Non passerai di ElenSofy (/viewuser.php?uid=197335)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-L'amore non può nascere dal nulla, bisogna costruirlo ***
Capitolo 2: *** La partenza ***
Capitolo 3: *** Lei, l'unica cosa perfetta... ***
Capitolo 4: *** Se mi ami, dimostralo! ***
Capitolo 5: *** Sei così esibizionista? ***
Capitolo 6: *** Guardami...ti amo! ***
Capitolo 7: *** Prova a pensare a quello che vuoi tu! ***
Capitolo 8: *** Capodanno! ***
Capitolo 9: *** Litigi su litigi ***
Capitolo 10: *** Quanto pensi che possa durare questa finta? ***
Capitolo 11: *** Vattene...l'hai fatta solo soffrire! ***
Capitolo 12: *** Il ritorno ***
Capitolo 13: *** La parola data si mantiene! ***
Capitolo 14: *** Ossessione ***
Capitolo 15: *** Questo stramaledetto bacio ***
Capitolo 16: *** La verità ***
Capitolo 17: *** Quando è il cuore a comandare (Epilogo) ***
Capitolo 1 *** Prologo-L'amore non può nascere dal nulla, bisogna costruirlo ***
Non passerai-Marco Mengoni
Salgo ancora in alto perché,
è lì che c’eri tu…
ma ora serve il coraggio per me,
di
guardare giù.
E non c’è niente che resiste,
al mio cuore quando insiste,
perché so’ che tu non passerai mai…
NON PASSERAI…
NON MI PASSERAI…
PROLOGO
Non si guardavano. Non sapevano di amarsi nel profondo del loro cuore, sostanzialmente non sapevano neanche di vivere nello stesso mondo.
Si incontrarono per caso e scoppiarono le prime scintille.
I primi incontri di solito si fanno in posti molto diversi, come bar, discoteche, scuole, corsi privati di qualche strumento o qualche sport…
LORO NO! Loro si sono incontrati in un Oratorio Parrocchiale…che in fondo è pieno di ragazzi, proprio come un pub.
Avevano quattordici anni lei e quindici anni lui; a gennaio ci sarebbe stato un ritiro, una specie di campo-scuola in montagna, per chi aveva fatto la Cresima.
In quello splendido luogo, bianco e coperto di neve, si sarebbero innamorati perdutamente: il loro amore aspettava solo di essere costruito, proprio come un pupazzo di neve. Eppure bisognava curare anche i minimi particolari, come la carota per il naso o la sciarpa da avvolgere attorno alla testa, altrimenti non potrà mai assomigliare ad un pupazzo di neve, bensì ad un “ammasso” di neve.
Inutile aspettare, il pupazzo potrebbe sciogliersi e non lasciare nessuna traccia, proprio come quando si aspetta a dichiararsi, poi arriva il sole e tutto scompare…come è apparso.
Ma siamo così ottusi che l’anno dopo riproviamo a fare tutto daccapo, ma facciamo gli stessi errori:lasciamo il tempo passare.
Alla fine crolliamo e rimpiangiamo quello che avremmo potuto fare, ma che non abbiamo fatto.
E ci domandiamo cosa non è andato bene, cosa si doveva cambiare per far si che il tempo passasse in modo opportuno.
Ora che tutto è scomparso, che il vuoto ha preso il sopravvento, l’amore non può nascere dal nulla…
NOTE DELL'AUTRICE:
Se vi va, passate anche a leggere un'altra fanfiction sul mio profilo riguardante la serie tv "La casa nella prateria".
Un bacio, ElenSofy
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Capitolo 2 *** La partenza ***
Dal
diario di Francesca…
29/12/12
Caro
diario,
oggi
è arrivato il fatidico giorno della partenza per il ritiro
di noi ragazzi che abbiamo fatto la Cresima.
Non immaginarti una settimana di preghiere o cose del genere,
anzi ci divertiremo come pazzi, come abbiamo sempre fatto durante tutto
l’anno.
Avrò dimenticato qualcosa da mettere in valigia?
Dunque…un bel po’ di cambi,
cose per la doccia, asciugamano, lenzuola…che altro manca?
Sicuramente pioverà
lì, meglio portarsi l’ombrello da
viaggio…
Siamo un bel po’, compreso Andrea, anche se non ho capito
come
ha fatto a convincere i genitori: ha rischiato di avere due debiti, uno
in
matematica e l’altro in latino:materie per niente
leggere…
Con lui mi sento a mio agio, più di chiunque altro, se solo
fosse più maturo: si comporta da bambino e ogni volta che
cerchi di parlargli,
continua imperterrito a giocare a pallone; è indifferente ad
ogni cosa, ma
insieme a lui non si smette di ridere.
Ho un po’ di tosse, ma spero che passi: non voglio rovinarmi
la
settimana per qualche colpo di tosse.
Già ci ero andata altre volte fuori di casa per una
settimana
con la Parrocchia, ma avendo una madre molto apprensiva non
è tanto semplice…
“Ma…ci
sono anche i ragazzi, vero?” chiese mia mamma.
Ehm…si….”
risposi io.
Mi raccomando: comportatevi bene e…non fate
cose…vabbè, mi hai
capito!”
E’ un ritiro con la Chiesa, mica con i primi che sono
capitati…”
“Comunque, non farli entrare in camera…non si sa
mai con i
ragazzi di oggi!” e la conversazione finì
lì.
Vabbè, avrai compreso il genere di domande che
mi ha posto mia
madre l’ultima sera…
E’ tardi e credo sia proprio il caso di andare a dormire.
Dolce notte,
*Francy
FRANCESCA
“Sveglia!
Avanti, alzati che è ora…vuoi per caso fare
tardi?”
Il
risveglio fu assai faticoso, non quanto chiudere la valigia.
“Ma
cosa hai messo dentro?Tutta la casa?” disse mio padre, poi
guardò dentro la valigia,
come se così quest’ultima si svuotasse e si
chiudesse da sola per bene, e
continuò a sbraitare:” Mi spieghi a cosa
può servirti…quella?” e
indicò la
piastra.
Passandogli
accanto, gli sussurrai all’orecchio:”Questioni
femminili!”
Non
persi tempo ad esporre tutte le utilità di una piastra,
perché ero già in
ritardo e dovevo prepararmi bene: jeans lunghi della Hollister e
maglione
sempre della Hollister; capelli sciolti e un filo di matita e mascara;
Converse
blu, le mie preferite…oltretutto abbinate al maglione.
Presa
la valigia e la borsa, mia madre e mio padre mi accompagnarono alla
fermata
dell’autobus:lì mi aspettavano Giulia e Martina.
“Allora?!
Come mai questo ritardo?” mi chiese Giulia, indicando
l’orologio.
“Non
eri tu quella che diceva che alle 6:00 era già
qui?” continuò Martina e
scoppiamo tutte e tre a ridere,
vedendo la
mia faccia perplessa.
“Davvero
ho detto questo?Dovevo essere ubriaca!”
Una
voce alle mie spalle mi fece sussultare, una voce alquanto
familiare:Andrea,
che come suo solito, raccontava barzellette insieme al cugino, Simone.
Più
in là si vedevano i miei genitori che parlavano con i suoi:
si stavano
raccontando cose alquanto divertenti, si intravedeva dalle loro
espressioni.
Mi
girai verso Martina e le chiesi sussurrando:”Come va con
Gianluca?”
Mi
guardò per un momento con fare interrogativo, più
volte aprì la bocca ma non
disse nulla, infine:”Beh, non è successo niente di
tutto quello che mi ero
aspettata…Forse parlando oggi, risolveremo
qualcosa…”
“Vedrai,
col tempo si sistemerà tutto…poi mi racconti
meglio…” e gli feci l’occhiolino.
Nel
frattempo erano arrivati tutti e già si incominciava a
caricare le valigie sul
pullman.
Salutai
i miei e salì subito per prendere i posti migliori, ma
qualcuno ci aveva
pensato prima di me: Martina si sedette vicino a Gianluca e per tutto
il
viaggio parlarono, guardandosi assiduamente negli occhi e prendendosi
la mano;
io e Giulia qualche posto più in là e ogni tanto
ci giravamo a spiare.
“Sembrano
proprio due piccioncini! Non c’è niente che non
vada in loro due…” dissi io,
tra un sospiro e l’altro.
“Già,
stanno proprio bene insieme…” concordò
Giulia, poi continuò:”Mentre tu e
Andrea…ancora
niente…”
“A
mio giudizio Andrea non è ancora
pronto…dovrò aspettare…”
“Alla
fine invecchiate, se continuate ad aspettare!” disse,
sorridendo.
“Ho
capito, Giulia, ma io non voglio soffrire per colpa
sua…”
“E
chi ti ha detto che soffrirai?”
“E
se non sono corrisposta?”
“Ma
non hai visto come ti guarda?”
Mi
girai dall’altra parte:non avevo voglia di parlare di
quell’argomento ora e
Giulia non l’aveva capito.
Mi
sentivo malissimo!
NOTE DELL'AUTRICE:
Che ne dite? Questo è
il primo capitolo a tutti gli effetti!
Mi piacerebbe leggere qualche recensione, comunque....
Un bacio dalla vostra ElenSofy!
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Capitolo 3 *** Lei, l'unica cosa perfetta... ***
ANDREA
La
giornata era partita abbastanza bene e anche il tempo faceva la sua
parte: non
aveva mai piovuto per tutta la mattina e fuori si stava discretamente,
non
troppo freddo.
Finita
la colazione, mi stavo lambiccando su che cosa potessi fare mentre
aspettavo il
pranzo. Tutti gi altri erano impegnati nelle pulizie, a me non andava
di pulire
la mattina, così ci dividevamo il lavoro e io pulivo la sera.
In
realtà non pulivo neanche la sera,..Che
fare? Ma ovvio, prendere il mio adorato pallone e giocare tutto il
giorno.
Che
male c’è!
Soltanto
che c’è sempre qualcuno che mi blocca, in agguato
a dirmi che devo lasciare
quel pallone e seguirli in capo alla luna per pulire qualcosa, o per
aiutarli a
fare qualcosa.
Ma
con tanta gente, proprio io ti devo aiutare, cara Nicoletta?
“Ma….io
volevo giocare!”
“No,
tu adesso vieni con me!”
“Ma…”
“Niente
ma, altrimenti chiamo Don Marco!”
“Ok!
E’ una cosa breve?”
“Dovrebbe,
se solo stessi zitto!”
“Mi
fido!”
Stavamo
scendendo al piano di sotto, ai bagni per l’esattezza.
Con
la mente vagai al piano di sopra, dove ormai qualcuno aveva
già preso la palla
e stava beatamente giocando senza di me.
“Beh,
che dobbiamo fa’ a ‘sti’ cessi?”
“Devi
lavare il pavimento e tutto il resto! E non parlare più in
questo modo
sgrammaticato e…volgare!”
“No,
aspetta come sarebbe DEVI lavare il pavimento?E poi tutto il resto,
cosa intendi…pure….quelli!”
e indicai i sanitari in ogni cabina.
“Si,
punizione per te perché ci è giunta voce che un
certo Andrea, che saresti tu,
la mattina durante le pulizie NON PULISCE! Buon lavoro!”
“MA
QUESTO E’ SCHIAVISMO!”
Ma
non avevo fatto in tempo a parlare, che Nicoletta già se ne
era andata!
“E
adesso che cazzo faccio?” mormorai sconsolato, guardando uno
ad uno i
lavandini.
Mi
affrettai a prendere scopa, secchio e impicci vari dal ripostiglio e mi
misi
subito a lavoro.
Sentì
dei passi provenire da sopra: e adesso chi era che osava disturbare il
mio
lavoro?
I
passi stavano scendendo di corsa le scale ed entrarono nel salone dove
mi
trovavo.
Riuscì
a scorgere un volto in lacrime, coperto da una miriade di ricci
castani:”C’è
Giulia?”
“Non
è qui! Ma che è successo!”
“Niente!”
disse in un soffio Francesca.
“A
me puoi dirlo, giuro che non lo dico a nessuno!”
“Non
fa niente! Ciao!”
Rimasi
lì da solo, a riflettere: come mai stava piangendo? E
perché cercava Giulia e a
me non aveva voluto dire nulla?
Eravamo
un gruppo, parlavamo sempre insieme, ci confidavamo: ora lei, Francesca, era
fuggita come
una matta al solo pensiero di avermi incrociato.
Non
riuscivo a non pensarci: lei, che stava piangendo ed io non potevo far
nulla
per calmarla, lei…l’unica cosa perfetta che la mia
mente conosceva…
Qui
c’era qualcosa sotto che non andava!
FRANCESCA
E se durante tutto questo
tempo mi avesse dimenticato?
Se, col tempo, quei baci
che ci siamo dati fossero nulla per lui?
Ci sarebbe qualcun altro
COME LUI nel mondo da AMARE?
E’ unico…
Come mi sa capire lui,
non mi sa capire nessuno: ogni suo sguardo, ogni sua parola mi fa
venire i
brividi solo ad ascoltarla.
Ma non sono brividi di
paura, quelli che provo, bensì di gioia e
felicità: finalmente qualcuno che mi
ascolta e mi comprende.
Affacciata alla finestra
del bagno, con l’ultima sigaretta che mi era rimasta, mi misi
a pensare, mentre
l’aria fredda mista al fumo di sigaretta mi travolgeva.
Toc, toc…qualcuno aveva
bussato alla porta:”Chi è?”
“Sono Giulia, posso
entrare?”
Esitai un attimo: non
avevo detto a nessuno che fumavo, ma in realtà a lei potevo
dirlo, in fondo è
la mia migliore amica.
“Si…”
Giulia aprì la porta, ma
non era sola: entrò anche Gabriele.
“Sapevo che stavi
fumando…lo sai che il fumo si vede…”
Gabriele si avvicinò a me
e mi levò la sigaretta tra le dita sottili.
“Perchè? Non sei mio
padre, quindi…”
“Senti, qui sono io che
comando: Don Marco mi ha affidato questo incarico e, per adesso te la
tolgo
soltanto, ma se capita un’altra volta te la vedi con Don
Marco in persona.”
“Ma perché, tu non fumi?”
“Io ho 20 anni e faccio
quello che cazzo mi pare, mi posso rovinare la vita quanto mi pare e
piace”.
“Allora, anche io mi
voglio rovinare la vita, ok?”
“Ti prego….Nei guai ci
stiamo io e te se qualcuno lo viene a sapere: sai che bella figura che
ci
facciamo…”
Continuai imperterrita a
guardare l’orizzonte, quelle montagne coperte di neve, sembra
esserci solo
natura, alberi e quant’altro si possa congiungere a questi
due elementi.
Gabriele mi stava ancora
guardando, poi decise di andarsene; mentre Giulia rimase lì.
“Scusa, non sono stata io
a fare la spia…solo che Gabriele è al piano di
sopra e ha sentito puzza di fumo
e…insomma, ha capito tutto!”
“Non ti preoccupare!”
borbottai io, più a me stessa che a Giulia.
Non
mi devo preoccupare…
Invece
sto facendo
l’opposto, sto piangendo per una questione estremamente
stupida, mi sto ponendo
domande stupide alle quali non posso rispondere.
Mi ama ancora? Dovrei
chiederlo a lui.
Mi girai di nuovo e
Giulia non c’era più, la porta del bagno era
chiusa.
Ripensai a quanto
accaduto un attimo prima: quando avevo provato la mia prima sigaretta?
"Ne vuoi una?”
“No, grazie!”
Andrea mi stava guardando come se fossi
impazzita:”Ma sei matta, ti sto offrendo le sigarette della
miglior marca
possibile e tu non l’accetti?”
“No, dovrei?”
“Ovvio che dovresti!”
Non lo degnai neanche di uno sguardo.
Poi continuai:”Lo sai che se ti scoprono sono guai
seri!”
"Beh? Almeno puoi dire di aver provato qualcosa di
nuovo…”
“Che bella risposta! Non me l’aspettavo da
te…Quindi
tu fumi perché ti senti più figo?”
“Chi è che fuma perché ha reali
problemi da
risolvere?”
Mi voltai di scatto e presi la direzione per tornare
a “casa”.
Ero coperta da capo a piedi: stivali,
cappotto,sciarpa della Roma (la mia squadra preferita), guanti e
cappello.
"Hai paura? Hai paura di quello che ti dice la mamma
quando torni a casa?”
Quella frase mi fece girare di scatto:come osava
dire una cosa del genere? Io non ho paura proprio di niente, tantomeno
di una
stupida sigaretta.
Mi avvicinai, presi la sigaretta dal pacchetto che
aveva in mano Andrea e la portai alla bocca:subito lui
l’accese.
Siccome non ero abituato, al primo tiro incominciai
a tossire, poi però ci feci l’abitudine, anzi mi
piaceva…
Mi avvicinai ancora di più a lui, i nostri nasi
quasi si scontravano…
Lo baciai, in un modo naturale, come se fosse la
prima cosa che avessi pensato di fare.
Le sue labbra sapevano di nicotina e probabilmente
anche le mie: per un verso quel bacio ci accomunava,ci rendeva simili.
Per un verso eravamo perfetti insieme…
NOTE DELL'AUTRICE:
Ringrazio coloro che si sono
fermati a leggere, ma gradirei che vi fermaste 5 secondini anche a
scrivere una piccola recensioncina, piccina piccina!
Comunque, che ne pensate di questo secondo capitolo? Come vi sembra il
personaggio di Andrea?
Alla prossima,
ElenSofy
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Capitolo 4 *** Se mi ami, dimostralo! ***
ANDREA
Quanto
è difficile capire
le ragazze, quello che gli passa per la testa: non sai mai come
reagiranno.
E mi
ritorna alla mente
ancora Francesca, le sue lacrime ieri…
lei,
che stava piangendo
ed io non potevo far nulla per calmarla,
lei…l’unica cosa perfetta che la mia
mente conosceva…
Quanto
l’amavo nessuno poteva immaginarlo, anche perché
nessuno lo sapeva.
Avevo
deciso di non dirlo a nessuno, neanche a Simone, perché non
mi andava di raccontare
i cazzi miei a tutti.
E
se avessi cambiato idea, se avessi incontrato un’altra
ragazza migliore di
Francesca?
Cazzo
dici, Andrea! Sei
scemo? Hai appena detto che è la ragazzo perfetta per te!
Beh,
ecco…io…coscienza, devi sapere che il mio unico
interesse nella vita è giocare
a calcio, raccontare barzellette e…
Ah,
quindi Francesca non
è poi così importante come dici!
Francesca
è importantissima, ma se lei non mi volesse bene…
Lei
ti vuole bene eccome,
e tu lo sai, solo che fai finta di non ricordartelo:hai paura,
Andrea,
paura di quello che gli altri possono dire su di te…HAI
PAURA!
Alcuni di noi erano
seduti fuori ad aspettare la cena, anche se si gelava completamente:
seriamente, c’era il rischio di diventare ghiaccioli o
deambulare come i pinguini
al Polo Nord.
Io, Simone, Francesca e
Giulia avevamo preferito restare dentro, attaccati ad un termosifone a
chiacchierare del più e del meno, di ciò che
avevamo ricevuto in regalo a
Natale.
“A me hanno regalato un
paio di stivaletti stupendi, proprio quelli che
volevo…” stava dicendo Giulia.
“A me hanno
regalato..dunque, vediamo…uno schiaffo dietro la
testa…” continuò Simone, tutto
convinto. “No, a parte gli scherzi, mi hanno regalato il
telefono nuovo, solo
che l’ho lasciato a casa, perché dobbiamo ancora
attivarlo…poi ve lo faccio
vedere.”
Poi era il turno di
Francesca:”Ma lo sai che anche a me mi hanno regalato il
telefono nuovo? Questo
IPhone…” e lo cacciò fuori dalla
tasca.”Finalmente, non ce la facevo più con
quel telefono vecchissimo…”
La sua voce era una
piacevole melodia, che faceva sognare; ma ogni volta che finiva ti
riportava
nel mondo reale.
“E tu Andrè?” mi chiese
Simone.
“Ancora niente, hanno
detto che me lo danno quando torno, il regalo. Invece mio fratello mi ha
regalato un libro…si è veramente
sprecato!”
“Da quando in qua leggi
libri?”
“Non lo so, infatti
doveva essere proprio malato! Mi ha detto che così mi faccio
un po’ di
cultura…ahahah, quanto è spiritoso mio
fratello!”
“Poi ci parlo io con
Marco! Ahahaha” concluse Simone e scoppiammo tutti e quattro
a ridere.
Dalla cucina arrivò in
tutta fretta Nicoletta:”Mi serve qualcuno che apparecchia e
mi aiuta: voi due!”
e indicò Simone e Giulia. “Voi andate a chiamare
gli altri!” disse, rivolta a
me e Francesca.
Avevo l’opportunità di stare
qualche minuto con lei, di spiegarle la situazione in cui stavo io.
Eravamo arrivati alla
porta d’ingresso:”Ragà, è
pronto! Andate a lavarvi le mani, altrimenti
Nicoletta si incazza ancora di più!”
Tutti entrarono, mentre
io e Francesca rimanemmo fuori.
Neanche sapevo perché lei
fosse rimasta fuori, poteva benissimo entrare.
Non mi venivano le
parole, la lingua e la bocca non avevano voglia di muoversi per porre
quella
domanda che mi stava a cuore:”Francy, guardami…tu
mi ami?”
Lei mi guardò per una frazione
di secondo come se fossi pazzo o avessi qualche rotella fuori
posto!”
“E tu?”
“Io si!”
“Se mi ami dimostralo!”
soggiunse lei.
E se ne andò.
Se mi ami dimostralo…
Cosa
dovevo fare per dimostrarle che l’amavo?
Si,
è vero, ho paura dei giudizi degli altri, ma se mi ama anche
lei dovrebbe amare
ogni piccola parte del mio carattere, anche la mia paura.
Non
sembra, ma io dormo ancora con il pupazzo preferito
abbracciato…
Non sembra, ma io non so’
difendermi e quindi HO PAURA!
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve! Questo capitolo
è un po' cortino, ma spero che vi piaccia lo stesso, anche perché è abbastanza importante
Come sta andando la storia? Vi piace?
A presto!
ElenSofy
|
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Capitolo 5 *** Sei così esibizionista? ***
Dal
diario di Francesca…
30/12/12
Caro
diario,
questa
mattina mi sono svegliata di malumore, forse perché sto
ancora pensando alla giornata stressante che ho avuto ieri.
C’è chi da una parte, per il mio bene, mi
proibisce determinate
azioni; dall’altra parte c’è chi non
vuole amarmi, perché è uno stupido
“ragazzino” che si basa su quanti mi piace hai su
facebook o su quanti insulti
ricevi per giudicare una persona.
Sto parlando di Andrea, naturalmente…
Lui non è un “ragazzino”, ma vuole solo
sembrarlo: l’apparenza
inganna, dirai tu, infatti io l’ho capito da un sacco di
tempo.
Lui non è ciò che vuole far credere: il duro,
sempre impeccabile
e trasgressivo, che se ne fotte di tutto e di tutti, persino delle
regole.
Non so’ chi altri conosca i lati positivi di Andrea, ma
sicuramente io, a forza di osservarlo di nascosto, ho capito molte cose
della
sua personalità.
Quella fragilità che non traspare dai suoi gesti in
pubblico, se
non ci si sta attenti; quel suo sguardo perso che ogni tanto indica che
Andrea
sta pensando qualcosa di sensato.
Nel complesso, amo tutto ciò che lo fa sembrare diverso da
ciò
che appare esternamente…
Certe volte ha anche atteggiamenti dolci, ma poi torna lo stronzo
di prima.
Ed è questa sfumatura del suo carattere che non sopporto:mi
ami
o no?
Se mi ami, dimostralo e se vuoi trattarmi con attenzioni, fallo
ma poi non tirarti indietro.
*Francy
FRANCESCA
“Ciao!”
“Ciao!”
Era Andrea.
“Come va?”
Come
mai si interessa di me?
“Tutto
a posto!Te?”
“Niente male…”
Stavamo uscendo fuori,
dove ci aspettavano tutti gli altri per la riunione pomeridiana.
“Non hai freddo? Vuoi la
mia sciarpa?”
Quanto
sei premuroso, Andrea!
“No,
grazie!”
Ci sediamo sul muretto
coperto di neve:oggi fuori si poteva stare, anche se non è
mai caldo, ma non è
neanche un freddo polare.
Andrea è seduto accanto a
me.
*******
Mi
sto ancora domando
perché tutte quelle attenzioni, principalmente inutili.
Finito il pomeriggio
neanche mi guardava negli occhi.
Ma sei scemo o cosa?
L’idea di dargli uno
schiaffo non appena era di poco lontano da me l’ho avuta,
però poi non volevo
fargli fare una brutta figura davanti a tutti gli altri: proprio a lui
che ci
tiene ai giudizi della gente…
Ultimo
giorno di Dicembre…
Come nostro solito la sera uscivamo tutti in gruppo.
Poi mano a mano ci dividevamo, ma non ci
allontanavamo mai troppo.
La piazza di Gubbio era deserta come sempre, anzi
c’era solo uno strano tizio che pretendeva di girare con la
neve con una bicicletta.
Io e Andrea ci eravamo nascosti in un angolo a
fumare, per paura che Gabriele ci scoprisse.
“Allora?”
“Allora cosa?” chiesi io, visibilmente infastidita.
Tutta quella vicinanza mi dava fastidio.
“Sta andando bene la settimana?”
“Posso farti una domanda?”incalzai io,
sull’orlo
della rabbia.
“Prima devi rispondere alla mia…”rispose divertito Andrea.
“Si, sto bene!” e mi girai dall’altra
parte,
dandogli le spalle.
“Che c’è? Ti sei offesa? Non ti piace
che ti porgo
le mie attenzioni?”
“Per niente!”
Andrea rimase in silenzio, probabilmente l’offeso
era lui.
“Senti…” cominciò a spiegare,
ma io lo bloccai prima
di parlare.
“Lo so, tu mi vuoi bene, vuoi fare il dolce con me,
però poi l’attimo dopo non puoi far finta di
niente…”
“Ma io non faccio finta di niente…sei tu che mi
eviti!”
“Ma se sei tu che mi eviti!”
“NON E’ VERO!”
La discussione si stava facendo più colorita e non
era il caso di urlare poi così forte.
Chi avesse ragione dei due? Nessuno dei due…
Aveva ragione Francesca sul comportamento di Andrea,
ma anche Francesca il più delle volte evitava un qualsiasi
contatto con Andrea.
“BASTA! ABBIAMO RAGIONE TUTTI E DUE!”
Mi girai di nuovo dall’altra parte, con la sigaretta
tra le dita e una nuvoletta di fumo uscì dalla mia bocca.
Andrea era infastidito dal mio comportamento: si
vedeva che voleva fare pace, ma nello stesso tempo non voleva sembrare
troppo
invadente.
Poi mi decisi a parlare:”Andrea, ascoltami…anche
io
ti voglio bene, ma tutte queste attenzioni che mi dai, ora come ora,
sono
inutili. Che senso ha che adesso, quando non c’è
nessun altro, ti preoccupi per
me?”
“Vuoi che dica a tutti che fra un giorno o l’altro
ci metteremo insieme? Sei così esibizionista da volerlo
veramente?”
Io rimasi lì, a fissarlo negli occhi un’ultima
volta, per poi andarmene di scatto.
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti i lettori!
Ecco un altro capitolo! Scusate se i capitoli vengono pubblicati con
discontinuità, ma sto avendo vari problemi con la scuola.
Cioè, in realtà sono io il problema,
perchè so bene che il liceo classico è
impegnativo, ma io non mi impegno abbastanza!
Nonostante ciò,passiamo alla storia: in questo capitolo si
capisce meglio il carattere di Francesca, che vuole un po' "fare la
fighetta con il fidanzato"....
Beh, perchè diciamocelo...io questo Andrea me lo sono
immaginato come un bel ragazzo, ma proprio bello!
Dall'altra parte abbiamo Andrea che non è proprio sicuro di
sé, quindi non è ancora pronto per una
relazione...
Che ne pensate? Come andrà a finire? Aspetto recensioni! E
grazie a chi legge!
Un bacio,
la vostra ElenSofy!
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Capitolo 6 *** Guardami...ti amo! ***
FRANCESCA
Riunione
tra noi
ragazzi:oggi pomeriggio alle 17:00 in salone.
“Francy, ti aspettiamo
sotto: intanto scendiamo!” sentì dire Giulia,
dall’altra parte del bagno.
“Si, il tempo di farmi
una doccia e arrivo!” risposi io.
Quanto era bello restare
sotto quel getto caldo di acqua, rilassarsi e per la prima volta non
pensare a
niente, forse solo ad una cosa: ad Andrea…
La mia ossessione: quando
sono partita da casa per venire qui non vedevo l’ora di
sentire la sua voce, di
vedere il suo viso, i suoi occhi…
Ora non sopportavo più
l’idea di dove restare ancora…5 giorni nello
stesso posto in cui c’era lui.
Sei
così esibizionista da volerlo veramente?
Non
sono io quella
esibizionista!
Tu hai paura di dire a
tutti che ti piaccio, perché chissà che
penserebbero gli altri: io non sono una
ragazza “facile” come la maggior parte delle
ragazze ormai; non mi presto ad un
ragazzo per puro divertimento, ma perché gli voglio
veramente bene.
Fa male essere amata, ma
non poterlo dimostrare agli altri solo perché si ha paura
dei commenti della
gente o forse perché si è troppo impegnati a
pensare ad altro.
Ma ero veramente amata da
lui oppure mi stava prendendo in giro?
Che senso ha fare il
dolce con me per cinque minuti e poi per tutto il resto del tempo
trattarmi
come una qualunque?
Pensavo e speravo che
nell’ultimo anno fosse cambiato, dall’ultimo campo
scuola fosse cresciuto e
invece era sempre lo stesso: cresciuto lo era, ma solo di
altezza…
Capodanno…
“Andiamo, Francy o faremo tardi a cena!”
“Non mi va di mangiare!”
La sua mano sfiorò delicatamente la mia spalla e poi
si sedette vicino a me.
“Ma che hai? E’ tutto il giorno che stai
così!”
Quel giorno aveva nevicato tanto che quasi si
affondava nella neve: non era mai successo da molto tempo che la gente
se ne
stesse in casa perché non poteva passeggiare per la strada a
causa della troppa
neve.
Noi eravamo usciti lo stesso: chissà quando mai ci
sarebbe ricapitato di rivedere la neve a Roma!
“Niente, è solo che sono triste
perché…mia nonna sta
molto male e…ho paura di perderla!”
La mia voce risuonò alta e forte nella piazza
semideserta.
“Non sei preoccupata per tua nonna…”
Come aveva fatto a scoprirmi? Avevo mentito, era
vero: ero anche preoccupata per mia nonna, ma la verità era
che volevo smetterla
con questa vita di merda, ma non volevo far soffrire nessuno…
Lui mi guardava, l’altro pomeriggio ci eravamo
baciati, ma era come se non fosse mai accaduto: non lo guardavo come il
Flavio
di ieri, ora lui era l’unico che aveva capito cosa mi passava
per la testa e
l’unico che poteva capire i miei sentimenti…
“Hai indovinato, ma non cercare di convincermi
perché tanto non ci riuscirai…”
“E chi te lo fa pensare? Sai, anche io ho passato
quei momenti in cui vorresti farla finita perché ti senti
perduto, senti che
non puoi più rialzarti perché non hai forze, ma
poi mi dico che è
una cazzata e allora mi aggrappo con tutte
le forze a qualcosa e mi rialzo, più sconfitto e abbattuto
ma almeno ancora
vivo.”
Le sue parole mi infondevano sicurezza: aveva una
capacità di farti venire i brividi ogni volta che
incominciava un discorso.
Capiva tutto e tutti, era bravissimo a consolare e a
farti sfogare: ora era il mio momento, dovevo confidare a qualcuno
ciò che più
mi pesava e sembrava che la persona giusta era proprio seduta al mio
fianco.
“Sai, tante volte mi sono sentita dire queste cose,
ma mai da uno come te: come pretendi che io ti dia retta se poi sei il
primo a
fare cazzate?”
“Ma alla fine chi non sbaglia mai?”
“Quindi vuoi dire che quel bacio dell’altro giorno
è
stato uno sbaglio?”
“Se tu vuoi chiamarlo così,ma per me è
uno sbaglio
da rifare…”
“Ma…” provai a dire qualcosa,ma lui mi
bloccò prima.
“Guardami…ti amo!”
L’unica
cosa che era
rimasta immutata in lui è proprio questa: la
capacità di saper ascoltare
l’altro e di consolarlo.
E quelle due parole,
quelle due parole che mi aveva detto alla fine erano vere? Mi amava
veramente?
NOTE DELL'AUTRICE:
Buonasera,ecco a voi
il capitolo 5! Scusate il ritardo, ma ho avuto un sacco di cose da
fare: vi prometto che mi farò perdonare pubblicando tanti
capitoli questa settimana! Comuque, questo capitolo è
diciamo un capitolo meno importante, più di passaggio ma mi
è piaciuto come è uscito fuori!
Voi che ne pensate?
Aspetto recensioni e apprezzamenti o anche commenti negativi sulla
storia e su questo capitolo.
Un bacio,
la vostra ElenSofy!
|
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Capitolo 7 *** Prova a pensare a quello che vuoi tu! ***
REGOLE
DEL BRAVO RAGAZZO/A:
1)
Non
si dicono parolacce in
questa settimana, ma in genere finché siamo qui;
2)
Ci
si
deve aiutare tra di noi: se qualcuno non sa fare qualcosa o non ci
riesce…non lo so, qualsiasi cosa
BISOGNA AIUTARCI!;
3)
Fare le pulizie è
un OBBLIGO e come tale va rispettato
e magari non facciamo pulire sempre gli stessi;
4)
Si
deve
mangiare tutto quello che cucina Nicoletta perché ci
potrebbe rimanere male,
visto che spreca la grande maggioranza del tempo in cucina; e poi
pensiamo ai
bambini poveri, che non hanno neanche l’acqua per bere;
5)
Ci
si deve rispettare, bisogna
soprattutto rispettare gli adulti che gentilmente ci hanno
accompagnati: per
qualsiasi permesso o richiesta di uscita bisogna comunicarlo a Don
Marco,
Nicoletta o alle suore. Bisogna tenere pulito e in ordine i locali in
cui
gentilmente ci stanno ospitando le suore di Gubbio;
6)
I
cellulari si usano solo in certi casi, per esempio per telefonare alle
proprie
famiglie. Se vi vediamo con il telefono in mano, per più del
tempo necessario,
allora provvederemo a ritirarlo (può anche succedere che non
vi venga ridato
indietro!);
7)
Si
pregano TUTT I i
ragazzi di non tardare
per i pasti, le preghiere e gli incontri.
*******
ANDREA
“Ohi,
Andrè….ma hai sentito?”
“mmm…ehm, che tu
sei uno stronzo? no, vabbe’, non serviva ascoltarlo, lo
sapevo già!”
“Era una battuta?
No, vabbè ma lo sai che stasera si va in giro per il
paese?”
“L’ho appena letto,
deficiente!”
Ero davanti alla
vetrata della porta d’ingresso e attaccato c’era un
biglietto:
Piccola
comunicazione di
servizio: questa sera festeggeremo Capodanno in giardino con i botti e
poi
potremmo farci un giro per il paese, possibilmente non ognuno per conto
suo, ma
tutti insieme.
Chi torna DOPO l’’1:00 di
notte, verrà severamente punito!
( non scriverem0 in questa
sede, la punizione perché alcuni di voi potrebbero essere
turbati!)
BUON
CAPODANNO A TUTTI!
Riconoscevo
l’inconfondibile calligrafia di Francesca.
“Vabbè, ma che
c’hai?”
“Fatti i cazzi
tuoi!”
Non mi andava di
spifferare a tutti quello che mi passava per la testa, altrimenti
chissà che
avrebbero pensato…
Oggi, 1 gennaio
dell’anno scorso, il più bel capodanno della mia
vita…
“Ciao,
Andrea!”
“Ciao…”
Quel cappello le stava proprio bene, la
rendeva ancora più bella di come già
è…
“Beh, ci facciamo una passeggiata, prima che
la neve diventi più alta?”
Le parole mi erano uscite così di bocca, non
ci avevo pensato su neanche un millesimo di secondo: probabilmente era
talmente
tanto tempo che aspettavano di uscire, che si sono precipitate da
sole…
Erano quasi le 18:30 e sembrava già notte
fonda…
Io e lei passeggiavamo fianco a fianco, la mia
mano afferrò la sua istintivamente: era fredda come un
ghiacciolo…
“Che mano fredda! Ma i guanti non ce li hai?”
“Li ho dimenticati dentro...”
Arrivammo fino alla piazza principale, dove al
centro c’era un grande albero, addobbato per Natale e sotto
la neve cadeva…
Non c’era nessuno che ci conosceva lì, anzi
non c’era proprio nessuno…
Perché non provarci adesso?
Mi girai verso di lei e mi accorsi che mi
stava guardando, i suoi occhi castani si andarono a incrociare con i
miei…
Fu un attimo e le sue labbra erano sulle mie:
sentì un tepore caldo invadermi dentro, poi come una lama
tagliente, arrivò uno
schiaffo…
“Come ti permetti!” e scappò via,
lasciandomi
lì con l’unico ricordo di quel bacio…
E
poi, eccola… era appena
entrata: aiutava Nicoletta ad apparecchiare per la cena di capodanno.
Sul tavolo
dell’ingresso c’erano già gli scoppi
pronti per quella notte…
Avrei voluto tanto
baciarla lì, davanti a tutti, ma avevo paura. Paura degli
altri, paura di
quello che mi avrebbero detto.
Ieri l’avevo
trovata in lacrime e non mi aveva voluto dire che cosa la turbava.
Non potevo baciarla
di nuovo,però ne avevo una voglia matta…
Chissà se lei
provava le mie stesse sensazioni, oppure non le importava nulla, se
quei due
baci me li aveva dati così tanto per.
Ma non poteva
essere così:perché poi mi avrebbe dovuto
schiaffeggiare al nostro secondo
bacio?
Forse qualcosa le
interessava di me….
Non era per niente
una brutta ragazza, anzi era alquanto carina: capelli mossi che le
arrivavano
sulla schiena, occhi castani e corporatura normale…
“Andrea,
aiutami a portare questo dentro!”
Una voce mi
risvegliò, una voce profonda: era tornato Don Marco, con un
grosso pacco da
portare in casa.
Lo aiutai velocemente,
anche perché fuori faceva un freddo da morire.
“Che cos’è?”
domandai, cercando di sbirciare dentro il pacco.
“Non è per te!” mi
scansò Don Marco.
“Lo so, ma voglio
sapere…”
“E’ per Nicoletta,
stasera lo aprirà..ma non dirlo a nessuno!” mi
sussurrò Don Marco, spazientito.
“E adesso nascondilo di sotto, nel
salone…”
“Agli ordini, capo!
Ma….di sotto non ce la faccio a portarlo solo io:
è troppo pesante!”
“Uff…Francy, aiuta
Andrea a portare quel pacco sotto in salone!”
NO! NO! NO! NO! NO!
Francesca arrivò
dal refettorio, bella come un fiore: aveva uno stile per vestirsi
mozzafiato.
Era così sexy con queste felpe più grandi di
lei…
“Andrè, ti dai una
mossa?”
“Oh, sì!” mi ero di
nuovo incantato,non dovevo.
Portammo il pacco
sotto in salone e…eravamo soli, dovevo cogliere
l’occasione.
“Francy…” la voce
sembrava magicamente amplificata.
Si girò come
l’ultima volta che ci eravamo trovati soli io e
lei…
“mi
stava guardando, i suoi occhi castani si
andarono a incrociare con i miei…”
La
baciai e le
presi le mani: erano fredde e tremavano…
Mi ritrovai lontano
da lei in un colpo:” Non ci provare mai
più…
E non provare a
dire che io sono un’esibizionista: lo faccio per il tuo bene.
Prova a fare
qualcosa che vuoi veramente tu e non qualcosa che ti fa comodo fare,
perché
fanno tutti o perché non si può
giudicare.”
Anche la sua voce
rimbombava nel salone e poco dopo nella mia testa:” Prova a
fare qualcosa che
vuoi veramente tu…”
Il caldo tepore non
aveva fatto in tempo a entrare dentro di me: questa volta ero veramente
solo…
NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco un altro capitolo! Lo so, ve l'avevo
promesso che avrei pubblicato subito subito, ma veramente non ho potuto!
Potrete mai perdonarmi? Comunque sempre ringrazio coloro che sono
arrivati addirittura a questo capitolo, che hanno letto tutta la storia.
Come vi sembra?
Un bacio, ElenSofy
|
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Capitolo 8 *** Capodanno! ***
FRANCESCA
Ma
come ha potuto farlo
di nuovo?
Sono tre volte in due
anni che ci prova…
Finalmente ho capito che prova qualcosa per
me, però non sono contenta che mi ami di nascosto.
Beh,
forse cara Francesca, non ti accontenti mai tu:
stai sempre a frignare su quanto la tua vita sia una merda, sul tuo
amore non
corrisposto…
“Quindi….dicevo…Francy..ci
sei?” la voce di Martina mi fece sobbalzare.
“Ehm…no, non c’ero! Stavi
dicendo?”
“Ma sono un po’ di giorni
che sei strana: qualcosa che non va?”
“No, raccontaci
tu…dunque, Gianluca…dicevi che è un
bravo ragazzo in fondo!”
Martina non parve molto
convinta, ma continuò lo stesso ad elencare tutti i pregi ed
i difetti di
Gianluca ed io tornai nei miei pensieri.
Beata lei, che almeno
aveva qualcuno che l’amava alla luce del sole!
Lo
stai facendo di nuovo, Francesca! Ti stai
piangendo addosso!
“Quindi
alla fine,
durante il viaggio…tutto si è sistemato e adesso
siamo felici insieme!”
Giulia era entusiasta,
poi mi rivolse uno sguardo e cambiò subito espressione.
“Ora tocca a te, dirci
che cosa c’è che non va!”
“NON C’E’ NULLA CHE NON
VA! VA TUTTO BENE!”
Non avrei voluto urlare,
ma mi era uscito spontaneamente.
“Ok!” fu l’unica cosa che
disse Giulia, prima che Nicoletta ci chiamasse per la cena.
***********
Altro
che cena, mi
sentivo una scrofa.
“C’è altra lasagna?”
“No, io voglio la
bistecca!”
“No, la bistecca me la
prendo io!”
“SILENZIO! PER FAVORE,
STATE BUONI! SEMBRA CHE NON MANGIATE DA ANNI!”
“Sono proprio maschi!”
commentai io all’orecchio di Giulia, che rise sotto i baffi.
Finito anche il dolce a
mezzanotte in punto festeggiammo il nuovo anno che stava per entrare!
“10….9….8…7….6….5….4….3….2….1…BUON
ANNO!”
Ci fu uno scambio
generale di auguri di buon anno, inframmezzati dal rumore degli scoppi
che
partivano nel cielo con le loro scintille colorate.
“Dai…prendi un bastoncino
e accendilo…così possiamo esprimere un
desiderio!”
Presi la mia stella di
fuoco e aspettai anche Giulia e Martina.
“Chi inizia?” domandai io.
“Martina!”
“Ok! Io scrivo il
desiderio e voi lo indovinate, però non leggete ad alta
voce…così vediamo se
siamo veramente amiche!”
Martina si mise al lavoro
e il suo desiderio era scritto in un
nome:”Gianluca!”
Poi toccò a Giulia, che
scrisse il nome di “Nesli” con un bel cuoricino
affianco, con la speranza che
il 2013 portasse qualche concerto del famoso cantante a Roma.
Era il mio turno!
Che scrivere? Il mio
desiderio era sempre quello, ma avevo paura: erano due anni che
scrivevo sempre
lo stesso desiderio, ma mai si era avverato.
Ma la speranza è l’ultima
a morire,no?
E allora incominciai a
scrivere lettera per lettera il suo
nome….”Andrea”
ANDREA
La
cosa che più mi faceva
rabbia era che neanche mi aveva degnato di uno sguardo per tutta la
cena e neanche
quando siamo usciti fuori.
Non ce la facevo più,
questa situazione mi metteva in agitazione: lei voleva che la baciassi
davanti
a tutti, che rivelassi il nostro amore a tutto il gruppo.
Ma io non ero ancora
pronto, non volevo farlo sapere a tutti: e se poi mi fossi sbagliato,
se poi
lei non fosse quella giusta?
Ma
cosa dici Andrea? Cazzate come al solito? Lei è
perfetta per te!
Dannata
voce della
coscienza: perché parli sempre quando meno sei desiderata?
Si, vero…lei è quella
perfetta, ma qualcosa potrebbe non andare come dovrebbe, o no?
Il mondo è pieno di
ragazze e…
Quindi
stai dicendo che a te piace solo l’aspetto
esteriore delle ragazze?
No,
non sto dicendo
questo! Io…
NON LO SO, CAZZO! NON LO
SO!
Devo godermi questo
fottuto capodanno: domani mi sveglierò e tutto
sarà risolto.
*********
“Dai,
Simone….raccontaci
una barzelletta!”
“No….non me va!”
“DAI!”
“NO!”
Simone era incazzato
nero: non bisognava forzarlo a raccontare barzellette, altrimenti era
capace di
stenderti con un destro all’istante.
“Andrè, allora
raccontacele tu!”
“Non rompere il cazzo,
per favore! E’ capodanno! Anno nuovo, vita nuova!”
“Seeeeee…..” fecero in
coro Matteo, Gianluca, Giacomo e Gabriele.
“Da dove ti vengono queste
perle di saggezza?” domandò Roberto, alquanto
stupito.
“Sentite, da domani mi
vedrete un ragazzo nuovo, sempre attento, sempre
disciplinato….non farò più
casino, terrò bene le mie cose! Mia madre non mi
riconoscerà quando tornerò a
casa!”
“Seeeeeee…..” un altro
coro partì dall’ala destra della piazza, dove si
trovavano le ragazze.
“Che avete da ridere!”
incalzai io.
“Niente! Te che diventi
serio? Non te ce vediamo proprio: parere da amici!”
“Ma andate tutti a
fanculo!”
Finito il mio bel
Capodanno!
Oh,
Andrea, mi raccomando….devi diventare un ragazzo
modello!
Si,
coscienza, diventerò
un ragazzo modello, promesso!
Lo farò per lei, per
Francesca…
NOTE DELL'AUTRICE:
Scusate il ritardo, cari
lettori/lettrici, ma ho avuto sempre problemi con la scuola per via dei
tanti compiti!
Comunque, ecco un altro capitolo! Per farmi perdonare,
pubblicherò anche un altro capitolo!!
Buona serata da,
ElenSofy!!
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Capitolo 9 *** Litigi su litigi ***
DAL
DIARIO DI FRANCESCA
3/01/13
Caro
diario,
sono già passati tre giorni di un nuovo anno, che si spera
sia
il migliore di tutti.
E’ vero che i desideri che si chiedono per più
anni di fila, si
avverano?
Ovviamente la tua risposta è si, altrimenti cado in
depressione.
Ho di nuovo pensato al suo nome, ma come posso pensare a lui, se
continua a trattarmi come una persona qualunque!
Voglio dire, ci siamo baciati…e, ok! Può darsi
che quei baci non
erano particolarmente sentiti.
Mi ha detto che mi ama…e adesso? Perché fa lo
stronzo?
Io non li capisco proprio certe volte i ragazzi: che si aspetta
che io vada a frignare sul suo petto e a supplicarlo di metterci
insieme,
altrimenti potrei deprimermi senza di lui?
Comunque, la sai una cosa? Tra Martina e Gianluca non va affatto
bene: questa mattina hanno litigato, ma non so’ precisamente
perché.
Martina non vuole parlare, Giulia non sa nulla,Gianluca neanche
vuole spiegare come stanno le cose: prima o poi Martina ce lo
dirà!
Ci diciamo tutto noi, no! Siamo amiche!
Ciaooooo…
*Francy
FRANCESCA
Il
refettorio è troppo calmo per i miei gusti, troppo calmo per
essere un
refettorio di piccoli pazzi scatenati.
Andrea
è seduto a capotavola, affianco a Don Marco e guarda la sua
tazza di tè con
molto interesse; Simone gira il cucchiaino nel suo latte macchiato con
sguardo
perso nel vuoto; Giulia mi sta accanto, ma non sembra in vena di
parlare,
almeno è quello che capisco dal suo comportamento…
“Siete
stanchi, vedo! Che è successo?” chiese Don Marco,
con il suo solito tono da
papà preoccupato.
“Abbiamo
sonno! Tu ci svegli alle 6:00 per dire le preghiere insieme alle suore:
ma noi
non siamo suore!” replicò Matteo, con gli occhi
gonfi di sonno.
“Ah,
è per questo! Beh….allora per domani possiamo
fare un’eccezione…”
“Oh,
dio, grazie! Possiamo dormire….evvai!”
incominciò ad esultare Roberto.
“Ma
che hai capito?!?!?! Invece di svegliarvi alle 6:00, vi
verrò a svegliare alle
6:30 e la preghiera la facciamo alle 7:00…vado subito ad
avvertire le suore!”
Le
espressioni che per qualche secondo avevano illuminato i nostri volti,
ora
erano di insoddisfazione.
“No…io…vabbè,
però sei cattivo!”
“Taci,
Roberto!”
Delle
voci dal corridoio ci fecero sobbalzare: non erano voci, erano grida.
Qualcuno
litigava!
“Tu
non mi tratti così,
hai capito?”
“Ma tu forse non hai
capito bene: io non c’entro nulla con questa
storia!”
“Gianluca, ti prego! Lo
so che non mi hai mai voluto bene, ma adesso è
palese!”
Le
grida stavano aumentando.
"QUINDI
TU PENSI CHE IO
TI TRADISCA CON…QUESTA….CHE NEANCHE
CONOSCO?”
“COME FAI A NON
CONOSCERLA? HAI LE SUE FOTO SUL TELEFONO! BRUTTO STRONZO: A ME NON MI
PRENDI IN
GIRO, CHIARO?”
“IO NON STO PRENDENDO IN
GIRO NESSUNO!”
Era
il momento di intervenire. Giulia ed io ci alzammo per calmare almeno
Martina,
ma lei ci spinse indietro: voleva vedersela da sola con Gianluca.
“POSSO DIRTI SOLTANTO UNA
COSA?”
Un
silenzio dalla parte
di Gianluca confermò che Martina poteva parlare.
“VAFFANCULO!”
*********
“Ma
come hai fatto a scoprirlo?” domandai io, con discrezione.
Martina
era buttata sul letto: erano quasi le 2:00 di notte e non aveva per
niente
voglia di dormire.
“Non
lo so…io…ho visto per sbaglio le sue foto e su WA
c’erano pure queste!” rispose
tra i singhiozzi la bionda.
“Sembrava
un ragazzo serio…” continuò Giulia.
“No,
per niente….a questo punto è più serio
Andrea!”
A
quelle parole mi si raggelò il sangue nelle vene, in tutto
il corpo: che voleva
dal MIO Andrea?
Cara
Francesca, Andrea
non è tuo!
Lo
so, coscienza, ma è come se lo fosse…mi ha
baciato!
Non
c’entra nulla!
C’entra
eccome!
“Francy,
non volevo farti sentire male…ma veramente è
molto meglio Andrea di Gianluca!”
“Non
ti preoccupare” aggiunse Martina “non te lo
rubò mica!”
Non
risposi: non sapevo cosa rispondere.
Ha
detto che non me lo ruba…beh, ci deve solo provare.
Non
mi importa se è la mia migliore amica!
“Ma
secondo te, tutta questa storia è vera? Lui diceva di non
conoscerla neanche!”
“Le
foto sul telefono di una ragazza non si tengono così, per
sfizio!”
“Magari
gli hanno fatto un scherzo…”proposi io.
“No!”
Era
un “no” convinto, che non ammetteva repliche:
potevamo finalmente concludere la
discussione lì.
ANDREA
“Qualcuno
di voi mi ha caricato queste fottute foto: giuro che non è
stato divertente!”
dichiarò Gianluca, appena tornato in camera la sera.
Nessuno
rispose.
Silenzio.
Poi
il primo a parlare fu…Andrea.
“Ma…non
è che ci vuoi mettere in mezza a noi, darci la colpa a noi,
quando tu sei
l’unico colpevole?”
“MA
COME TI SALTA IN MENTE?”
La
discussione si stava facendo più colorita, rispetto a quella
delle ragazze.
“SENTI,
SE TI SEI VISTO CON QUESTA….” e indicò
il telefono “NON E’ MICA UN PECCATO!
SOLO CHE A MARTINA LO DOVEVI DIRE PRIMA!”
“IO
NON LA CONOSCO PER NIENTE!”
Gianluca
era di un colorito sull’arancione/rosso, sembrava che stesse
trattenendo tutta
la rabbia…poi esplose.
In
un attimo Andrea e Gianluca erano a terra, pronti a colpirsi e a
picchiare
tutte le parti del corpo che raggiungevano.
Altri
corpi si buttarono sopra di loro, più per bloccarli che per
altro.
Qualcuno
uscì dalla stanza e andò a chiamare Don Marco.
In
una manciata di secondi, Andrea aveva il labbro spaccato e una grande
quantità
di sangue usciva dal naso; Gianluca, invece, mostrava un grosso livido
sull’occhio destro e anche a lui fuoriusciva una grande
quantità di sangue dal
naso.
“FERMI
UN PO’! CHE SUCCEDE? FERMI!”
I
due ragazzi furono allontanati uno dall’altro.
“Adesso
mi spiegate che succede: perché vi state
picchiando?”
“LUI,
E’ COLPA SUA!” cominciò Gianluca.
“MI HA PROVOCATO!”
“NON
E’ VERO!” incalzò Andrea. “LUI
E’ UNO STRONZO CHE SI PRENDE GIOCO DELLE PERSONE
VERAMENTE INNAMORATE!”
Ah,
piccolo Andrea! E’ la
tua coscienza che ti parla: proprio tu incolpi Gianluca di prendere in
giro i
sentimenti di Martina, quando sono due anni che commetti lo stesso
errore TU
con Francesca…
NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco come promesso l'altro
capitolo NELLA STESSA GIORNATA!!
Ci rivediamo probabilmente per le vacanze di Pasqua!!
Nel frattempo ringrazio Ipangelo, che ha recensito il primo capitolo
dandomi la forza di continuare!
A presto e Buona Pasqua a tutti da,
ElenSofy!
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Capitolo 10 *** Quanto pensi che possa durare questa finta? ***
FRANCESCA
“Guarda
come è contenta Nicoletta del regalo!”
“Già…”
“Dai,
su….hai appena detto che è uno
stronzo…lascialo perdere!” commentò
Giulia, vedendo
la faccia triste di Martina.
“Non
ho mai detto questo!Ho detto che certe volte, per esempio in questo
caso, è uno
stronzo. Quando l’ho conosciuto meglio non era
così: aveva un modo di fare
completamente diverso…”
Per
un lungo momento ci fu un silenzio tombale, quasi imbarazzante: io e
Giulia
pensavamo che Martina continuasse a sfogarsi; Martina pensava che noi
le
avessimo dato qualche consiglio.
Per
fortuna o purtroppo, Nicoletta ci chiamò dalla cucina per
darle una mano e
sradicò quel momento di silenzio che si era venuto a creare.
Dovevamo
iniziare a pulire perfettamente, perché mancavano solo due
giorni al ritorno a
casa e le suore volevano i locali tutti puliti per il gruppo che
sarebbe
arrivato successivamente.
**********
Eravamo
tutti riuniti nel salone, pronti per dividerci in gruppi e cominciare a
lavorare.
A
Gianluca, Simone, Gabriele, Giulia, Rita e Noemi venne assegnata la
pulizia del
corridoio del piano di sopra, comprese le scale.
A
Giada, Jessica, Martina, Giacomo, Giacomino e Silvio toccò
pulire il corridoio
del primo piano più atrio.
La
cucina e il refettorio vennero affidate alle pulizie maniacali di
Nicoletta e
Don Marco, che di malavoglia seguiva tutto ciò che ordinava
la signora.
A
me, Andrea, Mattia e Matteo toccò pulire il salone e i bagni.
L’unica
donna in quel casino di ragazzi!
“Allora
voi due pulite i bagni e gli altri puliscono il salone,
chiaro?”
Si,
tutto chiaro dovevo stare con Andrea,nello stesso spazio, per
più di mezz’ora o
anche meno: per me già solo 5 secondi erano troppi!
DAL
PUNTO DI VISTA DI ANDREA E DI FRANCESCA INSIEME
Andrea:
grassetto
Francesca:
corsivo
Prese
scopa e paletta cominciai il mio lavoro: Francesca gentilmente si era
proposta
di pulire i sanitari in ogni cabina.
Subito
avevo scelto di
pulire i sanitari, forse perché il mio istinto mi aveva
detto che se entravo in
ogni cabina del bagno, comunque sarei stata meno vicina a Andrea.
I
movimenti erano meccanici, non pensavo: il mio braccio andava da solo.
Ogni
tanto mi distraevo a guardarla
mentre
lavorava: una ciocca di riccioli castani le era scivolata via dalla
cipolla con
cui si era legata i capelli.
Sembrava
più bella, tutta rossa per lo sforzo di strofinare, sudata
per la fatica.
Ogni
tanto, mi giravo e
lo trovavo sempre a fissarmi e appena mi giravo subito cambiava
direzione dello
sguardo.
Quanto era bello, con la
cresta moscia perché quella mattina non aveva fatto in tempo
a mettersi il gel;
quello sguardo pieno di attività, di voglia di
divertirsi…
C’era
troppo silenzio in quel luogo: dovevo pur dire qualcosa…
Beh,
sono i ragazzi che incominciano un discorso di solito, vero?
“Come
va? Se ti sei stancata possiamo fare a cambio?”
Meglio
iniziare con qualche gentilezza…
“No,
grazie…tanto me ne manca soltanto uno e poi ho
finito!”
Come
voleva!
Come
mai tutta quella
gentilezza?
Non avevo mai sentito
domandare ad Andrea se poteva far qualcosa al posto di qualcuno.
Dobbiamo intavolare una
conversazione?
Si fa così in questi
casi?
Sembrava che lui si
stesse domandano la stessa cosa, perché…
“Dopo
tutto quello che è successo tra noi, capisco che tu non
voglia parlare con
me…non so neanche se sia normale…parlare con uno
come me, dico davvero!”
Finalmente
ero arrivato al dunque: troppo diretto?
Il
solito cojone: come
mai questa domanda così diretta.
Per una frazione di
secondo pensai di non rispondergli, poi dissi:
“Credo che non sia
successo niente fra di noi!”
Quelle parole mi facevano
male, ma volevo vedere la sua reazione: solo allora avrei capito che
cosa
provava per me.
Rimasi
impassibile, fermo, immobile. Non riuscivo a credere alle sue parole.
Come
poteva dire una cosa del genere?
“Davvero
dici questo? Lo pensi veramente?” sussurrai con un filo di
voce.
“Si…”
fu l’unica cosa che
mi uscì dalla bocca, poi corsi fuori e borbottai qualcosa
del tipo:”Ho bisogno
di aria…”
La
segui fuori.
Le
sue parole mi avevano colpito e si può dire anche ferito.
Io
provavo qualcosa per lei,ma lei?
Lei
ovviamente non mi voleva: sciocco capirlo solo adesso, Andrea.
Durante
tutto questo tempo magari lei si era innamorata di qualcun altro e non
me
l’aveva mai detto prima…
Però
non riuscivo a comprendere tutti i suoi comportamenti nei giorni scorsi.
Mi
aveva seguito fuori.
Adesso si trovava affianco a me, mi osservava con un espressione tra il
sorpreso e….l’innamorato.
Si, si vedeva che mi
guardava con occhi diversi: non ero un’amica che stava
male in quel momento…
Ero molto di più…
“Ti senti bene?” fu la
prima domanda che mi pose, poi si avvicinò di più
a me.
Non mi scansai, anche se
era la cosa più naturale da fare.
Avrei
voluto prenderle il viso, baciarla in quel momento, farla mia in quel
momento,
ma non potevo immaginare la sua reazione alla cosa.
Era
una ragazza assai strana, con modi di fare che cambiano a seconda della
giornata se era stata buona o cattiva: non sapevo se per lei quella era
una
giornata buona.
“Tutto
bene, è solo che
mi serviva aria…sai, con tutto quello
sgrassatore…l’odore non è per niente
buono!”
Bugia bella e buona.
Mi serviva aria,perché
poco tempo prima avevo come ammesso di non provare nulla per lui.
Quanto
era ingenua!
Pensava
che non l’avevo capito che era andata fuori per quelle cose
che aveva detto
prima e che mi avevano colpito al cuore.
“Quanto
pensi che possa durare questa finta?”
Mi
sfiorò delicatamente
il viso con la mano sinistra, poi fissò
i suoi occhi nei miei.
“Io
ti amo! So che anche tu provi lo stesso per me…”
NO!
NO!NO!
Non puoi dirlo, Andrea!
Questo non puoi dirlo….
Non ti farò continuare il
discorso, ma prima che potessi parlare lui mi bloccò.
Le sue labbra erano sulle
mie…
Una sensazione di piacere
mi invase, come mai era successo.
Un
bacio, un altro!
Avevo
paura di staccare le mie labbra dalle sue: chissà cosa
poteva dirmi, mentre
fino a quando non mi staccavo non poteva dirmi nulla.
La
spinsi delicatamente contro il muro, le mie mani vagavano per il suo
corpo:
prima si fermarono sui fianchi, poi sempre più su…
Che
cosa voleva fare
adesso con quelle manacce?
Ma la cosa mi piaceva, mi
eccitava…
Ma stava arrivando
qualcuno, avevo sentito dei passi!
No, non era possibile…chi
osava disturbarci?
Oh,
no! C’era qualcuno…
Appena
uscito fuori, se ne era andato via di corsa che non avevo fatto in
tempo a
guardarlo in faccia: poteva essere chiunque.
Io
non avevo visto lui, ma lui aveva visto noi e questo era un bel guaio!
NOTE DELL'AUTRICE:
Inanzitutto ringrazio nicosacco
che ha recensito la storia e questo mi ha fatto molto piacere!!
E' arrivato finalmente il bacio, quello vero!!
Anche se precedentemente si erano baciati, questo era quello che
entrambi desideravano ardentemente.
Ma qualcuno li vede:chi sarà mai?
Beh, lo saprete prossimamente!!
Sono stata brava: ho pubblicato prima del previsto!!
A presto,
ElenSofy!!
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Capitolo 11 *** Vattene...l'hai fatta solo soffrire! ***
ANDREA
Non
riesco a capire per quale motivo assurdo Martina, ora che si
è lasciata con
Gianluca, mi sta sempre attaccata come una cozza.
Proprio
ora che mi stavo cominciando a chiarire con Francesca, arriva lei e
rovina
tutto.
“Ciao…”
Eccola!
E’ arrivata! Non mi lascia un momento solo!
La
saluto con un cenno della mano:spero che questo distacco la possa
allontanare.
Non
gira una buona aria da quando si è intromessa Martina e io
voglio passare
questo momento.
Cosa
vuole da me? Non capisce che io sono già impegnato?
“Oggi
è l’ultimo giorno!”
Annui
con indifferenza.
Non
avevo ancora capito chi ci stava spiando ieri mattina, quando io e
Francy ci
siamo baciati.
Qualche
ora prima…
“Ora sarai contenta!
Qualcuno ci ha visto e adesso si spargerà la
voce…” cominciai a dire io.
“Non proprio…cioè dipende
chi è questa persona…”
“Tu secondo me devi chiarirti
le idee in quella testolina: prima dici che ci dobbiamo baciare davanti
a
tutti, poi dici di no…
“NON HO MAI DETTO
QUESTO!”
“Senti…ciao Francy…” e me
ne andai.
Ho
la strana sensazione che sia proprio Martina la spia…
“Quindi,
tra te e Francy è tutto a posto?”
Come
mai questa domanda? Con Francesca sono migliori amiche: credevo che la
sera si
parlasse di questo nella loro camera.
“Si…in
un certo senso,non proprio…per questo non vorrei rovinare
tutto!”
Non
ci parlavamo da un giorno ormai…
Ecco!
L’ho detto!
Ed
è la verità, la pura verità!
“Ma…ti
riferisci a me?”
Hai
capito finalmente!
Non
risposi.
Volevo
dire:”Si, mi riferisco proprio a te che stai rompendo il
cazzo!”, ma non l’ho
fatto!
Ad
un tratto tutto accadde velocemente: Martina mi si avvicinò
pericolosamente.
Qualcuno
nel frattempo scese le scale di corsa, vidi una folta chioma riccia
scendere e
poi risalire subito dopo.
Le
mie labbra involontariamente andarono a sfiorare quelle di Eleonora.
La
scansai subito.
“Ma
che cazzo fai?” urlai io.
Non
le detti tempo neanche di rispondere: era solamente una domanda
retorica.
Feci
le scale del salone due a due e in un baleno arrivai davanti alla porta
della camera
di Francesca.
Sapevo
che era lì, che si era rifugiata lì per
scappare…da ME!
Bussai
delicatamente.
Niente.
Non
sapevo se aprire o no la porta.
Sentivo
i suoi singhiozzi attutiti dal contatto del suo viso con il cuscino.
“Mi
dispiace!” provai a mormorare dall’altro capo.
Forse
mi aveva sentito, forse no.
Riprovai.
“Non
è stata colpa mia! Perdonami….io…TI
AMO!” qui la voce mi incominciò a
tremolare.
Io
la amavo, e tanto, ma lei come poteva sentirsi amata da uno come me?
L’hai
fatta solamente
soffrire, Andrea e adesso le vieni a dire che ti dispiace? Le hai
sempre detto
bugie e ora le chiedi scusa?
Si,
lo so coscienza, ma mi dispiace veramente!
Se
ti dispiace veramente,
vattene…lasciala stare!
Qualcosa
mi tratteneva lì, fermo, incollato a quella porta.
Che
fare? Entrare o lasciarla veramente stare?
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti!
Altro capitolo tutto per voi:questo è un momento cruciale
per Andrea, che deve scegliere tra trovare una soluzione con Francesca
o lasciarla stare.
Grazie ancora a coloro che stanno seguendo la storia, che hanno
recensito.
Un bacio, dalla vostra
ElenSofy!
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Capitolo 12 *** Il ritorno ***
FRANCESCA
Come
mi è venuto in mente di innamorarmi di uno così?
E’
un continuo tira e molla: mi bacia, mi dice che mi ama, poi mi mette da
parte,
poi mi bacia, mi dice che mi ama e poi bacia
un’altra…
Ma
stiamo scherzando?
Caro
Andrea, con te non voglio avere più niente a che fare.
La
sfortuna mi perseguita:abitiamo nella stessa via, in palazzi vicini.
La
scuola? No, fortunatamente quella è diversa. Lui frequenta
lo scientifico, io
il classico.
Finito
di fare la mia valigia, decido di uscire un po’ fuori in
giardino e non pensare
più ad Andrea.
E’
uno stronzo, il caso è chiuso.
Sto
uscendo dalla porta e incrocio Martina.
Già,
c’è anche lei!Non le rivolgo neanche lo sguardo.
Era
la mia migliore amica e poi bacia il ragazzo di cui sono innamorata.
Diceva
di amare tanto Gianluca, ma poi vedo che ha trovato già il
sostituto.
Poco
più in là del muretto trovo Giulia, seduta
insieme a Rita che parlano
animatamente.
Mi
dirigo verso di loro: appena mi avvicino subito fanno silenzio e
smettono di
parlare.
Il
dubbio mi sorge spontaneo.
“Stavate
parlando di me?”
“Oh,
no….noi…cioè, in un certo
senso!”
Le
guardai perplessa:”Vuoi spiegarti meglio,
Giù?”
“Si,
dunque…noi abbiamo saputo di te e
Andrea…”
“Ah,
quindi eravate voi che ci spiavate!” domandai alzando il tono
di voce.
“No…in
realtà ce l’ha
detto…ehm…Martina!”
Martina…ma
certo! Dovevo immaginarlo! Ci ha visto e poi subito ha voluto farci
litigare:
quanto è stronza!
“Senti
Giù, se vuoi raccontare le cose bene, evita di
balbettare!” rimbeccai io.
“Si!
Giusto, hai ragione! Dunque, abbiamo saputo di te e Andrea, ma anche
che
Martina, diciamo che ha trovato qualcuno con cui rimpiazzare
Gianluca!”
Ah,
bene! La notizia era andata di bocca in bocca.
“E
quanti sanno di questa storia?”
“Credo
tutti….ma non sono sicura!”
Ancora
meglio!
“Ti
prego, non ti arrabbiare con noi! Noi…cioè almeno
io…sono con te! Martina ha
fatto una cosa bruttissima, lo ammetto! Però potete sempre
chiarirvi…”
“NO!
IO NON MI CHIARISCO PROPRIO CON NESSUNO! IO IN QUESTA STORIA VOGLIO
USCIRNE,
NON C’ENTRO NULLA, CHIARO?”
Spazientita
me ne tornai in camera.
Che
settimana di merda!
*******
Sul
pullman mi sono seduta allo stesso posto dell’andata insieme
a Giulia.
Martina
si era seduta accanto a Rita e Andrea in fondo con gli altri.
Gianluca
stava davanti, con la testa addosso al finestrino a dormire, come
sempre
durante i viaggi lunghi.
“Senti,
posso dirti una cosa, però mi prometti che non ti
arrabbi!”
“Avanti,
spara!”
“A
me mi fa soffrire molto questa situazione…cioè,
tu e Martina che non vi
parlate! Ragiona, non ha senso quello che stai facendo!”
“Pensa
io come posso stare! Sono anni che cerco di risolvere la situazione e
poi
arriva lei e rovina tutto. Ci eravamo chiariti io e Andrea, mi aveva
detto che
mi amava. Forse non mi ama abbastanza!”
Eravamo
quasi a Frosinone, ancora mancava molto per arrivare a casa.
Giulia,
capendo che non era proprio il momento di parlare di
quest’argomento,
disse:”Siamo a metà viaggio, ci siamo
quasi!”
“Già,
fra qualche ora e sarà tutto finito!”
Fra
qualche ora, magari mi risveglierò pensando che tra me e
Andrea le cose vanno
ancora bene…
ANDREA
Riconobbi
dal finestrino la fine dell’autostrada: finalmente eravamo
tornati a casa.
Ancora
qualche chilometro, qualche minuto e poi tutto si sarebbe risolto.
Oh,
povero Andrea! Come
pensi che tutto si risolverà, se tu non fai nulla?
Ma
perché tu, coscienza del cazzo, non ti fai gli affari tuoi?
Andrea,
dammi retta.
Lasciala stare, Francesca!
Non è tua e non sarà
tua…mai più!
E
chi te la detto? Io la AMO!
E
farò di tutto per non perderla…
Queste
sono soltanto parole
vuote, prive di significato.
Mi
toglierò di dosso Martina, le farò capire che non
è lei che voglio, ma la sua
ex-migliore amica.
Sentì
che il pullman si era fermato:eravamo arrivati.
La
piazza era piena di genitori che aspettavano i propri figli: riconobbi
i
genitori di Francesca, che si erano fermati a parlare con i miei.
Martina
aveva già preso la valigia e Gianluca stava salutando suo
padre.
Sembrava
tutto normale, sembravamo ragazzi normali, ma in fondo soffrivamo tutti
per
amore.
Presa
la mia valigia, mi feci forza e mi avviai dai miei genitori, che
stavano ancora
parlando con quelli di Francesca.
Per
prendere tempo, subito aprì il porta-bagagli e misi dentro
la valigia, il più
lentamente possibile.
Francesca
stava ancora salutando Giulia.
Finita
l’operazione mi diressi da zio Antonio e da Simone.
“Ciao!”
“Cià…”
Simone
mi stava guardando, poi d’un tratto mi prese per il braccio e
mi portò lontano
da orecchie indiscrete.
“Tu
e Francesca dovete risolvere la situazione!”
“Non
si può risolvere la situazione. Non c’è
niente che può risolvere la situazione!
Ormai l’ho persa!”
Queste
parole mi facevano male, come se in quel momento un pugnale mi stesse
perforando il petto.
“Non
fare il cojone, io ho un’idea…”
Ma
la voce dello zio ci fece sobbalzare:”Simone,
dai…andiamo che è tardi!
“Si,
arrivo!” poi si rivolse a me “Ci penso a tutto io,
non ti preoccupare!”
L’ultima
frase mi faceva un po’ preoccupare: l’ultima volta
che Simone aveva pensato di
fare qualcosa, non era riuscita per niente bene.
Tornai
dai miei, ormai tutti se ne erano già andati.
Ci
saremmo visti domani mattina alle 11:00 a messa.
Fancesca
era ancora lì: cercai il più possibile di
guardare per terra, guardare le
scarpe, le macchine che passavano per strada, qualsiasi
cosa…tranne LEI!
Mi
vergognavo!
“Beh,
ma Andrea…tu non lo sai!”
“Sapere
cosa?” risposi io, con finto interesse.
“Tu
e Francesca siete cugini!” disse tutto in un soffio mia madre.
Istintivamente
il mio sguardo si posò sul suo viso e lei fece lo stesso, ma
fu un attimo poi
ci rivoltammo di scatto.
Non
sapevo proprio che rispondere.
Io
l’amavo, ma lei era mia cugina: che situazione del cazzo!
“Si,
beh…di terzo grado…”
continuò mia madre.
Informazione
interessante: può essermi di conforto, grazie mamma!
NOTE DELL'AUTRICE:
Finalmente
o purtroppo i nostri ragazzi sono tornati a casa, ma qualcosa non va.
Diciamo che, non sono più i ragazzi di prima: ognuno di loro
soffre per amore o per amicizia.
Che succederà???
P.S.:Ovviamente l'ultima frase della storia è abbastanza
ironica, poichè per Andrea non è per niente di
conforto l'informazione della madre...anzi, voleva dimenticare
Francesca e invece continuerà a pensarla!!Un grazie va anche a nicosacco, che è un assiduo recensore di questa storia!!
A presto, ElenSofy!
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Capitolo 13 *** La parola data si mantiene! ***
FRANCESCA
Questa
mattina ho avuto una strana sensazione, una sensazione di leggerezza,
come se
quel pesante masso che si era depositato dentro di me, si fosse
sgretolato.
Ero
venuta a conoscenza della parentela tra me e Andrea, ma sicuramente non
è
quella la cosa che mi fa sentire più leggera.
Forse
la lontananza da Martina ha favorito questa sensazione, fatto sta che
sopporto
meglio le domande di mia madre.
“Allora,
come è andata?”
“Mmmmh…bene!”
“Che
avete fatto?”
“Tante
cose!” tipica risposta per far capire che non si ha voglia di
parlare.
Ma
mia madre non capisce mai e continua imperterrita a pormi domande, alle
quali
rispondo a monosillabi.
“Hai
sentito? Tu e Andrea siete, in un certo modo, parenti!”
Il
latte mi andò di traverso. Solo a ripensare a quella
informazione, elaborarla
nella mia testa, m faceva andare in tilt.
Fu
allora che mia madre partì alla carica a raccontare a storia
di tutti i suoi
antenati, del perché e percome eravamo cugini,ma solamente
di terzo grado.
Nelle
orecchie non mi entrò una sola parola tra quelle che
pronunciò per ben 20
minuti, nei quali continuai a bere beatamente il mio latte e cioccolato.
Mi
accorsi che erano le 10:30 e subito feci le scale due a due, per salire
in
camera mia e prepararmi.
Alle
11:00 Don Marco ci voleva tutti a messa, per presentare il nostro
percorso.
Che
cosa avremmo presentato noi? Litigi, litigi e ancora litigi.
Tutto
ciò che eravamo stati capaci a fare in una settimana.
*******
Ero
appena uscita dal portone di casa, quando mi andai a scontrare proprio
con la
persona che non mi aspettavo di incontrare:Andrea, che usciva da casa
sua
tranquillo e con le mani in tasca.
Sembrava
uno spensierato, uno che non ha problemi, che vive la vita
tranquillamente.
“Ciao!”
Il
suo era un “ciao” timido, impacciato: tutto il
contrario di ciò che era lui.
“Ciao!”
Il
mio era forte e chiaro, come se volessi sottolineare che io lo stavo
salutando
nonostante quello che mi aveva fatto.
In
un attimo si creò tra noi due un muro invisibile ed
indistruttibile, un
silenzio imbarazzante ci avvolse.
Io
non avevo il coraggio di iniziare a parlare, lui neanche.
Non
mi andava di parlare in quel momento, ero concentrata a pensare.
Dopo
tutto quello che mi aveva fatta, dopo tutti i baci e
litigi, io ero disposta ancora a donargli il
mio amore.
L’amavo
con tutta me stessa, anche se mi aveva fatto soffrire.
Ma
era la cosa giusta da fare?
Io
direi di no, cara
Francesca, ti sei lamentata fino ad adesso che ami qualcuno che non
è
corrisposto e adesso vuoi amarlo per forza, anche se è
palese che lui non ti
ami?
Coscienza,
per una buona volta statti zitta!
No
che non mi sto zitta!
Ti stai facendo del male da sola: masochista.
Coscienza,
io lo AMO! Non posso lasciarlo andare via, senza di me,
chissà con chi.
NON
POSSO LASCIARLO A MARTINA!
Prendila
come una vendetta, come quello che vuoi, ma io lo continuerò
ad amare e Martina
non la passerà tanto liscia.
Avevo
promesso che avrei fatto qualsiasi cosa pur di non lasciarlo, anche se
a
portarmelo via era la mia migliore amica.
La
parola data si mantiene!
DAL
DIARIO DI FRANCESCA
7/01/13
Caro
diario,
la mattinata è passata come tante altre.
A messa Don Marco ha fatto finta di niente, non ha accennato
minimamente del nostro atteggiamento durante la settimana.
La cosa più brutta è stato l’incontro
con Andrea uscita di casa.
Anzi, potrei dire con il mio “nuovo” cuginetto di
terzo grado!
Caro diario, io lo amo:il caso è chiuso!
Lo amo a costo di vendicarmi, è un amore vendicativo il mio.
Dopo tutto questo tempo, non accetto che NESSUNO possa rovinare
le mie relazioni.
Fortunatamente domani è ancora vacanza, si ritorna
l’11 a
scuola.
Io ancora devo fare tutti i compiti: ci hanno caricato di
versioni di greco e latino.
A volte mi domando perché ho scelto il liceo classico?
Dopo questi sfoghi pre-ritorno a scuola, ti devo lasciare.
A presto o a quando sarò libera! Forse ci rivedremo
direttamente
il prossimo anno. Ricordati comunque sia, che non ti
abbandonerò mai!
*Francy
NOTE DELL'AUTRICE:
Inanzitutto Buona Pasqua a
tutti!
Ecco un altro capitolo!! Grazie come sempre a nicosacco delle
recensioni e a tutti quelli che leggono la storia!
Mi stavo solo chiedendo come è possibile che al primo
capitolo mi ritrovo più di 200 visite, mentre tutti gli
altri capitoli arrivo, si e no, a 20 visite???
Comunque, la storia sta quasi per finire: manca solo qualche capitolo!
Mi farebbe piacere cosa ne pensate voi: come potrebbe andare a finire,
secondo voi, tra Andrea e Francesca??
Aspetto recensioni!!
A presto, ElenSofy!
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Capitolo 14 *** Ossessione ***
ANDREA
Grazie,
grazie della tua indifferenza; grazie che mi tratti come se fossi il
primo che
passa.
Caro
Andrea, lei si sta
solo vendicando di tutto quello che gli hai fatto.
Coscienza,
lo so. Ed è per questo che sto male, mi fa male da morire
sapere che io facevo
la stessa cosa con lei e lei soffriva quanto sto soffrendo io in questo
momento.
Non
continuare con i tuoi discorsi del cazzo, coscienza, perché
lo so che chi ha
sbagliato sono io.
Non
riesco a cancellare quel momento in cui ci siamo per la prima volta
baciati,
volendolo veramente e con tutti noi stessi.
“Credo
che non sia
successo niente fra di noi!”
“Quanto pensi che possa
durare questa finta?”
Un bacio, un altro!
Avevo paura di staccare
le mie labbra dalle sue: chissà cosa poteva dirmi, mentre
fino a quando non mi
staccavo non poteva dirmi nulla.
Sei
diventata la mia ossessione totale, non riesco a non pensarti.
E
Martina? Come farai
adesso?
Martina…
Era
lei che aveva rovinato tutto, volente o non, ma la doveva pagare.
Presi
il telefono e cominciai a comporre il numero…
*********
L’appuntamento
era alle 18:00 nel vicolo davanti casa mia, nessuno poteva vederci: era
buio e
per di lì non passava mai nessuno.
Sentì
dei passi più lontani e mano a mano, farsi più
vicini.
La
luce dell’unico lampione del viottolo illuminò la
figura che mi veniva
incontro.
Bella
era bella, eccome se lo era, ma solo esteriormente.
“Allora,
perché mi hai chiamato a quest’ora? E poi
perché ci dovevamo incontrare…qui?” e
si guardò intorno, circospetta.
“Ti
ho detto di parlare?” chiesi irritato.
“Facciamola
finita presto, chiaro!” continuai io, a denti stretti.
Con
fare spazientito, incrociò le braccia sul petto; i lunghi
capelli biondi le
oscillarono lungo la schiena.
“Mettiamo
in chiaro una cosa: tu ti sei lasciata con Gianluca e a me non me ne
frega un
cazzo, ma non puoi rovinarmi la vita a me, ok? Quindi, o ti levi dalle
palle
oppure ti levi dalle palle:che opzione scegli?”
“mmmmhh…la
terza?”
“Mi
dicono che sei spiritosa…va bene, quindi hai capito o no che
mi devi lasciare
in pace?”
Mi
ero più incazzato di prima: lei continuava a fare finta di
niente e questo non
mi rincuorava affatto.
“Mi
hai chiamato solo per dirmi questo? Beh, allora sappi che hai perso
tempo,
caro!”
“FORSE
NON HAI CAPITO A FONDO LE MIE PAROLE: TI DEVI LEVARE DAL
CAZZO!”
Avevo
cominciato ad urlare: mi stava prendendo per il culo e io non potevo
accettarlo.
“TU
FORSE NON HAI CAPITO CHE NON DEVI URLARE!”
“OH,
MA CHE CAZZO VUOI DA ME? AVANTI! MI HAI FATTO LITIGARE CON DON MARCO,
CON IL
MIO MIGLIORE AMICO E ANCHE CON LA MIA….RAGAZZA!”
“AH,
QUESTA E’ BELLA! LA TUA RAGAZZA? MA SE NON VI SIETE MAI
PARLATI IN DUE ANNI CHE
CI CONOSCIAMO!”
“TU
CHE NE SAI DI QUELLO CHE FACCIO IO…MA…”
Non
riuscì a finire la frase: Martina mi si avventò
contro.
Mi
stava baciando, ma io sentivo le lacrime colarle sul viso e bagnarle le
guancie, le labbra.
Labbra
salate erano le sue;labbra che, nonostante tutto, avevano bisogno di
quel
contatto.
Mi
aveva colto alla sprovvista, non me la aspettavo.
Le
avevo sbattuto davanti agli occhi tutta la verità, la dura
verità, quella che
fa male; lei stava piangendo per tutto quello che le avevo detto e
questo mi
faceva star male.
Se
5 minuti prima avevo provato odio e rancore, quando mi staccai dal suo
viso
provavo compassione per quella ragazza così decisa, eppure
così fragile
Caro
Andrea, sono sempre
io che ti parlo, la tua coscienza, naturale, no?
Mi domandavo: ma è
possibile che tu fai piangere ogni ragazza?
Si,
è possibile, coscienza: sono troppo egoista…
NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco un nuovo capitolo
tutto per voi! La storia sta andando verso la conclusione, ma in questo
capitolo si rivelano colpi di scena.
Su Martina scoprirete di più nel prossimo capitolo, comunque
vorrei sapere che ne pensate, ormai che la storia sta quasi per
concludersi!!
Aspettando vostri commenti, ringrazio nicosacco che mi da tanta
soddisfazione, perchè recensice ogni tanto qualche
capitolo e segue la storia; Ipangelo che ha recensito la storia e
AssodiPicche che ha messo la storia tra le preferite!
Fatto ciò, vi saluto e alla prossima!
ElenSofy
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Capitolo 15 *** Questo stramaledetto bacio ***
FRANCESCA
Non
le era bastato avermi soffiato il ragazzo, lo aveva anche baciato.
La
mia migliore amica, proprio lei che mi conosceva da ben 10 anni:ci
eravamo
conosciute tra i banchi di scuola.
“Ciao!”
cominciai io.
“Ciao…” Il suo tono era
timido, quasi sembrava volersi nascondere sotto quella massa bionda che
le
scendeva lungo le spalle.
Era sola.
“Come ti chiami?”
“Martina…” Era quasi un
sibilo, il suo.
"Piacere, io sono
Francesca!” Avevo usato un tono volutamente alto, per farle
capire che di me
poteva fidarsi.
“Come mai sei sola?”
Non mi rispose. Allora mi
sedetti accanto a lei.
“Vuoi diventare mia
amica?”
Martina voltò il suo viso
verso di me, gli occhi che le si erano illuminati: annuì
leggermente.
Da
qualche anno a questa parte era radicalmente cambiata:era diventata
più sicura
di sé, meno timida.
Francesca,
ma sei
veramente sicura che ti abbia portato via il
“ragazzo”?
Beh,
non sono proprio sicura che sia il mio ragazzo, ma è
sicuramente la persona che
AMO!
Se
prima lo odiavo, ma nel frattempo lo amavo; ora lo odio e basta:questo
stramaledettissimo bacio sta rovinando tutto.
Se
non mi fossi affacciata alla finestra, non avrei saputo nulla.
E
forse questo mi avrebbe fatto più schifo:continuare ad amare
qualcuno, senza
sapere ogni minima cosa di lui.
A
volte, però, è meglio non sapere piuttosto che
sapere e poi piangere il giorno
dopo.
*********
Sono
passati 3 giorni, i 3 giorni più brutti della mia vita:oltre
ad essere
costretta a studiare tutto per l’imminente ritorno scuola, ero tentata di
uscire di casa,
suonare al campanello del palazzo affianco e chiarire tutto fra me e
Andrea.
Ogni
volta che mi ripromettevo di farlo, non riuscivo a muovermi.
Perché
fare mosse false?
L’unica
persona che più poteva essermi d’aiuto era Giulia.
Presi
il telefono e composi il numero…
“Giorgia,
sono io…Francy!”
“Oiii,
da quanto tempo non ti fai sentire: ti ho mandato messaggi da tutte le
parti,
ti ho pure chiamato sai, ma tua mamma mi ha detto che non
c’eri!” mi rispose
una voce piuttosto agitata dall’altra parte.
“In
realtà c’ero, ma non volevo essere
disturbata…Comunque Giù, stai calma!”
“Ma
io sto calmissima,è solo che non ti fai
sentire…non riuscivo a contattarti e…mi
sono preoccupata…”
Dal
tono di voce con cui disse le ultime 3 parole,capì che
veramente si era
preoccupata per me: Giulia era una ragazza che non diceva bugie,
specialmente
alle sue amiche.
Più
sincera di lei, non c’era nessuno: sapeva mantenere i segreti
come
nessun’altro!
L’avevo
conosciuta un anno prima, durante il catechismo per la Cresima, e mi ci
ero
subito affezionata.
Così
dolce, così sensibile, sapeva ascoltarti e consigliarti in
ogni momento.
“Senti
Giù, ho bisogno di parlarti…”
“Per
telefono o a voce!”
“Possibilmente
a voce!”
“Vengo
io a casa tua, o tu a casa mia?”
*********
Mezz’ora
dopo eravamo tutte e due sedute a gambe incrociate sul letto, io
abbracciata al
mio pupazzo preferito e lei che giocherellava con la cover
dell’IPhone.
“Credo
che tu dovresti parlare prima con Martina e poi con Andrea.”
rispose Giorgia,
dopo averle spiegato la situazione.
“E
se non risolvo niente?”
“Se
non risolvi niente…”
Ci
fu un momento in cui la mora restò in silenzio, fissando il
mio peluche, come
se trovasse la soluzione adatta.
“Senti,
mi dispiace dirlo, ma ci sono tanti ragazzi più maturi , se
te la devo dire tutta,
molto più belli di Andrea. Fattene una ragione!”
“Questo
sarebbe il tuo consiglio?”
“Beh,non
è un consiglio, è la mia opinione su tutto quello
che sta succedendo.
Guardati…stai in questo stato per uno stronzo, che nemmeno
ti saluta quando ti
incrocia!”
“E
secondo te, dovrei mollare tutto proprio ora?”
“Avresti
dovuto mollare tempo fa!”
A
quelle parole il cuore quasi mi si fermò: come poteva dirmi
questo?
Le
parole fanno più male di una lama affilata conficcata nel
petto: quelle parole
per me erano come una lama che mi aveva trafitto il cuore.
Mi
buttai con la faccia sul cuscino, decisa a non parlare più.
Non
aveva senso continuare quella discussione, se io pensavo una cosa e lei
ne
pensava un’altra: avrei comunque fatto ciò che
pensavo io.
La
sua voce calda mi sussurrò
all’orecchio:”Allora me ne vado!Quando ti sei
ripresa, dimmelo! Ti lascio ai tuoi pensieri…”
Detto
questo uscì dalla camera e si chiuse la porta alle spalle.
Non
la salutai, non mossi neanche un dito: le lacrime stavano bagnando la
coperta
su cui ero distesa.
Se
quelle lacrime le avesse potute asciugare lui, se fosse stato qui,
vicino a
me….
Se
fosse stato qui vicino
a te, non avresti pianto.
Triste
verità!
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti!
Ecco un altro capitolo! Questo è più di
passaggio, pechè in realtà non è molto
importante, tranne per il fatto che Francesca vede Andrea e Martina che
si baciano. In seguito scoprirete ulteriori colpi di scena!
Per adesso vi lascio!
Vorrei solo ringraziare nicosacco, il mio fedele lettore, Ipangelo che
segue, Asso di Picche che ha messo la storia tra le preferite e
buzzicozz che segue.
Grazie anche a chi non si fa sentire!
Un bacio dalla vostra ElenSofy!
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Capitolo 16 *** La verità ***
ANDREA
Abbiamo
parlato tanto quella sera, dopo il bacio, e finalmente ho saputo tutta
la
verità…
“Andrea,
ti devo dire una
cosa:io ti…amo!”
Non riuscivo a credere a
quelle parole:non poteva essere vero.
“Ti ho sempre amato, fino
a quando non è arrivata Francesca.”
Dopo una piccola pausa,
in cui cercò di asciugarsi le lacrime,
riprese:”Non l’ho mai detto a nessuno,
nemmeno a Francesca…Era la mia migliore amica, mi aveva
aiutato ad uscire dalla
solitudine ed io non potevo ringraziarla in quel
modo…”
“Ti sei tenuta tutto questo
dentro?”domandai, più incredulo che mai.
“E’ per questo che ora
non ce la faccio più!”
“Ma tu lo sai che il
nostro non potrà mai diventare amore:io amo
un’altra!”
“Lo so…”
Rimanemmo per un po’
seduti su quel muretto, lei con la testa appoggiata sul mio petto, io a
fumare
una delle ultime sigarette rimaste nel giaccone.
Lei
mi amava, ma io no..
Che
situazione di merda!
Beh,
come ho già detto dovresti
lasciar stare Francesca:per te è impossibile da
raggiungere…
Non
è impossibile, è solo…difficile.
*********
Odiavo
aspettare, ma essendo la questione di massima importanza, rimasi calmo.
Dall’altro
capo della strada ancora non si vedeva nessuno: avrei aspettato altri
cinque
minuti e poi mi sarei avviato di nuovo a casa.
Il
tempo non era dei migliori, dato che eravamo già a
metà gennaio: il cielo era
offuscato da nubi grigi e cariche di acqua, che da un momento
all’altro sarebbe
potuta piovere.
Non
avevamo più parlato, io e Martina, da quella volta in cui mi
aveva baciato e
non avevo avuto neanche il coraggio di parlare con Francesca.
“Dove
cazzo è finito?” mugugnai a me stesso.
Una
figura si stava avvicinando a me: dal passo già avevo
intuito chi poteva
essere…
“Allora?
Perché mi hai fatto aspettare tutto questo tempo? Sto
gelando!” dissi rivolto
al nuovo arrivato, alzando la voce spazientito.
“Oi,
scusa Andrè! Comunque ciao, eh! Vedrai che non ti pentirai
di avermi aspettato
per tutto questo tempo!”
“Se
ho aspettato invano, lo sai che può succederti,vero
Simone?”
Simone
non sembrava molto spaventato da quella minaccia, tutt’altro:
stava
tranquillamente giocherellando con telefono.
Poi
commentò ironico:”L’ultima volta che mi
hai minacciato di picchiarmi di brutto,
ti ho picchiato io, ti ricordi?”
“Beh…quella
volta ero soltanto stanco e…non mi andava di farti fare
brutta figura…c’erano
pure quei tuoi compagni di classe...” incalzò
Andrea, sempre più visibilmente
imbarazzato.
“Comunque,
non siamo venuti qui per parlare di te,cioè anche di te, ma
soprattutto di te e
Francesca…”
Si
stava facendo notte: Simone era coperto nel cappuccio della felpa e mi
stava
davanti. Aveva un’espressione seria: non l’avevo
visto mai così, senza sorriso
sulle labbra e senza battute da dire.
“Vai,spara!Quale
sarebbe il tuo piano?”
“Ho
pensato che tu e Francesca non dobbiate vedervi per un po’ e
nel frattempo
scollati di dosso Martina, non importa come, basta che la allontani e
poi dopo
provate a parlarvi di nuovo. Questo richiederà tempo,lo
so…”
“Guarda
che non mi hai detto niente di nuovo! Lo so che per riconquistare la
fiducia di
Francesca, dovrei mollare Martina, o meglio lei dovrebbe mollare me. Il
problema è che io non sono più interessato a
Francesa: ho capito che la sto
solo facendo soffrire e me ne pento, ma così deve
andare!”
“NON
DEVE ANDARE COSI’!NON DEVI
ARREDERTI!”urlò Simone, scuotendomi tutto.
“Simò,
lo sai che mi ha detto Martina? Che lei mi ha SEMPRE AMATO, solo che
poi è
arrivata Francesca e…lei, non volendo far soffrire la sua
migliore amica, ha
lasciato stare, ma dentro era innamorata!”
Ora
era Simone che mi guardava incredulo, come se gli avessi appena parlato
in una
strana lingua.
“Non
c’è modo di fare pace?”
“No!Non
c’è modo!”
“Non
vuoi neanche provare?”
“No!”
NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco a voi il terz'ultimo
capitolo! Dopo ciò ce ne sarà un altro e poi
l'epilogo!
Beh, qui abbiamo scoperto
un po' di cosine su Martina, la migliore amica di Francesca, entrambe
innamorate della stessa persona:Andrea.
Andrea alla fine decide di
lasciare andar via Francesca, sentendosi in colpa per tutto il dolore
che ha fatto provare a lei, ma anche alla sua amica Martina.
Nell'ultimo capitolo cosa
succederà?
Aspetto vostre
recensioni, magari provate ad immaginare!!
P.S.: Ho già
scritto l'ultimo capitolo, ma magari qualcuno può
avvicinarsi a quello che ho pensato io!
Prima ringrazio
nicosacco, fedele con le sue recensioni e che segue la storia; Ipangelo
che ha recensito la storia; AssodiPicche che ha messo la storia tra le
preferite; buzzicozz che segue.
ElenSofy
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Capitolo 17 *** Quando è il cuore a comandare (Epilogo) ***
Capitolo
16-Quando è il cuore a comandare
DAL
DIARIO DI FRANCESCA
25/01/13
Caro
diario,
amarlo o non amarlo? Questo è il dilemma!
Per un momento ho come avuto la sensazione che non fosse
accaduto nulla, sono come ritornata indietro a quel primo bacio,
cioè a quel
terzo bacio, che per me è stato il PRIMO VERO BACIO.
Mi
sfiorò
delicatamente il viso con la mano sinistra, poi fissò i suoi
occhi nei miei.
Le sue
labbra erano sulle mie…
Una
sensazione di piacere mi invase, come mai era successo.
Invece
erano successe tante cose, che avevano sconvolto tutto.
Ma perché non lasciar perdere tutto e tornare amici come
prima?
Perché quando è il cuore a comandare,
è più forte della ragione.
Io ti amo, e continuerò ad amarti, forse è meglio
amarti in
segreto, perché così non soffrirà
nessuno dei due.
Fatti una vita tua, con Martina o con chi vuoi, noi non siamo
fatti per stare insieme.
Io mi farò una vita mia, mi basta solo averti nei miei
pensieri,
fantasticare sulla nostra storia che non può
nascere,perché è stata tagliata
dalle radici.
Mi basta solo sentire il tuo profumo, quando prendiamo
l’autobus
insieme e tu ti siedi davanti a me; la tua voce, anche se non stai
parlando con
me.
Tu eri mio, ma qualcuno ti ha portato via. D’altronde, io non
sono riuscita a saperti tenere con me, non sono stata abbastanza forte
da
trattenerti tra le mie braccia.
Forse mi amavi anche tu, ma dopotutto quello che è successo
non
voglio più intraprendere qualcosa insieme a te.
Fa male, ma questa è la mia ultima decisione.
Rimarrai nel mio cuore, ma soltanto lì!
Anche questo diario si conclude, altrimenti porterebbe a
ricordare troppo…
Ciao, caro diario!
Ciao Andrea!
La tua Francy
Epilogo-Rimarrai
sempre con me
Si
erano
conosciuti in un Oratorio, si amavano tanto, ma nessuno dei due lo
dimostrava
all’altro.
Agivano
solo di nascosto, anche Francesca agiva di nascosto, nonostante volesse
che
Andrea l’amasse e rivelasse il loro amore a tutti.
Erano
cugini, di terzo grado, ma cugini…
Non era
questo il problema, la questione che rendeva tutto difficile era una
terza
persona, anche lei che amava a non finire.
L’amore
non è per tre persone contemporaneamente.
Qualcuno
doveva pur andarsene e se ne è andata lei, Francesca.
L’amore
non può
nascere dal nulla!
Ora
invece l’amore non c’è più,
ora lo stesso amore è NULLA!
Possono
anche essere stupidaggini, fesserie, fissazioni mentali quelle di
Francesca, ma
dopo tutto quello che aveva passato, dopo situazioni sentimentali
contrapposte,
veder comparire una terza persona non è mai bello.
Non sono
una persona particolarmente forte, subisco ogni dolore, ferita, ma poi
non
riesco a rialzarmi.
La
perfezione non eravamo noi…
Nonostante
ciò, tutto di te rimarrà nel mio cuore,
perché una storia del genere non può
passare!
Qualche
anno dopo….
FRANCESCA
“Amore,
dove hai messo la
mia borsa?”
“Prova
a vedere in cucina…”
“Si,grazie!”
Solita
routine:sveglia alle 6:30, lavoro fino alle 13:10 (se c’erano
problemi, anche
più tardi), servizi vari e poi si tornava a casa. E tutto
ricominciava daccapo,
ogni giorno.
Accanto
a me, che mi sosteneva e che mi avrebbe sostenuto nella buona e nella
cattiva
sorte:Gianluca.
Erano
passati tanti anni:ormai avevo 35 anni.
Spinta
da un’istantanea follia, un sabato mattina in cui ero libera
dal lavoro e non
dovevo andare a scuola, mi decisi a pulire l’armadio dove
conservavo tutte le
mie magliette preferite, i miei quaderni vecchi e tutti quegli oggetti
a cui
tenevo tanto della mia adolescenza.
Mentre
spolveravo, un quadernino bianco e rosa scivolò fuori.
Mi
incuriosii e cominciai a leggere:a quanto pareva era un diario segreto.
Poi arrivò
la parte più dolorosa per me:la metà
del quadernino trattava di Andrea.
Andrea…
Lui
ormai non poteva essere mio e non avevo neanche voglia di rovinare
tutto per
uno come lui…
Cioè,
forse…ne sarebbe valsa la pena prima…
ANDREA
Tutti
i giorni passavo davanti a quel portone, da dove speravo che uscisse
lei;ma lei
non usciva mai.
Ormai,
anche se probabilmente sarebbe stato tutto inutile distruggere le
nostre vite,
non terminavo di dirigermi ancora lì.
Ad
un tratto sentì la vibrazione del telefono in tasca.
“Pronto,amore!”
Era
Martina.
“Eii,
come va?Tutto a posto?”
“Si,
tutto a posto!Oggi sono andata a fare la visita…ma,posso
parlarti?”
“Certo!Vediamoci
a casa!”
“Ok,perfetto!”
Mi
diressi alla macchina in un attimo.
*******
“Come
stai?Cioè,voglio dire…come state?”
“Le
analisi vanno bene…e…la bambina sta
bene!”
Rimasi
per un attimo stordito:”Una bambina?
Quindi…è una bambina?”
L’abbracciai
con slancio, ma qualcosa nel petto mi pesava.
Chiusi
per un attimo gli occhi e, come se fosse reale, mi apparve il suo viso,
il viso
di quella ragazza che avevo amato e che avevo lasciato scivolare via
dalle mie
braccia:Francesca.
“Andrea?Tutto
a posto?”
“Si…si…”sussurrai
e me ne andai nell’altra stanza.
Ho
immaginato lei, mentre ho appena saputo di avere una bambina con
un’altra
donna…
Forse
sto impazzendo o forse è il caso di vivere la mia vita senza
ripensamenti.
Quel
che è fatto,è fatto!
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti!
Questo è l'ultimo capitolo!! E' un po' più lungo
del solito perchè comprende anche l'epilogo!!
Che ve ne pare??? Potete dirmi tutto quello che vi passa per la testa!
Non mi offenderò, non vi preoccupate!!
Nel frattempo ringrazio tutti coloro che hanno continuato a leggere,
nonostante non fossi regolare con gli aggiornamenti. In particolare,
ringrazio (che ha recensito quasi tutti i capitoli!!)
e che ha recensito; AssodiPicche che ha messo la storia tra
le preferite; buzzicozz
e
nicosacco che hanno messo la storia tra le seguite.
Un bacio grande,
ElenSofy!!
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