give me love.

di ciastenone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque ***



Capitolo 1
*** capitolo uno. ***


mi svegliai con il sole che filtrava dalla finestra e con una sveglia assordante che mi irrompeva nei timpani provocandomi un fastidio colossale. Aprii gli occhi con fatica e buttai la sveglia in terra senza curarmene e girarmi dall’altro lato del letto.

«Tesoro dai alzati, è il tuo primo giorno di scuola qui a Stratford, non vorrai fare tardi? » La voce di mia madre mi fece sobbalzare, ma ero troppo pigra per alzarmi, non me ne importava più di tanto.
«Samantha Montgomery, Vuoi alzarti o vuoi che ti butti un secchio di acqua gelata addosso? » La voce di mia madre cominciava ad infastidirmi e con mio dispiacere poggiai i piedi sul pavimento e mi trascinai fino in cucina come uno zombie appena uscito dalla tomba.

«Ti sei decisa ad alzarti finalmente!! » Non risposi e addentai il tost che trovai nel piatto.
« Se vuoi arrivare in tempo ti converrà sbrigarti o farai tardi! » La mia non curanza era formidabile nei suo confronti, dopo il trasferimento non andavamo più così d’accordo.
« Ce l’avrai ancora con me per l’eternità? »  Nulla, ero impassibile.
« Ti deciderai a rispondermi una buona volta? E’ da quando ci siamo trasferite che ti comporti così con me, me lo merito dopo tutti i sacrifici che ho fatto? »
« Sapevi quanto era importante la California per me! I miei amici, la mia scuola! » sbottai. 
« Cerca di capire! E’ tempo di iniziare una nuova vita ora, ci sono dei motivi per cui mi sono trasferita!  La morte di tuo padre, il lavoro, tutto! Ti ho dovuto crescere tutta da sola e mi ripaghi così! »
« Quella era la mia vita mamma!»
« E non puoi provare ad iniziarne una nuova qui, con me! Provaci almeno, fallo per me! » ormai con le lacrime agli occhi scappai di sopra, poco dopo sentii la porta sbattere e poi il silenzio. Riflettei un attimo sulle sue parole. ‘potrei povarci’. Sbuffai alzandomi e correndo in bagno dopo aver guardato l’orario, se non mi sarei data una mossa sarei arrivata sul serio in ritardo al primo giorno di scuola.

La scuola non distava molto da casa, arrivai per mia fortuna in tempo. Scrutai l’edifico e Sperai davvero che si verificasse un fenomeno alieno, che mi rapissero in modo da portarmi via da li. Ma era solo fantasia, purtroppo.
Feci un grande respiro e avanzai fino all’entrata della scuola. Entrai recandomi in direzione e chiedendo alla segretaria quale fosse la mia classe ed il mio orario. Cammina per cinque minuti buoni nei grandi corridoi della scuola senza trovare la mia meta, mi ero persa era ufficiale. I corrdioi erano già vuoti, quindi ero fottuta. Sarei arrivata tardi alla lezione. L’occhio però mi porto su una ragazza difronte ad un armadietto che andava parecchio di fretta ‘bene!’ pensai, avrei chiesto a lei dove fosse il mio corso.

« Hey ciao, scusami tanto se ti disturbo ma, avrei bisogno di aiuto. Credo di essermi persa. » la ragazza mi scruto e accenno un sorriso.
« Emh, ciao. Sisi certo. Dimmi pure! » sorrisi.
« ecco il mio orario, non ci capisco niente! »
«oh, ma sei nel mio stesso corso! » rise e risi anche io. « davvero? »
« Che coincidenza! Si vede che era destino.» rise ancora e mi fece l’occhiolino. Mi stava già simpatica.
«Sarà meglio sbrigarsi però, siamo parecchio in riatardo! » mi prese per il polso e mi trascino fino su per le scale. Arrivate davanti ad una porta, che ‘’la ragazza’’ apri subito, ci trovammo tutti gli occhi, compresi quelli della prof, che ci guardavano. « Vi sembra questa l’ora? Signorina Daugherty, è il secondo ritardo oggi e non ne accetterò un terzo la prossima volta! Ed ora al posto. »
« Si prof Niccolson! » ‘’la ragazza’’ mi lascio li sulla porta e subito la prof mi squadrò dalla testa ai piedi abbassandosi gli occhiali da vista fino alla punta del naso.
« E tu sei? ». i suoi occhi mi guardavano ancora come se fossero congelati, odiavo quando le persone mi fissavano! Mi mettevano tremendamente a disagio.
« Mi chiamo S-Samantha Montgomery. » ci pensò un attimo « Oh,si. Sei quella nuova. » annuii.
« Puoi andare a sederti, e siccome sei nuova qui risparmio di annotare questo ritardo, e non voglio che ce ne sia un secondo sia chiaro. E ricordi che vale anche per lei signorina Daugherty! »
« si prof! ». 
« Bene, ed ora tutti in silenzio e fatemi proseguire la lezione! Signorina Montgomery, Vicino alla signorina Daugherty! » annuii e a passo svelto mi catapultai sulla sedia.

« Comunque piacere Hanna, Hanna Daugherty. » mi sorrise la bionda accanto a me porgendomi la mano. « Piacere, Samantha Montgomery. Ma puoi chiamarmi Sam. » mi sorrise. « ok, Sam! » Sorrisi e mi prestai a seguire la lezione.

-
hey, ciao a te che stai leggendo! Prima di tutto ti ringrazio e spero che il primo capitolo della mia storia ti sia piaciuto. Come vedete è una fan fiction su Justin, non preoccupatevi arriverà presto. ;) Spero vivamente di trovare qualche recensione, è la prima fan fiction che scrivo, spero di essere andata bene. scusate se è corto. ahah :’) che altro dire, Grazie per aver letto. Alla prossima. 

Samantha Montgomery, Sam.



Hanna Daugherty



Paige Montgomery, Madre di Sam

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


le ore passarono subito e in un attimo mi ritrovai in sala mensa con hanna a parlare del più e del meno, era davvero simpatica. Aveva i capelli biondi, la pelle come quella di una bambola di porcellana e due occhioni blu davvero spettacolari! Era bellissima, e sapendo che già la prima ragazza che avevo conosciuto aveva fatto calare la mia autostima sotto lo zero, un buon inizio.

Finita la fila con i vassoi ci recammo verso un tavolo, ma senza accorgermene una ragazza mi venne addosso facendomi rovesciare tutto il cibo addosso.

« Ops! » esclamo con un risatina, la guardai con sguardo poco piacevole e mi sorpasso con aria altezzosa. « ma che maleducata! » sbottai ad Hanna. « ma chi è? la regina di sto cazzo!? » « No, però si chiama Regina. Una Crudelia Demon travestita da diciassettenne! » oh bene, appena arrivata e già ero stata presa di mira da una bulla. Hanna mi aiuto a pulirmi, ma decisi di andare in bagno e vedere di sistemare le cose.
Hanna mi accompagno e si ricordo che nell'armadietto della palestra lasciava sempre un completo di ricambio. Mentre mi recai in bagno, girando l'angolo mi sontrai con qualcuno. ma cosa c'è scritto nel mio destino? scontrati con le persone e vedi se nascerà odio o amicizia!? il qualcuno con cui mi ero scontrata mi aiuto ad alzarmi, spostai lo sguardo e notai che era un ragazzo, un ragazzo davvero niente male. Aveva gli occhi color caramello e i capelli color grano, non era molto alto ma più alto di me lo era di sicuro. Per un secondo credetti di essermi scontrata con un angelo e che la botta che avevo dato mi avesse spedita in paradiso.

« Ti sei fatta male? » mi domando con aria dolce riportandomi alla realtà. « oh, no no. Sto bene Grazie. » risposi ancora in trance fissandolo. « Sei Nuova? » « emh, si. » il ragazzo sorrise e mi porse la mano. « Piacere Justin Bieber. » sorrisi «Piacere mio, Sam ». « ok, allora ci si vede in giro, Sam. » mi fece l'occhiolino e se ne ando. non mi era mai successa una cosa del genere, e non credo di aver mai visto ragazzo più bello. forse quel liceo cominciava a piacermi.

Entrai in bagno con aria sognante e trovai Hanna poggiata al lavandino con i vestiti tra le mani, notai anche che mi mimava qualcosa, ma avevo l'impressione che stesse solo muovendo le labbra. « Sam!! » sobbalzai e la guardai ancora persa. « ti senti bene? » mi domando. « benissimo. » « A me non sembra, che succede? » « poco fa in corridoio mi sono scontrata con un angelo. » Hanna mi guardò come se fossi pazza. « Che vuol dire con un angelo esattamente? » mi schioccava le dita davanti e tornai alla realtà, quella situazione mi stava preoccupando. « cosa!? » Hanna torno a fissarmi. « ok, ti porto in infermeria. » « mi sono scontrata con un ragazzo, è stato gentile, ed era davvero, davvero bello!». « torni alla realtà finalmente! chi è questo ragazzo? ti ha detto il suo nome? » domando curiosa Hanna. « si chiama Justin, Justin Bieber credo. » Hanna spalanco gli occhi, ora io credevo di doverla poratre in infermeria. « Non ci credo!» la guardai confusa. « E perchè? a cosa non credi? ». « Hai appena parlato con Justin Bieber aka il ragazzo più bello e popolare della scuola. » la guardai ancora più confusa. « e allora? » « sentiti importante ad aver parlato con lui. » « e per quale motivo dovrei? ». « bhè, perchè è davvero raro che spiccichi parlo a gente ''comune'' come me e te. sai, noi non facciamo parte delle ''persone popolari''. ». « funziona così qui? se non sei popolare sei uno sfigato? » « mmh, in un certo senso si. ». « quindi anche quella Regina ne fa parte? » « ebbene si! ».
bene, quindi io sarei la sfigata e lei la popolare. la popolare si mette contro la sfigata = me, sfigata al quadrato. iniziamo bene dire. 

finita la tortura io ed Hanna ci salutammo, mi aveva anche dato il suo numero di cellulare in modo da poterci sentire, poi mi incamminai verso casa con le cuffie alle orecchie. arrivata a destinazione, presi le chiavi ed aprii la porta, c'era un silenzio tombale, mamma avrebbe lavorato ancora per molto quindi ero una forever alone a tutti gli effetti. decisi così di mangiare qualcosa e riordinare le ultime cose negli scatoloni, salii le scali ed entrai nella mia stanza, sembrava fosse scoppiata la terza guerra mondiale, quindi mi misi al lavoro. non mi andava proprio di litigare con mamma a causa del disordine. rifatto il letto, sistemato le cose, passato l'aspirapolvere ecc.. si erano fatte le sette e venti, essenso stanca per la giornata a scuola e la lunga pulizia della mia stanza, mi fiondai sotto la doccia e dopo essermi asciugata ed aver messo il pigiama mi accoccolai sotto le coperte, domani sarebbe stata una giornata di scuola intesa come tutte le altre, chiusi gli occhi e mi addormentai. 

-
hey ciao bellezze, ecco a voi il secondo capitolo della storia! che ve ne pare? spero tanto di trovare molte recensioni. (: ringrazio lovaticdeborialen per aver recensito, prima persona ad aver recensito questa storia, yee! :') ok, spero tanto che vi piaccia e spero di poter continuare. alla prossima, ciao. ♡ ps. scusate se è corto e se c'è quelche errore.

Justin Bieber


Regina Williams

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


Mi trovai di nuovo ad aprire gli occhi per colpa di quella maledetta sveglia, e come ogni mattina la buttai sul pavimento. Non mi andava proprio di andare a scuola, ma purtroppo dovevo farlo. Con
fatica poggiai i piedi sul freddo pavimento. Scesi le scale e notai che c’era silenzio, e nessun odore di cibo nell’aria. Di solito mia mamma accende la radio oppure la tv, e prepara sempre la colazione.
Entrai in cucina e sul frigo c’era un bigliettino, sicuramente da parte di mamma “sono uscita prima per andare a lavoro, le chiavi sono sul tavolo in salotto. non fare tardi a scuola, sperando sempre che tu ti sia svegliata” – roteai gli occhi e tornai a leggere – “ tornerò verso sera, baci mamma”. Accartoccia il pezzettino di carta e lo buttai. Presi una ciotola, i cereali ed il latte dal frigo e feci colazione.
Poco dopo mi accorsi dell’orario e scattai di sopra, entrai in bagno e poco dopo uscii. Aprii l’armadio e presi un paio di jeans, una felpa rossa e le mie vans . Mi catapultai di sotto sbattendo la porta.

Mentre ero in strada verso scuola mi arrivo una chiamata da parte di Hanna
- pronto? -
- Buongiorno bellezza!
- Giorno anche a te, Hanna
- Allora, sei in strada verso scuola?
- Sisi, sono quasi davanti ai cancelli, tu dove sei?
- Eccomi, ti vedo! – la cercai con gli occhi e la vidi proprio davanti ai cancelli di scuola che sventolava una mano verso di me. Riattaccai e le andai in contro.
Hey!- mi salutò con un bacio sulla guancia e ci avviammo verso l’entrata.

Entrate a scuola, vidi che c’era Justin proprio dalla parte opposta dove avevamo gli armadietti io ed Hanna. Rimasi a fissarlo, rideva con i suoi amici. Aveva un sorriso spettacolare! dio, quanto era bello. Hanna continuava a parlarmi di non so cosa, non la stavo nemmeno ascoltando. lol ero troppo occupata al momento. Misi la combinazione e buttai i libri che non mi servivano nell’armadietto. Hanna mi disse che doveva scappare perché aveva un compito importante che non poteva perdere, da quel che avevo capito. Quando mi girai Justin se ne era andato non so dove. Il suono della campanella mi fece sobbalzare e pian piano i corridoi si svuotarono, mi diressi verso la mia classe ‘’e che la tortura abbia inizio’’.

Finite le prime ore mi incontrai con Hanna in mensa, per poi uscire fuori in giardino. Justin era li che giocava a football con i suoi amici, essendo anche in squadra, io ed Hanna ci sedemmo sui tavoli li in giardino. E come sempre rimasi a fissare Justin.
- Che fai!? Non mi ascolti ma decidi di spogliarlo con gli occhi?
- E’!? che? No! Ti stavo ascoltando!
- Oh sisi, allora dimmi cos’è che ho detto?
- Che, emmh.
- Visto! Haha!
- Ok, scusami. Ahaha ammetto che lo stavo guardando, ma non lo stavo spogliando con gli occhi. -
 Hanna alzo un sopracciglio. – E questo avrebbe senso?
- Forse. –
- Se ti piace perché non ci provi? -
- Che? Scherzi? Non ha nulla da fare che perdere tempo con una come me. -
- Ma che dici, sei bellissima. Secondo me anche lui ogni tanto si gira per guardarti. -
- Si, certo. Vai convinta Hanna! – mi alzai e scesi dalla panca.
- Ed Ora andiamo dai, Sta per suonare. –
Hanna lasciò perdere l’argomento ed entrò insieme a me.

Finite tutte le ore di scuola, finalmente, me ne andai verso casa. Hanna mi salutò con un bacio sulla guancia dicendomi che era in ritardo per l’appuntamento con sua mamma dall’estetista.
Arrivata davanti alla porta di casa mi accorsi di non avere le chiavi. ‘’le chiavi sono sul tavolo in salotto’’.
Merda!! – esclamai portandomi una mano sulla fronte. Bene, sono chiusa fuori. Non posso chiamare mamma perchè è al lavoro e la disturberei, non posso chiamare nemmeno Hanna perché è impegnata dall’estetista con sua mamma. E adesso?
Mi sedetti sugli scalini di casa, ma decisi che aspettare li sarebbe stato ancora più noiso, quindi decisi di andare a fare una passeggiata giusto per passare il tempo.
Era già passata un’ora, e stavo girando per la città. Stanca della camminata mi fermai in un parchetto su una panchia, presi le cuffie ed ascoltai un po’ do musica. Mi concentrai sullo schermo del cellulare, e mi sentii picchiettare una spalla. Confusa mi girai curiosa di sapere chi fosse. Era Justin. Aveva anche lui un paio di cuffie alle orecchie, era sudato e portava una tuta da Jogging.
- Ciao! – mi disse. – C – Ciao. – risposi balbettando. Ok, stai calma Sam.
- Ti ricordi di me? Mi sono scontrato con te l’altro giorno – sorrise. si ricordava di me. Ok. Calma.
- Sisi, mi ricordo! - sorrisi anche io.
- Come mai qui in giro? – mi chiese.
- Oh, beh. Ho dimenticato le chiavi e mia mamma non é a casa ed, ecco…ho deciso di farmi un giro. E siccome ero un po’ stanca dalla camminata ho deciso di sedermi qui. -
- Oh, ok. Ti dispiace se mi siedo?
- Nono, siediti pure. - mi sorrise e si sedette accanto a me.
- Quindi ora non sai dove andare?
- No
- Ti va di prendere qualcosa da bere? Ho un po’ sete dopo questa corsa
- Mi farebbe piacere – ero sicura di essermi fatta rossa in viso.
- Ok, allora andiamo! – ci alzammo e ci dirigemmo verso un bar li vicino.
- Cosa prendi?
- Un succo!
- Vai a sederti, intanto prendo l’ordinazione per te. – mi sorrise e feci come mi aveva detto, solo che prima caccia i soldi dal portafogli.
- Oh, nono!! Lascia. Pago io! – mi fece l’occhiolino e pago lui per me. 
Tornò al tavolo con il mio succo e si sedette davanti a me.
- Non c’era bisogno, potevo pagarlo anche da sola. – dissi accennando un sorriso.
- Nessun problema, non ti preoccupare. Poi sono io quello che ti ha invitato a prendere da bere, no? -
Annuii – ma te li ridarò!
- Ti ho appena detto che non c’è nessun problema, non morirò di fame senza i tuoi soldi. –
lasciai perdere e bevvi il succo.
- Allora, da dov’è che vieni?
- Dalla California
- Wow, e sei venuta a sbattere qui? Ahah -
- Bhè, purtroppo si. Mia mamma ha trovato un lavoro che ci ha costrette a trasferirci qui. –
- Ti manca la california? – mi stava parlando come se fossi amica sua da sempre. Ahah
- Si, un po’ si. Avevo la mia vita li. Amici, scuola, tutto.
- Capisco. –
- Tu invece sei nato qui?
- Si. Canadese di natura! – risi, poi lui si accorse dell’orario e mi disse che doveva andare via. Annuii, ci alzammo e uscimmo dal bar.
Mi ha fatto piacere questa chiacchierata, ma ora devo veramente andare! Scusami. Ci vediamo a scuola. Vuoi che ti accompagni?
- No, non c’è bisogno grazie. –
- Ok, allora ci si vede, ciao! - mi saluto con la mano, si rimise le cuffie e torno a correre. Ero rimasta li, su quella porta di quel bar a guardarlo mentre si allontanava. Il ragazzo più popolare e bello della scuola aveva preso da bere con me, aveva sprecato il suo tempo con me. Non stavo bene.
Guardai l’orario anche io svegliandomi dai miei pensieri e mi incamminai verso casa. Notai che sul vialetto c’era l’auto di mia madre, suonai al campanello e poco dopo mi apri.
- Ma dove sei stata?
- Ho scordato le chiavi e non sono potuta rientrare, non farmi la predica!
Risposi secca ed andai verso la mia stanza, era meno incasinata dagli altri giorni. Decisi di non cenare, non mi andava proprio. Messaggiai un po’ con Hanna raccontandogli di ciò che era successo, nel frattempo misi il pigiama, lessi un libro e mi misi sotto le coperte addormentandomi.
                                                                                                                                                                                                
                                             - - - - - - - - -
Ciao bellezzeeeee! Scusate il lunghissimo ritardo! Scusate davvero ma non ho avuto tempo, un po’ per la scuola, un po’ per la pigrizia ed un po’ perché mi scordavo lol spero vivamente che vi piaccia questo capitolo. ewe fatemi sapere lasciando qualche recensione. Ne voglio un po’ dai, voglio sapere se vale la pena continuare. Grazie per aver letto, alla prossima!! 

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Capitolo 4
*** capitolo quattro. ***


- Te lo avevo detto che gli interessavi un pò anche tu! -
- Come fai a dirlo, abbiamo preso solo un succo insieme. niente di che. -
Eravamo nei corridoi della scuola e Hanna stava sclerando per quello che le avevo raccontato su Justin. E' da quando ero arrivata che non smetteva di parlarne, ne avevo le scatole piene di sentirla, sono io quella che dovrebbe sclerare o sbaglio? La campanella fortunatamente suonò, io ed Hanna ci salutammo ed entrammo nelle rispettive classi. Mi sedei in fondo, vicino ad un ragazzo moro, molto carino direi. La professoressa entrò, ed inizio a parlare di qualcosa a cui io non diedi ascolto. 
- Piacere Liam. -
sentii il ragazzo accanto a me parlare, e subito dopo mi ritrovai una mano stesa verso di me. Mi girai, mi sorrideva aspettando che mi presentassi. 
- Piacere Sam. - e gli porsi anche io la mano che poi strinse.
- Sei nuova anche tu? -
- Si, suppongo che sei nuovo anche tu. - sorrisi e poi sorrise anche lui. Ma dopo le presentazioni la prof ci riprese portando fine alla nostra conversazione.
 
Finita la prima ora uscii dalla classe per dirigermi subito nell'altra aula. 
- Hey Sam! - mi sentii chiamare, notando che era il ragazzo nuovo, Liam.
- Hey Liam, Dimmi. -
- Senti, ti va di se mi siedo con te a mensa dopo? non conosco ancora nessuno, e tu sei l'unica con cui ho parlato. -
- Ma certo. Se dopo a mensa ti fai trovare sulla porta andiamo insieme, ti faccio conoscere anche una mia amica.
mi sorrise e ci dirigemmo verso le nostre classi.
 
Più tardi a mensa io e Liam ci dirigemmo verso il tavolo dove Hanna mi aspettava e le presentai Liam.
- Liam, Hanna, Hanna, Liam.
- Ohw, Ciao Liam. Piacere Hanna. -
- Piacere Liam. - si strinsero la mano e ci sedemmo. 
- Allora sei nuovo!? - gli chiese Hanna.
- Si. -
- Da dove Vieni? -
- Dall'inghilterra! -
- aw, sei inglese! mi piacciono gli inglesi. -
Hanna gli fece l'occhiolino e Liam sorrise timidamente. 
mi stavo quasi divertendo a vedere quella scena. ahah, ma comunque. la campanella suonò, e purtroppo, rientrammo tutti in classe. Li salutai ed entrai in aula.

Finite le strazianti ore uscii da scuola, mi guardai intorno ma non c'era nessuna traccia di Justin. Alzai le spalle e mi incamminai verso casa. Inviai un messaggio ad Hanna chiedendole se voleva uscire nel pomeriggio, la risposta non tardo ad arrivare. Sulla Porta di casa, inserii le chiavi ed entrai. Salii in camera e posai lo zaino, subito dopo mi buttai sul letto e mi addormentai. Aprii gli occhi infastidita dalla vibrazione del cellulare, riposi con ancora la voce inpastata dal sonno.
- Sam! Ma dove cazzo sei? -
- E'? Cosa? - risposi ancora confusa.
- Se ti ricordi ci dovevamo vedere, ti ho fatto tipo sei chiamate. Ti sei addormentata vedo! -
dopo essermi accorta della situazione scattai sul letto.
- Mio dio, scusami Hanna!! Avevo sonno e mi sono buttata sul letto, non pensavo di addormentarmi, davvero. Scusa! -
- Dio, Sta Calma! - rise.
- Se ti va ancora ti aspetto al parchetto vicino casa tua, quello verso scuola! -
- Ok, Arrivo subito! - chiusi la chiamata e andai in bagno a sistemarmi per uscire.

Arrivata al parchetto notai Hanna non tanto distante seduta su una panchina.
- Hey! Eccomi!! -
- Finalmente!- rise e mi abbraccio.
- Hai ancora il cuscino in faccia. - mi prese in giro.
- Ha, Ha. Divertente! - feci una smorfia e poi scoppiammo a ridere. 
- Dove vogliamo andare? - mi chiese.
- Non so, dove vuoi! -
- Andiamo verso il centro? vorrei fare un giro per qualche negozio! -
- Ok, per me va bene. Così vedo anche se c'è qualcosa per me. - sorrise e ci recammo verso la sua macchina.

- Uuh, questo vestito è bellissimooo!! Entriamo!! - era ormai da ore che girevamo ovunque, e ad ogni vetrina questa era la reazione di Hanna.
Dopo i svariati vestiti provati da Hanna uscimmo dal negozio, lo sguardo però mi cadde su un ragazzo di spalle molto familiare. Oh Merda, E' Justin
- Hanna, guarda chi c'è laggiù!! - Hanna cerco con lo sguardo la persona da me indicata.
- ma E' Justin!! - quasi urlo.
- Zitta!! Vuoi farlo girare!! -
- Non sarebbe una cattiva idea, per te!! - mi guardo con uno sguardo malizioso.
- Smettila, ok - occupate a parlare, mi girai e non c'era più. ci rimasi male, ma poi ci girammo per andarcene e me lo ritrovai davanti. 
- Hey. - mi saluto. ok, sta calma.
- Hey..
- Ciao, Io sono Hanna. - si intromise lei porgendogli la mano che lui strinse. - Justin. -
- So già chi sei. - Hanna sorrise. Lui la guardò annuendo.
dopo uno svariato tempo di silenzio ci presento il suo amico Ryan.
- Dove andate di Bello? - ci chiese.
- Stavano girando per i vari negozi, voi? -
- Un giro, volete venire con noi? -
io ed Hanna ci guardammo. - bhè, non so ...
- Si! veniamo con voi! - disse tutto ad un fiato Hanna. 
- Perfetto, allora.. dove volete andare? Prendiamo qualcosa in un bar? -
- Si, per noi va bene. - Hanna parlava al mio posto ormai, ero come pietrificata.
Ci dirigemmo verso un bar non molto distante, Hanna aveva preso corda con Ryan, ed erano andati avanti a parlare. L'aveva fatto apposta!! l'ho capito dopo l'ultima occhiata che mi ha dato. Stronza!
Per tutto il cammino io e Justin siamo stati in silenzio, un silenzio troppo imbarazzante. Guardavo solo il pavimento sotto di me. Arrivati al bar, finalmente, decidemmo cosa prendere. Presi un caffè ed Hanna, Ryan e Justin fecero lo stesso. Ci sedemmo in un tavolo, Hanna e Ryan non smettevano un attimo di parlare. Io e Justin eravamo muti, ma dopo Justin attacco bottone.
- Allora, come va a scuola? ... - non molto originale come domanda ma era già qualcosa.
- Pare bene si, a te? 
- Bene... - annuii.
- Sei di poche parole!?
- Anche tu vedo... - rise e risi anche io. 
poco dopo Hanna comincio a parlare con noi, ci disse che c'era un festa questo sabato, come gli aveva detto Ryan, e se ci volevamo andare tutti insieme.
- Per me va bene. - disse Justin.
- Per te Sam? - avevo tutti i loro occhi puntati addosso. 
- Emmh, Ok. -
- Benissimo Allora! - 

Usciti dal bar ci salutammo, Justin ci salutò con un cenno di mano come fece Ryan e ci incamminammo verso l'auto di Hanna. 
- E' stato così inmbarazzante. Ti ringrazio molto per avermi coinvolta nei tuoi discorsi con Ryan! - le urlai.
- Scusa se volevo che tu e Justin vi conosceste un pò. -
- Ho visto che il tuoi piano è fallito visto che non ha detto una parola, tranne al tavolo quando mi ha chiesto di come andavo a scuola! -
- E' già qualcosa no? - la guardai disperata. se solo fossi stata un pò come lei, a quest'ora avrei il suo numero come Ryan ed Hanna. 
- Vabbè, ti saluto. Grazie per la giornata e scusa se ti ho urlato contro. - mi sorrise.
- Non preoccuparti, Tutto bene! Ti capsico. Poi non mi hai urlato contro, sei stata un pò isterica. Cose dovute al disagio credo - sorrisi e la salutai con un bacio sulla guancia.
Entrai in casa, andai verso la cucina dove c'era Mamma.
- Oh, Ciao. - disse Mamma.
- Ciao. - le risposi. - Che c'è da mangiare?
- Ancora nulla, se vuoi ordiniamo una pizza? -
- Si, per me va bene. - andai di sopra. dopo qualche ora arrivo la pizza e scesi di sotto, mangia qualche pezzo e me tornai di sopra. Non attaccai dialogo con Mamma, dopo l'ultimo battibecco non ci parlevamo più di tanto.
Preparai la cartella per il giorno dopo, misi il piagiama e andai sotto le coperte. Pensai al pomeriggio passato, da una parte pensai che andò male ma dall'altra che ando bene. Sorrisi e poi mi addormentai.

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Ciao Bellezzeeeee! :D
Ringrazio te che stai leggendo, eccomi con il quarto capitolo, spero vi piaccia e scusate se c'è qualche errore. Recensite vi prego, voglio trovare RECENSIONI. Grazie ancora e boh, alla prossima!! 

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Capitolo 5
*** capitolo cinque ***


Il mattino seguente non mi andava proprio di andare a scuola, ma purtroppo dovevo, e ci andavo solo per non sentire le lamentele di mamma.
Mi preparai e scesi di sotto, entrai in cucina e feci colazione. Salii di sopra, mi preparai e uscii di casa. Mentre prendevo la strada verso scuola mi soffermai a guardare il cielo grigio. Era parecchio nuvoloso, fra poco si sarebbe messo a piovere. Non mi è mai piaciuta la pioggia, mi da un senso di tristezza e solitudine. Mi fa ricordare mio padre, mi manca ogni giorno di più, come mio fratello che è partito per il college. Sono entrambi lontani da me, ma so che mio fratello verrà a stare da noi per svariate settimane, ma mio padre no, lui non può. Lui sarà sempre via, ma lo sentirò sempre vicino al mio cuore. I miei pensieri vennero interrotti da un bus che passava di li, non mi arrivo nessun messaggio da Hanna, tranne quello della buonanotte che lessi questa mattina. Di solito mi tartassa la mattina di chiamate e messaggi da quando ero qui.
 
Entrai a scuola e andai verso il mio armadietto, presi i libri ed andai in classe.
Hanna non c’era nemmeno a scuola, avevamo l’ora insieme, ma c’era Liam ad un banco infondo alla classe che sventolava una mano verso di me. Così andai da lui, avrei chiamato Hanna più tardi.
 
Finita l’ora decisi di andare a fare un giro per scuola, non mi andava di andare in mensa da sola. Hanna non c’era, Liam aveva un impegno con un professore,e l’idea di stare da sola in mezzo a tutta quella gente non mi piaceva affatto. Ci sarebbe stata la biondina ossigenata che sicuramente avrebbe trovato un modo per prendermi di mira ed infastidirmi, dato che ero sola.
 
Dopo un paio di minuti trascorsi a girare per i corridoi mi fermai a leggere una locandina appesa ad una tabella nei corridoi. La mia attenzione fu attirata da un suono di chitarra proveniente da una delle aule vicine. Ascoltai il suono della voce accompagnata dalla chitarra. Aprii di poco la porta scoprendo un ragazzo intento a suonare e cantare, conoscevo quella canzone. La adoravo. Era “Give Me Love” di Ed Sheeran. Un secondo dopo però il ragazzo si accorse di me e mi affrettai a chiudere la porta, e a passo svelto sparire per i corridoi.
 
Uscita da scuola, tornai a pensare al ragazzo di sta mattina. Cantava così bene, quella voce ce l’avevo in testa ormai. Se la mia mente poteva farla uscire fuori l’avrei ascoltata ripetutamente milioni di volte.
 
Arrivata a casa, infilai le chiavi ed entrai. Mentre mi dirigevo verso la cucina, udii dei rumori provenienti dal piano di sopra. Non poteva essere mamma, non sarebbe tornata prima delle sette, poi era venerdì, mi avrebbe avvisata. Presa un po’ dalla paura, presi il vaso su un comò all’entrata, e piano, piano salii le scale. Proveniva da camera di mamma, sentii dei passi farsi sempre più vicini. Tutto ad un tratto si apri la porta di camera di mamma e mi ritrovai mio fratello davanti spaventato dal mio urlo. Mi guardava shoccato un po’ perché avevo urlato in un modo assurdo, ed un po’ perché stavo per spaccargli in testa il vaso. Ancora con aria sorpresa, e ancora con il vaso a mezz’aria, lo guardai. Poi urlai di gioia e posai il vaso a terra saltandogli addosso.
 
- Cosa ci fai qui? Aw, sono così felice di vederti! – lo ero davvero! Mi ero soffermata a pensarlo questa mattina, è stano di come accadano le cose quando meno te lo aspetti.
- Anche io sono felice sorellina! – esclamo felice anche lui ricambiando l’abbraccio dato.
​- Come hai fatto ad entrare, come mai non hai avvisato?
Mamma lo sa, l’ho chiamata solo ieri sera, tu già dormivi. Mi ha lasciato le chiavi dentro al vaso fuori la porta. – sorrise.
- Cosa ci facevi in camera sua? Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo fosse qualche ladro. –
- Stavo prendendo degli asciugamani, volevo approfittare della vostra assenza per fare una doccia. Il viaggio è stato lungo, ne avevo bisogno. – 
Annuii e lo stritolai ancora, poco dopo mi lascio e si andò a fare la doccia. Entrai in camera mia non facendo caso al disordine e misi una tuta. Scesi di sotto e mangiai qualcosa. Poi mi ricordai di dover chiamare Hanna. Presi il telefono e digitai il suo numero. Dopo pochi squilli rispose.
 
- Pronto? Sam?
- Hanna, tutto bene?
- Si, perché?
- Volevo sapere se stavi bene, questa mattina dato che non sei venuta a scuola mi sono preoccupata. -
- Oh che carina, si sto bene. Scusa, ma ho dimenticato di avvisarti. Non mi sentivo molto bene ieri sera e ho deciso di non venire. Mi dispiace averti lasciata da sola.
- Non preoccuparti, c’è stato Liam con me.
- Meno male. Allora, pronta per domani sera?
- Domani sera cosa?
- La festa. Quella dove Ryan e Justin ci hanno invitate! – oh già, la festa.
- Ah si, boh. Non lo so. –
- Che vuol dire non lo so? – Hanna rise per telefono.
- Non so, non so se mi va di venire. –
- Maddai, hai detto che saresti venuta l’altro giorno al bar. Ora vieni. – ci pensai su un attimo e annuii. -
- E vabbene, verrò.
- Brava, così ti voglio!! –
- Ok, allora a domani sera. –
- Vieni a prepararti a casa mia, ti scrivo l’indirizzo per messaggio così andiamo insieme!
- D’accordo, allora a domani. Ora devo attaccare che c’è mio fatello di sopra. –
- Hai un fratello?-
- Si, te lo farò conoscere presto.
- Ci conto!! Bye – Mi disse per poi riattaccare. 

Verso sera mamma torno, io e mio fratello eravamo nelle nostre camere. Ci chiamo per la cena, e dopo aver mangiato io e mio fratello decidemmo di guardare un film giusto per passare un po’ quel venerdì sera. Mi sveglia nel mio letto, fuori era buio e l’orologio segnava le quattro del mattino, mi risistemai sotto le coperte e guardai per un po’ il soffitto, non mi preoccupavo di dormire perché tanto il giorno dopo non sarei andata a scuola. Ma senza accorgermene tornai a chiudere gli occhi e mi addormentai.



 
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Hey Ciao, Scusate la mia luuunghissimaaaa assenza ma non ho avuto tempo di scrivere la storia, poi ero indecisa se continuarla o meno. Ecco a voi il quinto capitolo, spero vi piaccia, RECENSITE VI PREGO e niente, alla prossima e grazie per aver letto! :D 

Liam Payne

Zac Montgomery

 

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