L'intreccio del destino

di meredithweasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Smistamento ***
Capitolo 3: *** 2. Quattro anni dopo ***
Capitolo 4: *** 3. Il patronus ***
Capitolo 5: *** 4. Normalità ***
Capitolo 6: *** 5. Isabelle Tournebouf ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L’arrivo di una bambina aveva portato parecchia gioia in casa Potter. Ginny, dopo sei fratelli e due figli maschi, aveva finalmente una compagnia femminile diversa da Hermione. Una bambina tutta sua, che già nella pancia, si mostrava cocciuta come il padre, combattiva come la madre e , dopo la nascita, chiunque avrebbe capito che era nipote di Ron: la sua goffaggine e curiosità regnavano sovrane in quella tenera bambina, dai capelli rossi come fossero sempre costantemente illuminati dalla luce del tramonto e quegli occhi verdi, come le più belle foreste esistenti al mondo.
Harry non aveva avuto dubbi sul nome: quel giorno, era nata Lily Luna Potter.
I fratelli, Albus e James, avevano subito dichiarato che l’avrebbero protetta da tutto e da tutti.. per poi litigare su chi dovesse proteggerla dall’altro, per finire con un’azzuffata mondiale che, dopo i primi momenti di rimprovero, fece ridere i genitori. Si prospettava già come la bambina più fortunata di tutto il mondo magico, con tante persone a vegliare su di lei.
La pace regnava sovrana da anni e  la piccola di casa Potter cresceva tranquilla, manifestando sempre più i caratteri tipici dei Potter: il coraggio, l’intelligenza, la perspicacia, la bontà.. a tratti ricordava perfettamente la “vera” Lily, in altri momenti era esattamente come Hermione che, nonostante non avesse un legame di sangue con lei, le aveva trasmesso tutta la sua voglia di scoprire e di imparare. A tratti ricordava persino Luna Lovegood: un’intelligenza disarmante ed incomprensibile ad occhi poco esperti.
I giorni passavano e, dopo poco tempo, arrivò il tempo per James ed Albus di trasferirsi ad Hogwars.
Entrambi terrorizzati perché convinti di non voler finire a Serpeverde per nessuna ragione, erano stati tranquillizzati dal padre, che mai e poi mai aveva criticato l’integrità  di una casa, neanche di quella.
James fu smistato a Grifondoro e , sebbene segretamente, Harry ne gioì.
Qualche tempo dopo, fu il turno di Albus che si vide smistato in  Serpeverde e canzonato dallo stesso fratello maggiore; ma, alla fine, si erano resi conto che era molto più divertente passare il tempo a sfidarsi per chi portasse più punti alla rispettiva casa e a scommettere che, la loro sorellina, sarebbe sicuramente finita nella casa a cui appartenevano rispettivamente.
Trovatisi soli con la piccola, Ginny e Harry ebbero molto più tempo da dedicarle. Sennonché, un giorno, la trovarono a parlare con un rettile in giardino: Harry trasalì. Non ricordava molto di quel linguaggio, non sapeva esattamente da quanto tempo lei dicesse quelle cose, apparentemente senza senso, ma che gli ricordavano il suo stesso passato. Ginny, ragionevole, lo tranquillizzava: era solo il gioco immaginario di una bambina , niente di cui preoccuparsi.
D’altra parte, Ginny era preoccupata per altro: riconosceva nella figlia una magia veramente potente, troppo potente per una bimba così piccola; magie troppo complesse per essere realizzate senza bacchetta. Harry si mostrava più tranquillo: sosteneva che era normale, che era una bambina circondata da maghi più grandi di lei e che, semplicemente, apprendeva prima degli altri.
Lily amava leggere per cui si era già informata su molte cose riguardanti il suo futuro: aveva capito che, nel tempo, i Serpeverde non erano stati sempre rispettabili, salvo eccezioni. E lo stesso era accaduto ai Grifondoro: più o meno tutti buoni ed illustri personaggi, ma anche quella casa aveva degli scheletri nell’armadio. Corvonero sentiva fosse troppo per lei, non si vedeva così intelligente, perspicace ed amante della  verità. Con Tassorosso c’entrava ancora meno.
Allora, una mattina di luglio, comunicò secca ai suoi genitori: tutto tranne Serpeverde. James gioì, ma Albus si sentì non del tutto sconfitto: la sorellina, per ottenere ciò che voleva, era disposta a tutto, anche a mezzucci subdoli, e questo aveva molto a che fare con la sua casata. Per cui ci sperava ancora.
Arrivò la sua dipartita per Hogwars e vide il volto di Harry contrito. Lo aveva notato anche Ginny, che sembrava canzonarlo sul fatto che non sarebbe riuscito a sopportare un altro figlio serpeverde o amico di un Malfoy. Beh, non è che dalla guerra magica erano caduti proprio tutti i cliché.
Vedendo che la piccola aveva notato la sua espressione, la guardò intensamente, vedendo nei suoi occhi le stesse paure che avevano avuto prima James e poi Albus.
- Lily, andrà tutto bene.. Lo sai anche tu. Sei troppo intelligente per non pensare che, infondo, una casa vale l’altra. Importano solo i valori in cui credi. -
Lo guardò non molto convinta, lo baciò e salì sulla carrozza accompagnata dai fratelli.
Capì che quel giorno avrebbe segnato la sua intera vita. Ai suoi occhi e a quelli del mondo esterno.

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Capitolo 2
*** 1. Smistamento ***


La McGranit era intenta a chiamare ogni alunno del primo anno e ad attendere che il cappello facesse la sua scelta. Si levavano urla e gridolini di festeggiamento, con una cadenza quasi costante, da ogni tavolo.
La scuola non era cambiata dal tempo in cui la frequentavano i suoi genitori ed i suoi zii: tutto era stato riportato perfettamente alla sua originaria luce.
-Se vedo un altro Potter diventare Serpeverde, giuro che offrirò un Wischey incendiario al padre: se Scorpius fosse finito a Grifondoro non sarei stato poi così stoico!-
Neville Paciock, insegnante di erbologia, rise alla battuta di Draco Malfoy, che da anni, insegnava pozioni al posto di Piton. Ancora non aveva finito il settimo anno che già la McGranit gli permise di insegnare: le sarebbe stato difficile trovare un pozionista migliore, dopo che Potter aveva rivelato che il suo talento era dovuto al libro dello stesso Piton.
Intanto, tutti attendevano che finisse lo smistamento per consumare la cena. Draco guardava suo figlio, Scorpius, parlottare con Albus: se qualcuno gli avesse detto che il figlio dello sfregiato Potter avrebbe passato da lui buona parte delle estati al Malfoy Manor, probabilmente all’epoca si sarebbe beccato un pugno.
Distolse l’attenzione dal suo pensiero quando sentì la McGranit, preside di Hogwars, scandire a voce altra:
-Lily Luna Potter! Avanti signorina avanti, senza timore!-
Nessuno si scandalizzava a sentire quel nome: metà dei ragazzini della sua età si chiamavano Harry e sapevano benissimo il perché.
Si avvicino cautamente allo sgabello e quando il cappello le fu poggiato sui lunghi capelli rossi, ebbe un lieve fremito. Concentrò tutta la sua mente su un unico pensiero: niente serpeverde , a costo di dar fuoco al cappello e smentire anni di scelte più o meno giuste. Aveva persino argomentazioni per convincerlo a cambiare idea: lo scontro dialettico era assicurato. Quella parola gliela aveva insegnata sua zia Hermione. Ma tornò a concentrarsi sul suo chiodo fisso: niente Serpeverde.
-E bene, chi abbiamo qui?- Disse con voce squillante il cappello – Lily Luna Potter! Degna figlia di tuo padre, anche lui, quando era seduto qui, pensava la stessa cosa: niente serpeverde!- Albus, anche se già a conoscenza della storia del cappello, per un attimo, si sentì mortificato. Ma subito tornò a parlottare con Scorpius  e Keith Nott sui nuovi acquisti femminili dei Serpeverde, su chi promettesse meglio.
Il cappello proseguì:
- Coraggiosa come Lily Potter, la determinazione di Hermione Granger, l’intelligenza di Luna Lovegood.. Ma c’è un ma che non so spiegarmi, un netto tratto Serpeverde… ho la sensazione che dovrebbero inventare una casa tutta per te!-
Lily trasalì: aveva paura di essere spacciata, di rientrare tra i banchi dei serpeverde.
- Un po’ Grifondoro, un po’ Corvonero, una buona componente di Serpeverde…. Ho deciso.-
Per un attimo trattenne il respiro.
- GRIFONDORO! -
Le urla del cugino, Hugo, e del fratello si levarono alte quasi a distruggere le vetrate. James fece l’occhiolino ad Albus che, vedendosi definitivamente sconfitto, si rassegnò a dover pagar pegno per il resto della sua carriera scolastica.
-Ordine, ordine!- Trillò la McGranit. Lily raggiunse felice suo fratello, che la abbracciò, fiero di lei.
Albus li raggiunge e la abbracciò anche lui, per poi tornare al suo tavolo verde ed argento.
-Due su tre.. non male!- disse canzonatorio Neville, guardando Draco – Forse dovresti fare un altro figlio, o preferisci non rischiare?-
Draco rise. Nessuno avrebbe mai creduto che si sarebbe riscattato anche agli occhi di quelle persone contro cui aveva combattuto. Era un uomo totalmente diverso.
Lo smistamento finì, con un’ultima ragazzina dai capelli lisci, color d’oro, e gli occhi celesti.
- Bene, signorina Zabini.. ho una bella notizia per lei: GRIFONDORO!-
-Ecco, ora anche Zabini ha perso la sua stella: dopo un figlio a corvonero ed una a Grifondoro, esce definitivamente dal club delle serpi.-
Neville rise nuovamente. Alle sue spalle, l’auror Nott, che aveva sentito tutta la conversazione, si palesò e rise anch’egli di gusto.
Tutti erano felici, erano passati quasi trent’anni.
La pace era finalmente una cosa ovvia ad Hogwars.

 

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Capitolo 3
*** 2. Quattro anni dopo ***


--- RINGRAZIO TUTTI VOI CHE MI STATE LEGGENDO SILENZIOSAMENTE :) SO CHE PUO' SEMBRARE UNA STORIA CHE SI RIPETE MA ERA UN MIO OBBIETTIVO PRECISO.. PARTE UN PO' COSI' PER POI..... :P SPERO DI SORPRENDERVI AL PIù PRESTO E DI RIUSCIRE A PUBBLICARE PRIMA! FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE!----


Quattro anni passarono veloci agli occhi di Lily. Era una delle più brillanti del suo corso, garantiva un bel po’ di punti a Grifondoro, si era fatta molti amici. I fratelli vegliavano costantemente su di lei. James era ormai al settimo anno, alle prese coi MAGO. Albus pensava solo al Quiddic: era il portiere della sua squadra e ne andava al quanto fiero. Dimenticandosi completamente dei GUFO, ovviamente.
Sentiva quasi tutte le settimane sua madre, che allenava squadre di Quiddich in giro per tutta l’inghilterra, dopo che la maternità aveva interrotto la sua carriera come giocatrice professionista. Sapeva che la mamma non se ne era mai pentita, lo vedeva nei suoi occhi.
Suo padre, lo sentiva ogni giorno tramite il camino della sala comune: era sempre molto preso dal suo ruolo di Auror, ma appena aveva un minuto contattava la sua piccolina per sapere come procedeva la sua giornata. Lo aveva fatto sin dal primo anno e non aveva più smesso. Nonostante ora avesse sedici anni e fosse un po’ imbarazzante.
Percorreva i corridoi con Katerine, bionda corteggiatissima figlia di Blaise Zabini e Daphne Greengass  e con Priscilla Nott, un anno più piccola, anche lei della banda dei Grifoni. Erano molto unite; si supportavano a vicenda, dentro e fuori l’aula, e la loro avventura ad Hogwars sembrava non dover finire mai.
Katerine era segretamente innamorata di Teddy, che la faceva ridere con tutte le sue trasformazioni quando lei si recava a casa Potter,ma non lo dava a  vedere, concentrandosi su altri corteggiatori. Era probabilmente la più bella del suo anno, così aggraziata, snella, longilinea come la madre, ma con gli occhi perforanti del padre.
Quel giorno avrebbero avuto lezione con la classe di Albus: difesa contro le arti oscure. Lily era emozionata, sperava di scontrarsi col fratello: conosceva ogni suo punto debole. Dopotutto era sempre Albus: se lei si fosse solo rotta un unghia, sarebbe corso a cercarle un’intera mano.
Entrando in aula, sentì Albus parlottare in lontananza: Rory Nott, la primogenita dei coniugi Nott, aveva nuovamente tentato di rifilare un filtro d’amore a James. Sentì la risata di gusto del suo amico Scorpius, ancora incredulo dell’avvenuto. Il suo modo di ridere l’aveva sempre colpita, le sembrava la cosa più bella del mondo, ma non ci dava peso, mai. Lei non aveva tempo per tipi come Scorpius.. e per nessun altro tipo di ragazzo a dirla tutta. Era tra quelle classificate come “carine,ma…” . E ,se anche qualcuno avesse provato ad avvicinarla, probabilmente i fratelli lo avrebbero cruciato.
Addentrandosi nell’aula, sistemata nel suo banco accanto a Katherine, sentì un profumo inconfondibile: quello di suo padre. E l’odore di pasticcio di zucca che accompagnava suo zio Ron. Alzò lo sguardo e sorrise.
- Bene ragazzi, oggi a farci lezione ci saranno due Auror abbastanza rinomati: il signor Potter ed il signor Weasley!-

-Buongiorno ragazzi!- dissero con un tono squillante, ma pur sempre imbarazzato. Troppi occhi fissati addosso avevano sempre fatto lo stesso effetto ad entrambi, gli ricordavano i tempi dell’ ES.
-Oggi ci eserciteremo facendo delle sfide a coppie e i qui presenti auror ci aiuteranno a capire meglio i fondamenti del combattimento: partiamo da… Potter e Malfoy.. contro Potter e Zabini. Sono due ragazzine, non fate figuracce. -
Sentendosi offese dall’affermazione del professore, erano determinate a far secchi i due ragazzi, almeno metaforicamente.
Mentre Harry e Ron spiegavano le basi del combattimento leale ed un’altra lunga serie di convenevoli del “buon mago” che Lily aveva sentito già ottocento volte, lei parlottava all’orecchio dell’amica.
- Conosco i punti deboli di Albus: lascialo a me. -
- No Lily, se lo aspetta. Beccati il suo amichetto: ti gironzola in casa da anni, conoscerai qualche sua debolezza. -
- L’unica sua debolezza è mia cugina Rose.-
- Prendi la polisucco e diventa lei se necessario! Non possiamo farci battere! Diamo una lezione a questo professore risalente alla prima guerra magica!-
Le ragazze risero, si guardarono e una scintilla attraversò i loro occhi.
- Scorp, siamo fregati.-
-Perché?-
-Guarda quelle due, sembrano pronte a farci a pezzi.-
- Sono ragazzine Al, durerà poco il duello lo sai anche tu..-
- Conosci mia sorella: con questo credo di essermi spiegato..-
- Dai Al.. non mi vorrai dire..-
Harry invitò i ragazzi a salire sulla pedana.
- Pronti.. mi raccomando.. scontro leale.. senza sorprese..10..-
Fecero tutti e quattro il primo passo.
9.. Albus cominciò a dire le sue preghiere.
8.. Lily e Katherine si guardarono, elaborando, silenziosamente, una tattica.
7.. Il professore scrutava le due coppie per verificare che non giocassero sporco.
6.. Harry e Ron si guardarono e sorrisero per la situazione.
5.. 
4..
3..Scorpius vide Lily fare un occhiolino al padre: segno che aveva ragione Albus ed erano fregati.
2.. 
1..
- COMBATTETE!- tuonò Ron, con fare solenne.
Cominciarono i guizzi e le scintille: dopo un primo momento in cui le ragazze sembravano in difficoltà, cominciarono ad essere in vantaggio. Erano così affini da leggersi nella mente, sapevano esattamente cosa fare perché conoscevano esattamente ogni movimento dell’altra.
Il duello proseguiva, sotto l’occhio vigile di Ron ed Harry, stupiti dalla piccola di casa Potter e dalla Zabini, così elegante mentre combatteva, esattamente come sua madre.
Al momento giusto, si guardarono e fecero la loro uscita ad effetto.
- Expecto Patronum!-
Tutti si voltarono strabiliati. Ma il panico era l’unica cosa che si potesse leggere negli occhi di Harry e Ron.
Il patronus della piccola Zabini era un’elegante lince, slanciata, che aveva solleticato le mani di Albus, facendogli perdere la bacchetta, non solo per il tocco ma anche per lo stupore.
Poi, Albus si voltò: Scorpius era gelato con la bacchetta in mano.
Il padre, il professore, zio Ron .. completamente immobili.
E Lily aveva gli occhi sgranati, lucidi ed impauriti.
Tutti erano sotto shock. Non tanto perché il suo Patronus era una creatura molto rara da vedere. Ma perché lo aveva evocato dopo che Scorpius l’aveva disarmata. A mani nude.

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Capitolo 4
*** 3. Il patronus ***


------GRAZIE A TUTTI COLORO CHE STANNO LEGGENDO! VI PREGO PERò, DITEMI COSA NE PENSATE OGNI TANTO :) RINGRAZIO GLI 8 CHE MI SEGUONO E QUELLA PERSONA CHE MI HA MESSA NEI PREFERITI, SI POTREBBE DIRE, SULLA FIDUCIA! :)-------


Lily guardava il patronus rientrare nella sua bacchetta, strisciando sinuosamente. Non aveva il coraggio di toccarla  nuovamente, quasi come se si fosse scottata. Il padre gliela porse, cercando di minimizzare la situazione:
- Complimenti Zabini e Potter: è rilevante che sappiate evocare un patronus perfetto. Se mi consente professore, concederei 50 punti a Grifondoro per lo straordinario talento di queste due signorine.. le vorrei sicuramente nei paraggi, se dovesse esserci un’altra guerra magica!- Harry ammiccò poco convinto, continuando a fissare sua figlia. Si levò una risata di cortesia collettiva. In un attimo cambiò volto e tornò tranquilla: ma né Albus, né tanto meno Katherine erano convinti. Ma, stranamente, fu Scorpius a prendere l’iniziativa.
La prese per un braccio e la trascinò fuori: aveva già visto il suo Patronus una volta ed era una lepre.
Ne era pienamente sicuro.
La portava quasi di peso, sotto lo sguardo di Albus, visibilmente impietrito, e di Harry che non sapeva che fare. Tentarono di seguire la lezione, ignorando l’avvenimento. Albus si fidava di Scorpius, avrebbe fatto la cosa giusta.
-Mi lasci? Malfoy, mi lasci?!- Lily urlava. Per non destare ulteriori sospetti, Scorpius la ammutolì con un’ incantesimo e lei, ormai completamente “disarmata”, riconobbe la sua sconfitta e si opponese meno alla sua forza. Entrarono nella camera delle scope, completamente al buio, e Lily si spaventò. Sapeva che non avrebbe mai potuto farle del male. Ma il dubbio rimaneva.
- Da quando il tuo patronus è diverso?- bisbigliò con tono decisamente arrabbiato.
- Ma tu come..- era confusa.
- Lo so e basta. Va avanti. – era deciso a capirci di più.
-Mi è successo oggi per la prima volta..-
-Lo sai che lo hai evocato a mani nude?-
-Io?Cosa?!-
-Mostrami le braccia, adesso. – il suo tono era rigido. Non le aveva mai parlato così.
- Perché dovrei?-
-Perché te lo dico io. -
Lily si srotolò i polsini e tirò su le maniche della camicia della divisa, mostrando due candidi avambracci, con una lieve bruciatura.
- è stato James, durante un duello a casa.. niente per cui non abbia poi scontato le sue pene..-
Rise. Scorpius era decisamente più rilassato.
-Ti ricordo che mio fratello è in possesso della mappa del maladrino: se la apre e ci vede in uno sgabuzzino per le scope, potrebbe non considerarti più suo amico.-
Abbassò lo sguardo, divertito. Poi la guardò.
-Un’ultima domanda.-
-Certo, dimmi pure.-
-Perché sei convinta che io sia innamorato di tua cugina Rose?-
La fissò per un secondo, con il classico ghigno “made in Malfoy” e la lasciò lì, nello stanzino, a riflettere sulla bomba che le aveva appena lanciato.

Scorpius era decisamente più tranquillo. Viveva costantemente con la paura: la paura che Potter non ce l’avesse fatta davvero, la paura che sarebbe tornato.. la paura che fossero tutti intorno a lui e non riuscisse a vederli. In questo erano uguali lui e Lily: avevano paura della paura stessa.

-CHE COSA è SUCCESSO!?- Katherine era fuori di se – Tu e Malfoy? Ne parlano tutti!-
- Calma, Kat! Voleva solo controllarmi gli avambracci.. non so esattamente perché. E voleva sapere perché il mio patronus era cambiato..-
-Come fa a sapere del tuo patronus?- era fuori di sé.
-Non ne ho idea, né tanto meno mi interessa. È solo l’amico strano  di mio fratello.-
-Vorrai dire l’amico bellissimo e supersexy di tuo fratello….- incalzò la piccola Nott.
Lily la bruciò con lo sguardo.
- Ok ok perdono….-
Lily fece spallucce. Intanto, il gufo di Albus picchiettò alla sua finestra.
Prese il biglietto, lo accarezzò per un momento, e volò via.
“Stanza delle necessità, ore 22. Niente ma.”
La grafia, però, non era quella di suo fratello.

Mentre le sue amiche pensavano già al nido d’amore, Lily si recò all’appuntamento, senza aspettative e con seri dubbi del perché fosse lì. Ma, una volta scacciati questi pensieri, aprì la porta e trovò Scorpius ad accoglierla.
-Io non credo che tu sia una mangiamorte. – disse a brucia pelo.
- Io cosa?!? I mangiamorte non esistono da prima che noi nascessimo!-
- Senti ho solo paura per mio padre, ok? Hai fatto una cosa che solo un mago nella storia ha fatto.. e non era rinomato per vendere le caramelle ai bambini, insomma. -
-Non credevo avessi sentimenti, Malfoy. -
- Oh tu non credi davvero tante cose. -
La guardava. Il suo tono non era saccente, come al solito.. era.. oserebbe dire.. mortificato. Di uno che si sente perennemente invisibile. Esattamente come lei.
Lei abbozzò un sorriso per evitare l’argomento.
-Dai forza, cerchiamo in questi libri una motivazione del cambiamento del tuo patronus..-
Le lanciò un grosso volume. Era interessato quanto lei al cambiamento, fino al punto di muoversi prima. Cosa al quanto strana, a dirla tutta.
si arrotolò a terra, nella sua solita posizione a mo’ di gomitolo e prese a sfogliare.
Sarebbe stata una lunga notte.


-Lily, svegliati…-
Era ancora notte. Lily aprì gli occhi e si ritrovò Scorp a venti centimetri dalla faccia. Sussultò.
-Si, Malfoy sono sveglia.. non vedi che guardavo la pagina?-
-Si.. sei una strega potente, ma non hai la capacità di leggere dormendo.-
-Va a letto.. continueremo un altro giorno..-
Lily sospirò, rivolse gli occhi al cielo. Si alzò ed il libro le sfuggì dalle mani: un foglietto volò via..
Lily lo prese. Era un articolo di molti anni prima, ingiallito, con molti appunti sopra: decisamente, la calligrafia di sua zia Hermione.
-Li hai presi da zia Herm?-
-Si me li ha dati lei…-
-Quindi della storia del patronus la sanno tutti.. benissimo. Ci manca solo la gazzetta del profeta con titoli: “la figlia del salvatore del mondo magico Potter è l’erede di Salazar Serpeverde o di Voldemort? Continua a pagina otto!”
Era visibilmente abbattuta per quella storia, per quanto non fosse troppo grave, ed era giunta, come al solito, a conclusioni di un dramma ed un'improbabilità stratosferici.
-Lily sarà stato solo un caso… -
-No, l’ho sempre saputo. Io parlo coi serpenti, proprio come faceva papà. Ho dovuto supplicare il cappello parlante quasi cinque anni fa, per non diventare una serpeverde..-
-E cosa ci sarebbe di male signorina? Tuo fratello ed io lo siamo e non sembriamo poi questi mostri..-
-Non volevo offenderti, scusami..-
Lily era mortificata, davvero. Ma sentiva un groppone sulla schiena da tutta la vita. La sensazione di essere sempre fuori posto, sempre troppo spietata, crudele, avvezza ai peggiori mezzucci.. così altezzosa; si sentiva talmente a disagio con la sua indole, da tentare di mascherarla in ogni modo. Non era goffa come zio Ron, era goffa perché non sapeva come nascondersi da se stessa e dagli altri. Perché si vergognava. Perché sapeva di essere buona, coraggiosa, amorevole.. ma nel contempo si sentiva divisa a metà con l’altra “se stessa”, quella spietata che torturava i fratelli con incantesimi di ogni tipo per ottenere ciò che voleva. Quella se stessa che non ne valeva la pena di amare, quella se stessa solitaria, quella se stessa che lei stessa definiva “cattiva” senza sapere se potesse essere tale.
Scorp la sollevò da quel pensiero lungo e contorto.
-Parli coi serpenti? Ne ho serissimi dubbi.. Tuo padre non ne avrebbe mai parlato così tranquillamente, ridendo e scherzandoci su..-
-Tu non capisci..-
-Tu non sei quello che tu pensi..-
Lily non ebbe più il coraggio di guardarlo nei suoi occhi argentei. Si sentiva messa all’angolo.
Sembrava lui conoscesse tutto quello che aveva dentro, come se, semplicemente, lo stesse leggendo direttamente dalla fonte.
-Tu credi davvero di avere qualche dono strano, particolare? Beh..lei a quanto pare ce l’ha. -
E le mostrò l’articolo con tutti gli appunti della zia.
-Dovresti parlare con tua zia. -
Notò che Lily era ancora più confusa di quella mattina, gli occhi sgranati e lucidi, ancora una volta:  Scorpius capì che sapeva molte più cose di quelle che voleva mostrargli.

Lily conosceva da tempo quell’articolo: era su Isabelle T. , una talentuosa maga di Beaubaton a cui erano stati affidati incarichi prestigiosi, nonostante fosse solo una studentessa.
Già al primo anno, era una strega straordinaria, adatta a frequentare il terzo di anno, aveva sostenuto i GUFO con due anni di anticipo e i genitori erano fieri della sua potentissima magia, sicuramente guidata dall’amore che provava per la natura, la famiglia e gli amici.
Una potentissima magia dalle mille sfaccettature, scriveva il giornalista, che andava dall’uso della bacchetta in maniera sublime ed incantesimi non verbali di nuova generazione. La strega più potente del secolo e d’europa probabilmente. Tutto questo  a soli sedici anni.
Non era riuscita a capire quanto vecchio fosse quell’articolo. In teoria, adesso, Isabelle avrebbe dovuto avere circa vent’anni e aver terminato gli studi. O forse anche di più di anni. Non sapeva decifrarlo.
Sicuramente, al momento, era una delle donne più potenti in circolazione e trovare notizie sul suo conto sarebbe stato più semplice del previsto.


 

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Capitolo 5
*** 4. Normalità ***


------PUBBLICO DUE CAPITOLI DI FILA, VISTO CHE CAUSA ESAMI, SARò RALLENTATISSIMA NELLO SCRIVERE! COMMENTATE, RECENSITE PLEASEEE!! A PRESTO!----

Le lezioni del semestre proseguirono senza ulteriori intoppi. Lily fece molta attenzione a non evocare più un patronus, neanche per sbaglio, e Scorp, dopo la serata in cui trovarono l’articolo nel libro di sua zia, si allontanò da lei e tornò a dedicarsi esclusivamente al quiddich.
Lily continuò a fare ricerche per conto suo (non voleva rendere partecipe nessun altro di tutti i suoi innumerevoli dubbi), continuando a guardarsi il volto e a  non riconoscersi più.
I capelli stavano diventando sempre più scuri, gli occhi verdi penetranti.. ma non lo stesso verde del padre.
Non era più convinta di niente, neanche di voler fare l’auror.
Passava ogni momento libero con Teddy,  l’unico capace di darle un minimo di conforto  che, pur di stare vicino alla sua amica, si intrufolava ad Hogwarts sempre più spesso.  Si era persino un po’ allontanata da Katherine, ma lei capiva.. Katherine capiva sempre.
Fu in un pomeriggio di fine Novembre che qualcosa si mosse.
Rimestando nell’ala proibita della biblioteca trovò un libro tutt’altro che proibito, che non sarebbe dovuto essere lì. Un libro di storia della magia moderna.
Lo prese e si diresse nella sala comune di Grifondoro dove, accocolandosi su una sedia vicino al camino, si mise a sfogliarne le pagine fresche di stampa.
Giunta a pagina 76, si fermò.
Trattenne il respiro.
Fu un attimo, un secondo, un’eternità.
“Bellatrix Lestrange partorì una bambina dai capelli corvini in prigione, data da Silente stesso in adozione”
Il pensiero che le vacillò nella mente era assurdo. Sapeva benissimo chi erano i suoi genitori. E poi le età non erano per niente congruenti.. lei era molto più giovane. E se fosse stata sotto incantesimo? No, suo padre non l’avrebbe mai tenuta con sé ancora prima di nascere! No,no era impossibile ed improbabile.
Ora che il suo cervello aveva finalmente deciso di ragionare, si dedicò ad una lettura molto più rilassata.
Lesse delle eroiche imprese di padre e zii e si sentì fiera, come al solito. Le avevano garantito la vita spensierata da adolescente comune che loro non avevano potuto avere.. e lei passava il tempo a complicarsela.
Teddy entrò nella sala comune. Vedere Lily gli creava sempre una sorta di sussulto. Un fremito lungo la schiena. Un piccolo bruciore all’angolo degli occhi. Occhi che ripercorrevano il suo profilo delicatamente, senza malizia, cercando di risolvere quel groviglio che quella ragazza era. Era il SUO personalissimo groviglio. Sapeva che quello che provava era un po’.. complesso. Suo padre lo aveva adottato praticamente. Lui e Lily erano come fratelli. Forse.
Lily si voltò, gli sorrise. Capì di avere interrotto un pensiero profondo. Si rifugiò di nuovo nel suo libro e disse:
-Sai, Ted.. – il naso schiacciato praticamente nella pagina- in questo libro viene nominata la figlia di Bellatrix Lestrange.. ma è come se fosse una citazione, poi nessuna notizia..-
-Cosa ti incuriosisce?-
Teddy si avvicinò a lei, i capelli passarono di nuovo dal rosso all’azzurro ripetutamente.. ultimamente, il colore dei suoi capelli impazziva di continuo.
-Mi incuriosisce che nessuno sappia più niente di lei, che nessuno l’abbia cercata.. tranne zia Hermione, ovviamente-
-Te ne ha parlato?-
La sua domanda la fece rendere conto di essersi tradita rispetto ai sospetti che aveva sull’articolo trovato qualche tempo prima. Sul foglietto, la zia aveva appuntato un suo preciso sospetto che la stessa Lily condivideva. E se l’articolo fosse stato di molti anni prima e zia Hermione lo avesse trovato quando era studentessa, tutti i tasselli sarebbero stati al posto giusto: Bellatrix Lestrange era una strega dalle attitudini magiche e poteri straordinari, sua figlia, potenzialmente, poteva esserlo anche di più.
-No.. ma vuoi che zia non conosca tutta la storia della magia, anche quella non narrata ancora?-
Teddy rise. Lily, semplicemente, gli sorrise, come al solito.
-Devi smetterla di intrufolarti ad Hogwarts.. prima o poi la McGranitt ti scoprirà.. anche se passi da casa di Aberforth!-
-Mi adora.. non me la farebbe passare liscia, ma probabilmente mi perdonerebbe.. lo ha sempre fatto, infondo.-
- Sei il cocco della preside.. ne vai fiero?-
Lui si avvicinò, le baciò la fronte, quel gesto solito, così familiare tra loro, e si sedette sul bracciolo della poltrona.
Continuò a stare vicino a lei, come al solito, come sempre.
Sapeva che Lily era lì. E Lily sapeva che lui era lì.
Eppure, nessuno dei due si mosse di più di così.

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Capitolo 6
*** 5. Isabelle Tournebouf ***


---SCUSATE L'ASSENZA MA SONO STATA RISUCCHIATA DALL'UNI! GRAZIE A VOI CHE MI CONTINUATE A LEGGERE :)---

Hermione si sistemò il già ordinato chignon.
Per quella mattina, aveva un appuntamento importante.
Una delle streghe più famose sarebbe venuta a consultare gli archivi ed aveva chiesto la massima discrezione. E lei. Si, aveva proprio chiesto di Hermione Granger.
Hermione non era stupida. Era conosciuta nel mondo magico per via delle sue imprese. Ma da qui a chiedere espressamente di lei, c’era un bel passo. Qualcosa non gli quadrava ed assunse la solita espressione corrucciata, la ruga sulla fronte più profonda, intenta a disciogliere chissà quale intricato mistero. In questo, si rivedeva molto in sua nipote Lily: per loro, niente era ovvio, scontato o casuale. Tutto aveva una spiegazione logica e concreta.
-Pensi sempre che sia qualcosa di strano o di male?-
L’espressione bonaria di Ron fece capolino ancor prima dei suoi capelli rossi. Hermione ebbe il suo momento di pacifica calma: non era cambiato niente, nonostante su di loro fossero passati gli anni, sarebbe sempre stato in grado di farla sorridere, anche solo per un attimo. Per poi rovinare tutto, catapultando un vaso con la sua solite goffaggine. Hermione lo fulminò.
Lui fece spallucce e si scusò baciandole delicatamente le labbra e rimettendo tutto a posto con un incantesimo. Ormai era un auror esperto, non faceva più casini con gli incantesimi.
Le augurò in bocca al lupo per il suo incontro di lavoro e scivolò via dall’ufficio.
Poco dopo il camino divenne di un verde intenso per poi rispegnersi.
Di fronte a lei, una bellissima donna dai capelli corvini domati da un’intricata treccia, stava in piedi con aria sicura. I suoi occhi verde acqua marina le sorrisero ed Hermione accennò un sorriso di rimando.
- E’ un piacere incontrarla, signora Weasley.. mi preme ringraziarla per il servizio fornito a tutto il mondo magico per le sue eroiche imprese giovanili.. le dobbiamo molto. – disse con fare solenne.
Hermione si imbarazzò per un momento, come fosse ancora la ragazzina del primo anno; riprese il controllo di sé e la ringraziò.  La invitò a sedersi alla sedia di fronte alla scrivania e, la bellissima Isabelle, con una grazia degna di una puro sangue, si accomodò su di essa, mentre Hermione le si pose di fronte.
-Sicuramente si chiederà il motivo della mia visita..-
-Certo che me lo chiedo.. ma è per la mia natura di essere umano.. come archivista, non posso dirle niente: solo cosa le è consentito sapere e cosa no. – aveva assunto un tono da vera professionista.
-Ti prego, dammi del tu.. credo ci vedremo a lungo. – il suo viso per un attimo si rabbuiò.
Hermione la interrogò con lo sguardo e lei rispose:
-Dopo la morte dei miei genitori, ho scoperto di essere stata adottata in tenerissima età. Ho amato i miei genitori più di me stessa, saranno sempre i miei soli genitori.. ma sa, ho bisogno di sapere la verità. Credo sia comprensibile.. -
-Ovviamente…. Sarò a tua completa disposizione, ma ci sarà molto da spulciare. Le adozioni, nel mondo magico, seguono regole diverse da quelle dei babbani. Quelle babbane, come saprai, sono facilmente rintracciabili.. le magiche hanno logiche un po’ tutte sue. -
Hermione si ricordò di tutto ciò che era stato necessario perché Harry potesse avere Teddy con sé a tutti gli effetti, nonostante fosse stato nominato dai genitori stessi suo padrino.
- Io mi tratterò per un po’ in Inghilterra.. avremo tutto il tempo necessario. -
Era determinata. Determinata a sapere la verità.
Ed Hermione la capiva: se mai avesse scoperto che quegli amorevoli dentisti londinesi non erano i suoi genitori, avrebbe preteso la verità sulla sua precedente vita.  Era assolutamente comprensibile.
Così si tranquillizzò e spense il suo settimo senso.
A distanza di anni, si rese conto che non aveva mai fatto errore più grande.

Era stato così facile prendere il controllo nella mente della ragazzina. E non perché ci fosse voluto uno sforzo magico di molto conto: per l’appunto, era una ragazzina.
Aveva letto ogni suo singolo ricordo, visto i suoi fratelli, le sue amichette insulse.
Ma era decisamente la  figlia della Granger: strega potentissima, intelligente e smodatamente  dotata di talento.
Sapeva che, dal momento in cui Potter aveva sconfitto Voldemort, nessuno avrebbe più schermato la propria mente in nessun modo. Aveva scoperto ciò che piaceva alla Granger e come amava che le si parlasse, i suoi gusti.. sarebbero bastate poche mosse, e l’avrebbe avuta in pugno.
Probabilmente, non si sarebbe neanche dovuta servire di un incantesimo Imperius.
Isabelle camminava per le strade della Londra babbana, senza curarsi dell’orario, né del tempo decisamente troppo cattivo per girare senza un ombrello. Girò più volte a sinistra, e alla fine trovò ciò che cercava: un passaggio per condurla al Ministero della Magia.
Entrò nella cabina, digitò il codice e cominciò a scendere.
Doveva trovare un modo per rimanere in Inghilterra il più a lungo possibile e di avere  che fare con la ragazzina, se possibile. Sarebbe stato più facile plagiarla, farle fare ciò che voleva, usarla fino a che non avesse avuto le informazioni che voleva.
Chiederle direttamente ad Hermione, avrebbe generato troppi sospetti: la figlia, sarebbe stata molto più avvezza a dare informazioni, meno controllata e facilmente gestibile.
Ed avrebbe ottenuto lo stesso risultato, se non uno migliore.
Entrò nel Ministero, molte persone si voltarono a guardarla, ma lei, non curante, col mento alto, con una sola direzione: l’ufficio di Shacklebolt, il nuovo ministro della magia.
Ma ciò che trovò al suo interno, fu il colpo di fortuna più grosso che potesse sperare.
San Potter la fissava, come se non stesse aspettando altro che il suo arrivo.
Abbozzò un sorriso, dicendo un “Buongiorno” mezzo biascicato e prima che Isabelle potesse rispondere, Kingsley annunciò:
-Credo di avere un compito importante per lei, signorina Tournebouf.-

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