Srong, Crazy, Rebel.

di Aubrey28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO




"No, tu non ci andrai! E niente ma. Torna subito in camera tua!" Urla furiosa.
"Non potrete tenermi chiusa in gabbia per sempre." Controbatto fra i singhiozzi sbattendo la porta di camera. Odio stare qua. Mi tengono rinchiusa come se fossi pazza. Forbici, appunta lapis, tagliacarte, rasoi... Mi hanno sequestrato tutto.
"Lo facciamo per prevenire le tue sciocchezze." dicevano. Ma non prevedevano che avrei avuto il coraggio di buttarmi dalla finestra. Sfortunatamente il mio piano falli e anche tutte le finestre della casa furono sigillate. Una cazzo di gabbia. Un cazzo di manicomio per una pazza suicida. Ma loro non capiscono. Se non mi faranno uscire io il modo di uccidermi lo troverò e certamente non aspetterò il loro consenso. Stronzi ipocriti. Manca poco all'inizio della scuola ma ovviamente loro non vogliono mandarmi.
"Nessuno può controllarti."
"Sei debole. È rischioso stare lontana da casa."
"Non se abbastanza matura." Coglioni. Rinchiudendomi qua dentro non farà che peggiorare le cose. Sto per fare una pazzia. Rischierò. Devo uscire da qui. Recupero il coltello nascosto sotto il letto e lo nascondo nella manica della felpa. Scendo a passo felpato le scale e lentamente entro nella fredda cucina della casa di mia madre. Lei è ancora lì: tamburella nervosamente con le dita sul tavolo mentre con l'altra mano trattiene vicino alla bocca una tazza di tè fumante che sorseggia mentre sfoglia il giornale.
"Mamma." sussurro con freddezza. Lei alza lo sguardo inespressivo. Mi sta studiando.
"Pretendo che ora tu mi ascolti senza interruzioni." aggiungo con la voce un po più alta. Sto cercando di sembrar decisa ma il tremolare della mia voce mi tradisce. Lei con un cenno del capo mi invita a continuare. Faccio un passo avanti.
"Voglio uscire da qui."
"Ros..."
"Senza interruzioni!" urlo. Lei rimane pietrificata vedendo il coltello che sventolo come minaccia. Deglutisce e torna a fissarmi.
"Non vi chiedo tanto. Voglio solo iniziare la scuola come tutti gli altri. È l'ultimo anno. Voglio solo farmi degli amici. È la mia ultima occasione. Vi scongiuro, non ne posso più. Non sto più vivendo! È solo il mio corpo che si muove!" Ormai sto piangendo. Il coltello è ancora alto minaccioso ma la mano con cui lo stringo trema. Sembrerò patetica.
"D'accordo. Ma se succede un solo piccolo incidente torni chiusa in casa, anzi, non uscirai più da camera tua." Sbuffa. Annuisco indecisa e un debole sorriso sorge sulle mie labbra. Ci sono riuscita! Dovrei essere felice ma ora sono solo spaventata. E se non riuscissi a farmi degli amici? Di sicuro non voglio che conoscano questa parte di me. Fingerò se necessario. Voglio tanti, tantissimi amici. Sono stanca di star sola. Rischierò ma tanto vale provare. Non ho niente da perdere. Fra 5 giorni inizia la scuola e ci sarò. Sarò fuori da qui, indipendente, in mezzo alla gente. Non vedo l'ora!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1


Primo giorno di scuola. Piove. Scusa ottima per portarmi in macchina. Mi lasciano davanti al cancella della vecchia scuola. Una delle meno famose. Una scuola da persone normali. Tutti gli occhi mi sono addosso e anche la lemousine che aspetta insistentemente alle mie spalle non passa inosservata. Mamma ha ordinado a Kevin , il nostro autista, di non partire finché non sarei stata all'interno dell'istituto. Mi avvio velocemente sotto la tettoia per evitare di fradiciarmi poi mi siedo su un muretto vicino dove alcuni ragazzi intenti a fumare si fermano a fissarmi. Cercando di essere il più indifferente possibile mi metto le cuffie e sparo la musica a palla mentre mi rimprovero mentalmente. Dovrei esser qui per far amicizia e mi sto isolando come una cogliona. Ho paura. Paura di non riuscir ad adattarmi. Avevo interrotto bruscamente la scuola quando i miei iniziarono a tenermi chiusa in casa e da quel giorno non ho avuto più rapporti di nessun genere con persone che non fossero i miei, psicologi, cameriere o infermieri. Spero vivamente che qualcuno, chiunque si avvicini a me e si presenti ma non succede. Suona la campanella. Vedo Kevin partire ed entro insieme al branco di scalmanati che mi stanno attorno.

* * * *

Prima e seconda ora: storia.
Ho già studiato questa roba. I miei insegnanti privati sono sempre stati severissimi. Sono molto più avanti col programma ma sicuramente non glielo dico. Col cavolo. Sinceramente non sono qui per studiare al contrario di quello che dicono i miei. Ho già studiato troppo. Il mio compagno di banco è talmente timido che quando mi sono presentata si è messo a ridere nervosamente. Davanti a me sta una ragazza. Lunghi capelli neri sono tirati su in una coda di cavalo stretta da un elastico verde ricoperto di payette dello stesso colore. Ogni tanto alza la mano scuotendola per rispondere ad una delle tante domande della professoressa. Nel farlo scuota i campanellini attaccati ai tanti braccialetti colorati che le ricoprono il polso minuto. La sua voce è dolce e vivace e mette voglia di sorridere. Riesco solo a vedere la maglietta a maniche corte blu elettrico aderente con una fila di payette nere in fondi e i jeans scuri abbinati alle vans nere. Il viso mi rimane nascosto ma ho come la sensazione che sia una bella ragazza. Il fisico già di suo lo è. Invidiabile. 
Sento molti sguardi puntati con falsa indifferenza su di me ma non ci faccio caso o almeno ci provo. È normale. Sono il giocattolino nuovo. Sulla mia destra un ragazzo castano scuro mi fissa insistentemente. È grosso, troppo muscoloso, pallido, occhi neri, ghigno malizioso e fare da bullo. Sarò neanche la metà di lui. Uno scricciolo. Lo guardo infastidita sperando smetta di fissarmi ma al contrario mi fa l'occhiolino e mi squadra da capo a piedi. Sbuffo mi volto a sinistra. Un biondino è intento a finire un pacchetto di patatine col suo compagno che non riesco a vedere. Sorrido a quell'immagine del biondo che divora le sue scorte. Si accorge di me e mi saluta con un sorriso ebete che mi fa ridere. Ricambio il saluto ma non mi volto. Lui sembra offrirmi del cibo che accetto volentieri. Lui si sporge e mi lascia una manciata di patatine alla paprica nella mano. Ringrazio e inizio a sgranocchiare. L'insegnante non si accorge di nulla così provo nuovamente a chiacchierare col ragazzo.
"Come ti chiami?" sussurro sperando mi senta.
"Niall! Tu sei Rose giusto?" sorride cordialmente. Annuisco e mi rigiro verso la lavagna in cerca di una domanda intelligente.
"Più tardi ti faccio conoscere dei miei amici. Vorrai ambientarti immagino." propone. Gentile da parte sua. Sembra un ragazzo per bene.
"Grazie, mi piacerebbe." 
"Ti cerco a pranzo allora."

* * * *

Entro incerta nella sala pranzo. Una ragazza mi accompagna. Precisamente la ragazza che era di fronte a me. Come mi aspettavo è molto bella, con i suoi occhi azzuri e il sorriso contagioso. Si chiama Holly e abbiamo la maggior parte delle ore insieme. Mi sono seduta accanto a lei a biologia e abbiamo chiacchierato tutta l'ora. Ci avviamo all'interno e noto Niall che si sbraccia da un tavolo. Lo saluto e mi avvicino ma poi mi blocco notando lo sguardo sbalordito della ragazza fisso su di me.
"C-che c'è?" chiedo incerta.
"Ha stretto amicizia col biondo?" sussurra avvicinandosi a me come per non farsi sentire.
"Niall?... Si perché?" sono confusa. Cos'ha di male?
"È un ragazzo per bene...lui... La sua frequentazione un po meno." mi avverte.
"Ma ormai mi ha invitata... Non posso rifiutare..."
"io non vengo." 
"Non vorrai lasciarmi da sola?" domando spaventata. Lei si guarda intorno indecisa.
"Ti scongiuro Holly! Solo per oggi!" la supplico. Lei posa il suo sguardo indeciso sul mio.
"Ok. Ma non si deve ripetere." 
"Graziee!" saltello eccitata. Torno seria e ci avviamo al tavolo. Altri quattro ragazzi sono seduti con lui.
"Rose! Sei venuta! E lei?" chiede divertito voltandosi verso Holly che è rossa per l'imbarazzo. Che strano. Io al contrario mi sento completamente a mio agio...
"Lei è Holly... Ci ho fatto amicizia oggi. Spero non ti dispiaccia..."
"No,no, tranquilla! Siediti"
Sorrido e mi siede in mezzo a lui e Holly.
"Ragazzi lei è Rose e lei Holly." ci presenta agli altri. Non sembrano così male come dice Ly. 
"Rose, loro sono Harry, Liam, Zayn e Mat." continua poi indicandomeli uno ad uno. Riconosco Mat: il palestrato dallo sguardo da tonno. Involontariamente sorrido a tutti tranne a lui a cui lascio una smorfia disgustata. Nessuno sembra accorgersene e continuano a parlare.
"Novellina, da quanto abiti qui?" domanda il riccio... Harry mi pare. Le fossette decorano il sorriso curioso mentre con gli occhi verde smeraldo mi scruta. Ora che gli dico... Se dicessi la verità sospetterebbero qualcosa. Dopotutto non aver mai incontrato una ragazza che abita nel tuo piccolo paese da quattro anni è un po strano.
"I miei abitano qui da quattro anni mentre io li ho raggiunti la scorsa settimana." mento.
"E dove sei stata nel frattempo?" ...cazzo.
"Emh... Da mia... Mia zia." Sembrano crederci e non chiedono più nulla.
"Stasera Liam ha organizzato una festa... Ti va di venire? Può venire anche Holly." Domanda gentilmente Zayn sorridendo alla mia amica.
"Emh... Veramente non posso ma se vuole Holly può venire!"
"Nonono. Rose da sola non ci vado." mi sussurra la ragazza innervosita. Ridacchio fra me e me.
"Dai Ro! Non farti pregare!" si lamenta Liam.
"Mi dispiace ma non posso."
"E che hai da fare di così importante?" protesta il riccio.
"Emh... Vado a trovare mia nonna." non sono credibile.
"Balle. Dai dicci la verità!" sbuffa Niall. A quel punto con i nervi alle stelle sbatto violentemente un pugno sul tavolo e nella sala cade un silenzio di tomba. Tutti mi fissano sbalordito compresi loro. Sono in piedi con un espressione imbufalita mentre la guardo male.
"Fatevi gli affari vostri!" sbotto per poi uscire. Appena fuori dalla mensa sento ripartire le chiacchiere e cercando di calmarmi raggiungo il bagno. Non dovrei perdere il controllo... Mi fa male. Tengo le mani sul lavandino che uso come sostegno mentre faccio respiri profondi per calmarmi. Sento la porta aprirsi e richiudersi subito dopo ma per via dei miei occhi chiusi non capisco chi sia. 
"Rose... Scusa." dice debolmente. Niall.
"No scusa io." continuo senza aprire gli occhi.
"Non volevo impicciarmi"
"Niall, non hai nulla di cui scusarti. Solo che... È una situazione difficile la mia e sinceramente non voglio parlarne." confesso. Quel ragazzo mi ispira fiducia. Apro gli occhi e mi accorgo che Holly è accanto a lui. Le sorrido debolmente e abbasso lo sguardo.
"Capisco... Gli altri se la sono presa. Sai sono un po permalosi." Ridacchio.
"Beh non hanno tutti i torti in fondo." commento. Lui si stringe nelle spalle e mi fa segno di seguirlo. La campanella è suonata e i corridoi sono nuovamente pieni di gente. Harry e Liam ci raggiungono mentre Zayn si ferma all'armadietto i Holly.
"Rose ti veniamo a prendere noi se è quello il problema." insiste Liam. Niall gli tira una gomitata facendomi ridere.
"No grazie" riesco solo a dire.
"Hai paura di noi?" chiede serio Harry.
"no." sussurro con lo stesso tono. Anche Niall e Liam si sono fermati a guardarmi.
"Non ci conosce ancora." ridacchia Liam.
"Se vuole." commenta Niall.
"Non ho e non avrò paura di voi." dico sicura.
"Vedremo..." sussurra con malizia Harry.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2 

 
Kevin era venuto a prendermi puntuale a scuola. I cinque ragazzi fissavano la limusine straniti mentre ci salivo con indifferenza. Gli rivolsi un sorriso malinconico prima che l'auto partisse.
"Come è andata?" domanda fredda mia madre appena entro in casa.
"Bene." mi limito a dire mentre salgo le scale.
"Cosa significa bene?" sbraita lei.
"Bene significa bene. Significa che preferisco stare fuori che rinchiusa qui dentro. Bene significa che le persone fuori non pensano che sia pazza e mi invitano ad uscire con loro. Bene significa che nessuno mi evita e nessuno mi ferisce finché non torno a casa." sbotto nervosa chiudendomi nella stanza. Rimane spiazzata e non risponde ma meglio così. Non ho voglia di sentire la sua voce. Mi siedo alla scrivania e mi metto a studiare anche se queste pagine posso dire di saperle ormai a memoria. 

* * * *

È tardi. Mamma è in salotto con papa a guardare un film mentre io me ne sto accovacciata al davanzale interno della finestra della cucina sorseggiando un caffè. Fuori è buio e non riesco a non pensar ai miei compagni che in quel momento ballano e si divertono senza di me.
Sbuffo e mi alzo. Lascio cadere volontariamente la tazza che si frantuma al contatto col terreno provocando molto rumore. Come mi aspettavo, dopo tre secondi, mio padre, mia madre e una cameriera sono in cucina.
"Che succede" domanda papà allarmato.
"Voglio uscire." 
"Vai già a scuola." dice fredda mamma.
"Intendo uscire con gli amici."
"Stai esagerando." mi interrompe subito.
"Chieder di vive una vita normale non mi sembra esagerato." protesto a tono.
"Vai a letto."
"No."
"Alza il culo e vai a letto." ripete più nervosa.
"N.O." 
"Ros ti ci chiudo dentro se non ti muovi!" urla strattonandomi verso le scale.
"Non capirai mai!" dico amaramente salendo le scale. Una volta stesa sul letto mi lascio andare e piango. Piango silenziosamente fissandoli soffitto. Non ha senso quello che fanno. Mi trattano come una bambola di cristallo. Troppo delicata per esser usata ma abbastanza debole per esser comandata. Come possono creder di aiutarmi così? Anche se a questo punto non sono molto sicura vogliano aiutarmi. Una corrente fresca scorre sulla pelle nuda del braccio che si riempe di brividi. Mi giro con sorpresa e noto che la finestra è aperta. Non voglio uccidermi anche perché non ci riuscirei: da quando ci ho provato sotto la mia finestra e stato sisermato dei teli e altre cose per ammortizzare i miei tentativi. Precauzioni inutili visto che solitamente la finestra è sigillata. In quel momento una malsana idea fa capolino nella mi mente. Niall quel pomeriggio mi aveva dato il suo numero in caso avessi cambiato idea e così senza pensarci due volte gli inviai un messaggio.

«Spero di non disturbarti. Ho cambiato idea. Esco dalla finestra e raggiungo il parco. Mi vieni a prendere? xx.»

Scrivo di fretta. La risposta non tarda ad arrivare.

«Attendevo ansioso un tuo messaggio. Volo da te.  »

Sorrido e mi precipito all'armadio. Indosso una connottiera rosso scarlatto aderente e dei jeans chiari a sigaretta. Ai piedi sempre le mie converse basse nere mentre lego i miei biondi capelli in una crocchia morbida che lascia cadere un paio di piccoli ciuffi ai lati del viso. Metto giusto un po di matita nera per i miei occhi verdi e cerco di coprire un po le occhiaie. Una volta pronta mi avvicino alla finestra e guardo di sotto. Non è molto alto. Chiudo gli occhi e mi butto. I teli ammortizzano la mia caduta e stranamente non faccio molto rumore. Raccolgo il telefono che infilo in tasca mi avvio di fretta al parco.
Niall è già li che mi aspetta impaziente. Apre un ampio sorriso quando mi vede e io ricambio volentieri mentre mi avvicino. Mi accorgo di Holly accanto a lui che mi guarda entusiasta.
"Le ho scritto io." dice Niall accorgendosi della mia attenzione sulla ragazza.
"Hai fatti bene!" sorrido io. Una volta in macchina troviamo anche Harry e Zayn che chiacchierano animatamente. Mi siedo con loro mentre Holly si sistema davanti e partiamo.
"Seriamente sei uscita dalla finestra?" chiede divertito Niall. I ragazzi si voltano incuriositi verso di me che ridacchio nervosamente.
"Emh... Si hahaha buffo eh?" dico ironica scuotendo la testa.
"Pensavo fosse una battuta." ammette Niall confuso.
"Dai muoviti Biondo che ci stanno aspettando!" si lamenta a cantilena Zayn. Niall ride e accelera appena fermandosi proprio davanti ad una casa che emana musica e luci forti.
Io e Holly camminiamo vicine mentre raggiungiamo la porta aperta che strabocca di gente. Un brivido percorre la mia schiena. C'è odore di alcol ovunque. Non riesco a capire l'arredamento della casa vista la troppa gente così io e Ly ci limitiamo a seguire Niall, Harry e Zayn che raggiungono il tavolo degli alcolici. 
"Bevi?" domanda Harry. Non dovrei affatto. Anzi non ci dovrei neanche pensare ma annuisco decisa ricevendo così un bicchiere di birra per me e uno per Holly che lo accetta indecisa. Mi siedo su uno sgabello non molto distante mentre mi guardo intorno. Anche la castana si siede disorientata.
"Non ballate?" è Niall.
"No io no." rispondo subito. Holly scuote la testa distratta a fissare un punto indefinito alle mie spalle. Mi volto seguendo.il suo sguardo e riconosco Zayn seduto su un tavolo mentre fuma e chiacchiera con dei ragazzi. Lei si accorge di me e arrossisce subito mentre abbassa lo sguardo sulla sua birra e un sorriso timido si scopre sulla bocca.
"Perché non vai da lui?" chiedo schiacciandole un'occhiolino. Lei scuote la testa amaramente.
"Non sono il suo tipo." conferma delusa.
"E che ne sai?"
"Esce con le cherleader o quelle popolari dell'ultimo anno, non con me." ammette amaramente.
"Ti piace?" chiedo ancora. Sembra sorpresa dalla mia domanda.
"Forse." risponde vaga prendendo un sorso di birra.
"Non era una frequentazione sbagliata?" le faccio il verso ridacchiandola. Lei mi tira un pacca sul ginocchio della gamba che tengo accavallata mentre ride imbarazzata.
Harry torna e con lui Liam.
"Hey Rose!" salutano entrambi. Ricambio con un gesto della mano e loro salutano anche Holly.
"Ti va di ballare?" chiede Sensualmente Harry avvicinandosi. Liam intanto si è messo a chiaccherare con Ly.
"No." ridacchio bevendo l'ultimo sorso e lasciando il bicchiere sul tavolo. Poi mi alzo e mi lascio trascinar in mezzo alla gente. Tutti ridono e fanno casino mentre io e Harry dopo solo due minuti ci ritroviamo appiccicati con lui che mi stringe e io che lo guardo confusa. 
"Sei fidanzata?" interrompe il silenzio. Io sorrido fra me e me.
"Si." rimane leggermente deluso e la sua espressione mi fa ridere e non mi trattengo.
"Con me stessa." aggiungo facendolo ridere.
"Sei strana. Insomma... Diversa." 
"È un complimento?" domando divertita.
"Forse..." sorride lui malizioso. Mi separo da lui e li schiaccio un occhiolino mentre tono tavolo e mi riverso da bere. Holly e Liam stanno ancora chiacchierando quindi non si accorgono di me. Butto giù uno, due, tre bicchieri di birra e alla fine mi ritrovo seduta in terra i bagno mentre inizio a sudare pesantemente. Non dovevo bere. Non fa bene alla mia condizione. Mi bagno il viso più volte ma niente. Sto male. Il respiro affannato è pesante e faticoso mentre la vista e offuscata. In testa solo confusione e voglia di dormire che sto per esaudire ma la porta si spalanca e riconosco la sagoma di un ragazzo entrare nel bagno. Lo guardo dal basso verso l'alto visto che sono sedute a terra accanto al gabinetto e con la schiena appoggiata alla vasca. Si accovacciò di fronte a me e disse qualcosa che risultò come un rimbombo e non capii.

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