Il Diario del Dottor John Hamish Watson

di Heinrich von Larsen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il caso della scala di legno ***
Capitolo 2: *** Uno strano incontro ***
Capitolo 3: *** La bionda maculata. ***
Capitolo 4: *** La pecora nera degli Holmes: Sigerson ***



Capitolo 1
*** Il caso della scala di legno ***


il caso della scala di legno Dio mio, come è difficile cavargli qualcosa dalla bocca, ma alla fine c’è l’ho fatta.
Ero curioso per via del fatto che quando ci siamo conosciuti, gli diedi il mio telefono per mandare un messaggio, che così recitava: se il fratello ha la scala verde arrestalo. SH
Ho letto il resoconto che ha scritto sul suo sito… le istruzioni per montare lo stereo sono scritte meglio… comunque con l’aiuto di Lestrade sono riuscito a ricostruire l’intero caso.
Tramite il sito di Sherlock ‘La scienza della deduzione’, la signora Jane Downing ha chiesto il suo aiuto.
 La sindrome di Asperger è una strana forma di autismo, e Sherlock l’ha fatta diventare la sua massima espressione rendendolo quello che è; quando ha un caso è felice e contento come un bambino. Senza un caso si trasforma in una bestia affamata e spesso mi vedo con sedia e frusta con l’intento di domarla.
Il messaggio recitava così: Mio marito è morto, lo hanno trovato affogato nel laghetto, so chi è stato anche se l’autopsia dice il contrario.

L’umore di Sherlock mutò con la velocità della luce. Velocemente le sue dita, danzavano sulla tastiera alla ricerca di notizie sulla vedova Downing.
Verso la fine dello scorso anno, Sir Harry Downing, Scacchiere di Sua Maestà in pensione è morto, lasciando la tenuta a suo figlio maggiore, Edward, morto anch’egli circa un mese fa.

Fortuna volle che anche l’ispettore era presente.

Quando si presentò la signora Downing, per poco Sherlock non gli rise in faccia, per come era vestita. Un ampio cappello nero con la veletta, una specie di stola di visone sulle spalle e un ridicolo vestito nero. Lestrade mi disse che l’espressione della signora era simile a quelle soap-opera di serie ‘Z’ che di tanto in tanto si vedono in televisione.

 “Il signor Sherlock Holmes?” chiese lei con voce ciocca e querula.
“In persona. Lui,” indicando l’ispettore “è il mio amico Lestrade.”

La donna si mise seduta come un’attrice shakespeariana “Conosco perfettamente l’ispettore Lestrade, dal momento le loro indagini hanno scagionato mio cognato. L’ispettore mi ha consigliato di venire da lei per un … come dire secondo consulto. Come lei saprà, circa un anno fa Sir Harry Downing è morto, non aveva moglie, ma aveva due figli. Edward, il maggiore e Thomas il minore. Sir Harry ha nominato erede universale Edward. Quando Sir Harry si ammalò, fu Edward cura del padre, mentre Edward passava tutto il tempo a divertirsi.”

“Quindi Thomas, offeso da questo affronto ha ucciso il fratello…” disse Sherlock.

“No, lui invece accettò di buon grado questa scelta, l’unica cosa che chiese fu di poter usufruire della dependance del giardiniere.” Sherlock e Lestrade si guardarono stupiti.

L’ispettore diede a Sherlock un estratto dell’autopsia.

17 gennaio 2010 [diceva]
alle ore 23.00 il sottoscritto, il dottor Graham Forges si appresta ad eseguire l'autopsia di Edward Downing.
Un esame esterno preliminare ha riscontrato vecchie cicatrici, un vecchio tatuaggio e alcune macchie della pelle causate dalla vitiligine, non si riscontrano ematomi o segni di lotta.
L'esame tossicologico è risultato negativo, ma sono state riscontrate alte percentuali di alcool, sono presenti ecchimosi puntiformi sotto la congiuntiva.1
La posizione del cadavere è prona con la testa in basso e gli arti semi flessi, il sangue risulta diluito, è stata riscontrata la presenza del "fungo schiumoso"2 alla bocca ed alle narici; la presenza di acqua dolce sia nel sangue che nei polmoni risulta compatibile con il sito di ritrovamento (il laghetto all'interno della proprietà).
Lo stomaco è pieno di whiskey e l'assenza di graffi nel esofago, dimostra che il liquore è stato introdotto nell'organismo, per libera scelta della vittima…

“Ma se l’esame autoptico ha dimostrato che è annegato…” incominciò a dire Lestrade.

“Lo so, ma io So che Thomas è colpevole, anche se asserisce che ha un alibi di ferro.

Glielo leggo negli occhi” Disse Helena.
“Alibi di ferro?”
“Si, Sherlock. Al momento dell’omicidio era in Scozia.”
Il giorno dopo, Sherlock e l’ispettore Lestrade erano già sul posto.
Lestrade, mi disse che Miycroft lo chiamò alle tre di notte esortandolo di convincere/tirare per le orecchie il fratello, la vedova Downing stava smuovendo troppe acque. In sostanza una scocciatura con le conoscenze giuste… anche se ‘scocciatura’ non è esattamente la parola che ha usato.

Downing Hall era una dimora gentilizia del XVIII secolo in una struttura “a corte murata” che a nord si affaccia, imponente, su un grande campo circondato da una corona di colline boscose, il laghetto si trova dietro il palazzo principale.

La dependance del giardiniere, fa parte di una serie di edifici più piccoli del parco, alcuni dei quali sono a vicini al laghetto.

Escluso la dependance, troppo distante, nessuno ha finestre che guardano verso il luogo del delitto.
Sherlock esaminò la ghiaia con tanta veemenza, che l’ispettore temette quasi che ne misurasse ogni sasso.
Le aiuole disposte in prossimità, dei muri non presentano nessuna impronta.

Dove era stato rinvenuto il cadavere la ghiaia era particolarmente scivolosa e stretta, l’unico punto stretto di tutta la riva.

Era risaputo che Edward non sapeva nuotare se fosse scivolato, cosa che presumibilmente era successa, sarebbe affogato.

Se pur ubriaco, possibile che non abbia pensato a lottare per salvarsi?
Sembra che il referto sia corretto, ma Sherlock non si pronunciava... finché non aveva ‘osservato tutto.’

Sherlock volle parlare ancora con la signora Helena, la trovammo in cucina mentre sistemava i piatti.

“Mio marito, ha passato una vita dissoluta, viaggiando in lungo e in largo e a volte mettendo in imbarazzo il padre. Da quando l’ho conosciuto, ho lavorato molto per fargli passare il vizio del gioco ma non sono riuscita a togliergli duello del bere e oh dannazione,” mentre parlava, per errore rovesciò un po’ di sale; prima però di pulire ne prese un pizzico e se lo buttò dietro la spalle. “sapete porta sfortuna, quello del bere non sono riuscita. Come individuo, presentava dei lati piuttosto strani. Nella vita di tutti i giorni, era un rigido puritano  cupo e silenzioso. La servitù cambiava di continuo e ci sono state alcune denunce. Le domestiche cambiavano in continuazione perché non si trovavano bene in un posto così poco allegro che, a volte, si faceva addirittura insopportabile. Edward era un ubriacone intermittente e, quando era in quello stato, diventava un demonio. A volte, sbatteva fuori di casa me e la cameriera, nel cuore della notte, e ci inseguiva a colpi di frusta per tutto il parco. Nessuno vuole lavorare in questa casa. Non mi va l’idea che quel debosciato del fratello minore, possa prendersi tutto. Sapete, non solo ha lasciato il padre negli ultimi momenti della sua vita e neanche c’era al funerale.”
“Lei è superstiziosa? Ho notato che ha buttato un pizzico di sale, dietro la spalla.” Chiese Sherlock.
“Si, mio marito mi ha insegnato molte case saggie, per sconfiggere la sfortuna.”
Lestrade, quasi si strozzò, cercando di spiegare l’espressione di Sherlock appena sentì la frase della signora.

“Dove possiamo trovare suo cognato?”

“Se ne sta sempre rintanato in quella dépendance, neanche ci paga l’affitto. Dovevate vederlo, sparisce per settimane e poi quando abbiamo ristrutturato dove vive si è pure arrabbiato. Lui non lo sa ma ho fatto alcune ricerche.”

“Siii e che cosa ha scoperto?”
“Sono due anni che frequenta un prostituta russa di nome Labanof, Gyergyákné Labanov Tünde Mária. E’ lui che ha ucciso il fratello per avere l’eredità. Ha un debito di circa trentamila sterline. Ho controllato la sua posta.” Tutti e due cercavano di mantenere una faccia da poker, ma se non uscivano da li al più presto…
Attesero Thomas dentro la dependance, quando arrivò, Sherlock partì alla carica.
“Sua cognata ci ha detto tutto… sappiamo che hai un debito di trentamila sterline, che hai una relazione con una donna di origini russe chiamata Gyergyákné Labanof Tünde Mária, sono forti indizi che la mettono in cattiva luce.” Thomas si portò le mani sul volto e incominciò a piangere… o per meglio dire sembrava che piangesse.

“Ci dica tutta la verità.” Disse Lestrade.
La stanza venne invasa dalla risata di Thomas, che li lasciò di sasso.

“Così vi ha detto tutto vero? Perché… lei… lei ha fatto delle ricerche… lei, che ha fatto tre corsi di computer e ancora deve consultare il manuale per accendere il suo tablet, che ha un unico tasto; quello dell’accensione. Così avendo scoperto le meraviglie di Google ha scoperto l’esistenza di questa Vattelapesca Labanof ecce cc… e chi sarebbe?”

“Secondo sua cognata, è una prostituta, di origini russe. Lei la frequenta da circa due anni ed è a causa sua che lei ha quel debito.”

Ancora una volta la risata di Thomas riempì la stanza.

“Labanof non è una persona, è un acronimo… una sigla. LABANOF sta per laboratorio di antropologia e odontologia forense, e mi sono iscritto due anni fa, prima che mio padre si ammalasse; per inciso mio padre mi ha fatto da garante per quel prestito. Si parla di almeno tre anni di intensi studi universitari biologia, odontoiatria, conservazione dei beni culturali, scienze naturali, medicina, e per finire l’iter un master in paleopatologia, antropologia forense e bioarcheologia. Che altro vi ha detto eh, avanti che giochiamo ‘Allo smerda tutto’.”

Sherlock, rimase interdetto e per un lungo secondo rimase immobile.
“Ma certo, perché non ciò pensato prima… il prestito lo hai chiesto per gli studi, avendo lo spazio puoi portare alcuni studi per conto proprio… è per questo che ti sei arrabbiato quando ti hanno ristrutturato la dependance a tua insaputa. Non eri presente, perché stavi facendo degli esami. I corsi sono online ma gli esami sono in sede…”

“Esatto, ho scelto di fare i corsi online per stare vicino a mio padre, ovviamente mio fratello era da tutt’altra parte. Prima che morisse, ho conseguito due esami e quando sono tornato dall’ultimo ho trovato distrutto il lavoro di due anni. Avevo comprato delle lampade speciali a raggi UV che sono state regalate ad un centro di benessere. Mio padre è morto mentre io stavo conseguivo l’esame di paleontologia, torno qua e non solo mio padre è morto, ma quell’idiota di Edward, è stato nominato erede universale. Gli avevo chiesto, di tenermi aggiornato sulle condizioni. La ciliegina sulla torta me l’ha confessata l’ultima volta che si era ubriaco. Di come ha fatto credere a mio padre che io ero a divertirmi, mentre lui moriva, lo ha imbonito talmente bene, che mio padre ha cambiato il testamento in suo favore. Almeno di una cosa sono contento, l’eredità rimarrà in famiglia.”

Lestrade mi disse, che mentre ritornavano gli raccontò le sue deduzioni, ma non era in grado di dire chi era l’assassino.

“Ho esaminato l' aiuola e la ghiaia niente. Mi sono concentrato sui dettagli. Ho trovato delle tracce di vernice verde nella ghiaia. A circa un metro di distanza dal muro. Le tracce sono quelle di una scala. Ma il
muro non ha finestre quindi è un luogo improbabile per mettere una scala e poi sarebbero a ridosso della aiola e non in mezzo dove darebbe maggior fastidio. Nella dependance non cera nessuna scala, ne verde ne di nessun altro colore. Quindi se ne deduce che è stata portata li per uno scopo ben preciso. L’assassino sapeva che Edward era superstizioso. Edward ubriaco, va a fare una passeggiata, ghiaia, notte oscura  vede la scaletta. Porta sfortuna a camminare sotto la scaletta, quindi passa oltre, potrebbe semplicemente spostarla, ma non lo fa perché è più semplice passare oltre, scivola sulla ghiaia, finisce sul laghetto dove annega.

Non seppi mai come andò a finire.


 

1)    Mi rendo conto che forse, la maggior parte delle persone che leggono non hanno cognizione mediche. Le ecchimosi puntiformi, volgarmente conosciute come petecchie, sono microemorragie puntiformi, frutto della fuoriuscita di sangue dai piccoli vasi ematici. La congiuntiva altro non è che una membrana mucosa, che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre; ha la funzione di proteggere il bulbo oculare, soprattutto la cornea (benché la sua faccia anteriore sia sprovvista del rivestimento congiuntivale), nonché di facilitare il suo scorrimento e di quello delle palpebre nelle fasi di ammiccamento.

2)    Questa schiuma si forma a livello bronchiale per commistione del muco con l'aria residua ed il liquido annegante durante la fase dispnoica,(Difficoltà negli atti respiratori si manifesta con respiro frequente e affannoso) è quindi un importante segno vitale, viene poi progressivamente espulsa per l'aumento della pressione intratoracica, dovuto sia all'aumento della temperatura corporea, dopo l'estrazione del cadavere dall'acqua, che allo sviluppo di gas putrefattivi ed assume appunto un aspetto fungoide. L'evaporazione lo rende asciutto e compatto nei suoi strati più periferici e questo consente di distinguerlo dalla schiuma acquosa che fuoriesce dalla bocca e dalle narici dei soggetti deceduti per edema polmonare. Altri segni sono la cianosi, la cute anserina per contrazione dei muscoli erettori dei peli e la presenza di sabbia sotto le unghie e nella bocca. La sommersione provoca un rapido livellamento della temperatura corporea con quella del liquido.

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Capitolo 2
*** Uno strano incontro ***


Uno strano incontro Francamente, non mi sarei mai aspettato di incominciare la carriera di scrittore, ma su prescrizione della mia  psicoterapeuta, Ella, un diario mi avrebbe aiutato.  Francamente non penso che sarebbe servito… la mia vita è tranquilla e non succede mai nulla… mi sbagliavo, qualcosa è successo.

Dopo esser ritornato dall’Afghanistan con la mia misera pensione da reduce rimasi per qualche tempo, in una pensione dello Strand, conducendo un'esistenza scomoda e vuota, spendendo più liberalmente di quanto avrei dovuto il poco denaro che avevo a disposizione. Lo stato delle mie finanze si fece, alla fine, così allarmante da non lasciarmi che due alternative: o abbandonare la metropoli e confinarmi in qualche paesino di campagna, o cambiare radicalmente il mio tenore di vita. Optai per questa seconda soluzione e cominciai a entrare nell'ordine di idee di abbandonare l'albergo e stabilirmi in un alloggio meno pretenzioso e meno dispendioso.
  Il giorno stesso in cui ero giunto a questa conclusione, stavo camminando nel parco immerso nei miei pensieri qundo mi imbattei in Mike Stamford.

Stamford che era stato mio assistente quando ero medico alla Bart. Vedere una faccia amica nella nostra giungla londinese è davvero una piacevole sorpresa per chi è solo. A dir la verità, in passato non c'era mai stata fra noi un'amicizia molto stretta ma in quel momento lo salutai con entusiasmo ed egli, a sua volta, sembrò felicissimo di vedermi. Abbiamo preso il caffè e ho detto che con i soldi che avevo o me ne andavo in qualche sperduto paesino o trovavo un coinquilino, ma chi mai mi avrebbe voluto.

“E’ curioso, sei la seconda persona che me lo dice.”

“Chi era la prima?” chiesi quasi senza pensarci.

Così siamo andati alla Barts e… Mike ci avrebe presentato… cioè, era nelle sue intensioni farlo, ma non lo fece… non gli fu dato tempo.

Avevo fatto solo pochi passi dentro il  laboratorio, che il mio probabile coinquilino sapeva chi ero… in qualche modo lui sapeva tutto di me.

Sapeva che avevo prestato servizio in Afghanistan e sapeva che sarei stato invalidi, ha detto che la mia ferita era psicosomatica così lui non ha ottenuto tutto giusto, ma ancora di sapere il motivo per cui ero lì, nonostante il fatto che Mike non gli aveva detto.

L'ho cercato su google quando sono tornato al mio appartamento ho trovato un link al suo sito web ‘La scienza della deduzione.’

E ' pazzo, cioè penso che potrebbe essere pazzo. Di sicuro è arrogante, presuntuoso… ma aveva un non so che di affascinante.
 
Così il giorno dopo, ci incontrammo al numero 221b di Baker Street; io e il pazzo. Io e... Sherlock Holmes.

Così, ieri sera sono andato a guardare l’appartamento. E ' abbastanza decente in realtà, Sherlock si era già mosso  trasferendo la sua roba e l’appartamento era pieno di confusione… ma era una gran salto, un bel cambiamento da dove ero prima.

Cercavo di capire la persona con la quale avrei diviso l’appartamento, cercai di osservarlo sia come uomo che come medico.

Credo che abbia una qualche forma di autismo, per cui non credo che discuteremo  su chi dovrà andare a pagare la bolletta del gas o i programmi che vedremo in televisionequello che stiamo andando a guardare in tivù.

Ho controllato di sicuro si tratta di Sindrome di Asperger .

Quindi dopo un un rapido sguardo all’appartamento  e chiacchierato alla padrona di casa, per chissà quale motivo pensa che io sia gay, sono finalmente entrato in quella casa.  Ci fu un tizio, che scoprì in esguito essere il fratello Mycroft, che mi offrì dei soldi pe spiare Sherlock.

Arrivò la polizia e ha chiesto Sherlock a guardare un corpo così siamo andati insieme a una scena del crimine, abbiamo inseguito per le strade di Londra un killer e Sherlock ha risolto il caso dei suicidi seriali/omicidio.

Per coronare al serata, siamo andati in un ottimo ristorante Cinese, dove il mio biscotto della fortuna ha sentenziato 'Non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Tutto è stato fatto prima.' Dopo la notte avevo avuto, mi permetto di dissentire.

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Capitolo 3
*** La bionda maculata. ***


La bionda maculata
 
Come sempre Lestrade venne a farci visita a Baker Street.

 Come sempre, nezz’ora dopo eravamo all’obitorio della Barts.
Sherlock, non ha mai capito il perché io tenessi un blog.

“Gli ho dato un'occhiata”, disse, “e francamente non posso congratularmi con te. Quella dell'investigazione è, o dovrebbe essere, una scienza esatta e andrebbe quindi trattata in maniera fredda e distaccata.”

“Non potevo alterare i fatti.” protestai.

“Alcuni fatti andrebbero soppressi o, quanto meno, trattati con un giusto senso delle proporzioni. L'unico aspetto del caso che valeva la pena di sottolineare era l'insolito ragionamento analitico da effetti a cause grazie al quale sono riuscito a risolvere il mistero… Pensi veramente che qualcuno legge il tuo blog?” mentre con la sua lente tascabile Sherlock, scrutava il cadavere.

“Da dove pensi che vengano i clienti?” risposi, mentre anche aiutavo il mio amico.

“Ho un sito web.”

“Nel quale elenchi 240 tipi di tabacco diversi, nessuno legge il sito… bene allora: morta capelli biondi, nessun indizio sulla morte eccezion fatta di queste strane chiazze rosse…” a volte Sherlock, si comporta come un bambino. Se ne andò via offeso.

Continuai l’autopsia per conto mio; sapevo che prima o poi, gli sarebbe passata e mi avrebbe chiesto il resoconto dell’esame autoptico

Ad occhio, mi trovavo davanti ad una ragazza di non più di trent’anni, capelli biondi tinti vedevo chiaramente la ricrescita color castano chiaro. Ciò che non riuscivo a spiegarmi erano quelle strane chiazze rosse.

Molly Hooper, nostra amica e nonché patologo della Barts, mi confermò che quelle chiazze non avevano a che fare con patologie che avevano come sintomi evidenti rush cutaneo di quel tipo es.: Varicella, Morbillo o peggio… Vaiolo.

Allora c’era una sola domanda: cosa le aveva procurate.
Nel rapporto di Molly c’era anche un altro risultato… la presenza di un veleno non identificato nel suo sangue.

 Secondo i rapporti di Lestrade la donna, Julia Stoner, era stata trovata morta nel suo letto, senza che ci fosse nessuna causa evidente di morte.

Helen, sua sorella ha detto che Julia si sentiva ‘stanca e affaticata’ ma pensava che era dovuto dallo stress pre matrimonio delle ultime settimane. Si sarebbe dovuta sposare da li a poco. Fu solo dopo aver eseguito l'autopsia, che scoprìì due minuscoli segni di puntura nella sua caviglia destra. La risposta era ovvia Julia era stata morsa da un serpente.
A Londra!!!

Tramite la Wildlife Crime Unit, non risultavano segnalazioni di serpenti fuggiti.

La Wildlife Crime Unit si occupa dell'esecuzione della normativa della fauna selvatica all'interno dell'area di Londra, e per prendere iniziative per prevenire il crimine della fauna selvatica.
L'Unità fornisce anche il supporto e l'assistenza di agenti di polizia in tutta Londra e lavora in collaborazione con molte altre agenzie, sia governativi e non governativi, in Gran Bretagna e a livello internazionale.

Trovai Sherlock seduto, ehm pardon appollaiato nella poltrona  del salotto.

Conoscendolo sapevo che non era stato fermo e che aveva indagato sulla famiglia di Julia.


Julia, viveva con la sorella e il loro patrigno, il dottore Thomas Roylott.

Le Roylott’s Industries sono una delle più grandi industirie, con interessi sia in campo  medico che cosmetico e, questo me lo disse la signora Hudson, era la marca preferita di Connie Prince, per il suo show: Beauty Queen of Hearts.  

La sede delle industrie era in aperta campagna. Appena arrivati ci avvolse una segrataria che a occhio doveva pesare quaranta chili con i vestiti bagnati.
“Voi che siete?” chiese
“Sherlock Holmes e John Watson, siamo qui per incontrare il dottor Roylott Thomas.”
“Ma veramente…” petulò la donna, ma vene interrotta da Helen.
“Miranda, sono qui per…” la segretaria sgranò gli occhi e mormorandao delle scuse ci fece passare.

Guidati da Helen, arrivammo all’ufficio del dottor Roylott.
“Avete notizie?”
“Si, l’autopsia non ha rilevato patologie sospette che possano aver causato quelle chiazze, ma nel suo sangue è stat riscontrata la presenza di veleno, pensiamo che sia di serpente, ma non siamo sicuri. Stiamo aspettando la conferma dal laboratorio.”

Inutile dire che sia il patrigno che la sorella a tale notizia, rimasero sconvolti.

“Veleno di serpente? Il fidanzato di Julia è un ofiologo, potrà darvi una mano.”

“O… ofiologo?”

“John, l'ofiologia è la branca della zoologia, più specificatamente dell'erpetologia che si occupa dello studio dei serpenti o ofidi…”

“Non potevi dirlo subito, che era un studioso di serpenti?” lo so che il tono della mia risposta forse era fuori luogo, ma a volte Sherlock…
“Percy” ci disse il dottor Roylott “lavora presso il rettilaio dello zoo di Londra. Se volete lo chiamo avvertendolo di ciò che è successo e… che voi state andando da lui.”
 
L’of… scusate, il professor Armitage ci stava aspettando all’entrata del rettilario, con un’espressione a dir poco sconvolta, prim’ ancora che noi ci presentassimo, lui esrodì.
“Come è morta Julia.”

Gli feci il riassunto dell’autopsia , ma il professor Armitage ci chiese se poteva dare un’occhiata al referto comprensivo dell’esame tossicologico fatto dal patologo.
Ci facemmo mandare tutto via fax.

Quando vide la foto della sua ragazza distesa sul tavolo dell’obitorio… una lacrima scese solitaria andando a perdersi nell’irta e folta barba cespugliosa.

Asciugandosi la lacrima, incominciò a leggere.
“Fosfodiesterasi… alte concentrazioni di procoagulanti e fibrinogeno, sembrerebbe una classe LD50 di 0,025 mg/kg… da questi dati direi che il serpente appartiene ad un Oxyuranus microlepidotus della famigli adelgi Elapidae, famiglia che conta circa 180 specie di rettili.”

“Se non sbaglio è conosciuto come il taipan dell’interno o serpente feroce… il veleno come agisce.” Chiese Sherlock.

“Be è molto semplice Fosfodiesterasi: intervengono sul sistema circolatorio, favorendo il collasso cardiocircolatorio, le procoagulanti, sono  tossine che interferiscono con il normale processo di coagulazione del sangue e il fibrinogeno è una proteina  che rende il sangue non coagulabile, cosa che causa gravissime, spesso fatali, emorragie alla vittima.
Dopo un morso possono bastare circa 45 minuti per arrivare al decesso di un uomo adulto. Ma non ho mai visto un veleno produrre queste strano rush cutaneo.”

“La sorella, Helen ci ha detto che da diversi giorni, si sentiva ‘stanca’, non è compatibile con un veleno che agisce in un tempo stimato di 45 minuti.”

Il professor Armitage, ci disse anche che Julia aveva paura dei rettili, e che non era mai entrata nel rettilario, percui l’ipotesi che potesse essere stata morsa da uno di essi svanì del tutto, qualora si sarebbe pututo superare il problema dei 45 minuti.

Passarono oziosi altri due giorni. Giorni n cui Sherlock  sembrava un leone in gabbia. Sapevo che ciò che lo rendeva pazzo era avere tutti gl’indizi a disposizione, ma non riuscire a saperli unire.

Così mentre Sherlock, cerva una soluzione io di mia iniziativa, decisi di rifare una visita alle industrie Roylott’s.

Mi fece da guida Helen, e incominciai a chiaccherare del più e del meno, ma non so perché vedevo in lei una punta di preoccupazione.

Mi disse che anche lei ultimamente incomincia va a sentirsi ‘stanca e affaticata.’ Era solo dolore per la morte di sua sorella… o qualcos'altro stava succedendo?

Immediatamente il mio istinto di medico militare prese il spravvento, e se pur con qualche difficoltà la feci ricoverare al St Bart’s.
Chiamai Sherlock, spiegandogli ciò che era successo; quando arrivò Molly aveva già eseguito alcune analisi.
La visita medica aveva evidenziato il formarsi di strane macchie rosse…

Erano presenti le stesse sostanze tossiche trovate ne corpo della sorella.

 A questo punto il campo d’azione si restrinse drasticamente. Una delle iptesi prese in considerione e scartate subito era che un serpente possa essere entrato nella camera da letto di qualcuno, morderlo nel sonno senza che la vittima se ne accorgesse, per poi andarsene senza essere notato da nessuno. Il porfessor Armitage aveva un alibi per la notte Julia è stata ritrovata morta, un serpente dal nome impronunciabile era malato e quella sera era lui di turno al rettilario.

Sherlock, decise di rivivere l’ultima notte di Julia. Voleva trascorrere una notte nella sua camera da letto e lui voleva che io lo raggiungiessi.

“Sì.” Mentre tutti ridacchiavano “ma io dormo sul divano.”
Siamo andati in camera da letto e Sherlock cominciato a rivivere gli ultimi momenti di Julia, basandoci con quello che ci aveva detto Helen.

Julia era stata fuori con alcuni compagni, ma era tornata un leggermente alticcia, il termine che usava spesso Julia era ‘allegrotta’. Tornata a casa e aveva avuto un bagno.

L’attenzione di Sherlock si concentrò sulle bottiglia di quello che sembrava essere un flacomne di costosissimo Bagnoschiuma con il marchio  delle Industrie Roylott’s.  Sherlock venne il dubbio, se per caso anche la sorella non avesse usato quel tipo di bagnoschiuma.

“Si certo,” ci rispose Helen “ il nostro patrigno ha detto che fanno parte di una linea non ancora in commercio… ci regalò ad entrambe un flacone di quel bagnoschiuma. Prima di utilizzare il regalo del nostro patrigno, dovevo finire quel poco che era rimasto di quello vecchio.

Sherlock prese la bottiglia e al portò al Barts per analizzando i contenuti. Conteneva un veleno ad azione lenta. Ogni volta che le ragazze utilizzavano quel bagnoschiuma, lentamnete loro si stavano uccidendo. Il patrigno aveva rassiculato sia Helen che Julia che il prodotto aveva superato positivamente tutti i test. Era sicuro!

Sherlock con il suo solito e delicato tatto da elefante ha sottolineato che questo non era stato un incidente. Il suo patrigno aveva ucciso sua sorella a sangue freddo e ora stava facendo lo stesso con lei.

Probabilmente con uno strano attrezzo, tipo un punteruolo ha simulato il morso nella caviglia di Julia per distogliere l'attenzione su uno dei serpenti di Percy.

Ci precipitammo torna a casa per affrontare il vecchio ma era troppo tardi  era già morto. Lo trovammo appeso al lampadario in cucina.
Non aveva lasciato nessun biglietto percui non sapremmo mai il motivo di questo insano gesto.
Perché voleva uccidere le figliastre?
Gli ricordavano la sua defunta moglie?
Era una questione di soldi, o era semplicemente pazzo?
Noi, e più tragicamente Helen, non lo sapremo mai.

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Capitolo 4
*** La pecora nera degli Holmes: Sigerson ***


La pecora nera degli Holmes: Sigherton. Questo capitolo, è l'unico 'estraneo' la serie di Sherlock Holmes della BBC.
Il personaggio di Sigerson, non è inventato del tutto ma è una serie di citazioni letterarie/cinematografiche, sempre nel mondo di Sherlock Holmes. 
Nella casa vuota:
[...Forse avrà avuto occasione di leggere le interessanti esplorazioni condotte da un norvegese, un certo Sigherson, ma sono sicuro che non le è mai passato per la mente che, così facendo, lei aveva notizie del suo amico. ]

Nel film ' Il fratello più furbo di Sherlock Holmes'  La regina Vittoria affida al ministro degli esteri, sir Redcliff, un documento di vitale importanza per le sorti del Regno Unito, ma questo viene misteriosamente sottratto dalla sua abitazione. Del caso viene incaricato il famoso detective Sherlock Holmes il quale, per meglio risolvere il caso senza essere notato, lo affida al fratello minore Sigerson, affidandogli come guida ed assistente il sergente di Scotland Yard Orwill Tacher, dotato di una memoria telegrafica. Il titolo del film è un ironico riferimento al personaggio di Mycroft Holmes, il fratello maggiore di Sherlock Holmes, il quale era stimato da tutti come più furbo dello stesso Sherlock. Egli era, tuttavia, troppo pigro per essere un detective, e lavorava per il governo britannico facendo, secondo le parole dello stesso Sherlock Holmes, il minimo indispensabile.

Nel film 'Senza Indizio' Al 221b Baker Street di Londra abita il più abile investigatore di tutti i tempi, il famosissimo Sherlock Holmes, che grazie al fedele amico Watson ha risolto numerosi e complicatissimi casi. Ma ciò che nessuno sa è che è il dottor Watson la mente geniale della coppia, e che Holmes in realtà si chiama Reginald Kincaid, un mediocre attore, ubriacone e donnaiolo che si è fatto una fama solidissima grazie alle intuizioni del medico.

Buona lettura.


Trovo strano , dover scrivere questa storia con la consapevolezza di non poteva pubblicare sul mio blog... questo sarà l'unico segreto tra me e Sherlock .

Era una giornata come tante altre, Sherlock era preso con uno dei suoi bizzarri esperimenti, e per quanto io ne sappia, aveva accantonato il caso di Irene Adler; anche se ‘buttato alle spalle’ sarebbe il termine più giusto, ero seduto sulla mia poltrona, quando la mia attenzione cadde sulla pila della posta ammonticchiata sul tavolino sulla mia sinistra; in particolare, su un biglietto.
Il biglietto, un cartoncino tutto colorato con scritto sopra ‘A grande richiesta Reginald Kincaid nel Re Lear.’
“Sherlock, chi è questo Reginald Kincaid e perché ti ha dato dei biglietti?”
“Reginald Kincaid, altri non è che mio fratello Sigerson… c’è un altro fratello, oltre me e Mycroft, ma non ne parliamo spesso. Sigerson, la pecora nera della famiglia. Ogni volta che fa una rappresentazione ci invita.”
“Ci sono due biglietti, come faceva… di me, già dimentico che è un Holmes.”
La stanza venne inondata dalla calda risata di Sherlock.
“Per l’amore di Dio, quell’idiota di mio fratello non troverebbe, un indizio neanche se ci andasse a sbattere. L’altro biglietto è per la Signora Hudson… ma lei non piace come mio fratello maltratta Shakespeare.”
Mi rigirai il biglietto tra le mani “Sono curioso di conoscerlo.” Affermai sinceramente, e francamente non detti molto peso all’occhiata di puro sgomento, misto odio di Sherlock.

Rimasi sconvolto, e devo dire che ben poche riescono a sconvolgermi, dopo gli orrori dell’Afghanistan… ma ciò che fece Sigerson a quel Re Lear, non poteva essere descritto.
Di sicuro Shakespeare si stava rigirando nella tomba ad una velocità degna di una turbina.
Uscii di quel teatro , con uno strano sapore in bocca ... qualcosa era fuori posto , non so cosa , ma qualcosa era fuori posto.

Ci furono altri casi, fino a che il venticinque di Dicembre… con grande sorpresa, ci venne trovare Sigerson.
Era incredibile, reboante, gli piaceva essere al centro delle attenzioni e nonostante la sua vanagloria la serata fu piacevole, peccato che sul palco era così… cane.
Conoscevo Mycroft, con il suo strano modo di esercitare il potere, Sherlock a cui bastava solo annusare l’aria e capiva subito tutto, e poi c’era Sigerson vanaglorioso, al limite della boria, possibile che Sigerson fosse cosi agli antipodi?
Tre fratelli, uno più diverso dall’altro.

Quando successe il fatto ero da mia sorella Harriet, la quale aveva accettato di intraprendere un percorso che l’avrebbe portata alla disintossicazione dall’alcool, aiutata da Clara.
Ricordo lo shock negli occhi di Clara, quando venne a svegliarmi.
Pensando al peggio, mi precipitai nella stanza di mia sorella e la trovai seduta sul letto, in lacrime, l’unica cosa che riuscì a dire “Mi dispiace tanto, John” e senza aggiunger altro, indicò il televisore.
Il tempo e lo spazio intorno a me si congelarono in un lungo tormentato e gelido istante; lo schermo mostrava il numero 221b di Baker Street, sventrato da una potente esplosione.
Quando il tempo riprese a scorrere, mi accorsi che il cronista stava dicendo che al momento dell’esplosione, c’erano due persone, un uomo e una donna e che tutti e due…
Non sentì il resto del giornale, come non sentì quello che Harriet e Clara mi stavano dicendo. In men, che non si dica ero già sul primo treno per Londra.
Il treno sembrava andare a passo di lumaca, avevo voglia di scendere e spingerlo; il viaggio era solo di quaranta minuti, ma a me ogni minuto che passava, pesava come se fosse un anno.
Ero quasi arrivato alla stazione, quando chiamai Lestrade.
Mi fece intendere che non poteva parlare, ma che l’esplosione era dovuta ad una fuga di gas. Ma dovevo stare tranquillo la signora Hudson stava bene e Mycroft ancora non aveva ripreso conoscenza dall’anestesia, l’operazione era andata bene. Di Sherlock non c’era traccia.
Rilassato per quanto riguarda le condizioni della Signora Hudson, la prima cosa che feci, fu di andare a Baker Street.
‘Fuga di gas’ forma in codice che Lestrade utilizzava per non dire attentato.
Il televisore non rendeva giustizia, della drammaticità dell’esplosione; l’intera facciata era sparita, e casa nostra era alla bella vista di tutti, per un momento fantasticai sul fatto che di sicuro non avremmo avuto rivali in fatto di... finestre panoramiche.
L’appartamento era devastato, a malapena c’era rimasto il pavimento, sembrava che fosse stato morso da un gigante; cosa del tutto ragionevole visto che l’esplosione era avvenuta presumibilmente in salotto.
Ero talmente assorto, nel cercare un indizio usando i metodi si Sherlock, che quando squillò il telefono, saltai dallo spavento.
“John” era mia sorella Harriet “sei scappato cosi velocemente che non ho fatto in tempo a dirti che era arrivata una lettera dal tuo amico Sherlock Holmes, vuoi che te la leggo?” senza aspettare una risposta, incominciò a leggere.
“Mio caro amico, credo di trovarmi in guai seri, talmente seri che è una fortuna che lei stia dai suoi parenti. L'ultima indagine credo abbia irritato uno degli accoliti di Moriarty, un certo Sebastian Moran e che credo che si voglia vendicare in maniera plateale.” alla faccia del 'plateale' ha quasi cancellato un intero isolato. “Lestrade e mio fratello Mycroft le saranno affianco, ma qualunque cosa succeda, per l’amor di Dio, non si faccia aiutare da Sigerson. L’ultima volta ha quasi rischiato di far scoppiare una guerra. Suo grandissimo amico Sherlock Holmes.'
Ancora le parole della lettera di Sherlock, non si erano smorzate nella mia testa che come un fulmine a ciel sereno, venni invaso dalle pressanti domande dei cronisti.
Come per miracolo, comparve Sigerson, e deviò con il suo modo roboante cacofonico l’attenzione dei media su di se.
“Anche se avevo ricevuto precise istruzioni di non dirgli nulla, era pur sempre un Holmes.”
“Oh Wilson, se tu sapessi...”
“Watson.”
“Wiston.”
“Watson.”
“Warlock.”
“Mi chiamo WATSON!!!”
“Si, si certo quello che è, appena ho saputo, non può immaginare lo sgomento che ho avuto, mio fratello… catturato, e l’altro in fin di vita all’ospedale; come farà Londra senza il suo più grande cavaliere? Oh è tardi devo andare.” e come era venuto se ne andò.
Tanto casino, tanta polvere per niente.
Lestrade mi chiamò al telefono, dicendo che finalmente Mycroft si era svegliato, volevo vedere se la mia stanza era raggiungibile e se si era salvato qualcosa; quando venni colto da una folgorazione.
Se nessuno sapeva che fine aveva fatto Sherlock, come faceva Sigerson a sapere che era stato catturato?
Avrei risposto a questa domanda più tardi, adesso dovevo andare all’ospedale.
La stanza dell’ospedale dove stava Mycroft, era in leggera penombra.
“Dottor Watson è gentile, a venire a trovarmi, Sherlock non si scomoderebbe mai per me, e io che mi preoccupo per lui. Almeno lo sa che è successo?”
“Sono qui, appena ho saputo… Sherlock mi ha mandato una lettera, all’indirizzo di mia sorella.” Riferii il contenuto della lettera tralasciando la parte riguardante Sigerson e i sospetti che avevo.
Mentre cercavo in ostello per passare la notte, ripensavo agli eventi della giornata; dare ordine a mille pensieri che si accavallavano, non è facile.
Ma il fatto che Sigerson sapesse di Sherlock…
Decisi di affrontarlo nel suo ambiente, mi portai la mia fida pistola, non ritenevo che ce ne fosse bisogno, sapete no come si dice? Meglio averla e non utilizzarla che non averla e averne bisogno.
Lo spettacolo, Pene d’amor perdute, veniva maltrattato come suo solito da Sigerson.
La sua bravura, se cosi si poteva definire, era nel trasformare qualunque opera, in qualcosa di leggero.
Tra il secondo e il terzo atto, venni avvicinato da una persona, riconobbi subito quei occhi e quei zigomi alti “Sher…” prontamente lui mi mise una mano sulla bocca.
“Silenzio John, mi stanno pedinando, non posso rimanere a lungo.” Con un movimento rapido, mi infilò una busta in tasca.
Dopo il terzo atto, chiesi di poter incontrare Sigerson.
Lo attesi nel suo camerino, sembrava un monolocale, pieno di foto.
Sigerson entrò, come entra il più grande divo vanaglorioso e spocchioso che il mondo abbia mai conosciuto.
“Dottor Wilson, che bella sorpresa…” non gli feci terminare la frase.
“Dov’è Sherlock? Neanche Mycroft che lavora nei servizi segreti sa dov’è ma tu… tu sai che è stato catturato.” Tirai fuori la pistola e gliela puntai addosso.
Con un movimento rapido Sigerson, mi lanciò una penna che come un dardo si infilò nella bocca della pistola ed approfittando di quel momento di distrazione aprì un pannello segreto e vi sparì dentro.
Ammetto che persi tempo a sfilare la penna dalla pistola, stavo per chiamare Lestrade, quando mi ricordai della lettera che mi diede Sherlock.
“Watson, amico mio, perdona tutto questo mistero, ma è vitale per la buona riuscita dell’operazione. Sebastian Moran è la mano destra di Moriarty, psicopatico ed esperto di armi. Moriarty al confronto è un timido agnellino. Mi sono finto barbone, e con l’aiuto degl’Irregolari di Baker Street, come tanto ti piace chiamarli, sono riuscito a trovare il suo nascondiglio. Si trovano nel capannone 1178 del porto di Londra. Sherlock”
Immediatamente, chiamai Lestrade, e tutti insieme andammo al capanno che ci aveva indicato il mio amico e collega Sherlock Holmes.
I reparti speciali della polizia, fecero il loro lavoro silenziosi e letali come sempre… Moran riuscii a scappare, ma legato e incappucciato c’era il mio amico Sherlock Holmes.
Era stato picchiato e drogato, e per almeno due giorni sarebbe stato fuori uso.
Se non era Sherlock quello che mi ha dato quel biglietto allora chi era?
Mi vennero in mente le parole del mio amico ‘Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare.’
Sigerson mi, ci aveva ingannato tutti, adesso ho capito che cosa c’era che non andava… i suoi occhi.
A Natale, lui non era qui per gli auguri, era qui per sincerarsi di dove abitava, e quando era venuto era per controllare se l’esplosione aveva fatto il suo dovere.
Possibile che Sigerson potesse provare tanto astio nei confronti dei due fratelli da creare lui stesso…
Feci alcune indagini per conto mio.
Scoprì che Lestrede non mi aveva mai chiamato per dirmi del risveglio di Mycroft, e che Mycroft era in un ospedale militare segreto.
Con chi parlato all’ospedale?
Chi era il tizio che mi dato quel biglietto?
Sigerson aveva la risposta e io la volevo conoscere.
Decisi quindi di tornare a teatro per affrontare Sigerson.
Lo trovai sul palco al centro, con ancora addosso il coltrone di scena, come se mi stesse aspettando.
“E’ in ritardo.” più per istinto che per ragione estrassi la pistola, certo che da quella distanza non poteva tentare nessun trucco… mi sbagliavo, lui mi fece notare che dei tiratori scelti mi stavano puntando; potevo vedere i puntini rossi sulla mia giacca.
Solo allora, feci caso alle parole dette: è in ritardo. Possibile che mi stava aspettando?
Comunque potevo certo competere con un fucile di precisione, per cui poggiai la pistola su uno dei sedili.
“La può tenere, non la lasci li che poi si perde.”
Ma certo, cosi mi avrebbe ucciso e con la scusa della pistola l’avrebbe fatta franca.
“Lei è qui perché vuole una risposta.”
“La so già, adesso ho capito tutto.”
“Cosa avresti capito Watson?” il sentire il mio cognome detto in maniera giusta non faceva che confermare i miei sospetti.
Da un lato del palco uscì una soldatessa, impiegai del tempo prima di capire che era la stessa ragazza a cui spesso Sherlock chiedeva di fare indagini in incognito.
La soldatessa aveva in mano un puntatore laser di quelli che per le lavagne luminose… che sono uguali a puntatori laser per i fucili “tenga Colonnello.” Porgendo all’attore, sicuri che era un attore? Mi ricordo di aver letto una traduzione di una novella italiana che parlava di una specie di scherzo fatto da un capocomico a dispetto di un a procuratore appena arrivato in paese.
“Colonnello?” Sigerson con un ampio gesto fece cadere il pesante coltrone, sotto indossava la divisa dei Royal Marines.
“Colonnello Reginald Sigerson Holmes del quinto regimento dei Royal Marines della Royal Navy britannica, venga “il colonnello dette una sbirciatina sulla cartella appena fornitagli “ Capitano John Hamish Watson Quinto Corpo Fucilieri del Northumberland, di professione medico. Ha problemi di fiducia. Venga dottore che le spiego tutti i retroscena…”
“Chi mi dice che non è una trappola? E che lei non lavora per Moran? Anche se pessimo, rimane sempre un attore…”
“Ha con se al sua pistola, di che si preoccupa? L’aspetto nel mio camerino; si ricorda come ci si arriva vero?”
Nel tragitto dal palco al camerino, tutti quelli che incontravo, si mettevano di lato facendomi il saluto militare.
Entrai dentro il camerino e lui era li.
Con un sorriso, si avvicinò alla stessa parete e apri il passaggio segreto.
Dietro quella parete c’era un distaccamento operativo dei servizi segreti militari. Il camerino era ricavato da una serie di pannelli di scenografia.
L’aria venne riempita dalla telefonata di mia sorella che leggeva la lettera.
“Perché non mi ha parlato del fatto che nella lettera, mio fratello le ha detto di NON permetterla di aiutarla. Per inciso quella lettera è vera.”
“Non ho parlato con lei, ho parlato con… ma certo la stanza era in penombra e… lei era Mycroft.”
“Bravo” Sigerson stava usando la stessa voce che avevo sentito più volte usciva dalla bocca del fratello più grande di Sherlock “un punto a suo favore dottore e per inciso fu Mycroft a rischiare di far scoppiare una guerra.”
“Ma come fa…”dandomi una pacca sulla fronte “ma certo il mio telefono è sotto controllo.”
“Ovvio dottore,” adesso usava la voce di Sherlock “con Sherlock con la sua Sindrome di Asperger crede di giocare con la sua ‘scienza della deduzione’ senza un adeguato supporto e Mycroft che bambinescamente da sfoggio di potere, il mio compito è” adesso stava usando la voce di Lestrade “di tenerli d’occhio, anche se in realtà mi basta tenere d’occhio Mycroft. Io non sono un attore, Gli spettacoli che le è venuto a vedere” su uno dei monitor cerano le mie foto in sala “sono stati fatti a suo uso e consumo. Gli spettatori erano membri di questo staff. Una parte dei senza tetto provengono dell’esercito, e in caso di bisogno sono pronti ad entrare in azione. Noi ci siamo sempre mossi parallelamente a Sherlock. Lei mi serviva per informare Lestrade.”
“Ma perché tutti questi sotterfugi, invece di dire direttamente a Lestrade…”
“Io sono la pecora nera degli Holmes, l’arma segreta degli Holmes e finché mi credono l’idiota di famiglia, posso svolgere il mio lavoro senza problemi… manterrà il segreto dottore?”
“Si certo.”
Ci salutammo come vecchi amici.

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