Momentum

di Marissa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Never be the same again ***
Capitolo 2: *** Te amo, I hate you ***



Capitolo 1
*** Never be the same again ***


Momentum never be the same again   Questa fanfic mi è venuta in mente mentre leggevo il testo di Momentum di Ayumi Hamasaki. Bellatrix e Sirius sono il mio pairing preferito, ovviamente mi sono presa una piccola licenza poetica e quindi nella mia storia avranno la stessa età. E' la mia prima fanfic quindi spero che me la commentiate per darmi qualche suggerimento. I capitoli saranno tutti abbastanza brevi, in fondo, si tratta soltanto di alcuni momenti presi dalla loro storia.
Ho messo come rating arancione in previsione dei prossimi capitoli, in cui non so assolutamente cosa potrebbero combinare questi due insieme ;)
Bellatrix e Sirius purtroppo non sono miei ma appartengono a J.K.Rowling, che aveva a disposizione una così bella coppia e non l'ha sfruttata -__-"


MOMENTUM
- Never be the same again -



"L'averti incontrato è stato il mio primo miracolo.
Mi ricordo quel giorno
in cui noi, troppo infantili e incoscienti,
camminavamo ridendo e tenendoci stretti."



Undici anni quando tutto iniziò, un'età in cui è ancora concesso essere bambini ignari e spensierati, bambini felici. Ma a loro due no. Loro non hanno potuto permettersi questo lusso. A undici anni il loro destino era ormai segnato. Bellatrix e Sirius Black. A undici anni sono andati ad Hogwarts. Salirono sull'Espresso insieme, tenendosi per mano, impauriti, ma allo stesso tempo impazienti di intraprendere questa nuova avventura. L'ennesima vissuta insieme. Dopo aver cercato uno scopartimento vuoto, trascorsero il lungo viaggio seduti vicini, solo loro due. A loro non importava degli altri, volevano solo stare insieme. Era ormai sera quando arrivarono alla stazione di Hogsmeade. Mentre i ragazzi più grandi si avviarono verso le carrozze che li avrebbero condotti a scuola, loro del primo anno furono radunati dall'uomo più grande che avessero mai visto, Hagrid. Egli li fece salire sulla barca verso il castello. Bellatrix e Sirius guardavano con gli occhi sgranati dallo stupore la bellezza di ciò che si stagliava loro davanti. Le luci di Hogwarts si facevano largo tra la nebbia. Bellatrix rabbrividì per il freddo e Sirius, da perfetto gentiluomo, la attirò piano sotto il suo mantello, per riscaldarla. Erano teneri e innocenti, legati da quel sentimento così puro sin dalla nascita. Scesi dalle barche, entrarono nel castello e si fermarono davanti ad un enorme portone in attesa, dove poco dopo, una donna alta dall'aria austera si presentò come Minerva McGrannit, professoressa di Trasfigurazione. Li fece entrare nella Sala Grande, dove gli altri studenti attendevano già seduti ai loro rispettivi tavoli. La cerimonia dello Smistamento era una tradizione di Hogwarts, ogni studente del primo anno si doveva sedere su uno sgabello al centro della sala, indossare un vecchio cappello logoro chiamato Cappello Parlante, che avrebbe deciso dove il ragazzo o la ragazza avrebbe passato i successivi sette anni di scuola. Bellatrix e Sirius continuavano a tenersi per mano, percorsero la Sala osservando il soffitto incantato, che richiamava il cielo fuori. Quella notte, il soffitto era pieno di stelle, come erano pieni di stelle gli occhi di Bellatrix, mentre guardava il tavolo dei Serpeverde. "Sirius, ci pensi? Tra pochi minuti saremo lì con loro!" sussurrò eccitata al cugino, che sorrise stringendole la mano. Ma tutti i loro sogni e le loro speranze si infransero su quello sgabello e sotto quel cappello consunto. "Black, Bellatrix" chiamò la professoressa McGranitt. La bimba si sedette leggermente timorosa e lasciò che il grosso cappello le calasse sugli occhi scuri e sui capelli corvini. Il Cappello Parlante non impiegò molto a decidere dove assegnarla. Bellatrix, nonostante avesse solo undici anni, era già testarda, ambiziosa, orgogliosa e fiera come solo una Black può essere. "Serpeverde!" urlò il taglio nella stoffa del cappello. Bellatrix scese dallo sgabello raggiante e corse al tavolo verde-argento, per unirsi ai suoi nuovi compagni di Casa. Lasciò uno spazio vuoto vicino a lei, lo spazio destinato a suo cugino, a colui che più volte aveva affermato di voler sposare. Era lo spazio riservato a Sirius, sulla panca, nella sua vita e nel suo cuore. "Black, Sirius" annunciò la McGrannit. Sirius si posizionò sullo sgabello tenendo lo sguardo fisso su sua cugina, che fremeva d'impazienza, gli occhi che le brillavano. Quegli occhi così simili ai suoi, quegli occhi in cui amava perdersi, in cui ci si era specchiato centinaia di volte. Questa volta l'attesa fu lunga. Non sapeva, Sirius, che avrebbe potuto chiedere al Cappello di mandarlo in quel posto vicino a Bellatrix, non sapeva che il suo destino sarebbe cambiato proprio in quel momento. Il Cappello aprì la bocca e in quel momento Bellatrix si spostò ancora un pochino per accogliere di lì a pochi secondi il suo adorato cuginetto, il suo fidanzatino. Ma rimase paralizzata dal suono che uscì dal pezzo di stoffa calato sulla testa di Sirius. "Grifondoro!" Dal tavolo giallo-oro partì un forte applauso, mentre a Sirius toglievano il cappello dalla testa e lo invitavano a raggiungere i suoi compagni. Titubante si avviò al tavolo. Da dove era seduto poteva vedere Bellatrix che lo fissava con rabbia, tristezza, delusione e disgusto. Sirius in quel momento capì che loro due non sarebbero più stati gli stessi, che la loro innocenza era ormai perduta. Bellatrix lo fissava e in quegli occhi lui vide tutto il suo dolore. Bellatrix aveva solo undici anni, ma sapeva cosa significasse un Black smistato a Grifondoro. Sirius non era più il suo amato cuginetto, non era più colui che avrebbe voluto sposare. Ormai era diventato solo uno sporco Grifondoro da schiacciare con la sua crudeltà Serpeverde. Uno sporco Grifondoro come tutti gli altri.
"Bella, ti prego, fermati!" urlò Sirius uscendo dalla Sala Grande dopo cena, mentre afferrava sua cugina per un polso. Lo sguardo di lei lo lasciò gelato. Uno sguardo che aveva visto in Bellatrix solo quando si rivolgeva agli elfi domestici. Mai avrebbe pensato di vedersi rivolto uno sguardo simile.
"Lasciami" sibilò Bellatrix. Poi si girò e scomparve insieme ai suoi compagni di Casa nel lungo corridoio.

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Capitolo 2
*** Te amo, I hate you ***


TeamoIhateyou
Chiedo scusa per averci messo così tanto a pubblicare il secondo capitolo, ma sono sotto esami e il tempo è sempre poco. Infatti non so quando potrà essere pronto il terzo, ma prometto di scriverlo il prima possibile.
Ringrazio Alice Cullen e Imma Star per le recensioni, sono contenta di sapere che l'inizio è piaciuto. Spero gradiate anche il secondo capitolo.

MOMENTUM

- Te amo, I hate you -


"Anche nelle notti in cui da sola gelavo tra la bianca neve
amarti era il mio ultimo coraggio"



Dopo due anni, ignorarsi era diventata un'abitudine. Bellatrix e Sirius si ignoravano quando si incrociavano nei corridoi, si ignoravano nelle ore di lezione che avevano in comune, si ignoravano alle riunioni di famiglia. Quella famiglia che Sirius aveva disonorato facendosi smistare a Grifondoro e che per questo lo aveva abbandonato. Bellatrix, da perfetta signorina Black, aveva voltato le spalle al cugino come tutti i membri della famiglia. In realtà, Bellatrix fingeva solo di disprezzarlo. Era ciò che le era stato imposto dai suoi genitori. Inoltre, l'odio tra Serpeverde e Grifondoro era troppo radicato, senza eccezione alcuna. O forse una, Severus Piton e Lily Evans. O forse due, Sirius Black e Bellatrix Black. No, lei non l'aveva mai detestato. Doveva fingere, non poteva fare altrimenti.
Al terzo anno qualcosa cambiò. James Potter, migliore amico di Sirius, pensò che sarebbe stato divertente prendersi gioco della Regina dei Ghiacci di Hogwarts, per cui Bellatrix diventò il bersaglio preferito dei Malandrini, così amavano chiamarsi Sirius e i suoi amici James, Remus e Peter. Ma Sirius non si divertiva a giocare a quel gioco, anche se fu proprio quello a permettergli di riavvicinarsi alla cugina, seppure nel modo sbagliato. Fu in quel periodo che Sirius si rese conto veramente quanto Bellatrix le fosse mancata. Solo sentirle dire "levati dalle palle Black" bastava per renderlo felice. Era così che lo chiamava lei. Black. Con un tono che sembrava volergli ricordare che non poteva fuggire dalle sue origini, che era diventato un Grifondoro, ma il suo sangue era sempre lo stesso, il sangue puro dei Black. Il loro sangue, quel sangue di cui Bellatrix era sempre stata tanto fiera. E Sirius rispondeva a tono, chiamandola anche lui Black con un tono poco da Grifondoro, come se, così facendo, intendesse un implicito disprezzo per tutto ciò che quel nome racchiudeva. Il suo cognome, il loro cognome. Come a voler proclamare che lui non era come Bellatrix, che non era come tutti gli altri membri di quella famiglia. Che quel cognome non gli apparteneva, che lo odiava, che odiava il suo sangue puro e tutto ciò che da esso derivava.
Bellatrix e Sirius passarono più di un anno a lanciarsi frecciatine, ad insultarsi, a guardarsi con un finto odio. E più crescevano, più le battute erano pesanti. "Sei una frigida del cazzo Black, non ti scoperei nemmeno sotto cruciatus". Fingeva, Sirius, fingeva perchè era l'unico modo per non rimanere ferito. Se avesse potuto tornare indietro, non avrebbe ripetuto lo stesso errore. Sarebbe corso dietro a Bellatrix, quella sera dopo lo Smistamento, quando lei non aveva voluto parlargli. Le sarebbe corso dietro e le avrebbe confessato il suo amore, chiedendole di stare con lei nonostante tutto. Avevano undici anni. Troppo pochi per giurare amore eterno? Eppure Sirius l'aveva fatto. Dentro di sè, aveva giurato di amarla per tutta la vita. E così era stato. Ma non l'avrebbe mai ammesso, non davanti ai suoi amici, nè davanti alla Regina dei Ghiacci. Ma Bellatrix aveva sempre avuto il potere di tenerlo prigioniero. E inizialmente, quel privilegio le era del tutto indifferente, sebbene Sirius a volte si fosse trovato a chiedersi se l'amore di Bellatrix per lui fosse realmente scomparso solo perchè era stato smistato in una Casa diversa. Ed era ciò che si chiedeva anche Bellatrix tutte le notti. Aveva pianto dopo lo Smistamento, nel suo letto, la sua prima notte ad Hogwarts, con le tende del baldacchino tirate e sotto le coperte, cercando di non farsi sentire dalle sue compagne di stanza. E ancora, ogni tanto, si ritrovava a piangere pensando a cosa lei e il cugino sarebbero potuti essere, tre anni dopo, se quel maledetto cappello avesse fatto bene il suo dovere. E se lei avesse accettato quella decisione invece di allontanare Sirius? Si sarebbe attirata addosso l'odio della sua famiglia, ma almeno loro due sarebbero rimasti insieme. Insieme per sempre, come si erano promessi tante volte quando, da bambini, Bellatrix scappava dal suo letto per andare a dormire con Sirius, quando si trovavano in vacanza insieme. Ma ormai era passato, Bellatrix aveva preso la sua decisione, come aveva fatto il Cappello Parlante. Sirius era un Grifondoro e non si poteva fare nulla per cambiare questa realtà.

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