The Vampire and me!

di mewlaila
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo: ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Primo capitolo-William ***
Capitolo 10: *** Secondo capitolo-di William ***
Capitolo 11: *** Terzo capitolo-di Wiliam ***
Capitolo 12: *** Quarto capitolo-di Wiliam ***
Capitolo 13: *** Quinto capitolo-di Wiliam ***
Capitolo 14: *** Nono capitolo-parla Ale ***
Capitolo 15: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 16: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 17: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 18: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 19: *** Quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 20: *** Quindicesimo capitolo ***
Capitolo 21: *** Sedicesimo capitolo ***
Capitolo 22: *** Diciasettesimo capitolo ***
Capitolo 23: *** Diciottesimo capitolo ***
Capitolo 24: *** Diciannovesimo capitolo ***
Capitolo 25: *** Ventesimo capitolo ***
Capitolo 26: *** Ventunesimo capitolo ***
Capitolo 27: *** Ventiduesimo capitolo ***
Capitolo 28: *** Ventitreesimo capitolo ***
Capitolo 29: *** Ventiquattresimo capitolo ***
Capitolo 30: *** Venticinquesimo capitolo ***
Capitolo 31: *** Ventiseiesimo capitolo ***
Capitolo 32: *** Ventisettesimo capitolo ***
Capitolo 33: *** Ventottesimo capitolo ***
Capitolo 34: *** Ventinovesimo capitolo ***
Capitolo 35: *** Trentesimo capitolo ***
Capitolo 36: *** Trentunesimo capitolo ***
Capitolo 37: *** Trentaduesimo capitolo ***
Capitolo 38: *** Trentatreiesimo capitolo ***
Capitolo 39: *** Trentaquattresimo capitolo ***
Capitolo 40: *** Trentacinquesimo capitolo ***
Capitolo 41: *** Trentaseiesimo capitolo ***
Capitolo 42: *** Trentasettesimo capitolo ***
Capitolo 43: *** Trentottesimo capitolo ***
Capitolo 44: *** Trentanovesimo capitolo ***
Capitolo 45: *** La fine ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


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Primo capitolo


Eccoci di nuovo! Ormai era un'abitudine. Non mi faceva nè caldo nè freddo! Avevamo cambiato casa tante di quelle volte...era il quarto trasloco in 17 anni!! Era diventato divertente ormai! Ma questo era speciale!!! Questa volta avrei avuto finalmente una stanza tutta per me. Ero felice all'idea, anche se provavo un pò di nostalgia...avevo sempre dormito insieme con le mie sorelle! Ma ero grande ormai e volevo un pò di privacy anche per poter leggere in pace, studiare e stare al pc senza essere disturbata! Proprio in quel periodo poi mi ero talmente appassionata ad un libro, anzi ad una saga quella di twilight che mi aveva ancor più fatto capire quanto fosse importante avere un posto dove poter leggere senza qualcuno che urla, ride, guarda la tv ecc... La storia parlava di una ragazza all'incirca della mia età di nome Bella, similissima a me caratterialmente che si innamorava di un dolcissimo e cupo vampiro di nome Edward! Stupendo il loro amore! Stupenda la storia!
Avevo scelto io stessa i mobili per la mia stanza ed inoltre avevo dipinto di un color turchese vivo la parete dietro la testata del letto! Amavo il colore del cielo e volevo conservarne, anche se artificialmente XD, un pezzetto nella mia stanza! Il letto era matrimoniale (volevo avere un pò più di spazio), poi avevo una grande scrivania in legno di cieliego ed un tavolino ed una cassettiera dell stesso colore; più un divanetto davanti il letto! Stavo sistemando le mie cose nei cassetti quando avvertii una strana sensazione...Non mi era mai capitato prima di allora...Tutti dicevano di me che ero una ragazza sensibilissima, dolce, imbranata ed ingenua ma abbastanza intelligente. Avevo sempre amato scrivere, leggere e guardare la tv!
Il cuore cominciò a battermi all'impazzata, una inspiegabile paura mi faceva quasi mancare il respiro...Comincia ad ansimare sempre più forte, instintivamente feci cadere le mie cose sul pavimento e corsi fuori dalla stanza quasi scappando da un qualcosa che non era nulla.
"Ci ho ripensato! Non voglio più dormire da sola!" non sapevo neppure cosa stesse dicendo la mia bocca senza il mio controllo! Avevo tanto desiderato quella stanza ed ora la mia privacy andava via così...
"Scusa perchè?!" mi chiese mio padre, stupito da quell'affermazione.
I miei genitori mi capivano benissimo, avevo un ottimo rapporto con la mia famiglia, potevo essere sincera con loro...Sincera più di quanto in quel momento ero con me stessa...Sentivo ancora il cuore battere forte, il battito mi rimbombava nelle orecchie...
"Ho una brutta sensazione, non so cos'è ma non voglio più entrarci..."
"Oh te e le tue sensazioni, l'ho detto io che sei una streghetta!" disse scherzando mia mamma.
Avevo sempre avuto quella strana inclinazione ad avvertire prima gli avvenimenti futuri...certo non sapevo scrutare in una palla di vetro il mio futuro, nè leggere le carte o cose del genere! Ma sapevo ascoltare le mie sensazioni, sensazioni delle quali mi fidavo ciecamente! Dalle cose più semplici alle più importanti, cercavo sempre di considerare le mie strane sensazioni ed agire di conseguenza...Ma non mi ero mai sentita in quel modo, avevo avuto paura una paura quasi folle del nulla...
Alla fine tornai a dormire con le mie sorelle e non misi più piede in quella stanza per mesi. Notai dopo poco che entrarvi di giorno non mi procurava nulla di strano, ma di sera da sola non riuscivo a mettervi piede, così come una bima che ha perso il ciuccio mi facevo accompagnare se capitava di dovermi cambiare o prendere qualcosa...in fondo le mie cose erano rimaste tutte li...

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


grazie mille x i commenti! Ecco un nuovo cap!^^

 

Secondo capitolo

Continuai così per parecchio tempo, facendomi accompagnare come una bimba che aveva bisogno ancora del ciuccio...mi vergognavo di quella situazione! Era un anno che abitavamo li ormai...era assurdo... Una sera decisi di farmi coraggio, volevo entrare in quella "spaventosa" stanza, forse era stato tutto un falso allarme e mi ero impressionata per nulla! Non c'era nulla in quella stanza, solo il mio disordine, neinte di +! Entrai, accesi veloce la luce,e mi avvicinai alla cassettiera per cambiarmi...L'avvertii di nuovo quella strana sensazione, quello spavento disarmante! Di nuovo instintivamente fuggii dalla stanza...il respiro affannato come dopo una corsa senza senso...Cos'era che mi spaventava?! Vedevo le mie mani tremare senza controllo, aveva paura di me stessa...Decisi di rientrare, non c'era nulla, era tutto frutto della mia stupida immaginazione, forse troppo sviluppata! Era sicuramente colpa dello stress del periodo, si era per quello...Rientrai, nella stanza, la luce ancora accesa, i vestiti ancora sul pavimento li dove li avevo fatti cadere...Non c'è nulla, non c'è nulla! Mi ripetevo! Raccolsi i vestiti, ma le mani mi tremavano ancora ed era difficile cambiarmi in quella situazione... Il cuore mi batteva sempre più forte incurante dell'ossigenoo che ormai cominciava a mancarmi...
"Finalmente..." sentii come un sospiro all'orecchio destro.
Mi girai di scatto...Non c'era nulla! Sentivo le forze quasi mancarmi...
Poi me lo ritrovai davanti ed allora il respiro mi si bloccò completamente! Non saprei dire x quanto tempo lo trattenni, sapevo solo che dopo i polmoni mi imploravano di smettere e mi facevano male da morire...
"Chi...che.."
"Ti avverto, urlare non servirebbe a nulla! Saresti priva di vita, prima ancora di mettere in moto le tue corde vocali..."
Mi si avvicinò lentamente, con un passo felpato inumano, gli occhi dorati che risplendevano sul viso pallido. X un attimo ripensai al mio libro, era impossibile...era un libro, una storia...
"Vedo che hai colto in pieno il consiglio, sapevo che eri una ragazzetta intelligente..."
Guardai la mia finestra, spalancata. Doveva essere un ladro, un aggressore chiunque ma non di sicuro quel nome che mi risuonava nella testa forte quasi quanto un urlo. Non riuscivo a muovermi, ero paralizzata.
"Sarà facile, veloce ed indolore te lo prometto!" Mi strizzò l'occhio, avevo l'impressione di non afferrare il senso delle sue parole...avevo la testa vuota, completamente vuota...
"Chi sei..." gli chiesi...
"So che lo sai, ti ho osservata, sai abbastanza cose sul mio conto! E' strano il modo in cui tu le abbia apprese, ma va bene...Il mio nome è William...questo te lo devo prima..."

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Terzo capitolo:

Prima di cosa?!...in realtà lo sapevo...
Si avvicinava lentamente senza fermarsi, io ormai totalmente paralizzata dalla paura sentivo le ginocchia tremare e così, non so come, finii per sedermi sul pavimento, quasi ipnotizzata da quegli occhi fissi dentro i miei...
Poi all'improvviso fermò quella camminata quasi simile ad una danza di cui non conoscevo il nome.
"Come mai non scalci, non urli e tenti di scappare?!" Mi sorrise, beffardo.
Inutilmente cercavo un dettaglio, un qualcosa che mi facesse capire che era tutto uno scherzo, forse di cattivo gusto ma uno scherzo, una finzione, un incubo. Ma non trovavo nulla, sentivo solo il battito del mio cuore sempre più veloce.
Era un vampiro. Era impossibile...i vampiri non esistono! Mi ripetevo, inutilmente. Forse mi stavo facendo condizionare da quella storia, quella che avevo letto. Era solo un criminale!! Dovevo urlare...eppure la mia voce sembrava essersi nascosta in un remoto angolo del mio corpo, così remoto che nemmeno io riuscivo in quel momento a scorgerlo.
"Servirebbe a qualcosa?" trovai non so dove la forza per rispondere alla sua beffardaggine, a quegli occhi che ridevano della mia paura. Non so neanche il perchè, ma avvertivo il bisogno di dimostrare il mio coraggio. Il coraggio che mostrano gli eroi nei libri e nei film, il coraggio di chi sta per lasciarci le penne e tenta di rendersi migliore agli occhi di chi legge o vede...ma in quella stanza c'eravamo solo noi due...
"In realtà no, ma sarebbe stato carino..." l'uso del passato mi diede i brividi...
Sapevo che ero come un orsacchiotto nelle sue mani, che avrebbe potuto distruggermi in un attimo, perchè dargli anche la soddisfazione di vedermi spaventata e supplichevole chiedendogli di lasciarmi in pace?
" Io la sento...la paura che tenti di nascondere" il suo sguardo si fece penetrante, lo sentivo attraversarmi come fossi trasparente.
"Sono un vampiro, ma già lo sai. Sai abbastanza di me...ti ho vista leggere. Strano modo x venire a conoscenza della nostra esistenza. Ma come ti ho detto prima, non importa la fonte" mi disse con gli occhi di miele che ardevano e creavano uno strano effetto in contrasto con il colore bianco candido della sua camicia e lo scuro quasi corvino dei capelli, capelli che gli incorniciavano il viso quasi a renderlo angelico. Un angelo della morte.
Sapevo che in quella stanza c'era qualcosa, ora sapevo cosa...avrei voluto che la facesse finita, che la smettesse di parlare senza senso...perchè un condannato a morte non ascolta, subisce e basta...
Si inginocchiò di fronte a me...riuscivo a sentire il suo profumo. Mi prese il mento tra le dita, ancora una volta mi sorrise. Non mi mossi. Mi inclinò la testa verso destra, ed abbassò la sua sulla parte sinistra del mio collo...

ecco e grazie ancora x i commenti!!

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


ringrazio tutti x icommenti che mi lasciate!!! Siete molto gentili^^ ecco un altro cap: Quarto capitolo:

Mi inclinò la testa verso destra, ed abbassò la sua sulla parte sinistra del mio collo...
Sentivo il gelo della sua pelle e del suo respiro sul mio collo, sempre +vicino...
"Il tuo profumo è davvero ottimo..." sorrise ancora guardandomi di sottecchi...ebbi l'impressione che quell'affermazione non si riferisse al profumo appena acquistato...
Era vero allora, prima di morire ti passano davanti tutti i momenti migliori della tua esistenza! Mi sembrava quasi di ricordare ogni cosa...il profumo del mare quella volta in spiaggia, il primo sorriso di mia sorella, la sua prima parola, il primo giorno di liceo, la prima cotta...I ricordi correvano così dinanzi ai miei occhi, quasi provai nostalgia...Era la fine, la fine di tutto! Chi sa cosa avrebbero pensato i miei, avrebbero sofferto lo sapevo...ed i miei amici...avrebbero mai saputo che era stato un vampiro ad uccidermi?! Probabilmente no...io stessa se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto...avrebbero ritrovato probabilmente il morso, chi sa come lo avrebbero interpretato...sorrisi amaramente all'idea...e pensare chye c'erano ancora milioni di cose che volevo fare...diventare maggiorenne, dare il mio primo bacio al "principe azzurro" che aspettavo da tanto...quante cose ancora, quanti sogni infranti...Eppure i suoi occhi, quel colore...Ricordai le pagine del libro...la lucidità cominciava davvero ad abbandonarmi! Pensare ad un libro mentre esalavo il mio ultimo respiro...
"Ti spio non sai da quando...aspettando il momento giusto!" le sue parole erano un dolce sussurro, quasi una cantilena che ipnotizzava chi la udiva e lo obbligava ad ascoltare ogni parola...
" Ma, per chi sa quale strano motivo hai avvertito quasi subito la mia presenza, ed hai cominciato a venire poco qui e mai da sola! Sarebbe stato..."scomodo" attaccare due persone contemporaneamente! Non impossibile intendiamoci, sai di cosa posso essere capace..." quel sorriso cominciava a darmi sui nervi, nervi che probabilmente, tanta era la tensione, non avevo più...arrossii poi x la mia privacy violata!
" Sai tu sei la prima che riesce a mantenere il "sangue freddo" " stavolta sorrise di gusto, la sua risata somigliava al tintinnio delle campanelle a vento, soave come la musica del miglior compositore...
Avrei voluto che in quel momento il cuore non mi battesse così forte, tanto forte da rendere affannoso il mio respiro...sentivo le guance divenire incandescenti, di sicuro in quel momento il mio sangue doveva avere un profumo ed una temperatura ottima per un vampiro...in quel momento capii il senso di quella risata, probabilmente il mio sangue doveva essere tutto fuorchè freddo...
Esitò qualche istante prima di accorciare le distanze tra le sue labbra ed il mio collo, come se volesse godersi ogni piccolo particolare, dilungando sempre più la mia pena. Quegli istanti ai miei occhi durarono un'eternità!
"Ultimo desiderio?" mi disse, nuovamente beffardo...
"Non...non toccare la mia famiglia!" risposi, cercando di essere il più autoritaria possibile, in realtà mi mancava quasi l'aria...
"Sarà fatto principessa!" di nuovo mi guardò di sottecchi ed il suo sorriso si fece quasi dolce...
Avvicinò le labbra al collo appena sotto l'orecchio e prima della mandibola, certo sapeva bene dove colpire...non c'era più distanza sentivo le sue labbra sfiorarmi...non mi morse! Alzò il viso di scatto, come dopo aver udito qualcosa che solo lui poteva, scrutò i miei occhi in cerca di qualcosa, ma non riuscii a capire cosa e fuggì da dove era entrato, dalla finestra...

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo: ***


Quinto capitolo:

fuggì da dove era entrato, dalla finestra...
Impietrita continuavo a fissare quella finestra, le sue parole ancora mi risuonavano nella testa senza sosta...
"Ale? Ehi tutto...ALE!"
Feci appena in tempo a vedere mio padre entrare dalla porta della mia stanza, poi tutto si fece scuro, cupo...
(...)
Quando riaprii gli occhi, non ero + nella mia stanza, ma sul letto dei miei e loro mi erano intorno e mi guardavano preoccupati...avevo un gran male alla testa e facevo fatica a ricordare cosa fosse successo...
"Ale, come ti senti? Sei diventata pallidissima..." mi disse mio padre, passandomi una mano sulla fronte...
Poi tutto fu di nuovo chiaro, nitido...Dovevo aver perso conoscenza dopo il mio strano incontro...nitidi erano i lineamenti del suo viso, nitide le sue parole, nitido il suono della sua risata, il gelo del suo tocco, nitidi i suoi occhi impressi a fuoco nella mia mente...
L'illusione che potesse essere stato tutto un sogno durò poco, quasi nulla, xkè ancora forte era il suo profumo sulla mia pelle...
"No...sto bene...sono solo stanca..." non ebbi il coraggio di dire cosa era accaduto.
"Va bene, ora dormi, magari domani è meglio se non vai a scuola!" mi disse mia madre.
"No!" risposi immediata, non volevo rimanere li, così vicina ai suoi occhi!
"Va bene come vuoi, ora dormiamo..."
Fu la notte più lunga di tutta la mia vita...non chiusi occhio nonostante questi mi bruciassero per la stanchezza. Continuavo a fissare la finestra chiusa e mi chiedevo se fosse tornato o se avrebbe abbandonato la sua preda...Mi chiedevo il perchè di quella fuga, quando era stato così vicino al suo obbiettivo. Forse aveva sentito mio padre ed era fuggito per questo...ma era stato chiaro a riguardo! Non avrebbe avuto problemi...allora perchè era scappato in quel modo, xkè tutto d'un tratto i suoi occhi avevano perso quella sicurezza, quella spavalderia, che lo avevano accompagnato x tutto quel maledetto monologo...il sole stava per sorgere ed ero sicura che sarebbe tornato che ben presto avrei rivissuto l'incubo e stavolta sarebbe davvero finito tutto.
Quella mattina riuscii a prepararmi a tempo di record, fui affettuosissima con tutta la mia famiglia, così tanto da destare qualche sospetto, ma non mi importava! Se era il mio ultimo giorno, tanto valeva non lasciarsi dietro rimpianti. Mi recai a scuola e fui puntualissima.
Avevo paura...rivedevo il suo volto da x tutto e su tutti! I suoi occhi di miele che mi fissavano di nasconto come una belva feroce da dietro un albero millenario pronta a balzar fuori quando meno te lo aspetti! I suoi occhi mielati...il suo sorriso...impallidivo all'idea e mi chiedevo se fosse stato tanto doloroso.
Poi nacque in me una perfida ed infima idea, provai vergogna al solo pensiero di averla concepita. Sarebbe stato "scomodo" aveva detto, attaccare due xsone contemporaneamente! Forse se non mi fossi allontanata dal gruppo, se avessi fatto in modo di trovarmi sempre con qualcuno, lui non mi avrebbe attaccata e prima o poi avrebbe rinunciato! Accantonai quasi immediatamente quella cattiveria e mi sentii terribilmente in colpa nel vedere che dentro di me, una piccola vocina mi chiedeva di far condividere a qualcun'altro la mia sorte... Decisi di abbandonare il sussurro e di ascoltare l'urlo che dentro di me mi chiedeva di affrontarlo, di trovare il coraggio e di seguire il mio destino qualunque esso fosse...
Parlai con tutte le mie compagne quella mattina, anche con chi non mi era mai stato particolarmente simpatica, volevo andarmene senza rimpianti...Tornai a casa e sembrava che anche il tempo mi fosse nemico, xkè immediatamente calò la sera...prima di recarmi nella stanza dove avrei abbandonato la vita, salutai tutti come se fosse l'ultima volta, il mio ultimo addio, ed in fondo lo era...
Percorsi tutto il corridoio con una lentezza estranea anche a me ed ero poi li di fronte alla porta, consapevole di ciò che stava x accadere... Non riuscii a trattenere le lacrime nostalgiche di una vita che finisce davanti ai tuoi occhi, della tua vita che se ne va lasciandoti consapevole della sua azione...Le asciugai, poi con la mano, purtroppo tremante, aprii la porta e la chiusi alle mie spalle.
Lui era li, con le braccia conserte, appoggiato ad una delle pareti della mia stanza, la finestra di nuovo spalancata, gli occhi dorati che splendevano nelle tenebre della camera...

 

Grazie ancora x i commentini che mi lasciate^^ siete gentilissimi!!!

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


grazie sempre x i commenti siete supergentili!!! Ecco un nuovo cap e spero che vi piaccia^^ Sesto capitolo:


Lui era li, con le braccia conserte, appoggiato ad una delle pareti della mia stanza, la finestra di nuovo spalancata, gli occhi dorati che splendevano nelle tenebre della camera...
Il viso serio faceva intendere che quella sera non si sarebbe dilungato in inutili discorsi, che avrebbe fatto le cose alla svelta, ottenendo ciò che sembrava da tempo bramare. I miei occhi si persero nei suoi per un tempo relativamente lungo, come il leone fiero che aspetta un passo falso dell'agnello stava li immobile e mi fissava...ma l'agnello non si muoveva, e con lo sguardo alto attendeva la sua fine. Percorsi di nuovo i suoi lineamenti impossibilmente perfetti, le braccia ancora conserte, se non avessi saputo chi era lo avrei sicuramente scambiato x una statua. Una di quelle che si possono vedere ai musei, fiere, marmoree, stupende...
I suoi occhi non si staccavano dai miei, ed anche a me era impossibile guardare altrove. I suoi occhi, il suo sguardo era magnetico e mi obbligava a fissarli.
Poi d'un tratto si mosse e danzando come la sera prima percorse tutta la mia stanza fino a porsi di fronte a me, una piccola foglia tremante dinanzi alla fine...Sentivo gli spasmi del mio corpo divenire sempre + forti e frequenti, il cuore di nuovo battere all'impazzata per il terrore. Sono sicura che se avesse potuto, il mio cuore sarebbe uscito dal petto, ma tanto era veloce il battito che cominciavo a credere che lo avrebbe fatto davvero.
Lui ora immobile di fronte a me, mi guardava quasi amareggiato...poi sorrise ed il suo viso si fece dolce, tanto dolce che x un minuscolo ed insignificante istante dimenticai che quell'angelo della morte era venuto x uccidermi.
Forse era l'ultima visione celestiale prima dell'oblio... Ora si che somigliava ad un angelo, un angelo buono, quello che avevo sempre sognato...l'illusione xò durò poco. Di nuovo il suo sorriso si fece beffardo e perfido, quasi a deridere la mia paura, che inutilmente e goffamente tentavo di nascondere. Non una parola quella sera uscì dalla sua bocca. Lo vidi chinare la testa verso di me, solo in quel momento mi resi conto della differenza di altezza che c'era tra di noi. Che stupida! Ero felice xò, ero consapevole della fine ed ero pronta ad affrontarla. Chi sa se esisteva davvero un paradiso dopo la morte...chi sa se mi avrebbe accolta...
I miei occhi ora fissavano il vuoto, cominciai a sentire il gelo della sua pelle sempre + vicina alla mia, il suo profumo terrificantemente fantastico...
I suoi capelli ora mi solleticavano il viso, sembravano piume morbide e delicate, infinitamente delicate...
La sua guancia gelida sfiorava la mia, poi sentii di nuovo quella melodia, quel dolcissimo tintinnio, la sua risata.
Cosa ci trovasse da ridere in quella situazione non lo capii mai, eppure una piccola vocina, quella stramaledetta vocina che non ascoltavo mai dentro di me era felice di andarsene con quell'ultimo ricordo, quel dolce suono.
" Sei stata brava, coraggiosa come poche..." di nuovo me lo ritrovai a sussurrarmi all'orecchio e capii che di nuovo aveva intenzione di prolungare la pena, sadico vampiro.
" Ero sicuro che sarei dovuto venire a scovarti chi sa dove..ed invece guarda sei venuta qui "sola" e di spontanea volontà..."
"Perchè ieri sei scappato..." non sapevo nemmeno cosa mi passasse x la testa in quel momento, ma sicuramente la mia razionalità era andata a nascondersi x poter essere uscita dalle mie labbra una domanda del genere.
Di nuovo quel tintinnio, quella risata...
"Hai i miei denti inniettati di veleno così vicini alla tua pelle candida e riesci ancora a fare domande, m i stupisci umana!"
Xkè non mi mordeva, xkè non la finiva, cosa poteva volere da me un vampiro, un vampiro come lui...
"Voglio farti una proposta..." ora sussurrava direttamente nel mio orecchio, il viso voltato x guardarmi ed io riuscivo a vederlo di lato...tremavo sempre + forte...

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


Scusa per il linguaggio sms purtroppo questi capitoli li avevo già scritti, ho cercato comunque di correggere spero di non aver tralasciato nulla, prommetto  che dal prossimo il linguaggio sarà tutto in italiano^^

Sono comunque contenta che la mia fan fiction vi piaccia ed ecco un nuovo capitolo!

Settimo capitolo:


"Voglio farti una proposta..." ora sussurrava direttamente nel mio orecchio, il viso voltato per guardarmi ed io riuscivo a vederlo di lato...tremavo sempre più forte...
Sorrise di nuovo, quella maledetta risata! Perchè si prendeva gioco di me così, non aveva nemmeno la ben che minima pietà, non poteva mordermi e farla finita!! Era già abbastanza duro, abbastanza diffcile...cominciai a sentire le lacrime che mi gonfiavano gli occhi per la rabbia e facevo fatica a non farle scendere...
"Che..." tentai di fare una domanda, ma mi mancava la voce...
"Che..." mi invitava a parlare, allontanandosi quasi impercettibilmente dal mio collo.
"Che proposta..." riuscii a dire con estrema fatica, era come se qualcuno mi tenesse per la gola e lentamente mi facesse mancare il respiro, procurandomi un dolore atroce.
"Uhm...che ne dici se ti dessi del tempo..." i suoi occhi mielati si fecero seri, forse non stava scherzando.
"Mi spiego..." mi prese per le spalle e delicatamente mi fece accomodare sul pavimento. Eppure...era sicura di essermi opposta, cioè ero sicura di aver cercato di impedire che mi mettesse a sedere. Dimenticavo...la sua forza!
Si sedette di fronte a me, i suoi occhi sempre nei miei. Eppure il colore dei suoi occhi mi faceva pensare a quei vampiri buoni, quelli "vegetariani", ma poi guardandolo in volto vedevo quel sorriso beffardo e quell'atteggiamento di chi sa di averti in pugno, sa che non potrai scappargli mai e gode nel vedere la tua sofferenza. Persa tra i miei pensieri non mi accorsi che le lacrime che con tanta fatica avevo tenuto ferme, ora scendevano libere giù per le guance bagnandomi le mani come una pioggerella di mezza estate...
Il cuore di nuovo scalpitava nel mio petto, le guance di nuovo incandescenti tanto che le lacrime sembravano ghiacciate, unico sollievo a quel calore...
Poi vidi il vampiro voltare di scatto il viso, i suoi occhi ora fissavano qualcosa nel buio, o semplicemente non fissavano nulla non saprei dirlo con certezza.
Con le mani sempre tremanti cercai di asciugarmi le lacrime, anche se avevo l'impressione che non volessere cessare la propria discesa.
"Scusa..." mi scusai, non so neanche io perchè. Ma...non so...ebbi di nuovo una strana sensazione, una sensazione di estremo dolore...
Per un attimo cominciai a credere che non stesse più respirando! Sapevo che i vampiri potevano farne a meno, però...
Poi si voltò di nuovo, sul volto dipinto un sorriso, il più bel sorriso che avessi mai visto, un sorriso che avrebbe fatto inviadia a qualunque opera d'arte di qualunque artista, era indescrivibile, quasi paradisiaco. Come al solito durò poco, troppo poco, però quasi ero riuscita a tranquillizzarmi in quell'istante, in quell'istante avevo dimenticato che lui era il predatore ed io la preda, che lui era il leone ed io l'agnello...
Di nuovo beffardo e spavaldo mi parlò.
" Voglio scoprire delle cose su di voi, voi umani, sanare qualche piccola curiosità..." ebbi l'impressione che parlasse con malizia, quasi convinto che non potessi capire...
" Insomma vorrei fare una piccola gita o un viaggio poi dipende da te" sorrise con la sua solita melodia.
" In cambio, ti darò del tempo, giorni, settimane e perchè no anche mesi! Insomma tempo per continuare a vivere, per portare a termine qualcosa a cui tieni!" non credevo che stesse parlando sul serio...era impossibile!
"Allora, cosa mi rispondi?"
"Io..." davvero ora non capivo...voleva che lo portassi a cena fuori?! Cioè che gli mettessi su un piatto, anzi su di un vassoio d'argento tutti quelli che conoscevo?! Quasi rispondendo ai miei interrogativi interiori continuò dicendo...
" Inoltre ti offro tre desideri, anzi due! Uno lo hai già espresso ieri notte, e lo manterrò! E ti do la mia parola che non toccherò nessun essere che respiri ed abbia due gambe!"
"Non toccherai i miei amici?" gli chiesi quasi sussurrando, e lui mi fece di nuovo quel sorriso, quello angelico.
"No! Allora?" di nuovo beffardo...
Angelico, beffardo, angelico, beffardo, spavaldo, perfido, angelico...chi era quel vampiro?!

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


Ecco qui un nuovo capitolo!! Ed in più una sorpresina che vedrete più giù!!

Ottavo capitolo:

Angelico, beffardo, angelico, beffardo, spavaldo, perfido, angelico...chi era quel vampiro?!
Non credevo alle mie orecchie...inoltre lui si discostava molto dalla mia idea di fata turchina!! Due desideri...ma cosa voleva da me??
"Allora? Cosa mi rispondi?? Accetti?" mi guardava spavaldo e mi tese addirittura la mano, sicuro che gliel'avrei stretta.
Mi offriva del tempo per vivere più a lungo...era assurdo!! Quella situazione era assurda, lui era assurdo, tutto era assurdo!!! Dannatamente e maledettamente assurdo!!! Perchè non mi uccideva e basta!!! Tempo per vivere...e come sarei potuta vivere con la consapevolezza che sarei morta da li a poco secondo i capricci di un vampiro!! Come avrei potuto vivere portandomi dietro il mio patibolo personale, pronto a farmici salire quando voleva?! Però avrei potuto fare le cose con calma...salutare tutti per bene, magari anche finire il liceo, mancavano pochi mesi... Tempo...ma cosa sarebbe cambiato?! Una settimana, un mese in più...che differenza avrebbe fatto?! E perchè avrei dovuto accettare la sua proposta?? Che diritto aveva lui...
Gli strinsi la mano...mi sorrise dolcemente! Il suo tocco era gelido, sapevo che avrebbe potuto frantumarmi la mano in quell'istante...
"Sarà divertente..." mi sussurrò all'orecchio, sussultai...
E lui...rise!
Rimanemmo così a fissarci per un pò, seduti l'una di fronte all'altro...avevo paura! Interruppe il silenzio...
"Starò con te giorno...e notte! Sai...ho bisogno di tenerti sott'occhio!"
Mi strizzò l'occhio ed io arrossii dalla vergogna, perchè pensavo a come sarebbe stato avere dietro uno come lui! La mia condanna a morte sempre con me, il mio patibolo, la MORTE sempre con me...cosa avrei detto agli altri? Come avrei spiegato la sua presenza...e se il suo scopo era quello di divertirsi, giocare un pò al gatto e al topo...
Di nuovo si voltò di scatto, il mio carceriere...
"Non sarà difficile..." avevo l'impressione che la sua voce fosse quasi strozzata...
" Inventa ciò che vuoi sul mio conto...e ricorda! Hai due desideri...puoi chiedermi di tutto! Portarti a vedere l'alba al Polo Nord ed il tramonto alle Hawaii...sai che poche cose mi sono impossibili!" si voltò con quel suo sorriso tranquillo, rilassato, come se stesse parlando di una vacanza...invece parlava della mia vita, della mia morte!!
" Perchè non mi mordi?" chiesi all'improvviso.
"Vuoi che lo faccia?" sbruffone!
" Perchè non lo fai? Perchè non la fai finita subito..."
"Non sarebbe divertente...ma perchè voi umani siete così superficiali! Ti sto dando del tempo dovresti ringraziarmi ragazzina!!" ora si che l'avevo fatta grossa...era furibondo! Ma in quel momento non mi importava nulla se lui era il cacciatore ed io la preda, non mi importava nulla se lui era forte ed io una semplice fogliolina!
"E' della mia vita che stiamo parlando..."
" Sei coraggiosa...ma il coraggio in queste situazioni serve a poco! Devi dire si o no! E' facile! Si, avrai più tempo per continuare a respirare...no, la facciamo finita subito..." stavo per dire no! Ero fermamente sicura di quella scelta! Però poi, lo fissai negli occhi, in realtà li fissavo da quando ero entrata in quella camera...ed ebbi l'impressione che mi implorassero di rispondere si! Non erano più spavaldi o beffardi, non erano perfidi o sadici, e non erano nemmeno agelici o dolci, erano smarriti quasi spaventati, supplichevoli! Credo che lui in quel momento non immaginasse neppure la sua espressione, uno come lui una debolezza simile non se la sarebbe permessa...eppure avvertivo qualcosa in lui, un misto di dolore e paura capace quasi di lenire il mio di dolore. C'era qualcosa in lui, qualcosa che nascondeva sotto quella maschera da chi può tutto, qualcosa che lo rendeva umano, molto più simile a me, qualcosa che non mi spaventava, che non mi faceva paura, ma che anzi mi chiedeva aiuto...Non era più il vampiro, ora era William! Ero una stupida, una stupida ragazzina...tanto stupida che gliela diedi vinta!
"Ci sto..."
"Era la scelta migliore che potessi fare..." tornò ad essere spavaldo...i suoi cambi di atteggiamento, di espressione, di tono di voce somigliava ad una roulette russa...non si poteva prevedere cosa sarebbe uscito!
" Passo domani..." furono le ultime sue parole, poi uscì di nuovo dalla finestra. Lo segui con lo sguardo e lui fece altrettanto... c'era qualcosa che lui voleva da me, qualcosa che andava oltre il mio sangue. Ma cosa poteva volere un vampiro da una come me?!

Anteprima:
Primo capitolo di William:
Era impressionante la somiglianza, impressionante il suo sguardo...Ero li nella stanza, ben nascosto tra le tenebre la vedevo riporre i suoi libri...aveva letto twilight, ironia della sorte! Avrei messo fine a quell'atroce sofferenza, sarebbe stato facile, sembrava così indifesa! Il suo profumo era disarmante...non era lo stesso però! Diveniva sempre più forte, d'un tratto fece cadere i suoi libri per terra e scappò via di corsa! Che mi avesse visto, che si fosse accorta di me?! Impossibile...i suoi occhi non potevano...ed allora cosa l'aveva fatta scappare via in quel modo?! Forse sarebbe stato più difficile, toglierla di mezzo! Il suo profumo ora era forte in tutta la stanza, troppo forte...andai via da li. Ci sarei tornato, oh e come se ci sarei tornato! Insulsi umani, superficiali, stupidi, incapaci di provare qualunque sentimento, non sarebbe cambiato nulla se l'avessi uccisa, anzi il suo profumo rendeva molto più dolce il da farsi...

Ecco grazie a tutti!!!Dalla prossima volta ci sarà William a parlare, un breve intervallo per chiarire un pò le idee su di lui^^

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Capitolo 9
*** Primo capitolo-William ***


Si aggiorno tutti i giorni!! Prenderò una pausa solo nei giorni della maturità... =.= ahimè...sono contenta che vi piaccia ed ora sveliamo il bel vampiro XD Primo capitolo:
parla William:

Era impressionante la somiglianza, impressionante il suo sguardo...Ero li nella stanza, ben nascosto tra le tenebre la vedevo riporre i suoi libri...aveva letto twilight, ironia della sorte! Avrei messo fine a quell'atroce sofferenza, sarebbe stato facile, sembrava così indifesa! Il suo profumo era disarmante...non era lo stesso però! Diveniva sempre più forte, d'un tratto fece cadere i suoi libri per terra e scappò via di corsa! Che mi avesse visto, che si fosse accorta di me?! Impossibile...i suoi occhi non potevano...ed allora cosa l'aveva fatta scappare via in quel modo?! Forse sarebbe stato più difficile, toglierla di mezzo! Il suo profumo ora era forte in tutta la stanza, troppo forte...andai via da li. Ci sarei tornato, oh e come se ci sarei tornato! Insulsi umani, superficiali, stupidi, incapaci di provare qualunque sentimento, non sarebbe cambiato nulla se l'avessi uccisa, anzi il suo profumo rendeva molto più dolce il da farsi... Sorrisi all'idea interiormente, sarebbe stata la prima volta che avrei affondata i denti in un umano, però dovevo complimentarmi con me stesso avevo scelto bene! Sarebbe stato più che facile, naturale! Il suo profumo era ancora forte nei miei pensieri, mai ne avevo sentito uno simile! Però non capivo il perchè, all'improvviso, quel profumo era divenuto così intenso e lei era fuggita via così... stupidi umani! Appena hanno timore di qualcosa invece che nascondere il proprio odore lo rendono più forte, sempre più forte...Forse perchè gli esseri umani hanno una consapevolezza inconscia, non potrebbero mai sfuggirci! Quindi forse il loro è un meccanismo che ha come scopo velocizzare il più possibile la fine certa...Non male! Tornai in quella stanza tutte le sere, ma non la ritrovai mai più da sola...c'era qualcosa in quella ragazza, qualcosa di diverso...qualcosa che non avevo mai visto, oltre al suo profumo c'era qualcosa di particolare in lei! Peccato...ogni volta che la guardavo, che percorrevo i suoi maledetti lineamenti, i suoi gesti, io la rivedevo! Impertinente, attraente...dovevo toglierla di mezzo una volta per tutte e lo avrei fatto al più presto! Ma non mi andava di attaccarla con dei testimoni, non mi andava di uccidere a tal punto! Gli altri non lo meritavano, era lei l'unica colpevole...cercavo di convincermi almeno che lo fosse...in realtà forse non lo era...
No lo era, bisognava toglierla di mezzo alla svelta!!!
Quando quella sera tornai in quella stanza, lei era già li da sola, voltata verso la cassettiera...
La osservai a lungo prima di avvicinarmi, sentivo il suo profumo...di nuovo diveniva forte, invadeva tutta la stanza come una fragranza sopraffina mi catturava...avrei potuto traquillamente affidarmi ai miei sensi, sarebbe stato tutto naturale...cercai di mantenere il controllo! Poi la vidi scappare di nuovo, lasciando dietro di se una scia inebriante...
Non mi mossi, qualcosa mi diceva che sarebbe tornata, glielo avrebbero suggerito i suoi sensi, quei sensi che le facevano aumentare la frequenza cardiaca ed arrossire così violentemente da costruirsi la strada per una morte certa! Quegli stessi sensi che a ora a me suggerivano di bere e gustare quel che quella ragazzina mi offriva al meglio che potesse...
Tornò nella stanza, tremante...avvertiva la mia presenza?! Era impossibile...era un'umana. Ero dietro di lei...
"Finalmente..." le sussurrai all'orecchio...avrebbe pagato, avrei avuto la mia vendetta!

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Capitolo 10
*** Secondo capitolo-di William ***


rieccomi dopo la pausa maturità!!!Spero torniate a leggere i cap e che la storia continui a piacervi!!

Secondo capitolo:

Parla William:

"Finalmente..." le sussurrai all'orecchio...avrebbe pagato, avrei avuto la mia vendetta!
Scattai di lato in modo che non mi vedesse, mi andava di giocare un pò...in realtà avevo l'impressione di voler soltanto prendere tempo, tempo per convincermi che ra la cosa giusta, tempo per permetterle di fare il passo falso quello che mi avrebbe istigato e date la spinta a toglierla di mezzo una volta per tutte, lei e tutti i miei maledetti ricordi...
Le piombai avanti all'improvviso, leggevo la paura nei suoi occhi, non erano gli stessi occhi di lei...rispecchiavano qualcosa di diverso, qualcosa che in lei forse non era mai esistito...eppure la somiglianza era spaventosa...basta ero andato li per uno scopo preciso! Lo avrei portato a termine!
"Ti avverto, urlare non servirebbe a nulla! Saresti priva di vita, prima ancora di mettere in moto le tue corde vocali..."
Mi avvicinai a lei lentamente, il suo profumo ora inondava tutta la stanza, cominciava ad essere diffile mantenere il controllo, mi impegnai per gustarmi quei momenti!
Lei non fiatava, non cedeva al mio sguardo, anzi lo ricambiava insistentemente...non calò mai i suoi occhi, cominciai a stancarmi del suo atteggiamento, probabilmente era identica a lei! Stesso carattere forte, spavaldo, effimero...
"Vedo che hai colto in pieno il consiglio, sapevo che eri una ragazzetta intelligente..."
In quel momento spostò lo sguardo verso la finestra che avevo lasciato spalancata, forse si chiedeva da dove fossi entrato, magari anche chi fossi...ingenua! Ebbi però l'impressione che lei sapesse in realtà cosa fossi e che cercasse di combattere in qualche modo per non mostrarsi debola, stupida umana! Non capiva che era tutto inutile?! Non poteva nulla contro di me...eppure i suoi occhi spaventati, ma fieri...
"Sarà facile, veloce ed indolore te lo prometto!" cercai in qualche modo di tranquillizzarla, non so nemmeno io il perchè...forse però non avevo scelto la strada giusta, perchè il suo profumo continuava ad aumentare! Cominciavo a sentire da quella distanza il calore del suo sangue...
"Chi sei..." mi chiese titubante, con il tono di chi sa e cerca una conferma...Sono il tuo incubo peggiore ragazzina, sarai tu ad aiutarmi a continuare a sopravvivere!
"So che lo sai, ti osservata, sai abbastanza cose sul mio conto! E' strano il modo in cui tu le abbia apprese, ma va bene...Il mio nome è William...questo te lo devo prima..." la distanza che ci divideva era davvero minima, ormai il suo profumo, il suo colore era davvero forti, troppo forti, davvero troppo...cercai nuovamente di prendere tempo...
"Come mai non scalci, non urli e tenti di scappare?!"
"Servirebbe a qualcosa?" mi rispose, ancora fiera anche vicino alla fine...
"In realtà no, ma sarebbe stato carino..." era giunto il momento, ero stufo dei giochi... Nascondeva la sua paura dentro di se, eppure tremava non come una foglia, molto di più, il colorito era pallido, ma era su quel pallore che le sue guance rosso fuoco, anzi rosso sangue, esaltavano i suoi occhi scuri. Non opponeva alcuna resistenza, non urlava, non tentava di scappare. Rimaneva li immobile, tremante, con gli occhi fissi dentro i miei, percepivo il suo timore, riuscivo a leggerglielo negli occhi.
" Io la sento...la paura che tenti di nascondere" intensificai il mio sguardo, x farla cadere in errore affinchè mi mostrasse la sua vera natura! Sapevo che era uguale a lei, il suo aspetto non mentiva, di sicuro non aveva ereditato solo quello...
"Sono un vampiro, ma già lo sai. Sai abbastanza di me...ti ho vista leggere. Strano modo per venire a conoscenza della nostra esistenza. Ma come ti ho detto prima, non importa la fonte" era strano come una come lei potesse sapere di uno come me in quello strano modo, tutta colpa di Edward, che vampiro matto...
Mi inginocchiai di fronte a lei, era il momento! Le inclinai la testa, lei come al solito non si oppose, ora il profumo era davvero insostenibile...

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Capitolo 11
*** Terzo capitolo-di Wiliam ***


Ciao a tutti grazie x i commenti^^ e scusate il ritardo ecco qui un new cap!!

Terzo capitolo:
Parla William


Le inclinai la testa...ora ero pronto, coprii le distanze tra di noi, non c'era nulla che ci potesse separare! Eravamo soli, soli come mai eravamo stati, vicini come mai avrei sognato...Sapevo che era tutta un'illusione, che lei non era la donna che amavo, che molto probabilmente oltre all'apparenza non avevano nulla in comune, anche se, se fosse stato il contrario, sarebbe stato del tutto irrilevante...No, loro non erano la stessa persona, il suo profumo me lo suggeriva insistentemente, me lo urlava contro, ma non mi importava...che male c'è, se dopo un'enorme sofferenza ci si illuda nella speranza di poter raggiungere la felicità? La felicità non esiste, non è mai esistita e mai esisterà...forse nemmeno la speranza esiste...ma esistono le illusioni, ci si può illudere di essere felici, e forse io lo sarei stato...in fondo era soltanto un'umana, non avrebbe fatto la differenza, avevo la forza necessaria per fermari a lei, non avrei più ucciso! Ma almeno l'illusione, l'ultimo spiraglio che mi era rimasto per sfuggire all'oblio, oblio nel quale molto probabilmente sarei ricaduto, non potevo lasciarmelo scappare!! Era davvero troppo tardi, ormai sentivo l'istinto, quell'istinto maledetto da cui per molto tempo ero sfuggito, impadronirsi di me! Fu allora che di nuovo vividi furono i miei ricordi, i ricordi di lei, bella e maledetta...
"Il tuo profumo è davvero ottimo..." prima di assaporare la pietanza migliore avrei almeno dovuto elogiarla...
"Ti spio non sai da quando...aspettando il momento giusto! Ma, per chi sa quale strano motivo hai avvertito quasi subito la mia presenza, ed hai cominciato a venire poco qui e mai da sola! Sarebbe stato..."scomodo" attaccare due persone contemporaneamente! Non impossibile intendiamoci, sai di cosa posso essere capace..." non so perchè, avvertivo il bisogno di spiegarle "tutto" di giustificarmi in qualche modo, ma c'era poco da giustificarsi, io stavo per ucciderla!
" Sai tu sei la prima che riesce a mantenere il "sangue freddo"" era troppo tardi per tornare indietro, ero già salito sul treno e non c'era modo di fermarsi, non c'erano fermate intermedie...Avvertivo il calore della sua pelle sulla mia, era dannatamente piacevole, il suo profumo delicatamente mi accarezzava i sensi, mai mi ero sentito così...
"Ultimo desiderio?" sentivo ancora il dovere di sdebitarmi, lei mi stava aiutando a continuare a sopravvivere...
"Non...non toccare la mia famiglia!" mi disse, quasi autoritaria...Non era lei, se le avessi concesso un desiderio...sapevo cosa mi avrebbe chiesto...
"Sarà fatto principessa!" mi venne così naturale risponderle in quel modo, troppo naturale...
Ma fu in quel momento, un attimo prima che i miei denti si avventassero su quella tenera ed indifesa carne che si delineò nella mia mente l'immagine del mostro che stavo per diventare! Il mostro sadico, quello violento, istintivo, più bestia che uomo...Fu allora, quando finalmente riuscii ad ignorare il suo profumo evitando di respirare, che quella ragazzina mi fece pena. I suoi occhi smarriti, spaventati, le mie labbra sul suo collo, fu allora che mi setii davvero un mostro! Perchè sapevo di non essere più capace allora di fermarmi, di avere coscienza del mio corpo! Fu allora che ebbi paura, puara davvero di non riuscire a tirarmi indietro! Improvvisamente riuscii ad allontanarmi dal suo collo invitante, no il suo profumo era troppo troppo forte! Riempiva la stanza, i miei abiti, la mia stessa pelle! Dovevo andarmene, alla svelta, altrimenti l'avrei morsa davvero! La guardai un'ultima volta negli occhi, ma quella volta non ci rividi lei..Scappai dalla finestra, sotto il suo sguardo incredulo...
Mi serviva aria, corsi velocissimo per la città, dovevo allontanarmi il più possibile, perchè sapevo che non avrei ora resistito alla tentazione...Quando fui sicuro di essere abbastanza lontano e sicuro che il suo profumo si fosse distolto completamente, mi fermai e potevo di nuovo ragionare a mente fredda...
Ero solo in una foresta, mi confortai avvertendo il profumo del muschio umido. I suoi occhi però non abbandonarono i miei pensieri...Lei me la ricordava così tanto, erano due gocce d'acqua, ma di nuvole diverse che forse mai si erano incontrate! Era una razza ad unirle, unico elemento, ma c'erano un'epoca, un profumo, un'anime a dividerle. La safforenza divenne ancora più atroce, la prima mi aveva abbandonato e tradito nel modo peggiore, venduto come un fenomeno da baraccone, la seconda...me l'aveva fatta ricordare quando sembrava che i ricordi si stessero affievolendo. Maledetta! Perchè l'avevo incontrata! Non credevo nel destino, perchè il destino procura solo sofferenze a chi decide di seguirlo! Bisogna continuamente combatterlo fino alla fine, almeno chi ha la possibilità di farlo...
In quella casa ci andavo spesso, anzi potrei dire sempre! Era li che si ereggeva quel castello, il suo castello! In quella stessa stanza l'avevo conosciuta, la mia rovina!! Ed ora nello stesso posto, a distanza di anni, così tanti che neanche li ricordavo, avevo incontrato lei, nuova fonte di dolore...La vita è un pendolo che oscilla tra noia e dolore...prima era la noia il mio problema, ora amaramente la rimpiangevo, la desideravo nuovamente! Purchè quel dolore avesse fine...

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Capitolo 12
*** Quarto capitolo-di Wiliam ***


Ecco qui un nuovo capitolo e come sempre grazie per i commenti^^

 

Quarto capitolo:

Parla William
prima parte

La vita è un pendolo che oscilla tra noia e dolore...prima era la noia il mio problema, ora amaramente la rimpiangevo, la desideravo nuovamente! Purchè quel dolore avesse fine...Ben presto sentii il calore dei primi raggi del sole, sfiorarmi la pelle. Ero rimasto li tutta la notte a vagare tra i miei pensieri, i miei incubi e giunsi ad una conclusione...ora più che mai dovevo toglierla di mezzo! La giornata era troppo soleggiata, rimasi li in quel bosco, ne approfittai per cacciare...Il tempo non passava mai, come al solito! Nella mia solitudine, girovagavo senza meta alla ricerca di qualcosa che mi era stato perfidamente vietato, alla ricerca di qualcosa che avrebbe potuto lenire le mie ferite...l'eternità è un dono maledetto!
Quando fu sera corsi verso casa sua, non più deciso come quella stessa mattina, non sapevo neanche perchè ci tornavo, ma ne avvertivo immancabilmente il bisogno! Perchè nonostante il dolore, era bello poter godere della sua visione...
Sapevo che probabilmente non sarebbe più entrata in quella stanza, che forse l'avevo spaventata troppo e mai sarei riuscito a cancellare quella paura dai suoi occhi...mentivo a me stesso! Volevo accertarmi che stesse bene, in qualche modo scusarmi...lei non c'entrava nulla!
Ero nella stanza! Decisi di attendere. Non volevo essere quel mostro, non volevo diventarlo. Ma era un'umana, non potevo scusarmi come se niente fosse e stringerle la mano, dopo averla quasi morsa...Non avrebbe capito, stavolta avrebbe urlato ed allora la storia si sarebbe ripetuta...Avvertii il suo profumo, imporvvisamente! E vidi il contorno della sua figura attraverso i vetri della porta. Era coraggiosa. Era sola.
Entrò con lo sguardo alto, stranamente non fu sorpresa di rivedermi. Richiuse la porta dietro di se, di nuovo il suo profumo si faceva intenso, smisi di respirare. Era li in piedi, tremante. Forse non ero diventato un mostro, ma probabilmente ai suoi occhi dovevo esserlo. Decisi di mantenere il mio gioco, per poi sperare nella sua intelligenza e spirito di sopravvivenza per continuare. O ero un masochista o un grandissimo egoista, ma sentivo il bisogno di non abbandonarla più, sentivo il bisogno di starle vicino, come un tempo, forse sarebbe stato diverso. Nuovamente mi illudevo e la confondevo con la donna del mio passato.
Sicuramente aveva pianto, vedevo il residue di alcune lacrime sulle sue guance che risplendevano sotto i cupi raggi della luna che riuscivano a penetrare dalla finestra.
Mi avvicinai, lentamente cercando di limitare per quanto mi era possibile la sua paura, ed evitare quindi che il suo profumo fosse tanto allettante.
Le sorrisi poi dolcemente e chinai la testa verso di lei in modo da sussurrarle all'orecchio, forse se non vi avesse guardato negli avrebbe avuto meno paura. Tremava così forte...il calore della sua guancia contrapposto al gelo della mia era davvero tenero e delicato , sarei davvero rimasto li per l'eternità. Sorrisi a quella stupida idea, probabilmente per lei sarebbe stato davvero scomodo rimanere in quella posizione.
" Sei stata brava, coraggiosa come poche...Ero sicuro che sarei dovuto venire a scovarti chi sa dove..ed invece guarda sei venuta qui "sola" e di spontanea volontà..."
"Perchè ieri sei scappato..." mi chiese all'improvviso. Sinceramente quella domanda mi sconvolse. Era curiosa quanto carina...
"Hai i miei denti inniettati di veleno così vicini alla tua pelle candida e riesci ancora a fare domande, mi stupisci umana! Voglio farti una proposta..." questo era davvero l'unico modo per farmi stare "bene"...mi vergognai di quello strano ed improvviso bisogno di non abbandonarla più.

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Capitolo 13
*** Quinto capitolo-di Wiliam ***


Come sempre grazie x i commenti!!! Ed ecco un nuovo cap lungo lungo XD

Quinto capitolo:

Parla William
seconda parte


"Hai i miei denti inniettati di veleno così vicini alla tua pelle candida e riesci ancora a fare domande, mi stupisci umana! Voglio farti una proposta..." questo era davvero l'unico modo per farmi stare "bene"...mi vergognai di quello strano ed improvviso bisogno di non abbandonarla più.
"Che..." tentò di dirmi qualcosa, era carino il modo in cui nonostante il timore cercasse di parlare, domandare, informarsi...di nuovo me la ricordò...
"Che..." mi allontanai a malincuore dal suo volto caldo, continuavo a non respirare per evitare che il suo profumo mi annebbiasse il pensiero...non saprei spiegarne il motivo, ma ora lei era più importante del mio istinto....ero nuovamente caduto nella sua trappola!
"Che proposta..."
"Uhm...che ne dici se ti dessi del tempo...Mi spiego..." la feci sedere sul pavimento, vedevo tremare le sue gambe e ciò mi faceva sentire davvero molto molto male...
All'improvviso cominciò a piangere e a malapena riuscii a trattenere la mia mano che tendeva verso il suo viso per asciugargliele...
Lei era identica alla donna dei miei ricordi! Il destino era crudele con me, perchè l'avevo incontrata quel giorno! Lei aveva i suoi occhi, il suo viso, i suoi lineamenti, erano due gocce d'acqua, stessa altezza, stessa corporatura, stesso tono di voce...sembrava essere nata per feririmi, per ricordarmi quell'amore maledettamente malato...erano uguali più di due gemelle, solo la moda ne faceva le differenze, diversi abiti, diverese cose futili ad ornarle...eppure, eppure c'era qualcosa di più profondo a dividerle, qualcosa che a volte mi sfuggiva nonostante fosse plateale....qualcosa che il mio cuore ferito non voleva vedere...Natalie non aveva mai pianto, lei non lo avrebbe mai fatto. Lei era fredda, gelida, eppure maledettamente bella. Lei era una dea che nessuno poteva sfiorare e tutti potevano ammirare. Lo aveva permesso solo a me quella dannata sera...e poi tutte le sere a seguire, sembrava quasi che con il passare del tempo il ghiaccio che ricopriva il suo cuore si sciogliesse, pian piano...ed invece lei tramava alle mie spalle, sfruttava il mio atteggiamento per giungere all'unica cosa che realmente amava...la gloria! Il potere, quella sete di ricchezza che la portava a trattare tutti come mezzi necessari a raggiungerla, ed io...ero stato la sua punta di diamante!
Senza accorgermene ripresi instintivamente a respirare ed avvertii il suo profumo così forte da distogliermi immediatamente dal mio dolore, mi voltai nella speranza di riprendere il controllo sul mio istinto che ora si faceva intenso...
Combattei per un tempo relativamente lungo contro quella voce insitente che mi ordinava di farla finita una volta e per tutte con il passato, di ricominciare, di trasferire a lei tutto quell'atroce dolore e di provare un senso di liberazione nel vederla giacere priva di vita, sotto il mio sguardo. La sua immagine, fredda, inodore, pallida mi scosse terribilmente.
"Scusa..." ancora una volta interruppe i miei pensieri, era così dolce la sua voce...era dolce come quella di Natalie, quella voce che mi aveva ingannato e si era presa gioco di me in tutti i sensi. Quando mi voltai però non c'era quella donna presuntuosa e dannatamente consapevole della sua bellezza, c'era una ragazzina tenera e con lo sguardo più dolce del mondo, sorrisi a quella visione come ormai non facevo da tempo...cerchai di riprendermi ritornando al discorso, dovevo stare in guardia! Si scusava, quasi avesse letto i miei pensieri...cosa ne poteva sapere un'umana di me...
" Voglio scoprire delle cose su di voi, voi umani, sanare qualche piccola curiosità...Insomma vorrei fare una piccola gita o un viaggio poi dipende da te! In cambio, ti darò del tempo, giorni, settimane e perchè no anche mesi! Insomma tempo per continuare a vivere, per portare a termine qualcosa a cui tieni!" non sapevo nemmeno cosa stessi dicendo!
Le lascia qualche minuto per pensare e ponderare la sua scelta, come se ne avesse una...
"Allora, cosa mi rispondi?"
"Io..." mi guardava allibbita...
Cercai di addolcirle la pillola come si suol dire...
" Inoltre ti offro tre desideri, anzi due! Uno lo hai già espresso ieri notte, e lo manterrò! E ti do la mia parola che non toccherò nessun essere che respiri ed abbia due gambe!"
"Non toccherai i miei amici?" quasi in un sussurro mi fece una domanda che mi scosse...perchè le importava tanto degli altri e non pensava a se stessa?! Sola in una stanza con un vampiro che combatteva tra il cuore, l'istinto ed il passato?!
"No!Allora? Cosa mi rispondi?? Accetti?"fui dolce con lei in quel momento.
Le tesi la mano in segno di accordo. Lei me la strinse, quanto era fragile al confronto, come avevo potuto farmi ingannare da una della sua stessa specie?!
"Sarà divertente..." le sussurrai all'orecchio, nella speranza di ritrovare quel contatto, quello con la sua guancia che mi aveva fatto stare bene. Ma d'un tratto la sentii sussultare. Non potevo pretendere così tanto da lei. L'avevo spaventata a morte ed era giusto che avesse paura, sorrisi però alla sua ingenuità.
La guardavo ora negli occhi e sempre meno scorgevo l'immagine di Natalie nel profondo del suo sguardo. Eppure il suo volto mi ingannava, e vedevo continuamente dinanzi ai miei occhi le immagine di quell'amore distrutto...
"Starò con te giorno...e notte! Sai...ho bisogno di tenerti sott'occhio!" più le parlavo, più si spaventava ed il suo odore si faceva maleddetamente forte ed invitante...fui cotretto di nuovo a distogliere lo sguardo, voltandomi...
Aveva intenzione di prolungare la mia pena...arrossì...ed ora si che il suo sangue mi chiamava, quasi come una filastrocca ipnotica...
Mi era difficile parlare, l'unico modo per non saltarle addosso era non respirare, ma forse se l'avessi tranquillizzata, anche il suo profumo sarebbe divenuto più sopportabile...
"Non sarà difficile...Inventa ciò che vuoi sul mio conto...e ricorda! Hai due desideri...puoi chiedermi di tutto! Portarti a vedere l'alba al Polo Nord ed il tramonto alle Hawaii...sai che poche cose mi sono impossibili!" cercai di essere il più rilassato possibile mentre le parlavo.
" Perchè non mi mordi?" chiese all'improvviso. Aveva scelto davvero il momento peggiore per chiedermelo, perchè anche io cominciavo a pormi la stessa domanda...
"Vuoi che lo faccia?"
" Perchè non lo fai? Perchè non la fai finita subito..."
"Non sarebbe divertente...ma perchè voi umani siete così superficiali! Ti sto dando del tempo dovresti ringraziarmi ragazzina!!" Ora era davvero troppo difficile trattenermi, dovevo fare alla svelta ed andare via di li!
"E' della mia vita che stiamo parlando..."
" Sei coraggiosa...ma il coraggio in queste situazioni serve a poco! Devi dire si o no! E' facile! Si, avrai più tempo per continuare a respirare...no, la facciamo finita subito..." Non volevo porla dinanzi a quella scelta diretta, ora avevo paura che scegliesse di farla finita subito, e so per certo che se me l'avesse chiesto in quel momento, davvero non sarei più riuscito a trattenermi. Ero ben oltre i miei limiti.
Ponderò sulla scelta e questo mi spaventò, perchè sentivo che era capace di chiermi di farla finita, piuttosto che rinunciare alla sua libertà! In questo lei e Natalie erano identiche!
"Ci sto..." tirai un sopsiro di sollievo...
"Era la scelta migliore che potessi fare...Passo domani" la lasciai li ancora sul pavimento e me ne andai alla svelta.

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Capitolo 14
*** Nono capitolo-parla Ale ***


 

Nono Capitolo:

Parla Ale


" Passo domani..." furono le ultime sue parole, poi uscì di nuovo dalla finestra. Lo segui con lo sguardo e lui fece altrettanto... c'era qualcosa che lui voleva da me, qualcosa che andava oltre il mio sangue. Ma cosa poteva volere un vampiro da una come me?! Rimasi li non so per quanto tempo seduta, nella speranza che le gambe tornassero ad ubbidire ai miei ordini...Poi quando le sentii di nuovo abbastanza salde da sorregermi, mi rialzai, meccanicamente mi cambiai e mi coricai in quel letto dove mai prima d'allora avevo voluto dormire. Con la mente vuota mi addormentai. Furono sogni tormentati quelli che mi si presentarono quella notte. Incubi che sembravano non avere senso. Rivedevo il suo sorriso quello angelico, quello che mi faceva stare bene, che lo rendeva "umano"...e poi lo vedevo avvicinarsi pericolosamente al mio collo, con quel sorriso che ora mi era ostile e mi voleva morta...rivedevo quella sofferenza perenne nei suoi occhi trasformarsi poi in odio profondo verso di me. Qual'era il motivo di così tanto odio? Mi svegliai ripetutamente quella notte...quando mi riaddormentai feci un altro sogno, molto più strano...
Ero li, in un immenso castello, era buio pesto ed io ero in una camera da letto alla finestra ad osservare quelle tenebre...eppure non mi riconoscevo in quella ragazza. Eravamo uguali eppure talmente diverse....Lei indossava un pomposo abito rosso sangue, i capelli raccolti in una rosa anch'essa rossa, solo quale ciocca le scendeva sul viso incorniciandole il viso come fosse un'opera d'arte. No, il sogno mi ingannava. Non potevo essere io. Io, non ero mai stata tanto bella. Poi d'un tratto alla finestra bussò qualcuno. Li nel buio non seppi riconoscere i lineamenti. Lei, il mio clone fatto al meglio, gli aprì la finestra. E lui in un attimo fu dentro stringedola forte fra le sue braccia, baciandola intensamente. Lei le sorrise...ma era un sorriso maligno, un sorriso che rovinava pesantemente la sua immagine soave. Poi il tutto si fece contorto, una serie di immaggini che si susseguivano veloci, troppo veloci per distinguerle. Vidi delle guardie armate catturare quel ragazzo, poi la risata spavalda di quell'angelo tramutato ora in un'arpia. Poi c'era sangue...sangue da per tutto, tra spade ed armature di corpi lacerati. Poi le fredde mura di una prigione antica con delle sbarre piegate quasi come se quel metallo fosse stato di gomma...poi il nulla. Quando mi risvegliai affannata con le mani al petto tanto era forte il battito del mio cuore, lui era li di fianco al letto...ma non mi guardava era voltato dalla parte opposta. Comincia a pensare che quel suo voltarsi verso il nulla, fosse un modo per trattenersi dal mordermi e ciò mi destò qualche dubbio su ciò che realmente volesse da me. Riportando alla mente qualche frammento della biologia studiata anni addietro e del misticismo da poco appreso, capii che forse il battito accellerato del mio cuore in sua presenza non faceva bene a lui e tanto meno a me. Accorciava la mia pena ed avvicinava velocemente la mia morte. Cercai di calmarmi e di riprendere a respirare alla meglio.
"Sei già qui..." cercai di sdrammatizzare, cercai di farlo concentrare su qualcosa di diverso, qualcosa che non fosse il mio sangue possibilmente.
"Insieme tutto il giorno te lo avevo avvisato..." si voltò sorridendomi come al solito.
Ripensai a quel sogno a quella ragazza...
"Dovrei...cambiarmi..."
"Si, lo immaginavo! Ti aspetto qui giù." Poi lentamente si avvicinò alla finestra che ormai era diventata la sua porta d'ingresso.

 

Grazie sempre x i vostri commenti!! Mi fanno felicissima! E spero che anche questo cap vi piaccia xkè ora la storia prenderà una strana piega...XD

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Capitolo 15
*** Decimo capitolo ***


Decimo capitolo:

"Si, lo immaginavo! Ti aspetto qui giù." Poi lentamente si avvicinò alla finestra che ormai era diventata la sua porta d'ingresso.
Mi lavai e cambiai in fretta per non farlo aspettare troppo. Questo mi stupì...perchè mi importava tanto di lui?! Insomma lui mi voleva morta, non c'era bisogno di facilitargli ulteriormente le cose. Poi come un lapsus mi ritornò in mente il sogno di quella notte. Quella ragazza identica a me, quel ragazzo che entrava dalla finestra...quel ragazzo così uguale al mio vampiro...Era solo un sogno!! Non c'era bisogno di ripensarci! Sicuramente era il mio inconscio stressato e fatto a pezzi da quella situazione assurda...
Ma allora perchè d'un tratto ero divenuta pallida e sentivo il sudore freddo scendere lentamente sulla fronte?
Mi sentii d'un tratto mancare, piano a piano vedevo tutto divenire nero, poi sentii la porta aprirsi...
[...]
Quando riaprii gli occhi c'era lui il che li per li non mi stupì...forse perchè era come se stessi vivendo la conseguenza di quello che stavo sognando...
Dopo il rumore della porta vidi un ampio giardino, anzi un immenso giardino...stupendo! Curato fin nei minimi dettagli...poi di nuovo quella ragazza. Identica a me, ma di certo molto più bella mi veniva incontro. Forse voleva parlarmi spiegarmi...Camminava senza rallentare verso di me, ma sembrava quasi non mi avesse vista. Poi la vidi attraversarmi in pieno come fossi trasparente o un fantasma non saprei dirlo con certezza. Il sole era alto nel cielo ed i suoi raggi colpivano i suoi capelli che a quella luce sembravano quasi ramati...proprio come i miei. Ero dunque finita ad anallizzare una delle mie ciocche di capelli, no! I miei non erano così lucenti...Eppure il viso era lo stesso, lei era una me più bella, ma sembrava essermi gemella...Poi all'improvviso da dietro uno degli alberi maestosi che popolavano il giardino,spuntò la figura di un ragazzo, ma ci misi un pò ad identificarlo come tale...
La sua pelle pallidissima brillava sotto i raggi del sole come un diamante rimasi affascinata da quella visione, era qualcosa di incredibile, qualcosa che non avevo mai visto! La ragazza invece, con un lungo abito turchese, sogghignò maliziosamente a quella visione...Poi si delineò finalmente nella mia testa la figura di cui sospettavo! Quel ragazzo, quel ragazzo era un vampiro!
Ma non riuscii a scorgerne i lineamenti del viso, che mi apparivano oscuri, sfocati. Tentai di avvicinarmi a quella coppia, ma inutilmente perchè ad ogni passo loro si allontanavano nuovamente da me. Cominciai una corsa senza senso, con il cuore pieno di una soffernza di cui non conoscevo il motivo...Poi mi fermai ansimandò, stringendomi forte le mani al petto, quasi come se l'aria cominciasse a farsi pesante, almeno per me...
Io dovevo salvare quel ragazzo, ne avvertivo il bisogno maledetto, soprattutto dopo quella visione...La ragazza dall'abito turchese che il ragazzo ingenuamente cingeva amorevolmente tra le bracce impugnava un pugnale d'argento. Lo colpì al braccio lentamente facendo scorrere la punta dell'arma sulla pelle candida di lui. Sembrava che il ragazzo non l'avesse nemmeno avvertita, la sua pelle intatta non aveva subito alcun danno e l'ingenuo ragazzo continuava a stringere e ad abbracciare la sua amata, che nel frattempo ripose sotto il corpetto l'infima arma...

Quando riaprii gli occhi lui era li...
"Ehi! Facciamo in modo che sia io a toglierti di mezzo ok?" mi sorrise dolcemente...
Poi quando ripresi completamente le mie facoltà mentali e compresi di trovarmi fra le braccia di un vampiro assetato di sangue mi scanzai immediatamente, voltandomi nervosamente in tutte le direzioni per comprendere dove fossi.
"Siamo nel parco dietro casa tua."
"Come hai fatto?! I miei...io ero..."
"I tuoi sanno che saresti venuta a scuola con me, un tuo lontano amico finalmente venuto a trovarti!"
"Un mio lontano amico..." avevo ancora la testa intontita, ma non ricordavo nulla...niente di niente. Eppure mi sforzavo come se in quel tempo trascorso ci fosse stato qualcosa di importante, che dovevo tenere a mente...
"Ma cosa è successo?! Come siamo arrivati qui..."
"Non scendevi, sono venuto a controllare. Eri svenuta, pallidissima, ti ho portata qui. Hai dormito un bel pò! Ora andiamo a questa scuola o farai tardi..."
Non ci capivo più nulla! Cosa era successo alla mia vita? La mia vita di sempre! Quella di cui a volte mi lamentavo, ma che adesso rivolevo indietro!| Cosa avevo fatto di male! Perchè un vampiro che mi voleva morta mi accompagnava a scuola? Perchè io glielo permettevo? Perchè era entrato nella mia vita!! Nella MIA VITA!

 

Grazie mille a mimi16, Wind, BloodyKamelot per i vostri commenti^^ siete state molto gentili e sono contenta che la storia vi piaccia!! E spero che vi piaccia anche questo capitolo!!!

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Capitolo 16
*** Undicesimo capitolo ***


grazie memi16 e grazie BloodyKamelot^^ siete davvero gentili e sono stra felice che la storia vi piaccia e continuiate a seguirla!

 

 

Undicesimo capitolo:


Non ci capivo più nulla! Cosa era successo alla mia vita? La mia vita di sempre! Quella di cui a volte mi lamentavo, ma che adesso rivolevo indietro!| Cosa avevo fatto di male! Perchè un vampiro che mi voleva morta mi accompagnava a scuola? Perchè io glielo permettevo? Perchè era entrato nella mia vita!! Nella MIA VITA!
Non urlai quegli interrogativi, come avrei invece voluto, e senza nemmeno guardare in volto quel vampiro, mi misi in cammino verso la mia scuola. Non mi voltai per vedere se mi stava seguendo, anche perchè avvertivo la sua presenza ed il suo sguardo fisso su di me probabilmente divertito. Eppure il suo passo era felpato, sembrava volasse sull'asfalto rovinato e pieno di buche che puntualmente ero costretta ad evitare! Cominciai ad allungare il passo procedendo sempre più svelta, fino a quando senza nemmeno accorgermene mi ritrovai a correre a perdifiato sempre più svelta, sempre di più. Come se stessi scappando e forse lo stavo facendo. Scappando da lui che minacciava la mia esistenza, perchè solo ora capivo di avere paura...eppure non era lui a spaventarmi. Era qualcosa di più, di più spaventoso della morte, della mia morte. Era qualcosa che lo riguardava, qualcosa che era dentro di lui e che io avvertivo come mia...
Ben presto fui a scuola e non me ne sarei accorta se qualcuno non mi avesse fermato senza sforzo.
"Sei arrivata..." mi disse freddo, forse infastidito dalla corsa inutile che a me aveva procurato un affanno che mi rendeva difficile il respiro a lui invece..non sembrava nemmeno avesse corso...
"Mi dispiace, scusami...io...non so cosa mi sia preso..." a malapena riuscivo a trattenere le lacrime e sentivo la voce strozzata che faticava ad esprimere ciò che provavo e pensavo...
Mi scusavo...mi scusavo?!
Avvicinò la mano al mio viso per raccogliere una delle lacrime che inutilmente avevo tentato di trattenere, cupo in volto ed allo stesso tempo stupito...sembrava non avesse mai visto una lacrima.
"Ti prego...non fare così! Sarà difficile mantenere la copertura..." mi voltò le spalle e si incammino verso il cancello principale.
Io lo seguii instintivamente.
Eravao già nell'androne quando mi sentii una mano sulla spalla...era Dalila.
"Ehi ale!! In ritardo eh?!" poi il suo sguardo si posò su William e per un attimo nei suoi occhi fu chiara la paura. Dalila aveva sempre avuto un sesto senso infallibile...che avesse avvertito il "pericolo"?!
"Che è quello?" mi chiese risoluta. Non sapevo cosa risponderle.
Dalila era la mia migliore amica. Ci eravamo conosciute al primo anno di liceo e la nostra amicizia era cresciuta lenta, ma solida. Non ci eravamo mai nascoste nulla, per noi era naturale dirci tutto, non un obbligo, ma qualcosa che ci veniva spontaneo. L'una confidava nell'altra ed entrambe sapevamo che avremmo sempre avuto qualcuno su cui contare, anche nei momenti difficili ed in quelli apparentemente impossibili...ma se il problema fosse stato una questione di vita o di morte??

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Capitolo 17
*** Dodicesimo capitolo ***


X memi16: eccoti accontentata XD

X BloodyKamelot: grazie mille e già XD povera Ale con un vampiro cattivo ed un'amica a cui non può più dir nulla XD

X Lallix: sono contenta che ti piaccia tanto la storia^^ cmq io posto tutti i giorni, più precisamente ogni sera! Questo cap mi sembra più lungo cmq e spero ti piaccia! E grazie ancora per i complimenti^^ io sono contentissima che ti piaccia la mia storia

 

Dodicesimo capitolo:

L'una confidava nell'altra ed entrambe sapevamo che avremmo sempre avuto qualcuno su cui contare, anche nei momenti difficili ed in quelli apparentemente impossibili...ma se il problema fosse stato una questione di vita o di morte?? Sentivo lo sguardo gelido di William su di me, sicuramente era in attesa di una mia risposta...Che è lui?! Quella domanda era così strana...sembrava quasi si fosse accorta che, che in somma lui non era umano. Volevo dirle tutta la verità per filo e per segno. Confidare a qualcuno quel segreto, potermi sfogare...Eppure sapevo che William non me lo avrebbe permesso. Era una cosa mia e sua...ed inoltre, avevo paura di metterla in pericolo! Che sciocca!! Probabilmente già lo era! Starmi intorno con un vampiro assetato nei paraggi non era il massimo della sicurezza...
Non potevo dirle la verità!
"E'...E' un mio amico, un amico di famiglia. E' straniero viene da lontano! Per questo ci vediamo poco...pochissimo...la sua famiglia ha deciso di trasferirsi e l'ho portato a vedere la nuova scuola..." non ero mai stata brava a mentire...Dalila lo sapeva.
"Straniero...tu mi menti!" il tono della sua voce era inspiegabilmente pacato, i suoi occhi fissi in quelli di William. MI stupii. Io, non riuscivo a sostenere il suo sguardo in quel modo.
"Ma se lo fai..."continuò voltandosi verso di me.
"Ma se lo fai, probabilmente c'è un motivo valido ed a me non interesserà...ma sta attenta." Oltrepassò sia me che il vampiro e si diresse calma verso la nostra classe.
"Hai fatto bene a non dirle la verità. Non avrebbe capito..." mi disse il vampiro. Le sue parole furono come lame per me. Già fissavo il pavimento quando cominciai a sighiozzare, come una bambina capricciosa.
"Perchè mi fai questo..." poi di nuovo quella sensazione, avvertii di nuovo quella forte sofferenza e quando sollevai lo sguardo il vampiro era voltato dall'altra parte, non respirava. Subito riasciugai le lacrime e cercai di calmare il mio cuore impazzito per la collera. Lui nel frattempo era tornato ad osservarmi, con quello sguardo triste cupo, Era come se soffrisse della mia sofferenza, eppure tutto ciò era inspiegabile, perchè era lui a farmi soffrire. Era lui che mi minacciava di morte, Era lui che mi aveva "costretta" ad accettare quello stupido patto. I suoi cambi di umore mi davano i nervi. Non so per quanto avrei retto in quel modo. Ero tesa, spaventata. Mi sentivo sola, incompresa. Avevo paura non solo per me, ma anche per chi mi circondava. Per la mia famiglia, per i miei amici. Non mi importava che mi avesse giurato di non torcere un capello a tutti coloro che amavo! Lui era un vampiro!!! Lui mi voleva morta!! Eppure c'era qualcosa in lui che mi spingeva a partecipare al suo gioco. Qualcosa che...che mi legava a lui! Qualcosa che mi sentivo in dovere di scoprire. Perchè c'era qualcosa in me che lo attirava e non era soltanto il mio sangue. Alle volte il suo sguardo si faceva pericoloso, aggressivo ed avvertivo che era pronto a mordermi. Eppure distoglieva lo sguardo, smetteva di respirare, come se volesse sovrastare il suo istinto. Ma allora perchè mi aveva cercata?? C'erano troppi interrogativi ed io volevo una risposta! Poi però avvertvo quella sensazione e tutto cambiava. Mi sentivo magicamente in dovere di aiutarlo. Quando invece probabilmente io per lui ero soltato un gioco, quello del gatto e del topo. Gli andava di farmi correre un pò prima di farmi fuori.
Era a questo che pensavo mentre i professori delle varie ore spiegavano ed interrogavano. Tutti puntualmente chiedevano di William. Alcuni, era evidente, erano ammaliati dalla sua bellezza. Non gli si poteva dar torto in fondo. Mi voltai ad osservarlo, anche se il suo viso, le sue espressioni, i suoi gesti erano già stampati nella mia mente. Era la perfezione. I suoi lineamenti erano fini. Gli occhi di un miele acceso.Quando se ne stava serio, sembrava quasi seguisse le lezioni. Eppure il suo sguardo perso, in chi sa quali pensieri, era così triste. Cosa ti fa così male William? Ripensai a Bella. Bhe William non mi ricordava per niente Edward. Lui era dolce, carino...William si faceva beffe di me...Poi d'un tratto di voltò di scatto ed i suoi occhi incontrarono i miei.

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Capitolo 18
*** Tredicesimo capitolo ***


X memi16: si scusami XD lascio sempre così per invogliare la lettura del  capitolo successivo XD

X BloodyKamelot: grazie!! Bhe se continuerai a leggere ti sembrerà molto più che sfortunata XD

X Lallix: di nulla figurati! Grazie a te che leggi la mia storia^^ Cmq ecco un nuovo cap! Cmq si lascio sempre sul punto più bello per invogliarvi aleggere il seguito XD Cmq grazie per i complimenti e spero che anche questo cap ti piaccia!

 

 

 

Tredicesimo capitolo:

Cosa ti fa così male William? Ripensai a Bella. Bhe William non mi ricordava per niente Edward. Lui era dolce, carino...William si faceva beffe di me...Poi d'un tratto di voltò di scatto ed i suoi occhi incontrarono i miei. Il suo sguardo era terribilmente profondo, ipnotizzante. Il volto serio, quasi infastidito mi fissava impertinente. Avrei voluto fargli mille domande, ma sapevo che non avrebbe risposto nemmeno ad uno dei miei interrogativi. Era solo il primo giorno...D'un tratto suonò la campanella. Quel giorno era volato. Distolsi lo sguardo, ma lui non fece lo stesso. Raccolsi libri e quaderni e li riposi alla rinfusa nello zaino come al solito. Lui continuava a fissarmi. Presi lo zaino e me lo portai alle spalle quando vidi la sua mano sfilarmelo con delicatezza. Sussultai.
"E' pesante..." si limitò a dirmi e mi sorpassò dirigendosi verso la porta.
"Lo porto tutti i giorni..." gli risposi secca.
"Voglio rendermi utile..." proseguì uscendo dall'aula. Oh grazie, vampiro. Che gentil'uomo!! Wiliam ma tu chi sei?
Non mi opposi comunque, consapevole che quando decideva una cosa era impossibile contraddirlo. Lo raggiunsi, un pò a fatica. Era incredibilmente veloce. Nell'attraversare il corridoio sentivo gli sguardi di tutti puntati su di noi. Era una situazionbe insostenibile per me.
Non ero il tipo che amava essere al centro dell'attenzione. Anzi, se avessi dovuto paragonare la mia vita ad uno spettacolo teatrale, probabilmente io sarei stata dietro le quinte...
Non amavo la folla, non amavo gli sguardi della gente, per questo avevo sempre fatto in modo di non attirare l'attenzione altrui in nessun modo. Io ero la tipica ragazza comune. Non ero nessuno. Un piccolo puntino quasi invisibile su un pianeta gigantesco di un universo infinito. Mi circondavo di pochi amici, anzi pochissimi. Chi mi era intorno sapeva tutto di me, perchè dovevo ammetterlo, stringere amicizia con me era un azione eroica...Me ne stavo sempre sola, parlavo poco e raramente. I miei amici erano coloro che avevano saputo superare la corazza che inspiegabilmente avevo costruito tra me ed il mondo. Erano coloro che avevano saputo aprirsi un varco in quella fortezza inespugnabile almeno ai miei occhi. Quella fortezza che mi serviva a proteggermi. A proteggermi da un mondo che mi faceva paura, che mi spaventava a morte. Era questo il mio problema. Io avevo paura del mondo e forse quest'ultimo aveva paura di me. Della mia inadeguatezza in qualunque situazione, della mia sbadataggine...Mi sentivo così fragile a volte...così sola. Eppure non ero il tipo da tenere il muso. Io sorridevo, sorridevo alla mia vita e ridevo, alle volte amaramente, delle mie paure. Ma tutto sommato ero felice...o almeno credevo di esserlo. Una ragazza comune con una vita qualsiasi. Ecco chi ero io. Era questo il problema. Cosa di me, della mia vita insulsa potremmo anche dire, aveva portato un vampiro a casa mia?! Possibile che il mio sangue fosse così saporito da non poterlo trovare altrove?! Con William nella mia vita la situazione si capovolgeva. La mia vita non era più una vita comune. Io non ero più una ragazza come le altre. Lui inevitabilmente attirava l'attenzione, per tutte quelle qualità perfette che si ritrovava. Mi sentivo molto più inutile al suo fianco. Ma lui attirava l'attenzione e per riflesso gli occhi ricadevano anche su di me. Ed io non ero per niente abituata a quella situazione. Non appena mi accorsi di tutti quegli sguardi che da Wiliam rimbalzavano su di me, sentii il viso avvamparsi. William, con il mio zaino ancora sulle spalle, allungò il passo aumentando la distanza tra di noi. Certo! Il mio sangue. Dovevo fare in modo di darmi una regolata. Dovevo "aiutarlo" in qualche modo a tenermi in vita...
Neanche per strada la situazione cambiò. Alcuni addirittura si fermavano per guardare il vampiro. E chi poteva dirgli niente. Sembrava un angelo sceso sulla terra. Io cercavo di stare al suo passo, sembravamo tanto il cigno ed il brutto anatroccolo. Io goffa e con la testa bassa. Lui invece elegante e con lo sguardo alto e fiero. No, eravamo completamente diversi. Il mio zaino era ancora sulla sua spalla. Cercai di non badare agli sguardi indagatori delle persone e rimpiansi il fatto che fossi costretta ad arrivare a casa mia a piedi. Finalmente comunque arrivammo. Non ci eravamo scambiati nemmeno una parola durante il viaggio. Sicuramente anche Wiliam era di poche parole e ciò mi confortava. Mi porse lo zaino sempre con quella inumana delicatezza e mi disse...
"Non devi preoccuparti...ben presto sarò assuefatto dal tuo odore e non dovrai più cercare di controllarti. Sappi che non ho intenzione di farti del male..." poi quasi immediatamente pentito di quell'affermazione continuò dicendomi...
"Almeno per il momento..." e scomparve, solo un soffio di vento mi indicò che si era recato al parco dietro al mio palazzo.
Non voleva farmi del male...per il momento.
Me lo ritrovai nella stanza quando vi entrai per riporre lo zaino...

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Capitolo 19
*** Quattordicesimo capitolo ***


X memi16: ti rovinerei la sorpresa se te lo dicessi XD cmq sono contenta che lan storia ti affascini! Ci tengo a questa storia...la scrivo davvero con il cuore!! E spero vi arrivi tutto ciò che cerco di trasmettere^^

 

Quattordicesimo capitolo:

Non voleva farmi del male...per il momento.
Me lo ritrovai nella stanza quando vi entrai per riporre lo zaino...
Quanto tempo è passato dall'ultima volta!!!E' "bellissimo rivederti" che sorpresa...
"Ale vieni!! E' pronto a tavola!" sentii chiamare dalla cucina il mio nome e fu una liberazione per me. Perchè quella voce riempì il silenzio di quella stanza...La voce di mia madre mi aveva riportata alla realtà, allontanata da quei mille pensieri che mi affollavano la mente. Io ero viva. Ora ero viva e dovevo vivere il presente finchè mi era concesso. Certo, per un tipo che sogna ad occhi aperti tutto il giorno in attesa del futuro vivere alla giornata era difficile, ma ce l'avrei fatta! Mi sarei impegnata così da rendere quel tempo che mi rimaneva indimenticabile!! Era inutile crogiolarsi nelle domande, nei "ma", nei "forse"...avrei soltanto sprecato quel tempo! Dovevo andare avanti, finchè mi fosse concesso...una piccola vocina in me però urlava di ribbellarsi! Nessuno poteva prendermi la mia libertà e ancor meno la vita...ma come al solito mi fidai del mio sesto senso e misi a tacere quella voce. Lui aveva deciso, vale la legge del più forte no?! E lui era il più forte. A me andava bene! Era giunta la mia ora e mi andava bene! Me ne sarei andata felice...
Alzai lo sguardo dal pavimento e gli sorrisi. Fu strana la sua espressione in quel momento, ma non mi importava! Ora più che mai dovevo vivere! Mi voltai e mi diressi verso la porta. Il vampiro ancora mi guardava con quell'espressione strana, ancora con le spalle alla parete.
Stavo per chiudermi la porta alle spalle quando mi dimenticai della cosa più importante...
"Sei sicuro di non voler venire a tavola??" chiesi di impulso, ma me ne pentii subito! I vampiri non mangiavano! O meglio...credo che Wiliam non avrebbe gradito il pranzetto di mia madre...lei sapeva che il sangue mi disgustava e molto spesso mi faceva perdere i sensi, quindi cercava di usarlo poco in cucina...
Lui sorrise dolcemente questa volta, divertito da quella mia proposta fuori luogo!
"Sei gentile, ma sono costretto a reclinare il tuo invito!" poi quel sorriso scomparve ed ebbi l'impressione che la sua attenzione si spostasse altrove, su qualcosa che non esisteva o almeno non esisteva più, qualcosa forse del suo passato...fu allora che il suo viso si fece duro, perfido.
"Sappi però che a pranzo con te ci verrei molto volentieri, a patto che sia tu la portata principale..." raggelai a quelle parole...com'era bello il suo sorriso...come era spaventosa ora la sua espressione, quelle parole mi infilzavano come lame affilate...eppure qualcosa in me, quel qualcosa di cui ciecamente mi fidavo, mi diceva che il vero Wiliam andava oltre, oltre l'apparenza. Chinai il capo e richiusi la porta dietro di me.
Non mangiai gran che e passai un pò di tempo li a tavola con la mia famiglia. Raccontai di cosa mi era capitato a scuola senza tralasciare alcun particolare...era una cosa che nonn facevo spesso. Ma ora era il momento di condividere di più la mia vita con gli altri. Poi tornai in stanza e lui apparentemente sembrava non essersi mosso. Ora però la sua espressione era più rilassata, il suo sguardo quasi sembrava chiedermi scusa...sorrisi a quell'idea. Non mi avrebbe mai detto nulla del genere...Cominciai a studiare sempre sotto il suo sguardo vigile ed attento. La matematica quel pomeriggio mi dava problemi...questo perchè in classe ero stata poco attenta...ora non capivo più nulla. Sbuffai! Poi all'imporvviso come sempre senza che mi fossi accorta dei suoi passi, dei suoi movimenti, me lo ritrovai sulle spalle...allungò il braccio e tese la mano verso il mio quaderno portando il segno sulla parte di esercizio che avevo già svolto. Involontariamente sfiorò la mia mano ed il contatto della sua pelle gelida con la mia mi fece sussultare. Lui se ne accorse, ma non mi sembrò infastidito come invece credevo...anzi sorrise di nuovo divertito. Perchè erano così rari i suoi sorrisi...
"E' qui l'errore! Prova ad elevare tutto i membri al quadrato...qui invece devi applicare il teorema di Rolle. Lo conosci?"
Mi ero persa un pò tra i suoi occhi, imporvvisamente dolce, ed il suono della sua voce soave...una melodia stupenda che mai avrei smesso di ascoltare.
"Si, si! Lo conosco!"
"Ok..."
Non si scostò dalle mie spalle. Rimase li a fissarmi. I suoi occhi dentro i miei. Era come se scrutasse nel mio sguardo in cerca di qualcosa...ma a me sembrò che mi scrutasse l'anima...

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Capitolo 20
*** Quindicesimo capitolo ***


X Lallix: uhm...bella domanda XD non so dove abita per ora invade la stanza di Ale!! Comunque lo immagini bene perchè nella mia fantasia è proprio un ragazzo meraviglioso, un pò come Edward...forse un pò meno dolce e maturo! Wiliam ha un carattere diverso è introverso e soffre disperatamente! E' il così detto bello e dannato XD

X memi16: si dai alla fine è buono solo che soffre da impazzire...comunque davvero mi fai felice quando dici che adori questa storia^^ mi fai quasi piangere di commozione^^

X BloodyKamelot: XD anche a me piace XDD

X Wind: si si è il bello e dannato come dicevo prima XD Beh...se continui a leggere potresti renderti conto che Wiliam ed Edward ( anche nel mio cuore c'è solo lui<3 ) non sono poi così "lontani" anzi...ma non posso dirti altro XD

 

 

Quindicesimo capitolo:


Non si scostò dalle mie spalle. Rimase li a fissarmi. I suoi occhi dentro i miei. Era come se scrutasse nel mio sguardo in cerca di qualcosa...ma a me sembrò che mi scrutasse l'anima...
Il mio cuore cominciò ad accelerare...sempre più veloce. Il petto mi faceva male, ma qualcos'altro mi dava una maggiore sofferenza...Mi sentivo indifesa e come messa a nudo da quel suo sguardo indagatore...Quando ne ebbi la forza lo distolsi.
"Cosa stai cercando..." dissi affannando...mi stringevo le mani al petto.
"Un senso..." rimase li immobile, sembrava una statua...poi si allontanò. La scultura aveva ripreso vita.
Riposai lo sguardo sul mio quaderno, in realtà però la matematica non mi interessava più. Un senso...un senso per cosa? Per quella situazione?! Perchè lo cercava in me allora! Ma in realtà sapevo che di nuovo era qualcosa che non avrei capito...Ripresi a studiare poco dopo, fingendo che non fosse successo nulla, mentre lui se ne stava sempre li immobbile, con le spalle alla parete. Non aprì più bocca. Avrei potuto facilmente dimenticarmi di lui. Era come un'ombra nella mia stanza. Nessun rumore, nulla. Ma avvertivo sempre il suo sguardo...Ben presto finii i miei compiti e preparai lo zaino per il giorno dopo. Poi andai in bagno per farmi una bella doccia e lavare via tutta quell'ansia, tutta quella tensione. Tornai poi in stanza per dormire...lui era ancora li.
"Vuoi che ti prepari...no vuoi..."
"Dormi pure, io me ne starò qui da qualche parte..."
"Ah ok...come vuoi..." mi domandavo se sarei riuscita a dormire con la morte che mi vegliava il sonno, ma non ebbi il tempo di terminare la domanda perchè già dormivo profondamente.

Ora parla Wiliam.

Si addormentò subito. Era tenera...ed infantile. Stringeva forte a se il cuscino...Era così fragile. Mi si strinse il cuore pensando alla situazione in cui l'avevo costretta. In realtà mi era bastato quel giorno...in quel giorno io avevo capito che lei e Natalie avevano ben poco in comune. Eppure nonostante questo qualcosa mi legava a quella ragazzina. Qualcosa che non ero in grado di spiegarmi. Potevo andarmene e fare in modo che la sua vita ritornasse alla normalità. Ma la verità era che non volevo affatto allontanarmi da lei. Starle vicino mi era però difficile per via del suo profumo, che fortunatamente si stava facendo meno percettibile. Mi ci stavo abituando ed era piacevole. Eppure mi faceva male la sua paura, la sua tensione, le sue lacrime...avevo cercato di essere gentile con lei, ma non era servito a nulla. In realtà la colpa era tutta mia. Io non riuscivo ad essere gentile con lei, perchè il suo viso mi ricordava quello di Natalie, e Natalie mi ricordava tutto ciò che avevo tentanto invano di dimenticare...e così la vedevo come la causa di tutto. Ma lei non era colpevole di nulla. Anzi...avrei dovuto ringraziarla...alle volte potevo illudermi, illudermi che il passato fosse dimenticato e che la mia Natalie non fosse in realtà un mostro...grazie piccola principessa.Piccola ragazzina imbranata e sbadata, fragile ed indifesa...grazie. Perchè grazie a te posso illudermi che Natalie sia ancora al mio fianco e che sia così come io l'avevo creduta, la Natalie di cui perdutamente mi ero innamorato.
"Wiliam..." mi chiamava. Forse l'avevo svegliata, eppure non mi ero mosso...Mi avvicinai al letto, ma dormiva. Parlava anche nel sonno. Sorrisi in silenzio.
"Wiliam...cos'è che ti fa male..." sobbalzai a quelle parole. Lei si voltò dall'altra parte. Mi fai male tu ragazzina...perchè mi fai sentire un vero mostro con quella tua dannata dolcezza e perchè hai il suo stesso viso e perchè hai la sua stessa voce...perchè tu sie la Natalie di cui mi ero innamorato...Mi chinai in ginocchio sul pavimento vicino al suo letto. Posai la testa sulle sue lenzuola. Il suo profumo mi sembrava di nuovo forte...ma non mi importava. Perchè non volevo più allontanarmi...non volevo più farle del male...non ne sarei più stato capace...Cosa mi fa male? Un giorno forse...ma non ora. Ancora è troppo vivido il ricordo di lei per ragionare lucidamente...Non è ancora il momento...

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Capitolo 21
*** Sedicesimo capitolo ***


X Wind: XD ok poi mi dirai se era giustoo il tuo sospetto! Grazie mille cmq!

X Memi16: Bho chi può dirlo XDD cmq grazie mille come sempre!!! Ed ecco il nuovo cap!

X BloodyKamelot: grazie ne sono felice!!!^^

 

Sedicesimo capitolo:

Parla Wiliam:

Cosa mi fa male? Un giorno forse...ma non ora. Ancora è troppo vivido il ricordo di lei per ragionare lucidamente...Non è ancora il momento...

Parla Ale:

Quando riaprii gli occhi lui era li. Era stata una strana notte...una notte senza sogni...una notte vuota. Lui era li. La testa china sul mio letto e mi guardava divertito. Mi sorrise. Però era il sorriso stupendo, quello angelico che faceva di rado, quello che davvero lo rendeva non umano...Era strano quel sorriso. Strano perchè guardandolo veniva voglia di sorridere di rimando...era favoloso. Chi sa da quando era li...forse sorrideva perchè avevo fatto qualcosa di strano?! Forse russavo?! Non ne avevo idea!! Mi ricordai che i vampiri non dormivano affatto ma era impossibbile che fosse rimasto li tutta la notte! Sai che noia...arrossii al pensiero!! Lui sorrise ancor più di gusto.
"Buongiorno..." poi mi disse, rimettendosi in piedi. Non sembrava nemmeno il vampiro sadico e crudele del giorno prima. Ma certo!! Era tutto chiaro! Tutto dannatamente chiaro! Stavo ancora sognando...che stupida! Però era un bel sogno, un sogno che mi piaceva!
Non risposi...in fondo non ce n'era bisogno! Volevo rimanere li a godermi il mio sognoo finchè durava!!
Cominciò a guardarmi stranito...
"Scusa...non dovresti andare a scuola?"
"Si! Quando mi sarò svegliata però!" scoppiò a ridere. Che bella melodia. Che bello Wiliam quando sorridi! Emani una luce strana, una luce calda, che mi piace!
"Sei già sveglia principessa!" poi d'un tratto tornò serio. Quasi come se volesse rimangiarsi el sue parole...perchè mi chiamava principessa?!
Si voltò altrove, triste di nuovo...cupo come al solito. Non mi piaceva più quel sogno!! Volevo svegliarmi!
"Intendevo...non stai sognando! Anzi se non ti sbrighi a scuola farai tardi...ah! Cerca di non svenire ok? E' un pò scomodo lasciare bigliettini a tua madre per dirle che esci di fretta!" sorrise di nuovo.
Ma io mi ero persa un pò...che strano sogno! Perchè anche nei miei sogni dovevo andare a scuola e sbrigarmi?! Wiliam uscì dalla finestra ed io rimasi sola...qualcosa non andava...Allore decisi di fare una prova, quella che fanno tutti, mi diedi un pizzicotto per vedere se era un sogno oppure no. Se davvero era un sogno, e ne ero sicura che lo fosse, non mi sarei fatta nulla. Ahi!!! N-o..no...non era un sogno?! Mi vestii di fretta, mai ero stata così veloce!!
"Ale la colazione!"
"No mamma scappo sono in stra-ritardo!"
L'ascensore era occupata! Bene come al solito! Scesi le scale quasi volando attaccata al corrimano, per fortuna riuscii a non rompermi nulla! Arrivai in cortile, svoltai a destra verso la campagna e fu proprio lui ad interrompere la corsa!
"Tornata in te? No sai, stamattina mi sembravi un pò fuori di testa!"
Che figura!! Però com'era loquace quella mattina! E' proprio vero la notte porta consiglio! Ma lo porta anche a chi non dorme?!
"Ehm...siamo in ritardo!! Dobbiamo correre, anzi volare! Ce la fai?"
Lui scoppiò a ridere! Ed io capii che ero una stupida...anzi no! Un gran stupida. Però...sarei stata una stupida per tutta la vita se avesse continuato a sorridermi in quel modo!
"Scusa. Ma...diciamo che io potrei correre, anzi "volare" come dici tu, ma non credo che riusciresti a starmi dietro."
"Bhe...se per te non è un problema...vorrei utilizzare un desiderio! Ti prego!" mi misi proprio con le mani congiunte dinanzi al viso.
"Accompagnami tu a scuola! Correndo come fai tu! Prometto di farmi leggera!!" non potevo arrivare in ritardo...mi avrebbero lasciato fuori scuola, perchè ormai non vi era più la possibilità di firmare permessi per i ritardi! NOn potevo perdere un giorno di scuola! Ero all'ultimo anno e c'era matematica!
"No...non posso..."
Il suo volto divenne scuro, furioso.
"E...o...scusami! Sono una stupida io non so cosa mi si passato per la testa! Certo che non puoi figuriamoci! Sono proprio una stupida non farci caso...avevo dimenticato del mio odore e del resto..." le lacrime mi scendevano giù per le guance, anche se feci di tutto per nasconderle. Chinai la testa. Poi d'un tratto vidi la sua mano prendere il mio braccio e tutto avvenne in pochissimi secondi tanto che mi è difficile ricordare tutto con precisione.

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Capitolo 22
*** Diciasettesimo capitolo ***


X Bloody Kamelot: contentissima che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!!! Spero che anche il nuovo ti piaccia^^

 

 

Diciasettesimo capitolo:


Poi d'un tratto vidi la sua mano prendere il mio braccio e tutto avvenne in pochissimi secondi tanto che mi è difficile ricordare tutto con precisione.

Parla Wiliam:

Che proposta assurda!! Io non potevo! Perchè proprio quando tentavo di essere gentile lei me la ricordava immediatamente...Mi fece tornare alla mente quando in passato era Natalie ad essere sulle mie spalle. I suoi capelli moribidi che mi sfioravano il viso...No io non potevo! Non ora! Poi scoppiò in lacrime, scusandosi...in fondo come poteva sapere di Natalie, del dolore che mi provocava il suo ricordo. Lei non poteva saperlo. Voleva solo arrivare in orario a scuola, in fondo le avevo promesso di esaudire due suoi desideri. Sorrisi fra me e me. Era così impacciata...La presi per un braccio e me la caricai in spalla. Sapevo quale strada percorrere in modo che nessuno si fosse accorto di noi. Cominciai a correre. Mi mancava quella velocità. Essere così vicino a lei però mi era difficile. Mi ero abituato al suo odore, ma era molto forte ed aumentava d'intensità. Probabilmente era spaventata. Corsi più veloce. Ben presto mi abituai anche a quell'intensità.

Parla Ale

Sentivo il vento freddo colpirmi il viso violentemente. Il paesaggio intorno a noi era solo un insieme di macchie sfocate e senza significato. Era troppo veloce. Sentivo lo stomaco venirmi meno e ringrazia di non aver mangiato nulla...Poi d'un tratto sentii di nuovo la sicurezza di un pavimento saldo sotto i miei piedi. La testa mi girava paurosamente tanto che ben presto persi quell'equilibrio appena conquistato. Furono le sue braccia a riportarmi in piedi.
"Ora ha i soltanto un desiderio..." mi sussurrò lievemente all'orecchio. Tremai. Finalmente tutto cominciava a fermarsi intorno a me. E sentii di nuovo il cuore battermi regolarmente. Tirai un sospiro profondo.
"Lo giuro...non farò mai più tardi!" Lui scoppiò a ridere. Poi mi prese per mano.
"Ti ci vorrà un pò prima che la tua testa smetta di girare. Meglio che non ti allontani troppo." Non ci avevo neppure fatto caso. Mi aveva di nuovo preso lo zaino. Percorremmo tutto il corridoio della scuola, le voci dei miei compagni mi sembravano lontani sussurri. Tutti i suoni mi sembravano amplificati e non coglievo una parola dei loro discorsi. Avvertivo solo il gelo e la presa salda della mano di Wiliam. Nient'altro. Ora le cose e le persone si limitavano ad ondeggiare dinanzi ai miei occhi. Poi qualcuno mi scosse per un braccio. Era Dalila. Immediatamente Wiliam mi lasciò la mano, stranamente ne fui dispiaciuta.
"Ale tutto bene? Sei pallidissima!"
"Oh...no nulla! Non ho fatto colazione!"
"Oh! Vieni andiamo a prendere qualcosa al bar della scuola. Tanto il prof della prima ora è assente!"
Era assente?! Ma perchè ero sempre sfortunata...
"Può venire?" Dalila chiese il permesso a Wiliam. Sentii il cuore sobbalzare. Perchè glielo chiedeva? Che avesse capito tutto? Ma come poteva aver capito! A me sembrava tutto così complicato...
"Si..." le rispose Wiliam. Poi la sua attenzione si spostò su di me. Il suo viso era scuro, indecifrabile. Però poi mi sorrise...non sarei mai riuscita a capirlo. Mai sarei riuscita a capire quello che gli passava per la testa e la causa di quei suoi frequenti cambi di umore...
Dalila mi trascinò al bar, mente io ancora guardavo Wiliam e continuai a guardarlo finchè non mi fu più possibile. Quando questo accadde sentii una morsa al cuore. Il non averlo accanto mi faceva sentire spaesata! NOn ero tranquilla poi che fosse li in classe da solo...
"Sta calma! Nessuna gli si avvicinerà! E' troppo bello ed anche questo è un difetto! Le ragazze si sentono troppo inferiori a lui e resteranno per sempre lontane ad ammirarlo!"
Dalila mi eggeva il pensiero! Ecco perchè eravamo amiche! NOn c'era bisogno di spiegarci! Noi ci capivamo senza l'uso di parole. Era stupendo.
Mangiammo qualcosa in fretta e tornammo in classe. Wiliam era esattamente li dove lo avevo lasciato. Fu strana l'espressione del suo volto quando mi rivide. Non era assolutamente possibile che avesse avuto il mio stesso senso di smarrimento...Mi costruivo sempre castelli per aria...

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Capitolo 23
*** Diciottesimo capitolo ***


Ok! Per farmi perdonare oggi pubblico due cap!! Spero vi piacciano!!

 

Diciottesimo capitolo:

Wiliam era esattamente li dove lo avevo lasciato. Fu strana l'espressione del suo volto quando mi rivide. Non era assolutamente possibile che avesse avuto il mio stesso senso di smarrimento...Mi costruivo sempre castelli per aria...
Ormai la seconda ora stava per suonare e quindi comincia a sedermi al mio posto. Wiliam fece lo stesso.
"Va un pò meglio?" mi chiese poi mentre nel frattempo mi sistemava la borsa dietro la sedia. Erano strani i suoi gesti. Perchè più che comune gentilezza sembrava che lo facesse per abitudine. Fu proprio questo a stupirmi.
"Si grazie!! Sto benissimo!" gli risposi un pò imbarazzata, per i suoi modi così carini e fuori dal comune.
"Bene..." il discorso finì li. Il prof della seconda ora entrò e ben presto la giornata volò via. Wiliam non mi rivolse più la parola. Quando anche la campanella dell'ultima ora suonò, Wiliam si alzò e meccanicamente prese il mio zaino sotto il mio sguardo un pò stranito. Si diresse poi verso la porta d'uscita, senza aspettarmi. Perchè mi prendeva lo zaino e poi non mi aspettava????
Lo raggiunsi, come il giorno precedente faticando un pò e proprio come il giorno precedente gli occhi erano tutti puntati su di noi...Chinai la testa.
Quando fummo completamenti fuori dalla scuola ebbi il privilegio di ascoltare di nuovo la voce del vampiro.
"Che ne dici...ti porto a casa io?" fui stupita da quella domanda, ma quando ricollegai le parole tra di loro comprendendo il senso logico della domanda sbiancai.
"Ti prego no!" cominciai ad ondeggiare nervosamente le mani dinanzi al volto. Lui scoppiò di nuovo a ridere, stava diventando una cosa frequente.
Riprendemmo a camminare senza dirci nulla, fin quando non fummo di nuovo nella mia stanza. Li mi accorsi di un particolare che prima non avevo notato. Gli occhi di Wiliam prima di un bel color miele ora erano scuri e tendenti al nero e contornati da scure occhiaie. Un brivido mi pervase...Wiliam era a digiuno...ed io stamattina gli ero stata così vicina. Ma cosa molto più importante, nonostante il mio odore che ormai era risaputo per lui era a malapena sopportabile, lui non mi aveva morsa...Interruppe i miei pensieri con il suono melodioso della sua voce. Quando mi voltai però per ascoltare meglio lui era troppo vicino a me...il suo viso lontano solo pochi centimetri dal mio. Sentii il cuore salirmi in gola ed i brividi aumentare e farsi sempre più frequenti. Voleva mordermi?!
Lessi il dubbio nei suoi occhi e poi spostò il suo viso di lato fino a porsi all'altezza del mio orecchio. Era come se mi annusasse, ma non potevo esserne sicura perchè il suo respiro gelido era appena percettibile. Rimanemmo così non so per quanto tempo. Io incapace di deglutire, lui ai miei occhi incapace di prendere una decisione...
"Hai un buon odore Ale..." mi disse poi serio e non spostandosi di un millimetro. La paura mi abbandonò, lasciando il posto a qualcos'altro, un altro sentimento. Forse peggiore o migliore non so, ma diverso, molto più intenso...Era la prima volta che pronunciava il mio nome...il mio stupido nome aveva un non so che di leggiadro pronunciato dalle sue labbra.
"Per questo non è saggio che ti stia accanto quando ho sete..." quelle parole le avevo già sentite, ma in quel momento non ricordai dove. Nonostante tutto non si scostò nemmeno lievemente da me...mi sussurrava lentamente...come se combattesse con se stesso! Perché?!
"Quindi...ti concedo un paio di giorni di libertà. Goditeli se puoi" sorrise in modo beffardo, ma avvertii un non so che di amaro in quel sorriso.
"Andrò a caccia un pò lontano da qui..." mi precisò. Poi smise di parlare. Dopo qualche secondo il suo viso fu di nuovo poco distante dal mio. Di nuovo quell'espressione enigmatica. Mi sorrise ancora ed in un attimo fu fuori dalla mia stanza. Sentii solo la finestra ondeggiare al suo passaggio...

 

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Capitolo 24
*** Diciannovesimo capitolo ***


Diciannovesimo capitolo:


Mi sorrise ancora ed in un attimo fu fuori dalla mia stanza. Sentii solo la finestra ondeggiare al suo passaggio...
Ricaddi sulle ginocchia, il cuore che come al solito mi batteva all'impazzata...eppure stavolta c'era qualcosa di diverso. No, non era paura...
Ripensai alle sue parole. Per due giorni non lo avrei visto. Avrei avuto due giorni di assoluta libertà...ma allora cos'era quel senso di solitudine che d'improvviso provavo?! Mi rialzai cercando di liberare la mente, avevo voglia di non pensare a nulla! Volevo godermeli quei due giorni...in realtà volevo solo evitare di rispondere concretamente alle domande che mi stavo ponendo...
Mi misi a studiare. Non ebbi problemi e finii abbastanza velocemente, troppo velocemente. Mi voltai di scatto quando sentii la finestra aprirsi. Era tornato!
No, non era lui. Era il vento...semplicemente il vento. L'autunno lasciava il posto all'inverno...da quanto non c'era una bella giornata di sole...Non richiusi la finestra, nonostante l'aria fresca quasi fredda che incessantemente mi dava i brividi. Che stupida accortenza...Non volevo che al suo ritorno trovasse la finestra chiusa tutto qui. Mi sembrava fossero passati secoli da quando non mi trovavo sola in quella stanza. Così senza nemmeno farci caso i miei pensieri tornarono a lui...
A quella sera in cui l'avevo "conosciuto". Ero brava ad inquadrare le persone, o almeno io è così che credevo. Non parlavo molto in realtà, però mi piaceva osservare le persone e riuscivo a capire quasi tutto di loro limitandomi ai gesti, alle parole ascoltate per caso, al modo di camminare e di interargire...Magari questo poteva sembrare stupido o magari infantile non so, però era così che io capivo le persone. Stranamente avevo cercato di comprendere anche Wiliam...C'era qualcosa in lui di strano e diverso, non solo perchè era un vampiro, c'era qualcosa di più. Il suo sguardo era cupo e triste anche quando sorrideva, ciò mi faceva supporre che avesse sofferto parecchio in passato, una sofferenza però che lo feriva ancora...A volte lo vedevo fissare il vuoto, un vuoto però che doveva essere pieno di ricordi spiacevoli...Chi sa cosa lo faceva soffrire in quel modo. Il suo umore cambiava continuamente...era totalmente instabile. A volte era triste e sofferente, altre orgoglioso e beffardo, altre dolce ed angelico...Avevo buoni motivi per credere che di tanto in tanto ci fosse qualcosa o qualcuno che gli faceva ricordare il suo passato...Ma cosa e chi?! Wiliam parlava poco, un pò come me e probabilmente, come me, anche a lui piaceva osservare. Il suo sguardo era intelligente e profondo. No, non si limentava all'apparenza. Indagava a fondo nelle persone, quasi gli scrutasse l'anima, proprio come era capitato a me il giorno prima. Non lasciava nulla al caso. Era posato, elegante nei movimenti ed estremamente gentile ed accorto. Ecco! I modi di Wiliam non erano i modi di un ragazzo qualunque. Sembrava un nobile, un nobile di un'altra epoca però...In effetti nonostante Wilaim dimostrasse suppergiù la mia età, c'erano diversi motivi per pensare che in realtà ne avesse molti di più...Quanti anni hai Wiliam?! Era spesso in difficoltà, a casua del mio odore lo intuivo! Era qualcosa però che tentava di nascondere, si voltava altrove quando probabilmente diveniva troppo forte per lui, alle volte smetteva addirittura di respirare. Di sicuro dunque era un tipo orgoglioso ed anche fiero, virtuoso. Se lo avessi dovuto collocare in un'epoca precisa, probabilmente avrei scelto il Medioevo...non so perchè. Mi sembrava la figura perfetta del cavaliere...no, del principe. Il portamento in fondo era regale, sembrava danzasse invece di camminare. Il mio opposto insomma...la mia camminata sembrava quella di un elefante. Aveva sempre la testa alta e camminava con disivoltura tra la gente ed anche tra la folla, ciò mi faceva credere che ci fosse abituato. Non so come si delineò nei miei pensieri la figura di un leone ferito...si, Wiliam somigliava proprio ad un leone. Fiero e coraggioso, feroce e pericoloso...eppure gentile e premuroso. Tentava di nascondere il tutto però, probabilmente perchè era stato ferito in malo modo ed ora era diffidente. Era inutile puntualizzare che fosse un ragazzo stupendo fisicamente...i lineamenti erano perfetti! Sembrava un angelo...
Scossi la testa! Erano passate ore da quando mi ero messa a pensare a lui...di nuovo un senso di solitudine mi pervase. Fissai il buio, sperando di ritrovarlo li a guardarmi mentre distesa sul mio letto non facevo altro che pensare a lui...

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Capitolo 25
*** Ventesimo capitolo ***


X Bloody Kamelot: Grazie dell'abbraccio!!^^ E contentissima che ti siano piaciuti i cap^^

X aLbICoCCaCiDa: curiosità accontentata XD beh si Wiliam è strano ed Ale non è da meno ma tra un pò tutto sarà più chiaro^^

 

Ventesimo capitolo:

Scossi la testa! Erano passate ore da quando mi ero messa a pensare a lui...di nuovo un senso di solitudine mi pervase. Fissai il buio, sperando di ritrovarlo li a guardarmi mentre distesa sul mio letto non facevo altro che pensare a lui...
Analizzai il buio in cerca dei suoi occhi dorati, ma non ve n'era traccia...
Eppure non riuscivo a spiegarmi quei pensieri, quelle domande, quelle riflessioni così assurde...Dannata me che cercava di dare una spiegazione a tutto, quando semplicemente potevo abbandonarmi una volta soltanto alla non ricerca di una risposta...
Mi tirai a sedere sul letto. Sorrisi amaramente di me stessa tenendomi la testa fra le mani. Mi mancava la morte...che strana era divenuta la mia vita. Mi alzai e faticosamente mi spinsi verso la cucina per cenare, cercando di tenere spento il cervello almeno per un pò. Mangiai, conversai con i miei tutto come al solito. Mi cambia e mi preparai lo zaino. Poi decisi di andare direttamente a dormire. Come mi sembrava vuota quella stanza senza di lui...poi non so come mi ritrovai di nuovo a leggere quel libro, Twilight e mi sembrava quasi di sentirmi più vicina a lui...Cos'era quel bisogno esagerato di averlo accanto?! Ero divenuta una masochista?! Chiusi il libro che riposi accuratamente sul suo scaffale e mi coricai.
Il mio ultimo pensiero fu per lui.

Un'immenso giardino mi si aprì dinanzi agli occhi. Oltrepassai quei maestosi cancelli di ferro finemente levigato. Seguivo il sentiero un pò incerta, chiedendomi dove mi avrebbe portata. Sentivo il profumo dell'erba appena tagliata e dei fiori primaverili. Cominciavo ad intravedere la figura sfocata di un enorme castello. Sentivo di dovermi dirigere li. Continuavo a camminare. Poi sentii delle risate sempre più vicine, più intense. Una di quelle risate io la conoscevo! Era melodiosa, fantastica, soave...chiusi gli occhi per ascoltarla meglio. Io la conoscevo! Ma non ricordavo di chi potesse essere un suono tanto melodioso. Poi le risate lasciarono il posto anche a dei corpi. Due figure poco distanti da dove mi trovavo si rincorrevano. Si allontanavano e poi si riprendevano. Era una danza a cui non avevo mai assistito. I loro corpi leggeri si intrecciavano e poi si districavano. Le loro risate erano la musica su cui si esibivano. Il giardino era deserto. Io ero l'unica intrusa, ma tanto erano impegnati quei ragazzi che non avevano fatto caso a me. Continuavano a danzare all'ombra di alberi sicuramente secolari dalla singolare bellezza. Un ragazzo ed una fanciulla. Ora le figure erano più vicine. Potevo coglierne i particolari. Lei era una ragazza che avevo già visto...lei era me! Vestita di un abito rosso, con un corpetto che le slanciava la linea già elegante di per se. Un raggio di sole olrepassò i rami colmi di foglie verdissime. Colpì i due ragazzi come un faro su di un palcoscenico...fu spettacolare ciò a cui assistii. La luce sulla pelle pallida di quel giovane creava magnifici giochi di luce, paragonabili solo al medesimo effetto di un diamante colpito dalla stessa luce. Lui non era umano...lui era...d'improvviso la ragazza si voltò dalla mia parte. Quella estrema, anzi perfetta somiglianza con me stessa mi fece sussultare. Sembrava mi guardasse, sembrava vi avesse vista. Il giovane approfittò della distrazione di quella fanciulla per portasela tra le braccia e stringerla forte. Lui l'amava...lei mi guardava ancora. Sembrava non avesse notato le braccia del ragazzo stringersi intorno alla sua vita. Mi sorrise malignamente.
"Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!"
Il cuore mi si strinse in una morsa crudele. Mi mancava l'aria. Il giardino si dissolse. Il vuoto scuro e tetro mi risucchiò. Ma lei era ancora li che mi sorrideva. Il ragazzo ancora stretto alla sua vita. Io non potevo vederne il volto...poi la musica soave delle precedenti risate si trasformò in un gigno malefico. Caddi in ginocchio stringendomi forte le mani al petto, tentando inutilmente di respirare, ma mi era impossibile.
"Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!"

Mi svegliai di soprassalto portandomi immediatamente a sedere. Le mani ancora strette forte al petto, il sudore freddo che mi scendeva giù sugli occhi... Respiravo a fatica. Ancora sentivo quelle parole...
"Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!"
Cominciai a sighiozzare, senza un perchè...Piansi fin quando finalmente la luce del giorno non inondò la stanza ed io meccanicamente mi alzai per andare a scuola.

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Capitolo 26
*** Ventunesimo capitolo ***


X Bloody Kamelot: ihihihi non è ancora il momento giusto XDD

X aLbICoCCaCiDa: si chiama Natalie ed in teoria si, dovrebbe essere morta XDD

Ragazze grazie molte, sono contenta che leggiate tutti i capitoli della mia ff siete gentilissime^^ E spero che questo capitolo vi piaccia anche perchè è il mio preferito XD

 

Ventunesimo capitolo:


"Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!"
Cominciai a sighiozzare, senza un perchè...Piansi fin quando finalmente la luce del giorno non inondò la stanza ed io meccanicamente mi alzai per andare a scuola.
Camminare da sola mi faceva sentire peggio. Inoltre avvertivo stranamente il peso dello zaino sulle spalle...avevo preso la cattiva abitudine di farmelo portare...No! Non dovevo più pensare a lui! Forse aveva deciso di andarsene per sempre! Di lasciarmi in pace finalmente a vivere la mia vita! Ma allora...perchè mi spaventava tanto questa sua probabile decisione?! Perchè...perchè proprio lui...
"Ale!! Ciao!" mi voltai di scatto, era Dalila. Sembrava l'avesse mandata il cielo! Come avevo bisogno di parlare con un'amica, ma non potevo...non avrei mai avuto il coraggio di metterla in pericolo. Era la mia migliore amica...mi si strinse il cuore...
"Ciao..."
"Ehi! Che faccia! Ma che hai fatto? Hai gli occhi rossi..." d'istinto me li coprii con la mano...
"No non è nulla..." -Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!- Sussultai al ricordo di quelle parole, involontariamente cominciai a piangere! Stupida! Stupida ragazzina!!
"Ale! No, che hai? Piccola! Vieni..." mi prese per il braccio libero, mentre io invano cercavo di asciugarmi le lacrime...era così stupido piangere per un brutto sogno, ero proprio una bambina...
Dalila mi portò nel parco dietro la scuola dove andavamo sempre quando volevamo parlare senza essere disturbate e specialmente ascoltate...Forse avrei potuto parlarle comunque, magari potevo tralasciare dei "particolari" e confidarmi con lei...
"Forza! Racconta! Inizia col spiegarmi come mai sei sola, senza la tua guardia del corpo!" sorrisi alle sue parole. Guardia del corpo...in realtà Wiliam attentava alla mia vita, più che difenderla...
"Wiliam stava poco bene...è rimasto a casa..."
"Oh...capisco! Ma nulla di grave spero...perchè sei così triste?"
"No è solo un raffreddore...ma mi manca tutto qui..."
"Ti manca?!"
"Già...mi manca...ed è una cosa stupida..."
"Già...è a casa con il raffreddore non dall'altra parte del mondo..."
"Si...Dalila a te è mai mancato qualcosa o...qualcuno che ti volesse ferire, fare del male?!"
"Ehm...credo di non poter capire.."
"Come potresti...scusa erano cose senza senso! Non so cosa mi sia preso! E' che ho fatto un brutto sogno, tutto qui.."
"Uff! Tu e questi sogni, peggio di una sensitiva! Comunque Ale...se ti manca così tanto "qualcuno", tanto da piangere per lui, beh, io mi domanderei perchè. Quando manca tanto qualcuno, alle volte può darsi che si voglia molto bene a quel qualcuno, forse anche troppo...ma se questo qualcuno è "pericoloso" bisogna andarci piano e capire bene cosa si prova..."
Si voltò e si diresse verso la scuola, la campanella stava per suonare...aveva cercato di essermi d'aiuto, ma in realtà non poteva...io non potevo volere bene a Wiliam, lui mi voleva morta! La segui senza parlare.
La giornata a scuola senza Wiliam passava molto più lenta, le ore mi sembravano secoli...Cercai di stare attenta il più possibile, così da non pensare e soprattuto, così da non guardare il posto vuoto di fianco a me, posto che nessuno aveva osato occupare...nemmeno Dalila.
Finalmente anche l'ultima ora suonò ed io mi sentivo meglio, o almeno era quello che credevo...Raccolsi tutti i libri e presi lo zaino dirigendomi all'uscita. Nessuno mi guardava. Bhe almeno questo era tornato alla normalità. Percossi tutta la strada di corsa, non vi era anima viva. Poi quando ero nei pressi di casa mia decisi di fare una deviazione, la deviazione più stupida della mia vita...Mi diressi di fretta verso la campagna dietro il mio palazzo. Volevo solo accertarmi che Wiliam non fosse tornato tutto qui...
La campagna era vuota e ne fui dispiaciuta...chinai la testa. Stavo per andarmene quando sentii una voce.
"Ehi..." no. non era la voce di Wiliam. La sua era dolce e melodiosa, quella era tozza e rauca. Mi voltai. Un ragazzotto alto e mal vestito stringeva tra le mani una bottiglia di vetro mezza vuota.
"Ehi, ragazzina che ci fai qui tutta sola? Oh, ma guarda! Anche io sono tutto solo soletto...magari ci facciamo compagnia" come si poteva essere ubriachi già a quell'ora...
"Devo andare..." risposi sbrigativa, intenta ad andarmene di li alla svelta.
"Oh...che maleducata ragazzina...ti farò divertire vedrai...su vieni qui" mi si avvicinava barcollando. Allungai il passo...
Lui però cominciò a correre sbandando. Mi ritrovai a scappare con quel ragazzo che non mi mollava. Avevo paura, perchè ero venuta li! Mi raggiunse e prendendomi per un braccio mi scaraventò a terra.
"Avanti principessa, non mi piace correre!" io nel frattempo mi ero rialzata, sentivo delle dolorosissime fitte alla mano, ma non me ne curai...Mi prese per un braccio. Come aveva osato chiamarmi in quel modo! Solo lui poteva, solo il mio vampiro...
"Ora giochiamo un pò!"
"Toglimi le mani di dosso!" cercavo di allontanarlo, ma era sempre più vicino...
"Shh...che buon odore hai..." quelle parole mi fecero sussultare...mi scaraventò contro un albero. Mentre cercavo di rialzarmi lui cominciò a sbottonarsi la camicia. Mi prese per il collo incolladomi vicino all'albero.
"Shh...sarò veloce vedrai." comincia a piangere per la rabbia, scampata ad un vampiro per essere fatta fuori da un pervertito?!
"Se pensi che ti lasci fare ti sbagli..." dissi con l'aria che cominciava a mancarmi. Stava stringendo troppo forte...
"E cosa vorresti farmi ragazzina..." cominciò a ridere...tentai di togliermi quella mano dal collo, ma mi era impossibile.
D'un tratto comincia di nuovo a respirare, cadendo sulle ginocchia.
"Lei nulla...ma sta sicuro che io posso farti molto molto male." mi massaggiavo la gola dolorante. Era lui, era tornato! Wiliam. Gli occhi dorati risplendevano di nuovo sul viso pallido.
"Se vuoi continuare a respirare ti consiglio di dileguarti in meno di un minuto e di non farti più vedere qui! Perchè se ti permetti di sfiorarla un'altra volta soltanto dovrai vedertela con me e non sarà piacevole!" la mano che prima teneva fermo il braccio di quel bastardo si spostò sull'orlo della camicia mezza aperta...
"Mi hai capito bene verme?" lo scaraventò lontano con una naturalezza inaudita, sembrava un pupazzo nelle sue mani. Quello si rialzò dandosela a gambe...
Mi si inginocchiò di fronte. Io continuavo a piangere senza dir nulla...Mi portò le mani alle spalle, era come se volesse abbracciarmi, ma qualcosa lo frenò. Gli occhi di miele si staccarono dal mio viso. Si voltò, il volto contratto dallo sforzo. Stavolta non potevo fare nulla per lui. Il mio cuore era come impazzito. Le gambe mi tremavano. Ero spaventata a morte, riuscivo solo a piangere...Lui strinse più forti le sue mani sulle mie spalle. Il viso ancora voltato e contratto non mi guardava. Era meglio di qualunque abbraccio, di qualunque parola...lo sentivo vicino, come mai avevo sentito nessun altro. Rimanemmo così...si, era meglio di un abbraccio, le sue mani forti sulle mie spalle mi rassicuravano, mi facevano sentire protetta...
Wiliam non lasciarmi mai più...

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Capitolo 27
*** Ventiduesimo capitolo ***


X aLbICoCCaCida: già già!!! ecco qui il continuo cmq!! E oi mai dire mai magari esistono davvero quelli come Wiliam^^ grazie di continuare a leggere la mia storia^^

X Wind: già...ma Wiliam non avrebbe mai permesso che qualcun'altro uccidesse la sua preda XDD grazie anche a te avete molta pasienza per continuare a leggere^^

X Bloody Kamelot: ecco qui il nuovo capito!! Eh grazie davvero^^

 

 

Ventiduesimo capitolo:


Rimanemmo così...si, era meglio di un abbraccio, le sue mani forti sulle mie spalle mi rassicuravano, mi facevano sentire protetta...
Wiliam non lasciarmi mai più...
Continuavo a piangere, eppure ero felice...perchè lui era di nuovo li, con me. Se qualcuno doveva uccidermi, volevo fosse lui...soltanto lui. Lui non mi guardava, riuscivo a malapena a vederlo tra le lacrime...
Ti prego voltati! Guardami, guardami Wiliam...sembrava avesse ascoltato i miei pensieri perchè si voltò verso di me. I suoi occhi di nuovo dentro i miei. Comincia a singhiozzare più forte...
"E' tutto finito...è tutto a posto ora..." soffriva, anche lui...
"Calmati Ale va tutto bene..." strinse ancora più forte le mie spalle...
"Scusami...so che ti da fastidio il mio odore, ma...io non ce la faccio...devo piangere ancora un pò..."
"Piccola..." sorrise teneramente.
"Piccola il tuo odore mi da tutt'altro che fastidio purtroppo...è piacevole, troppo piacevole..." sorrise di nuovo. Poi fece scorrere la mano sulla mia gola, il contatto con la sua pelle gelida mi dava sollievo...
"Che bastardo..." la sua mano cominciò a tremare, era furioso...Tornò a guardarmi dolce come il miele...
"Vieni ti porto a casa, dammi la mano..." ma non appena mi sfiorò la mano avvertii un dolore lancinante, lui se ne accorse.
"Ci sono caduta sopra niente di grave..."
"Da qui..." prese la mia mano tra le sue...
"Per fortuna non è rotta, è soltanto gonfia!" la tenne un pò così fra le sue mani. Che bello! Era come il ghiaccio, nonostante fosse gelido il contatto io sentivo un profondo calore...
"Andiamo..." si caricò sulle spalle lo zaino che avevo perso durabte lo scontro e senza lasciarmi la mano dolorante si diresse verso casa mia.
"Ho paura..." gli dissi, non so nemmeno io perchè. Lui non mi guardò, ma mi rispose. Sorrise...
"Vivi gomito a gomito con un vampiro che sente il bisogno di ucciderti e che stuzzichi continuamente con il tuo profumo ed hai paura di una bastardo qualsiasi?!" sorrisi anche io. Che strana situazione...
"E' diverso...preferisco morire per mano di un vampiro invece che in quel modo..." rabbrividii al ricordo...
"Sei così dolce..." il discorso calò li, mi considerava dolce...
Mi accompagnò fin sul pianerottolo di casa, poi lo vidi dirigersi verso le scale.
"Se vuoi puoi entrare dalla porta..." gli dissi un pò imbarazzata. Lui si limitò a sorridermi.
"Ci vediamo in stanza..."

Parla Wiliam:


Feci le scale con tutta la calma possibile...avevo bisogno di pensare e di riprendermi...Io avrei voluto ucciderlo! Se lo sarebbe meritato! Nessuno all'infuori di me doveva osare toccarla...
Era così dannatamente dolce...così stupida e fragile che ogni volta avvertivo il desiderio di proteggerla. Per fortuna il suo odore era un camapnello di allarme. Ero a pochi chilometri da casa sua quando all'improvviso il suo profumo si era fatto intenso. Avevo cominciato a correre per raggiungerla al più presto, perchè sicuramente doveva esserci qualcosa che la stava spaventando. Era difficile starle vicino però quando era in quello stato, specialmente dopo un giorno e mezzo di disintossicazione...Per fortuna però ero giunto in tempo. Avrei voluto stringerla forte e rassicurarla...ma il suo profumo era troppo forte. Avevo avuto di nuovo paura di cedere all'istinto. Se non avevo ucciso quel bastardo era stato solo per non turbarla ulteriormente...in realtà forse volevo solo che non avesse paura di me. Doveva lasciarla perdere lei non meritava tutto questo...dovevo uscire dalla sua vita per sempre! Allora perchè senza nemmeno accorgermene ero già fuori dalla sua finestra?!


Parla Ale:

Aprii la porta con le mie chiavi che non usavo mai. Non volevo che mia madre mi vedesse in quello stato ed avevo voglia di stare un pò da sola.
"Sono a casa..." mi limitai a questo e corsi verso la mia stanza chiudendomi la porta alle spalle. Raggiunsi la finestra, Wiliam era li. Mi vide ed entrò. Qualcosa era cambiato in me, qualcosa di importante. Dalila aveva ragione...io ero incondizionatamente innamorata di lui...
-Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!-

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Capitolo 28
*** Ventitreesimo capitolo ***


Ciao a tutti!!!!! Scusate il ritardo ma purtroppo l'estate si fa sentire ed io ho fatto un paio di scappatelle al mare XDD ma eccomi qui e per farmi perdonare vi metto due cap^^

X aLbICoCCaCiDa: ihihihi sono contenta ti sia piaciuto, si infondo wiliam dietro l'aria da duro è dolce^^

X claxi12cullen: ciao benvenuta! Sono onorata che tra tante storie proprio la mia ti abbia colpito^^ e ti ringrazio tantissimo per i complimenti mi danno una gioia infinita davvero perche io amo scrivere e farei davvero questo per tutta la vita! Per quanto riguarda i brutti commenti, beh c'è da imparare anche da quelli, quindi ben vengano! Intanto gioisco dei bei commenti che mi fate e spero che continuerai a leggere la mia storia e che continui a piacerti^^

X Lallix: ciao ben tornata!! Ecco qui l'aggiornamento! XD grazie mille e spero ti piaccia il seguito!

X BloodyKamelot: XD grazie sei sempre gentilissima^^

 

 

 

Ventitreesimo capitolo:

Qualcosa era cambiato in me, qualcosa di importante. Dalila aveva ragione...io ero incondizionatamente innamorata di lui...
-Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!-

Mi sorrise lievemente e richiuse la finestra alle sue spalle. Io mi voltai verso le specchio...gli occhi erano rossi e gonfi, sulla gola avevo dei segni violacei...la mano aveva ricominciato a farmi un male cane...Stavo per rimettermi a piangere quando sentii la mano di Wiliam sulla spalla.
"Non devi più pensarci! Nessuno oserà più toccarti...ti do la mia parola...se ti fidi..."
"...Voglio fidarmi...vado a farmi una doccia...FREDDA! Così mi rinfresco un pò le idee!!!" sorrisi...in realtà era una cosa che facevo spesso quando ero a terra e quando avevo voglia di piangere...cercavo di risollevarmi! In realtà però non riuscivo a dimenticare quello che sarebbe potuto succedermi se Wiliam non mi avesse salvata...gli dovevo la vita!
"Ti aspetto" mi sorrise ed io andai a farmi quella doccia...tornando in camera presi del ghiaccio per la mano e avvertii mia madre che non avevo voglia di cenare e che nonostante fossero le sei del pomeriggio sarei andata a dormire...le dissi che ero stanca semplicemente. Feci attenzione ad evitare che scoprisse i segni di ciò che era accaduto...volevo dimenticare! Quandi tornai nella mia stanza Wiliam era appoggiato alla mia scrivania ed aveva tra le mani il mio diario...
"Domani non abbiamo scuola?" era così ingenua la sua espressione, ero sicura di non averlo mai visto così...
"No! C'è assemblea..." da ingenua la sua espressione si fece dubbiosa...Probabilmente non aveva mai sentito parlare di assemblee scolastiche...
"Dobbiamo andare a scuola e ascoltare qualche stupido che ci elencherà una serie di stupidità...in realtà faremo finta di ascoltare fin quando non sarà tutto finito e potremo tornare a casa!"
"Oh...sembra divertente..." non mi sembrava convinto, mi fece sorridere!
"Domani è sabato?" mi chiese d'un tratto.
"Beh...si! Perchè?"
"Doveva vanno le ragazze come te il sabato?" era incredibilmente serio...
"Io personalmente sto a casa...di tanto in tanto uscivo con Dalila, ma lei è fidanzata da un pò e quindi...mi riposo a casa!"
"Allettante idea...mi sa che dovrai rinunciare al tuo riposo domani...ora però mettiti a letto! Dormici un bel pò su questa brutta giornata..."
"Io volevo ringraziarti...io non so cosa avrei fatto...io..." tornai a coprirmi gli occhi con il braccio, non volevo mi vedesse ancora piangere...
Me lo ritrovai davanti immediatamente...mi prese il braccio.
"Perchè ti nascondi quando soffri...non devi ringraziarmi, io non lo merito..." la sua espressione si fece triste...
"Se vuoi piangere fallo...ti offrirei la mia spalla, ma quando piangi il tuo cuore va a mille..." sorrise.
"Ma posso fare questo..." con le dita raccolse una ad una le mie lacrime...ne cadevano a centinai, ma lui le raccolse tutte. Una ad una...finchè non si esaurirono.
"Ora riposati..." ubbidii. Ad ogni suo gesto sentivo il mio amore crescere a
dismisura...
Mi addormentai immediatamente. Fu, però un sonno tormentato...
Diverse immagini si susseguirono nei miei sogni quella notte. Diverse parole si sovrapponevano...ma avevano tutte qualcosa in comune. Il dolore e la sofferenza...
Non sarà mai tuo...vieni qui ci divertiremo...mi apparterrà per l'eternità...hai un buon odore...principessa...fammi un pò di compagnia...lui mi apparterrà per sempre...
Ero stretta in un vortice scuro che mi risucchiava sempre più in basso allontanandomi dalla luce...seguenze di immagini senza senso si susseguivano. Quella ragazza dall'abito rosso indentica a me...quel ragazzo di cui non riuscivo a vedere il volto...il ragazzo che mi aveva aggredita...
Poi tutto si calmò. Ero in una galleria buia, una galleria di pietra. Scorsi in lontananza la flebile luce di una fiaccola...la segui. Più mi avvicinavo, più sembrava che la luce si allontanasse...All'improvviso tutto fu inondato dalla luce. Non ero più in una galleria. Ero dinanzi quella che sembrava un'antica prigione. Non c'era nessuno, erano deserte. Ma delle sbarre erano piegate abbastanza da permettere anche a me di entrarvi...Sentii delle urla, mi voltai di scatto. Instintivamente seguii quelle urla su per delle ripidi scale. Ero in un ampio salone di una castello vezzosamente ornato. Salii un'altra rampa di scale ricoperta con un ampio tappeto rosso. Inciampai. Mi rialzai, ripresi a correre. Le urla erano più intense. Spalancai la porta di un'ampia stanza. Una ragazza era distesa sul pavimento, il volto segnato dalla paura e dal pallore. Un ragazzo in piedi dinanzi a lei. Erano ragazzi che avevo già visto...erano i ragazzi che danzavano nel mio sogno precedente. Cercai di spostarmi verso quel ragazzo, ma non riuscivo a muovermi...
"Come hai potuto..." la voce di quel giovane mi era familiare, ma come il sogno precedente non riuscivo ad identificarla...
"Io...io..." la ragazza ansimava, impaurita. Lui le si avvicinò. Poi si inginocchiò a terra di fronte a lei.
"Come hai potuto...fare questo proprio a me!" la voce del giovane tremava, un ringhio feroce si espanse in tutta la stanza. Mi sembrava impossibile, ma pareva provenisse proprio da quel ragazzo. Il giovane avvicinò il viso a quello della fanciulla, poi si spostò sul suo collo. I denti appuntiti scintillavano sotto i raggi della luna. Ma mentre il volto della ragazza mi appariva nitido e chiaro, mi era impossibile scrogere quello del giovane. I denti affilati erano a pochi millimetri dal collo della fanciulla. Ma quando sembrava che i denti fossero poggiati sul collo tenero della giovane, il ragazzo si voltò di scatto prendendo la fanciulla per i capelli e baciandola con foga. Era un bacio senza amore...carico di odio, di ripugnanza, di sofferenza...era il bacio di un amore spezzato nel peggior modo possibile. Dopo di che il giovane si diresse alla finestra e scomparve nel buio della notte. La ragazza si voltò verso di me. Il viso ancora pallido, il trucco sfatto dalle lacrime che le rigavano il volto, lacrime di terrore. Lunghe linee nere le rigavano le gote perfette. Il rossetto sbavato da quel bacio assurdo...
"Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!" mi disse sorridendo nuovamente come nel sogno precedente...
Mi svegliai di soprassalto, portandomi a sedere. Affannavo, sentivo di nuovo le lacrime scendermi giù per le guance...

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Capitolo 29
*** Ventiquattresimo capitolo ***


Ventiquattresimo capitolo:


"Non sarà mai tuo...lui mi apparterrà per sempre, per l'eternità!" mi disse sorridendo nuovamente come nel sogno precedente...
Mi svegliai di soprassalto, portandomi a sedere. Affannavo, sentivo di nuovo le lacrime scendermi giù per le guance...
Wiliam mosse un passo verso di me, ma poi si fermò immobile. Il viso nuovamente contratto, lo sguardo concentrato e fisso su di me.
"Tutto bene?" No! Non andava bene...chie era quel ragazzo?! Chi era quella fanciulla che mi tormentava?!
"Si..." mi asciugai le lacrime strofinando il viso con il braccio...cercai di calmarmi. Wiliam si avvicinò al letto, cauto e lento.
"Era solo un incobo..." tentai di sdrammatizzare, non so perchè leggevo la preoccupazione sul suo volto...
"Sei incredibilmente pallida..." si inginocchiò di lato al letto, asciugandomi un ultima lacrima che mi rigava il viso...
"E' tutto a posto davvero..." mi coprii il volto e lui invece mi spostò le mani guardandomi dritta negli occhi. Mi voltai altrove, non ce la facevo a reggere il suo sguardo in quel momento.
"Ecco, ora va meglio!" ammise quasi soddisfatto sorridendomi.
"Hai ripreso il tuo colorito! Il tuo viso è di nuovo rosso d'imbarazzo!" stava a fatica così vicino a me e mi chiedevo perchè lo facesse. Wiliam era così strano...
"Che ore sono?" domandai per aggirare il discorso.
"Sono le sei!"
"Ho dormito per tutto questo tempo..." erano ben 12 ore...
"Alle volte ho creduto che fossi sveglia, hai parlato molto..." oh no...
"Uhm...cosa ho detto di preciso?"
"Niente di compromettente!"
"...non ho più sonno ora però..." in realtà avevo solo una gran paura di avere un altro incubo...
"Cosa vorresti fare?" non mi piaceva il tono che aveva utilizzato...era tornato beffardo!
"Non lo so...perchè non mi racconti qualcosa di te?" il suo viso si fece scuro, mi pentii di avergli posto quella domanda...
"Scusa...sono ancora assonnata..."
"Cosa vuoi sapere..." tornò a farmi quel sorriso maledettamente dolce e sofferente...c'erano domande che mi urlavano di essere poste, ma non mi andava di indagare nel suo passato. Sentivo che gli avrebbe fatto male ricordare...mi buttai sul "classico".
"Come...come sei diventato...come sei diventato..."
"Un vampiro?!"
"Si..."
"E' una lunga storia..." incrociò le braccia sul letto e poi vi appoggiò il capo, i suoi occhi scintillavano nella stanza buia come topazi...
"La conoscono in pochi...anzi pochissimi..." di nuovo i suoi occhi si fecero tremendamente sofferenti...
"E' successo molto tempo fa, ricordo poco quanto nulla. Ero un principe di un piccolo regno...mio padre era molto anziano ed io ero il primogenito. Fui educato così da poterlo sostituire. Ricordo che era un gran re amato e rispettato dal popolo. Io avevo paura di non poter mai rimpiazzare la sua figura. Parlavamo poco...ma lui credeva in me. Tanto che un giorno mi portò con lui su un fronte di guerra. Doveva essere una battaglia semplice...non fu così. I nostri nemici si mostrarono più furbi del previsto. Ci tesero una trappola. Mio padre perse la vita per primo..." lo ascoltavo senza intteromperlo, ma sentivo le lacrime scendermi giù sulle guance. Era diventato così semplice piangere in quei giorni...
" Eravamo un contigente piccolo, le guardie reali furono prese alla sprovvista ed uccise barbaramente una ad una. Ricordo di aver lottato a lungo...poi ho un vuoto. Quando mi sono ripreso, qualcosa era cambiato in me...per tre giorni fui sicuro di trovarmi all'inferno. Sentivo il corpo bruciare, ma non vedevo le fiamme. Dopo di che capii di aver subito una trasformazione...non so a chi sia dovuta...capii che ero davvero all'inferno. Per i primi periodi riuscii ad ascoltare solo gli istinti...poi conobbi un uomo. Mi insegnò a sentirmi meno mostro e per quanto mi fosse possibile, a vivere rispettabilmente. Fu difficile all'inizio...la sete era insaziabile, la sofferenza atroce. Ma poi mi abituai ad un stile di vita "vegetariano" sorrise amaramente.
"Deve essere stato difficile..."
"Un pò...vivere per tutta l'eternità non è una passeggiata. Il mondo cambia, si evolve e tu devi adattarti. Anche quando ti sembra impossibile...poi però ti accorgi che cambiano i paesaggi, cambiano le epoche, ma gli uomini restano sempre gli stessi...esseri egoisti e meschini." rabbrividii per il tono di voce che utilizzò. C'era qualcosa nel passato di Wiliam che lo tormentava, avrei voluto saperne di più. Ma sentivo che non era il momento. Era come un leone ferito, dovevo guadagnarmi la sua fiducia. Lo sentivo molto più vicino, era molto più umano di quanto pensassi...Si era perso nei suoi pensieri ed io rimasi buona e muta ad osservarlo. Era così...così...era un angelo senza difetti. I suoi occhi erano tristi e cupi. Avrei voluto aleviare quel dolore, ma sapevo di non poter far nulla e mi faceva male. Sentivo che il suo dolore ora faceva parte anche di me...

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Capitolo 30
*** Venticinquesimo capitolo ***


X BloodyKamelot: grazie XD anche questa volta posto due cap allora XD

X Wind: grazie davvero!!

X aLbICoCCaCiDa: ecco qui il continuo anche questa volta due cap! e grazie come sempre di commentare^^

 

Venticinquesimo capitolo:


Era così...così...era un angelo senza difetti. I suoi occhi erano tristi e cupi. Avrei voluto alleviare quel dolore, ma sapevo di non poter far nulla e mi faceva male. Sentivo che il suo dolore ora faceva parte anche di me...
Si voltò dalla mia parte come per accettarsi di qualcosa che non capii...
"E tu...cosa mi dici del tuo breve passato?"
"Non è tanto breve...ho quasi 18 anni..." chi sa lui quanti anni aveva. Era un principe...lo avevo sospettato...
Lui sorrire.
"Beh...non ho un gran che da raccontare. Sono una ragazza comune. La mia vita è la vita comune ed insulsa di qualsiasi essere umano. Non c'è nulla di speciale in me e così come nella mia vita...insomma sono una qualunque."
"Una piccola stella in un firmamento infinito e pieno di altre stelle..."
"Così suona meglio..."
"Dovresti accorgerti della luce che emani prima di giudicarti. Ci sono stelle per cui vale la pena di stare con il naso all'in su per tutta la notte pur di poterle ammirare...e stelle che invece non si distingueranno mai dalle altre." mi lasciò senza parole...il cuore mi perse qualche battito.
Era un momento che avrei desiderato non finisse mai. I suoi occhi dentro i miei...mi ci sarei persa nel suo sguardo...
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
Erano le sette e la sveglia suonò facendomi sobbalzare. Lui sorrise e la spense.
"E' il caso che tu vada a vestirti!"
"Già..." di malavoglia uscii dal letto e mi diressi ad aprire la finestra. Era una stupenda giornata di sole. Mi voltai per uscire dalla stanza quando vidi il viso di Wiliam contorto in una strana espressione. Certo! Il sole!
"Che scusa hai inventato a scuola per giustificare la mia assenza?"
"Ho detto che stavi poco bene..."
"Dovresti tenermi il gioco per un altro giorno..." fu in quel momento che cominciai ad odiare il sole e preferire le giornate umide e nuvolose.
"Puoi rimanere qui...io mi libererò in fretta allora..."
"Come posso lasciarti andare per strada tutta sola, quando ieri per poco non ti facevi fare fuori...ti starò intorno." andai a vestirmi. Il tono della sua voce intimava chiaramente che non vi si poteva opporre.
Mi lavai e vestii in fretta e tornai in stanza per prendere lo zaino. Senza una parola, appena Wiliam mi vide mi sorrise e si diresse alla finestra, io alla porta. Per strada non lo vidi nemmeno una volta eppure avvertivo il suo sguardo su di me. L'assemblea durò poco, ma a me sembrò non finire mai. Era incredibile come la presenza di Wiliam fosse diventato un biosgno primario per me. Io che nell'amore avevo sempre creduto, mi meravigliavo che potesse provocare certe sensazioni. Stavo male quando lui non mi era al fianco. Mi sentivo sola ed inutile. Io avevo bisogno di lui...bisogno come l'aria, come l'ossigeno. Possibile che fosse divenuto così importante per me, qualcuno che era entrato nella mia vita per uccidermi?! Non ascoltai per nulla l'assemblea e ne fui lieta quando finalmente fu sciolta. Mi diressi quasi di corsa a casa. Lo ritrovai nella mia stanza. Sentivo di aver ricominciato a respirare.

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Capitolo 31
*** Ventiseiesimo capitolo ***


Ventiseiesimo capitolo:


Mi diressi quasi di corsa a casa. Lo ritrovai nella mia stanza. Sentivo di aver ricominciato a respirare.
Cos'è l'amore? Me lo chiedevo in continuazione mentre fingevo di studiare sotto lo sguardo vigile di Wiliam. Di tanto in tanto lo spiavo, o almeno ne spiavo l'immagine riflessa nello specchio. Era così impertubabile, ora cupo perso anche lui nei suoi pensieri, mentre di tanto in tanto guardava fuori dalla finestra. Era come se cercasse qualcosa...ma cosa? Una volta mi aveva detto Sto cercando un senso... ma un senso a cosa?! Non avevo il coraggio di parlargli ne di fargli ulteriori domande...vedevo la sofferenza nei suoi occhi quando si accennava al passato. Perchè ricordaglielo se palesemente aveva tanta voglia di dimenticarlo?!
Cos'è l'amore...un tempo avrei detto sentire il cuore che batte a mille, sentire le farfalle nello stomaco...No, non era così. Amore per me in quel momento significava vedersi strappata il cuore e l'anima ed essere fiera di offrirli entrambi su di un piatto d'argento ad un vampiro che voleva il mio sangue. Sentivo di non aver più paura di lui e cominciai a chiedermi se mai ne avessi avuta davvero...giocherellavo intanto con la matita. Me lo ritrovai alle spalle con il solito sorriso beffardo quando instintivamente mi voltai nuovamente verso lo specchietto che tenevo sulla scrivania. Sussultai. Lui sorrise divertito. Cominciavo a pensare che ci provasse gusto a spaventarmi, ma sorrisi a questa eventualità, abbindolata come al solito da quel suo sorrisetto intrigante.
"Ricordi ciò che ti ho detto ieri..." mi venne un vuoto, dovuto no alla memoria ma al fatto che avesse poggiato il mento sulla mia spalla e che mi stesse parlando fissandomi nello specchio.
"Non sarebbe stato un sabato come gli altri...tra poco il sole tramonterà. Fammi vedere cosa fanno i ragazzi della tua età per divertirsi..." si alzò di scatto, come al solito quello era un comando che andava rispettato. Non quella volta!!
Mi alzai in piedi. Fissandolo negli occhi come mai avevo fatto, ma me ne pentii immediatamente, perchè il suo sguardo mi sciolse parte del coraggio di cui mi ero animata.
"Mi stai chiedendo di portarti in posti strapieni di gente accaldata...ma non avevi già mangiato?" sorrise fragorosamente.
Poi tornò serio, ma il sorriso gli si leggeva ancora negli occhi. Mi si avvicinò lento, quasi superandomi dirigendosi verso la finestra, ebbi infatti l'impressione che volesse andarsene. Poi però mi sussurrò...
"E' solo il tuo sangue che mi da alla testa, avresti dovuto capirlo da un pò. Non toccherei mai un essere umano all'infuori di te, ho anni di esperienza a controllare il mio istinto alle spalle...sei solo tu che mi fai perdere la testa..." in altre circostanze avrei forse gradito quelle parole, ma l'essere considerata una buona qualità di carne non mi rendeva euforica...eppure il fatto di essere speciale almeno in quello per lui mi aveva fatto perdere quell'abozzo di fastidio dovuto alle sue parole.
Si allontanò da me fissandomi ora da lontano come per darmi il tempo per riflettere...
"Dove vuoi che ti porti?"
"Tu dove andresti?" giocava sporco...
"Rimarrei qui..."
"Grande e grossa e poi hai paura del mondo...perchè?" quella domanda mi ferì come una lama affilata. No! Io non avevo paura del mondo!! Io...sentii avvampare le guance. E stavolta non feci nulla per calmarmi...se lo era meritato. Anche se pensandoci bene, stuzzicarlo in quel modo avrebbe fatto più male me che a lui...
Era vero. Io temevo il mondo. Io ne ero spaventata a morte...più di quanto potesse spaventarmi un vampiro dagli occhi color topazio piombato in casa a mia per bere il mio sangue e che invece mi aveva rubato il cuore...
Era una cosa che non ammettevo nemmeno con me stessa. Mi sentivo stupida per quella paura...ma la folla, le persone, mi spaventavano. Perchè in realtà mi sentivo tremendamente indifesa. Avevo provato a costruire una barriera intorno a me per difendermi, ma in realtà era possibile entrarci da ogni punto. Avevo il bisogno di difendermi sempre e ovunque. Avevo tremendamente paura di soffrire quello era il punto. Per questo inconsciamente evitavo di mettermi in gioco e mi circondavo di pochissimi amici che riuscivano a comprendermi e di cui mi fidavo. Aveva colpito nel segno...di colpo la barriera fasulla era caduta in miliardi di cocci...
Abbassai lo sguardo.
"Vado a prepararmi e ti porto a fare un giro..." gli risposi con la voce strozzata. A testa china come un animale braccato mi diressi verso l'uscita della stanza, ma sentivo che lui aveva fisso lo sguardo su di me. Mi preparai alla svelta...se quello era un appuntamento, il mio primo appuntamento, sarebbe stato il peggiore di tutta la vita...non riuscivo però ad essere infuriata con lui. Forse perchè non ce n'era motivo...Perchè avevo paura del mondo? Come potevo rispondergli se nemmeno io ne conoscevo il motivo...Aprii il mio mobiletto, dovevo avevo trucco e profumi vari...lo richiusi quasi immediatamente. Io ed il trucco non eravamo mai andati molto d'accordo e non mi andava di farmi vedere da lui con il viso impastricciato...perchè è così che gli sarei apparsa, ero negata in quel tipo di cose. Meglio al naturale...per il profumo, sembrava già apprezzare quello che non potevo coprire in nessun modo, dunque era inutile. Non potevo crederci...stavo pensando a cosa sarebbe potuto piacergli?! Dove mi avrebbe portato quell'insulso sentimento...
Quando entrai nella stanza lui era con la schiena rivolta alla finestra.
"Dico ai miei che esco...ci vediamo giù..." dissi schiva e stavo tornando in corridoio quando mi sentii afferrare per il polso...

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Capitolo 32
*** Ventisettesimo capitolo ***


X Kimly: ciao!! benvenuta XD ecco il continuo spero ti piaccia!! Quandosi baciano? beh non saprei XD però penso che lo scoprirai leggendo!!

X BloodyKamelot: Wow sei proprio una fan sfegatata di Wiliam XD mi fa piacere!!!

X claxi12cullen: Grazie mille clara! Per la storia di Wiliam e quella ragazza, beh verrà fuori tutto prima o poi! In fondo se la raccontassi subito ne rimarreste deluse XD Cmq il mio nome è Alessandra!!! E spero che anche questo capitolo ti piaccia e che continuerai a leggere^^

X aLbICoCCaCiDa: si ale ha una gran paura, sia perchè è un'imbranata cronica che ha paura dell'amore, sia perchè ora è innamorata di un vampiro ed è convinta che alla fine ci soffrirà...

 

Ventisettesimo capitolo


"Dico ai miei che esco...ci vediamo giù..." dissi schiva e stavo tornando in corridoio quando mi sentii afferrare per il polso...
La presa gelida e forte di un vampiro che mi devastava l'anima...
"Mi dispiace..." non mi voltai per ascoltarlo. In realtà non volevo mi vedesse piangere come una stupida per quelle scuse. Non volevo capisse che mi stavo illudendo che anche a lui importasse qualcosa di me...erano illussioni che era giusto tenessi per me. La stretta si allentò...lo sentii sparire al di la della finestra. Rimasi li ancora un pò strofinandomi il polso, aveva stretto un pò troppo forte.
Scesi le scale veloce e decisa a mettere da parte tutto ciò che era accaduto. Ci saremmo divertiti...in qualche modo! Il leone e l'agnello, la preda ed il cacciatore avrebbero messo da parte la propria natura per passare un sabato insieme...
Appena lo vidi nei pressi del cancelletto del parco gli dedicai un immenso sorriso. Era il mio modo per dirgli tutto ciò di cui non avrei mai avuto il coraggio. Era il mio modo per dirgli che non me l'ero presa, o almeno che mi era passata...Lui rispose con il suo solito sorrisetto che mi faceva andare su di giri. Mi fermai un attimo, uno soltanto per ammirare l'opera d'arte che la natura mi aveva posto davanti. Un giovane alto dai capelli corvini al vento, dalla pelle incredibilmente pallida e dagli occhi color topazio vivo, con un sorriso magnifico dedicato a me...Lo raggiunsi.
"Prego! Questa sera ammirerà tutti i posti dove ragazzini adolescenti con gli ormoni impazziti amano divertirsi e fare baldoria!" gli indicai la strada dinanzi a noi.
"Ne parli come se non ne facessi parte anche tu..." disse sorridendo e precedendomi, tanto che di nuovo mi ritrovai a corrergli dietro...
"Mi consodero matura abbastanza da essere fuori dalla fascia adolescenziale!"
"Forse lo sei davvero..." furono le utlime parole che ci dicemmo. Il sole ormai aveva lasciato il posto alla sera, e nelle tenebre l'umana e il vampiro passeggiavano l'uno al fianco dell'altra.
Casa mia non era molto lontana dal centro, ben presto ci trovammo sulla strada principale e si cominciò ad avvistare la folla divisa nei soliti gruppetti che a volte si fermavano a parlottare tra loro ed altre volte si univano a formare un gruppo più grande. La città dive abitavo non era grande e c'era ben poco per divertirsi...i ragazzi della mia età amavano passare le loro serata a passeggio tra un bar e l'altro e di tanto in tanto sostavano in un pub per rifocillarsi. Era una noia mortale...ma se Wiliam voleva vedere questo chi ero io per impedirglielo.
"Ecco prima tappa! La città qui è piccola ed i ragazzi stanno tutto il sabato fuori ad un bar, unica attrazione che ci offre il nostro paese! Questo è il primo..." lui guardava senza rispondere. Ed io mi divertivo a fargli da Cicerone spiegandogli di tanto in tanto qualcosa sulle "nostre usanze". Lui rimaneva sempre in silenzio, sorridendo di tanto in tanto. Mai avevo parlato così tanto in vita mia...ben presto le cose da vedere si esaurirono o si esaurì la mia fantasia per mostrarglielo non ne ho idea. Fatto sta che ci ritrovammo entrambi in silenzio ad aspettare che al semaforo scattasse il verde. Una signora anziana mi si parò di fianco sorridendomi ed io risposi cordiale a quel saluto. Poi però vidi il suo viso indurirsi e spaventarsi alla vista di Wiliam. Li su due piedi non ne compresi il motivo. Ormai il verde era scattato e quindi attraversai la strada con ad un fianco l'anziana signora ed all'altro Wiliam. Avvertivo qualcosa di strano nell'aria, una tensione più o meno forte che almeno a me sembrava infondata. La signora non mi staccava gli occhi di dosso e di tanto intanto rivolgeva occhiate dure a Wiliam. Poi mi si pose davanti sbarrandomi la strada.
"Cammini con la morte bambina mia..." non era una domanda, ma una dura constatazione. Sobbalzai. Wiliam mi si fermo di fianco. Ero sicura di non conoscere quella signora, anche se il suo viso esprimeva un non so che di mistico...Solo ora notavo che era vestita in modo strambo con abiti di seta svolazzanti di innumerevoli colori diversi. Collane ed orecchini d'oro erano posti in bella vista. Sembrava una di quelle zinghere della tv, quelle che si sfacciavano per cartomanti e dicevano di poter leggere il futuro. Che cosa sciocca...come si può leggere qualcosa che è in continuo cambiamento?!
"Non conosci il tuo passato...lui non potrà darti ciò che disperatamente cerchi. Può solo trovarti gradevole, poi però ti divorerà l'anima..."
Sentivo i brividi corrermi giù veloci per la schiena. Come faceva a sapere di Wiliam...Lo sguardo di quella donna prima dolce e riflessivo si fece duro ed accusatore. Ero circondata da gente strana, sicuramente quella donna aveva qualche rotella fuori posto...In realtà non mi importava ciò che aveva detto. Sentivo Wiliam immobile al mio fianco. Mi voltai a guardarlo. I suoi occhi erano fissi su quella donna, totalmente inespressivi. Come potevo resistere alla morte se era così dannatamente dolce? Chinai la testa e presi la mano gelida di Wiliam, strinsi forte. Lo sentii voltarsi di scatto verso di me...Non mi importava cosa stesse pensando. Proseguii per la mia strada, la mano di Wiliam ancora nella mia. Strinse anche lui e fu come se il mondo si annullasse nel buio più totale. Non c'era più niente, non c'era più nessuno. Eravamo solo noi due e non c'erano limiti. Non c'erano ragazze dal profumo allettante e non c'erano vampiri dannatamente affascinanti. C'eravamo solo noi due e non c'era alcuna differenza. Le nostre mani combaciavano perfettamente...

p.s ho dimenticato di ringraziare Wind! Grazie grazie grazie^^

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Capitolo 33
*** Ventottesimo capitolo ***


X aLbICoCCaCiDa: si si sembra abbia azzeccato XD eh comunque di nulla! era davvero molto carina quindi non potevo fare a meno di recensire!!

X Kimly: grazie davvero! Buone vacanze! Cmq non preoccuparti al ritorno troverai tutti i cap!!!

X Lallix: non preoccuparti davvero! Beh tutte le signore anziane sanno sempre qualcosa in più, si sarà accorta degli occhi di Wiliam XD o avrà letto Twilight anche lei chi lo sa XD Ma tutte le risposte verrano a galla è una promessa, prima o poi tutto verrà a galla XD

X BloodyKamelot: grazie davvero! Mi fa piacere che vi sembrino dolci i ragazzi XD e sono molto contenta che leggiate sempre^^ mi sento onorata! Spero che anche questo capitolo ti piccia^^ grazie!!

GRAZIE A TUTTE!!!

Ventottesimo capitolo:


C'eravamo solo noi due e non c'era alcuna differenza. Le nostre mani combaciavano perfettamente...
Camminavo mano nella mano con la morte fredde e gelida più della neve, e non mi importava. L'idea di lasciargli la mano non mi passò nemmeno lievemente per la testa...Quella donna aveva detto che mi avrebbe divorato l'anima. Si forse sarebbe stato così e non mi importava nemmeno quello. Non mi importava che lui fosse un vampiro, che fosse venuto per uccidermi, per torturarmi...Non mi importava se quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita e che dovevo sottostare ai suoi capricci. Non mi importava! Perchè ormai anche un minuto in sua presenza era come vivere un'esistenza intera. Mi faceva stare bene e al diavolo il resto.
Se la vita ti regala un sogno che supera ogni tua aspettativa, non è giusto lamentarsi se alla fine poi finisce...
E sarebbe stato così anche per me. Avrei vissuto quel sogno senza più preoccuparmi del domani e quando tutto sarebbe giunto alla fine (ogni cosa vi era inevitabilmente destinata...) avrei ringraziato di quei momenti passati con lui, quei momenti come quello in cui mi sentivo al di sopra di tutto, al di sopra della mia vita stessa. Mi sarei goduta ognuno di quei momenti, ognuno di quegli episodi che lui avrebbe deciso di concedermi senza lamentarmi mai, senza richiedere nulla in cambio. Ero consapevole dei miei sentimenti assurdi e ne ero fiera, perchè per la prima volta io sentivo di amare davvero. Potevo ora dire di aver provato tutto nella mia insulsa vita...tutto il resto sarebbe stato superfluo. Potevo andarmene anche in quel preciso istante, ormai avevo raggiunto l'obbiettivo che mi ero prefissata da tempo. Amare...amare disperatamente anche al punto di annullare se stessi, ed io avevo annulato me stessa. Quasi apprezzavo il momento in cui mi avrebbe morsa ed uccisa...saremmo stati così vicini ed inevitabilmente una parte di me sarebbe stata sempre con lui. Il mio sangue non l'avrebbe abbondanato...

Parla Wiliam:

Mi stringeva la mano ed era una così così naturale per me che quasi ne fui spaventato. Non sfuggii alla sua stretta. Il calore della sua pelle mi prvacava strane sensazioni e portava alla luce lontani ricordi...Momenti in cui la pelle calda di un' altra donna era stata tanto vicina alla mia...Ma misi da parte quei ricordi. Sentivo di poter superare il passato...ora potevo. Sentivo che l'attrazione verso quella ragazzina non era più soltanto carnale, non riguardava più soltanto il suo sangue, era divenuta qualcosa di più forte, di più solido. Qualcosa a cui per paura non diedi un nome...qualcosa che ora avrebbe segnato davvero la sua fine. Con il capo chino avanzava veloce tra la gente, assorta nei suoi pensieri che avrei voluto conoscere. Il viso a volte pallido, a volto rosso, mi suggeriva che emozioni contrastanti la colpivano in quel momento. A cosa pensi ragazzina? A come sarà quando mi avventerò su di te per morderti? Forse non è il caso di pensarci...perchè più ti comporti così, più sento la mia forza abbandonarmi e si accende in me il desiderio di non abbandonarti...è questo è peggio della morte per te! Sentivo che Natalie ora era un ricordo lontano, un dolce e crudele ricordo di un tempo passato a cui mi stavo rassegnando. Sentivo che quella ragazzina possedeva uno strano potere e ascendente su di me...lei era capace di lenire il mio dolore. Era capace di non farmi sentire un mostro, ma un incredibile egoista...avrei dovuto abbandonarla. Eppure qualcosa mi legava indissolubilmente a lei...
Quella donna forse si sbagliava, non era mia intenzione divorarle l'anima, forse potevo preservarla. O mi ullidevo di farlo...non diedi un nome a quel sentimento. Avevo paura...più per lei che per me.


Parla Ale:

Quando riportai gli occhi alla strada non sapevo neppure dove avessi condotto il vampiro. La sicurezza della sua mano ancora nella mia mi fece ritornare con i piedi per terra. Fu la sua voce però a scuotermi dal torpore dei miei pensieri.
"Dovresti mangiare qualcosa che ne pensi se ci fermiamo li?" era strano come, quando fossi in sua presenza, dimenticassi completamente i miei bisogni umani. Non mangiavo da quella mattina...quando me li ricordò capii che non mi sarei potuta sottrarre a quella sosta. Ma se ci fossimo seduti per mangiare, o meglio se mi fossi seduta per mangiare, avrei dovuto lasciare la sua mano e non so se ne fossi stata capace...Lo stomaco ebbe la meglio sulla ragione.
"Ok!!"
Era un locale in cui ero già stata molto tempo prima, però era stato ristrutturato ed appariva molto più carino, molto più confortevole. Un'insegna luminosa nuova di zecca mi fece socchiudere gli occhi. "Fast food, molto molto fast" che nome stupido...pensai mentre entravamo all'unisono in quel fast food. Era pieno di gente a cui stranamente non feci molto caso. Scorsi un posto libero nei pressi della vetrata che dava sulla strada, ma Wiliam lo scrose prima di me e già mi stava portando li. Ci fermamammo qualche secondo in piedi dinanzi al tavolino contornato da due poltrone rosso fuoco, anzi rosso sangue. Sembrava quasi che anche Wiliam come me respingesse l'idea di abbandonare la mia mano...il mio sesto senso mi giocava brutti scehrzi ora...mi illudevo. Come amavo le illusioni in quel periodo...Non avrei mai avuto il coraggio di lasciare la sua mano dopo averla faticosamente conquistata, lasciai a lui l'onere. Dopo un pò la mollò. Fu una tremenda sensazione, avevo cominciato ad abituarmi a quel freddo. Poi lo vidi dirigersi verso una delle poltrone, la scostò dal tavolo e mi fece segno di sedermi. Che fosse di un'altra epoca era ormai certo...un pò imbarazzata mi sedetti. Lui si ac comodò sulla poltrona opposta.
"Allora...cosa vorresti mangiare?" quella scena mi ricordava qualcosa, ma per il momento non me ne curai granchè. Mi dispiacque un pò che non potesse mangiare con me...Sarebbe stato imbarazzante...
"Non saprei..." ma ebbi l'impressione che conoscesse già la mia risposta. Allungò il braccio chiamando la cameriera al tavolo affianco. Quella fu palesemente contenta di avere un cliente come lui, le brillavano gli occhi e gli rivolse un sorriso a trentadue denti, un pò troppo sfacciato al mio avisso. Stranamente lui già non la guardava, gli occhi fissi nei miei. Sussultai...

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Capitolo 34
*** Ventinovesimo capitolo ***


X BloodyKamelot: ahhhhhhhhhhh la zucchina no, aiutooooo!!

X aLbICoCCaCiDa: grazie^^ e felice sempre che ti piacciano i cap! Si mi domando anche io dove ho visto quella scena...bo chi sa...eppure ce l'ho sulla punta della lingua...XD

X Kimly: ciao!! Sei davvero stata gentile a collegarti per leggere la storia grazie davvero^^

 

 

Ventinovesimo capitolo:


Quella fu palesemente contenta di avere un cliente come lui, le brillavano gli occhi e gli rivolse un sorriso a trentadue denti, un pò troppo sfacciato al mio avisso. Stranamente lui già non la guardava, gli occhi fissi nei miei. Sussultai...
Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi cominciò a parlare alla cameriera.
"Cosa possiamo portare a questa ragazza affamata?" abbassai lo sguardo imbarazzata...ma certo!! Quella scena l'avevo letta in Twilight! Quando Edward aveva portato per la prima volta a mangiare Bella in un fast food e le aveva fatto intendere che era "pericoloso".
La cameriera non rispose subito e sentivo che mi rivolgeva diverse occhiate interrogative.
"Hamburger e coca va bene?" disse in tono antipatico, ma non la ascoltai neppure persa com'ero nei ricordi della lettura di quel libro.
Wiliam sorrise ed io rialzai lo sguardo, giusto per assicurarmi che non avesse sorriso a quella lì...no. Lo sgurado era ancora incollato a me.
"Si le andrà più che bene" rispose al mio posto. Quella sera tutto mi appariva strano...sembrava davvero che fossimo due ragazzi normali...ma forse era più normale lui di me. La cameriera girò i tacchi in malo modo, probabilmente non contenta dell'indifferenza mostratagli da Wiliam e mi parve di sentirla anche sbuffare. La seguii con la coda dell'occhio...sentii Wiliam sorridere di nuovo e di scatto mi voltai. Sorrise più forte. Si sosteneva la testa con la mano, perfetto come sempre.
"Sei strana lo sai?"
"Non sono strana..."
"A volte pagherei per sapere cosa ti passa per la testa..."
"Beh sarebbe denaro sprecato, i miei pensieri non sono così attraenti..."
"Ti stupisce se ti dico che per me lo sarebbero?" mi rivolse quel suo sorriso beffardo che faceva cadere ogni mia difesa.
"Si mi stupisce..." sorrise ancora.
"Sembri sempre assorta in mille pensieri...ci somigliamo in questo."
"L'ho notato anche io..."
"Però forse stanotte mi rivelerai qualcosa..." quell'affermazione mi spiazzò così come il sorriso da cui fu seguita.
"In...in che senso?"
"Sappi che di notte parli molto...fai anche domande, esamini situazioni che per ora non mi è dato capire...poi sprofondi nel silenzio totale, dopo di che ti svegli di scatto ansimando e mandida di sudore...non ti nascondo che mi piacerebbe sapere cosa ti turba..."
"Non c'è nulla davvero...e non sapevo di parlare durante la notte..." arrossii lievemente e pregai il cielo affinchè non mi uscisse mai che ero innamorata persa di lui...
"Sono forse io? Sono io la causa dei tuoi incubi?" il suo tono di voce mi spaventò...e allo stesso tempo provai compassione per lui.
"No ma che vai a pensare! No non sei tu!" intravidi una vena di sollievo nei suoi occhi, ma sentivo che non mi aveva creduta a pieno. Ne fui rammaricata...lui non era più il mio incubo, ora lui per me era ciò che di più speciale potessi ricevere, un dono che avrei vissuto fin dove mi sarebbe stato possibile.
"Ammetti che sarebbe comprensibile da parte tua...insomma ho minacciato di ucciderti..."
"Non importa, non parliamone più! E' tutto a posto per me..." non volevo sentirgli dire quelle cose...non mi importava più cosa volesse farmi...
Mentre parlavamo la cameriera mi buttò sul tavolo il vassoio con la mia ordinazione. Non l'avevo sentita arrivare e sussultai. Wiliam le rivolse un'occhiataccia, lei sentì il bisogno di allontanarsi alla svelta. Mai far arrabbiare un vampiro...
"Tutto bene?" mi colpì quel suo interessamento. In fondo non era successo nulla di che...perchè avrei dovuto stare male?!
"Si! Si magia!!" cercai di mangiare alla svelta, non mi piaceva l'idea di stramene li a mangiare mentre Wiliam si annoiava a guardarmi. Anche se nei suoi occhi brillava una strana curiosità...di nuovo ebbi quella strana sensazione...mi sembrava che mi stesse scrutando nuovamente l'anima...
Come avevo previsto finiii alla svelta e mi diressi alla cassa per pagare quando sentii la mano fredda di Wiliam sulla spalla. Mi frenò. Mi fece segno di no con il dito e si diresse lui alla cassa. Pagò il conto.
"Non dovevi..."
"Non sia mai detto che una donna paghi il conto..." che galante...sorrisi però al modo in cui lo disse e lui ricambiò con un altro sorriso. Era mia abitudine portarmi una mano alla bocca quando sorridevo. Lo facevo inconsciamente da sempre...Lui me la scostò...
"Non nascondere il tuo sorriso...sei bella quando sorridi..." arrossii di colpo a quelle parole e per un istante fui quasi sicura di essermele immaginate. Ma era tutto vero...
Il mio cuore cominciò ad accelerare, sempre di più costringendo il vampiro a voltarsi, ma stavolta sorrise.
"Ale, Ale come faccio a resisterti se ti comporti così..." disse prima divertito, poi triste...
"Potrei dire lo stesso...cioè mi riferisco al sorriso...posso dire la stessa cosa di te..." balbettavo, ma volevo che lo sapesse...speravo solo che avesse capito...
Wiliam non so cosa ti ferisce...ma vorrei tanto aiutarti...quando sorridi, per me il mondo potrebbe anche esplodere non mi importerebbe nulla. E' il tuo sorriso ad essere disarmante...

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Capitolo 35
*** Trentesimo capitolo ***


X memi16: non ti preoccupare e mi fa piacere che tu non ti sia dimenticata della mia fic XD grazie davvero! E non preoccuparti!! Tanto io sono sempre qui^^

X BloodyKamelot: *piange dopo essere stata frustata con una zucchina* XD sigh...*si riprende un pò* felice che il cap ti sia cmq piaciuto XD

X sweetthings: ciao e benvenuta!!! Sono contenta che la storia ti piaccia e spero che continuerai a leggere^^ grazie grazie per aver recensito!

X MemiDark_Cullen:  sai non sei la prima che mi richiede capitoli lunghi XD così ho pensato di accontertavi sperando che lungo così vada bene^^ fatemi sapere!!

X aLbICoCCaCiDa: si visto che cameriera brutta antipatica XD vedremo allora se dopo le tue lezioni riuscirà a fare breccia nel cuore del bellissimo e tenebroso Wiliam XD

 

 

Trentesimo capitolo:


Wiliam non so cosa ti ferisce...ma vorrei tanto aiutarti...quando sorridi, per me il mondo potrebbe anche esplodere non mi importerebbe nulla. E' il tuo sorriso ad essere disarmante...
Lui non mi rispose si limitò a sorridermi, forse era il suo modo di dire grazie. Mi riprese la mano e passeggiamo ancora per un pò sotto le luci fioche della città. L'agnello goffo e stupido ed il leone bello e dannato.
"Beh ora si è fatto un pò tardi, sarà il caso che ti riporti a casa..." mi disse poi all'improvviso. Un pò ne fui dispiaciuta...cominciava a piacermi quella situazione. Ma non osai obbiettare...mi limitai ad annuire. Per tutto il tragitto le nostre mani erano l'una nell'altra ed era una cosa a cui volentieri avrei fatto l'abitudine. Erano strane ed inspiegabili anche a me stessa le emozioni che provavo in quel momento...a volte mi sembrava che la mia mano fosse incredibilmente calda e la sua incredibilmente fredda e che insieme stessero benissimo. Mi ricordai di quando, in un film, setii dire che quando le mani di due persone combaciano perfettamente allora quelle due persone sono fatte per stare insieme...Chi sa se quel detto sarebbe valso anche per noi due...l'umana ed il vampiro...Fummo troppo presto sotto casa mia...a malincuore avrei dovuto lasciargli la mano...Ci fermammo un pò li nei pressi del cancello, come al solito senza dire una parola.
"Tu hai le chiavi di casa tua?" mi chiese poi all'improvviso.
"Si...le porto sempre quando esco"
"Pensi che i tuoi si accorgerebbero di me se per una volta entrassi dalla porta?" scoppiai a ridere.
"No certo che no..." mi sembrava una domanda stupida...io stessa facevo fatica ad accorgermi che era in stanza con me alle volte, tanto era silenzioso...
"Allora...posso accompagnarla alla porta?"
"Ce-certo" balbettai qualcosa tra l'imbarazzo. Sentivo già le giance divenire di nuovo rosse e lui cominciare a sorridere. Alla fine non mi lasciò la mano e salimmo insieme per la prima volta.
Non capii il perchè di quella proposta, ma alla fine non mi importava gran che...la mia mano era ancora nella sua. Purtroppo però dovetti mollarlo nella stanza da solo per andarmi a cambiare...avrei dormito volentieri vestita quella noltte se non fosse stato lui stesso ad impedirmelo...In bagno aprii il rubinetto al massimo e mi sciacquai la faccia con l'acqua gelida. Tanto per essere sicuri che non fosse stato tutto un sogno...
Tornai in stanza e lui mi aspettava seduto sulla mia poltroncina accogliendomi con il suo ormai solito sorriso che mi scioglieva il cuore. Non avevo nessuna voglia di dormire...volevo godermi quel giorno magnifico fino all'ultimo. Così con la scusa di leggere presi Twilight tra le mani. Mi piaceva leggere quel libro, specialmente in quella situazione. Era divenuto come un diario...un diario che magari poteva contenere una storia simile alla mia...
"Ti piace leggere?" mi chiese poi stranamente serio e freddo.
"Si..." mi limitai a rispondergli. Sentivo che quel giorno magnifico stava per essere rovinato...una strana tensione si diffuse nell'aria, una tensione che cominciò a soffocarmi...
"Però leggi sempre lo stesso libro..." disse sempre più gelido...
"E' il mio preferito..." mi sforzai di sorridere, ma sentivo che qualcosa non andava...
"I libri non sono come la realtà lo sai vero?" dove voleva andare a parare??
"Ce-certo...lo so..."
"Se raccontassero la realtà, probabilmente nessuno avrebbe voglia di leggerli..."
"Immagino sia così...ma in qualche pagina di fantasia non ci vedo nulla di male...insomma fa bene sognare...credo..."
"Nella maggior parte dei casi fa molto male..." lui mi parlava, ma io avevo l'impressione che non fossero per me quelle parole, erano per se stesso e non ne capii il motivo...
"L'ho conosciuto uno come lui..."
"Ti riferisci ad Edward?" lui sorrise, era il sorriso che non mi piaceva...era il sorriso perfido del vampiro...
"Già...Edward!" pronunciò quel nome con un non so che di sarcastico.
"E' stato lui ad ispirare quella donna, la scrittrice. "Moriva" dalla voglia di far raccontare la sua storia d'amore con quell'umana, così che tutti avrebbero potuto capire che l'amore davvero non ha confini, che anche il "leone" e l'"agnello" possono innamorarsi...sdolcinato masochista..." quelle parole mi colpirono in pieno spaccandomi il cuore...il tono della sua voce, quel sorriso...che ne hai fatto del vampiro dolce di poco fa?"
Il sorriso si fece amaro ed i suoi occhi ora sembravano addirittura tristi. Mi portai le mani al petto...
Si voltò guardandomi negli occhi ed allora scorsi una rabbia furibonda che cominciò a spaventarmi...
Mi si avvicinò...
"Voi umani siete dei superficiali calcolatori, incapaci di provare un sentimento complesso come l'amore! Vi importa soltanto delle apparenze o di mantenere alto il vostro "nome, senza notare che lo avete già reso lurido con la vostra cattiveria unita a finto buonismo" il suo tono era sempre più minaccioso, i suoi occhi freddi e cupi...non avevo nemmeno il coraggio per piangere...
"Quando un vampiro decide di "donare il suo cuore"" sorrise con perfidia all'uso di quelle parole...
"Lo dona davvero per l'eternità, consapevole di cosa sia l'eternità! Sarebbe pronto a morire, piuttosto che vivere senza la persona amata...voi invece? Vi crogiolate in uno pseudo doloro più o meno lungo e trovate qualcun'altro che possa saziare la vostra sete d'amore...voi non sapete amare, eppure predicate l'amore e vivete per questo..."
Non me la sentii di controribattere, sia perchè, ahimè, non aveva poi tutti i torti, sia perchè all'improvviso mi parve che la sua rabbia si trasformasse in acuto dolore. Poi non so cosa mi prese...non so cosa mi spinse a quel gesto...forse il mio cuore a pezzi, o quelle sue parole...o quel dolore intenso che gli apparteneva e che ora sentivo come mio...Non so il perchè...ma gli buttai le braccia al collo stringendolo a me.  Ciò che venne dopo fu totalmente fuori dalla mia portata. Il cuore accelerava sempre di più senza fermarsi tanto che respiravo a fatica...Sentivo il suo profumo fresco...Poi dinanzi ai miei occhi si susseguirono diverse immagini. Tanto che cominciai a pensare fosse tutto frutto di uno dei miei strani sogni. Vidi di nuovo quella ragazza, poi Wiliam con suo padre, lui era umano...poi di nuovo quellan donna e poi di nuovo Wiliam, il corpo di suo padre dilaniato...poi vidi Wiliam senza vita, poi vampiro...gli occhi rosso sangue sul suo solito viso che ormai conoscevo a memoria...Strinsi i pugni ed ebbi l'impressione di sprofondare nel buio più totale, un buio intriso di dolore e sofferenza...era la sua anima! Vi erano tutti i suoi ricordi...lo vedevo anche da bambino con la sua piccola spada di legno a giocare con gli amici...in quel buio vi era solo un piccolo spiraglio di luce, minimo, quasi invisibile. Quel puntino irradiava luce nello spazio circostante, ma non riusciva a diramare le tenebre del suo animo. Quella luce era calda e familiare...ma troppo lontana. C'era qualcuno in quella luce, qualcuno che non riuscivo a vedere...si allontanava sempre più...
Lui non si mosse nemmeno minimamente, restava rigido tra le mie braccia. Non era come me lo ero aspettato. Forse perchè in realtà non mi ero aspettata niente. I suoi capelli soffici mi sfiorvano il viso e si impregnavano delle mie lacrime. Poi il battito del mio cuore fu troppo forte, mi faceva male il petto come dopo una lunga ed estenuante corsa. D'un tratto mi sentii sballottare anche se in modo abbatsanza leggero, sul letto. Sentii la fainestra sbattere. Wiliam se n'era andato. Nascosi il volto tra le mani. Stupida, stupida! Cosa mi era passato per la mente...Singhiozzavo sempre più forte. Non avrei dovuto fare una cosa del genere...lo avevo allontanato da me ora che ci eravamo avvicinati, ora che si era aperto un pò di più. Stupida...dannata me!! E dannato quel suo maledetto cambio d'umore!! Se non mi avesse detto quelle cose, se i suoi occhi non mi avessero implorato un aiuto che solo io avevo visto...stupida!!! Continuavo a singhiozzare, ora per la vergogna...come avrei potuto guardarlo ancora negli occhi, dopo avergli buttato le braccia al collo in quel modo...come?! Poi sentii bussare alla finestra...non mi andava di voltarmi. Di sicuro non era nulla...rimasi allora li sola con il mio cuore a pezzi...Dopo che mi aveva parlato in quel modo, io avevo capito l'amara verità...Non poteva esserci nulla tra di noi. Nulla di quello che mi ero immaginata...Niente di niente. Sentii nuovamente bussare alla finestra...così scoprii il volto ormai umido cercando di vedere cosa provocasse quel rumore. La luce mi fece inizialmente socchiudere gli occhi. Poi fu chiara la sua immagine al di la della finestra. Mi sorrise amaro, non era andato via. Distolsi lo sguardo...chi sa cosa avrebbe pensato ora di me...bussò di nuovo. Mi voltai, sorrise di nuovo. Perchè era così enigmatico....perchè non entrava?? Poi tutto mi fu chiaro, ma certo...il cuore ancora mi batteva forte, era sempre a causa di quel maledetto odore. Teneva stretto il pugno sulla finestra...mi alzai e mi diressi alla finestra. Mi asciugai le lacrime e rimasi li a fissarlo. Lui teneva la testa bassa, non mi guardava. Poi posò il palmo della mano sulla finestra...feci lo stesso. Posai poi la testa sul vetro in corrispondenza della sua. Lui alzò gli occhi e mi sorrise dolce...avevo smesso di capirlo, lui non poteva essere capito...avrei dovuto aspettare che fosse lui a decidere di aprirsi con me. Tornai a piangere...era bello anche così. Anche con un vetro freddo a separarci...era bello stare vicini anche così...
"...Io non posso...non ora..." mi sembra disse sottovoce, come se stesse parlando con se stesso. Poi alzò la testa.
"Va a dormire..." perchè mi mandava a dormire ogni volta che c'erano problemi...gli feci cenno di no con la testa. Lui sorrise voltandosi e distogliendo lo sguardo. Poi congiunse le mani a mo di preghiera.
"Va a dormire..." avevo smesso di capirlo...lui non poteva essere capito. Mi misi a letto.

Parla Wiliam:

Quando fui sicuro che dormisse, rientrai in stanza facendo attenzione a non fare rumore. Quando dormiva il suo respiro era lento e regolare. Il suo profumo aveva smesso di inondare la stanza...certo non sapeva cosa fosse la sicurezza. Possibile che non avesse neanche un briciolo di istinto di sopravvivenza?! Buttarsi su di un vampiro in quel modo...eppure...mi avvicinai al letto. Sembrava un angioletto...quel viso ingenuo, inconsapevole...quella sua aria infinatamente dolce...Percorsi il profilo del suo volto con le dita...era così caldo. Mi avvicinai. Non si sarebbe accorta di me. Avvicinai il volto al suo. Il suo profumo ora era lieve e sopportabile. Poi non so come e nè perchè, ma avvicinai le mie labbra alle sua. Ad ogni respiro lievemente ed inconsciamente me le sfiorava. Sembrava fossero di velluto...un velluto che avevo già provato...Mi allontanai completamente. Finii con il sedermi sul pavimento accanto al suo letto. I ricordi di nuovo mi affollavano la mente...perchè?! Perchè non riuscivo a togliermela dalla testa...Poi avvertii la sua mano sulla spalla, mi voltai di scatto. Ma non era sveglia. Stava ancora dormendo...sorrisi arrendendomi completamente. Posai il volto sulla sua mano. Ti prego, aiutami a dimenticare...
Ormai non c'era più nulla da fare...ogni volta che pensavo a Natalie, Ale che volesse o meno mi distraeva, buttandomi le braccia al collo come quella sera, o sorridendomi o in altri mille modi...sentivo che ormai ciò che rimaneva di Natalie nel mio cuore era solo il male che mi aveva fatto...sentivo di non provare più nulla per lei...sentivo che un'altra l'aveva scacciata e aveva preso dolcemente il mio cuore tra le braccia...
Ormai mi aveva fatto suo...sentivo solo allora di poter davvero andare avanti. Il calore della sua mano era così piacevole...sarebbe stato difficile, ma sentivo che ora il mio cuore, anche se ferito e dilaniato, era libero, finalmente libero...

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Capitolo 36
*** Trentunesimo capitolo ***


X BloodyKamelot: ahioooo *approfitta della distrazione di Bloody che va alla ricerca di un salame e si infilia un'armatura stile medioevo* qualcosa mi dice che le prenderò anche questa volta xD

X sweetthings: Mi fa davvero piacere ciò che hai detto^^ ed ecco qui allora il continuo!

X aLbICoCCaCiDa: un tantino?! Wiliam a volte va proprio fuori completamente XD a dire la verità non si osno proprio baciati ( x questo BloodyKamelot mi picchia con una zucchina XD) lui l'ha sfiorata, anzi lei l'ha sfiorato involontariamente respirando XD ha bisogno di mooooooolte lezioni *ale corre da Wiliam e lo mette al corrente che c'è una ragzza pronto a dargli qualche lezione, lui la guarda ed i suoi occhi dicono "è pazza, ma è pur sempre la scrittrice" così si siede al banco e scorge in lontananza anche la cameriera del fast-food a cui aLbICoCCaCiDa aveva promesso di dare lezioni XD*

X arcycullen: grazie mille di tutti i tuoi commenti e benvenuta! Spero ti piaccia anche questo capitolo^^

X claxi12cullen: anche io adoro twilightttt!!! Ed ho pianto su new moon ( non ricordarmelo che ricomincio subito XD ) non penso per niente che sei pazza ( quindi o lo siamo entrambe o siamo entrambe sane XD ) e dimmi come si chiama la tua storia perchè la leggerò sicuramente^^ non posso perdermi la storia della mia fan numero 1!!!

 

Trentunesimo capitolo:

Parla Wiliam:

Il calore della sua mano era così piacevole...sarebbe stato difficile, ma sentivo che ora il mio cuore, anche se ferito e dilaniato, era libero, finalmente libero...
Ormai il passato si stava allontanando ed io avevo di nuovo la forza per rialzarmi e camminare verso quel presente che mi stavo facendo sfuggire e correre verso il mio futuro, anche se questo ancora mi apparriva incerto...
"Perchè..." era cominciata la parte più bella. Era strano come potesse parlare così tanto durante il sonno, mentre di giorno appariva spesso e volentieri taciturna e con la testa tra le nuvole. Cosa mi rivelerai stanotte Ale?
"Dimmi...parlami di te..." sorrisi...riusciva a dirmi più cose da inconsciente che da sveglia...Cosa dovrei dirti Ale? Che volevo ucciderti per vendicare il mio passato? Che alla fine sei riuscita a farmi perdere il senso della realtà? Che quando sono con te potrei anche dimenticare chi sono?
"Cosa ti fa male..." ogni notte mi poneva la stessa domanda...è così forte il tuo desiderio di aiutarmi?! Eppure sapevo che solo lei poteva liberarmi da quelle catene che mi frenavano il cammino. Lei era più forte di quelle catene...più del mio dolore. Lei era la luce che non ero mai riuscito a vedere...la luce che all'improvviso mi aveva accecato.


Parla Ale:

"Dimmi chi sei?" e pensare che il mio sogno era stupendo fino a poco tempo prima...c'era Wiliam e lui mi diceva che era pronto, pronto per dirmi tutto. Mi sorrideva e continuava a dirmi che era giunto il momento. Io ne ero felice...ma lui invece era strano, assente...poi tutto era sprofondato nell'ormai solito buio, lo stesso che avevo visto abbracciando Wiliam. Rividi le stesse immagini...tenebre dalle quali emergeva solo lei il mio incubo peggiore. Eravamo sole...
"Dimmi chi sei?" le ripetei, ma lei non mi rispondeva. Mi sorrideva malignamente, godendo della mia paura, della mia ignoranza...
"Non vedi che io sono te?" mi rispose poi ed io ssultai. Perfino il tono della sua voce mi fece sussultare...era come parlarsi allo specchio, come se la propria immagine riflessa prendesse vita e si facesse beffe di te. Era spaventoso...
"Tu...no! Tu non sei me, io non sono così..."
"Così come? Perfida...o bella, dannatamente incantevole..." no lei non poteva essere me, io non ero come lei...
"Fa paura vedersi per ciò che si è non è vero? Ma sappi che tu non sei altro che una piccola, piccolissima ed insignificante parte di me. E' nelle tue vene che scorre il mio sangue..."
"E' impossibile...non mi farò abbindolare da te!" mi stava prendendo in giro, lei non poetva essere me...
"E' nelle tue vene che scorre il mio sangue e tu non puoi farci nulla. Possibile che non ti sia accorta che lui non ti guarda per ciò che sei, ma per come sei?"
"Di chi stai parlando...."
"Forse hai ragione...forse in fondo tu sei solo la mia brutta copia! Ma sappi che tu mi appartieni, così come mi è appartenuto lui e tu non sarai diversa da me. Tu sei me che ti piaccia o no, io sono la parte di te che cerchi di mantenere nascosta, quella di cui ti vergogni. E' per questo che hai così paura, io sono quella che tu tieni nascosta nel parte più recondita del tuo essere. Sai che sono parte di te. E ti domandi il perchè. Tu sei la mia creazione, il mio modo di rimanere in vita, il mio modo per essere immortale."
"Che vuoi dire..." sogghigò malignamente.
"Tu sei me ed io sono te. Tu sei parte di me ed io di te. Il mio sangue scorre nelle tue vene..."
"Non capisco..." cosa intendeva dire...chi era quella donna!
"Ma c'è una profonda differenza tra te e me, la differenza è che lui non sarà mai tuo, anche quando lo crederai vicino, anche quando penserai che a è a te che sono rivolti quei sorrisi, lui in realtà apparterrà sempre e solo a me, e così sarà per l'eternità. Tu sarai il mio mezzo per riarrivare a lui..."
Di nuovo avvertii quella fitta lancinante al petto, come quando ero sveglia mi strinsi forte la maglietta nei pressi del cuore.
"Fa male vero? E' li che sarò io, proprio dove tieni stretta la tua mano, proprio dove fa più male, dove tu sei più debole. Sarò come una spina malefica che si addentrerà sempre più nel tuo cuore, sarò il tuo dubbio peggiore che si insinuerà in te fitto e maligno. Io non sarò più soltanto il tuo incubo peggiore, io sarò la realtà da cui non potrai sfuggiare, tramite te io vivrò ancora!" mi accasciai su un ginocchio, sentivo il dolore invadermi il petto...non riuscivo a respirare...a chi si riferiva? Perchè aveva scelto me, qual'era il suo piano...mille domande mi affollavano la mente, domande che non potevo porre, perchè mi sentivo soffocare...Perchè me...
Proprio quando mi sembrava che non ci fosse più nessuna possibilità per me, riaprii gli occhi. La luce del mattino mi accecò per qualche istante. Sentivo il sudore scendermi giù per le tempie. Poi avvertii una sensazione di freddo agghiacciante alla mano destra, intorpidita. Mi voltai e mi sembrò di passare dall'inferno al paridiso. Quel passaggio veloce ed ispiegabile mi fece girare la testa. Wiliam mi voltava le spalle ed era seduto sul pavimento. Il viso sulla mia mano. Se non avessi saputo della sua impossibilità di dormire, probabilmente lo avrei creduto addormentato.
"Di nuovo lo stesso sogno eh?" mi chiese scherzoso, ma avvertivo la preoccupazione nella sua voce e mi dispiacque.
"Non è mai lo stesso purtroppo...."
"Quando vorrai parlarne, io sarò pronto ad ascoltarti..." non mi andava di raccontargli tutto. Anche io avevo diritto ai miei segreti, così come lui. Mi sentivo tanto stupida...o avevo una fervida immaginazione che prendeva vita durante il sonno o davvero c'era qualcosa di strano in me, qualcosa che ero tenuta a scoprire.
Quasi per accertarmi che avessi visto giusto, mi voltai di scatto verso Wiliam. Lui aveva la testa sulla mia mano?! La mossi, quasi instintivamente, la sua pelle dura e gelida era davvero a contatto con la mia. Arrossii di botto. Lui era sulla mia mano...mi voltai ancora di scatto dalla parte opposta. Cercavo di calmarmi, non volevo che fosse costretto a scappare di nuovo. Lo sentii ridacchiare, e mio malgrado sirrisi anche io. Era strano il modo in cui comunicavamo... Quella vicinanza, anche se minima, mi faceva stare bene...no, mi faceva stare più che bene. Lui mi faceva perdere la testa, completamente...ma questo mi spaventava parecchio. Non ero il tipo che si lasciava andare...io ero quella logorroica, quella che rifletteva fino allo sfinimento...eppure con Wiliam io mutavo completamente. Divenivo impulsiva, mi fidavo delle sensazioni, perdevo il controllo...abbondonai quei pensieri. Ora volevo pensare a quel sogno, io dovevo capire cosa mi stava succedendo. Senza alzarmi, per non perdere quel contatto con il mio vampiro, cominciai a rivangare i vecchi sogni, cercando un qualche nesso logico. I miei sogni erano simili...c'era sempre quella donna. Era come se rivivessi spezzoni del passato, come se rivivessi dei ricordi lontani, ma quei ricordi non erano miei. Non era il mio passato...era il suo! Ma certo, in qualche inspiegabile modo io ero capace di vedere il suo passato! Mi aveva detto che io ero parte di lei...ma come poteva mai essere vero? Eppure eravamo identiche...troppo identiche, almeno fisicamente. Mi aveva detto che il suo sangue scorreva nelle mie vene e che io ero il mezzo per permetterle di vivere per sempre. Ma cosa poteva mai significare?! C'erano troppo domande, troppi interrogativi...forse erano soltanto degli stupidi sogni. Mi stavo fasciando la testa prima del tempo. Probabilmente era tutto dovuto alla situazione che stavo vivendo...insomma un vampiro aveva minacciato di uccidermi, io me ne ero innamorata...doveva essere tutto frutto della mia immaginazione. Sentii una fitta lancinante al petto, con la mano libera mi strinsi la maglietta, proprio come nel sogno.
E' li che sarò io, proprio dove tieni stretta la tua mano, proprio dove fa più male, dove tu sei più debole. Sarò come una spina malefica che si addentrerà sempre più nel tuo cuore, sarò il tuo dubbio peggiore che si insinuerà in te fitto e maligno.
Mi mancava l'aria. Wiliam si voltò a guardarmi. Scoppiai a piangere, ma non per il dolore...perchè in qualche modo, una parte di me, sapeva che non era solo un sogno...Avevo paura. Era questa la verità, qualcosa era cambiato in me, ma cosa? Quando i miei occhi si persero in quelli di Wiliam, la chiarezza mi illuminò la mente. Ma spensi subito quella luce, la consideravo troppo assurda...Eppure...tutto era cominciato con lui. Avevo avvertito subito una strana presenza nella mia stanza, poi avevo scoperto che c'era un vampiro. Un vampiro che senza motivo voleva uccidermi...era con Wiliam che erano cominciate quelle strane visioni, quelle sensazioni...quei sogni! Era come se Wiliam avesse risvegliato una parta di me che dormiva...che non volevo ascolatare, che forse non avevo bisogno di prendere in considerazione. Poi era arrivato lui...tutti i miei ragionamenti, tutto il mio studioare la situazione, fidarsi della realtà, erano tutto caduto come un castello di carte al vento. Lui mi aveva fatto perdere le mie certezze, mi aveva mostrato una parte della realtà che fino ad allora per me era solo un sogno...allora avevo dovuto fidarmi dell'istinto, perchè non potevo usare la razionalità in quella situazione. Come potevo essere razionale con un vampiro?! Lui doveva essere solo un mito, una leggenda...ma la leggenda aveva preso vita ed io avevo smesso di essere razionale. Tanto avevo smesso di essere razionale che mi ero addirittura innamorata di quel vampiro. Forse questa capicità, questo poter sentire le emozioni altrui mi era sempre appartenuta, ma era rimasta nascosta nel mio essere perchè rifiutavo l'idea di possedere una così strana capacità...Eppure mi accadeva solo con Wiliam...avvertivo il suo dolore come mio, la sua tristezza come mia, la sua collera come mia. Era come se qualcosa ci legasse, qualcosa che andava oltre il mio amore per lui...C'era qualcosa che mi legava a lui, da sempre, un passato forse che non conoscevo...
Io faccio parte di te...
Cercai nei suoi occhi la risposta, e vidi il buio, il buio totale...poi una piccola luce familiare che sembrava tranquilizzarmi...quando la realtà mi fu di nuovo dinanzi agli occhi, provai un leggero senso di smarrimento...Wiliam non si era mosso, era ancora su di me, mi osservava tenendomi la mano su cui prima posava il volto. Il viso contratto, spaventato...muoveva le labbra come se parlasse, ma io non sentivo nulla. Lo guardavo interrogativa, non riuscivo a muovermi...
anche quando lo crederai vicino, anche quando penserai che a è a te che sono rivolti quei sorrisi, lui in realtà apparterrà sempre e solo a me, e così sarà per l'eternità.
Non poteva riferirsi a Wiliam...era impossibile. Mi rifiutai di crederlo con tutta me stessa, tanto che alla fine finii per dimenticare quella conclusione, finii per dimenticare tutto quello strano percoroso di domande e risposte. Finii per dimenticare a cosa stessi pensando e mi ritrovai spaesata...
"Che succede Ale?" la sua vocè mi trapanò i timpani addormentati....mi chiedevo cosa stessi facendo li ancora a letto e cosa fosse preso a Wiliam. Mi alzai di scatto quando mi accorsi che era sopra di me, il viso a pochi centimetri dal mio. Mi alzai così velocemente che lui scattò di nuovo sul pavimento per evitare che lo scontrassi.
"Niente...tutto bene." Lui non ne era convinto, si vedeva. Ma come avrei potuto rispondergli se nemmeno ricordavo cosa stessi facendo li...poi fu tutto fu più chiaro. Stavo pensando a quel sogno...al fatto che qualcosa fosse cambiato in me. Presi una decisione...non ci avrei più pensato. Succeda quel che deve succedere, mi dissi. Mi alazai dal letto sorridendo. Il viso di Wiliam era sempre più interrogativo...ma era inutile perdersi in mille domande senza senso...qualcosa in me diceva che le risposte non avrebbero tardato ad arrivare...ormai ero una sensitiva. Tanto valeva farci l'abitudine...

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Capitolo 37
*** Trentaduesimo capitolo ***


X BloodyKamelot: aiutoooooo!!! Ma non è colpa mia!! E' colpa di Wiliam e delle sue paranoie!! *prende Wiliam e si nasconde dirto di lui* è solo colpa sua, io do solo voce ai suoi pensieri!!! XD

X Wind: grazie davvero!! Spero non vi deluda fino alla fine, ahimè non lontanissima...

X aLbICoCCaCiDa: mhm...non posso dirtelo! XD tutti i nodi verranno al pettine * sospira con aria filosofica* XD

X Winry90: ciao!!! Benvenuta!!! Felice che la storia ti piaccia^^ ahhh che bello che c'è una nuova lettriceee!!!!^^

X memi 16: non preoccuparti! E sono felice che ti piaccia ancora^^

Ragazze un grazie a tutte perchè davvero i vostri commenti mi fanno tanto piacere!!

 

Trentaduesimo capitolo



Mi alazai dal letto sorridendo. Il viso di Wiliam era sempre più interrogativo...ma era inutile perdersi in mille domande senza senso...qualcosa in me diceva che le risposte non avrebbero tardato ad arrivare...ormai ero una sensitiva. Tanto valeva farci l'abitudine...
Passò diverso tempo da quel giorno. Ormai eravamo a dicembre. Erano quasi tre mesi che Wiliam viveva con me nella mia stanza ed ogni minuto, ogni secondo che passava sentivo di non poter desiderare nient'altro. I giorni passavano ed ogni giorno sentivo che ciò che mi legava a Wiliam diveniva più forte. Ogni giorno un pò di più...una scalata incessante verso l'amore...Io lo amavo, non c'erano altre spiegazioni per ciò che sentivo. Non c'era altro che io desiderassi al di fuori di lui. Non c'erano altri occhi in cui mi sarei voluta peredere, non c'erano altri sorrisi che avrei voluto vedere, non c'era altro essere capace di sostituire il mio ossigeno, ed il mio ossigeno ora era lui. Diverse volte mi ritrovavo a pensare a lui, a pensare a quanto fosse ora per me così indispensabile per sopravvivere. E molto volte, quando ero sola, mi ritrovavo a piangere...era un amore platonico che non avrebbe mai potuto trovare risconto in nulla. Lui, l'essere perfetto al di sopra di tutto e tutti, io, un mostriciattolo, un brutto scherzo della natura paragonata a lui che poteva fare invidia ad un dio...anzi forse un dio non sarebbe mai stato perfetto come lui...Eppure ad ogni lacrima versata, non mi passava mai per la testa di mettere da parte quel sentimento assurdo. Ma in fondo, anche se avessi voluto....ora non ne sarei stata capace. Io vivevo di lui, giorno dopo giorno, ogni giorno un pò di più...Quando si allontanava per la caccia era come se mi si aprissero le porte dell'inferno. Io avevo un bisogno morboso di lui, un bisogno vitale che come tale non potevo ignorare. Vederlo sparire per un paio di giorni era un tormento. Nonostante sapessi che per lui fosse necessario e nonostante lui mi assicurasse che non sarebbe andato poi così lontano. Sceglieva accuratamente i giorni per allontanarsi...
"Non mi va che qualcuno mi soffi la preda sotto il naso!" così diceva ogni volta sorridendo con quel suo viso angelico. Forse avrei dovuto aver paura di quelle sue parole, ci pensavo spesso. Io ero la preda, lui il cacciatore. Eppure non riuscivo ad inquadrarlo in quel ruolo, almeno non più...E sembrava che neanche lui volesse poi ricoprire al pieno quel ruolo. Il tono della sua voce me lo suggeriva, quel suo modo di sorridermi...
Molte cose erano cambiate in quei mesi fatto eccezione per i miei sentimenti. Il mio rapporto con Wiliam era cambiato. Non si trattava solo del mio amore per lui...anche lui era cambiato. Ogni giorno sembrava sempre più calmo, più rilassato. Si concedeva spesso qualche risata, almeno quando eravamo soli. Certo rimaneva sempre il ragazzo cupo e misterioso di sempre, c'era sempre qualcosa che mi sfuggiva in lui...Sentivo di non riuscire mai a conoscerlo fino in fondo. Eppure sentivo il nostro legame farsi sempre più forte, e mio malgrado sentivo anche lui sempre più vicino...Non ero sicura della natura di quel legame, almeno per quanto riguardava lui, ma sentivo che era forte ed indispensabile, per entrambi. Passavamo interi pomeriggi a fissarci di nascosto, scoppiando poi a ridere quando ci sorprendavamo l'un l'altra. Come sempre non parlvamo molto, ma ora non perchè qualcosa ci bloccasse, ma perchè non ce n'era bisogno. Ci capivamo così senza l'uso di parole...in fondo a cosa servono le parole, quando entrambi gli interlocutori hanno la capacità di leggere l'anima altrui? Ogni volta che Wiliam mi guardava, mi sentivo imbarazzata, perchè sentivo il suo sguardo profondo oltrepassare il mio corpo alla ricerca di altro. Certo mi spaventava anche questo...perchè c'erano cose che Wiliam ignorava di me e che non ero pronta a dirgli. Così come lui...sentivo che mi nascondeva qualcosa, ma mi andava bene. A volte avevo addirittura l'impressione di poter leggere i suoi pensieri...Wiliam aveva fatto in modo che io sviluppassi una parte di me, una parte del mio animo che per lungo tempo era stata nascosta. Ormai sapevo che qualcosa era cambiato in me e che era grazie a Wiliam. Ogni notte quei sogni ancora mi tormentavano, quella donna mi tormentava...ed io non capivo il perchè. Così ogni notte dormivo sempre meno, ed ero così stanca quando finalmente andavo a dormire che il mio inconscio non aveva nemmeno la forza di materializzare qualcosa che somigliasse ad un sogno. Lemie notte divennero cupe, ma era meglio così ed intorno agli occhi ben presto, mi comparvero delle occhiaie violacee, simili a quelle di wiliam quando aveva fame...anche se ame donavano meno. Vedevo Wiliam preoccupato quando mi guardava in volto, lui non mi poneva domande, ma con gli occhi mi ricordava che era li pronto ad ascoltarmi se solo lo avessi voluto. Ma sentivo il bisogno di tenere tutto per me, almeno fin quando non avessi capito da sola l'origine di quegli strani episodi. Puntualmente mi faceva arrossire e alla fine mi sorrideva voltandosi altrove. Diceva ogni volta che era strano, perchè nonostante si stesse abituando al mio profumo, questo quando era forte gli faceva ancora girare la testa...ma non capiva che con quelle sue parole non faceva altro che far ardere ancora più forte il fuoco sulle mie guance. Anche se non ero sicura di fino a che punto disprezzasse quel mio attegiamento. Sembrava prenderci gusto a farmi arrossire...
Insomma giorno dopo giorno ci legavamo l'una all'altra, forse per motivi diversi, ma l'uno aveva bisogno dell'altra e questa era la cosa più importante, la più importante di tutte.
Quel giorno era un giorno buio e cupo per me, Wiliam era dovuto uscire per la caccia ed io non avevo potuto non andare a scuola, come succedeva ogni volta che lui si assentava.
"Cerca di tornare a casa presto, non fermarti a parlare con nessuno, non passare per strade isolate! Non finire in qualche burrone, non romperti l'osso del collo....insomma cerca di rimanere in vita fino al mio ritorno d'accordo?"
Era insopportabile quando faceva così...poi era uscito andandosene dalla finestra pregandomi con le mani di mantenere quelle piccole precauzioni. Mi sarebbe mancato da morire come ogni volta...ed era stato così. Stavo tornando da scuola e pensavo solo a lui. Di tanto in tanto quando Wiliam era troppo vicino o quando era troppo dolce, come era avvenuto quella mattina, io sentivo quelle maledette fitte al petto che tanto erano divenute comuni che pian piano finii anche per abituarmi a quella dose di dolore giornaliero. Mi ripetevo che quello probabilmente era il prezzo da pagare per l'immensa felicità che mi era stata donata, o il prezzo da pagare per il mio folle e proibito amore...insomma sviavo la reale causa di quel dolore e cercavo di ignorare il tutto. Soprattutto dopo aver saputo che a livello medico il mio cuore era giovane e forte...volevo solo vivere il mio sogno finchè me ne sarebbe stata data l'occasione. Non mi sarei fatta rovinare la vita da quelle allucinazioni, o visioni ciò che erano. Era a questo che pensavo tornando a casa, quando uno strano luccichio catturò la mia attenzione.
Era la vetrina di una gioielleria di nuova apertura, non l'avevo mai vista. Mi avvicinai e scoprii la causa di quel luccichio. Proveniva da uno strano ciondolo, un ciondolo che catturava la mia attenzione in un modo strano ed inspiegabile. Non potei fare a meno di entrare...

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Capitolo 38
*** Trentatreiesimo capitolo ***


X BloodyKamelot: aiutooooooooooooooooooo, mhm buono il prosciutto!! XD

X memi16: eh eh!!! Penso che per il ti amo dovrete aspettare ancora un pò XD *vede già BloodyKamelot che la insegue con tutti i salumi esistenti!*

X aLbICoCCaCiDa: grazie davvero^^ beh si è innamorata persa oramai XD

X Ellie James: grazieeeeeeee XD sei sempre gentilissima tvttttb^^

 

Trentatreiesimo capitolo




Mi avvicinai e scoprii la causa di quel luccichio. Proveniva da uno strano ciondolo, un ciondolo che catturava la mia attenzione in un modo strano ed inspiegabile. Non potei fare a meno di entrare...
Ne fui immediatamente ed inspiegabilmente attratta! Era perfetto! Per strada ormai le luminarie erano piazzate, si sentiva il profumo del Natale anche se senza Wiliam mi sembrava tutto senza senso. Quel ciondolo sarebbe stato un reagalo perfetto!
Lo strano luccichio che mi aveva colpito proveniva da un ciondolo carinissimo in vetrina. Era una piccola sfera di vetro con all'interno un leone seduto, gli occhi erano due frammenti di topazio. Era perfetto! Era perfetto per Wiliam! Non potei fare a meno di entrare. Impulsivamente mi diressi verso colui che doveva essere il proprietario.
"Scusi..." cercai di catturare la sua attenzione, mentre lui era tutto impegnato ad analizzare un anello dalla finissima manifattura.
"Prego!" mi disse allegro e simpatico.
"Vorrei sapere quanto costa quel ciondolo in vetrina, quello con la piccola sfera di vetro con al centro il leone!" chiesi entusiasta! Dovevo averlo! Era perfetto, continuavo a ripetermi.
"Oh quello! E' arrivato proprio stamattina, si meritava la vetrina!! Se non sbaglio il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 euro. La sfera è di swarovski, mentre come avrai notato gli occhi del leone sono dei frammenti di topazio giallo. E' lavorato interamente a mano ed è un pezzo unico..." continuava ad elencarmi tutte le caratteristiche di quel gioellino, ma ormai io mi ero persa nei miei pensieri. Era davvero perfetto! Era unico come Wiliam, bellissimo come lui...risplendeva alla luce del sole come la sua pelle...e poi c'era il leone. Quante volte lo avevo paragonato ad un leone, gli occhi poi erano topazi gialli, proprio come i suoi. Non so come mi fosse venuta quella stramba idea di fargli un reagalo, ma stavolta non potevo scegliere di meglio. Se dovevo fargli un regalo, quel ciondolo era perfetto! Perfetto, perfetto...era l'unica parola che continuava a rimbombare nella mia testa. Poi all'improvviso si spense...aveva detto 300 EURO!!!! Dove avrei preso tutti quei soldi...no! No! Maledizione!
"Scusi...io...ecco..." poi scorsi dietro quel signore un piccolo foglio bianco "Cercasi personale". O era il mio giorno fortunato o era destino che quel ciondolo fosse mio...Cercai di essere il più convincente possibile!
"Ecco, allora in verità io non ho tutti quei soldi...potrei darle senza problemi un acconto di 100 euro" erano i miei unici risparmi...
"E vedo che cerca personale, potrei lavorare qui fin quando potrò permettermelo! La prego è davvero importante per me!"
Lui scoppiò a ridere, sperai che fosse un buon segno.
"Il Natale fa fare cose strane...è la prima volta che ricevo una proposta del genere" si accarezzò il mento, forse stava prendendo in considerazione quell'assurda proposta.
Poi dal magazzino arrivò un altro signore...no un ragazzo. Altino, ma non quanto Wiliam, biondo con gli occhi molto chiari...doveva aver sentito tutto perchè sorrideva guardandomi.
"Roberto, vieni."
"Si papà..."
"Che ne pensi di questa ragazza? Credi che sia idonea a lavorare qui?" il ragazzo mi diede una rapida occhiata, io arrossii comne al solito...mi sentivo un pò presa in giro.
Lui sorrise dolcemente.
"Penso sia perfetta!"
"Allora signorina, diciamo che la sua simpatia le ha garantito un bel posto qui con noi! Vado a togliere quel ciondolo dalla vetrina..." mi aveva assunta!!! Si!!! Si!!! Cominciai a saltellare senza accorgermene! Il ragazzo biondo scoppiò a ridere. Che figura...
"Piacere Roberto!" mi allungò la mano.
"Pi-piacere! Alessandra!"
"Allora benvenuta fra noi! Comincerai domani d'accordo? Nel pomeriggio alle 16:00!"
"Sarò puntialissima! E grazie davvero!"
"Grazie a te!" mi sorrise senza lasciarmi la mano...
"Scusa..." si scusò e mi lasciò la mano. Ricambia il sorriso e salutai suo padre ringraziandolo per aver accettato quella stramba richiesta.
Uscita dal negozio, respirai a fondo sollevata. Poi arrossii, pensando a cosa avrei dovuto dire a Wiliam o come gli avrei dato il regalo...forse si sarebbe infuriato, forse non gli sarebbe nemmeno piaciuto e se ne sarebbe stato li indifferente...Questo pensiero mi turbò...
Ero stata troppo impulsiva...poi un piccolo ragionamento mi attraversò la mente come una freccia infuocata...
Se avessi dovuto lavorare tutti i pomeriggi...avrei avuto meno tempo da passare con Wiliam...
No, non dovevo pensarci! Dovevo resistere, in fondo era per luii quel regalo! Mi sarei consolata pensando a come avrebbe reagito. Un regalo...stavo per fargli un regalo...sorrisi arrossendo di ciò che provavo per lui. Avrei lavorato dando tutta me stessa! Avrei avuto quel ciondolo! Sarebbe stato il mio dono per Natale, il mio pegno d'amore...era giunto il momento di fargli capire ciò che provavo per lui...
Cominciai a credere che quel ciondolo non mi avesse attirata per caso, era un segno del destino...quel leone...si era un segno! Dovevo dirgli o almeno tentare di fargli capire...che io lo amavo più di ogni altra cosa al mondo, che lui era l'aria, il sole...lui era tutto...avrei sacrificato il mio tempo e ed i miei risparmi, erano così misera cosa in confronto a lui...tra questi pensieri me ne tornai a casa...
Chi sa come l'avrebbe presa...forse si sarebbe infuriato della mia decisione di lavorare, non potevo certo dirgli che era per prendergli un regalo...ci avrei pensato al momento giusto...basta pensare...spegniamolo questo cervello una buona volta...
Un regalo...stavo per fargli un regalo...era la prima volta che facevo un regalo ad un ragazzo...

Quando arrivai a casa ed entrai nella stanza lui non c'era ancora...mi si strinse il cuore...Impegnata a pensare al regalo e al mio nuovo lavoro, avevo quasi dimenticato che Wiliam non sarebbe tornato prima di sera, se non addirittura il giorno dopo...
Analizzai tutta la stanza sperando di trovarlo in qualche angolo nascosto come al solito, che stupida! In fondo la mia stanza non era così grande...buttai lo zaino sulla sedia vicino alla scrivania e mi sdrai sul letto nascondendo la testa nel cuscino. Era come se Wiliam, ogni volta, si portasse via anche la mia anima. Mi sentivo vuota...
"Ale! E' pronto!"
"Non ho fame...sono stanca mi riposo un pò..."
Quando lui non c'era, non avevo voglia di fare nulla...Ci si può sentire così per amore? Era questa la mia domanda ricorrente. Ci si può sentire così svuotati ed inutili...accesi il lettore cd.

Guardami! Sentimi! Sono qui, toccami!
Sento il freddo dell'asfalto, salvami!... Salvami!
Parlami! Ascoltami! Sono qui, Aspettami!
Pioggia e neve sulle ali, salvami!


La mia canzone preferita...Wiliam salvami da questo buco nero senza fine. Torna qui...torna da me...fammi quel sorriso che mi scalda il cuore. Oppure semplicemente fammi perdere il senno nei tuoi occhi...
E' così freddo qui senza di te...io mi sento fredda.
...la differenza è che lui non sarà mai tuo, anche quando lo crederai vicino, anche quando penserai che a è a te che sono rivolti quei sorrisi, lui in realtà apparterrà sempre e solo a me, e così sarà per l'eternità. Tu sarai il mio mezzo per riarrivare a lui...
Mi strinsi forte le mani al petto...oh Wiliam perchè, perchè non sei qui...quelle parole mi risuonavano nella mente così forti. Perchè, non ne capivo il senso...ogni voltas che pensavo a Wiliam mi ritornavano in mente. Mi stringevo forte le mani al cuore come per evitare che anche quell'ultima parte di me, l'unica che mi era rimasta, andasse in mille pezzi.
In bilico tra la ragione e la pazzia...era così che mi sentivo...quando ero sola avevo paura. Paura di precipitare dalla parte sbagliata...paura di cadere...paura di perdermi, li dove sapevo di non conoscere la strada. Solo Wiliam era capace di aiutarmi, di tenere insieme i frammenti del mio essere, perchè lui possedeva quello più grande, quello più importante, lui aveva il mio cuore...
Sento il freddo dell'asfalto...
Aiutami...aiutami a non distruggermi completamente. Ero così stanca...stanca di combattere con me stessa, con le mie voci, con le mie paure. Quando Wiliam non c'era era come se la vita si fermasse o se facessi una vacanza all'inferno...
Probabilmente era un amore malato il mio, un amore che mi avrebbe condotto a distruggermi completamente...eppure io avevo bisogno di lui come ne avevo dell'aria...
"Ma dove sei..." parte dei miei pensieri presero la forma di parole senza nemmeno accorgermene.
"Sono qui" mi voltai di scatto. Era li...frenai immediatamente l'impulso incontrollabile di saltargli al collo. Anche questa volta avevo scontato la mia pena...
"Sei qui..."
"Già...e vedo che tu sei tutta intera!" mi sorrise, io scoppiai a piangere, ma mi nascosi nel cuscino.
"Ehi..." sentivo la sua mano fredda sulla spalla. Oh Wiliam se sapessi...se sapessi quanto sei divenuto importante per me. Forse scapperesti...è questo che probabilmente faresti. Quanti se, quanti forse...inutili. Ancora qualche settimana Wiliam...e spero che tu comprenda come mi sento.
Mi voltai a guardarlo...
"Qualcosa non va?" cominciò ad accarezzarmi il volto con le dita, appena avvertivo il suo tocco, così delicato, così misurato...
"No va tutto bene!" mentii...ma ora le cose andavo meglio. In bilico tra ragione e pazzia...ora ero nella terra neutrale, quella dell'amore.
"Ok..." lui non era mai convinto delle mie risposte...
"Cosa hai fatto di bello in mia assenza?"
"Nulla..." poi ricordai.
"Ah!! Da domani vado a lavoro!" mi guardò con un'aria interrogativa e distaccata. La sua mano si fermò sulla mia guancia, che divenne bollente...
"In che senso..."
"Ho trovato un lavoretto, per...per mettere da parte qualche soldo niente di che. Lavorerò per due o tre settimane fino a Natale." cercai di essere il più convincente possibile, era troppo importante quel ciondolo, non solo per lui ma anche per me. Era il mio modo per liberarmi del dolore, del dubbio...era il mio modo per dirgli che l'amavo.
"Dove precisamente?" chiese ormai senza più interesse. Forse il peggio era passato...si avvicinò leggermente, come se qualcosa lo avesse insopsettito. Il suo sguardo si spostò dai miei occhi, alle mie labbra.
"Beh...in una nuova gioielleria..." lo guardai stranita. Poi tolse la mano dalla mia guancia e la pose sotto il mento prendendomi il viso tra le dita. Poi si avvicinò al mio orecchio...
In un sospiro mi disse...
"Mi sei mancata...volevo che lo sapessi..." sentivo il cuore sbattermi contro il petto come un tamburo...io gli ero mancata.
"A-an-an..." rinunciai. Era inutile...non sarei mai riuscita a dirglielo...lo sentii sorridere e si allontanò velocemente, quasi facendomi cadere in avanti giù dal letto. Lui si rialzò, con la schiena al muro mi guardava dall'alto divertito.
"Fammi un pò capire...tu lavorerai in una gioielleria?" dovetti prima fare mente locale per rispondere.
"Si..." scoppiò a ridere.
"Insomma l'elefante nella stanza di cristallo..." che?! Mi alzai immeditamente dal letto, inciampando nelle lenzuola. Lui mi prese per le spalle. Ma stavolta non mi lasciai abbindolare, almeno non completamente...
"Che cosa vorresti dire con questo?" cercai di mostrarmi infuriata. E lo ero davvero, ma quando Wiliam mi guardava in quel modo io dimenticavo tutto...anche il mio nome...
"Quello che ho detto..." uno strano sorrisetto gli ullimanva il viso pallido.
"Beh io non sono un elefante!"
"Forse non sei così grande, ma sei maldestra quanto un elefante...sei addirittura inciampata nelle tue lenzuola" arrossii a quella constatazione e facendosi caso...lui mi teneva ancora per le spalle. Leggermente sollevata dal pavimento...
"Ma che c'entra!"
"Andrà a finire che dovrai pagare tu qualcosa al tipo della gioielleria! Altro che un pò di soldi da parte!" si stava prendendo pienamente gioco di me! Ma era così dolce quando sorrideva...scossi la testa! Non farti abbindolare!!
"Io mi impegnerò! Farò del mio meglio! Farò attenzione a tutto! Perchè è importante per me!" importante più di quanto tu possa pensare.
"E poi..." mi bloccai. Non dovevo dirgli nulla...doveva essere una sorpresa.
"E poi..." mi fece eco lui.
E poi capirai quanto ti amo...quanto tu ora sia importante per me...

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Capitolo 39
*** Trentaquattresimo capitolo ***


X memi16: ahhhhhhhhh la violenza dilagaaaaaa!!!!!! grazie per i complimenti^^...oh un pomodoro!!!

X BloodyKamelot: oh mamma miaaaaaaaaa!! E' un'associazione contro di me alloraaaaaaaa!!! *Cerca di difendersi dalle verdure e dai salumi* XD beh almeno hanno fatto un passo XXD

X aLbICoCCaCiDa: anche io li adoro!!!! Non a caso ho scelto la loro canzone XD felice che ti sia piaciuto ed ecco il seguito!!

X Ellie James: grazieeeeeeeeeeeee!!! Si Ale ormai ci tiene molto!! Grazie mille e colgo l'occasione per consigliare a tutti la fan fiction di Ellie James "The silence of his heart" è bellissima!!!! A me ha fatto perdere la testa!!!!!!

X Wind: eheheh XD tra un pò si saprà quale delle due è quella buona!!

 

 

Trantaquattresimo capitolo

"E poi..." mi bloccai. Non dovevo dirgli nulla...doveva essere una sorpresa.
"E poi..." mi fece eco lui.
E poi capirai quanto ti amo...quanto tu ora sia importante per me...
"E poi niente!!" non mi credeva tanto per cambiare...
"Va bene...ti da fastidio se ti vengo a prendere? Quando finisci di lavorare..." penso che in quell'istante ebbi un blocco cardiaco vero e proprio.
"S-si!" mi limatai a rispondere in apnea. Per uscire da quella situazione, almeno per me imbarazzante, mi sedetti a studiare. Lo sentii accomodarsi sul letto. Calò quel muto silenzio a cui eravamo abituati entrambi...
Un elefante nella stanza di cristallo...
Arrossii di rabbia ripensando a quella affermazione. Io non ero un elefante! Certo però che non aveva tutti i torti...in una gioielleria dove ogni cosa più è delicata più è costosa, io ero un pericolo mortale. Speriamo di non indebitarci...sospirai tra me e me. Finii quasi subito di studiare, ormai le vacanze nataizie si avvicinavano e c'era sempre meno da fare...rimuginaii un pò sul libro di storia prima di chiuderlo. Chi sa cosa avrebbe detto Wiliam del mio regalo...

"E' qui che lavoro!" mostrai a Wiliam la gioielleria. Mi aveva accompagnata per vedere dov'era il posto.
"Ok ci vediamo intorno alle otto allora..."
"come fai a sapere che finirò alle otto?" chiesi un pò stupita.
"E' scritto li!" mi indicò il cartello con gli orari di apertura e chiusura del negozio sorridendo, poi mi voltò le spalle andandosene.
"Ma, dove andrai?"
"Starò qui in giro..." mi preoccupava un pò l'idea che Wiliam gironzolasse da solo per la città, c'erano così tante ragazze...arrossi e scossi la testa per liberarmi da quei pensieri ed entrai. Un ragazzo mi accolse con un fantastico sorriso che mi stranì leggermente...
"Sei arrivata!"
"Ciao Roberto! Si sono pronta per rendermi utile!" nel gesticolare quasi facevo cascare un vaso situato sul bancone. Roberto lo prese per miracolo...ringrazia il cielo per avere affianco un ragazzo con i riflessi tanto pronti.
"Scusami!"
"Non ti preoccupare! Mi piace il tuo entusiasmo!" mi sorrise ancora. Che ragazzo dolce, pensai tra me e me.
Lavorammo gomito a gomito quel giorno, sbrigando tutte le persone che affollarono il negozio. Mi ritrovai ad impacchettare centinai di ciondoli, braccialetti...anche se di tanto in tanto finivo con l'imbrogliarmi nel nastro da regalo, ed una volta ero anche sul punto di tagliarmi un dito con le forbici. Ma Roberto mi sorrideva strizzandomi l'occhio e mi rassicurava. Alla fine la giornata volò, ero stanca morta.
"Si vede che è Natale, eh?" mi disse Roberto, sbuffando.
"Si, è bellissimo! In ogni pacchetto non c'è solo un ciondolo, un braccialetto...queste persone regalano il loro amore racchiudendolo in questi gioielli. E' una cosa fantastica..." pensai al mio ciondolo, mi chiesi se Wiliam avesse capito cosa quell'oggetto rappresentase. Mi chiedevo se avesse gradito...
"Sei una ragazza molto dolce..." persa nelle mie domande e constatazioni non avevo notato che Roberto mi si era avvicinato...
"Grazie" mi limitai a dire sorridendo. Poi sentii la porta elettrica scorrere ancora una volta sui binari. Oh no, un altro cliente no...
Ma quando mi voltai, vidi Wiliam. Li tra il luccichio dei gioielli sembrava un gioiello anch'egli. Gli corsi incontro.
"Wiliam!" ma mi fermai un pò prima di raggiungerlo. Controllo! Era il comandamento da rispettare se avessi voluto averlo vicino.
Ma lui non mi guardava. Aveva gli occhi fissi su Roberto. Era uno sguardo freddo ed inespressivo, di cui non comprendevo la natura. Poi si voltò verso di me, sorridendomi dolcemente.
"Finito di lavorare?" ma non ebbi il tempo di rispondere al mio dolce vampiro, che qualcuno mi rubò la parola.
"Si, per oggi ha finito" Roberto rispose al mio posto. Wiliam si voltò di nuovo a guardarlo, gelido come il ghiaccio della sua mano che nel frattempo aveva stretto la mia.
"Allora possiamo tornare a casa..." mi disse, ma il suo sguardo era ancora fisso sul biondino.
"Si! Ciao Roberto!" salutai il mio collega, lui fece altrettanto un pò più freddo di prima, un pò più pensieroso. E si diresse verso il magazzino.
Wiliam invece mi trascinò verso l'uscita, mano nella mano. Per tutto il tragitto non aprì bocca e me ne stupi. Forse avevo fatto qualcosa che non andava...eppure ero stata attenta per tutto il giorno. A scuola, a casa...non mi sembrava di essere andata fuori quei limti che inconosciamente lui aveva imposto fra di noi e che io rispettavo.
"C'è qualcosa che non va?" mi azzardai a chiedergli, qualche metro prima di casa mia. Lui scosse la testa, come per
allontanare i pensieri in cui si era perso.
"No nulla! Allora quanti danni ha fatto l'elefante?" disse beffardo. Ancora con questa storia dell'elefante?! Sbuffai...ma in qualche modo percepivo che quello era stato il suo modo per distrarmi da ciò che volevo sapere. Qualcosa aveva turbato il mio vampiro, mi chiedevo cosa...
"Non ho fatto nessun danno...almeno materiale..." lui sorrise.
"Per fortuna!"
"Mi piace lavorare li! In questo periodo ci osno un mucchio di persone che acquistano i regali per Natale. C'è un'atmosfera molto dolce..."
"Forse anche un pò troppo..."
"Che intendi dire?" era strana la sua espressione, mi preoccupai.
"Niente, lascia perdere...piuttosto...fa attenzione a quel ragazzino..."
"Quale ragazzino?!...ah Roberto?"
"Già...non mi piace il suo modo di fare e non mi piace come ti guarda..." poi si fermò d'un tratto come pentito di quello che aveva detto.
"Ok..." se non lo avessi conosciuto bene, avrei preso quel suo comportamento per gelosia...

Lui si voltò fissandomi e lessi lo smarrimento nei suoi occhi, quasi come se fosse convinto di aver detto qualcosa di troppo, qualcosa senza pensarci accuratamente su...
Wiliam era strano...un ragazzo, o forse avrei dovuto dire un vampiro fuori dal comune ( in realtà non conoscevo altri vampiri all'infuori di lui...). Il suo umore era instabile, totalmente istabile e questo l'avevo capito fin da subito. A volte addirittura, mi dava l'impressione di essere un tipo impulsivo, e di aver paura di questa sua impulsività. L'immagine che lasciava trasparire di lui, almeno ora che avevamo, almeno ai miei occhi, messo un pò da parte il concetto "Io vampiro, tu cena", era quella di un ragazzo che misurava ogni sua azione anche la più semplice. Wiliam non agiva mai senza averci accuratamente pensato, non lasciava andare allo sbaraglio nessuna delle sue emozioni, di qualunque natura esse fossero. Lui era posato, misurato, attento a tutti i particolari. Nulla gli sfuggiva...eppure a volte si lasciava andare, inconsiamente, e sentivo che dopo se ne pentiva quasi subito. Soprattuto nei miei riguardi...ora come altre decine di volte prima di adesso, avevo l'impressione che si fosse pentito delle sue parole...scrutava nei miei occhi, come per percepire che tipo di pensieri avessero sucitato le sue parole nelle mia testolina...ed ogni volta che cercava in quel modo furioso nei miei occhi, io mi sentivo fragile ed inerme sotto il suo sguardo, che frugava, cercava assetato di risposte...distolsi lo sguardo mettendo fine a quella specie di battuta di caccia al mio ultimo pensiero. Lui abbassò gli occhi.
Non mi piace il modo in cui ti guarda...
Eppure io in Roberto non ci vedevo proprio nulla di male...mi sembrava un ragazzo gentile, niente di pericoloso...e nel suo sguardo non avevo visto proprio nulla...
Wiliam, nel frattempo se ne stava li in piedi dinanzi a me, lo sguardo ancora basso pensieroso. A cosa pensi? A cosa pensi, quando non mi guardi, quando non sono io quella da cui scappi? Quando non è nei miei occhi che frughi?
"Io...vado a fare una doccia..." ormai era quasi ora di cena, decisi di darmi una lavata...
L'acqua calda mi dava uno strano tepore quella sera, perchè l'acqua non lavava via i dubbi, gli interrogativi, il dolore? Quanto avrei dato per sapere a cosa pensava...ma forse se non ne parlava con me, evidentemente non dovevano interessarmi... Cosa ti piace di lui?
Mi chiesi all'improvviso...
Amo tutto di te...amo i tuoi occhi, io amo il suono della tua voce e del tuo sorriso.
Amo tutti di te...amo i mille dilemmi in cui mi fai vivere, i mille interrogativi che mi devastano l'anima.
Amo tutto di te. Amo il tuo modo di fare, che mi fa andare fuori di testa...amo il fatto che sei imprevedibile e che ogni volta finisci col sorprendermi.
Amo tutto di te, amo il profumo del tuo sospiro, amo il tuo modo di nasconderti alle mie domande, ai miei perchè...
Amo tutto di te. Amo il modo in cui ti avvicini, in cui di tanto in tanto mi reagali frammenti dei tuoi pensieri...
Amo tutto di te. Amo la tua capacità di tenermi insieme, di tenere insieme i frammenti di me che sento sempre più instabili...

Mi sei mancata...volevo lo sapessi...
Arrossii senza nemmeno accorgermene...ero rimasta sotto la doccia abbastanza. Mi rivestii e andai a cena il più veloce possibile. Volevo tornare da lui.

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Capitolo 40
*** Trentacinquesimo capitolo ***


X Wind: Eh si povero Wiliam, o dovrei dire Roberto non so XD Ecco il seguito cmq!!

X Ellie James: Grazie davvero^^ sono contenta che almeno a qualcuno i miei personaggi appaiano riginali XD perchè in effetti quello era il mio intento!!! E quindi ti ringrazio non una ma miliardi di volte XD tvtttttttttttttttttb

X aLbICoCCaCiDa: si ale è tonta in tutto XD oh no anche tu vuoi uccidermi XD aiutooooo questa è la rivolta delle lettriciiiiiii

X MemiDark_Cullen: grazie davvero sei molto gentile^^ e sono contenta che tu riesca ad immedesimarti così bene!!! Spero che questo cap sia abbastanza lungo XD

X memi16: oh no le cipolle no!!! Mi fanno piangere XD e come faccio a scrivere con le lacrime agli occhi??? ah allora vi siete coalizzate!!! Sono tutti contro di me!!! Poi come se fosse colpa mia...che posso farci se Ale è tonta e Wiliam stralunato XD io scrivo solo la loro storia così com'è non posso intervenirci XD

X MizzCamilla: ora lo so XD Ecco qui quindi un altro cap!!! E sono davvero contenta che ti piaccia!!!

X Winry90: beh io non le farei così nitide le uguaglianze XD Ale è molto più dolce, se si può, di Bella, forse anche molto più tonta, molto più timida ed introversa, Ale è riflessiva fino alla nausea anche se ultimamente Wiliam sta facendo venire a galla la sua impulsività repressa XD Wiliam poi a differenza di Edward è molto meno controllato, anzi Wiliam è impulsivo e come ha detto Ale tenta di nascondere questa sua impulsività perchè sa di non potersela permettere ora che è un vampiro...poi ci sono altre differenze ma probabilmente verranno fuori con gli altri capitoli anche se mi sembrava fossero venute fuori nei primissimi cap! Infine Roberto, beh è molto molto diverso da Jacob e si vedrà inoltre non è un licantropo...XD quindi il finale è tutto da scoprire XD

 

Trentacinquesimo capitolo:

Parla Wiliam:

Mi salutò come il giorno precedente prima di entrare in quella gioelleria, con quel suo sorriso dolce ed ingenuo, quel sorriso che mi scioglieva il cuore. Era così felice di quel lavoro...mi chiedevo il perchè. Rimasi a spiarla, senza che mi vedesse. Fu un istinto irrefrenabile. Dovevo vederla...
Roberto l'accolse con quel suo sorriso falso e malizioso, quello del giorno precedente...
Non mi piaceva il modo in cui la guardava, il modo in cui le sorrideva, il modo in cui la toccava...
Glielo si leggeva negli occhi ciò che voleva da lei. Lui la voleva...è così che aveva scelto. Ma lui non la conosceva, non la conosceva come potevo conoscerla io. Non la vedeva come la vedevo io...lui la voleva, ed io non ero convinto di voler lasciare che tentasse di prendersela.
Mi stupii di quello strano bisogno di possesso che avevo di lei.
I suoi occhi ingenuii scrutavano la folla, ma gli occhi maliziosi di chi sa come ottenere ciò che vuole scrutavano il suo corpo.
Odiavo il modo in cui la guardava...il modo in cui gli sorrideva.
La sua mano sulla sua spalla, non potevo sopportarlo. I suoi occhi nei suoi, mi lasciavano l'amaro in bocca. Le sue mani che sfioravano le sue, calde ed incosapevoli. Lei non lo vedeva, lei non se ne accorgeva, non lo sospettava nemmeno minimamente...ma mi era bastato poco per capire che lui la voleva e che avrebbe fatto di tutto.
La sua mano sulla sua spalla, ancora una volta...stava attentando al mio autocontrollo, all'autocontrollo di un vampiro. Sorrisi amaro...
Non mi piaceva il modo in cui la guardava, in cui voleva prendersela...non mi piaceva il fine che aveva. Lui non l'amava, questo era chiaro. C'era solo malizia nel suo sguardo, lui vedeva soltanto il suo viso, il suo corpo...ma non vedeva quanto fosse fantastica dentro. Lui non la vedeva come la vedevo io. Non poteva, perchè non voleva. A lui non interessava la sua anima, i suoi occhi, i suoi mille pensieri...se ne era invaghito e basta. Aveva gli occhi di chi sa come si fa, di chi è abituato ad averne di ragazze intorno. Ma non lei, lei non era come le altre. Lei era speciale, unica, preziosa...lei era diversa...non si meritava di essere guardata in quel modo, non da uno così, non da lui.
Con un braccio le cinse le spalle, era troppo, troppo per me. Sorrideva ad una cliente, ma non lasciava andare lei...
I miei occhi si spostarono su quella principessa, nata in un'epoca sbagliata...
Non arrossiva, non si sottraeva a quell'abbraccio...sorrisi. Non avvertiva il pericolo, lei non provava niente...
Stranamente ne fui sollevato. Percorsi i lienamenti del suo viso, del suo sorriso genuino...anche lui li stava percorrendo e la cosa mi adirò più del dovuto, forse anche più del necessario. Le si avvicinò all'orecchio, le sussurrava, come facevo io, come potevo solo io...
Sei bella quando sorridi...
Questo era troppo! Sbattei involontariamente il pugno chiuso contro la parete che sosteneva la vetrina. Lui se ne accorse, ma non lasciava la presa, perchè sapeva, avvertiva i miei pensieri. Amava quel gioco, lo aveva fatto mille volte, lo sentivo, glielo leggevo negli occhi. Lui aveva sempre vinto...era sicuro che sarebbe stato così anche questa volta. I suoi occhi si fissarono sui miei, mentre Ale lo guardava stranita ed evidentemente imbarazzata da quell'affermazione. Non arrossì.
Mi guardava, mi sfidava, esibiva il trofeo tra le sue braccia, quello che ci stavamo contendendo. Mi chiedeva se mi era mai stata così vicina, se mi aveva mai sorriso in quel modo...i suoi occhi bruciavano nei miei. Non poteva sapere con chi aveva a che fare quel ragazzino. Non sapeva con chi aveva scelto di giocare questa volta. Ale si sottrasse al suo braccio, visibilmente infastidita in quel momento, la vidi spostare lo sguardo frenetica, avvertiva l'elettricità nell'aria. Era così sensibile...
Non si accorse di me, ma il suo amichetto biondo non mi perse per un minuto. I suoi occhi, avevano lanciato la sfida. Amavo le sfide, ma non quando c'era lei come premio. Lei era molto più di questo per me, molto più che un oggetto da contendersi. Lei era tutto...
Solo due parole mi occupavano la mente : Non lui
La mandò in magazzino, quando l'atmosfera ormai era bollente, Intuiva che ero un ostacolo, che non glielo avrei mai permesso...mai.
Si diresse verso l'uscita, verso di me.
Mi sorrise, ancora mi sfidava, soddisfatto per quello che era avvenuto all'interno. Lui non poteva sapere che Ale non lo stava nemmeno prendendo in considerazione, lui non conosceva il linguaggio del suo corpo, così come avevo imparato a conoscerlo io. Ogni suo gesto, era una risposta ad una domanda. Lei era semplice, eppure complessa.
Mi si avvicinò, quel sorriso ancora sulle labbra, mi tratteni dalla voglia di cancellarglielo per sempre.
"Sei il suo ragazzo?" lui era uno che arrivava al sodo, ma si capiva che qualunque fosse stata la risposta non l'avrebbe nemmeno presa in considerazione. A lui non importava...lui la voleva e nella sua mente contorta era sicuro di poterla avere facilmente.
"No..." mantenni il suo sguardo.
"Meglio così..." mi voltò le spalle, dirigendosi all'interno. Ora era convinto di poterne uscire con le mani pulite, stavolta non avrebbe avuto spiacevoli sensi di colpa, ammesso che lui ne avesse mai avuti.
"Non l'avrai..." mi voltai e seguii la strada dinanzi a me. Ero stato chiaro, sapevo che mi avrebbe capito...che si sarebbe leccato i baffi. Ora il gioco iniziava davvero.
Seguii la strada, che mi si apriva davanti. Ancora qualche minuto ed Ale avrebbe finito ed io l'avrei riportata a casa, lontana da un mondo che l'avrebbe soltanto ferita.
Lei non si meritava di essere guardata in quel modo, lei era speciale, lei era molto di più di ciò che poteva apparire agli occhi di quel bastardo.
Ogni sera era come una liberazione, quando potevo prenderle la mano e riportarla a casa mi sentivo sollevato.
Ogni giorno mi tormentava il pensiero di lei tra le braccia di lui, vittima della sua malizia, una vittima inconsapevole. Perchè lei non si accorgeva degli sguardi della gente, a scuola, per strada, a lavoro, lei aveva lo sguardo basso, lo sguardo di chi si vergogna, di chi è troppo fragile per difendersi dalla cattiveria altrui. Eppure non trovai mai il coraggio per dirle di lasciar perdere quel lavoro maledetto. Chi ero io per farlo? Che potere potevo avere sulle sue scelte? E poi i suoi occhi stanchi, incorniciati da occhiaie sempre più scure, brillavano di una strana luce ogni volta che era fuori di li...per lei era importante, per qualche strano motivo. Allora mi rimaneva solo di gareggiare per lei, di dimostrare a quel bambino che stavolta avrebbe scoperto quanto amara può essere la sconfitta.
Solo due parole mi occupavano la mente: Non lui
Lui non l'avrebbe meritata mai, non l'avrebbe mai capita, mai amata come invece lei si meritava di essere amata. Lei aveva bisogno di sicurezza, di amore puro...
Solo due parole mi occupavano la mente: Non lui
Mi vergognai del modo in cui pensavo a lei, del potere che mi prendevo di poter decidere io per la sua vita...ma era qualcosa di irrefrenabile, di incontrollabile.
Solo due parole mi occupavano la mente: Non lui
Almeno finchè non sarebbe stata lei a mostrare interesse e voglia di essere sua, io non gli avrei permesso di rubarmela.
Sorrisi di me stesso...del modo in cui ora vedevo quella ragazzina, quella ragazzina che avrei dovuto uccidere molto tempo prima...sapevo cos'era ma non riuscivo a dargli un nome.
Sorrisi ancora, perchè non lasciarsi andare agli istinti per una volta, una volta soltanto?!
Io non potevo lasciarmi andare...non con lei, non come avrei voluto mille volte da quella sera maledetta in cui i miei occhi incontrarono i suoi...lei era troppo importante. Lei era tutto...ancora il passato bussava alla mia porta, mi chiedeva se ne ero convinto, se lei era davvero quella ragazzina per me e se non era un'altra donna, magari lei, l'ombra del mio atroce passato.
Decisi di non aprire quella porta.

Parla Ale:

24 dicembre, ore nove ed un minuto appena scattato...
Il soffitto della mia stanza è così bianco, forse avrebbe bisogno di una ripassata...magari di un altro colore o un bianco più intenso. C'è una piccola crepa nei pressi del lampadario, già accesso per via del tempo terribile. Speriamo non mi cada in testa questo soffitto...almeno non oggi. Niente scuola, viva le vacanze natalizie avrei detto un pò di tempo fa...ora non sapevo, sarebbe stato un Natale strano quello di quell'anno. Era il giorno che attendevo, ormai da venti lunghi giorni...era la sera decisiva, gli avrei dato quel regalo. Era la prima volta a pensarci che mi sudavo qualcosa in quel modo. Certo che avevo sgobbato parecchio in quei giorni...da quando era finita la scuola, Roberto mi aveva quasi costretta al turno completo. Non mi lasciava nemmeno andare via per la pausa pranzo...risultato? Vedevo quasi più lui che Wiliam...e quanto era difficile...la lontananza anche se minima, non riuscivo a sopportarla...ma quel ciondolo, quel ciondolo era tutto, dovevo averlo ad ogni costo...era un costo alto quello, ma lo avrei pagato.
Naturalmente Wiliam mi accompagnava a veniva a prendermi, così che cominciai a desiderare che la strada che separava casa mia dalla gioielleria fosse più lunga...così da poter godere di quel poco tempo che avevamo, o almeno che avevo per vederlo. Il freddo era sempre più intenso, l'inverno sarebbe stato duro quell'anno dicevano al tg. Ora sentivo ancora di più quel gelo, ora che Wiliam non c'era.
A pensarci da quando avevo cominciato a lavorare quella era la prima volta che era andato a caccia...i suoi occhi erano così scuri, ma lui sembrava non farci caso, pensava mi fosse sfuggito. Poi quella mattina, sul presto mi aveva detto che era il caso di fare uno spuntino, che era davvero al limite.
"Torna stasera..." mi limitai a dirgli e mi stupii del mio tono da "è meglio che fai ciò che ti ho detto".
Lui mi aveva sorriso e prima di andarsene mi aveva detto che sarebbe stato li nel pomeriggio.
Cominciai a chiedermi se avesse scelto poprio quel giorno per andare a caccia, perchè sapeva che non avrei lavorato...
Quando veniva a prendermi sentivo che era teso, assorto nei suoi pensieri più che mai. E cominciai a credere che la colpa fosse tutta di Roberto. Eppure quel ragazzo a me piaceva, era simpatico e carino alle volte. Era nella norma mettiamola così, niente di cui avere paura ecco. Ma a Wiliam proprio non andava giù, anche se non me lo diceva, non me l'avrebbe mai detto apertamente, sentivo che non lo sopportava. Antipatia vampiresca? Chi sa...
C'era un'altra crepa nel mio soffitto, nell'angolo a destra della stanza...mi alzai dal letto in cui ero placidamente distesa. Non crollarmi in testa prima di stasera, ripetevo tra me e me.
Nove e sedici minuti...Wiliam mi mancava sempre di più. Non sapevo proprio che fare quella mattina, da quando lavoravo avevo perso il senso del tempo...ed ora che ne avevo troppo non sapevo come impiegarlo.
24 Dicembre ore dieci...che carine le lancette alle ore dieci, così precise, così vicine...di nuovo quel dolore.
Mi portai le mani al petto, Wiliam torna presto devo diriti che ti amo...
24 Dicembre ore dieci e cinque minuti tendenti al sei...gironzolo per la mia stanza e mi sento vuota...
24 Dicembre ore dieci e dieci...come avrebbe reagito al mio dono? Sentii una morsa allo stomaco...meglio non pensarci.
Avevo appuntamento alla gioielleria alle 11: 00 per ritirare il mio ciondolo, ma non l'avevo detto a Wiliam. Si sarebbe insospettito...decisi allora di interrompere tutte le mie laboriose attività e di prepararmi per ritirare il mio caro ciondolo, il ciondolo per Wiliam.
Il sorriso mi ritornò sul viso quando fui fuori dalla porta di casa mia, sentivo che la felicità poteva essere davvero ad un passo da me. Forse Wiliam mi avrebbe odiato per quel regalo, e si sarebbe allontanato da me ancora una volta...ma il dubbio non potevo riuscire a sostenerlo, meglio provarci mi ripetevo.
Ogni passo che compio, lo faccio verso di te...raggiungo l'oggetto in cui ho racchiuso il mio amore per te...
Arrivai alla gioielleria, entrai. Un piccolo brivido mi percorse la schiena, lo stomaco ormai era annodato come solo il mio poteva annodarsi...eppure ero felice, perchè quella sera avrei donato a Wiliam il mio cuore definitivamente che gli fosse piaciuto o meno.
Roberto era li sorridente e sgargiante come al solito, indaffarato con delle ragazzine. Ma si vedeva lontano un miglio che non avrebbero comprato nulla, erano li solo per lui. Sorrisi, c'era un'atmosfera dolce e romantica, o forse ero io che irradiavo cuoricini meliosi da per tutto come una bimba alla prima cotta...cercai di non prendere in considerazione l'eventualità che per lui quel ciondolo potesse valere meno di zero, meno del niente...
Roberto mi vide e mi sorrise, ma non come al solito, c'era una strana espressione sul suo viso. Un altro brivido mi percorse la schiena, ma quella volta non fu piacevole. Mi misi in un angolo ad aspettare che si liberasse, un unico desiderio pulsava nel mio petto, nella mia testa, in tutto il mio corpo; prendi quel regalo e va via di qui. C'era qualcosa di strano ora nell'aria...non era più romantica, frenai l'impulso di scappare via. E' solo la tua fantasia che scalpita, tentavo di ripetermi. Eppure quel sorriso non mi era piaciuto...
Passò una bell mezz'ora prima che quelle ragazzine capissero che Roberto era troppo grande per loro e se ne andassero permettendomi finalmente di ritirare il mio pacchetto.
"Sei qui per il ciondolo vero?" mi chiese, quando ad un tratto senza accorgermene me lo ritrovai dietro.
"Si, tuo padre aveva detto che potevo venire a ritirarlo intorno a quest'ora..." non mi piaceva la sua espressione nemmeno in quel momento e non piaceva nemmeno più a me il modo in cui mi guardava. Mi nascondeva qualcosa, qualcosa che non mi sarebbe piaciuto sapere.
"A dire la verità..." ebbi una fitta al petto.
"A dire la verità mio padre in questo momento non c'è, ed io non so dove abbia conservato il tuo pacchetto..." no! Non quel ciondolo, è troppo importante...sentii le lacrime agli occhi mentre mi parlava.
"Oh...capisco...non puoi chiamarlo o non so..." mi sorrise.
"Non preoccuparti sostituiscimi per qualche minuto e te lo ritrovo subito!" mi strizzò l'occhio.
"Spero non ti dispiaccia lavorare per qualche minuto in più..."
"No figurati..." mi infilai la divisa alla svelta, lui si diresse verso il magazzino. Eppure nell'aria c'era qualcosa di strano...
I minuti ben presto si trasformarono in ore e le ore in altre ore troppo lunghe per me. Roberto non usciva dal magazzino.
Il tempo fuori peggiorava sempre di più ed ormai nessuno più entrava al negozio. Guardai l'orologio, erano passate tre lunghissime ore...
"Roberto?" lo chiamai ero stufa di aspettare...
"Ale scusami, ma non lo trovo da nessuna parte. Dovrei vedere al piano di sopra...tu devi tornare a casa?" dove vuoi che vada senza quel ciondolo...
"No figurati ti sostituisco ancora per un pò allora, ti prego trovalo è troppo importante!"
"Non preoccuparti!" eppure mi preoccupavo eccome. Avvisai mia madre che avrei lavorato tutto il pomeriggio...sperando di poter finire il prima possibile. Avrei tanto voluto dirle di avvisare Wiliam...ma come poteva, nemmeno lo conosceva e di sicuro non sospettava che sua figlia in camera nascondesse un vampiro.
Era così buio il tempo che si faceva fatica ad accorgersi se fosse ancora giorno o già sera...eppure il magazzino non era così grande. Perchè ci metteva tutto quel tempo...cominciai a sentirmi presa in giro...Ma che combinava?
"Roberto ma che stai combinando?"
"Ale scusa, ho trovato del lavoro da sbrigare, ma non preoccuparti ho telefonato a mio padre! Lo ha lui il ciondolo e sta venendo qui a portartelo.
"Oh grazie!" finalmente, ora dovevo solo aspettare.
Ma l'attesa si rivelò lunga più di quanto avessi immaginato...
Roberto finalmente risorse dal magazzino.
"Ehi, scusa se ho approfittato della tua bontà d'animo e soprattutto della tua disponibilità, ma mio padre aveva dimenticato del lavoro da completare e domani è Natale, non volevo fosse costretto a tornare qui anche il 25 di dicembre!" sorrise, passandosi la mano tra i capelli.
"Non preoccuparti è il minimo che potevo fare..."
"Ah per il ciondolo sarà qui a momenti, era fermo nel traffico, sai la vigilia, ma sarà qui a momenti!" non terminò la frase che tutte le luci del negozio si spensero. Rimanemmo completamente al buio, se non per la fievole luce che penetrava dalle vetrine e proveniva dai lampioni della strada.
"Oh no..." lo sentii sospirare.
"Che...che succede?"
"E' andata via la corrente!" mi si avvicinò prendendomi per il braccio, avevo un brutto presentimento...
"Stammi vicina e ti prego incrocia le dita!"
"Perchè scusa?" mi trascinò alla cieca versò l'uscita del negozio. L'uscita elettrica...oh no!!!!
"Come pensavo! Siamo chiusi dentro!" chiusi dentro quelle parole rimbombavano nelle mi orecchie e rischiavano di traforarmi i timpani...chiusi dentro! Wiliam, no!! Non quella sera!!!
Comincia a battere i pugni contro quella stramaledetta pota chiusa!
"No! Roberto devi fare qualcosa, non hai delle chiavi o qualcosa del genere!" i miei occhi lo imploravano.
"No, purtroppo no...dobbiamo aspettare mio padre è l'unica cosa...a patto che venga..."
"Come...perchè non dovrebbe venire?" la mia voce era più allarmata di quel che avrei voluto.
"Non preoccuparti...è solo che non vorrei che alla fine decidesse di aspettarci a casa...in fondo sarebbe più logico..." la logica non era mai stata la mia materia preferita, ma in quel momento io non vedevo nessuna logica nelle sue parole!Sentivo un nodo chiudermi la gola, lo avrei strangolato con le mie stesse mani in quel momento!
"Io...voglio andare a casa!" vidi frantumarsi all'improvviso il mio sogno di passare il Natale con Wiliam, di dirgli tutto ciò che il mio cuore aveva da confessargli.
"Anche io certo non voglio passare qui la vigilia di Natale, ma non preoccuparti! Ora andiamo in magazzino li dovrebbe esserci almeno una torcia...stare al buio non è il massimo..." voglio andare da Wiliam, quella doveva essere una serata speciale, non quel disastro che mi si stava aprendo davanti! E se si fosse preoccupato non vedendomi, ormai doveva essere tornato da un pezzo...non poteva sapere che io ero li...tra mille sospiri d'agonia seguii Roberto nel magazzino.
Sobbalzai quando si fece richiudere la porta alle spalle....quella porta era difettosa, lo sapevo anche io che lavoravo li da poco....

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Capitolo 41
*** Trentaseiesimo capitolo ***


X lady bella: ciao!!! Piacere!!! Grazie mille per i complimenti!!! Soprattutto quelli riguardanti i personaggi! Ed ecco il seguito XD

X aLbICoCCaCiDa: prendi a cucchiaiate me o Roberto? Se ti riferisci a Roberto fa pure!! Se ti riferisci a me...beh penso di non meritarlmele XD leggere per credere forse questo capitolo vi stupirà!

X MemiDark_Cullen: si puoi dirlo, lo odio anche io e lo odia anche Wiliam XD

X BloodyKamelo: Ma non preoccuparti!!! Si si può odiare Roberto XD ma non so se si può amare Wiliam, dovremmo chiederlo ad Ale...XD

X memi16: ihihihi ma non li ho chiusi io in magazzino!!! E' stato Roberto a chiudere Ale in magazzino io sono solo una povera aspirante scrittrice che racconta le loro vicende! Non intervengo nei fatti e non modifco gli eventi *fa gli occhi dolci dolci*

X Mimiana: Ciao piacere!!! Grazie davvero sei gentilissima!!!

X Kimly: wow, ma Roberto se lo è meritato in fondo... XD Addio Roberto!! XD

X MizzCamilla: non preoccuparti sembra che Roberto sia antipatico a tutti, anche a me XD quindi non sei cattiva^^

X Wind: sono morta dalle risate XD dopo tutti questi commenti Roberto comincia a farmi pena XD nooo scherzo!!

Allora spero che questo cap vi piaccia!! E spero di fare contente un pò di persone ( specie quelle che mi hanno torati dietro diversi alimenti XD ) forse riuscirà anche a stupirvi questo cap!! E grazie davvero per tutti i vostri commenti mi riempiono davvero il cuore di gioia!!! Grazie a tutti!!!

 

Trentaseiesimo capitolo

 

Sobbalzai quando si fece richiudere la porta alle spalle....quella porta era difettosa, lo sapevo anche io che lavoravo li da poco....
"Roberto..." me lo ritrovai di fronte quando mi voltai, così vicino che fui costretta a fare un passo in dietro.
"Ora si che possiamo passare un pò di tempo da soli..."
"Ma..."
"Sei contenta? Finalmente io e te! Sognavo di passare un Natale così..." mi passò la mano tra i capelli, mi scansai immediatamente.
"Ma di che stai parlando!"
"Tu mi piaci ed anche io piaccio a te l'ho visto! Ho solo esaudito il tuo desiderio..."
"Roberto non mi piace questo scherzo, ti prego chiama tuo padre e fallo venire qui, voglio andare a casa!" sentivo il cuore che accelerava di battito.
"E' romatico no! Lui non ti ama Ale, non ti considera nemmeno la sua ragazza! Io potrei renderti felice..."
Furono quelle parole a far scattare la molla…ora era troppo, troppo anche per me! Maledizione! Era già tutto abbastanza difficile, così dannatamente complicato! Come sperava lui, comune essere umano, di capirci qualcosa in tutta quella storia…anche se avesse avuto ragione, anche se a Wiliam realmente non importasse nulla di me, era ormai troppo tardi per tornare indietro…il mio cuore gli apparteneva.
"E come!!" mi ritrovai ad urlare come mai avevo fatto prima di allora! Ora era troppo per i miei nervi, troppo da sopportare! Già il destino mi giocava brutti scherzi, non potevo sopportare che un ragazzo qualsiasi si mettesse tra me e Wiliam. Avevo già fin troppo problemi, fin troppo pensieri! Avevo chiesto soltanto una sera di felicità! Un'unica maledetta serata! Ero furibonda...
"Pensi di rendermi felice, chiudendomi in un magazzino la sera della vigilia! Pensi che io ora sia felice! Che questo fosse il mio desiderio!" gli diedi addosso pesantemente, gli urlavo a pochi centrimetri dal viso e di tanto in tanto lo colpivo sul petto spingendolo all'indietro. Anche nel buio scorgevo la sua espressione sorpresa ed interrogativa. Stavo sfogando su di lui tutta la rabbia, la frustazione ed il dolore di quegli ultimi mesi, ma non m'importava! Avevo chiesto solo una sera, una sola sera!
Alla fine mentre io ancora gli urlavo in faccia tutta la mia rabbia, Roberto finì con le spalle al muro e nei suoi occhi balzò un velo di paura.
"Questo doveva essere un giorno importante per me!" urlavo ancora.
"Come hai potuto prenderti gioco di me in questo modo! Bastardo!" gli diedi uno schiaffo, ritirai immediatamente la mano icriminata. Ma se lo era meritato...
"Tu lo ami..." mi chiese, ma sembrava più l'affermazione di un dato di fatto. Quelle parole mi fecero sussultare...
"Si..." ripresi il mio tono calmo e pacato ora che le familiare lacrime mi bagnavano il viso per la furia e per il dolore.
"Si...io lo amo, lo amo più di qualsiasi cosa al mondo! Più di me stessa, più di tutto e tutti...lo amo da morire..." l'espressione di Roberto era un misto tra il disgusto e la rabbia.
"Era per lui quel ciondolo..."
"SI!" gli urli ridendo malignamente per il modo in cui si era preso gioco di me.
"Si! Era per lui...per dirgli...per..."
"Vuoi che capisca che lo ami...che stupido sono stato!" sorrise anche lui.
"Già sei stato uno stupido! Anzi un bastardo! Cosa credevi di fare chiudendomi qui dentro!" ricominciai a colpirlo ancora.
"Pensavi che sarebbe bastato mettermi alle strette, che mi sarei concessa a te così?! Per chi mi hai presa eh!"
"Non parlare così...io..."
"Io che! Dannazione! Avrei dovuto capirlo che razza di ragazzo eri!"
Gli diedi le spalle, quando avvertii le sue braccia intorno alla mia vita...come risultato si beccò un'altra sberla...
"Non osare toccarmi!!" ero furibonda, fuori controllo...non avevo mai perso il controllo.
"Ale non ti avrei mai fatto nulla, volevo solo passare del tempo con te..." lo spinsi di nuovo.
"Avanti Ale...credevo ti fosse chiaro che mi piacevi..."
Non mi piace il modo in cui ti guarda...
Lui l'aveva capito....
"No...non mi era chiaro..."
"Ora capisco il perchè...eri così presa da lui che nemmeno ti guardavi intorno! Avrei dovuto capirlo dai tuoi occhi che si illuminavano ogni volta che lo guardavi...scusami se non ho voluto credere a ciò che vedevo..."
"Voglio uscire di qui..." sorrise amaro a quella mia affermazione.
"Certo che vuoi uscire...vuoi andare da lui...ma dammi almeno la possibilità di spiegarti, di scusarmi, non sono quel tipo di ragazzo...davvero. Scusami per tutto questo, era il mio insulso tentativo di farti mia una volta per tutte...uno spazio buio e ristretto, la vigilia di Natale, ma come posso rubarti il cuore se tu lo hai già donato con tutta te stessa?" io avevo donato il cuore con tutta me stessa...con tutta me stessa...mi superò aprendo la porta con una spallata. Si diresse verso l'uscita del negozio. Lo seguii.
Aprì quella porta...mi aveva preso in giro fin dall'inizio.
"Ah aspetta..." estrasse dalla tasca un piccolo pacchetto rosso.
"Questo è il tuo ciondolo..." Mi aveva presa in giro fin dall’inizio, aveva programmato tutto…ed io ci ero cascata in pieno… lo raccolsi dalle sue mani, guardandolo con sospetto.
"Non ti prendo in giro...e sii felice Ale." strinsi tra le mani quel pacchetto, il mio pacchetto, il mio amore...
"Anche tu...sii felice..." uscii dal negozio guardai l'orologio ormai erano le undici e mezza...
C'era un'unica cosa da fare...correre, correre più in fretta che potessi...quella doveva essere la nostra serata, non potevo rinunciarci così.
Ogni passo che faccio, lo compio verso di te...corro a perdifiato per arrivare a te
Naturalmente la corsa non era stata mai il mio forte e furono innumerevoli le volte in cui mi ritrovai a terra...per giunta, quasi come se anche il cielo volesse scoraggiarmi, cominciò a piovere a dirotto.
Ma niente poteva fermarmi, dovevo arrivare da lui...
La pioggia mi bagnava i capelli ed i vestiti, si mischiava alle mie lacrime amare. Ma io correvo, un piede dietro l'altro, inciampando in quasi tutte le pozzanghere, rialzandomi sempre più decisa...sarei stata li in tempo, io dovevo arrivare in tempo! Dopo tutto ciò che avevo fatto, tutto il tempo che avevo atteso...
Un piede dopo l'altro...affannando, io sarei arrivata da lui...
La pioggia non voleva saperne di fermarsi, il vento cominciava a farmi bruciare gli occhi...
"Ci mancava solo il temnporale..." sussurrai a denti stretti. Eppure sorrisi...ancora qualche passo e sarei arrivata da lui.
Finalmente riuscivo a scrogere il mio palazzo! Avevo il cuore a mille, il cancello era aperto e mi ci precipitai sempre di corsa, senza fermarmi. Diedi una spallata al lampione al centro del mio parco...che imbranata! Ma ora più nulla aveva senso, io ero li a pochi passi da lui...
L'ascensore era guasta...
"Santo cielo proprio a Natale..." salii per le scale, di corsa a due gradini alla volta, naturalmente non senza procurarmi altri lividi.
Certo che l'amore poteva essere davvero doloroso...
Ma ad ogni passo mi sentivo più leggera, perchè ogni passo mi liberava dal dolore, ogni passo mi portava a lui.
Bussai frenetica alla porta. Mi aprirono quasi immediatamente, il contatto con l'aria calda dell'ingresso mi fece tremare. Guardavo intorno frenetica, alla ricerca di quel maledetto orologio...
Ore 23:58. Ce l'avevo fatta...ero li...sorrisi tra le lacrime che ancora mi inondavano il viso. Nonostante tutto io ero li, per dirgli tutto, per dirgli ti amo...
"Ale...ma sei bagnata fradicia..." mia madre mi riportò alla realtà. Alla svelta, devo correre da lui...
"Si scusa...mi cambio sono subito da voi..."
"Ale...ma..." mi asciugai con la manica del cappotto il viso, corsi in camera mia chiudendomi la porta alle spalle.
Era buio, lo cercavo. Cercavo i suoi occhi, in ogni angolo. Avevo ancora l'affanno.
Guardai frenetica ben due volte prima di trovarlo, li come al solito con le spalle al muro. L'espressione accigliata tra il sorpreso ed il disappunto.
"Ti ho cercata ovunque..." il tono era duro e distaccato, ma il suono della sua voce mi sciolse il cuore, come se l'avessi ascoltata per la prima volta. Sentivo il viso incandescente, accaldato per quella corsa a perdifiato.
Guardai di nuovo l'orologio.
23:59
Un unico minuto, un solo minuto per spiegargli tutto e per consegnargli il mio reagalo.
"Scusa..." gli feci la linguaccia portadomi la mano alla testa.
"Dovevo...ero andata..." decisi poi di non dirgli la verità, non volevo rovinare quel momento.
Il mio cuore si sta avvicinando al suo...sta coprendo le distanze...
"Insomma ero fuori per una cosa!" mi guardava come al solito, sapeva che mentivo. Eppure non mi fece altre domande...
Cercai di regolare il respiro, non volevo che scappasse, che si allontanasse da me.
Ti prego non questa sera!
Era andato tutto storto...ogni cosa...ero bagnata fradicia, senza fiato, stanchissima e tremante. Ma ero li, lui era li...i suoi occhi dentro i miei, mi persi per un attimo nel suo sguardo.
Presi il pacchetto che avevo cercato di custodire nella tasca del cappotto...mi si strinse il cuore a vederlo.
Era tutto rovinato a causa delle innumerevoli cadute e della pioggia insistente. Pregai affinchè il delicato contenuto fosse ancora integro.
Tutto contro di me, pensai...
Roteai gli occhi, lui sorrise dolce.
"Ecco...io..." era così difficile parlare...avevo così tante cose da dirgli...avevo così tanta paura che lui non volesse ascoltarle. Tra mille parole non trovavo quelle giuste, eppure fino a poco tempo prima mi era sembrato tutto molto più facile, molto più semplice...avrei dovuto prepararmi un discorso, mi rimproverai.
Lui nel frattempo mi si avvicinava lento, cercai ancora una volta di regolare il respiro.
"Ecco..."
Ore 24:00
Era Natale...era il nostro primo Natale insieme. Lo guardai negli occhi, più decisa. Avanti per una sola volta...un pò di grinta...
"Ecco...questo è per te! L'ho visto un giorno nella gioielleria, quella dove ho lavorato...mi sembr..." in un attimo mi fu vicino. Mi accolse tra le sue braccia stringendomi a se.
"Mi hai fatto preoccupare..." mi sussurrò lento all'orecchio. Cominciai di nuovo a piangere, bagnandogli la camicia.
Ero così felice...lui mi stringeva a se.


 

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Capitolo 42
*** Trentasettesimo capitolo ***


X Mimiana: alla per prima cosa, un gigantesco in bocca al lupo per domani!!! Spero che tu riesca a superare il debito ed incrocio le dita per te!!! Poi grazie per i complimenti davvero!!Sono contenta che sia un piacere per te leggere la mia storia^^

X Winry90: oddio con un lenzuolo XD Roberto cmq ti ringrazia!! E grazie mille anche da parte mia!

X aLbICoCCaCiDa: mi spiace ma per il bacio c'è da patire ancoraaaa *risatina malefica* e grazie per i complimenti *arrossisce*

X BloodyKamelot: non se si baceranno....boh vedremo XD grazie anche a te davvero^^

X MemiDark_Cullen: un bacetto?? bu non saprei XD grazie grazie per i complimenti^^

X Kimly: madò con questo bacio XD ragazze un pò di pazienza!!! XD grazie anche a te!

X memi16: evviva niente melanzaneeee...per ora...XD

X Ellie James: oh no non svenireee XD cmq grazie davvero per i complimenti tvttttttttb

X Wind: dai c'è bisogno che ale impari a difendersi un pò da sola!! E poi Wiliam avrebbe davvero fatto a pezzetti Roberto questo è sicuro a Natale meglio evitare XDXD

 

 

Trentasettesimo capitolo

Mi accolse tra le sue braccia stringendomi a se.
"Mi hai fatto preoccupare..." mi sussurrò lento all'orecchio. Cominciai di nuovo a piangere, bagnandogli la camicia.
Ero così felice...lui mi stringeva a se.

Parla Wiliam:

Il suo profumo era forte, ma non forte come mi sarei aspettato da una come lei...
Mi accorsi che regolava il respiro, a volte lo bloccava totalmente, poi respirava di nuovo più lenta. Si sforzava di tenere a bada il suo cuore...eppure lo sentivo battere contro il mio petto.
Era una bella sensazione, era una melodia che mi attraversava la mente, che mi faceva quasi perdere il contatto con la realtà. Sentivo solo il calore del suo viso, nascosto nella mia spalla, il battito del suo cuore...ora sentivo le sue lacrime. Piangeva...sorrisi. Piangeva sempre...
Nascosi anche io il viso nella sua spalla. La sentii tremare...la strinsi più forte. Lei mi amava...la cosa più terribile è che era pienamente ricambiata. Le passai la mano tra i capelli ancora umidi. Io l'amavo...
Fu a quell'ammissione che fui pervarso dal dubbio...
Fin dove amavo quella ragazza e fin dove rimpiangevo il mio passato. Eppure lei era così diversa, io stesso ero diverso in sua presenza. Aveva fatto venire a galla una parte di me di cui ignoravo l'estistenza. Se ne stava li, tra le mie braccia semplice e rara allo stesso tempo...così fragile. Mi voltai cercando incosciamente il suo viso, ma lei non si muoveva. Avrei voluto dirle tante cose, troppo cose...
Era bagnata fradicia come un pulcino...dolce e tenera. La testa ancora nascosta nella mia spalla. Era bello tenerla così, stretta...era una sensazione nuova, me ne stupii. In quel momento non desideravo altro che lei, solo lei. Così per sempre, mi ripetevo. I suoi capelli mi accarezzavano il viso ad ogni mio movimento, chi sa a cosa pensava...
Tum..tum...tutum... il suo cuore continuava a colpire il mio petto fermo, immobile...
Sarei davvero rimasto così per tutta la mia eternità...il suo profumo inondava la stanza, ma sentivo che ora avevo la forza per resistere...
Posai il mento sul suo capo immobile, scosso soltanto di tanto in tanto da qualche piccolo fremito...
"Ale? Dai muoviti!!! Dobbiamo brindare!" era la voce di sua madre. Sciolsi a malincuore l'abbraccio.
"No!" la sentii dire con una fermezza quasi assurda. Con il viso ancora nascosto nella mia spalla, mi cinse i fianchi con le braccia, riportandomi a lei.
Era così dolce, la riaccolsi tra le mie braccia stringendo con più energia...volevo che sentisse, che capisse...
"Ti prego rimaniamo ancora un pò così..." mi sussurrò quasi mugolando. Come poterle resistere....mi stava letteralmente sciogliendo il cuore, io l'amavo con tutto me stesso. Niente passato, niente ricordi...in quel momento c'era solo lei...
Corpo, mente e anima( se ne avevo una...) erano suoi. L'amavo...io l'amavo, con tutto me stesso...
Ancora una volta andai alla ricerca del suo viso, seguivo un istinto, un istinto strano...quello che mi portava a lei.
Mi voltai verso di lei...avevo un bisogno irrefrenabile di perdermi nei suoi occhi scuri e profondi...
Quasi come se avesse ascoltato i miei pensieri e volesse esaudire il mio desiderio, lei si voltò dalla mia parte, lo sguardo chino. Sentivo che ci muovavamo l'uno in funzione dell'altra...non era un semplice abbraccio, io la sentivo vicina, io la sentivo mia. Allentai appena appena la presa, ora anche io non volevo allontanarmi da lei. Lei ne approfittò per ritirare le braccia dai miei fianchi, lenta, quasi titubante. Rimpiansi quella stretta calda e dolce...
Mi porse il suo pacchetto che ancora non avevo aperto. Ma decisi di non aprirlo...
Mi limitai a guardarla neglio occhi, quegli occhi che mi parlavano di tutto, quegli occhi nei quali avrei potuto perdermi, quegli occhi che avevo amato dalla prima volta e che rispecchiavano a pieno la sua anima, i suoi pensieri, le sue paura...quegli occhi riflettevano tutto ciò che era. Amavo quegli occhi.
Non avevo intenzione di sciogliere l'abbraccio e non mi andava di farlo per aprire un pacchetto...
La vidi roteare gli occhi e sorrisi. Alla fine fu lei ad aprire il pacchetto. Ne estrasse una catenina con uno strano ciondolo, che mi mise al collo, era così dannatamente vicina...sentivo la sua guancia a contatto con la mia. Perse un pò di tempo sulla chiusura, sentivo le sue mani tremanti che mi solleticavano il collo, cercai di non muovermi in modo da aiutarla...sorrideva nervosa ed impacciata, così come io l'amavo.
"L'ho scelto...perchè somigliava a te..." si limitò a dirmi, senza alzare mai lo sguardo.
Nel ciondolo c'era un leone con gli occhi di topazio...sorrisi per il suo strano modo di associarmi a quell'animale...
Ogni suo gesto era speciale, nella sua dolcezza ed incosapevolezza lei mi attirava a se sempre più.
Forse ero stufo di soffrire per il passato...o forse sentivo che era il momento giusto per ricominciare...o forse semplicemente ero completamento pazzo di lei.
Mi ritrovai a cercare il suo viso, ancora una volta...stavolta non avrei dovuto faticare, perchè lei se ne stava li, lo sguardo basso, senza tentare di divincolarsi, senza scansarsi...il suo viso vicino al mio. Ora non c'erano nemmeno più centimetri a separarci...lei era li. Lei mi amava, io l'amavo...sarebbe stato così semplice. Io la volevo...come mai avevo desiderato nessun'altra, io la desideravo. Socchiusi gli occhi, quando sentii un antico dolore tornare a galla...
Le baciai la guancia. Fu allora che il suo cuore impazzì, facendomi sussultare...era fuori controllo! Sentivo che ancora invano cercava di misurare il respiro, ma era inutile, avevo fatto partire il suo cuore...stranamente non ne fui dispiaciuto, perchè quella fu la prova evidente del suo amore, il suo cuore era mio. Ne fui onorato...allo stesso tempo spaventato. Io ero il vampiro, lei l'umana con il profumo più dolce che avessi mai incontrato...eppure ora era difficile pensare di allontanarsi da lei, ora che era li fra le mie braccia e sentivo un incondizionato bisogno di lei...
Ora era più difficile tenerla stretta in quel modo, ma non m'importava nulla, niente aveva più senso. Dissolsi tutti i dubbi nell'attimo in cui le mie labbra sfiorarono la sua pelle calda come mai l'avrei immaginata.
Ebbi solo allora l'impressione di comprendere davvero il senso dell'amore...ma prima le avrei detto tutto di me, ogni cosa.
Solo allora lei avrebbe potuto davvero scegliere...

Parla Ale:

E se avessi avuto il potere di fermare il tempo, lo avrei fatto. Ora sapevo cosa fosse la felicità...era lui la mia felicità. La barriera che ci divideva si era finalmente infranta, era come se più nulla ci separasse.
Eppure un ingranaggio non girava nel verso giusto...

"Ale!! Avanti sbrigati!!" ormai il tono di mia mamma mi suggeriva che era il momento di uscire da quella stanza, altrimenti ci sarebbe entrata lei e forse non era il caso che mi vedesse così...
Sorrisi al pensiero. Wiliam sembrò intuire e si allontanò da me, ma le sue braccia erano ancora incrociate intonro ai miei fianchi. Avevo voglia di guardarlo negli occhi, di dirgli Ti amo nel modo più semplice e naturale possibile...ma qualcosa mi frenò dal farlo...il petto riprese a farmi male. Sentii il viso contorcersi in una smorfia, che naturalmente non passò inosservata al mio dolce vampiro...
"Ehi..." mi prese il viso tra le dita. I suoi occhi, velati di preoccupazione, scrutarono nei miei miei. Ma ero così felice che niente avrebbe potuto rovinarmi quel momento, nemmeno quelle fitte improvvise e dolorose, ora che era li, ora che lui era li per me, ora che per qualche strano motivo lo sentivo così vicino, non avrei permesso a nulla di separarci...
"Niente, forse il mio cuore ha battuto un pò troppo svelto stasera..." dissi sorridendo. Lui contraccambiò il sorriso, con quel suo viso dolce, dolce come poche volte avevo avuto la fortuna di vedere. Era così bello vederlo così, era così bello avvertire che ora niente lo rendeva triste e pensieroso, che in quel momento lui era li per me, solo per me.
Ti amo...come mai ho amato e mai amerò...ogni mio respiro è soltanto per te
Mi sistemò una ciocca di capelli che mi era finita dinanzi agli occhi.
"Allora ora vai...e torna presto da me" quelle parole mi riempirono il cuore di una nuova gioia, fu in quel preciso istante che il mio cuore impazzì del tutto. Non riuscivo nemmeno a pensare di trattenere il respiro, non riuscivo a pensare a nulla. Lui mi voleva con lui, come avevo tanto desiderato da quando me ne ero perdutamente innamorata. Mi portai le mani al petto, avvertii io stessa il ritmo frenetico del mio cuore. Quella sensazione cancellò paura ed ansie, rabbia e dolore...
Mi precipitai di corsa vicino alla porta...forse per lui era troppo quel ritmo, forse il mio profumo poteva infastidirlo e allontanarlo da me. No! Non volevo nemmeno pensarci, meglio precipitarsi fuori da quella stanza di corsa...e dopo sarei tornata da lui.
"Ok..." mi limitai a dire con la voce tremante prima di uscire dalla stanza e richiudermi la porta alle spalle.
Torna presto da me... sentivo ancora quelle parole...feci un lungo sospiro. Sorridevo da sola, avrei voluto saltare dalla gioia! E lo avrei fatto se non fossi stata interrota...
"Ale! Finalmente! Ma che nascondi in quella stanza...un ragazzo?" sgranai gli occhi a quell'affermazione!
"No, no nessun ragazzo! Ma cosa vai a pensare!!" risposi, forse con un pò troppa enfasi, perchè lessi davvero il dubbio negli occhi di mia madre, dubbio che per mia fortuna svanì alla svelta. In fondo come avrei fatto a nascondere un ragazzo nella mia stanza?!
Brindammo poi tutti insieme, scambiandoci gli auguri come ogni anno. Ma stavolta c'era qualcosa di diverso, almeno io ero diversa...Probabilmente loro non avrebbero mai potuto accorgersene da soli, ma io ero cambiata, mi sentivo cambiata, ora sapevo cosa fosse l'amore! Non riuscivo a smettere di sorridere, ero ad un passo dall'euforia acuta! E non vedevo l'ora di poter tornare da lui...
Più volte fui scossa dal dubbio...era tutto così bello, forse è un sogno mi dicevo. Si un sogno fantastico...ma se era un sogno, pregai affinchè nessuno mi svegliasse...
Pensai a quanto era cambiato Wiliam in quei mesi, cambiato forse tanto quanto me. Ripercorsi i miei ricordi, ripensai al Wiliam che avevo visto la prima volta, ai suoi occhi profondi ma glaciali, freddi quasi quanto la sua pelle che sfiorava la mia alla ricerca del mio collo...ripensai alla sofferenza ed al dolore che avevo percepito nell'attimo stesso in cui i miei occhi incontrarono i suoi. Ripensai a quel suo sorriso beffardo, ripensai al Wiliam che era pronto ad uccidermi per chi sa quale motivo...Ed allora innumerevoli interrogativi mi occuparono la mente. Perchè voleva uccidermi? Non riuscivo proprio a cercare una risposta concreta, non dopo averlo visto quella sera...non dopo aver potuto godere della dolcezza del suo sguardo, del suo sorriso...non dopo essere stata fra le sue braccia ed essermi sentita protetta e sicura. Cos'era cambiato in lui...scossi la testa energicamente. Basta interrogativi, basta supposizioni. Era cambiato, ed in fondo anche io ero cambiata...è vero lui era venuto per uccidermi, per togliermi di mezzo una volta per tutte, rabbrividii al ricordo. Ma non l'aveva fatto, e poi io me ne ero innamorata, non era assurdo anche questo? Innamorarsi di chi vuole eliminarti...era tutto assurdo tra di noi...perchè continuare a complicarsi la vita. Ora lui era li, nella mia stanza, mi voleva con se, arrossii al ricordo...perchè rovinare quel momento, quel momento che avevo sognato milioni di volte...
Augurai la buona notte a tutti e mi ritirai nella mia stanza, nervosa ma felice.
Entrai chiudendomi veloce la porta alle spalle come al solito. Scrutai il buio, ma lui stavolta non c'era. Mi si strinse il cuore all'improvviso, mi mancava il respiro. Dove sei Wiliam? Avrei voluto urlare, se la voce me lo avesse permesso.
Poi sentii la sua presa gelida intorno ai fianchi, il suo viso sulla mia spalla...era dietro di me.
"Mi cercavi?" alla fine era sempre il solito, non tutto era cambiato. In un modo o nell'altro si prendeva sempre gioco di me.
"Si..." ammisi. Perchè mentire a quel punto...lo sentii ridacchiare. Lui era speciale, per me lui era speciale...
"Sei stata via molto..." mi disse, con il viso nascosto tra i miei capelli. Mi spaventai di quella vicinanza così improvvisa, ma non per me, per lui. Sapevo che gli era difficile, ricordavo che l'ultima volta in cui avevo tentato di avvicinarmi troppo, lui era stato costretto ad allontanarsi immediatamente. Ed ora avevo paura che lo facesse ancora, perchè non sapevo se in quel momento sarei stata disposta a farlo allontanare da me.
Sentivo mani e gambe tremare e forse, se lui non mi avesse tenuta per i fianchi, sarei finita a terra già da molto tempo.
Cos'era cambiato in lui, cosa lo aveva portato ad avvicinarsi così tanto a me...senza accorgermene diedi voce ai mie pensieri.
"Cosa è cambiato Wiliam?" me ne pentii immediatamente. Non volevo fargli quella domanda, non in quel momento. Eppure lui mi sorrise, dolce e tenero.
"Diciamo che ho pensato che tenerti lontana e più difficilie che tenere a bada i miei istinti, e poi a dire il vero in qualche modo sto seguendo i miei istinti, almeno in parte..." mi rispose sorridendo, sorrisi di rimando per l'espressione che aveva sul viso. Sembrava quasi imbarazzato...oh Wiliam più ti comporti così, più sento di amarti...ad ogni tuo gesto, sempre un pò di più.
Mi persi nei suoi occhi, stavolta completamente e provai una strana sensazione a vedermici riflessa. Nei suoi occhi di miele c'era una ragazzina spettinata ed innamorata persa. Una ragazzina con il viso arrossato che in quanto a bellezza non era nemmeno paragonabile in minima parte a quella del possessore di quegli occhi assurdamente stupendi. Una ragazzina comune che forse nemmeno si meritava tutto questo, una ragazzina che non mi piaceva.
Distolsi lo sguardo, lui sembrò non farci caso per fortuna.
"Bene...avrei qualcosa anche io per te..." mi voltai di scatto. Che cosa?

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Capitolo 43
*** Trentottesimo capitolo ***


X BloodyKamelot: ancora un pò di pazienza!! Sarà valsa la pena aspettare XD

X memi16: wow evviva!!! niente melanzaneeee!! Sto diventando brava XD

X Winry90: grazie * prende anche lei un lenzuolo e si commuove* anche Roberto ti saluta!!

X Kimly: si lo faccio apposta XD e si voglio far penare *risata malefica* no scherzo XD ancora un pò di pazienza ci sono delle questioni irrisolte XD

X Mimiana: allora come è andata??? e grazie per i complimenti XD

X _VampirE_CulleN: ciao!! Grazie davvero^^ ecco il seguito e spero che continuerai a leggere!!

X lilly95lilly: XD che ci fai qui?? XD Cmq ecco la scrittura più grande spero che vada meglio!

X aLbICoCCaCiDa: ahhhhhhhhh aiutooooooo è colpa loro non miaaa XD

X Ellie James: Grazie XD wow ale ti ucciderà lo sai XD Quando scopri dove li fabbricano vengo anche io di corsaaaaa tvtttb

 

Trentottesimo capitolo

"Bene...avrei qualcosa anche io per te..." mi voltai di scatto. Che cosa?
Tenendomi stratta per i fianchi con un solo braccio ora, estrasse dalla tasca un catenina abbastanza lunga alla fine della quale c'era un medaglietta, la cui manifattura era sublime. Sulla medaglietta c'erano incise delle scritte ai miei occhi incomprensibili, poi un disegno a rilievo, una specie di stemma.
Me la mise al collo senza dir nulla, certo era molto più abile di me, in un minuto quella strana catenina mi si riversò sul petto. Lui mi baciò la fronte.
"Questo è lo stemma reale della mia famiglia, una medaglietta che ho portato con me fin dalla nascita..." lo interruppi immediatamente.
"Non posso accettare" dissi scuotendo la testa.
Lui mi sorrise ambiguo.
"Perchè non potresti?"
"Perchè...non voglio che tu sia costretto a rinunciarci a causa mia, non sei costretto a farmi un regalo, tanto meno a donarmi qualcosa di così importante per te" sorrise come ad una battuta che solo lui aveva capito.
"Diciamo che avevo già in mente di regalartela da qualche giorno...e diciamo che non è mia intenzione separarmene!" disse ancora divertito, probabilmente dalla mia espressione interrogativa e dubbiosa.
"Voglio che la tenga tu..." mi disse tornando serio ed accarezzandomi prima il volto, poi il collo percorrendo tutta la catenina fino alla medaglietta. La strinse tra le dita, gli occhi ancora fissi nei miei. Sentivo che li dove le sue dita gelide erano passate, la mia pelle ardeva di un fuoco impercettibile.
Ancora serio e con gli occhi fissi nei miei, mi ripetette le stesse parole con maggior fermezza.
"Voglio che la tenga tu..." poi tornò a sorridermi.
"E non me ne sto separando..." stringeva ancora la medaglietta mentre mi parlava, ed avvertii uno strano calore...mi fu impossibile allora rinunciare o muovere altre opposizioni.
"Ed ora a dormire!" mi disse facendomi l'occhiolino e spezzando quella tensione che mi aveva intorpidito i muscoli.

Non volevo andare a dormire...non ora che ero tra le sua braccia...
"Domani non c'è scuola..." cercai di dire ancora scossa dal suo regalo e dalle sue parole che non riuscivo a comprendere e dal fatto che stringesse ancora la medaglietta fra le dita trasmettendomi un calore che non avevo mai avvertito prima.
"Non c'è scuola..." mi fece eco. I suoi occhi ancora fermi dentro i miei. Mi sentivo come ipnotizzata, incapace di muovere un solo muscolo da sola, incapace di allontanarmi da lui. Le aprole del discorso che volevo pronunciare si sperdevano nella mia mente come foglie al vento...ed era lui il vento. Sembravano non avere un senso, o almeno, non riuscivo a dargli un senso logico...ero completamente persa nei suo sguardo, completamente incapace di fare o dire qualsiasi cosa. Mi sembrava di aver perso tutto...in quel momento io mi sentivo come il nulla. Io ero il nulla. La mia razionalità, la mia impulsività, qualsiasi cosa di me, persino le mie emozioni io non avvertivo più nulla. Vedevo solo lui, desideravo solo io, nella mia mente un unico nome "Wiliam".
Poi rividi la mia immagine nei suoi occhi, disprezzavo quell'immagine con tutta me stessa anche ora che sentivo di non essere più lucida, di non essere più me stessa; odiavo quel viso, quello riflesso nei suoi occhi e la verità fui allora una lama finissima che mi colpì in pieno...ma per qualche strano motivo nel momento in cui mi sembrò di aver compreso il senso di quel disprezzo, tornai in me. E tutto fu di nuovo buio...perso nei meandri più oscuri del mio essere. Rimase solo il disprezzo, che ancora una volta mi fece distogliere lo sguardo, mi fece abbandonare i suoi occhi...
Mi concentrai sulla sua mano stretta intorno a quella medaglietta che avrei custodito come fosse stato il mio cuore, e forse lo era...quasi senza pensarci strinsi la mano inspiegabilmente tremante e sudata intorno alla sua. Il petto cominciò a duolermi nuovamente...eppure sentivo un bisogno incondizionato del suo contatto, come se avessi la strana sensazione che il mio dolore fosse legato a lui, che lui potesse alleviarlo in qualhce modo. La sua mano gelida si strinse intorno alla mia in un modo così naturale da sembrare irreale...i suoi occhi erano ancora fissi su di me, lui cercava una risposta a qualcosa che non ero ancora stata capace di domandarmi...
Cercai di abbandonare quel turbinio di sensazioni contrastanti, di calmare i brividi che all'improvviso scuotevano il mio corpo...brividi di paura, di terrore puro...
E sentivo che lui la sentiva quella paura, che gli faceva male il mio silenzio e avrei voluto godermi quello spiraglio di felicità che la vita mi aveva reagalato, ma qualcosa mi frenava. C'era qualcosa che nel momento esatto in cui mi sembrava di toccare la felicità, mi allontanva con violenza verso una sofferenza sconosciuta, una sofferenza che sapevo appatenermi. Basta...basta...urlavo a me stessa, ma non c'era nulla da fare, il dolore non mi abbandonava, anzi si insinuava fitto dentro il mio cuore.
"Posso rimanere sveglia...posso rimanere con te?" quasi lo supplicavo, avevo paura di andare a dormire quella sera più che mai. Era una paura inconscia, che non riuscivo a spiegarmi...almeno non razionalmente.
La sua fronte sfiorò la mia.
"Posso dormire con te?" una domanda per una domanda. Sorrisi. Ma poi arrossii...voleva dormire con me?!
"Posso tenerti stretta mentre dormi?" me lo chiese con un tono così dolce e vellutato che anche se avessi voluto con tutta me stessa non avrei saputo rifiutare...inoltre non vlevo nemmeno rifiutare.
Ho bisogno di te...tienimi lontana dall'oblio, perchè mi spaventa, così tanto...
"Si..." riuscii a dire appena.
Lui sorrise divertito, consapevole del fatto che non avrei mai rifiutato.
Senza che nemmeno me ne accorgessi ero già sul letto, sotto le coperte e lui mi era al fianco che mi stringeva da sopra il piumone, la testa sulla mia. Arrossi per la velocità con cui la situazione era cambiata.
"Dormi principessa, riposati..." mi sussurra lento, dolce, ripetitivo...
Principessa...
Quel nome mi procurò ancora dolore.
Fu tra quelle parole che mi addormentai, nonostante combattessi con tutta me stessa per il contrario. Volevo a tutti i costi rimargli accanto lucida, convinta che una volta sveglia tutto sarebbe finito, tutto sarebbe svanito. Lui, la sua dolcezza, perfino quella medaglietta che stringevo forte al petto, come per proteggermi dall'oscurità che ormai mi avvolgeva il cuore.

"E' stato divertente sai...vederti così fragile ed indifesa...così, aspetta com'è il termine esatto, "innamorata" perchè tu credi di amarlo non è vero?" era lei...di nuovo lei...sempre lei. Natalie...
"Io lo amo!" urlai quasi isterica, ma in modo che il mio tono di voce non lasciasse trasparire alcuna forma di dubbio.
"Certo...chi non lo amerebbe...è banale non trovi?" come ogni volta lei dava voce alle mie paure più nascoste, a quelle voci lontane che soffocavo. Perchè mi faceva questo?
"Io lo amo!" dissi ancora, ferma, impassibile. Ma era tutto inutile...parlare con lei era come parlare con me stessa, con la me oscura, quella che occupava una parte della mia anima che lo volessi o meno.
"Certo, ma lo hai letto nei suoi occhi ciò di cui hai paura! Tu non sei abbastanza per lui e mai lo sarai. Ti sei vista, riflessa nel suo sguardo e tu stessa hai provato disprezzo per quell'immagine!" sogghignava mentre mi parlava aspra, sibilante come una vipera...eppure io la invidiavo. Invidiamo il suo portamento, la sua eleganza, la sua estrema bellezza...noi eravo identiche, eppure così lontane.
"Vorresti essere come me cara e dolce ragazzina?"
"Mai..." ma il mio tono lasciava trasparire la mia invidia.
"Sai che non è così, sai che lui non ti amerà mai come tu vorresti e sai il perchè!" no...non sapevo il perchè...
"Lui ti guarda con occhi languidi, ti fa sentire quella piccola piccolissima ed inutile fiammella d'affetto che prova per te e tu impazzisci! Perchè è questo che sei Ale e lo sai, una semplice adolescente innamorata. Non sarai mai degna di quello sguardo, eppure sai che non è per te. Tu lo sai Ale a chi è rivolto quel sorriso, quello sguardo, persino il calore che hai sentito, sai che non è per te. Per questo ne soffri e sprofondi nell'oscuro del tuo essere..." mi si era avvicinata e mi parlava a poca distanza dal viso. Persi il controllo...la scaraventai a terra.
"BASTA!" sentivo il sapore amaro della cattiveria, dell'invidia che mi logorava il cuore, sentivo il viso avvampare per la furia.
"Dai Ale mostra la tua vera natura!"
"CHE NE SAI TU DI ME! COSA VUOI TU DA ME!" urlavo ancora, sentivo la gola bruciarmi per lo sforzo, sentivo qualcosa che non mi apparteneva.
"Ma tu lo sai...non vuoi ammetterlo, ma conosci tutte le risposte ai tuoi se ed ai tuoi ma. Hai solo paura di rivelarlo a te stessa, perchè quell'ammissione ti farebbe crollare totalmente."
All'imporvviso mi ritrovai in lacrime sull'orlo di un precipizio che sprofondava nel vuoto assoluto. Nel mio vuoto...
Lei alle mie spalle mi sussurrava malefica...solo le lacrime che mi scendevano giù veloci, mi facevano avvertire che ero ancora presente, che ero ancora viva.
"Su Ale salta...lasciati il dolore alle spalle, salvati" i miei occhi fissi in quel vuoto...quel vuoto mi somigliava...
Senza rendermene conto andai alla ricerca della medaglietta di Wiliam.
Non c'era più. Quando mi voltai la vidi al suo collo.
"Io sarò il dubbio, che ti logorerà, che ti consumerà...il dubbio del tuo cuore..."

Quandi aprii gli occhi il mio primo pensiero fu la medaglietta. Ma quando tentai di muovermi però capii che mi era impossibile. Ero avvolta nel gelo.
Sentivo il suo profumo...così dolce...il suo respiro fresco sulla giancia. Poi tornai in me pienamente, mi accorsi degli spasmi che scuotevano il mio corpo ormai fuori dal mio controllo.
"E' tutto finito...E' tutto finito..." mi sussurrava lui.
"Ti prego non lasciarmi...ti prego...ho paura...ho tanta paura"
"Finchè ci sarò io...Ale c'è una cosa sola di cui dovrai avere paura, di cui ti permetterò di avere paura! Sono io quella cosa...al di fuori di me Ale, io te lo giuro, non ci sarà nulla che ti spaventerà, niente Ale! Niente! Devi credermi..."
E se fossi tu Wiliam...se fossi tu a spingermi giù da quel precipizio? Cosa farei allora...cosa mi rimarrebbe...chi terrebbe insieme i pezzi del mio essere. Wiliam mi sto frantumando, lo sento...è troppo tardi...e se fossi tu a segnare la mia ora ed io la tua? Cosa faremmo allora...
"Io ti proteggerò...anche da me stesso se sarà necessario. Nulla deve farti paura...niente..."


 

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Capitolo 44
*** Trentanovesimo capitolo ***


X Ellie James: Si è tutto tuo!!! Prenditelo pure XD Grazie come sempre!! Tvttttttb

X memi16: Si ma sai ale è anche molto ingenua ed insicura, basta poco per turbarla e non si accorgerà mai dell'amore di Wiliam XD almeno da sola no

X BloodyKamelot: Ok ce la mando subito XD

X Wind: Anche io in realtà XD Voglio un vampiro anche ioooo! Babbo Natale me ne porti uno!!!

X aLbICoCCaCiDa:  Grazie!! Beh wiliam non vorrebbe turbarla più del dovuto...ma tutto verrà a galla XD

X Kimly: Buuuuu anche io trovo la sveglia che suona perchèèèè

X Mimiana: Hai saputo dell'esame?? Cmq grazie per i complimenti!!!

X Winry90: Grazie davvero sei gentile mi sono venuti i brividi a me leggendo ciò che mi hai scritto^^ Si ora è tutto solo soletto XD

 

"Io ti proteggerò...anche da me stesso se sarà necessario. Nulla deve farti paura...niente..."
Wiliam...e riuscirai a proteggermi anche da me stessa senza che finisca col distruggere anche te?
Cercai di calmarmi, ma mi era impossibile...sprofondo nell'oblio, sussurravo tra me e me.
Poi Wiliam si allontanò leggermente da me, che immobile giacevo su quel letto tra le sue braccia fredde...mi sentivo davvero vuota, stanca...che vittimismo assurdo, cercavo di ripetermi. E' tutto un incubo...ma sapevo che non era così. Che non poteva essere un semplice incubo, forse ero impazzita. Forse ero davvero impazzita...
Wiliam mi asciugò le lacrime che regolarmente ormai mi bagnavano il volto. Io lo amavo...lo amavo davvero, con tutta me stessa. Per ogni suo gesto, per ogni sua parola...perchè lui sapeva sempre come fare per tirarmi su, per allontanarmi da quel baratro. Bastava che mi stringesse e la paura svaniva. Lui era tutto per me. Eppure questo mi spaventava...tremendamente. E se mi avesse abbandonata, cosa ne sarebbe stato allora di me...
Mi guardava negli occhi, dolce. Cercava di rassicurarmi e mi doleva vederlo in quel modo.
Tu lo sai Ale a chi è rivolto quel sorriso, quello sguardo, persino il calore che hai sentito, sai che non è per te
Quelle parole mi fecero rabbrividire nuovamente. Abbandonai i suoi occhi per concentrarmi sulle sue labbra. Mi avvicinai lenta senza essere convinta nemmeno di ciò che volessi fare. Volevo solo dimostrare a me stessa che lui mi apparteneva, che anche lui ricambiava i miei sentimenti come avevo sentito la notte precedente. Volevo mostrare a me stessa che nessuna poteva rubarmelo, che lui era mio e soltanto mio. Ma fu a pochi millimetri dal suo viso immobile, che mi frenai vergognandomi di me stessa e di quegli insulsi pensieri...mi lasciai andare tutta d'un peso sul cuscino. Il viso avvampato per la vergogna di ciò che stavo per fare...non sarebbe bastato rubargli un insulso bacio per avere la sicurezza che lui fosse mio e lo sarebbe stato per sempre. Non sarebbe bastato quel gesto avventato, quel gesto che nemmeno mi apparteneva. Ero una stupida, una stupida adolescente. Io non ero nemmeno una donna...come avrei potuto piacere ad uno come lui...ero goffa, stupida...priva di sensualità, priva di tutto ciò che una donna dovrebbe avere.
I miei occhi fissi ancora su quelle labbra gelide che non mi sarei mai merita, i miei occhi incapaci di fissarsi nei suoi per la paura di vedermici nuovamente riflessa e comprendere ciò che ero realmente, un'insulsa ragazzina innamorata dell'impossibile...
Attorno al mio viso le sua braccia lo sostenevano. Avrei almeno voluto stringerlo, ma ero tropo imbarazzata per quello che stavo per fare. Perchè lui sicuramente aveva avvertito la mia intenzione. E questo mi faceva stare male ulteriolmente...chi sa cosa avrebbe pensato ora di me. Ma certo, avrebbe pensato che stavo approfittando della situazione, approfittando della sua dolcezza per arrivare al suo cuore che mi ero solo illusa di poter ricevere.
Stupida...stupida...
Poi fu lui a chinarsi dolcemente su di me. I miei occhi ancora fissi sulle sue labbra si stupirono di vederle avvicinarsi in quel modo. Troppo vicino...Wiliam sei troppo vicino...di nuovo a pochi millimetri da me avvertivo il suo soffio leggero.
Ma così come si era avvicinato si ritrasse, nascondendo la testa nel mio cuscino. La sua guancia gelida a contatto con la mia quasi incandescente. Sorrisi amaramente...nemmeno lui riusciva a baciarmi, nemmeno per farmi contenta pensai...
Lui non mi amava...lui non mi voleva...
Sentivo i suoi muscoli contrarsi, le mani stringersi in pugni. Ed io sorridevo, perchè quella era la verità...
Lui soffriva ed io sorridevo...cos'ero io per lui?
Stringeva i pugni sempre più, avvertii che anche lui stava sorridendo, sentii il movimento della sua guancia, della sua mascella ormai contratta.
Sorridavamo delle nostre sofferenze...ma era un sorriso che non mi piaceva, era amaro.
Mi sussurrò qualcosa che non riuscii a capire. E non mi sforzai di richiederglielo, non in quel momento. Ora era troppo, troppo anche per me.
Di nuovo mi venne in mente Natalie, ahime lei aveva ragione.
Avrei voluto alzarmi, dirgli, chiedergli cosa provasse per me, ma avevo così paura, di scoprire ciò che i miei sensi mi urlavano.
Mossi le mani in cerca della mia medaglietta e la trovai. La strinsi forte e mi accorsi che la sua mi solleticava il collo. Non ero disposta a lasciarlo andare, io non ero disposta a farmi da parte. Io lo volevo, diavolo io lo volevo. E mi vergognai ancora di quel desiderio così materiale, ma io lo volevo accanto. Lui era tutto...
Il cuore cominciò a battere veloce, avevo l'affanno lo sentivo.
Lui era tutto...
Lo strinsi forte buttandogli le braccia al collo. Non avrei mai avuto il coraggio di baciarlo o di fare qualsiasi cosa del genere. Non ne avrei mai avuto la forza. Non dopo aver scoperto che anche lui non ne aveva la forza...parte del mio orgoglio represso mi diceva che supplicarlo era troppo anche per me...ma come fargli capire che ormai senza di lui niente aveva più senso in me?
"Io ti..." cercai di dirgli quelle semplici parole. Ma era tutto inutile. Io non ne sarei mai stata capace...invidiai ancora di più Natalie per quel suo fare disinibito. Desideravo essere come lei...forse così Wiliam mi avrebbe guardata con occhi diversi, lui mi avrebbe amata e desiderata, non mi avrebbe vista come una bambina stupida ed impacciata.
Di scatto si tirò in ginocchio sul mio letto trascinandomi con se. Mi stringeva così forte che a malapena riuscivo a respirare.
Mi accarezzava i capelli, mi stringeva, ma era un abbraccio doloroso, era pieno di furia e di rabbia, di entrambi.
Mi baciò la guancia sfiorandomi con una dolcezza quasi impossibile in quella sua morsa d'acciaio, poi passò al collo e alla spalla. Non mi guardava...cominciai a singhiozzare. Perchè ora io la sentivo la sua rassegnazione, io avvertivo le sue emozioni, avvertivo il suo contrasto interiore e quel contrasto minnacciava anche il mio.
Lui non mi disse nulla, nemmeno una parola. Mi teneva solo stretta, immobile fra le sue braccia. Mi sfiorava di tanto in tanto con le labbra, poi si allontanava e sorrideva amaro così come sorridevo io. Possibile che l'amore faccia così male?
Eppure sentivo che la sua sofferenza, che quel dolore...in qualche modo me ne sentivo responsabile.
Poi all'improvviso si buttò all'indietro trascinandomi sopra di lui.
"Più fai così...più fai così Ale e più tutto diventa complicato..." mi disse mentre comnciai a tremare inspiegabilmente.
"Cerca di essere meno dolce con me...altrimenti mi farai perdere il controllo..." cosa intendeva con quelle parole?
Sopra di lui sentivo il suo petto muoversi meccanicamente e regolarmente su e giù. Era la prima volta che avvertivo il suo respiro in quel modo...mi lasciai trasportare da quella pace che ora inspiegabilmente avvertivo. Con il dito cominciai a tracciare il contorno del suo viso dall'orecchio fin giù al mento, più volte...
Lui sorrise, beffardo.
"E' proprio così che non devi fare..." mi fermò la mano, sussultai. La strinse nella sua.
Cercai di guardarlo negli occhi, ci vidi riflessi i miei...perchè erano così vuoti i miei occhi?
Cos'era quel vuoto...quella sofferenza, quel dolore...cercai di sorridere, ma niente. I miei occhi rimanevano un cupo riflesso, privo di emozioni. Chi sa se Wiliam lo leggeva quel vuoto, chi sa se avvertiva ciò che provavo.
Le sue parole...
Lui mi sorrideva, ancora beffardo e mi stringeva la mano. Cosa aveva voluto dire con quelle parole?
Distolsi lo sguardo ancora una volta, quel vuoto mi attirava verso un'atroce sofferenza che mi apparteneva. Non sopportavo il mio riflesso, non sopportavo me stessa...rpobabilmente perchè in quel riflesso io vedevo davvero una brutta copia di lei. Ormai ero convinta che lei si riferisse a Wiliam, in qualche modo mi era chiaro. Perchè parlava di lui in quel modo, chi era...perchè mi faceva questo? Perchè proprio lui...
I pezzi di un enorme puzzle spaziavano nella mia mente, io ero li intenta a dargli un senso, a delinearne il disegno, ma nulla. Ogni pezzo se ne stava al suo posto, io al centro confusa tra milioni di frammenti di una verità che non riuscivo o non volevo accettare. Volevo costruire quel puzzle eppure ne avevo paura, perchè inconsciamente sapevo che una volta completa, la verità mi avrebbe distrutta. Forse era il mio istinto di sopravvivenza a tenermi in stallo...forse però ora volevo sapere, volevo sapere per cosa stessi soffrendo...
Ora che tutte le mie convinzioni erano lontane alla mia coscienza, c'era solo una cosa che mi teneva li, viva. Lui ed il mio amore...
Mi chinai sul suo viso beffardo, ma sofferente...gli bacia la guancia dolcemente sfiorandolo appena. Avrei lottato...io avrei lottato per lui, anche se non sapevo contro chi o cosa, forse avrei combattuto contro me stessa, ma sicuramente non gli avrei permesso di sparire dalla mia vita, non ora che il mio amore aveva raggiunto il limite.
Non appena le mie labbra sfiorarono la sua pelle gelida, svanì dal mio letto in un lampo.
Quando rialzai lo sguardo, era con le spalle al muro che mi osservava divertito ma preoccupato, glielo si leggeva negli occhi. E' troppo tardi! E' troppo tardi! Mi ripetevo. Troppo tardi per scappare...non sarei potuta sfuggiare al mio amore, ormai mi aveva preso il cuore.
"Non mi hai sentito vero..." disse sorridendo ora dolce. Sorrisi anch'io, nascondendo il viso arrossato tra le mani. Ormai era tardi...ero sua...cosa farai ora Wiliam?

Parla Wiliam

Disarmante la dolcezza del suo volto, disarmante il suo modo di muoversi, i suoi gesti impacciati, le sue mani tramanti, inconsapevoli. Era difficile pensare di starle lontano, difficile anche solo districare un abbraccio. Lei era tutto, lei era ciò che desideravo. Eppure vederla in quel modo, spaventata, pallida...leggere la paura nei suoi occhi, il tormento puro. Cosa ti ferisce a tal punto? Dimmi che non sono io ti prego, dimmi che non sono io la causa del dolore che avverto nel tuo sguardo. I suoi occhi scuri, profondi si specchiavano nei miei e ne leggevo il dubbio, il vuoto totale di qualcosa che ancora in lei non riuscivo a comprendere. Eppure non riuscivo a credere di essere la causa del tutto. I suoi gesti, il suo modo di cercarmi, di portarmi a se...sentivo la sua richiesta d'aiuto, ma non sapevo come aiutarla. Io la volevo, con tutto me stesso...eppure qualcosa mi frenava e quel qualcosa freneva anche lei.
L'avevo letto nei suoi occhi il suo intento e mi ripetevo che non mi sarei opposto, perchè anche volendo io suo viso aveva un potere magnetico sul mio. Lenta accorciava la distanza già troppo breve tra di noi, troppo per un vampiro ed un'umana. Ma mi sarei controllato, sarebbe stato difficile ma ce l'avrei fatta, perchè l'amavo. Avrei preferito morire, pur di torcerle un solo capello. Lei era preziosa, qualcosa di raro che non doveva essere dinato proprio a me. Fragile, delicata tra le mie braccia simile ad una bambola di porcellana da custodire gelosemente. Ed io l'avrei custodita con gelosia ed ammirazione, con amore. Sapevo cos'ero e sapevo il pericolo che per lei più di tutti rappresentavo...ma era troppo tardi per tirarsi indietro e lei certo non mi aiutava. Ogni suo minimo gesto era impregnato di una dolcezza assurda alla quale era impossibile sottrarsi.
Ma così come si era avvicinata si lasciò andare, il viso avvampato. Imbarazzata, impacciata più si mostrava così più cresceva in me il desiderio di tenerla tra le mie braccia. Mai avevo provato l'amore in questo modo, il desiderio puro che ora avevo di lei. Si mordeva il labbro imbarazzata per ciò che aveva cercato di fare. Era così dannatamente dolce. Eppure anche io sentivo il bisogno di quel tipo di contatto. Mi avvicinai sicuro. Ma ancora una volta quando ormai sarebbe bastato solo un gesto...mi allontanai. Non non era il momento...doveva sapere. Lei doveva sapere tutto di me, doveva sapere del tormento che ancora sentivo nel mio essere. Doveva sapere cosa mi aveva portato a lei e poi doveva sapere quanto ora lei fosse importante per me. Io le avrei detto ogni cosa...dopo se ancora l'avesse voluto le sarei stato accanto ed a quel punto niente mi avrebbe tenuto lontano da lei.
Eppure non riuscivo a frenarmi, a controllarmi in sua presenza. Era troppo forte il desiderio di lei. La strinsi con foga, per la rabbia di ciò che mi portava ancora a tacerle la verità che mi obbligava alla lontananza di lei. Sentivo la sua sofferenza, il suo grido d'aiuto e mi sentivo impotente perchè lei non me ne parlava. Soffriva da sola...perchè?
La strinsi tanto forte da mostrarle il desiderio che avevo di lei, sperando lo cogliesse. Il suo modo di stringermi, di accarezzarmi lenta, titubante mi faceva impazzire. Amaramente fui costretto ad allontanarmi...
Mi avrebbe fatto perdere anche quel briciolo di controllo che mi era rimasto. Il vuoto dei suoi occhi mi spaventava sempre di più...fa che non sia io la causa, imploravo tra me e me.
Cominciò a sfiorarmi il viso, lenta...ancora una volta fui costretto a fermarla. Perchè ormai davvero mancava poco, non dovevo perdere il controllo mai in sua presenza. Un minimo errore ed avrei potuto annientare ciò che di più prezioso ora avevo.
Ti amo, ti desidero, ti voglio...prima però devi sapere tutto. Il prima possibile...non so quanto ancora riuscirò a tenermi a bada.
Quando si chinò per baciarmi la guancia fui costretto davvero a divincolarmi. Ora era troppo, ero pur sempre un vampiro. Le sorrisi e lei nascose il viso tra le mani.
All'orecchio poco prima le avevo sussurrato la verità..
Ti amo...

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Capitolo 45
*** La fine ***


Tutte le cose hanno una fine, anche le più belle...ed eccomi qui a postare ilfinale di questa fan fiction! La cosa più bella però non è la mia storia, la cosa più bella è l'appoggio che mi avete dato!!! Non potrò mai ringraziarvi abbastanza mai e poi mai!! Siete state tutte gentilissime, tutte così care che ora quasi mi viene da piangere! Ora tutti i dubbi verranno risolti, ogni mistero sarà svelato! Spero che vi piaccia e che non vi deluda! Ringrazio ognuna di voi, tutte!! Perchè per voi può sembrare stupido, ma i vostri giudizzi mi riempiono il cuore di gioia! Quindi non mi dilungo, vi lascio al gran finale XD E colgo l'occasione per avvisare che questa ff avrà un seguito "The Vimpire and me II-quando passato e presente si mescolano" che posterò il prima possibile! Spero allora vi piaccia il mio finale e buona lettura a tutti!! Ed ancora un enorme ed immenso grazie!!!

 

La fine



Parla Ale

Imbarazzo e tensione impregnavano l'aria di quella piccola stanza, la nostra stanza. Scoprii appena il viso tra le mani e lui era ancora li contro la parete sorridente. Mi era sfuggito pensai e sorrisi. E ne fui rammaricata...lui mi sfuggiva sempre.
Ora però mi sentivo la testa scoppiare, dovevo fare qualcosa per non pensare a Wiliame tanto meno a Natalie. Qualcosa che mi desse il tempo di tornare in me stessa, ma soprattutto di non pensare a niente. Avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse occupata il tempo necessario per staccare un pò la spina. Mi sentivo davvero ad un passo dalla pazzia...
Intravidi sulla scrivania il mio diario. Forse era il caso di mettersi a studiare...c'era bisogno di una materia complessa che avrebbe occupato ogni mio neurone ed ogni cellula del mio corpo...
Ripensai al compito di storia...tracciare l'albero genealogico della propria famiglia, andando indietro nel tempo il più possibile.
Beh questa si che era un'idea! Potevo tenermi occupata tra antenati millenari e cose del genere. Certo gli occhi di Wiliam puntati su di me non mi aiutavano...quel sorriso dolce che aveva stampato sul viso mi faceva impazzire, sia in senso buono che cattivo. Sia perchè lo amavo, sia perchè odiavo la sofferenza che ne derivava...
In qualche modo riuscii ad ordinare alle mie gambe di muoversi, ma stare eretta sul pavimento era davvero un'impresa in quel momento. Mi sembrava di non aver mai camminato prima. La vicinanza con Wiliam mi aveva fatto tutt'altro che bene, le gambe mi tremavano ed il cuore era ancora in subullio...inoltre delle fitte mi attraversavo il petto segno tangibile della presenza di Natalie nella mia mente...
Io sarò il dubbio, che ti logorerà, che ti consumerà...il dubbio del tuo cuore...
Perchè proprio io...
Mi trascinai alla scrivani intenta a lasciarmi alle spalle tutto almeno per qualche ora, il tempo di tornare lucida. Lo sguardo di Wiliam mi seguiva ad ogni passo.
Aprii il diario, accesi il computer e mi immedesimai completamente nel ruolo della brava studentessa. Niente distrazioni e studio studio studio. In fondo...fuggire dalla realtà era sempre stato fin troppo semplice per me.
Wiliam senza dir niente e senza fare domande rimase li dov'era. Forse aveva capito il mio tentativo di staccare un pò...forse anche lui aveva bisogno di staccare un pò...
Ripensai al mio insulso tentativo di baciarlo ed anche al suo...il dolore cominciò ad essere più forte. BASTA! Mi ordinai! Avevo bisogno di distrarmi...
Cercai su centinai di siti web un qualcosa che potesse ricordare le origine della mia famiglia, ma niente. Possibile che tutti i miei antenato fossero insulsi come me?
Cercai cercai e ricercai, senza pensare ad altro, senza distrarmi mai. Eppure l'immagine riflessa di Wiliam sullo specchietto della mia scrivania era una distrazione davvero grande...lo girai.
Alla fine trovai alcuni personaggi storici imparentati alla larga con la mia famiglia. Tutta gente comune, senza senso...mercanti, scrittori privi di fame...appuntai tutto sul quaderno. Ma fu un solo nome a spingermi di nuovo nel baratro che minacciava di catturarmi poco prima.
Non potei credere a ciò che vidi...
Natalie Ischock...risalendo il mio albero genealogico avevo trovato lei.
Il suo corpo è stato ritrovato privo di vita al centro della sua stanza, un pugnale piantato al centro del cuore...
Non continuai a leggere, mi portai inconsciamente le mani al petto.
Perchè faceva così male...un dolore intenso proprio li al centro del cuore...
Sarò li dove tu sei più debole...
Ora era tutto chiaro...così nitido. Quel dolore era il suo, era davvero lei la causa...
Perchè? Perchè? Cominciai a pianegre. Ora senza nemmeno rendermene conto avevo composto quel puzzle e come avevo supposto la verità ormai troppo vicina e troppo chiara per essere ignorata stava per distruggermi completamente.
Era uguale a me...era la donna del sogno non c'erano dubbi.
Sentii appena la mano fredda di Wiliam sulla spalla mentre ansimando tentavo di sopportare quel dolore atroce e di respirare.
"Scoperto qualcosa di interessante nella tua famiglia?"
Lo vidi guardare lo schermo del pc, i suoi lineamente che si facevano duri, i suoi occhi furibondi. La sua mano sulla mia spalla cominciò a tramare, poi la presa si fece troppo salda.
Contorsi il viso in una smorfia, ora faceva male anche li.
Ora si che non potevo sfuggire alla verità...quel ragazzo del mio sogno, quello senza volto magicamente ora ne aveva uno ed era il volto di Wiliam. Lui e Natalie avevano dominato i miei sogni, era lui l'uomo a cui Natalie si rivolgeva...
Si voltò verso di me, i suoi occhi...Wiliam non adesso...
Cominciai ad essere stufa di sopportare le emozioni di entrambi. Il suo dolore era lacinante...ti prego non sono così forte! Io non ce la faccio...non per tutti e due.
Mi coprii il volto con le mani.
I suoi occhi mi accusavano in modo tremendo ed io mi sentivo davvero colpevole.
"Ti prego basta..." mugolai tra le lacrime, sorridendo amaramente di come erano mutate le cose.
Sentii immediatamente il suo senso di colpa.
Mi scostò le mani dal viso e si avvicinò sussurrandomi, come faceva sempre quando voleva calmarmi...quando voleva che lo ascoltassi.
"Scusami...scusami..." lo ripetette all'infinito...e le sue scuse mi facevano ancora più male, perchè ero colpevole del suo dolore, di quel dolore che avevo visto quella sera in cui era entrato nella mia vita.
Era giunto il momento di confessare i miei peccati, quale sarebbe stata la mia penitenza? C'è sempre una punizione per chi pecca...
"La sogno ogni notte..." cominciai portandomi le mani al petto, lui si allontanò quel tanto per guardarmi in volto.
I suoi occhi dolci nascondevano il suo dolore, lo nascondevano ma non a me, non a me che lo avvertivo come mio...
"Ogni santa notte...ogni volta che chiudo gli occhi, lei è li...ogni volta che la mia mente è vuota lei la occupa. Oh, Wiliam quando tu non ci sei, io mi sento così inutile...così debole e lei mi logora dall'interno. Mi sento come se fossi divisa in miliardi di coriandoli, tutti senza senso...e tu non so come riesci a dargli quel senso. Riesci a farmi sentire che esisto, quando invece io non so più chi sono, non lo so più..." sorrisi
"Ma come...come è possibile..."
"Non lo so...non so spiegartelo è così e basta..." sicuramente mi credeva pazza...i sognavo i morti...era assurdo anche alle mie orecchie.
"Ho visto te..." continuai...quella era la parte più difficile.
"Ho visto te fra lei sue braccia...ho sentito il male che ti ha fatto dalla prima volta che sei entrato in questa stanza...Penso che questa sia colpa tua!" sorrisi ancora.
"Tu hai risvegliato la parte peggiore di me...quella che mi faceva male...ho rivisto frammenti del suo e del tuo passato. Ho visto come la guardavi ed anche se non volevo credere che fossi tu quel ragazzo, inconsciamente io invidiavo Natalie...perchè so che non potrai mai guardarmi come guardavi lei..." fece per intterrompermi ma non glielo permisi.
"Ho sentito la sua perfidia...Lei mi perseguita, mi dice che non sono niente e che tu gli apparterrai per l'eternità!" la sua espressione era indecifrabile.
"Ti dirò ogni cosa..." mi disse. E sapevo che sarebbe stato peggio...
"Io l'amavo..." quella fu la prima lama che si affondò nel mio cuore, la prima di tante...ogni sua parola era una lama affilata che mi colpiva. Era quella la mia punizione....sentire per bocca sua tutto ciò che avevo sempre sospettato e che mi aveva sempre fatto paura.
"Ero già un vampiro all'epoca...lei non lo sapeva, o almeno io non glielo avevo confessato. Me ne innamorai perdutamente nell'istante i cui la vidi" lo sentivo lasciare la presa, li teneva insieme i pezzi di me, ma stava lasciando la presa...
"Era bellissima...fui superficiale a limitarmi all'apparenza. Cominciai a frequentare il suo castello ogni giorno, ogni notte. Sorgeva proprio qui, questa era la sua stanza..." si guardò intorno. Non riuscivo a smettere di piangere. Ero furibonda, che brutto scherzo del destino il mio...gli sorrisi ancora, ma era un sorriso amaro, un sorriso rassegnato...
"Decisi di dirle la verità, ero stupidamente sicuro che lei mi amasse...Solo ora so quanto mi stessi sbagliando. Non so come, ma venne a conoscenza della mia natura da sola. All'epoca circolavano strane dicerie sui vampiri...Si diceva che mangiando le nostre carni, si poteva ottenere l'immortalità senza l'inconveniente della dannazione..." provai ribrezzo al solo pensiero che qualcuno avesse potuto osare rovinare una così perfetta creatura per quello scopo orribile.
"Ma io non volevo vedere, non volevo sentire...Volevo solo lei. L'ultima sera che la vidi, nella sua stanza, fui attaccato da un esercito di vampiri. Allora non potevo più sfuggire dalla realtà." nitide erano le immagini del suo racconto nella mia mente...nitido il dolore..l'umiliazione...
"Ero forte, ma non così forte per sfuggire ad un esercito...Lei era li di fronte a me, mentre gli altri mi tenevano in modo che non potessi sfuggire. Non so come riuscì a farsi ubbidire da quei vampiri, non so nemmeno cosa promise loro in cambio...Mi disse il suo desiderio ed il suo intento. Mi aveva venduto ad una nobile famiglia del tempo...in cambio di qualche trancio della mia carne. Lei voleva l'immortalità, la bellezza eterna, l'unica cosa importante per lei. Mi disse che avrebbe mangiato le miei carni, che in questo modo avrebbe esaudito anche il mio desiderio, essere parte di lei per sempre. Capii che era pazza, che ero stato uno stupido a cercare qualcosa di così profondo come l'amore in una come lei. Ale, era così fredda...così vuota..." mi accarezzò il viso con le dita come faceva sempre, mi sottrarsi a quel gesto. Lui apparentemente sembrò non farci caso, ma sapevo di avergli fatto male...continuò il suo racconto.
"Mi fece rinchiudere nelle segrete del suo palazzo...quello fu il suo unico errore, piegai le sbarre di quella prigione. Avevo un solo desiderio, ucciderla..." ripensai ai miei sogni, le sbarre piegate, l'esercito di vampiri...combaciava tutto, ogni cosa.
"Rotornai nelle sue stanze, alla mia vista i suoi occhi si riempirono di paura, di terrore. E ne fui felice, perchè in qualche modo ero riuscito a fargliprovare almeno un'emozione...alla fine non fui in grado di ucciderla..."
"Ecco perchè non hai ucciso nemmeno me" era chiaro, non era riuscito ad uccidere lei, come poteva riuscirci con me, la sua copia perfetta...
Tese la mano come per accarezzarmi di nuovo il volto, ma la ritirò subito, sapendo che mi sarei sottratta di nuovo...
"La baciai un'ultima volta, cercando di trasmetterle tutto l'odio che avevo, tutto il ribrezzo...Me ne andai e non la rividi mai più. Ora so cosa le accadde..." guardò il monitor.
"L'unica cosa che seppi dopo essermene andato è che il suo esercito finì col distruggersi da solo, soltanto uno si salvò a quello scempio. Gli augurò di subire tutte le pene dell'inferno, gli promise che l'avrebbe perseguitata ovunque, in ongi vita, qualunque forma avesse assunto...lui l'avrebbe perseguitata...sarebbe stato la sua paura più grande..."
"Poi mi allontanai così tanto da quel luogo, da questo luogo, che lei per me non divenne altro che un amaro ricordo. Un ricordo nitido del mio orgoglio ferito, del mio cuore infranto...un ricordo che mi perseguitava ed al quale non potevo sottrarmi. La mia punizione per aver assaggiato il frutto proibito...
Poi decisi di tornare...ed è te che ho incontrato. Tu risvegliasti tutto quel dolore che mi sembrava di tenere sepolto. Tu eri identica a lei. To odiai per questo...ti odiai con tutte le mie forze. Inizialmente pensavo addirittura che tu fossi lei, che in qualche modo era riuscita a restare in vita. Io lo speravo..." mi chiedevo quanto ancora potessi sopportare, quanto ancora...Mi sentivo come se due forze contrapposte mi tirassero per le braccia. Avevo voglia di urlare BASTA, NON VEDETE CHE MI STO LACERANDO!!!
Da una parte c'era Natalie, dall'altra Wiliam. Ed io ero al centro, cercando da sola di mantenermi intera. Un passato non mio, un futuro buio, un amore non mio...Si possono perdere tante cose insieme?
"Ma tu non eri lei..."
"Già...io non sono nemmeno lontanamente paragonabile a lei..." sapevo che i miei occhi in quel momento dovevano essere terribili. Perchè avevo sempre saputo che i miei occhi, anche senza vederlo, rispecchiavano il mio stato d'animo...
"Già, non sei nemmeno lontanamente paragonabile a lei, per fortuna..."
Sbattei forte il pugno sulla scrivania, alzandomi e voltandogli le spalle. Mi tenevo la testa fra le mani. Aiuto...non ce la faccio, avrei voluto urlare.
"Decisi di seguirti..." continuò lui.
"E tu mi portasti qui, qui dove tutto era cominciato, decisi allora che qui anche tutto sarebbe finito. Ma tu non eri una normale ragazza di questa epoca..." infatti ero più stupida. Ancora non lo guardavo.
"Avvertisti subito la mia presenza e questo mi spaventò. Ma ormai avevo deciso...Tu mi avresti liberato da tutte le mie pene. Poi a tutto questo si aggiunse il tuo profumo, così dolce, così intenso...E' la ciliegina sulla torta, pensai. Sarebbe stato tutto più semplice. Naturale...io ero il vampiro, tu la preda. Ma i tuoi occhi, il tuo modo di fare...il dubbio cominciò a d insinuarsi nei miei pensieri. Tu non eri lei, mi sentii un mostro...eppure capii immediatamente di non essere più capace di allontanarmi da te. Tu eri una perfida illusione per me, l'illusione che Natalie fosse ancora li per me, che fosse diversa.."
In realtà era quella la ciliegina sulla torta, sulla mia torta.
Anche quando lo crederai vicino, anche quando penserai che è a te che sono rivolti quei sorrisi, lui in realtà apparterrà sempre e solo a me, e così sarà per l'eternità
Lui l'amava e quell'amore si era riflesso su di me. Strinsi forte i pugni.
"Il resto lo sai...non sapevo fosse tua parente..."
Cosa stava cercando di dirmi?! Che non sapeva di farsela con la bisnipote o la trisnipote o quello che diavolo ero??
Cosa si fa dopo che la verità che conoscevi da sempre e che inconsciamente tenevi nascosta, ti viene spiattellata in faccia in quel modo? Come fai quando l'unico che riusciva a tenere insieme i pezzi della tua anima, abbandona la presa? Cosa fai quando hai dentro di te una bomba ad orologeria che ha esaurito il conto alla rovescia?
Sull'orlo del baratro con alle spalle delle lame affilate decidevo quella che per me potesse essere la sorte migliore.
Oh Wiliam, perchè doveva succedere proprio a me...perchè proprio a noi...
Lo sentii sfiorarmi i capelli, mi voltai di scatto.
"Non toccarmi!" gli urlai contro. Poi tutto fu chiaro. Era la scelta migliore, per entrambi...
Lo presi per il colletto della camicia bianca, la stessa di quella maledetta sera.
"Avanti! Avanti! Fa quello per cui sei venuto quella dannata sera, mettiamo fine a questo stupido gioco!"
Lo incitavo a mordermi, tanto erano i pezzi in cui il mio cuore si era frantumato che preferivo la morte a quell'oblio!
"Mi stai chiedendo di ucciderti te ne rendi conto?"
"Ti sto solo chiedendo di rendere concreto ciò che in realtà hai già fatto!"
Sapevo che non poteva capirmi...perchè ero stata la sola ad essere incappata in quell'assurdo sentimento! Quello che non ti fa dormire, quello che ti fa piangere e ridere allo stesso tempo, quello che al momento era così assurdo da non poter essere nemmeno chiamato con il suo nome.
"Va bene! Se è ciò che vuoi farò ciò per cui venni quella sera!"
Lo guardai cupa, come chi sa di essere colpevole e vuole pagare la sua pena. Che egoista che ero! Pensavo solo al mio dolore senza considerare quello che la mia morte avrebbe causato. Mia madre...mio padre...la mia famiglia...
Le lacrime continuavano a scendere giù per le guance una dietro l'alatra, insistenti e senza fine come l'acqua di una fontana lasciata aperta in un parco dove ormai non passa più nessuno...
Inclinò la testa per avvicinare i denti affilati e candidi al mio collo, poi avvicinò le labbra alla clavicola esattamente come quella sera...Era la fine! Mi ero illusa che la storia di Bella potesse capitare anche ad una come me, ma i libri sono libri e restano tali. Non tutte le storie hanno il lieto fine, non in tutte le storie i protagonisti si amano incondizionatamente...era la fine di tutto, la fine della mia insulsa vita!
Sentivo il gelo delle sue labbra sul mio collo...non mi morse!
Mi baciò il collo e mi strinse forte a se.
"Era per questo che ero venuto quella sera...Non ti avrei mai morsa..."
Ancora una volta avrei preferito la morte a quelle parole, a quei gesti...Perchè sapevo che non erano per me, ma per quella ragazza che ormai non c'era più- Erano per lei tutte quelle parole dolci, quei sorrisi meravigliosi, io ero sono una bambola che lontanamente ne ricordava l'aspetto e che lo faceva vivere nell'illusione che lei ancora ci fosse, che ancora vivesse in qualche modo...ma tutto quello non era per me.
Lo spinsi lontano da me. Mi guardai intorno nervosamente. Quella era la stanza...quella era la stanza dove ogni notte...Non riuscii nemmeno a formularlo quel pensiero. Mi mancava l'aria...Mi stringevo forte le braccia intorno al petto, nel tentativo di tenermi in vita, ma chi ama ha il potere di distruggere...ed io ero stata distrutta...
"Ale..."
No! Non chiamarmi più, non cercarmi più...perchè sei entrato nella mia vita?
"Forse è meglio..."
"Si è meglio..." non lo lasciai nemmeno terminare la frase. Sapevo cosa voleva fare. Voleva lasciarmi sola...voltandomi feci solo in tempo a vederlo sparire al di la della finestra. Mi accasciai a terra tenendomi le ginocchia strette al petto. Sapevo che anche lui soffriva...ma sapevo che il suo dolore, per quanto forte, per quanto distruttivo era soltanto una piccola parte del mio...
Io non sapevo più chi ero...e riuscivo solo a vedere i mille pezzi della mia anima sparpagliati dal vento della mia sofferenza. Ma anche in quelle condizioni, lui mi mancava. Avrei voluto odiarlo. Lo avrei desiderato con tutte le mie forze, volevo odiarlo per essere entrato nella mia vita, odiarlo per avermi fatta innamorare in quel modo, per aver riportato alla luce quel passato, che era anche il mio...
Forse ne non fossi stata identica a Natalie, Wiliam nemmeno mi avrebbe guardata...forse avrei dovuto ringraziarla in fondo. Mi aveva fatto conoscere la felicità...me l'aveva anche tolta in tronco però.
Se la vita ti regala un sogno che supera ongi tua spettativa, non è giusto lamentarsi se alla fine poi finisce...
Eppure io l'amavo...non avrei mai smesso di amarlo.
Ti amo! Ti amo!
Il buio si materializzò dinanzi ai miei occhi. Era un buio, un vuoto che conoscevo. Era quello che aveo visto quando avevo stretto per la prima volta Wiliam a me. Vidi di nuovo anche quella luce, quella piccola e familiare luce bianca nell'anima vuota di Wiliam. Stavolta riuscii ad avvicinarmi. Fui travolta da ricordi, ricordi di cui io ero la protagonista.
C'ero io spaventata la prima sera che vidi Wiliam, c'ero io che sorridevo, che arrossivo, la notte precedente tra le sue braccia...c'era tutto!
In quella luce bianca c'eravamo noi due. Come ero potuta essere così cieca...io ero la luce di Wiliam, l'nica e flebile luce che illuminava il suo essere. Io ero importante per lui...
In quel momento non mi importava il perchè, se era grazie a Natalie o chi sa cos'altro. Anche lui soffriva come me, anche lui aveva combattuto per tenere insieme i pezzi della sua anima.
Io ero per lui ciò che lui era per me, il collante che tiene insieme il tutto...Wiliam scusami...
Ero stata un'egoista...Mi avvicinai alla finestra, pioveva a dirotto.
Avevo un unico desiderio, che lui tornasse.
Torna! Ti prego torna...perchè lo avevo mandato via...
"Torna..." singhiozzai senza nemmeno rendermene cotno.
"Torna...maledizione torna..." picchiettavo sulla finestra con i pugni chiusi, la testa china...le lacrime mi bagnavano il viso ed anche quella finestra, la sua...ma lui non c'era, a mandarlo via ero stata proprio io! Stavolta l'impulsività mi aveva fatto commettere l'errore più grande della mia vita. Avevo mandato via il mio amore più grande...
"Torna..." continuavo a ripetere pur sapendo che era tutto inutile, che non sarebbe tornato...
"Torna...è il mio ultimo desiderio..." mi accasciai sulle ginocchia.
"Me lo avevi promesso...il mio ultimo desiderio..."
"Già...devo mantenere la parola data..." sentii d'un tratto. Quando alzai la testa di scatto, lui era li, fuori la finestra, inzuppato fradicio per quel temporale improvviso ed incessante. Mi rialzai immediatamente, le mani e le gambe che tremavano...
Riaprii la finestra e non ebbi nemmeno il tempo di scusarmi o di pensare di farlo, perchè appena la finestra fu aperta lui mi prese ponendo la mano dietro la mia nuca e avvicinandomi veloce al suo viso, mi baciò.
Le sue labbra marmoree erano eprfette per le mie. Quello fu il mio primo bacio.
Cercavo il suo volto con le mani, ma tremavo e non riuscivo a muovermi. Sentivo solo le sue labbra sulle mie, il suo respiro....
Alla fine trovai il suo viso umido, i suoi capelli che mi bagnavano il viso mescolando pioggia a lacrime. Le sue mani tra i miei capelli. Non ero nemmeno sicura di respirare in quel momento. Poi le sue labbra si staccarono lentamente dalle mie. Mi prese il viso tra le mani.
"Perchè...perchè sei così..." mi disse in un sospiro...
"Così come..." ansimai.
"Così dannatamente dolce...e stupida..."
"Stupida...che romantico..."
"Ti amo..." ed io gli credevo!
Nascosi la testa nella sua spalla e lui mi strinse forte. Alla fine eravamo bagnati entrambi...
"Non ti da fastidio...il mio odore?"
Lo sentii ridacchiare.
"No...resisterò. Perchè ora tu sei più importante del mio istinto...tu sei più importante di tutto"
"Ti amo..." gli dissi. E lui mi sollevo da terra come fossi senza peso. Mi alzò in modo che fossi più alta di lui e mi baciò ancora.
Non avevo più paura del mio riflesso nei suoi occhi, anzi fui felice di perdemi in quello sguardo...
"Voglio che tu lo sappia...non sei come lei! Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato! Tu sei l'amore della mia eternità..."

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