Scrivimi sulla sabbia

di moonatic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Saluta l'estate ***
Capitolo 2: *** Via con il vento ***



Capitolo 1
*** Saluta l'estate ***


Estate 2012

Damjan


Aveva i capelli biondi e corti, striati di rosa in alcuni punti, senza equilibrio né ragioni apparenti. Il vento li arruffava senza sforzo, ma sembravano essere già spettinati in precedenza. A giudicare dal suo abbigliamento, non sembrava il tipo di persona che faceva caso a queste cose, quando usciva di casa. In realtà, non sembrava il tipo che prestava attenzione alle cose, in generale, e a se stessa in particolare.
Certo, lui non poteva dire assolutamente nulla, a tale proposito: erano mesi che non andava dal parrucchiere, ormai i suoi capelli erano una massa di ricci castani ribelli, e non c'era preghiera che riuscisse a farli stare a posto. Ma, in fondo, non sussistevano problemi, a riguardo: non avrebbe detto nulla a quella strana ragazza portata dal vento, si sarebbe limitato ad osservarlo da lontano, con i piedi seminascosti dalla sabbia bianca e ruvida.
Non capitava molto spesso che qualche turista decidesse di fermarsi in quella cittadina sulla costa Gallese, in cui vivevano ben poche anime rispetto ai grandi centri urbani. Una volta, ricordò d'un tratto, era andato con i suoi due migliori amici, Michael e Colin, ad Aberystwyth, una città ben più grossa dal nome impronunciabile non troppo lontana da lì.
Forse anche quella strana ragazza era diretta lì. Forse si era solo fermata per prendere un po' d'aria...
Nello scenario che si svolgeva davanti al suo sguardo di osservatore annoiato s'inserì ben presto un'altra figura.
"Alec!" esclamò la ragazza, rivelando una voce femminile e cristallina, che quasi stonava con la trasandatezza che si portava sulle spalle. 
La vide sorridere, gettare le braccia al collo di quell'individuo altrettanto sconosciuto, come se la cittadina di colpo si fosse riempita di novità scomode.
Quell'abbraccio era denso di significati inesprimibili. Era intimo, ma non sembrava l'esplosione di un segreto tra due amanti.
Era leggero, ma davanti a quel sorriso non si poteva essere solo conoscenti.
Il nome di lei, che probabilmente il ragazzo stava sussurrando nel suo muovere le labbra, si era perso nel vento.
Ma non c'era nulla di cui rammaricarsi: le notizie, nelle piccole città, corrono veloci.
Damjan si alzò, lasciando che i granelli di sabbia si staccassero uno dopo l'altro dai suoi jeans e raggiungessero i loro simili.
Molto presto si sarebbe sentito parlare di lei, di quella piccola sconosciuta con i colori del tramonto incastonati tra i capelli, e forse anche di lui, quell'individuo alto, forte, dai capelli corvini, che l'aveva stretta a sé con tanta forza.
Sarebbe stato sufficiente aspettare.
E lui sì che ne aveva, di tempo da perdere.

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Capitolo 2
*** Via con il vento ***


Estate 2013


Tristan


L'aveva aspettata per un anno. Forse era sbagliato, in un certo senso, dire che l'avesse aspettata così a lungo. L'aveva aspettata per sei mesi. Poi, nei sei mesi successivi, aveva concentrato tutte le sue energie nella speranza di non vederla tornare nei mesi estivi, così vicini, così lontani.
Ma anche quella versione, a pensarci, gli sembrava sbagliata. I suoi sentimenti si erano agitati così confusamente nella sua testa da provocare un'eterna alternanza di desiderio e di rifiuto, così forte da lasciarlo, talvolta, senza sapere esattamente cosa stava auspicando in quel preciso istante.
Aveva scoperto che le speranze erano per gli sciocchi, e per gli illusi.
Lei sarebbe arrivata senza chiedere.
Lei sarebbe sparita senza avvisare, ancora una volta.
Il tempo era passato senza che lui avesse dato il suo consenso.
Seguì il suo profilo delicato, senza curarsi di mostrare indifferenza. Nessuno si stava impegnando, all'interno del locale. Era così diversa dalla ragazza che tutti avevano conosciuto. Dov'erano finite le ciocche rosa, in che armadio erano stati abbandonati e nascosti i vestiti dai colori sgargianti e dagli strani tessuti?
Dov'era finita Rachel, la sua Rachel?
Quella che era appena entrata nel bar, che si era avvicinata al bancone cercando di non dare nell'occhio, non era lei. Era un'altra persona.
Per un anno aveva aspettato un'altra persona.


“Hai fatto qualcosa ai capelli”
“Da voi non si usa salutare?”
“Te ne sei andata senza nemmeno dire ciao”
“Ho trovato un lavoro che non mi permette di colorarli, e mi sono adeguata”
Il ragazzo non disse nulla, limitandosi a spostare lo sguardo altrove.
“Posso sedermi?”
“Il bar non è mio”
“Non sei cambiato poi tanto”
“Non tutti ci riescono”
Rachel si morse il labbro inferiore, un gesto che lui si sforzò di non ricollegare a tutte le domande scomode a cui non aveva voluto rispondere un anno prima.
“Sei tornata, alla fine”
“Mi sembrava di aver lasciato delle cose in sospeso”
“Alec è sempre con te?”
“Se stiamo insieme, intendi? Non più”
“Ti ha lasciata lui?”
“L'ho lasciato io”
“Dicono tutti, così”
Lei non disse più nulla, e lui le fu grato.
Le parole non avrebbero aggiustato le cose.
Nemmeno i silenzi, ma almeno non le avrebbero aggravate ulteriormente.

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