You are the happiness in my eyes..

di xforyoutommy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


-Sei un bastardo.- gridai per l'ennesima volta a mio padre.
Lui non mi rispose e io in un batter d'occhio mi alzai, presi il giacchetto, lo infilai e uscì di casa sbattendo la porta.
Lui riusciva a rovinare sempre tutti i nostri piani..Mi aveva promesso di tornare a Holmes Chapel per il fine settimana per incontrare mia madre e mio fratello e invece disse che non poteva per i troppi impegni e che avrebbe rimandato il nostro viaggio, faceva sempre così e lo odiavo per questo. Organizzava le cose che avremmo dovuto fare insieme e poi annullava il tutto per il suo stupidissimo lavoro. 
Lavorava costantemente in un'agenzia di viaggi ed era sempre impegnato per il calcolo di nuovi prezzi offerti dai migliori siti in collaborazione con loro.
Un tempo non era così..Un tempo abitavamo tutti insieme a Holmes Chapel, eravamo una bella famiglia, mio padre Carl, io, mio fratello Harry e mia madre Anne finchè poi un giorno decisero che dividersi era la cosa migliore da fare e si separarono così io e mio padre finimmo con il trasferirci a Londra. Inizialmente lavorava in un piccolo bar ma quando gli si presentò l'occasione di un nuovo lavoro che gli avrebbe permesso di guadagnare molti più soldi la colse al volo senza neanche pensare alle conseguenze. Avevamo promesso a mia madre che saremmo tornati almeno una volta al mese da loro ma ovviamente la promessa non fu mai mantenuta ed era da quasi 6 mesi che non li vedevo più.
Fuori tirava una leggera brezza che faceva svolazzare lentamente i miei capelli color nocciola. Mi allacciai il giacchetto e prosegui lungo la strada intenta ad andare da qualche parte che fosse stata lontana almeno 1 km da casa mia, non che odiassi la via in qui abitavo ma in quel momento odiavo il fatto di abitare in quella casa con lui, l'uomo che mi aveva portato via da tutto ciò che amavo rendendomi difficile ogni cosa che mi capitasse davanti.
Incominciai a ricordare i primi giorni a Londra.
Ricordai il primo giorno di scuola, un'enorme scuola. Ero arrivata ben 15 minuti prima che suonasse la campanella per parlare con il preside e per farmi dare gli orari delle lezioni che avrei dovuto svolgere e lui con molta gentilezza mi fece qualche domanda sulla vecchia scuola e sui corsi che frequentavo poi mi diede il foglio e io uscì dall'ufficio alla ricerca dell'aula di Storia. Quando entrai la campanella era già suonata da 10 minuti e mi scusai con la professoressa spiegandogli che ero nuova e che ero appena uscita dall'ufficio del preside ma ovviamente non poteva mancare la figuraccia del giorno, infatti quando prima di mandarmi al posto mi si presentò dicendomi "Sono la professoressa Harmer" io risposi dicendo "Piacere professoressa Hamster" scatenando una risata generale della classe per la mia sbadatagine visto che avevo sbagliato a dire il suo cognome dicendo che era un criceto. Lei mi guardò un pò perplessa e mi fece un sorriso poi riprese gli alunni dalla risata e mi presentò alla classe..."Ragazzi lei è Marianne Styles, è nuova e viene da Holmes Chapel"..non mi vergognai mai così tanto in tutta la mia vita ma nonostante tutto quel primo giorno non fu così tanto male.
Fatto sta che quando ripensai a quelle cose feci un sorriso e continuai a camminare.
Camminai fino ad arrivare ad un campetto sportivo dove c'erano dei ragazzi che giocavano a pallone. Non ci feci molto caso e mi misi seduta su una delle tre panchine che si trovavano lì intorno poi presi il mio cellulare e notai un messaggio inviatomi da mio padre, non volevo leggerlo ma come sempre la curiosità mi costrinse a farlo. 

 
"Mi dispiace, sono un pessimo padre..è vero, te lo avevo promesso ma non so proprio come fare visto che c'è sempre della clientela che richiede molto impegno, mi dispiace veramente tanto, l'ultima cosa che voglio è vederti triste e arrabbiata con me. Farò tutto il possibile per portarti da tua madre e da tuo fratello per il prossimo fine mese..te lo prometto.
Baci papà X"

Un'altra promessa alla quale non credetti. Non gli risposi e chiusi il messaggio rimettendomi in tasca il cellulare. Tutto ciò che volevo in quel momento era di poter riabbracciare le persone più importanti della mia vita, di poter ritornare da loro e invece non potevo..
A volte ripensavo a dove mi sarei trovata in quel momento e come sarei stata se fosse stato tutto normale e se non me ne fossi andata via con lui. Sarei rimasta con i miei pochi amici e avrei proseguito gli studi nella scuola che amavo, avrei potuto continuare a lavorare nella panetteria di mia madre e avrei potuto continuare ad andare al cinema con mio fratello il sabato sera..di sicuro sarebbe stato tutto più migliore di come lo era in quel momento.
A riportarmi alla realtà fù il pallone da calciò che fini proprio davanti ai miei piedi. Mi alzai lo presi e lo guardai per un paio di secondi poi alzai lo sguardo e vidi davanti a me un ragazzo abbastanza alto, dai capelli sul castano chiaro e dagli occhi celesti. 
-Potresti ridarmi il pallone perfavore?- mi disse. 
Portai in avanti le braccia e gli restituì il pallone. Mi ringraziò e si voltò per tornare dai suoi amici ma poi si fermò e si rivoltò nella mia direzione avvicinandosi nuovamente a me.
-Comunque, io mi chiamo Louis.- mi disse portando avanti la sua mano per stringere la mia.
-Io sono Marianne Styles ma chiamami pure Mary.- dissi stringendo la sua mano.
-Ok, Mary..grazie di nuovo per avermi ridato il pallone.- e dicendo così si allontanò da me tornando dai suoi amici per continuare la partita di calcio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Mi misi le mani tra i capelli nel vedere quegli esercizi di matematica praticamente impossibili da risolvere.. era un sistema di equazioni complesse, molto complesse. Sbruffaì nuovamente mettendomi la matita in bocca com'ero solita fare nei casi di nervosismo.
-Ok ragazzi, vi do 5 minuti di tempo dopodichè chiamerò uno di voi per venirla a svolgere alla lavagna.- disse il professore mentre ci scrutava uno per uno.
Decisi così di aspettare che il prof chiamasse qualcuno per svolgere quel sistema e incominciai a pensare a cosa avrei fatto il pomeriggio visto che era sabato ma non mi venne in mente nulla. Di solito il sabato andavo un pò in giro per i negozi da sola e poi tornavo a casa sempre con qualcosina di nuovo ma quel giorno non avevo proprio voglia di shopping, volevo fare qualcosa di diverso..Alla fine mi rassegnai al fatto di dover restare a poltrire in camera, forse avrei dormito un pò.
-Signorina Styles- mi richiamò il professore.
-Si professore?-
-Allora, vuole venire lei a svolgere l'equazione?-
-I..Io? Perchè proprio io?-
-E' da 10 minuti che non mette mano sul foglio e da lì ho dedotto che lei abbia già finito l'esercizio-
-Mi dispiace professore ma, non sono in grado di svolgerlo..insomma, è troppo complesso!-
-Pensavo che fosse stata in grado di eseguirlo visto la media dei suoi voti-
-Lo so professore ma stavolta non ci sono riuscita, mi dispiace.-
-Ok non si preoccupi, c'è qualcuno che ha svolto l'esercizio?- ripetè il professore guardandosi intorno.
Alla fine nessuno alzò la mano e il professore fù costretto ad eseguire l'equazione.

Svogliatamente e molto lentamente mi avviai verso casa subito dopo la fine delle lezioni. Camminavo tranquillamente a testa bassa mentre ripensavo a ciò che avrei potuto fare una volta arrivata..ecco il mio difetto..pensare troppo!
La mia mente era in continuo movimento, elaborava pensieri su pensiere 24 ore su 24 anche mentre dormivo è per questo che ero molto sbadata, talmente sbadata che appena usci fuori dal cancello della scuola andai a sbattere contro qualcuno cadendo rovinosamente a terra e spargendo tutti i miei libri per il viale. Mi alzai e notai che ero andata addosso al ragazzo che pochi giorni prima era venuto a chiedermi di restituirgli il pallone al campetto ma non ricordai il suo nome..
-Scusami, ero distratta..-riusci a balbettare.
-Non ti preoccupare Mary, è un piacere rivederti- disse sorridendomi.

Sorrisi al pensiero che lui avesse ricordato il mio nome.
Mi piegai e raccolsi tutti i miei libri poi vidi che lui stava facendo lo stesso aiutandomi poi ci rialzammo e lui mi porse i miei libri.
-Grazie mille, sei molto gentile- dissi sorridendo.
-Di niente, figurati. E' anche colpa mia se sei caduta.-
Sorrisi debolmente e mi ricomposi.
-Louis dai andiamo che facciamo tardi- disse una ragazza che agitava la mano per cogliere la sua attenzione...ecco come si chiamava..Louis!
La ragazza era abbastanza alta ma sicuramente molto più piccola di lui, aveva i capelli biondi e gli occhi chiari e si somigliavano molto.
-Scusami ma ora devo andare, mia sorella mi aspetta.- disse.
-Non ti preoccupare, anche io devo andare..-
-Ok, allora ci si vede in giro. Ciao Mary.-
Sorrisi mentre vedevo la sua figura scomparire insieme a quella della sorella e io ripresi il mio cammino verso casa stavolta a testa alta assicurandomi di non rischiare di andare addosso a qualcunaltro.
Quando tornavo a casa era tutto così strano, la gente era più animata e nelle strade di Londra c'era chi girava in bicicletta, chi aveva appena finito di fare la spesa o aveva fatto shopping, chi usciva dal parrucchiere e chi faceva delle lunghe passeggiate da solo o in compagnia e..sembravano tutti allegri..avreì voluto essere come loro certe volte, Allegra e spensierata.
Quando arrivai alla porta di casa mi accorsi che c'erano le chiavi e questo significava che mio padre era in casa.
-Papà?- Strillai entrando ma nessuno mi rispose.
Buttai lo zaino all'ingresso, mi tolsi il giacchetto buttandolo sull'attacca panni e mi accorsi che c'erano già dei giacchetti appesi.
-Papàà- strillai di nuovo ma nessuno mi rispose. Stavo incominciando ad innervosirmi sulserio!
Mi incamminai verso il salotto ed entrai urlando.
-Papà ma che cavolo! sei sor...- ma mi ammutoli subito.
Vidi una signora sulla quarantina che aveva uno straccio in mano e lo stava passando sui mobili. Si voltò e mi sorrise poi si avvicinò a me.
-Ciao, tu devi essere Marianne, giusto?- disse lei allungando la sua mano per poi stringere la mia.
-Si e tu sei?-
-Io sono Johanna, mi dispiace averti spaventato..forse tuo padre non te lo ha detto ma mi ha assunta per fare le pulizie.-
-Oh capisco. No non me lo aveva detto.. Bhè se hai bisogno di qualcosa chiamami, io vado un'attimo di sopra ad indossare qualcos'altro-
Lei mi rivolse un sorriso e poi tornò a pulire.
Corsi in camera mia e chiusi la porta alle mie spalle. Mi avvicinai all'armadio e lo apri scrutandone il contenuto e pensando a cosa avrei dovuto mettermi, alla fine optai per una maglia lunga, pantacollant nere e superga poi scesi di nuovo giù ma Johanna era già arrivata a pulire la camera di mio padre.
-Il pranzo è già pronto.- disse urlando dalla camera.
-Scusami ma oggi non ho molta fame.-
-Ma devi mangiare qualcosa-
-No grazie! Sto bene così-
-Ok, come vuoi- disse. -Posso farti una domanda?- disse poi.
-Certo-
-Come te la cavi con i bambini?-
-Perchè questa domanda?-






SERAAAAAAA
Scusate tanto per il ritardo ma ho avuto da fare questi giorni **
Bene.. come avete visto la nostra Marianne (MARY) ha rincontrato Louis a causa della sua sbadatagine che poi in seguito la porterà a conoscere altre persone.. ma non vi svelo niente.. lascio scopriere tutto a voi..
Volevo anche ringraziarvi per le 135 visualizzazioni e le 5 recenzioni sul primo capitolo.
Grazie mille a tutti :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Il pomeriggio del giorno seguente mi ritrovai ad andare a casa di Johanna.
Mi chiese se potevo fare da babysitter alle figlie visto che suo figlio era uno svogliato di prima categoria che usciva tutti i pomeriggi e lei era impegnata.
Era da mezz'ora che camminavo e non riuscivo a trovare il quartiere cosi fermai la prima persona che incontrai e gli chiesi informazioni sull'indirizzo.
 Quando arrivai suonai al campanello e mi vennero ad aprire due graziose bimbe.
-Ciao- dissi sorridendo.-Casa Tomlinson giusto?-
-Si, e tu sei?- disse una delle due.
-Oh si, scusate, io sono Marianne la vostra babysitter-
-Ciao Marianne- dissero all'unisono sorridendomi.
-Vieni entra pure- disse una di loro due.
Quando entrai rimasi stupita dal buon odore e dall'ordine che c'era in quella casa, Johanna doveva essere prorio fissata con la pulizia.
Le due ragazzine mi portarono in salotto dove c'era un'altra ragazza che stava gesticolando con il telefono, solo che lei era più grande.
-Felicite lei è la nostra babysitter- disse una delle due piccole.
La ragazza alzò lo sguardo e mi guardò per pochi attimi che mi sembrarono secoli, gli sorrisi ma lei tornò a giocare con il cellulare mugugnando un "Io non ho bisogno di una babysitter".
-Ci dispiace non è molto socievole- disse l'altra.
-Non ti preoccupare..a proposito, voi due come vi chiamate?- dissi.
-Io sono Phoebe- 
-E io sono Dasy-
-Molto piacere di conoscervi- dissi sorridendo.
-Piacere nostro- dissero all'unisono.
Gli sorrisi e dopo pochi secondi mi portarono a visitare la casa. Era davvero molto grande e ben arredata. Nei corridoi c'erano moltissimi quadri di bambine, che probabilmente erano loro da piccole e di un bambino che a me sembrava conosciuto.. il dubbio mi tartassava mentre cercavo di capire chi fosse ma niente da fare! Non mi veniva in mente nessuno!
Proprio in quell'istante venne la sorella maggiore, Felicite, che passandomi davanti mi guardava con aria strafottente.
-Puoi spiegarmi perchè mi guardi così?- chiesi molto cordialmente.
-Che c'è non posso guardarti?- risposte strafottente.
-Non ho mai detto che non puoi guardarmi, ti ho solo chiesto perchè mi guardi cosi-
-Perchè mi va, okkey?-
-Okkey, come vuoi-
Lei si limitò solo ad entrare in camera sbattendosi la porta dietro.
Tornai di nuovo a guardare quei quadri, così particolari.. sembravano davvero una famiglia felice, ciò che desideravo io. Mi avvicinai ad una mensola e notai un disegno sopra di essa, c'erano 4 bambine, un bambino e due adulti che si tenevano per mano e sopra c'era scritto in grande "My Family" con un sacco di cuorici e la firma dell'autrice in basso a destra.. Dasy.


*FlashBack*

Tornai a casa tutta contenta con il mio disegno. 
-Mamma! Mamma-
-Dimmi tesoro- sorrise mia madre.
-Guarda che cosa ho fatto oggi a scuola, ti piace?-
Le mostrai il disegno.
-Oh ma è bellissimo tesoro, fallo vedere anche a tuo fratello-
Corsi al piano di sopra ed entrai in camera di mio fratello.
-Harry! Guarda!-
Gli mostrai il disegno tutta sorridente e indicai un bambino riccio.
-Questo sei tu- dissi.
-Oh ma che bel disegno! Brava Marianne!-
Mi diede un bacio sulla fronte e tutta soddisfatta di me stessa usci e tornai da mia madre.
*Fine FlashBack*

I miei occhi incominciarono a pizzicare per le lacrime che volevano uscire ma non volevo piangere, non potevo.
-Ti piace il mio disegno? Ce l'hanno fatto fare a scuola la settimana scorsa.- disse in quel momento Dasy sbucando dal nulla e facendomi sussultare dalla paura.
-Si è davvero un gran bel disegno!-
-Posso fartene uno?- mi chiese molto dolcemente.
-Oh ma certo! Andiamo..-
Lei tutta contenta andò a prendere un foglio, dei pennarelli e della pittura e insieme alla sorella iniziarono a disegnare sporcandosi di pittura.
Mi alzai e presi due fazzoletti per poter togliere la pittura dalle loro facce ma quando mi chinai davanti a Phoebe lei con il pennello mi fece un riga verde sul naso e poi scoppiò a ridere seguita dalla sorella.
-Ah si? Vuoi la guerra? E che guerra sia!- dissi prendendo un pennello e facendogli una riga rosa sulla guancia.
Allora intervenne la sorella che per difendere Phoebe mi fece una riga blu sulla fronte e una gialla sulla guancia e poi scoppiammo a ridere ma le nostre risate furono interrotte dalla porta principale di casa che si apri. Scattai subito in piedi.
-Louiss, Charlottee- urlarono le gemelline.
"Louis?" Sussultaì a quel nome e mi voltaì verso la porta vedendo che le due persone che erano entrate erano Louis e la ragazza dell'altra volta, sua sorella.
Sorrisi e feci un cenno con la mano.
-Mary, come mai qui?- chiese Louis sorridendo.
-Emh, tua madre mi ha chiesto di fare da babysitter a queste dolcissime bimbe-
-Mia madre? La conosci?-
-A quanto pare-
-Capisco..- disse prima di avvicinarsi a me e sussurrarmi all'orecchio "Comunque ti donano quelle righe colorate sul viso" e poi se ne andò.
Arrossi di colpo. Non mi ero tolta la tempera dal viso.







 SERAAAAAAAAA
La nostra Marianne è andata a casa Tomlinson, bene.. ha rincrontrato Louis, benissimo.
I ricordi cominciano a riaffiorare nella suamente mettendo a dura prova la voragine che ha dentro, vorrebbe tornare indietro ma non si può.
Secondo voi che succederà nel prossimo capitolo?? mm.. io vi dico solo che la nostra cara Marianne sarà molto più malinconica, ma non vi anticipo nient'altro.. :*
Volevo ancora ringraziarvi tutti quanti per le 3 recensioni e le 30 visite al secondo capitolo, per le 170 visite al primo capitolo.. grazie mille a tutti :)
Ci si sente al prossimo capitolo, baci..Elisa ;)

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