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Lista capitoli: Capitolo 1: *** una cinica assassina *** Capitolo 2: *** "tu non sai chi sono io.." *** Capitolo 3: *** 'il salvatore' *** Capitolo 4: *** le parti si invertono *** Capitolo 5: *** una proposta di lavoro *** Capitolo 6: *** acida strega! *** Capitolo 7: *** Non puoi fottere le vittime! *** Capitolo 8: *** Mi hai fregato il lavoro! *** Capitolo 9: *** Ariel?!Chi diavolo è?! *** Capitolo 10: *** una commissione andata male *** Capitolo 11: *** il passato di Maret : come farsi rovinare la vita da una madre imbecille. *** Capitolo 12: *** Il passato di Maret : Il mio pigmalione era un killer molto gentile. *** Capitolo 13: *** Caro papà..ho preso tutto da te *** Capitolo 14: *** Il blues dell'anima *** Capitolo 15: *** L'arrivo di Natt *** Capitolo 16: *** La foto di Tommy *** Capitolo 17: *** Un fantasma da esorcizzare. *** Capitolo 18: *** L'anima pulsante della notte *** Capitolo 19: *** Sesso e droga al Killer Instinct *** Capitolo 20: *** Sangue sull'asfalto *** Capitolo 21: *** La copertura salta *** Capitolo 22: *** Solo per questa volta.. *** Capitolo 23: *** un sogno che svanisce all'alba. *** Capitolo 24: *** sette mesi dopo *** Capitolo 25: *** l'armatore *** Capitolo 26: *** Gli specialisti del settore *** Capitolo 27: *** Night in White Satin *** Capitolo 28: *** Un confessione sofferta *** Capitolo 29: *** Il sicario innamorato (1) *** Capitolo 30: *** il sicario innamorato (2) *** Capitolo 31: *** Un uomo sottoterra *** Capitolo 32: *** Hong Kong, mon amour ***
"Aspetta! ti darò il doppio,
non mi uccidere ti prego!" la supplicava l'uomo mentre la donna
nell'oscurità gli puntava addosso una pistola
"tu moglie mi ha pagato abbastanza, porco" la voce
sferzò gelida l'aria mentre la caricava " lo avrei fatto pure gratis"
"no..la prego.." continuava ad
implorarla
La donna sparò : due colpi, alla
testa e al cuore..il silenziatore attuì
il rumore..due leggeri 'tumptump' e l'uomo si afflosciò in terra mentre il sangue
fluiva copioso dalle ferite mortali.
La donna abbassò l'arma svitando il silenziatore e
mettendolo via, nella corta giacchetta di pelle bianca che indossava.
Diede un calcio al cadavere dell'uomo e raccolse la borsetta
che Lyse le aveva prestato
credendola ad una festa.
Aprì il portasigari dell'uomo e ne prese uno che infilò
nella borsetta tempestata di perline. Un sorriso appena accennato e Maret uscì silenziosamente dalla stanza dall'albergo
ancheggiando sui tacchi a spillo neri .
Sulla strada illuminata dai lampioni forti e dalle scritte
al neon, si accese il sigaro che aspirò con una lunga boccata.
Lyseinorridiva vedendola fumare quella roba
pestilenziale..a lei dava un'idea di potenza,di ricchezza, denaro;
Una prostituta la avvicinò "hai da accendere,
sorella?" le chiese guardando il sigaro che fumava.
Maretsistranì. Prese l'accendino e acconsentì alla sua richiesta
"grazie" mormorò la ragazza prima di allontanarsi
Non sono una tua sorella..le disse mentalmente, facendo un fischio molto poco
femminile ad un taxi. Salì dentro chiudendo la porta con un leggero tonfo.
"signora, non può fumare qua dentro" la avverti il
conducente guardandola dallo specchietto retrovisore
Maret fece una smorfia e lo spense
" vada adesso" gli ordinò dopo avergli dato un falso indirizzo.
Guardò fuori mentre sfrecciavano fra le strade della
metropoli..un altro porco di meno, un altro bel pò
di soldi sul mio conto in banca, pensò soddisfatta leccandosi il labbro
superiore con piacere.
Una volta nel loft segreto che
possedeva, si fece una doccia togliendosi la parrucca bionda e le lenti a
contatto colorate ;prese il telefono mentre apriva il frigo per
prepararsi un panino
"tutto a posto" disse solamente prendendo la
bottiglia dell 'acqua,un clic tolse la breve telefonata.
Soddisfatta si sedette davanti al portatile per scaricare la
posta..di
nuovo la lettera del suo ammiratore, pensò leggendo il nick
'quando mi concederai un
appuntamento?' le domandava con una faccina sorridente vicino ' ti aspetterò al
modo alle 7, se verrai sarò il tuo servo devoto per il resto della vita'
Maret sorrise sentendosi lusingata
' come corri! lasciamici
pensare su..' gli scrisse inoltrando la risposta
Guardò l'orologio, spense il computer e si stirò
arruffandosi i capelli che aveva appena tagliato...bella la vita del killer, pensò
gettandosi sull'enorme letto giapponese che aveva comprato da poco.
Uff.. la
riunione il giorno dopo..non aveva preparato la
relazione! Pensò d'un tratto allarmata...al diavolo mi
darò malata, decise chiudendo gli occhi nocciola e abbracciando il cuscino.
Il giorno dopo, si recò al suo lavoro di copertura..faceva
la segretaria in una casa di moda, tutti la conoscevano comeMoniqueLeroy : 28 anni, single conviveva con Lyse,
una giovane architetta di 26 anni scatenata, non aveva animalidomestici nè a
quanto sembrava, una famiglia.
Faceva sospirare i suoi colleghi per l'aria misteriosa di
cui si ammantava : molto bella e curata, attirava
l'invida delle colleghe, ma il sorriso
spontaneo che possedeva e una modestia innata la rendevano esente da malignità
e pettegolezzi.
Sempre di buon umore, salutava cortesemente tutti, portando
caffè o tramezzini ai lavoratori più indaffarati..laconsideravano una brava ragazza di gusti
difficili , ma affidabile e discreta. Maret ne rideva : non si rendevano conto che lafaccia che mostrava era falsa fin al midollo?
Cinica a livelli impossibili, gelosa, egoistae possessiva..questi erano i corretti
termini per definirla..e poi era una sporca assassina.
Già..pensava guardando i tabulati..una
lurida assassina senza scrupoli, ma sono brava..sono
dannatamente brava nel lavoro che faccio!pensò assaporando già la giacca di
pelle di Chanel che avrebbe comprato col lavoretto
della sera prima.
Posò la MontBlanc
sulla relazione e guardò avanti a sè, stringendo gli
occhi nocciola.. però era vero..quello
lo avrebbe fatto fuori anche gratis..quello schifoso
pedofilo!
Si incupì per un attimo, ma si
riprese subito quando si sentì chiamare dal capo.
Chiuse la cartellina di pelle che si era regalata per
festeggiare il buon lavoro che aveva fatto sul marito di quella cretina francese
che l 'aveva pagata fior di milioni, per fare in modo
che il marito smettesse la relazione con ' la sgualdrinella
del piano bar'
Tzè!pensò ancheggiando verso
l'ufficio del principale : un colpo ben piazzato a
quel grassone che allungava le mani su quella poveretta e il problema era stato
risolto..peccato che la francese non avesse
apprezzato il suo operato.
Poco male, l'aveva comunque pagata..certo aveva minacciato di fargliela pagare, ma Maret non pensava che avesse mai mantenuto la promessa..almeno, non fino a quel giorno!
Alle 6 uscì dall'ufficio, stringendosi nel cappotto di pelle..aveva
proprio la passione per quel materiale. Lungo fino ai piedi, in morbida nappa
le stava un incanto..ma dopotutto io sto bene con tutto. si
disse altezzosa, rimirando la sua immagine nella vetrina di un negozio.
Un uomo biondo la guardava, lo poteva vedere riflesso nel
vetro,ma dopotutto faceva questo effetto a molti. Sorrisecinicamente sentendosi una dea e restò a
guardare le ultime camicette alla moda.
L' individuo si staccò dal muro dietro di lei..Maret
non lo vide avvicinarsi, mentre faceva i conti di quando avrebbe dovuto chiedere
al suo prossimo cliente per potersi permettere uno stock di quelle meraviglie.
L'uomo tirò fuori la pistola dalla giacca discretamente,
guardandosi intorno per prudenza..c'era poca gente benchè fosse la via
principale.
Maret ammirava estasiata i foulards che adornavano le camicette al collo dei manichini
chiedendosi quale sarebbe stato più indicato alla sua carnagione ambrata.
"Ciao Maret" sibilò una
voce dietro di lei..qualcosa le fu premuto sulla schiena..Maret
sgranò un attimo gli occhi sentendosi chiamare col suo vero nome. Vide l' uomo di prima riflesso accanto a lei e si riprese
immediatamente.
"Mi sta confondendo con un'altra donna, il mio nome.." cominciò sorridendo
"MoniqueLeroy,
28 anni, single...abiti con la bella Lyse che lavora
allo studio di architettura sulla 10° strada..ti bastao preferisci
che continui?" le chiese a bassa voce mentre un gruppo di ragazze
passavano accanto a loro.
"chi sei?" domandò leggermente inquieta.
"un collega.." rispose premendole la canna della pistola sulla schiena.
"non ce n'è bisogno..e non rovinarmi la
giacca, l' ho comprata da poco" ribattè
nervosaMaret.
"peccato rovinarla con un forellino" le disse
freddo.
"perchè? chi
ti manda?"
"una tua cliente che hai preso in giro"
"la francese?" domandò stupita.
"non glielo dovevi ammazzare il marito..se l'è presa un pò" le
disse guardandosi attorno..stava arrivando gente
"andiamo spostiamoci di qui..e se fai un gesto
di sparo" la minacciò prendendola sottobraccio
Maret camminava apparentemente tranquilla, ma dentro sudava: quella
puttana della francese
Maret camminava apparentemente
tranquilla, ma dentro sudava: quella puttana della francese!
"Ne poteva avere quanti ne voleva di uomini,
meno lardosi e viscidi di quello" gli disse cercando di instaurare una
conversazione.
"La signora era innamorata, mia cara Maret.." le
rispose premendole l'arma contro il fianco .
"Era solo un porco che allungava le mani su quella
poveretta" sbottò continuando a camminare nervosa.
L'uomo sorrise mentre si dirigevano
al molo.
"Vuoi spararmi e gettarmi in acqua
vero?" domandò la ragazza guardando l'acqua nera.
"Perspicace" annuì soddisfatto il killer
spingendola verso la banchina
"Non cercherò di comprarti, chissà i soldi che ti avrà
dato per farmi fuori" momoròMaret
guardando dietro di lei.
"Parecchi in verità..mah, che stupida quella
donna " disse puntandole in faccia la pistola "addio Maret"
"Un ultimo desiderio no?" domandò cercando di
prendere tempo per inventarsi qualcosa.
"Non posso rifiutartelo.."le disse abbassando
un attimo l'arma.
Maret camminò decisa verso di lui,
mentre l'uomo aggrottava le sopracciglia ..che aveva
in mente quella vipera?
Si fermò a pochi cm da lui e lo guardò..però
niente male il suo assassino, pensò guardando i lunghi capelli biondi legati e
l'aria nordica che dimostrava..sorrise pericolosamente e allungò una mano sul
risvolto della giacca "un bacio non me lo puoi rifiutare" gli disse
con voce bassae sensuale
Il killer sorrise per un attimo..questa, di richiesta, non gliel'avevano mai fatta!
Maret si avvicinò mentre
leggermente arretrava "che fai scappi da me?hai tu la pistola..io
sono innocua.." mormorò languida protendendo il
viso verso di lui
Non era molto professionale ma si poteva fare, pensò l'uomo
attirandola a sè e baciandola.
Stupido idiota!pensò Maret
soddisfatta : lo fece arretrare finchè
non mise il piede sopra un mucchio di corda arrotolata. Lo spintonò
con forza, facendolo cadere e con un calcio veloce gli tolse l'arma dalle mani,
piombandogli sopra e facendo scattare un coltello a serramanico vicino ai suoi
occhi .
"non vali un granchè"
gli disse mentre l'uomo fremeva di rabbia.
"stronza.." sibilò guardando la pistola lontano.
"no, no..."gli disse accarezzandogli il volto con
la lama scintillante " sono solo brava, molto più di te"
Rise soddisfatta mentre il killer la osservava ecalcolava nella sua mente.
"la parola d'onore vale ancora nel nostro ambiente..rinuncia
all'incarico ed eviterò di mandarti a fare compagnia ai pesci" lo minaccio
tranquillamente.
" ne verranno altri dopo di me.."
tentò di convincerla sentendo la barba appena
accennata, stridere a contatto col coltello
"li ammazzerò tutti io per uno, che vengano pure!"
esclamò quando si mosse sotto di lei..velocemente il coltello scese a livello del cavallo.
"no..non ti muovere.." gli disse
sorridendo in maniera pericolosa " se voi usarlo ancora ti consiglio di
non muoverti"
"me l'avevano detto che sei una puttana senza
scrupoli" sibilò arrabbiato " e sei anche stupida!" esclamò
dandole una ginocchiata sulla schiena che le fece mancare il fiato.
Un secondo e Maret si ritrovò
stesa con la faccia sul freddo cemento della banchina bagnata.
Le torse il braccio costringendola a lasciare il coltello a
serramanico che l'uomo gettò nell'acqua
"In piedi forza" esclamò con rabbia tirandola su e
sbattendola di faccia contro il muro di un docks,
prese la pistola e gliela puntò sulla tempia "sei stata accontentata, adesso
crepa in fretta" le disse incazzato.
L'istinto di sopravvivenza la spinse a
ribellarsi "non mi puoi ammazzare così! aspetta.." girdò isterica.
il killer premetteil grilletto ....
La vita passò davanti agli occhi di Maret
mentre aspettava che il colpo esplodesse e che il cervello si spargesse sul
muro
"Ma cazzo!" sentì
esclamare l'uomo..si era inceppata quella fottuta
pistola d'importazione!!
Era viva, era ancora viva!pensò per
un attimo, non sapendo se ridere o piangere.
Come una furia si divincolò e strillò cercando di liberarsi.
"Finiscila cazzo!" le
urlò contro. Le diede un violento colpo allo stomaco facendole mancare il
fiato.
"Guarda che non mi serve una pistola, sono capace di
ammazzarti anche a mani nude" le sibilò afferrandole il viso mentre
ansimava per prendere fiato "peccato che la 'madame' sia una sentimentale..vuole
che ti riservi lo stesso trattamento che hai fatto al marito"
Maret ansimava dal terrore..lo
stesso?! cristo!
C'era andata pesante quella volta: quando aveva scoperto che
cercava di approfittarsi delle ragazze del piano bar non si era limitata a
sparargli ma l'aveva torturato un pò...ricordava
ancora le grida di terrore dell'uomo mente lo tagliuzzava ..e
poi...gli aveva sparato ai genitali. L'aveva lasciato crepare in santa pace
dopo qualche minuto di agonia che erano sembrati
eterni a quel maiale.
"quello era uno schifoso stupratore.."
balbettò tremando al solo pensiero che quello le
mettesse le mani addosso.
"ma guarda..la cinica Maret che trema..questa è una di quelle cose da raccontare "le disse
sarcastico mentre Maret tremava in maniera
incontrollabile "dove è finita tutta la tua boria, adesso?"
"non uccidermi.." lo pregò mentre le stringeva la gola
"non si fa la cattiva ragazza senza aspettarsi delle
conseguenze, Maret.." se la stava divertendo un mondo quello stronzo!
pensò infuriata
"Forza, ora ce ne andiamo in
un bel posto" le disse minaccioso "fa la brava e non cercare di
scappare..sono io che comando adesso"
Il sangue le andò al cervello mentre pronunciava quella
frase "Tu? uno stupido novellino che non è neanche
capace di usare una pistola?! non farmi ridere coglione" lo sferzò mentre la trascinava a forza.
L'uomo le sorrise in maniera
pericolosa "stupido novellino?" gli veniva da ridere talmente tanto
che fu costretto a fermarsi "io sarei uno stupido novellino?" ripetè guardando gli occhi sfrontati della ragazza.
"si" affermò fissandolo con odio.
"Tu non lo sai chi sono io eh? ancora
non l'hai capito.." sghignazzò stringendole il
braccio ricoperto dalla morbida pelle
"Io sono JesusCox.." le
disse mentre Maret moriva dentro per l' ennesima
volta.
" 'Il salvatore di anime perse' " balbettò Maret guardandola
con occhi sgranati
" 'Il salvatore di anime perse' " balbettò Maret
guardandola con occhi sgranati
"bene, sono conosciuto" le disse ben sapendo delle
leggende che gravitavano attorno al sua persona. Lo descrivevano come un killer talmente spietato che difficilmente
accettava compromessi.Una volta
data la sua parola era sicura; si diceva che avesse ammazzato senza pietà la
propria donna quando l'aveva trovata a letto con un 'collega'
nonchè amico..quello che
aveva fatto a lui ancora le vorticava in testa.
Il terrore si impossessò di Maret..sarebbe stato meglio che la pistola non si fosse
inceppata, adesso..era la fine!
Quando fermò un taxi dandole l'indirizzo del loft segreto di Maret
la donna sprofondò nel sedile rovinato..dio , sapeva
tutto di lei.
Le gettò qualche occhiata mentre sedeva rigida : era molto bella, le voci non le rendevano giustizia,
peccato doverla ammazzare pensò con una smorfia il killer.
Quando il taxi si fermò, Maret
gettò un'occhiata supplichevole al conducente, ma l' uomo
non la degnò di uno sguardo..è finita..è davvero finita! pensò mentre la
spingeva nel loft lussuoso.
"bella tana. ti sei sistemata
bene..in effetti è un lavoro che rende parecchio il
nostro" le disse sedendo sulle basse poltrone di pelle.
Maret non cercava neanche di
scappare..respirava a fatica, sto per svenire..davvero.
La sua superbia era scomparsa..era una morta che
camminavae non era il caso di fare
tanto la stronza!
Lo guardò aggirarsi per la stanza fermandosi a guardare la
scatola di sigari ."non
sapevo che fumassi il sigaro" disse prendendole uno e rigirandolo.
"Lo faccio da poco " rispose appena mentre faceva
mille piani di fuga.
"E sei bella rifornita di
liquori a quanto vedo" le disse prendendo in mano una bottiglia chiusa.
"Per gli ospiti..io non bevo, altera i sensi" rispose meccanicamente
togliendosi la giacca di pelle e maledicendo l'unico giorno in cui non si era
portata la pistola.
"quali ospiti? da che ne so io
questo posto non lo conosce neanche la tua bella amica Lyse..persona
dolcissima" annuì aprendo la bottiglia di cognac.
"tu hai parlato con Lyse?"
"una ragazza molto carina..peccato che non sappia
niente di te, come i tuoi colleghi del resto" commentò serafico.
Riempì due bicchieri e glielo porse uno mentre Maret lo guardava esterrefatta :
lei non prendeva mai tante informazioni sulle sue vittime! Non ne aveva bisogno.. a che le serviva riempirsi la testa con
quelle cazzate? sarebbe
morto lo stesso! "bevine avrai
bisogno.la notte è
lunga" le disse facendole mancare un battito.
Prese il bicchiere con mano ferma..non fargli vedere quanto
hai paura..è uno stronzo
qualsiasi, lo fotti quando vuoi...si diceva facendo
finta di bere..bastava arrivare al divano..c'era una pistola infilata la dentro..
Ancheggiando con grazia si mosse verso il divanetto
sedendosi con fare tranquillo, accavallò le gambe appositamente,
le doveva provate di tutte pur di fargli abbassare la guardia quel tanto che
bastava per farlo secco. Posò la mano sul tessuto delicato e la mosse su e giù
con fare casuale.
"togli quella mano di li" le disse secco.
Maret si fermò
guardandolo stupita "perchè?" domandò
tenendo in mano il bicchiere ancora pieno.
A passi veloce l'uomo la prese per
un braccio tirandola su e scostando i cuscini .L'arma apparìin tutta la sua pericolosità mentre Maret lo malediceva.
"classico" commentò chinandosi a prenderla.
Con un gesto fulmineo Maret gli
spaccò il bicchiere in testa : il vetro esplose
ferendole la mano e la testa dell'uomo che emise un gemito;dalla ferità zampillò sangue misto a cognac
"te l'ho detto che bere altera i sensi" gli disse
colpendolo ai reni con violenza.
Jesus cadde a terra con un gemito
roco. Maret lo colpì di nuovo stavolta alla testa
ferita e lo mandò lungo disteso in terra.
Ansimando per la paura restò un attimo a guardare 'il
salvatore di anime perse'
che giaceva a terra sanguinando.
Velocemente lo legò cercando di non piangere per il
nervosismo..perchè non aveva delle manette in casa? le
avrebbe dovute rimediare da qualche parte!
Chiama la polizia! dì che era un
ladro! si diceva prendendo il telefono con mani
tremanti.
Lo posò immediatamente : e se
perquisivano il loft come spiegava l'abbigliamento,
le parrucche, le armi che vi si trovavano dentro?
Ammazzalo in fretta!
Si..la pistola, dov'è? pensò
cercandola ovunque..quando la trovò si rese conto che
non poteva fare nanche quello..come
si sbarazzava del cadavere? la macchina era dal
meccanico...come lo trascinava? a piedi?!
Crollò distrutta sul divano macchiato..quellostronzo!lui e il suo sangue..pensò
accigliata
Il sangue!lo devo fermare o morirà dissanguato e starò di nuovo a capo
della faccenda! pensò correndo in bagno e prendendo
delle garze sterili.
Tamponò la ferita che spiccava fra i capelli biondi..ci
sarebbero voluti dei punti e non aveva il necessario! pensò
infastidita
"accidenti a te Jesus!mi stai
dando un sacco di problemi!" gridò all'uomo incosciente.
Resto a guardarlo..quello era Cox..chi l'avrebbe mai
detto? Lei si aspettava un vecchio signore, visto la fama e la lunga lista di
morti che si portava dietro..non uno che avrà più o meno la mia età!
Lo legò ancora più stretto, mani e
piedi e lo sistemò sul divano cercando di trovare delle argomentazioni
convincenti per convincerlo a non ucciderla...la sua libertà in cambio della
mia, pensava torcendosi le mani sudate dalle unghie perfettamente smaltate
"eccavolo mi sono rotta un'unghia !"
esclamò infastidita..al diavolo! mi
ha rovinato la frenchst'idiota!
pensò mentre la boria che la gonfiava tornava a farsi
sentire prepotente.
Jesus si svegliò con un dolore pulsante ala testa e la bocca impastata
Jesus si svegliò con un dolore
pulsante ala testa e la bocca impastata..cristo che male! pensò cercando di
muoversi
l'aveva legato..minimo!
sbuffò nervoso..quella
giornata era cominciata proprio male, prima quella gallina francese con le sue
assurde richieste, poi la pistola inceppata e ora questo!
Vide Maret che sedeva in terra
tenendosi la testa fra le mani "ehi.." le disse facendole fare un sobbalzo "come mai sono ancora
vivo?" le chiese ironico.
"Ho la macchina dal meccanico e il frigo troppo piccolo
per farti a pezzi e congelarti " gli rispose distratta.
L'uomo ridacchiò.."non male
come battuta"
"già..."rispose alzandosi in piedi. Senza tacchi
era bassa notò Jesus quando le venne vicino "ti
servono un paio di punti" gli disse con voce atona.
"Potevi evitare di darmi una bicchierata" le disse
sarcastico "per non parlare del calcio ai reni"
"Tu vuoi ammazzarmi" gli ricordò con un
sopracciglio alzato.
"No..prima devo torturarti un pò, poi
ti ammazzo" sibilò furioso.
"Perchè? perchè ho ammazzato un bavoso lardone
col pisello sempre in tiro?" gli chiese chinandosi verso di lui "ho
fatto un piacere al mondo"
Lo fece ridere con la sua battuta " non male neanche
questa..me
la devo segnare "
"Facciamo un accordo..la mia libertà in cambio
della tua" gli propose secca
Jesus la guardò sghignazzando
"la tua vita non vale un cazzo..pensi
che non riuscirò a liberami da questi 4 legacci? mi
sottovaluti" le disse quasi offeso
"Allora ti lascio crepare dissanguato. Tanto la macchina mi arriva dopodomani" decise rendendosi
conto che, seppur legato, era innocuo come un serpente a sonagli.
"Che hai da guardare?" le chiese
infastidito.
"Pensavo a quanto è stato facile..ti sei fatto stendere da
una donna. Il tuo ego maschile non è leggermente alterato per questo?"
domandò sorridendo ironica
Jesus sorrise pericolosamente
"aspetta che mi liberi..avevano ragione su di te, sei una stronza
altezzosa e frigida" affermò spiando le sue reazioni " una puttana di
prima categoria : cinica, senza scrupoli..ce l'avrei
io un bel trattamento per farti abbassare la cresta!"
Un violento cazzotto lo colpì al viso "chiamami puttana
di nuovo e ti riservo lo stesso trattamento del ciccione, ma a te, ti castro" sibilò nera.
Jesus sputò del sangue
ridacchiando " puttana" ripetè facendola
infuriare.
Lo sbattè a terra facendogli
urtare la ferita..l'uomo gemette di dolore mentre lo picchiava con violenza
"non mi sono spiegata bene allora!" urlò inferocita " hai così
tanta fretta di morire? ti accontento subito!"
gli disse prendendo la pistola "questa è carica e... funzionante"
specificò premendogliela sulla guancia.
"ti sporcherai quel bel vestitino" la avvisò
restando immobile mentre il dolore alla testa si faceva così forte da farlo
svenire per la seconda volta.
Che cazzodevo
fare?? che devo fare?! pensò
nel panico più completo mentre si faceva una doccia cercando di calmarsi
l'aveva legato ancora più stretto
di prima..perchè non ho mai fatto un pianoin caso di emergenza?! gettò
un'occhiata al killer svenuto mentre si asciugava in fretta e si rivestiva
andando su e giù per il loft..lo stomaco gorgogliò.
Si alzò per aprire il frigo quando lo sentì genere nuovamente. Si bloccò
all'istante ascoltando il fiume di parolacce che le tirava
dietro
"quella brutta stronza..quando la prendo la faccio pentire di essere venuta al
mondo" borbottava con la testa pulsante.
"ti sento sai?" gli disse mangiando un tramezzino.
"me ne fotto..tanto
sempre una grandissima stronza rimani" borbottò
guardandola con occhio annebbiato "ehi perchè
non sfami il tuo povero prigioniero?" le chiese sentendo fame.
"te lo scordi" ribattè
pensando alla follia che le aveva chiesto.
"appunto..stronza!" affermò annuendo "vuoi farmi morire di
fame, vero?"
"è un' alternativa " gli
disse dopo un attimo.
Si inginocchiò si fronte a lui
continuando a masticare "perchè diavolo non vuoi
fare un patto con me..vita per vita"
"la tua vita non vale un cazzo"
le disse cupo..certo che era una bella sventola, la ragazza.
"Non sei molto gentile" gli disse addentandogli
davanti il tramezzino quasi finito.
"Se non mi dai da mangiare ti
crepo di sicuro qui, visto il sangue che ho perso"
Maretlo guardò indecisa..guardò il tramezzino e
con un sospiro glielo ficcò in bocca "mangiava..almeno smetti
di dire cazzate"
Si sedettea
guardarlo..che ci faccio con questo? si
grattò la testa affranta..ammazzarlo era l'unica cosa
da fare..tenerlo là un paio di giorni minimo..affittare una macchina?tzè con
quei vicini impiccioni che si ritrovava!
Il telelefono squillò, meccanicamenterispose mentre l'uomo la fissava truce.
"va bene" rispose prendendo un appunto su un
foglio.
"il lavoro chiama?" domandò sarcastico.
Maret non gli rispose e si diresse
verso la camera da letto..doveva lavorare quella notte.
Il lavoro non filò liscio. Parecchi intoppi si misero sulla
sua strada. Il camuffamento con la parrucca rossa era andato
ormai, pensò rientrando nel loft. Si era
completamente dimenticata del suo prigioniero che la guardava nel buio.
Si appoggiò alla porta, scivolando a terra in preda a i singhiozzi..era troppo! per quel giorno era stato decisamente troppo!
"che schifo di killer..ti metti sempre a
piangere dopo un lavoro?" disse sarcastico facendola sussultare.
"che cav..ah
sei tu.." mormorò dopo un attimo, si alzò
lanciando le scarpe nella stanza e sprofondando nel divano gemello..stava troppo male ed era incurante dei suoi sberleffi.
"vuoi che ti chiami la mammina?
o preferisci.." continuò
facendola sclerare.
"Muto! sta zitto! " urlò
isterica "non voglio sentire le tue cazzate!"
lo prese per la camicia scrollandolo violentemente.
"Fa schifo certe volte sto lavoro, lo
sai vero?!lo sai o no?" urlò isterica.
"guarda guarda.. la cinica Maret che frigna come
una pupetta.." gongolò
soddisfatto vedendola chiudere gli occhi
"testa di cazzo.." borbottò lasciandolo
andare
Si sentì afferrare improvvisamente"no.." mormoròimpallidendo
"te l'avevo detto che non sarebbero stati 4 legacci a
fermarmi" le disse sghignazzando trionfante mentre la trascinava in piedi
e la legava con le braccia dietro la schiena.
"Mi dovevi ammazzare quando ne avevi
l'occasione..però hai una mente molto razionale, sarà
difficile anche per me portare il tuo cadavere fuori di qui" le disse
assaporando il terrore nei suoi occhi.
Con la testa dolorante la tirò fino alla camera da letto e
la gettò sul materasso sedendosi stanco "ahiocazzo.." borbottò
toccandosi la ferita pulsante.
Frugò nell'armadietto dei medicinali trovando ciò che
cercava..Maret
nel frattempo pregava i santi che non la torturasse ..o per lo meno che la
uccidesse in fretta!
"Adesso..parliamoci chiaro..non mi piace
torturare le donne, ma sei talmente stronza che per
una volta ci passerò sopra" le disse guardandola farsi sempre più pallida
"su non fare quella faccia..sono un
esperto"
"No..non mi uccidere.." mormorava
continuamente arretrando lontano da lui.
"fai poco la stronza quando
sono gli altri a comandare eh?" le disse sedendosi sul letto e
accendendosi una sigaretta"donne! chi vi capisce è bravo"
"tu l'hai ammazzata la tua.."
mormorò spaventata
"mh? si..grazie, l'ho trovata a scoparsi il mio migliore amico! uno si incazza leggermente"
le disse con fare tranquillo
"Avevi ragione in quel caso." assentì
cercando di distrarlo..le mani le facevano male..l'aveva stretta troppo.
"Per favore..liberami non cercherò di scappare" gli promise mentre
la guardava incredulo.
"certo! come no?" rispose
ridendo..era talmente terrorizzata che sarebbe
rimasta davvero immobile se l'avesse slegata
Era troppa la tensione a cui era stata sottoposta durante
quel giorno..si sentiva stanca, aveva sonno, paura di morire..
Jesus se ne stava tranquillamente
a fumare non degnandola di uno sguardo
"Sono disposta a qualsiasi cosa pur di non morire"
gli disse d' un tratto " farò tutto quello che
vuoi..vuoi che ammazzi qualcuno per te? lo farò.. vuoi del denaro? posso
farti depositario del mio conto in banca..vuoi.."
si interruppe a disagio..quella
di parte le faceva schifo" se vuoi me..mi
avrai" finì mentre la scrutava interessato
"non mescolo lavoro e piacere, puoi tenerti anche i
tuoi soldi" le disse facendolo crollare le sue speranze
Gettò via il mozzicone, avvicinandosi a lei pericolosamente
"perchè avevi una bocca niente male.." sussurrò sulle sue labbra.
Maret deglutì nervosamente mentre
la sfiorava con la bocca..sentiva l'odore della sigaretta..istintivamente
girò il volto di lato " sei una stupida che fa promesse a vuoto, boriosa,
superba e sei una grandissima figlia di puttana..proprio
il mio tipo" le disse restando semisdraiato su
di lei "scommetto che basterebbe scoparti un bel pò
per farti perdere quell'aria sprezzante" le
sussurrò mentre Maret tremava.
"quindi?" domandò sul
punto di piangere.
"Ma si che diavolo, togliamoci
lo sfizio" esclamò d'un tratto "lavora con me e faremo soldi a
palate!" decise facendole venire un infarto
"Che vuoi dire?" domandò appena ..lavoro?
le faceva una proposta da lavoro?!
"Ammazzerai per me..ti passo lo stipendio,
ovvio" le disse tirandola in piedi
"Devo lavorare per te?" ripetè
incredula
"Stammi a sentire bene"
le sibilò d'un tratto " fammi incazzare e sarai
fredda ancora prima di accorgertene..non prendere
decisioni di testa tua e non fare mai, dico mai la puttana con me..ci siamo capiti?!
Maret annuì senza aver ben
compreso l'ultima parte "e ..per la
francese?" gli chiese a stento.
"Quello è il tuo primo incarico della giornata" le
disse soddisfatto della sua decisione "un colpo secco e via"
Maret annuì muovendo i polsi
doloranti. La girò e la slegò in un attimo "voglio mettere su un bel
business..sarai la mia punta di diamante" le disse sorridendo
Maret annuì nuovamente rendendosi
conto di essere viva...e fregata! a
lei piaceva lavorare da freelance!
Correva Maret..correvae sudava, si sentiva sporca..quel lavoro richiedeva una buona dose di fiato, pensò
mentre la pista che si perdeva fra i boschi si faceva sempre più dura per lei.
A quell'ora del mattino non c'era nessuno..o
meglio..c'era solo chi interessava a lei. Il suo
prossimo obiettivo.
Un ragazzo le passò accanto velocemente, girando su se
stesso per lanciarle un bacio e riprendere la sua corsa. Maret
infilò una mano nel marsupio che portava.
Riprese la sua corsa e lo raggiunse impugnando la pistola.
Il ragazzo le sorrise..ma il
sorriso gli morì sulle labbra quando vide l'arma.
Un colpo dritto in fronte e la sua vita si spense.
ok..altri
cinquecentomila guadagnati pensò Maret riponendo
l'arma e lasciando il cadavere dietro di sè. Prese il
cellulare e chiamò Jesus "tutto fatto"
"vieni qui ho un'altro lavoro
per te" le disse attaccando senza darle tempo di ribattere.
Scocciata la ragazza ubbidì. Seduta sulla macchina nuova
fiammante si recò alla villa del killer che comandava la sua vita da un mese a
quella parte.
E non solo la sua visto quanti
dipendenti aveva! pensò mentre un uomo le apriva la
portiera della macchina.
Leilo degnò appena
di un'occhiata e si diresse a passò deciso all'interno
della casa che fungeva da quartier generale.
Salì le scale dell'enorme salone e si recò nello studio
trovandolo intento a fumare
Aprì la porta lentamente mentre si sforzava di mostrarsi
cordiale, anche se dentro fremeva dalla voglia di mandarlo al diavolo.
"sono qui" borbottò richiudendo la porta dietro di
sè..non era pretenzioso ed
era piuttosto generoso, lo doveva ammettere..ma era
il fatto di dover sottostare ai suoi ordini che la mandava in bestia!
Si girò verso di lei con sguardo annoiato "la tua
ultima prodezza non mi è piaciuta" le disse spegnendo la sigaretta nel
portacenere di cristallo già colmo a quell'ora del giorno
"quale?" si sedette sulla scrivania di legno
lucido e accavallò le gambe inguainate di stivali di pelle nera lucida che
facevano tanto 'puttana d'alto bordo', come li aveva
definiti Jesus quando li aveva visti la prima volta.
"la moglie di quell'idiota
che ci ha pagato fior di quattrini per farla fuori, la Brown...perchè non ti sei attenuta agli ordini?" le chiese
alzandosi dalla comoda sedia e aggirando la scrivania fino ad arrivarle davanti
"è morta..non la posso certo ammazzare due volte"
"hai capito quello che intendo" le disse serio
"io non torturo le donne" rispose gelida
"non va bene Maret, non puoi
trasgredire i miei ordini..se ci pagano per un lavoro lo dobbiamo fare per bene,
esattamente come ci ha richiesto il cliente" continuò toccandole i corti
capelli illuminati dalle mechès fresche di
parrucchiere
"allora vacci tu la prossima volta.."
gli disse sentendosi rivoltare lo stomaco dalla
richiesta che le avevano fatto "tu sei in grado di farlo no?" domandò
a bassa voce..si faceva rabbia da sola! ogni volta che la guardava in quel modo si sentiva come una
bambina sgridata dall'insegnante!
"sbaglio o hai perso tutta la tua boria da un pò di tempo a questa parte?" le chiese insistente
"Sbagli infatti"
"rispose tirandosi indietro i capelli con un gesto stizzoso
"però non ti sei fatta molti scrupoli a castrare quel
poveraccio" le disse sorridendo..quando sorrideva in quel modo era pericoloso, pensò Maret indecisa sulla risposta.
"era un uomo..una specie che non sopporto molto" affermò
sghignazzando e guardandolo dall'alto in basso.
"sei lesbica?" le chiese all'improvviso.
"no! ma che ti viene in
mente!"
"allora spiegami una cosa : come
fai per il sesso se non li sopporti gli uomini?" domandò interessato..aveva delle idee tutte sue quella sciroccata,
ed erano tutte parecchio divertenti da ascoltare!
"Non sono cose che ti riguardano" gli disse
stupita " ma pensa tu.." borbottò
scendendo dalla scrivania per andarsene "ti togli?" domandò nervosa
quando Jesus non accennò a spostarsi.
"nofinchè
non rispondi alla mia domanda, toglimi questa curiosità e passerò sopra alla Brown "
Le conveniva, in effetti "li faccio ubriacare
l'indispensabile e me li faccio mentre sono ancora in grado di tenerlo su..poi me
ne vado" rispose bruscacon un sorrisetto di sfida
Jesus si spostò per lasciarla
passare ma la trattenne per un braccio " per una strana legge del karma
tutto quello che fai torna indietro" le disse enigmatico
"bene..vorrà dire che starò attenta" rispose prima di
andarsene sbattendo la porta
Jesus laguardò ancheggiare fino alla macchina..è
proprio una stronza..una bella lezione gliela doveva
dare qualcuno prima o poi..eperchè
non lui? pensò sorridendo soddisfatto al pensiero di
farsi quell' acida sventola.
"Perchè devo portarmi la
scorta? questo lavoro posso farlo da sola" gli
disse furiosa quando le comunicò la notizia che per far fuori il banchiere
aveva bisogno di aiuto.
"L'albergo è troppo ben sorvegliato..ti aiuteranno ad
intrufolarti senza problemi" le spiegò per l'ennesima volta
Maret fremeva di sdegno : non si fidava di lei? la
riteneva incapace di svolgere un lavoro che faceva da anni?!
"non fare quella faccia! non puoi
partire in quarta come al tuo solito. Certe cose vanno pensate e
calcolate!"
Jesus le sbattè
sul tavolo un plico di fogli "queste sono le
informazioni che abbiamo raccolto, leggile e .."
"entro e lo faccio secco! finito..più facile di così!" gli disse sedendosi pesantemente
sulla poltrona di pelle
"finito? questo è il tuo
piano?" le domandò allibito come ancora in piedi la osservava dondolare
una gamba su e giù.
"certo, che altro vuoi?" gli chiese guardandosi
un'unghia perfetta.
"ma tu lavori sempre così? era... incredulo! a dir poco!
"certo!"
"starai scherzando spero.." la guardò come se fosse un
animale raro.
"pensala come ti pare" sbuffò
infastidita "lo vediperchè lavoro da
sola? non devo rendere conto a nessuno!"
sbraitò alla fine seccata.
Jesus restò in piedi mentre lei
non lo degnava di uno sguardo. Raddrizzò la schiena, tirandosi su i pantaloni
che erano calati leggermente e aggirò la scrivania pensieroso.
Maret aspettava con infinita
pazienza che finisse di andare su e giù e le desse l'ok per procedere..che strazio! pensò battendo una mano sul bracciolo imbottito.
"come ti travestirai?" le chiese d'un tratto osservando il pantalone attillato che indossava.
"le puttane passano sempre inosservate" gli disse
tranquillamente.
Non commentò limitandosi ad alzare le
sopracciglia perplesso "quindi con questi vestiti" le disse
non riuscendo a trattenersi.
"stronzo" sibilò Maret senza guardarlo.
Si sedette davanti a lei scrutandola a lungo mentre la
ragazza faceva finta di niente "c'è un problema che non hai
calcolato" le disse d'un tratto.
"e quale sarebbe?" domandò ironica sentendosi a
disagio sotto quell'esame prolungato "è un finocchio" rispose
lasciandola allibita.
"E no!" commentò Maret
prendendo la foto ..ma guarda tu che pezzo di..per una volta che pensava di farsene uno!
"sempre così..quelli più belli o sono prenotati o sono gay" disse
ributtando la foto sulla scrivania.
Jesussi incazzò parecchio "pensavi di fartelo?"
"certo! guarda che
addominali!" rispose additando la foto del giovane banchiere fotografato a
bordo piscina.
"non sei molto professionale" le disse dopo un
attimo di smarrimento.
"me ne frego!la mai tecnica avrebbe funzionato : un pò d'alcool, una botta e via
e si sarebbe risvegliato in paradiso..quello sarebbe
stato un bel modo di morire per lui e parecchio divertimento per me" gli
disse cinica sorridendo alla sola idea.
"e quando pensavi di mettermi al
corrente?" le chiese stentando a mantenere la calma.
"sono cazzi miei" gli
lanciò uno sguardo di sfida che Jesus prese molto
male "e no cara Maret! se
lavori per me non puoi fare come ti pare!" esclamò saltando in piedi e
tirandola appresso a sè "non puoi farti le
vittime anche se sono bene attrezzate come questo qua!Ma ricordati che quelli
così hanno la miccia corta" le disse ironico mentre la ragazza tremava di
rabbia.
"va al diavolo e lasciami" gli disse
tentando di divincolarsi "Non vorrai mica che ti tenga il conto anche
delle volte che vado al cesso?" gli domandò guardandolo con occhi
di fuoco.
"Non cominciare a fare la strega" le disse minaccioso "non ci metto niente a farti fuori"
sibilò tenendola per le spalle.
..ma le mani libere le ho io!pensò Maret estraendo velocemente la pistola dall'interno del
cappotto e premendogliela sullo stomaco.
"Puttana.."sibilò incazzato restando fermo "se mi ammazzi non uscirai da
qui..." le ricordò cercando di mantenere al
calma.
"ma quanto godrei a vedere il tuo cadavere senza vita
prima di morire!" esclamò Maretcon rabbia .
Mise via la pistola restando a fissarlo con odio " mi
hai incastrato, ma prima o poi mi vendicherò di te..guardati le spalle Jesus"
lo avvertì quando la lasciò con un moto di stizza.
"fa come ti pare ma riporta le chiappe qua" le
disse prima che uscisse sbattendo la porta.
Si accese un sigaretta incazzato,
fumando per calmarsi..brutta puttana isterica...
Maret guardò l'entrata dell'hotel
in cui risiedeva il banchiere. Travestita da donna delle pulizie si confondeva
con le altre. Il suo piano originale non poteva funzionare a pensarci bene, ma
non lo aveva cambiato perchè gliel'aveva detto Jesus...certo che no! Stizzita ripensò alla scena della
mattinata. Lo doveva far fuori..prima o poi, avrebbe abbassato la guardia e 'pum'.. un bel forellino in mezzo a quegli occhioni azzurri che si ritrovava!
Si concentrò sulla sua missione assumendo l'aria della brava
ragazza 'che aveva bisogno di lavorare per tirare avanti la famiglia '..la
scusa che avrebbe inventato al banchiere quando se lo sarebbe ritrovata nella
stanza che gli rifaceva il letto.
Con un sorriso appena accennato spingeva
il carrello con la biancheria pulita nei corridoi. Una voce conosciuta
la fece sussultare . Lasciò cadere un asciugamano di
proposito, mentrei due uomini passavano..figlio
di puttana! pensò tremando di rabbia. quei capelli li avrebbe riconosciuti ovunque!
Jesus ridacchiò dentro di sè quando le lanciò un'occhiata e la vide che lo fissava
incredula.
Con un cenno imbarazzato il banchiere si sbarazzò delle
guardie che le passarono accanto senza degnarla di uno sguardo.
Quando la porta della camera si chiude
dietro di lui, Jesus rabbrividì..non
aveva niente contro gli omo..ma si sentiva parecchio
a disagio!
"siediti vuoi qualcosa da bere?" gli domandò
l'uomo con fare sornione.
"niente grazie" rispose guardando la stanza. Un
lieve bussare alla porta lo fece sorridere ..eccola!
"apri la porta, caro?" gli
chiese mentre beveva il liquore chiaro.
quell' appellativo
gli fece rizzare i capelli alla base della nuca! Aprì la porta a Maret che lo fissava furiosa.
il banchiere la guardò appena
mentre lumava la sua nuova conquista.
"non abbiamo bisogno di niente signorina" gli
disse duro menteMaret
infilava una mano sotto l'asciugamano che portava in braccio.
Jesus la fermò con
un'occhiataccia. Maretlo fissò interrogativa. Un secondo dopoil corpo del banchiere cadeva a terra con un gemito
"ma brutto figlio di puttana! questo incarico era mio!" gridò quasi Maret mentre il suo capo infilava tranquillamente la
pistola col silenziatore in tasca.
"non ti avrebbe neanche fatto entrare, per certi lavori
ci vuole un uomo" le disse sorridendo.
Cercando di non incazzarsi, Maret uscì dalla stanza spingendo un carrello che era
diventato tutto d'un tratto incredibilmente pesante
"Sei solo un lurido testa di cazzo!"
urlò Maret una volta fuori all'hotel ,mentre sfrecciavano per le strade illuminate.
Stanco delle rimostranze della donna si fermò in un vicolo
buio e squallido "ascoltami bene!basta con queste
scene da isterica, ne ho piene le palle!" esclamò uscendo dalla
macchinae sbattendo la portiera con
violenza.
"mi hai fregato il lavoro!" rispose incazzata, uscendo anche lei dalla macchina e gettando in
un secchione l'uniforme da cameriera.
"non saresti arrivata neanche al primo piano!! " ribattè accendendosi una sigaretta.
"te lo volevi scopare! ecco perchè te lo sei rimorchiato" gli disse mezza ridendo
e mezza seria.
"guarda che non sono gay
" affermò ridendo di lei.
"e ti sei incazzatoperchè ti ho interrotto!ora capisco tutto" esclamò
incredula..ma a guardarlo bene gli sembrava etero..le
apparenze ingannano, altrimenti come si spiega che fosse resistito al suo
fascino? ma la donna di prima? magari
era bisex! poteva sempre
essere..
"a che diavolo stai pensando?" le domandò
allibito, notando la sua faccia sconcertata.
"a te..seibisex?" gli chiese
sinceramente interessata.
Jesus sospirò a lungo per non
mandarla al diavolo "no..mi piacciono le donne" affermò nuovamente, gettando
via il pacco vuoto.
"Fatto stà che mi hai fregato
il lavoro e non verrò pagata per questo!" gli
disse tornando a pensare ai suoi affari
"Ma sei affamata di
denaro!" esclamò soffiando via il fumo. Si appoggiò al
cofano caldo della macchina guardando una pozzanghera in terra "Se al
prossimo incarico mi fai di nuovo un pezzo come quello di stamattina ti mando a
far compagnia ai pesci nel fiume" la minacciò a bassa voce.
Maret sghignazzò "certo, come
no.."
"Non sei indispensabile e non sei insostituibile"
le disse mentre la ragazzagli si
avvicinava per sentire meglio quelle minacce che la facevano ridere.
"allora perchè vuoi che
lavori per te?" gli domandò ironica.
La fissò negli occhi mettendola a disagio..un'altra volta.
"perchè due chiappe come le
tue sono difficili da trovare" le disse facendola ridere incredula.
"ma che bel complimento..un vero signore" gli
disse appoggiando le mani sulle sue cosce muscolose, mentre un lampo passava
negli occhi di Jesus sentendo quelle manine andare su
e giù. Le guardò e la fissò dopo un attimo in faccia.
Le sbuffò il fumo direttamente negli occhi. Maret non battè ciglio "ti
ho già detto di non fare la puttana con me" la avvisò sentendola avvicinarsi
al pacco.
"Mi fai troppo schifo per farlo" gli disse
serafica, togliendogli le mani di dosso. Un guizzo di rabbia lo mandò fuori di testa. Aspettò che si girasse e la agguantò per la giacca stendendola sul cofano "Non è
modo di rispondere questo" le sibilò mentre le premeva il volto sul
metallo ancora caldo.
Maretsi impaurì
per un attimo ma ritrovò subito il suo sangue freddo "patetico" gli
disse facendolo infuriare ancora di più.
"Allora non ci siamo capiti" le disse gravando su
di lei "non devi mai rispondermi in quel modo, non cercare di fottermi o te la faccio
pagare"
"lasciami idiota, mi stai facendo male!" lo sferzò
sentendo il braccio dolorante.
Era dura con questa, eh? guarda che
gli toccava fare, per ficcarle in testa un pò di
rispetto!
La rigirò con violenza mentre Maret
gemeva per il dolore al braccio..quella specie di gonna che portava capitava proprio a
proposito..pensò mentre le allargava le gambe ci si
infilava in mezzo. Vide il panico nei suoi occhi che durò
qualche istante.
"checazzo
credi di fare?" gridò Maret incredula.
"Mi sa che questo è l'unico modo per domarti un pò" le disse sentendosi parecchio eccitato..quella
tipa gli piaceva peccato che fosse così troia! roba da
ritrovarsi sgozzati il giorno dopo!
La gonna salì rivelando un reggicalze
niente male...ha gusto, la stronza!pensò
tirandola di più contro di sè.
"Non ti azzardare ad andare oltre" ringhiò con
voce isterica sentendolo eccitato.
Si premette su di lei mentre cominciava a tremare..non ci
posso credere..e bastava così poco per farla
crollare?
La lasciò andare dopo un pò,
guardandola riassestarsi. Senza una parola e con sguardo altezzoso, lo sorpassò
camminando rigida fino ad arrivare sulla strada principale dove fermò un taxi
che ripartì sgommando.
All'incarico sequente la mandò dall'altro capo dello stato
All'incarico sequente la mandò
dall'altro capo dello stato..ma guarda tu se deve affiancarmi st'idiota!pensava
mentre l'aereo decollava e accanto al lei il suo partner continuava
allegramente a ciarlare.
"La finisci? non sei
divertente!" esclamò dopo un pò togliendosi gli
occhiali da sole...era stressante!
"Ma quanto sei
antipatica!" rispose Rex sbuffando, allungando
occhiate a destra e a manca alle hostess "Il fatto che fai la killer non
ti autorizzaad avere quella faccia
perennemente imbronciata" le disse abbassando la voce mentre nominava la
loro professione.
"Sempre meglio che essere un pagliaccio come
te!"decretò afferrando una rivista a caso "ma guarda tu.."
L'uomo la guardò impassibile..era più scontrosa di
quanto l'avevo avvertito il capo "qual è il tuo problema, sentiamo"
le chiese gentilmente.
"Mi piace lavorare da sola!" sentenziò chiudendosi
nel mutismo più ostinato.
"Naa..è
meglio farsi una risata ogni tanto " le disse allungando le gambe nei
posti di prima classe.
"se voglio ridere vado al cinemao ascolto le cazzate
di Jesus" ribadì
girando una pagina con stizza.
"ma se ti fa tanto arrabbiare perchè ci lavori?"
"sono affari miei"...e secondo lui gli doveva
anche andare a raccontare come l'aveva fregata?! ma
scherziamo?
Ci aveva
messo di tempo a farsi una reputazione decente, non voleva certo farsela
infangare dal primo chiacchierone.
"ahh..beato
lui che se la diverte con Ariel.." gettò
casualmente Rex mentre un ' ehhi..."
di ammirazione partiva in direzione della hostess.
Maret restò in silenzio a guardare
la foto del nuovo politico fresco di elezioni che
dovevano far fuori..Ariel?!
"chi è Ariel?" domandò dopo un pò...
un nuovo acquisto?
"Una novellina, ma promette bene" le disse
guardando fuori dal finestrino e urtandola.
"Fa attenzione" lo sgridò innervosita,
raccogliendo la rivista che le aveva fatto cadere..a lei lo mandava in
missione con quel pagliaccio e lui folleggiava con una ragazzina?! "dimmi
di più"
Non era poi tanto stupido Rex. Si
accomodò meglio sulla poltrona con un sorrisetto
divertito..era gelosia quella che sentiva provenire dalla sua voce?
Maret faceva finta di niente,
girando a caso le pagine..ma dentro moriva di curiosità!
Rex cominciò ad elencarle tutti i
pregi della ragazza, nonchè l'aspetto fisico,
calcando sulle differenze fra le due :
"è molto molto carina..belle
tette, bionda, minuta, passa inosservata ma è una tigre!" le disse ridendo
mentre Maret alzava un sopracciglio "e poi è
così dolce, ti fa venire voglia di proteggerla! Sarà l'acquisto migliore del
capo. Per questo se la porta sempre dietro. Con quel
faccino che ha non ti aspetteresti .." continuò entusiasta mentre uno sbocco di bile si riversava
dentro Maret "ci sa fare con le
armi?"...non me ne frega niente, dimmi che combina con Jesus!
Si stupì quando formulò quel pensiero..meglio se si trovava una
donna e sfogava un pò di frustrazione, l'aveva
'sentito' molto bene quando l'aveva stesa sul cofano. Una fitta quasi
impercettibile le attraverso il corpo. Guardò il
sedile davanti a sè con sguardo vuoto.
"Al capo piace molto e secondo me
ha una cotta per lei, ma resti fra noi..sono
chiacchiere di corridoio" " le disse facendola infuriare ..che era
quella novità?! eperchè lei
non ne sapeva niente?!
"non lo sapevo" commentò impassibile sfogliando la
rivista.
"per forza non ti si vede mai dalle nostre parti"
le disse guardando la testata che stava leggendo ..al
contrario.
"torno subito" Si alzò per andare in bagno. Prima
di muoversi però, le tolse la rivista e gliela rigirò facendola impallidire ..aveva fatto la figura della stupida!
Il loro committente era stato preciso :
un colpo secco al cuore e via di corsa. Il politico aveva appena vinto le
elezioni e al vecchio senatore non andava proprio giù.
Rex travestito da ragazzo delle
pizze, suonò alla porta.Gliaprì
una guardia del corpo con una gran brutta faccia "ce n'hai messo di
tempo!" esclamò togliendogliela dalle mani senza troppe cerimonie e
allungandogli una misera mancia.
Rex si schermì per il ritardo e
salutò cortesemente . La porta gli fu sbattuta in
faccia senza grazia alcuna ..spero che ti ci
strozzerai! disse fra sè,
prendendo il cellulare "5 minuti" .
Si allontanò sul furgoncino guardando il corpo svenuto del
ragazzo. "Scusa amico, ma non penso che si serviranno più da te, dopo
quella pizza alla stricnina"disse
ridacchiando.
Maret aspettava..guardò l'orologio..ancora un minuto.
Sospirò silenziosamente cercando di concentrarsi, ma la sua
mente era in fibrillazione..Ariel..chi diavolo era?e che rapporti c'erano fra quei
due?!
Nella casa lussuosa, il politico controllava le ultime bozze
del nuovo disegno di legge..sentì un flebile lamento e un tonfo. Si alzò
incuriositoaprendo la porta dello
studio "ragazzi che combinante?"
Silenzio.
Solo dalla camera del figlio proveniva un
rumore incredibile " Stevie abbassa lo
stereo!" urlò al ragazzo
"si pà!" rispose una
voce giovane. Il livello restò più o meno identico.
Che figlio disgraziato!" disse ad
alta voce.
Maret guardò l'orologio. Ora!
Aggrappata ad una fune di calò dal
tetto. Contava sulla musica del ragazzo per fare il suo ingresso rumoroso : sfondò la finestra dello studio catapultandosi dentro. Il
rumore di vetri infranti fece accorrerel'uomo che si ritrovò di fronte ad una pistola. L'uomo spalancò gli
occhi e non emise un fiato, troppo stupito per reclamare.
Maret premette il grilletto, non
aveva neanche il silenziatore..tutto quel rumore avrebbe coperto la detonazione.
"pà, che è sto casino?"
Un ragazzetto appena adolescente si
affacciò alla porta, gettando un urlo roco. Maret
si voltò verso di lui efece fuoco,
troppo distratta dal pensiero di quei due che se la spassavano
alle sue spalle.
Il ragazzo cadde a terra in un attimo e morì senza un
lamento. Maret restò turbata un attimo vedendo lo
stupore e l'incredulità negli occhi spalancati delcadavere.
Rex alzò la testa all’ improvviso : due spari? l'aveva
mancato? impossibile! Appollaiato nel retro buio della casa non sentiva più il
frastuono dell' heavy metal.
Una brutta sensazione gli corse per la schiena.
Maret si calò accanto a lui
"che è successo?"chiese mentre si defilavano con una macchina
nascosta.
"tutto a posto, c'è un cadavere in più, ma non è detto
che la ciambella riesca sempre col buco" disse tranquilla, riponendo
l'arma calda che avevastrappato la vita
ad un ragazzo di appena 16 anni.
A missione compiuta senza intoppi, a parte il ragazzino
eil ceffone che aveva dovuto mollare a Rex quando c'aveva provato
spudoratamente, tornò al loro centro operativo come una furia.
Senza aspettare che la facessero
passare si fiondònell
studio di Jesus dove lo trovò in allegra conversazione
con una ragazza ..dalla descrizione fisica capì subito di chi si trattava.
"ehi che modi?" esclamò jesus
alzandosi mentre parlottava con la ragazza che rideva imbarazzata.
Che stanno facendo questi due?! si domandò mentre la gelosia la sopraffaceva.
"mi hai affiancato a quell'idiota
per una missione semplicissima!" esclamò sempre più arrabbiata mentre la
ragazza la guardava timorosa.
Maret si girò
verso di lei "e tu chi sei?" domandò ironica.
"Ariel.." mormorò a
disagio guardando Jesus che aveva assunto
un'espressione dura.
"tesoro, torna dopo" le disse fissando una furiosissimaMaret in procinto di
esplodere di rabbia.
Tesoro?! pensò la ragazza allibita..stiamo già a quel punto?!
Ariel si alzò con un sorriso di
circostanza e con grande stupore di Maret gli diede
un bacio sulla guancia prima di andarsene.
"Non mi puoi piombare qua dentro così!" le disse incazzato.
"le tue conquiste non te le sbattere in ufficio"
rispose facendogli volare il fermacarte "mi hai spedito con quel'idiota che non ha fatto altro che provarci e tu te ne
stavi qui a..pomiciare con quella ragazzina?!"
"Non stavo pomiciando..ehi aspetta un pò! che diavolo te ne
frega!?" domandò incredulo della sua reazione.
"Niente.." rispose dopo
un attimo....nonse l'aspettava quella
domanda!
"E comunque, mi ha detto Rex che hai fatto un casino! che
diavolo centrava quel morto in più?" le chiese passando alle cose serie.
"Quale dei tanti?" domandò facendo una faccia
sorpresa che gli mandò il sangue al cervello.
"Il figlio!che centrava quel ragazzino?"
"Me lo sono trovato di fronte" gli spiegò
tranquillamente.
"Che razza di scusa è?sei una
professionista, Maret!"
"Ma quanto rompi! Ho fatto
secco uno in più e allora? capita! incidenti del
lavoro" commentò serafica...aveva fatto quel casino perchè
voleva tornare in fretta a casa..perchè doveva vedere
con i suoi occhi se era vero quello che le aveva detto Rex..piuttosto
: quello stronzo gliel'avrebbe pagata per aver
spifferato!
"se mi avessi mandato da sola,
o ancora meglio, se invece di divertirti con quella ragazzina..." riprese ad infierire
"quella ragazzina come la chiami tu ha solo qualche
anno meno di te ed è molto gentile..a differenza di qualcuno di mia conoscenza" ribatte
guadandola.
"scusa..la prossima volta ti darò anch'io un bel bacetto sulla guancia prima di andarmene va bene?" gli
chiese in tono ironico che lo fece infuriare.
"togliti dalle palle, vattene in ferie, non ti voglio
vedere" le disse spintonandola fuori alla porta
" e per gli incarichi ti mando una mail!" esclamò chiudendola fuori
"ahh...dio che ho fatto!" Lo stava
esasperando!
Maret si ricompone sul corridoio,
passando incrociò Ariel che parlava cn le guardie
all'entrata..era carina lo doveva ammettere. La ragazza le fece un sorrisetto che Maret ignorò
deliberatamente. La vide sconsolata quando non rispose almuto saluto.
Stava per infilarsi in macchina ma restò ad osservare la
ragazza che in semplice jeans e maglietta colorata conversava con i suoi
colleghi sorridendo e attirando la simpatia di tutti, mentre Jesus dalla finestra la guardava a sua volta con
l'immancabile sigaretta in mano.
"Eccola, è la!"sentiva gridare dietro di sè mentre scappava in fretta..fottuti tacchi! Si
rintanò in un vicolo sporco e maleodorante cercando di sfuggire ai suoi
inseguitori...perchè non l' aveva letta
quella mail?! continuava a maledirsi mentre
caricava la Glock...le erano quasi finiti i
proiettili, accidenti!
Le voci vicino a lei.
Si sporse un attimo e ritirò la testa allo sparo che le
sibilò vicino al naso. Il muro si sgretolò e il calcinaccio le finì negli occhi
"ah!" urlò chiudendoli di scatto.. non ci
vedo! Si alzò con difficoltà, toccando a tentoni il
muro, una caviglia si storse quando pestò qualcosa, mentre si muoveva
barcollante. Sbatte le palpebre, che dolore, dio... Tolse
i tacchi a spillo, correndo verso il canale che dava direttamente sul mare
sporco e inquinato, cercando di vedere qualcosa fra le lacrime che le uscivano
per la presenza di corpi estranei negli occhi.
"Là!" un urlo dietro di lei... non ti fermare,corri! Il pavimento era gelido e scabroso
sotto i piedi velati dalle sottili calze, le poteva sentire strapparsi
ad ogni passo.
Le urla, gli spari.
Si stavano avvicinando! Con un balzo si gettò nel canale
finendo nell'acqua torbida che la avvolse nel suo abbraccio gelido.
"Sparate, sparate!" qualcuno gridò sopra di lei,
mentre tornava su per prendere fiato.
Cazzo! si
tuffò sott 'acqua nuovamente ma un dolore acuto le
esplose nel polpaccio..l'avevano colpita quei
bastardi!
Nuotò a lungo..o meglio, la corrente la trascinò tanto che quando riemerse
non sapeva più in che parte della città si trovasse.
Bagnata fradicia e infreddolita uscì dall'
acqua sputandone buona parte..non solo aveva
mancato il bersaglio e perso l'occasione, ma aveva perduto anche il cellulare e
tre pistole..come diavolo faccio adesso? pensò senza un soldo in tasca . Scalza e mezza lacera, con
gli occhi in fiamme e il polpaccio che continuava a perdere sangue era
intorpidita, non sentiva quasi più niente..fa male..ho freddo..
Guardò attorno a sè..era notte, non c'era nessuno. Si avvicinò alla vecchia
cabina telefonica e sfondò la casettina delle monete con la pistola rimasta.
Compone il numero a stento "sono Maret..vienimi a prendere.. presto.."borbottò nel telefono
..la gamba non la sentiva! Scossa dai brividi, lesse a malapena il nome della
via e gliela disse, attaccando la cornetta e appoggiandosi contro la cabina.
Scivolò a terra sentendosi sempre più debole..era la fine? che ironia, la vita...proprio adesso che si era potuta
permettere quel costosissimo Versace. Sorrise
vagamente, mentre si afflosciava su se stessa, la pistola le sfuggiva di mano e
il viso urtava il freddo marciapiede sporco.
Caldo..un sole caldo..che bello...la
spiaggia era tutta per lei. Si crogiolava in quel calore che si faceva sempre
più opprimente. Sono morta, è il paradiso dei killer? si chiese tirando una mano fuori dalle lenzuola..era tutto nero.
Pace, silenzio..niente più urla, spari.
Il mare era placido, Maret
passeggiava sulla spiaggia gustando quel tepore, si sedette con un tonfo sulla
sabbia, incurante di sporcarsi. Accanto a lei, un granchietto
correva verso le onde che accarezzavano le orecchie di Maret,
col loro leggero sciabordio. Ad un tratto un dolore al polpaccio : il granchio l'aveva pizzicata con le sue tenagliette e non accennava a staccarsi..
Si svegliò di scatto, piombando a sedere. Buio. Dolore.
Cercò di aprire gli occhi ma restava tutto buio.Il polpaccio le faceva male.
Ricordò tutto in un lampo : le
guardie che l'avevano scoperta, la folle corse, la storta..il
bagno non previsto, la gamba che sanguinava..e poi?
Tastò delicatamente le lenzuola sulle quali era stata
adagiata una coperta pesante. Dove sono? che posto è questo?! Un'improvvisa paura la attanagliò..perchè
era tutto così nero? " i miei occhi.." balbettò allarmata toccandosi il viso...cos'era? una benda?
"Sta calma ..non è
niente" le disse Jesus toccandole la mano. Maret restò un attimo smarrita :
Che ci faceva lui li? e dove erano?
"Non sono cieca allora?" domandò raggomitolandosi
nella coperta ..aveva un freddo incredibile, si
sentiva smarrita, non le piaceva vedere nulla.
Si tirò a sedere poggiando la schiena sul cuscino..cercò
a tentoni i suoi oggetti ma non riconobbe la stanza "dove sono?"
domandò sentendo un profumo che conosceva.. eppure..non
lo ricosceva..
"Sei a casa mia.." rispose usando quel tono che aveva sentito riservare solo ad
Ariel.
"a casa tua?" gli domandò con un filo di voce..perchè
quella sensazione che le bloccava lo stomaco? Se era a casa di Jesusallora quello..era il suo letto.
"Sta calma, non ti agitare..la senti la gamba?"
Sentiva la sua voce..era vicino a lei "mi fa un male cane.."
Quel tono così debole lo sorprese, la
forteMaret non era poi indistruttibile. La
guardava restare immobile, muovendo appena la gamba dolorante. Poteva vedere la
mano della ragazza che si muoveva sotto la coperta per massaggiarsi. Le labbra
contratte per il dolore. Era pallida e sembrava che fosse ancora infreddolita.
Quel volto di Maret era tutto da
scoprire adesso che era inerme. Inerme..Jesusripetè quella parola più volte dentro di sè..chissà come mai gli piaceva così tanto pensare che
fosse indifesa.
"Ho freddo.." balbettò stringendosi su se stessa.
La guardò raggomitolarsi seguendo ogni sua mossa. Si
sorprese a studiarla.
Qualche secondo dopo, un'ulteriore
coperta le fu messa sulle spalle. Si sporse verso di lei, tirandola a sè per massaggiarle le spalle.Stranamente non si ribellava e lo lasciava
fare buona buona..sta ridotta male! pensòJesus guardandole le labbra che sembravano fredde.
Si fermò un attimo, le toccò il viso fresco passandole una
mano sulle guance..
Maret lo sentiva davanti ..attorno.. un lieve profumo le penetrò nelle narici,
trattenne il respiro per un attimo..è piacevole,
pensò mentre le massaggiava le spalle attraverso la coperta...così piacevole..
"t'è andata bene, la pallottola è entrata e uscita."le disse rassicurante continuando
a sfregarla per riattivare la circolazione..
Quell'
insistente massaggio era diventato un abbraccio vero e proprio. La mise a
disagio "basta.." disse
appena spostandolo.
"va meglio?" le chiese sottovoce. Si era allargato
troppo.
"Ho i piedi congelati e non sento niente.."
Lo sentì sospirare e un attimo dopo le coperte pesanti vennero spostate." che stai
facendo?" domandò con voce flebile sentendo qualcosa di caldo che la
toccava..le stava accarezzando le gambe? no..la massaggiava.
"la senti la mia mano?" le chiese sfregandole la
caviglia fredda.
"Si ...la sento..è calda.." rispose ritirando
la gamba non ferita...smettila di fare il paparino
premuroso!
"Meno male, meglio così" le disse
ironico, riaccostando le coperte alle gambe "t' ho fatto una bella
fasciatura, meglio di un medico!"
Maret annuì"ho fatto un casino e non ho portato a
termine al missione" mormorò sentendosi uno
straccio "ma tanto lo riprendo quello" gli promise stringendosi nelle
coperte pesanti.
"è già morto..c'hanno pensato gli altri" le disse tranquillo.
"come?mi seguivate?" domandò indignata alzando un pò la voce..la
gola le faceva male. Si portò una mano al collo.
"non ti seguivano, ce l'ho
mandati dopo la tua telefonata" le disse con tono esasperato "hai
bevuto vero?"
Maretannuì
"è colpa mia, non ho letto il documento che avevi allegato" confessò
dopo un attimo "non immaginavo che avesse tutte quelle guardie"
"Come sei finita nel canale?" le chiese sedendosi
accanto a lei..emanava calore, era piacevole..le
veniva voglia di farsi coccolare...
"Era l'unica via di fuga..ho perso anche il
cellulare e le pistole" gli disse storcendo la bocca e desiderando che la
abbracciasse di nuovo.
"Tutta roba che si ricompra..l' importante è che tu
stia bene" le disse spostandole una ciuffo scompigliato dal viso.
La sua Maret..guarda
come stava messa male..la sua altezzosità dov'era
finita adesso? penso guardandola con un sorriso dolce
che la ragazza non potè vedere.
Un silenzio prolungato. Maret si
schiarì la voce ma il risultato fu quello di raschiare la gola dolorante ancora
di più. La mano calda di Jesus le toccò la gola
facendola sussultare. Le dita scivolavano su e giù sulla pelle liscia. Perchè le sembrava che fosse così vicino a lei?
Forse perchè lo era. Le guardava
le labbra desiderando solo di poterle baciare. Con delicatezza le passò un dito
sopra.
Quel lieve sfioramento la turbò parecchio e dovette fare
subito una battuta.
"Dov'è la tua amichetta? avrò disturbato la vostra seratina"
gli disse dopo un attimo facendogli rimpiangere le parole inespresse di un
minuto prima.
"Non c'è niente fra me e lei.."
le disse appena. Continuava a
fissarla, la mano era scivolata lateralmente.Molto
lentamente le sfiorò il lobo del'orecchio..perchè
lo lasciava fare senza reagire?
Maret respirava appena, aveva
sbagliato a fare quella battuta..cretina.
"Ariel è solo molto simpatica e gentile..e te
ne saresti accorta se ci avessi parlato invece di trattarla male col tuo solito
modo da stronza" le disse d'un tratto "e
saresti piacevole anche tu se la smettessi di fare la puttana boriosa.." le disse piano accarezzandole la spalla leggermente
scoperta.
Maretrabbrividì...per
il freddo, si disse tirando su la coperta ed escludendo quella zona
dalla mano di Jesus. Le carezze tornarono sul volto ..piantala..
..ancora..
"scusa se sono così stronza.." replicò cercando di usare
il suo solito tono sarcastico.
Una frase debole e quasi sospirata alle
orecchie di Jesus che le aveva infilato le dita nei
capelli sciolti e le accarezzava la cuta sensibile
della nuca.
"Grazie.." mormorò
appena, cercando di formulare quelle parole senza che le venisse un crampo alla
bocca.
"Di che?"
"Di esserti scomodato e di avermi ceduto il tuo letto..grazie!e
non farmelo più ripetere" gli disse con voce roca cercando di
spostarlo...di farlo allontanare da sè
"Che razza di modo di ringraziare"mormorò
distratto da un minuscolo neo che non aveva mai notato prima sulla fronte
liscia della ragazza.
"Beh puoi scordarti il bacetto
come fa la tua protetta!" esclamò subito.
Quella frase lo riportò alla dura realtà. "Per
carità!sarebbe come baciare un cobra velenoso" la sferzò sarcastico.
"Mi stai guardando male losò! " gli disse tirando fuori le braccia dalla coperte calde..se ci
litigava si scaldava!
"Certo!sei isterica! maperchè non ti trovi un uomo e
ti fai sbattere un pò!? magari
addolcisci stò carattere di merda
che hai" esclamò frastornato dalla sua stronzità...e
che diavolo!Aveva rovinato tutto!
"Il mio carattere va bene così com'è e non ti azzardare
a metterlo in discussione" gli disse facendo cadere le coperte..perchè
sentiva così freddo? si domandò passandosi le mani
addosso"ma sono nuda!" esclamò tirando su le coperte velocemente.
"Certo, eri fradicia!" sbottò senza neanche
aiutarla a coprirsi..fissandola spudoratamente.
"E tu mi hai vista nuda!" ribatte innervosita..l'aveva
vista nuda..l'aveva spogliata ..che altro?!
"Capirai! anche se pensi
d'avercela d'oro ti posso assicurare che è identica a tutte le altre" le
disse cercando di nonguardare più quel
corpo morbido che aveva toccato e che si sentiva ancora sotto le mani.
..la voglio..
Maret restò in silenzio
stringendosi sotto le coperte..era a disagio...sapere che l' aveva toccata la faceva
sentire quasi....vulnerabile? quella scoperta la mandò
nel panico più totale.. no! non lo accetto! lo escludo proprio che possa essere attratta da quest' individuo! pensò subito
scostandosi capelli che sentiva caderle sul viso.
"non sono isterica.." disse con voce bassa..urlare le
aveva fatto dolere la gola "e non ho bisogno..di
un uomo.." disse appena. Era di
nuovo vicino a lei, lo sentiva muoversi, protendersi verso il suo viso.
Un mano le imprigionò la testa
accarezzandole i capelli "non ne hai bisogno.." affermò
sicuro.
"no.." mormorò Maret col respiro mozzo.
...ho bisogno di te..
Con un mormorìo indistinto, Jesus si avvicinò di più "sicura?" le chiese
dolce. Guardò le labbra che si socchiudevano.
La vide allungare una mano verso il suo volto e la prese
delicatamente portandola a contatto con la guancia ispida..la fissava come se
volesse divorarla con gli occhi..era bellissima..peccato fosse talmente stronza
da farti passare tutte le voglie..beh, quasi tutte!
Si avvicinò a lui mentre le veniva incontro a sua volta.
Maret lo sentiva..
con gli occhi fuori uso avvertiva il suo odore e il respiro caldo che le
lambiva il polso.
"che hai intenzione di
fare?" gli chiese con voce flebile.
Le depose un bacio sulla guancia che scivolò..scivolò...fino
alle sue labbra.. così calde, invitanti.. la baciava leggermente, la mano
ancora imprigionata sotto la sua. Sentì la sua bocca muoversi, aprirsi.. Lasciò che la baciasse quanto voleva.
Delicatamente la sdraiò sul cuscino continuando la sua
danza, approfondendo il bacio. Il freddo se n'era andato, si sentiva quasi
bruciare adesso.
Istintivamente lo abbracciò, per averlo più vicino a sè, su di lei..intrecciò le dita della mano che teneva imprigionata al
lato della sua testa, un altro leggero bacio e la lasciò " non scherzare
col fuoco, Maret" le disse con voce roca
accarezzandole una guancia rossa.
Sentì la porta aprirsi e chiudersi e si strinse la coperta
addosso..mai
più , non lasciarlo avvicinare di nuovo..
Capitolo 11 *** il passato di Maret : come farsi rovinare la vita da una madre imbecille. ***
"Monique
"Monique? allora
ti vuoi svegliare? non hai una runione
stamattina?" Lyse la scrolla con delicatezza.
Maret apre gli occhi a stento..Monique..chi
diavolo è? ah già...grugnisce un
"buongiorno" stanco.
Si è svegliata male. Non ricorda cosa ha sognato, ma ha una brutta
sensazione addosso.
Fa colazione in silenzio. Lyse le
racconta della sua ultima conquista. Non gliene frega niente a Maret ma non vuole essere scortese con lei. Lyse è adorabile e lei le vuole bene
Mentre si trucca la ragazza continua a chiederle del lavoro,
lei risponde a monosillabi..cosa vuoi che ti racconti Lyse? che stendo gente per soldi? Che per
poco non mi ammazzano e che quell’assassino del mio
capo è molto più bravo di me?
…mi piace..
Posa il fondotinta, è quasi finito, deve fare una salto in profumeria. Dov' è la
matita?
Non è proprio dell' umore adatto,
per perdere tempo con il trucco. Le viene da piangere.
..è
passata una settimana..
"A proposito..col tuo come va? le chiede la
ragazza maliziosa.
Maret la guarda dallo specchio :Lyse è molto carina con quei
capelli raccolti, la matita gialla infilata in mezzo e gli occhi sempre ridenti.
Siede sul letto di Maret
dondolando le gambe allegramente. Non è mai arrabbiata, la vita le sorride, fa
un lavoro che le piace e tutti le vogliono bene.
Maret è la sua nemesi.
"A chi ti riferisci? non
frequento nessuno" risponde con voce atona, mentre traccia la riga nera
sugli occhi e la sfuma leggermente. Non le piace il trucco troppo marcato. Sua
madre si truccava troppo. Non è fine. Sfumare, sfumare, sfumare,
le diceva sempre sua zia Lizzie.
Anche la sua vita è piena di
sfumature, in fondo. Sfumature nere.
"Come no? allora chi è Jesus? un tuo nuovo cliente?"
le domanda Lyse ridacchiando.
La matita le sfugge d'un tratto di
mano e cade di punta, macchiando il tavolo della toletta color avorio. Maret abbassa la testa e guarda la macchietta nera. Non
ferma la corsa della matita fino al bordo. Cadrà, si spezzerà all'interno..
"Beh? cos'è quella
faccia?" le chiede la sua coinquilina andandole vicino "sembra che ti
abbia nominato il diavolo" le da una leggera stretta sulla spalla. Maret non risponde : le si è formato
un groppo in gola.
"quando l'ho nominato questo tipo?" domanda a
disagio..si
sta sentendo male.
"mah..saranno un paio di mattine " le dice aprendo l'
armadio e tirando fuori una maglietta colorata "me la presti?"le
chiede sorridendo.
"Certo..e che dico..a parte quel nome..cosa dico?"
"Solo quello" afferma tranquilla.
Maret si schiarisce
la gola, deglutisce a vuoto più volte.
"Allora chi è? è carino?"
la stuzzica Lyse appollaiandosi sulla sua spalla.
...molto...
"Mah..sarà un nome che ho sentito e che mi è rimasto
impresso".Pulisce iltratto nero sulla toletta con un kleenex.
"Non me la racconti giusta.."
insinua la ragazza sorridendo.
"Scusa Lyse, non mi sento
molto bene stamattina..non insistere"
Maret si alza dalla sedia
infilandosi la prima camicetta che trova. Ha la mente altrove e una riunione
davanti a se.
Maperchè
non lo lascio sto lavoro? si chiede mentre cammina
lentamente verso la casa di moda.
Niente macchina stamattina, ha
voglia di pensare. Passa tra la folla come un'ombra. Le sembra di muoversi al
rallentatore..la gente corre.. ma dove andate? Non c'è niente per cui valga la pena di affrettarsi.
Si ferma a guardare un bambino che piange perchè non vuole andare a scuola. Il papà lo consola e gli
promette un giocattolo se farà il bravo.
Maret resta a fissarli per un
tempo infinito, finchè il semaforo non scatta e la
folla la spinge in mezzo alla strada.
Guarda i suoi piedi, i tacchi picchiettano sull' asfalto freddo; comincia ad abbassarsi la temperatura.
Maret si sente sempre più male. Odia l'inverno.
Arriva in ufficio. Si da una
svegliata a forza, ingurgitando due caffè, uno dopo l'altro. Stanotte non
dormirà e domattina starà da cani.
Ah già..domani è sabato, niente lavoro alla casa di moda.
Guarda l'agenda : c'è un tratto
rosso accanto alla data ..Jesus.
Accende il computer, sbriga le sue
faccende. La riunione è noiosa, va per le lunghe. Deve
sorridere, mostrarsi affabile quando avrebbe solo voglia di mandarli al diavolo
tutti.
..sto male...
Guarda un cliente nuovo, un giorno potrebbe
essere la sua prossima vittima...lo farebbe fuori anche subito, così la
smetterebbe di toccarla con le sue mani sudaticce.
Ora di pranzo. Finalmente quello strazio è finito. Maret siede sola, in un angolo. Non ha voglia di
conversare.
Giocherella col cibo, lo stomaco brontola ma non ha intenzione
di mettersi quella roba in bocca.
Guarda il bicchiere pieno d'acqua, le
viene da vomitare.
...Jesus...
Merda. Merda.
Merda.
Maret ha sempre avuto problemi con
gli uomini..anche con le donne, in effetti, ma ancora non ha deciso la
giusta percentuale di colpevolezza. 50 e 50?
A cominciare dal padre...padre! la
differenza fra lui e una banca del seme è stata nel fatto che almeno la madre
ci si era divertita un bel po’, prima che la piantasse in asso al terzo mese.
Quello ovviamente glielo aveva confidato sua zia Lizzie.
Zia Lizzie. Un
donnone innamorata di Elizabeth Taylor con i
capelli identici.
Maret sorride al ricordo.
Una ragazza di appena 16 anni che alleva una neonata
...destino segnato! pensaMaret
guardando il muro.
Una stupida che si era lasciata infinocchiare
da un belloccio annoiato.
Una madre con un sacco di 'amici' generosi. L'ultimo era
stato un vero cavaliere, le aveva lasciato un bel regalino :
una malattia incurabile che gliel'aveva portata via quando lei aveva appena 18
anni. Era ancora bellissima sua madre e Maretè il suo ritratto.
Decisamente non le era andata molto
bene con gli uomini, ma almeno aveva evitato di farsi mettere incinta.
Maret odia il suo nome : in ricordo di 'Pierre', il donatore
di sperma.
Che madre idiota!
Ma quando è nato il suo disprezzo
per gli uomini?
Direi che papà ha avuto non certo peso, pensa sarcastica..equell'amore di Tommy! Il suo
primo e unico ragazzo : l 'aveva mollata giusto giusto il giorno del funerale della madre. Non si poteva
mai sapere : tale madre, tale figlia.. etc, etc.
Imbecille.
A 19 anni Maret va a vivere con la
zia, trova un lavoretto come cameriera, in una tavola calda
vicino casa. Orario serale, deve studiare. Lizzie
era stata inflessibile.
Tutte le sere serviva il caffè bollente ad un uomo, un
signore molto gentile che le lasciava sempre grosse mance.
RobertMacMahon
Maret aveva pensato che facesse un
lavoro notturno, tipo tranviere, autista di taxi...invece faceva il killer.
Simpatico, affabile. Gentile con i bambini e i cani.
A 44 anni, in tutto lo stato, aveva steso più o meno
duecento persone.
Le sorrideva sempre, Maret
era cortese con lui, indipendentemente dalla mancia.
Una sera aveva finito tardi.. ferie
natalizie, la gente stava in giro a lungo benchè
facesse freddo. Maret si era stretta nel giaccone
striminzito ed era uscita nella strada . Nevicava era
tutto bianco..e rosso..
Ricordava ancora la macabra scoperta. Aveva seguito le
tracce rosse e aveva trovato il cadavere nel retro della tavola calda ..e MacMahon...con una pistola
fumante in mano e uno sguardo gelido negli occhi
Gliel'aveva puntata contro. Maret non aveva emesso un fiato, stringendo i denti e
aspettando che uccidesse anche lei.
Uno sbuffo infastidito. Con un gesto veloce l'aveva rimessa
in tasca e si era allontanato in silenzio.
Maret era rimasta paralizzata per
un buon quarto d'ora, non osando muoversi.
Quando era tornata a lavoro, due
giorni dopo, la mano le era tremata quando l'aveva visto entrare nel locale e
sedersi al solito posto. Gli si era avvicinata con il blocco notes in mano,
aspettando l' ordinazione
L'aveva guardata a lungo. Maret
stava per sentirsi male, per urlare 'eccolo, è lui l'assassino'..invece
si era limitata a tacere con uno scompenso cardiaco.
"Quando finisci aspettami all' angolo
della terza strada. E' poco lontano da qui"
Lei aveva annuito e per poco non si era messa a piangere. Il
capo la guardava"Maret.. allora?"
"Un caffè nero grazie" le aveva dettoMacMahon con un placido sorriso che aveva fatto
venire la pelle d'oca alla ragazza.
Era cominciato così...
"Monique, che fai qui tutta
sola?"
Maret alza lo sguardo di scatto: è
Steve, un collega. E' innamorato di lei, lo vede da
come la guarda.
"Steve scusa, non mi sento
molto bene" gli dice in fretta, cercando di liquidarlo. Il piatto è ancora
pieno. Il cellulare squilla in quel momento. Non vuole leggere l' identità..ha messo una brutta
suoneria proprio per non alzarsi dalla sedia, quando Jesus
la chiama.
Apre lo sportelletto
con un gesto voce "sono occupata" gli dice dura al telefono.
"Fai poco la stronza. Quando hai finito ti aspetto alla villa, devi lavorare"
"Non mi sento bene, chiama qualcun'altro"
Marettoglie la
comunicazione, adesso si sente peggio.
...va
da lui..
"Perchè non vieni a cena con
me stasera?" le domanda Steve
gentile. E' sempre tanto carino con lei.
Le fa venire la nausea.
"Steve senti..non
sono interessata alla tua proposta. Scusami"
L'uomo abbassa gli occhi castani con un sorrisetto.
Sa perdere con sportività. Maretlo apprezza in un uomo.
"Non importa. A dopo" le dice allegramente.
Per forza. Non vuole perdere la faccia con gli altri
colleghi. Come se non sapesse che la mattina scommettono alla
macchinetta del caffè su chi riuscirà a portarsela a letto.
Toglietevelo dalla testa, banda di sfigati!
pensa con aria superba.
Capitolo 12 *** Il passato di Maret : Il mio pigmalione era un killer molto gentile. ***
Ore 17
Ore 17
Dio ti ringrazio, sta per finire.
Maret guarda fuori
dalla finestra dell'ufficio. Con molta calma, ripone le sue carte nella
valigetta di pelle. Un lieve bussare alla porta la fa voltare leggermente.
"Avanti"
Alice si affaccia alla porta. Maret
è la segretaria del capo, Alice la sua. Non che ne abbia
realmente bisogno, ma quando il boss le aveva proposto di prendere un’ aiutante,
Maret aveva subito pensato allo status symbol e aveva
accettato.
"Mi scusi, c'è un signore che l' aspetta fuori"
Alice è molto pratica ed efficiente, Maret
la apprezza abbastanza, ma in questo momento non capisce quel sorrisetto malizioso che ha stampato in faccia.
"Va bene, ora vengo"
Maret è depressa
: se è di nuovo quell ' untuoso rompiscatole
del reparto spedizioni, giuro che lo butto di sotto!
Si infila il cappotto, chiude i
cassetti e prende la valigetta. Apre la porta cercando di non esplodere : è venerdì sera, perchè non se ne
vanno tutti al diavolo e mi lasciano andare a casa?!
Svolta l' angolo a passo di carica :
se dà l’idea di andare di corsa, magari si sbrigherà in poco tempo. "Mi
dica!" sbotta nervosa, poggiando la valigetta sulla scrivania ingombra di
fogli di Alice.
"Beh? è questo il modo di
trattare il tuo fidanzato?"
Maret lo fissa a lungo. Stupore,
incredulità..rabbia.
Jesus se ne sta comodamente
poggiato alla scrivania di Alice a chiacchierare con
lei. La ragazza ride, Jesus ha
fatto qualche battuta spiritosa. Stranamente Alice ha sempre fretta il venerdì,
sono le 17 :30 e non accenna a levare le tende come
tutti.
"Ciao..amore" sibila Maret fra i
denti.
Brutto bastardo, che cazzo ci fai qui?!
"Ho deciso di venirti a prendere, sei contenta..tesoro?"
le domanda gentilmente.
Come no?! stronzo!
"Non dovevi disturbarti.."
risponde dolce come il miele.
Quella novità fa accorrere gente. Maretvede i suoi colleghi passare discretamente
nel piccolo corridoio...peccato che gli ascensori siano
dall'altra parte!
"Hai finito? ho voglia di
portarti a cena fuori stasera" le chiede fissandola negli occhi..le sta dando un avvertimento : non fare scenate Maret.
Dannatissimo figlio di
puttana!
Le labbra della ragazza si stirano in un sorriso forzato
"come no.." gli
dice fra i denti.
Alice li guarda un pò
stupita : la sua 'capa' non sembra poi così
felice di vedere il fidanzato.
Jesus si volta verso di lei,
scoccandole un sorriso "non vuole mai che venga a prenderla..è
molto riservata, ma la adoro" dice sottovoce mentre un tacco di Maret cala inesorabile sul piede di Jesus.
Stevele passa
accanto, guarda Jesus a lungo e le fa un cenno di
saluto.
Il killer lo guarda : quello le va
dietro.
...sei scarso...
Con galanteria le prende la valigetta tirandola verso un
ascensore. Maret continua a sorridere, ma come le
porte si chiudono scoppia la bufera!
"Come cazzo ti viene in mente
di venire qua?!" urla fermando l'ascensore fra due piani "ho detto
che non mi sento bene, non voglio lavorare, sono stanca!" sbotta
furiosa.
Jesus la guarda
un pò esasperato, preme il bottone con un sorrisetto ironico. La sente mormorare fra i denti
"Non potevi dire che eri un amico? Un fratello, un
lontano parente!?! Cazzo, ne
parlerà tutto l'ufficio lunedì!"
Ripreme il bottone con
stizza,la cabina si ferma
"mi hai fatto fare una figura di merda!"esclamaincazzata.
Neanche la ascolta, la sua voce rimbomba
nello stretto cubicolo ferendogli le orecchie e innervosendolo. Preme il
pulsante, guardando attorno a sè. Maret
respira a fatica
...mi
piace..
"ti odio, ti odio, ti odio!!!"
sbotta all'improvviso, fissandolo con rabbia.
Jesus la guarda annoiato "Maret.."
"Zitto, non ti voglio sentire!"esclama facendo un
gesto scocciato con la mano.
Un secondo dopo il polso viene
stretto in una morsa che la prende alla sprovvista. Si volta verso Jesus con espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato
"lasciami .." sibila
cercando di liberarsi.
"Non ci siamo capiti, allora? te
lo devo rispiegare un'altra volta.." le dice con
i nervi tesi e uno sguardo duro negli occhi.
Maret si sente sbattere
violentemente contro lo specchio "Non me ne frega un cazzo
se mi odi, puoi urlare quanto ti pare ma se ti do un
incarico lo devi portare a termine, anche se non ti va!"
Non riesce a rispondere, si sente male, è troppo debole per mettersi a litigare con lui. Lo sfogo di prima l'ha
lasciata senza forze. Si sente prosciugata "Se mi stringi così il polso,
dubito riuscirò ad usare la pistola".
Il tono che ha usato è flebile, privo di qualsiasi
inflessione. Jesus la fissa a lungo. E' come
prendersela con un bambino in questo momento. E' inoffensiva. Non è
possibile!
La stretta si allenta, ma non le lascia il polso.
...è troppo vicino...
Sente un calore incredibile che le sale lentamente lungo il
braccio..le
sta accarezzando la pelle sottile. Un leggero solletico, ma è sopportabile.
"Che hai?" le chiede un pò meno duro.
Maret non lo guarda "te l'ho
detto che non mi sento molto bene.." risponde con voce atona.
Jesus la lascia andare titubante.
Non l'ha mai vista così, neanche quando l'aveva portata a casa sua bagnata
fradicia e sanguinante. Non ci vedeva, ma la lingua era lo
stesso molto affilata...adesso invece..
"Un'ora e potrai andartene a casa "
Maret resta addossata allo
specchio senza muoversi. Annuisce mettendosi la mano in tasca e fissando la
punta delle scarpe di camoscio.
Il lavoro le richiede solo 5 minuti :
entra nel cinema, spara all' uomo seduto durante una scena particolarmente
rumorosa ed esce passando per il bagno.
Jesus la aspetta fuori fumando
tranquillamente. Le apre la portiera continuando a fissarla in maniera strana
"passaggio, bella signora?"
Maret lo guarda..e lo odia. Non sa perchè...lo odia e basta. Gli da la
schiena senza rispondere e si allontana a piedi.
A che stava pensando ? ah si..MacMahon.
Quando si erano incontrati all' angolo
della terza strada, l'aveva seguito dandosi della pazza.
Voleva strillare piangere e scappare :
sto passeggiando con un killer, gente! Ma non fatevi
ingannare, non è cattivo: è gentile e mi lascia sempre una bella mancia.
Ridacchia fra sè..c'è
da uscire di testa.
Entra nell' appartamento dell'uomo
: è un luogo normale, un divano, una televisione, stereo con cd.
Le fa cenno di sedersi. Maret sta
per urlare.
La fissa a lungo, lei ha una paura
del diavolo "mi vuole uccidere?" domanda con un filo di voce.
MacMahon scoppia a ridere
divertito "no, no..rilassati l'avrei già fatto"
Chissà come mai Maret se
l'aspettava; siede sulla poltrona di fronte a lui e aspetta.
"Ti ho osservata, sei molto
precisa e attenta..ti andrebbe di fare questo
lavoro?" le chiede osservando le reazione della ragazza.
Maret pensa sia impazzito,
qualcosa la spinge a parlare "sta scherzando?" domanda incredula
"No..si guadagna bene, sempre meglio che spaccarsi la schiena in
quel locale da 4 soldi "
E' una proposta invitante. ..solo che..uccidere..non è una cosa
che si fa tutti i giorni!
"Posso pensarci?" gli domanda d'un
tratto.
L'uomo la guarda e annuisce. Maret
si alza, esce dall'appartamento. Con calma raggiunge
la sua abitazione.
La porta di casa è aperta. "Zia?"
Maretha una
bruttissima sensazione "zia Lizzie?!" Perchè non le risponde?!
Entra come una furia in tutte le camere e poi la trova..stesa
in terra, la camera è stata devastata.
"Zia..?" mormora Maret chinandosi verso di lei.
Le si raggela il sangue. Cade all' indietro, strisciando via dal corpo sventrato.Vomita anche l' anima prima di
chiamare la polizia.
"Un ladro probabilmente. Sua zia l'ha scoperto e preso
dal panico l'ha uccisa." Questo le dice il
commissario quando arriva con le volanti a sirene
spiegate.
Maret non lo sente..non
sente niente. E' sola del tutto adesso. Non ha più nessuno. Si alza a stento
dalla sedia, pallida come un cencio. Il commissario le dice
parole incoraggianti, dettate da anni di lavoro. E' come un disco
incantato che ripete sempre lo stesso ritornello.
Maret esce di casa. Comincia a
correre.. piange, dove posso andare? che posso fare adesso? si chiede
trattenendosi dal vomitare un' altra volta.
Suona un campanello. Un uomo le apre e la guarda scettico. Maret è in uno stato pietoso. La fa entrare e la interroga
quando si è calmata.
"Insegnami come si fa ad ammazzare quei fottuti bastardi!" esclama con rabbia la ragazza. MacMahon la guarda: fa sul serio. Annuisce allungandole un
fazzoletto.
Maret passeggia per la strada. C'è
un sacco di gente in giro a quell'ora. E' presto, sono solo le otto. Si sistema meglio la borsetta
sulla spalla. Come mai ha le mani così libere? La valigetta..l'ha dimenticata nella
macchina di Jesus. Dovrà tornare da lui a prenderla,
prima di lunedì. Chissà perchè, ma la cosa la attrae
come la prospettiva di una ceretta integrale.
Fa freddo..lei odia il freddo..faceva freddo
quando è morta sua madre e nevicava quando zia Lizzie..
Guarda una coppietta che si stringe l'uno all'altra...e li
invidia.
MacMahonle
insegna tutto quello che sa. Maretè brava, c'è portata. E' sempre più spietata, fredda. Il
killer l'avverte : "un giorno troverai qualcuno
più bravo di te, sta attenta, potrebbe non piacerti "
Lei ride sprezzante : a 22 anni s'è
fatta una bella reputazione, MacMahon l'ha introdotta
bene nel suo'mondo' .
Ad una festa sente parlare per la prima volta di JesusCox. Lo chiamano il 'salvatore' per via del nome..eperchè li fredda in un 'amen'
Lo prendono in giro divertirti; qualche mese dopo Maret leggerà sul giornale la notizia della morte di quei
due imbecilli ampollosi. Chiede informazioni a MacMahon.
Lui la guarda a lungo prima di risponderle "è molto
bravo, spera di noi trovartelo mai davanti" le dice duro.
Le voci corrono sul fantomatico 'salvatore' : si dice abbia ammazzato la sua donna e il migliore amico
in maniera orribile. Si interessa di nuovo ma stavolta
MacMahon non le risponde.
Ma come è fatto? Quanti anni ha? si domanda Maret incuriosita . E'
una specie di fantasma, tutti ne parlano ma nessuno l'ha mai visto. Dal numero
di vittime che gli attribuiscono Maret pensa che sia
un 'vecchio signore' come MacMahon. Per una ragazza di23 anni, un uomo di 48 ormai è da pensione.
A 24 anni resta nuovamente sola. MacMahon
esce una sera, porta dei documenti falsi con sè, lo
fa sempre..non si può mai sapere. Non torna più. Lo trovano cadavere
in un secchio della spazzatura. Uno scontro fra bande. L'uomo si è trovato in mezzo, le dicono prima di farle vedere il
corpo.
Maret annuisce. Guarda il foro
perfetto.Un collega.
C'era un biglietto sul cadavere; Maret
lo scopre frugando negli archivi della polizia. Lo legge e capisce tutto, chi
l'ha scritto sapeva il suo vero nome : Game Over, Robert.
Un giorno lo trova, l'assassino del suo pigmalione.
Non lo ammazza subito..ci gioca un pò. Lo trovano dopo
una settimana dragando il fiume. Fa talmente schifo che i soccorritori quando
lo ripescano non riescono a fare a meno di sentirsi male.
Game Over, stronzo.
Maret è arrivata a casa, il loft, non l'appartamento che divide con Lyse.
Si getta sul letto giapponese, toglie le scarpe con un
calcio.
Allarga le braccia e guarda il soffitto...è stanca, non
riesce a pensare. Chiude gli occhi sentendosi sempre più male.
Si volta su un lato, il cappotto le
da fastidio ma non lo toglie. Osserva la statuina liberty :
la figurina snella e flessuosa della donna con un vestitino azzurro e i fiori
tra i capelli, dello stesso colore dei suoi. Un ricordo di zia Lizzie.
Morire..perchè no? Adesso chiamo Jesus e
gli chiedo se mi fa il piacere di finire il lavoro che ha lasciato in sospeso.
Capitolo 13 *** Caro papà..ho preso tutto da te ***
La valigetta di Maret,
La valigetta di Maret..l'ha dimenticata qui.
Jesus prende la 24 ore di pelle e la guarda..che
segreti nascondi, Maret? C'è solo lavoro in questa custodia elegante o anche
qualche piccolo segreto che non mi rivelerai mai?
Ridacchia parcheggiando la macchina all'angolo della strada,
in mezzo a tutte le altre . Sale le scale di casa...
casa sua, dove ha portato Maret quella volta.
..nel
mio letto..
Adesso sa dove abito ma non verrà mai a farmi visita.
Apre la porta guardando la posta. Tutte lettere intestate a
Matthew Brennan.
Matthew è il nome di suo padre, Brennan il cognome della
madre.
Bollette..bollette.. pubblicità...cartolina.
La gira. E' di Ariel, vergata in
fondo con un cuoricino stilizzato. Jesus sorride fra sè : si ricorda sempre di mandargli una cartolina quando si
sposta fuori dallo stato.
Posa la posta sul tavolino all'entrata e si siede stanco..non ha
fatto niente ma è esausto. La stanza odora di chiuso. Per forza : alloggia alla villa 5 giorni la settimana! Solo nel
weekend torna in quell'appartamento di 60 metri
quadri. Il frigo è vuoto ma non ha fame.
Un' artista sempre in viaggio, ha detto alla portinaia
impicciona quando si era interessata della sua vita.
La donna ci aveva creduto, osservando i capelli lunghi e la
sigaretta che penzolava all'angolo della bocca. Che giovinastro!
pensa ironicamente Jesus fra sè.
La stanza è quasi spoglia, non ha bisogno di molto..non è
certo piena di tutte quelle meraviglie come il loft
di Maret!
...stava
male..
Poggia la valigetta della ragazza accanto a sè. E' incuriosito ma non sta bene impicciarsi nella roba
degli altri, questo gli ha insegnato la madre quando era piccolo.
Ci teneva Ann, all’educazione. Un killer ammodo…da ridere.
Una lettera di suo padre. Jesus sorride e gli manda un
saluto silenzioso. . Sta bene, si raccomanda prudenza.
Prudenza! Vecchio mio, ho preso tutto da te...anche la
sfortuna con le donne.
Si alza stirandosi, accende la tv ma non la guarda
veramente.
..dovrei
andare da lei..
Prende una pacco di sigarette
nuove, controlla d'avere l'accendino ed esce un'altra volta.
L'acqua mormora. E' piacevole da ascoltare. Ha preso la
macchina e in preda ad un istinto si è diretto alla spiaggia.
Fa fresco, si stringe nella giacca sportiva guardando due
innamorati che si fermano a baciarsi. La ragazza lo vede eridacchia imbarazzata, tirando il fidanzato
per la mano.
..poteva
essere lei..
Cammina sul molo, per una volta non è
bagnato. Si siede con le gambe che penzolano nel vuoto..accidenti, lì si che fa
freddo.
..la
sua pelle era così calda..
Vede un punto lontano, la luce di una barca.. le stelle sono così tante.. comincia a canticchiare una
canzone, gli viene sempre in mente quando pensa a Maret .. una sirena suona..e Jesus ricorda.
Look at the stars,
lookhowtheyshineforyou,
And everythingyou do,
Yeahtheywereall yellow
I camealong,
I wrote a song for you
And all the things you do
And itwascalled 'yellow'
Jeanne l' aveva conosciuta al college, ad una festa per la
precisione. Si sa come vanno queste cose : una canna
di troppo, alcool a fiumi e si era svegliato con una bellissima moretta accanto
a lui.
La ragazza gli aveva sorriso. Un sorriso da spezzarti il
cuore, tanto era dolce e lui si era innamorato per la prima volta.
So then I took my turn,
oh what a thing to have done
And it was all yellow
Your skin,
oh yeah your skin and bones
Turn into something beautiful
You know, you know I love you so
You know I love you so...
Jeanne era tutto ciò che potesse
desiderare a 18 anni. Era felice, non gli mancava più niente
adesso.
Un giorno suo padre lo chiama al telefono e gli dice che la
madre è morta. Un incidente d'auto.
Jesus si precipita a casa, Jeanne lo vuole accompagnare ma
il ragazzo rifiuta.
I funerali sono uno strazio. Suo
padre non versa una lacrima.. ma dopotutto Matthew è
fatto così. Duro, quasi gelido a volte. Ann, sua madre, aveva sempre pregato
che Jesus non venisse su con il carattere chiuso e gli aveva dato quel nome
sperando che gli portasse fortuna; era una fervente cattolica e lui la
rispettava, ma nonci credeva poi molto
di tutto quel gran parlare di perdono e vita eterna.
Finito il college si iscrive
all'università. La cerca vicino casa, vuole tornare da suo padre per fargli
compagnia, ma l' uomo non sembra molto felice della
sua decisione. Un giorno Jesus torna a casa all' improvviso
e lo scopre mentre 'lavora'
Matthew non dice nulla. Uccide l'uomo in fretta e si
sbarazza del cadavere. Jesus è sconvolto, non può credere che suo padre faccia
quel lavoro!
Si arrabbia, urla, lo vuole quasi
picchiare. Ma Matthew resta impassibile. La sua
maschera di ghiaccio..Ann non l' ha mai sopportata.
Con calma gli spiega le sue ragioni, per
il ragazzo sono inaccettabili. Torna all'università ma è tutto diverso.
Jeanne non lo capisce più. Jesus è sempre più chiuso in se stesso, l'amore
della ragazza non basta a consolarlo della macabra scoperta che suo padre, il caro
paparino, quello che da piccolo lo portava al parco a
giocare e a pesca la domenica..uccida la gente...per soldi.
Deciso a farlo smettere, si precipita un'altra volta a casa.
Lo sente litigare da fuori con qualcuno; il tempo di aprire la porta e una
pallottola vola accanto a lui.
Matthew è sconvolto : per la prima
volta Jesus vede sul volto di suo padre un'emozione umana.
Una colluttazione, uno sparo assordante e l'uomo giace morto a terra. Ma non è stato Matthew ad ucciderlo..è
stato lui..e quello che è peggio, è che non ha provato
assolutamente nulla. Come se la cosa non lo riguardasse
Senza una parola chiama la polizia, inventando la balla di
un rapinatore armato "ho fatto fuoco per difendermi ma non immaginavo di
prenderlo..e tanto meno di ucciderlo" dice al poliziotto mentre
lo interrogano. Finge bene di essere sconvolto. Ci credono. Dentro è freddo
come il ghiaccio.
Matthew lo guarda e tace, limitandosi a confermare la
versione del figlio.
In quel momento Jesus si rende conto di quanto sia simile a
suo padre e si spaventa.
I swam across,
I jumped across for you
Oh what a thing to do
Cos you were all yellow
I drew a line,
I drew a line for you
Oh what a thing to do
And it was all yellow
"Ehi
amico..hai una sigaretta?"
Qualcuno lo disturba, distraendolo dai suoi pensieri. Jesus
si volta...un povero barbone.
Gli allunga un paio di sigarette e qualche spicciolo. L'uomo
lo ringrazia e se ne va, con l 'andatura barcollante
di chi ha bevuto troppo. Sa già dove finiranno le sue banconote. Con questo
tempo non supererà l'inverno, pensa Jesus tornando a
guardare la luce della barca. Cristo che freddo, ma che mi è saltato in mente
di venire qui? si domanda
rabbrividendo nel giaccone pesante.
..Maret, eri così
strana…
Una spiaggia.. come quella volta,
quando aveva detto a Jeanne del suo nuovo lavoro.
La ragazza era rimasta senza parole. Credeva che l'amore per
lui fosse abbastanza forte per sopportare la verità. Invece era scappata a gambe levate. C'era stato male, ma non
così tanto come si sarebbe aspettato.
Diventava sempre più come suo padre.
And your skin,
oh yeah your skin and bones
Turn into something beautiful
For you I bleed myself dry
For you I bleed myself dry
Ha 27 anni quando sente il padre parlare di Maret. Una ragazza in gamba che vive con MacMahon. Jesus non l'ha
mai conosciuto ma sa tutto di lui e si domanda se quella ragazza sia la sua
amante. Lo chiede al padre ma Matthew si limita a guardarlo male e a mormorare
che 'figlio idiota'abbia.
Le voci su Maret corrono in fretta e non sono molto
lusinghiere : 'puttana' è l'appellativo più
ricorrente, da quando a preso a calci nelle palle Vincent. Jesus lo conosce e
non lo può sopportare. Comincia a stimare Maret.
Il giorno in cui sente alla televisione della morte di MacMahon si domanda cosa farà la ragazza. E' presto
accontentato : Maret trova il suo assassino e lo fa
fuori in una maniera talmente orribile che gli fa accapponare la pelle.
Montature ovviamente. Una donna non può essere così. Nessun
killer è spietato, non si uccide mai con cattiveria, ma con una sorta di lucida
consapevolezza che la prossima volta ci potresti essere tu dall'
altra parte. E' quello che ti fa premere il grilletto.
Mors tua, vita mea.
Capisce perchè
suo padre è così freddo.
Devi farlo. O non ne esci vivo.
Jeanne nel frattempo è tornata da lui. Lo accetta
così com'è..dice. Ma Jesus ormai è cambiato;
non è più lo scanzonato ragazzo di una volta. E’ uno schifoso assassino.
Un giorno le presenta un suo amico, Ritchie. Lo vede da come
si stringono la mano che fra i due è scattato
qualcosa. Non dice niente e aspetta.
Non gli ci vuole molto a scoprirli e Jeanne non è mai stata
capace di mentire decentemente.
Non gliene importa niente.. non ha
certo portato il lutto mentre era assente. Ormai per lui è morta.
Intendiamoci, non è stata la scopata in sè
che l' ha fatto incazzare, può capitare.
Bastava che gli dicesse "mi sono innamorato di lui,
scusami" oppure "ti lascio perché non ti amo più". Una cazzata
qualsiasi!
Inveceno.
Ha pianto, ha negato. Come cazzofai
a negare se ti beccano in flagrante reato?!
Non è stato fortunato suo padre con le donne..e
neanche lui.
Torna alla macchina starnutendo. Si sarà beccato un bel
raffreddore a stare tutto quel tempo sul molo. Ha il fondoschiena congelato e
le mani intirizzite. Vede la valigetta di Maret e guarda davanti a sè.
Si dirige al loft e la lascia
davanti alla porta. Si volta per andarsene..qualcuno potrebbe rubarla
se la lascia li.
E’ indeciso, sbuffa più volte. Il
campanello..basta premerlo. Allunga il dito incerto.
Al diavolo! Al massimo mi risponderà male come al solito!
Preme il freddo bottoncino di ferro e aspetta.
Maret apre la porta senza neanche guardare dallo spioncino.
Nell’altra mano ha una pistola.
Ha pianto, pensa porgendole la
valigetta
Maret la guarda..e guarda lui “grazie” gli dice con un sussurro prendendola
.
Sta per andarsene..fa due passi e si gira nuovamente. Maret è rimasta a
fissarlo. Ha il volto arrossato.
“Vuoi venire a fare una passeggiata con me?” le domanda gentilmente . Ha voglia di abbracciarla, di
consolarla..qualsiasi cosa abbia.
Maret lo guarda per un po’. Jesus le volta
le spalle, non si aspettava altro.
“Se aspetti un minuto prendo la giacca ..”
mormora posando la valigetta all’interno
dell’abitazione.
It’s true
look how they shine for you
look how they shine for you
look how they shine
Look at the stars,
look how they shine for you,
And all the things you do,
Jesus guarda la porta accostata e sorride, sentendosi
stranamente bene.
Sono tornati alla spiaggia. Maret gliel’ha chiesto
espressamente. E’ tanto che non ci va, ha bisogno di sentire l’odore del mare.
Jesus cammina accanto a lei in silenzio,
non fuma neanche. Stranamente non ne sente il bisogno.
I lampioni illuminano la piazzetta circolare con la loro
calda luce arancione. Per accedere alla spiaggia
devono scendere le scalette di legno consumate dalle intemperie. Jesus si avvicina alla riva…è così
silenzioso quel posto adesso. Sente solo il lento sciabordio delle onde.
Chiude gli occhi e ascolta l’armonia placida che si ripete
incessante.
Maret non parla molto, si sta ancora chiedendo se ha fatto bene ad accettare il suo invito. Manon si sente più sola adesso, anche i dolore è passato. Il senso di vuoto che provava ha lasciato
il posto ad una completezza che la spaventa ..perchè la rende quasi felice.
L’ avverte sempre quando sta vicino a
Jesus ..e stasera sembra essersi moltiplicata.
Si è sempre sentita sola Maret, anche quando viveva con la
zia o con MacMahon. Ma non le è mai piaciuto
piangersi addosso, sua madre lo faceva sempre quando il ‘ragazzo’ di turno la mollava..Maret
non l’ha mai sopportato. Le avrebbe voluto gridare
“guarda con che idiota stai uscendo!” invece taceva e si limitava a porgerle
l’ennesimo fazzoletto asciutto.
Dopo una full immersione nel disagio
esistenziale, a 18 anni decise che non sarebbe mai diventata come lei ed
escluse le persone dalla sua vita. Cara mammina,
sei stata un vero esempio! Hai corazzato il mio
istinto di sopravvivenza, con le tue continue tragedie!
Sbuffa, dandosi della sciocca..non ricominciare con la
storia dell’affetto materno mancato! La sgrida la sua solita voce severa nel
cervello.
Ma per una volta Maret non la vuole
ascoltare. Non è sola stasera…c’è Jesus.
Sembra quasi che il mondo abbia un posto anche per lei,
quando le sta vicino.
Gli lancia un’occhiata, sta
osservando il mare da un bel po’ di tempo. Lo vede voltarsiverso un gruppo di ragazzi, in circolo
attorno ad un falò.
Maret li guarda..si stiano divertendo un mondo; sono ubriachi fradici e
qualcuno si sente male..tuttavia la festa continua
tra le risa e i lazzi.
Il vento si alza, Maret rabbrividisce e si stringe nel
cappotto ..doveva restarsene a letto.
..con lui…
Jesus le si avvicina, non la tocca.
Sà che
Maret lo odia quando lo fa “Come stai?”
Il suo sguardo è preoccupato, pensa
la ragazza un po’ stupita. Attende un po’prima di rispondere..
ha ancora quel groppo in gola che non la fa parlare.
“Bene..” sussurra mentre si
allontanano dagli schiamazzi. E’ quasi un delitto parlare in quel luogo..rovina
l‘atmosfera..
Trovano una barca rovesciata e ci si siedono sopra.
La sabbia scricchiola dolcemente sotto le loro scarpe,Maret inspira l’aria fresca con piacere.. ma le fa male il petto..le
viene ancora da piangere, ma non lo farebbe mai davanti a lui.
Jesus non trova un’ argomento di
conversazione e si limitano a starsene in silenzio, uno di fianco all’altro.
Un’ improvvisa imprecazione fa girare Maret di scatto.
“Ahio!Ma che cavolo..!” una bottiglia rotta. Con tutto lo spazio che c’è, Jesus
è riuscito a metterci la mano sopra.
Il sangue rosso che esce dalla ferita riscuote Maret dal suo
torpore..il
sangue..lei odia il sangue, per quello è così rapida
nel suo lavoro.
Resta un attimo a guardare il liquido che fluisce dal palmo
tagliato e le torna in mente zia Lizze.
Jesus fruga in una tasca in cerca di un fazzoletto. Peccato
non ne abbia mai appresso. È sbadato su certe cose,
sua madre lo prendeva in giro ogni volta che usciva e
tornava dopo due minuti a prendere le chiavi di casa.
Maret apre la borsa : a differenza del suo capo ha di tutto con sè. Da quando le hanno sparato
addosso, ha scoperto le meraviglie del disinfettante spray.
“Allunga la mano “ gli dice tranquilla.
“Ti porti quella roba appresso?!” le chiede stupito, mentre
una sensazione di freschezza gli aggredisce la pelle.
“Certo..per ferite, tagli..pallottole
vaganti..” mormora afferrando un fazzoletto e togliendo
il sangue in eccesso.
E’ distratta mentre fa quel lavoro, non si è mai accorta di
avere le mani così piccole..inadatte a reggere una pistola di grosso calibro.
..sono
le sue che sono troppo grandi ..
Maret arrossisce
: ricorda benissimo le chiacchiere maliziose con le amiche. Quando aveva 16 anni ci credeva veramente nell’amore e la
sua teoria ancora non si era sviluppata del tutto. Le mancava qualche
tassello…e poi, eccolo là! Signori, squillino le trombe, arriva Tommy , il ragazzo più carino del
liceo. Le era piaciuto subito. Il suo primo e ultimo amore.
Un grandissimo idiota.
Ha la mano così calda..pensa mentre il fazzoletto le scivola distrattamente e va a
finire sulla sabbia. È inutilizzabile adesso. Maret fa una smorfia.
“Dai, lascia perdere” le dice accomodante, fin troppo
stupito della sua gentilezza “non morirò certo per un taglietto.”
Però gli piace che Maret si preoccupi,
almeno apparentemente.
“Non potrai lavorare per un po’ “ mormora tranquilla, togliendosi
il foulard di seta dal collo e usandolo come fasciatura di emergenza.
“No..Maret..” sussurra incredulo…
Addirittura?!
“Al prossimo incarico mi pagherai di più “ dice soddisfatta,
trattenendogli la mano più a lungo del necessario.
Jesus la guarda negli occhi e Maret
non sa come comportarsi. Lo lascia andare lentamente..le sue mani sono di nuovo
fredde adesso..e vuote. Non è piacevole. Se le mette in tasca cercando un po’ di calore.
Non è la stessa cosa.
Jesus guarda il foulard che gli ha stretto intorno..c’è il
suo profumo sopra.
“Sai che ci vorrebbe adesso? Un po’di musica..” sussurra Maret all’improvviso.
Jesus si volta verso di lei e la guarda incredulo. Non ce la faceva così
romantica!
..lei
è molto di più…
“Vieni con me” le dice allungandole l’altra mano.
Maret la guarda incerta. La stringe dopo un po’ e ritrova
quel calore meraviglioso.
Lasciano la spiaggia a piedi , Maret
si sente bene, è piacevole quel tipo a volte.
..molto
piacevole..
Camminano a lungo, Jesus non le lascia
mai la mano.
Maret si sente di nuovo una ragazzina. Le piace ..anche troppo. Si scioglie dalla sua stretta leggera.
Jesus non dice niente, neanche la guarda.
È già tanto che gliel’abbia permesso fino a quel momento.
Arrivano su un ponte.
Una musica lenta e seducente.
Un blues che si leva nell’aria..morbido e avvolgente come
una coperta calda.
Maret lo adora ma non lo dice a Jesus.
Lui si avvicina all’uomo e gli lascia una mancia generosa.
La ragazza si appoggia al parapetto di marmo freddo e chiude
gli occhi..è ipnotizzante quella melodia, ti fa venire voglia di
ballare ..
Jesus nota il sottile movimento che fa con la testa. I
capelli si muovono leggeriattorno al
suo viso. La vede sorridere e ne resta un po’ scombussolato.
“Bellissima” sussurra Maret,
poggiando i gomiti sul parapetto e tenendo il ritmo.
Improvvisamente il vento fresco non la accarezza più. Sente
un calore piacevole dietro di lei.
Jesus le porge la mano con un sorriso invitante.
Maret è un
incerta..vuole ballare con lei? Perché no..in
fondo cosa vuoi che succeda? si dice ingenuamente
Si stringe a lui e si sente bene..troppo.
Ha un profumo così buono. Le ricorda i pomeriggi passati con
zia Lizze a infornare biscotti al cioccolato. Il suo
abbraccio è avvolgente..un senso di calore e protezione, come non provava da tempo
la ghermisce violentemente e la lascia scombussolata.
Si stringe ancora di più a Jesus e
si lascia dominare da quell’emozione privata. E’ solo
sua, non ha paura di goderne, non può farle del male, ne è
certa.
Una cosa così piacevole non può ferirti.
La musica è malinconica e struggente..sembra ti scavi dentro,
sfiorandoti con le sue dolci dita..ti accarezza..è così insinuante…
Maret si sta
commuovendo, non riesce a sopportare quel calore, quell’armonia.
Si irrigidisce e Jesus la sente tendersi contro di lui
“ehi..” le sussurra dolce, accarezzandole i capelli. Maret
si scosta da lui ..ha gli occhi gonfi di lacrime.
“Maret.. “ sussurra piano quando una
lacrima le cade sul cappotto. Una gocciolina sola, le altre si perdono sul viso della ragazza,
La abbraccia con forza, stringendola contro di sé . Maret affonda il viso nella sua spalla. Ne ha bisogno.
Quando si calma non riesce a respirare.
Si vergogna da morire.
Jesus guarda il capo clinato e si sente rimescolare dentro “ehi…”
le sussurra dolce “se lo sapevo, non ti ci portavo qui!” Le accarezza una
guancia con delicatezza, soffermandosi più del necessario.
Maret tiene gli occhi chiusi, assaporando
quella sensazione deliziosa che si propaga lungo il collo.
..non
smettere, continua..
Vuole essere carino con lei. Maret lo apprezza. Annuisce
appena ma vorrebbe sprofondare per l’ imbarazzo.
Improvvisamente la musica cambia, il sax intona una musica
arrangiata ..Barry White.
È leggermente meno struggente dell’altra. Maret non la
riconosce.
Jesus sa che significa..ne ricorda solo pochi pezzi. Non le rivela il suo vero
significato. Se lo sapesse scapperebbe a gambe legate.
Le note di “Just the way you are”
si levano vibranti, non suona poi male, pensa Jesus continuando a stringere il
corpo di Maret..da quanto
tempo lo voleva fare?
I need to know that you will always be
The same old someone that I knew
What will it take till you believe in me
The way that I believe in you.
I said I love you and that's forever
And this I promise from my heart
I could not love you any better
I love you just the way you are
Maret si lascia cullare a lungo..è una
canzone d’amore, pensa sentendola entrare dentro di sè.
Le fa sempre quell’effetto, il sax.
Quando la musica finisce, Jesus
continua a stringerla..ha voglia di sentire il suo profumo, quello vero.. non la
costosa fragranza che sente penetrare nelle narici. La sua pelle bagnata dopo unadoccia calda.. prima
che indossi la solita maschera da strega.
“Ci facciamo una cioccolata calda?”
Ha usato appositamente quel tono spensierato..è troppo
pensare a lei che fa la doccia! Gli viene voglia di trascinarla a casa sua..
..per
fare l’amore tutta la notte..
La sta già stringendo troppo, ma lei non se ne lamenta.
Forse non se n’è accorta..o forse..
Maret ride alla domanda, guarda l’orologio
: è quasi mezzanotte “a quest’ora?
“Se fai la brava ti concedo anche la
panna montata” le propone strizzandole l’occhio. Maret alza lo
sguardo, le viene da ridere.
…dio, quant’è bella
adesso..
Quegli occhi lucidi, le guance arrossate..ha voglia di riempirla di
baci..si, lo vorrebbe proprio fare.
Con galanteria le offre il braccio. Maret sorride..non
l’ha mai vista sorridere così.
Mentre camminano per la strada
incrociano una coppietta che litiga “non arriveranno mai ai nostri livelli” le
dice in tono complice, facendola scoppiare a ridere “meno male che non siamo
una coppia!” esclama Maret tacendo subito dopo.
..già…non
siamo una coppia..
Jesus sta pensando la stessa cosa in quel momento. Ha voglia
di stringerla nuovamente; il vento forte che si alza e la fa rabbrividire gli da l’occasione giusta. Maret si ritrova il suo braccio attorno
alle spalle. Non dice niente ma si sente morire di imbarazzo.
Gira la testa per un attimo, lui fa lo stesso..sente
il suo respiro sul viso e resta a fissarlo, con lo stomaco che si agita
violentemente.
Jesus si ferma : o la bacia adesso
o mai più!
“Scusa..” mormora a disagio, sciogliendosi
dalla sua stretta e allontanandosi un pò.
Un’imprecazione dentro di sé.
Non importa quanto ci vorrà, prima o poi
riuscirà a conquistarla, dovesse impiegarci una vita!
Sono seduti in un bar adesso..uno dei pochi aperti a
quell’ora di notte. Maret sorseggia la sua cioccolata con una faccia
paradisiaca. Dovrebbe berla più spesso, la fa sentire
bene.
Jesus la guarda di sottecchi, sembra un
bambina felice.
..ci
vuole tempo..
Maret
lo osserva per un attimo e capisce che non è la cioccolata a farle quell’effetto..è lui.
“Come’è la tua?” le domanda
gentile.
“Come la tua” risponde Maret allontanandogli il cucchiaio
dalla tazza “provengono dalla stessa scatola ..e non ti
azzardare a fregarmi la cioccolata! Posso diventare molto pericolosa se tocchi
questa delizia!” lo minaccia scherzosamente.
..ma
ne varrà la pena..
“Che altro ti piace?” le chiede d’un
tratto, poggiando una mano sulla guancia e inclinando la testa.
“Perché lo vuoi sapere?” domanda sorniona,
sorseggiando con cautela la bevanda calda. Si è già scottata la punta della
lingua prima e l’ha presa in giro 10 minuti filati.
“Così..”
..voglio sapere tutto
di te..
“Lo sai ..sai dove abito, chi
frequento..che lavoro faccio” gli risponde vaga.
“Non so niente di te “ le dice con uno strano tono di
voce.
Maret lo guarda a lungo..è indecisa. Se gli rivela
qualcosa del suo passato potrebbe anche usarla contro
di lei. “stai invadendo la mia privacy” gli dice d’un tratto
dura.
..non
lo farebbe, lo sai..
Jesus solleva le mani in segno di resa. In meno di un
secondo, Maret è riuscita ad innalzare un muro di 20 metri fra loro due. Ci
resta male..molto.
Guarda di lato : due ragazzi si
stanno imboccando a vicenda..ma stasera ci sono solo
coppie in giro?! Si domanda un po’scocciato.
“Mi piace il gelato alla vaniglia”
Jesus si volta e la guarda. Maret fa finta di niente, non sa
perché gli ha risposto..neanche con Lyse parla mai dei
suoi gusti. Forse perché era stato così carino con lei…
E’ gia qualcosa, pensa l’uomo
tranquillizzato.
“E tu?”
Alza lo sguardo. Maret lo scruta con una strana espressione.
“Crème caramel” risponde finendo
di bere la sua cioccolata.
“Stanno bene insieme..”mormora
Maret con tono indecifrabile, giocherellando col cucchiaino. “Già..”
Il locale deve chiudere, gli avventori
escono in silenzio. E’ finita la serata e Jesus sa che non ce ne saranno
altre.
La accompagna a casa. Fanno la strada lentamente. Maret è
inquieta. La prospettiva di tornare nel loft
sola non le piace.
..io
adesso.. vorrei..
Quando arrivano sulla porta, Maret
tentenna. Resta a lungo con la chiave infilata nella toppa..
“Senti..”
Jesus la guarda ..sta per dirgli
quello che pensa?
“Grazie..” sussurra la ragazza. Le si è formato un groppo in gola e non riesce a dire altro.
L’uomo le sorride.
..e
che ti aspettavi? che ti invitasse a casa sua?
Le da le spalle. Deve tornare alla
spiaggia a prendere la macchina.
“aspetta..”
Jesus si gira col cuore in tumulto. Maret scende i tre
scalini di corsa e si ferma di scatto..ma che diavolo stavo per fare?! Inventati qualcosa, sta
facendo la figura della stupida!
“Si?” le chiede avvicinandosi
leggermente.
…chiedimelo…
“per il foulard..non ti preoccupare…” Quella sciocchezza è la prima cosa che
le viene in mente.
..resta qui…
“Non mi preoccupo” le risponde con uno strano presentimento..gli
sembrava quasi che stesse per dirgli qualcosa..o per
fare qualcosa.
La saluta con un cenno della mano e se ne va a piedi..deve
fare un mucchio di strada.
Dovevi rimanere,
idiota!
Maret lo guarda allontanarsi, appoggiata allo stipite…le è
mancato il coraggio..
Natt è un sicario. Un tipo tranquillo, lavora da solo e se
la diverte parecchio.
Ha 36 anni e un giro d’attività illecite che fa rizzare i
capelli ai poliziotti di mezzo mondo.
Corse clandestine, combattimenti
fra cani, incontri sporchi di boxe..volete
scommettere su una giocata vincente? Chiamate Natt.
Il lattaio non vi rifornisce la mattina perché avete fatto i
cattivi e non avete risciacquato bene la bottiglia, il giorno
prima? Chiamate Natt.
Buoni o cattivi, Nathaniel se li fa tutti. Basta che
paghiate. Non importa il perché o il percome. Lui fa il suo lavoro e basta.
Un’unica cosa : non chiedetegli di uccidere
donne o bambini, perché vi farà secco all’istante.
E’ un sicario con un’etica.
Non si alzano le armi su creature innocenti o incapace di
difendersi.
Perché ne parliamo?
E’ appena arrivato in città e si vuole divertire un po’.
Parcheggia la grossa Trail Blazer in mezzo alla
strada bloccando il traffico, mentre compone un numero sul cellulare.
Gli occhiali da sole neri riflettono il pallido sole
mattutino. Sono praticamente inutili, ma Natt li
adora..gli danno quella certa aria da cattivo ragazzo
che fa’ impazzire le donne.
O almeno, questo è quanto che gli
ha detto la sua ultima conquista, una portoricana dal sangue caliente.
Guarda davanti a sé, poggiando sul tettino della macchina il
braccio inguainato dal cappotto nero, lungo fino ai piedi. Sorride a due
ragazzine che passano e lo indicano..Già mi piace questa città!
Jesus sta leggendo dei fax, un sommesso mormorio esce dalle
sue labbra leggermente aperte mentre rilegge per l’ennesima volta la richiesta
assurda che gli hanno fatto.
Cristo, ma in questa città non c’è nessuno che non voglia
morto il vicino di casa?!
Mogli fedifraghe, mariti assenti..ma sono motivi buoni per spegnere
qualche lumino prima del tempo?!
Dio santo, sono completamente fuori! Pensa incredulo posando
il foglio con sguardo perplesso. Il cellulare che squilla interrompe le sue elucubrazioni,..questa è Maret con qualche
scusa nuova!
“Non t’inventare niente.. devi
lavorare” esclama senza neanche guardare chi è.
Odia avere mille suonerie.. è un
tradizionalista su certe cose. Dovrebbe ricordarsele una per una..tutto
tempo sprecato!
“Ehilà chico, come te la passi?”
“Natt?”
Jesus si solleva inconsciamente dallo schienale imbottito
“Natt - il lardello?” sghignazza divertito ripensando al ciccione di 130 kg che
conosce da una vita.
“Figlio di puttana come sempre..
dove vengo a raccattare le tue secche chiappe?!” esclama l’uomo ridendo.
Ha una bella risata, Natt. Quando sorride si riflette negli
occhi neri…come li aveva definiti quella ragazza, nel
pub di Manchester?
Ah si..‘due tizzoni ardenti ’!
Jesus sente il rumore di macchine
e di clacson che strombazzano incessanti. Conoscendolo si sarà fermato in mezzo
alla strada bloccando il traffico, come era solito
fare quando lavoravano insieme a Londra.
“Ti do l’indirizzo, ce la fai a scriverlo o la ciccia ti impedisce di tenere la penna in mano?” continua a
canzonarlo con un largo sorriso stampato in faccia.
“Scherza poco bello, ti do una pista con le donne adesso!”
lo avverte facendo un gestaccio ad un’automobilista che sta gridando da dentro
la macchina “ora mi sposto, idiota! Non vedi che sono al telefono?!” sbraita
nel cellulare forando un timpano a Jesus che non riesce trattenere le risa
immaginando la scena.
“Ma che casino in questa città!”esclama all’amico sentendo
le risate soffocate “ho sentito che hai messo su un bel giro..ce l’hai qualche bellezza
che lavora per te?” domanda interessato.
“Qualcuna..” risponde vago..le viene in mente Maret all’istante : lo prenderebbe a
calci per cinque stati, se ci provasse con lei come era solito fare con le
irlandesi di Dublino, quattro di anni fa.
“Suona su stocazzo,
stronzo! Parcheggio dove mi pare!“ lo sente urlare di nuovo.
L’incarnazione della classe.. pensa
Jesus scuotendo la testa.
Natt si appoggia alla Trail Blazer
che splende come una gemma sul velluto di un gioielliere, per nulla
intenzionato a spostarsi.
La portiera aperta gli dà l’occasione per mettersi in posa : solleva un piede e lo poggia sulla soglia dondolandosi
leggermente.
”Ehi,..bambolina..vieni
da papà..” lo sente sussurrare Jesus al telefono,
seguito da un fischio di ammirazione che gli lede il timpano per la seconda
volta. Con calma cambia orecchio, aspettando con il mento poggiato su una mano che
la sequela di oscenità proveniente dall’altra parte,
cessi del tutto.
“Dicevamo?” gli domanda l’amico dopo un po’.
“Perchè non ti togli di mezzo?
Magari la faccenda si sistema magicamente da sola” gli propone
scostando le tende dalla finestra. Intravede la figuretta
esile di Ariel avvicinarsi alla villa; la ragazza solleva
lo sguardo e gli fa un cenno di saluto, quando lo scorge dietro il vetro.
“Ma si…” mormora con fare sornione “preparati a piangere..un
fisico così te lo sogni, chico!”
Esclama Natt chiudendo il cellulare con uno scatto.
Si volta verso il poliziotto che gli fa cenno di sgombrare e
impreca fra i denti..città del cazzo!.
Un violento bussare fa trasalire Ariel,
mentre Jesus le spiega i dettagli della missione. Non fa neanche in
tempo a pronunciare un ‘avanti’
che la porta si spalanca e un pazzo vestito di nero da capo a piedi si
catapulta nel suo ufficio, con un sorriso a 36 denti stampato in faccia.
“Ha ordinato un killer express?!” esordisce simpaticamente il
nuovo arrivato, avvicinandosi con lunghe falcate alla scrivania di Jesus che
stenta a riconoscere ‘Natt- il lardello’
nell’affascinante uomo che ha appena messo piede nel suo studio.
“Ma che hai fatto?!” esclama
incredulo guardando il fisico scolpito e asciutto dell’uomo.
“Dieta ferrea e un sacco di moto!” risponde abbracciandolo e
dandogli delle forti pacche sulle spalle “Allora?! Come butta fratello? Stai mettendo su rotoli, eh?” lo prende in giro divertito, pizzicandogli
un fianco con forza.
Solo in quel momento nota Ariel che lo guarda con fare
perplesso.
“Ehi ehiehi…”
sussurra guardandola. Si gira del tutto verso di lei e si toglie gli occhiali,
puntandole addosso due occhi neri come la notte.
Ariel è imbarazzata : siede nella
poltrona con le gambe incrociate sotto di sè e le
mani unite in una sorta di preghiera. Jesus l’aveva gia notato : lo fa sempre quando le spiega le cose. La maglietta che
indossa è leggermente scesa su una spalla e rivela la spallina rosa del
reggiseno. Tira su la manica arrossendo un po’, sotto lo sguardo insistente
dell’uomo.
Natt si volta verso Jesus che si sta ricomponendo e lo
guarda divertito.
“Che bambolina..quasi quasi mi metto pure io in affari con te..” gli mormora piano indicando Ariel
che si è insaccata ancora di più
nella poltrona.
“Leggi le labbra..no!N-O!” lo redarguisce serio “non ti azzardare..non cominciare a provarci con le mie dipendenti!”
Natt sbuffa sollevando le spalle…figurati se un no lo ferma!
Si siede di schianto sulla poltrona accanto ad Ariel. La
ragazza lo guarda di sottecchi e si rivolge a Jesus con due occhioni
imploranti “posso andare adesso?”
“Devi aspettare Maret, devi andare con lei” la informa in
tono dispiaciuto, squadrando Natt che continua a mettere in soggezione la
ragazza.
“Natt! Allora?” lo sgrida tirandogli un foglio di carta
appallottolato.
“E una bambolina come te fa la
killer? Scherziamo?” dice ad Ariel lanciando la
palletta al precedente proprietario.
“Io..ci provo” afferma imbarazzata.
“Mh” l’uomo annuisce accendendo un
sigaro pestilenziale “beh..uno deve pur cominciare”
“Ancora quella marca di merda?”
esclama Jesus alzandosi per aprire la finestra.
Natt non lo ascolta, concentrato com’è sulla ragazza …e
adesso chi lo stacca più di dosso quella poverina? Pensa Jesus osservandolo : il tempo l’ha migliorato..tranne
nei modi! Ha due anni più di lui e il cervello atrofizzato quando si tratta di
donne..ma
nel campo è uno dei migliori.
Un vero asso.
L’uomo si volta verso l’amico e apre la giacca “allora, che
ne dici del mio nuovo look?”
Jesus lo guarda con una smorfia sarcastica
“ sembri appena uscito da Matrix” commenta laconico.
Natt batte una mano sul bracciolo imbottito e si sbraca
scompostamente nella poltrona “l’effetto deve essere quello!”
Si gira verso Ariel che lo sta analizzando “che dici.. va bene?” le domanda in tono caldo.
Oddio.. è la fine! Quando tira
fuori quella voce da HumphreyBogart
non c’è salvezza!
“Quanti anni ha?” gli domanda di punto in bianco guardandolo
intensamente.
“E tu quanti ne hai, piccolina?” le
rigira la domanda con fare sornione.
“22 ”
“Un fiore appena sbocciato!” esclama Natt
sorridendo “diciamo che ne ho parecchi più di te, tesoro..e molta più esperienza”
le dice sporgendosi verso di lei. Jesus sta seguendo la scena
incredulo..è peggiorato..decisamente
peggiorato!
Ariel scuote la testa dolcemente “ lo chiedevo perché mi
ricorda tanto il mio papà che non c’è più”
Il silenzio cala nella stanza all’improvviso.
Natt resta congelato sulla
poltrona, non riuscendo neanche a muoversi…papà?!
“Sa..è morto giovane..lei quanti anni
ha? 45? 46?” continua a chiedergli Ariel con quel tono carino che non gli fa
più arrapate gli ormoni ma lo manda nel panico da pre
-anzianità!
Jesus resta senza parole! Cavolo..mica ce la faceva così
lesta di lingua! Le manca la giusta dose di sarcasmo e di cinismo ed è tale e
quale a Maret!
No, lei non sarebbe stata così sottile :
gli avrebbe ficcato la pistola in bocca!
A proposito di Maret ..
Prende il cellulare, trattenendo le risa e guardando il suo
amico che non spiccica più parola e fuma in silenzio. Ariel se la ride fra i
denti, cercando di non farsi notare mentre gongola per la vittoria sofferta.
Uno squillo solo e la voce della ragazza gli rimbalza nell’orecchio violentemente “Sei in ritardo!” sbraita
cercando di sovrastarla.
“Guarda idiota che sono arrivata, ma il viale è bloccato dal
gippone di uno stronzo!!” esclama nervosa Maret,
cercando di fare manovra per aggirare la Trial Blazer.
Jesus chiude il telefono sospirando..perchè ha l’ impressione
che sta per succedere una catastrofe di proporzioni immani?!
Maret scende infuriata dalla
macchina prosegue il tragitto a piedi..guarda la Trial e le chiavi in mano e sorride malignamente.
Dopo 5 minuti, entra sparata nell’ufficio di Jesus,
trovandolo parecchio affollato rispetto al solito. “Cos’è? Si fa festa?” chiede
irritata guardando le due poltrone occupate ..e questo
chi è?
“Lui è Natt..” le
dice Jesus sospirando e preparandosi ad un massacro fra titani.
La ragazza guarda il tipo smilzo che le porge la mano senza
neanche alzarsi dalla poltrona ”ciao bella” esordisce lo sconosciuto, girando
appena la testa di lato e guardandola dal basso verso l’alto.
Maret è sconcertata..cristo santo..sono uguali!
L’uomo che se ne sta seduto scompostamente sulla poltrona di
pelle, con una gamba penzoloni efumando
come un turco è la fotocopia di Tommy, il grande amore di Maret.
Jesus notando la sua aria meravigliata, aggrottò le
sopracciglia..che le è preso?
Maret non riesce a staccargli gli occhi di dosso..è
identico! I corti capelli neri, leggermente incolti..gli occhi scuri..Tommy..
‘ Ma
perché non li tagli, Tommy? ’ aveva chiesto la piccola Maret al ragazzo, mentre
passeggiavano sulla stradina assolata, in un caldo pomeriggio di giugno.
‘naa..sono più belli così..i poeti e i
sognatori li portano in questo modo’ le aveva
risposto allegramente,passandosi una
mano in mezzo e scompigliandoli ancora di più.
Maret aveva riso
divertita e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia..lui l’ aveva
abbracciata..
“Tommy..” sussurra appena Maret,
stentando ad allungare una mano per toccarlo.
L’uomo si voltò sorpreso e la guardò da capo a piedi “Natt..è corto, non ci vuole molto
ad impararlo” rispose in tono canzonatorio, osservando la ragazza che lo fissava
in modo strano.
Maret lo scruta intensamente..quello sguardo
penetrante..
‘Non sembro un vecchio
pirata con quest’espressione cupa?” le aveva chiesto mentre si recavano ad una
festa mascherata.
“Naa!”aveva
esclamato Maret picchiandolo sul cappello da pirata con la sua bacchetta dorata
‘vieni qui angioletto..’ le aveva sussurrato stringendola con forza
‘sto così bene conte..non ci lasceremo mai vero?’
‘mai’ aveva risposto lei
al settimo cielo.
Sottoposto a quell’esame prolungato, Natt s’interessò alla
nuova arrivata sempre di più.
Ripresosi dallo smacco di Ariel,
ora era attratto da Maret che sembrava essersi imbambolata.
Si rivolse a Jesus che la guardava a sua volta incuriosito
“fissa sempre tutti così, chiappe d’oro?” sghignazzò, spegnendo il sigaro quasi
sul bordo del portacenere.
Si girò verso la ragazza che non accennava a togliergli gli
occhi di dosso e glielo allungò con un sorrisetto
sarcastico “ehi bambola, fammi un favore..svuotalo”
Maret si riscosse all’improvviso.. bambola? Chiappe d’oro?! “Senti pezzo di merda..se non vuoi rimetterci la
pelle, attento a come parli!” esclamò infuriata in faccia all’uomo.
“Ehh..come
se la prende, la pupattola!”
Natt si alzò con un balzo elegante dalla poltrona e si
avvicinò al cestino della carta stracolma “mi sa che ti devi prendere una
cameriera” disse a Jesus usando un tono familiare.
“Eh? Ah si..” mormorò
staccando gli occhi da Maret..che strana espressione..e poi chi era Tommy? Un amico? Un ex? Pensò un po’
infastidito.
La goliardia di Natt non aveva ancora raggiunto l’apice e
quando si rivolse nuovamente a Maret Jesus pensò che lo avrebbe defenestrato.
“Ehi bellezza! Perché invece di
andartene in giro a sventolare la pistola, non ti metti una bella crestina su quell’adorabile
testolina e non ripulisci un po’ sto porcile che JC continua a chiamare
studio?”
Natt le sorride sarcastico, appoggiandosi alla finestra e
aspettando la reazione violenta della donna.
Maret distolse a fatica lo sguardo da lui “ma è amico tuo..JC?”
domandò minacciosa, sedendosi sulla poltrona che aveva ospitato il killer.
“Diciamo di si..un
vecchio amico..” rispose cercando di capire chi
diavolo fosse quel Tommy e che rapporti avesse con lei.
“Aaahh… ma che razza di
presentazione!” esclamò l’uomo mettendosi seduto sulla scrivania di fronte a
Maret e togliendo la vista a Jesus “ Nathaniel Kluge,
faccio il sicario, se non l’avessi capito e me la diverto, a differenza di st’idiota qua dietro che pensa solo al lavoro!” con un
gesto del pollice, indicò Jesus che guardava la sua schiena, leggermente
infastidito dalle libertà che si stava prendendo il suo amico.
“Natt per gli amici” le porse la mano con un sorriso aperto.
Maret lo guardò perplessa “sei identico a uno che
conoscevo..mi stai già sulle palle” gli rispose acida
allungando la mano e stringendola con forza, cercando di fargli male.
E che diavolo!si poteva vendicare
su di lui della relazione finita male!
“Bene! Un ottimo passo per una sana e fruttuosa amicizia!
Non so tu, ma io credo nella lussuria a prima vista!” sottolineò
quelle parole con un lungo sguardo di ammirazione al corpo di Maret. Si
soffermò sul seno e fece un fischio di ammirazione
“che bocce, bellezza! Mi fanno venire voglia di giocare a bowling...tutta la
notte” mormorò con voce bassa e suadente, trattenendo la mano di Maret che si incazzò notevolmente!
“Se ti azzardi di nuovo a dirmi una cosa del genere ti..”
La minaccia che stava per fare finì nel vuoto : con un veloce movimento Natt la tirò verso di sé e le
stampò un bacio sulle labbra che la prese alla sprovvista e le impedì di
reagire.
Ariel e Jesus li guardarono
sconcertati, restando a bocca aperta.
Natt la staccò da sé dopo un attimo sorridendole “Mmhh..che labbra..se è così tutto il resto spero che la nostra amicizia si
approfondirà presto!” mormorò in tono morbido, accarezzandole la vita con le
mani.
Maret restò a fissare sconcertata la fotocopia del suo ex
che le sorrideva invitante e si sentì strana..Tommy..
Maret si riscosse dal bacio di Natt e si spostò all’indietro, evitando
di farsi toccare nuovamente
Maret si riscosse dal bacio di Natt e si spostò
all’indietro, con lo sguardo stravolto.
Inciampò nella poltrona e cadde sul tessuto imbottito con un
tonfo leggero...non è possibile...dio santo.. sembrava proprio lui..
Un silenzio pesante calò nella stanza. Maret respirava
affannosamente, cercando di riprendersi dalla sorpresa.
Strinse le mani coperte dai guanti di morbida nappa color
crema sui braccioli della poltrona e continuò a fissarlo.
Non può essere Tommy.. è a centinaia di chilometri da qui!
D’un tratto la consapevolezza di essere rimasta a bocca
aperta davanti a tutti, la mandò in confusione. Cercò di ricomporsi in fretta :
si schiarì la voce, lanciando un’occhiata accanto a sé. Ariel la guardava in
maniera strana e Jesus non le staccava gli occhi di dosso.
Mi ha baciato…davanti a lui! Pensò all’improvviso toccandosi
la bocca. Deglutì a vuoto più volte, rivolgendogli uno sguardo incerto. Già le
dava fastidio che l’avesse fatto..e poi davanti.. perché se ne preoccupava?!
Che gliene importava di Jesus?
Natt si era appoggiato nuovamente alla finestra inondata dal
sole, compiaciuto per la reazione della donna. Chiuse gli occhi aspirando a
fondo il sigaro nauseabondo..il breve soggiorno sarebbe stato molto piacevole
se continuava così!
“Capo..l’ incarico…così
ce ne andiamo” mormorò Ariel notando lo sguardo omicida negli occhi
di Maret e l’ombra cupa che era calata sul viso del suo
datore di lavoro.
Mai avrebbe pensato di assistere ad una cosa del genere!
Maret che baciava un altro e ..quel figlio di puttana traditore di Natt..
“si..certo…” rispose tetro senza guardarla.
Quando uscirono l’uomo le seguì con lo sguardo “ quale ti
scopi delle due?” gli chiese pacatamente.
Jesus lo fulminò con lo sguardo “nessuna delle due!”
Natt lo conosceva bene. Si era reso conto della tensione che
regnava dentro di lui. Mascella contratta, occhio assottigliato e una vena che
pulsava sul collo con forza.
“Quella alta,eh?”gli domandò sghignazzando.
Jesus lo folgorò un’altra volta.“Non c’è niente fra noi ”
dovette ammettere suo malgrado.
Si alzò dalla sedia girevole consapevole di aver fatto la
figura dell’idiota. Lo squadrò da capo a piedi e per la prima volta nella sua
vita fece paragoni fra loro: Natt è il suo esatto contrario,
perennemente allegro e con la battuta sempre pronta. Anche
quando era soprappeso attirava molteragazze..in più, dovette ammettere irritato, sembrava uscito da una
rivista patinata in quel momento.
E vederlo accanto a Maret, perfetta a qualsiasi ora del
giorno, fu un attimo.
Merda.
Natt si mosse a disagio
sulla poltrona…mai visto Jesus più incazzato!
“Ehi amico basta dirlo..non vado a mettere le mani sulla
roba degli altri, lo sai!” esclamò contrito
”bastava che mi avvertissi!”
Jesus lo fissò a lungo, scettico. Dopo un po’ annuì e si
rilassò. In effetti non l’aveva mai fregato.. per Natt l’amicizia era sacra.
Si passò una mano fra i lunghi capelli biondi più volte.
Lo fa sempre quando cerca di calmarsi, pensò Natt in
silenzio.
Con calma si sedette, appoggiandosi pesantemente allo schienale
della sedia girevole. “ comunque è vero che non c’è niente..” gli disse
sbuffando.
Natt gli rivolse un’occhiata sarcastica “chi è Tommy? Mi
suona di ex”
Jesus annuì ”anche a me o non si spiega la reazione che ha
avuto.” Guardò l’amico offeso per quelle parole “ehi faccio questo effetto alle
donne, sai?” lo avvertì con una smorfia.
“Non a Maret..non è il tipo che frequenti tu!”
“Mi suona di insulto vero e proprio” mormorò Natt serio.
“Diciamo che se non fossi identico a quel tipo a quest’ora starebbero
raccogliendo i tuoi pezzi nel cortile qua sotto!”affermò sorridendo alla visione di Maret che
lo picchiava di santa ragione.
Natt restò sorpreso “è una tosta!”
“Molto!” ridacchiò divertito.“Chi diavolo potrebbe essere
quel Tommy?” si chiese a bassa voce dopo un attimo.
“Fa qualche ricerca no?” gli propose vedendolo in
difficoltà..neanche ai tempi di Daisy stava così.
“No..non mi va..” gli disse serio “Maret è una tipa
particolare..”..
“E ti sei preso una
cotta, eh?” lo canzonò tirandogli un sigaro “fatti una fumata, scemo”
Le due donne camminavano in silenzio, evitando la folla
frettolosa. Era quasi l'ora di pranzo, la gente è nervosa se non si riempie lo
stomaco in fretta.
Maret era ancora sconvolta da quello che era successo, ma
non sapeva che il bello doveva ancora venire! Si impone di non pensarci almeno
per quelle due ore..prima il lavoro!
Ariel la guardò preoccupata: da quando erano riuscite dalla
villa non aveva spiccicato una parola e continuava ad avere quell’aria inquieta
anche se cercava di non darlo a vedere.
In macchina si era risistemata il rossetto in fretta,
restando un attimo di troppo con lo specchio in mano.
Non si sta guardando realmente., aveva pensato la ragazza
lanciandole qualche occhiata veloce.
“Decisamente bizzarro quel tipo”disse in tono leggero,
cercando di instaurare un rapporto con ‘la strega cattiva di Biancaneve’, come
la definiva Rex.
“Un completo idiota” le rispose secca.
“Sa..Jesus mi ha detto..”
“Ne parli parecchio… ti piace, per caso?” le domandò Maret
all’improvviso.
"No " esclamò la ragazza incredula "non è il
mio tipo..e poi è il capo!"
Già..era il capo. Cazzate.
"Bene..non si mescolano affari e vita privata in questo
lavoro"..e tu cosa fai, Maret? chi stavi baciando due settimane fa?
..mi ha baciato lui..
Ariel ci restò male ma se al capo piaceva tanto, un motivo
ci doveva pur essere!
"Il capo parla molto bene di lei..gli piace
parecchio..penso che si sia preso una cotta" le disse pacatamente mentre
Maret rallentava impercettibilmente il passo col cuore in tumulto.
Nel ristorante, una cameriera molto bella e distratta
rovesciò casualmente un drink addosso ad una signora attempata che reagì
violentemente. "la farò licenziare!" esclamò la vecchia recandosi in
bagno per pulire la macchia. Maret si profuse in scuse, lanciando un'occhiata
ad Ariel che faceva finta di leggere il menù.
Con discrezione, dopo un minuto, la ragazzina si alzò
recandosi alla toilette delle signore.
Entrò sentendo i borbottii della donna ..adesso, è il
momento buono!pensò Ariel tirando fuori la piccola pistola..le tremavano le
mani..non ci riesco, pensò allarmata..ma ce la doveva fare o Jesus l'avrebbe
uccisa..per non parlare di Maret!
Proprio in quel momento la porta del bagno si aprì e Maret
apparve con uno smacchiatore"ancora lei?" esclamò la vecchia stizzita.
"signora, questo prodotto è fenomenale per togliere le macchie"
Sorrise incoraggiante guardando appena Ariel che cincischiava dietro di lei.
"mhf!" esclamò la vecchia porgendole la giacca.
Maret le sparò il prodotto sul viso. Con un gemito la vecchia
si accasciò a terra mentre Maret la trascinava dentro una cabina sistemandola
sul water "continua tu" disse ad Ariel sempre più nervosa.
La ragazza prese la pistola col silenziatore e puntò..sudava
e tremava ma lo doveva fare. Sparò..il sangue uscì dalla ferita a fiotti..aveva
preso un arteria.
"Bene, ora fila dalla finestra" le disse Maret
chiudendo la cabina e spezzando la chiave dentro.
"Allora ?" le chiese Jesus quando tornarono. Ariel
aveva l'aria sconvolta mentre Maret era gelida come al solito.
La donna non rispose..stava pensando a quello che era
successo la mattina e alla frase della ragazza, cercando un ordine di priorità.
Una battuta sarcastica le salì spontaneamente alle labbra."Come credi sia
andata?" gli chiese sferzante...ma la stava ad ascoltare o no?!
Jesus guardava Ariel con aria preoccupata "ehi
piccolina, hai una faccia.."
Una strana sensazione la attanagliò, mentre osservava il suo
datore di lavoro che parlava con Ariel.
Quel tono così
carino..
"Prenditi qualche giorno di vacanza..Rex va in città, perché
non vai con lui?" continuò ignorando Maret che cercava di analizzare in
fretta quel sentimento sconosciuto che stava invadendo ogni fibra del suo
corpo.
Lo guardò nuovamente e sbattè gli occhi più volte...
..quel tono l’ aveva
usato solo quando l'aveva baciata..e poi, sul ponte..
"Con.. Rex? Va bene capo" mormorò con una vocina
flebile che fece venire i nervi alla donna all’istante. Posò pesantemente la
borsa sul tavolo disturbandoli di proposito.
Jesus fece una smorfia ad Ariel che si mise a ridere
"ecco così sei più carina..sta attenta a quel pagliaccio " le disse
mentre lei gli buttava le braccia al collo e gli schioccava un bacio sulla
guancia.
Maret stava per esplodere, quando vide il gesto con la coda
dell'occhio.
Gelosia?!Non è
possibile!
"Signora..la ringrazio molto della sua pazienza"
si sentì dire dalla ragazza. Si voltò verso di lei col volto contratto "fa
parte del lavoro" rispose dura.
Un gestaccio di Jesus la costrinse a cambiare atteggiamento "sei
stata brava..dico davvero"
La ragazza si illuminò felice e sorrise “Allora io vado!
Ciao capo." Li salutò con un gesto dalla mano mentre si fiondava giù per
le scale.
"Vediamo se quei due si danno una smossa. Rex non fa
altro che piagnucolare ..s’è preso una cotta per la piccolina” le disse
allegro, vedendola chiacchierare con i suoi ragazzi all'entrata.
Quindi non le va dietro..pensò Maret sollevata. Una macchia
marrone attirò la sua attenzione e le bloccò qualsiasi pensiero.
Il mozzicone di sigaro era ancora là. Lo fissò a lungo con
sguardo greve.
… quel dolore..di
nuovo!Pensavo di averlo superato..
“Se n’è andato quel pallone gonfiato del tuo amico?” gli
domandò con difficoltà, continuando a fissarlo cupa. Le stava venendo la
nausea. Si allontanò un po’ dalla scrivania, sforzandosi di voltare la testa.
Lo sguardo restava inchiodato sul sigaro e un flashback dell’incontro mattutino
la mandò nel panico.
Jesus la vide sedersi
col viso indurito e poggiare il viso sulle mani a coppa. Chiuse la porta
delicatamente e si inchinò davanti a lei.
Maret si ritrasse impercettibilmente, scostando le mani ed
evitando di guardarlo. Si strinse le braccia sullo stomaco, restando con la
schiena lievemente inclinata.. come se il peso che portava sulle spalle fosse
troppo faticoso da sopportare.
“Maret, che ti succede?” le chiese preoccupato.
La ragazza non rispondeva persa nei ricordi..quei ricordi
che odiava con tutta se stessa!
“Niente!” disse in fretta “allora se n’è andato?”
La prospettiva di rivedere il fantasma vivente di Tommy non
la entusiasmava di certo!
“Mi ha chiesto un favore, quindi sarai costretta a vederlo
nuovamente..” mormorò adagio, osservando la gamma di emozioni che si alternavano
sul viso della ragazza : sorpresa, incredulità ed infine un’ amara certezza.
Averla di nuovo così vicino lo mandò in subbuglio. Dopo
quella nottata non gli aveva più rivolto la parola..anzi, lo trattava peggio di
prima! Sperava che si fosse smosso qualcosa fra loro..invece..
Abbassò un attimo gli occhi e guardò la cinta del cappotto bianco
che indossava, cercando di recuperareil
terreno che sentiva franare pericolosamente sotto i piedi.
“Gliel’hai fatto tu quel rigaccio sulla macchina?” le chiese
sorridendo : quando Natt l’aveva scoperto era andato su tutte le furie e aveva
bestemmiato in tre lingue !
“Si..” rispose Maret a stento…lo doveva vedere di nuovo?
..non ci riesco, non
posso..
Jesus non riuscì a fare a meno di sporgersi verso di lei,
allungando una mano per accarezzarle il volto contratto.
Quella lieve carezza la riscosse come se l’avesse
schiaffeggiata.
..ha una cotta per te!
Possibile che fosse…la verità?
La sua mano scivolò sul braccio ricoperto dalla lana
pesante. Jesus la studiava con una strana espressione.. quegli occhi così
chiari..le ricordavano il mare calmo al mattino…
‘dai tuffati, non è
fredda!’
La prendeva sempre in giro perché aveva paura
dell’acqua. ‘Vai avanti tu..’rispondeva guardando la distesa calma. Il ragazzo
usciva dall’acqua e la prendeva in braccio facendola gridare per il
divertimento e la paura.
‘ Se ci rimango secca
tornerò a tormentarti!’gli gridava prima che la lanciasse nell’acqua. Poi
quando riemergeva tossendo e sputando Tommy era subito lì a consolarla con un
sorrido divertito
“Maret..”
La ragazza si ridestò dal ricordo piacevole e doloroso allo
stesso tempo. Lo guardò inquieta..che stava per dirle?
“Quella notte..io volevo..” Jesus stentava trovare le parole
e lei certo non lo aiutava, con quello sguardo spaventato!
Maret lo fissò sempre più allarmata..che voleva..che le
stava dicendo? Non lo voglio sentire! Non in questo momento! Non con il
fantasma di Tommy tornato a tormentarmi!
Si alzò di scatto facendolo quasi cadere all’indietro. Strinse
la cinta in vita, allacciando a fatica
i bottoni grandi del cappotto “Me ne vado in vacanza.. non
sono indispensabile, no?”gli chiese raccogliendo la borsa che era caduta a
terra e si era rovesciata, rivelando il prezioso contenuto.
La vide chinarsi a raccogliere rossetti, fard e creme che
fece sparire velocemente all’interno della sacca di pelle nera.
Il portafoglio aperto era scivolato accanto a lui. Lo
raccolse per porgerglielo e restò piacevolmente sorpreso, quando vide una foto
di Maret da piccola..carina! Pensò rimirando i lunghi capelli mossi che le
scendevano sulle spalle..e quella signora chi è?
“Tua madre?” le chiese allungandole il portafoglio. Maret
sobbalzò quando lo vide in suo possesso eglielo strappò letteralmentedi
mano “fatti gli affari tuoi!” esclamò nervosa.
Le cadde di nuovo e una serie di foto si sparpagliò sul
pavimento accanto a lei. Maret sospirò esausta lasciandole a terra…a che
serviva cercare di nasconderlo?
Jesus la guardò con una smorfia sul volto. Abbassò gli occhi
e le raccolse una ad una : Maret che correva sul prato con un sorriso allegro,
di nuovo quella signora dall’aria gentile..e poi...in fondo… restò sconcertato davanti
la foto del ragazzo che Maret voleva gelosamente celare ai suoi occhi.
“Natt?!”esclamò incredulo squadrandola.
“Tommy..” sussurrò Maret restando seduta sul pavimento
freddo. Diede un colpetto alla borsa allungando la mano verso Jesus per
riprendere la foto “il mio ex grande amore..”
Il tempo sembrava essersi fermato mentre Jesus guardava
Maret allibito. Le porse la piccola foto che la ragazza gettò all’interno della
borsa e le diede una mano a rialzarsi. Maret non lo guardò neanche una volta.
Sulla finestra un uccellino si fermò cinguettando
festosamente, ma volò di nuovo via, quando sentì i rumori che provenivano dalla
stanza.
“Hai capito adesso?” gli chiese con un filo di voce, sedendosi
sulla poltrona stancamente. L’uomo annuì lentamente sistemandosi di fronte a
lei.
“Maret..è il passato..” le disse a bassa voce : se teneva
quella foto ci pensava ancora, non l’ aveva dimenticato..quindi lui..
“Lo so..” annuì fissandosi le unghie curate “ è un fantasma
difficile da esorcizzare, il mio”
Jesus guardò il capo leggermente reclinato della ragazza e
si sporse verso di lei “secondo me ti farà bene stare a contatto con quel tonto”
le disse incoraggiante, sentendosi sconfitto in partenza dall’ex di Maret.
Lo guardò per un attimo e le parole di Ariel le ritornarono
in mente bruscamente.
..si è preso una
cotta..
La visione di Natt si sovrappose a quella di Jesus,
mandandola nel panico più completo.
“Non lo vuoi proprio capire che non posso stare vicino a
quello?!”sbraitò di punto in bianco,
alzandosi dalla poltrona arrabbiata “cercati qualcun’
altro!”
Jesus restò un attimo perplesso dalla reazione violenta. La
vide spalancare la porta dell’ufficio e andarsene in fretta “Maret! Torna
subito qua!” esclamò infuriato “non abbiamo finito di parlare…e ti sei
dimenticata l’assegno!” le disse ironico per farla tornare indietro.
Un’altra porta che sbattè rabbiosamente, stroncò le sue
parole. Jesus sbuffò più volte esasperato! Che doveva fare con quella pazza?!
Maret camminava per la strada da sola. Era notte fonda ma
non riusciva dormire. Faceva freddo, di nuovo il maledettissimo freddo che
tormentava ogni momento della sua vita. Il respiro caldo formava nuvolette
leggere, di fronte a suoi occhi tristi.
Si muoveva lentamente, con le mani in tasca. Sentiva le dita
ghiacciate..i guanti, li dovevo prendere prima di uscire, pensò tirando
su il bavero del cappotto e fremendo a contato col tessuto freddo.
Il foulard che aveva lasciato a Jesus non l’aveva più
rivisto ma ne possedeva talmente tanti che non lo rimpiangeva.
Jesus..che
stavi per dirmi oggi? Si chiese turbata..i suoi occhi..erano così..
..gli
piaci..
Sospirò a lungo fermandosi davanti ad un locale notturno. Un
uomo uscì sulla strada e dalla porta semiaperta provenne un calore piacevole.
Entrò distrattamente, godendo del caldo soffocante che
vi regnava..aveva bisogno di sedersi!
Uno peggiore non lo potevo trovare, pensò guardando le facce
poco raccomandabili della gente.
In un angolo del locale, illuminato scarsamente da piccole
lanterne polverose, c’era un tavolo da biliardo. Due uomini stavano giocando in
silenzio e sembravano molto concentrati. Si sentiva solo il rumore della stecca
che urtava contro la pallina bianca e un lieve vocìo di discorsi appena sussurrati.
Maret si sedette al bancone, facendo un gesto al barista. “Una
vodka liscia” ordinò sottovoce.
Il barista le gettò un’occhiata veloce, mettendole davanti un bicchierino che Maret
toccò appena..
Tommy.
Tommy.
Tommy.
Tommy.
Tommy.
Tommy.
Dio, che stress!!
‘Non ci lasceremo mai, amore..’
mai
mai
mai
mai..
Ma va al diavolo!!
Pensò sarcastica, con una smorfia di dolore sul bel viso. Bevve
un sorso del forte liquore e lo ingoiò velocemente, sentendosi bruciare la
gola.
Va al diavolo Tommy..tu e il fottutissimo Natt!
Ne ordinò un altro, sedendosi ad un
tavolo isolato, vicino ai giocatori che non la degnarono di un’occhiata.
Che diavolo sei tornato a
fare,Tommy?! Ero riuscita a
dimenticarti..dopo tutti questi anni!
‘Ma come mi lasci? Avevi detto che saremmo
stati insieme per sempre!’ aveva esclamato con le lacrime agli occhi guardando il
suo ragazzo, che con aria imbarazzata, il giorno del funerale di sua madre, le
comunicava che fra loro era tutto finito.
‘Cerca
di capire..non è proprio il caso di restare insieme’ aveva mormorato a disagio. Maret lo aveva guardato
allontanarsi e in preda allo sconforto più totale si era accasciata a terra
piangendo, mentre zia Lizze cercava invano di consolarla con parole dolci.
Con le spalle all’entrata non notò l’uomo che seguì con lo sguardo
ogni sua mossa.
Maret gettò il giaccone pesante sulla spalliera dietro di
sé, appoggiandocisi con la schiena. Sospirò a lungo con gli occhi chiusi. I
piedi cominciavano a scaldarsi..tra poco avrebbe avuto addirittura caldo. Il maglione nero
accollato le dava fastidio. Lo spostò con un dito lentamente..la sua mente vagava in un
universo di pensieri confusi, incastrati gli uni con gli altri.
Non riusciva a sbrogliare quella matassa ingarbugliata e a congiungerla
in un filo unico e questo la mandava ai pazzi.
E’ sempre stata una persona logica, Maret. Matematica era la
sua materia preferita.
Da A si passa a B….una linea retta, semplice.
Per la prima volta, si sente in balia degli eventi che la
travolgono a ondate sempre più alte.
Il locale è talmente fumoso da farle venire il mal di testa,
ma per Maret è l’ultimo dei pensieri.
Ma perché succede tutto insieme?
Una cosa per volta, cazzo! Si urlò dentro non potendo fare liberamente. Prima Jesus
che sembra essere interessato e quella frase sibillina..
Poi..questi sentimenti che non riesco a capire..e ora..
“Barista! Un altro!”
esclamò ad alta voce senza guardare il bancone. Una sagoma scura si avvicinò al
suo tavolo con una bottiglia di Jack Daniel’s in mano. Maret alzò gli occhi e imprecò fra i denti.
Natt si sedette senza aspettare di essere invitato e le
riempì il bicchiere di whisky
“Non si beve mai soli” Le disse in tono canzonatorio
appoggiandosi al muro e accendendo una sigaretta che aspirò con piacere. Gliene
porse una in silenzio. Maret la prese e ci si trastullò un attimo, prima di accenderla.
“Non te ne uscire con la cazzata che i dispiaceri nuotano
benissimo perché non sto cercando di affogarli!” lo avvertì usando un tono
talmente duro che Natt restò a guardarla perplesso.
“Allora.. a chi assomiglio? Un ex, vero?” le chiese a bassa voce, prendendo il bicchiere con
tre dita.
Maret lo guardò..identico!
“Già ” annuì ingoiando un sorso di whisky che la fece
strozzare.
“Vacci piano, non è acqua!” la rimproverò quando ebbe smesso
di tossire anche i polmoni.
Maret assentì schiarendosi la gola “lo sento..” mormorò con voce alterata.
“Scommetto che ti ha spezzato il cuore!”
Quella frase, gettata lì con noncuranza la spinsea guardarlo nuovamente.
Se ne stava poggiato con la schiena al muro, guardando
davanti a sé e giocando continuamente con la sigaretta.
Maret poteva vedere la punta della lingua che leccava il
bordo del filtro arancione fra i denti..quella visone scatenò in lei un’oscura eccitazione…come se
al solo guardarlo commettesse un grave peccato.
“Già..”rispose asciutta, senza staccare gli occhi dalla bocca
stirata in un sorriso ironico.
“Questo crea dei problemi “ le disse d’un tratto riempiendo
i bicchieri “se dovemmo lavorare insieme..”
“Non ci penso neanchea lavorare con te..chiappe belle!” esclamò sarcastica. “Di a Jesus ti trovarti
un’altra partner” bevve di colpo il resto del bicchiere e stavolta riuscì a
controllarsi ..peccato che fosse quasi astemia e che il whisky le stesse già
dando alla testa.
“Da quanto tempo lo conosci?” gli domandò all’improvviso.
Natt aspirò la sigaretta a lungo,
prima di rispondere.
“Schienavamo gente a Londra tempo fa..”
mormorò serio “Mi piaceva lavorare con lui. C’avevano ingaggiato per far fuori degli stronzi
dell’IRA. Quei figli di buona donna avevano messo una bomba in una scuola
privata e fatto saltare un po’ di ragazzini ricchi. Il padre di uno di questi
ci aveva assunto per vendicarsi” continuò con voce
fredda, quasi metallica, mentre ricordava la vicenda. “Solo che non
immaginavamo di incappare in un’azione di S.A.S,
quella sera.
Quella è gente cazzuta, altro che i fottuti Marines! Muri di fuoco rapidi e precisi. Eccellenti killer,
lasciatelo dire. Assassinio legalizzato” ridacchiò divertito. “E’ stato un carnaio, sembrava una zona di guerra!”
Maret lo ascoltava attentamente, non sapeva niente della
vita di Jesus e tutto le poteva tornare utile.
“Porca vacca, ci siamo tirati dietro tutto l’esercito
inglese quella volta, ma è stato divertentissimo!”
Esclamò Natt ridendo “bei tempi..già”
Ingoiò il resto del bicchiere con una smorfia “sempre stato
troppo serio, quel ragazzo”
Fece un tiro alla sigaretta quasi finita. La schiacciò nel
portacenere con sguardo distratto “e tu?”
“Cosa?” domandò Maret sulla
difensiva.
“Come sei finita a lavorare per Jesus?
Non mi sembri il tipo che ama ricevere ordini” le disse
serio.
“E’ una storia lunga...non penso ti interessi”
commentò asciutta.
Un sorriso gli stirò le labbra mentre la cenere della
sigaretta gli cadeva sul maglione.
“Di poche parole. Giochi a fare la misteriosa...mi piaci molto “ mormorò d’un tratto, continuando a guardarla
con quegli occhi penetranti che la mettevano a disagio “Ma con me non attacca,
bella. I tuoi giochetti da principessa li puoi fare
quanto ti pare con Jesus..ma non mi freghi. Non sono nato
col cervello infilato nel culo...ti
ho capita benissimo”
“Ah si?” Gli domandò sarcastica “e
cosa avresti capito? Sentiamo.. cervellone!” lo canzonò
divertita.
Natt la guardò sorridendo e
giocherellò col bicchiere vuoto “quello t’ha mollato e
ci sei rimasta talmente male che odi tutti gli uomini, solo per il solo fatto
che respirino la tua stessa aria.” Cominciò ad elencare piano “ti atteggi a
gran diva perché non sai fare altro..mi fai un po’ pena” le disse secco “ e mi dispiace che quel
poveraccio ti debba sopportare.”
“Guarda che l’ ha voluto lui!” ribattè
Maret arrabbiata.
“Certo..gli avrai agitato davanti quel bel culetto sodo che ti
ritrovi! Si sà.,la carne è
carne!” le disse ridacchiando e lanciandole un’occhiata che la spogliò con gli
occhi.
“E’ un problema suo..a me non interessa” dichiarò Maret continuando a fissarlo con
stizza.
Natt la guardò ridacchiando “
Quanto ti rode per quel bacio?”
“Mah..una mosca è più fastidiosa” rispose ingoiando un sorso del
liquore.
L’uomo rise dentro di sé : mentiva
e si vedeva lontano un miglio.
“Dai, togliti pensiero..” le disse protendendosi verso di lei e porgendole la faccia
“su, uno bello duro..così ti riscatti di quello stronzo
che t’ha fatto soffrire!”
Maret lo fissò..faceva sul serio..dio, che
tentazione!
A che sarebbe servito, in fondo? Dopotutto se Tommy era un
fetente, non poteva certo prendersela con Natt..ma se la poteva prendere per quel bacio! E per le fantasie che aveva fatto su di lui fino a quel
momento.
Gli pizzicò la guancia tirandola verso di sé. “Se ti riazzardi a baciarmi, ti
stacco quella linguaccia irriverente che ti ritrovi !” gli disse seria,
sibilando fra i denti.
“L’avessi usata..” mormorò l’uomo massaggiandosi la faccia e alzando le
sopracciglia ironico.
“Saresti qualche metro sotto terra, in tal caso !” lo
avvertì prendendo il giaccone dalla sedia.
“Cristo santo, datti una rilassata! Sei
più rigida di un morto!”esclamò divertito.
Si alzò con lei avvicinandosi più del dovuto alla ragazza.
Era talmente vicino che Maret poteva sentire il suo profumo..un aroma leggero e secco.
Natt passò un dito sulla scollatura del suo maglione e quel
contatto le bruciò la pelle “se l’avessi usata a quest’ora non saremmo qui a
cianciare di ex ma nel mio letto a ballare la rumba,
bellezza!”
le sussurrò invitante
nell’orecchio.
Maret si sentì fremere nuovamente..e che diavolo!datti una
calmata..non sarai mica in calore per quel
coglione?!
Lo squadrò per un po’ con uno sguardo omicida negli occhi
“al prossimo ‘bellezza’ o ‘bambola’
che tiri fuori..” si fermò
incredula : non le veniva neanche una minaccia decente!
L’avrò esaurite tutte con Jesus, pensò
scrollando la testa.
Una sensazione sgradevole, come se stesse facendo qualcosa
di estremamente negativo, la aggredì all’improvviso, senza
che riuscisse a trovare una spiegazione logica…mah, avrò bevuto troppo e poi è
tardi.. è il sonno che si fa sentire! Si disse alzando metaforicamente le
spalle.
Esaminò di nuovo Natt e sospirò :
inutile sprecare parole con quell’idiota che la contemplava e sghignazzava
continuamente!
“E Jesus come ti chiama?” le chiese
fermandola, mentre si rimetteva il cappotto.
“Cosa intendi?”gli domandò
incuriosita, con le mani sul bavero rovesciato.
L’ uomo si appoggiò al bordo del tavoloe allungò le gambe, incrociando le braccia
sul torace“Che c’è
fra voi?”
“Niente!” esclamò Maret fingendo di non ricordare quel bacio
che le aveva dato. Scuotè la
testa divertita..figurati!
“Hai detto bene prima, non sopporto gli uomini, soprattutto
quelli come voi” affermò dura “giocate a fare i duri con la pistola in mano e
poi quando si tratta di fare sul serio, scappate a
gambe levate”
Natt si raddrizzò calciando via la sedia davanti a sé “qua
se c’è una che scappa sei tu. Non ti se neanche accorta..”
tacque indeciso..non erano
affari suoi, in fondo.
Maret restò ferma, aspettando che finisse la frase col
ginocchio che fremeva per la voglia di prenderlo a calci nelle palle.
“Quindi se libera come l’aria..” sussurrò invitante per cambiare discorso.
“Non per te, tesoro”
“Io dico di si...”
La fissò con quel sorrisino che dava sui nervi alla ragazza.
Maret ridacchiò divertita dalla sicurezza che emanava quel
tipo.. crede davvero di essere irresistibile!
“E scommetto che muori dalla voglia di scoparmi..te lo
leggo in faccia”
Quella frase la bloccò mentre prendeva la borsetta. La
lasciò ricadere su tavolo e si voltò a guardarlo “ oh..si amore..” sussurrò sorridendo invitante. Gli poggiò le mani sul torace
e le lasciò scivolare verso la cintura “ non vedo l’ora..”
gli disse sorniona.
Natt sorrise divertito e le infilò una mano sotto i capelli
“ è un altro modo per esorcizzare il tuo fantasma” mormorò tirandola verso di
sé.
Qualcosa di duro fu premuto violentemente sul suo cavallo.
Natt si raddrizzò all’improvviso. La pistola..quando cazzo l’aveva
presa?!
La ragazza sorrise sprezzante
mentre la lasciava andare. Con una smorfia altera, prese la borsetta che aveva
lasciato sul tavolo e gli diede le spalle, avviandosi all’uscita e lasciandogli
il conto da pagare.
Natt la guardò allontanarsi e si incupì..quello scherzetto non gli era piaciuto. Gettò una banconota
di taglio grande sul tavolo e uscì dal locale, seguendola a breve distanza. Aveva
ragione Jesus..era una bella
stronza. Si fermò un attimo in mezzo alla strada. Accese
una sigaretta aspirandola nervosamente.. l’avrebbe
fatto soffrire di nuovo, come quella troietta di Jeanne.. La vide voltare un angolo e continuò a seguirla, deciso
a ‘farla ragionare’.
Maret era talmente distratta che
non si rese conto di essere pedinata.
Arrivata al loft ebbe un tratto uno
strano presentimento. Stava aprendo la porta quando si voltò di scatto e guardò
dietro di sé.
Nessuno..
Con calma infilò la mano nella borsa ed estrasse la pistola
di piccolo calibro.
Scese i tre gradini con aria sospettosa…si voltò di nuovo verso
la propria abitazione e restò impalata a fissare Natt davanti a lei.
“Mi hai seguito?” mormorò allibita arretrando verso la
strada aperta.
L’uomo le sorrise invitante “certo..non dirmi che ti dispiace..” sussurrò
avvicinandosi per abbracciarla.
“Ma che cazzo credi di fare?”
esclamò Maret infuriata, puntandogli la pistola allo stomaco.
Natt continuava a sorridere, non si faceva certo distrarre
da una pistola!
“Andiamo bellezza,.posa
quel giocattolo” mormorò con voce roca.
Quello sguardo.. Tommy..
“Finiscila ok? Mi hai stancato!”
..Dio che dolore..di
nuovo quel dolore..
Natt la afferrò per la vita, facendole scappare un grido di
sorpresa. “Non sono stupido Maret, lo vedo da come mi guardi..”
“Perché.. Come ti guardo?” domandò
con voce ansimante mentre le infilava le mani sotto il cappotto e le
accarezzava il seno.
“Dimmi che non mi
vuoi e io me ne andrò...” sussurrò
sfiorandole il collo con le labbra.
“Mi stai stancando..piantala!” urlò in preda al panico, cercando di farlo
smettere ...quelle labbra..quel corpo..non riesco, non ci riesco!
..Tommy..
‘come ti senti?’
‘Bene..un po’
stanca..’ aveva sussurrato al suo ragazzo dopo aver fatto l’amore per la prima
volta
‘allora dormi, amore
mio..’
Maret aveva chiuso gli
occhi sorridendogli..non si era mai sentita più felice come in quel momento.
Smise di divincolarsi, respirando a fatica, in preda alla
confusione. La realtà si sovrapponeva al ricordo indelebile, rendendola
incapace di reagire. Natt la voltò verso di sé e abbassò la testa per baciarla.
Le tolse l’arma gettandola a terra. Il rumore sordo che fece risuonò nella
strada silenziosa ma Maret non lo sentì..non sentiva più nulla..Tommy era
di nuovo con lei.
Si aggrappò al suo ‘ragazzo’ continuando a baciarlo con trasporto,
facendosi stringere senza opporre la minima resistenza.
Il portone si chiuse pesantemente dietro di loro, isolando i
due amanti dal mondo esterno.
Nell’ombra, la brace rossa di una sigaretta brillava come un
rubino infuocato. Cadde a terra, esaurendosi come una cometa, nell’aria fredda
della notte.
Jesus guardò la luce spegnersi dietro la piccola vetrata
colorata e sospirò arreso.
"Il posto dove dobbiamo andare è una discoteca, il ' Killer
Instinct'
"Il posto dove dobbiamo andare è una discoteca, il ' Killer Instinct'
..appropriatodirei!"sghignazza
Natt divertito, mentre guida veloce per le strade affollate . E’ sabato sera, la temperatura è calata velocemente nella
notte.
Fuori la gente si accalca, cammina
frettolosa sui marciapiedi affollati, stringendosi nei cappotti pesanti.
Sono insieme da quasi un’ora, un tempo interminabile quando
ti trovi con la gente sbagliata, pensa Maret seduta
nel sedile posteriore, guardando alternativamente i due uomini davanti a
lei.
“Ehi cazzone, via dalla mia
corsia!” urla Natt ad una macchina che non riesce a fare manovra in tempo.
Due paia d’occhi lo guardano male mentre impreca contro
l’automobilista.
“Certa gente non dovrebbe guidare, dico io” borbotta superando
a folle velocità un semaforo rosso.
“Guarda che non ci dobbiamo ammazzare” lo rimprovera Jesus
innervosito.
E’ la prima volta che apre bocca, da quando sono saliti in
macchina.
Natt continua a parlare a due mummie.
Maret si sente stanca, rintronata. Jesus non l’ha degnata di
uno sguardo ed è stato di una freddezza incredibile con lei. Si sta chiedendo
il perché da più di un’ora.
Si stringe nel cappotto di pelle imbottito, gli aeratori
pompano aria calda, si sta bene la dentro. Sta quasi per addormentarsi.
Dormire si..è stanca, come se fosse stata in piedi tutta la notte.
Non si ricorda niente, a parte la chiacchierata con
l’idiota.
E Natt continua a parlare.
Sta zitto una buona
volta!
Quando si sono incontrati, un’ora
prima,Maret l’ha fissato a lungo. La
rassomiglianza fisica col suo ex è impressionante, ma alla fine non ha niente
di Tommy.
Si è stancata anche di pensarci a quel fallito.
E’ fatta così Maret..sta male, sempre più male finché una mattina si sveglia e
decide che è stufa di soffrire. E per magia tutto si
sistema, come se il problema non fosse mai esistito.
E’ successo un sacco di tempo, basta con questa storia!
E’ora di voltare pagina!
Istintivamente alza gli occhi su Jesus. Lo osserva dallo
specchietto laterale. Perché è così arrabbiato?
Vorrebbe chiederglielo…e poi..
vorrebbe anche sapere..
Maret osserva i lunghi capelli biondi legati in una coda. Ha
voglia di toccarli, d’ infilarci dentro le dita..
Ma perché ha l’impressione che ce l’abbia
con lei?
Natt prosegue la sua tiritera inutilmente,
nessuno lo sta ascoltando. L'atmosfera nella macchina è cupa ma non se ne accorge, continua a parlare mentrei suoi due passeggeri pensano ai fatti
propri.
“La disco è gestita da una donna,
ma c'è una sala a parte, è ben nascosta e ci fanno gli incontri di boxe
illeciti. Gente matta che si pesta a sangue..certe volte qualcuno ci
crepa" li avverte mentre guida verso il luogo dell’appuntamento.
Sta
zitto, idiota, prima che ti getti dalla macchina in corsa!
Parlava, parlava..non faceva altro che parlare. Jesus guardò Natt fomentato.
Dietro di lui Maret, con sguardo perso nel vuoto, osservava
la strada che scorreva velocemente. Posò la fronte sulla mano guantata e sospirò.
Quel volto gelido... non trapelava alcuna emozione,neanche quando l'aveva conosciuto era stato
così freddo.
Si slacciò due bottoni del pesante giaccone. Non si poteva mai sapere, si era premunita contro ogni evenienza.
Chiuse gli occhi per un attimo, quando i fari dellamacchina che incrociarono la abbagliò.
Quando li riaprì Jesus la stava
osservando.
A differenza della ragazza ha un giubbotto corto; la fondina
con le pistole scompare magicamente fra le pieghe.
La stava rimproverando di qualcosa, Maret ne
era certa…e quell'idiota non accennava afinirla!
"Cristo, Natt fa silenzio un attimo!" esplose d'un tratto innervosita.
"Ehi principessa, datti una calmata" la sgridò
semioffeso.
Jesus continuava a non parlare. Un freddo immobile dentro di
lui gli aveva congelato ogni sensazione umanamentepossibile.
Matthew..sono
proprio uguale a te.
Guarda l'amico che si è deciso a tacere, prende una
sigaretta e cerca di accenderla..fanculo, accendini di merda!
Abbassa il vetro e il vento gelido investe Maret per un
attimo, mentre Jesus lo lancia di fuori.
"Così inquini!" lo rimprovera Natt sorridendo.
Sta zitto, figlio di
puttana!
Lo fissa con sguardo tetro, vorrebbe
strozzarlo per il colpo basso che gli ha tirato, ma non può fare niente, non si
può arrabbiare. Dopotutto fra lui e Maret non c’è nulla.
"Finito questo lavoro te ne andrai?"
gli chiede con voce dura.
Natt tace un attimo ma lo guarda sorpreso "ehi amigo, se non ti andava potevi
dirlo!"
"Ho voglia di rivedere Rowan" gli disse secco.
Maret alzò gli occhi ..Rowan? "Rowan Crane?"
domandò a Jesus che non le rispose
"La conosci?" le chiese Natt sorpreso guardandola
dallo specchietto retrovisore.
"Ne ho sentito parlare..era la donna di MacMahon molto tempo fa" rispose ricordando le
telefonate dei due. Non l’ aveva mai vista, la donna girava spesso ma arrivavano
parecchie cartoline :Malibù,
l'India..
"Pensavo che scopassi tu con Robert"
mormorò Jesus sprezzante.
La frase saettò all'interno dell'abitacolo, lasciando Maret
senza parole e un silenzio pesantissimo dietro di sè.
Natt guardò Jesus meravigliato.. ma
che gli stava succedendo?
Dietro di lui la ragazza era ammutolita..l’ aveva fatto apposta..per ferirla! Ci avrebbe messo la mano sul fuoco e non si
sarebbe scottata!
Restò talmente male che non trovò neanche le parole per
rispondere alla sua offesa.
"Gente, ci siamo.." si affrettò a dire Natt vedendo il volto sconcertato di Maret .
Scesero dalla Trial in fretta e
Natt imprecò, guardando il graffio che correva lungo la fiancata "se
prendo quella testa di cazzo che me l'ha fatto, gli
faccio rimpiangere di essere nato!"esclamò aggiungendo due o tre parolacce
in un'altra lingua che Maret non capì.
Jesus le passò davanti senza degnarla di uno sguardo,
allacciandosi il giubbotto e tirando su il bavero per ripararsi dal freddo.
Maret lo fermò per un braccio e quando si girò verso di lui
lo fissò dura "non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere "
lo minacciò nervosa.
Perché se n’era uscito in quel
modo? Dov’era andata a finire la persona piacevole con
cui aveva
passeggiato sulla spiaggia e
ballato il blues sul ponte? Quello che si preoccupava sempre che non si
cacciasse in qualche guaio…
Ce l’ha con me e non io non so
assolutamente il motivo!
“Perché..”
La sua frase fu stroncata dallo sguardo glaciale che le
rivolse. Scostò il braccio evitando di risponderle e si allontanò dietro Natt,
verso lo spiazzale buio invaso da ogni possibile modello di automobile.
Maret si sentì aggredire da un freddo improvviso. Le fece
talmente male da impedirle qualsiasi movimento.
E non riuscì ad evitare che gli occhi le
si riempissero di lacrime.
La discoteca era parecchio affollata. Straripava di anime perse, fatte e strafatte di roba. Quando entrarono la musica era assordante e li investi in
pieno, con i suoi decibel spacca timpani.
La musica...ipnotizzante, seducente..le luce stroboscopiche..il ritmo..la Vita
pulsava la dentro e la Morte..la Morte aspettava.
Fantasie da marciapiede assalgono Maret, mentre guarda due
ragazze seminude ballare allacciate ai loro uomini, mimando un amplesso
selvaggio.
La sala ribolledi
energia sessuale, si sente un predatore...e le piace..
Sorride ad un ragazzo che la guarda, con una bottiglia di
birra in mano. Maret si avvicina e gliela toglie, bevendone un buon sorso.
L’uomo la abbraccia ma lei si divincola col suo solito sorriso cattivo e lo
saluta, lanciandogli un bacio sulla punta delle dita.
Si sente potente adesso..al diavolo tutti!
L'odore di hashish è forte, dà alla
testa. Maret non va mai in discoteca perché quello che prova ogni volta che vi
entra le fa quasi paura.
Perdere il controllo..che grave peccato!
Il mondo della notte..una
moltitudine di future vittime. I pusher ci danno dentro, vendendo i loro
paradisi artificiali.
Mi rubano il lavoro, pensa Maret
divertita. Jesus dietro di lei osserva una ragazza sotto psicofarmaci, una tecno - barbie su lucidi trampoli
neri che volteggia nella musica rimbombante. Ha la bocca rossa. Sembra una
vampira.
Maret si avvicina ad uno specchio, la sua
immagine si sdoppia. Chi è quella donna che la guarda con l’espressione
bramosa ed eccitata sul volto?
Un uomo, alle sue spalle, la sta osservando..e
anche lui..lo stesso sguardo da cacciatore..
Si sente fremere violentemente mentre lo osserva,
divorandolo con gli occhi.
..Jesus..che
volevi dirmi? Non lo saprò mai, vero?
Distoglie lo sguardo, quando lo vede avvicinarsi.In un angolo una coppia ci sta dando dentro
pesantemente. Cristo, è un bordello vero e proprio, pensa Maret leggermente
imbarazzata.
"Dobbiamo andare da Natt" le dice d’un tratto facendola sobbalzare.
Annuisce con la sua solita aria altezzosa e lo segue
attraverso la sala.
C’è una porta antincendio, ma non è chiusa. Jesus la apre
deciso e si ritrovano delle scale di ferro davanti, le salgono con passi
pesanti. I tacchi di Maret picchiettano sui gradini scuri.Jesus apre una seconda porta, posando le mani
sul maniglione antipanico. Un altro corridoio poco
illuminato.. rumore in fondo. Sbucano in una sala
invasa da una folla urlante e scalciante. Maret guarda i bookmaker prendere le
scommesse sui due sfidanti: il ’ragazzo’di Natt e
quello della sua avversaria.
RowanCrane,
figlia del defunto JeremiahCrane,
un potente boss della mafia locale.
"Una specie di Marlon Brando
secco comeun chiodo" aveva detto
Natt in macchina, uno delle poche cose che Maret aveva
percepito.
La ‘piccola’ aveva rilevato
‘l’azienda di famiglia’ e la portava avanti meglio
del padre.
“Per forza” aveva esclamato Natt divertito “ al vecchio Jerry mancavauna
cosa fondamentale che la bella Rowan usa molto bene!!“ aveva sghignazzato
mentre Maret lo osservava perplessa e non riusciva a ridere della sua battuta
maschilista.
C’è un ring completo al centro della sala,
là fanno su serio. Maret si aspettava uno scantinato sporco e sangue sui
muri, ha visto troppi film di VanDamme.
La gente sia accalca, è eccitata e in
attesa che lo spettacolo inizi.
Un tipo le fece una battuta pesante, con voce viscida e
raschiante. Maret lo fulminò con lo sguardo,
stringendo la cintura del cappotto.
Qualcosa tintinnò dentro ma le grida erano talmente alte che nessuno si sarebbe
mai immaginato che quella bella ragazza con lo sguardo serio avesse una 203
nella tasca interna.
"Le 203 fanno un bel buco, usale
con cautela. Sono più adatte ad uno scontro a fuoco che per un lavoretto
tranquillo" le aveva detto una volta MacMahon, mostrandole le pistole una ad una.
E non aveva solo quelle..pensò Maret divertita.
Speriamo di non doverle usare.
Seguì Jesus attraverso la sala e nuovamente una porta le si parò di fronte.
Scricchiolò in maniera terribile quando la aprì. Strano che
conoscesse quel posto, ma tanto era inutile chiedergli spiegazioni, non le
avrebbe risposto.
Un piccolo corridoio, una luce sotto l’unica porta.
Bussò una volta, appoggiandosi al muro.
Maret non fiatava, aveva di nuovo quello sguardo annoiato
che usava come protezione dagli scocciatori molesti.
Un tipo grande e grosso, vestito come un burocrate, aprì la
porta facendoli entrare in una stanza molto accogliente e ben arredata.
Al centro della stanza una donna leggermente paffuta parlava
con Natt..o meglio, starnazzava!
Quel tono querulo diede sui nervi a Maret che non riesce a
capire come diavolo facesseMacMahon
a frequentarla.
Natt la presenta alla donna vestita come un uccello
tropicale.
Si chiede malignamente quanto avrà pagato
per la plastica al seno. A confronto, la sua terza scarsa scompare.
La donna la guarda a lungo dopo aver trillato in direzione
di Jesus. In quei brevi attimi Maret capisce che le piace circondarsi di uomini e inneggiare alla primadonna..fai
pure, si dice tranquilla, è l ultimo dei miei problemi adesso.
Rowan è una gran bella donna, più vecchia di Maret e ha un certo fascino che
lei non possiederà mai perché le manca la dolcezza che emana la donna.
Sbuffa fra sé mentre Rowan parla con Natt di
affari. Ancora si chiede che diavolo sia venuta
a fare! In sostanza Natt se li è portati come ‘scorta’ armata.
Ha ragionea
preoccuparsi. Là dentro pullula di tirapiedi vestiti come manichini. Maret ha
l’impressione di trovarsi ad una sfilata di moda grottesca.
Uno dei gorilla continua ad
aggiustarsi la giacca.
Si domanda se è capace di tenere in mano un’arma. Saperla
usare è tutta un’altra faccenda.
Natt le sta dicendo qualcosa. Maret si volta distratta e
vede Rowan che la sta fissando.
"Tu sei la ragazzina che viveva col
mio Robbie" esclama d'un tratto con la sua voce acuta.
I due portaborse della donna si lanciano occhiate di
complicità..tutti sapevano della faccenda e si chiedevano la stessa
cosa..che c'era stato fra i due?
"Si e allora?" le chiese
dura poggiandosi almuro perfettamente
riverniciato in un allegro colore azzurro.
"Il mio povero Robert.."mormorò la donna a bassa voce, persa fra i ricordi
"troppo poco tempo insieme..almeno tu.. te lo
sarai goduto!” le disse acida guardandola con gli occhi stretti come due
fessure.
"Ma porc..non
eravamo amanti lo volete capire o no?!" esclama Maret guardando prevalentemente
Jesus che la fissa con occhi di ghiaccio "Cristo santo, mi fate
vomitare!" sbraitò uscendo dalla stanza e sbattendo la porta con forza.
Rowan guarda Natt alterata mentre il ragazzo cerca di metterci
una pezza "Sai..il ciclo..quelle cose da
donne.." le disse sorridendo a disagio.
Guarda se sta deficiente mi manda all’aria l’affare!
La donna non rispose..doveva fare una domanda alla ragazza "portatela
dentro" ordinò alle due guardie del corpo. Jesus si mosse e li bloccò con
un tono secco che sorprese Rowan "la chiamo io"
Se avessero provato a trascinarla dentro, l'avrebbe presi a calci o peggio, causando un vero e proprio incidente
politico!
La donna annuì facendo un cenno ai due che ripresero le loro
postazioni.
Jesus aprì la porta e uscì nel corridoio, trovandola poco
distante, poggiata al muro con sguardo assente e una smorfia
irritata.
"Torna dentro" mormorò duro, mettendosi di fronte
a lei “stai mettendo in difficoltà Natt”
Maret lo fissò a lungo, sostenendo il suo sguardo con fatica.
L'aveva ferita più di una volta in quella giornata e ancora doveva capire il perchè, ma non gli avrebbe dato la
soddisfazione di farla stare male.
Non era possibile più di così.
Si staccò dal muro passandogli accanto e urtandolo di
proposito. Qualcosa di duro lo punse "che hai la
dentro?” le domandò preoccupato.
Maret lo guardò con un sorriso
ironico "pensi forse che venga a mani vuote in un
posto come questo, con te che se potessi mi faresti fuori all'istante e
quell'idiota del tuo amico come garanzia?"
mentre parlava si sbottonò il
cappotto di pelle, aprì una falda ma Jesus vide solamente la sottile
imbottitura "e allora?" domandò non capendo.
Maret strappò il velcro della
fodera e sotto apparve un'altra imbottitura, più pesante ..e
sopra di questa..
Jesus sgranò gli occhi e si avvicinò, pensando di aver visto
male : ha un'intera collezione di armi la sotto! La guardò meravigliato, Maret lo fissò con un sorrisetto di superiorità, richiudendo il cappotto.
"Meno male che non hai visto che c'è nell'altra
falda"gli disse sarcastica aprendo
la porta con aria scocciata.
"Ma si..quei due sono pazzi l'un dell'altra.. ma...ehi Maret,
avvicinati. Rowan ti voleva chiedere una cosa!" borbottò Natt a disagio
quando la vide varcare la soglia.
Che diavolo le stava dicendo quell' imbecille?Si chiese Maret guardandolo. Voltò lo sguardo
sulla donna aspettando la sua domanda.
Rowan si alzò dalla poltrona da ufficio e le
si avvicinò barcollando.
Se cade da quei trampoli rido, pensa Maret adocchiando i suoitacchi, ancora più alti di quelli che portava
lei solitamente.
Rowan la fissò a lungo prima di parlare“ l'hai ucciso tu
quel fetente che ha ammazzato il mio Robert?" le
chiese con voce secca.
Maret potè
scorgere una nota malinconica e dolorosa negli occhi della brunetta prosperosa.
"Si..e non puoi capire quanto mi sono divertita a farlo"
sibilò cattiva "no ti prego..no..le sue ultime
parole, le ricordo ancora tutte come fosse ieri. Vuoi che te lo racconti in
dettaglio?" le chiese cupa.
La donna alzò una mano scuotendo la testa "niente
particolari scabrosi, grazie"
La fissò ancora un pò e lo sguardo
si addolcì “Roberto lo diceva che eri una brava ragazza" le disse serena.
Maret restò di sasso! Mai aveva pensato che MacMahon parlasse di lei..sciocca non averlo
immaginato prima! Era decisamente scocciata : chissà
cosa sapeva quella donna di lei e del suo passato!
"E comunque non c'era niente,
mettetevelo tutti in testa." Ribadì rivolta i
presenti. Si concentrò soprattutto su Jesus che la fissava gelido dalla porta
semiaperta.
"Mi crede vero?” Chiese a Rowan dopo un attimo
La donna assentì tranquilla e si rivolse a Jesus che
ascoltava silenzioso "J-J la tua donna ha carattere da vendere...mi piace
molto!" gli disse facendolo restare di stucco.
Maret fissò Natt arrabbiata: se avesse potuto l'avrebbe
fulminato "non sono la sua donna" disse a Rowan in tono atomo
"non li sopporto gli uomini..soprattutto questi due" disse laconica indicandoli
"Tzè" Jesus scosse la testa divertito "certo..come
no.." mormorò incrociando le braccia e
guardandoli male a turno.
"Hai detto qualcosa?" lo interrogò Maret seccata
dal suo comportamento. Si avvicinò a grandi passi scoccandogli occhiate
assassine "Allora? Che hai da ridire?"
Si sentiva male dentro..perchè la trattava in quel modo? Checazzo era successo nell'arco di una nottata?
La notte..la notte in cui aveva ..
Sgranò gli occhi guardando Natt che borbottava con Rowan
"che cazzo di voce hai
messo in giro? Eh, idiota?" esclamò afferrando Natt per la giacca.
"Io? Niente!" si difese l'uomo con un sorrisino
preoccupato.
Gli spettatori li guardavano con curiosità, aspettando
qualche grande rivelazione.
Jesus li guardò cupo: ne aveva a
sufficienza di quella farsa! La sua voce saettò nel silenzio della stanza
facendoli voltare "Vi ho visti.."
Capitolo 19 *** Sesso e droga al Killer Instinct ***
Maret lasciò andare il sicario voltandosi verso Jesus "non hai
capito nulla
Maret ascoltò quelle parole guardando Jesus sbigottita.
Lasciò andare il sicario voltandosi verso di lui..ecco
perché era così…
Jesus non la degnava di uno sguardo: gli era scappata di
bocca, quella frase poco felice e ora si stava dando dell’idiota.
"Non hai capito nulla!" esclamò incredula “Io non
ho mai..” si bloccò d’un
tratto, stupita dal fatto che stessero avendo quella discussione "Ma che..mi sto anche giustificando! La saluto signora" disse
a Rowan porgendole la mano "fate senza di me..non vi voglio più fra i
piedi!"esclamò ad alta voce, rivolta ai due killer che la guardavano, uno con viso
contratto dalla rabbia e l'altro con sguardo incredulo
"Il contratto è sciolto" le disse Jesus duro
"sarai contenta" sibilò quando gli passò accanto.
Maret sentendo quelle parole raggelò: in quei mesi si era
abituata a lavorare con altre persone, a stare a contatto
con ..lui..
Si voltò a fatica e lo guardò annuendo..un dolore dentro che la
divorava come un avvoltoio famelico. "Bene" disse solamente, aprendo
la porta e uscendo sul corridoio freddo.
Quel fottuto freddo! Al diavolo!
Mi trasferisco alle Seychelles, decise camminando pesantemente e aprendo la
porta di ferro. Scese le scale di corsa, sentendosi sempre più male: le lacrime
le pungevano gli occhi, un dolore sordo le stringeva
la gola come una mano crudele...mai più, non lo voglio vedere mai più! Me ne
devo andare da qui, pensò attraversando la sala dove
si svolgeva l'incontro di boxe.
Nella stanza di Rowan l’atmosfera si era fatta pesante e
nessuno parlava, troppo stupiti per quello che era successo.
“Fanculo!" sbottò Jesus
all'improvviso dando un cazzotto al muro.
Natt lo guardò rendendosi conto di aver fatto un casino “che
cosa hai visto esattamente?" gli chiese serio,
talmente serio che Jesus pensò che gli sarebbe venuto un crampo alla faccia, se
avesse perdurato in quell'espressione.
"FottitiNathaniel!" sbottò nervoso “Porti solo guai!”
"Qualsiasi cosa tu abbia visto, hai frainteso.." un cazzotto violento gli
impedì di continuare. Natt si piegò in due tenendosi lo stomaco dolorante,
troppo stupito per reagire.
Jesus lo afferrò per il bavero tirandolo su.
"Sai cosa ho visto? Un testa di cazzo
che si spaccia per amico che mi ha fottuto
la donna!" esclamò fissandolo con odio, mentre Natt respirava a fatica.
Gli uomini di Rowan si guardarono e lanciarono uno sguardo
interrogativo alla donna che fece segno di restare fermi..
meglio di una telenovela!
"Ma per chi mi hai preso?" esclamò Natt offeso
"guarda che ti ho fatto un favore."
Un altro cazzotto, stavolta in faccia, lo mise
a tacere all’istante.
"Un favore?! Sbatterti la mia donna ti sembra un favore?" gli urlò addosso.
"Per tua informazione, a parte un paio di bacetti non c'è stato niente!" si difese incazzato divincolandosi dalla sua presa.
"Allora lo ammetti, stronzo!"
"Non me le faccio le donne ubriache che mi chiamano con
altri nomi e che sono impegnate con gli amici!" esclamò il sicario
alterato. "L'ho solo fatta chiacchierare a lungo e ho scoperto un sacco di
cose interessanti!" gli disse tenendosi lo stomaco dolorante. “Le vuoi
sapere o no?”
Jesus lo fissò gelido..in effetti non gli aveva mai mentito "se stai
mentendo..questa la uso su di te!" lo minacciò puntandogli
una magnum in faccia.
“Piantala di fare il cazzone!” sbottò Natt arrabbiato “C’ho pensato, ok? Lo ammetto : ho pensato di
farmela! Non volevo che succedesse come con Jeanne!”
Mise una mano in tasca tirando fuori una sigaretta “Non è
come lei..” gli disse a bassa
voce.” Quella è una che se ti ama, lo fa fino in fondo.”
Jesus aspettava mentre Natt si risistemava il vestito
impeccabile. Fece un lungo tiro, prima di riprendere a parlare.
"Tommy è il suo ex grande
amore…blablabla..sai quelle stronzate da donne, no?"
"Natt.."sibilò Rowan
dietro di lui, offesa per la battuta e impaziente di sapere la verità.
"Scusa Rowy! Comunque, sono stati insieme un paio d'anni..tutto bello, tutto cuoricini e palloncini, grandi promesse
e un sacco di balle varie…a 18 anni le dici, pur di scopare regolarmente, lo
sai. Un bel dì la madre si ammala di l’Aids e l’idiota
pensa bene di mollarla il giorno stesso del funerale della donna… una testa di cazzo senza uguali!" Commentò guardando l'amico che se
ne stava in silenzio ad aspettare che finisse.
"C’è rimasta talmente male che non si è più innamorata..” fece una pausa per spegnere il
mozzicone " Neanche il Pentothal avrebbe fatto
meglio di quel Jack Daniel's. Ha continuato a
chiamarmi Tommy per tutto il tempo mentre parlava..un po’ offensivo, in effetti.” Ridacchiò divertito ma
tornò subito serio, quando lo guardò fisso dritto negli occhi.
“Ti sei preso una bella gatta da pelare, amico..quella
è molto più incasinata di quanto non sembri..però ti
dice bene : è innamorata di te, ma ancora non l'ha capito.."
Le ultime parole furono quasi urlate, mentre Jesus apriva la
porta e si fiondava al piano di sotto per
cercarla...a meno che non rubi una macchina non può
essere andata via! Pensò in fretta sentendosi enormemente sollevato.
Maret guardava l'incontro..o almeno ci provava..non riusciva a muoversi tanto era la rabbia e il dolore
che provava. Aveva anche dovuto stendere uno che continuava a tampinarla.
Davanti alla beretta non aveva fatto più il simpatico, pensò
toccando l'arma sotto il cappotto.
Jesus aveva creduto..che lei..avesse…con Natt!
Un idiota le finì addosso nella foga dell’incontro facendola
imprecare.
Fammene andare prima che strippi
del tutto e tiri una bomba a sti falliti!
Si avvia decisa verso la discoteca, passando attraverso un
paio di porte occultate.
D’un tratto nota Jesus in mezzo alla confusione, come se
stesse cercando ..me? Si domanda sentendo un guizzo
dentro.
Non fa neanche in tempo a fare due passi verso di lui che
una donna si allaccia a Jesus e gli sorride invitante; stanno parlando ma Maret
non sente cosa dicono col frastuono assordante della musica.
Non li vede più, in mezzo allafolla che la sospinge da tutte le parti.
L’odore dei corpi, la pelle sudata..i profumi esotici.. si mescolano insieme,
stordendola. La testa le gira, i suoi sensi, d’un
tratto, sono alterati ..che mi succede?
Milligrammi di coscienza svaniscono inesorabili. Ora si
sente stranamente bene.
Non si chiede neanche il perché. I colori..come sono brillanti
adesso. Le luci ..intense e pulsatili.
Alla musica si è aggiunto un rumore strano, come un tamburo.
Non riesce a fare a meno di muoversi.
Si slaccia il cappotto di pelle e lo apre le mani di
scatto.Il tessuto rigido cade pesantemente, rivelando la sua mise ridotta. Dovevano
confondersi con l’ambiente. Il top ricamato le accarezza la
pelle sudata, i pantaloni di pelle nera aderenti mettono in risalto le sue
curve.
Comincia a muoversi sempre di più..agitando il corpo
sensualmente al ritmo della musica martellante. Un uomo la urta e Maret gli si
struscia addosso come ha visto fare alle cubiste.
La folla si apre intorno a loro, mentre si allaccia allo
sconosciuto.
Si sente una vera puttana.
Jesus la sta cercando fra la folla. Quando la vede si incupisce, osservando come l’uomo fa scivolare le mani
addosso a Maret. La barbie
di prima gli si allaccia al collo e prende a leccarlo. Con un gesto violento la
stacca da sè, andando incontro alla ragazza.
L'uomo che balla o meglio, si struscia con Maret, le sta infilando le mani sotto il top e lei neanche
se ne accorge. La luce è abbigliante adesso, deve
tenere gli occhi chiusi o finirà per diventare cieca.
La musica..dio, abbassatela mi sta trapanando la testa!
Si porta le mani sulle orecchie..quel rumore incessante..
il martellamento è sempre più violento…è il mio cuore...il mio cuore!
All’improvviso si sente cadere..lo sconosciuto non la
stringe più. Sta per crollare, traballa sui tacchi.
Cerca un appiglio, si aggrappa a qualcuno che la stringe con forza.
Il corpo è teso come una corda di violino, adesso; è iper recettivo. Sente tutto, prova tutto..le sue mani..stringe uno strano
tessuto, poggiandoci il viso sopra..quell’odore.. lo
conosce, la fa stare bene..si ..
Affonda il volto nella morbida durezza che sente sotto le
dita..i
muscoli che si muovono contro il suo corpo sono terribilmente sensuali.
Riprende a strusciarsi lentamente. Non apre gli occhi, la luce le fa male..è così
strana.
"Maret?! Che cazzostai facendo? Urla Jesus arrabbiato mentre la ragazza gli si dimena addosso
pesantemente. Ma che… ma è fatta?!
Maret apre gli occhi a fatica..toh...il suo capo.
"Che ci fai tu qui?" gli
domanda sentendosi sempre più male.
"Ti sei impasticcata?!" le urla tirandola via e
afferrando il cappotto..ma che diavolo c'è dentro? Senti come pesa!
La trascina verso il bagno..è affollato, ma almeno li
la musica non ti apre il cervello come nella sala.
Con poca delicatezza la appoggia al muro "Ma ti sei
drogata?" le chiede allarmato.
"No.." mormora
aggrappandosi addosso a luinon cadere.
Quell’
odore così buono…non sa il perché ma la fa tranquillizzare ed eccitare allo
stesso tempo.
Le mani di Maret viaggiano vogliose insinuandosi sotto i
vestiti.
"Maret..prima
che perda la pazienza.." ....e la testa! Pensa
quando la sente introdursi nei pantaloni.
Sorride leggermente divertito..quasi quasi la lascio
fare! E’ completamente fuori controllo..basterebbe un attimo…
La guarda col volto arrossato e il respiro affrettato..Maret..
Quel top si tiene per puro miracolo,
pondera serio sentendo il sottile gancetto sotto le dita, dietro il
collo della ragazza.
La stringe con forza..sei una tentazione continua, Maret!
Sussulta un attimo quando lei lo
tocca. La bocca vaga sulla camicia che porta sotto il giaccone, macchiandola di
rossetto e cercando di aprirla coi denti.
Lo morde con forza, facendogli male.
“Maret…finiscila..ora!” mormora eccitato..è un
attimo, la porti fuori di qui..
Ahh che cavolo, non sono come
Natt, io!
La stacca da sè con difficoltà,
mentre la ragazza mugola scocciata "vieni qua.."
borbotta cercando di abbracciarlo nuovamente.
“Tesoro..credimi, non sai quanto mi andrebbe, ma non con te ridotta
in queste condizioni!” le dice a stento.
“E allora facciamolo..” mugugnaMaret strusciandosi di
nuovo.
Ecco! Le parole giuste al momento sbagliato! Pensa depresso
con le mani che prudono dalla voglia di slacciare quel gancetto.
“Dai..” gli sussurra invitante,
alzando il viso contro di lui e mordicchiandosi un labbro divertita.
“Ti prometto che lo faremo..” mormora eccitato passandole una mano sulla guancia
arrossata.
Maret si strofina sorridendo
contro quel palmo caldo, afferrandogli un dito e leccandolo divertita.
Ora. Perdo. Il. Controllo.
”Lo faremo..quando vorrai, tutte le volte che vorrai..ma non adesso, non ti senti bene in questo momento..credimi!”esclama sollevandola di peso e portandola nel
bagno delle donne.
Perché sono così coglione? E’ una tara genetica, lo so!
Quando entra le ragazze presenti neanche lo guardano
ma notano Maret in quello stato "ehi..la tua
donna s'è fatta di brutto” gli dicono perplesse.
Le guarda preoccupato "secondo voi che ha preso?"
Maret si appoggia alla parete, scivolando leggermente verso
il basso. Jesus la ferma con una mano e la fa sedere sul ripiano di marmo dei
lavandini.
Una specie di entraineuse, pallida
come un morto, la guarda con occhio esperto. “S'è fatta di ‘Stardust’
“gli dice tranquilla, continuando a passarsi il gloss
sulle labbra già cariche.
"Che cazzo è?" le chiede
allarmato…nota bene: cercare informazioni su tutte le
droghe presenti sul mercato!
"Una polvere allucinogena, la metti nei drink e ti fai
un trip come pochi. E’ potente ma di breve durata" dice pacata,
preparandosi una striscia di coca.
"Ma se non beve!" esclama Jesus alla ragazza che
alza le spalle divertita.
Guarda Maret un po’ preoccupato..ha una brutta faccia
adesso, è pallida e sta sudando. La sente tremare e istintivamente la
abbraccia.
"Maret, dimmi che hai bevuto!"
La ragazza mugola infastidita. Sembra attratta dalla giacca
che Jesus porta e comincia astropicciare il tessuto sotto le dita.
“Che ti sei scolata?" le
chiede di nuovo, raddrizzandole la testa che tiene inclinata su un lato.
Maret lo riconosce a stento.. lo
vede distorto..ha una faccia buffissima!
Comincia a ridere divertita "ehi gente.. ascoltate tutti : questo è un assassino e l’hanno pagato
per farmi fuori" dice alle ragazze che la guardano sorridendo.
“Amore, al Killer Instinct siamo
tutti assassini!” sbotta l’ entraineuse ridendo con le
narici sporche di polvere bianca.
Jesus è irritato..ora la uccido davvero!
Non riesce a cavare un ragno dal buco con quella pazza! La
guarda per un attimo e scuote la testa, ok proviamo
questa!
Le bacia a lungo, Maret smette di agitarsi e risponde al
bacio con trasporto.
"Birra" commenta asciutto quando la stacca da sè con forza…fosse stata un'altra
situazione! Pensa divertito mentre Maret continua a protendere quelle labbra
morbide verso le sue.
“Anche questo è un effetto collaterale della droga?” chiede
all’entraineuse che sta per uscire dal bagno, fermando allo stesso tempo le
mani della ragazza che vagano al di sotto della
cintura.
“No” gli risponde sorridendo “ti dice bene” mormora
strizzandogli l’occhio, prima di uscire. Per un istante la musica invade il
bagno. Jesus è rimasto ad osservare la porta chiusa un attimo di troppo,
riflettendo sulle parole della donna. Si riscuote sentendo Maret che gli crolla
addosso.
Ok..
Dove si compra sta roba?
Lo pensa seriamente, sentendola avvinghiarsi al collo e ricominciare
a baciarlo.
Gli allaccia le gambe attorno la
vita e lo tira a sé, infilando le mani sotto il giaccone.
Lo sta mettendo seriamente in difficoltà ”Maret.. adesso basta, ti sei divertita abbastanza..”
borbotta con voce roca. Le passa le
mani lungo la schiena nuda..ha la pelle setosa..calda…
Le sue labbra salgono verso la bocca di Jesus,
mordicchiandogli la mascella leggermente ispida di barba.
Un sospiro nervoso. Le rovescia la testa baciandola con
forza. Non riesce a fermarsi e la stringe sempre di più, fino a farle male. La
sente mugolare e aggrapparsi alla sua camicia con le unghie.
La porta che si apre all’improvviso lo costringe a smettere.
“Andiamo a prendere un po’ di aria..” le dice piano, sollevandola dal ripiano di marmo su cui
l’aveva fatta sedere.
Farà bene a tutti e due!
Escono nel freddo della notte. Gli si smorzano tutti i
bollori all’istante sentendo quel gelo.
Maret mugola una specie di “mi
sento male...” o almeno questo è quello che Jesus
capisce.
Si stacca dal suo accompagnatore e istintivamente si piega
rigettando.
Mah..se vomita è meglio, pensa il killer maledicendo il giorno
in cui non le ha sparato.
Poi guarda la schiena nuda e ci ripensa.
Maret si riprendea
fatica..la
testa le gira e sente un saporaccio in bocca..che schifo!
Si appoggia con una mano al muro esterno
della discoteca, la musica attuita le sta
spaccando lo stesso il cervello. Barcolla.. ha freddo..perchè?
Il cappotto! "Porca vacca!" esclama arrabbiata.. le armi..tutto perduto!
Jesus la sta osservando divertito, appoggiato ad una
macchina
Le tira il giaccone di pelle
"copriti, drogata" sghignazza sollevato di vedere il ritorno
della strega acida.
Maret non riesce neanche ad infilarlo e la deve aiutare
mentre lei sbuffa e impreca sottovoce.
"Così la prossima volta eviti d’impasticcarti
con gli sballati della discoteca" le dice divertito.
"Cos'è uno scherzo?" gli chiede sentendo un freddo
incredibile che la attanaglia.
"Pura verità!" Jesus
scuote la testa guadando la sua fronte aggrottata e l’aria nervosa.
E’ancora pallida e trema un pò
troppo. La stringe a sé. Maret è incredula ma lo lascia fare..non ce l’ha più con me?
D’un tratto si ricorda il perché se n’è andata e lo spinge
via violentemente..o almeno ci prova.
“Come t’è saltato in mente?!” esplode arrabbiata “come hai
anche solo potuto pensare, che io equello..”non trova le parole, lo guarda con uno sguardo
assassino negli occhi “ dovrei essere pazza o ubriaca per ..farmi..quello!”
“Eri ubriaca” le dice tranquillo.
“Impossibile!” ribatte osservando il suo viso teso ..dio, come mi sento male adesso!
Le gira la testa e il senso
dell’equilibrio va a farsi friggere mentre traballa e si appoggia alla macchina
con le mani.
“Mi sento malissimo..che mi è successo?” gli chiede con voce tremante..che freddo..ha i brividi in
tutto i corpo e il cappotto pesa eccessivamente sulle sue spalle
“Hai bevuto qualcosa con della roba dentro..te lo ricordi?“ mormora
di nuovo andandole vicino e tirandola contro di sé.
Maret si lascia stringere mentre
pensa alle sue parole…bevuto qualcosa? La birra di quel tipo!! Imbecille che
non sei altro!
“Si, me lo ricordo..” brontola dandosi della stupida. Come si sente al sicuro
adesso..vicino
all’assassino più pericoloso della città!
Ridacchia divertita al pensiero ma smette subito, in preda
ad un’orrida sensazione. Lo guarda allarmata “non avrò
mica..io e quello..” balbetta
sospettosa.
Jesus ride dentro di sè..è tentato di dirle una bugia solo per vedere che faccia
farebbe . “Beh..Natt ha detto di sì” le dice serio non riuscendo a
trattenersi.
Maret impallidisce e lo guarda fisso. Un incendio divampa
dentro di lei mentre si allontana di qualche passo..le è passato tutto!
Ora deve lavorare.
Con sguardo gelido, apre il cappotto ed estrae una Beretta 92FS semiautomatica con colpi da 9 millimetri, 15
nel caricatore e uno in canna.
Jesus la guarda incredulo mentre armeggia con la sicura “ti
mancherà presto il tuo amico”
mormora gelida avviandosi verso la
discoteca.
Resta immobile, appoggiato alla macchina
chiedendosi se fa sul serio. Quando la vede caricarla con un gesto secco le si precipita dietro.
“Maret, scherzavo!”
“Devo saperla da lui, la verità!” afferma incazzata guardandolo male.
Jesus non riesce a trattenere le risa “non
mi ha mai mentito, te lo posso assicurare” le dice cercando di farla
ragionare.
La ragazza lo guarda intensamente..ma quello è un
succhiotto?! Si domanda distratta da un livido rosso sul collo di Jesus.
“Ti sei dato da fare mentre ero drogata?” gli chiede
incupita mentre una violenta gelosia l’assale.
Jesus si tocca il collo “ehm..questo..”
La guarda dubbioso ..non potrà
sopportare un’altra verità di quella portata!
Il suo tentennamento la fa impallidire di rabbia. “Bravo!” esclama allontanandosi a grandi passi.
E’ gelosa, pensa Jesus scuotendo la
testa… è gelosa?!
Maret si precipita verso la scala di ferro e sale i gradini
a due a due con la pistola in mano ..brutto figlio…lui
e quello stronzo di Natt!
Le guardie fuori la porta la bloccano quando la vedono
armata “fate uscire quelpezzo di merdada la dentro!”esclama
cercando di sorpassarli.
Le grida infuriate attraggono Natt e Rowan.Una
pallottola sibila accanto all’uomo che si butta a terra
“Ehi ti sei impazzita?!” le urla incazzato mentre i tirapiedi la disarmano.
“Che hai fatto mentre ero ubriaca, lurido stupratore!?” gli urla furiosa contro.
“Ma se mi sei saltata addosso!”
ribatte sconcertato mentre Jesus arriva di corsa temendo uno spargimento di
sangue.
“Portati via quella scalmanata!Mi ha sparato!” dice
all’amico indicando la pistola di Maret.
La scena è surreale, Jesus non riesce
a capacitarsi. Scrolla la testa più volte mentre Rowan ride apertamente.
“Dovevo essere ubriaca fradicia per venire a letto con te!”
borbotta risistemandosi e riprendendo la beretta dallo scagnozzo di Rowan
“Non eri poi tanto ubriaca..”comincia
a insinuare Natt. Decide di stare zitto quando la vede aggrottare la fronte e
stringere la pistola.
“Okok..eri ubriaca fradicia e io sono - un - porco - che - ha - cercato
- di - approfittarsi - di - te”cantilena sollevando le mani in segno di resa.
Un grugnito poco convincente proviene da Maret. Lo guarda
male, indugiando a mettere via l’arma.
“Abbiamo finito qua? Me ne posso andare?”
chiede a Jesus nervosa. Gli occhi le cadono su succhiotto e la gelosia
le fa ribollire il sangue.
“Beh, in teoria no..” tenta di calmarla quando gli si avvicina incazzata.
“E io me ne vado lo stesso!” sbotta
spostandolo con una mano dalla sua strada.
“Come ? Sei appiedata!”la canzona Natt sventolandole le chiavi in faccia.
Con un gesto veloce Maret gliele strappa di mano e si
allontanaa grandi passi “adesso non
più!” gli urla innervosita.
I due uomini si guardano increduli “se mi fa un graffio
sulla macchina me la ripaghi tu, visto che la donna è
la tua!” lo minaccia guardando Rowan che non riesce placare le risate.
“Ma quel succhiotto da dove esce?” gli domanda d’un tratto
Natt con un sorriso idiota “èlo stesso
colore che aveva sulle labbra la sventolona acida..vi
siete dati da fare, eh?”
Rowan li guarda
divertita “siete due fenomeni con le donne! Se mi prometti altri spettacoli
del genere, accetto subito la tua proposta!” Ride rientrando nella stanza
seguita da uno sbuffante Natt, in ansia per la sua Trial.
Maret si avvia decisa verso l’uscita, pregando Dio di non
ritrovarsi Jesus sulla sua strada!
Se rivedo quel segnaccio sbrocco
del tutto!
Nota l’uomo che la sta seguendo, con la coda dell’occhio e
gira sui tacchi, scivolando tra la ressa.
La folla delirante gli copre la visuale. Jesus si volta
tutto intorno a sé, cercandola fra le donne della sala..le luci stroboscopiche
gli danno fastidio, non vede nulla in quella moltitudine di colori. Su un palco
laterale, le cubiste si muovono sensuali.. una mise
discinta che distrae un attimo Jesus dalla sua ricerca.
"Maret!"
Ma dove cazzo
è?
E’ anche piena di armi e incazzata. Dio salvi il poveretto
che si metterà sulla sua strada!
Avrebbe dovuto dirle la verità…ma almeno così ha scoperto che è gelosa marcia!
Maret sentì un rumore strano sulla porta. Non lo riconobbe all'inizio, persa com'era nei suoi pensieri
"Maret!" urlò di nuovo, sgusciando fra la calca
sudata.
La ragazza si girò con uno sbuffo, sentendosi chiamare. Lo
vide avvicinarsi a grandi passi. Maret si fermò
ficcando le mani in tasca.
“Che cosa vuoi adesso? Ti avverto,
non è il momento!” borbottò nervosa..l’occhio le cadeva sempre la…mmmhhh!!!
La sagoma della ragazza sulla porta, fu improvvisamente
illuminata da una luce violenta.
"SIETE CIRCONDATI!USCITE FUORI CON LE MANI IN ALTO!”
“Uscite fuori senza fare storie!" urlò una voce tonante
fuori dalla porta.
Le sirene..la
polizia! Una retata in piena regola! Pensò Jesus avvicinandosi
a Maret. Poteva vedeva le luci
azzurre delle macchine lampeggiare violente, nella notte buia.
Senza scomporsi ma col sangue nelle vene congelato, Maret
tirò fuori dalla tasca la beretta e la puntò verso l'ingresso
..avanti stronzi, fatevi sotto! Ho bisogno di
sfogarmi! pensò arrabbiata.
“Che pensi di fare con quella pistoletta?! Siamo letteralmente circondati!” le urlò Jesustirandola
via dalla porta, mentre i poliziotti entravano a frotte nella discoteca.
La gente continuava a ballare, non si era
accorta di niente.
I buttafuori comunicarono qualcosa nelle piccole
trasmittenti che portavano attorno all’orecchio, prima
di darsela a gambe, sentendo le sirene della polizia.
“Dobbiamo filarcela” le urlò trascinandola via “se ci
beccano armati di tutto punto ci sbattono in galera e
buttano via la chiave!”
Maret lo seguì per un attimo, poi ci
ripensò fermandosi di scatto “io non lavoro più per te, ricordi? Mi hai
licenziato, quindi faccio come voglio!” Decretò
frugando nel cappotto e tirando fuori un’altra pistola. Con piglio deciso fece
dietrofront e tornò sui suoi passi, con due pistole strette in pugno e un’aria
poco raccomandabile sul viso.
“Ma sei pazza?!Saranno un centinaio
la fuori, ti vuoi fare ammazzare?!”le gridò correndole dietro.
Senza una parola la vide sparare ad un paio di poliziotti
che cercavano di sgomberare la discoteca, la musica pompava indisturbata
coprendo il rumore degli spari. Quando un poliziotto si
accasciò a terra morente, una donna urlò di terrore scatenando il panico: la
musica cessò bruscamente e le grida risuonarono alte nella sala immensa.
"Tu vai a prendere Natt, io ti copro le spalle!" gli
disse seria puntando altri poliziotti all’entrata e facendo fuoco.
Jesus la fissò sorpreso e non si
mosse. La sentì ridere divertita alla battuta.
"Oddio, mi suona talmente isterico che voglio dirlo di
nuovo " ridacchiò Maret mentre le sparavano
addosso e la ragazza si riparava
dietro una cassa.
Jesus si nascose con lei, tirando fuori una
44magnum e armandola con sguardo concentrato.
Maret non l’aveva mai visto in azione, a parte la sera in cui stava per
ucciderla.
"Devo parlarti" le disse serio puntando le guardie
che cercavano di sgomberare la sala.
"Non ho niente da dirti " rispose dura.
"Scusami"
Quella frase appena mormorata la fece voltare
sorpresa. Il suo sorriso dolce era ricomparso..
Un sibilo di pallottole la riscosse e si riparò meglio
dietro l’enorme cassa che non tremava più per le vibrazioni musicali.
“Ne riparliamo!” gli urlò leggermente impaurita quando vide una
pallottola conficcarsi nel muro accanto a Jesus.
Si gettò a terra portandolo con sè.
Strisciarono via velocemente, cercando di evitare le pallottole.
“Per caso hai anche un giubbotto antiproiettile la dentro?”
le disse allegro quando si ripararono dietro un muro.
“Cos’è? Prendi in giro?” lo sgridò
Maret respirando a fatica. La droga le faceva ancora effetto
: si sentiva indistruttibile!
La gente attorno a loro urlava e cercava di darsi alla fuga.
Jesus li guardò tutti uno per uno :stava cercando qualcuno...Natt era con Rowan, se ne
sarebbe occupato lui ..la talpa, ecco la .. probabilmente un poliziotto
infiltrato. Vide l’uomo che si allontanava cautamente verso l'uscita principale.
Lo beccò all'istante facendolo cadere a terra con un grido
strozzato.
La polizia urlava ordini a destra e a manca. Corazzati
ditutto punto, con le
tenute antisommossa e i caschetti, impedivano
a Maret di centrarli alla testa.
Optò per un sistema più veloce e di
rapido effetto : strappò la falda sinistra, quella che Jesus on aveva avuto ‘il
piacere’ di vedere e tirò fuori un M12 che lo fece
restare a bocca aperta “e quello dove cavolo lo hai preso?”
Maret sorrise divertita “c’è un
magazzino che rifornisce i militari fuori città. Basta dare un po’ di soldi al
custode e puoi prenderti quello che ti pare!” Esclamò
prima di saltare fuori del nascondiglio e scaricare una salva addosso alle forze
dell’ordine.
“Cristo, mi fa senso il sangue” borbottò rabbrividendo.
Jesus la guardò esterrefatto.
“E allora? Che hai
da guardare?” lo rimproverò ricaricando il mitra.
“Ne hai un altro?” le domandò serio…pazza
e letale, mica male!
Maret lo guardò ironica.
“Scema, ce li tiriamo addosso in quel modo!” la sgridò
cercando una via d’uscita veloce.
“Ma se sono tutti morti!” esclamò
la ragazza indicando col pollice, l’entrata deserta.
“Staranno chiamando i rinforzi perché una deficiente va in
discoteca col mitra!” la rimproverò prendendola per mano e tirandola dietro di sè “C’è un’uscita posteriore ma sarà sicuramente bloccata!”
le disse sgusciando tra la folla urlante.
Non sarebbe stato facile uscire da quel posto..vivi.
Fortuna che gli uomini di Rowan facevano un buon
lavoro, pensò Maret guardandoli stendere parecchi
poliziotti.
Ne vide uno con la coda dell’occhio…ma quello ce l’aveva con lei?
Fece appena in tempo sollevare il braccio che il tipo sparò,
prendendola di striscio.
L’adrenalina scorreva violenta dentro di lei e la droga
amplificava l’effetto: si piantò a gambe larghe in mezzo alla sala, sparando a
tutti quelli che vedeva entrare, beccando anche qualche poveraccio che non
centrava niente.
Si sentì afferrare per la vita e trascinare via “ fai il
bersaglio?"le chiese Jesus sarcastico mentre si frugava nella tasca per
prendere i caricatori.
"Sta zitto e guarda lavorare una professionista!"esclamò
Maret divincolandosi e riprendendo la sua sparatoria personale. Un poliziotto
le urlò qualcosa, Maret gli fece saltare una mano
senza alcun rimorso. D’ un tratto finì i proiettili e raggelò..erano davanti a lei..
"Cambio" le disse Jesus divertito dal suo coraggio. La tirò dietro di sé e Maret si
ritrovò a fissare il nulla, poggiando la schiena a quella del partner che la
proteggeva senza timore alcuno.
“Beh…finiti?” mormorò Jesus sentendo
il silenzio che era calato. Guardò i poliziotti stesi a terra e il fumo che
saliva dalle armi. Con calma abbassò le braccia, le magnum erano ormai scariche.
“Se qualcuno non è morto fa sempre
in tempo a dirlo!” esclamò ad alta voce.
Guardò gli uomini di Rowan che comunicavano nelle
ricetrasmittenti. Dietro di lui, Maret respirava pesantemente.
“Ci sei rimasta?” le chiese senza voltarsi.
“Mi fa impressione il sangue…”balbettò con voce tremante.
Jesus la guidò verso il bagno,
lontano dalla strage appena consumata.
“Mi sa che hai sbagliato lavoro” le disse mentre si
risciacquava il viso con l’acqua fredda.
Maret lo guardò a lungo prima di
rispondere “ce ne dobbiamo andare da questo posto, prima che arrivino altri
poliziotti” gli disse a bassa voce ricaricando le armi.
“L’elicottero è ancora qua sopra, lo senti?” gli disse
avvicinandosi alla finestra e aprendola del tutto.
Jesus annuì preoccupato. Chiamò Natt in fretta, accordando
un punto d’incontro.
In silenzio passarono per la finestrella. Era talmente
stretta che Maret dovette togliersi il cappotto, a causa delle armi che la
intralciavano.
Mentre correvano verso la macchina
parcheggiata, i riflettori dell’elicottero li puntaronoabbagliandoli.
"Arrendetevi, siete sotto
tiro!"
Quell’invito li fece ridere
divertiti!
Maret sorrideva quando gli scaricò addosso
una salva intera, mandando in frantumi il vetro dell'elicottero che
perse più volte quota.
“Ma non sono antiproiettili?”
chiese a Jesus stupita.
“E tu li puntavi lo stesso?” le
domandò sorpreso.
“Macchè! Io cercavo
di sparare al motore!” esclamò la ragazza cercando la macchina fra tutte
le altre parcheggiate
“Ma dove cazzo
è?” urlò leggermente impaurita…l’effetto della droga era calato del tutto,
ormai!
“Ci hanno fottuto
la macchina!” esclamò Jesus allibito, cercandola ovunque.
“Non me la voglio perdere la faccia di Natt quando glielo
diremo” sghignazzò divertita dandogli una pacca sulla spalla.
Il rumore delle sirene era sempre più forte. Si stavano
avvicinando.
“Se bloccano il ponte siamo fottuti!” urlò Jesus scassinando una macchina sportiva.
“Ha una gomma a terra”gli disse calma Maret guardando il copertone bucato. Si guardò attorno:scassinare qualche portiera avrebbe richiesto
tempo..e
invece laggiù..
Le macchine della polizia erano aperte, con le chiavi dentro..e
inutilizzate! Pensò Maret con un sorriso folle sul viso
"Ne ho sempre voluto guidare una" disse a Jesus
tirandoselo dietro.
Si infilarono nella macchina
mettendo in moto "guido io !"sbraitò Maret mentre Jesus la spingeva
via.
"See..così
facciamo notte!" gli disse ironico spostandola al posto del passeggero.
"Non mi hai visto guidare, idiota!" ribattè Maret sentendo le sirene sempre più vicine. Uscì un
attimo fuori e raccolse due cappelli da poliziotto, ficcandogliene uno in
testa.
“Magari li freghiamo”
Jesus la guardò divertito..”siamo
una bella squadra noi due insieme..” mormorò togliendole
uno sbaffo di polvere da sparo dalla guancia.
Restò un attimo a guardarla. Maret si voltò
leggermente imbarazzata “non è successo niente col tuo amico” borbottò a
bassa voce giocherellando con la pistola.
“Lo so..per quello è ancora in piedi e in salute ” le rispose in
tono svagato.
Girò la chiavetta mettendo in moto e sgommando sulla terra
"sono stati gentili a lasciarci le chiavi dentro!" commentò Maret
serena.
Bastava che le sorridesse in quel modo per farla stare di
nuovo bene? E’ grave!
"Meno male, perché non la so far partire con il trucco
dei fili " le disse accendendo la radio e ascoltando le loro
comunicazioni.
"Non lo sai fare?" domandò Maret guardandolo
incredula.
"Ma scherzi? Non hai visto che
selva di fili c’è la sotto?" dichiarò con una faccia che la fece sbottare a
ridere "quella è roba che vedi nei film!" ribatté scuotendo la testa divertito.
“Mettiti la cintura.. da brava
poliziotta!” le disse guidando tranquillamente in direzione opposta, le
macchine che sopraggiungevano li costrinsero a fermarsi “ c’è stato un macello
la dentro, vi stavamo aspettando!” Jesus si inventò una balla sperando bene.
Il poliziotto lo guardò bene mentre le altre macchine si
allontanavano in direzione della discoteca.
“Scendete dalla macchina..subito“ gli ordinò
puntandogli una pistola in faccia.
“Ehi, calma amico.. siamo dalla
stessa parte..” risposeJesus
sentendo il sangue ghiacciare. Maret accanto a lui non fiatava. Il poliziotto
avvertì via radio la sua posizione “ne abbiamo presi
due.”sentì dire d’un tratto.
Con un gesto veloce appiattì Jesus sul sedile e freddò il
poliziotto che cadde su volante. Il clacson prese a suonare violentemente,
sotto la pressione della fronte dell’uomo.
Maret restò immobile, non riuscendo a credere che l’avesse
fatto veramente.
Se avesse sbagliato o fosse stata più lenta..
“Vai…vaivai
“gli urlò d’un tratto respirando a fatica. Tremò violentemente mentre si frugava
nel cappotto. Jesus ripartì sgommando, gettando dietro di sè
il cappello da poliziotto.
“Hai rischiato..” le disse con voce tesa.
Maret non rispose..dietro di loro tre macchine li seguivano a folle velocità.
Jesus la sentiva borbottare fra se “Ce le
avevo da qualche parte..si!” esclamò tirando fuori
una granata.
"E quella?" le chiese allibito..ma aveva tutto un arsenale con sé, quella squilibrata!
"Vedrai che bello scherzetto che gli combino"
mormorò cattiva, sporgendosi dalla macchina e lanciandola una dietro di sé.
"Accelera!" gli urlò preparandosi al botto. Per
loro fortuna, la bomba scoppiò nel momento in cui i poliziotti ci passarono
sopra. L’esplosione li spinse in avanti di alcuni
metri. Maret perse l’equilibrio e picchiò la fronte sul cruscotto. Quando tornò a sedere, il taglio profondo gocciolava sangue.
"Te l'avevo detto di allacciare la cintura!" la
sgridò tirando fuori un fazzoletto immacolato dalla tasca.
"Toh guarda..te lo sei portato stavolta" borbottò Maret
premendoselo sulla ferita.
"Certo! Tu porti le bombe!"le
disse facendola ridere sottovoce.
“Non desistono quei coglioni”
commentò Jesus guardando le due macchine che
insistevano nell’ inseguimento.
“Ne hai ancora?” chiese alla sua compagna che sanguinava
copiosamente “si..”mormorò tirando fuori un’altra
granata.
Un violento scossone gliela fece cadere fuori del finestrino
aperto. “Dosso di merda” borbottò Jesus riprendendo
il controllo della macchina.
Maret guardò la granata perduta e sospirò perplessa.
“Beh? Finite? “ le chiese stranito.
“Mi è caduta” commentò asciutta la ragazza, caricando una
pistola che Jesus riconobbe subito.
“Dove l'hai presa? Quell'arma è illecita!" esclamò sempre più sorpreso.
“Regalo di compleanno “ precisò sporgendosi fuori del
finestrino e iniziando a sparare contro i poliziotti.
Rientrò per ricaricare, mentre Jesus
sterzava, cercando di mandare fuori strada l’altra macchina.
Con uno sbuffo scocciato estrasse la
magnum” tieni il volante!” le disse sporgendosi leggermente e facendo saltare
due gomma. La macchina sbandò e si fermò finalmente.
“Mi sono un pò stancato” disse a
Maret mentre ricaricava la 2-2 “stiamo arrivando al ponte, dobbiamo evitare di
tirarceli in città”
Maret non sorrideva più: era stanca, dolorante, la fronte
continuavaa sanguinare e le erano
venuti i brividi vedendo tutto quel sangue uscire da lei.
"Ti senti male quando fai questo, Maret?"le domandò
all’improvviso.
"E tu ti senti male quando
tiri lo sciacquone?" rispose con una voce talmente alterata che lo fece
voltare preoccupato. La fermò mentre si arrampicava nuovamente fuori del
finestrino.
“Che hai?”
“Niente..sono
stanca” mentì sentendosi sul punto di buttare la pistola e farsi arrestare.
“Ci prendiamo una bella vacanza, finita sta storia” le disse
incoraggiante.
“Ok”
La macchina svoltò
dal lato di Jesus, evitando la granula di colpi di Maret “brutti figli..mi
stanno snobbando!” esclamò la ragazza furiosa.
Una scarica di colpi si abbattè sulla portiera dalla parte di Jesus,
mandando in frantumi il parabrezza.
Una pioggia di vetri lo investì facendolo sbandare.
“Cazzo!”esclamò sentendo le
schegge che lo ferivano al volto. Maret si riparò in
tempo, aiutandoloa riprendere il controllo
della vettura.
“Spostati" gli ordinò sdraiandosi addosso a lui e
sparando in direzione dei poliziotti.
"Ehi ehi..niente maialate, siamo in una macchina della polizia"
ridacchiò cercando di abbassarla per vedere davanti a sé.
"Frena!"
L'urlo lo arrestò violentemente: la terza macchina li
sorpassò a gran velocità. Maret restò a lungo con un occhio socchiuso,
prendendo la mira.
Quando sparò e colpì la gomma posteriore, l’auto sbandò e
girò su se stessa più volte prima di
volare giù dal ponte.
Jesus sospirò più volte, cercando
di calmare l’adrenalina che rischiava di fargli venire un attacco cardiaco.
Maret ancora sdraiata su di lui stentava a riprendere fiato
"ce li siamo tolti tutti?" domandò la ragazza con la voce alterata e le
mani che le facevano male per la pressione che aveva esercitato sull'arma.
"Spero di si…”rispose l’ uomo
immobile. Le sirene non le sentiva più..il ponte era davanti a loro..potevano
andare a casa.
“Sicuro? Sei sicuro?”
Maret gridò quasi. Per la prima volta in vita sua, era stata
più volte ad un passo con la morte..e la cosa non le era piaciuta per niente!
“La devo smettere con questo lavoro!!”urlò tornando sul
sedile del passeggero.
Jesus la guardava incredulo: aveva una crisi isterica in
piena regola!
“Calmati..”
“Calmati un cazzo!” urlò smontando
dalla macchina e prendendola a calci. Si diresse verso il ponte a piedi ma
rigirò infuriata dopo un paio di metri, tornando indietro.
“Tu e i tuoi fottuti incarichi! Per
poco non mi ammazzavano!” gli gridò in faccia quando scese anche lui e le andò
incontro.
“Va al diavolo! Non t’avessi mai incontrato quella sera!” Gridò con le lacrime agli occhi spingendolo via mentre
cercava di abbracciarla.
“Calma..” continuava a dirle a
bassa voce…quel buco cominciava a fargli parecchio male.
“Non mi calmo, no!” gridò fuori di sè
“e smettila di sbattermi in faccia quel succhiotto del
cazzo!”
“Ma se me l’hai fatto tu! ” le
disse tutto insieme facendola sbiancare.
“Io...e quando?” balbettò incredula…lei aveva fatto..cosa?!
“Senti..ne parleremo più tardi..adesso ce
ne andiamo a casa e ci riposiamo, ok?” le domandò a
bassa voce guardandola “poi ti racconterò tutto, del viaggio nel mondo delle
droghe pesanti che ti sei fatta..contenta? ”le chiese
mentre risalivano in macchina.
Maret annuì ammutolita..era stata lei?
E..che altro aveva fatto?
“Mi sa che devi guidare tu..
qualche colpo è andato a segno" le disse fra i denti.
Maret lo guardò mentre si toccava
il torace “fammi vedere” gli disse riscuotendosi d’un
tratto.
“No..sennò mi svieni qua..” le disse
cercando di usare un tono leggero “dobbiamo trovare un dottore..”
Maret sapeva benissimo che non poteva portarlo all’ospedale.
Tutti i casi ricoverati per ferite da arma da fuoco andavano registrati alla
polizia. Non potevano rischiare nuovamente!
“Se non mi rattoppi in fretta resti
senza stipendio " le disse sforzandosi di non farla preoccupare
eccessivamente.
Maret si impose di restare calma,
ma la sola idea di perderlo la faceva agitare più del dovuto.
”Ok..facciamo
così..” respirò a fondo, togliendosi il sangue
raggrumato dalla fronte “ raccontami qualcosa..non
svenire o ti prendo a calci!” lo sferzò con voce tremante.
Gli scostò il giacconee rabbrividì: tutto quel sangue usciva da lui? Cristo santo!
“Allora ti racconto che hai combinato..”
le disse con voce stanca, premendosi sulla ferita con
la mano.
Maret guidò a folle velocità mentre pensava ad un piano: lo
porti a casa, rapisci un dottore e lo fai ricucire..si !
“Ehi..dove abiti? Non la ricordo la tua via!” gli disse allarmata vedendolo troppo calmo.
Con quella macchina si facevano notare troppo!
La nascose in un vicolo buio e poco frequentato, era notte
fonda, non avrebbero dovuto avere problemi!
Il loft era lontano e lui non le
rispondeva..lo doveva portare per forza nell'appartamento di Lyse!
"Dai tirati su ..ti faccio conoscere
una mia amica.." gli disse cercando di farlo parlare..
troppo sangue.. troppo!
"Per essere amica tua ce ne vuole.."
la prese in giro sorridendo appena.
Un violento bussare tirò giù dal letto la ragazza che aprì
la porta assonnata e scarmigliata. Quando vide Maret ridotta in quel modo le prese un colpo!
"Monique? Monique
che ti è successo?!" esclamò notando il taglio sulla
fronte che aveva ripreso a sanguinare.
Spalancò la porta per farla entrare e restò allibita, vedendola
abbracciare un uomo che ridotto peggio di lei.
"Mon..?" guardò Jesus da capo a piedi con espressione incredula "Chi ?"
Maret lo trascinò all’interno
dell’abitazione e chiuse la porta senza rispondere.
Si tolse la giacca di pelle, gettandola a terra e Lysepotè vedere una fondina di
pelle in cui spiccavano due pistole.
“Che vuol dire tutto questo?"
le chiese la ragazza arretrando impaurita.
Lyse arretrò vendendo le pistole di Maret e il sangue che
usciva dal ferito.
“Monique..che
significa? Che sta succedendo? Chi è
lui?”
La sua voce era terrorizzata e preoccupata al tempo stesso "scompari
per giorni e poi torni.."
Si interruppe quando Maret aprì la
giacca di Jesus e vide tutto il sangue che stava perdendo
"Chiamo la polizia?"
propose con la mano sul telefono.
"No!" la secca esclamazione di Maret la gelò
all'istante " Dio santo, mi serve un medico..."
Afferrò le forbici colorate che la ragazza usava per i
lavori a maglia e gli tagliò via la camicia cercando di non vomitare.
"Lyse..presto,
prendi degli asciugamani " le disse non sapendo da che parte mettere le
mani.
Non le era mai successa una cosa del genere, neanche quando
abitava con MacMahon!
La sua coniquilina non riusciva neanche
a parlare; osservava quel tipo che stava morendo dissanguato sul loro pavimento
e la sua amica sempre così calma e compassata con occhi nuovi.
"Lyse..svegliati!”
le urlò contro scrollandola e macchiandola col sangue "ti spiegherò tutto te
lo prometto..ora.." deglutì
guardando Jesus che mugolava per i dolore "ti prego…prendi degli asciugamani
pulitie premili su quel buco " le disse
indicando la ferita sporca di polvere da sparo. "devo andare a cercare un
dottore" urlò dirigendosi nel bagno per incerottarsi
la fronte e lavarsi del sangue che andava asciugandosi.
Maret le passò davanti caricando una pistola con sguardo
truce: se il medico avesse fatto storie..
"Monique...che cosa è quella?" Lyse indicò l'arma con
dito tremante, arretrando un po’ da lei.
Maret la guardò rendendosi conto dello shock che la sua
amica aveva subito "ti spiego tutto, te lo prometto..però adesso .." lo sguardo che le lanciò la fece muovere dal suo stato di
torpore.
Annuì più volte mentre si allontanava a prendere ciò che le
aveva ordinato.
Maret si inginocchiò presso il
moribondo e gli sorrise a stento "Fai il bravo con Lyse"
Jesus la guardò con occhi
socchiusi”che faccia preoccupata..non è da te” la prese in giro con voce flebile.
Maret sorrise ironica "Se crepi
vengo all’inferno a prenderti! Devi ancora pagarmi per questo lavoro!" gli
disse a bassa voce “e voglio un’extra per tutte le pallottole che ho sprecato contro i poliziotti”
"FanculoMaret..pensi sempre ai soldi." Sussurrò divertito Jesus senza
riuscire a muoversi.
Lyse si avvicinò tremante al ferito che Maret le aveva lasciato dentro l'appartamento. Con delicatezza premette il tessuto
pulito sulla ferita, guardando bene…lei, quel tipo, l'aveva gia visto prima ..ma si! Le aveva fatto
un sacco di domande su Monique, qualche mese fa!
La pressione che esercitava sulla ferita si allentò
leggermente..ma chi è? Che gente frequenta
Monique?!
Quando si accorse che la stava
guardando, trasalì cadendo all’indietro. I jeans che
si era infilata si macchiarono di sangue, ma Lyse non ci fece caso. Lo guardo
timorosa, poi si rese conto che non poteva fare danni,
ridotto in quel modo e si rilassò tornando al suo lavoro.
"Scusa il disturbo..ma la tua amica ha
insisto per portarmi a casa sua.. io pensavo che la serata sarebbe finita bene.."
le disse simpaticamente con voce debole.
"Io ti conosco.." sussurrò la ragazza sorridendo appena.
"Già, come va il lavoro?" le chiese indicando le
planimetrie che spiccavano sul tavolo da disegno.
"Che combina Monique? Chi sei tu?" lo interrogò la ragazza inquieta.
"Jesus .."
La ragazza sbiancò: ecco chi era!
Maret non le aveva mai raccontato
niente, ma ogni tanto, quando la tirava giù dal letto, aveva sentivo mormorare
più volte quel nome.
"Sei il ragazzo di Monique?" gli domandò a disagio
L' uomo cominciò a sghignazzare piano. "Non farmi ridere
che mi fa male tutto" le disse divertito
Lyse lo guardò bene..ma chi cavolo è, sto tipo?! “Non mi dice mai niente della sua
vita..”
"Figurati se ne parla con me..non mi sopporta"
replicò toccandosi la ferita dolorante "diciamo che sono quello che le
passa lo stipendio.."
Lyse sgranò gli occhi: ma non lavora in una casa di moda?!
La ragazza sempre più agitata: aveva abitato per più di un anno con una persona
che non conosceva per niente!
"Monique ti ha nominato un paio di volte..me lo ricordo
bene.."gli disse soprappensiero.
"Che notizia.." Jesus tossì
a lungo, contraendosi e sentendo il torace andare a fuoco "scusa per il fastidio…"
le disse dopo un pò di silenzio.
La ragazza non rispose limitandosi a guardarlo. Con
delicatezza tolse via un pò di sangue cercando di non
fargli male.
"Ma come fai a sopportarla
quella strega isterica?" le chiese osservando dalla limitata visuale la
casetta piccola e accogliente.
Lyse sorrise divertita "Monique è taciturna ma è una
brava coinquilina, andiamo d'accordo…" rispose la ragazza in tono dolce
"lei mi da consigli sui vestiti e io sugli uomini…peccato che le mie
parole cadano nel vuoto"
Jesus rise piano "non stai facendo un buon lavoro
allora..non
ci capisce un cazzo di uomini.."
"Un anno che abito con lei e la prima volta che mi
porta a casa un ragazzo, è mezzo sforacchiato e in fin di vita" sorrise dolce
mentre lo guardava..chissà perché, ma gli dava l’idea che fosse una ‘vittima’ della sua amica.
"Se non mi avessero bucato, tu ed io non ci saremmo
incontrati nuovamente..ha ragione, sei una brava ragazza" le disse sorridendo
appena ”cavolo.. fa male..” mormorò sentendo un dolore
lacerante.
"Ehi ehi..non svenire.." Lyse lo scuotè
leggermente; la penna colorata che teneva la massa di riccioli castani le cadde a terra e si macchiò di sangue "su ER
dicono di tenerli svegli i feriti. Se il motivo c'è, io non lo conosco ma non mi
svenire o Monique mi ucciderà."
Jesus guardò tra le nebbie del dolore e della confusione la
ragazza china su di lui, coi lunghi capelli sciolti..
gli ricordava la foto di Maret
Allungò una mano per accarezzarla. Lyse gliela prese e la
strinse forte.
"…Maret… te lo voglio dire prima di tirare le cuoia...."
Maret? Pensò Lyse perplessa…"dimmelo su" basta che
parli!
"Potevamo fare meraviglie noi due insieme..se solo
non fossi sempre così acida…" sorrise appena alla ragazza che rispose
automaticamente.
"Lo faremo..non ti preoccupare " chi diavolo è Maret?! Non sarà…
"Ti amo..Maret.."
Il dottore che Maret aveva letteralmente rapito
dall'ospedale, fece del suo meglio per ‘ricucirlo’. Quando le ventilò
l’ipotesi di fare una trasfusione di sangue, la ragazza si offrì volontaria,
con una foga che stupì se stessa e Lyse che cercava di calmarla invano, mentre
andava su e giù nervosamente.
La stanchezza si fece sentire all’improvviso, quando il
dottore se ne fu andato. Era un uomo di mondo, sapeva come andavano certe cose.
Maret non dovette preoccuparsi di prendere ‘provvedimenti’
in caso di una ‘fuga di notizie’ alla polizia.
Jesus dormiva sul suo letto, Maret non riusciva a staccargli
gli occhi di dosso, tesa com’era. In teoria avrebbe
potuto dormire accanto a lui. Lyse la canzonava spesso sul fatto che avesse un due piazze ‘visto che non hai mai un ospite’.
In teoria poteva..in pratica non ci sarebbe riuscita. Sarebbe rimasta tutta
la notte sveglia a guardarlo.
Si svegliò a mattina inoltrata, sentendo un odore buonissimo
provenire al cucinotto. Si alzò dal divano mezza dolorante
e si trascinò fino sulla sedia della cucina. Lyse la guardò seria, mettendole
una tazza di caffè in mano. Si sedette davanti a lei tesa e la fissò a lungo
"devi raccontarmi tutto, dall'inizio..per filo e per segno"le disse dura.
Maret non l'aveva mia vista così autorevole. Posò la tazza
semipiena e cominciò a raccontare. Quando tacque la sua amica
non parlava più, si sentiva solo il ticchettio dell'orologio a muro che avevano comprato
insieme durante le ferie natalizie, lo scorso anno.
Lyse annuì sconvolta "ho capito..quindi tu sei..e anche.." fece un segno
indicando la camera di Maret
"si..è il mio capo..o almeno ci
prova!" le disse ridendo piano.
Guardò l'amica con sguardo cupo "quando quello potrà
camminare ce ne andremo, non ci vedrai più”
Lyse la guardò alzarsi, ancora con i vestiti della sera prima
e ancora sporca. Il vistoso livido sul
braccio dove le avevano preso il sangue spiccava nero sulla pelle chiara.
Non le disse niente..doveva prima capire tutto e poi.."perchè
non ti fai una doccia Mo? Stai ridotta uno schifo, non è da te" le disse accennando un sorrisetto
incoraggiante.
Maret la guardò con sguardo vacuo "non è il mio vero nome.."
"lo so..me l'ha detto il tuo amico " rispose la ragazza
prendendo le due tazze e poggiandole nel lavello ..
"Immagino le stronzate che ti
avrà raccontato su di me!" esclamò Maret con un
sorriso triste.
Era la prima volta che la ragazza la vedeva preoccuparsi per
qualcuno.."lui ha detto.." si doveva fare gli affari suoi? "Solo cose positive.."
"Verrà a nevicare, allora!" " rispose Maret
sghignazzando.
Smise immediatamente quando entrò in camera sua. Si
avvicinòa passi leggeri, Non si era mosso dalla posizione in cui l’avevano lasciato. Dormiva
profondamente, la coperta si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro regolare.
Maret aveva paura di svegliarlo se
le avesse toccato, ma non potè
impedirsi di posare una mano sulla guancia ruvida. Con delicatezza sposò i
capelli dorati e lo guardò a lungo…starai bene,
potremo ricominciare a litigare come al solito, tu ed
io..
Con un sospiro silenzioso, aprì i cassetti per prendere la
sua roba. Fortuna che era domenica e che non doveva andare a lavorare!
La doccia calda scrosciò a lungo. Sotto il getto, la ragazza
ripensò alla serata..quando l'avevano colpito? In macchina o prima? Quel vetro
in frantumi..magari un rimbalzo…non so cosa pensare.
Si asciugò con calma, restando a pensare seduta sulla
tavoletta del water abbassata.
Doveva fare molte cose.. chiamare
alla villa e dire di staccarei telefoni.
Non aveva neanche niente da mettersi, quello stupido che si faceva sforacchiare,
quindi doveva fare un salto casa sua a prendergli qualcosa..
La bussata discreta di Lyse interruppe le sue elucubrazioni
"Mon...Maret c'è un cellulare che squilla..è tuo?" le chiese
porgendoglielo.
"No,..” guardò
il numero e non lo riconobbe "Pronto?"
La voce allegra di Natt la investì all’improvviso “Ehi
principessa, com’è andata la fuga? Ho sentito di una
bella sparatoria e dell'inseguimento "
Era in macchina, Maret poteva sentire
benissimo i rumori della strada.
“Mi sono preoccupato non vedendovi arrivare” le disse serio
“ma perché rispondi tu? Jesus? Ho
interrotto un momento intimo?” sghignazzò divertito dopo un attimo.
"Natt, non è il momento! "rispose arrabbiata,
affacciandosi alla porta della sua camera.
"Hanno preso Jesus, non so come,
un colpo di rimbalzo o altro. Comunque ora dovrebbe
stare bene.." gli disse bassa voce “ o almeno
spero”
"Dove sei?"
"A casa mia..ma non venire qui!Ho creato abbastanza problemi ad una persona!"
gli disse dura mentre Lyse la ascoltava distrattamente.
"Ma come?" Esclamò
preoccupato per il suo amico “fammi parlare con Jesus! Voglio sapere come sta!”
“Sta dormendo “ gli disse abbassando la voce "Natt non
insistere, per favore!"
"Fallo venire, non ti preoccupare per me " la
interruppe Lyse guardandola seria.
Maret restò un attimo indecisa:
stava creando un sacco di problemi alla ragazza. Sospirò all’occhiataccia che
lei le rifilò "Ti do l'indirizzo..ma se provi a fare qualche cazzata
con la mia coinquilina ti strappo i..” lo minacciò
riprendendo la conversazione col sicario.
Quando attaccò con un
grugnito, Lyse la stava guardando "un ..collega?"domandò
appena.
"Amico suo! Come fanno ad andare
d’accordo non lo, sono talmente differenti quei due!”esclamò indicando Jesus.
“Come facciamo noi due..” le disse sorridendole.
Maret la guardò sentendosi stranamente contenta. Lyse non era arrabbiata con lei.
“Attenta che è un gran maiale" le disse incupita
guardando Jesus dormire.
Maret lo vide arrivare dalla finestra con una macchina che
non conosceva.
Natt salì le scale a due a due, canticchiando e con una valigia
in mano. Quando Maret gli aprì la porta tornò subito serio,
notando il cerotto in testa "Sei ferita anche tu?" le chiese
toccandole il viso.
Maret si spostò leggermente
all’indietro…gli assomiglia sempre un po’ troppo!
Si staccò da lui inquieta “Sto
bene, solo qualche graffio” mormorò guardando la valigia.
Natt si tolse gli occhiali da sole, posandoli su una
mensola. “Senti..non ti ricordi proprio niente?” le domandò serio.
Maret impallidì “perché..che abbiamo fatto tu ed
io?”
Il tono allarmato della sua voce lo stupì. La guardò negli
occhi notando la sua agitazione e le sorrise “Niente..”
mormorò divertito “ma quello che hai detto potrei
usarlo contro di te, sai?” la canzonò posando la valigia a terra.
“Negherò fino alla morte!” esclamò
Maret vedendo Lyse uscire dalla stanza di Jesus.
Natt guardò la ragazza con interesse: da svenimento
istantaneo!
Lyse lo guardò sorridendo appena. “Sta dormendo
profondamente” mormorò mentre Natt occhieggiava la porta socchiusa.
“Ho portato qualche vestito al moribondo” disse a Maret
dirigendosi verso la camera e gettando a Lyse una lunga occhiata compiaciuta.
Con discrezione entrò nella stanza e si chinò sul suo amico.
"L'hai rappezzato per bene?" chiese a Maret sentendola entrare a sua volta.
Osservò la fasciatura con occhio esperto, evitando di toccarlo.
“E tutti questi graffi?” domandò di nuovo notando le
piccole ferite.
"Parabrezza in frantumi. Ci ha pensato un dottore a
medicarlo .." rispose tirandolo
fuori dalla stanza per un braccio.
"Un dottore? L’hai portato all'ospedale?" domandò allarmato, cercando di tenere la voce bassa.
"Ma sei impazzito? L’ho portato qua di forza!"esclamò la ragazza incredula.
“Brava, ottima mossa” le disse soddisfatto girandosi verso
Lyse, seduta in bilico al bracciolo della poltrona. Era leggermente nervosa e
continuava a tormentare la maglietta più grande di due
taglie che portava leggermente scesa sulle spalle.
Le fece un gran sorriso, staccandosi da Maret che lo guardò
male."che meraviglia della natura!"
"Natt..cheti ho detto?
" sibilò Maret arrabbiata mettendosi di fronte a lui a braccia incrociate.
"Uffa! Non si può mai scherzare con te! Quanto sei pallosa donna!"esclamò sedendosi su divano ingombro
di coperte e osservando il sorriso divertito di Lyse…è anche timida…che carina!
Pensò mettendosi comodo a contemplarla.
Lyse arrossì vistosamente sotto quell’esame; si schiarì la voce, alzandosi dal bracciolo e
dirigendosi in cucina a grandi passi.
“Che stai facendo?” brontolò Maret
quando lo vide sporgersi dal divano fino quasi a cadere.
“La sto spogliando con gli occhi” mormorò con un sospiro
comico “mi sono innamorato della tua amica”
Un rumore di piatto rotto li fece voltare. “Monique vieni un attimo” la chiamò la ragazza con voce
alterata.
Quando si affacciò alla porta, Maret la vide rossa in volto
“ma quello..chi diavolo è?” esclamò a bassa voce, spazzando i cocci
rotti.
“Un gran rompipalle!” rispose la ragazza aiutandola “un
maiale che porta solo guai”
Lyse la guardò seria “Monique.. stavolta te lo dico chiaro e tondo: non ci capisci un cazzo di uomini!” Borbottò guardando il suo volto stupito. “Mettiti
a sedere, devo parlarti”
Maret obbedì perplessa..che stava succedendo?!
Lyse prese un bel respiro prima di
cominciare ” da quello che ho potuto vedere, i tuoi colleghi sono uno più bello
dell’altro ..e non m’interrompere! Quando avrò finito
potrai dire la tua!” la sgridò vedendola sul punto di aprire bocca.
“Quello di là è da ustione istantanea! Quindi
procurami un appuntamento o ti lascio seccare le piante!” la minacciò
divertita; tornò subito seria, quando si riferì a Jesus “che c’è fra voi due?”
la interrogò nervosa
“Niente!” esclamò sorpresa Maret.
L‘occhiataccia che le rivolse le fece scuotere la testa. Con
una smorfia depressa dovette convenire che ‘forse qualcosa c’era’
“Forse?” la stuzzicò Lyse incoraggiante “certo..’forse’ è per quello che ti sei dissanguata per lui e ‘forse’ è per quell’uomo se stai
ridotta uno straccio!” esclamò a bassa voce chiudendo la porta a scrigno della
cucina.
Si sedette sul tavolo di fronte a lei posando le mani sulla
superficie liscia“non ti ho mai vista
agitata per qualcosa che non fosse la nuova collezione di Dolce e Gabbana” le
disse divertita “Ammettilo che ti piace e falla
finita!”
Maret si sentiva come la bambina sgridata dalla maestra e
messa in castigo dietro la cattedra.
“Non è così facile..per me” mormorò giocando con un pezzo di ceramica che Lyse
aveva sbadatamente lasciato in terra. “c’è uno strano rapporto fra noi..”
“Sarà sicuramente strano per colpa tua!” esclamò Lyse
togliendole il coccio prima che Maret riuscisse a
tagliarsi. “Prima mi ha scambiato per te e mi ha detto.”
La sua rivelazione fu interrotta da Natt che aprì la porta
annoiato “che fate bellezze, posso partecipare?”
Guardò Lyse con interesse mentre la ragazza lo malediceva
fra se e se: proprio sul più bello l’aveva interrotta!
“Io vado a controllare Jesus” borbottò Maret alzandosi
stanca.
Lyse saltò giù dal tavolo agitata
“aspetta devo finire di dirti...”
“Me lo dirai dopo!”
Lyse si ritrovò a guardare Natt male e lo sgridò come se si
trattasse di un vecchio amico. “se aspettavi un
minuto, sarebbe stato meglio!”
Natt si mise a sedere accanto a lei“inutile farla ragionare…” le disse
offrendole una sigaretta che la ragazza rifiutò con un cenno della mano.
“Sono innamorati quei due?” gli chiese
all’improvviso.
“Si..ma la tua amica è da ricovero!” esclamò divertito.
“Lo so!” sospirò allegra.
“E tu?” le domandò avvicinandosi di
più con un sorriso invitante.
“Non mi hanno ancora preso, quelli della Neuro!” gli disse d’un tratto facendolo ridere.
Natt la guardò a lungo prima di parlare ”che fai stasera?"
“Esco con te”
Maret tornò dopo un attimo
indietro ..si era dimenticata la cosa più importante!!
Si affacciò sulla porta della cucina e li trovò intenti a
fissarsi “ah Natt..hai presente la Trial?” gli disse con un sorriso maligno.
L’uomo si riscosse dalla contemplazione di Lyse e la guardò
con timore “si..dov’è?”
Maret sorrise divertita “te l’hanno
rubata!” esclamò lasciando un pezzo di ghiacciò di fianco alla ragazza.
“Come l’hanno rubata?!”
Il rumore che stavano facendo svegliò Jesus che mugolò
qualcosa cercando di alzarsi..mi è passato sopra un camion? Dio, che dolore, borbottò
sentendo delle fitte laceranti al torace ..quella
voce, era Natt?
Cercò di alzarsi ma ci rinunciò, sentendo le numerose fitte
che lo trapassavano lasciandolo senza fiato. I rumori crescevano sempre di più ..senti tu,
per poco non mi portano via in un sacco di plastica e questi festeggiano!
Natt correva praticamente dietro a
Maret cercando di farla parlare “l’hanno rubata e quando?!” lo sentiva urlare
disperato.
Jesus sorride divertito..lo
sapevo che l’avrebbe fatto!
Udì la voce di Maret alterata che gli imponeva il silenzio.
Sembrava che stesse dirigendosi nella sua stanza. Si guardò intorno..la
camera di Maret? Si domandò vedendo il disordine che vi regnava.
Beh…posso dire di essere stato nel suo
letto, pensò ridacchiando appena.
Sentiva le voci avvicinarsi. Cercò di muoversi ma ripiombava
continuamente sdraiato. La fasciatura era stretta, gli
impediva qualsiasi movimento.
Quando Maret aprì la porta tallonata da Natt, Jesus si
riparò dalla luce che entrava alzando un braccio “la finite
di fare casino? Qua c’è gente che soffre..” borbottò sentendosi uno straccio.
"Bella Natt..tutto intero?" gli chiese con difficoltà. Maret restò
a guardarlo in silenzio mentre l’ amico gli si
avvicinava.
"Come..ti senti?" mormorò la ragazza con voce stentata: si
era preoccupata così tanto che ora vederlo così..
"Come ha fatto a farti sparare addosso?" gli
chiese Natt serio infilandogli una sigaretta in bocca "Dio..che
favola.." sospirò felice mentre gliel’accendeva.
"Sai.. quanto ti inseguono tre
macchine a hai una specie di Terminator accanto, qualche incidente ci
scappa" ridacchiò indicando Maret che stava in un angolo ammutolita.
Vide Lyse sulla porta che gli
sorrideva “ciao bella..questo porco ti sta dando fastidio? Lo puoi anche prendere
a calci" le disse facendola ridere.
Maret restava in silenzio con un groppo in gola. Se
scherzava stava bene…forse..
Continuava a toccarsi il braccio :il buco della trasfusione le faceva parecchio
male.
"Ti hanno preso?" le chiese vedendo la sua faccia
sbattuta.
“No..solo un graffio"
“Mon…Maret si è svenata per
te!" gli disse Lyse porgendogli una tazza di latte.
"In che senso?" domandò guardando il liquido
bianco caldo..non mi piace il latte!
"A questo ci vuole una tanica di caffè" borbottò Natt
alla ragazza.
"No..il medico a detto..." Maret fu interrotta da Jesus sul
punto di strozzarsi "Medico? Non mi
dire che hai rapito un dottore?!" la guardava
allucinato e Maret si spazientì parecchio.
"Senti..non sapevo dove portarti! Perdevi sangue come un maiale
scannato e ..e mi hai macchiato tutto il pavimento! Ringrazia
che non ti abbia lasciato crepare in strada!"esclamò
arrabbiata, staccandosi dalla parete alla quale era appoggiata e sedendosi sul
letto sbuffando.
Lyse la guardò,..non l'aveva ma vista così preoccupata. "perché non vai a riposarti un pò?”
le disse in tono dolce "prendi la mia stanza"
Maret tentennò..meno male
che c'era lei! Con calma si alzò dalla sponda del letto e uscì, lanciando prima
un’occhiata a Jesus che la guardava in modo strano..
Si chiuse in camera di Lyse,
restando addossata alla porta..stava bene, era vivo.. in forma più o meno..le uscirono le lacrime da sole. Se le
asciugò sorpresa e imbarazzata. Stava diventando troppo sentimentale!
I due uomini restarono a fissarsi mentre Lyse
li lasciava alle loro chiacchiere.
"Ci esco stasera, con quella sventola!"commentò
Natt sorridendo. Jesus guardò la porta a lungo “Dammi una mano ad alzarmi..” gli disse a bassa voce “devo
parlare con lei”
Quando fu in piedi, Natt lo fissò
scuotendo la testa “ perchè non vieni in vacanza con
me e ti riposi?" gli propose d'un tratto.
Jesus soppesò la proposta per un pò.
Annuì deciso, prima di uscire dalla stanza.
Con delicatezza aprì la porta della camera di Lyse.
Maret stava seduta sul letto, con la testa far le mani e due
lacrimosi che le scendevano sulle guance, singhiozzando piano. Quando lo sentì
sollevò di colpo la testa e lo guardò "Che fai in
piedi? Devi riposarti!” esclamò togliendosi in fretta
le tracce umide dal viso.
"Mi riposerò. Maret..io..me ne vado con Natt" le
disse sedendosi accanto a lei.
La ragazza era talmente stupita che non riuscì
a reagire "come..te ne vai?" gli domandò
incredula "Quanto starai via?"
Se ne
andava?! E la lasciava da sola?!
"Non lo so ..una settimana,
due..non penso che riuscirò a sopportarlo troppo quel
pagliaccio, ora che è peggiorato!"
Maret assentì con lo sguardo vacuo. Jesus le sorrise, allungando una
mano verso di lei e scompigliandole i capelli con affetto.
Maret se li rimise meccanicamente
a posto, dondolando e dandogli una piccola spinta con
la spalla.
“Mi dispiace averti causato problemi con Lyse.” Le disse guardandola tormentare un cuscino con le unghie.
Maret scuotè la testa lentamente
”Mi preoccupa di più la sua salute mentale, visto che le piace Natt” mormorò
divertita “gliel’ho detto, della macchina!” sghignazzò sentendo le lacrime che
le uscivano da sole un’altra volta.
“Vi ho sentiti..”
“Non sono riuscita a trattenermi!” gli disse ridendo..era un riso triste il suo.
Jesus la vide sempre più depressa. Quando
la strinse a sé, la ragazza non si oppose.
Aspirò il suo profumo dolce..l’ odore della sua pelle,
quello vero..più inebriante di qualsiasi afrodisiaco.
"Dimmelo..ho un motivo per tornare?" le chiese con voce roca.
"Si..torna .." mormorò Maret
stringendolo con forza.
Finito il lavoro, Jesus si accese una sigaretta, guardando il sole che
tramontava e le freddi luci della città che si accendev
Un uomo sedeva sul cofano caldo della macchina, guardando il
pallido sole che tramontava e le fredde luci della città che si accendevano una
dopo l'altra.
La fiamma dello zippo oscillava lentamente e gli scaldava le
dita. Passò più volte la mano sulla fiammella aranciata con lo sguardo perso
nel vuoto. Era un regalo di Natt, così avrebbe smesso
di ‘inquinare’.
Tutto stava nel ricordarsi di ricaricarlo.
Lo richiuse di scatto, mettendolo nella
giacca del cappotto pesante e strofinandosi le mani per riscaldarle.
Perché andava sempre in qualche
posto bizzarro a pensare? Mah..
Seduto sul punto più alto della città, Jesus cercava di riflettere
su qualcosa che non fosse..
..Maret..
Una vera ossessione.. in tutto quel
tempo non aveva fatto altro che pensarci.
Era tornato da quattro giorni ma ancora non l’aveva
chiamata. In verità non aveva avvertito nessuno.
Scese dal cofano e passeggiò un po’, immerso nei pensieri. Il buco stava guarendo.
Aveva passato tre settimane con quel matto di Natt e si era divertito parecchio…però…gli
mancava…lei.
Notò la prima stella della sera che brillava nel cielo
violaceo…sembrava un diamante.
Nel loft, Maret sistemava i nuovi vestiti che aveva appena
comprato. Qualcuno a lavoro si chiedeva come faceva a permettersi quei lussi:
lo stipendio della casa di moda era alto, ma non fino a quei livelli. Così la
dolce, sensibile Monique si era inventata un’eredità milionaria.
Ci stai ripensando, non lo fare…canticchiava
dentro di se continuamente. Tre settimane…quando tornerà?
Il suo sguardo si adombrò un attimo: il suo pensiero
costante...Jesus.
Si scopriva a guardare il cellulare, attendendo...cosa? Una
chiamata, unsms, una mail
un pò strana, fuori dall'ordinario?Prendeva il telefono in mano, il dito sul
tasto della chiamata rapida...restava a guardare il suo numero per un periodo
infinito e poi lo richiudeva di scatto, scuotendo la testa.
In profumeria aveva sentito un odore che conosceva molto
bene. Si era girata col cuore che batteva disordinatamente, credendo che fosse
dietro di lei. Il suo dopobarba, un uomo lo stava provando. Era sbottata in un
risolino isterico e con stizza aveva posato sul ripiano di vetro la boccettina
che stava odorando, dandosi della pazza.
Sospirò lanciando i suoi acquisti sul letto...altra roba che
avrebbe preso spazio nell'armadio; si sedette sulla sponda poggiando la testa
sulle mani unite.
..quello
sguardo, quando se n’era andato…avrei voluto salutarti…ma poi…
Quando sentì suonare il campanello
alzò la testa all'improvviso e si accigliò: vicina rompiscatole? Ragazzo delle
pizze che aveva sbagliato porta?
Ondeggiando sui sandali di Manolo, aprì la porta smorzando
subito la sua curiosità. Restò a guardarlo, sbattendo più volte gli occhi. Il
groppo in gola non andava né su né giù.
Jesus si appoggiò allo stipite, mostrando una bottiglia di
champagne in mano "Non mi fai neanche entrare?" le
chiese tranquillo, rimirandola da capo a piedi " bel vestito"
...è
sulla tua porta..
Maret si spostò distrattamente. La oltrepassò e un battito
si perse nel suo cuore.
..è
tornato..
"Me l'hai pagato tu " rispose con voce flebile.
..è qui...
“Come… stai?” gli domandò guardandolo poggiare la bottiglia
sul tavolino di cristallo.
Jesus le rivolse un sorriso allegro ”una meraviglia!
Folleggiare con Natt ti rimette al mondo!” le disse frugando nell’angolo bar.
Aprì lo champagne versandolo in due bicchieri di
cristallo purissimo, bordati in oro.
“Belli” commentò con una smorfia, alzandone uno verso la
luce.
Le lanciò un’occhiata e rimase piacevolmente colpito dalla
sua espressione…non mi aspettava!
Maret lo stava guardando con un misto di sorpresa e piacere
sul volto…un sorriso strano, che Jesus non seppe classificare ma che gli
piaceva molto sul viso della ragazza.
Gli venne spontaneo sorriderle.
Maret si riscosse indicando il vestito “mi vado a cambiare...un
attimo solo” mormorò allontanandosi a ritroso, come se avesse paura che
girandogli le spalle fosse svanito.
Quando uscì dalla camera da letto,
avvolta da una vestaglia di seta cinese, Jesus pensò che sarebbe stata benissimo..
in terra.
"Non bevo, lo sai" gli disse indicando i bicchieri
con voce timida. Si sentiva scoppiare. Era tornato finalmente...e adesso lei…
che doveva fare?
"Per festeggiare...appena un sorso non ti ucciderà
" le disse sorridendo.
Maret lo osservò da capo a piedi. Stava anche meglio di
prima.
“La ferita?” domandò prendendo il calice che le porgeva. Il
liquido ambrato era attraente...e lui era..
..favoloso..
Jesus parlava e le raccontava dalle sue ferie ma Maret non
riusciva a capire una sola sillaba. Restava ad osservarlo annuendo di tanto in
tanto. D’un tratto si riscosse, quando percepì la
frase ‘sono tornato quattro giorni fa’.
“Sei tornato da quattro giorni?” sbottò Maret arrabbiata...e
che diavolo aspettava chiamarla, quello scemo?!
Jesus la guardò sorpreso e si sporse verso di lei “lo so,
dovevo chiamarti...”
Quel tono così dolce la andò nel panico “Ma non me! Lo sai
che il lavoro si è accumulato?!” Sbottò la ragazza
posando il bicchiere sul tavolo.
..buttala su lavoro,
qua sta diventando complicata!
“E allora? Li facciamo aspettare!”
le disse pacato notando il suo nervosismo improvviso.
“Scherzi vero? Ho visto un vestito che è la fine del mondo”.
“Maret..” scrollò la testa
incredulo ..è una pazza!
“Maret un corno! Non sei professionale quando fai così” lo
accusò la ragazza “ahh…vattene via !” sbraitò lasciandolo
di sasso “mi dai sui nervi solo a guardarti!”
Lo fissò dura e si gettò sul divano basso, accendendo la tv
"mah…chi ti capisce è bravo!”
Jesus era allibito! Mancava per tre settimane e ora...lo
trattava in quel modo?!
La guardò con la voglia di strozzarla! Poggiò il bicchiere con
un gesto secco andandole vicino.
Maret non lo filò mentre smanettava il telecomando grigio.
“Tutto qui quello che mi devi dire?” le domandò nervoso,
restando in piedi davanti a lei.
Maret sbuffò esasperata "senti..
o te ne vai o ti metti seduto! Mi togli la visuale!"
Jesus la guardò sollevando un sopracciglio per la sorpresa
"Mi sta cortesemente invitando sul tuo divano?" le chiese con tono
ironico.
Maret si spostò per fargli posto
"prima che ci ripensi...ma sta muto" lo minacciò prendendo il
bicchiere in mano e bevendone un sorso appena.
..farò bene? Mah..
Si sedette accanto a lei, tenendo le distanze. Con un
sospiro soddisfatto allungò le gambe sul tavolinetto di vetro che dava idea di
essere particolarmente fragile. Un lieve profumo gli solleticava
le narici...è lei?
Maret sentì il divano sprofondare e istintivamente si
allontanò di più, senza degnarlo della minima considerazione.
Un silenzio di tomba calò nella stanza, finché Jesus non
eruppe facendole fare un salto.
Sei
tesa, datti una calmata!
"Ma che stai guardando?"
le chiese non capendoci nulla della trama. La custodia del dvd
era in terra accanto a lei, si sporse per prenderla e le sfiorò la gamba con i
capelli.
Maret si ritrasse come se si fosse scottata.
"Non ci posso credere…un film romantico?!" esclamò
incredulo, guardandola come se fosse pazza.
"Mh…mi fanno ridere"
La fanno ridere i film d'amore? Ma
che gli hanno fatto a questa mentecatta? "E a
Titanic quando affondava la nave che facevi, ridevi?" domandò
ironico...chi l'avrebbe mai detto?!
"Mh - mh.." disse nuovamente "mai
riso di più, quel film è assurdo...se la grassona fosse pesata meno, quella
bagnarola non ci andava a fondo " commentò facendolo scoppiare a ridere.
"Dio santo.." mormorò sorridendo. Gettò la custodia in terra accanto a se,
stentando a trattenere le risa.
Maret intercettò il suo sguardo divertito: aveva una bella
risata...
..e
non solo quello...
Mi sta fissando "che c'è?" domandò scontrosa.
"Niente...niente..." rispose
continuando a ridacchiare e a lanciarle occhiate fra l'incredulo e il
divertito.
Dopo un'ora di quelle melensaggini,Jesus stava per sparare a lei e al plasma
"ma come fai a guardare sta roba?! C'è da
diventare isterici!"
"Te ne puoi anche andare, io non ti trattengo di
certo!" lo stuzzicò sarcastica.
D’un tratto, l’epifania! La guardò
con un sorrisetto ironico e un ghigno divertito…e brava Maret! C’ho messo un po’ a capirti! Tirava sempre su un casino,
quando era tesa o imbarazzata…bene, bene...
Il livello dello champagne scendeva
sempre di più. Jesus le tolse il bicchiere di mano "smettila, non ci sei
abituata!" la rimproverò scolandoselo al posto suo.
Un'occhiataccia lo mise a tacere
"ubriacati, allora" le disse guardandola ficcare le gambe sotto di sè e abbracciare un cuscino imbronciata.
Se non ci provi sei un coglione!
Maret sentiva un caldo piacevole che proveniva da lui. Si
spostò leggermente, il divano era grande, perché le stava così addosso?No…non è stato lui, pensò
vedendo la sua metà molto lontana.
Lo guardò, stava fissando lo schermo con espressione
perplessa, una mano appoggiata sulla fronte e le gambe distese una sull'altra
che dondolavano leggermente. Si era tolto la giacca e l'aveva gettata con
noncuranza alle sue spalle, disfandosi anche del
maglione, visto che ‘nel suo appartamento sembra di stare ai Carabi!’
Era rimasto solo con la camicia leggermente sbottonata.
...si
toglie con facilità..
Maret osservò la scena del bacio distratta, mentre nella sua
fantasia vorticavano le cose più turpi che potesse immaginare.
"Seridi
a questa, giuro che ti licenzio!" le disse d'un tratto facendole fare un
salto "mi hai fatto prendere un colpo!" esclamò con la tachicardia.
"Perchè, eri concentrata su
questa stronzata?" le chiese incredulo.
"No...pensavo ai fatti miei " rispose
automaticamente senza guardarlo. Tirò più a sé le gambe sentendosi un po’
esposta…che le era saltato in mente di mettersi quella
vestaglia?! Penserà che me la sia messa apposta!
..e
non è così?
"A che pensavi?" le chiese gentilmente,
togliendole il bicchiere di mano.
"Niente che ti riguardi!"
Jesus le si avvicinò
impercettibilmente " dimmelo.. dai.." le
chiese con fare insinuante.
Allo stuprarti su
questo divano!!
Maret si astenne dal rispondere. Prese di nuovo il bicchiere
scolandosene un buon sorso...la smetti di fissarmi?
"Cosa vuoi? Tanto non te lo
dico! " esclamò poggiando il calice vuoto.
"Allora te la dico io qualcosa: sono tornato solo per
te, quindi fa poco la stronza!" precisò
puntandole un dito addosso.
Jesus la guardò serio, non stava
scherzando. Maret assorbì la notizia in silenzio, stentando a respirare. Aveva
avuto paura proprio di quello...
"Vattene.."mormorò con voce flebile.
"Perché?"
Si girò completamente verso di lei, poggiando un braccio
sullo schienale morbido " perché vuoi che me ne vada?" le chiese
mentre Maret lo guardava a disagio.
La ragazza si agitò leggermente e si spostò lontano da lui.
..mi piaci...
"Perché è tardi...e perché..."
Farfugliò cercando di mantenere un tono duro che fallì miseramente, quando si protese verso di lei ad accarezzarle la spalla. Restò in
silenzio per un attimo, sforzandosi di non chiudere gli occhi al piacevole
contatto. Deglutì a vuoto, cercando di usare un tono duro "Che stai facendo?" chiese con
timore malcelato.
La vestaglietta fu scostata bruscamente. Maret sussultò
incredula, quando si avvicinò a baciarle la pelle delicata della spalla.
“No...che fai...aspetta..” balbettò
sentendo le sue mani accarezzarla bramose.
“Ho deciso di passare la notte qui…con te” mormorò fissandola
negli occhi.
Maret si sentì cadere. Le uscì un gemito di sorpresa mentre
la sdraiava sul divano. Aveva smesso di sorridere e la guardava serio. La stava
braccando come se fosse..
..Una preda nelle mani
del cacciatore..
La osservò cambiare più volte espressione...sorpresa, paura...e
infine smarrimento...
La grande Maret che tremava come una ragazzina fra le sue
braccia? Impossibile! Tra poco avrebbe urlato e strepitato.
Ma stranamente restava buona a
farsi accarezzare il collo, deglutendo mentre le sue dita tracciavano il
contorno del suo corpo.
Scostare la vestaglia fu facile...fin troppo.
Dovette trattenersi dal gridare quando le baciò il pizzo del
reggiseno.
Una luce gli brillò in fondo agli occhi, quando sentì che
tratteneva il fiato. Con un sorriso appena accennato, la sua mano scese ad
accarezzarle le gambe lunghe e snelle, alzando la vestaglietta e infilandosi
sotto di essa.
I baci leggeri salivano verso il collo, la
facevano sciogliere….quelle mani…dio..
Maret si agitò sentendo le carezze...doveva ammettere che era piacevole. Non permetteva che la toccassero in quel
modo, mai…li prendeva lei, limitandosi allo stretto indispensabile. Sesso e
basta, nessun coinvolgimento e quello le andava bene,
era sempre stato così!
La lingua la accarezzava sensualmente il collo, stuzzicando
una parte che Maret non sapeva fosse così sensibile.
Lo sentiva avvicinarsi sempre di più agli slip…quando infilò
una mano sotto il leggero tessuto elastico e le carezzò un fianco sobbalzò
violentemente.
"N-no" gli disse ritirandosi in fretta come una
tartaruga nel guscio. Si spostò di lato, cercando di liberarsi. Le stava sopra,
in ginocchio, puntellandosi con le mani.
Panico! Voglio
andarmene! Non è una più una fantasia! Adesso si fa sul serio!
Jesus non la lasciò andare. Maret tremava cercando di
liberarsi "Vattene, non ti voglio più qui, non
venire più " mormorò a stento, cercando di evitare il minimo contatto,
mentre la fissava in quel modo che non riusciva a decifrare.
"Perché? "domandò
tranquillamente."Ti creo qualche problema, per caso?" le chiese scostandole
la spallina sottile.
"Si.. " gli disse ansimando.
Jesus scese a baciarle il seno...morbida…così profumata...
S’ impossessò del capezzolo già turgido, tormentandolo con
le labbra e la lingua, facendola gemere...era inebriante sentirla mugolare in
quel modo..
"La grande Maret che ha paura di un uomo…è tutta da
raccontare" la prese in giro andando a toccare un nervo scoperto.
"Non è vero.. "
La sua voce alterata…un vero e proprio invito a continuare!
“Hai il terrore che possa piacerti, se prendono l’iniziativa
al posto tuo” mentre parlava la sua mano scendeva sempre di più e s’insinuava
sotto le mutandine, facendola tremare. Le stava abbassando un centimetro alla
volta...sempre di più…ed era così lento..
..è
vero..
"...non è vero!" ansimò spingendogli contro i
palmi delle mani "... hai bevuto
troppo champagne..."gli
disse agitata ”smettila, smettila!” gridò quando gli slip caddero a terra con
un fruscio leggero.
"E tu ne hai bevuto troppo
poco" sussurrò avvicinandosi alla sua bocca. Maret girò la testa da un
lato. Non poteva farsi baciare, non da lui e non di nuovo! Se la baciava…se la
toccava…sarebbe stato..
..bellissimo…
"Hai paura di me?" le chiese in un orecchio,
continuando a farla gemere e a dimenare sotto di sé, favorendo inconsciamente
la sua ‘conquista’. Più si agitava
e più lo sentiva insinuarsi fra le sue gambe nude.
"No…Ah!" Un gridolino le
uscì all’improvviso mentre la toccava con insistenza.
..si...
Si aggrappò al tessuto del divano stringendolo con forza,
ansimando per il piacere che cresceva ad ondate violente. Jesus la guardava continuare a negare, con gli occhi serrati e la bocca
dischiusa, inarcando la schiena allo spasmo… il suo corpo la stava tradendo.
"Bugiarda.." le disse
stringendola addosso a se "Mi vuoi, Maret? Dimmelo..." Sussurrò affondando
le dita in quella calda morbidezza.
Con un grido più forte degli altri, Maret si lasciò andare,
si arrese a quel piacere sconvolgente…basta mentire, a che serviva? Si aggrappò
a lui con mani tremanti…si sentiva così fiacca..ma era una debolezza
piacevole.
"E’…solo.. per questa volta" gli disse a stento mentre le gambe
le cedevano e la vestaglia si apriva del tutto.
Capitolo 23 *** un sogno che svanisce all'alba. ***
Maret si sentì afferrare e tirare in basso
La camera era silenziosa. Si udiva solo un leggero respiro e
le lancette dell’orologio che scandivano incessanti le ore. Un lieve
scricchiolio del letto.
Jesus la guardava dormire col volto
rilassato…bellissima...è semplicemente fantastica, pensò accarezzandola
con tenerezza.
Maret dormiva raggomitolata come un gattino, coperta
soltanto da un leggero lenzuolo color pesca.
La temperatura del loft era
torrida, i termosifoni sempre accesi. La sua proprietaria non badava certo a
spese, considerato l’odio patologico per il freddo.
Jesus si accese una sigaretta, guardandola con la coda
dell’occhio. La vedeva rigirarsi continuamente, mormorando qualcosa d’ indistinto.
Si sentiva esausto ma non aveva sonno, la guardò indeciso se
svegliarla di nuovo. I capelli della ragazza erano sparsi sul cuscino, una mano
infilata sotto, le labbra socchiuse...quelle labbra..
si piegò verso di lei allontanando la sigaretta per non infastidirla e la baciò
leggermente.
Maret mugolò qualcosa spostandosi un po’…dispettosa anche
quando dorme!
Rise fra sé, restando ad osservarla ancora un po’…è così
carina...beh, carina non è la parola adatta a lei!
Cercò il giusto termine ma gliene venne in mente solo uno: psicopatica!
Si sollevò a sedere guardando la stanza con occhio critico.
La prima volta non ci aveva fatto caso, ora ha tutto
il tempo per impicciarsi un po’ della vita di Maret.
E’ arredata con molto buon gusto, ma è fredda. Sembra che
l’abbia ammobiliata un architetto.. e non mi
stupirebbe se fosse così!
Le foto sul casettone:
Maret con la signora dall’aria gentile, la stessa foto che ha nel portafoglio.
Si domanda ancora se sia la madre...però non le assomiglia
molto. Avrà preso dal padre, decide guadandola bene.
Un vaso con i fiori…incredibile, la strega ha il pollice
verde! Pensa notando i boccioli piccoli e quasi del tutto dischiusi…che fiori
le piaceranno?
Spenge il mozzicone nel portacenere e si alza, girovagando
per la camera...chissà dove lo tiene l’arsenale, la matta!
Silenziosamente vaga per l’appartamento; nel salone principale
sembra ci sia passato un uragano, i vestiti sono sparsi ovunque...quando ci
sono finiti in camera da letto? Si domanda perplesso, raccogliendo i propri abiti…ce
ne vorrà per trovare il bottone della camicia che gli ha fatto saltare!
Sorride divertito e scuote la testa...ne èdecisamente valsa la pena!
La vestaglietta di seta di Maret...è rimasta sul divano.
Non si erano mossi da là per parecchio tempo, la prima
volta. Jesus si sente fremere nuovamente, mentre la stringe sotto le dita.
Era stata un'odissea all’inizio…mai fatta più fatica con una
donna. Ma dopotutto si trattava di Maret...niente è
semplice con lei.
La stropicciò leggermente, risentendo il corpo della ragazza
sotto le mani.
Non si fidava minimamente di lui. Dopo tutto
quello che avevano passato, pensava ancora che potesse fregarla? Aggrottò la
fronte, ripensando a quanto aveva cominciato ad agitarsi mentre le sfilava la lingerie e la accarezzava : tremava, non riusciva a
fermarsi, aveva una paura del diavolo di cedere...di farsi toccare da lui.
L'aveva capito il suo problema: non si lasciava andare, non
la voleva proprio buttare quella maschera perfetta che si era costruita.
Aveva bisogno di vagonate d’affetto, parecchio affetto…non
lasciava avvicinare nessuno.
E tutta quella resistenza.. da
quanto tempo non lo facevi, Maret? Si domandò per l’ennesima volta.
Quando l' aveva presa, aveva
gridato così tanto da fargli credere che fosse..
L’aveva guardata incredulo,
rallentando il ritmo e facendola urlare ancora di più. Ci aveva messo un pò a capire la situazione ma dopo non si era più fermato,
finché non era quasi svenuta dal piacere.
Mica male come potenza amatoria,
pensò divertito.
Gli aveva ceduto tutto insieme...e allora era stato…
Alzò un sopraciglio con sguardo bramoso, ripensandoci. Si
schiarì la gola ridacchiando leggermente e dandosi del maiale per le fantasie
che la sua mente stava concependo in quel momento.
Tornò in camera, Maret non si era mossa di li; le si sdraiò accanto…sonno zero, aveva nuovamente voglia di
lei. Il lenzuolo che la ricopriva scivolò leggermente, scoprendo il seno
morbido.
Che invito..
Cominciò a baciarla sempre di più, accarezzandola con
desiderio. Maret si svegliò, sentendo un piacere meraviglioso che la
attraversava. Con un gemito gli si avvinghiò addosso, ricambiandolo. Si sentiva
leggera...non si era mai sentita così bene..
Stavolta durò a lungo…fu troppo
lungo, Maret non riusciva a sopportarlo!
La sua arrendevolezza lo esaltava e lo stimolava ad
insistere in quella lenta tortura…quando cominciò a minacciarlo, sorrise
mettendo fine al ‘supplizio’.
Si sdraiò accanto a lei, tirandola su di sé e cingendola con
le braccia mentre ansimava spossata. Maret abbandonò il viso nel suo torace,
cercando di respirare. Le sue mani tremanti lo accarezzavano ancora.
Jesus la strinse in silenzio, godendo di
quel contatto...non durerà, lo so.
Un singhiozzo sommesso nel suo orecchio lo svegliò dopo qualche
ora…tragedia in atto? La guardò con un occhio solo…un incubo
probabilmente, stava quasi piangendo.
"Maret...è un sogno" le disse a bassa voce
scrollandola leggermente.
La ragazza si svegliò all'improvviso. Sentiva un calore
incredibile accanto a se. Si attaccò al corpo di Jesus cercando un pò di conforto...Jesus?!!Che ci faceva ancora li!?
Lo guardò incredula ..che cos'era
quello sguardo dolce? Perché la guardava in quel modo?
Si sentiva sciogliere...
"Che fai ancora qui? Vattene via!" gridò cercando di scacciarlo.
"Dopo.." le disse
abbracciandola forte.
"No, vattene!" esclamò cercando di sottrarsi alla
sua stretta...che diavolo hai fatto, Maret?!Come hai
potuto?!
Dovette lasciarlo fare, arrabbiata con se stessa per la
situazione. La sua forza era insufficiente a contrastarlo, non riusciva a
liberarsi, le braccia le tremavano e non riusciva a smettere di singhiozzare.
Stai diventando una sciacquetta isterica e permetti anche ad un uomo di
consolarti! Si sgridò mentre le accarezzava i capelli con delicatezza e la
tirava sempre di più a se. Si era rovinata la faccia quella notte...anzi già da
molto tempo, da quando l'aveva baciato...non lo dovevo far entrare in casa, non
dovevo permettergli di restare, non dovevo..
Una moltitudine di 'potevo, volevo, dovevo'
sconvolgevano il mondo perfetto di Maret.
Un semplice corpo addosso al suo e si era sgretolato tutto, sotto quelle mani che continuavano incessanti
a sfiorarla, comese fosse una cosa
preziosa… sotto quelle labbra che sussurravano cose piacevoli che non capiva,
non afferrava pienamente ma che bastavano a farla calmare, a far cessare il
fiume di lacrime che si riversavano dagli occhi nocciola.
La tensione nel suo corpo svanì. Jesus la sentì rilassarsi
lentamente.
"Va meglio?"le chiese gentilmente
Maret spostò il viso dalla spalla di Jesus. Si rese conto
solo in quel momento di stringerlo come una forsennata, affondandogli le unghie
nella carne. Annuì a stento, sospirando per riprendere fiato...che
vergogna, era caduta proprio in basso. Cercò di riprendere il controllo
di se, una battuta ironica le salì alle labbra "Mi dovrai licenziare, non
sono adatta a questo mestiere se mi metto a piangere per un nonnulla"
"Hai avuto un incubo, succede…e poi eri tesa" le
disse in tono dolce che bloccò il respiro di Maret.
Perché è così carino con me? Fa
quasi paura..
"Non è vero.." cercò di mentire. Quella era un'altra cosa che non riusciva
ad accettare: aveva fatto la figura della verginella quando…quando l'aveva ..
..ancora..
Arrossì violentemente, sentendosi eccitata. Lo voleva, da
morire…ma non riusciva a prenderlo. Eppure era così semplice, bastava allungare
una mano, era li, la guardava.. ma con lui non ci
riusciva, non era come gli altri…era.. Jesus.
"Mi sento stupida…senza armi per difendermi…senza
nulla, mi sento nuda e non mi piace" confessò tutto d'un
fiato.
"A me piace invece…" mormorò posandole dei baci
leggeri sul braccio "sei una donna anche se fai di tutto per sembrare una
strega.." le sussurrò
salendo verso il viso.
Lasciò che la baciasse sentendosi stranamente bene...troppo
bene. Che mi succede?
Lo allontanò leggermente da sé dandogli le spalle..mi
sento strana...non mi piace sta storia!
“Sei incredibile...”le sussurrò baciandole leggermente la
pelle setosa della schiena “e quando arrossisci sei ancora più bella”
A quelle parole Maret sentì il viso in
fiamme “non è vero” borbottò cupa senza voltarsi e nascondendo di più il
viso sotto il cuscino.
“E quel broncio che fai ti rende
così…” un leggero morso la fece strillare.
“Ahi!” esclamò voltandosi verso di lui che approfittò
dell’occasione per ricominciare a baciarla.
“Non sono rossa...”mormorò sulle sue labbra mentre la
stuzzicava divertito “Si, lo sei! ”
“E’ il caldo…” ansimò quando si abbassò a baciarle il seno
massaggiandolo delicatamente.
“Fa… troppo...caldo…”
Un ultimo pensiero cosciente prima di risprofondare
nell’estasi.
Le mani si muovevano lentamente, i baci divennero più
intensi, l’unione.. il paradiso e l’inferno insieme. Non si era mai sentita
così amata, desiderata...le sussurrava cose eccitanti
mentre si muoveva in lei, facendola impazzire e gridare senza voce…il
rapimento, l’incanto della scoperta del suo corpo…
Andarono avanti per ore, addormentandosi abbracciati e
soddisfatti.. ma era sempre troppo poco e si
svegliavano continuamente per prendersi e darsi piacere l’un l’altro.
E’ mattino inoltrato. Maret si sveglia stanca morta, ma
appagata. Jesus dorme ancora e resta a guardarlo, passandogli un dito addosso
lentamente.
E’…così…giusto! Si, è fatto apposta per lei.
Rimane ad aspirare il suo odore a lungo…mi fa quasi venire
fame, pensa divertita. Gli poggia la testa sulla spalla e prende ad accarezzargli
iltorace...è comodo..
D’un tratto sente la sua mano che
sale a toccarle i capelli, infilandosi sotto e accarezzandole la pelle
sensibile.
Voglio restare così...per sempre..
Maret ha quasi paura di svegliarsi da un momento all’altro e
coprire che è stato un bel sogno. Ritrovarsi da sola, in un appartamento troppo
grande...
Si sposta lentamente per non svegliarlo. Afferra la prima
vestaglietta che trova e se la infila, notando con sorpresa ed imbarazzo, i
lievi segni che le ha lasciato addosso. Si stira,
leggermente anchilosata e sbadigliando guarda la sveglia.
Porc! Il lavoro! Sono le undici!
Afferra il cellulare e inventa una scusa ad Alice. Si veste
in fretta, cercando di non disturbare Jesus. Prima di uscire resta guardarlo
per un attimo...non te ne andare mi raccomando, pensa
sentendosi estremamente stupida ma molto felice.
Ore 17: 30
Maret ha finito ma deve restare un altro po’ in ufficio a
sbrigare una pratica. Non le richiederà tempo ma non vede
l’ora di piantare tutto.
Se n’è andata senza dire nulla e senza
lasciargli neanche un post- it, per la fretta che
aveva.
Spera che abbia sentito il messaggio nella
segreteria.
Chissa come mai si preoccupa tanto..
Maret resta con la penna poggiata sulla fronte, battendo
leggermente il tappino sulla pelle tesa..forse perché…ci tengo?
Sbatte gli occhi scuotendo la testa… stupida, sciocca e sentimentale!
Sorride fra sé: a pranzo, tutti hanno notato il suo
cambiamento. Maret ha sorriso e alzato le spalle, continuando a mangiare da
sola, guardando fuori dalla finestra con i pensieri
rivolti alla nottata trascorsa con Jesus. Il vetro ha riflettuto la sua
espressione tonta ed è scoppiata a ridere, arrossendo quando i suoi colleghi si
sono voltati verso di lei sorpresi.
Un discreto bussare la scuote all’improvviso. Alice la
avverte che la pratica non serve più e che può andarsene a casa. Non fa neanche
in tempo a chiudere la porta che Maret ha già sbaraccato la scrivania e
afferrato il cappotto nero.
Apre la porta del suo ufficio precipitandosi sul corridoio
semivuoto. Ha voglia di rivederlo..di fare di nuovo l’amore con lui.
Si veste strada facendo, passando la valigetta da una mano
all’altra e andandosi a scontrare infine con la sua segretaria.
“Ha un visitatore all’entrata” l’avverte raccogliendole i fascicoli
scivolati a terra.
“No, no e no, e tardi e me ne voglio andare a casa! Dì a quell’idiota di tornare domani! Domani starò anche ore a ascoltarlo ma ora..” grida quasi
afferrando gli incartamenti e precipitandosi verso l’uscita.Si blocca vedendo Jesus davanti la scrivania di Alice che l’aspetta sorridendo
“Sei tu lo scocciatore?” gli domanda divertita e sorpresa. E’
venuta a prenderla dopo che l’ha lasciato senza neanche avvertirlo!
“Sono io”afferma alzandosi dalla sedia comoda e andandole
incontro “pensavo che mi avessi sedotto e abbandonato”
le dice a bassa voce mentre si dirigono agli ascensori.
Maret aspetta che si chiudano le porte per rispondergli ”mi
sono svegliata, era tardissimo e tu dormivi così bene, non mi andava di..”
La bacia prima che riesca finire la frase. Maret lascia cadere la valigetta a
terra e lo abbraccia, ricambiandolo con un’intensità che lo lascia
piacevolmente sorpreso. Sono costretti a staccarsi quando le porte metalliche
si aprono al pianterreno.
Escono abbracciati come due fidanzati, Maret neanche si
accorge di passare in mezzo alla folla dei suoi colleghi che la guardano stupiti.
“Si stanno facendo una rosicata i tuoi amici ” mormoraJesus piano indicando le sue spalle.
Maret ridacchia divertita...non gliene
importa niente!
Vanno a cena insieme e poi passeggiano per la città buia
ritornando sul ponte. Il musicista non c’è col freddo che fa, ma questo non gli
impedisce di ballare stretti l’uno all’altro.
Tornano nel loft. la temperatura è sempre bollente in quell’appartamento,
ma Maret ha il suo ‘termosifone’ personale. Abbraccia
Jesus e non lo lascia più andare finché non ricadono sul letto.E’ tutto perfetto...anche troppo perfetto.
Passano una settimana insieme, nel loro paradiso personale.
La villa è ancora chiusa, il lavoro può aspettare.
C’è la Vita di cui occuparsi, la Morte può
attendere.
Jesus sarà tornato un paio di volte a casa, per prendere i
vestiti di ricambio. Maret l’ha accompagnato, curiosa di
vedere il suo appartamento...nel frattempo si è segnata mentalmente l’indirizzo.
Non si può mai sapere.
E’ una domenica sera, hanno passato
tutta la giornata insieme. Natale è nell’aria, i negozi sono
sempre aperti. Maret l’ha preso in giro per un’ora, quando ha urtato una
pallina di vetro natalizia mandandola in mille pezzi e tre paia d’occhi si sono
puntati su di loro, facendoli arrossire per l’imbarazzo.
L’ha portata a vedere un film tremendo ma Maret non ha
commentato, limitandosi a guardarlo. A metà del primo tempo l’ha presa per mano,
trascinandola fuori del cinema e le ha regalato un
lecca-lecca per farsi perdonare.
Ha riso per una buona mezz’ora abbracciandolo, mentre
scartava il dolcetto a forma di orsetto.
E’ tardi...Maret è sul punto di
addormentarsi, con un sorriso soddisfatto che le stira le labbra.
Jesus guarda i suoi occhi chiusi e non riesce a capacitarsi
di quello che sta succedendo.
L’accarezza lento, facendola mugolare soddisfatta “lo so che
stai dormendo, per quello te lo dico..”
La ragazza non dorme ancora e lo lascia parlare...vuole sentire
quale grande rivelazione sta per farle.
“Sto troppo bene con te...e non è normale” mormora
ridacchiando “..me ne sto qui a parlare alla tua
schiena..”
Maret stringe i denti per non ridere …lasciamolo
continuare!
“Maret....non ci lasceremo mai,
vero?”
La ragazza spalanca gli occhi incredula,
una sensazione orrenda l’afferra con le sue lunghe dita ghiacciate…quella
frase…
Jesus sospira depresso “mi sento un deficiente..” mormora sdraiandosi sul letto
“tu dormi e io dico un sacco di stronzate”
Guarda il lampadario del soffitto brontolando fra se. Maret
sta aspettando che parli di nuovo: non riesce a muoversi…è rimasta
traumatizzata!
“Però è vero..” lo
sente borbottare di nuovo ”mi sa che mi sono innamorato di te”
Maret resta immobile, stringendo il cuscino
con le dita rigide...non è possibile!
Il mattino dopo, quando Jesus si svegliò e allungò una mano
verso di lei non la trovò ...dov'è? Pensò assonnato,
guardandosi in giro.
Non sentì alcun rumore, niente. Si alzò e aprì l'armadio
inquieto...non ci posso credere...vuoto!
Maret se n'era andata.. aveva fatto
le valige e l'aveva mollato!
Jesus ancora imprecava, ogni volta che scorreva il numero di Maret sul
cellulare
Jesus ancora imprecava, ogni volta che scorreva il numero di
Maret sul cellulare. Quella disgraziata se n'era andata in gran fretta, era
scomparsa dalla città,si era licenziata
dal lavoro e anche Lyse non ne sapeva più niente!
L’aveva cercata ovunque…nulla! Sembrava non fosse mai
esistita: stava rincorrendo un fantasma!
Ogni volta che arrivava una
telefonata sperava sempre che fosse lei, che gli comunicava il suo ritorno, ma
non era mai la voce della ragazza quella che proveniva dalla cornetta e Jesus
si abbruttiva ogni giorno di più, sprofondando in una cupa solitudine alleviata
solo dall'alcool e dalle sigarette che fumava in quantità industriale ormai.
Messico: ora locale
Una donna se ne stava seduta con aria annoiata, sullo
scomodo sgabello di uno squallido bar da quattro
soldi.
Brutta gente là dentro, pensò guardandosi attorno: anime
smarrite nella lussuria e nel dolore, ladri, rapinatori…assassini.
Lo specchio le rimandò la sua immagine,
abbassò gli occhi pesti di sonno. Le veniva voglia di sputarsi in faccia
ogni volta che si specchiava.
“Il solito, Val?” domandò una voce gutturale.
Maret annuì appena “ fallo doppio” mormorò tenendo la testa
appoggiata sulla mano destra. Continuava a rigirare un tappo di ferro piegato a
metà senza guardarlo veramente. Gli occhi nocciola, cerchiati da occhiaie
profonde, restarono impassibili quando il barista le mise davanti la sua
ordinazione.
Pepita, la sola puttana del bar con cui avesse un rapporto, le si sedette accanto pesantemente.
“Quèpasaestanoche?” le chiese con
la sua cadenza dolce e leggermente strascicata. Le labbra secche e senza
rossetto di Maret, strette in una linea sottile, continuavano a restare
serrate.
..mi
sento un vero schifo..
Prese il bicchiere guardando il
liquido trasparente. Un forte odore di alcool le
aggrediva le narici.
Fece una smorfia, bevendolo. Era forte… le bruciava lo
stomaco e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Mh !Che ironia...le uniche volte che riesco a piangere è per colpa della tequila!
Posò il bicchiere spingendolo davanti a sé con un dito.
“Nada..” Mormorò nel suo spagnolo stentato ”la solita storia..”
Pepita accese un cigarillo “Hombres
de mierda!” esclamò passandole la lunga sigaretta.
Maret fece un tiro e restò a guardare la puttana che beveva accanto a lei. “Quanto ti pagano per questo lavoro?”
le chiese seria.
“Mai abbastanza..” Le rispose con
voce cupa.
“Vorresti lavorare con me?” domandò d’un
tratto. Pepita alzò lo sguardo e la fissò ridendo “e mettermi contro Jeriko? Te
lo scordi, tesoro”
Con un lento e sensuale movimento scese dallo sgabello,
planando sui tacchi alti. “la vidaescruel, niňa
” le disse prima di andarsene, con un’ombra triste
negli occhi.
Maret ci pensò su. L’amore…un grosso sbaglio.
Il barista la stava osservando da tempo:
quella donna era strana..sempre sola, con quella
faccia assente...
Veniva ogni sera, ordinava la solita cosa e restava ore con
quel bicchiere in mano a giocarci, senza berlo mai del tutto.
Aveva saputo il suo nome per puro caso.
Appoggiò un braccio su bancone, gettandosi lo straccio umido
d’acqua sulla spalla “qual è il tuo problema?” le chiese a bassa voce.
Maret alzò gli occhi vacui, sollevando le spalle abbronzate
“il mio cervello, credo” rispose distratta.
L’uomo sospirò sconsolato e riprese il suo lavoro,
strusciando per l’ennesima volta lo straccio umido sul bordo del bicchiere.
Un tramestio improvviso disturbò la quiete del locale. Maret
non degnò di un’occhiata i nuovi arrivati, continuando a guardare il liquido
trasparente...
“Ehi barista, birra per tutti!” esclamò una voce allegra.
Un ragazzo si avvicinò al bancone, notando Maret che giocava
col tappo piegato. Le lanciò un’occhiata. Lei lo guardò per un attimo e tornò
alla sua ‘occupazione’
“Ti posso offrire qualcosa?” le chiese gentilmente, restando
a guardarla con un sorriso.
Maret si alzò meccanicamente, lasciando una banconota sul
tavolo e allontanandosi.
Il ragazzo la vide uscire con le spalle incurvate. Alzò un
sopraciglio perplesso.
“Lasciala stare, quella” l’avvertì la voce del barista “è
strana...non vuole scocciatori”
Il ragazzo lo guardò prendendo le birre “ grazie
dell’avvertimento.” Mormorò guardando la porta
socchiusa del locale.
La mattina dopo
"Tutto a posto Valerie, il carico è pronto a partire
" comunicò il pilota a Maret. Nuova identità, nuovo lavoro: trasportava la
droga oltre il confine e la rivendeva all'ingrosso. Jacob, il suo pilota, si
stava preparando ad un altro voletto. Avevano pestato
i piedi alla mafia locale con i loro traffici e c'erano stati molti problemi.
Maret aveva cercato di contrattare più volte con Jeriko, il
capo della potente organizzazione, ma non aveva voluto sentire storie: erano
solo i pesci piccoli, in quell'oceano in cui loro erano i padroni
incontrastati. Le aveva mandato parecchi avvertimenti,
ma la ragazza non si era lasciata spaventare.
Se il carico fosse partito nuovamente non
sapeva cosa sarebbe successo, ma stava facendo soldi a palate...perchè doveva rinunciare al denaro, solo per colpa di
quell' untuoso stronzo, sempre circondato da belle fighette
poco vestite?
Vai ai fatti fottere,
pensò dando l'ok a Jacob.
Il pilota si alzò in volo e Maret lo guardò allontanarsi
sempre di più...si voltò per tornare alla macchina quando una fragorosa
esplosione la fece girare allarmata.
Brutto figlio di puttana!!
L'aereo stava precipitando in fiamme: 350 kg di marijuana
andati letteralmente in fumo!
Si faranno una canna fantastica quelli del piano di sopra! Pensò
cinicamente senza neanche preoccuparsi della vita del povero Jacob che lasciava
una moglie con un bambino appena nato.
Tornò a casa, senza fretta alcuna…casa! Quella topaia con un
tetto e 4 muri non poteva certo definirsi una casa!
Quando era arrivata in Messico, c'erano
parecchie 'stamberghe' con piscina che poteva comprarsi, con tutti i soldi che
possedeva, ma aveva preferito quel buco…era più intimo e lei aveva bisogno di
stare da sola.
Non ci aveva pensato due volte quella notte! Era scappata
come una ladra da casa sua...da Jesus...si, era scappata per causa sua! Per
quello che le aveva detto!
Parcheggiò quella carriola di macchina che possedeva, nel
giardinetto dall'erba secca e la terra riarsa e restò seduta, a guardare il
tramonto, arrotolando una sigaretta con abilità.
Aveva imparato a fare un sacco di cose in quei 7 mesi. Fumò lentamente aspirando ogni boccata...aveva fatto bene ad
andarsene? Che sarebbe successo se fosse rimasta? Fra
loro due…che sarebbe successo?
..sarebbe stato
magico...
L'aveva fatta sentire così...un brivido le passò lungo la
schiena, le succedeva sempre quando ci ripensava.
Che stupida...ti sei fatta fregare
proprio per bene da quello!
Pensavi di sapere tante cose...invece non sapevi un cazzo,
cara Maret. Hai sbagliato tutto, da quando sei nata...hai sbagliato con tua
madre, con i ragazzi con cui uscivi. Hai messo su la farsa di donna
indistruttibile, nata sotto il segno della iena, quando alla fine è bastato che
ti toccassero nei punti giusti per far crollare il tuo bel castello dorato.
Si toccò i capelli...o almeno quello che ne
era rimasto.
Quei capelli che lui le aveva accarezzato
a lungo…li vedesse adesso, pensò guardando la lunga ciocca ricoperta di quella
strana sostanza che la faceva sembrare un verme.
Aprì la porta della sua topaia e la trovò devastata. Un
sorriso stanco…ecco, ti pareva. Scritte sui muri la incitavano a trovarsi un
altro lavoro, il tutto condito con una serie di appellativi che non la fecero
infuriare come succedeva una volta.
Il telefono squillò proprio in quel
momento "dimmi " rispose calma, stringendo il cappello di
panama fra le mani non più curate come prima.
"E’ il mio ultimo avvertimento...la prossima volta
toccherà a te" le disse l'uomo nel telefono.
Un 'clic' tolse la comunicazione
lasciandola leggermente inquieta.
Si sedette sulla sedia di vimini facendo due conti: Jacob
era andato e si doveva trovare un nuovo pilota.
La casa era un disastro… non importava,
una mano di vernice avrebbe sistemato tutto.
Finchè non toccavano lei o i suoi
campi andava tutto bene...ma era meglio fargli uno
scherzetto a quello stronzo pieno di sé.
La notte stessa s’intrufolò nella villa di Jeriko, il tempio
della cocaina.
Fece fuori in bel pòdi uomini alle sue dipendenze. Un cane arrivò fino da lei scodinzolando : ecco il suo beniamino.
"Tesoro.." Gli disse un momento prima di farlo
secco. La bestiola si accasciò a terra guaendo.
Maret soddisfatta, uscì come era
entrata, mentre gli allarmi strillavano impazziti in tutta la casa.
La mattina, quando si recò ai campi a controllare la
raccolta, trovò i suoi dipendenti che osservavano i campi bruciati. Maret
impallidì, portandosi una mano alla bocca "brutto figlio di puttana!"
esclamò incazzata. Stavolta si, che gliela faceva pagare!
Tornò a casa e..non la trovò! Un incendio la stava
devastando, mentre una macchina nera e lucida l' aspettava, parcheggiata nel
giardinetto secco.
Due scagnozzi impomatati la trascinarono nell’auto a forza.
Al suo interno, un gigantesco nero attendeva, accarezzando
un cagnolino che scodinzolava allegro.
Maret si ritrovò a fissare due pupille nere e decisamente
incazzate.
"Valerie tesoro, non mi è piaciuto molto lo scherzetto
che mi hai fatto!" le disse secco, quando la portiera si chiuse con un
tonfo.
L’imponente statura dell’uomo la metteva a disagio, i
vestiti di buona qualità che portava con molta eleganza, non riuscivano a nascondere il fatto che fosse un ragazzo uscito dal ghetto.
Si era fatto le ossa in strada, tra la gente peggiore che Maret riuscisse ad immaginare.
Completamente calvo, grosse labbra
negroidi arricciate in un sorriso tranquillo, portava collane d’oro
attorno al collo e un anello di diamante al dito medio della mano destra.
Jeriko Durante, 44 anni, un portoricano arricchito sulla pelle dei poveracci.
Il re della droga dell’America del
Sud.
L’aria condizionata della macchina fece venire i brividi a
Maret… dentro ribolliva di rabbia.
“Mi hai fatto saltare l’aereo, hijo
de puta!” lo aggredì con una smorfia disgustata alla
ragazza discinta che sedeva accanto a lui.
Jeriko posò il cagnolino in braccio alla donna che cominciò
ad accarezzarlo lentamente, guardandola con un sorrisetto
di derisione.
“Dì alla tua puttanella di
finirla, mi sta dando sui nervi!” esclamò Maret fissandola a sua volta.
Il nero la guardò sorridendo...e quando faceva quella faccia
non prometteva niente di buono, pensò Maret inquieta
"Mon me lo dovevi ammazzare, il mio piccolino" le
disse tranquillamente. "Senza campi sarà difficile continuare il tuo
lavoretto part-time..."esclamò
serafico mentre un uomo le apriva la porta "Attenta...se sgarri di nuovo,
la prossima volta ci occuperemo di te" la minacciò a voce bassa,
trattenendola per un braccio.
Maret lo liberò con uno strattone e una smorfia di disgusto
"Prima o poi verrò a farti visita, Jeriko e te ne
farò pentire amaramente !” lo avvertì fissandolo con odio.
Un cenno dell'uomo e il gorilla la tirò via, richiudendo la
portiera "occupatevene voi" disse ai suoi ragazzi che ben volentieri
obbedirono agli ordini del capo. Pestarono Maret e la lasciarono sulla strada
polverosa a tossire e a sputare sangue.
Li guardò allontanarsi in preda alla rabbia e con una gran
voglia di vendicarsi. C' era un altro appezzamento di terreno di cui Jeriko non
era a conoscenza…ma aveva bisogno di aiuto per far
fuori quello stronzo, visto che la sorveglianza era stata sicuramente
triplicata, dopo la sua visita.
L’Armatore, alias Arlo Ibanez. Un figlio di buona donna
argentino...in poche parole, un tedesco parecchio abbronzato.
Se ne stava comodo sulla sua barchetta a prendere il sole,
bevendo piňa colada ghiacciata.
La ‘barchetta’ era un panfilo di sette metri più o meno,
ormeggiata nella baia di Campeche.
Maret lo conosce molto bene: è lo sfruttatore di Pepita e
suo cliente.
Anche lui la conosce...in verità, avrebbe voluta conoscerla
meglio, ma un paio di calci ben assestati nelle basse sfere, gli avevano fatto
passare tutti i bollenti spiriti.
Arlo ha una sottile avversione per le brave ragazze e tutto
ciò che non si può essere comprato con i soldi. La crackhouse di Veracruz si riforniva direttamente da Jeriko, finché
una partita di coca mal tagliata aveva steso un paio di ospiti nell’ultima
festa. Vallo a spiegare alla polizia!
Contratto rescisso, parole grosse e spacconate varie erano
volate fra i due uomini, fino all’inevitabile minaccia di morte.
Maret conosceva tutta la storia attraverso Pepita. La ragazza
si confidava con lei quando non ce la faceva più. “Ti abitui a farlo, dopo un
pò neanche ci fai più caso.” Le diceva con voce stanca nel bar di Al, il
barista dalla voce gutturale.
Il disprezzo per Durante si era acuito in Arlo, quando gli
aveva rispedito la sua ‘migliore ragazza’ in una cassa, con un bigliettino
sarcastico allegato.
La sua fonte di reddito era stata fatta a pezzi e imballata.
Ibanez non l’aveva apprezzato. Trattava molto bene le sue ragazze e pretendeva
che anche i clienti facessero lo stesso.
Lo scherzo non gli era piaciuto per niente.
Maret camminava sul molo sotto il sole cocente, guardando le
varie bagnarole ormeggiate che si muovevano lentamente nel mare azzurro.
Era facile individuare la ‘ Punta d’oro’. Il coglione aveva
issato una bandiera da pirata divertendosi un mondo a far incazzare la guardia
costiera.
Con agilità si mosse sul pontile bagnato, calandosi in un
gommone arancione e dirigendosi verso la barca.
Eccolo la, quel fesso! Pensò Maret vedendolo stiracchiarsi
al sole. Legò il gommone ad un’apposita cima, salendo le scalette di ferro
strette.
“Ciao Arlo” mormorò con un sorriso seducente.
L’uomo sollevò appena la testa e tornò nella posizione
originale. “Che vuoi?” le chiese sgarbatamente, posando il bicchiere ormai vuoto
sul pavimento lustro “togliti quelle scarpe, mi rovini il ponte” le disse
passando una mano dietro la testa e sospirando.
Con un sorriso divertito Maret obbedì ...quella cafonaggine
le ricordava molto Natt. Peccato che Arlo mancasse del suo senso dell’umorismo.
“Mi serve un favore” gli disse secca, mettendosi davanti a
lui e togliendogli il sole.
“Crepa” le rispose inforcando gli occhiali scuri.
“Non sei gentile con me!” esclamò la ragazza con voce
divertita.
“Non da quando mi hai preso a calci sulle palle!” sbottò
nervoso.”Chi ti ha invitata? Togliti di torno!”
Maret si sedette sul bordo lucido della barca dondolandosi
tanto da cadere quasi in acqua. “Voglio fare fuori Jeriko” mormorò secca.
Arlo si sollevò sui gomiti guardandola “hai catturato la mia
attenzione, donna...continua”
Maret fissò il volto scavato dell’uomo dai lineamenti
affilati. Sembrava che l’avessero scolpito con l’accetta. I corti capelli
castani si muovevano alla brezza del vento. Tirò indietro gli occhiali
piantando due occhi grigi nei suoi “allora? Sto aspettando” la incitò osservandola
“e togliti quegli occhiali” le disse secco.
Con un gesto scocciato Maret se li tolse mostrando un occhio
nero “vuoi anche vedere i lividi?” domandò sarcastica tirando su una manica
della lunga maglietta che portava. Stava morendo di caldo, vestita in quel
modo!
Arlo la guardò sfrontato “cos’è? Hai preso a calci anche lui
e te l’hanno date per questo?” le chiese sarcastico sdraiandosi nuovamente
sull’asciugamano celeste.
“Fai poco lo stronzo! Mi hanno bruciato i campi e la casa!”
sbraitò Maret incazzata. Si mosse fino a lui abbassandosi per guardarlo “adesso
chi ti rifornisce di roba, eh cazzone?”
Arlo guardò il bel volto di Maret attraverso le lenti scure.
Con un gesto pigro li spostò fissandola freddo “questo non va bene” mormorò
serio “Quando è successo?”
“Stamattina”
Si spostarono all’interno della cabina. Faceva un bel
fresco.
L’arredamento lussuoso del panfilo era decisamente esagerato
anche per lei. Si sedettero uno di fronte l’altro estremamente seri.
“ Che gli hai fatto?” le chiese allungandole una
bottiglietta d’acqua. Sapeva fin troppo bene che Maret non beveva: aveva
provato a farla ubriacare per portarsela a letto e, sebbene alticcia, aveva
rimediato una giusta punizione da quella strana donna che non parlava mai di
sé.
Tutte le donne amano chiacchierare di se stesse...quella no!
Arlo dubitava fortemente che Valerie fosse il suo vero nome.
“Sono entrata dentro casa sua e gli ho fatto fuori un botolo
pulcioso scodinzolante e un po’ di uomini.” Maret erail ritratto della serietà mentre lo diceva.
Lo fece scoppiare a ridere “se l’è presa più per il cane,
che per quei quattro coglioni che si porta appresso!” commentò bevendo una
birra e sorridendo.
“Mi sei piaciuta, Val!” esclamò brindando contro la sua
bottiglietta d’acqua.
Maret ridacchiò compiaciuta “farei volentieri fuori lui!”
“Comunque...di cosa hai bisogno? Che posso fare per te?”
La domanda era ‘vagamente’ a doppio senso: Maret sapeva
benissimo dell’attrazione che esercitava sull’ uomo. Restò a giocherellare con
il tappo bianco, svitandolo e riavvitandolo continuamente soprappensiero “mi
servono armi e uomini…tanti uomini. I migliori che riesci a trovare!”
Arlo la fissò a lungo, soppesando la richiesta “prima devi
dirmi che sei in realtà, che lavoro fai e la tua posizione preferita”
Maret scoppiò a ridere “mi ricordi uno che conosco..”
commentò scuotendo la testa.
“Non sto scherzando…vuoi uomini e armi? Bene...do ut des, zucchero. L’hai visto
quel film, no?”
Si appoggiò al divanetto lungo aspettando.
Quel pazzo faceva sul serio! ”Cosa ti interessa? Un nome
vale l’altro, idem per il lavoro. Inoltre non penso riuscirai mai a portarmi a
letto…quindi..”Maret sorseggiò la sua acqua tranquillamente.
Il suo sguardo fisso la irritava più di qualsiasi altra
cosa!
“Sull’ ultima cosa non ci giurerei..” le disse sorridendo
invitante “non si può mai sapere, nella vita”
La ragazza si irrigidì per un momento. Arlo era un gran
bell’uomo e lei a stecchetto da mesi!
Il ricordo di Jesus era troppo vivo per concedersi qualche
avventuretta senza importanza.
“Mi chiamo Maret…” gli disse tutto insieme.
“Bel nome...francese..”commentò aspettando il resto “va
avanti..”
Maret si alzò e cominciò a passeggiare su e giù “lavoravo in
un casa di moda..”
“Non si direbbe!”esclamò l’uomo guardando i capelli e
l’abbigliamento trascurato.
“La gente cambia, Arlo..”gli disse triste “più di quanto
immagini..” finì a bassa voce rivolta a se stessa.
“Non ne dubito”
Maret si voltò a guardarlo...la stava prendendo in giro?
“Una cosa devi sapere di me, prima di continuare a fare lo
spiritoso..” lo minacciò dura.
Ibanez la interruppe con un cenno “non faccio lo spiritoso,
Pepita parla molto di te..”le disse
tranquillo “continua..”
La donna parlava di lei? E che gli diceva?
Maret restò un attimo indecisa “sono un’assassina a
pagamento e sono schifosamente brava in quello che faccio” sbottò guardandolo
negli occhi. “mi danno un sacco di sordi per far fuori la gente...ho così tanto
denaro che non so cosa farci!”
Arlo sbuffò divertito “spremiti le meningi, qualcosa
troverai”.
“Sei accontentato, ora dammi un po’ dei tuoi uomini” gli
disse cercando di scansare l’ultima domanda.
“Non ha finito...la tua posizione preferita?” le domandò
posando la lattina vuota in terra.
Maret ebbe un moto d’isteria “Cosa te ne frega?! Che croce
che sei!”
“Si capiscono tante cose ..” le disse guardandola “credimi,
sono un esperto!”
Maret sorrise sarcastica “non ne dubito!”
Il silenzio calò nella cabina mentre Arlo aspettava che
Maret si decidesse a parlare. Si udivano solo gli stridii dei gabbiani e
qualche sirena lontana “scegline una qualsiasi...per me sono tutte uguali”
Gli disse bruscamente appoggiandosi alle scalette.
Flashback di lei e Jesus abbracciati le tornavano in mente
spesso…figurati se parlava di sesso con quel tipo!
“Chi è lui?” le chiese all’improvviso.
“Non c’è nessuno” rispose secca guardando in terra.
Lo sentì sospirare divertito. Lo vide alzarsi e dirigersi
verso di lei. La spinse di lato e si sedette sulle scalette ai suoi piedi “quanti
uomini ti servono?” le chiese senza guardarla.
“Una ventina più o meno… esperti del settore sarebbe meglio”
gli disse in fretta. Strano che rinunciava a provarci...aveva sicuramente in
mente qualcosa.
“Ok...allora vieni domattina a casa mia”
Maret annuì “devo anche trovarmi un posto per dormire…cazzo,
m’ha bruciato casa!” esclamò infuriata e con le lacrime agli occhi.
Arlo si girò a guardarla con un sorriso malizioso “ho un
letto molto spazioso” le disse alzando le sopracciglia.
“Piuttosto dormo in strada!” sbottò Maret arrabbiata.
Si alzò in piedi risalendo le scalette in fretta. Il sole
cocente l’ aggredì violentemente facendola barcollare un attimo. Tirò su le
maniche lunghe dirigendosi verso il gommone. La voce imperiosa di Ibanez la
arrestò mentre scendeva i gradini di ferro.
“Ho un sacco di camere per gli ospiti e hanno tutte una
chiave” Le disse serio “L’indirizzo lo sai”
Maret lo guardò scettica “ Grazie Arlo…ci penserò su”
Si fermò al primo motel che trovò. L’offerta di Ibanez
l’aveva allettata ma non le andava di doverlo prendere nuovamente a calci. Si
fece una doccia fresca. I lividi le facevano male ma non erano niente, rispetto
alla rabbia che provava per l’affronto che aveva dovuto subire da quei tre
stronzi. Jeriko non si sporcava mai le mani di persona, mandava sempre qualcuno
al posto suo. Così ne usciva lindo e innocente come un bebè col pannolino
nuovo.
Si sedette sul letto avvolta da un asciugamano. Quanto le
mancava…si sdraiò sul materasso fin troppo morbido per i suoi gusti e sospirò.
Arlo l’attraeva…anche troppo. Ma ogni volta che lo
incontrava il paragone con Jesus si faceva immediato. Non c’era lotta. Jesus ne
usciva sempre vincente.
Si sforzò di non pensarci più. Dimenticalo Maret…fa parte
del passato.
Chiuse gli occhi respirando a fondo…immediatamente un flashback
la aggredì violentemente: Jesus la guardava con un sorriso dolce continuando a
baciarla sulle guance accaldate.
Un singhiozzo le scappò dalle labbra, un torrente di lacrime
le inondò il viso e la costrinse a raggomitolarsi su se stessa.
La mattina dopo si recò a casa di Ibanez.
Una brutta sensazione la aggredì facendola fermare appena in
tempo..vide due macchine che benconosceva che si allontanavano in fretta dal cancello. Si nascose
aspettando.
Quando fu sicura entrò in punta dei piedi. Una lunga
strisciata di sangue sul muro la fece rabbrividire...troppo silenzio...non le
piaceva. Strinse l’unica pistola che le era rimasta e guardò ai suoi piedi i
cadaveri freschi.
Come l’aveva saputo, quel bastardo?!
Un grugnito di rabbia le uscì dalla bocca contratta. “Arlo! Arlo!”
gridò entrando in tutte le stanze.
Un debole gemito la costrinse a girarsi. Con delicatezza
alzò il volto dell’uomo dal pavimento insanguinato.
“Ciao zucchero...ti sei persa una bella festa..” borbottò
sorridendole appena.
“Stamattina si sono presentati e hanno cominciato a sparare
come pazzi...mi sa che non ti posso più aiutare, tesoro..” le disse mentre
Maret tratteneva il fiato
“Adesso ti porto all’ospedale..” decise girandolo
delicatamente. La scena raccapricciante che le comparve sotto gli occhi, la
fece gemere: se avesse tolto quella mano gli intestini gli si sarebbero
rovesciati in terra!
“Arlo...mi dispiace tanto..” bisbigliò tirando su col naso.
Posò la pistola a terra e lo abbracciò.
“Pure a me...”gemette l’uomo prima di morire tra le braccia della ragazza.
Maret lo posò gentilmente a terra riprendendo la pistola.
Adesso era costretto a farlo...doveva chiamare gli
specialisti!
Seduta nella camera semibuia, teneva il cellulare in mano
guardando i due numeri.
Accese l’abat-jour
e continuò a fissarli a lungo, appoggiando la schiena alla sponda del letto
scomodo.
Chiuse gli occhi e respirò a fondo…si va!
Pensò portando il telefono all’orecchio.
Uno squillo...due...tre..
Appartamento 327,
Sesta strada.
19: 30 p.m.
Una gocciolina si staccò dall’indice della mano destra e
cadde sul pavimento, andandosi ad aggiungere a tutte le altre. Stavano formando
una piccola pozzanghera limpida, sulle piastrelle avorio del bagno. Una musica
leggera e calda proveniva dagli altoparlanti che aveva fatto istallare in tutta
casa. L’uomo appoggiò la testa fradicia sul bordo della jacuzzi, restando a
guardare il soffitto appena riverniciato.
Lo sguardo era perso nel vuoto...non se l’era aspettato...ma
in fondo era solo questione di tempo.
Incrociò le mani dietro il collo, facendo ondeggiare
lievemente l’acqua che gorgogliava allegra. Spense l’idromassaggio con un gesto
d’impazienza…troppo rumore!
Aveva accettato la sua decisione senza una parola. Sapeva
per esperienza che era inutile discutere su una cosa del genere. Era uscita
dalla sua vita senza strepito alcuno.
Afferrò il bagnoschiuma rovesciandolo nell’acqua senza
neanche guardarlo. Gettò lontano la bottiglia ormai vuota e un forte odore
speziato lo avvolse, solleticandogli delicatamente le narici.
Uno squillo improvviso lo riscosse leggermente. Guardò con
occhio vacuo il cellulare, sperando che fosse lei.
Identità riservata.
“Chiunque tu sia, mi stai disturbando!!” disse con voce
allegra all’altro capo del telefono.
Maret alzò gli occhi al cielo…però le faceva piacere
risentirlo!
“Ehi cazzone...come stai?” domandò all’uomo immerso in un
bagno di schiuma.
Natt sobbalzò sentendola “Maret?! Maret dove cazzo sei finta? Jesus ti sta cercando come un pazzo da sette
mesi!” esclamò spegnendo la radio dalla quale proveniva una musichetta allegra.
La ragazza strinse il cellulare, sentendo quelle parole. ”Mi
sta cercando...ancora?” domandò con voce stentata.
Senti caldo all’improvviso. Si spostò verso la finestra
aprendola e facendo entrare l’aria fresca.
“Certo! Che è successo? Dove sei?!” la interrogò sentendola respirare male.
“Natt ho bisogno di aiuto…ma non
devi chiamare assolutamente Jesus, non devi dirgli dove sono, né quello che
faccio! Mi deve dimenticare, ok?!” Gli intimò con voce alterata. La gola chiusa.. a malapena riusciva ad inghiottire la saliva.
Natt restò ad ascoltare in silenzio. Maret in poche parole
le illustrò a faccenda, calcando sul fatto che l’avrebbe ricompensato
adeguatamente.
Sempre più scuro in volto, annotò mentalmente quello che gli
diceva. Quando attaccò, Natt posò il cellulare sul
ripiano liscio e asciutto.
I suoi occhi neri vagavano sulle maioliche del bagno…un
broncio si formò sulle sue labbra mentre pensava a cosa fare: avvertire Jesus o
andare da lei?
Se non vado in paradiso dopo questo...pensò
sorridendo e componendo un numero in fretta.
Appartamento
102, terza strada
20: 03 p.m.
Jesus fumava nel buio della casa,
guardando le luci della città attraverso il freddo vetro della finestra chiusa.
La tapparella era sollevata a metà; abbassò leggermente la testa invece di
alzare le listerelle di plastica azzurrina, sporche di polvere e smog.
Appoggiato al vetro con un braccio e la fronte sopra non
pensava nulla, non sentiva nulla. Una sirena passò, le gettò
appena un'occhiata.
La strada era bagnata, pioveva…da
molti giorni ormai. Il cielo piangeva. Il suo cuore anche.
Deglutì il liquore forte senza neanche sentirlo.
..dio,
quanto fa male..
Te ne sei andata senza neanche salutarmi, senza darmi uno
straccio d’indirizzo..
Bevve nuovamente, stavolta direttamente dalla bottiglia.
Mi fa anche schifo, che lo bevo a fare? Si chiese buttandola
in un angolo con un gesto violento. Si passò più volte le mani sulla faccia e
fra i capelli corti…era ridotto uno schifo, la camicia spiegazzata, la barba di
giorni..
..sette mesi e ancora
ci penso...
Come faceva a dimenticarla?! Gli si era
impressa dentro come un marchio infuocato...certe volte, nel dormiveglia,
risentiva il suo corpo morbido accanto a se.
Ci pensava e ne rideva: mi ha sedotto e abbandonato!
Esattamente quello che volevo fare io, prima di...di...
..di
innamorarmene..
Maret...con quel sorriso ironico perenne sulle labbra,
l'espressione che aveva quando la baciava...perché cazzo te ne sei andata!?
"Brutta figlia di puttana! M' hai spezzato il
cuore!" Urlò calciando tutto quello che gli
veniva a tiro.
Il telefono che squillò lo fece imprecare."Va al
diavolo anche tu!"
Prese la cornetta di malavoglia urlando un
'pronto' infuriato.
Si placò subito, sentendo la voce dell’amico “Ah…sei tu Natt..” Mormorò sedendosi di schianto sulla poltrona.
“Stai comodo?”
“Si..” Borbottò grattandosi la testa
depresso “che c’è?”
Natt imprecò dentro di sé, sentendo quella voce ancora demoralizzata.“ Devo dirti una cosa..”
Messico: scalo Benito JuarezInternational
10: 30 a.m.
Maret lo vide arrivare col suo solito sorriso scanzonato e un
nuovo paio di occhiali da sole. Meno male che si era
adeguato al clima! Pensò scrutando Natt che osservava compiaciuto due ragazze
in short aderenti.
I semplici jeans e maglietta che indossava, sebbene di ottima fattura, lo mimetizzavano fra la folla dei
vacanzieri...nessuno si sarebbe aspettato che quel tipo fosse un sicario.
Era quasi contenta di vederlo, quello stupido babbeo.
Si avvicinò a lui con un sorriso divertito. Gli prenderà un
colpo quando mi vedrà! Già da lontano notò i capelli leggermente più lunghi…gli
davano un’aria rilassata, pensò Maret aspettando che si girasse. O forse sono io che lo vedo in maniera diversa.
Natt la guardò per un attimo, voltando subito lo sguardo
altrove. Alzò un sopracciglio e tornò a guardarla divertito “non ci posso
credere..” Mormorò guardando i dreadlocks.
Le si avvicinò trattenendo le risa
“sei uno spettacolo, Maret!” esclamò prima di abbracciarla con forza.
La ragazza restò immobile, troppo stupita della sua foga “Ehi
calma” balbettò mentre la tirava su. “Stai facendo girare la gente” borbottò a
disagio.
“Fanculo tutti, è un mucchio di tempo che non ci vediamo!”
le disse commosso. La posò a terra e si spostò leggermente, guardandola da capo
a piedi. “Nuovo look? Ti sta bene...tappa!” la prese in
giro stringendola nuovamente a sé.
“Non sono bassa!”mormorò Maret imbarazzata dall’eccessiva
confidenza, cercando di sciogliersi dal suo abbraccio avvolgente.
“Senza quei trampoli sei diventata tascabile!” le disse
divertito indicando gli anfibi slacciati che portava.
Accidenti, com’era cambiata!
Quei capelli rasta erano un vero
sballo su di lei e i jeans bucherellati le mettevano
in vista lembi di pelle abbronzata…le facevano un culo…”gli manca la parola!”
esclamò dandole una pacca sul sedere.
Maret sobbalzò arrossendo “Natt! La prossima volta ti strappo quelle manacce luride che ti ritrovi!”gridò mentre
l’uomo sghignazzava divertito.
“Sisi…sei
decisamente uno schianto!”commentò allegro. Che
strano, pensò dopo un attimo...faranno 30 gradi fuori e lei sta in maniche
lunghe?
Maret tornò serio
quando gli chiese di Jesus “non ti dico niente, te lo scordi!” le disse
arrabbiato. “Se vuoi sapere come sta, alza quella cazzo di cornetta e chiamalo!
Anzi, meglio: metti le chiappe sull’aereo e torna da lui!”
Maret non l’aveva mai visto così serio “non posso farlo..”mormorò depressa.
Si sedette sulla sua valigia rigida, guardando gli anfibi
slacciati “cerca di capire…non lo posso chiamare...non
dopo..”
Alzò lo sguardo, vedendo due scarpe accanto alle sue …
I suoi occhi percorsero il corpo di Jesus al rallentatore...non
è vero…non è lui, pensò quando lo fissò in volto.
Restò senza parole a guardarlo, seduta sulla valigia blu. Si
è tagliato i capelli…è ancora più attraente così… delle leggere rughette attorno agli occhi.. non le
aveva prima…lo rendevano ancora più affascinante.
..Jesus..
Lui la fissava con una gran voglia di ucciderla...e di
baciarla. Quando Natt l’aveva chiamato non era
riuscito a credere alle sue orecchie.
Quando l’aveva vista avvicinarsi al
suo amico, conciata in quel modo strano, a stento aveva riconosciuto la
perfetta donna con cui aveva lavorato mesi prima...quella che gli aveva
spezzato il sasso che credeva avere al posto del cuore.
..Maret..
Maret si girò verso Natt che fischiettava soddisfatto “ti
avevo detto..” iniziò con
voce nervosa e con le lacrime agli occhi “che non lo dovevi chiamare...non
dovevi..”
Un singhiozzo le scappò all’improvviso. Deglutì a stento...niente
scene da film di serie B! Guai a te se cominci a frignare! Si urlò dentro.
“Non farti venire un infarto...Natt mi ha detto che ti serve
aiuto. Sono qui solo per questo” le disse con voce dura.
Maret restò impietrita ascoltando le sue parole fredde.
..e che ti aspettavi ? Che
ti corresse incontro urlandoti il suo amore?! L’hai lasciato per questo! L’hai
mollato senza una parola, lui si fidava di te e tu l’hai tradito!
Si tolse gli occhiali da sole mostrando un occhio violaceo.
Li pulì velocemente mentre i due uomini la fissavano interrogativi e con le
facce indurite.
"Ma che hai fatto?!" le
chiese Jesus avvicinandosi a lei e sfiorandole l'occhio. A quel contatto Maret
si ritrasse, non perchè le avesse fatto male ma perché era di nuovo vicino a
lei…così vicino…Jesus..
..amore
mio..
"Incidenti del lavoro" rispose brusca,
rimettendosi le lenti scure.
Le sue mani fremevano dalla voglia di toccarlo.
"Andiamo ...dovrete stabilirvi in un motel, quel figlio di puttana mi ha
bruciato casa" brontolò afferrando la valigia con le rotelle sulla quale
era seduta e tirandosela dietro.
Maret guidava tranquillamente eJesus l’osservava...l'avevano pestata per
bene e anche da poco! Aveva intravisto alcuni lividi, quando si era tirata su
le maniche per l’eccessivo caldo. S’incazzò parecchio...ma che le era successo?
Che le avevano fatto, a parte quello?
“Che bagnarola ti sei comprata?
Cristo, non c’è neanche l’aria condizionata!”esclamò
Natt spostandosi la maglietta leggera dal collo.
“Mi piaceva questa..”mormorò
aprendo il cruscotto e passandogli un foglio “sventolati come ogni altro comune
mortale!” lo prese in giro ridacchiando.
L’uomo le fece una smorfia divertita notando delle scritte
sul pezzo di carta "Ma che fai adesso? Il solito lavoro?"le chiese Natt osservando annoiato, il
paesaggio invariato ormai da ore.
"Spaccio " gli disse a bassa voce " e nei
tempi morti stendo qualcuno"
"Non ti farai di quella merda?" le domandò
preoccupato: fusa com'era, ci mancava pure che si drogasse!
Maret gli lanciò un’occhiata divertita che l’uomo non poté
vedere, dietro gli occhiali da sole.
“Non dire stronzate…”borbottò guardando nello specchietto
retrovisore.
Jesus era furibondo.
La stava ad ascoltare trattenendo a stento l’ira...gli
doveva dare parecchie spiegazioni.
Giunti al sordido motel, dopo ore di macchina,Maret mise subito in chiaro la faccenda.
Jesus aveva avuto tutto il tempo di studiarla. Da quello che
aveva capito era stato una specie di avvertimento, la
prossima volta l'avrebbero ammazzata.
Le occhiate che gli aveva lanciato
sarebbero state chiare, se l'avesse fatto un'altra donna, ma qui si parla di
Maret...e con lei niente è mai facile.
Il tono bellicoso che la ragazza aveva assunto, parlando di quel Jeriko, lo riportò alla realtà : avrà cambiato look ma
è sempre una stronza!
"Ovviamente non mi aspetto che mi aiutate gratis..”
Natt la stava ad ascoltare in silenzio, continuando a fumare
tranquillamente.
“Va bene il 10 % ciascuno? " chiese guardandoli a turno.
Natt sbuffò divertito "per il 10 %
neanche mi alzavo! " le ridacchiò in faccia "minino il 20% " disse lapidario.
Maret lo guardò con stizza “strozzino!”
esclamò incrociando le braccia.
“Me ne fotto
dei tuoi soldi “
La voce dura di Jesus la fece
girare preoccupata.
Si alzò in piedi, sporgendosi verso di lei
“mi devi le tue scuse e qualche spiegazione “le disse a bassa voce.
"Non ti devo proprio niente" rispose amezza bocca.
...non è vero...
La fissò indeciso se baciarla o prenderla a schiaffi
"Natt...lasciami discutere con la signora" disse all’amico che ben
volentieri, si defilò dalla stanza in cui l’aria si stava facendo pesante.
Quando furono soli restarono a
guardarsi "te ne sei andata senza una parola" la rimproverò fissando
quei capelli strani che aveva.
"Faccio ciò che voglio" gli rispose acida
incrociando le bracciae sedendosi sul
tavolinetto scrostato della stanza.
"Mi viene voglia di prenderti a schiaffi!" alzò la
voce spazientito "sei la solita isterica, non sei cambiata. Ti pesterei io
se non l'avessero già fatto! Te ne sei andata senza una parola!" urlò fuori di testa " mi hai mollato come uno stronzo!"
Maret si riprese con un lungo sospiro.
...non
me lo ricordare...mi fa troppo male..
"Lo dovevo fare.." rispose senza guardarlo "ti concedo il 20% ma scordati
le scuse" disse gelida.
"Vaffanculo Maret" le disse alla fine troppo
stupito dalla sua freddezza " Non t’avessi mai incontrato!" sbraitò
uscendo e sbattendo la porta con una violenza tale che la ragazza pensò che si
sarebbe staccata dai cardini e che il gestore le avrebbe fatto
pagare come nuova, quella porcheria che a malapena si chiudeva.
"La strega ci concede il 20%.."
disse a Natt quando entrò nella sua stanza. Si accese
un'altra sigaretta con le mani tremanti dal nervosismo..
perché doveva fare la stronza in quel modo e poi perché proprio con lui?
Il suo tentativo di fare un anello fallì miseramente e si
arrabbiò ancora di più. Accartocciò il pacchetto ormai vuoto e lo gettò
lontano, dando un calcio alla sedia che aveva davanti.
Natt lo guardava calmo ”prendi un respiro profondo” gli
disse sbracandosi sul letto.
“Quella ti muore dietro…dalle tempo”
Jesus lo fulminò con un’occhiata “un altro pò?”
Maret si sedette sul letto stilando un piano niente male. Il
tempo di organizzarsi e avrebbero messo col culo a
terra quel maledetto : una bella irruzione senza farsi scoprire , liquidare lo
stronzo e prendersi tutto il malloppo, rilevare i campi e vivere di rendita.
..Jesus..
Aprì l'unica valigetta che le era rimasta con la pistola
preferita.
..fa ancora più male
adesso...
La controllò per bene pulendo i proiettili uno ad uno...quello
era per Jeriko e quell' altro per il porco che le
aveva sputato in faccia...e l’ultimo per Arlo. Glielo doveva. Se non fosse
stato per lei a quest’ora
starebbe a prendere il sole sulla sua barchetta.
Si fermò un attimo a guardare la finestra che dava sulla
strada polverosa. Stava tramontando il sole, era un vero spettacolo di quei
tempi.
Uscì sulla stradina e si mise seduta sulla sua carriola a
guardare il disco rosso fiammeggiante.
Jesus la osservava dalla finestra.
La vide sgranchirsi la schiena, mettendo in risalto il seno
prosperoso. Batté la terra dagli anfibi mentre il ginocchio serico spuntava dal
taglio sfilacciato che lacerava il jeans...ma quanto
era cambiata? Un taglio così radicale di look voleva dire che aveva avuto n
grosso sconvolgimento…o per lo meno, questo è quello
che si dice.
Maret si girò, si sentiva spiata.
Lo vide affacciato alla finestra che fumava, seduto mezzo
fuori e mezzo dentro, una gamba che penzolava nel vuoto...non è cambiato, pensò
trattenendo un sorriso.
Il sole rosso la illuminava rendendola simile ad un
miraggio. Maret lo poteva vedere aggrottare gli occhi alla luce calante. I capelli
assumevano riflessi rossicci, la maglietta tesa sul torace
era un invito a toccarlo.
Giunti al sordido motel, dopo ore di macchina, fecero le presentazioni
e Maret mise subito in chiaro chi comandava
Stanza 124
Notte. Caldo, sto sudando. Il tempo non passa mai. Guarda
l'orologio...le due.
Maret lo appoggia sul comodino con un sospiro.
E' qui, finalmente, dopo tutto questo tempo.
...amore
mio..
Trattiene il fiato quando si rende conto di quello che ha
appena concepito la sua mente.
Ormai è fatta. Se ti odia te lo
meriti.
Si mette a sedere sul letto tormentando le lenzuola. Guarda
attraverso le sottili tapparelle.
Si alza e le apre. La luce della luna..
non era ancora piena, mancava poco.
Chiude gli occhi, respirando l'aria leggermente fresca che
proviene da fuori.
Starà dormendo? Sono le due, è il minimo.
Si appoggia alla finestra. L’ ha fatto tante notti, da
quando è in Messico. Guarda fuori e pensa a Jesus…che starà facendo? Magari è
con qualche donna..
Si siede sul letto. Riprende l'orologio: dio, non passa
proprio!
Sente una chitarra lontano...una voce
calda...è struggente quella canzone. Maret ascolta le parole stupendosi
che Natt sia così bravo a cantare...
Di nuovo quella sensazione che si
porta appresso da 7 mesi. Ormai è diventata la sua migliore amica: solitudine,
dolore, frustrazione..
Non era riuscita ad avere più un uomo dopo la notte con
Jesus...paura? Timore? Di cosa e perchè? Si chiedeva continuamente...di non
riuscire a provare quel piacere o che qualcuno le entrasse dentro come aveva
fatto lui?
...nessuno è come
lui...
E' di la…a pochi metri da me…potrei...magari
solo per questa notte..
Stanza 126
Le due...fa un caldo boia!
Jesus sbuffa, togliendosi la maglietta e gettandola a terra.
Apre la finestra respirando l' aria. Sigaretta..
Allunga la mano, non la trova. Pacco vuoto. Bene. Perfetto.
MERDA.
Un gesto annoiato.
...dovrei smettere anche di bere. Fottuto
jet lag! Non riesco a dormire.
E’ diventato melodico, l’amico! Quella canzone è più vecchia
di lui. Il Messico, per Natt, è come una seconda casa…
Guarda la porta.
..che
voglia di andare da lei.
Un sorrisetto, un risolino sarcastico. Scordatelo, amico!
Dimenticala!
...Maret...
Si aggrappa al bordo della finestra, le spalle si
contraggono, abbassa la testa per un attimo.
..cristo, fa sempre più male..
Le dita sono bianche per lo sforzo…ho
voglia di spaccare qualcosa. La testa di quella stronza, decide sedendosi di
schianto sul letto.
..è
un senso unico, bello..
Prende il cuscino, gli da un pugno, poi un altro. La
frustrazione ha raggiunto livelli insopportabili.
Basta così!
Jesus si alza deciso, afferrando i
jeans. Vaffanculo mi voglio ubriacare...e magari ci scappa anche una bella
rissa!
Ha appena finito di vestirsi quando sente la serratura
scattare. Chi diavolo..
Afferra la pistola e si nasconde dietro la porta che si sta
aprendo.
..e poi la vede...
Maret entra nella stanza…non c'è, dov' è andato?
Si volta di scatto quando la porta si richiude con un tonfo
alle sue spalle. Jesus la osserva nella semioscurità, il braccio destro che
tiene la pistola lungo il fianco, la mano sinistra sulla porta chiusa.
"Jesus.." sussurra Maret
senza parole..
Natt accorda la chitarra. Per un istante la musica si ferma.
Seduto sul letto guarda la luna ripensando alla bellissima Lyse. Si schiarisce
la voce e riprende a suonare, con la sigaretta che penzola all’angolo della
bocca...
Jesus la guarda a lungo...non riesce a credere che sia li,
nella sua stanza. Getta la pistola sul letto, passandole accanto come un
fantasma. "Che fai qui?"
La sua voce è come un colpo di frusta per Maret. Non risponde, non sa che dire.
"Allora?" la incita innervosendosi. La rabbia cresce sempre di più…non riesce a trattenersi.
"Rispondimi e in fretta" la sferza duro come
l'acciaio "anzi no, non me ne frega niente" le dice di punto in
bianco, ficcando il portafogli nella tasca posteriore dei
jeans. Le passa davanti a lunghe falcate.
..il
suo profumo..
“Aspetta!" un'implorazione vera e propria che lo
arresta violentemente.
Si volta verso di lei, il viso è
una maschera dura, i muscoli contratti. E' teso come una corda di violino
"io...volevo.." Maret mormora "parlarti...del perchè me ne sono andata" dice
tutto d'un fiato guardandolo immobile vicino la porta.
Una macchina, fuori, illumina il motel, la
luce si rifrange sul muro, inondando per un attimo la figura della
ragazza.
E' troppo per Jesus. Si avvicina nervoso,
non la vuole ascoltare.
Maret si spaventa, non l'ha mai visto così furioso "e
cosa vuoi dirmi? Che te ne sei andata perchè avevi
paura di amarmi?!" le urla contro afferrandola per le spalle.
"Non urlare" sussurra la ragazza intimorita.
"Non dirmi quello che devo fare!" le grida in
faccia, spingendola verso la parete "mi hai piantato in asso, mi sono
svegliato e non c'eri più! Hai mollato tutto! Il
lavoro, la tua amica.."
La guarda negli occhimentre la addossa violentemente al muro, facendo cadere lo squallido quadretto raffigurante una figura morta.
Maret batte con la gamba sinistra contro il comodino,
facendosi male. Ma non sente il dolore, è troppo
spaventata.
"Per favore...fammi parlare" cerca di dirgli
mentre la stringe con violenza.
"..Hai mollato me! Ti rendi
conto di quello che hai combinato, Maret ?!"
..diglielo..
"Aspetta...devo dirti.." cerca nuovamente di aprire bocca ma non le da tempo di
esprimersi. Un fiume di ingiurie le si riversa addosso
bruscamente e Maret sa di meritarsele tutte.
"Ti dovevo ammazzare quel giorno invece di risparmiare
una puttana come te!" le urla ancora contro.
" Jes.." mormora appena, mentre una lacrima le spunta dagli occhi.
"Non ti azzardare a frignare! Cos'è, una nuova tattica?
Risparmia fiato e liquidi, non sono così stupido da credere alle lacrime di una
donna!" esclama lasciandola andare "C' hanno già provato..e sai
come è andata a finire!" le ricorda con un sorrisetto che non promette
nulla di buono.
..diglielo..
Jesus scavalca la valigetta che aveva
lasciato accanto al letto con un grugnito.
Maret vede la pistola sul letto. E' un
attimo, la afferra senza pensarci.
Jesus mette una mano sulla maniglia della porta.
Un colpo detona nel silenzio del motel.
Un freddo brivido corre lungo la schiena dell'uomo. Volta appena la testa: un buco fumante nel muro accanto a lui.
"Mi ascolti adesso? Per favore.."la voce di Maret
non è nè sarcastica nè
brusca. Appena un mormorio, mentre abbassa la mano e getta la pistola sul
letto.
Si volta verso di lei nervoso"sei
impazzita?".
"si.." assentisce
ricadendo a sedere sul letto, con un gamba piegata sotto di se " ti
amo.." sussurra debolmente.
..visto? Era così
facile!
Maret alza il viso verso di lui, la lacrima è ancora al suo
posto; è leggermente più tonda di prima, sta per colare lungo la guancia.
Jesus la guarda incredulo
"ripeti" la incita irritato.
Maret sospira. Guarda il cuscino sprimacciato. Lo prende e
lo abbraccia...c'è il suo profumo sopra "ti amo" ripete con voce
soffocata dal guanciale.
"Cazzate! Sono solo cazzate!" sbraita Jesus ancora
più arrabbiato di prima "se mi amavi non te ne
saresti andata!" le urla contro appoggiandosi con le mani sul letto.
Maret resta ferma mentre le grida nelle orecchie tutto
quello che si tiene dentro da sette mesi. Quando tace si volta verso di lui e
respira a fondo "avevo paura…di me. Quando mi hai detto che ti innamorato, ti ho sentito...non stavo dormendo e mi sono
spaventata."
Jesus è incredulo. Cerca di leggere nei suoi occhi se si tratti di una menzogna...se fosse la verità.."non mi
stai mentendo?" le dice sforzandosi di restare calmo...sette mesi…sette
mesi e lei aveva paura di se stessa?!
Non riesce ad accettarlo!
La rabbia ormai a raggiunto livelli record,
neanche quando aveva scoperto Jeanne con quello
stronzo traditore si era arrabbiato così : si era limitato a caricare la
pistola con due pallottole.. tranquillamente, fischiettando far i denti.
Aveva richiuso il caricatore con un gesto fluido della mano
e si era affacciato alla porta della sua camera da letto, osservando con
distacco glaciale la sua donna che si faceva scopare da Ritchie.
Quando si erano accorti di lui
avevano cominciato a scusarsi, la troia si era anche messa a piangere.
Bang bang. Due colpi. Due stronzi in meno.
"Non ti ho mentito.."
Maret scuote la testa sorridendo appena.
Un violento schiaffo le fa girare il collo all'improvviso.
E' allibita. Si porta una mano alla guancia colpita. La lacrima trova una via
di fuga. Annuisce mestamente "penso di meritarmelo"
gli dice con voce tranquilla.
Si alza dal letto. Ha fatto quello che doveva fare. Gliel'ha
detto. Ora sta a lui.
Lo guarda togliendosi la scia bagnata dalla guancia.
Restano a fissarsi. La rabbia è sbollita nell'
uomo. E' rimasta solo la voglia di lei.
"Vattene" le dice con voce atona.
Maret aggrotta la fronte...si aspettava
altro. Annuisce passandogli accanto e aprendo la bocca per riuscire a
respirare. Ha trattenuto il fiato troppo a lungo, i suoi
polmoni reclamano aria. Le sfugge un
singhiozzo, poi un'altro. Non riesce a fermarsi.
...fa
male, dio quanto fa male ..
Esce sul corridoio passandosi una mano sul viso inondato di
lacrime.
All'improvviso si sente trattenere per la vita. Si ferma col
corpo sconquassato dai singhiozzi.
Maret non riesce a smettere di piangere, non ha mai pianto così neanche
da bambina
Maret non riesce a smettere di piangere, non ha mai pianto
così neanche da bambina.
"perdonami...perdonami"
non riesce a dire altro mentre la abbraccia come se volesse fonderla col suo
corpo.
La trascina nella camera chiudendo la porta "non
riuscivo ad accettarlo...non ci riuscivo" continua ad insistere
raggomitolandosi fra le sue braccia "..ti amo...non
ti ho mai dimenticato.."
Il respiro è affrettato, sta ansimando mentre cerca le sue
labbra.
Maret gira il volto "fammi spiegare.."
Gli dice in tono di supplica, sentendo la bocca sfiorata dalle sue dita.
Un bacio le impedisce di parlare. La prende alla sprovvista,
Maret resta immobile mentre la bacia.
La stacca da se, i suoi occhi sono quanto di più bello possa
ricordare. La ragazza sospira.. prende fiato con
difficoltà "per sette mesi…non ho avuto nessuno dopo di te...non riuscivo
a dimenticarti" gli dice d'un tratto lasciandolo incredulo.
Maret lo può sentire: la presa su di lei si è allentata
leggermente, ma dopo qualche attimo torna a stringerla, più forte di prima.
"Maret, ho 34 anni e non mi fa di giocare, non su
queste cose e non con te" le dice serio.
"Non sto giocando"
Jesus annuisce...ma non riesce a crederci pienamente.
"Ho sbagliato ad andarmene"
Quell' ultima frase è troppo. La
lascia andare alzando le mani "una cosa per volta" mormora cercando
di schiarirsi la testa. Maret si siede sul letto. Jesus passeggia per la stanza
passandosi le mani fra i capelli corti che gli sfiorano appena il collo.
"Li hai tagliati" gli dice d' un
tratto.
"Mh? Si.." Mormora
guardando il buco sulla parete...ma il suo sguardo è vuoto.
La tensione è palpabile, Maret sente la stanchezza calarle addosso tutta insieme. Ha smesso di piangere, ora si sente
meglio ..diglielo..
"Jesus.."
L' uomo si volta a metà.
"Fa l'amore con me.." gli sussurra alzandosi. Le molle cigolano leggermente. Maret
si avvicina lentamente a lui. E' fermo al centro della stanza, con le mani
incrociate dietro la testa leggermente abbassata.
"E poi?" le domanda
mentre Maret gli poggia una mano sul torace. Abbassa le braccia guardandola
“Te ne andrai di nuovo?”
"E poi...lo rifaremo e lo
rifaremo...per tutto il tempo che vorrai" gli dice semplicemente, facendo
scivolare la mano lungo il collo. Lo stringe protendendosi
verso di lui "farò qualsiasi cosa tu vorrai...qualsiasi" gli promette
premendo le labbra sulla pelle calda della mascella contratta.
Resta fermo sentendo il suo corpo premere a tratti contro di
lui. Maret è inquieta…perchè non si muove?
"Qualsiasi?" le domanda teso...le
sue mani addosso lo sfiorano..
..prendila..
Maret annuisce, lo guarda negli
occhi.
...ti
amo..
Con un brusco movimento la abbraccia, stringendola a se e
baciandola con forza. La getta sul letto, cadendo su di lei e togliendole il
fiato.
"Se te ne vai di nuovo...stavolta
ti troverò e te la farò pagare.." La minaccia strappandole il top.
"E cosa mi farai?" lo
stuzzica togliendogli in fretta la maglietta.
Jesus si ferma e la fissa negli occhi febbricitanti di
piacere "prega il cielo che non succeda"
Mattina
Il sole entra prepotentemente nella stanza. Uno sbuffo
infastidito. L'uomo abbassa le tapparelle guardando la sua donna dormire.
..ti amo...non ti ho mai
dimenticato..
Dimmelo di nuovo
Maret, non posso crederci se non me lo ridici.
Ora siede sul letto dandole la schiena. Infila una mano nei jeans e tira fuori la chiave della stanza. Sorride fra se:
se le veniva voglia di scappare di nuovo l'avrebbe dovuto svegliare per forza!
La posa sul comodino. Un rumore piccolo, metallico.
Maret si volta verso di lui. Jesus la guarda.
.. è bellissima...
Adesso si sveglierà e mi dirà col suo solito tono acido che
era tutta una farsa. Allora io prenderò la pistola e finalmente la toglierò dal
mondo!
Maret si sveglia con un sorriso dolce. Non ha mai sorriso
così prima.
Una mano le accarezza la guancia calda "mmhh.." Sospira, strisciando
fino a lui "ciao.." gli
bacia un polpastrello con tenerezza.
La bacia nuovamente. Lei lo ricambia. Si staccano dopo molto
tempo. Maret si rende conto di essergli finita in braccio, ma non si domanda
come sia successo. Non si chiede nulla, l' importante
è che sia lì con lei.
"Non mi hai preso in giro, Maret?"
La ragazza apre del tutto gli occhi guardandolo stupita
"No!" esclama scuotendo la testa.
Jesus la fissa intensamente. Maret sostiene
il suo sguardo a lungo "non su questo" gli dice seria.
Lo vede rilassarsi e piombare sul cuscino "ok"
sospira più tranquillo.
Si sente trascinare addosso a lui. Respira il suo profumo,
il suo stesso respiro...non mi sono mai sentita così.
...ti
amo..
Maret giocherella con la peluria dorata che gli ricopre il
torace…quante volte lo aveva voluto fare? é felice...non si è mai sentita così
in tutta la sua vita.
Una nota stonata d' un tratto: lui
non le ha detto niente. Un dubbio atroce attraversa la mente di Maret: mi ama
ancora?
Si solleva di scatto. Ogni fibra del suo corpo si tende
improvvisamente.
"Che c'è?" le chiede
disturbando i suoi pensieri.
"Niente" risponde automaticamente guardandolo di
sfuggita. Si alza dal letto tremando...e
se mi avesse preso in giro? Per farmi scoprire, per
umiliarmi?!
Si sta rivestendo in fretta ora. Jesus la guarda con le
sopracciglia aggrottate. "Maret?"
L’ha fatto a posta, mi
ha preso in giro…era tutta una tattica ..e io che c'ho
creduto anche! Pensò sempre più disperata. Cerca invano di aprire la porta chiusa
a chiave.
"E’ chiusa...proprio per evitare questo" le dice
ironico alzandosi e andando verso di lei
Maret la prende a calci isterica"apri questa fottuta porta!"
esclama voltandosi contro di lui furiosa
"Prima dimmi che è successo nel minuto che è andato dal ' non su questo ' al bacio" la interroga duro.
"Fottiti"
esclama andando verso la finestra.
"Siamo al secondo piano, dove vai?" le dice
trattenendola.
"Lontano da te! Schifoso doppiogiochista!" Gli urla in faccia con lacrime di rabbia che le escono a
fiotti
"Ma che stai dicendo?"
"Mi hai preso in giro, tutta quella scena solo per
farmi scoprire...per farti dire che ti amavo!" gli urla contro più volte. "ti
amo ti amo ti amo! Contento adesso ?! Imprimitelo
nella mente perché non lo sentirai mai più uscire dalle mie labbra!" è
isterica "e adesso dammi quella maledetta chiave "
Jesus la fissa incredulo...che diavolo..?
"Non farmi incazzare, posso diventare molto
pericolosa" lo minaccia piantandogli un dito nel torace nudo.
Le afferra la mano con forza, girandola dietro alla propria
schiena " calmati " sibila sottovoce
La rabbia di Maret sbollisce d' un
tratto…che sta facendo? "Che cosa provi per me?" gli chiude a stento
"finora...ho parlato solo io..."
La guarda sconcertato "ma…ancora non l'hai
capito?"
La ragazza scuote la testaincupita.
"Ti amo Maret...o non avrei fatto tanta strada per
niente...non avrei passato sette schifosi mesi della mia vita a stordirmi d’alcool
per non pensare al fatto che te n'eri andata" mormora
serio alla ragazza "e non ti avrei dato quello schiaffo se non me
ne fosse fregato niente di te.."
Maret lo fissa negli occhi…le dice la verità. Si rilassa,
sospirando a fondo. Annuisce abbassando la testa.
Una carezza sul viso…muove lentamente il volto contro la sua
mano.
Restano in silenzio, Jesus l'abbraccia nuovamente, le da un
bacio sulla guancia fresca."Andiamo a fare colazione?" le chiede
gentilmente
Maret annuisce...ha una fame
tremenda.
Aspetta tranquilla che si rivesta, quando tira fuori la chiave
le viene da ridere. Lui intercetta il suo sguardo e le sorride ironico.
Bene bene...i due piccioni hanno
fatto pace, pensò Natt quando scese per la colazione e li vide intenti a
guardarsi in maniera stupida.
“Posso sedermi con voi o rischio una carie immediata ai
denti?” Li prese in giro divertito.
“Idiota!” Sbottò Maret perdendo tutto il suo buonumore.
Il suo sguardo si addolcì dopo un attimo: era merito suo se
se Jesus era di nuovo con lei.
“Hai un gran bella voce, ti ho
sentito ieri sera” gli disse mentre ordinava la colazione.
“Certo!”esclamò sorridendo “Come hai fatto
a sentirmi? Pensavo che foste troppo occupati a..” Lasciò
la frase in sospeso con un sorriso malizioso mente Maret s’infuriava “ho deciso
di essere carina con te...non farmene pentire!”
sbraitò risedendosi dopo averlo fissato male.
“Tieni a bada la bestia” mormorò Natt a Jesus che li
osservava, esasperato dai loro continui battibecchi.
“Spero che lo scopare regolarmente cancelli la tua vena
acida!”esclamò il sicario divertito.
Era uno spasso prenderla in giro: diventava una furia! Gli
ricordava Lyse quando impazziva per un progetto andato male. Un violento calcio
sotto il tavolo lo fece sobbalzare.
“Ahio!” esclamò massaggiandosi lo
stinco dolorante.
“Vorrei sapere come fa Lyse a sopportarti!” sbottò Maret
bevendo il caffè e lanciandogli un’occhiataccia.
Lo vide rabbuiarsi e quasi si strozzò quando Jesus le diede
un pizzico nel fianco: che si era persa?!
Natt posò la tazza imprecando contro quella
‘risciacquatura al sapore di merda’ e non le rispose.
Quel calo mise Maret in allarme! Si sono lasciati?!
L’uomo la notò e la fissò duro “non guardarmi così, mi ha
scaricato lei” brontolò depresso “indovina perché?”
Maret lo guardò a lungo prima di rispondere. Un sorriso
bastardo le apparve negli occhi “perché sei un porco e ci avrai provato con
qualche sua amica” esclamò sicura.
Un calcio sotto il tavolo la fece sussultare. Lentamente si
girò a guardare Jesus che le fece segno di ‘tagliare’.
“Scusa” mormorò pentita…quindi la faccenda era seria!
Natt sbuffò giocherellando col cucchiaino sporco e lo
sguardo vacuo “Lyse…non sopporta questo lavoro.” Le
disse tranquillamente sventolando una mano “c’è stato un momento in cui mi ha
guardato che mi ha fatto sentire un vero schifo”
Gettò il cucchiaino su tavolo che strisciò con un rumore
metallico.
“E’ difficile accettare di stare con uno che ti dice ‘ciao
tesoro, torno stasera’ed esce ad ammazzarequalche cristiano”
Maret lo ascoltava seria, in silenzio. Jesus, accanto a lei,
non emetteva un fiato. Non era certo una novità per lui.
Natt continuava con quel tono di voce vacuo che Maret
conosceva bene. Lo aveva anche lei quando stava così male da non riuscire
neanche ad ingoiare un goccio d’acqua e si sforzava di non sprofondare nel
baratro della disperazione.
“Avevo pensato anche di smettere…m’ha
battuto su tempo mandandomi al diavolo” le disse sorridendo appena.
“Ho capito.”mormorò la ragazza guardando la tazza di caffè
gialla “volevi smettere per lei?” gli chiese ancora.
Natt annuì nuovamente “lasciamo perdere, non ho molta
fortuna con le donne”
Jesus lo guardò ad occhi sgranati “ma se hai sempre
rimorchiato come un addannato!” esclamò incredulo
della sua affermazione.
“E allora? Una botta e via, una
settimana se andava bene” sbottò irritato il sicario, alzandosi infuriato “lo
sai meglio di me!”
Maret lo vide uscire dal bar del motel arrabbiato. Lo seguì
con lo sguardo in pena per lui.
Come lo capiva...
Jesus si sporse dalla finestra e lo vide intento a
passeggiare su e giù “mmhh..brutta
‘sta faccenda..” mormorò diretto alla ragazza “c’è
rimato parecchio male quando Lyse l’ha lasciato...e poi il Messico gli ricorda
Nieve”
Maret gli si strinse addosso: non immaginava che uno come Natt fosse capace di provare dei sentimenti del
genere per una donna.
Lyse era una persona eccezionale, l’aveva pensato subito
quando si erano incontrate la prima volta. Forse era colpa dello shock che
aveva subito mesi prima..
Udì un nome che non conosceva e guardò Jesus curiosa “che
bel nome...chi è?”
“Nieve è l’unica donna che l’abbia mai
accettato per quello che è..era la ragazza più dolce del mondo” le disse
vago.
“Che fine ha fatto?” chiese Maret
sempre più presa dal racconto: stava scoprendo una vena romantica che non
sapeva di avere!
“E’morta” borbottò Jesus perso nei
pensieri ”c’è stato una specie di regolamento di conti. L’hanno tirata in mezzo
perché sapevano che era la sua donna”
Maret si indurì fissandolo...queste
cose non riusciva proprio ad accettarle!
“Schifosi figli di una lurida cagna!”sbottò
nervosa “gente come questa mi fa vomitare!”
Jesus si stupì della sua reazione. La vide alzarsi gettando
la salvietta sul tavolo.
“Ehm...dove vai?” le chiese vedendola in procinto di partire
per una crociata personale.
Maret si girò fissandolo seria “lo so io!”
gli disse uscendo a grandi passi dal bar.
La cameriera gli si avvicinò masticando una gomma “lo paghi
tu il conto, guapo?” Domandò ad un
Jesus parecchio perplesso
L’uomo si riscosse e la guardò “eh...mi sa di si” commentò ficcandosi una mano nei jeans stretti.
Maret uscì dalla camera dopo aver fatto la sua telefonata.
Si sentiva piena di forze come non le capitava da tempo. Con lo sguardo deciso negli occhi li convocò tutti e due ed espose il suo piano.
“Ascoltatemi bene!”esclamò sedendosi sul tavolo della sua stanza
a gambe incrociate.
Jesus la guardò divertito: mai vista più seria, quella
pazza!
“Alcuni giorni fa ho chiesto l’aiuto di un amico e quel
fottuto nero me l’ha ammazzato come un cane. Arlo era un mio cliente, mi aveva
promesso uomini e armi. La mattina dopo, quando sono
andata a casa sua, ho trovato solo una distesa di morti.”
Indicò la bandiera dei pirati che aveva staccato dal panfilo
dell’uomo con un gesto triste “lo devo fare anche per lui, è colpa mia se..”
Si riscosse assumendo un tono duro “Bisogna rifornirci d’armi,
immagino che non vi sarete portati un granché appresso,
per via della dogana.” Li guardò entrambi a turno “Ho chiamato un mio amico,
domani sarà qui con lo stretto indispensabile” dichiarò guardò l’orologio fermo
della stanza “Freira e Lucita sono due ex poliziotte.. fate i bravi con loro,
non ci vanno leggere quelle due, se devono spaccare qualche osso” li avvertì
nuovamente. “Rodas arriverà con loro. Lucita è la sua
donna, quindi...avete capito, no?”
Scese dal tavolo guardandoli seria “questa è gente tosta, Rodas è un ex- marine..”
“Meno male che non è un S.A.S.!”
commentò Natt ridendo e facendo scoppiare in una risata allegra anche Jesus.
“Sì si...fate i coglioni..” Li
canzonò Maret con un sorriso ironico.
“Lavoravano tutti per me. Quando quello stronzo di Jeriko ha
fatto saltare l’aereo e bruciato i campi, se la sono presa piuttosto a male e
hanno giurato di vendicarsi.” Continuò la ragazza con voce funerea “non sono però così ‘specializzati’
come voi due “sorrise guardandoli “per l’artiglieria pesante siamo a posto, la
‘manodopera’ c’è..manca una cosa: riuscire ad entrare
nel villone di Jeriko.”
Scese dal tavolo cominciando a passeggiare su e giù “Non ho
idea di come entrarci, spremetevi le meningi...anche
tu, lo so che qualcosa la dentro nuota ancora.” disse
a Natt ridendo e tirandogli leggermente un ciuffo di capelli.
Jesus scosse la testa guardandola “Come al
solito! Hai preso informazioni? Come è fatto sto tipo?
Che passioni ha? Manchi di dote organizzativa, tesoro”
le disse divertito.
“Oddio, non chiamarmi in quel modo! Mi fa venire la pelle
d’oca!” l’avvertì Maret con tono sofferente “Comunque
so tutto quello che c’è da sapere: gli piacciono i gioielli e i cani. Gliel’ho fatto fuori uno e lo stronzo s’è vendicato! Ha la passione
per le fighette seminude..”
“Sta parte mi piace!”commentò Natt sorridendo serafico.
“Scordatelo!” sbottò Maret inviperita “non pensare neanche
lontanamente di toccarle, all’ultimo che ha provato a farsi una sua donna,
l’hanno ritrovato scorticato nel secchione della
spazzatura e con i propri testicoli in bocca...e non sto scherzando!”
“Ha fatto bene, da una parte!” annuì Jesus guardandola.
“Ma che cavolo dici?”
“Che non si tocca la roba degli
altri…piuttosto chi è sto Arlo?” le domandò serio.
Maret scrollò la testa incredula “Sei
geloso di uno che è morto?!”
“Adesso è morto! E prima? ”
Natt li guardò a turno “mi vado a fare un giro...magari
scopro qualcosa d’interessante”
Quando uscì, Maret ridacchiò
divertita “bene…così posso fare la mia telefonata” disse prendendo il cellulare
e sedendosi di schianto sul letto con una luce furbetta negli occhi.
Jesus le tolse il telefono di mano “Allora? Che hai combinato con questo tipo?” la interrogò serio.
Un silenzio incredulo calò nella stanza “Non ci posso credere..”...non stava scherzando!
Si schiarì la voce facendolo sedere davanti a se “C’ha provato, ha rimediato due calci, siamo diventati amici.
Fine!” decretò togliendogli il telefono.
Jesus grugnì poco convinto.
Diosanto! Pensò Maret stupita. Lo vide che la osservava
ostinatamente e resse il suo sguardo per tutto il tempo “beh…in
effetti voleva sapere la mia posizione preferita” buttò li casualmente
facendolo esplodere.
Jesus ringhiò fra i denti e ad un tratto si voltò a
guardarla con un sorriso ironico “e qual è la tua
posizione preferita?”
Per la prima volta la vide arrossire “fatti gli affari tuoi..”mormorò rigirando il cellulare in mano.
Lentamente strisciò fino a lei togliendole il telefono di
mano “dimmelo..” Sussurrò baciandole la guancia rossa.
“Non te lo dico” ridacchiò spingendolo via “devo chiamare
Lyse, togliti di mezzo” borbottò mentre la placcava sulla schiena cominciando a
baciarla e a passarle le mani addosso.
“Mi costringi a scoprirlo da solo…” le disse sorridendo provocatorio.
Bar Di
Al
Natt entrò casualmente nel locale, accaldato e sudato. Si
sedette stanco sullo sgabello ordinando una birra ghiacciata. Al lo guardò con
occhio critico. “Straniero?” domandò mettendogli davanti il boccale
“Di passaggio” rispose secco.
Una donna attraente gli si avvicinò dopo un po’ “hai del
fuoco?” gli domandò notando la sigaretta Natt la guardò perun attimo...la sua professione era evidente
“certo che ce l’ho o non saresti venuta da me” le
disse allungandole l’accendino.
Pepita aspirò il fumo sospirando “ti va di divertirti un
po’?” gli chiese guardandolo.
Natt scosse la testa “ti ringrazio, ma non è di questo che
ho bisogno adesso” le disse sorridendo “magari un’altra volta”
La donna rise divertita “potrei anche smetterla con questo
lavoro..”
Natt la fissò bevendo la birra ghiacciata “quello che vuole
la signora” disse ad Al facendo girare la donna
stupita “grazie straniero!”
Un bloodymary
comparve fra le mani della prostituta che lo sorseggiò con un’espressione
paradisiaca
“Sei parecchio carina, non potevi
trovarti un altro lavoro?” le domandò il sicario soffiando via il fumo della
sigaretta.
“mah.. uno vale l’altro…cercano
sempre tutti di fotterti” dichiarò con voce triste
“il mio pappone è morto a adesso non so che cazzo fare, straniero”
Natt la lasciò parlare cercando di carpire più informazioni
possibili su quel Jeriko...un bel fetente di prima classe! Pensò alla terza
sigaretta.
Finita la chiacchierata Natt le allungò un sigaro che
portava sempre appreso” fatti una bella fumata…e cambia
lavoro. Sei troppo carina per ridurti a battere.”
Pepita sorrise divertita “mi
ricordi Arlo..sempre gentile e irriverente come te!”
Arlo? Natt sollevò un sopracciglio ..ma
era il nome..
Maret faceva la
puttana?!
S’impose la calma “conosci una che si chiama Valerie?” le chiese svagato.
La prostituta lo guardò sorpresa “si…una bella donna, sempre
triste. Qualche hombre de mierda
le ha spezzato il cuore” gli disse guardandolo timorosa “sei
tu?”
“No non sono io..” Scosse la testa più volte “ma è una tua …collega?” domandò
temendo una risposta affermativa
Pepita scoppiò a ridere ”Por favor! Sono usciti più uomini
piegati in due per il dolore, da questo locale che clienti dalle mie mutande!”esclamò sorridendo.
Natt respirò nuovamente…sempre
la solita, Maret!
Mentre Natt faceva conoscenza con
Pepita, Maret aspettava che quel rompiscatole si addormentasse e la lasciasse
telefonare
“Chi stai chiamando?” le domandò Jesus assonnato.
“Dormi”
Adesso combina un
macello! Pensò l’uomo disperato mentre prima di addormentarsi.
Maret aveva fatto bene i conti. A quell’ora Lyse stava
tornando a casa. Quando entrò il telefono stava
squillando. La ragazza fu quasi tentata di lasciar rispondere la segreteria.
Si sedette sulla poltrona guardandosi attorno…il telefono
squillava incessantemente. Senza Maret quella casa era vuota...e senza Natt…Natt..
“Pronto”
Maret sentì quella voce fiacca e diventò triste “ciao
coinquilina..” Mormorò nel cellulare sentendo gli
occhi pungere di lacrime.
Lyse sobbalzò raddrizzando la schiena “Monique? Sei tu?”
Maret ridacchiò piano “si, comete la passi? Il tuo capo ti fa sempre
impazzire?”
Lyse si appoggiò allo schienale morbido,
togliendosi i sandaletti aperti “non me ne parlare, ho
quasi deciso di mollare tutto e andarmene dalla città”sospirò passandosi
una mano sui capelli legati. Si tolse le forcine e una cascata di capelli ricci
si riversò sulla spalla sinistra.
“Mi dispiace essermene andata senza dire nulla..”
Lyse sollevò le spalle “ sei una stronza senza cuore..”le disse sprofondando nella poltrona. Tolse un cuscino da
dietro la schiena e lo appoggiò sullo stomaco dolorante. Le era venuta la
gastrite a forza di preoccupazioni!“Allora?Che mi racconti? Hai
ritrovato te stessa in India?” le chiese scherzosa.
Maret sorrise “non sono in India, qua fa tanto caldo, la
temperatura ideale per me” le disse appoggiandosi sui cuscini del letto.
“Stai meglio ora? Ti sono passate le crisi esistenziali, mocciosetta?”
mentre parlava con lei si stava spogliando e aprendo
il frigo allo stesso tempo.
“Diciamo di si...c’è una persona
con me…”
“Ti ha trovato?” le chiese all’improvviso con metà
tramezzino in bocca.
“Inghiotti quel concentrato di calorie che stai mangiando! Non
ti capisco se mugugni con la roba in bocca!”la sgridò
divertita. Era come hai vecchi tempi: Lyse preparava
schifezze ipercaloriche e immangiabili e poi si lamentava dei chili in più!
“Scusa!”bofonchiò la ragazza “ho detto..
Jesus ti ha trovato?”
Afferrò la bottiglia dell’acqua scolandosela per un buon
sorso mentre lei parlava…quasi si strozzò sentendo il nome del Natt.
“Che è successo?” la interrogò Maret dura “ è vero che l’hai scaricato?”
Lyse gettò il tramezzino sul tavolo restando un attimo in
silenzio “si..è vero”
“Perché? Non spararmi la cazzata
del lavoro!” Maret si sollevò a sedere incrociando le gambe.
Lyse si tolse il reggiseno buttandolo sul divano davanti a
sé, restando solo con la camicetta addosso…ora si sentiva più libera “è vero, è
stato per quello..e per altro..”confessò mesta “non riuscivo a sopportarlo!
Tu non hai idea di che vuol dire uscire con uno che magari, un’ora prima, ha
ammazzato qualcuno!” le urlò nel telefono “anzi lo sai ma per voi è diverso,
fate lo stesso lavoro!
Io..”
“Lyse..” Maret sospirò nel telefono, scuotendo la testa
confusa “dì la verità..te ne sei innamorata vero?”
Un lungo silenzio...una pausa che
confermò i suoi sospetti “avevi paura che un giorno non tornasse più da te. Il
timore di prendere il giornale e trovare il suo nome nella cronaca nera..”
Lyse annuì dall’altro capo del telefono “si…è vero...su
tutto..” Mormorò depressa “non immagini quanto mi
manchi, quello stupido pallone gonfiato”
Maret rise divertita, svegliando Jesus. Le tolse il telefono
debolmente “ciao Lyse..” La voce allegra della ragazza
lo fece sorridere “non so che consiglio ti sta dando la
psicopatica ma tu non darle retta!” le disse sbadigliando.
“Ma la finisci? Sto cercando di
farli tornare insieme!” sbottò Maret offesa.
“Perché non ti vai a fare un giro?
Ci parlo io con lei” le disse piano.
Marito gli scoccò un’occhiata lunga e scettica. Con un
grugnito si alzò afferrando i vestitie
rinchiudendosi nel bagno.
“Ok...la strega è andata, dimmi tutto”
Quando attaccò Jesus era il ritratto
della serietà…non riusciva a crederci. Ma che gli
saltava in testa a quel citrullo?
Trovò Maret nella sua stanza che continuava a guardare i
suoi appunti, con una penna in bocca e lo sguardo concentrato. “E’ successo un
bel guaio, hai visto quel deficiente da qualche parte?” le chiese serio.
Maret scosse la testa mentre cercava d’ incastrare
tutti i pezzi : le ci voleva un’occasione mondana o qualcosa del genere per
riuscire a introdursi nella villa e schienare Jeriko. Ad una festa la
sorveglianza sarebbe sicuramente diminuita. Sarebbero stati tutti troppo
occupati a badare agli ospiti di riguardo che alla sorveglianza esterna. La
polizia era corrotta fino al midollo in quella città e non si sognava di
mettere mai piede nella villa di Durante.
L’irruzione di Natt, come al solito
caciarone e ridacchiante, la distrasse “è arrivato il deficiente che cercavi “ mormorò
a Jesus soprappensiero.
“Mentre voi fornicavate come animali
ho scoperto un sacco di cose interessanti!”esclamò il sicario guardandoli a turno.
“Cioè? Che è
un gran figlio di puttana lo sapevo già!” commentò sarcastica Maret
“Quel tipo è un infame della peggior specie! Secondo me per
rilassarsi strangola gatti!” sbottò Natt
sedendosi in terra e osservando gli
appunti di Maret
“Non mi stupirebbe il contrario!” affermò la ragazza
cercando di riprendersi i suoi fogli. Natt glielitolse dalle mani e gli diede
un’occhiata veloce con aria divertita. Li gettò da un
lato dopo averli letti “A proposito, la tua amica Pepita ti saluta” le disse
allegro “simpatica ragazza ma brutta professione!”
“Chi è Pepita?” domandò Jesus guardandola male.
“Una prostituta amica sua” decretò incrociando le gambe
sotto di sé.
Jesus la guardò incredulo. Maret lo fissò di rimando “e
allora? E’ una brava ragazza, lavorava per Arlo”
“Maret! Facevi la prostituta?!”
“Ma che ti salta in testa?!” urlò
la ragazza arrabbiata“sta zitto che è
meglio!”
Guardò Natt che rideva divertito “e tu continua…hai fatto il
bravo con lei?”
“Come no? Le ho offerto anche da bere!” esclamò continuando
ad osservare il viso stravolto di Jesus “finiscila, esisti solo tu per lei!”
gli disse tirandogli la penna con cui Maret stava
scrivendo.
Guardò la ragazza serio “ ci sarà
un festino fra poco...direi che potremmo infilarci quatti quatti e sforacchiarlo
un po’”
Maret s’illuminò “l’occasione che cercavo! E bravo Natt! Qualcosa sai fare,
oltre che sparare cazzate!” decretò contenta.
La voce di Jesus giunse fino a loro seria
e tesa “fra quanti giorni si terrà?” gli domandò con aria cupa.
“Dopodomani, abbiamo tutto il tempo per organizzarci! Meno male,
mi stavo rompendo a sentirvi scopare
come ricci!”
Una violenta botta in testa lo fece
imprecare “la devi finire, imbecille!” urlò Maret infuriata e rossa.
Jesus si alzò dal pavimento e fissò Natt serio...troppo
serio “Kluge…devo parlarti, seriamente e da uomo ad
uomo”
Il sicario si stupì: quando lo chiamava per cognome era
presagio infausto!
Scrollò una mano divertito “la
finisco di fare battutacce, lo prometto!”
Ma Jesus non rideva e continuava a fissarlo “Maret, vatti a
fare un giro..”
Quel tono l’aveva già sentito una volta: presupponeva uno
scoppio d’ira funesta a cui lei non intendeva assistere.
Quando se ne fu andata con la curiosità
che la divorava, Jesus chiuse la porta a chiave affondando le mani nelle tasche.
Cominciò a girovagare per la stanza mentre l’amico lo
guardava comodamente appoggiato al bordo del letto, giocherellando con gli
occhiali da sole e guardandoli controluce per trovare eventuali segnacci.
Jesus si schiarì la voce prima di investirlo “Ho fatto una
chiacchierata con Lyse..”
A quel nome l’uomo s’incupì e lo guardò.
“E’ vero che sei scappato da casa sua dopo che ti ha
detto…di quella faccenda?” Si voltò verso di lui nervoso “capisco
essere preso in contropiede...ma addirittura scappare! Ma
sei idiota? Che ti salta in testa!” gli urlò contro
incredulo”e tutto perché è una a cui piace aspettare?!”
“Senti, siamo stati insieme cinque mesi e non è mai successo
niente fra di noi. Poi una sera…sai come va no? C’è
l’atmosfera, le candele, i violini…. Me se ne esce con
quella confessione!”
Si alzò in piedi, cominciando a girare
terrorizzato “mi è letteralmente preso un infarto!”
Lo guardò con due occhi supplichevoli a cui Jesus rispose
con un’occhiataccia “non hai scuse, imbecille!” lo
sferzò senza pietà. “lei è ancora innamorata di te. Se voleva farlo è perché..”
Natt lo interruppe serio “è per quello che sono scappato..”
Si sedette sul letto depresso, sprofondando le mani nei
capelli neri “non me ne importava niente di aspettare, stavo troppo bene con
lei per perdermi in simili dettagli...e tu sai che per
me, non è un dettaglio trascurabile, il sesso!”
Jesus annuì più volte con una smorfia divertita “lei ti ha
detto che ti amava e ti si è offerta su un piatto
d’oro...e tu comeun coglione sei fuggito
perché ti sei accorto di ricambiarla. La scoperta è stata troppo pesante e hai
pensato bene di prendere la porta…mi ricordi Maret!”
finì divertito.
Natt scosse la testa serio “quanto
le odio, ste stronzate da donna!” sbuffò gettandosi
sul letto di faccia ”aspettare l’uomo giusto..mah…mi
è preso un colpo quando mi ha guardato in quel modo, sembrava che esistessi
solo io..” Strusciò il viso sul lenzuolo stropicciato “da una parte mi faceva
molto piacere, non immagini quanto...ma era una responsabilità troppo grande,
per uno come me!”
Si voltò sulla schiena guardando il soffitto “lei ci teneva.. e se non fosse andato bene? Se avessi
sbagliato?”
Jesus lo ascoltava quasi commosso. L’unico discorso serio
che avessero mai fatto in tutti quegli anni!
Natt si alzò appoggiandosi ala finestra, il sole stava
calando sempre di più “mi sono chiesto che diavolo ci facesse quello schianto con...con un rifiuto, diciamocelo pure! Lyse merita di
meglio..”
Il tono si affievolì mentre il sicario si schiariva la voce
“ho cominciato a comportarmi male, a dirle cazzate…tipo che avevo ammazzato un
bambino...neanche lavoravo in quel periodo!Sono stato 5
mesi a girarmi i pollici!” gli disse divertito “quando mi ha liquidato ci sono
rimasto lo stesso di merda. Sapevo che l’avrebbe fatto ma non mi aspettavo che
facesse così..” Guardò in terra
depresso “..male..”
Jesus loriscuotè dal suo stato di
torpore con una frase che lo colpi alle spalle come un pugnale “Beh, datti una
svegliata, cazzone. Tra una settimana Lyse si sposa!”
Natt lasciò cadere la sigaretta che si stava accendendo sgranando gli
occhi
Natt lasciò cadere la sigaretta che si stava accendendo
sgranando gli occhi. Il cuore gli si fermò sentendo la frase ‘Lyse si sposa.’
Aprì la bocca cercando di parlare ma la richiuse, rendendosi
conto di boccheggiare come un pesce. Abbassò lo sguardo sulla sigaretta caduta
e si chinò a raccoglierla con due dita.
“E con chi?” gli domandò con voce roca.
Jesus osservò il suo amico per una volta senza parole.
Sembrava che stesse per sentirsi male.
“Un collega di lavoro” mormorò posandogli una mano sulla
spalla “direi che è il caso di spiegarle come stanno le cose in realtà”
Natt restò immobile fissando il vuoto. Il suo volto s’indurì
con una smorfia “Meglio! Ho fatto bene ad andarmene quella volta.” Si spostò
bruscamenteda Jesus, afferrando gli occhiali da sole con rabbia ed
uscendo dalla stanza come una furia.
Sorpassò Maret urtandola con forza e facendola sbattere
contro la parete del corridoio. Senza chiederle scusa, si allontanò in silenzio
tremando di collera.
La ragazza restò a guardarlo sorpresa “che è successo?!”
domandò esterrefatta a Jesus quando entrò nella stanza. “ho visto Natt
sconvolto, avete litigato?”
L’uomo la guardò appena “ce l’hai un vestito buono? La tua
amica ci ha invitato al suo matrimonio” le disse affacciandosi alla finestra e
osservando il sicario che si allontanava di corsa.
“Lyse si sposa? E con chi?! Ma se ancora innamorata di
Natt!” esclamò sorpresa, girandolo verso di sé.
“Sposa un tale Marc...mi fa cagare solo il nome”
“Marc?!” la smorfia di disgusto di Maret era quasi comica
“quell’idiota ingegnere del cavolo, tutto videogiochi e cervello zero? Ma è
impazzita!” gridò sconvolta.”Ma non se ne parla! Odio doverlo ammettere ma
preferisco di gran lungo che esca con Natt che con quello stordito che non sa
nemmeno chi sia Escher!”
Jesus la guardò serio “dobbiamo sbrigarci, il matrimonio è
fra una settimana.”
Maret sospirò sollevata. “abbiamo tutto il tempo, adesso
vieni con me. Rodas e le due poliziotte sono qua fuori con le armi”
Quando uscirono dal motel sotto il sole calante, Jesus
guardò con stupore l’americano appoggiato al camion nero con le ragazze che
aspettavano picchiettando lo stivale impolverato sul terreno. Mai visto due
donne più massicce di quelle! Pensò impaurito dai muscoli delle due. Natt le
avrebbe classificate come ‘delle fottute culturiste lesbiche’…ci avrebbe scommesso!
Rodas, un ex marine congedato con disonore dall’esercito
americano, indossava un paio di jeans talmente logori che sembrava stessero per
cadere a pezzi e una classica camicia a quadri rossi. Sembrava ClintEastwood, quel tipo!
Mentre parlava, Jesus aspettava che se ne uscisse con un ‘coraggio,
fatti ammazzare’ in tema al personaggio.
Lucita e Freira erano sorelle gemelle e si muovevano quasi
sincronizzate.
Maret continuava a rigirare le armi che Rodas le aveva
preparato ”che ne pensi, muchacha? Roba di prima
classe, éstaaquì” borbottò
battendo una mano sulla canna del fucile.
Jesus lo rigirò con occhio critico…buona fattura, ben
oliati. Potevano andare.
“Non male Rodas...no es mal” ribatté Maret seria.
L’uomo guardò Jesus con aria scettica ”Quién
es?” mormorò a bassa voce alla ragazza.
Maret posò le armi con un sorriso divertito “Jesus es mìnovio” gli disse ridacchiando.
Il killer la guardò sorpreso: non era proprio negato con
quella lingua e si stupì che la ragazza lo classificasse come ‘il suo fidanzato’
L’uomo esplose in una risata divertita “che mi venga un
colpo! Dobbiamo festeggiare!” esclamò dando delle forti pacche sulle spalle di
Jesus che gettò un’occhiata interrogativa a Maret.
“Assecondalo, è il suo modo di fare!” gli disse compiaciuta.
Rodas tornò serio dopo un attimo “Noi siamo con te, a quando
il colpo?”
Freira e Lucita la stavano guardando con aria nervosa. Maret
posò il fucile sospirando “non vorrei tirarvi in mezzo...avete visto che è
successo ad Arlo”
Lucita sollevò le spalle
indifferente “ sarà un piacere sforacchiare quel culo nero!” le disse
sorridendo sarcastica. Fece un cenno con la testa in direzione di Jesus “l’hombre..è preparato? La sa tenere in mano una pistola?” le
domandò come se Jesus non fosse neanche presente.
Un fiotto di bile gli venne su all’istante. Si sollevò dal
camion al quale era appoggiato e guardò Lucita dritta
negli occhi scuri “vuoi mettermi alla prova, hermana
?” sibilò pacato.
Con una smorfia divertita, Lucita si allontanò di pochi
passi. Gli mostrò una moneta “saresti in grado di centrarla, hombre?”
Jesus sbuffò divertito “ma per chi mi ha preso questa?”
disse a Maret tirando fuori la magnum .
Una sorta di leggero piacere pervadeva la ragazza mentre
osservava la spacconata di quei due stupidi. Rodas neanche la guardava, Lucita
faceva sempre di quelle cose, non se ne stupiva più.
La poliziotta si allontanò di parecchi metri, incastrando la
monetina fra due rocce che spuntavano dal terreno. Con un cenno della mano e
un’espressione sarcastica sul volto gli diede l’ok.
Jesus quasi non prese la mira, sparò con uno sbuffo
divertito pensando alla fame arretrata da soddisfare.
Lucita guardò la moneta sventrata
e sollevò un sopracciglio sorpresa.
“Con quel cannone in mano è già tanto se c’è rimasto
qualcosa” commentò Maret serafica.
Jesus la guardò divertito “troppo facile…se fosse stata in
movimento…” le disse riponendo l’arma.
Un grido lo fece girare di scatto.
Lucita gettò un’altra monetina, stavolta in alto “prova
così!” lo sfidò ridendo. Maret vide la scena al rallentatore: Jesus che girava
su se stesso e il grilletto che scattava.
Un ‘din’ e la moneta cadde a terra
intera.
L’ha mancata?!
pensò Maret stupita.
“La finiamo con queste pagliacciate da spaghetti western?
Andiamocene a mangiare!”le disse sospirando e avviandosi verso il motel.
Rodas e Freira lanciarono un’occhiata a Maret che guardava
la ragazza. Lucita non parlava più. Tirò su il ciondolo che portava al collo:
la catenina pendeva spezzata fra le sue mani. L’immagine santa di Cristo
giaceva a terra con un ampio foro al centro.
Un brivido freddo passò lungo la schiena della ragazza
quando si avvicinò alla sorella “chi è quello?” domandò con voce alterata.
Maret guardò Jesus allontanarsi fischiettando
” mi secca doverlo ammettere, ma quello è il miglior killer sulla piazza”
“Ma quando diavolo l’hai presa?” gli domandò Maret per la
centesima volta.
“Uffa! Ma che t’ importa! Ormai sa che siamo persone con cui
non si scherza!” Sbuffò Jesus seccato: gli dava fastidio e lo imbarazzava che
parlassero delle sue prodezze. Guardò Maret che lo fissava con occhi stretti
come fessure.
“Cosa c’è?” le chiese ficcandole un pezzo di bistecca in
bocca. Maret masticò imbronciata “quella volta che ti ho steso…mi hai fatto
vincere, per caso?” gli domandò secca, preparandosi a litigare con lui.
Un sorriso divertito comparve sulle labbra del killer
“mangia che è meglio!”
Il viso della ragazza s’incupì “mi hai fatto fare tutta
quella fatica e avevi già deciso di non uccidermi?!” la sua voce si alzò di
parecchi toni. I pochi avventori del ristorante si voltarono verso di lei.
“Questa è una cosa che non saprai
mai” le dispose sorridendo ”ma potremmo fare uno scambio: tu mi dici la tua
posizione preferita e io ti rispondo”
L’ironia gli brillava negli occhi mentre la guardava. Come
diavolo faceva ad arrossire in quel modo? Era adorabile!
Maret girò la testa a disagio “invece di dire
cretinate...dov’è finito Natt? E’ scomparso da ore!”
L’uomo lasciò perdere il cibo guardandola sbuffare “potrebbe
essere ovunque…c’è un bar da queste parti? Magari si starà ubriacando“
Il bar di Al era l’unico posto da quelle parti per farsi una
bevuta in santa pace. Maret si alzò gettando la salvietta accanto a se. “Lo
vado a prendere”
Bar di Al
11: 57
Si sposa…si sposa..
con chi diavolo si sposa?! Ci siamo lasciati da neanche due mesi e lei...si
sposa..
Natt se ne stava riverso sul tavolo più appartato del bar, guardava
il bicchiere pieno e la bottiglia di tequila vuota accanto a lui.
Il portacenere era colmo di mozziconi di sigaretta. Stava
facendo fuori anche la scorta di sigari delle grandi occasioni.
..e questa è
decisamente una grande occasione, amore mio...pensò come se si stesse
rivolgendo a Lyse...come no? Festeggiamo
l’idiota che ti ha lasciato scappare per sospetta carenza neuronale.
Buttò in terra la bottiglia che rotolò per alcuni centimetri.
“barista...altra tequila..” Borbottò depresso.
Maret gli si sedette davanti con una bottiglia piena e un
bicchiere.
“Non si beve mai da soli...”gli disse in tono dolce che non
pensava di avere. Non riusciva a vederlo così depresso!
Natt sbuffò attaccandosi alla bottiglia ”mi ricorda qualcosa
sta scena..” Le disse singhiozzando “ se hai anche intenzione d sedurmi te lo
dico...non sono dell’umore giusto” Sbottò tenendosi la testa con una mano.
“Ne farò a meno.” Commentò Maret appoggiandosi allo
schienale della sedia. Era ridotto veramente uno straccio.
“Sei mai stata a Hong Kong, Maret?” le chiese d’un tratto
bevendo un gran sorso e sbattendo la bottiglia su tavolo.
“No”
“..le sue luci…sembra Manhattan di
notte, con una bella montagna sullo sfondo.. “ le disse con lo sguardo perso nei
ricordi.
“Una bottiglia di DomPerignon e una bella donna accanto…è tutto quello di cui
hai bisogno..”
Appoggiò i piedi su tavolo affondando nella sedia e tirando
indietro la testa “sali sul palazzo più alto e senti la città ai tuoi piedi...ti
manda in estasi, è seducente e caotica al tempo stesso. Ho sempre pensato che
l’avrei portata li, prima o poi…dove ho sbagliato..” Domandò a bassa voce.
Maret non capì se si rivolgeva a lei o a se stesso.
Scosse la testa guardandolo “Natt...lei è ancora innamorata
di te ma ha paura che un giorno tu..”
S’interruppe quando il sicario sbattè un pugno sul tavolo
“non dirmi cazzate! La tua amica si sposa!”
“Ha paura che un giorno tu possa lasciarci la pelle!”sbottò
la ragazza dura.
L’uomo la guardò scuotendo la testa più volte “Maret guarda
le mie mani! Questi calli del cazzo ti vengono solo con la pistola, non perché
ti fai le seghe!” Sbraitò mostrandole i palmi ruvidi.
“E allora?” insistette dura.
“Lyse non può stare con uno come me...ti piacerebbe che uno
ti accarezzasse con delle mani simili?”
le chiese con voce greve.
Maret lo fissò ironica “Natt...ma che diavolo vai dicendo..”
Si spostò dalla sua parte con la sedia e gli mise un braccio sulla spalla “Lyse
ti ama. Quell’idiota che sposa è irrilevante...tu sei mille volte meglio di
lui!”
Con un grugnito poco convinto Natt le si appoggiò addosso
“lei voleva fare l’amore con me..”
Maret alzò un sopracciglio stupita ..e si! Lo amava proprio,
visto i discorsi che le aveva sempre fatto! “E allora?” gli chiese
stringendolo.
“Sono scappato..” Le rivelò depresso.
Una risata lunghissima proruppe dalla ragazza. Le lacrime le
colavano dagli occhi nocciola costringendola ad asciugarseli continuamente.
“Non c’è un cazzo da ridere, stronza!” sbottò il sicario
offeso…si spostò da lei mentre Maret tamburellava una coscia con la mano
“bellissima battuta! Non ho mai riso tanto!”
Si riprese a stento “ok...adesso dimmi la verità!” gli disse
schiarendosi la voce con una traccia di riso negli occhi.
Natt non le rispose, giocando col bicchiere e tirandone giù
un altro sorso abbondante.
“Non è una battuta! Non è una fottutissima
battuta!” sbraitò alticcio alzandosi in piedi “io, NathanielKluge, ho schienato un
S.A.S. armato fino ai denti e me la sono squagliata come un coniglio quando....”
si ributtò a sedere sentendosi male “la dovevi vedere…era un sogno, con quel
vestito dipinto addosso, quei capelli così carini che ti si attorcigliano
attorno alle dita e quel sorriso…” le disse in tono sognante.
“Il vestito celeste?” ...se era il vestito che le aveva
fatto comprare lei, Lyse era da sturbo!
“Si...era ancora più bella del solito! C’erano le candele e
tutte quelle stronzate che vi fanno impazzire...e lei mi dice con quella vocina
morbida ‘vado un attimo di la’ e torna con un
completo intimo che le avrei letteralmente strappato con i denti..” Mentre
parlava accalorato, Maret lo guardava sprofondare sempre di più nella
disperazione, come quello che ha capito il terribile sbaglio che ha fatto e non
può più tornare indietro.
Attorno a lei le ragazze del locale e le prostitute lo
guardavano incuriosite. Maret fece un cenno silenzioso a Pepita che si era alzata
per salutarla.
“Il completo rosa?”
“Nero..”
No, quello non l’aveva visto! ”E poi?” gli domandò
incuriosita e sorridente. Era carino osservarlo mentre parlava della sua amica.
Aveva uno sguardo talmente innamorato!
“..e mi comincia a baciare ..eha quel modo così sexy di farlo…Non mi è mai
piaciuto baciare così tanto una donna...con lei era…qualsiasi cosa facesse era
il paradiso! Era adorabile anche dopo una nottata in bianco, passata disegnare
quella roba strana. Anche se era nervosa riusciva sempre a tirare fuori uno dei
suoi sorrisi..”
“Ho presente” gli concesse Maret con un risolino idiota sul
volto “e poi...com’è finita?”
“Mi dice...che mi ama e che lo vuole fare con me…e io penso…davvero?
Dopo tutto questo tempo?”
Guardò Maret con un sorriso depresso
“non me ne fregava niente se mi metteva alla porta la sera invece di farmi
entrare, mi bastava un suo bacio…dico davvero; e poi arrossisce in un modo così
carino, ha una timidezza patologica che mi manda il sangue in ebollizione…e
pensavo ‘la prossima volta non mi scappa’...sono
passati cinque mesi..”
Le ragazze si stavano avvicinando lentamente senza farsi
vedere mentre Maret con la guancia abbandonata sulla mano lo guardava
estasiata.
Natt ingoia un altro sorso abbondante guardando fisso
davanti a se “ mi fa ‘perché non rimani per un pò? Piove, non voglio che ti bagni’ ..e c’erano candele ovunque…e lei era così bella..”
Si accascia su tavolo umido, borbottando qualcosa fra sé “ io
mi tolgo la giacca e mi siedo e mi sembra che qualcosa non quadri…come mai ci
impiega così tanto, che sta facendo?E
poi…la vedo...e quasi ci resto per la sorpresa. Lei mi si avvicina e mi dice
che vuole che resti con lei tutta la notte…che mi ama..”
Un ‘ohhh’ di commozione sale dalle
ragazze appollaiate attorno al tavolo. Maret si gira sorpresa e hanno tutte quell’identica
espressione sognante. Si domanda se anche lei abbia la stessa faccia scema.
Natt si alza in piedi ubriaco fradicio e si appoggia al
tavolo guardandole “lei mi dice che mi ama.. che vuole farlo per la prima volta con l’uomo
giusto e io sono l’uomo giusto… E io scappo!”
Un ‘nooo’ di disapprovazione sale
dalla platea abbattendolo ancora di più.
“Già..”borbotta guardandole senza vederle per colpa
dell’alcool. “il principe azzurro...bleah! Fanculo!” sbottò
tirando la bottiglia a terra e mandandola in frantumi. “vi sembro un coglione
col cavallo bianco, io?”domanda senza attendere risposta “nahh...non
lo voglio sapere!” borbotta disgustato, alzando una mano al brusio “e la volete
sapere la cosa più divertente?!” in quel momento sta urlando e Maret non sa
come calmarlo ”Natt…smettila..” Gli dice tentando di farlo sedere.
“No questa la devono sentire! Lei si sposa con un altro! Io
la amo da impazzire elei si sposa!”
Crolla a sedere completamente esausto “lei mi ama…io la
amo…lei sposa un altro, perchè non gliel’ho detto che la amo. Sono scappato
perché avevo paura di lei..” Mormora depresso.
Maret riesce a farlo alzare a fatica “su andiamo a dormire, hai
fatto il tuo spettacolino”
Mentre lo carica nella macchina, Maret si sente male per lui…anche
Jesus era ridotto in quel modo quando lei se n’era andata?
Quando entra in camera sua, dopo averlo messo a letto, si siede
sulla sponda pensando a Lyse...non poteva sposare quel rimbambito…non se era
cotta in quel modo del beota nella stanza accanto.
Si sdraia sul letto togliendosi le scarpe...beh,
sbrighiamoci qui..
Nel suo raffinato abbigliamento, una ragazza si pavoneggiava
al fianco di Jeriko con un completo scuro, tagliato
dal miglior sarto di Villahermosa. Il re della
cocaina assaporava la sua vittoria su quella sciocca ragazzetta che credeva di
poter rivaleggiare con lui.
Togliere Ibanez di torno non era
preventivato, ma si sa...non tutte le ciambelle
riescono col buco.
Bevendo una coppa di vino rosso, che faceva giungere appositamente da pregiate cantine italiane, si avvicinò ad
un gruppo d’affaristi cubani sfoderando il suo miglior sorriso. L’anello di
diamante scintillò alle luci intense del salone e strinse la donna che aveva
scelto appositamente per la serata dalla scuderia di Juanez, rivale in affari di Arlo. La cinese sorrise, ma sul
suo bel volto delicato e sottile si poteva leggere solo noia e indifferenza. Si
costrinse ad annuire ai discorsi spocchiosi dei cubani, desiderando solo di
tornarsene a casa e togliersi quegli scomodissimi tacchi che le stavano facendo
dolere la schiena una volta per tutte.
Il furgone nero di Rodas si fermò poco distante dalla villa.
L’uomo si girò verso Maret che preparava il fucile e le fece
un segno ““ci sono quattro telecamere e due guardie all’entrata,
più un paio di mastini che Jeriko lascia sciolti. Penso che stasera li abbiano
legati. Un mezzo a quella confusione vi sarà difficile centrare il bastardo!”
I due uomini gli schioccarono un’occhiata lunga, evitando di
rispondere.
“Questo non l’ha capito con chi ha a che fare!”sghignazzò Natt
caricando la pistola.
“Oh.. credimi…lo sanno!” mormorò
Jesus guardando Lucita che strinse le labbra rosse.
Jesus infilò i caricatori nelle tasche dei
jeans e sorrise a Maret “Allora, tesoro...da davanti o da dietro?” le chiese
sorridendo con un ‘vaghissimo’ doppio senso che fece
infuriare la ragazza e sogghignare il sicario.
“Fai poco lo stronzo! Si sfonda il cancello direttamente, lo
sai che mi piacciono le entrate ad effetto!” sbottò la ragazza rossa “poi te la
faccio pagare” gli sussurrò sottovoce.
Jesus sorrise schioccandole un bacio veloce “penso di averla scoperta…quella cosa”
“Massiccio!” commentò Freira sorridendo
“mi piace il tuo stile, mujer!”
Guardò Jesus che prendeva in giro
la ragazza “ tu sei svelto di mano...dove hai
imparato?”
L’uomo sollevò appena le spalle “qua e la..”
Mormorò vago.
“E ancora non c’hai visto lavorare
insieme!” Commentò Natt allegro: quando era così allegro era ancora più
pericoloso!
“Simpatico..già!” mormorò il sicario togliendosi la giacca e mostrando una
fondina di pelle nera “li senti mai il telegiornale, bellezza? Tutto quello
strepito di alcuni anni fa…quella squadra di militari
inglesi massacrata a Londra…”
Rodas pronunciò qualcosa in spagnolo che non capirono “Siete
stati voi?” domandò incredulo “Che mi venga un colpo!”
“E quella volta andavamo di corsa. Adesso
abbiamo tutto il tempo!” esclamò Jesus riponendo
l’arma. “Vai” gli ordinò con voce secca.
Natt sospirò ripensando a Lyse...questa è l’ultima volta, te
lo prometto.
La macchina si fermò davanti al cancello e i suoi occupanti
scesero senza una parola. Le guardie all’entrata non fecero neanche in tempo ad
emettere un fiato che caddero a terra con una
pallottola in fronte ciascuno.
Rodas fece saltare le telecamere di sorveglianza con un
colpo di fucile e la stessa sorte toccò ai mastini che corsero rabbiosi verso di
loro.
Natt e Jesus procedevano tranquilli, con un sangue freddo da
far invidia all’ex marine. Neanche durante la missione DesertStorm aveva visto due uomini più placidi di quei due!
Imboccarono nel salone centrale con le armi in pugno. Maret li
guardò tutti uno per uno...ma perché disturbarsi ad osservarli? Erano già tutti
morti, solo che non lo sapevano ancora.
Gli invitati alla festa li guardarono ammutoliti. “Continuate
non fate caso a noi” esclamò Natt sparando ad uno sgherro di Jeriko e
scatenando il panico.
“Non cominciare a sceglierteli...sono tutti uguali, tutti feccia!”borbottò Maret dura.
“Se lo dici tu..” commentò Natt sorridendo e freddandone un altro.
Un mare di sangue iniziò a scorrere, mentre le due ex
poliziotte e Rodas facilitavano il loro compito.
Maret individuò i tre uomini che l’avevano picchiata e sorrise divertita. Con una pistola per mano,
sparò al ginocchio di uno e tenne sotto tiro gli altri. “Ciao ragazzi, vi
ricordate di me?” gli chiese garbatamente facendo saltare la mano di uno dei
due, quando vide che stava cercando di prendere la pistola.
“No no no...non si fa. Via le mani dalle tasche.” Sussurrò
seducente ai due uomini mentre il terzo urlava per il dolore. “vi devo rendere
la pariglia...non si alzano le mani su una signora” disse in tono dolce,
guardandoli a turno.
Un colpo preciso e caddero a terra piegati,
tenendosi le gambe ferite.
“Perdonami...non volevo pestarti...ce l’ha
ordinato lui..” Singhiozzò uno terrorizzato con la
canna poggiata sulla fronte.
“Ma non me la sono presa!” esclamò sorpresa Maret “no...davvero
lo capisco, gli ordini sono ordini..” Sospirò
comprensiva, scuotendo la testa.
“Davvero non te la sei presa?” singhiozzò il poveraccio
piangendo mentre i pantaloni si bagnavano di urina
facendola gongolare.
“Certo che no! Ho riso tanto..” Mormorò
prima di freddarlo senza pietà. Stessa sorte toccò agli altri due. Soddisfatta
si alzò guardandosi attorno…c’era un vero e proprio lago di sangue in terra.
Natt e Jesus fischiettavano e fumavano, seduti sui gradini
della scalinata che saliva fino allo studio e alle stanze private di Jeriko.
L’uomo tremava in ginocchio davanti a loro, Natt allungò le gambe e gli poggiò
i piedi sulla schiena, costringendolo a chinarsi in avanti. La calma e la boria
erano spariti dai suoi occhi neri.
“Hai finito di gingillarti con quei tre? Il pezzo grosso sta
qui” le disse Jesus pacato.
“Chi cazzo siete voi due?” domandò duro a Jesus che lo
teneva sotto tiro.
Un dolore acuto esplose al fianco quando Natt ‘per sbaglio‘ gli diede un calcio.
Maret s’inchinò prendendolo per la catena d’oro che portava
avvolta due volte attorno al collo e lo tirò leggermente su. “ciao Jeriko, te
l’avevo detto che sarei venuta a prenderti prima o poi”
gli disse serafica e sorridente, con la canna della pistola premuta sotto il
mento.
“Brutta puttana bianca! Non puoi far incazzare
un portoricano e vivere tanto da raccontarlo!”
Un altro calcio gli arrivò sui reni
facendolo gemere “ehi…non rispondere in quel modo alla signora!” gli intimò
Jesus leggermente seccato.
Maret sorrise al nero “ non sei stato
carino a bruciarmi la casa, c’erano un sacco di bei vestiti dentro...e i
campi! Ma tanto ho un altro appezzamento di terreno e
ho deciso di prendermi i tuoi”
Rise della sua espressione sconvolta. “E
poi devo vendicare Arlo…eravamo amici e gli amici per
me sono sacri “ mormorò con una vocina dolce e stronza allo stesso tempo che
fece sogghignare Natt.
Lo trascinarono fino al furgone di Rodas e lo gettarono dietro
salendo con lui “dove mi state portando? E chi cazzo siete
voi?” urlò di nuovo in faccia a Natt che lo guardava annoiato “dio, quanto
chiacchiera sto cazzone!” sbottò prendendo uno straccio sporco, trovato sul fondo
del furgone e ficcandoglielo in bocca
Lo lasciarono mugolare finchè non
arrivarono ad un vecchio cantiere abbandonato ai margini del
deserto.
“Che volete fare? Mi volete ammazzare?Fatelo allora!” Piagnucolava
l’uomo quando lo tirarono già violentemente, trascinandolo sulla terra
polverosa. Si aggrappò con le mani ad uno spuntone di roccia cercando di
trattenersi. Uno sparo e Jeriko si ritrovò a guardare due moncherini
sanguinanti. “Tira giù quella cassa” mormorò Maret a Rodas guardando il nero
che si lamentava e urlava.
Jesus si accese una sigaretta con calma e la passò al sicario
che se ne stava comodamente appoggiato al furgone intento a guardare le stelle
“bella luna stasera..”commentò disturbato dalle urla
del sofferente. Quando vide la scena storse la bocca “però così muore
dissanguato..”
“Male, eve soffrire il più a lungo
possibile” convenne Maret soprappensiero.
Con un gesto secco, strappò delle strisce di tessuto da una
specie di lenzuolo lercio con cui Rodas puliva il filtro dell’olio e lo legò
sui moncherini “è sporco quell’affare...gli verrà un’infezione..” borbottò Natt tirando un calcio
ad un sassolino.
Le due donne li guardavano allibite: mai visto gente più
spietata…e quel tipo ci scherzava pure!
Jesus guardò la cassa di legno e un tavolaccio lontano.
Lanciò un’occhiata a Natt che lo stava fissando “ci trovi un martello e qualche
chiodo?” chiese gentilmente a Lucita.
Se la presero comoda, mentre
gettavano Jeriko nella cassa e la sigillavano.
Potevano sentirlo ancora urlare. La fossa poco lontano era
l’ideale. Lo gettarono dentro con poca grazia spolverandosi le mani sui jeans.
“Quella ruspa è fantastica” commentò Jesus indicandola.
“Lasciami fare, ho sempre voluto giocare con quegli affari!”
esclamò Natt divertito.
“Fai fai..”gli concesse sedendosi
sul terreno scosceso accanto a Maret.
“Ci stiamo prendendo troppo disturbo per quel cazzone” gli
disse appoggiando la testa sulla sua spalla.
Jesus le sorrise “Maret, hai ancora i lividi addosso e
sinceramente non mi fa piacere vederli...secondo me
dovevamo andarci più pesanti.” Guardò Natt che entusiasta manovrava la ruspa “e
poi il bambino sta giocando felice!”
Sentivano l’uomo battere contro il tavolaccio e urlare
disperato, pregandolo di liberarlo e di pagarli il doppio di quanto gli aveva
dato ‘Valerie’
Maret si girò alle esclamazioni eccitate di Natt che si
stava divertendo un mondo sulla ruspa. Le urla del nero si spensero mentre un
mare di terra si rovesciava sulla fossa. Il sicario ci passò sopra più volte, schiacciando
per bene il terreno e per finire vi parcheggiò la ruspa con un ghigno
soddisfatto.
“E’ sempre divertente lavorare con te!”commentò dando una
pacca sulla spalla di Jesus.
“Guarda che non abbiamo finito” gli disse Maret con un
sorriso strano.
Tornarono alla villa e piazzarono abbondante plastico, fornito
in quantità industriali da Rodas.
“Tappatevi le orecchie, tra poco fa boom” commentò Jesus
sorridendo mentre si allontanavano e la casa detonava dalle fondamenta,
lasciando solo un cumulo di macerie fumanti.
“Finito?”domandò Natt depresso...si intristiva
sempre dopo un lavoro.
“Direi di si.” Mormorò Maret sedendosi
sul sedile posteriore del furgone.
In lontananza sentivano sopraggiungere le sirene della
polizia. Pepita e le sue ragazze avevano smesso di ‘intrattenerli.’
“Andiamocene” commentò la ragazza chiudendo il portello con
un tonfo secco.
Nel motel Maret sedeva depressa sul letto. Aveva fatto
quello che doveva fare…si era vendicata...ora?
La sua idea di diventare una narcotrafficante si era
affievolita del tutto. Non le importava più niente e si era stancata di sudare
tutto il giorno in quel posto polveroso. Le mancava la sua casa, il loft pieno di comodità e Lyse. Si fece una doccia
guardandosi allo specchio. Che pensava Jesus del suo
cambiamento? Forse...sono troppo
trascurata?
Si guardò a lungo…che
brutta faccia! Il livido era sparito, per fortuna…anche gli altri se ne
stavano andando. I suoi occhi vagavano sul viso senza trucco e sul corpo
rivestito di una maglietta informe di due taglie in più..
Si stava preoccupando di quello che ne pensava Jesus di lei?
Che avvenimento!
Sorrise divertita e gli occhi le si
illuminarono. Restò a squadrarsi a lungo, come non aveva mai fatto...per
la prima volta si guardava davvero.
La mattina dopo uscì senza avvertire nessuno. A Jesus prese un colpo quando non la vide.
Se n’è andata di nuovo?! Pensò cercandola
ovunque. Bussò alla porta dell’amico che gli aprì con una faccia da far paura.
“Che c’è? Mi sto disperando e non mi va di esser
interrotto” borbottò gettandosi sul letto di peso.
“Cercavo Maret ma penso sia inutile chiederti se l’hai
vista” gli disse alzando gli occhi al cielo.
L’uomo non si spostò di un millimetro “non l’ho vista”
mormorò in voce atona “ mettile il guinzaglio, lo sai che è pericolosa
lasciarla sciolta.”
Signore, dammi la
forza con questi due psicopatici!
Jesus si sedette accanto a lui e sbuffò esasperato “Natt…hai
cinque giorni di tempo per farle cambiare idea..”
Il sicario si girò a guardarlo “no...ha scelto, fine della storia.”
Si alzò afferrando i vestiti con aria nervosa. ”penso che mi
prenderò una vacanza, me ne vado per un po’ di tempo a Hong Kong “ borbottò
facendo le valige “voi due divertitevi, scopate come ricci ed evitate di
litigare” gli disse in tono fiacco chiudendo i ganci metallici.
Jesus lo guardò serio “fai su serio? E
se ti sbagliassi? Se si sposasse solo per dimenticarti? ”
Natt sorrise appena “nessuna dimentica Nathaniel Kluge sposando il primo babbeo che incontra”
“Addio fratello, stammi bene..” Gli
disse Jesus abbracciandolo rudemente.
L’uomo ricambiò con forza “in gamba chico.”
La parrucchiera la guardò scettica mentre Maret le spiegava
cosa voleva "ci vorrà un miracolo" commentò sollevando le treccinerasta una per una e
guardandole con occhio dubbioso. Fortuna che non aveva fatto quelle originali o
sarebbe stata costretta a rasarsi a zero!
"Ma perchè questo
cambiamento?" le chiese la donna rivolgendosi a lei come se fosse una
vecchia amica
"Stavolta non è per me, ma per un uomo" le disse
sorridendo mentre si accomodava sulla poltroncina chiara.
"Dolcezza, è sempre per un uomo…centrano sempre in
qualche modo" sospirò la ragazza mentre cercava di sciogliere quella roba.
"Può darsi... "
Quando ebbe finito, Maret quasi non si riconobbe: i capelli
erano cresciuti tantissimo, portandoli per mesi in quel modo e ora le
ricadevano in morbidi boccoli corvini sulle spalle "con la sua
abbronzatura sta un incanto" le disse la parrucchiera soddisfatta del
proprio lavoro.
Gli occhi nocciola risaltavano come stelle...forse perché sono
innamorata, pensò lasciando una generosa mancia alla donna.
Uscì dal salone di bellezza e si spostò in un negozio di
vestiti. Ma perchè sto facendo questa cavolata? Si
domandava osservando dei semplici abitini a fiori dai colori tenui.
Si cambiò direttamente nel negozio indossando un nuovo
acquisto. In effetti, non aveva più niente da mettersi. I suoi costosi vestiti
erano bruciati insieme alla casa...però…si sentiva più libera, più leggera,
come se avesse detto addio alla vecchia Maret.
Caricò i pacchi sulla macchina, inforcando gli occhiali da
sole e guidando piano verso il motel.
Quando arrivò e bussò alla camera
di Jesus si preparò alla sua faccia. L’uomo la guardò perplesso “Desidera?”
“Non mi riconosci?” mormorò incredula.
Jesus sobbalzò sgranando gli occhi “Maret?! Ma che hai fatto?" domandò toccandole i capelli neri
“Un’idea della parrucchiera...non ti piacciono?" gli
chiese leggermente sconsolata...e da quando in qua?
"No...no, anzi!" le disse guadandola da capo a
piedi "sei bellissima…dico davvero"
"Non sembro una strega, vero?" domandò allargando
la gonnellina sottile del vestitino a fiori.
"No..” rispose facendola entrare nella stanza.
"Mi metti a disagio così " commentò la ragazza
sentendosi sotto esame.
Jesus guardò le sottili spalline che tenevano su il vestito
pensando a quanto sarebbe stato facile, farle saltare via.
“Mi mancavano un po’ i tuoi capelli..”
Sussurrò accarezzandoli con piacere “sei favolosa”
“Dove sta Natt? Voglio
il suo parere, tu sei di parte ormai!” esclamò aprendo la porta. L’uomo
la trattenne “se n’è andato…” le disse scuro in volto.
Maret restò immobile con la mano sulla manopola d’ottone.”Come…e
Lyse?”
Jesus si grattò la testa pensoso
“ha detto che andava ad Hong Kong”
Maret restò a fissare il muro sospirando “vuole sentire la
città ai suoi piedi..”
Un micromondo
permeato da tradizioni cinesi, con una selva di grattacieli affiancata ai tetti
degli antichi templi buddisti.
Per Natt non c’è un’altra città come questa. Hong Kong è
l’ideale per non pensare.
E’ un contrasto vivente...proprio come lui.
Il primo giorno si è ubriacato fino a vomitare anche l’anima
la mattina dopo.
Il secondo ha schiantato la macchina nuova all’incrocio. Gli
autisti degli autobus in quella città sono famosi per la loro spericolatezza al
volante e il traffico esagerato non aiuta di certo.
Natt ha guardato l’auto sportiva appena uscita dal salone
completamente distrutta e ha sbuffato, limitandosi ad alzare le spalle e
andarsene a piedi, lasciandola, ovviamente, in mezzo alla strada.
La sera stessa ha sborsato un sacco di soldi ad un cinese,
in una partita a mahjong.
Troppo distratto per concentrarsi. Troppo caos...troppa
gente.
Si è rintanato dentro l’albergo in silenzio,pregando di non essere disturbato.
Fra tre giorni Lyse si sposa.
Appartamento
12, 10 strada
16: 03
-3
“Ma sei proprio sicura?”
La voce di Maret rimbalza nella stanza silenziosa,
perdendosi nel nulla.
Lyse continua a guardare il vestito bianco appeso nella sua
stanza con sguardo incerto.
“Si” borbotta riponendolo nella custodia di tessuto grigio
perla.
Si ode solo il rumore della zip che
sale.
“Fai una gran cazzata!” sbotta la ragazza guardando la
faccia cupa della coinquilina.
“Monique…per favore!”
Lyse è sull’orlo delle lacrime. Le volta le spalle sedendosi
alla toletta ingombra di creme e di regali.
Afferra un tubetto bianco e si impiastriccia
le mani di crema, passandosela sul viso. Maret continua ad osservarla con aria
disapprovante. Lyse si ferma e la guarda. L’espressione della killer muta
radicalmente…sembra quasi che sia in pena per lei.
“Secondo te...sbaglio?” le domanda
d’un tratto con voce flebile.
Maret si alza dal letto e la abbraccia le spalle “Dovresti
almeno parlarci...” Mormora con voce dolce. Lyse la
guarda nello specchio. E’ così cambiata. Non è più fredda e indifferente come
una volta. Jesus le fa bene.
“Lo sai che stai benissimo? Non so cosa hai passato, ma mi
dispiace non essere stata con te per aiutarti. “le dice Lyse d’un
soffio, stringendole la mano abbronzata.
“Pensiamo a te adesso…perché non lo chiami?”
Tenta di invogliarla in tutti i modi. Lyse non è convinta
del tutto. La vede continuamente contemplare la foto sua e di Natt nel parco.
E’ buffissima, la ragazza non può fare a meno di ridere ogni volta che la
guarda.
“E’ caduto come un idiota da cavallo” continua a raccontarle
ridendo “praticamente era fermo, immobile e lui è
riuscito a cadere lo stesso !”
Mentre lo racconta, gli occhi le si
riempiono di lacrime e la foto le sfugge di mano. La osserva planare
dolcemente sul pavimento. Si china a raccoglierla e una lacrima le cade sopra.
Maret è fuori della grazia di Dio!! Perché
diavolo deve soffrire così tanto?!
La sera stessa telefona a Jesus e non lo trova…dove cavolo va quello, quando ho bisogno di
lui?! Sbuffa arrabbiata gettando il cordless sul divano e si siede nervosa.
Non ha neanche un numero per rintracciare quel babbeo che
starà soffrendo come un cane, all’altro capo del mondo!
Porca vacca, Natt!
Dopodomani Lyse si sposa! Che diavolo aspetti a farti
vivo?!
Proprio in quel momento squilla il telefono. Maret sobbalza
col cuore a mille. Afferra la cornetta e
sclera “mi hai fatto prendere un colpo, chiunque tu sia!” sbotta tirandosi
indietro i capelli corvini dal volto.
“Ciao bella! Come ti stanno, quelle
tette granitiche che ti ritrovi? ” esclama il sicario allegro, dall’altro capo
del telefono.
“Natt?! Dove cazzo sei! Tra due
giorni Lyse si sposa! Porta il tuo culo secco qua!
Immediatamente!” urla in fretta alzandosi dal divano e fondandosi alla
finestra. Lyse è uscita, tra poco dovrebbe tornare...è fuori con il coglione,
Marc! Fa una smorfia di disgusto mentre lo pensa.
Un silenzio prolungato la mette in allarme “Sei a Hong Kong,
vero?” gli domanda con voce carezzevole.
In cima al palazzo buio, Natt guarda la città sotto di sé,
con una coppa di vino bianco in mano ”si..è meravigliosa come al solito.”
Si siede sul parapetto, dondolando le gambe di fuori. Sale
rumore di clacson dalla strada, di gente che urla.
La porta di casa si apre Maret alza lo sguardo
improvvisamente “aspetta!” grida quasi trascinando la ragazza al telefono
“Maret che stai facendo cos’è? Sto casino?” le domanda
in tono stanco.
Lyse resta immobile al telefono non riuscendo ad aprire
bocca. Si siede con le gambe tremanti sul divano boccheggiando.
“Senti...salutami Lyse, falle gli auguri per il matrimonio” sospira a lungo posando il bicchiere accanto a sé “dille…ma cazzo, glielo
dovevo dire io!” sbotta furioso, tornando al sicuro nel terrazzo. Lyse
non parla…è troppo emozionata, lo lascia imprecare per un po’ trattenendo le
risa e le lacrime che si affacciano prepotenti dagli occhi ridenti.
Natt si appoggia al parapetto stanco “dille...che la amo...che..” s’ interrompe con un groppo in gola. “salutami Jesus”
mormora prima di attaccare il telefono con rabbia.
Lyse resta a guardare il cordless sbattendo gli occhi più
volte. La posa delicatamente sul tavolino fissando il nulla.
Maret la osserva attentamente: quando ha quello sguardo sta
prendendo qualche decisione. Il cellulare squilla, ma la ragazza lo mette a tacere bruscamente.
Lentamente Lyse si alza dal divano, passandole davanti
comeun fantasma, chiude la porta della
camera da letto dietro di se e guarda la custodia di tessuto.
Maret sta per esplodere. Apre il cellulare e richiama lo
scocciatore “dove ti eri cacciato? Qua sta succedendo
un casino!”sbotta nell’orecchio di Jesus “Natt ha telefonato..”
“Proprio quello scimunito stavo cercando!” le dice in fretta.
Maret sente la confusione della strada “Ho scoperto dove si è cacciato. Rowan me la deve una grossa, stavolta”
“Rowan?”
“Già! Sarà disperato ma sta
continuando a fare affari. Ha un incontro clandestino tra due giorni con un
ragazzo di Rowan proprio a Hong Kong e guarda caso, ho l’indirizzo dell’albergo
in cui si trova.”
“Te l’ho già detto che ti adoro?!” sbotta Maret sollevata.
“No, perché sei una stronza strega, ingrata e sfruttatrice!”
la deride Jesus parcheggiando la macchina “E non mi stai
filando da giorni, devo venirti a prendere a casa di forza?”
“Rompi poco! Devo evitare un matrimonio in
fretta, non ho tempo per i giochetti!” lo sgrida nervosa.
“Peggio per te! Me n’era venuto in mente
uno niente male!” le dice ironico salendo le scale di casa.
Maret resta in silenzio facendo una smorfia.
“Ti ho tentato abbastanza?” la voce di Jesus si abbassa solleticandole
i sensi.
“Devo fare la buona samaritana, poi...vedremo!” ridacchia
trionfante attaccando il telefono.
-2
Maret ha dormito poco per via della tensione. Trova Lyse in
cucina che pensa e non osa disturbarla. Si siede accanto a lei in silenzio
sorseggiando il caffè “Jesus viene?”le domanda con
voce lieve.
Maret sente le braccia cadere letteralmente e uno sbocco di
bile che sale prepotente!
“Si” le risponde a stento,
trattenendosi dal prenderla a schiaffi.
“Bene” mormora Lyse poggiando la tazza sporca nel lavello.
Il telefono squilla nuovamente. Maret risponde…urgh..il futuro sposo! Senti che voce da idiota!
“Oh ciao, mi passi Lyse?” le dice frettoloso.
Maret ci pensa su. La guarda e vede di nuovo quello sguardo
assente nei suoi occhi.
“No” sbotta attaccandogli in faccia e staccando il cavetto
contemporaneamente.
Lyse non se n’è neanche accorta. Continua
a fissare la candela usata”Monique...quella sera è
letteralmente scappato.. “
“Lo so...se è per quello lo sa tutto il bar di Al in Messico” ridacchia Maret divertita “penso che ne
stiano ancora ridendo”
“Mi ha fatto sentire così stupida..”
Singhiozza depressa “ io volevo...che lui...ero
sicura..”
“Aveva paura di ..diciamo.. di
sbagliare e rovinare il momento che aspetti da tanto”
Imbecille, coglione,
idiota! Pensa Maret rivolgendo un sorriso dolce alla ragazza.
“Cosa? Ma che
stupidaggine!”esclama Lyse sorpresa. Si adombra d’un
tratto “Maret…lui mi ha detto…che un giorno ha ucciso un bambino”
La ragazza la guarda incredula “cazzata! Natt ha un’etica:
donne e bambini non si toccano!”
“E allora perché me l’ha detto?” esclamò dura “perché mi ha detto una
cosa del genere!”
“Per farsi mollare, pensa che tu meriti di meglio” borbotta
la ragazza sentendo il cellulare di Lyse suonare e guardando l’identità. Con
decisione stacca la batteria, gettandola da un lato…fanculo Marc!
“Ma lo vuole decidere lui quello di
cui ho bisogno?!”
Lyse è furiosa. Non l’ha mai vista più arrabbiata!
Si fionda in camera afferrando i
jeans e una maglietta. Infila le scarpe mentre Maret la guarda sorpresa “beh
che fa ancora li?” la incita nervosa prendendo una valigia dall’armadio “Vestiti!
Andiamo a prendere quell’idiota ovunque si trovi!” borbotta ficcandosi la
matita gialla nei lunghi capelli ricci.
“Si! Signore ti ringrazio!” esclama
Maret sollevata. Con un sospiro felice chiama Jesus “tesoro…si va ad Hong Kong!”
-1
I tre guardano l’albergo enorme e lussuoso “quando si sposta
lo fa per bene” commenta Jesus pacato.
Lyse si dirige al bancone della reception “Natt, stanza e
piano…e di corsa!” sbotta arrabbiata all’uomo che la guarda senza capire.
Con calma Jesus da il nome completo.
Lyse neanche lo conosceva. La sua rabbia sbolle, mentre sale
le scale in fretta. Si ferma davanti alla porta e prende fiato. Bussa,
ma non ottiene risposta. Arrabbiata, apre con decisione la
porta…non c’è nessuno nell’immensa camera.
Gira tutte le stanze e non lo trova. I vestiti abbandonati
sul letto…il bagno, gli è rimasto solo quello.
Sente un rumore continuo.
Apre la porta timorosa...e lo vede..
L’ acqua gli scroscia addosso violenta,
rivoli umidi gocciolano dai capelli fradici. Le da le
spalle, non la vede, non si è accorto dell’intrusione.
Lyse arrossisce vistosamente, ma
non riesce a staccare gli occhi dal suo corpo. Aveva capito
che stava messo bene, ma è veramente...i suoi occhi lo percorrono interamente
inclinando leggermente la testa. Sbatte gli occhi riprendendosi. Si
sente il viso in fiamme, ha assunto una colorazione violacea, si può vedere
nello specchio.
Con un gesto stanco Natt chiude il
rubinetto, afferrando l’asciugamano…domani si sposa.
È rimasto un solo giorno. Si asciuga il viso distrattamente,
gli occhi sono rossi ...se si venissea sapere che é disperato per una donna, sai
che risate si farebbero!
Uno scricchiolio lo fa voltare. Resta
impalato a guardare Lyse sulla porta del suo bagno...Lyse...a Hong Kong...ho
le allucinazioni.
“Natt..” La sua voce gli accarezza l’orecchio
leggera e vibrante. La vede arrossire e girarsi “ti copriresti per
favore?” gli dice imbarazzata a morte.
Non è un sogno...non ha bevuto troppo “Lyse..” Mormora incredulo avvicinandosi a lei. “che fai qui?” le chiese a stento restando a fissare la
figuretta imbarazzata della ragazza girata per tre quarti.
Quella domanda la fa uscire di
testa!
Si volta infuriata verso di lui con le lacrime agli occhi “che
ci faccio?! Sono venutaa dirti quanto sei stronzo!” gli urla in faccia sporgendosi verso di lui ..accidenti è sempre troppo alto! Pensa
infastidita. La penna gialla le cade dai capelli. Una cascata di riccioli si
riversano sulle spalle mentre lo rimprovera. Con un gesto irritato se li toglie
dal viso, continuando a ficcargli un dito nel torace “e mi hai detto un sacco
di cazzate! E sei scappato come un…neanche mi viene la
parola! Stupido imbecille!”
Natt la guarda ma non la sente. D’un
tratto le sue braccia scattano, tirandola contro di sé. Lyse si sente male, non
riesce quasi a respirare “mi hai detto un mucchio di bugie…come faccio a
credere che mi ami?” piagnucola staccandosi da lui con forza.
La tira a se, bagnandole la maglietta sottile. Dopo un attimo
la resistenza della ragazza si affievolisce. Ricambia il suo abbraccio. “Mi hai
fatto stare di merda...brutto bastardo!” sbotta strusciandogliil viso sulla spalla.
Non le risponde. Infila le mani nei capelli della ragazza e
la tira ancora di più contro di sé.
“Ho mandato all’aria il mio matrimonio …” borbotta col
broncio sentendosi enormemente sollevata e felice.
Natt la guarda incredulo “non ti sposi più ?” domanda con
voce roca.
Lyse scuote la testa sorridendo appena “no..”
Un sospiro liberatorio proviene dall’uomo “Mi
dispiace…di essere scappato e di averti detto quelle cazzate” borbotta
avvicinandosi alle sue labbra.
”Non l’hai ammazzato il bambino?” gli domanda con voce
flebile sentendosi sfiorare.
“No…neanche lavoravo in quel periodo”
Lyse lo guarda annebbiata...le sta dicendo la verità, ne è sicura.
Però adesso…non riesce a pensare ad
altro…“se non posso avere te, non voglio nessun altro”
“Allora sposa me”
A quelle parole, la ragazza sgrana gli occhi, sentendo il cuore
battere disordinatamente “cosa?”
“Hai capito benissimo ”mormora dolce guardandola “il vestito
ce l’hai, no? La chiesa anche…tanto lo so che ti vuoi
sposare in chiesa”
“Ma...è domani!” esclama incredula,
sentendosi scoppiare “se provi a scappare, te le do di santa ragione stavolta!”
Natt la guarda: mai stato così serio con lei “non scappo,
non vado da nessuna parte..”
La bacia con dolcezza, giocando con le sue labbra “te l’ ho
mai detto che sei bravissima a farmi impazzire?”
“No..”bisbiglia Lyse stringendoglisi
addosso.
“Senti...giusto per saperlo. Sono finite le grandi
scoperte?” le chiede in tono svagato mentre la trascina sul letto.
“Si..”
Il bacio si approfondisce sempre di più. Le dita le
formicolano dalla voglia di toccarlo ovunque.
“Ehi..” Mormora sulla sua bocca quando si stacca da lei “mi
sono dimenticata una cosa..”
“Cosa?!”
La domanda suona come un’implorazione di pietà alle orecchie
di Lyse “te l’ho detto che ho una seconda testa, a casa? È intercambiabile con
questa!”
1 ora al matrimonio
“E poi?!” Maret ascolta entusiasta
le chiacchiere vivaci dell’amica. Adesso si che è
felice di sposarsi!
“E poi…l’ho mandato in bianco!”
esclama divertita Lyse truccandosi lentamente.
“Cosa?!” Maret la vede sorridere
continuamente.
“Certo! Aspettasse! Così impara!”
Inguainata in un abito rosa antico che le fa risaltare
l’abbronzatura e i capelli neri, Maret sbatte più volte gli occhi, stentando a
trattenere le risa. “E come l’ha presa?”
Lyse la guarda dallo specchio mordendosi un labbro divertita
“secondo te?” Posa il pennello del fard e si volta a guardarla maliziosa “la
prossima volta provaci. Dio, la sua faccia… indimenticabile!”
Afferra il vestito col cuore che le batte come un tamburo
“sta per venirmi un infarto!”
3 ore dopo
“Non ho un’amica bellissima?!” continua a dire a Jesus
entusiasta, mentre escono dalla chiesa.
“Si! E’ bellissima!”Afferma con
voce esasperata e sorridendo allo stesso tempo.
La vedono letteralmente volare giù dalla scalinata in un
tripudio di seta e pizzi vari. E’ il ritratto della felicità mentre si aggrappa
allo sposo ancora sconvolto per la novità.
Jesus guarda Maret.. è fantastica
con quel vestito. La ragazza nota la sua occhiata e si sente estremamente
lusingata “Lo so, sono una bomba!” gli dice sventolando una mano con
nonchalance.
“Mi chiedevo…chissà se anche il bianco ti dona in quel modo”
Maret sgrana gli occhi e lo guarda con una smorfia incredula
“Eh?”
“Vuoi diventare una vecchia zitella acida?” le domanda
sorridendo divertito.
La vede staccarsi dal suo fianco e affrettarsi a scendere la
scalinata.
Togliti i tacchi!
Togliti i tacchi!
Maret si ferma per un attimo, sollevando il vestito e
afferrando i sandaletti. Comincia letteralmente a
correre, sorpassando a tutta velocità la sposa raggiante
“Monique dove vai?” le grida dietro sorpresa.
“Natt, fermala!!”
La voce di Jesus li fa voltare di scatto
“figlia di buona donna! Sta scappando un’altra
volta!”esclama il killer precipitandosi dietro di lei.
“Mai! Non ti sposerò mai!! Te lo puoi scordare!!!”
La voce terrorizzata di Maret li fa scoppiare a ridere,
mentre la vedono correre con le scarpe in mano e il vestito svolazzante.
Lyse sospira incredula, scuotendo la testa “io c’ho provato...giuro che ce l’ho messa tutta!”
Li vedono perdersi in lontananza. Natt non riesce a smettere di ridere “non cambierà mai!”
Maret continua a correre mentre la gente la osserva
incuriosita. Jesus dietro di lei non demorde.