Whenever

di B r o K e n
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Whenever

Whenever

1.

-Bee, sei sempre la solita!- ecco che irrompeva la voce della mia migliore amica, sempre pronta a rimproverarmi.

-dai, ho semplicemente confuso lo zucchero con il sale- avevo combinato un pasticcio, mi ero offerta di cucinare quella sera, i miei genitori erano partiti per lavoro, e mi avevano affidata alla famiglia della mia migliore amica Cassie.

-Cassie, dai la povera Bee ci ha provato, è il pensiero quel che conta- la signora Wood fu gentile come sempre

-ma che pensiero e pensiero, mamma Bee ci vuole avvelenare, non l’hai capito?- lui, l’essere più insulso che abbia mai conosciuto, l’essere più sfrontato, stupido e buono a nulla che possa esistere sulla faccia della terra, Faron Wood, nonché fratello della mia migliore amica Cassie Wood, così diversi, e così uguali allo stesso tempo.

-ah, ah, sai che hai indovinato? Mi hai scoperta! Solo che non mi sono accorta di aver messo il veleno a tutti, doveva essere solo nel tuo piatto!-

-allora la prossima volta stai più attenta- rispose acido, mi limitai a fargli una smorfia, mentre io e la signora Wood sparecchiavamo il tavolo.

-Bee!-

-dimmi-

-quando tornano i tuoi?- chiese la mia amica

-perché? Non vedi l’ora di sbarazzarti di me?-

-io si!- disse quel antipatico di Faron, intromettendosi nella nostra conversazione

-tu sta zitto!- disse Cassie ammonendo il fratello –ma cosa hai capito? Ti sto semplicemente chiedendo quando tornano i tuoi genitori, perché ho in mente una cosa bellissima da comunicarti!- lo sguardo si Faron cambiò espressione

-se non hanno cambiato i programmi, tornano tra un mese e mezzo!-

-no!! Un altro mese e mezzo con questa qui?- disse seccato Faron, mentre continuava a guardare annoiato un documentario sugli animali in tv

-qualche problema?- domandai acida

-si, tu!-

-smettetela!!!- urlò la sorella – non ne posso più, siete insopportabili!-

-è lei che è odiosa!- ribatté Faron

-Io??- strabuzzai gli occhi – ma se sei tu che hai sempre qualcosa da dire quando apro la bocca!-

-e cosa ci posso fare se il tono della tua voce mi provoca fastidio?-

-e io cosa ci posso fare se ti provoca fastidio? Mi sto zitta?-

-si, visto che una volta tanto le rotelle di quel tuo piccolo cervelletto funzionano?-

-se le mie sono piccole, le tue come sono? MINI?-

- ah ah, ha fatto la battuta, sei anche scontata nel dare le risposte?-

-e tu sei banale dai discorsi che fai!-

-scontata!-

-banale!-

-antipatica!-

-stupido!-

-insipida!-

-deficiente-

-E basta!!!!!!!!- strillò Cassie, stufa delle nostre litigate giornaliere, che nascevano dal nulla, come lo era sempre stato

-scusa- dissi- qual è questa cosa bellissima del quale parlavi, poco prima?- rivolgendomi alla mia migliore amica

-Aretha oggi ha chiamato- Aretha è una nostra compagna di classe, dal primo anno di liceo, con lei abbiamo stretto subito amicizia fin dai primi giorni, insieme ad Allie, un’altra nostra compagna che fa parte del nostro gruppo, ci chiamano le “Fantastiche 4” – e ci ha invitate a passare con lei due settimane nello yacht del padre, senza genitori!!-

-chi siamo?- chiesi subito, lei capì subito a cosa mi riferissi

-Hale c’è!- soffocò una risatina, Hale, ho sempre avuto una cotta per il fratello di Aretha dal primo anno di superiori, lui più grande di me di due anni, si diplomò lo scorso anno, e da quando finì il liceo, le occasioni di incontrarlo erano davvero poche

-ma pensi davvero che tu ad Hale possa piacere?- disse Faron, intromettendosi

-i fatti tuoi mai, eh?-

-povera illusa, tu non appartieni alla categoria di Hale-

-e quale sarebbe la categoria di Hale?- chiesi aspra

-la mia, quella degli essere superiori!-

-ah si? La mia sarebbe allora quella degli essere inferiori?-

-brava-

-sai che ti dico? Meglio essere un inferiore che essere un superiore come te!-

-scontata!- sbuffai, dovevo cercare di non fargli corda, ma non ci riuscivo per niente

-quando si parte?-

-tra due giorni!- disse saltellante la mia amica, eccitata all’idea di passare una vacanza da sole, senza la rottura dei genitori alle calcagne -ne sono sicura ci divertiremo tutti e tre!!- tutti e tre? Cosa avevano appena sentito le mie orecchie?

-cosa? Tutti e tre chi?-

-io, tu e Faron!-

-no, non vengo!- dissi, l’idea di andare in vacanza con quello non mi allettava per niente, mi avrebbe tormentata anche li, ed io che pensavo di andarmi a rilassare in pace per quindici giorni…

-ti do fastidio?- disse ridendosela di gusto

-si e non è una novità, lo sai, e poi scusa, tu che c’entri?-

-mi ha invitato Lise-

-Lise?- Lise è la sorella maggiore di un anno di Aretha, sono i due opposti, infatti Aretha odia la sorella, non riuscivo a capire il perché stesse venendo anche lei, ha sempre schifato l’idea di passare anche cinque minuti, in compagnia nostra, ma poi collegai il tutto

-esci con Lise Smith?- l’avrei dovuto capire subito

-si, sei gelosa per caso?-

-oh si non sai quanto!- risposi beffarda –beh, certo, i simili stanno sempre tra di loro! Meglio così, almeno non stai sempre tra le palle!- dissi facendo un sospiro di sollievo

-questo lo dici tu- disse a denti stretti, quella sua risposta non mi piacque per niente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Grazie mille per le recensioni, non me le apsettavo

Grazie mille per le recensioni, non me le apsettavo!

Spero continuiate a seguire questa storia, un bacio

Rose...

2.

Arrivò il giorno della partenza.

La sera prima io e Cassie preparammo le valige, e dentro mettemmo tutto quello che comprammo quella mattina, infatti Cassie mi portò a fare shopping, oddio fare shopping con lei era divertentissimo, faceva letteralmente impazzire le commesse, quella ragazza l’adoro troppo, è un mito!

-Bee, che ne dici, lo porto questo top?-

-direi di si, si intona bene al pantalone bianco di lino- rispondo

-hai ragione- disse mettendolo in valigia –ci pensi? Due settimane a goderci la vita!!- disse fin troppo entusiasta –spero di conoscere qualche ragazzo carino!-

-lo sapevo!- risi

-e tu ci pensi che finalmente potrai farti avanti con Hale?-

-ma dai, pensi davvero che possa farmi avanti con un tipo come lui? Fa parte della classe dei “superiori”- cantai sospirando

-davvero dai retta alle cazzate di quel idiota di mio fratello?-

-ma non c’era bisogno che me lo dicesse tuo fratello, per sapere che non posso mai piacere ad una persona come lui-

-cosa hai tu che non va?-

-fin troppo semplice per un tipo come Hale-

-ed è questa la tua vera bellezza, la semplicità-

-non metterti a fare la poeta, adesso- sorrisi imbarazzata

-parlo sul serio, poi se non ti nota, è un idiota!-

Bussarono alla porta, ed era la signora Wood, ci disse che Aretha era appena arrivata e ci aspettava giù, Cassie ed io prendemmo le nostre valige e le scendemmo al piano di sotto.

Salutammo la signora Wood e salimmo nella loro Merced Benz, davanti stavano seduti Lise e alla guida Hale, Dio, era da tempo che non lo vedevo, ma lui era sempre bellissimo, capelli neri un po’ mossi, che porta sempre corti, occhi castani, ma così chiari che a volte sembrano dorati e quel sorriso angelico…

-ciao Bee- disse non appena salii in auto, sempre con quel suo sorriso bellissimo

-ciao Hale, Lise- sorrisi anche a lei per educazione, lei non mi degnò nemmeno di uno sguardo, come al solito

-Aretha!!!- l’abbracciai, era seduta accanto a me in auto, erano due settimane che non la vedevo, esattamente da quando era finita la scuola –grazie dell’invito!- la ringraziai

-pensi che mi sarei mai divertita senza di voi?- disse sorridendoci

-ed Allie?- chiese Cassie

-ci raggiunge tra due giorni, oggi ha un matrimonio- rispose

-allora ragazze, promosse quest’anno?- chiese Hale, che ormai si era messo in guida

-come minimo, dopo aver passato l’anno a sgobbare dietro i libri- lui si voltò dietro da me e mi sorrise, oddio quel sorriso, stavo per sentire caldo io o lo faceva realmente? Probabilmente tutte e due le cose, non pensavo riuscisse a farmi ancora questo effetto quel ragazzo, ad un tratto sentii qualcosa sussurrata al mio orecchio

-se devi sbavare, almeno fallo lontano da me, sai che schifo?- mi voltai e vidi Faron, mi ero dimenticata che fosse seduto alla mia destra

-sta zitto, deficiente!- dissi alzando la voce

-vedo che vi state sempre simpatici, voi due- disse ridendo Hale

-beh si, ogni giorno di più!- disse Faron – come tu stai molto simpatico a Bee!- ma che diavolo gli era preso? Ma era impazzito? Aveva intenzione davvero di farmi fare qualche figuraccia? Sentii il sangue salirmi in testa, arrossii, sia di rabbia, ma anche perché vidi Hale guardarmi attraverso lo specchio dell’auto, mi limitai a dare un pestone a Faron –Ahi!- strillò

-ben ti sta- dissi a denti stretti

Arrivammo dopo circa un’ora e mezza d’auto, un’ora e mezza di paradiso e d’inferno, di paradiso grazie ai sorrisi angelici di Hale, d’inferno per le offese gratuite e le frecciatine di Faron. Hale ci aiutò a prendere le nostre valige, mentre quello scansafatiche si limitò a prendere la sua ed entrare nello yacht insieme a Lise, ero sempre più convinta che quei due erano fatti per stare insieme.

Salimmo sopra lo yacht e sistemammo le nostre cose dentro, io, Cassie, Aretha e Lise, dormivamo nella prima stanza, mentre nella seconda, Hale e Faron.

Lo yacht era semplicemente stupendo, il padre di Aretha dirige una catena di hotel, questo spiega il perché di tutto quel ben di Dio, non era un mistero la ricchezza di Aretha, ma non se ne era mai vantata, anzi, la condivideva con noi, senza mai lodarsi di niente, al contrario della sorella, che ci ha sempre disprezzate per questo, più me ed Allie , che Cassie, lei economicamente se la passa bene, certo non come Aretha, ma non si può lamentare.

Indossammo i costumi, avevamo deciso di fare un bagno prima che faccesse buio, indossai il costume che avevo comprato il giorno prima, insieme a quella matta di Cassie, sorrisi al pensiero di ieri con lei a fare shopping, era semplice, color verde mela, con i laccetti, e nel pezzo di sopra c’era disegnato un piccolo pesciolino, attaccai in una coda di cavallo, i miei lunghi capelli neri, e misi un pareo, provavo vergogna a camminare soltanto in costume.

Raggiunsi le mie amiche, che erano sdraiate in delle poltrone a prendere quel poco di sole che era rimasto

-pensavo dovessimo fare un bagno-

-non posso- disse Cassie – devo abbronzarmi-

-amica, lo sai che in acqua ti abbronzi di più-

-sciocchezze- disse continuando a prendere il sole, guardai Aretha

-non dirmi che la pensi come lei-

-ehm, veramente-

-voi due siete da ricovero- dissi scuotendo la testa e allontanandomi, ma erano davvero convinte che se si fossero tuffate non si sarebbero abbronzate?

Decidi di fare quel bagno lo stesso, sentivo davvero caldo e non ce la facevo più, dovevo rinfrescarmi, senza pensarci due volte mi tuffai in acqua, che sensazione piacevole, sentire l’acqua fredda avvolgerti d’un botto.

-hey!-mi voltai e vidi che Hale era dietro di me, stava facendo anche lui un bagno, sarò scontata come dice quel cretino di Faron, ma era bellissimo, la luce del sole illuminava i suoi occhi che li rendeva quasi dorati, poi quel suo sorriso angelico, per tutta risposta mi limitai a sorridere come un’ebete.

-come mai fai il bagno da sola?- mi chiese

-perché devono abbronzarsi- dissi scocciata

-capisco, beh anche qui in acqua avrebbero potuto farlo- quel ragazzo era davvero proprio brillante, anche lui la pensava come me.

-vallo a chiedere a loro!-

-comunque, come va?-

-bene, grazie e te?-

-non mi posso lamentare, il primo anno di università è andato bene- su questo non avevo dubbi, è stato sempre uno dei migliori studenti del nostro istituto, si è diplomato con 100 e lode, oltre ad essere bellissimo è anche un ragazzo molto intelligente.

-mi fa piacere- risposi

-e tu cosa mi racconti?-

-mah, la solita vita a dire il vero-

-quindi niente ragazzo?-

-no no- e adesso che razza di domande fa? Avrei tanto voluto fargli la stessa domanda, ma lo so che non avrei mai trovato il coraggio di farlo

-beh, neanche io- ma cosa fa, mi legge nel pensiero? Non dissi nulla, si creò un silenzio imbarazzante, quando a spezzarlo fu lui

-che ne dici se rientriamo, tra un po’ si fa buio-

-hai ragione- e nuotando, raggiungemmo lo yacht.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Grazieeeeeeeee

Grazieeeeeeeee!!

Sono contenta dei commenti! Ne ero quasi convinta che shipassivo Faron! <3

Ancora grazie per i commenti, non me lo aspettavo e chi l’ha messa tra i preferiti!

Posto in fretta perché, la settimana prossima cambio casa e non so quando avrò di nuovo la linea, in quel arco di tempo, comunque continuerò a scrivere la storia.

Spero che questo capitolo vi piaccia, baci

Rose.

3.

I primi raggi di sole del mattino furono a svegliarmi, la sera prima, andammo a letto molto tardi, quello stupido di Faron si mise a raccontare stupide storie dell’orrore, con l’intento di non farmi chiudere occhio la notte, ma non ci era riuscito, non mi conosceva affatto se credeva di spaventarmi con le sue stupide storie sui fantasmi e zombie.

Mi alzai dal letto, l’unica ancora a dormire era Lise, affacciai dalla finestra e notai che Cassie e Aretha stavano prendendo il sole, loro e quella loro mania della tintarella!

Presi il costume e andai in bagno, feci una doccia e lo indossai, poi mi lavai i denti e misi il pareo ed uscii. Andai in cucina e prendere un bicchiere d’acqua e vidi Faron seduto a bere il suo bicchiere di latte, non si accorse di me fino a quando non andai ad aprire il frigo

-oltre ad essere scontata, sei anche maleducata, non ti hanno insegnato a salutare?-

-dovresti saperlo che non ti filo per niente, perché te ne esci sempre con queste domande? Ah già vero! E’ così da te, fare domande banali!- dissi riempiendomi il bicchiere d’acqua, lui si limitò a fare un ghigno

-hai dormito questa notte?-

-splendidamente!-

-si come no-

-ma credi davvero che non possa dormire, a causa delle quattro cazzate uscite dalla tua bocca?-

-io credo di si!-

-se ne sei convinto…- bevvi la mia acqua, mentre lui continuava a fare colazione mangiando un croissant

-Lise?- chiese ad un tratto

-dorme-

-ah- disse continuando a mangiare, afferrai un biscotto dalla credenza sul tavolo, non avevo fame, ma quella mattina mi ero svegliata con un forte mal di testa e non potevo prendere un antinfiammatorio a stomaco vuoto, presi la bustina con dentro il medicinale e lo misi dentro il bicchiere, poi ci gettai un goccio d’acqua, lo bevvi tutto d’un sorso, e storsi la bocca a causa del cattivo gusto, notai Faron fissarmi

-perché mi stai fissando?- chiesi brusca

-lo sai che non devi farne abuso di questi medicinali- disse

-ah si? E da quando ti preoccupi per me?-

-da quando sei in casa mia e mia madre ha la tua responsabilità, non voglio che i tuoi genitori pensino che mia madre non ti controlli, se poi ti senti male?-

-guarda che l’ho presa perché ho un po’ di mal di testa-

-ma tu hai sempre mal di testa allora!-

-e non pensi che la colpa non sia pure tua? E’ la tua voce che mi fa questo effetto-

-ah scusa, vuoi che non parli più?-

-vorrei, ma so che non lo faresti!-

-brava-

-grazie- uscii e raggiunsi le mie amiche, erano sdraiate nelle stesse poltrone del giorno prima, avevano gli occhi chiusi, erano così concentrate che sembravano stessero dormendo

-alla buon ora!- disse Cassie, assumendo la medesima posizione, quindi non dormiva…

-sono le 9, non penso di essermi alzata così tardi!-

-beh, noi siamo qui dalle 6 di mattina a prendere il sole!- disse Aretha

-voi siete matte- dissi scuotendo la testa

-tu dovresti stare zitta, eh certo, hai già la pelle scura di natura- beh, non potevo darle torto, infatti non avevo tutto questo bisogno di stare al sole, mia madre è di origini indiane, mio padre americane, quindi non ho mai avuto il problema di stare sotto il sole per tutto quel arco di tempo

-e cosa ci posso fare se ho la pelle scura di mio? Io mi annoio, che belle amiche, preferiscono il sole a me!- dissi fingendomi offesa

-decisamente, Sun The best!- disse ridendosela di gusto Cassie, bastarda di una migliore amica

-quando vi ricorderete di essermi amiche, fatemi un fischio- dissi allontanandomi, quella mattina faceva terribilmente caldo, avevo voglia di qualcosa di fresco, così decisi di andare al supermarket, qui di fianco al molo a comprare un ghiacciolo, perciò entrai dentro, presi la borsa, dove dentro avevo i soldi, Faron era ancora a tavola che mangiava, come diavolo ci riusciva?

-dove stai andando?-

-oggi non ti sembra di fare un po’ troppe domande?-

-sai mi annoio…-

-beh, buona Noia!- dissi uscendo, solo quando scesi dallo yacht, mi resi conto che mi venne dietro, quella mattina indossava un bermuda blu e una canottiera bianca, i suoi capelli castani alla luce del sole davano dei riflessi ramati, nascondeva i suoi occhi verdi con un paio di occhiali da sole

-che cosa vuoi?-

-te l’ho detto mi annoio!-

-scusa sveglia Lise, se ti annoi-

-ma a cosa pensi mi possa osservare Lise a quest’ora della mattina?- cercai di immedesimarmi in lui e capii a cosa illudeva

-beh, certo- risposi

-dove stai andando, allora?-

-se ci tieni così tanto a saperlo, sto andando a prendere un ghiacciolo!-

-brava!! Così ne offri uno anche a me!-

-scordatelo- dissi senza pensarci due volte

-dai non fare la tirchia, offrimi un ghiacciolo, fa così caldo!-

-e perché dovrei offrirtelo io? Non hai i tuoi soldi?-

-si, ma li ho sullo yacht, dai, dai, dai ,dai!! Ti scongiuro!!!!- notai che la gente che ci stava intorno ci stava guardando, che vergogna!

-va bene, basta che la smetti, ci stanno guardando tutti!- camminammo in silenzio, fino a quando non fummo al supermarket, prendemmo due ghiaccioli, io menta, lui limone, pagai ed uscimmo

-ci voleva!- disse gustando il suo ghiacciolo

-un grazie era più che gradito-

-se ci tieni così tanto: grazie!- disse prendendomi in giro, ormai lo conoscevo quel suo tono di voce, lo lasciai perdere, ci saremmo cominciati a stuzzicare come sempre

-Bee?-

-si?-

-a cosa stai pensando?-

-a quanto ti odio-

-non è vero tu non mi odi, l’odio è un sentimento troppo profondo, ti sto semplicemente antipatico, punto-

-hai ragione, per te non potei provare mai niente di profondo-

-idem, per una volta ci troviamo d’accordo-

-eh si, per una volta-

Una volta finito il nostro ghiacciolo, tornammo sullo yacht.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Che bello leggere le vostre recensioni

Che bello leggere le vostre recensioni!!

Mi fanno enormemente piacere, spero continuiate a leggere ^^

Ego di me stesso, quando avrò un po’ di tempo libero, prometto che vengo a leggere qualcosa di tuo^^

Adesso vi lascio la nuovo capitolo, scusate se non vi è chiaro il comportamento di Faron, ma è un personaggio un po’ lunatico!

Buona lettura…

Rose xoxo

4.

Era sera.

Le numerosi luci degli altri yacht, illuminavano il posto, che lo rendevano ancora più affascinante e meraviglioso.

Avevamo appena finito di mangiare, Lise e Faron, li perdemmo di vista, e sullo yacht rimanemmo in quattro, io, Cassie, Aretha e suo fratello Hale a chiacchierare animamene, ricordando le vicende delle nostre vite passate

-ti ricordi quando siamo andate a Parigi con la scuola?- ci domandò Cassie – lo ricordate Adrien?- disse con aria sognante, si era infatuata di questo francese e gli andò dietro per tutta la durata del viaggio, che ridere al solo pensiero!

-si che me lo ricordo, poverino, praticamente gli stavi sempre dietro!- dissi scoppiando a ridere e si unirono in coro tutti gli altri.

Non appena si fecero le due di notte, andammo a letto, perché Aretha e Cassie, dovevano alzarsi presto, motivo? Beh, semplice, dovevano prendere il sole, scontata la risposta!

Non avevo assolutamente sonno, ma tuttavia decisi di seguirle perché mi imbarazzava rimanere sola con Hale di notte.

Ero a letto e non riuscivo e prendere sonno, quando il mio cellulare prese a vibrare, il numero non lo conoscevo, ero indecisa se rispondere o meno, alla fine risposi, dopo una serie infinita di squilli

-pronto?- dissi andando verso il bagno per non svegliare le altre

-Bee!- riconobbi subito la sua voce…

-Faron?- dissi stranita del fatto che fosse lui

-chi, altrimenti? Stavi dormendo? Scusa se ti ho svegliata, ma non so a chi rivolgermi- il tono della sua voce era strano, ma cosa gli era successo?

-che sta succedendo?-

-devi aiutarmi!-

-cosa???-

-si, per favore- chiese disperato, non l’avevo mai sentito così

-e Lise?-

-non so dove sia, poi ci siamo separati!-

-dove sei?-

-vicino il supermarket di questa mattina, esattamente accanto la panchina-

-arrivo- chiusi la chiamata, mi vestii di fretta, bussai in camera di Hale, ma non rispose nessuno, evidentemente era uscito, indossai le scarpe ed uscii anch’io, camminai svelta, non mi piace andare in giro da sola, a quel ora della notte, anche se tuttavia la piazza era piena di gente nonostante l’orario, non appena fui davanti il supermarket, vidi la sua ombra seduta su quella panchina, gli andai incontro.

-che succede? Perché mi chiami a quest’ora della notte? Spero sia qualcosa di serio, altrimenti non te la perdono- aveva lo sguardo rivolto per terra – e guardami in faccia quando ti parlo!!- alzò lo sguardo, e grazie alla luce del lampione, notai nell’occhio destro un livido –oddio, ma cosa ti sei fatto?- dissi non appena capii

-nulla, una sciocchezza!-

-io non la chiamerei così… cos’è successo? Perché devi sempre cacciarti nei guai? Non riesci a starne lontano? E Lise? dov’è? Non è la tua ragazza? Perché ti ha lasciato da solo?-

-Lei non è la mia ragazza- si limitò a rispondere, lasciai cadere li il discorso

-dai torniamo a casa-

-non posso!-

-cosa?-

-non riesco ad alzarmi, ho male al ginocchio!-

-prova ad alzarti, non possiamo rimanere tutta la notte qui!-

-perché no?-

-come?- ma era impazzito? Gli stavo dando una mano, ma adesso non doveva immaginarsi chissà cosa da parte mia, è sempre il mio nemico number one, cosa pretendeva da me?

-resta con te, per favore-

-perché hai chiamato me? Perché non chiamavi tua sorella?-

-non posso?-

-vuoi spiegarti meglio? Non ti capisco-

-ed è meglio così, fidati. Promettimi che non dirai nulla di stasera a Cassie?-

-e perché dovrei farlo? Lei è la mia migliore amica- ribattei

-accontentami, per una volta, solo questa volta-

-soltanto se mi prometti che poi mi spieghi-

-te lo prometto!-

-e adesso?- dissi guardandomi intorno

-rimani qui con me, non ho voglia di stare solo- mi sedetti in quella panchina, il più lontana da lui possibile, non ci eravamo avvicinati quasi mai, c’era sempre stato almeno un metro di distanza tra di noi

-sei che sei strano?-

-mai quanto te- disse sorridendo, cosa? Stava sorridendo? A me? Ero convinta che stesse male per davvero

-mi dispiace, ma sei tu la stranezza fatta per eccellenza!-

-forse questa volta devo darti ragione- sorrise di nuovo, era strano, era gentile e mi dava anche ragione, secondo me si era semplicemente drogato.

-come si chiama?-

-cosa?-

-come si chiama? Dai su me lo puoi dire!-

-Bee non riesco a capire! Spiegati meglio!-

-extasi, eroina, cocaina, marijuana, cos’hai assunto?- l’espressione del suo viso cambiò totalmente, mi guardò in una maniera indecifrabile, il volto si tese, si morse le labbra e gli occhi si fecero più scuri

-ma che diavolo dici?- sbottò –ma dove le trovi certe sparate? Sei assurda, semplicemente assurda, ragiona quando dici le cose, diamine!!-

-Hey, guarda che stavo solo scherzando! Mamma mia, non prendertela così tanto!- dissi spostandomi un po’ più lontana

-si, però io non mi drogo, non voglio che ti metti strane idee in testa!- disse assumendo la medesima espressione

-chi ti capisce è bravo!- non avevo intenzione di rimanere un minuto in più con lui, feci per alzarmi, quando mi sentii afferrare per il polso, mi voltai –ma si può sapere che vuoi? Tra le tante persone che ci sono chiami me, mi svegli a quest’ora della notte, mi fai venire fino a qui, ti trovo con occhio nero e un ginocchio slogato, e non mi spieghi cosa ti è successo, l’attimo prima sei gentile e quello dopo sgarbato, ma cosa vuoi da me?- sospirai imbronciata, mi ero veramente stufata del suo atteggiamento enigmatico.

-scusa- mi lasciò il polso e alzò lo sguardo, i suoi occhi alla luce del lampione sembravano umidi e particolarmente malinconici, imploravano aiuto di questo ne ero sicura, ma come avrei mai potuto aiutarlo? Non conoscevo nulla di lui…

-vuoi spiegarmi il tuo problema? Per una volta posso mettere da parte l’antipatia che provo nei tuoi confronti e chiuderla dentro un cassetto!- mi sforzai di sorridergli, cercai in qualche modo di sembrare spontanea, anche se non lo ero per niente, era troppo stravagante per me quella situazione.

-vorrei, ma non posso- e di nuovo quel dolore che riuscivo a leggere nei suoi occhi

-perché?-

-non potresti capire-

-chi lo dice?-

-fidati- rispose secco

-beh devo proprio dirti che di me, probabilmente non hai mai capito nulla!-

-probabilmente hai ragione- lasciai cadere il discorso, tanto non avrebbe aperto bocca, bene o male avevo imparato a conoscerlo in questi otto anni.

-hai intenzione di rimanere qui tutta la notte?-

-e perché no?-

-dai dico seriamente-

-anche io-

-ma io non ho intenzione di rimanere qui da sola con te, tutta la notte!-

-hai paura che ti violenti? Hai paura che ci possa provare con te? Non preoccuparti non corri il rischio- disse con aria sdegnata

-ah tante grazie, adesso si che mi sento più sicura!- scoppiò a ridere, io lo ignorai, era tornato esattamente quello di sempre – beh, vado per davvero-

-non lo farai-

-scommettiamo?- dissi alzandomi

-perché altrimenti cosa fai?-

-Hale!- quel nome mi fece paralizzare, aveva colto il mio punto debole, sarebbe stato capace di fare qualsiasi cosa, pur di farmela pagare –colpita e affondata, su siediti!- disse ridendosela di gusto, quanto mi provocava fastidio quella sua risata così acuta e squillante!

-ti odio- dissi sedendomi

-no, non mi odi, ma qualunque cosa sia io di più!- disse facendo quel suo sorriso beffardo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


5

5.

Il giorno dopo, nonostante la luce del sole fosse molto forte e mi impedisse di dormire, non avevo voglia di alzarmi, quella notte rimasi insieme a Faron in quella panchina e tornammo dentro nelle mattinate, aveva troppo male al ginocchio per muoversi prima. Finse una piccola scenetta, che avrebbe raccontato agli altri, dove raccontava di essere caduto, aver sbattuto l’occhio ed essersi fatto male al ginocchio, ed io l’avrei dovuto coprire senza un motivo, non potevo fare altrimenti, mi ricattò “Hale”, era tipico suo, e non potevo farci niente ormai.

Rigirai il cuscino perché era diventato troppo caldo, amavo il contatto col freddo, mi rilassava in giornate calde come questa, infatti quella mattina faceva un caldo atroce, un motivo in più per rimanere a letto, fuori si morirà dal caldo. Chiusi gli occhi quando udii una voce “ma dove cazzo te ne sei andata ieri?” era la voce di Faron e proveniva dalla cucina, che si trova nella stanza a fianco alla mia.

ma cosa vuoi? Non stiamo mica insieme noi due” disse lei con la sua solite voce da oca spaccona “tu conosci i miei problemi con quelli li e li fai venire qui?” quasi urlò Faron “shhhhhh” fece lei “vuoi che la mocciosa si svegli?” disse, si riferiva a me, non era la prima volta che si riferiva a me con quel termine, mocciosa io, lei cos’era allora? E poi cos’era che non dovevo ascoltare? Forse finalmente avrei scoperto il perché della chiamata di ieri sera da parte di Faron “Rispondi!! disse lui, cercando di non alzare la voce “li ha portati Hale qui, non io, ero mezza ubriaca ieri sera e non ho capito più niente, perdonami!” Hale? E adesso cosa c’entrava Hale in questa storia? Non ci capivo più niente, tutto questo non aveva nessun senso

Hale? Avrei dovuto immaginarlo!” disse lui “dove stai andando adesso?” disse lei “non ti interessa, lasciami in pace!” poi sentii la porta della camera accanto sbattere la porta,e poi il silenzio.

Ma cosa diavolo avevo ascoltato?

Che senso aveva quella conversazione?

Faron aveva appena litigato con Lise.

Motivo?

Aveva portato degli amici dei quali Faron doveva stare alla larga.

Motivo?

Sconosciuto.

Lei dice che quegli amici li aveva portati Hale, suo fratello.

Lui risponde che avrebbe dovuto immaginarlo.

Ah, dimenticavo, io non dovevo sapere, ma cosa non dovevo sapere io e le altre?

Ecco, adesso si che non avrei potuto dormire più, e colpa di quei due che parlano fin troppo ad alta voce, nonostante l’inutile sforzo di chiudere occhio, mi alzai, attaccai i capelli con un elastico a mo coda di cavallo e andai in cucina a fare colazione, aprii il frigo e presi un succo di frutta alla pera, affondai la cannuccia nell’involucro dall’alluminio e lo bevvi, poi presi dalla credenza qualche biscotto e lo mangiai, fu in quel attimo che sentii la porta della stanza dei ragazzi aprirsi e vidi uscire Faron, aveva lo sguardo perso, come se in quel istante non si trovasse nel mondo di noi comuni mortali, ma in un mondo tutto suo, una dimensione parallela. Si accorse di me, solo quando mi fu accanto e sembrò ritornare sulla terra tutta un tratto

-Bonjour!-

-ciao- mi limitai a rispondere

-finalmente ci degni della tua presenza, lo sai che sono mezzogiorno?- disse con uno dei suoi più antipatici e aspri toni di voce

-se non fosse che qualcuno mi ha svegliata alle due di notte e mi ha fatta ritornare alle cinque di mattina, mi sarei certamente alzata prima, e poi parli tu, che stai uscendo ora dalla tua stanza!-

-guarda che io sono sveglio da un pezzo, ero solo di la a sentirmi un po’ di musica- disse mostrandomi il suo i-pod

-lo so- mi limitai a rispondere, la sua espressione nel viso cambiò, il volto si tese e le labbra si incresparono, ma non rispose, forse capì a cosa mi riferivo e preferiva non proseguire.

-comunque- dissi per cambiare discorso –hanno creduto alla balla dell’essere caduto per terra?-

-si, certo, anche se mi vergognavo parecchio a raccontarla!- disse lui fingendosi divertito, anche se glielo leggevo negli occhi che era parecchio teso

-mai quanto raccontare di essere stato picchiato!-

-zitta!- disse lui a denti stretti

-e perché dovrei starmi zitta? Chi sei tu per me?-

-Hale!- sibilò

-e allora? Credi di farmi paura? Tanto figura di merda una in più o meno, non mi cambia tanto, invece a te cambia se racconto tutto!-

-ma cosa devi raccontare, se non sai niente?- mi sfidò

-questo è da vedere, stai certa, lo scoprirò cosa nascondi, me lo farò dire da Hale!-

-cosa c’entra Hale?- disse lui

-non fare il finto tonto, l’ho capito, ho sentito te e Lise parlare, la mocciosa ha ascoltato tutto- sorrisi beffarda

-e dimmi mocciosa, cos’hai sentito?- mi sfidò nuovamente, mi avvicinai di fianco a lui e incrociai le mani a petto

-beh, per esempio ho capito che sei stato pestato da degli amici di Hale!-

-cosa?- la sua espressione era un libro aperto per me, avevo fatto bingo!

-si hai sentito benissimo, chissà cos’avrai fatto a quei poveri ragazzi per farti ridurre in questa maniera, sei sempre il solito!-

-io non ho fatto un bel niente!-

-non è vero, li avrai stuzzicati come tuo solito-

-tu ti fai i film- disse scuotendo il capo

-vuoi dirmi che tu sei innocente? Che sei solo una povera vittima in tutta questa storia? Non mi riesce facile crederlo, hai sempre avuto a che fare con i guai, hai sempre fatto in modo che si scatenassero guerre, perché dovrei credere che non sia colpa tua? Lo è sempre infondo!- forse ero stata fin troppo crudele, infatti abbassò lo sguardo fissandosi le scarpe, e il suo respiro non era più regolare, ma infondo cosa avrei potuto dire se non la verità? Era sempre a causa sua se scattava qualche rissa, ora come potevo credere del contrario?

-hai ragione- disse dopo un lungo arco di tempo, sospirò ed uscì fuori dallo yacht, scossi la testa, chi lo capisce è bravo, tornai in camera, presi il mio costume, e il pareo e andai in bagno a farmi una doccia.

Quando finii mi diressi dalle mia amiche che stavano come sempre a prendere il sole, le ignorai, tanto non mi avrebbero considerata, troppo occupate ad abbronzarsi…

Così decisi di fare un bagno e senza pensarci mi tuffai, nuotare mi rilassava e mi teneva la mente occupata, nuotavo e non pensavo, e stavo bene con me stessa, sarei rimasta li in eterno se solo fosse stato possibile.

Quando mi accorsi che non c’era più il sole, tornai a nuoto allo yacht.

-ma dove sei stata?- disse Cassie preoccupata, guardai l’orologio, erano le cinque del pomeriggio, avevo perso proprio la cognizione del tempo

-scusa, ero in acqua e ho perso la cognizione del tempo!-

-avrei dovuto immaginarlo! Sei sempre la solita!- disse dandomi una pacca sulla spalla – vuoi qualcosa da mangiare?- mi chiese, avevo saltato il pranzo, ma non avevo fame

-no, grazie- risposi –e gli altri?- dissi guardandomi intorno – Faron e Lise non lo so dove sono, mentre Hale e Aretha sono andati a comprare qualcosa da mangiare, siamo rimasti a secco in solo due giorni!-

-capisco- dissi, ma a dire il vero non è che mi interessava qualcosa del cibo, mangiavo soltanto per necessità

-hai visto come sono abbronzata?- disse ad un tratta, facendomi saltare per aria dallo spavento

-ma sei scema?-

-allora?-

-si, si ho visto, così non ti lamenti più-

-no, voglio arrivare al colore della tua pelle, poi non parlo vero più-

-oddio, tu sei proprio idiota- dissi scrollando il capo, andai a cambiarmi, indossai una gonna corta bianco e un topo nero, sciolsi i capelli, e mi truccai, molto leggera, un po’ di phard, matita nera e mascara, infondo ero semplice.

-sei una stronza!- mi disse la mia amica non appena uscii dalla nostra camera

-e perché mai?- dissi non capendo

-perché sei bellissima!-

-ma smettila- dissi andandomi a sedere sul divanetto

-Buonasera!!- disse Aretha entrando dentro lo yacht con i pacchi della spesa insieme ad Hale

-guarda chi c’è, Bee, ma dove sei stata tutta la giornata?- disse Hale posando i pacchi sopra il tavolo

-in acqua- risposi semplicemente

-poi siamo noi le fissate con l’abbronzature- disse Aretha –Lise e Faron?- chiese dopo

-boh- rispose Cassie – quei due non me la raccontano giusta

-nemmeno a me- disse Aretha, “e nemmeno a me!” pensai, ma non esattamente in quel senso…

Allora che ne dite? Vi ringrazio per i commenti, non possono altro che farmi piacere, ringrazio a chi l'ha messa tra i preferiti o a chi la legge soltanto, spero di postare presto Rose xoxo

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