Non passerai

di ElenSofy
(/viewuser.php?uid=197335)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-L'amore non può nascere dal nulla, bisogna costruirlo ***
Capitolo 2: *** La partenza ***
Capitolo 3: *** Lei, l'unica cosa perfetta... ***
Capitolo 4: *** Se mi ami, dimostralo! ***
Capitolo 5: *** Sei così esibizionista? ***
Capitolo 6: *** Guardami...ti amo! ***
Capitolo 7: *** Prova a pensare a quello che vuoi tu! ***
Capitolo 8: *** Capodanno! ***
Capitolo 9: *** Litigi su litigi ***
Capitolo 10: *** Quanto pensi che possa durare questa finta? ***
Capitolo 11: *** Vattene...l'hai fatta solo soffrire! ***
Capitolo 12: *** Il ritorno ***
Capitolo 13: *** La parola data si mantiene! ***
Capitolo 14: *** Ossessione ***
Capitolo 15: *** Questo stramaledetto bacio ***
Capitolo 16: *** La verità ***
Capitolo 17: *** Quando è il cuore a comandare (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Prologo-L'amore non può nascere dal nulla, bisogna costruirlo ***


Non passerai-Marco Mengoni
 
Salgo ancora in alto perché,
è lì che c’eri tu…
ma ora serve il coraggio per me,
di
guardare giù.
E non c’è niente che resiste,
al mio cuore quando insiste,
perché so’ che tu non passerai mai…
NON PASSERAI…
NON MI PASSERAI…

 

PROLOGO

Non si guardavano. Non sapevano di amarsi nel profondo del loro cuore, sostanzialmente non sapevano neanche di vivere nello stesso mondo.

Si incontrarono per caso e scoppiarono le prime scintille.
I primi incontri di solito si fanno in posti molto diversi, come bar, discoteche, scuole, corsi privati di qualche strumento o qualche sport…
LORO NO! Loro si sono incontrati in un Oratorio Parrocchiale…che in fondo è pieno di ragazzi, proprio come un pub.
Avevano quattordici anni lei e quindici anni lui; a gennaio ci sarebbe stato un ritiro, una specie di campo-scuola in montagna, per chi aveva fatto la Cresima.
In quello splendido luogo, bianco e coperto di neve, si sarebbero innamorati perdutamente: il loro amore aspettava solo di essere costruito, proprio come un pupazzo di neve. Eppure bisognava curare anche i minimi particolari, come la carota per il naso o la sciarpa da avvolgere attorno alla testa, altrimenti non potrà mai assomigliare ad un pupazzo di neve, bensì ad un “ammasso” di neve.
Inutile aspettare, il pupazzo potrebbe sciogliersi e non lasciare nessuna traccia, proprio come quando si aspetta a dichiararsi, poi arriva il sole e tutto scompare…come è apparso.
Ma siamo così ottusi che l’anno dopo riproviamo a fare tutto daccapo, ma facciamo gli stessi errori:lasciamo il tempo passare.
Alla fine crolliamo e rimpiangiamo quello che avremmo potuto fare, ma che non abbiamo fatto.
E ci domandiamo cosa non è andato bene, cosa si doveva cambiare per far si che il tempo passasse in modo opportuno.
Ora che tutto è scomparso, che il vuoto ha preso il sopravvento, l’amore non può nascere dal nulla…
 
NOTE DELL'AUTRICE:

Se vi va, passate anche a leggere un'altra fanfiction sul mio profilo riguardante la serie tv "La casa nella prateria".
Un bacio, ElenSofy

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La partenza ***


Dal diario di Francesca…                                            29/12/12

        

Caro diario,

oggi è arrivato il fatidico giorno della partenza per il ritiro di noi ragazzi che abbiamo fatto la Cresima.
Non immaginarti una settimana di preghiere o cose del genere, anzi ci divertiremo come pazzi, come abbiamo sempre fatto durante tutto l’anno. Avrò dimenticato qualcosa da mettere in valigia? Dunque…un bel po’ di cambi, cose per la doccia, asciugamano, lenzuola…che altro manca? Sicuramente pioverà lì, meglio portarsi l’ombrello da viaggio…
Siamo un bel po’, compreso Andrea, anche se non ho capito come ha fatto a convincere i genitori: ha rischiato di avere due debiti, uno in matematica e l’altro in latino:materie per niente leggere…
Con lui mi sento a mio agio, più di chiunque altro, se solo fosse più maturo: si comporta da bambino e ogni volta che cerchi di parlargli, continua imperterrito a giocare a pallone; è indifferente ad ogni cosa, ma insieme a lui non si smette di ridere.
Ho un po’ di tosse, ma spero che passi: non voglio rovinarmi la settimana per qualche colpo di tosse.
Già ci ero andata altre volte fuori di casa per una settimana con la Parrocchia, ma avendo una madre molto apprensiva non è tanto semplice…

 

“Ma…ci sono anche i ragazzi, vero?” chiese mia mamma.
Ehm…si….”  risposi io.
Mi raccomando: comportatevi bene e…non fate cose…vabbè, mi hai capito!”
E’ un ritiro con la Chiesa, mica con i primi che sono capitati…”
“Comunque, non farli entrare in camera…non si sa mai con i ragazzi di oggi!” e la conversazione finì lì.
Vabbè, avrai compreso il genere di domande che mi ha posto mia madre l’ultima sera…
E’ tardi e credo sia proprio il caso di andare a dormire.
Dolce notte,

 *Francy

FRANCESCA

 

“Sveglia! Avanti, alzati che è ora…vuoi per caso fare tardi?”
Il risveglio fu assai faticoso, non quanto chiudere la valigia.
“Ma cosa hai messo dentro?Tutta la casa?” disse mio padre, poi guardò dentro la valigia, come se così quest’ultima si svuotasse e si chiudesse da sola per bene, e continuò a sbraitare:” Mi spieghi a cosa può servirti…quella?” e indicò la piastra.
Passandogli accanto, gli sussurrai all’orecchio:”Questioni femminili!”
Non persi tempo ad esporre tutte le utilità di una piastra, perché ero già in ritardo e dovevo prepararmi bene: jeans lunghi della Hollister e maglione sempre della Hollister; capelli sciolti e un filo di matita e mascara; Converse blu, le mie preferite…oltretutto abbinate al maglione.
Presa la valigia e la borsa, mia madre e mio padre mi accompagnarono alla fermata dell’autobus:lì mi aspettavano Giulia e Martina.
“Allora?! Come mai questo ritardo?” mi chiese Giulia, indicando l’orologio.
“Non eri tu quella che diceva che alle 6:00 era già qui?” continuò Martina e scoppiamo tutte e tre a  ridere, vedendo la mia faccia perplessa.
“Davvero ho detto questo?Dovevo essere ubriaca!”
Una voce alle mie spalle mi fece sussultare, una voce alquanto familiare:Andrea, che come suo solito, raccontava barzellette insieme al cugino, Simone.
Più in là si vedevano i miei genitori che parlavano con i suoi: si stavano raccontando cose alquanto divertenti, si intravedeva dalle loro espressioni.
Mi girai verso Martina e le chiesi sussurrando:”Come va con Gianluca?”
Mi guardò per un momento con fare interrogativo, più volte aprì la bocca ma non disse nulla, infine:”Beh, non è successo niente di tutto quello che mi ero aspettata…Forse parlando oggi, risolveremo qualcosa…”
“Vedrai, col tempo si sistemerà tutto…poi mi racconti meglio…” e gli feci l’occhiolino.
Nel frattempo erano arrivati tutti e già si incominciava a caricare le valigie sul pullman.
Salutai i miei e salì subito per prendere i posti migliori, ma qualcuno ci aveva pensato prima di me: Martina si sedette vicino a Gianluca e per tutto il viaggio parlarono, guardandosi assiduamente negli occhi e prendendosi la mano; io e Giulia qualche posto più in là e ogni tanto ci giravamo a spiare.
“Sembrano proprio due piccioncini! Non c’è niente che non vada in loro due…” dissi io, tra un sospiro e l’altro.
“Già, stanno proprio bene insieme…” concordò Giulia, poi continuò:”Mentre tu e Andrea…ancora niente…”
“A mio giudizio Andrea non è ancora pronto…dovrò aspettare…”
“Alla fine invecchiate, se continuate ad aspettare!” disse, sorridendo.
“Ho capito, Giulia, ma io non voglio soffrire per colpa sua…”
“E chi ti ha detto che soffrirai?”
“E se non sono corrisposta?”
“Ma non hai visto come ti guarda?”
Mi girai dall’altra parte:non avevo voglia di parlare di quell’argomento ora e Giulia non l’aveva capito.
Mi sentivo malissimo!

NOTE DELL'AUTRICE:

Che ne dite? Questo è il primo capitolo a tutti gli effetti!
Mi piacerebbe leggere qualche recensione, comunque....
Un bacio dalla vostra ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lei, l'unica cosa perfetta... ***


ANDREA

 La giornata era partita abbastanza bene e anche il tempo faceva la sua parte: non aveva mai piovuto per tutta la mattina e fuori si stava discretamente, non troppo freddo.
Finita la colazione, mi stavo lambiccando su che cosa potessi fare mentre aspettavo il pranzo. Tutti gi altri erano impegnati nelle pulizie, a me non andava di pulire la mattina, così ci dividevamo il lavoro e io pulivo la sera.
In realtà non pulivo neanche la sera,..Che fare? Ma ovvio, prendere il mio adorato pallone e giocare tutto il giorno.
Che male c’è!
Soltanto che c’è sempre qualcuno che mi blocca, in agguato a dirmi che devo lasciare quel pallone e seguirli in capo alla luna per pulire qualcosa, o per aiutarli a fare qualcosa.
Ma con tanta gente, proprio io ti devo aiutare, cara Nicoletta?
“Ma….io volevo giocare!”
“No, tu adesso vieni con me!”
“Ma…”
“Niente ma, altrimenti chiamo Don Marco!”
“Ok! E’ una cosa breve?”
“Dovrebbe, se solo stessi zitto!”
“Mi fido!”
Stavamo scendendo al piano di sotto, ai bagni per l’esattezza.
Con la mente vagai al piano di sopra, dove ormai qualcuno aveva già preso la palla e stava beatamente giocando senza di me.
“Beh, che dobbiamo fa’ a ‘sti’ cessi?”
“Devi lavare il pavimento e tutto il resto! E non parlare più in questo modo sgrammaticato e…volgare!”
“No, aspetta come sarebbe DEVI lavare il pavimento?E poi tutto il resto, cosa intendi…pure….quelli!” e indicai i sanitari in ogni cabina.
“Si, punizione per te perché ci è giunta voce che un certo Andrea, che saresti tu, la mattina durante le pulizie NON PULISCE! Buon lavoro!”
“MA QUESTO E’ SCHIAVISMO!”
Ma non avevo fatto in tempo a parlare, che Nicoletta già se ne era andata!
“E adesso che cazzo faccio?” mormorai sconsolato, guardando uno ad uno i lavandini.
Mi affrettai a prendere scopa, secchio e impicci vari dal ripostiglio e mi misi subito a lavoro.
Sentì dei passi provenire da sopra: e adesso chi era che osava disturbare il mio lavoro?
I passi stavano scendendo di corsa le scale ed entrarono nel salone dove mi trovavo.
Riuscì a scorgere un volto in lacrime, coperto da una miriade di ricci castani:”C’è Giulia?”
“Non è qui! Ma che è successo!”
“Niente!” disse in un soffio Francesca.
“A me puoi dirlo, giuro che non lo dico a nessuno!”
“Non fa niente! Ciao!”
Rimasi lì da solo, a riflettere: come mai stava piangendo? E perché cercava Giulia e a me non aveva voluto dire nulla?
Eravamo un gruppo, parlavamo sempre insieme, ci confidavamo: ora lei, Francesca, era fuggita come una matta al solo pensiero di avermi incrociato.
Non riuscivo a non pensarci: lei, che stava piangendo ed io non potevo far nulla per calmarla, lei…l’unica cosa perfetta che la mia mente conosceva…
Qui c’era qualcosa sotto che non andava!

 

 FRANCESCA

 
E se durante tutto questo tempo mi avesse dimenticato?
Se, col tempo, quei baci che ci siamo dati fossero nulla per lui?
Ci sarebbe qualcun altro COME LUI nel mondo da AMARE?
E’ unico…
Come mi sa capire lui, non mi sa capire nessuno: ogni suo sguardo, ogni sua parola mi fa venire i brividi solo ad ascoltarla.
Ma non sono brividi di paura, quelli che provo, bensì di gioia e felicità: finalmente qualcuno che mi ascolta e mi comprende.
Affacciata alla finestra del bagno, con l’ultima sigaretta che mi era rimasta, mi misi a pensare, mentre l’aria fredda mista al fumo di sigaretta mi travolgeva.
Toc, toc…qualcuno aveva bussato alla porta:”Chi è?”
“Sono Giulia, posso entrare?”
Esitai un attimo: non avevo detto a nessuno che fumavo, ma in realtà a lei potevo dirlo, in fondo è la mia migliore amica.
“Si…”
Giulia aprì la porta, ma non era sola: entrò anche Gabriele.
“Sapevo che stavi fumando…lo sai che il fumo si vede…”
Gabriele si avvicinò a me e mi levò la sigaretta tra le dita sottili.
“Perchè? Non sei mio padre, quindi…”
“Senti, qui sono io che comando: Don Marco mi ha affidato questo incarico e, per adesso te la tolgo soltanto, ma se capita un’altra volta te la vedi con Don Marco in persona.”
“Ma perché, tu non fumi?”
“Io ho 20 anni e faccio quello che cazzo mi pare, mi posso rovinare la vita quanto mi pare e piace”.
“Allora, anche io mi voglio rovinare la vita, ok?”
“Ti prego….Nei guai ci stiamo io e te se qualcuno lo viene a sapere: sai che bella figura che ci facciamo…”
Continuai imperterrita a guardare l’orizzonte, quelle montagne coperte di neve, sembra esserci solo natura, alberi e quant’altro si possa congiungere a questi due elementi.
Gabriele mi stava ancora guardando, poi decise di andarsene; mentre Giulia rimase lì.
“Scusa, non sono stata io a fare la spia…solo che Gabriele è al piano di sopra e ha sentito puzza di fumo e…insomma, ha capito tutto!”
“Non ti preoccupare!” borbottai io, più a me stessa che a Giulia.

Non mi devo preoccupare…
Invece sto facendo l’opposto, sto piangendo per una questione estremamente stupida, mi sto ponendo domande stupide alle quali non posso rispondere.
Mi ama ancora? Dovrei chiederlo a lui.
Mi girai di nuovo e Giulia non c’era più, la porta del bagno era chiusa.
Ripensai a quanto accaduto un attimo prima: quando avevo provato la mia prima sigaretta?


"Ne vuoi una?”
“No, grazie!”
Andrea mi stava guardando come se fossi impazzita:”Ma sei matta, ti sto offrendo le sigarette della miglior marca possibile e tu non l’accetti?”
“No, dovrei?”
“Ovvio che dovresti!”
Non lo degnai neanche di uno sguardo.
Poi continuai:”Lo sai che se ti scoprono sono guai seri!”
"Beh? Almeno puoi dire di aver provato qualcosa di nuovo…”
“Che bella risposta! Non me l’aspettavo da te…Quindi tu fumi perché ti senti più figo?”
“Chi è che fuma perché ha reali problemi da risolvere?”
Mi voltai di scatto e presi la direzione per tornare a “casa”.
Ero coperta da capo a piedi: stivali, cappotto,sciarpa della Roma (la mia squadra preferita), guanti e cappello.
"Hai paura? Hai paura di quello che ti dice la mamma quando torni a casa?”
Quella frase mi fece girare di scatto:come osava dire una cosa del genere? Io non ho paura proprio di niente, tantomeno di una stupida sigaretta.
Mi avvicinai, presi la sigaretta dal pacchetto che aveva in mano Andrea e la portai alla bocca:subito lui l’accese.
Siccome non ero abituato, al primo tiro incominciai a tossire, poi però ci feci l’abitudine, anzi mi piaceva…
Mi avvicinai ancora di più a lui, i nostri nasi quasi si scontravano…
Lo baciai, in un modo naturale, come se fosse la prima cosa che avessi pensato di fare.
Le sue labbra sapevano di nicotina e probabilmente anche le mie: per un verso quel bacio ci accomunava,ci rendeva simili.
Per un verso eravamo perfetti insieme…

NOTE DELL'AUTRICE:

Ringrazio coloro che si sono fermati a leggere, ma gradirei che vi fermaste 5 secondini anche a scrivere una piccola recensioncina, piccina piccina!
Comunque, che ne pensate di questo secondo capitolo? Come vi sembra il personaggio di Andrea? 
Alla prossima,

ElenSofy

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Se mi ami, dimostralo! ***


ANDREA

 Quanto è difficile capire le ragazze, quello che gli passa per la testa: non sai mai come reagiranno.

E mi ritorna alla mente ancora Francesca, le sue lacrime ieri…

lei, che stava piangendo ed io non potevo far nulla per calmarla, lei…l’unica cosa perfetta che la mia mente conosceva…

 Quanto l’amavo nessuno poteva immaginarlo, anche perché nessuno lo sapeva.
Avevo deciso di non dirlo a nessuno, neanche a Simone, perché non mi andava di raccontare i cazzi miei a tutti.
E se avessi cambiato idea, se avessi incontrato un’altra ragazza migliore di Francesca?

Cazzo dici, Andrea! Sei scemo? Hai appena detto che è la ragazzo perfetta per te!

Beh, ecco…io…coscienza, devi sapere che il mio unico interesse nella vita è giocare a calcio, raccontare barzellette e…

Ah, quindi Francesca non è poi così importante come dici! 

Francesca è importantissima, ma se lei non mi volesse bene…

Lei ti vuole bene eccome, e tu lo sai, solo che fai finta di non ricordartelo:hai paura, Andrea, paura di quello che gli altri possono dire su di te…HAI PAURA!
Alcuni di noi erano seduti fuori ad aspettare la cena, anche se si gelava completamente: seriamente, c’era il rischio di diventare ghiaccioli o deambulare come i pinguini al Polo Nord.
Io, Simone, Francesca e Giulia avevamo preferito restare dentro, attaccati ad un termosifone a chiacchierare del più e del meno, di ciò che avevamo ricevuto in regalo a Natale.
“A me hanno regalato un paio di stivaletti stupendi, proprio quelli che volevo…” stava dicendo Giulia.
“A me hanno regalato..dunque, vediamo…uno schiaffo dietro la testa…” continuò Simone, tutto convinto. “No, a parte gli scherzi, mi hanno regalato il telefono nuovo, solo che l’ho lasciato a casa, perché dobbiamo ancora attivarlo…poi ve lo faccio vedere.”
Poi era il turno di Francesca:”Ma lo sai che anche a me mi hanno regalato il telefono nuovo? Questo IPhone…” e lo cacciò fuori dalla tasca.”Finalmente, non ce la facevo più con quel telefono vecchissimo…”
La sua voce era una piacevole melodia, che faceva sognare; ma ogni volta che finiva ti riportava nel mondo reale.
“E tu Andrè?” mi chiese Simone.
“Ancora niente, hanno detto che me lo danno quando torno, il regalo. Invece mio fratello mi ha regalato un libro…si è veramente sprecato!”
“Da quando in qua leggi libri?”
“Non lo so, infatti doveva essere proprio malato! Mi ha detto che così mi faccio un po’ di cultura…ahahah, quanto è spiritoso mio fratello!”
“Poi ci parlo io con Marco! Ahahaha” concluse Simone e scoppiammo tutti e quattro a ridere.
Dalla cucina arrivò in tutta fretta Nicoletta:”Mi serve qualcuno che apparecchia e mi aiuta: voi due!” e indicò Simone e Giulia. “Voi andate a chiamare gli altri!” disse, rivolta a me e Francesca.
Avevo l’opportunità di stare qualche minuto con lei, di spiegarle la situazione in cui stavo io.
Eravamo arrivati alla porta d’ingresso:”Ragà, è pronto! Andate a lavarvi le mani, altrimenti Nicoletta si incazza ancora di più!”
Tutti entrarono, mentre io e Francesca rimanemmo fuori.
Neanche sapevo perché lei fosse rimasta fuori, poteva benissimo entrare.
Non mi venivano le parole, la lingua e la bocca non avevano voglia di muoversi per porre quella domanda che mi stava a cuore:”Francy, guardami…tu mi ami?”
Lei mi guardò per una frazione di secondo come se fossi pazzo o avessi qualche rotella fuori posto!”
“E tu?”
“Io si!”
“Se mi ami dimostralo!” soggiunse lei.
E se ne andò.
Se mi ami dimostralo…

Cosa dovevo fare per dimostrarle che l’amavo?
Si, è vero, ho paura dei giudizi degli altri, ma se mi ama anche lei dovrebbe amare ogni piccola parte del mio carattere, anche la mia paura.
Non sembra, ma io dormo ancora con il pupazzo preferito abbracciato…

Non sembra, ma io non so’ difendermi e quindi HO PAURA!

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve! Questo capitolo è un po' cortino, ma spero che vi piaccia lo stesso, anche perché è abbastanza importante
Come sta andando la storia? Vi piace? 
A presto!
ElenSofy

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sei così esibizionista? ***


Dal diario di Francesca…                                              30/12/12

 

Caro diario,

questa mattina mi sono svegliata di malumore, forse perché sto ancora pensando alla giornata stressante che ho avuto ieri.
C’è chi da una parte, per il mio bene, mi proibisce determinate azioni; dall’altra parte c’è chi non vuole amarmi, perché è uno stupido “ragazzino” che si basa su quanti mi piace hai su facebook o su quanti insulti ricevi per giudicare una persona.
Sto parlando di Andrea, naturalmente…
Lui non è un “ragazzino”, ma vuole solo sembrarlo: l’apparenza inganna, dirai tu, infatti io l’ho capito da un sacco di tempo.
Lui non è ciò che vuole far credere: il duro, sempre impeccabile e trasgressivo, che se ne fotte di tutto e di tutti, persino delle regole.
Non so’ chi altri conosca i lati positivi di Andrea, ma sicuramente io, a forza di osservarlo di nascosto, ho capito molte cose della sua personalità.
Quella fragilità che non traspare dai suoi gesti in pubblico, se non ci si sta attenti; quel suo sguardo perso che ogni tanto indica che Andrea sta pensando qualcosa di sensato.
Nel complesso, amo tutto ciò che lo fa sembrare diverso da ciò che appare esternamente…
Certe volte ha anche atteggiamenti dolci, ma poi torna lo stronzo di prima.
Ed è questa sfumatura del suo carattere che non sopporto:mi ami o no?
Se mi ami, dimostralo e se vuoi trattarmi con attenzioni, fallo ma poi non tirarti indietro.

 

*Francy

 

FRANCESCA

 

“Ciao!”
“Ciao!”
Era Andrea.
“Come va?” 

Come mai si interessa di me?
“Tutto a posto!Te?”
“Niente male…”
Stavamo uscendo fuori, dove ci aspettavano tutti gli altri per la riunione pomeridiana.
“Non hai freddo? Vuoi la mia sciarpa?”

Quanto sei premuroso, Andrea!
“No, grazie!”
Ci sediamo sul muretto coperto di neve:oggi fuori si poteva stare, anche se non è mai caldo, ma non è neanche un freddo polare.
Andrea è seduto accanto a me.

 

*******

Mi sto ancora domando perché tutte quelle attenzioni, principalmente inutili.
Finito il pomeriggio neanche mi guardava negli occhi.
Ma sei scemo o cosa?
L’idea di dargli uno schiaffo non appena era di poco lontano da me l’ho avuta, però poi non volevo fargli fare una brutta figura davanti a tutti gli altri: proprio a lui che ci tiene ai giudizi della gente…

 

Ultimo giorno di Dicembre…
Come nostro solito la sera uscivamo tutti in gruppo.
Poi mano a mano ci dividevamo, ma non ci allontanavamo mai troppo.
La piazza di Gubbio era deserta come sempre, anzi c’era solo uno strano tizio che pretendeva di girare con la neve con una bicicletta.
Io e Andrea ci eravamo nascosti in un angolo a fumare, per paura che Gabriele ci scoprisse.
“Allora?”
“Allora cosa?” chiesi io, visibilmente infastidita.
Tutta quella vicinanza mi dava fastidio.
“Sta andando bene la settimana?”
“Posso farti una domanda?”incalzai io, sull’orlo della rabbia.
“Prima devi rispondere alla mia…”rispose  divertito Andrea.
“Si, sto bene!” e mi girai dall’altra parte, dandogli le spalle.
“Che c’è? Ti sei offesa? Non ti piace che ti porgo le mie attenzioni?”
“Per niente!”
Andrea rimase in silenzio, probabilmente l’offeso era lui.
“Senti…” cominciò a spiegare, ma io lo bloccai prima di parlare.
“Lo so, tu mi vuoi bene, vuoi fare il dolce con me, però poi l’attimo dopo non puoi far finta di niente…”
“Ma io non faccio finta di niente…sei tu che mi eviti!”
“Ma se sei tu che mi eviti!”
“NON E’ VERO!”
La discussione si stava facendo più colorita e non era il caso di urlare poi così forte.
Chi avesse ragione dei due? Nessuno dei due…
Aveva ragione Francesca sul comportamento di Andrea, ma anche Francesca il più delle volte evitava un qualsiasi contatto con Andrea.
“BASTA! ABBIAMO RAGIONE TUTTI E DUE!”
Mi girai di nuovo dall’altra parte, con la sigaretta tra le dita e una nuvoletta di fumo uscì dalla mia bocca.
Andrea era infastidito dal mio comportamento: si vedeva che voleva fare pace, ma nello stesso tempo non voleva sembrare troppo invadente.
Poi mi decisi a parlare:”Andrea, ascoltami…anche io ti voglio bene, ma tutte queste attenzioni che mi dai, ora come ora, sono inutili. Che senso ha che adesso, quando non c’è nessun altro, ti preoccupi per me?”
“Vuoi che dica a tutti che fra un giorno o l’altro ci metteremo insieme? Sei così esibizionista da volerlo veramente?”
Io rimasi lì, a fissarlo negli occhi un’ultima volta, per poi andarmene di scatto.

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti i lettori!
Ecco un altro capitolo! Scusate se i capitoli vengono pubblicati con discontinuità, ma sto avendo vari problemi con la scuola. Cioè, in realtà sono io il problema, perchè so bene che il liceo classico è impegnativo, ma io non mi impegno abbastanza!
Nonostante ciò,passiamo alla storia: in questo capitolo si capisce meglio il carattere di Francesca, che vuole un po' "fare la fighetta con il fidanzato"....
Beh, perchè diciamocelo...io questo Andrea me lo sono immaginato come un bel ragazzo, ma proprio bello! 
Dall'altra parte abbiamo Andrea che non è proprio sicuro di sé, quindi non è ancora pronto per una relazione...
Che ne pensate? Come andrà a finire? Aspetto recensioni! E grazie a chi legge!
Un bacio, 
la vostra ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Guardami...ti amo! ***


FRANCESCA

 
Riunione tra noi ragazzi:oggi pomeriggio alle 17:00 in salone.
“Francy, ti aspettiamo sotto: intanto scendiamo!” sentì dire Giulia, dall’altra parte del bagno.
“Si, il tempo di farmi una doccia e arrivo!” risposi io.
Quanto era bello restare sotto quel getto caldo di acqua, rilassarsi e per la prima volta non pensare a niente, forse solo ad una cosa: ad Andrea…
La mia ossessione: quando sono partita da casa per venire qui non vedevo l’ora di sentire la sua voce, di vedere il suo viso, i suoi occhi…
Ora non sopportavo più l’idea di dove restare ancora…5 giorni nello stesso posto in cui c’era lui.

Sei così esibizionista da volerlo veramente?

Non sono io quella esibizionista!
Tu hai paura di dire a tutti che ti piaccio, perché chissà che penserebbero gli altri: io non sono una ragazza “facile” come la maggior parte delle ragazze ormai; non mi presto ad un ragazzo per puro divertimento, ma perché gli voglio veramente bene.
Fa male essere amata, ma non poterlo dimostrare agli altri solo perché si ha paura dei commenti della gente o forse perché si è troppo impegnati a pensare ad altro.
Ma ero veramente amata da lui oppure mi stava prendendo in giro?
Che senso ha fare il dolce con me per cinque minuti e poi per tutto il resto del tempo trattarmi come una qualunque?
Pensavo e speravo che nell’ultimo anno fosse cambiato, dall’ultimo campo scuola fosse cresciuto e invece era sempre lo stesso: cresciuto lo era, ma solo di altezza…

Capodanno…
“Andiamo, Francy o faremo tardi a cena!”
“Non mi va di mangiare!”
La sua mano sfiorò delicatamente la mia spalla e poi si sedette vicino a me.
“Ma che hai? E’ tutto il giorno che stai così!”
Quel giorno aveva nevicato tanto che quasi si affondava nella neve: non era mai successo da molto tempo che la gente se ne stesse in casa perché non poteva passeggiare per la strada a causa della troppa neve.
Noi eravamo usciti lo stesso: chissà quando mai ci sarebbe ricapitato di rivedere la neve a Roma!
“Niente, è solo che sono triste perché…mia nonna sta molto male e…ho paura di perderla!”
La mia voce risuonò alta e forte nella piazza semideserta.
“Non sei preoccupata per tua nonna…”
Come aveva fatto a scoprirmi? Avevo mentito, era vero: ero anche preoccupata per mia nonna, ma la verità era che volevo smetterla con questa vita di merda, ma non volevo far soffrire nessuno…
Lui mi guardava, l’altro pomeriggio ci eravamo baciati, ma era come se non fosse mai accaduto: non lo guardavo come il Flavio di ieri, ora lui era l’unico che aveva capito cosa mi passava per la testa e l’unico che poteva capire i miei sentimenti…
“Hai indovinato, ma non cercare di convincermi perché tanto non ci riuscirai…”
“E chi te lo fa pensare? Sai, anche io ho passato quei momenti in cui vorresti farla finita perché ti senti perduto, senti che non puoi più rialzarti perché non hai forze, ma poi mi dico che  è una cazzata e allora mi aggrappo con tutte le forze a qualcosa e mi rialzo, più sconfitto e abbattuto ma almeno ancora vivo.”
Le sue parole mi infondevano sicurezza: aveva una capacità di farti venire i brividi ogni volta che incominciava un discorso.
Capiva tutto e tutti, era bravissimo a consolare e a farti sfogare: ora era il mio momento, dovevo confidare a qualcuno ciò che più mi pesava e sembrava che la persona giusta era proprio seduta al mio fianco.
“Sai, tante volte mi sono sentita dire queste cose, ma mai da uno come te: come pretendi che io ti dia retta se poi sei il primo a fare cazzate?”
“Ma alla fine chi non sbaglia mai?”
“Quindi vuoi dire che quel bacio dell’altro giorno è stato uno sbaglio?”
“Se tu vuoi chiamarlo così,ma per me è uno sbaglio da rifare…”
“Ma…” provai a dire qualcosa,ma lui mi bloccò prima.
“Guardami…ti amo!”

L’unica cosa che era rimasta immutata in lui è proprio questa: la capacità di saper ascoltare l’altro e di consolarlo.
E quelle due parole, quelle due parole che mi aveva detto alla fine erano vere? Mi amava veramente?

NOTE DELL'AUTRICE:

Buonasera,ecco a voi il capitolo 5! Scusate il ritardo, ma ho avuto un sacco di cose da fare: vi prometto che mi farò perdonare pubblicando tanti capitoli questa settimana! Comuque, questo capitolo è diciamo un capitolo meno importante, più di passaggio ma mi è piaciuto come è uscito fuori! 
Voi che ne pensate? 
Aspetto recensioni e apprezzamenti o anche commenti negativi sulla storia e su questo capitolo.
Un bacio,
la vostra ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Prova a pensare a quello che vuoi tu! ***


REGOLE DEL BRAVO RAGAZZO/A:

1)    Non si dicono parolacce in questa settimana, ma in genere finché siamo qui;

2)  Ci si deve aiutare tra di noi: se qualcuno non sa fare qualcosa o  non ci riesce…non lo so, qualsiasi cosa BISOGNA AIUTARCI!;

3)    Fare le pulizie è un OBBLIGO e come tale va rispettato e magari non facciamo pulire sempre gli stessi;

4)  Si deve mangiare tutto quello che cucina Nicoletta perché ci potrebbe rimanere male, visto che spreca la grande maggioranza del tempo in cucina; e poi pensiamo ai bambini poveri, che non hanno neanche l’acqua per bere;

5)   Ci si deve rispettare, bisogna soprattutto rispettare gli adulti che gentilmente ci hanno accompagnati: per qualsiasi permesso o richiesta di uscita bisogna comunicarlo a Don Marco, Nicoletta o alle suore. Bisogna tenere pulito e in ordine i locali in cui gentilmente ci stanno ospitando le suore di Gubbio;

6)  I cellulari si usano solo in certi casi, per esempio per telefonare alle proprie famiglie. Se vi vediamo con il telefono in mano, per più del tempo necessario, allora provvederemo a ritirarlo (può anche succedere che non vi venga ridato indietro!);

7)  Si pregano TUTT I  i ragazzi di non tardare per i pasti, le preghiere e gli incontri.

 

 

*******

 

ANDREA


“Ohi, Andrè….ma hai sentito?”
“mmm…ehm, che tu sei uno stronzo? no, vabbe’, non serviva ascoltarlo, lo sapevo già!”
“Era una battuta? No, vabbè ma lo sai che stasera si va in giro per il paese?”
“L’ho appena letto, deficiente!”
Ero davanti alla vetrata della porta d’ingresso e attaccato c’era un biglietto:

 Piccola comunicazione di servizio: questa sera festeggeremo Capodanno in giardino con i botti e poi potremmo farci un giro per il paese, possibilmente non ognuno per conto suo, ma tutti insieme.
Chi torna DOPO l’’1:00 di notte, verrà severamente punito!
( non scriverem0 in questa sede, la punizione perché alcuni di voi potrebbero essere turbati!)

 BUON CAPODANNO A TUTTI!

 

Riconoscevo l’inconfondibile calligrafia di Francesca.
“Vabbè, ma che c’hai?”
“Fatti i cazzi tuoi!”
Non mi andava di spifferare a tutti quello che mi passava per la testa, altrimenti chissà che avrebbero pensato…
Oggi, 1 gennaio dell’anno scorso, il più bel capodanno della mia vita…

 

“Ciao, Andrea!”
“Ciao…”
Quel cappello le stava proprio bene, la rendeva ancora più bella di come già è…
“Beh, ci facciamo una passeggiata, prima che la neve diventi più alta?”
Le parole mi erano uscite così di bocca, non ci avevo pensato su neanche un millesimo di secondo: probabilmente era talmente tanto tempo che aspettavano di uscire, che si sono precipitate da sole…
Erano quasi le 18:30 e sembrava già notte fonda…
Io e lei passeggiavamo fianco a fianco, la mia mano afferrò la sua istintivamente: era fredda come un ghiacciolo…
“Che mano fredda! Ma i guanti non ce li hai?”
“Li ho dimenticati dentro...”
Arrivammo fino alla piazza principale, dove al centro c’era un grande albero, addobbato per Natale e sotto la neve cadeva…
Non c’era nessuno che ci conosceva lì, anzi non c’era proprio nessuno…
Perché non provarci adesso?
Mi girai verso di lei e mi accorsi che mi stava guardando, i suoi occhi castani si andarono a incrociare con i miei…
Fu un attimo e le sue labbra erano sulle mie: sentì un tepore caldo invadermi dentro, poi come una lama tagliente, arrivò uno schiaffo…
“Come ti permetti!” e scappò via, lasciandomi lì con l’unico ricordo di quel bacio…

E poi, eccola… era appena entrata: aiutava Nicoletta ad apparecchiare per la cena di capodanno.
Sul tavolo dell’ingresso c’erano già gli scoppi pronti per quella notte…
Avrei voluto tanto baciarla lì, davanti a tutti, ma avevo paura. Paura degli altri, paura di quello che mi avrebbero detto.
Ieri l’avevo trovata in lacrime e non mi aveva voluto dire che cosa la turbava.
Non potevo baciarla di nuovo,però ne avevo una voglia matta…
Chissà se lei provava le mie stesse sensazioni, oppure non le importava nulla, se quei due baci me li aveva dati così tanto per.
Ma non poteva essere così:perché poi mi avrebbe dovuto schiaffeggiare al nostro secondo bacio?
Forse qualcosa le interessava di me….
Non era per niente una brutta ragazza, anzi era alquanto carina: capelli mossi che le arrivavano sulla schiena, occhi castani e corporatura normale…
 “Andrea, aiutami a portare questo dentro!”
Una voce mi risvegliò, una voce profonda: era tornato Don Marco, con un grosso pacco da portare in casa.
Lo aiutai velocemente, anche perché fuori faceva un freddo da morire.
“Che cos’è?” domandai, cercando di sbirciare dentro il pacco.
“Non è per te!” mi scansò Don Marco.
“Lo so, ma voglio sapere…”
“E’ per Nicoletta, stasera lo aprirà..ma non dirlo a nessuno!” mi sussurrò Don Marco, spazientito. “E adesso nascondilo di sotto, nel salone…”
“Agli ordini, capo! Ma….di sotto non ce la faccio a portarlo solo io: è troppo pesante!”
“Uff…Francy, aiuta Andrea a portare quel pacco sotto in salone!”
NO! NO! NO! NO! NO!
Francesca arrivò dal refettorio, bella come un fiore: aveva uno stile per vestirsi mozzafiato. Era così sexy con queste felpe più grandi di lei…
“Andrè, ti dai una mossa?”
“Oh, sì!” mi ero di nuovo incantato,non dovevo.
Portammo il pacco sotto in salone e…eravamo soli, dovevo cogliere l’occasione.
“Francy…” la voce sembrava magicamente amplificata.
Si girò come l’ultima volta che ci eravamo trovati soli io e lei…

“mi stava guardando, i suoi occhi castani si andarono a incrociare con i miei…”

 La baciai e le presi le mani: erano fredde e tremavano…
Mi ritrovai lontano da lei in un colpo:” Non ci provare mai più…
E non provare a dire che io sono un’esibizionista: lo faccio per il tuo bene. Prova a fare qualcosa che vuoi veramente tu e non qualcosa che ti fa comodo fare, perché fanno tutti o perché non si può giudicare.”
Anche la sua voce rimbombava nel salone e poco dopo nella mia testa:” Prova a fare qualcosa che vuoi veramente tu…”
Il caldo tepore non aveva fatto in tempo a entrare dentro di me: questa volta ero veramente solo…

NOTE DELL'AUTRICE:

Ecco un altro capitolo! Lo so, ve l'avevo promesso che avrei pubblicato subito subito, ma veramente non ho potuto!
Potrete mai perdonarmi? Comunque sempre ringrazio coloro che sono arrivati addirittura a questo capitolo, che hanno letto tutta la storia.
Come vi sembra?

Un bacio, ElenSofy

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capodanno! ***


FRANCESCA

 
Ma come ha potuto farlo di nuovo?
Sono tre volte in due anni che ci prova…
Finalmente ho capito che prova qualcosa per me, però non sono contenta che mi ami di nascosto.

Beh, forse cara Francesca, non ti accontenti mai tu: stai sempre a frignare su quanto la tua vita sia una merda, sul tuo amore non corrisposto…
“Quindi….dicevo…Francy..ci sei?” la voce di Martina mi fece sobbalzare.
“Ehm…no, non c’ero! Stavi dicendo?”
“Ma sono un po’ di giorni che sei strana: qualcosa che non va?”
“No, raccontaci tu…dunque, Gianluca…dicevi che è un bravo ragazzo in fondo!”
Martina non parve molto convinta, ma continuò lo stesso ad elencare tutti i pregi ed i difetti di Gianluca ed io tornai nei miei pensieri.
Beata lei, che almeno aveva qualcuno che l’amava alla luce del sole!

Lo stai facendo di nuovo, Francesca! Ti stai piangendo addosso!
“Quindi alla fine, durante il viaggio…tutto si è sistemato e adesso siamo felici insieme!”
Giulia era entusiasta, poi mi rivolse uno sguardo e cambiò subito espressione.
“Ora tocca a te, dirci che cosa c’è che non va!”
“NON C’E’ NULLA CHE NON VA! VA TUTTO BENE!”
Non avrei voluto urlare, ma mi era uscito spontaneamente.
“Ok!” fu l’unica cosa che disse Giulia, prima che Nicoletta ci chiamasse per la cena.

 

 ***********  

 Altro che cena, mi sentivo una scrofa.
“C’è altra lasagna?”
“No, io voglio la bistecca!”
“No, la bistecca me la prendo io!”
“SILENZIO! PER FAVORE, STATE BUONI! SEMBRA CHE NON MANGIATE DA ANNI!”
“Sono proprio maschi!” commentai io all’orecchio di Giulia, che rise sotto i baffi.
Finito anche il dolce a mezzanotte in punto festeggiammo il nuovo anno che stava per entrare!
“10….9….8…7….6….5….4….3….2….1…BUON ANNO!”
Ci fu uno scambio generale di auguri di buon anno, inframmezzati dal rumore degli scoppi che partivano nel cielo con le loro scintille colorate.
“Dai…prendi un bastoncino e accendilo…così possiamo esprimere un desiderio!”
Presi la mia stella di fuoco e aspettai anche Giulia e Martina.
“Chi inizia?” domandai io.
“Martina!”
“Ok! Io scrivo il desiderio e voi lo indovinate, però non leggete ad alta voce…così vediamo se siamo veramente amiche!”
Martina si mise al lavoro e il suo desiderio era scritto in un nome:”Gianluca!”
Poi toccò a Giulia, che scrisse il nome di “Nesli” con un bel cuoricino affianco, con la speranza che il 2013 portasse qualche concerto del famoso cantante a Roma.
Era il mio turno!
Che scrivere? Il mio desiderio era sempre quello, ma avevo paura: erano due anni che scrivevo sempre lo stesso desiderio, ma mai si era avverato.
Ma la speranza è l’ultima a morire,no?
E allora incominciai a scrivere lettera per lettera il suo nome….”Andrea”

 

ANDREA

 

La cosa che più mi faceva rabbia era che neanche mi aveva degnato di uno sguardo per tutta la cena e neanche quando siamo usciti fuori.
Non ce la facevo più, questa situazione mi metteva in agitazione: lei voleva che la baciassi davanti a tutti, che rivelassi il nostro amore a tutto il gruppo.
Ma io non ero ancora pronto, non volevo farlo sapere a tutti: e se poi mi fossi sbagliato, se poi lei non fosse quella giusta?

Ma cosa dici Andrea? Cazzate come al solito? Lei è perfetta per te!
Dannata voce della coscienza: perché parli sempre quando meno sei desiderata?
Si, vero…lei è quella perfetta, ma qualcosa potrebbe non andare come dovrebbe, o no?
Il mondo è pieno di ragazze e…

Quindi stai dicendo che a te piace solo l’aspetto esteriore delle ragazze?
No, non sto dicendo questo! Io…
NON LO SO, CAZZO! NON LO SO!
Devo godermi questo fottuto capodanno: domani mi sveglierò e tutto sarà risolto.

 

 

*********

“Dai, Simone….raccontaci una barzelletta!”
“No….non me va!”
“DAI!”
“NO!”
Simone era incazzato nero: non bisognava forzarlo a raccontare barzellette, altrimenti era capace di stenderti con un destro all’istante.
“Andrè, allora raccontacele tu!”
“Non rompere il cazzo, per favore! E’ capodanno! Anno nuovo, vita nuova!”
“Seeeeee…..” fecero in coro Matteo, Gianluca, Giacomo e Gabriele.
“Da dove ti vengono queste perle di saggezza?” domandò Roberto, alquanto stupito.
“Sentite, da domani mi vedrete un ragazzo nuovo, sempre attento, sempre disciplinato….non farò più casino, terrò bene le mie cose! Mia madre non mi riconoscerà quando tornerò a casa!”
“Seeeeeee…..” un altro coro partì dall’ala destra della piazza, dove si trovavano le ragazze.
“Che avete da ridere!” incalzai io.
“Niente! Te che diventi serio? Non te ce vediamo proprio: parere da amici!”
“Ma andate tutti a fanculo!”
Finito il mio bel Capodanno!

Oh, Andrea, mi raccomando….devi diventare un ragazzo modello!
Si, coscienza, diventerò un ragazzo modello, promesso!
Lo farò per lei, per Francesca…


NOTE DELL'AUTRICE:

Scusate il ritardo, cari lettori/lettrici, ma ho avuto sempre problemi con la scuola per via dei tanti compiti! 
Comunque, ecco un altro capitolo! Per farmi perdonare, pubblicherò anche un altro capitolo!!
Buona serata da,
ElenSofy!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Litigi su litigi ***


 

DAL DIARIO DI FRANCESCA                                                  3/01/13

 

Caro diario,
sono già passati tre giorni di un nuovo anno, che si spera sia il migliore di tutti.
E’ vero che i desideri che si chiedono per più anni di fila, si avverano?
Ovviamente la tua risposta è si, altrimenti cado in depressione.
Ho di nuovo pensato al suo nome, ma come posso pensare a lui, se continua a trattarmi come una persona qualunque!
Voglio dire, ci siamo baciati…e, ok! Può darsi che quei baci non erano particolarmente sentiti.
Mi ha detto che mi ama…e adesso? Perché fa lo stronzo?
Io non li capisco proprio certe volte i ragazzi: che si aspetta che io vada a frignare sul suo petto e a supplicarlo di metterci insieme, altrimenti potrei deprimermi senza di lui?
Comunque, la sai una cosa? Tra Martina e Gianluca non va affatto bene: questa mattina hanno litigato, ma non so’ precisamente perché.
Martina non vuole parlare, Giulia non sa nulla,Gianluca neanche vuole spiegare come stanno le cose: prima o poi Martina ce lo dirà!
Ci diciamo tutto noi, no! Siamo amiche!
Ciaooooo…

 
*Francy

 

 FRANCESCA

 Il refettorio è troppo calmo per i miei gusti, troppo calmo per essere un refettorio di piccoli pazzi scatenati.
Andrea è seduto a capotavola, affianco a Don Marco e guarda la sua tazza di tè con molto interesse; Simone gira il cucchiaino nel suo latte macchiato con sguardo perso nel vuoto; Giulia mi sta accanto, ma non sembra in vena di parlare, almeno è quello che capisco dal suo comportamento…
“Siete stanchi, vedo! Che è successo?” chiese Don Marco, con il suo solito tono da papà preoccupato.
“Abbiamo sonno! Tu ci svegli alle 6:00 per dire le preghiere insieme alle suore: ma noi non siamo suore!” replicò Matteo, con gli occhi gonfi di sonno.
“Ah, è per questo! Beh….allora per domani possiamo fare un’eccezione…”
“Oh, dio, grazie! Possiamo dormire….evvai!” incominciò ad esultare Roberto.
“Ma che hai capito?!?!?! Invece di svegliarvi alle 6:00, vi verrò a svegliare alle 6:30 e la preghiera la facciamo alle 7:00…vado subito ad avvertire le suore!”
Le espressioni che per qualche secondo avevano illuminato i nostri volti, ora erano di insoddisfazione.
“No…io…vabbè, però sei cattivo!”
“Taci, Roberto!”
Delle voci dal corridoio ci fecero sobbalzare: non erano voci, erano grida. Qualcuno litigava!

“Tu non mi tratti così, hai capito?”
“Ma tu forse non hai capito bene: io non c’entro nulla con questa storia!”
“Gianluca, ti prego! Lo so che non mi hai mai voluto bene, ma adesso è palese!”

Le grida stavano aumentando.
"QUINDI TU PENSI CHE IO TI TRADISCA CON…QUESTA….CHE NEANCHE CONOSCO?”
“COME FAI A NON CONOSCERLA? HAI LE SUE FOTO SUL TELEFONO! BRUTTO STRONZO: A ME NON MI PRENDI IN GIRO, CHIARO?”
“IO NON STO PRENDENDO IN GIRO NESSUNO!”

Era il momento di intervenire. Giulia ed io ci alzammo per calmare almeno Martina, ma lei ci spinse indietro: voleva vedersela da sola con Gianluca.
POSSO DIRTI SOLTANTO UNA COSA?”

Un silenzio dalla parte di Gianluca confermò che Martina poteva parlare.
“VAFFANCULO!”

 

 *********

“Ma come hai fatto a scoprirlo?” domandai io, con discrezione.
Martina era buttata sul letto: erano quasi le 2:00 di notte e non aveva per niente voglia di dormire.
“Non lo so…io…ho visto per sbaglio le sue foto e su WA c’erano pure queste!” rispose tra i singhiozzi la bionda.
“Sembrava un ragazzo serio…” continuò Giulia.
“No, per niente….a questo punto è più serio Andrea!”
A quelle parole mi si raggelò il sangue nelle vene, in tutto il corpo: che voleva dal MIO Andrea?

Cara Francesca, Andrea non è tuo!
Lo so, coscienza, ma è come se lo fosse…mi ha baciato!
Non c’entra nulla!
C’entra eccome!
“Francy, non volevo farti sentire male…ma veramente è molto meglio Andrea di Gianluca!”
“Non ti preoccupare” aggiunse Martina “non te lo rubò mica!”
Non risposi: non sapevo cosa rispondere.
Ha detto che non me lo ruba…beh, ci deve solo provare.
Non mi importa se è la mia migliore amica!
“Ma secondo te, tutta questa storia è vera? Lui diceva di non conoscerla neanche!”
“Le foto sul telefono di una ragazza non si tengono così, per sfizio!”
“Magari gli hanno fatto un scherzo…”proposi io.
“No!”
Era un “no” convinto, che non ammetteva repliche: potevamo finalmente concludere la discussione lì.

 

ANDREA

 
“Qualcuno di voi mi ha caricato queste fottute foto: giuro che non è stato divertente!” dichiarò Gianluca, appena tornato in camera la sera.
Nessuno rispose.
Silenzio.
Poi il primo a parlare fu…Andrea.
“Ma…non è che ci vuoi mettere in mezza a noi, darci la colpa a noi, quando tu sei l’unico colpevole?”
“MA COME TI SALTA IN MENTE?”
La discussione si stava facendo più colorita, rispetto a quella delle ragazze.
“SENTI, SE TI SEI VISTO CON QUESTA….” e indicò il telefono “NON E’ MICA UN PECCATO! SOLO CHE A MARTINA LO DOVEVI DIRE PRIMA!”
“IO NON LA CONOSCO PER NIENTE!”
Gianluca era di un colorito sull’arancione/rosso, sembrava che stesse trattenendo tutta la rabbia…poi esplose.
In un attimo Andrea e Gianluca erano a terra, pronti a colpirsi e a picchiare tutte le parti del corpo che raggiungevano.
Altri corpi si buttarono sopra di loro, più per bloccarli che per altro.
Qualcuno uscì dalla stanza e andò a chiamare Don Marco.
In una manciata di secondi, Andrea aveva il labbro spaccato e una grande quantità di sangue usciva dal naso; Gianluca, invece, mostrava un grosso livido sull’occhio destro e anche a lui fuoriusciva una grande quantità di sangue dal naso.
“FERMI UN PO’! CHE SUCCEDE? FERMI!”
I due ragazzi furono allontanati uno dall’altro.
“Adesso mi spiegate che succede: perché vi state picchiando?”
“LUI, E’ COLPA SUA!” cominciò Gianluca. “MI HA PROVOCATO!”
“NON E’ VERO!” incalzò Andrea. “LUI E’ UNO STRONZO CHE SI PRENDE GIOCO DELLE PERSONE VERAMENTE INNAMORATE!”
Ah, piccolo Andrea! E’ la tua coscienza che ti parla: proprio tu incolpi Gianluca di prendere in giro i sentimenti di Martina, quando sono due anni che commetti lo stesso errore TU con Francesca…

NOTE DELL'AUTRICE:

Ecco come promesso l'altro capitolo NELLA STESSA GIORNATA!! 
Ci rivediamo probabilmente per le vacanze di Pasqua!!
Nel frattempo ringrazio Ipangelo, che ha recensito il primo capitolo dandomi la forza di continuare!
A presto e Buona Pasqua a tutti da,

ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Quanto pensi che possa durare questa finta? ***


FRANCESCA

 

“Guarda come è contenta Nicoletta del regalo!”
“Già…”
“Dai, su….hai appena detto che è uno stronzo…lascialo perdere!” commentò Giulia, vedendo la faccia triste di Martina.
“Non ho mai detto questo!Ho detto che certe volte, per esempio in questo caso, è uno stronzo. Quando l’ho conosciuto meglio non era così: aveva un modo di fare completamente diverso…”
Per un lungo momento ci fu un silenzio tombale, quasi imbarazzante: io e Giulia pensavamo che Martina continuasse a sfogarsi; Martina pensava che noi le avessimo dato qualche consiglio.
Per fortuna o purtroppo, Nicoletta ci chiamò dalla cucina per darle una mano e sradicò quel momento di silenzio che si era venuto a creare.
Dovevamo iniziare a pulire perfettamente, perché mancavano solo due giorni al ritorno a casa e le suore volevano i locali tutti puliti per il gruppo che sarebbe arrivato successivamente.

 

**********

Eravamo tutti riuniti nel salone, pronti per dividerci in gruppi e cominciare a lavorare.
A Gianluca, Simone, Gabriele, Giulia, Rita e Noemi venne assegnata la pulizia del corridoio del piano di sopra, comprese le scale.
A Giada, Jessica, Martina, Giacomo, Giacomino e Silvio toccò pulire il corridoio del primo piano più atrio.
La cucina e il refettorio vennero affidate alle pulizie maniacali di Nicoletta e Don Marco, che di malavoglia seguiva tutto ciò che ordinava la signora.
A me, Andrea, Mattia e Matteo toccò pulire il salone e i bagni.
L’unica donna in quel casino di ragazzi!
“Allora voi due pulite i bagni e gli altri puliscono il salone, chiaro?”
Si, tutto chiaro dovevo stare con Andrea,nello stesso spazio, per più di mezz’ora o anche meno: per me già solo 5 secondi erano troppi!

 

DAL PUNTO DI VISTA DI ANDREA E DI FRANCESCA INSIEME

Andrea: grassetto

Francesca: corsivo

Prese scopa e paletta cominciai il mio lavoro: Francesca gentilmente si era proposta di pulire i sanitari in ogni cabina.

Subito avevo scelto di pulire i sanitari, forse perché il mio istinto mi aveva detto che se entravo in ogni cabina del bagno, comunque sarei stata meno vicina a Andrea.

I movimenti erano meccanici, non pensavo: il mio braccio andava da solo.
Ogni tanto mi distraevo a  guardarla mentre lavorava: una ciocca di riccioli castani le era scivolata via dalla cipolla con cui si era legata i capelli.
Sembrava più bella, tutta rossa per lo sforzo di strofinare, sudata per la fatica.

Ogni tanto, mi giravo e lo trovavo sempre a fissarmi e appena mi giravo subito cambiava direzione dello sguardo.
Quanto era bello, con la cresta moscia perché quella mattina non aveva fatto in tempo a mettersi il gel; quello sguardo pieno di attività, di voglia di divertirsi…

 C’era troppo silenzio in quel luogo: dovevo pur dire qualcosa…
Beh, sono i ragazzi che incominciano un discorso di solito, vero?
“Come va? Se ti sei stancata possiamo fare a cambio?”
Meglio iniziare con qualche gentilezza…
“No, grazie…tanto me ne manca soltanto uno e poi ho finito!”
Come voleva!

Come mai tutta quella gentilezza?
Non avevo mai sentito domandare ad Andrea se poteva far qualcosa al posto di qualcuno.
Dobbiamo intavolare una conversazione?
Si fa così in questi casi?
Sembrava che lui si stesse domandano la stessa cosa, perché…

“Dopo tutto quello che è successo tra noi, capisco che tu non voglia parlare con me…non so neanche se sia normale…parlare con uno come me, dico davvero!”
Finalmente ero arrivato al dunque: troppo diretto?

Il solito cojone: come mai questa domanda così diretta.
Per una frazione di secondo pensai di non rispondergli, poi dissi:
“Credo che non sia successo niente fra di noi!”
Quelle parole mi facevano male, ma volevo vedere la sua reazione: solo allora avrei capito che cosa provava per me.

Rimasi impassibile, fermo, immobile. Non riuscivo a credere alle sue parole.
Come poteva dire una cosa del genere?
“Davvero dici questo? Lo pensi veramente?” sussurrai con un filo di voce.

“Si…” fu l’unica cosa che mi uscì dalla bocca, poi corsi fuori e borbottai qualcosa del tipo:”Ho bisogno di aria…”

La segui fuori.
Le sue parole mi avevano colpito e si può dire anche ferito.
Io provavo qualcosa per lei,ma lei?
Lei ovviamente non mi voleva: sciocco capirlo solo adesso, Andrea.
Durante tutto questo tempo magari lei si era innamorata di qualcun altro e non me l’aveva mai detto prima…
Però non riuscivo a comprendere tutti i suoi comportamenti nei giorni scorsi.

Mi aveva seguito fuori. Adesso si trovava affianco a me, mi osservava con un espressione tra il sorpreso e….l’innamorato.
Si, si vedeva che mi guardava con occhi diversi: non ero un’amica che stava  male in quel momento…
Ero molto di più…
“Ti senti bene?” fu la prima domanda che mi pose, poi si avvicinò di più a me.
Non mi scansai, anche se era la cosa più naturale da fare.

Avrei voluto prenderle il viso, baciarla in quel momento, farla mia in quel momento, ma non potevo immaginare la sua reazione alla cosa.
Era una ragazza assai strana, con modi di fare che cambiano a seconda della giornata se era stata buona o cattiva: non sapevo se per lei quella era una giornata buona.

“Tutto bene, è solo che mi serviva aria…sai, con tutto quello sgrassatore…l’odore non è per niente buono!”
Bugia bella e buona.
Mi serviva aria,perché poco tempo prima avevo come ammesso di non provare nulla per lui.

Quanto era ingenua!
Pensava che non l’avevo capito che era andata fuori per quelle cose che aveva detto prima e che mi avevano colpito al cuore.
“Quanto pensi che possa durare questa finta?”

 Mi sfiorò delicatamente il viso con la mano sinistra, poi fissò i suoi occhi nei miei.

“Io ti amo! So che anche tu provi lo stesso per me…”

 NO! NO!NO!
Non puoi dirlo, Andrea!
Questo non puoi dirlo….
Non ti farò continuare il discorso, ma prima che potessi parlare lui mi bloccò.
Le sue labbra erano sulle mie…
Una sensazione di piacere mi invase, come mai era successo.

Un bacio, un altro!
Avevo paura di staccare le mie labbra dalle sue: chissà cosa poteva dirmi, mentre fino a quando non mi staccavo non poteva dirmi nulla.
La spinsi delicatamente contro il muro, le mie mani vagavano per il suo corpo: prima si fermarono sui fianchi, poi sempre più su…

Che cosa voleva fare adesso con quelle manacce?
Ma la cosa mi piaceva, mi eccitava…
Ma stava arrivando qualcuno, avevo sentito dei passi!
No, non era possibile…chi osava disturbarci?

Oh, no! C’era qualcuno…
Appena uscito fuori, se ne era andato via di corsa che non avevo fatto in tempo a guardarlo in faccia: poteva essere chiunque.
Io non avevo visto lui, ma lui aveva visto noi e questo era un bel guaio!

NOTE DELL'AUTRICE:

Inanzitutto ringrazio nicosacco che ha recensito la storia e questo mi ha fatto molto piacere!!
E' arrivato finalmente il bacio, quello vero!!
Anche se precedentemente si erano baciati, questo era quello che entrambi desideravano ardentemente.
Ma qualcuno li vede:chi sarà mai? 
Beh, lo saprete prossimamente!!
Sono stata brava: ho pubblicato prima del previsto!!
A presto, 

ElenSofy!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Vattene...l'hai fatta solo soffrire! ***


ANDREA

 
Non riesco a capire per quale motivo assurdo Martina, ora che si è lasciata con Gianluca, mi sta sempre attaccata come una cozza.
Proprio ora che mi stavo cominciando a chiarire con Francesca, arriva lei e rovina tutto.
“Ciao…”
Eccola! E’ arrivata! Non mi lascia un momento solo!
La saluto con un cenno della mano:spero che questo distacco la possa allontanare.
Non gira una buona aria da quando si è intromessa Martina e io voglio passare questo momento.
Cosa vuole da me? Non capisce che io sono già impegnato?
“Oggi è l’ultimo giorno!”
Annui con indifferenza.
Non avevo ancora capito chi ci stava spiando ieri mattina, quando io e Francy ci siamo baciati.

 
Qualche ora prima…
“Ora sarai contenta! Qualcuno ci ha visto e adesso si spargerà la voce…” cominciai a dire io.
“Non proprio…cioè dipende chi è questa persona…”
“Tu secondo me devi chiarirti le idee in quella testolina: prima dici che ci dobbiamo baciare davanti a tutti, poi dici di no…
“NON HO MAI DETTO QUESTO!”
“Senti…ciao Francy…” e me ne andai.

Ho la strana sensazione che sia proprio Martina la spia…
“Quindi, tra te e Francy è tutto a posto?”
Come mai questa domanda? Con Francesca sono migliori amiche: credevo che la sera si parlasse di questo nella loro camera.
“Si…in un certo senso,non proprio…per questo non vorrei rovinare tutto!”
Non ci parlavamo da un giorno ormai…
Ecco! L’ho detto!
Ed è la verità, la pura verità!
“Ma…ti riferisci a me?”
Hai capito finalmente!
Non risposi.
Volevo dire:”Si, mi riferisco proprio a te che stai rompendo il cazzo!”, ma non l’ho fatto!
Ad un tratto tutto accadde velocemente: Martina mi si avvicinò pericolosamente.
Qualcuno nel frattempo scese le scale di corsa, vidi una folta chioma riccia scendere e poi risalire subito dopo.
Le mie labbra involontariamente andarono a sfiorare quelle di Eleonora.
La scansai subito.
“Ma che cazzo fai?” urlai io.
Non le detti tempo neanche di rispondere: era solamente una domanda retorica.
Feci le scale del salone due a due e in un baleno arrivai davanti alla porta della camera di Francesca.
Sapevo che era lì, che si era rifugiata lì per scappare…da ME!
Bussai delicatamente.
Niente.
Non sapevo se aprire o no la porta.
Sentivo i suoi singhiozzi attutiti dal contatto del suo viso con il cuscino.
“Mi dispiace!” provai a mormorare dall’altro capo.
Forse mi aveva sentito, forse no.
Riprovai.
“Non è stata colpa mia! Perdonami….io…TI AMO!” qui la voce mi incominciò a tremolare.
Io la amavo, e tanto, ma lei come poteva sentirsi amata da uno come me?

L’hai fatta solamente soffrire, Andrea e adesso le vieni a dire che ti dispiace? Le hai sempre detto bugie e ora le chiedi scusa?
Si, lo so coscienza, ma mi dispiace veramente!
Se ti dispiace veramente, vattene…lasciala stare!
Qualcosa mi tratteneva lì, fermo, incollato a quella porta.
Che fare? Entrare o lasciarla veramente stare?

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti! 
Altro capitolo tutto per voi:questo è un momento cruciale per Andrea, che deve scegliere tra trovare una soluzione con Francesca o lasciarla stare.
Grazie ancora a coloro che stanno seguendo la storia, che hanno recensito.

Un bacio, dalla vostra ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Il ritorno ***


FRANCESCA

Come mi è venuto in mente di innamorarmi di uno così?
E’ un continuo tira e molla: mi bacia, mi dice che mi ama, poi mi mette da parte, poi mi bacia, mi dice che mi ama e poi bacia un’altra…
Ma stiamo scherzando?
Caro Andrea, con te non voglio avere più niente a che fare.
La sfortuna mi perseguita:abitiamo nella stessa via, in palazzi vicini.
La scuola? No, fortunatamente quella è diversa. Lui frequenta lo scientifico, io il classico.
Finito di fare la mia valigia, decido di uscire un po’ fuori in giardino e non pensare più ad Andrea.
E’ uno stronzo, il caso è chiuso.
Sto uscendo dalla porta e incrocio Martina.
Già, c’è anche lei!Non le rivolgo neanche lo sguardo.
Era la mia migliore amica e poi bacia il ragazzo di cui sono innamorata.
Diceva di amare tanto Gianluca, ma poi vedo che ha trovato già il sostituto.
Poco più in là del muretto trovo Giulia, seduta insieme a Rita che parlano animatamente.
Mi dirigo verso di loro: appena mi avvicino subito fanno silenzio e smettono di parlare.
Il dubbio mi sorge spontaneo.
“Stavate parlando di me?”
“Oh, no….noi…cioè, in un certo senso!”
Le guardai perplessa:”Vuoi spiegarti meglio, Giù?”
“Si, dunque…noi abbiamo saputo di te e Andrea…”
“Ah, quindi eravate voi che ci spiavate!” domandai alzando il tono di voce.
“No…in realtà ce l’ha detto…ehm…Martina!”
Martina…ma certo! Dovevo immaginarlo! Ci ha visto e poi subito ha voluto farci litigare: quanto è stronza!
“Senti Giù, se vuoi raccontare le cose bene, evita di balbettare!” rimbeccai io.
“Si! Giusto, hai ragione! Dunque, abbiamo saputo di te e Andrea, ma anche che Martina, diciamo che ha trovato qualcuno con cui rimpiazzare Gianluca!”
Ah, bene! La notizia era andata di bocca in bocca.
“E quanti sanno di questa storia?”
“Credo tutti….ma non sono sicura!”
Ancora meglio!
“Ti prego, non ti arrabbiare con noi! Noi…cioè almeno io…sono con te! Martina ha fatto una cosa bruttissima, lo ammetto! Però potete sempre chiarirvi…”
“NO! IO NON MI CHIARISCO PROPRIO CON NESSUNO! IO IN QUESTA STORIA VOGLIO USCIRNE, NON C’ENTRO NULLA, CHIARO?”
Spazientita me ne tornai in camera.
Che settimana di merda!

 

 *******

Sul pullman mi sono seduta allo stesso posto dell’andata insieme a Giulia.
Martina si era seduta accanto a Rita e Andrea in fondo con gli altri.
Gianluca stava davanti, con la testa addosso al finestrino a dormire, come sempre durante i viaggi lunghi.
“Senti, posso dirti una cosa, però mi prometti che non ti arrabbi!”
“Avanti, spara!”
“A me mi fa soffrire molto questa situazione…cioè, tu e Martina che non vi parlate! Ragiona, non ha senso quello che stai facendo!”
“Pensa io come posso stare! Sono anni che cerco di risolvere la situazione e poi arriva lei e rovina tutto. Ci eravamo chiariti io e Andrea, mi aveva detto che mi amava. Forse non mi ama abbastanza!”
Eravamo quasi a Frosinone, ancora mancava molto per arrivare a casa.
Giulia, capendo che non era proprio il momento di parlare di quest’argomento, disse:”Siamo a metà viaggio, ci siamo quasi!”
“Già, fra qualche ora e sarà tutto finito!”
Fra qualche ora, magari mi risveglierò pensando che tra me e Andrea le cose vanno ancora bene…

 

ANDREA

 
Riconobbi dal finestrino la fine dell’autostrada: finalmente eravamo tornati a casa.
Ancora qualche chilometro, qualche minuto e poi tutto si sarebbe risolto.

Oh, povero Andrea! Come pensi che tutto si risolverà, se tu non fai nulla?
Ma perché tu, coscienza del cazzo, non ti fai gli affari tuoi?
Andrea, dammi retta. Lasciala stare, Francesca!
Non è tua e non sarà tua…mai più!

E chi te la detto? Io la AMO!
E farò di tutto per non perderla…

Queste sono soltanto parole vuote, prive di significato.
Mi toglierò di dosso Martina, le farò capire che non è lei che voglio, ma la sua ex-migliore amica.
Sentì che il pullman si era fermato:eravamo arrivati.
La piazza era piena di genitori che aspettavano i propri figli: riconobbi i genitori di Francesca, che si erano fermati a parlare con i miei.
Martina aveva già preso la valigia e Gianluca stava salutando suo padre.
Sembrava tutto normale, sembravamo ragazzi normali, ma in fondo soffrivamo tutti per amore.
Presa la mia valigia, mi feci forza e mi avviai dai miei genitori, che stavano ancora parlando con quelli di Francesca.
Per prendere tempo, subito aprì il porta-bagagli e misi dentro la valigia, il più lentamente possibile.
Francesca stava ancora salutando Giulia.
Finita l’operazione mi diressi da zio Antonio e da Simone.
“Ciao!”
“Cià…”
Simone mi stava guardando, poi d’un tratto mi prese per il braccio e mi portò lontano da orecchie indiscrete.
“Tu e Francesca dovete risolvere la situazione!”
“Non si può risolvere la situazione. Non c’è niente che può risolvere la situazione! Ormai l’ho persa!”
Queste parole mi facevano male, come se in quel momento un pugnale mi stesse perforando il petto.
“Non fare il cojone, io ho un’idea…”
Ma la voce dello zio ci fece sobbalzare:”Simone, dai…andiamo che è tardi!
“Si, arrivo!” poi si rivolse a me “Ci penso a tutto io, non ti preoccupare!”
L’ultima frase mi faceva un po’ preoccupare: l’ultima volta che Simone aveva pensato di fare qualcosa, non era riuscita per niente bene.
Tornai dai miei, ormai tutti se ne erano già andati.
Ci saremmo visti domani mattina alle 11:00 a messa.
Fancesca era ancora lì: cercai il più possibile di guardare per terra, guardare le scarpe, le macchine che passavano per strada, qualsiasi cosa…tranne LEI!
Mi vergognavo!
“Beh, ma Andrea…tu non lo sai!”
“Sapere cosa?” risposi io, con finto interesse.
“Tu e Francesca siete cugini!” disse tutto in un soffio mia madre.
Istintivamente il mio sguardo si posò sul suo viso e lei fece lo stesso, ma fu un attimo poi ci rivoltammo di scatto.
Non sapevo proprio che rispondere.
Io l’amavo, ma lei era mia cugina: che situazione del cazzo!
“Si, beh…di terzo grado…” continuò mia madre.
Informazione interessante: può essermi di conforto, grazie mamma!

NOTE DELL'AUTRICE:

Finalmente o purtroppo i nostri ragazzi sono tornati a casa, ma qualcosa non va.
Diciamo che, non sono più i ragazzi di prima: ognuno di loro soffre per amore o per amicizia.
Che succederà???
P.S.:Ovviamente l'ultima frase della storia è abbastanza ironica, poichè per Andrea non è per niente di conforto l'informazione della madre...anzi, voleva dimenticare Francesca e invece continuerà a pensarla!!Un grazie va anche a nicosacco, che è un assiduo recensore di questa storia!!

A presto, ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La parola data si mantiene! ***


FRANCESCA

 
Questa mattina ho avuto una strana sensazione, una sensazione di leggerezza, come se quel pesante masso che si era depositato dentro di me, si fosse sgretolato.
Ero venuta a conoscenza della parentela tra me e Andrea, ma sicuramente non è quella la cosa che mi fa sentire più leggera.
Forse la lontananza da Martina ha favorito questa sensazione, fatto sta che sopporto meglio le domande di mia madre.
“Allora, come è andata?”
“Mmmmh…bene!”
“Che avete fatto?”
“Tante cose!” tipica risposta per far capire che non si ha voglia di parlare.
Ma mia madre non capisce mai e continua imperterrita a pormi domande, alle quali rispondo a monosillabi.
“Hai sentito? Tu e Andrea siete, in un certo modo, parenti!”
Il latte mi andò di traverso. Solo a ripensare a quella informazione, elaborarla nella mia testa, m faceva andare in tilt.
Fu allora che mia madre partì alla carica a raccontare a storia di tutti i suoi antenati, del perché e percome eravamo cugini,ma solamente di terzo grado.
Nelle orecchie non mi entrò una sola parola tra quelle che pronunciò per ben 20 minuti, nei quali continuai a bere beatamente il mio latte e cioccolato.
Mi accorsi che erano le 10:30 e subito feci le scale due a due, per salire in camera mia e prepararmi.
Alle 11:00 Don Marco ci voleva tutti a messa, per presentare il nostro percorso.
Che cosa avremmo presentato noi? Litigi, litigi e ancora litigi.
Tutto ciò che eravamo stati capaci a fare in una settimana.

 
*******

Ero appena uscita dal portone di casa, quando mi andai a scontrare proprio con la persona che non mi aspettavo di incontrare:Andrea, che usciva da casa sua tranquillo e con le mani in tasca.
Sembrava uno spensierato, uno che non ha problemi, che vive la vita tranquillamente.
“Ciao!”
Il suo era un “ciao” timido, impacciato: tutto il contrario di ciò che era lui.
“Ciao!”
Il mio era forte e chiaro, come se volessi sottolineare che io lo stavo salutando nonostante quello che mi aveva fatto.
In un attimo si creò tra noi due un muro invisibile ed indistruttibile, un silenzio imbarazzante ci avvolse.
Io non avevo il coraggio di iniziare a parlare, lui neanche.
Non mi andava di parlare in quel momento, ero concentrata a pensare.
Dopo tutto quello che mi aveva fatta, dopo tutti i baci e  litigi, io ero disposta ancora a donargli il mio amore.
L’amavo con tutta me stessa, anche se mi aveva fatto soffrire.
Ma era la cosa giusta da fare?

Io direi di no, cara Francesca, ti sei lamentata fino ad adesso che ami qualcuno che non è corrisposto e adesso vuoi amarlo per forza, anche se è palese che lui non ti ami?
Coscienza, per una buona volta statti zitta!
No che non mi sto zitta! Ti stai facendo del male da sola: masochista.
Coscienza, io lo AMO! Non posso lasciarlo andare via, senza di me, chissà con chi.
NON POSSO LASCIARLO A MARTINA!
Prendila come una vendetta, come quello che vuoi, ma io lo continuerò ad amare e Martina non la passerà tanto liscia.
Avevo promesso che avrei fatto qualsiasi cosa pur di non lasciarlo, anche se a portarmelo via era la mia migliore amica.
La parola data si mantiene!

 

DAL DIARIO DI FRANCESCA

 

7/01/13

Caro diario,
la mattinata è passata come tante altre.
A messa Don Marco ha fatto finta di niente, non ha accennato minimamente del nostro atteggiamento durante la settimana.
La cosa più brutta è stato l’incontro con Andrea uscita di casa. Anzi, potrei dire con il mio “nuovo” cuginetto di terzo grado!
Caro diario, io lo amo:il caso è chiuso!
Lo amo a costo di vendicarmi, è un amore vendicativo il mio.
Dopo tutto questo tempo, non accetto che NESSUNO possa rovinare le mie relazioni.
Fortunatamente domani è ancora vacanza, si ritorna l’11 a scuola.
Io ancora devo fare tutti i compiti: ci hanno caricato di versioni di greco e latino.
A volte mi domando perché ho scelto il liceo classico?
Dopo questi sfoghi pre-ritorno a scuola, ti devo lasciare.
A presto o a quando sarò libera! Forse ci rivedremo direttamente il prossimo anno. Ricordati comunque sia, che non ti abbandonerò mai!

*Francy

NOTE DELL'AUTRICE:

Inanzitutto Buona Pasqua a tutti!
Ecco un altro capitolo!! Grazie come sempre a nicosacco delle recensioni e a tutti quelli che leggono la storia!
Mi stavo solo chiedendo come è possibile che al primo capitolo mi ritrovo più di 200 visite, mentre tutti gli altri capitoli arrivo, si e no, a 20 visite???
Comunque, la storia sta quasi per finire: manca solo qualche capitolo!
Mi farebbe piacere cosa ne pensate voi: come potrebbe andare a finire, secondo voi, tra Andrea e Francesca??
Aspetto recensioni!!

A presto, ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ossessione ***


ANDREA

 Grazie, grazie della tua indifferenza; grazie che mi tratti come se fossi il primo che passa.
Caro Andrea, lei si sta solo vendicando di tutto quello che gli hai fatto.
Coscienza, lo so. Ed è per questo che sto male, mi fa male da morire sapere che io facevo la stessa cosa con lei e lei soffriva quanto sto soffrendo io in questo momento.
Non continuare con i tuoi discorsi del cazzo, coscienza, perché lo so che chi ha sbagliato sono io.
Non riesco a cancellare quel momento in cui ci siamo per la prima volta baciati, volendolo veramente e con tutti noi stessi.

“Credo che non sia successo niente fra di noi!”
“Quanto pensi che possa durare questa finta?”
Un bacio, un altro!
Avevo paura di staccare le mie labbra dalle sue: chissà cosa poteva dirmi, mentre fino a quando non mi staccavo non poteva dirmi nulla.

Sei diventata la mia ossessione totale, non riesco a non pensarti.
E Martina? Come farai adesso?
Martina…
Era lei che aveva rovinato tutto, volente o non, ma la doveva pagare.
Presi il telefono e cominciai a comporre il numero…

 
*********

L’appuntamento era alle 18:00 nel vicolo davanti casa mia, nessuno poteva vederci: era buio e per di lì non passava mai nessuno.
Sentì dei passi più lontani e mano a mano, farsi più vicini.
La luce dell’unico lampione del viottolo illuminò la figura che mi veniva incontro.
Bella era bella, eccome se lo era, ma solo esteriormente.
“Allora, perché mi hai chiamato a quest’ora? E poi perché ci dovevamo incontrare…qui?” e si guardò intorno, circospetta.
“Ti ho detto di parlare?” chiesi irritato.
“Facciamola finita presto, chiaro!” continuai io, a denti stretti.
Con fare spazientito, incrociò le braccia sul petto; i lunghi capelli biondi le oscillarono lungo la schiena.
“Mettiamo in chiaro una cosa: tu ti sei lasciata con Gianluca e a me non me ne frega un cazzo, ma non puoi rovinarmi la vita a me, ok? Quindi, o ti levi dalle palle oppure ti levi dalle palle:che opzione scegli?”
“mmmmhh…la terza?”
“Mi dicono che sei spiritosa…va bene, quindi hai capito o no che mi devi lasciare in pace?”
Mi ero più incazzato di prima: lei continuava a fare finta di niente e questo non mi rincuorava affatto.
“Mi hai chiamato solo per dirmi questo? Beh, allora sappi che hai perso tempo, caro!”
“FORSE NON HAI CAPITO A FONDO LE MIE PAROLE: TI DEVI LEVARE DAL CAZZO!”
Avevo cominciato ad urlare: mi stava prendendo per il culo e io non potevo accettarlo.
“TU FORSE NON HAI CAPITO CHE NON DEVI URLARE!”
“OH, MA CHE CAZZO VUOI DA ME? AVANTI! MI HAI FATTO LITIGARE CON DON MARCO, CON IL MIO MIGLIORE AMICO E ANCHE CON LA MIA….RAGAZZA!”
“AH, QUESTA E’ BELLA! LA TUA RAGAZZA? MA SE NON VI SIETE MAI PARLATI IN DUE ANNI CHE CI CONOSCIAMO!”
“TU CHE NE SAI DI QUELLO CHE FACCIO IO…MA…”
Non riuscì a finire la frase: Martina mi si avventò contro.
Mi stava baciando, ma io sentivo le lacrime colarle sul viso e bagnarle le guancie, le labbra.
Labbra salate erano le sue;labbra che, nonostante tutto, avevano bisogno di quel contatto.
Mi aveva colto alla sprovvista, non me la aspettavo.
Le avevo sbattuto davanti agli occhi tutta la verità, la dura verità, quella che fa male; lei stava piangendo per tutto quello che le avevo detto e questo mi faceva star male.
Se 5 minuti prima avevo provato odio e rancore, quando mi staccai dal suo viso provavo compassione per quella ragazza così decisa, eppure così fragile
Caro Andrea, sono sempre io che ti parlo, la tua coscienza, naturale, no?
Mi domandavo: ma è possibile che tu fai piangere ogni ragazza?
Si, è possibile, coscienza: sono troppo egoista…

NOTE DELL'AUTRICE:

Ecco un nuovo capitolo tutto per voi! La storia sta andando verso la conclusione, ma in questo capitolo si rivelano colpi di scena. 
Su Martina scoprirete di più nel prossimo capitolo, comunque vorrei sapere che ne pensate, ormai che la storia sta quasi per concludersi!!
Aspettando vostri commenti, ringrazio nicosacco che mi da tanta soddisfazione,  perchè recensice ogni tanto qualche capitolo e segue la storia; Ipangelo che ha recensito la storia e AssodiPicche che ha messo la storia tra le preferite!
Fatto ciò, vi saluto e alla prossima!

ElenSofy

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Questo stramaledetto bacio ***


FRANCESCA

 
Non le era bastato avermi soffiato il ragazzo, lo aveva anche baciato.
La mia migliore amica, proprio lei che mi conosceva da ben 10 anni:ci eravamo conosciute tra i banchi di scuola.

 

“Ciao!” cominciai io.
“Ciao…” Il suo tono era timido, quasi sembrava volersi nascondere sotto quella massa bionda che le scendeva lungo le spalle.
Era sola.
“Come ti chiami?”
“Martina…” Era quasi un sibilo, il suo.
"Piacere, io sono Francesca!” Avevo usato un tono volutamente alto, per farle capire che di me poteva fidarsi.
“Come mai sei sola?”
Non mi rispose. Allora mi sedetti accanto a lei.
“Vuoi diventare mia amica?”
Martina voltò il suo viso verso di me, gli occhi che le si erano illuminati: annuì leggermente.

Da qualche anno a questa parte era radicalmente cambiata:era diventata più sicura di sé, meno timida.
Francesca, ma sei veramente sicura che ti abbia portato via il “ragazzo”?
Beh, non sono proprio sicura che sia il mio ragazzo, ma è sicuramente la persona che AMO!
Se prima lo odiavo, ma nel frattempo lo amavo; ora lo odio e basta:questo stramaledettissimo bacio sta rovinando tutto.
Se non mi fossi affacciata alla finestra, non avrei saputo nulla.
E forse questo mi avrebbe fatto più schifo:continuare ad amare qualcuno, senza sapere ogni minima cosa di lui.
A volte, però, è meglio non sapere piuttosto che sapere e poi piangere il giorno dopo.

 

*********

Sono passati 3 giorni, i 3 giorni più brutti della mia vita:oltre ad essere costretta a studiare tutto per l’imminente ritorno  scuola, ero tentata di uscire di casa, suonare al campanello del palazzo affianco e chiarire tutto fra me e Andrea.
Ogni volta che mi ripromettevo di farlo, non riuscivo a muovermi.
Perché fare mosse false?
L’unica persona che più poteva essermi d’aiuto era Giulia.
Presi il telefono e composi il numero…
“Giorgia, sono io…Francy!”
“Oiii, da quanto tempo non ti fai sentire: ti ho mandato messaggi da tutte le parti, ti ho pure chiamato sai, ma tua mamma mi ha detto che non c’eri!” mi rispose una voce piuttosto agitata dall’altra parte.
“In realtà c’ero, ma non volevo essere disturbata…Comunque Giù, stai calma!”
“Ma io sto calmissima,è solo che non ti fai sentire…non riuscivo a contattarti e…mi sono preoccupata…”
Dal tono di voce con cui disse le ultime 3 parole,capì che veramente si era preoccupata per me: Giulia era una ragazza che non diceva bugie, specialmente alle sue amiche.
Più sincera di lei, non c’era nessuno: sapeva mantenere i segreti come nessun’altro!
L’avevo conosciuta un anno prima, durante il catechismo per la Cresima, e mi ci ero subito affezionata.
Così dolce, così sensibile, sapeva ascoltarti e consigliarti in ogni momento.
“Senti Giù, ho bisogno di parlarti…”
“Per telefono o a voce!”
“Possibilmente a voce!”
“Vengo io a casa tua, o tu a casa mia?”

 

*********

Mezz’ora dopo eravamo tutte e due sedute a gambe incrociate sul letto, io abbracciata al mio pupazzo preferito e lei che giocherellava con la cover dell’IPhone.
“Credo che tu dovresti parlare prima con Martina e poi con Andrea.” rispose Giorgia, dopo averle spiegato la situazione.
“E se non risolvo niente?”
“Se non risolvi niente…”
Ci fu un momento in cui la mora restò in silenzio, fissando il mio peluche, come se trovasse la soluzione adatta.
“Senti, mi dispiace dirlo, ma ci sono tanti ragazzi più maturi , se te la devo dire tutta, molto più belli di Andrea. Fattene una ragione!”
“Questo sarebbe il tuo consiglio?”
“Beh,non è un consiglio, è la mia opinione su tutto quello che sta succedendo. Guardati…stai in questo stato per uno stronzo, che nemmeno ti saluta quando ti incrocia!”
“E secondo te, dovrei mollare tutto proprio ora?”
“Avresti dovuto mollare tempo fa!”
A quelle parole il cuore quasi mi si fermò: come poteva dirmi questo?
Le parole fanno più male di una lama affilata conficcata nel petto: quelle parole per me erano come una lama che mi aveva trafitto il cuore.
Mi buttai con la faccia sul cuscino, decisa a non parlare più.
Non aveva senso continuare quella discussione, se io pensavo una cosa e lei ne pensava un’altra: avrei comunque fatto ciò che pensavo io.
La sua voce calda mi sussurrò all’orecchio:”Allora me ne vado!Quando ti sei ripresa, dimmelo! Ti lascio ai tuoi pensieri…”
Detto questo uscì dalla camera e si chiuse la porta alle spalle.
Non la salutai, non mossi neanche un dito: le lacrime stavano bagnando la coperta su cui ero distesa.
Se quelle lacrime le avesse potute asciugare lui, se fosse stato qui, vicino a me….

Se fosse stato qui vicino a te, non avresti pianto.
Triste verità!

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti!
Ecco un altro capitolo! Questo è più di passaggio, pechè in realtà non è molto importante, tranne per il fatto che Francesca vede Andrea e Martina che si baciano. In seguito scoprirete ulteriori colpi di scena!
Per adesso vi lascio!
Vorrei solo ringraziare nicosacco, il mio fedele lettore, Ipangelo che segue, Asso di Picche che ha messo la storia tra le preferite e buzzicozz che segue.
Grazie anche a chi non si fa sentire!

Un bacio dalla vostra ElenSofy!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** La verità ***



ANDREA

 

Abbiamo parlato tanto quella sera, dopo il bacio, e finalmente ho saputo tutta la verità…

 

“Andrea, ti devo dire una cosa:io ti…amo!”
Non riuscivo a credere a quelle parole:non poteva essere vero.
“Ti ho sempre amato, fino a quando non è arrivata Francesca.”
Dopo una piccola pausa, in cui cercò di asciugarsi le lacrime, riprese:”Non l’ho mai detto a nessuno, nemmeno a Francesca…Era la mia migliore amica, mi aveva aiutato ad uscire dalla solitudine ed io non potevo ringraziarla in quel modo…”
“Ti sei tenuta tutto questo dentro?”domandai, più incredulo che mai.
“E’ per questo che ora non ce la faccio più!”
“Ma tu lo sai che il nostro non potrà mai diventare amore:io amo un’altra!”
“Lo so…”
Rimanemmo per un po’ seduti su quel muretto, lei con la testa appoggiata sul mio petto, io a fumare una delle ultime sigarette rimaste nel giaccone.

Lei mi amava, ma io no..
Che situazione di merda!

Beh, come ho già detto dovresti lasciar stare Francesca:per te è impossibile da raggiungere…
Non è impossibile, è solo…difficile.

 

*********

Odiavo aspettare, ma essendo la questione di massima importanza, rimasi calmo.
Dall’altro capo della strada ancora non si vedeva nessuno: avrei aspettato altri cinque minuti e poi mi sarei avviato di nuovo a casa.
Il tempo non era dei migliori, dato che eravamo già a metà gennaio: il cielo era offuscato da nubi grigi e cariche di acqua, che da un momento all’altro sarebbe potuta piovere.
Non avevamo più parlato, io e Martina, da quella volta in cui mi aveva baciato e non avevo avuto neanche il coraggio di parlare con Francesca.
“Dove cazzo è finito?” mugugnai a me stesso.
Una figura si stava avvicinando a me: dal passo già avevo intuito chi poteva essere…
“Allora? Perché mi hai fatto aspettare tutto questo tempo? Sto gelando!” dissi rivolto al nuovo arrivato, alzando la voce spazientito.
“Oi, scusa Andrè! Comunque ciao, eh! Vedrai che non ti pentirai di avermi aspettato per tutto questo tempo!”
“Se ho aspettato invano, lo sai che può succederti,vero Simone?”
Simone non sembrava molto spaventato da quella minaccia, tutt’altro: stava tranquillamente giocherellando con telefono.
Poi commentò ironico:”L’ultima volta che mi hai minacciato di picchiarmi di brutto, ti ho picchiato io, ti ricordi?”
“Beh…quella volta ero soltanto stanco e…non mi andava di farti fare brutta figura…c’erano pure quei tuoi compagni di classe...” incalzò Andrea, sempre più visibilmente imbarazzato.
“Comunque, non siamo venuti qui per parlare di te,cioè anche di te, ma soprattutto di te e Francesca…”
Si stava facendo notte: Simone era coperto nel cappuccio della felpa e mi stava davanti. Aveva un’espressione seria: non l’avevo visto mai così, senza sorriso sulle labbra e senza battute da dire.
“Vai,spara!Quale sarebbe il tuo piano?”
“Ho pensato che tu e Francesca non dobbiate vedervi per un po’ e nel frattempo scollati di dosso Martina, non importa come, basta che la allontani e poi dopo provate a parlarvi di nuovo. Questo richiederà tempo,lo so…”
“Guarda che non mi hai detto niente di nuovo! Lo so che per riconquistare la fiducia di Francesca, dovrei mollare Martina, o meglio lei dovrebbe mollare me. Il problema è che io non sono più interessato a Francesa: ho capito che la sto solo facendo soffrire e me ne pento, ma così deve andare!”
“NON DEVE ANDARE COSI’!NON DEVI ARREDERTI!”urlò Simone, scuotendomi tutto.
“Simò, lo sai che mi ha detto Martina? Che lei mi ha SEMPRE AMATO, solo che poi è arrivata Francesca e…lei, non volendo far soffrire la sua migliore amica, ha lasciato stare, ma dentro era innamorata!”
Ora era Simone che mi guardava incredulo, come se gli avessi appena parlato in una strana lingua.
“Non c’è modo di fare pace?”
“No!Non c’è modo!”
“Non vuoi neanche provare?”
“No!”

NOTE DELL'AUTRICE:

Ecco a voi il terz'ultimo capitolo! Dopo ciò ce ne sarà un altro e poi l'epilogo!
Beh, qui abbiamo scoperto un po' di cosine su Martina, la migliore amica di Francesca, entrambe innamorate della stessa persona:Andrea.
Andrea alla fine decide di lasciare andar via Francesca, sentendosi in colpa per tutto il dolore che ha fatto provare a lei, ma anche alla sua amica Martina.
Nell'ultimo capitolo cosa succederà?
Aspetto vostre recensioni, magari provate ad immaginare!!
P.S.: Ho già scritto l'ultimo capitolo, ma magari qualcuno può avvicinarsi a quello che ho pensato io!
Prima ringrazio nicosacco, fedele con le sue recensioni e che segue la storia; Ipangelo che ha recensito la storia; AssodiPicche che ha messo la storia tra le preferite; buzzicozz che segue.
ElenSofy

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Quando è il cuore a comandare (Epilogo) ***


Capitolo 16-Quando è il cuore a comandare

 

DAL DIARIO DI FRANCESCA

 

25/01/13

Caro diario,                       
amarlo o non amarlo? Questo è il dilemma!
Per un momento ho come avuto la sensazione che non fosse accaduto nulla, sono come ritornata indietro a quel primo bacio, cioè a quel terzo bacio, che per me è stato il PRIMO VERO BACIO.

Mi sfiorò delicatamente il viso con la mano sinistra, poi fissò i suoi occhi nei miei.
Le sue labbra erano sulle mie…
Una sensazione di piacere mi invase, come mai era successo.

Invece erano successe tante cose, che avevano sconvolto tutto. Ma perché non lasciar perdere tutto e tornare amici come prima?
Perché quando è il cuore a comandare, è più forte della ragione.
Io ti amo, e continuerò ad amarti, forse è meglio amarti in segreto, perché così non soffrirà nessuno dei due.
Fatti una vita tua, con Martina o con chi vuoi, noi non siamo fatti per stare insieme.
Io mi farò una vita mia, mi basta solo averti nei miei pensieri, fantasticare sulla nostra storia che non può nascere,perché è stata tagliata dalle radici.
Mi basta solo sentire il tuo profumo, quando prendiamo l’autobus insieme e tu ti siedi davanti a me; la tua voce, anche se non stai parlando con me.
Tu eri mio, ma qualcuno ti ha portato via. D’altronde, io non sono riuscita a saperti tenere con me, non sono stata abbastanza forte da trattenerti tra le mie braccia.
Forse mi amavi anche tu, ma dopotutto quello che è successo non voglio più intraprendere qualcosa insieme a te.
Fa male, ma questa è la mia ultima decisione.
Rimarrai nel mio cuore, ma soltanto lì!
Anche questo diario si conclude, altrimenti porterebbe a ricordare troppo…
Ciao, caro diario!
Ciao Andrea!

 
La tua Francy

Epilogo-Rimarrai sempre con me

 Si erano conosciuti in un Oratorio, si amavano tanto, ma nessuno dei due lo dimostrava all’altro.
Agivano solo di nascosto, anche Francesca agiva di nascosto, nonostante volesse che Andrea l’amasse e rivelasse il loro amore a tutti.
Erano cugini, di terzo grado, ma cugini…
Non era questo il problema, la questione che rendeva tutto difficile era una terza persona, anche lei che amava a non finire.
L’amore non è per tre persone contemporaneamente.
Qualcuno doveva pur andarsene e se ne è andata lei, Francesca.

 
L’amore non può nascere dal nulla!

Ora invece l’amore non c’è più, ora lo stesso amore è NULLA!
Possono anche essere stupidaggini, fesserie, fissazioni mentali quelle di Francesca, ma dopo tutto quello che aveva passato, dopo situazioni sentimentali contrapposte, veder comparire una terza persona non è mai bello.
Non sono una persona particolarmente forte, subisco ogni dolore, ferita, ma poi non riesco a rialzarmi.
La perfezione non eravamo noi…
Nonostante ciò, tutto di te rimarrà nel mio cuore, perché una storia del genere non può passare!

 

 

Qualche anno dopo….

 

FRANCESCA

Amore, dove hai messo la mia borsa?”
“Prova a vedere in cucina…”
“Si,grazie!”
Solita routine:sveglia alle 6:30, lavoro fino alle 13:10 (se c’erano problemi, anche più tardi), servizi vari e poi si tornava a casa. E tutto ricominciava daccapo, ogni giorno.
Accanto a me, che mi sosteneva e che mi avrebbe sostenuto nella buona e nella cattiva sorte:Gianluca.
Erano passati tanti anni:ormai avevo 35 anni.
Spinta da un’istantanea follia, un sabato mattina in cui ero libera dal lavoro e non dovevo andare a scuola, mi decisi a pulire l’armadio dove conservavo tutte le mie magliette preferite, i miei quaderni vecchi e tutti quegli oggetti a cui tenevo tanto della mia adolescenza.
Mentre spolveravo, un quadernino bianco e rosa scivolò fuori.
Mi incuriosii e cominciai a leggere:a quanto pareva era un diario segreto.
Poi  arrivò la parte più dolorosa per me:la metà del quadernino trattava di Andrea.
Andrea…
Lui ormai non poteva essere mio e non avevo neanche voglia di rovinare tutto per uno come lui…
Cioè, forse…ne sarebbe valsa la pena prima…

 

ANDREA

 

Tutti i giorni passavo davanti a quel portone, da dove speravo che uscisse lei;ma lei non usciva mai.
Ormai, anche se probabilmente sarebbe stato tutto inutile distruggere le nostre vite, non terminavo di dirigermi ancora lì.
Ad un tratto sentì la vibrazione del telefono in tasca.
“Pronto,amore!”
Era Martina.
“Eii, come va?Tutto a posto?”
“Si, tutto a posto!Oggi sono andata a fare la visita…ma,posso parlarti?”
“Certo!Vediamoci a casa!”
“Ok,perfetto!”
Mi diressi alla macchina in un attimo.

*******

“Come stai?Cioè,voglio dire…come state?”
“Le analisi vanno bene…e…la bambina sta bene!”
Rimasi per un attimo stordito:”Una bambina? Quindi…è una bambina?”
L’abbracciai con slancio, ma qualcosa nel petto mi pesava.
Chiusi per un attimo gli occhi e, come se fosse reale, mi apparve il suo viso, il viso di quella ragazza che avevo amato e che avevo lasciato scivolare via dalle mie braccia:Francesca.
“Andrea?Tutto a posto?”
“Si…si…”sussurrai e me ne andai nell’altra stanza.
Ho immaginato lei, mentre ho appena saputo di avere una bambina con un’altra donna…
Forse sto impazzendo o forse è il caso di vivere la mia vita senza ripensamenti.
Quel che è fatto,è fatto!

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti! 
Questo è l'ultimo capitolo!! E' un po' più lungo del solito perchè comprende anche l'epilogo!!
Che ve ne pare??? Potete dirmi tutto quello che vi passa per la testa! Non mi offenderò, non vi preoccupate!!
Nel frattempo ringrazio tutti coloro che hanno continuato a leggere, nonostante non fossi regolare con gli aggiornamenti. In particolare, ringrazio  (che ha recensito quasi tutti i capitoli!!) e  che ha recensito; AssodiPicche che ha messo la storia tra le preferite;
buzzicozz e nicosacco che hanno messo la storia tra le seguite.

Un bacio grande,

ElenSofy!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2413106