juntos podemos hacer y pasar por lo que sea

di BeYoSinger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
Erano passati 2 anni, e mi trovavo di nuovo su quest'aereo, anche se questa volta è diverso, questa volta tornavo a casa, da tutto quello che ho lasciato, sarei tornato con qualcosa in meno, senza qualcuno che è stato importante nella mia vita, anzi è stato la mia vita. Mio padre.
Oggi ero quì insieme a mia Madre per tornare dal luogo in cui avevamo vissuto 2 anni, i 2 anni più sofferenti della mia vita, non avrei mai immaginato che tornare nella mia città natale, Il Messico, mi avrebbe portato a veder perdere chi mi aveva dato vita.
2 anni e 5 mesi fa, mio padre era andato via dall'Argentina, luogo nel quale mi avevano portato a vivere dall'età di 5 anni, era stato costretto a tornare nel nostro paese d'origine per lavoro, infatti mio padre era un prestigioso Ingeniere, non avrebbe voluto far cambiare vita a me e mia madre che era l'unica cosa per la quale viveva, così ci aveva lasciati in Argentina, Buenos Aires, ed era partito da solo. Dopo 5 mesi tutto ha preso una piega diversa così eravamo stati costretti a raggiungerlo, ed io avrei dovuto lasciare tutto: avevo 16 anni compiuti, e avrei dovuto lasciare tutto e tutti per non so quanto tempo, i miei amici ai quali tenevo da morire e conoscevo fin da piccolo, la mia scuola dove avrei voluto diplomarmi, e cosa più importante avrei dovuto lasciare la mia ragazza, Ally. Con lei ero stato 3 anni, la amavo, si, e continuo ad amarla, perchè in fondo anche se è passato 1 anno e 6 mesi dal giorno che abbiamo deciso di chiudere, continuo a pensare a lei. Non avevamo rotto per problemi fra fidanzati, sciocchezze o altro, avevamo chiuso per la distanza che si è messa tra noi, quando ero partito infatti non ci eravamo lasciati, avevamo deciso di aspettarci, però, 6 mesi dopo la distanza stava cominciando a diventare pesante, così lei ha proposto di chiudere lì,e se sarei tornato ne avremmo riparlato. Lo so che era difficile per lei, ma , io penso, Se mi amava davvero perchè non mi ha aspettato? a quest'ora adesso che sono quì su quest'aereo, avrei la speranza che al mio arrivo ci fosse qualcuno da abbracciare, ma purtroppo non è stato così.
Arrivati in Messico 2 anni fa avevo cambiato vita, nuova scuola, nuovi 'amici' se così si possono chiamare, e avevo cercato di adeguarmi, non mi ero mai opposto alla partenza, lo facevo per mio padre, perchè sapevo quanto gli era pesato averci lontani per quei mesi. Dopo 6 mesi e mezzo dal nostro arrivo accadde l'inaspettato: Mio Padre era stato ucciso. Solo al pensarlo ho una fitta al cuore. Chi? Come? Perchè? Non si sa. Ed anche se si scoprisse non mi interesserebbe saperlo, perchè ho perso mio padre e non mi interessa nient'altro.
Mia madre, lei è morta con lui nel suo cuore, io lo so, cerca sempre non darlo a vedere, ma io lo so, la conosco, è più fragile del vetro di murano, cerca di trattenere sempre le lacrime, di non toccare l'argomento per non dover affrontare le conseguenze davanti a me, e io lo vedo, la conosco perchè sono suo figlio, ed ogni suo gesto ha dietro mille significati che posso attribuirgli. Grazie a lei sono riuscito ad andare avanti, e la rigrazio di tutto cuore per aver evitato che facessi qualche sciocchezza, in quel periodo non avevo più senno, ho combinato di tutto, anche se poi, le mie giornate le passavo a casa con mia madre a guardare il vuoto.
Parecchi mesi dopo ho cercato di distrarmi, uscire con qualche ragazza solo per qualche bisogno fisico che avevo abbandonato da tempo, poi ho cercato anche di migliorare a scuola, per portare a casa almeno qualche voto buono per cercare di attivare il cervello, e adesso sono quì seduto su quest'aereo con mia madre accanto mentre è intenta a leggere un libro. Ho proposto io di tornare a Buenos Aires, mia mamma ha acconsentito senza problemi, l'ha fatto per me, perchè sapeva che io in quel posto non sarei mai riuscito a dare una svolta alla mia vita.
Ho Bisogno di cambiare aria. La mia vita deve cambiare, e il primo capitolo della storia parte adesso!



Oggi è stato super divertente con i ragazzi! Oddio ad un certo punto non riuscivo più a smettere di ridere con Francesca e Broadway che si azzuffavano! Peccato che adesso inizia la scuola, non ci posso credere che tra due giorni bisogna tornare fra i banchi dopo quest'estate splendida! mi rallegra il fatto che ci sono tutti i miei amici, io li chiamo la mia 'Tribù' insieme facciamo di tutto, e quando dico di tutto non scherzo!
Allora comincio con le presentazioni: inizio con la mia sorella dell'anima che è Francesca, quella stessa persona che oggi mi ha fatto venire il singhiozzo dalle risate, si lei è la mia migliore amica, non posso fare a meno di lei, non toglietemela altrimenti non mi ricordo come si fa a respirare, poi con la testa che mi ritrovo! Camilla è la mia migliore amica insieme a Francesca, siamo il trio delle fracassate! Loro sono le mie cucciole! Allora in classe siamo 19, andiamo tutti d'accordo, (o quasi) anzi con alcuni stiamo tutto il giorno insieme, a casa di Maxi il nostro migliore amico maschio, abbiamo passato tutta l'estate, praticamente ha un garage molto grande che io e la tribù abbiamo trasformato in un 'Ritrovo' dove suoniamo, balliamo e cantiamo, modestamente abbiamo un grande talento! Scriviamo canzoni tutte nostre, e ci divertiamo da matti a scrivere, si nota perchè abbiamo la musica che ci pulsa nelle vene! Abbiamo portato di tutto nel ritrovo e noi ragazze l'abbiamo reso davvero accogliente, se non fosse stato per Nata però Ludmilla avrebbe dipinto tutto di rosa antico 'Il total glamour' come dice lei, a Maxi e ai ragazzi non credo sarebbe piaciuta l'idea, non voglio ricordare quel giorno che mi piego in due dalle risate, dovevano vedere Ludmilla come urlava! è davvero più Fracassata del nostro Trio! però le voglio bene lo stesso.
Per quanto riguarda le coppiette quest'estate se ne sono spezzate un paio, Francesca e Marco avevano iniziato una mezza relazione o qualcosa di simile ma non è finita nel migliore dei modi, Francesca è stata un pò dura devo dire, l'ha lasciato senza pietà poverino! ma lui continua imperterrito a sbavarle dietro anche se hanno deciso di rimanere amici. Camilla stava con Broadway, hanno rotto 3 settimane fa circa, per colpa della sottoscritta, anzi NO, perchè devo far ricadere la colpa su di me? NO! è stata colpa di Broadway che mi veniva dietro mentre stava con Camilla. Che cretino che è stato, mi viene da ridere a pensarlo, quest'estate mi mandava messaggini dolci, come faceva ad essere convinto che non li avrei fatti leggere a Camilla che è la mia migliore amica? se lo penso mi viene da cadere a terra, Che stupido!! però voglio bene lo stesso anche a lui, anche se Camilla non gli parla più, mi fa morire!! Maxi e Nata si vogliono dal primo giorno del primo Liceo ma ovviamente nessuno si fa avanti. Diego mi viene dietro da una vita ma io continuo a cercare di nascondere che me ne sono accorta, anche se certe volte ci faccio la figura della menomata perchè fa certe cose di cui non voglio neanche parlare, Francesca l'ha tirato per le orecchie un paio di volte e io me la facevo ridendo, beh io rido sempre! a Ludmilla piace Federico ma a Federico piace Francesca e a Francesca piace... no Francesca per ora vuole stare sola dopo la storia con Marco dice che i ragazzi sono... emh no, non voglio dire quella parola! continuo a ridere!!
Allora della mia famiglia non ho ancora parlato: Sono figlia unica, Mio Padre è un rompiscatole e mia Madre è la mia vita! no scherzo mio padre è il classico 'Iperprotettivo-Retrogrado' e se non fosse per mia madre io sarei rintanata in casa con chissà quale anziana istitutrice con l'alito cattivo.. mamma mia non voglio pensarci, L'ho visto in un film e... non finiva bene, comunque mio padre ha un migliore amico Roberto che si occupa di tutto quello che serve a mio padre per il suo lavoro, poi c'è Olga che è la governante, lei mi vuole bene come una figlia, mi fa certe torte al cioccolato che sono una delizia!! tutte mie!! A casa mia va sempre tutto bene, (se non fosse per mio padre che non vuole mai farmi uscire), mia madre è la mia salvezza, con lei ho un rapporto speciale che secondo me le altre mamme non hanno con le loro figlie Teenagers, le confesso e racconto ogni cosa, ogni volta mi chiede di uscire con ragazzi e farmi avanti, aspetta cosa ho detto? mi chiede? MI OBBLIGA SUPPLICANDO! io le dico che non voglio farmi suora, e che non sono dell'altra sponda! semplicemente ancora non ci penso,ho quasi 18 anni e voglio divertirmi con i miei amici, e soprattutto non ho ancora incontrato il ragazzo adatto a me, non vorrei mai mettermi insieme a un assillante come Diego che mi soffoca. O con un Bamboccione come Brodway che ci provava mentre stava con un altra. io lo dico a mia mamma che i pretendenti non mi mancano, semplicemente non voglio loro! Fatto stà che io adoro la mia vita, anche se adesso inizia la scuola e i libri PROPRIO NON LI VOLEVO VEDERE!

2 GIORNI DOPO...

6:30, Ad un certo punto un assordante mormorìo mi fece sobbalzare dal letto, Radio Maria, Ma cosa..? Ah certo sembrava fighissimo in TV, mi spiego meglio: ho comprato una di quelle sveglie che trasmettono la Radio nell'ora che hai stabilito, come quelli nei film Americani, Fantastico, la Radio della messa in prima mattina. Ok lo ammetto non ero più abitutato a svegliarmi così presto, in estate mi svegliavo quasi prima fosse pronto il pranzo, anzi ero un pò più attivo quando ho deciso di prendere lezioni di chitarra acustica, in realtà la sapevo suonare perchè me lo aveva insegnato mio padre, ma volevo perfezionarmi ed ora ho scoperto che adoro la chitarra, che me la porterei volentieri ovunque.
Ora è meglio alzarsi, ancora fa parecchio caldo, ma la nuova scuola mi aspetta, detto molto sarcasticamente. Dopo essermi alzato dal letto che non mi voleva lasciare andare, andai in bagno per farmi una doccia, anzi è meglio dire una nuotata degli oceani del Polo Sud! Il Polo Sud è molto più gelido del Polo Nord, se mettessi la manopola dell'acqua della doccia sul 'rosso' che segna l'acqua calda quello sì che sarebbe il Polo Nord, non c'è paragone! WoW siamo messi bene! Dopo la doccia andai per vestirmi, in realtà con questo caldo sarei uscito volentieri in Boxer e cannottiera, anzi non sarei proprio uscito, sarei rimasto sotto il condizionatore, ma ovviamente la scuola deve iniziare così presto. Rassegnato presi dall'armadio un paio di Jeans leggeri, una maglietta bianca e un giacchettino rosso.
Dopo essermi cambiato e asciugato i capelli col Phon per dargli la forma di qualcosa, scesi le scale e trovai mia madre ancora alle prese con gli scatoloni per via del trasloco. - Buongiorno Mamma - dissi io con un sorriso sincero, - Tesoro, Buongiorno, hai fatto presto stamattina! - rispose lei dandomi un bacio sulla guancia. - In realtà, volevo partire prima per fare un giro della città, prima di arrivare a scuola- conclusi prendendo una fetta biscottata dalla credenza. - Ho preparato il caffè poco fa, se non fossi alle prese con tutta questa roba- disse con un sorriso triste - ti avrei preparato una colazione come si deve - continuò. -No, mamma non ti proccupare, prima di entrare prenderò qualcosa - dissi con un sorriso incoraggiante. Dopo aver preso la borsa con dentro i libri, salutai mia madre e uscìì di casa. Feci il giro del giardino per prendere la moto, posizionai il casco, salì in sella, misi in moto e partì. Mi mancava proprio questa città, e respirare di nuovo quest'aria mi faceva bene. Feci un giro nei dintorni della mia vecchia casa, intorno al quartiere, era quasi tutto uguale, e io lo ricordavo bene, uscito dal quartiere feci un altro giro, nei luoghi che frequentavo di più, quà e là vedevo facce conosciute, di uomini adulti che lavoravano nei bar e nelle botteghe nelle quali io e i miei amici passavamo il tempo, feci a tutti un cenno di saluto, ancora in sella alla moto,risposero, quasi certo che non avessero idea di chi stessero salutando, perchè in 2 anni ero cambiato era naturale non mi riconoscessero, avevo anche messo piede in palesta perciò non avevo nemmeno più il fisico da magrissimo adolescente, avevo messo su un pò di massa, e perchè no, la tartruga non mi mancava! i capelli totalmente rivoluzionati, perchè prima portavo una specie di caschetto con il ciuffo sulla fronte, adesso anche quello sparito, ricordo che ad Ally, la mia ex, piaceva tanto il mio ciuffo, mentre ci baciavamo infilava sempre le mani nei miei capelli, e anche io adoravo i suoi capelli liscissimi, profumavano di fresco, BASTA! pensieri fuggite via dalla mia testa, altrimenti rischio di investire, Porca miseria!
Ci siamo, quasi arrivati...Oggi è il mio primo giorno nella mia nuova scuola, dovrò frequentare il quinto liceo, l'ultimo anno, e poi sì che dovrò pensare cosa fare della mia vita. Mia madre non ha voluto che mi iscrivessi di nuovo nella vecchia scuola che frequentavo due anni fa, ma non mi ha detto il motivo, anche se io sono quasi certo che sia per il fatto del voltare pagina, e lei vuole evidentemente che lo faccia su tutto. Arrivati al Liceo entro nel cancello con la moto e la posteggio dove ci sono tutte le altre, insieme a qualche bicicletta, evidentemente dei ragazzi di primo, comunque questo Liceo è davvero bello come edificio, sembra nuovo, proprio una bella struttura, Rosso e Bianco, proprio colori che si abbinano all'abbigliamento che ho usato oggi, che bizzarro, MA COSA CAVOLO STO PENSANDO!! cosa sono diventato una ragazza?!.Mi incammino a curiosare quà e là per il cortile, pieno di alberi alti, panchine, fiori freschi nel giardino, davvero carino; vedo tutti visi nuovi, praticamente non conosco nessuno, arrivo davanti alla porta pricipale, e vedo fuori in cortile ancora parecchi studenti e all'interno ne gironsolavano altri ridendo, parlando, un sacco di confusione, giro per i corridoi cercando qualcuno a cui domandare dove andare e vedo una ragazza sola che cerca dei libri in un armadietto e mi avvicino per chiedere informazioni. Ad un certo punto si accorge della mia presenza e si volta guardandomi con un sorriso da non so che, aveva degli occhiali da vista con la montatuta nera, una maglietta grigia, i pantaloni di tuta bianchi, i capelli mossi molto lunghi di un biondo cenere,  -Scusa, sai dov'è la Direzione, la segreteria o qualcosa a cui posso chiedere come devo muovermi, sono nuovo- Dico tranquillo con lo sguardo interrogativo, lei continua a guardarmi sorridendo, ma si può sapere che ha da guardare? stiamo in silenzio per almeno 6 secondi, -Scusa, stai bene?- continuo io. -No, veramente non lo so, non ho capito cosa mi hai chiesto- dice lei imbambolata, non so neanche da dove le è uscita la voce, sembrava in trans, mi guardava squadrandomi dalla testa ai piedi. Aveva un sorriso malizioso e continuava a toccarsi le punte dei capelli, mordendosi il labbro inferiore. -Va be' non fa niente, grazie lo stesso- dissi io stranito, lei mormorò qualcosa di incomprensibile ma non le diedi il tempo perchè me ne andai con la mia borsa tracolla. quanto è strana la gente, dove sono andato,sulla luna! pensai. Poco dopo incontrai un addetto a non so cosa che mi diede il numero del mio armadietto e prese il mio nome e cognome, dicendomi che mi avrebbe fatto sapere qualcosa. 312 il numero del mio armadietto, lo cercai per un pò (parecchio) alla fine lo trovai, davanti al bagno delle ragazze, interessante...BINGO,trovai l'armadietto e misi dentro i libri che avevo comprato il giorno prima, ad un tratto sentì dietro una presenza, mi voltai, una bellissima ragazza con i capelli neri, lunghi, un vestino con i motivi a fiore e dei sandali, sembrava la tipica ragazza semplice e fresca di quelle romantiche, che se regali una rosa rossa hai conquistato, quando si avvicinò notai che aveva gli occhi castani che tendevano al verde, carina davvero, i miei pensieri vennero interrotti perchè lei cominciò a parlarmi - Tu devi essere quello nuovo, non è vero?-,-Leon Vargas- disse lei con uno sguardo dolce e un sorriso sincero, aveva uno strano accento ma una voce candida e dolce, almeno non era una quasi violentatrice come quella di prima, lo sentivo quella mi avrebbe violentato se non me ne fossi andato! - Si, sono io- dissi sorridendo di rimando, lei mi tese la mano - Io sono Francesca, il preside mi ha detto di farti da 'guida' staremo in classe insieme-. Strinsi la mano sempre sorridendo - Ah perfetto, in effetti non sapevo come muovermi quì, ho dovuto salire e scendere due piani per trovare l'armadietto- dissi io sciogliendo la presa, e lei rise incominciando a guardarmi negli occhi, sicuramente voleva domandarmi qualcosa ma stava cercando di evitare, così mi buttai io -Di dove sei? hai un'accento molto diverso- dissi, -ah te ne sei accorto- disse ridendo, poi continuò -Vengo dall'italia, sono quì da 6 anni- disse sempre sorridendo, - Ah, capisco- dissi io, -Sai adoro la vostra Pasta!- continuai, anzi era meglio che non avessi continuato, cosa diamine dicevo?!, Okay lo ammetto ero in lieve imbarazzo perchè lei era davvero carina e mi sono innervosito, non so se ad un tratto sono arrossito, perchè mi sentivo strano in viso. Lei era rimasta tranquilla e continuava a sorridere, e rise educatamente alla mia squallida battuta, Poveri noi! - Ti và se facciamo un giro della scuola prima che suoni la campanella?- disse lei sorridente, aveva davvero un bel sorriso. - Almeno conosci un pò il luogo..- continuò lei. Annuì e cominciai a seguirla. Per circa 25 minuti girammo un pò la struttura e lei continuava a farmi vedere laboratori di chimica, musica, arte, poi mi fece vedere la mensa, e altre aule. Continuavamo a parlare del più e del meno scherzando e io non ero più nervoso, anzi mi faceva sentire al mio agio, e anche lei sembrava stare bene, avremmo legato subito secondo me, perchè adoro le persone come lei, così fresche e con il sorriso sincero.
Mentre giravamo ad un tratto sentimmo la campanella suonare, così la seguì verso quella che doveva essere la nostra classe. Mentre camminavamo per il corridoio... - Bello il giro, sei una fantastica 'Guida'- dissi sfoderando un sorriso. - Ah Anche a me è piaciuto farti da guida, poi se vuoi potremmo fare il giro della città così ti faccio vedere Buenos Aires - Disse lei ridendo. Okay non avevamo parlato molto di noi, non sa che conosco benissimo la città perchè le ho detto solo che venivo dal Messico ma comunque... -Ti va di sederti vicino a me? Magari ti racconto il motivo per la quale la città la conosco già - dissi io sempre ridendo, - Oddio cosa hai da nascondere? - disse lei facendo una smorfia stupita ma poi continuò a ridere.



Okay, posso dirlo e lo dirò, Il ragazzo più bello che abbia mai visto, come mai Dio ne fa così pochi così perfetti?! Ci credo che mentre l'avevo visto che chiedeva informazioni a Sally lei aveva sbavato non riuscendo a rispondere, se non se ne fosse andato l'avrebbe portato con se nel bagno delle ragazze! sono sicura che l'ha pensato anche lui!! Comunque sono stata la più fortunata del mondo ad incontrare il preside che mi ha fermato dicendomi il suo nome per fargli fare un giro, io e il preside da ora e in avanti saremo M.A.P.S BEST FRIEND FOREVER!! TI ADORO PRESIDE WILSON!! WOW adesso sto dando di matto, poi avendo questo ragazzo accanto, mamma mia quanto è alto, quanto è figo! Ha un profumo che mi fa venir voglia di saltargli addosso. Cosa mi prende, mi sudano le mani, non so se ha notato il rossore delle mie guance, per fortuna che stamattina mi ero messa tanto Blush, anzi era stata Vilu; ma ora forse sarò diventata rossa come il giacchettino di Leòn, quanto vorrei toglierglielo, OKAY sono diventata una maniaca, peggio di Sally. Sto continuando a pensare alla sua proposta di sederci insieme, mi ero quasi sciolta, peccato che ieri io e Violetta ci eravamo già messi daccordo su questo dettaglio, non posso farle questo, siamo sempre state sedute insieme e ci divertiamo un sacco! che fracassate che siamo! Ma lui, questa bellezza rara, come faccio a dirgli di no?! Quanto odio queste situazioni!!
- Mi dispiace, ma mi ero messa daccordo con Violetta, la mia migliore amica che ci saremo sedute insieme- dissi io davvero dispiaciuta. - però puoi metterti avanti o dietro di me - dissi io trasformando il mio sorriso dispiaciuto in uno davvero sincero. Lui era rimasto tranquillo e continuava a sorridere, ha un sorriso micidiale, i denti perfetti bianco latte,e le labbra così carnose, con una forma... e io ho sempre più voglia di bac...di ...ehm, che situazione! - Violetta, che bel nome!- , okay, fumo dalle orecchie, a me non aveva detto che avevo un bel nome, com'è sto fatto? Bene, sono anche gelosa della mia migliore amica che neanche conosce. Che razza di persona sono diventata?! -Già- risposi io. Arrivammo davanti alla porta dell'aula con 7 minuti di ritardo lui da bravo gentiluomo mi aprì la porta facendomi entrare, mi tremano le gambe, non so neanche come ho fatto a parlare per tutto questo tempo, ma comunque... vedo tutti i miei compagni già seduti, la mia Banda! io entrai con Leòn dietro, La prof era un pò infastidita, sicuramente per il lieve ritardo, ma tentai di spiegarle il motivo.



Camilla era seduta davanti a me, quasi morivamo dalle risate per il taglio di capelli che si era fatta la prof di Chimica, l'avevamo vista fuori io e Camilla e la prossima ora sarebbe venuta nella nostra classe dopo questa sottospecie di BigFood di matematica della prima ora, non so come avremmo fatto a non ridere continuando a guardare il taglio di capelli che si era fatta, la prossima ora. io ero al terzo banco lato sinistro, ero seduta da sola perchè aspettavo Francesca, ma dove diavolo era finita? Prima di entrare eravamo arrivate insieme, poi l'ho persa di vista dopo che ha incontrato il preside mentre io ero con alcuni amici dietro di lei con Cami, è svanita! cosa le avrà detto il preside? Comunque le conviene spiegarmi cosa ha fatto per quasi mezz'ora che io e Cami la cercavamo, Bah! i miei pensieri vennero interrotti dalla porta che si aprì, Eccola! Dov'era finit..e Quel 'Dio della Bellezza' chi è? Vedo una figura dietro la mia migliore amica, e non posso evitare di guardare questa figura a bocca aperta, alto, parecchio più di Francesca, capelli castani tendenti al biondo, corti sui lati con un ciuffo più lungo all'insù, pelle perfetta, viso liscio, sicuramente si era appena rasato la barba, occhi chiari, sicuramente saranno verdi, riesco a distinguere il colore brillante anche da lontano, fisico perfetto indossa una maglietta bianca che lascia poco all'immaginazione con sopra un giacchettino rosso, un paio di jeans attillati,e delle converse dello stesso colore del giacchettino. i miei pensieri vengono di nuovo interrotti da Camilla - Vilu, ti avverto che ti sei imbambolata e se tutte le ragazze non stessero guardando il ragazzo nuovo e i ragazzi non fossero invidiosi di lui, si sarebbero accorti che stai sbavando con la bocca aperta - disse sussurrando in modo che potessi sentirla solo io. -Cami, smettila di dire stupidaggini! risposi mettendomi una mano alla bocca. Lei si mise a ridere. In tutto questo Francesca e il Ragazzo Stavano parlando con la prof per spiegarle il ritardo e intanto la BigFood aveva fatto delle domande alla Bellezza sovraumana sul programma di matematica che aveva eseguito nella sua scuola. Non riuscivo a capire niente di cosa stesse dicendo ma iniziò a parlare e la sua voce era musica per le mie orecchie, una voce da maschio, profonda, dolce.
Non riesco a spiegarmi il perchè Francesca continuasse a rimanere alzata, visto che la prof stava parlando solo con lui. Indovinando i miei pensieri la prof..-Francesca adesso puoi anche sederti- disse la prof con sguardo falso, Le prof... tutte maligne! Vedo Francesca dirigersi verso di me, adesso si sta sedendo nel banco accanto al mio. -Si può sapere perchè non mi hai detto niente scomparendo negli abbissi?- le dissi con sguardo indagatore. -L'ho già spiegato alla prof, Vilu, non mi hai sentita?- Rispose lei, tendeva a star girata verso il ragazzo nuovo, che era ancora in piedi con la prof. Ovviamente non potevo dirle che non l'avevo ascoltata durante la conversazione con la prof perchè ero rimasta sotto shock nel vedere quel ragazzo! di solito facevo così solo davanti ai poster di Brad Pitt a petto nudo che nascondo nell'armadio, se lo sapesse mio padre... -No, non ho prestato attenzione Fran..- dissi torturandomi una ciocca di capelli. -Ho accompagnato Lui-disse indicando il Fusto -per tutta la scuola, una sorta di 'Guida'- continuò ridacchiando. Stavo per risondere quando sento la prof. -Bene, puoi andare a sederti-. Il ragazzo di cui non sentito ancora il nome si avvicinò al banco vuoto davanti a quello di Francesca, dove accanto c'era Camilla, spostò la sedia e fece per sedersi, Da vicino era.. era.. I miei pensieri poco inerenti con la matematica vennero interrotti dalla prof -Forse è meglio che non ti siedi lì- disse la prof riferendosi al ragazzo. -Sei troppo alto i ragazzi dietro potrebbero far fatica a vedere la lavagna- continuò. Così il ragazzo si alzò, come accidenti si chiama? alzandosi vidi che rivolse uno sguardo verso di me, e sulle sue labbra si stampò un sorriso che credo di aver notato solo io. Quanto è BELLO! -Dove mi siedo prof?- disse lui guardandosi intorno. Vedevo Ludmilla che lo guardava sognante. Christìn, una ragazza che mi sta totalmente antipatica, adesso la odio di più perchè..- Prof potrebbe spostare Broadway e farlo sedere accanto a me- disse lei guardandolo sorridendo da civetta, lui la guardò e le sorrise. Perchè le sorrideva?! ADESSO SCOPPIO! -Potrebbe farlo sedere accanto a me- dissi io sussurrando facendo il verso a Christìn. Francesca mi sentì ma si girò guardandomi senza dire niente, anche lei odiava Christìn, si era limitata a fare una faccia di accordo con me, e una smorfia per lei. Camilla si girò sorridendo -Che ti prende, le fai pure il verso?!- disse ironica - Sei proprio cotta!- continuò sorridendo. -Cami, se continui con queste stupidaggini ti prendo a pugni!- risposi sicura. lei alzò le mani in segno di resa sorridendo e girandosi davanti. -Lo sai benissimo che odio Christìn- le dissi avvicinandomi un pò alle sue spalle. La prof intanto ignorò la proposta di quella oca e..- Maximiliano, spostati vicino a Camilla così emh, scusa ho dimenticato il tuo nome..- disse la prof rivolgendosi al ragazzo. -Leòn- rispose lui avvicinandosi al banco dietro di me dove prima c'era seduto Maxi che stava prendendo le sue cose. -Dovrò cercare di ricordare anche il tuo nome- disse la prof. Lui si sedette dietro di me accanto a Marco, Mentre Maxi davanti a Fran con Cami. Così si chiama Leòn! Che nome... Perfetto come lui! NON DEVO VOLTARMI A GUARDARLO! NON DEVO! Vedo Francesca voltarsi e rivolgersi a lui -Almeno siamo vicini- disse rivolgendogli un sorriso. Mi voltai impercettibilmente per sentire la sua risposta, le rivolse un sorriso che sembrava essere davvero sincero, subito dopo i nostri sguardi si incrociarono, e vidi che sorrise anche a me..quanto era bello! dopo avergli fatto un sorriso di rimando mi voltai subito per cercare di seguire la lezione, e ogni tanto sentivo la sua voce da dietro, parlava con Marco del più e del meno, l'ora anche se non ascoltai quasi niente, passò veloce, e suonò la campanella della seconda ora. Francesca si girò dietro per parlare con i ragazzi così lo feci anche io, con tutto l'imbarazzo che avevo in viso, non so se si notava. -Allora abbiamo i 2 messicani insieme!- esclamò Fran, io mi limitai a sorridere, mi ero voltata di poco con la sedia, ad un tratto sentì Marco -L'ho notato subito che eri messicano, appena sei entrato!- affermò il capellone, - Ah davvero? Strano, non mi ero nemmeno portato il sombrero, e i baffi li ho lasciati a casa!- scherzò Leòn con un sorriso. I due interlocutori si misero a ridere, mentre io mi ero girata un pò di più e continuavo a sorridere divertita, e... continuavo... a guardarlo... Sicuramente ad un tratto si sentì osservato e si rivolse a me -Quindi tu sei Violetta! Ho detto a Francesca che hai proprio un bel nome.- disse guardandomi, ad un tratto si morse il labbro inferiore. ERA UN SEGNO?! -Gli hai parlato di me?- dissi rivolgendomi alla mia amica, sorridendo, cercando di essere il più tranquilla possibile. -Si, le ho detto che sei la mia compagna di banco, per questo non mi sarei potuta sedere con lui- disse Fran guarando di tanto in tanto Il messicano dagli occhi verdi. E ti pareva che non c'era la fregatura! Lui voleva sedersi con Francesca, la cosa più triste del mondo... All'affermazione di prima, Marco mi era sembrato un pò infastidito, lo so io il motivo, e lo sanno tutti, Francesca l'aveva proprio scaricato in maniera poco piacevole, ma lui continuava ad andargli dietro, anche se adesso si stava comportando più come un amico. All'improvviso vedemmo entrare la prof di chimica, dovevo cercare di trattenermi per non ridere, io e Fran ci eravamo accomodate ai nosti posti composte. -Buongiorno- disse entrando. Noi ci alzammo tutti - Buongiorno prof..- fece un cenno di saluto con la testa e si andò a sistemanre in cattedra. Io e Camilla ormai eravamo a terra dalle risate io cercavo di tossire per evitare che ci sentisse ma - Cos'è questo fracasso? - sentimmo dire. -Sono Castillo e Torres, Forse si sentono poco bene..- sentimmo dire da una voce di civetta che non poteva che appartenere a Christìn, - Castillo che succede?- disse la prof guardandoci. - Apposto prof, niente di grave- dissi io dissimulando un pò; Sentivo Marco e Leòn ridacchiare da dietro. -Così abbiamo un nuovo arrivato, disse la prof dopo aver alzato la testa dal registro, -Vargas Leòn- cercò un pò con gli occhi ma poi Leòn alzò la mano - sono io Professoressa- affermò lui tranquillo, a me invece tremavano le gambe. La prof gli rivolse alcune domande per quanto riguarda la sua materia, vidi lui rispondere con gran facilità, doveva essere bravo a scuola. -Bene, Ben arrivato, allora iniziamo la lezione, spieghiamo un pò il programma che andremo a svolgere quest'anno...- mi appoggiai con i gomiti sul banco, fin quando dopo pochi minuti mi sentì picchiettare ad una spalla, mi voltai e vidi Leòn che mi porgeva una penna e guardandola mi accorsi che c'era attaccato un bigliettino. La presi mentre lui osservava la prof per vedere se ci stesse guardando e mi voltai in avanti, Fran se ne accorse - Che succede?- mi domandò. -Niente- dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo, infatti lo era, mi aveva solo dato un biglietto. Lo sganciai dalla penna e lo aprì : 
Fino a due anni fa avevo il taglio di capelli identico a quello della prof di chimica! xD
sorrisi felice come se mi avesse scritto una lettera d'amore, era così dolce a voler scherzare con me, eppure ci conoscevamo da 1 ora e 20 minuti circa, aveva una calligrafia ordinata e carina, non come quella di Maxi, lui scriveva con i piedi! senza esitare gli risposi :
E avevi anche il suo colore così Glamour? ;D xD
La prof aveva i capelli Rosso fuoco! misi il bigliettino nel gancetto della sua penna, e mi voltai per 'restituirgliela' in quel momento mi fece un sorriso, mentre io ridacchiavo silenziosamente. mi voltai e percepì che dopo pochi secondi aveva letto perchè avevo sentito che ridacchiava impercettibilmente anche lui, quanto era dolce!! Le altre 3 ore passarono velocemente, ma non ho avuto possibilità di parlare con la mia tribù perchè le prof avevano i denti aguzzi oggi! Che rottura. Dopo le fatidiche cinque ore, suonò la campanella per il pranzo, tutti si affolarono soprattutto in corridoio non si poteva passare, così persi Fran e Cami, ma ad un tratto mi sentì prendere per il braccio, mi voltai e...



ANGOLO AUTRICE:
Salvee bella gentee! eccomi, con questa storia mi presento, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, e in generale la storia che è appena iniziata. Allora questa storia cercherò di aggiornarla sempre nel minor tempo possibile e circa i capitolo avranno questa lunghezza se non più lunghi, vedremo;) I capitoli avete notato sono caratterizzati da Pov. di diverse persone cercherò sempre di far intendere chi sta parlando anche se è moto facile da capire in base al contesto, ma per qualsiasi cosa ditemelo;** ( ci sono stati Leòn, Vilu, Leòn, Fran e Vilu,, ma voi lo avete sicuramente capito) :)) Bene Bene, in questa storia come avete già visto Leòn torna a Buonos Aires dopo aver passato due anni in Messico, e fa molto bene a prendere questa decisione, con l'appoggio di sua madre *Batte il cinque alla madre*, Perchè quì succederanno parecchie storielle!! Vilu? lei adora i suoi amici, le sue passione, nel secondo capitolo si scoprirà un altra sua passione, che ha sempre a che vedere con l'essere un 'artista;))) Sua Madre è sepre l' per lei come si vedrà nel secondo capitolo.... Poii Francesca,,, lei in questo capitolo ha preso una cottarella per Leòn (come darle torto) sarà motico  d'intralcio nella nostra Pairing Leonetta? e soprattutto Leòn si accorgerà di Violetta in quel modo? beh,,, stiamo a vedere,,, 'La tribù' Di Vilu Accetterà Leòn come nuovo compagno? lo rivela il capitolo 2, *_____* Okay c'è stato un momento Leonettoso perchè Il messicano ha mandato un bigliettino a Vilu vedendo che si scompisciava dalle risate ahahaaha Lei ne è stata molto felice come del restoo iooo!! Okay Vilu come abbiamo potuto constatare ha un carattere molto estroverso, vivace e allegro, è meno romantica che nella serie, pensa di più a divertirsi, ai Jeans e di meno al Rosa, e le piace la Cioccolata!! ne va matta (come si vedrà nel prossimo capitolo,, non smetto di ripeterlo i'm sorry xD) quì la più teneruccia è la mia Fran' quella che conquisti con la rosa rossa' (che dolce Leòn *___*).... le coppiette, avete capito un pò di tutto su questo e più avanti si vedranno le conseguenze delle azioni di molti,,, comunque tornando al carattere vivace di Violetta, con Leòn entrerà in gioco la sua insicurezza? beh tutto sta nel leggere, credo di aver detto tutto anche perchè devo fare in fretta, domani interrogazione di Latino -.- (anche se a voi non ve ne frega) ahahhahah ,,, bene nel Capitolo die scopriremo la persona che ha preso per il braccio Vilu;)) Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la FF, e magari se volete lasciatemi una recenzione così capisco che ci siete;) e per critiche, consigli e quant'altro sono sempre disposta ad accetare e ringraziarvi;)  risponderò a tutte promesso (se me le lascerete xD) un bacionee!!! Los Quiero Jorgistas,, Tinistas,, Violetteras!! Son lo màs!! Besooooosssss:***

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
Vidi Maxi che cercava di trascinarmi alla mensa anche con quella confusione, -Mi hai fatto spaventare, Cretino!- dissi io ridendo. -Vilu, se non ti strattono via con un braccio, in mensa non ci arriviamo mai e i tavoli buoni ce li sognamo di notte!- rispose lui provocandomi un altra risata, cercammo di uscire da quel caos entrando in mensa dove già c'erano tutti messi in fila con i vassoi per il pranzo. In effetti avrei sperato che a prendermi per il braccio fosse un altro ragazzo ma, non importa, Maxi è il mio migliore amico! Ad un tratto vidi Cami e Fran con Ludmi e Broadway seduti ad un tavolo; Francesca stava alla prese con il telefono e.. subito dopo sentì squillare il mio, era lei! mi misi a ridere e -Maxi sono lì- dissi indicando i nostri amici e richiamando l'attenzione del mio amico che si guardava intorno, -Oh, andiamo- disse lui continuando a prendermi per il braccio. -Wee!!- Salutai i miei amici, loro ricambiarono il saluto, mentre io mi sedevo accanto a Ludmi e Maxi a Fran, - Vilu, ti ho chiamata, non rispondi mai a questo dannato telefono!- disse Francesca, guardandomi in cagnesco, - ero lì, vi avevo visti non c'era bisogno che rispondessi- risposi ridendo, e lei continuò con me. - Gli altri? - domandò Maxi addentando un grissino, -abbiamo mandato Fede, Nata e Marco a prendere i vassoi anche per noi- rispose Ludmi. Ad un tratto da lontano vidi in piedi Leòn parlare con Christìn, LA ODIO! andasse da Diego che è single! -VILU!!- sentì chiamare da Cami, -Perchè URLI?- risposi io, -Forse perchè non rispondi!- la sentì esclamare, vidi gli altri ridacchiare e mi misi a ridere anche io. -A cosa pensi Vilu? a Babbo Natale? - Mi disse Broadway ridacchiando con il suo accento brasiliano, -Dio mio, non posso distrarmi un attimo!- risposi afflitta, ma sempre ridendo. -Comunque io stavo parlando di Christìn, non la sopporto! non riuscirò a starle seduto accanto tutto l'anno! ha parlato del ragazzo nuovo per tutta la lezione!! Mi sta facendo odiare anche lui per quanto lo nomina!!- finì di dire Broadway, -No, sembra un tipo apposto- rispose Maxi, -Fidatevi, è simpaticissimo, ci ho passato mezz'ora insieme e mi ha fatto sentire proprio al mio agio, come se ci conoscessimo da sempre!- disse Fran con gli occhi sognanti, - Ha fatto proprio colpo sulle mie amiche questo ragazzo- sentì dire a Cami ridendo, io mi abbassai un pò sulla sedia imbarazzata, sapevo che si riferiva anche a me, ma non volevo lo capissero gli altri così cambiai argomento - mangerei mia nonna!- esclamai provocando la risata dei miei amici, -Mamma mia! Io anche sto morendo di fame, disse Ludmi, prendendo un tovagliolo e accartocciadolo,- Si ma non prendertela con gli alberi!- disse Cami strappandole il fazzoletto di carta dalle mani, mi facevano morire dalle risate!! D'un tratto sentì una presenza dietro di me e Ludmi, -Leòn!- esclamò Fran, era lui, esatto, - Ehi ragazzi, c'è posto per me? - domandò lui sorridendo, con un vassoio in mano -Vieni, siediti! - esclamò Maxi, Leòn prese posto accanto a lui e si diedero un battito di mano, solito a quelli che si danno i ragazzi, così adesso era esattamente di fronte a ... Me... e io non potevo Absolutly sopportare il suo sguardo, Okay, mi sono anche messa a parlare come Ludmi l'inglese, perfetto... -Ma voi non mangiate? Volete che vada io a prendervi qualcosa?- Domandò lui con garbo -No, darling stiamo aspettando i nostri compagni con i vassoi- rispose Ludmilla, -Dubito che usciranno vivi da quella fila!- disse Cami Ridacchiando, - Come hai fatto tu Leòn?- domandò Fran curiosa guardandolo, -Veramente, io non volevo ma un gruppo di Cheerleaders era davanti a me, forse erano 8, mi hanno fatto passare- Rispose lui alzando le sopracciglia, come a dire 'e che ne so!' -Eeeeh ce le hai le ammiratrici- disse Maxi dandogli una gomitata sul braccio, lui rise, vidi Fran parecchio infastidita ma ad un tratto ...- Quindi vieni dal Messico! Parlaci un pò di te- lo incoraggiò Ludmi, Vorrei darle un pugno in testa! - Be', di me... che posso dire, ho vissuto sempre quì, sono solo andato 2 anni in Messico, anche se è la mia città natale- Sorrise, poi gli altri gli fecero cennò di continuare. - Cosa ti piace fare? Hobby?- lo incitò Cami, lui si mise ad accarezzarsi i capelli dietro la nuca, come per pensare, - Emh, un mio Hobby è la Chitarra..- i miei amici sgranarono gli occhi, e un ululato di sorpresa, -VideoGames, Moto...- continuò tranquillo, ma... - No Aspetta! torna indietro! - disse Broadway alzandosi e mettendo le mani sul tavolo, - VideoGames? Emh...- Disse lui Incredulo, - Suoni la chitarra?! - esclamò Francesca, - Come te la cavi?!- continuò Ludmilla, - Emh, diciamo che la suono fin da piccolo, ma questa estate ho preso lezioni, ma perchè? - rispose lui sentendosi ancora incredulo dopo le facce che hanno fatto i miei amici - Quant'è che cerchiamo un chitarrista ragazzi?- disse Cami rivolgendosi a noi, - PARECCHIO! - dissero tutti tranne me all'unisono, siccome non avevo proprio parlato Leòn si girò a guardarmi dopo aver ascoltato i miei amici, e mi sorrise, cosa che feci anch'io di rimando. Intanto si avvicinavano Fede, Nata, e Marco con sei vassoi in mano, avevamo unito due tavoli lunghi, quindi c'era posto anche per loro, - Ragazzi, lì è un massacro!- esclamò Fede con una faccia disperata, tutti risero, io mi sentivo lo sguardo di Leòn addosso, ma quando mi voltai a guardarlo, lui si girò subito verso un altra parte, chissà perchè mi guardava! pensai arrossendo, mi sentivo le guance fumare. Senza che me ne fossi accorta gli altri miei amici avevano preso posto, - Così abbiamo un ospite!- sentì dire da Federico, - Abbiamo aggiuto un posto a tavola.- rispose Leòn sorridendo portandosi alla bocca un grissino, da galante com'era aveva aspettato che tutti avessero il vassoio per mangiare, così vidi Francesca avventarsi sopra quel CheeseBurger ed ingurgitarlo, ridacchiai alla sua vista e mi presi il mio, -C'erano una decina di ragazze in cerchio a parlare di te, Leòn- Sentì dire da Federico orgoglioso, tutti i miei amici maschi si avventarono su Leòn per scuotergli i capelli, la giacca e spingerlo un pò urlando 'ehhhhhhh!!' e le ragazze ridevano, io mi limitai a sorridere per i miei amici che lo avevano stropicciato tutto! -così ho detto loro di essere il tuo compagno, e ora avrei dieci numeri di telefono in tasca da doverti consegnare, ti da fastidio se me li tengo io- continuò Federico ridacchiando, - io ne voglio uno!- si intromise Marco, -io ne voglio sette! - disse Broadway, Leòn li guardava scuotendo la testa continuando a ridere, e poi mi rivolse un rapido sguardo mentre si voltava verso Federico - Fanne quello che ti pare, tanto ho il numero di Francesca!- disse il Bellissimo Messicano scherzando e indicando lei che era seduta vicino Fede, tutti si misero a ridacchiare, Lei arrossì tanto da superare il Blush che le avevo aggiunto stamattina, mentre Federico forse ci rimase male, perchè non emise alcun suono o espressione dal suo viso, io mi ero accorta che scherzava perchè aveva strizzato l'occhio a Fran e Maxi, - Vabbè poi dammi i miei Numeri, visto che sono destinati a me! A te lascio il numero di quella che mi voleva violentare stamattina appena sono entrato, tanto me lo ha infilato nell'armadietto- disse lui prendendo in mano la situazione, visto che aveva sicuramente notato la faccia di Fede, e la faccia peperoncinica di Fran. Lo capivo anche se l'ho appena conosciuto, lui è quel genere di ragazzo, che, non puoi non capire da uno squardo, è Perfetto. - Ma chi Sally? Leòn quella secondo me ha bisogno di una bella notte, altrimenti non ti molla. - sentì Scherzare Cami, tutti risero a quella battuta, Cami era una fracassata insieme a tutti noi, peccato che io avevo perso il dono della parola, altrimenti avrei scherzato con loro. - No, tanto la faccio chiamare da lui, le piacerà molto più di me- Scherzò Leòn, - Cosa che tu non sai, con Sally ci sono stato già l'anno scorso, ma non è normale di cervello!- disse Fede, mi faceva morire! Leòn rideva, sicuramente era la faccia di Federico che nel suo insieme gli faceva quest'effetto, ma vederlo ridere è una boccata di aria fresca, vorrei che questa visuale fosse di durata infinita. -Ragazzi, Leòn sarà il nostro nuovo chitarrista!- prese l'iniziativa Ludmi, alzando in aria un bicchiere, come per voler brindare, -Aspetta, non l'abbiamo ancora sentito suonare, e se fa schifo come Marco con la chitarra? - disse Maxi, -Ehi! non sono tanto male! - disse Marco con faccia da offeso, -Ragazzi ma la mia opinione vi interessa?- sentì dire da Leòn che continuava ad avere quel sorriso smagliante. - Io non saprei di che cosa state parlando, sono arrivato cinque ore fa, e da allora ci conosciamo, possiamo andare per gradi?- Propose Leòn parlando con voce calma, cosa che non eravamo abituati a fare noi, che sbraitavamo dalla mattina alla sera! -Leòn, non ci sono gradi che tengono!- disse Nata, addentando il panino. -Abbiamo una Band e un ritrovo- disse Broadway con un sorriso orgoglioso, -soltanto che Violetta deve suonare la tastiera,e non può suonare anche la chitarra anche se lo saprebbe fare, e poi canta con noi- disse Cami indicandomi. -Ah, quindi sai parlare!- sentì Leòn che scherzava, guardandomi. - Violetta è una macchinetta! ha iniziato a parlare ancora prima di dover nascere!- disse Marco divertito. - Non si direbbe- rispose Leòn ancora rivolgendomi il suo sguardo. - in effetti Vilu, oggi non hai detto una parola!- disse Fran. E ora cosa dovevo dirgli!!! No, non ho parlato perchè ero troppo occupata a guardare ogni singolo gesto che faceva Leòn? -No, veramente ho un pò di mal di testa?- dissi io mettendomi le mani sulla fronte, -Vuoi un aspirina Vilu?- disse Nata premurosa. -No tranquilla, appena arrivo a casa mi stendo un pò- dissi con un mezzo sorriso. In realtà era vero che mi scoppiava la testa, ma era per tutt'altra ragione, notai che mi vibrava il cellulare, avevo un Iphon 5s, me lo aveva regalato mio padre, anche se io non ero per questi regali così costosì, e neanche per i vestiti firmati, posso definirmi una ragazza semplice. Comunque era un messaggio, da.. Cami..la guardo e vedo che aveva appena messo via il suo cellulare, gli altri parlavano e spiegavano della Band a Leòn. Il messaggio diceva:

''Vilu, quello che hai non è mal di testa, è mal di Leòn. Te la sei presa davvero grande questa cottarella in 5 ore. Allora è vero che esiste l'amore a prima vista eh!''

Non potevo fare a meno di sorridere, Camilla mi conosce davvero bene. Di sicuro se ne è accorta anche Francesca, ma non lo dice, perchè me ne sono accorta IO che piace anche a lei. Chissà se Cami, ha notato anche di Fran; Va be' lei dissimula bene! Come fa?! Devo assolutamente parlare con Cami. 

''Cami, Dopo la scuola, una bella chiacchierata, ma non ti aspettare chissà cosa! Ti strangolo se parli!''

Inviai il messaggio, ma non potevo essere frettolosa, devo dirle lo stretto indispensabile. Vidi che aveva letto dal suo sorriso davanti allo schermo del suo Samsung Galaxy. -Vilu sei daccordo?- sentì dire da Ludmi, -Su cosa? scusate non prestavo attenzione.- dissi io frettolosamente, - Sul fatto che facciamo entrare Leòn nella Band- Disse Marco. -E se non sa suonare, gli facciamo fare qualcos'altro- continuò Nata. Io sorrisi a Leòn che stava per parlare, -Scusate ragazzi, ma vi siete accorti che avete deciso tutto voi?- disse Leòn ridendo. -Che vuoi dire?- disse Francesca sorridendo. - E sei io in questa Band, supponiamo non volessi entrarci?- sentimmo Leòn, ci fu in attimo di silenzio. Poi tutto d'un tratto: -HAHAHAHA!- Tutti scoppiarono a ridere, lasciando Leòn senza parole, La mia Tribù è la migliore! Se non avessi detto di star male avrei fatto scoppiare un putiferio, e anche se il chitarrista fosse un ragazzo meno perfetto! - Okay, capisco! Sono dei vostri!- Esclamò il Messicano.



Quei ragazzi erano F-A-N-T-A-S-T-I-C-I! Mi avevano fatto morire dalle risate! E pensare che volevo tornarmene alla mia vecchia scuola.. Grazie Mamma! Comunque oltre ad essere simpatici sono anche sinceri e sono sicuro che nel momento del bisogno me li sarei potuti ritrovare. In classe adesso che sono arrivato io siamo 20, ho fatto amicizia con dieci dei miei compagni che sono loro, poi c'è un' ochetta che si chiama Cristina o Cristìn boh, comunque mi limitavo a sorriderle un pò falsamente anche se cercavo di nasconderlo, ragazze come lei in Messico le usavo solo per, beh... Solo a quello servivano; Ma con questa non lo farei nemmeno perchè sembra solo una Snob Falsa! Poi c'è un ragazzo che credo si chiami Diego che prima che entrassi in mensa, è venuto a minacciarmi di non provarci con le ragazze della classe, specialmente con una.. Bah! se mi viene a dire qualcosa a quello gli spacco la faccia! Chi diamine si crede di essere?! Quando è venuto a parlarmi con il suo accento Spagnolo io non ho aperto bocca.. che se la canti e se la suoni quel maleducato! Violetta, Lei è Bellissima, entrato in classe l'avevo notata subito, ma dopo essermi seduto dietro di lei mi sono accorto della sua Bellezza, è davvero speciale, occhi castani, luminosi, viso dolce e sguardo sincero, ha i capelli castani con le punte ondulate che finiscono col biondo, ho notato le sue labbra quando si è girata per passarmi la penna che le avevo dato con il bigliettino agganciato, erano carnose, rosee, che quando si allargavano per un sorriso ti rapivano. Era semplicemente vestita con un paio di jeans azzurrini una magliettina rosa con del pizzo sulle maniche e delle ballerine abbinate. Mi piacerebbe conoscerla meglio, mi è parso che non stesse bene oggi, dalla descrizione dei suoi amici era come loro, quindi doveva avere qualche problema, aveva mentito sul mal di testa, ne sono sicuro. Ma allora cosa poteva avere?
Finite tutte le lezioni mi avvicino alla moto per tornarmene a casa, due ragazze mi hanno seguito per tutto il tragitto : Mensa-Corridoio-Cortile-Moto, che esasperazione! Cosa volevano? In Messico avevo delle 'Fan' ma non erano così appiccicose o violentatrici! al pensarlo mi vien da ridere, ma se lo faccio mi prenderanno tutti per pazzo, 'Quello Nuovo che ride solo' Potrebbero dire, adesso mi vien da ridere ancor di più! Mi volto - Scusate avete bisogno di qualcosa?- Dissi, Ah ecco era Cristal, o Cristina come diavolo si chiamava? Okay voglio ancora ridere, la sua amica viene in classe con noi, come si chiama lei? ah Lara, questo nome è più facile, lo ricordo, Che genio! -Ah Ciao!- dissi sforzando il mio miglior sorriso, -Non mi ero accorto foste voi..- continuai. -Dovevo solo prendere la moto- disse ...emh.. ah Lara. Che Vecchietto smemorato che sono! -Dovevamo!- Aggiunse l'altra, -Dove vai di bello?- Continuò, Che diamine di voce fastidiosa aveva! -A casa- risposi educatamente prendendo il casco. -Perchè non facciamo un giro insieme invece- Propose lei, sorridendo maliziosamente avvicinandosi a me. -Scusa puoi ripetermi il tuo nome?- le domandai,- Oh lo hai dimenticato? che strano di solito i ragazzi si ricordano sempre di me!- disse infastidita dal fatto che non mi fossi ricordata il nome, ma allo stesso tempo sorrideva, non posso dire che non fosse bella, anzi per me era carina, occhi castani molto scuri, capelli ricci di un rosso naturale, fisico...beh aveva un bel fisico; però non mi diceva niente il suo atteggiamento, era... come dire in modo carino?... Antipatico! comunque...- Mi chiamo Christìn- disse scandendo bene il suo nome. -Mi dispiace, Christìn ma devo proprio andare, magari un altra volta, okay?- dissi fingendo un sorriso e voltandomi un secondo verso Lara che mi stava guardando, -Ci conto!- affermò l'ochetta. - A domani- dissi io sorridendo impercettibilmente salendo sulla moto e partendo.
Libero! Guido sulla strada di lato al marciapiede e vedo una figura camminare a piedi, la riconobbi da dietro: Francesca. Mi avvicinai portando la moto con i piedi per andare lentamente. -Italiana!- Chiamai e lei si voltò con un sorriso smagliante. -Ehi!- disse semplicemente con il suo sguardo luminoso. -Dove vai?- Domandai incerto. -Ho perso Violetta e Camilla che non mi rispondono al cellulare quelle 'Fracassate' così torno a casa in solitudine- disse ridacchiando. -Monta.- le dissi sorridendo sinceramente. -Cosa..- Stava per dire qualcosa ma la interruppi, - Non hai detto che volevi farmi vedere la città?- Le ricordai. Vidi il suo viso illuminarsi, ma mi fece uno sguardo incredula. -Francesca, Sali che guido da quando avevo 14 anni..- dissi alludendo che il suo sguardo volesse domandare questo, anche se sapevo che non era così, lei mi resse il gioco - E non è mai morto nessuno?- disse ridendo, In realtà su questa moto ci ero salito solo io con il mio migliore amico, e con ... Ally, Lei effettivamente era sempre con me, ma non volevo ricordarla proprio ora che stavo invitando un altra ragazza a salirci. Basta pensare a lei, fa parte del vecchio libro, adesso sono deciso a continuare con il nuovo e i capitoli sono appena iniziati, Ally, non posso negare che vorrei vederla, ma non posso, non adesso, ero riuscito a pensarci solo a tratti in questi mesi. Perchè è stata così importante, forse ero più piccolo e avevo le fette di prosciutto sugli occhi, magari, perchè era stata la mia prima cotta, il mio primo bacio, la mia prima volta, mi ero innamorato davvero di lei, lo avevo capito perchè avevo bisogno della sua presenza sempre, eppure ero molto più ingenuo allora; Se l'avessi conosciuta per la prima volta di nuovo adesso mi sarei innamorato ugualmente? Non lo so, ma voltare pagina non l'ho fatto, ho voluto proprio cambiare libro da due giorni a questa parte, quì di nuovo a Buenos Aires, Adesso sono quì con Francesca che è felice della mia proposta, magari tra noi potrebbe nascere qualcosa di migliore, perchè lo noto dal suo sorriso che è una persona da conoscere, e non devo perdere tempo. -Francesca, se fossi morto, non sarei quì, ho il dubbio anche di essere un fantasma!- scherzai io, -No non dire così che ho paura!- disse lei scherzando, scesi dalla moto mettendo il cavalletto per prendere l'altro casco sotto il sedile, -Ecco, Madame.- dissi porgendoglielo, lei sorrise -Non fa niente che ho la gonna?- disse arrossendo, credo di essere diventato fucsia, ma cercai di non darlo a vedere rimettendo il casco che avevo tolto, -Vuoi salire avanti?- le proposi incredulo, -Okay, guido io!- disse salendo sulla moto al mio posto. -No, neanche per sogno, adesso sono io che ho paura!- dissi scherzando ma salendo dietro comunque. -Non sarà poi cosi difficile guidare una moto!- disse lei girandosi indossando il casco. -Non è difficile, ma per una che non ha mai guidato forse è pericoloso, FRANCESCA!- dissi io preoccupato perchè stava per mettere in moto. lei continuava a ridere divertita della mia paura. -Sbaglio o prima avevi paura che non sapessi guidare io?- domandai, - Adesso sembri più sicura del campione mondiale di motocross!- continuai, Lei continuava a ridere e io con lei, mi faceva stare bene, soprattutto star quì così vicino a lei e riuscire a sentire il suo profumo di fresco che si addiceva perfettamente alla sua personalità. - Va bene per questa volta guida tu, però potresti insegnarmi.- disse voltandosi con il suo bel sorriso. -Ti insegno a guidare il motorino, non questa moto!- dissi io rifendomi al fatto che questa era una moto pesantissima. -Okay, Okay- sentì dire a lei. -Cerca di stare più abbassata, così posso guidare meglio, se ci vedono i vigili!- dissi ridendo. -Diremo che mi ero sentita male- rispose lei abbassandosi come le avevo detto, così mi posizionai con la testa accanto alla sua con il petto attaccato alla sua schiena, e allungai le braccia per arrivave al manubrio, notai che le tremavano le mani, ma ero sicuro che non era per il fatto che aveva paura della moto. Misi in moto e partì, prima cercai di andare lentamente, per lei ovviamente. -Ma questa cosa non può andare più veloce?- disse mettendo una mano sulla mia che avevo sull'accelleratore girando di più, e voltando il manubrio di molto verso sinistra, accellerò così tanto che ho avuto paura persino io di schiantarci contro qualcosa, stavamo per cadere quando misi un piede a terra fermando la moto e aggrappando lei a me. -TU SEI PAZZA!- dissi con il cuore che mi andava a mille. -Se non ci fermavamo in tempo sbattevamo contro quella casa- dissi ancora con il fiatone dallo spavento spegnendo la moto in quanto eravamo arrivati in piazza. Lei continuava a stare seduta con la testa bassa sulla moto, forse si era spaventata parecchio...- Francesca stai bene?- domandai scendendo e mettendole una mano sulla spalla. D'un tratto vidi che si tratteneva ma poi scoppiò in una fragorosa risata, - Non ci posso credere che hai avuto paura è stato divertentissimo inveceee!!- disse tra una risata e l'altra togliendosi il casco e muovendo la testa per lasciar andare i capelli. Continuava a ridere scendendo dalla moto, e mi mise una mano sul cuore, -Mio Dio ti sei spavaventato davvero allora!- disse lei aprendo di più gli occhi e alzando le sopracciglia, io continuavo ad avere gli occhi sgranati dalla sua reazione di prima. -Però quanto sei esagerato!- disse spingendomi-. -Francesca, tu non hai idea della gravità della cosa, sono stato io a salvarti la pelle!- dissi posando i caschi, lei continuava a ridacchiare, - Sembri un vecchietto! anzi sembri mia madre!!- esclamò spingendomi ancora e colpendomi forte una spalla disse - Sembravi più ribelle!-, -E tu sembravi più tranquilla..- dissi -e AHI!- aggiusti per il colpo che mi aveva dato prima. -Si, a scoppio ritardato Lion- rispose -andiamo che ti faccio da 'Guida'- continuò prendendomi a braccetto. 



Il Mio sogno? si è avverato oggi insieme a Leòn! Dettagli? abbiamo passato la giornata insieme, eravamo usciti da scuola alle 16:00 ed adesso sono le 21:35 e mi sta riaccompagnando a casa, questa volta ho promesso che non avrei preso in mano l'accelleratore, anche se avrei voluto perchè con questa scusa avrei potuto mettergli la mano sul cuore un'altra volta, gli batteva davvero forte, come avrei voluto che quei battiti fossero dovuti alla mia vicinanza, perchè se mi avesse toccato il cuore mentre eravamo sulla  moto e lui aveva il suo petto attaccato alla mia schiena e il capo sulla sua spalla si sarebbe accorto che da un momento all'altro mi sarebbe uscito fuori dal petto.
Comunque ci siamo divertiti un sacco, che fortuna che Cami e Vilu fossero scomparse, anche se mi dispiace dirlo effettivamente, ma così non mi avrebbe mai invitato vedendoci tutte e 3 insieme, o magari si? non lo so, fatto stà che sono troppo felicissima (si può dire? No, Grammaticalmente davvero sbagliato!!!). Praticamente invece di fargli da guida abbiamo girato per tutti i negozi in centro, e mi ha comprato un pò di roba, lo pregavo di non farlo, ma se era del caso quando vedevo una cosa in vetrina capiva che mi piaceva e mi diceva 'Torno Subito' entrava ed usciva con il pacchetto, mentre con i vestiti, beh i vestiti li ho provati tutti! mentre lui guardava i pantaloni da uomo. Mi diceva che erano fatti per me, ma ad un paio è un pò arrossito, anzi è diventato viola! Okay ho un pò esagerato a volermi provare quello con la extra scollatura, ma comunque non l'ho preso. Io ho pagato solo un paio di scarpe a sua insaputa, mentre sotto mio consiglio lui ha preso due camicie e una felpa. Non mi sembrava giusto che mi comprasse tutto ciò che vedevo così l'ho portato via dai negozi e siamo andati a fare una passeggiata al parco; ad un certo punto io ero andata a prendere una bottiglietta d'acqua mentre lui era seduto su una panchina vicino con il cellulare, io stavo camminando verso di lui, quando si infila le dita tra i capelli bagnandosi le labbra con la lingua mostrando le sue bellissime fossette sulle guance, è inutile dire che rimanendo incantata a quella vista sono caduta per terra con le bottiglie d'acqua inciampando su non so cosa, so solo che è corso ad aiutarmi mentre io avevo le guance con le fiamme dell'inferno! Non ho saputo spiegargli ovviamente il motivo della mia caduta ma l'importante è che adesso sto bene. Anzi sto benissimo con lui su questa moto. Peccato che gli ho dato le indicazioni giuste di casa mia altrimenti saremmo stati ancora un pò insieme, ma non potevo fare la figura della pazza.
Arrivati scendemmo dalla moto. - Bello il giro, Non ricordavo che questa città fosse così bella.- gli sentì dire mentre si toglieva il casco, poggiava i pacchetti che in qualche modo siamo riusciti a trasportare, e metteva le mani ai fianchi. -Grazie di tutto Leòn.- dissi sfoderando un sorriso, -Sono stata davvero bene- dissi sinceramente. -Anche io Fran- Disse sorridendo di rimando. D'un tratto spostai lo sguardo sulle sue labbra, lui se ne accorse e si girò per prendere gli altri pacchi che erano miei, non avrei dovuto agire in quel modo anche se eravamo ad una dovuta distanza aveva immaginato che mi sarei avvicinata, non potevo essere così frettolosa, ci eravamo conosciuti solo stamattina e non era giusto. -Non vengo mai più da nessuna parte con te se non lasci il portafogli a casa tua!- dissi rompendo l'imbarazzo del momento, - Per poco non mi compravi anche la cassiera!- esclamai continuando. - Non essere esagerata, solo un pensierino- disse sorridendo e porgendomi i pacchi, - un pò più di un pensierino credo!- dissi ridacchiando, -Va bene, meglio che vada, non ho neache avvertito mia madre che non tornavo da scuola..- disse lui prendendo il casco, -Okay, allora ci vediamo domani- dissi io, non mi avvicinai per dargli nemmeno un bacio sulla guancia, dopo quel mio sguardo era diventato tutto parecchio imbarazzante, non volevo fraintendere ancora le cose, così mi voltai prendendo le chiavi dalla borsa, convinta che lui si fosse già messo il casco per andarsene, -A domani.- sentì lui dietro di me e quando mi voltai mi schioccò un bacio sulla guancia, Io sorrisi. Rimasi lì paralizzata, quando sentì il rombo della moto che si allontanava.



Mi ero pentita della scelta di raccontare tutto a Camilla dopo scuola. Lo avrei fatto, ma non oggi, perchè dopo tutto mi era preso un mal di testa assurdo sul serio tornando a casa. Ero ritornata con Maxi, subito dopo scuola, io e lui non abitavamo poi così lontano, ma nel tornare mi ha stressato la vita parlandomi di come sarebbe stato un nuovo chitarrista dopo aver cacciato Diego. Diego, una fortuna fosse stato sbattuto via dalla Band, non lo sopportavo più! Anzi nessuno lo sopportava, era un assillante pretendente, un arrogante con tutta la mia tribù e parecchio maleducato! Ma adesso non voglio pensare a lui, già mi rompe tutti i giorni a scuola! Si crede chissà chi.
Adesso sono sdraiata sul mio lettino, e messaggio un pò con Ludmi. Non sono voluta andare al ritrovo nel pomeriggio, volevo solo starmene sola soletta oggi. Mi hanno detto che neanche Fran è stata al ritrovo, Strano; lei non mancava mai, va be' che neanche io sono mai mancata. Per domani inquanto oggi era il primo giorno non ci hanno segnato tanti compiti, solo Matematica e leggere una robetta di storia che non mi andava assolutamente di toccare, dopo quei numeri che mi si erano presentati nel quaderno di matematica, non mi era uscito nemmeno un risultato corretto, non sono brava in matematica, anzi sono pessima! Sono le 21:45 e mi hanno chiamato cento volte per scendere a cenare, ma mi annoio, ho già mangiato tre barrette di cioccolato bianco e 5 merendine al caramello; Già, sono golosa di Dolci! anzi se Olga mi salisse in camera un pò di torta alla vaniglia non sarebbe male, ma non mi va di andarla a chiamare. Quando ho detto che adoro la mia vita? l'ho detto? che coraggio che ho avuto. Oggi proprio odio tutto e tutti. Leòn odio anche te perchè mi piaci un sacco! Che diavolo mi prendeva? io e la mia teoria 'Ragazzi dopo i 27 anni' ? Volevo avere lui vicino a me che mi guardava con i suoi occhi che sono una miscela di luminosità come il cielo e il mare, Verde come lo smeraldo, lo voglio adesso! Bob Marley diceva: 'Di occhi belli ne è pieno il mondo, ma di occhi che ti guardano con sincerità ce ne sono pochi', e se gli occhi oltre a guardare sinceramente fossero anche belli come i suoi? Vorrei tanto che mi guardasse come oggi guardava Francesca, me ne sono accorta che qualcosa di lei gli piaceva, sarei davvero felice per lei, se lui non volessi tenermelo per me, ma Leòn sicuramente non si accorgerebbe mai di una come me, è questo che mi fa star male da oggi, anche se i nostri sguardi si sono incrociati parecchie volte non so se voleva davvero vedere quello che ho dentro, non lo so, comunque non riesco a pensare ad altro se non a quell'insieme di perfezione che oggi mi si è presentato davanti! Adesso sto quì in camera mia, la mia camera mi piace davvero tanto, va be' l'ho arredata io! Le pareti sono di un azzurro acceso, poi ho voluto dar un tocco di creatività conservando una parete tutta per me, con i miei poster, i miei disegni, le frasi alle quali tengo di più, anche frasi di canzoni, in un pezzetto per esempio ho scritto :
'Pinto mi propria realidad, lo unico que sè es que pinto porquè lo nececito y pinto qualquier cosa me pasa por la cabeza sin ninguna otra consideraciòn'
Quello che ho scritto è vero, io coloro la mia proprio realtà perchè ne ho bisogno e coloro qualsiasi cosa mi passa per la testa senza nessun'altra considerazione, io adoro un altra cosa oltre a cantare e suonare, ho un altra passione, disegno tutta la mia vita! Il mio album è tutto per me, e senza queste cose io non vivo. Comunque oltre alle pareti ho altro in camera mia, per esempio il mio letto con la tavarca bianca, ho anche una grande vetrata e una finestra molto grande che inquadra gli alberi e i profumi del giardino, il sole la mattina mi sveglia, è solo lui a svegliarmi, la sua luce, il suo calore d'estate. Adesso che è sera si vedono le stelle, che di notte certe volte osservo, mi danno un idea di come immaginare l'infinito, e non è vero che non mi metto a pensare al futuro, penso, penso tanto, certe volte cerco di nascondere le mie debolezze, le mie fragilità, tutto dietro ad un sorriso, ma non sempre mi va di sorridere, anche se non lo do a vedere io soffro quando ne vale davvero la pena, è naturale soffrire per un motivo valido, come adesso, sto soffrendo perchè non mi sento abbastanza, lo so, e lo dico, non sarò mai abbastanza per i tipi di ragazzo come Leòn, anche se l'ho conosciuto solo oggi, non è una giustificazione, vorrei averlo con me punto e basta, vorrei conoscerlo, perchè i suoi occhi mi raccontano una storia diversa da quello che da a vedere lui, e quel sorriso perfetto che secondo me nasconde molto di più di quello che vuol fare credere, l'ho fatto, ho colto ogni espressione del suo viso oggi, e l'ho saputo leggere alla perfezione, gli piace Francesca almeno un pò lo ha colpito, e questo mi fa crollare un mondo addosso, soprattutto perchè sto soffrendo di una probabile possibilità di felicità per la mia migliore amica, e non so come faccio ad essere così egoista ma non posso nascondere che avrei voluto che quella battuta sul numero di telefono l'avesse rivolta a me il caro Leòn stamattina. Ma comunque adesso è meglio che mi distragga un pò altrimenti non dormo.
Prendo il computer e mi collego su Facebook, Leòn Vargas, digito, mi sto distraendo fantasticamente! 'Aggiungi agli amici' veramente vorrei aggiungerlo ai fidanzati o ai possibili promessi sposi, Che malata che sono! che faccio clicco o non clicco?! va be' tanto è un mio compagno di classe questo figo da paura! Clicco per aggiungerlo agli amici, 'Richiesta di amicizia inviata' Fantastico... Ha foto per tutti, clicco sull'icona per guardare le foto e AHHH! QUANTA BELLEZZA! cerca estate, cerca al mare, possibile che non abbia foto a petto nudo al mare, mica c'è niente di male! uff, Messico, amici, snobbette, lui in moto, lui... che bacia una snobbetta, una snobbetta che.... bacia lui, Bleah! questo si faceva le snobbette d'estate ai caraibici. I ragazzi prima hanno gli occhi che raccontano una vita e poi di sera costruiscono un alta storia con 'le civette', secondo me Christìn avrà buone possibilità allora... Okay Violetta, niente pregiudizi! non giudicare un libro dal...le foto che caricano su facebook; d'un tratto sento aprire la porta e... Mia madre, chiudo di scatto il portatile senza neanche averlo spento. -Tesoro, quanta cioccolata ai mangiato?!- disse alludendo al comodino pieno di cartaccie di cioccolata varia, -Mamma, non ho cenato, lasciami sopravvivere!- dissi io ridendo, -Allora, cosa è che ti turba? Hai litigato con Fran o Cami?- Mi domandò sedendosi sul mio letto mentre io le facevo posto mettendomi con le gambe attaccate al petto e la testa sulle ginocchia, -No, niente del genere, perchè me lo domandi?- dissi io con gli occhi abbassati sul pavimento, -Perchè ti conosco, e quando stai così, o hai litigato con loro per qualche sciocchezza per poi far pace il giorno dopo, oppure non lo so, problemucci da teenagers?- disse lei spingendomi un pò in segno di scherzo, -Dai Mamma, ti assicuro che non ho niente, forse sono un pò triste perchè è iniziata la scuola, tutto quì- risposi io buttandomi sul letto con la testa all'indietro, -E che cosa fai le medie che non vuoi andare a scuola?!- disse lei mettendo le mandi ai fianchi, -che novità è mai questa Vilu?- continuò lei, -Mamma la scuola non piace a nessuno, lo sanno tutti!- dissi io guardando il soffitto, - Ma a scuola non c'è la tua tribù eh? Ahhh! forse ho capito, Cristìn!- disse lei alzando un dito. -Cosa centra adesso quella gatta morta Mamma?- dissi io mettendomi un cuscino sulla faccia, -Non la odiavi?- domandò. -La odio- risposi, -è lei il problema?- continuò. -Mamma, il problema è che tu mi stai facendo il quarto grado per qualche problema che non so chi ti ha detto io abbia, perciò adesso vorresti dirmi che problemi hai tu che posso risolverti, in modo che il problema mio, che poi adesso saresti tu, venga risolto?- domandai alzando di poco la testa dal cuscino, - quindi in tutti questi giri di parole si è scoperto che il tuo problema sono io?- disse lei mettendo il broncio, mi faceva sempre star meglio il suo supporto, e il fatto che cerchi di capirmi, solitamente io le racconto tutto, ma questo ancora vorrei tenermelo per me, Mamma oggi te ne andrai senza aver vinto! mi avvicinai a lei in ginocchio sul letto, - No, Mamma non sarai mai un mio problema.- affermai abbracciandola, - Lo so, piccola mia, che me ne andrò a letto a mani vuote- disse facendo uno sguardo accusatorio, -No, perchè ti ho abbracciato, non ti basta?- dissi ridendo, - e i gossip adesso chi me li racconta?- riprese lei, -Mamma trasmettono Gossip girl la replica a quest'ora, vai a guardartelo!- dissi io alludendo al fatto che mi lasciasse sola, - Va be', mani vuote, testa piena di possibili domande, me ne vado a letto.- disse alzandosi, -Buonanotte piccola mia.- disse stampandomi un bacio sulla fronte. -Buonanotte Mamma- dissi io con un sorriso triste, per non aver avuto la forza di raccontarle di Leòn.



ANGOLO AUTRICE:
Holaa!! Buona Domenica a tutti!! Non ho fatto ritardo con il capitolo due vero? Comee statee?? 
Allora questo capitolo credo non vi sareste mai aspettati che fosse #Leoncesca giusto? Famiglia #Leonetta perdonatemi!! Mi farò perdonareee Promesso!! Ma non dico altro!!! Allora in questo capitolo vediamo come il caro Leòn viene accettato dalla 'Tribù' di Vilu, addirittura lo faranno entrare nella loro band, e gli faranno conoscere il ritrovo, in questo capitolo c'è stato anche un pizzico di #Frede... Cristìn fa la civetta con Leòn, lui la rifiuta *batte il cinque a Leòn* ... Vilu non riesce a parlare per tutto il pranzo per colpa del 'Dio Della Bellezza' (in una recenzione mi hanno detto di amare questa espressione,, vi stimoo!!) Cami si accorge di tutto. Poi,, Leòn pensa che Vilu sia bellissima (tenero*-*) ma poi invita a uscire Fran, cosa che a lei rende felicissima (Fran ti adoro, ma con Leòn.......) alla fine c'è un momento imbarazzante perchè lei vorrebbe baciarlo, ma poi niente... Vilu fa le ue riflessioni, si accorge che a Leòn piace in qualche modo Fran ed è triste anche perchè è convinta di non essere abbastanza. La Madre di Vilu, quanto è dolceee!! *-----* si accorge che la figlia è turbata ma Vilu la manda via a mani vuote poverina...
Okkey questo è stato il capitolo, l'ho un pò riassunto quì, nel terzo capitolo comparirà un nuovo personaggio di cui Leòn ha fatto una piccola nomina, non vi dirò chi è, lo scoprirete presto, ed avrà un ruolo ben diverso da come lo conoscete voi, perchè lo conoscete benissimoo!! Vi lascio con questo in mente! 
Ringrazio tutti quelli che hanno iniziato a leggere la FF e quelli che hanno recensito, vi giuro che lo apprezzato tantissimo e spero continuerete a seguire la storia e a recensirek, risponderò a tutti promesso! un besotee!! Ciaoo alla prossima *_*


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Secondo giorno di scuola, Buon per me. Mi sono svegliato alle 5:13 non ne conosco assolutamente il motivo, ma ieri dopo essere uscito con Francesca sono andato in cucina mi sono preparato un panino e dritto a letto, i compiti? Nada de Nada, infatti oggi non so come farò a dire alla prof di matematica che non ho aperto il libro, che scusa mi invento? No, prof sono dovuto uscire con una ragazza e ho dovuto girare la città per passare un pò il tempo. (?) Non suona bene neanche la frase, va be' Ieri mi hanno rapito gli alieni può capitare! oppure Prof, cosa tragica, mi è morto... il Pesciolino rosso! che vita è mai questa! Basta, prof mi sono dimenticato. Perfetto!
Sono uscito adesso di casa, mia mamma sta ancora dormendo, sono le 5:45, passo il vialetto e prendo la moto, mi sono svegliato con l'intenzione di fare una cosa, e devo farla. Giro un pò la città già a quest'ora la gente è per strada, gran lavoratori, i Bar aperti, e tutto ha un aria diversa oggi. Faccio quella strada, la via che con questo motorino ho passato un milione di volte, e ogni volta avevo sempre lo stesso battito costante di cuore, perchè arrivato a destinazione potevo finalmente vedere lei, la mia Ally.
Passo per l'ultimo svincolo, e mi ritrovo nel suo quartiere, ricordo ancora il colore e la struttura di ogni casa a memoria, in ordine di distanza, ed, ecco la sua, la casa di Ally, dove viveva con i genitori e la sorella, Fliss, che ragazzina che era due anni fa, chissà come è diventata e soprattutto chissà come è diventata Ally. Non sono venuto quì per parlarle, per vederla, anche se ci speravo, ma per... non lo so perchè, sicuramente non sono venuto fin quì per suonare a quel campanello a quest'ora, anche se so che lei è già sveglia, conoscevo ogni singolo tratto della sua giornata, alle 6 e pochi minuti della mattina mi mandava il messaggio del buongiorno, ricordandomi anche che dovevo alzarmi, ma quello non lo attribuivo solo ad una sveglia, mi faceva pensare che ogni mattina al suo risveglio pensava a me, e quello mi rendeva felice. Quando litigavamo, lei non mi scriveva, anche se io non dormivo tutta la notte di conseguenza la mattina non andavo a scuola, e a lei toccava farsela a piedi. Non andavamo nella stessa classe solo nello stesso istituto, anche se non ci siamo neanche conosciuti a scuola, la storia di quando ci siamo conosciuti non la voglio nemmeno ricordare, altrimenti mi viene automatico anche arrampicarmi sull'albero per entrare dalla finestra della sua stanza. Dove è finito quel Leòn che fino a ieri diceva di non voler solo voltare pagina ma ricominciare il libro dal capitolo 1? devo assolutamente ritrovarlo, tolgo il cavalletto che sorregge la moto e parto a tutta velocità, non potevo più rischiare di soffrire, ho versato già abbastanza lacrime per essere l'uomo duro che fingo di essere, che poi non sono neanche un uomo, perciò Basta! E se lei mi avesse visto e non avesse provato niente? magari in questi due minuti che mi separano da casa sua adesso avrei scoperto che stava con un altro, che era incinta, che si era sposata... magari non mi avrebbe nemmeno visto lei perchè non abita più in quella casa e adesso vive con il suo nuovo marito alle Bahamas, e tutto questo me lo avrebbe riferito Fliss sua sorella, Okay, troppi film mentali, ma possibilità che se scoprissi dovrei superare, anche se è un pò giovane per tutto ciò... Ma magari adesso la pensa all'antica e vuole sposarsi a 18 anni, invece che a 30 anni come si fa oggi, MA CHE NE SO IO!! So solo che devo dimenticarmela, che tra noi non ci sarà più niente, anche se fino ad oggi quando uscivo o facevo qualcosa di più intimo con altre ragazze attribuivo il loro viso al suo, anche se non le avrei mai paragonate a lei, lei era... era speciale, per me era tutto. Bene almeno adesso uso il verbo al passato 'ERA'. Non so se riuscirò mai a trovare una ragazza come lei, perchè è tutto così difficile? Tornare a Buenos Aires sembrava una buona idea, ma pensare di avercela così vicina e non poterle nemmeno parlare, e dire tutto ciò che sento... Meglio finirla, ieri ho anche illuso quella povera ragazza, Francesca. Ma a cosa stavo pensando? Mi piace un sacco Okay lo ammetto, ma da quì a dimostrarle che avrei anche potuto baciarla, no. Non so dove ha potuto cogliere questi segnali, so solo che ha cominciato a fissarmi le labbra e ad avvicinarsi, non potevo farlo... Se l'avessi baciata per non farla rimanere di schifo come è rimasta avrei rovinato tutto, e poi in fondo era davvero presto! Ci siamo conosciuti la mattina, non mi sembrava logico baciarla dopo un uscita, e poi non ero neanche sicuro di volerlo, non che non sia bella, che non sia una brava ragazza o altro, forse ancora mi piace solamente, ma il brivido... il brivido non l'ho provato, piacere nel stare con lei, Sì, ci mancherebbe altro, è così sincera, divertente, vivace, solare... Non dirò 'Ma', come si potrebbe credere dall'inizio della frase, dirò soltanto che voglio conoscerla meglio, e poi non vorrei farle sembrare che sono un ragazzo di quelli che dopo un appuntamento ti baciano e poi ti saltano addosso! Beh, io l'ho fatto con alcune teste di gallina, ma non lo farei mai con una come lei, so che potrei senz'altro dare fiducia ad una ragazza così, e poi ieri mi sono anche divertito. Volevo davvero farle quei regali, perchè vedevo come le brillavano gli occhi nel vedere quelle cianfrusaglie da ragazza. Anche Ally era così, era tutta Colori pastello, pizzo, rosa, rose... Una ragazza delicata insomma, e anche Francesca è così da come ho potuto capire, non so dire se adorare questo stile tutto perfettino delle ragazze come loro, ma mi fa sorridere vedere che ci tengono così tanto a queste cose così futili, così sciocco da farmi sorridere, ma lo rispetto, perchè non è quello che ieri ho visto in Francesca, per ora cercherò di conoscerla, magari rimanendo amici, e facendoglielo capire perchè ho inteso molto bene che le piaccio molto, Modestamente sono adorabile! io scherzo, Sì, ma non vorrei rischiare che si innamorasse di me, con il passare del tempo, perchè non voglio far soffrire nessuno come ho sofferto io.
Adesso anche se è ancora presto mi dirigo verso la scuola, magari mi siedo su una panchina e mi ripeto la Matematica, oppure mangio qualcosa, sto morendo di fame! Passo una via, e mi ricordo di una cosa importantissima che vorrei fare oggi: Devo andare a trovare quello che è sempre stato il mio migliore amico, che mi ha sempre sostenuto e dato consigli, non è mai stato un amico con cui fare baldoria o con cui andare dietro a ragazze da usare per una notte, è sempre stato una persona seria e composta da cui prendere esempio, un coetaneo che è più colto di qualunque oratore formato secondo le teorie di Quintiliano, Il fratello che non ho mai avuto, Tomàs. Per questi due anni ci siamo sempre tenuti in contatto, per la morte di mio padre sarebbe venuto addirittura in Messico se non glielo avessi vietato, mi bastava il suo supporto anche se da lontano. Mi ha incoraggiato sempre, e come ha fatto mia Madre, in quel periodo nella quale ero fuori di testa mi ha dimostrato quanto sia importante la vita, anche se ci riserva sorprese che non sono mai piacevoli. Se lo sapesse mi picchierebbe, ma, io penso a lui come il Padre che purtroppo adesso non ho più, non importa che sia giovane e addirittura anche un pò più piccolo di me, lui ha un cuore d'oro, e la sua anima è pura, ci conosciamo da quasi 9 anni e sono sicuro che senza di lui sarei perso, la distanza mi ha fatto capire tante cose... A proposito, lui non sa che sono quì, pensa che sia ancora al mio paese, sarà una sorpresona vedermi arrivare con la moto!
Giro l'angolo, ed eccomi a scuola! Yeah! (ironicamente)... Il portone è ancora chiuso, ma già alle 6:00 ci sono alcuni alunni, Che fantasia a venire a quest'ora, va be' forse stamattina hanno avuto i miei stessi impulsi di uscire presto, Chissà.
Entro dal cancello e parcheggio la moto nello stesso posto di ieri, dato che ancora c'erano due cani trovavo abbastanza posti, la moto di quella ragazza non c'era, quella... emh..Laura..no Lara! Sono rimasto affascinato da quella moto, era il modello che desideravo da sempre, ma non ho mai preso di punta di comprarla da un anno a questa parte, poichè quella che ho adesso anche se ormai antica, o passata di moda, o quello che si vuole, me l'ha regalata mio padre, e voglio consumarla fino a quando non sarà arrivata la sua ora. Ricordo ancora quando mio padre non pensava neanche lontanamente di comprarmi una moto, e non per mancanza di denaro, era soltanto che non voleva mi facessi male. I genitori sono così, sentono una notizia al telegiornale, e Bum... la tua vita finisce in una depressione disciplinare su queste cose... ''Scordatelo, niente montagne russe, non hai sentito a quel ragazzino che è caduto da lì sopra?''...''Sci? e Quel pover'uomo che si è rotto il collo?''... ''Aereo da solo? Non se ne parla, ne sono scomparsi a centinaia!''... Certo magari se fossi salito con loro su un aereo non sarebbe caduto negli oceani, No? Comunque la moto è stata una delle proibizioni dei miei genitori, soprattutto di mia madre, e mio padre da bravo marito che era le andava dietro nelle sue teorie, ''Se fosse per me si andrebbe in giro ancora con le carrozze e i cavalli!'' diceva, neanche fosse mai vissuta nell'epoca dei cavalli mia madre! Fatto stà che dopo tantissime preghiere in ginocchio a 14 anni avevo già il motorino, e subito dopo la moto che ho appena parcheggiato, che ho potuto usare leggittimamente a 15 anni, ma che ho dovuto abbandonare per 2 anni! Di incidenti ne ho fatti, anche se non ho mai detto niente apparte la volta in cui mi sono rotto un braccio, ma dettagli!
Adesso cammino per avvicinarmi ad una panchina con la mia borsa, quando d'un tratto vedo una ragazza che cade per terra con tutti i libri e fogli sparsi, mi avvicino subito a lei, che era caduta a pancia in giù, faccio per aiutarla, - Ehi, Stai bene?- domando preoccupato, Alza il viso e mi ritrovo un paio di occhioni castani luminosi ad un soffio dal mio viso.



Allontanai immediatamente il mio viso dal suo per l'imbarazzo, chissà di che colore ero in faccia! Mi aiutò ad alzarmi dato che si era messo in ginocchio per domandarmi come stavo, si alzò con me, non interrompendo la connessione visiva anche se a dovuta distanza, che prima avevo allargato io, -Si, sto bene, Grazie- dissi io con un sorriso spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro e abbassando lo sguardo, lui sorrise di rimando, -di niente- si abbassò per raccogliere i quaderni fogli e libri che si erano sparsi lungo il cortile quando ero caduta, fortunatamente era presto e da quel lato del cortile non c'era ancora nessuno, prima avevo visto alcuni seduti sulle panchine dal lato del portone, -Come hai fatto a cadere, Violetta?- disse lui porgendomi i fogli che aveva raccolto. -Forse sono inciampata quì- dissi indicando un minuscolo dislivello, -Ti sarai distratta forse...- disse guardando ancora il dislivello, - Si stavo prendendo un libro dallo zaino e non me ne sono accorta- dissi prendendo un libro caduto sul giardino per non guardarlo, altrimenti si sarebbe accorto che stavo mentendo, lo so da me che sono parecchio trasparente; in realtà il motivo della mia caduta è lui, che sono caduta in quel punto è vero, ma la mia distrazione non è stato un libro, è stato Leòn unito alla mia goffagine.
Stavo seduta su una panchina, come al mio solito, arrivo con largo anticipo a scuola quando la notte la passo insonne, e me ne sto seduta quì a leggere o a disegnare, sto quì dalla parte del giardino perchè non ci viene mai nessuno, e quando sono un pò turbata me ne sto sola camminando dalle 5:30 di mattina per poi arrivare a questa parte del giardino alle 6:00, ero appena arrivata e stavo sfogliando un libro seduta sulla panchina sotto l'albero quando vedo 'il Dio della bellezza' arrivare con una borsa e il suo fascino, vestito in stile Grunge una camicia azzurra e blu a scacchi, un paio di jeans neri un pò consumati e delle converse azzurre con i lacci bianchi, la sua borsa Eastpack tracolla tessuto jeans blu, quel ragazzo ha uno stile unico! Comunque vedendolo arrivare mi sono alzata velocissimamente da quella panchina prendendo le mie cose rapidamente perchè non avevo assolutamente intenzione di parlarci, o magari avrei detto qualche sciocchezza, già bastava il fatto di aver visto il suo profilo Facebook ieri mi rendeva abbastanza nervosamente instabile! con l'idea di non incontrarlo cammino a passo veloce e... Bum, cado come la miglior goffa sul mercato intravedendo i suoi occhi verdi a distanza alla luce... Wow! poi quando eravamo così vicini, ho visto uno smeraldo che non avevo mai visto prima, il colore più acceso e luccicante del mondo! Ho fatto una fatica immensa ad allontanarmi, ma se non l'avessi fatto avrei preso sicuramente qualche impulso che mi avrebbe rovinata.
-Allora, come mai anche tu quì a quest'ora?- mi domandò lui mettendo le braccia conserte al petto, guardandomi con aria curiosa. Devo dire qualcosa di senso compiuto, basta con l'insicurezza che poi è così rara in me! -Niente, mi sono alzata presto, sono uscita per fare una passeggiata ma poi sono venuta direttamente quì- dissi io torturandomi le mani, ero, non nervosa, Nervosissima! -e tu invece?- continuai alzando lo sguardo dalle mie mani per guardare lui, e nel alzare gli occhi notai che anche lui stava guardando le mie mani, si sarà accorto del fatto che sarei svenuta da lì a poco forse, ma comunque dovevo cercare di tranquillizzarmi altrimenti non si sarebbe mai più avvicinato prendendomi per pazza; -Qualcosa di simile alla tua situazione- disse ridacchiando, -Ah, capisco- risposi io sorridendo e spostando lo sguardo da lui alle mie mani continuamente. D'un tratto sento un qualcosa allo stomaco, e questa volta non erano le farfalle, sentiamo un ruggito proveniente dalla mia pancia! Io non sono sicura di essere diventata rossa in faccia, forse era un colore che si avvicinava al mio nome, sentivo le guance bruciare! Vedo Leòn che fa una risata, ma non una di scherno, una risata dolce e allegra, -Mi dispiace, mi avverte quando ha fame, così ruggisce- dico io unendomi alla sua fragorosa risata, -Praticamente, è un'animale simile al tuo nome!- continuo io ridacchiando, forse mi ero ripresa, ero persino riuscita a prendermi in giro da sola come facevo con i miei amici. -Ah, capisco, quindi il Leone si è svegliato- rispose lui sorridendo, -Già, non ho fatto colazione- dissi io mettendo una mano davanti alla pancia, -Nemmeno io- disse lui, - infatti credo che anche il Leone che è in me tra poco si sveglierà.- scherzò lui facendo una smorfia, -Vieni, andiamo al Bar.- disse lui mettendosi le mani in tasca e facendo un cenno con la testa per indicarmi di andare. E ora cosa faccio?! Ero riuscita a balbettare due parole, ma andare a fare colazione con lui non potevo, anche se non potevo neanche rifiutare, non mi veniva in mente nessuna scusa, soprattutto perchè con questo semplice invito ho per un attimo toccato il cielo con un dito. Leòn cominciò a camminare mentre io dopo due passi fatti mi ero fermata, lui se ne accorse e si voltò verso di me -Che succede?- disse con sguardo interrogativo, - No, niente- dissi raggiungendolo più avanti, -Violetta, attenta a non cadere- disse prendendomi in giro alludendo al gradino minuscolo che dovevamo scendere, -Sei pessimo!- dissi io facendo una smorfia ma subito dopo un sorriso, lui cominciò a ridere, e ci avviammo verso il Bar dove andavamo sempre io e Fran. Attraversammo la strada e ci trovammo davanti alla piazza e dopo entrammo al Bar; Quello era la pasticcieria più grande dei dintorni, infatti era divisa in due piani, e sopra c'erano i tavoli, oppure anche fuori ci si poteva accomodare. Entrando c'erano un gruppo di uomini con le valigette che prendevano il caffè. Dovevo star attenta a non guardare la cioccolata o tutto ciò che avesse a che vedere con il cioccolato altrimenti mi sarei rimpizzata ordinando tutto come al mio solito, -Ehi Violetta!- Mi salutò la cassiera, lì dentro conoscevo tutti perchè ci venivo tutti i giorni, Brittany è una cassiera molto simpatica, fa anche l'estetista a domicilio così io Fran e Cami ne approfittiamo facendola venire anche ai nostri pigiama party, ha su per giù 25 anni, noi scherziamo sempre insieme, -Brittany, come stai?- domandai avvicinandomi per salutarci, Leòn mi seguiva sorridendo, -Bene bellissima! Ma noi da quant'è che non ci vediamo?- disse con aria di rimprovero, subito dopo spostò lo sguardo su Leòn che stava guardando il giornale dello sport su un tavolino, mi fece un segno con la testa con aria interrogativa, io le feci un cenno come per rispondere 'No' alla domanda che mi aveva fatto con lo sguardo, -Leòn- Lo chiamai, lui alzò lo sguardo, -Lei è Brittany, un'amica di tutte noi ragazze- gli riferì per non farmi domandare altro dalla cassiera, lui guardò lei -Piacere- disse allungando la mano, -Sei un nuovo alunno del liceo?- domandò lei sorridendo e sicuramente un pò imbarazzata dalla bellezza di Leòn, faceva un effetto così anche alle donne più grandi! -Si si- disse lui ritraendo la mano. Dopo aver parlato con Brittany che non la voleva più smettere di domandare a Leòn della sua vita io interruppi, vedendo Leòn anche un pò esasperato, -Cosa prendiamo?- domandai, lui mi guardò e sorrise alzando le spalle, -Quello che vuoi tu- rispose lui, -Se sei un tipo che ingrassa velocemente, non prendere quello che di solito prende Vilu, altrimenti..- interruppi Brittany che stava per dire qualcosa di più imbarazzante, -Sono solo golosa- giustificai io abbassando lo sguardo, -Golosa? per i dolci hai un buco senza fine!- ribattè lei ridendo, guardai Leòn che le sorrideva un pò falsamente, forse si era accorto che mi aveva dato fastidio il fatto che si prendesse la libertà di dire cose che mi rendevano nervosa. Ma cosa era preso a Brittany? Okay è sempre stata molto bocca larga, ma in questo momento non mi stava più tanto simpatica come prima, anche se sicuramente non aveva detto quelle cose per cattiveria, voleva solo scherzare, ma davanti a Leòn... -Va be' ordino io al signore- mi disse -Cosa ti prendo?- continuò, -Quello che vuoi, mi piace tutto- risposi sorridendo, -Okay- disse allontanadosi per andare al bancone, -Brittany, eri diventata una macchinetta!- dissi alla cassiera alzando le sopracciglia, -Vilu, quel ragazzo è perfetto!- disse lei come non preoccupandosi di quello che le avevo detto io, -Lo lasceresti a me?- continuò appoggiando i gomiti al bancone e la testa sulla mani, guardandolo da dietro con aria sognante, -Guarda che ha 18 anni circa- dissi io facendo una smorfia sicura che lei non mi stesse guardando, -L'età è solo un numero, Vilu- continuò senza staccargli gli occhi di dosso, poi si voltò verso di me. -Quindi non state insieme?- mi domando alzando un sopracciglio, -Ci siamo conosciuti solo ieri- risposi io imbarazzata per la domanda, guardando il pavimento, -e perchè fate colazione insieme?- continuò con il sopracciglio alzato, -Non possiamo essere amici? ci siamo visti fuori e niente...-  risposi io scocciata, -è fidanzato con qualche Barbie da strapazzo non è vero?- mi domandò delusa, -Non lo so, non so niente di lui,- le rivelai io -so solo che si chiama Leòn e che è perfet... emh- tappai subito la bocca, stavo parlando senza pensare, e non era raccomandabile, vidi Leòn avvicinarsi con un vassoio pieno di Dolci di tutti i tipi, -Violetta, potresti prendere l'altro perfavore?- Rimasi sotto shock per tutta la roba che aveva preso, feci un cenno di assenso e andai a prendere l'altro vassoio, -Andiamo al piano di sopra- continuò lui facendo un sorriso.
Salimmo le scale e prendemmo un tavolo abbastanza grande per contenere i vassoi pieni di dolci, appoggiai lo zaino e mi sedetti - Non hai preso troppe cose?- dissi io guardando i vassoi con gli occhi ben aperti, - Scusa non hai detto che sei golosa?- disse lui sorridendo e alzando le sopracciglia, -Si, e infatti sarei capace di mangiare tutto, ma poi mi verrebbe un diabete potente!- dissi io ridendo, ormai la tensione era passata, solo che ancora mi sudavano le mani, ma se provava a guardarmi negli occhi, allora sì che ci sarebbe stato un vero problema, e bello grosso, inquanto non sapevo reggere il suo bellissimo sguardo. -Allora nella Band tu canti?- domandò lui prendendo il cappuccino e mettendoci dentro una bustina di zucchero, -Veramente cantiamo tutti, io suono anche il piano- risposi addentando un pasticcino alla crema, -e la chitarra, mi sembra di aver capito ieri..- disse lui avvicinandosi la tazza alla bocca, diede un sorso, e togliendo la tazzina dalle labbra gli rimase un eccesso di latte sopra il labbro superiore, e un pò sotto il naso, tutto questo si poteva notare in una frazione di secondo perchè si pulì immediatamente il labbro con la lingua, lasciando intravedere le sue bellissime fossette sulle guance; Non lo accetto!! Dovevo pulirlo io, appoggiando le mie labbra sulle sue, proprio come nei film, è una cosa così romantica! Non nego il fatto che a quella vista mi cadde il terzo pasticcino con le noccioline, che stavo per mangiare, sul tavolo, -Violetta, ti sei incantata?- disse agitandomi la mano davanti agli occhi; E come facevo a non incantarmi?!, Vabbè il problema adesso era un altro... Cosa dovevo dirgli!!! -Leòn mi sono ricordata una cosa importantissima!- inventai su due piedi, ero così una brava attrice che gli feci aprire gli occhi dallo stupore! -Cosa è successo?- disse lui però continuando a rimanere calmo, prendendo un cornetto, -No, una faccenda per mio padre, menomale che me ne sono ricordata, altrimenti erano guai!- Continuai ad inventare, Okay la mia trasparenza era diventata tutt'altro, Sono un attrice da Oscar! Applausi? -Ah okay- disse ridacchiando, -perchè tuo padre è molto pesante?- continuò lui incrociando le braccia sul tavolo, Questa domanda mi scatenò una risata, -Pesante? Se non fosse per mia madre adesso non sarei quì- dissi agitando il braccio, per poi puntare il dito indicando il tavolo che stava a significare il 'Quì', -Ah, e dove saresti?- rispose alzando le sopracciglia, -Rinchiusa nella torre- affermai infine indicando non un punto in particolare, -Prima o poi sarei venuto a salvarti..- Disse poggiando la schiena allo schienale della sedia; Cosa era, uno scherzo? -Ah, saresti venuto tu?- Scherzai prendendo un tovagliolo dal tavolo per poi piagarlo, ero troppo nervosa dovevo fare qualcosa, soprattutto per non guardarlo in faccia, -Perchè no?- Disse sorridendo soddisfatto, si stava mettendo a  fare il viscido, e non so perchè, il suo sguardo me la dice lunghissima, quanto i capelli di Raperonzolo; Beh visto che si parla di torri... Okay, adesso sto diventando insensata al punto giusto. Gli squillò il cellulare, e lo prese dalla tasca dei jeans, guardò il numero,o mise il silenzioso oppure il telefono aveva smesso di squillare, -Tutto Okay?- gli domandai con un fil di voce, non sapevo se domandare o no, ma comunque l'ho fatto, -Si, era solo mia madre..- rispose facendo capire che non gli importava che la madre lo avesse chiamato, -E perchè non le hai risposto?- domandai ancora più insicura di prima, -E che mi tempesterebbe di domande per il fatto che sono uscito senza salutarla, comunque dopo la chiamo, tranquilla- spiegò lui con molta calma, -No, figurati, era tanto per chiedere- dissi io imbarazzata, -ed invece nel tuo caso, tuo padre ti salva, come fa mia madre?- domandai ridendo. D'un tratto vidi una luce spegnersi nei suoi occhi, e il sorriso che aveva portato per tutto il tragitto da quando ci eravamo incontrati fino ad adesso, era scomparso, guardò il vuoto per un attimo, -Leòn, ho detto qualcosa che non va?- domandai premurosa cercando il suo sguardo, questa volta volevo osservare i suoi occhi, ma ormai non vedevo altro che una nebbia davanti a essi, alla mia domanda alzò gli occhi dal vuoto, -No, niente- rispose sforzando un sorriso che sembrava davvero triste, -Forse è meglio che andiamo- continuò lui cercando il mio consenso; Annuì e presi lo zaino dal pavimento. Prima di uscire, i dolci avanzati Brittany me li aveva messi in un sacchetto, anche se la metà era stata ingurgitata dalla sottoscritta prima che scendessimo, ovviamente Leòn offrì la colazione, e così uscimmo dal bar. Ancora il Messicano aveva lo sguardo spento, cosa poteva essergli venuto in mente, perchè aveva reagito così, diventando così cupo? Non lo so, so solo che adesso, una figura che conosco molto bene si sta dirigendo verso di noi, nella piazzetta. Anche Leòn se ne accorse, lo guardai, e notai che nel vedere la figura di Francesca avvicinarsi, si era riacceso qualcosa nel suo sguardo, nei suoi occhi, Francesca deve piacergli parecchio allora. Bene adesso ho davanti a me questa immagine, Francesca che si sta avvicinando sorridendo, non mi ha degnata di uno sguardo, e come rapita dagli occhi di Leòn vola verso di lui. Leòn che fino a 2 secondi fa era diventato cupo e spento, aveva un sorriso sincero disegnato sul viso, alla vista della mia migliore amica. Quindi adesso posso anche farmi da parte, dopo aver assistito a questa scena, Addio Leòn. Se fino a ieri soffrivo perchè pensavo di non essere abbastanza adesso non lo farò più, ti conosco da due giorni caro Messicano, e non ero mai stata così male, me ne sono accorta ora, con te niente possibilità. Siamo andati a fare colazione insieme, e non posso dire mi sia piaciuto da morire, non so se sia per il fatto che non ci conosciamo bene o altro, ma se devo esserti solo compagna lo farò, non mi importa più. A questo punto devo dire che questa cotta poteva trasformarsi solo in desiderio, ma innamorarmici secondo me non l'avrei fatto. ''Se uno ama un uomo per la sua bellezza non è amore, è Desiderio. Se lo ama per i suoi soldi, non è amore, è Interesse. Se lo ama per la sua intelligenza, non è amore, è Ammirazione. Invece se uno ama una persona e non ne sa il motivo, quello è Amore! '' Questa frase mia Madre me l'ha ripetuta fino allo sfinimento, non voglio prendere una cotta per qualcuno di cui non solo so che non ricambia, ma soprattutto un qualcuno che non potrai mai iniziare ad amare. Francesca è la mia migliore amica, e se vorrà che l'aiuti a conquistarlo io lo farò, aiuterò la mia migliore amica, e mi metterò in un angolino a guardare la commedia. Torno alla mia teoria ''Ragazzi dopo i 27 anni'' questa è stata una brutta esperienza, non mi era mai piaciuto nessuno, e continuerò a non farmi piacere nessuno. Se farà soffrire Francesca, qualora si metteranno insieme, se la vedrà con me il Latin lover. Da ora e in avanti Leòn non mi piace più, tornerò ad essere la ragazza che ho smesso di essere per 1 giorno e mezzo, e siamo tutti felici; Quel Leòn da strapazzo mi ha fatto solo sprecare una notte nella quale avrei potuto benissimo dormire, invece di pensare a lui. Basta tra noi è finita! Si lo so mi sto dicendo tutto da sola, sto anche mentendo a me stessa, ma almeno mi sento meglio. Ero andata in vacanza per un giorno. Eccomi sono tornata, sono la ragazza che non smette mai di parlare, che urla e canta, la ragazza a cui non piace fidanzarsi, sono Violetta!



Lo avevo visto da lontano, Il mio principe dagli occhi verdi. Non so se si tratta di un allucinazione, non so se si tratta di un sogno, e se in questo momento sono ancora a casa nel mio letto a sonnecchiare, ma vedere quest'immagine mi rende la persona più felice del mondo, vedere il suo sorriso che sento sia destinato a me mi fa sentire la ragazza più fortunata di questo mondo. Anche se ancora tra noi non è successo niente, se non so se sono cosciente del fatto che mi sto illudendo, se è solo passato un giorno, a me basta guardare il suo meraviglioso viso, i suoi occhi verdi e il suo sorriso. Sento che tra noi può nascere qualcosa, lo sento nel mio cuore, me lo sta riferendo, mi sta avvisando con i battiti che si fanno sempre più accellerati quando lo penso. Ieri, lui ed io, insieme, non posso ancora crederci, ci siamo detti di tutto, mi ha regalato di tutto, e in quei momenti io ho pensato di tutto, accanto a lui. Solo quel piccolo errore, dovuto solo ad un minuscolo impulso di voler sfiorare le sue labbra con le mie, avrei tanto voluto che non si fosse voltato e mi avesse lasciato avvicinare, ma non potevo pretenderlo solo per un uscita. Però quel mio gesto non ha rovinato la serata, perchè subito dopo ho sentito le sue morbide e candide labbra sulla mia guancia. Un semplice e minuscolo schiocco di bacio che però per me è significato tanto, e troppo. Adesso sono quì a pochi passi da lui, desidero passare anche questa giornata in sua compagnia, anzi tutta la mia vita, ogni secondo della mia esistenza insieme a Leòn, quel ragazzo che ho conosciuto davanti allo sportello del suo armadietto, e che non voglio più lasciar andare, per niente e nessuno.
Cammino in avanti per poter salutare Leòn, quando mi accorgo di una presenza, La mia migliore amica, Violetta. Cosa ci faceva con il mio uomo? Non lo so, so solo che oggi avrei dovuto raccontarle tutto! Chissà come reagirà la mia sorellina dell'anima! Sicuramente cercherà di aiutarmi a conquistarlo. Violetta è così, la persona più buona e altruista di tutti i tempi, non avrei mai potuto desiderare una migliore amica che abbia qualcosa in più di lei, perchè Vilu è perfetta, e io le voglio bene più di me stessa! Ieri non ci eravamo neanche sentiti, e voglio farmi perdonare, magari organizzo un pigiama party e racconto tutto sia a lei che a Cami! Bellissima idea! Brava Francesca! Okay dopo essermi complimentata con me stessa vado finalmente dove sono Vilu e Leòn. -Ciao ragazzi!- Esclamai con un sorriso che mi arrivava da un orecchio all'altro, -Ciao Fran- sentì dire da Leòn con uno sei suoi sorrisi sinceri, mi voltai verso Vilu, scrutai il suo sguardo e il suo sorriso per una frazione di secondo, era triste come non la vedevo da tantissimo tempo, -Vilu, ciao, come stai?- dissi io premurosa, e ansiosa di avere una sua risposta, cosa poteva esserle successo? -bene- disse lei con un sorriso triste, - anzi splendidamente- continuò, ma poi abbasso lo sguardo. Vidi Leòn che la guardava come a non capire quello che avesse, forse avevano parlato, -Vilu, hai mangiato, sei davvero pallida- le domandai io ancora più preoccupata, -Si, Fran, ho mangiato mezzo Bar- rispose ridendo, per non dar a vedere quello che io continuavo a vedere, -Forse sono solo un pò stanca, non ho dormito bene- continuò. Per un attimo mi scordai di Leòn, La mia migliore amica stava male, ed io dovevo sapere, dovevo aiutarla! D'un tratto sento gli sbraiti dei miei amici, mi voltai, erano Maxi, Broadway e Federico. -Buongiorno bella gente!!- sentì dire da Fede, diedero la mano a Leòn, salutarono me e Vilu, -Ragazzi, vi stavo aspettando, potete spiegarmi dov'è questo ritrovo?- sentì dire da Leòn che cercava di far allontanare i ragazzi da me e Vilu, mi fece un cenno con la testa, aveva capito tutto il mio principe! Aveva capito che io e Vilu avevamo bisogno di stare da sole. -Vilu, adesso ti siedi quì e mi racconti tutto quello che hai, non puoi non dirmelo ti avverto!- Le dissi in tono di rimprovero. In qualche modo avrei fatto in modo che mi dicesse tutto! Ho un potere sensazionale per cose di questo genere, la mia migliore amica aveva qualcosa la turbava e io non rimarrò a braccia conserte!


 
Angolo Autrice:
Holaaa a Todooss!! Come state?? ...Allora vi imploro,,, Perdono, Perdono, Perdono per l'immenso ritardo di cinque giorni, avevo promesso che avrei aggiornato ogni due-tre giorni, ma poi con la scuola e il resto è stato difficile questa volta. il 4 spero di metterlo presto;) Allora, mi farò perdonare, non con questo capitolo, perchè so che mi odiate per #Leoncesca, ma la #Leonetta non è venuta a mancare !!!*__* Allora parliamo del capitolo 3 : Leòn esce presto da casa perchè da quando è tornato desidera fare una cosa, andare a trovare la sua ex, ma non per vederla, solo per percorrere quella strada e vedere la sua casa ancora una volta, ha più volte l'impulso di entrare pensando ad alcuni ricordi, ma stringe i denti e rimonta sulla sua moto andandosene con un peso in cuore. Più avanti scopriremo qualcosa in più di questa Ally. Poi abbiamo sentito nominare il vecchio saggio di appena 18 anni, Tomàs, che nel prossimo capitolo conosceremo di persona. Arrivato a scuola Leòn vede cadere una ragazza che è la cara Vilu*-* si guardano negli occhi, un attimo di paradiso, ma Vilu si allontana subito spaventata dai suoi impulsi, i due parlano e vanno a fare colazione, ed entra in scena Brittany, con commenti poco gradevoli da parte di Violetta. Leòn e Vilu salgono a mangiare, e parlano tranquilli quando salta fuori una frase nella quale Leòn non può che spegnersi. Vilu se ne accorge subito, e quando Leòn propone di uscile dal Bar lei acconsente senza problemi. Nell'uscire fa la sua comparsa una figura,Fran,  che fa star meglio Leòn sotto gli occhi di Vilu che si accorge che tra i due c'è una grande intesa, e decide di lasciar perdere Leòn e la sua cotta tornando ad essere la ragazza che è sempre stata, e che non ama fidanzarsi. Qui entra in gioco il Pov Di Fran dove confessa tutto ciò che prova per Leòn e si avvicina Vilu e Leòn, accorgendosi che Violetta sta male, prova a domandarle con nessuna risposta, Leòn coglie i segnali e si allontana alla vista dei ragazzi. Così le due amiche rimangono sole a parlare. Cosa succederà? Vilu riuscirà a confessarle tutto? Lo scoprirete nel prossimo capitolo. Allora, Sicurmente avrete notato che mancano Angie, Pablo, Non saranno assenti da questa storia, anzi, non vi immaginate neanche chi saranno!! xD Bene adesso vi lascio perchè credo di aver detto tutto;) Ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia, quelli che la recensiscono, quelli che l'anno aggiunta ai preferiti e ai seguiti;) Vi amo con tutto il cuore, non sapete quanto mi fate felice;) Un bacione a tutti e alla prossima!! Os amo a todoss!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

E Adesso? Cosa diamine dicevo a Francesca? Non posso mentirle, lei è la mia sorella dell'anima, non è giusto nasconderle la verità. Ma se accadesse? Se le dicessi la verità a lei crollerebbe un muro addosso, non posso farle questo, non io! Non Adesso! Come potrei risolvere questa benedetta situazione, Mannaia a me e quando mi sono presa una cotta per quel Messicano da strapazzo! Non resta che mentire, mentire a fin di bene, anzi non è mentire, io non ho mai mentito alla mia migliore amica Francesca, nè a Camilla, No! Solo questo farò, nasconderò la verità fin quando la bugia diventerà verità! Fiuuh, ora mi sento meglio, Okay, mi basterà aspettare giusto il tempo di pensare a qualcosa di sensato e venirne fuori, fin quà ci siamo... Devo solo inventare qualcosa che in questo momento possa andare bene da dire a Fran per potermela svignare in qualche modo. -Violetta, sto aspettando, mi dici che cosa ti prende?- sentì dire dall'italiana in todo accusatorio, -Beh, F-Fran, Beh... I-Io..- Balbettati queste parole ma d'un tratto vidi arrivare una figura che mi avrebbe liberata da questo interrogatorio in Men che non si dica! Camilla, La mia salvezza, -Tu, tu, COSA?!- sentì dire da Francesca nervosa, ma...- Buongiorno Signorine belle- arrivò Cami che ci diede un bacio sulla guancia, prima a Fran poi a me, -Cami, Perfavoreee!- Le grignò contro Fran, -Cosa ho fatto?- Disse Cami preoccupata con lo sguardo interrogativo, -COSì NON PARLA DEL TUTTO!- le gridò contro Fran indicandomi, per poi guardare in cagnesco me, -Fran se vorresti aiutarmi non ti comporteresti così, si dicono con calma le cose, tranquillizzati! e poi io non ho niente, non ho bisogno di aiuto, Grazie per esseri preoccupata, ma questa volta ti sbagli, è vero che sono solo un pò stanca, capita a volte- rimproverai io con tono calmo e pacato, -Vilu, io mi preoccupo per te, perchè ieri ti ho vista in quel modo, avevi perso il dono della parola, dopo scienze non avevi una bella cera, vorrei solo sapere che ti prende per aiutarti, sono o no la tua migliore amica?- Francesca si sedette accanto a me guardandomi in modo dolce, Camilla abbassò lo sguardo, lei si era accorta di tutto ieri, così sapeva cos'era che mi turbava, - Grazie Fran, Ma te l'ho appena detto, ieri avevo mal di testa e oggi sono solo un pò stanca, tutto quì- dissi confortandola per poi abbracciarla, poi feci unire all'abbraccio anche Cami che se ne stava con lo sguardo nel vuoto, dovevo dire tutto a lei , altrimenti sarei scoppiata! -Ragazze, prima ho pensato che potremmo fare un pigiama party stasera, che ne dite? - disse Francesca entusiasta sciogliendo l'abbraccio, -Una grande idea, a causa del ritrovo è tanto che non ne facciamo uno!- commentò Cami sorridendo anche lei entusiasta della proposta di Fran, Io non ne avevo tanta voglia, perchè volevo starmene sola a pensare un pò...Ma fino a poco fa mi sono ripromessa che sarei tornata come sempre, esattamente come 2 giorni fa, nella quale ero felice e spensierata. Ecco! Ecco perchè non mi sono mai voluta prendere una cotta per nessuno, perchè si soffre! Si soffre tanto in questa benedetta vita! E la colpa di chi è? Secondo voi? tutta colpa degli uomini! Se Non Fossero tutti così maledettamente idioti allora potrei starmene zitta, ma non è così. Giustamente il PRIMO ragazzo che mi piace deve piacere anche alla mia migliore amica, e ovviamente il CARO ragazzo ricambia senza problemi... Bah! Ma cosa ho io che non va? Perchè non posso piacergli fin da subito? Perchè per lui non è stata cotta a prima vista come lo è stata per me?... Certo io non sono Christìn, non sono Taylor Swift,  non sono Taylor Lauhtner... Quanto è bello... COSA? NO! Io sto parlando di Ragazze, Che sono perfette, ma non sono ME! Bene, dopo questa riflessione dentro il mio cervello noto che Fran e Cami mi stanno guardando inorridite, quindi quasi sicuramente avrò fatto delle smorfie facciali che si legano ai miei pensieri, meglio che parli alla svelta altrimenti so che vorranno chiudermi in qualche Ospedale Psichiatrico. -P-per me va bene, possiamo anche fare a casa mia, volete?- Cercai di dire mentre loro continuavano con quello sguardo. -Va b-bene Vilu, ma... -Fece Camilla abbassando la testa -Stai bene? Sembravi posseduta!- Continuò esclamando. Ci fu un attimo di silenzio nel quale aggrottai le sopracciglia, ma poi d'un tratto scoppiammo a ridere dicendo all'unisono :- LE AUTORIFLESSIONI DI VIOLETTA! Continuando a ridere ci avviammo verso i cancelli, e ci sedemmo sulle panchine e cominciammo a chiacchierare come sempre. Parlavamo del più e del meno, ridacchiando e spettegolando anche su qualcuno, per esempio io tirai in ballo Brittany, la cassiera, e riferì alle mie amiche il fatto che mi aveva urtato i nervi, ma subito dopo mi resi conto che era meglio no continuare perchè oltre al fatto che era perchè diceva quelle cose davanti a Leòn, non volevo sapessero che eravamo andati insieme al Bar, volevo rimanesse allo scuro soprattutto Francesca.
Parlando non ci rendemmo conto del tempo che passava e d'un tratto sentimmo la campanella suonare, così aprirono il cancello dal cortile, il portone era ancora chiuso, quello serviva ai professori e ai ritardatari; Per arrivare al portone ci sono una decina di scalini da percorrere, sfortunatamente non è mai caduto nessun Professone per rompersi le natiche invece di romperle a noi con i compiti a casa. Già questo secondo qiorno di scuola non prevedeva niente di buono, sarebbe arrivato un nuovo prof di storia, e l'idea non mi piaceva affatto. Il motivo è semplice: La storia è la mia materia preferita e per quattro lunghi anni come Prof abbiamo avuto la cara signora Castro, e con lei avevo il mio voto meritato, un fantastico 9, Sfortunatamente è andata in pensione, e io non vorrei che il nostro nuovo prof non sapesse spiegare bene o mettere enfasi nelle spiegazioni. La storia è l'unica materia nella quale sono sempre stata attenta in classe; è la mia materia preferita perchè ti aiuta a capire come sono andate le cose e perchè siamo dove siamo oggi. Non mi piace imparare a memoria le date, a tutto il resto sì, come e perchè sono successe certe cose. Insomma, mi piace capire. Il nuovo prof sarà con noi all'ultima ora, spero non mi deluda nell'ultimo mio anno.
Entrammo in classe, dove ci aspettavano 20 banchi ancora vuoti e le tapparelle delle finestre ancora abbassate, che io e Cami ci prendemmo la briga di alzare per dare un pò di luce. Solo io dentro avevo un buio profondo, cercavo di pensarla come poco fa, avevo deciso che non mi sarebbe importato, ma a chi lo devo dire che ho un nodo in gola? sono patetica, lo so, e mai avrei desiderato esserlo.
Poco a poco la classe si riempiva, tutti cominciavano a salutare e a schioccarmi qualche bacio sulla guancia. I miei amici sono il mio mondo su questo non potrei chiedere di meglio. Dopo Broadway vedo entrare quel messicano, insieme Maxi, ci eravamo visti poco prima e osservati per tanto tempo e ancora vederlo mi fa un effetto che non riesco a spiegare a parole. Vedo arrivare anche Marco insieme a Naty, persone che ancora non avevo avuto il piacere di salutare, che mi hanno domandato come stessi, rispetto al giorno prima nel quale non avevo aperto bocca, sono così dolci, si preoccupano per me; oggi al ritrovo ci sarei andata, anche se non ne avevo molta voglia, però la musica mi avrebbe aiutato, e in più questa sera mi aspettava un divertentissimo pigiama party con le mie sorelline! -Ragazzi, vi ho appena lasciato il mio numero sul gruppo della classe di Facebook per qualsiasi cosa- Una voce dietro di me mi interrompe dai miei pensieri, Leòn che avvisava i ragazzi di aver lasciato il suo numero... Come se non l'avremmo visto con le notifiche... Okay, lo so non devo attribuire a sbagliata ogni cosa che dice solo perchè non gli piaccio e non mi vuole sposare... -Bravo Leòn-, -Okay-, -Perfetto, così ti avvisiamo del ritrovo!- Alcune delle risposte all'affermazione di Leòn. Sicuramente Fran aveva già il suo numero, ma non mi importa... ne sono assolutamente indifferente. Mi accomodai al mio posto, il Messicano era lì, dietro di me, ma mentre mi sedevo non l'ho degnai di uno sguardo. Mi sentì picchiettare la spalla. Era lui. -Violetta?- mi chiamò, all'inizio chiusi gli occhi, non mi sarei voluta voltare, ma in fondo lui non mi aveva fatto niente, non sapeva di avermi fatto qualcosa, non poteva esserne a conoscenza, così mi voltai -Si?- risposi indifferente. -Stai bene? Quando prima è arrivata Fran non so cosa ti è preso, al Bar era tutto ok, no?- domandò premuroso, guardandomi bene negli occhi, -Niente, qualcosa di insignificante- risposi sempre con una buona dose di freddezza, -Violetta, sappi che anche se quasi non ci conosciamo, per qualsiasi cosa, io ci sono- disse serrando la frase con un sorriso incoraggiante. Cosa credeva avessi?! Era sua la colpa! Altrimenti starei passando giornate e nottate serene invece di pensare ad un futuro con lui! Poi se fa così il premuroso come fa a non piacermi? Come faccio a farmi passare questa cotta se non si fa odiare?... -Grazie. Davvero.- dissi io sorridendo di rimando, lui cominciò a scrutarmi, mi voleva studiare, lo so perchè conosco questo sguardo, ne sono l'artefice, io guardavo lui in questo modo quando improvvisamente al Bar si è intristito, forse se ne è accorto, forse no. -Stai cercando di capire quale possa essere il mio problema non è vero?- domandai facendolo arrossire appena sugli zigomi. -L'hai notato?- disse sorridendo e scuotendo la testa abbassandola. -Si, altrimenti non te lo avrei detto.- buttai lì. -Lo so, sembro stupido, perchè in fondo non ti conosco, ma è involontario, avrei voluto capirlo da solo il tuo problema, il perchè prima hai reagito così, ma è naturale che non posso, se so a malapena come ti chiami e che aspetto hai.- disse spiegando la situazione per come ralmente è. -Anche tu prima non sei potuta arrivare alla soluzione scrutandomi.- disse poi lui continuando ad arrossire e a sorridere, è così bello in questo momento, vedere il suo rossore, il suo viso candido, i suoi occhi così luminosi. -Quale soluzione?- domandai, avevo capito a cosa si riferiva, ma volevo sentirlo dire da lui per esserne davvero sicura. -Stamattina al Bar hai espresso una frase, che in qualche modo mi ha cambiato umore; certamente era un innocentissima frase che incoscientemente hai detto a me, io senza volerlo mi sono un pò intristito, ma non per colpa tua. Fatto sta che alla soluzione non ci sei potuta arrivare perchè non mi conosci affatto- spiegò calmo. Che lo scrutavo? Se ne era accorto. -Rimedieremo con il tempo.- continuò. -A cosa?- Domandai. -Al fatto che non ci conosciamo, mi piacerebbe così tanto conoscere la Violetta che ho appena cercato di studiare, ma ho colto poche informazioni.- disse alla fine ridendo. -E cosa hai colto?- Domandai io, presa dalla conversazione, -Allora, Violetta è una ragazza dolce, vivace con i suoi amici ma ancora timida con gli sconosciuti come me, è una ragazza semplice, con lo sguardo sincero, e ce l'ha con me perchè non le ho ancora detto che cosa mi ha fatto intristire tanto da aver rovinato una serena colazione.- Affermò calmo e sicuro di ciò che diceva. Le aveva azzeccate quasi tutte, però sono timida con lui non perchè è uno sconosciuto, ma perchè è Leòn! Ma adesso voglio mentirgli, -Okay qualcosa hai colto- dissi ridendo, all'improvviso sentimmo -Buongiorno Ragazzi!- entrò la prof di inglese. Prima di voltarmi avanti feci un sorriso a Leòn al quale lui rispose di rimando. Un sorriso come pochi. Tutti volarono ai propri posti inclusa Fran che fino adesso era con Ludmi e Cami. Iniziata la lezione iniziai a torturarmi il cervello su cosa aveva fatto intristire prima Leòn, forse se non ci fosse stato l'arrivo della prof me lo avrebbe detto. 
*FlashBack*
Gli squillò il cellulare, e lo prese dalla tasca dei jeans, guardò il numero,o mise il silenzioso oppure il telefono aveva smesso di squillare, -Tutto Okay?- gli domandai con un fil di voce, -Si, era solo mia madre..- rispose facendo capire che non gli importava che la madre lo avesse chiamato, -E perchè non le hai risposto?- domandai ancora più insicura di prima, -E che mi tempesterebbe di domande per il fatto che sono uscito senza salutarla, comunque dopo la chiamo, tranquilla- spiegò lui con molta calma, -No, figurati, era tanto per chiedere- dissi io imbarazzata, -ed invece nel tuo caso, tuo padre ti salva, come fa mia madre?- domandai ridendo. D'un tratto vidi una luce spegnersi nei suoi occhi, e il suo sorriso era scomparso, guardò il vuoto per un attimo, -Leòn, ho detto qualcosa che non va?- 
*Fine Flashback*

Riguardava sicuramente una questione familiare, perchè la mia domanda di stamattina era inerente a questo argomento. Non c'è da disperare, in un modo o in un altro me lo sarei fatto riferire da Leòn stesso. Passarono 4 ore velocemente, inquanto non seguì una virgola, bensì disegnai, tutto il tempo; Di tanto in tanto guardavo i prof per non destare troppo sospetta, e in fondo ho anche letto ad alta voce quando la prof di Lettere me lo ha chiesto, adesso era arrivato il momento di conoscere il nuovo professore, Storia! -Vilu, adesso smetterai di disegnare verò? c'è Storia- Francesca lo sa che quando c'è questa materia non può neanchè chiedermi un fazzoletto se è raffreddata! Adesso crepo dalle risate! Povera!! -Si Fran, lo sai che mi interessa, anche se oggi c'è il prof nuovo- Dissi io un pò dispiaciuta per il fatto che la prof Castro fosse andata via.
Sentimmo la maniglia della porta abbassarsi, e ad entrare, il nostro nuovo prof: uomo sulla trentacinquina d'anni, non molto alto, corporatura media, barba un tantino accentuata. -Buongiorno.- Salutò con non molto entusiasmo, noi tutti ci alziamo in segno di saluto e di rispetto. -Accomodatevi- ci invitò, obbedimmo. -Credo sappiate sarò il nuovo professore di Storia, sono il Prof Galindo, Insieme affronteremo un anno non troppo stressante, ma nella norma, e vi avviserò prima di interrogare...- Continuò a spiegarci un pò il programma e la disciplina secondo il suo punto di vista. Un ora passò con la noia, perchè non parlò di storia ma perlopiù spiegò roba varia del diploma ecc. Anche quest'ora era passata, e ci recammo tutti alla mensa per pranzare; Cercai qua e la con lo sguardo, ma non vidi Leòn da nessuna parte, Fran era con me perciò per non destare sospetta cessai di guardarmi intorno.



Adesso sono a casa mia, sul mio letto. Sono uscito 2 ore prima da scuola con un permesso. Non riuscivo a sopportare altre due ore lì dentro e non pensare a stamattina, io lì a due passi da casa di Ally, due passi dalla sua porta, ho perso il senno! Perchè non riesco a togliermela dalla testa dopo due anni senza vederla, baciarla, toccarla... Ho tanto avuto bisogno di ciò, eppure sono ancora quì. Perchè l'amore è così complicato, pensavo fosse finalmente finita e adesso che sono tornato a Buenos Aires mi metto a fare il patetico ancora. Stavo dando un occhiata alle nostre vecchie conversazioni, da quando ero quì a quando sono partito a quando è finita tra noi...
11 Gennaio 2011        ore 17:54
Leòn: Amore, sei pronta sto passando a prenderti ...
Ally: Si, appena arrivi fammi uno squillo, ti amo <3

Ricordo quel giorno, l'avevo invitata a cena subito dopo una passeggiata al parco, avevo deciso tutto io, e avrei anche dovuto darle la notizia della mia partenza... l'aveva presa male, ne parlavamo sempre, e man a mano si avvicinava il giorno.

27 Gennaio 2011         ore 01:34
Ally: Non voglio che tu parta... Dovrebbe essere illegale far stare lontani due che si amano.
Leòn: Non ti basta sapere che anche a Km di distanza ti amerò sempre! Ti amo troppo, ti prego non rendere tutto più difficile..
Ally: Ho paura che tu possa trovare una persona migliore di me, perchè diciamocelo, io non sono chissà cosa... Lo so che un ragazzo come te ha sempre ragazze che gli vanno dietro, io.... non ce la posso fare... non posso resistere.
Leòn: Amore, non ce la faccio a leggere tutto questo, sai cosa provo?
Ally: Cosa?
Leòn: Dolore, Rabbia... Terrore.
Ally: è la verità, Leòn..
Leòn: Non è la verità... e poi odio quando mi chiami per nome..
Ally: ahahah Lo so amore, l'ho fatto apposta :P
Leòn: è vera quella risata?
Ally: Si... Perchè?
Leòn: Non voglio vederla attraverso lo schermo di questo cellulare scassato... Voglio vedere quella vera, il tuo bellissimo sorriso, prima di non poterlo fare più.. Ci vediamo tra 15 minuti dietro il giardino di casa tua..
Ally: Tu sei pazzo, sono quasi le 2:00 del mattino!
Leòn: Se non vieni mi arrampico e arrivo alla tua finestra, lo sai che lo faccio!
Ally: Amore, tra 15 minuti sono sotto... a dopo <3

Quella sera andai da lei, ci baciammo per tutta la notte, e io provavo solo, e solamente amore! Non avrei mai voluto lasciare tutto ciò, sarei voluto rimanere insieme a  lei per sempre, era la mia metà, il mio mondo, il mio tutto, la amavo più di me stesso... però penso anche una cosa... Se basta poco per rovinare tutto vuol dire che quel tutto era niente. Odio doverlo dire ma è così. Per me il nostro amore era qualcosa di magico, e non sarei mai riuscito a vedermi senza lei al mio fianco, lei mi completava, ma messaggi dopo è cambiato tutto.

28 febbraio 2011    ore 00:24
Leòn: Lo sai Benissimo che non c'è e non ci sarà mai nessun'altra, adesso puoi smetterla di dire così perfavore, Mi fai stare male più di quanto non sto...
Ally: E io che ne posso sapere, sono quì a KM di distanza, non so se adesso accanto a te c'è qualche snobbetta che ti sei prenotato...
Leòn: Quando dici queste cose senza senso, io sento che non mi conosci affatto. Come puoi dire una cosa del genere sapendo quanto sto soffrendo per la tua lontananza? Lo sai che lo faccio solo per mio padre, io non voglio essere l'intralcio di tutta la famiglia, se hanno deciso di partire ce ne sarà una ragione, io non voglio deluderli ancora, perchè so quanto hanno sempre fatto per me i miei, e io gliene sono riconoscente.
Ally: Non lo so, forse adesso li odio i tuoi genitori, perchè mi hanno portato via l'amore della mia vita...
Leòn: Ti amo, non dimenticarlo.
Ally: Amore ormai è quasi un mese che te ne sei andato, e io già non ce la faccio più...
Leòn: Ti chiedo solo un pò di pazienza, appena compirò diciotto anni tutto questo strazio finirà, se non prima..
Ally: E io come faccio ad aspettare due anni? già questo mese è stata una morte...
Leòn: Lo sai, non saranno due anni, verrò il prima possibile da te... Adesso vado a letto, stamattina mi sono svegliato presto, Notte, Ti amo<3
Ally: Come ti amo io<3 Buonanotte vita mia;)

Ero partito da un mesetto, tutto andava bene con gli affari di mio padre, io non mi ero ancora ambientato, era tutto nuovo, tutto così diverso, non riuscivo ad uscire se non per andare a scuola, e di pomeriggio e sera parlavo al telefono con Allison oppure con Tomàs, persona che mi mancava altrettanto, quasi quanto Ally. Dopo tre mesi notavo Ally sempre più distaccata, non riuscivo a capire cosa le fosse successo.

12 Maggio 2011   ore 02:43
Ally: Scusami, non ho avuto tempo..
Leòn: In una giornata di 24 ore ci sono Ottantaseimilaquattrocento secondi, e tu praticamente non ne hai trovato uno per rispondermi, migliorando un pò la mia giornata... Complimenti
Ally: La smetti di rimproverarmi, se non ho avuto tempo non ho avuto tempo punto e basta.
Leòn: Non è un rimprovero, forse è una supplica... Praticamente mi stai facendo capire che sono così insignificante da non avere tempo per il tuo ragazzo..
Ally: Lo sai che non è così..
Leòn: Questo è solo quello che mi stai facendo capire..
Ally: Cerchi sempre un pretesto per litigare...
Leòn: Cos'è già dopo 3 mesi ti sei scocciata di me solo perchè sono lontano?
Ally: Forse un pò, è anche giustificabile credo o sbaglio?
Leòn: Io soffro in silenzio, non mi scoccio Allison..
Ally: Fai quello che vuoi, ma il mio desiderio è solo averti quì...
Leòn: Lo so, anche il mio... Ormai non ho più sogni, voglio solo tornare il prima possibile per stare con te...
Ally: Adesso vado, ciao...

Quell'ultimo messaggio mi ha distrutto, non mi aveva detto 'Buonanotte' o 'ti amo'... e il mio timore più grande si era avverato, Già si era stancata di me... dopo altri due mesi era accaduto quello che nessuno si aspettava, mio padre ucciso. Non dico che in quel mese non mi fosse stata vicino per quanto fosse possibile, ma era ancora fredda, come un cubetto di ghiaccio...

28 luglio   ore  21:23
Ally: Non sei ancora andato a soddisfare i tuoi bisogni da nessuna quindi?
Leòn: Non ci posso credere che in un momento simile pensi a cose come questa Ally!
Ally: Lo dico perchè lo penso, come puoi dire che sono ancora la tua ragazza se poi sicuramente ti fai tutto l'istituto!
Leòn: Sei senza cuore, mio padre è morto da meno di un mese e tu pensi che vado in giro per portarmi ragazze a letto?
Ally: Lo so che è stato un duro colpo quello di tuo padre... però a me non pensi per niente..
Leòn: Ma se sono sei mesi che non faccio che piangere come un bamboccio, ti scrivo ogni attimo della giornata, sto sempre e tutti i giorni a casa perchè quì mi sono chiuso a tal punto da non aver fatto amicizia neanche con un cane, e tu mi vieni a dire che non ti penso? Secondo me sei uscita fuori di testa, se vuoi un pretesto per lasciarmi per sempre fallo e basta, ma non dirmi che sono io quello che non ti penso... Sto facendo io la ragazza se non lo hai notato, non credo che un ragazzo avrebbe reagito come ho fatto io alla lontananza della sua ragazza..
Ally: E ora che mi hai scritto tutto questo poema pensi di avere ragione?, non cerco nessun pretesto io! Ma se non mi vuoi credere fai pure. Perfavore non mi scrivere più.. ciao!

Ed è così che ho notato che il suo amore nei miei confronti era svanito come un arcobaleno che sta in cielo per troppo tempo, all'inizio i colori sono vivaci, intensi, ma piano piano di sbiadiscono fino a scomparire del tutto. Ally in quel momento mi ha deluso, e unito al dolore che avevo per mio padre ormai ero morto nel mio cuore, avevo solo Tomàs che in qualche modo cercava di tirarmi su e di darmi consigli che cercavo di seguire, ma in una sofferenza tale non riuscivo a fare niente. Me lo diceva Ally, diceva che ci teneva davvero a me, ma ci sono mille modi per dire ad una persona che ci tieni, il migliore è dimostrarglielo. Passavo il 90% del mio tempo a immaginare cose che sapevo non sarebbero mai accadute, e stavo male, stavo troppo male, avevo bisogno di lei, e lei non c'era. La cosa più spaventosa della distanza è che non sai se le manchi o se ti dimentica... Sono quasi sicuro che dopo quella sera lei mi ha dimenticato per sempre. E poi si trasforma tutto, e in un attimo la persona che riusciva a farti stare bene è la stessa per cui non riesci a smettere di piangere tutte le sere. E improvvisamente ti ritrovi a diventare come una ragazzina che versa le sue lacrime per un amore non riuscito. Questo è quello che ero diventato, 'Una ragazzina'... io che ero sempre l'uomo forte, quello che non si fa battere da nessuno... d'un tratto ero tornato ad essere un ragazzo di 17 anni neanche compiuti che passa il suo tempo a soffrire...
Andando avanti abbandonai le vecchie conversazioni con Allison e sbirciai un pò quelle con Tomàs...

21 Settembre 2011     ore  23:46
Tomàs: Che fai?
Leòn: Nulla, pensavo...
Tomàs: A cosa?
Leòn: A come cazzo fanno le persone a dimenticarti da un giorno all'altro.
Tomàs: Non è più facile dire che pensavi ancora ad Allison?
Leòn: Tom, perfavore, non ce la faccio, aiutami..
Tomàs: Non vi siete più sentiti dopo quella volta??
Leòn: Si, quando mi ha detto che mi lasciava...
Tomàs: Apparte quella volta Leòn...
Leòn: No, non le ho più scritto, ha avuto il coraggio di lasciarmi per SMS, ti rendi conto, dopo tutto quello che ho passato per lei...
Tomàs: Lo so, avrebbe almeto potuto chiamarti... Non l'ha fatto? Okay, si va avanti Leòn, Fatti una nuova vita!
Leòn: Non posso, Non ci riesco..
Tomàs: Anche se fai la donnetta fragile, io lo so che sei forte!
Leòn: Un ragazzo forte non piange tutte le sere davanti a vecchie fotografie..
Tomàs: Non ti buttare giù solo per questo, un ragazzo che piange non è fragile, un ragazzo che piange è forte perchè non si vergogna a farlo...
Leòn: Mica piango davanti a mia mamma, piango solo, al buio, come una ragazzina...
Tomàs: Basta! Se fossi lì con te sarebbe tutto più facile amico!
Leòn: Lo so, ma tornerò presto!

Sono passati un anno e mezzo da questa conversazione con Tomàs, voglio assolutamente andare da lui, sono passati due giorni e mi sento in colpa di non essere ancora passato da casa sua per la sorpresa, adesso gli mando un messaggio per vedere se è a casa così vado da lui, Il mio migliore amico, che nonostante la distanza non si è mai annoiato di me, lo è sempre stato, mio fratello!

Tom, che fai?

Gli invio questo messaggio mentre mi alzo dal letto e vado a sciacquarmi la faccia, quando dopo due minuti sento squillare il telefono per l'arrivo di un messaggio, Leggo:

Al solito amico, Sono tornato ora da scuola, sono a casa, tu che fai?

Non volevo rispondergli adesso, ci avrei messo 5 minuti per arrivare a casa sua. Prendo il cellulare, le chiavi sopra il comò, ed esco dalla mia stanza. Scendo le scale, di mia madre ancora neanche l'ombra, sicuramente sarà passata dalla nonna, esco di casa prendo la moto e mi dirigo verso casa del mio migliore amico. Nell'andare lì passo anche il viale dove c'è casa di Allison, ma vado avanti senza farci troppo caso, accellero e vedo alcune faccine conosciute in giro, vecchi studenti della mia ex scuola di Buenos Aires, dopo magari faccio un saluto anche a loro, vado avanti mi fermo sul vialetto e noto che mi è arrivato un altro messaggio da Tomàs, leggo:

Ma sei vivo?

Ridacchio un pò a questa frase, scendo dalla moto, mi tolgo il casco e lo poso. Rispondo al messaggio:

Tom, perfavore affacciati alla finesta della tua camera e dimmi cosa vedi..

Cammino verso il retro della sua villetta aprendo il cancelletto che è accesso a tutti, la sua camera è dietro il giardinetto, passo l'aiuola, e mi metto lì sotto con le braccia conserte al petto. Vedo all'improvviso una tendina azzurrina muoversi e la maniglia della finestra a vetro aprirsi, e d'un tratto vedo Tomàs incredulo affacciarsi... Faccio un mezzo sorriso da fusto dei miei e alzo la testa per guardarlo mentre si affacciava. Non appena focalizzò la mia figura aprì la bocca e sgranò gli occhi, non so se dalla sua bocca sarebbe uscita qualche sillaba perchè l'ho colto davvero di sorpresa, alla fine mi decido e dico qualcosa, -Ciao- dissi io come se fosse la cosa più normale del mondo vedere il mio amico dopo due anni, lui era rimasto con quell'espressione per tutto il tempo, e ci credo, era convinto che fossi a Km e Km di distanza da quì! Alla fine a vedere il suo viso scoppio in una risata fragorosa e mi piego in due, non so se voleva lanciarsi dal balcone o altro, ma se non avessi parlato avrebbe scelto la prima opzione, -Vuoi scendere o ti butti?- dissi io alzando un sopracciglio, lui non si era mosso di un millimetro, ma al suono della mia voce entrò dentro di corsa, e potevo avvertire lui che ruzzolava giù per le scale anche da fuori. Per accorciare i tempi mi diressi di nuovo verso la porta principale di casa sua, e con tutto che aveva dovuto fare più strada di me appena arrivato lo trovo già lì con uno sguardo disorientato, mi avvicinai e notai le lacrime che percorrevano il suo viso, così presi a sorridere e lo strinsi in un abbraccio, un abbraccio caloroso che potevo dare solo al mio fratello dell'anima! -Leòn, non ci posso credere!- sentì dire dal mio amico tra un singhiozzo e l'altro, anche a me erano venuti gli occhi lucidi, ma non volevo piangere così mi limitai a fare il forzuto e dire -La vuoi smettere di piangere come una femminuccia-  ridendo sciolsi l'abbraccio dandogli una pacca su una spalla mentre lui si metteva le mani agli occhi. -Leòn, ma quando, c-come..?- disse lui guardandomi ancora incredulo come se fossi un fantasma, -io non so se sto sognando amico!- disse sorridendo con ancora le lacrime agli occhi, -Non sembri neanche tu!- continuò. -Infatti sono il gemello Noel !- dissi ridendo, -Noel?- ripetè lui, -Si, 'Leòn' al contrario, Noel!- continuai io ridendo, -Va be' Noel, entra che ti offro un succo!


 
Io, Vilu e Cami dopo scuola ci incamminammo verso, prima la casa di Cami per prendere la sua roba, e poi verso la mia, così avremmo potuto andare a dormire a casa di Vilu.
In mensa non avevo potuto incontrare il mio Leòn, perchè c'era un casino ed io non l'ho neanche più visto infatti i ragazzi lo cercavano per la storia del ritrovo, ma niente... non ho provato a chiamarlo perchè mi sembrava di risultare un pò assillante, e poi avrei voluto che al cellulare fosse lui a chiamarmi per la prima volta!
Uscite da casa mia dopo aver preso coperte, accessori e roba varia andammo con le ragazze a prendere dei frullati dopodichè decidemmo di dirigerci verso casa di Vilu, -Ragazze, Giuro non vengo mai più a prendere i frullati lì con voi, siete una figuraccia messe insieme!- Cami si sfogò solo dopo aver fatto un tratto di strada allontanandoci da F.lli Frozen (il posto dei frullati). In effetti io e Vilu avevamo un pò esagerato, ma ne è valsa la pena. Praticamente il ragazzo che lavora lì piace a Cami, mi pare si chiami Sebastian, e quando andiamo lì gli occhi di Cami si trasformano in un cuoricino, e d'un tratto cade da una parte all'altra se non la sorreggiamo io e Vilu. Okay l'abbiamo obbligata un pò noi ad andare lì, ma pensavamo potesse essere un buon modo per far avvicinare Cami a quel ragazzo dai capelli neri. Comunque entrati in quel posto vediamo da dietro un ragazzo con la divisa messo in ginocchio davanti una vetrina, e Vilu era sicura fosse Sebastian, così Violetta che teneva Camilla, alla quale tremavano le gambe, la spinse verso di lui che stava pulendo la vetrina dei CupCake, Entrambi caddero e dopo che io e Vilu ci battemmo il cinque vidimo Seba dietro di noi, alquanto inorridito, voltammo lo sguardo e notammo Cami con un altro ragazzo o forse uomo addosso. Il piano di Vilu era farli guardare negli occhi così magari si sarebbero accorti di qualcosa e la spinta unita alla goffagine di Cami alla prensenza di Seba era l'ideale, ma non andò come credavamo; Dopo che Cami si spolverò la gonna, si alzòn noi tutti domandammo scusa e prendemmo 3 frullati, e dopo aver pagato uscimmo di corsa ridendo... Io e Vilu ridevamo, Cami era alquanto turbata, e la capisco poverina!
-Siete le peggiori amiche del mondo! - continuò a sbraitare Cami, mentre intanto Vilu stava cercando le chiavi del portone di casa nella borsa, -Cami, non farla tanto lunga, può capitare a tutti di cadere addosso a qualcuno affogandolo nel sapone con cui stava pulendo una vetrina, è naturale!- sentì Vilu scherzare sopra l'argomento, -Ho capito ma io non sarei caduta se TU NON MI AVESSI SPINTO!- sbraitò arrabbiata Camilla dentro l'orecchio di Vilu, -OKAY MA NON FARMI PERDERE IL SENSO DELL?UDITO!- sentì urlare ancora più forte Vilu. Le mie amiche erano le comiche! Erano uno spettacolo e io non smettevo di ridere! -Dai basta entriamo- invitai io ridendo ancora sotto i baffi, -Si entriamo che è meglio và!-  disse Cami un pò scocciata, mi faceva morire! Dopo essere entrata in quella sorta di reggia dove abita Violetta, salutammo sua Madre e Olga che erano in cucina dopodichè salimmo in camera sua. -Fate come fosse casa vostra, lo sapete Amiguite- sentì dire da Vilu dopo aver gettato lo zaino sul tappeto. Cami era già seduta che sorseggiava il suo Frappè alla nocciola, -Certo che Seba ha le mani d'oro, prepara certi frullati che sono una favola- disse Cami con gli occhi sognanti, - Cami mette solo un pò di gelato in una macchina e preme un pulsante non è tutta questa magia!- disse Vilu buttandosi sul letto.. -Vorrei vedere te a fare frullati del genere!- rispose a tono Cami sorseggiando un altro pò di Frullato, Giuro che tra poco cado a terra dalle risate, quelle due sono Fracassate! -Vuoi scommettere?- Vilu si alzò di colpo dal letto, okay la vedo brutta adesso, -Cosa?- domandò Cami spaventata, -Adesso scendiamo e io preparo dei Frullati per tutti voi, e vediamo se ci riesco!- Vilu tese la mano a Cami, lei dopo aver fatto un sorriso la afferrò, -E cosa scommettiamo?- Mi intromisi io, -Poi vediamo, chi vince a potere su tutto- rispose Vilu ridendo.
Scendemmo le scale, e non dico tutto quello che abbiamo combinato in cucina dopo aver finito di fare i frullati, non so neanche cosa è uscito fuori, era un esplosione di frutta, so solo che ci siamo divertite come matte! Non voglio assolutamente vedere Olga tornare dal supermercato altrimenti siamo tre Teenagers morte! Dopo aver bevuto quella schifezza fatta da me e Vilu, Cami si sentiva realizzata e con la sua faccia non potemmo evitare di scompisciarci dalle risate! Pulimmo per come era nelle nostre possibilità ma poi ci annoiammo e salimmo in camera di Vilu, se la sarebbe vista tutta Olga, eravamo noi quelle che non volevano vedere la sua faccia! Dopo esserci sistemate ci sdraiammo sul pavimento per farci le unghie, io avevo portato tutti gli smalti possibili e immaginabili, ma era arrivato il momento, dovevo fare nuovamente quella domanda a Vilu, Stamattina era troppo strana e dovevo sapere qual'era il problema, così mi buttai, -Allora Vilu, adesso che siamo quì in pace e serenità, vuoi parlare una volta per tutte e dire cosa ti era successo?-.

ANGOLO AUTRICE:
Ciiaooooooo!!!! Comeeee stateeeee?? Allora innanzi tutto mi scuso per l'enormissimo ritardo nell'aggiornare, avevo promesso che non sarebbe stato così ma purtroppo è la vita! xD Allora il Capitolo 4 ci mostra due nuovi personaggi entrati in scena oggi: Pablo, insegnante di Storia... e Tomàs, Migliore amico di Leòn. Abbiamo visto come Vilu non ha detto la verità a Francesca, e anche come lei non si dà per vinta e ci riprova subito dopo al Pigiama Party. Povera Vilu sotto pressione! :( Poi un momentuccio Leonetta*___* Bella la conversazione vero?! Sono così dolciiii!!! Leòn torna a casa in anticipo e pensa al passato, vediamo varie conversazioni con Allison la ex ragazza e una con Tomàs... Si può notare quanto sia stata importante Ally per il nostro 'Dio della bellezza'! Odio vedere Leòn così triste!! Ma che succederà tra i due ex? si rincontreranno?? volete?? Commentate su questo! Pooooooiiiii l'amicizia TomasXLeòn!! Non è troppo dolcee!!? Sono cosìì belli da amiciii!! Tomàs è un cucciolo!! A proposito,,, Tomàs che adesso rientrerà nella vita di Leòn entrerà nel suo gruppo di amici? tra le ragazze della classe di Leòn troverà qualcuno che gli piace?? e se è Violetta?? Volete?? AAHAHHAAHAH Commentateee mi regoleròòò!! Non sapete quello che vi aspetta!!! Pooooiii.... Cami e Sebaaaa!!! Vi piacciono insiemeee??? vedremo anche qualcosina su di loroo!! Vilu è una matta nel spingerla contro quel signore sotto gli occhi di Seba! Poi i Frullati!! xD Vaa beneeee! Nel prossimo capitolo scopriremo tante varie cosuccieee!! non ve lo perdeteee!! Vedremo se Fran racconterà qualcosa,,,, poi la conversazione CamiXVilu e tanto altro! Grazie a tutti quelli che seguono la FF, Grazie a quelli che recensiscono(Se recensite mi fate capire che ci siete così ho più voglia di contiinuare *-* Vi prego Recensiitee<3) Poi quelli che hanno aggiunto la FF ai Preferiti e ai seguiti, Vi amoo!! il prossimo capitolo si intitolerà : Capitolo 5..... HAHAHAHAHA Okay volevo fare la spiritosa ma non mi riesce:( ahah (SCUSATE PER GLI EVENTUALI ERRORI SUL TESTO, MA L'HO RILETTO MOLTO VELOCEMENTE, LI CORREGGERò XD) Un Bacio a tutti!! Alla prossimaa :**

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
Improvvisamente sentimmo bussare alla porta. Io per ora ero salva. Camilla era diventata verde in faccia, e forse io avevo preso il colore del mare in una notte d'inverno. Come le era venuto in mente di tornarsene con questa storia? Capisco che è preoccupata per me, ma adesso che ci stavamo divertendo mi tocca di nuovo pensare a quel Messicano da strapazzo? Faccio un respiro profondo e vado a vedere chi ha bussato alla porta della mia camera... Giro la maniglia e apro di poco, perchè le ragazze erano in pigiama e sempre prendevamo queste precauzioni nel caso fosse mio padre o Roberto o qualche ragazzo a bussare. E pensare che quest'estate se ne sono presentati parecchi ai nostri Pigiama Party, una volta Marco è venuto per litigare con Francesca, non gli aveva dato spiegazioni del perchè non rispondeva al cellulare. A questi ricordi faccio una smorfia perchè il Caro Marco avrebbe anche potuto smetterla per un pò con tutta quella assillante gelosia... Un altra volta quì si era presentato Broadway con un sacco pieno di dolci, quasi quasi pensavo si trattasse della Befana! è venuto proprio quì per scusarsi con Cami per essere andato a ''bere qualcosa'' con un altra ragazza tutta la notte... Broadway è unico... non se ne trovano ragazzi che dopo averti tradito portano i dolci ad una rimpatriata tra ragazze... Pff, i ragazzi, meschini! Il fatto più atroce è che poi Cami sotto non certo i consigli di me e Fran è tornata insieme a lui. Dopodichè il Brasiliano ha tentato di conquistare il cuore della sottoscritta... è Lì che Cami ha aperto gli occhi! Adesso dobbiamo solo tentare di farla mettere con il caro Seba... Speriamo non sia così stronzo anche lui!
Comunque ritornando alla porta, aprì come mi ero ripromessa. Era mia madre, -Ragazze, sono arrivate le pizze, volete che ve le porti quì o scendete?- disse mia madre con il suo solito sorriso, io le avevo permesso di entrare ovviamente. Cami d'un tratto si alzò in piedi, -Come il ragazzo delle pizze se n'è andato?!- Disse molto dispiaciuta, -Perchè volevi accoglierlo tu?- dissi io ridendo alludendo anche all'abbigliamento che Cami aveva indosso, -Camilla, cara, il ragazzo delle pizze non era proprio un ragazzo, era un uomo sulla quarantina d'anni, volevi vederlo comunque?- si azzardò a dire mia madre, con molta calma, avvicinandosi a Camilla, -Ma non avete ordinato le pizze da Fashion pizza?- disse aprendo gli occhi, sembrava parecchio arrabbiata! -Cami le abbiamo ordinate al Raìs - rispose Fran alzando il biglietto da visita della pizzeria che aveva in mano rimanendo ancora seduta, -Uff avevate detto che l'avreste ordinata lì- disse Cami sbuffando per poi tornare a sedersi, io intanto avevo chiesto per favore a mia madre di farci salire le pizze da Olga che avremmo cenato in camera mia, poi tornai dalle ragazze e Cami era ancora accigliata, -Cami, non perchè il tizio che fa il domicilio ti piace avremmo dovuto ordinare a quella pizzeria- dissi prendendo lo smalto viola, -La pizza in quel posto fa schifo Cami- continuò Francesca con la tenerezza più totale in bocca! -Okay, tanto non è che mi piaccia tanto quel tipo...- disse Cami incrociando le braccia, -Certo!- Io e Fran rispondemmo all'unisono. Intanto ci furono portate le pizze. Francesca persisteva. -Allora mi rispondi alla domanda di prima Vilu?- mi domandò bevendo un pò di Coca-Cola. 'Barcolla ma non molla' cosa devo fare con questa ragazza, non potrebbe dirmi adesso che le piace un altro ragazzo? un ragazzo qualsiasi, Mister Universo, Brad Pitt... Perchè proprio Leòn Vargas?! Lui l'ho visto e volevo fosse mio dal primo istante... Era entrato in classe con tutta la sua freschezza, il suo stile, il suo fascino! Però era entrato dietro Francesca... La mia migliore amica, la ragazza che tante volte mi ha salvato la vita, persona che tante volte volevo vedere nei momenti nei quali non volevo vedere nessun altro, Francesca, la ragazza che sono riuscita a classificare come una sorella oramai, e io non vorrei mai perderla! Che si tratti di cose gravi o che si tratti di cottarelle veloci... IO PER UN RAGAZZO NON PERDO LA MIA MIGLIORE AMICA! Soprattutto se questo ragazzo è un Messicano da strapazzo... Si, però è anche il mio Dio della bellezza... Basta! Niente pensieri poco saggi su Leòn! In questo momento penso a lui e guardo Francesca, e sempre in questo istante mi viene da scoppiare, anche se non posso piangere proprio ora, sottoposta a una simile domanda, non posso. Piace a entrambe, e allora? Non ci resta che far decidere lui! MA COSA STO DICENDO!? Sono uscita fuori di testa questo è chiaro... Sono troppo impulsiva anche nel pensare, ci stiamo rendendo conto? Basta! Rispondo alla domanda e Peace&Love con tutti! -Si Fran, Avevo qualcosa che mi turbava...- Dissi abbassando lo sguardo. Okay adesso siamo daccordo tutti sul fatto che sono impulsiva in tutti i sensi! Cosa è appena uscito da questa lurida mia bocca? e ora che mi inventavo? -Cos'era che ti tubava Vilu- Francesca si avvicinò a me parecchio preoccupata, mentre Cami si metteva le mani alla testa, l'ho notata, e lo so che sa tutto... -Fran, il fatto  è che... emh, il f-fatto r-riguarda...- mentre balbettavo queste parole tremando, Francesca mi guardava anche lei in preda all'agitazione, voleva che parlassi, e so che era davvero preoccupata... Lei è così, è apprensiva perchè mi ama di bene, come del resto io. -Vilu, perchè provi tanta esitazione nel dirlo, guardaci, siamo io e Cami, le tue sorelline, non si tralasciano parole alle sorelle, no?- Mi fece un sorriso prendendomi le mani, -Cosa riguarda? o Chi?- continuò guardandomi incoraggiante, Certo era più Chi che Cosa... Anzi era 'Mi sono presa una Cotta'= Cosa Astratta, 'per Leòn'=Chi Reale... -Beh, Fran è che... Emh, r-riguarda...- mi bloccai un attimo e presi a far voltare la testa in giro per cercare qualche scusa, d'un tratto vedo appesa alla parete una foto della classe e...- Il problema è Diego- dissi tutto ad un fiato, vidi Francesca alzarsi alterata, -Quel ragazzo non si stanca MAI!- sentì urlare l'ultima parola che usciva dalla bocca di Fran, cominciò a camminare avanti e indietro, su e giù per la stanza -Che ti ha fatto quel COGLIONE?!- si voltò improvvisamente verso di me e io abbassai subito lo sguardo, come facevo a reggere un altra bugia? Sono diventata la regina delle menzogne! -So che ti ha fatto qualcosa, perchè  tu non avresti mai reagito così! Io a quello lo disintegro!- Francerca diventò ancora più alterata e io fui costretta a sopportare anche lo sguardo di rimprovero di Cami che era rimasta seduta sul tappeto con me. Fran fece un respiro profondo e si fermò, -Per favore dimmi cosa ti ha fatto Vilu, non farmi preoccupare ancora..- Si voltò guardandomi con uno sguardo supplicante, -Fran, calmati, non è successo niente di chè!- Mi sporsi per afferrarle le mani e farla sedere al posto di prima, -E allora?- continuò interrogativa, -Il fatto è che, ci penso e mi sento nessuno... L'unico ragazzo a cui posso piacere è Diego. Allora sono proprio pessima...- vidi Francesca tranquillizzarsi, e io non avevo detto un altra bugia, e per questo mi sentivo meglio, perchè quelle parole che erano uscite dalla mia bocca erano verità, nient'altro che la verità... se potevo piacere solo ad un ragazzo come Diego, in tutta la scuola e tra tutti gli amici che frequentiamo continuamente, io sono proprio zero, uno zero assoluto! E poi cosa più importante non piacevo a Leòn e questa è la cosa che mi fa più male... A lui piace lei... la ragazza che in questo momento è davvero preoccupata per me solo perchè sono la persona più egoista del mondo! Beh... Capisco, anche io non mi sarei scelta... lei è più bella, più simpatica, lei è la ragazza che tutti vorrebbero essere, Lei è Lei... Non ho mai chiesto molto nella vita, ma almeno vorrei sentirmi di più... Solo due giorni, 48 ore sono bastate a farmi perdere tutto il rispetto che avevo o cercavo di avere nei confronti di... di me stessa... Sono sempre stata solo me, me stessa e io, solo adesso mi rendo conto che vorrei essere qualcun'altro, vorrei uscire dal mio corpo e vedere cosa si prova ad essere chi non sono per sentirmi apprezzata, sentirmi bella, perfetta, buona e favolosa per ogni persona che ti si presenta davanti, la Violetta di due giorni fa non era così... era spensierata e allegra... Vorrei avere l'autostima di chi si mette la propria foto come sfondo del cellulare, e non guardarmi allo specchio e piangere perchè a lui non sono piaciuta. Lui pretendeva forse che non fossi così, non mi ha guardata come ha guardato Fran la prima volta che l'ho visto. In due giorni puoi cambiare la sorte della tua vita? le tue mete? i tuoi interessi? le tue speranze? Solo per l'arrivo di un Messicano?!  Un ragazzo di appena 18 anni che ti stravolge la vita solo a guardarlo di nascosto mentre si aggira per i corridoi del Liceo può cambiare completamente una persona e farla pensare come non aveva mai pensato? Io che ho sempre guardato i miei amici come se fossero fratelli e se al gruppo se ne presentava un altro si univa solo al gruppo dei nostri adottati. Non volevo pensare che prima o poi ci sarebbero state le mie prime esperienze con un ragazzo, non volevo, provavo disgusto. E adesso? Sono una pervertita, me ne sono accorta quando guardavo le labbra di Leòn con desiderio e ardore, mentre stava mordendo un pasticcino. Non ci avrei mai giurato, fino a due giorni fa ci avrei messo la mano sul fuoco, ma in questo momento no. Adesso sono quì seduta davanti a due mie amiche che mi stanno osservando con attenzione mentre una lacrima mi riga il viso, arriva fino al mento e sgocciola sulla mie mani che tengo sulla ginocchia. Non posso credere di star piangendo, stasera che doveva essere una distrazione per me questa festa, dovevo divertirmi con le mie amiche, e adesso le vedo sfocate, come se le guardassi attraverso un vetro che è bagnato dalla pioggia. Piango, solo perchè sono una ragazzina stupida, e solo in questo momento sento di essere 'un niente' e so che non sarò mai qualcosa. Piango, solo perchè non sono felice del mio egoismo, provo un rancore verso la mia migliore amica e questo mi fa smettere di battere il cuore, perchè so che lei non ha fatto niente per meritarsi il mio rancore nei suoi confronti. Piango perchè la mia vita in 48 ore è cambiata e non mi aveva avvisato, non ero pronta a sopportare un peso sullo stomaco così grande. Piango, solo perchè non sono abbastanza e non lo sarò mai e mio malgrado me ne sono accorta solo ora. Adesso dovrei smetterla, le mie amiche sono accorse alla mia prima lacrima e io non ho idea di quello che abbiano detto, non so cosa pensano, posso solo continuare a sfogarmi rimanendo stretta nei dettagli che non vanno detti. Sono così sollevata dal fatto che non possono sapere cosa penso. -Camilla, per favore andresti a chiedere un bicchiere d'acqua?- Francesca chiede a Cami e mi guarda gli occhi nel profondo. -Tu non puoi star piangendo per una sciocchezza del genere? ma la razionalità l'hai lasciata a scuola?- Francesca ha la fronte aggrottata, uno sguardo deluso e arrabbiato, e so che ho provocato io queste sue reazioni, -Tu non sei affatto pessima... perchè usi questo aggettivo superlativo speciale?- Si avvicina e mi appoggia una mano sulla spalla e mi accarezza il braccio, forse per darmi calore..-F-francesca, hai voluto sapere la verità, adesso accettala..- dico singhiozzando tra una parola e l'altra con una voce che non è la mia, non so da dove sia uscita fuori, -Mi sento così! Mi sento troppo poco, troppo nessuno, troppo..-Stavo per finire quando Francesca mi interrompe -TROPPO FUORI DI TESTA VORRAI DIRE!- io abbasso lo sguardo, arrabbiata del tono che ha usato Francesca e ancora delusa con me stessa per il dettaglio che sto tralasciando. Camilla torna con bicchiere di quelli più grandi che abbiamo con il vetro duro e resistente. -Ecco, Vilu, bevi è acqua e zucchero, ti sentirai meglio..- Cami mi porge il bicchiere premurosa. Mi sento un Mostro! -Grazie..- riesco a dire, e le lacrime non smettono di nascere dai miei occhi, -Vilu quante volte devo chiederti perdono?- Francesca parla mortificata, abbassa lo sguardo e ritira il braccio per mettersi le mani davanti agli occhi.. -Sono una stupida a parlarti così, e tu che ancora non mi cacci via.. Mi preoccupo troppo per te, non riesco a vederti così mi si stringe il cuore- Francesca continua a parlare con le mani sulla fronte e il volto coperto dai capelli neri che le cadono sul viso. Adesso mi sento peggio. Sto facendo star male la mia migliore amica perchè sono una debole della miseria e non riesco a trattenermi. -Io non dovrei parlarti così, lo so, ho reagito male e...- non riesce trovare le parole, lo sento nella voce strozzata e io mi sento ancora un mostro, -Dovrei darti il mio conforto, ma... mi fa arrabbiare che pensi questo di te stessa, e soprattutto il fatto che il motivo c'è e tu non vuoi raccontarmelo.- Conclude con un tono triste cupo, deluso. -Fran per favore non pensare cose come queste... lo penso e basta. Non voglio vederti così preoccupata per me, io sto benissimo.- Dico asciugandomi gli occhi con le nocche della mano sinistra. -Inutilmente stai cercando di non rovinare il trucco, guarda!- Alza il volto divertita cercando di far calare la tensione mi mette davanti uno specchio che tengo appoggiato su un mobiletto, osservo con stupore la ragazza che mi sta guardando... quello è un panda! un panda piagnucolone, d'un tratto scoppio a ridere alla mia vista, e con me Cami e Fran, -Sono un panda!- Alzo la mano e mi metto in ginocchio per alzarmi, loro continuano a ridacchiare, -Sei un bellissimo panda, che non deve piangere per cose inesistenti!- Francesca ha un finto tono severo e agita alle parole il dito indice della mano destra. -Lo prometto!- Mi metto una mano sul cuore e l'altra la alzo all'altezza della testa in segno di giuramento. Non posso prometterlo davvero a me stessa. Prometto solo che non piangerò mai più davanti alle mie sorelle. Non mi merito che si preoccupino per me.



Sono andato a fare un giro con il mio caro amico Tomàs. In queste ore ci siamo raccontati una marea di cose, quasi come due ragazzine! Questo mi spaventa! Ma non più di tanto.. sono felice di aver riabbracciato il mio fratello dell'anima. Senza di lui non era lo stesso, anche se era sempre con me, aiutandomi per ogni situazione. -Voglio riportarti in un luogo che credo ricorderai- Tomàs ha un tono spensierato e felice, so che è contento di rivedermi. Camminiamo a piedi, non abbiamo preso la mia moto, volevamo fare una passeggiata come i vecchi tempi, lui sta due passi avanti a me e io lo seguo con le mani dentro le tasche dei pantaloni. Mentre camminiamo non voglio sforzarmi di ricordare la strada, lo seguo e basta, e anche con la testa abbassata posso percepire il profumo non ancora cambiato di quel luogo, quel luogo che ho tanto amato, e in un attimo ripenso a tutto quello che ho provato in quegli anni, i grandi amori, le piccole storie, quelle andate bene ma anche quelle andate male. Le amicizie costruite, quelle distrutte. persone che se ne sono andate, altre che sono rimaste,e forse resteranno per sempre. A quelle estati spensierate e piene di ricordi belli o brutti che siano, a quanto sono cresciuto e cambiato. Alle 100 volte in cui sono caduto ed alle 101 in cui mi sono rialzato e tante altre cose che in quegli anni sono rimaste scritte dentro di me. -Ricordi?- Tomàs ha un aria soddifatta, credo sia felice del mio sguardo e di quello che emàno che sicuramente è tanto, i ricordi che mi ritornano all'immaginazione scorrono veloci nel mio cervello, una sfilza di sensazioni mi invade il corpo. Vorrei non essermene mai andato. Vorrei non dover portare alla mente quel passato con tanta nostalgia. Vorrei ritornare indietro, ai discorsi spensierati, alle corse, alle amicizie, le risate, canzoni, e invece adesso? un turbine di malinconia ogni giorno si ripercuote nel mio cuore e mi sfilza l'anima con gli avvenimenti che avrebbero potuto non AVVENIRE... In uno schiocco di dita, poof... la mia felicità e la mia allegria dell'epoca è svanita insieme alle mie speranze e ai miei sogni. Di nuovo punto e accapo? Non voglio che accada.. Due giorni fa l'ho detto: Cambio Libro. Tomàs mi ha fatto riaprire quello vecchio, e non gli sono tanto grato per questo anche se non voglio neanche darlo a vedere; gli lancio uno sguardo incoscientemente, perchè lui è lì a osservare ogni singola mia emozione. -Non voglio riportarti al passato Leòn.- Cosa fa adesso? mi legge nel pensiero? La mia espressione è incredula, alzo un sopracciglio.- So che non sembra ma... ti sto aiutando..- Continua con la sicurezza che in questo momento è entrata in lui abbandonando me. -E come mi aiuterebbe ricordare il passato?- domando con un misto di rivelazioni nella mia voce. -Voglio che ti immedesimi in questo luogo, in quest'erba, nei segreti che ti rivela il vento portandoci le foglie degli alberi, questo posto nel quale abbiamo passato il nostro tempo, tu, io e il nostro gruppo, le ragazze, eravamo tutti così uniti..-  Tomàs guarda il cielo come per percepire e leggere quello che vi è scritto..- Non capisco dove vuoi arrivare..- Guardo lo stesso punto nel quale ha fissato gli occhi. -Voglio che ricominci da quì.- Mi guarda e mi sorride, -Ho già ricominciato- rispondo convinto. -Non direi.. di cosa mi parlavi prima? AH di Ally!- Mi spinge una spalla, io rido ma dentro ho una malinconia che mi arriva fino alla punta delle dita dei piedi. -Lo so, fa male amico.- Mi ha letto negli occhi anche questo. -E lo so che stai pensando che ho indovinato ancora una volta... Ti sarai fatto più alto, sarai cresciuto, atteggiandoti come un figo ma hai ancora gli occhi di quando eri bambino Leòn, è ovvio.- Sorrido alle sue parole guardando il suolo, -Io non mi atteggio a Figo.- mormoro scherzando. Scoppia in una risata. -Andiamo, basta con questa malinconia Leòn!- Mi tira per un braccio dandomi una forte pacca sulla schiena per farmi camminare. -Vuoi rivedere i nostri amici?- Mi coglie di sorpresa sapere che sono tutti rimasti uniti, -Magari! Mi farebbe un immenso piacere!!- Esclamo entusiasta.
Ci incamminammo verso il bar che frequentavamo sempre noi a quell'ora, non riesco a credere che abbiano ancora conservato queste abitudini e devo dire che ne sono contento, vorrà dire che non sono cambiati affatto. Tomàs mi ha raccontato qualcosa di loro strada facendo, e di come sono diventati in questi 2 anni e devo dire che non ci ho capito molto perchè sono tornato a pensare al nostro 'giardino'. Quanta nostalgia c'è nel mio cuore. Arriviamo al Bar e devo dire che tutte quelle facce me le ricordo perfettamente, anche se hanno della barba in più in viso e più muscoli nelle braccia, ci avviciniamo, e il vecchio 'SpaccaTutto' James si volta verso me e Tomàs che stiamo camminando verso di loro; Nei suoi occhi vedo che mi guarda con stupore cercando di capire se realmente fossi io, dopo vedo che spalanca la bocca e muove le braccia agitandosi tutti per far segno agli altri di guardare nella stessa direzione. Faccio un sorriso a lui e a tutti gli amici che man a mano si voltano. -ASPETTATE FERMI TUTTI! quello é o non è il nostro AMICONE LION??!!- Lo spaccatutto grida questa frase alzandosi in piedi sulla sedia dove prima era seduto. Vedo tutti girarsi, c'erano Betty 'La Modella', Arthur 'Il Cocchiere', John 'Il velista', Susy 'La secchiona', Rudy 'Il gigolò', Brian 'Il Deputato', Jessie 'La somara', Freddie (Lui non aveva un soprannome) e infine James 'Lo spaccatutto'. Li guardo e so quanto mi sono mancati e quanto vorrei stringerli uno ad uno, improvvisamente si alzano in piedi tra schiamazzi e osceni gemiti che sanno fare solo loro venendomi incontro, -Non ci posso credere Leòn!- il velista, -Ma sei proprio tu?- Jessie mi abbraccia, si unisce anche Susy e poi si staccano a guardarmi -Leòn?- Stupita mi pizzica le guance, -Si?- Sgrana ancora di più gli occhi e poi Brian insieme ad Arthur Strappano via le ragazze da me e mi danno qualcosa di simile ad un abbraccio... Ero così confuso! Credo che mi stiano dando davvero un affollato bentornato! Tomàs se la ride seduto a un tavolo, James mi viene addosso prendendomi in braccio e stritolandomi, non a caso 'Spaccatutto' al pensiero rido fragorosamente ad alta voce, -Spaccatutto alla carica!- Dico ridendomela, -Leòn Sono felicissimo!- Il gigolò mi da una stretta di mano e subito dopo un abbraccio, dietro di lui Freddie che ha le lacrime agli occhi, Okay da ora in poi anche a lui un soprannome 'Il Lattante' Rido e lo stringo in un affettuoso abbraccio -Ma quando sei tornato?- John mi chiede appoggiandosi alla mia spalla, -Ragazzi se la finiamo con questo traffico forse riesco a rispondervi uno ad uno- Finisco la frase ridendo, e poi noto Betty 'La modella', Non si è avvicinata ed è lì a guardarmi ancora con stupore con le braccia lungo i fianchi, era la migliore amica di Ally all'epoca, e credo lo sia ancora, -Betty, Ciao!- Le sorrido. -Leòn, io.. non so che dire.- Sorride di rimando, Abbassa lo sguardo e man mano si avvicina mettendomi un braccio intorno al collo e depositandomi un bacio sulla guancia, quando torna al suo posto le sorrido. Lei era anche una mia carissima amica, la ragazza dai capelli ramati che mi aiutò a conquistare Ally. -Leòn Siediti Forza Raccontaci tutto!- Freddie è impaziente io mi affretto a sedermi ad una di quelle sedie fuori dal Bar che sono state rimodernate. -Leòn ma lo sai che non sembri tu, vero?- Il velista mi osserva da capo a piedi, -Perchè cos'ho?- Rido al commento e faccio un accenno per indicarmi, -Cos'hai? Sei un Figo da Paura!- Jessie commenta impulsivamente per poi pentirsene subito arrossendo, a lei passavo tutti i compiti in classe, certo somara sì, ma solo a scuola! -Ah ecco!- Brian sembra infastidito dall'affermazione di Jessie, la fulmina con lo sguardo, "Si saranno messi insieme?" -Devi sapere che adesso Brian e Jessie hanno intrapreso una sottoforma di relazione se così si può dire..- Il cocchiere mi informa della situazione, mormorando la frase, ovviamente è ascoltato da tutti, Jessie alza gli occhi al cielo, -Arthur, torna alla camera!- lo invita Brian, wow utilizzano ancora i soprannomi che ho inventato! -Ma scusa Jessie a te non piaceva Freddie?- Cerco di reinserirmi nel gruppo facendo questa domanda non proprio piacevole, tutti iniziano a ridere come pazzi, Tranne Jessie e Brian, Niente più battute per loro, -Ehi! Tra noi non ha funzionato ok?!- Freddie rimane al gioco assecondandomi, -Guarda se devi tornare tu dal Messico per farmi rompere con 'La somara'!- Brian decide di entrare nel gioco, ho un pò paura di Jessie, ha gli occhi che non mi si staccano di dosso.
Continuiamo chiacchiere inutili per poi passare al mio racconto. Mi fanno il quarto grado e in fine mi domandano di mio padre cosa che ci fa diventare subito seri. Stiamo insieme per 2 ore piene poi rimaniamo io Rudy, Tomàs e Betty. Parliamo ancora del più e del meno e a tratti mi soffermo su Betty che continua a guardarsi le mani, dopodichè prende il cellulare. -E una Messicana?- Rudy arriva dove ho sperato di non arrivare per tutta la serata: La mia vita amorosa. -Niente Messicana Caro Rudy- Mi alzo di poco dallo schienale della sedia e appoggio i gomiti al tavolo, -Ah certo, adesso adotti la mia stessa teoria, no?- Alza un sopracciglio con lo sguardo malizioso, -MEGLIO FARSELE TUTTE E DIVERTIRSI!- continua ridendo. Credo che la pensi così davvero, Non a caso Gigolò. -Si certo, come no...- Rispondo scuotendo la testa verso il basso, -Certo, è Meglio!- Ride ancora, Betty si muove frenetica sulla sedia, credo che l'argomento la imbarazzi, ma cerca di non darlo a vedere rimanendo con gli occhi fissi sul cellulare. -Sei convinto.- Affermo sarcastico, -Si, è Assolutamente Meglio tutte.- Adesso mi fa arrabbiare, che razza di ragionamenti sono mai questi, io sono rimasto sempre fedele ad Ally, e un commento del genere non lo accetto. -Ma meglio COSA? Meglio di una fotografia insieme? Meglio di scriversi cazzate tutto il giorno? Meglio di provarci ancora dopo una litigata? Meglio di svegliarsi abbracciati per poi riaddormentarsi? Meglio di innamorarsi? Meglio di vivere una storia d'amore fantastica? Meglio di condividere una coperta troppo piccola? Meglio di una chiacchierata in piena notte?- Non riesco a fermarmi -Meglio di litigare, Urlare chiedersi scusa con un bacio? Meglio di fare l'amore? Meglio di condividere sorrisi e lacrime? Meglio di guardarsi negli occhi e rischiare insieme? Meglio di fare invidia al mondo?... Non credo che le tue 'Tutte' siano meglio di una che vale.- Questo è esattamente quello che eravamo io ed Ally. Tomàs mi guarda con gli occhi sgranati ma anche pieni di ammirazione, Betty non appena ho iniziato a parlare dell'argomento seriamente ha cominciato ad osservarmi e sembrava che ogni mia parola la cogliesse con l'anima, Rudy? Credo che si sia pentito più dei suoi peccati di aver fatto quell'affermazione. Adesso mi sono tranquillizzato nel mio cuore anche se mentre parlavo lo facevo con una calma singolare piena di passione, queste cose le penso davvero. Vorrei davvero ricominciare senza più pensare alla razionalità ancora. Vorrei che oggi quì al bar ci fosse anche Ally. Tomàs non mi ha mai raccontato niente di lei dopo che abbiamo rotto, la sua solita teoria, il suo solito non voler che mi faccia male. E invece, un dolore al petto mi pervade e mi turba da quando ho visto Betty e il suo sguardo. Lo so, lei vorrebbe dirmi qualcosa ma non ne ha il coraggio. -Forse hai ragione tu.- Rudy è poco convinto e un pò spaventato, le labbra di Betty si piegano in un sorriso quasi impercittibile, sembra molto soddisfatta. -Tomàs io devo rientrare tu che fai?- Mi alzo facendo questa domanda al mio amico. -Io mi fermo, devo aspettare Freddie che sta per tornare.- Risponde. -Okay, ci sentiamo dopo. Passo da casa tua a prendere la moto.- saluto il mio amico, e poi Rudy, vedo Betty alzarsi -Anche io devo rientrare, vengo con te. Devo fare la stessa strada.- Betty prende la borsa e man mano ci allontaniamo. -Quello che hai detto è molto bello.- Abbassa la testa guardando i passi che percorre -Penso davvero quelle quattro cazzate purtroppo.- Sorrido tristemente tenendo le mani sulla borsa tracolla, -Perchè purtroppo?- Mi guarda e io la vedo con la coda dell'occhio, non mi volto. -Ah, vuoi farmi credere che non lo sai?- Sorrido come prima abbassando la testa scuotendola. -Non dirmi che.. La pensi ancora?- è sconvolta, la sua voce inizia a tremare. -Non ho mai smesso.- rispondo seriamente. -Purtroppo.- aggiungo. Credo che lei abbia perso il dono della parola, mi guarda e le tremano le labbra, cerca di dire qualcosa ma non ci riesce. Mi fermo e mi volto -Va tutto bene?- Lei si ferma con gli occhi lucidi, sembra che quello che le ho appena confessato l'abbia davvero colpita nel profondo. -No.- Risponde con un fil di voce. -Come fa ad andare tutto bene?- mormora. -Perchè?- Domando deciso. -Tu mi hai appena detto questo... e i-io..- Non riesce a terminare... -Tu cosa?- Sono tranquillo alle apparenze, ma dentro... Brucio. -Come faccio a raccontarti di lei?- Adesso sembra più sicura. -Non raccontarmelo.- Mi si contrae la mascella, sento un forte bisogno di andarmene, correre ed allontanarmi da questa possibile fonte di mille informazioni. Non mi farò raccontare niente. Non sono un disperato io. Devo cominciare a fare l'uomo, perchè fin adesso sono solo stato capace di fare la femminuccia. -Dici davvero?- è Stupita, gli occhi serrati in una fessura. -Si, davvero- continuo a camminare e dentro dove prima bruciava ho il fuoco, Le fiamme dell'inferno. -Io devo fermarmi quì- Mi avvisa, -Okay, allora ci si vede in giro- Sorrido, lei mi stampa un bacio sulla guancia, -Mi ha reso felice averti rivisto, sono contenta che tu sia tornato.- sorride tristemente. -Ti chiederei di non dire niente a 'chi sai tu', ma è inutile, glielo diresti comunque.- affermo con aria afflitta. -Perchè pensi che lo farei? Per farla soffrire?- si è irrigidita e nel suo sguardo noto anche un pò di rabbia -Non sarò la ragazza perfetta. Rido sempre, dico parolacce, sono scema, piango per poco, mi emoziono per un piccolo gesto, certe volte ho qualche capello fuori posto, insopportabile quando voglio, stronza a volte... sono testarda, pero una cosa è sicura. Con l'amore e l'amicizia non scherzo.- Si ferma risoluta, gira i tacchi e si dirige davanti al portone di casa sua. Se voleva colpirmi ci è riuscita! Non le vado incontro come lei si aspetterebbe, non dico una parola, mi limito a sorridere e percorrere la mia strada.



Oggi una giornata da cancellare! Stamattina con le ragazze ci siamo svegliate alle 8:05 così abbiamo perso una lezione. Ieri abbiamo fatto troppo tardi. Corse a scuola avevo le gambe a pezzi, avrò dormito 2 ore... Per cosa? Per nulla, per immaginare cose che non accadranno mai, e poi la mattina pagarne le conseguenze. Come se non bastasse sono stata interrogata in biologia... Voto? 5 e mezzo... il 5 e mezzo è un voto orrendo, perchè è più di cinque ma meno di 6. Sufficiente ma non abbastanza. Come me. Io sono un 5 e mezzo. Che schifezza... Quarta ora, Quinta ora e un pò di libertà! Abbiamo pranzato e mi sono messa a contemplarlo, l'ho visto ed era bello come sempre. Con quei capelli spettinati e il sorriso sempre stampato in faccia. E come accade da quando è quì ogni giorno lo guardo e mi piace sempre di più. Continuavo a contemplarlo. Il suo oggi non era un sorriso vero. Oggi era triste ma si sforzava di non esserlo. Caro cupido, mi spieghi cosa cavolo ti costa colpire entrambi? ... A pranzo non smettevo di guardarlo, era così turbato, qualcosa gli passava per la testa, ho notato anche il fatto che non aveva quasi toccato cibo, avrei voluto consolarlo, ci sarei riuscita magari, forse si o forse no, ma prometto che un giorno andrò ad abbracciarlo per tutte quelle volte in cui avrei voluto farlo ma non ho potuto. 
Io, Cami e Fran siamo usciti alle 16:40 Abbiamo fatto un giro e alle 19:00 ero già a casa. Il ritrovo oggi non era disponibile poichè Maxi è partito per Cordoba un paio di giorni. Ho appena finito di studiare Filosofia, mi annoio persino scendere a cenare, sono le 21:40 e non faccio che pensare... Ho studiato un pò a modo mio, pensavo alle menzogne che ieri ho detto a Francesca o come dico io 'Nascondere la verità finchè la bugia non lo diventa'... Si, il mio cervello è partito! Non so se dovrei essere felice del fatto che Fran e Leòn oggi non si sono scambiati più di due parole.. si vedeva che lui non era in vena. Cosa potrà essergli successo? A pensarci Fran ancora non ha parlato della sua cotta per il Messicano da strapazzo, quindi non sono l'unica che mente. O magari non è ancora sicura oppure non lo so. Sono quì seduta sul mio letto a farmi un sacco di domande, Sono quasi le 22:00 e Mamma e Papà non sono ancora tornati dalla loro cenetta romantica, credo che faranno tardi. Vorrei uscire a prendere un pò d'aria, quì dentro la mia camera mi sento soffocare di pensieri, magari se esco li libero, magari disegno un pò. Mi infilo i Jeans che avevo tolto per mettermi in pigiama e mi metto una maglietta a mezze maniche color magenta, converse blu. Prendo la Borsa con dentro l'album e due matite, ritiro il cellulare che avevo lasciato sotto carica ed esco dalla mia camera. Faccio molta attenzione che non mi senta Olga che sarà in camera sua a guardare le sue solite Soap Opera. Se mi sentisse non mi farebbe uscire, neanche avessi 10 anni, Bah! Furtivamente esco dalla porta principale chiudendomela alle spalle. Il mio quartiere è molto vivo, infatti per strada c'è quache vicino che conosco e i lampioni luminosi. Saluto alcuni amici di papà con un cenno, spero non lo diranno a mio padre, e mi dirigo verso un luogo dove vado solitamente a disegnare. Cammino per circa 30 minuti ma alla fine arrivo. Questo per me è un posto magico, lo sento di mia proprietà. Una specie di parco, nascosto da parecchi alberi con la chioma folta... Una mattina mi decisi ad attraversare questi alberi e così mi ritrovai dove sono adesso, un giardino con l'erba sempre molto morbida, con un albero dal quale piovono spesso petali rossi in primavera... un giorno lo disegnerò, in un giorno di primavera, mentre il vento soffia leggero e fa cadere quei petali così vellutati su di me... Mi siedo alle radici di quell'albero e comincio a respirare quest'aria così pulita e diversa dopodichè mi metto a pensare, prendo l'album e disegno tutto ciò che vedo anche con questa soffusa luce che provoca solo la luna.. Sempre è stato così, aver bisogno di una matita e un foglio bianco per esprimere tutto ciò che provo dentro il mio essere.
Passano circa 20 minuti quando d'un tratto sento un rombo di moto che sembra così vicino. Saranno corridori che passano la strada. Pochi secondi dopo sento dei passi e le foglie degli alberi che vengono spostate.. Bene adesso si che ho paura, e Freddo... Qualche animale feroce? Nah, quì a Buenos Aires lo trovo parecchio improbabile, anzi impossibile.. Ma, qualche cane grande fuggito? Qualche ladro che vuole portarmi via? Va be' ma come faceva a sapere che ero io?... Meglio se la smetto con questi film mentali.. d'un tratto vedo due occhi conosciuti che mi contemplano. Leòn cammina con le mani nelle tasche dei jeans. Cosa ci fa quì? Da lontano vedo le sue labbra piegarsi in un dolce sorriso e continua ad avvicinarsi.. io di scatto mi alzo come una molla. -Violetta? Anche tu quì a quest'ora?- Sembra sorpreso, cosa ci faccio io quì? cosa ci fa lui? questo è il mio posto, Caro mio.. Sono venuta quì per non pensare a te, e cosa fai? Mi compari davanti? Cose da pazzi! Penso tutto questo in una frazione di secondo perchè adesso sono solo rapita dai suoi occhi smeraldo. Quando si ha un carattere sincero e la coscienza pulita ci si può permettere sempre di guardare la gente dritto negli occhi, io per esempio non posso, quindi è meglio se distolgo lo sguardo dal suo, se lo guardo troppo a lungo capirà che mi sto innamorando.


ANGOLO D'AUTRICE
Salveeee a Tuttiii!!! Mi perdonate per il ritardo se vi dico che vi voglio tanto bene??!! Probabilmente no xD Scusatemi!! La scuola gioca brutti scherzi!! :(  Allooraaaa Parliaamooo del capitoloooo :D La povera Vilu soffre ancora perchè non è capace di dire a Fran tutta la verità, anche se rivela un cambiamento del suo carattere che le condizionerà un pò la vita... non è soddisfatta di se stessa ( Mi identifico in questo ç-ç) Le sue amiche cercano sempre di starle vicino però come abbiamo notato Francesca è molto preoccupata per l'amica.. non c'è stato il Pov Francesca come negli altri capitoli ma nei prossimi lo incontreremo.. La chiacchierata tra Vilu e Cami non c'è stata come avevo detto nella scorsa nota d'autrice ma ci sarà presto. Leòòòòònn??..... Dopo essere andato a fare la sorpresa a Tomàs i due escono e  il caro Tommy porta Leòn in un luogo che era speciale per tutti gli amici che erano.. Lui ripensa a quei momenti con molta nostalgia così Tomàs decide di fargli incontrare di nuovo i vecchi amici a cui Leòn aveva dato ad ognuno un soprannome un pò strano HAHAHAHAHA xD Loro lo accolgono a braccia aperte alcuni molto emozionati.. Poi c'è Betty la migliore amica di Ally, Leòn capisce subito che è più sorpresa degli altri! Dopo varie chiacchiere rimangono in 4, Rudy fa un commento che fa arrabbiare Leòn e che fa sì che lui si sfoghi al massimo lasciando Betty molto colpita.. I due fanno un tratto di strada insieme e la conversazione è da leggere xD Questa cosa turba un pò Leòn tanto che il giorno dopo Vilu Nota la sua tristezza.. Dopo aver descritto un pò la giornata di Vilu si può capire che è diventata parecchio dipendente dal ragazzo. Vilu decide di uscire a prendere un pò d'aria nella tarda sera e arriva in un luogo che tanto ama, raggiunta poi con sua sorpresa dal caro Messicano che le fa una domanda, la risposta la vedremo nel capitolo 6 che sarà parecchio Leonettoso *-* La fine di questo capitolo fa una rivelazione molto interessante che mi fa sciogliere se ci pensooo *o* quanto è dolce Viluuu!! :D Bene, molto Bene... Credo di aver detto tutto... Emh Ringrazio tanto chi segue la mia Storia dal più profondo del cuore, Se volete fate anche un piccolo commento recensendo che mi fa tanto piacere, Grazie a quelli che l'hanno aggiunta ai preferiti e ai seguiti, Vi adoro;) *------------* Ringraziate Niley Story (@Magicgirl96) Se in questo capitolo ho aggiunto Leonetta AHAHAHA Adesso la storia avrà una grande Svolta per questi due *o* Ringrazio ancora tutti! Scusate ancora il ritardo:( Un Bacione e Un Abbraccio caloroso:) Ciiaooooo
BeYoSinger <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
E arrivai lì con mille idee in testa... Ci avevo messo al massimo 9 minuti per recarmi lì con la mia moto.. Dopo la giornata di oggi volevo ritornarci, quando ero triste, turbato, pensieroso avevo solo bisogno di stare quì per calmarmi, nel luogo dove ho appena messo piede, ma oggi è diverso. Quì ci ho trovato una persona, Violetta, la bellissima ragazza che è seduta nel banco dinnanzi al mio a scuola, la ragazza con lo sguardo sincero che ancora non ho avuto occasione di conoscere. -V-veramente, i-io- La sua espressione è indecifrabile, sta balbettando e le tremano le mani, sicuramente si sarà spaventata. -Violetta, è tutto okay?- Le domando con molta calma avvicinandomi a lei con cautela per trasmetterle un pò di coraggio. -Violetta?- Ripeto il suo nome perchè noto il suo viso colorarsi di un rosso intenso e all'altezza degli zigomi sta per prendere fuoco, abbassa lo sguardo e si tortura le mani. -Ti sei spaventata?- La invito a parlare perchè non risponde, cosa le sarà preso?.. Quando alza lo sguardo noto che ha gli occhi lucidi ma lei cerca comunque di trattenere le lacrime, una le è appena scappata dal viso. Mi viene da morire! Mi sento impotente cosa le è successo? -Violetta, ma tu stai piangendo.. Cos'hai va tutto bene? Cosa ci facevi quì tutta sola in piena notte?- Sono assolutamente preoccupato, sarà scappata da qualcuno, perchè diavolo non parla e continua a piangere? Pian piano le lacrime aumentano sul suo viso rigandole le guance che hanno assunto il colore del fuoco ardente. Il mio cuore ormai è a pezzi, sento l'assoluto bisogno di aiutarla, mi viene in mente il giorno che l'ho vista cadere a scuola, sembrava così indifesa quando gli ho offerto una mano, anche se alle apparenze vuole sembrare forte. E poi quello stesso giorno all'arrivo di Francesca si era completamente spenta. Non resisto al forte impulso di proteggerla mi avvicino ancora di più a lei e la stringo piano in un forte abbraccio, la  sento sussultare sotto le mie braccia e immediatamente irrigidirsi, tenendo entrambe le mani sul mio petto. -Tranquilla, adesso ci sono io..- La sento ancora singhiozzare, libera le mani che separano i nostri petti e me le avvolge intorno al collo con una rubata disinvoltura, ma noto che dopo mezzo secondo si pente del suo gesto perchè si irrigidisce ancor più di prima. Non lo so ma adesso uno strano effetto si incorpora in me.. Sento il suo cuore battere come un tamburo, e in questo silenzio riesco a decifrare solo questo. Addirittura il rumore del suo cuore? Riesco ad ascoltarlo solo io o è davvero così? D'un tratto ho la pelle d'oca alle braccia e un brivido mi percorre l'intera schiena, e questa sensazione unita al profumo che emana la ragazza che sto stringendo mi fa pensare che queste sono esperienze irripetibili. Cosa mi sta succedendo? sembra quasi un Super Potere, sento un qualcosa al petto che non so spiegare, quel brivido freme ancora lungo il mio corpo, la mia pelle... Ma che diavolo..? Violetta trema sotto le mie braccia, in questo momento avrei dovuto sciogliere l'abbraccio, che sta durando più del previsto, ma.. io non ci riesco.. il mio cervello non reagisce, non voglio lasciare andare la presa su questa ragazza che a malapena conosco. Perchè? All'improvviso tutto il dolore, l'inquietudine, il turbamento, tutti i motivi che mi hanno portato quì svaniscono di colpo. Il cervello man mano si sta svuotando non riesco a pensare più a niente, però c'è la malinconia l'unico interrogativo che mi pongo adesso è cosa potrà mai essere successo a lei, alla ragazza che in questo preciso istante sta singhiozzando e tremando unita al mio corpo. Violetta alza il viso che prima era appoggiato alla mia spalla e nello staccarsi sfiora mia guancia con il suo bellissimo viso bagnato dalle lacrime, le medesime mi rimangono in viso, e io non posso fare a meno di chiudere gli occhi e schiudere le labbra. Con mio strano dispiacere si scioglie dall'abbraccio, cerca di calmarsi e respira molto profondamente. -Mi dispiace- è l'unica frase che riesce a pronunciare con grande difficoltà creata dalla voce strozzata. La ammiro per un attimo: Le sue lacrime sono candide e le scorrono velocemente sul viso, nel quale non c'è traccia di trucco, le sue guance arrossate così morbide e delicate, mi viene voglia di accarezzarle, di eliminare ogni traccia di tristezza dal suo viso, perchè mi fa stare così male vederla in questo stato?... Alza nuovamente lo sguardo, le sue labbra sono gonfie ma allo stesso tempo così rosee e desiderabili... Okay, sono diventato malato! A cosa diamine sto pensando?! -N-non avrei dovuto.. be'.. - Allude all'abbraccio, so che è imbarazzata, non avrei mai dovuto farglielo pesare... -Violetta, non lo dire neanche- sono sincero, -Possiamo parlare?- Continuo. Mi avvicino all'albero dove poco prima era seduta accompagnandola a me, mi siedo a gambe incrociate e le faccio segno di imitarmi; Lei non ha la forza di rifiutare altrimenti sono sicuro l'avrebbe fatto, ancora tremolante si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, si asciuga le lacrime con le nocche delle mani e molto goffamente si mette comoda. -Di cosa dovremmo parlare?- Continua torturasi le mani tenendo lo sguardo fisso su esse, ma io posso percepire la sua paura e la sua tristezza. Devo assolutamente venire a conoscenza di cosa le è capitato. -Secondo te?- mi riavvio i capelli. -Sono arrivato quì e vedo una ragazza al freddo seduta tremante a quest'ora SOLA! Cosa devo pensare poi se la ragazza alla mia vista sobbalza in piedi e scoppia in lacrime?- Ho usato un tono incoraggiate, della serie papà preoccupato. Noto un piccolo sorriso triste prendere forma sulle sue meravigliose labbra. -Be' effettivamente non è una situazione delle più normali- confessa. Le appoggio una mano delicatamente sull'avambraccio per incoraggiarla a raccontare, ma al tocco sento nuovamente quel brivido, quella scarica elettrica partire dai polpastrelli delle dita con la quale l'ho sfiorata e percorrere tutto il mio corpo fino alle punte dei piedi. A questa sensazione sussulto e ritiro subito il braccio, lei mi guarda stranita. Non lo metto in dubbio. Cos'ha una specie di produttore di scosse nel corpo di quella ragazza? Sento il forte impulso di abbracciarla ancora e non mollarla più.. ma.. Perchè? Che strano potere magico possiede? Bene se continuo così penserà che sono pazzo perchè mi osserva con gli occhi chiusi in una fessura. -Che succede?- domanda scuotendo un minimo il capo come per non capire. -Niente, quello che non capisco è cosa è successo a te Violetta- appoggio la mano sull'erba. -Leòn ci conosciamo da tre giorni- Sorride alzando le sopracciglia. -E quindi?- adesso sono io a non capire. -Be' non posso stare quì a raccontarti tutti i problemi della mia vita.- Si strofina le braccia nude per riscaldarsi. -No, non pretendo questo, ma almeno una spiegazione del perchè sei quì a quest'ora con il freddo della sera.- Abbasso la cerniera della mia felpa, me la tolgo e gliel'appoggio sulle spalle. Sussulta. Si volta per guardarmi, -Grazie- mi sorride e io di rimando. -Esigo una risposta Violetta Castillo.- Assumo un tono autorevole. -Leòn, ero a casa e mi sentivo soffocare, e siccome questo e il luogo a cui tengo di più al mondo..- La interrompo -Aspetta- mi volto a sedere di più verso di lei -Anche il tuo?- Curioso le domando. -Il fatto è che questo è l'unico posto che riesce a calmarmi, nel quale amo svuotare il cervello che inizialmente è sovrastato di pensieri che mi danno il tormento... Vengo quì, respiro quest'aria fresca e limpida e mi sento meglio, magari faccio qualche schizzo sul quaderno.. e poi posso andarmene a casa serena. Non sono mai venuta a quest'ora.. di solito o è l'alba oppure il tramonto.. Sai sono sempre diversi, ne ho una miriade di disegni e ho notato che in ogni giornata d'estate il tramonto, o l'alba che sia, cambia.. Di colore, d'intensità, ognuno ha una bellezza diversa, e mi fa stare bene, mi fa rinascere per un attimo.- Sentir dire queste parole fa star bene me, per un attimo sento di essere rimasto rapito, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, adoro il tono della sua voce. Vorrei tanto sentirla cantare per la prima volta. Chissà come canta. Chissà perchè prima piangeva. -Non mi hai ancora spiegato perchè piangevi Violetta.- Insisto. Lei abbassa lo sguardo che prima teneva fisso sulla luna e le nuvole che la sfumano. -Come ti ho detto non ci sono mai venuta a quest'ora, perciò mi sono spaventata.- La sua voce è stridula, sta mentendo. -E io dovrei crederti?- Si volta velocemente verso di me girando il collo, il suo sguardo afferma 'Oh mi ha beccata'. -Mi stai studiando ancora Leòn?- Le sue labbra si piegano in un sorriso e i suoi occhi si addolciscono. -Non rispondere alla mia domanda con un altra domanda Violetta- Sorrido di rimando, ma rimango fermo e convinto. -Beh, Leòn...- Sta cercando le parole continua a fissarsi le mani. -Trattenere le lacrime è difficile.- Una le percorre il viso velocemente e le cade sulle mani. -E anche bruttissimo.- continua a fare pause tra una parola e l'altra. -Quanto ti trattieni il naso ti brucia senti un groppo in gola, gli occhi non si lasciano comandare..beh io non ci riesco, non riesco a trattenermi, se non mi sfogo scoppio...- Piange disperatamente sfogando tutte queste parole, e ad ognuna emette un singhiozzo o un gemito.. Perchè sta così? -Ma io non voglio che tu ti trattenga, io voglio solo che mi dici cosa diamine ti è successo! Non sono nessuno OKAY lo capisco... Ma dimmi cosa ti turba a tal punto io ti posso aiutare, faremo di tutto per superare questo momento..- Mi fermo un attimo, la guardo e le lacrime non smettono di scendere dai suoi occhi, Allora è qualcosa di veramente grave? -Io...io lo pretendo Violetta! So che cosa si prova e da soli non si arriva da nessuna parte. Se stai male e non ti sfoghi con qualcuno finirai per distruggerti, io.. io beh mi sono sfogato quando ero ridotto uno straccio, se non ci fossero state delle persone a darmi dei consigli e ad aiutarmi seriamente adesso non so se sarei quì a dirti questo, Violetta, ti prego ascoltami!- all'ultima mia frase si volta verso di me mi guarda negli occhi, mi osserva profondamente, io riesco a specchiarmi nei suoi, nei suoi meravigliosi e grandi occhi color nocciola, lucidi e completamente annebbiati dal pianto, Adesso ditemi come si fa a scordare certi occhi! prende il coraggio e mi salta al collo stringendomi forte. E alla fine provo quella sensazione di pienezza che avevo solo quando Ally mi abbracciava. È strano. Non sarà che sto sognando? Che sono a casa nel mio letto in questa piena notte? Nei sogni si provano queste scosse che ti entrano nelle vene al contatto con una persona? Forse sto sognando in ospedale mentre mi riempiono di elettricità per qualcosa che mi è capitato al cuore, può essere? Non dò altre spiegazione alle piacevoli emozioni che sto provando con questa ragazza addosso a me che neanche conosco, mi sta solamente abbracciando perchè sta male, eppure io mi sento così bene... Non provavo queste sensazioni alla pelle da troppo tempo ormai, e mi piace. Sento anche il fiato mancarmi ad un certo punto. Che cazzo mi succede? -Leòn, mi dispiace ma non riesco a lasciarti andare. Ne avevo bisogno. Credimi.- Sento il suo fiato caldo che è vicino al mio orecchio sinistro. -Violetta neache io ci riesco, lo confesso e non so perchè. So solo che sto male nel vederti così. Sento un peso al cuore.- Alle mie parole la sento piangere ancor più di prima ed istintivamente la stringo ancora più forte. Lei infila le mani nei miei capelli.. Sento un formicolìo allo stomaco. -Mi dispiace.- sussurra. -Smettila di ripeterlo.- mormoro con un fil di voce. Mio malgrado scioglie lei per la seconda volta quel caloroso abbraccio di cui ormai ero entrato in possesso e non avrei voluto uscirne, -Se non vuoi parlarne con me, promettimi che lo dirai a qualcuno di tua fiducia.- Mi azzardo a dire. -Io mi fido di te Leòn.- Le sue parole mi scaldano il cuore. -E allora perchè non vuoi parlarmene?- Le domando premuroso prendendole le mani. Lei sobbalza. -Perchè...I-io... Non posso.- Abbassa ancora lo sguardo. Io le alzo il mento per far in modo che mi guardi negli occhi, ma me ne pento subito, perchè alla vista del suo sguardo non riesco a formulare una frase di senso compiuto. Ma mi potete spiegare perchè mi succede questo? Fino a ieri non mi faceva questo effetto. -Non puoi o non vuoi?- domando sicuro. -Non posso. Davvero.- Afferma e sono sicuro che dice la verità. -In questo caso promettimi quello che ti ho chiesto.- , -Lo farò.- , -Non mi basta..- Dico sincero. -Cioè?- Risponde lei, anche se sa benissimo a cosa mi riferisco. -Promettilo! Prometti che ne parlerai con qualcuno che possa aiutarti- Mi accorgo che tengo ancora una sua mano tremolante, ma non mollo la presa. -Perchè pensi che non ce la farei da sola?- Domanda curiosa. -io lo so, lo so per esperienza Violetta.- Ammetto con un fil di voce. -Perchè a te cosa è successo? Come hai fatto a superarlo?- Domanda desiderosa di sapere. -Te lo dirò se mi farai quella promessa- Sorrido. -Te lo prometto, giuro che lo farò.- dice sicura. Le credo. E ora cosa faccio le racconto della mia storia? Magari tralascio Ally. -Ti va di raccontarmelo Leòn?- Il suo sguardo è supplicante. -Se ci tieni, Okay- sorrido, un pò tristemente. Lei mi rimanda il sorriso. Meglio cominciare. -Ricordi quel giorno al Bar? quando improvvisamente....
Flashback
Gli squillò il cellulare, e lo prese dalla tasca dei jeans, guardò il numero,o mise il silenzioso oppure il telefono aveva smesso di squillare, -Tutto Okay?- gli domandai con un fil di voce, -Si, era solo mia madre..- rispose facendo capire che non gli importava che la madre lo avesse chiamato, -E perchè non le hai risposto?- domandai ancora più insicura di prima, -E che mi tempesterebbe di domande per il fatto che sono uscito senza salutarla, comunque dopo la chiamo, tranquilla- spiegò lui con molta calma, -No, figurati, era tanto per chiedere- dissi io imbarazzata, -ed invece nel tuo caso, tuo padre ti salva, come fa mia madre?- domandai ridendo. D'un tratto vidi una luce spegnersi nei suoi occhi, e il suo sorriso era scomparso, guardò il vuoto per un attimo, -Leòn, ho detto qualcosa che non va?- 
*Fine Flashback*
-Si, ricordo- risponde un pò cupa. Fa cenno con la testa come per chiedermi 'E che centra? -Beh, ha a che fare...con mio padre.- Mi fermo un attimo, adesso il groppo in gola lo sento io, parlarne mi fa rivivere tanti momenti che vorrei cancellare dal mio cervello per il resto della mia vita su questa benedetta terra! -Mio padre è morto circa un anno e sei mesi fa...- Mi sento gli occhi umidi. Non voglio piangere. Ma come ha detto Violetta prima, alcuni non riescono a trattenersi. Una lacrima si forma sul mio viso, e viene seguita da tutte le altre, mi affretto a mettermi le mani davanti agli occhi, mi asciugo il viso e poi guardo Violetta, sembra così sconvolta, un velo di malinconia ricopre tutto l'ambiente. Continua a osservarmi, credo che vorrebbe continuare a piangere ma forse non ci riesce alla mia vista. So solo che sto piangendo come un poppante davanti ad una ragazza che conosco appena senza vergognarmi, o preoccuparmi di essere giudicato, non mi sforzo di essere me stesso, lo sono e basta. -Leòn, i-io non so cosa dire..- Ha la voce strozzata, mormora la frase a malapena con un fil di voce, e quasi per miracolo riesco a intendere le sue parole. -io... Mi sento così stupida... io...- Si avvicina a me e delicatamente con le mani che le continuano a tremare mi accarezza il viso. -Mi dispiace così tanto... Tu neanche immagini quello che ho provato quando me lo hai detto- inizia a singhiozzare ma tenta di trattenersi. -Ho sentito un vuoto quì- si indica il cuore, -E poi... vederti così... io non so spiegarlo..- scuote la testa come per non poterci credere. Dai miei occhi esce un altra lacrima, lei la ferma con il pollice e la porta via. Io non riesco a parlare. Le sue mani sono così soffici, alle sue carezze mi sciolgo lentamente e pian piano chiudo gli occhi e respiro profondamente. -Perdonami.- Mi sveglio dal Trance delle sue carezze. -Non dirlo..- Mi sforzo di parlare. -Si, io non potevo immaginare neanche... Non lo so.. ma per favore, Perdonami.- Mi supplica unendo le mani a mo' di preghiera, io gliele divido, -No, perchè non hai niente da farti perdonare.- Rispondo. Lei sospira, -Non ci posso credere, ci siamo incontrati, e non abbiamo fatto che piangere- Ridacchia della situazione, -Ti sarò sembrato una femminuccia- dico ridacchiando a mia volta. Lei si irrigidisce e mi guarda con un pò di rabbia negli occhi. -NO! non lo penso affatto! La capacità di esternare i propri sentimenti è soltanto un pregio..- Afferma sicura.. -Sono solo debole- inizio a contorcermi le mani anche io adesso. -Leòn, no! Questo attegiamento non indica debolezza, bensì sicurezza perchè significa che non ti vergogni a mostrare i tuoi sentimenti e le tue senzazioni.- appoggia una mano sulla mia guardandomi con dolcezza. -Che dici, ti accompagno a casa?- Le sorrido. -Okay, grazie.- Ci alziamo e la porto verso la mia moto. 


 
Mi chiamo Violetta Castillo, ho 18 anni e sono sulla moto con Leòn Vargas (Dio della Bellezza). Il mio cuore? No, quello non lo possiedo più, mi è uscito dal petto e l'ho perso per la strada. Oddio però a parte gli scherzi, devo preoccuparmi? qualche infarto? Riesco a sentire il rumore di un cannone che torna indietro e riparte; Lui lo starà sicuramente sentendo rimbalzare sulla sua schiena a ritmo ormai basato. Santi Numi ci siamo abbracciati e accarezzati! Secondo me non è vero, praticamente mentre disegnavo è successo questo: Ero seduta sotto l'albero e quando ho sentito quei rumori non era Leòn, era un assassino che mi ha colpito per uccidermi ma non ci è riuscito per qualcuno che mi ha salvata quindi adesso io sono in coma in un letto d'ospedale e sto sognando di essere stata a contatto corporeo con Leòn tutto il tempo, tutte le parole, i brividi? L'unica spiegazione? SONO IN COMA! Frutto della mia fervida immaginazione! Eppure sembra tutto così reale... Okay lo ammetto... è Reale! Io sto davvero stringendo Leòn da dietro mentre mi accompagna a casa con la sua moto, lui si è davvero preoccupato per me, ho davvero pianto tutto questo tempo per la sua presenza e per nient'altro, e lui mi ha davvero confessato una struggente verità. La più orribile verità che abbia mai sentito. Suo padre è morto. Non riesco neanche a pensare a quanto possa aver sofferto, e quanto ancora soffre. Con questa sofferenza addosso addirittura si era preso la responsabilità di volermi aiutare. E io come faccio a non innamorarmi? Adesso il mistero della colazione al bar è un pensiero in meno, ma ho comunque quel peso sullo stomaco. Sempre il fatto di sapere che Leòn ha perso il padre da non molto e io... Stavo lì a commiserarmi... Che stupida che sono... Che stupido l'amore. La mia coscienza non pensa lo stesso "Il momento più bello di tutta la tua vita"... Cosa? Coscienza come fai a dire questo? Non ho fatto che piangere come una bambina alla quale viene tolto il ciuccio. E poi lui mi ha confessato... Beh NO! Niente 'momento più bello della mia vita' Sarebbe stato bello se mi avesse baciata... Emh... No scherzo, niente del genere, Perchè penso certe idiozie? I miei assurdi pensieri vengono interrotti dal rombo della moto che cessa. Ci siamo fermati.
Siamo a casa mia e lui l'ha raggiunta soltanto con un indicazione Potrebbe fare il tassista! -Quì, no?- mi domanda mentre si toglie il casco e si riavvia i capelli, -Esattamente.- mi aiuta a scendere dalla moto porgendomi una mano, l'afferro, scendo e mi tolgo il casco anch'io, -Hai proprio una bella casa! Quì è molto grande!- Afferma dando un occhiata qua e là da fuori il cancello. Poi torna vicino alla moto. -Grazie per avermi accompagnata.- Dico io ignorando il commento sulla mia casa, Quanto è bello guardarlo in penombra! -Ma figurati..- Sorride, mi sembra sereno, magari si sforza.. -Non uscire più a quell'ora senza che lo sappia nessuno, è pericoloso di questi tempi..- Se non fossi uscita non ti avrei incontrato, e se devo vedere te passo anche con i piedi nudi sopra i carboni ardenti. -Hai ragione, ma dovevo assolutamente prendere una boccata d'aria. In fondo mi ha fatto bene sfogarmi, non l'avrei mai detto.- mormoro gesticolando con le mani per non far capire che tremo. -Se vuoi andare in quel posto perchè non puoi farne a meno di notte o quando vuoi, chiamami, ti accompagno io... Non ti ho detto che prima di te lì c'ero sempre io all'alba e al tramonto..- Sorride orgoglioso, Davvero ha scoperto anche lui quel posto? è un segno? -Dici davvero?- domando incredula, -Hai davvero scoperto anche tu quel posto così magico?- continuo, -Lo chiamavo 'il luogo incantato'- Continua a sorridere, -Ha sempre avuto un effetto tranquillizzante su di me, e poi quell'aria che ti coinvolge, in primavera i petali... tutto l'insieme era una sensazione melodiosa, Arrivavo con l'angoscia e ne tornavo sollevato, per un attimo tutto si dissolveva lentamente... era un incantesimo..- Sembra che stia recitando una poesia, è così preso da ciò che dice è così trasportato dalla magia, -Leòn, è esattamente quello che provo io, credimi.- Confesso timidamente. -Violetta, manterrai la tua promessa?- Tono paterno? ancora? mi vien da ridere -Avrò tutti i difetti del mondo, ma le promesse le mantengo..- Alzo il capo per guardarlo e recito questa frase con sicurezza. Lui annuisce stupito. -Mi fa piacere sentire queste parole, davvero.- Ammette. D'un tratto vedo una luce dentro casa che si accende e il rumore della finestra che si apre, -Violetta?- Mia madre. Oh fantastico! -Olga mi ha detto che stavi dormendo! Ma cosa...?- Non le lascio il tempo di parlare e la interrompo. -Mamma, dammi un minuto.- La supplico con lo sguardo, spero che Leòn non se ne sia accorto, lei arresa rientra dentro con la testa non mollando lo sguardo puntato sul Messicano. -Sarà meglio che salga.- Dico a Leòn riportandolo con l'attenzione su di me. -Si, vai. Buonanotte Violetta. Mi raccomando.- mi saluta abbassando il capo e avvicinandosi alla moto sempre con un sorriso sincero stampato sulle labbra, io prendo l'iniziativa e mi avvicino Chi mi sta dando tutto questo coraggio? mi alzo sulle punte dei piedi e gli stampo un bacio sulla guancia, e mi accorgo che le sue guance fumano e scottano. -Grazie- sussurro, mi allontano e abbasso subito il viso. Senza aspettare risposta apro subito il cancello e me lo chiudo alle spalle senza voltarmi a guardarlo, fuggo vicino al portone, e apro come posso perchè ormai mi sono accorta di avere il morbo di parkinson alle mani soprattutto, il tremore si è impossessato del mio corpo. Guardo l'orologio, è mezzanotte passata. Mi chiudo la porta alle spalle, alzo lo sguardo e mi ritrovo mia madre davanti a me con una vestaglia da notte azzurra addosso e le pantofole di papà. Accidenti! Noto che in salotto è solo accesa la lampada col gambo lungo, -Signorina, Spiegazioni?- Almeno non è papà! Mamma ha un atteggiamento altezzoso, il suo sguardo è un misto di rabbia e preoccupazione ma vuole far prevalere l'autorità.. mi vien da ridere perciò non credo stia facendo una bella figura! -Papà?-sussurro. -Dorme, non sa niente di questa tua trasgressione..- Ridacchio nel vedere mamma impacciata, continua a sbattere un piede, non riesce a fare la mamma dura, quella che rimprovera! Secondo me vuole solo sapere di Leòn. -Mamma possiamo parlarne in camera mia?- Le sussurro sorridendo, Lei cerca di fare la sostenuta, -Andiamo, TI PREGO!- Urla un pò, scoppio a ridere sempre piano per non svegliare mio padre -SHH! andiamo.- sussurro ancora. Quanto conosco mia madre!
Entrate in camera, il quarto grado, mentre lei fa domande su domande senza darsi tregua io prendo il pigiama dall'armadio e mi accorgo di una cosa: Indosso ancora la sua felpa.. non voglio togliermela, se la annuso posso sentire il suo profumo addosso a me, e come se mi stesse ancora abbracciando, chiudo gli occhi e inalo profondamente tutto il suo profumo, Leòn. -Sua?- mia madre mi guarda incantata, -Mamma, non è come pensi.. affatto.- Affermo, e con molto dispiacere mi levo la felpa, mi levo gli altri vestiti e mi infilo il pigiama. Mamma sta fremendo! Mi avvicino al letto e mi infilo sotto le coperte, mia madre è seduta sul bordo, -Vilu, io sto aspettando..- ridacchio alla sua confessione, -cosa aspetti mamma?- allungo il brodo, -Parla!- ordina. In questi momenti mia madre mi sembra un adolescente che aspetta che nasca una coppia per iniziale a 'shipparla' per poi voler sapere tutti i gossip! -Mamma, te l'ho detto non è come pensi.- Rifletto un attimo sulla promessa che ho fatto a Leòn. Gli ho detto che ne avrei parlato a qualcuno, lo farò, se ci riesco. -Vilu, io l'ho notato.- Mia mamma fa la vaga, non mi piace. -Cosa?- domando, beh adesso mi aspetto solo che non sia una risposta che non vorrei sentire. -In questi ultimi giorni sei cambiata Vilu. Io conosco la mia bambina, più di quanto immagini.- Ho gli occhi abbassati, con premura mia madre mi prende il viso tra le mani, -Davvero la mia bambina ha sempre gli occhi e le labbra gonfie per ''Il ragazzo con la moto''?- Lui non è semplicemente 'il ragazzo con la moto' okay? penso, poi sospiro. - Il primo ragazzo che mi piace.-  mia madre sorride, -E quindi? cosa c'è che non va se ti sei presa una cottarella?- Lo temevo... -Non è una semplice cottarella secondo me..- mi azzardo. -Ma scusa da quanto conosci questo ragazzo?- domanda sgranando gli occhi, -io non l'ho mai visto tra i tuoi amici.- continua. -Lui è il ragazzo nuovo, lo conosco da tre giorni.- dico io abbassando lo sguardo e guardandomi le mani. Improvvisamente mia madre scoppia a ridere. Cosa cavolo ci trova da ridere? -E tu credi pure di esserti presa più di una cottarella?- continua a ridere. Ma cos'è uno scherzo? Sto confessando tutto questo a mia madre e lei ride? -Mamma, io sono seria.- Mormoro delusa. -Io.. io faccio schifo... non piaccio a nessuno, sono una delle tante, anzi non sono niente. Sono arrivata al punto nel quale mi sveglio la mattina pensando, 'oggi sarà una bella giornata' e vado a dormire pensando 'forse lo sarà domani'.- inizio a piangere, mia madre continua a osservarmi con un velo di tristezza che la avvolge, -Me ne sono accorta, Mamma, posso solo piacere a uno come Diego... io non voglio Diego. Non posso neanche avere una speranza.- Parlo a raffica, mia madre sicuramente starà facendo una grande fatica per capirmi, lei non sa niente. Poi mi calmo, o almeno ci provo. -Sono andata a prendere una boccata d'aria e l'ho incontrato. Alla sua vista ho iniziato a piangere, Sapevo che non l'avrei mai potuto avere, Così mi ha abbracciato. Mi ha strinto così forte da farmi sentire salva da tutte quelle macerie che poco prima avevo sul cuore. Stasera ho capito che forse avrei potuto anche avere una possibilità con lui, o almeno mi illudo, però purtroppo non posso.- Continuo a piangere. Mia madre si avvicina e mi abbraccia, non posso fare a meno di sfogarmi ancor di più. Quanto ho pianto stasera.. mi sento così stupida.. -Violetta.. non ci ho capito molto... però ho capito la cosa più importante.- fa un sospiro. -C'è un ostacolo che non ti permette di andare avanti con il motociclista giusto?- annuisco. -Posso sapere qual'è?- mi domanda premurosa accarezzandomi il viso. -C'è Francesca.- Mia madre sgrana gli occhi. -Francesca?- crede di non aver capito bene. -Si, ma non solo. Lui ha un passato burrascoso alle spalle. Lo leggo nei suoi occhi.- affermo. -Mi spieghi cosa centra Francesca?- Chiede mia madre curiosa. -Credo che per loro sia stato un amore a prima vista reciproco. Per me è andata diversamente, cupido ha colpito soltanto me. Anche se dopo stasera non ne sono più tanto sicura- affermo. -Quindi a lui piaci?- mia madre è confusa, effettivamente anche io. -Non lo so. So solo che stasera lui... era così... così...- non riesco a completare la frase, mia madre sorride. -Capisco... era così inspiegabile!- ridacchio. -Ma se lui ti ha abbracciata e il resto, cos'è che ti fa piangere?- , -Il dubbio, il timore, il sentimento così forte che non ho mai provato, la paura di cambiare, di soffrire ancora... ma soprattutto il fatto che so che la mia sorella dell'anima in questo momento si sente come me, siamo due e c'è un solo ragazzo, non posso perderla. Non voglio.- ammetto. -Vilu, la situazione è parecchio difficile perchè c'è una grande confusione in mezzo, non stare troppo tempo a chiederti chi sei, cosa fai o come. Sii solo felice.- Mia madre ha un tono caldo, mi accarezza una mano e la chiude in mezzo alle sue. -In questo momento non so nemmeno cosa sia la felicità...-, -Come si chiama il ragazzo?-, -Leòn.-, -Beh, Violetta, la felicità è quando sorridi e non te ne accorgi.-, -Cosa vuoi dire?.-, -Hai pronunciato il nome di quel ragazzo, hai sorriso, e non te ne sei accorta.- Dio mio davvero? -Quindi la mia felicità è Leòn?- domando, mi viene da piangere, non so se è gioia, dolore... -Quando si ama una persona, si fa sì che la propria felicità dipenda solo da lei.- Sta facendo troppi giri di parole, vuole confondermi. -E con questo cos'altro vuoi dire?- domando ancora una volta. Mia madre sorride. -Violetta è semplice. Hai ragione tu. Ti sei innamorata subito di quel motociclista.- Sorrido, ma voglio ancora piangere, un amore impossibile. -Non è un motociclista mamma.- dico seccamente. Lei ride. -Amore, ti prego, non cercare di abbattere le barriere di quel ragazzo per poi distruggere te. Te lo assicuro tu meriti il meglio.- Mi accarezza il viso. -Dà tempo alla situazione, sei innamorata, ma ancora è presto per dirla tutta, non sai come andrà a finire, magari a Francesca non interessa poi così tanto come pensi tu, può essere di tutto, figlia mia, stà tranquilla però, non ti autolesionare il cuore così per problemi che forse neanche sono problemi. Si aggiusterà tutto, vedrai amore mio.- Sorride e mi bacia la fronte mentre dai miei occhi continuano a salire lacrime di fuoco. -Ti va di rimanere con me?- dico asciugandomi le lacrime e alzando la coperta e il lenzuolo facendole posto. -Certo, Tesoro.- Si sdraia accanto a me. -Adesso dormi, figlia mia- mi accarezza i capelli. E chi l'ha detto che la notte è fatta per dormire? La notte si pensa, si riflette, si piange, si ricorda, si ama.

ANGOLO AUTRICE;
Ciiaooo;))) Augurii A tutti i Single che soffrono come Violetta e Leòn!! HAHAHAHA Allooraaa... Scusatemi immensamente per il ritardo... Sono una ritardatariaa :''(( I'm So Sorry!! Peròòò Spero che il capitolo Leònettoso sia servito per farmi perdonare cari\e lettori\lettrici!!! Scusate anche se è più corto degli altri ma ho voluto far assimilare bene queste informazioni perchè questo è un capitolo davvero importante e non volevo aggiungere altro altrimenti non ci sarebbe stata l'intriga xD Beneee Dal capitolo abbiamo capito che Leòn ha subito una piccola trasformazione, sembrava molto attratto da Violetta, voi che dite?? Boh, magari non è così, c'è sempre Ally e Francesca in mezzo? Behh... fatto stà che sono stati dolcissimi con i loro abbracci le loro carezze *____* Che amoriii!! Beh i dialoghi sono da leggere:)) Alla fine Vilu scopre che Leòn ha perso il padre, Leòn non le ha neanche fatto riferimento a Ally, Chissà come mai...Poi altri momenti dolcissimi e infine Leòn la accompagna a casa, si fa ripetere la promessa, il luogo importante per entrambi, e il bacetto sulla guancia, chissà cosa è parso a Leòn... lo scopriremo... Vilu infine entra in casa e si ritrova sua madre ad aspettare, l'interrogatorio, il ritorno in camera con la mamma, la felpa e il suo profumo, e la mamma si accorge di tutto.......... Violetta mantiene la promessa fatta con Leòn e racconta tutto alla madre e alla fine la diagnosi= Vilu è innamorata di Leòn. Lei è molto confusa, non sa come reagire, cosa fare, cosa pensare, le frasi della madre mi piacciono troppo *_____* il capitolo si conclude con Maria che rimane a dormire con la figlia, e poi una frasetta della quale credo che tutti siano daccordo! xD Beneee ho fatto un riassunto molto breve perchè vado di fretta, il prossimo capitolo sarà moltoo moltoo interessantee, si scopriranno tante nuove situazioni e ritornerà il Pov di Francesca <3 Spero che continuerete a seguire la storia;)) Ringrazio tutti i lettori, quelli che recensiscono, quelli che hanno aggiunto la FF ai preferiti e ai seguiti.. VI AMOO!! (Recensite in tanti, mi fa tanto piaceree sapere che ne pensatee:3) Ringrazioo ancora e ancora tutti!! UN BACIONE!!! W LEONETTA!!! ( sono sicura che avete visto il finale di Violetta:3 Li amoo quei dueee!!! Aspetto con ansia la terza stagioneee!! <3 Non vedo l'ooraa!!) Un saluto e un abbraccio;)) Ciiao Alla prossimaa!*__*
@BeYoSinger

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



CAPITOLO 7
Lei. La sua pelle. Le sue labbra. I suoi occhi. La sua Bellezza. La sua dolcezza. Violetta.
Sono le 03:24 e non faccio che pensare a quei brividi che mi ha provocato soltanto con un innocente abbraccio. Le sue lacrime che mi avevano sfiorato il viso... Mi ha fatto impazzire per un attimo. Perchè? Per quale ragione non riesco ancora a spiegarmelo? Perchè me la sarei voluta portare a casa metterla sul mio letto e abbracciarla fino a quando non sarebbe stata meglio, o magari fino alla fine del mondo... Ho così bisogno di stare a contatto con lei, cos'ha una specie di magnete in quel corpo così delicato? 
Avrei voluto raccontarle tutto, non so perchè ma avrei voluto farlo. 
Adesso mi viene in mente Ally. Chissà cosa avrebbe voluto dirmi Betty quel giorno. Chissà se Ally  mi pensa prima di andare a dormire. Chissà se in quel momento in cui potrebbe pensare di tutto sceglie di pensare a me. Non credo.. Altrimenti mi avrebbe cercato. Invece è scomparsa. Chissà se la amo ancora. Chissà se lei mi ama. Ho perso il conto di quante volte ho pensato che tutto sarebbe stato diverso e non lo è stato. Non riesco nemmeno più a capire i piei sentimenti. 
Sono sdraiato sul letto, quando vedo il cellulare sul comodino, lo prendo. What's app. Tomàs è Online? A quest'ora? Strano..
03:38
Leòn: Sveglio?

Invio il messaggio che viene subito visualizzato. Sta scrivendo...
 Tomàs: Amico, una notte di insonnia, tu che ci fai ancora sveglio?:/
Leòn: Penso...
Tomàs: Amico, Si può dimenticare una persona, ricordalo!
Leòn: Si può dimenticare una persona per cui hai riso, ma non si può dimenticare una persona per cui hai pianto..
Tomàs: Non ti sei stancato di correre dietro a persone che per te non farebbero un passo?
Leòn: Si, ma non riesco a non pensare, la mia mente è d'accordo ma il mio cuore la corrompe..
Tomàs: Corrompe cosa?
Leòn: La mia mente...
Tomàs: Leòn, Presta attenzione.. Quando qualcuno se ne va per un motivo che appare piuttosto banale e scontato, non stare a farti troppe domande. Se ne sarebbe andata comunque. Stava solo aspettando una scusa.

Mi ha ucciso. Odio il fatto che abbia ragione. Ally. Lei stava davvero sperando in una scusa? E io che ancora dopo due anni la sto ancora aspettando? 
Tomàs: Sei ancora lì?
Leòn: Quindi mi stai dicendo che non mi amava?
Tomàs: Ma chi ti ama, non ti lascia nemmeno se glielo chiedi. Eri tu quello innamorato Leòn!
Leòn: Non è vero... Lei mi amava, io lo so, lo sento.
Tomàs: Forse sei un ragazzo facile da illudere. Un messaggio, un sorriso, un abbraccio, un momento. Il fatto è che tu alle persone ci credi, sbagliando però. Credi ai loro sorrisi spesso finti. Credi alle loro parole spesso false. Ai loro messaggi spesso inutili. Tu credi per poi rimanere deluso. Io non voglio che tu lo faccia. Devi aprire gli occhi, Amico mio.

Mi sento morire. Tomàs mi sta confessando cose che non mi aveva mai detto. Io non avevo mai messo in dubbio che lei mi amasse. Ancora ci credo. Nessuno mi farà cambiare idea. Lei mi amava. Quel nodo allo stomaco si forma un altra volta, gli occhi si inumidiscono. La mia assurda debolezza. Sto piangendo, piango ancora come una ragazzina... Odio piangere. Mi fa sentire una merda.
Tomàs: Vuoi che venga lì, Leòn?
Leòn: E per cosa, per vedermi fradicio...
Tomàs: Non vergognarti se piangi per amore. Si deve vergognare chi è la causa delle tue lacrime, Amico.
Leòn: Voglio solo morire:) 
Tomàs: Leòn, Ti prego, Smettila.. 
Leòn: Tom, scusa, ci sentiamo domani, se campo. Buonanotte.

Spengo il cellulare senza aspettare una risposta. Tomàs mi ha mandato in frantumi. Mi ha detto tante verità. Chissà se magari sa qualcosa che io non so. Magari non vuole dirmelo per fare in modo che non mi suicidi. L'ho promesso a mia madre che non mi sarei suicidato, altrimenti in quel periodo di un anno e mezzo fa avrei già detto addio a tutti. Magari adesso li starei a guardare da lassù, e magari mi starei facendo anche due risate invece che stare quì a piangere. Adesso chiudo gli occhi e penso al testo di una canzone che dice 'Dio ti da degli ostacoli perchè sa che tu sei in grado di superarli' Serro i pugni, tiro un respiro profondo e vado avanti. Ma non riesco comunque a dimenticare ciò che mi ha detto il mio migliore amico. Le parole nella vita hanno un peso e certe persone sanno come usarle. Quelle parole mi hanno ferito a tal punto da farmi sentire uno schifo. Cerco di non farci caso ma è impossibile non pensarci perchè solo adesso mi chiedo: e se ciò che mi ha detto è vero? Rimango lì a pensarci, e più ci penso più mi uccido.
Ho un assoluto bisogno di dimenticarla. Ho bisogno di mio padre. Ho bisogno di mantenere la promessa che ho fatto a me stesso il primo giorno arrivato a Buenos Aires. Ho bisogno di un abbraccio di Violetta. Aspetta.. cosa?...Lo sento davvero? A quanto pare sì. "Wow la ragazza non ti ha lasciato indifferente, Leòn!" Questo è solo il mio 'Io' interiore...Non devo ascoltarlo, è un ciarlatano... Mi ha anche detto che Ally non sarebbe più tornata... Come non detto... Si è il sonno che parla per me, ne sono convinto.
Sento il rumore dei passi di mia madre che si aggira per il corridoio, poi sento bussare alla mia porta che è socchiusa. -Tesoro?- Sussurra. -Mamma, Entra- Mi metto a sedere sul letto. -Ho visto la luce accesa, che ci fai sveglio?- si avvicina a me e mi accarezza i capelli. -Non riesco a dormire..- Confesso. -Ho sentito che sei rientrato tardi- è assonnata, le faccio segno di sedersi e lei prende la sedia della scrivania. -Non era tardi, era mezzanotte passata- Dico io strofinandomi gli occhi. -Ma nemmeno tanto presto.- Ridacchia, io con lei. -Già-. -Tesoro posso chiederti con chi eri?- Mi domanda premurosa. Da quando siamo tornati spera sempre che non vada da Ally, lei conosce tutta la storia, e non l'ha presa bene. -Ero uscito per prendere una boccata d'aria, e ho incontrato una compagna della nuova scuola.- Dico la verità. Con mia madre non ho segreti. -Quella tale, Emh, Francesca? Quella con cui sei uscito l'altro giorno?- Mi domanda. Caspita, Francesca, è così dolce quella ragazza, ieri mattina non abbiamo parlato granchè, ero troppo frastornato a causa dell'incontro con i miei vecchi amici. Francesca è una boccata d'aria fresca. -No, un'altra ragazza, si chiama Violetta.- Mia madre sorride e annuisce. -Capisco, e chi delle due ti piace?- Domanda ridendo. Ho mai detto che mi piace qualcuna mamma? Sento che sto arrossendo. -Mamma, sai com'è la situazione..- Alludo ad Ally. Mia madre fa una faccia avvilita, ma credo voglia dirmi qualcosa. -Figlio mio, ascoltami attentamente. Non devi mai dormire se non hai un sogno, ne ti devi alzare senza un motivo, non puoi nemmeno vivere per qualcuno che non è disposto a vivere per te, ricorda che nessuno assomiglia a qualcun'altro e che nessuno assomiglia a te... E che c'è solo una persona capace di farti felice per tutta la vita, e questa persona sei tu... Se c'è qualcuno che vuole entrare nella sua vita, che entri, e se qualcuno vuole uscirne, che esca, Però nessuno deve rimanere davanti alla porta perchè disturba chi vuole entrarci davvero. Questo devi concretizzarlo tu, tesoro, Ally è davanti alla tua porta da troppo tempo solo perchè sei tu che vuoi farcela stare.. Lei se ne è voluta andare e secondo me l'unico che ci ha sofferto sei tu, figlio mio.- Sono stato in silenzio per tutto il tempo, a serrare forte i pugni per non far uscire neanche una lacrima dai miei occhi. Alzo il capo ancora per trattenermi. Mia madre la pensa come Tomàs. E cosa varrà adesso la mia vita? Davvero ci devo credere? No, non posso. Quello che avevamo era troppo intenso, e se è finito è solo per quella fottuta distanza. Cazzo sto piangendo. Davanti a mia madre. Favoloso. -Oh santo cielo..- Sento mia madre mormorare tra se e se ovviamente alla grandiosa vista di un ragazzo di diciotto anni che piange come una femminuccia. Che vergogna. Figlio mio, non posso credere che ancora tu non l'abbia superato.- Mia madre ha gli occhi lucidi, è molto sensibile soprattutto se si tratta di me. Mi accarezza il viso. -Mamma, certe volte penso che sarei capace anche di aspettarla tutta la vita.- Cerco di trattenere ancora le lacrime ma è più forte di me. -Io non mi sono dimenticato di lei capisci? Mi sono soltanto abituato alla sua assenza.- Ho la voce strozzata. Mia madre scoppia in lacrime e si mette entrambe le mani davanti al viso. -Mamma, che succede?- Domando prendendola per un braccio. ''Che succede? Che sei un coglione e fai preoccupare tua madre'' La mia coscienza mi tira su il morale... -Hai ragione tu...- Dice singhiozzando. -Mi succede lo stesso, per tuo padre.- Fa un respiro profondo e si asciuga le lacrime, poi fa un sorriso. Il sorriso più sincero e malinconico che abbia mai visto, nei suoi occhi leggo l'inquietudine. Mio padre. Lui non se ne sarebbe mai voluto andare. Chi l'ha ucciso? Boh. E che mi importa.. Lui non c'è più. Ormai chi me l'ha portato via può farsi una vita felice e serena suppongo. Almeno qualcuno è rimasto felice. -Oh, Mamma.- l'abbraccio e la stingo forte. -Se n'è andato troppo presto. Non lo meritava. Non...- Si ferma, era da tempo che non ne parlavamo, e lei lo ha fatto soltanto per me. Sta continuando a vivere soltanto per me. Lei è morta. Odio il fatto di esistere. Odio il fatto che lei sia obbligata a sorridere quando ormai non credo che il suo cuore sia più integro. Vorrei tanto cercare di aiutarla, ma non sono in grado. Me ne sto quì a farmi pena da solo per quanto sono patetico. Che schifezza. E Dio solo sa quanto cazzo di impegno ci metto a essere migliore di quello che sono. -Perdonami Mamma. Per favore lasciati fare una promessa da me. M-magari se la faccio a te la manterrò, perchè sei la persona più importante.- Dico balbettando di tanto in tanto per trovare le parole. Mia madre mi guarda con gli occhi sbarrati. -Tesoro scusami, ma non capisco.- Confessa asciugando qualche lacrima che le spunta dagli occhi. -Mamma, io lo so che a me ci tieni più della tua vita. Lo sento, lo vedo, Lo so insomma.- Lei annuisce, starà sicuramente aspettando che mi spieghi un pò meglio. -Sto soffrendo. Soffro tanto. Soffro per la storia di Papà che purtroppo è irrisolvibile, posso solo cercare di accettare che questa è la vita, maledicendola di tanto in tanto perchè la vita fa davvero pietà secondo me, mamma.- aggiungo. Mia madre ha un'espressione di accordo. -Io ti prometto che dimenticherò Ally. Voglio farlo. Non ha fatto altro che farmi crollare. Non merita che stia ancora quì a buttare lacrime per lei.- Da dire è difficile. Ho promesso troppe volte a me stesso che l'avrei dimenticata, ma mi sono accorto che di me stesso non me ne frega più di tanto. Spero che il fatto di averlo promesso a mia madre mi aiuterà di più. Lo spero davvero.



-Ma quindi Maxi approva il fatto che stiamo quì anche se lui non c'è?- Camilla domanda a Marco. Eccoci al ritrovo, erano tre giorni che non ci venivo, e adesso non so perchè ma sembra un posto che mi è estraneo. Perchè penso questo? Sono quì con la mia tribù. Certo sicuramente esiste un altro posto nella quale vorrei essere adesso. Insieme a qualcuno che ieri mi ha reso la persona più triste e felice di tutto il pianeta. Leòn. Dio quanto ne ho bisogno. Voglio un suo abbraccio, sedutastante. Avrei voluto indossare la sua felpa, ma non era il caso, inquanto devo restituirgliela e stamattina non l'ho fatto. Vorrei tanto tenermela. Addormentarmici ogni notte. Sarebbe come stare sempre con lui. Quanto era bello stamattina? Si, era incantevole. Mi ha salutato, mi ha sorriso. Questo mi ha fatto capire che non si è dimenticato della notte scorsa, e che non è uno di quei ragazzi che il giorno dopo fa finta di niente. Non so se è stata una mia impressione, ma, avrebbe voluto dirmi qualcosa. Anche in un posto affollato come la scuola i miei occhi cercheranno sempre e solo i suoi. Oggi i nostri sguardi si sono riflessi più volte, e più volte lui cercava di aprire bocca, e naturalmente veniva sempre interrotto dal contesto, che non so quale sia in questo momento. Mi basta il fatto che credo mi abbia cercato tra qualcuno. Avrà provato qualcosa anche lui ieri, no? Ecco mi sto illudendo. Magari mi illudo che ieri quei brividi abbiano percorso anche il suo colpo. Magari mi illudo che abbia pianto perchè era con me, e con qualche altro si sarebbe trattenuto. Magari... Magari... Beh, Gli interessassi almeno un minimo. Cosa mi ha fatto capire ieri mamma? ah già, me ne sono innamorata. Wow, come è strano pensare una cosa del genere. 
I ragazzi continuano a parlare della nuova canzone, io sono rimasta seduta in un angolo sul pavimento. -Si, Leòn...- Sento una voce che pronuncia il suo nome. Perchè? -Scusate ragazzi, di cosa stavate parlando?- Domando alzandomi dal pavimento, e spolverandomi un pò i leggins sul di dietro. -Violetta, ma eri su Marte?- Federico fa sempre lo spiritoso, -Posso distrarmi un attimo, mamma mia..- Faccio la scorbutica, adoro farlo. -Stavamo dicendo che dobbiamo ancora aspettare Leòn e Francesca che dopo scuola non so dove sono andati..- Mi risponde Naty. Bene, Leòn e Francesca. Wow. Insieme. Non mi da fastidio. No. Non sono gelosa. Respiro profondamente. -I-i-i-insieme?- Prendo a balbettare. Le mani mi tremano. Fantastico. -Si.- Mi risponde Brodway con nonchalance. Camilla mi guarda e mi studia lo sguardo attentamente, faccio un gesto col capo come per domandarle 'Cosa c'è?' Lei incrocia le braccia e alza un sopracciglio allargando le narici. -Noi due dobbiamo parlare.- Mi avverte, suona quasi come una minaccia, -E di cosa dovremmo parlare?- domando abbassando lo sguardo. -Lo SAI!- Scandisce bene l'ultima parola, poi gira i tacchi lanciandomi i morbidi e profumati capelli rossi in viso, e si reca verso l'altra parte della stanza. Beh posso dichiararmi sopravvissuta. 
Mi rigiro i pollici, mentre svuoto l'intero vasetto di nutella con i grissini. Ormai è passata una buona mezz'ora e Fran e Leòn non si sono fatti ancora vivi. I ragazzi lavorano ognuno per conto suo per ricavare qualche idea, sento qualche melodia sulla tastiera, qualche chitarra, qualche prova vocale; Sono tutti intenti nello scrivere sui pentagrammi. Io ho uno spartito in mano, lo sto ascoltando nei miei pensieri, ma ad ogni nota che scorre c'è un interruzione, c'è un qualcosa che non permette che la melodia sia fluida, pulita, c'è sempre qualche ostacolo, un pò come nella mia vita di adesso. Mordicchio l'estremità della mia matita, come posso uscirne, è così strano. Mi alzo da terra con la grazia di un elefante, e mi metto alla tastiera; Oggi le mie dita non reagiscono ai comandi del cervello, non riesco neanche a premere un tasto. Mi sento osservata. Camilla è appoggiata al muro con le braccia incrociate, io sbuffo come se mi stesse dando fastidio, in realtà non è così, Camilla mi fa sempre sorridere nonostante tutto. Mi fa star bene il fatto che so che certe persone si preoccupino tanto per me, e che si accorgano soprattutto di tutto ciò che mi passa per la testa con un semplice sguardo. -Vilu, è arrivata l'ora.- Camilla, beh, le sue solite minacce da Se-Non-Parli-Ti-Uccido. -Cami, sono pronta.- Cosa le dovrei dirle? Questa mi uccide, aiuto! Mi prende a braccetto e mi porta verso l'uscita del ritrovo, -Ragazzi, noi facciamo un giro per cercare l'ispirazione- Cami mi strizza l'occhio sorridendo; Gli altri sono tutti presi da quello che stanno facendo che rispondono con cenni del capo e delle mani come per dire 'Okay', ridacchio alla loro vista e mi allontano con Cami. Percorriamo qualche metro ci fermiamo in una traversa e ci sediamo in una panchina. -Eccoci quì.- Guardo Cami di sottecchi e noto che si guarda intorno. -Bene, Vilu, non c'è neanche un anima, parla.- Abbasso lo sguardo. -Che fai, come Francesca?- Le dico torturandomi le mani. -No. Francesca non si è accorta che ti piace lo stesso ragazzo che piace a lei, così le hai potuto mentire come hai voluto.- Mi confessa con uno sguardo di rimprovero. Io alzo lo sguardo. -Io non ho mentito quella sera. Ho solo tralasciato qualche dettaglio- Mi appoggio allo schienale della panchina a braccia conserte. -LEÒN non è un dettaglio!- Comincia a urlare, io mi avvicino e le metto una mano in bocca, -SHHH! non urlare in questo modo il suo nome, non si sa mai!- Sussurro e le levo la mia mano dalla bocca, -Non mi interessa niente! Tu devi ammettere la verità!- Continua a urlarmi contro, io mi altero e mi alzo in piedi davanti a lei -SI? Vuoi la verità?- Mi guarda stupita. -Okay- Continuo sempre più alterata. -MI piace, cazzo! Mi piacciono i suoi occhi, mi piace il suo viso, il suo portamento, il suo sorriso. Adoro il suo profumo, Lo stringerei fino a non farlo più respirare, mi piace qualunque suo atteggiamento, mi piace la sua voce, mi piace stare a contatto con lui, insomma, Lui mi piace, e tanto.- Prendo fiato dopo aver parlato ininterrottamente senza respirare, vedo Camilla e la sua mascella calare sempre più, mi guarda come se avesse paura. Mi siedo al posto di poco prima. -Wow, hai reso bene l'idea.- Camilla si volta verso di me. -Ho tralasciato un dettaglio.- Ho lo sguardo colpevole. -E cioè?- Lei fa un gesto con la mano come per farmi continuare. -Me ne sto innamorando sempre di più.- Confesso incerta. La mascella di Camilla al momento ha sfiorato il marciapiede della strada. -Questa è la verità.- Continuo. -Ma scusa tra voi..?- Si azzarda a parlare. -Ieri.- Dico solamente. -Cosa?- Mi domanda. -Beh, la storia e molto ingarbugliata.- Dico spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Io ti ascolto.- Camilla mi prende una mano, mi volto verso di lei, mi incoraggia e inizio a raccontare. Racconto tutto ciò che è successo il giorno prima, con Leòn, in quel posto, Cami mi esorta a raccontare tutto fin nei minimi dettagli, io lo faccio. Racconto dei brividi, degli abbracci, le carezze. La diagnosi della mia mamma. L'unica cosa che tralascio è la confessione che mi ha fatto Leòn. Non sarebbe giusto che andassi in giro a raccontare qualcosa che magari a lui non piacerebbe che gli altri sapessero, si tratta di privacy. Ancora non riesco a credere al fatto che me l'abbia svelato con le lacrime agli occhi, e sono al pensarlo mi si inumidiscono gli occhi. Camilla mi guarda estasiata. Sembra così intenerita e stupìta dal racconto. -Vilu, non so cosa dire.- Confessa. -Ed io non so cosa pensare.- Sbotto. -Io non so cosa prova Francesca, non so come andrà a finire questa situazione, ma so per certo che Leòn è un ragazzo simpatico ma sorride solo perchè non può farne a meno amica mia.- dice con tutt'altro che gioia negli occhi. Lei non sa la storia di suo padre, eppure se n'è accorta anche lei. -Cosa vuoi dire?- Domando, vorrei davvero sapere cosa ne pensa. -Secondo me questo ragazzo è deluso, è malinconico nel suo cuore. Qualcosa gli sarà successo, perchè in classe molte volte è assente con il cervello e non perchè non vuole seguire la lezione, a parer mio sta vivendo un periodo d'angoscia. Sarebbe anche il caso che noi ragazzi lo aiutassimo se vogliamo davvero farlo sentire parte della classe, soprattutto della nostra tribù. Magari sarà qualcosa di banale, ma con i ragazzi già ne abbiamo parlato anche se tu non c'eri, lui ha qualcosa che lo turba.- Camilla sembra molto presa da queste parole, ci crede davvero nell'amicizia e soprattutto a lei è sempre piaciuto aiutare il prossimo. -La penso esattamente come te, Cami.- Mormoro tristemente. -Cosa pensi di fare?- Mi domanda. -Non lo so.- Sono sincera. Lei sospira. -Ti consiglierei di parlarne con Francesca, ma so già come la pensi.- Confessa continuando a sospirare. -Non ho idea di come reagire. Mi spaventa il sentimento che provo per lui. Per me è una cosa nuova, vorrei tanto conoscerlo meglio, passare giornate intere insieme a lui, non separarmici mai.- Lei sorride ma con compassione. -Non pensi sia un obbiettivo troppo complicato?- Mi domanda. Ehh lo so bene, ma quelle come me amano rischiare. Sono attratte dall’impossibile, da ciò che sembra irraggiungibile e terribilmente complicato. E’ che se poni un limite, ad una come me, è come sfidarla. 
Pur sapendo che andrà a sbattere contro un muro, non la fermerai. Proprio di questo mi sono accorta, che lo voglio più di quanto pensassi al principio, se dalla prima volta che lo vedi senti qualcosa, quel qualcosa andrà a crescere e colmare i tuoi pensieri per tutto il tempo. Io ho davvero bisogno di lui. Me ne sono accorta ieri. La sensazione che ho avuto del suo abbraccio. Siamo rimasti insieme per poco ed ho tremato per tutta la notte. Se questo non è amore non so allora cosa sia. -Cami, Io sento che non potrei riuscire a fare a meno di lui, come non posso fare a meno di cantare, anche se certe volte credo che sia più facile incontrare un unicorno che farmi amare da lui. Io lo voglio tutto per me, desidero che guardi me come non ha mai guardato nessuna ragazza.- Sorrido tristemente rendendomi conto troppo tardi delle parole che sto azzardando. -Che poi alla fine è colpa mia, non faccio che illudermi che un giorno potrebbe davvero accadere tutto questo.- Continuo. Lei ha uno sguardo turbato -Io desidero soltanto che tu non soffra, Vilu. Tu non eri così. In pochi giorni sei diventata una ragazza che non conosco. Sei così assente, i tuoi occhi trasudano inquietudine.- Mi prende entrambe le mani mentre condivide queste parole. -Si, lo so. Parlavo spesso a vanvera, ridevo troppo, scherzavo sempre però poi tornavo a casa, mi chiudevo in camera e facevo i conti con i pensieri.- rispondo sospirando. -Può darsi. Magari è così. Ma il punto è un altro.- Si ferma un attimo, poi continua. -Leòn, Non lo conosci. Francesca, la tua migliore amica.- Mette le mani come per formare una bilancia, e quella di Francesca possiede più peso e sta di conseguenza più in basso. -E se volessi entrambi?- Ipotizzo. Lei ridacchia, -Ehh non si può avere tutto dalla vita.- Rido anche io. -Si, apposto, ridiamo per non piangere.- Dico per poi abbassare lo sguardo. -Sai cosa amica mia.. Noi tutti camminiamo e perdiamo pezzi di noi stessi, però nessuno se ne accorge. Io non voglio che tu raccolga i cocci fatti a pezzi da altri. Non voglio che tu arriva a questo.- Le sue parole mi scaldano il cuore e mi inumidiscono gli occhi. Una lacrime mi riga il viso, faccio un sorriso e abbraccio la mia migliore amica.



Ebbene si, sono con Leòn. Dentro di me faccio tripli salti mortali!! Non riesco a credere di averlo convinto a fare una passeggiata. Mi sembrava piuttosto triste e la mia missione era quella di svegliarlo da un letargo di malinconia, almeno per oggi, credo che ne uscirò vincitrice e soddisfatta visto l'umore che ha assunto adesso. -Non credi che sia troppo? non riuscirò a finirlo tutto, Francesca!- Commenta il gelato che ho proposto di comprare. Praticamente è il luogo dove io e le ragazze andiamo tutti i sabati; Il gelataio ci conosce come le sue tasche e sa benissimo che Violetta mangerebbe l'intera vetrina di gusti di gelato, e siccome ci ha preso a simpatia riempie il cono fino all'estremo. -Mangia che è buonissimo!- dico ingurgitando una gran parte di gelato alla nocciola. Leòn inizia a ridere, non devo essere un bello spettacolo, ma nessuno deve mettersi in mezzo tra me ed il gelato alla nocciola! Mi porge un fazzoletto, io lo afferro ridendo. -Sei golosa come Violetta- Sorride prendendo un pò di gelato con il cucchiaino. Mi stupisce questa affermazione. -Come sai che Vilu è golosa?- Sorrido curiosa. -Giorni fa siamo andati a fare colazione e la cassiera me lo ha riferito.- afferma. Davvero? Vilu non mi ha detto niente. Chissà perchè. -Resta il fatto che nessuno batte Vilu con i dolci.- confesso. Lui ride e d'un tratto gli si illuminano gli occhi. -Cosa c'è?- Domando vista la sua espressione. -No, niente. Violetta è una ragazza speciale, non è vero?- Sembra sereno mentre mi fa questa domanda. Indico una panchina che si è appena liberata a pochi passi da noi. ci accomodiamo. -Si, è speciale.- dico senza esitazioni. Violetta è davvero speciale. Al mondo credo che persone come lei si trovino difficilmente. A volte penso che sono stata davvero fortunata ad avere persone come Vilu e Cami accanto, se non fosse stato per loro adesso io non sarei così, spensierata e piena di vita. Sono riuscite a farmi notare aspetti che dentro di me non credevo di avere. Mi hanno fatto capire cosa davvero significhi avere persone che ti sostengono nel bene e nel male. Quando non c'era nessun altro loro c'erano. Mi hanno dato consigli che non avrei potuto ricevere nemmeno dal migliore psicologo sulla terra. Io li accettavo perchè non bisogna davvero essere impersonali in tutto, loro si immedesimano sempre in ciò che mi accade, e semplicemente la loro compagnia mi fa stare bene. -Sono sicuro che lo pensi davvero, altrimenti non avresti pronunciato quelle tre parole con tale convinzione e brillantezza.- Oh, Leòn, tu sì che sai come far sciogliere una ragazza, se mi sibili così le parole come faccio a rimanere calma e non afferrarti per le spalle e baciarti fino a perdere il fiato?! -Leòn, Violetta è mia sorella, la amo più di me stessa- Affermo, -Mi dispiace soltanto che in quest'ultimo periodo stia così- continuo come per parlare soltanto con me stessa, e non mi accorgo che Leòn mi sta ascoltando e mi guarda con un altra espressione. -Francesca ti prego, dimmi che cos'ha?- Cosa? Perchè se la prende così? Ha capito a chi mi riferisco? -Non capisco- Sbotto sincera aggrottando la fronte. -Violetta, Perchè sta così?- Mi domanda con fare disperato. -Come mai ti interessa tanto?- Domando curiosa. Lui abbassa lo sguardo di scatto. -Beh, i-io, L'ho vista mentre piangeva.- Dice con un velo di malinconia negli occhi. -Quando?- Mi incuriosisco di più. Violetta sta male e io praticamente ho una mancanza al cuore. Gli occhi mi si riempiono. -Ieri.- risponde. -Allora? tu sai cos'ha?- Continua lui. Praticamente il gelato residuo ci si è sciolto tra le mani, ma non ci faccio molto caso. -La verità è che non lo so.- Rispondo scuotendo il capo. -Lei mi ha confessato qualcosa, ma non credo sia tutto.- Affermo tristemente. -Cosa ti ha detto, se posso saperlo.- Sembra molto preso dalla conversazione, il suo sguardo mi supplica di dargli più informazioni. -Mi ha detto che non si sente abbastanza.- Sbotto senza pensarci. Mi fa troppo male che si senta così, devo parlarne con qualcuno. -Ad un certo punto mi sono arrabbiata. Come può pensare una cosa del genere della sua persona, lei è perfetta, è più unica che rara, Leòn. Mi fa male, troppo male sapere che la mia sorella dell'anima non accetta se stessa. La cosa che mi fa più arrabbiare è che qualcosa deve averla cambiata, deve averle fatto perdere tutta la fiducia che aveva in se stessa. Io non lo accetto.- Urlo queste parole piene di sentimento, dolore e rabbia. Violetta che piange? Violetta prima d'ora se vedeva me o Cami piangere sveniva. Era così spensierata, così solare. Leòn mi guarda con ammirazione, ma è anche scosso. Non riesco a decifrare bene la sua espressione. -Ho apprezzato molto ciò che hai detto, e in più sono d'accordo con te.- afferma. 
Adesso mi domando una cosa. Nel sentire il nome di Violetta, lo sguardo di Leòn si è illuminato. Perchè?



Angolo Autrice.
Buonaseraaa!! Come andiamo bella gente??! Non odiatemi per il ritardo, ve ne prego! Prendetevela con la scuola:( Comunqueee ho aggiornato;) Alloraaa... Il capitolo come vi è sembratoo gente? Vi è piaciuto? Avete pianto per Leòn?? ç-ç Ebbene si, Leòn in questo capitolo continua a soffrire per Ally (La odio perchè lo fa soffrire) Tomàs gli apre gli occhi su un'ipotesi che lui non aveva mai preso in considerazione, ovvero 'E se lei non l'avesse mai amato?' Voi cosa ne pensate? Beh è fattibile, ma si scopriranno così tante cose nel corso dei capitoli! La mamma di Leòn non è troppo dolce? SHii *^* Lei la pensa come Tomàs, Bah... Gli da dei consigli davvero sentiti però. Leòn promette alla madre che dimenticherà la ex. Speriamo che questa volta manterra la promessa di cambiare completamente libro!! AH dimenticavo, Leonetta... Beh al caro Lion Vilu non è rimasta affatto indifferentee!! *^* Si nota soprattutto dalle prime frasi del capitolo! Violetta si reca al ritrovo,svuota un barattolo intero di nutella xD scopre che Leòn e Fran sono insieme, Si intristisce e confessa tutto a Camilla che le da un aiuto morale non insignificante, che amiche cucciolose che sonoo*--* Poooiii confessa l'amore, confessa la decisione di non arrendersi e molte cose importanti! Poooiii c'è il Pov Della Cara Fran,,,, Ma quant'è dolce Fran??? *-------* Beh è andata a fare un giro con Leòn, prendono un gelato e entra in gioco il discorso 'Violetta' *^* Behhh Francesca la ama con tutta l'anima davvero, sia lei che Cami, E le adoro come trio!! Leòn chiede informazioni sullo stato d'animo di Vilu ed è sempre più assetato di informazioni. Fran gliele dà come può. La conclusione è che il sono sentire il nome di Violetta dalla bocca di Francesca al caro messicano gli ha fatto brillare gli occhi, e Fran se ne accorge... Come andrà nell'ottavo capitolo?? *^* Ahh volevo informarvi che presto farà il suo ingresso nella storia Angie, che non ha nessun legame di parentela con Violetta, vi confesso solo questo;)) Behh credo di aver detto tutto;) Ringrazio i recensori, adoro i vostri commenti, chi segue la mia storia e l'ha aggiunta ai seguiti e ai preferiti;) VI ADORO!! Un bacione a tutti e alla prossimaa!! 
@BeYoSinger ;)))


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

A casa del mio Amico Tomàs. Niente di meglio per trascorrere una domenica mattina in pace e tranquillità. Quando parla Tomàs è così pacato, così rilassato: Sembra un prete! O meglio: Il Papa! Papa Tomàs suona bene! Mi vien da ridere mentre parla al telefono con non so chi, vorrei essere come lui. Così tranquillo e spensierato, così saggio, così intelligente e sveglio, Be' si, vorrei essere di più, molto di più. Mi sforzo. Cerco sempre di fare meglio, di pensare diversamente. Forse sono solo ingenuo. Bah, non so. Non ne ho idea. Non so come dovrei reagire d'ora in avanti con la gente che mi circonda. So solo che devo smettere di rimanerci male, devo cominciare a non vedere più gli altri come treni da prendere al volo, ma sentirmi io stesso un treno che viaggia, e chi vuole sale. Tutti gli altri vadano a fanculo. Questo è quello che mi ha fatto capire mia madre quella notte, o almeno il concetto e questo. Credo di aver esaurito le scuse, le giustificazioni ai comportamenti degli altri. Accettare una realtà fa meno male di un illudersi che le cose possano cambiare o semplicemente andare come desidereremmo. 
Quella stessa notte ho fatto a mia madre una promessa importante. Ogni giorno lo ricordo a me stesso. Mi sveglio la mattina e sono consapevole che da un anno e mezzo non mi arriva più nessun messaggio del 'Buongiorno', ci rimango male, si, e sono stupido. Ho smesso anche di credere in quell'augurio. Come si fa a dimenticare la persona per cui stai sveglio per notti intere? Boh, ancora sto testando questa mia possibilità. Tomàs ha appena attaccato al telefono con la persona misteriosa, si reca nella sedia del salotto di fronte al divano dove sto seduto io e si accomoda. -Che hai?- Mi domanda, Fantastico, ha notato che non sto mantenendo la promessa. -Nulla- dico con nonchalance. Lui aggrotta la fronte. -Un secchio di ghiaccio sarebbe più caldo di te nelle risposte.- Si, Tomàs e la sua lettura dei cervelli, Mi fa paura a volte. -No comment.- rispondo avvilito, guardando il tappeto sul pavimento. -Non promettere mai qualcosa che non riesci a mantenere. Questo è quasi come mentire. A te stesso soprattutto.- Mi dice dandomi una pacca sulla spalla e alzandosi in piedi, io alzo lo sguardo mentre lui è girato di spalle e cammina verso la cucina. -Ci sto provando, Okay?!- Lo seguo. -Vuoi qualcosa da bere?- Mi domanda evasivo. -Tomàs, ci sto provando, Giuro!- Ignoro l'offerta. Adesso sono arrabbiato. Perchè non mi crede? -Be' non ti stai impegnando abbastanza forse.- Scuote la testa. -Fanculo Tomàs.- Gli do le spalle, e mi reco dove stavo prima, buttandomi brutalmente sul divano. -Okay, magari vuoi una camomilla.- Dice sarcastico. Mi sto comportando da bambino, lo so, ma non riesco ad usare la razionalità in questo momento. -Non hai detto che quì ti rilassi?- Continua lui. -Tomàs, mi rilasserei se qualcuno mi strappasse il cervello per almeno un ora. Non riesco a non pensare. Mi sto uccidendo. In Messico mi ero distratto gli ultimi tempi, invece quì, troppi ricordi, troppi pensieri tutti così avventati e improvvisi si scagliano su di me senza fermarsi.- Mi metto entrambe le mani alla testa. -Guardami, sento le mani troppo vuote, ho gli occhi troppo distratti, le labbra troppo crespe, mi manca troppo.- Tomàs mi guarda e sembra esasperato. -Quindi la verità non vuoi accettarla?- Mi domanda. -Quale verità?- Non voglio sentirla, il mio cuore mi dice, si, la mia testa mi dice no. Non sono pronto, Tomàs ti prego non rispondermi se davvero vedi l'amarezza nei miei occhi, non voglio saperlo. -Lei non provava quello che provavi tu Leòn!- Adesso ho la furia negli occhi! Mi alzo in piedi e il fumo non smette di uscirmi dalle orecchie, fulmino Tomàs con lo sguardo. -Zitto! Non è vero! Io lo so!- gli urlo contro. Tomàs sgrana gli occhi, sembra anche lui in preda alla rabbia. -Lei non ti amava! Come fai ad essere così cieco! Ancora non te ne rendi conto!- Tomas che urla? e il prete? Dov'è finito? Lo guardo con gli occhi bene aperti. Questo non doveva dirmelo. Prendo la giacca e faccio per andarmene. -BRAVO! Scappa dalla verità ancora una volta!- Mi fa un applauso sarcastico e io mi fermo dandogli le spalle. Adesso lo picchio. Mi volto verso di lui e lo guardo in cagnesco. -Cosa pensi, che non ho le palle?! SI, Hai ragione sono un coglione, Ma che lei non mi amava non ci credo, e morirò con questa convinzione!- Gli urlo contro queste parole. -Non ti amava! Non ti amava davvero Leòn! Apri gli occhi! non puoi soffrire a vita per una cosa così! BASTA!- Mi schiaffa in faccia queste parole urlando come un pazzo. -E tu come fai ad esserne cosi sicuro?! DIMMI!-, -Lo so e basta.- C'è di più. -DIMMELO TOMAS!-, -LEI TI HA LASCIATO PER UN ALTRO!- Urla tutt'ad un fiato. Ah, Okay. Non smetto di annuire, sono spaventato, in preda alla rabbia, sono sconcertato, sono troppo scosso, voglio morire. -Leòn mi dis..- Fermo Tomàs scuotendo la testa e facendo un gesto con le mani come per invitarlo al silenzio. Lentamente continuo a scuotere la testa e mi reco verso l'uscita. Cammino per la strada spaesato. Lei non mi amava. Che idiota. Lei non ti amava sei solo un illuso. Inizio ad allargare il passo, e dopo un pò inizio a correre, corro. Senza meta. Come le ragazzine dei film. Si ormai lo ammetto, tanto è evidente, che razza di uomo sono, non sono un uomo, gli uomini non si comportano così. Sono solo un coglione di ragazzina, una fottutissima ragazzina, che per scampare i problemi si mette a correre. Che me ne frega! Corro sempre più veloce e attraverso le strade senza fermarmi a guardare, E se mi mettono sotto? Che cazzo me ne frega... Che mi vale la vita, non mi interessa niente. L'avevo persa, è vero, ma non perchè non ci amavamo, o almeno era così secondo me. Era la 'distanza'.. Si proprio... La distanza.. Wow, mi ha tradito, non mi amava. Ha sempre finto? Boh. Ho perso gli anni migliori della mia vita con una traditrice che mi ha solo preso sempre in giro? Mentre attraverso le strade sento clacson che suonano a non finire, magari macchine che si scontrano, persone che urlano, ma tanto io non ascolto. Sento solamente, e quel che in questo momento sento non è abbastanza importante da farmi ascoltare. Sono una ragazzina che corre tra mille pericoli, immerso in dei pensieri che mi lacerano, e lei chissà dov'è.. Ally, mi hai rovinato, forse distruggo le prove della tua esistenza, ma dentro di me esisti in un modo che mi atterrisce. Corro senza fermarmi, e il vento del mattino mi sfiora il viso, le lacrime me lo bagnano.. Ho potuto constatare che c'è troppa gente per strada.. la gente, non sa fare altro che distruggerti, Vi odio Gente! Sento il battito cardiaco accelerare, non so se è per la corsa, o non so se sta accelerando per poi tutt'ad un tratto fermarsi.. Esaurisco le forze, ma continuo a correre anche se più piano.. Ho flash improvvisi e immagini che un tempo mi rendevano felice, che ora non sono altro che ricordi indelebili. D'un tratto quando ho perso il quadro della situazione completamente e rallento vedendo tutto il mondo sfocato dalle lacrime, mi sento afferrare per le spalle, premere con forza per far in modo che mi fermi; Sbatto le palpebre, e vedo lei, Violetta. 
Ha lo sguardo impaurito, mi guarda come se potessi morderla, è spaventata e ha il viso triste e confuso. Impiego circa due secondi nel focalizzarla appieno, la prendo per i fianchi coperti da una larghissima felpa, l'avvicino a me e in un attimo la congiungo al mio corpo. Lei mi avvolge le braccia intorno al collo e allora la stringo in un forte abbraccio. Le lacrime scorrono velocemente lungo il mio viso. La stringo più forte. Ne ho bisogno. Le affondo le dita nei capelli, i suoi morbidissimi capelli color nocciola. La sento respirare a fatica, e trema, trema come una foglia nel ventoso autunno. -Leon..- Sussurra il mio nome con un fil di voce, -Shh.- Rispondo dolcemente, -ti prego, rimaniamo così ancora per un istante.- La supplico con una voce intensa e profonda, strozzata un pò dal pianto che sto tentando di nascondere inutilmente. La sento annuire, o magari è una mia impressione, però al terminare della mia frase mi stringe ancora di più, quasi avesse paura che scappassi da qualche parte. Mi fa bene. Per un attimo dimentico il motivo per cui piango, il motivo che mi ha spinto ad abbracciare in questo modo possessivo questa fragile ragazza, e mi godo il momento. Un momento che vorrei non terminasse. Vorrei rimanere così lungo tempo indefinito. Quei brividi, quelle scariche elettriche alle mani ritornano con una mia piacevole sorpresa, Oh il suo profumo!
Non so quanto tempo è passato, quanti secondi, quanti minuti, so solo che in questo momento mi ha aiutato più di quanto immaginassi. Violetta si scioglie solo il minimo per potermi guardare negli occhi. Io non mollo la presa. -Leòn.- Apro gli occhi che avevo tenuto socchiusi. Mi regala un espressione incoraggiante, Quant'è bella. -Cos'è successo?- Mi appoggia le mani sugli avambracci poichè la sto tenendo ancora per i fianchi. -Non voglio annoiarti.- Scuoto la testa e guardo da qualsiasi altra parte per non incrociare il suo sguardo. -Non mi annoierei mai con te, Leòn.- Mi prende una mano e si volta, trascinandomi da qualche parte, io ho perso il senso dell'orientamento, non so dove sono, dove mi sta portando, dove stavamo tre secondi fa. Per me c'eravamo solo noi, io e Violetta abbracciati in un mondo parallelo senza alcuna razionalità. Percorriamo qualche metro, io sto dietro di lei e mi tiene ancora la mano, una mano fredda, anzi congelata in confronto alla mia che fuma a contatto con questa ragazza. Sembra quasi che non le scorra il sangue nelle vene. Due minuti dopo si ferma, e siamo... Siamo esattamente in quel luogo 'Il mio luogo incantato'. Com'è possibile? Correvo senza meta e sono arrivato quì? -Stavi per venire quì, Leòn?.- Mi domanda mentre attraversiamo le folte chiome degli alberi. -No, veramente un attimo fa correvo senza meta... Non..- Non riesco a terminare la frase, non riesco a trovare una spiegazione, so solo che Violetta mi fa un effetto che non so descrivere. -Sarà stato il fato.- Dico ridacchiando della mia affermazione così priva di senso logico. Lei si stringe nelle spalle sorridendo imbarazzata. Ci sediamo al punto di quella notte. -Mi sono accorta dal primo giorno che qualcosa ti turbava. Ultimamente ne sto avendo la certezza Leòn.- Si azzarda a pronunciare queste parole, e continua a tremare senza tregua. -E io non dovrei dire lo stesso di te, Violetta?- Rispondo sicuro. -Touchè.- Dice sorridendo e sfregandosi le mani. -Lo sai che la tua sola presenza mi fa scordare di ogni cosa?- Le confesso senza pentirmene, mi fa questo effetto, non mi interessa che ne sia cosciente. Arrossisce tenendo la testa bassa. Una lacrima le percorre il viso. In un attimo la situazione si muta in un qualcosa di completamente diverso da pochi secondi prima e comincio ad avvertire scosse anche ad una dovuta distanza da lei. -Perchè?- Le domando, -Perchè cosa?- Alza il viso mostrando la tristezza che stava tenendo nascosta, sembra risoluta. -Perchè ti faccio questo effetto?- Continuo stringendo gli occhi in una fessura, voglio scrutarla ancora una volta, ma non riesco a capire niente. Il suo sguardo è un mistero, non sono capace di leggerlo, oppure cerco di convincermi che quello che leggo non sia vero. Io ho capito, lo so come mi guarda, lo so che durante ogni lezione è tesa sapendo di avere una presenza dietro di lei che la rende rigida. Ho notato che a mensa mangia poco e niente e magari poi si consola con qualche intera confezione di gelato. Ho capito che ragazza è. Forse voglio solo convincermi del falso, voglio convincermi del fatto che non riesco a leggerla dentro quando invece so esattamente cosa prova, e che non le sono indifferente. -Quale effetto?- Mi risponde asciugandosi una lacrima con una mano tremante, -In mia presenza non fai che piangere.- Le dico. -Poco fa anche tu piangevi, perchè?- Svia la mia affermazione con un altra domanda, -Mi dispiace, te l'ho detto: Quando sto con te mi scordo ogni cosa.- Sorrido sinceramente. -Ah..- sussurra solamente lei. -Be' magari non vuoi parlarne, dillo e basta.- Mormora quasi offesa. -Tu mi hai detto cosa avevi quella notte?- Ribatto. -Non vuoi saperlo davvero.- dice con nonchalance, -Non te lo avrei chiesto, altrimenti.- Ribatto ancora. Lei scuote il capo, -Leòn è difficile per me parlarne, soprattutto con te.- Afferma ancora una volta risoluta. -Io ho mantenuto la promessa, ne ho parlato con qualcuno, sono stata una donna di parola, no?- Continua. Mi fa piacere che abbia davvero mantenuto la promessa e le credo. Voglio saperlo però, io ho bisogno di aiutarla, io voglio aiutarla anche se sto peggio di lei, anche se è solo una sciocchezza, anche se immagino il contrario. Lei quando è con me scoppia in lacrime, Perchè? Le sorrido ancora una volta, -Sono felice che tu ne abbia parlato con qualcuno, ma adesso lo voglio sapere anche io.- ridacchio della mia curiosità. -Te l'ho appena detto, quando stai con me non fai che piangere, perchè?- Adesso è esasperata, ma non mi importa voglio saperlo. -E se ti facessi i fatti tuoi?- Mi dice alzando le sopracciglia ma guardando un punto nel vuoto. Lei è stupenda, rimarrei a guardarla per intere ore. Però è sempre così triste. Come me allora, ha qualche storia del passato? qualche situazione familiare difficile? Perchè non posso avere il piacere di vederla ridere, e non recitando un sorriso, perchè lei quando sorride, recita, un pò come faccio io. Se non posso salvarmi da questa agonia vorrei almeno salvare lei, e se non è arrivata al punto di autodistruggersi come succedeva a me poco tempo fa in Messico è ancora recuperabile.
Quanto mi ricorda me.. Nello sguardo la tristezza, i suoi occhi mai limpidi. Ed io, perchè l'ho presa tanto a cuore? Vorrei davvero prendermi cura di lei, assumermi la responsabilità di renderla felice.. -No, non voglio farmi i fatti miei, perchè tu ti sfoghi molto davanti a me, voglio solo aiutarti Violetta.- Reco una mano sotto il suo mento e le volto il viso per far in modo che mi guardi. I suoi occhi... Perchè ne rimango incantato? Devo smetterla di pormi tutte queste domande, lei deve dirmelo. -Leòn, no. Ti prego, mi fa male.- Un altra lacrima che le riga il viso e termina appoggiandosi sulla mia mano che tengo ancora sul suo viso bianco come il latte e bollente. Le mani congelate e il viso bollente? Non credo riuscirò a capile le temperature di questa ragazza quest'oggi. -Cos'è che ti fa male?- Domando apprensivo. -Tutto questo..- Allude alla mie carezze sul suo viso. -Perchè?- Le domando, curvando le sopracciglia, le lacrime le scorrono più velocemente lungo le guance, non mi risponde, -VIOLETTA, Perchè? Perchè? Piangi in mia presenza, tremi, adesso mi dici che ti fa male.. FAMMI CAPIRE! TI PREGO!- Le dico tutto questo urlando le ultime parole. VOGLIO SAPERE! -I-io..- balbetta. -TU!- La metto sotto pressione, non importa, deve dirmelo. -Nonfacciochepensarti.-Dice tutt'ad un tratto velocemente, poi si alza improvvisamente in piedi, e si allontana. COSA? Ho gli occhi e la bocca sbarrati.. cosa? -Violetta..- Sussurro, le parole non riescono a uscirmi intere di bocca, spezzoni, balbetto incomprensibilmente qualcosa ma.. Lei sta piangendo, guarda un orizzonte immaginario, serra i pugni, contrae la mandibola, le corro dietro. Sta cercando di andarsene.. -Ti prego non seguirmi, non ti dirò di più Leòn.- Fa per andarsene ma la afferro per un braccio e l'attiro a me. Adesso è ad un soffio dal mio viso, Le prendo entrambe le mani nelle mie. -Perchè sei così congelata?- sussurro, lei mi guarda le labbra, poi volta subito lo sguardo incrociandolo con il mio. -Me lo dicono in tanti.- Tenta di divincolarsi ma io la tengo stretta, -Vorrei tanto riscaldarti- un altra lacrima le percorre il viso, -Mi lasci andare, perfavore.- Mi supplica. -No, Violetta, ho bisogno di sapere.- Fermo e conciso. -Cosa vuoi sapere?- Mi domanda esasperata. -Il perchè vuoi andartene.- Le confesso, lei abbassa il capo e guarda le nostre mani incrociate, lo faccio anche io. Trema, non fa che tremare, con le sue mani così ghiacciate che non si riscaldano neanche sotto il tepore delle mie che le tengono strette. -Mi fa male.- Dice dopo qualche secondo, sospira. -Cosa?- Le domando dolcemente. -Averti vicino.- Confessa quasi sovrapponendosi alla mia domanda. Cosa? Le alzo livemente il viso con l'indice e il pollice della mano destra posizionati sul suo mento. -Perchè?- Le porto via una lacrima, il suo viso è candido e ancora una volta non porta tracce di cosmetici. -Basta, ti prego, se almeno un pò ti faccio pena, non farmelo dire.- Supplica ancora una volta. -Non mi fai pena. Mi fa solo male vederti così, Violetta.- Lo vedo che vuole trattenersi ma involontariamente le nascono dagli occhi lacrimoni che non può ritrarre. -Violetta, la prima volta che ti ho visto ho pensato che c’era qualcosa di te di cui avevo davvero bisogno. Poi ho capito che non era qualcosa di te. Era di te che avevo bisogno.- Ammetto con una voce calda e intensa, voglio trasmetterle il calore di cui ha bisogno, anche se sono quasi sicuro che non riuscirò mai a riscaldarle le mani. Mi guarda fissa negli occhi, sembra incantata. Poi apre la bocca per parlare, -Perchè mi dici questo?- Domanda, con uno stupore quasi strano nello sguardo. -Perchè è quello che sento.- Rispondo senza esitazioni. -E cosa senti esattamente?- Dio quanto è bella! Il vento le fa svolazzare i capelli. Giuro starei ore a guardarla senza neanche dire una parola. -Dimmelo prima tu. Ho riformulato più volte oggi questa domanda, ma non ti decidi a rispodermi.- Le sorrido per infonderle un pò di coraggio. -Leòn, è che la mia coscienza non fa in tempo a suggerirmi qualcosa che io l'ho già compiuta, la anticipo quasi, la batto sul tempo. Come quando mi dice: "Aspetta, non essere troppo precipitosa", ed io alla seconda sillaba ho già mandato tutto all'aria perchè non so aspettare. Adesso io te lo chiedo per favore, non farmi dire cose di cui potrei subito pentirmi.- Spiega tutto ciò con una voce strozzata ma allo stesso tempo tenera, lei ha una voce... be' per i miei padiglioni auricolari è una musica così delicata e soave, e vorrei rimanere ad ascoltarla per un tempo infinito. -Vorrei tanto che in questo momento battessi sul tempo la tua coscienza.- Mi accorgo che sto tenendo ancora le sue mani nelle mie, e che si sono riscaldate. Abbasso lo sguardo su di esse e sorrido sfregando ancora un pò queste sue mani delicate, così piccole e morbide al tatto, così vellutate. -Mi hai riscaldata.- Mi sorride davvero sinceramente con stupore, e io non posso fare a meno di sciogliermi alla vista del suo sorriso, -Quindi è molto raro che tu abbia le mani calde?- Le sorrido di rimando, - Si, molto raro.-. Be' adesso possiamo dire che non riesco a resistere all'impulso di riabbracciarla, di baciarla e di... Ma che sto pensando? No, basta devo domandarglielo ancora, -Prima mi hai detto che non fai che pensarmi Violetta. Devo fare ancora per finta che tu non me lo abbia detto?- Le accarezzo quasi impercettibilmente i polsi, lei fa un sospiro profondo e scuote la testa, -Non so che altro dirti.- Dimmi che mi ami.. Dimmi che in questa schifosa vita c'è stata solo una ragazza che mi ha spezzato il cuore, dimostrami che puoi essere diversa, dimmi che mi ami, che c'è qualche persona in questa vita che mi ama per davvero in questo mondo maledetto...ahi, che illuso, che stupido... Questa ragazza la conosci da una settimana al massimo, Leòn.. E già parli di amore, un amore che non ti darà nessuno. Nessuno ti ama, nessuno ti ha mai voluto davvero. Il mio 'io' interiore mi dà una raddrizzata. Sono sempre stato io a sbagliare, sono sempre stato io a chiedere scusa, sono sempre stato io la seconda scelta, sono sempre stato io a cercare le persone in questa vita del cazzo. Questo “io” si è rotto. 
Violetta, davvero sto provando questi sentimenti per te? Una volta Tomàs mi ha recitato una frase di Shakespeare ''Non t'ama chi amor ti dice, ma t'ama chi guarda e tace'' Be' è strano che questo afosisma me lo stia ricordando proprio adesso, proprio ora che vorrei che Violetta mi dicesse che prova qualcosa per me al di là dell'amicizia. E adesso lo posso ammettere che mi piace? Che vorrei andare in un bar con lei a prendere un caffè, senza secondi fini. Vorrei solo stare seduto al tavolo finchè non ci innamoriamo. Non so perchè... Se vuoi qualcuno lo vuoi con la sua tristezza, malinconia e con i suoi difetti. Anche se ormai sono arrivato al punto che davanti ad una cosa bella come Violetta, dico ''Dov'è la fregatura?''. Che cazzo di vita. Violetta non si è mossa, dopo aver formulato quella frase è rimasta lì, a guardare il vuoto. -Violetta, cosa attribuisci al mio pensiero, cioè, n-nel senso.. cioè... Che pensi quando, ecco... quando pensi a me...- Sembro un idiota. Non so più parlare fantastico, ero stato calmo e rilassato tutto questo tempo e adesso eccomi a fare il cretino.. Ho passato la vita a vaccinarmi contro ogni cosa per diventare forte e adesso arriva lei e mi fa tremare le ginocchia. Spero così tanto che mi risponda, come spero che non lo faccia. Cosa posso saperne io di lei. Non so niente di cosa le piace, che tipo di persona è quando è serena, o almeno quando non è così buia come quando sta con me... Io vorrei tanto passare un pò di tempo con lei, e non solo per distrarmi dalla confessione che mi ha fatto Tomàs, che in questo momento mi sta riaffiorando in mente e il petto mi si sta ricoprendo di tenebre all'interno. Questo è quello che si prova quando sai che la persona che più amavi a quel tempo ti ha solo preso in giro? Questo è quello che si prova? Quando una persona ti tradisce, ti mente? Un ragazzo deve sentirsi così morto? Be' io mi sento così, mi sento così adesso che ho gli occhi chiusi e sto aspettando, sto aspettando che qualcuno o qualcosa mi tolga di testa questi pensieri autodistruttivi, sto aspettando che mi risponda, aspetto che Violetta mi risponda a quella domanda che ho fatto con uno sforzo che solo Dio sa come mi è costato compiere, lo sforzo di non ricominciare a piangere. Bene adesso vedo solo il buio, mi sento solo. Un attimo è bastato per serrare le palpebre ricordare il motivo che mi ha portato quì e la corsa a rischio di vita che ho fatto, sì, e sento un peso nel cuore. D'un tratto sento un congelamento appoggiarsi sul mio petto, all'altezza del cuore, sì, è la sua mano, che è tornata congelata solo per il semplice fatto che l'ho lasciata andare per questi pochi minuti. Il cuore prende a battermi ad un ritmo che non riesco a decifrare, sollevo le palpebre vedo ancora la sua figura e mi compare il paradiso davanti agli occhi, in un attimo i pensieri e i pesi che sentivo scompaiono e vedo lei sotto una luce ancora più diversa, è sconcertata ma io voglio solo ringraziarla per avermi salvato oggi. Sì perchè sappiamo tutti che se lei non mi avesse fermato io avrei continuato a correre, avrei fatto qualsiasi cosa per togliermi quelle parole di Tomàs, il mio migliore amico, dal cervello, be' per oggi mi è bastato il suo viso, e il fatto che vorrei che superassimo questi momenti insieme, lei sta male, io sto male, non possiamo fare altro che aiutarci a vicenda. Lo so. So per certo che insieme qualcosa potremmo risolvere. Adesso per Ally vorrei provare solo odio, rancore; E invece? Invece provo dolore, solo e soltanto dolore, che possiamo dire scompare quando guardo Violetta negli occhi. In questo momento lo sto facendo, sto guardando Violetta negli occhi, i suoi occhi che sono un immenso dire di sincerità, sì Violetta, ha lo sguardo sincero, io lo sento. Le prendo la mano fredda come i ghiacciai dell'antartide che teneva sul mio cuore, e la tengo di nuovo tra le mie. -Sei di nuovo fredda- Le sorrido, -Congelata- Continuo sussurrando, lei mi guarda -A quanto vorrei essere qualcosa per te, a come vorrei renderti felice, farti sorridere davvero.- Violetta è molto sicura delle parole che sta formulando. -Che vuol dire?- Formulo la domanda, e adesso quello a cui tremano le mani sono io, e un nuovo e potente brivido mi percorre lungo ogni membro del corpo. -Ti sto rispondendo alla domanda che mi hai fatto. Cosa penso quando, be' quello che mi hai detto.- Le sue guance vanno in fiamme. Dentro di me faccio tripli salti mortali, insomma, non posso credere che l'abbia detto. Le prendo quella sua mano tanto vellutata quanto ghiacciata e l'avvicino alla bocca, così le stampo un bacio delicato, e le noto la pelle d'oca formarsi sul suo braccio, -Se vuoi rendermi felice, ti prego, passiamo un pò di tempo insieme, io voglio conoscerti, voglio cogliere ogni espressione del tuo viso, voglio vederti essere te stessa, la ragazza che mi ha descritto e di cui mi ha parlato Francesca...- Non faccio in tempo a finire la frase che lei ritrae la mano e sgrana gli occhi, si trattiene qualche istante e poi scoppia a piangere allontanandosi da me. Cosa? 



'Francesca'...'Francesca, Francesca...' Be' posso dire che me ne ero completamente dimenticata in quel secondo pensavo solo all'amore. Il suo nome mi risuona nel cervello e nn ho mai odiato così tanto sentirlo nominare. Francesca. Il suono del suo nome adesso mi fa questo effetto? Ma che razza di persona sono? Continuo a piangere e Leòn mi sta dietro. Lui sente qualcosa per me. Wow, non riesco ancora a capacitarmene. Mi starà prendendo in giro? No! Leòn lo so leggere perfettamente, osservo i suoi gesti con la minuziosità di uno scenziato. So bene che il linguaggio del corpo non può mentire, che il 90% del linguaggio è non verbale e che i gesti spontanei dicono sempre la verità a differenza delle parole. Anche se in questo caso le sue parole si congiungono perfettamente a i suoi gesti. Congiungere Noi prima, il nostro terzo abbraccio, si li ho contati, e tipo quando mi accarezzava la guancia l'universo non contava più un cazzo. Certo adesso che sono scoppiata a piangere per l'ennesima molta davanti a lui, e ancora sta quì dietro di me. Be' che non si stanca di una piagnucolona e un buon segno, no? Però, cosa ha detto prima? 'La ragazza che mi ha descritto Francesca' La mia migliore amica quando è uscita con lui gli ha parlato di me? E io che sto quì a tradirla. Ho confessato a Leòn più di quanto avrei dovuto dirgli, molto di più, e adesso mi sento più sollevata che affranta e questo non è giusto. Dovrei solo sentirmi in colpa; In colpa per lei, la mia sorella dell'anima, e invece sto quì, con lui, cosa che potrebbe farla soffrire quasi quanto quando con lui c'è lei. Soffriamo io e lui, ma io lo so per cosa soffro, soltanto che non so cos'ha lui. Be' basta piangere adesso mi volto. Conto fino a tre e mi volto, si e accetto la sua proposta di conoscerci? Farò questo a Francesca? NO! Mi volto comunque però. Si, mi volto e gli dico tutta la verità dall'inizio alla fine. SI, farò così. 1... si mi volto e gli confesso tutto! Che mi sto innamorando, che Francesca si suppone che abbia una cotta per lui... emh, che... va be'.... 2.... Mi asciugo le lacrime dagli occhi, devo sembrare risoluta, verità, verità e nient'altro che la verità... e infine... 3! Mi volto velocemente, e lui non c'è. Cosa? Mi giro e rigiro intorno e non lo vedo, il sole sta cominciando a oscurarsi a causa di qualche nuvola, e si alza un venticello piacevole, ho bisogno che mi riscaldi ancora le mani, dov'è? Okay, si è già stancato, si. Perchè io sono una scocciatura, io e le mie lacrime del cazzo. Bene adesso sono esasperata. Mi volto e mi rivolto e non lo trovo, quando improvvisamente sento una tosse forzata, Leòn è appoggiato all'albero con una spalla e tossisce per farmi notare la sua presenza. -Ebbene si, pensavi me ne fossi andato.- Si stacca dall'albero e si avvicina a me. -Non penso che sei pazza perchè scoppi a piangere improvvisamente, tranquilla, penso solo che il motivo mi interessa, lo vorrei sapere da te, anche se qualcosa posso dire che ho constatato.- si avvicina sempre di più. -Leòn io voglio dirti la verità.- 
Ora o mai più.

ANGOLO AUTRICE
Ebbene si, ragazzi, salve a tutti :D Eccomi sono tornata! AUGURI A TUTTE LE DONNE (ragazze credo quì xD Vabbè pur sempre donzelle *-*) Benissimo, allora, quante volte devo domandarvi scusa per questo ritardo ingiustificabile? Mi dispiace così tanto, ma ogni giorno era sempre il meno opportuno per mettermi a scrivere :'( 
Allora ma almeno un pò mi volete bene per avervi regalato questo capitolo che è LEONETTOSISSIMO?? *____* Alloooraaa.... Pov Leòn, Oggi Leòn parla molto, be' il capitolo è incentrato quasi tutto su suo pov. Bene, è domenica mattina, Leòn è a casa di Tomàs quando DAN DAN DAN... La verità salta fuori! Ma sarà davvero la verità? Ally davvero non amava Leòn e lo lascia per un altro? Be' Si scoprirà prima o poi, perchè Ally non può solo essere nominata, deve fare una piccola comparsa no? HIHIHI Intrigaaa?? *-* Leòn reagisce male, corre tra mille pericoli e chi incontra? Taaa Daaa Violetta!!! Felizz!! Abbracci, carezze, e poi... Leòn era andato a finire nel 'Luogo incantato' *----* (Per Leòn e Vilu) Benee, lì iniziano a parlare, e Violetta svela cose molto interessanti, -Non faccio che pensarti- Ohw*-* teneraaa!! Si, e Leòn? Ammette a se stesso che Vilu non gli è indifferente e che gli piaceee!! SI e c'è anche il fatto importantissimo in corsivo, (Dimmi che mi ami...) Ohwwwww*_____* Bellinoo, be' ormai non si sente più amato da nessunoo D: Poooi dopo tante storielle, entra in gioco il nome 'Francesca' (Povera Fran che è solo innamorata :c ) Behh poi dopo un autoesame Violetta prende la decisione di dire la verità all'amoroso, lo farà?? Be' continuate a seguire la storia e lo scoprirete! ;D Con il prossimo capitolo spero tanto di non ritardare!! Scusate ancora il ritardoo!! Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti i recensorii che apprezzo enormemente e che adoro! Poi le persone che hanno aggiunto ai preferiti e ai seguiti la storia, Quanto vi amooo!! Poi faccio un saluto a Niley Story (@Magicgirl96) che ho fatto aspettare troppo :( Beh ti voglio benee <3  E poi niente, ringrazio tutti! Spero che abbiate passato una buona festa delle donne Chicass!! VI voglio beneee! Alla prossima Ciiaooo!! 
-BeYoSinger *-*

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
Be' si, mi limiterò a star quì e far finta che tutto questo non faccia male. Sto per farlo davvero? Dirò sul serio la verità a Leòn? Mi sta fissando con due occhi bramosi di sapere, e io cosa devo fare, si lo so faccio schifo, neanche la mia coscienza credeva che l'avrei fatto e infatti non voglio farlo, non voglio ma devo. In questo momento è davanti a me, in tutta la sua bellezza, ma come fa ad essere così maledettamente bello? Se solo si potessero scattare fotografie con gli occhi. Sto per dirgli la verità? Oddio, ma questo ragazzo chi è stato? da quanto tempo lo conosco? Prima volevo che le persone entrassero nella mia vita in punta di piedi, adesso è diverso, perchè lui non ha agito in questo modo, lui ha sfondato la porta e mi ha trascinata via con se. Non ho opposto resistenza, non ho chiesto dov'è stato prima, ancora prima di sconvolgermi la vita, scombussolarmi l'anima fino a rubare ogni mio singolo pensiero, respiro, battito. Ogni persona che entra a far parte della nostra vita ha un impatto diverso, ma è di quella che ce la incasina di più che alla fine ci innamoriamo. O almeno con me è andata così. Non ha chiesto il permesso di entrare, lo ha fatto e basta e io adesso sono quì imbambolata davanti a lui come una stupida e non so cosa fare. Basta è passato poco tempo da quando ci conosciamo io e lui, è vero, non lo nego, ma non nego neanche che mi sto distruggendo, lui non sa chi sono, e io voglio farmi conoscere, voglio essere la vera me, senza avere più paura. Voglio conoscere lui, che nasconde una malinconia che neanche si avvicina a quella che provo io, perchè i suoi occhi verdi lo dicono, lo urlano al mondo, e forse la sua bocca non è più accordata con i suoi occhi per il semplice fatto che ha urlato per troppo tempo e nessuno l'ha sentito. Voglio essere la ragione del suo sorriso, e non uno di quei sorrisi che si stampa in faccia per non apparire sempre l'inquietudine della situazione, ma perchè lo sente nel cuore, e perchè muore dalla voglia di stare con me, cosa che del resto provo io, ormai dipendo da un solo pensiero, sto morendo e non posso neanche dire di non essere capita e cercare una giustificazione perchè tutti e dico tutti si sono offerti di aiutarmi, sono io, solo io che sono serrata dentro e nessuno mi può aiutare se non la sua presenza. Si avvicina ancora di più a me, ancora, oggi siamo stati così tanto a contatto, io quasi svengo, e dovrei solo aprire bocca e parlare per fare in modo che la mia felicità attivi la modalità on; Ma c'è Francesca, la mia migliore amica, di mezzo. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e io muoio di paura dentro, scoppiano le tempeste e non so che fare. Infilo le mie mani fredde come il ghiaccio nel tascone centrale della mia larghissima felpa che mi copre anche i fianchi. -Quale verità vuoi confessarmi Violetta?- Mi domanda con una voce intensa e melodica, mi mette al mio agio anche in questa situazione di assoluto sdegno verso me stessa. Be' vorrei tanto dire la verità, mi basterebbero poche parole, anche dette a monosillabi, ma pur sempre poche, che potrebbero cambiare la situazione sia in peggio come anche in meglio, chi lo sa. Be' cosa faccio?. -Vorrei tanto sapere ciò che pensi, ciò che provi, che tipo di ragazza sei. Di te non so assolutamente niente.- Mi accarezza il viso con i polpastrelli delle dita, mi rende nervosa, non devo dirgli la verità, sarebbe un disastro, ma adesso voglio farlo. -Vorrei tanto sapere Violetta.- Mi fermo e lo guardo attentamente per qualche secondo, poi parto.. -Ho sempre il quaderno pieno di citazioni. i fogli pieni di disegni. La scrivania piena di penne, la libreria piena di libri.- Dico, fermandomi, poi chiudo gli occhi e riprendo fiato, riparto. - Ho la mente piena di pensieri. Il corpo pieno di musica ma anche di paura.  Ma soprattutto ho il cuore pieno di te, Leòn.- Dico tutto ad un fiato senza fermarmi, lasciando poco tempo per le pause dei punti. Non riesco a decifrare il suo sguardo, si avvicina sempre di più al mio viso appoggiando il palmo della mano ad esso. Il momento più bello di un bacio secondo me è quando vedi il suo viso avvicinarsi al tuo e capisci che stai per essere baciata. Chiudo gli occhi e sento il suo respiro fondersi con il mio, i nostri nasi si sfiorano, apro gli occhi a malapena per capire se sta tenendo chiusi i suoi, e in modo sfocato capisco che è così, aspetto e noto che ancora le sue labbra non si sono poggiate alle mie, e sto tremando come una foglia. -Vuoi davvero che lo faccia?- mi domanda sussurrando pianissimo sulle mie labbra e sento il suo fiato caldo ed il suo inebriante profumo ed è allora che non capisco più niente. -Di certo non sto opponendo resistenza.- Rispondo con una voce a malapena udibile, anche se so che mi ha sentita perfettamente. -Se lo facessi che succederebbe dopo?- Mi domanda con voce roca e sensuale, che mi culla come se fossi su una nuvola svolazzando nel crepuscolo. Il venticello si fa sentire un pò di più, sento la pelle d'oca che si impadronisce di ogni singola parte del mio corpo. -Non lo so.- rispondo. Voglio assaporarlo, perchè non si decide? cos'è che lo frena? Respiro affannosamente continuando ad aspettare, ma dopo sento un suo sospiro profondo. Apro gli occhi e noto che lui ancora li tiene serrati. Istintivamente mi allontano, libero una lacrima e lo guardo con disapprovazione, lui dopo aver aperto gli occhi sospira ancora e mi fissa mortificato. Sento un groppo in gola, vorrei scoppiare come non ho mai fatto, vorrei sfogarmi, e non semplicemente liberare qualche lacrimuccia debole, Capisci di essere veramente al limite quando vorresti far uscire l'uragano che hai dentro, vorresti piangere fino allo sfinimento ma non ci riesci. Quando le delusioni diventano una cosa quotidiana, e vorresti solo piangere, iniziare ad urlare e buttare tutto all'aria, mentre, invece, rimani lì ferma, impassibile. Semplicemente la tua vita si ferma, per qualche istante mentre il resto del mondo continua a girare. Eccomi quì, delusa. Che stupida pensavo davvero che mi avesse baciata? E chi sono io, no io sono 'nulla', è inutile che Leòn Vargas si metta a baciare il 'nulla'. Questo 'nulla' non sa nemmeno come si bacia, non è mai stata baciata in vita sua. Be' solo perchè non ha valore, è soltanto uno schifoso 'nulla', e il 'nulla' è qualcosa di astratto, non si può nè toccare nè vedere o sentire, è un 'nulla' punto e basta. Vorrei sembrare forte, e andarmene senza neanche degnarlo di uno sguardo, ma siccome sono una debolissima merda, non riesco neanche a muovere le gambe che non rispondono ai comandi del cevello; Ringrazio Deus per il fatto che ancora non sono caduta per terra. Allora mettiamola così: Non è vero che non mi aspetto più niente. Non è vero che non mi faccio più illusioni, mi illudo soprattutto per questo. -Sai cosa, se fai così mi uccidi.- Faccio un sorriso falso allontanandomi sempre di più dalla sua vicinanza. -Violetta, io..- Ha un viso così mortificato e pieno di tristezza che mi viene difficile soprattutto il fatto di non ascoltarlo, rivolgergli freddezza e andarmene. -No..Scusa.- Lo fermo, giro i tacchi e cammino verso l'uscita dalle chiome degli alberi, lui mi viene dietro, lo sento. Mi fermo  volto solo di poco la testa, -Voglio solo andarmene, ti prego accetta la mia decisione.- Un freddo glaciale mi percorre la gola. Lui annuisce mentre io lo guardo con la coda dell'occhio. Allungo il passo, e poi corro verso casa. 
Sdraiata sul mio letto, fortunatamente in casa c'è solo Olga, che ho potuto facilmente non incontrare entrando dalla porta principale senza fare troppo baccano. Ho chiuso a chiave la porta con uno scatto. Indosso le mie enormi cuffie e mi lascio cullare dalla melodia, mentre guardo il soffitto e le lacrime mi annebbiano la vista. Ascolto la musica per sentire le parole che non mi hanno mai detto. Che merda. Stanno vincendo loro, per l'ennesima volta, mi miei pensieri hanno la meglio. Ormai è già passata l'ora di pranzo, e mia madre mi ha mandato un messaggio, scrivendo che lei e papà avevano un incontro di lavoro, non sarebbero tornati prima di stasera, che sollievo! Scorro velocemente la Playlist, Whitney Houston... Schiaccio Play, e le prime note prendono possesso del mio corpo...I know that when you look at me, There’s so much that you just don’t see -So che quando mi guardi, ci sono tantissime cose che non riesci a vedere- La prima lacrima gettata sui primi versi, But if you would only take the time I know in my heart you’d find A girl who’s scared, sometimes who isn’t always strong can’t you see the hurt in me? I feel so all alone -ma se solo ti prendessi il tempo so che le troveresti nel mio cuore oh, una ragazza che qualche volta ha paura, che non è sempre forte non riesci a vedere il mio dolore? mi sento così sola- Due lacrime, tre quattro, sto piangendo, mi metto le mani davanti al viso, mentre Whitney canta, canta con passione e sentimento, mente io sto quì a piangere, sempre con passione e sentimento, e mi dispero... I want to run to you i want to run to you, won’t you hold me in your arms, and keep me safe from harm I want to run to you but if I come to you tell me, will you stay or will you run away -voglio correre da te, voglio correre da te non mi stringeresti tra le tue braccia e non mi proteggeresti? voglio correre da te, ma se vengo da te dimmi che resterai o correresti via?-  I brividi lungo le braccia, percorrono la mia schiena, si impadroniscono del mio corpo. Alzo il volume. Vorrei tanto correre da lui, ma non resterebbe, io ne morirei. Mi avrebbe strinto, sì, ma lui non resterebbe, Le lacrime scorrono velocemente. Each day, each day I play the role of someone always in control but at night I come home and turn the key there’s nobody there, no one cares for me. What’s the sense of trying hard to find your dreams, without someone to share it with, tell me what does it mean? -ogni giorno, ogni giorno recito la parte di qualcuno che ha sempre tutto sotto controllo ma la sera torno a casa e giro la chiave, non c’è nessuno li, nessuno ci tiene a me. Che senso ha lottare per I tuoi sogni se non c’è nessuno con cui dividerli, dimmi cosa significa?- Le mie mani congelate non fanno che tremare, e mentre sto quì ad ascoltare parole che mi uccidono, il mio cuore sbalza fuori dal mio petto. I need you here, I need you here to wipe away my tears,To kiss away my fears, If you only knew how much… -ho bisogno di te qui, ho bisogno di te qui, per asciugare le mie lacrime, per baciare via le mie paure, se solo tu sapessi quanto vorrei correre da te.- Fisso il vuoto mentre Whitney termina di cantare le ultime note, e io vorrei sprofondare negli abbissi più che mai. Be' é colpa mia, nessuno mi ha detto che avrei dovuto innamorarmi, no, solo gli stupidi si innamorano... E che sono io? Una stupida! 
L'orologio segna le 19:00, mi alzo dal letto assonnata dopo essere stata un pò in dormiveglia, accendo la luce e mi reco in bagno, mi metto davanti allo specchio, wow che bellezza, si sono un panda, che desolazione.. Mi sciacquo il viso, ma poi decido di fare una doccia, si mi farà bene. Mi levo i vestiti prendo l'accappatoio e lo appoggio sul mobiletto, entro e un getto d'acqua calda mi fa sentire un'altra, oh che sollievo! Rimango lì dentro per una buona mezz'ora, e con molto dispiacere esco, indosso l'accappatoio e corro ad asciugarmi i capelli. Sento il cellulare squillare, Francesca. Rispondo e metto il vivavoce così da poter lasciare il cellulare sul marmo. -Fran..-, -Certo, sei via una giornata e mi dici ''Fran''? Mi spieghi che fine hai fatto? Ti avrò mandato minimo 180 messaggi su What's up!- Mi rimprovera in questa sua voce filtrata, intanto mi pettino i capelli, -Fran non mi sono proprio connessa..- Rispondo con nonchalance, oddio ora mi ammazza! -VIOLETTA MA Ti STAI SENTENDO BENE? Ci dovevamo vedere alle 16:00 Ti ho mandato tutti quei messaggi e avrò chiamato quattrocento volte cara mia!- , -Lo so Fran, scusa ma mi sono addormentata..Mi dispiace.. Avevo il silenzioso.- Invento su due piedi. -Sai cosa? non ti mando a quel paese perchè sei come mia sorella!- , -E perchè le sorelle non si possono mandare al diavolo?- Rispondo ridacchiando senza farmi sentire da lei, -Vaffanculo!-. Rido sempre trattenendomi e intanto mi faccio una coda e indosso i pantaloni del pigiama con le fragole, e una canottiera bianca. -Fran, mi dispiace, davvero..- , -Ti perdono perchè sei strana ultimamente.. Comunque è successo qualcosa? vuoi che venga lì?- Premurosa e dolce come sempre la mia Fran. -No tranquilla, Fran. Non te la prendere ma stavo per andare a fare i compiti.- Mento spudoratamente. -Va bene, Ci sentiamo dopo allora, piccina.- , -A dopo, Vita.-. Chiudo la chiamata esco dal bagno e vado di sotto. -Olga?- Chiamo. Nessuna risposta, sarà uscita. Mi reco in cucina, apro il frezeer, Uh Gelato! Prendo una tazza, ci metto dentro gelato alla vaniglia e al cioccolato, poi prendo la panna, le noccioline, la nutella, e mi accorgo che mi serve una ciotola più grande. Terminata l'opera, faccio due passi indietro per ammirare la delizia, Oh si, questa si che è una favola! 
-Chiquitita!?- Sono sul divano e sento la voce di Olga, e lo sbattere della porta. -Olga sono in salotto!- Le urlo, -Ma amorino mio, hai cenato tutta sola?- Faccio un risolino e mostro la ciotola piena di gelato e altra roba zuccherosa, lei sgrana gli occhi, -Ma amorino mio!- ,- Olga, sto guardando un film, vuoi unirti a me?- Svio la conversazione per evitare che mi nomini ancora: Diabete, Colesterolo e tutte queste cose qua! -Amore, devo terminare la stanza di Roberto, lo vedrò lì- Mi fa un sorriso e io con la bocca piena gli tiro un pollice in su come per dire 'Ok'. Mi volto e continuo a guardare questa commedia romantica che ho trovato facendo zapping, The proposal. Magari lui si innamorasse di me per sbaglio. Quì Andrew la detestava, e adesso se la sta portando dai genitori, che fortuna! Inbocco un altro pò di gelato.
Durante la pubblicità sento Olga che va ad aprire la porta, io alzo ancora di più il volume, non voglio essere disturbata; Il film ricomincia, No! Nonna Annie non può morire! Un altro cucchiaione di gelato, -Vilu?!- Sento Olga chiamarmi, e non mi volto, mi limito a farle un segno con la mano e mi attacco ancora di più alla TV -Olga, NON ORA! Margaret sta per ricevere la proposta!- Le riferisco tutta eccitata, poi sento un colpo di tosse, forzato. Guardo con la coda dell'occhio e mi volto impercettibilmente. All'improvviso mi volto completamente, è... Leòn! Rimango con la bocca spalancata e d'un tratto sento un tonfo sul pavimento, abbasso gli occhi e vedo la ciotola che avevo un attimo fa in mano, in frantumi. Che cazzo fa quì? -Amorino mio! stai bene?- Olga mi corre incontro. NO! No che non sto bene! Che cazzo l'hai fatto entrare a fare! -Si, perfetta- mento, -Mi è scivolata- continuo con la voce tremante, -Ci penso io, amore.- Mi ferma dopo aver tentato di raccogliere qualcosa e mi fa segno con gli occhi di andare da... da lui. Mi alzo togliendomi tutti i cuscini che avevo addosso, e mi reco davanti all'ingresso della cucina. -Avete bisogno di aiuto?- Chiede il messicano con garbo e dolcezza, e la sua voce mi fa sciogliere, -Olga fa segno di 'no' con l'indice. Prendo Leòn per un braccio e lo trascino in cucina. -Cosa ci fai quì?- domando abbassando lo sguardo, -Volevo solo.. parlare..- Mi risponde sicuro. Non indossa i vestiti che portava stamattina, adesso porta una camicia gialla e verde, rigorosamente a quadretti e un paio di jeans stretti.. ed è stupendo. Invece io.. Pantaloni del pigiama e Cannottiera... Trasparentuccia. Uddio. Smetto di pensare al mio abbigliamento attuale quando mi porto una mano alla bocca, e be', mi sento tutta appiccicosa.. ah già, intruglio di cioccolato, vaniglia e nutella... DIO MIO! Faccio una smorfia. -Se puoi scusarmi un attimino..- Vado a lavarmi la faccia, visto che devo abbuffarmi e sporcarmi fino alla punta dei capelli. Lui annuisce ed io cammino normalmente fino al momento nella quale mi può vedere, poi mi metto a correre verso il bagno.. Mi chiudo la porta alle spalle. Specchio ti prego dimmi che non ero così imbarazzante come immagino... Mi reco davanti allo specchio, il mio peggior nemico.. Ebbene, si... Ero così imbarazzante. Mi sciacquo velocemente il viso, do un occhiata ai capelli e posso arrivare alla conclusione che sono un disastro. Si, un assoluto disastro. Be', non mi importa, tanto vuole solo parlarmi, e io lo so cosa vuole dirmi. Tutta la conversazione è prevedibile. Lui mi chiederà scusa per stamattina, dicendo che non se la sentiva, che mi vuole bene, che per lui sono speciale, che vuole che rimaniamo ottimi amici e bla, bla, bla... Facciamo questa cosa. Esco dal bagno più convinta che mai, e lo vedo seduto sullo sgabello della cucina che si riavvia i capelli, ''Dio della bellezza''. La mia convinzione, la mia fermezza nel sembrare fredda dura all'incirca 5 secondi inquanto adesso le mie gambe diventano gelatina. Lui si accorge della mia presenza e mi sorride. -Scusa, è che, sai... il gelato..- Azzardo un risolino. Lui sorride più splendente che mai. -Vorrei tanto che fossi te stessa quando stai con me.- Dice abbassando le sopracciglia. Oh no, lo scrutatore no. Mi limito ad abbassare lo sguardo. -Oggi non mi aspettavo quella tua confessione.- Si alza dallo sgabello e si avvicina a me. Io faccio un respiro profondo e quando alzo lo sguardo noto che il suo è fisso in luoghi dove NON DOVREBBE GUARDARE. Pervertito. Istintivamente mi copro con le braccia all'altezza del petto e lui... Be' adesso è andato a fuoco! Chiamate i pompieri! Va be' sono io la cretina, quando sono andata in bagno potevo anche mettermi qualcosa addosso. Tossisce come il suo solito, e io svio lo sguardo. -Leòn, cosa volevi dirmi?- Dico tenendomi stretta le braccia al petto. -In casa c'è solo la domestica?- mi domanda curioso. -Be' per adesso si.- Non faccio in tempo a terminare la frase che Olga spunta dalla porta del salotto con la paletta e la scopa. Leòn si allontana un pò di più da me. Olga lo guarda male, neanche le avesse tirato un pugno in faccia. -Olga, qualche problema?- Continua a fissarlo con gli occhi serrati e lui si sente ancora più in imbarazzo, e si gratta la nuca. -Nessun problema.- Mi risponde non staccando gli occhi dal messicano e poi sorride falsamente. -Possiamo andare a parlare in salotto?- mi incita supplicandomi con lo sguardo, io annuisco e cammino verso l'uscita della cucina con lui dietro. -Be' immagino che non le vado tanto a genio, tu sai come mai?- mi sembra tanto tenero, ma poi dopo mezzo secondo mi riaffiora in mente ciò che 'non ha fatto' stamattina e allora serro la mandibola. -Non ne ho idea, avrà sicuramente solo una giornata storta.- dico con freddezza, lui annuisce. Poi lo vedo voltarsi verso il pianoforte, e il suo sguardo si impreziosisce facendo sì che gli si illuminino gli occhi. -Oddio, è bellissimo!- dice avvicinandosi, poi appoggia le dita con quasi il timore che potesse romperlo. Quel piano è davvero stupendo, e lui ha ragione a stupirsi della sua bellezza, sarà un pezzo unico, un piano a coda nero. -Ti piace?- , -Credo di non averne mai visto dal vivo uno così bello!- io sorrido. -Sai suonarlo?- Mi domanda, io arrossisco, -Si, ma non sono molto brava.- Confesso, lui ci si accomoda davanti, poi mi guarda. -Vieni.- mi dice, io obbedisco e mi siedo di fianco a lui. -Ricordo una citazione, diceva 'La vita è come un pianoforte, i tasti bianchi rappresentano la felicità e i neri la tristezza, in qualsiasi modo vada la tua giornata ricorda che anche i tasti neri servono per fare musica'..- Mi dice con voce calda, sembra quasi stesse cantando. -E se la tua vita è solo piena di tasti neri? Come fai a suonare un brano solamente premendo i tasti neri? Sarebbe tutto stonato! Questa è la mia vita, o almeno è quello che è diventata.- Confesso mettendo enfasi in ogni singola parola, lui mi sta studiando ancora, e mi osserva con molta attenzione. -Cosa vuol dire 'o almeno è quello che è diventata'? Cosa ha fatto cambiare la tua vita?- Mi domanda con molta curiosità, e sembra molto desideroso di saperlo. Devo dirglielo? -Tu! Diamine, Tu!- Mi alzo dallo sgabello nero del piano, e mi volto, non voglio che mi guardi in faccia. Si la mia impulsività, Merda. Mi pento mezzo secondo dopo aver detto quella frase. E adesso?



Rimango un minuto, un ora o non so quanto in silenzio, Dio mio. E se fossi davvero così importante per lei? Ho così tanta paura del sentimento che provo per questa ragazza. E pensare che ci conosciamo da così poco tempo. Non avrei mai giurato che stasera sarei venuto quì, ma avevo così tanta voglia di vederla, avevo così bisogno di stare a contatto con lei. Stamattina è stato difficile, non sapevo cosa fare, come avrebbe reagito lei nei miei panni? Avrei così tanto voluto baciarla, non aspettavo altro, poi mancava così poco, ero così vicino.. Lei aveva già chiuso gli occhi, Dio se ci penso mi prenderei a schiaffi! Perchè non l'ho baciata, l'ho fatta rimanere di merda! Mi sembra logico che ce l'abbia con me. Ed era così bella a quella vicinanza, e le sue labbra che pulsavano, erano così carnose, così desiderabili, e lei che lo avrebbe fatto, mi avrebbe baciato; Tanto forte è il sentimento che prova nei miei confronti? E io volevo solo morire quando...
Flashback
-Sai cosa, se fai così mi uccidi.- 
Fine Flashback
Dopo questa sua frase ero praticamente morto dentro. Violetta, mi piaci un sacco! Ti va se ci proviamo? E chi mi darà mai la forza di pronunciare queste parole? E tutti i miei dubbi? Che succede quando non si è più abituati a ricevere amore? Succede che non ti fidi più, che preferisci stare solo. Succede che quando qualcuno ti dice ''Ti voglio bene'' rispondi con un sorriso e pensi 'Come no'. Succede questo, non sei amato per molto tempo e, quando trovi qualcuno che ti ama davvero, muori di paura. Che posso fare? Adesso è lì, in tutta la sua bellezza, con in dosso una canottiera trasparente che mi fa diventare nervoso.. e pensare che prima avevo lo sguardo fisso su di essa e lei se n'è anche accorta, che figura! Chissà cosa avrà pensato.. Va be' in fondo sono pur sempre un ragazzo, e non nascondo a me stesso che, be' l'avrei voluta prendere, ecco. Respira Leòn, respira! -Sei ancora lì?- Mi domanda essendo lei di spalle a me. -E dove dovrei essere?- Le rispondo, e dopo poco mi alzo in piedi. -Non dici niente?- Ha la voce strozzata dal pianto che sta trattenendo, -E cosa dovrei dire?- Mi azzardo, quanto sono insensibile..Dio santo. -La smetteresti di rispondere con altre domande, mi da sui nervi il tuo atteggiamento!- Si volta e la vedo come non l'avevo mai vista, arrabbiata e addolorata e le lacrime fanno fatica a placare. Voglio morire, voglio uccidermi, voglio ammazzare tutti tranne lei. Quanto mi odio! Odio il fatto che stia così per colpa mia! D'impulso la afferro e la stringo forte tanto da non farla quasi respirare, non voglio che mi respinga, voglio tenerla tra le mie braccia, -Leòn, lasciami andare!- Dice sighiozzando, e io la stringo ancora di più. -Non voglio.- Le sussurro, lei che era tanto rigida si ammorbidisce e mi adagia le mani intorno al collo e così il la sollevo di poco di poco dal pavimento. Adesso mi stringe forte e non voglio che si separi. -Leòn, mi fa male- Continua a piangere. Perchè continua a dirlo?io sono quì con lei, io non capisco.. La lascio giusto il poco che basta perchè mi guardi negli occhi. -Non ti fa star male avermi lontano?- le domando guardandola ardentemente negli occhi, mi specchio nei suoi, ricoperti di dolci lacrime, schiude le labbra leggermente, -Probabilmente, ti rincorrerò sempre. Perchè, nonostante tu mi faccia star male, sto peggio quando non ci sei.- chiude gli occhi, e li riapre due secondi dopo. -Tu non mi hai mai rincorso..- , -Invece sì, nel mio cuore ti rincorro sempre.-. Ancora quella vicinanza, respiro profondamente e faccio sfiorare i nostri nasi, ma lei due secondi dopo abbassa il capo. Cazzo. Mi appoggia le mani al petto e mi spinge giusto per allontanarsi da me. Io mollo la presa. -Perchè?- Le domando, e adesso vorrei sprofondare, -Forse è il caso che tu te ne vada, Leòn, i miei potrebbero tornare a momenti.- Mi avverte, fredda. Si fissa le mani.-Non voglio andarmene, voglio rimanere con te.- Confesso, e il cuore pian piano comincia ad accelerare, e mi fa paura. Deve saperlo. Mi avvicino di nuovo e lei mi guarda stupita, le prendo la mano destra e l'appoggio sul mio cuore. -Mi succede quando sto con te, Violetta.- Sento la sua mano, sempre congelata, tremare sotto la mia che la tiene appoggiata al mio petto. Le sue labbra si piegano in un sorriso commosso, si asciuga le lacrime con la mano libera, poi ritorna seria, prende delicatamente la mano che tengo appoggiata alla sua e si avvicina ancora di più a me, così poggia la mia mano sul suo petto, solo allora capisco e il suo cuore batte ad un ritmo che non avevo mai sentito, e sì, mi fa paura. -Ho sofferto tanto Violetta, tu non puoi immaginare.- Sorrido tristemente, lei abbandona la mia mano, -Lo so.. Hai gli occhi di chi ha smesso di crederci ma continua a sperarci.- La guardo più attentamente, e dentro sento, non lo so cosa sento.. Mi prende per mano e mi trascina via, -Leòn devo dirti una cosa..- Mi dice mentre mi porta non so dove in casa sua. Percorriamo enormi camere e in fine vedo una porta finestra, lei la apre e usciamo in giardino, fuori è buio, ci illumina solo la luce della luna, che è sufficiente per fa sì che guardi i suoi occhi, i suoi meravigliosi occhi che sanno leggere così bene i miei. -Molto bello quì.- Noto il giardino molto curato, con fiori che adesso dormono e che domani sbocceranno come la bellezza della ragazza che è parata davanti a me, che regala sempre e ogni giorno tutto il suo splendore, basterebbe davvero che io le stessi accanto per farla stare meglio? -Leòn.- Interrompe i miei pensieri, faccio un passo indietro e noto che è seduta in una panchina molto lavorata, la raggiungo. -Cosa volevi dirmi?- Le domando, lei abbassa lo sguardo come il suo solito, -Non potresti guardarmi negli occhi per una volta?- Le adagio una mano sul viso e faccio in modo che mi guardi, -Sai a me le cose belle non capitano mai..- Fa un respiro profondo, -Pensavo di essere felice.. la più felice, quando non sapevo che avevo bisogno di una persona più dell'aria che respiro, infatti sei arrivato tu e... Be' quando sei arrivato io avevo occhi solo per te, soltanto che tu guardavi da un altra parte.- confessa, -E come fai ad esserne convinta?- Le domando sicuro. -Lo so.- Mi risponde quasi sovrapponendosi alla mia domanda, -Violetta, tu non potrai mai vedere cosa c'è dentro di me.- Le dico scuotendo di poco il capo. -E cosa c'è?-, -Dolore.-, -Dovuto a..?-, -Tanti avvenimenti, una storia andata male..-, -Male?-, -Si.-, -Perchè?.- E mi trovo a questo punto chiedendomi se sia meglio fermarsi o proseguire.. -Lei non mi amava.- Confesso con lo sguardo annebbiato, e si, provo rabbia, rabbia nei miei confronti perchè sono stato così stupido. Lei ha gli occhi sbarrati, declutisce alla mia confessione e le tremano le labbra. -Leòn, io ti amo.- Una lacrima le percorre il viso che ormai si era asciugato. No, non ci posso credere. Non posso ricascarci. -No.- Le dico scuotendo il capo e abbassandolo. -No cosa?- mi domanda con la voce tremante. -No, non puoi amarmi.- Pongo entrambe le mani davanti al mio viso. Non può essere. -Perchè no?- Formula questa domanda, non la sto guardando in viso, ma so che in un modo o nell'altro la sto uccidendo ancora. -Non puoi e basta.- Insisto, -Prova almeno a spiegarmi il perchè.- Mi supplica, con la voce piena di dolore, non posso starle dicendo davvero questo. Non voglio farle del male più di quanto non sto già facendo. -Perchè ho paura- Le confesso sinceramente, alzo lo sguardo quando lei timidamente mi leva le mie mani da davanti il viso, e fa in modo che possa guardarla, -Paura di cosa?- Adesso è più risoluta e vuole davvero sapere. -Ho paura di rimanere solo, ho sofferto troppo e dico troppo nella mia vita per amore, io..Ho paura di ricominciare a piangere come una ragazzina su un cuscino per non urlare dal dolore e di illudermi di qualcosa che probabilmente non accadrà mai.- confesso sorridendo tristemente, sotto il suo sguardo fisso. -E cosa vorresti che accada, Leòn?- Mi domanda, io scuoto il capo, -Vorrei che fossimo una cosa unica, qualcosa di indescrivibile, che neanche il più grande dei poeti possa spiegare, con te vorrei essere non solo la più grande storia d'amore di tutti i tempi, ma anche della nostra vita.- Confesso con gli occhi sognanti, vorrei solo questo con una ragazza, qualcosa che non ho mai avuto. Violetta è rimasta seria e mi guarda come nessun'altra mi aveva mai guardato, Ally non mi ha mai osservato così, lo devo ammettere. -E perchè non dovrebbe accadere tutto questo?- Sussurra, io le prendo le mani, ed è come se le avessi infilate nell'oceano nell'inverno. -Perchè ho avuto una sola vera ragazza nella mia vita, sono stato felice con lei, ma poi mi ha fatto cadere in interminabili tenebre. Adesso penso solo che se ti facessi entrare dentro le mie paure, finiresti per scappare da me.- Parlo il più sinceramente possibile. Lei sospira. -Io non scapperei mai da te, vorrei davvero conoscere il ragazzo della quale mi sono innamorata e per cui sto sveglia notti intere, vorrei che fossimo una cosa sola.- Mi stringe ancora di più le mani e parla con intensità, ed io riesco a capire perfettamente quanto può costarle riuscire a pronunciare queste parole. -Allora lo vuoi veramente?- Le domando vago. -Cosa?- , -Amarmi.-, -Si.-, -E se poi il tuo amore dovesse svanire?- Le domando preoccupato. -Non svanirà.- risponde sicura, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. -Come lo sai?- Le domando dolce. -Non lo so.- Mi sorride. Io mi sciolgo. -Allora come fai a dirlo?- Rimando il sorriso, ma dopo lei torna seria. -Io dico le cose che penso veramente.- Sbotta sicura. -E a cosa pensi?- Le accarezzo lievemente le mani e lei sussulta, sospira -Che ogni volta che ti vedo non posso più starti lontano, come una sorta di calamita. Ogni volta che sorridi, penso a quanto sia bello se una persona come me possa far sorridere una persona che ha sofferto tanto come te.- Le sue parole mi scaldano il cuore così le rivolgo un sorriso sincero e pieno di significato. -Voglio provarci.- Sbotto sicuro, poi mi avvicino la sua mano alla bocca e stampo un lieve bacio. -Ne sei sicuro?- I suoi occhi brillano, io le prendo il viso tra le mani, -Si, ne sono sicuro.- Lei sorride, -E non hai paura?- Mormora. -Non più.- Le sussurro piano con la voce roca, Lei mi guarda negli occhi e questa volta credo che le sue siano lacrime di commozione, -Leòn, ho sempre scelto te anche quando non ti conoscevo perchè, in segreto, ho apettato te per cominciare ad amare. Ti sceglierei sempre e comunque.- Mi confessa, una lacrima mi riga il viso. Nessuno e dico Nessuno mi aveva mai detto una cosa così rincuorante, con lei mi sento ristorato. Io la voglio, la voglio con tutto il mio cuore. Mi avvicino al suo viso ancor di più e lei con il polpastrello del pollice mi tira via quella lacrima. Sento il suo respiro così vicino, questa volta ci siamo. Voglio assaporare le sue dolci labbra, che bramo da quando ho iniziato a conoscerla. Vedo i suoi occhi socchiudersi. Chiudo i miei e mi godo ancor di più la fragranza che emana, mi fa completamente impazzire! Ma quando sto per concludere quell'attesa straziante e azzerare completamente le vicinanze... -Vilu!- Sento questa voce familiare, Violetta apre gli occhi, e improvvisamente alla porta compare, Francesca?

ANGOLO AUTRICE
Salve Salvee Amici Amicii!! Aspettate, perche ripeto le cose due volte? Non lo so, non lo so.. HAHAH Okno, niente umorismo, non ne sono capace xD Allooraa.. Ancora una volta mi scuso per il ritardo, ma i giorni passano così velocemente che neanche me ne rendo conto, e in più ho avuto dei problemucci con il computer... Ma comunque,, Passiamo al capitolo!;) Benissimooo si inizia con il Pov di Vilu!! Praticamente Vilu è più innamorata che mai, e alla sua confessione Leòn.. Cosa stava facendo?? LA STAVA PER BACIARE SIGNORE E SIGNORI!!! *Applausi* Ma non è accaduto :( *Fischi e buu* Ebbene, è la vita... Leòn non si sente sicuro, e si trattiene appunto per Violetta, mai e poi mai vorrebbe farla soffrire, comunque non si decide a baciarla così lei si allontana, ma sapete cosa? se lei non si fosse allontanata secondo me l'avrebbe baciata... Comunque, Violetta torna a casa in preda alla disperazione ed entra in gioco Whitney Houston xD Ascolta le parole delle canzoni e continua a disperarsi, la sera si decide ad alzarsi, doccia e Fran la chiama, ovviamente lei non le dice niente. Scende al piano di sotto e si prepara una coppona di Gelatoo! xD Poooii va in salotto e guarda un film e riflette sul contenuto pensando sempre a Leòn.. Arriva poi Olga con la SORPRESONA! Leòn in casa Castillo, per fortuna che German non è in casa eheh xD I due si trasferiscono in cucina e Leòn fa il pervertito xD Vabbè è pur sempre un uomo (UN BELLISSIMO UOMO *_*) Poiii Violetta si accorge di essere sporca in viso, va in bagno e fa delle riflessioni (Vilu la golosona ^-^) Parlano ma poi arriva olga e li fa trasferire in salotto, Olga mi dava sui nervi oggi u.u AHAHAH  Leòn si incanta alla vista del piano e pooi una citazione di Miley Cirus *-* (Quella dei tasti del piano) Poi una confessione di Vilu (l'ennesima) Gli confessa che la sua vita è cambiata da quando è arrivato lui *.* Si alza in piedi e non sa come proseguire.. Poooiii Pov di Lion *-* Lui le va dietro e quando è arrivato al punto di farla esasperare col suo atteggiamento ( aahahahah) La abbraccia stretta stretta *___* Lei all'inizio vorrebbe ritrarsi ma poi acconsentee U.u Lui si avvicina per baciarla ma lei abbassa il capo, gli dice di andarsene ma lui molto garbatamente rimane xD Poi le fa sentire il battito cardiaco e lei il suo (Ma quanto sono Cucciiolii), Lui le confessa di aver sofferto, poi lei lo trascina via verso il giardino, e dopo che il Caro Lion le dice che la sua storia è andata male perchè 'Ally' in realtà non lo amava lei LE CONFESSA IL SUO AMOREEE!!! Il via alla conversazione che preferiscoooo!! ....LION VUOLE PROVARCI!! Anche se Lion non le ha detto ancora che la ama ç_ç In realtà non sa ancora capire i suoi sentimenti... Fatto sta che i due stanno per baciarsi quando tutt'ad un tratto FRANCESCA! (vi prego non odiatela, lei è andata lì solo perchè voleva aiutare Vilu ç_ç) Cooomuuunqueee il prossimo capitoloo rivelerààà tante tante cosuccieeee sarààà speciale*_* Scusate la Nota d'autrice un pò cagata ma purtoppo sto andando di fretta xD Peròò non mi dimentico mai di ringraziare i miei amati lettori e rencensorii (VI HO DETTO CHE VI AMO?? <3) Poi ringrazio chi ha aggiunto la storia ai preferiti e ai seguiti/ricordati:*_*  Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero anche di essere migliorata nell'esposizione dall'inizio ad ora, perchè mi impegno tanto:** Un bacione a tutti e... Si VI ADORO!! (saluto Niley Story xD Te quierooo <3) Un Abbracciooo;))
-BeYoSinger :*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
E sì, mi ero completamente dimenticata, e giuro con tutta me stessa che avrei solo voluto non ricevere proprio in quel momento quella rimembranza. Addio sogni, addio. E proprio in quel momento? Dio, mi senti? Davvero è dovuto accadere proprio in quell'istante? Proprio ora che stava per succedere, e lui era così vicino... Dio, Perchè mi fai questo? Ah no, già, è vero, sai una cosa? Questa è colpa mia, non tua. Sono io che mi illudo all'improvviso, sono io che immagino le cose sbagliate, che provo le cose sbagliate e poi ci rimango male. Sono io, è colpa mia. Colpa mia. Colpa mia se sto così, se mi sento uno schifo, solo colpa mia. 
All'arrivo di Francesca apro subito gli occhi che tenevo socchiusi e mi stacco da Leòn in una maniera acrobatica, che nemmeno io so come aver fatto, mi metto in piedi e mi sistemo coprendomi il petto dalla canottiera trasparente e di tanto in tanto aggiustando qualche ciocca ribelle. Sono nervosa e tremo, vedo Leòn alzarsi e guardare la nostra interrutrice. Francesca mi fissa, e sembra strana, non riesco a decifrare il suo sguardo, poi si schiarisce la voce. -Interrompo qualcosa?- Domanda, e adesso il suo sguardo? Si, adesso l'ho saputo leggere, ha gli occhi pieni, lucidi, e.. Si ci ha visti. Mi avvicino frenetica a lei, -No, assolutamente niente.. No, Leòn?- Chiedo conferma lui annuisce e sorride imbarazzato mentre stampo un bacio sulla guancia della mia migliore amica per salutarla. Leòn sta peggio di me, si gratta la nuca e guarda il pavimento, -Fran?- Francesca, che guardava fisso il ragazzo che fino a poco prima era a distanza due centimetri dal mio viso, si volta verso di me. Vorrebbe esplodere, la conosco... E non so cosa fare, in più c'è Leòn e non posso aprire bocca davanti a lui. -Vilu, cosa significa?- Mi sussurra in modo che possa sentirla solo io, mentre Leòn va avanti e indietro per il giardino. -Fran, e se ne parliamo più tardi?- Dico, e Leòn mi sente. -Ragazze, se permettete tolgo il disturbo.- Il Messicano dagli occhi verdi sorride e io vorrei sprofondare negli abissi più profondi, non voglio che se ne vada. -No, Leòn sono io di troppo quì..- Francesca mi sorride falsamente, -Fran ma cha diavolo dici!- Le ringhio contro. Lei sospira, -No davvero, stavo per andarmene.- Interviene Leòn, io lo supplico con lo sguardo e lui, be' non conosco quell'espressione, ma credo che neanche lui volesse andarsene. Con quel suo viso mi invita a star tranquilla, non ne conosco il motivo ma credo sia così. Lo sento nell'anima, nel cuore. Si avvicina a me e mi schiocca un bacio sulla guancia, mentre senza farsi notare mi sfiora la mano e l'accarezza, e poi saluta anche Francesca che rimane fredda come un cubetto di ghiaccio, ma quello che so è che anche il ghiaccio si scioglie. Sento i passi di Leòn che si allontanano e lo sbattere della porta, io e Fran fissiamo il luogo nella quale Leòn è uscito, per un paio di secondi, dopo lei si volta verso di me. -Sono venuta perchè al telefono eri strana, e volevo tenerti compagnia... non volevi farmi venire perchè la compagnia non ti mancava, noto.- Dice con l'amarezza nella voce. Lei non sa che io so. Io lo so che lei prova un sentimento grande nei suoi confronti, e so anche che Leòn i primi giorni la ricambiava, e oggi non la guardava con disprezzo, lui magari la vede come la vedo io. -Fran, io non sapevo che sarebbe venuto.- Le confesso, -Stavo per andare a dormire dopo essermi ingozzata con una vaschetta piena di gelato e schifezze, e quando è arrivato avevo il viso tutto appiccicoso, è stato imbarazzante.- Continuo, lei mi fissa attentamente. -Io non pensavo  che tra te e Leòn, be'...- Mi dice, e lo so, sta per piangere, 3..2..1 e scoppierebbe ma si trattiene, lei è capace, e la invidio da morire per questo. -Cosa?- Le domando e noto l'amarezza che sente, simile a quella che sto provando io. -Leòn e tu... Nel senso, vi ho notati così vicini.- Indica la panchina dove io e il Messicano eravamo seduti poco prima. -Veramente mi stava soltanto consolando, io..- non riesco a terminare la frase ma poi prendo fiato, -Stavo male e lui mi ha abbracciata.- Mento. -Non sembravate abbracciati, tutt'altro.- Incrocia le braccia. -Si, ci eravamo staccati due secondi prima.- Affermo. -Ma perchè ti interessa tanto?- Le domando, e voglio che me lo dica, deve dirmelo. -Niente, pura curiosità. - Rotea gli occhi, -Fran!- La rimprovero aggrottando le sopracciglia. -Violetta, io pensavo che noi ci raccontassimo tutto, se ti piace Leòn dimmelo e basta, non so perchè esiti tanto.- Scuote la teste e si fissa le scarpe, le sue scarpe da 'Femmina', guardo anche io in quel punto e posso decifrare in un solo istante quanto Fran e io possiamo essere diverse, e penso: Wow io e la mia migliore amica siamo così opposte eppure lei non smette di essere tale, Subito dopo però ricordo quello che sempre Fran mi dice quando le faccio questo ragionamento, Non si completa un puzzle con i pezzi uguali. Torno a guardarla in viso, -Fran quella che proprio non potrebbe toccare l'argomento sei tu, perchè è un periodo che ti chiudi in te stessa, tu non mi racconti più niente, non ti sfoghi, e come se per te io fossi un estranea..- Le dico per poi pentirmene subito dopo, perchè in fondo neanche io le ho raccontato niente, e be' sta a lei rispondermi, come sta per fare. -Vilu, sei cambiata e io non ti riconosco, forse siamo in torto entrambe.- Io annuisco perchè so che ha ragione. Percorro due gradini e mi accomodo su uno di questi e invito Francesca a fare lo stesso, -Fran, ti va di raccontarmi cosa ti rende così diversa con me?- La esorto, -Perchè? Ti ho dato modo di capire che sono cambiata come hai fatto tu? Non mi sembra, sono sempre la stessa, continuo a frequentare la scuola con la stessa noia, continuo ad andare al ritrovo con la stessa energia, cosa che tu non fai. Continuo ad essere allegra come sempre, ti chiamo e ti mando messaggi ogni giorno senza ricevere risposta, mi preoccupo per te come ho sempre fatto, non sono diversa, nè con te nè nella vita, come fai a dire questo?- Il suo è una specie di sfogo che mi fa capire quanto male mi sia comportata con la mia sorella dell'anima in questo periodo, è tutto vero quello che dice, ma una cosa c'è: -Fran, hai mai visto il sole spegnersi solo perchè pioveva? Non sei cambiata nella vita, nè tantomeno con me, ma io lo vedo che c'è qualcosa che mi nascondi e che non mi vuoi dire.- Lei si rabbuia tutt'ad un tratto e il suo sguardo si converte in uno che sono incapace di decifrare così su due piedi. -Si, qualcosa c'è.- mi confessa. Cosa mi dira? Mi parlerà di lui? e allora io come reagirò? Voglio davvero saperlo? Risponderà a tutti i miei dubbi? -E C-cioè?- Esito un attimo e faccio fatica a pronunciare quelle sillabe. La vedo guardare nel vuoto, un punto non preciso, anche lei esita apre e richiude la bocca più volte, ma poi: -Si tratta di Leòn.- Confessa. Si ferma e continua a torturarsi il labbro per poi subito dopo abbassare il capo. No, non può averlo detto davvero! Il mio cuore comincia ad accelerare ed in questo momento non so, non so se vorrei continuare ad ascoltarla o correre il più lontano possibile in qualche luogo oscuro e isolato. Il vento comincia a bofonchiare. Devo esortarla a continuare? Il mio cuore sopporterà il dolore di quello che sono sicura affermerà? Sospiro forte per calmarmi, -Oh.- Rispondo, e mi è costato molto pronunciare questa interiezione, ma annuisco e continuo a fissarla, e se le mie membra me lo permettono, ad ascoltarla. Continua a guardare un punto nel vuoto ma improvvisamente si volta e mi guarda negli occhi. -Mi devi confessare una cosa Violetta.. Tu confessi e io continuo, altrimenti non avrebbe senso parlare.- Non l'avevo mai vista così seria e così desiderosa di sapere, mi stringo nelle spalle, -Cosa dovrei confessarti?- Domando alzando entrambe le sopracciglia, poi incrocio le braccia. Lei sospira e torna a guardare quel punto fisso per circa cinque secondi e poi si volta a guardarmi. -Leòn.. A te piace? Provi qualcosa per lui?- Mi coglie di sorpresa, e rimango impercettibilmente sotto shock alla domanda, e la prima cosa che mi viene da pensare è..: Che cazzo dico ora? Chiudo gli occhi e sospiro, segno di resa? Non lo so. -Violetta, verità, solo verità e nient'altro che la verità!- Esclama alzandosi in piedi per poi vigilarmi per intero. -C-cosa ti ha fatto pensare una cosa del genere? Mi sembra ovvio che non mi piace! Ricordi con chi stai parlando?- Mento spudoratamente facendo la sbruffona per non far notare la morte che ha preso possesso del mio corpo nel pronunciare quelle parole che non avrei voluto mai uscissero dalla mia bocca, neanche sotto tortura. Deglutisco più volte le conseguenze della mia menzogna in quanto vedo Francesca illuminarsi. Vedo il luccichio nei suoi occhi il candore del suo sorriso e la brillantezza dell'intero viso. -Violetta sei sicura di quello che stai dicendo?- Mi domanda entusiasta, e io non posso fare a meno di rimandare un sorriso, il sorriso più difficile di tutta quanta la mia vita, il più duro, il più forzato, il più finto... E adesso lo posso dire: Ho recitato. -Fran, ma che ti sei messa in testa? Mi sembra logico! Perchè tanta esitazione nel credermi?- Domando con una apparente tranquillità , nascondendo la guerra interiore che sto combattendo con pessimi risultati. Francesca emette un sospiro triste e torna a sedersi accanto a me. -Vilu, secondo lui prova qualcosa per te.:
Flashback
-Resta il fatto che nessuno batte Vilu con i dolci.- confesso. Lui ride e d'un tratto gli si illuminano gli occhi. -Cosa c'è?- Domando vista la sua espressione. No, niente. Violetta è una ragazza speciale, non è vero?- 
Fine Flashback
Francesca mi riferisce la conversazione che ha avuto con Leòn durante la loro passeggiata quel pomeriggio nel quale io stavo al ritrovo pensando al peggio. -Ah.- Rispondo alla fine del racconto. -E in più oggi vederlo quì... Chissà che mi è venuto in testa.- Mi confessa mettendosi le mani alla testa però subito dopo sorride guardandomi. -Vilu, Leòn vorrei fosse mio! Vorrei che fosse il mio principe per l'eternità! Perchè lui è un principe! Il mio Principe azzurro che è arrivato proprio per salvarmi in questo periodo nel quale mi sento così sola.- Parla riproducendo gesti regali con le braccia. A me si ferma il cuore. -Non avevo idea ti piacesse o almeno non me lo avevi mai detto.- Dico trattenendo a stento il pianto. -Be' io volevo prima essere sicura che tu non provassi niente nei suoi confronti, altrimenti ti avrei lasciato campo libero e mi sarei fatta da parte, anche se la trovavo un azione alquanto complicata da svolgere.- Confessa. Deve andarsene altrimenti scoppio, si scoppio a piangere e allora l'altruismo che il mio cervello mi sta costringendo a compiere andrà in frantumi. -Vilu, cos'hai, non mi sembri molto felice per me.- Parla come se si fosse già sposata. -Si, assolutamente, è che come ti dicevo prima, non mi sento molto bene.- Mento, dicendo la verità, perchè sto morendo dentro, e a fuoco lento sto perdendo tutti i pezzi. -Cos'hai?- Mi domanda preoccupata. -Vuoi che faccia qualcosa per te?- Continua apprensiva. Si Francesca, una cosa la potresti fare: Lasciami L'amore della mia vita, non rubare Leòn dalle mie braccia, lo so che lui prova qualcosa per me, perciò lascialo a me, che mi sono già innamorata, non prendermelo ti prego! Ti supplico Francesca, voglio solo una cosa nella vita, ed è lui. Lui che è il primo, il mio primo amore, la persona con la quale vorrei arrivare in paradiso, anzi la persona che sarei disposta a seguire anche all'inferno. Permettimi di scoprire il suo mondo, permettimi di imparare a leggere i suoi occhi color dello smeraldo, permettimi di essere felice, e lui assomiglia tanto alla felicità, non nominarlo con un pronome possessivo, No! Ancora non è tuo, Leòn, il messicano che mi ha rubato il cuore in pochi giorni, è mio! Lui è mio! Nel mio cuore è Mio! Nella mia anima alberga solo il suo nome, che mi ristora, che mi fa star bene, che mi permette di continuare a lottare per raggiungere un solo obbiettivo, Francesca... Ti prego, ti supplico, permettimi di scorgere ogni sua espressione, permettimi di aiutarlo a superare le paure che da poco mi ha confessato di avere, permetti ad entrambi di essere felici! Perchè lui mi amerà, e se solo gliene dessi la possibilità mi amerebbe incondizionatamente, in un modo disarmante io lo so. Voglio tentare, voglio provare a far in modo che mi ami; Ma come posso riuscirci se tu intralci il mio cammino? se il bene che provo per te non mi lascia campo libero? Se il mio cervello mi suggerisce parole che non avrei voluto mai dirti? Non capisci che mento quando dico che non mi importa? Non mi riesci a leggere negli occhi come hai sempre fatto, amica mia? -Vilu, ma stai piangendo?- Francesca mi accarezza il viso, e solo allora torno sulla terra e mi rendo conto di avere il viso ricoperto di lacrime. -Fran, non mi sento per niente bene, per favore, mi accompagni in camera mia?- La supplico, lei annuisce più preoccupata che mai, e mi aiuta ad alzarmi. -Vilu, ti prego dimmi cosa ti senti? Vuoi che chiami tua madre?- Mi domanda cingendo la mia vita per portarmi in casa ed aiutarmi a salire le scale. -No, non è niente, forse il fresco, non lo so, ma sento la testa girare.- Mento per non farla preoccupare. Entriamo in camera mia e mi aiuta ad adagiarmi sul letto. -Vilu, ti porto un aspirina.- Dice preparandosi ad uscire, ma la esorto a fermarsi -No, Fran non è necessario, è tutto okay, già mi sento meglio, forse dovevo solo sdraiarmi.- La rassicuro. -Sicura?- Mi domanda. -Sicurissima- Rispondo con la voce un pò tremante. -Ora per favore Fran, stai tranquilla e va a casa a dormire, domani c'è scuola.- La incoraggio, lei sospira si avvicina e mi stampa un bacio sulla fronte. -Vilu, mi dispiace tanto di essermi comportata da egoista, pensando che ti piacesse Leòn quando invece tu hai la tua teoria dei 'Ventisette anni'- Ride, io le sorrido. -Buonanotte, ti voglio bene.- Si avvicina alla porta. -Anche io.- Le rispondo e lei se la chiude alle spalle. Anche io, Francesca, altrimenti non penserei a rendere felice te, mandando a fanculo la mia vita.  



SEI GIORNI DOPO
Mi domando il perchè. Sono quì, controllo continuamente l'orologio a forma di pallone da calcio appeso alla parete della mia camera, e continuo a domandarmi il perchè questa cazzo di vita non mi lascia un minuto in pace. Ma che schifo è? Ma chi è stato il coglione che ha detto che questi sono gli anni più belli? Vorrei andare a sputare due parole in faccia a questo tipo che si è inventato queste scemenze. Sono esattamente le 03:46 e io sono steso sul letto a guardare il soffitto. Quel soffitto bianco. Il bianco, che colore... Non ha alcun senso, non è neanche un colore... Il bianco sono io, che non ho senso in questa vita che mi rende soltanto l'essere più sofferente del pianeta. Perchè non riesco a non pensare a lei adesso? Cos'è uno scherzo? Dopo la puttana di Ally ho il coraggio di farmi piacere un altra ragazza? Allora sono proprio io che voglio soffrire Dio Santo! Violetta. E non riesco a non pensarla, il suo viso mi compare davanti ogni volta che chiudo gli occhi, e riesco quasi a sentire il gelo che provo con le sue mani a contatto con le mie, perchè anche se congelate mi davano una sensazione mai provata prima d'ora. E senza volerlo la vedo ovunque, e allora penso che quando hai una persona nel cuore non serve incontrarla dal vivo. La incontri nei sogni, nei desideri, nei pensieri, nelle nuvole, nelle pozzanghere e nel sole. La incontri ovunque. E alla sua vista a scuola reagisco con freddezza per paura di lasciarmi andare, ma è facilissimo regire in questa maniera durante il giorno, però di notte è tutto un altro discorso. E non importa quanto presto decida di alzarmi la mattina. La mia ansia mi sveglia sempre prima di me, pronta a darmi un buongiorno del cazzo. Eppure vorrei soltanto capire che è successo da quel giorno a casa sua. E vorrei soprattutto capire il motivo per il quale da quel giorno non mi rivolge parola. Però mi fissa, sta sempre lì a fissarmi, e intanto trema. Mi guarda pensando che io non me ne accorga, e non appena mi volto distoglie lo sguardo in una frazione di secondo impercittibile. Questa è stata una settimana che vorrei solo intendere, e subito dopo dimenticare. Francesca mi ha dimostrato in ogni modo che le piaccio, e ho passato molto tempo con lei in questi giorni. In qualche modo è riuscita a farmi distrarre, e mi ha dato la possibilità di poter capire che straordinaria persona è. Non me lo ha confessato verbalmente, ma io colgo i segnali, e so che da quando sono arrivato vorrebbe che tra noi nascesse qualcosa. Non nascondo il fatto che i primi tempi non mi era affatto indifferente, come del resto tutt'ora. Ma quando mi passa davanti i brividi non mi percorrono la schiena come mi succede ogni volta che Violetta in classe si riavvia i capelli adagiandomi addosso un profumo inebriante. E lì mi ritorna in mente il momento nel quale stava per nascere un nostro bacio. Quel bacio che non ho potuto ancora stamparle su quelle labbra soavi e carnose. Quelle labbra che non potuto mordere per poi premerle contro le mie. E quanto avrei voluto farlo. E quanto rancore ho provato nei confronti di Francesca in quel secondo nel quale ci ha interrotti. E poi lei, Violetta mi ha detto di amarmi. E io non potevo crederci, e tutt'ora non me ne capacito. Ma se mi ama come dice perchè fa così? Le ho confessato tutto, le mie paure, le mie insicurezze:
Flashback
Così poggia la mia mano sul suo petto, solo allora capisco e il suo cuore batte ad un ritmo che non avevo mai sentito, e sì, mi fa paura. -Ho sofferto tanto Violetta, tu non puoi immaginare.- Sorrido tristemente, lei abbandona la mia mano, -Lo so.. Hai gli occhi di chi ha smesso di crederci ma continua a sperarci.- La guardo più attentamente, e dentro sento, non lo so cosa sento.. Mi prende per mano e mi trascina via, -Leòn devo dirti una cosa..- [...]  -Cosa volevi dirmi?- Le domando, lei abbassa lo sguardo come il suo solito, -Non potresti guardarmi negli occhi per una volta?- Le adagio una mano sul viso e faccio in modo che mi guardi, -Sai a me le cose belle non capitano mai..- Fa un respiro profondo, -Pensavo di essere felice.. la più felice, quando non sapevo che avevo bisogno di una persona più dell'aria che respiro, infatti sei arrivato tu e... Be' quando sei arrivato io avevo occhi solo per te, soltanto che tu guardavi da un altra parte.- confessa, -E come fai ad esserne convinta?- Le domando sicuro. -Lo so.- Mi risponde quasi sovrapponendosi alla mia domanda, -Violetta, tu non potrai mai vedere cosa c'è dentro di me.- Le dico scuotendo di poco il capo. -E cosa c'è?-, -Dolore.-, -Dovuto a..?-, -Tanti avvenimenti, una storia andata male..-, -Male?-, -Si.-, -Perchè?.- E mi trovo a questo punto chiedendomi se sia meglio fermarsi o proseguire.. -Lei non mi amava.- Confesso con lo sguardo annebbiato, e si, provo rabbia, rabbia nei miei confronti perchè sono stato così stupido. Lei ha gli occhi sbarrati, declutisce alla mia confessione e le tremano le labbra. -Leòn, io ti amo.- 
Fine Flashback
Ed io la vedo così coraggiosa... Ma poi ci penso e non so se il suo più che coraggio sia impulsività. Però me lo ha confessato, ed io le credo, io sono sicuro che lei mi ama, eppure non riesco a capirla. Quella domenica mi ha rivelato ogni sentimento che prova nei miei confronti, mi ha detto che aspettava me per cominciare ad amare, mi ha detto che le ho cambiato la vita, che la sua felicità si è mutata a causa mia. Ma io non me lo spiego, non mi spiego il perchè mi evita da quel giorno. Ho provato molte volte ad avvicinarla, con una insicurezza che voleva far fermarmi le gambe, eppure mi avvicinavo e lei scappava via. Cosa sarà successo quel giorno, dopo che sono andato via da casa sua. Un momento prima che me ne andassi, mi supplicava con lo sguardo di restare, eppure, non so, stavamo davvero per iniziare a provarci, e stava diventando tutto così magico quel giorno, ma poi è svanito tutto. Soffro, perchè ogni mattina vedo il suo viso quando entra in classe sempre con le cuffiette nelle orecchie, ed ha sempre il sorriso sulle labbra, all'intervallo sta un pò con le sue amiche, ride a tutte le battute che fanno, scherza, però poi mi soffermo un attimo a pensare, poichè, ho notato la svogliatezza con la quale si toglie le cuffiette appena entrata per ritornare alla realtà, e stare a sentire la gente, che il più delle volte la usa come spalla su cui piangere, che le racconta i propri problemi come se lei non stesse peggio di loro. Poi noto quando finisce di ridere e inizia a fissare un punto con gli occhi tristi e vuoti, e poi si annulla. Ho notato quando consola gli altri, e vorrebbe solo urlare alla gente il suo dolore, vorrebbe un aiuto. Ed io lo so, ma non so come reagire, perchè lo vedo che ogni giorno recita un sorriso, come del resto faccio io, che vorrebbe solo tapparsi le orecchie quando in classe c'è casino, che vorrebbe dirmi tutto, ma che qualcosa la frena, che quando mi vede con Francesca distoglie ancora lo sguardo spegnendosi completamente... Aspetta... Francesca! Non sarà lei il motivo? Non sarà che è al corrente che io a lei piaccio? 
Il mio telefono emette un fischio, mi sarà arrivato un messaggio. MI alzo interrompendo per un attimo i miei ragionamenti, per prendere in cellulare che avevo  posto sotto carica prima di sdriarmi sul letto. Scorro il blocco schermo, Tomàs.:

Lo so che sei sveglio amico..

Ebbene sì, Tomàs sa sempre tutto, non so perchè perde tempo a scuola quando potrebbe benissimo lavorare come Mago. Digito sulla tastiera la risposta:

Dato che anche tu sei sveglio potrei chiamarti?

Invio. Due minuti dopo il telefono vibra sopra le mie mani, Una chiamata di Tomàs. Apro la porta finestra della mia camera per uscire nel balcone, per far in modo che mia madre non mi senta. Mi appoggio alla ringhiera e premo scorro il tasto verde. -Hei..- rispondo, -Non abbiamo niente da fare alle quattro del mattino vero, amico?- ride, -Niente da fare, ormai è abitudine, mi addormento mezzanotte e mi sveglio alle due del mattino, e..- Tomàs mi interrompe. - E Pensi a lei.-. Emetto un sospiro, -Esatto.- ammetto. -Queste donne ti faranno morire giovane, Amico mio.- Io annuisco, so che ha ragione. -Sono arrivato ad una conclusione, Tom.- Mormoro. -Si, anche io, amico, hai molte opzioni: Prete, Parroco, Papa, Frate, Curato oppure la più logica, diventare Gay!- Esclama, io non posso fare a meno di ridere, ma poi torno serio, -A parte gli scherzi Tom. Secondo me centra qualcosa Francesca.- Gli confesso il mio ragionamento. -Finalmente ci sei arrivato!- Esclama, -Come? Tu già lo sospettavi?- Gli domando, -Be' Leòn, da come mi hai raccontato era piuttosto evidente. Violetta è strana, è cambiata. Mi hai detto che Francesca ti ha raccontato il fatto che si preoccupa per lei, in quanto la vede diversa. Dopodichè tu hai scoperto che si è mutata in poco tempo a causa tua, per il fatto che lei ha subito provato un sentimento nei tuoi confronti. Voi vi siete conosciuti un pò meglio, avete confessato l'un l'altro quello che provate, e stava per esserci un bacio...- Spiega, poi continua. -Questo bacio è stato interrotto da Francesca, che mi hai detto di aver trovato piuttosto arrabbiata, inquanto a lei tu piaci, anche se non ti ha ancora detto niente. Violetta in quel momento si è innervosita ed è corsa da Francesca, tu hai annunciato la tua ritirata ma Violetta non voleva che te ne andassi, in quanto mi hai detto che lo leggevi nei suoi occhi, ma alla fine hai salutato andandotene, e nei giorni seguenti Violetta non si è fatta più sentire, ti evitava, ma al contrario Francesca si è avvicinata di più a te. Adesso, ragiona un attimo con me, amico.- Lo ascolto attentamente emettendo qualche mormorio di assenso. -Non sarà che dopo che Francesca ti ha visto così attaccato alla Violetta, non le abbia confessato che tu le piaci? Sono migliori amiche giusto?- Mi domanda, -Si, Francesca mi ha detto che lei è la sua sorella dell'anima, e che la ama più di se stessa.- Rispondo, -Ecco. Violetta ovviamente prova lo stesso nei confronti di lei. Non appena ha saputo che a loro due, che sono come sorelle, piace lo stesso ragazzo, Violetta, magnanima, ha ceduto il posto a Francesca, perciò sta facendo tutto questo per lei. Leòn, apri gli occhi una buona volta! Possibile che non intendi mai quello che ti succede attorno?- Tomàs ha perfettamente ragione. Non posso credere di non averci pensato prima. -Tom, provo qualcosa di forte per quella ragazza.- Confesso. -Ne sei innamorato?- Mi domanda, -Non lo so. Non ho mai conosciuto la vera lei. Francesca me ne ha parlato, come ti ho detto. Mi ha descritto una Violetta opposta. Forse dovrei solo sentirmi in colpa, perchè sono stato io a farla cambiare.- Dico tristemente. -No, quella che dovrebbe sentirsi in colpa è soltanto la sua migliore amica Francesca, perchè se Violetta non avesse subito capito che tu piaci a lei si sarebbe presentata a te in un altro modo.- Dice con rancore nei confronti di Francesca. -No, non è colpa sua, perchè lei secondo me non ha idea del fatto che Violetta mi ami, altrimenti avrebbe reagito alla pari della sua migliore amica. Sai di chi è la colpa, della vita. La vita mi sta giocando colpi troppo bassi e io non so se riuscirò a superarli tutti. Mi sembra un azione troppo complicata da compiere. Forse dovrei solo farla finita.- Confesso, parlando con sincerità. -Leòn, invece di sparare cavolate da quella bocca, parla con Violetta, che secondo me è l'unica persona che realmente potrebbe aiutarti in questo momento.- MI ringhia contro. -Secondo te è diversa? Mi farà innamorare di lei e poi reagirà come Ally?- Domando, ed ho molta paura della sua risposta. -Leòn, cerca di capire una cosa. Ally non ha sofferto per te quando sei partito, e ragiona sul fatto che sei stato fidanzato con lei e gli avresti donato la tua stessa vita. Lei ti ha ripagato tradendoti. Violetta non ti conosce e non è mai stata con te, eppure si è innamorata di te, anche con la malinconia che porti addosso, si è innamorata davvero secondo me, e sta soffrendo come nessuno farebbe mai per un amore che neanche si conosce sotto tutti gli aspetti, non dovresti lasciarla andare come fai ogni mattina. Dovresti prenderla per un braccio e costringerla a parlare, dovresti fare di tutto per conoscerla davvero, dovresti farla tornare a sorridere come tu non hai mai visto.- Tomàs mi apre gli occhi, e mi fa sentire un mostro, perchè sono solo un codardo, un insicuro. Rimango un minuto in silenzio. -Ricorda Leòn: Non è un grande chi riesce a far innamorare una persona, ma chi riesce a far battere nuovamente il cuore di una persona ferita.- Continua. -Grazie, grazie di tutto amico.- Con il cuore in mano pronuncio queste parole. -Leòn, sei mio fratello, ricordalo sempre!-. 
Dopo aver salutato Tomàs rientro in camera mia e controllo l'orologio. Le 04:39. Voglio vederla. Devo parlarle. Stringo il cellulare tra le mani e mi siedo sul bordo del letto. Non posso telefonarle a quest'ora. Starà dormendo. Scorro le dita sul display del mio smartphone e arrivo alla lettera V. Violetta, premo sul suo numero, è più forte di me, scorro il tasto verde e chiamo. Uno squillo... Due Squilli..-Pronto?-. Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, la sua voce è sveglia, sembra quasi che non l'abbia svegliata nel bel mezzo dell'alba. -V-violetta.- Riesco a malapena a balbettare il suo nome, -Scusa se ti ho svegliata.- Riprendo. La sento sospirare. -No, tranquillo non mi hai svegliata.- Confessa, vorrei averla quì davanti a me per abbracciarla e non lasciarla andare mai. -Hai bisogno di qualcosa?- Mi domanda fredda, io sospiro. -Si.- Rispondo. -Ho bisogno di te.- Continuo. Sento silenzio dall'altra parte della linea. -Sei ancora lì.- Domando. -Si.- Riesco a percepire il suo tremore anche attraverso il telefono. -Violetta, ti prego possiamo vederci?- La supplico. Un altro minuto di silenzio. -No, Leòn, non ha senso.- Dice distrutta. -Violetta, per piacere, non farmi questo torto, ho bisogno di parlarti. Ricordo perfettamente cosa mi hai detto domenica scorsa!- Dopo essermi messo i jeans e una t-shirt, esco dalla mia camera e percorro le scale velocissimamente, non staccandomi dal cellulare. -Leòn erano cazzate.- Dice con la voce tremante, la sento singhiozzare di tanto in tanto. -Violetta, non erano cazzate. Mi spieghi cos'hai?- Le domando con un pizzico di rabbia nella voce. -Niente.- Mormora. -Sono giorni che non mi parli, che non mi sorridi. Quindi te lo ripeterò ancora: Che succede?- Dico volendo costringerla a parlare. -Leòn ti prego, non voglio parlare, voglio solo stare sola. Lasciami stare.- La voce sta nuovamente diventando fredda con qualche tremolìo. -No cazzo, non ti lascio stare. Adesso, per favore, scendi.-.



Sento il rombo della moto non appena mi avvicino alla finestra. Non posso credere che sia quì! Il cuore sta per uscirmi fuori dal petto. Indosso la mia solita canottiera e i pantaloni del pigiama. -Leòn, non dovresti essere quì, se ti vede mio padre sarai un ragazzo morto!- Esclamo ancora al telefono. -Affacciati.- Mi ordina. Apro la finestra e lo vedo. Attacco il telefono, mi asciugo le lacrime dal viso. -Ciao.- Sussurra. -Leòn, vattene! Se mi sentono sono guai!- Gli esclamo urlando a bassa voce. -Scendi.- Continua a sorridermi, come se non stesse ascoltando ciò che dico, e il suo sorriso fa sì che le mie labbra si incurvino. Si vedrà che sono innamorata? -Mi devo vestire.- Gli comunico. Lui annuisce, io chiudo la finestra e mi dirigo verso l'armadio. Prendo un paio di jeans e una magliettina, e me li infilo velocemente e poi indosso le scarpe per poi uscire dalla mia stanza e correre sotto senza fare troppo baccano. Controllo l'orario dal mio cellulare che segna le 05:12. Apro il portone di casa e me lo chiudo alle spalle con molta cautela. Passo il cortile e cammino verso la moto. Dov'è adesso? Mi guardo un pò intorno ma subito dopo mi sento circondare la vita da due braccia muscolose e forti. Urlo per lo spavento, e lui mi mette subito una mano davanti alla bocca -Shh, vuoi che torni a casa senza le mie parti più importanti?- Mi sussurra Il messicano che mi ha fatto prendere un collasso. Dalla sua affermazione non ho potuto fare a meno di ridere, infatti so per certo che mio padre gli staccherebbe proprio quelle di parti. Mi conduce a pochi metri da casa mia, e andiamo a finire nel giardino della mia vicina Amelia, dietro casa sua. Leòn molla la presa e si stacca un pò da me sorridendomi. -Ciao, di nuovo.- io rido, -Ciao, per la terza volta Leòn!- Quanto è bello Madonna santa. Lui ride ma poi mi prende le mani e torna serio. -Cosa c'è che non va?.- Mi domanda e intanto sfrega le mani contro le sue per riscaldarle. Mi ipnotizza con il colore dei suoi occhi che mi guardano, e sono come dei fari. -Non c'è niente che non va.- Mento. Lui mi scruta attentamente e io abbasso subito lo sguardo, neanche il tempo di farli mi alza il viso prendendomi il mento tra il pollice e l'indice della mano destra. -Sai cosa mi succede, da domenica scorsa?- Non gli rispondo ma continuo a fissarlo con le labbra schiuse. -Mi sveglio dal nulla la notte, e inizio a pensare a te.- Mi si inumidiscono gli occhi. -Ah.- Pronuncio. -Tu hai pensato a me in questi giorni?- Mi domanda e continua ad accarezzarmi le mani, con le sue dita affusolate e morbide. -Continuamente.- La prima lacrima scende sul mio viso rigandolo. -Cos'è che ti fa piangere?- Mi domanda serio, e pian piano inizia ad avvicinarsi al mio viso. -Ho pianto ovunque per  te, Leòn. Mentre ascoltavo una noiosa lezione di geografia, mentre leggevo un libro che a tratti parlava di quello che provo per te. Ho pianto a tavola fingendo di soffrire di mal di pancia, ho pianto per strada, da sola. Ho pianto di notte per non farmi sentire, ho pianto quella volta in cui sono rimasta sola a casa e ti ho pensato troppo e ho urlato il tuo nome.- Mi guarda come se gli stessi augurando la morte, come se da ciò che dico dipenda la sua vita. Prendo fiato e continuo. -Ho pianto sotto la doccia, mischiando le lacrime con l'acqua.- Sospiro, -Leòn, mi chiedo perchè ti amo fino a perdermi, mi chiedo perchè preferisco perdere me piuttosto che restare senza te.- La seconda, la terza lacrima e adesso esplodo. Faccio in modo che abbandoni le mie mani e circondo il suo collo con le mie braccia, e lo stringo forte a me, una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno e lui ricambia stringedoti più forte. Lo tengo stretto a me in una maniera possessiva. Dopo alcuni minuti lui scioglie l'abbraccio giusto il poco che serve per guardarmi negli occhi. -Cosa è successo tra te e Francesca?- Gli domando, e spero tanto che non voglia rispondermi. -Cosa sarebbe dovuto succedere?- Mi dice. -Sai che odio quando rispondi con un altra domanda.- Azzardo un risolino. -Apparte gli scherzi, ho capito tutto.- Mi confessa. -Cosa hai capito?- Domando molto preoccupata. -Lo so che piaccio a Francesca.- Porta una mano sul mio viso e tira via una lacrima. -Oh.- Riesco soltanto a pronunciare ciò. -So che lei è più bella, più dolce, più simpatica di me. So che io sono timida, strana, sono... Non so..e lei è dolce e carina con tutti. Ma io ti amo come lei non può amarti... E non so neanche perchè ti sto dicendo questo, perchè lei è mia sorella, lei è tutto, ma io.. non so le parole mi scivolano via di bocca senza volerlo. Leòn, ti prego non innamorarti di lei.- Continua a fissarmi, senza aprire bocca, subito dopo mi appoggia al muro che era dietro di me di cui non conoscevo neanche l'esistenza, fa in modo che la mia schiena si congiunga su di esso dopodichè appoggia le braccia sempre su quest'ultimo, tiene gli occhi fissi sulle mie labbra come se fossero le ultime righe di una lettera d'addio, io schiudo la bocca più di prima, e l'aria comincia a mancarmi e il cuore ad accelerare, chiudo gli occhi pian piano, e sento il fiato di Leòn ormai mischiato con il mio, azzera le distanze e appoggia le sue labbra sulle mie. In questo momento non riesco a capire in che luogo sono, in quale pianeta, universo parallelo, un brivido mi percorre tutte le membra del corpo, sento Leòn che inizia a baciare il mio labbro inferiore, ed io non mi muovo, non muovo un muscolo, e non muovo le labbra, lascio che lo faccia per entrambi, preme e si muove sulle mie labbra ed io sono come in Trance, Il mio primo bacio, nel quale non so come reagire, le sue labbra sono morbide, vellutate e il suo fiato e caldo. Mi morde il labbro inferiore ed io sento le labbra pulsare, si sposta dalle mie labbra agli zigomi e subito dopo si avvicina al mio orecchio, -Baciami, Violetta.- Mi sussurra con il respiro affannato e la voce intensa che fa si che senta un formicolìo nello stomaco. Gli incornicio il viso con le mani e azzero le distanze come ha fatto lui prima, premo sulle sue labbra e inizio a baciarlo, lui infila le sue dita tra i miei capelli e li tira di tanto in tanto, mi bacia con foga, con possessività, come se fosse l'ultimo bacio della sua vita. Ebbene sì, lo ripeto ancora una volta, si chiama Leòn, ed assomiglia tanto alla felicità!


ANGOLO AUTRICE
Salve, Salveee!!! Comee Vaaa? Quanto mi odiate per il ritardooo? Quanto mi amate per il bacioo? AHAHAHAHAH Alloraaa, Buonaseraa!! Prima di ogni cosa mi scuso con il cuore in mano per il ritardo imperdonabile che ho commesso con il capitolo 10, ma il fatto è che sono state settimane troppo impegnative, infatti sono anche partita, maaa comunque non ci perdiamo in stupidagginii! xD Prometto che con il capitolo 11 non compierò un ritardo così immenso, in quanto sono anche iniziate le vacanzuccie di pasqua, così ho più tempo per scrivere. Partiaamoo! Francesca interrompe il bacio in veranda, e la situazione diventa alquanto complicata, Leòn se ne va, in preda al disagio, anche controvoglia e così inizia la confessione, solo quella di Francesca però, in quanto Violetta nasconde ogni cosa, ed è vittima delle proprie menzogne, dette per la felicità dell'amica. Personalmente la frase alla fine del primo pov mi piace un sacco! '' -Buonanotte, ti voglio bene.- Si avvicina alla porta. -Anche io.- Le rispondo e lei se la chiude alle spalle. Anche io, Francesca, altrimenti non penserei a rendere felice te, mandando a fanculo la mia vita''... Sei giorni dopo abbiamo un Leòn Insonne, che per fortuna messaggia con Tomàs, che lo chiama al cellulare*_* Raga se non fosse per Tommy forse il Nostro Lion non sarebbe mai andato dalla nostra viluuu!!! Fatto stà ce Tommy azzecca proprio la vera situazione e non fa una piega. Dopo che chiude la comunicazione con il suo migliore amico, telefona a Violetta che a sua volta non dormiva e la loro conversazione mi è rimasta nel cuore *-* Cushiolii!! ^-^ Poi ad un tratto le dice, Scendi!!!*_* Mi batteva il cuore mentre lo scrivevo! Comunquee lei scende e... altra conversazioneee magnificaaaa!!! *-* Quanto posso amarliii!! mi piace quando Vilu dice : '' -Leòn, mi chiedo perchè ti amo fino a perdermi, mi chiedo perchè preferisco perdere me piuttosto che restare senza te.- ''  Dopodichèèè il baciooo che inizialmente gestisce solo Leòn, inquanto Vilu non riesce a muoversi, e poi quando Leòn le dice all'orecchio: '-Baciami, Violetta.-'' Io erooo mortaaa!! Lui è troppo Sexyyy! *____________________* Spero che avrete notato che è finito il capitolo ma loro non si sono staccati, perciò l'inizio del capitolo undici sarà molto entusiasmante ahhahah xD *___* Scusate la nota d'autrice fatta un pò di fretta perchè non ho molto tempoo:( Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio I recensori che mi fanno sempre commuovere , i lettori silenziosi, e chi ha aggiunto la storia ai preferiti i seguiti e i ricordati! Vi voglio troppo benee!! Scusate ancora il ritardo! Alla prossimaa Amigosss!! Vi amooo!! (Un Saluto alla vostra benefattrice Niley Story (@Magicgirl96), non dimenticate di ringraziare lei che mi ha convinto a mettere il bacio nel capitolo 10 ahahahha Teee quierooo spero che recensiraii!) 
@BeYoSinger <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
E forse le sto facendo paura, forse no, ma le sto divorando le labbra, e non intendo fermarmi. Sta tremando, trema come una foglia sotto questo lieve venticello dell'alba, sotto il calore del mio corpo, delle mie braccia che la tengono stretta. E continua a tremare, mentre lotta con tutta se stessa per non lasciarmi andare, per non staccarsi neanche per riprendere un pò d'aria nei polmoni. E lo so, sono avido, ma ne ho bisogno. Ho bisogno di ricevere finalmente un bacio pieno di amore, sentimento. Odio quando la gente lo fa per piacere. Ma lo sanno quanto può essere inebriante questa situazione? Avere una ragazza che muore d'amore per te e si sforza per darti ciò di cui hai bisogno, anche se è così innocente? Ed io lo so, questo è il suo primo bacio ed io ne sono così fiero. Sono così fiero che abbia dato il suo primo bacio a me. Ed anche se ho potuto assaporare centinaia o migliaia di bocche, questa è la prima esperienza anche per me, in quanto nessuno prima d'ora mi ha mai amato quanto questa fragile ragazza che tengo sotto le braccia, ed io lo so che mi ama. Mi ama da morire, sento il sapore dell'amore che prova per me dalla sua bocca, le sue labbra. Le sue labbra... è difficile spiegarlo, ma non ne ho pietà, voglio consumarle, e desidero che sia solo io a poterle assaporare in questa vita. Ne sono geloso, perchè sono stato io a toccarle per primo, o almeno sono sicuro sia così, e voglio essere l'unico in assoluto. 
Cerco in qualche modo di far sfiorare le nostre lingue, e come se glielo avessi chiesto verbalmente Violetta mi da via libera schiudendo la bocca in modo che io mi possa imbucare e far giocherellare le nostre lingue. Sento poi la sua, morbida e calda sul mio palato. Le accarezzo i capelli, tirandoli di tanto in tanto e sono talmente vellutati e piacevoli al tatto. Ad un certo punto l'aria comincia a mancarmi e il cuore inizia ad accelerare ad un ritmo insostenibile, così delicatamente mordo il labbro inferiore a Violetta e le schiocco un ultimo bacio sulla bocca per poi staccarmi e prendere un pò d'aria. Dischiudo gli occhi e noto i suoi già ben aperti che mi fissano seri e innamorati, siamo affannati come se avessimo corso una maratona, e lei continua a tenere le sue mani fredde sul mio viso. -Non pensi che sia sbagliato?- Con il fiatone pronuncia queste parole in modo dolce ma conciso. -Che cosa?- Rispondo, e non riesco neanche a riconoscere la mia voce. -Affidare tutta la tua felicità ad una persona?- Mi risponde, con gli occhi che brillano, con un sorriso serio ma sincero sulle labbra. -A chi hai affidato la tua felicità, Violetta?- Le sorrido perchè conosco già la risposta, anche se non so come reagire. -Davvero è necessario che lo dica?- Mi poggia le mani sulle spalle e io le cingo la vita. Scuoto la testa e le stampo un bacio casto sulla bocca. Le sue guance prendono fuoco e io suoi occhi ardono di amore per me, adesso so leggerli. -Leòn, questo è senza dubbio il momento più felice della mia vita, ma..- Pendo dalle sue labbra, e al sentire pronunciare quel 'Ma' ho perso un pò di speranze. -Ma?- Le domando. Lei sospira, -So che domani passa.- dice avvilita. -No, non passa.- La rincuoro, lei mi sorride. -Me lo prometti?- Mi domanda e i suoi occhi luccicano. -Non so se posso. Le promesse sono troppo spesso parole dette in un secondo e poi mai mantenute.- Scuoto il capo e lei mi guarda interrogativamente. -Quante persone ci hanno detto 'io ci sarò per sempre' e alla prima difficoltà se ne sono andate? Quante persone ci hanno detto 'io ti farò stare bene' e ci hanno fatto star male più di quanto già non stessimo? Quante persone ci hanno promesso il mondo, Violetta? e invece hanno lasciato solo un ricordo.- Continuo, lei è attenta ed allo stesso tempo delusa, però pende dalle mie labbra. -I ricordi, le promesse non mantenute lasciano solo questo. Ricordi di speranze che sono andate via via affievolendosi, e sono svanite solo dopo un sacco di tempo. Le promesse lasciano speranze e poi le distruggono, facendo rimanere solo tristi ricordi di pochi attimi di felicità, in cui si credeva ancora in qualcosa, in qualcuno.- Prendo fiato, e le afferro saldamente le mani. -Violetta, non voglio prometterti niente, da un paio di settimane a questa parte ho capito che non credo più alle promesse, mi hanno fatto solo del male, ed io non voglio farne a te. L'unica cosa che voglio che tu faccia è... darmi un pò di fiducia Violetta, nient'altro.- Lei annuisce ed io avvicino una mano al suo viso. -La amavi?- Con questa domanda, fatta con una voce tremante e insicura, mi sento spiazzato. Le ho parlato di lei, è vero, ma voglio lasciarla completamente fuori dalla mia vita. -Si.- Le rispondo a monosillabi, lei annuisce. -Perchè?-, -Mi faceva stare bene.-, -Mi hai detto che lei non ti amava.-, -Già..-, -Non le avevi mai chiesto cosa amava di te, dato che pensavi ti amasse?-, -no.-, -Chiedilo a me.-, -Cosa ami di me Violetta?-. Pronunciata questa domanda deglutisco, e muoio di paura. -Tutto, amo tutto di te Leòn.-, -Non ti saresti mai dovuta innamorare di me.- Sbotto, lei si irrigidisce, -E tu non avresti mai dovuto sorridermi in quel modo!- Esclama, poi le si trafigge sul viso un'altra delle sue lacrime. -Sai qual'è il bello?- Mi dice con le lacrime agli occhi e il sorriso distrutto. -Quale?- Le domando serio, e la sto uccidendo, lo so, con quella mia affermazione l'ho uccisa, anche se le avevo detto di fidarsi di me pochi minuti prima. -Che anche se tu non mi ami, in questo momento sono felice, sono felicissima.- Dice singhiozzando, chi si arrabbia spacca tutto, ma chi non si arrabbia si spacca dentro. -Come fai a dire che non ti amo?- Le domando, -Lo so, Leòn, lo so e basta.- Risponde distrutta, e in un suo momento di felicità ho rovinato tutto, mi sento una merda, ma è vero, non sarebbe mai dovuta entrare nell'oscurità innamorandosi di me, anche se ormai è successo, e la cosa mi rende davvero gioioso a dirla tutta. -Violetta, dammi la possibilità di conoscerti, quello che ho detto prima è vero, non avrei voluto ti innamorassi di me perchè... be' non voglio farti soffrire.- Le dico dolce, lei fissa un punto sul suolo, ed io come il mio solito le sollevo il mento per far in modo che mi guardi. -Hai il sorriso di una donna, Violetta, il pianto di una bambina e la forza di un uragano.- Mi osserva attentamente e intanto si tortura le labbra mordendosele, cosa che in questo momento vorrei continuare a fare io. -Chi ti dice che sono forte?- Mormora, con un sorriso afflitto. -A volte le persone si costruiscono dei muri, non tanto per tenere fuori gli altri, ma vedere a chi importa abbastanza da abbatterli.- Le cito, -Tu li stai abbattendo pensando di essere fragile, stai abbattendo i miei muri, tanto da far in modo che possa capire quanto ti importa di me, quanto mi ami, tanto da far in modo che abbia bisogno del tuo viso in ogni attimo della mia giornata.- Continuo. -Voglio stare con te.- Mi dice deglutendo, le afferro la mano e faccio in modo che mi segua. -Vieni, ti porto a fare un giro, ti va?- Le domando mentre ci dirigiamo verso la mia moto. -Dove mi porti?- dice asciugandosi il viso, sorridendo curiosa. -Nulla di che, nella mia vita.- Le dico e il suo viso si illumina, le sorrido e la faccio salire sulla mia moto. Le persone come me non hanno bisogno di molto, solo di qualcuno, e il mio 'qualcuno' è lei.



Sdraiata sull'erba con lui su di me. Mi fissa e sorride, io invece tremo, tanto per cambiare, sotto di lui che fa leva per non far peso sui gomiti e giocherella con i miei capelli mentre io tengo le braccia appoggiate al suolo. -Potrei stare qui a guardarti per il resto dei miei giorni.- mi dice, io sorrido ma continuo a tremare con il respiro affannato, -Chiudi gli occhi.- Mi ordina, io lo osservo interrogativa ma poi obbedisco. -Sei bellissima, Violetta.- mi sussurra e i brividi prendono vita sulla mia pelle, sento la sua presenza avvicinarsi al mio viso, il suo profumo, che mi sa di frizzante, fresco. Appoggia il naso sui miei zigomi e inizia a lasciarmi piccoli baci sulla mandibola risalendo al mento nel quale si sofferma di più, io schiudo le labbra e nello stesso istante sento le sue premere contro le mie. Inizia a baciarmi dolcemente, io prendo coraggio e rispondo al bacio e sento il suo sorriso sulle mie labbra, la sua lingua si impadronisce della mia bocca, e la sento calda, avida, come questo bacio, che sta diventando pian piano sempre più violento e pieno di passione. Gli circondo le braccia intorno al collo per avvicinarlo ancora di più a me, sento tutto il suo peso sul mio corpo, che mi fa sentire protetta, sicura, se sono con lui cosa potrebbe mai succedermi? Il bacio comincia a diventare soffocante, ma non voglio smettere di sentire le sue labbra scolpite e morbide sulle mie, ancora inesperte ma desiderose. Sento le sue mani che mi accarezzano la vita, scendono lungo i fianchi, e la paura mi inizia a investire... Percepisco qualcosa che inizia a gonfiarsi nei Jeans stretti di Leòn, qualcosa che comincia a indurirsi sopra le mie cosce. La sua mano continua a scendere. Cosa avrà intenzione di fare? Spinta dalla paura gliel'afferro facendola risalire, ed è allora che ci stacchiamo e lui con una mossa acrobatica alleggerisce il peso sul mio corpo stendendosi di fianco a me per poi sedersi sull'erba, lasciandomi sdraiata in preda ai forti brividi, alla forte paura e all'imbarazzo. Continuo a respirare a fatica, ma mi metto a sedere all'altezza di dove sta Leòn che si riavvia i capelli assorto dai pensieri. -Mi dispiace, io..- Mortificato pronuncia queste parole. Io sento il cuore stringersi nel petto, che accelera nonostante la velocità abbia ormai già preso il sopravvento. -Mi sono lasciato andare, io... non dovevo.- Mi volto per incontrare i suoi occhi, e noto che lui mi stava già guardando, con i suoi grandi, intensi... imbarazzati. Scuoto la testa per far in modo che capisca che non c'è niente che non vada. -Leòn è tutto okay.- Mormoro aprendogli un sorriso vero e sincero. Lui continua ad essere serio ma si ammorbidisce. -Io, ti ho spaventata... Non volevo.- Continua a tormentarsi. -Chissà cosa penserai di me adesso.- Sospira, io rido per incoraggiarlo e mi avvicino a lui, che mi guarda interrogativo, prendendolo alla sprovvista, lo abbraccio forte, tanto forte. -Io non penso niente, so solo che ti amo, e che te lo ribadirò fino a quando quello che sento nel mio cuore non svanirà nella morte.- Gli sussurro, e so che sente timore nel toccarmi e ricambiare l'abbraccio. -Stringimi forte, ti supplico.- Lo incoraggio, sento le sue mani forti stringersi nella mia schiena che mi accompagnano a congiungermi a lui. -Oh, Violetta.- Ci gettiamo ancora una volta sull'erba soffice che ci accoglie come un morbido cuscino in piume, stavolta io sono sopra di lui, che ha preso possesso del mio corpo, tenendomi stretta e ferma. -Stai diventando troppo importante per me, essenziale.- Mi confessa con voce roca e passionale, il mio cuore manca di un battito ma poi continua più veloce che mai. Mi avvinghio, è solo mio! Leòn è mio! Mi stacco giusto quanto basta per guardarlo negli occhi. Mi intristisco quando mi viene in mente una cosa, un qualcuno. -Francesca.- Azzardo. Lui mi prende il viso tra le mani. -Non mi importa di nulla. Non m'importa del mondo, del tempo, delle persone. Sei tu, perchè mai il resto dovrebbe avere importanza?! Sei tu, importante, solo tu.- Mi dice per poi stamparmi un dolce e casto bacio sulle labbra.
Passeggiamo mano nella mano, per le vie del nostro 'Luogo incantato'; dall'ultima sua frase non abbiamo aperto bocca, solo sguardi, sguardi che dicono tutto, che ho imparato a leggere. -Ti piacciono di più gli occhi azzurri o castani?- Domando, lui si volta verso di me e mi guarda con vigore. -Mi piacciono di più gli occhi che sorridono.- Mi risponde, e io mi sciolgo, come faccio a rimanere in piedi con affianco un dio del genere? Le mie gambe si stanno affievolendo pian piano, sono gelatina ormai. -I tuoi occhi, mi piacciono soltanto i tuoi.- Riprende guardando verso dove camminiamo, con un sorriso che vuole trattenere, io non posso fare a meno di guardarlo,  ha un espressione diversa dal solito, sembra più spensierato. -Ti va di fare qualcosa oggi, sai.. per conoscerci.- Mi domanda, io mi soffermo un attimo a pensare, e... Lampadina! -Potremmo starcene a casa mia, oggi i miei stanno fuori fino a tardi.- Propongo entusiasta. -Ci sarà Olga?- Mi domanda timoroso  alzando le sopracciglia, e io non posso fare a meno di ridere, -Mi inventerò qualcosa.- Lo rassicuro, lui mi squadra  con gli occhi sorridenti che luccicano. -Cosa c'è?- domando notando il suo sguardo, -Niente, sei talmente bella quando ridi.- Scuote la testa come per non capacitarsene, le mie guance prendono fuoco e gli rivolgo un sorriso smagliante. 



-Ormai non credo che verrà, sono le 10:30..- Cami è in ansia, è tutta tesa.. ma che le succede?. -Si lo penso anche io..- Naty appoggia la chitarra, -Francesca hai provato a telefonarle?- mi domanda Broadway insistentemente, ed io non gli sto rompendo un tamburo della batteria sulla testa per miracolo di Dio. -Brodway, caro.. Le avrò telefonato minimo ottocento volte e in questa settimana ho provato talmente tante volte che mi hanno telefonato gli operatori della mia promozione per chiedermi che problemi ho!- Rispondo assalita da forti nervi! Lui alza le mani in segno di resa e si allontana come se potessi fargli del male. Ma che è successo a questa ragazza!? Marco continua a fissarmi imperterrito, Federico mi manda lettere anonime del cazzo.. Leòn? Lui riesce solo ad ignorarmi quando c'è qualcun'altro presente. La mia migliore amica. Lei non lo degna di attenzioni e lui le sbava dietro. Perchè non si accorge semplicemente che a lei non interessa e si volta verso chi farebbe davvero qualsiasi cosa per lui? Sbuffo e mi alzo dallo sgabello della tastiera, faccio segno a Cami di seguirmi e lei si mette in piedi annoiata. Ci dirigiamo nel giardino fuori dalla stanza del ritrovo e ci accomodiamo nel muretto di cemento. -Che succede?- Mi domanda, io le rivolgo uno sguardo assassino come per dirle 'Cosa? Davvero non ti rendi conto?' Lei alza le mani come per difendersi proprio come poco prima ha fatto Broadway, -Ti sono rimasti appiccicati alcuni atteggiamenti del tuo ex, Cami...- Io rido, lei non capisce ma lascio correre. -Cami, abbiamo perso la nostra migliore amica secondo te?- Le domando con gli occhi pieni, lei stringe le labbra in una linea. -Fran, io non lo so.. Vilu, be' non è più la stessa di prima, lei... Hai notato i suoi occhi, lei è assente, e poi, non ride più di gusto, lei lo fa per farci un favore.. Questa settimana è stata orribile.- Mi dice trattenendo il pianto. -Tu.. Pensi che le sia successo qualcosa di grave e.. non voglia parlarne?- Alla mia domanda si irrigidisce, e io aggrotto le sopracciglia interrogativa. -Fran tu ricordi la Vilu di un mesetto fa, vero?- Svia la mia domanda incastrandomi in un altra, io faccio finta di niente. -Si.- Rispondo. -Quando la guardavo era una raggio di sole! Ogni mattina salutava tutti con un sorrisone acceso, vero, R-E-A-L-E! Adesso la guardo e immagino solo una tempesta di oscurità. Se ci penso mi viene da morire, perchè... Cosa può esserle successo di così grave per far in modo che diventi così? Io, non me lo spiego.- Continuo. Cami alla mia destra sospira e appoggia il capo sulla mia spalla, -Dobbiamo fare qualcosa amica, la stiamo perdendo, lei sta perdendo se stessa.- Mi appoggio le mani davanti al viso dopo la frase di Camilla, sento un vuoto nel cuore.. -Ho in testa una miriade di situazioni della mia vita attuale che fanno sì che non possa stare in pace.- Le dico con un nodo in gola. -C'è Violetta, c'è Leòn..- Camilla alza subito il capo dalla mia spalla dove stava appoggiata e trattiene il fiato per circa 4 secondi, -Leòn? Ancora Leòn?- Si alza in piedi in preda alla rabbia. -Fran, giorni fa mi hai detto che ti piaceva, e adesso devi anche stare male per lui?- Mi rimprovera. -Cami, non capisci, il mio è stato un amore a prima vista!- Esclamo, lei annuisce frenetica. -Amore a prima vista il cazzo! Tutti pensano che questo amore a prima vista sia una bella cosa, ma non lo è, anche in quel momento si nota solo e soltanto l'aspetto fisico!- Mi sbatte in faccia queste parole, e io la guardo, mentre mi schiaffa la verità, mi incupisco e lei si ammorbidisce, -Francesca...- Torna a sedersi di fianco a me, -Non puoi continuare ad ignorare tutti i ragazzi che s'interessano a te solo perchè non sono lui.- Mi appoggia una mano sulla spalla sinistra. -Ma è la verità, li ignoro perchè non mi fanno lo stesso effetto.. Quando vedo Leòn, il cuore mi manca di un battito, io.. Vorrei tanto che mi guardasse come faceva i primi giorni.. Adesso guarda da un altra parte... Non ha occhi che per Violetta, e a lei non interessa nemmeno.- Guardo Cami che ha serrato gli occhi, come se le avessi tirato un pugno allo stomaco. -E tu perchè n-non glielo confessi?- Balbetta queste parole spaventata, e tossisce di tanto in tanto. -Camilla?- La chiamo, -Cosa?.- Mi domanda, -Perchè sei così nervosa?-  la guardo torva, -Non sono nervosa! Che vai a pensare pff, nervosa io?- Emette una risata isterica, e io sbarro gli occhi per la sorpresa, -Cami!?- Le esclamo. -Cosa?-, -Dimmelo!-, -Ma cosa?- Continua la risata isterica e inizia a tossire, -CAMILLA!- Le urlo. -COSA?- Risponde ardentemente all'urlo, io mi faccio prendere dai nervi e stringo i pugni. -Francesca, calmati sei tutta rossa in faccia!- Le sue parole mi fanno infuriare ancora di più. -Si può sapere cosa mi nascondi anche tu adesso? Prima Violetta fa la vaga, e adesso anche tu?!- Mi alzo in piedi, lei mi guarda mortificata, sta per aprire bocca quando la noto guardare un punto dietro le mie spalle, e subito dopo mi accorgo della presenza di Federico. -Ragazze..- Mi volto e me lo ritrovo davanti col suo ciuffo e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni. -Che vuoi tu, adesso?- Alzo gli occhi al cielo e mi allontano qualche passo da lui. -Non fare l'acida.- Risponde offeso. -Questa è la mia natura.- Sbotto, mentre Cami ride, -Comunque.. Venite che stiamo discutendo della nuova canzone..- Ci avverte scocciato, sicuramente del mio atteggiamento. -Bene, Fran.. Forza andiamo.- Mi dice Camilla, e ovviamente se la squaglia.. Ma solo per adesso.



Cammino avanti e indietro lungo il corridoio di casa mia. Sto davvero ricominciando. O mio Dio! Chi lo avrebbe mai detto, io Leòn Vargas, mi sto davvero innamorando di un altra? Di un altra che non è lei? Che non è Ally? Violetta. La persona con la quale sarei voluto andare oltre oggi, ma solo per amore. Si, amore. Sto pronunciando questa parola di nuovo? Sarò mai capace di dare questo ruolo a Violetta? il ruolo che aveva Ally? Be' ricordo quando ancora due anni fa la chiamavo ''amore'', sì dalla mia bocca nasceva questo suono che non proveniva dalle corde vocali, da un pò più in basso... Proveniva dal mio cuore, che pulsava per lei. Scuoto il capo forte per scacciare questi pensieri dalla mia testa, perchè lei non era la ragazza che pensavo fosse. E con la testa di cazzo che mi ritrovo mi sto cacciando un altra volta in questo guaio. L'amore uccide, è la morte più grande. Ma se devo oltrepassare un altra volta quella linea di confine per Violetta, allora chiamatemi 'Suicida'! Io la devo conoscere questa benedetta ragazza, questa stupenda ragazza con gli occhi castani, con gli occhi intensi, pieni di dubbi, emozioni, intricati di situazioni che sono difficili da leggere, eppure voglio imparare, e pian piano sto ottenendo qualcosa, buoni risultati. 
Entro in camera mia e mi butto sul letto, controllo l'orario: 16:23. Ma è mai possibile che non passa mai il tempo quando davvero ne ho bisogno? Alle 18:00 a casa sua. Non vedo l'ora di rivederla, non vedo l'ora di riabbracciarla, di baciarla, sì! Baciarla fino a consumarle le labbra, oh, le sue labbra, mai provato un sapore così desiderabile, la bramo con tutto me stesso! Sospiro intensamente. Sento il rumore l piano di sotto del portone che si apre e poi si chiude. -Leòn?! Sono a casa!- Sento mia madre in un grido abbastanza offuscato. Mi alzo dal letto esco dalla mia camera e la raggiungo. La vedo indaffarata a riporre negli scaffali la spesa appena fatta. -Mamma.- Si volta per darmi attenzione. -Tesoro, Ciao, sei uscito presto stamattina.- Mi avvicino e le stampo un bacio sulla guancia per salutarla. -Già, dovevo sbrigare una faccenda.- Alla fine della frase smette di fare ciò che stava facendo e mi guarda preoccupata. -Non sarai andato a trovare... quella, la tua ex?- Mi domanda piena di timore, io le sorrido dolcemente e scuoto il capo. -No, mamma, lei è una storia passata..- La rassicuro, emette un sospiro di sollievo e mi afferra le mani, -Allora, Mmh di che faccenda si tratta?- Domanda curiosa ma allo stesso tempo spaventata. -Mamma, tranquilla, non pensare a nulla di grave. Sto solo cercando di far riemergere la mia vita, voglio ricominciare. Lo so che per lei è stato solo un capitolo, ma per me è stato un intero libro, perciò ho deciso di cambiarlo, ne avevamo parlato Mamma.- Lei continua a sospirare. -Si lo so. Ma... In che modo stai riorganizzando la tua vita, figlio mio? - Mi appoggia le mani al viso e mi accarezza lievemente. -C'è un altra ragazza.- Rispondo conciso, -Aha.. Capisco, continua.- Mi sorride sinceramente. -Lei mi ama davvero. Ed è successo tutto così velocemente, in modo così strano.- Le confesso, -Leòn, ti brillano gli occhi.- Mi avverte con lacrime di gioia che le percorrono il viso. Le sorrido e mi rendo conto che mi palpita il cuore. -Vita mia, sei ancora così giovane, ed hai sofferto così tanto!- Dice stringendomi forte le mani, -Te lo assicuro, un giorno incontrerai qualcuno che ti ricorderà che ogni giorno della vita deve essere vissuto, qualcuno che è perfetto nelle sue imperfezioni. Quando meno te lo aspetti troverai quella persona che ti farà sentire che è arrivato il momento di interrompere la ricerca.- Mi incoraggia, a me si stringe il cuore, -Forse nell'istante nel quale siamo tornati quì a Buenos Aires è successo, mamma, Violetta. Forse è proprio lei, o almeno lo spero, con tutta la mia anima.- Le dico, quando mi si inumidiscono gli occhi. -Violetta? è così che si chiama?- Mi domanda mia madre dolcemente, -Si, e sta diventando troppo importante per me per far si che possa rimanere troppo tempo senza di lei.- Le confesso. -Valuta, figliolo, valuta la situazione, cerca di conoscerla, fa in modo che ti dica tutto, che ti dia tutto, tutto ciò che è necessario per far in modo che vada bene.- Mi incoraggia. -Ma ricorda sempre: Le cose che nascono pian piano mettono radici più profonde, non correte troppo.- Mi consiglia affettuosamente, le sorrido e avvolgo, la persona che mi ha dato alla luce e che mi ama più di ogni cosa al mondo, con le mie braccia. Mia madre, la persona che con la collaborazione del mio migliore amico, mi ha salvato quando stava per succedere il peggio. La ringrazierò per questo un giorno, ma solo se andrà bene, solo se ci sarà davvero motivo per ringraziarla, altrimenti potrò solo maledire quel giorno nel quale non l'ho fatto, quel giorno nel quale non ho dato una svolta definitiva, spero solo che ne sia valsa la pena.
Il vento mi accarezza i capelli, sono un tempista se non indosso il casco per godermi questa fresca brezza? Bah! Non mi importa! Sorrido al pensiero di me con una multa e la patente sequestrata. Ne sarebbe valsa la pena. Mi fermo in piazza, sosto la moto pochi metri più lontano e mi avvio verso il fioraio. Nel camminare noto un bar lì vicino, forse apprezzerebbe di più qualcosa di dolce.. Le mie labbra si piegano in un sorriso divertito ricordando il suo viso ricoperto di gelato quella domenica a casa sua. Era così bella, sembrava una bambina alle prese con un cono troppo grande. Violetta. -Hei, 'Occhi sognanti'!- I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile dolce ma acuta, mi volto per capire a chi appartiene la voce, Betty. 'La modella'. Scuoto di poco la testa come per non crederci, ho un colpo al cuore che infilza. Mi fa male vederla, mi riporta alla mente un mare di ricordi il suo viso, il suo solito taglio di capelli con la frangetta e il fresco colore ramato, il suo modo di vestire, lo stesso stile di Ally, che non ha mai seguito la moda, insieme alla sua migliore amica che mi sta davanti, hanno sempre avuto un look proprio, classico e pieno di personalità. Incontrarla ancora mi spaventa. Ricordo perfettamente le parole che mi ha detto quel giorno alla 'rimpatriata' alla quale mi ha portato Tomàs, dopo il mio sfogo da inguaribile romantico con Rudy:
Flashback
 -Quello che hai detto è molto bello.- Abbassa la testa guardando i passi che percorre -Penso davvero quelle quattro cazzate purtroppo.- Sorrido tristemente tenendo le mani sulla borsa tracolla, -Perchè purtroppo?- Mi guarda e io la vedo con la coda dell'occhio, non mi volto. -Ah, vuoi farmi credere che non lo sai?- Sorrido come prima abbassando la testa scuotendola. -Non dirmi che.. La pensi ancora?- è sconvolta, la sua voce inizia a tremare. -Non ho mai smesso.- rispondo seriamente. -Purtroppo.- aggiungo. Credo che lei abbia perso il dono della parola, mi guarda e le tremano le labbra, cerca di dire qualcosa ma non ci riesce. Mi fermo e mi volto -Va tutto bene?- Lei si ferma con gli occhi lucida, sembra che quello che le ho appena confessato l'abbia davvero colpita nel profondo. -No.- Risponde con un fil di voce. -Come fa ad andare tutto bene?- mormora. -Perchè?- Domando deciso. -Tu mi hai appena detto questo... e i-io..- Non riesce a terminare... -Tu cosa?- Sono tranquillo alle apparenze, ma dentro... Brucio. -Come faccio a raccontarti di lei?- Adesso sembra più sicura. -Non raccontarmelo.- Mi si contrae la mascella, sento un forte bisogno di andarmene, correre ed allontanarmi da questa possibile fonte di mille informazioni. Non mi farò raccontare niente. Non sono un disperato io. Devo cominciare a fare l'uomo, perchè fin adesso sono solo stato capace di fare la femminuccia. -Dici davvero?- è Stupita, gli occhi serrati in una fessura. -Si, davvero- continuo a camminare e dentro dove prima bruciava ho il fuoco, Le fiamme dell'inferno. -Io devo fermarmi quì- Mi avvisa, -Okay, allora ci si vede in giro- Sorrido, lei mi stampa un bacio sulla guancia, -Mi ha reso felice averti rivisto, sono contenta che tu sia tornato.- sorride tristemente. -Ti chiederei di non dire niente a 'chi sai tu', ma è inutile, glielo diresti comunque.- affermo con aria afflitta. -Perchè pensi che lo farei? Per farla soffrire.- si è irrigidita e ne suo sguardo noto anche un pò di rabbia -Non sarò la ragazza perfetta. Rido sempre, dico parolacce, sono scema, piango per poco, mi emoziono per un piccolo gesto, certe volte ho qualche capello fuori posto, insopportabile quando voglio, stronza a volte... sono testarda, pero una cosa è sicura. Con l'amore e l'amicizia non scherzo.- Si ferma risoluta, gira i tacchi e si dirige davanti al portone di casa sua. Se voleva colpirmi ci è riuscita! Non le vado incontro come lei si aspetterebbe, non dico una parola, mi limito a sorridere e percorrere la mia strada.
Fine Flashback
'Come faccio a raccontarti di lei?'...  be' mi aveva distrutto, avrò pensato a quella frase tutta la notte successiva a quella sera. E giravo e rigiravo nel letto, e poi.. be' poi Tomàs mi ha confessato tutto. Lei non mi amava. Cosa avrebbe voluto raccontarmi quella sera Betty? Perchè mi rimane in testa ancora quella incurabile ma insensata curiosità? Sospiro violentemente e sforzo un sorriso alla ragazza che mi è parata davanti e che mi osserva con uno sguardo dubbioso. -Betty.- Saluto, lei si avvicina e come il suo solito mi schiocca un bacio sulla guancia. -Come stai?.- mi domanda, ed è quasi come se provasse pena per me, -Bene.- Rispondo secco, Si, bene o almeno stavo bene prima di incontrare la persona che mi ha aiutato a conquistare Allison, la persona che ha contribuito al 'Distruggermi con le mie stesse mani' perchè lei è stata e continua ad essere la mia morte. -Sono contenta.- Mi sorride dolcemente, ma io rimango freddo, recitando un sorriso, sforzandomi con tutte le mie membra. Annuisco, e controllo l'ora sul mio cellulare, voglio mettere fine a questa agonia, arriverei a domandarle cose le quali risposte non farebbero altro che uccidermi. 17:45. -Va bene, adesso vado, mi ha fatto piacere incontrarti.- Mento, non perchè lei non mi stia più a cuore, soltanto che mi fa male. Le ho voluto bene e gliene voglio ancora ma...il tempo apre gli occhi, trasforma la sofferenza in esperienza, ma non ti fa dimenticare chi ti ha ferito. Betty mi risconduce a quel ricordo, la cosa giusta da fare è solo una, cercare di evitare tutto ciò che ha a che vedere con il motivo per la quale stavo arrivando al suicidio. Faccio per salutarla e andarmene ma lei mi afferra per un braccio -Aspetta!- esclama, -E il Leòn che conoscevo io?- Mi domanda con un miscuglio di emozioni nello sguardo: Dolore, malinconia, preoccupazione. -Betty, mi dispiace, ma ricordare il passato mi fa male.- Le confesso, mentre gli occhi cominciano a bruciarmi. -Cosa vuoi dire?- Mi domanda aggrottando la fronte e scuotendo quasi impercettibilmente il capo. -Betty, non devo lasciare che il passato mi condizioni, mi sta paralizzando.- Affermo in tutta sincerità, mentre lei sembra davvero colpita, ed annuisce come se le avessi spiegato l'intera situazione in otto parole. -Capisco.- Dice malinconica. -Mi dispiace.- Continua. -Di cosa?- Le domando sospirando e tirandomi indietro i capelli con entrambe le mani. -Che sia andata così.- Afferma. -Ah.-riesco a dire. -Lei, be'... è ancora la mia migliore amica, Leòn. Un giorno o l'altro dovrai affrontarla.- Mi avverte come se fosse ovvio. -Perchè mai dovrei?- Le domando un pò scosso a mia volta. -Leòn, la città non è piccola, è vero, ma un giorno o l'altro la incontrerai e non potrai far finta di niente.- Incrocia le braccia e mi guarda fisso. -E per quale motivo, secondo te, non potrò far finta di niente?- Le chiedo e lei ha uno sguardo ardente, che non so reggere. -Perchè ancora ti importa.- Mi schiaffa in faccia, e il cuore mi manca di un battito, tiro un forte respiro e rispondo -Ti sbagli.- la sfido, -Ah, si?- mi domanda dubbiosa, quasi non mi credesse. -Si, e comunque sono stanco di questa conversazione, mi dispiace.- Le dico, lei rimane una merda, eppure non so che fare, ma non voglio continuare a discutere di questo. -Ci si vede in giro.- Mi dice, e mi saluta con un cenno del capo, mentre ricambio faccio qualche passo indietro e mi allontano. La cosa peggiore è che quando pensi che hai superato il dolore, ricomincia tutto, e ti lascia senza fiato. 

Nota D'autrice
Buonaseraa amorii mieii!! haha <3 be' finale inaspettato no? Ahi ç-ç Alloraaa!! Innanzi tutto mi scuso per il mio solito e imperdonabile ritardo ç____ç Mi odio quando non riesco a mantenere le promesse, eppure la scuola mi distruggeee *Piange diperatamente* Questa estate Cari mieii vedrete come non vi abbandonerò! Con la continuazione di questa storia o l'inizio di un altra cercerò di non lasciarvi mai più con la bava alla bocca hahah... Beeneee..Ieri rileggevo le antiche note d'autrice.. Vi rendete conto dove siamo arrivati? *-* e si lontanoo!! La mia prima storia e voi cari/e lettori/lettrici che mi siete rimasti/e sempre accanto *___* Secondo voi che piega sta prendendo la storia? Secondo voi sono migliorata nell'esposizione? hahah lo spero tanto xD Comunquee passiamo al capitolo che spero vivamente con ogni parte di me che vi sia piaciuto. Pov di Leòn e si iniziaaa! Il bacio dal capitolo 10 ad ora continua!! *-* Leòn esprime tutti i propri sentimenti per questo importante bacio secondo lui inquanto immagina perfettamente che sia il primo per Violetta la quale era sovrastata dalla paura! (Cucciolotta*-*) E poi il capitolo prima era rimasta immobile non sapendo come reagire, mi sa tanto di dolcee *____* be' Leòn fa diventare avido il bacio afferma addirittura di non voler che nessun'altro tocchi le labbra della ragazza che tiene sotto le braccia. Alla fine del bacio arriviamo alla conversazione, la frase che mi piace che pronuncia Vilu mi piace un sacco :  -Non pensi che sia sbagliato?- Con il fiatone pronuncia queste parole in modo dolce ma conciso. -Che cosa?- Rispondo, e non riesco neanche a riconoscere la mia voce. -Affidare tutta la tua felicità ad una persona?- Ohwww *-* Teneraaaa ^-^ Dopodichè si parla delle promesse e poi la parte nella quale metre la scrivevo avevo il cuore a milleeee e volevo scoppiare a piangeree, ovveroo: Non ti saresti mai dovuta innamorare di me.- Sbotto, lei si irrigidisce, -E tu non avresti mai dovuto sorridermi in quel modo!- Esclama, poi le si trafigge sul viso un'altra delle sue lacrime. -Sai qual'è il bello?- Mi dice con le lacrime agli occhi e il sorriso distrutto. -Quale?- Le domando serio, e la sto uccidendo, lo so, con quella mia affermazione l'ho uccisa, anche se le avevo detto di fidarsi di me pochi minuti prima. -Che anche se tu non mi ami, in questo momento sono felice, sono felicissima.- Dice singhiozzando, chi si arrabbia spacca tutto, ma chi non si arrabbia si spacca dentro. ç___ç Non so voi ma io volevoo solo piangereee ma è la storia che mi suggerisce la mia testa non la posso cambiare hahaha xD ma poi daii che si è sistemato tutto hahah : -Vieni, ti porto a fare un giro, ti va?- Le domando mentre ci dirigiamo verso la mia moto. -Dove mi porti?- dice asciugandosi il viso, sorridendo curiosa. -Nulla di che, nella mia vita.-.... Benee arriviamo al Pov di Vilu molto accaldato, tra il voler andare oltre di Leòn e la paura di Vilu, ma quantoo amoo questaaa coppiaaa!?? Eeee poiii il loro organizzare un incontro a casa di Vilu che vedretee nel prossimo capitoloo e cheee...be' non anticipooo nadaaa!!! HAHAHAH Poiii pov di Fran.... Vilu non si presenta neanche la domenica mattina alle prove e le due migliori amiche iniziano a parlare di quanto sia cambiata loro Vilu (Sono le migliori amiche che ogni persona vorrebbeee averee *u*) Poi ad una parola riguardo a leòn di francesca Cami si innervosisce in quanto conosce la verità... arriva Federico nonchè pretendente di Fran che la salva da un interrogatorio ardenteee!!! Torna Leòn con il suoi pensieri perenni al passato al presente alla vita e al futuro ahahahah arriva la madre che lo incoraggia e non poco con i suoi saggi consigli e la sua dolcezza... Leòn esce di casa emh... Bè andando a comprare qualcosa a Vilu prima della visita incontra una vecchia conoscenza che abbiamo avuto il piacere di conoscere nel capitolo 5, appunto come ricorda il flashback, tra loro una discussione e Leòn.. lui è una dolcezzaaa!! (Ma questa Ally non si leva maiii dalle pallee??) Be' ancora non abbiamo conosciuto di persona la Ex di Leòn ma succederà presto ed avrà qualcosa a che fare con un nuovo personaggio che conosciamo tutti benissimo: Angie *-*. Beneee benee il capitolo si conclude con una riflessione triste di Leòn ma il capitolo 12 rivelerà parecchie sorpreseee!!! <3 <3 <3 Okkei spero di non avervi annoiato con la nota ahahah Non mi resta che ringraziaree tuttiii!! Ringrazio vivamente tutti i recensori che sono sempre fedeli alla storia che sono personeee chee adoroo!!! Ringrazio i lettori silenziosi chi ha aggiunto la storia ai preferiti( Il che mi lusinga e non poco *-*) chi ai seguiti e ai ricordati, ricordate che vi AMO??^_^ Pooii un bacione specialee alla mia Niley Story (@Magicgirl96) Che mi da sempre la caricaa e che è un autrice a dir poco ECCELLENTE!! (Le sue storie sono le migliori u.u) ahaahah Teee Quieroo Amigaaa!!..e poii niente.. graziee e rigrazieee xD
Un bacio a tutti e alla prossima!! Con affetto
BeYoSinger <3 CIIAOOO <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Ho incontrato Betty. Certe volte mi pento di essere tornato. E' una fitta al cuore guardare negli occhi certi ricordi, Tomàs. Sto andando da Violetta, spero solo che questo dolore al petto si plachi. A dopo. 
17:54.

Leggo il messaggio del mio migliore amico e non posso fare a meno di emettere un gemito di rabbia fusa con la malinconia. E pensare che gli ho confessato tutto. Lei non lo amava. Lo disse a me personalmente, è inutile, completamente inutile continuare a pensare a questa storia, continuare a trafiggersi. Eppure come biasimarlo, per lui è stato come affrontare una morte, lo sanno tutti che l'amore uccide, ma nessuno sa che uccide male: Ti toglie il respiro ma non muori, vivi ma non senti niente, stai male e non puoi piangere, hai sonno e non riesci a dormire, hai degli occhi e non riesci più a guardare nessuno, hai un cuore e sta a pezzi e quasi non si sente più. 
L'amava, Cristo, se l'amava. Avrebbe attraversato l'oceano, i mari, i monti per poterla vedere. Avrebbe dato il suo nome ad una stella. Avrebbe affrontato le sue paure. Avrebbe reso ogni suo sogno possibile. Avrebbe placato la tempesta che aveva dentro. Avrebbe sopportato ogni giorno, ogni settimana sbagliata ed ogni periodo brutto. Avrebbe preferito star male in silenzio ed essere la sua àncora. Avrebbe scritto un libro su di lei. Avrebbe scelto di andar a vivere in montagna, perchè a lei piaceva. Avrebbe fatto ogni tipo di sacrificio. Avrebbe potuto rivoluzionare il loro destino, se questo gli fosse avverso. Avrebbe dato la vita per lei. Ditemi se questo non è amore. Eppure Ally lo ha tradito. Ebbene si, ha avuto il coraggio di tradire chi avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederla felice. Erano solo due adolescenti in preda a crisi ormonali, questo è vero, ma... Lui faceva sul serio. Non ha mai smesso di aspettarla. Non starà appiccicato con il naso alla finestra per vederla spuntare all'improvviso, non vivrà più con il telefono in mano, non parlerà più di lei con la prima persona che incontra, non passerà più le notti pregando che non si innamori di un altro. La vita va avanti ma lui l'aspetta ancora. La aspetta con dignità, con la calma di chi sa che, anche se non tornerà, la aspetterà fino alla fine. Mi fa male avere questa consapevolezza, avrei fatto l'impossibile per aiutarlo, per far in modo che non arrivasse al limite, e c'era quasi; Un turbine di oscurità lo avrebbe portato via, anzi no... Lui l'avrebbe fatto con le sue stesse mani, si sarebbe ucciso, avrebbe rinunciato alla sua vita, perchè per lui il vero inferno era quì sulla terra. Dopo la morte del padre, dopo l'abbandono di Ally, lui era ormai spento. La madre ormai è insieme al padre nel suo cuore, ma fece l'inspiegabile per aiutare il figlio, come del resto io. Alla notizia dell'omicidio fatto al signor Vargas, be', avrei preso il primo aereo se solo Leòn non mi avesse pregato di non farlo, sarei andato lì, non avrei avuto nessun problema. Magari se fossi stato lì, in Messico, un pò con lui le cose sarebbero andate diversamente, l'avrebbe affrontata in modo molto differente; Eppure ho dovuto ascoltare la sua volontà, e metterla in atto. Forse sono stato stupido nel seguire ciò che mi aveva pregato, sarei dovuto andare lì anche senza il suo consenso, gli avrebbe fatto bene... Un vero amico avrebbe fatto questo. Magari è stato un momento di debolezza, e sentendomi impotente come non mai, non intuivo quale fosse la mossa giusta da mettere in pratica. Sono stato uno sciocco a non raggiungerlo, per poter almeno offrirgli una spalla su cui piangere, ma ' quel che è fatto è fatto'. Adesso lui è quì, il mio fratellone, ed io vorrei soltanto essergli più di aiuto, vorrei far sì che torni il bambino che era, quello spensierato, quello che pensava solo a quale 'Bravata' combinare a scuola, al divertimento, al correre lungo i sentieri per vedere chi arrivava prima per la merenda. Ally, il rancore che provo nei suoi confronti difficilmente si placherà nel corso degli anni. Lo ha ucciso eppure non le importa, non le importa di niente. 
Mi alzo dal letto con un peso al cuore, forse è il rimorso di aver detto tutta la verità a Leòn, eppure non avrei potuto fare altrimenti, l'ho fatto per il suo bene, perchè aprisse gli occhi, anche se ancora conserva residui di passato nella sua mente e nel suo cuore. Sistemo un pò disordinatamente il letto, stendendo le lenzuola in modo che non cadano sul pavimento. Cerco di stirare con le mani i miei jeans un pò squalciti a causa del fatto che ero disteso e prendo una t-shirt qualsiasi dall'armadio per poi dirigermi al piano di sotto. Mi dirigo verso il frigorifero, lo apro e prendo una bottiglietta d'acqua, ne bevo un sorso e la porto con me. Esco di casa, devo mettere un paio di cose in chiaro in questa storia. Controllo l'orologio dal cellulare, 18:12, Leòn dovrebbe essere arrivato da Violetta. Chissà com'è lei. Violetta, la ragazza con gli occhi castani della quale mi ha tanto parlato il mio migliore amico, a quanto pare a lui piace davvero. Il mio più grande timore è che se ne innamori, anche se lo credo improbabile in quanto fantasmi del passato gli gironzolano ancora intorno come demoni che cercano di acchiapparlo. Accelero il passo, dirigendomi verso la piazza, quella che frequentano i miei amici solitamente. Mentre cammino prendo il cellulare dalla tasca e digito il numero di Betty, devo assolutamente parlarle. due squilli... tre...quat..-Pronto?-, -Betty sono Tomàs.- La avverto molto stupidamente in quanto il mio nome deve esserle apparso nello schermo prima di rispondere. -Tom, dimmi.- Dice seccamente. -Dove sei?- Le domando e intanto entro in un bar per comprare un pacco di chewing-gum. -Sono in giro con Ally, perchè?- mi domanda. -Dovrei parlarti un attimo, sono in piazza se vuoi raggiungermi.- La informo uscendo dal bar. Emette un gemito di assenso e interrompe la comunicazione. Percorro qualche metro e sento il telefono vibrare dalla tasca dei pantaloni, lo prendo in mano e controllo il numero: Leòn. Non si trova ancora all'appuntamento con Violetta? Senza pensarci ancora -Leòn!- Rispondo. -Tomàs, dove sei? Devo parlarti.- Sento la sua voce tremante, mi preoccupo all'istante -Leòn, che è successo?- Domando apprensivo. -Tu dimmi solo dove sei, che ti raggiungo.- Mi Risponde acido. -Sono in piazza, quella vicino...- , -Si, so qual'è, sto arrivando.- Mi interrompe. Sospiro, sapendo che non ha avuto il coraggio di presentarsi a casa di Violetta, dopo aver incontrato Betty. Emh, Betty... Oddio, Betty è con Ally, e stanno venendo quì! Come accidenti ho fatto a non pensarci! Sarà una giornata molto lunga.



Continuo a non portare il casco. E se investo, cado di testa e muoio? E chi se ne frega! Tanto peggio di così. 
Dopo aver incontrato Betty, sono andato a casa di Violetta, si, ci sono andato, sono arrivato sulla soglia della sua porta e ripetevo tra me e me una qualsiasi presentazione da fare a chiunque mi avrebbe aperto. Sono rimasto lì circa sette minuti. Ho continuato a pensare, forse ho pensato troppo, perchè senza neanche dare il preavviso, le mie gambe hanno agito da sole, mi hanno riportato alla mia moto, mi hanno forse riportato alla realtà, che è la seguente: Ho paura. Non voglio soffrire più dannazione! Ormai lo accetto, Sono fatto così; ogni volta che qualcosa di bello mi accade,lo allontano e fuggo. Come se avessi paura di essere felice. E come se non bastasse,nessuno mi viene a riprendere,perché non ne vale mai abbastanza la pena. Infatti Violetta non mi ha ancora chiamato, non ho avuto sue notizie, ma, è colpa mia, della mia codardia, del mio fuggire da una nuova vita perchè mi manca disperatamente quella vecchia, quella quando tutto era perfetto, mi sentivo amato, e pensavo di essere amato, anzi mi correggo, adesso, proprio adesso ho un disperato bisogno di essere amato, ma perchè non accetto l'amore che mi offre Violetta? perchè il fato non mi permette di avere la possibilità di conoscerla per come è davvero? per come era prima di soffrire per me, per me che sono un cretino che la fa morire a fuoco lento. Ho paura, è tanta la paura che invade ogni angolo, ogni pezzettino delle mie membra, perchè? Non ho dimenticato, ho cercato solo di accettare l'assenza, l'assenza di mio padre, l'assenza di Ally, l'assenza della mia vita da adolescente spensierato. Cerchi l'orizzonte ma scopri che esiste solo l'infinito ad un certo punto. Ti specchi nell'acqua e il tuo volto è rigato dalle lacrime. Lacrime di amarezza, di disillusione perchè non sapevi che la vita è come un branco di lupi e tu sei la pecora, e allora è difficile. Lei predatrice e tu preda. Allora fuggi persino da te stesso e vedi qualcosa. Un bagliore lontano, lontanissimo preannuncia qualcosa. Forse l'alba sta per sorgere, forse potrai avere un nuovo inizio, pensi. Poi incontri nuovamente il buio mentre stai correndo verso l'alba, questo buio ti insegue, è un predatore anche lui, e quando stai per varcare la soglia della porta che contiene la luce, il buio ti acchiappa, e ti trascina, tanto violentemente che non capisci neanche il motivo per il quale le tue gambe si stanno muovendo senza che il cervello gli dia il via libera. E allora ti ha preso, ormai ti ha risucchiato, e una qualsiasi forma di luce che di lì a poco avresti potuto vedere per sentirti rinato, ormai è lontana, e tu sei quì, a guardare in alto per non piangere e cercare in ogni modo di non pensare ciò che potrebbe ditruggerti ancora una volta.
Accelero, e d'un tratto anche se non ho proprio prestato attenzione alla strada e alle vie che ho percorso, mi trovo alla vecchia piazza, la mia infanzia e adolescenza. Tiro un lungo sospiro, non voglio che Tomàs mi veda ancora conciato da undicenne, espiro e vado avanti. Posteggio la moto, e percorro qualche metro verso un gruppetto di ragazzi, ma nn appena mi avvicino mi rendo conto che non li conosco affatto, cerco Tomàs qua e là, ed... Eccolo. Mi fa gesti con una mano in modo che lo raggiunga, lo faccio. -Amico.- battito e strinta di mano, lo saluto. -Non ce l'hai fatta, eh?- Mi guarda scuotendo il capo a mò di rimprovero. -Eh, no.- Dico afflitto. -Ma hai avvertito Violetta?- Mi domanda preoccupato, -No, non l'ho avvisata, ma neanche lei mi ha chiamato, nè mandato un SMS... Non so.- Rispondo malinconico ed anche un tantino deluso per il fatto che Violetta non mi abbia cercato. -Pretendi questo?- Mi guarda sarcastico, -Pretendo cosa?- Voglio accertarmi. -Che sia lei a cercarti, dal momento che le hai dato buca dopo tutto quello che è successo questa mattina.- mi dice, anche lui deluso, per il mio atteggiamento. -Io ero intenzionato bene, aspettavo con ansia che l'orario prestabilito arrivasse, per vederla, desideravo tanto poterla rivedere, poter parlare con lei, baciarla ancora, le sue labbra sono... sono..- Mentre sogno ad occhi aperti guardando il cielo mi sento scuotere, -Torneresti alla realtà? Leòn!- Mi urla, ed io ritorno sul pianeta terra, -Se ti piace così tanto, se oggi ti ha fatto anche venir voglia di andare 'oltre'.. Mi spieghi perchè non ti sei presentato all'appuntamento?- Ha un sguardo furibondo. -Devo spiegartelo ancora, Tomas?! Ancora?! Se vuoi mi metto a raccontarti tutta la storia dalla mia nascita fin adesso, tanto non ho fretta!- Rispondo ironico. -Leòn, conosco tutta la storia, tutta! Anche meglio di te! Solo che io reagirei in modo diverso, a queste possibilità di cancellare il passato reagirei in un altro modo!- Ha cominciato ad urlare, mi volto e vedo il gruppetto il quale stavo avvicinandomi prima che è praticamente rivolto e interessato alla nostra conversazione. Non appena Tomàs si accorge dove sto guardando mi fa voltare la testa, ed il suo sguardo è un misto di emozioni quali rabbia, preoccupazione e delusione. -Tomàs, puoi abbassare la voce? E' la seconda volta che ti vedo così, ed ammetto che mi fai paura.- Dico sincero. -Tu hai paura di troppe cose, Leòn.- Scuote il capo avvilito, mi da le spalle e inizia a camminare lungo il marciapiede, io lo seguo. -E' la verità, ma non puoi farmene una colpa, vorrei dimenticare, non ci riesco, se poi una importante fonte del mio passato mi compare davanti mentre vado a comprare un mazzo di fiori... Oddio i fiori!- Mi ricordo di una cosa di vitale importanza, -I fiori cosa?- Mi domanda Tomàs interessato, non distraendo lo sguardo che pone fisso sul marciapiede. -Ho dimenticato i fiori che avevo comprato per Violetta sulla soglia della sua porta.- Racconto seccato. -Non importa, almeno saprà che sei passato di lì.- Mi dice, ed io sospiro avvilito. Vedo Tomàs fermarsi di colpo, prende il cellulare dalla tasca dei jeans e mi accorgo che sta vibrando, faccio due passi avanti e mi accorgo della sua espressione, il suo viso si è impallidito, fisso con gli occhi infossati il numero sullo schermo del suo smartphone, è rigido, come un albero, che cazzo gli è preso? -Tomàs?!- Lo chiamo. Per qualche secondo non risponde, -Tomàs?!- Lo chiamo ancora. Non appena il cellulare smette di squillare lo ripone nella tasca dove stava prima e alza lo sguardo sulla mia persona. Deglutisce e sembra in preda al panico, proprio come quel giorno di qualche anno fa, quando io e lo spaccatutto l'abbiamo obbligato a salire sullo montagne russe, al luna park. -Tomàs, stai bene?- Domando stranito. -Una meraviglia.- Mi risponde frenetico. -Adesso andiamo. Prendiamo la moto e andiamo a casa tua, a casa mia, d-dove vuoi... ma andiamocene!- Balbetta e subito dopo mi tira tremante per un braccio. Arriviamo alla mia moto ed io mi fermo un momento per guardarlo, è in preda al panico questo è certo. Lui si accorge di questa frazione di secondo nella quale l'ho osservato -Ti vuoi muovere?- Mi ordina,  ed adesso è fuori di se, stringo gli occhi a fessura ma subito dopo obbedisco al suo volere, metto in moto e guido verso casa del mio migliore amico. Non appena arriviamo lo vedo scendere velocemente posando il casco e arrivando alla porta di casa sua frenetico, mi avvicino a lui e noto che prende le chiavi e apre la tremando. Entriamo in casa e continuo ad osservare il suo volto, sembra sollevato, come se fosse riuscito a scampare da qualcosa di impossibile, chiude gli occhi, ed emette un respiro di sollievo. Si volta verso di me e si accorge che lo stavo scrutando. -Be'?- Mi domanda, quasi come se non fosse successo niente. -Be'?! Mi spieghi cosa cavolo ti è preso improvvisamente?- , -Niente. Senti posso sapere di cosa avete parlato con Betty?- Cambia argomento con nonchalance e si mette a sedere sulla poltrona. Io faccio finta di niente e gli vado dietro, anche se so benissimo che quella telefonata lo ha fatto reagire in quella maniera. Racconto di Betty sotto ogni più piccolo dettaglio e lui mi ascolta molto attentamente. -Avevo pensato tanto a ciò che mi aveva detto quel giorno alla rimpatriata quando eravamo solo io e lei. Ci ho pensato per troppo tempo e ci penso ancora.- Concludo. Tomàs si alza in piedi, mi guarda e si avvicina, - Ancora? devo ripetertelo un altra volta Leòn? Sai qual'è il problema? Il problema è che guardi sempre indietro. Pensi troppo al passato. Dovresti imparare a camminare con lo sguardo fisso sul futuro. Il passato oramai è passato. Non puoi cancellarlo, tantomeno cambiarlo. Quindi cosa risolvi continuando a pensare a quell'oscuro presente? Prova a guardare il futuro, magari ti sorride e te ne innamori. Hai sempre avuto paura del buio, perchè allora continui a camminare dritto in un corridoio senza fine? Trova quel cazzo di interruttore e accendilo una volta per tutte. Dai luce al tuo futuro e dimentica il buio nel quale eri cascato, perdendo una parte di te!- Termina il discorso e i miei occhi cominciano ad ardere, me li strofino e noto il mio migliore amico guardarmi con compassione. Si avvicina a me e mi appoggia una mano sulla spalla in segno di conforto mentre io continuo a guardare il vuoto. -Ricordo una citazione, quella della donna più bella di tanto tempo fa, una guerriera: Marylin Monroe, diceva: "Trova qualcuno che ti faccia dimenticare il tuo passato, la tristezza. Trova qualcuno che ti cambi la vita, che la renda migliore che sostituisca e riempia il vuoto di chi se n'è andato. Trova qualcuno per cui valga la pena sorridere."- All'ultimo periodo che pronuncia Tomàs il vuoto che continuavo a guardare si converte in un qualcosa di diverso, 'Qualcuno per cui valga la pena sorridere', Scorgo il suo viso, Violetta
Sentiamo il campanello suonare e io mi risveglio dal mio trance, Tomàs si irrigidisce ancora, con le gambe instabili si dirige verso la porta, si accerta di chi sia dallo spioncino e non appena focalizza la persona, che si trova dall'altra parte della porta, sbianca in viso e deglutisce, mi lancia uno sguardo e serra gli occhi come se un dolore cominciasse a trafiggerlo. -Chi è?- Domando preoccupato. Forse si accorge che non sarebbe corretto lasciare fuori questa persona ancora per molto, e allora apre. Sulla soglia compare una ragazza abbastanza alta, con lunghi capelli biondi e un sorriso raggiante. Tomàs la invita ad entrare non cambiando espressione ma rivolgendole un sorriso parecchio forzato, lei lo saluta stampandole un bacio sulla guancia ed entra in casa. Chi sarà? La fidanzata di Tomàs? E' così spaventanto perchè non voleva che io lo sapessi? Chissà. -Tomàs, devi spiegarmi cosa hai combinato in questi gio..- La ragazza si interrompe non appena si accorge della mia presenza, si ferma e inizia a fissarmi con gli occhi luccicanti. Mi sorride ed io mi alzo in piedi avvicinandomi per porgerle una mano. Tomàs si avvicina velocemente, e avvia le presentazioni. Si rivolge a me per primo, -Lei è Angie, una nuova compagna che è arrivata un anno dopo la tua partenza.- Mi spiega, poi si rivolge a lei, -Angie, lui è Leòn...- La ragazza sgrana gli occhi come se le avessero annunciato una diagnosi impronunciabile. -Il mio migliore amico.- Tomàs continua, dopodichè deglutisce ancora una volta. La bionda inizia a scrutarmi e non nego il mio disagio. Sembra sotto shock. -Piacere.- Le dico, -Piacere mio.- Risponde cortese cercando di trattenersi dal domandarmi qualcosa, e non abbandonando l'espressione di poco prima. Tomàs inizia a recitare una tosse, e cattura l'attenzione della giovane. -Angie, emh vorrei conoscere il motivo che ti porta quì.- le domanda. -Mi ha detto Betty che non rispondevi al cellulare e...- ...Oh. Adesso capisco tutto. -Mi ha chiesto di avvisarti della festa di questa sera.- Gli dice. -Puoi venire anche tu.- Si rivolge a me con un sorriso sincero. -No, Leòn ha altri impegni.- Tomàs anticipa la mia risposta e sembra ancora più nervoso; Cosa vuole nascondermi? Devo assolutamente scoprirlo. -Si, ci sarò- Sovrappongo la mia voce alla sua. Mi volto verso il mio migliore amico ed è come se avesse visto un fantasma, non riesco a intendere l'espressione che porta in viso, ma rimango fermo nella mia decisione. -Bene, allora a stasera.- 
Tomàs cammina avanti e indietro per la stanza, senza darsi tregua. Io mi alzo dalla poltrona e mi dirigo verso la porta, -Tomàs, me ne vado.- Lo avviso. -Intendi davvero presentarti questa sera?- Mi trattiene ed è bianco come un cadavere. -Si, a più tardi. Ti chiamerò per farmi spiegare meglio l'indirizzo di questo tipo.- Dico con non curanza. -Leòn, io non ho tanta voglia di andarci, me ne starò a casa a studiare.- Confessa, mente però è talmente nervoso che credo che da un momento all'altro potrebbe persino svenire. -Ah, okay. Chiamerò il velista per farmi spiegare.- Dico. Lui spalanca gli occhi. -No, non hai capito, non devi andarci.- Sforza un risolino. -E perchè? Spiegami?- Gli urlo contro. -Cos'hai da nascondere, eh?- Continuo, e posso dire di essere curioso e infuriato allo stesso tempo. -Cosa credi che nasconda?- Risponde, ed è nervoso, gli tremano le mani, è come se stesse guardando un film horror. -E' naturale che non nascondo niente, Leòn insomma.- Ride freneticamente. -Bene, allora a dopo.- Dico come se fosse ovvio. -Ti ho detto che non ci vado.- Mi dice, ed è esasperato. -Come fai ad andarci, non conosci il padrone di casa, sarebbe scortese.- Mi rimprovera come se fosse mia madre, e adesso sta diventando patetico. -Tomàs, conosco tutti della classe, non è questo il problema, quindi calma.- Mi volto e afferro le chiavi che avevo lasciato sul tavolino. -Ciao Tomàs- Apro la porta. -Leòn asp...- Sbatto con molta forza interrompendo Tomàs e mi dirigo verso la moto. Lo so lo fa per me. Lo so cosa vuole che eviti. Ma la situazione è quella: Avrò vinto quando guarderò dritto negli occhi chi mi ha ucciso e non sentirò più alcun dolore.



Vi capita mai di rimanere immobili con lo sguardo fisso sul soffitto e non avere più forze neanche per piangere? Non riesco a pensare, non riesco a respirare... Dovevo immaginarlo. Non è venuto.
 Mi accorgo di non star bene davvero quando scorro la playlist, e non riesco a trovare parole di una canzone che sanno farmi star meglio, trovo pezzi di lui in ogni canzone che ascolto. Mi accorgo di non star bene quando anche la musica diventa troppo. Quando preferisco il silenzio. Io, che del silenzio ho sempre avuto paura. Io, che il mio rifugio migliore è sempre stata la musica. Perchè mi ha fatto male anche oggi, mi aveva detto che non me l'avrebbe promesso, però mi aveva detto di fidarmi di lui, mi aveva detto che non mi avrebbe fatto soffrire. Avrebbe potuto avvisarmi, avrebbe potuto lasciarmi un messaggio, avrebbe potuto semplicemente non illudermi stamane. Che cosa ho fatto di male? Io che ho sempre creduto nell'esistenza di Dio, io che sono sempre stata generosa, altruista. Perchè devo soffrire anche per una sciocchezza quale 'Oggi non si è presentato.' ? Perchè non riesco a pensare 'Si sarà sentito male? Avrà avuto qualche contrattempo...'? In questo gesto riesco solo a trovarci una risposta, una non verbale, non avrà avuto il coraggio di dirmelo in faccia... E io me ne sto quì, come la stupida a soffrire. Dobbiamo imparare a non dipendere da nessuno, a non apporgiarci su nessuno perché se un giorno quella persona dovesse spostarsi noi cadremmo. Ed è esattamente ciò che sto facendo io, sto cadendo, cado continuamente senza neanche rendermene conto, e più mi distruggo, più lo amo, più ho in disperato bisogno di essere amata da lui. Leòn non mi ama, glielo si legge negli occhi, ma io sono talmente innamorata da far finta di essere analfabeta. Però devo arrivarci ad una conclusione importante... Perchè cazzo mi ha baciata allora? Perchè non mi ha detto che non ci potrà mai essere niente e basta? Perchè deve illudermi così? 
Mi squilla il cellulare. E se fosse lui? Al pensiero mi alzo ad una velocità supersonica dal letto e mi dirigo verso il comò. Controllo sul display di chi si tratta: Camilla. Una lacrima di delusione mi si trafigge sul viso. -Cami?- Rispondo. -Vilu, ma sei a casa?- Mi domanda, -Si...- Rispondo sospirando. -Be' allora sei sorda perchè è mezz'ora che suono e nessuno mi apre!- Mi affaccio alla finestra e vedo Cami seduta sul gradino davanti al portone di casa mia, e non  posso fare a meno di sorridere notando la busta della gelateria che tiene in mano. -Sto scendendo.- Dico ridendo. -Alleluia!-. Mi dirigo al piano di sotto e apro il portone, il viso raggiante di Cami mi si presenta davanti agli occhi con tutta la sua luce, senza pensarci la attiro a me stringendola in un abbraccio caloroso. -Vilu, grazie dell'accoglienza.- Ride stringendomi a sua volta. -Oh Cami, ne avevo così bisogno!-
In camera mia ognuna immersa nella propria vaschetta di gelato. -Così ti ha dato buca..- Noto il viso furioso di Camilla, e so che proverebbe molto piacere riempire di pugni il labbro scolpito di Leòn. -Già...- Dico afflitta. -Forse è meglio che non mi ci soffermi più di tanto, parliamo d'altro Cami...- Suggerisco. -No. Vilu, ho bisogno di dirti una cosa prima...- Camilla si alza in piedi, sembra che sia in preda ad una qualche crisi, so che è furiosa. Ma comunque io annuisco per far si che inizi a parlare. -Ti si presenterà davanti Vilu. Ti chiederà scusa. Ma tu non devi perdonare o lasciar correre. Ti devi arrabbiare, devi sbattergli la verità in faccia, devi urlare. Sfogarti. Devi dire quello che pensi, non devi tenere tutto dentro, perchè dentro ristagna e fa male solo a te. Ti devi incazzare se qualcosa non va, se sei gelosa o ti senti presa in giro incazzati, perchè nessuno ha il diritto di farti tener tutto dentro. Incazzati perchè niente e nessuno è migliore di te!- Smette di urlare e respira profondamente come per riprendersi. Io sono sotto shock, ma so che ha ragione. Scuote il capo e si avvicina a me. -Tu meriti di meglio, Vilu, non lo vuoi capire?- Mi dice prendendomi le mani. -Il problema è che non mi importa se mi merito di meglio, io voglio lui!- Confesso a voce piena. -Lo amo! Lo amo come non ho mai amato nessuno. Ho aspettato lui per iniziare ad amare. Sono innamorata del suo sguardo, del suo sguardo color dello smeraldo, delle sue labbra, le prime labbra che hanno sfiorato le mie, che mi hanno posseduta, che mi hanno consumata. Sono innamorata delle sue braccia, le sue braccia forti che mi fanno sentire protetta, e in alcuni minuti potrei gettarmi nel fuoco ma sentirei freddo comunque, soltanto che avvolta tra le sue braccia mi riscaldo, anche se i brividi non abbandonano il mio corpo in nessun momento.- Confido con le gote irrigate di lacrime. -E pensare che poco tempo fa mi chiedevo cosa fosse l'amore. Adesso lo so, Immagino me e lui al nostro 'luogo incantato'... Rivivo quella scena: due mani ardenti che si incontrano, due sguardi perduti l'uno nell'altro, due cuori che tremano di fronte all'immensità di un sentimento, e poche parole che rendono eterno un istante.- Un ultima lacrima mi riga le guance arrossate, mi getto sul letto e non riesco più a pronunciare neanche una parola. Camilla mi abbraccia e cerca di consolarmi. -Quanto desidererei vederti di nuovo felice. Quanto vorrei tornare a quest'estate e guardare il tuo sorriso luminoso. Mi manchi.- Camilla inizia a piangere a dirotto e io posso dire che mi sento peggio. -Lo so, Cami, anche a me manca la vecchia me: Quella spensierata, che sorrideva sempre, che era positiva ed amava correre i rischi. La nuova me invece vive nella sua solitudine, nel silenzio e nell'oceano delle sue lacrime. Voglio uscirne!- Urlo l'ultima frase. Deglutisco e maledico il momento nel quale ho incrociato il suo sguardo. -Vilu, ascoltami, risolverò poco o niente, ma ci sarò, perchè io non so abbandonare.- Le parole della mia migliore amica mi danno conforto e in questo momento penso a Francesca, e spero con tutta la mia anima e con tutte le mie forze che non se ne sia innamorata, ma non perchè voglio tenermelo per me, il motivo è non voglio che cada anche lei in questo abbisso. Quanto vorrei dirle tutta la verità, quanto vorrei che non fosse successo niente, eppure, il destino è scritto. 
Accompagno Camilla alla porta di servizio, e dopo l'ennesimo abbraccio la saluto e la lascio andare. Osservo la macchina di Cami e il padre che inizia a scomparire dopodichè mi soffermo a guardare le stelle, respiro l'aria fresca della sera, dopodichè mi volto per ritornare in casa, abbasso gli occhi e noto un qualcosa gettato fuori dalla porta: Un mazzo di rose rosse, mi chino a raccoglierle e vedo la bustina del biglietto attaccata: X Violetta. -Leòn. Apro la busta ed estraggo il bigliettino all'interno notando che è in bianco. Sospiro con ormai il cuore che batte fin fuori il petto, mi siedo sul gradino con le rose in mano inalando il dolce profumo. So perfettamente cosa ci avrebbe scritto sopra se solo ne avesse avuto il coraggio: Scusa, non posso. 



NOTA D'AUTRICE
Ehilà, c'è nessuno? Suppongo di no, quindi sto parlando sola... me lo merito. Vabbè facciamo finta che qualcuno stia leggendo, e che non mi abbiate abbandonato come involutamente ho fatto io con voi *Si accascia in un angolo a piangere* VE LO CHIEDO PER FAVORE! POTRESTE PERDONARMI?! *Piange come una fontata* Spero riusciate a farlo, poichè non ho aggiornato prima per le interminabili interrogazioni. Adesso siamo agli sgoccioli presto la scuola finirà e allora potrò dedicarmi ai capitoli molto di più :D Bene passiamo a questo di capitolo: Nuovo pov TOMAS! hahaha vi ho un pò sorpresi? Volevo anche il suo punto di vista, poichè è un personaggio importante. Lui è consapevole del fatto che Leòn è stato super innamorato di Ally. Leòn gli manda un messaggio dicendo che ha incontrato Betty. Tomàs esce di casa telefonando quest'ultima, e si pente di averlo fatto soltanto quando Leòn si fa vivo dicendo di non aver avuto la forza di presentarsi a casa di Violetta. Leòn spiega tutto all'amico quando Tomàs riceve una telefonata: Betty, che si trovava in giro con Ally. Tomàs preso dal panico trascina Leòn a casa e solo allora tira una respiro di sollievo. Dopodichè entra in gioco: ANGIE! *-* Lo avevo detto che sarebbe apparsa, in questa storia ha l'età dei nostri protagonisti ed è una nuova compagna dei vecchi amici di Leòn, ma ancora su di lei non abbiamo scoperto molto, ne sapremo di più nel capitolo 13 dove accadrà l'inaspettabile. Angie invita Leòn e Tomàs alla festa, una misteriosa festa di cui sapremo molto di più nel prossimo capitolo, e soprattutto scopriremo l'identità del padrone di casa. Leòn è fermamente deciso ad andare a questa festa perchè sa che Tomàs gli nasconde ancora qualcosa ed anche se è consapevole del fatto che gli farà male come dice alla fine del pov ' Avrò vinto quando guarderò dritto negli occhi chi mi ha ucciso e non sentirò più alcun dolore.' 
Violetta ovviamente soffre per la buca di Leòn, sprofonda nelle lacrime all'arrivo di Camilla, confessa tutto il suo amore, e i suoi sentimenti davanti ad una vaschetta di gelato. Accompagnando alla porta Camilla si accorge del mazzo di rose di Leòn e la fine ci lascia con l'amaro in gola non è vero? ç-ç Comunqueee il prossimo capitolo sarà presto aggiornato inquanto la scuola sta per finire! Bruciamo i libri tutti insieme!!! Allora ringrazio tutti con il cuore, i recensori nuovi quelli che mi sono accanto fin dal primo capitolo! Vi voglio bene! Chi ha aggiunto ai preferiti ai seguiti e ai ricordati, i lettori silenziosi! Ringrazio tutti e mi scuso ancora per il ritardo!! Saluto Niley Story (@Magicgirl96) Te quieroooo amiguitaaa!!! <3 Un bacio a tutti e alla prossimaa!!
-BeYoSinger <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
-Leòn Vargas.- dico a questo gorilla che tiene la lista degli invitati in mano, scorre velocemente l'indice su di essa, dopodichè sgancia la corda di velluto dopo aver fatto un segno di assenso con il capo alludendo al fatto che posso entrare. Non mi sarei mai immaginato che questa festa si sarebbe svolta in una villa così lussuosa, mi sembra di essere in casa di Paris Hilton! Musica a palla, e l'interno è praticamente stracolmo di gente con cocktail in mano. Cerco di farmi spazio passando davanti agli invitati che ballano e scambiano chiacchiere per poter osservare meglio la struttura. La casa dispone di un enorme piscina, e noto con mia sorpresa che addirittura ragazzi ci sguazzano dentro. L'intera villa è arredata in modo molto pregevole, divani in pelle bianca, luci abbaglianti, un televisore al plasma che trasmette cio che succede alla festa, perciò posso constatare ci siano delle telecamere. Cerco di recarmi all'entrata ricordando di essere arrivato quì con Freddie e James, ma di averli abbandonati. -Hey, Dio Greco, ti va di ballare?- Mi sento afferrare per una spalla e allora mi volto per capire a chi appartiene la voce. Una ragazza con lunghi capelli rossi e il viso coperto di lentiggini visibili anche a questa luminosità da discoteca, mi sorride maliziosamente, e noto che è accompagnata da altre tre ragazze che avranno all'incirca la mia età. -Mi dispiace, sto cercando dei miei amici- Rispondo quasi urlando per via del volume elevato della musica, rimandando il sorriso molto più timidamente, e osservo l'espressione interrogativa della ragazza che tiene ancora la leggera mano appoggiata sulla mia spalla, so che vorrebbe domandarmi qualcosa. Apre la bocca per parlare più volte, ma contemporaneamente mi osserva meglio richiudendola. Una ragazza scura dietro di lei la spinge, come per incoraggiarla a fare qualcosa, ed io sono sempre più confuso, faccio persino fatica a darle retta per via del caos all'interno della villa. -Tu... sei Leòn Vargas?- Mi domanda serrando gli occhi in una fessura. -Sono io.- Rispondo alzando le sopracciglia con un espressione ancora più perplessa. La rossa sgrana gli occhi, e le amiche si uniscono allo stupore. -Qualche problema?- Domando sempre con il tono un di voce abbastanza sonoro. Vedo la rossa scuotere il capo, -Ci si vede in giro.- Mi dice allontanandosi insieme alla scorta. Scuoto la testa stranito e torno alla ricerca, quando sento il cellulare vibrare, Lo prendo e controllo il numero: Tomàs. Adesso devo solo cercare un luogo nel qualche possa riuscire a sentire qualche sillaba di ciò che mi dirà. Esco in piscina e mi allontano andando verso i bagni, che si trovano all'esterno, dove già il suono assordante della musica si sente in modo più sbiadito. -Pronto?- Rispondo, e intanto mi aggiro per l'immenso giardino che noto davanti ai miei occhi. Oltrepasso le folti chiome di un albero piangente e mi ritrovo davanti un'enorme fontana con qualche panchina attorno. -Tomàs, mi senti?- Qualche problema di segnale disturba la comunicazione. -Leòn? io si, tu?- Mi accomodo in una panchina. -Tom, dimmi.- Esorto il mio migliore amico, cercando di avere un tono il più curante possibile. -Sto arrivando alla Villa, appena sono lì ti faccio uno squillo.- Mi avverte. -Ah, hai cambiato idea molto velocemente vedo, non dovevi studiare?- Domando ironico. Eh Tomàs, pensi di lasciarmi confuso, il fatto è che agendo così capisco perfettamente le tue intenzioni più di quanto tu creda, amico. -Parleremo una volta lì..- Dice e attacca. Rido di gusto, che tipo. Mi alzo dalla panchina a mi avvicino alla fontana, ne accarezzo la fresca acqua limpida che scorre tra le mie dita. E pensare che oggi ho agito come un... un codardo. Violetta, chissà cosa starà facendo.. Sospiro violentemente. Stanotte vorrei divertirmi, devo distrarmi ne ho bisogno. Sposto lo sguardo dall'acqua luminosa deciso a tornare all'interno quando noto una figura parata a pochi passi da me. Stringo gli occhi per focalizzarla appieno, e solo quando ho capito di chi si tratta ogni organo del mio corpo perde la propria naturale funzionalità. Ebbene sì, è lei. La ragazza dai capelli neri come una notte d'inverno, gli occhi azzurri come il cielo in primavera, e il sorriso raggiante come il sole d'estate. Rimango immobile nel ricordare ogni momento trascorso assieme a questa ragazza, che in questo momento mi guarda con gli occhi pieni di lacrime amare. Respiro a fatica, e non riesco a muovere un muscolo, non riesco a parlare, a pensare. La guardo e i miei occhi dimenticano di sbattere le ciglia. Come ci si sveglia da un incubo se non sei addormentato? Trascorrono, attimi, secondi, minuti.. aiuto. La vedo deglutire, serrare gli occhi come se stesse provando un dolore incommensurabile, ma dopo un secondo li riapre, inizia a correre verso di me fiondando le sue braccia intorno al mio collo. -L-Leòn!- Singhiozza il mio nome, e mi stringe forte, fortissimo fino a soffocarmi. Io rimango immobile, con gli occhi chiusi, freddo come il ghiaccio. La odio, odio questa ragazza perchè ho avuto così bisogno di lei, e non c'è stata. Non appena si accorge del mio stato emotivo si stacca da me contro la sua volontà, quasi per obbligo. Mi guarda ma abbassa gli occhi impregnati di lacrime come se fosse sotto accusa. Contraggo prepotentemente la mandibola, non appena rialza il capo. Rimango rigido, e la fisso con rabbia, malinconia, odio, amore, ribbrezzo per ciò che ha fatto. -Non intendi dire niente?- Si asciuga accuratamente le lacrime cercando di non rovinare il trucco esagerato che porta sugli occhi. Scuoto la testa in segno di risposta, poi tiro un lungo sospiro. -Ti va di parlare?- Mi domanda e sembra disperata. -Non appena mi hanno detto che eri tornato, io... io ho sentito di morire.- Dice stringendo forte i pugni. Io rido sarcasticamente, poi scuoto il capo. -Ma davvero?- Continuo a ridere, ma dentro sto combattendo contro dei demoni che continuano a trafiggermi il cuore senza pietà. Lei sembra offesa, ma mi guarda in modo strano, quasi come se non mi riconoscesse. -Vorrei oppormi al tuo atteggiamento, ma non ci riesco. Sembri un angelo, sei talmente perfetto Leòn.- Continua a fissarmi e le brillano gli occhi. Mi riavvio i capelli con entrambe le mani. -Leòn...- Si avvicina a me e mi accarezza il viso con le nocche delle mani, io mi volto per evitare che continui a farlo. -Ally, non potevo evitare di valutare la possibilità del fatto che avrei potuto incontrarti prima o poi.- Dico con il viso ancora rivolto verso destra, non la guardo, ho una voce intensa e profonda, ma soprattutto fredda. Mi fa voltare per guardarla appoggiando le sue dita sulla mia mandibola. -Mi fa così felice che sia successo.- Ammette con le labbra che tremano. -Devo crederti?- Le domando incrociando le braccia al petto. -Ti ho pensato così tanto..- scuote il capo e ride tristemente. Sembra sincera, ma questo non giustifica ciò che ha fatto. Indossa un vestito bianco piuttosto lungo, e il vento fa sì che lo strascico sia teso da un lato. -Parlami, ti prego Leòn.- Appoggia le mani sui miei avambracci incrociati al petto. -Ricordi? Era la tua voce che mi tranquillizzava, quel tuo modo di parlare, quel nomignolo che mi riservavi. Eri tu, e quando si trattava di te, i-io... non so cosa mi accadeva, per quanto cercassi di trattenermi, quando si trattava di te, io ero felice.- Confessa singhiozzando. I miei occhi ardono. -Perchè mi stai dicendo questo?- Le domando serio. -Non lo so, dentro di me si è scatenato qualcosa non appena ti ho rivisto pochi minuti fa. Io non so spiegarlo.- Serra gli occhi. Io annuisco e sorrido tristemente torturandomi le labbra con i denti. -La smetti per favore?- Mi dice. -Di fare cosa?- Domando confuso. -Di fare in quel modo.- Allude alle mie labbra. -Perchè?- Domando seccato. -Perchè ho voglia di baciarti e non lo posso fare.- Confessa. Io deglutisco e stringo i denti. -Ally, sai cosa? Tu per me sei stata importante e continuerò a ricordarti come una persona importante. Sei la prima persona che ho amato e che mi ha tradito, in tutti i sensi. Sono stato malissimo per te, ho pianto giorno e notte come una ragazzina di 10 anni, chiedendomi per quale motivo non ti facessi mai sentire, perchè non mi cercavi, perchè lasciavi passare mesi senza di ''noi''. Non ero più 'l'uomo' che credevo di essere.- Mi sfogo con gli occhi impregnati di rabbia. -Ah, e credi che io non sia stata male? Ho fatto venire il mal di testa alle mie amiche parlando di te e piangendo, ancora, per te. E' stato uno dei periodi più brutti della mia vita, quando mi dicesti che dovevi andare via mi sentivo svenire perchè volevo una vita con te, non una storiella passeggera.- Ammette piangendo. -Ah, e così è per questo che hai fatto ciò che hai fatto.- , -Ah, perciò non mi credi?!- , -Ally, ho imparato a vivere senza di te, non per scelta mia ma per scelta tua. E non credere che a me non faccia male ora dirti di 'no' ma devo farlo.- Dico sorridendo, con le lacrime agli occhi, sì esatto, sorrido con le lacrime agli occhi, è più normale di quanto credessi adesso che lo faccio io. -Vorrei soltanto che non mi vedessi come 'La tipa che mi ha tradito'.- Mi dice, e come il suo solito le tremano le narici perchè trattiene il pianto esasperato che è in lei. -No, tranquilla io ti vedo più come 'La tipa che mi ha ucciso.'- Continuo a sorridere ma le lacrime non smettono di scorrere, molto rozzamente le asciugo via dalle mie gote e torno a guardare la mia assassina negli occhi, fa male, perciò ancora non ho vinto, fa davvero male, troppo. Mi guarda ed è sul punto di scoppiare più di prima, -Perchè avrei dovuto ucciderti se ti ho amato con tutto il mio cuore?- Dice ponendo entrambe le mani intorno alla vita stringendosi forte. La guardo con disprezzo perchè lo sta facendo ancora, mi sta uccidendo senza rendersene conto. Nell'asciugare quelle dannate lacrime dai miei occhi mi graffio con le unghie le guance, calcando più che posso, serro i pugni e faccio per andarmene. -Leòn, ti prego.- Mi prende per un braccio. -Cosa?- , -Non andartene, non di nuovo. Ti sei portato via con te anche la mia anima, quando te ne sei andato. Come un soffio di vento trascina con se le foglie secche, in pieno autunno.- Mi implora stringendomi forte il braccio, che a mia volta contraggo. -Sto solo cercando di non cascarci, okay?- Rispondo esasperato. -Vorrei tanto che mi credessi.- Lascia andare il mio braccio e sospira. -E' nell'ordine delle cose. Tutto ha un inizio e una fine. Nulla dura in eterno, nemmeno ciò che ritenevamo indistruttibile. Ci siamo lasciati, lo hai voluto tu, mi avevi detto che mi avresti aspettato, ma così non è stato, mi hai tradito mettendoti con un altro, quando dicevi di amarmi, mi hai lasciato per sms, senza pietà, adesso a cosa dovrei credere? Spiegami? Un giorno mi sono reso conto che ero troppo giovane per quella malinconia così costante. Ho cercato di andare avanti, avanti e basta, soltanto che poi momenti come questo mi distruggono, in questo preciso istante so che sto per crollare, ma magari domani mi rialzerò, forse si, forse no, chissà. Adesso però non trattenermi, perchè sto facendo uno sforzo incredibile per cercare di andarmene.- Le labbra mi bruciano come le fiamme dell'inferno, vedo tutto appannato, so che sto crollando ma ormai ci sono abituato. -Solo una cosa.- dice, si avvicina a me molto rapidamente, mi prende il viso tra le mani e... le mie labbra, che fino a secondi prima torturavo, sono premute da quelle di Ally, che mi bacia con delicatezza anche se tiene il mio viso con forza. Sono fermo come una statua, ho gli occhi sgranati e fisso un punto non preciso, non muovo le labbra, e so di odiarla. La odio perchè è egoista, ed io odio l'egoismo, sa di farmi del male, gliel'ho detto pochi secondi fa, eppure lo fa,mi fa del male, senza interessarsi delle conseguenze. Non la spingo via, lo farei ma non riesco a muovermi. -Si, la musica è uno sballo!- Odo una ragazza che parla a gran voce, -Ma cosa... ALLY!- Sento urlare da un tono maschile, Ally si stacca da me voltandosi, io rimango immobile nella posizione attuale senza preoccuparmi di chi ci ha visti. Focalizzo la ragazza e noto che si tratta di Angie, la tipa che oggi si è presentata a casa di Tomàs. -Elliot posso spiegarti tutto!- Gli dice Ally in preda al panico; vedo il ragazzo avvicinarsi molto velocemente, spinge Ally per una spalla facendola allontanare da me, e mi sferra un pugno sul labbro gettandomi al suolo. Avvicino le dita al viso e noto l'abbondante sangue che scorre da esso. Guardo il bestione che mi fissa con gli occhi rossi di rabbia e respira proprio come un toro che è pronto all'attacco. -Lascialo stare!- grida Ally circondandogli la vita con le braccia. -Chi cazzo sei, stronzo!- mi urla, io sforzo due colpi di tosse e mi alzo dall'erba. -Non voglio discutere.- Dico sorridendo, lui si avvicina a me ed è parecchio sudato, ad un soffio dal mio naso. -Provaci ancora con la mia ragazza e ti ammazzo!- minaccia, e intanto noto Allison che mi guarda con un senso di colpa negli occhi. La sua ragazza. -Perchè non mi ammazzi eh?- urlo furioso. -Giuro che sono già morto, un colpo di grazia e saluto tutti i presenti sulla terra! Forza ammazzami, non aspetto altro da due anni ormai, AMMAZZAMI!- allargo le braccia, e sono fuori di me, so solo che sto dicendo una verità che aspettavo di urlare a gran voce da troppo tempo ormai, e adesso che lo sto facendo mi sento benissimo. -Cosa aspetti?!- continuo gridando. Lui mi guarda stranito, sembra essersi pentito persino del pugno che mi ha tirato, è completamente sotto shock. Ally ha un viso disperato, la guardo negli occhi, e noto i suoi offuscati dalle lacrime. Trascorrono un paio di secondi e vedo la mia ex gettarsi con le ginocchia al suolo per poi iniziare a piangere sonoramente, singhiozzando, come non l'avevo mai vista. Il suo ragazzo si volta verso di lei ed Angie si avvicina correndo, dato che era rimasta in disparte per tutto il tempo. -Che ti succede?- Le domanda il tipo, lei alza il viso e il trucco che aveva cercato di non rovinare ormai è sbavato sull'intero volto. -Leòn, mi dispiace così tanto.- Mi dice. Contraggo ancora una volta la mandibola stringendo forte i denti, il fidanzato sposta gli occhi da me a lei continuamente, esattamente come fa la bionda al suo fianco. Non riesco a definire l'espressione del tizio, ma so che è meglio finirla, abbasso gli occhi un paio di secondi, e allungo il passo andandomene. Quando mi sono ormai allontanato do un ultima occhiata indietro e i tre non mi hanno tolto gli occhi di dosso, sospiro e seguo il mio cammino. Mi faccio spazio ancora una volta tra gli invitati cercando l'uscita; -Fratello!- Sento Tomàs urlare a qualche passo da me, io mi fermo. -Dio mio, ti ho cercato ovunque. Certo che non rispondi mai a quel cazzo di telefono!- Avvicinandosi mi mette una mano sulla spalla. -Sto andando via.- rispondo con nonchalance. -Cosa hai detto?!- Fa una smorfia per via del volume troppo alto della musica. -Che sto andando via, Tomàs!- ripeto alzando il tono della voce. -Ma cos'hai, sei bianco come un foglio di carta!- Mi dice apprensivo. Scuoto la testa alludendo al fatto che non voglio parlarne e faccio per andarmene. -Vengo via con te.- Mi dice.
Arriviamo alla moto che era parcheggiata parecchio più distante dalla villa. -Come sei venuto tu?- Domando a Tomàs voltandomi verso di lui. -Ma cos'hai sul viso!- Mi domanda avvicinandosi a me con gli occhi sgranati. -Vuoi rispondermi Tomàs- dico non curante. -Che hai combinato, Leòn?- preoccupato avvicina una mano al mio labbro, io la caccio via. -A domani.- dico salendo sulla moto. -Leòn, puoi spiegarmi per l'amor di dio!- , -Non ho niente da spiegare.- , -Ma hai fatto a botte?- , -ALLY MI HA BACIATO!- Gli urlo in faccia. Lui si mette due mani davanti alla bocca spalancata e fa due passi indietro da me. -N-non può essere- dice scuotendo il capo. -Vuoi il passaggio si o no?- , -No.- , -Bene. Ciao.- Mi metto il casco accendendo il motore. -Leòn aspetta!- sgommo lasciando il mio amico. Devo scappare per un pò, da tutto e da tutti. Ho fatto una sciocchezza. -Avevi ragione Tomàs, volevi sentirmi dire questo? Be' te lo dirò: Avevi ragione!- Urlo sapendo che nessuno mi sta ascoltando, però urlo, per liberarmi. Sono un coglione! Si! Sono proprio questo! Certe persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore. Le persone non di dimenticano, cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ally nella mia vita ha creato un gran casino, ha sconvolto i miei piani, ha confuso le mie idee. Non posso dimenticare chi ha toccato con mano, almeno per una volta la mia vita. Perchè se lo ha fatto significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con ciò prima di andare avanti.
Controllo l'orologio attraverso la visiera del mio casco: 02:12. Giro con la moto a tutta velocità, mi sento così vuoto. Non voglio tornare a casa, finirei per torturarmi il cervello, finirei per commettere qualche sciocchezza. C'è solo un posto dove posso andare, per scaricarmi senza far altro che respirare, respirare quell'aria così magica, il mio 'Luogo incantato'.
Arrivo lì e attraverso le folte chiome degli alberi per la milionesima volta. Eccomi quì, chiudo gli occhi assaporando la strana brezza di questo posto, e la sensazione inspiegabile che mi da. Avanzo per andare a sedermi sotto quel famoso albero. I lampioni creano una luce più fastidiosa della luminosità naturale che mi regalava la luna, oggi è a metà, esatto, la luna a metà, proprio come il mio cuore. Volto ancora qualche albero quando mi accorgo di una presenza, mi avvicino ancora di più: Una ragazza sdraiata sull'erba a pancia in giu, una matita e un quaderno, tutto ciò di cui ha bisogno per sentirsi meglio, dopo tutto il male che le ho fatto oggi: Violetta. Faccio molta attenzione ai passi che percorro, non voglio farla spaventare, ma non voglio neanche che si accorga della mia presenza. Se solo fossi stato meno codardo da presentarmi all'appuntamento, adesso magari sarei con questa fragile ragazza tra le braccia, e non mi sentirei morto dentro. Oh Violetta quanto mi riempe l'anima vederti! Ormai sono accanto a lei mentre disegna, noto le cuffiette che porta alle orecchie, e allora mi spiego il motivo per il quale non mi abbia sentito. Mi abbasso in ginocchio, tremante le avvicino una mano all'orecchio, le sposto una ciocca di capelli e la vedo sussultare cacciando un rumoroso urlo. -Shh, tranquilla sono io- cerco di rincuorarla non appena mi focalizza appieno. I suoi occhi, sempre così lucidi e coperti di sofferenza, prendono a guardarmi, e solo allora posso visualizzare la sua anima, attraverso due fari color castano, splendenti nonostante le lacrime che costantemente scendono da essi, ed in questo momento sento che nel mio corpo ferito, quasi morto, venga soffiata un'anima solo con uno sguardo di un angelo, Violetta è il mio angelo. Mi si inumidiscono gli occhi e istintivamente la stringo forte a me, facendole cadere di mano il quaderno e la matita che teneva vigorosamente tra le mani. Vorrei non abituarmi a nessuno, ma ci sei tu. A nessun buongiorno, ma vorrei che ci fosse il tuo. A nessun odore, ma adoro il tuo. A nessuna voce, però la tua mi fa stare bene. A nessun modo di entrarmi dentro, ma ormai ci sei. A nessuna felicità, ma in questo momento sei la mia. E' che magari rivedere i tuoi occhi sotto la luce offuscata della luna mi farivivere, e tu mi fai stare bene, Violetta.


 

Mi ha stretto fra le sue braccia e mi ha baciato la fronte, ho pensato “stavolta o mi salva o mi uccide.” -Non sai quanto mi fa bene averti incontrato, dopo tutto ciò che è successo.- Mi dice stringendomi più forte; Io non ricambio l'abbraccio, non dopo come si è comportato, mi limito a... be' a piangere, e a singhiozzare come... una bambina, ma non posso evitarlo. -Stringimi, ti prego, altrimenti muoio stanotte, me lo sento Violetta, per piacere salvami tu da tutto questo.- Sgrano gli occhi nell'ascoltare l'amore della mia vita disperarsi in una maniera così esasperata. Senza pensare ad altro secondo mi getto su di lui facendolo cadere con la schiena sull'erba. Lui mi fa allontanare giusto quanto basta per guardarmi in viso infilando le dita tra i miei capelli, e solo allora noto la sofferenza che le è disegnata sul volto, le lacrime che si fanno spazio sulle guance, e le labbra crespe rovinate dai morsi dei suoi denti. Noto l'estremità del labbro leggermente gonfia, fresca di sangue, ma non intendo domandargli cosa ha fatto, so che mi distruggerebbe, e non farebbe bene a lui. Gli porto una mano al viso ed al tocco lui chiude gli occhi come se provasse un gradevole sollievo, lo accarezzo dolcemente asciugando qualche lacrima, dopodichè mi avvicino appoggiando la mia guancia sinistra alla sua guancia destra. Rimaniamo immobili per un pò fin quando non decido di rivolgergli la parola. -Oggi... be', è stato orribile non vederti arrivare.- Mi alzo da sopra di lui mettendomi a sedere appoggiata al tronco dell'albero. Lui mi prende le mani, -Perchè ti sei spostata? Stavo così bene.- Mi dice, infastidito dal fatto che mi sia messa a sedere lontana da lui. -Leòn, chiedo troppo se ti domando il motivo per il quale non ti sei presentato?- Domando più autorevole anche se con voce tremante, lui sospira riavviandosi i capelli. -Forse si, chiedi troppo.- a questa risposta alzo lo sguardo che tenevo abbassato e sorrido tristemente. -Oh, be'... Okay.- Mi limito a dire mentre mi alzo e mi avvio a prendere il quaderno. -Dove vai?- Mi domanda seguendomi. -Me ne vado a casa, lasciami in pace per favore.- Dico il più cortesemente che posso continuando a camminare, lui mi afferra il polso facendo cadere il quaderno che avevo in mano che si apre una volta toccato il suolo; Entrambi ci voltiamo a raccoglierlo quando... -Ma... questo sono io!- Esclama osservando i vari disegni posti in esso, -Ancora e ancora.- Dice sfogliando, -Li hai fatti davvero tu?- Continua guardandomi con gli occhi che brillano, io annuisco fissandomi le converse. -Perchè?- mi domanda avvicinandosi e alzandomi il viso ponendo l'indice e il pollice sotto il mio mento, -Lo sai perchè..- rispondo timidamente mordendomi l'estremità delle labbra. Lui sorride appoggiando una mano sull'incavo del mio collo, così cominciano i brividi. -Voglio sentirmelo dire.- mormora, io sospiro e scuoto il capo -Ammettere di amare una persona, è un pò come confessare le proprie debolezze.- Affermo. -Mi basta questo.- Sorride commosso. -Se solo oggi avessi dato ascolto al mio cuore...- dice schiaffandosi una mano sulla fronte. -Perchè non l'hai fatto? Cosa ti costa dirmelo?- Gli domando ponendo le mie mani sui suoi avanbracci. -Non capiresti.- mormora. -Cosa te lo fa credere?- , -Non lo so, ma... se te lo dico so che ti farei del male.- , -Peggio di così è impossibile- , -Credimi, è così.- , -Lo so che non mi ami, ma perchè mi dimostri che sono importante per te se non è così?- , -Tu sei importante, mi fai stare bene, mi fai sorridere...m-ma credo troppo in ciò che provi per me, rovinerei tutto in un secondo adesso, e non voglio che succeda, Violetta.- , -Non smetterei mai di amarti, purtroppo.- , -perchè 'purtroppo'?- , -Un amore non ricambiato fa sempre soffrire.- sorrido tristemente e mi allontano, mentre lui mi osserva non replicando, ciò mi fa capire tante cose, lui non arriverà mai ad amarmi. -Forse è meglio che vada.- dico strofinandomi le mani. -Aspetta..- mi esorta, -Leòn, basta, non prendiamoci ancora in giro.- dico facendo una smorfia, lui scuote il capo -Tu non capisci..- , -Capisco tutto invece. Tu non mi amerai mai.- , -Perchè pensi questo?- , -Non lo penso, lo so!- , -E' il passato, mi condiziona, vorrei che mi aiutassi a scacciarlo via dai miei pensieri.- Dice come implorandomi. -So che ci andrebbe di mezzo la mia vita, Leòn.- mi temano le labbra, -Forse è solo meglio che mi sbrighi, mi sbrighi a dimenticare, perchè se non dimentichi subito non dimentichi più; E non importa se la vita va avanti, se ogni cosa ti ricorda che certe cose non possono funzionare. Se non dimentichi subito, certi ricordi ti vengono a cercare, esattamente come è successo con te.- Stringo gli occhi e respiro piano. -Non voglio che tu ti dimentichi di me.- Mi dice, -Ti comporteresti da egoista.- A questa parola lui si irrigidisce. -No, non mi sono spiegato.- Si avvicina a me ancora una volta, mi prende per i fianchi e preme le sue labbra contro le mie; sento le sue crespe e rovinate catturare le mie tremanti. Cerco di emollire le sue, come un balsamo magari, rispondo al bacio senza esitare più di tanto infilando le dita tra i suoi capelli come ho già fatto questa mattina. -Vorrei.Solo.Che.Tu.Mi.Aiutassi.- Dice tra un bacio e l'altro. -Io.Vorrei.Che.Tu.Dimenticassi.- Faccio lo stesso, e a fiato terminato mi stacco mordendogli il labbro inferiore. -Ci proverò ancora, con il tuo aiuto.- dice respirando affannosamente. -Non voglio essere 'la ragazza che usi per dimenticare l'ex'- detto ciò lui contrae la mandibola e serra gli occhi violentemente, come se provasse un dolore infernale al petto. -Non posso nascondertelo.- riapre gli occhi, e non so leggerli, non questa volta. -Cosa?- Domando intimorita, ancora con le braccia che circondano il suo collo. -Be'...lei...- , -Lei chi?- , -Ally, la mia ex- , -Eh, cosa?- , -Questa sera...- , -COSA?- , -Mi ha baciato.- confessa abbassando il capo, io ritraggo le braccia ponendo le mani davanti alla mia bocca spalancata. Lo guardo con gli occhi sgranati e solo dopo pochi minuti ho il coraggio di formulare una frase. -Come hai potuto baciarmi adesso? Dopo aver toccato le labbra di un altra?- Urlo con voce graffiata. -E' stata lei a baciarmi.- risponde con voce piena. Faccio un respiro profondo ignorando il dolore al cuore, giro i tacchi e inizio a correre. -Violetta aspetta!- mi segue. -Lasciami in pace!- Urlo cercando di accelerare la corsa, lo sento afferrarmi la vita da dietro -MOLLAMI, LASCIAMI IN PACE!- grido prepotentemente, quando mi accorgo che è più forte di me mi accascio a terra, cedendo a un pianto disperato. -Ti accompagno io a casa.- , -Non è affatto necessario.- riesco a dire a malapena con la voce strozzata, -Hai visto che ore sono?-.
Sdraiata nel letto, continuo a strappare pagine del mio quaderno che ritraggono il viso di Leòn, prendo il mio diario e inizio a stracciare anche i fogli con su scritto il suo nome a caretteri sempre differenti. Non posso credere che l'abbia fatto. Avrei dovuto immaginarlo, non si sarebbe mai innamorato di un disastro come me. Mi sono fatta riaccompagnare solo perchè non avevo forze, ne' per camminare, ne' per fare altro. D'un tratto sento bussare alla porta della mia camera. -Chi è?- Domando mentre raccolgo velocemente i resti dei disegni di Leòn. -Sono io.- apre la porta e si ferma sull'uscio. -Papà, dimmi.- Dico dissimulando e cercando di nascondere il mio volto. -Non sei proprio brava a piangere senza far rumore.- Entra e si chiude la porta alle spalle. -Io sto bene, te lo giuro; Soltanto non guardarmi negli occhi per favore.- si avvicina e si siede sul bordo del letto. -Perchè sei uscita senza dire niente a quest'ora di notte? Sai che io e tua mamma siamo stati in pensiero.- , -Papà avevo avvisato Olga..- , -E' stata lei infatti a tranquillizzarci, altrimenti avrei chiamato la polizia, non farlo mai più.- , -Va bene.- , -Sai che non ti sto facendo storie solo perchè non riesco a vederti in questo stato no?- , -Si.- , -Posso sapere cos'hai?- , -Papà, ho bisogno di rimanere sola, sul serio, per piacere.- , -Va bene, lo faccio solo pe...-, -Perchè non riesci a vedermi così, ho capito.- Lo interrompo ripetendo a cantilena. Dopo avermi dato un bacio sulla fronte si allontana -Buonanotte.- , -Notte.-  ed esce dalla camera. Anche lui, si il mio papà, so che mi ha vista arrivare con il messicano, chissà perchè non mi ha detto niente. Mi dispiace averlo dovuto mandare via, ma non riuscivo a reggere il suo sguardo.
Mi giro e mi rigiro nel letto, troppi pensieri, troppe lacrime. Prendo il telefono ed entro su What's app: 567 messaggi. Dio santo. Sul gruppo della classe si sono dati alla pazza gioia. Francesca: 123 messaggi. Camilla: 45. Diego: 23. Il resto del gruppo. Mi hanno praticamente bloccato un cellulare. Noto che Camilla è online invece Fran no. Sono le 04:00 del mattino.
''Ancora sveglia?''
4:03 AM
invio il messaggio che viene subito visualizzato.
''potrei dire lo stesso di te''
4:03 AM
Risponde.
''Ho visto Leòn''
4:05 AM
invio. Sta scrivendo...
''COSA?''
4:05 AM
Risponde all'attimo.
''Rispondi al cellulare che ti sto chiamando.''
4:06 AM
Scrive di seguito.
Sento il telefono vibrare e rispondo subito. -Hey..- , -Vilu, allora?- , -Niente Cami, è successo un casino..- Sospiro. -Stai piangendo?- non rispondo. -Adesso spiegami, cosa fai oltre a piangere, ad amarlo e ad aspettarlo? Dimmi ti prego che pensi ai tuoi capelli, che hai un libro sul comodino, che se lo smalto si rovina tu provvedi a rimetterlo. Dimmi che non ti sei forse dimenticata dei tuoi amici, che pensi ancora a quel sogno di cui lui non ha mai fatto parte. Dimmi, se ti ritrovi da sola un sabato qualsiasi, non vorresti morire; che se tua madre prova ad abbracciarti, tu non la mandi via come se fosse solo colpa sua. Dimmi che, quando vai in giro per le strade, riesci ancora a guardare i fiori senza pensare che appassiranno. Non è quello il loro lato migliore, non è a quello che devi pensare. Dimmi che non sei veramente convinta che dire 'ti amo' voglia dire essere tristi, che riesci a guardare chi si da la mano senza odiare la coppia; non hanno fatto niente quei due, non hai fatto niente tu. Lo sai vero? Non hai fatto niente di male. Dimmi, ti prego che hai ancora voglia di guardare un film sul divano, che il tuo gelato preferito ti fa ancora venir voglia di ridere un pò, che non credi che amare sia sbagliato. Dimmi che lui non ti ha cambiata, dimmi che sei consapevole di esistere a prescindere da voi. Dimmi, ti prego, che non devo dirtelo io, dimmi che lo sai da sola, che vali qualcosa anche se lui non c'è.- Mormora l'ultima frase scoppiando a piangere, il mio cuore prende a palpitare, -Non so se posso dirtelo... non lo so.- Rispondo afflitta con la voce a tratti udibile. -Meriti tutto l'amore di questo mondo, meriti che qualcuno venga a strisciare ai tuoi piedi e ti tratti come una regina!- Urla non rendendosi conto di che ore sono. -Lo so, lo so che magari merito di meglio, ma io voglio lui!- , -Dimenticalo Vilu, ti fa solo soffrire!-. Attacco al telefono e mi getto a peso morto sul letto. Non voglio sentire nessun'altra voce. Mi dicono 'dimenticalo, ti fa solo soffrire', ma nonostante tutto è sempre stato la mia cura.


ANGOLO AUTRICE
Hey, Hey, Hey!!!! Che mi dite bei bimbi?! hahaha come va la vita? xD Be' a me bene da quando è finita la scuola.. ieri ho visto un vestito strabiliante e....Okno... a voi non credo interessi più di tanto HAHAHAHA Dai cerchiamo di sdrammatizzare il capitolo u.u Benee Scusate per l'ennesima volta il ritardo, ormai ci avete fatto l'abitudine no? *Si rintana a piangere* I'm soooo sorryyyy!! Be' passiamo al capitolo: Avrete notato che è apparso qualcuno.... Ta daaaaa Allyy!!! Ally Ruiz (Cognome suggerito dalla mia collega Niley u.u) Ve la immaginavate così?? Commentatee!! xD Allora riassumiamo algo: Leòn arriva alla festa, ma chi l'ha organizzata ne avete idea? Booohh si scoprirà presto! Ojoo! Incontra delle ragazze, cerca i suoi amici ed esce in giardino per poter parlare al telefono con Tommy, ma ad un tratto compare la tizia che ho notato odiate a morte hahaha (Niley certo che tu vuoi fare una strage! O.o xD) Dopo questo capitolo avete cambiato idea sul suo conto? hahaha Be' dopodichè il bacio! (Lo ha baciato solo lei u.u) Chi arriva? Elliot (Attuale fidanzato) ed Angie...emh, Elliot e Angie avranno qualcosa a che fare? Buuu... capitolo 14 ù.ù hahah.. Elliot-pugno a Leòn-Ally reagisce come nessuno si aspettava-Leòn se ne va-compare tomàs-leòn sgomma-arriva al luogo incantato-incontra Violetta *_* Quaaa è bellooo hihihihi Abbraccio 'o mi salva o mi uccide'! Leòn non da spiegazioni per la buca, lei tenta svariate volte di andarsene ma alla fine lui la baciaaa 'Applausi per Clarii!!! u.u' (Clari sono io xD), in seguito però Leòn le confessa del bacio AllyxLeòn, e la sua reazione l'avete letta:/ 'Fischi e buuu per Clari' ç-ç alla fine dopo varie conversazioni la riaccompagna a casa. -Letto-Padre sbattuto fuori verbalmente-Whatsapp-Camilla al cellulare. Mi piace molto ciò che Cami dice a Vilu, fa molto piangere ç-ç......Be'... cosa succederà il giorno dopo a scuola??? E Francesca? Che avrà fatto? La band? Violetta e la sua passione? Leonetta? Vedremoooo nel capitolo 14 che si intitolerà 'Capitolo 14' waaaaaa!!! xD Allora ringrazio tutti i lettori che mi sostengono, i recensori, chi ha aggiunto la storia ai preferiti, seguiti e ricordati GRAZIE! non mi stancherò mai di dirlo! Un salutoo alla scrittrice che ha fatto le storie più belle di Efp: Niley Story (@MagicGirl96) Teee quierooo! (Ah sapete che fine ha fatto Leonetta99 O.o? non la sento da tanto :,( ) Bee' un bacio a tutti e alla prossima!! :**
-BeYoSinger <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
E logicamente sono in ritardo. Magari pretendevo anche di arrivare puntuale a scuola dopo aver chiuso occhio soltanto al suono assordante della sveglia. Non si spegneva mai quell'aggeggio, per fortuna avevo lasciato la finestra spalancata così ho potuto comodamente lanciarla, deve essersi rotta, peccato era carina, fortunatamente non avevo impostato la sveglia sul cellulare altrimenti avrei lanciato anche quello. Fatto stà che adesso sto correndo verso il portone principale, quello dei ritardatari. 10 minuti di ritardo, oh no, oggi c'è matematica la prima ora, quella mi interroga! Lasciando da parte la disperazione entro a scuola, consegno il permesso, che mi ha fatto mio padre, in segreteria e mi avvio per salire su in classe. Ebbene sì, oggi ce l'avrò dietro, seduto dietro di me, dopo tutto ciò che è successo ieri, tutti quei baci, quelle lacrime, non so come affronterò questa mattinata, proprio non ne ho idea. La scuola è iniziata da tre settimane, eppure sono capitate così tante cose che sembra sia passata un'eternità. Affannata e in assenza di ossigeno busso alla porta della mia classe ed apro subito dopo. -Buongiorno, scusi il ritardo professoressa.- Dico con il fiato che mi rimane. -Vai a sederti, Castillo.- Risponde acida, sono sicura che non ce l'ha con me perchè sono arrivata in ritardo, bensì perchè sono arrivata; Questa professoressa mi ha sempre odiata a parer mio, ed io a lei, poichè io e la matematica non andiamo molto d'accordo, e se ci sono debiti che ho avuto alla fine di ogni anno sono stati proprio per questa materia. Mi sento osservata dai ragazzi, che mi sorridono, la mia amata tribù. Quanto li ho trascurati in queste settimane. Obbedisco alla prof recandomi al mio posto, -Hey- mi sussurra Francesca sorridente, ed io le schiocco un bacio sulla guancia, mi volto per appendere la giacca di jeans allo schienale della sedia ed incrocio un paio di occhi color smeraldo che mi fissano ardentemente. -Ciao.- Il messicano mi saluta, io mi blocco un attimo lasciando lo sguardo fisso sulle sue labbra e l'estremità violacea, quella che ieri sanguinava, rigonfia sul suo viso così scolpito. Noto un sorriso sincero che mi regala e allora non posso far altro che avere una voglia così prepotentemente forte di stringere questo ragazzo tra le mie braccia. -Castillo, girati!- Sento la prof. battere sulla cattedra allora in men che non si dica mi volto in avanti sotto lo sguardo sospetto di Fran. -Credo che tu abbia notato tutte le chiamate e i messaggi che ti ho inviato, sbaglio?- Francesca parla in modo che possa sentirla soltanto io, non interrompendo il contatto visivo con la lavagna e gli occhi inquietanti della prof. -Non sbagli, mi avete tutti bloccato un cellullare Fran.- Ridacchio e lei si volta a guardarmi. -Vilu, sei così bianca in viso, hai due occhiaie così calcate, stai bene?- Mi domanda premurosa, lasciando in sospeso il discorso di prima. -Perfetta, sto benissimo, mai stata meglio.- Mento sorridendo un pò tristemente, lei se ne accorge. -Vilu, perchè non ti confidi più con me? Cosa ti ho fatto?- Mi si ferma il cuore e le sue parole mi fanno stare così male, è così brutto sapere che l'ho trascurata così, che non ho la forza di raccontarle tutto, vorrei farlo, sedutastante, ma non posso. Non posso farle questo, non adesso.. -Fran ho bisogno di dirti una cosa importante..- mormoro un pò impacciata. -Di cosa si tratta?- Mi domanda curiosa, ed allo stesso tempo ansiosa. -Allora?! Devo metterti la nota Castillo?!- Sussulto per il fatto che la prof ha sbattuto il libro sulla cattedra. -Ne parliamo dopo..- Sussurro a Fran, lei annuisce. -Vilu! Pss, pss... Violetta!- Credo di aver capito che mi stanno chiamando, ma non intendo da dove provenga la voce, -Violetta! pss..- Sento mormorare, mi volto verso sinistra notando Maxi che fa gesti con le mani, faccio un segno di assenso con il capo cercando di capire cosa vuole. -Oggi vieni che provo (?)..- Sta cercando di mimare qualcosa ma non riesco a sentirlo ne' a indovinare cosa sta cercando di dirmi, è davvero pessimo nel mimare! -Che?- dico a voce bassa. Lui esasperato continua a gesticolare. Ma cosa..? -Fran, vedi se riesci a capire cosa vuole Maxi- Chiedo a Francesca che fa fatica quanto me, ad un certo punto diciamo all'unisono -Che cosa?-. Maxi apre gli occhi arrabbiato -OGGI VIENI AL RITROVO!- urla a voce piena, così che tutta la classe si volta verso di lui, la bigfood  della prof lo guarda con gli occhi sgranati, tanto da provocare una risata generale, io e Fran poniamo le mani davanti alla bocca spalancata, Maxi si abbassa sulla sedia, prendendo il colore della sua maglietta, rosso acceso. Si fa scendere la visiera del berretto sul viso, -Ponte, invece di fare tanto lo spiritoso perchè non vieni a svolgere questa operazione alla lavagna, prego.- , -Ma prof, io...- , -Ponte! Alla lavagna, ADESSO!- Maxi si alza svogliatamente dalla sedia per recarsi alla lavagna, e la prof gli porge il gessetto con uno sguardo da vipera assetata di sangue. -Ops..- mi dice Francesca preoccupata. Passano i minuti e secondo il mio parere il mio amico sta scrivendo numeri a caso sulla lavagna, mentre la prof è occupata a fare ordine nel registro; qualcuno tenta di suggerire ma viene zittito improvvisamente dalla bigfood. D'un tratto mi sento picchiettare sulla spalla, ovviamente riconosco il picchiettìo e il mio corpo viene interamente percorso da un brivido. Mi volto accecandomi con il suo sguardo profondo, -Cosa c'è?- Domando come se di lui non me ne importasse minimamente. -Ho bisogno di parlarti.- , -Non mi sembra il caso.- , -All'uscita?- Mi supplica con lo sguardo. -No, Leòn.- mi rigiro in avanti, -Ma Violetta!- Esclama come se in classe ci fossimo solo noi due. Deja vu, tutta la classe si volta verso Leòn, tranne Cami e Fran che guardano me, che abbasso subito lo sguardo in preda all'imbarazzo. -Vargas, alla lavagna.- Invita la prof stringendo forte i denti, scoppierà quest'oggi la nostra cara prof, e non vedo l'ora di raccogliere frammenti di lei in giro per la classe, o magari calpestarli! No sputarli! Bella trovata. Cerco di osservare il viso di Leòn, e ci riesco in una frazione di secondo, non è arrossito, le sue guance hanno preso fuoco! Quanto è dolce, quanto è splendido. Si alza elegantemente dalla sedia camminando verso la lavagna dove ancora c'è Maxi che suda ed ha un viso disperato; Non lo biasimo, al posto suo mi sarei rifiutata di alzarmi per svolgere l'operazione. -Ponte, torna al tuo posto, tre!- dice la prof con le narici dilatate; Maxi porge il gessetto e torna a posto desolato. Povero, mi sento in colpa, è stato interrogato per colpa mia. Oddio anche Leòn! Il rimorso inizia a farsi spazio sul mio stomaco. Leòn cancella ciò chè Maxi aveva scarabbocchiato sulla lavagna e inizia a svolgere la traccia, apparentemente è tranquillo. Sospiro osservando con quale grazia si muove, è figo persino quando sta in piedi di spalle, talmente perfetto. E pensare che ci siamo baciati, che lui prova qualcosa per me, anche se io lo amo, con tutte le mie forze. E pensare che tre settimane fa neanche lo conoscevo, questa bellezza sovraumana è entrata nella mia vita, ha rubato il mio cuore senza accorgersene, e mi ha fatta cambiare. Cerco con lo sguardo Camilla, è pensierosa, ricordo di averle attaccato il telefono in faccia la scorsa notte, dopo tutto ciò che mi ha detto, avrei voluto soltanto non sentire quelle parole, che mi hanno,per così dire, fatto capire tante cose, soprattutto il fatto che ha ragione e che mi sono completamente annullata. Sarei voluta esplodere in quel momento, non potevo continuare a parlare, sono esplosa, sì, ma l'ho fatto da sola, in silenzio, ai piedi del letto. Mi sembra una logica filosofia ciò che mi sta succedento. Praticamente ho trovato ciò che amo, e sì, mi sta letteralmente uccidendo. Perchè sono cambiata così? Francesca non l'ho ha fatto. Anche lei secondo me prova qualcosa di molto forte per Leòn, eppure non ha smesso di essere ciò che era. Mi cerca, lo fa continuamente, non si è dimenticata della sua migliore amica, come a tratti ho fatto io. Passa ancora i suoi giorni cercando di inseguire il suo sogno, rimane a contatto con chi la ama, Ma...c'è un però, la notte. La notte non so se soffre quanto me, se inizia a piangere e magari si sente giù, non lo so, perchè l'ho abbandonata. Inizio a fissarla mentre guarda Leòn con degli occhi afflitti, magari anche lei pensa che il suo sia un amore impossibile. Accanto c'ho la mia migliore amica, la mia sorella dell'anima, e non mi rendo conto di quanto in questo periodo abbia rinunciato a una fortuna che Dio mi ha dato. Sarà una punizione la mia, me lo merito, sto morendo pian piano perchè ho agito da crudele insensibile, egoista, bugiarda. Sono una persona orribile, e abbandonando la vecchia me ho ottenuto come risultato solo sofferenza e lacrime. Ma se la vera me fosse quella di adesso e non quella di prima? Ciò che sono diventata è sempre una me. Quindi adesso non saprei davvero cosa pensare. -Castillo, segui e non pensare alle nuvole.- La prof interrompe brutalmente le mie riflessioni, così torno a guardare il ragazzo che amo mentre scrive sulla lavagna parentesi lettere e numeri che per me sono incomprensibili, ma lui li calca con velocità e sicurezza. D'un tratto credo abbia terminato, -Bene Vargas, puoi andare a sederti, complimenti ti metto un otto più.- dice la prof non abbandonando la sua naturale freddezza nella voce graffiata. Leòn sorride soddisfatto; Oh, il suo sorriso... sospiro serrando i pugni. -Grazie.- dice cortese il messicano camminando verso il suo banco, lungo il tragitto ci scambiamo uno sguardo, poi si siede battendo il cinque a Marco, suo compagno di banco.
La quarta ora, e vorrei solo sbattere la testa contro qualcosa! Guardo Francesca con aria traumatizzata -Ma che è successo oggi? Non finisce mai questa agonia!- appoggio la testa sul banco, Fran mi guarda ridacchiando, -In effetti oggi è stato pesante.- ammette mettendo su un broncio. -Pesante?! Solo pesante? Ho augurato la morte a tutti i professori, e di solito non faccio di queste cose!- dico alzando le spalle. -Castillo, fa silenzio!- La prof di letteratura sbraita. -Scusi.- dico per poi sbuffare, -E smettila con questo atteggiamento!- rimprovera accigliata. -Mi sono solo scusata.- dico con calma. -Non rispondere!- esclama in preda alla rabbia. Io alzo gli occhi al cielo cercando di non farmi notare. Due sono le opzioni, o impara a prendere una camomilla la mattina oppure la prossima volta le faccio una pernacchia in faccia. -Dicevamo...- La prof continua a spiegare. -Vilu, non è possibile oggi nessuno ti sopporta!- mi dice Brodway che è seduto dinnanzi a me, -Solo sapessi quanto sopporto io loro.- sussurro seccata. Lui mi sorride incoraggiante e si volta in avanti.
Suona la campanella per la quinta ora, usciamo tutti di classe, io mi dirigo velocemente al mio armadietto per prendere il libro di chimica. -Bellezza.- Sento il suo fiato sul collo e la sua colonia decinsamente disgustosa espandersi nell'aria. -Diego..- dico a mò di saluto voltandomi, -Mi stai evitando per caso?- mi domanda con la sua aria da gradasso, -Non ti sto evitando, Diego.- Rispondo scocciata per poi mettere le mani dentro l'armadietto cercando il quaderno, -Ti ho inviato parecchi messaggi.- Mi avverte, -Perchè non hai risposto?- continua. -Sono stata occupata.- dico superba, quando trovo il quaderno. -Ah si, come mai?- mi domanda soffocante. Mi accorgo che non trovo il libro, l'avrò lasciato da Cami? -Me lo reggi per favore?- Gli porgo il quaderno ignorando la sua ultima domanda. Dove l'avrò messo? -E questo?- giro lo sguardo notando ciò che Diego tiene in mano guardandomi arrabbiato: Un ritatto di Leòn. Sant'iddio. Non avrei mai pensato di averne lasciato uno all'interno del quaderno di chimica! Glielo strappo dalle mani riprendendomi anche il quaderno. -Ti ho detto 'reggimelo' e non 'ficcaci dentro il naso'.- Gli urlo addosso. -Ti piace il messicano?- Mi domanda schioccandosi le dita e contraendo la mandibola. -Diego, non ti riguarda. Adesso, per piacere, lasciami in pace.- Lo prego con voce strozzata. Mi sento scossa, adesso Diego lo dirà in giro! Lo noto guardarsi intorno -Non posso lasciarti in pace!- esclama prendendomi per i fianchi sbattendomi con la schiena agli armadietti. Noto con mia spiacevole sorpresa che stranamente per i corridoi non c'è anima viva. -Lo sai che ho perso la testa per te, Violetta.- Mi sussurra ad un orecchio. -Diego, ti prego mollami, devo andare in classe.- dico con voce tremante. Sono sicura non mi farà del male, non ho paura, vorrei solo che questa frase l'avesse pronunciata Leòn a me. -Violetta, ascoltami.- mormora -No, non voglio ascoltarti, accetta la mia decisione.- dico esasperata. -E' per quel Messicano?- mi domanda tristemente, io serro gli occhi con molta forza. -Il Messicano ha un nome.- sento la voce di Leòn che è musica per i miei padiglioni auricolari, lo osservo mentre fa un mezzo sorriso falso guardando Diego che con molta calma si stacca da me e si avvicina a lui. -Leòn, dimmi, hai problemi?- Diego domanda sfottente mentre io richiudo velocemente l'armadietto e mi avvicino a loro. -Nessun problema, tu invece?- Leòn sembra divertito, Diego al contrario è molto preso dalla conversazione, so che vorrebbe picchiarlo. Alza le mani come a smentire il fatto che 'abbia problemi'. Intanto suona la campanella, il corridoio adesso è più popolato di prima in quanto ognuno deve entrare nelle proprie classi, io guardo i due che gettano lo sguardo su di me, -Vado in classe.- avverto prima di camminare a passo veloce verso il laboratorio di chimica. -Violetta aspetta!- sento Leòn urlare, mi volto e vedo Diego andarsene verso il bagno. Leòn mi viene dietro, -Possiamo parlare?- mi domanda, -Devo andare in classe.- sbotto, lui sospira. -Ci vorrà un minuto.- mi supplica gesticolando il numero 1 con l'indice della mano. -Ora come ora, prenderei a cazzotti qualcuno con tutto questo nervosismo che ho dentro!- esclamo. -E se qualcuno allungasse le braccia per abbracciarti?- domanda facendo ciò che ha appena detto. -Inizierei solo a piangere.- dico per poi aggrapparmi a lui con ogni mia forza. -Immaginavo.- dice contro i miei capelli, mentre dai miei occhi cominciano a scendere sempre puntuali le mie lacrime. -Se ne avessi la forza, ti urlerei in faccia tutto quello che sto passando per te, e fidati, piangeresti pure tu.- affermo staccandomi da lui e asciugandomi le lacrime, -Non dirmi questo.- dice come se avesse avuto una morsa al cuore e provasse dolore e senso di colpa. -Dovrei mentirti?- domando abbassando lo sguardo. -Violetta...io- prova a parlare ma lo interrompo. -Andiamo in classe, siamo in ritardo.- dico fredda per poi iniziare a correre verso il laboratorio.
Non ci posso credere in questo momento siamo davvero liberi! Dopo una mattinata atroce, la professoressa di chimica ha avuto perfino il coraggio di interrogarmi. Quella racchia antipatica, mi ha domandato perchè avessi gli occhi arrossati, secondo il suo dio mi sarei confidata proprio con lei davanti a tutta la classe, bah. Raccolgo le mie cose dall'armadietto e noto Cami che dall'altra parte del corridoio fa lo stesso. -Cami!- la chiamo, lei si volta e mi sorride, anche se sembra risentita. Mi avvicino, -Hey..- mi dice, io sospiro e tre secondi dopo mi getto tra le sue braccia, -Perdonami, sono un'amica orribile, non riesco a spiegare come mi sento. Mi dispiace.- concludo stringendo forte la mia amica, -Tranquilla Vilu, io cercavo soltanto di aiutarti, non avrei mai voluto dire qualcosa che potesse farti stare peggio, te lo assicuro.- mi dice, dopodichè sciogliamo l'abbraccio. -Mi hai fatto ripensare.- , -Cioè?- domanda seria. -Come si può amare una persona che non ti ama? Lui è felice senza di me, io a malapena respiro. Lui non mi pensa, mentre io mi sono consumata le mani a furia di disegnarlo.- dico e guardo in alto per non piangere. Camilla inizia a ridacchiare, -Che ne sai?- mi dice scuotendo il capo divertita, -Secondo me è così.- , -Non puoi saperlo.- dice sicura. -Che cosa?!- dice Francesca che mi spunta alle spalle. Guardo Camilla come a dirle 'Se parli sei morta', così mi volto verso Fran ansiosa più che mai e inizio a balbettarle qualcosa, -Be'... non posso sapere s-se...- mi blocco un attimo ma poi Lampadina -Se la prof di chimica mi ha messo l'insufficenza!- dico soddisfatta della trovata. -Non credo Vilu, non sei andata male.- dice Francesca incoraggiante. -Be' speriamo.- sorrido come una cretina dopodichè afferro le ragazze per i polsi trascinandole per uscire da quall'inferno chiamato 'Scuola'. -Vilu ma alla fine oggi ci torni al ritrovo?- mi domanda Camilla mentre siamo sul marciapiede, -Si, verrà anche Leòn per farci sentire come se la cava con la chitarra!- Esclama Francesca sorridente. Non appena sento quel nome sollevo subito la testa senza rendermene conto, e mi accorgo che è come se fosse un richiamo, quasi come se quel nome mi appartenesse. Non vorrei rischiare di farmi scoprire da tutti i miei amici oggi al ritrovo, devo inventare una scusa. -Non lo so ragazze, oggi vorrei studiare per recuperare l'interrogazione di oggi.- mento, -Ma chimica l'abbiamo sabato, hai ancora quattro giorni a disposizione Vilu!-  Insiste Fran, lancio uno sguardo a Cami che mentre cammina si osserva i piedi. Sospiro, sapendo che è vittima delle mie bugie. Il rimorso mi uccide; essere consapevole di cosa sto facendo a Francesca e Camilla le mie migliori amiche, quanto mi fa stare male. -Ci verrò.- cedo alla fine. Non sarei voluta diventare così, davvero. Non avrei mai voluto essere ciò che odio.


 

Non appena noto Violetta, che cammina con Camilla e Francesca, cerco di raggiungerla correndole dietro, devo assolutamente parlarle, devo spiegarle la faccenda, una volta per tutte e come si deve. Le ho a due passi da me, -Violetta!- La chiamo, e le tre ragazze si fermano girandosi per guardarmi, -Leòn- Mi saluta Francesca sorridendomi, io sorrido di rimando, quando noto Violetta che deglutisce e mi osserva seria, Camilla mi fissa, credo che lei sappia. -Dove andate di bello?- domando con finto interesse. -Ognuno a casa propria..- Mi risponde Camilla, -Ci vieni al ritrovo oggi, vero?- mi domanda Francesca piegando la testa di lato. -Emh, potrei farci un salto.- le rispondo cortese sorridendo, mentre spero con tutto il cuore che Violetta si decida a voler parlare. -Ricorda di portare la chitarra.- mi dice scherzosa, -certo.- sorrido. Camilla forza un colpo di tosse e da una leggera spinta a Violetta, guardo Francesca che non se ne accorge perchè troppo occupata a guardarmi sorridendo come un ebete. Vorrei così tanto che le passasse questa cotta verso i miei confronti, non vorrei che anche lei cominciasse a soffrire a causa mia, non me lo perdonerei mai. -Amico!- Una voce che conosco a meraviglia attira la mia attenzione: Tomàs corre verso di noi con una lettera in mano. -Tom!- gli faccio segno di avvicinarsi a noi. Getto uno sguardo sulle ragazze e noto Violetta impaziente, so che vorrebbe scappare ancora. Il mio amico ci raggiunge con un fiatone per via della corsa, -Hey vecchietto!- Gli do due colpetti sulla spalla e lui mi da uno spintone, -Sono venuto al cancello della scuola, c'era parcheggiata la tua moto ma tu non c'eri.- mi racconta, -Si, volevo raggiungere le ragazze- indico loro, -Ah- annuisce Tomàs guardando le fanciulle, -Oh, te le presento..- dico un pò imbarazzato. -Questa è Camilla.- , -Tomàs piacere.- le afferra la mano e gliela stringe, -Francesca- presento, e lui agisce come ha fatto con Camilla, -Piacere.- , -E.. lei è Violetta.- dico guardandola dritto negli occhi. Tomàs volta lo sguardo prima su di lei e poi su di me, e così via; Poi però le stringe la mano, -E così sei tu Violetta..- le dice sorridente osservandola attentamente, -Si, perchè?- domanda esitante lei, -Leòn mi ha parlato tanto di te.- Le dice annuendo, io gli do uno spintone, -Ahi!- urla lui, -Ma che dici, idiota!- gli spiffero a denti stretti, e so di aver preso molto colore in viso, come noto è successo a Violetta che ha abbassato subito lo sguardo. Imbarazzato sorrido a Camilla e Francesca che mi guardano. Fran sorride tristemente, mentre io cerco di dissimulare, -volevi qualcosa Tomàs?- gli chiedo facendo una smorfia, -Si, volevo parlarti un secondo.- mi avverte, al che sento Violetta..-Va bene, noi andiamo..- , -No, aspetta, dobbiamo parlare..- cerco di trattenere la ragazza che già mi ha dato le spalle, -Mi aspettano a casa, Leòn, ci vediamo..- dice senza voltarsi, le amiche la seguono facendoci cenni di saluto, -E' stato un piacere..-. Sospiro esasperato, provando una rabbia profonda nei confronti del mio migliore amico. -Mi spieghi che vuoi?- mi schiaffo una mano sulla fronte, -E' tutta la mattina che cerco di parlare con Violetta, e lei non fa che evitarmi..- continuo sfogandomi, -be' volevo solo darti questa.- mi consegna una lettera su cui non c'è scritto ne' destinatario ne' mittente, -Che roba è?- domando aprendola, lui mi ferma, -Voglio che tu la legga quando sarai solo.- mi dice, -Okay, ma cos'è?- domando ancora una volta. -E' una lettera che... be' una persona mi ha chiesto per favore di consegnarti... Io so che non ti avrebbe fatto bene ma, non potevo non farlo, poichè non ne conosco il contenuto, io... cerco sempre di agire per il tuo bene, ma in fondo, sbaglio... sbaglio sempre tutto, comunque adesso prima che tu scopra chi è il mittente e ciò che sta scritto dentro vorrei soltanto dirti una cosa: Combatti, vincila questa cazzo di guerra, mi raccomando.- mi dice, e dopo avermi dato due colpetti incoraggianti sulla spalla gira i tacchi e se ne và, lasciandomi con la busta in mano -Hey, Tom!- lo chiamo quando ormai è parecchio lontanto, lui si volta e prende a camminare al contrario, -Grazie!- continuo, lui alza la mano e fa un cenno per poi continuare il suo cammino. Sospiro e torno al cancello della scuola, prendo la moto e la sposto fuori, mi ci siedo sopra e apro la busta per scoprire chi mi ha mandato questa lettera, anche se credo di saperlo. Stiro il foglio piegato, dopodichè inizio a leggere, oh è la sua calligrafia:
Caro Leòn,
dopo ieri, be' che posso dire, quello che so è che respiri ancora.
sei ancora vivo, senza di me. Eppure dicevi che non ce l'avresti fatta, senza di me, che non avresti potuto resistere. Invece guardati adesso, dopo mesi? anni? Ho smesso di tenere il conto. Sei ancora vivo mentre non sai dove sono, con chi sono, cosa faccio, se ci penso ancora, se sto facendo l'amore con un altro. Dicevi che l'avresti ucciso, se fosse successo, e che mi avresti portata via. Ma sono ancora quì. Sei ancora fin troppo vegeto. Di sicuro hai ancora una sveglia da spegnere ogni mattina, di sicuro fai ancora colazione con il cornetto accompagnato dal caffè amaro. Di sicuro fai ancora battute stupide, ma così stupide che le persone ridono per non farti dispiacere. Di sicuro ascolti ancora canzoni che nessuno conosce mentre fai la doccia, oppure le suoni con la chitarra, perchè a te piacciono, anche se sono antiche, anche se nessuno le sopporta. Di sicuro abbracci ancora tua madre quando la vedi giù, più del solito, e cerchi di darle meno problemi per farla stare meglio. Di sicuro sei ancora dolce, a volte romantico, di sicuro sei sempre lo stesso. Lo stesso che ha smesso di immaginarmi nei suoi giorni, un giorno. Di sicuro una o due illuse ti avranno cercato avendo notato che non camminavi più al mio fianco, e tu le avrai accolte con dolcezza, le avrai fatte ridere, le avrai fatte godere, e poi ti sarai scusato, perchè di più non potevi, non con loro. Di sicuro respiri ancora Leòn, profumi da morire e a volte ridi tra le lacrime, piangi, ma cerchi sempre di farlo di nascosto. Di sicuro a volte prendi la moto e sogni che sia abbastanza veloce per permetterti di scappare lontano, il più lontano possibile. E di sicuro a volte mi pensi ancora. Ma resti lì dove sei, e sono passati mesi? anni? Ho smesso di tenere il conto, so che non tornerai da me, anche se sei tornato dal messico.
All'inizio pensavo che ti sarebbe bastato stare un pò di tempo senza di me, e poi avresti capito, saresti subito tornato, il primo aereo e saremmo stati insieme. Ci credevo davvero, aspettavo messaggi, chiamate, lettere d'amore, dopo il mio ultimo sms a te. Non sai quante volte ho controllato nella cassetta della posta, chissà poi perchè. Niente di niente. E non ci sei più, e sono passati mesi? anni? a me continua a sembrare strano, così strano che non te lo so spiegare, continuare a respirare sapendo che non ci sarà più alcun 'Noi', eppure è così, devo accettarlo. Sai anche io ieri sarei voluta morire, vederti steso per terra, con il sangue che colava dal tuo labbro, che pochi secondi prima avevo baciato. Perdonami, sapevo che non avresti risposto al bacio, però adesso posso dirtelo, prendilo come un 'addio'. Non ho altro da dire, soltanto di perdonarmi, ma adesso ho una vita. E' stato bello, e continuerò a ricordarti con affetto.
-Ally.

Stringo forte i pugni sentendo il rumore della carta che si stropiccia. Cosa ha detto Tomàs quando mi ha consegnato la lettera? Di combattere? Di vincere questa guerra? -Tomàs, sarai fiero di me!- Urlo al vento, accendo la moto, guardo un ultima volta questo pezzo di carta; Continuerò a ricordarti con affetto anche io Ally, ma in questo momento voglio iniziare a farmi una vita esattamente come hai fatto tu, magari ci riesco, chissà. Inizio a strappare la lettera in tanti piccoli, minuscoli frammenti, li tengo tra le mani e sgommo partendo con la moto a tutto gas, gettando i pezzettini alle mie spalle, mi volto osservando come i coriandoli volano nell'aria allontanandosi da me. Addio Ally.
Compongo il numero di Violetta, cercando di fare attenzione a non cadere dalla moto, ancora una volta non indosso il casco, mi affido al fato. Uno squillo... due squilli... sei.. -Risponde la segreteria telefonica del numer...- Cazzo. Accelero e mi reco verso casa sua, magari non è ancora andata al ritrovo. Sento squillare il cellulare: Marco. -Pronto?- , -Hey, Leòn, dove sei?- , -Mmm, in giro.. perché?- , -Ci domandavamo se hai un microfono funzionante a casa..- Ma che cazz..?!  Sto facendo di tutto per cercare Violetta e mi domandano se ho un microfono? Che dio mi aiuti! -Marco, non lo so, poi controllo..- dico con nonchalance, -Senti ma tu dove sei?- continuo cercando di schivare un tipo che mancava poco mi mettesse sotto. -Da Maxi, al ritrovo, tu?- Di nuovo? -Te l'ho detto, in giro. Senti ma Violetta è lì?- domando ansioso. -No, però Francesca ha detto che verrà.- , -Capito, va be' ci vediamo più tardi.- , -Okay, ricorda il microfono.- ,- Contaci!- attacco, non contarci Marco.
Arrivo a casa di Violetta, e attraversando il cancello, stranamente aperto, mi reco sotto la sua finestra. Provo nuovamente a chiamarla. Uno squillo... due squilli..-Pronto?- Oh grazie a Dio! -Violetta..- Sorrido contro il telefono. -Leòn, dimmi.- dice sospirando. -Che fai?- , -Mi hai chiamato per domandarmi questo?- D'un tratto noto la serranda della sua finestra alzarsi e da una tendina bianca comparire la dolce figura della ragazza dagli occhi castani che apre la finestra e appoggia i gomiti sul davanzale di essa, guardando le nuvole, con il cellulare attaccato all'orecchio. Io prontamente mi nascondo dietro un albero del suo giardino, -Perchè non mi rispondi e basta..- sussurro divertito, la sento sbuffare, -Niente Leòn, sto affacciata alla finestra..- , -Oh, e cosa vedi?- domando con voce curiosa, -Come scusa?- mi chiede stranita, -Cosa vedi dalla tua finestra?- ripeto la domanda scandendo bene ogni sillaba. -Leòn ma stai bene?- , -Benissimo! rispondi.- , -Ma, cosa vuoi che veda, il cielo, le nuvole, la casa dei vicini.. il mio giardino..- mentre elenca, prendendomi per imbecille, io sbalzo fuori dall'albero facendomi vedere, -Gli alberi e...- si blocca guardando la mia figura, non staccando il cellulare dall'orecchio, come del resto faccio io, -Te.- conclude ed entrambi attacchiamo al telefono, inizia con un sorriso a trentadue denti e poi inizia a ridere di gusto, io la guardo incantato, è splendida! -Se solo non fosse così raro vederti così- le urlo, lei arrossisce -Vengo ad aprirti, non c'è nessuno in casa.- Mi avverte. Mi precipito davanti al portone, voglio dirle tutto, e voglio farlo adesso. D'un tratto il portone si spalanca, -Ciao.- mi dice sorridente e impacciata, -Ciao.- rispondo al sorriso, si sposta per farmi entrare, e mentre io mi guardo intorno lei fa dei gesti con le mani, per farmi capire che posso accomodarmi. Stiamo qualche minuto in un silenzio imbarazzante, -Vorrei parlarti- diciamo all'unisono per poi scoppiare a ridere, Lei è appoggiata al muro, mentre io sto seduto in un angolino del divano. -Be' va prima tu.- mi dice abbassando lo sguardo, -No tu.- Ribatto cortese, -Leòn..- sta per replicare quando dico..- Prima le donne.- Sfrutto il galateo per non dover cominciare io a parlare. Lei sospira e arrendendosi. -Non so da dove cominciare..- ammette. -Da dove vuoi, dal principio.- dico facendo un risolino, -Non.. be'.. non trovo le parole..- la vedo in difficoltà e le tremano le mani, le strofina l'una con l'altra e poi alza lo sguardo. -Magari..- continua. La osservo confuso mentre si avvicina al pianoforte e si siede sullo sgabello, -Proverò così.- mi dice osservandomi ardentemente per poi iniziare a premere i tasti facendo nascere una melodia così dolce sotto le sue dita -Heartbeats fast, colors and promises, how to be brave? How can I love when I'm afraid to fall? But watching you stand alone all of my doubt suddenly goes away somehow. One step closer...- ''Il cuore batte veloce, colori e promesse, come essere coraggiosi? Come posso amare se ho paura di cadere? Ma guardandoti stare da solo tutti i miei dubbi all’improvviso svaniscono in qualche modo. Un passo più vicina...'' Mi alzo dalla poltrona ascoltandola cantare, e con la pelle d'oca alle braccia mi avvicino al pianoforte. -I have died everyday waiting for you, darling, don't be afraid I have loved you, for a thousand years, i love you for a thousand more- ''Sono morta ogni giorno aspettandoti, tesoro, non aver paura, ti ho amato per mille anni, e ti amerò per altri mille.'' Una prima lacrima si fa spazio sul mio viso, e non appena i nostri sguardi si incrociano noto i suoi occhi intensi brillare, luccicare come non li avevo mai visti. So che devo parlarle anche io, così continuo cantando la seconda strofa cercando di abbandonare il tremore che sento di avere nella voce. -Time stands still beauty in all she is, i will be brave, i will not let anything take away, what's standing in front of me, every breath, every hour has come to this one step closer... ''Il tempo resterà fermo e la bellezza resterà in tutto quello che lei è, sarò coraggioso, non lascerò che nulla porti via quello che adesso ho davanti a me, ogni respiro, ogni ora che ha portato a questo a farmi essere un passo più vicino...'' Canto e lei commossa non stacca gli occhi dai miei continuando però a muovere le sue piccole dita sui tasti bianchi e neri del pianoforte. Arriva il ritornello e cantiamo insieme, le nostre anime si congiungono mentre le nostre voci creano un unica armonia, che risuona nelle nostre orecchie. -I have died everyday waiting for you, darling, don't be afraid I have loved you, for a thousand years i love you for a thousand more.- ''Sono morto ogni giorno aspettandoti, tesoro, non aver paura, ti ho amato per mille anni e ti amerò per altri mille'' Conclude premendo un la-do-mi e io miei occhi bruciano nei suoi, si alza elegantemente dallo sgabello e mi si para davanti. -Hai capito ciò che voglio dirti?- mi domanda sorridendo timidamente io scuoto il capo e lei alza le sopracciglia -No?- mi chiede stranita. -In verità vorrei che me lo mostrassi, insomma che mettessi in pratica tutto ciò che hai detto.- le dico con voce intensa. Vedo gli angoli della sua bocca incurvarsi ancora una volta, soltanto che adesso il suo sorriso è splendente, è accesa, è bellissima. Mi si avvicina ancora di più e mi appoggia una mano davanti agli occhi. Schiudo le labbra e sento il suo fiato ormai mischiato con il mio, -Ti amo tanto.- mi sussurra sulle labbra, ci lascia dei piccoli baci dopodichè inizia a premere le sue, soavi e profumate sulle mie. Leva la mano che teneva sui miei occhi e mi circonda il collo, tenendomi stretta, quasi temesse scappassi. Le afferro i fianchi sollevandola e appoggiandola delicatamente sopra il coperchio del pianoforte che per mia fortuna è abbassato; Il bacio si fa via via più passionale, e a fiato perso non mi stacco comunque, no! E' una sensazione troppo inebriante, le sue labbra sono mie, mi appartengono. E solo adesso mi rendo conto che questo bacio mi ha affermato tante cose: non c'è bisogno di alcun regalo meraviglioso, alcuna cena spettacolare, è bastato questo bacio, è come se mi stesse dicendo: ''Guarda un pò, fra sette miliardi di persone io amo solo te.''

ANGOLO AUTRICE
Buona sera cari/e lettori/lettrici! Come andiamo!!? Lo so è un pò tardi per postare un capitolo ma Niley Story ed io abbiamo fatto un patto, perciò eccomi quì vincitrice!!! E be' me lo merito un'applauso per la puntualità? Dai fatemelo così mi gaso un pò hahaha xD Comunquee, spero che il capitolo vi sia piaciuto bella gente *^* Parliamone: Vilu arriva in ritardo in classe, chissà perchè :o Forse non ha dormito per qualcuno in particolare? Eh Leoncito:/ Povero però Maxi hahaha Leòn è bravo in matematica dai u.u Comunque il nostro caro protagonista fa di tutto per riuscire a parlare con la querida Vilu ma lei lo evita:( La scena di Diego che impressione vi ha fatto? hahaha vabbè tanto poi è arrivato il 'Messicano' hahah Dopo Leòn raggiunge le 3 fanciulle, e nota come sempre una Francesca innamorata :'( Fran ti prego fattela passare, non voglio che tu soffra *Piange disperatamente* Chi li raggiunge poi? Tommy!! *-* che fa imbarazzare un tantino il suo amico hihi come l'avrà presa Fran per ciò che ha detto? Boh.. Rimasti soli Tom e Lion, e... una lettera... Che ne dite della lettera? Secondo voi dopo ciò che ha fatto Leòn si dimenticherà davvero di Ally una volta per tutte? ...Leòn cerca Vilu, ma poi scopre che è a casa SCENA ROMANTICA aakgufhakurhvnkazsuvhsiuh e poi bacio skvzzkhvbkzrujfzbkurhglvzirugh Ed eccoci qua! La frase che chiude è davvero dolce non trovate? *o* Bee' che altro posso dire? Sempre GRAZIE! Dal più profondo del corazòn *-* Ringrazio come sempre i lettori i recensori chi ha aggiunto ai seguiti ai PREFERITI *o* ed ai ricordati VI STRA-AMO! Poi mando un bacio alla mia Amiguita hermosa y perfecta Niley Story (@Magicgirl96) tee quierooo!! Un saluto e un forte abbraccio a tutti!! Hasta la proxima!!!
-BeYoSinger :*

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


~Capitolo 15

E poi ci sono quei momenti, in cui senti che non vorresti essere da nessun'altra parte se non dove ti trovi, quei momenti in cui senti nel petto una gioia infinita; e sono questi gli istanti che ti fanno capire che non sei morta, che sei viva e che la felicità esiste davvero. E sei riesci a realizzarlo, se riesci a comprendere quanto quel momento sia importante mentre lo stai vivendo, allora potrai fermarne il ricordo. Non potrai mai fermare il tempo, ma il ricordo di quel momento vivrà sempre dentro di te. E allora sorriderai ripensandoci, e piangerai perchè si sa che quando le cose belle finiscono si ha sempre paura che non ritorneranno mai. Però oggi mi sento positiva, come non mai. Sto quì a guardare negli occhi l'uomo che amo, il mio messicano che riprende fiato, ma non distoglie il suo sguardo dal mio. Questo è il mio momento. Il mio miglior momento. Non chiedo altro, solo lui, così, con me. Con le sue dita stringe le mie coscie mentre gli accarezzo i capelli vellutati con entrambe le mani. Un fremito mi percorre lo stomaco al suo tocco, ed è una senzazione inebriante, anche se mi fa un pò paura. La sua espressione cambia non appena nota un qualcosa nei miei occhi -che succede?- mi domanda premuroso mentre le sue mani cercano le mie, che erano abbadonate sulle sue forti spalle. -Niente, be'...- dico abbassando lo sguardo che prontamente Leòn viene a cercare scrutandomi con i suoi occhi verdi mozzafiato. Come posso spiegarlo in poche parole? -Ogni volta che ti guardo tremo, sempre, comunque e dovunque- Ecco ci sono riuscita. Un sorriso si fa spazio sul suo bel viso scolpito. -Ne conosci il motivo?- alza un folto sopracciglio mentre si porta le mie mani tremanti alla bocca e mi bacia dolcemente le nocche. -No, non lo so- rispondo cercando di evitare il suo sguardo che mi fa avvampare. -Avrai capito che non ci so fare con le parole- osservo alludendo anche al fatto che gli ho dovuto cantare i miei sentimenti al piano dove in questo momento sono seduta. -Secondo me è una bugia- osserva, mentre io appoggio le mani sul bordo del piano e torno con i piedi per terra. Lui mi blocca circondandomi con le braccia, mentre posso sentire il calore del suo corpo fuso con il suo dolce profumo che sa di Leòn, -può essere, ma non è del tutto una bugia; mi succede quando sto con te, non trovo le parole, non riesco a esprimermi, è come se la mia lingua si attorcigliasse e non riuscisse più a snodarsi- spiego con calma, mentre respiro con il petto all'infuori. Un sorriso malizioso impercettibile si dipinge sul suo volto mentre nota il mio seno che si affaccia alla scollatura della magliettina verde menta. Spontaneamente mi copro con entrambe braccia, incrociandole al petto mentre gli zigomi del Messicano si colorano di un rosso acceso. Sforzo due colpi di tosse e lui sbatte più volte le palpebre cercando di guardare altrove. -Non devi sentirti a disagio, non quando sei con me. Puoi dirmi tutto ciò che ti passa per la testa, io, sul serio sono bravissimo a parlare e a non fermarmi mai ma sono anche un abile ascoltatore- ridacchia grattandosi la nuca. -Vorrei dirti tante di quelle cose...- ammetto. -e perchè non lo fai?- esorta, mentre mi libera dalla gabbia che aveva creato con le sue braccia appoggiate al piano. -Non... te l'ho detto non ci riesco- sospiro guardandomi in piedi, mentre lui si infila le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni. Perchè non compio quest'atto di 'trasgressione' e gli domando ciò che realmente vorrei sapere? Vorrei chiarirmi le idee, lui... cosa prova per me, dannazione?! Un giorno fa si è lasciato baciare dalla sua ex ragazza e adesso viene da me, canta con me.. mi cerca, mi scruta... Poi, be' il nostro 'luogo incantato', i petali di rosa, i ritratti che ha visto... Io davvero, sono confusa. Soffre ancora per quella tipa? Vuole lei o me? Vuole Francesca? Chi è Leòn? Perchè è entrato così nella mia vita per incasinarmela..? Stringo forte gli occhi e percorro qualche spallo dandogli alla fine le spalle. -L'unica cosa che vorrei sapere da te è...- Inspiro un pò di aria pulita cercando di mandare via quella sporca. Ripeto più volte l'operazione. -Dimmi, cosa vorresti sapere da me, Violetta?- Si avvicina e percepisco il suo fiato sul mio collo e la sua presenza dietro di me mi manda in fibrillazione. -Non è così facile..- sbotto guardando il sofà di fronte a me. -Perchè non dovrebbe esserlo?- appoggia una mano calda sul mio braccio nudo e inizia ad accarezzare lievemente, quasi avesse paura di graffiarmi. -una tua possibile risposta potrebbe ferirmi gravemente..- serro gli occhi provando un dolore intenso su tutta la parte del cuore, e mi si contorce lo stomaco. -Provaci- mi esorta avvicinando la sua bocca al lobo del mio orecchio. Io sento l'aria assentarsi nei miei polmoni. -E se andrà male?- dico per poi deglutire forte. -E se andrà bene?- ribatte con la sua voce sensuale e roca. Annuisco socchiudendo gli occhi. -Devi essere il più sincero possibile- avverto mentre faccio due passi in avanti per allontanarmi da lui in modo da potermi calmare un pò e riprendere il battito regolare del mio cuore e l'andata naturale del mio apparato respiratorio. -Lo sarò- promette ponendo una mano sul cuore. Abbasso lo sguardo per non incrociare ancora il suo. -Premetto che mi confondi, mi confondi molto- inizio a spiegare, pensando attentamente alle parole da pronunciare. Ho bisogno che mi dica la verità, anche se farà male. Io lo amo. Lui lo sa. Ho avuto il coraggio di ripeterglielo più volte, eppure.. lui.. be'... -Cosa provi esattamente per me, accidenti?!- domando senza troppi giri di parole e con una voce tutt'altro che tranquilla. -Era questo ciò che volevi sapere?- chiede calmo iniziando a camminare avanti e indietro per il corridoio. -Si- mormoro. Ma che mi risponda e basta, invece di fare domande. Guardo in alto per non piangere, sono nervosa, sono ansiosa, non ho idea del perchè debba metterci una vita per rispondere. E' serio, mi preoccupa, ma ad un certo punto si siede sul divano, con la sua eleganza e il suo fascino messicano. Lo osservo e scavo a fondo nei suoi occhi colore del muschio intenso, che brillano come la pietra rara dello smeraldo, ci nuoto dentro quasi fosse il mare limpido all'interno di una foresta piena di alberi con le chiome folte. Quante di quelle storie che mi raccontano questi occhi, quanti di quei segreti mi svelano, eppure non posso esserne davvero sicura, devo saperlo verbalmente, deve dirmelo, deve confessarlo, adesso! -Mettiamola così, Violetta- il suo sguardo è un pozzo di emozioni positive fuse con le negative che mi danno un senso di rabbia e dolore. Lui è l'oceano, ma io sono soltanto un onda. -Non è quello che provo per te. E' quello che non provo per nessun altro oltre te- pronuncia queste parole che mi fanno rinascere, e mi regalano una speranza che fin'ora avevo tenuto chiusa dentro il mio debole cuore. Senza pensarci mi getto tra le sue braccia, spingendolo contro la spalliera del divano, e rimango a cavalcioni su di lui, quando gli sussurro all'orecchio:-Mi innamoro di te ogni volta che mi guardi, anche per sbaglio, e tu non te ne rendi nemmeno conto- dico con voce tremante, mentre lui mi prende il viso tra le mani con forza -Sai cosa? Vorrei chiamarti alle quattro di notte per poterti dire che è colpa tua se non riesco mai a dormire!- esclama, mentre pendo dalle sue labbra. -Io aspetto solo questo- confesso, mentre Leòn mi guarda sorpreso. -Piango troppo, e sempre- dico con un accenno di imbarazzo, quasi mi sentissi solo una ragazzina piagnucolona. -Chi non piange si allaga dentro, Violetta- mi rincuora, dopodichè scendo dalle sue gambe per posizionarmi accanto a lui sul divano con le ginocchia abbracciate al petto e la testa poggiata su di esse. Sospiro mentre passano i secondi e continuiamo a guardarci fissi, temendo il distacco visivo. -Lo farei per tutto il giorno- , -Cosa?- , -Guardarti- dice emettendo un suono simile a un gemito. Noto con sorpresa e imbarazzo che mi infila una mano dentro la tasca della mia salopette e ci estrae il mio cellulare. -Wow, è l'ultimo modello di Iphone!- esclama guardando il mio telefono da diverse angolazioni. -Già, me lo ha comprato mio padre, io non sono per questi telefoni così costosi... Mi piace solo per tenerci immagini e scattarci foto.- spiego mentre lui armeggia con esso cercando di sbloccarlo. Io rido non appena noto che prova a premere diversi numeri cercando la password. Lui continua con me. -Com'è il codice sblocco?- si arrende alla fine e me lo domanda ridendo. -zero, zero, zero, zero..- svelo arricciando il naso. Lui scoppia in una risata. -E questa sarebbe la tua password?- , -Yes- , -Ma potrebbe indovinarla chiunque!- , -Mm, tu non ci sei riuscito- gli faccio una smorfia, lui inizia ad agitare l'indice come per darmi ragione, -Touchè- ammette. -Ancora non ho una data importante da impostare come codice sblocco- sorrido tristemente. -Ancora- sottolinea lui facendomi l'occhiolino. -Allora che immagini hai nel cellulare?- Scorre nel menù con le dita, e adesso ringrazio Iddio di aver eliminato tutte le conversazioni con Camilla dove parlo di lui. -Roba che mi piace- rispondo guardandomi le unghie. -Tipo?- insiste, lo guardo di sottecchi e noto che lui sta facendo lo stesso, che imbarazzo! -Tipo immagini del mare, del cielo, citazioni, animali..- spiego con non curanza. -Capito- annuisce -E foto di te non ne hai?- azzarda mentre mi mordo l'angolo del labbro. -Ho detto che ho solo immagini con roba che mi piace- ripeto e dopo un secondo ho voglia di piangere. Perchè siamo arrivati a questo punto della conversazione? Sento Leòn che sospira violentemente, e so che è per ciò che ho appena detto. Posa il telefono che cade in una fessura dei cuscini del divano di pelle, e si avvicina di più a me, mentre evito di guardarlo osservando un punto fisso sul pavimento. -Perchè?- domanda con voce calda e premurosa. -Perchè cosa?- domando cercando di accertarmi di ciò che vuole chiedermi. -Perchè non ti piaci, Violetta?- pronuncia questa domanda scuotendo il capo e stringendo gli occhi quasi gli facesse male. -Perchè i-io... be', sono diversa.- balbetto con la voce che sale e scende. Lui si alza in piedi passandosi le mani tra i capelli, poi si inginocchia davanti a me e io mi siedo composta. Mi prende le mani e mi dice:-Non saranno quel rossetto rosso e quell'ombretto troppo forte a renderti donna. Ma la tua faccia pulita e quel sorriso che indossi quando esci di casa la mattina dopo aver pianto tutta la notte.- E poi mi chiedono perchè amo questo ragazzo, e poi mi dicono che merito di meglio... NO. Lui è la miglior cosa che mi sia successa. -Hai mai pensato che la parola 'innamoriamo' contiene 'moriamo'? Perchè un pò è così. Sono innamorata è una parte di me è morta per lasciare spazio a te.- affermo, e mi sento bene, perchè sono riuscita a dirglielo. I suoi occhi brillano e so che sta trattenendo le lacrime, tira su col naso e mi appoggia una mano sul viso, mentre è ancora inginocchiato sul pavimento, cerco di azzerare le distanze e in modo repentino le nostre labbra si sfiorano. Improvvisamente ci ritroviamo entrambi sul divano ed io sotto di lui, ed è allora che sento il dolore della passione. La sua lingua preme contro il mio palato ed allora non capisco più niente, anche se con dispiacere realizzo che siamo in soggiorno a casa mia, e che potrebbe arrivare qualcuno da un momento all'altro. Premo sul petto di Leòn per cercare di allontanarlo, anche se è diventanto un peso morto e non riesco a sorreggerlo, sembra che brami le mie labbra più che mai, e questo mi fa sentire al settimo cielo, quasi potessi lottare contro tutto il mondo. -L-leòn?!- dico tra un bacio e l'altro, e so che lui è deciso a non staccarsi. -Shh..- mormora sopra le mie labbra, -goditi il momento- , -Leòn, Olga o addirittura mio padre potrebbero essere quì da un momento all'altro- riesco a dire quando sono riuscita a prendere un pò di fiato nei polmoni. Leòn sbuffa e si alza controvoglia sistemandosi i capelli e la camicia un pò stropicciata. -Hai ragione- dice poi sorridendo, io rimando il sorriso. -Non ti ho neanche offerto niente da bere- dico con le guance fumanti mentre mi alzo e percorro qualche passo. -Vuoi qualcosa?- , -Mm, un bicchiere d'acqua- mi risponde mentre si dirige verso il piano e si siede sullo sgabello davanti ai tasti. -Succo- ribatto, lui sorride e annuisce, -Va bene, succo- accetta. Corro in cucina con le mani che tremano, e le gambe instabili, e prendo il succo d'arancia dal frigorifero, lo verso in un bicchiere. Combatto ogni giorno con la pauta di perderlo. Solo il pensiero mi fa morire. Cosa sono io senza di lui? Quali braccia mi stringeranno con la stessa dolcezza e forza con cui mi stringe lui? Quali labbra mi baceranno con la stessa passione con cui mi bacia lui? Non voglio e non posso perderlo. Ovunque andrà io andrò con lui. Ciò che poco fa mi ha detto mi ha donato una forza incredibile 'Non è quello che provo per te. E' quello che non provo per nessun altro oltre te'. Non posso ancora crederci. Cosa avrà cercato di dirmi? Come posso tradurre questa frase? Vorrei tanto trovare una risposta a tutte queste domande. E con quella ragazza, la sua ex? L'ha baciato. Se ci penso mi si contorce lo stomaco e mi prende un dolore al petto irrefrenabile, ha toccato ciò che è mio. Sono gelosa di qualunque ragazza lo abbia mai anche solo abbracciato, perchè per un istante lei... ha tenuto fra le braccia il mio mondo.


 

Accarezzo i tasti del piano quasi stessi toccando con dito una donna fragile, sento il profumo della musica non appena inizio a premere le prime note. Ricordo ancora una canzone, una che mi insegnò a suonare mio zio Rodrigo, quando ero ancora un bambino. Ricordo che la suonava spesso, e un giorno mi mi spiegò il significato, dato che le parole erano in lingua inglese. Mi colpì così tanto che iniziai a suonarla ad orecchio, senza sapere neanche cosa ci fosse scarabbocchiato su quei fogli che lo zio guardava mentre componeva musica. Imagine di John Lennon. Nota dopo nota ripercorro il percorso che ho fatto in tutti questi anni, e subito dopo immagino Violetta, in un futuro, con me. E' così strano pensarci. -You may say i'm a dreamer but i'm not the only one i hope someday you'll join us and the world will be as one- Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo, spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno. Canto piano per far in modo che Violetta non mi senta, e mi libero da tutto il peso che fino a qualche ora fa tenevo sulle spalle. -Imagine all the people living for today..- Immagina che la gente viva al presente.. continuo quando improvvisamente sento il suono assordante di una suoneria fastidiosa, mi dirigo verso il divano immaginando che si tratti del cellulare di Violetta. Lo cerco tra i vari cuscini e le fessure del divano e alla fino lo prendo in mano. Francesca. Come diamine si abbassa questa suoneria? -Violetta?- chiamo, dopodichè premo un tasto per cercare di chiudere la chiamata... ops. -Pronto? Vilu?- ho risposto per sbaglio. -Emh, Francesca?- deglutisco. -Ma che cazz...- , -Fran, sono Leòn- , -Leòn? Che fai col telefono di Vilu?- sembra infastidita, anzi so che lo è. -Emh, lunga storia..- , -Cioè?- , -Ho risposto per sbaglio- spiego, -Mmh... Be' non era tanto lunga come storia- ridacchia e credo che la tensione si stia affievolendo. D'un tratto vedo Violetta alla porta con in mano un vassoio con sopra due bicchieri di succo d'arancia e due fette di torta alla vaniglia. -Con chi stai parlando?- capisco il labiale. -Francesca- rispondo sembre con il labiale. Lei mi rivolge uno sguardo interrogativo sbattendo due volte le palpebre. -Fran, ecco Violetta te la passo, ciao- saluto porgendo poi l'iphone5s a Violetta. Lei protesta e mettendo la mano davanti al telefono -Perchè le hai risposto?- mi rimprovera, mentre io mi faccio scappare un risolino lei alza gli occhi al cielo mordendosi il labbro inferiore mentre sorride. -Fran?- risponde, dopodichè si allontana. -Con permesso- sussurra scherzosa mentre si dirige in cucina. Okay, voglio sapere cosa si dicono. Lo so sembro mia zia Dolores che si impiccia sempre dei fatti altrui. Mi avvicino alla porta e inizio a origliare. Che vergogna. -Lo so che avevo promesso che sarei venuta... ma... mi fai parlare e la smetti di URLARE... controllati Fran... Emh bella domanda... A casa mia... Cosa credi che facciamo?... E' venuto solo per dirmi una cosa...- Cammina lungo il tappeto davanti al lavello della cucina. E' talmente sexy con quella salopette attilata che le salterei volentieri addosso. -Gli affari tuoi no, eh?... Se serve a farti smettere di urlare ci vengo... devo chiedergli se viene anche lui?- Noto che guarda verso l'entrata al soggiorno ma non si accorge di me. -Nessun problema... Smetti di fare l'acida!...- Le dice sorridendo contro il telefono, divertita. -Tranquilla, anche io- rassicura. -Va bene, ciao- attacca e io furtivamente cerco di allonanarmi dalla porta. -Stai fermo lì!- urla, e spero con tutto il mio cuore che stia parlando con... il suo cane! Aspetta, Violetta ha un cane? Incollo i piedi al pavimento sperando con tutto il cuore che questo animale 'immaginario' esista. -Spione che non sei altro!- e' praticamente appiccicata a me, con il petto congiunto con la mie schiena. Io tengo le mani in alto in segno di difesa. -Posso spiegare tutto- confesso divertito. -Mi era caduto... il...- cerco di spiegare e trattengo una risata. -Aha..- adesso è di fianco a me e annuisce sarcastica con un sopracciglio alzato. Mi da una leggera spintarella sul braccio e allora libero quella risata. -Senti pettegolo, vieni con me al ritrovo?- , -al ritrovo?- domando stranito. -Ricordi? Avevi promesso che avresti fatto vedere come suoni la chitarra per entrare nella band- spiega e allora collego quanto è successo il primo giorno di scuola. -Ah, si adesso ho capito- , -Ci vieni?- , -Si, va bene- mi rivolge un sorriso che io rimando di buon grado. -Okay, vado a prendere la borsa e andiamo- dice allontanandosi verso le scale -Serviti pure intanto- allude al vassoio che poco prima aveva appoggiato sul pianoforte. -Violetta, aspetta- esorto, lei si volta mentre si ferma al secondo gradino -Si?- domanda perplessa. Io sospiro, abbasso gli occhi e dirigendomi verso quel vassoio prendo un bicchiere e do un sorso al succo d'arancia. -Ma se tipo un giorno mi sposi?- butto lì, non essendo riuscito a pronunciare la vera domanda che avevo in mente. Riesco a vedere il rossore sui suoi zigomi anche a questa distanza, mentre si copre il viso con delle ciocche di capelli. -Tipo sarei la ragazza più felice del pianeta.- risponde per poi rivolgermi un sorriso mozzafiato. Io passo lentamente un dito sul bordo del bicchiere, poi alzo gli occhi ed è scomparsa. Come facevo a fare la vera domanda proprio a lei, che pochi minuti fa mi ha detto che è confusa. E se lo chiedesse a me? Cosa risponderei? Vorrei tanto chiederle cosa siamo adesso. Come devo comportarmi? Stiamo insieme o no?
-Adesso a destra, passa quel vialetto e poi c'è una minuscola stradina, si scende e siamo arrivati da Maxi- Mi spiega la strada per arrivare al ritrvovo, io la lascio parlare, ma avevo già capito dove si trovava quando mi ha riferito semplicemente la via. -Capito- dico divertito. Tiene il capo appoggiato sulla mia spalla e le braccia intorno al mio ventre. Mi tiene stretto, ed è una sensazione incredibile. Rallento perchè siamo quasi arrivati e vorrei godermi ancora questa piacevolezza. -Entro prima io, tu aspetti dieci minuti e poi entri tu, okay?!- mi spiega urlando fin troppo, così tanto che mi scappa una risata. -Non devi per forza urlare così, ti sento, ancora per poco, però ti sento!- lei ride e mi da una pacca sulla schiena, io faccio finta di perdere il controllo con la moto e lei butta un urlo a piena voce e mi soffoca strizzandomi lo stomaco. Metto il piede a terra e spengo la moto. Cerco di liberarmi della sua stretta e scoppio in una fragorosa risata -TU SEI MATTO!- grida scendendo dalla moto e tenendosi il cuore. Io cerco di smettere di ridere, ma molto probabilmente sono contagioso perchè lei inizia con me. -Se colpisci il conducente può succedere di tutto- alzo le sopracciglia, -di tutto eh?- si avvicina a me con passo lento e sorriso malizioso mentre io mi allontano con la medesima lentezza. -Cosa vuoi fare?- domando impaurito ma allo stesso tempo divertito -Sei un fifone!- mi prende in giro ed io aggrotto la fronte, -Non sono io quello che ha avuto un collasso al cuore soltanto perchè ho sbandato apposta con la moto, carina- , -Carina eh?- , -Sto peggiorando la situazione, vero?- domando grattandomi il capo, lei si morde un angolo del labbro superiore mentre sorride di nascosto, e annuisce. Faccio tre passi veloci indietro e poi inizio a correre. Lei mi segue, come una bambina mi rincorre ridendo sonoramente, ed è il suono più dolce che abbia mai sentito, le do un pò di vantaggio fermandomi facendo finta di essere stanco e prendere fiato. E quando è a pochi passi da me inizio di nuovo a correre, -E' la prima volta che mi faccio inseguire da una ragazza!- le urlo, lei accelera e alla fine mi afferra il braccio, -Preso!- dice vittoriosa e poi inizia a scompigliarmi i capelli, -No, i capelli no!- mi lamento, e alla fine la prendo in braccio e me la carico sulla spalla, -Non hai neanche un pò di finezza!- protesta mentre mi tira pugni sul fondoschiena, -Potrei anche buttarti in quella pozzanghera se non la smetti- la minaccio -Mettimi giù!- continua e io trattengo una risata e arrivo alla moto. -Puoi appoggiarmi al suolo?- chiede ormai esasperata. Io eseguo la richiesta e noto l'espressione del suo viso, -Non ti ho mai vista così- confesso, -Così come?- mi sorride, e io le afferro le mani, -Voglio vederti sempre così, ti prego, fregatene del mondo, chiudi gli occhi, ridi fino alle lacrime e tira fuori la vera te! Perchè la vera te è meravigliosa!- le confesso, e lei ha gli occhi lucidi. Lei getta le braccia intorno al mio collo, -Solo con te, solo e soltanto se starò con te!- la stringo forte infilandole le dita nei capelli. -Violetta?- una voce conosciuta chiama la ragazza che tengo tra le braccia. Lei si stacca da me e notiamo le figure di Federico e Francesca che si avvicinano a noi. -Ehi- Saluta Violetta imbarazzata, mentre Francesca sembra triste e infastidita, nei suoi occhi cangianti che emanano malinconia. Io le sorrido sinceramente mentre sento la tensione che c'è nel suo sguardo. -Leòn, che si dice?- Federico mi da la mano dandomi una pacca sulla spalla. -Non c'è male-, -Quant'è che siete quì- chiede Francesca mentre tira su col naso, e trattiene un pianto, ed è allora che capisco la crisi interiore che assume Violetta ogni volta che si tratta di queste situazioni. -Siete appena arrivati?-, -Si, stavamo proprio per venire da Maxi- spiega Violetta, -Andiamo allora, che ci facciamo ancora quì- Federico ci contagia con il suo solito buon'umore e scioglie la tensione.
Camilla abbraccia Violetta, e tutti i nostri compagni ci danno il benvenuto. Il piano di Violetta per quanto riguardava l'entrare l'uno dieci minuti dopo dell'altro è puntualmente saltato dopo l'incontro con Federico e Francesca. -Allora ragazzi, che si fa?- Faccio una domanda generale. -Leoncino, oggi tu sarai il protagonista!- mi risponde prontamente Ludmilla strizzandomi l'occhio. -Esattamente, in quanto dovrai mostrarci il tuo talento con la chitarra- si aggiunge Maxi mentre Marco mi porge una chitarra, -Non lo chiamerei proprio talento- osservo. -Questo saremo noi a giudicarlo, occhi belli- dice Broadway scherzoso, -Leòn è capace anche di cantare- si intromette Violetta mentre sistema un mucchietto di fili delle casse sparsi sul pavimento. Tutti estasiati mi rivolgono i complimenti per spronarmi. -Io non canto- marco bene la negazione e faccio uno sguardo di rimprovero a Violetta a cui riponde con un viso d'angelo e un sorriso che fa svenire. Ah, ho già detto che adoro quella salopette che indossa? -Forza fusto, inizia!- mi dice Ludmilla, mentre tutti si siedono sui posti liberi del divano e Camilla e Violetta sul pavimento. -O-okay, be'..- abbasso lo sguardo sulle corde, e inizio a pizzicarne qualcuna finchè non mi viene in mente una melodia. Nervosamente continuo strimpellando la prima canzone che mi insegnò mio padre con la chitarra acustica. Termino con un accordo e improvvisamente tutti i ragazzi mi si scagliano addosso -Sei esattamente ciò che stavamo cercando!-, -Anche meglio!-, -Incredibile, Leòn!- Sorrido timidamente, mentre noto Violetta che mi osserva con degli occhi orgogliosi. -Con la chitarra elettrica come te la cavi?- Naty me ne passa una. -Mmh.. vediamo- mormoro per poi imitare il ritornello di Burn dei Deep Purple. -Okay, sei dei nostri!- Maxi mi da il cinque e poi mi abbraccia. -Be' io... non saprei- balbetto titubante. -Leòn, Marco è un incapace con la chitarra, e non possiamo ancora andare avanti spegnendo l'amplificatore mentre ha suona nel bel mezzo di uno show!- confessa Federico esasperato. -VOI FATE COSA?- urla Marco con gli occhi sgranati. -Fede, lasciatelo dire sei un idiota!- gli dice Ludmilla scuotendo il capo mentre gli altri se la ridono. -Ho solo detto la verità! Fare il playback della chitarra è come mentire- osserva saggiamente. Io rido sotto i baffi, ma:-Quali show?- domando interessato. -In estate un locale ci contatta ogni fine settimana per suonare live- mi spiega Camilla. -Vorremmo iniziare a fare sul serio- si aggiunge Francesca che da quando ci siamo incontrati evita il mio sguardo.
Parliamo tutti vivamente e le ore passano velocemente, mentre cantiamo e i ragazzi mi fanno vedere di cosa sono capaci con gli strumenti. La prossima volta mi faranno sentire una delle loro canzoni dicono. Sono entusiasta per le mete che si sono prefissi e mi rende felice il fatto che hanno deciso che io posso farne parte. Ho visto Violetta molto serena e sorridente con i suoi amici, al contrario Francesca si è isolata, ed è rimasta buia e malinconica durante l'intero pomeriggio. Mentre gli altri mettono in ordine il garage noto Fran che esce in giardino con gli occhi bassi, dò un'occhiata a Violetta che sta parlando con Naty e decido di seguire la mora per assicurarmi che tutto vada bene. -Fran?- la chiamo e accelero il passo per avvicinarmi a lei. -Ehi- mi rivolge un debole sorriso, non uno dei più sinceri. -Come stai?- le domando premuroso anche se sento il disagio che mi soffoca. -Bene, tu?- risponde con nonchalance guardando il vuoto. -Perchè fingi di stare bene?- azzardo mentre lei con mia sorpresa si ferma e inizia a guardare davanti a lei stampandosi in faccia una di quelle espressioni malinconiche che mi fanno addirittura paura. -Perchè fingi di preoccuparti?- sussurra e mi si gela il sangue. So che non potrò dirle ciò che vorrei, e che devo usare tatto con questo argomento spinoso. -Io non fingo, non ho mai finto con te- confesso, ed è la verità. -Mi hai illusa, mi hai fatto credere... be'...- si ferma non riuscendo a continuare, -Cose che poi non...- si blocca per la seconda volta. -Niente, lascia stare- continua mentre si asciuga una lacrima sulla guancia. -Francesca... io- cerco di parlare ma lei mi fa un gesto con la mano come a pregarmi di tacere. -Davvero Leòn, non è necessario che tu dica niente, ho già capito tutto quello che c'era da capire- si volta e fa per andarsene, ma io l'afferro per il polso e faccio in modo che mi guardi in viso. -No, devi ascoltarmi- le ordino. -Va bene, ti ascolto- si arrende e allora inspiro violentemente e cerco di trovare le parole da pronunciare. -Sei stata la prima persona che mi ha accolto quì, che mi ha aiutato e mi tirava sempre su il morale. Mi hai fatto ridere, ci divertiamo insieme, no? Ma... si, lo so, ho sbagliato io, perchè ti ho fatto credere cose che non avrei dovuto farti credere. Il problema è che pensavo anche io ad un 'noi'. Poi però, non lo so...-, -C'è Violetta- mi interrompe, e guarda in alto. -Francesca...tu meriti quel tipo di attenzioni, meriti di stare con qualcuno che ti faccia brillare, non che bruci la tua luce- cerco di sviare la sua affermazione. -E' stato un sogno. E come tutti i sogni è durato poco: il tempo di crederci- dice con voce flebile ed il labbro che trema. Mi sento orribile. -Non voglio farti del male- le dico serrando gli occhi e provando un dolore incredibile al petto. -Ti svelo un segreto... mi hai già ucciso- scoppia in un pianto atroce dopodichè inizia a correre, io non riesco ad andarle dietro. Ciò che mi ha detto mi ha trafitto il cuore. Perchè? Non doveva andare così!

 

Corro, più veloce che posso, voglio stargli lontano, non voglio più incontrare il suo sguardo. Era bellissimo e non gliel'ho detto. Ho preferito sempre stare ferma, arrossire e rivoldergli un sorriso. Era bellissimo, con quei capelli in disordine, con quegli occhi di quel colore brillante, con quei jeans, quelli che settimane fa gli sporcai di gelato, con quel sorriso che... Dio il suo sorriso. Era bellissimo e non gliel'ho detto, troppo impegnata a pensare al perchè non mi ha più risposto e non mi ha più voluta. Ma era bellissimo. C'è chi si consuma la vista leggendo troppo, o restando sempre davanti al pc, oppure guardando sempre la tv. Io invece mi consumo gli occhi guardando sempre lui. Ero lì, davanti a lui. Come può non accorgersi di come lo guardo, con quegli occhi fissi nei suoi. Se solo volesse, se solo lui volesse, io lo amerei, come non ho mai amato. Non chiedo molto. Chiedo solo un pò d'amore in questo momento. Ho un tremendo bisogno di rimettere a posto i pezzi infranti. Sono stata illusa, sono stata tradita, e a nessuno è importato di me, a nessuno. Violetta, lei... mi ha delusa. Non mi sarei mai immaginata un simile trattamento dalla ragazza che consideravo una sorella, una sorella della mia anima.
Mi fermo, stanca, ponendo le mani sulle ginocchia, respirando un pò d'aria, giusto quella che mi basta per continuare la corsa senza meta. -Francesca?- sento quella voce, la sua voce. Mi volto a guardare: Violetta. -Fran, aspetta!- mi esorta, volto anche il resto del corpo in direzione della testa. Lei mi raggiunge, stanca anche lei della corsa e poi mi osserva preoccupata. -Fran, cosa succede?- mi domanda con il fiatone e gli occhi lucidi. -Che ti importa? Quando mai ti è importato di me?- scuoto il capo, disgustata dai pensieri e ricordi che mi legano a Violetta. -Perchè adesso tutta questa premura, non capisco, sul serio- osservo, mentre lei è scioccata e amareggiata. -Perchè dici questo, Francesca? Che ti succede?- mi domanda seriamente spaventata. -A me non succede niente. Poco fa ripensavo solo a quanto mi hai mentito. Mi hai trattata come un estranea. Non mi hai considerata minimamente, e adesso mi vieni anche a domandare il perchè dico questo?- borbotto tutt'ad un fiato, con il cuore che batte forte, non mi sarei mai immaginata di arrivare a questo punto con Violetta. -Francesca, lasciami spiegare per favore, io... ero solo innamorata- confessa. -Ah, bene, soltanto che tu non me lo hai mai detto! non ti è mai passato per la mente di rispondere ad una delle mie centinaia di telefonate per dirmi la verità! No! Hai preferito mentirmi. Perchè è questo che si fa con una migliore amica, ad una 'sorella' si mente, giusto?- mi sfogo singhiozzando, mentre anche Violetta ha iniziato a lasciare andare le sue lacrime. -Ti prego, non dirmi questo!- mi supplica. -Io avrei rinunciato a lui per te!- continua. -Non mi risulta. Sapevi ciò che provavo per lui, io te l'ho confessato. Ma solo e soltanto dopo essermi accertata che per te non significava niente. Ricordi quella sera che vi ho sorpresi insieme? Ti ho confessato tutto solo perchè mi avevi detto che non provavi alcun sentimento per quel ragazzo. Mi sono preoccupata per te.- butto fuori tutto ciò che ho da dire. -Fran, mi dispiace così tanto, ma non ci vedevo più, è stata una morte vivere in questo amore- si giustifica, io scuoto violentemente il capo. -Sai cosa? Non eri l'unica innamorata quì, lo ero anche io. Me ne sono accorta subito, sono innamorata di Leòn!- le urlo in faccia, mentre lei prova dolore, e so che mi sarei dovuta trattenere ma non ci sono riuscita. -Soltanto che ha differenza tua non ti ho abbandonato, sei tu che non ti sei lasciata aiutare, nè da me nè da Cami, che mentre tornavi da sola a casa ti seguivamo, perchè avevamo paura ti succedesse qualcosa di brutto. Abbiamo pianto tutto il tempo per te, ci siamo preoccupate, abbiamo fatto di tutto, di tutto, per cercare di scoprire cosa ti era successo. Non eri più tu. Ma il fatto che tu ti sia 'innamorata' non è una giustificazione. Sapevi che Leòn mi piaceva, ma hai preferito mentirmi, piuttosto che dirmi che piaceva anche a te. Se... se solo me lo avessi confessato lo avremmo affrontato insieme, io mi sarei fatta da parte, e quell'infatuazione non si sarebbe trasformata in amore per lui, e adesso non starei quì a piangere e soffrire per un ragazzo che neanche mi vede nei suoi occhi!- piango come una bambina mentre l'argentina fa lo stesso. -Francesca, perdonami ti prego!- mi supplica allargando le braccia, -Lasciami sola, ti prego- le chiedo con voce strozzata. Lei non mi ascolta e si getta tra le mie braccia stringendomi forte. -Hai ragione, sono stata una stupida, mi dispiace così tanto- mi sussurra in un orecchio, mentre io rimango fredda, contro ogni mia volontà. Caro stomaco, scusa per tutte quelle farfalle. Caro cuscino, scusa per tutte quelle lacrime. Caro cuore, scusa per tutti i danni. Caro cervello, avevi ragione.

 

Angolo autrice:
Ma buongiorno a tutti!! Come state? Quanto mi odiate? :,C ebbene si, ho fatto un ritardo super, mega, hiper, stra: IMPERDONABILE! ma non è stata colpa mia *si rintana in un angolino a piangere* Allora, tanto per giustificarmi, avevo il computer rotto dove avevo salvato mezzo capitolo, l'ho portato in assistenza e me lo hanno formattato, così ho perso mezzo capitolo che ho dovuto riscrivere, yeah! -.-'' vabene, so che a voi ste storielle non interessano più di tanto, così passiamo al capitolo 15: VI E' PIACIUTO? che ne dite dei Leonetta? non sono venuti a mancare non è vero u.u eheh infatti è maggiormente incentrato su di loro questo capitoluccio. Vi è piaciuta la scena vicino al piano? Ciò che ha detto Leòn a Vilu sul 'cosa provi per me?' snkvunskidfjnclsi la scena del cellulare. Leòn che suona il piano e poi origlia alla porta lol. Poi sulla moto hahaha Violetta comincia a rincorrerlo e non poteva vederli altro che Fran -.- HAHAHA poi hanno accettato il caro Lion nella band! Ci mancava pure u.u E alla fine, scena Leoncesca... è stata forte come scena, non trovate? e anche quella con Violetta e Francesca, secondo voi Fran non ha ragione? be' a voi le considerazioni! Nel prossimo capitolo vedremo un qualcosa di entusiasmantemente Leonetta hihihih *-* Volevo sapere se avete letto la OneShoot che ultimamente ho scritto, lo so è un argomento abbastanza forte, ma secondo me è carica di significato. Come sempre care lettrici e cari lettori vi ringrazio per aver aspettato tutto questo tempo :,c grazie che mi sostenete sempre, grazie a chi ancora aggiuge la mia storia ai preferiti, seguiti e ricordati, grazie ai miei amati recensori, ve lo dico e ve lo ripeto VI AMO TROPPO, senza i vostri commenti sarebbe inutile continuare la storia! Un bacione a tutti voi! Un saluto speciale alla mia amiguis Niley Story! un beso a ti!!:* al prossimo capitolo!:3 a presto!! <3 <3
-BeYoSinger

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


~ Capitolo 16
Mi stavo innamorando. Sentivo una tempesta esplodermi dentro, sentivo che mi sarei innamorato ancora molto di più e che avrei dovuto avere paura fino al collo di entrarci in quella storia! Avrei dovuto avere paura di farmi male, di non vivere che per lei e di soffrire per aver creduto in una storia che forse una storia non era. Ma la verità era che non ero mai stato tanto felice di avere tante paure tutte insieme.
Ti prego Violetta, tienimi per mano e non lasciarmi andare via, ho così tanto bisogno di te. Tienimi anche con i miei mille difetti, con i miei momenti bui, con il broncio che metto quando sono arrabbiato. Tienimi anche quando ho i miei momenti 'no', quando ricordo il passato che viene sempre a cercarmi. Tienimi e non lasciare la presa, solo in quel momento potrò dire di essere veramente felice. Sono noi, il resto non conta. Tienimi, ti prego fallo.
Cammino e sento un vuoto nello stomaco, non sono affamato o roba del genere, ma quando non è con me sento questo. E chi l'avrebbe mai detto. Io, Leòn Vargas, innamorato di nuovo. Si, perchè ormai sono certo di essermi innamorato. Devo dirglielo, devo urlarlo al cielo. -Violetta, Ti amo!- la follia prende possesso del mio corpo, e non appena ricordo il motivo per il quale adesso sto tornando alla moto da solo, la malinconia scaccia la follia dalle mie membra per inserirsi dentro di me: Francesca. Quando è corsa via da me, Violetta mi ha domandato cosa fosse successo, non mi ha lasciato il tempo di rispondere e le è andata dietro. Sono molto turbato per ciò che mi ha detto l'italiana. E' stato importante per me avercela vicino in quei giorni. Vedevo qualcosa di diverso nei suoi occhi, mi piaceva, non lo nego, anzi i primi giorni avrei pensato anche che tra noi un giorno ci sarebbe potuto essere qualcosa di più. Poi ho conosciuto Violetta, e ho dimenticato tutto. Sapevo che a Francesca piacevo, ma... non mi sarei mai immaginato che sarebbe arrivata al punto di piangere per me.
Flashback
-Sei stata la prima persona che mi ha accolto quì, che mi ha aiutato e mi tirava sempre su il morale. Mi hai fatto ridere, ci divertiamo insieme, no? Ma... si, lo so, ho sbagliato io, perchè ti ho fatto credere cose che non avrei dovuto farti credere. Il problema è che pensavo anche io ad un 'noi'. Poi però, non lo so...-, -C'è Violetta- mi interrompe, e guarda in alto. -Francesca...tu meriti quel tipo di attenzioni, meriti di stare con qualcuno che ti faccia brillare, non che bruci la tua luce- cerco di sviare la sua affermazione. -E' stato un sogno. E come tutti i sogni è durato poco: il tempo di crederci- dice con voce flebile ed il labbro che trema. Mi sento orribile. -Non voglio farti del male- le dico serrando gli occhi e provando un dolore incredibile al petto. -Ti svelo un segreto... mi hai già ucciso- scoppia in un pianto atroce dopodichè inizia a correre, io non riesco ad andarle dietro.

Fine flashback
Scuoto forte il capo per scacciare dalla mente quella orribile immagine... Quanto mi fa star male questa situazione! Violetta è la sua migliore amica... cazzo! C'è solo una persona che può aiutarmi in questo fottuto momento. Salgo sulla moto e come d'abitudine, quando sono solo e amareggiato, non indosso il casco. Sgommo a tutta potenza. Attraverso la piccola stradina con cautela, dopodichè non curante accelero. Attraverso la piazzetta dove intravedo facce conosciute, ma non ci faccio troppo caso. Cinque minuti dopo sono a casa di Tomàs.
-Allora, hai letto?- dopo avermi accolto in casa, Tomàs mi offre una gassosa al caffè e degli snack con contorno di domande. Non mi sorpende affatto. E' il solito Tomàs che passa i pomeriggi a studiare e che esce in tarda serata a spargere un pò di saggezza e cultura in giro. -Si, ho letto- rispondo freddo al ricordo della lettera che ho letto e stracciato dopo scuola oggi. -E..?- dilata gli occhi. -Ti decidi a parlare? Devo tirarti le parole di bocca?! Mi fai venire l'ansia, oh- borbotta infastidito mentre io me la rido sotto i baffi. -E...- mi fermo, cerco di punzecchiarlo. -Sai cosa? Fottiti!- mi urla addosso per poi alzarsi e camminare avanti e indietro. I suoi jeans attillati gli danno fastidio, lo noto dalla sua espressione disgustata mentre se li spolvera da non so cosa. Inizio a ridere sonoramente, e lui mi fulmina con lo sguardo. -Tom, sul serio, non sembri figo con quei pantaloni. Mi dai l'impressione di una donnicciola che si lamenta delle sue scarpe col tacco troppo alto!- lo prendo in giro, e lui mi guarda contraendo la mandibola. -Chi ti dice che voglio farmi il figo?- mi fa una smorfia. io cerco di riprendermi mentre mi asciugo le lacrime dagli occhi per il troppo ridere. -Ti prego, togliteli!- lo supplico mentre mi tengo lo stomaco. -Lo farò prima di uscire- bofonchia offeso. -Grazie per avermi tirato su il morale, Tom!- , -Ti odio..- scherza. -A parte gli scherzi... Cosa c'era scritto?- allude alla lettera, io mi stringo nelle spalle e fisso un punto non preciso mentre ricordo:
Flashback
Stringo forte i pugni sentendo il rumore della carta che si stropiccia. Cosa ha detto Tomàs quando mi ha consegnato la lettera? Di combattere? Di vincere questa guerra? -Tomàs, sarai fiero di me!- Urlo al vento, accendo la moto, guardo un ultima volta questo pezzo di carta; Continuerò a ricordarti con affetto anche io Ally, ma in questo momento voglio iniziare a farmi una vita esattamente come hai fatto tu, magari ci riesco, chissà. Inizio a strappare la lettera in tanti piccoli, minuscoli frammenti, li tengo tra le mani e sgommo partendo con la moto a tutto gas, gettando i pezzettini alle mie spalle, mi volto osservando come i coriandoli volano nell'aria allontanandosi da me. Addio Ally.
Fine flashback
-Tom, l'ho superata, credo di avercela fatta. Non voglio ricordarla più, preferirei non parlarne.- chiedo cortese. -Quella lettera l'hai letta soltanto oggi, l'hai già superata?- mi domanda sorpreso. -Avrei dovuto farlo da troppo tempo ormai. Oggi mi sono reso conto di non essere morto, sono ancora capace di amare, mi sto innamorando di nuovo. Non posso iniziare il prossimo libro della mia vita, se continuo a rileggere sempre l'ultimo capitolo del libro precedente- ammetto. Sul viso del mio migliore amico si dipinge un sorriso molto ampio. Si avvicina a me e mi pone una mano sulla spalla. -Sapevo che ce l'avresti fatta- mi confessa. -Sei un guerriero- mi da due leggeri colpetti sul viso e torna a sedersi al suo posto. Io gli sorrido, -Hai contribuito molto con la mia lotta- gli dico, ed è la verità. -Sei stata la persona che mi è stata più vicino, e per questo devo ringraziarti con il cuore in mano, non esistono amici come te al mondo- ammetto sincero. -Non sono tuo amico, Leòn- fa una pausa e mi conserva un sorriso smagliante. -Sono tuo fratello, e lo sarò sempre-.
Iniziamo a parlare del più e del meno mentre l'orologio fa girare le lancette, le 22:15. -Ma non eri venuto quì per parlare di qualcosa in particolare?- mi domanda pensieroso lo spagnolo. -Emh, si. Si tratta di Francesca- spiego con un pizzico di malinconia che mi sale in gola al ricordare l'immagine del suo viso di oggi. -L'italiana mora, no?-, -Proprio lei-, -Di che si tratta?- sprona in modo che inizi a parlare. Prendo a raccontare ciò che è successo e il mio amico mi fissa attentamente. Dopo aver detto tutto tiro su col naso e aspetto i commenti e le domande, le numerose domande, che mi farà. -Provi qualcosa per lei?- chiede secco. -No, certo che no... o meglio, mi piace, è una bella ragazza, è dolce, ha un bell'atteggiamento, mi ha aiutato molto!- spiego cercando di non sbagliare nel formulare qualche frase. -Un difetto?- insiste, e non so dove vuole arrivare. -Mah, non saprei, è una splendida italiana, ha un sacco di talento, dovresti sentirla cantare...-, -Leòn, fermati! Focalizza l'obbiettivo. Cosa vuoi dirmi?- per me sono solo giri di parole non ci capisco più niente. Semmai dovrei chiederlo io a lui cosa vorrebbe dirmi. -Non la conosco abbastanza, nelle persone cerco di notare subito i pregi, e poi i difetti non saltano fuori da soli. A meno che la ragazza in questione non sia quella gallinella di Cristìn che viene nella mia classe...- parlo a raffica e non riesco a fermarmi. -Perchè sei così nervoso?- Tomàs è divertito e me lo domanda con la sua solita compostezza e calma. -Nervoso io? Ma cosa ti inventi non sono nervoso se fossi nervoso avrei una voce differente parlerei di continuo e non riuscirei a fermarmi invece posso smettere di parlare quando voglio se me lo chiedi è meglio però andiamo dimmi di smettere che lo faccio subito forza Tom parla...-, -Leòn!- ride di gusto e si mette due mani davanti alla faccia. -Che diavolo hai?- mi chiede ridendo ed io faccio per parlare, ma lui mi fa un gesto con la mano in modo da non farmi iniziare. -Tira un respiro profondo e cerca di rispondermi con massimo cinque parole!- avverte, io eseguo gli ordini. -Non-Ho-Niente, tre parole!- dico entusiasta. -No veramente ne hai dette cinque- corregge lui, -Perchè hai aggiunto 'tre parole'- spiega, io rido e scuoto il capo notando dove ci abbia portato la conversazione. A un vicolo cieco. -Per piacere, torniamo al discorso 'Francesca'?- chiedo con gli occhi chiusi. -Certamente- annuisce e ha il viso di un tipo che la sa lunga e che sa perfettamente come risolvere la situazione. -Bene, come devo reagire?- domando esasperato. -Niente-, -Niente cosa?- sono confuso, mi sta facendo innervosire ma mi vien da ridere ugualmente. Lui è divertito. -Non devi fare assolutamente niente- rassicura, io dilato gli occhi. -Come niente? Che stai dicendo?- dico perplesso. -Ricordo bene il suo viso-, -E cosa centra? Tom, ma stiamo parlando della stessa cosa?- mi alzo in piedi e mi passo una mano tra i capelli. -Ovviamente- dice calmo, vorrei picchiarlo, si, quando fa così mi da sui nervi. -Lo so che ti stai incazzando- cerca di trattenere una risata. Io lo fulmino con lo sguardo. -Leòn, rimani a cena?- la madre di Tomàs fa capolino in salotto e mi sorride gentilmente. -No, signora, stavo già andando via- spiego rimandando il sorriso e prendendo la borsa a tracollo. -E' tardi, perchè non rimani?- insiste con garbo. -Grazie ma mia madre avrà già preparato e non voglio lasciarla sola- rifiuto il più gentilmente possibile. -In questo caso va bene. Mi saluti tanto tua madre, dille che sarei felice di consumare un pasto insieme, quando ha tempo-, -Lo farò, grazie- Saluto la signora Heredia mentre Tomàs mi accompagna alla porta. -Ci parlo io con lei, tranquillo- sussurra mentre apre il portone. -Con chi?- domando per accertarmi. -Con Francesca. E' tutto sotto controllo, me ne occupo io- rassicura e parla come se conoscesse Francesca da una vita. -Tu non stai bene..- dico rassegnato, poi lo saluto ed esco per raggiungere la moto. Guardo il cielo, le nuvole grigio fumo, il cielo scuro... e si, ho i tuoi sorrisi incastrati tra i miei occhi, Violetta.

 

Sono inutili tutte quelle frasi del tipo 'capisci che sei innamorata quando blablabla...'. La verità è che quando sei innamorata non capisci più un cazzo. Già, è così. Altrimenti in questo momento starei a consolare la mia migliore amica, invece di camminare da sola a quest'ora verso casa di Leòn, che non so neanche dove cacchio è. Spaesata chiamo Maxi cercando di capire se mi ha dato l'indirizzo giusto e non sto andando in Messico. Uno squillo, due squilli, tre squilli... niente. Ad un certo punto sento un lontananza un rombo di moto, è lui ne sono certa, corro verso il rumore e noto che dietro una staccionata il mio principe azzurro ripone il casco e sistema meglio la moto. Corro più velocemente, cercando di raggiungero prima che arrivi alla porta. Finalmente sono dietro di lui mentre prende le chiavi di casa, così mi metto a tossire per fare in modo che si accorga della mia presenza. Improvvisamente mi ritrovo persa nei suoi occhi che brillano si stupore e sorpresa non appena focalizza la mia immagine. -Violetta- il mio nome pronunciato da lui acquista un senso così profondo, diventa musica, e tutto il mondo si dipinge di armonia. -Ehi- saluto imbarazzata. Respiro un a fatica e aspetto che dica qualcosa, ma non lo fa, si avvicina a me e quel calore... Quel calore che provo quando mi abbraccia. Quando mi stringe forte a lui. Quel calore che provo nel cuore, nell'anima. Io amo quel calore, ed il calore di quando le sue labbra si avvicinano alle mie... Mi stampa un rapido bacio sulle labbra e torna a guardarmi negli occhi. -Hai parlato con lei?- mi domanda serio, mentre prende le mie mani e cerca di riscaldarle come d'abitudine. -Si- rispondo, ma non ne sono sicura, -E...?- la sua espressione è curiosa e preoccupata. -Mi sento un egoista- confesso. -Perchè?- lui scuote il capo come se stessi dicendo una sciocchezza. -Avrei dovuto seguirla, quando ha iniziato nuovamente a scappare, invece sono rimasta fuori casa di Maxi fin adesso, a pensare...-, -Pensare a cosa?-, -A te, a Francesca e a me. A pensare che avevo voglia di vederti, che ho chiesto a Maxi l'indirizzo di casa tua, e sono stata un ora in giro, sapendo di aver sbagliato strada, ma ho continuato a camminare, anche in tondo, perchè volevo vedere il tuo viso prima di addormentarmi.- mentre parlo, lui sorride con gli occhi lucidi, quasi avessi fatto follie, e mi accarezza il viso delicatamente, con la sua mano calda e soffice. -Perchè non mi hai chiamato?- Mi appoggia la mano nell'incavo del collo. -Non lo so, volevo guadagnarmi quella faccia che hai fatto non appena mi hai visto- Spiego e lui ride per poi prendere a lasciarmi dei piccoli baci per tutto il viso. -E mi sorprendo di essermi innamorato di te? E' inevitabile amarti- sussurra sul mio collo mentre sgrano gli occhi, mi separo da lui per far in modo che mi guardi dritto negli occhi. -Cosa hai detto?!- esclamo scioccata, con il cuore che batte ad un ritmo irrefrenabile. -Mi sono innamorato di te, Violetta- confessa emozionato mentre stringe fortissimo le mie fragili mani. -No, ti prego ripetilo ancora una volta, ti prego!- lo supplico mentre ho gli occhi pieni di lacrime. -Ti amo, Violetta Castillo- ripete con enfasi ed un sorriso smagliante, ed è la cosa più bella e pulita che avessi mai provato nella mia vita. Trovarti davanti a una persona e renderti conto che da quel momento in poi nessun'altra potrebbe mai contare allo stesso modo per te. -Non ti amo. Ho raggiunto un sentimento superiore. Esiste?- dico mentre annullo ogni distanza e mi congiungo a lui, baciandolo con foga, senza imbarazzo, senza vergogna, ma con amore, tutto l'amore che voglio dimostrargli. Farei di tutto per lui. Deve saperlo, perchè voglio rederlo felice. Voglio che dimentichi tutto e ricominci con me. Siamo solo io e lui. Crescere, a volte, significa lasciarsi qualcuno alle spalle... Sono così fiera di lui. Lo sta facendo. Con me.
Cerco di non buttare tutto all'aria e di non strappare questo stupido libro di fisica. Non ci capisco una mazza. Come faccio a concentrarmi? E' passata una settimana da quando Leòn mi ha detto che mi ama. Da allora tra noi è tutto così magico, e adesso invece di aver accettato la sua proposta di andare a cenare insieme ho dovuto rifiutare per quel cazzo di test che c'è domani. Che sfiga tremenda. In più sto male per Francesca, che non mi rivolge la parola se non per chiedermi l'orario quando dimentica a casa l'orologio. Sono la sua compagna di banco e non manda neanche un respiro verso sinistra, dove sto seduta io. Secondo me non si è spostata di posto per la sua reputazione da 'io sono matura'. E chi l'avrebbe mai detto che dopo aver condiviso così tanto si sarebbe comportata come un estranea con me. Mi fa stare male. E il suo sguardo mi fa accattonare la pelle. Nessuno ancora sa che sto ufficialmente con Leòn,  — a parte Camilla, cioè come avrei fatto a non dirlo a lei! — e per ora voglio che tutti ne rimangano allo scuro. Ancora faccio fatica a crederci io. Dio, chi l'avrebbe mai detto? Io e Leòn insieme. Cioè... Io, Violetta Castillo, la tipa che non tollerava i ragazzi se non per picchiarli o scherzarci su. Sempre e solo amici, non sono mai stata con nessuno, e rimanevo sempre con la mia teoria de 'i ragazzi dopo i 27 anni'. Appena un mese fa ero la ragazza tutta frizzantina e solare che faceva a cazzotti con i tizi che mi fischiavano e adesso sono la ragazza che piange davanti ad una citazione romantica di Nicolas Sparks. Io prima quei cosi neanche li leggevo... io, non ero così. Ce ne voleva per farmi piangere, ma adesso, tutto è cambiato, prima ero forte. Adesso no, sono debole, mi fa sentire debole dipendere da qualcuno. Ho aspettato così tanto il cambiamento che alla fine sono cambiata io. Ma non mi sento male per questo, anzi... tutt'altro. Sono fragile è vero, potrei cadere da un momento all'altro se non ci sarà lui a sorreggere il mio peso. Posso dire che alle persone non piacciono i cambiamenti, diciamo che ne ho parlato con Cami e mi ha detto che quando nella maggior parte dei casi mi dicono che sono cambiata in senso dispregiativo è perchè adesso sto meglio e alla gente dà fastidio. Non ho saputo cosa risponderle. Perchè fino a poche settimane fa non stavo bene. Ero un'anima oscura. Notti bianche in pensieri neri. Ho visto i miei sogni finire e gli incubi diventar neri. Sapevo benissimo a cosa andavo incontro innamorandomi. Ma non si decide quando e di chi innamorarsi. Succede. E' successo a me. E' successo a Francesca. Sospiro violentemente e mi metto le mani sul viso pensando alla mia migliore amica. Perchè è dovuto accadere questo? Possiamo dire che ancora una volta ogni gradino di questa vita mi ha insegnato qualcosa, perciò continuerò a salire. Come faccio senza la mia sorella dell'anima? Mi alzo dalla scrivania e mi avvicino alla finestra, noto il cielo completamente pieno di stelle, i lampioni per le strade sono stranamente spenti. Lo avranno fatto per farmi vedere meglio le stelle? Sorrido illudendomi che sia per questo. Do un occhiata giù per il giardino e mi immagino Leòn. Me lo immagino sempre quando non è con me. Non me lo tolgo dalla testa neanche un secondo e me lo immagino. Lo vedo coi suoi amici, con quella sua risata che a me fa illuminare gli occhi soltanto a pensarci. Lo immagino mentre parla, con quel suo accenno di accento Messicano, e cammina con quel suo passo elegante che conosco a memoria. Distratto però, sorridente, pensieroso. Il suo sguardo, i suoi gesti, quelle sue battute che a me fanno tanto ridere perchè le ha dette lui. Immagino il modo in cui si è vestito, in cui si è sistemato i capelli, e so che chiederà il parere di qualcuno per sapere se così 'sta bene'. Me lo immagino e sorrido. Immagino il mondo in cui vive quando non gli sono accanto e sorrido. Sorrido perchè lui è diverso da me, perchè a differenza mia lui riesce ad essere bello anche senza me accanto.
Sento il fischiettiò del cellulare che mi avverte quando mi arriva un nuovo messaggio, incrocio le dita sperando che sia lui. Prendo il cellulare in mano e il suo nome scritto sul display fa sì che il mio cuore faccia tripli salti mortali!

Sei riuscita a studiare?

No, Leòn, come avrei potuto studiare se ho immaginato tutto il tempo la tua figura? Eh... Rimpiango la buca che gli ho dato questa sera pensando a come saremmo potuti stare bene. A quanti baci mi avrebbe potuto dare. Al suo profumo che avrei potuto percepire anche a metri di distanza. Ugh! Che rabbia, fanculo la fisica! E il test. E il professore. E la Scuola!

Se ti dicessi di sì, mentirei. Ti manco? X

Esitante invio la risposta, e un minuto e mezzo dopo il display si illumina annunciando l'arrivo di un nuovo SMS:

Solo quando respiro. XX

Il mio cuore è un tumulto, e adesso so che quando una persona riesce a farti sorridere attraverso lo schermo di una cellulare, allora sì, sono cazzi!
Cerco di non urlare, e di non sprizzare gioia da tutti i pori. Così mi limito a stringere il mio Iphone al cuore come se fosse la più bella lettera d'amore che mi abbiano mai scritto. Scrivo in fretta un SMS di risposta:

Vorrei che fossi quì con me, adesso.

Invio questo desiderio e trenta secondi dopo:

Dammi cinque minuti per avverare questo tuo desiderio. XX

Un grido di gioia sobbalza fuori dalla mia gola, cosicchè dopo pochi istanti mi ritrovo mamma in camera. -Che succede?- fa capolino nella mia stanza allarmata con le mani piene di pasta per fare i dolci e il grembiule macchiato di cioccolato. Mi viene subiro l'acquolina in bocca. -Ma ti metti a fare i dolci proprio quando sto uscendo?- metto su un broncio mentre scarto alcuni vestiti buttandoli sul letto e ne scelgo altri. -Perchè hai urlato in quel modo?!- mi domanda ponendo una mano sul suo cuore. Io scoppio in una risata fragorosa, dettata anche dal mio buon umore, dopodichè rispondo: -Era soltanto un urlo di gioia che non ho potuto evitare di emettere- metto su una faccia da ebete e la mamma alza un sopracciglio sarcastica. -Ha a che fare con il motociclista messicano, dico bene o dico giusto?- odio doverle raccontare la verità fino in fondo, ma è mia madre e la mia vita, non posso non dirle niente. -Mamma, non ti ho detto una cosa..- azzardo e mi avvicino a lei mentre si pulisce le mani sul grembiule. -Prima rispondi alla domanda.- fa l'antipatica e non posso fare a meno di alzare gli occhi. -Si, il motociclista o come vuoi chiamarlo tu...- dico sbuffando. -Bene, cosa non mi hai detto?- si sfrega le mani ansiosa di sapere. -Be', riguarda sempre... Leòn- le dico esitante, è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, e non capisco perchè provo questa sensazione anche se ne sto soltanto parlando con la mia dolce mammina. -Il motociclista insomma...-, -Non è un motociclista!- esclamo agitata. -Okay, scusa- alza le mani in segno di resa. -Va avanti.- mi esorta mentre sono più nervosa di prima. -Be', n..noi..- mi siedo sul letto e la invito a fare lo stesso. -Voi..?- mi sprona. Oddio quanto è snervante quando mi mette fretta! -Noi... c..ci siamo...- mi blocco ancora mentre lei si mette le mani davanti alla bocca e sgrana gli occhi, -Oh mio Dio! Vi siete baciati?!- urla come se avesse capito. Io mi schiaffo una mano sulla faccia, -No, mamma...cioè si, ma non è questo, siamo andati oltre, ma..- Mi interrompe alzandosi e diventando rossa in viso -AVETE FATTO...- sobbalzo dal letto mettendole una mano davanti alla bocca per far in modo che non continui a urlare, soprattutto quando sta per dire quella cosa... -NO! Mamma, calmati... siediti.- invito a rimettersi composta sul letto mentre le faccio segno di respirare. -Mamma, non oltre in quel senso, non abbiamo fatto niente di quello che immagini..- spiego calma e poi faccio un respiro. -Ci siamo messi insieme.- dico finalmente, mentre mia madre ha gli occhi lucidi, e fa fatica a non scoppiare. -Mamma, è tutto okay?- domando premurosa e preoccupata. -Sono... così felice!- esclama e si getta ad abbracciarmi forte, io la stringo contenta che sia andata così. -Quando è successo?- mi domanda asciugandosi una lacrima dal viso dopo aver sciolto l'abbraccio. -Circa una settimana fa..- inizio a spigare ma il cinguettìo del cellulare mi distrae. Un SMS da parte sua:

Violetta, ho avuto un problema con la moto, ritarderò perchè sto venendo a piedi, a dopo. X

Scrivo velocemente un 'Okay, a dopo' e torno all'armadio. -Mamma, ti dispiace se ti racconto dopo? Devo aggiustarmi un pò perchè sono oscena così- Spiego velocemente mentre lei ridacchia. -Esci con lui?- mi domanda con gli occhi che brillano. -Si, ma scendo giusto per salutarlo perchè domani ho il test di Fisica.-, -E perchè non scendi così, questa t-shirt ti sta d'incanto, amore!-, -No, che dici, devo anche truccarmi...- dico prendendo un paio di orecchini. -Ma tu non ti trucchi quasi mai..- mi ricorda lei, stranita. -Si, mamma lo so, ma è...Leòn..- spiego trafficando con una camicetta. -Tesoro mio, farlo innamorare della tua bellezza servirà a poco.- mi avverte la donna che mi ha messo al mondo, io richiudo il mascara che stavo per applicare e mi volto a guardarla, facendole capire che avrei ascoltato il suo consiglio. -Sarai anche bellissima, ma il mondo è pieno di belle donne. Gli basterà solo qualche tempo per incontrare quella che prenderà il tuo posto. Tu invece fallo innamorare dei tuoi difetti. Del tuo essere un pò disastrata. Fallo innamorare del modo in cui dormi. Del modo in cui gesticoli quando sei arrabbiata. Del modo in cui mangi così ordinatamente, ma poi quando vedi una barretta di cioccolato la divori in sei secondi. Fallo innamorare della parte più vera e immutabile di te, perchè avrà capito che quei modi di fare, quelle stranezze che tanto ama in te, non le troverà in nessun altra donna al mondo.- termina per poi sorridermi in un modo talmente dolce che mi commuove, mi avvicino e le do un altro abbraccio. -Sono me stessa quando sto con lui. Hai ragione, non devo cambiare.- la rassicuro, mentre il telefono avverte l'arrivo di un nuovo messaggio:

Scendi?

Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo profilo, perfettamente delineato, mentre guarda le stelle. Appoggio delicatamente il capo sulla sua spalla mentre stiamo seduti sull'erba profumata. -Ci pensi mai, all'universo?- mi domanda con voce calma e rilassata, mentre mi circonda le spalle con un braccio. -Spesso, devo dire.- rispondo con la medesima tranquillità. -Hai mai pensato al creatore di tutte queste meraviglie- parla con tanta enfasi, alludendo al cielo, le miriadi di stelle e la luna. -Dio ci regalato tutto questo, eppure non lo ringraziamo mai abbastanza.- continua mentre io chiudo gli occhi e inalo forte il profumo di questo elegante messicano al quale sto appoggiata. -Io lo ringrazio, di frequente nell'ultimo periodo, perchè ha esaudito le mie preghiere, mi ha dato te, il regalo più grande.- Si volta verso di me e io faccio lo stesso per guardarlo negli occhi. -Sai una cosa, è facile innamorarsi di qualcun o per la prima volta. La seconda volta è tutta un altra cosa, innamorarsi dopo il dolore e i lividi sul cuore è... inspiegabile. Forse l'amore è questo, no? Perchè adesso so cos'è il dolore, eppure sto ancora rischiando tutto e lo sto facendo per te.- respiro profondamente mentre ascolto le sue parole e contemporaneamente le leggo nei suoi occhi. I miei occhi sono pieni di lacrime, e in questo momento vorrei trovare il coraggio di stringerlo tanto da fargli male, però mi limito soltanto a dire: -Ti amo molto, molto più di quello che ho il coraggio di dire, più di quello che le parole possano esprimere- dico con voce tremante -Oh Violetta..- mi incornicia il viso con le mani e inizia a baciarmi dolcemente e man mano con più foga e violenza con la sua lingua che inizia a intrecciarsi con la mia. Non appena si scosta da me mi lascia boccheggiante come se volesse dire quealcosa, a proposito di quei lividi, di quell'amore deludente che ha avuto. -Me li sarei presi volentieri io i tuoi dolori, per non vederti così adesso. Sai cosa? Poco tempo fa ero più forte, io potevo reggerli.- confesso, con le labbra gonfie, cercando di non ansimare. -Tu sei indistruttibile- sussurra senza fiato. Io sorrido debolmente -Lo credevo anche io, prima di conoscere te..- rispondo dicendo una grande verità- Lui con gli occhi intristiti mi accarezza piano il viso. -Non ho mai voluto distruggerti, non dirmi così... i..io, mi sento male solo al pensiero..-, -Shh..- lo interrompo ponendo l'indice davanti alle sue labbra rosee. -E' tutto passato.. e poi, era solo colpa mia... ma adesso non pensiamoci, amore..- continuo tranquillamente per rassicurarlo, ma all'improvviso i suoi occhi si dilatano e mi osserva con sorpresa e gioia. -Che cosa hai detto?- domanda inclinando il capo e la sua espressione è completamente convertita. -Di non pensarci...- rispondo confusa, lui scuote forte la testa - Sì, sì... ma come mi hai chiamato?- cerca di spiegarsi meglio nascondendo l'agitazione che ha preso possesso del suo corpo. Io sorrido degustando la sua espressione e smetto di fare la finta tonta. -Amore..- ripeto con un sorriso stupido stampato in faccia. -Aspetta, aspetta.. ripetilo un altra volta!- si mette in ginocchio davanti a me e fa in modo che mi sdrai completamente sull'erba mentre mi si getta addosso e io rido sonoramente, -Amore, amore, amore mio!- Urlo mentre lui prende a baciarmi la gola per poi risalire al mento e successivamente alle labbra. E lo guardai, lo guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che lo amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altra vita.

 

Angolo d'autrice.
Carissimi lettori!! Che si dice? Tutto bene? Forte la frase finale non trovate? Alloooraaa è inutile che mi metta a scusarmi per il ritardo e blablabla... sapete come va in questa vita :,c HAHAHAH beneee parliamo del capitolo 16...che ne dite? Vi è piaciutoo? Tutto molto dolce da diabete no? La parte iniziale mi piace tanto perchè Leòn è un romanticoneee!! e quando urla il 'Violetta, Ti amo?' ohw <3 svengoo troppooo! Pensando poi alla situazione con Fran si dirige verso casa di Tomàs che lo accoglie con parecchie domandinee xD Ancora quella letteraa? Ugh! Però il momento FriendShip di Tom e Leòn <3-<3 poooi cosa dice mai Tom? Vuole parlare lui con Fran? Ahi ahi nel capitolo 17 se ne vedranno delle belleee!! Ma la frase della fine Pov Lion? Awwww *O* POV VIOLETTA SALVA LA VITA DI MILIONI DI PERSONEE! (o almeno delle lettrici leonetta ^-^'') Va a casa di Lion!! eeeeeeeee...............LUI LE DICE CHE LA AMA! muoiotroppamente! Una settimana dopo stanno già insieme (Finalmente) e i messagginiii *-* La madre di Vilu e ciò che le ha detto *Commossapersempre* Poi l'uscita Leonetta! E il finalee -Amore!- *-* yeahhhh!! bene bene bene... non abituatevi a tutto questo zucchero u.u il capitolo 17 sarà molto tosto ma anche... non posso dire nienteeee!! xD 66 preferiti? Ma io VI AMO! sono morta appena ho visto quel numero!! Grazie davvero per l'accoglienza su Efp e per il fatto che mi accompagnate sempre! :') Ringrazio troppo tutti i lettori, i recensori (saluto DebbyLove con affetto e grazie per tutte le recensioni chilometriche hahah! Le adoro!) poi saluto (ovviamente) Niley Story che è una caprona ma anche una grande autrice u.u (non ti montare Magui!) Vi amo tutti, grazie ancora e alla prossimaa :D

P.S. Vorrei dire una cosa sia importante che urgente. So che molte delle persone che leggono la mia storia sono lettrici anche delle storie di Niley Story (Jortini: L'amore non ha età, Sono complicata. Avremo un amore complicato ect..) Si sono venute a creare delle situazione fastidiose, perchè c'è gente che apre pagine sui social network (Facebook, Instagram ect..) E fa il copia-incolla delle storie di NileyStory facendole passare per proprie. Come autrice posso dire che non è una bella cosa da vedere, e se capitasse a me mi sentirei infastidita e dispiaciuta perchè so quanto impegno ci si mette per scrivere una storia, trovare il tempo e le idee. So che NileyStory (come del resto io) abbiamo tante lettrici affezionate che stimiamo con il cuore e che vogliamo bene, (E sappiate che senza voi non avremmo tutto questo entusiasmo nello scrivere) perciò vorrei chiedervi per piacere se poteste aiutare contribuendo ad avvisare se trovate il copia e incolla delle storie e se magari per qualsiasi cosa appoggiaste le autrici (in questo caso NileyStory) segnalando le varie pagine e spargendo la voce che le storie originali sono quì su Efp e che non è giusto copiarle, anche per una questione di rispetto. Grazie se avete letto questo Post Scriptum, Vi voglio tantoo benee *_* Spero che continuate ad appoggiarci, un bacionee. :*

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Cosa farò da questo momento e in avanti? Facile: Non mostrerò mai più arcobaleni a daltonici. Svogliatamente passo il dito sul bordo della tazza di latte che ho in mano, mentre penso a quanto mi sono sforzata di far riapparire un verde più acceso e intenso negli occhi di Leòn, e a quanto ho fallito miseramente. Lui non ha scelto me. Ci è riuscito qualcun altro a rendere più limpido il suo viso, a quanto pare. Esatto, la mia 'Migliore Amica'. Quanto mi fanno male queste virgolette. Quanto mi fa male questa situazione.  Sto a casa con dei parenti. Sempre la solita storia, loro arrivano dall'italia per vedermi, e io non ho voglia neanche di salutarli. Non mi sono mai andate a genio le mie vecchie zie. Forse per il loro modo di pensare un pò... o parecchio, diverso dal mio. All'antica? No, sarebbe giustificabile se così fosse... ma invece hanno soltanto un modo di intendere e di volere errato, che non condivido in ogni suo aspetto. -Francesca, allora, il fidanzatino?- mi domanda con aria sarcastica e con un finto sorriso sulle labbra, la zia Lucia, mentre io abbasso il capo -Non c'è- rispondo dopo 7 secondi con voce amara. -Vuol dire che non è quì?- si intromette la zia Teresa mentre sorseggia animatamente quella tazza fumante di tè. -No, vuol dire che non esiste!- Esclamo acida. Come se le cose non fossero già abbastanza complicate... -Eh, ma non ci credo mica eh- ridacchia zia Lucia voltandosi verso mia madre per poi darle una spintarella sulla spalla, mentre lei sorride, un pò a disagio vedendo il mio volto infastidito. I parenti dovrebbero capire che questa domanda, una volta mi rompeva le scatole, ora mi fa proprio male... Ho quella voglia così accesa dentro di me di urlargli in faccia: 'Nessuno mi ama cazzo, nessuno! Non c'è nessuno che mi vuole in questo schifo di mondo!' Stizzita mi alzo dalla sedia -Con permesso- chiedo cortesemente, mentre loro mi sorridono falsamente e annuiscono con il capo, e nel frattempo mia madre mi guarda con aria di rimpovero -Mamma, farò tardi a scuola...- mi giustifico alzando le spalle, lei sa perfettamente che è ancora presto e che per arrivare a scuola potrei metterci tre minuti a piedi, ma sospira e alza un sopracciglio senza dare troppo nell'occhio alle due zie sedute a tavola che consumano la colazione. -Francesca non ti fermare con Violetta e Camilla dopo le lezioni, ti voglio a casa presto.- Si, mamma, non c'è pericolo che mi fermi con Violetta, tanto ci parliamo a malapena penso, sospiro sapendo che mia madre mi sta trattando come una bambina, e che se non fosse per questa strana situazione con Vilu, a quest'ora starei quì a protestare e a ringhiare contro mia madre una qualsiasi scusa, invece annuisco ed esco dalla porta principale dopo aver fatto soltanto un semplice cenno di saluto. Oh, aria, libertà! Peccato che adesso dovrò rintanarmi in un altro inferno. La scuola. Ugh, che nervi! Dovrò vedere lui... ancora per 8 mesi. Wow, chissà se la mia testa e il mio cuore reggerà una simile sfida! Mi incammino e dopo 5 minuti sono davanti al cancello di scuola; Si casa mia è parecchio vicina, e questo mi snerva. Mancano circa 45 minuti alla prima ora di lezione, tiro un forte respiro e noto che ancora non è arrivato nessuno che conosco, a parte la cara Cristìn, quell'ochetta tutta extension e unghie finte, alla quale non ho intenzione neanche di rivolgere una sillaba, adoravo il fatto di odiarla insieme a Violetta. Era divertente. Be' oggi ci sarà il test di Fisica. Non voglio neanche immaginare come me la caverò, non avendo toccato il libro. Cerco di non disperare, mi siedo in una panchina e prendo il libro blu di fisica... Dicono che il blu crei dipendenza, per questo siamo tanto accaniti con Facebook e Twitter... Però io non sono dipendente dal mio libro di Fisica, strano...Bah. Inizio a sfogliare e sfogliare e più lo faccio più mi convinco di non essere per niente interessata a capire qualcosa di questa roba scritta nero su bianco. Esasperata mi metto entrambe le mani davanti al viso e cerco di ricacciare indietro le lacrime e non scoppiare a piangere. -Francesca?- sento pronunciare il mio nome da una voce maschile, non del tutto nuova, ma che non mi suona pienamente tanto da capire a chi appartiene. Alzo lo sguardo dopo essermi assicurata di aver spazzato via l'istinto irrefrenabile di piangere e mi ritrovo davanti due occhi turchesi che mi fissano con compassione. Si tratta dell'amico di Leòn, quello che quel giorno ci ha presentato. Non ricordo il suo nome, ma sono certa sia lui. Mi sorride debolmente non appena scruta il mio sguardo confuso. -Sono Tomàs, non so se ricordi..- Ecco, Tomàs si chiama! -Si si, ricordo perfettamente.- rassicuro io, avendo chiara l'immagine di quando...

Flashback
 -E così sei tu Violetta..- le dice sorridente osservandola attentamente, -Si, perchè?- domanda esitante lei, -Leòn mi ha parlato tanto di te.- 
Fine Flashback
In quel momento credo di aver assunto un espressione inspiegabile. Il cuore mi batteva forte. Sono quasi certa del fatto che Leòn non abbia mai parlato al suo amico di me. -Molto bene- mormora e poi fa segno con il dito come per chiedermi il permesso di sedersi accanto a me. -Oh, ma certo- dico spostando lo zaino e appoggiandomelo sulle gambe. Mi volto a guardarlo mentre mi sorride, sembra tranquillo, rilassato. Cosa vorrà? -Come va?- mi domanda animatamente, mentre stringe gli occhi a fessura aspettando la mia risposta. -Va..- rispondo sospirando. -Ah si?- mi chiede alzando un sopracciglio. -Come?- continua, e cerco di capire dove voglia arrivare, aggrotto la fronte, -Bene..- rispondo cercando di non destare sospetti, anche se ormai Leòn sa ogni cosa, e perciò non cambierebbe niente se Tomàs gli dicesse qualcosa. -Oh, meglio così- risponde, poi prende a guardarsi intorno. No, non va bene, è ovvio! Perchè fa così? dovrebbe dirmi 'Perchè menti?' o qualcosa del genere e allora avrei iniziato a sfogarmi, ho bisogno di sfogarmi. Anche con un estraneo. Mi farebbe bene. -In realtà non va proprio così bene- gli rivolgo uno sguardo di sottecchi e noto che le sue labbra si incurvano in un sorriso soddisfatto. Ecco dove voleva arrivare! Che strano potere possiede? -Ah no?- prende ad accarezzarsi il mento, -No- dico schietta. -Inizia a fare davvero male solo quando inizi a fingere che non lo faccia, perciò lo ammetto: -Sto da schifo.- sottolineo bene l'ultima parola e stringo forte le labbra. -Com'è cominciato?- mi domanda, non chiedo a cosa si riferisce, non voglio specificazioni -Non posso dire l'ora precisa, il luogo, lo sguardo, le parole che stanno alla base di tutto. Mi ci sono ritrovata dentro prima di accorgermi che fosse iniziato.- rispondo a istinto guardando un punto non preciso davanti a me. -La cosa è positiva o negativa?- l'ennesima domanda che mi pone. -Non lo so, la seconda che hai detto, credo. Anzi...ne sono certa.-, -Ti va di parlarmene meglio?- altra domanda. -Dopo credo che mi sentirei meglio.- rispondo non distogliendo lo sguardo dallo stesso punto. -Allora parla.- oh, finalmente ha formulato una frase senza punto interrogativo! -Sai qual è la cosa che mi da più fastidio delle persone che spariscono così all'improvviso? Non è il fatto in sè, perchè alle assenze ci sono abituata. Ma è la mancanza di coraggio, il fatto che non abbiano la forza di guardarti negli occhi e dirti addio. Ti lasciano lì. Senza dirti 'Hei, non l'hai capito che non mi interessa minimamente di te?'- mi sfogo dando per scontato il fatto che lui sappia perfettamente a chi mi riferisco e possa rispondermi formulando il suo nome. -Leòn è sempre stato un codardo. Adesso però, ce l'ha fatta- afferma, io non capisco, mi volto a guardarlo e noto il suoi occhi fissi sul punto nel quale ce li avevo fissi io prima. -Ce l'ha fatta?- inizio a formularla io qualche domanda adesso. -Francesca mi dispiace doverti dire che non sai niente di Leòn- marca profondamente la parola 'niente'. -Come sarebbe a dire?-, -Sarebbe a dire che non so esattamente a cosa sia dovuto il tuo 'amore' ma di certo quì stiamo parlando di 'desiderio'- Cerco di seguirlo ma mi viene difficile così faccio dei gesti con le mani. -Fermati un attimo. Di cosa stai parlando?- domando mordendomi le labbra all'interno della bocca. -Sto parlando del fatto che Leòn è un bel ragazzo ed evidentemente hai subito notato questo.- dice con fare saccente. E inizia a darmi sui nervi. -No. Non ti permetto di dire una cosa del genere.-, -Io non sto dicendo niente.- si difende sollevando le mani. Io mi alzo prendendo lo zaino e caricandomelo su una spalla. -Ti saluto.- dico stizzita e superba. -Francesca- mi chiama io mi fermo ma non mi volto. -Non è necessario che tu te ne vada.- la sua voce è limpida e pacata. -Tu vorresti dire che io guardo solo la bellezza in un ragazzo?- gli dico con gli occhi incavati e la voce leggermente elevata. Lui non parla, ma continua con quello sguardo da scrutatore che mi lascia perplessa. -Ci sono ragazze che hanno avuto tutto: dai mazzi giganti di rose rosse alle scritte sdolcinate sui muri. E tu mi vieni a dire che mi innamoro della bellezza quando da un ragazzo mi sarei accontentata di quattro righe scritte sul tovagliolo di un bar!- mi sfogo agitandomi. -Potresti sederti?- mi dice afferrandomi il polso dalla sua posizione sempre rilassata. Io tiro l'ennesimo sospiro e poi mi siedo cercando di tranquillizzarmi. -Tu ti ami?- mi domanda, e mi lascia spiazzata. Più converso con questo ragazzo spagnolo più rimango di gesso per le domande e il modo in cui si esprime. -Se mi amo? Mah, non lo so- rispondo senza pensarci troppo. -Ami più lui o più te stessa?- mi chiede guardando il mio profilo. -Tra me e lui, sceglierei lui- sbotto, e non mi pento della mia sincerità affrettata. Lui inizia a sfregarsi il mento e a non mutare minimamente il suo sguardo scrutatore, sembra quasi mi stia leggendo nel pensiero, in profondità. -Dovresti smetterla, come ho fatto io- mormora, e non è ciò che mi aspettavo dicesse. -Avresti smesso di fare cosa, esattamente?- domando senza il minimo contegno nel tono che utilizzo. -Be', ho smesso di trattenere chi voleva andare. Ho smesso di spiegare a chi non voleva ascoltare. Ho smesso di giustificare ogni mia singola parola a chi non voleva capire. Ho smesso di cercare chi non voleva trovarmi mai. Ho smesso di pensare a chi non mi pensava mai. Ho smesso di credere nelle promesse e di farne. Ho smesso tutto...- si ferma un istante e ricomincia a guardare quel punto indecifrabile mentre apre più volte la bocca e la richiude, ma alla fine continua. -Ho smesso niente. Ho solo iniziato a fare quel che fa star bene, senza eccessi o limiti. Ho iniziato a misurare bene ogni situazione. Ho iniziato a fidarmi del mio unico pensiero su ogni cosa, su ogni scelta, su ogni persona. Ho iniziato a tener conto del fare invece del dire. Ho iniziato a incontrare alcune persone meno spesso nella mia mente. Ho iniziato ad amarmi perchè solo così si può davvero iniziare ad amare.- prende a fissarsi le mani mentre io osservo ogni visibile emozioni nei suoi occhi persi. D'un tratto si volta velocemente verso di me cogliendomi con le mani nel sacco. Be' si, lo stavo guardando parecchio attentamente. Io di scatto mi giro per non far notare il fatto che lo stessi studiando anche io e mentre lo guardo di sottecchi noto che sorride come a dire 'beccata' alzando entrambe le sopracciglia. Prendo a grattarmi la nuca -va tutto bene?- quel sorriso stampato non si cancella dal suo viso liscio. -Hai ragione- rispondo vaga, cercando di scappare da quel 'va tutto bene?'. E ci riesco. -Perciò agirai come me?-, -Non è così facile- rispondo avvilita. -Non potremo mai tornare indietro e cambiare ciò che è stato fatto o detto, ma possiamo sempre imparare la lezione per far meglio le cose la prossima volta, no?- Sarà la sua voce, sarà il suo accento, sarà ciò che dice, ma tutto l'insieme mi tranquillizza. E' vero, bisogna misurare bene ogni parola prima di pronunciarla. Bisogna scegliere bene le parole. Perchè poi ritorneranno la notte, più fredde e più crudeli. Le sue mi cullano. Vorrei abbracciarlo... Emh, cosa?! Francesca lo hai pensato sul serio? Vai a curarti,cara me! -Francesca...? Perchè fai quella faccia?- mi domanda ridacchiando e non posso neanche immaginare quale delle mie numerose smorfie avrò espresso col viso! Oddio, figure di merda in prima mattina parte cento! -Quale faccia? Cioè, niente... pensavo ad una cosa..- rido nervosamente muovendomi frenetica sulla panchina. -Sono troppo inopportuno se ti chiedo 'a cosa'?- mi domanda con le gote un pò arrossate, io alzo impercettibilmente gli occhi al cielo, ma immediatamente dò una risposta riparatrice -Magari forse, un giorno... busserà alla mia porta, e io mi amerò così tanto da avere la forza di non aprire.- tiro su col naso, mentre mi sfrego le mani. -Francesca, ti dirò una cosa che forse potrà servirti nella vita: Non innamorarti mai di un uomo che vuole strapparti le tue dolci ali di farfalla, che vuole rendere grigi i meravigliosi colori che porti addosso, innamorati di chi vuole volare accanto a te per le strade della vita, per quanto impervie e dure possano essere. In questo caso non ti sto parlando di ciò che provi per Leòn, mi riferisco agli uomini che ci sono nel mondo, poichè il mio amico messicano, giuro, non avrebbe mai il coraggio di far del male a nessuno. Ha sofferto troppo in pochissimo tempo.- Mi spiega, e sembra così serio che quasi mi incute timore. -Grazie.- dico semplicemente. Le labbra rosate di Tomàs si incurvano in un dolce sorriso. -Non c'è di che.- rimando con notevole imbarazzo il gesto. Sono strana. Sento la mancanza di qualcosa che non ho mai vissuto e colleziono amori che non si posso chiamare tali. Me li tengo in braccio giorno e notte e fingo di non averli mai desiderati. Sono strana.



-Leòn, mi vuoi dire dove stiamo andando?- ride a crepapelle perchè parecchie volte ha rischiato di inciampare e rompersi una gamba. -Ti ho appena detto che è una sorpresa!- Ho una mano che le copre la vista e tengo Violetta dalla vita mentre cerco di farla star zitta. -Violetta, se ci scoprono siamo fritti, smetti di urlare- le ringhio in un orecchio e sono sempre più divertito. -Lo sai che dobbiamo essere in classe tra circa... Emh, posso almeno guardare l'orario?-, -No, Violetta SHH!- esclamo ancora una volta, e mentre camminiamo ogni tanto le faccio il solletico scatenando un sobbalzo e un urletto, e mi fa impazzire! -La prossima volta ti metto giù!- avverte, mentre cerco di farle salire due gradini. -Sarei proprio curioso di vederti in azione..- la prendo in giro e trattengo una risata, -posso diventare pericolosa!- aggiunge dandosi delle arie. -Uhh, che paura!-. esclamo con sarcasmo e lei d'un tratto mi morde il pollice della mano -Ahi! Violetta, sta buona!- le dico dandole una pacca leggera sul sedere e stringendo i denti per sopportare il dolore al dito e non spostare la mano di davanti gli occhi di Violetta. -Te l'ho detto che so essere pericolosa- ride fragorosamente -Ah, e non permetterti mai più a toccarmi il sedere- aggiunge con voce sofisticata mentre io alzo gli occhi al cielo e sorrido sollevato sapendo che siamo arrivati a destinazione. Apro la porta con molta cautela -So che magari ti aspetti qualcosa di superlativo, però è una cosa che ho fatto per avere l'onore di vedere uno di quei tuoi sorrisi speciali, perchè so che i tuoi sorrisi non vengono magicamente concessi, bisogna guadagnarseli, e spero di riuscirci.- Introduco il momento con questa frase e levo la mano dai suoi occhi in modo che possa ossevare. -Oh Leòn..- dice congiungendo le mani, poi si volta a guardarmi emozionata. In un aula del seminterrato ho fatto sistemare il pianoforte della scuola che era un pò malconcio, e ci ho appoggiato sopra una cinquantina di rose rosse per Violetta. -Shh- le metto un dito sulla bocca. -Non è questa la sorpresa.- le prendo la mano a avvicinandoci al piano le faccio cenno di accomodarsi accanto a me sullo sgabello. Appoggio le mie dita tremanti sui tasti e inizio a suonare All of me by John Legend, ripeto più volte l'introduzione e poi inizio a cantare la prima strofa in spagnolo -Que haria yo sin tu boca hoy, tu me dejas fuera cuando cerca estoy, mi mente da vueltas, no puedo cesar todo este amor...- "Cosa farei io senza la tua bocca oggi, tu mi respingi quando cerco di avvicinarmi, ho la mente confusa, non posso far cessare tutto questo amore." Mi guarda attentamente negli occhi, e i nostri sguardi sono fusi, le faccio un gesto con la testa in modo che continui a cantare lei. -Que pasa por tu mente dime quiero saber es un viaje magico y hermoso a la vez, todo me da vueltas, no se que sea pero estarè bien...- "Che passa per la tua testa dimmi voglio saperlo, è un viaggio magico e meraviglioso allo stesso tempo, sono frastornata, non so per quale ragione, però starò bene." La sua voce scorre nelle mie vene e mentre l'ascolto so che non vorrei sentire altro per tutta la mia vita. Continuo con la terza strofa: -Debajo del agua puedo respirar, por ti una vez mas quiero entregar...- "Anche sott'acqua riesco a respirare, per te posso cedere ancora una volta." Mi appoggia una mano sul viso dopodichè unisce la sua splendida voce in armonia con la mia. -Todo de mi te ama a ti, amo tus imperfecciones cada arista y temores, si das todo de ti todo darè de mi, mi final y mi comienzo aun gano si estoy perdiendo, y yo te doy todo de mi, si tu me das todo de ti.- "Tutto di me ama tutto di te, amo le tue imperfezioni, ogni spigolo ogni timore, se mi dai tutto di te, io ti darò tutto di me, la mia fine, il mio inizio, io vinco anche quando sto perdendo. E io ti do tutto di me, se tu mi dai tutto di te." Le mie dita vagano autonomamente su quei tasti mentre sono perso nel cioccolato degli occhi della mia ragazza. Prendo a cantarle dicendo ciò che penso davvero: -Tengo que decirlo una vez màs que incluso cuando lloras hermosa tu estas, el mundo se derrombarà de tu lado no me separaràn. Mi perdiciòn, mi musa eres tu, mi distraccion tambièn mi ritmo mi bluse que aun sigo cantando sigue sonando esa voz eres tu...- "Devo dirlo ancora una volta, che anche quando piangi sei meravigliosa, e se il mondo ti abbatterà nessuno mi separerà da te. Se la mia perdizione, la mia musa, la mia distrazione, e anche il mio ritmo e il mio bluse che sto continuando a cantare e continuo a suonare, questa voce sei tu." Stiamo sorridendo ma siamo vicini alle lacrime. Cantiamo insieme il ritornello un ultima volta dopodichè termino con un la-do-mi, esattamente come la scorsa volta aveva fatto lei. Violetta mi si getta addosso ed io la circondo con le mie braccia. -Ti darò tutta me stessa, promesso.- mi sussura all'orecchio, -Ne ho così bisogno.- le rispondo.
-Non dovremmo tornare in classe?- in modo parecchio poco elegante siamo usciti dalla finestra dell'aula e abbiamo scoperto questo posticino con qualche albero, in particolare uno molto robusto con una folta chioma verde, e un aiuola di fiori in mezzo al verde. Il problema è che siamo ancora all'interno della scuola e abbiamo saltato la seconda ora. Violetta è appoggiata al tronco dell'albero con in mano una delle rose che le ho regalato, e il sole fa sì che la sua immagine sembri celestiale. -Nah, preferisco guardarti ancora per qualche ora, ininterrottamente.- spiego mentre i miei occhi bruciano nei suoi. -Sai, vorrei saper disegnare come te, per poter ritrarti in ogni tua posizione- aggiungo. -Potrei insegnarti- dice con uno sguardo sexy, io sono poco distante da lei, con i gomiti appoggiati sull'erba. -Non credo, il tuo è un dono...- osservo, mentre lei scuote il capo - provare non costa nulla- fa spalluccie, -okay, mi hai convinto-. Prendo a gattonare verso di lei e anch'io mi appoggio all'albero -Violetta fa silenzio e ascolta... Cosa senti?- le prendo la mano completamente abbandonato al tronco dell'albero, lei mi guarda confusa mentre io chiudo gli occhi, e so che non ha smesso di fissarmi. -Niente..- dice con voce perplessa. Io le stringo la mano e la conduco verso il mio cuore appoggiandola ad esso. -Io invece sento che ti amo-. Improvvisamente le sue gambe mi circondano la vita, le sue mani si infilano nei miei capelli e le sue labbra si impossessano delle mie. -Oh, Violetta- dico sulle sue labbra. Percorre le mie guance fino ad arrivare al mio orecchio ricoprendomi di piccoli baci. -E comunque, se non l'hai ancora capito, amore, io non voglio nessun altro che non sia tu, per tutta la vita.- Alle sue parole avverto un formicolìo allo stomaco, mi sa tanto di felicità. Mi basta un movimento per ribaltare la situazione ponendola sotto il peso del mio corpo, succhio avidamente le sue labbra, e per un attimo dimentico di trovarmi sulla terra, dimentico l'ossigeno, e la mia mente vaga nell'aldilà. -Eccoli, Preside!- Sentiamo la voce di Ezequiel, il segretario, ed io e Violetta ci ricomponiamo di scatto. Spione di un segretario... Gli buco le ruote della macchina a questo! -Castillo!- Il preside ci guarda con disapprovazione mentre ci avviciniamo alla finestra, esattamente quella dalla quale siamo usciti. -Sig. Preside, le posso spiegare tutto.- mi giustifico io, -Non ricordo il suo cognome...-, -Vargas- rispondo io, -Sei il nuovo acquisto...- risponde il preside scuotendo il capo fissandoci come se fossimo ripugnanti. Io annuisco; Violetta china il volto imbarazzata guardandosi le mani. -Entrate, proprio come siete usciti!- esclama l'uomo stempiato con dei baffi tinti di un nero corvino. Dopo aver aiutato Violetta ad entrare io faccio lo stesso. -Bene, potete seguirmi nel mio ufficio.- Ci ordina dilatando le narici. 
Non appena chiude la porta del suo ufficio, il Preside Wilson, si mette ad urlare come un pazzo scatenato, citandoci regole, morali, spirituali e sinceramente avrei una certa voglia di rompergli il naso, e ce la farei, confrontando le nostre stature. Rimaniamo in piedi ad 'ascoltare' quest'uomo una buona mezz'ora, e frequentemente mi volto a guardare Violetta, in quel rossore tenero delle sue guance. -Seguitemi senza fiatare!- ci urla, noi ubbidiamo quando ci accorgiamo che ci fa strada verso la nostra classe. Spero soltanto che... Apre con furia la porta dell'aula senza neanche bussare e lì vi troviamo la professoressa di Filosofia che scrive alla lavagna. -E' inaudito vedere due alunni della sua classe che hanno rapporti sessuali all'interno del Liceo!- A quella frase sgrano gli occhi e noto Violetta fare lo stesso. -No, non è assolutamente vero!- mi permetto di rispondere all'affermazione del Preside. Guardo di sfuggita nostri compagni, alcuni sono sbalorditi, altri addirittura se la ridono, poi guardo Francesca, lei è inerme e fissa Violetta con rancore e delusione. Il suo sguardo mi fa rabbrividire. Non appena getta gli occhi su di me io distolgo immediatamente lo sguardo e torno a parlare con il preside. -Non si azzardi a contraddire la mia parola, porti rispetto! So quel che ho visto!- urla e sembra fuori di se. -Voi alunni moderni state infangando il buon nome di questo prestigioso Liceo!- batte forte una mano sulla cattedra facendoci sobbalzare tutti. -Preside non so cosa a visto, ma non abbiamo avuto... cioè non abbiamo fatto... c-ciò che pensa lei-, -Sig. Wilson, pensavo fossero assenti...- la prof è mortificata, cerca di giustificarsi mentre il tinto allarga disgustato le narici. Ma come ci riesce? Mi trattengo dal ridere per questo pensiero. -Sono scioccato!- ripete per l'ennesima volta da quando ci ha visti. D'un tratto Francesca si alza e fa per uscire dalla classe. -Dove crede di andare signorina?- le domanda il preside dopo essersene accorto. -In bagno- risponde lei senza alzare lo sguardo. -Lo decido io se va in bagno o no, si sieda!- Francesca obbedisce sotto gli occhi di tutti. Veniamo portati nuovamente in presidenza, solo che questa volta si presentano anche la Professoressa e la Vicepreside. Il preside convoca mia madre e i genitori di Violetta per il giorno successivo. A mio parere si tratta di un esagerazione unica. Dopo altre due ore di discorsi legati al rispetto per il liceo e altre cazzate varie, siamo finalmente liberi, o quasi, perchè il segreto è stato svelato e adesso ci aspetta l'interrogatorio di tutta la banda. -Sembrava non finire più questa giornata!- Io e Violetta camminiamo verso l'uscita sotto gli occhi di buona parte della gente. Dio mio! Neanche se avessimo messo una bomba all'interno dell'edificio! Che esagerazione questi figli di papà... -Ma perchè ci guardano? Non ho ucciso nessuno, ancora...- Violetta ride per 'l'ancora' mentre raccoglie i capelli in una coda di cavallo. -E' stato imbarazzante- ammette con le schiocchette rosse sul viso che non si sono ancora impallidite. -Nel mio vecchio Liceo queste cose succedevano quotidianamente, non capisco il perchè di tutta questa tragedia-. Sento il cinguettìo provenire dalla tasca dei miei pantaloni, Violetta cammina due passi avanti a me, mentre ci dirigiamo verso la moto. Estraggo il telefono dalla tasca, un nuovo messaggio: Ally. Improvvisamente mi fermo, e mi irrigidisco mentre le mie mani cominciano a tremare. Ancora? scorro il dito sul display per sbloccare lo schermo, quando -Leòn, hai capi...- Mi accorgo che Violetta si volta. -Ehi, che succede?- mentre si avvicina a me, ripongo immediatamente il cellulare da dove l'ho preso e sorrido alla mia ragazza nervosamente. -E' tutto okay?- mi domanda guardando il cellulare nella mia tasca con gli occhi a fessura. -Si, perfettamente.. andiamo- esorto e la oltrepasso allungando il passo. Devo leggere quel messaggio. Devo assolutamente sapere cosa dice. 
Accompagno Violetta fuori dal portone di casa, e per quanto non abbia fatto che parlare durante tutto il tragitto, la mia mente era rivolta soltanto a quel nome che minuti prima era comparso sul display del mio cellulare. Sì, possiamo dire che ne è passato di tempo, eppure non ho cancellato mai il suo numero di telefono, e lei ha mantenuto sempre lo stesso. Che cosa bizzarra... Dopo quella lettera? Cosa mi avrà scritto? Arrivati a casa di Violetta emetto un sospiro di sollievo. Sembrava quasi che la strada fosse infinita, e non voglio che sospetti qualcosa, perciò è meglio separarci quanto prima. Scende dalla moto, si toglie il casco e me lo porge. -Non so cos'hai, ma sono certa che la tua espressione non sia affatto dovuta a quanto è successo a scuola, sbaglio?- Noto le sue labbra muoversi ma non riesco a cogliere il concetto della frase. Schiocca le dita davanti ai miei occhi e allora mi sveglio dal trance. -Si può sapere cosa diceva quel messaggio?- esclama con le sopracciglia aggrottate. Ops... colto con le mani nel sacco. -Che messaggio?- faccio il finto tonto ma non mi riesce. -Prima nel cortile della scuola ti è arrivato un messaggio, e dopo averlo letto sei diventato... strano, che hai?- domanda in conclusione, appoggiando i pugni sui fianchi. -Assolutamente niente, non so di cosa tu stia parlando... senti devo proprio scappare...- farfuglio, dopodichè le stampo un veloce bacio sulle labbra e mi dileguo lasciandola con il casco in mano. Quanto sono stronzo. Percorro l'intero quartiere accelerando al massimo e in pochi minuti sono davanti il cancelletto di casa. L'ho lasciata così... Oddio, cosa ho fatto? Quasi quasi torno indietro... No, non posso. Sistemo la moto e prendo in mano il telefono. Il cuore mi batte forte, quasi mi aspettasse non so quale notizia. Serro gli occhi per qualche secondo, e subito dopo mi precipito a leggere: 
Mi stai facendo più male che bene... Eppure resto. Resto perchè senza di te potrebbe solo andare peggio. Resto perchè senza di te sono niente. Ti prego, ho bisogno di vederti, rispondimi.
-Ally

Mi fermo a fissare questo messaggio per molto tempo e provo il vuoto totale, come se la mente fosse assente. Come se io fossi assente. D'un tratto il cellulare si illumina, chiamata in corso: Violetta. Le chiudo la chiamata senza neanche sfiorare l'idea di rispondere e torno a fissare quella frase e quel nome. Perchè? Dopo aver ridotto in coriandoli la carta profumata di quella lettera ed essermela gettata alle spalle adesso non dovrebbe farmi male. Non mi aveva fatto male quel giorno, dovrebbe essere ancora così. Okay, lo ammetto: certi sentimenti non cambiano, li sotterri, ma basta poco per farli tornare in superficie. E' il mio peggior difetto, Fondamentalmente è vero, io non so far finire le cose. Fosse per me non finirebbe mai niente, ed è tremendo perchè ci sono storie, abitudini, modi di vivere che necessitano di essere interrotti. Tipo adesso. Io mi sono innamorato di Violetta. Sono sicuro di amarla, sono sicuro che sia una persona speciale, sono sicuro: voglio stare solo con lei, ma... perchè questo fottuto passato non svanisce? Ritorna sempre. Sempre! Io non credo nei miracoli, perciò accetto tutto questo. Sono convinto che la vita lasci sempre lividi invisibili sull'anima che a volte ti impediscono di respirare, annullando ogni pensiero, ogni idea. Compongo il numero di Tomàs, deve consigliarmi cosa fare. Primo squillo... secondo... -Amico!- ha l'aria di essere allegro, chissà come mai. -Tomàs...- cerco di trovare il tono più tranquillo che le mie corde vocali mi permettano di utilizzare. -Cos'è successo?- mi domanda subito allarmato. -Perchè pensi che sia successo qualcosa?- sospiro, anche se so che è patetico domandare a Tomàs una cosa del genere. -Il tuo tono- risponde quasi come se fosse ovvio. -Eh..-, -Allison?-, -Già-, -Pensavo che...-, -Si anche io- lo interrompo. -In effetti era troppo bello per essere vero, però sappi che comunque andrà a finire, sarà sempre la parte più bella della tua adolescenza, quella che non dimenticherai mai e porterai sempre con te- So quanto gli costi dirlo, e so quanto ci eravamo illusi entrambi che dopo la lettera fosse davvero finita. -Quanto vorrei fingere che non sia così...- ammetto avvilito. -Praticamente cos'è che...-, -Mi ha scritto- lo interrompo nuovamente. -Cosa esattamente?- domanda esitante lui. -Che resta perchè senza di me non è niente. E... che vuole vedermi.- spiego ed emetto un prepotente sospiro. -Ah...- Sì, Tomàs non è per nulla entusiasta di ciò che sta venendo a sapere. -Lo so.- rispondo sapendo perfettamente quali sono i suoi pensieri. -Cosa intenti fare?- mi domanda con timore, per la mia risposta suppongo. -Non ne ho idea.-, -Non pensi a Violetta?-, -Non ne ho avuto il tempo.- contraggo violentemente la mandibola. Perchè deve essere così difficile? Adesso che con Violetta andava così bene, c'è così tanta sintonia! -Leòn, valuta la situazione, adesso hai una ragazza a cui rendere conto.- mi ricorda, e so che ha ragione. -Lo so perfettamente, Tomàs.- mi schiaffo una mano sulla fronte. -Non mi pare...- mormora. -Perchè dici questo?- domando leggermente irritato. -Perchè so che stai seriamente pensando di andarci.-, -Dove?-, -Non ha detto che ha bisogno di vederti?- dice, e mi lascia spiazzato. Per l'ennesima volta so che ha ragione. Parlarne sempre coniugando i verbi al passato ma tenersele sempre dentro nel presente certe persone. 




ANGOLO AUTRICE:
Holiss!! Come state?? VI PREGO NON RICORDATEMI QUANTO TEMPO E' PASSATO SE NON VOLETE CHE SCOPPI A PIANGERE E MI ODI PER IL RESTO DEI MIEI MISERABILI GIORNI! *si dispera animatamente(?)* allura, sono tre settimane di scuola, e siamo già tutte esauste, non so voi ma voglio ritirarmi seriamente lol. Perdono, vi prego, l'ha lasciato Dio! haha okkei passiamo al capitolo in cui stranamente manca il pov Violetta hihi, tornerà tranquilli! (like) Si parte con Francesca: il suo pov mi è piaciuto perchè esprime quello che sente anche Tomàs, e questo non lo sapevamo giusto? Ma chissà se le vostre previsioni su TomasXFrancesca sono reali o sono solo fantasia... hihi lo scopriremo! Pov Leòn: Sorpresinaa dulcee *-* All of me versione Kevin Karla & La banda (Per specificare) Vi consiglierei di rileggere la parte dove i Leonetta cantano la canzone ascoltando la canzone da yt hahah E' più magico *-* comunquee la parte del preside AHAHAH quanto è esageratamente per bene questo liceo pft... neanche se avessero fatto chissà cosa..mah.. Francesca non l'ha presa bene, nel prossimo capitolo infatti vedremo le considerazioni di Violetta a riguardo. Il messaggio non ve lo aspettavate dico bene? Be' mi odiavo in quel momento, ma è la vie...;/ Come andrà a finire secondo voi? E Violetta come l'avrà presa per quanto riguarda la stranezza improvvisa di lui? Boh...  e pensare che nel prossimo capitolo succederanno parecchie cosucce!! Non ve lo perdete! GRAZIE! vi ringrazio come al solito e non posso farne al meno! Per i recensori e per tutti i lettori che ci sono sempre e sopportano i miei ritardi atroci! Vi amo!! <3 un saluto a mi amiguis Niley Story (@MagicGirl96) ringraziate questa povera ragazza che è sempre disponibile a postare ogni settimana senza lamentarsi neanche del fatto che le rubano continuamente le storie dopo che perde la vista e il tempo per stare sempre davanti al pc e scriverle, dopodichè deve anche sopportare che altre mocciose si prendano i meriti di un lavoro sudato da lei, come ho già detto l'altra volta confido in voi per quanto riguarda il segnalare, e ringraziamo con tutto il cuore chi si prende sempre la briga di avvisare, perchè evidentemente capisce che non sono corretti questi furti gratuiti. Comunque continuo a ringraziare infinitamente! Spero che recensirete il capitolo in modo da capire se ci siete ancora haha e spero che vi sia piaciuto! Un bacione e alla prossima!! 
-BeYoSinger <3

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