THE AGE OF SHINRA (TAOS)

di Xabaras
(/viewuser.php?uid=49255)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: ShinRa’s Guns ***
Capitolo 2: *** We Are Turks ***
Capitolo 3: *** Ti ho visto Morire ***
Capitolo 4: *** Shades cast no shadows ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: ShinRa’s Guns ***


Untitled Document

THE AGE OF SHINRA

Chapter 1: ShinRa's Guns

-Luce.-
La stanza s'illuminò istantaneamente. Era completamente bianca ed uniforme, tanto che si faticavano a distinguere le pareti dal suolo e dal soffitto; l'unica particolarità stava nell'individuo al suo centro: un uomo vestito in un uniforme nera ed elegante, ammanettato e seduto su uno sgabello di legno, aveva i capelli rasati, occhi verdi e una cicatrice sulla guancia sinistra....ma non era stato lui ad aver parlato.
-Lei è Icabot Kvasir, turks di primo grado della Shinra Inc?-
domandò la voce che aveva ordinato l'illuminazione. Dall'interno della stanza, nessuno avrebbe potuto localizzare chi parlasse, ma era evidente che si trattava di un uomo.
-Sono io-
rispose con indifferenza il prigioniero.
- Lei è accusato di mancata osservanza degli ordini assegnati, immotivato e pericoloso coinvolgimento di Alti membri delle forze speciali, collaborazione a fughe d'informazioni a vantaggio dei terroristi, nonché tentato omicidio di un suo superiore. Come si dichiara?-
Silenzio.
-Le ricordo che non rispondere alle domande non farà che aggravare la sua peraltro già critica situazione. Ripeto: Come si dichiara?-
Di nuovo non vi furono risposte, ma si udì uno stupito mormorio di voci.....comunque Kvas aveva già inteso che non poteva essere solo un individuo a svolgere l'interrogatorio, percui rimase tranquillamente seduto ad osservare il candido pavimento.
-Molto Bene- riprese la voce -non ritengo necessario perdere altro tempo illustrandole le possibili pene previste, in quanto le conosce sufficientemente bene. Ha qualche richiesta?-
-......una sigaretta.-
Ci fu un altro mormorio di voci, ma Kvas non si meravigliò neanche questa volta: "tante storie per un pò di tabacco...allora è davvero grossa, stavolta"
-La procedura è cambiata, ma vedremo di accontentarla. La sentenza sarà effettuata tra 2 giorni.-
le luci si spensero e le voci zittirono, ora Icabot Kvasir era solo con l'oscurità.

15 anni prima, Junon Town, primi anni della guerra tra la Shinra e il Wutai

-MUOVETEVI! QUELLA PIATTAFORMA NON SI COSTRUIRA' DA SOLA!-
Un paio di soldati sbraitavano contro gli operai addetti ai lavori, mentre in disparte tre uomini in uniforme Turks sedevano nell'ombra.
-....Com'è la situazione nel Wutai, Hakabane?- disse uno di loro, apparentemente quello di grado superiore. Era alto e slanciato, con capelli corvini lunghi fino alle spalle e due gelidi occhi smeraldini....era un Icabot Kvasir di 15 anni più giovane.
-Il solito...parlano tutti di questi SOLDIER, manco fossero degli dei in terra.- esclamò stizzito il Turk di nome Hakabane. Non doveva essere molto più giovane di Kvas, ma pareva avere meno esperienza. Aveva corti capelli biondi avvolti in un codino e sadici occhi azzurri.
-Non sai di ciò che parli.- si limitò a dire Kvas, abbassando lo sguardo.
-Dimenticavo che tu sei stato sul fronte, Sensei....hai incontrato molti di loro?- domandò Hakabane incuriosito.
-Non sono mai in molti nella stessa unità, un solo Soldier di primo livello può facilmente tenere testa ad una intera compagnia nemica. Comunque non ho voglia di parlarne.- si limitò a rispondere Kvas, quindi osservò il terzo compagno, il più giovane: non doveva avere più di 14 anni.
-A che pensi Tseng?-
-...A quella bambina, quella che è chiusa nel laboratorio del dottor Hojo.- rispose questi, corrucciato.
-Umh...che sai di lei?- fece Kvas, con tono sospettoso.
-Niente, solo che lei e sua madre sono da sempre rinchiuse come cavie.-
Kvas si accese una sigaretta, ora più tranquillo. "Non ha accesso agli archivi. Non può sapere niente" pensò, rassicurandosi.
-Senti un pò, pivello! Spiegami perchè Verdot ha tanta fiducia in te da permetterti di sorvegliare il laboratorio di Hojo....- intervenne Hakabane. Egli era da sempre invidioso di Tseng, poiché nonostante lui avesse sei anni in più era stato ammesso solo ora nelle fila dei Turks.
-Probabilmente perchè gli altri del mio rango non sono al mio livello.- rispose con calma il ragazzo, e Hakabane fu sul punto di avventarsi su di lui, se Kvas non fosse intervenuto.
-Hakabane, stai al tuo posto. Quanto a te, Tseng, non è il momento di pensare agli esemplari di Hojo.- Urlò loro, poi estrasse dalla tasca una specie di cellulare e inviò un messaggio di testo.
"Spero che mi risponda" pensava Kvas "Proprio ora mi toccava lasciare Midgar...oltretutto con questi due novellini...."
-Allora sensei, il briefing?-
-Giusto. Pare che un gruppo di pescatori più o meno organizzato si stia opponendo alla costruzione della città...la solita storia, vogliono preservare il loro paesello di popolani dalla terribile Shinra, e pare siano pronti alla lotta armata.-
Hakabane sbuffò, mentre Tseng rimase in silenzio....Kvas dal canto suo ripose il cellulare ed estrasse una pistola argentata, con il logo Shinra ricamato sull'impugnatura in pelle, quindi si sistemò qualcosa di luccicante che portava nascosto nella giacca.
-Gli ordini sono l'eliminazione completa del gruppo terrorista, ma il resto della cittadinanza non deve essere toccato, in quanto deve poter continuare a garantire forza lavoro alla costruzione della città.-
Hakabane aveva l'aria delusa.
-Solo questo?! Potevano mandare i soldati semplici per una cazzata del genere!-
-La maggior parte dei soldati e sul fronte, ed il resto è occupata nelle varie città e nella costruzione di Junon. Se il lavoro non ti va bene, sei fuori.- commentò semplicemente Kvas, e Hakabane si zittì subito.
I tre si avviarono lentamente verso il porto, dove recuperarono tre moto identiche tutte marchiate con il segno scarlatto della Shinra.
-Dividiamoci. Io vado nella zona in costruzione sopra, Tseng, tu pattuglia qui sotto, mentre tu Hakabane farai un giro per i campi circostanti...non escludo che questi simpaticoni abbiano chiesto aiuto a Fort Condor. Una volta trovati, ci contatteremo via PHS-
Entrambi i sottoposti ubbidirono, e Kvas cominciò ad avviarsi verso la rampa temporanea che collegava la città bassa a quella alta, ancora in fase di costruzione.
Non li ci volle molto per compiere l'intero giro, in sella alla sua moto, e non vide nulla di strano...finché non udì due operai intenti a parlare in un vicolo.
-........si, pare si stia radunando a Cosmo Canyon....sono in pochi, ma.....- sussurrava uno dei due all'altro.
-Shhh! Non hai sentito? Era il rombo di una delle loro moto!-
Kvas frenò a qualche metro dal vicolo, in modo da non farsi scorgere, quindi estrasse di nuovo la sua pistola e la puntò verso la testa di uno dei due operai.
"....è proprio necessario?" gli parlò una voce femminile nella sua mente.
"Chiunque è considerato, anche solo lievemente, un pericolo per la Shinra, va eliminato." disse un'altra voce, quella del suo superiore Verdot.
Kvas sparò tanto velocemente che l'operaio rimasto in vita non si accorse quasi di nulla, e quando tentò di gridare, anch'egli cadde morto a terra.
Il Turk ripose l'arma e si mise due occhiali da sole scuri, come se non fosse accaduto nulla.
"Cosmo Canyon....sembra che vari terroristi vogliano radunarsi li, a detta dei superiori..." mentre rifletteva, il PHS squillò e lui rispose immediatamente.
-Kvas.-
-Sensei? Qui Hakabane. Da quello che mi hanno detto alcuni contadini della zona, il gruppo ha abbandonato la città, ma poi si è diviso: una parte sembra essersi diretta a Costa del Sol, gli altri dovrebbero essere scappati verso la Mythril Cave, dove si sono rifugiati.-
-Ok, contatta Tseng e dirigetevi alla caverna, io vi raggiungo subito. Agli altri fuggiaschi penseremo dopo.-
-Bene, chiudo.-
Ma Kvas aveva già un'idea ben precisa su quello che doveva essere successo....."Una disputa, tra il capo e il suo secondo probabilmente. è chiaro che erano stati avvertiti, e visto il pericolo dovevano decidere dove nascondersi....capisco la cava, ma perchè la Costa del Sol? Non è quel che si dice un posto anonimo e sicuro...almeno che non fosse quella la loro destinazione finale...." colto dal dubbio, riprese il PHS e richiamò Hakabane.
-Sono Kvas, ascolta Hakabane: sai se il gruppo diretto alla Costa ha menzionato Cosmo Canyon?-
-Non che io sappia, ma forse il pivello ha scoperto qualcosa...prova a chiamarlo-
-No, vi raggiungo direttamente, chiudo. Ah, Hakabane.....-
-Sensei?-
-NON FARE NULLA FINCHE' NON ARRIVO IO. Mi sono spiegato?-
-.....affermativo, chiudo.-
Accelerando a tutta velocità, Kvas uscì da Junon dirigendosi verso nord-est, alla catena montuosa che separava la regione di Midgar da quella di Junon e dove era situata la Mythril Cave.
"Sicuramente è un posto molto sicuro...da un lato conoscono molto bene il territorio, dall'altro possono contare della presenza dello Zolom..." pensò. "Ma quel dannato serpente è più un problema per loro che per noi."
Mentre attraversava la zona di Fort Condor, notò che un'altra moto gli si stava avvicinando: era Tseng.
-Signore, ho ricevuto la chiamata da Hakabane. Effettivamente si stavano dirigendo a Cosmo Canyon, da quello che sanno al Forte.-
-Ok. Questo cambia le cose….ma per ora dedichiamoci ai pesci piccoli.-
La mente di Kvas lavorava a tutta velocità…..Cosmo Canyon voleva dire Bugenhagen, e la cosa non gli piaceva affatto.
Ad un tratto il PHS squillò di nuovo, distogliendolo dalle sue riflessioni.
-Kvas-
-Icabot, ha che punto sei con il lavoro?- rispose un uomo dalla voce fredda.
-Si sono divisi in due gruppi, Verdot. Tra poco avremo il primo.-
-E l’altro?-
-Cosmo Canyon….ti dice niente?- sbottò sarcastico Kvas.
-…..lasciamo perdere. Finite il primo gruppo e poi ritornate subito a Midgar. C’è un lavoro più urgente qui.-
Kvas sorrise, finalmente una buona notizia.
-Non che mi dispiaccia lasciare questo buco…ma che c’è di così urgente?-
-Hojo.- disse con eloquenza Verdot.
Il Turk inarcò le sopraciglia, irato, e chiuse la comunicazione. Voleva tornare a Midgar al più presto…ma se questo significava lavorare con Hojo preferiva farne a meno.
Alla fine arrivarono all’ingresso della caverna, dove trovarono la moto di Hakabane parcheggiata poco lontano, mentre il proprietario stava apparentemente riscaldandosi pregustando un massacro, ignorando i due compagni.
-Ci sono problemi a Midgar?- domandò Tseng, scendendo dalla moto.
- Nulla che ti riguardi.- disse semplicemente Kvas.
I tre quindi si addentrarono nella caverna.
-Bene, dividiamoci, ma cercate di prendere il leader vivo. Mi sono spiegato?-
I due annuirono e scomparvero immediatamente tra i sentieri della grotta. Kvas avanzò con tranquillità.
Dopo qualche minuto cominciò ad udire alcune voci che discutevano vivacemente, e non potè fare a meno di trovare ridicola la sicurezza che ostentavano quei popolani.
-Abbiamo fatto un errore a rimanere qui….quanto tempo credete che ci impiegherà la Shinra a trovarci? Non abbiamo certo nascosto le tracce del nostro passaggio e sicuramente la gente parlerà!- disse una voce femminile, seguita da un gran mormorio di assenso.
-Preferivate andare con quei pazzi alla Costa del Sol? Ammesso che abbiano trovato il modo per trovare una nave….cosa che dubito fortemente…una volta la sarebbero stati rilevabili come un chocobo al mercato muro! O credi forse che un gruppo di Junoniani ribelli passi inosservato alla Costa?- ribatte una seconda voce, questa volta maschile, anch’essa seguita da altre concordi.
-Non ho detto questo! Ma mi sembra ugualmente stupido rimanere a metà strada tra la città dove ci stanno cercando e la base della Shinra! Per non parlare di quel orribile serpente che ci blocca una delle principali vie di fuga! Per me dovremmo cercare di infiltrarci come marinai in una nave mercantile diretta nel Wutai….e la poi….- ma la donna venne interrotta dalla risata sarcastica dell’uomo che aveva parlato in precedenza.
-Si, e una volta nel Wutai? Cosa vorresti fare? Chiedere asilo politico? Ti ricordo che siamo in GUERRA, mia cara, e non faremmo in tempo a mettere piede nel Wutai che ci ammazzerebbero senza troppe cerimonie!-
-Se è solo per questo, penso che posso risparmiarvi il viaggio.- Kvas si rivelò tra lo stupore generale della brigata.
-Turks!- urlò qualcuno, e in molti tentarono di darsi alla fuga….ma caddero tutti morti a terra prima di riuscire a muoversi più di qualche metro: erano stati centrati dalla pistola di Tseng, che pareva essere apparso dal nulla su una roccia che dominava la zona.
Ignorando il terrore di quella gente, Kvas estrasse dalla giacca due pugnali Sai…. sei…..nove….ne erano rimasti dodici in tutto.
Con dei rapidi movimenti colpì a morte quasi tutti i sopravvissuti, generando un bagno di sangue indescrivibile. Risparmiò solo l’uomo e la donna che avevano parlato.
Dopo aver riposto le due armi gemelle, estrasse la pistola e alternò la mira sui due, immobili e coperti dal sangue dei compagni.
-Chi di voi due comandava questo gruppo?- domandò glaciale.
-Lei….è lei! Ci ha condotti qui dall’inizio, io non volevo…io non so nient’…-
BANG. L’uomo stramazzò al suolo.
La donna era orripilata, spostando lo sguardo dalla pistola a Kvas con evidente disgusto, misto a terrore e ira.
-UCCIDIMI! Avanti, brutto cane della Shinra! Uccidi anche me! Non ti dirò nulla comunque!-
Kvas osservò la donna con rinnovato interesse. Una semplice ribelle figlia di pescatori non avrebbe mai dimostrato quella tempra….doveva aver ricevuto un qualche tipo di addestramento….
BANG. La donna cadde morta a terra, ma il colpo non era partito da Kvas.
Il Turk si voltò verso Tseng, e questi non disse nulla, ma si limitò ad indicargli con un cenno di voltarsi.
Hakabane, con uno sguardo delirante e carico di sete di sangue, teneva in mano la pistola ancora fumante ridendo con macabra e sadica gioia.
-Muori puttana….muori!- esclamò deliziato, quindi sparò di nuovo diversi colpi diretti al cadavere.
Kvas gli diede un pugno di una violenza inaudita, che come minimo gli ruppe la mascella.
-RAZZA DI IDIOTA! PRENDERE IL LEADER VIVO, MI PAREVA DI ESSERE STATO CHIARO!-
Hakabane si rialzò, ancora sghignazzando.
-Non è un problema Sensei…..infondo….infondo il vero Leader era tra quelli diretti alla Costa, giusto?...e poi non potevo resistere….tutto questo sangue….le grida….-
Tseng rivolse uno sguardo carico d’odio al compagno, e Kvas lo colpì di nuovo.
-Un altra stronzata come questa è ti riduco talmente male che di te resterà di utile solo la carcassa per i laboratori. Vedi di non proferire più parola fino a che non saremo tornati a Midgar-
Hakabane era scandalizzato e stupito.
-TORNARE? E l’altro gruppo? Ne ho uccisa solo una! Persino quel pivello ha potuto farne fuori più di me!-
Per la terza volta Kvas gli diede un pugno.
-Da questo momento, se mi rivolgerai la parola prima di essere arrivati a Midgar lo considererò come un’insuburdinanza ad un ordine. Mi sono spiegato?-
Hakabane digrignò i denti…ma annuì senza ribattere.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** We Are Turks ***


Untitled Document

THE AGE OF SHINRA

Chapter 2: We Are Turks

......Loading Data.......
subject class: oni/behemot
id: 8871

....wait for result:

Icabot Kvasir, Ex-Turk di primo grado, età stimata... 45 anni. Noto per aver preso parte a un enorme numero di missioni (alcune non documentate dall’archivio) a partire dalla invasione di Kalm Town e per il suo notevole contributo nel conflitto con il Wutai, nonché la salvaguardia della Shinra Inc e i suoi appostamenti. Il progetto di Junon, la mantenuta stabilità di alcuni Reattori, il notevole indebolimento dell’associazione terroristica nota come AVALANCHE sono da considerarsi alcuni dei suoi ultimi successi prima della sua scomparsa.
La sua formazione professionale si deve principalmente a Vincent Valentine (stato: ERRORE! DATO CORROTTO! Ultimo aggiornamento: deceduto in circostanze sconosciute) prima e Verdot (stato: non noto, ex Capo del Dipartimento di Ricerche Amministrative) poi.
Ha contribuito anche all’addestramento di numerose reclute, tra le quali Hakabane (stato: deceduto) e Ts….ERRORE! dato mancante.
Riconoscimenti: Eroe di Guerra, Turk di primo grado, Diplomatico Rappresentante Shinra, Istruttore Turk, Guardia del corpo presidenziale, Sottocapo del Dipartimento Ricerche Amministrative
Attualmente la sua posizione è ignota, ed è ricercato per i seguenti reati:
mancata osservanza degli ordini assegnati, immotivato e pericoloso coinvolgimento di Alti membri delle forze speciali, collaborazione a fughe d'informazioni a vantaggio dei terroristi, tentato omicidio di un superiore

- Questi sono tutti i dati che il computer ha su di lui. Mica male il nuovo prigioniero, eh?- disse un Turk dai capelli rossi e dall’aria astuta
-Pensi dovremmo riferire i dati a Tseng, Reno?- Domandò il suo compagno, un possente uomo completamente rasato e con il pizzetto.
-Nah, gli ordini sono di fare rapporto direttamente a Rufus. Comunque questo vecchio ha sicuramente un bel curriculum.- fece Reno, scuotendo il capo con indifferenza.
-Tu lo conosci Rude?-
L’altro rimase silenzioso per qualche minuto prima di rispondere.
-Era uno dei migliori….non l’ho mai visto in azione, era già scomparso quando ho raggiunto una posizione qua dentro, ma se ne è sempre parlato come una specie di leggenda. Almeno fino a che non si è saputo del tradimento….- concluse Rude.
Reno era piuttosto colpito, non era un commento “alla Rude”, che era tipicamente di poche parole riguardo ai colleghi.
-Pare quasi una specie di Sephiroth dei Turks….eroe, scomparso misteriosamente, e ritornato come traditore….-

15 anni prima, slums di Midgar

-Sephiroth....-
Kvas stava osservando uno schedario, dove era raffigurato un alto e giovane ragazzo dai lunghi capelli argentei.
Il Turk si accese una sigaretta, e notando il tramonto incombente, accostò le tende.
Era in una piccola ma accogliente casetta negli slums di Midgar, la casa di Spring.
-….il frutto della mente di un folle? Qualcosa mi dice che tu sei molto peggio di così….-
Disse, apparentemente rivolto alla foto sullo schedario.
-Tu sei una delle tante ragioni per cui vorrei che Vince fosse ancora vivo… un enigma che nemmeno quel bastardo di Hojo avrebbe potuto concepire…da dove vieni, in realtà, Sephiroth?-
-Icabot! Sono a casa!-
Una bella ragazza bionda aveva appena spalancato la porta ed era corsa ad abbracciarlo
-E tu questa la chiami casa Spring?- sbottò lui, sarcastico.
Lei parve prendersela, ma lasciò perdere. Avevano già fatto quel discorso mille volte, e non aveva voglia di controbattere.
-Ancora a lavoro?- domandò con una nota di rassegnazione nella voce
-Non proprio....ma ora che mi ci fai pensare credo che sia ora che vada....-
-DI GIA? Ma sei arrivato solo ieri sera! D'accordo che è già tanto, visto che non ti aspettavo proprio…però...-
Spring si voltò senza concludere la frase. Kvas la osservò brevemente con il suo glaciale sguardo smeraldino, quindi ripose lo schedario.
-Ringrazia il fatto che sono qui. A quanto pare devo andare ai piani alti il prima possibile.- fece nel tono più colloquiale che conosceva, provocando una risatina da parte della ragazza.
-Cosa dovrà fare l’intrepido Kvas questa volta?- domandò lei, di umore decisamente migliore.
-A quanto pare andare a caccia di alcuni mostriciattoli- fece Kvas, ironico.
Spring lo osservò confusa, e notandolo Kvas tentò di essere più chiaro
-Hojo ha perso delle cavie. Probabilmente qualche salamandra meccanica ha tentato la fuga per la libertà.-
Kvas non lo disse, ma era segretamente compiaciuto che ad Hojo potesse andare storto qualcosa.
-Ma è il caso di scomodare i Turks per questo?-
-Che ci vuoi fare…è un periodo No. Con la guerra nel Wutai e la costruzione di Junon ci tocca fare anche i lavori più ridicoli…senza contare che Hojo ha sempre avuto un certo ascendente sul presidente.- concluse con un’alzata di spalle.
Spring tuttavia era nuovamente preoccupata.
-Non so….non mi ha mai fatto una buona impressione questo professore, da come me ne hai parlato…-
Kvas divenne improvvisamente cupo e smise di parlare, come accadeva tutte le volte che toccavano l’argomento Hojo per troppo a lungo. Ma Spring insistette.
-Potresti deciderti a dirmi perché non lo sopporti…sai, sfogarsi può fare bene anche a te.-
Lui la guardò per un momento. Non le pareva il caso di parlarle di Hojo…aveva sempre paura di discutere con lei del lavoro, specialmente quando si trattava di quello dannato schizoide.
“Però Spring è sempre stata sincera con me” pensò “Infondo…potrebbe veramente farmi bene parlarne”
-Va bene. Diciamo solo che Hojo…beh sono solo idee mie….-
-Avanti! M’interessano le tue idee!-
Kvas riflette per qualche minuto…da dove era meglio cominciare?
-…ti ho già parlato di Vincent?-
La ragazza rimase pensierosa per qualche momento…poi scosse il capo in segno di diniego, e per tutta risposta lui sorrise.
-Generalmente non ho mai parlato molto di me, vero?-
-No, mi fa piacere che tu te ne sia accorto- gli sorrise sarcastica lei.
-Beh….quando entrai nei Turk ero ancora poco più di un bambino, sai…Vincent al tempo era probabilmente il migliore dopo Verdot, anche se non aveva neppure vent’anni…Per farla breve, gli devo più di una semplice dritta…era come un fratello maggiore per me, e avevamo svolto un sacco di missioni insieme.
Poi ci fu un lavoro top-secret che coinvolgeva 3 scienziati: Gast, Hojo e Lucrecia…venne richiesta anche la presenza di un Turk per la loro salvaguardia personale e quella del progetto a cui stavano lavorando….Andò Vincent –
Kvas abbassò lo sguardo, affranto, ed Spring gli si avvicinò.
-Cosa successe?- gli chiese.
-….bella domanda. Lucrecia e Vincent scomparvero senza lasciare traccia. Hojo sentenziò che erano deceduti a seguito di un incidente, mentre Gast lasciò in fretta e furia la Shinra senza dire nulla.
Tempo dopo Gast venne trovato ed ucciso da Hojo, che lo definì “un potenziale alleato dei terroristi, nonché possibile destabilizzatore del progetto Neo Midgar”.-
-Quindi….Hojo è l’ultimo superstite dell’incidente-
Kvas ebbe uno scatto d’ira.
-NO! Hojo è solo un dannato assasino! Non credo ad una sola parola di quello che ha detto!-
Era una selvaggia liberazione poterlo urlare, finalmente…poter far sapere al mondo che razza di bastardo era….
-Calmati….Icabot….- disse Spring stringendogli un braccio…era raro vedere Kvas così irato. Lui si rilassò.
-….Scusa. Ma non ho ancora detto tutto. Lucrecia, per cominciare…era la moglie di Hojo. Vincent ebbe una relazione con lei.-
-Credi che…credi che gli abbia uccisi entrambi?-
-Credo che l’intero progetto fosse una farsa, solo una trappola….Gast all’epoca occupava il posto di Hojo, e probabilmente quella era un’occasione buona per toglierselo di mezzo assieme alla sua moglie traditrice e all’amante.-
-Ma…è terribile…e dopo tutto questo tempo, nessuno se ne è reso conto?-
-Tu non conosci Hojo. Non è un uomo normale, non lascia mai trasparire emozioni…per lui esistono solo cavie e ricerche, anche al di fuori del suo fottuto laboratorio.
Sai cosa mi disse, dopo la morte di Vincent? “Mi rincresce per il suo superiore, Kvasir, era un ottimo esemplare….”-
Spring ebbe un brivido di paura nel vedere Kvas tanto irato, e quest’ultimo se ne accorse.
-Te lo avevo detto che era meglio non parlarne. E comunque sia è storia vecchia, anche se avessi delle prove non conterebbe nulla. Hojo è troppo prezioso per la Shinra, specie considerando la morte di Gast.....ovviamente aveva calcolato anche questo.-
Kvas si alzò e con un cenno del capo lasciò una Spring piuttosto nervosa nella sua dimora.

Midgar al tempo non era ancora organizzata perfettamente nei vari settori, ragion per cui permaneva un certo sentimento di "conservazione" e ostilità tra i vari sobborghi, al tempo dominato da vari clan criminali che lottavano per il dominio del territorio. La conseguenza era ovviamente un clima di totale instabilità, con la guerra da una parte e la fame dall'altra.
Salendo in sella alla moto, Kvas notò uno dei segni della situazione sociale del periodo:
Un'anziana donna veniva presa a calci da un balordo, che urlava a squarciagola, ma nonostante le abitazioni vicine fossero abitate nessuno dei cittadini degli slums pensò di correre il rischio intromettetendosi. Era all'ordine del giorno, dopotutto.
-Dammi la borsa, vecchia bastarda! Ci scommetto che qualche guil lo hai, eh? Magari vai a darlo a quel disgraziato di tuo figlio....- sbraitava il malvivente, mentre la donna piangeva e tentava di difendersi come poteva
-T-ti prego.....stò andando a comprare qualcosa da mangiare per mia nipote.....m-io marito se ne è andato l'anno scorso e mio figlio è sul fronte nel Wutai....- tentò di singhiozzare
-Ma guarda un pò! Il tuo bravo soldatino è partito per la guerra, eh? Beh, lascia che ti dica che negli slums siamo sempre in GUERRA!- esclamò ridendo l'uomo.

Kvas osservava in disparte, indeciso se nell'intervenire o meno. In quel periodo la Shinra aveva stretto una tregua con alcuni esponenti della malavita di Midgar, in cui specificavano che si sarebbero fatti reciprocamente i propri affari senza intralciarsi, e d'altra parte la Shinra era principalmente concentrata sui reattori e sull'esito della guerra, per potersi preoccupare di questioni di così basso rilievo.
Tuttavia Kvas non ebbe l'occasione di prendere alcuna decisione, poichè qualcun altro intervenì al posto suo

-Lasciala andare, se non vuoi finire morto- esclamò un giovane ragazzo apparso da un vicolo all'angolo. Con somma sorpresa Kvas notò che si trattava di Tseng.
Il malvivente inizialmente sembrò preoccupato, ma una volta notata la giovane età dell'avversario sogghigniò divertito
-Oh, ma guarda, abbiamo qui un baby eroe! Chi credi di essere, moccioso, il piccolo Sephiroth degli slums?-
Tseng estrasse la pistola e la puntò alla testa del balordo, che rimase tanto sconvolto da lasciare la donna senza accorgesene. Aveva notato il marchio sull'arma, il marchio Shinra.
-Ehi ehi...un attimo....t-tu.....tu non sarai mica un TURK, EH? Avevo sentito che c'erano dei giovani ma......senti....-
Tseng tolse la sicura
-EHI, COSA CAZZO CREDI DI FARE! Sai con chi stò io? Con il clan Tomberry! Noi abbiamo un accordo con la Shinra, se fai fuori me passerai dei gua....-
BANG
Tseng sparò senza esitazione, senza lasciar trasparire nessuna emozione.
La donna dalla gratitudine si mise in ginocchio stringendo Tseng tra le braccia, che tuttavia rimase impassibile. Quando lei se ne andò, Kvas si avvicinò e Tseng rimase paralizzato dallo stupore.
-....Signor.....Kvasir....-
Kvas squadrava Tseng freddamente, con un'aria enigmatica dipinta sul volto
-Sai quello che hai appena fatto?-
-Io.......-
-Tu hai appena messo a repentaglio la situazione interna di Midgar. Ora, se sei fortunato quel tipo era solo un balordo che non contava niente nella sua gang, ma già il fatto che il suo boss possa risalire fino alla Shinra potrebbe rappresentare una crisi-
-Ma....la Shinra ha i mezzi per......-
-Certo che li ha. Ma come credi che risolverebbero la questione? Tutelando la sicurezza di chi vive negli slums? No. Se i clan dei sobborghi si coalizzano contro di noi, semplicemente la Shinra farà piazza pulita. Non sarebbe la prima volta, e nemmeno l'ultima-
-.....però....-
-Dietro quella via ci vive la mia ragazza. Lo so che è da idioti vivere qua sotto quando non ci si è costretti, ma come si dice la logica inizia dove le donne finiscono. Tu ora salvando quella donna hai messo in pericolo lei, e tutti quelli che vivono nel settore-
Tseng ora riusciva a stento a trattenere le lacrime, quindi si limitò ad abbassare lo sguardo.
Kvas lo osservò severamente per qualche minuto, poi parlò di nuovo.
-......tu oggi hai fatto una cosa molto stupida. Anche se molto giusta.-
Il ragazzo alzò gli occhi luccicanti verso il superiore che gli stava sorridendo. Era la prima volta da quando lo conosceva che vedeva Kvas sorridere.
-Avanti, ti aiuto a sbarazzarti del corpo.-
Portarono il cadavere nel cimitero dei treni e lo seppellirono in una zona nascosta da alcune vecchie locomotive. Per tutta la durata dell'azione nessuno dei due parlò, ma poi Kvas scoppiò a ridere.
-S...signore?...- Tseng lo osservava con tanto d'occhi, mentre Kvas faticosamente si riprendeva da quella spontanea euforia.
-Scusa, è solo che se ci pensi è strano come siano naturali per noi cose come queste-
Tseng era ancora più spaesato di prima
-Non credo di aver capito....-
-Intendo dire…. stiamo seppellendo un uomo dopo che tu gli hai sparato in testa senza un batter di ciglio. Normalmente la gente comune non avrebbe certo questa naturalezza nel gestire situazioni simili. Lo trovo molto buffo.-
-Beh, noi non siamo gente comune, signore.-
-Già, hai ragione- fece Kvas, ora quasi intristito.
-Noi siamo Turks.-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ti ho visto Morire ***


Untitled Document

THE AGE OF SHINRA

Chapter 3: Ti ho visto morire

-Come si sente?-

Una voce fredda stava parlando a Kvas.
La domanda era così comica che li venne da ridere, ma il dolore in tutto il corpo non fece che aumentare.
Doveva avere la mascella e il naso rotti più due costole fratturate, senza contare che con il cappuccio nero che gli avevano messo in testa non riusciva a respirare.
-Una favola, grazie-
Aveva i polsi legati dietro ad uno schienale di una sedia, probabilmente era in una cella d'isolamento. L'uomo che gli stava parlando non doveva essere troppo lontano da lui.
-Mi dispiace per il trattamento che le hanno riservato, non accadrà più- fece di nuovo il suo interlocutore
-Se permetti, sono scettico al riguardo...ahi....-
-Certo sarebbe quantomeno saggio da parte sua dirci quello che sa dell'Avalanche. Ne avrebbe solo da guadagnarci-
Kvas rimase muto per qualche secondo.
-Pensavo che la mia sentenza fosse già designata......-
-Ovviamente. Ma perlomeno avrei provveduto per farle ottenere un'esecuzione indolore.-
-Troppa premura, sono lusingato-
Ci fu un momento di silenzio, quindi l'uomo parlò di nuovo.
- Perchè lo hai fatto, Icabot?-
- Perchè non lo hai fatto tu, Tseng?-
Tseng rimase pensieroso per un po’, incerto su come rispondere.
-Cosa vuoi dire?-
-Prima puoi togliermi questo cappuccio? Sto soffocando prima del tempo qua dentro.-
il Turk eseguì il desiderio di Kvas. Notò che era davvero conciato male.
Kvas alzò lo sguardo e rivide Tseng dopo molto tempo.
-Caspita, sei diventato alto.....- Tseng lo ignorò
-Cosa intendevi dire prima?
-Lo dovresti sapere benissimo...dicevo.....che se 15 anni fa mi avessero chiesto il nome di chi avrebbe tradito la Shinra, allora avrei fatto di certo il tuo. Probabilmente mi aspettavo anche di avere questa conversazione, ma a ruoli invertiti -
Tseng rimase silenzioso, riflettendo
-......lo pensi per via di....di lei?- disse, prima di abbassare di nuovo lo sguardo
-Diciamo che è uno dei motivi principali....forse avrei detto che lei sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso...ma ho sottovalutato la tua lealtà, e sopravvalutato la mia.-
Tseng a questo punto si infuriò, dando un pugno alla parete della cella
-MA PERCHE'!? Perchè lo hai fatto? Tu....tu eri il migliore, e ci hai sempre detto che la lealtà verso i Turks era la cosa più importante.....che eravamo una specie di famiglia....-
-Ho detto così? Già....suonano come parole mie. Si, i turks sono come una famiglia. Una famiglia appartenente ad un clan malato e corrotto però, alla Shinra.-
-Non dire assurdità! I turks e la Shinra sono la stessa cosa......la nostra esistenza stessa è per preservare il potere della Shinra...-
-Ora sei tu che stai vaneggiando, Tseng. Noi abbiamo sempre preso ordini dalla Shinra, è vero....Verdot, Hakabane io, te...e tutti gli altri siamo sempre stati dei burattini consapevoli e consenzienti. Siamo sempre stati solo uno strumento di guerra.......però......in tutte quelle battaglie, quelle morti, quei massacri....noi non combattevamo perchè lo voleva la Shinra, ma perchè lo volevamo noi.-
-E ora?! Cosa è cambiato? Anche adesso ci danno ordini e gli eseguiamo, combattendo seguendo la nostra volontà, accettando un qualsiasi pretesto per fuggire dalla realtà e gettarci nella mischia...siamo esattamente come lo eravamo 15 anni fa! Cosa è cambiato, Icabot?-
Kvas abbozzò un sorriso, con un misto di ammirazione e pena per il suo ex-allievo
-Sono cambiato io.-
Tseng abbassò lo sguardo, con le lacrime agli occhi
Kvas distolse lo sguardo verso la porta della cella, ma continuò a parlare con voce ferma
-Eh...mi viene in mente quel giorno negli slums....ti ricordi? Quando hai salvato quella donna?-
L'altro non rispose, ma si limitò ad indossare un paio di occhiali da sole
-Hai ragione quando dici che era più facile aspettarsi un tradimento da parte mia. Ma vedi.....c'è una grande differenza tra me e te. Io quando scelgo una strada, la proseguo fino alla fine senza voltarmi.-
-Ne sono consapevole, adesso. Ma se dietro a quella strada, non voltandoti, lasciassi lei? Continueresti a camminare?-
Tseng non rispose, ma uscì dalla cella lasciando Kvas al suo destino, mormorando piano un nome
-Aeris....-

15 anni prima, Laboratorio di Hojo, Palazzo Shinra, Midgar

Verdot e Hojo discutevano animatamente davanti ad una cella vuota, mentre Icabot, Hakabane e Tseng si facevano strada verso di loro.
-Non tollero queste perdite di tempo, Verdot! Vi ho chiamati due ore fa, e arrivate soltanto adesso! Heidegger avrebbe fatto meglio! Il presidente ne sarà informato, stanne sicuro!-
-Allora potevi chiamare Heidegger per questo lavoro, Hojo! Mi pare di averti detto che tutti i miei uomini sono impegnati in missioni fuori Midgar, e siccome tu non accetteresti MAI delle reclute.....-
-.,,,,,tsk....novellini per una ricerca che dura da tutta una vita........-
-......ed infatti ho chiamato il Team Behemot, quello del mio uomo migliore. Icabot Kvasir.-
Al nome di Kvas ad Hojo brillarono le pupille oltre i suoi spessi occhiali
-Kvasir? Ho sentito bene? Oh, allora la faccenda è DAVVERO interessante....anche se credevo lo avessi assegnato a quell'altro compito, Verdot.-
Icabot e gli altri ora si avvicinarono alla vista dei due, e Kvas rispose freddamente al posto del suo superiore
-C'erano altre priorità......compreso questo lavoro, Hojo-
-Vedo vedo.....come sempre i turks badano ai propri affari con assoluto riserbo. Comunque è un bene che tu sia qui, visto che è una faccenda che ....in un certo senso....ti riguarda-
Hojo aveva una voce leziosa e divertita, molto diversa da quella irritata e impaziente di prima. La presenza di Kvas l'aveva messo di ottimo umore.
-Non la seguo, ma la pregherei di venire al dunque.- rispose il Turk.
-è presto detto. I due ultimi....o meglio, LE due ultime esemplari della razza degli antichi rimaste, le stesse recuperate dal traditore Gast, come ben ricorderai.....sono fuggite.-
Kvas ricordò, schifato dal tono di Hojo, ma ricordò fin troppo bene quel giorno. Una pattuglia di soldati, lui e un altro turk più Hojo fecero irruzione nel rifugio di Gast ad Icicle Inn, uccidendo lui e incatenando la moglie Ifalna e la figlioletta Aeris al destino di cavie per quel bastardo.
In cuor suo, ricordava quell'episodio come il momento più basso della sua "carriera" costellata di nefandezze e colpi alle spalle.
-Come è potuto accadere? Pensavo che fuggire da questo laboratorio fosse impossibile. -
Kvas non nascose una leggera nota di sarcasmo nella voce, che Hojo evidentemente notò, poichè attraverso gli occhiali lo sguardo mandava scintille.
-Tsk...chiedilo ai tuoi colleghi....con la guerra nel Wutai, le truppe sono praticamente tutte sul fronte eccetto queste reclute incapaci....idem per i Turks, ora come ora mi sono stati assegnati solo degli sbarbatelli senza esperienza o talenti di sorta, perchè quelli di grado superiore sono in giro per il mondo a controllare dio solo sa cosa.....-
Hojo fece una pausa e mandò uno sguardo sprezzante verso Verdot, che tuttavia rimase impassibile. Quindi lo scienziato riprese
-Il che, se volete la mia opinione, è uno spreco totale di cavie. Mandare tutti quei soldati nel Wutai è completamente inutile, visto che i SOLDIER possono occuparsi benissimo della faccenda da soli. Io gli ho studiati e lo posso garantire.-
Kvas sapeva che Hojo si riferiva a Sephiroth. Ed in effetti, per una volta, non poteva dargli torto.
La missione a cui era assegnato Kvas, prima del frettoloso rientro per via dei problemi a Junon, era quella di monitorare senza essere visto i comportamenti dei SOLDIER, in particolar modo di Sephiroth. La missione era totalmente top-secret, tanto che solo Il Presidente, Hojo e Verdot oltre a lui ne erano al corrente. E Kvas sapeva benissimo il perchè.
Tutti i Soldier erano esseri fuori dalla norma, un'unità di 3 SOLDIER poteva tranquillamente avere ragione di una truppa di nemici. Kvas sospettava che lo zampino di Hojo era il segreto di quella forza inumana, ma Sephiroth era tutta un'altra storia.
Aveva visto Sephiroth uccidere da solo, senza esitazione e sforzo apparente, circa 50 soldati in pochi secondi. Un ragazzino di si e no 15 anni. Capiva il perchè era stato messo a capo dei Soldier e che la sua fama era davvero fondata. Uno di quei casi in cui la verità è più assurda delle voci che giravano sul suo conto.
-Professore, Aeris è scappata?!-
Una voce aveva quasi urlato quella frase, riportando bruscamente Kvas alla realtà. Si chiedeva di chi potesse essere, e voltandosi notò sorpreso che era quella di Tseng. Non aveva mai dato in escandescenze in questo modo.
Hojo parve mostrare per il ragazzo un interesse quasi professionale.
-Si, figliolo....si.....la Giovane Cetra che tu hai conosciuto....hai qualche idea di dove potrebbero essere andate?-
Tseng ammutolì. Tutti erano voltati verso di lui adesso. Ricordava che quella bambina gli aveva detto molte strane cose, infatti in cuor suo aveva pensato che fosse un pò tocca. Però gli era simpatica, in qualche modo.....era sua amica.
Cercò lo sguardo di Kvas, che lo fissava più intensamente di tutti. Pensò a quello che gli aveva detto quando aveva salvato quella donna negli slums: "semplicemente la Shinra farà piazza pulita. Non sarebbe la prima volta, e nemmeno l'ultima" "Tu ora salvando quella donna hai messo in pericolo lei, e tutti quelli che vivono nel settore"
Tseng non aveva scelta. Aveva scelto la strada che doveva prendere
-Ecco.....credo......credo che lei mi avesse detto che sua madre forse sarebbe voluta passare per il settore 7.-
Non ci fu il tempo di parlare. Kvas, Hakabane, Hojo e Verdot partirono immediatamente. Tseng rimase li, da solo, vicino alle celle dove Aeris e sua madre erano normalmente rinchiuse. Tseng stava piangendo.

Stazione del settore 7, Midgar

Verdot aveva provveduto a bloccare tutti i treni nel settore, ma sapeva che poteva essere già tardi. Non ci voleva molto a sparire, in quella dannata città. Però forse non tutto era perduto, avevano diffuso l'identikit in tempo e probabilmente qualcuno avrebbe potuto fermarle.
Mentre i 4 continuavano a correre, Giunsero alla stazione.
Kvas notò subito che c'era qualcosa che non andava, due uomini apparentemente facevano la guardia a qualcosa, come due cani in attesa del padrone.
-Siete turks? Bene! Finalmente! Siamo Impiegati Shinra, ne abbiamo presa una!-
La voce era eccitata e speranzosa al tempo stesso. Evidentemente i due speravano in una promozione.
Kvas osservò il corpo di Ifalna, stesa a terra, priva di vita. Era un'immagine che non gli era esattamente nuova, ma in qualche modo la trovò molto più shockante e triste del solito. Non era una morte priva di valore.
Hojo era su tutte le furie.
-VOI IDIOTI! CONSIDERATEVI LICENZIATI! AVETE IDEA DI QUELLO CHE AVETE FATTO? AVETE ELIMINATO L'ULTIMO ESEMPLARE PURO DI UNA SPECIE UNICA!-
Gli impiegati rimasero amutoliti, avendo ottenuto l'esatto effetto contrario che si erano aspettati
Kvas nel frattempo era sul punto di prendere a pugni Hojo. La scena era troppo simile a quella della morte di Vincent. E come quella volta, Verdot gli posò una mano sulla spalla
-Non ne vale la pena, Icabot.
Seguirono molte voci confuse. Hojo sbraitava contro chiunque gli capitava a tiro chiedendo notizie della bambina, Aeris. A quanto pareva la piccola era riuscita a scappare in qualche modo, forse aiutata da qualche abitante degli Slums. Hojo minacciò un pò tutti i passegeri del treno, ma a quanto pare nessuno aveva l'aria di esserne intimorito. Ciò che accade negli slums, resta negli slums.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Shades cast no shadows ***


Untitled Document

THE AGE OF SHINRA

Chapter 4: Shades cast no shadows

Kvas tentava di contare mentalmente il tempo che aveva trascorso in quella cella. Più del dovuto, senza dubbio. Ai suoi tempi lo avrebbero già fatto secco. Ma ai suoi tempi c'era la guerra.
-Ma siamo sempre in guerra.....in un modo o nell'altro..-
Forse alla Shinra poteva ancora servire a qualcosa. Si domandò se Hojo avesse fatto pressioni per averlo come cavia. Ne era praticamente certo.
Probabilmente però le teste coronate temevano che diventasse troppo pericoloso rischiare di aumentare le sue potenzialità. O dare un'arma in più a Hojo.....
Tentò d'immaginare dove si trovasse Verdot in quel momento. Sperava fosse ancora vivo, e con sua figlia accanto. D'improvviso Kvas lo invidiò, forse per un istinto paterno represso.
Scoppiò a ridere.
-Già....gran bel padre sarei stato....-
Si accese una sigaretta, regalo di Tseng. Ecco, forse Tseng era quanto di più vicino ad un figlio avesse mai avuto. Qualcosa di simile a quello che lui provava per Verdot. In un certo senso era proprio vero, i Turks erano una grande famiglia.
Una grande famiglia di assasini.
Tentò di pensare cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente, come avrebbe voluto Tseng. Infondo non sarebbe stata una grande vita.
-Eh...certo, vuoi mettere con il lusso sfrenato dove sono adesso?-
Osservo la cella logora e si tastò le ferite. Erano migliorate, ma le ciccatrici sarebbero rimaste a fare compagnia alla sua vecchia carcassa, assieme alle loro sorelle maggiori. Si tastò il capo rasato, con una smorfia.
Era vecchio. Molto vecchio. Si sentiva il doppio degli anni che aveva addosso. Era sempre stato così. Non era mai stato un ragazzo, era diventato un uomo molto presto.

15 anni prima, Corridoi della Dirigenza Shinra

-Non voglio mentirti. Siamo nella merda.-
Verdot era freddo e non lasciava trasparire neanche un briciolo di nervosismo. Un attimo di debolezza era l'ultima cosa che ci si poteva aspettare da quell'uomo, colui che Kvas riteneva una specie di padre. Insieme scesero dall'ascensore.
-Grazie per la franchezza. Lo immaginavo, comunque. Non è una di quelle cose che si può risolvere inviando una delle ragazze di Don Corneo a qualche politico o che una valigetta piena di guil possa smuovere-
Kvas si sentiva stanco. Non capiva perchè, ma da quando aveva visto il corpo di Ifalna steso senza vita continuava a pensare a suo padre....il suo vero padre.
Icabot Kvasir era nato nella zona di Junon, di sua madre non aveva ricordo visto che era morta qualche tempo dopo averlo partorito. Suo padre era un artigiano. Un artigiano di quelli che anche adesso Kvas non mancava di frequentare. Un fabbricante d'armi.
La ShinRa, al tempo, era nel suo periodo d'oro. Midgar si stava completando, per consolidare il potere di una società su un intero paese....che poi si sarebbe esteso su di un intero continente, e forse in futuro in tutto il mondo. Un futuro creato con le armi, prodotte in quantità industriali, che non lasciavano spazio agli artigiani.
Suo padre si era sparato in testa il giorno dopo aver dichiarato fallimento, con una delle sue stesse creazioni.
Kvas aveva 7 anni.
Il resto era storia. Aveva alcuni parenti in giro, a quanto sembrava, ma non erano in buoni rapporti con i suoi e lui non gli aveva mai neppure conosciuti, così la scelta obbligata fu un orfanotrofio non lontano da Junon. Kvas fuggì dopo due mesi, nascondendosi ad un camion diretto a Midgar. Ironia della sorte, era un camion della Shinra.
Non ricordava granchè dei due anni che aveva vissuto negli slums vivendo di espedienti e furtarelli per la malavita locale. Non era l'unico, ma di sicuro era il migliore. Il più abile. Tanto abile da attirare l'attenzione di Verdot, che a quel tempo aveva da poco creato i Turks per ordine del Presidente Shinra.
La carriera di Kvas fu rapida: per la sua età era un vero fenomeno, e a tredici anni prese parte alla sua prima missione.....l'assedio di Kalm Town. A tredici anni uccise per la prima volta. Qualche istante dopo per la seconda. Non c'era tempo per i moralismi, laggiù. O tu, o gli altri. Semplice ragionamento che lo aveva tenuto in piedi fino ad adesso e che non lo aveva mai abbandonato.
Kvas non aveva sensi di colpa, sempre ammesso che avesse chiaro il concetto di "senso di colpa". Non trovava nemmeno ignobile lavorare per quella che era la causa della morte di suo padre, non aveva neppure vagamente nostalgia della sua vecchia vita d'infanzia. Infin dei conti, entrare nei Turks era stata la cosa migliore che potesse capitargli. Aveva un grande amico come Vincent, il migliore Turk che avesse mai conosciuto, e un uomo severo ma coerente come Verdot, uno che non vorresti contraddire ma da cui sai di poter dipendere. In un certo senso, era felice così.
Per lui uccidere era ogni volta più semplice. Abitudine, rutine. C'è chi uccide lentamente, indirettamente, subdolamente. Erano gli altri che decidevano come e chi, ma era lui che premeva il grilletto. E gli andava benissimo così.
Fino a quando, nei suoi quindici anni, non accadde l'incidente di Vincent. Per la prima volta in vita sua Kvas odiò qualcuno, e per la prima volta voleva ardentemente uccidere qualcuno. Hojo. Ma come Verdot gli disse, con una pacca sulla spalla, non ne valeva la pena. Come non valeva la pena fare questioni per il trattamento riservato a quella povera donna uccisa alla stazione, colpevole solo di essere unica al mondo. Lo stesso mondo in cui non valeva la pena rischiare la carriera per la vita di qualcuno.
Dentro di se Kvas sorrise. Stava facendo dei moralismi per la prima volta in vita sua.
Verdot sembrò fiutarlo.
-Sei strano Icabot. Non è da te farti prendere dai ricordi-
-.......il tuo fiuto non fallisce mai, e Big V?-
Verdot digrignò i denti. Odiava quel nomignolo.
-Ti conosco da....21 anni, oramai. In questi anni sei sempre stato all'altezza delle mie aspettative. E le mie aspettative sono alte, come sai. Cosa ti succede adesso?-
-Vorrei saperlo.....ultimamente mi ritrovo spesso a rivivere brutti momenti. Sarà la vicinanza di Hojo.-
Verdot capiva. Capiva meglio di quello che Kvas immaginava. Non erano molto differenti, loro due, ed entrambi avrebbero visto volentieri Hojo morto. Semplicemente, Verdot era abbastanza vecchio da sapere quanto questo sarebbe stato pericoloso, specie per Icabot.
-Verdot, dobbiamo occuparci noi delle ricerche per la bambina?-
-Non so. Devo ancora decidere. Sicuramente Hojo vorrebbe voi, ma di quello che dice lui non me ne può fregar di meno ora come ora. Però preferirei togliervi da qui, lo hai detto tu: la vicinanza di Hojo non ti fa bene. E neanche a Tseng.-
Kvas annuì. Tseng sembrava sempre il solito, ma il suo sguardo era molto diverso dopo la "soffiata" riguardante la posizione di Ifalna e Aeris. Normalmente, un'informazione simile sarebbe dovuta essere riferita prima ad un superiore, ma Verdot aveva lasciato perdere. Tseng ora come ora si sentiva il peso del mondo addosso. Probabilmente per metà percepiva che la morte di Ifalna era colpa sua.
-Verdot, perchè hai scelto di prendere Tseng tra i turks?-
Verdot fu piuttosto colpito da quella domanda.
-Mmm. Non mi hai mai chiesto niente del genere. Comunque non credo tu abbia bisogno di un paio di occhiali per vedere l'età che ha, e la sua abilità è superiore alla nostra media di un paio di spanne. In un certo senso mi ricorda un pò te.-
-Ti sbagli. Siamo molto diversi, Tseng è un tipo orgoglioso. Uno che tende a fare la cosa giusta, ha un forte senso di giustizia. Io non ero e non sono così. Ed è per questo che sono un Turk. Certe cose non le puoi imparare....le puoi subire, forse, ma non è come esserci nati.-
-Sarà, ma un talento simile o era un Turk o finiva tra i Soldier. Da parte mia non vorrei mai vedere Hojo fare esperimenti su quel ragazzo.-
Kvas sapeva a cosa si riferiva. Nel dettaglio anche loro erano in gran parte all'oscuro, ma gli esperimenti con il Mako e i Soldier non erano precisamente un segreto per le alte sfere. Kvas stesso aveva selezionato alcuni individui per il progetto Soldier, e poteva notare la totale differenza tra quei ragazzi di belle speranze e quelle macchine da guerra che uscivano dai laboratori.
I Soldier erano il vanto, l'elite e gli eroi, ma anche dei mostri creati geneticamente. I Turks erano spie, assasini e sabotatori, ma erano pur sempre uomini.
-Non servono gli aghi e il mako per creare dei mostri, Verdot.-

Slums di Midgar.

Verdot gli aveva dato il resto della giornata libero, e Kvas era saltato in sella alla sua moto diretto a casa di Spring.
Entro domani gli sarebbero stati comunicati i nuovi ordini.
In tutti i modi non pensava che gli sarebbe stata assegnata una missione comoda. A Midgar con Hojo, o lontano in qualche posto sperduto.
Parcheggiò la motocicletta al solito posto, vicino alla casa di Spring.
La ragazza sentendo il rombo uscì di casa e gli corse incontro. Si baciarono.
-Questo per cosa?- fece Kvas
-Deve esserci un motivo per tutto?-
Kvas era diffidente. C'era qualcosa che non andava nel comportamento e nel tono di voce di Spring. Era già capitato in precedenza, ma non aveva capito a cosa si potesse attribuire quel disagio.
Entrarono in casa e si sedettero uno di fronte a l'altra. Kvas squadrava la ragazza con i freddi occhi smeraldini, e quest'ultima tentava di evitarene lo sguardo.
-Devi drimi qualcosa?-
-No, niente.-
Kvas si accese una sigaretta.
-Beh, non dici niente neanche adesso?-
-Cosa dovrei dire?-
-Di solito, mi intimi pesantemente di smettere di fumare-
-E tu, di solito, mi ricordi che probabilmente è l'ultima delle tue preoccupazioni la salute, con il lavoro che fai.-
-Spring, perchè stai con me?-
La domanda era totalmente inaspettata. La ragazza suo malgrado fissò negli occhi Kvas, quasi spaventata, come se avesse sempre temuto di dare una simile risposta
-Che razza di domanda è......-
-Una domanda. Una come un'altra.-
-Beh, non è "il tuo genere" di domande.....-
-Non è mai troppo presto per allargare il vocabolario.-
-Beh.....perchè ti amo, ecco perchè.-
Kvas era ancora meno convinto di prima. Non tanto nella risposta in se, ma per il fatto che fosse arrivata così in ritardo.
-Spring, io non sono quel che si dice una persona "facile". Ho un lavoro discutibile. Il mio lavoro è morte, che sia io a generarla o lei a cercare me. Tutto ciò che faccio è legato alla morte di qualcuno. Non sono quel che si dice un buon partito.-
-Icabot....tu....tu non uccidi perchè lo vuoi...non sei un assasino....-
-No? Invece ti sbagli. Sono un assasino in tutto e per tutto, e ti dirò di più, questo per me non ha mai rappresentato un problema. Dici che non uccido perchè lo voglio. Vero. Ma non sono nemmeno costretto a farlo. Non sono un soldato che la notte non dorme tormentato dai ricordi delle sue vittime, io non sono NIENTE. Sono solo un numero. Un numero in più nei conti della Shinra.-
-Icabot...che ti succede...non hai mai parlato così......-
-Sei tu che avresti dovuto parlare così. Sei una bella ragazza, dolce, giovane, semplice. Non è mai stato un problema per te il lavoro che faccio? Mi hai sempre incoraggiato ad aprirmi, è vero, ma non ti sei mai opposta a quello che facevo.-
-Non è una decisione che spetta a me....tu sei un Turk, io mi sono innamorata di Icabot Kvasir, un uomo che è diventato quello che è anche grazie alla Shinra, se non fosse stato per i Turks, oggi non saresti la persona che sei...e io forse non ti avrei mai incontrato....che diritto ho di pretendere un cambio così radicale nella tua vita?-
Spring era sull'orlo delle lacrime e la sua voce singhiozzava.
-Mi dispiace, Spring. Non è un buon momento per me.-
-L'ho notato. Forse è meglio che per questa sera tu te ne vada, Icabot.-
Kvas annuì e indossò i suoi occhiali da sole, quindi uscì dalla porta. Spring si alzò, e sembrò voler trattenerlo, ma alla fine si risedette piangendo silenziosamente.

Icabot Kvasir salì in sella alla moto e iniziò a vagare per Midgar senza una destinazione. Dopo qualche ora, si fermò in un locale degli slums di un qualche settore, per prendere qualcosa da bere.
Allora notò un murales dipinto sulla facciata scrostata del bar, forse da qualche gang o da qualche ragazzino. Era una frase che si addiceva perfettamente a tutta la gente che viveva negli slums, la gente come Spring, come la donna che aveva salvato Tseng, come quel bambino che anche lui era stato, vent'anni fa ....gente che viveva tormentata ed invisibile agli occhi della società.

Gli Spettri non proiettano Ombre.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=241239