The story of us

di AlyeskaGnac
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Begin again ***
Capitolo 2: *** Secret... ***
Capitolo 3: *** I see pain in your eyes ***



Capitolo 1
*** Begin again ***







La pioggia batteva forte sui finestrini del treno diretto in Giappone, il cielo era grigio e l’aria era resa quasi palpabile a causa del freddo pungente che entrava dall’esterno. Qualche goccia di pioggia andò a finire sul viso bianco e candido di una giovane ragazza dai capelli verde smeraldo che teneva raccolti in due lunghi codini legati ai lati del capo.
- Mitsu chiudi il finestrino per favore, comincio ad avere freddo.
A parlare questa volta era stata un’altra ragazza della sua stessa età, ma questa aveva i capelli molto più corti rispetto ai suoi e per di più castani; anch’essi erano legati, ma in una sola e semplice coda che lasciava  cadere alcuni ciuffi davanti al viso decisamente più roseo dell’altra.
- …No.
Rispose con voce atona socchiudendo i grandi occhi dorati come quelli della sorella che la guardava leggermente scocciata dal suo atteggiamento impassibile.
- Per favore Mitsu, io ho freddo!
Aggiunse la castana sporgendosi verso il vetro per cercare di chiuderlo ma con scarsi risultati vista la sua statura. Mitsuko si alzò per darle una mano e chiuse il finestrino.
- Grazie.
Le sorrise in modo affettuoso come sempre, nonostante il carattere introverso della maggiore quest’ultima si apriva molto  con lei, del resto erano gemelle e come spesso pensava la gente il rapporto tra due fratelli gemelli è ancora più forte di un semplice legame fraterno.
- Senti Tsuki…pensi che alla zia farà piacere averci li con lei? Deve essere ancora sotto shock per quanto accaduto.
Tsukiko abbassò lo sguardo tristemente capendo a cosa si riferiva, in fondo nemmeno loro si erano  del tutto riprese, nonostante fossero passati tre mesi…ma quelle erano ferite profonde che difficilmente si potevano dimenticare ed entrambe le sorelle si chiedevano ancora il perché, perché tra tutti proprio a loro doveva succedere una cosa simile.
- Mitsu, sono sicura che la zia Rima ne sarà entusiasta! Vedrai che andrà tutto bene ok? Fidati di me, ti prometto che staremo bene.
La giovane dai capelli verdi tornò a guardare fuori dal finestrino, oramai erano quasi giunte in stazione dove le avrebbe aspettate la zia per portarle in quella che sarebbe stata la loro nuova città: Heartland.
 
*          *          *
 
- Mitsuko! Tsukiko! Sono qui!
Appena scese dal lungo treno le gemelle riconobbero subito in mezzo ai tanti visi sconosciuti quello della zia Rima, una donna sulla trentina con lunghi capelli ramati ed un sorriso da far invidia a chiunque per il semplice fatto di riuscire a metterti in pace col mondo, in un certo senso  Tsuki e Rima erano molto simili caratterialmente.
- Zia Rima! Che bello rivederti!
Disse la castana caricandosi in spalla la valigia e correndo ad abbracciare la donna che fece altrettanto.
- Anche per me è un vero piacere…
Sorrise nuovamente, ma questa volta era un sorriso più spento rispetto al solito.
- Devo ammettere che però avrei preferito rivedervi in altre circostanze.
Mitsu le raggiunse e accennando appena un sorriso con le labbra salutò la zia.
- Ciao Rima, sono felice di essere qui.
Mitsu non mostrava più molto le sue emozioni dopo quell’incidente, solo con poche persone si lasciava leggermente andare e quelle persone erano la zia e la sorella.
Rima si chinò sulle ginocchia posando entrambe le mani sulle spalle della ragazzina lasciandole un bacio sulla fronte.
- E’ bello vedere che stai bene Mitsuko…anche io sono molto felice di avervi qua…entrambe…sono sicurissima che vi troverete bene ad Heartland e che farete tanti nuovi amici.
La ragazza non rispose, si limitò a fissarla atona come una bambola e a prendere per mano la sorella identificata come più piccola (poiché nata cinque minuti dopo di lei) e tenendo la sua valigia nell’altra mano, seguendo insieme la zia che le avrebbe condotte alla macchina.
La pioggia era finita ed il sole tornava a fare capolino dalle nuvole che gli lasciavano spazio allontanandosi sempre di più da quel cielo ora pienamente azzurro.
- Ottimo! Visto che non piove più potremo andare subito ad iscrivervi alla nuova scuola ok?
- uh uh.
Rispose la castana accompagnando i due versi in un cenno del capo.
- Sapete, ad Heartland è pieno di duellanti e oltretutto ci sono un sacco di ragazzi carini! Vedrete che vi piacerà!
Cercò di rassicurarle la zia notando la tensione da parte di entrambe. Erano già state li una decina di volte dalla nascita, ma ora era diverso, ora quella sarebbe stata la loro nuova casa.
- Mitsu pensi che ci metteranno in classe assieme?
Domandò elettrizzata la minore alla maggiore.
- Non penso, in genere separano i gemelli in classi diverse…potremo comunque vederci durante le pause e i cambi dell’ora.
Tsuki mise un finto broncio facendo ridere di gusto la zia che annunciò l’arrivo ad Heartland.
Non era poi così diversa dalla cara e vecchia New York, c’erano grandi edifici luminosi e…
- Guarda quanti robot! Sono carinissimi!
Esclamò Tsuki sporgendosi verso il finestrino e indicandoli a Mitsu che li osservò incuriosita.
- Ahah sapete ragazze, ne avrete uno anche voi, un robot domestico di nome Z-6, l’ho acquistato due anni fà.
- Z-6? Ma non potevi dargli un nome un po’ più…Umano?
- E’ quello che ho pensato anch’io, ma Z-6 non vuole sentirne, lo ha scelto lui e gli piace così.
Concluse Rima parcheggiando la macchina davanti all’entrata di una villetta.
Le due sorelle la guardarono con un leggero dispiacere, quante vacanze avevano passato li con la loro famiglia, quante risate e quante disperazioni quando entrambe le gemelle si fissavano con lo stesso ragazzo…eh si, dovevano ammettere che la mancanza di Heartland dopo tutto si era fatta sentire, anche se cambiata rispetto a cinque anni prima.
- Ragazze portate in stanza le vostre valigie e lasciatele li, le potrete disfare stasera con calma, ora andremo subito a scuola così da domani potrete cominciare senza problemi.
- Ok!
- Ok.
La donna guardò davanti a sé iniziando a camminare.
- Non è molto distante da qui, in dieci minuti ci si arriva tranquillamente.
Dieci minuti precisi e tutte e tre erano davanti all’edificio; Tsukiko non poteva fare a meno di sorridere davanti a quella scuola, era davvero enorme e soprattutto piena di duellanti da quanto riusciva a scorgere, peccato solo che non poteva più duellare…
Mitsuko invece dal canto suo restava impassibile come sempre e quella numerosa presenza di duellanti la metteva a disagio ed in soggezione, era sempre stata molto brava a combattere, ma ora non poteva più.
- Forza entriamo, la direttrice ci aspetta!
Appena entrate sentirono lo squillo di una rumorosa campanella e tutti gli studenti cominciarono a rientrare.
- La pausa deve essere terminata.
Constatò la castana seguita dalla sorella che studiava ogni particolare dell’interno della grande struttura.
- Salve, lei deve essere la signora Miahzaki giusto?
Una signora anziana con i capelli bianchi raccolti in una treccia un po’ rovinata si presentò loro come preside dell’istituto .
- Esattamente…e queste qui sono Tsukiko e Mitsuko Evans!
Disse la zia indicandole; entrambe sorrisero anche se un po’ imbarazzate a causa dell’eccessiva euforia  che Rima aveva usato per presentarle a sua volta.
- Perfetto. Lei può seguirmi nel mio ufficio per  firmare gli ultimi documenti, mentre voi due potete cominciare ad esplorare la scuola così domani vi sarà più facile ambientarvi.
Concluse infine allontanandosi con Rima per il corridoio.
- …Non so te Mitsuko ma io ho urgente bisogno di andare al bagno!
L’affermazione della castana fece cadere dalle nuvole la maggiore, che si aspettata tutt’altro da lei; non che fosse stitica o altro eh! Ma con un luogo così grande da esplorare tutto si sarebbe potuta aspettare l’azzurra ma non che la gemella le annunciasse di avere la vescica piena!
- Uhm, dunque dove potrebbe essere?...Ah si! Quello ha l’aria di essere un bagno!
Corse a tutta velocità verso la prima porta vista.
- No Tsuki aspetta, quello non sembra un ba…
Troppo tardi, Tsukiko si era già fiondata all’interno di quella che in realtà era un aula.
- Ah..Ehm…io stavo pensavo fosse il bagno scusate.
Disse portandosi una mano dietro alla nuca e cercando di non dare peso allo sguardo truce che un giovane dai capelli viola le stava rivolgendo dalla lavagna; evidentemente era interrogato e sicuramente lui stava esponendo al professore li presente un meraviglioso documento storico e la qui presente idiota l’aveva interrotto nel momento cruce, era così presa a cercare d’ignorare lo sguardo assassino del ragazzo che non si accorse di quelli che invece si scambiavano gli altri ragazzi seduti ai banchi e che aumentarono notevolmente quando anche la sorella fece il suo ingresso.
- Ci scusi siamo appena arrivate e da domani frequenteremo questa scuola, quindi la direttrice ci ha chiesto di fare il giro dell’istituto…ma questa cosa qui sa cacciarsi solo nei guai.
La notizia che Mitsuko aveva involontariamente offerto ai ragazzi gli aveva mandati su di giri, mentre qualche pettegolezzo cominciava a farsi vivo anche tra le ragazze.
- Perdonami non volevo interrompere la tua esposizione storica.
Si scusò la castana abbassando  gli occhi e suscitando numerosi punti di domanda da parte del viola.
- M-Ma quale esposizione storica…?...Io non…
- La ignori, forza Tsuki seguimi.
La trascinò fuori chiudendo con forza la porta. L’azzurra non parlava molto e se lo faceva manteneva lo stesso tono impassibile di sempre risultando a volte arrogante e presuntuosa, ma conoscendola meglio si sarebbe giunti alla conclusione che purtroppo non era affatto così.
- Sei la solita dango* pasticciona.
Le disse tentando di risultare affettuosa, anche se con la voce bassa e roca che si ritrovava  non risultava molto.
- Uhm…scusa sorellona.
- Forza andiamo a cercare il bagno…se non altro già in una classe verremo ricordate, ora ci resta tutto il resto della scuola.
Concluse partendo con Tsukiko alla ricerca delle “famose” toilette.
 
*          *          *
 
- Ragazze ho finito!
La  zia rima le richiamò a gran voce facendole accorrere all’entrata dell’edificio, erano riuscite a visitare tutto tranne il tetto e le palestre con i rispettivi spogliatoi, ma quello avrebbero potuto farlo più avanti.
- Ho delle commissioni di lavoro da sbrigare, intanto perché non ne approfittate per visitare anche la città? E magari fatevi qualche nuovo amico così domani conoscerete qualcuno per lo meno.
- Non ti preoccupare ci ha già pensato la dango pasticciona a renderci famose in tutta la scuola.
Rispose Mitsu incrociando le braccia e evitando lo sguardo imbarazzato della sorella.
- Mitsu non esagerare non era tutta la scuola.
- Le voci circolano in poco Tsuki.
Quest’ultima di rimando gonfiò le guance in segno di protesta e si allontanò dalle due di qualche metro, aspettando che la sorella si decidesse a seguirla e dare così inizio all’esplorazione della nuova Heartland City.
- Tornerò a casa per le sei e mezza, fatevi trovare già a casa per quell’ora intesi? Ah a proposito…
Infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un piccolo scontrino.
- Mitsu ti affido il compito di andare in questa ferramenta, dai lo scontrino al proprietario e lui ti darà un mazzetto di chiavi, usate la più lunga per aprire la porta di casa ok?
Diede il foglietto alla maggiore e poi salì in macchina di corsa.
- Devo scappare, ci vediamo dopo!
Detto ciò mise in moto il motore e se ne andò.
- Forza dango pasticciona andiamo a prendere le chiavi.
Si inoltrarono nel centro della città dando una veloce occhiata ad ogni negozio che passavano, erano molto numerosi  negozi di carte, duel gazer o duel disk nuovi di zecca e per ognuno di essi gli occhi di entrambe si accendevano di una strana passione.
Ad un certo punto la giovane Tsuki potè scorgere da una vetrina un grosso peluche tondeggiante, all’apparenza morbido e con due simpatici occhi neri, non ci mise molto a capire di cosa si trattasse.
- Uaaah! Un…Un dango!
Corse verso il negozio senza avvertire Mitsuko, che tranquilla continuava ad camminare secondo le indicazioni date da alcuni passanti, convinta che la gemella fosse ancora dietro di lei.
 
*          *          *
 
- Come sono morbidi.
Si disse la castana stringendo tra le braccia quelle due grosse “palle di pelo”. Ne aveva sempre desiderato uno da piccola, ma purtroppo in America non erano famosi come in Giappone e quindi non riusciva mai a trovarli, uscendo dal negozio con i grandi occhi ambrati leggermente lucidi; ora era diverso però ed finalmente ne aveva uno tutto suo.
- Non vedo l’ora di mostrare il suo a Mitsuko!
Esclamo gioiosa osservandoli entrambi con un gran sorriso stampato in volto, ne aveva preso uno giallo ed uno verde pastello, il colore preferito di sua sorella, era più che certa che il suo regalo le sarebbe piaciuto;
solo poco dopo realizzò che la gemella non era più con lei.
 
*          *          *
 
- Ecco Tsuki ho finalmente preso le chiavi.
Non ricevette alcuna risposta ed insospettendosi guardò dietro di sé.
- T-Tsuki!
La sorella non era più con lei ed andò subito nel panico.
- Tsuki! Tsuki!
Corse a destra e sinistra senza sapere dove andare, solo un pensiero continuava ad affollarle la mente: sua sorella. Saperla probabilmente in pericolo e non poter fare nulla per aiutarla…di nuovo.
- No! Questa volta non lo permetterò!
Ricordi si fecero strada tra la realtà e la sua mente, impedendole di pensare in modo lucido, sudava e respirava a fatica come se avesse trattenuto per troppo tempo il respiro sott’acqua, i lunghi capelli verde smeraldo andavano a posarsi proprio davanti al viso, impedendole di vedere chiaramente dove si stesse dirigendo, finchè andando a sbattere contro qualcuno riuscì a riacquistare un minimo di lucidità.
Osservo contro chi era finita involontariamente addosso e si trovò a specchiare le sue iridi dorate all’interno di altre due color ghiaccio. Il viso era lievemente pallido come il suo, incorniciato da dei capelli biondi stirati verso l’alto e con alcune ciocche azzurre; si meravigliò di non poter aver fatto a meno di notare quanto fosse bello il ragazzo davanti a lei nonostante la situazione di panico in cui si trovava e che il giovane sembrava aver sicuramente notato.
- Che ti è successo?
Chiese con  leggera non curanza il ragazzo.
- T-Ti  prego aiutami! Non trovo più mia sorella! E’ scomparsa!
Il biondo sentendole pronunciare quella frase ebbe come un sussulto, era certo che l’avrebbe aiutata.
 
*          *          *
 
Tsukiko, totalmente incurante di ciò che stava accadendo tra la gemella ed uno sconosciuto, saltellava allegramente per le strade quando dopo poco la sfiorò l’idea di essersi persa.
- Beh forse dovrei chiedere in giro…
Il  problema era che se n’era accorta nel momento in cui aveva raggiunto una zona abbastanza periferica della città che sembrava essere isolata.
- Accidenti…e adesso che faccio?
Improvvisamente sentì un rumore di passi dietro di lei e voltandosi di scatto si ritrovò davanti due grossi uomini dall’aspetto poco raccomandabile. Entrambi avevano giacca nera in pelle, guanti da motociclista e lunghi jeans strappati sulle ginocchia, uno di loro era rasato, l’altro teneva i capelli legati in una coda molto trasandata ma quello che la colpì maggiormente furono i suoi occhi, scuri e profondi come l’occhio di un uragano, sembravano trascinarti nell’oblio.
- Di un po’, ti sei persa ragazzina?
Le chiese quello con la testa rasata con un mezzo sorriso.
- Chi io? Nono affatto! Stavo solamente facendo due passi…ma se questa è la vostra zona me ne vado subito non preoccupatevi.
Avanzò di un passo ma venne bloccata per un braccio dal tizio con la coda.
- Oh così presto? Non ti va di restare un po’ con noi?
- N-no grazie dell’invito ma devo proprio andare.
Poi il dango verde che aveva intenzione di regalare a Mitsuko le scappò di mano finendo per terra.
L’uomo con la testa rasata lo raccolse canzonando il tenero peluche.
- Ma quanti anni hai ragazzina? Ti compri ancora questi stupidi  mostriciattoli?
La castana adirata e scocciata dal comportamento dei due uomini tentò invano di recuperarlo.
- Ridammelo! Non è un mostriciattolo è un dango! Devo regalarlo a mia sorella!
Venne spinta via mentre il morbido peluche finì sotto le scarpe  dell’uomo con la coda.
- Oh poverina quanto mi dispiace! Adesso è tutto rovinato!
- No ridatemelo!
L’altro uomo le bloccò i polsi dietro alla schiena con forza facendola gemere di dolore e avvicinando pericolosamente la bocca al collo di lei.
- Lo sai…Ho un debole per le ragazzine infantili come te, sono quelle che urlano di più.
Gli occhi ambrati e lucidi di Tsuki si spalancarono.
- Aiutatemi! Qualcuno mi aiuti!
- Sta zitta! Nessuno può sentirti ora!
La mente della castana venne invasa da vecchi ricordi, ricordi che lei preferiva chiamare incubi che avrebbe voluto dimenticare ma che nonostante tutto non riusciva. Si sentiva impotente nelle mani di quei due esseri, non poteva fare niente per salvarsi e stava per darsi per vinta.
- Ehi voi! Lasciate andare quella ragazza!
L’attenzione di tutti e tre si rivolse verso la comparsa a cui apparteneva quella voce fredda e autoritaria.
Un ragazzo con i capelli viola lunghi fino alle spalle ed uno sguardo truce era fermo davanti a loro.
- Ma…ma tu sei il tipo che oggi ho incontrato a scuola!
Nonostante non lo conoscesse minimamente era davvero felice di vederlo e sapere che l’avrebbe aiutata.
- Perché mi aiuterà vero?
Chiese a sé stessa senza essersi resa conto di aver parlato ad alta voce.
- Si mocciosa ti aiuterò anche se non ne ho la minima voglia.
I due uomini improvvisamente sembravano intimoriti, Tsuki si chiese se fosse stato quel ragazzo ad impaurirli.
- Maledizione, quello è Shark…Non abbiamo alcuna speranza di batterlo a duello.
Sentì dire da uno dei due.
“Quindi questo bell’imbusto si chiama Shark, ed è un duellante forte a quanto pare!”
Pensò la ragazza osservandolo con attenzione prima di dover tornare a concentrare i propri pensieri verso la poderosa stretta che l’uomo con la testa rasata stava ancora mantenendo su di lei.
- Tsk…Si può sapere cosa vuoi?
- Voglio che lasciate andare quella ragazza.
Il rasato digrignò i denti con forza aumentando maggiormente la stretta e facendole emettere un altro gemito spezzato.
- E perché dovrei lasciarla a te?
Tsukiko vide gli occhi del viola socchiudersi dandogli un aria ancora più minacciosa.
- Perché è una mia amica e voglio che tu la lasci andare in questo preciso momento.
La presa intorno al corpo di Tsuki diminuì appena, ma la castana capì che avrebbero sicuramente ceduto.
- Andiamocene di qui capo, non abbiamo alcuna possibilità contro di lui…ne troveremo un'altra, questa è solo una ragazzina!
Senza preavviso il rasato lasciò andare la ragazza correndo via con l’amico il più lontano possibile da Shark.
- Aiahiaih che male al culo…
Disse massaggiandosi il fondoschiena a causa della botta ricevuta nell’impatto con il suolo.
- Certo che sei proprio una scocciatura, prima irrompi nelle classi  durante la correzione dei compiti per chiedere dove trovare un bagno e poi ti fai molestare da dei vent’enni, sei davvero un caso perso.
Il ragazzo mise le mani nelle tasche girandosi nella direzione opposta alla sua.
- Hai ragione sono una vera maldestra, ti chiedo scusa per averti causato problemi e grazie per avermi aiutata nonostante non ci conoscessimo, la prossima volta cercherò di stare più attenta.
Concluse l’intera frase sorridendogli e lasciandolo spiazzato. Non si aspettava una risposta così diretta e sincera, era abituato a frasi del tipo “Nessuno ti ha chiesto di aiutarmi!” oppure al mutismo totale dovuto al suo quasi aspetto da gangster, ma di certo non un ringraziamento tanto sincero.
Tornò a guardare la ragazza intenta a raccogliere da terra quello che sembrava essere un peluche di colore verde, era tutto sporco di terra e scucito ma riuscì comunque a riconoscerlo.
- Quello è un dango?
Tsuki gli sorrise di nuovo e affermò con il capo tentando di nascondere un evidente tristezza per quel povero pupazzo tutto rovinato.
- Ne avevo comprato uno per me ed uno per mia sorella, il verde è il suo colore preferito, ma poi mi sono persa e ho incontrato quei due…
Shark conosceva bene quei peluche, anche sua sorella ne andava matta e non faceva altro che agitarglieli davanti quando erano piccoli.
- Beh ora sarà meglio che vada altrimenti Mitsu andrà in panico…ammesso che non sia già accaduto ovviamente.
Il viola la osservò ancora fino a che nonostante fosse poco convinto della sua decisione le propose di accompagnarla lui a casa.
- Davvero lo faresti?!
- Si, basta che non ti muovi e stai FERMA.
- Grazie mille!...Uhm, a proposito io mi chiamo Tsukiko, tu?
- Ryoga, ma tutti mi chiamano Shark.
La castana tentò di trovare una spiegazione alla ragione di quel soprannome ma era troppo stanca per pensare o fare altro, posò a terra il peluche e seguì il giovane.
 
*          *          *
 
 - E’ da quasi due ore che la cerchiamo ovunque, sei sicura che si trovi in questa zona?
Il biondo che Mitsuko aveva incontrato alla fine aveva accettato di aiutarla, il primo pensiero della verde fu che evidentemente doveva fargli  pena vederla in quello stato. Tremava e singhiozzava, aveva paura di non rivedere più sua sorella.
- Non voglio perdere anche lei…Non voglio…
Tentò di farsi venire in mente un idea ma aveva la mente totalmente annebbiata da tutti quegli orribili ricordi.
- Io sono la sua sorella maggiore…Dovrei proteggerla…E’ il mio compito! E non so fare nemmeno questo!
Si strinse nelle spalle impaurita cercando di scacciare via tutte le immagini, poi un paio di forti mani la obbligarono ad alzarsi e si ritrovò di nuovo quelle magnifiche pozze glaciali davanti a sé.
- Ascoltami…Io posso capire come ti senti…Ma se fai così non potrai aiutarla! Devi calmarti e pensare a dove potrebbe essersi diretta!
La scosse piano per le spalle cercando di ottenere una sua reazione. Non era un comportamento tipico da lui, abituato a fregarsene dei problemi altrui, ma in quella ragazza aveva visto sé stesso nel momento in cui la vita di suo fratello era stata messa in pericolo, per questo decise di aiutarla, perché in quello sguardo assente e in quel comportamento freddo e distaccato che lei aveva cercato di mantenere si era rivisto.
La verde si asciugò le lacrime con il dorso della mano e in quel momento, in cui tutti i suoi pensieri avevano smesso di essere negativi, gli venne un flashback.
- F-forse so dove potrebbe essere…Quando eravamo piccole ci eravamo già ritrovate in una situazione come questa, in genere quando ci si perde si ritorna in un punto conosciuto da entrambi i soggetti e di solito prestabilito…Tsukiko…dovrebbe essere tornata a casa.
Il ragazzo notò nello sguardo della giovane dinanzi a lui un notevole cambiamento, non era più spaventata.
- Ti ringrazio…ehm…
- Kite.
- Grazie…Kite.
Per la prima volta dopo tre mesi di chiusura Mitsuko riuscì a sorridere ad una persona che non faceva parte della sua famiglia, una persona che per lei tra l’altro non era altro che uno sconosciuto.
 
*          *          *
 
- E’ questa?
Domando Ryoga arrivato davanti ad una villetta dalle modeste dimensioni.
- Si, grazie mille per il passaggio e tutto il resto, ti devo un enorme favore.
La castana scese dalla moto e restò in piedi davanti all’entrata, le luci erano spente ed erano le sei in punto, la zia non era ancora in casa e a quanto pare nemmeno Mitsu era arrivata.
- Ascolta Ryoga, non fare parola con nessuno di quello che è successo stasera, per piacere.
Shark alzò le spalle in segno di conferma e scese anch’egli dalla moto aspettando accanto ad essa.
- Non c’è bisogno che resti, mia sorella dovrebbe tornare qui a momenti.
Lo sguardo del viola sembrava volerle dire “Sei stata quasi stuprata da degli  energumeni  e hai seriamente il coraggio di venirmi a dire che non c’è bisogno che resti qui?”.
- Okok forse hai ragione.
Un forte rumore di passi diretto verso di loro fu seguito da un paio di urla femminili.
- Tsuki!
Tsukiko si girò ritrovandosi la sorella tra le braccia.
- M-Mitsuko…scusami se ti ho fatto preoccupare.
La verde le sorrise dolce stupendola per quel suo insolito comportamento.
- Non preoccuparti, l’importante è che tu stia bene.
Ryoga notò subito Kite dietro la nuova arrivata e capì che evidentemente entrambi si erano ritrovati nella stessa situazione.
- Mitsu…Tieni!
Da sotto la maglietta la castana tirò fuori il dango giallo e lo porse alla sorella.
- L’ho comprato per te…purtroppo non c’era verde ma so che anche il giallo ti piace molto…
Il viola osservò a lungo il gesto di Tsuki senza proferire parola, Kite invece se n’era già andato senza dare a Mitsu il tempo di ringraziarlo.
- Ryoga grazie per tutto, ci vediamo domani a scuola allora.
La minore lo salutò mentre salendo in sella alla sua moto partì allontanandosi da quel luogo.
 
*          *          *
 
Era notte fonda oramai, sia Tsukiko che la zia Rima dormivano tranquillamente; avevano disfatto insieme le valige prima di andare a letto e Mitsuko era tornata la stessa ragazza introversa di prima.
Non riusciva a spiegarsi cosa le fosse preso nel momento in cui Kite l’aveva stretta forte tra le sue braccia facendola specchiare nelle sue meravigliose iridi, non riusciva a capire cosa l’avesse spinta a fidarsi di quel ragazzo per quei pochi minuti.
Anche Tsuki era rimasta stupita vedendola arrivare con lui, era abituata a vederla sempre da sola e raramente parlava con gli altri, eppure qualcosa in quel giovane aveva convinto Mitsuko che dopo tutto erano entrambi più simili di quello che credevano
.
 
 
 
Dango*= I dango sono degli gnocchi giapponesi di vario colore, divenuti anche abbastanza famosi per la loro presenza nell’anime Clannad. Sinceramente gli adoro alla follia e siccome Tsukiko rappresenta un personaggio molto infantile ed estroverso, a differenza della sorella, ho pensato che avrebbe reso ancor più l’idea del suo carattere ^^ .
 
Note:Premetto che è la primissima storia che incomincio su questo fandom e quindi vi chiedo pietà per non essere riuscita a caratterizzare bene Kite e Shark (anche se teoricamente il capitolo era molto più concentrato sulle due ragazze). Come penso avrete capito non è una storia tutta rose e fiori con la solita
“e vissero per sempre felici e contenti”, sarà comica in certi momenti e poi totalmente l’opposto, ci  sarà un po’ di tutto insomma u.u Kite nella storia a 17 anni, mentre tutti gli altri 16; per il momento terrò il rating arancione ma più avanti potrebbe cambiare e diventare rosso.
So che questo capitolo è abbastanza noioso, ripetitivo e ammetto che non mi fa impazzire quindi spero che il prossimo esca meglio, del resto questo era solo una sorta di prologo e presentazione dei due nuovi OC, la vera storia comincerà dal prossimo.
Un ultima cosa, se avete dei consigli su come migliorare i caratteri di Ryoga e Kite mi farebbe piacere riceverli in modo da caratterizzarli al meglio.
Detto ciò auguro la buona notte a tutti ^3^
 
Ami.

 

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Capitolo 2
*** Secret... ***


SECRET...

Mistreated
Misplace
Misunderstood
Miss knowing it's all good
It didn't slow me down

Mistaken
Always second guessing
Underestimated
Looking I'm still around


[Fucking perfect/ Pink]

 

La mattina seguente le gemelle furono svegliate dalla calda luce del sole che filtrava attraverso le finestre, illuminando l’intera stanza. Entrambe erano piuttosto nervose, dover ricominciare tutto da capo era sempre stato difficile specialmente ora che sarebbero dovute andare in una scuola in cui i duelli erano all’ordine del giorno.

- Mitsu perché la mia divisa è diversa dalla tua?

Chiese la castana alla più grande tirando fuori un completo femminile bianco e verde chiaro.

- Penso che le varie uniformi siano diverse a seconda della classe in cui si capita.

Tsukiko corrucciò la fronte cercando di fingere una certa perplessità, del resto sapeva che non le avrebbero messe in classe assieme e probabilmente era stata la zia stessa a chiederlo.

- Uffa però…

La verde si alzò tirando fuori la sua, identica a quella della sorella, ma al posto del verde vi era un fucsia molto scuro.

- Dobbiamo sbrigarci o faremo tardi.

La minore annuì dirigendosi verso il bagno per prepararsi, legò i capelli in una coda alta e poi lasciò il posto alla gemella che invece divise i capelli ne suoi soliti due codini laterali.

- Dici che saranno simpatici i nostri nuovi compagni?

Aggiunse abbassando il capo mostrandosi un po’ preoccupata; Mitsuko non capiva il motivo della sua preoccupazione, a differenza sua era sempre riuscita a farsi facilmente nuove amicizie.

- Non lo so e non m’interessa.

Concluse infine lei caricandosi lo zaino verde prato in spalla mentre la sorella faceva lo stesso con il suo di colore giallo.

- Come fai a dire che non ti interessa neanche un po’? Non potremo restare sempre da sole…

La castana nel dire ciò chiuse la porta di casa, sapevano che la zia Rima era dovuta andare prima a lavoro poiché la sua collaboratrice si era ammalata e di conseguenza il primo giorno di scuola sarebbero andate da sole.

- La scuola è un posto in cui per andare avanti bisogna servirsi di persone comunemente chiamati amici, ma quando finisce ognuno va per la sua strada quindi non vedo perché dovrei legare particolarmente con qualcuno pur sapendo che se ne andrà come tutti gli altri.

La freddezza utilizzata dalla più grande nel dire ciò che pensava lasciò spiazzata l’altra che arrestò momentaneamente il passo, per poi riprenderlo qualche secondo dopo.

- Mitsu non dire così ti prego…

Non ricevette più alcuna risposta e il tragitto continuò in un lungo ed estenuante silenzio che mise in soggezione la più piccola delle due.

Arrivate davanti alla scuola non poterono fare a meno di notare le numerose occhiate lanciate da studenti e studentesse che parlavano tra di loro chiedendosi chi fossero.

- Uhm…Mitsu ci stanno guardando tutti…

- Lasciali guardare allora.

Rispose di nuovo fredda e impassibile convincendo la castana che forse faceva meglio a restare zitta e ad ignorarli.

Una volta dentro le due vennero quasi investite da un eccessivamente euforico ragazzino con  i capelli blu e rossi tendenti al fucsia sparati in tutte le direzioni, il quale chiese velocemente scusa dirigendosi poi fuori dall’edificio seguito da altri ragazzi.

- Che strano tipo.

Disse tra sé e sé la minore continuando a seguire la gemella davanti a lei.

In poco tempo raggiunsero la presidenza per chiedere informazioni sulle loro rispettive classi.

- Dunque…Tsukiko Evans in 2°G mentre Mitsuko Evans è stata assegnata alla 2°I, vi accompagnerò personalmente per evitare malintesi, forza sbrighiamoci.

La prima aula raggiunta fu la 2°G ed entrambe le ragazze non faticarono a riconoscerla.

- Accidenti! Con tutte le classi a cui potevo essere assegnata proprio in quella che ho scambiato per un bagno dovevo capitare?!

Chiese leggermente rossa in viso per l’imbarazzo. Mitsuko osservò quelli che sarebbero stati i compagni di Tsuki, sembravano normali, niente di speciale insomma e nonostante cercasse di non darlo troppo a vedere anche lei era piuttosto ansiosa di vedere quali sarebbero stati i suoi.

- Ok Tsuki, ho parlato con il professore, penserà lui a tutto.

Poi si rivolse alla gemella.

- Ora tocca a te.

Concluse con l’ennesimo sorriso di quella mattina. Alla verde non andavano più molto a genio le persone che sorridevano in continuazione, si chiedeva cosa ci trovassero di tanto divertente in ogni singolo momento della giornata, le trovava snervanti ed eccessivamente positive.

- Mitsu! Dai il massimo ok?

La castana le strinse la mano ridestandola dai  suoi pensieri e guardandola intensamente, Tsukiko era una delle poche persone capace di intuire cosa pensava la gente attorno a lei semplicemente guardandola negli occhi.

- Uhm.

Mitsuko accennò un si e si allontanò con la direttrice.

-  Così tu sei  la nuova giusto?

Tsukiko si girò verso il professore confermando ed entrando in classe sotto lo sguardo indagatore dei compagni.

- Bene ragazzi, da oggi in poi lei lavorerà con noi, vi prego di essere gentili, si è appena trasferita qui dall’America quindi cercate di farla ambientare.

Poi diede la parola a lei che si presentò.

- Sono Tsukiko Evans, molto piacere! Spero che andremo d’accordo!

Appena finì di parlare regalò a tutti uno splendido sorriso e cercò un posto per sedersi.

- Tsukiko prendi pure posto laggiù in fondo, è l’unico banco rimasto libero.

Disse indicandole due banchi nell’ ultima fila centrale vuoti entrambi; mentre si avvicinava piano sentì le ragazze bisbigliare qualcosa che purtroppo non riuscì a comprendere, decise di ignorarle e posò lo zaino per terra proprio accanto alla sedia, svuotandolo del contenuto per posarlo poi sul tavolino.

Nello stesso momento in cui era intenta a fare ciò la porta della classe si aprì lasciando comparire la figura di un ragazzo piuttosto alto; Tsukiko non si era minimamente accorta del nuovo arrivo, troppo presa nella ricerca di una penna che sembrava aver dimenticato a casa.

- Dannazione…possibile che dimentico sempre tutto?!

Esclamò a bassa voce abbastanza adirata.

- Ryoga, noto con piacere che i tuoi minuti di ritardo sono diminuiti, perché non vai a sederti?

Forse fu proprio quel nome a convincerla a girarsi, o forse fu un semplice caso ma nel momento in cui il professore pronunciò quel nome si voltò di scatto verso sinistra trovandosi a tre centimetri da un paio di labbra maschili. Imbarazzata e rossa in viso si scostò subito alzandosi dal posto e finendo involontariamente in quello accanto. Il giovane davanti a lei le prese lo zaino buttandolo verso la sedia di destra, facendo lo stesso con i suoi libri.

- E-ehi ma che diavolo fai?!

Poco dopo riconobbe i lineamenti marcati del viso e l’insolito colore di capelli che il ragazzo di fronte aveva.

Una persona che va in giro con dei capelli viola è difficile da dimenticare, specialmente se poi quest’ultima ti ha anche salvato la vita la sera prima.

- M-ma tu sei il tipo di ieri!

Il mondo era davvero piccolo se l’aveva fatta capitare nella sua stessa scuola e addirittura classe.

Anche Ryoga sembrò sorpreso, non si aspettava di rincontrarla così presto.

- Tu sei la tizia del dango…

Aggiunse invece lui cercando di non dare peso agli sguardi sdolcinati che le ragazze gli inviavano dal posto come solito. Tsukiko gonfiò le guance in modo infantile.

- …”Tizia del dango” è orribile.

Il viola schioccò la lingua scocciato  sedendosi al suo posto lasciando finalmente iniziare al professore la lezione.

- Dunque, per la nuova studentessa, io sono il professor  Yamamoto e insegno letteratura. Oggi parleremo del…

 

Nell’ frattempo  nella 2°I…

- Lei è Mitsuko Evans, ha origini americane e da oggi frequenterà la nostra scuola, mi raccomando fatela sentire a suo agio; vuoi aggiungere qualcosa Mitsu?

- No.

- Ah…Non sei di molte parole vedo…beh allora siediti pure vicino a…Kotori Mizuki.

Concluse indicando una ragazza dai corti capelli verde scuro e gli occhi ambrati come i suoi; da come le sorrideva sembrava molto gentile, ma  difficilmente Mitsuko si sarebbe fidata così presto.

- Molto piacere, io sono Kotori, ma puoi chiamarmi semplicemente Tori.

- …Tu invece puoi chiamarmi Mitsu.

Disse senza aggiungere altro mettendo a disagio la ragazza che decise di aspettare che fosse lei la prossima a parlare.

Mitsuko cercò nel suo astuccio una penna  con scarsi risultati, in questo le gemelle erano proprio uguali.

- Ecco Tori…non è che avresti una penna in più da prestarmi?

Domandò evitando di guardarla negli occhi. Tori sorrise appena porgendole la penna, evidentemente Mitsuko era solo molto timida pensò ed in parte era vero, ma solo in parte.

 

*          *          *

 

- Andiamo Ryoga prestami un attimo la penna! Non te la mangio mica!

Era da circa dieci minuti che discutevano costringendo ripetute pause al professore per richiamare la loro attenzione ed ancora una volta avevano ricominciato.

- Ho detto che mi serve! Chiedila a qualcun altro!

Tsuki gli fece la linguaccia girandosi dalla parte opposta per chiedere al ragazzo del banco vicino al suo se gentilmente aveva una penna da prestarle; quest’ultimo senza pensarci un minuto di più le porse la sua facendo sorridere dolcemente la castana che lo ringraziò.

- Te la restituirò subito.

- T-tienila pure te la regalo! Ne ho sempre tre dietro.

Le rispose il giovane mostrandole le altre due.

- Uhm…Dovrei seguire il tuo esempio.

Poco dopo la campanella suonò segnando la fine della prima ora e disorientata si diresse dalle ragazze chiedendo loro quale sarebbe stata la prossima materia.

- Abbiamo educazione fisica adesso.

Le rispose una di loro con lunghi capelli biondi alternati a ciocche blu, Tsukiko non potè fare a meno di notare quanto fosse bella la giovane di fronte a lei.

- Piacere io sono Ayame.

Aggiunse lei sorridendole dolcemente, ma la castana invece di risponderle la ignorò totalmente.

- C-cosa?! Ma io non ho niente per poterla fare! E di certo non posso farla con questa sottospecie di gonna-attira-maniaci!

Le ragazze risero di gusto al suo commento sulla divisa scolastica femminile che tutte almeno una volta avevano sicuramente pensato.

- Ah…ehm non preoccuparti, ho un paio di shorts in più con me, ero indecisa su cosa mettere visto il tempo…anche se penso che sentirai leggermente freddo.

Tsuki guardò Ayame con occhi sognanti ringraziandola un centinaio di volte mentre si dirigevano in palestra e poi nei rispettivi spogliatoi per cambiarsi. In momenti come questi quando non ci sono ragazzi si ha il via libera per poter tranquillamente spettegolare su di loro.

- Sai Tsuki, hai proprio una grande fortuna!

La gemella fissò perplessa le altre compagne mentre prendeva i pantaloncini prestati da Ayame.

- Io? Ma se in un solo giorno sono riuscita ad essere quasi investita da un camion, rimasta chiusa nella libreria della scuola con il secchione della classe che non la finiva più di blaterare cose senza senso, cadere DI FACCIA sul pavimento dei corridoi davanti a TUTTI e per concludere in bellezza un piccione ha pensato bene che il mio portafoglio fosse un porta-bisogni!

- Ahahahah andiamo Tsuki lo sai a cosa ci riferiamo noi…

Ammisero con un sorriso malizioso sul volto.

- …Veramente no.

La castana non riusciva minimamente a capire dove volessero andare a parare fino a che non intervenne Ayame.

- Uhm si riferiscono al fratello della mia migliore amica purtroppo.

Esclamò ingelosita dal comportamento delle altre ragazze che con occhi a forma di cuore mandavano  baci  in tutte le direzioni. Tsukiko era ancora perplessa e guardava atona un’ Ayame che cercava di riportare le menti insane delle compagne su quel piccolo pianeta chiamato “ragione”, un pianeta molto piccolo del quale a quanto sembrava ne facevano parte solo lei e la  giovane dagli occhi ametista e i capelli color grano.

- E dovrei sapere di chi state parlando?...Allora? Chi è?

Ayame venne brutalmente scostata dalle giovani che stranamente sbrilluccicavano in ogni dove per poi risponderle tutte in coro.

- Ryoga Kamishiro  aka Shark ovviamente!

La bionda si massaggiò il fondoschiena dolorante tenendo un occhio vagamente socchiuso e, sbuffando, aggiunse:

- OVVIAMENTE!

 

*          *         *

 

- Ehi Mitsu!

La gemella maggiore posò lo sguardo sulla sua nuova compagna di banco che, affiancata da altri tre ragazzi tentava di ottenere la sua attenzione; probabilmente voleva presentarglieli ma con tutta sincerità a Mitsuki non importava più di tanto. Riconobbe tra quei quattro il ragazzino dai capelli blu e fucsia iperattivo che era quasi brutalmente finito contro Tsukiko.

- Loro sono Yuma, Bronk, Katy.

La verde aprì un po’ di più gli occhi osservando i lineamenti felini dell’ultima persona.

- Katy?...Quindi sei una ragazza.

A quel commento, decisamente poco pensato e gradito dalla diretta interessata, gli occhi di Katy saettarono verso la giovane dagli occhi ambrati per poi ricadere sulla figura di Tori.

- Sei stata tu a dirle di dirmelo vero?!

Kotori in segno di difesa si portò le braccia al petto indietreggiando, leggermente spaventata dall’atteggiamento dell’amica.

- Ma no che dici? Io non mi permetterei mai di…

- E il tipo blu fluttuante chi è?

Tutti i li presenti si stupirono della domanda appena posta dalla nuova arrivata. Lei riusciva a vedere Astral.

- C-com’è  possibile che tu…

Yuma si rivolse verso Astral che pareva altrettanto insospettito, eppure non sentiva alcun’aura provenire dalla ragazza e sembrava a tutti gli effetti un normalissimo essere umano.

- Certo che sei strano…Non penso di aver mai visto un tipo come te fino ad ora.

Aggiunse Mitsuko incuriosita dallo strano personaggio. Quella che doveva essere la “pelle” era di un leggero azzurro, alcuni punti erano più scuri e gli occhi erano eterocromi: uno giallo chiaro e l’altro bianco come la luce.

- E’ normale che tu non l’abbia mai visto in giro…Quello che invece non è normale è che tu possa vederlo!

- Perché?

Chiese inclinando la testa di lato in segno di disapprovazione.

- Beh…Perché non è un essere di questo mondo!

- …Davvero Yuma non ci ero arrivata.

Disse infine scocciata.

 

*          *          *

 

- Sono perfetti! Grazie mille Ayame!

La bionda le sorrise affabilmente incrociando le braccia dietro la schiena, poi il suo sorriso si trasformò in una specie di smorfia ed emise un grugnito.

- Che succede?

Tsuki le si avvicinò titubante cercando di intuire il motivo della suo improvviso cambio d’umore; non le ci volle molto, le bastò seguire lo sguardo di Ayame e puntarlo sulla ragazza abbracciata a Shark come una cozza.

- E quella chi diavolo è?

“rispose” la castana che involontariamente aveva lasciato trasparire un forte senso di gelosia insensata.

- E’ Cecile, della 2°A. Ha una cotta per Shark e non manca mai di mostrarlo a tutta la scuola, una volta ha persino messo in giro una falsa voce dicendo che loro due stavano insieme.

- E Ryoga che ha fatto?

La giovane chiuse gli occhi inspirando profondamente.

- Nulla, non dice niente e non gli importa, a lui non interessa minimamente e non le da corda, ma lei non sembra volersi arrendere.

Tsukiko osservò Cecile, era senz’ombra di dubbio una bella ragazza. I capelli rossi e viola erano più lunghi di quelli della castana, la pelle olivastra creava un contrasto perfetto con i grandi occhi azzurri e freddi che le davano un aria da vera ammaliatrice. Con tutti i giovani li presenti, che le sbavano praticamente dietro, Tsuki si domandava perché perdesse tanto tempo con Shark.

- Lo fa  perché Ryoga è considerato uno dei ragazzi più carini dell’intera scuola, idem per lei e di conseguenza sarebbero una coppia “perfetta” secondo il suo ragionamento.

La rossa si allontanò dal viola e i pensieri di entrambe  tornarono a concentrarsi sulla lezione.

- Voglio che vi dividiate in due gruppi, le ragazze giocheranno a pallavolo, i ragazzi a basket, alla fine della lezione avrete il vostro primo voto quindi giocate bene! Non voglio vedere braccia mosce o mani nelle tasche mentre si corre!

La castana si chiese come si potesse correre con le mani in tasca senza evitare una probabile caduta, ma abbandonò subito quell’inutile pensiero per concentrarsi sull’organizzazione delle squadre.

- Ayame e Cecile saranno i capitani.

Subito la ramata mostrò uno sguardo schifato e pieno di disapprovazione.

- Mi scusi professore, è davvero sicuro di voler affidare la nostra squadra avversaria a questa incapace?

Disse sghignazzando leggermente seguita dalle altre compagne. Ayame sussultò e digrignò i denti.

- Come mi hai chiamata?!
Ribattè adirata con tutta l’intenzione di prenderla a schiaffi. La castana guardò le due discutere  sonoramente, persino i ragazzi avevano interrotto la loro partita appena incominciata attirati da quelle urla femminili.

- Sei solo una stupida viziata!

- Uhm, calmati piccolo Iris, non vorrai appassire!

Aggiunse canzonandole il nome; a quel punto anche Tsukiko intervenì.

- Che c’è di brutto nel suo nome? Voglio dire…almeno il suo significa Iris che tra l’altro è un bellissimo fiore…io piuttosto mi preoccuperei per il tuo.

La rossa lanciò uno sguardo d’avvertimento alla castana che invece ignorò totalmente con tutta l’intenzione di continuare il suo discorso.

- Sai Cecile forse non dovrei dirlo ma…il tuo nome significa “piccola serpe”…Anche se nel tuo caso è perfettamente azzeccato non credi?

Concluse il tutto sorridendo innocente mentre i presenti scoppiarono in una fragorosa risata, Ayame compresa che si complimentò con lei per la stupenda battuta, poi all’orecchio le chiese:

- Davvero significa “piccola serpe”?

- No affatto, ma se non altro per il momento la smetterà di tirarsela tanto.

La bionda abbracciò la castana ringraziandola per aver preso le sue difese, ma l’avvertì che dopo un colpo del genere Cecile avrebbe sicuramente preso di mira anche lei; a Tsukiko non importava, non sarebbe di certo stata la prima o ultima volta, se la sarebbe cavata comunque.

La ramata era furiosa e iniziò subito a pensare ad un piano per metterla in ridicolo davanti a tutti, improvvisamente le venne un colpo di genio e chiamò a sé le sue “complici”.

- State a sentire…Non gliela farò passare liscia.

 

*          *          *

 

- Accidenti ragazzi non ne potevo più! Due ore consecutive di geometria analitica…Ora mi vengono i dubbi sul perché le carte siano rettangolari piuttosto che quadrate o triangolari…

Yuma poggiò la testa esausto sul banco con Astral che gli fluttuava accanto. Aveva osservato a lungo la nuova arrivata, c’era qualcosa in lei che non lo convincevo, qualcosa di oscuro, eppure non sembrava influenzata da alcun tipo di carta numero.

- Mitsu anche tu sei una duellante?

Chiese Kotori alla gemella maggiore  che a quella domanda parve porre più attenzione.

- No.

I ragazzi li presenti rimasero sbigottiti dalla sua risposta, com’era possibile che esistesse qualcuno che non duellava? Ovviamente questa fu la prima domanda che affollò la mente di Yuma.

- Ah…Ma non hai mai provato?

Provò a continuare la ragazza ricevendo solo un muto silenzio da parte della verde che si alzò dal proprio posto per dirigersi in bagno.

La stanza era molto spaziosa per essere una semplice toilette ed era piena di specchi; Mitsuko non potè fare a meno di evitare di guardarsi in uno di essi mentre il suo riflesso sembrava prendere vita all’interno di quella lastra di ghiaccio apparente.

- Duellare?...E’ solo una perdita di tempo.

Si disse cercando di auto-convincersi  di aver ragione pur ben sapendo che non lo pensava veramente.

- Queste carte non sarebbero mai dovute esistere.

Concluse infine sfilandone una dalla sua tasca dal profilo nero con alcuni accenni di verde che sembrava impreziosire quella particolare figura.

- Non avrebbero mai dovuto aver a che fare con noi.

 

*          *          *

 

- Tsuki è tua!

La castana piegò le ginocchia per prendere lo slancio e poi con tutta la forza che riuscì ad accumulare si spinse verso l’alto colpendo perfettamente la palla che finì nel campo avversario segnando un altro punto.

Tsuki esultò gioiosa mentre Ayame si complimentava con lei per l’ottima prestazione, erano pari, un altro punto e avrebbero vinto il metch.

I ragazzi avevano già terminato e si erano seduti su alcune panche per assistere, alcuni di loro si erano messi persino a fare il tifo. Tra i ragazzi seduti ce n’era anche uno dai capelli viola intento a puntare una delle studentesse nel campo gara.

- Andiamo, solo uno e vinciamo!

Tsukiko e Ayame batterono il cinque dandosi il cambio di posizione e così la castana finì in battuta.

- Vado!

La palla oltrepassò la rete venendo poi successivamente colpita da un'altra giocatrice che la passò a Cecile.

- Adesso vi faccio vedere io!

La rossa con un colpo ben assestato la mandò dritta verso la riga dell’altro campo; Tsukiko si spostò velocemente nella stessa direzione. Al lato del campo vi era un’alta e pesante scala in metallo,utilizzata poco prima della lezione per sistemare alcuni problemi che si erano verificati con le luci; stranamente ora  era  ancora aperta e la palla puntava dritta verso di essa con Tsuki che senza averci minimamente badato ci sarebbe sicuramente andata a sbattere contro.

- La prenderò non preoccupatevi!

Finito di dire ciò si lanciò lateralmente e solo allora si accorse di aver sbagliato, perché la palla avrebbe colpito la scala facendogliela cadere addosso.

- Tsukiko no fermati!

Chiamò la bionda a gran voce  pregando che si fermasse in tempo.  La castana non aveva la minima intenzione di perdere e si allungò più che potè riuscendo a raggiungere il pallone prima che quest’ultimo sfiorasse la grande scala, schiacciando e mandandolo nel campo rivale segnando l’ultimo punto della partita.

- Ahah! Ve l’ho detto che l’avrei presa!

Venne subito buttata a terra da Ayame che pallida aveva iniziato ad urlare contro quanto fosse stata incosciente mentre Tsuki si grattava la testa conscia di aver rischiato davvero grosso visto che era atterrata a pochi centimetri dalla costruzione in metallo.

Rivolse il suo sguardo verso Cecile che per “consolarsi” si era subito diretta da Shark con la speranza di un minimo gesto affettuoso da quest’ultimo che ovviamente non arrivò.

Tsukiko sorrise quando incrociò lo sguardo del viola, per tutta la durata della partita aveva sentito i suoi occhi puntati su di lei e doveva ammettere che le aveva fatto stranamente piacere, era stato come se saperlo  li le avesse dato quella grinta in più per condurre il gioco, come a volergli dimostrare che al contrario di quello che aveva sicuramente pensato la seria prima non era affatto una ragazzina indifesa.

 

*         *         *

 

Un’altra ora di lezione era terminata e Mitsuko si apprestò a raggiungere sua sorella nella rispettiva classe.

Con lei c’erano anche i suoi nuovi amici, se così possiamo definirli, che non vedevano l’ora di conoscerla.

In quello stesso momento anche Tsukiko stava facendo lo stesso chiacchierando nel frattempo con la bionda che tentava di convincere Ryoga a seguirle.

- Pff…Sei proprio un testone, mi domando come tu e Rio possiate essere imparentati sinceramente.

Uno sbuffo scocciato da parte del ragazzo fece innervosire di più la bella dagli occhi ametista che però si calmò non appena vide qualcuno di sua conoscenza.

- Rio!

Un'altra ragazza che sembrava avere la loro età li raggiunse; aveva lunghi capelli azzurri alternati a ciocche blu e due grandi occhi color rubino, la pelle diafana risaltava con quegli occhi tanto accesi.

- Ciao Ayame! Ciao Ryoga!

Quest’ultimo invece di ricambiare il saluto grugnì infilando le mani nelle tasche e guardando in tutt’altra direzione rispetto a quella della studentessa, come se avesse trovato qualcosa di molto più interessante da osservare; Tsukiko notò una certa somiglianza tra i due ragazzi.

- Ehm, io sono Tsukiko…

Disse allungandole la mano che l’azzurrina accettò cordialmente presentandosi a sua volta.

- Molto piacere, io sono Rio. Sei la ragazza di Ryoga?

Entrambi gli interpellati arrossirono vistosamente a quella domanda posta così a bruciapelo e negarono subito il tutto.

- Ahah, scusa ma a parte le due amiche di Yuma, Ayame e quell’ochetta di Cecile mio fratello non ha molte conoscenze femminili, spesso sono arrivata addirittura a pensare che avesse una cotta per Yuma.

Confessò con un gran sorriso beffardo stampato in volto.

La castana ignorò totalmente l’ultima frase puntandosi sulla precedente, mentre il viola fece l’esatto opposto tentando di “azzannare” la sorella.

- C-cosa? Voi due…Siete fratelli?!

Esclamò sorpresa visti i caratteri eccessivamente differenti anche se, effettivamente, qualche somiglianza a livello  fisico lo aveva notato.

- Si stupiscono tutti non ti preoccupare, del resto Ryoga sarebbe perso senza di me.

Shark spazientito intervenne.

- D’accordo adesso però basta!

Rio gli fece la linguaccia e si ricompose, quando sentirono un altro paio di voce fare il nome dei due gemelli.

- Ehi Shark! Che ne dici, duelliamo dopo la scuola?

Shark scrollò le spalle.

- Per me va bene, non ho nulla da fare finite le lezioni.

- Ottimo!

Esultò il giovane  che si era appena intromesso nell’accesa conversazione tra i due fratelli. Tsukiko lo riconobbe in poco, del resto la stava per investire proprio davanti all’entrata a causa della velocità con cui si era precipitato verso il cancello. Ora che lo osservava da più vicino però vi notò un aria molto famigliare, era certa di averlo già visto da qualche parte, ma dove?

Il ragazzo sembrò finalmente accorgersi della presenza della castana e nello stesso istante la castana si accorse anche di un'altra presenza proprio accanto a lui, un essere che fluttuava di un colore molto simile all’azzurro, pareva composto principalmente di energia.

- Ehm scusa molto piacere io sono Yuma! Non ti avevo notata ahah.

Allungò una mano ma Tsuki non ci badò , era troppo presa ad ammirare quella particolare “entità”.

- Ma…Cosa sei tu un fantasma?!

Chiese leggermente spaventata e indietreggiando involontariamente verso Ryoga; Astral non sembrò molto sorpreso rispetto a Yuma, si ricordava della ragazza che Il blu aveva per l’appunto mancato di poco mentre usciva da scuola e l’aveva vista con l’altra strana giovane dai capelli verdi, evidentemente c’era una sorta di collegamento tra le due.

- Non è possibile! Anche tu riesci a vedere Astral?!

Tsukiko chinò lievemente il capo di lato.

- Dunque ti chiami Astral?...Molto piacere io sono Tsuki!

Replicò ignorando totalmente Yuma.

A quel punto anche Tori, Bronk e Castwell li avevano raggiunti e con loro c’era anche Mitsuko.

- Mitsu! Allora com’è andata?

La castana si avvicinò subito alla gemella prendendola per mano ed esultando, felice di vederla in compagnia di esseri “reali”.

- Sono alcuni dei tuoi nuovi compagni di classe?

La verde annuì ma non proferì parola.

- Voi due vi conoscete?

S’intromise Tori  seguita dagli sguardi indagatori degli altri ed in particolar modo di Yuma e Ryoga.

- Si certo! Io e lei siamo sorelle gemelle!

Le sorprese sembravano proprio non voler finire quel giorno. Rimasero a parlare in corridoio per un buon quarto d’ora, Tsuki raccontò loro dell’America, delle feste che si tenevano in paese e di quanto amassero i duelli; Quando la gemella minore finì di raccontare alcuni dei loro duelli più importanti la domanda di Yuma venne spontanea.

- Visto che siete così brave perché non facciamo un duello a coppie? Io e Shark contro tu e Mitsuko!

Purtroppo per lui la risposta che lei gli diede fu negativa , proprio come quella della sorella.

- No mi dispiace molto, io e Mitsuko non possiamo più duellare.

Numerosi punti di domanda si fecero strada nelle menti dei duellanti li presenti; non sarebbe stato particolarmente educato chiederne il motivo, del resto si conoscevano da si e no venti minuti e magari le gemelle non avrebbero voluto parlarne, tuttavia lo stesso pensiero sembrò non sfiorare minimamente il viola che invece incuriosito voleva saperne di più.

La campanella segnò la ripresa delle lezioni e tutti tornarono nelle rispettive aule; si sedettero tutti ai proprio banchi mentre colui che si presentò come professor Kay annunciava la lezione di matematica seguita poi da quella di scienze, dopo aver salutato la nuova arrivata ovviamente. Shark decise che quello era il momento migliore per poter fare maggiore chiarezza sulla questione dei duelli delle gemelle.

- Di un po’ Tsuki…Mi sembra di aver capito che tu e Mitsu ve la sappiate cavare piuttosto bene nei duelli, quindi perché questa decisione?

Aveva riflettuto a lungo sulle parole da usare per avere più probabilità di risultare il meno invadente possibile e di farsi così dire tutto.

- Ecco…In realtà non è stato proprio voluto…Scusa ma preferirei non parlarne.

- E’ successo qualcosa?

La castana cominciò a risultare più irascibile.

- Ho detto che non mi va di parlarne Ryoga.

Il ragazzo si portò le mani dietro alla nuca dondolando sulla sedia e fingendo indifferenza.

- O forse…Tutte le cose che hai detto erano semplici invenzioni.

- Non mi permetterei mai!

- Sisi certo.

A quel punto Tsuki raggiunse il limite, era già abbastanza difficile mantenere il segreto e l’incidente distinti tra loro, dover andare a scuola risultando il meno impassibile possibile per evitare di far preoccupare le persone intorno a lei, ed ora ci si metteva anche un ragazzino invadente a infastidirla; detestava chi non riusciva mai a farsi gli affari suoi, come se non avesse niente di meglio da fare che intromettersi nelle questioni private degli altri.

- Ascoltami bene shark, ti ho detto che non sono cazzi tuoi quindi sta zitto e segui la lezione!

Presa dal momento aveva involontariamente alzato il volume della voce suscitando attenzione da parte dei compagni e del professore li presente.

- Ehm…Signorina Evans qualcosa non va?

Le chiese tenendo distrattamente in mano il gesso.

- Pff…no.

Ribattè sospirando e ignorando gli occhi blu penetranti del suo vicino che si era reso conto di aver toccato un argomento abbastanza delicato per lei.

La lezione riprese e i due si ignorarono per tutta l’ora.

 

*          *          *

 

- Che vorresti dire con “Me ne vado” ?!

Uno strano tipetto dai capelli azzurri tentava di bloccare una Mitsuko piuttosto spazientita che cercava di uscire dall’aula.

- Vuol dire che non ho voglia di restare qui e quindi vado a farmi un giro in città.

Con un calciò mandò il povero Castwell, che fino a due istanti prima era attaccato ai suoi piedi, dritto verso il banco di Katy che lo mancò per un soffio. La verde potè finalmente uscire, decisa ad andarsene da quella scuola e in pochi minuti era già oltre il cancello pronta per andarsi a fare un tranquillo giro in città.

Quello che molti ritenevano un comportamento menefreghista, immaturo e irresponsabile era in realtà per lei un modo per evadere da quella realtà che tanto odiava; ogni volta che chiudeva gli occhi le ombra l’assalivano e i ricordi le facevano imperlare la fronte di sudore.

Camminare per lunghe ore la teneva impegnata a rivolgere la propria immaginazione verso i racconti dei tanti libri fantasy che aveva letto milioni e milioni di volte.

Era in giro da quasi mezz’ora  fino a che i suoi occhi si posarono sull’insegna di un luna park; aveva sentito parlare del famoso luna park di Heartland ed era da tempo che non ne visitava uno.

Entrò, inizialmente titubante, guardando le molteplici attrazioni colme di gente intenta a divertirsi, parola a lei quasi ignota oramai.

- Dovrei portarci Tsuki…Sono certa che le piacerebbe molto.

Si ritrovò a pensare.

Voleva sdebitarsi per il dango che le aveva regalato il giorno prima, anche perché era certa che ci fosse dell’altro dietro considerando che non ne aveva preso uno per se stessa.

Si avvicinò ad una delle bancarelle li presenti, mostrava una grande quantità di dolci, dei quali la sorella ne andava completamente matta, e decise di comprarne qualcuno.

Una volta pagato notò alla sua sinistra, poco più avanti, un ragazzino dai corti capelli celesti e le iridi ambrate quasi come le sue, la pelle molto chiara lo faceva  apparire molto simile ad una bambola;

tossiva un po’ e dallo sguardo smarrito Mitsuko capì che doveva essersi perso.

- Ehi.

Il bambino si voltò verso la verde guardandola con un espressione inizialmente impassibile; evidentemente il tono che aveva usato era stato troppo freddo e distaccato, ma del resto non era più abituata a mostrare le sue emozioni come prima. Tentò di accennare un sorriso convinta di peggiorare solo le cose e di rimando il ragazzino sorrise a sua volta avvicinandosi.

- Ecco…Ti sei perso?

Domandò con le guance color porpora per via del freddo.

- Si, non riesco più a trovare mio fratello.

La verde tentennò quando glielo sentì dire, tornando per un secondo al momento in cui si era accorta di aver “dimenticato” Tsukiko in giro.

- Com’è fatto tuo fratello? Magari posso darti una mano a cercarlo.

Disse atona. Al contrario di quanto si aspettava,  il piccolo fece un ampio sorriso ringraziandola e facendola arrossire, questa volta non per il freddo.

- Dunque…ha i capelli biondi e alcune ciocche azzurre…a gia anche gli occhi lo sono, si chiama Kite.

Concluse tutto d’un fiato riprendendolo subito dopo. Quel nome Mitsu lo aveva già sentito ma proprio non ricordava dove; decise di ignorare la faccenda e concentrarsi sulle ricerche.

- Non mi hai ancora detto come ti chiami…

Sentenziò il bambino dai capelli blu allungando l’esile braccio verso la maggiore.

Quest’ultima indugiò a lungo prima di prenderlo per mano, era una cosa che non faceva più da tanto e le sembrò che il ragazzino accanto a lei cominciasse ad assumere delle altre sembianze; scacciò via l’immagine sorridendo lievemente a quel tenero ricordo.

- Mitsuko…e tu come ti chiami?

- Hart!

Un ultimo scambio di sorrisi e poi si avviarono insieme alla ricerca del fratello del piccolo Hart.

 

*          *          *

 

Finalmente la scuola era finita, Tsukiko preparò in fretta la cartella con l’intenzione di uscire di li il più in fretta possibile, ma fu fermata da una ferrea presa sul suo polso.

- Shark mollami subito devo andare!

Il viola la ignorò avvicinandola maggiormente a sé e guardandola fissa negli occhi, riuscì persino a specchiarsi nelle iridi ambrate della castana.

- Lunedì vieni a casa mia appena finita la scuola, Rio non ci sarà quindi avremo tutto il tempo che ci serve per organizzarci senza nessuno che ci disturbi.

Tsukiko alzò un sopracciglio totalmente confusa da ciò che Ryoga le aveva appena detto…e che suonava terribilmente a doppio senso. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte mentre il suo viso assumeva un colorito molto simile a quello di un pomodoro. Shark si portò una mano alle tempie sbuffando sconcertato.

-  Il professor Kay ci ha affidato una ricerca da consegnare tra circa due settimane sulla teoria di Darwin.

La minore colta da un improvvisa illuminazione  si diede mentalmente della stupida per aver pensato a tutt’altro che lo studio.

- Ah giusto! Me n’ero dimenticata!

- Perché pensi che ti abbia “invitata” a casa mia altrimenti? Purtroppo è un lavoro a coppie e visto che sei la mia compagna di banco dovremo lavorare per forza insieme.

Tsuki strinse i pugni piuttosto offesa da tale affermazione.

- Senti un po’ sottospecie di invertebrato, almeno io non mi faccio chiamare squalo fingendomi “FORTE e POSSENTE “ quando in realtà più che un carnivoro ricordo lo squalo vegetariano di Nemo!

- Che diavolo hai detto?!

Sbottò lui chiamato in causa.

Non riuscivano minimamente ad andare d’accordo, erano come cane e gatto.

Ryoga tentò di ricomporsi e commentò malizioso il precedente mutismo di Tsuki.

- Pff…ad ogni modo visto che staremo da soli…chissà potrei anche farci un pensierino.

La castana spalancò gli occhi tornando paonazza e allontanandosi dal giovane che invece rise sommessamente prima di aumentarne il volume.

- Che cavolo ti ridi scemo?!

- Ahahahah mi spiace, non sei proprio il mio tipo. Ci vediamo.

Detto ciò lasciò l’aula sotto lo sguardo irato e imbarazzato di Tsukiko che di rimando tirò un calciò al banco più vicino a lei.

- Stupido!

 

 *          *          *

 

- E’ inutile, sembra che tuo fratello non ci sia.

Hart chinò il capo affranto da tale risposta; gli era bastato girarsi un attimo per smarrirsi senza più riconoscere il viso del maggiore, doveva ammettere che incontrare Mitsuko per lui era stata una vera fortuna, almeno non era da solo.

- Eppure io sono convinto che lui sia ancora qui, sono certo che mi stia cercando.

La verde diede una rapida occhiata alla sua sinistra, quando intravide una sagoma familiare.

- Quel tipo…credo di averlo già visto da qualche parte.

Dicendo ciò anche il piccolo Hart si voltò nella stessa direzione e lasciò con forza la presa dalla mano di Mitsu, correndo verso il misterioso individuo.

- Kite! Sono qui!

Il ragazzo si girò verso l’azzurro e Mitsuko vide il suo volto, ricollegandolo a quello della sera precedente.

Evidentemente il destino aveva scelto di farli rincontrare.

- I ruoli si sono invertiti questa volta, eh Kite?

Si avvicinò ai due fratelli; il biondo, intendo ad abbracciare il minore, rivolse il suo sguardo alla giovane di fronte a lui, sorpreso di quell’incredibile caso; Heartland non era certo piccola, incontrarsi nel giro di un giorno dopo la prima volta era quasi impossibile!

- Che ci fai tu qui?

Chiese freddo, alzandosi e mantenendo una mano sulla spalla del fratellino.

- Kite questa ragazza mi ha aiutato a trovarti! Si chiama Mitsuko!

Ribattè il minore al posto della verde che osservava impassibile l’occhiata gelida del maggiore.

Ci fu un lungo scambio di sguardi, i movimenti impercettibile compiuti dalle dita di Mitsuko le fecero intendere che cominciava a sentire un certo freschino, dopo tutto era metà Novembre.

- Visto che lo hai ritrovato posso anche andare, a presto piccolino.

Si chinò verso il bambino carezzandoli amorevolmente il capo, un gesto davvero molto inusuale per lei, considerando che aveva accompagnato il gesto con un caldo sorriso ricambiato dall’azzurro.

- A presto Mitsuko! E’ stato un piacere conoscerti!

La maggiore si alzò e abbandonando per pochi secondi la sua maschera fredda e distaccata per poter offrire un dolce sorriso anche al biondo che invece non mutò espressione e si limitò ad osservarla.

- Ciao Kite e grazie ancora per ieri.

Si stupì un po’ per essersi lasciata andare così di nuovo, dopo di che si diresse verso l’uscita del luna park, aveva passato abbastanza tempo in giro, ora doveva tornare a casa e imbattersi in una Tsuki piuttosto furiosa; in un certo senso, era contenta di averlo rivisto, anche se il piccolo Hart le provocava una terribile fitta al cuore.

- Gli somigli così tanto…

 

*          *          *

 

Sbatteva i piedi sul marciapiede frustrata, un po’ per l’affermazione di Ryoga e un po’ per la fuga di sua sorella a cui era comunque abituata da tempo.

- Non ci posso credere, come diavolo mi è venuto in mente che quel primate potesse invitarmi a casa sua per altri “oscuri” motivi?!

Gli altri ragazzi si erano fermati a scuola più a lungo, volevano duellare e le avevano chiesto di restare anche solo per tifare, ma lei aveva preferito andarsene per non immischiarsi in probabili duelli che voleva completamente evitare.

- Uffa…

Portò una mano a massaggiare l’avambraccio destro e premette con forza. In quel punto vi era un marchio invisibile all’occhio umano.

- E’ meglio evitare altri casini, almeno per ora.

 

 

 

 

 

 

Note:
 
Ciao bella genteeeee ^^ vi ringrazio davvero tantissimo per le recensioni  del precedente capitolo e chiedo venia per non aver risposto -.-
Allora…Se non erro in una recensione mi è stato chiesto che ruolo avrà Astral, beh diciamo che questa FF è ambientata dopo la serie quindi via i bariani via Tron ecc…Astral avrà un ruolo passivo e attivo, in alcuni casi sarà essenziale la sua presenza ed in altri potrà anche scappare dove gli pare.
Astral – La seconda idea non mi dispiace…
Ignoriamolo.
Purtroppo non posso ancora rivelare il suo “ruolo” o svelerei parte del mistero delle gemelle.
#ATTENZIONE! SPOILER PER CHI NON FOSSE ANCORA ARRIVATO ALL’EPISODIO 119#
 
Shark/Nash e Rio non sono bariani u.u
 
#FINE SPOILER#
 
Ci tengo a ribadire che questa storia avrà poco a che fare con la serie, i duelli ci saranno ma il più limitati possibili mentre per il fattore età  (Mi è stato chiesto anche questo ^^) ho deciso di cambiarle semplicemente perché andando avanti potrebbero esserci scene più spinte.
Sono sicura di non aver risposto a tutte le domande quindi se ne avete non esitate a chiederle prometto che questa volta cercherò di rispondere alle vostre recensioni e ringrazio nuovamente Zoelin, Yulin, Nuvola101, Kite55 e Misako_chan.
Un grazie anche a chi la messa tra le seguite o semplicemente continua a leggerla *3*
 
Give_me_your_eyes

 

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Capitolo 3
*** I see pain in your eyes ***


I see pain in your eyes

Erano passati circa quattro giorni dal trasferimento ad Heartland ed entrambe le gemelle sembravano essersi ambientate bene, o almeno una delle due visto che la verde taciturna restava nel suo costante mutismo. La giornata di scuola era quasi finita e Tsukiko stava preparando i libri per la materia successiva.

- Tsuki! Vieni un momento!

Ayame chiamò la castana dal suo banco, facendole capire con la mano che era piuttosto urgente.

- Che succede?

Rispose accorrendo sul posto con sguardo interrogativo.

La bionda si girò mostrando un lungo strappo dietro alla parte superiore della divisa scolastica.

- Accidenti, come hai fatto?

Domandò osservando il “guaio” che aveva davanti. Ayame spiegò a Tsukiko  che aveva avuto un piccolo scontro con Cecile e che questa durante l’ora di ginnastica le aveva tagliato la maglietta per  vendicarsi.

La giovane dagli occhi ametista era furente e intenzionata a fargliela pagare presto.

- Dovrai darmi una mano Tsukiko! Chiederò anche a Rio sono certa che mi appoggerà!

La gemella minore chinò lievemente il capo in segno di disappunto mentre con delle forcine per capelli, che portava sistematicamente sempre dietro, tentava di chiudere il taglio.

- Non dovresti, così farai solo il  suo gioco, è sbagliata la vendetta.

Ribattè in tono duro e deluso dalla decisione presa dall’amica.

- Lo so lo so…E’ stata lei a cominciare non io! E’ ora che qualcuno le dia una lezione!

Amareggiata, la castana chiuse l’argomento dicendole che avrebbe provato a darle una mano, ma che non voleva mettersi in mezzo ad altri guai vista la “simpatia” che la piccola serpe  aveva dimostrato nei suoi confronti dopo il loro battibecco.

- Tranquilla, dopotutto ci sarà Shark a proteggerti in tal caso…

Tsukiko sussultò e arrossendo chiese spiegazioni all’amica.

- Beh…Ho notato che andate parecchio d’accordo e durante la lezione parlate sempre!

- Che centra?! Durante la lezione non facciamo altro che litigare perché io disegno sul suo banco e lui minaccia di rompermi le penne, questo tu lo chiami “andare d’accordo”?!

La bionda rise di gusto portando un mano davanti alla bocca per soffocare l’eccessivo rumore, poi si sedette sul banco fissando la ragazza a lei di fronte intensamente.

- Di un po’ Tsuki…Non è che ti piace Ryoga?

Ovviamente la gemella non aveva perso il colorito sulle guancie, che aumentava sempre di più.

- M-ma ti pare?! Insomma lo conosco da pochissimo, non è possibile!

- Andiamo…Non saresti ne la prima ne l’ultima che cade ai suoi piedi, non puoi negare che sia un bel ragazzo e quell’aria da finto stronzo lo rende ancora più attraente.

La castana mise il broncio allontanandosi da Ayame che restava sempre più convinta delle sue supposizioni.

Tsukiko pensò alle riflessioni  della bionda, non negava affatto che Shark fosse un bel ragazzo, chiunque avrebbe ammesso che lo era, tuttavia la castana non aveva mai vagamente pensato all’amore o tutto ciò che lo riguardasse non aveva tempo di pensare a certe cose.

Destino o caso, la ragazza andò a sbattere proprio contro la fonte dei suoi ultimi pensieri; balbettò uno “scusa”  mantenendo il capo chino e gli occhi fissi nei suoi zaffiri, sentendo per l’ennesima volta le guancie infiammarsi.

- Le parole “Tsukiko e “attenzione” non vanno proprio d’accordo eh?

Ryoga notò il colorito che aveva assunto il viso della ragazza e la trovò più bella e dolce del solito; anche lo squalo arrossì dopo quel momentaneo pensiero e distolse lo sguardo da quello di lei che seguì la sua reazione.

- Ehm…Domani a che ora devo venire da te?

Il viola mantenne una certa distanza fingendosi impassibile.

- Subito dopo scuola, ci andremo insieme.

- Ok…senti…
Improvvisamente quella sottospecie di conversazione venne interrotta dal brusco arrivo  di una giovane dai lunghi capelli ramati.

- Sharkino mio! Mi sei mancato sai?

Tsukiko venne scostata malamente dalla ragazza che, appesa al collo del viola, la fissava in modo truce.

- Tu che ci fai qui sfigata?

La castana ignorò il commento di Cecile e dopo aver saluta Ryoga ritornò in classe.

- Ryooooga…Perché stai sempre attaccato a quella?!

Il viola si scrollò di dosso la ramata maledicendola per non aver fatto finire la frase a Tsukiko.

- Non sono affari tuoi.

Cecile abbassò lo sguardo intimidita da quello arrabbiato di Shark.

- Ryoga…So di avere un brutto carattere, però…Io ci tengo davvero a te…

Ryoga sbuffò contrariato, ma allo stesso tempo lusingato dalle attenzioni che Cecile gli rivolgeva, del resto restava una delle ragazze più belle della scuola anche se nell’ultimo periodo alle orecchie del viola erano giunti numerosi apprezzamenti, dalla parte maschile, rivolti alle gemelle che sembravano avere già numerosi ammiratori.

- Domani verrò a trovarti, voglio mostrarti una cosa!

- D’accordo.

La ragazza scoccò un bacio sulla guancia dello squalo e poi si allontanò. Ayame non era del tutto a conoscenza del rapporto tra la ramata e il viola, non era vero che lui non se ne curava, al contrario era molto attratto da lei ma si trattava solo di attrazione fisica e nulla di più e spesso Shark approfittava dei sentimenti  che Cecile provava per lui per soddisfare le proprie voglie sessuali, in fondo con la fama di essere il ragazzo più bello della scuola oltre che un abile duellante non aveva alcun tipo di problema con le ragazze anche se alla fine non gli erano mai interessate più di tanto.

Nell’ultimo periodo i suoi pensieri si erano però rivolti spesso ad una persona, quella stessa persona che sembrava aspettarlo seduta al rispettivo banco e che fingeva una conversazione con Ayame.

- Di che parlate?

Chiese lo squalo interrompendo il discorso a cui solo la bionda stava realmente partecipando.

- Uhm? A ciao Ryoga! Stavamo parlando della festa di Natale che si terrà a scuola, pensavamo di organizzare un ballo a tema, preceduto da uno spettacolo ovviamente…anche se non abbiamo ancora deciso cosa presentare.

Rispose la giovane dagli occhi cremisi.

- Siete entrambe nel comitato organizzativo?

Chiese nuovamente il viola ottenendo l’attenzione della castana che rispose al posto di Ayame.

- Si, Ayame me lo ha consigliato, dice che in questo modo avrò maggiori possibilità di conoscere gente nuova e poi sono sicura che sarà divertente!

Concluse con un piccolo sorriso come a sperare di aver ragione sull’ultima parte.

- …Non penso che tu abbia bisogno di metterti più in luce di quanto lo sia già, fidati.

Disse alludendo alle voci che circolavano nell’edificio e causando numerose domande da parte della ragazza dinanzi a lui.

La campana suonò per la seconda volta segnando la fine dell’intervallo e la ripresa delle lezioni.

 

*          *          *

Mitsuko era rimasta a casa quel giorno, si era sentita poco bene ed essendo di salute cagionevole la zia aveva preferito non rischiare e tenerla un paio di giorni a casa, ma la verde non amava il chiuso e proprio per questo motivo prendendo il giubbino, una calda sciarpa e dei guanti aveva deciso di prendersi una bella boccata d’aria fresca, sicura che restando tutto il giorno chiusa in casa si sarebbe ammalata per depressione.

Quando non usciva con la sorella le piaceva camminare lentamente senza doversi preoccupare di niente, solo di dove stesse mettendo i piedi.

Non si era legata i capelli quel giorno, li aveva lasciati sciolti e vista la loro notevole lunghezza le arrivavano quasi oltre il fondoschiena; il sole filtrava attraverso quei fili dall’insolito colore illuminandoli maggiormente e facendo voltare numerose persone ad osservarli.

Una in particolare la raggiunse e la gemella maggiore si sentì afferrare per la schiena da un paio di piccole esili braccia che la costrinsero a voltarsi.

- Ciao Mitsuko! Non ti avevo riconosciuta all’inizio visti i capelli, ma ero certo che fossi tu!

- …Ciao anche a te Hart.

Rispose al bambino tentando di assumere un tono meno atono del solito con scarsi risultati. Il piccolo si staccò da lei e la guardò con i suoi grandi topazi; le guance di Hart erano rosse e le mani fredde e Mitsuko decise che quel moccioso dovesse assolutamente evitare di ammalarsi, si tolse i guanti e la sciarpa e glie li mise, l’azzurrino si scostò leggermente mentre la osservava stupito: Mitsu tremava, ma cercava di non darlo a vedere.

- Di un po’, sei qui da solo?

Chiese alludendo al fratello maggiore che nell’ultimo periodo aveva spesso invaso la sua mente prendendo il posto di quelli che solitamente la tormentavano.

- No, c’è Kite con me! Mi ha accompagnato al parco ma credo di averlo lasciato vicino allo scivolo, appena ti ho vista sono corso qua!

- Un parco?

La giovane sembrò finalmente notare l’immensa radura verde che si estendeva alla sua sinistra; nella loro vecchia città i parchi erano pochi e neanche così grandi, quello che aveva davanti però era davvero bello.

- Hart quante volte devo ripeterti di non andartene in giro senza prima avvertirmi?

La voce del biondo giunse alle orecchie di entrambi facendoli voltare nella sua direzione; il bambino chinò il capo in segno di scuse ma non spense il sorriso e tornò a fissare timidamente Mitsuko come a intendere al fratello che doveva quanto meno salutarla. Kite sbuffò accontentando poi il fratellino.

- …Ciao.

- Ciao Kite.

Rispose la verde portandosi le mani alle tasche per il freddo che cominciava ad avvertire; ora erano le sue guance ad essere color porpora, così come il naso e Hart si sentì responsabile di ciò.

Mitsu notando l’espressione del piccolo tentò di focalizzare la sua attenzione su qualcos’altro.

- Ei Hart, perché non vai a fare un giro su quella ruota? Sembra divertente.

L’azzurrino accettò ben volentieri l’invito e si diresse, seguito dai due ragazzi, al parco indicato precedentemente e mentre lui giocava Kite e Mitsuko si sedettero su una panchina poco distante.

- Certo che è un bambino molto vivace.

Commentò la verde rivolgendo il suo sguardo verso il ragazzino intento a correre ovunque.

- Già…Ma non è stato sempre così.

Mentre Mitsuko si chiedeva cosa intendesse Kite con quell’affermazione, quest’ultimo sembrò finalmente notare i due nuovi indumenti che il fratello indossava; Non erano ne suoi ne di Hart e non li aveva prima dell’incontro con la gemella maggiore, ne dedusse che molto probabilmente era stata proprio lei a darglieli.

La guardò  di nascosto ma non disse nulla, in fondo non era poi così importante.

 

*          *         *

- Che cosa? Un concerto?

Ayame stava stringendo la povera Tsuki talmente forte da farle mancare il respiro, esultando per la brillante idea venutale in mente.

- Esatto! Sarà perfetto! I concerti piacciono a tutti no?!

La castana riuscì a staccarsi da quella presa mortale e ad allontanarsi dalla bionda che con tutto quel rumore aveva causato l’interesse dei presenti.

- A cos’è dovuta tutta questa allegria?

Chiese Yuma intervenendo nella “conversazione” tra le due; Ayame non lo degnò minimamente di attenzione presa com’era ad annunciare la propria idea agli altri e fu Tsuki a rispondere al suo posto.

- Ayame pensa che organizzare un concerto per la festa di Natale sia un grande idea…ma dove lo troviamo un gruppo disposto a suonare?

- Beh ma quello non è un problema! La scuola ha il suo gruppo e Shark ne fa parte!

La castana rimase spiazzata da tale affermazione e fissò in modo apatico il viola che stava nuovamente discutendo con la sorella.

- Ryoga suona?...Oppure…canta?...No decisamente no.

Concluse focalizzando la propria attenzione sull’orologio che segnava la fine della scuola; Tsukiko e Ayame salutarono i loro amici mentre la bionda teneva ben salda la presa attorno al polso di Shark che tentava di sfuggire.

- Andiamo smettila di lamentarti! Sei il leader del gruppo e senza di te non possiamo chiedere l’autorizzazione alla preside!

Lo convinse Ayame rassegnandolo.

- Ryoga, che strumento suoni?

- La fisarmonica.

Aspettandosi tutt’altra risposta la castana rischiò di inciampargli addosso ma fu prontamente fermata dal braccio del ragazzo che le camminava davanti.

- Sei serio?

- Certo che no stupida.

Sconcertata da tale risposta decise di ignorare l’argomento che fu però continuato dalla giovane dagli occhi ametista.

- Io so con esattezza quale strumento suona Cecile…ahahahahah!

- Cosa?!

Domandarono in coro i due presenti, uno per la sorpresa e l’altro per il semplice fatto che Cecile non era in grado di suonare alcun tipo di strumento.

- Massì lo sanno tutti…Del resto quella vipera è bravissima a suonare il “flauto” ahahahahahahah!

Il viola colpì piano la testa di Ayame.

- Tsk, dovevo aspettarmelo.

Tsuki invece non capì affatto la battuta dell’amica e quest’ultima fu costretta a ripeterla altre tre volte, fino a che il lato perverso della castana non le suggerì qualcosa e arrossì vistosamente.

- Ahahahahahah Tsukiko sei veramente carina quando arrossisci lo sai?

- Ayame non credevo fossi così…schietta.

Shark prese per la spalla la bionda e la fece dondolare un paio di volte avanti e indietro.

- Ma che schietta, è una pervertita indecente questa.

La diretta interessata scoppiò a ridere portando una mano  dietro la nuca leggermente imbarazzata.

- Fate piano siamo arrivati davanti all’ufficio della preside.

Commentò lo squalo scostandosi dalla porta d’ingresso  lasciando a Tsuki “l’onore” di aprirla.

-  E’ permesso?

Chiese aguzzando l’udito in attesa di risposta; dall’altro lato si sentì un -avanti- e i tre ragazzi entrarono nell’ufficio.

- Salve preside Hanagawa, volevamo chiederle il permesso per organizzare un concerto durante la festa di Natale.

Disse la castana nascondendo le mani dietro la schiena.

- Un concerto dici?...Sarebbe una buona idea…E quale gruppo ha intenzione di esibirsi?

-  Pensavamo al gruppo della scuola! Lei che ne pensa?!

Continuò la bionda al posto di Tsukiko.

- Uhm…E per la cantante come farete?

Domandò in fine la donna lasciandoli sorpresi, specialmente il viola che intervenì di conseguenza.

- In che senso scusi? In genere sono le sorelle Karin e Nashira ad occuparsene…

- Quindi non ne sei al corrente Ryoga? Entrambe partiranno con una settimana d’anticipo per andare a New York, hanno avuto la fortuna di vincere i due biglietti messi in palio l’anno scorso alla tombolata, non saranno presenti alla festa di Natale.

Shark e Ayame si diedero mentalmente degli stupidi per non esserselo ricordato e abbandonarono subito l’idea del concerto.

- Aspettate! Perché non fate delle audizioni? Mancano ancora due mesi e mezzo alla festa, possiamo riuscirci!

 I ragazzi si voltarono verso la castana e Ayame le saltò al collo ringraziandola per la brillante idea che le era venuta.

- Beh si vede che stare con me stimola l’immaginazione!

Ne dedusse la giovane dagli occhi ametista annuendo a se stessa.

- …Fingerò di non aver sentito.

Concluse la gemella minore in disaccordo con la bionda e tornando a guardare la preside in attesa di una conferma.

- Per me va bene, ma dovrete preparare voi i volantini e distribuirli agli studenti, vi lascio carta bianca ragazzi.

- Siiii!

Esultarono le due ragazze in coro per poi essere zittite dal viola che le trascinò via di lì di peso.

- Uffa come sei permaloso sharkino!

Tsukiko storse il naso quando Ayame lo chiamò in quel modo facendole tornare in mente quando quella stessa mattina Cecile era intervenuta nella loro “molto loquace”  conversazione. Quella ragazza non le aveva fatto nulla, o almeno non direttamente, ma nonostante ciò Tsuki non riusciva a digerirla, che fosse per l’estrema vicinanza che cercava di mantenere ogni volta con Shark? Era forse gelosa?...No…Non poteva esserlo, del resto anche Ayame stava spesso con lo squalo e non le aveva mai dato fastidio; forse però era dovuto al semplice fatto che Ayame era già fidanzata da quanto lei le aveva raccontato e non era mai stata minimamente interessata a Ryoga, quindi non era una vera e propria minaccia.

La gemella scosse la testa come a voler tornare coi piedi per terra. Non aveva tempo per pensare a queste cose, se lo era ripetuto molte volte negli ultimi giorni, non aveva tempo.

 

*         *         *

La scuola durava in genere sei ore e dalla fine di essa era trascorsa una buona ora e mezza; Mitsuko era ancora in giro con Kite e il piccolo Hart che schiacciava il naso sulle vetrine di tutti i negozi che incontravano durante il tragitto come se non avesse mai avuto occasione di vederli.

- Anche voi due vi siete trasferiti qui da poco?

Chiese la verde tenendo lo sguardo basso per non dover fronteggiare quello glaciale del maggiore che camminava alla sua destra.

- Affatto…Perché lo chiedi?

- Beh…

Indicò Hart con lo sguardo sperando che lui capisse.

- Non usciva da molto, le sue condizioni sono migliorate solo nell’ultimo periodo e i medici mi hanno consigliato di fargli prendere un po’ d’aria fresca.

- Non so quanto l’aria di città possa fargli bene sinceramente…penso che dovresti portarlo in montagna.

Kite si fermò un secondo riflettendo su quello che la ragazza aveva appena detto. Aveva lo sguardo perso nel cielo e il viso leggermente diretto verso esso.

- Un tempo io e Hart ci andavamo spesso  ma adesso sarebbe troppo per lui, nelle condizioni in cui si trova non potrebbe fare niente.

- Capisco.

Concluse la gemella maggiore tornando a puntare lo sguardo sul bambino che ora cercava di attirare l’attenzione di entrambi.

- Guardate! Un negozio di peluche!

Hart si fiondò dentro seguito dal biondo che gli raccomandava di fare attenzione.

Mitsuko aveva notato un piccolo cambiamento nel comportamento del giovane nei suoi confronti, nel raccontarle di Hart non aveva usato lo stesso tono impassibile e freddo del solito, era evidentemente preoccupato e anche se aveva cercato di nasconderlo Mitsu aveva colto questa sua preoccupazione, in fondo era lai stessa la provava continuamente quando pensava a sua sorella.

La gemella decise di entrare nel negozio e si mise ad osservare i due con indifferenza, finchè ancora una volta i suoi occhi trovarono qualcosa su cui puntarsi.

- Dunque è qui che li ha presi.

Si accovacciò davanti al peluche di media grandezza di colore rosso e impossibile per lei da non riconoscere.

- Mitsu che hai trovato?

Chiese l’azzurrino ponendosi di fianco a lei.

Gli occhi di Hart luccicarono nel momento in cui vide il grosso e morbido dango che la verde teneva in mano.

- E’ bellissimo!

Esultò il piccolo esaminandone ogni particolare.

Mitsuko notando tale reazione lo posò sulle mani del bambino accennando un sorriso.

- Lo vorresti?...Posso regalartelo se ti piace.

-  Davvero lo faresti?

- Certo.

Il minore esultò nuovamente e mostrò la palla di pelo al fratello maggiore che tentava di capire cosa Hart cercava di dirgli urlando ad alta voce.

- Kite! Kite! Mitsu ha detto che mi compra questo pupazzo!

Il biondo rivolse un’altra occhiata alla ragazza che stava già pagando il tutto, stava forse tramando qualcosa? Questo fu il primo pensiero del giovane verso la minore che usciva dal negozio assieme al fratello reggendo un ulteriore busta dal contenuto a lui ignoto.

- Ei tu senti un po’!

Mitsuko si girò nella sua direzione guardandolo con aria interrogativa e lo stesso fece il fratellino.

Kite si avvicinò maggiormente ai due per non dover urlare di nuovo.

-Si può sapere quali sono le tue intenzioni?!

Chiese con una notevole nota di rabbia verso Mitsu che invece non capiva l’improvviso “cambio d’umore” del giovane a lei di fronte.

- …Di che stai parlando?

Domandò a sua volta reggendo finalmente il suo sguardo impenetrabile; La verde sembrò notare qualcosa dentro quelle pozze glaciali, sembravano trascinarla verso una discesa infinita, sembravano così spenti e vuoti…Come i suoi. Per la prima volta la gemella riuscì a scorgere negli occhi di Kite qualcosa che fino a quel momento nessuno era mai riuscito a fare, era paura, una sensazione che nonostante il cacciatore provasse così spesso si rifiutava di poter anche solo minimamente concepirne l’idea.

Lo sguardo di Kite saettò da Mitsu a Hart e successivamente al peluche rosso fuoco che il bambino stringeva appena sotto il mento.

- Hart…Perché non vai un attimo a giocare sulle altalene con gli altri bambini?

Più che una domanda era una richiesta per lasciare lui e la verde da soli, non avrebbe voluto parlarne davanti al fratello. Hart fece come consigliato e si allontanò dai due giovani che erano ancora intenti a scambiarsi sguardi indagatori in cerca di risposte.

- Stai forse usando Hart per arrivare a me? Rispondi!

Quanto il biondo aveva appena chiesto fece sorprendere la ragazza a lui di fronte che per l’ennesima volta aveva appena perso il suo specchio d’indifferenza.

- Non mi permetterei mai Kite…

- E allora spiegami il motivo di un regalo infondato!

Ribattè deciso avvicinandosi maggiormente al viso della minore come per cercare di scrutare all’interno della sua anima, e ci riuscì.

Proprio come Mitsuko anche Kite riuscì a scorgere qualcosa dentro quegli occhi ambrati e all’apparenza tanto indifferenti, vide solitudine e una vaga richiesta d’aiuto, vide le fiamme e poi le tenebre più cupa;

Il cacciatore e la gemella erano appena entrati in empatia.

La verde accennò un sorriso quando una lieve sensazione di tepore le invase il corpo, il sole aveva appena fatto capolino nel cielo e la riscaldò un poco diminuendo la sensazione di freddo che provava alle dita vista la mancanza di guanti.

- Kite…Hai mai la sensazione di essere costantemente perseguitato…da qualcuno?

Il ragazzo dallo sguardo glaciale sussultò appena non aspettandosi una simile domanda.

- …Che vuoi dire?

Il sorriso della verde si fece più amaro finchè si spense completamente.

- Nulla, stavo solo pensando ad alta voce…Per quanto riguarda la domanda di prima, Kite, non potrei mai fare una cosa del genere, anche perché Hart mi ricorda molto una persona che purtroppo ho perso per sempre e forse è per questo che ogni volta che lo vedo sento una strana sensazione al petto, proprio qui dove ci dovrebbe essere il cuore, Kite  non fare mai del male ad Hart.

Il biondo ascoltò più volte nella sua mente quelle parole, soffermandosi sul “mi ricorda molto una persona che purtroppo ho perso per sempre” chiedendosi a chi potesse riferirsi; Le fiamme e le tenebre che aveva precedentemente intravisto dentro i suoi topazi sembravano diminuite appena appena.

- Ecco…Ti va se andiamo a prenderci un gelato?

Una domanda così semplice dopo quanto si erano appena detti risultò strana e fuori luogo, c’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava e lo allontanava allo stesso tempo.

- Kite!

Il piccolo si avvicinò ai due seguito da una bambina della sua età con corti capelli neri e occhi verdi, Mitsuko la paragonò subito ad una bambola di porcellana per il colore chiaro della pelle.

- Che succede Hart?

Domandò il fratello osservando la ragazzina dietro il minore; aveva gli occhi lucidi e gonfi e le guance tutte arrossate. Hart spiegò brevemente la situazione dicendo di averla trovata nascosta dietro lo scivolo intenta a piangere, da quanto avevano capito si era persa.

- Ecco…Lei è Kanae…Ti prego Kite! Dobbiamo aiutarla!

Hart unì le mani in segno di preghiera e si allungò verso il maggiore.

Mitsuko dal canto suo si era inginocchiata davanti alla mora  sorridendole appena, o almeno sforzandosi, nell’ultimo periodo da quando aveva conosciuto Kite e Hart la cosa stava diventato davvero frequente.

- Kanae, dov’era tua mamma l’ultima volta che l’hai vista?

La bambina si asciugò una lacrima con il dorso della mano.

- Vicino alla piazza dei gelati, io mi ero allontanata per inseguire un gattino fin qui e credevo che fosse dietro di me…

Mitsu guardò Kite che afferrò al volo il concetto e sbuffò annoiato.

- Um…Credo di sapere a quale piazza ti riferisci.

- Quindi la aiutiamo Kite?

Chiese l’azzurrino esultando alla successiva affermazione del fratello che dovette sbilanciarsi in avanti per non rischiare di cadere all’eccessiva dimostrazione di affetto da parte di Hart.

- Ti chiami Kanae giusto?

La verde tese una mano alla mora che l’accettò di buon grado sorridendo teneramente.

- Tranquilla, ti aiuteremo noi.

Questa volta il sorriso di Mitsuko non era forzato, le era venuto naturale e lei se ne accorse,  pensò che forse avrebbe dovuto ringraziare quella bambina più tardi.

 

*          *          *

- Ehi Z-6, mi aiuti a risolvere questo stupido problema di fisica? Non credo di aver capito bene come si calcola la forza equilibrante.

Tsuki  appoggiò la testa sul  pesante libro di fisica mentre il robottino bianco e nero si apprestava a raggiungerla per fare quanto richiesto.

- E’ facile, devi…

L’essere meccanico iniziò a parlare con voce atona, così atona e spenta da ricordare Mitsuko  alla castana che tornò a fissare il bigliettino che la sorella le aveva lasciato sul tavolo della cucina.

- Umpf…Deve sempre fare di testa sua…

Non era ne tranquilla ne preoccupata, sapeva benissimo che non si sarebbe mai messa nei guai come lei che invece era una calamita per maniaci, sfighe e ragazze con il complesso di superiorità, tuttavia restava pur sempre sua sorella e una nota di preoccupazione nei suoi riguardi l’avrebbe sempre avuta.

- Maestra Tsukiko, avete capito?

Le chiese il robot spostando la grossa sfera bianca, che sarebbe dovuta essere la sua testa, verso di lei come per constatarne il vero. Tsuki sbuffò lievemente e si alzò dalla sedia.

- Z-6 non devi chiamarmi maestra, padrona e quant’altro, basta Tsuki…Per il resto ti ringrazio dell’aiuto ma non sono dell’umore adatto ora, credo che andrò a farmi un giro.

Detto ciò prese il cappotto e un berretto nero, si sciolse la coda e si diresse verso la porta sotto le lamentele dell’esserino meccanico che le intimava di finire i compiti.

- Andiamo non essere così pignolo…Li finirò quando torno, promesso!

Concluse facendogli l’occhiolino e uscendo il più in fretta possibile prima che Z-6 cercasse di impedirglielo.

Dopo circa dieci minuti la castana stava canticchiando e “ballando” per strada canzoni a caso, tutte quelle che le venivano in mente e a raffica, senza preoccuparsi dei pensieri altrui; Tsukiko sapeva bene dove andare, aveva visto un parco divertimenti  dalla parte opposta della piazza ed essendo un amante di tutto ciò che viene considerato divertente era più che decisa a visitarlo seduta stante!

Fu così che mentre attraversava la strada una moto di colore rosso la mancò per pochi centimetri.

La castana restò immobile sul posto osservando impietrita il veicolo che l’aveva quasi fatta fuori, poi presa da un istinto di rabbia cominciò a sbraitare contro il conducente.

- Razza di deficiente chi diavolo è stato l’idiota che ti ha dato la patente eh?! Non lo vedi che è verde?! Avresti potuto uccidermi!

- Pfff…Già che peccato.

Una voce seccata e molto familiare la costrinsero a mostrare più interesse nei tratti visivi del diretto interessato e subito si accorse che si trattava di Ryoga Kamishiro.

- T-TU!

Gli puntò il dito contro avvicinandosi alla moto con fare minaccioso e stringendo i denti.

- Io questo catorcio te lo rovino!

Esclamò adirata dal comportamento strafottente del coetaneo che non badava alle sue “provocazioni”.

- Ti avevo vista cosa credi? E poi se te che ci metti tre anni a camminare!

- Ah e credi che in caso di omicidio una scusa del genere la polizia la accetterebbe?!

Portò le mani sui fianchi snelli e si chinò in avanti per evitare di non farsi capire.

-  Beh, poiché si trattava di te penso proprio di si!

Ribattè scostando il viso di lato assieme allo sguardo.

- Brutto invertebrato!

La gemella minore diede le spalle al viola che però la fermò.

- Dove stai andando?

Domandò avvicinandosele nuovamente con la moto mentre un ulteriore sguardo assassino si stava formando sul visto di Tsukiko.

- Non sono affari tuoi!

Poi lo squalo notò qualcosa scorgere dalla tasca del suo giubbino e riconobbe subito il volantino dell’ Heartland Park sorridendo maliziosamente.

- Umpf…Stai andando all’ Heartland Park dunque…che incredibile coincidenza, sai che anche io sono diretto proprio li.

La giovane aprì e richiuse la bocca un paio di volte prima di parlare.

- E questo cosa dovrebbe significare?

- Solo che è piuttosto distante da dove ti trovi ora…Anche perché nel caso in cui non lo avessi notato stai andando nella direzione opposta.

Tsukiko arrossì vistosamente a quell’informazione e osservò la mappa rendendosi conto che quanto Shark le aveva appena riferito era vero. Chiuse gli occhi e li rispalancò chiedendosi dove diavolo fosse finita e come avrebbe fatto a tornare a casa.

- Se vuoi ti accompagno io fin li.

Quell’improvvisa frase fece avvampare di più la ragazza che, con il solo pensiero di dover abbracciare il viola tutti i precedenti film mentali stavano avendo il sopravvento su di lei; non era certa fosse una buona idea ma non poteva nemmeno restare la come uno stoccafisso a vagare nel vuoto più totale senza uno straccio di idea e indicazione.

- Bene…Che vuoi in cambio?

Ryoga mantenne lo stesso ghigno e fissando i suoi occhi le disse…

- Per adesso nulla ma…Sono certo che qualcosa mi verrà in mente.

Concluse divertito dall’espressione idiota sulla faccia della castana che sicuramente si aspettava tutt’altra risposta  e infatti si affrettò a ribattere.

- Escluso ogni tipo di servizio a sfondo sessuale chiaro?

Si avvicinò alla moto salendoci sopra come aveva fatto la prima sera che era arrivata ad Heartland.

- Tsk! Tu leggi troppi manga.

La canzonò il giovane accendendo il motore e preparandosi a ripartire.

- Sai, con uno come te non bisognerebbe mai abbassare la guardia.

Il veicolo partì e Tsukiko si aggrappò di scatto alla giacca viola del ragazzo a lei davanti senza nemmeno rendersene conto, cosa che invece non sfuggi al coetaneo.

I lunghi capelli di Tsuki tenuti fermi solo da un leggero berretto nero svolazzavano attraverso il vento che la moto stessa sembrava provocare, donandole un lieve sensazione di libertà che aumentava assieme alla velocità del veicolo a due ruote; la castana si sentiva su un grosso cavallo indomabile e rimase estasiata da quella potenza che rifletteva quasi lo stesso modo di giocare di Ryoga e che solo lui pareva capace di controllare.

Shark accellerò improvvisamente e le braccia della castana si avvolsero completamente attorno al suo petto, quasi avesse paura di cadere; Il ragazzo, compiaciuto dall’atteggiamento della gemella, si lasciò sfuggire una risatina perfettamente udibile anche da lei che cercò di non badarci troppo.

Il corpo di Ryoga era caldo e piacevole e quella loro vicinanza l’aveva resa parecchio nervosa, le piaceva stare così, abbracciata a lui si sentiva al sicuro, ma sapeva che era sbagliato.

Un paio di minuti ed entrambi avevano raggiunto il parco, Shark aveva parcheggiato la sua moto vicino all’entrata e scendendo per primo si voltò a guardare la ragazza che ricambiò lo sguardo.

Il vento gelido le aveva fatto imporporare le guance di un rosa delicato, i capelli erano tutti scompigliati e ondulati e gli occhi leggermente lucidi per aver cercato di tenerli aperti durante la corsa.

In quel momento lo squalo si rese conto di quanto fosse bella Tsukiko nonostante non indossasse alcun tipo di cosmetico, quella ragazza che fino a pochi minuti prima gli stava dando dell’idiota ora aveva un espressione dolce e innocente, chiunque l’avesse  vista in quello stato si sarebbe potuto sciogliere all’istante.

- Beh? Che hai da fissare?

Chiese risvegliandolo dai suoi pensieri e facendogli mugolare un “niente” a bassa voce mentre Tsukiko scendeva per poi raggiungerlo e poter così finalmente entrare nel Heartland Park.

- Toglimi una curiosità, che sei venuto a fare qui?

Il viola mise le mani in tasca e fissò un punto indeterminato davanti a lui.

- Devo incontrare alcuni “vecchi amici” che ho sonoramente sconfitto e che mi hanno chiesto la rivincita, chi perde paga da bere e poiché non sarò certo io il diretto interessato ci guadagnerò soltanto. Tu invece perché hai deciso di venire? Ti aspetta qualcuno?

- No in realtà sono venuta qui da sola.

Tsukiko accennò un sorriso che al giovane sembrò solo un inutile tentativo di nascondere la verità, era falso e amaro, molto diverso da quelli che sfoggiava spesso in classe quando parlava con Ayame, Tori e Rio.

- Potevi chiedere ad Ayame di uscire, sembrate buone amiche in fondo.

Commentò lanciandole una veloce occhiata per cercare di leggere il suo sguardo.

- E’ che…Pensavo di voler restare un po’ per conto mio ma ho paura di restare sola quindi speravo di incontrare qualcuno qui.

Più quella ragazza apriva bocca e più il duellante restava interdetto di fronte a tanta sincerità, non si faceva alcun problema a parlare di come si sentisse nonostante dovesse stare davvero male vista l’enorme tristezza di cui i suoi occhi si erano riempiti.

- Non credo che troverai qualcuno qui, è stata una perdita di tempo.

Disse acido come per evitare che la parte “dolce” di lui prendesse il sopravvento.

- Ho incontrato te.

Aggiunse in fine la castana sorprendendolo e facendolo fermare d’istinto. Tsukiko si rese conto di quanto facilmente fraintendibile era stata la frase appena detta e agitò le mani in un vano tentativo di scusa, come a voler scacciare quello che le era appena uscito dalla bocca.

- C-cioè…Non intendevo in quel senso insomma!

 

*         *         *

- Il mio fratellone è il più forte di tutti! Con il suo drago fotonico sbaraglia ogni avversario!

Esclamò Hart davanti alla piccola Kanae che lo osservava rapita mentre le raccontava i vari incontri che Kite aveva affrontato.

- Hart non esagerare.

Commentò il biondo nel constatare che la maggior parte di quello che l’azzurrino stava dicendo alla mora erano solo fantasie di quest’ultimo.

- Ei Saint Seiya, lo vuoi anche tu il gelato?

Domandò la verde alludendo ad una precedente e divertente storiella che il bambino aveva raccontato a Kanae per fare “colpo”. Mitsuko si guadagnò un occhiataccia contrariata da parte del cacciatore che negò in risposta alla domanda compiuta dalla ragazza.

Erano giunti al chiosco di cui Kanae li aveva parlato e a richiesta dei due bambini si erano fermati a prendere un gelato, inoltre la madre della bambina sarebbe dovuta essere li intorno e continuare a rincorrersi non sarebbe servito a nulla.

La gemella maggiore si avvicinò ai due ragazzini con due coni gelato, uno alla fragola e al cioccolato fondente, l’altro tutto alla stracciatella, Mitsuko invece aveva optato per cioccolato e menta che erano sempre stati i suoi gusti preferiti.

- Com’è buono!

Commentò la mora entusiasta, non si aspettava di incontrare persone così gentili da offrirsi di accompagnarla a cercare la madre e da comprarle persino un gelato, era davvero felice.

- Si, in effetti è molto meglio di quelli che mangiavo in America.

- Anche tu sei americana Mitsu?

Kanae si alzò in punta di piedi quasi a voler enfatizzare la sua felicità.

- Sono di origini nippo-americane, mio padre era giapponese ma mia madre americana.

La voce della verde era tornata atona come sempre ma al biondo non era sfuggito quella sorta di “errore temporale”, decise di non pensarci, probabilmente era solo una delle sue solite false allusioni.

- Kanae!

Una donna dai capelli nero pece come quelli della bambina corse verso di loro, gli occhi erano lucidi e rossi.

- Mamma!

Gridò di rimando la piccola abbracciandola tentando di non far cadere il cono.

- Ero così preoccupata…Non devi allontanarti!

Le raccomandò la signora tentando di sembrare severa, ma quello che ottenne fu un semplice sorriso abbozzato sul volto della minore che si scusava per tutti i problemi causati, in particolare ai ragazzi che l’avevano gentilmente aiutata.

- Non devi scusarti Kanae! Io mi sono divertito molto con te!

Il commento del suo coetaneo la fece arrossire e ringraziò l’azzurrino con un tenero bacio sulla guancia, Mitsuko sorrise nel constatare come fosse diventato improvvisamente nervoso Hart.

- Anche io mi sono divertita molto con voi, spero di rivedervi presto!

E dopo ciò madre e figlia si avviarono verso la strada di ritorno, procurando un grosso vuoto di tristezza nel cuore della verde che cominciò a sentire freddo in tutto il corpo.

- Andiamo.

Il biondo, seguito dal fratellino, s’incamminò verso la direzione da cui erano arrivati, quando si accorsero che qualcosa in Mitsuko non andava.

- Mitsu…Tutto apposto?

Chiese piano Hart avvicinandosi alla ragazza, quest’ultima barcollò un paio di volte prima di sbilanciarsi in avanti con tutto il corpo perdendo i sensi e aspettando un imminente impatto con il suolo.

Quell’impatto non arrivò mai perché il cacciatore l’aveva prontamente fermata e presa in braccio.

- Dannazione, che le è preso?

Posò una mano sulla fronte della gemella e solo allora constatò che Mitsuko aveva la febbre alta.

Appena Kite lo disse ad alta voce il più piccolo si sentì chiamato in causa, la verde gli aveva prestato i suoi guanti e la sua sciarpa per paura che potesse prendere freddo e senza badare alle sue condizioni di salute.

Per quanto quella ragazza gli causasse improvvisi sbalzi d’umore, il maggiore non poteva lasciarla in quelle condizioni e decise di portarla immediatamente a casa, del resto l’aveva già accompagnata una volta ed era stranamente ritornato più volte la davanti, come se ci fosse qualcosa che lo attirava.

- Hart, ti faccio venire a prendere da Orbital.

- …Kite aspetta!

Hart si sfilò i guanti e la sciarpa e li mise sul petto della ragazza per non farli cadere.

- Kite ti prego…Aiutala.

Dopo di che salutò il fratello e attese l’arrivo del robottino.

Il cacciatore fece la strada a ritroso con il corpo inerme della ragazza tra le sue braccia; era freddo e leggero come una piuma, il volto e i lineamenti distesi e rilassati ma le guance erano praticamente in fiamme.

Incosciente fu il primo pensiero che passò per la testa del maggiore, era uscita nonostante avesse la febbre, poi però lanciando un occhiata ai guanti e alla sciarpa ancora posati sopra il suo petto si ricordò del gesto compiuto nei confronti del fratello, se stava male era perché aveva deciso di evitare che fosse l’azzurrino a sentirsi ora in quelle condizioni e per questo Kite sentì una piccola sensazioni di gratitudine nei suoi confronti, molto piccola ovviamente, o almeno così si convinse lui.

 

*         *        *

- Ryoga! Io vado a prendermi da bere, vuoi che ti porti qualcosa?!

Il viola era nel bel mezzo di una battaglia quando Tsukiko gli porse la domanda a cui accennò un si di sfuggita facendo correre la castana a prendere da bere per entrambi.

Dopo il bizzarro commento della ragazza Ryoga le aveva detto che poteva seguirlo, a patto che non gli stesse addosso durante i combattimenti, cosa che Tsuki si era invece raccomandata di fare per divertirsi nel vedere Shark sbuffare ad ogni sua domanda; quella era la cinquantaduesima che gli poneva, ma almeno era stata una proposta sensata al contrario delle altre.

Si diresse verso la prima bancarella che notò vendere bibite e si mise in coda fischiettando, ignara di essere osservata. Una leggera brezza autunnale le accarezzò il collo e pian piano quella carezza divenne una ferrea presa che la costrinse ad indietreggiare per allontanarsi subito di li; tentò di allentare la morsa che le stava facendo perdere il fiato e a stento riusciva a prendere quel poco d’aria che bastava per respirare.

- C-che cosa vuoi?!

Chiese appena il suo aguzzino allentò la presa facendola cadere sul erba bagnata. L’aveva trascinata in un luogo isolato in modo che nessuno potesse vederlo; sorrise beffardo quando gli occhi ambrati della castana incrociarono i suoi, grigi e screziati di azzurro, tanto belli quanto diabolici quanto quel sorriso da ruffiano che tendeva spesso a rivolgerle nell’ultimo periodo.

- Dovresti saperlo Tsuki…Io voglio te.

La strattonò per un polso facendola avvicinare e passo con la lingua sui lividi che aveva lasciato su quel collo niveo. La gemella non mosse un muscolo, sperando che quella tortura finisse al più presto, era troppo spaventata per poter reagire.

- The Negative One.

Disse con voce roca lasciandola andare, ridendo alla sua espressione terrorizzata.

- Lasciami stare…Tu…Ci hai già distrutte abbastanza.

La misteriosa figura le prese il mento fra indice e pollice, sollevandole il viso per permetterle di incrociare il suo sguardo freddo e sadico, Tsuki sapeva cosa aveva intenzione di fare.

- Ora guarda attentamente.

La mente della ragazza venne scossa da ripetute immagini, grida strazianti e pianti sommessi , causando urla di dolore anche da parte della diretta interessata che si agitò tentando di distogliere la vista da quegli specchi che le riempivano la testa d’orrore e il cuore di tristezza.

- Ti prego smettila!
Sull’avambraccio destro comparve il marchio indelebile del suo destino, rosso come il sangue, rosso come il fuoco che le bruciava sulla pelle ogni volta che il segno compariva.

- Sei bellissima quando ti dimeni nel dolore e trovo che questo marchio ti stia divinamente ahahahahah!

La castana cadde sulle ginocchia, gli occhi gonfi  colmi di rabbia e risentimento, conscia di essere in quella situazione solo a causa sua.

- Andiamo piccola Tsuki…Dopotutto…Tu sei MIA.

E sparì così com’era arrivato, lasciandola nel panico, da sola e senza un briciolo di orgoglio.

Si accasciò sul prato urlando di rabbia verso se stessa, perché finiva sempre allo stesso modo?

 

*          *         *

Mitsuko si risvegliò sul divano di casa sua con una coperta distesa sul suo corpo e un panno bagnato sulla fronte, ci mise un po’ prima di rendersi conto che con lei c’era anche Kite e sobbalzò appena lo vide appoggiato con le spalle al muro intento ad osservarla.

- Che ci fai qui?

Chiese tossendo subito dopo.

- Sei svenuta, hai 39 di febbre.

La verde tentò in ogni modo di non incrociare lo sguardo penetrante e indagatore del maggiore che la fissava in modo duro.

- Perché sei uscita in quelle condizioni?

Mitsuko trovò il pavimento molto più interessante rispetto al bel viso del cacciatore che attendeva una risposta.

- Volevo…Uscire…Mi sentivo in gabbia qua dentro.

L’avambraccio sinistro le doleva, ma non vi era alcuna traccia del marchio e sperò che Kite non fosse stato tanto sfortunato da riuscire a vederlo.

- Potevi rischiare grosso…

Concluse quasi arrabbiato e subito, a Mitsuko, la domanda sorse spontanea.

- Perché ti interessa…?

Lo guardò strabuzzando appena gli occhi aspettandosi una risposta che ovviamente non arrivò.

Il cacciatore di numeri la fissò in silenzio per altri pochi minuti,  poi si diresse verso la porta e la aprì.

- Il tuo  robot è andato a prenderti l’antibiotico…e non farti illusioni, l’ho fatto solo perché è stato Hart a chiedermi di aiutarti.

Finita la frase chiuse la porta lasciando la gemella con mille interrogativi, perché in quello sguardo freddo Mitsu aveva visto molto di più di due laghi glaciali.

 

*          *          *

- …Tsuki…

Scattò appena sentì la voce di Ryoga alle sue spalle.

Aveva paura, paura che avesse visto tutto, anche se questa possibilità era alquanto improbabile vista la straordinarietà dei sensi sviluppati che il soggetto precedente aveva.

- S-Shark…Mi ero persa scusa, credevo te ne fossi andato…

Buttò li la prima cosa che le passò per la testa sapendo che lo squalo non le avrebbe mai creduto; ci fu un lungo scambio di sguardi e alla fine, nonostante il ragazzo di fronte a lei pareva inizialmente  riluttante nel credere alla sua versione dei fatti decise di tralasciare la cosa, almeno per il momento.

- Stupida, non ti lascerei mai qui da sola, per chi mi hai preso?!

Ribattè infastidito per poi avvicinarsi.

- Forza, ti riaccompagno a casa, sembri sconvolta.

Nel dire ciò le mise un braccio attorno alle spalle come per rassicurarla e Tsukiko rimase sorpresa da quel suo gesto inaspettato; Ryoga sapeva che c’era dell’altro ma non voleva rischiare di peggiorare le cose come l’ultima volta a scuola.

- Ryoga…Grazie.

Tsuki sorrise, la presenza del duellante accanto a se le aveva momentaneamente  portato via le terribili immagini che le erano state mostrate poco prima, in un certo senso era quasi grata di aver conosciuto quel ragazzo che la faceva sentire stranamente bene.

 

 

 

Note:

Salve gente! ^^ si lo so, sono in ritardo clamoroso, vi prego di perdonarmi ç_ç

Purtroppo sono stra-sommersa di compiti, interrogazioni e verifiche e in più avevo perso tutti i dati del precedente capitolo 3 che avevo scritto e sono caduta in una lunga depressione…

…Un minuti di silenzio per il povero capitolo andato perduto…

Ok dopo questo ammasso di scemenze vi chiedo scusa anche per questo capitolo che…boh non mi ha convinta al 100%...quindi ci terrei a sapere che ne pensate per modificare qualcosa in caso troviate parti spiegate male o poco convincenti.

Shark – Praticamente tutto.
Astral – Zitto, se non altro non mi ha tirato in mezzo questa volta.

Stai tranquillo Astral…Dal quinto in poi la tua presenza è assolutamente richiesta ^^
Hart – Non fare spoiler!
Ma non trovate che Hart sia assolutamente tenero? ** insomma è così carinooooo.
Kite – Non ti azzardare…
Uffa ç_ç siete tutti licenziati!
Shark – Non è che ci perda poi molto sai?
Bene, ignorando questi “simpatici” rompi scatole vi saluto e un immenso grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e/o che continuano a seguire questa FF.

 

Sayonara ^3^

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