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di legolas_thranduil_mjj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** luce ***
Capitolo 2: *** fiducia ***
Capitolo 3: *** alloggio ***
Capitolo 4: *** emozioni ***
Capitolo 5: *** amici ***
Capitolo 6: *** fratello ***
Capitolo 7: *** vino e sentimenti ***
Capitolo 8: *** saluti ***
Capitolo 9: *** ricordi... ***
Capitolo 10: *** attesa ***
Capitolo 11: *** ritorno ***
Capitolo 12: *** riscontri ***
Capitolo 13: *** incubi ***
Capitolo 14: *** nomi e conti ***
Capitolo 15: *** buio ***
Capitolo 16: *** cado ***
Capitolo 17: *** luce ***
Capitolo 18: *** viva ***
Capitolo 19: *** perdono e scoperte ***
Capitolo 20: *** vita ***
Capitolo 21: *** annuncio ***
Capitolo 22: *** Mondo ***



Capitolo 1
*** luce ***


~~Sento il calore del sole sul mio viso. Non sembra reale, io non posso essere reale. Apro gli occhi, la luce quasi mi acceca. Sono sdraiata su dell’erba verde, intorno a me ci sono alberi. Tutto è rigoglioso e luminoso. Mi alzo. Mi sento strana, forte e giovane. Non ho idea di dove mi trovi, ma so chi ero. Cerco un ruscello d’acqua. Mi specchio, e mi accorgo di essere giovane. Non è possibile -penso- sono umana e ho appena lasciato i miei cari per via della vecchiaia, non è possibile che questa sia io! Mi rassegno all’idea che tutto è reale. In realtà non mi dispiace essere così, ma vorrei tanto sapere dove sono e chi sono da adesso…
Cammino lungo il ruscello. Ad un tratto un uomo, credo sia una guardia viene verso di me.
-Chi sei?
Non rispondo.
-Chi sei?
Si sta’ innervosendo e io mi sento a disagio. Lui capisce il mio imbarazzo.
-Seguimi.
È incisivo il suo tono. Decido di seguirlo, visto che non ho un altro posto dove andare.
Arriviamo a un palazzo. Entriamo. Siamo nella sala del trono, credo. Un altro uomo o ragazzo (mi sembrano tutti così giovani) viene verso di noi e parla in una lingua strana… una che non ho mai sentito e che, però, capisco alla perfezione.
Capisce dal mio sguardo che sono spaesata e spaventata. Il suo tono è dolce.
-Ciao
-Buongiorno
Le mie maniere da umana evidentemente erano rimaste. Il ragazzo sorride e io ricambio un po’ più sollevata.
-Ti andrebbe un tè caldo?
Accetto anche se non ho troppa voglia di bere del tè. Voglio solo sapere dove sono, sperando che queste siano persone buone.
Iniziamo a parlare.
-Come ti chiami?
Non so cosa rispondere… decido di dirgli il mio vecchio nome da umana.
-Marina… il tuo?
-Legolas. Di che regno sei?
-Re… regno...?
-Si, che elfo sei?
-Elfo…?
-Ti… senti bene?
-Si… solo che… ho bisogno io di farti qualche domanda…
-Ti ascolto
-Ok. Io non so come sono arrivata fin qui. Non so come si chiami questo posto e non so nemmeno chi sono adesso. So che ero umana, e sono morta di vecchiaia e oggi mi sono risvegliata su uno di questi prati… quindi, la domanda è: sai dirmi cosa sono?
Legolas mi guarda, sembra interessargli la mia storia, o almeno credo.
-Sei un elfo. Qui siamo a Bosco Atro e mio padre è il Re… in effetti…
Si interrompe, lo guardo. Lui sorride e poi prosegue.
-Vieni, ti porto da lui.
Mi prende per mano e mi conduce chissà dove.
Devo fidarmi.
 

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Capitolo 2
*** fiducia ***


-Vieni, devo renderti presentabile… hai un’aria particolarmente scossa…
Mi sorride. Ricambio e mi scappa una risatina a cui si unisce anche Legolas.
Prende dei vestiti e me li porge.
-Questi dovrebbero essere più o meno della tua misura.
Mi cambio, indosso dei pantaloni color sotto bosco, una caglia grigia e sopra una tunica verdone stretta in vita da una cintura nera e degli stivali marroni con dei ricami argentei.
-Ti sistemo i capelli
I miei capelli. Non erano così prima… erano quasi neri, invece ora sono castani e hanno qualche sfumatura bionda. I miei occhi sono uguali, ci sono ancora le sfumature verdi marroni e gialle.
-Uhm… come li sistemiamo i capelli?
Lo guardo attraverso lo specchio.
-Non… non saprei…
Sorride
-Non devi aver paura, davvero. Non può succederti nulla di male qui. Sei al sicuro. Fidati di me.
Gli sorrido di rimando. Mi ispira fiducia e decido di fidarmi… sperando di fare la cosa giusta.
-Scegli tu come sistemarmi i capelli…
Sorride divertito e si mette all’opera.
-Ho finito. Ti ho fatto il mio stesso taglio… Spero vada bene…
Mi osservo.
-Va molto bene. Grazie.
-Adesso andiamo a conoscere mio padre, il Re.
Lo seguo, e mi prendo la libertà di fargli qualche domanda… credo che mi spetti…
-Come si chiama, tuo padre?
-Thranduil.
-Ok, e io come lo devo chiamare?
-Chiamalo sire o re Thranduil. Va bene sia l’uno che l’altro.
-Com’è di carattere…?
-Sei nervosa vero?
Lo guardo. Ha capito che sono a disagio.
-Devi stare tranquilla davvero. Ci penso io a lui. Non ti farà nulla… potrebbe essere un po’ sospettoso, ma vedrai che conoscendoti cambierà.
-Ok…
Inizio a immaginare come potrebbe essere sire Thranduil. Alto, molto probabilmente… Giovane, come del resto tutti… Gentile, almeno spero…
-Quando entriamo accenna un lieve inchino con la testa.
Annuisco.
Due guardie ci aprono le porte e noi entriamo a passo lento, ma deciso. In realtà io sto’ solo imitando quello che fa Legolas.
Davanti a noi, in fondo alla sala c’è un uomo, o meglio, un elfo alto dai capelli biondi con una particolarissima corona. Si volta, vede Legolas che saluta e vede me… che faccio il lieve cenno con il capo.
Ci avviciniamo. Legolas mi dice di fermarmi e prosegue solo fin dal padre e io aspetto.
Il Re mi fa cenno di avvicinarmi con una mano.
-Quindi il tuo nome è Marina…
-Si, per quel che mi ricordo… era il mio nome da umana…
Forse una risposta un po’ azzardata… Voglio guadagnarmi la loro fiducia, non mi sembra il caso di mentire…
-Tu sai perché ti trovi qui?
-No sire
Dentro di me mi sono appena auto-tirata uno schiaffo, e se reagisse male alla mia risposta… del resto non è detto che io sia un suo suddito…
Legolas è di fianco a me e sire Thranduil cammina davanti a me con fare altezzoso.
-Dimmi la tua storia. Vorrei sapere, se posso chiedere, chi sei e qual è il tuo primo ricordo da elfo…
È gentile il suo tono. Mi rassereno e rispondo.
-Ero un’umana, ho condotto una vita tranquilla, avuto due figli, dei nipoti… Poi sono diventata anziana, e per questo sono morta… Poi mi ricordo di aver sentito il calore del sole sul mio viso e mi sono ritrovata su uno di questi prati… Vicino a un fiume… e ora sono qui.
Si ferma davanti a me e mi fissa. Mi sento fuori luogo, come se non potessi sostenere quello sguardo.
-Interessante…
Mi guarda e sorride.
-E’ la prima volta che capita qualcosa del genere. Non sembri una minaccia, quindi ti terrò nel mio regno. Intanto dobbiamo pensare alla tua formazione…
Cerco di capire a cosa si riferisce…
-In che senso alla mia formazione…?
-Tu lo parli l’elfico?
-Non credo… Però lo capisco.
-Molto bene. È già qualcosa. Sai combattere?
-No.
-La tua istruzione si baserà su questo. Una formazione culturale, fisica… e ora dobbiamo capire che elfo sei… Seguitemi.
Guardo Legolas smarrita. Cosa vuol dire? Ci sono più categorie di elfi?
Mi sento confusa.
 
 

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Capitolo 3
*** alloggio ***


Camminiamo a passo lento. Thranduil è davanti a me e Legolas e ci fa strada… o per lo meno fa strada a me.
Stiamo percorrendo un lungo corridoio che assomiglia molto al ramo di un albero. Alla mia destra si aprono delle stanze, e da sinistra filtra la luce del sole facendo risaltare le sfumature ramate delle pareti. Alla fine del corridoio ci sono delle scale che portano al piano inferiore. Qui entriamo in una stanza, anche se a me sembra più un grande salone, e mi fanno accomodare su una sedia. Legolas e Thranduil restano in piedi, davanti a me.
-Non essendo nata da un elfo, credo sia difficile stabilire quale sia…
Legolas è il primo a parlare, io mi limito ad osservarli.
-Hai ragione. Tuttavia bisogna darle un titolo.
-Allora scegline uno.
-Non posso dare titoli a caso, lo sai.
-Non importa. Dalle il titolo di elfo Silvano e falla stare qua.
Si guardano. Poi il Re guarda me.
-Potrei farlo, ma questo implicherebbe che lei deve prestarmi servizio.
-Le troveremo una collocazione.
-Voglio sentire cosa ne pensa lei prima…
Si girano verso di me e mi fissano… ok, io non so bene cosa dire… Cosa intende per prestare servizio? Spero non si aspettino che io combatta!
-Vuoi restare qui, con noi?
Fisso entrambi, cerco di darmi un po’ di tono.
-Sarebbe un onore.
Accenno un lieve inchino con il capo… spero vada bene…
 Il re sorride, un po’ maliziosamente e poi prosegue
-Molto bene. Da oggi sei un mio suddito e un Elfo Silvano. Ti faccio preparare una stanza, dormirai nel palazzo. Verrai istruita qui. Intanto studierò il tuo caso.
-Grazie…
Si gira di scatto e mi fissa. Sono preoccupata, non riesco a capire cos’ho detto di sbagliato…
-Sono dei modi umani. Lei non sa come ci si comporta in queste situazioni.
-Affascinante, vorrei capire di più di questa razza. Per ora puoi andare.
Sorride. Io faccio il solito cenno con il capo e esco dalla stanza preceduta da Legolas.
Risaliamo le scale e ripercorriamo il corridoio.
-Sei stata brava
-Come…?
-Sei stata brava, prima, con il Re. Non hai fatto passi falsi e sei stata corretta.
Mi spunta un sorriso, sono sollevata.
Legolas mi conduce ad una grande stanza, o forse è solo un effetto dato dalla luce argentea e ambrata delle pareti e dei mobili.
-Che bella!
Si gira e sorride.
-Ti piace? Sei vicina alle nostre stanze. Se hai bisogno non esitare a venire da me o da mio padre.
Gli sorrido. Esce e rimango sola. Giro per la stanza… C’è un letto a baldacchino fatto con rami e decorato da foglie rossissime. Le lenzuola sono morbide, argentate. Di fianco ci sono due comodini, uno con lo specchio. La luce filtra la un’apertura, nella parete opposta all’ingresso, a forma circolare.ci sono due altri mobili, uno sotto la finestra, piccolo e ramato, l’altro sulla parete davanti al letto, grande e già rifornito di vesti di ogni tipo. Li osservo uno a uno.
-Ti piacciono?
Faccio un salto indietro e mi giro. È il Re!
Mi guarda sorridendo, un sorriso sincero…Credo che attenda una mia risposta…
-Sono belli…
-Ma…?
-Non sono abituata a portare abiti lunghi… Ho sempre indossato pantaloni.
Mi guarda, sempre sorridendo, e all’improvviso è di fianco a me.
 
Non so come abbia fatto a convincermi ma ora sto indossando uno di quegli abiti… Mi sento ridicola… Spero non si metta a ridere…
-Come… come mi sta’?
Azzardo una domanda…
Il Re si gira e mi osserva, mi sto’ agitando…
-Tu non saresti abituata a portare questo genere di abito? Beh, è meglio che ci ripensi, si adatto molto a te.
Sorrido imbarazzata.
-Grazie…
E abbasso la testa.
Con un altro scatto è di nuovo vicino a me e mi fa alzare il capo.
Si congeda ed esce dalla stanza…
Sono molto confusa.

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Capitolo 4
*** emozioni ***


~~Mi rimetto gli abiti di prima e mi sdraio sul letto. Chiudo gli occhi.

-Intanto Thranduil-
-Dove sei stato?
Lo guardo.
-Sono stato da Marina…
-E…
-Nulla!
Lo fulmino.
Alza un sopracciglio. Poi riprende a parlare.
-Comunque vorrei sapere perché mi hai fatto chiamare.
-Dobbiamo parlare di Marina.
Mi guarda, mi avvicino al tavolo con il vino e me ne verso un bicchiere. Continuo a parlare io.
-Dobbiamo trovare qualcuno che le insegni a combattere, qualcuno che le parli di questo mondo e qualcuno che le insegni a viverci.
-Potresti pensarci tu.
Mi giro di scatto e quasi rovescio il vino.
-Perché io?!
Alzo un sopracciglio.
-Mi sembra che ti importi…
-Certo, io sono il Re. Devo occuparmi di chi vive nel mio regno.
-Uhm... Secondo me ci tieni di più rispetto a quanto vuoi dimostrare…
Lo fisso. Alzo un sopracciglio e sorrido stando attenta non farmi notare.
-E’ appena arrivata da non sappiamo dove ed è molto influenzabile. Sembro apprensivo, è vero, ma solo per fare in modo che non finisca in mani sbagliate.
-Sempre con la risposta pronta…
Incrocia le braccia. Le incrocio anch’io.
-Sempre!
Ci chiamano, la cena è pronta.
-Vai a chiamare Marina.
-Perché non vai tu?
Ancora?! Perché devo andare io? Mi fissa sorridendo…
-Dai, vai tu.
-Ho l’impressione di metterle soggezione… vai tu Legolas.
-Ha solo paura di non usare le maniere giuste…
-Vai tu, non voglio farla spaventare.
Si arrende…
-E va bene. Ma domani, vai tu.
Si allontana e va verso le camere mentre io mi avvio all’esterno dov’è già in tavola il cibo.

-Intanto Marina-
Sento dei passi. Forse vengono verso di me.
Si fermano. Sento una mano toccarmi la spalla. Apro gli occhi.
-Ehy… Vieni, è pronto da mangiare…
Mi alzo.
-Aspetta. (Lo guardo) Devi cambiarti. Pensavo che il Re fosse riuscito a farti mettere un abito…
-In effetti si… solo che mi sentivo a disagio…
-Vediamo cos’hai nell’armadio.
Inizia a frugare finchè trova un paio di pantaloni grigio/argento e una tunica stretta in vita a maniche lunghe bianca.
-Questi possono andar bene?
Lo guardo e sorrido.
-Certo!
La cena si consuma all’esterno. Ci sono delle suonatrici d’arpa e di flauto traverso. Il Re è a capotavola.
-Siediti lì.
Legolas mi indica il posto a sinistra del Re, lui si siede alla destra.
Noto che il Re gli lancia un’occhiataccia e senza scomporsi mi sorride mentre timidamente mi siedo.
Al tavolo ci siamo noi e altri sei elfi. Vorrei chiedergli chi sono, ma sono troppo timida e tengo la testa bassa fissando un punto della tovaglia bianca non ben definito. Capisco che mi stanno fissando tutti. Alzo la testa.
-Chi sei?
-Da dove vieni?
-Non ti ho mai vista prima…
-Chi è?
Mi lanciano addosso un sacco di domande.
Sono spaventata. Interviene il Re.
-Zitti! Non fatele tutte queste domande! Se lei è qui è per un motivo che vi verrà detto in seguito!
Nessuno ora farmi altre domande. Faccio un piccolo sorriso imbarazzato.
Durante la cena parlano dei confini del regno, di orchi e di battaglie.

-Vieni con me…
Legolas mi prende per mano e mi trascina dove mi sono svegliata questa mattina.
-E’ qui che mi sono svagliata!
-Ti va di starci un po’?
Sorrido e vado a sedermi sotto un albero. Mi segue e fa lo stesso.
-Posso farti una domanda?
-Certamente!
-Cosa vuole che io faccia, il Re?
-Non sappiamo ancora che ruolo affidarti. Per ora verrai “cresciuta” con la mia stessa istruzione. Domani cominci…
-Chi sarà il mio… ehm… insegnante…?
-O io o mio padre. Oppure entrambi. Dipende da te…
-Da me…?
-Tu chi vuoi come maestro?
-Ehm… non saprei…
Sorride.
-Forse ci divideremo i compiti. Domani inizierai con il Re. Io ho un’esercitazione.
Annuisco.
Osservo il cielo stellato.

 

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Capitolo 5
*** amici ***


Alzo lo sguardo.
-Il Re ti attende.
Faccio un sospiro. Vado nella sala del trono accompagnata dal servo.
Il Re è seduto sul trono. Il servo si ferma, non sapendo cosa fare proseguo per qualche metro, poi mi fermo.
Abbasso il capo.
-Vieni avanti.
Esito. Mi guarda, credo sia uno sguardo incoraggiante. Mi avvicino ancora.
Il Re si alza, mi arresto di botto; scende i gradini che portano al trono.
Mi fa cenno di seguirlo. Mi porta alla stessa stanza di ieri.
-Siediti.
Mi siedo.
-Sei abbastanza tranquilla?
-Credo…
Ho il fiato mozzato. Non riesco a capire perché… perché solo con lui…?
-Hai paura di me?
Mi manca l’aria.
Mi fissa. L’unica cosa che faccio è abbassare lo sguardo.
Si china su di me. È a un soffio dal mio viso. Alzo lo sguardo. Incrocio i suoi occhi azzurri. Mi soffermo su quello sguardo come se il tempo non avesse più senso e non esistesse più nulla all’infuori di lui…
Sento il cuore palpitare. Quasi mi sento svenire. Lui indietreggia, mi rilasso.
-Non devi aver paura.
Lo guardo, gli sorrido. Si stupisce, ma credo che anche lui sia più rilassato vista la mia ultima reazione.
-Dovremmo cominciare…
Sono emozionata. Chissà quante cose avrà da raccontarmi…
-Che ne dici se… invece di stare chiusi qui, andassimo fuori.
Sorrido. Mi piacerebbe davvero tanto!
-Vieni con me. Oggi ti faccio vedere il regno.
Lo seguo. Sono di fianco a lui. Usciamo.
Passiamo così tutta la mattina. Camminando per il bosco mentre lui mi racconta la storia di questo mondo. Intanto mi sento più sciolta e intervengo anch’io facendo domande.
I giorni seguenti seguono uguali. Legolas aveva degli impegni suoi e quindi io avevo “lezione” con il Re.
A poco a poco mi sento sempre più a mio agio, come se fossi tornata a casa dopo tanto tanto tempo…
Mi sento anche meno in imbarazzo con il Re.
 
-Thranduil-
-Come sono andate le esercitazioni...?
-Molto bene… e le “lezioni” a Marina?
Ha un tono malizioso…
-Molto bene.
-Che avete fatto?
-L’ho portata in giro per il bosco mentre le raccontavo la storia del mondo. È più tranquilla ora… si è messa pure a fare domande… mi sembra felice.
Sorride.
-Meno male!
Sono turbato… e ho come l’impressione che Legolas se ne sia accorto…
Non mi era mai successa una cosa del genere… Quando sono con lei mi sento… rinascere. Ho paura di essermi innamorato. Non doveva succedere… Non ora perlomeno. Dannazione, ora che faccio…?
-Domani cosa le fai fare?
Lo guardo.
-Pensavo che andassi tu da lei viste che sei tornato…
-No, credo che si trovi bene anche con te. Secondo me per il momento è meglio lasciare le cose così. Tra un po’ magari le faccio provare a tirare con l’arco.
In effetti a me non dispiace passare del tempo con Marina, ma non devo far scoprire a nessuno i forse probabili sentimenti che inizio a nutrire per lei…
 
-Marina-
-Oggi ti porto a conoscere nuovi elfi.
È il quinto giorno che giro per il palazzo e poco più fuori con il Re. Sono entusiasta, finalmente posso avere altri contatti anche con l’esterno!
Credo di stare trovando il mio posto…
-Dove andiamo Sire?
-Per oggi non ti porto fuori dal mio regno. Inizio a farti conoscere qualche elfo con cui potrai anche passare il tempo… libero… comunque ti ho già detto che non è necessario che tu mi chiami sempre sire. Puoi non farlo, so che non mi mancheresti di rispetto.
Abbasso lo sguardo e arrossisco…
-Tranquilla, so che è difficile per te visto che sei appena arrivata…
Devo ammettere che ha classe… Ed è… non so… è strano, io mi sento strana… con lui…
Camminiamo all’esterno del palazzo. Oggi andiamo in una zona diversa.
 Il ruscello è più largo e vicino c’è una specie di casa con fuori degli elfi…
-Adesso ti faccio conoscere alcuni di loro. Tranquilla, ci sono qua io.
Come fa a capire sempre il mio umore??
Gli elfi si alzano e salutano il Re.
Io sono un po’ più indietro rispetto al Re e spero che non mi vedano… evidentemente la mia timidezza non è sparita…
Re Thranduil si gira lievemente verso di me e lo raggiungo. Ora sono di fianco a lui e tutti mi guardano incuriositi.
-Allora è vero…
-Dimmi, che cosa è vero?
-Girava voce, Sire, che avessi dato asilo ad una straniera…
-E chi avrebbe messo in giro questa voce?
-Questo non lo so Sire, ma sono sicuro che sai meglio tu di chiunque altro il motivo della sua presenza.
-Infatti. A tempo debito vi verrà spiegato meglio chi è lei, o se lo vorrà sarà lei stessa a dirvelo… oggi l’ho portata qui per farle conoscere altri elfi.
-Quindi dovrà stare tutto il giorno con noi??
-Modera i toni. Scelgo io il luogo dove starà oggi. Di sicuro tra di voi ci sarà qualcuno così gentile da stare con lei…
Fanno tutti il cenno con il capo. Poi il Re si gira verso di me.
-Ora ti lascio qui. Se non vuoi restare qua o non ti senti a tuo agio fatti riaccompagnare al palazzo, altrimenti questa sera ti aspetto per cena. Ok?
-Ok.
-Bene, a dopo.
Faccio cenno col capo.
Guardo il Re tornare da dove siamo venuti. Mi giro, guardo gli altri elfi… non sarà una giornata facile…
Mi avvicino. Alcuni se ne vanno in disparte. Altri mi salutano e iniziano il turno di guardia. Solo uno resta con me.
-Ciao.
-Ciao.
-Io sono Haldir, qual è il tuo nome?
-Marina.
-Che bel nome! Vieni, ti va di fare un giro?
Gli sorrido.
Sorride anche lui.
 
 
-Spazio dell’autrice-
Ciao, per prima cosa ringrazio chi ha deciso di recensirmi. Ringrazio anche tutto coloro che hanno dedicato del tempo a leggere la mia storia. E ovviamente ringrazio anche tutti quelli che la seguono J
In questo capitolo compare Haldir, so che non è un suddito di Thranduil… Ma è un personaggio che mi piace molto e volevo inserirlo attivamente nella storia.
Grazie ancora, baci!!

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Capitolo 6
*** fratello ***


--Haldir--
-Come stai?
Cerco di rompere il ghiaccio… mi sembra imbarazzata…
-Bene… credo… Tu?
Sorrido.
-Bene! Sono contento di poter fare la tua conoscenza.
Sorrido anch’io.
Restiamo a parlare tutto il giorno. Scopro tante cose di lui e lui di me.
Pranziamo insieme. Le faccio provare il Pan di Via.
La giornata passa velocemente.
-Allora ci vediamo domani?
-Ne sarei lieta. Grazie per la giornata passata insieme…
-Figurati. Sono davvero stato contento di passare questa giornata con te. Spero di ripassare un’altra giornata simile.
-Anch’io. Ehm… mi… riaccompagni tu? Non ricordo la strada…
Arrossisce.
-Certo, vieni.
Sorrido, è davvero una bella persona. Non riesco a capire perché gli altri l’abbiano rifiutata…
Mentre l’accompagno continuiamo a parlare. Lei mi dice una cosa che mi spiazza, ma che mi rende anche felice.
-Posso dirti una cosa...?
-Certamente.
-Sai, io non ho nessun parente qui… e mi sembra a volte di essere l’ospite indesiderato…
-Non devi sentirti così! Il Re si prende cura di te, e questa è una cosa da non sottovalutare, vuol dire che si fida e ha delle aspettative per te.
Sorrido.
-Può essere… ma comunque vorrei avere qualcuno da poter chiamare come mio familiare… Forse ti sembrerò stupida… Ma se diventassimo un specie di fratelli?
Questo mi spiazza.
-Me lo stai chiedendo davvero?
Sorride un po’ imbarazzata. Ricambio.
-Sarei fiero, di poterti chiamare sorella.
Mi abbraccia.
La riaccompagno al palazzo. Ci salutiamo.
-Ecco siamo arrivati…
-Bene… beh… allora, vengo a trovarti!
-Con molto piacere. Ora devo andare, sorella, ciao!
-Ciao fratello.
Mi chino lievemente ed esco.
Inizia il mio turno di guardia.
 
--Thranduil—
Eccola. Si sta avvicinando. Sembra felice. Credo abbia avuto una piacevole giornata. Ma perché mi sento un po’… come dire… geloso…? È come se non volessi che qualcun altro si affezioni a lei… Come se lei fosse mia, solo mia. Come se la volessi mia per sempre… Non doveva succedere.
-Buonasera Sire.
Cenno col capo.
-Buonasera.
Scendo dal trono, mi avvicino a lei e le porgo una mano. Lei non capisce subito che è un gesto per indicare che deve mettere la mano sopra la mia, ma dopo qualche secondo lo realizza e mi dà la sua mano.
Mi sento “realizzato”… dannazione. Non. Doveva. Succedere.
-Com’è andata la giornata?
-Molto bene grazie.
-Hai conosciuto qualcuno…?
-Si, Haldir.
Sorride. Cerco di capire dal suo sguardo i sentimenti che prova… non mi sembra innamorata di lui. Ho ancora speranza… Ma che penso?? Dannazione. Non. Doveva. Succedere!
-Siete diventati amici?
-Certo! Appena posso vado a trovarlo.
-Mi fa piacere…
Sorride. Le piace stare qui. E io mi sento sempre più incline a farla mia.
Mi riprendo dai miei pensieri.
 
--Marina--
Il Re mi fa molte domande riguardo la mia giornata.
-Che avete fatto di bello?
-Abbiamo parlato di noi… mi ha cantato delle canzoni… siamo andati in giro… e mi ha fatto provare un pane… era... tipo, Pan di Via.
-Ti è piacuto?
-E’ strano, non avevo mai mangiato nulla di simile. Però è gradevole.
Sorrido. Mi verrà una paresi a furia di sorridere.
 
-Ciao.
Mi giro.
-Ciao Legolas!
Lo abbraccio.
-Mi ha mandato mio padre… vuole vederti…
Ride con gli occhi… non riesco a capirne il motivo…
-Perché vuole vedermi?
-Uhm... non saprei. Ma se vuoi la mia opinione potrebbe essere per passare un po’ di tempo con te.
Sgrano gli occhi…
-A… ok…
-Non sembri turbata. Non è che ti stai affezionando a qualcuno? A me puoi dirlo.
Sorride.
-Uhm… beh sì. Mi sono affezionata a voi e… ho un fratello.
-Un fratello?
-Si, intendo una persona con cui sono molto amica.
-Chi è?
Chiede incuriosito e divertito.
-Haldir
-Sono contento. È una brava persona.
Usciamo dalla mia stanza.
Mi porta a quella del Re. Mi dà la buonanotte.
Chissà perché mi ha fatta chiamare…
-Buonasera Sire.
-Eccoti.
-Mi hai fatta chiamare…
-Esattamente. Vieni, vieni.
Mi avvicino. Mi porge un bicchiere di vino.
-Assaggia, è uno dei più pregiati.
-Ma questo lo bevi solo tu, sicuro che possa…
-Certo, ti do io il permesso.
Assaggio il vino. È veramente buono.
 
Passiamo del tempo così. Parliamo e beviamo… solo che mi rendo conto troppo tardi di stare esagerando… divento quasi subito ubriaca.
Re Thranduil si mette a ridere, scoppio a ridere anch’io.
Ma una domanda mi perseguita.
Perché mi sta’ facendo ubriacare?

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Capitolo 7
*** vino e sentimenti ***


~~Sono sdraiata a pancia in giù. Stringo le coperte con la mano sinistra di fianco al mio volto. Apro lentamente gli occhi. Vedo la luce dalla finestra.
Mi tiro un po’ su e mi accorgo che non sono nella mia stanza!
Guardo smarrita le coperte, mi gira la testa. Cerco di ricordarmi cos’è successo la scorsa sera.

-Thranduil-
Ho esagerato. Non devo mai più farla bere. Non. Devo. Affezionarmi. A. lei!
È sdraiata di fianco a me. Ripenso alla notte scorsa. Mi ha raccontato inconsciamente tutto di lei. Tutto le azioni che ha fatto nell’altra vita, tutto il bene che ha fatto, la sua voglia di vivere. Non si è arresa mai a nulla. È una persone migliori che abbia mai conosciuto. Ma ho paura che anche lei si stia affezionando, non voglio che abbia questa delusione. Vorrei che fosse mia, ma non posso farla mia.
Mi si è seduta addosso. Se qualcun altro avesse osato fare una cosa simile sarebbe stato immediatamente sbattuto nelle segrete… ma con lei… non so, mi sembra un piccolo cristallo da proteggere… sento che devo essere io a proteggerla.
Mi ha abbracciato, mi ha detto “Ti voglio bene”… poi è svenuta… credo sia stata colpa del troppo vino.
Si sta’ svegliando…

-Marina-
Mi giro a destra e noto il Re, cado dal letto.
Subito il Re è di fianco a me e mi ritira su preoccupato.
-Come ti senti?
-Ho mal di testa…
-Devi riposare…
-No no… ce la faccio ad alzarmi…
-Non ti reggi in piedi.
-Devo solo riprendermi un attimo…
Mi siedo a lato del letto. Quanto odio non ricordarmi nulla di ieri sera!
-Riguardo quello che è successo ieri…
-Cos’è successo?
Chiedo sinceramente, non mi ricordo nulla…
-Non ricordi proprio nulla?
-Solo che ho bevuto troppo…
Ride.
-In effetti. Comunque non è successo gran che… ti sei seduta su di me e… mi hai detto di volermi bene…
Sgrano gli occhi… O. Mio. Dio…
-Tranquilla. È stata colpa del vino.
Sono comunque turbata… Io gli voglio bene davvero… solo che ho paura che lui non ricambi… E adesso che faccio??

-Thranduil-
Ok, ormai ne ho la conferma… Le parole di ieri erano sincere… ma non metterò sucito in tavola tutte le carte. Aspetto, se si trovasse un altro elfo sarebbe l’ideale. Non. Dovevo. Innamorarmi. Cavoli!
-Vieni, devi prendere qualcosa di caldo.
Cerca di stare in piedi ma non ci riesce. La prendo in braccio, rischierebbe di andare a sbattere contro ogni cosa…

-Buongiorno Sire!
-Buongiorno…
-Ciao Sorella.
-Ciao Fratello…
Haldir ci guarda un po’ storto… ha un’espressione interrogativa.
Gli lascio Marina… io devo riflettere…
-Prendila tu.
Marina mi si stringe al petto. È stanca. Sembra una bambina vista così. Mi fa tenerezza.
-Certo.
Gliela passo in braccio. Mi spiace lasciarla lì, ma devo capire un po’ di cose… Lei mi guarda… aspetta che io dica qualcosa…
-Marina… io ora vado a risolvere delle faccende… tu stai qui con Haldir..?
-Ho il turno di guardia…
-Fatti sostituire. Ti va di stare con lui?
-Ok…
È più un sospiro che una parola. La saluto e lei mi sorride. Vado nella mia stanza.

-Haldir-
Chissà cos’è successo ieri notte… mi sembrano entrambi sconvolti…
-Ciao Haldir…
-Buongiorno Legolas.
-Ehm… perché hai in braccio Marina…?
-Credo che non stia molto bene… forse ha bevuto…
-Questo è sicuro. Ieri sera l’ha fatta chiamare mio padre…
-A…
-Si sta’ svegliando…
Apre di nuovo gli occhi. È aggrappata a me. Cerca delle risposte…
-Ciao
-Ciao Legolas…
Andiamo tutt’e tre in una delle stanze dove si consumano i pasti nelle giornate di pioggia.
La faccio accomodare su una sedia.
-Che è successo ieri notte..?
Chiede Legolas.
-In realtà… non lo so. Il Re mi ha detto che ho bevuto tanto… che mi sono seduta su di lui… e gli detto di volergli bene… Solo che io non ricordo nulla…
Legolas sorride…

-Legolas-
Ormai mi è tutto chiaro. Sono cotti entrambi…
Sicuramente mio padre si starà dannando per essersi innamorato. Lo capisco… l’unica volta in cui è stato sposato è finito tutto male… ma non è stata colpa sua quello che è successo a mamma…
-Papà…?
Si gira lentamente…
-Dimmi…
-Cos’hai?
-Lo sai…
-Vorrei sentirlo da te.
-Che cosa?
-Perché non le parli chiaro?
-Non voglio illuderla…
-Ma così ti fai solo del male.
-Farei più male a lei. Sai com’è andata con tua madre…
-Non è stata colpa tua. Non potevi prevederlo e sai meglio tu di me quanto lei fosse combattiva, non si arrendeva mai. Era testarda e non ti dava mai retta. Ha cercato di difenderci tutti. Ha pagato lei al posto di altri. Si è sacrificata per noi… se non l’avesse fatto sarebbero entrati troppi orchi e non ne saremmo usciti vivi, mentre così abbiamo potuto guadagnare qualche secondo per la difesa… Manca anche a me, mi manca tantissimo. Però non credo che lei vorrebbe vederti così, vederti farti del male…
Ha gli occhi lucidi.
-Non posso…
-Invece si. Non fartela scappare… la rimpiangeresti per sempre.

-Thranduil-
Ho bisogno di un po’ di tempo da solo.
Non so più cosa è bene o male.
Io ormai sono segnato, ma non voglio che lei rimanga segnata.
Non voglio deluderla.
Non voglio farla soffrire.
Vorrei che fosse felice.
Forse però… non con me…

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Capitolo 8
*** saluti ***


--Parla Thranduil--
Ho deciso. Parto, per un po’…
Magari in questo periodo mi riprendo e al mio ritorno potrei trovare Marina con un altro elfo. Sarebbe la cosa migliore, per tutti. Però una parte di me mi dice di restare…
-Ho deciso di partire.
Drizza la schiena.
-E perché?
-Lo sai…
Si volta.
-Non puoi partire. Chi penserà al regno?
-Ci penserai tu finchè non sarò tornato.
-Io?
Annuisco. Cerca di convincermi a restare, ma ormai ho preso la mia decisione.
 
--Parla Marina--
Oggi mi sento meglio.
Mi alzo dal letto. Strano che nessuno sia venuto a svegliarmi… vado a cercare gli altri…
 
-Ciao Legolas!
-Ciao…
Si ferma davanti a me. Ha un’aria turbata…
-Marina…
-E’ successo qualcosa?
-Ti sta aspettando il Re…
Lo guardo smarrita…
Proseguo e raggiungo Thranduil in una delle stanze.
 
--Parla Thranduil--
Eccola. È arrivata.
-Sire
-Vieni avanti Marina…
Tengo il tono freddo. Spero che mi odi…
-Devo partire. Tu resterai qui. Legolas e Haldir si prenderanno cura di te.
Mi giro. Ha un’aria sconvolta… ha gli occhi lucidi. Mi viene voglia di prenderla tra le mei braccia e sussurrarle che non me ne vado, che resto qui… ma non posso…
Non. Devo. Illuderla.
-Puoi andare…
Non si muove…
La fisso…
-E… quando torni…?
-Non lo so…
Annuisce…
 
--Haldir--
-Ciao Sorella…
Mi guarda smarrita, ha gli occhi lucidi.
Mi vede. Scoppia in lacrime e mi si butta addosso. La abbraccio. Cosa può essere successo che l’ha sconvolta così tanto?
-ehy… tranquilla… vieni con me.
La porto in camera sua. Cerco di capire cos’ha.
-Siediti. Dimmi cos’è successo.
Piange ancora più forte. Così forte che arriva Legolas…
-Che succede?
Non so cosa rispondergli. Il suo sguardo è comprensivo. Mi fa cenno di seguirlo, lascio un attimo da sola Marina.
-Tu sai cos’è successo?
-Il Re parte…
Sgrano gli occhi.
-Come? Cosa…?
-Ha bisogno di trovare delle risposte. Non starà via molto.
-Perché piange?
Sono preoccupato…
-Ho l’impressione che si sia affezionata molto al Re…
-Capito.
-Torna da lei. Ha bisogno di stare con qualcuno…
 
--Parla Marina--
Perché?
Perché mi sento così? Perché con lui?
Ok, devo smetterla di nasconderlo. Io lo amo…
Non voglio che vada via.
Lo aspetterò, fosse l’ultima cosa che faccio…
-Come stai?
-Male…
-Tornerà…
Lo guardo, gli sorrido. Si siede di fianco a me e mi abbraccia.
Affondo tra le sue braccia. 

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Capitolo 9
*** ricordi... ***


--Thranduil--
E’ mattina. Una bella mattina di primavera.
Di fianco a me c’è mia moglie. Sta’ ancora dormendo. È così bella… la osservo.
 
-Buongiorno!
-Buongiorno…
Risponde lei ancora assonnata.
Si alza e mi da’ un bacio.
Ci alziamo. Io inizio ad occuparmi dei miei affari di Re, mentre lei, Cuinie (colei che ha Vita) è il capo delle guardie di tutto il regno.
Abbiamo un figlio. Piccolino, Legolas di dieci anni.
È combattivo, assomiglia molto a sua madre.
 
-Sire! Gli orchi hanno varcato i nostri confini!
-Hai posti di combattimento presto!
-Datemi la mia armatura!
Tutti corrono, sono presi dal panico.
-Mettete al riparo mio figlio!
-Ada!!
-Va’ con lei Legolas!
 
Riusciamo a cacciare via tutti gli orchi, ma anche i nostri feriti e morti sono molti…
Cerco Cuinie. Non la trovo. La chiamo.
-Cuinie! Cuinie! Dove sei?!?
-Sire…
-Dov’è? Dov’è mia moglie?
Toglie l’elmo e abbassa il capo.
-Dov’è?!
Si scosta un po’ e la vedo. Le corro incontro. È in fin di vita.
-No, no!
-Thran… Thranduil…
-Non sforzarti…
-Sto’ morendo…
Deglutisce e prosegue.
-Ho fatto guadagnare qualche secondo per fare in modo di proteggere il regno… li abbiamo sconfitti…
Sorride… Poi mi mette una mano sulla guancia, dove ho la cicatrice e mi accarezza.
-Dovrai prenderti cura di nostro figlio. Fallo crescere. Digli che lo amo.
Lacrimo.
-Non posso farlo da solo…
-Si che puoi. So che puoi. Non è colpa tua quello che è successo. Un giorno ritroverai la felicità, non fartela scappare.
Piango. Lei mi sorride.
-Io ti amo… Ma ora devi lasciarmi andare… Ti amo.
-Ti amo…
Mi chino e le do un ultimo bacio.
Lei mi guarda, sorride e poi il buio.
Piango più forte senza badarmi degli altri, appoggio la testa sul suo petto.
 
Mi sveglio di soprassalto. È stato un sogno…
 
--Legolas--
-Marina? Vieni…
Si alza. È una settimana che non sorride. È triste, si sta’ spegnendo…
-Hai voglia di provare a tirare con l’arco?
Mi guarda con gli occhi lucidi.
-Mi aveva detto che avremmo provato insieme…
-Lo so… ma secondo me dovresti provare, secondo me quando torna sarà felice di sapere che sai tirare con l’arco.
Annuisce e abbassa la testa.
Devo trovare il modo di tirarla su…
 
--Marina--
Sono due settimane che il Re non si va vedere. Mi manca…
Ho provato a tirare con l’arco…
Legolas è preoccupato, lo capisco.
Passo un po’ di tempo con lui e un po’ con Haldir…
Il resto del tempo lo passo sotto l’albero dove mi sono svegliata. È un posto tranquillo, mi sento al sicuro. Ci sono tanti animali che mi fanno compagnia, parlo con loro.
Vorrei trovare qualcosa con cui disegnare…
-Ciao Legolas…
-Ciao
-Volevo chiederti una cosa…
-Dimmi pure.
Sorride.
-Hai qualcosa… tipo dei colori… per disegnare?
Si illumina.
-Certo!
Mi porge dei fogli e degli acquerelli.
 
--Haldir--
-Ciao Haldir
-Legolas
Faccio un inchino.
-Marina mi ha chiesto dei colori…
-Ha trovato qualcosa da fare.
-Non so per quanto possa durare. La osservo, sta sempre sotto lo stesso albero. Lo sta’ aspettando. Spero che torni presto. Non reggerà ancora per molto alla distanza…
-Tu sai dov’è andato?
-Non me l’ha voluto dire…
-Vedrai, tornerà quando meno ce l’aspettiamo.
Neanche Legolas la potrà sopportare a lungo questa situazione.
Ha già subito un distacco.

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Capitolo 10
*** attesa ***


--Parla Marina--
L’aria è fresca sul mio viso. Prendo un respiro profondo e sorrido, mentre due calde braccia mi stringono. Giro la testa, e la appoggio sul suo petto. Mi osserva sorridente, anch’io gli sorrido. Mi accarezza in volto con la mano. Mi avvicino al suo volto…
 
-Marina… ehy…
Apro gli occhi. È Legolas. Era solo un sogno…
--Parla Haldir--
Turno di guardia finito. Vado all’albero di Marina. Ovviamente la trovo lì.
-Ciao
-Ciao Fratello
Mi siedo di fianco a lei.
-Cosa disegni?
-Nulla di che…
-Posso vedere?
Esita, ma poi mi porge il blocco con i fogli.
Guardo strabiliato i disegni. Sono veramente belli.
Ha disegnato molti elfi. Me, Legolas, il Re… e sempre lo stesso paesaggio.
-Sono veramente belli!
Sorride imbarazzata e abbassa lo sguardo.
-Grazie…
Le sorrido. Appoggio di fianco a me i disegni, mi avvicino a lei e l’abbraccio.
-Posso chiederti il significato dei disegni?
-In uno ci sei tu, perché sei mio Fratello. In uno c’è Legolas perché è uno dei miei migliori amici, non che ne abbia altri… e gli altri sono le varie interpretazioni dello stesso paesaggio…
-E quello con il Re?
Deglutisce…
La incoraggio con lo sguardo… Le si gonfiano gli occhi.
-E’ che… (sospira) questa notte ho fatto un sogno. Il disegno rappresenta ciò che ho sognato…
-Il Re insieme a te…
-Sotto quest’albero…
Sorrido.
-Mi manca…
La abbraccio.
 
--Thranduil--
Sono confuso. Perché ho sognato quel giorno? Perché? Il giorno in cui tutta la mia felicità è stata spenta… non sono neanche quasi più riuscito ad abbracciare mio figlio…
Forse dovrei provare… forse è lei la felicità di cui mi parlava mia moglie… e se è così non devo lasciarmela sfuggire… ma non ne sono sicuro…
Ok, ho deciso. Torno al regno. Se Marina è da sola cercherò in tutti i modi di farla mia, per sempre… Altrimenti, giuro solennemente di non guardare mai più nessun’elfa con occhi pieni di sentimento!
 
--Parla Marina—
Un mese. È già passato un mese.
E se non dovesse tornare?
Qualunque cosa succeda lo aspetterò, anche se dovessi vedere da sola passare tutte le ere di questo mondo, io lo aspetterò.
Continuo a disegnarlo, disegno sempre lui. Gli occhi dolci. Gli occhi freddi. Il corpo rigido. La voce calda. La mano consolatoria…
Mi manchi Re…
--Parla Legolas--
C’è un cavallo. Si avvicina al regno. Va’ veloce. È isolato.
Aspetta…
Io so di chi è!

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Capitolo 11
*** ritorno ***


--Marina--
Sotto lo stesso albero… come sempre… ad aspettarlo.
Disegno ancora lui… come sempre… oggi ha un tono dolce, quello con cui mi parlava.
 
Sento delle braccia avvolgermi la vita. Drizzo la schiena e mi lascio avvolgere da quell’abbraccio. Sento il suo respiro sul collo…
-Sei tornato…
-Sono qui…
Giro il volto verso di lui. Incontro il suo sguardo.
Mi si avvicina e appoggia la sua fronte sulla mia.
Fa un lieve sospiro e si scosta lievemente.
-Cosa stavi disegnando?
Sorrido.
-Vuoi vedere…?
-Certo.
Gli porgo il blocco.
Sorride.
Mi guarda.
-Sono molto belli…
Abbasso lo sguardo imbarazzata.
 
Mi ritrovo sdraiata sull’erba, il Re è sopra di me. Mi tiene ferma per i polsi. Ho il cuore che batte a mille. Si abbassa sul mio volto. Siamo a un soffio di distanza… poi d’un tratto…
Il bacio.
 
--Legolas--
Finalmente mio padre è tornato. La prima cosa che ha fatto è stata chiedermi dove si trova Marina… chissà che ha da dirle…
Vado a cercarli.
-Ciao Haldir
-Legolas
Si inchina.
-Tranquillo, non devi più trattarmi come un Re… Thranduil è tornato.
È stupito.
-Ne sono felice.
-Adesso dovrebbe essere con Marina…
Sorridiamo.
 
--Thranduil--
Ok, l’ho fatto.
Mi guarda con occhi confusi.
Mi alzo…
-Scusami…
Si siede di fianco a me e mi guarda.
-Scusami… non volevo essere invasivo. Non dovevo… Ti ho sicuramente dato fastidio… forse è meglio che vada…
Mi si avvicina, mi prende la testa con le mani e appoggia la sua testa alla mia… Mi abbraccia.
-Resta qui…
Ricambio l’abbraccio.
La abbraccio.
La prendo, la porto nel palazzo con me.
 
--Marina--
-Mi hai aspettato per tutto questo tempo?
-si.
-Perché?
-Lo sai…
Si siede di fianco a me.
-Tu perché sei andato via?
-Volevo vedere se anche tu mi ami… e dovevo risolvere dei vecchi dolori.
Mi racconta di sua moglie, si mette a piangere.
Sono spiazzata. Lo stringo a me.
Mi bacia ancora, ma ora come se fosse disperato.
Mi fa sdraiare.

-Spazio dell'autrice- Grazie ancora per tutte le recensioni! Su facebook potete trovare la pagina dove pubblicherò i miei disegni riguardanti la mia storia. :D

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Capitolo 12
*** riscontri ***


--Marina--
Devo rimettere insieme le idee.
Per prima cosa devo capire cos’è successo al Re, secondo devo capire cosa c’entro io in tutta questa storia, terzo devo parlarne con qualcuno…
-Marina…
Non vedo nessuno.
-Marina…
Una mano mi afferra il braccio e mi trascina in una stanza. Oppongo resistenza. Mi sbatte su una sedia.
-Cosa credi di fare??
Non rispondo, chi è??
-Allora?
Mi alzo dalla sedia e vado verso la porta ma vengo bloccata.
-Ma cosa vuoi da me?!
I miei soliti modi umani. Un elfo non risponderebbe mai così…
-Come?
Ammutolisco.
-Ripeto la domanda: cosa credevi di fare??
Mi risbatte sulla sedia.
È sicuramente un’elfa. Non so chi sia. E poi cosa le ho fatto?
-Chi sei?
Le chiedo.
-Il tuo incubo peggiore.
Si avvicina a me e mi sussurra:
-Stai attenta a chi ti affezioni. Lui è mio…
Sgrano gli occhi. Mi alzo e me ne vado.
-Mi raccomando, non vorrei che il tuo bel visino fosse sfigurato.
Ride. Esco di fretta dalla stanza, sono turbata.
Ora non so davvero cosa fare.
Come fa a sapere che ieri il Re mi ha baciata?
Come fa a sapere cos’è successo?
Chi è lei??
Continuo a camminare mentre queste domande affollano la mia mente. Non ho neanche più una destinazione…
-Ciao Marina
Alzo lo sguardo.
-Buongiorno Sire…
-Ti ho già detto che non è necessario…
-Scusa…
-Tranquilla… stai andando da qualche parte?
Riesco ad intravedere un piccolo sollevamento agli angoli della bocca. Mi viene da dirgli che non ho nulla da fare, ma poi mi torna in mente la conversazione di poco fa…
-In realtà dovrei incontrarmi con Haldir…
-A… ok, prima di cena devi essere qui, ricordati.
-Certo.
Lo saluto e vado a cercare Haldir, spero che non sia un momento in cui è di guardia!
 
--Legolas--
-Come mai tutto solo?
Mi guarda.
-Cosa intendi?
-Pensavo volessi stare un po’ con Marina…
Alza un sopracciglio. È cambiato qualcosa in lui.
-probabile. Ma doveva vedersi con Haldir…
-Con Haldir…?
-Si, perché?
-No nulla.
Ha il turno di guardia… c’è qualcosa che non va…
-Comunque, cos’hai intenzione di fare con lei?
-Mentre ero via ho pensato a molte cose. A tua madre soprattutto, a quello che mi ha detto. Forse dovrei ascoltarla. Passo il tempo ad essere Re, e non so più come sia poter avere qualcuno con cui essere semplicemente me, tralasciando un poco il miei obblighi… Lei mi affascina. È spontanea. Diversa. Timida, ma che secondo me nasconde molte potenzialità.
-Allora falla tua. Non aspettare.
-Ogni cosa a suo tempo. Non voglio fare cose affrettate… comunque volevo parlare. Dobbiamo chiarire alcune cose.
-Se vuoi vado a chiamarla.
-Vai a vedere se è ancora con Haldir, altrimenti le parlo sta sera.
Vado a cercarla.
 
--Marina--
Accidenti. Ha il turno di guardia.
-Ciao Marina.
Mi giro.
-Ciao Legolas
-stai cercando Haldir?
-Si…
-Ma non dovevate vedervi. Perché hai mentito al Re?
Sgrano gli occhi.
-Lui lo sa.
-No.
-Avevo bisogno di parlare con lui…
-E’ successo qualcosa?
-No…
-Invece si, cosa?
-Davvero, nulla. Non devi preoccuparti.
 
Ho. Bisogno. Di. Aiuto. 

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Capitolo 13
*** incubi ***


--Marina--
-Ricordati…
Mi giro. Continuo a voltarmi non trovo nessuno.
-Ricordati… ricordati… ricordati!
Un sussurro, un eco, un comando.
Continuo a voltarmi. Inizio a correre, quella voce continua a seguirmi, mi perseguita. È più forte. È tormento. È un unico urlo, la testa mi scoppia.
 
Mi sveglio di soprassalto. Affanno. Sono spaventata. Era molto reale.
Ho paura.
 
--Legolas--
-Legolas, vai a svegliare Marina. Oggi riprendo a farle lezione…
Vado verso le camere.
Trovo Marina seduta per terra che disegna. Ci sono fogli colorati sparsi ovunque. È frenetica, mi sembra quasi che pianga.
-Marina…
Si volta di scatto. Cerca di asciugarsi in fretta le lacrime. Si alza.
-Sei sicura di star bene…?
-Si, tranquillo… tutto a posto…
Non è vero. Glielo si legge in faccia.
-Cos’è successo?
-Nulla.
-Invece si. Devo per forza informare il Re o mi dici cos’hai?
Le si gonfiano gli occhi.
-Non farlo…
Sussurra.
-Allora dimmi che succede…
-Non posso…
-Perché?
Non risponde.
Credo che qualcuno l’abbia minacciata. Chi?
-Facciamo così. Tu pensaci, ma se non ti fidi di me almeno parla con Haldir.
-Io mi fido di te. Non posso dire a nessuno cos’è successo.
-Adesso vieni. Hai “lezione” con il Re. Dopo ne riparliamo, ok?
-Ok…
-Vieni, ti do una mano a sistemarti. Hai un’aria stravolta.
Cerca di sorridermi…
 
--Thranduil--
Mi sembra un po’ distaccata.
Non partecipa più tanto come prima e quasi non mi guarda.
Quello che è successo l’altra notte l’abbiamo chiarito. Ci stiamo dando del tempo. Quindi non credo sia per quello che sta’ così male.
-E’ successo qualcosa?
-No Sire… cioè... no.
-Allora perché sei così sofferente?
Non risponde. Mi nasconde qualcosa.
-Se devi dirmi qualcosa sai dove trovarmi.
Annuisce.
Torno al palazzo, lei va al suo albero.
 
-Di recente Marina ti ha parlato di qualche suo disagio?
Mi verso un bicchiere di vino e mi giro.
-No Sire.
-Legolas?
-Nemmeno a me. Però questa mattina l’ho trovata per terra in mezzo a tanti disegni con aria disperata. Mi sa che non ha dormito tutta notte…
-Cosa può esserle successo?
Haldir guarda me poi Legolas.
-Non saprei, quando sei tornato era contenta. Poi è crollata…
-Dovete scoprire cos’è successo. Non è normale questa cosa. Non deve mai essere sola, ma non deve sapere che voi siete lì. Seguitela.
Haldir fa un inchino e poi si congeda.
 
--Marina--
Mi siedo al mio solito albero.
Mi rannicchio. Mi dà tranquillità questo posto.
Spero che qui non mi trovi.
L’incontro con quell’elfa mi ha fatto mettere in discussione molte cose.
Perché sono qua? Tra tutto è questa la domanda che mi preme di più. Non riesco a trovare una risposta…
Forse dovrei parlarne con loro.
Forse no.
Devo. Farmi. Aiutare.

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Capitolo 14
*** nomi e conti ***


--Marina--
-Dobbiamo darti un nome.
Sono seduta al mio solito albero mentre osservo gli animali.
Mi prende per mano, lo seguo.
-In che senso?
-Devi avere un nome elfico, visto che sei un’elfa; e sarà con quel nome che verrai sempre chiamata.
Annuisco.
Legolas si ferma e mi guarda.
-Prima però devi dirmi una cosa…
Lo guardo. Aspetto che prosegui.
-E’ un po’ che ti comporti in modo strano. Sei remissiva. Di solito il Re non è così paziente, quindi sarebbe meglio che tu ci dicessi cosa sta’ succedendo. Non vedermi come il figlio del Re, vedimi come amico. Con me puoi parlare.
Lo guardo. Non mi si gonfiano più gli occhi.
-si vede che a poco a poco assumi anche il comportamento di un elfo…
Accenno un lieve sorriso.
-ok, pensaci ancora davvero. Ti puoi fidare.
Proseguiamo verso la sala del trono dove Thranduil già ci aspetta con un bicchiere di vino in mano…
 
--Thranduil--
-Ciao Marina.
Si inchina. Saluto Legolas.
-Legolas ti ha già informato del motivo per cui sei qui?
-Si
Bevo un sorso di vino. La guardo. È diversa. È rigida, severa.
In questo periodo cerco di atteggiarmi come prima, ancora freddo e severo. A lei riservo un trattamento più leggero, non riesco ad essere troppo duro con lei.
-Ho pensato a vari nomi e ne ho trovato uno che reputo adeguato a te.
Bevo un altro sorso di vino e aspetto che abbia una reazione, una qualsiasi.
Mi fissa.
Non riesco a capire cosa stia pensando…
-A che nome hai pensato?
Mi rigiro.
-Pensavo a Calien, cioè luce.
Sorride.
-E’ molto bello.
È quasi un soffio.
-Ti va bene questo nome?
-L’hai scelto tu giusto?
-Si.
Mi fissa e sorride.
-Che ne dici?
-Per me è perfetto.
-D’ora in poi verrai chiamata con il nome Calien e non più Marina.
China il capo. Le prendo il mento con la mano e le alzo la testa. La fisso profondamente negli occhi. Lei fa lo stesso.
-Ora… dovrei andare…
Sospira. Tolgo la mano. La lascio andare. C’è ancora tempo.
Calien esce. Rimango con Legolas.
-Seguila. Attento a non farti vedere.
-Subito!
Prendo altro vino.
 
--Haldir--
-Ciao Sorella!
-Ciao Fratello!
La abbraccio.
-Ora sono libero. Ti va di fare un giro?
-Ok
Camminiamo lungo una delle vie. Si sentono il canto degli uccelli, lo scorrere dell’acqua e il fruscio del vento tra i rami.
-Oggi il Re mi ha dato un nuovo nome.
Ha un’aria rigida…
-Che nome hai scelto?
-Me l’ha dato lui.
Sorride.
-Gli piace il nome Calien. Ora questo è il mio nome.
-E’ un bellissimo nome.
Si stringe a me. Ha bisogno di un abbraccio.
La stringo a me. Sta’ cambiando, ma ha comunque bisogno di protezione.
 
--Legolas--
-E’ con Haldir.
-Bene, perlomeno non è sola.
Irrigidisce la mascella. Speriamo non perda la ragione…
-Sei riuscito a farti dire cosa le succede?
-No, però ho iniziato a farle usare le armi. Le sto’ insegnando a combattere e la cosa sembra interessarle molto. È cambiata…
Drizza la schiena.
-Credo che voglia difendersi da qualcosa…
-O qualcuno…
Si gira. Ora ne siamo certi.
Qualcuno l’ha minacciata.
 
--Marina--
È emozionante.
Ora posso fare qualsiasi cosa.
Ogni movimento non è più impacciato. Tutto è più lineare e fluido.
Me la cavo abbastanza a combattere. Imparo molto molto infretta…
Come dopo ogni allenamento vado a sedermi al mio albero. Sono tranquilla, rilassata. È come se non avessi più paura di nulla.
Sto’ iniziando a farmi paura.
 
-Buongiorno…
Ancora lei…
Mi alzo.
-Che vuoi?
Il mio tono ora è più incisivo, duro.
Compare dagli alberi.
Ha dei lunghi capelli neri, la pelle è chiara.
-Ti avevo detto di non fare passi falsi…
Gira intorno a me.
-Carino il tuo nome. Ma potrebbe avere anche la mia approvazione se non l’avesse scelto il Re… Stagli lontana.
-Non posso è il mio Re.
-Allora vattene.
-Non intendo andarmene.
-Perché vuoi prendere la via più difficile?
Si ferma davanti a me.
-Non volevo arrivare fino a questo punto… evidentemente devo sfregiare il tuo bel visino…
Estrae i pugnali.
Io non ho armi.
Si lancia su di me. La schivo.
Iniziamo a combattere. Più che altro io cerco di difendermi e schivare i colpi e i pugnali.
Uno però non lo schivo. Il pugnale mi entra nella spalla destra. Rimango intontita per un attimo e capisco che non vuole cacciarmi, ma eliminarmi. La rabbia mi acceca e mi lancio su di lei per difendere la mia vita. Sento il sangue sul braccio. Cerco di andarmene. Non ce la faccio a resistere ancora.
Sento un altro pugnale. Questa volta mi arriva nella schiena, in basso a destra.
Mi giro. Prendo il pugnale dalla mia schiena e lo lancio verso di lei. Le arriva al petto. Sgrana gli occhi. Non se l’aspettava. Lei inizia a correre.
Mi riavvicino a fatica verso l’albero. Mi siedo, come sempre. Aspetto.
Non ce la faccio più.
Chiudo gli occhi…

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Capitolo 15
*** buio ***


--Thranduil--
-Legolas, hai visto Calien?
-No…
-Doveva già essere qui. Dov’è finita??
Andiamo a cercarla.
Io, Legolas e Haldir andiamo al suo albero. Sicuramente sarà lì.
Sono in ansia. Non ha mai disubbidito. Oggi è la prima volta, forse devo cambiare atteggiamento con lei ed essere più duro come per gli altri…
 
Quando arriviamo lo scenario che si presenta è orribile. L’erba è macchiata di sangue elfico e vediamo scorgere una testa da dietro l’albero. Tutt’e tre siamo basiti.
La mia ansia aumenta. Mi avvicino all’albero sperando di non trovare quello che credo…
-Presto! Venite qui!
Calien è semisdraiata con la schiena appoggiata all’albero piena di sangue.
Ha gli occhi chiusi. Il battito è rallentato.
La prendo in braccio e corro dentro il palazzo seguito da Legolas e Haldr.
Urlo alle guardie. Andiamo in una sala. Cerchiamo di curare le ferite. Sono profonde.
Non sappiamo se si riprenderà. Ha perso sangue, troppo sangue…
Facciamo tutto il possibile, ora dipende da lei. Dalla sua forza di volontà…
È distesa su un letto. Non si muove. Io sono seduto su una sedia alla sua destra. La guardo, non dico nulla. La guardo e basta.
Cos’è successo? Perché qualcuno avrebbe dovuto farle del male? Perché?
Devo scoprire chi ha fatto questo…
Sono arrabbiato con me stesso, non avrei dovuto lasciarla sola. Avrei dovuto imporle di stare qua dopo ogni allenamento o uscita con Legolas o Haldir… del resto non possono sempre essere con lei…
Non posso perdere anche lei. Non posso.
Solo che io ora non posso fare più nulla. Deve essere forte, deve aver voglia di vivere. Spero che ne abbia…
La guardo. Resto immobile. Non dico nulla.
 
--Haldir--
Mia sorella… mi sono affezionato un sacco a lei dalla prima volta che le ho parlato e sono contentissimo che lei mi consideri come un fratello e che io possa considerarla come una sorella.
Ora mi sento male. Voglio il suo abbraccio. Voglio poterla stringere ancora, poterla consolare. Avrei dovuto essere più attento, mi sento in colpa. Dovevo proteggerla.
 
-Sire…
Non risponde. Attendo…
-Dimmi…
Sgrano gli occhi… in teoria dovrebbe essere lui a dire qualcosa a me.
-Cosa possiamo fare?
È rigido.
-Trovate chi ha fatto questo e portatelo da me!
-Sarà fatto!
Deve pagare chiunque sia stato.
Lo troverò.
Avrà la punizione che si merita.
 
--Legolas--
Le avevo detto come fare. Le ho insegnato a difendersi, a combattere…
Forse non l’ho fatto nel modo giusto.
Dovevo lascarle le armi…
-Figlio…
-Si Adar…
Non distoglie gli occhi da lei.
Sono veramente abbattuto, chi potrebbe volerle male?
-Va’ con Haldir, per favore, e trova il responsabile. Ci saranno serie conseguenze!
-Con molto piacere.
Vado a cercare Haldir e a trovare questo mostro…
 
--Calien--
È buio. Molto buio. Non vedo nessuno. Sono sola. Dove sono?
Questo non è il mio albero.
Dov’è il ruscello? Dove sono? Dove sono??
C’è qualcuno? Nessuno risponde.
Sono sola.
Cado. Continuo a cadere.
Nessuno mi prende, nessuno mi salva.
Sono sola, ma dove sono?
È troppo buio, non vedo niente.
Mi hanno abbandonata. Piango.
No, non è vero. Sento una mano.
Sento una mano sulla mia mano. Ma non c’è nulla. Non vedo nulla.
Però sento quel calore.
Sento una voce.
No, è la mia testa.
Eppure quella voce l’ho già sentita.
Sto’ morendo.
No, solo se cado.
Ma io sto’ cadendo.
Morirò?
Non se mi aggrappo.
E se cado ancora?
Cerco di risalire.
E se tutto mi crollasse addosso?
Ma qui non c’è nulla.
Apri gli occhi!
Sono aperti, ma è buio. Non vedo nulla.
Qualcosa si stringe più forte alla mia mano. La sento bagnata.
Ma non vedo nulla. È buio.
Non vedo nulla.
È troppo buio…

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Capitolo 16
*** cado ***


--Thranduil--
Ti prego. Ti prego. Ti prego. Ti prego.
Svegliati.
-Svegliati… svegliati…
Svegliati…
-Ti prego…
Ho le lacrime agli occhi.
-Svegliati… per favore…
Per favore…
-Svegliati… Fallo per me… fallo per te…
Ti prego.
Torna da me…
 
--Legolas--
È da due giorni che cerchiamo ininterrottamente e non abbiamo trovato altro che tracce di sangue…
Seguiamo la scia. Si interrompe continuamente.
Dobbiamo trovarlo.
 
-Legolas, vieni qui!
Mi volto. Haldir mi guarda. Non riesco a decifrare il suo volto.
Lo raggiungo.
Sospiro.
L’abbiamo trovata…
-Troppo sangue elfico sparso…
-Troppo.
-Vado ad avvertire il Re.
-Dobbiamo farla curare…
Haldir si ferma. Mi guarda.
-Legolas… non possiamo fare più nulla per lei… lo sai…
-Dobbiamo provare… ora che la vedo… ho pietà…
-Va bene…
L’elfa è sul prato. Fatica a respirate. È piena di sangue, ha un pugnale nel petto.
Calien ha cercato di difendersi.
Provo pietà per quest’elfa, ma mi fa salire la rabbia.
 
--Thranduil--
-Mio signore…
-Dimmi Haldir…
-L’abbiamo trovata.
Mi giro lentamente, per la prima volta dopo giorni.
-Dov’è?
-Sta’ morendo.
-Sai chi è?
-Non vuole rispondere a nessuna domanda.
-Stai qua con lei. Io torno subito.
Si inchina e si siede al io posto.
 
--Calien--
Cado.
Non stai cadendo.
Certo che cado.
No, qua non c’è nulla.
Allora cosa sono?
Non sei nulla.
No, io esisto.
Non più.
Invece si.
Non sei niente.
No.
Dove sono?
Sei nel vuoto.
Che mi succede?
Sto’ morendo.
Non è vero.
Io ho speranza.
Non ne hai più.
Si invece.
Non ne hai abbastanza.
Tornerò.
Devi volerlo.
Sto’ cadendo.
Perché non mi salva?
Ti ha già salvata.
Quando?
Sempre.
Ma io cado.
Cado…

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Capitolo 17
*** luce ***


--Thranduil--
Per favore.
Svegliati.
 
-Adar…
-Dimmi…
-Perché non vai un po’ a riposare? Resto io con lei…
-No… voglio essere qui quando si sveglierà.
Esce dalla stanza.
 
L’elfa non ha voluto dirci il suo nome. Non so chi sia… anche se mi ricorda qualcuno, qualcuno di un lontano passato… sta’ morendo. Ho accettato di tenerla qua e cercare di alleviarne la sofferenza, anche se vorrei essere io ora a fargliela pagare.
Calien è stata brava. Non ha attaccato lei, si è solo difesa. È riuscita a colpirla, almeno così abbiamo trovato la responsabile.
 
--Haldir--
 -Non vuole schiodarsi…
Annuisco…
-Si riprenderà…
Mi guarda.
-Lo spero… E’ troppo tempo che “dorme”…
Alzo lo sguardo. Ho le lacrime agli occhi. Ha ragione. Non voglio perdere la speranza.
-Io credo in lei…
-Anch’io.
Mi mette una mano sulla spalla.
Ti prego, Sorella mia, svegliati!
Sveglati!
 
--Calien--
Svegliati!
Sono sveglia.
Hai gli occhi chiusi.
No, sono aperti.
Ma non vedo nulla.
Aspetta.
Cos’è?
Cosa?
Quello!
Non c’è nulla!
Invece si.
Cos’è?
Una luce?
No.
Si, è bianca.
Vedo.
Non cadere.
Sto’ cadendo.
No, non correre.
Sto’ correndo.
Non farlo.
Tornerò.
Non così.
Scappa.
Non voglio.
Resisti.
Corri via.
E dove?
Via.
Ma c’è solo quella luce.
Non abbracciarla.
Cosa succede?
Ti sta’ prendendo.
Respira!
Respira!
Apri gli occhi!
Vai via da qui!
La vita ti attende.
Non cadere!
Non cadrò…

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Capitolo 18
*** viva ***


--Calien--
Lo vedo.
Non vedi nulla.
Invece si.
È un’illusione.
No, è reale.
Posso sentirlo.
Posso percepirlo.
Sono viva.
No.
Sono qui.
No.
Respiro.
Sono qua.
Sono io.
Sono viva!
 
--Thranduil--
Svegliati!!
La guardo. È sempre immobile.
Le stringo la mano.
Ti prego, ti prego, ti prego.
Svegliati.
Svegliati…
Svegliati…
 
--Calien--
La mia mano.
La posso sentire.
È calda.
Qualcosa mi tocca.
Lo sento stringere.
È una mano.
La stringo anch’io.
Ci sono!
Sono qui!
Apri gli occhi!
Ora li apro.
Li apro.
Io vedo!
Io sono viva…
 
--Thranduil--
Guardo il letto.
Sento la mia mano stringersi lievemente.
La guardo, sgrano gli occhi.
Guardo il suo volto.
Sta aprendo gli occhi.
Si guarda intorno.
Posa gli occhi su di me e sorride.
-Sei qui…
È un soffio…
-Sempre…
Mi avvicino a lei e le do un bacio sulla fronte.
Mi accarezza la mano mentre continua a tenerla.
-Cos’è successo?
-Sei stata in coma per una settimana…
Annuisce e abbassa lo sguardo.
-Posso alzarmi?
-Vuoi provare?
-Si…
-Sei sicura?
Mi sto per mettere a piangere.
Abbasso io lo sguardo.
Mi prende il volto con la mano sinistra.
-Non piangere… sono qui…
Mi scendono delle lacrime…
-Ho avuto paura di perderti…
Mi sorride.
-Sono qui…
 Ho pensato molto mentre lei era in coma. Ho deciso di farla mia. Per sempre.
Si mette a piangere anche lei…
-Cos’ho fatto…?!
La guardo stupito.
-Ho ucciso un’elfa…
Piange.
La abbraccio, cerco di consolarla.
-Ti sei solo difesa. L’hai ferita. L’abbiamo trovata. Non ti farà più del male.
-Si, ma io l’ho uccisa!
-Stava uccidendo te, ti sei difesa. Non hai colpe.
Si stringe a me.
La stringo a me.
-Avevo paura di non rivederti più…
-Anch’io…
La guardo.
Mi guarda.
Si avvicina a me.
Mi avvicino a lei.
La bacio. Lei ricambia.
 
-Ti voglio mia.
-Lo sono già.
Sorrido.
-TI va di fare una sorpresa ad Haldir e Legolas?
-Certo!
Non si perde mai d’animo.
-Allora ci alziamo.
Sorride.
Sorrido.
Sono felice.

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Capitolo 19
*** perdono e scoperte ***


--Haldir--

L’elfa non ci dice il suo nome. Sta’ morendo…

Vorrei sapere chi è… sapere perché l’ha fatto…

Com’è possibile che ci sia così tanta cattiveria in un individuo solo…

 

-Buongiorno…

Io e Legolas ci giriamo.

Sgraniamo gli occhi.

Lei…

Lei è sveglia!

-Sorella!

Corro da lei ad abbracciarla.

Mi da’ un bacio sulla guancia.

Mi sento sollevata.

Ce l’ha fatta.

-Quando ti sei svegliata?

-Si è svegliata poco fa…

La abbraccio più forte. Sussulta.

 

--Calien--

Sento male.

Ora ricordo. I pugnali.

Mi tocco il fianco. Ho una cicatrice.

-Quelle ti rimarranno…

Annuisco.

-Lei dov’è…?

Sgranano gli occhi.

-Dovresti essere arrabbiata…

-Infatti lo sono. Però ormai quel che è successo è successo… l’ho ferita… vorrei sapere come sta’ visto che io non volevo ucciderla. Non voglio essere al suo stesso livello…

Mi fissano. Perché non rispondono?

-Calien… Non è stata colpa tua…

Guardo Legolas.

-In che senso?

-Ti sei solo difesa…

-Dov’è?

-Nell’altra stanza.

-Allora l’avete trovata.

-Si…

-Cosa le farete?

Thranduil mi prende per il fianco.

-Non possiamo fare nulla…

Sgrano gli occhi…

Haldir mi prende la mano.

-Quindi…

-Non è stata colpa tua.

-Invece si. Io non volevo ferirla a morte… volevo solo fare in modo che la trovaste…

-Non colpevolizzarti.

-Posso vederla?

-Ne sei sicura?

-Si.

Mi portano da lei.

 

Ci sono alcuni elfi intorno al letto… credo siano come dei medici… o curatori… non so come chiamarli.

-Sire

Thranduil lo guarda.

-Non supererà la notte.

-Uscite tutti.

Lo guardano un momento spaesati, poi ubbidiscono.

Mi lasciano sola.

Sola con l’elfa.

Mi siedo sulla sedia di fianco a lei.

Ansima lievemente.

A fatica parla.

-Allora… ce l’hai fatta…

-Perché?

Sorride.

-Io non sono reale… è… difficile da spiegare (deglutisce). Ti ho messa alla prova…

-Perché io? Tu chi sei…?

Sono confusa…

-Io ero un’elfa… mi chiamavo Cuinie…

Sgrano gli occhi…

-Thranduil deve averti già raccontato la mia storia…

Deglutisce e poi prosegue a fatica.

-Non so come ma mi sono ritrovata nuovamente in vita, mi è stato dato poco tempo a disposizione. Dovevo vedere che persona sei tu… E sei una persona completa.

-Ma…

-Ho già parlato con Thranduil… lui sa tutto. Fallo tuo, per sempre.

-E tu?

-Io sono morta da tanto tanto tempo. Non piangere per me, per chi ha già dato tutto. Ti chiedo solo una cosa…

-Ti ascolto.

-Salutami mio figlio…

-Lo farò.

Mi alzo.

Mi afferra il polso.

-Non avere rancore.

-Io ti perdono.

Mi sorride.

Mi tira verso di sé e mi sussurra all’orecchio.

-Proteggili.

-Lo farò.

-Grazie.

Le sorrido.

Le accarezzo una guancia.

Lei mi guarda.

Si spegne…

Le accarezzo la mano.

Mi risiedo.

Non doveva andare così…

 

--Thranduil--

-Ti ha detto tutto?

-Si…

Vado verso di lei.

-Vieni.

-Lei… io non…

-Lo so che è difficile da capire.

-Gli altri…

-Non sanno nulla. E non devono sapere nulla.

-Mi ha chiesto di salutarle suo figlio…

Le sorrido.

-Questo si può fare. Ora vieni…

-Non voglio lasciarla sola…

-Devi lasciarla andare.

Le scappano due lacrime. Gliele asciugo.

La prendo in braccio.

Do un ultimo sguardo a Cuinie.

Mi manca.

Ora capisco perché Calien è qui.

Lei me l’ha mandata…

Sorrido.

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Capitolo 20
*** vita ***


~~--Thranduil--
Abbiamo sepolto Cuinie, di nuovo.
Legolas è sconvolto. Ora lei gli farà da madre, se lui lo vorrà.
Cuinie mi manca e non la dimenticherò. Mi ha fatto capire molte cose.
Ora posso andare avanti.
Guardo la sua tomba…

--Legolas--
Mia madre…
Mi prende il volto tra le mani e annuisce.
-Ti saluta.
-Perché non mi ha detto che era lei?? Perché non ha voluto che io stessi con lei??
Piango.
Calien mi abbraccia, un abbraccio consolatorio.
Mia madre le ha affidato il compito di proteggermi suppongo, altrimenti non sarebbe qui…
Forse ora potrei avere quello che mi è stato tolto…

--Calien--
-Come sta?
-E’ confuso…
Mi giro. Si avvicina a me.
È vicinissimo a me.
Thranduil mi mette un braccio intorno ai fianchi.
-Capirà…
-Dovresti parlargli…
-Ci andrò…
-Ha bisogno di te…
-Anche di te.
Sorride, ricambio.
Ci guardiamo. Sono sguardi intensi, son0o calamite.
Si avvicina a me, io mi avvicino a lui.
Ci baciamo. È un bacio passionale e frenetico.
Mi prende in braccio mentre continua a baciarmi, mi tengo a lui stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi. Gli tengo la testa con le mani.
Ci sdraiamo sul letto, lui è sopra di me.
Mi bacia il collo e scende.
La luna risplende sui nostri corpi.

--Thranduil--
È mattino, sono svegliato dal calore del sole.
Calien è di fianco a me. La sua testa è sulla mia spalla destra e la sua mano sinistra è sul mio petto.
È bellissima.
-Buongiorno…
Strizza gli occhi, alza la testa e mi sorride.
Le do un bacio.

--Haldir--
-Sorella
-Fratello!
Corre verso di me e mi abbraccia. Bisogna rivedere i comportamenti elfici, soprattutto il contegno. Però a me piace che lei sia così.
-Come stai?
-Molto bene.
-Haldir?
Ci giriamo è il re.
-Buongiorno Sire…
Il re guarda Calien che si rigira verso di me.
-Ora devo andare…
Va verso il re che la prende sotto braccio.
-Ti aspettiamo per il banchetto.
-Banchetto?
-Si. Questa sera.
Accenno con il capo, sorrido a Calien e torno ai miei doveri.

--Calien--
-Dobbiamo farlo per forza?
-E’ tradizione.
-Le tradizioni possono essere rotte.
Mi guarda stupito.
-Sentiamo, allora, come si potrebbe fare?
Stringo gli occhi. Lui incrocia le braccia e io faccio lo stesso. Domanda trabocchetto.
-Semplicemente non facciamo il banchetto.
Alza un sopracciglio-
-Si fa così tra umani?
Sorrido.
-Vuoi che ti spiego come si fa?
-Certo.
Mi alzo e vado verso di lui. Gli prendo la mano.
-Due persone che si piacciono iniziano a frequentarsi. Poi, se tutto va bene, dopo un po’ si arriva alla proposta di matrimonio.
Gli prendo la spalla e cerco di farlo abbassare, mi guarda mele, io gli sorrido e riesco a farlo mettere in ginocchio. Proseguo.
-Lui si inginocchia davanti a lei. Prende un cofanetto dalla tasca, lo apre. Dentro c’è un anello. Lui le chiede la sua mano.
Si rialza.
-Sistema complesso… ma interessante.
Mi sorride.
Lo bacio.

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Capitolo 21
*** annuncio ***


--Calien--
-Non posso indossare qualcos’altro?
-E’ tradizione.
-Ti ho già detto come la penso sulle tradizioni…
Mi cinge la vita con le braccia.
-Provalo…
-Già fatto.
-Stavi bene.
-Non mi sento a mio agio.
-Ti fidi di me.
-Da sempre.
 
--Thranduil--
Il banchetto sta per cominciare.
Calien non ne è felicissima. Oltretutto l’ho costretta a mettere l’abito, almeno sta sera.
 
-Buonasera sire
E’ Haldir.
Calien lo vede e gli va incontro.
Parlano per un po’, non li raggiungo… sto aspettando Legolas.
 
--Legolas--
Ok, ora sorridi, scendi le scale e sii felice durante tutta la serata.
Non ci riesco.
Sono felice, finalmente mio padre sarà come prima. Come quando ero piccolo ed era pieno di gioia e io potrò avere qualcuno da cui andare anche solo per un abbraccio.
Mi manca mia madre… però forse anche lei vorrebbe che io ricominciassi e fossi felice.
Devo parlare con mio padre…
 
Stanno arrivano i vari invitati. Raggiungo mio padre.
Resto con lui. Parliamo un po’.
Spero capisca.
 
--Haldir--
-Sorella.
-Lascia perdere il formalismo elfico.
Mi abbraccia.
-Come va in questi giorni?
-Io sto meglio. Il re è ancora più protettivo e Legolas è confuso…
-Vedrai che si riprenderà.
Sorride.
 
--Calien--
Il banchetto è iniziato.
Ci sono tantissimi elfi!
Non tutti sono del regno.
Thranduil mi presenta Elron, di Gran Burrone e sua figlia, Arwen, molto giovane, credo che sarebbe un’adolescente tra gli umani, Galadriel…
E dopo una sfilza di elfi, di cui non ricordo tutti i nomi, mi presenta uno stregone: Gandalf. È interessante. Mi fermo a parlare con lui. Mi piacerebbe conoscerlo meglio.
Avrò tempo nei prossimi giorni.
È arrivato in momento dell’annuncio…
 
--Thranduil--
Richiamo l’attenzione su di me.
Sono in piedi. Calien si alza, è alla mia destra.
-Molti di voi si staranno chiedendo perché si trovano qui. Altri, invece, avranno già capito.
Guardo tutti gli invitati. Alcuni sorridono, altri sono scrupolosamente attenti e cercano di capire.
Guardo Calien e le prendo la mano.
-Lo scopo di questo ritrovo è annunciarvi che dopo molto molto tempo, il regno avrà ancora una regina.
Sembrano contenti. Anche Calien mi guarda e sorride, l’annuncio che ho fatto non era tradizionale.
 
Anche Legolas mi sembra più sollevato.
La serata prosegue tranquilla.

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Capitolo 22
*** Mondo ***


--Calien--
-Quindi da dove vieni?
-In realtà non arrivo da nessun luogo… viaggio per il mondo.
Il modo… mi illumino.
-Il mondo… com’è?
Sono curiosissima. Da quando sono arrivata non ho mai visto il mondo fuori dalle mura…
-Beh, è vasto. Composto da vari popoli. Ci sono i nani, che scavano nelle montagne. Gli uomini, che vengono raggiunti dalla morte. Voi elfi, le creature più saggie. Gli stregoni, divisi in categorie… e poi… e poi ci sono gli hobbit…
-Hobbit?
-Si… assomigliano a dei bambini come dimensioni. Stano per conto loro e non si badano del mondo esterno… e siamo veramente in pochi a conoscerne l’esistenza…
Wow! È tutto veramente emozionante!
Voglio vedere il mondo.
Voglio conoscere nuove persone.
Solo che…
Devo chiedere a Thranduil…
 
--Thranduil--
-Vieni pure…
È Calien. Ha un’espressione strana…
-Thranduil…
Chino lievemente il capo.
-Io… io…
Sussurra.
-Tranquilla. Dimmi pure senza problemi.
Mi avvicino… sembra ancora più spaventata. Mi fermo.
Fa un respiro. Mi fissa negli occhi. Assume un atteggiamento deciso.
-Thranduil, io…
Fa un respiro.
-Voglio vedere il mondo.
Lo dice tutto d’un fiato.
Mi ha colto impreparato.
Anche se in fondo sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato… Non sono sicuro di volerla lasciare andare per ora… c’è il rischio che si faccia male. Non credo sia pronta. Prima deve essere preparata… Anche se in realtà mi incuriosisce… e se invece fosse in grado di cavarsela da sola? Non saprei… La lascerei anche andare… ma devo essere sicuro che tornerebbe da me. Ho paura che qualcuno le faccia del male o che la influenzi… non ha esperienza.
Mi avvicino al tavolo della nostra camera. Prendo del vino.
-Dimmi, cosa vorresti vedere?
Capisco che non si aspettava questa domanda come risposta.
-Vorrei andare a conoscere gli Hobbit, vedere come vivono gli uomini, vedere come si comportano i nani, andare a conoscere altri elfi… e magari incontrare gli altri stregoni. Magari potrei partire con Gandalf!
Rischio di strozzarmi col vino… non me l’aspettavo quest’affermazione…
Non è una cattiva idea però…
-Uhm… E quando torneresti?
-Quando sentirò il richiamo della mia casa…
Mi giro.
-La tua… casa…?
Non ho ben capito cosa intende.
Mi sorride. Si avvicina. Mi prende il volto con le mani.
-Quando mi mancherai così tanto che sarò costretta a tornare qui.
Mi stupisce ogni giorno. È semplice e sincera.
Le prendo le mani.
Chiudo gli occhi. Appoggio la mia fronte alla sua.
-Allora che bisogno c’è di partire…?
-Voglio vedere chi c’è fuori.
Ok, è decisa a partire e lo farà comunque prima o poi.
-Mi prometti che tornerai?
Mi prende il volto dal mento con la mano destra.
-Certo che torno! Sei tu la mia casa adesso.
No, sei tu la mia casa.
La abbraccio.
 
--Calien--
Esco. Torno al mio albero… è da un sacco che non torno più in questo posto. Ci sono ancora i miei acquerelli. Sorrido. Mi siedo. Stanno tornando gli animali.
 
-Quindi hai deciso di partire?
Mi giro, Haldir…
-Si…
Si siede di fianco a me.
-Ma?
Lo guardo.
-Non lo so. Credo che Thranduil non sia proprio contento… cioè, in realtà non credo che voglia farmi andare… Io voglio partire, perché voglio vedere cosa c’è fuori da qui; e una parte di me però mi dice resta, non hai bisogno di vedere altro, ti basta quello che hai qui… Sono confusa…
Mi guarda.
-E se non partissi da sola?
-Ho proposto a Thranduil di partire con Gandalf… solo che non sono riuscita a capire se era una buona idea…
-Sai, Gandalf è uno stregone, un po’ bizzarro, e poco prevedibile… non ha una casa fissa, viaggia continuamente, e se viene chiamato da Saruman deve muoversi in fretta per raggiungerlo…
Mi lascio andare sul tronco.
-Potresti proporgli tu di dirti con chi puoi andare.
Sorrido. In effetti potrei. Oppure potrei chiedergli se viene lui con me… ma non potrebbe… deve pensare al regno…
 
--Thranduil--
-Adar…?
Mi giro.
-Mi hai fatto chiamare…
-Si. Devo chiederti un grosso favore.
Mi guarda, sta aspettando. Non saprei a chi chiedere se non a lui.
-Calien vuole vedere il mondo.
Sgrana gli occhi, nemmeno lui se l’aspettava.
-Non voglio mandarla in giro da sola e se anche andasse con Gandalf sicuramente lui avrebbe i suoi affari e lei rimarrebbe comunque da sola.
-Effettivamente… del resto è uno stregone…
-La accompagneresti tu?
Mi fissa per un po’…
-Io?
-Sei l’unico di cui possa fidarmi.

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