Mi misi le mani tra i capelli nel vedere quegli
esercizi di matematica praticamente impossibili da risolvere.. era un
sistema di equazioni complesse, molto
complesse. Sbruffaì nuovamente mettendomi la
matita in bocca com'ero solita fare nei casi di nervosismo.
-Ok
ragazzi, vi do 5 minuti di tempo dopodichè
chiamerò uno di voi per venirla a svolgere alla lavagna.-
disse il professore mentre ci scrutava uno per uno.
Decisi così di aspettare che il prof
chiamasse qualcuno per svolgere quel sistema e incominciai a pensare a
cosa avrei fatto il pomeriggio visto che era sabato ma non mi venne in
mente nulla. Di solito il sabato andavo un pò in giro per i
negozi da sola e poi tornavo a casa sempre con qualcosina di nuovo ma
quel giorno non avevo proprio voglia di shopping, volevo fare qualcosa
di diverso..Alla fine mi rassegnai al fatto di dover restare a poltrire
in camera, forse avrei dormito un pò.
-Signorina
Styles- mi richiamò il professore.
-Si
professore?-
-Allora,
vuole venire lei a svolgere l'equazione?-
-I..Io?
Perchè proprio io?-
-E'
da 10 minuti che non mette mano sul foglio e da lì ho
dedotto che lei abbia già finito l'esercizio-
-Mi
dispiace professore ma, non sono in grado di svolgerlo..insomma,
è troppo complesso!-
-Pensavo
che fosse stata in grado di eseguirlo visto la media dei suoi voti-
-Lo
so professore ma stavolta non ci sono riuscita, mi dispiace.-
-Ok
non si preoccupi, c'è qualcuno che ha svolto l'esercizio?-
ripetè il professore guardandosi intorno.
Alla fine nessuno alzò la mano e il
professore fù costretto ad eseguire l'equazione.
Svogliatamente e molto lentamente mi avviai verso casa subito dopo la
fine delle lezioni. Camminavo tranquillamente a testa bassa mentre
ripensavo a ciò che avrei potuto fare una volta
arrivata..ecco il mio difetto..pensare troppo!
La mia mente era in continuo movimento, elaborava
pensieri su pensiere 24 ore su 24 anche mentre dormivo è per
questo che ero molto sbadata, talmente sbadata che appena usci fuori
dal cancello della scuola andai a sbattere contro qualcuno cadendo
rovinosamente a terra e spargendo tutti i miei libri per il viale. Mi
alzai e notai che ero andata addosso al ragazzo che pochi giorni prima
era venuto a chiedermi di restituirgli il pallone al campetto ma non
ricordai il suo nome..
-Scusami,
ero distratta..-riusci a balbettare.
-Non
ti preoccupare Mary, è un piacere rivederti-
disse sorridendomi.
Sorrisi al pensiero che lui avesse ricordato il mio nome.
Mi piegai e raccolsi tutti i miei libri poi vidi
che lui stava facendo lo stesso aiutandomi poi ci rialzammo e lui mi
porse i miei libri.
-Grazie
mille, sei molto gentile- dissi sorridendo.
-Di
niente, figurati. E' anche colpa mia se sei caduta.-
Sorrisi debolmente e mi ricomposi.
-Louis
dai andiamo che facciamo tardi- disse una ragazza che
agitava la mano per cogliere la sua attenzione...ecco come si chiamava..Louis!
La ragazza era abbastanza alta ma sicuramente
molto più piccola di lui, aveva i capelli biondi e gli occhi
chiari e si somigliavano molto.
-Scusami
ma ora devo andare, mia sorella mi aspetta.- disse.
-Non
ti preoccupare, anche io devo andare..-
-Ok,
allora ci si vede in giro. Ciao Mary.-
Sorrisi mentre vedevo la sua figura scomparire
insieme a quella della sorella e io ripresi il mio cammino verso casa
stavolta a testa alta assicurandomi di non rischiare di andare addosso
a qualcunaltro.
Quando tornavo a casa era tutto così
strano, la gente era più animata e nelle strade di Londra
c'era chi girava in bicicletta, chi aveva appena finito di fare la
spesa o aveva fatto shopping, chi usciva dal parrucchiere e chi faceva
delle lunghe passeggiate da solo o in compagnia e..sembravano tutti
allegri..avreì voluto essere come loro certe volte, Allegra e spensierata.
Quando arrivai alla porta di casa mi accorsi che
c'erano le chiavi e questo significava che mio padre era in casa.
-Papà?-
Strillai entrando ma nessuno mi rispose.
Buttai lo zaino all'ingresso, mi tolsi il
giacchetto buttandolo sull'attacca panni e mi accorsi che c'erano
già dei giacchetti appesi.
-Papàà-
strillai di nuovo ma nessuno mi rispose. Stavo incominciando ad
innervosirmi sulserio!
Mi incamminai verso il salotto ed entrai urlando.
-Papà
ma che cavolo! sei sor...- ma mi ammutoli subito.
Vidi una signora sulla quarantina che aveva uno
straccio in mano e lo stava passando sui mobili. Si voltò e
mi sorrise poi si avvicinò a me.
-Ciao,
tu devi essere Marianne, giusto?- disse lei allungando la
sua mano per poi stringere la mia.
-Si
e tu sei?-
-Io
sono Johanna, mi dispiace averti spaventato..forse tuo padre non te lo
ha detto ma mi ha assunta per fare le pulizie.-
-Oh
capisco. No non me lo aveva detto.. Bhè se hai bisogno di
qualcosa chiamami, io vado un'attimo di sopra ad indossare qualcos'altro-
Lei mi rivolse un sorriso e poi tornò
a pulire.
Corsi in camera mia e chiusi la porta alle mie
spalle. Mi avvicinai all'armadio e lo apri scrutandone il contenuto e
pensando a cosa avrei dovuto mettermi, alla fine optai per una maglia
lunga, pantacollant nere e superga poi scesi di nuovo giù ma
Johanna era già arrivata a pulire la camera di mio padre.
-Il
pranzo è già pronto.- disse urlando
dalla camera.
-Scusami
ma oggi non ho molta fame.-
-Ma
devi mangiare qualcosa-
-No
grazie! Sto bene così-
-Ok,
come vuoi- disse. -Posso
farti una domanda?- disse poi.
-Certo-
-Come te la
cavi con i bambini?-
-Perchè
questa domanda?-
SERAAAAAAA
Scusate tanto per il ritardo ma ho avuto da fare questi giorni **
Bene.. come avete visto la nostra Marianne (MARY) ha
rincontrato Louis a causa della sua sbadatagine che poi in seguito la
porterà a conoscere altre persone.. ma non vi svelo niente..
lascio scopriere tutto a voi..
Volevo anche ringraziarvi per le 135
visualizzazioni e le 5
recenzioni sul primo capitolo.
Grazie mille a tutti :)
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