I see
pain in your eyes
Erano passati circa quattro giorni
dal trasferimento ad
Heartland ed entrambe le gemelle sembravano essersi ambientate bene, o
almeno
una delle due visto che la verde taciturna restava nel suo costante
mutismo. La
giornata di scuola era quasi finita e Tsukiko stava preparando i libri per la materia successiva.
- Tsuki! Vieni un momento!
Ayame chiamò la castana
dal suo banco, facendole capire
con la mano che era piuttosto urgente.
- Che succede?
Rispose accorrendo sul posto con
sguardo interrogativo.
La bionda si girò
mostrando un lungo strappo dietro alla
parte superiore della divisa scolastica.
- Accidenti, come hai fatto?
Domandò osservando il
“guaio” che aveva davanti. Ayame
spiegò a Tsukiko che
aveva avuto un
piccolo scontro con Cecile e che questa durante l’ora di
ginnastica le aveva
tagliato la maglietta per vendicarsi.
La giovane dagli occhi ametista
era furente e
intenzionata a fargliela pagare presto.
- Dovrai darmi una mano Tsukiko!
Chiederò anche a Rio
sono certa che mi appoggerà!
La gemella minore chinò
lievemente il capo in segno di
disappunto mentre con delle forcine per capelli, che portava
sistematicamente
sempre dietro, tentava di chiudere il taglio.
- Non dovresti, così
farai solo il suo
gioco, è sbagliata la vendetta.
Ribattè in tono duro e
deluso dalla decisione presa
dall’amica.
- Lo so lo
so…E’ stata lei a cominciare non io! E’
ora
che qualcuno le dia una lezione!
Amareggiata, la castana chiuse
l’argomento dicendole che
avrebbe provato a darle una mano, ma che non voleva mettersi in mezzo
ad altri
guai vista la “simpatia” che la piccola serpe
aveva dimostrato nei suoi confronti dopo il loro
battibecco.
- Tranquilla, dopotutto ci
sarà Shark a proteggerti in
tal caso…
Tsukiko sussultò e
arrossendo chiese spiegazioni
all’amica.
- Beh…Ho notato che
andate parecchio d’accordo e durante
la lezione parlate sempre!
- Che centra?! Durante la lezione
non facciamo altro che
litigare perché io disegno sul suo banco e lui minaccia di
rompermi le penne,
questo tu lo chiami “andare d’accordo”?!
La bionda rise di gusto portando
un mano davanti alla
bocca per soffocare l’eccessivo rumore, poi si sedette sul
banco fissando la
ragazza a lei di fronte intensamente.
- Di un po’
Tsuki…Non è che ti piace Ryoga?
Ovviamente la gemella non aveva
perso il colorito sulle
guancie, che aumentava sempre di più.
- M-ma ti pare?! Insomma lo
conosco da pochissimo, non è
possibile!
- Andiamo…Non saresti
ne la prima ne l’ultima che cade ai
suoi piedi, non puoi negare che sia un bel ragazzo e
quell’aria da finto
stronzo lo rende ancora più attraente.
La castana mise il broncio
allontanandosi da Ayame che
restava sempre più convinta delle sue supposizioni.
Tsukiko pensò alle
riflessioni della
bionda, non negava affatto che Shark
fosse un bel ragazzo, chiunque avrebbe ammesso che lo era, tuttavia la
castana
non aveva mai vagamente pensato all’amore o tutto
ciò che lo riguardasse non
aveva tempo di pensare a certe cose.
Destino o caso, la ragazza
andò a sbattere proprio contro
la fonte dei suoi ultimi pensieri; balbettò uno
“scusa” mantenendo
il capo chino e gli occhi fissi
nei suoi zaffiri, sentendo per l’ennesima volta le guancie
infiammarsi.
- Le parole “Tsukiko e
“attenzione” non vanno proprio
d’accordo eh?
Ryoga notò il colorito
che aveva assunto il viso della
ragazza e la trovò più bella e dolce del solito;
anche lo squalo arrossì dopo
quel momentaneo pensiero e distolse lo sguardo da quello di lei che
seguì la
sua reazione.
- Ehm…Domani a che ora
devo venire da te?
Il viola mantenne una certa
distanza fingendosi
impassibile.
- Subito dopo scuola, ci andremo
insieme.
- Ok…senti…
Improvvisamente quella sottospecie di conversazione venne interrotta
dal brusco
arrivo di una
giovane dai lunghi capelli
ramati.
- Sharkino mio! Mi sei mancato sai?
Tsukiko venne scostata malamente
dalla ragazza che,
appesa al collo del viola, la fissava in modo truce.
- Tu che ci fai qui sfigata?
La castana ignorò il
commento di Cecile e dopo aver
saluta Ryoga ritornò in classe.
-
Ryooooga…Perché stai sempre attaccato a quella?!
Il viola si scrollò di
dosso la ramata maledicendola per
non aver fatto finire la frase a Tsukiko.
- Non sono affari tuoi.
Cecile abbassò lo
sguardo intimidita da quello arrabbiato
di Shark.
- Ryoga…So di avere un
brutto carattere, però…Io ci tengo
davvero a te…
Ryoga sbuffò
contrariato, ma allo stesso tempo lusingato
dalle attenzioni che Cecile gli rivolgeva, del resto restava una delle
ragazze
più belle della scuola anche se nell’ultimo
periodo alle orecchie del viola
erano giunti numerosi apprezzamenti, dalla parte maschile, rivolti alle
gemelle
che sembravano avere già numerosi ammiratori.
- Domani verrò a
trovarti, voglio mostrarti una cosa!
- D’accordo.
La ragazza scoccò un
bacio sulla guancia dello squalo e
poi si allontanò. Ayame non era del tutto a conoscenza del
rapporto tra la
ramata e il viola, non era vero che lui non se ne curava, al contrario
era
molto attratto da lei ma si trattava solo di attrazione fisica e nulla
di più e
spesso Shark approfittava dei sentimenti
che Cecile provava per lui per soddisfare le proprie
voglie sessuali, in
fondo con la fama di essere il ragazzo più bello della
scuola oltre che un
abile duellante non aveva alcun tipo di problema con le ragazze anche
se alla
fine non gli erano mai interessate più di tanto.
Nell’ultimo periodo i
suoi pensieri si erano però rivolti
spesso ad una persona, quella stessa persona che sembrava aspettarlo
seduta al
rispettivo banco e che fingeva una conversazione con Ayame.
- Di che parlate?
Chiese lo squalo interrompendo il
discorso a cui solo la
bionda stava realmente partecipando.
- Uhm? A ciao Ryoga! Stavamo
parlando della festa di
Natale che si terrà a scuola, pensavamo di organizzare un
ballo a tema,
preceduto da uno spettacolo ovviamente…anche se non abbiamo
ancora deciso cosa
presentare.
Rispose la giovane dagli occhi
cremisi.
- Siete entrambe nel comitato
organizzativo?
Chiese nuovamente il viola
ottenendo l’attenzione della
castana che rispose al posto di Ayame.
- Si, Ayame me lo ha consigliato,
dice che in questo modo
avrò maggiori possibilità di conoscere gente
nuova e poi sono sicura che sarà
divertente!
Concluse con un piccolo sorriso
come a sperare di aver
ragione sull’ultima parte.
- …Non penso che tu
abbia bisogno di metterti più in luce
di quanto lo sia già, fidati.
Disse alludendo alle voci che
circolavano nell’edificio e
causando numerose domande da parte della ragazza dinanzi a lui.
La campana suonò per la
seconda volta segnando la fine
dell’intervallo e la ripresa delle lezioni.
*
*
*
Mitsuko era rimasta a casa quel
giorno, si era sentita
poco bene ed essendo di salute cagionevole la zia aveva preferito non
rischiare
e tenerla un paio di giorni a casa, ma la verde non amava il chiuso e
proprio
per questo motivo prendendo il giubbino, una calda sciarpa e dei guanti
aveva
deciso di prendersi una bella boccata d’aria fresca, sicura
che restando tutto
il giorno chiusa in casa si sarebbe ammalata per depressione.
Quando non usciva con la sorella
le piaceva camminare
lentamente senza doversi preoccupare di niente, solo di dove stesse
mettendo i
piedi.
Non si era legata i capelli quel
giorno, li aveva
lasciati sciolti e vista la loro notevole lunghezza le arrivavano quasi
oltre
il fondoschiena; il sole filtrava attraverso quei fili
dall’insolito colore
illuminandoli maggiormente e facendo voltare numerose persone ad
osservarli.
Una in particolare la raggiunse e
la gemella maggiore si
sentì afferrare per la schiena da un paio di piccole esili
braccia che la
costrinsero a voltarsi.
- Ciao Mitsuko! Non ti avevo
riconosciuta all’inizio
visti i capelli, ma ero certo che fossi tu!
- …Ciao anche a te Hart.
Rispose al bambino tentando di
assumere un tono meno
atono del solito con scarsi risultati. Il piccolo si staccò
da lei e la guardò
con i suoi grandi topazi; le guance di Hart erano rosse e le mani
fredde e
Mitsuko decise che quel moccioso dovesse assolutamente evitare di
ammalarsi, si
tolse i guanti e la sciarpa e glie li mise, l’azzurrino si
scostò leggermente
mentre la osservava stupito: Mitsu tremava, ma cercava di non darlo a
vedere.
- Di un po’, sei qui da
solo?
Chiese alludendo al fratello
maggiore che nell’ultimo
periodo aveva spesso invaso la sua mente prendendo il posto di quelli
che
solitamente la tormentavano.
- No, c’è
Kite con me! Mi ha accompagnato al parco ma
credo di averlo lasciato vicino allo scivolo, appena ti ho vista sono
corso
qua!
- Un parco?
La giovane sembrò
finalmente notare l’immensa radura
verde che si estendeva alla sua sinistra; nella loro vecchia
città i parchi
erano pochi e neanche così grandi, quello che aveva davanti
però era davvero
bello.
- Hart quante volte devo ripeterti
di non andartene in
giro senza prima avvertirmi?
La voce del biondo giunse alle
orecchie di entrambi
facendoli voltare nella sua direzione; il bambino chinò il
capo in segno di
scuse ma non spense il sorriso e tornò a fissare timidamente
Mitsuko come a
intendere al fratello che doveva quanto meno salutarla. Kite
sbuffò
accontentando poi il fratellino.
- …Ciao.
- Ciao Kite.
Rispose la verde portandosi le
mani alle tasche per il
freddo che cominciava ad avvertire; ora erano le sue guance ad essere
color
porpora, così come il naso e Hart si sentì
responsabile di ciò.
Mitsu notando
l’espressione del piccolo tentò di
focalizzare la sua attenzione su qualcos’altro.
- Ei Hart, perché non
vai a fare un giro su quella ruota?
Sembra divertente.
L’azzurrino
accettò ben volentieri l’invito e si diresse,
seguito dai due ragazzi, al parco indicato precedentemente e mentre lui
giocava
Kite e Mitsuko si sedettero su una panchina poco distante.
- Certo che è un
bambino molto vivace.
Commentò la verde
rivolgendo il suo sguardo verso il
ragazzino intento a correre ovunque.
- Già…Ma non
è stato sempre così.
Mentre Mitsuko si chiedeva cosa
intendesse Kite con
quell’affermazione, quest’ultimo sembrò
finalmente notare i due nuovi indumenti
che il fratello indossava; Non erano ne suoi ne di Hart e non li aveva
prima
dell’incontro con la gemella maggiore, ne dedusse che molto
probabilmente era
stata proprio lei a darglieli.
La guardò di
nascosto ma non disse nulla, in fondo non era poi così
importante.
*
*
*
- Che cosa? Un concerto?
Ayame stava stringendo la povera
Tsuki talmente forte da
farle mancare il respiro, esultando per la brillante idea venutale in
mente.
- Esatto! Sarà
perfetto! I concerti piacciono a tutti
no?!
La castana riuscì a
staccarsi da quella presa mortale e
ad allontanarsi dalla bionda che con tutto quel rumore aveva causato
l’interesse dei presenti.
- A cos’è
dovuta tutta questa allegria?
Chiese Yuma intervenendo nella
“conversazione” tra le
due; Ayame non lo degnò minimamente di attenzione presa
com’era ad annunciare
la propria idea agli altri e fu Tsuki a rispondere al suo posto.
- Ayame pensa che organizzare un
concerto per la festa di
Natale sia un grande idea…ma dove lo troviamo un gruppo
disposto a suonare?
- Beh ma quello non è
un problema! La scuola ha il suo
gruppo e Shark ne fa parte!
La castana rimase spiazzata da
tale affermazione e fissò
in modo apatico il viola che stava nuovamente discutendo con la sorella.
- Ryoga
suona?...Oppure…canta?...No decisamente no.
Concluse focalizzando la propria
attenzione sull’orologio
che segnava la fine della scuola; Tsukiko e Ayame salutarono i loro
amici
mentre la bionda teneva ben salda la presa attorno al polso di Shark
che
tentava di sfuggire.
- Andiamo smettila di lamentarti!
Sei il leader del
gruppo e senza di te non possiamo chiedere l’autorizzazione
alla preside!
Lo convinse Ayame rassegnandolo.
- Ryoga, che strumento suoni?
- La fisarmonica.
Aspettandosi tutt’altra
risposta la castana rischiò di
inciampargli addosso ma fu prontamente fermata dal braccio del ragazzo
che le
camminava davanti.
- Sei serio?
- Certo che no stupida.
Sconcertata da tale risposta
decise di ignorare
l’argomento che fu però continuato dalla giovane
dagli occhi ametista.
- Io so con esattezza quale
strumento suona
Cecile…ahahahahah!
- Cosa?!
Domandarono in coro i due
presenti, uno per la sorpresa e
l’altro per il semplice fatto che Cecile non era in grado di
suonare alcun tipo
di strumento.
- Massì lo sanno
tutti…Del resto quella vipera è
bravissima a suonare il “flauto” ahahahahahahah!
Il viola colpì piano la
testa di Ayame.
- Tsk, dovevo aspettarmelo.
Tsuki invece non capì
affatto la battuta dell’amica e
quest’ultima fu costretta a ripeterla altre tre volte, fino a
che il lato
perverso della castana non le suggerì qualcosa e
arrossì vistosamente.
- Ahahahahahah Tsukiko sei
veramente carina quando
arrossisci lo sai?
- Ayame non credevo fossi
così…schietta.
Shark prese per la spalla la
bionda e la fece dondolare
un paio di volte avanti e indietro.
- Ma che schietta, è
una pervertita indecente questa.
La diretta interessata
scoppiò a ridere portando una
mano dietro la nuca
leggermente
imbarazzata.
- Fate piano siamo arrivati
davanti all’ufficio della
preside.
Commentò lo squalo
scostandosi dalla porta
d’ingresso lasciando
a Tsuki “l’onore”
di aprirla.
-
E’ permesso?
Chiese aguzzando l’udito
in attesa di risposta;
dall’altro lato si sentì un -avanti- e i tre
ragazzi entrarono nell’ufficio.
- Salve preside Hanagawa, volevamo
chiederle il permesso
per organizzare un concerto durante la festa di Natale.
Disse la castana nascondendo le
mani dietro la schiena.
- Un concerto dici?...Sarebbe una
buona idea…E quale
gruppo ha intenzione di esibirsi?
-
Pensavamo al
gruppo della scuola! Lei che ne pensa?!
Continuò la bionda al
posto di Tsukiko.
- Uhm…E per la cantante
come farete?
Domandò in fine la
donna lasciandoli sorpresi,
specialmente il viola che intervenì di conseguenza.
- In che senso scusi? In genere
sono le sorelle Karin e
Nashira ad occuparsene…
- Quindi non ne sei al corrente
Ryoga? Entrambe
partiranno con una settimana d’anticipo per andare a New
York, hanno avuto la
fortuna di vincere i due biglietti messi in palio l’anno
scorso alla tombolata,
non saranno presenti alla festa di Natale.
Shark e Ayame si diedero
mentalmente degli stupidi per
non esserselo ricordato e abbandonarono subito l’idea del
concerto.
- Aspettate! Perché non
fate delle audizioni? Mancano
ancora due mesi e mezzo alla festa, possiamo riuscirci!
I
ragazzi si
voltarono verso la castana e Ayame le saltò al collo
ringraziandola per la
brillante idea che le era venuta.
- Beh si vede che stare con me
stimola l’immaginazione!
Ne dedusse la giovane dagli occhi
ametista annuendo a se
stessa.
- …Fingerò
di non aver sentito.
Concluse la gemella minore in
disaccordo con la bionda e
tornando a guardare la preside in attesa di una conferma.
- Per me va bene, ma dovrete
preparare voi i volantini e
distribuirli agli studenti, vi lascio carta bianca ragazzi.
- Siiii!
Esultarono le due ragazze in coro
per poi essere zittite
dal viola che le trascinò via di lì di peso.
- Uffa come sei permaloso sharkino!
Tsukiko storse il naso quando
Ayame lo chiamò in quel
modo facendole tornare in mente quando quella stessa mattina Cecile era
intervenuta nella loro “molto loquace”
conversazione. Quella ragazza non le aveva fatto nulla, o
almeno non
direttamente, ma nonostante ciò Tsuki non riusciva a
digerirla, che fosse per
l’estrema vicinanza che cercava di mantenere ogni volta con
Shark? Era forse
gelosa?...No…Non poteva esserlo, del resto anche Ayame stava
spesso con lo
squalo e non le aveva mai dato fastidio; forse però era
dovuto al semplice
fatto che Ayame era già fidanzata da quanto lei le aveva
raccontato e non era
mai stata minimamente interessata a Ryoga, quindi non era una vera e
propria
minaccia.
La gemella scosse la testa come a
voler tornare coi piedi
per terra. Non aveva tempo per pensare a queste cose, se lo era
ripetuto molte
volte negli ultimi giorni, non aveva tempo.
*
*
*
La scuola durava in genere sei ore
e dalla fine di essa
era trascorsa una buona ora e mezza; Mitsuko era ancora in giro con
Kite e il
piccolo Hart che schiacciava il naso sulle vetrine di tutti i negozi
che
incontravano durante il tragitto come se non avesse mai avuto occasione
di
vederli.
- Anche voi due vi siete
trasferiti qui da poco?
Chiese la verde tenendo lo sguardo
basso per non dover
fronteggiare quello glaciale del maggiore che camminava alla sua destra.
-
Affatto…Perché lo chiedi?
- Beh…
Indicò Hart con lo
sguardo sperando che lui capisse.
- Non usciva da molto, le sue
condizioni sono migliorate solo
nell’ultimo periodo e i medici mi hanno consigliato di fargli
prendere un po’
d’aria fresca.
- Non so quanto l’aria
di città possa fargli bene
sinceramente…penso che dovresti portarlo in montagna.
Kite si fermò un
secondo riflettendo su quello che la
ragazza aveva appena detto. Aveva lo sguardo perso nel cielo e il viso
leggermente diretto verso esso.
- Un tempo io e Hart ci andavamo
spesso ma adesso
sarebbe troppo per lui, nelle
condizioni in cui si trova non potrebbe fare niente.
- Capisco.
Concluse la gemella maggiore
tornando a puntare lo sguardo
sul bambino che ora cercava di attirare l’attenzione di
entrambi.
- Guardate! Un negozio di peluche!
Hart si fiondò dentro
seguito dal biondo che gli
raccomandava di fare attenzione.
Mitsuko aveva notato un piccolo
cambiamento nel
comportamento del giovane nei suoi confronti, nel raccontarle di Hart
non aveva
usato lo stesso tono impassibile e freddo del solito, era evidentemente
preoccupato e anche se aveva cercato di nasconderlo Mitsu aveva colto
questa
sua preoccupazione, in fondo era lai stessa la provava continuamente
quando
pensava a sua sorella.
La gemella decise di entrare nel
negozio e si mise ad
osservare i due con indifferenza, finchè ancora una volta i
suoi occhi
trovarono qualcosa su cui puntarsi.
- Dunque è qui che li
ha presi.
Si accovacciò davanti
al peluche di media grandezza di
colore rosso e impossibile per lei da non riconoscere.
- Mitsu che hai trovato?
Chiese l’azzurrino
ponendosi di fianco a lei.
Gli occhi di Hart luccicarono nel
momento in cui vide il
grosso e morbido dango che la verde teneva in mano.
- E’ bellissimo!
Esultò il piccolo
esaminandone ogni particolare.
Mitsuko notando tale reazione lo
posò sulle mani del
bambino accennando un sorriso.
- Lo vorresti?...Posso regalartelo
se ti piace.
-
Davvero lo
faresti?
- Certo.
Il minore esultò
nuovamente e mostrò la palla di pelo al
fratello maggiore che tentava di capire cosa Hart cercava di dirgli
urlando ad
alta voce.
- Kite! Kite! Mitsu ha detto che
mi compra questo
pupazzo!
Il biondo rivolse
un’altra occhiata alla ragazza che
stava già pagando il tutto, stava forse tramando qualcosa?
Questo fu il primo
pensiero del giovane verso la minore che usciva dal negozio assieme al
fratello
reggendo un ulteriore busta dal contenuto a lui ignoto.
- Ei tu senti un po’!
Mitsuko si girò nella
sua direzione guardandolo con aria
interrogativa e lo stesso fece il fratellino.
Kite si avvicinò
maggiormente ai due per non dover urlare
di nuovo.
-Si può sapere quali
sono le tue intenzioni?!
Chiese con una notevole nota di
rabbia verso Mitsu che invece
non capiva l’improvviso “cambio
d’umore” del giovane a lei di fronte.
- …Di che stai parlando?
Domandò a sua volta
reggendo finalmente il suo sguardo
impenetrabile; La verde sembrò notare qualcosa dentro quelle
pozze glaciali,
sembravano trascinarla verso una discesa infinita, sembravano
così spenti e
vuoti…Come i suoi. Per la prima volta la gemella
riuscì a scorgere negli occhi
di Kite qualcosa che fino a quel momento nessuno era mai riuscito a
fare, era
paura, una sensazione che nonostante il cacciatore provasse
così spesso si
rifiutava di poter anche solo minimamente concepirne l’idea.
Lo sguardo di Kite
saettò da Mitsu a Hart e
successivamente al peluche rosso fuoco che il bambino stringeva appena
sotto il
mento.
-
Hart…Perché non vai un attimo a giocare sulle
altalene
con gli altri bambini?
Più che una domanda era
una richiesta per lasciare lui e
la verde da soli, non avrebbe voluto parlarne davanti al fratello. Hart
fece
come consigliato e si allontanò dai due giovani che erano
ancora intenti a scambiarsi
sguardi indagatori in cerca di risposte.
- Stai forse usando Hart per
arrivare a me? Rispondi!
Quanto il biondo aveva appena
chiesto fece sorprendere la
ragazza a lui di fronte che per l’ennesima volta aveva appena
perso il suo
specchio d’indifferenza.
- Non mi permetterei mai
Kite…
- E allora spiegami il motivo di
un regalo infondato!
Ribattè deciso
avvicinandosi maggiormente al viso della
minore come per cercare di scrutare all’interno della sua
anima, e ci riuscì.
Proprio come Mitsuko anche Kite
riuscì a scorgere
qualcosa dentro quegli occhi ambrati e all’apparenza tanto
indifferenti, vide
solitudine e una vaga richiesta d’aiuto, vide le fiamme e poi
le tenebre più
cupa;
Il cacciatore e la gemella erano
appena entrati in
empatia.
La verde accennò un
sorriso quando una lieve sensazione
di tepore le invase il corpo, il sole aveva appena fatto capolino nel
cielo e
la riscaldò un poco diminuendo la sensazione di freddo che
provava alle dita
vista la mancanza di guanti.
- Kite…Hai mai la
sensazione di essere costantemente
perseguitato…da qualcuno?
Il ragazzo dallo sguardo glaciale
sussultò appena non
aspettandosi una simile domanda.
- …Che vuoi dire?
Il sorriso della verde si fece
più amaro finchè si spense
completamente.
- Nulla, stavo solo pensando ad
alta voce…Per quanto
riguarda la domanda di prima, Kite, non potrei mai fare una cosa del
genere,
anche perché Hart mi ricorda molto una persona che purtroppo
ho perso per
sempre e forse è per questo che ogni volta che lo vedo sento
una strana sensazione
al petto, proprio qui dove ci dovrebbe essere il cuore, Kite non fare mai del male ad
Hart.
Il biondo ascoltò
più volte nella sua mente quelle
parole, soffermandosi sul “mi ricorda molto una persona che
purtroppo ho perso
per sempre” chiedendosi a chi potesse riferirsi; Le fiamme e
le tenebre che
aveva precedentemente intravisto dentro i suoi topazi sembravano
diminuite
appena appena.
- Ecco…Ti va se andiamo
a prenderci un gelato?
Una domanda così
semplice dopo quanto si erano appena
detti risultò strana e fuori luogo, c’era qualcosa
in quella ragazza che lo
attirava e lo allontanava allo stesso tempo.
- Kite!
Il piccolo si avvicinò
ai due seguito da una bambina
della sua età con corti capelli neri e occhi verdi, Mitsuko
la paragonò subito
ad una bambola di porcellana per il colore chiaro della pelle.
- Che succede Hart?
Domandò il fratello
osservando la ragazzina dietro il
minore; aveva gli occhi lucidi e gonfi e le guance tutte arrossate.
Hart spiegò
brevemente la situazione dicendo di averla trovata nascosta dietro lo
scivolo
intenta a piangere, da quanto avevano capito si era persa.
- Ecco…Lei è
Kanae…Ti prego Kite! Dobbiamo aiutarla!
Hart unì le mani in
segno di preghiera e si allungò verso
il maggiore.
Mitsuko dal canto suo si era
inginocchiata davanti alla
mora sorridendole
appena, o almeno
sforzandosi, nell’ultimo periodo da quando aveva conosciuto
Kite e Hart la cosa
stava diventato davvero frequente.
- Kanae, dov’era tua
mamma l’ultima volta che l’hai
vista?
La bambina si asciugò
una lacrima con il dorso della
mano.
- Vicino alla piazza dei gelati,
io mi ero allontanata
per inseguire un gattino fin qui e credevo che fosse dietro di
me…
Mitsu guardò Kite che
afferrò al volo il concetto e
sbuffò annoiato.
- Um…Credo di sapere a
quale piazza ti riferisci.
- Quindi la aiutiamo Kite?
Chiese l’azzurrino
esultando alla successiva affermazione
del fratello che dovette sbilanciarsi in avanti per non rischiare di
cadere
all’eccessiva dimostrazione di affetto da parte di Hart.
- Ti chiami Kanae giusto?
La verde tese una mano alla mora
che l’accettò di buon
grado sorridendo teneramente.
- Tranquilla, ti aiuteremo noi.
Questa volta il sorriso di Mitsuko
non era forzato, le
era venuto naturale e lei se ne accorse,
pensò che forse avrebbe dovuto ringraziare
quella bambina più tardi.
*
*
*
- Ehi Z-6, mi aiuti a risolvere
questo stupido problema
di fisica? Non credo di aver capito bene come si calcola la forza
equilibrante.
Tsuki
appoggiò la
testa sul pesante
libro di fisica mentre
il robottino bianco e nero si apprestava a raggiungerla per fare quanto
richiesto.
- E’ facile,
devi…
L’essere meccanico
iniziò a parlare con voce atona, così
atona e spenta da ricordare Mitsuko
alla
castana che tornò a fissare il bigliettino che la sorella le
aveva lasciato sul
tavolo della cucina.
- Umpf…Deve sempre fare
di testa sua…
Non era ne tranquilla ne
preoccupata, sapeva benissimo
che non si sarebbe mai messa nei guai come lei che invece era una
calamita per
maniaci, sfighe e ragazze con il complesso di superiorità,
tuttavia restava pur
sempre sua sorella e una nota di preoccupazione nei suoi riguardi
l’avrebbe
sempre avuta.
- Maestra Tsukiko, avete capito?
Le chiese il robot spostando la
grossa sfera bianca, che
sarebbe dovuta essere la sua testa, verso di lei come per constatarne
il vero.
Tsuki sbuffò lievemente e si alzò dalla sedia.
- Z-6 non devi chiamarmi maestra,
padrona e quant’altro,
basta Tsuki…Per il resto ti ringrazio dell’aiuto
ma non sono dell’umore adatto
ora, credo che andrò a farmi un giro.
Detto ciò prese il
cappotto e un berretto nero, si
sciolse la coda e si diresse verso la porta sotto le lamentele
dell’esserino
meccanico che le intimava di finire i compiti.
- Andiamo non essere
così pignolo…Li finirò quando torno,
promesso!
Concluse facendogli
l’occhiolino e uscendo il più in
fretta possibile prima che Z-6 cercasse di impedirglielo.
Dopo circa dieci minuti la castana
stava canticchiando e
“ballando” per strada canzoni a caso, tutte quelle
che le venivano in mente e a
raffica, senza preoccuparsi dei pensieri altrui; Tsukiko sapeva bene
dove
andare, aveva visto un parco divertimenti
dalla parte opposta della piazza ed essendo un amante di
tutto ciò che
viene considerato divertente era più che decisa a visitarlo
seduta stante!
Fu così che mentre
attraversava la strada una moto di
colore rosso la mancò per pochi centimetri.
La castana restò
immobile sul posto osservando impietrita
il veicolo che l’aveva quasi fatta fuori, poi presa da un
istinto di rabbia
cominciò a sbraitare contro il conducente.
- Razza di deficiente chi diavolo
è stato l’idiota che ti
ha dato la patente eh?! Non lo vedi che è verde?! Avresti
potuto uccidermi!
- Pfff…Già
che peccato.
Una voce seccata e molto familiare
la costrinsero a
mostrare più interesse nei tratti visivi del diretto
interessato e subito si
accorse che si trattava di Ryoga Kamishiro.
- T-TU!
Gli puntò il dito
contro avvicinandosi alla moto con fare
minaccioso e stringendo i denti.
- Io questo catorcio te lo rovino!
Esclamò adirata dal
comportamento strafottente del
coetaneo che non badava alle sue “provocazioni”.
- Ti avevo vista cosa credi? E poi
se te che ci metti tre
anni a camminare!
- Ah e credi che in caso di
omicidio una scusa del genere
la polizia la accetterebbe?!
Portò le mani sui
fianchi snelli e si chinò in avanti per
evitare di non farsi capire.
-
Beh, poiché si
trattava di te penso proprio di si!
Ribattè scostando il
viso di lato assieme allo sguardo.
- Brutto invertebrato!
La gemella minore diede le spalle
al viola che però la
fermò.
- Dove stai andando?
Domandò avvicinandosele
nuovamente con la moto mentre un
ulteriore sguardo assassino si stava formando sul visto di Tsukiko.
- Non sono affari tuoi!
Poi lo squalo notò
qualcosa scorgere dalla tasca del suo
giubbino e riconobbe subito il volantino dell’ Heartland Park
sorridendo
maliziosamente.
- Umpf…Stai andando
all’ Heartland Park dunque…che
incredibile coincidenza, sai che anche io sono diretto proprio li.
La giovane aprì e
richiuse la bocca un paio di volte
prima di parlare.
- E questo cosa dovrebbe
significare?
- Solo che è piuttosto
distante da dove ti trovi
ora…Anche perché nel caso in cui non lo avessi
notato stai andando nella
direzione opposta.
Tsukiko arrossì
vistosamente a quell’informazione e
osservò la mappa rendendosi conto che quanto Shark le aveva
appena riferito era
vero. Chiuse gli occhi e li rispalancò chiedendosi dove
diavolo fosse finita e
come avrebbe fatto a tornare a casa.
- Se vuoi ti accompagno io fin li.
Quell’improvvisa frase
fece avvampare di più la ragazza
che, con il solo pensiero di dover abbracciare il viola tutti i
precedenti film
mentali stavano avendo il sopravvento su di lei; non era certa fosse
una buona
idea ma non poteva nemmeno restare la come uno stoccafisso a vagare nel
vuoto
più totale senza uno straccio di idea e indicazione.
- Bene…Che vuoi in
cambio?
Ryoga mantenne lo stesso ghigno e
fissando i suoi occhi
le disse…
- Per adesso nulla
ma…Sono certo che qualcosa mi verrà in
mente.
Concluse divertito
dall’espressione idiota sulla faccia
della castana che sicuramente si aspettava tutt’altra
risposta e infatti
si affrettò a ribattere.
- Escluso ogni tipo di servizio a
sfondo sessuale chiaro?
Si avvicinò alla moto
salendoci sopra come aveva fatto la
prima sera che era arrivata ad Heartland.
- Tsk! Tu leggi troppi manga.
La canzonò il giovane
accendendo il motore e preparandosi
a ripartire.
- Sai, con uno come te non
bisognerebbe mai abbassare la
guardia.
Il veicolo partì e
Tsukiko si aggrappò di scatto alla
giacca viola del ragazzo a lei davanti senza nemmeno rendersene conto,
cosa che
invece non sfuggi al coetaneo.
I lunghi capelli di Tsuki tenuti
fermi solo da un leggero
berretto nero svolazzavano attraverso il vento che la moto stessa
sembrava
provocare, donandole un lieve sensazione di libertà che
aumentava assieme alla
velocità del veicolo a due ruote; la castana si sentiva su
un grosso cavallo
indomabile e rimase estasiata da quella potenza che rifletteva quasi lo
stesso
modo di giocare di Ryoga e che solo lui pareva capace di controllare.
Shark accellerò
improvvisamente e le braccia della
castana si avvolsero completamente attorno al suo petto, quasi avesse
paura di
cadere; Il ragazzo, compiaciuto dall’atteggiamento della
gemella, si lasciò
sfuggire una risatina perfettamente udibile anche da lei che
cercò di non
badarci troppo.
Il corpo di Ryoga era caldo e
piacevole e quella loro
vicinanza l’aveva resa parecchio nervosa, le piaceva stare
così, abbracciata a
lui si sentiva al sicuro, ma sapeva che era sbagliato.
Un paio di minuti ed entrambi
avevano raggiunto il parco,
Shark aveva parcheggiato la sua moto vicino all’entrata e
scendendo per primo si
voltò a guardare la ragazza che ricambiò lo
sguardo.
Il vento gelido le aveva fatto
imporporare le guance di
un rosa delicato, i capelli erano tutti scompigliati e ondulati e gli
occhi
leggermente lucidi per aver cercato di tenerli aperti durante la corsa.
In quel momento lo squalo si rese
conto di quanto fosse
bella Tsukiko nonostante non indossasse alcun tipo di cosmetico, quella
ragazza
che fino a pochi minuti prima gli stava dando dell’idiota ora
aveva un
espressione dolce e innocente, chiunque l’avesse vista in quello stato si
sarebbe potuto
sciogliere all’istante.
- Beh? Che hai da fissare?
Chiese risvegliandolo dai suoi
pensieri e facendogli mugolare
un “niente” a bassa voce mentre Tsukiko scendeva
per poi raggiungerlo e poter
così finalmente entrare nel Heartland Park.
- Toglimi una
curiosità, che sei venuto a fare qui?
Il viola mise le mani in tasca e
fissò un punto
indeterminato davanti a lui.
- Devo incontrare alcuni
“vecchi amici” che ho
sonoramente sconfitto e che mi hanno chiesto la rivincita, chi perde
paga da
bere e poiché non sarò certo io il diretto
interessato ci guadagnerò soltanto.
Tu invece perché hai deciso di venire? Ti aspetta qualcuno?
- No in realtà sono
venuta qui da sola.
Tsukiko accennò un
sorriso che al giovane sembrò solo un
inutile tentativo di nascondere la verità, era falso e
amaro, molto diverso da
quelli che sfoggiava spesso in classe quando parlava con Ayame, Tori e
Rio.
- Potevi chiedere ad Ayame di
uscire, sembrate buone
amiche in fondo.
Commentò lanciandole
una veloce occhiata per cercare di
leggere il suo sguardo.
- E’
che…Pensavo di voler restare un po’ per conto mio
ma
ho paura di restare sola quindi speravo di incontrare qualcuno qui.
Più quella ragazza
apriva bocca e più il duellante
restava interdetto di fronte a tanta sincerità, non si
faceva alcun problema a
parlare di come si sentisse nonostante dovesse stare davvero male vista
l’enorme
tristezza di cui i suoi occhi si erano riempiti.
- Non credo che troverai qualcuno
qui, è stata una
perdita di tempo.
Disse acido come per evitare che
la parte “dolce” di lui
prendesse il sopravvento.
- Ho incontrato te.
Aggiunse in fine la castana
sorprendendolo e facendolo
fermare d’istinto. Tsukiko si rese conto di quanto facilmente
fraintendibile
era stata la frase appena detta e agitò le mani in un vano
tentativo di scusa,
come a voler scacciare quello che le era appena uscito dalla bocca.
- C-cioè…Non
intendevo in quel senso insomma!
*
*
*
- Il mio fratellone è
il più forte di tutti! Con il suo
drago fotonico sbaraglia ogni avversario!
Esclamò Hart davanti
alla piccola Kanae che lo osservava
rapita mentre le raccontava i vari incontri che Kite aveva affrontato.
- Hart non esagerare.
Commentò il biondo nel
constatare che la maggior parte di
quello che l’azzurrino stava dicendo alla mora erano solo
fantasie di quest’ultimo.
- Ei Saint Seiya, lo vuoi anche tu
il gelato?
Domandò la verde
alludendo ad una precedente e divertente
storiella che il bambino aveva raccontato a Kanae per fare
“colpo”. Mitsuko si
guadagnò un occhiataccia contrariata da parte del cacciatore
che negò in risposta
alla domanda compiuta dalla ragazza.
Erano giunti al chiosco di cui
Kanae li aveva parlato e a
richiesta dei due bambini si erano fermati a prendere un gelato,
inoltre la
madre della bambina sarebbe dovuta essere li intorno e continuare a
rincorrersi
non sarebbe servito a nulla.
La gemella maggiore si
avvicinò ai due ragazzini con due
coni gelato, uno alla fragola e al cioccolato fondente,
l’altro tutto alla
stracciatella, Mitsuko invece aveva optato per cioccolato e menta che
erano
sempre stati i suoi gusti preferiti.
- Com’è buono!
Commentò la mora
entusiasta, non si aspettava di
incontrare persone così gentili da offrirsi di accompagnarla
a cercare la madre
e da comprarle persino un gelato, era davvero felice.
- Si, in effetti è
molto meglio di quelli che mangiavo in
America.
- Anche tu sei americana Mitsu?
Kanae si alzò in punta
di piedi quasi a voler enfatizzare
la sua felicità.
- Sono di origini nippo-americane,
mio padre era
giapponese ma mia madre americana.
La voce della verde era tornata
atona come sempre ma al
biondo non era sfuggito quella sorta di “errore
temporale”, decise di non
pensarci, probabilmente era solo una delle sue solite false allusioni.
- Kanae!
Una donna dai capelli nero pece
come quelli della bambina
corse verso di loro, gli occhi erano lucidi e rossi.
- Mamma!
Gridò di rimando la
piccola abbracciandola tentando di
non far cadere il cono.
- Ero così
preoccupata…Non devi allontanarti!
Le raccomandò la
signora tentando di sembrare severa, ma
quello che ottenne fu un semplice sorriso abbozzato sul volto della
minore che
si scusava per tutti i problemi causati, in particolare ai ragazzi che
l’avevano
gentilmente aiutata.
- Non devi scusarti Kanae! Io mi
sono divertito molto con
te!
Il commento del suo coetaneo la
fece arrossire e
ringraziò l’azzurrino con un tenero bacio sulla
guancia, Mitsuko sorrise nel
constatare come fosse diventato improvvisamente nervoso Hart.
- Anche io mi sono divertita molto
con voi, spero di
rivedervi presto!
E dopo ciò madre e
figlia si avviarono verso la strada di
ritorno, procurando un grosso vuoto di tristezza nel cuore della verde
che
cominciò a sentire freddo in tutto il corpo.
- Andiamo.
Il biondo, seguito dal fratellino,
s’incamminò verso la
direzione da cui erano arrivati, quando si accorsero che qualcosa in
Mitsuko
non andava.
- Mitsu…Tutto apposto?
Chiese piano Hart avvicinandosi
alla ragazza, quest’ultima
barcollò un paio di volte prima di sbilanciarsi in avanti
con tutto il corpo
perdendo i sensi e aspettando un imminente impatto con il suolo.
Quell’impatto non
arrivò mai perché il cacciatore l’aveva
prontamente fermata e presa in braccio.
- Dannazione, che le è
preso?
Posò una mano sulla
fronte della gemella e solo allora
constatò che Mitsuko aveva la febbre alta.
Appena Kite lo disse ad alta voce
il più piccolo si sentì
chiamato in causa, la verde gli aveva prestato i suoi guanti e la sua
sciarpa per
paura che potesse prendere freddo e senza badare alle sue condizioni di
salute.
Per quanto quella ragazza gli
causasse improvvisi sbalzi
d’umore, il maggiore non poteva lasciarla in quelle
condizioni e decise di
portarla immediatamente a casa, del resto l’aveva
già accompagnata una volta ed
era stranamente ritornato più volte la davanti, come se ci
fosse qualcosa che
lo attirava.
- Hart, ti faccio venire a
prendere da Orbital.
- …Kite aspetta!
Hart si sfilò i guanti
e la sciarpa e li mise sul petto
della ragazza per non farli cadere.
- Kite ti prego…Aiutala.
Dopo di che salutò il
fratello e attese l’arrivo del
robottino.
Il cacciatore fece la strada a
ritroso con il corpo
inerme della ragazza tra le sue braccia; era freddo e leggero come una
piuma,
il volto e i lineamenti distesi e rilassati ma le guance erano
praticamente in
fiamme.
Incosciente fu il primo pensiero
che passò per la testa
del maggiore, era uscita nonostante avesse la febbre, poi
però lanciando un
occhiata ai guanti e alla sciarpa ancora posati sopra il suo petto si
ricordò
del gesto compiuto nei confronti del fratello, se stava male era
perché aveva
deciso di evitare che fosse l’azzurrino a sentirsi ora in
quelle condizioni e
per questo Kite sentì una piccola sensazioni di gratitudine
nei suoi confronti,
molto piccola ovviamente, o almeno così si convinse lui.
*
*
*
- Ryoga! Io vado a prendermi da
bere, vuoi che ti porti
qualcosa?!
Il viola era nel bel mezzo di una
battaglia quando
Tsukiko gli porse la domanda a cui accennò un si di sfuggita
facendo correre la
castana a prendere da bere per entrambi.
Dopo il bizzarro commento della
ragazza Ryoga le aveva
detto che poteva seguirlo, a patto che non gli stesse addosso durante i
combattimenti, cosa che Tsuki si era invece raccomandata di fare per
divertirsi
nel vedere Shark sbuffare ad ogni sua domanda; quella era la
cinquantaduesima
che gli poneva, ma almeno era stata una proposta sensata al contrario
delle
altre.
Si diresse verso la prima
bancarella che notò vendere
bibite e si mise in coda fischiettando, ignara di essere osservata. Una
leggera
brezza autunnale le accarezzò il collo e pian piano quella
carezza divenne una
ferrea presa che la costrinse ad indietreggiare per allontanarsi subito
di li;
tentò di allentare la morsa che le stava facendo perdere il
fiato e a stento
riusciva a prendere quel poco d’aria che bastava per
respirare.
- C-che cosa vuoi?!
Chiese appena il suo aguzzino
allentò la presa facendola
cadere sul erba bagnata. L’aveva trascinata in un luogo
isolato in modo che
nessuno potesse vederlo; sorrise beffardo quando gli occhi ambrati
della
castana incrociarono i suoi, grigi e screziati di azzurro, tanto belli
quanto
diabolici quanto quel sorriso da ruffiano che tendeva spesso a
rivolgerle nell’ultimo
periodo.
- Dovresti saperlo
Tsuki…Io voglio te.
La strattonò per un
polso facendola avvicinare e passo
con la lingua sui lividi che aveva lasciato su quel collo niveo. La
gemella non
mosse un muscolo, sperando che quella tortura finisse al più
presto, era troppo
spaventata per poter reagire.
- The Negative One.
Disse con voce roca lasciandola
andare, ridendo alla sua
espressione terrorizzata.
- Lasciami
stare…Tu…Ci hai già distrutte
abbastanza.
La misteriosa figura le prese il
mento fra indice e
pollice, sollevandole il viso per permetterle di incrociare il suo
sguardo
freddo e sadico, Tsuki sapeva cosa aveva intenzione di fare.
- Ora guarda attentamente.
La mente della ragazza venne
scossa da ripetute immagini,
grida strazianti e pianti sommessi , causando urla di dolore anche da
parte
della diretta interessata che si agitò tentando di
distogliere la vista da
quegli specchi che le riempivano la testa d’orrore e il cuore
di tristezza.
- Ti prego smettila!
Sull’avambraccio destro comparve il marchio indelebile del
suo destino, rosso
come il sangue, rosso come il fuoco che le bruciava sulla pelle ogni
volta che
il segno compariva.
- Sei bellissima quando ti dimeni
nel dolore e trovo che
questo marchio ti stia divinamente ahahahahah!
La castana cadde sulle ginocchia,
gli occhi gonfi colmi
di rabbia e risentimento, conscia di
essere in quella situazione solo a causa sua.
- Andiamo piccola
Tsuki…Dopotutto…Tu sei MIA.
E sparì così
com’era arrivato, lasciandola nel panico, da
sola e senza un briciolo di orgoglio.
Si accasciò sul prato
urlando di rabbia verso se stessa, perché
finiva sempre allo stesso modo?
*
*
*
Mitsuko si risvegliò
sul divano di casa sua con una
coperta distesa sul suo corpo e un panno bagnato sulla fronte, ci mise
un po’ prima
di rendersi conto che con lei c’era anche Kite e
sobbalzò appena lo vide
appoggiato con le spalle al muro intento ad osservarla.
- Che ci fai qui?
Chiese tossendo subito dopo.
- Sei svenuta, hai 39 di febbre.
La verde tentò in ogni
modo di non incrociare lo sguardo
penetrante e indagatore del maggiore che la fissava in modo duro.
- Perché sei uscita in
quelle condizioni?
Mitsuko trovò il
pavimento molto più interessante rispetto
al bel viso del cacciatore che attendeva una risposta.
-
Volevo…Uscire…Mi sentivo in gabbia qua dentro.
L’avambraccio sinistro
le doleva, ma non vi era alcuna
traccia del marchio e sperò che Kite non fosse stato tanto
sfortunato da
riuscire a vederlo.
- Potevi rischiare
grosso…
Concluse quasi arrabbiato e
subito, a Mitsuko, la domanda
sorse spontanea.
- Perché ti
interessa…?
Lo guardò strabuzzando
appena gli occhi aspettandosi una
risposta che ovviamente non arrivò.
Il cacciatore di numeri la
fissò in silenzio per altri pochi
minuti, poi si
diresse verso la porta e
la aprì.
- Il tuo
robot è
andato a prenderti l’antibiotico…e non farti
illusioni, l’ho fatto solo perché è
stato Hart a chiedermi di aiutarti.
Finita la frase chiuse la porta
lasciando la gemella con
mille interrogativi, perché in quello sguardo freddo Mitsu
aveva visto molto di
più di due laghi glaciali.
*
*
*
- …Tsuki…
Scattò appena
sentì la voce di Ryoga alle sue spalle.
Aveva paura, paura che avesse
visto tutto, anche se
questa possibilità era alquanto improbabile vista la
straordinarietà dei sensi
sviluppati che il soggetto precedente aveva.
- S-Shark…Mi ero persa
scusa, credevo te ne fossi andato…
Buttò li la prima cosa
che le passò per la testa sapendo
che lo squalo non le avrebbe mai creduto; ci fu un lungo scambio di
sguardi e
alla fine, nonostante il ragazzo di fronte a lei pareva inizialmente riluttante nel credere alla
sua versione dei
fatti decise di tralasciare la cosa, almeno per il momento.
- Stupida, non ti lascerei mai qui
da sola, per chi mi
hai preso?!
Ribattè infastidito per
poi avvicinarsi.
- Forza, ti riaccompagno a casa,
sembri sconvolta.
Nel dire ciò le mise un
braccio attorno alle spalle come
per rassicurarla e Tsukiko rimase sorpresa da quel suo gesto
inaspettato; Ryoga
sapeva che c’era dell’altro ma non voleva rischiare
di peggiorare le cose come
l’ultima volta a scuola.
- Ryoga…Grazie.
Tsuki sorrise, la presenza del
duellante accanto a se le aveva
momentaneamente portato
via le terribili
immagini che le erano state mostrate poco prima, in un certo senso era
quasi
grata di aver conosciuto quel ragazzo che la faceva sentire stranamente
bene.
Note:
Salve
gente! ^^ si lo so, sono in ritardo clamoroso, vi
prego di perdonarmi ç_ç
Purtroppo sono stra-sommersa di
compiti, interrogazioni e
verifiche e in più avevo perso tutti i dati del precedente
capitolo 3 che avevo
scritto e sono caduta in una lunga depressione…
…Un
minuti di silenzio per il povero capitolo andato
perduto…
Ok dopo questo ammasso di scemenze vi chiedo scusa anche
per questo capitolo che…boh non mi ha convinta al
100%...quindi ci terrei a
sapere che ne pensate per modificare qualcosa in caso troviate parti
spiegate
male o poco convincenti.
Shark – Praticamente tutto.
Astral
– Zitto, se non altro non mi ha tirato in mezzo
questa volta.
Stai tranquillo Astral…Dal quinto in poi la tua presenza
è assolutamente richiesta ^^
Hart
– Non fare spoiler!
Ma
non trovate che Hart sia assolutamente tenero? **
insomma è così carinooooo.
Kite
– Non ti azzardare…
Uffa
ç_ç siete tutti licenziati!
Shark
– Non è che ci perda poi molto sai?
Bene,
ignorando questi “simpatici” rompi scatole vi
saluto e un immenso grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso
capitolo e/o che continuano a seguire questa FF.
Sayonara ^3^
|