la straordinaria vita di un uomo sognatore

di francesco1999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** dove tutto ha avuto inizio ***
Capitolo 2: *** la mia giovinezza ***



Capitolo 1
*** dove tutto ha avuto inizio ***


Mi ricordo ancora quando mia madre mi disse come sono nato.... Comunque mi presento sono Devid Rockfield e se state leggendo questo libro allora vuol dire che ho vissuto una vita straordinaria e che voglio raccontarvela ."Era il lontano primo luglio del 1945 e tu eri all'ospedale appena nato stavi ancora piangendo ed eri così magro pesavi 3 chili e io ero sulla barella dell'ospedale con vicino tuo padre che mi teneva la mano forte e mi dava coraggio". Così mia madre descrisse i miei primi momenti di vita che data la mia piccola età non ricordavo più. Eppure è come se una vaga scena di quei fatti mi fosse rimasta impressa nella memoria come un immagine ricorrente che si ripete nel tempo. Penso di essere uno dei pochi umani che abbiano una memoria tale che si ricordino quelle scene: la nascita, l'infanzia, l'adolescenza e purtroppo anche la vecchiaia. Dopo qualche mese i miei genitori da racconto di mia madre e padre ci trasferimmo nelle tranquille pianure della Gran Bretagna più precisamente nel tranquillo paesino di Sant' Rown. Mia madre andava molto d’accordo con mio padre infatti si videro subito d’accordo con questa decisione crescermi in campagna. Loro non volevano crescermi ,infatti, in città perché pensierosi riguardo alla situazione che era accaduta in questi ultimi anni.
Mia madre si chiamava Mary Frank mentre mio padre si chiamava Tom Rockfield (per quelli più interessati di voi ovviamente). Mia madre cresciuta nella grande Londra mentre mio padre nella storica Oxford si incontrarono ,per l’appunto, nella università di Oxford e terminati i loro studi ebbero me.
Si viveva molto bene nel paesino di Sant' Rown la popolazione ,sebbene composta di pochi abitanti, era cordiale e simpatica. Sapete ovviamente come sono fatte i piccoli paesini di campagna ognuno sa tutto di tutti ,il perché e il quando lo deve fare. Così io vissi i primi anni della mia tranquilla vita di bambino ignorante di tutto e come mi rimembrano le foto che mio padre e mia madre mi scattarono un sorriso che dura e durerà per molto molto tempo.
 

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Capitolo 2
*** la mia giovinezza ***


Passarono gli anni io crescevo a vista d’occhio all’ora avevo solo dieci anni erano gli anni cinquanta e niente poteva andare meglio. Come tutti quelli della mia età io dovevo andare a scuola e a dirla tutta non ne avevo molta voglia sebbene fossi stato il più intelligente della classe. Diciamo che ero molto dotato per tutte le materie. Anche alle medie talvolta… A un certo punto della mia vita i miei genitori sebbene sapessero che avessi un quoziente intellettivo al di sopra della norma mi fecero controllare da una sottospecie di “dottore strizza cervelli”. Ora voi potete capire il trauma di un ragazzo di ammala pena tredici anni difronte a una persona estranea e che gli poneva, a livelli, delle domande sempre più difficili… A un certo punto lui finiti i cartelli con le domande e vedendo che tutte le risposte erano giuste si alzò mi guardò e disse in tono sbalordito:”Devid devo andare a parlare cinque minuti con i tuoi genitori….”. La mia reazione fu di essere un po’ preoccupato dopotutto non sapevo l’esito dei test quindi ero agitato. Nel complesso quella uscita fuori norma, e me lo ricordo ancora adesso, durò venti minuti. Nel quale ne impiegai sette per rispondere a tutte le domande. Il restante tempo il dottore lo impiegò per parlare con i miei genitori. Dalle parole di mia madre, anche perché mio padre non seppe che dire, sbalordite e colme di orgoglio mi disse che se volevo potevo tranquillamente saltare gli anni delle superiori e andare direttamente all’università. Sarebbe stato poi il medico a informare del perché avessi saltato le superiori e fossi andato subito all’università. Forse è per questo che non ne avevo voglia di andare a scuola non volevo sentire cose che sapevo già. Sebbene io fossi stato una persona con tutta questa intelligenza decisi di fare un anno di superiori che alla sua fine mi diede l’incitazione di affrontare l’università. I miei genitori furono pienamente d’accordo nel mandarmi nell’università di Harvard. La prestigiosa e magnifica Harvard. Quanti ricordi che mi riporta in mente… sebbene io fossi più piccolo dell’età dei miei compagni, io avevo l’età pensate di sedici anni, mi integrarono perfettamente nel loro gruppo. E ce la spassavamo. Facevo pure parte di un club i βΣ. Questi anni furono per me i più felici da una parte perché mi feci tante nuove conoscenze mi divertii con questi miei nuovi compagni che mi accompagnarono per tutti i miei anni di studio e mi fecero divertire anche. Ma dall’altra parte ero un po’ triste perché dall’altra parte del globo c’erano i miei genitori. Ci scrivevamo sempre d’altra parte e ci tenevamo informati di tutto. Così si conclude un altro capitolo della mia vita.

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