Il domani

di bolt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Pochi mesi erano trascorsi dalla fine della battaglia  contro il ‘’padre’’.
Ormai la città di Amestris aveva ripreso a vivere serenamente, nonostante i cittadini fossero ignari di tutto.
Gli eroi di quella giornata pian piano avevano ripreso la solita routine, tutti tranne uno, l’incorreggibile e ineguagliabile colonnello oh pardon generale  Roy Mustang.
Dopo una lunga degenza in ospedale a causa della perdita della vista, e alle cure come dire ‘’amorevoli’’ del suo biondo tenente oh forze chi sa qualcosa stava cambiando nel loro rapporto.
Sembrava proprio che la soldatessa avesse fatto breccia nel cuore dell’ormai ex donnaiolo di Central City, e si ormai era da qualche anno che il cuore gli diceva qualcosa, ma ancora non aveva capito che quel qualcosa era amore.
Durante la degenza in ospedale il colonnello ricevette la visita inaspettata del dottor Marcoh, che gli offrì l’opportunità di riacquistare la vista.
Il giorno della verità arrivò subito, lentamente le bende che gli fasciavano gli occhi venivano tolte e altrettanto lentamente Roy gli aprì trovandosi davanti la cosa più bella che avesse mai visto, che da sempre desiderava avere per se, la persona che voleva al suo fianco, non solo come sotto posta ma come compagna di vita, come sua anima gemella.
Quante volte si era soffermato sulla sua figura, quante volte si era chiesto perché con tutte le donne che frequentava, che poteva avere solo con il suo tenente provava quelle sensazioni.
Aveva capito che le altre erano il patetico tentativo di sopprimere quelle sensazioni.
Ma quando aveva aperto gli occhi?
La mente lo riportò al giorno della battaglia contro il ‘’padre’’quando nei sotterranei una lama recise la gola del tenente, subito un brivido gli attraverso il corpo, riaffiorò alla mente   la morte del suo migliore amico.
No non era possibile, la storia non poteva ripetersi, non poteva perdere anche lei, la donna che amava, il suo tutto.
I medici fecero i controlli per verificare che tutto fosse andato per il meglio e uscirono dalla stanza lasciando i due soli.
A rompere il silenzio fu Riza:
-  Come va?
- Bene, non ne potevo più.
- Di cosa? Chiese Riza , ma se ne pentì subito era una domanda stupida e cercò di rimediare.
- Mi scusi colonnello non avrei dovuto ……. ma non  le diede modo di dire altro,
- Finalmente posso rivedere il tuo volto.
Che cosa aveva detto,forze non aveva capito, la sua mente gli stava giocando un brutto scherzo, chinò la testa per riflettere un attimo ma qualcosa o meglio qualcuno glielo impedì, la mano di Roy passò dal mento alla guancia, lei stordita da quelle emozioni piegò la testa per avere maggior contatto; approfittando di questo momento in cui il tenente aveva abbassato la guardia la prese tra le braccia e si avvio alla poltrona accanto alla finestra si sedette con Riza sulle sue gambe e la testa poggiata sul petto.
Molto imbarazzata da quel comportamento disse:
-  Colonnello cosa sta fac………ma anche questa volta non riuscì a finire la frase, Roy le aveva preso il viso tra le mani una scese e andò a sfiorarle le bende che le avvolgevano il collo e disse:
- mi dispiace per quello che ti sto facendo passare, ma devo chiederti una cosa, so di non meritarmelo, ma non riesco più ad immaginare un solo momento della mia vita senza di te, non solo come mio soldato, ma come donna da amare, ti chiedo quindi di restare per sempre con me.
Riza non si aspettava niente del genere, al sentire quelle parole il suo cuore si era come fermato, finalmente l’uomo che da tanto tempo si era resa conto di amore era stato il primo a farsi avanti.
Cominciò a tremare, lui la strinse ancor di più a se e continuò:
-se in qualche modo ti ho offes………….ma questa volta fu lui che non poté finire la frase perché le dita del tenente erano sulla sua bocca.
Nel mentre nella stanza erano entrati i subordinati del colonnello che per fere una sorpresa al loro capo preferito non avevano bussato, ma davanti a loro trovarono un letto vuoto e un separé che nascondeva l’altra metà della stanza, allora pian piano vinti dalla curiosità si avvicinarono, dopo pochi passi si bloccarono, la luce del sole proiettò le figure di due persone uno nelle braccia dell’altro, i loro visi che si sfioravano e le labbra unite in un lungo e appassionato bacio.
Pian piano cercando di fare il minor rumore possibile uscirono dalla stanza, tutti con la stessa espressione sul viso. Meraviglia.
Tutti in passato si erano accorti che tra quei due c’era qualcosa di più del semplice rapporto che si instaura tra capo e sottoposta, ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio di fere la prima mossa, lei troppo timida e rigida nel seguire le regole e lui troppo preso dalla sua scalata al potere e dalle altre donne .
Il bacio sembrò infinto ma allo stesso tempo troppo breve ma dovettero fermarsi per riprendere fiato, nessuno di loro riuscì ad aprir bocca.
Qualcosa bagnò la mano di Riza che alzò la testa e si trovò davanti il volto di Roy solcato dalle lacrime, con naturalezza alzo le mani prese il viso di lui e se lo portò al petto:
-che cosa le prende colonnello, ha perso il suo sangue freddo perché sta versando queste lacrime, non è da lei.
Lui la strinse a se più forte che poteva,tanto forte da farle male e disse:
-non potevo permettermi di perdere anche te, non lo avrei sopportato, prima Maes e poi tu, no.
Perdere anche te sarebbe stato come smettere di respirare.
So che non è facile stare al mio fianco, non posso prometterti che avrai una vita facile priva di pericoli,di difficoltà, ma una cosa posso farla, amarti e tenerti il più possibile al sicuro.
A quelle parole la ragazza provò tanta gioia e disse:
-ma colonnello mi vuole rubare il lavoro, fino a prova contraria sono io che tengo lei fuori dai guai, sono io la sua guardia del…non finì la frase che lui la travolse in un nuovo bacio.
Dopo pochi istanti Riza si bloccò,
-qualcosa non va piccola, non ti senti bene?
Lei prese la mano di lui e se la portò alla guancia e disse:
-no sto bene, ma come possiamo, come ci comportiamo, la legge lo vieta
-per il momento terremo la cosa nascosta e quando raggiungerò la più alta carica renderemo la cosa pubblica.
-non lo so ho paura, un qualunque passo falso e ti rovino la carriera,non ce la faccio hai fatto troppi sacrifici e io non posso permettermi di vanificarli in un attimo quindi io tolgo il disturbo.
-che significa togli il disturbo
-non ci arrivi da solo, do le dimissioni _____si stava per alzare ma lui la riportò giù
-uno tu resti tra le mie braccia, devo recuperare il tempo perduto, due le tue dimissioni sono respinte resti al mio fianco ufficialmente come mia guardi del corpo e ufficiosamente sei l’amore della mia vita.
-io mi rifiuto.
In quel momento entrarono Avoc, Breda, Falman e Fiury e trovarono i due piccioncini uno sopra l’altro.
-Voi bussare mai____disse, mentre Riza si raggomitolo sul petto di lui per l’imbarazzo.
-ci scusi capo ma pensavamo che fosse solo_________disse Breda.
-Ok ma ora fuori di qui faremo i conti una volta tornati al comando.
Di corsa tutti si andarono fuori consci del fatto che finalmente quei due si erano dichiarati.
Nella stanza
-Riza sono andati via
Ma dalla ragazza nessuna risposta, si sporse in avanti e vide che si era addormentata, al strinse di più a se e cadde anche lui tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


TRE MESI DOPO
Tutto tornò come prima o quasi, il lavoro al quartier generale (QG) riprese come prima con la differenza che Mustang era salito di un altro grado, generale. La Armstrong ci rimase di stucco e tra se e se pensò ‘’un altro avversario da mettere ko per la mia scalata pivello’’.
La mattina proseguiva tranquilla, tutto come sempre, il generale nel suo ufficio a vagliare i soliti documenti e il tenente con il resto della squadra nella stanza adiacente a controllare che tutto fosse in ordine prima di spedirle a chi di dovere.
Constatato che tutto fosse in ordine Riza si alzò dalla sedia ma c’era qualcosa che non andava, si sentiva la testa pesante, non ebbe nemmeno il tempo di risedersi che venne colpita da un giramento di testa che la fece cadere in ginocchio.
Stava per rialzarsi ma a metà strada le mancarono le forze, svenne portandosi dietro la sedia a cui si era aggrappata nel tentativo di rialzarsi.
Nel cadere la sedia provocò un botto che fu amplificato dall’acustica della stanza, facendo saltare anche il generale nell’altra stanza, che subito pensò che il tenente fosse ricorsa alle maniere forti per mettere in riga gli scansa fatiche dei suoi sottoposti.
Nel fra tempo Havoc e gli altri prestavano i primi soccorsi, facendo troppo rumore,
‘’ma cosa stanno combinando’’- sbottò Mustang non riuscendo più a concentrarsi.
Si alzò e si incamminò verso la porta nel mentre borbottava:
‘’questa volta non la passano liscia si meritano una punizione con i…..’’ – non riuscì a finire la frase, la scena che si trovò d’avanti non poteva essere vera, stava avendo un incubo, Riza, la sua Riza, stesa a terra più pallida che mai.
Havoc vedendo che era impallidito disse:
‘’signore il tenente è svenuta’’.
Ripresosi dal torpore in cui era caduto, perché a quella vista brutti ricordi erano riaffiorati alla memoria, la prese tra le braccia, con un calcio spalancò la porta dell’ufficio e di corsa in infermeria, nel fra tempo nell’ufficio i ragazzi erano ancora sconvolti cosa era capitato al tenente.
Di corsa tutti verso l’infermeria.
 
INFERMERIA
All’interno della stanza la dottoressa Lidia stava svolgendo le prime analisi, mentre il generale attendeva nella sala d’aspetto interna, giusto per non destare sospetti.
Nel mentre Riza aveva ripreso i sensi, ancora un po’ confusa osservava i movimenti della dottoressa grande amica della soldatessa.
Fatti tutti i controlli Lidia era giunta alla soluzione del problema e disse:
‘’Riza secondo te cosa ha causato il svenimento?’’
‘’Forze la stanchezza, non lo so, non mi tenere sulle spine, non sono in vena di giochi.’’
‘’Non so se sarai contenta per ciò che ti sto per dire, ma spero che sia una cosa voluta e non accaduta per caso, anche se penso che sia la seconda’’
Riza intuì subito di cosa si trattava.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Riza capì subito di cosa stava parlando, il suo volta era teso non riusciva più a pensare con lucidità.
-Aspetti un bambino, probabilmente di due settimane. Disse Lidia in modo molto serio.
Le prime lacrime cominciarono a scendere, con molto tatto Lidia si avvicinò al lettino e chiese:
-cosa ti succede, perché queste lacrime, ti conosco bene sei una donna forte e raramente reagisci così  - un’immagine gli tornò alla mente lei che passeggiava nel parco e a pochi passi da lei nascosti all’ombra di un albero Riza teneramente addormentata tra le braccia del neo generale – aspetta non dirmi che il padre del bambino è Mustang,
ma da lei nessuna risposta.
-Ma cosa ti è saltato in testa, sai bene che le relazioni tra soldati non sono ammesse.
Ma ancora niente, si avviò nell’altra stanza e si ritrovò davanti il generale che faceva avanti e indietro nella stanza.
Appena la vide chiese:
-come sta?
-Vorrei sapere cosa vi è saltato in testa, ma sapete a casa state andando in contro?
-Si può sapere di cosa stai parlando, cosa le è successo? – ma si rispose da solo – aspetta non mi dire che è che è…..
-in stato interessante?
-Ma questa è una bellissima notizia.
-Sei scemo o casa ti sei scordato la legge anti fraternizzazione?
-No, non l’ho dimenticata, in qualche modo ce la caveremo.
-In qualche modo, questa volta hai combinato un macello, non potevi aspettare, ti rendi conto in che guaio hai messo Riza, forse tu te la caverai ma lei sarà buttata fuori, mi viene voglia di metterti le mani addosso ‘piromane arrivista’.
-Come scusa?
-Hai capito bene ‘piromane arrivista’, ora vai da lei non riesce neanche a parlare tanto è sconvolta.
Entrò  nella stanza senza dir niente la prese tra le braccia, uscì dalla stanza e si avviò verso la macchina.
All’uscita si trovò i sottoposti davanti ma lì ignorò e prosegui per la sua strada.
Quest’ultimi capirono subito che qualcosa non andava, lo si capiva benissimo dai volti dei loro due superiori.
Havoc prese l’iniziativa ed entrò in infermeria, qui trovò Lidia seduta con la testa tra le mani  con il volto segnato dalla preoccupazione.
-Lidia cosa è successo, il tenente ha qualcosa di brutto?
-Non saprei, dipende dai punti di vista, per la maggior parte delle persone è la cosa più bella del mondo, ma per la situazione in cui si trovano quei due, non so come definire la cosa.
-Stai dicendo che il tenente è in attesa?
-Bravo Havoc sei perspicace. Disse Lidia con sarcasmo.
-Che guaio.
-Puoi dirlo forte, voi sapevate che quei due erano arrivati a questi livelli?
-Si, sospettavamo qualcosa, ma mi sembra una bella notizia.
-Si la notizia è bella, ma ricordati che se questa cosa viene fuori le conseguenze saranno tragiche.
-Cosa possiamo fare?
-Dargli tutto il sostegno e l’aiuto di cui hanno bisogno.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Nell’appartamento del generale.
Riza era sdraiata sul grande letto, al suo fianco c’era Roy che delicatamente le lasciava tenere carezze tra i capelli e sul viso, ma lei era assente, non reagiva.
-Riza come va, ti senti meglio, hai bisogno di qualcosa, non ti posso vedere in questo stato di apatia, parlami.
Ma da lei nessun segno.
Decise che forze aveva bisogno ancora di un po’ di tempo per riposare, di stare un po’ da sola, ma proprio quando stava per alzarsi la mano di lei prese quella di lui e se la portò al ventre:
- sei felice per questa notizia o hai paura che ti tolgano la carica, perché se è così  potrei …….  Ma un dito di Roy si posò sulle sue labbra.
- Non dirlo neanche per scherzo,come ti è saltata in testa una cosa del genere?
- Hai lavorato tanto per arrivare dove sei ora.
- Uno abbiamo lavorato, ricordi siamo in due, secondo domani andrò dal comandante per congedarmi,se per te va bene darò anche le tue dimissioni così tutto andrà bene.
Lei con le lacrime agli occhi disse:
- non voglio che tu perda ciò che più ami al mondo, darò io le dimissioni e mi allontanerò da qui in modo che nessuno possa ostacolarti, sai un tuo subordinato incinta non è una bella pubblicità, così senza ostacoli tu potrai salire l’ultimo gradino che ti porterà al comando.
- La cosa che più amo al mondo non è la mia carriera.
- Guarda che potrei offendermi, comunque tornando seri ciò che io più amo sei tu e questo intruso qui dentro – disse lui poggiando l’orecchio sulla pancia di lei.
- Guarda che non puoi sentire niente sono appena due o tre settimane, quindi io mi allontano e tu continui.
Stava per alzarsi ma lui le passò un braccio attorno alla vita e l’attirò a se.
- Tu non vai da nessuna parte, farò come ti ho detto prima.
- E come pensi di fare per tutte le spese che ci saranno?
- Ti potrei chiedere la stessa cosa, tu come faresti?
- Ho qualcosa da parte.
- Non molto vero? Comunque questo è un problema mio.
Ringraziò mentalmente la madre adottiva per avergli fatto mettere da parte quei soldi con cui ora potevano vivere tranquillamente.
- Ne sei convinto, una volta fatto il primo passo non si torna più in dietro.
- Ho già pronta la mia lettera, per la tua ci penserò io.
- Ripensaci per favore.
- NO, ho preso la mia decisione, te la senti di rimanere da sola per poco, vorrei andare subito prima è meglio è, cercherò di metterci il meno tempo possibile, un saluto alla squadra sgombro le scrivanie e torno.
- Sto bene vai, ma sappi che secondo me sbagli.
- Non sbaglio, in passato l’ho fatto tante volte ma ora no, non permetterò che ti allontani da me, a stento ho sopportato la morte di Hughs, la tua lontananza sarebbe peggio della morte.
- Esagerato
- No è amore, è paura di perderti, è tutto.
Un bacio sulle labbra con conseguenza il viso di lei in fiamme.
-Guardati sei adorabile, mi chiedo come io abbia fatto ad andare avanti fino ad oggi.
Un cuscino lo colpì in pieno viso.
- Molto spiritoso.
- No spiritoso, innamorato perso, vado.
Quartier generale, ufficio del comandante supremo Gruman.
- Generale a cosa devo la sua visita, una partita a scacchi tanto per evitare il lavoro d’ufficio?
- No sono qui per dare le dimissioni, mie e del tenente.
- Ha forze battuto la testa?
- No.
- Posso almeno sapere il perché della vostra decisione.
Roy si inventò una spiegazione sul momento, non poteva certo dirgli la verità.
- Non riusciamo più a sopportate il peso dello sterminio.
- Non la dai a bere a questa vecchia volpe, ma se questa è la tua decisione non ho nessun diritto per oppormi.
- Grazie signore addio.
- Spero che sia un arrivederci.
- Non penso ma forse un giorno ci rivedremo.
Ufficio dell’ormai ex-generale Mustang.
I ragazzi tornarono in ufficio dopo essere stati al bar, ma entrando trovarono la postazione del tenente sgombra dei suoi effetti personali, di corsa si precipitarono nell’ufficio del generale sperando di trovarlo, entrano senza bussare e lo trovarono intento a sgombrare l’ufficio.
A prendere la parola fu Breda.
-Generale ci trasferiamo in un ufficio più grande?
- No ragazzi, ho dato le dimissioni, ora vi saluto, sappiate che siete stati grandi in questi anni, continuate così e arriverete in alto.
Prese le scatole e si avviò all’uscita.
Nelle teste dei ragazzi solo confusione e tristezza, non era lui il ragazzo che voleva diventare comandante supremo, dove era finito il suo sogno?
Si il tenente era in attesa, questo fatto poteva rovinargli la carriera, ma non era lui il miglior stratega di tutto l’esercito, non poteva trovare un’altra soluzione, il paese ha bisogno di uomini come il generale, loro hanno bisogno di lui.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ufficio del generale Mustang.
 
Questa situazione non poteva andare avanti, Havoc decise che era ora di fare qualcosa, uscì e si avviò verso l’ufficio del comandante supremo.
Arrivato davanti la porta stava per bussare ma si fermò, dall’interno udì una voce che non riuscì a riconoscere, ma quello che disse era qualcosa di inaudibile ‘’uccidere il generale ed eventualmente il tenente’’.
No non poteva essere e poi perché arrivare a tanto, non c’era un attimo da perdere bisognava avvertire subito il resto della squadra e poi il generale, si generale perché per tutti loro lui sarebbe stato sempre un membro dell’esercito, una parte di loro.
 
Ufficio del comandante Gruman.
Il colonnello Archer non appena appresa la notizia delle dimissioni di Mustang era corso nell’ufficio del comandante:
-signore è troppo pericoloso per essere lasciato libero, sa troppe cose, non possiamo            permetterci di correre rischi e poi il fatto che con lui ci sia anche il tenente mi fa  pensare che stia tramando qualcosa.
-E cosa proporrebbe colonnello?
-Ucciderlo è l’unica soluzione.
-Non dica sciocchezze Colonnello mi sembra una soluzione drastica e mi ricorda troppo  quelle prese dal vecchio governo, quindi escludo a priori il suo suggerimento.
-Lei non è obbiettivo.
-Si, forse ha ragione, quel ragazzo per me è come un figlio, non posso fargli del male.
-Non dovrà farlo lei ci penserò io ad ucciderlo e vi assicuro che sarà un grande onore, non ho mai sopportato quel suo sorriso strafottente, e dopo sistemerò anche il tenente e mi può credere sulla parola non vedo l’ora di averla tra le mani.
-Voi siete un pazzo, Mustang non vi permetterà mai di mettere le mani su Hawkeye , tra quei due c’è qualcosa di unico.
-Mi sta dicendo che si amano, siete un sognatore tra quei due non c’è un bel niente.
-Voi siete cieco, comunque ho bisogno di pensare ora, lei mi aspetti qui, io devo avvisare la squadra del generale.
 
Appartamento di Mustang.
La squadra era arrivata all’appartamento, salirono le scale e bussarono.
Ad aprire la porta fu Roy, ma a Havoc non gli diede il tempo di dire niente:
-signore siete in pericolo.
-Nostalgia ragazzi, questi scherzi ormai sono vecchi.
-Non è uno scherzo, oggi sono andato nell’ufficio del comandante e ho sentito che stava organizzando con qualcuno il vostro omicidio, dovete scappare.
-Non ha perso tempo il vecchietto, voi dovete tornare al QG, non potete rischiare per noi, andate.
Chiusa la porta i ragazzi tornarono alla macchina e si chiedevano cosa potevano fare, tornare alla base o aiutare il capo e diventare disertori, il primo a prendere la parola fu Fury:
-ragazzi non so voi ma io voglio aiutare il generale, dopo la mia passata esperienza lontano da lui ho capito che il generale Mustang è il più grande.
Furono tutti d’ accordo sarebbero stati dalla parte del generale.
Si appostarono nei pressi dell’appartamento e poco dopo videro Mustang caricare la macchina, l’ultima cosa che portò alla macchina era Riza.
Acceso il motore partirono, prima di tutto passarono a casa di lei a prendere il necessario, tra cui Black Hayate.
Acceso il motore ripartirono, il primo a parlare fu Roy:
-come va?
-Meglio, ma dove andiamo?
-Stavo pensando dalla mia matrigna.
-Sai io non so quasi niente della tua famiglia.
-Non c’è niente da dire, ma più in là se vuoi te ne parlerò, ora devi solo riposare, sai ora sono al settimo cielo, ho al mio fianco la donna dei miei sogni.
-Sognato, ecco perché non lavoravi, non dirmi che fantasticavi su di me, questo è il colmo.
-Non proprio fantasie ma quasi.
-Cosa mi tocca sentire.
-Penso che era meglio se stavo zitto, tornando al discorso di prima dove andiamo?
-C’è la vecchia casa di mio padre, ma ancora non mi hai detto come mai ci stiamo allontanando.
-Sei sicura di voler tornare lì, non vorrei farti tornare alla mente brutti ricordi.
-Non ti preoccupare il passato è passato ora voglio solo pensare al presente.
-E io ti assicuro che a voi due non succederà niente.
-Non succederà niente, Roy cosa sta succedendo mi stai tenendo nascosto qualcosa, sputa il rospo e non dirmi che non mi devo preoccupare perché facendo così è peggio, dimmi cosa sta succedendo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Come poteva dirgli che qualcuno al QG li voleva morti?
Riza spazientita da quel silenzio disse:
-se non parli ti impallino, sai che sono capace vero?
Mustang impallidì al ricordo di quando lei gli puntava la pistola in ufficio per fargli terminare il lavoro nei tempi stabiliti, si può anche affermare che quello era il suo passatempo preferito.
-Ok, ti dirò tutto ma non ti agitare.
-Sputa il rospo.
-Hanno deciso che io sono un pericolo ora che ho rassegnato le dimissioni, quindi vogliono tapparmi la bocca e qual è il modo migliore di farlo?
-Aspetta non dirmi che vogliono ucciderti.
Il discorso si chiuse lì, Roy divenne serio, si accorse che qualcuno li stava seguendo, frenò l’auto e disse:
-ci stanno seguendo, tu aspetta qui, voglio vedere chi è che hanno mandato a fare il lavoro sporco.
Scese dalla macchina, indossò i guanti e si preparò a difendersi, ma qualcosa non quadrava, conosceva bene quella macchina.
-Che cavolo state combinando non vi avevo detto di non mettervi in mezzo, tornate indietro.
Contro l’ ordine dato Riza scese dalla macchina:
-ma cosa ci fate qui, non mi dite che avete disertato.
-Ti avevo detto di aspettare in macchina.   Disse Roy alquanto alterato.
-Si, ma non sono più la tua sottoposta quindi non devo più obbedire agli ordini, specialmente ai tuoi.
-Si giusto ma…….    Non lo fece continuare, altrimenti sarebbero andati per le lunghe, e poi avrebbero avuto tutto il tempo dopo, adorava vederlo imbronciato.
Rivolgendosi alla squadra disse:
-Ragazzi questa è una faccenda che non vi riguarda, e non vi permetterò di rovinarvi la carriera e le vite, soprattutto non per un disastro combinato da questo qui.
Roy si sentì chiamato in causa:
-per questo qui intendi me? E poi cosa avrei combinato?
-Sei scemo o cosa? Lasciamo perdere, dovete tornare indietro.
Havoc rispose:
-ma perché, non possiamo abbandonarvi, in fondo siamo una squadra.
Riza rispose:
-se si fosse trattato di un problema inerente lo stato potevo accettare il vostro aiuto, ma qui stiamo parlando di cose personali, tornate indietro.
-Non dite sciocchezze come farete da soli, potrebbero mettervi alle calcagna l’intero esercito.
-Ce la caveremo.
Ma i ragazzi non ne volevano sapere, Riza fece un cenno a Roy, lui capì al volo cosa doveva fare:
-A mali estremi, estremi rimedi.
Tirò fuori le mani avvolte dai guanti alchemici dalle tasche, schioccò le dita ed un muro di fuoco chiuse loro la strada, i due salirono in macchina e ripartirono, senza voltarsi in dietro, faceva troppo male.
Dall’altra parte della barriera di fuoco gli ormai ex compagni erano ammutoliti, tristi e sui visi di alcuni di loro sgorgarono le prime lacrime.
Nella macchina di Roy anche il tenente aveva cominciato a piangere, lui per consolarla disse:
-non fare così, non è un addio, un giorno quando le cose si saranno calmate torneremo, e chissà forse quel giorno uno di loro sarà diventato comandante.
-E del tuo sogno di diventare comandante supremo cosa mi dici? Sei ancora in tempo per tornare indietro.
Roy frenò la macchina, parcheggiò in modo che dalla strada non fossero visibili, spense il motore  si girò verso di lei di modo che potesse guardarla negli occhi e disse:
-non voglio più sentirti dire niente, te lo ripeto ancora questa è la decisione che ho preso e non torno indietro, ora sarà meglio dormire, tu ti sistemerai dietro, io farò la guardia.
-faresti meglio a dormire anche tu, non penso che si siano messi già sulle nostre tracce.
-Hai ragione, farò anche io un sonnellino.
Una volta ribaltata anche la spalliera del sedile posteriore Riza si sistemò dietro mentre Roy si stava sistemando su quello anteriore, ma lei allungò le braccia, lo afferrò per la camicia e lo tirò dietro:
-vieni qui, starai più comodo.
-No hai bisogno di spazio.
-Non ammetto obbiezioni tu resti qui, così starò più comoda.
Detto questo poggiò la testa sul petto di lui.
-Allora ti servo solo da cuscino, molto gentile da parte tua.
-No anche da stufa e se serve anche da materasso.   Disse lei ridendo.
-Molto divertente, vorrà dire che io torno avanti.
-No tu resti dove sei.
-E chi lo dice, mi stai dando degli ordini, fino a prova contraria sono io il tuo superiore, attenta potrei accusarti di insubordinazione.
-Scusi tanto generale.   Disse lei passandogli una mano tra i capelli.
-Per questa volta ti perdono.   Disse lui dandole un bacio sulla fronte.
-Senti Roy tu cosa vorresti un lui o una lei?
-Per me è uguale.
-Bugiardo, ammettilo che vuoi un bambino che ti somigli.
-Va bene anche una bimba che somigli alla mamma.
-No meglio che somigli al padre per quanto riguarda l’aspetto esteriore, poi ho una domanda che mi frulla per la testa da un po’.
-Dimmi.
-Con tutte le ragazze che hai avuto perché io?
-Per il semplice fatto che sei tu.
-Non ti capisco.
-Sei la persona che più mi è stata vicina, e la ragazza più bella.
-Si certo, piantala di prendermi in giro, senti ma ti mancherà la vita da militare, o meglio la vita da don Giovanni.
-No, ora ho di meglio, sto creando una famiglia con la donna che amo.
-No, non mi convinci, secondo me io sono stata solo una scommessa che tu volevi vincere, solo che poi c’è scappato l’imprevisto … no scherzavo,sei davvero sicuro che questa sia la cosa giusta, l’esercito non si può permettere di farsi scappare il flame alchemist.
-Se ne faranno una ragione, o manderanno qualcuno ad eliminarmi.  Disse lui ridendo.
-Sei proprio divertente, ma sei impazzito, come riesci a dire certe cose con tanta leggerezza.   Disse lei molto irritata.   Vedi di non farti uccidere, non voglio che questo bambino cresca senza un padre, non potrei sopportate di perderti, in quel caso potrei anche…..
-Non dirlo, ascoltami se mi dovesse accadere qualcosa tu andrai avanti, tieni questa lettera e aprila solo quando io non ci sarò più, e poi non è tanto facile sbarazzarsi di me.
-E se fossi io a perdere la vita cosa faresti?
Mustang sgranò gli occhi, non si aspettava una domanda del genere.
-Nessuno di noi perderà la vita.   Fu la risposta evasiva di lui.
-Vorrei avere la tua sicurezza, il tuo sangue freddo, non ho mai provato tanta paura come adesso.
-Non permetterò a nessuno di farti del male.
-Mi è venuto sonno.
-Dormi, io mi rimetto alla guida, prima ci allontaniamo meglio è.
 
QUARTIER GENERALE
La squadra stava rientrando nell’ufficio, una volta varcata la soglia si ritrovarono il comandante Gruman seduto alla scrivania del generale.
-Bentornati ragazzi, sedetevi devo aggiornarvi sulla situazione.  

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


UFFICIO DELL’EX GENERALE MUSTANG.
 
-Ragazzi spero proprio che voi possiate darmi dei chiarimenti.
Disse il comandante con un tono che non ammetteva repliche, questa volta fu Breda a prendere la parola:
-signore a che proposito.
-Vorrei sapere il motivo delle improvvise dimissioni del generale e del tenente, e non venite a dirmi balle, ne ho sentite troppe per oggi. E sapete meglio di me che l’esercito non può permettersi di perdere il flame alchemist e il miglior cecchino, quindi prima che prenda seri provvedimenti contro … come potrei chiamarli traditori ditemi cosa sapete.
Il comandante non poteva permettersi di parlare in altro modo è risaputo che all’interno del QG anche i muri hanno le orecchie, e sperò vivamente che i ragazzi capissero al volo che stava bleffando.
Fu ancora Breda il portavoce del gruppo:
-non abbiamo idea del motivo della loro decisione, comunque se è dato saperlo vorremo essere messi al corrente delle conseguenze, cosa accadrà al generale e al tenente.
-Questo lo deciderà il consiglio dei generali, ma probabilmente sapendo come la pensano Mustang verrà degradato e Hawkeye finirà davanti la corte marziale e molto probabilmente finirà in prigione.
-Sono provvedimenti troppo drastici, il generale non permetterà niente di tutto ciò, sappiamo bene come diventa quando le persone a lui care vengono minacciate, pensi a come è diventato dopo la morte di Hughs, solo il tenente è riuscito a calmarlo, meglio non stuzzicare il can che dorme.
-Lo so benissimo, ma rimane il fatto che la sua decisione è stata stupida, stava arrivando in alto, ancora pochi anni e sarebbe diventato comandante, per quanto riguarda la loro relazione amorosa bastava tenerla nascosta ancora un po’, in fondo per uno stratega come lui sarebbe stato un gioco da ragazzi, quel ragazzo è troppo ambizioso per aver lasciato la sua carica.
-Forse ha capito che c’è qualcosa di più importante di tutto questo?
-Cosa può portare un uomo a fare una scelta così drastica, trovarsi alle calcagna l’esercito, sa meglio di me che non lo lasceranno a piede libero, l’unica cosa che mi viene in mente che possa averlo spinto a prendere tale decisione, è la paura di perdere lei, ma in pochi sanno della loro relazione e so per certo che voi mai lo tradireste, l’unica cosa che potrebbe minarli è una … aspettate, non mi dite che è incinta.
-Come ho ripetuto più volte noi non ne sappiamo niente.
Disse Breda facendo l’occhiolino, meglio stare attenti tra quelle mura.
-Ragazzi avete bisogno di distrarvi un po’, avete il resto della giornata libera, vi accompagno al bar anche io ho bisogno di bere un bicchierino per mandar giù questa notizia.
IN UN BAR FUORI LE MURA DEL QG
-Bene ragazzi ho una missione segreta da affidarvi, sarete in congedo temporaneo per un anno.
-Quale missione.     Dissero i ragazzi in coro.
-Proteggere mia nipote.
-Sua nipote?  Dissero di nuovo in coro.
-Hawkeye è sua nipote?   Questa volta fu Havoc ad aprir bocca.
-Si, e non permetterò a nessuno di farle del male, ve la sentite di accettare la missione?
-Non c’è bisogno nemmeno di chiederlo, ci dia le direttive.
-Penserò io al supporto economico, voi avrete il compito di scortarli nella mia villa segreta, e per un anno sarete le loro guardie del corpo, non c’è bisogno che vi dica che la cosa è segretissima.
-Ok ci dica dove possiamo trovarli e dove dobbiamo scortarli.
-Sono a casa del padre del tenente, questo è l’indirizzo ….. gli porse un foglio …… ci vediamo questa sera al parco alle 8:00 vi darò il necessario lì.
CASA DEL PADRE DI RIZA
Mustang spense il motore, erano arrivati, scese dalla macchina e andò ad aprire la porta di casa, aperta una nuvola di polvere lo travolse insieme ad una marea di ricordi, tornò in dietro, prese la ragazza in braccio e si avviò di nuovo verso la casa.
Lei sentendosi sospesa si svegliò.
-Mi dispiace ti ho svegliata.
-Non ti preoccupare ho il sonno leggero, ora puoi mettermi giù?
-E perché mai? Non stai comoda?
-Non fare lo scemo, e mettimi giù.
-Che cos’è un ordine?
-Si.
-Bene visto che mi hai dato un ordine farò tutto il contrario, dove mi dirigo?
-Nella mia stanza.   Rispose lei tutta rossa in viso.
-Ok, Hayathe vieni anche tu.
-Senti non sono infortunata quindi …..
-Quindi niente stai tranquilla non ti lascio cadere.
-Non è per quello, lasciamo perdere, con te non si può discutere, la vuoi sempre vinta tu, togliamo la polvere dal letto, dormiremo con la finestra aperta di modo che la polvere non ci dia fastidio.
-Sposterò il letto sotto la finestra così potrò tenere sotto controllo la strada.
-Devi dormire anche tu, non puoi stare sempre sveglio, per qualche ora starò io di guardia.
-No tu devi …..
-Io non devo proprio niente, ora tu ti stendi e dormi un po’ altrimenti sai cosa ti aspetta.
-Mai contraddire Riza Hawkeye altrimenti si potrebbe perdere la vita, ok mi metto a nanna, ma tu ………..   allungò le braccia e l’attirò a se ………  dormi con me.
-Buona notte amore, e anche a te cucciolo, dici che mi sente?
-è appena un mese, l’unica cosa che si nota è la mia pancia che lievita e il seno che si gonfia.
-Buon per me.
Prendendola alla sprovvista cominciò a baciarle il collo e piano piano scendeva giù, ma lei lo bloccò:
-Meglio di no, ho paura di far male al bambino.
-Il bambino non rischia niente, vero piccolino?   Disse lui coccolando la pancia di lei.
-Ti comporti peggio dei bambini, come devo fare con lei.
-Come mai mi hai dato del lei Riza.
-Devi tornare indietro, così non possiamo vivere, io ho paura.      Scoppiò a piangere
-Ce la caveremo, e non dire mai più che ti devo lasciare, come potrei.
-Sogni sempre ad occhi aperti vero? Ma è meglio se li apri, così non abbiamo futuro.
-Non hai più fiducia in me?
-No non è quello.
-Ora è meglio dormire, buonanotte amore.
-Buonanotte Roy.
ORE 8:00 AL PARCO.
Gruman stava istruendo la squadra:
-Ragazzi non mi resta che augurarvi buona fortuna, mi farò vivo io più in là, ricordatevi di non fare mai il mio nome con nessuno dei due, meno cose sonno meglio è.
-Non si preoccupi signore, andrà tutto bene, ma penso che il generale scoprirà subito che dietro tutto c’è lei.
-L’importante è che Riza ne resti all’oscuro, se il piromane lo scopre ditegli di mantenere il silenzio.
-Piromane, gli hanno dato molti soprannomi ma questo non lo avevo mai sentito.
-Dovete sapere che tra i capoccioni Roy Mustang è conosciuto come il piromane arrivista.
-Mi piace, ma il generale ne è a conoscenza?
-Penso di si, ora è tempo che andiate, su questa mappa ci sono le indicazioni per arrivare alla villa, non mi resta che augurarvi buona fortuna.
-Non si preoccupi signore faremo del nostro meglio.
Salirono in macchina e partirono.
 
LA MATTINA SEGUENTE A CASA HAWKEYE.
-Buongiorno, dormito bene?
-Si, meglio degli altri giorni.
Nel mentre i ragazzi erano arrivati alla villa, accolti dal cagnolino che era uscito per la toletta mattutina, nella stanza si sentì il cane abbaiare e Roy si affacciò:
-abbiamo visite.
-Ci hanno messo poco a trovarci.
-No sono i ragazzi, ma questa volta se non mi ascoltano passerò alle maniere forti.
-Non esagerare, sarà successo qualcosa, andiamo giù.
-No, tu aspetti qui.
I ragazzi scesero dall’auto e si avviarono al portone, il primo a parlare fu il piccolo Fiury:
-dite che ci accoglierà con le fiamme?
Ma non ebbe modo di ricevere alcuna risposta perché davanti loro aveva fatto la sua comparsa il generale:
-per farvi eseguire un ordine l’unico modo è farvi allo spiedo?
-No generale siamo la vostra scorta, dobbiamo portarvi in un posto sicuro.   Disse Havoc.
-Su ordine di chi?
-Di nostra iniziativa.
-Un’ iniziativa che si chiama Gruman.
-Generale lei è troppo sveglio, ora capisco perché al comando la chiamano piromane arrivista.
-Havoc non ci tieni alla vita?
-Come è permaloso, ma dov’è il tenente?
-Sta riposando, dove dovreste scortarci?
-Alla villa del comandante.
-La vecchia volpe colpisce ancora, prendo Riza e partiamo.
-Capo il comandante vuole che il tenente ne resti alla scuro.
-Me lo ero immaginato, per il momento mi inventerò qualcosa, ma la verità non ci metterà molto a venire a galla.
 -La vedo stanco signore, vuole che guidi io?
-Si, questa notte ho fatto finta di dormire, per fare la guardia, potete chiamarmi per nome, non sono più il vostro superiore.
-Preferirei usare ancora i gradi, sa la forza dell’abitudine, ma se insiste potrei chiamarla come i capoccioni.
-E no tu alla vita non ci tieni, vieni qui così ti affumico per benino.
-Signore c’è il tenente.
-Perché ti sei alzata?
-Non cominciare, ragazzi cos’è successo, come mai siete qui?
-Vi porteremo al sicuro.
-Dove, ragazzi state rischiando troppo, è meglio se ve ne andate.
-Penso che dovremmo accettare il loro aiuto, sono le sole persone di cui ci possiamo fidare.   Disse Roy.
-Mi meraviglio di te, fatemi un favore, riportatelo con voi.
Riza si girò per rientrare in casa ma lui la fece svenire.
-Signore ma cosa fa.    Disse Havoc.
-L’unico modo per farla venire, sai bene quanto è testarda, tieni prendila e stendila sul sedile posteriore, io prendo delle cosa in casa e arrivo.
Saliti tutti in macchina partirono, nella prima macchina c’erano Havoc al volante e Riza svenuta tra le braccia di lui.
-Quando si sveglierà penso che la farà fuori.
-Speriamo di no.
Pian piano Riza riprese i sensi.
-Ok, ora mi spiegate cosa vi passa per la testa, altrimenti vi uccido tutti e due, prima te generale.
-E come le tue pistole sono confiscate per i prossimi mesi.
-Stai pur certo che troverò il modo di fartela pagare.
-Tenente si rilassi, lo stress non le farà bene.    Disse Havoc.
-Hai ragione, ma tu non la passi liscia.
-Capo non vorrei essere nei suoi panni.
-A proposito com’è che ti chiamano piromane arrivista?
-Centro tenente.
-Complimenti, continuate a prendermi in giro, Havoc posso sempre sfogarmi su di te.
-Tu prova a toccarlo ed io metto in atto la mia punizione e credimi non ti piacerà visto che è per quel motivo che sono in questo stato.
-Sai essere molto crudele.
-Complimenti tenente sa come tenerlo a bada.   Disse Havoc con il sorriso sotto i baffi.
-Ora basta altrimenti vi affumico tutti.
-Tu non affumichi nessuno, Havoc quanto manca?
-Siamo quasi arrivati mancano pochi chilometri.
-Meno male, e non appena arriviamo tu ti metti a letto, non ammetto proteste.
-Io protesto, quando arriviamo farò quel che mi va di fare.
-No tu riposi.
-Non mi contraddire, non so se ti conviene.
-Spiacente ma le tue pistole sono scomparse.
-E chi ha parlato di armi, sai benissimo di cosa sto parlando.
-No veramente non lo so, oltre le armi cosa potresti usare, ……. Aspetta non dirmi che hai intenzione di….., no non puoi.
-Ci sei arrivato, il generale Mustang che ci mette così tanto tempo per capire la strategia del nemico, si è rimbecillito per caso?
-Ancora del lei, sai mi da un po’ fastidio, ok per oggi si fa come vuoi.
-Ok, ora penso che dormirò un po’, discutere con una testa calda come te stanca molto.
Detto fatto, il tempo di accoccolarsi tra le braccia di lui e il sonno ha il sopravvento.
-L’avevo detto che dovevi dormire, ma la tua testardaggine ti impedisce di ascoltare i consigli.
Havoc con tono di voce basso disse:
-generale siamo arrivati, lei pensi al tenente al resto pensiamo noi, all’interno della villa i domestici sono già stati avvisati, sanno anche che non devono aprir bocca su questa faccenda.
-Grazie ragazzi un giorno saprò sdebitarmi.
-Non ce ne sarà bisogno, ha già fatto molto per noi.
Nel sonno Riza disse:
-è bello avere amici come voi.  Detto ciò si rigirò tra le braccia di Roy.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8
Ormai mancava poco alla villa, nel mentre Riza era ricaduta tra le braccia di Morfeo.
Dopo una buona mezz’ora arrivarono alla villa, qui furono accolti dai domestici e una volta fatte le dovute presentazioni ad ognuno di loro fu mostrata la propria stanza.
Prima di tutto Roy portò la ragazza nella loro stanza l’adagiò sul grande letto come se fosse una bambola di porcellana estremamente delicata, le sussurrò qualcosa all’orecchio, le posò un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza dirigendosi al piano di sotto nel salone dove tutti riuniti attendevano l’arrivo del loro comandante.
Arrivato nel salone passò in rassegna i volti dei suoi fidati collaboratori, per vedere se vi erano segni di pentimento per la scelta fatta, ma non ne vide.
Come prima casa si fece spiegare cosa avesse escogitato il comandante supremo, finito il resoconto esclamò:
“Vecchia volpe, una ne pensa e cento ne fa’’.
Un dubbio sorse nella mente di Havoc, come mai il vecchio si preoccupava tanto della sorte dei due militari, dubbio che espresse ad alta voce, la risposta arrivò dal tenente Breda che disse:
“Ma come non ricordi che Hawkeye è la nipote, a proposito generale, lei ne era a conoscenza?”
Roy: “Lo saputo di recente da lui stesso”.
Havoc: “ Ma il tenente lo sa?”
Roy: “ Si lo sa, ma è come se la cosa non la toccasse, o finge come solo lei sa fare”.
Hovoc: “ Nessuno sa nascondere le cose meglio del tenente, eccetto lei generale, se avesse bisogno di un lavoro potrebbe intraprendere la carriera di attore”.
Roy: “ Non sarà necessario se tutto va secondo i miei piani trascorso l’anno saremo al sicuro”.
Havoc: “Cosa intende fare trascorso quest’anno”.
Roy: “Ancora non ho le idee molto chiare, ma prima di tutto ne devo parlare con il tenente e poi con la vecchia volpe”.
Hovoc: “Ma voi vi chiamate sempre per sopranomi?”
Roy: “Tutti abbiamo dei sopranomi, per esempio quello del tenente è occhio di falco, ma non chiedetemi il perché sono ricordi che non ho voglia di rievocare”.
Havoc:“Generale manca il suo, fa lei gli onori di casa o ci penso io?”
Roy: “Chi osa pronunciare quel nome sarà incenerito all’istante”.
Alle loro spalle si udì una voce :
“Piromane arrivista, gli è stato dato dai capoccioni della vecchia amministrazione per la sua veloce scalata al potere”.
Hovoc: “Generale le si addice”.
Roy: “Attento a quello che dici Havoc, e tu cosa ci fai in piedi?”
Riza: “Non ricominciare, o prenderò le mie contromisure”
Hovoc: “Generale le conviene starsene buono, il tenente non scherza”.
Roy: “Havoc se apri di nuovo la bocca serviranno scopa e paletta per raccoglierti”.
Riza: “Ti sequestro anche i guanti se non ti dai una calmata”.
Fiury: “Come si sente tenente?”
Riza: “Molto meglio, ora che mi sono riposata”.
Roy: “Come no, ora vieni ti riporto di sopra”.
Riza: “Con te diventerò matta, esco per una passeggiata”.
Detto fatto,neanche il tempo di farlo ribattere che già era con un piede fuori dalla porta.
Roy: “ Ragazzi ne riparliamo dopo, aspettami vengo anche io”.
Havoc: “Ragazzi ne vedremo delle belle”.
IN GIARDINO
I due camminavano, ma questa volta le parti si erano invertite, lei qualche passo avanti a lui,
Riza: “è buffo, fino a due giorni fa ero io che ti guardavo le spalle, ora sei tu a starmi dietro, cos’è hai paura che ti punti la pistola contro e prema il grilletto?”      disse ridendo
Roy: “No non ho paura che mi spari, non ne avrei alcun motivo, la mia paura è che ti possa accadere qualcosa, e non posso permettermelo.”
Riza: “Che cosa mi dovrebbe accadere, non mi vedi sto benissimo, quando avrò bisogno di aiuti saprò a chi rivolgermi, ma ho il presentimento che mi stai nascondendo qualcosa?”
Roy: “A chi ti rivolgerai?”      disse con un tono a dir poco infuriato.
Lei gli prese il viso tra le mani e disse:
“Sei incorreggibile, a chi mi potrei rivolgere se non a te, e comunque generale si ricordi che è lei ad avermi messo in questa situazione”  disse lei in tono scherzoso, che qualcuno non comprese.
Roy: “Hai ragione colpa mia, dovevo…”
Riza: “Ascoltami, non ce lo con te, quando accade qualcosa, qualunque essa sia, bella o brutta, voluta o non voluta c’è sempre un motivo, e poi non è da te demoralizzarti in questo modo, dov’è finito il tuo lato da duro, il miglior stratega dell’esercito?”
Roy: “Con te non so che fine fa”.
Riza: “Così non va”.
Roy: “Non voglio perderti, sei da sempre la mia colonna portante, perdere te sarebbe come perdere il mio cuore, ho perso il mio migliore amico, non perderò anche la mia ragione di vita”.
Riza: “Cosa era una dichiarazione?, Basta sono discorsi che non voglio sentire, se mi dovesse succedere qualcosa andrai avanti, sappiamo tutti che ti bastano dieci secondi per far cadere ai tuoi piedi qualunque donna, nessuno ti resiste”.
Roy: “Si ma l’unica donna che volevo al mio fianco ora ce lo, e visto che mi ci sono voluti molti anni per conquistarla, non la lascerò andar via tanto facilmente”.
Riza: “Come siamo arrivati a questo punto?”
Roy: “Non lo so”.
Riza: “Ora sono stanca voglio rilassarmi, andrò a farmi un bagno, vieni a farmi compagnia?”
Roy: “Non me lo faccio ripetere due volte”.     Lei scoppiò a ridere seguita a ruota da lui.
Rientrano nella villa, salutarono il resto della squadra e salirono in stanza, Roy si diresse verso il bagno, aprì l’acqua  versò dei Sali con del bagnoschiuma e aspettò che la vasca si riempisse, quando l’acqua arrivò a metà chiamò la ragazza che gli disse di entrare e a momenti sarebbe arrivata anche lei.
Arrivata in bagno lo trovò in piedi:
“Come mai ancora vestito, potevi cominciare ad entrare?”
Roy: “Arrivo, devo chiedere una cosa ai ragazzi”.
Riza: “Mi stai nascondendo qualcosa, non voglio segreti”.
Roy: “Niente di cui tu debba preoccuparti, entra e rilassati, io arrivo subito”.
Si avviò al piano inferiore dove trovò i ragazzi immersi in una discussione.
Roy: “Di cosa parlate?”.
Tutti saltarono per la paura e pregavano a finche non avesse udito niente, perché la discussione era proprio la coppia.
Roy: “Ma casa avete sembra abbiate visto un fantasma”.
Havoc: “No generale, stavamo parlando della villa, e di come organizzarci per i prossimi giorni”.
Roy: “ A proposito, ho bisogno che uno di voi mi accompagni a Central City, devo parlare faccia a faccia con Gruman”.
Havoc: “Le ricordo che lei è un ricercato, come spera di arrivare vivo?”
Roy: “Questo è un problema mio, mi serve solo un autista”.
Hovoc: “Verrò io, ma come lo dirà al tenente?”
Roy: “Semplice non le dirò niente”.
Havoc: “Si accorgerà della sua assenza”.
Roy: “Le dirò che andiamo a prendere delle provviste e che vado anche io perché ho bisogno di alcune cose”.
Havoc: “Non ci crederà mai staremo via duo o tre giorni, faccia attenzione generale, una donna incinta è molto imprevedibile e conoscendo il tenente se scopre qualcosa lei è doppiamente nei guai”.
Roy: “Vorrà dire che dovrò essere molto fantasioso”.
Havoc: “Io le consiglio di rinunciare, il tenente potrebbe avere reazioni imprevedibili”.
Roy: “Hai ragione, avevo pensato di lasciare voi tre, per impedirle di fare gesti avventati ma conoscendola per impedirvi di ostacolarla vi userebbe come bersagli mobili   -  tutti impallidirono al solo pensiero  -  per il momento non partirò, ma devo trovare un modo per comunicare con lui”.
Havoc: “Se posso cosa gli deve dire di tanto urgente?”
Roy: “Di non mettere a capo delle ricerche il colonnello Archer , quell’uomo mi odia a morte e non aspetta altro che vedermi soffrire, ora meglio che vada, per il resto della giornata fate quello che volete, domani parleremo del da farsi”.
Salì le scale e sparì dalla vista dei ragazzi.
Una domanda balenò nella mente di tutti, come si poteva far soffrire una persona come il generale,un uomo che non mostrava mai le proprie emozioni, a dar voce a questa domanda fu Fiury:
“Per fare una cosa del genere Archer chi dovrebbe prendere di mira, aspettate non mi dite che il suo bersaglio sarà il tenente?”:
Havoc: “Centro piccolo Fiury, ora come ora il generale è più vulnerabile che mai e se qualcuno tenterà di portargli via il tenente conoscerà le fiamme dell’inferno, ricordate come perse la testa quando scoprì che era Envy l’assassino di Hughs, allora solo il tenente con un piccolo aiuto di acciaio riuscì a calmorlo, non oso immaginare la sua rabbia se dovesse succederle qualcosa, teniamo gli occhi ben aperti , questa è la missione più importante della nostra carriera dopo quella con il padre, sarà molto dura”.
Tutti si trovarono d’accordo con Havoc.
STANZA DEL GENERALE
Entrò nella stanza ma non trovando nessuno pensò che Riza fosse ancora in bagno.
(Quello che segue è un discorso tra i due )
-Sei ancora nella vasca?
-Si, sono ancora qui, se vuoi vieni, l’acqua è ancora calda.     (la scusa più vecchia del mondo)
Ma lui non se lo fece ripetere due volte, si tolse i vestiti ed entrò nella vasca.
Appena entrò lei avvertì subito che qualcosa non andava.
-C’è qualcosa che non va, sembra che tu abbia perso qualcosa.
-Non ho perso qualcosa, ho paura di perdere te, non lo sopporterei, perdere un amico è stata brutta, non oso immaginare perdere l’altra parte di me cosa sia.
L’attirò a se e la strinse forte.
-Sembra una dichiarazione in piena regola generale, dov’è finito l’auto controllo e il suo sangue freddo?
-Gli ho persi quando hanno ucciso il mio migliore amico.
-Adesso mettiamo da parte i brutti ricordi e affrontiamo i problemi che arriveranno insieme e poi parlandone vedrai che inventerai una strategia degna del miglior stratega dell’esercito.
-Voleva essere un complimento?
-No lo pura verità, ma ora non ti montare la testa alchimista di fuoco.
-Mi piace quando mi chiami così.
-Si! e se ti chiamassi piromane arrivista.
-Mi scalderei e non risponderei delle mie azioni.
-Ok non ti chiamerò più così.
-Che dici di provare a dare un nome a questo esserino?
-Ha solo un mese e non sappiamo nemmeno il sesso quindi direi che non è il caso, più tosto dimmi se preferiresti un maschio o una femmina.
-Se è  una dovrà assomigliare alla mamma con dei bei capelli biondi.
-E se avesse i capelli neri come i tuoi?          alzo la mano e la passò tra i capelli di lui
-Come mai queste domande, di cosa ti stai preoccupando? Qualunque sia il sesso, andrà bene, ora rilassati tutto questo stress non farà bene a nessuno, vieni qui ti faccio un massaggio.
Seguì un lungo massaggio intervallato da piccoli baci sulle spalle.
-Se questa è la conclusione dei nostri litigi mi impegnerò   di più.
-No meglio di no, non mi piace discutere con te, alla fine ai sempre ragione tu.
-Non ci posso credere il generale Roy Mustang che ammette di aver torto.
-Non ti ci abituare, ma stai tremando, perché non mi hai detto che avevi freddo, vieni ti metto a letto così ti fai una bella dormita.
-Non trattarmi come una bambina.
-E perché no sei così carina quando ti arrabbi e metti il broncio.
-Sei impossibile, ma come ho fatto a cadere tra le tue braccia.
-Perché sono irresistibile, bello, ho fascino e carisma.
-Borioso, se non smetti di pavoneggiarti taglio la corda.
-Non dici sul serio?       mette il broncio come un bambino
-Dico sul serio, (ma vedendo quel faccino non riuscì a proseguire con il discorso)  no dai scherzavo.
E un sbadiglio dietro l’altro partì.
-Meglio che ti metta a letto, sei molto pallida.
Presa tra le braccia si incamminò verso il letto.
-Posso camminare anche da sola, non serve che mi porti in braccio.
-Perché devi sempre protestare, se lo sto facendo vuol dire che mi fa piacere.
-Penso che dovrò ricambiare il favore.              disse rossa in viso.
Con le dita sottili cominciò ad accarezzare i capelli sulla nuca, facendo seguire piccoli baci sul collo, ma venne interrotta.
-Meglio di no, sei così pallida.      disse baciandole la fronte.
-Mi stupisci sempre di più, tu che rifiuti di fare l’amore, hai la febbre.      e gli posò una mano sulla fronte.
-No, io sto benissimo sei tu che…
Non riuscì a finire la frase che qualcuno bussò alla porta, mise Riza sotto le coperte il consueto bacio sulla fronte e andò ad aprire la porta.
Alla porta c’era Havoc diventato il portavoce della squadra, avverti il generale che c’erano visite inaspettate.
Roy: “Ma chi è? Nessuno sa che siamo qui”.
Havoc: “Ha chiesto di non dire niente vuole che sia una sorpresa, con permesso noi ci ritiriamo”.
Roy: “Si andate,   - si gira verso l’interno della stanza  -  vado a vedere chi è?
Riza: “Vuoi che venga con te?”
Roy: “No,  non ce ne bisogno”.
Mentre si dirigeva al piano inferiore si chiedeva chi mai poteva essere, oltre alle persone presenti nella villa e al comandante nessuna sapeva che erano lì.
Quando si trovò davanti all’ospite i suoi occhi quasi uscirono dalle orbite per la sorpresa.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


VILLA DEL COMANDANDE GRUMAN
Roy: “Acciaio che ci fai tu qui, e come sapevi dove mi trovavo?”
Edward con il suo solito sorriso strafottente rispose:
-Salve colonnello, ops generale, come se la passa?
-Come sempre rispondi alle mie domande con altre domande, Edward Elric cosa ci fai qui?”      disse con un tono alquanto alterato.
-Sono contento di vedere che la mia presenza qui ti rallegri, ma torniamo a noi, sono un ulteriore aiuto, con me c’è anche Wirny, così potrà stare un po’ con il tenente, a proposito dove si trova?
-è al piano di sopra che riposa, (rivolse lo sguardo alle spalle di Ed) piacere di rivederla signorina Rocktbell, se vuole può andare di sopra, è la seconda porta sulla destra.
-Anche per me è un piacere rivederla, ma come mai il tenente è a letto, non sta bene? Spero niente di grave?
-Strano che chi vi ha informato non vi abbia detto tutto.
-Il grande capo ha detto che ci avresti spiegato tu la situazione.
- Wirny, tu vai ti dirà tutto il tenente.
La ragazza fece un cenno affermativo con la testa e si avviò verso il piano superiore, non appena scomparve alla vista i due si diressero verso i divani poco distanti, Roy fece accomodare Ed e lui pese posto di fronte, voleva osservare ogni minima espressione del ragazzo, ormai dopo anni passati a lavorare con lui sapeva capire al volo quello che pensava:
-Acciaio devi sapere che io e il tenente abbiamo dato le dimissioni.
-Come scusa, ma ti ha dato di volta il cervello, ancora qualche anno e saresti diventato comandante, ti sei stancato della vita di militare? (ma guardandolo in viso capì che il problema non era quello, ma cosa? pensò) Cos’è successo?
-Beh, questo dipende dai punti di vista e comunque per quella carica non ho due anni da aspettare.
-Non capisco, perché?
-Non ci arrivi proprio, pensaci un po’, io e il tenente diamo le dimissioni, lei di sopra che riposa, da quando la conosci quante volte lai trovata a riposo.
-Non mi dica che……. (viso sconvolto di Ed), ma chi è il padre???????????????
-Ahhh!!!!!! Non ne ho la minima idea, uno che non conosco, che la mollata non appena ha sputo che era incinta, (sospiro profondo di Roy), sveglia Acciaio sono io il padre.
Faccia sconvolta di Ed e subito dopo sorriso sarcastico.
-Complimenti generale, ha fatto il colpo grosso.
-Edward ti prego tieni per te questi commenti.
-Ok capo, spero che ci sia una stanza libera?
-Si è pieno di stanze, (ora toccava a lui stuzzicarlo) a proposito tra te lei come va?
-Non mi posso lamentare.
-Tutto qui, non è più divertente stuzzicarti, vieni ti faccio fare il giro della villa e ti mostro la stanza.
CAMERA  DA LETTO DI ROY E RIZA
Wirny era arrivata alla porta e bussò, dall’interno una voce rispose:
-Da quanto in qua bussi?  ma quanto la porta si aprì ed entrò la ragazza Riza rimase alquanto sorpresa.
-Scusi il disturba, il generale mi ha detto che potevo salire.
-No, vieni nessun disturbo, sono solo sorpresa, mi ha detto che c’erano delle visite inaspettate, ma non pensavo a te, ma immagino ci sia anche Edward?
-Sì è di sotto con il generale, non vedeva l’ora di punzecchiarlo.
-Si staranno prendendo a botte?
-Conoscendo Ed poco ci manca, se non sono indiscreta, come mai lei è qui?
-Primo dammi del tu, secondo è quel testone che non fa altro che dirmi che devo stare a riposo, vedi aspetto un bambino.
-è stupendo, quanti mesi sono che……(ma frenò la lingua), mi scusi non volevo essere invadente.
-Non ti preoccupare, fai pure tutte le domande che vuoi, sono di un mese.
-Posso rendermi utile in qualche modo.
-Non ti preoccupare, basta una persona a viziarmi.
-Posso farti una domanda un po’ personale.
-Dimmi pure.
-Perché avete lasciato l’esercito?
-Devi sapere che c’è una regola che vieta i rapporti tra militari, quindi se questa storia veniva fuori quando ancora ricoprivamo le nostre cariche, il generale avrebbe avuto seri guai, la mia idea era quella di dare solo le mie dimissioni ma conosci com’è lui.
-Ancora non capisco, se vi siete dimessi, perché vi danno la caccia, cosa vogliono.
-Perché l’esercito non vuol perdere una risorsa come il flame alchemist.
-Non voglio sminuire il generale ma di alchimisti l’esercito ne ha molti.
-Vedi, ma che rimanga tra me e te, altrimenti qualcuno si monta ancor di più la testa, il generale oltre ad essere un alchimista di stato è anche il miglior stratega dell’esercito, in oltre è a conoscenza della “verità”.
-Ecco ha chiesto ad Ed di venire qui.
-Sai dirmi chi è la persona che ha chiesto ad Edward di venire qui? Quel testone non mi ha voluto dir nulla e non ne capisco il motivo.
-Non so chi sia, ha parlato solo con Ed.
-Se riesci ottieni qualche informazione, ma non insospettirli.
-Ci proverò.
-Senti mi sono stancata di stare qui, non ho avuto ancora la possibilità di vedere la villa, ti va di curiosare in giro.
-Si, con piacere.
-Cominceremo dalla soffitta, ma prima dei cuscini sotto le coperte, conoscendolo si affaccerà un bel po’ di volte per controllare che io riposi.
-Spero che ci caschi.
-Se se ne accorge lo sentiremo urlare.
Finito di sistemare le coperte si avviarono verso le scale che portavano alla soffitta, entrarono e trovarono cose di ogni genere il tutto avvolto da veli di polvere, giochi d’infanzia, mobilio antico e quadri, ma quello che colpì Riza era qualcosa che dalla forma ricordava proprio un quadro ma era coperto da un pesante telo.
-Aiutami a togliere questo telo.
Questo cadde a terra sollevando non poca polvere, le ragazze alzarono gli occhi e d’avanti a loro trovarono una cornice maestosa che racchiudeva il ritratto di un matrimonio.
Wirny non conosceva le persone ritratte, quindi si voltò verso Riza per chiederle se lei sapeva chi fossero ma trovò la ragazza pallida e con occhi pieni di lacrime, cominciò a preoccuparsi:
-Tutto bene,sembra che tu abbia visto un fantasma.
-Io, io…..        ma non riuscì a terminare la frase che svenne, a prenderla prima che toccasse terra fu Wirny, che cominciò ad urlare nella speranza che qualcuno corresse da loro.
Sentendo le urla i due ragazzi e il resto della squadra si precipitarono in direzione delle urla, ad arrivare per primo fu Roy seguito da Ed, varcarono la soglia e superati alcuni ostacoli trovarono Riza stesa a terra priva di sensi, con la testa poggiata sulle gambe di Riza.
Roy con un grande passo raggiunse  le due e si chinò a terra:
-Cosa è successo e perché è svenuta?
-Abbiamo tolto il telo da questo quadro e lei è dopo averlo guardato è impallidita e poi svenuta-    disse Wirny con le lacrime agli occhi.
-Ma chi sono queste persone, aspettate questa donna somiglia al tenente-   disse Ed chinandosi anche lui  vicino Wirny.
-Quelli sono i genitori del tenente e la persona sulla destra è Gruman.
-Quindi il tenente è la nipote del comandante.
-Si è così, ora andate a riposare, domani ne riparleremo.
Tutti lasciarono la stanza e i due rimasero soli.
-Riza sveglia, su riprenditi.
Si mosse tra le braccia di lui e pian piano aprì gli occhi:
-Scusa mi sono addormentata di nuovo.
-No, sei svenuta, perché ti sei alzata?
-Non ne potevo più di stare ferma.
-La prossima volta chiama e ti porto io in giro, ora andiamo qui c’è troppa polvere.
Presa tra le braccia si avviò verso la stanza, con lei che si accoccolò sul petto.
-Roy tu sapevi che lui fosse mio nonno?
-Si lo avevo intuito, quando eravamo ad Est City ogni volta che si parlava di te il suo viso si illuminava e sembrava ringiovanire, ma ora non ne parliamo, ti metto a letto e ti porto qualcosa da mangiare.
-Mangiamo tutti insieme?
-Per me va bene ma vediamo se gli altri sono d’accordo.
-Per quanto tempo mi vuoi tenere nascosto il fatto che a mandare qui i ragazzi e a metterci a disposizione  la villa sia stato il comandante?
-Lo hai intuito.
-Non brillo per intelligenza ma ha qualcosa arrivo.
-Ti sminuisci,non devi, specialmente ora che sei al mio fianco l’atra mia parte.
-La prossima volta che fai una dichiarazione accompagnala con una scatola di cioccolatini.
-Cominci ad avere le voglie?
-Probabile.
Messa la ragazza a letto scese giù e trovò tutti nel salotto, ne approfittò per chiedere se l’idea di cenare insieme tutte le sere gli andava bene, nessuno obbiettò.
-Bene chi mi dà una mano per la preparazione, Wirny se non ti dispiace puoi salire per fare compagnia al tenente.
-Sì, vado.
In cucina erano tutti indaffarati per la cena e al piano di sopra le ragazze parlavano di vari argomenti tra cui:
-Se posso chiederlo come vanno le cose con Edward.
-Lui non si sbilancia.
Riza si fece seria:
-posso confidarti un segreto?
-Si certo.
-Ma non parlarne con Edward, non vorrei che involontariamente ne parlasse con Mustang, non sopporto questa situazione, ho spezzato il sogno che aveva, e come se non bastasse è braccato dall’esercito, lui dice che non gli importa niente ma non gli credo.
-Secondo me per lui non è stato affatto un problema.
-No, non ci credo, è troppo orgoglioso per dirmelo, Wirny ho preso la mia decisione, voglio scappare, farò perdere le mie tracce, così potrà tornare nell’esercito e realizzare il suo sogno.
-Non farlo, non si darà pace finché non ti avrà ritrovata.
-Per questo ho bisogno del tuo aiuto, gli dirai……….
La porta si spalancò ed entrò un generale molto arrabbiato, a quanto pare qualcuno aveva origliato.
-Puoi lasciarci soli.
La ragazza uscì e si chiuse al porta dietro di lei.
Il ragazzo raggiunse il letto e si sedette di fronte, ma lei guardava altrove, allora lui le prese il mento e la obbligò a guardarlo negli occhi:
-Si può sapere cosa ti sei messa in testa?
Lei non rispose, era come assente.
-Perché non mi parli, non sopporto di vederti così.
Con le lacrime agli occhi disse:
-Non ce la faccio più, ti sto rovinando la vita.
-Ora basta, io ho preso la mia decisione, e puoi stare tranquilla che non me ne pentirò.
-Sei sempre stato un grande attore.
-Si forze, ma ora sarò papà, ascolta la cosa più importante per me ora sei tu, quindi smettila con queste idee mal sane ok?
-Si, ma.
-Niente ma, ora andiamo la cena è pronta.
CINQUE  MESI DOPO
Alla villa tutto andava bene, i ragazzi si rendevano utili Edward e Wirny passavano la maggior parte del tempo a discutere e Riza era soffocata dalle premure di una certa persona.
-Sentito qualcosa?   chiese la ragazza
-No, non riesco a sentire niente, perché?
Erano circa trenta minuti che Roy era chinato sul pancione di lei nel tentativo di avvertire anche il più piccolo movimento.
-Non senti nulla perché forse dorme?
-Ma perché dormono?
-Non ne ho idea, suppongo di si, ma sei davvero curioso-    disse lei allungando la mano per accarezzargli la testa e far scorrere le dita tra i capelli.
-Non voglio perdermi niente della piccola peste.
-Peccato che tu non possa sentirlo, ma ti assicuro che scalcia parecchio.
-Uffa, comunque è arrivata l’ora del riposino anche per la mamma.
-Non sono stanca e non ho sonno, voglio parlare ancora-   sbadigliò.
-E di cosa vorresti parlare tenente?      
Disse stampandosi sul viso quel suo sorriso sarcastico, si voltò verso di lei ma la trovò addormentata, le rimboccò le coperte, un bacio sulla fronte e si addormentò anche lui al suo fianco.
Qualcuno bussò alla parta e avvertì Mustang che era ora di partire.
CENTRAL CITY UFFICIO DEL COLONNELLO ARCHER
-li avete trovati? Non possono essere spariti nel nulla, sono passati cinque mesi e di loro nessuna traccia com’è possibile?     -     disse un Archer molto adirato.
In quel momento nell’ufficio entrò il comandante e rivolgendosi al colonnello con tono altamente autoritario disse:
-Colonnello sospenda le ricerche, ho deciso di abolire quella stupida legge, è questione di pochi giorni, naturalmente il generale e il tenente riprenderanno i loro gradi e il loro posto nell’esercito.
-Ma comandante non possiamo fidarci ….
-Ora basta colonnello non permetto ha nessuno di disubbidire ad un mio ordine, domani darò l’annuncio ufficiale del loro reintegro, e lei si tenga alla larga da loro, non permetterò a nessuno di far loro del male, sono sotto la mia protezione.
-Comandante perché ha tanto a cuore quei due?
-Il tenente è mia nipote, ed il generale è come un figlio, ma le dirò di più, Mustang sarà il mio successore, a tal proposito colonnello si procuri un doppio regalo.
-Casa intende?
-Uno per il loro ritorno e uno per il futuro papà.
-Non mi dirà che il generale ha trovato una ragazza?
-Ma dove vive colonnello, è il tenente Hawkeye la ragazza del generale, ora ti lascio, mi assenterò per qualche giorno.
Uscito il comandante, prese la cornetta e compose un numero:
-Ho un lavoro per te, segui il comandante e uccidi il generale Mustang.
Per fortuna il comandante non era uno sprovveduto ed aveva messo le linee telefoniche sotto controllo.
Il colonnello Archer fu convocato nell’ufficio del capo.
-Colonnello spero si ricordi del maggiore Armstrong .
-Si mi ricordo.
-Verrò subito al dunque, lei è in arresto per il tentato omicidio del generale Roy Mustang.
-State scherzando?
-No non stiamo scherzando, abbiamo intercettato la sua chiamata e arrestato il sicario che ha confessato tutto.
Si spalancò la porta e con sorpresa di tutti entrò il generale Mustang più in forma che mai.
-Come va Archer?
-Cosa ci fai qui piromane arrivista?
-Le domande le faccio io, perché ce l’ha tanto con me? Tanto da volermi morto.
-Io non ti voglio vedere morto,ti voglio veder soffrire.
-Non mi minacciare, non provare a toccare le persone a me care o conoscerai le fiamme dell’inferno.
Ma Archer scoppiò in una sonora risata.
-Perché mi odi tanto?

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