Sunbeam In The Storm

di RainAndFire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Exhausted ***
Capitolo 2: *** I love you ***
Capitolo 3: *** Passion ***
Capitolo 4: *** Veritas ***



Capitolo 1
*** Exhausted ***


 

Erano appena finite le riprese per il video di ‘Go Gentle’.

I passanti si chiedevano come mai ci fosse un tizio che girava per Los Angeles su una barca. Chi l’aveva riconosciuto si chiedeva perché Robbie Williams girasse per Los Angeles su una barca.

Era stanco. Spossato. Esausto. Non solo fisicamente, anche nell’animo. Gli ultimi mesi lo avevano sfinito. Aveva lavorato molto per il nuovo album: sei nuove canzoni, alcune cover. Non poteva non essere soddisfatto del suo lavoro, ma sentiva che gli mancava ancora qualcosa per essere felice.

Fu pensando a questo che la vide.

Una faccia nota in mezzo alla folla di sconosciuti. Una stella che splendeva nel buio. Una persona speciale.

Non la vedeva da due anni, da quella volta che era arrivato al pub e lei non c’era.

Era stato un colpo di fulmine. L’aveva vista andando in quel pub londinese con gli amici e se ne era innamorato. Certo, era sposato, aveva una figlia che amava ed una moglie adorabile, ma lei era il suo sogno segreto.

Allora lei aveva diciannove anni e lui trentasette. Diciotto anni di differenza.

Pensava, quasi sperava che sarebbe passata, ma durante i due anni nulla era cambiato. Le piaceva quanto e più di prima.

Dubitava che lei si fosse accorta della sua presenza se non perché egli era un assiduo frequentatore del pub.

Ma poi lei se ne era andata e lui non sapeva perché.

L’aveva bramata. L’aveva sognata. L’aveva voluta con tutto sé stesso.

E si accorse che in quel momento i suoi bellissimi occhi da cerbiatto erano fissi nei suoi.

 

 

NOTA DELL’AUTRICE:

Heilà, ecco la mia prima FF su Robbie, spero che vi piaccia.

Questo è solo un capitoletto di introduzione, ma non mi sembra così male.

Voi che ne pensate? Recensite, recensite cari!

A presto, RainAndFire

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Capitolo 2
*** I love you ***


La ragazza con gli occhi color cioccolato si avvicinò a lui.

"Tu sei Robbie Williams."

Era un'affermazione.

"E tu ti chiami Julie." ribatté "Lavoravi al pub a cui andavo spesso, a Londra. Quello vicino alla stazione di King's Cross."

"Sì." disse lei, stupita.

'È di poche parole, come sempre.' pensò Robbie.

"Ehm... Io ho finito, ti va di bere un the insieme?" chiese alla ragazza.

Lei arrossì.

"Okay." disse.

Si diressero verso un baretto dall'aria invitante con una scritta vintage.

Anche l'interno era arredato in stile anni cinquanta.

Robbie si mise a canticchiare sovrappensiero 'Minnie The Moocher'.

"Bella quella canzone. È di Cab Calloway, giusto?"

"Oh" Robbie era sorpreso "esatto. L'ho registrata per il mio nuovo album, 'Swings Both Ways'."

"Wow. Allora lo comperò."

"Oh, figurati. Te ne regalerò una copia."

"No, no, non serve, tranquillo. Ho un po' di soldi da parte."

"Oh, no, te lo regalo io. Non posso farti un regalo?"

"Poi mi sentirei in debito."

"Beh, cerca di non farlo. Anzi, dovresti sentirti onorata."

La ragazzina rise alla sua battuta.

Robbie rimase a guardare il suo sorriso per un po', fino a che non si rese conto che la stava fissando.

Quando passò un cameriere Robbie lo chiamò con un gesto della mano.

"Vorremo ordinare un espresso e..."

"... Una coca-cola, grazie."

Il cameriere fece un cenno con la testa e sparì a riferire l'ordine.

"Una coca-cola? No, dai, un caffè, un whisky..."

"Non vorrei ubriacarmi, stasera ho un impegno importante."

"Ah, okay." disse Robbie sorridendo.

Il cameriere tornò con le bibite in equilibrio precario su un braccio.

"Ecco a voi." disse.

"Grazie." risposero i due clienti.

"Bene, allora, se non sono indiscreto, perché hai lasciato il tuo lavoro al pub?"

"Ho trovato un lavoro più proficuo."

"Oh. E cosa fai di bello?"

"Ho iniziato solo come modella, ora creo anche qualche abito. È forte lavorare nel campo della moda. Ci sono un sacco di persone interessanti."

L'uomo mescolò lo zucchero un paio di volte prima di avvicinare la tazzina alle labbra, guardando la ragazza di sottecchi.

Dopo un sorso che durò un po' di tempo, durate il quale valutò tutte le possibilità e tutte le scuse che aveva per incontrarla di nuovo, chiese:

"Ed ora vivi qui?"

Julie rise.

"Oh, no, vivo ancora a Londra. Buffo che ci siamo ritrovati proprio qui, no?"

"Sarà uno scherzo del destino." rispose il cantante, sovrappensiero.

"Già..."

Bevvero per un po' senza aprire bocca, poi Julie si alzò di scatto e ruppe il silenzio:

"Bene, io ora dovrei andare a lavoro. Ci si sente."

Detto questo si avvicinò alla cassa per pagare.

"Aspetta!" disse Robbie forse con troppa foga.

Julie si girò verso di lui.

"Primo, pago io. Secondo, ti do' il mio numero di telefono, così puoi chiamarmi."

"O-okay. Ma non paghi tu."

"Invece sì; perché sono un galantuomo."

E decise di dimostrarlo fino in fondo aprendole la porta dopo averla avuta vinta ed aver pagato anche la sua coca-cola, non senza altre proteste da parte della ragazza.

"Cosa vuoi che sia una coca-cola? Sono ricco."

"È questo che frega le persone. Se sono ricche pensano di poter fare cose che i poveri non possono permettersi."

Sospirò contrariata.

"Non intendevo questo..."

Si guardarono un'attimo negli occhi.

"Bene, a presto, Julie."

"Au revoir, Robbie."

Si scambiarono i numeri di telefono e continuarono entrambi per le loro strade che si erano indubbiamente incrociate.

 

NOTA DELL'AUTRICE:

Bonjour,

sono tornata dopo i soliti trent'anni (lo imparerete presto).

Okay, ricordate qualcosa del capitolo precedente?

Vi piace questo? I personaggi (Robbie non conta 😜)?

Au revoir, mes chéries.

A presto (spero)

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Capitolo 3
*** Passion ***


17 Settembre 2014, Rod Laver Arena, Melbourne (Australia)

 

Robbie sospirò. Era da mesi che non faceva altro che pensare a Julie. Riusciva a non pensare a lei solo quando era con sua moglie, con sua figlia.

Era confuso. Amava Ayda, ma non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza.

L’aveva stregato. Era completamente pazzo di lei.

Sì, pazzo, pazzo era la parola giusta. Quando pensava a lei, il buonsenso andava a farsi un giretto.

“Okay, calma Robbie.” si disse “Ce la puoi fare.”

Si stiracchiò per bene prima di appropinquarsi verso il palco. La folla lo acclamava.

“Ladies and gentlemen, Robbie Williams!”

Si stampò in faccia il suo miglior sorriso e corse verso il microfono.

Iniziò cantando ‘Swings Both Ways’, poi si esibì con ‘Go Gentle’ ed alcuni fan avrebbero giurato di avere visto una lacrimuccia scendere lungo la sua guancia sinistra.

“I wrote this song for my daughter. I just wanted to say that she’s turning two tomorrow and that I love her everyday more.”

Finì lo show perso nei suoi pensieri, fece parecchi errori, ma non gliene importava molto. L'importante era che i suoi fan si fossero divertiti.

Si dilungò un po' a salutare la folla, poi si avviò verso il camerino.

"Hey," disse "che cosa ci fai qui?"

"Ho il biglietto per il backstage."

Robbie guardò la ragazzina stranito.

"Che c'è, non posso andare ad un tuo concerto?"

"Figurati."

"Ah, a proposito, ho comprato il CD alla fine."

La porta si aprì in quell'istante.

"Buonasera a tutti." disse nientepopodimeno che Gary Barlow.

"Oh, Robbie, non mi presenti la tua amica?"

Robbie alzò gli occhi al cielo.

"Julie, questo e Gary, Gary questa è Julie."

"Ho il biglietto per il backstage" insistette la ragazza "anche se con quello del concerto mi è costato quasi tutto il mio patrimonio."

"Non pagavano tanto le modelle una volta?" chiese Robbie.

La ragazza arrossì.

"Ti ho detto che ho solo iniziato come modella. Ora disegno vestiti. Solo che non piacciono a nessuno."

Robbie ispezionò la ragazza da capo a piedi.

"Secondo me sono belli. Mi piacerebbe vedere i tuoi disegni." disse Robbie, senza pensare.

"Bene, a cosa ho diritto con il biglietto del backstage?" chiese la ragazza.

"Sapessi!" esclamò Gary "Hai Robbie a disposizione... Sotto ogni aspetto."

Lo sguardo dell'uomo non nascondeva una certa malizia.

'Oddio, questo è Gary Barlow?' si chiese Julie.

"No, a parte gli scherzi, dovrei parlarti Robbie."

"Scusa un attimo, Julie."

I due si appartarono in un angolo e confabularono per qualche minuto, poi Robbie prese la giacca e si accinse ad indossarla.

"Ti va di uscire a cena con me?"

"A cena?" chiese Julie, perplessa ed imbarazzata.

"Sì, è un po' tardi, lo so... Hai già mangiato?"

"No."

"Allora accetta il mio invito. C'è un ristorantino qui vicino in cui potremmo mangiare anche adesso. Per me apriranno."

"Sei Robbie Williams, non Freddie Mercury." replicò la ragazza.

"Freddie Mercury?"

"L'unica persona per cui si potrebbe tenere aperto un ristorante oltre l'orario di chiusura, a mio parere."

"Quindi ti piace parecchio..."commentò Robbie.

"È il mio idolo. Anche se è morto, sarà sempre nel mio cuore."

"Beh, direi che avremo molti argomenti di conversazione."

"Intendi dire: musica, musica e musica?"

Robbie sorrise.

"Esatto."

Arrivarono al ristorante che stranamente era ancora aperto e si sedettero in una saletta che, Julie era sicura, Robbie aveva prenotato prima di uscire dall'arena.

Robbie ordinò un brasato con un contorno di purè, mentre Julie scelse una delicata crema di zucca.

"Vuoi tenerti leggera?" chiese il cantante.

"No, sono vegetariana."

"Oh." fu tutto quello che disse Robbie.

Seguirono un paio di minuti di silenzio durante i quali i due si guardarono intorno un po' spaesati.

"Quindi sarà un po' difficile portarti fuori a cena prossimamente." disse Robbie dopo un po'.

La ragazza arrossì.

"Perché, hai intenzione di portarmi fuori a cena un'altra volta?"

"Un'altra volta, due, tre volte. Anche di più." replicò Robbie.

Un cameriere arrivò ad allentare il memento di tensione creatasi tra i due clienti portando su di un vassoio i piatti che erano stati ordinati.

Mangiarono con calma ed in silenzio.

Alla fine del piatto Robbie si pulì la bocca picchiettando con il tovagliolo e prese un respiro profondo.

"Senti..." iniziò.

"Sì?" chiese la ragazza, smettendo di mangiare per ascoltarlo attentamente. Il tono non prometteva nulla di buono.

Il cantante prese un altro respiro e parlò tutto d'un fiato: "Ti va di venire con me in albergo?"

"Che tipo di proposta è?" chiese la ragazza con uno sguardo quasi d'intesa.

Robbie sorrise e si accinse ad alzarsi ma fu fermato a metà strada.

"Non ti ho detti di sì."

"Ti prego Julie..." iniziò lui, ma fu zittito.

La ragazza si alzò e si mise davanti a lui, lo fissò con uno sguardo tra il furbo ed il malizioso. Cinse il petto di Robbie con le braccia e posò le sue labbra su quelle dell'uomo, che, dapprima sorpreso, ricambiò e volle approfondire il bacio. Da un bacio a stampo divenne un bacio con la lingua pieno di passione. Il cantante mise le mani sui fianchi della ragazza e la strinse a sé.

Dopo un po' Julie si staccò dall'uomo, non senza uno sguardo di disapprovazione da parte del cantante.

"Ti va bene come risposta?"

Robbie sorrise e unì di nuovo le loro labbra, tenendo il viso della ragazza tra le mani.

"Andiamo nella tua stanza d'albergo." disse la ragazza, senza fiato.

Dopo il viaggio in macchina che durò qualche interminabile minuto -Robbie aveva chiamato l'autista- arrivarono finalmente in albergo, il cantante prese le chiavi e si fiondarono in ascensore.

Robbie la fece appoggiare contro la fredda parete di metallo dell'ascensore e prese a baciarle il collo.

"Robbie..." sussurrò lei "Avevi intenzione di farlo fin dall'inizio?"

Il musicista si bloccò un attimo, preso alla sprovvista.

"Mi piaci fin da quando ti ho vista la prima volta." rispose.

Arrivarono al piano a cui c'era la stanza di Robbie e l'uomo la prese in braccio. Il cantante arrivò davanti alla porta e tentò di infilare le chiavi, ma non ci riuscì, allora rimise a terra la ragazza e riuscì finalmente ad aprirla. Fatto questo, la ragazza buttò le braccia al collo di Robbie e cinse i fianchi del cantante con le gambe riprendendo a baciarlo. Robbie si chiuse la porta alle spalle e brancolò verso la camera da letto, non vedendo dove andava, ogni tanto sbattendo contro i muri, preso dalla frenesia della passione.

Finalmente arrivarono alla camera e Robbie depose la ragazza sul letto, mettendosi sopra di lei.

 

NOTA DELL’AUTRICE:

I’m back! Mi scuso per il ritardo, visto che avevo promesso di pubblicare il giorno dopo, ma non è stato un bel periodo. Mi scuso per eventuali errori ortografici o di contenuto, ma alla fin fine è solo una FF, no? XD Bene, ditemi se secondo voi è troppo presto. Bye-bye.

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Capitolo 4
*** Veritas ***


VERITÀ

Si svegliò quando sentì qualcosa di morbido sfiorale le labbra.
La prima cosa che vide furono gli occhi azzurro-verdi di Robbie.
Sorrise e rispose al bacio.
"Come va?" chiese Robbie.
"Bene, grazie. E tu?"
"Oh, io sto bene ovunque ci sia tu."
La ragazza rimase un po' scioccata.
"Mi ami davvero?"
"Io sì, tantissimo. Tu? Tu mi ami?"
Julie lo baciò con passione per fugare ogni dubbio.
"Sí." disse solo.
Robbie seguì la forma sinuosa del suo corpo prima di sospirare e adagiarsi di nuovo a pancia in su di fianco a lei.
"Sai, stavo pensando... Non mi sarei mai aspettata Gary così. Pensavo fosse un ragazzo calmo e timido, non... Non so."
Robbie rise.
"È felice per una cosa che non posso svelarti. Sai, ha detto di non dirla a nessuno.  Lo rivelerà a tutti a tempo debito."
Si scambiarono sguardi intensi per qualche minuto, poi Robbie si alzò sospirando e si accinse a vestirsi.
La ragazza si alzò e si avvicinò al cantante per stampargli un bacio sulla schiena.
"Ti amo." disse poi.
"Anch'io, ma ora vestiti che andiamo a fare colazione. Cosa vuoi mangiare?"
"Non so. Che ne dici di crêpes alla Nutella?"
Robbie storse il naso.
"Una cosa molto italiana, eh?"
"Perché?"
"La Nutella è italiana."
"Sí, ma le crêpes sono francesi. Come me."
"Vabbè, è inutile discutere con te!" disse Robbie, quasi divertito, aprendo la porta della stanza.
La sala della colazione era ampia e lussuosa.
Robbie si avvicinò ad un tavolo e spostò la sedia per fare sedere Julie, che lo ringraziò con un sorriso.
Le crêpes arrivarono dopo qualche minuto, perché Robbie le aveva ordinate prima di uscire dalla camera.
Avevano un'aria appetitosa e trasbordavano di Nutella bollente.
Robbie ne addentò un boccone rischiando di bruciarsi la lingua. Julie gli versò nel bicchiere del latte fresco che i camerieri avevano portato nel frattempo.
Quando Robbie si riprese e Julie riuscì a smettere di ridere, continuarono a mangiare con calma.

Cosa si può vedere a Melbourne?
Al momento quello era il più grande cruccio di Robbie.
Julie era di fianco a lui e stava cercando di spianare la cartina nonostante il vento che soffiava contro di loro.
"E se andassimo all'acquario?" propose Julie dopo un po'.
"Come scusa?"
Sembravano proprio dei normali turisti.
"Il Sea Life Melbourne Aquarium."
"Perché no?"
L'acquario era enorme. Julie rimase a bocca aperta per lo stupore.
C'erano gallerie che passavano dentro gli acquari così si potevano i pesci che nuotavano pigramente.
Robbie e Julie girarono per l'acquario indicando i pesci più strani e paragonandoli ad uno dei due.
Camminavano abbracciati come due veri fidanzatini e ogni tanto si baciavano. Quando si è innamorati anche un'acquario può essere romantico.
Alla fine della vista, appena uscirono, Julie si mise a correre verso un banchetto che vendeva zucchero filato.
"Robbie, Robbie, ti prego, mi prendi lo zucchero filato?"
Robbie rise divertito e rispose: "Certo, bambina!"
Quando lo ebbero comprato si sedettero su una panchina ad imboccarsi a vicenda.
Passarono un pomeriggio molto piacevole, poi andarono a mangiare in un ristorante cinese.
Tornarono in albergo verso mezzanotte e poi vi lascio immaginare quello che solo la luna vide.

NOTA DELL'AUTRICE:
Ehm, ehm, ehm... No, non sono morta, ci ho impiegato come al solito un'Eternity... Sì, sono colpevole, ma non uccidetemi... Ero un po' in crisi... Beh, nel frattempo ho finito un'altra mia FF a capitoli, quindi dovrei riuscire a impegnarmi a tempo pieno con questa...Seh, sperateci... c: Devo studiare, altrochè... Dopo la fine della scuola dovrei riuscire a scrivere più spesso, anche se magari potrò pubblicare solo dal cellulare quando sarò via... Comunque non sarà una FF troppo lunga, anche perchè -povero Robbie- vorrei scrivere FF anche su altri artisti :3
Beh, a "presto"

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