la donna in riva al mare

di Harry_loves_Booo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il ritorno nel 12 ***
Capitolo 2: *** il distretto ***



Capitolo 1
*** il ritorno nel 12 ***


Il ritorno nel 12 dopo i bombardamenti é stato brutto la prima volta, ma ora mi ci hanno trasferito. Sono sola con Sae la Zozza che mi sfama e che intrattiene con me alcune conversazioni distaccate. Oggi, durante la colazione, un rumore familiare mi fa rabbrividire. É il suono emesso da un Hovercraft che si sta avvicinando al Villaggio dei Vincitori. Esco in pantofole e vendo in controluce un ragazzo biondo seguito da altre tre persone. Corro subito incontro alle sagome accorgendomi che quello é il mio Peeta. Mi avvinghio al suo collo baciandolo sulla guancia e sulle labbra, senza tener conto dei suoi raptus causati dal veleno degli aghi inseguitori. Vedo dietro di lui la mia ex compagna di unità Johanna Mason che, con il suo solito tono ironico e scontroso si rivolge a me :"hei ragazza in fiamme! Ti é mancata la mia faccia vero?" le rivolgo un sorrisetto compiaciuto mentre mi dirigo verso Beete. Abbraccio anche lui che mi stringe a se. Ha ancora la sua precedente forza e la sua intelligenza non mi pare diminuita di una virgola. "ciao Katniss" mi dice dopo avermi lasciato "come stai? Ci sei mancata. Gli sorrido e gli rispondo senza neanche pensare a quello che stavo dicendo " mi é mancata la tua voce. Non sapevo che sareste venuti." Evidentemente le sorprese non erano finite perchè davanti a me si materializza Annie Cresta. É bellissimo rivederla e mi viene da piangere, lei mi ricorda Finnick. Iniziano a salirmi i sensi di colpa e le lacrime in quello stesso momento, ma lei con un lembo del vestito me le asciuga e mi abbraccia. É come se mi stesse dicendo che non é stata mia la sua morte, é solo che... Non riesco a dimenticarlo, non riesco a dimenticare le sue urla strazianti provenire da quel tombino che profumava di rose. Il mio viso ora é solcato dalle lacrime e Peeta se ne é accorto ed é corso verso di me a stringermi forte. Mi avvinghio al suo collo in cerca di un sostegno e riesco a sentire il calore che emana da sotto la maglietta. Mi bacia la testa e mi culla dolcemente mentre le lacrime continuano a scendere e non riesco a fermarle. Vorrei che Prim fosse qui e che mi consolasse come faceva sempre dopo il mio ritorno dall'arena, quando con me non c'era Peeta. Mi accarezzava i capelli spostandomeli dietro un orecchio e mi cantava la ninnananna che le dicevo quando era malata. Quel ricordo non placa le lacrime, ma inspiegabilmente inizio a cantare le prime strofe della canzone " Là in fondo al Prato, all'ombra del pino c'é un letto d'erba, un soffice cuscino il capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi quando li riaprirai, il sole avrai davanti." Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, ma non riuscivo a smettere di lacrimare anche se cercavo di soffocare i singhiozzi, quella canzone mi ricordava la piccola Rue. Mi ricordava il suo piccolo corpo trafitto dalla lancia scagliata dal ragazzo dell'1. Non me ne accorgo, ma sono a casa appena apro gli occhi ancora lucidi dalle lacrime. Peeta deve avermi portata in braccio fino alla camera e ora é disteso al mio fianco e mi coccola dolcemente i capelli. Non voglio che si allontani da me e per questo lo abbraccio. In quel momento i nostri occhi si incontrano e mi sembra di rivivere quelle gelide notti nella prima arena, quando ci siamo baciati la prima volta. In quel momento non avevo capito quanto fosse importante per me, ma ora tutto mi appare cristallino. Mi allungo e lo bacio, un piccolo e lieve bacio che però lo fa sorridere. Lui contraccambia, ma rimaniamo in silenzio. Non uno di qui silenzi imbarazzati, ma un dolcissimo silenzio interrotto dai battiti regolari del suo cuore e in quel momento mi stingo a lui che mi guarda chiedendomi "tu mi ami,vero o falso?" Io senza esitare rispondo "vero". Il silenzio si prolunga fino a che non mi addormento. E il mio sogno si tramuta in incubo. Ci sono gli strateghi e delle persone vestite in bianco con maschere, guanti e fasce che coprono tutta la testa, c'é Snow e.... O mio Dio! Vedo Peeta con il volto gonfio per le punture degli aghi inseguitori, davanti a lui ci sono schermi con i miei filmati e con i pass-pro girati nei vari distretti. Lo stanno depistando. Mi sveglio sudata e con il fiatone, mi accorgo solo dopo di tremare. Emetto delle urla soffocate e dei gemiti, mi gira la testa e mi sento debole. Sento un corpo caldo accanto a me... Riesco a capire che quella sagoma é Peeta che dorme beato illuminato dalla luce della luna. Evidentemente mi ha sentita urlare perchè dopo meno di un minuto dal mio risveglio sento il calore del suo corpo conto il mio che mi stringe e mi rassicura. Mi accoccolo cullata dalle sue braccia forti e mi lascio andare. Mi riaddormento e fino a che la luce del mattino no fa capolino nel mio letto, non mi sveglio.

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Capitolo 2
*** il distretto ***


Mi sveglio di soprassalto da un altro dei soliti incubi, ormai sono l’abitudine.
Dalle urla del mio sogno, tramutatosi in un incubo, passo alla quiete assoluta della mia stanza, interrotta solo dal mio respiro irregolare e da quello calmo di Peeta mentre ancora è immerso nel sonno. Mi giro verso di lui e osservo il suo volto, tanto bello anche solo illuminato dalla fioca luce della luna, che penetra attraverso le tende sottili.
Rimango a contemplarlo per lunghi minuti, è tutto ciò che mi rimane, l’unica ragione che ho per respirare ancora.
Poi decido di muovermi, prima che i ricordi abbiano di nuovo modo di riaffiorare e soffocarmi.
Scivolo velocemente fuori dal letto e scendo le scale con passo felino cercando di fare meno rumore possibile per non interrompere il suo sonno angelico.
Mi metto sul divano appallottolata in una coperta di plaid che sa di lui, sa di pane fresco e di primula, e rinchiusa nel mio bozzolo, cerco nuovamente di prendere sonno. A un certo punto però sento delle risate e un tonfo provenire dal giardino di fronte a casa. Guardo attraverso lo spioncino e vedo Haymitch, con una bottiglia di liquore trasparente in mano, che barcolla cercando di raggiungere casa sua.
Il vento soffia gelido e, non volendo che lui si congeli, afferro una delle giacche sull'appendiabiti e ed esco frettolosamente di casa per condurlo fino al suo letto. Lo afferro per un braccio ignorando il tanfo di alcol e lo scorto a braccetto fino a casa per poi infilarlo nel letto.
Alza la bottiglia come cenno di ringraziamento e a quel punto gliela strappo di mano prima che riesca a riportarsela nuovamente alla bocca. Quel gesto viene ovviamente poco apprezzato, così si alza barcollando e mi spinge a terra rudemente. Mi rialzo e lo guardo negli occhi con tutta la rabbia che ho in corpo, tanto che mi sembra di ritornare al rancore che provavo per lui quando si era rifiutato di farci da mentore all’inizio dei primi giochi. Ma i settantaquattresimi Hunger Games sembrano lontani anni luce, ormai, e io quell’uomo avevo imparato a conoscerlo ed apprezzarlo. Così non lo attacco a mia volta. L'unica cosa da fare è congedarsi sperando che la fine della sbornia, gli faccia ritrovare la ragione.
Esco e sento di nuovo sulla mia pelle quel freddo pungente, l'inverno peggiore della mia vita. Noto di aver preso la giacca di Peeta e mi lascio trasportare dal vento assaporando quell'aria che sembra ancora più fresca dopo avere inalato il tanfo dell'alito del mio carissimo mentore. Orami sono sveglia e l’idea di riaddormentarmi non mi sfiora nemmeno. Entro in casa accostando la porta, cambio la giacca di Peeta con quella da caccia di mio padre, prendo arco e faretra e mi dirigo verso il Prato. La vampata di aria gelida appena apro la porta mi fa seccare le labbra screpolate, ma preferisco occupare il tempo al freddo al posto che stare a casa e farmi sopraffare dal senso di colpa. Vado nei boschi, la selvaggina non manca mai a casa, ma preferisco procacciarla con le mie mani. Mi arrampico su un albero per cercare delle prede dall’alto, ma sono troppo vicina alla recinzione e non vedo neanche uno scoiattolo. Mi addentro, è da tanto che non caccio da sola. Preferivo andare con Gale, ma lui è nel 2 e, almeno per il momento, mi tocca setacciare i boschi da sola. Ormai il Prato è solo una macchiolina in lontananza e nella mia sacca ci sono sue conigli, un tacchino selvatico e alcune radici di erba saetta che ho raccolto andando al fiume. Ripercorro il sentiero e lascio l’arco in un’insenatura di un tronco, come faceva mio padre. Ormai il Villaggio dei Vincitori è vicino e sento il calore emanato dai camini nelle case e dalla posizione del sole capisco di essere stata via per un paio d’ore. Prima di andare a casa passo da Haymitch per vedere se la sbornia, almeno in parte è passata, ma appena entro nella sua stanza lo vedo disteso dove lo avevo lasciato. Poso sul tavolo alcune radici di erba saetta e un coniglio che gli farò cucinare da Sae e le chiederò anche di sistemare quello schifo. Arrivo a casa e trovo Peeta sul divano con una tazza di caffè fumante in mano e dei fogli nell’altra. Probabilmente sono degli aggiornamenti spediti dal 13 che ci avvisano dell’arrivo dei nuovi vicini, anche se sono parecchio in ritardo. Mi sente entrare e gira la testa verso la porta, sorridendomi. Ricambio il sorriso e mi metto seduta accanto a lui, posando la testa sul suo petto che si alza e si abbassa ad ogni respiro. La giornata si prospetta lunga, mi propone di andare in panetteria con lui, per vedere in che condizioni era e a che punto era la ricostruzione. Ultimamente passavo solo tempo a casa o tra i boschi e non avevo novità su quello che succedeva nel distretto. Camminavo a testa bassa per non vedere le macerie delle case dei minatori ridotte in cenere dalle bombe sganciate dalla capitale. Appena esce prendo in mano i fogli che stava leggendo e capisco subito che non si trattava del trasferimento dei Annie e degli altri, avvisava che personale del 13 e degli altri distretti sarebbe arrivato nel giro di poco per aiutare la ricostruzione del 12. Finalmente la gente del mio distretto sarebbe tornata a casa per ricominciare una nuova vita. Era in progetto la rimozione dei cancelli contenitivi per le persone dei distretti e creare una sorta di grande distretto unico, ma è un progetto che ci metterà il suo tempo per andare in porto. Per ora mi basta avere vicino i miei amici.
 
Ciao ragazzi! questo è il secondo capitolo della prima FF che sto scrivendo. ammetto di averci messo molto per scriverlo e che non è una storia molto originale in confronto a quelle che creano le persone con molta fantasia, ma non mi convinceva il finale. mi piacerebbe sapere da voi cosa ne pensate, se devo ritirarmi in un antro segreto per continuare a scriverla o ritirarmi sui monti per fare altro. ditemi voi, accetto tutto. le critiche non mi scoraggiano, sono solo costruttive, è a questo che servono. baci! <3  

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