo ‘invio’, ma non mi aspetto una risposta. Domani dovevamo andare a scuola e forse Harry era già andato a dormire.
 
Da: Harry
Vengo ad alleviare le tue sofferenze ;)
Se gentilmente vieni ad aprire la porta…
 
La sua risposta mi lasciò sbigottita, le mie labbra si socchiusero leggermente.
 
-Che succede Scarlett?-
 
Chiede David, notando la mia espressione sorpresa.
 
-È qui, lui è venuto fin qui a quest’ora, per me-
 
-Lui chi?-
 
-Harry-
 
Rispondo sorridendo, dirigendomi verso il fronte della casa, passando dal giardino.
Infatti, come aveva detto, lui era lì, ad aspettarmi.
Indossava le ‘All Star’ bianche ai piedi,  jeans blu e cappotto nero. Il suo volto era illuminato solo dalla luce fioca dei lampioni, ma si riuscivano ad intravvedere i ricci ribelli, ricadergli sulla fronte, e gli occhiali, che non so per quale motivo si ostinava a mettere, ma gli davano un aria da…non saprei come definirlo, intellettuale, era terribilmente sexy.
 
-Ehi, che ci fai qui a quest’ora?-
 
Gli chiesi, avvicinandomi, mentre un sorriso dolce comparì sul suo volto.
 
-Mi pare ovvio, sono qui per vederti-
 
Rispose abbracciandomi e lasciandomi un bacio sulla guancia.
 
-Ma è tardi, domani dobbiamo andare a scuola, è buio e fa freddo. Dovresti essere a casa fra le coperte a dormire!-
 
Lo rimproverai, ma non ero arrabbiata, anzi ero felice che fosse qui.
 
-Lo so, ma mi mancavi-
 
Disse abbassando lo sguardo, sconsolato. Come potevo anche solo pensare di essere arrabbiata con lui, quando era così dolce?
Io appoggiai due dita sotto il suo mento, alzandolo, in modo da guardarlo negli occhi, e in quegli occhi verde smeraldo mi persi, rimanendo imbambolata ad osservarli per diversi minuti.
 
-Anche se non dovresti, sono felice che tu sia qui e mi mancavi anche tu-
 
Lo baciai, poi lo presi per mano e lo portai sul retro, dov’era anche mio fratello.
 
-E lui è?-
 
Chiese David, lasciando la frase in sospeso.
 
-David, lui è Harry, il mio ragazzo. Harry, lui è David, mio fratello-
 
Li presentai, loro si strinsero cordialmente la mano.
 
-È per lui che stavi piangendo, stamani?-
 
Mi chiese David, diffidente, senza lasciare la mano di Harry. Io annuii e David strinse la mano di Harry, cercando di metterci più forza possibile,  con intenzione di fargli male, come se volesse dargli una lezione e fargli capire che doveva stare allerta; il pensiero di quel gesto mi rincuorò, voleva proteggermi, ma non doveva farlo.
Stavo per dirgli di smetterla, quando mi accorsi che il ragazzo non accennava una smorfia di dolore, rimase impassibile. Sia io che David rimanemmo allibiti, so quanto faceva male la stretta di David, l’ho provata diverse volte. Mio fratello gli lasciò la mano, sbalordito.
 
-No, aspetta un momento, ma tu non sei quel secchione sfigato in classe con Scarlett?-
 
-Si-
 
Rispose Harry, con un sorriso furbo e compiaciuto, dipinto sul volto.
 
-Non ti ha fatto male?-
 
-No, ma sei forte, un po’ di più allenamento e poi ne riparliamo- rispose facendogli l’occhiolino–Mai giudicare un libro dalla copertina!-
 
David rimase a bocca aperta.
 
“Wow, e bravo Styles! Sei la prima persona che lascia il mio fratellino rompicoglioni senza parole”
 
-Chiudi il forno gnomo!-
 
Canzonai mio fratello, guadagnandomi un’occhiata glaciale.
Dalla tasca estrassi il pacchetto di sigarette che ho fregato a Harry il pomeriggio e me ne accensi una, sedendomi sul pavimento.
Entrambi mi guardavano senza proferire parola, più che me, guardavano l’oggetto che stringevo fra le dita. Sbuffai.
 
-E va bene, tenete. Ma sappiate che siete in debito con me di una sigaretta per ciascuno!-
 
Gli porsi di malavoglia le sigarette, che accesero.
 
-Veramente piccola, ti ricordo che quelle sono mie!-
 
-Dettagli…-
 
Gli risposi, sorridendo divertita. Lui si sedette accanto a me e io appoggiai la testa sulla sua spalla, mentre David rimase in piedi.
 
-Perché metti gli occhiali? A scuola tutti sanno che in realtà ci vedi benissimo anche senza-
 
Gli chiesi, incuriosita ma anche infastidita: senza occhiali stava meglio.
Lui rise sonoramente, aspirando il fumo dalla sigaretta, per poi farlo uscire dalle sue labbra così rosee e piene.
 
-Piccola, la realtà è che, purtroppo, senza occhiali sono una talpa-
 
-Davvero? Io pensavo li mettessi solo per avere un’aria più da “intellettuale”-
 
-Questa è la pura verità!-
 
Io curiosa, e non completamente convinta, gli presi gli occhiali e li provai.
 
“Bon, non è messo così male…”
 
-Ti donano-
 
Disse mio fratello. Io mi girai nella direzione Harry, ma non ero sicura che fosse lui, vedevo tutto sfocato.
 
-Me li torni? Non ci vedo molto senza-
 
Li tolsi e glieli porsi, dopo averli indossati, mi guardò e mi lasciò un bacio sulla punta del naso.
 
-Sdolcinati-
 
Si lamentò David.
 
-Invidioso-
 
Gli feci la linguaccia, spegnendo la sigaretta, ormai finita.
 
-È tardissimo, devo andare a casa-
 
Annuncia Harry, dopo qualche minuto, guardando lo schermo del telefono.
La notizia mi rattristò, inoltre l’idea che guidasse di notte non mi piaceva affatto, soprattutto dopo quello che mi ha raccontato sull’incidente con Tess.
 
-Devi proprio?-
 
-Si, piccola. Domani dobbiamo andare a scuola e mia mamma si arrabbia se scopre che non sono a casa-
 
-Sei uscito di nascosto, Styles?-
 
Gli dico con tono di rimprovero, ma non riesco a trattenere un risolino.
 
-Buonanotte piccola-
 
Mi augura, dandomi un dolce e delicato bacio sulle labbra. Vorrei che quel bacio non terminasse, vorrei che lui non se ne andasse, che rimanesse con me, ma non può, non stasera.
Stacca le nostre labbra e si alza, dopo aver spento la sigaretta.
 
-Styles-
 
-Evans, buonanotte-
 
Lo congeda, dirigendosi verso la macchina.
 
-Guida piano e scrivimi quando sei arrivato-
 
-Certo piccola- sorrise, facendo comparire le sue adorate fossette-Buonanotte-
 
Lui sale nell’auto e parte, mentre io ritorno da mio fratello.
 
-Come mai così premurosa?-
 
Chiese David.
 
“Caro fratellino, non lo so…o forse si, nel profondo conosco il motivo di tanta premura nei suoi confronti”
 
-Non lo so-
 
-Si che lo sai-Arrossisco-Allora?-
 
-Se sai che lo so, perché mi torturi?-
 
-Perché voglio sentirtelo dire-
 
Disse, spegnendo la sigaretta.
 
-Beh, ecco, io penso…penso di essermi innamorata di lui-
 
Dico abbassando lo sguardo, David mi abbraccia.
 
-È così terribile dirlo ad alta voce?- feci segno di ‘no’ con la testa, lui sorrise-Dai, entriamo-
 
Sciolse l’abbraccio e entrammo in casa.
Il mio cellulare vibrò nella tasca.
 
Da: Harry
Arrivato a casa sano e salvo!
Già mi manchi…
Buonanotte e sogni d’oro, piccola :*
H x
 
A:Harry
Manchi anche tu…ci vediamo domani
Vai a dormire che è tardi ;)
Notte
X x
 
***
 
Quella mattina mi svegliai di buonumore. Mi alzai, e la routine di ogni giorno riprese il suo corso: feci una doccia veloce, misi la divisa, mi truccai leggermente e scesi a fare colazione.
Stranamente in cucina non c’era nessuno, ma la colazione era già preparata sul tavolo, come ogni mattina. Mi sedetti e iniziai a bere il succo all’arancia. Lì vicino notai un biglietto.
 
Buongiorno amore,
stasera torno tardi a casa, non mi aspettate.
Passa una buona giornata a scuola.
Baci, mamma x
 
p.s. il tuo ragazzo è davvero carino ;)
 
Leggendo l’ultima frase, quasi non mi strozzo con il biscotto che stavo mangiando.
 
“Quando ci ha visto?”
 
Finisco di mangiare, prendo lo zaino ed esco di casa. Non vedevo l’ora di arrivare a scuola, ma solo per una ragione: Harry.
 
***
 
Le prime tre ore passarono più lentamente di quanto mi aspettassi, ma la compagnia di Brigitte mi rendeva più allegra. Brigitte era una ragazza alta, slanciata e con le curve al posto giusto; aveva i capelli biondi liscissimi e gli occhi azzurri, era una bellissima ragazza, inoltre era solare e simpatica, e, pian piano, stavamo diventando amiche.
 
Harry non era più il mio compagno di banco, dopo le frequenti litigate, i professori decisero che era meglio separarci, così lo spostarono dall’altra parte dell’aula. L’unico nostro contatto durante le lezioni, era qualche sguardo fugace.
 
Finalmente ora di pranzo! Stavo morendo di fame. Dopo il suono della campanella, mi sbrigai ad uscire dall’aula in compagnia di Brigitte, aspettando Harry fuori la porta.
 
-Eccoti-
 
Esclamai, quando lo vidi finalmente uscire dall’aula, tirandolo per la manica.
 
-Ciao piccola-
 
Mi diede un bacio a fior di labbra.
Brigitte ci guardava a bocca aperta, io risi.
 
-Perché quella faccia?-
 
-Beh ecco…io..-
 
Lei arrossì, non sapendo cosa dire.
 
-La storia te la racconto dopo, adesso andiamo che sto morendo si fame!-
 
Presi Harry per mano e, insieme a Brigitte, ci dirigemmo in mensa, mentre lo sguardo sorpreso dei presenti e i commenti su me e Harry, ci facevano da sottofondo.
 
Dopo aver preso da mangiare, ci sedemmo in un tavolo abbastanza isolato.
Solitamente mi sedevo con quelle oche rompiscatole, infatti da lontano vedevo che mi stavano cercando, ma io mi girai di spalle, sperando che non mi vedessero. Volevo ricominciare e stare con il mio ragazzo e la mia nuova amica, senza tutta quella gente falsa che mi circonda solitamente.
Purtroppo, però il mio piano fallì, e vidi Angel avvicinarsi.
 
-Scarlett, che ci fai qui, in mezzo a questi sfigati?-
 
Chiese con la sua vocina stridula.
Mi è sempre stata antipatica, non l’ho mai sopportata.
 
-Non è evidente? Sto mangiando in compagnia di Harry e Bri.- risposi con fare ovvio-e non chiamarli sfigati, semmai qui l’unica sfigata sei tu! Ah non, giusto, tu non sei una sfigata…sei una tonta che è diverso!-
 
Risposi acida. Quella ragazza mi ha sempre irritato, non siamo mai andate d’accordo.
Lei rimase a bocca aperta elaborando le mie parole.
 
-Senti un po’ troietta, a me tonta non lo dici, chiaro!?-
 
Esordì, alzando il tono della voce e attirando l’attenzione di tutti i presenti.
 
-E invece l’ho detto e se vuoi lo ripeto: tonta!-
 
A quelle parole, quella troia rifatta mi tira uno schiaffo.
 
“Oh cara mia, questo.non.dovevi.farlo!”
 
Io mi alzai in piedi e le tirai una sberla di rimando, poi lei iniziò a tirarmi i capelli.
 
“Questo significa guerra!”
 
Infuriata, con il sangue che mi ribolliva nelle vene, iniziai a strattonarla per i capelli, lei faceva lo stesso, quella troia non mi voleva mollare, così io, con un abile mossa, la spinsi a terra immobilizzandola, ma continuando a tirarle i capelli.
Qualche minuto dopo l’inizio della lotta, sentii qualcuno cercare di separarci.
 
-Adesso basta! Scarlett mollala-
 
Non davo ascolto a niente e a nessuno. Ero troppo infuriata per concentrarmi su altro.
 
-Tu dello sfigato al mio ragazzo non lo dai, ok? Hai capito?-
 
Continuavo ad urlarle contro, non riuscivo più a controllarmi, mentre i presenti ci accerchiavano per assistere meglio alla scena.
 
Questo era uno dei miei più grandi problemi: ero una persona irascibile, che si arrabbiava facilmente, e quando succedeva, la maggior parte delle volte perdevo il controllo.
 
-Adesso mollala!-
 
Due braccia forti riuscirono a separarmi dalla ragazza a terra dolorante, portandomi fuori dalla mensa. Harry mi trascinò in corridoio, intrappolandomi fra il muro e il suo corpo.
 
-Lasciami! Devo andare a spaccarle quel bel faccino che si ritrova, come si permette?-
 
-Calmati adesso-
 
Disse assumendo un tono calmo e rilassante, strofinando il naso sul mio collo, lasciando qualche umido bacio.
 
 -Come faccio a calmarmi! Ti ha offeso Harry, ha offeso te e Bri. Dovevi lasciare che le spaccassi la faccia!-
 
-Va bene, lo farai un giorno, ma adesso smettila e calmati-
 
La sua voce era bassa e roca, dannatamente sexy. Sentivo il suo respiro sulla pelle, era una sensazione rilassante, sentii come una scossa elettrica attraversarmi il corpo, era così piacevole. Harry iniziò ad accarezzarmi la schiena, provando a tranquillizzarmi, e ci riuscì. Io mi abbandonai al suo tocco delicato, ristabilendo il respiro, diventato affannato, e riuscendo finalmente a calmarmi.
Lo abbracciai forte.
 
-Grazie-
 
Sussurrai contro il suo petto.
 
-Per cosa piccola?-
 
-Per avermi aiutato a tranquillizzarmi. Sei il primo che riesce a calmarmi durante uno dei miei attacchi d’ira-
 
-Quindi ti capita spesso?-
 
-Si-
 
-E come fai a calmarti di solito?-
 
-Prendo dei calmanti-
 
Lui rimase perplesso.
Non lo avevo mai detto a nessuno, l’unico a saperlo, apparte la mia famiglia, era Fred, nemmeno Crys e Mick ne erano a conoscenza.
Harry schiude le labbra, come per dirmi qualcosa, ma non dice niente, invece unisce le nostre labbra in un dolce bacio, un bacio che mi rilassa e mi fa sentire al sicuro.
A dividerci fu la campanella che segnò la fine della pausa pranzo.
 
***
 
26 ottobre 2013, venerdì
 
 Era un’ora che io e Harry eravamo accoccolati sul mio letto, a parlare, fare battute, conoscerci. Avevo scoperto che avevamo molte cose in comune e che amava la musica e suonava la chitarra.
 
-Quindi suoni la chitarra…-
 
-Si-
 
Rispose, sorridendo.
Io mi alzai dal letto e andai in camera di mio fratello Ryan, presi la sua chitarra e tornai da Harry.
 
-Eccoti, dovrebbe essere accordata. Mi suoni qualcosa, per favore?-
 
Gli chiesi, facendo la faccia da cucciolo.
 
-Adesso?-
 
Mi chiese prendendo la chitarra. Io annuii.
Mi sedetti nuovamente sul letto, al suo fianco, mentre lui si mise a gambe incrociate e iniziò ad intonare la canzone I’m Yours di Jason Maraz. Amavo quella canzone.
 
Well you done done me and you bet I felt it
I tried to be chill but you're so hot that I melted
Before the cool done run out I'll be giving it my bestest
And nothing's going to stop me but divine intervention
I reckon it's again my turn to win some or learn some
 
But I won't hesitate no more, no more
It cannot wait, I'm yours.
 
La sua voce era qualcosa di indescrivibile, così profonda, mi fece sentire come se fossi in paradiso. Era così bello vederlo felice mentre stringe fra le mani quella chitarra, sarei rimasta ad ascoltarlo e ad osservarlo per ore, senza stancarmi.
Non volevo che smettesse di cantare.
 
-Vai avanti-
 
Un sorriso si fece largo sul suo volto, poi riprese a cantare.
 
Well open up your mind and see like me
Open up your plans and damn you're free
Look into your heart and you'll find love love love love
 
Listen to the music of the moment people, dance and sing
We're just one big family
And it's our God-forsaken right to be loved loved love love
 
So I won't hesitate no more, no more
It cannot wait, I'm sure
There's no need to complicate, our time is short
This is our fate, I'm yours
 
D-d-do do you, but do you, d-d-do
But do you want to come on
Scooch on over closer dear
And I will nibble your ear
 
I've been spending way too long checking my tongue in the mirror
And bending over backwards just to try to see it clearer
But my breath fogged up the glass
And so I drew a new face and I laughed
 
I guess what I be saying is there ain't no better reason
To rid yourself of vanities and just go with the seasons
It's what we aim to do, our name is our virtue
 
But I won't hesitate no more, no more
It cannot wait, I'm yours
Open up your mind and see like me
(I won't hesitate)
Open up your plans and damn you're free
(No more, no more)
Look into your heart and you'll find that the sky is yours
(It cannot wait, I'm sure)
 
So please don't please don't, there's no need
(There's no need to complicate)
There's no need to complicate
(Our time is short)
Our time is short
(This is our fate)
This is, this is, this is our fate
I'm yours
 
Oh, I'm yours
Oh, I'm yours
Oh, whoa, baby you believe I'm yours
You best believe, best believe I'm yours
 
 
 
Quando ebbe finito di cantare, posò la chitarra sul letto e si avvicinò a me, per poi unire le nostre labbra, in un bacio delicato e dolce.
Amavo le sue labbra, erano perfette, rosee e morbide. Dopo vari minuti, che sembrarono un’eternità, si staccò e mi racchiuse fra le sue forti braccia, appoggiando la schiena allo schienale del letto.
 
-È bello vederti sorridere, non dovresti smettere mai-
 
Mi disse, giocherellando con i miei capelli.
 
-Anche a me piace vedere quelle tenere fossette comparire sul tuo volto-
 
Dissi sorridendo.
 
***
 
 
Harry’s P.O.V.
 
Quel pomeriggio è stato fantastico, speciale, magico. Con Scarlett ero felice, quando eravamo insieme esistevamo solo noi, ci rifugiavamo in un mondo tutto nostro, senza preoccupazioni, senza problemi. Lei era bellissima. Amavo il suo sorriso, dolce e spensierato; amavo le sue labbra, adoravo baciarle e sentire la loro pienezza e morbidezza; amavo perdermi nei suoi occhi color cioccolato, così profondi, che, ero certo, racchiudessero un mistero che ero deciso a svelare; amavo il suo profumo, un misto fra frutti di bosco e ciliegia, una fragranza inebriante. Amavo lei.
 
Dopo circa dieci minuti, arrivai a casa. Entrai e mia madre mi chiamò in cucina.
Oltrepassai la porta della cucina, seduti a tavola c’erano tutti quanti: mia madre, mio padre e mia sorella gemma. Avevano un aria cupa e…rattristita.
 
-Harry, dobbiamo parlarti-
 
Annunciò mia madre. L’ansia iniziò a diffondersi nelle mie vene. Cosa dovevano dirmi?

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Ciao bellissime!
innanzitutto inizio con augurarvi bun natale (anche se in ritardo xD)
Mi scuso per l'immenso ritardo,
ma in compenso questo capitolo è un po' più lungo degli altri ;)

Momenti dolciosi fra Scarlett ed Harry :3
chissà cosa deve dire sua mamma ad Harry...
Lasciate un'opinione con i vostri commenti, mi piace sapere cosa ne pensate <3

Grazie a tuti coloro che hanno inserito la storia fra le seguite/preferite/ricordate <3
Alla prossima!
Baci _haribo x


 
 

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Capitolo 14
*** Chapter 13 ***


Capitolo 13
 
Ero seduto sul mio letto a guardare il soffitto bianco. Erano due giorni che evitavo Scarlett. Ancora non avevo idea di come avrei fatto a dirlo a Scarlett, e tantomeno della reazione che lei avrebbe avuto, considerato il fatto che è una persona facilmente irritabile.
 
“Perché? Perché quando sono finalmente felice, deve SEMPRE esserci qualcosa che distrugge la mia felicità?”
 
I miei pensieri vennero interrotti dalla suoneria del mio cellulare. Lo presi in mano, sul display il nome di Scarlett lampeggiava.
Non sapevo se risponderle o meno. Poi decisi di risponderle.
 
-Perché mi stai evitando?-
 
Si capiva che era arrabbiata, ma come biasimarla.
 
-Non ti sto evitando-
 
Risposi con tono pacato, cercando di essere più convincente possibile.
 
-Non sparare cazzate, Harry. Che c’è? Non vuoi più stare con me?-
 
-No, non è questo. Io voglio stare con te, io sto bene con te, è solo che…-
 
Mi affrettai a rispondere. Volevo dirglielo, ma non per telefono.
 
-È solo, cosa? vuoi dirmi che hai?-
 
-Non volevo evitarti- bugia –Avevo solo bisogno di un momento per pensare…-
 
-Pensare a cosa, Harry?-
 
Non lo sapevo nemmeno io. Infondo, se vuole stare con me, ci sta anche se devo andare via per un po’ di tempo, giusto?
 
“Perché dev’essere tutto così difficile?”
 
-Nulla di importante. Scusa-
 
Dissi prima di riattaccare, senza aspettare una sua risposa. Non avrei retto il suo interrogatorio.
 
I minuti successivi li passai a guardare le foto che avevamo scattato al parco qualche giorno prima. Era così bella, aveva i capelli rossi raccolti in uno chignon disordinato, il suo sorrisetto furbo perennemente dipinto sul volto e le guance leggermente rosate. Mi sembrava un angelo.
 
Qualcuno bussò alla porta della camera, per poi entrare, distogliendo la mia attenzione dalle fotografie. Era mia sorella, Gemma.
 
-Ehi ricciolino-
 
Disse affettuosamente, sdraiandosi accanto a me sul letto.
 
-Che vuoi Gemma?-
 
Chiesi acido, non volevo vedere nessuno, tantomeno la mia famiglia, l’unica persona che volevo accanto a me in quel momento era Scarlett.
 
-Ehi, calma. Come stai?-
 
Chiese premurosa. Come se non lo sapesse…
 
-Lo sai già-
 
La sentii sbuffare.
 
-Senti Harry, mi dispiace, ma non posso farci niente e…-
 
-Non ne voglio parlarne, lasciami stare!-
 
La interruppi, alzano leggermente il tono della voce.
Lei si alzò dal letto, uscendo dalla stanza.
 
-Fai come vuoi. Comunque, di sotto c’è Elisabeth che ti aspetta-
 
-Ok -
 
Detto questo, lei uscì dalla mia camera, sbattendo la porta. Si era arrabbiata. Sapevo che lei non centrava nulla, avevo sbagliato a trattarla così, ma in quel momento ero frustrato, arrabbiato e non mi importava della sua reazione.
 
Aspettai ancora qualche minuta prima di scendere.
Elisabeth era in pedi, vicino alla porta. Esattamente dove mi aspettava sempre.
Quando mi vide scendere le scale, penso che notò la mia espressione triste e malinconica, perché aprì le braccia, pronta ad accogliermi in un caloroso abbraccio.
Vedendola i miei occhi diventarono lucidi, mentre corsi a rifugiarmi fra le sue braccia.
 
-Non voglio lasciarla, non voglio…-
 
Dissi contro la sua spalla.
 
-Ehi, calmati ricciolino. Non fare così- Disse accarezzandomi la schiena. –Andiamo a fare un giro, così parliamo. Ti va?-
 
Chiese premurosa. Io annuii, poi misi la felpa e uscimmo.
 
Erano 5 minuti che camminavamo, uno di fiano all’altro, senza proferire parola.
 
-Non gliel’hai ancora detto, vero?-
 
-No, non so come fare.-
 
-Hai provato a dirglielo e basta, senza tanto mistero o giri di parole?-
 
-No-
 
-Allora perché sei ancora qui? Vai da lei e diglielo.-
 
Ero ancora incerto sul da farsi, ma decisi di accettare il consiglio della mia migliore amica e andare da Scarlett.
Prima di andarmene la strinsi fra le mie braccia. Le volevo tantissimo bene, da quando ci siamo conosciuti, lei c’era sempre stata quando avevo bisogno, e per questo le sono infinitamente grato.
 
-Grazie, Beth. Ti voglio bene-
 
Le dissi, lasciandole un bacio sulla guancia.
 
-Ti voglio bene anche io Hazza-
 
Scarlett’s P.O.V.
 
Mi aveva chiuso il telefono in faccia, come aveva potuto? Ma soprattutto, perché lo aveva fatto? Perché mi evitava? A cosa doveva pensare? Non voleva più stare con me? Perché si comportava così?
Molte erano le domande e i dubbi che avevo, alla quale solo Harry avrebbe potuto rispondere.
Dopo essermi cambiata uscii di casa con il mio skate in mano, per andare da Harry a chiarire tutto questo casino.
 
Non capivo perché non mi parlava, era da quando ci eravamo messi insieme che gli ripetevo che per lui ci sarei sempre stata, in qualunque situazione, eppure continuava a tenersi tutto per se. ‘Non voglio che tu porti  il peso dei miei problemi’, diceva, ma non capiva che io ero lì proprio per aiutarlo.
 
Dopo 10 minuti ero arrivata fuori casa Styles.
Suonai il campanello e poco dopo venne ad aprire una ragazza, era molto bella ed era la fotocopia, al femminile, di Harry.
Non avevo mai visto sua sorella, perché ogni volta che ero andata a casa sua lei non c’era mai, ma ero felice di poterla finalmente conoscere.
 
-Ciao, piacere Scarlett. Harry è in casa?-
 
Mi presentai, porgendole la mano. Lei sorrise cordialmente e la strinse.
 
-Molto piacere. Harry mi parla in continuazione di te.- disse ridendo –Comunque, no, non è in casa, è uscito con Beth. Dovrebbe tornare fra poco. Vuoi entrare ad aspettarlo?-
 
Rimasi allibita dalla notizia. Preferiva uscire con la sua “amica”, piuttosto che con me?
Decisi di rifiutare, dovevo trovarlo e parlargli il prima possibile, non poteva andare avanti così.
 
“Forse sua sorella sa perché è così strano ultimamente”
 
-No, grazie. Tu sai per caso perché è così strano in questi giorni? Ultimamente mi evita e non vuole parlare…-
 
Dissi, abbassando lo sguardo, dispiaciuta dalla situazione in cui mi trovavo.
 
-Non te lo ha ancora detto?-
 
Chiese sorpresa.
 
-Detto cosa?-
 
-Robin ha avuto una promozione ed è stato trasferito nella sede a New York e mia madre ed Harry andranno con lui. Sono due giorni che lo sa, pensavo te lo avesse detto…-
 
Dopo tali parole, il mondo mi cadde addosso, schiacciandomi sotto il suo peso.
 
“No…tutto questo non può accadere davvero, non può andarsene, non può lasciarmi, adesso che siamo felici, io lo amo”
 
Le lacrime iniziarono a scorrere lungo il mio viso, incontrollate.
Gemma si sporse verso di me, abbracciandomi, ma io mi scostai, la ringraziai e corsi verso casa.
 
***
 
Erano passate due ore e ancora non riuscivo a smettere di piangere.
Non riuscivo ancora a capire perché Harry non me lo avesse ancora detto. Forse pensava che una storia a distanza non potesse funzionare, e stava cercando le parole giuste per potermi dire che la nostra storia non poteva andare avanti…
 
“No, Dio ti prego, tutto ma non questo”
 
Il suono del campanello mi risvegliò dai miei pensieri. Andai ad aprire. Era Harry.
Non sapevo se essere arrabbiata perché non mi aveva detto che doveva partire, o preoccupata per quello che avrebbe dovuto dirmi.
 
-Ehi, piccola, perché piangi?-
 
Chiese preoccupato, accarezzandomi una guancia e asciugandomi le lacrime.
Io lo abbracciai forte, continuando a singhiozzare.
 
-Ti prego, non lasciarmi. Anche se devi andartene, non lasciarmi-
 
Dissi fra un singhiozzo e l’altro. Harry si irrigidì, ma poi mi strinse forte a sé.
 
-Certo che non ti lascio, piccola. Come puoi anche solo pensare una cosa del genere-
 
Mi rassicurò, dandomi un bacio fra i capelli.
Lo guardai negli occhi, ora lucidi, e lo baciai, per poi trascinarlo in casa e farlo sedere sul divano.
 
-Per quanto starai via?-
 
-Non lo so-
 
Rispose, mentre le lacrime iniziavano a rigare anche il suo volto.
 
-Perché non me lo hai detto?-
 
Lui abbassò lo sguardo, senza rispondere.
 
-Harry, perché non me lo hai detto prima?-
 
Richiesi, alzando leggermente il tono della voce. Stavo iniziando ad irritarmi. Lui non rispose.
 
-Harry, mi vuoi dire perché cazzo non me lo hai detto?-
 
La rabbia ribolliva nel sangue, mentre le lacrime continuavano a solcare il volto di entrambi.
Perché è così difficile parlare con lui?
 
-Perché avevo paura-
 
Disse alzando lo sguardo, per riabbassarlo subito dopo.
 
-Paura di cosa, Harry? Adesso dovresti avere paura, perché non me lo hai detto prima!-
 
- È difficile da spiegare…-
 
-Guardami negli occhi e rispondi!-
 
Ordinai.
Improvvisamente lui si alzò in piedi, mettendosi di fronte a me, che mi ero alzata poco prima.
 
-Vuoi sapere perché non te l’ho detto prima? Non te l’ho detto perché non sapevo come dirtelo, non volevo che tu ti arrabbiassi, volevo che trovassimo insieme un modo per risolvere la situazione! E si, avevo paura e ho paura tuttora, paura di lasciarti qui, paura che tu, durante la mia assenza, possa trovare qualcuno migliore di me, perché, diciamocelo, ho più difetti che pregi. Ho paura di  perderti, paura di non averti più al mio fianco, paura di stare senza di te, perché tu sei la persona più importante della mia vita, perché ne ho passate tante e non voglio perdere anche te, come ho perso Tess anni fa, perché io senza te non posso più vivere, perché io ti amo!-
 
Mi urlò contro tutto quello che pensava, le sue preoccupazioni e le sue paure.
Io rimasi immobile, incapace di proferire parola o di muovere qualche muscolo.
 
“Ti amo. Aveva detto di amarmi.”
 
Quelle due parole riuscirono a scacciar via la rabbia e la tristezza, lasciando spazio a una gioia immensa. Mi amava.
 
Harry si avvicinò a me, prendendo il mio viso fra le mani, cercando di cancellare le mie lacrime con i suoi baci, per poi unire le nostre labbra. Quello era un bacio pieno di gioia, felicità, ma anche dolore e tristezza; racchiudeva desiderio, bisogno, amore. in quel bacio liberai tutta la mia frustrazione.
In quel momento volevo che lui fosse completamente e solamente mio, volevo sentirlo mio.
 
Continuavamo a baciarci, la sua lingua si insediò nella mi a bocca, quasi a volerne esplorare ogni millimetro.
Riluttante, mi staccai da lui per riprendere fiato.
 
-Harry, non troverò mai nessuno migliore di te, per me tu sei perfetto con tutti i tuoi difetti, perché è grazie a quelli che io mi sono innamorata di te. E non aver paura, perché io non ti lascerò mai andare via da me. MAI, perché ti amo-
 
-Ti amo-
 
Ripeté. Io gli saltai addosso, e lui prontamente mi prese, mentre io allacciavo le gambe al suo bacino.
 
-Ti amo tantissimo, amore mio-
 
Gli dissi, dandogli un bacio a stampo. Entrambi ci guardavamo, sorridendo come ebeti. Improvvisamente Harry assunse un’espressione seria.
 
-Che c’è?-
 
Chiesi, incupendomi. Lui mi guardò e mi sorrise nuovamente.
 
-Voglio che tu sia mia, che tutto di te sia mio.- fece una pausa, scrutando la mia espressione- Vuoi fare l’amore con me, Scarlett?-
 
Io sorrisi, baciandolo ancora. Nessuno me lo aveva mai chiesto, lo facevamo e basta.
 
-Anche io voglio che tu sia mio, ma…-lui si rabbuiò, ma il mio sorriso si fece più largo, tradendomi-ma certo che voglio fare l’amore con te, idiota! Non serviva neanche che lo chiedessi-
 
Harry riprese a baciarmi, con amore e passione, mentre insieme salivamo le scale verso la mia camera.
Entrammo, Harry mi appoggiò sul letto, rimanendo sopra di me, continuando a baciarmi, mentre le mie mani vagavano fra i suoi morbidi ricci.
Le sue labbra si muovevano morbide sulle mie, ormai gonfie. Le nostre labbra combaciavano perfettamente.
 Dai suoi capelli, le mie mani percorsero il suo torace, per poi arrivare ai bordi della sua maglietta, che sollevai e sfilai, staccandomi a malincuore dalle sue labbra, diventate ossigeno per me.
Guardai il suo torace scolpito, osservando i molteplici tatuaggi che gli ricoprivano la pelle morbida e delicata, li sfiorai con le dita, uno ad uno, ammagliata dal significato che potrebbero celare. Nel frattempo, Harry mi lasciò un bacio sotto l’orecchio, per poi continuare a lasciare baci umidi lungo tutto il collo, fino ad arrivare alla felpa, mentre le sue mani mi accarezzavano i fianchi.
Ritornò a baciare le mie labbra, puntellandosi sui gomiti per non pesarmi. Le sue dita affusolate continuavano ad accarezzarmi i fianchi, fino a quando sollevò la mia felpa, che tolse e buttò sul pavimento, andando a fare compagnia alla sua, dove, poco dopo, finirono anche le scarpe e i miei pantaloni. Indossavo solo l’intimo di pizzo, ormai.
Le mie mani erano nuovamente fra i suoi ricci, morbidi e selvaggi. Poco dopo passai le mani su tutto il suo petto, disegnando cerchi immaginari con il pollice, poi arrivai alla cintura che slacciai, abbassai la lampo dei suoi jeans e li feci scendere sulle sue gambe. Anch’essi raggiunsero a terra il resto dei vestiti.
Ora eravamo entrambi in intimo. Io ribaltai le posizioni, mettendomi a cavalcioni sopra di lui. Iniziai a baciare ogni lembo della sua pelle, partendo dal viso, poi le braccia, l’addome, fino ad arrivare al bordo dei boxer. Dalle sue magnifiche labbra uscivano gemiti e sbuffi, ma, al contrario delle mie aspettative, lui tornò a ribaltare le posizioni, ritrovandosi nuovamente sopra di me, intrappolando le mie labbra con le sue, mentre la sua imponente erezione premeva contro l’interno della mia coscia.
Con sensualità e una lentezza disarmante, anche l’intimo che indossavo finì a terra, con il resto dei nostri vestiti.
Stava baciando e succhiando un punto sul mio collo, mentre io gemevo sotto di lui. Un gomito era ancora puntellato sul letto, per non schiacciarmi con il suo peso, mentre con l’altra mano, tracciava i lineamenti del mio corpo: il collo, il seno, i fianchi…
Poi, con un colpo secco infilò un dito in me; per la sorpresa inarcai la schiena e gemetti.
Lo iniziò a far entrare ed uscire fin quando aggiunse un secondo dito, che poi sostituì con la lingua e lì ansimai, gemendo.
Dopo poco, sentii un calore invadermi il basso ventre, fino ad esplodere, e così venni.
Mi guardò e sorrise compiaciuto. Io risi e lo presi per il collo, riavvicinandolo a me per poi baciarlo.
Le nostre labbra si muovevano l’una sull’altra appassionatamente e, senza staccare il bacio, prese un preservativo dalla tasca dei jeans.
 
-Mi aiuti?-
 
Chiese, con un tono dolce e pieno di malizia. Nei suoi occhi intravvidi un luccichio che emanava eccitazione e voglia, così, dopo averlo liberato dalla stoffa opprimente dei boxer, presi in mano la bustina argentata, la aprii e estrassi il preservativo, che srotolai su tutta la lunghezza.
Lui si posizionò in mezzo alle mie gambe e mi guardò come per chiedermi il permesso.
Io annuii sorridendo e con una spinta decisa, ma dolce, entrò in me.
Al primo impatto, un urlo scappò dalle mie labbra, ma in seguito, le urla si trasformarono in gemiti sempre più intensi e pesanti, che si mescolavano con quelli del ragazzo sopra di me.
L’atmosfera era carica di eccitazione, e nell’aria si sentivano solo i nostri ansimi, nient’altro.
Quando le spinte si velocizzarono, entrambi venimmo gridando l’uno il nome dell’altro.
Harry, uscì da me, buttò il preservativo nel cestino vicino al letto, e si distese al mio fianco, coprendoci con la coperta; io mi accoccolai al suo petto e lui mi strinse forte a se.
 
-Ti amo, Harry-
 
Dissi, lasciandogli un bacio sul petto.
 
-Ti amo anche io, Scarlett. Sei completamente mia adesso-
 
-Si, tua. E tu sei mio.-
 
Affermai, decisa e felice di pronunciare tali parole.
 
Tuo.-
 
Seguirono alcuni minuti di silenzio, in cui entrambi eravamo persi nei nostri pensieri.
 
“Oh, amore mio, come farò a stare senza te?”
 
-Non sai quanto mi mancherai…-
 
Dissi malinconica.
 
-Mi mancherai anche tu, amore-
 
Era bellissimo sentirlo pronunciare quella parola, che dalle sue labbra perfette usciva come un suono soave: amore.
 
-Mi chiamerai vero?-
 
-Ma certo piccola-
 
Disse, con la voce bassa e roca, baciandomi.
 
“Dio, quanto mi mancherà la sua voce, i suoi baci, il suo profumo, le sue carezze, LUI”
 
-Quando parti?-
 
Chiesi, malinconica.
 
-Fra una settimana-
 
-Ma fra poco è un mese che stiamo insieme…-
 
Sentivo le lacrime minacciare di cadere di nuovo lungo le mie guance.
 
-Per quel giorno sarò qui. Te lo prometto-
 
Mi diede un bacio fra i capelli, mentre mi accarezzava la schiena. Poco dopo, stanca e straziata dall’accaduto, scivolai in un sonno profondo.

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Salve Gente! 

Che dire...
Harry purtroppo deve andare via...
Ma ha promesso alla sua amata che tornerà, ci riuscirà?

Ditemi cosa ne pensate in una recensione e cosa, secondo voi, potrebbe accadere..

Grazie a tutti coloro che recensiscono sempre, e che hanno messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate <3

Al prossimo capitolo
baci_haribo

 

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