Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** Tassorosso: Cedric Diggory *** Capitolo 2: *** Corvonero: Cho Chang *** Capitolo 3: *** Serpeverde: Draco Malfoy *** Capitolo 4: *** Grifondoro: Harry Potter ***
Riassunto: Parlano le ombre, i
ragazzi della panchina…le riserve.
Protagonisti: Cedric Diggory, Cho Chang, Draco
Malfoy, Harry Potter
Pairing: nessuno
Rating: PG
Disclaimer: tutto Ó di J. K. Rowling…O
quasi.
Le riserve
Tassorosso: Cedric Diggory
Non posso dirvi che non me
l’aspettavo, perché mentirei. Tecnicamente, sarebbe stato deciso soltanto
quest’anno, la prima settimana di scuola…Ma io sapevo che sarebbe finita
così, me lo sentivo. Fino all’ultimo ho sperato che tra i ragazzini del secondo
anno ci fosse qualcuno più bravo di me…Ma non è accaduto. È toccato a me. Proprio
a me. Sono il Cercatore dei Tassorosso, ora…Ma non riesco a sentirmi tale. Fino
all’anno scorso era una riserva, soltanto…Soltanto la riserva di Cedric
Diggory, uno dei migliori Cercatori e Capitani che conosca….Quello che non mi
ha mai fatto sentire come “una riserva”. Noi riserve non siamo tenute in gran
considerazione: alle selezioni per il Quidditch dicono sempre “le riserve sono
i primi che perdono.” Agli allenamenti non veniamo molto considerati: di solito
finiamo per giocare il ruolo di “squadra avversaria” e veniamo bombardati dai
Bolidi o centrati dalle Pluffe mentre tentiamo di difendere gli anelli anche
quando non è il nostro ruolo. Già…Gli allenamenti. Quante volto ho
inseguito “lo scarabeo dorato”, con Ced che spesso restava qualche metro più in
basso a guardarmi e ad urlarmi consigli e incoraggiamenti? Non lo so, ho perso
il conto. Ricordo il giorno in cui partecipai alle selezioni per la squadra di
Quidditch, alla paura tremenda che avevo…Ricordo la voglia che avevo di scappar
via prima di mettermi in imbarazzo davanti a tutti e come bastò un semplice
cenno di incoraggiamento da parte di quel mio compagno di un anno più grande
per farmi decidere a rischiare.
Sono sempre stato felice di
essere la tua riserva, Ced.
Eri un ottimo Capitano e un
grande Cercatore….Per non dire un vero amico. Ti ho mai ringraziato per non
avermi mai trattato come un’ombra, come un’inferiore perché ero soltanto la tua
riserva? Forse l’ho fatto, forse no…Forse non abbastanza e ora è tardi, perché
te ne sei andato.
Al diavolo, Cedric. Non era così
che doveva andare. Se tu fossi qui e sentissi i miei pensieri, so già cosa
diresti: << Così è la vita >>
e nel dirlo ti stringeresti nelle spalle e piegheresti in giù l’angolo della
bocca come facevi sempre quando ti riferivi a qualcosa che era andato
storto…Perché tu quella frase lì la ripetevi spesso, molto spesso, nelle più
disparate occasioni. La tua frase, Ced.
Nonostante tutto, ancora non
riesco a crederci. Eppure sono qui, nello spogliatoio, insieme agli altri. Non
li guardo, Ced. Non riesco a guardarli, ma so che loro guardano me. Lo sento. E
so anche che si chiedono se sarò alla tua altezza, se riuscirò a farli vincere,
se sarò degno della tua memoria…Perché io fino a ieri ero solo la tua riserva.
Sono domande a cui non so rispondere, Ced. Ma ce n’è un’altra che mi tormenta,
ben più grave: come farò ad affrontare Cho Chang, la Cercatrice di Corvonero,
la tua ragazza? Il solo pensiero mi paralizza, Ced…Ho paura che la lascerò
vincere e sono certo che non è questo che vuole. Non voglio essere io il Cercatore,
Cedric. Voglio essere ancora la tua riserva. Non sono ancora pronto per
questo…Sarei diventato Cercatore l’anno prossimo, Cedric, mentre tu avresti
iniziato l’addestramento per diventare un Auror o forse un Indicibile, non
avevi ancora deciso. Era così che doveva andare….Ma che vogliamo farci. Così è
la vita.
Vorrei che ci fosse uno specchio in questo dannato
spogliatoio. Dovresti vedere la tua faccia, Cho. Accidenti a Davis che non ti
ha impedito di giocare, accidenti a te perché vuoi farlo a tutti i costi! Che
cosa vuoi provare, Cho? È inutile che mi ripeti che stai bene: non sono solo la
tua riserva, sono anche la tua miglior amica, te lo ricordi questo? Ti ricordi
di me? Riesci a vedermi?
Ti prego, almeno a questa domanda rispondimi, perché ho
l’impressione che tu non riesca più a vedere nessuno. Ci guardi attraverso,
come se fossimo fatti di vetro. Ma l’unica persona che vedo di vetro sei tu. Lo
sai, certe volte mi fai venir voglia di spaccarti la testa, dannata cocciuta
che non sei altro. Oggi è uno di quelli, vorrei pigliarti per il colletto e
scuoterti finché non ti si rimettono a posto le rotelle. Forse in realtà non
sono arrabbiata con te, ma con me stessa. Sono la tua migliore amica eppure non
so cosa dirti, non riesco a trovare le parole adatte. Per la prima volta in
tanti anni mi sento la tua riserva, nient’altro che un’estranea. Mi sento
chiusa fuori, Cho. Possibile che tu mi abbia dimenticato? Che non ricordi
quando facemmo le selezioni insieme, quante volte siamo rimaste sveglie a
parlare la sera mentre le altre dormivano, i bigliettini passati durante le
lezioni e i suggerimenti sussurrati a mezza bocca per non farsi scoprire…Sai
ancora chi sono? E non dirmi che non devo preoccuparmi per te, che stai bene…Se
tu stai bene, allora io sono un cane da slitta. Ti faceva sempre ridere
quando lo dicevo, perché adesso non ridi più?
Un sacco di gente crede che un titolare e la sua riserva
non possano essere amici. Tu ti arrabbiavi sempre quando qualcuno ti chiedeva
come mai eri amica mia. Solo perché siamo riserve, non vuol dire che preghiamo
costantemente perché al titolare venga un colpo. Almeno una risposta devi
darmela, Cho. Dimmi, sono la tua migliore amica o sono soltanto la tua riserva?
Me lo devi, Cho. Almeno questo, ti prego…Ma tu non rispondi, forse neanche mi
vedi mentre mi dici che stai bene e che giocherai questa partita, che posso
andare. Sto cercando di aiutarti, Cho, dico davvero. Mi credi o sei come gli
altri, che in fondo pensano che io ti stia tormentando a questo modo solo
perché voglio giocare io al posto tuo?
Ti guardo mentre ti allontani e vorrei piangere dalla
rabbia. Ci sono riusciti, Cho. Non l’avrei mai detto, ma ci sono riusciti. Ora
io non sono che la tua riserva. È ironico, non trovi. Tutto questo a causa di
Cedric Diggory, un altro che non trattava le riserve come ombre. Non me la
prendo, perché ormai so che ai tuoi occhi tutti quanti non sono nient’altro che
ombre. E io sono come loro, un’ombra tra le altre…Non sono più la tua migliore
amica, Cho. Ma almeno…Almeno sono la tua riserva. E lo sarò sempre. Questa è
una promessa. Perché anche se io non sono più la tua migliore amica, tu sei
ancora la mia.
Quando dico che gioco a
Quidditchper la mia Casa, di solito la
gente dice: << Non mi sembra che ci siano ragazze nella squadra di
Serpeverde >>, guardandomi con severità, come a sfidarmi a ripetere
quella che credono una bugia. Eppure è vero: sono una riserva.
Beh, no…Non una riserva
qualsiasi. Sono la tua riserva.
Oh, certo, tu non sai neanche che
esisto…O forse lo sai. Non posso esserne completamente certa. Sei un ragazzo
strano, Draco Malfoy. Non è facile inquadrarti, checché ne dicano gli altri. Ma
come possono pretendere loro di conoscerti meglio di me, la tua riserva…La tua
ombra. Voi giocatori siete le star, noi siamo solo…Solo gli stuntman del
Quidditch. Siamo solo le riserve. Eppure, anche noi ombre abbiamo orecchie per
sentire e occhi per vedere…E li usiamo, cosa credete. Sappiamo usarli molto
bene.
Confesso di averti sempre
osservato, Draco: i miei occhi hanno colto sfumature, dettagli, discordanze che
gli altri non hanno notato o su cui non si sono soffermati. Sono la tua riserva
da quattro anni, eppure ancora non riesco ad avere il tuo ritratto completo: ho
imparato a prevedere le tue mosse sul campo da Quidditch, ma a terra, nella
vita di tutti i giorni, riesci ancora a sorprendermi e spiazzarmi. Oh, non sono
ossessionata da te come i fratelli Canon lo sono della tua nemesi…Il fatto è
che, contrariamente a quanto pensi, c’è qualcuno che si preoccupa per te. Sì.
Proprio io. La tua riserva.
Quando è cominciata non lo so,
nemmeno lo ricordo…Ma ricordo molto bene come. Sono gli occhi la chiave
di tutto, qui come sul campo. È quello sguardo che hai qualche volta….Quello
sguardo vuoto, spento, stanco. Lo sguardo di chi ha perso tutti i sogni, forse
non ne ha mai avuti. Sono stata l’unica a notare quello sguardo? Può darsi,
perché tu sei bravo a nasconderti: dietro il tuo nome, dietro tuo padre, dietro
i muri che ti sei costruito…Ma qualche volta esci ancora allo scoperto.
Probabilmente non te ne accorgi nemmeno, neppure gli altri se ne accorgono.
Sarà perché non ti vedono mai. Si fermano alla tua facciata. Se solo potessero
vederti ora, anche soltanto un secondo….Non capirebbero, ma il loro
incrollabile castello di verità di certo comincerebbe a vacillare. Hai di nuovo
quello sguardo negli occhi. Sei senza difese. E anche oggi, come tutte le altre
volte, vedo tutta la tua tristezza, tutto il tuo dolore. So che la tua vita non
è perfetta, l’ho capito da molti piccoli, insignificanti dettagli…Che però
messi tutti insieme mi danno un quadro abbastanza preciso della situazione. Nei
tuoi occhi ho conosciuto la paura che hai dell’uomo seduta là fuori in tribuna e
che porta il tuo stesso cognome. L’uomo che ti sta uccidendo. E oggi, prima che
un’altra partita cominci, hai di nuovo quello sguardo negli occhi. Il calcio
d’inizio non è ancora stato fischiato e già posso leggere la stanchezza nei
tuoi occhi. Ma non è stanchezza fisica la tua: tu sei stanco di tutta questa
vita, di questa lotta che ti ha logorato giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Non vorresti altro che riposare un poco, magari chiudere gli occhi e sognare…ma
non ti è concesso, lo sai bene tu come lo so anch’io.
A volte mi odio, lo sai? Perché
non riesco a fare niente, posso solo restare qui in un angolo a guardare. Ti
guardo mentre ti allontani sempre di più lungo una strada che non hai scelto. A
volte mi chiedo cosa ne sarà di te, ma non sono sicura di voler conoscere la
risposta: potrebbe essere qualcosa che non vorrei sentire. Quando finirà la
scuola il nostro debole legame verrà spezzato: non sarò più la tua riserva.
Probabilmente non ci vedremo mai più…Ma visto dove la tua strada ti sta
conducendo, chissà chi ti vedrà ancora. L’oscurità potrà anche
inghiottirti, Draco, ma credimi, tu non scomparirai mai del tutto. Resterai
sempre una spina di rimorso nel cuore della ragazza che avrebbe potuto aiutarti
e non è stata capace di farlo. Io, la tua riserva.
Non puoi sfuggirmi, Potter. Non più di quanto puoi
sfuggire alla tua stessa ombra. Perché in fondo è questo che sono io, vero?
Solo un’ombra, solo la tua dannatissima riserva!
Il posto che occupi avrebbe dovuto essere mio. Volevo
essere un Cercatore prima ancora di imparare a camminare. Tu non sai quanti
pomeriggi ho passato a volare nel cortile di casa mia per diventare abbastanza
bravo, abbastanza rapido per poter essere un Cercatore…Cosa ne sai, tu, della
severa dieta che mi sono auto-imposto per essere abbastanza leggero? Niente,
visto come ti ingozzi a tavola! Ho sognato quel posto, Potter, ho lavorato sodo
per anni per poterlo ottenere, mi sono spinto al limite e anche oltre pur di
farcela….Ma poi ho incontrato un ostacolo insormontabile: te. Il famoso Harry
Potter, il Bambino Sopravvissuto, l’Eroe del Mondo della Magia….Colui che è al
di sopra delle regole, vero? Perché eri solo un ragazzino del Primo Anno quando
ti hanno fatto entrare in squadra e come tutti sanno si può giocare solo dal
Secondo Anno in su. Ma tu sei Harry Potter. C’è in questa fottuta scuola una
regola alla quale anche tu devi sottostare come noi comuni mortali?
Non ho dimenticato come è stato…Avevo passato l’estate ad
allenarmi, giorno e notte, senza tregua. Finalmente avevo l’età giusta,
finalmente sarei entrato nella squadra di Quidditch, sarei diventato un
Cercatore…avrei realizzato il mio sogno più grande. Ma tu mi hai strappato la
divisa dalle mani, hai infranto il mio sogno ergendoti sulle sue macerie…E non
è una cosa che posso perdonare. O dimenticare. Hai una vaga idea di come mi sia
sentito in quel momento, Potter?
E poi non ti basta avermi soffiato il posto, ti permetti
anche di prendere il tuo ruolo alla leggera! Conoscendo Baston, sono
matematicamente certo che ti abbia spiegato quanto sia importante un
Cercatore in una squadra di Quidditch! È anche questo che mi fa rabbia: hai
stoffa, sono costretto ad ammetterlo, ma non ti alleni minimamente, non ti
applichi…Credi davvero che basti il talento a fare un buon giocatore? Un buon
giocatore deve impegnarsi al massimo e migliorare costantemente, Potter: non ti
ho mai visto una sola volta sul campo da Quidditch per fare un po’ di
allenamento extra. Chissà cosa sarà di questa squadra ora che Baston se n’è
andato…Senza di lui a far sgobbare te e quegli altri lavativi dei titolari,
prevedo tempi ben duri. Non meriti quel posto, Potter. Perché non hai fatto
nulla per guadagnartelo e non fai nulla per tenertelo.
Credi che siano solo i Malfoy e i Serpeverde ad odiarti?
Ti sbagli. Io ti odio, Potter, con tutto il mio cuore e tutta la mia anima. Mi
hai strappato i miei sogni e le mie speranze, mi hai messo in secondo piano
trasformandomi in un’ombra…Al punto tale che quando scendo in campo per sostituirti
faccio sempre qualche errore grossolano. Non è facile, sai, giocare
sapendo che metà dello stadio commenta già che senza Potter non hanno una sola
chance e l’altra metà gioisce perché hanno già vinto, visto che in campo c’è
solo la riserva di Potter.
Mi hai messo
nell’ombra, Potter, e nell’ombra io resto. E tesso le mie trame. Vedi, ho un
nuovo obbiettivo ora. Perché vedi, Potter, anche se sei convinto del contrario
tu non sei né invincibile, né invulnerabile, né immortale. Anche tu hai il tuo tallone
d’Achille. E io lo scoprirò, oh se lo scoprirò! Sei troppo occupato a diffidare
dei Serpeverde, ma è da me che dovresti guardarti in realtà. Ma il giorno in
cui cadrai, sarà per mano della tua riserva.