La sanguifera.

di ally6611
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** La rivelazione. ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Mi sembrava di aver già visto quell’uomo, di aver già vissuto quella situazione. Ero spaventata ma non avevo paura e fu in quel momento che mi tornò in mente come cominciò la nostra storia, quella di me e Daniel.
 
Era una serata d’estate ed avevo appena finito di cenare con uno di quei disgustosi panini da fast food scadente. Mi alzai e mi diressi verso la casso dove mi attendeva una cameriera assonnata, la quale mi prese i soldi dal palmo della mano come un cane feroce farebbe con un biscotto.
Uscii dalla porta sul retro, che dava sul ciglio della strada, poiché l’entrata principale era stata distrutta durante l’alluvione che si era scatenata in Minnesota qualche mese prima. Stavo percorrendo il piccolo sentiero che si congiungeva al cortile del locale, per poter raggiungere la mia macchina e tornare in fretta a casa dal mio gatto Nigel, quando ad un tratto sentii delle voci; qualcuno parlava della luna piena,di una maledizione e di una ragazza che aveva il mio stesso nome: Cathy.

Subito pensai che stessero parlando di un libro o di un film per ragazzi, di quelli che trattano temi come il vampirismo e i sortilegi, ma ben presto capii che si trattava di qualcosa di reale, qualcosa di serio, e che la ragazza di cui discutevano non era solo una mia omonima, ero io!
Questo non lo capii solo perché le due persone erano attaccati alla mia macchina, ma perché stavano parlando a proposito della mia vita: della mia scuola, del mio gatto, dei miei amici e ripetutamente della mia data di nascita, la quale era tanto facile quanto strana: 6 Giugno 1986.

Coraggiosamente mi avvicinai alla macchina e chiesi spiegazioni ma dovetti ripeterlo svariate volte prima che uno dei due si girasse. In quel momento pensai che la cameriera del fast food mi avesse avvelenata, era il ragazzo più magnetico e misterioso che avessi mai visto, e mi stava fissando come se avesse visto un fantasma, con quegli occhi penetranti a metà tra l’azzurro e il verde che sembravano illuminare la notte.
A quel punto iniziai a balbettare qualcosa di incomprensibile mentre i ragazzi si lanciarono un’occhiata veloce per poi rimettere lo sguardo su di me e pronunciare le quattro parole che mi avrebbero cambiato la vita per sempre: «Ci daresti un passaggio?»

Il viaggio verso Newport durò circa un’oretta, passammo i primi 10 minuti in silenzio poi mi feci avanti e chiesi loro il nome, ma solo uno rispose, si chiama Daniel -un bellissimo nome, pensai-.
Continuammo il viaggio alternando minuti di silenzio imbarazzante a brevi domande con le quali riuscii a scoprire che Daniel si portava tremendamente bene i suoi 25 anni  e che il suo amico era uno di quei tipi per cui ogni momento è buono per dormire.

Arrivati in paese, parcheggiai davanti a casa mia non curandomi della loro presenza, scendemmo dall’auto e l’amico assonnato del ragazzo mi guardò sbadigliando rumorosamente, Daniel subito gli tirò un colpetto sulla spalla, come per ricordagli l’educazione. In quel momento stavo per domandare loro dove sarebbero andati ma lui mi precedette, chiedendomi se poteva entrare in casa. Io mi irrigidii per qualche secondo e inconsciamente risposi di sì, fino a quel momento non avevo minimamente pensato alla possibilità che potessero essere le creature della notte di cui si parla tanto, i vampiri, ma improvvisamente si accese in me il dubbio.
Diedi loro il permesso di entrare, stavo per offrirgli qualcosa da bere quando mi accorsi che mi stavano accerchiando
«Chi-chi siete?? Cosa volete da me??» chiesi con la voce tremante.
«Tu sai già tutto scommetto, cara Cathy» mi rispose l’uomo che per tutto il tempo mi era sembrato stanco.
A quel punto provai a scappare, ma mi braccarono alle spalle senza darmi via di scampo e quando tentai di gridare aiuto, ricevetti un colpo fortissimo alla nuca, che mi fece perdere conoscenza.

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Capitolo 2
*** La rivelazione. ***


Mi risvegliai in una stanza fredda e buia, non riuscivo a vedere nulla intorno a me ma improvvisamente qualcuno aprii la porta, vidi la sagoma di un uomo, avanzò di qualche passo e io temevo il peggio, ad un tratto sentii il rumore di un interruttore, vidi la luce e immediatamente riconobbi il volto dell’uomo misterioso; era Daniel.

Si avvicinò lentamente, io pensai che volesse farmi del male, cercai –o perlomeno avrei voluto- scappare.

Il suo sguardo mi penetrò nell’anima e mi immobilizzai, quando fu abbastanza vicino chiusi gli occhi, sentii il suo respiro sul mio collo, stavo per svenire, ma udii la sua voce che mi chiese di tendergli la mano e di non aver paura. Gliela tesi diffidente, lui la prese e la strinse fra i suoi palmi gelidi.

Daniel mi fece alzare in piedi dal luogo su cui ero stata seduta, che non saprei dire se fosse il pavimento o un materasso molto duro. A quel punto aprii gli occhi per paura di inciampare e vidi che ci stavamo dirigendo verso la porta.

Oltre la soglia ci attendeva un lungo corridoio che percorremmo velocemente, fino a ritrovarci in un enorme salotto ammobiliato con mobili di diverse epoche passate, ormai rovinati e pieni di polvere. Posai lo sguardo sul  divano al centro della sala, su cui era seduto l’uomo che mi aveva colpito.

Cordialmente si presentò, sembrò quasi che si volesse scusare ma non lo fece, disse solo il suo nome: Rufus. Daniel lo guardò negli occhi sorridendo e disse «La porto fuori. ahah» quel risolino a denti stretti mi aveva fatto ghiacciare il sangue, e quando mi voltai verso l’altro uomo, lui fece un cenno di consenso e noi uscimmo da un enorme portone vecchio almeno di cento anni tutto cigolante.

Improvvisamente senza che me ne accorgessi ci ritrovammo davanti ad una macchina scura che si mimetizzava nella notte.
Salimmo e partimmo in fretta, stetti zitta per qualche minuto poi mi sembrò d’obbligo chiedere dove ci stavamo dirigendo «Ti sto salvando» rispose lui in modo freddo, rimasi a bocca aperta e continuò: «Ti salvo da Rufus, lui ti vuole sacrificare ad altri vampiri nella notte della prossima luna piena, così la profezia si realizzerà, portando a tutti noi un lungo periodo di prosperità»

«E come potrei io portare prosperi…»

Mi interruppe: «Tu sei un persona speciale, il giorno in cui sei nata è successo qualcosa per cui il tuo corpo funge da riserva illimitata di sangue, aspetta che ti spiego…» Si leccò appena le labbra e fece un sospiro

«…Tutti gli uomini hanno sangue per tutta la vita, che pulsa nelle vene grazie al cuore, ma ovviamente dopo la morte il cuore smette di battere e il sangue non scorre. Nel tuo caso, anche dopo la morte, il tuo corpo manda a vene e arterie “prescelte” una normale dose di sangue che però non giunge completamente agli organi vitali.» Fece un’altra pausa, più lunga, e io non fiatai per lo shock

«Non sappiamo come sia possibile o forse non ci importa » Concluse, passandosi la lingua sulle labbra.

Io ero davvero sbalordita e spaventata al solo pensiero che delle creature assetate di sangue dopo la mia morte avrebbero passato l’eternità a mordermi e a prelevare litri di sangue dal mio corpo come scorta per l’inverno.

Anche se la situazione era stranamente chiara feci un’ultima domanda: «Ma se il sacrificio si rimandasse? Sai, la settimana prossima è il mio comple…»

Venni nuovamente interrotta bruscamente: «Ma allora non mi ascolti?! Tu sei speciale proprio per il giorno in cui sei nata!»

«E allora non si può rimandare di un anno??» Urlai.

«No… tu non capisci…Quest’anno compiresti 26 anni, e la maledizione potrà avverarsi solo ora… E’ tutto scritto nei libri sacri…» Riprese subito dopo, con una poesiola: «La sanguifera nascerà / quando il diavolo vorrà / Crescerà / Morirà / quando raggiungerà l’età / il cui numero ricorderà / il giorno della morte moltiplicato per gli occhi che nostro signore tiene »

Okay, ammetto che in un’altra situazione sarei scoppiata a ridere ma in questo caso accentuò solo la mia paura.

Daniel cercò di essere più chiaro: «Tu, la sanguifera, sei nata il giorno prescelto dal diavolo, infatti porta la sua firma -666- e dovrai morire all’età di 26 anni poiché il giorno della morte è il 13 e moltiplicando per il numero degli occhi, ovvero due…»

«Okay, sì, ho capito…» Dissi quasi con le lacrime agli occhi

«… Ma allora perché mi stai “salvando”? Intendi fare il sacrificio tutto da solo?» Il mio tono era chiaramente sarcastico.

«Non ci sarà nessun sacrificio»

Prese velocemente un coltellino svizzero dalla tasta della giacca e si ferì una mano.

«Cosa fai?? Sei impazzito??» Gli urlai contro.

«Ora bevi, al tuo risveglio ti spiegherò tutto»

Con un abile scatto mi portò la sua mano alla bocca, obbligandomi a bere il suo sangue, io chiusi gli occhi per istinto. Non li riaprii.
 


Continua…

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