The end of all

di erreti 3000
(/viewuser.php?uid=618628)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un altro rifugio ***
Capitolo 2: *** Una via di fuga ***
Capitolo 3: *** Il fosso ***



Capitolo 1
*** Un altro rifugio ***


C'è vita dopo la morte? E' la domanda che ci poniamo sempre tutti. Ed esistono altre specie in grado di dominarci? Anche questo ci siamo chiesti sempre. L'uomo ha paura, ha paura perciò inventa sempre nuove cose per sua difesa. Ha paura di morire, ha paura di essere dominato. Arriva il momento in cui devi sopravvivere, cavartela. Arriva il momento in cui devi affrontare il pericolo. Non puoi pensarci sopra 10 secondi, devi agire, subito. 02:00 di notte e degli spari interruppero il breve riposo di Erik, intuì subito chi fosse a sparare. Si alzò dal suo materasso steso a terra coperto soltanto da vecchi lenzuoli sporchi e si avvicinò alla finestra sbarrata da pezzi di legni fissati alle pareti con dei chiodi. Intravise un uomo che sparava ad altri due, corse alla porta e aprì a costui. - ti avevo detto di agire SOLO DI GIORNO! che diavolo facevi la fuori? Volevi essere morso dai mangiacarne? - hey amico calma, avevo fame! - disse con aria tranquilla l'uomo appena entrato dalla porta del rifugio. Erick si rimise a letto, poi continuò: - hai idea di quanti mangiacarne hai attirato con quegli spari? domani dobbiamo chiuderci in casa e non uscire finché non udiranno altro! Sei un incosciente Josh, dovrei toglierti quell'arma! – l’uomo dai capelli biondo scuro non rispose, ma salì al piano di sopra e lasciò solo Erick. Cos’erano i “mangiacarne”? E perché Josh li ha sparati? Perché rifugi e non case? Cosa succedeva se venivi morso da un “mangiacarne”? Morivi? Il giorno dopo, un piccolo raggio di luce entrò attraverso la finestra sbarrata dal legno. Erick sentì i passi di una persona scendere velocemente dalle scale. Aprì gli occhi. Era lei, Leyla. Quando l’apocalisse iniziò, Erick salvò Leyla da morte certa. Ella lo seguì, nei mesi seguenti, per quasi tutti gli Stati Uniti. In cerca di Claire, la figlia di Leyla. In quanto a Josh, era un ex-marine e si trovava nella piccola cittadina del Missouri quando tutto ebbe inizio. Molti riuscirono a scappare, molti vennero divorati. Scene terribili, gente che scappava e urla di qua e di la. “E’ la fine di tutto! L’apocalisse! Dio ci sta punendo!” alcuni dicono. Erick pensava che semplicemente un’altra specie ci stava dominando. Ma non potevi fermarti a pensare, se ti fermi a pensare hai perso. 1 ora dopo, i tre erano pronti per andare via da quel rifugio, dove si erano fermati per quasi 4 giorni. - ok, Josh, l’auto è parcheggiata fuori il rifugio, sai cosa fare, noi ti copriremo le spalle. – Il ragazzo senza obiettare obbedì e lentamente aprì la porta, si avviò fuori dal rifugio e tenendo stretto bene in mano la sua arma, avanzò il passo e si mosse velocemente evitando ogni mangiacarne che lo inseguiva. Un mangiacarne era proprio davanti la porta dell’auto, Josh sfilò il coltello dal taschino e con un colpo secco glielo piantò in testa, il mangiacarne cadde a terra, senza respiro, morto. Velocemente aprì lo sportello dell’auto ed entrò. Accese il motore e suonò il clacson. Erick e Leyla uscirono dal rifugio con due piccoli sacchi dove contenevano cibo e utensili vari. Salirono velocemente in auto e l’auto partì. - Viaggiamo da quasi 4 ore, si può sapere dove stiamo andando? – domandò, abbastanza stanco, Josh - andiamo verso Sud, in California, ma non ce la faremo per la sera, quindi ci fermeremo tra poco e troveremo un posto per dormire per la notte – rispose Erick. Intanto Leyla era seduta dietro e dormiva. Mezz’ora dopo, Erick avvistò una riserva di benzina e accostò l’auto. – Stanotte ci fermiamo qui – annunciò. - oh rassicurante…c’è ne saranno almeno 200 che vengono da questa parte, ne sono sicura – disse Leyla preoccupata. - Staremo qui soltanto per la notte, e per giunta staremo ben nascosti. – rassicurò Josh - Se lo dici tu, sta di fatto che ho un brutto presenti…- non finì di parlare che uno zombie spuntò alle sue spalle e la catturò, tentava di morderla e Leyla urlava. Josh urlò a gran voce il nome di Erick. Che era a far benzina. Panico totale, Josh afferrò subito un coltello ma non poteva colpire. C’era Leyla davanti, quindi afferrò Leyla con le braccia e la lanciò lontano da quello zombie e Josh finì quest’ultimo. - Che è successo? – urlò Erick arrivando di corsa e Josh gli spiegò tutto. Leyla era molto spaventata e a malapena apriva bocca. Niente poteva dire cosa poteva succedere dopo. La notte è imprevedibile. C’è sempre qualcosa di oscuro e pauroso che si cela dietro la notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una via di fuga ***


5 anni prima: I bambini gironzolavano per la casa, creando scompiglio e disordine per gli ospiti che erano presenti a quella festa di compleanno. Claire compiva 11 anni. Ma non era così tanto entusiasta, in quel giorno che doveva essere felice. No, per un solo motivo. Suo padre, non era presente. Giocava con le sue amiche. Cercava di non far notare che infondo era triste. Al taglio della torta, appena dopo la solita canzoncina di buon compleanno. Sua nonna Jane, le chiese di esprimere un desiderio. Vi lascio immaginare cosa espresse la piccola Claire. “Vorrei che papà fosse qui”. Ma sua madre gli aveva già annunciato che suo padre non poteva essere presente in quell' importante giorno. Così, quel compleanno, per Claire, non fu che un normale giorno, purtroppo. Il giorno dopo l’accaduto: L’auto viaggiava da ormai ore ed Erick, sentiva la stanchezza nei suoi occhi e nella sua mente. Leyla era seduta di fianco a lui e guardava fuori il finestrino. Mentre Josh dormiva dietro, sdraiato in un modo tutto suo. Poi d’un tratto, Leyla disse: - Dovevo accompagnarla in California. 5 anni fa. Dovevo portarla da suo padre, al giorno del suo compleanno. - Erick non disse niente, la guardò per 2 secondi, poi guardò la strada. Alla fine aggiunse: - La troveremo. Non preoccuparti. - Leyla non rispose, bensì continuò a guardare fuori dal finestrino dell’auto. Il buio ormai era alle porte del giorno. I tre arrivarono in una piccola cittadina abbandonata, si vedeva dalle poche abitazioni che non abitavano molte famiglie e codesta comprendeva un piccolo bar, un paio di abitazioni e più a nord c’era una piccola strada che portava ai boschi. Josh controllò la zona, mentre Erick e Leyla trovavano da mangiare. - Erick, ti posso parlare un secondo? – domandò Josh, preoccupato. – Lo sai benissimo che le città sono pericolose come rifugio, in più qui non ci sono rifornimenti né per il carburante né per cibo o acqua. Quanto pensi di restare qui? – - Era l’unica cittadina più vicina sulla mappa. Abbiamo già trovato abbastanza rifornimenti di cibo, dormiremo in quella piccola abitazione per questa notte e domani andremo a cercare del carburante. - Ma il posto non è sicuro Erick! Capisci che non faremo sonno tranquillo? - E’ l’unica soluzione Josh, se vuoi dormire al freddo nel bosco, ti consiglio di metterti in cammino da adesso, tra poco farà buio – chiuse l’argomento Erick. Josh abbastanza arrabbiato, raggiunse Leyla che sistemava alcune cose nel rifugio. Notte sicura. Niente mangia carne nei dintorni. Raggi di sole davano il buongiorno ai tre rifugiati. Josh ed Erick uscirono dall’abitazione. Ma qualcosa dentro Erick, gli diceva che qualcosa doveva andare storto. Qualcosa va sempre storto. In un mondo ormai finito, non potevi mai stare sereno. Mezz’ora dopo, i tre si misero in cammino ed esplorarono il resto della cittadina. - E’ sicura, niente zombie, niente pericoli, niente di niente. – “Tutto troppo strano”, pensò in quel momento Erick. Girarono l’angolo, ed eccolo lì. Il momento che Erick non voleva mai far arrivare. Una centinaia di zombie infestava la piazza centrale della cittadina. -Oh porca pu… - - scappiamo, ora! - I due non esitarono alle parole di Erick. La mandria di zombie avanzò velocemente. I tre scappavano ed la mandria li inseguiva. Svoltarono l’angolo, ma un’altra mandria di zombie era lì ad aspettarli. Bloccandogli la strada. Zero vie di fuga. Zero idee. Alcuni zombie si avvicinavano e Josh impugnò il suo fucile a pompa e ne fece fuori una dozzina. “Erick che facciamo??” urlò Josh, mentre Leyla era spaventata a morte. Anche lei però, impugnò la sua pistola e fece fuori 4 zombie. Ormai erano accerchiati. Ma qualcuno fischiò, e una luce rossa si alzò in cielo. Erick pensò subito ad una pistola lanciarazzi. Poi alcuni zombie furono colpiti in testa. Gli altri, richiamati dal fischio e dalla luce, cambiarono direzione. Ma non si vedeva nessuno. Eppure quei zombie venivano sparati in testa. Chi stava uccidendo quei mangia carne? Un’auto spuntò da un vicolo, all’interno di essa c’erano due ragazzi. L’altro seduto al suo fianco si affacciò fuori dal finestrino e con un fucile fece fuori i zombie restanti. I tre restarono dove erano rimasti. Incredibile che tutta la mandria di zombie che un attimo prima li avevano accerchiati, ora giaceva a terra. -Vi ho salvato il culo – disse una voce, sbucando dal vicoletto. Era finita, per quell’istante. Per qualche minuto o secondo. Ma potevano rassicurarsi? E chi erano queste persone che erano sbucate all’improvviso, salvandogli la vita?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il fosso ***


La cittadina era vuota. Una centinaia di cadaveri marcivano a terra, sulla strada, insieme a proiettili e sangue. Sulle strade principali, alcune auto erano capovolte ed alcune, invece, avevano sportelli o finestrini aperti. In quell'ormai perduto mondo, il cibo potevi trovarlo benissimo scovando nelle auto vuote. Non era un buon posto dove passare la notte. Ma i due ragazzi erano ormai persi. Ormai dormire non esisteva più come azione da svolgere. Se trovavi un posto sicuro, dovevi comunque dormire con un occhio aperto. Una voce chiamò da lontano: - Josh, ho trovato qualcosa, vieni qui –, la ragazza dai capelli biondi trovò del mais in scatola e alcune barrette di cioccolato – è tutto quello che ho trovato in quest’auto. - Bel lavoro Melody, è il nostro pranzo – - Ho rovistato anche nelle altre auto ma ci sono solo vestiti e altre cose che non servono – - presto ci metteremo di nuovo in viaggio, ora mangiamo - 1 ora dopo, i due erano stesi su un auto a consumare le uniche cose da mangiare che avevano trovato. Ignari di quello che poi poteva succedere. Successe. Una mandria di zombie passava per lì e li avvistò. Josh se ne accorse e prese subito Melody per la mano urlando: - Scappiamo, ora!! – I due correvano. Poi presero un piccolo sentiero che portava ai boschi. Non sapevano dove stavano correndo, ma correvano. Non sapevano dove le loro gambe li avrebbero portati, ma correvano. Ma qualcosa andò storto. Qualcosa deve andare sempre storto. Degli zombie sbucarono ai lati e attaccarono i due. Melody cadde. Josh tentò di uccidere i due mangia carne con l’accetta, ma lo zombie attaccò Melody e con un solo morso, gli strappò la carne dalle ossa. Un solo morso, al collo. Poi Josh trafisse lo zombie, ma era troppo tardi. Quello stesso giorno: Questo flashback Josh non poteva cancellarlo. Una visione troppo brutta, che non scorderà mai: gli teneva la testa pronunciando le ultime parole “ti amo melody, addio”. E poi, con un solo colpo, Josh piantò l’accetta dritta nel cervello di Melody. Poi la estrasse, singhiozzando. Ma intanto, l’auto era arrivata. Un accampamento, a pochi chilometri dalla cittadina dove i tre erano stati circondati. L’accampamento era recintato, costruito molto astutamente. Presentava tutto attorno una fossa, dove potevi accedere alle tende soltanto da un solo passaggio, ed era una piccola trave di legno che permetteva di attraversare il grande fosso. -Molto astuto colui che ha costruito questo accampamento – disse Erick ai ragazzi che gli avevano salvato la vita. -Oh, siamo stati un po’ tutti a pensarla. Abbiamo pensato che se scavavamo tutto intorno, gli zombie automaticamente ci cadevano dentro. E cosi succede. – rispose Brian, uno dei ragazzi dell’accampamento. I ragazzi si fermarono davanti la porta d’ingresso di un camper ed informarono i tre: -Ok ragazzi, vi faremo parlare con il nostro capo gruppo e lui deciderà cosa fare di voi, se farvi restare o no , entrate – I tre varcarono la soglia del camper, dove ad aspettarli c’era un uomo abbastanza anziano che gli disse: - Venite avanti, entrate – essi obbedirono, e si sedettero sul piccolo divanetto, tranne Erick che rimase in piedi. – dov’è che venite? – domandò l’anziano - Missouri – rispose secco Erick, poi continuò – ma siamo diretti in California – - E per l’esattezza, qual è il motivo che vi spinge tanto a dirigervi lì? - Mia figlia – si intromise Leyla. – E’ andata da suo padre, ed io voglio trovarla. – Il vecchio non emise parola. Si alzò e guardò alla finestra. Poi disse: - Qui stiamo molto bene. Gli zombie si vedono si e no 2 volte al giorno e ne sono pochi. Abbiamo acqua, cibo..la gente è in sintonia tra loro…ma non possiamo restare per sempre qui, anche se questo posto regge, un giorno, una mandria di cervelli morti invaderà il campo, i fossi si riempiranno e tutto andrà in pezzi. Lo so. Perciò vi dico che se volete un posto dove dormire, mangiare… dovrete collaborare o vi faccio cacciare. A voi la scelta. Erick per un attimo si fermò a pensare, poi guardò i suoi compagni (che sembravano d’accordo a restare per qualche giorno) e poi rispose: -Cosa dobbiamo fare? Il gruppo sembrava ormai aver deciso. Restare qualche giorno in quel campo sicuro. Riuscire a dormire completamente. Magari riposarsi per poi affrontare quello che c’era la fuori. Un posto sicuro, dopo mesi.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2403757