We are a family

di Mockingjay_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


  Ciao a tutti! Premetto che questa è la mia prima FF!! Tutte le critiche sono ben accette,lasciate una recensione ne sarò felice! Spero che il capitolo vi piaccia! Buona Domenica :D


                                                                                     WE ARE A FAMILY
 
Peeta era disteso vicino a me, ero rannicchiata tra le sue braccia e ascoltavo il battito del suo cuore che correva insieme al suo respiro.
 
La primavera stava andando via lasciando posto a una calda estate, la finestra è aperta come piace a Peeta.
Penso che siano le 10 del mattino, il distretto 12 è già a lavoro e anche noi dovremmo esserlo.
Vorrei fermare il tempo e restare così per sempre, osservo i suoi capelli biondi illuminati da un raggio di luce che entra dalla finestra e le cicatrici che ha sulla sua schiena nuda, poggio un lieve bacio sulle sue labbra e osservo che sta sorridendo.
 
“Buongiorno” Sussurro posando nuovamente le mie labbra sulle sue.
 
“Buongiorno” Sussurra lui ricambiando il bacio e aprendo gli occhi.
 
Sono passati 8 anni da quando Panem è diventata una Repubblica, oggi è un giorno speciale il nostro anniversario di matrimonio, sono già 3 anni che siamo sposati e ancora non riesco a credere di avergli detto si, dopo che lui me lo ha chiesto e richiesto non sono riuscita a negargli questa gioia.
Lo abbraccio poggiando la testa nell’incavo del suo collo.
 
“Preparo io la colazione oggi!”
 
“Non credo proprio dolcezza.” Esclama dandomi una cuscinata in faccia.
 
“Peeta!”
 
Noto che è già in piedi e si sta infilando una maglietta, mi metto in ginocchio sul letto tirandogli i pantaloni e facendolo cadere nuovamente sul letto.
Mi metto sopra di lui mordendogli l’orecchio e bloccandolo sotto di me.
 
“Dai Kat! Fammi preparare la colazione ho fame!”
 
Pensandoci l’ultima volta che ho cucinato ho quasi dato fuoco alla cucina..
Lo libero dalla mia presa dandogli un ultimo bacio sul naso sorridendo.
 
“Ok, per questa volta puoi andare”
 
“Grazie”
 
Peeta si alza sorridendo ed esce dalla camera.
 
Noto infondo alla camera un’ombra che si muove, mi alzo allarmata e noto che è semplicemente Ranuncolo, stupido gatto, va e viene quando vuole ma io lo tollero solo perché era il gatto di Prim.
Ha quasi dieci anni quindi non credo gli resti molto da vivere, devo dire che adora Peeta, a lui piace e ride quando mi fa i dispetti.
 
Mi alzo e vado in bagno a fare una doccia, dopo essermi asciugata, infilo un paio di pantaloni e una maglia di Peeta, adoro le sue maglie sono larghe e comode.
Scendo le scale senza far rumore e noto che Peeta sta impastando il pane, mi avvicino e lo abbraccio.
 
“Ho invitato Haymitch a pranzo”
 
“Perfetto, adesso mi tocca ascoltare le cretinate che dice!”
 
Io e Haymitch abbiamo un carattere molto simile quindi tendiamo a punzecchiarci a vicenda. Peeta lo trova divertente ma io no.
Afferro un pasticcino fatto da Peeta dal vassoio poggiato sul tavolo e lo mastico.
 
“Esco, vado a fare una passeggiata torno tra poco”
 
“Ok, a dopo ma non fare tardi!”
 
Uscendo dalla porta osservo che è una bellissima giornata, pensandoci non ho voglia di pranzare in casa.
Percorro il vialetto del villaggio dei vincitori, le oche di Haymitch corrono per tutto il viale facendo dei versi assordanti, ma le trovo adorabili. E’ fantastico come Haymitch abbia imparato a curarle.
M’incammino verso la piazza, per strada incontro Sae la zozza con un paio di conigli in mano.
 
“Buongiorno Sae!”
 
“Buongiorno Katniss”
 
Devo ammettere che quei conigli mi fanno ricordare i vecchi tempi, non che io non vada più a caccia. I conigli mi fanno pensare a Gale.
Probabilmente adesso è tra le braccia di qualche ragazza del 2, e chi lo sa magari ha quei figli che tanto desiderava.
Distolgo lo sguardo, mi fa male pensare a lui, e poi io adesso ho Peeta, siamo una famiglia.
Dopo tutti questi anni mi sembra ancora strano che il commercio che c’era al forno è legale ma il forno è stato distrutto e in piazza c’è un mercato.
Mi siedo al bancone di Sae e mangio una zuppa.
 
“Le vecchie abitudini non vanno via facilmente vero?”
 
“Una buona zuppa non fa mai male Sae, e a te cosa importa se mangio, tu hai quasi 80 anni non dovresti essere a casa? Chi è quella che non abbandona le abitudini?”
 
Finisco di mangiare la mia zuppa e dopo aver ringraziato Sae continuo la mia passeggiata.
Acquisto delle caramelle che a Peeta piacciono tanto, un po’ di carne dal macellaio e della lana. Potrei benissimo andare a caccia ma oggi non voglio stare fuori tanto quindi decido di tornare a casa.
 
Entrando in casa noto che Peeta non c’è in cucina.
Salgo le scale e guardo in camera da letto, ma nemmeno li lo trovo.
 
“Peeta?!”
 
Provo a chiamarlo ripetute volte ma non mi risponde.
Mi si stringe lo stomaco. Non so che pensare.
Sento un rumore provenire dalla stanza da pranzo, scendo velocemente le scale e lo trovo li. Un senso di tranquillità mi invade il cuore.
 
“Perché non rispondi!”
 
Non si gira, è rivolto verso il tavolo. Poi noto che sta ridendo.
Si gira con una torta in mano, su di essa c’è scritto “Buon anniversario amore”.
Non so se ridere o piangere, mi avvicino a lui prendo la torta e la metto sul tavolo, mi rigiro e gli butto le mani intorno al collo dandogli un bacio.
 
“Grazie” Sussurro abbracciandolo e aspirando il suo delizioso profumo di vaniglia .
Una lacrima scorre sulla mia guancia e lui la ferma con un bacio.
 
“Perché piangi amore?”
 
Sono felice. Ecco la spiegazione. Non sento il bisogno di nulla. Non voglio altro.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Ciao a tutti!! Ecco il secondo capitolo della storia. Spero vi piaccia, ringrazio chi segue la storia, chi recensisce e chi è un lettore silenzioso!
Buona lettura! :D




CAPITOLO 2.
 
 
Un senso di gioia m’invade e penso quanto possa essere fortunata ad avere Peeta al mio fianco.
Mi stacco da lui prendendogli la mano, osservo la torta, è stupenda.
 
“Non dovevi... ”
 
“Si invece, oggi è un giorno speciale.”
 
Continuo a stringergli la mano e mi dirigo verso la porta.
Devo andare da Haymitch. Non può mangiare da noi, non per cattiveria ma ho bisogno di restare da sola con Peeta.
 
“Che cosa fai?”
 
“Andiamo da Haymitch.”
 
“Tra poco verrà da noi aspetta…”
 
“Proprio per questo, non può venire, abbiamo un impegno.”
 
Esco da casa con Peeta che mi segue chiudendo la porta alle nostre spalle.
Noto che ha qualche dubbio ma non dice nulla, ha un lieve sorriso sulle labbra e sento il suo sguardo su di me.
 
Apro la porta della casa di Haymitch, un enorme tanfo di alcol mi colpisce la faccia. E’ seduto sul divano che russa, mi avvicino e lo scuoto.
Borbotta qualche cosa fissandomi con uno sguardo accusatore. Sento Peeta ridacchiare dietro di me, mi giro e lo guardo divertita, può anche aiutarmi!
Poi mi rivolgo a Haymitch severa.
 
“E tu dovresti venire da noi in questo modo?”
 
“Cosa c’è dolcezza, non ti piace il mio abbigliamento?”
 
“Rilassati, non te la prendere, ma io e Peeta abbiamo un impegno. Verrai da noi la prossima volta ok? ”
 
Haymitch alzandosi barcollando si avvicina a Peeta ridendo.
Lo fisso. Che cosa ha da ridere?
 
“Un impegno? Sotto le coperte?”
 
Riprendo la mano di Peeta e mi dirigo verso la porta, il solito cafone, deve sempre fare le solite battutine squallide.
 
“Ciao Haymitch, ci si vede!”
 
Aspetto che Peeta saluti e poi chiudo la porta. Stranamente non sta facendo domande, si lascia trasportare, credo che si sia illuso, non è come pensa.
Mi fermo girandomi verso di lui.
 
“Prepari dei panini?”
 
Mi guarda incuriosito, è come pensavo, si è illuso che intendessi fare quello che diceva Haymitch, no oggi è una giornata importante avremo altro tempo per quello.
Oggi lo porto nel bosco, ho trovato una bellissima radura la scorsa settimana mentre cacciavo, faremo un pic-nic.
Già da questa mattina avevo in mente di pranzare fuori…
 
“Certo, ma a cosa servirebbero?”
 
Mi avvicino a lui alzandomi in punta dei piedi e dandogli un bacio a stampo, poi gli sussurro all’orecchio.
 
“Non crederai certo che intenda fare quello che ha detto Haymitch spero?”
 
Lo vedo perplesso così lo porto dentro casa, chiudendo la porta salgo le scale.
 
“Prepara dei panini, tra poco sarà tutto più chiaro.”
 
Entro in camera da letto e mi cambio infilandomi un pantaloncino e una maglietta comoda, prendo anche un pantalone per Peeta e scendo le scale.
Ha quasi finito con i panini. Prendo un cestino e metto dentro una tovaglia, e delle bibite.
 
“Pronto?”
 
“Sì, ma non mi è ancora chiaro cosa dovremmo fare…”
 
“Indossa questo e poi andiamo, è una sorpresa.”
 
Prendo i panini e li metto nella borsa. Osservo Peeta che si cambia, toglie la sua tenuta da cucina e indossa i pantaloni. Gli prendo la mano e usciamo da casa.
 
“Sarei felice se tu mi spiegassi cosa stiamo facendo”
 
Resto in silenzio, percorriamo tutto il viale dei vincitori. Mancano pochi metri dal prato, dove prima c’era la recinzione che divideva il distretto dal bosco, adesso si può accedere tranquillamente.
 
Siamo arrivati all’entrata, mi giro verso Peeta e vedo che sta ridendo, deve aver capito, credo che gli piaccia come idea.
 
“Allora che te ne pare?”
 
“E’ fantastico, come ho fatto a non pensarci?!”
 
“Ho trovato un posto meraviglioso, dove poter passare il nostro anniversario, ho anche un gran finale!”
 
“Non vedo l’ora!”
 
Vedo la gioia nei suoi occhi azzurri come il cielo, sono davvero contenta della sua reazione alla mia idea.
 
Ci incamminiamo nel bosco, dopo un centinaio di metri arriviamo alla radura, è tutta ricoperta di denti di leone, sugli alberi ci sono le ghiandaie imitatrici che cantano, gli scoiattoli che corrono lungo i rami degli alberi e come panorama finale il lago dove venivo con mio padre.
Lo guardo e noto che ha gli occhi lucidi. Sono contenta di aver condiviso questo posto magnifico con lui.
 
Prendo dalla borsa la tovaglia e la distendo sul prato, mi siedo e invito Peeta a fare ugualmente.
Gli stringo forte la mano, non potevo desiderare una giornata migliore.
 
“Ti amo, non dimenticarlo, perdonami se non te lo dimostro come dovrei..”
 
“Anch’io ti amo Katniss. Tu mi dai tutto quello che ho sempre desiderato, non potrei volere cosa migliore di quella che ho già”.
 
Mi prende il viso tra le mani e pone le sue labbra delicatamente sulle mie, la fame che sentivo, quella nell’arena sulla spiaggia, non è nulla in confronto a quello che provo in questo momento.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Eccovi il terzo capitolo!! Spero vi piaccia, lasciate una recensione ci tengo molto!
Ringrazio chi mi segue e chi ha messo tra le preferite questa storia!!
Buona lettura :D

 
 
 
 
CAPITOLO 3.
 
Passano secondi, minuti, ore. Dopo aver mangiato i deliziosi panini preparati dalle mani di mio marito, io e Peeta rimaniamo abbracciati come un solo essere.
 
Il sole sta scendendo sul lago dando inizio a uno spettacolo di colori.
Il tramonto, da vita al colore preferito di Peeta, l’arancione.
 
“Ecco il grande finale…”
 
“E’ molto bello, grazie amore”
 
Sono appoggiata con la schiena sul suo torace, mi giro per dargli un bacio e vedo che ha gli occhi lucidi. Peeta è così dolce con me, meritava un momento come questo e credo che gli sia piaciuto veramente.
 
Appoggio le mie labbra sulle sue, soffici, come il pane che prepara la mattina.
Do inizio a un bacio lungo, passionale, dolce.
Mi rendo conto che ogni giorno m’innamoro sempre di più, c’è un limite? Non credo.
Ci stacchiamo per riprendere fiato ma subito dopo le nostre labbra si ritrovano e ricominciamo da dove avevamo smesso.
 
“Katniss, canta per me”
 
Mi guardo intorno e noto le ghiandaie imitatrici sugli alberi, questo mi da coraggio.
Parecchie volte Peeta mi ha chiesto di cantare per lui ma non nel bosco.
Pensandoci però io non l’ho mai sentito.
 
“Perché non canti tu? Ci sono delle ghiandaie sugli alberi credo che a loro piacerà tantissimo la tua voce”
 
“Non credo che la mia sia bella quanto la tua ma ci provo”
 
Peeta intona alcuni motivetti, le ghiandaie appollaiate sugli alberi si zittiscono e dopo pochi secondi ripetono le note di Peeta.
Ascoltare la sua voce e sentirla ripetuta, mi ricorda mio padre, per un momento ritorno indietro nel tempo.
Ero piccola, papà ed io passeggiavamo nei boschi, come sempre mi cantava la canzone dell’albero degli impiccati, gli uccelli si zittivano per ascoltarlo e dopo si sforzavano di ripetere tutte le note.
 
“Visto? A loro piaci…”
 
Peeta mi sorride e mi abbraccia posando il suo mento nell’incavo della mia spalla.
 
“Beh, adesso è venuto il momento di mangiare una bella fetta di torta.”


“ Sì.” mormoro automaticamente senza pensarci, ancora ammaliata dal tramonto.
 
Quando capisco cosa ha detto, sbatto le ciglia e voltandomi ribatto. 
 
“Aspetta cosa? La torta e come hai fatto a portarla fin qui?”
 
Per tutta risposta lui alza un cestino da pic-nic che ho notato solo ora. Sorrido e mi accomodo di fronte a lui.
Peeta appoggia la torta sulla tovaglia, poi con un coltello la divide in tante fette. Il profumo è invitante e mi fa venire l’acquolina in bocca. Le sue torte sono speciali, ognuna è diversa ma in un certo senso uguale perché in ciascuna c’è sempre quella cura e quella passione che non lo abbandonano mai.
Questa è fatta con cannella e cioccolato bianco, un ingrediente che ora è molto diffuso nei Distretti ma che prima era solo presente a Capitol City poiché cibo molto raffinato.
 
Avvicino la mia mano a uno spicchio ma vengo subito fermata da un Peeta piuttosto allarmato.
 
“No! Ferma! Faccio io... ”
 
Noto che è abbastanza agitato quindi allontano la mano con uno sguardo sconcertato.
Sceglie una fetta di torta con attenzione come se ci fosse differenza tra uno spicchio e l’altro. Non capisco…
Mi porge un piattino con la fetta di torta e ne stacco un pezzo per poi metterlo in bocca.
Il mio palato impazzisce, nella mia bocca esplode una sensazione di piacere unica. Letteralmente fantastica.
 
“Peeta è davvero buona!”
 
Metto in bocca un secondo pezzo, però questa volta i miei denti mordono qualcosa di duro del metallo?
Osservo il pezzo di torta e noto che una catenina spunta dalla fetta, appoggio il piatto per terra ed estraggo l’oggetto.
Noto che Peeta sta ridendo.
 
“Buona?”
 
E’ proprio quello che pensavo una collana.
La lavo con un po’ di acqua e noto che c’è un cuore, su di esso c’è inciso qualcosa, “Always”.
 
Sento gli occhi pungere, una lacrima scivola sulla mia guancia, Peeta la ferma con un bacio.
 
“Ti piace?”
 
“E’ bellissima, grazie”
 
Prende la collana che ho tra le mani e la aggancia intorno al mio collo.
 
“Questa è per ricordarti di me, per ricordarti quanto ti amo, e per quanto tempo ancora ti amerò.”
 
Non ho parole per descrivere quello che provo adesso.
Vorrei che accadesse qualcosa, ma non so come poterla fare accadere, ma soprattutto non so cosa voglio realmente. 


Peeta sta probabilmente aspettando una mia mossa, ma io non so proprio come comportarmi, lo bacio, uno di quei baci che ti fanno venire fame, il desiderio della sua pelle sulla mia. 
L'unica cosa che riesco a fare è fantasticare, su come potrebbe essere un nostro ulteriore futuro come famiglia.
 
Mi stacco per riprendere fiato, i suoi occhi azzurri mi fissano brillanti.
Sa che qualcosa mi turba, ormai mi conosce troppo bene.
 
“Katniss, puoi dirmi tutto lo sai vero?”
 
“Peeta, credo di volerlo sai?”
 
“Cosa?”
 
“Credo di volere una famiglia..”
 
“Noi siamo una famiglia, cosa vuoi intendere?”
 
“Voglio dei bambini, magari uno… ma sono più che si cura di volerlo.”
 
“Parli seriamente amore?”
 
“Si! Lo voglio davvero credo di essere pronta…”
 
Gli occhi di Peeta sono così lucidi, sapevo che ci teneva tanto ma non credevo fino a questo punto.
Credo che l’amore che provo per Peeta mi abbia fatto cambiare idea su tutta la mia vita, su tutti i limiti che mi ero imposta.
Adesso ho capito che le cose possono sempre cambiare.
Le persone importanti lasciano un segno.
Peeta ha lasciato un’impronta nella mia e voglio che anche i nostri futuri bambini lo facciano.
 
Così mi abbraccia e restiamo li fermi a coccolarci per un tempo che sembra interminabile.
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.

 
La luce che filtra dalla finestra mi ha svegliato, sono leggermente sudata.
Peeta dorme ancora e credo che lo farà per molto.
Poggio delicatamente le mie labbra sul suo mento e circondo i suoi fianchi con un forte abbraccio.
 
Ieri è stata una giornata fantastica che si è conclusa al meglio, Peeta non ha esitato un momento nel portarmi a casa, dire che è stata una notte movimentata è dire poco.
Osservo la collana che ho al collo e penso che magari un giorno sarà al collo di mio figlio. Mio figlio. Ancora non riesco a capacitarmi della scelta che ho fatto, credo che in fondo sia la cosa più giusta da fare. Il regalo più grande che posso fare a Peeta, dopotutto se lo merita.
 
Sposto con cautela le braccia di Peeta dalla mia schiena, mi alzo e noto che sono le 12.
E’ tardissimo, Peeta dovrebbe essere in panetteria.
Mi giro e con dolcezza lo scuoto sussurrando il suo nome e riempiendogli il viso di baci.
 
“Peeta… Peeta, svegliati, è tardi!”
 
“Buongiorno…”
 
“Buongiorno dormiglione, sai che ore sono?”
 
“No, e non voglio saperlo.”
 
“Peeta! Dovresti essere in panetteria da 3 ore!”
 
“Perché non ci vai tu al posto mio?”
 
“Se vuoi, posso andarci ma non ti assicuro che la ritroveresti intera..”
 
“Ok, mi alzo!”
 
Peeta si alza contro voglia e osservandolo noto che è nudo, le sue mutande sono accanto ai miei piedi.
Mi rivolge un sorriso malizioso, afferro un cuscino e glielo lancio per coprirlo.
 
“Cosa c’è? Non ti piace?”
 
“Muoviti!”
 
Ridendo lo osservo dirigersi in bagno sculettando.
Scendo le scale e mi dirigo in cucina, ho una fame terribile. Afferro dal frigo una focaccina al formaggio avanzata ieri e la mangio.
 
Mi appoggio al davanzale e guardo le primule che Peeta ha piantato, mi danno un senso di gioia e tristezza allo stesso tempo.
Prim sarebbe felice della mia vita, non avrebbe mai voluto che diventassi come la mamma dopo che papà è morto.
 
Peeta mi dice sempre che dobbiamo essere felici, almeno per le persone che amiamo.
Loro non vorrebbero mai vederci tristi, dobbiamo vivere la nostra vita anche per loro.
 
Assorta nei miei pensieri non mi accorgo che Peeta è dietro di me, mi fissa ed ha ancora sulle labbra quel sorriso che tanto amo.
 
“Vieni con me in panetteria?”
 
“Si, posso darti una mano al bancone!”
 
Salgo velocemente le scale correndo verso il bagno. Metto velocemente una maglietta verde e un pantalone grigio abbastanza largo, mi rifaccio velocemente la treccia e scendo le scale dirigendomi da Peeta.
 
“Pronta! Andiamo?”
 
“Sì...”
 
Peeta mi prende la mano e usciamo da casa. Lungo il viale dei vincitori Haymitch sta dando da mangiare alle oche.
E’ una bellissima giornata, il sole spende e gli uccelli cinguettano, ultimamente apprezzo molto di più la mia vita.
 
Siamo quasi arrivati alla panetteria quando incontriamo per caso Delly che ci saluta con il suo solito sorriso cordiale.
 
“Ciao ragazzi!”
 
“Ciao Delly, come stai?
 
Sono sempre stata sorpresa del rapporto che Peeta ha con Delly, sono contenta che però abbia un ricordo del suo passato non distorto, Delly mi è simpatica, mi ha aiutato moltissimo con Peeta e gliene sono molto grata.
 
“Tutto bene, grazie Peeta! Mi chiedevo come mai la panetteria non fosse ancora aperta devo comprare del pane e volevo approfittare per salutare…”
 
“Si abbiamo avuto un problemino a casa e abbiamo ritardato, perdonami ora rimedio subito con del pane caldo!”
 
“Spero nulla di grave?!”
 
Peeta è diventato rosso e stringe più forte la mia mano. Non riesco a trattenere un sorriso. Il mio ragazzo del pane.
 
“No certo che no! Vieni ti preparo subito il pane!”
 
Peeta esce le chiavi dalla tasca del suo pantalone e apre la porta facendo accomodare Delly all’interno. Io rimango fuori per qualche minuto, mi soffermo a osservare una cosa che non avevo mai guardato attentamente.
Difronte la panetteria c’è un asilo, i bambini stanno uscendo, è ora di tornare a casa. E’ una strana sensazione quella che provo, tra qualche anno potrò portare qui mio figlio e osservarlo giocare nel prato mentre lavoro.
Quei bambini che non sanno di giocare su un cimitero, meglio così.
Gli Hunger Games non esistono più e non devo preoccuparmi.
 
Entro in panetteria e Delly aspetta il suo pane, mi siedo al bancone e osservo Peeta tutto infarinato impegnarsi nella cosa che più ama fare.
Sforna il pane e lo porge a Delly che contenta, lo ringrazia.
 
“Questo è un regalo di scusa per aver fatto tardi stamattina, spero ti piaccia!”
 
“Grazie Peeta, a domani! Ciao Katniss!”
 
“Ciao Delly!”
 
 
Ho il viso nascosto tra le mani e appoggiato sul bancone, perciò non vedo Peeta arrivare.  Sento la sua mano sulla mia testa, come fa sempre, quando vuole calmarmi dagli attacchi di ansia. Ora però non ho nessun attacco d’ansia. E lui lo capisce, perché a un tratto mi sento sollevare di peso, e in men che non si dica, sulla sedia c’è seduto lui. Ed io gli sono seduta sulle gambe. Mi giro per inquadrare il suo viso.
“Cosa c’è Kat?”
 
“Sono stanca, sai com’è, non ho dormito molto stanotte”
 
“Si credo di sapere il motivo..”
 
Guardo per un tempo lunghissimo le sue labbra che sorridono, screpolate, dolci, grandi, che ti fanno venire quel desiderio di non smettere mai di toccare.
 
“Perché non vai a casa a riposare? Tra poco chiudo, posso farcela da solo”
 
“No, posso resistere ancora per un po’ ”
 
Mi rivolge un sorriso malizioso che solo lui riesce a fare.
Baciandomi mi fa sedere sul bancone, scioglie la mia treccia e accarezza la mia schiena trascinando le sue dita esperte.
 
“Peeta non qui!”
 
“Perché no?!”
 
“Perché no! Ti aspetto a casa…”
 
Scendo dal bancone con un salto e gli lascio un bacio a stampo sul naso.
M’incammino verso l’uscita ma mi giro sull’uscio della porta.
 
“Non fare tardi…”
 
Questa volta sono io quella che fa il sorriso malizioso, lui è lì che mi guarda con la bocca asciutta, semichiusa, insoddisfatta.
 
 
 
 
 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, grazie mille per le recensioni che avete lasciato, tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite e le seguite.
Vi adoro, spero che non vi abbia deluso.
Lasciate una recensione, ne sarei felicissima.
Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.
 
Sono ormai passati 2 mesi dal nostro anniversario e le decisioni che ho preso hanno migliorato ancora di più il rapporto tra me e Peeta.
Oggi è un giorno particolare, Peeta vuole portarmi dal dottore per fare una visita medica.
Non ho paura. O forse sì. No, non ho paura!
Devo calmarmi non capisco il motivo della mia ansia, è solo una stupida visita, eppure perché mi preoccupo così tanto?

Continuo a sorseggiare il mio thè assorta nei pensieri. Sono le 4 del mattino non riesco a dormire, il distretto è così silenzioso a quest’ora…
Forse dovrei tornare a letto da Peeta, lì troverei delle calde braccia a darmi conforto ma mi chiederebbe il motivo dei miei dubbi e non voglio farlo preoccupare.
 
“Amore..”
 
Mi volto immediatamente, non mi sono accorta della sua presenza, stranamente non ha fatto rumore scendendo le scale o forse sono io che non ci ho fatto caso.
 
“Peeta…”
 
“Perché sei sveglia? Sono le 4 del mattino!”
 
“Si scusami, non riuscivo a dormire”
 
Si avvicina a me sedendosi sulla sedia al mio fianco. Mi osserva scrutandomi attentamente, i suoi occhi azzurri brillano nell’oscurità come una stella a ciel sereno.
 
“Ho sentito la parte del tuo letto fredda e sono sceso a vedere cosa avevi, stai bene vero?”
 
“Si non preoccuparti”
 
Gli rivolgo un sorriso ma non credo di averlo convinto quindi tento con un bacio a fior di labbra. No, non ci sono riuscita nemmeno con questo.
Si stacca da me, perplesso fissandomi alzando un sopracciglio.
 
“Kat perché non mi dici la verità? Sai i pesi portati in due, sono più leggeri”
 
“Peeta, davvero non ho nulla!”
 
“Ok io sono sopra, quando vuoi, vieni a letto.”
 
Lascia la mano che aveva stretto fino a ora e sale le scale.
Non era mia intenzione farlo arrabbiare, lo seguo fino in camera e gli poggio una mano sulla spalla.
 
“Peeta…”
 
“Katniss, va via!”

Osservo le sue pupille restringersi come spilli e dilatarsi all’improvviso. Il blu dei suoi occhi è sparito lasciando spazio a un intenso nero.
 
“Peeta quello che vedi non è reale!”
 
Entro nel panico, era tantissimo tempo che non aveva un episodio, non sono preparata mentalmente a una cosa del genere. Devo aiutarlo. Deve tornare da me.
 
“Stammi lontana Katniss!”
 
“Peeta resta con me!”
 
Quello che mi esce dalla gola è un lamento roco, straziato, probabilmente anche una richiesta di perdono. Tutta colpa mia.
Una lacrima solca il mio viso, Peeta si accascia a terra contro la parete.
 
Gli prendo il viso tra le mani e lui allunga le sue verso il mio collo.
Che cosa sta facendo, vuole strozzarmi nuovamente?
Un terrore mi assale. Le sua mano si sposta dolcemente sulla mia guancia e asciuga la lacrima.
 
“Sempre…”
 
Scruto i suoi occhi e noto che il nero sta sparendo lasciando spazio a delle enormi pozze azzurre.
Ecco il mio Peeta. Ecco il mio ragazzo del pane. Alla fine torna sempre da me.
Cerco di sorridere ma credo che sia uscita una sorta di smorfia…
 
“Scusami Peeta è tutta colpa mia! Perdonami non volevo farti arrabbiare”
 
“No amore, è colpa mia. Non dovevo reagire così.”
 
“Basta, adesso dormiamo ok?”
 
Cerco di essere convincente, lo trascino nel letto e mi stringo al suo petto aspirando a pieni polmoni il suo profumo delizioso. Stranamente mi addormento immediatamente.
 
 

“Kat, amore sveglia!”
 
“Mh.. si?”
 
“Buongiorno! Alzati, di sotto è pronta la colazione. Abbiamo un appuntamento ricordi?”
 
“Si certo, come potrei scordarlo…”
 
“Perfetto, io ti aspetto di sotto.”
 
Lo guardo uscire dalla porta e scendere le scale. Prendo dei vestiti e un asciugamano per fare una doccia veloce.
 
L’acqua scorre veloce sulla mia pelle martoriata di cicatrici, il tempo sembra essersi fermato. Sono davvero pronta? Se facessi la visita e poi la dottoressa mi direbbe che non posso avere figli? Come potrei negare questo a Peeta?
No, se ci tengo davvero, devo farlo. Katniss puoi farcela.
Esco dalla doccia e mi asciugo velocemente, mi vesto e scendo le scale.
Eccolo lì che mi aspetta in tutta la sua bellezza seduto sulla sedia in cucina.
 
“Pronto?”
 
Non si era accorto di me, probabilmente era assorto nei suoi pensieri.
Ci sta ripensando? No, lui è Peeta.
 
“Certo, sei pronta? Sicura di voler andare?”
 
“Sì.”
 
 
 
Troppi occhi puntati su di me. Troppa gente mi fissa. Stringo con più forza la mano di Peeta e lui mi rivolge uno sguardo rassicurante.
 
“Amore rilassati…”
 
“Quando tocca a noi?”
 
“Tra poco, resisti ancora pochi minuti”
 
Sembro una bambina. Tutte queste persone certo non aiutano.
Tutti si chiederanno cosa faccia la Ghiandaia Imitatrice dal ginecologo, credo di essere rossa in viso perché Peeta mi guarda e ride.
 Ecco la dottoressa, credo che adesso tocchi a noi. Forza Katniss, puoi farcela!
 
“Signori Mellark?”
 
“Si eccoci!”
 
Seguo Peeta stringendo saldamente la mia mano alla sua, quando entriamo nello studio mi guardo intorno e osservo gli apparecchi elettronici con curiosità.
Peeta si siede su una delle sedie poste difronte la scrivania e invita anche me a farlo. Stringe la mano della dottoressa e le porge un sorriso educato.
 
“Katniss, giusto?”
 
Che domande, tutti mi conoscono. Dovrei calmarmi sono troppo agitata.
Cerco di essere cordiale e le porgo la mano.
 
“Sì”
 
“Bene! Qual è il motivo della vostra visita?”
 
Lascio parlare Peeta, è lui quello che ci sa fare con le parole, e poi io sono troppo imbarazzata.
 
“Vede dottoressa io e mia moglie vorremmo un bambino, però vorrei farle fare una visita per vedere se è tutto in regola”
 
“La capisco benissimo, venga Katniss si accomodi sul lettino.”
 
Seguo la dottoressa e mi stendo sul lettino sollevando la maglia.
Mi spalma sulla pancia un gel che a contatto con la pelle mi fa rabbrividire.
Peeta si è avvicinato e ha preso la mia mano.
 
“Katniss da quanto non hai le mestruazioni?”
 
“All’incirca tre mesi, perché?”
 
“Hai avuto delle perdite, nausea o sbalzi d’umore?”
 
“Non che ricordi… Sono stata male con lo stomaco qualche settimana fa ma non più di tanto”
 
“Ho una notizia bella e una brutta.”
 
Oh no! Ci sono problemi? Ti prego dimmi che posso avere bambini. Non potrei sopportare l’espressione triste sul volto di Peeta…
 
“Katniss sei incinta di due mesi! La notizia brutta è che non avete fatto in tempo per la visita!”
 
Credo che il cuore si sia fermato. Probabilmente anche quello di Peeta, non lo sento più respirare. Mi volto e lo guardo, la sua espressione è un misto di gioia, stupore e curiosità.
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia come non ha mai fatto. E’ una sensazione nuova, un bacio diverso da quelli che di solito ci scambiamo.
Non esiste più nessuno in quella stanza oltre a noi due, anzi sì c’è la piccola creatura che cresce dentro di me.
 
 
 
 
 
 
Questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto, vi ringrazio tantissimo per le recensioni, le preferite, le ricordate e le seguite!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e perdonatemi se ho aggiornato in ritardo…
Lasciate una recensione! Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.

  
 
Le lacrime mi rigano il volto, cerco velocemente di asciugarle per non farlo notare a Peeta ma è troppo tardi, le sue dita prendono il posto delle mie e si muovono dolcemente sulla guancia.
 
“Scusate colpa degli ormoni…”
 
Peeta ride e posa dolcemente le sue labbra sulle mie. Sa per certo che non è colpa degli ormoni ma credo che approfitterò di questa scusa durante questi mesi.
Mi stringe la mano, il sorriso sulle sue labbra è così solare, così perfetto.
 
La dottoressa mi porge dei tovaglioli con cui mi pulisco velocemente il ventre, abbasso con cura la maglia con la paura che potrei fare del male alla creatura che cresce dentro di me. Peeta mi aiuta a scendere dal lettino e mi siedo sulla poltrona vicino alla scrivania.
 
“Dottoressa quando si potrà sapere il sesso del bambino?”
 
“Beh Katniss è un po’ presto non credi?”
 
Giusto, che stupida. Devo aspettare ancora un paio di mesi ma non so se veramente voglio saperlo. E se aspettassimo la sua nascita? Una sorpresa? Potrei chiedere questo a Peeta? Credo che sarebbe d’accordo con me.
 
“Giusto, aspetterò.”
 
“Bene, ti prescrivo queste vitamine che devi prendere durante la gravidanza. Ci vediamo ogni due mesi per fare dei controlli.”
 
“Perfetto la ringrazio…”
 
“E’ stato un piacere, a presto!”
 
Aspetto che Peeta chiuda la porta dello studio alle nostre spalle per circondarlo in un abbraccio stretto, caldo, profondo. Lui esita per un momento ma poi ricambia velocemente.
 
“Peeta…”
 
“Si?”
 
“Lo sai che ti amo?”
 
“Si lo so… E tu sai che io ti amo?”
 
“Si lo so…”
 
Circonda con un bacio profondo le mie labbra e incomincia a morderle leggermente. Gli do un leggero schiaffo sul fianco e lo sento ridere.
 
“Cosa c’è?!”
 
“Peeta non qui!”
 
“Andiamo a casa?”
 
“Si vorrei preparare delle cose”
 
Mi rivolge il suo solito sorriso malizioso e mi afferra la mano.
Dovrei dirgli probabilmente quello che penso, sapere cosa vorrebbe lui, infondo è suo figlio.
 
“Sai Peeta, pensavo che magari potremmo aspettare…”
 
“Aspettare cosa?”
 
“Aspettare di sapere il sesso del bambino”
 
“Non vuoi saperlo?”
 
“No. Cioè sì. Anzi no. Pensavo che magari sarebbe stato bello avere una sorpresa non credi?”
 
“Si a dire il vero ci avevo pensato anch’io”
 
“Bene allora aspetteremo!”
 
Gli stampo un bacio sulle labbra e proseguiamo lungo la strada.
 
 
Salgo le scale e mi dirigo verso la vecchia camera di Prim. La camera della mia sorellina. Non so per quanti minuti rimango immobile davanti alla porta ma mi faccio coraggio ed entro.
Questa camera sarà occupata dal mio bambino. Prim sarebbe stata così felice di diventare zia, sarebbe sicuramente stata d’accordo nell’ospitare il suo nipotino nella sua cameretta.
 Apro velocemente le persiane e faccio entrare la luce del sole, la camera è vuota c’è solo la vecchia scrivania, dove Prim prendeva i suoi appunti di medicina e il suo vecchio letto dove dormiva in compagnia di Ranuncolo.
 
“Che fai Katniss?”
 
La voce di Peeta mi riporta alla realtà e smetto immediatamente di pensare alle vecchie abitudini di mia sorella.
 
“Il bambino dovrà avere una cameretta non credi?”
 
“A dire il vero non ci avevo pensato, sei sicura di quello che stai facendo?”
 
“Sì, mia sorella ne sarebbe stata felice”
 
Mi rivolge un sorriso dolce e mi abbraccia. Peeta, dolce Peeta, come farei senza di te?
 
“Potrei pitturare le pareti, che ne pensi?”
 
“Penso che sarebbe fantastico!”
 
“Ma se non sappiamo il sesso del bambino di che colore le facciamo?”
 
“Magari potresti dipingerle di arancione? Andrebbe bene in entrambi i casi…”
 
Ed ecco che sulla sua faccia spunta il sorriso che tanto amo. Magari potrebbe disegnare sulla parete, il che sarebbe davvero fantastico.
 
“Potresti anche sbizzarrirti disegnando qualcosa, diventerebbe una camera unica, speciale.”
 
“Sì. Però a un patto!”
 
“Sarebbe?”
 
“Non la vedrai fino a che non sarà finita.”
 
“Come vuole lei Signor Mellark!”
 
“Potrei incominciare domani, mi farò dare una mano da Haymich!”
 
Nei suoi occhi spunta quell’impazienza che non vedevo da molto tempo, quella gioia che tanto amo.
Oggi ho passato una delle giornate più belle in vita mia, forse la più bella ma sono sicura che ne arriveranno altrettante.
 
 
 
 
 
Rieccomi con questo capitolo! Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno, messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate! Ringrazio anche chi ha lasciato una recensione e ringrazio anche i lettori silenziosi!
Questa settimana cercherò di aggiornare un paio di volte, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi farebbe piacere leggere altre recensioni… :D
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***



 
 
Ormai la cameretta è finita, Peeta ha passato intere giornate chiuso li dentro, quando ha chiesto a Haymich se poteva dargli una mano, dopo uno sguardo perplesso si è subito congratulato con Peeta e non ha esitato un momento nel lanciarmi frecciatine ironiche.
La camera è davvero stupenda, quando l’ho vista per la prima volta, sono rimasta impressionata dal lavoro stupendo che Peeta ha fatto.
Le pareti arancioni accompagnate da una sfumatura di rosso sono stupende, sulla parete vicino alla culla c’è dipinto un fantastico dente di leone.
 
Io e Peeta siamo andati a comprare dei mobili per la camera del bambino, un fasciatoio che abbiamo messo vicino la finestra, la culla vicino la parete con il fiore e una scrivania vicino la porta.
Peeta ha comprato un sacco di giochi che ha sparso per tutta la camera e un enorme tappeto che ha messo al centro della stanza.
 
Ormai sono al quinto mese e la mia pancia non si può più nascondere.
Peeta non perde occasione nell’accarezzare o baciare la pancia, ogni volta che usciamo o siamo in panetteria mi loda davanti hai suoi amici, non che la cosa mi dia fastidio, anzi vedere la gioia nei suoi occhi mentre parla alle persone con tanto entusiasmo, mi rassicura nella speranza che ho fatto la cosa giusta.
 
 
“Peeta, oggi voglio fare una passeggiata nel bosco.”
 
“Kat è pericoloso!”
 
“Non è vero sono cresciuta lì dentro credi che non sappia cavarmela?!”
 
“Non intendo questo, quello che voglio dire e che potresti farti male!”
 
“Starò attenta te lo prometto.”
 
“No Katniss. Se proprio vuoi andarci, vengo anch’io.”
 
“D’accordo.”
 
Sbuffo. Mi da sui nervi quando si comporta così. Non sono una bambina piccola, so badare a me stessa.
Capisco che si preoccupi per me ma non così, è troppo protettivo.
Probabilmente ha capito quello che penso perché mi guarda e ride.
 
“Amore, semplicemente non voglio che ti faccia male, sai come la penso.”
 
“Lo so Peeta, solo che…”
 
“Va bene Kat, solo… Sta attenta.”
 
“Grazie! Ti amo.”
 
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio dolcemente.
Corro in camera e prendo la giacca di pelle di mio padre, l’arco e la faretra, scendo velocemente le scale e lascio sulle labbra di Peeta un bacio a stampo.
 
Finalmente. Non vedo l’ora di arrivare.
E’ da quando abbiamo saputo del bambino che non vengo nel bosco e ne ho decisamente bisogno. Peeta non si stacca mai da me mi lascia sola solamente quando va in panetteria ed io ho bisogno di uscire e venire nel posto che tanto amo.
 
Ecco il confine del bosco. Quasi mi metto a correre per la gioia.
Le foglie secche si sgretolano sotto i miei piedi, l’ombra degli alberi mi ripara dal sole estivo asfissiante, rispiro a pieni polmoni l’odore del muschio sulle rocce e mi siedo delicatamente contro il tronco di un albero.
 
 
Questo è il periodo forse migliore della gravidanza. Le nausee cessano e ci si sente in forma e piene di energia. 
Accarezzo dolcemente la pancia, alcuni giorni fa incominciai a sentire dei lievi movimenti, la dottoressa dice che è ormale il bambino incomincia a muoversi.
Sono spuntate delle smagliature sui fianchi, la pelle è molto secca e sudo continuamente.
Noto che riesco a sentire odori che prima non sentivo e credo che questa sia l’unica cosa che mi piace.
 
Un coniglio mi saltella vicino i piedi ma non ho intenzione di ucciderlo. Quanto il mio bambino sarà più grande lo porterò qui. Gli insegnerò a cacciare. Come ha fatto mio padre con me.
Magari se non vuole, Peeta potrà insegnargli a fare il pane.
 
Mi immagino con Peeta seduti sulla veranda mano nella mano, i nostri nipotini che giocano in cortile, Peeta che li vizia, e il nostro vecchio mentore ubriacone con un bastone e una bottiglia di liquore.
La mia vita probabilmente non me la sarei mai immaginata così, penso che sia perfetta per quello che è, siamo una famiglia di pazzi, ma loro sono le persone che amo e lo saranno per sempre.
 
Un rumore dietro i cespugli mi distrae dai miei pensieri. Il ciuffo biondo di Peeta spunta da dietro un albero.
Mi alzo incrocio le braccia al petto e lo fisso arrabbiata.
 
“Peeta esci, ti ho visto.”
 
Esce piano da dietro l’albero con lo sguardo basso, si gratta la testa e mi sorride.
 
“Ciao amore…”
 
“Peeta perché sei qui?”
 
“Volevo vedere come stavi…”
 
“Non ti fidi di me?”
 
“Certo! Volevo solo… ero preoccupato”
 
“Peeta io sto bene! Devi capire che posso cavarmela da sola anche in queste condizioni.”
 
“Scusami Katniss, io non volevo farti arrabbiare solo che è più forte di me. Ci ho provato, mi sono tenuto impegnato ma non ha funzionato, avevo questa sensazione che tu stessi male e ho ceduto. Perdonami ti prego sono uno stupido.”
 
“Va bene, tranquillo…”
 
Lo prendo per mano e con quella libera gli accarezzo la guancia.
Appoggio le mie labbra sulle sue e lo trascino verso il confine del bosco.
 
 
 
Questo capitolo è uno dei miei preferiti, è un capitolo di passaggio, un capitolo che spiega come Katniss si senta durante i primi mesi della sua gravidanza.
Spero che vi piaccia e ringrazio tutti quelli che seguono la mia FF, ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, ringrazio chi recensisce e chi legge silenziosamente.
Lasciate una recensione, ne sarei felice :D

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Una fitta lancinante mi colpisce in pieno stomaco, mi accascio per terra appoggiandomi al muro. Peeta. Dove diavolo sei quando ho bisogno di te?!
Mi massaggio dolcemente la pancia e cerco di rialzarmi ma una nuova fitta me lo impedisce.
 
“Peeta!”
 
Quello che mi esce dalla bocca non era quello che mi aspettavo, mi avvicino al telefono quasi strisciando e afferrandolo compongo velocemente il numero della panetteria.
Attendo. Mi sembra un’eternità.
 
“Pronto? Panetteria Mellark”
 
“Peeta!”
 
“Katniss! Stai bene?!”
 
“Peeta vieni subito a casa! Ora!”
 
Non ricevo risposta, solo un susseguirsi di beep snervante.
Tranquilla Katniss, è presto non è ancora il momento. Sei solo al settimo mese, tranquillizzati.
Cerco in qualche modo di autoconvincermi che tutto andrà bene, Peeta adesso arriva. Arriva. Ma quando arriva?
 
Mi aggrappo alla sedia e mi tiro lentamente in piedi. Le gambe mi tremano.
Cerco di pensare a qualche cosa di bello.
Questa mattina mi sono svegliata con l’odore del caffè e il profumo delizioso dei biscotti glassati di Peeta.
Quanto ne vorrei uno adesso…
Katniss, non è il momento di pensare ai biscotti!
 
Mi dirigo verso il divano e mi stendo appoggiando i piedi sopra il bracciolo, uno strano piacere m’invade il corpo e mi rilasso, le fitte sono andate via, ma mi hanno stancato tanto, parecchio.
Gli occhi mi si chiudono ed io sprofondo in un sonno beato.
 
“Katniss!”
 
Peeta entra sbattendo la porta facendomi sobbalzare per lo spavento.
Diamine, mi ero addormentata.
 
“Non c’è bisogno di urlare! C’è gente che cerca di dormire!”
 
“Kat, stai bene?!”
 
“Si rilassati… sto bene.”
 
“Katniss mi hai fatto prendere quasi un infarto ti rendi conto!?”
 
“Scusa ho avuto un momento di panico ma ora sto bene.”
 
Mi rilasso nuovamente sul divano e lui si avvicina a me inginocchiandosi.
Prende la mia mano nella sua e con il pollice disegna cerchi concentrici sul dorso, con quella libera accarezza il pancione e ogni tanto lascia dei piccoli baci vicino l’ombelico.
 
“Stai bene ora?”
 
“Sì, ho avuto delle fitte e non riuscivo a muovermi…”
 
“Posso tornare in panetteria o vuoi che resti qui con te?”
 
“No vai pure posso farcela, posso fare un sonnellino”
 
“Sicura?”
 
“Sicura.”
 
Lascia un ultimo bacio sulla pancia e si dirige verso la porta, ma al mio richiamo si rigira immediatamente.
 
“Cosa c’è?!”
 
“Nulla solo che… puoi portarmi dei biscotti glassati?”
 
“Agli ordini, torno subito! Fortuna che c’è Delly al negozio altrimenti non saprei come fare con te…”
 
L’ultima cosa che ricordo è il suo sorriso mentre esce da casa prima che io sprofondi nuovamente nelle braccia di Morfeo.
 
 
Poco dopo rieccolo con i miei biscotti glassati ancora caldi.
 
“Finalmente! Il bambino non ce la faceva più…”
 
“Si certo il bambino…”
 
“Guarda che io devo nutrirmi per due! Smettila di ridere.”
 
“Katniss controllati, ultimamente sei diventata una balenottera azzurra, rischio di confonderti con l’armadio!”
 
“Peeta non provocare una donna incinta, e adesso dammi quei biscotti che ho fame!”
 
“Dolcezza, il ragazzo non ha torno dovresti metterti a dieta.”
 
Ci mancava solo lui. Eccolo che spunta da dietro Peeta intento ad accarezzare un’oca tra le braccia.
 
“Haymitch, non ti ci mettere anche tu!
 
Peeta è a terra morto dalle risate ed io non posso fare a meno di tirargli una sberla. Non è educato dire certe cose a una donna, specie se è incinta.
Vorrei vedere loro due in attesa di un bambino, poi si che mi divertirei.
 
Strappo il sacchetto di biscotti dalle mani di Peeta e vado in cucina a mangiarli.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Sono già finiti ma io ho ancora fame.
 
Apro lo scaffale e prendo uno scatolo di cioccolatini, Peeta entra in cucina e mi fissa ridendo.
 
“Katniss, anche i cioccolatini!?”
 
Questa volta non è la mia mano a colpire la sua stupida testaccia ma una cucchiaia.
 
 
 
 
 
Buonasera! Scrivere questo capitolo è stato uno spasso, Katniss è arrivata al settimo mese e ciò vuol dire che manca poco al grande giorno! Vi ringrazio tantissimo per le recensioni che avete lasciato, per tutte le seguite/preferite/ricordate!
Il primo capitolo della storia ha superato le 1000 visualizzazioni, vi ringrazio davvero di cuore!
Spero di non avervi annoiato, fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione! :D

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***



 
 
Ormai tutta Panem sa che tra poco la Ghiandaia diventerà mamma. Non so come Plutarch ha saputo della mia gravidanza, cosa che m’irrita parecchio. Vuole che io e Peeta andiamo a Capitol City come ospiti speciali del suo programma musicale, io ovviamente ho subito rifiutato.
Non smetteva di farmi gli auguri e mi ha detto che verrà a trovarci subito dopo che il bambino sarà nato, ho posto una condizione sulla sua visita, niente telecamere. L’ultima cosa che voglio è vedere la mia camera d’ospedale piena di stupidi capitolini intenti a riprendere mio figlio.
 
Tra pochi giorni entro nell’ottavo mese, Effie, Johanna, Anni e il piccolo Finnick hanno deciso di farci visita. Tra poche ore devo andare in stazione con Peeta ed è meglio che mi alzi altrimenti faremo tardi.
 
Appoggio una mano sulla pancia e una dietro la schiena, mi alzo dal divano lentamente, ultimamente ho spesso le vertigini. Salgo le scale e mi dirigo in camera, prendo un accappatoio e vado in bagno.
Apro l’acqua per riempire la vasca, mi tolgo la maglia e il pantalone soffermandomi per qualche minuto davanti allo specchio. Sono grassa.
Il mio sedere è diventato enorme e il mio seno è cresciuto, probabilmente a Peeta questa cosa piace. Ogni tanto lo sorprendo a fissarmi, poverino sono quasi tre mesi che è in astinenza e non posso certo biasimarlo.
 
La vasca è quasi piena, tolgo gli ultimi indumenti e m’immergo nell’acqua calda.
Appoggio la testa al bordo della vasca e chiudo gli occhi.
Accarezzo dolcemente la pancia mentre sussurro parole dolci alla creaturina che sta crescendo sempre di più dentro di me.
 
“Sai che la mamma ti ama?”
 
Probabilmente è una coincidenza, oppure no, ma un piccolo calcio colpisce la mia mano. La dottoressa nella scorsa visita mi ha detto che dal settimo mese il bambino incomincia a sentire i suoni che lo circondano, dopo quella visita Peeta ha dato di matto. Svolge intere conversazioni con suo figlio ed io non posso fare altro che guardarlo estasiata.
 
“Sì, la mamma ti ama tanto…”
 
Non posso fare a meno di accarezzare la pancia, passo intere giornate stesa sul divano, probabilmente questo è diventato il mio passatempo preferito.
Mi alzo, m’insapono e la mia pelle viene ricoperta da bolle di sapone.
L’acqua scorre veloce sul mio corpo ed io mi soffermo a osservare il mio ventre enorme, una volta riuscivo a guardarmi i piedi.
 
Esco dalla doccia e infilo velocemente l’accappatoio. Mi strofino i capelli con un asciugamano e li asciugo lasciandoli liberi sulle spalle.
Esco dal bagno e m’infilo la biancheria intima, ho qualche problema nel piegarmi ma ci riesco.
Peeta entra in camera e mi guarda con un sorriso idiota stampato in faccia.
 
“Che guardi?”
 
“Il tuo pancione. Non posso?”
 
“Un po’ di privacy grazie! Sono in mutande!”
 
“Cos’è adesso ti vergogni?”
 
“Esci fuori!”
 
Lo spingo velocemente fuori dalla porta ridendo ma prima di chiudergli la porta in faccia lui si gira e mi stampa un bacio sul naso.
 
“Muoviti Katniss, tra poco dobbiamo essere in stazione!”
 
Infilo una maglia bianca e una salopette di jeans, metto i calzini e infilo le scarpe con fatica.
Ho il fiatone e non ho fatto nulla.
Peeta ed io qualche settimana fa siamo andati a fare shopping, io non volevo ma lui mi ci ha costretto, tutte le robe che avevo mi vanno strette. Ho provato a convincerlo che non servivano, quando dovrei riusarle? Sono enormi.
 
“Katniss muoviti!”
 
“Arrivo!”
 
Scendo lentamente le scale appoggiandomi al corrimano.
Peeta è già fuori nel viale intento a parlare con Haymitch, mi chiudo la porta alle spalle e li raggiungo.
 
“Che splendore dolcezza!”
 
Non so se questo è un commento ironico e anche se lo fosse, non voglio saperlo.
Tra poco anche Johanna passerà il tempo lanciandomi frecciatine ironiche.
 
“Vieni anche tu?”
 
“Certo, non vuoi la mia deliziosa compagnia?”
 
“Per carità!”
 
Peeta mi prende per mano ridendo e incomincia a camminare.
 
“Muoviamoci o arriveranno prima di noi!”
 
Durante il percorso per arrivare in stazione Peeta e Haymich chiacchierano del più e del meno, io non bado a cosa dicono ma una frase attira la mia attenzione.
 
“Avete deciso il nome del bambino?”
 
Rimango perplessa per un paio di secondi e credo che Peeta sia nella mia stessa situazione perché mi fissa in una maniera abbastanza strana.
 
“A dire il vero non ci abbiamo pensato ancora…”
 
“Non credete che sia il momento di prendere una decisione? Dopo di tutto dovete sceglierne due, un nome resta per sempre…”
 
“ Lo sappiamo Haymich, ma ho la sensazione che questo nome alla fine uscirà dal nulla.”
 
“Beh Peeta, se è un maschio, lo devi chiamare come me!”
 
“Non credo proprio!”
 
Peeta ride e da delle pacche sulla spalla del nostro vecchio mentore che ora ha messo su il broncio.
 
“Mi dispiace Haymich ma è lei che decide!”
 
Non posso fare a meno di ridere. Siamo quasi arrivati alla stazione e da lontano vediamo che sta arrivando un treno, probabilmente le ragazze scenderanno da li.
 
Ci avviciniamo alla stazione e il treno che avevamo visto si è fermato proprio difronte a noi, attendiamo e qualche minuto dopo eccole che scendono dal treno.
Il piccolo Finnick che adesso ha quasi nove anni corre incontro a Peeta e gli salta in braccio.
 
“Zio Peeta!”
 
“Ciao ometto!”
 
Le ragazze intanto ci hanno raggiunto e Annie non esita un secondo nell’abbracciarmi subito.
Sono così contenta che siano venute qua a trovarci, avevo così tanto bisogno della loro compagnia.
 
“Guarda che pancia!”
 
“Johanna!”
 
Ed ecco che anche lei mi corre incontro e mi abbraccia, dietro di lei la nostra vecchia amica capitolina si asciuga le lacrime con un fazzoletto e abbraccia Haymich.
 
“Da quando quei due hanno un rapporto del genere?”
 
“Haymich, non toccarmi Effie!”
 
Tutti scoppiamo in una risata fragorosa attirando l’attenzione dei passanti.
Eccoci tutti qui riuniti. La mia famiglia. Mi avrebbe fatto piacere se ci fosse stata anche mia madre, ma lei non può venire, ha promesso però che quando partorirò ci sarà, spero solo che mantenga la promessa.
 
Johanna si avvicina a me ridendo e dandomi delle pacche sulla spalla.
Si piega, fissa la mia pancia e accosta il suo orecchio alla maglietta.
 
“Come mai non sento niente?”
 
“Probabilmente starà dormendo…”
 
“Ehi piccolo, sai che la tua mamma è pazza? Spero che non prenderai da lei, non che cambi molto rispetto a tuo padre…”
 
 “Johanna!”
 
Annie si avvicina a noi ridendo tenendo per mano il piccolo Finnick che con l’altra libera gioca con Peeta.
“Qui l’unica pazza sei tu!”
 
“Esatto.”
 
Finnick lascia la mano della madre e mi corre incontro. E’ uguale al padre.
Finnick… come vorrei che ci fossi anche tu adesso. Non posso fare a meno di sorridergli.
 
“Ehi zia Katniss! Posso toccare la pancia?!”
 
“Certo!”
 
“Avrai un bambino?”
 
“Sì… sei contento? Poi tu e il mio bambino darete fastidio a zia Johanna!”
 
“Ehi tu! Non ci pensare nemmeno! Ho smesso di fare la baby sitter!”
 
Non posso fare a meno di ridere, ridere perché sono felice, ridere perché queste persone sono tutto per me. Sono la mia medicina personale, e credo che questa cosa sia reciproca, poiché non c’è medicina migliore di una buona compagnia.
 
 
 
 
 
Sono riuscita ad aggiornare un po’ prima! Vi ringrazio tantissimo per il supporto che mi date, non saprei come fare senza di voi… grazie davvero per tutte le preferite/seguite/ricordate! Grazie per le recensioni che lasciate, è davvero gratificante leggere quello che scrivete!
Ditemi che ne pensate del capitolo! Nel prossimo probabilmente si saprà il nome del bambino! Spero che vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato…
A presto! :D

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


 
 
 
 
Ormai sono un paio di giorni che le ragazze soso venute a farci visita.
Oggi è il compleanno del piccolo Finnick, è una giornata particolarmente soleggiata, anche se l’autunno ci ha lasciato a un gelido inverno, io e Peeta abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico portare tutti al lago.
Annie e Johanna insieme al piccolo stanno dormendo nella casa di Peeta, Effie invece sta da Haymitch, il nostro vecchio ubriacone cercava di nasconderci tutto ma grazie alla bocca larga della capitolina e con l’aiuto di Johanna siamo riusciti a farci dire tutta la verità.
Quei due hanno incominciato a frequentarsi dopo che Effie –non so con quale coraggio-, si è dichiarata.
 
“Come pensi di decorare la torta?”
 
“A dire il vero pensavo di ricoprirla con pasta di zucchero e di fare dei pupazzi da mettere sopra… che ne pensi?”
 
“Penso che sarebbe fantastico.”
 
“Potrei fare dei tridenti, magari anche delle conchiglie e qualche rete…”
 
“Verrà bellissima.”
 
“Lo spero”
 
“Non fare il pessimista, hai delle mani magiche.”
 
Sciolgo l’abbraccio con il quale gli avevo circondato la schiena e gli stampo un bacio sul collo. M’incammino per le scale quando mi ricordo che devo chiedergli un’ultima cosa.
 
“Peeta, portiamo da mangiare al lago?”
 
“Certo magari alle ragazze farà piacere fare un piccolo pic-nic, ti conviene andare ad avvisarle però…”
 
“Vado subito!”
 
E’ parecchio tempo che non vado al lago, sarà bello sentirsi leggera per qualche oretta, scaricare tutto il peso del mio enorme pancione su quell’infinita distesa verde.
 
Esco da casa e attraverso il cortile per raggiungere la casa di Peeta dove stanno alloggiando le ragazze, busso e attendo qualche secondo.
Mi apre la porta, un piccolo Finnick mezzo nudo che ride.
 
“Ciao zia!”
 
“Ciao Finn, tanti auguri! Che cosa fai mezzo nudo? E perché zia Johanna sta urlando?”
 
“Perché sono monello!”
 
Varco la soglia di casa e Finnick corre via salendo le scale. Mi dirigo in cucina, dove c’è Annie che sta preparando un panino probabilmente per il bambino.
 
“Buongiorno Annie!”
 
“Ciao Katniss!”
 
“Serve qualcosa?”
 
“Volevo parlarti, che ne pensi se passassimo la giornata al lago? Peeta sta preparando da mangiare, sono certa che Finnick si divertirà tantissimo!”
 
“E’ un’idea bellissima! Posso chiederti un favore?”
 
“Certo!”
 
“Potresti aiutare Johanna con Finnick? Ha fatto la doccia ma non vuole vestirsi, non vorrei che si raffreddasse, non è abituato al freddo…”
 
“Tranquilla ci penso io!”
 
“Grazie, davvero…”
 
Salgo le scale e ascolto Johanna imprecare contro quel povero bambino.
Non vuole vestirsi probabilmente questo suo lato non l’ha preso da Annie. Non posso fare altro che ridere per il comportamento infantile di Johanna.
 
“C’è bisogno di gridare così contro il bambino?!”
 
“Katniss ti prego aiutami!”
 
“Tranquilla ci penso io…”
 
“Ehi Finnick che ne dici se ci vestiamo?”
 
“Perché zia?”
 
“Ti va di andare al lago?”
 
“Si andiamo!”
 
Il bambino corre in camera e si mette veloce una maglietta e un pantalone, poi torna correndo da noi e guarda Johanna con uno sguardo di sfida, dopo avergli fatto una linguaccia mi prende per mano e mi tira giù per le scale.
 
“Visto? Non c’era bisogno di urlare…”
 
“Quel bambino è la reincarnazione di Snow!”
 
“Addirittura!”
 
“Spero per te che tuo figlio non sia così perché giuro che mi trasferisco a Capitol City e non mi vedete più.”
 
Lascio la mano di Finnick e mi dirigo verso la porta, adesso devo andare ad avvisare Effie e Haymich, devo ammettere che mi preoccupa parecchio bussare a quella porta ma mi faccio coraggio ed esco.
 
“A dopo ragazze!”
 
M’incammino lungo il viale dei vincitori e quando sono a qualche metro da quella lurida dimora, butto un’occhiata alla finestrella aperta vicino alla siepe.
Probabilmente sono svegli, mi avvicino alla porta e appoggio l’orecchio vicino la maniglia. Non sento niente. Busso tre volte e aspetto un paio di secondi.
Mi apre un’Effie più spumeggiante del solito, con un sorriso a trentadue denti e una vocina stridula.
 
“Buongiorno cara!”
 
“Buongiorno Effie!”
 
Mi soffermo un secondo nel fissare la stanza dietro di lei, è pulita o sbaglio?
Dovrebbe venire più spesso qui se questo è il risultato, ho dei dubbi sul fatto che abbia sbagliato casa… ma poi ecco spuntare l’ubriacone dietro di lei che stranamente per non so quale miracolo, non sembra brillo.
 
“Tra poco andiamo al lago per festeggiare il compleanno di Finnick, vi unite a noi?”
 
“Certo, sarebbe fantastico!”
 
“Perfetto a dopo!”
 
Mi allontano da quella casa molto velocemente, questa cosa del mentore e della capitolina ancora non riesco ad accettarla, troppo strano!
 
La porta di casa è aperta, entro e Peeta ha quasi completato tutte le decorazioni per la torta.
 
“Vuoi che ti dia una mano con i panini?”
 
“Non ce ne bisogno li ho già fatti sono nel cestino vicino il frigo”
 
“Benissimo allora mi stendo un poco sul divano…”
 
“Dormi pure se vuoi io, qui ho quasi finito”
 
Mi stendo sul divano, la mia schiena prende pace per pochi minuti e i miei occhi si chiudono in un leggero dormi veglia.
 
Peeta mi sveglia dopo una mezzoretta abbondante dicendomi che sono tutti pronti e possiamo andare, mi alzo e m’infilo i miei scarponi per la caccia.
 
“Andiamo?!”
 
Sono tutti presenti all’appello quindi incominciamo a incamminarci lungo il viale dei vincitori diretti alla recinzione che ormai serve solo a tenere fuori gli animali dal distretto.
 
Peeta ha comprato un piccolo regalo di compleanno per il bambino, una barchetta giocattolo con tanto di pirati. La adorerà. Devo ringraziare Peeta che dopo tutte questo tempo mi è vicino, senza di lui queste cose non le avrei mai fatte. E’ lui quello che pensa a tutto, il mio ragazzo del pane che tra poco diventerà papà…
 
Sei sicura di quello che vuoi Katniss?
Questa domanda mi rimbomba in testa da un paio di giorni e non riesco a rispondere, parecchie volte sono sopraffatta da ansia –cosa che credevo ormai passata-.
Perché? Perché sono così stupida? Haymich ha ragione potrei vivere altre cento vite e Peeta ancora non mi meriterebbe.
E se dopo il parto Peeta non mi volesse più? Cosa ne sarebbe della mia inutile vita?
Cosa ne sarà di suo figlio? Il figlio di due vincitori. Non sarà al sicuro, no non lo sarà. Io non posso occuparmi di un bambino. No non posso…
 
Non mi sento bene, la testa mi gira e mi fermo improvvisamente lungo la strada, non siamo ancora arrivati al prato che separa il bosco, mancano solo alcuni metri ma non credo di farcela. Non riesco a camminare le mie gambe tremano e mi accascio per terra.
 
Peeta si ferma di scatto e si gira preoccupato verso di me piegandosi per prendermi il viso tra le mani.
 
“Katniss amore cosa c’è?!”
 
“Non… non mi sento bene…”
 
“Katniss vuoi andare a casa?”
 
“No… sto bene tranquillo”
 
“Ti prego non farmi preoccupare, non sforzarti forse non è una buona idea camminare fino al lago”
 
“Peeta posso farcela!”
 
“D’accordo però ti prego stai attenta…”
 
Mi alza il viso con un dito e poggia delicatamente le sue labbra sulle mie, è un gesto così strano, così bello e così rassicurante. Mi tocca come se potessi rompermi fra le sue mani da un momento all’altro.
Mi solleva lentamente e mi circonda con le sue forti braccia lasciando piccoli bacetti sui capelli.
Le ragazze si sono avvicinate a noi preoccupate e fissano la scena.
 
“Katniss sei sicura di stare bene? Possiamo andare a casa, non è un problema Finnick si divertirà ugualmente…”
 
“No Annie andiamo.”
 
Ricominciamo a camminare e dopo aver superato la recinsione ed essere entrati nel bosco Finnick è impazzito. Non si ferma un secondo, raccoglie pigne e sassolini di tutti i tipi porgendoli a Peeta per far ammirare la sua scoperta.
Ovviamente Peeta, il mio dolce Peeta lo riempie di complimenti.
 
Siamo arrivati al lago e tutti rimangono stupiti della bellezza impressionante di quel posto magico.
Fino ad oggi questo posto lo avevo condiviso solo con Peeta ma dopo di tutto anche loro fanno parte della mia famiglia, una pazza famiglia… ma sempre famiglia.
 
“Katniss è davvero un posto magnifico!”
 
“Già…”
 
Stendiamo per terra una grande tovaglia, dove mettiamo tutte le prelibatezze che Peeta ha preparato con le sue mani magiche, pensandoci non ho visto la torta finita.
Finnick scarta il suo regalo e tutto contento incomincia a giocare con la barca insieme a Haymich e le ragazze prendono il sole.
 
Peeta distribuisce a tutti un pezzo della sua fantastica torta al cioccolato ricoperta di tridenti e conchiglie, dopo averla mangiata in pochi bocconi, mi stendo sull’erba respirando a pieni polmoni l’aria più buona di sempre, mi mancava questo posto.
 
Peeta si siede vicino a me stendendosi e appoggiando la sua testa sulle mie gambe, incomincio a lisciargli i capelli e lui socchiude gli occhi.
La sua pelle chiara in contrasto con il sole brilla, il leggero venticello invernale gli scompiglia i folti capelli biondi, le sue palpebre dello stesso colore dei capelli sembrano d’orate e i suoi occhi azzurri, gli occhi dove posso tuffarmici e perdermi per ore, fortunatamente in questo momento non sta guardando posso ammirare tutta la sua bellezza senza diventare rossa come un peperone -ancora dopo tutti questi anni riesce a farmi arrossire come una scolaretta con una cotta- eppure ho bisogno di quegli occhi, ho bisogno di tuffarmici e di annegare in quel mare di amore che mi regalano quando mi guarda, così lo chiamo.
 
“Ehi Peeta…”
 
Eccolo che apre gli occhi e mi fissa, sulle sue guance spuntano due fossette.
Mi guarda incuriosito e poi si gira su un fianco baciandomi la pancia.
Stacca dall’erba un fiorellino giallo e me lo porge.
Rimango perplessa per pochi secondi, è giallo, delicato nelle mie mani che lo sorreggono ed è piccolo e soffice come un bambino.
Un bambino.
 
So come chiamerò il mio bambino se sarà una femmina.
 
“Dimmi”
 
“Delion…”
 
“Delion?”
 
“Il nostro piccolo dente di leone…”
 
Sul suo viso compare uno dei tanti sorrisi che amo, si siede sulle ginocchia e prende il mio volto tra le mani baciandomi con passione.
Avvicina le sue labbra al mio orecchio e con un sussurro quasi impercettibile ripete per un numero infinito di volte “Delion”.
 
 
 
 
 
 
Yeee sono riuscita ad aggiornare presto! *Saltella sul posto e batte le mani*
Sinceramente non credevo che mi sarebbe uscito così lungo questo capitolo, spero che vi sia piaciuto e che non abbia deluso le vostre aspettative…
Personalmente adoro il nome Delion, già dai primi capitoli della storia riflettevo su che nome dare alla bambina e credo che questo sia uno dei miei preferiti…
Vi prego ditemi cosa ne pensate! Ringrazio tutte le preferite/seguite/ricordate e grazie per tutte le recensioni che lasciate!! :D
A presto! ♥

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***



 
Sono forse tre ore che io e Peeta discutiamo sul nome da dare al bambino se invece che una femmina fosse un maschio.
Non troviamo quello giusto. Ci vuole un bel nome ed io non ne ho proprio idea.
 
“Basta ci rinuncio! Lo chiamiamo Haymitch.”
 
“Tu non eri quella che non si arrende mai?”
 
“Peeta sono tre ore che cerchiamo un nome!”
 
“Che ne dici di Eric?”
 
Pensandoci non è male, Eric. Eric Mellark. Suona bene…
Meglio di Haymitch sicuro. Infondo credo che sia il più bello tra tutti quelli che abbiamo detto fino ad ora.
Devo tener conto che ho scelto io il nome Delion e se a Peeta piace, questo è giusto che lo scelga lui.
 
“Beh pensandoci non è male…”
 
“Quindi ti piace?”
 
 “Vada per Eric…”
 
Sul suo viso spunta il solito sorriso più bello del mondo, avvicino le mie labbra alle sue e lo bacio ridacchiando.
Gli accarezzo i riccioli arruffati che ha sulla fronte e mi alzo dal divano facendo leva sul bracciolo.
 
“Aspetta ti aiuto!”
 
“No tranquillo ce la faccio.”
 
Oggi ho dei terribili dolori alla pancia, mi sento così stanca e pesante. Non ho voglia di fare nulla –anche se non faccio nulla tutti i giorni-, però ho parecchie cose da preparare e non posso rimandare ancora.
 
“Katniss perché non rimani sul divano ancora un po’?”
 
“Peeta devo preparare la borsa per l’ospedale, l’avrei già dovuta fare la settimana scorsa.”
 
“D’accordo ti do una mano”
 
Saliamo le scale, mi sento maledettamente stanca. Mi aggrappo al corrimano e mi tiro su gradino per gradino. Peeta mi sorregge per la schiena aiutandomi a salire, non posso lamentarmi, l’ultima cosa che voglio, è cadere giù per le scale.
Mi sento così vulnerabile e la cosa non mi piace per niente.
 
Arrivati in camera, prendo un borsone dall’armadio e lo appoggio sul letto.
Peeta si avvicina a me con un foglietto di carta con scritte tutte le cose che servono.
Mi porge il foglietto e si allontana verso l’armadio.
 
“Katniss dimmi quello che ti serve così lo prendo e te lo passo senza che fai avanti e dietro”
 
Leggo attentamente la lunga lista che sembra non finire mai, giro il foglio per assicurarmi che dietro non ci sia scritto più nulla.
 
“Sei sicuro che nel borsone ci entri tutta questa roba?”
 
“Certo che ci entra. Che cosa devo prendere?”
 
“Una camicia da notte…”
 
“Solo una?”
 
“Fammi parlare!”
 
Peeta ride e prende dall’armadio la camicia, quando me la porge, gliela tolgo bruscamente dalle mani e metto il broncio.
 
“Ma dai Katniss, sto scherzando!”
 
Continuo a leggere la lista senza guardarlo. E’ già difficile andare girando con un pancione sotto gli occhi di tutti, adesso devo preparare anche la borsa per il parto e questa cosa mi terrorizza perché ciò significa che la data è sempre più vicina, ci manca solo lui che mi prende in giro e abbiamo finito.
 
“Mi servono tre camicie con l’apertura davanti per allattare.”
 
Questa volta cerca di trattenere la risata e prende le tre camicie che gli ho chiesto, me le porge e le sistemo nel borsone.
 
Continuiamo per una mezzoretta con la lista delle mie robe, Reggiseno, mutande calzini, pantofole, spazzolino e roba varia. Adesso tocca a quelle del bambino.
 
“Nel cassetto a destra ci sono tutte le cose per il bambino”
 
Johanna e Annie ci hanno regalato una tutina verde acqua con dei pesciolini ricamati sopra, Effie invece una bellissima tutina arancione, con nostro grande stupore anche il vecchio burbero ci ha fatto un regalo, due copertine e un set di bavaglini.
 
Peeta l’altro giorno è tornato a casa con in mano una marea di pacchettini colorati, ha comprato tantissimi vestitini per il bambino tra cui anche biberon e ciucci. Gli ho detto che se continuava così il bambino diventerà viziato. Mi ha promesso che avrebbe smesso di fare acquisti ma come credevo, il giorno dopo è tornato dalla panetteria con una montagna di giocattoli.
 
“Non credi che portare tutta questa roba sia inutile?”
 
“No, vedrai che ti servirà”
 
Finisco di mettere le ultime cose nel borsone e lo chiudo con fatica, anche questa è fatta.
Oggi Le ragazze vogliono fare una passeggiata per il distretto, Peeta contento gli ha detto che terrà occupato Finnick in panetteria così loro saranno libere di fare compere con la capitolina. Mi hanno chiesto se volevo andare con loro, ma oggi credo che resterò a casa non ce la faccio a camminare.
 
“Ecco fatto!”
 
Peeta si avvicina alla finestra, dove è appoggiato un enorme scatolo con dentro il passeggino. Lo stende per terra e toglie lo scotch che lo circonda, estrae delicatamente il passeggino e lo apre.
 
“Perché lo stai aprendo adesso?”
 
“Non voglio certo mettermi ad aprire pacchi all’ultimo.”
 
“Come vuoi… Io vado giù sul divano”
 
“Io tra poco vado a prendere Finnick e le ragazze, tu riposati.”
 
Scendiamo insieme le scale e ci dividiamo nell’ingresso, io vado sul divano e lui in cucina a finire l’impasto per il pane.
 
Sto per addormentarmi quando all’improvviso avverto una strana sensazione di bagnato tra le gambe, alzo lentamente la testa per guardare cosa succede. Non dovevo guardare.
Katniss, stai calma. Niente panico respira.
 
“Peeta… Peeta!”
 
Sento delle pentole cadere sul pavimento, Peeta è corso da me e adesso è al mio fianco in ginocchio.
 
“Cosa c’è?!”
 
“Peeta… credo che mi si siano rotte le acque!”
 
Sposto bruscamente la copertina che mi copriva le gambe e cerco di mettermi in piedi, Peeta mi frena subito facendomi stendere immediatamente.
Ha gli occhi lucidi e gli trema il mento. Cerco di calmarmi osservando i suoi occhi ma un improvviso crampo mi appanna la vista.
 
“Katniss non muoverti chiamo l’ospedale!”
 
“E chi si muove!”
 
Non volevo rispondergli così bruscamente ma cavolo che dolore!
Sento Peeta parlare al telefono nell’altra stanza, poco dopo è nuovamente al mio fianco.
 
“Respira, arrivano il prima possibile. Ci sono io qui con te tranquilla…”
 
“Peeta non posso farcela…”
 
La mia voce trema, ho paura. Non posso, non posso. Perché diavolo ho voluto un bambino?!
Non riesco a vedere, batto ripetutamente le palpebre per scacciare le lacrime ma non funziona.
 
“Si che ce la fai, Katniss guardami, sono qui con te!”
 
Posso farcela? Peeta dice sempre la verità, e se dice che posso farcela allora ci riuscirò.
 
Peeta si è allontanato cinque minuti fa per andare ad avvisare le ragazze e Haymitch, spero che ritorni subito non riesco a restare lucida senza di lui.
Le contrazioni si fanno sempre più vicine e credo che tra poco la mia pancia esploderà.
Eccolo che entra in casa sbattendo la porta, si avvicina a me e circonda la schiena con le braccia. Mi solleva e mi porta fuori, dove c’è una macchina con dei medici.
 
“Ci siamo quasi Katniss, resisti ancora un po’”
 
Giuro che adesso lo schiaffeggio, cosa crede che stia facendo!
Gli afferro la mano e la stringo più che posso, probabilmente gli sto facendo male perché sulla sua faccia spuntano delle smorfie.
 
“Scusa…”
 
E’ l’unica cosa che riesco a dire, ho bisogno della sua mano adesso più che mai.
I suoi occhi, non saprei davvero cosa fare senza quelle pozze di acqua azzurra che mi trasmettono sicurezza.
 
Probabilmente siamo arrivati, la macchina si è fermata e i medici insieme a Peeta mi portano dentro l’ospedale. Mi fanno sedere su una barella e mi portano in una camera completamente bianca.
Un dottore richiama Peeta e lo fa staccare dalla mia mano, il panico che ero riuscita a domare pochi secondi fa è ritornato all’improvviso. Stringo più che posso la mano di Peeta e lo tiro verso di me.
 
“Peeta, resta con me…”
 
Si volta e mi guarda con un sorriso che mi trasmette tutto quello di cui avevo bisogno, mi accarezza una guancia e mi posa un lieve bacio sulla tempia.
 
“Sempre.”
 
 
 
 
 
Siccome sono sadica il capitolo, l’ho diviso in due… Perdonatemi per il ritardo ma la scuola mi uccide, mi farò perdonare aggiornando il prossimo capitolo il prima possibile. Vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni che lasciate, Per tutte le Preferite/Seguite/Ricordate…
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, ne ho davvero bisogno.
Grazie a tutti per il supporto, a presto!! :D
 

 
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***



 
 

Le contrazioni sempre più forti e ravvicinate non mi aiutano per niente nel tentativo di restare lucida.
Probabilmente entro la fine della giornata Peeta non avrà più una mano sana, è qui vicino a me che mi rassicura e mi accarezza i capelli nel tentativo di calmarmi, come se fosse minimamente possibile.
Gli hanno fatto indossare una specie di vestaglia verde e una mascherina che però non ha messo vicina la bocca perché secondo lui non riesce a baciarmi come si deve.
 
La dottoressa finalmente è entrata nella stanza dopo un tempo che sembra interminabile, ha infilato un paio di guanti e si è avvicinata a me sorridendomi.
 
“Ciao Katniss, come stai?”
 
Come sto? Mi sta prendendo in giro? Cerco di trattenermi dal lanciargli un’occhiataccia solo perché è lei che deve far nascere mio figlio.
Peeta capendo cosa sto pensando mi guarda e ride, gli stringo ancora più forte la mano e dal suo viso sparisce immediatamente quel sorrisetto lasciando posto a una smorfia di dolore.
 
“Se me lo tira fuori, starei molto meglio…”
 
La dottoressa si mette a ridere e Peeta si unisce a lei. Si avvicina alle mie gambe e scosta la coperta che mi copre, è abbastanza imbarazzante.
Una fitta più forte delle precedenti mi colpisce al basso ventre, la vista mi si appanna nuovamente e dalla gola mi esce un lamento gutturale.
 
“Perfetto Katniss sei già dilatata di otto centimetri, entro un’ora stringerete tra le braccia vostro figlio!”
 
“Non vedo l’ora!”
 
Peeta sembra un bambino emozionato che non vede l’ora di stringere tra le sue braccia un giocattolo nuovo. I suoi occhi lucidi fanno risaltare ancora di più quell’azzurro e spero con tutto il cuore che il bambino abbia suoi occhi.
 
“Direi che possiamo incominciare a spingere, che ne dici Katniss? Al mio tre spingi forte”
 
Prendo un bel respiro e guardo Peeta, gli stringo forte la mano e lui la porta alla bocca posandoci sopra un bacio.
 
“Puoi farcela, sono qui con te.”
 
“Uno… Due… Tre!”
 
Il dolore è straziante, mi manca l’aria, adesso e Peeta che stringe la mano tanto da farmi male. Ogni tanto allunga la testa per guardare cosa succede e ogni volta che ritorna al suo posto, mi lascia un bacio sulla tempia.
 
Dei gemiti di dolore mi escono dalla gola con un suono che sembra non appartenermi. Gli occhi mi lacrimano sempre di più a ogni spinta e Peeta è li pronto ad asciugarli.
 
“Dai Katniss vedo la testa! Respira e spingi!”
 
Peeta lascia per pochi secondi la mia mano e sprofondo in un panico mai provato prima. Che diavolo fa mi lascia in un momento come questo? Mi piego sul fianco quel poco che basta per afferrargli un dito e trascinarlo verso di me stringendo nuovamente la mano con foga.
 
“Che cavolo fai, mi lasci la mano adesso?!”
 
“Tranquilla Katniss non vado da nessuna parte, volevo vedere la testa!”
 
Continuo questa lotta per svariati minuti tra gridolini di gioia da parte di Peeta e urli soffocati di dolore da parte mia, la dottoressa m’incita sempre più frequentemente ed io sono esausta, non riesco a continuare.
 
“Katniss un’ultima spinta e ci siamo!”
 
“Dai un ultimo sforzo e poi puoi riposare…”
 
“Peeta non credo di riuscirci….”
 
“Si che ci riesci non dire stupidaggini, un ultimo sforzo ed è tutto finito!”
 
Prendo fiato e spingo con tutte le forze che mi rimangono in corpo, un pianto acuto rimbomba nella camera ed io non posso far altro che trattenere le lacrime che stanno già uscendo dai miei occhi come cascate.
Peeta mi bacia con una tale forza da farmi girare la testa, mi accarezza la guancia spostando i capelli appiccicati alla fronte di sudore.
 
“Sei stata bravissima, non sai quanto ti amo”
 
“Ti amo anch’io”
 
Lascia la mia mano e si avvicina alla dottoressa che ci guarda sorridente, avvolge la creatura in una coperta e chiede a Peeta se vuole tagliare il cordone ombelicale.
 
“Congratulazioni!”
 
La curiosità prende il sopravvento e chiamo Peeta con piccoli sospiri cercando di alzare la testa.
Si avvicina a me con quell’esserino minuscolo tra le braccia e me lo porge delicatamente.
 
“E’ Delion…”
 
“Delion…”
 
Una femmina. Mi ero sempre immaginata tra le mie braccia di stringere un bel maschietto dai capelli biondi ricci e gli occhi azzurri come Peeta, colei che stringo tra le braccia invece è completamente diversa. Ha tantissimi capelli neri che gli incorniciano il viso, i suoi occhi non sono ancora di un colore preciso, sono un insieme di sfumature di grigio e verde.
 
“Ciao piccola…”
 
Sposto la copertina che gli copre il mento e gli accarezzo dolcemente la guancia, Peeta si avvicina con il viso alla bambina e gli lascia un bacio sulla fronte.
Mi sposto un pochino di lato per lasciare a Peeta quanto basta per sedersi affianco a me. Mi circonda con il braccio sinistro mentre con l’altro libero alterna delle carezze che partono dalla bambina e continuano con me.
 
“E’ stupenda, grazie Katniss…”
 
Rimaniamo in questa posizione per un tempo lunghissimo, la dottoressa ci fa tornare alla realtà dicendo a Peeta che ho bisogno di riposo. Prende la bambina dalle mie braccia e la porta in un'altra stanza non prima però di avermi dato un ultimo bacio.
 
“Non andare ti prego!”
 
“Katniss hai bisogno di riposo, sono qui fuori al tuo risveglio ho una piccola sorpresa”
 
“Non lasciarla sola…”
 
L’ansia presente nella mia voce è chiara e Peeta non tarda nel rassicurarmi all’istante.
 
“Katniss non succederà nulla, sono qui fuori”
 
Mi accarezza per la millesima volta la fronte scostando le ciocche dei capelli, si chiude la porta alle spalle ed io sprofondo in un sonno popolato stranamente da bellissimi colori.
 
 
 
 
Quando mi sveglio Peeta è al mio fianco che dorme con la bambina tra le braccia, lei al contrario del padre mi fissa con i suoi enormi occhi, le sue manine paffute strette alla copertina e un sorriso solare. La prendo con delicatezza cercando di non svegliare Peeta.
La cullo con le braccia ma sul suo volto il sorriso sparisce e si mette a strillare, ha fame, che stupida non ci ho pensato prima. Butto un’occhiata a Peeta che continua a dormire beato sulla poltrona, apro i bottoni della vestaglia e come se sapesse già tutto la bambina si butta sul mio seno. E’ una strana sensazione, bella a dire il vero, mi rilasso e lascio che la bambina mangi per un paio di minuti. Non mi sono accorta che Peeta ci stesse fissando con il suo solito sorriso sghembo sulla bocca, avvicina la poltrona al letto e mi prende per mano.
 
“Adesso io divento geloso però!”
 
Non riesco a trattenere una risata e gli do uno schiaffetto sul braccio, si avvicina al mio viso velocemente e mi da un bacio carico di passione prima di uscire dalla stanza.
 
“Dove vai?”
 
“Qui fuori c’è gente che vuole vedervi, posso farli entrare?”
 
Annuisco velocemente con la testa, e noto che la bambina si è addormentata ancora attaccata al mio seno, la scosto con delicatezza e mi ricopro.
Accarezzo i ciuffi ribelli che si attorcigliano sulla fronte e riempio il suo viso di piccoli baci.
 
La porta si apre e da essa entrano le persone che formano la mia pazza famiglia, ci sono tutti, proprio tutti…
Una figura esile dai capelli biondi sbuca da dietro Peeta con un sorriso raggiante, era molto tempo che non la vedevo così, mi corre in contro e mi abbraccia cercando di non disturbare la bambina.
 
“Mamma…”
 
“Oh Katniss è davvero bella!”
 
Finnick mi corre in contro e sale sul letto fermandosi a osservare Delion per qualche secondo, poi mi guarda e ride. Annie e Johanna l’hanno raggiunto e mi lasciano un bacio congratulandosi con me e Johanna ovviamente non resiste dal lanciare come al suo solito frecciatine ironiche.
 
“Ti sei dato da fare Peeta non è vero?”
 
Annie la da una gomitata e Haymitch ci raggiunge ridendo insieme a Effie.
La capitolina si sofferma a guardare la bambina per qualche minuto e subito dopo comincia a piangere.
 
“Oh Katniss tesoro sono così contenta per voi!”
 
“Grazie Effie…”
 
Finnick mi tira per la manica facendo segno verso Delion, avvicina le sue labbra alla bambina e gli lascia un dolcissimo bacio sulla guancia.
Haymitch si mette a ridere e da delle pacche sulla spalla a Peeta.
 
“Ti consiglio di tenerla sottocchio quei due non mi convincono!”
 
“Haymitch sei il solito cafone!”
 
Non riesco a trattenere una risata e la bambina si sveglia fissandomi con i suoi occhi fantastici. Mi guarda e poi tende una delle sue manine paffute verso la mia bocca, avvicino le mie labbra alla manina e gli do un bacio delicato.
Effie ricomincia a piangere e Haymitch la porta fuori, Peeta prende la bambina in braccio e mi bacia la fronte, si allontana da me e va verso la porta.
 
“Noi stiamo qui fuori, riposa ancora un poco”
 
“Bravissimo portali fuori che mi hanno già fatto venire mal di testa!”
 
Ridendo escono tutti dalla stanza, la mia mente riprende pace e la stanchezza ritorna. Chiudo gli occhi e mi rilasso.
 
 
 

 
 
 
E’ nata!!!! Devo dire che scrivere questo capitolo è stato abbastanza difficile, l’ho riscritto un paio di volte perché non mi convinceva. Spero di essere riuscita a esprimere tutto quello che prova Katniss nel modo giusto, adoro Peetuccio versione Papà-Adorante, vi ringrazio di cuore per tutte le Preferite/Seguite/Ricordate, grazie per tutte le recensioni che lasciate, è sempre un piacere leggere ciò che pensate.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, v’invito a lasciare una recensione!
A presto! :D

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


 
Sono solo poche ore che Delion è nata e ha già occhi solo per Peeta, come biasimarla, lui è Peeta.
Oggi dovrei tornare a casa, ho dei lievi dolori nel basso ventre ma sono sopportabili.
 
Peeta è andato a casa a prendere il carrozzino che fortunatamente aveva aperto, dovrebbe tornare tra poco, data la tranquillità del momento ne ho approfittato per far mangiare Delion che adesso gioca con le ciocche dei miei capelli.
 
Assomiglia così tanto a Peeta che mi sorprendo da sola a fissarla per un tempo lunghissimo, i suoi occhi che poche ore fa sembravano grigi si stanno schiarendo e stanno diventando sempre più chiari, sempre più azzurri.
 
Sono distratta dalla porta che si apre, una donna che apparentemente sembra mia madre, ma con un sorriso che non conosco, entra e si avvicina al mio letto.
 
“Buongiorno Katniss”
 
“Buongiorno mamma”
 
E’ così diversa da come me la ricordavo, forse è solo felice. Non avrei mai creduto di rivederla così, l’ultima volta che aveva quest’espressione sul viso papà gli cingeva la vita con le sue forti braccia e gli lasciava dei dolcissimi baci sulle labbra.
 
Sono così contenta che Peeta l’abbia chiamata, dopotutto avevo davvero bisogno di vederla.
 
“Sei stata davvero brava”
 
“Beh lo è stato anche Peeta, senza di lui non ci sarei riuscita”
 
“Ti assomiglia tantissimo sai?”
 
“No, è tutta Peeta”
 
“Ha i tuoi capelli e il tuo sorriso”
 
Si avvicina e gli accarezza la guancia, ha ragione assomiglia anche a me.
 
“Gli occhi però sono di Prim…”
 
Se non l’avessi sentito, non ci avrei creduto, ha detto il suo nome. Una lacrima calda e salata scorre sulla mia guancia. Prim, la mia paperella, quanto vorrei che fossi qui in questo momento, questo minuscolo esserino tra le mie braccia con i tuoi occhi, l’avresti adorata.
 
Sono sicura che però tu l’hai vista e ci sei qui accanto, vero paperella?
 
“Vuoi prenderla?”
 
“Posso?”
 
“Sei la nonna giusto?”
 
“Giusto…”
 
Stacco la manina di Delion attorcigliata ai miei capelli e gli passo la bambina.
Le sue braccia esperte la prendono e la cullano dolcemente, la guarda come se fosse la cosa più preziosa del mondo, e forse lo è.
 
La porta si apre ed entra Peeta incespicando con il borsone per il cambio e il passeggino.
 
“Buongiorno signore!”
 
“Buongiorno Peeta”
 
“Dov’è la mia donna?!”
 
“Eccola”
 
Mia madre gli passa Delion e lui la riempie di baci sorridendo, si avvicina a me e mi bacia dolcemente.
 
“Ho parlato con la dottoressa, ha detto che ti dimetteranno in serata”
 
“Non vedo l’ora di tornare a casa”
 
“Io non sarei tanto contenta se fossi in te…”
 
“Perché?”
 
“Beh vedi… insieme a tua madre…”
 
“Chi è venuto!?”
 
“Beh avevi promesso a Plutarch che poteva vedere la bambina appena fosse nata…”
 
“E’ venuto solo lui vero?!”
 
“Beh non proprio…”
 
“Oh mio Dio Peeta! Quanti sono? Chi è venuto?”
 
“La Paylor e i tuoi preparatori, insieme a Plutarch… erano venuti anche alcuni capitolini con delle telecamere ma li ho cacciati dicendogli che non saresti tornata a casa se non andavano via…”
 
Perfetto adesso si che posso rilassarmi. L’importante è che non ci siano telecamere.
Peeta posa un ultimo bacio sulla fronte di Delion che ormai si è addormentata e la mette nel passeggino.
 
Mia madre esce dalla stanza salutandoci e promettendo che sarebbe ripassata dopo, Peeta apre il borsone e lo poggia hai piedi del letto, si avvicina e si siede vicino a me.
Mi accarezza la fronte e appoggia la testa nell’incavo del mio collo solleticandomi con il suo respiro caldo.
Finalmente. La bambina dorme nel passeggino ed entrambi abbiamo le braccia libere. La stanza è vuota e ci siamo solo io e lui.
Mi accarezza il fianco e mi bacia il collo, sposto la testa in modo da poterlo baciare, si stende al mio fianco e mi circonda con le braccia accarezzandomi la schiena.
Mentre mi bacia con passione, la porta, si apre ed entra Haymitch. Giustamente qualcuno deve pur rompere.
 
“Oh Signore, cosa vedono i miei poveri occhi!”
 
“Haymitch!”
 
“Avete già tutta questa fretta di farne un altro?!”
 
Sento il sangue fluire velocemente alle guance e gli lancio un’occhiataccia.
Peeta si alza e lo caccia via dalla stanza chiudendogli la porta in faccia, si ristende vicino a me e mi abbraccia, uso il suo petto come cuscino e sento che sta ridendo, non ci faccio caso e mi addormento mentre lui mi accarezza dolcemente i capelli.
 
 
 
Mi risveglio perché Delion sta piangendo, Peeta non è più al mio fianco sta cullando la bambina e gli canta una ninna nanna, non si è accorto che sono sveglia.
 
“Forse ha fame, che ore sono?”
 
Peeta mi guarda e mi sorride, si avvicina e mi pone la bambina tra le braccia.
 
“Si probabilmente ha fame, sono le sei”
 
“Perché non mi hai svegliato?”
 
“Hai bisogno di riposo Katniss, tra un paio di ore possiamo andare a casa”
 
Si siede al mio fianco e mi osserva mentre allatto la bambina, mi lascia dei baci su tutta la fronte facendosi strada fino alle mie labbra socchiuse che accolgono subito le sue in un lungo e caloroso bacio.
 
“Grazie Katniss…”
 
“Per cosa?”
 
“per avermi dato la possibilità di stare al tuo fianco, nonostante tutte le difficoltà che abbiamo avuto, mi hai dato la possibilità di vivere la mia vita con te, e non avrei mai immaginato che dal nostro complicato e strano amore sarebbe nata una creatura del genere, non sai quanto ti amo.”
 
“Peeta sono io quella che ti deve dire grazie, senza di te non avrei nemmeno immaginato una vita come questa, grazie per avermi fatto cambiare idea… ti amo anch’io.”
 
Prende il mio viso tra le sue forti, soffici e calorose mani e mi bacia con un tale amore che mi fa dimenticare tutto quello che ci circonda, la bambina allunga la sua manina paffuta e richiama la nostra attenzione su di lei, Peeta ride e lascia anche a lei un bacio sulla punta del naso.
 
“Amo anche te, tranquilla!”
 
Peeta ci lascia sole per qualche minuto, deve firmare alcune carte ed io intanto devo cambiarmi. Metto la bambina nel passeggino e prendo dei vestiti puliti dalla borsa, una salopette che adoro e una maglietta arancione.
Mi lavo velocemente quel che basta, continuerò con più calma a casa, non posso lasciare la bambina da sola per tanto tempo.
 
Pochi minuti dopo sono pronta, mi siedo sul bordo del letto mentre gioco con le manine paffute di Delion, ogni volta che le bacio lei, fa una smorfia e ride.
Cambio anche lei, le metto un pannolino pulito e un vestitino più pesante, fuori ha nevicato e non voglio che si ammali.
 
Peeta entra in camera e si avvicina a noi, bacia prima me e poi Delion, prende il borsone e il passeggino.
 
“Pronte per tornare a casa?”
 
“Prontissime!”
 
Mi alzo e metto Delion nel passeggino, infilo la vecchia giacca di pelle di mio padre e usciamo dalla stanza, nel corridoio troviamo Haymitch che sorseggia da una fiaschetta, lo salutiamo e ci dirigiamo insieme verso l’uscita.
Nel corridoio dell’ospedale alcuni pazienti ci guardano curiosi e sbirciano nel passeggino, altri si congratulano con noi e altri ci sorridono, provo un po’ di imbarazzo ma Peeta come sempre mi rassicura stringendomi la mano.
 
Fuori ha smesso di nevicare ma fa ancora molto freddo, la bambina fortunatamente è al caldo nel passeggino, percorriamo gli ultimi metri del villaggio dei vincitori fino ad arrivare davanti all’entrata di casa.
 
“Dove sono tutti?”
 
“Sono andati a fare una passeggiata, verranno da noi a cena”
 
Peeta apre la porta e mi fa entrare con il passeggino, sono seguita subito da Haymitch che s’intrufola in cucina, tolgo la giacca ed esco Delion dal passeggino.
 
“Benvenuta a casa piccola…”
 
Peeta mi circonda i fianchi con le braccia e mi bacia, Delion ci guarda con i suoi occhioni e ci sorride allungando le manine verso il mio viso, sono così felice, adesso gli occhi celesti in cui annegare sono due.
 
 

 
 
 
Beh che dire… Finalmente Katniss è tornata a casa! Scrivere questo capitolo è stato complicato ho avuto dei problemi e si è cancellato, vi ringrazio davvero di cuore per tutte le recensioni dello scorso capitolo sono davvero contenta che vi sia piaciuto, spero che questo vi piaccia come quello precedente!
Vi ringrazio per tutte le Preferite/Seguite/Ricordate!
Recensite, recensite, recensite! E’ sempre un piacere leggere quello che pensate!
A presto! :D

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***


 
 
 
 
 
Tra poco in casa Mellark regnerà il caos, devo prepararmi mentalmente.
Delion dorme beata nel passeggino vicino al divano, Peeta sta preparando una tisana calda ed io sto cercando di accendere un fuoco decente nel camino.
 
“Katniss perché non lasci stare?”
 
“No ho quasi fatto.”
 
Peeta entra nel salone con le tazze in mano e si siede sul divano dopo aver guardato Delion che continua a dormire.
Mi guarda divertito mentre cerco per la millesima volta di accendere un fiammifero, accarezza il cuscino al suo fianco e m’invita a fargli compagnia.
Non resisto alla tentazione di buttare tutto all’aria e andare da lui.
 
“D’accordo!”
 
Mi porge una tazza fumante e mi siedo tra le sue gambe appoggiando la testa sul suo petto, mi circonda con le braccia e mi accarezza la spalla.
 
“Non dovremmo pulire la casa e preparare qualcosa da mangiare?”
 
“Mh… si dovremmo”
 
Sorseggio la mia tisana alle erbe mentre lui mi solletica il collo con il suo respiro caldo, parte dalla spalla e lascia un lungo sentiero di baci fino alla punta della mia mascella.
Dovremmo davvero preparare qualcosa da mangiare per i ragazzi che tra poco arriveranno, ma Peeta è così…
 
“Peeta…”
 
Continua a baciare l’incavo del mio collo mentre soffia il mio nome sulla pelle.
Le nostre labbra s’incontrano ed io non riesco a pensare a nient’altro se non a lui.  A entrambi manca il fiato ma nessuno dei due vuole separarsi dall’altro.
Sposto le labbra sul suo collo e bacio ogni centimetro libero soffermandomi sulle cicatrici.
Il pianto acuto di Delion ci riporta alla realtà, mi costringo contro voglia ad alzarmi ma Peeta mi blocca il braccio e mi tira di nuovo su di lui per baciarmi.
 
“Posso prenderla io se vuoi”
 
“No tranquillo ci penso io”
 
Mi alzo e avvicino il passeggino a noi, esco Delion e mi risiedo sul divano per cullarla, Peeta mi rimette nella posizione precedente e adesso con le braccia circonda anche Delion, la guarda e gli accarezza le guance dolcemente, lei smette immediatamente di piangere e osserva Peeta con i suoi occhioni celesti mentre succhia il suo ciuccio con forza.
 
“Come fai?”
 
“Cosa?”
 
“A farla calmare così velocemente”
 
“Beh ho i miei trucchi…”
 
Mi guarda e ride, mi lascia un bacio sulla tempia e facendo il più piano possibile si alza dal divano. Dopo aver accarezzato la fronte di Delion scompigliandole i ricci le posa un leggero bacio tra i capelli.
 
“Preparo qualcosa da mangiare prima che arrivino”
 
“Si forse è meglio…”
 
Cerco di far riaddormentare Delion ma lei non ne vuole proprio sapere, mi alzo e raggiungo Peeta in cucina, sta tagliando le patate, ha messo un grembiule che lo rende dannatamente sexy. Lo squadro dalla testa ai piedi e lui dopo un’occhiata maliziosa ride.
 
“Smettila di mangiarmi con gli occhi, sono un uomo impegnato.”
 
“Ah si… E chi sarebbe la fortunata?”
 
“Non posso dirlo…”
 
Abbassa lo sguardo divertito e continua a tagliare le patate, mi siedo vicino a lui e gioco con Delion che ormai voglia di dormire non ne ha minimamente.
 
“Che cosa cucini di buono?”
 
“Una cosa che ti piace tanto, stufato di agnello con prugne secche!”
 
La pancia mi brontola solo a sentire il nome, è tantissimo che non mangio lo stufato di agnello e ne avevo davvero voglia. Sul mio viso spunta un sorriso grandissimo e Peeta felice di aver avuto la reazione che si aspettava, ride.
 
“Posso lasciarti la bambina, il tempo di cambiarmi?”
 
“Certo fa con calma, gli faccio tagliare le patate”
 
Oggi è schifosamente felice, mi avvicino a lui e gli lascio un bacio a stampo. Prendo il passeggino e metto Delion dentro, la porto in cucina ed io salgo in camera.
 
Apro l’acqua della doccia per farla scaldare, mi spoglio e osservo curiosa la mia pancia che ormai non c’è quasi più, è molto strano ora, dopo nove mesi ci avevo quasi fatto l’abitudine mentre adesso dopo tutti i complessi mentali, sparisce.
 
Sento un vuoto dentro di me adesso, come se avessi una strana voglia di riempirlo immediatamente, la mia piccola mi manca. No Katniss non farti venire strane idee una basta e avanza.
 
Entro nella doccia m’insapono i capelli e il corpo, Delion se la caverà con Peeta posso stare tranquilla. Mi accascio sulle mattonelle fredde della doccia e faccio scorrere l’acqua sul mio corpo martoriato. Chiudo gli occhi e mi rilasso.
 
Passano minuti, ore, forse giorni, il mio corpo si ricarica come una batteria. Mi alzo e chiudo l’acqua, esco dalla doccia e mi avvolgo nell’asciugamano.
Spazzolo con forza i capelli e dopo averli asciugati, li lego nella solita treccia, indosso un pantalone comodo e un maglione rosso che mi ha regalato Peeta.
Apro la porta del bagno e davanti a me sul letto osservo la scena più bella che io abbia mai visto.
Peeta e Delion dormono abbracciati entrambi con la bocca socchiusa e i capelli arruffati davanti agli occhi, mi avvicino lentamente senza fare rumore e li osservo per un po’.
Peeta ha le guance arrossate e Delion ha la sua manina stretta attorno all’orecchio di Peeta. Mi siedo sul bordo del letto e accarezzo dolcemente la fronte di entrambi, non voglio svegliarli ma devo. Tra poco arriveranno i ragazzi e non possono dormire, almeno per quanto riguarda Peeta.
 
Scosto un ciuffo davanti agli occhi di mio marito e lo metto dietro l’orecchio, dove c’è la manina di Delion, gli accarezzo la tempia e avvicino le mie labbra alle sue.
 
“Peeta…”
 
Dopo un paio di richiami i suoi occhi si aprono e mi fissano dolcemente, azzera lo spazio tra noi con un bacio e osserva la bambina al suo fianco.
 
“Scusa ho preso sono…”
 
“Tranquillo, hai finito di cucinare?”
 
“Si è tutto pronto, Delion mi ha dato una mano”
 
“Perfetto allora non vedo l’ora di assaggiarlo”
 
Qualcuno ha bussato alla porta, mi alzo e infilo le scarpe. Scendo le scale e apro la porta.
 
“Katniss!”
 
Plutarch mi soffoca con un abbraccio stritolandomi tra le sue enormi braccia.
Dietro di lui ci sono tutti, non manca nessuno.
Uno per volta entrano tutti nel salone e mi fanno le congratulazioni, la Paylor rimane ferma sulla soglia della porta e mi sorride.
 
“Presidente, è un piacere rivederla”
 
“Anche per me Katniss”
 
Le porgo la mano in segno di saluto ma lei mi abbraccia. Rimango sorpresa per un po’ ma poi mi rilasso e le sorrido. Dopotutto sono contenta davvero di rivederla. I miei preparatori con qualche ruga di più sul viso mi stringono in un forte abbraccio e incominciano a piangere, sì anche loro mi sono mancati.
 
“Oh Katniss non sai come ci sei mancata!”
 
“E Peeta dov’è?”
 
“E la bambina? A chi assomiglia?”
 
Mi riempiono di domande nel giro di pochi secondi che devo ricalcolare tutto quello che hanno detto.
Peeta è ancora di sopra ma dovrebbe scendere da un momento all’altro.
 
“Perché non vi accomodate nel salone, vado a chiamare Peeta”
 
Johanna e Annie si siedono sul divano insieme alla Paylor e Finnick mentre Plutarch e Haymitch prendono delle sedie dalla cucina per far accomodare Effie e i capitolini, salgo velocemente le scale e trovo Peeta intento a cambiare il pannolino a Delion.
 
“Giù ci sono i ragazzi, vi stanno aspettando”
 
“Ho quasi finito adesso, scendiamo”
 
Peeta chiude il vestitino di Delion e la prende in braccio, richiude la porta alle sue spalle e scendiamo le scale.
Il salone che normalmente è grandissimo adesso è troppo piccolo. Tutti si girano e guardano Peeta sorridendo e salutandolo, Plutarch e la Paylor si alzano e gli vanno incontro dandogli delle pacche sulla spalla.
 
“E’ davvero stupenda, congratulazioni ragazzi!”
 
“Quanti capelli, gli occhi però sono di Peeta!”
 
Flavius, Octavia e Venia piagnucolano accarezzando la piccola che li guarda incuriosita.
 
Delion adora essere coccolata, dopo aver fatto il giro delle braccia di tutti, ci sediamo a tavola e mangiamo lo stufato delizioso che Peeta ha preparato, la serata passa velocemente chiacchierando del più e del meno. I ragazzi vanno via dopo averci salutato con dei caldi e soffocanti abbracci promettendoci che sarebbero ritornati presto a trovarci.
 
Dopo aver ripulito la cucina io Peeta e Delion andiamo finalmente a dormire, Peeta mi stringe nella solita posizione in cui dormiamo sempre, ma questa volta tra noi due c’è Delion che si fa spazio tra le nostre braccia per essere coccolata.
 
 

 
 
 
Eccovi finalmente il nuovo capitolo! Perdonatemi per il ritardo… So già che prima o poi mi frusterete.
Questo è un capitolo di passaggio, dal prossimo incominceremo a vedere meglio Peeta e Katniss nel ruolo di neo genitori! *^*
Spero che vi sia piaciuto, vi ringrazio per tutte le Preferite/Seguite/Ricordate e per tutte le fantastiche recensioni che lasciate sempre!
A presto!! :D

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ***


 



E’ quasi Marzo e finalmente dopo un tempo gelido, il sole comincia a riscaldare tutto il distretto, fortunatamente adesso il dondolo regalatoci da Plutarch e la Paylor servirà a qualcosa.
 
Delion non sta mai ferma, ha quasi quattro mesi ma è come se ne avesse il doppio. I suoi occhioni che all’inizio pensavo fossero grigi adesso sono di un celeste quasi più acceso di quello di Peeta, non posso altro che essere strafelice di questa cosa. I suoi infiniti boccoli castani che gli rimbalzano sulla spalla, quando cerca di saltare sulle gambe di Peeta, beh quelli sono miei.
 
Nel giardino di casa dei piccoli denti di leone incominciano a sbocciare, Peeta si dondola sul dondolo con Delion che gli salta sulle ginocchia e ride facendo degli strani versi accompagnati da strane smorfie divertite.
 
“Non credi che dovrebbe calmarsi? Finirà per vomitarti tutto il latte in faccia”
 
Mi appoggio allo stipite della porta incrociando le braccia al petto e cercando di respingere una risata per sembrare più seria, Ranuncolo si struscia ai miei piedi facendo le fusa. Quel dannato gatto da quando è nata Delion è sempre tra i piedi.
 
“Non è colpa mia è lei che non sta ferma!”
 
“Sei tu che gli dai corda!”
 
Allontano Ranuncolo con un calcetto e mi siedo sul dondolo vicino a Peeta, mi passa Delion che continua ad agitarsi tra le mie braccia e mi tira la treccia.
 
“Forse dovremmo dargli un po’ di sonnifero e poi scappare...”
 
Nel momento esatto in cui finisco di parlare dall’altra parte del vialetto Haymitch apre la porta e ci viene incontro.
 
“Ragazzi eccovi! Ho bisogno del vostro aiuto!”
 
Oh Haymitch non sai quanto ne ho bisogno io di te.
 
Peeta lo guarda incuriosito per un momento e poi si alza per andargli incontro.
 
“Di cosa hai bisogno Haymitch?”
 
“Beh vedi ragazzo, non mi ero accorto di aver finito l’ultima bottiglia di liquore e adesso sono a secco!”
 
“Dovrei averne un paio in cucina, vado a prendertele”
 
“Grazie mille ragazzo…”
 
Nel giro di pochi istanti mi viene un’idea. Se il vecchio ubriacone vuole il liquore, dovrà ricambiare il favore.
 
“Aspetta!”
 
“Cosa?”
 
Peeta si ferma perplesso sulla soglia della porta e Haymitch che si stava per sedere al mio fianco, rimane impalato come un deficiente.
 
“Se vuoi il liquore, devi farmi un favore.”
 
“Tutto pur di avere quella dannatissima bottiglia”
 
Gli passo Delion che si stacca dai miei capelli per attaccarsi velocemente a quelli di Haymitch. Mi guarda perplesso e con una smorfia di dolore per le ciocche di capelli tirate da Delion si mette a ridere.
 
“Cosa c’è dolcezza hai bisogno di un momento d’intimità?”
 
“Haymitch sei il solito cafone! Ho bisogno di andare nei boschi e Peeta deve venire con me.”
 
“Okay dolcezza un paio di ore al massimo però!”
 
“Grazie! Appena ho tempo, ti compro una cassa di liquore!”
 
Peeta intanto è tornato con due bottiglie in mano che appoggia delicatamente sul tavolino della veranda, mi circonda la vita con il braccio e mi attira a se.
 
“Vai a cambiarti così andiamo”
 
“Faccio subito…”
 
Salgo le scale e mi cambio velocemente, infilo un pantalone comodo, gli stivali e la giacca di mio padre, afferro al volo l’arco e la faretra dall’armadio e scendo le scale.
 
“Già pronta?”
 
“Sì!”
 
“Quanta impazienza dolcezza!”
 
Fulmino velocemente Haymitch con un’occhiata e afferro la mano di Peeta che nel frattempo ride alle battute squallide di Haymitch.
 
“Tu sei pronto?”
 
“Sì…”
 
Lascio un bacio sulla fronte di Delion che continua ininterrottamente a giocare con i capelli di Haymitch e scendo le scale della veranda trascinandomi Peeta dietro.
 
“Haymitch non fare lo stupido con la bambina e falla dormire!”
 
“D’accordo capo!”
 
Sorrido al mio vecchio mentore ubriacone e insieme a Peeta mi dirigo verso la recinsione, mi abbraccia e mi accarezza la spalla mentre mi lascia tanti piccoli baci sul collo mentre camminiamo.
 
“Come mai questa fuga improvvisata?”
 
“Avevo bisogno di passare un po’ di tempo con te, e poi è quasi un anno che non vado nel bosco e oggi ne ho davvero bisogno.”
 
“Vuoi cacciare?”
 
“Si magari un poco, pensavo che tu intanto potresti raccogliere qualche bacca per una torta”
 
“Perfetto”
 
Superata la recinsione, ci incamminiamo all’interno del bosco, chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo, è così bello tornare a casa dopo così tanto tempo di lontananza… Le foglie secche si sgretolano sotto i miei piedi a ogni passo e le ghiandaie appollaiate sugli alberi copiano le melodie di altri uccelli nelle vicinanze. La mia mano stringe con forza l’arco e ne assapora con nostalgia la consistenza.
A un paio di metri da noi un tacchino cerca del cibo, la mia mano libera come se fosse un gesto meccanico si sposta verso l’alto e afferra una freccia dalla faretra, la appoggia sull’arco con delicatezza e avvicina il tutto all’altezza dei miei occhi.
Prendo la mira e in pochi istanti il tacchino cade per terra con una freccia nel cranio.
Peeta mi guarda e mi sorride, dice sempre che guardarmi mentre caccio, è una cosa che non si sarebbe mai sognato di fare, un privilegio che solo Gale poteva avere.
 
“Anche dopo tutto questo tempo di riposo non perdi il vizio…”
 
“No”
 
Gli sorrido e raggiungo il tacchino, estraggo la freccia dal cranio e continuo a cacciare per un’oretta, Peeta ha raccolto tantissime bacche con le quali stasera farà una buonissima torta.
Dopo aver preso un paio di tacchini e tre scoiattoli decidiamo di tornare a casa dalla bambina sperando che stia dormendo.
 
Quando raggiungiamo il villaggio dei vincitori noto che Haymitch è ancora seduto sul dondolo con Delion, ci avviciniamo e li osservo mentre entrambi giocano. Purtroppo non è come speravo, Delion è sveglia.
 
“Haymitch, doveva dormire!”
 
“Lo so dolcezza, lo so! Ma non sta ferma!”
 
Purtroppo non posso dargli torto, conosco Delion e se non vuole dormire, non c’è modo per convincerla.
Prendo Delion in braccio e gli bacio la punta del naso, lei mi sorride e mi tira la treccia come sempre in segno di saluto.
 
“Grazie Haymitch, ti devo chiamare più spesso!”
 
“Non pensarci proprio, in questo momento dovevo già essere ubriaco!”
 
“Dai che non ti fa male!”
 
Si alza dal dondolo e afferra bruscamente le bottiglie dal tavolino, le stringe a se e mi lancia un’occhiata.
 
“Vedo che ti sei data da fare…”
 
“Resti a mangiare da noi?”
 
“No ragazzo ho già la mia cena”
 
Scende le scale e alza una bottiglia in segno di saluto, si allontana verso casa sua e noi entriamo in cucina per preparare la cena.
Metto Delion all’interno del seggiolino per tenerla sottocchio visto che non vuole dormire e prendo gli ingredienti per la torta.
 
Appoggio la farina insieme alle uova sul tavolo mentre Peeta spenna il tacchino, il tempo di rigirarmi verso Delion che lei ha già sparpagliato tutta la farina sul tavolo e per terra, per non parlare di quello che ha in faccia. Ha la bocca viola e le mani ricoperte dal succo delle bacche mischiato alla farina.
 
“Delion!”
 
Peeta si gira allarmato e dopo aver osservato la scena scoppia in una risata fragorosa. Cerco di rimanere seria ma non ci riesco, pulisco il viso pieno di farina e succo di bacca di Delion e la esco dal seggiolino.
 
“Beh adesso sappiamo che gli piacciono le bacche…”
 
 
 
 
 

Ecco finalmente il capitolo quindici! Perdonatemi per il ritardo degli aggiornamenti ma la scuola mi tortura, purtroppo non riuscirò ad aggiornare prima del 25 perché parto in Spagna, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, Delion sta crescendo e tra poco arriveranno le pappine e i primi passi! xD
Vi ringrazio davvero di cuore per tutte le Preferite/Seguite/Ricordate e tutte le recensioni stupende che lasciate ogni volta!
Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile, a presto!! :D
 

 
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. ***


 
Il mio pulcino, è così che Peeta chiama Delion. Da quando è nata, Peeta è cambiato tantissimo, o forse probabilmente sono io che sono cambiata. Il nostro pulcino sta crescendo troppo in fretta e questa cosa non fa che turbarmi, Peeta dice che andrà tutto bene, io ho lui e lui ha me, ormai le arene sono state distrutte e gli hunger games non esistono più, non si soffre più la fame nei distretti e tutti vivono una vita migliore.
Dovrei stare più tranquilla, ma non ci riesco, gli incubi sono diminuiti ma non spariti del tutto. Quando mi sveglio nel pieno della notte urlando e svegliando Delion che spaventata piange mi sento così male che vorrei scappare da tutto e da tutti, fortunatamente al mio fianco c'è sempre mio marito che prontamente consola me è Delion.
Otto mesi, sono passati otto mesi da quando il mio piccolo dente di leone è nato, ora è qui davanti a me che cerca di gattonare nella mia direzione, Peeta la segue ovunque svolgendo il lavoro di super papà protettivo 24 ore su 24.
 
Delion afferra una gamba del tavolo e cerca di mettersi in piedi su quelle sue minuscole gambe paffute, muove uno, poi due, poi tre passi per poi cadere e continuare il suo percorso gattonando.
 
"Credo che mi farò regalare da Effie quell'aggeggio di cui mi parla sempre"
 
"La macchina fotografica?"
 
"Si quella"
 
Delion arriva vicino ai miei piedi e si aggrappa al pantalone, la prendo in braccio e gli bacio la fronte, le scompiglio i capelli e ridendo mi avvicino a Peeta.
 
Tra poche ore abbiamo il treno per il distretto 4, Annie ci ha obbligato a fargli visita, sarà bello portare Delion al mare e poi il piccolo Finnick sente la mancanza della sua cuginetta.
 
"Le valigie sono pronte?"
 
"Sì è tutto al suo posto!"
 
Sorridendo Peeta si avvicina al bancone della cucina e mi bacia delicatamente le labbra.
Mi avvicino al frigo e tiro fuori un vasetto di yogurt per Delion, lo apro e prendo un cucchiaino.
Metto la bambina nel seggiolino e mi siedo al suo fianco. La imbocco e lei mangia senza lamentarsi, Peeta ci osserva mentre prepara dei biscottini da portare a Finnick, dopo che la bambina ha finito tutto il vasetto nel giro di due minuti, la porto in bagno per farle un bagnetto.
Riempio la vasca e ci metto del sapone che ricopre tutta l’acqua di schiuma colorata, Delion adora fare il bagnetto e si diverte tantissimo nell’acchiappare tutte le bollicine colorate di sapone.
 
Gli tolgo la tutina e la immergo nell’acqua calda, lei subito felice incomincia a schizzare ovunque, sono costretta a immobilizzarla per poterle insaponare i capelli.
 
“Su Delion calmati!
 
Mentre cerco invano di lavarle i capelli, lei mi schizza l’acqua facendo delle boccacce buffe.
 
“Guarda che adesso faccio venire papà che ti fa il solletico!”
 
Cerco di impaurirla ma questo non fa altro che farla agitare ancora di più, si attacca al mio dito con la bocca e mi mordicchia con il suo unico dentino.
 
“Certo che sei proprio monella lo sai?”
 
Le sciacquo velocemente i capelli togliendo il sapone che è rimasto e la esco avvolgendola nel suo piccolo accappatoio.
La stringo tra le braccia e gli solletico il pancino facendo delle pernacchie. Cerca di liberarsi ridendo e stringendomi la faccia tra le manine.
 
“Ma..ma! Mama!”
 
Smetto immediatamente la dolce tortura che stavo facendo a Delion per guardarla un attimo incuriosita. Ho sentito bene? Ha parlato? Lei mi guarda e ride ripetendo le parole che prima avevo pensato di immaginare.
 
“Mama!”
 
L’ha detto sul serio. Ha detto mamma. Una lacrima salata di gioia scende sulla mia guancia, stringo più forte a me Delion che osserva, curiosa la scena. Oh piccola mia non sai da quanto aspettavo questo momento.
Scendo le scale velocemente con ancora in braccio Delion nell’accappatoio e vado da Peeta che continua a decorare i biscotti.
 
“Peeta, Peeta!”
 
“Cosa c’è Katniss?”
 
Vedo nei suoi occhi preoccupazione, probabilmente ha visto i miei occhi lucidi, si avvicina a me e a Delion velocemente osservandoci per vedere se qualcosa non va.
 
“Tranquillo non è successo niente di grave…”
 
“Perché hai gli occhi lucidi?”
 
Questa volta è Delion che risponde alla sua domanda battendo le mani e attirando l’attenzione su di lei.
 
“Mama!”
 
“Oh Kat, ha detto mamma!”
 
“Si!”
 
Peeta ci stringe in un forte abbraccio e mi bacia il naso, poi guarda Delion e bacia anche lei.
 
“Speravo che la sua prima parola fosse stata papà, ma posso accontentarmi sarà per la prossima volta”
 
Prossima volta? Che cavolo stai dicendo Mellark? Questa è tutta invidia.
Peeta si stacca da noi e guarda Delion incuriosito.
 
“Di papà! Pa-pà! Non è difficile…”
 
“Mama!”
 
Cerco di trattenere una risata che fuoriesce ugualmente, non sai che soddisfazione Mellark.
 
“Su Delion prova a dire Papà…”
 
“Mama!”
 
Dopo un paio di tentativi Peeta si arrende e riprende il suo lavoro con i biscotti, io salgo nuovamente in camera per cambiare Delion e approfittarne per togliermi la maglietta inzuppata di acqua.
 
Metto una maglietta verde acqua a Delion e un pantaloncino di Jeans, io infilo una maglia comoda per il viaggio e prendo la valigia che è appoggiata sul letto, scendo le scale e lascio tutto vicino la porta, metto Delion nel passeggino e mi avvicino a Peeta che ormai ha finito e sta incartando i biscotti.
 
“Tutto pronto, andiamo?”
 
“Si Haymitch ci aspetta alla stazione”
 
“Vabbene”
 
Apro la porta e Peeta prende il borsone, io esco con Delion seduta nel passeggino che gioca con il suo pupazzetto preferito di peluche e mi dirigo verso l’uscita del villaggio dei vincitori. Peeta ci raggiunge velocemente trascinandosi dietro il borsone pesante, ci incamminiamo verso la stazione quando Haymitch ci viene incontro con una borsa nella mano e una fiaschetta nell’altra.
 
“Buongiorno, pronti per partire?”
 
“Sì, tu piuttosto sei pronto?”
 
“Ricorda dolcezza, io sono nato pronto.”
 
“Sì, certo…”
 
Lascio stare il vecchio ubriacone che intanto parla con Peeta del fatto che Delion ha detto la sua prima parola, e giustamente non si lascia scappare le sue solite battutine.
 
Arriviamo alla stazione nel momento esatto in cui arriva il treno che dobbiamo prendere, Haymitch e Peeta salgono il passeggino a bordo mentre io e Delion prendiamo posto in una carrozza.
 
 
Delion si è addormentata tra le braccia di Haymitch ed io ne approfitto per stare un po’ con Peeta in camera nostra, non è mai facile prendere il treno ma non stiamo andando a Capitol city, questo dovrebbe tranquillizzarmi.
Il mio ragazzo del pane mi stringe forte tra le braccia mentre con il naso mi solletica il collo, forse dovrei chiedergli se quello che diceva prima riguardo al fatto che ci sarà una prossima volta era ironico, ma non credo di averne il coraggio.
E’ lui a rompere il ghiaccio che si è creato tra noi, come se mi potesse leggere nella mente, mi rivolge una domanda che mi fa irrigidire.
 
“Sai pensavo che magari a Delion farebbe piacere avere una sorellina o un fratellino…”
 
“Peeta…”
 
“Scusa Katniss non dovevo, lascia perdere.”
 
“No Peeta, non è niente”
 
“No, alcune volte dovrei stare zitto”
 
“Peeta tu sei libero di dire tutte le cose che vuoi, non fare lo stupido.”
 
“Katniss sono egoista. Non riesco a farmi bastare niente, vorrei schiaffeggiarmi da solo a volte.”
 
Scoglie l’abbraccio e si gira dall’altra parte del letto. Gli circondo la vita con le braccia e gli bacio il collo. Oh Peeta, quella egoista tra noi sono io. Grazie a te ho avuto tutto quello che non avrei mai pensato di poter avere e nessuno può togliermelo. Gli vorrei dire tante cose ma lui sa che io non sono una che parla.
 
“Peeta in questo momento non sono pronta, ma non è detto che magari tra qualche anno…”
 
Peeta si gira di scatto e mi circonda il viso con le mai, mi osserva con i suoi occhioni azzurri e mi sorride.
 
“Magari tra qualche anno…”

 
 
 
 
 
Finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo!! Perdonatemi mi sono trattenuta in Spagna più del previsto e non sono riuscita ad aggiornare in tempo. Devo ammettere che questo capitolo non mi piace, probabilmente l’ispirazione è rimasta a Malaga a farsi un bagno… vabbè.
Ditemi cosa ne pensate! Spero di non avervi deluso, cercherò di farmi perdonare con il prossimo!
Grazie a tutti per le fantastiche recensioni e tutte le Preferite/Seguite/ricordate!
Siete fantastici! ♥
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17. ***


 
 
 
Guardando fuori dal finestrino del treno si può intravedere in lontananza il mare che circonda il distretto 4.
Tra pochi minuti arriveremo alla stazione, dove ci sono le ragazze che ci aspettano, Peeta sta riordinando la stanza mentre io intreccio i miei capelli nella solita treccia.
Esco dalla stanza e raggiungo Haymitch nel vagone bar, dove sta giocando con Delion.
 
“Tra pochi minuti arriviamo, sei pronto?”
 
“Certo che sono pronto”
 
Si alza dalla poltrona e mi raggiunge passandomi Delion che mi sorride, a mi abbraccia.
Mi soffermo a guardare il mio riflesso nello specchio, noto che sul collo ho un piccolo livido, Peeta. Cerco velocemente di coprirlo alzando un po’ la maglietta, non voglio che Haymitch si metta a fare battutine anche qui.
 
“Troppo tardi dolcezza, dovevi pensarci prima”
 
“Oh, dai Haymitch smettila!”
 
Cerca di trattenersi ma dopo pochi secondi scoppia in una risata odiosa.
Peeta ci raggiunge con la borsa e prende Delion che alla sua vista si agita tra le mie braccia.
 
Il treno incomincia a rallentare e dopo pochi secondi le porte del vagone si aprono, io prendo il borsone scaricando il compito di scendere il passeggino a Haymitch che sbuffa esasperato.
In lontananza vicino a una panchina ci sono le ragazze che si stanno avvicinando per raggiungerci.
 
“Katniss!”
 
Johanna mi corre in contro e mi stritola in un abbraccio. Dopo di lei ci raggiungono anche Annie e il piccolo, anche lei mi abbraccia ma con meno forza.
 
“Mi siete mancate ragazze”
 
“Anche voi ci siete mancati!”
 
Le ragazze salutano Peeta, Delion e Haymitch mentre il piccolo Finnick mi fa notare quanti muscoli ha.
 
“Guarda zia, guarda quanti muscoli ho!”
 
“Oh sì, sei fortissimo!”
 
Anche il bambino mi stringe in un forte abbraccio ma poco dopo mi liquida andando da Peeta che ha Delion in braccio. Mi sembrava strano, troppe attenzioni in poco tempo.
Mi avvicino a loro per potermi unire alla conversazione animata che è in corso.
 
“Katniss, la bambina è cresciuta tantissimo!”
 
“Beh sì, è anche colpa di Peeta però, la ingozza di cibo…”
 
“Non è vero!”
 
“Si che è vero, ingozzi anche me!”
 
Ridendo ci allontaniamo dalla stazione per dirigerci a casa di Annie.
 
“Ragazzi stavo pensando che se magari non siete troppo stanchi questo pomeriggio possiamo andare sulla spiaggia…”
 
“Certo Annie sarebbe fantastico!”
 
Dopo un paio di minuti di camminata arriviamo a una casetta stupenda interamente in legno con una vista sul mare, piccola ma accogliente, fuori dal villaggio dei vincitori però.
 
“Ragazzi questa è per voi, abbiamo pensato che magari vi sarebbe piaciuto stare un po’ da soli”
 
“Annie è stupenda, ma non dovevate!”
 
“Ragazzi è il minimo che potevamo fare per voi, questa è tutta vostra, quando volete, potete venire nel 4 e stare qui”
 
“Avete comprato una casa per noi?!”
 
Peeta è rimasto con la bocca aperta, io non ci posso credere, avranno speso un sacco di soldi e di tempo solo per noi.
 
“Sì, è tutta vostra, quante volte ve lo devo dire?”
 
“Ma avrete speso un sacco di soldi!”
 
“Non sono affari vostri, e poi se noti, è tutta in legno, Johanna voleva fare una piccola visita al 7 quindi…”
 
Mi avvicino alle ragazze e le abbraccio, è uno dei regali più belli che mi abbiano mai fatto in vita mia.
 
“Grazie, grazie, grazie!”
 
Peeta mi cinge la vita e mi bacia la tempia, Delion è in piedi per terra con la manina in quella di Peeta per restare in equilibrio.
 
“Vi lasciamo disfare le valigie, noi siamo qui vicino se avete bisogno di noi sapete dove trovarci, a dopo!”
 
Haymitch è appoggiato al portico della casetta con uno sguardo perplesso.
 
“E a me la casa?”
 
“Muovi il culo Haymitch tu stai con noi!”
 
Johanna lo afferra per il braccio e lo trascina via con loro. Peeta entra il passeggino mentre io e Delion gironzoliamo in casa.
 
“E’ davvero carina non credi?”
 
Delion batte le mani e gattona per tutto il salone, si arrampica sul divano e mi guarda perplessa.
 
“Vieni qua, facciamo la nanna così poi andiamo a mare e non dormi!”
 
La prendo in braccio mentre Peeta ci raggiunge e mi abbraccia da dietro.
 
“Hai visto che bella camera da letto?”
 
“Sì è stupenda, tutta la casa è stupenda”
 
“Se ci pensi, questa è la nostra prima casa, nel dodici noi viviamo da te…”
 
“Hai ragione, beh non è niente male come prima casa.”
 
Delion si è addormentata ciucciandosi il pollice, e ne approfittiamo anche noi per riposarci un po’ dopo il viaggio abbastanza stancante.
 
 
 
Vengo svegliata dalla vocina di Delion che mi chiama, ha fame, lo capisco dal labbro inferiore che sporge in fuori. Peeta continua a dormire al mio fianco con la bocche leggermente dischiusa, gli accarezzo la guancia con il dorso della mano e mi alzo per dar da mangiare a Delion.
La faccio sedere nel seggiolino e apro un vasetto di omogenizzato alla carne, dopo averlo mangiato tutto Delion sbadiglia e si stropiccia gli occhi.
 
“Andiamo a svegliare papà?”
 
Prendo Delion in braccio ed entriamo in camera, dove Peeta continua a dormire, –russa anche- deve essere parecchio stanco.
Appoggio Delion sul letto che gattonando si avvicina a Peeta e gli tira l’orecchio per svegliarlo. Dopo un paio di tentativi da parte della bambina, Peeta apre un occhio e sorride a Delion, si alza mantenendosi sui gomiti e la imprigiona sotto il suo corpo per fargli il solletico.
 
“Peeta non esagerare gli ho dato adesso da mangiare!”
 
Peeta ridendo si stende nuovamente e prende Delion sollevandola in alto.
Qualcuno bussa alla porta, mi allontano per andare ad aprire, sicuramente saranno le ragazze.
Come previsto alla porta ci sono tutti.
 
“Ciao ragazzi!”
 
“Ciao Katniss, siete pronti?”


“No a dire il vero Peeta si è svegliato adesso, se aspettate dieci minuti, siamo pronti…”
 
Faccio accomodare i ragazzi nel salone mentre vado ad avvisare Peeta che continua a giocare con Delion.
 
“Peeta sono arrivati tutti”
 
“Okay mi vesto”
 
Mi passa Delion e va a cambiarsi, apro la borsa e prendo il costume per la bambina e per me. Dopo esserci cambiate entrambi, raggiungo Peeta e gli altri nel salone.
 
“Eccoci!”
 
“Perfetto andiamo”
 
Ci incamminiamo verso il mare attraversando una parte del distretto che non avevo mai visto, rispetto al dodici il quattro ha sempre avuto di più da Capitol, ma adesso le cose sono uguali per tutti, questo distretto mi ha sempre affascinato molto, le persone sono molto socievoli e l’aria calda che lo ricopre è rilassante.
 
 
 
 
POV Peeta
 
 
Dopo pochi minuti di cammino i nostri piedi toccano la sabbia calda riscaldata dal sole che ora sta tramontando, stendiamo degli asciugamani vicino la riva e lasciamo le borse. Katniss si toglie la maglia e rimane in costume, il mio povero corpo è percosso da un brivido di piacere che ricaccio indietro velocemente.
Le mie due donne si stanno preparando per entrare in acqua ed io faccio lo stesso per seguirle.
E’ la prima volta che Delion vede il mare e credo che le piaccia davvero tanto, non fa altro che ridere e battere le mani contenta.
Katniss la mette per terra, tenendola per mano la accompagna a pochi centimetri dall’acqua, la bambina esita per un momento ma subito dopo si avvicina e immerge le sue minuscole dita, osservo il suo volto sul quale passano diverse emozioni velocemente, paura, curiosità e stupore.
Mi avvicino a loro velocemente e mi butto in acqua schizzando Katniss che offesa mi guarda. Il piccolo Finnick mi raggiunge velocemente mentre Annie, Johanna e Haymitch sono sulla sabbia a prendere il sole.
Katniss e Delion sono quasi entrate completamente in acqua, Finnick mi schizza e mi fa vedere come riesce a fare il morto, ma io non riesco a prestargli molta attenzione perché non riesco a togliere lo sguardo da Katniss che mi sorride e si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mio Dio quanto la amo.
 
Dovremmo avere tutti qualcuno che ci abbracci fino a toglierci il fiato, che ci faccia dimenticare perché siamo tristi, che ci lasci addosso il suo profumo dopo averci stretto forte per far passare la paura.
E’ facile innamorarsi di qualcuno per la prima volta; ma prova a innamorarti una seconda volta dopo il dolore e i lividi sul cuore. Forse l’amore inizia proprio da lì, quando nonostante sai cos’è il dolore, rischi ancora.
 
Si avvicina a me ormai completamente bagnata e mi passa Delion che ridendo schizza ovunque.
 
“Ehi pesciolino, ti piace il mare?”
 
Katniss mi guarda e mi sorride, ha gli occhi lucidi, ma sono spenti. Cos’hai amore?
Sai a volte gli occhi sono un gran problema, parlano, anche se non dovrebbero farlo.
 
 
 
 
 
 
 
Finalmente sono riuscita ad aggiornare!!! Perdonatemi per il ritardo ma la scuola richiedeva gli ultimi sforzi, adesso sono tutta per voi!
Parlando del capitolo, era parecchio tempo che volevo mettere un paio di pensieri da parte di Peeta ma non credevo di riuscirci, secondo voi nei prossimi capitoli dovrei farlo ancora qualche volta?
Vi ringrazio di cuore per tutte le Preferite/Seguite/Ricordate e tutte le fantastiche recensioni che lasciate!!
A Presto :D

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