Life as an orphan

di supermafri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


WAIST TO ORPHAN

 

CAPITOLO 1

 

Vivo da solo, ho sempre vissuto da solo, ma non me ne sono mai lamentato. Non ho amici, però di persone ne conosco fin troppe... Ne reputo importanti solo tre, l'Hokage Naruto e i suoi due figli Minato e Kushina. Si allenano con me e questo mi basta (per non dire che ti vogliono bene e tu a loro ndme) Non mi hanno mai lasciato andare in missione e non so perché. C'è una persona che al villaggio non può essere nominata, ma in mia prensenza l'aria diviene tesa e questa sembra l'argomento principale. Ho 14 anni e si, sono orfano. Continuo ad avere problemi dalla nascita. Me ne frego di quello che dice la gente:" State distanti, può essere pericoloso" oppure " Ma è il figlio di quell'Uchiha? Sono due gocce d'acqua". Ecco "Quell'Uchiha" ancora una volta. Ma chi è? Nessuno è disposto a parlarmi di lui, nemmeno l'Hokage. Certo, l'argomento è vietato... Lo sguardo di Naruto è sempre cupo quando si parla di lui. Ma perché? Avrò il diritto di sapere chi è colui che mi assomiglia così tanto! Sono riuscito solo ad aver qualche informazione del tipo come sono arrivato all'orfanotrofio, ma non chi mi ci ha portato... Sembra sia stata una donna a portarmi davanti all'ingresso in una cesta di vimini... Aveva lasciato solo un biglietto dove era inciso in bella calligrafia il mio nome: Saske. La proprietaria di un negozio di fiori un giorno mi disse che il mio era un nome davvero importante e da non sottovalutare. Ero scioccato. Nessuno mai aveva osato dirmi tali parole. La fissai, volevo stamparmi quella donna nella mente. Era davvero carina, con gli occhi grandi e chiari e i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, ma sicuramente non era il mio tipo.
Mi ero sempre fidato di Hinata e potevo considerarla una "seconda mamma". Mi ha spiegato che non dovevo odiare i miei genitori perché mi avevano abbandonato, ma capirli... Ne sapeva qualcosa... Sono sicuro... Ma non mi ha mai detto niente, come gli altri del resto.

Questa mattina, a scuola, successe qualcosa che forse non avrebbe dovuto accadere. Il professore di storia era assente ed era stato chiamato un supplente. Questo, vedendosi tutti questi occhietti vivaci, sorrise e ci propose alcune attività. Io mi annoiavo, avrei preferito dormire volentieri se... Quel ragazzo, quel bulletto da due soldi che si burlava di me alle spalle, iniziò a parlare...
- Professore, volevo chiederle..- e qui si girò a guardarmi con un sorrisino che non mi convinceva per niente- Perché è scoppiata la Quarta Grande Guerra?
- Beh... Ragazzo.. Tutto è iniziato quando Orochimaru cercava un nuovo corpo e tutti sappiamo che il corpo bramato era quello di...- il professore si fermò. Mi stava fissando, io lui. Perché non continuava? Cosa avevo che non andava?
- Maestro, continui perfavore...- disse sempre quello sfigato guardandomi divertito. Che sapesse la verità? L'avrei picchiato a sangue per far uscire da quella lurida boccaccia qualche parola.
- Credo che il resto già lo conosciate...
- Io no!- mi intromisi. Sapevo che non avrei ottenuto niente così mi alzai e me ne andai. Il professore fortunatamente mi lasciò andare. Kushina decise di seguirmi, ma la fermai.
- Voglio rimanere da solo.
- D-d'accordo, ma se hai bisogno non esitare a chiamarmi.
Lei, quella solita ragazza timidina, si preoccupava sempre per me e questo mi scaldava il cuore.

Ero stanco di queste stupide situazioni e così andai dall'Hokage Naruto. Era lì, dov'era sempre stato, nel piccolo ufficio. Mi vide spalancare la porta che al contatto con il muro si ruppe. I miei occhi dicevano da soli ciò che avrei voluto dire, ma i suoi sembravano tristi e preoccupati. Che mi dovesse dire qualcosa?
Si strinse la chiave che portava al collo e guardò l'ultimo cassetto in basso a sinistra, l'unico chiuso. Cosa voleva farmi capire con quel gesto? Avrei trovato qualcosa di interessante all'interno?
-Saske, voglio dirti una cosa...
- Hmm...
- So che vuoi sapere qualcosa in più su di lui, ma come sai è proibito parlarne... Dentro questo cassetto c'è tutto quello di cui si è a conoscenza di Sasuke Uchiha - quel nome, che somigliava molto al mio, era davvero così temuto? Ma subito dopo sentii una fitta al cuore. Perché? Perché quel nome mi faceva così male? A stento cercai di trattenere le lacrime, ho sempre il mio orgoglio da difendere anche se davanti a me c'è Naruto. - Comunque tua madre non so chi sia e questo mi dispiace molto, credimi.
La domanda mi venne spontanea...
- Ma cosa è successo durante la Quarta Grande Guerra?
- Alcuni dicono siano morti in quel luogo, altri pensano siano ancora vivi... Quel qualcuno che ti ha portato all'orfanotrofio era tua madre. Non ci sono dubbi.
- Possibile che nessuno l'abbia vista?
- Lo so cosa provi. Anch'io sono un'orfano, per un'altra ragione, ma la nostra vita è sempre la stessa...
- E invece ti sbagli! Io sono suo figlio, no? Se lui ha fatto qualcosa di male tutto l'odio ricade su di me! La tua è stata decisamente diversa. Tu sei diventato un eroe! La gente ha paura di lui e quindi ha e deve avere paura di me! -urlai con tutto il fiato che possedevo. Ad un tratto mi sentii il più forte di tutti gli esseri viventi e colui che stava difronte a me se ne accorse. Infatti sgranò gli occhi e mi fissò come non aveva mai fatto. Cosa avevo fatto adesso? Mi sentivo solo più forte, più veloce e allora? Anche lui aveva paura di me come tutti gli altri? Ma guardando attentamente il suo sguardo si poteva notare un velo di tristezza, così sottile che lasciava intravedere una lacrima amara, una di quelle che segnano il cuore e lo invadono per non abbandonarlo più.

SPEZZONE NARRATO DA NARUTO

Non ci credevo ancora... Lui era di sicuro il figlio di Sasuke, ormai non c'erano più dubbi! Lo Sharingan era la prova più incriminante, ma ancora non abbastanza per sapere l'identità della madre. Questo fatto mi fece riaffiorare vecchi ricordi riguardanti quel mio amico, un po' strano, ma il migliore che io avessi mai potuto desiderare. E davanti quel bambino stavo lasciando che una lacrima solcasse il mio volto. Cercai di dirigere la mente verso altre cose come la Quarta Grande Guerra che ci portò via molte persone, fra cui le più importanti della mia vita. Sakura... Quel nome mi tartassava e non mi lasciava vie di fuga. Non l'ho mai dimenticata, anche perchè è stata uno dei miei primi-grandi amori. Ma Hinata resterà sempre la mia dolce moglie. La amo e grazie a lei ho avuto due figli, Minato e Kushina, che adoro. Ormai è come se Saske fosse un altro figlio per me. Le nostre storie sono così diverse da sembrare tanto uguali; siamo stati guardati male dalla gente, lasciati in disparte e tenuti in una campana di vetro o come me costretti da un sigillo a non sapere ciò che ci circondava. Ribellati Saske! Riscatta la tua libertà, cerca i tuoi genitori, rendi orgoglioso te stesso e soprattutto non arrenderti mai perché se ti arrendi perdi la partita e non puoi sapere se potrai rigiocarla un'altra volta.

LA STORIA CONTINUA...

Mi ero sfogato, ne avevo bisogno. Non so per quanto sarei andato avanti, ma non volevo fare queste scenate. Stavo per uscire quando mi ritrovai davanti Tsunade.
- Scusate il disturbo, ma cercavo proprio te Saske! Volevo proporti un allenamento speciale... Ti va?

Guardai per un momento Naruto, che immerso nei suoi pensieri sembrava osservare un punto indefinito della stanza.
- Non ho tempo... - quella potenza che mi sentivo in corpo era svanita e di quella vecchia pazza non me ne importava assolutamente nulla.
- Va bene, come ti pare, ma ricordati che questa sarà la prima e l'ultima volta che te lo chiedo...- Chi desiderava allenarsi con quella racchia? - Ed è un vero peccato perchè volevo insegnarti qualche nuova tecnica, in particolare una. Solo io ed un'altra persona siamo in grado di eseguirla alla perfezione e...
- A cosa potrebbe servirmi se non mi fate mai uscire per qualche missione?
- Ahahaha... Beh è semplice... Se il nemico è proprio interessato ad attaccarti, ti cercherà!
- Perchè non posso essere normale come tutti gli altri?
- Ascolta, non puoi sapere chi incontrerai in missione e non possiamo permetterci di creare la Quinta Grande Guerra!
- Perché questo problema lo creo solo io? Non ho mai fatto niente di male!
- Tu non hai fatto niente, è vero ma... Fai troppe domande... Se cerchi delle risposte dovrai allenarti con me. - Cos'era? Un ricatto? O piuttosto una sfida? Le sfide non si rifiutano mai e così l'accettai pur sapendo di star giocando il suo gioco, ma perchè voleva a tutti costi allenarsi con me? Bella domanda. Decisi dunque di seguirla fino ad una radura. Era una donna incredibilmente forte e intelligente, formosa e capace nel campo della medicina. Sono sempre stato un tipo paziente e come da standard aspettai che lei iniziasse a parlare. Aveva aperto una taschina del marsupio e stava estraendo delle erbe medicinali. Le aveva appoggiate su un sasso e mi aveva guardato

- Bene, ora voglio testare la tua forza e per prima cosa dovrai spaccare con un pugno quel masso.
- Niente di più semplice.

Mi fece un sorrisetto di chi la sapeva lunga, ma non mi interessava. Avrei dimostrato a quella "vecia" (dialetto della mia regione... significa "vecchia"... 1 caramella a chi indovina dove vivo XD ndme) di cosa sono capace!
Ne presi le dimensioni e dosai la forza in modo da non sprecare eventuali energie. Feci una breve rincorsa e centrai in pieno il baricentro. Rimasi in quella posizione finchè non vidi la roccia scomparire davanti ai miei occhi. Era stato solo un rumore sordo e lo sgretolio di quella a destare la quiete mattutina della foresta. Molti uccellini si alzarono in volo e io sorrisi vittorioso.
- Potevi anche evitare di metterti in mostra in quel modo. Non ne hai bisogno...
- Sono loro che mi mettono al centro dell'attenzione!
- E tu la attiri... - Ma dove le trovava tutte queste risposte pronte? Cavolo, era più irritante anche di quel bulletto di Sesshoumaru.
- Avanti imparerai col tempo. Su vieni qui!
Mi stavo allontanando dalle macerie e mi chiedevo da che cosa derivasse tutta la mia forza... Era davvero impressionante... Che l'avessi eriditata da mio padre anche quella?
Ero seduto davanti a lei con il sasso di mezzo. C'erano un sacco di erbe e intrugli di vario genere. Che noia... Non mi è mai piaciuta medicina, ma me la sono sempre cavata in un modo o nell'altro. Ero semplicemente un caso raro in questa materia perché non l'avevo mai studiata e già la sapevo, c'è l'avevo nel sangue in poche parole.
- Ora da bravo, preparami un antidoto per il veleno di Sasori della Sabbia Rossa.
- Hmm.. Non ne ho mai sentito parlare..
- Beh hai tutto ciò che occorre per prepararlo: alcune gocce di veleno, i suoi effetti e questi intrugli. Alcuni serviranno altri no. Il tuo compito è trovare la combinazione di questi per curare questa pianta colpita dal suo veleno. Tutto chiaro?

Presi la pianta che mi stava porgendo. Esternamente non mostrava alcun malore così decisi di analizzarne una foglia. L'interno era saturo di quel liquido viola capace di uccidere diecimila uomini con tre gocce. Più che un veleno sembrava un virus... Continuava ad aumentare velocemente. Sarebbe morta senza alcun intervento quindi dovevo sbrigarmi. Avevo accettato la sfida, no? E l'avrei vinta!
Per quel che ne sapevo sui veleni... L'antidoto doveva essere composto da caratteristiche contrarie a quelle che appartenevano a quelle del veleno.
Gran bella seccattura visto che le caratteristiche erano associate ai cinque sensi... Iniziai con la vista, ovvero con il colore, che in questo caso era il viola. Certo... Il contrario del viola... Come se fosse la cosa più semplice del mondo... ehm... Dovevo scegliere tra 3 ingredienti: azzurro, giallo e grigio. Bene, in questo caso mi affidai al mio sesto senso "medicinale". Tsunade intanto mi guardava cercando di capire cosa avessi in mente. Trovare la luce nei miei occhi neri? Impossibile. Le sorrisi e presi il giallo. Non so perché, ma mi ispirava in quel momento. Andai avanti con il secondo senso: il tatto. Per quello dovetti estrarre una piccola quantità del veleno e, ovviamente, toccarlo. Era una sostanza gelatinosa e appiciccosa. Mi serviva quindi del un liquido uniforme come... Anche qui 3 ingredienti: acqua, colla e un pezzetto di carbone. Decisi di prendere il primo e lo posizionai vicino all'altra mia scelta. Per il terzo senso, l'udito, dovevo posseredere un controllo del chackra a dir poco impressionante. Ero riuscito a captare il rumore del moltiplicarsi del virus nelle cellule. Quindi avevo deciso di prendere una polverina dal suono insignificante. Come penultimo senso c'era il gusto... Il gusto?! Ciò significa che avrei dovuto assaggiare il veleno? Mi sarei di sicuro avvelenato.
- Tranquillo, se vieni avvelenato ti curo io! - mi disse Tsunade.
Stavo ancora fissando il veleno e mi feci coraggio introcucendolo nella bocca. Aveva un sapore aspro e amarognolo. Lo sputai immediatamente, anche se sapevo che qualche goccia era rimasta e di sicuro mi avrebbe ucciso. Non sentivo alcun dolore e questo era sbalorditivo. Ma come mai? Decisi di prendere l'unica erba dolce.
Magari gli effetti gli avrei ottenuti con il passare del tempo... Volevo muovermi. Quinto ed ultimo senso: l'olfatto. Quindi se sapeva un odore debole, qual'era, avrei dovuto compensarlo con uno più forte come... il fiore di... Cosa? Ma che razza di fiori erano?
FILIFIFFALIA... PERICLANCEA... ONOMASOFFELIA... C'era pure l'immagine del fiore, ma quello fra cui dovevo scegliere era il contenuto all'interno di una bustina, ovvero quello sminuzzato. Tsunade mi fissava divertita e sorniona. Credeva non ce l'avrei fatta. Ebbene si sbagliava. Mi misi a contemplare le varie figure, ma una mi colpì maggiormente. Tutto ad un tratto...

FLASHBACK

Ero piccolo e una persona mi aveva appoggiato dinanzi all'ingresso di una casa. Aveva una voce femminile...
- Piccolino non avere paura, non averne mai, ti prego. Non posso seguirti nella crescita e nemmeno tuo padre. Spero tu possa capirmi...- aveva le lacrime agli occhi mentre parlava...- Tieni. Questo fiore di ONOMASOFFELIA è l'unico fiore esistente ad avere un odore così forte e travolgente. Ogni volta che ne vedi uno spero tu possa farti tornare alla mente questi ricordi d'infanzia. Addio, figlio mio.
Mi baciò la fronte mentre io urlavo e mi dimenavo. Appoggiò questo fiore affianco al mio nome e per un po' mi calmai. Ma il buio, il freddo e la solitudine non mi lasciavano tregua. Avevo bisogno di compagnia, avevo bisogno di lei...

LA STORIA CONTINUA...

Questo ricordo mi travolse e rimasi a testa bassa. Non dovevo piangere. Non ce n'era bisogno. Ma l'impulso era irrefrenabile e non riuscivo a fermarmi. Orgoglio, orgoglio, orgoglio dov'eri finito? Niente. Le mie guance accaldate erano lucidate dalle lacrime dei miei occhi. A stento cercai di allungare la mia mano verso il fiore di Onomasoffelia. Tsunade era incredula. Tutti gli ingredienti erano giusti, forse. L'avevo quasi preso... Quando Tsunade mi bloccò il braccio
- Bravo, solo un'altra persona era riuscita a trovare i giusti intrugli al di fuori di te. Ed ora spiegami perché hai scelto questo fiore.

Non volevo rispondere, ma la sua mano mi stringeva il polso e non lo lasciava. Non avevo le forze per staccarmi da lei.
- Sono sicura che non è l'effetto del veleno il responsabile del tuo silenzio! Voglio sapere per cosa hai pianto o meglio per chi.
- Non sono affari tuoi!
- Se la cosa riguarda tua madre allora sì.
Come faceva a saperlo? Mi aveva letto nel pensiero... E poi che ne sapeva lei di mia madre?!
- Che ne sai tu!
- So più di quanto tu sappia.
- No! Non è vero!
- Smettila di fare il bambino testardo! Non puoi capire...
- Certo, io sono sempre quello messo in disparte da tutto e da tutti. - la forza stava rinascendo dentro di me e lei si stava spaventando - Quello che non può e non deve capire! Quello che soffre perché odiato, ma giudicato perchè suo padre ha agito così! Sono il responsabile di tutti gli errori commessi dagli altri e devo solo sopportare senza proferire parola. Voglio andarmene, voglio sapere il Perchè tutti si comportano così e di certo non mi fermerai, Quinto Hokage!

SPEZZONE NARRATO DA TSUNADE

Aveva detto di voler andarsene? Ben detto. Volevo proprio sentirmelo dire in faccia. Hai ragione Saske, Sakura sarebbe fiera di te. Sakura, colei che ti ha abbandonato, colei che ti ha regalato la sua intelligenza e la sua testardaggine, colei tua madre, non si è dimenticata di te. Sono l'unica a conoscenza del suo segreto

FLASHBACK

- Signorina Tsunade... ho davvero bisogno di dirle una cosa prima che torni al quartier generale...
- Cosa ti turba Sakura?
- Ecco... vede.. Sono incinta... Ma la prego non lo dica a nessuno. Posso fidarmi di lei?
- Sakura siamo in guerra! Non posso lasciarti qui. Tu torni subito a casa.
- No, io devo rimanere. Ho ancora un conto in sospeso da risolvere.
- Ma chi è il padre?
-... Quando nascerà... se ne accorgerà.. Ora la lascio, quel conto in sospeso aspetta solo me.
- Sakura, non ti permetto di andare in queste condizioni. Vieni subito qui!

Troppo tardi era già sparita...
La credevamo morta, ma dopo 9 mesi la vidi davanti all'orfanotrofio. Ero sicura fosse lei, non c'erano dubbi. Dopo aver lasciato in quel luogo la cesta di vimini, fece un salto e se ne andò dal villaggio. Quel fagottino era suo figlio e non vedevo l'ora che crescesse per capire chi fosse il padre, ma la sua fuga era sospetta... Che il padre fosse? No, impossibile.

LO SPEZZONE NARRATO DA TSUNADE CONTINUA...

Ma ora posso dirlo sul serio. Lui è il figlio di Sasuke. Lo Sharingan non mente mai. Devo assolutamente parlare con Naruto e dirgli di assegnargli la prima missione con Minato e Kushina. Voglio che anche lui sia felice e non si lasci influenzare dalle dicerie sul padre. È vero che ha tradito Konoha, ma i suoi amici non hanno mai smesso di cercarlo. Gli volevano bene e lei perfino lo amava. Spero tu riesca ad aprire le ali e ad imparare a volare in modo da scoprire la verità sui tuoi genitori e sul mondo che ti circonda.

LA STORIA CONTINUA....

Non diceva niente, aveva solo una un sorriso brillante sulle labbra. Stavo per andarmene quando disse
- Sei davvero un ragazzo di cui essere orgogliosi. Scommetto che troverai tutte le risposte alle tue domande e li troverai. Se ti trovi dinanzi a lui cerca di farlo ragionare e metticela tutta. Vedrai che ce la farai!
- Ce la farò a fare cosa?
- Questa è l'unica cosa che non ti posso spiegare... La devi sapere tu, nel tuo cuore. Devi capire quello che vuoi, quello che cerchi.

Dopo averla fissata per alcuni secondi decisi di incamminarmi verso la zona in cui io, Minato e Kushina ci allenavamo. Continuavo a pensare a quello che mi aveva detto la principessa delle lumache. Questo pensiero non mi dava pace. Cosa volevo davvero? Una famiglia? Degli amici? Forse... Ma quello che desideravo di più? Fuggire? No, essere codardi non faceva parte del mio carattere. Era davvero trovarli? E se li avessi trovati? Sarei rimasto con loro? Mi avrebbero ucciso? Sciocchezze... Se volevo questo, lo avrei ottenuto. Che cosa avrebbe comportato affrontare questa sfida? Problemi... Ma ho sempre creato problemi, quindi crearne uno in più non era una novità.




ANGOLO AUTRICE
Ciaooooo!!! Ecco qua il primo capitolo… E’ dedicato alla mia migliore amica, Maisha Samiha. Ditemi cosa ne pensate e magari qualche consiglio. Grazie in anticipo! Baci Supermafri :)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 
Quel baka e Kushina non erano ancora arrivati. Dovevo solo aspettare... Ma perché quei minuti mi sembravano interminabili? Ero seduto su una roccia e riflettevo... Ormai avevo deciso. Nessuno avrebbe ostacolato la mia decisione. L'avrei tenuta nascosta e sarei partito da solo.
Una mano si appoggiò sulla mia spalla. Ebbi un sussulto e mi girai mettendo a terra lo sconosciuto, o meglio la sconosciuta. Ero sopra di lei, ero sopra Kushina. La fissavo negli occhi chiari, uguali a quelli della madre, mentre lei non diceva niente, si limitava ad arrossire. Non avevo nessuna intenzione di lasciarla andare, anzi sarei rimasto in quella posizione per sempre se quel pensiero non avesse preso a tormentarmi di nuovo.
- Ehi ragazzi! Potevate anche aspettarmi!
E poi la precisione di Minato nell'arrivare nei momenti meno opportuni mi destò da quello che avrei voluto fare...

SPEZZONE NARRATO DA KUSHINA

Erano stati solo pochi attimi. Lui mi aveva steso a terra, il mio cuore aveva iniziato a tamburellare sempre più velocemente e non aveva intenzione di smettere. Mi sentivo eccitata, accaldata, rossa in viso e non riuscivo a spiccicare parola. Mi sentivo una stupida! Credevo che prima o poi i suoi occhi mi avrebbero perforato l'anima mentre io mi perdevo in essi. La mia immaginazione vagava per altri mondi dove vi eravamo io e lui. Volevo baciarlo, un bacio casto, puro o forse passionale e ardente. Comunque un bacio, un bacio vero, il mio primo bacio! Cercavo di resistere, la mia emotività mi giocava sempre brutti scherzi. Sarei potuta svenire se... Minato non fosse arrivato. Eravamo comunque in una posizione piuttosto ambigua ed era comprensibile che ci avrebbe trovato anche solo un po' di malizia. Ma quella testa quadra aveva preso da mio padre, che per quanto voglia bene rimaneva sempre un ingenuo. E forse, stavolta era stata una gran fortuna.

LA STORIA CONTINUA...

- Sei tu che arrivi sempre in ritardo.- aggiunsi io alzandomi da quel corpicino esile e caldo.
- Se non fossi arrivato in ritardo non avrei alcune novità.
- Sentiamo...
- Pensate, ho sentito Tsunade parlare con mio padre riguardo una cosa importantissima... Andremo in missione per la prima volta insieme! Saremo il Team 8. Contenti??
Io ero rimasto in silenzio. Non potevo partecipare alle missioni se volevo trovare i miei genitori da solo. Avrei messo nei guai anche loro e non volevo. Ma non riuscivo neanche a dirlo e questo mi faceva arrabbiare ancora di più. Kushina era ancora sotto shock per quello che era successo prima ed era già tanto che fosse riuscita ad alzarsi.
- Wow... che entusiasmo...
- C-cosa? Cosa hai detto?-intervenne Kushina appena risvegliata dal trans iniziale. Sorrisi e cercai di autoconvincermi che avrei passato dei momenti felici prima della partenza. C'era ancora una cosa da fare e l'avrei portata a termine quella sera...
- Ehi Saske a cosa pensi? Tanto so che sotto sotto sei felice...- Eh, già... aveva proprio ragione. Mi sarebbe piaciuto rimanere con loro a Konoha, ma mi ero già prefissato un obiettivo.
- Hmm.. Pensala un po' come ti pare.
- Allora... Allenamento??
E in quel momento ci guardammo con sguardo di sfida. Io contro lui, lui contro me e noi due contro il mondo.

 
                     ***

Era tarda sera quando mi diressi verso casa, ovvero l'orfanotrofio. Saltai la cena e mi distesi sul letto a guardare il soffitto. Sentivo sarebbe stata una notte speciale e non solo perché avrei scoperto la verità sui miei genitori, ma anche perché si notava l'eccessivo silenzio. Il silenzio mi aveva sempre portato tranquillità, ma questa sera mi agitava. Avvertivo il sangue ribollire nelle vene, segno che qualcosa non andava. Non mi sarei fatto trascinare dalla paura tanto facilmente, soprattutto ora che sarei arrivato a capire e a risolvere tutti i miei perché. Aprii la finestra, feci un respiro profondo e con un balzo già mi ritrovavo a correre per le strade del villaggio. Ero diretto dall'Hokage: mi serviva la chiave che portava al collo. Quella notte avrei aperto quel cassetto tenuto chiuso da anni. In quel momento la mia curiosità andava oltre ogni limite. Non mi riconoscevo più. Pensavo a quello che avrei trovato all'interno, cosa mi avrebbe suscitato e se ciò avrebbe influenzato la mia immagine su di loro. Con questi pensieri mi ero ritrovato al davanzale della camera di Naruto. Hinata stranamente non c'era e non avevo nessuna voglia di far rumore, dovevo agire indisturbato. A passo felpato ero arrivato al bordo del letto dove la chiave pendeva di lato. Naruto russava e continuava a dimenarsi rendendo per me impossibile il lavoro da svolgere. Mi stavo per arrabbiare sul serio quando dopo vari tentativi egli prese la mia mano e stringendomi il polso la utilizzò a mo' di cuscino. Stavo per tirargli un pugno in pieno viso quando l'Hokage la annusò e iniziò a parlare..
- ... Sasuke, sei tu? ...Perché te ne sei andato? .... Ho conosciuto tuo figlio, ma dimmi chi è la madre?... Rispondimi! ...Dove si trova Sakura? ...So che l'hai presa tu! ...Che le hai fatto?!
Stava parlando nel sonno... Stava parlando di mio padre e mia madre nel sonno?! E quindi mia madre è stata presa da mio padre... Interessante... Ma non abbastanza! Mi serviva quella chiave ad ogni costo. La presi tirandola con forza e spezzando filo.  Naruto russava ancora, dovevo ritenermi fortunato.
Altra corsa per arrivare all'ufficio e un giro di chiave. Finalmente! La cartellina denominata "Clan Uchiha" era nella mie mani. Girai la copertina e una foto mi saltò all'occhio. Raffigurava il "Team 7" al completo, Naruto, una bella ragazza, il loro maestro e lui. Lui uguale identico a me, lui il malvagio, lui che mi aveva abbandonato, lui Sasuke Uchiha, lui mio padre. Quei capelli corvini, quegli occhi neri e quel broncio sul muso. Non avevo più dubbi... Quello era sicuramente mio padre alla mia età. Sentii qualcosa risplendere dentro di me e gli occhi inumidirsi. Solo un debole avrebbe pianto. Io non ero un debole. Io non dovevo piangere. Proseguì alla pagina seguente. Un nome sconosciuto, ma una faccia nota...

FLASHBACK

Avevo sei anni e avevo imparato da poco a leggere e scrivere. Stavo camminando per strada, tutto solo, e iniziava a piovere. Mi piacevano le giornate di pioggia, mi lavavano via tutti quei pensieri che impossessavano la mia anima. Stavo calciando un piccolo sasso quando un uomo attirò la mia attenzione. Mi era passato davanti con le mani in tasca e fischiava. Ma non era lui il soggetto a cui tendevo lo sguardo, bensì a quello che venne messo in evidenza all'arrivo della fioraia.
- SHIKAMARU!! - sembrava più arrabbiata del solito. Io me ne stavo a guardare in silenzio - Lo sai cosa ha detto la signorina Tsunade! Non fare il finto tonto quel foglio deve sparire dalla mia vista!!
- Basta che ti giri dall'altra parte, Ino.
- Non sono in vena di scherzare! Mi sono appena beccata una sgridata per colpa tua. Quindi o lo fai sparire o ti faccio sparire io.
- Che caratterino abbiamo oggi...  Ma che scopo avrebbe?
- Lo sai che Saske non lo deve sapere e poi sono ordini superiori, quindi...
- Prima o poi lo scoprirà... Tanto vale che lo sappia adesso, no?
- Sono del tuo stesso parere, ma chi lo dice a quella? E ora, perfavore, muoviti.
Disse la ragazza scagliando un kunai contro la parete dove era appeso quel manifesto. Era finito proprio sul nome del ricercato. Guardai l'immagine impressa nella carta e mi resi conto di quanto mi assomigliava. Non riuscivo a capire perché tutte le cose che riguardavano me, il mio passato, il clan venivano distrutte. Perché mi lasciavano in disparte? Cercavo solo di essere un bambino normale, ma il mio passato lo impediva. C'era qualcosa che dovevo sapere, ma non ero tenuto a saperlo. Più osservavo quella figura e più mi ricordava me stesso. Ma non era mio padre, forse qualcuno che ci assomigliava e che, come lui, era odiato da tutto e da tutti. I due si accorsero della mia presenza e mi fissarono mentre io essendo stato scoperto ripresi a correre tornando nell'unico luogo in cui ero accettato, l'orfanotrofio.

LA STORIA CONTINUA...

Quello era Itachi Uchiha. Faceva parte del nostro clan e la cartellina riportava le seguenti parole:
" Accusato dello sterminio dell'intero clan dal quale ha scampato pericolo solo il fratello minore, Sasuke Uchiha. "
La rabbia mi rodeva dentro. Com'era possibile che il mio "presunto" zio avesse ucciso tutti i miei familiari e tra l'altro anche suoi e avesse lasciato in vita solo mio padre? Un pazzo sadico doveva essere! Non c'era nessuna spiegazione a riguardo... Che fosse stato distrutto anche quel documento? Probabile. Ero nervoso... Quella sera era proprio strana e in quel momento non smettevo di picchiettare i polpastrelli sulla piccola scrivania. C'era un'ultima pagina poiché le altre erano state strappate come delle erbacce nel prato. Riguardava mio padre. Iniziai a leggere
-Ultimo componente del clan Uchiha e ricercato da tutti i paesi, in particolare dal villaggio di Konoha, tradito da Sasuke stesso. E quindi era accusato di tradimento... Ma poi cosa voleva dire essere accusati di tradimento?! Cosa aveva fatto per essere giudicato in quel modo? Proprio non riuscivo a spiegarmelo.
Continuai la lettura...
- Secondo alcune testimonianze Sasuke avrebbe avuto le sue ragioni per compiere quest...

BUM!!

- Esci Saske! So che sei lì dentro.
Non ero stato cauto e mi ero lasciato fregare da Sesshoumaru (per chi non se lo ricordasse Sesshoumaru era un bulletto ndme). Aveva spaccato il vetro della finestra, ma mi stava ancora aspettando in mezzo alla strada. Decisi di sospendere la "ricerca" della verità per il momento, dovevo sistemare per bene colui che osava intromettersi nei miei piani.
Saltai tre piani dell'edificio gettandomi dalla finestra e mi ritrovai faccia a faccia con quello sfigato.
- Vedo che alla fine ti sei deciso a cercare delle risposte, Saske.
- Che diavolo vuoi?
- Proprio quello che vuoi tu... Delle risposte.
- Non ho intenzione di perdere tempo con te!
- Peccato... Sarebbe stato divertente.
Dopo aver estretto un kunai me lo aveva puntato contro. Si era scontrato con il mio e subito dopo ci eravamo preparati a combattere. Ero frustato... Possibile che sempre ad un passo dalla verità ci fosse un qualcosa che mi ostacolava e mi allontanava dal mio reale obiettivo? Era così tanta che mi fece ritornare tutta quella potenza che provavo sempre più spesso. Che il mio corpo stesse cambiando? Sesshoumaru si era bloccato di colpo e si stava allontanando passo dopo passo
- Tu non sei normale, sei un mostro!
Aggiunse prima di scappare a gambe levate. Incutere timore era la mia specialità e di questo ne andavo fiero. La forza mi era svanita di colpo, mi aveva lasciato solo nel bel mezzo della notte... o forse no?

TAC TAC TAC TAC

Piccoli passi leggeri si susseguivano e riecheggiavano sulle tegole di terracotta del tetto. Qualcuno aveva osservato tutta la scena, ma chi? Mi lanciai all'inseguimento. Lo vedevo pochi metri più avanti. Si era sicuramente accorto di me, ma non aveva mostrato il minimo interesse. Si dirigeva verso il bosco, proprio nella radura degli allenamenti. Dovevo fare in modo che non dicesse niente all'Hokage della mia uscita notturna. Ma perché mi aveva portato in quel luogo?
Stavo proseguendo quando questi scomparve dalla mia vista. Mi ero fermato al centro della radura in posizione di difesa e aspettavo una qualsiasi mossa da parte del nemico. Niente. Era veramente sparito. Lo sconosciuto mi colse di sorpresa prendendomi da dietro mentre una mano si trovava nel mio viso all'altezza degli occhi e l'altra mi aveva puntato contro la schiena un sfera di scariche elettriche. Non mi ero mai ritrovato in una situazione del genere. Che potevo fare? Mi avrebbe ucciso da un momento all'altro. Eppure sembrava stesse aspettando che io facessi qualcosa.
La sua mano non si era mai posata sul mio volto, era staccata, come se avesse avuto paura di toccarmi. Sembrava stesse facendo una forza immane per avvicinarsi il più possibile alla mia pelle, ma io ero bloccato, fermo, immobile, mi stavo letteralmente consegnando alla morte che lenta e silenziosa raggiungeva le mie membra.
Non potevo lasciare che tutto finisse così. Mi ero allenato per qualcosa in tutti questi anni ed ora quel qualcosa era arrivato. Forse era una prova dell'Hokage per capire se ero veramente pronto per una missione. Tuttavia quella situazione era piuttosto inquietante, non tanto perchè avrei dovuto sconfiggere il nemico, ma per le emozioni che lui suscitava in me. Sentivo il bisogno di toccarlo, di sapere chi era. Lasciai che la mia testa si muovesse involontariamente contro quella mano gelida, che sapeva di sangue. Ebbi un fremito al contatto. Quella carezza l'avrei riconosciuta tra mille, era unica, speciale, invidiabile. Solo uno come me può capire cosa si prova riconoscendo il primo/ultimo atto d'affetto di colui che ti ha messo mondo.

FLASHBACK

Ero ancora piccino, all'interno di una culla. Non c'era nessuno vicino a me e questo mi faceva sentire maledettamente solo. Il mio pianto rieccheggiava tra le pareti della stanza e qualcuno si accorse di me. Era mia madre che mi prese immediatamente in braccio. Mi diede un bacio casto sulla fronte mentre un'immagine sfuocata si avvicinava con assoluta calma. Ogni suo passo verso di me mi tranquillizzava e attirava la mia attenzione. Si era portato vicino a lei e mi guardava dall'alto con quegli occhi neri, che ora erano fieri e rassicuranti. Aveva lasciato che la sua mano fredda sfiorasse la mia guancia bagnata delicatamente. Un piccolo momento indimenticabile che lasciò grandi emozioni nel mio cuore.
- È arrivato? - chiese mia madre con angoscia e tristezza. Si guardarono per alcuni istanti interminabili per poi baciarsi con passione. Lei mi strinse tra le sue braccia e si diresse verso il villaggio di Konoha mentre mio padre mi guardava e una lacrima sembrava solcare il suo viso.

LA STORIA CONTINUA...

A quel ricordo mi lasciai sfuggire una lacrima che cadde sulla sua mano. Stavo piangendo, dopo tutte quel tempo ancora piangevo. Lui mi voleva bene in passato e perchè adesso mi voleva uccidere? Cosa avevo fatto? Non riuscivo a capire... Aveva chiuso la mano a pugno e dopo aver preso la spada me l'aveva puntata sulla gola mentre l'altra aveva lasciato che il flusso di scariche elettriche scorresse in questa. Mi imposi. Difronte a tutto quel dolore mi imposi e con uno sforzo sovrumano sfilai dalla tasca, molto lentamente, un kunai. Le gocce salate erano sparite, ma quello che vedevo mi faceva male, male lì, nel cuore. Pensai che fosse il momento per vederlo dopo anni, per capire cosa gli passava per la mente, per combattere contro di lui, e forse, per ucciderlo o per essere ucciso. Avevo un eccessivo carico di emozioni che mi facevano sentire ancora più forte e più potente delle ultime volte, mi sentivo quasi bruciare dalla loro intensità. Il mio corpo emanava dei vapori verdi e la vista si stava offuscando. Cosa mi stava succedendo? Il respiro affannoso, le unghie si allungavano, provavo una gran voglia di strapparmi la pelle e la testa sembrava scoppiare. Non ragionavo più e questo non mi piaceva per niente. Volevo che qualcuno mettesse fine a questa sofferenza insopportabile. Alcune nuvolette verdi si erano unite dietro di me e parevano delle code. Erano sempre di più, arrivavo a contarne 24, e in quel momento intravidi il suo viso di cui per molti anni ne ero stato privato. "Due gocce d'acqua, due gocce d'acqua, due gocce d'acqua..." mi ripetevo mentalmente. Saremmo stati due gocce d'acqua se non fosse stato per i suoi occhi rossi. Avrei voluto rimanere in quella posizione in eterno cercando di scavare nei suoi occhi per trovare risposte, ma qualcosa me lo impediva e urlai di dolore mentre il mio corpo si trasformava in un essere che non ero io. Stavo per diventare un mostro e lui se ne era reso conto guardandomi immobile. La sua lama, impregnata di chakra, intimava di perforarmi il cuore, ma il suo sguardo cupo e sofferente diceva tutt'altro. Cosa voleva? Privarmi della vita o farmi impazzire? Non lo capivo proprio. Era un fottutissimo controsenso. Non riuscivo a controllarmi, urlavo, mi dimenavo mentre lui cercava di tenermi fermo senza avere il coraggio di trafiggermi con la sua spada. Vedevo solamente il nero, la solitudine, il silenzio e il dolore che mi dicevano di smetterla, di lasciarmi andare, di abbandonare il corpo e la ragione ad un mostro viscido che strisciva e che si strusciava su di me cercando di farmi perdere l'ultimo goccio di lucidità che mi rimaneva.
- Se vuoi davvero ucciderlo, prima dovrai passare sopra il mio cadavere, Sasuke!
Era una donna dai capelli rosa confetto che parlava con tono di sfida. Si accorse subito del danno che aveva fatto mio padre provocando in me tutte quelle emozioni ed ella, per difendermi, mi colpì con un gancio destro davvero potente. Ero finito contro il tronco di un albero perdendo i sensi. Quella donna, anche se in malo modo, aveva impedito la mia trasformazione, aveva ripreso l'Uchiha e mi aveva pure salvato la vita. Avrei dovuto ringraziarla devotamente, ma mi ripresi solo in tarda mattinata all'ospedale di Konoha e di lei non c'era traccia.

 
                                                                              ***

Un Naruto trafelato e preoccupato stava raggiungendo di corsa la mia stanza spoglia e grigia.
- Saskee!! Dove sei??... Oh cavolo era la stanza 616... Eccoti qui finalmente! Come ti senti? - non avevo nessuna voglia di rispondere a quelle stupide domande...
- Hmm... Come sempre...
- Sei sicuro? Mi hai fatto preoccupare! - intervenne quella vecchia di Tsunade.
- Anche noi!! - era venuti anche Minato e Kushina.
In quel momento non volevo vedere ne sentire nessuno, tantomeno dover rispondere a delle futili domande. Dovevo schiarirmi le idee e capire quello che era successo. Nessuno lo doveva sapere, me lo sarei tenuto per me.
- Avanti ragazzi, non fate storie. Ora Saske si deve riposare tornerete quando si sarà ripreso.- disse l'Hokage. I figli dell'Hokage, accompagnati da Tsunade, mi salutarono promettendomi un allenamento speciale per quando mi sarei ripreso.
Bene. Naruto voleva sapere tutto. Non avrebbe ottenuto nulla dalla mia bocca.
- Hai fame? Guarda, ho portato del ramen!!
- Hmm..
- Sono contento che tu sia ancora tutto intero. Ti va di raccontarmi un po' quello che è successo tre notti fa?
- Tre notti fa?!
- Già, hai dormito davvero tanto. Se potessi farlo anch'io...
- Non mi ricordo niente... - bugia numero 1.
- Capisco.. Ma come mai ti trovavi fuori dal villaggio?
- Avevo visto un uomo sospetto che si aggirava per le vie dellla città e aveva attirato la mia attenzione. L'ho seguito finché non si è fermato nel bosco. E poi... credo mi abbia colpito. - bugia numero 2.
- Perché a quell'ora non eri all'orfanotrofio?
- Perché... - Non era possibile! Mi stava chiedendo quello che già sapeva! Il mio sguardo si era soffermato sulla chiave che ANCORA portava al collo per poi osservare un piccolo nodo di cui si era servito per recuperare lo stesso filo che IO avevo strappato.- ... La chiave... - dissi sottovoce.
In Naruto si allargò un sorriso raggiante.
- Sapevo che non avresti resistito, però avresti potuto chiedermela. Pensa che quando credevo di averla persa ho ribaltato mezza casa!
- Te l'avrei riportata...
- E invece è stata Kushina che, dopo averti trovato e condotto all'ospedale, mi ha riportato la chiave.
- Ringraziala da parte mia...-pronunciai sottovoce
- Cosa??
- Sai che non lo ripeterò.
- Va bene, va bene lo farò. Non sai quanto assomigli a lui.
- Non dirlo neanche per scherzo!!- volevo aggiungere "non sono io quello che abbandona e cerca di uccidere il figlio".
- Ora sai che ha tradito il villaggio della Foglia, ma non per questo lo devi odiare, è pur sempre tuo padre.

Non era questo a cui mi riferivo, comunque non volevo infierire oltre nell'argomento. Per fortuna un'infermiera fece segno all'Hokage di lasciarmi riposare.
Ero solo a riflettere. Cosa dovevo pensare di lui? Un traditore e un assassino. L'altra parte del mio corpo pensava ad un padre buono che mi voleva bene, che anche se voleva uccidermi non c'era riuscito per suo volere. E io, chi ero? O meglio, cos'ero? Un mostro? Dovevo e volevo scoprire la verità anche se per questo avrei dovuto lasciare gli unici amici che avevo. Mi dispiaceva per Naruto, mi dispiaceva per Kushina, mi dispiaceva per Minato, mi dispiaceva per Tsunade, ma io dovevo sapere le cose fino in fondo. Cosa volevo davvero? Adesso lo sapevo e non avrei abbandonato la mia strada per nulla al mondo.




ANGOLO AUTRICE
Buonasera gente di EFP!! Vi presento il secondo capitolo… Sinceramente non mi piace molto, ma dopo averlo riscritto per 4 volte ho deciso pubblicarlo. Spero vi piaccia comunque e buona lettura.
P.S. Volevo ringraziare Zonami84 per averla recensita ^_^  e chi, come lei, tama_chan_, shiva85, MatyTilde97 e karter per averla inserita nelle seguite.
E infine un GRAZIE a tutti coloro che la leggeranno. Baci Supermafri :*

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