Stand by me...

di Yuichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Ciò che non ti aspetti ***
Capitolo 2: *** 2. I sussulti del cuore ***
Capitolo 3: *** 3. L'amore che non volevo ***
Capitolo 4: *** 4. I nostri desideri ***
Capitolo 5: *** 5. Quello che non farei ***
Capitolo 6: *** 6. Una reazione inaspettata ***
Capitolo 7: *** 7. Quello che puoi fare ***
Capitolo 8: *** 8. Occhi freddi ***
Capitolo 9: *** 9. Una voce oscura ***
Capitolo 10: *** 10. L'addio ***
Capitolo 11: *** 11. La corsa ***
Capitolo 12: *** 12. La mia preghiera ***
Capitolo 13: *** 13. Ossessione ***
Capitolo 14: *** 14. Ostinazione ***
Capitolo 15: *** 15. Un ricordo sbiadito ***
Capitolo 16: *** 16. Un Nuovo Inizio ***



Capitolo 1
*** 1. Ciò che non ti aspetti ***


Stand by me

 

1. Ciò che non ti aspetti

 

- Bravo così! Sposta un po' il mento all'ingiù!-

Ren eseguì esattamente le direttive del fotografo e tutto si concluse nel migliore dei modi. Perfetto in ogni movenza ed espressione. Nonostante fosse suo manager da tempo, persino Yukihito, rimaneva affascinato dalla bravura con cui Ren lavorava e non perdeva occasione per portarsi a casa qualche scatto rubato. Adorava quel lavoro e adorava Ren, divertendosi come un pazzo a stuzzicarlo in ogni situazione, soprattutto prendendo come argomento una certa ragazza.

- Ottimo lavoro Ren! Tra meno di un'ora abbiamo un'intervista agli studi della LME, te la senti?-

- Ovviamente!- Rispose con noncuranza, mentre sorseggiava una bevanda calda gentilmente offertagli da un'assistente, che ancora non riusciva a recuperare un regolare respiro. Si era chiesto spesso come fosse possibile che tutte le donne che incontrava rimanessero abbagliate dal suo aspetto e dai suoi modi gentili, mentre l'unica che realmente doveva notarlo, non lo vedeva neanche come un uomo.

Come dimenticare l'imbarazzante scena in quell'hotel. Vedere il viso di Kyoko non mostrare alcun interesse verso il suo corpo nudo, era un affronto troppo grande da sopportare. Si sedette sulla sua privata poltrona, provando a chiudere gli occhi e scacciare quel pensiero che lo rendeva nervoso e offendeva la sua mascolinità e cercò di concentrarsi sui prossimi lavori. Yukihito gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla ed attirando un po' l'attenzione del divo.

- Io veramente dovrei dirti una cosa importante.- Sorpreso ed incuriosito dal modo di comportarsi del manager, Ren prestò massima attenzione. Di solito gli annunciava i lavori con molto entusiasmo, quindi quella volta doveva aver sicuramente combinato qualche guaio. - Ecco ho pensato che forse ti sarebbe piaciuto rilassarti e sfogarti un po' tra le riprese del film e i vari lavori.-

- Yukihito mi stai per caso chiedendo di uscire con te?-

- Ehhhh?- Scattò indietro come un gatto spaventando, Ren giurò di vederlo anche soffiare come un felino. Rise tra se, rimaneva comunque un gran divertimento farlo arrossire come un bambino.

- Allora dai, spara che hai combinato?-

- Bhè in realtà è pur sempre un lavoro, ma ecco è un po' particolare.- Si grattò la testa e abbassò un po' lo sguardo. Ren giurò che stesse ridendo sornione. - Si tratta di una campagna pubblicitaria alle Oedo Onsen Monogatari. Dovrai solo stare a mollo per un paio di giorni e se qualcuno ti rivolge la parola dire che sono le migliori terme che tu abbia mai visitato.- Iniziò ad agitare le mani come un bambino che cerca attenzione, elogiando le terme come il miglior posto in cui rilassarsi. - Siccome la troupe del film dovrà fare delle esterne, che però non richiedono la tua presenza, ho pensato che fosse un ottimo modo per rilassarti un po'. Stai lavorando così tanto e poi verrai pagato per non fare assolutamente nulla.- mettendosi in ginocchio e alzando le mani congiunte in preghiera, come se fosse davanti ad un dio, Yikihito iniziò ad implorarlo.

- Non esagerare ora, va bene accetto, ma continuo a non capire.-

- Oh non serve capire, corro subito ad avvertire Kyoko!- A Ren quel nome fece andare di traverso il the caldo che stava ancora sorseggiando. Tossì e gli occhi gli si inumidirono per colpa dello sforzo.

- Che cosa c'entra Kyoko in tutto questo?- Purtroppo il manager non lo ascoltava più da qualche minuto e aveva gia preso in mano il cellulare e contattato la ragazza per riferirle che era tutto sotto controllo. Ren provò a seguire la conversazione, ma ad un certo punto Yukihito nascose con la mano le labbra e si accucciò come se fosse stato colpito da un improvviso mal di pancia. Fu allora che Ren scattò verso di lui e gli afferrò il cellulare per dare un senso a quella sceneggiata. Prima di rispondere si fece forza provando a sembrare naturale e sospirò. - Mogami-san?-

- Tsuruga-san sono così contenta! Non volevo fare una cosa del genere, ma quando Yashiro-san mi ha detto che aveva chiesto anche a te di farlo mi sono sentita così sollevata. Non so davvero che si deve fare in queste situazioni, mi hanno chiesto di divertirmi e basta, ma davvero posso farlo e venire pagata solo per questo?-

Yukihito se ne rese subito conto, per quanto Ren in quel momento fosse scosso, il solo sentire la voce della ragazza lo fece subito rilassare. Gli occhi dell'attore si addolcirono e il viso sembrò ringiovanire.

- Si tranquilla. Non è poi così strano. Basta farci notare un po', la pubblicità punta su questo.-

- Ok, ma non capisco perché chiamare me? Capisco il grande e popolare Ren Tsuruga, ma io che non sono nessuno che senso ho li?-

- Non dire così. Anche tu stai diventando popolare e poi quando ci sei tu in giro, si riuniscono molte persone strane, quindi credo puntino su questo.-

- Tsuruga-san?- Kyoko fece una piccola pausa, in cui Ren rimase in attesa. Se avesse potuto vedere l'espressione divertita dell'attore in quel momento, sicuramente si sarebbe arrabbiata. - Non credo che l'ultimo sia un complimento... mi hai paragonata ad una lampada insetticida?-

Rise di cuore, come solo Kyoko sapeva fargli fare e con una piccola promessa, salutò la ragazza dall'altra parte del ricevitore per tornare a concentrarsi sul suo sadico manager tentatore.

 

Kyoko rimise il telefono nella borsa e sospirò. Accanto a lei Kanae cercò di capire quale fossero state le smielate parole che Tsuruga Ren le aveva rifilato per farla calmare tanto, perchè il grande divo del Giappone non aveva la benchè minima idea di come stesse impazzendo la ragazza fino a pochi secondi prima della telefonata. Continuando ad agitarsi ed ad urlare che non era gusto non lavorare ed essere pagati, che lei non era nessuno in confronto a Tsuruga-san, aveva completamente messo a soqquadro la stanza girando su se stessa come una trottola impazzita.

- Va meglio ora? Te lo avevo detto anche io che non era niente di così fuori dal comune.-

- Hai ragione Moko-san, tu sei sempre la migliore.- piagnucolò Kyoko guardando l'amica con degli occhioni languidi ed enormi che a Kanae vennero i brividi. - Ero così agitata per questa storia delle terme.-

- Ma Tsuruga-san ti ha calmato.-

- Si, cioè no.- Kyoko si corresse subito, voleva far capire all'amica che anche lei era stata fondamentale nel calmare la sua agitazione, ma non poteva mentire così spudoratamente a Moko e non dirle che la voce di Ren era per lei qualcosa di terapeutico.

Quando, ormai a lavoro ultimato, Kyoko lasciò l'agenzia rimase completamente sbalordita nel trovare la lussuosa macchina di Tsuruga ad attenderla all'entrata. Si avvicinò guardandosi intorno, per non destare sospetti, ottenendo forse l'effetto contrario, perchè l'esasperazione dei suoi movimenti non passavano di certo inosservati. Ren abbassò il finestrino e la salutò con il sorriso più bello e affascinante di cui era dotato, nonostante tutto Kyoko si ritrasse a quella visione, che per lei era decisamente troppo.

- Torni a casa?- Ren sorvolò sulla strana espressione che Kyoko aveva assunto non appena lo aveva visto e cercò di essere il più cordiale possibile, nonostante continuasse a non capire perchè lei era l'unica che non si emozionava o imbarazzava davanti a lui. - Ti accompagno.-

- Non vorrei disturbarti, sarai stanco. -

- Non preoccuparti e poi dobbiamo organizzare il nostro fine settimana, non credi?- Kyoko salì in macchina e per un po' rimase in silenzio. Ci stava pensando da un po' al fatto che stranamente lei e Ren continuassero ad avere di quelle strane avventure, prima come sua manager, poi come sorella di Cain Hell e ora alle terme. Qualche strana congiunzione astrale voleva che loro vivessero insieme quelle strane esperienze. - A cosa pensi? Se troppo silenziosa.-

La voce di Ren la riportò alla realtà e strofinandosi le mani nervosamente provò a mettere insieme qualche frase coerente.

- Pensavo che mi piacerebbe proprio divertirmi questo fine settimana, ma dovrò anche impegnarmi a non farti fare brutta figura e a lodare le Oedo Onsen, dovrò prepararmi un discorso.-

- Non ti serve nulla del genere, devi solo rilassarti. Fidati di me, ti farò divertire.- Kyoko afferrò quella punta di malizia nella voce dell'attore, ma quando spostò irritata lo sguardo verso di lui, tutto ciò che vide fu un viso illuminato dalle luci della città, bello e perfetto come quello di un dio. I capelli morbidi, che lei aveva accarezzato solo una volta, ma la cui delicatezza e profumo non l'avevano mai abbandonata. Fu quasi istintivo allungare la mano e toccare uno di quei ciuffi intenzionali che spuntavano buffi dall'acconciatura perfetta. Non rendendosi conto che l'auto era ferma nel traffico, si riempì di un vile coraggio, sperando che Ren non se ne accorgesse concentrato nella guida, ma le cose non andarono come lei aveva previsto. Tsuruga, con la coda dell'occhio, aveva già visto quella mano esile e minuta avvicinarsi e istintivamente l'afferrò tirando la ragazza verso di se. La cintura di sicurezza non le permise di cadere tra le braccia dell'uomo, ma non impedì a lui di avvicinarsi così tanto da poter sentire il profumo della pelle di lei. Si guardarono intensamente senza dire nulla, occhi negli occhi senza riuscire neanche a respirare. Ogni parte del corpo di lei fremeva di emozione e imbarazzo, era certa che si sarebbe arrabbiato, che l'avrebbe presa in giro per quella stupida azione e si preparò mentalmente a qualche piccola vendetta. Eppure non riuscì a staccargli gli occhi di dosso, per qualche ragione gli occhi di lui sembrarono brillare di una strana luce, qualcosa che lei non riusciva a capire, perchè nessuno l'aveva mai guardata in quel modo. Lentamente, quasi temesse di rompere qualcosa, Ren mosse la mano e provò ad intrecciare le dita con quelle di lei, che si lasciò manovrare senza dire nulla.

Il tempo sembrò fermarsi, le auto scomparvero, poi la strada e infine tutta Tokyo svanì in una nube candida, dove non esistevano altro che loro due.

Solo il fastidioso e continuo clacson dell'auto dietro di loro riuscì a svegliare Ren dal torpore, si staccò dalla ragazza che come una molla tornò seduta nella giusta posizione con le mani strette tra le gambe, quasi temesse in una loro fuga nuovamente verso Ren. L'attore ancora con il sangue in ebollizione si strofinò il viso, ingranò la marcia e riprese a guidare.

- Sarà un lungo fine settimana.- Lo disse sommessamente, per non farsi sentire, nella speranza che parlare riuscisse a farlo tornare il Ren calmo di sempre.

*******
Al prossimo capitolo...

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Capitolo 2
*** 2. I sussulti del cuore ***


2. I sussulti del cuore

 

- Stupida! Stupida! Stupida!- Kyoko continuò a gridarlo sempre più forte finchè non iniziò a farle male la gola. Fortunatamente il ristorante era chiuso da un paio di giorni, poichè i signori Duruyama erano stati invitati a casa di parenti e quindi lei poteva sfogarsi come meglio credeva, senza spaventare nessuno. Non riusciva a non pensare al viso di Ren che la salutava, sorridente ed angelico, come se poco prima non fosse accaduto nulla. Eppure lei poteva ancora sentire il calore della mano di lui che stringeva la sua, intrecciando le dita, come se cercasse qualcosa di più. Nonostante tutto Tsuruga-san le aveva chiesto scusa poco prima di andarsene, le aveva detto che si era trattato di un piccolo scherzo, ma Kyoko non riusciva a crederci. - Che volevi fare Tsuruga-san?- Rigirò tra le mani la bambola di Ren, perfetta in ogni sua parte come del resto lo erano tutte le creazioni di Kyoko e continuò a fissarlo sperando in una risposta. - Per un attimo io davvero ho pensato che mi avresti...- Si bloccò di colpo buttandosi sul letto e schermandosi il viso con il cuscino, troppo imbarazzata per continuare la sceneggiata. - Non poteva essere serio, mi stava sicuramente prendendo in giro.- Ripeterlo forse avrebbe avuto qualche effetto, ma Kyoko non ci credeva molto. Si era ripromessa che l'amore non faceva per lei. Dopo Shotaro non avrebbe mai e poi mai riaperto il suo cuore a nessuno, perchè rimanere nuovamente ferita da un amore unilaterale, era qualcosa che non avrebbe più potuto sopportare. Con Shotaro aveva reagito, troppo presa dalla rabbia per piangerci sopra e deprimersi, ma se fosse accaduto di nuovo come si sarebbe comportata? Non riusciva neanche ad immaginarlo e dopo essersi arrovellata il cervello per un altro quarto d'ora, crollò addormentata come una bambina.

Fu un piccolo rumore di stoviglie spostate a farla trasalire. Scattò seduta sul letto e rimase in silenzio, attenta a ciò che accadeva intorno a lei. Non doveva esserci nessuno in casa e guardò l'orologio che segnava le tre del mattino. Escluse che i coniugi fossero tornati, l'avrebbero sicuramente avvertita per tempo. Non accese la luce, ma si alzò dal letto rabbrividendo quando i piedi caldi toccarono il pavimento gelato e si avvicinò alla porta. Per qualche minuto non sentì nulla, quindi sospirò e si diede della sciocca. Avere ancora i terrori notturni alla sua età era proprio da immaturi, se Tsuruga-san lo avesse scoperto sicuramente non le avrebbe più rivolto la parola. Si decise a tornare a dormire, magari per agevolare il ritorno del sonno avrebbe immaginato caricature di Shotaro a cui tirare qualche freccetta, ma si bloccò a metà strada quando avvertì la voce di un uomo dal piano di sotto. Kyoko sentì tutti i muscoli del corpo irrigidirsi, quando alla prima voce se ne aggiunsero altre due. Stavano cercando qualcosa e sapevano perfettamente che i proprietari erano via. Aveva paura, non lo avrebbe mai rivelato a nessuno, ma per quanto potesse fingere di essere cattiva e fredda come Mio, o sadica come Natsu, rimaneva pur sempre Kyoko e lei contro tre uomini non aveva possibilità.

Sforzandosi di non fare alcun rumore, si avvicinò alla borsa e cercò a tentoni il cellulare. Chiamare la polizia era la cosa migliore da fare, ma si bloccò quando sentì uno degli invasori a pochi passi dalla sua porta.

- Sicuro che non c'è nessuno?-

- Vai tranquillo e cerca in ogni stanza, avranno sicuramente lasciato qualcosa.- Rispose il secondo a voce soffusa. Kyoko capì che non erano molto distanti e che se l'avessero scoperta, avrebbe dovuto fare i conti almeno con due di loro. Del terzo, per ora non sentiva alcuna traccia. Si spostò furtiva in un angolo della stanza e tenendo stretto il cellulare accese lo schermo. Il semplice click che produsse la fece trasalire. Si fermò quando sentì la maniglia della sua porta abbassarsi, così di fretta fece l'ultimo numero chiamato.

 

Aveva faticato per addormentarsi. Dopo aver lasciato Kyoko, per tutto il tragitto fino al suo appartamento non era riuscito a far si che il cuore riprendesse a battere regolarmente. Ma cosa diavolo aveva in mente di fare? Baciarla? Si lo voleva con tutto se stesso e il sbirciare con la coda dell'occhio Kyoko che si protendeva verso di lui era stato un invito allettante. Si era fermato, fortunatamente, ma ora aveva la prospettiva di passare due giorni con lei, senza nessuno intorno che infastidisse e il solo pensarci, lo rendeva nervoso. Quando il telefono prese a squillare maledì tutti gli dei che gli vennero in mente in quell'istante. Chi poteva disturbarlo alle tre del mattino, dopo che chiudere occhio gli era stato così ostico? Prese in malo modo l'apparecchio e lo guardò. La luce dello schermo era così fastidiosa che lo costrinse a sbattere le palpebre più volte. Scattò a sedere sul letto quando lesse il nome del mittente, sentì i muscoli della schiena indurirsi per lo sforzo e la sorpresa. Fu lesto a rispondere, ma quando mise il telefono all'orecchio sentì solo un sibilo, simile ad un respiro. Provò a chiamarla per nome, ma non rispose. In un primo momento pensò che si fosse addormentata con il telefono tra le mani e che la chiamata fosse partita da sola, ma poi lo sentì, anche se distante sentì la voce di qualcuno e un brivido lo percosse dalla testa ai piedi. Iniziò a sentire freddo, un gelo che neanche il più caldo e costoso dei cappotti avrebbe potuto placare.

- Mogami-san, chi c'è con te?- Lo disse piano, sospirando quasi per non farsi sentire. Kyoko non rispose, ma lui sapeva che non stava dormendo, ne tanto meno che non si fosse resa conto della chiamata. Non aspettò oltre, saltò giù dal letto, prese il primo maglione che riuscì a trovare nel cassettone, infilò le scarpe senza neanche mettersi i calzini e uscì di casa. - Arrivo!-

Non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo, scese al parcheggio con il telefono sempre accanto all'orecchio ascoltando il silenzio. Non percepiva alcun rumore, eppure continuava a parlare a Kyoko, cercando di calmarla e di farle capire che sarebbe arrivato presto. Che si stesse immaginando tutto o meno, sarebbe stato li in pochissimi minuti, anche a costo di infrangere tutte le norme del codice della strada.

 

- Che diavolo, non c'è niente in questa casa!- Questa volta Kyoko lo sentì gridare e si rese conto che le cose stavano per peggiorare. Gli intrusi non erano riusciti a scovare nulla, ma ancora non avevano perquisito tutte le stanze e la ragazza era conscia che prima o poi sarebbero entrati nella sua camera. Poco prima uno di loro aveva afferrato la maniglia e stava per entrare, ma qualcosa lo aveva distratto e lei aveva avuto il tempo per rendersi conto del fatto che aveva chiamato Ren. Velocemente lo sguardo si era posato sullo schermo del cellulare, la chiamata attiva e il nome di Tsuruga scritto con i caratteri più eleganti che era riuscita a trovare tra i font presenti sul cellulare. Non era però riuscita a dire neanche una parola, se avesse parlato gli uomini fuori dalla sua porta l'avrebbero sentita e si sarebbe trovata in grossi guai, ma in qualche modo aveva percepito la presenza di Ren, sapeva che lui sarebbe arrivato per lei, in un modo o nell'altro. Sospirò, doveva calmarsi e cercare di reagire. Non era da lei rimanere seduta e in silenzio, spaventata come un gatto abbandonato, eppure l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Ren.

- Ti prego... Tsuru...-

- Trovata!-

Si sentì prendere per i capelli, venne trascinata fuori dal suo nascondiglio e buttata a terra come un sacco vuoto. Sbattè forte il viso sul pavimento e per un attimo non riuscì a respirare. Persino mettere a fuoco divenne complicato, affaticata anche dal buio nella stanza, e l'unica cosa che riuscì a vedere furono un viso sottile e aquilino, con dei lineamenti aguzzi e cattivi. Accanto a lui un uomo dal viso rude e la barba ispida, due occhi così scuri che Kyoko ebbe l'impressione che non fossero umani.

- Ti avevamo gia sentito gattina, ma volevamo lasciarti stare... solo che non abbiamo trovato neanche un soldo e quindi non potevamo andare via a mani vuote.-

- Non ci sono soldi qui. I proprietari hanno portato via tutto, io sono solo un'ospite.- Provò ad alzarsi, ma uno di loro le bloccò la schiena con un piede e si sentì schiacciare sul pavimento, così rimase immobile, intenzionata a non farli infuriare. Fu allora che sentì dei passi avvicinarsi e il suo cuore iniziò a sperare, sentì le guance scaldarsi e le lacrime riempirle gli occhi, ma quando egli parlò, tutte le sue speranze svanirono. Non era Ren.

- Io la conosco questa qui.- la voce che giunse alle orecchie di Kyoko era giovane e squillante, decisamente diversa da quella degli altri due, ma era anche fredda ed estremamente cattiva. - Mi sembra proprio di averla vista.- Kyoko percepì il peso sulla schiena farsi più leggero, ma venne tirata su di forza e messa a sedere, manovrata come una bambola. Puntandole la luce di una torcia direttamente in viso, non riuscì a vedere la persona che aveva davanti. - Ma si, ora ricordo. Tu sei Mio, non è vero? Però non sembri cattiva come in televisione, al contrario sembri un piccolo angioletto impaurito.-

Non avrebbe dovuto reagire, sapeva che ne avrebbe pagato le conseguenze, ma non riuscì a trattenersi. Nascondendosi dietro il di Mio scattò in avanti come una furia spintonando l'uomo davanti a lei e dirigendosi verso la porta. Era scalza e i piedi avevano iniziato a sudarle per la paura, così scivolò in avanti e ricadde sulle ginocchia proprio vicino alle scale. Non guardò indietro e si rialzò, doveva uscire da li e correre più veloce che poteva. Purtroppo non fu così lesta come sperava e si sentì afferrare per il pigiama, tanto che il collo si strinse bloccandole il respiro.

- Dove pensi di andare!- Non riuscì a capire chi dei tre l'avesse afferrata, non le importava, doveva solo andare via di li e iniziò a divincolarsi come un serpente spaventato, ma neanche stavolta riuscì nel suo intento. Così quando si sentì abbandonata, con il vuoto sotto i piedi, si rese conto che stava scivolando giù dalle scale. Battè la fronte contro il muro e il piede le si incastrò nella balaustra provocandole un dolore così forte e lancinante, da farle perdere i sensi per qualche secondo. Alla fine si rese conto di aver percorso tutte le scale di schiena e di non essere in grado di muoversi. Ormai conscia che l'avrebbero presa, rimase immobile sperando in un aiuto, sperando che tutto quello fosse solo un sogno, poi le sentì, fioche nella sua mente, ma sapeva di cosa si trattava. Le sirene della polizia erano vicine, le sentiva pian piano sempre più distinte e provò a girarsi su un lato. Tutto il corpo era un dolere incessante, del sangue le usciva da un taglio sulla fronte e le impediva di aprire bene gli occhi, ma non si fermò. Strisciò verso l'entrata, lentamente e dolorosamente, finchè non dovette fermarsi.

- Sei qui...- le uscì un sibilo piuttosto che una frase, ma non riuscì a fare di più. Si sentì tirare su, ma finalmente non fu più la paura a permearla, ma un senso di tranquillità e sicurezza. Con dolcezza e delicatezza, si sentì stringere tanto che riuscì a poggiare la testa su un petto ansimante, ma caldo e pieno di vita. Percepì il cuore di lui battere così forte, che per un attimo Kyoko credette di poterlo afferrare.

- Sono qui, mi dispiace averci messo tanto.-

Ren si sentì mancare il fiato, quando Kyoko afferrò la sua maglia e lo strinse forte. Ci aveva messo davvero troppo tempo, perchè non era riuscito ad impedire che qualcuno mettesse le mani addosso alla sua Kyoko. Se non ci fosse stata la polizia, se non li avesse chiamati durante il viaggio, forse ora sarebbe impazzito. Forse la sua parte di tenebra, quella che per anni aveva tenuto nascosta, imprigionata, si sarebbe liberata e li avrebbe uccisi. Si, avrebbe ucciso chiunque in quel momento, ma Kyoko lo stava fermando, lo stava stringendo e gli stava chiedendo di non lasciarla. Sforzando tutto se stesso a non farle male, le scoprì il viso, pulendole il sangue e cercando disperatamente i suoi occhi. Kyoko era sveglia, ma non vigile, sentiva le palpebre pesanti e il corpo completamente immobile, eppure percepiva la presenza di Ren, inginocchiato sul pavimento, che la coccolava come una bambina. Sentì il viso dell'uomo a pochi millimetri dal suo, percepì quando Ren le posò un bacio sulla fronte dicendole che non l'avrebbe lasciata. Ciò che accadde dopo fu, per Kyoko, tutto sfocato e confuso, fino a quando non si risvegliò in una stanza che le parve gigantesca, elegante e bellissima. Tastò il letto sotto di lei, morbido e fresco, dalle lenzuola delicate e profumate. Non riconobbe nulla di familiare, nulla che potesse darle un minimo indizio di dove si trovasse, così provò a mettersi seduta, ma i dolori le invasero il corpo e tutto ciò che riuscì a fare fu girarsi da un lato del letto e fissare lo sguardo sulla figura di un uomo disteso al suo fianco. Impiegò qualche secondo per riuscire a mettere a fuoco il viso di Tsuruga Ren che dormiva profondamente.

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Capitolo 3
*** 3. L'amore che non volevo ***


3. L'amore che non volevo

 

Per qualche istante si sentì mancare. Ren era li, al suo fianco, dormiva accanto a lei sotto le stesse coperte. Le sarebbe bastato spostare di qualche centimetro la mano per riuscire a toccarlo, ma rimase immobile, fissando quei lineamenti perfetti e le lunghe ciglia che, persino la modella più bella del mondo, avrebbe invidiato. Si sforzò di riportare alla mente cosa fosse accaduto, ricordava l'aggressione e la caduta dalle scale, il dolore e il non poter reagire, eppure ricordava anche la felicità provata quando Tsuruga-san era finalmente arrivato a salvarla. Poi per Kyoko c'era il solo il caos, fomentato dalla visione di quell'uomo al suo fianco. In un primo momento pensò di svegliarlo, chiedergli cosa fosse accaduto in realtà e farsi spiegare la situazione, ma quando sentì bussare alla porta e si accorse che Ren si stava svegliando, chiuse gli occhi serrandoli con forza e finse di dormire. Lo sentì muoversi sotto le coperte, la mano di lui la sfiorò facendola trasalire e pur di non gridare, Kyoko dovette fare appello a tutta la sua tenacia. Si accorse quando Ren abbandonò il letto e lo sentì camminare verso la porta, solo allora provò a socchiudere gli occhi per controllare la situazione. Lo vide che parlava con qualcuno, teneva la porta socchiusa come se non volesse far entrare nessuno.

- Me ne occupo io. Dovrebbe svegliarsi tra poco.-

- Se lei o Kyoko-sama aveste bisogno di qualcosa sono a disposizione, chiamatemi in qualsiasi momento. Tornerò tra poco con la colazione.-

- Ti ringrazio.- Ren era gentile, sorrideva e si comportava come al solito. Kyoko non riuscì davvero a capirci nulla e quando per distrazione, dimenticò di chiudere gli occhi, incontrò lo sguardo dell'uomo che la salutò con il sorriso più bello che lei avesse mai visto. - Buongiorno.- Si avvicinò al letto e si sedette a fianco a lei,spostandole i capelli dal viso con gentilezza. - Ti senti meglio?-

Kyoko ci mise qualche minuto a rispondere, perdendosi nel calore di quella mano così grande e gentile che l'accarezzava, proprio come era accaduto quella sera.

- Tsuruga-san, ecco io sono un po' confusa.- Si rese conto che parlare le recava parecchio disturbo, la gola e la bocca erano secche. Provò a chiedere dell'acqua e Ren prese un bicchiere dall'enorme comodino al lato del letto, la portò accanto alla bocca della ragazza e la fece bere. In quel momento Kyoko non riuscì proprio a capire se il benessere che stava provando fosse per l'acqua o per il fatto che Tsuruga Ren la toccava come se fosse la cosa più naturale del mondo.

- Ti spiegherò tutto dopo, ora dimmi, come ti senti?-

- Ho mal di schiena. Vorrei mettermi seduta e...- Si bloccò di colpo quando Ren le passò le braccia sotto le ascelle e la mise seduta come se fosse una bambola. Per quell'uomo doveva essere leggera come una piuma, doveva davvero sembrargli una bambina inerme. Sistemò il cuscino per farla stare comoda e sorrise di nuovo. - Grazie.-

- Sei silenziosa. Mi aspettavo una gran confusione da parte tua, credevo che ti saresti messa a gridare assumendo una di quelle tue facce assurde.-

- Il fatto è che non riesco a capire cosa sia accaduto. Mi sono svegliata, tu dormivi al mio fianco e sono rimasta sorpresa.-

- Non volevo lasciarti da sola. Perchè non mi hai detto che non c'era nessuno in casa?- Kyoko lo capì subito, i brividi lungo la schiena, il non riuscire a guardarlo negli occhi. Si sentiva in colpa perchè ora Ren era davvero arrabbiato con lei. Non c'era stato un reale motivo per non avergliene parlato, semplicemente per Kyoko non era strano rimanere da sola. Quando viveva ancora con Shotaro succedeva spesso e lui non si era mai preoccupato che lei si sentisse sola o abbandonata, era la normalità. - Ti rendi conto del pericolo che hai corso? Ti rendi conto di come mi senta io adesso?- fece una piccola pausa, abbassando lo sguardo. Qualcosa in lui era cambiato, non era più arrabbiato, ma qualcosa aveva preso il posto di quell'emozione e Kyoko non lo capiva. - E' stato per ciò che accaduto in auto? Hai avuto paura di me?-

Per Kyoko fu come essere schiaffeggiata, sentì il suo cuore sussultare e le lacrime riempirle gli occhi. Non era come le altre volte, come quando lo faceva arrabbiare o lui si indispettiva per qualcosa, lo aveva ferito. Si sentì inutile e sciocca, un verme che sarebbe stato meglio schiacciare il prima possibile. Doveva chiarire, doveva dire qualcosa per scusarsi, per far si che lui la guardasse di nuovo. Istintivamente allungò la mano andando a toccare quella di lui. La sfiorò timidamente, poi sempre più decisa. Le parole erano difficili da pronunciare, ma almeno con i gesti doveva farsi capire. Intrecciò le dita con quelle di Ren, proprio come era accaduto in auto, ripeté esattamente quello che lui aveva fatto e per il momento bastò a convincerlo a guardarla negli occhi. Kyoko stava per piangere, lo sentiva dal bruciore delle palpebre, ma si sforzò di non farlo, perchè se Ren avesse mal interpretato quelle lacrime, allora lei non sarebbe mai riuscita a scusarsi.

- Non ho mai avuto paura di te. Qualche volta mi hai sorpresa, come quando ti trasformi nel Re della Notte, ma mai spaventata. Il fatto è che non so come comportarmi quando lo diventi.-

- Re della notte?- ripeté l'epiteto con stupore. Come riuscisse quella ragazza a farlo rimanere basito, era un mistero per lui. Aveva davvero creduto di averla spaventata in qualche modo, ma ormai reprimere le sue emozioni e le sue pulsioni verso quella ragazza era davvero difficile. Persino in quel momento, sentendo semplicemente il tocco della sua mano, ogni parte del suo corpo fremeva chiedendo di più.

- Ti chiamo così quando assumi l'espressione da payboy. I tuoi occhi diventano sottili e luminosi e il tuo viso si accende di una luce affascinante. Io davvero non so come reagire in quei momenti, ma non ho mai avuto paura di te.-

- Allora perchè non mi hai detto che eri sola? Ti avrei fatto dormire da me e saremo partiti insieme.- Ren si sporse in avanti, avvicinandosi al viso di Kyoko e cercando con gli occhi una risposta che potesse aiutarlo a sentirsi meglio, ma la ragazza rimase in silenzio e quando le lacrime le solcarono il viso, d'istinto lui le asciugò toccandole le guance calde e morbide. Non riuscì a fermarsi e continuò ad accarezzarla, avvicinandosi sempre di più e percependo il profumo della pelle di lei.

- Ho rischiato di perderti. Ho fatto si che qualcuno osasse toccarti e farti del male. Non posso non darmi la colpa di ciò che è successo.-

- Non è così!- Kyoko scattò in avanti, presa dal momento e dalla voglia di spiegarsi e chiarirsi con lui, ma quel gesto fu troppo avventato e quando si rese conto che il suo viso, la sua bocca, erano vicine a quelle di Ren ne rimase completamente intrappolata. Non riuscì a dire più nulla, rimase semplicemente immobile, in attesa.

- Che cosa mi stai chiedendo Kyoko?- Ren lo sussurrò, accentuando però il nome di lei che sussultò dall'emozione. Tsuruga-san l'aveva chiamata per nome, la guardava con una passione così travolgente, che persino una ottusa come lei riusciva a percepire. Cosa gli stesse chiedendo, questo lei non lo sapeva, ma era certa che per nulla al mondo si sarebbe spostata da li.

Lo sentì vicino come mai era stato, percepì il respiro di Ren su di lei e i brividi la invasero, poi lui la toccò di nuovo, le prese il viso con le sue mani grandi e gentili e la portò ad avvicinarsi ancora di più. Kyoko sentì lo stomaco andare in subbuglio e il cuore battere così forte, come se volesse esplodere, quando le loro labbra si sfiorarono. Era dolce il gusto di quella bocca che mai si sarebbe sognata di toccare, non rude come quella di Shotaro, forse perchè questa volta era lei a volere quel contatto, a desiderare quella persona con tutta se stessa. Non doveva abbandonarsi a quel sentimento, la sua mente lo sapeva, ma il suo cuore non riusciva a resistere. Quando le labbra di Ren si posarono con più impeto sulle sue, quando si sentì schiudere la bocca dalla lingua morbida e delicata di lui e quando tutte le sue difese caddero, Kyoko si sentì imprigionata di nuovo in quel sentimento che tanto l'aveva ferita. Era così che ci si sentiva dopo il primo bacio? Era normale sentirsi completamente persi, in subbuglio e totalmente confusi? Stava baciando Ren Tsuruga, possedeva quelle labbra che tutte le donne del Giappone desideravano e Ren ricambiava in qualche modo. Quando Kyoko si aggrappò a lui lo sentì tremare. Quando si staccarono per un attimo Kyoko si sentì abbandonata, eppure non appena i loro occhi si incontrarono tutto ciò che lei vide fu un sentimento che era finalmente riuscito ad emergere. Negli occhi di Ren non c'era quel velo di soddisfazione che vide in Shotaro quel maledetto giorno in cui lui la baciò, ma qualcosa di estremamente dolce e vero.

- Hai il viso rosso.- La voce di Ren pizzicò l'orecchio di Kyoko che divenne rosso e caldo, costringendola ad allontanarsi un po' da lui e tapparsi entrambe le orecchie sperando che non prendessero fuoco. - Questo puoi considerarlo davvero il tuo vero primo bacio.-

Immobile come una statua di sale, riuscì solo a rimanere in silenzio anche quando lui si alzò per andare ad aprire la porta. Si mosse come se non fosse accaduto nulla, come se quello che era appena successo fosse la normalità. Ovviamente, pensò Kyoko, per uno come Tsuruga, un bacio era una cosa da niente, ma per una come lei cosa doveva rappresentare? Cosa doveva aspettarsi da quell'emozione così forte e conturbante che le chiudeva la bocca dello stomaco?

Ren fece entrare una giovane ragazza vestita da cameriera che trasportava un enorme vassoio pieno di vivande.

- Ho portato la colazione. Kyoko-sama sono lieta di vedervi sveglia.-

- Occupati di lei, io torno tra poco.- Ren lasciò la stanza come un fulmine e finalmente Kyoko riuscì a rilassarsi. Ciò che la cameriera vide fu una ragazza completamente sconvolta e rossa in viso, con gli occhi pieni di lacrime. Eppure non si stupì di quella visione, si avvicinò a lei spostando le lenzuola ed osservando le gambe della ragazza completamente fasciate. Kyoko non aveva ancora avuto modo di ripensare a cosa era accaduto, e ora vedere le sue gambe in quello stato la fece tornare alla normalità.

- Dovete andare in bagno? Oppure volete lavarvi?-

- Io non so, sono un po' confusa.-

La giovane si presentò con il nome di Yuki, le raccontò che era stata lei ad occuparsi di Kyoko nei due giorni che era rimasta incosciente.

- Ovviamente Tsuruga-sama non vi ha mai lasciato, ho dovuto solo fare tutte quelle cose che un uomo non può sbrigare, diciamo così. - Yuki spostò le gambe di Kyoko fuori dal letto, prese a sbottonarle la camicia da notte e la invitò a sfilarla, porgendone una pulita. Poi la invitò ad infilare anche una leggera vestaglia rosa, che Kyoko pensò essere di seta, per quanto il tessuto fosse delicato e morbido. Di certo non era sua, ma in quel momento, quando Yuki si avvicinò alla grande finestra oscurata dalle tende in broccato rosso e le aprì, ogni domanda svanì dalla testa della ragazza, che rimase completamente rapita dalla vista. Davanti a lei l'oceano più blu che potesse immaginare, un cielo limpido e splendente in cui vide volare uno stormo di gabbiani festanti. Poco lontano però scorse una scogliera e il verde dei prati quasi le accecò gli occhi. - Siamo sull'isola Amami Ōshima, in una delle ville del presidente Takarada. Non sapeva nulla vero?-

Kyoko si limitò a muovere la testa in segno negativo, non riusciva a staccare lo sguardo da quel paradiso che faticava a credere vero.

- Siamo ancora in Giappone vero?-

- Si.- Yuki rise, ma lo fece con eleganza e per qualche secondo Kyoko si trovò a pensare che fosse una ragazza davvero bella e raffinata. - Siamo a circa 300 km a nord dell'isola di Okinawa e 380 km a sud di Kyūshū, sotto la giurisdizione della Prefettura di Kagoshima. - Kyoko fece finta di aver capito, ma non era affatto così, per un secondo pensò di aver mostrato alla ragazza una faccia davvero stupida, ma non se ne curò. Yuki era gentile e questo le piaceva. Tornò da lei e prese a sistemarle i capelli, poi si avvicinò ad un enorme armadio, grande forse quanto la stanza di Kyoko al ristornate Duruyama, e tirò fuori una sedia a rotelle, che aprì e sistemò accanto al letto. - Il dottore ha detto che non ci sono lesioni gravi, ma credo sia meglio non sforzare troppo la caviglia. Per oggi almeno è meglio usare questa.- Aiutò Kyoko a scivolare sulla sedia e le sistemò una coperta sulle gambe, poi la guidò verso il tavolo e iniziò a sistemare tutto per la colazione. - Tsuruga-sama le è stato sempre vicino. Se posso permettermi non credevo che fosse il vostro fidanzato.-

- Ma non lo è!- Kyoko lo disse di getto, anche se dopo ciò che era accaduto tra loro, non poteva esserne così sicura. Yuki assunse un'espressione confusa e Kyoko se ne rese conto, la ragazza si portò una mano davanti alla bocca e arrossì. - Cosa te lo ha fatto credere?-

- Bhe ecco, non so cosa dire ora. Tsuruga-sama ha dormito sempre con voi, al vostro fianco e più di una volta l'ho visto...- Yuki si bloccò di colpo e non riuscì a continuare, quando incontrò lo sguardo severo e contrariato di Ren, fermo all'entrata. La cameriera si chiuse in se stessa, sorrise, ma fu una smorfia forzata dalle circostanze. Terminò di sistemare il tavolo e si congedò.

- Di cosa parlavate?- Sforzò tutto il suo essere, tutto se stesso a rimanere serio, ma non ci fu nulla da fare. Quando gli occhi di Kyoko divennero enormi e languidi, tanto da farle sembrare il viso rotondo come quello di un pallone, scoppiò a ridere. - Vuoi uscire per caso?- Kyoko mosse la testa velocemente in segno affermativo e della ragazza che poco prima lo aveva eccitato e convinto a dimostrarle i suoi sentimenti, non era rimasto nulla. Ora Ren aveva davanti una bambina che aveva una voglia pazza di uscire ed ammirare il paesaggio, ma in effetti anche quella parte infantile era qualcosa che lui amava. - Prima però mangiamo qualcosa.- ubbidiente iniziò a divorare tutto ciò che aveva davanti, rendendosi conto di essere davvero affamata, ma quando si accorse che Ren stava solo bevendo del caffè lo guardò di tralice. Spostò la sedia e si portò accanto all'uomo, prese una delle brioche, calde e fragranti e la spezzò.

- Mangia!- Lo disse con una voce tutt'altro che gentile, ma Ren non si mosse. Rimase ad osservarla serio e deciso, come se attendesse qualcosa. Così Kyoko si sporse in avanti, avvicinando il pezzo di brioche al viso dell'uomo, che sorrise. - Perchè fai così? Scommetto che non hai toccato cibo in questi due giorni!- L'espressione infantile, con le guance gonfie e rosse, di Kyoko lo fece cedere, le afferrò la mano con la brioche e si portò in avanti posandole un bacio veloce sulle labbra.

- Vederti dormire serena ha saziato la mia fame. Ora però non credo che mi basterà solo guardarti.- In quel momento Kyoko si rese conto di essere caduta nella trappola del Re della Notte.

 

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Capitolo 4
*** 4. I nostri desideri ***


4. I nostri desideri

 

Nonostante tutte le emozioni che quel bacio le aveva regalato, per tutto il resto della giornata Tsuruga Ren si era comportato come al solito. Gentile, affascinante e talmente galante da accontentarla in tutto. Erano usciti all'aria aperta e Kyoko aveva respirato il profumo di mare, fresco e frizzante. Poi erano andati in giro come persone normali, tra i negozi del piccolo villaggio attinente alla villa e divertendosi come due ragazzini. Ren non fu costretto a nascondersi, tutti erano gentili e per nulla invadenti, lei di certo poteva passare inosservata, una comune ragazza infortunata, ma di certo vedere un uomo come Tsuruga Ren avrebbe suscitato gridolini di eccitazione anche se non fosse stato un attore famoso. Solo la sera, al rientro dal giro turistico Kyoko scoprì che quello visitato non era un villaggio, ma parte integrante del giardino della villa e che tutte le persone che aveva incontrato facevano parte dello staff della magione, così quando mise il broncio come una bambina offesa, Ren fu costretto a dirle come realmente stavano le cose.

- Non volevo prenderti in giro, solo che non possiamo avventurarci oltre i cancelli della villa. Ho saputo che sull'isola sono arrivati parecchi giornalisti interessati a ciò che ti è accaduto.-

- Perchè? Non sono di certo un'attrice famosa!-

- Non ancora, ma di certo io e quel Fuwa siamo parecchio conosciuti.- Kyoko scattò come una molla. Provò a mettersi in piedi, ma fu doloroso e ricadde in avanti in malo modo. Ren riuscì a sostenerla senza problemi prendendola in braccio e portandola sul letto. - Non sei in grado di fare questi gesti. Se fossi caduta di nuovo avresti rovinato ulteriormente il tuo bel visino.- La ragazza arrossì vistosamente, Ren era nuovamente al suo fianco e i loro visi di nuovo così vicini che iniziò a sperare in qualcosa. Si sarebbe fatta baciare di nuovo, senza dire nulla e senza riuscire a negarsi, poi però lui le toccò la fronte sfiorando la garza che nascondeva il taglio e i cinque punti di sutura che le avevano messo. Si era guardata di sfuggita allo specchio prima di uscire con Ren, si era occupata di tutto Yuki e lei non aveva avuto modo di vedersi o esaminare il suo corpo. Fortunatamente la cameriera le aveva detto che il dottore era stato molto accurato nel suturare la ferita e che non le sarebbe rimasta una cicatrice evidente sul viso. Inoltre le aveva fatto notare che le fasciature alle gambe servivano solo a mascherare i lividi che si erano formati durante la caduta e che la caviglia si sarebbe presto ripresa. Infine, nonostante avesse battuto forte la schiena, non avrebbe avuto problemi se si fosse sottoposta a qualche seduta di fisioterapia per alleviare i dolori. Ren la riportò alla realtà regalandole un casto bacio sulla fronte e chiedendole se aveva voglia di fare qualcosa prima di cena.

- Raccontami cosa è accaduto. Non dirmi che Sho ne ha combinata una delle sue?-

Ren si alzò cercando di sviare il discorso, ma Kyoko si era resa conto che le stesse nascondendo qualcosa e provò a fermarlo tirandolo per la camicia. Si mise carponi sulle lenzuola, nonostante le ginocchia dolessero e provò a guardarlo con l'espressione più supplichevole che conoscesse. Ciò che Ren vide però furono due occhi languidi e un viso da cagnolino bastonato che non riuscì ad ignorare. Si lasciò ricadere supino sul letto e sbuffò, lasciando che Kyoko si avvicinasse a lui gattonando.

- Spesso alcuni giornalisti si appostano sotto casa mia e mi sorvegliano. Sono forse l'unico attore che non è mai stato coinvolto in uno scandalo amoroso e quindi molti reporter vogliono cogliermi sul fatto, diciamo così. Così quando uno di loro mi ha visto uscire di casa a quell'ora, completamente sconvolto e...- In quel momento Kyoko vide per la prima volta, dipinto sul bellissimo viso di Tsuruga, un velo di imbarazzo rimanendone completamente rapita. - ...e in pigiama per di più spaiato, si è scatenato l'inferno.- La ragazza rimase per qualche secondo completamente stupita e nella sua mente iniziarono a prendere forma immagini di Ren in pigiama, con i pantaloni di un colore e la maglia di un altro, una visione completamente diversa da ciò che lui faceva vedere, in grado di essere affascinante anche con la febbre alta. Rise e non riuscì a trattenersi e il divertimento della ragazza fomentarono l'imbarazzo di lui che scattò come un felino e prendendola per le braccia la portò sotto di lui. - Sono corso da te, sarei venuto anche nudo, credi che avrei perso tempo a scegliere l'abito adatto per una situazione simile?- Kyoko non rispose, come poteva in quelle condizioni. Ren era sopra di lei, la teneva tra le braccia ed erano più vicini che mai tanto che lei poteva percepire il battito del cuore di lui sincronizzarsi con il suo. - Mi sono fatto fotografare e riprendere con addosso un pigiama sgualcito e scombinato, solo perchè tu mi hai chiamato. Dovresti prenderti la responsabilità di aver rovinato la mia immagine.-

- Cosa vuoi che faccia?- Ipnotizzata dagli occhi magnetici di Ren e da quel tocco per nulla rude o violento, ma delicato ed estremamente elettrizzante, svicolò leggermente dalla presa riuscendo a liberare una mano. - Tu mi hai già baciato e più di una volta e io non ho detto nulla.-

- Credi che mi basti rubarti un bacio per essere soddisfatto? Ho preso a pugni davanti a tutti quel bambino di Fuwa perchè voleva portarti via da me. Ci siamo azzuffati come gatti e se non fosse intervenuto il boss non so come sarebbe andata a finire. Si è presentato in ospedale dichiarando diritti su di te, come se tu gli appartenessi, urlando e sbraitando e dandomi la colpa per ciò che era accaduto. Così non ci ho visto e l'ho preso a schiaffi. Ora per colpa tua sono diventato un pazzo esaltato in pigiama che picchia bambini, ma per nessuna ragione al mondo gli avrei permesso di portarti via.-

- Hai picchiato Shotaro...- non capì neanche lei se fosse una domanda o una semplice affermazione, Il solo pensiero di vedere Ren e Sho litigare per lei, la fece sussultare, ma anche arrabbiare. Shotaro Fuwa era corso da lei e per fare cosa? Dimostrare a tutti che lei continuava ad appartenergli? Non poteva sopportarlo, non poteva credere che fosse riuscito persino a far arrabbiare tanto una persone come Tsuruga Ren. - Mi dispiace.- Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, le salirono le lacrime agli occhi e non fu in grado di reagire diversamente.

- A me non dispiace affatto! Non mi sarei mai fatto sopraffare da un ragazzino arrogante. Tu hai chiamato me non lui e se questo ha ferito il suo stupido ego, non posso farci nulla.- Ren si spostò leggermente riuscendo ad appoggiare la testa sul seno della ragazza e rimanendo accoccolato a lei come un bambino e Kyoko, con le mani ora libere, iniziò ad accarezzargli i capelli, come aveva fatto qualche tempo prima, quando lui le aveva chiesto di dormire sulle sue ginocchia. - Mi piace usarti come cuscino...posso baciarti di nuovo?-

Non riuscì a rispondere, lo voleva con tutta se stessa e mai avrebbe creduto di poter sentire così forte un sentimento che non fosse la rabbia. Preponderante e offuscante, ogni parte di lei era predisposta per quel momento, lo desiderava con tutta se stessa. Così quando toccò nuovamente le labbra di Ren, si sentì pervasa da strani brividi e le si chiuse di nuovo lo stomaco, eppure fu così piacevole da sperare che quell'istante non finisse mai. Poi qualcosa cambiò, sentì Ren farsi più audace quando iniziò a toccarla, le sfiorò le gambe delicatamente, poi salì verso la pancia ed infine arrivò sul seno. Rimase immobile per qualche secondo, dando il tempo alla ragazza di rifiutarlo se quel contatto non le fosse piaciuto, ma Kyoko ormai non era più in grado di fare nulla se non sottostare alle sue emozioni e lui colse l'invito a continuare. Le slacciò i bottoni della camicetta e infilò la mano tastando la pelle morbida e calda di lei.

- Sei sicura di questo? Non credo di essere in grado di fermarmi...- Kyoko avvertì il respiro affannoso del ragazzo sopra di lei, percepì i muscoli di lui fremere e il suo desiderio farsi sempre più forte. Iniziò a baciarla dappertutto, una volta libero della camicia, assaggiò la sua pelle avido e desideroso di averne sempre di più. Kyoko sentì la lingua di lui inumidirle i seni e gemette, lanciando i gridolino di piacere che diede a Ren la spinta per continuare. Concentrati solo su ciò che sarebbe accaduto, su fin dove il loro desiderio potesse spingersi non si resero conto di nulla, ne dei piccoli colpi sulla porta ne del fatto che si stesse aprendo.

- Ho portato la ce... oh! Mi dispiace tanto!- scattarono come se sotto di loro ci fossero i carboni ardenti. Ren si mise seduto e con il viso rosso, scappò in bagno, mentre Kyoko provò distrattamente a ricomporsi e cercare di far abbassare la temperatura del corpo. - Mi dispiace veramente tanto. Io non pensavo che... chiedo scusa!- Yuki si era coperta gli occhi, ma era comunque arrossita vistosamente e continuò ad inchinarsi in segno di scuse.

- Non preoccuparti, davvero non è successo nulla. Colpa nostra per non essere stati attenti.- Per Kyoko fu come tornare indietro nel tempo, a quando lavorava nel ryokan della famiglia di Sho. Era accaduto anche a lei di irrompere in una stanza e vedere qualcosa che non avrebbe dovuto e con il tempo aveva imparato a mantenere la calma, la stessa che aveva mostrato quella sera quando di era fiondata nel bagno preoccupata per Ren e lo aveva visto nudo. Eppure Yuki non era riuscita a contenersi e faticava a ritrovare la compostezza che una cameriera doveva sempre avere, almeno queste erano le parole che la madre di Sho le aveva sempre ripetuto.

- Tsuruga-sama non esce dal bagno. Deve davvero essere arrabbiato con me.- Se ne era accorta anche Kyoko, ormai erano passati più di dieci minuti e nel frattempo lei si era anche alzata per aiutare la ragazza. Il dolore alle gambe era quasi saprito e riuscire a fare qualche passo da sola le sembrò rassicurante, così riuscì persino ad aiutare Yuki a sistemare il tavolo per la cena.

- Lascia tutto qui. Ci penso io.- La congedò con il sorriso più dolce e rassicurante che riuscì a richiamare e una volta sola si rese effettivamente conto di quello che era accaduto tra lei e Ren e non riuscì a non prendere fuoco dall'imbarazzo. Si piegò in avanti poggiandosi al tavolo e si portò una mano al petto, lo stesso che poco prima Ren aveva toccato e persino baciato e si sentì le gambe molli, come se al posto delle ossa non ci fosse nulla. Nonostante tutto si fece coraggio e avanzando a tentoni si avvicinò alla porta del bagno, dall'interno percepì lo scroscio dell'acqua della doccia.

- Tsuruga-san, va tutto bene?- La voce che le uscì dalla bocca era pregna d'imbarazzo, nonostante fosse ottusa e a volte decisamente tarda in questioni amorose, sapeva perfettamente perchè ora Ren stava facendo la doccia ed in effetti ne aveva un gran bisogno anche lei. - Ti va di mangiare qualcosa?-

- Credo di aver bisogno di qualche altro minuto.-

- Ti aspetto.- Passarono altri cinque minuti prima che Tsuruga riuscisse ad uscire. Kyoko si voltò appena a guardarlo, ancora indecisa su cosa dire o come comportarsi, ma anche lui rimase in silenzio riuscendo solo ad avvicinarsi al tavolo e sedersi tenendo lo sguardo basso. Aveva i capelli completamente bagnati e ogni tanto qualche gocciolina cadeva sui pantaloni creando un alone scuro. Kyoko sapeva di dover rompere in qualche modo quel silenzio imbarazzante, ma pensare a qualcosa di diverso che non fosse lui sopra di lei le sembrò impossibile. Così dopo aver ingoiato un paio di frasi senza senso buttò fuori la prima cosa che riuscì a pensare guardandolo. - Prenderai un raffreddore se non ti asciughi i capelli.- Lo disse quasi arrabbiata, anche se in realtà non era quello che voleva esprimere, ma ormai era diventato impossibile dimostrargli i suoi sentimenti correttamente. Nonostante tutto lui rise, e lo fece così spontaneamente che anche lei non riuscì a non farlo. Riuscirono a spezzare quel gelo che si era creato e persino a cenare come se non fosse accaduto nulla. Non ne riparlarono, sarebbe stato troppo riaffrontare subito quell'argomento, perché rievocarlo significava dover mettere in chiaro i loro sentimenti e per ora Kyoko non aveva la benché minima idea di cosa volesse o provasse.

 

La serata passò veloce e tranquilla, riuscirono persino a guardare qualche episodio di Dark Moon e per Kyoko, rivedersi nei panni di Mio fu elettrizzante soprattutto perchè Ren continuava a farle i complimenti e questo, per lei, era più importante dello stesso ossigeno. Andava avanti in quel lavoro solo per essere lodata e apprezzata da lui, certo aveva imparato ad amare il lavoro dell'attrice, ma Ren era il suo sempai, la sua ancora di salvezza nei momenti difficili e i sentirsi apprezzata da un uomo come lui era qualcosa di prezioso. Quando sentì gli occhi pesanti e gli sbadigli incessanti, Ren la prese in braccio e la portò a letto. Ormai era diventato un gesto quasi normale, tanto che Kyoko si lasciò manovrare senza problemi. Ren le prese una camicia da notte dall'armadio e le chiese di indossarla, nel mentre lui si allontanò chiudendosi in bagno. Kyoko indossò il la camicia morbida e profumata, la sentì aderire al suo corpo perfettamente e gioì della delicatezza del tessuto. Poi si rannicchiò sotto le coperte provando a scaldare quel letto enorme, finchè non si rese conto che Ren era ancora con lei. Yuki le aveva gia detto che Tsuruga aveva dormito al suo fianco, ma ora che era sveglia aveva ancora intenzione di farlo? Le domande ebbero risposta quando Ren uscì dal bagno indossando un pigiama blu notte e si sdraiò accanto a lei.

- Non guardarmi in quel modo. Non ho alcuna intenzione di lasciarti da sola.- Le regalò un bacio veloce sulla punta del naso e si girò dalla parte opposta a lei, portando il braccio sotto il cuscino e sforzandosi di dormire. In realtà era più difficile di quanto avesse immaginato. Nelle notti precedenti Kyoko era incosciente e dormirle accanto era risultato semplice, anche se ogni tanto aveva ceduto all'impulso di toccarla. Ora però lei era sveglia, sdraiata dietro di lui e sapeva che lo stava guardando. Il suo cuore innamorato gli urlava di prenderla, di farla sua e di non lasciarla mai andare. Gli ordinava di voltarsi, baciarla e toccarla il prima possibile, ma la sua mente era conscia di non poterlo fare. Era gia stato troppo audace, certo Kyoko non lo aveva rifiutato, ma non poteva spingersi così il la solo perchè non riusciva a controllare i suoi ormoni. Si portò una mano alla bocca implorando il suo corpo di smettere di provocarlo, ma a destarlo da quell'ondata di pulsioni fuori controllo fu qualcosa di decisamente inaspettato. Percepì la mano di lei sfiorargli la schiena e le spalle e per un attimo il cuore di lui si fermò.

- E' così grande e forte, che sembra poter reggere il peso del mondo intero.- Ren si sentì stringere lla maglia del pigiama e si decise a voltarsi, incontrando gli occhi di Kyoko e il suo viso luminoso e bello. Non sembrava affatto imbarazzata, al contrario consapevole di ciò che stava facendo. In realtà per Kyoko non era stato facile convincersi a toccarlo. Fino a quel momento era stato sempre Ren a prendere l'iniziativa, ora però era stata lei a chiamarlo e soprattutto a provocarlo. - Volevo darti la buonanotte.-

- Vuoi davvero solo questo?-

- In realtà non lo so, ho solo reagito d'istinto. Non volevo che ti addormentassi.- Ren si spostò verso di lei, ma non la toccò, lasciò che fosse lei a muovere la mano, ad accarezzarlo in viso per la prima volta. Kyoko disegnò qualcosa con le dita, seguendo i lineamenti del suo viso e provocandogli un brivido di eccitazione. - Io voglio essere sincera con te, non so cosa sto provando in questo momento. Per tanto tempo, dopo Sho ho creduto di non poter mai e poi mai amare di nuovo qualcuno, perchè io amavo Sho...-

- Non dirmi queste cose proprio adesso, non...- Kyoko lo zittì con l'indice, toccando quella bocca che sembrava offesa in quel momento e gli chiese di rimanere in silenzio ancora un po'.

- Io lo amavo, o almeno credevo di amarlo. Sarò un po' stupida e ci avrò messo tanto a capirlo, ma ora lo so. Quello che provo adesso è amore, non quello che sentivo per Sho. Io facevo di tutto per lui e non chiedevo niente in cambio, ma era sbagliato perchè io ora voglio qualcosa da te, è il corpo a chiederlo e non posso fermarlo. Io voglio qualcosa che a lui non avrei mai chiesto, qualcosa che è il mio cuore a pretendere e credo che sia questo il segno che ti fa capire di essere innamorata. Io ho chiamato te quella notte perchè mi fido di te e volevo vederti, volevo te come lo voglio ora.-

- Tu ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?-

- Bhè io penso di si è solo che non sono molto brava in queste cose, quindi mi affido a te e...- Non riuscì a terminare la frase. Tutto ciò di cui Ren aveva bisogno era un segno che ciò che era successo fin ora non fosse stato solo per colpa della sua lussuria, e ora lo aveva ricevuto. Nonostante Kyoko fosse rossa in viso, e si fosse ristretta alle dimensioni di una bambola di porcellana, lui la baciò con tutta la passione che riuscì a trasmetterle. La strinse, la baciò e la toccò ovunque imprimendo ogni sua forma, ogni suo centimetro di pelle nella sua mente.

- Voglio che tu sia mia e solo mia, voglio davvero che tu mi appartenga... Dimmi che lo vuoi anche tu.-

Si guardarono per qualche secondo, Kyoko aveva gli occhi pieni di lacrime e non riusciva a farle fermare, ma Ren non lo prese con un segno di insicurezza, al contrario quelle lacrime, che incorniciavano uno dei sorrisi più belli e luminosi che lui avesse mai visto, erano il segno che anche lei ricambiava i suoi sentimenti e finalmente potevano esprimerli come meglio credevano. Portandosi sopra di lei si infilò tra le sue gambe e si mise in ginocchio portando anche la ragazza a mettersi seduta. Le sfilò la camicia da notte e poi le chiese di fare lo stesso con lui. Kyoko reagì imbarazzata portando avanti le mani tremanti e riuscendo solo a sbottonare un paio di bottoni. Fu lui a finire il lavoro e tirò via quel pezzo di tessuto, come se fosse d'intralcio, si mosse in avanti e la portò di nuovo a sdraiarsi. Osservò con attenzione la pelle luminosa e il corpo perfetto di una ragazza in fiore, delicata ma allo stesso tempo attraente e provocante. Allo stesso tempo Kyoko era completamente rapita dalle sue emozioni, dai tremori e dai sospiri che non riusciva a controllare. Mai nella sua vita si era sentita così fuori controllo, mai avrebbe pensato che sarebbe stato così conturbante e tremendamente perverso amare qualcuno, tanto che persino guardarlo la faceva sussultare. Lo aveva gia visto nudo, lo aveva negato, ma aveva sbirciato quella sera pentendosi di non averlo fatto più a lungo, ma ora lui era davanti a lei, in ginocchio e nudo e lei poteva guardarlo senza sentirsi in colpa o imbarazzata, perchè conscia che lui ora era li per lei. Ren si piegò in avanti portandola ad allargare le gambe e cercando quell'intimità che non riusciva più a controllare. Eppure ci mise tempo, un tempo che sembrò infinito, terrorizzato dall'idea di farle del male o di non piacerle, ma alla fine lo fece e quando si rese conto che era sua, che era dentro di lei e poteva donarle il piacere più intenso che avrebbe mai potuto immaginare, tutto il mondo si dissolse. Esistevano solo loro due, esisteva solo il loro piacere e nulla lo avrebbe interrotto o corrotto. Cerano Ren e Kyoko, e c'era il loro amore, quello che finalmente erano riusciti ad esprimere. Eppure prima o poi sarebbero dovuti tornare alla realtà, quella fuori dal perimetro della villa che era diventato il rifugio dei loro sentimenti e dei loro desideri.

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Eccoci giunti al capitolo importante, ma la storia è solo all'inizio e deve ancora svilupparsi.
Mi ritaglio un piccolo momento personale, per ringraziare tutti quelli che hanno letto i capitoli precedenti e tutti quello che mi hanno mandato dei commenti privati. grazie a tutti. Al prossimo aggiornamento

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Capitolo 5
*** 5. Quello che non farei ***


5. Quello che non farei

Il mattino arrivò testardo, con il sole che continuava a sbirciare tra le tende della stanza pizzicando il viso della ragazza. Kyoko si spostò appena, un leggero peso sulla pancia le impedì di muoversi oltre e solo dopo qualche secondo si rese conto che era il braccio di Ren a tenerla ferma. Il ragazzo aveva continuato a tenerla stretta a se anche durante il sonno, che era giunto delicato e voluto per entrambi. Kyoko usò quei minuti per rimettere in sesto le idee soprattutto per rendere reale quello che aveva combinato quella notte. Era stata lei a chiederlo, non poteva in nessun modo ribaltare la situazione e il pensiero che la sua decisione la portasse a soffrire, era qualcosa che non riusciva ad accettare. Aveva chiesto a Tsuruga Ren di fare l'amore con lei, ovviamente era qualcosa che desiderava con tutta se stessa, ma se il suo sentimento non fosse ricambiato e lui avesse agito solo da uomo, come si sarebbe comportata? Come lo avrebbe affrontato? Vero era anche che lui continuava ad abbracciarla, che aveva continuato a baciarla anche durante la notte, tutte le volte che si era voltata o semplicemente scostata da lui, ma era abbastanza per capire se Ren ricambiasse quei sentimenti che aveva giurato di non provare mai più? Provò a svicolare dalla presa per andare in bagno, si sarebbe lavata e magari le si sarebbero schiarite un po' le idee, ma il piano non riuscì. Non fece in tempo a tirare fuori dal letto un piede, che si sentì tirare indietro e riportare supina. Poi due labbra delicate le si posarono sulla guancia schioccandole un casto bacio accompagnato da un buongiorno come mai ne aveva ricevuti.

- Dove hai intenzione di scappare?- Ren sorrise e continuò ad abbracciarla e nonostante le prime obiezioni, alla fine Kyoko si lasciò trasportare.

- Volevo solo andare in bagno.- Lo disse di getto, catturata da quel viso così bello anche di prima mattina, quando lei al confronto doveva sembrare una vecchia bambola arruffata. - Buongiorno.-

Ren continuò a baciarla sulla fronte, sulle guance e sulle labbra e per Kyoko era qualcosa di assolutamente nuovo. Come doveva interpretare quei gesti? Cosa doveva fare per dimostrare almeno un po' quell'amore che Ren sembrava rappresentare così bene?

- Ne dovremo parlare, di quello che è successo stanotte.-

- Non saprei da dove iniziare.-

- Allora chiedo io. Dimmi perchè?-

Quel perchè risuonò nella mente di Kyoko per secondi interminabili. Perchè di cosa? Della chiamata nel cuore della notte? Dei baci non rifiutati? Del non essere riuscita a mettere un freno ai suoi sentimenti e avergli regalato tutta se stessa? Continuò a guardare quegli occhi così espressivi e belli che sentì nuovamente la bocca dello stomaco chiudersi e farle male, il cuore iniziò a battere così forte che forse avrebbe avuto un infarto, poi alla fine le parole le uscirono spontanee, non essendo più in grado di controllarsi o negarsi.

- Perchè credo di essere innamorata di te.- Lo sputò fuori come se fosse veleno e si chiuse a riccio coprendosi il viso in fiamme e gli occhi pieni di lacrime. Se Ren si fosse messo a ridere o semplicemente avesse detto che per lui non era così, come si sarebbe comportata? Si sarebbe scavata una fossa da sola e si sarebbe seppellita li per sempre. Poi si sentì sollevare leggermente il viso da un mano delicata, uscì fuori dal suo rifugio sicuro e tornò in balia delle iridi di lui e lo vide. Le labbra di Ren si erano inclinate in un leggero sorriso, ma non era scherno o divertimento, era pura e semplice felicità.

- Io invece ti amo. L'ho capito da tempo, ma mi sono sempre sforzato di negarlo e soprattutto di trattenermi. Hai preso il mio cuore con la tua semplicità e spontaneità, rompendo tutte le mie difese. Io ti amo e ora che mi hai regalato te stessa voglio anche il tuo cuore e la tua anima. Non può bastarmi un credo, voglio qualcosa di sicuro.- Quelle parole la colpirono al cuore, lo fermarono del tutto. Era lei l'indecisa non lui, era lei che non aveva messo in chiaro la situazione. Quando si accorse che stava per alzarsi, quando si sentì abbandonata da quelle braccia che l'avevano stretta per tutta la notte, fu come se le mancasse l'ossigeno e il mondo sotto di lei si stesse sgretolando. Neanche per un istante, quando Sho l'aveva rinnegata, si era sentita così persa e disorientata come ora. In quell'occasione fu presa dalla rabbia, tutto ciò che riuscì a fare fu aprire la serratura che racchiudeva tutti i sentimenti più cupi e forti che poteva provare, ma ora non si apriva nulla, al contrario le sembrò di morire. Scattò in avanti come se da quello dipendesse la sua vita, afferrò il braccio di Ren, senza dar peso al fatto che fosse nuda o che lo fosse anche lui. Non contava nulla se non fargli capire cosa lei provava.

- Io ti amo! Mi dispiace da morire, non volevo essere egoista o prenderti in giro. Mi sono lasciata trasportare, non mi era mai capitato di sentirmi così. Io ho solo avuto paura di espormi oltre.-

Rimase a guardarla, per nulla al mondo avrebbe perso quel momento. Piccola e minuta, in ginocchio su un letto enorme e completamente nuda, ma senza che vi desse peso o fosse imbarazzata. Si era esposta per fermarlo, forse credendo che stesse scappando, lo stava implorando di rimanere al suo fianco e lui non potè non accontentarla. Si sporse in avanti e la baciò con tutto l'amore che riuscì ad esprimere, aveva avuto ciò che voleva anche se non lo aveva fatto volontariamente, ma per nulla al mondo le avrebbe rivelato che in realtà doveva solo andare in bagno.

Quando alla porta bussò, puntuale, Yuki si erano già lavati e vestiti. Ren aveva aperto le tende, mostrano di nuovo il meraviglioso spettacolo dell'oceano in una giornata serena e nuovamente Kyoko ne era rimasta affascinata. Purtroppo però non avrebbero potuto passare una giornata all'insegna del divertimento, c'era qualcosa che dovevano risolvere il prima possibile.

- L'ispettore è già arrivato, sta aspettando al piano di sotto.- Yuki si era rivolta a Ren, lasciando Kyoko un po' spaesata, così lui dando prima ordini alla ragazza di farlo salire, prese a mettere Kyoko al corrente di tutto.

- Ti ho portata via prima che potessi svegliarti, ma la polizia deve ancora mettere in chiaro delle cose sull'accaduto e soprattutto capire chi si è intrufolato in casa. Il presidente non ha voluto far avvicinare nessuno, ma ci sono dei problemi da risolvere. Per ora devi solo raccontare cosa è accaduto. Te la senti?-

- Purtroppo sono ancora confusa, ma posso farcela.-

Dovettero attendere qualche minuto, prima che Yuki tornasse e portasse con se un uomo alto e distinto, con degli occhi acuti da ottimo osservatore. Kyoko lo guardò curiosa e si sentì studiata affondo.

- Mogami Kyoko? Io sono l'ispettore Taniguchi, sono stato incaricato di interrogarla riguardo l'aggressione di qualche giorno fa. Come si sente?- Era cordiale e molto educato, si sedette intorno al tavolo dove Yuki servì del tè con dolci e biscotti vari. - Perchè non racconta cosa è successo?- Le diede qualche minuto per riportare i fatti alla memoria, nel frattempo accese un piccolo registratore e lo poggiò sul tavolino. - Devo registrare la nostra conversazione, mi da il consenso?-

- Si va bene.- Kyoko si sentì agitata, non fu semplice ricordare quanto accaduto e per qualche minuto, fu percossa da brividi freddi lungo la schiena. Ren le sedeva accanto e resosi conto della situazione allungò una mano stringendo quella di lei e cercando di calmarla, così Kyoko riuscì a prendere un lungo respiro e raccontò ogni cosa. L'ispettore rimase sempre in ascolto e solo quando il racconto giunse al termine, iniziò a farle delle domande.

- Li ha visti in faccia? Riuscirebbe a descrivermi almeno uno di loro?-

- Non li ho visti bene, uno di loro era molto esile, mentre l'altro più robusto, ma per tutto il tempo mi hanno puntato contro la luce della torcia impedendomi di mettere a fuoco.-

- E del terzo uomo, non può dirmi nulla?-

Kyoko si limitò a scuotere la testa e rimase in silenzio. Aveva già detto che più di tutti fu proprio il terzo uomo a spaventarla di più. Dalla voce squillante aveva intuito che fosse molto giovane, ma non si era mai lasciato vedere in viso e lei non poteva fare più di questo.

- Una cosa però mi è rimasta impressa. Era buio e come io non potevo vedere loro, allo stesso modo loro avevano difficoltà a vedere bene me, eppure lui sapeva esattamente chi fossi. Ha detto che ero Mio, ma non sono ancora così famosa da farmi riconoscere e spesso nessuno associa la Mio della televisione ad una come me.- L'ispettore sembrò molto interessato e prese appunti, poi si rivolse a Ren, che fino a quel momento non aveva detto una parola e iniziò ad interrogare anche lui.

- Quindi lei signor Tsuruga è corso a casa della ragazza solo perchè ha ricevuto una chiamata. Mi permetta di essere franco con lei, ma non è molto convincente. Come ha capito che la signorina era in pericolo?-

- Conosco Kyoko e lei conosce me. Sa benissimo quali siano i miei orari e i miei impegni, non mi avrebbe mai chiamato senza una ragione valida e non sentendola parlare mi sono agitato.-

- Quindi si sarebbe precipitato da lei a prescindere dal pericolo?-

- Ovviamente.- La determinazione di Ren la fecero arrossire, ma di certo quell'uomo non si sarebbe fatto addolcire dalle belle parole.

- Eppure signor Tsuruga, qui ho una denuncia a suo carico da parte del signor Fuwa Sho, che oltre alla rissa scoppiata in ospedale, la accusa di essere l'artefice dell'aggressione.-

- Che cosa?- Fu Kyoko a scattare furiosa, ma soprattutto delusa. Quella era la dimostrazione che Sho non sarebbe mai cambiato.

- Mi lasci finire, cito testuali parole. - L'ispettore si schiarì la voce con un colpo di tosse ed estrasse un blocco note dal taschino iniziando a leggere. - Non potendo vincere contro di me, ha cercato di far del male alla mia Kyoko per portarmela via. Tsuruga Ren è semplicemente geloso e ha agito nel peggiori dei modi. Quello che mi interessa non è tanto la mia incolumità, ma quella di Kyoko. Sono sicuro che sia stato lui ad organizzare l'aggressione per poi presentarsi come eroe e salvarla, non c'è altra spiegazione.-

- Ridicolo! Tipico di quell'idiota di Shotaro.- In quel momento avrebbe voluto avere una delle sue bambolo di Sho tra le mani e gettargli addosso tutti i malefici e le imprecazione che le fossero venute in mente.

- Ora signorina Mogami, lei capisce che per quanto trovi io stesso assurde queste affermazioni non possiamo ignorarle. Sta al signor Tsuruga intervenire di conseguenza. Alla polizia non interessano le faide d'amore, ma solo risolvere i casi e soprattutto tenere lei al sicuro. Non c'è nulla che possa dare fondamento alle parole del signor Fuwa, anche se lei mi ha appena detto che il terzo uomo sembrava sapere chi lei fosse, non è comunque abbastanza per essere certi che l'aggressione sia stata programmata da qualcuno.-

- Io non voglio che Tsuruga-san passi dei guai per colpa mia o per colpa dei conflitti che ho con Sho.-

- Lei non dice nulla signor Tsuruga. Si fa difendere senza contestare?- L'ispettore stuzzicò volontariamente l'orgoglio di Ren. Aveva inquadrato alla perfezione Kyoko e il suo carattere, come aveva capito che fosse innamorata del bell'attore, ma non era ancora riuscito a capire chi fosse in realtà Tsuruga Ren.

- Io per prima cosa dovrei scusarmi con Fuwa per come ho reagito in ospedale. Mi sono lasciato provocare, ma ero agitato e molto preoccupato per la mia Kyoko.- Volutamente accentuò quelle ultime parole. Era arrabbiato e Kyoko glielo leggeva negli occhi, ma si trattenne dal dire qualcosa, per evitare di peggiorare la situazione. - Se lui crede che io abbia agito in malo modo nei confronti della mia fidanzata, si sbaglia di grosso. Per nessuna ragione al mondo le farei mai del male. Sono pronto ad affrontare le conseguenze della nostra rissa e a pagare i danni, ma non intendo sorvolare su delle accuse assurde. Io sono corso da lei che fosse in pericolo o meno solo per un presentimento, lo rifarei altre mille volte.- La conversazione durò ancora qualche minuto, ma per Kyoko fu tutto confuso e fuori da ogni comprensione da quando lui si era rivolto a lei chiamandola fidanzata. Rossa come un peperone e agitata come una bambina, non riuscì più a recuperare lucidità, neanche quando l'ispettore si congedò da loro.

Non si rese neanche conto quando Ren prese il cellulare e compose il numero di Yashiro per chiedergli un favore. Infondo poteva davvero importarle di una telefonata dopo aver sentito quelle parole? Non riusciva neanche a recuperare una normale respirazione, figurarsi concentrarsi su un discorso.

- Organizza tutto per domani. Tiralo giù dal letto, non mi importa, ma fallo.- Il tono di Ren era decisamente seccato, probabilmente perchè il suo manager lo aveva contraddetto, ma continuò ad insistere riuscendo persino a riportare Kyoko nel mondo reale. - Yashiro non voglio ripetermi, organizza questa stupida intervista con Fuwa. Basterà dire che annuncio il mio fidanzamento e i giornalisti ci andranno a nozze.-

- Eh?!- Kyoko scattò come un felino, ma anche Yashiro doveva aver avuto la stessa reazione perchè Ren fu costretto a spostare il cellulare a qualche centimetro di distanza dall'orecchio. - Che hai intenzione di fare Tsuruga-san?-

- Ren, io mi chiamo Ren e mi chiamerai così da adesso in poi. Ora lo metto in riga io quel bambino.- Mai prima d'ora lo aveva visto così determinato e arrabbiato, ma quello era passato quasi in secondo piano. Chiuse la chiamata, senza neanche salutare il povero Yukihito che era rimasto completamente scioccato dal comportamento di Ren, e si sedette sul letto, spostandosi i capelli dal viso e cercando di ritrovare la lucidità. Kyoko rimase in silenzio per qualche minuto, ancora sconvolta dalla risposta di Ren e cercando di convincere la sua bocca a pronunciare quel nome invece del solito Tsuruga-san. Le sembrò di dover scalare una montagna soltanto con le sue forse, senza aiuti o una corda di sicurezza in grado di salvarla, ma doveva concentrarsi e provare a fare qualcosa. Si mosse a fatica, si era alzata di scatto e ancora i muscoli delle gambe faticavano a rispondere ai suoi comandi, ma resistette e si avvicinò al letto sedendosi accanto a lui. Ren non alzò lo sguardo ne si mosse, allora lei capì che doveva fare il primo passo. Si voltò verso di lui e dolcemente provò a scostare la mano con cui si era coperto il viso.

- Tsu.... Ren, posso fare qualcosa per aiutarti?- Si avvicinò ancora di più e richiamando tutto il suo coraggio lo baciò sulla guancia e provò a sorridere. Da quando lo conosceva si era sempre fatta in quattro per calmare Ren quando era arrabbiato, ma ora non sarebbe bastato fargli un regalo o chiedere scusa, doveva dimostrargli di essergli vicina. - Puoi parlarne con me, so che sono un po' tonta, ma voglio farti stare meglio.-

- Non ti farei mai del male.-

- Lo so, non l'ho mai pensato.- Gli regalò una carezza, stava pian piano sciogliendo il ghiaccio intorno al suo cuore e lo stava riavendo indietro, lo stesso Ren che l'aveva coccolata tutta la notte stava riaffiorando. - Mi sembra di aver capito che vuoi parlare con i giornalisti. Voglio esserci anche io quando incontrerai Sho, perchè credo che sia venuto il momento di mettere in chiaro le cose.-

Con quelle parole Ren tornò se stesso, riemersero tutti quei sentimenti che per qualche minuto erano stato offuscati dalla rabbia e riemerse quell'amore che Kyoko ora anelava con tutta se stessa. Il giorno seguente però arrivò troppo in fretta, così quando furono costretti a lasciare quel luogo che era l'alcova del loro amore, alla ragazza salirono le lacrime agli occhi, ma si riprese subito. Doveva affrontare Sho, avrebbe messo in chiaro ogni cosa, così quando giunse agli studi televisivi e per un attimo, con la coda dell'occhio scorse la figura di Shotaro entrare in un camerino poco distante dal suo, per la prima volta non sentì alcuna emozione. Non c'era più rabbia, non c'era più vendetta, c'era solo la voglia di lasciarsi alle spalle ciò che per tanto tempo l'aveva solo ferita.

 

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Capitolo 6
*** 6. Una reazione inaspettata ***


6. Una reazione inaspettata

Si era sistemata l'abito almeno dieci volte da quando era entrata in camerino, distruggendosi il cervello se fosse abbastanza carina per sedere al fianco di Ren. Lo aveva visto di sfuggita, con uno dei suoi completi costosi, elegante e fiero, che al confronto lei sembrava davvero solo una cameriera.

- Stai benissimo, devi calmarti.- Kanae era nel camerino con lei, si erano incontrate appena arrivate agli studi e Kyoko era stata felicissima di vederla e soprattutto raccontarle ogni cosa. - Se vuoi davvero affrontare Fuwa, dovrai sembrare più sicura di te.-

- Non è per Sho che sono agitata. Se Ren dirà davanti a tutti che stiamo insieme non so come reagiranno le persone. Non voglio farlo vergognare.- Kanae conosceva quel lato insicuro della ragazza, ma ora sembrava decisamente più accentuato del solito, così le prese le guance tra le mani e sformò quel faccino imbarazzato rendendola quasi irriconoscibile. Solo dopo qualche secondo la lasciò andare, regalandole due guance rosse e molto simpatiche.

- Non c'è modo che Tsuruga Ren faccia una brutta figura. Non è accaduto neanche quando ha iniziato a girare il video di lui in pigiama, al contrario lo hanno elevato a grande eroe senza macchia e senza paura. Quindi non preoccuparti.- Agli occhi di Kyoko, la sua Moko-san era bellissima. Sicura e fiera di se, tanto che pensò di copiarla in ogni sua parte presentando la sua Moko come se stessa, ma dovette abbandonare l'idea quando la ragazza le rivolse la parola incoraggiandola come solo un'amica può fare. - Sei tu quella che dovrà affrontare la prova più grande, ma so che ci riuscirai, sei cambiata molto da quando ci siamo incontrate e se Tsuruga ti ha scelta devi essere fiera di ciò che sei diventata. Ora vai e stendili tutti.-

Kyoko uscì dal camerino richiamando tutto il coraggio che aveva in corpo. Nonostante il medico le avesse chiesto di usare almeno le stampelle, si era rifiutata e camminava a testa alta, sopportando quel leggero dolore alla caviglia, ma che in confronto a ciò che aveva superato, era nulla. Si portò in prossimità dello studio, quando un addetto la fece fermare gentilmente chiedendole di aspettare che la giornalista la chiamasse. Attese e furono i minuti più lunghi della sua vita, ma alla fine ricevette il segnale e sospirando, fece un lungo passo in avanti.

Abbagliata dalle luci al neon si ritrovò in un salottino ben arredato. Su un poltrona candida come la neve sedeva una donna bellissima, dalle lunghe gambe sottili e un viso angelico, al suo fianco su un divano lavanda sedeva Tsuruga Ren.

- Grazie per essere venuta Mogami-san. - La giornalista la salutò cordiale e sorridente, chiedendole di accomodarsi accanto a Ren, che nel frattempo si era alzato per aiutarla a camminare e ad accomodarsi. Quando la mano dell'attore si posò sulla sua schiena, si levarono gridolini e sospiri che le diedero i brividi. Tornarono a sedersi e Kyoko riuscì a rilassarsi un po'. - Come si sente?-

- Sto molto meglio adesso, ho ancora qualche piccolo dolore soprattutto alle gambe e alla schiena, ma spero di tornare al lavoro il prima possibile.- Sorrise e stranamente non dovette sforzarsi. La gentilezza della donna e la vicinanza di Ren erano riusciti a farla calmare.

- Ci tengo a precisare che non le farò domande sulla sua aggressione, deve essere stato un momento orribile non vedo il motivo di rievocare brutti ricordi, ma non posso non parlare di questo. - la donna mosse un braccio indicando un enorme schermo al plasma che si illuminò mostrando un'immagine un po' sfocata di Ren in pigiama fuori dal ristorante, che teneva in braccio una Kyoko incosciente. Nonostante tutto non riuscì a non sorridere. - Non le aveva ancora viste?-

- No.- si trattenne a stento, vedere Ren con i capelli arruffati e un pigiama comune non era neanche lontanamente uguale alle immagini che si era creata nella sua mente.

- Stai ridendo di me per caso?- Ren intervenne richiamando l'attenzione di tutti, come del resto era normale, ma Kyoko non riuscì a staccare gli occhi dall'immagine. - Sono venuto a salvarti e mi ringrazi in questo modo?-

- Ren scusami, ma è davvero buffa. Non ti ho mai visto così scompigliato.- Lo aveva chiamato Ren, ormai si stava abituando, ma la cosa creò parecchio scalpore soprattutto dalla parte femminile del pubblico.

- Vi chiamate per nome, ne deduco che le voci che si stanno diffondendo siano vere.-

- Abbiamo iniziato a frequentarci, questo è vero.- Ren rispose lesto e sicuro, non dando a Kyoko il tempo di negare, come sicuramente avrebbe fatto. - Ci siamo avvicinati molto di più dopo quanto accaduto, ma provo dei sentimenti per lei da tempo.- Ci fu un silenzio pesante ed imbarazzante e Kyoko non riuscì a non arrossire. Ora stava a lei dire qualcosa, doveva ammettere davanti a tutti di essere innamorata di Ren, ma non ne ebbe il tempo. La giornalista cambiò subito argomento, puntando su uno che era decisamente più appetitoso per lei e per il pubblico.

- Ora però la domanda sorge spontanea. In tutto questo Fuwa Sho che ruolo ha? Sappiamo che tra lei, Tsuruga-san e Fuwa c'è stata una rissa in ospedale. Una lotta per Mogami-san, quindi ci chiediamo se la signorina Mogami non abbia qualche segreto, ma a questo punto credo sia doveroso far entrare il nostro ultimo ospite. Fuwa Sho!-

Si levarono applausi e grida e così finalmente Kyoko riuscì ad incrociare lo sguardo di Sho. Era eccentrico e decisamente vistoso, come sempre del resto. Chiuso in un abito elegante, ma non severo come quello di Ren, con la camicia sbottonata e una giacca lunga e di un bianco quasi accecante. La donna lo accolse con calore e gli fece cenno di accomodarsi su un divanetto poco distante da Kyoko e Ren, ma lui non la ascoltò neanche, al contrario si pose davanti alla ragazza e piegandosi in avanti la abbracciò davanti a tutti. Stupore e sgomento si levarono dal pubblico, al contrario Ren rimase immobile, nonostante gli prudessero le mani, lasciò che fosse Kyoko a gestire la scena.

- Stai bene?-

- Si Sho, ora sto bene.-

Si staccò da lui e solo quando si sedette e il vociferare si assopì, riuscirono ad andare avanti. La giornalista impiegò qualche secondo per riuscire a recuperare il filo del discorso, ma alla fine fu in grado di far placare la folla e tornare alle domande.

- Vedo che vi conoscete molto bene. Tutti ci chiediamo quale sia la relazione che intercorre tra voi tre.-

- Io non ho nulla a che vedere con quell'attore. Io e Kyoko siamo amici d'infanzia, lui è solo un intruso che non sa quale sia il suo posto.-

- Sho non dire queste cose. Ren mi ha...-

- Ti ha portato via! Via da me, senza spiegarmi o dirmi cosa fosse accaduto. Sono corso in ospedale preoccupato per te e lui mi ha bloccato la strada comportandosi come se tu gli appartenessi.- Shotaro sputò fuori tutto ciò che si era tenuto dentro in quei giorni, era furioso e questo per Kyoko era facile da capire, ma non riuscì a determinare se quella rabbia venisse fuori dalla sua preoccupazione per lei oppure dalla mera gelosia che fosse stato Ren a sfidarlo. - Io sono la tua famiglia, che lui lo voglia o meno, io e te siamo cresciuti insieme e nonostante tutto quello che è successo, credi davvero che non mi sarei preoccupato ricevendo una telefonata in piena notte e sapendo che ti avevano aggredito? Non sono corso ad aiutarti quando quell'idiota di Reino ti dava fastidio? E ora arriva questo bell'imbusto che mi dice in faccia di non avvicinarmi a te! Non posso accettare una cosa del genere, non posso permetterti di farti prendere in giro da un playboy che reagisce prendendo a pugni le persone!-

La giornalista faticò a mettere a freno la lingua di Sho, non riuscì più ad arginare la discussione quando iniziò ad inveire anche il pubblico, schierato dall'una e dall'altra parte e quando anche Ren prese la parola. Nel mezzo Kyoko rimase in silenzio, completamente inerme davanti a quello che sarebbe diventato lo show più chiacchierato di tutto il Giappone. Non poteva più tirarsi indietro, doveva mettere fine a tutto quel trambusto inutile o sarebbe rimasta per sempre il giocattolo di Sho. Si alzò di colpo e fortunatamente riuscì a sorprendere tutti i presenti ricevendo qualche minuto di silenzio. La giornalista prese l'occasione al volo e riuscì a riprendere la situazione sotto controllo calmando gli animi.

- Credo sia giusto che anche Mogami-san dica la sua, dovremo darle la possibilità di parlare quindi per favore Tsuruga-san e Fuwa-san, potreste mettere da parte i vostri diverbi per qualche minuto?-

Tornò la calma, ma Kyoko non fu in grado di mettersi seduta e rimase qualche secondo immobile con lo sguardo verso il pavimento, facendosi scudo con i capelli che le erano ricaduti un po' in avanti. Dovette ispirare ed espirare forte per un paio di volte, strinse i pugni e sentendo gli occhi e le orecchie di tutti rivolti su di lei, si decise che era arrivato il momento di parlare.

- Io e Sho ci conosciamo da tanto tempo. Quando mia madre se ne è andata i suoi genitori mi hanno accolto e mi hanno cresciuta. Ho imparato tanto da loro e ne sarò sempre grata, soprattutto per avermi dato la possibilità di essere ancora più vicina a Sho. Ho vissuto sotto la sua ombra e ne ero felice, lo amavo così tanto che non mi importava di non riuscire ad avere delle amiche, mi bastava solo lui, così quando un giorno è venuto da me e mi ha chiesto di venire a Tokyo con lui, di stare con lui perchè voleva fare il cantante, mi sono sentita la persona più felice e fortunata del mondo. Siamo arrivati qui senza un soldo e senza un posto dove vivere, ma mi sono impegnata con mille lavori per regalargli una vita agiata, senza problemi. Lui doveva solo concentrarsi sul suo sogno, io avrei fatto tutto il resto.- Fece una pausa, riuscendo a voltare lo sguardo verso Shotaro che la guardava con gli occhi spalancati, sorpreso e colpito di vederla così calma. Lui conosceva perfettamente la storia e i sentimenti della ragazza, ma gli erano stati espressi sempre con odio e rabbia, mai così serenamente. Allo stesso modo tutto il pubblico era rimasto catturato da lei, curioso di conoscere quella storia. - Io potevo vivere con la persona che amavo e anche se non potevo dirlo a nessuno, ero felice. Potevo aspettarlo a casa, cucinare per lui e prendermene cura, come feci anche quel giorno, quando decisi di andare a trovarlo nella sua agenzia. Quel giorno capii che ciò che io provavo non era ricambiato, che Sho non mi amava e non lo aveva mai fatto, che per lui non ero che una ragazza come tutte le altre, forse anche meno delle altre. Ero furiosa, ferita e distrutta. Mi ero dedicata completamente a lui e tutto ciò che avevo ricevuto era un cuore spezzato. Gli dichiarai guerra, gli dissi che avrebbe rimpianto di avermi usata e sfruttata, che lo avrei distrutto e lo avrei fatto tornare da me in ginocchio per poi umiliarlo, come lui aveva fatto con me. Questo è il motivo per cui sono entrata nella L.M.E., ma nonostante lavorassi con lo scopo di vendicarmi e tutte le volte che ci incontravamo litigavamo, io continuavo ad amarlo. L'ho negato con tutta me stessa, ma era così. Lo amavo ancora.- Si era sforzata con tutta se stessa, ma le lacrime erano arrivate e non era riuscita a fermale. Ora le rigavano le guance e per Shotaro guardarla piangere, era qualcosa che proprio non riusciva a gestire. - So che non vuoi vedermi così, che non riesci a reagire quando piango, ma non potevo più negarlo. Solo che poi le cose piano piano sono cambiate. Ho incontrato delle persone meravigliose, sono riuscita a farmi un'amica e ho incontrato Ren. Anche se all'inizio non andavamo d'accordo e lui continuava a prendermi in giro, mi è stato accanto e mi ha dato la possibilità di amare questo lavoro. Ora mi piace fare l'attrice, sono riuscita a trovare qualcosa che voglio fare per me e senza rendermene conto la Kyoko che era innamorata di Sho è sparita ed è nata un'altra Kyoko. Una persona che ama ciò che fa, che si diverte e che finalmente sa cosa significa amare un'altra persona e l'amore non è sottomettersi e annullarsi per un altro, ma è condividere e sorridere e vivere serenamente. Io ora ti guardo e tutto ciò che penso è che si, mi avresti salvato quella sera se ti avessi chiamato, ma io non volevo te, volevo Ren.- Kyoko si rivolte a Ren, lo guardò decisa, anche se le guance le si erano colorate di un bel rosso vivo, e lesse negli occhi dell'attore approvazione e amore. Sho si alzò di colpo, ferito nell'orgoglio e la prese per un braccio tirandola a se e abbracciandola davanti a tutti.

- Non puoi dimenticarmi in questo modo. Non lo accetto... ero davvero preoccupato per te.-

- Lo so.- Kyoko sentì il viso di Sho sulla sua spalla, negandosi a tutti i presenti. La stava abbracciando e stranamente lei non si sentì a disagio. Al contrario ricambiò quel gesto con naturalezza e pianse come una bambina, poi si staccò da lui di qualche passo e asciugandosi il viso, riuscì a guardarlo negli occhi. - Facciamo che sia questa la nostra separazione, senza urla o minacce. Io ti ho amato tanto e per tanto tempo, ma ora non posso più avere spazio per te nel mio cuore. Sono innamorata di Ren e vorrei fare tutto il possibile per rendere felice lui e soprattutto per essere felice io.- Così, quando Shotaro lasciò lo studio senza dire neanche una parola, tutti i presenti rimasero con il fiato sospeso. Kyoko era al centro dell'attenzione di tutti, ma soprattutto di Ren, che non riuscì a non bearsi di quelle parole dimostrandolo con un delicato sorriso. Kyoko si inchinò davanti a tutti chiedendo scusa per aver esagerato, ma ricevette un caloroso applauso che le scaldò il cuore e il mondo per la ragazza perse tutti i suoi contorni. Kyoko rimase confusa per tutto il tempo dell'intervista, le facevano domande su domande e rispondeva vagamente, al contrario di Ren che sembrava l'uomo più felice del mondo. Rimase imbambolata anche quando salì senza pensarci in auto con l'attore e quando lui la portò a casa sua. Solo sulla soglia riuscì a riprendersi e bloccarsi del tutto.

- Hai intenzione di rimanere ferma li?-

- Perchè mi hai portata qui?-

- Perchè ti ho chiesto se volevi stare con me e mi hai detto di si.- Kyoko non riuscì proprio a ricordare quel momento, per quanto si sforzasse riuscì solo a pensare di aver risposto senza aver ascoltato minimamente la domanda e ora cosa doveva fare? Era sera, non avevano cenato e in qualche modo doveva rompere il ghiaccio o perlomeno entrare in casa. Fece un passo avanti e poi un altro e non le sembrò poi così difficile abituarsi a quell'atmosfera calma e tranquilla. Ren si era seduto sul divano e aveva acceso l'enorme televisore cambiando canale frequentemente, come se cercasse qualcosa. Non aveva ancora detto nulla, forse per non mettere più in imbarazzo la ragazza, ma era agitato, come se non sapesse come comportarsi. Poi Kyoko lo stupì, si tolse il giaccone e andò dritta in cucina aprendo il frigo e sbirciando all'interno curiosa.

- Come fai ad avere il frigo sempre pieno di cose se mangi così poco? Che vuoi per cena?-

Quello fu il primo di molti giorni. Da una cena insieme e un semplice bacio della buonanotte, come se fosse la cosa più normale del mondo, Kyoko prese a frequentare quella casa e a considerarla sua, tanto che si era impossessata di un piccolo angolo dell'armadio e di un cassetto del comò. Nel bagno c'erano il suo spazzolino e il suo shampoo e in cucina c'era la sua tazza per il tè affianco a quella di Ren. Non avevano parlato molto di ciò che era successo durante l'intervista, ne del fatto che Shotaro fosse completamente svanito dalla sua vita. Era successo solo che un giorno si erano incrociati per sbaglio e lui l'aveva salutata freddamente, così lei si era decisa e prendendolo per un braccio gli aveva chiesto come stesse.

- Non dobbiamo far finta di non conoscerci, ma non devi neanche salutarmi forzatamente se non vuoi.- e lui le aveva risposto con la voce spezzata, come se soffrisse, e questo per qualche minuto la ferì.

- Qualsiasi cosa io faccia da adesso in poi sarò etichettato come il cattivo che vuole intromettersi nella tua storia d'amore. Non so più come comportarmi con te.-

Non riuscendo a rispondere in alcun modo e potendo solo osservare il passo svelto con cui lui scappava da lei, era tornata da Ren per raccontargli ogni cosa e lui era stato comprensivo e molto gentile. Dormirono insieme quella notte, come facevano da un po' di tempo e nonostante la loro relazione fosse sulla bocca di tutti e sotto gli occhi di tutti, riuscirono a godere di ogni minuto passato insieme.

Poi un mattino, iniziato come tutti gli altri, cambiò quell'idilliaco quadro di vita quotidiana. Kyoko non aveva scuola e nessun impegno, dato che anche la sua parte nelle vesti di Natsu era terminata con la fine delle riprese del drama. Ren al contrario era mattiniero e mentre si concedeva una doccia rinfrescante, lei andò a preparargli la colazione, leggera ma ricca di nutrienti. Il telefono squillò all'improvviso e Kyoko corse a rispondere.

- Yashiro-san buongiorno!-

- Buongiorno Kyoko-chan! Sei mattiniera, Ren è sveglio?-

- Certo, ma è sotto la doccia, devi dirgli qualcosa?- fermò il cellulare nell'incavo del collo per riuscire ad aprire il bollitore del riso.

- No devo parlare con te. Ho ricevuto una proposta di lavoro. Da quando ho chiesto al presidente di diventare il tuo manager, mi sto adoperando per riempire la tua agenda di impegni e penso che tu sia contenta di poter tornare al lavoro così presto.-

- Davvero?- Saltò sul posto rischiando di far cadere il telefono nella ciotola del riso, ma riuscì a recuperare entrambi e provò a frenare l'emozione.

- Stanno per iniziare le riprese di un drama, si intitola Dangerous Love, ma non hanno ancora trovato la protagonista. Così mi sono precipitato dal regista e gli ho parlato di te. Ha detto di conoscerti, ma non nego che mi ha fatto un po' di domande. Hai sempre interpretato ruoli da antagonista infondo.-

- Ovvio, ormai ho la nomina della cattiva. Che tristezza!- Enormi goccioloni presero a bagnarle il viso, odiava fare la parte della cattiva, ma ormai si stava rassegnando che forse quello era l'unico ruolo che avrebbe mai potuto interpretare.

- Così ho iniziato a implorarlo di darti almeno una possibilità. Ho piena fiducia che tu possa interpretare anche un ruolo come questo. La protagonista è una cantante fallita che insegna musica in una scuola superiore. E' una ragazza buona, ma ha avuto parecchie sfortune nella vita, le leggerai nel copione. Un giorno nella scuola incontra questo ragazzo, che al contrario dell'aspetto giovane e fresco ha un'anima oscura. Stiamo parlando di una storia d'amore un po' particolare, ma quando mi hanno descritto la protagonista non ho potuto non pensare che fosse perfetta per te.-

- Yashiro-san, credi che possa fare una parte del genere?-

Ren arrivò in quel momento, con i capelli ancora bagnati e leggermente arruffati, e si fermò ad ascoltare la conversazione. Kyoko aveva completamente dimenticato la colazione, si era accovacciata in un angolo della cucina, tenendo il telefono ben saldo all'orecchio e cercando di non perdersi neanche una sillaba della conversazione.

- Hai bisogno di cambiare i tuoi ruoli o rimarrai bloccata. Vuole farti un provino questa sera, fa venire anche Ren se ti senti più sicura. Ci saranno il regista e il co-protagonista maschile. So che hai poco tempo, ma cerca di prepararti sulla parte che ti ho mandato per fax. Puoi farcela.-

Kyoko spostò lo sguardo verso l'apparecchio del fax sulla mensola all'entrata, ma Ren era arrivato prima e aveva già preso in mano il foglio. Iniziò a leggerlo e il suo sguardo si fece serio e riflessivo. Quando Kyoko si avvicinò lui non le diede modo di prendere la sceneggiatura, ma rimase immobile e la osservò attentamente.

- Devi recitare questo?-

- Yashiro-san ha detto che mi faranno un provino stasera. Sei preoccupato? Di cosa si tratta?- Quando la ragazza provò a prendere il foglio, Ren si spostò portandolo così in alto che Kyoko avrebbe avuto bisogno di una scala per riuscire a recuperarlo. - Ren che succede?-

- Non so se mi sta bene una cosa del genere.- Aveva capito che Kyoko era ancora all'oscuro di tutto e lui era diviso a metà sul da farsi. Da un lato era felice che potesse avere l'opportunità di lavorare di nuovo e per di più il regista era decisamente un nome conosciuto e avrebbe dato uno slancio decisivo alla sua carriera, ma dall'altro c'era qualcosa che gli aveva decisamente chiuso lo stomaco. Continuò a guardare quegli occhi dubbiosi e alla fine decise. Si abbassò verso di lei e le posò un bacio deciso sulle labbra, le porse il foglio e le sussurrò all'orecchio.

- Mi fido di te, puoi farlo.-

Così finalmente riuscì a prendere in mano la sceneggiatura ed espirando profondamente la lesse tutta d'un fiato, poi gridò. Ren se lo aspettava, ma rise comunque, era decisamente troppo semplice prevedere le sue reazioni.

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Capitolo 7
*** 7. Quello che puoi fare ***


7. Quello che puoi fare

 

- Non posso farlo!-

- Si che puoi farlo, devi sono avere fiducia in te stessa. Yukihito non ti avrebbe mai proposto qualcosa che non potevi fare.- Ren bevve un sorso di caffè bollente comodamente seduto sul divano, divertendosi della reazione esagerata della ragazza che ancora non riusciva a staccare gli occhi dalla sceneggiatura.

- Non posso Ren, non riesco a baciare così una persona!-

- In realtà devi essere baciata.- Kyoko, nascondendo il viso dietro il foglio continuò a rileggere la parte quasi sperasse in un cambiamento del testo, come se fino a quel momento avesse letto per errore un'altra cosa. - Vuoi provarlo con me?-

- Sei troppo tranquillo.-

- Ammetto che all'inizio mi sono sorpreso.- Poggiò la tazza sul tavolino e si alzò portandosi accanto alla ragazza e abbracciandola dolcemente. Kyoko riuscì a rilassarsi per qualche istante e provare a riprendere il controllo delle sue emozioni. - Sei un'attrice e queste sono cose che devi fare. Non posso di certo ingelosirmi per così poco e tu non puoi rifiutarti di recitare una scena d'amore solo perchè sei fidanzata, e poi mi sembra che tu sia stata già baciata prima di sorpresa, ripensa a quel momento.-

- Se lo facessi strozzerei quel povero ragazzo.- Ren aveva di proposito stuzzicato Kyoko facendole ricordare quel bacio con Sho, ma invece di arrabbiarsi riuscì a calmarsi e a respirare profondamente. Kyoko si staccò da lui e si sedette leggendo nuovamente tutta la scena dall'inizio. Non c'era niente di complicato, doveva calarsi nella parte della protagonista, timida ed impacciata davanti alla sfacciataggine dell'alunno, venire baciata di sorpresa e dimostrarlo. Non doveva dire che qualche battuta semplice.

- Credo che il regista abbia scelto questa scena perchè fin ora hai sempre interpretato la parte della cattiva e quindi reagire ad una cosa del genere sarebbe semplice per te. Invece ora devi fare la parte della sottomessa, devi esprimere con gli occhi indecisione e stupore, ma devi anche far capire che la cosa non ti è dispiaciuta affatto. Infondo la protagonista si innamora di questo ragazzo, mentre lui al contrario continua a prendersi gioco di lei. Vuoi provarla?-

Kyoko ci rifletté su qualche secondo, poi rifiutò l'offerta, conscia che non sarebbe mai stata in grado di concentrarsi a dovere con Ren. Si salutarono pochi minuti più tardi, Ren aveva del lavoro da sbrigare, al contrario lei era libera fino al provino serale, ma l'attore le promise che sarebbe stato presente e che l'avrebbe accompagnata e Kyoko accettò con gioia, averlo accanto le avrebbe dato la spinta necessaria per dare tutta se stessa. Infondo fare brutta figura davanti a Tsuruga Ren era qualcosa che mai aveva accettato e non lo avrebbe fatto neanche ora che erano più intimi. Passò tutta la mattina a riordinare l'appartamento, uscì per fare la spesa e sbrigare qualche commissione e per l'ora di pranzo provò a chiamare Moko per invitarla a mangiare con lei. Si incontrarono nel ristorante della L.M.E e come sempre Kyoko le corse incontro in lacrime diventando così piccola che Kanae avrebbe potuto farla sbalzare via con un gesto della mano.

- Sei davvero così preoccupata per una cosa del genere?- Kanae aveva già ricevuto una dettagliata telecronaca di tutto quello che era accaduto quella mattina, ma nonostante considerasse sciocca l'apprensione della ragazza, aveva comunque accettato di incontrarla e di ascoltarla di nuovo.

- Ren non sembrava affatto turbato, al contrario mi ha spinta a farlo.-

- Allora di che ti preoccupi? Significa che lui sa che puoi recitare quella parte e ti reputa una vera attrice.-

- Non voglio baciare o essere baciata da un'altra persona!- Kyoko mise il broncio come una bimbetta indispettita e a Kanae non andò giù quel comportamento infantile, che si alzò di colpo e fece per andarsene.

- Allora rifiuta e torna a fare la cameriera, così non mi assillerai più con le tuo stupide lagne!-

- Scusa!!!- lo gridò così forte da far voltare tutti i presenti nella loro direzione e si aggrappò così forte alla gamba della ragazza, che per Kanae fu impossibile fare un passo in più. - So che mi sto comportando da sciocca, ma è davvero difficile per me!-

Kanae, presa dall'imbarazzo fu costretta a tornare a sedere e provare a recuperare un pizzico di dignità. Si sistemò i capelli e provò anche a piluccare qualcosa dal piatto, sforzandosi di mettersi nei panni di Kyoko e capire come si sentisse in quel momento.

- Cos'è in realtà che ti fa stare così? Io credo che a te interessi di più il fatto che Tsuruga non abbia protestato, piuttosto che la scena in se.-

- Forse.- Kyoko rispose a mezza bocca, facendo finta di nulla e non riuscendo a guardarla in faccia, ma Kanae aveva iniziato a conoscere anche troppo bene quella strana ragazza.

- Senti, nessuno ti obbliga a farlo se non vuoi, ma è davvero una buona opportunità per te. Io sono sicura che a Tsuruga la cosa sia andata giù abbastanza di traverso, ma lui è un attore come te e sa bene che ci saranno sempre scene scomode o difficili, ma che si devono superare a tutti i costi e io sono sicura che tu possa calarti in questo ruolo meglio di quanto tu creda. Io più che altro mi preoccuperei più per il fatto che dovrai cantare.-

Il boccone di Kyoko si fermò a metà strada e ricadde informe nel piatto, mentre lei bloccata come una statua di marmo non riuscì a richiudere la bocca. Nonostante prese a gridare come una pazza e a dire che non lo avrebbe mai fatto, quando giunse l'ora del provino salì in macchina di Ren e arrivò puntuale all'appuntamento.

- Mi fa piacere che tu abbia accettato di farlo.- Con un bacio sulla fronte, Ren le augurò buona fortuna e la seguì mentre timida si inchinava davanti al regista, un uomo acuto e dallo sguardo severo, che inforcò gli occhiali squadrandola attentamente. Kyoko rimase immobile fino ad un cenno dell'uomo che le chiese di sistemarsi dietro il pianoforte.

- Io sono Sano, il regista di Dangerous Love. Quello che vorrei tu mi dimostrassi stasera è molto semplice. Tu sei Yumika, una cantante i cui sogni sono andati infranti, ma dentro di te c'è l'amore per la musica e devi dimostrarlo a Takumi, che davanti a tutti ti ha deriso e ha sminuito la tua passione. Ora tu non hai la minima idea di cosa passi per la testa a quel ragazzo e quindi devi solo concentrarti su come trasmettergli la tua passione.-

- Devo improvvisare quindi? Sulla sceneggiatura che ho ricevuto non c'era scritto molto a parte il bacio.-

- Quello ci sarà, ma non saprai quando o come avverrà. Quindi mostrami come pensi sia Yumika e come si comporterà. Dovrai soddisfarmi al cento per cento e non avrai una seconda possibilità quindi quando sei pronta fammelo sapere.-

Kyoko chiuse gli occhi e si concentrò. Fortunatamente durante il pranzo Kanae le aveva raccontato dettagliatamente la trama del libro da cui si ispirava il drama e Kyoko aveva imparato a memoria ogni dettaglio e ogni informazione che l'amica le aveva regalato. Così iniziò a riportare alla mente ogni dettaglio e lentamente percepì un cambiamento dentro di se. Nonostante sentisse gli occhi del regista su di lei e lo sguardo attento di Ren, la stretta allo stomaco che l'aveva accompagnata per tutto il giorno, si stava allentando e i muscoli si rilassarono. Poggiò le mani sul pianoforte, non sapeva suonarlo, ma accarezzò i tasti come se fossero preziosi e questo fu abbastanza per il regista che le diede il via. Ora non era più Kyoko, ma Yumika e questo era tutto ciò che doveva sapere.

 

Yumika osservava il piano e faticava a toccarlo. Nonostante lo amasse più di se stessa, le parole che Takumi le aveva rivolto quel giorno l'avevano ferita e le lacrime le bagnavano gli occhi. Così per calmare la tensione iniziò a canticchiare qualcosa, dapprima seguendo la melodia nella sua mente con un leggero mugolio, poi intonando le parole e riempiendo la stanza con la sua voce gentile e delicata.”

 

Ren rimase stupido da ciò che vide, la sua Kyoko era completamente sparita e al suo posto era comparsa un'altra donna, delicata e gentile come una margherita. Stava canticchiando, nonostante non fosse molto intonata e nonostante avesse riconosciuto la melodia di una delle canzoni di Sho, non ne risentì minimamente. Era brava e anche Sano se ne era reso conto, perchè il suo sguardo era mutato. Non la stava più sfidando a recitare, ma la stava seguendo e giudicando come una vera professionista.

 

Cantare era per lei terapeutico e presto la tristezza sarebbe svanita, ma le cose non andarono come previsto. Fu attratta da dei passi e quando aprì gli occhi lui era davanti a lei.

- Sei patetica.- Yumika non rispose, rimase imbambolata a guardare quel ragazzo dall'aspetto così delicato e gentile, ma dagli occhi freddi e una lingua tagliente come un rasoio affilato. Non era ancora riuscita a capire perchè Takumi ce l'avesse tanto con lei, perchè continuasse a stuzzicarla in quel modo e a ferirla tanto facilmente. - Coraggio, fammi sentire che sai fare!-”

 

Sano era consapevole che Kyoko non conoscesse la sceneggiatura e che forse per lei era più semplice lasciarsi sopraffare dal co-protagonista, ma rimase comunque impressionato dal viso della ragazza. Era riuscita senza dire una parola a trasmettergli tutto il disagio che Yumika provava a confrontarsi con Takumi, senza rimanere stupita dall'entrata del giovane attore. Ren invece era rimasto impressionato dagli occhi del ragazzo, azzurri come il cielo estivo. Non gli sembrava di conoscerlo, forse era un novizio come Kyoko, ma aveva uno sguardo cattivo e adulto, nonostante l'aspetto giovanile. Sorrise perchè per Kyoko si prospettava una dura prova, ma era certo che sarebbe riuscito a superarla.

 

- Non dovresti essere qui Takumi-kun.- la voce di Yumika era insicura e spezzata, non riusciva davvero a comportarsi come un'adulta davanti a quel ragazzo, non era in grado di sopportare quegli occhi.

- No? Eppure mi sembra che sia stata tu a richiedere delle lezioni supplementari per me. Mi sembra che la motivazione sia stata il mio poco entusiasmo.- Takumi prese una sedia e si sedette scomposto continuando a non distogliere mai lo sguardo dalla donna. - Sono libero ora, perchè non farlo adesso. Oppure vuoi che sia io ad insegnare qualcosa a te?-

Yumika si ritrasse leggermente, poi sospirando decise che era meglio andarsene. Doveva farlo o sarebbe caduta nella trappola di quel ragazzo sfrontato di nuovo. Prese i suoi quaderni e si allontanò, ma Takumi fu più lesto e prendendola per un braccio la tirò verso di se. Fu così veloce che Yumika non riuscì a reagire, neanche quando i suoi occhi seguirono i movimenti di lui mentre si alzava e si protendeva verso di lei e soprattutto quando le loro labbra si incontrarono. Gli occhi di Yumika si spalancarono dallo stupore poi per qualche secondo divennero così dolci e presi dal momento che si dimenticò ogni cosa, così quando lui la lasciò andare e la fissò nuovamente lei si sentì completamente vuota e derubata di ogni cosa.

- Non puoi in alcun modo sfuggire da me.- Era cattivo, troppo e lei non riusciva davvero a capirne il motivo. Si sfregò le labbra e gli occhi iniziarono a lacrimare, ma non pianse, almeno fino a quando lui non lasciò la stanza, solo allora tutta la sua frustrazione esplose, si inginocchiò e pianse come una bambina, continuando a toccarsi le labbra e sforzando tutta se stessa di non cedere a quel sentimento così doloroso.”

 

- Basta così.- Il regista si era alzato interrompendo la scena e per Kyoko fu come cadere in un baratro senza fine. Si era immedesimata così bene che non fu semplice tornare se stessa e togliersi quel peso opprimenti dal cuore. Nel frattempo anche il giovane attore era rientrato nella stanza e si era inchinato davanti al regista. Ora Kyoko poteva finalmente vedere il ragazzo dietro Takumi e finalmente riusci a vedere quegli occhi così chiari brillare di una luce calda e viva. Lui la osservò poi si inchinò e si presentò.

- Piacere di conoscerti Mogami-san, io sono Jun Takagi e interpreto Takumi. Se posso permettermi sei stata davvero eccezionale.-

Il cuore di Kyoko perse un battito, quando finalmente riuscì a vedere un sorriso stampato su quel viso di perla. Proprio come il Takumi della serie non dimostrava affatto la sua età, esile e longilineo, decisamente perfetto per quel ruolo, ma ad ogni modo, nonostante ora fosse gentile, qualcosa in lei le gridava di stargli il più lontano possibile.

- Grazie mille, ma tu lo sei stato molto più di me.-

- Takagi ha seguito alla lettera ciò che io gli ho detto di fare. Al contrario tu sei stata quasi perfetta. Sei riuscita ad esprimere l'anima di Yumika, indecisa e confusa.- I complimenti del regista la riempirono di felicità e guardando di sfuggita verso Ren, lesse in lui la stesso sentimento. - Ci sarà da lavorare sul canto, dovrai essere perfetta in quello, ma credo di poterti affidare questo ruolo senza riserve.-

Quando uscirono dalla sala, Kyoko tremava come una foglia al vento e quando incontrò gli occhi enormi e pieni di apprensione di Yashiro, le venne da piangere. Purtroppo Yukihito prese quella reazione come un fallimento e iniziò a gridare tirando fuori una lettera di scuse e forse anche una di dimissioni, ma Ren riuscì a calmarlo e a dirgli che aveva ottenuto il ruolo.

Rientrarono tardi, ma nessuno dei due aveva voglia di mangiare. Kyoko era ancora abbastanza sconvolta, mentre in Ren c'era qualcosa che continuava a tormentargli lo stomaco.

La ragazza provò a tornare se stessa, si tolse il cappotto e andò in cucina. Aprendo il frigo provò a concentrarsi su cosa cucinare, ma per quanto fosse pieno, non le venne in mente nulla.

- Vuoi qualcosa in particolare?- Lo chiese cordiale senza rendersi conto che lui era dietro di lei e quando l'abbracciò di sorpresa, la fece sussultare. - Cosa c'è?-

- Non lo so... non ho voglia di cibo.- La fece voltare verso di lui e continuò a tenerla stretta, poi le prese la mano e portandola verso il suo viso la baciò. Kyoko avvampò come un fuoco e rimase completamente inebetita, perchè Ren era tornato ad essere il Re della notte, con quegli occhi sottili e languidi, pieni di lussuria. - Ci ho provato, ma mi ha davvero dato fastidio quel bacio.-

- Non me ne sono neanche accorta, pensavo solo a come reagire e non a cosa succedeva.-

- Lo so, sei stata bravissima...- la baciò spingendola contro il frigo ancora aperto e cercandola con tutto se stesso. Fu lesto ad infilare la mano sotto il maglioncino e a toccare finalmente quella pelle morbida e calda, che era solamente sua. Glielo sfilò velocemente gettandolo in un angolo e la sollevò di peso, chiudendo il frigo con un calcio e portandola in camera. La stese e si portò subito su di lei, che inerme sottostava alle carezze e ai baci del suo amante, sovrastata dalle emozioni. La fece sua subito, troppo forte era il desiderio di sentirla e di averla che non volle sprecare un minuto di più. - Non regalare mai a nessuno, neanche per finzione, un espressione come questa.- Ren lo sussurrò nell'orecchio di Kyoko ansimando, tanto che la ragazza fu percorsa da quel brivido di passione che le fece perdere completamente la cognizione del tempo. Eppure quando si svegliò nel cuore della notte, tra le braccia del suo amato che dormiva al suo fianco respirandole vicino al collo e regalandole un brivido di piacere, sentì come un morsa stringerle il cuore, come un presentimento che presto qualcosa sarebbe cambiato.

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Capitolo 8
*** 8. Occhi freddi ***


8. Occhi freddi

Si era svegliata di soprassalto, con il cuore a mille e i sudori freddi. Spostò lo sguardo verso Ren e vedendolo ancora addormentato, svicolò dolcemente dalla sua presa e corse in bagno. Doveva dare di stomaco, ma a parte un forte dolore addominale, non successe nulla. Non si stava ammalando, lo percepiva chiaramente, ma quella brutta sensazione che l'aveva colpita la sera precedente, era diventata talmente insopportabile da farle avere la nausea.

- Non stai bene?- Kyoko si voltò di colpo e vide Ren sulla porta del bagno che la guardava preoccupato, ma ancora assonnato. Scosse la testa e decise di lavarsi il viso per rinfrescarsi un po'. Il compagno si avvicinò poggiandole una mano sulla fronte e saggiandole la temperatura, ma la trovò fredda come il ghiaccio. - Vuoi chiamare un medico?-

- No va tutto bene. Probabilmente è solo un po' di ansia per il nuovo lavoro.-

- Sicura che non devi dirmi altro?-

- Si, davvero non è nulla di cui preoccuparsi.- Mentì ed era conscia che fino a quel momento non era mai riuscita a mentire in modo decente con lui, ma questa volta sembrò aver funzionato. Tornarono a letto, ma Kyoko non fu in grado di chiudere occhio.

 

Le riprese di Dangerous Love non sarebbero iniziate prima di un mese e Kyoko ne approfittò per prendere lezioni di canto. Non era molto portata, ma il suo insegnante era determinato a farla innamorare della musica e fu in grado di trasmetterle un po' di quella passione ardente che lui dimostrava ogni volta che intonava per primo una canzone che poi Kyoko doveva interpretare. Quello strano malore che l'aveva colpita dopo il provino era scomparso, così non ci pensò più e riuscì a concentrarsi su ciò che doveva fare e soprattutto su come creare la sua Yumika, così quel pomeriggio, quando il telefono squillò e lei rispose senza neanche gettare un occhio al mittente della telefonata, non potè immaginare cosa sarebbe accaduto.

- Ah, Mogami-senpai? Sono Takagi.- Kyoko rimase qualche secondo interdetta, la voce dall'altro capo del telefono le gelò il sangue nelle vene, ma provò con tutta se stessa a trattenersi. - Non ti ricordi vero? Interpreto Takumi, so che ci siamo visti solo una volta, ma dovevo parlare con te.- quel nome le riportò alla mente il provino e il viso di quello che sarebbe diventato il suo co-protagonista nella nuova serie. Sospirò e si diede della sciocca per non averlo riconosciuto prima.

- Perdonami. Come mai questa telefonata?-

- Ho chiesto il tuo numero in agenzia. Il regista crede che sia meglio per entrambi se in questi giorni prima delle riprese ci vedessimo per studiare i ruoli. Ti andrebbe di incontrarci da qualche parte?-

Per qualche ragione qualcosa dentro la mente della ragazza le disse di rifiutare, ma accettò l'offerta e si diedero appuntamento al bar all'interno della L.M.E.

Kyoko era vicina e nell'attesa ordinò un the, che non riuscì a bere. Era riuscita a mandare a Ren una mail in cui spiegava cosa doveva fare, ma lui non aveva ancora risposto, così continuando a guardare il cellulare in attesa di qualcosa, non si rese conto che il giovane era già arrivato e si era seduto proprio difronte a lei.

- Aspetti notizie da Tsuruga-san?- Kyoko trasalì e il telefono le scivolò dalle mani rischiando di finire nella tazza di the. - Non volevo spaventarti.- Jun Takagi era bello, impossibile dire il contrario. Un viso delicato e sottile, con dei lineamenti giovanili che riuscivano a farlo sembrare un bambino, solo gli occhi, chiari e freddi come il ghiaccio, tradivano la sua vera età, ed erano proprio loro a far sentire Kyoko a disagio. Capì perfettamente perchè quel ragazzo fosse stato scelto per il ruolo di Takumi, era come se l'autore del romanzo lo avesse visto e poi trasformato nel protagonista della sua storia. - Avremmo bisogno di una sala in cui rimanere soli, di certo non possiamo recitare qui.- Sorrise e le labbra si curvarono feline e maliziose, tanto che Kyoko si sentì esattamente come Yumika, impossibilitata a dire anche solo una parola. Dovette richiamare tutto il suo coraggio e la sua forza d'animo per mantenere il controllo.

- Non credo che ci daranno il permesso di usare delle stanze senza un preavviso. Dovremo organizzarci bene.-

- Hai ragione. Tu vivi con Tsuruga Ren giusto? Non potremo farlo da te?-

- Dovrei prima parlarne con Ren. Non voglio disturbarlo quando torna da lavoro.-

- Hai ragione, sono stato troppo impulsivo. - Si era trovata decisamente in imbarazzo a quella domanda, e nel vedere il viso di Jun arrossire leggermente dall'imbarazzo, si sentì sollevata. - Il fatto è che vorrei dare il massimo per questo progetto, è il mio primo drama e sono impaziente di cominciare. Di sicuro sarà capitato anche a te?- Aveva ragione. Kyoko si era sempre impegnata al cento per cento in ogni lavoro, dando tutta se stessa e cercando di impersonare il proprio ruolo al meglio, così si perse nel ricordo del suo primo lavoro e abbassò la guardia.

- Vedo cosa ne pensa Ren.-

- Sei molto innamorata di Tsuruga-san, preoccuparti tanto di non infastidirlo. Che carina...- Nonostante volesse essere un complimento, Kyoko si sentì decisamente a disagio e solo quando si salutarono fu in grado di riprendere a respirare regolarmente.

 

Camminando per i corridoi della L.M.E. verso la stanza della sezione Love Me, continuò ad interrogarsi sul perchè si sentisse così strana in presenza di quel ragazzo, eppure non era da lei. Non era mai stata così insicura di se stessa ed era una sensazione così fastidiosa ed irritante da farle perdere il controllo. Dandosi della stupida si circondò di un'aura così malevola e oscura da far svenire chiunque la incontrasse. Solo entrando nella stanza della Love Me e posando gli occhi sull'elegante figura di Kanae impegnata nella lettura di un copione, l'espressione di Kyoko mutò di colpo diventando angelica e infantile.

- Moko-san!!!- lo gridò avventandosi al collo dell'amica e cercando delle coccole che purtroppo non ci furono, sostituite da una sonora botta in testa. - Ho bisogno di aiuto!-

- Che ti è successo? Tsuruga ti ha cacciata fuori di casa perchè di notte ti agiti come un cavallo impazzito?-

- Non è vero che mi agito...- rispose sbuffando, ma Moko rise di gusto e Kyoko riuscì a rilassarsi e a raccontarle dell'incontro con Jun.

- Non credo che questi incontri siano una buona idea. Nel libro Yumika è completamente succube di Takumi e si lascia sorprendere e stupire ogni volta, al contrario Takumi sa perfettamente come si comporterà Yumika e riesce a prevederla. Se studiate le parti insieme tu saprai esattamente cosa lui sta per fare e non ti lascerai sorprendere.-

- Ma così stai dicendo che non sono in grado di interpretare questo ruolo se non mi faccio prendere alla sprovvista.-

- No dico solo che dovrai impegnarti molto di più. Ad ogni modo infondo conoscervi un po' non può far male. Parlane con Tsuruga, vedi cosa ne pensa.-

Lo avrebbe fatto, ma riuscire ad introdurre quell'argomento la rese talmente nervosa, da non riuscire neanche a cucinare. Era rientrato tardi, ma lei aveva preso l'abitudine di aspettarlo per la cena, in modo che potesse controllare come o cosa mangiava. Ren si era buttato subito sotto la doccia dopo averla salutata con un bacio e Kyoko utilizzò quei minuti per preparare un discorso adatto per parlargli di Takagi. Quando Ren uscì indossando gia il pigiama, Kyoko era stata in grado di arrabattare qualcosa di commestibile e renderlo addirittura presentabile. Si sedettero e rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Kyoko si fece coraggio, ma nello stesso istante anche Ren provò a dire qualcosa e si ritrovarono nell'imbarazzante situazione di dover rimanere in silenzio ancora una volta.

- Scusami.- Ren fu il primo a farsi sentire e nascondendo gli occhi dietro alla frangia riuscì a catturare l'attenzione della compagna. - Ho una cosa importante da dirti.- L'imbarazzo e la tensione erano palpabili e Kyoko si sentì decisamente a disagio in quella situazione. Di solito era lei che si tratteneva, che si nascondeva, ma vedere Ren quasi in difficoltà le fece venire la pelle d'oca. - Io non avevo nessuna intenzione di accettarlo, ma Yukihito non ha potuto in nessun modo evitarlo.-

- Che cosa succede?- Prese a sfregarsi le mani, in ansia e terribilmente nervosa, attese quella risposta, ma una parte di lei le gridava di non ascoltare.

- Le riprese del film vanno a rilento purtroppo e siccome abbiamo molte esterne da girare, il regista ha deciso di spostare tutto il cast e terminare le riprese nell'ultima location. Secondo i piani dovrei stare fuori per almeno tre settimane.-

- Non torneresti per tutto questo tempo?-

- Non credo di poter aver la possibilità di farlo. Non voglio lasciarti da sola.-

In un primo momento Kyoko si sforzò di sorridere e soprattutto di rassicurarlo, era lavoro ed era importante, non poteva in nessun modo far pesare a Ren quella decisione, purtroppo però la sua mente e il suo cuore andavano in direzioni diverse ed era proprio il suo cuore, in quel momento, a darle quelle odiose fitte dolorose che le riempivano gli occhi di lacrime.

- Starò bene, infondo ho molte cose di cui occuparmi e potremo sentirci al telefono. Quando devi partire?-

- Domani.-

Quella fu la parola che uccise tutti i suoi buoni propositi. Si gettò tra le braccia di Ren e lo strinse così forte da imprimere il suo odore sulla sua pelle. Era davvero strano per lei il modo in cui si era abituata ad averlo vicino. Erano passati così in fretta da un sentimento all'altro, dall'odio, al rispetto, fino ad arrivare ad un amore così forte e così indispensabile, da non riuscire più a ricordare come fosse la loro vita prima. Così quando il giorno seguente dovette salutarlo sull'uscio, sentì come se una parte di se stesse svanendo per sempre, come se la Kyoko di Ren sparisse all'improvviso, lasciando un vuoto incolmabile, un vuoto silenzioso e freddo come l'appartamento in cui si trovava.

Così, passò il tempo a ricamare nuove bambole a forma di Ren, bambole con cui avrebbe dormito e che le avrebbero reso l'attesa meno pesante. Poi il campanello suonò e sperando che fosse lui, che fosse tornato, anche solo per un paio di minuti, corse ad aprire la porta, ma gli occhi che incontrò non furono quelli si Ren, ma due iridi chiari e lucenti che la lasciarono senza fiato.

- Takagi-kun... che ci fai qui?-

- Ho saputo della partenza di Tsuruga. Ora abbiamo tutto il tempo per noi.-

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Capitolo 9
*** 9. Una voce oscura ***


9. Una voce oscura

Indietreggiò quasi spaventata. Di certo non si sarebbe mai aspettata di vederlo alla sua porta, così all'improvviso, subito dopo la partenza di Ren. Il giovane attore sorrise e a Kyoko vennero i brividi lungo tutta la schiena. Il silenzio che si creò diede al ragazzo la spinta per entrare in casa e guardarsi intorno. Si aggirò per il salone osservando ogni cosa con attenzione e interesse.

- Non dirmi che ti ho infastidito. Non potevo proprio aspettare oltre. Sono impaziente di vederti all'opera.-

- Non credo sia il momento adatto.- Riuscì a tirare fuori quelle poche parole, cercando di sembrare sicura di se e soprattutto indifferente a quel comportamento sfrontato, ma Jun sembrò non notarla neanche.

- Ho portato il copione e ho segnato le parti che dovremo studiare insieme, quelle più importanti. Dobbiamo essere perfetti.-

Completamente sconfitta, Kyoko chiuse la porta e decise di assecondarlo. Se si fosse impegnata al massimo, sarebbe riuscita a mandarlo via il prima possibile. Cedette quindi e si sistemarono sul divano dove Jun le passò una della pagine del copione e Kyoko lo lesse. Mentre scorreva con gli occhi le battute, sentì lo sguardo del ragazzo fisso su di lei, percepì il gelo di quelle iridi chiari, così fuori dal comune per un giapponese e non riuscì a concentrarsi. Doveva a tutti i costi mandarlo via il prima possibile e richiamando nuovamente tutta la sua determinazione, prese a concentrarsi.

La scena era esattamente la stessa vissuta qualche secondo prima. Nel copione Yumika andava ad aprire la porta trovandosi davanti Takumi, che senza chiedere nulla entrava nell'appartamento. Jun aveva modificato alcune frasi, ma ciò che accadeva nel drama era appena successo nella realtà.

- Stavi già recitando?-

- Perdonami, ma se ti avessi avvertita non avrebbe avuto lo stesso effetto. Hai agito proprio come Yumika, tanto che per un attimo pensavo avessi capito il mio piano.-

Nonostante la tensione iniziale, Kyoko riuscì a riprendere il controllo di se stessa e si immerse nella recitazione dimenticando tutto il resto, persino il tempo, tanto che quando fu in grado di abbandonare Yumika per tornare se stessa, si rese conto che era ora di cena.

- Devo dire che sei eccezionale, riesci ad impersonare perfettamente un personaggio così enigmatico come Takumi.-

- Anche tu non sei male, dopo averti vita nei panni di ragazze forti e decise, non credevo possibile un simile cambiamento.-

Infondo era normale che la pensasse così. Anche per lei era una novità, qualcosa che non aveva affrontato, ma di certo non sarebbero bastate le belle parole del suo collega a farle superare una prova così difficile. Doveva mettere tutta se stessa in gioco e sconvolgere il regista e il pubblico, facendo vedere finalmente che era un'attrice in grado di interpretare qualsiasi ruolo.

- Ormai è tardi, che ne dici se preparo qualcosa da mangiare?- Lo disse di getto senza pensarci molto su. Aver passato tanto tempo con quel giovane le era stato d'aiuto ed era riuscita persino a dimenticare quella brutta sensazione di disagio che lui le suscitava. Jun accettò subito, quasi lo avesse previsto e chiese cortesemente di andare in bagno. Kyoko si limitò ad indicargli la porta e si mise ai fornelli, nella speranza di tirar fuori qualcosa di buono e fare una bella impressione, ma forse avrebbe dovuto prestare più attenzione.

Libero dallo sguardo della ragazza, Jun fece per avviarsi verso il bagno, ma non vi entrò. Al contrario aprì la porta della camera da letto e vi si infilò dentro disinvolto. Prese ad osservare ogni angolo della stanza, dal letto enorme ai mobili moderni e sobri. Si avvicinò alla cassettiera e aprì uno dei cassetti affondando le mani in un maglione enorme che probabilmente era di Ren. Poi si avvicinò all'armadio e lo aprì, tirando fuori un completo elegante e decisamente costoso da uomo, che emanava il profumo di Tsuruga. Della presenza di Kyoko c'era poca traccia, ma infondo era normale. Trovò anche qualche suo vestiti, ma in confronto a quelli del divo li trovò decisamente sciatti e poveri.

Prima che Kyoko potesse accorgersi della sua intrusione, uscì dalla stanza ed entrò nel bagno. Aprì un armadietto frugando tra i profumi e la schiuma da barba, li mise in disordine e richiuse. Infine tornò dalla ragazza, si appoggiò al banco della cucina e rimase ad osservarla per qualche minuto.

- C'è qualcosa in particolare che non mangi?-

- Non capisco se lo fai apposta oppure non ti ricordi di me?- Kyoko si bloccò di colpo, fissando il giovane non riuscendo a capire se quello che stava osservando fosse Jun o Takumi. Lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava a lei e le toglieva la pentola dalle mani. - Per un attimo ho creduto avessi capito ogni cosa, poi hai cambiato totalmente atteggiamento e ora torni ad avere paura di me. Non nego che la cosa mi ecciti, ma vorrei proprio capire cosa ti passa per quella testolina.- Kyoko si sentì spingere all'indietro con forza e sbattè con la schiena contro il frigorifero, dando a Jun la possibilità di bloccarla con il suo corpo. Era vicino, troppo per poterlo sopportare, ma per qualche ragione non riuscì a muoversi.

- Takagi-kun non capisco, cosa stai facendo?-

- Mi infastidisce che ti sia dimenticata di me. Certo hai Ren.. il grande e bellissimo Ren, ma credevo di aver lasciato un segno nella tua memoria. Oppure devo sbatterti sul pavimento, proprio come quella sera o magari buttarti dalle scale?-

Riemerse tutto con forza, ogni istante di quella sera al ristorante, ogni minuto dell'aggressione tornò a ferirle la mente e il corpo. Ricordò anche le voci di quegli uomini e di quel terzo individuo che più di tutti gli altri, l'aveva terrorizzata. Quella voce decisa e fredda, quel tono che era uguale a quello di Jun.

- Eri tu? Tu mi hai...-

- Oh si che ero io e avevo in mente tante cose da fare, ma si sei sfuggita. Che ne dici se finiamo ora quello che abbiamo iniziato!- Fu troppo veloce, tanto che Kyoko non riuscì a reagire e si sentì buttare a terra e sbattere il viso contro il pavimento. Proprio come quella sera rimane immobile, senza poter fare altro che subire. Jun si mise a cavalcioni sopra di lei, bloccandola completamente, fino a che lei non percepì sulla schiena qualcosa di appuntito e freddo.

- Che stai facendo?-

- Voglio vedere i lividi che ti ho lasciato quella sera.- Stracciò la maglietta con la punta di un coltello affilato e le scoprì la schiena, toccandole la pelle e facendola tremare. Se si fosse mossa avventatamente lui l'avrebbe ferita, di questo ne era conscia, quindi rimase immobile, pronta a muoversi solo al momento opportuno e pregando che il suo cuore riuscisse a riprendere un battito regolare. Non si mosse neanche quando le mani di lui presero a toglierle la canottiera e a slacciarle il reggiseno. - Come hai fatto?-

- Fatto cosa?-

- Come puoi tu aver sedotto uno come Tsuruga Ren?- Era arrabbiato e Kyoko lo percepì chiaramente. Sentì la punta del colpetto toccarle la pelle, poi quel punto divenne caldo e iniziò a bruciare. L'aveva tagliata. - Non ci trovo nulla di attraente in te, niente che possa aver fatto girare la testa ad uno come lui. Oh certo, magari a letto sei brava, vogliamo provare?-

Fu come se ogni parte di se stessa smettesse di funzionare. Il suo copro divenne pesante e quando lui la fece voltare di forza mettendola supina sul pavimento, Kyoko si lasciò manovrare come un giocattolo. Rimase a fissare quegli occhi freddi e taglienti, come se fossero l'unica cosa in quella stanza, come se non esistesse altro che quella malvagità dietro un viso tanto bello.

- Perchè mi fai questo?- Lo sussurrò, sentendo la gola chiusa e le labbra secche. - Cosa ti ho fatto per farmi odiare così?- Odio. Per lei questa era una parola ben conosciuta, ma mai avrebbe pensato che qualcuno potesse odiarla con un tale impeto. Aveva odiato Sho per averla ferita e gettata via come una bambola vecchia, ma ben presto aveva scoperto che quell'odio era solo un modo per mascherare il suo dolore. Solo che ora, nonostante si sforzasse di trovare una motivazione a quel comportamento, non riusciva proprio a capirlo.

- Esisti, tanto basta per odiarti.-

 

Era partito da qualche ora. L'auto procedeva a velocità moderata, tranquilla e silenziosa, al contrario del suo cuore che gridava come un ossesso. Era lavoro, lo capiva benissimo, ma lasciare Kyoko da sola per tutto quel tempo era qualcosa che non riusciva a farlo stare tranquillo. Si era abituato alla sua vicinanza, a vederla al mattino, a mangiare insieme e a dormire insieme, che ormai non ricordava più cosa significasse essere solo. Tirò fuori il cellulare e fece per comporre il numero della ragazza, ma si bloccò. Non voleva sembrare troppo apprensivo, chiamandola dopo solo qualche ora di lontananza, ma non riuscì comunque ad allontanare l'idea di sapere cosa stesse combinando, quindi prese a scorrere con la rubrica e avviò la chiamata. Quando ottenne una risposta, la voce all'altro capo del telefono gli sembrò decisamente stupita.

- Non volevo disturbarti, ma Kotonami-san vorrei chiederti un favore.- Attese qualche secondo nonostante la ragazza avesse subito risposto in modo positivo alla domanda. - Mi chiedevo se fossi disposta a stare con Kyoko, rimanere con lei nel nostro appartamento. Starò via molti giorni e non sono tranquillo a saperla sempre sola.- Kanae se lo aspettava, ma era rimasta comunque sorpresa di vedere il nome di Tsuruga comparire sullo schermo del suo cellulare. Non mise al corrente l'attore di aver già modificato la sua agenda in modo tale da potersi ricavare del tempo per andare a trovare la ragazza, ma di certo non si sarebbe aspettata che fosse lui in persona a chiederle una cosa del genere. - Te ne sarei estremamente grato se lo facessi. Non mi sento tranquillo.- Ottenendo una risposta positiva, Ren salutò Kanae ringraziandola di cuore, ma ora avrebbe dovuto fare i conti con l'occhio felino e vispo di Yashiro che era già puntato su di lui. Vedendolo muovere le labbra, si rese conto che stava per uscirsene fuori con qualche frecciatina sarcastica o una battuta, ma lo fermò in tempo. - Sono troppo possessivo?-

- Sei innamorato. Il grande attore Tsuruga Ren che muore di nostalgia dopo qualche ora di lontananza? Non me lo sarei mai aspettato.-

- Il fatto è che, non mi sento tranquillo. Se succedesse qualcosa non potrei fare nulla.-

- Non accadrà niente, pensa a finire il lavoro in tempo e vedrai che i giorni passeranno in fretta.-

Forse, ma per Ren, il cui cuore in quel momento ricevette una fitta di dolore, fu difficile trattenersi dal saltar giù dalla macchina e tornare a casa.

 

- Io non ti conosco, non ho mai fatto nulla che possa averti offeso. Perchè dovrei meritarmi un simile trattamento?-

- Niente di male?- Jun piegò la schiena avvicinandosi al viso della ragazza e sussurrandole all'orecchio. - Quella sera sapevo benissimo chi eri e che eri in casa, non ho potuto resistere e quando sei caduta dalle scale ho seriamente sperato che fossi morta.-

Si spostò appena, prendendola per i capelli e sbattendola così forte sul pavimento da farle perdere subito i sensi.

Così, quando Kanae arrivò all'appartamento e vide la porta spalancata, entrando di corsa e con il cuore in mano, notò subito il sangue sul pavimento della cucina. Di Kyoko non trovò alcuna traccia, provò a chiamarla al cellulare e a gridare il suo nome, allarmando tutti i vicini che si precipitarono nel corridoio per capire cosa stesse accadendo.

- Avete visto qualcuno uscire? Avere visto Kyoko che usciva di casa o qualcuno che entrava? Possibile che nessuno si sia accorto di nulla!- Lo gridò spaventata e decisamente fuori di se. Quando la polizia arrivò, ormai era tardi e la mattina seguente Kyoko riaprì gli occhi in una stanza vuota e umida che non conosceva. Ed era sola.

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Capitolo 10
*** 10. L'addio ***


10. L'addio 

Girò su se stessa sentendo le corde intorno ai polsi farsi sempre più strette assieme a quelle che le tenevano ferme le caviglie. Provò a ricordare cosa fosse accaduto, ma in quel momento tutto il suo passato era confuso e sbiadito, come se si fosse appena svegliata da un brutto sogno. Guardò la stanza vuota in cui era finita, nulla che potesse riconoscere a prima vista, solo uno strano rumore attirò la sua attenzione, come di acqua che scorre, ma non fu in grado di sentire altro che l'aiutasse a capire dove fosse. Provò a sedersi, fu complicato far scattare la schiena anchilosata e mettersi in una posizione più comoda. Poggiò la schiena contro una parete in legno umido e marcio, che le riempì le narici con l'odore di muffa, e rimase ferma a fissare l'unica via di fuga esattamente davanti a lei. Percepì in lontananza un rumore che le sembrò familiare, come la melodia di una canzone, ma non vi si concentrò poi molto, spostando la sua attenzione su ciò che aveva davanti. Le balenò nella mente che forse poteva provare ad uscire, anche se la porta fosse stata chiusa a chiave, era certa che non avrebbe opposto molta resistenza se vi si fosse buttata contro a peso morto. Cosa le era accaduto?


Ricordò Ren e la sua partenza, le tornò anche alla mente quella brutta sensazione di solitudine che per qualche istante l'aveva attanagliata, poi più nulla.
 - Sei sveglia?- scattò come un felino spaventato, scivolando in avanti con la schiena e cercando di capire da dove provenisse quella voce rauca e metallica. Poi lo scorse, in un angolo della baracca, una vecchia ricetrasmittente dove una piccola luce verde brillava. - La mia bella addormentata si è finalmente destata da suo sonno?-
- Chi sei? Dove sono?- Rispose, ma nonostante cercasse di sembrava spavalda e per nulla intimorita, la voce le uscì rauca e secca.
- Mi deludi sempre di più, ti eri appena ricordata di me e già lo hai dimenticato?- Qualcosa le pizzicò la mente, un ricordo fugace e veloce le attraversò il cervello e iniziò a prendere forma, un viso e due occhi che le riportano alla mente un nome. - Jun... perchè mi fai questo?-
- Bingo! Voglio che tu faccia una cosa per me. Fallo e io ti lascerò andare, non sentirai mai più la mia voce.- - Cosa vuoi che faccia?- rimase in attesa di una risposta per qualche secondo, attimi in cui sembrò che il sangue le gelasse le vene.
- Voglio che tu esca dalla vita di Ren. Voglio che tu lo chiami e gli dica che non lo ami, non lo hai mai amato, ma che ti serviva per raggiungere una posizione nel mondo dello spettacolo. Poi gli dirai che non sei più riuscita a mentire e che hai deciso di lasciare tutto e andare via.-
- Perchè dovrei farlo?-
- Se non lo fai morirai qui, da sola e io otterrò comunque ciò che voglio.-
- E cos'è che vuoi?- Non riusciva a capirlo. Non aveva in nessun modo ferito o offeso quel ragazzo, al contrario lui era entrato in casa sua e aveva cercato di farle del male da prima che iniziasse a frequentare Ren, quindi perchè accanirsi tanto per farli lasciare? Più provava a mettere insieme i pezzi più le cose non avevano senso e quel silenzio dall'altra parte dell'apparecchio era terrificante.
- Voglio Ren, pensavo fosse ovvio ormai. Sei entrata nella sua vita come una mosca fastidiosa e hai trasformato l'uomo migliore del mondo, il più elegante e carismatico in un pupazzo nelle tue mani. Senza contare di quella stupida intervista con Fuwa, lo hai reso ridicolo e lui ti sorrideva come un bambino. Credi che possa accettarlo?-
- Non puoi prendere il mio posto facendomi del male, Ren odia le bugie, i complotti e le persone che non sono sincere. Se vuoi avvicinarti a lui sei libero di farlo, ma non così.- Aveva risposto di getto, senza pensare troppo a quelle parole che, nonostante tutto l'avevano ferita. Era stata superba a credere che tutto quello che stava accadendo vorticasse solamente intorno a lei, senza mai pensare che forse quel comportamento così ostile era legato a qualcosa di più profondo ed importante. Jun voleva Ren e come biasimarlo. Tsuruga Ren era perfetto agli occhi di tutti i fan, amato e idolatrato come un uomo dai modi eleganti e posto una spanna sopra tutti gli altri. Lei al suo confronto era una ragazza rozza e fuori luogo, in grado solo di creare una piccola ombra nella grande luce dell'attore Ren. - Mi odi perchè sei innamorato di lui?-
Lo disse, ma il suo cuore ebbe un sussulto che le provocò più dolore di quanto potesse immaginare. Abbassò lo sguardo verso quel pavimento umido e represse le lacrime, infondo il suo amore stava facendo soffrire una persona e, per quanto lui fosse stato cattivo nei suoi confronti, ora lei non riusciva ad odiarlo in nessun modo. Soffriva per amore, una sensazione che Kyoko conosceva molto bene.
- Sai che significa amare qualcuno che non puoi raggiungere?- Annui pensando a tutto quello che aveva fatto per anni con Sho e al dolore di sentirsi solo una nullità. - Quando non sei nessuno e aneli a qualcuno che ti è superiore in tutto, l'unica cosa che calma quel sentimento è sapere che in realtà quella persona che cerchi non l'avrà nessuno e fino ad ora Ren era esattamente quel tipo di uomo, perfetto in tutto e lontano da tutti.- rimase in silenzio, mentre di nuovo quella melodia le solleticò le orecchie, ma non ci fece caso, perchè quelle parole la stavano mettendo davanti alla realtà che non solo Jun pensava. Lei era fuori posto accanto a Ren e quello che le stava succedendo era la punizione per la sua presunzione. - Ti sei fiondata nella vita di Ren, hanno iniziato a girare voci su di te e su di lui, così ho voluto conoscerti. Girare per le vie e trovare qualche stupido delinquente che cerca soldi non è difficile come non è complicato dirottarli verso un ristorante vuoto.-
- Hai fatto tutto questo per mettermi alla prova, per capire se potessi essere adatta a stare con Ren?- Lo sentì ridere, poi sentì un rumore sordo, come di qualcosa che veniva sbattuto con forza e la voce di Jun divenne cupa e violenta, tanto che le mise i brividi.
- Stupida presuntuosa! Volevo spaventarti e farti allontanare, ti avrei gettato volentieri io dalle scale se fosse servito a toglierti di mezzo!- La ricetrasmittente iniziò a gracchiare e a perdere il segnale, tanto che per Kyoko fu difficile capire altro, ma nonostante tutto, quell'odio le fece gelare il sangue nelle vene, così capì. Si rese conto che qualsiasi cosa avesse detto o fatto, non sarebbe riuscita a raggiungere in nessun modo il cuore di quel ragazzo, così chiuso e così freddo da essere ormai irrecuperabile. Si rese finalmente conto che anche se avesse fatto esattamente come lui chiedeva, probabilmente lui non l'avrebbe lasciata andare. Per la prima volta, da quanto era giunta a Tokyo, nonostante si fosse trovata in mille situazioni strane, questa volta era davvero in pericolo. Così chiese a se stessa di farsi forza, di cercare un modo per uscirne e quella musica la colpì nuovamente alle orecchie, ma stavolta le prestò ascolto. C'era qualcosa nelle vicinanze che produceva quel suono, un ritmo che conosceva e che le faceva provare qualcosa. Così, quando Jun entrò nella stanza e le tirò contro un cellulare, Kyoko non provò nulla. Non ebbe paura di quegli occhi di ghiaccio dalle palpebre rosse, non le importò che fosse sconvolto o arrabbiato. Lo guardò dritto in quelle iridi fuori dal comune e acconsentì. Si fece liberare una mano, mentre l'altra veniva prontamente legata ancora più stretta e fermata contro un piccolo gancio della parete che lei non aveva visto. Non era una sciocco e sapeva benissimo che anche una sola mano sarebbe bastata per darle la possibilità di liberarsi, quindi fu cauto. Rimase ad osservarla in silenzio, mentre con un dito Kyoko componeva un numero di telefono.
- Metti il vivavoce.- Eseguì l'ordine e premendo il pulsante rimase ad ascoltare il suono del telefono che cercava di prendere la linea. Quando sentì una risposta, fu lesta a parlare per prima.
- Ren sono Kyoko. Fammi parlare senza dire niente, altrimenti è impossibile.- Non ci fu risposta, proprio come Kyoko aveva chiesto, ma per un attimo Jun pensò che non avesse risposto nessuno, così avvicinandosi a Kyoko provò a prendere il telefono, ma qualcosa lo bloccò quando dall'altra parte dell'apparecchio percepì un respiro affannoso, così rimase in attesa. - Ci ho pensato molto, scusami se me ne sono andata senza avvertire, ma dovevo riflettere. Sono stata una sciocca a pensare che le cose potessero funzionare e ormai ne sono certa. Quando te ne sei andato ho capito che non potevo più fingere. Non ti amo, non ti ho mai amato. Volevo starti vicino per avere un futuro in questo lavoro, superare Sho come mi ero ripromessa di fare, ma non posso più andare avanti. Torno a casa da mia madre, le ho già scritto e mi sta aspettando... non sarà facile, mi rinchiuderò in un piccolo capanno buio e isolato per espiare le colpe che ho, per averti ingannato, ma non posso più vivere così. Mi dispi...- si zittì, reprimendo le lacrime che nonostante tutto non riusciva a fermare, coccolata da quella melodia che era l'unica cosa che ormai la collegava ad un mondo che con quelle parole non avrebbe più rivisto, ma era conscia che non poteva rifiutare, non poteva mettere in pericolo anche Ren. - Mi dispiace tanto... addio.-
Richiuse la chiamata senza dargli il tempo di rispondere, se solo avesse sentito la sua voce sarebbe scoppiata e avrebbe gridato di aiutarla. In quel modo era riuscita a chiudere il suo cuore e a fare come Jun le aveva ordinato. Quando fu in grado di alzare lo sguardo verso il suo carceriere lo vide in lacrime, felice e pieno di una speranza che prima non aveva, ma il suo sguardo cambiò di nuovo e Kyoko si rese conto che non sarebbe finita li.

La chiamata si interruppe di colpo e lui rimase in silenzio per qualche minuto, osservando quel cellulare come se avesse in mano qualcosa di sconosciuto. Quando aveva iniziato a squillare aveva risposto senza dar peso al numero sconosciuto, poi la voce di Kyoko lo aveva colpito e stava per dire qualcosa, ma le lo aveva fermato e lui era rimasto in ascolto. Quelle parole senza senso che le erano scivolate dalla bocca continuavano a tormentagli il cervello e per quanto si sforzasse non riuscì a reprimere la rabbia che gli fece ribollire il sangue. Una donna entrò nella stanza, ma lui non le rivolse neanche uno sguardo, rimase concentrato su ciò che era appena accaduto arrovellandosi il cervello per dare un senso a tutto fino a quando qualcosa non si accese, come una lampadina, nel suo cervello. Nulla aveva un senso, a cominciare dal voler tornare da sua madre, erano bugie dette in modo da farsi scoprire, lei sapeva che lui avrebbe capito, che avrebbe intuito qualcosa da quelle frasi che nessun altro avrebbe potuto capire. Poi anche lui fu colpito da quella strana melodia che aveva percepito quando Kyoko si era fermata. Proprio lui tra tutti, non poteva non riconoscere quel ritmo, tanto che, nonostante fosse lontana avrebbe potuto persino ripetere le parole di quella canzone.
- Va tutto bene? Sho mi sembri un po' strano.-
- Dov'è che oggi trasmettevano il mio ultimo singolo?-
- Oggi dici? Vediamo...- fece una pausa sfogliando alcune pagine di un plico che teneva tra le braccia. - Ah ecco, oggi viene trasmesso nel quartiere di Arakawa, perchè me lo chiedi?-
Non rispose. Fuwa Sho lasciò la sua manager completamente basita e senza parole, quando prese una giacca e si fiondò fuori dalla stanza, saltando per quel giorno tutti i suoi appuntamenti stabiliti.

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Capitolo 11
*** 11. La corsa ***


11. La corsa

 

- Hai compiuto il tuo dovere, tieni.-

Le porse una bottiglietta d'acqua e aprendola per lei si avvicinò per aiutarla a bere. Quello fu il primo gesto gentile che Jun le rivolgeva e forse, aver assecondato i suoi desideri, era stata la mossa migliore. Aveva pianto così intensamente che per qualche minuto Kyoko si sentì in colpa per averlo ingannato. Non sarebbe mai riuscita a chiamare e parlare con Ren, così la sua mente era andata diretta verso l'unica persona che forse, avrebbe colto le bugie dietro quella dichiarazione.

Bevve e l'acqua prese a scorrerle giu per la gola regalandole una bellissima sensazione di sollievo e benessere. Infine lo ringraziò, il suo calvario era finalmente finito, quell'incubo era giunto al termine e in qualche modo avrebbe rimesso i pezzi insieme una volta libera.

- Mi dispiace che tu abbia sofferto per causa mia, ma devi sapere che non ho mai ingannato Ren. I miei sentimenti per lui sono veri.-

- Oh, ma a me questo non importa. Ho avuto ciò che desideravo, ora però devo liberarlo per sempre della tua presenza.-

- Non capisco, che significa?-

Spalancò gli occhi quando l'espressione di Jun divenne così cattiva da darle nuovamente i brividi. Il suo cuore non riuscì a pompare più una goccia di sangue, gelandole le interiora come se stesse morendo.

- Non posso rischiare, tu capisci vero? Se io ti lascio libera, puoi tornare da lui e dirgli tutta la verità, percui devo assicurarmi che tu non sia più una minaccia. Ho drogato l'acqua, ne ho messa così tanta da uccidere un elefante.-

Solo allora iniziò a rendersi conto di ciò che le stava succedendo, non era paura quella che percepiva, ma un semplice e vuoto nulla. Tutto il suo corpo sembrò divenire pesante e iniziò a far fatica a tenere gli occhi aperti o semplicemente a parlare. Sforzò tutta se stessa per rimanere calma e razionale, ma era come se ogni parte di se agisse di sua spontanea volontà, come se la sua mente non avesse più alcun controllo sul suo corpo. Si adagiò sul pavimento umido e inspirò l'odore di muffa, poi però anche la respirazione divenne difficile e dolorosa, tanto che iniziò a trattenere il fiato. Seguì a malapena i movimenti di lui che la slegava e la lasciava sola nel buio di quella che presto sarebbe diventata la sua tomba.

 

- Dove cavolo la dovrei cercare!- Lo gridò nel bel mezzo della strada, ma per fortuna era solo, neanche si trovasse in un quartiere abbandonato. Aveva seguito i piccoli indizi che Kyoko aveva lasciato in quella assurda conversazione a senso unico di poco prima, era partito al volo arrivando ad Arakawa in soli dieci minuti, eppure qualcosa in cuor suo gli diceva che era tardi. Dal ponte iniziò a guardare giù e seguendo il corso del fiume scorse con lo sguardo delle tende e alcune piccole baracche di legno in riva al fiume. Iniziò a correre e a costo di ispezionarle tutte e seguire tutto il fiume, l'avrebbe trovata. Sentì il fiato corto e il cuore a mille, era terribilmente agitato per qualcosa che forse non aveva neanche senso, ma doveva controllare e rendersi conto da solo che forse si era agitato per nulla. Prese il cellulare e provò a richiamare il numero con cui era stato contattato, lo sentì squillare, ma nessun rumore proveniente dal corso del fiume. Corse con tutte le sue forze, chiamò di nuovo e di nuovo ancora, poi lo vide. Non capì come mai stava dando peso ad una singola persona in quelle circostanze, ma per qualche secondo rimase ad osservarlo. Vestito completamente di nero, stava risalendo le sponde del fiume di fretta, come se qualcosa lo stesse inseguendo, fino a che non lo vide sparire dalla sua vista. Poi con gli occhi ripercorse a ritroso quello che doveva essere stato il suo tragitto e in lontananza vide, sotto l'ennesimo ponte, una baracca quadrata proprio a ridosso del fiume. Fece nuovamente squillare il telefono, ma non riuscì a sentire nulla a causa della sua canzone che veniva ritrasmessa ad intervalli regolari e che, in quella situazione disperata, stava iniziando ad odiare. Non capì perchè, non si spiegò il suo comportamento, ma ordinando ad ogni suo muscolo di scattare in avanti, percorse la distanza che lo separava dal quella fatiscente costruzione e si fiondò al suo interno buttando giù la porta marcia con una spallata. Quando i suoi occhi si abituarono alla penombra ciò che vide lo fece gridare.

 

Continuava a chiamarla da qualche ora, ma ancora il suo cellulare non dava segni di risposta. Aveva iniziato ad agitarsi molto, aveva chiamato persino Kanae, ma anche lei era irraggiungibile.

- Ren va tutto bene?- L'attore voltò lo sguardo verso il suo manager dallo volto preoccupato. Per tutto il tempo, da quando erano partiti, Ren era sempre stato assente e distratto, tanto che era stato costretto a ripetere il programma delle riprese più volte, cosa che non era mai successa. Ren Tsuruga era uno degli attori più attenti e meticolosi di sempre, vederlo completamente assorto dai suoi pensieri era per lui qualcosa di unico e fuori dal comune. - Vedrai che va tutto bene, si staranno divertendo insieme e non sentiranno i cellulari squillare. Non comportarti come un fidanzato in ansia o geloso.-

- Ho solo bisogno di sentire la sua voce.-

- Vuoi che chiami qualcuno in agenzia e che chieda di andare a controllare?-

- Lasciamo stare, non appena vedrà le chiamate mi contatterà lei.-

Provò a rileggere il copione, ma nonostante tutto prese a leggere sempre la stessa battuta, neanche fosse scritta in una lingua sconosciuta. Non riusciva a concentrarsi, non riusciva ad entrare nel suo personaggio e andare in scena in quello stato era per lui inaccettabile. Si alzò di scatto e decise di fare due passi, doveva calmarsi e tornare concentrato sul suo lavoro. Yashiro lo lasciò fare, infondo le vere riprese sarebbero cominciato solo nel tardo pomeriggio del giorno successivo, quindi poteva concedere a Ren tutto il tempo di cui aveva bisogno.

L'attore si ritrovò nel giardino del residence in cui era stato sistemato, se solo fosse stato concentrato su ciò che aveva intorno avrebbe potuto rendersi conto di quanto fosse bello e curato e di come tutti i presenti si voltavano a guardarlo incredulo, ma lui era chiuso nel suo mondo e non ne sarebbe uscito facilmente. Era preoccupato. Da quando Kyoko era stata aggredita non era riuscito a lasciarla mai da sola e ora lei si faceva negare e lui a stento stava reprimendo l'impulso di prendere una macchina e correre a casa. In quel momento sperò addirittura di incontrare quello strano pollo che era diventato il suo confidente e magari calmarsi dandosi dello stupido, ma era innamorato, troppo e quel silenzio lo stava logorando. Decise che doveva sapere, che avrebbe tirato giu il mondo pur di sapere cosa stesse facendo in quel momento Kyoko, quindi si voltò e si diresse verso la sua stanza per parlare con Yashiro, ma fu lui a correre nella sua direzione, trafelato e dal viso così pallido da sembrare quasi trasparente.

- Ren!- Lo gridò così forte che tutti i presenti si girarono a guardarlo, mentre l'attore si avvicinava e lo prendeva per le spalle cercando di capire cosa stesse succedendo.

- Che ti prende?-

- Ren è terribile, ho appena ricevuto una telefonata dall'ispettore Taniguchi, dobbiamo rientrare, è successo qualcosa a Kyoko.-

In quel preciso istante il cellulare privato di Ren prese a squillare, ma il numero che vide non era ciò che si aspettava. Rispose di getto, ma non ricevette alcuna risposta.

- Fuwa! Fuwa che diavolo sta succedendo?!- gridò, buttando la vento la sua maschera di uomo calmo e pacato e lo fece così forte che sentì la gola bruciare di dolore. Percepì un rumore all'altro capo del telefono, quasi un singhiozzo, poi capì perchè non stava parlando, perchè non riusciva a fermare le lacrime. - Fuwa ti prego, dimmi qualcosa...- anche la voce di Ren si fece bassa, roca e dolorante. Abbassò lo sguardo verso il prato verde e rigoglioso, ma i suoi occhi non riuscirono a coglierne ne la bellezza ne il colore.

- Devi... devi tornare subito. Io non ci riesco...-

- Non riesci a fare cosa?-

- Non riesco a dirle addio.-

Crollò tutto. Ogni cosa perse di significato. Tutto ciò che riuscì a fare fu cadere in ginocchio, sporcandosi i vestiti di terra ed erba e buttare la vento ogni immagine che le persone potessero avere di lui. Pianse davanti a tutti, gridò davanti a tutti, poi si alzò in piedi e senza riuscire a volgere lo sguardo verso una direzione, chiese a Yashiro di riportarlo a casa.

 

Effettuare quella telefonata per Sho fu estremamente difficile. Quando Ren aveva risposto la sua mente era tornata nuovamente indietro e aveva ripercorso tutto. Nel momento in cui aveva buttato giu la porta e l'aveva vista, tutto era accaduto con una velocità fuori dal normale. Si era gettato sul pavimento e l'aveva presa tra le braccia, Kyoko aveva gli occhi spalancati e le pupille erano dilatate. Fredda come il ghiaccio aveva difficoltà a respirare. Provò a farla riprendere, le schiaffeggiò il viso, ma nulla riuscì ad attirare l'attenzione della ragazza, poi qualcosa di lei si mosse, ma fu un movimento troppo brusco e violento per una reazione normale e lui, nonostante non fosse un dottore, si rese conto che stava per accadere qualcosa di terribile. La pose dolcemente a terra e si affrettò a prendere il cellulare per chiamare assistenza, fino a che le convulsione poco accentuate di poco prima non divennero violente e brusche e lui si sentì completamente inutile. Dall'altro capo del telefono rispose una donna che si identificò chiedendo il motivo della chiamata. Sho ci mise qualche secondo a rispondere, poi gridò aiuto, come se fosse l'unica parole che riuscisse a pronunciare.

L'ambulanza e i medici ci impiegarono poco ad arrivare, ma per Sho sembrò un'eternità. Le convulsioni erano finite, ma Kyoko non si era ripresa. Quando i paramedici iniziarono a fargli domande su ciò che era accaduto, lui non fu in grado di rispondere. Gli chiesero se avesse assunto droghe o altre sostanze, se soffrisse di convulsioni normalmente e molto altro, ma lui non riuscì a dare risposte sensate. Vedendolo in evidente stato di shock i medici furono costretti a far salire Sho sull'ambulanza e portarlo in ospedale assieme alla ragazza, di cui non era riuscito neanche a dire il nome. Una volta dentro Kyoko fu circondata da un'equipe di medici e infermieri che presero a muoversi come api operaie, a gridare ordini e altro e lui fu lasciato in un angolo della sala d'aspetto assistito da una ragazza, che più di una volta lo aveva chiamato per nome, ma senza ricevere risposta. Dentro di lui il tempo si era fermato, i secondi sembrarono ore e le ore giorni, non c'era nulla se non lui fermo in quell'angolo oscuro. Si sentiva debole, come mai lo era stato, inutile e privo di senso. Era corso per aiutare Kyoko, ma quando l'aveva trovata non era riuscito a fare nulla. Poi il pensiero di perderla si era intrufolato nella sua mente e lo aveva devastato e quella sensazione era diversa da qualsiasi mai provata fin ora. Se non l'avesse più vista, se non si fossero più parlati come si sarebbe comportato? Lui l'aveva lasciata a Ren, si era estromesso dalla vita di Kyoko di sua spontanea volontà, ma quello che stava succedendo era completamente diverso. Non voleva crederci, non voleva neanche pensarci, ma quando un medico si sedette al suo fianco e cercò la sua attenzione, ogni cosa dentro di lui si disintegrò.

- Dagli esami sembra che abbia ingerito un'enorme quantità di antidepressivi triciclici insieme ad altre sostanze. Siamo intervenuti subito, ma queste sostanze deprimono il sistema nervoso centrale e le convulsioni hanno provocato un arresto respiratorio. E' in coma. L'abbiamo trasferita nel reparto di terapia intensiva e non ci resta che aspettare e sperare che abbia voglia di vivere e che abbia la forza di salvare il suo bambino.-

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un saluto a tutti, per prima cosa devo scusarmi per il mega ritardo nel pubblicare il capitolo, ma ho fuso il pc e avendo perso tutta la storia mi è stato difficile riscriverla di nuovo ed avere dei pezzi soddisfacienti come per la prima stesura, quindi mi scuso e ringrazio comunque chi ha continuano a leggere e commentare.

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Capitolo 12
*** 12. La mia preghiera ***


12. La mia preghiera 

Il suono dei freni dell'auto fece voltare molte persone, che rimasero completamente di stucco nel vederlo fiondarsi fuori dalla vettura, parcheggiata in malo modo, e correre verso l'entrata dell'ospedale. Tsuruga Ren sembrava una persona completamente diversa. Sbattè le mani sul bancone della reception facendo venire i brividi all'infermiera che non riusciva a capire chi avesse davvero davanti.
- Kyoko è qui? Mogami Kyoko è stata portata qui?- gridò e quel viso pallido e quegli occhi spalancati fecero salire le lacrime alla ragazza che non fu in grado di rispondere. Poi una voce conosciuta e, fino a quel momento, irritante lo fece voltare e per la prima volta nella sua vita non fu mai tanto felice di vedere quel viso fine e quei capelli biondi. - Fuwa! Dovè Kyoko?- Sho non riuscì ad alzare lo sguardo verso di lui, per qualche motivo si sentiva colpevole per ciò che stava succedendo, tanto che riuscì appena ad aprir bocca e a sussurrare qualche parola che purtroppo Ren non riuscì a capire.


Poi, tutto fu frenetico. La notizia aveva già preso il largo e fuori dall'ospedale si erano radunati giornalisti e fotografi, una massa informe di teste sudate e macchine da presa affollava il parcheggio rendendo tutto caotico. Ren non vi aveva dato peso, non gli importava di nulla se non vedere la sua Kyoko, ma per ora non era riuscito a sapere nulla. Si avvicinò a Shotaro e lo prese per le spalle, provò a smuoverlo, ma non ottenne nulla, il cantante non osava alzare lo sguardo ne parlare.
- Ti supplico dimmi qualcosa...-
- Ci ho messo troppo, avrei dovuto fare più in fretta...- Shotaro rispose e quella voce, che era sempre stata forte e decisa, ora era rauca e rotta da un dolore che lui capiva. Mai nella vita avrebbe immaginato di aver vicino quel giovane e capire esattamente cosa stesse provando.
- Io non capisco, ma che diavolo è successo? Devo vederla.-
- Non fanno entrare nessuno, non ho potuto sapere di più.-
- Lei è Tsuruga Ren?- La voce di un uomo alle sue spalle lo fece sussultare e si voltò di scatto sicuro di trovarsi davanti qualche giornalista in cerca della notizia. Era sicuro che se qualcuno gli avesse rivolto la parola per una sciocchezza sarebbe esploso, ma per fortuna si trovò davanti un medico e la sua rabbia scemò di colpo, diventando ansia e preoccupazione. - La signorina Mogami non ha parenti che possiamo contattare. Il signor Fuwa Sho è quello che più si avvicina ad un familiare, ma lui ha insistito perchè io parlassi solo con lei. Prego mi segua.-
Il medico fece strada e Ren iniziò ad osservarlo, era un uomo basso e un po' sovrappeso, pochi capelli in testa, ma ancora scuri. Indossava un paio di occhiali sottili e dalla montatura chiara che nascondevano due occhi intelligenti e di questo Ren ne era sicuro, per qualche ragione quel piccolo uomo era stato in grado di donarli sicurezza solo guardandolo. Entrarono in uno studio luminoso e Ren si sedette su una sedia in pelle nera seguendo l'uomo che si accomodava dietro alla scrivania e tirava fuori dal cassetto una cartella clinica.
- Comincio col dirle che la signorina Mogami non è in pericolo di vita.- Il dottore sentì distintamente il sospiro di sollievo dell'attore e vide chiaramente ogni muscolo del suo corpo rilassarsi. - Ma c'è una cosa che mi preoccupa molto ed è la stessa che ho gia riferito al signor Fuwa.-
- Di cosa si tratta?- Ormai, ogni neurone del cervello di Ren non sapeva più come comportarsi. Dalla telefonata di Fuwa sembrava che il mondo stesse finendo, mentre ora quel dottore gli stava dicendo che per loro le cose erano sotto controllo e lui non sapeva cosa pensare. Perchè mai Fuwa era rimasto così sconvolto? Perchè gli aveva detto quelle cose?
- Da quando la signorina Mogami soffre di depressione? Ha mai accennato al suicidio o provato a farsi del male prima d'ora?-
- Cosa? No, mai. Kyoko stava benissimo, non è mai stata depressa e di certo non farebbe una cosa del genere!- ne era sicuro e diede forza alle sue parole. Non poteva neanche pensare ad una cosa simile ne tanto meno accettarla.
- Il signor Fuwa ci ha raccontato di aver ricevuto una strana telefonata dalla ragazza e di essersi insospettito. L'ha ritrovata chiusa in una capanna fatiscente, ha ingerito un'enorme quantità di antidepressivi che hanno causato dei danni e l'hanno portata al coma. La situazione è sotto controllo, come lo è la gravidanza, ma se il suo gesto è...-
- Gravidanza?-
- Lei non lo sapeva?- Il medico si sistemò meglio gli occhiali sul naso e tirò fuori un foglio dalla cartella in cui erano state spillate delle foto. - Dall'ecografia sembra sia alla quinta settimana, ora non è mia intenzione entrare nella vostra vita privata, ma devo capire il perchè del suo gesto e soprattutto se la ragazza è in grado di portare a termine una gravidanza o se...-
Non lo stava ascoltando, qualcosa dentro Ren si era spenta completamente. Quell'uomo non la conosceva e quel blaterare era insensato perchè Kyoko non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non avrebbe mai messo a repentaglio la sua vita. Era successo qualcosa che nessuno riusciva a vedere.
- Vorrei vederla.-
- Di solito non è permesso, la terapia intensiva non permette visitatori, ma posso fare un'eccezione. Lei non crede che sia stato un fatto intenzionale?-
- Assolutamente no! Era felice, sono sicuro di questo. Non posso neanche pensare che volontariamente si sia fatta del male e non riesco neanche a credere che Fuwa non le abbia detto le mie stesse parole.-
- Il signor Fuwa non ha detto nulla. Era decisamente sotto shock e non in grado di affrontare una simile situazione. Ad ogni modo le concedo qualche minuto con la paziente, ma deve promettermi che rimarrà calmo.- Ren fece un semplice gesto affermativo con il capo e si fece accompagnare da Kyoko. Il dottore gli aveva gia accennato che non sarebbe rimasto da solo, ma questo a lui non importava. Voleva solo vederla, prenderla per mano e chiamarla. Avrebbe mantenuto la calma, ma in lui crebbe una smania incontrollabile, doveva assolutamente scoprire cosa era accaduto. Appoggiò la mano sulla maniglia e aprì la porta.

Le narici si riempirono dell'odore del disinfettante e dei medicinali, ma non vi diede peso, quando i suoi occhi incontrarono il viso addormentato di Kyoko, iniziò a sentirsi debole ed insicuro come non mai. Si avvicinò piano, sentendo le gambe pesanti e ringraziò quella piccola e scomoda sedia quando si sedette. Kyoko dormiva, due tubicino le uscivano dal naso e una miriade di tubicini e fili la collegavano ad alcune macchine che calibravano ogni suo segno vitale e ogni anomalia. Era pallida e gli occhi erano cerchiati da un velo scuro, ma per lui era comunque bellissima. Poggiò la sua enorme mano su quella di lei, libera dalla flebo che invece deturpava altra, e la porto dolcemente vicino al suo viso. La baciò più volte poi iniziò ad accarezzarla ed infine, dopo aver sospirato più volte alla ricerca delle parole giuste, parlò.
- Sono tornato. Kyoko svegliati. - fece una pausa deglutendo e sentendo la gola secca e dolorante. - Non sarei mai dovuto andare via, non dovevo accettare quel lavoro dall'inizio. Dimmi, quanto avevi intenzione di dirmi una cosa così bella? Non riesco a crederci se non sei tu a dirmi la verità, quindi svegliati, ho bisogno di vedere di tuoi occhi, di sentire la tua voce, di stringerti e non lasciarti mai più e poi, devo sapere chi ti ha fatto questo, perchè per quanto possa dire i medici io ti conosco bene. Puoi piangere e deprimerti un po', ma torni sempre a sorridere. Sei l'unica persona che è riuscita a catturarmi e ha farmi sentire felice, quindi io non posso in nessun modo credere che tu abbia fatto una cosa così sciocca. Dimmi chi ti ha fatto questo, ti proteggerò e questa volta non ti lascerò mai sola.-
Lo sentì appena, ma fu abbastanza. Le dita di Kyoko si erano mosse stringendo, seppur di poco, la presa sulla mano di Ren. Il dottore si avvicinò alla ragazza e iniziò a controllare ogni suo parametro. Lui sapeva che quel piccolo gesto poteva anche non significare nulla, un movimento involontario della muscolatura, ma ogni tanto credere in qualcosa che non fosse la mera medicina era un palliativo per andare avanti. Invogliò Ren a continuare e rimase in attesa.
- Pensa a come cambierà la nostra vita, a quante cose nuove stiamo andando incontro. Un bambino...- si sforzò, ma una lacrima scappò al suo controllo e scivolò giù lungo la guancia, morendo sulla mano di Kyoko. - Sarò un buon padre? Non so neanche da dove iniziare, ma sono certo che tu sarai splendida come sempre. Riesci in tutto ciò che fai con naturalezza e non avrai problemi, magari inizierai a farti un sacco di domande e per un po' sarai nel panico, ma poi troverà quella sicurezza che è in grado di sorreggere anche me.- Si mosse di nuovo e questa volta la presa sembrò più salda, mentre lentamente provava ad aprire gli occhi. - Dottore è tutto sotto controllo? Si sta svegliando?-
- Probabile. Siamo intervenuti subito e in maniera molto invasiva, il coma è una fase transitoria dovuta alle complicazioni. Continui.- E Ren lo fece, continuò a parlare con Kyoko per ore e senza pensarci riuscì a raccontarle tutte quelle cose che fino a quel momento non aveva avuto il coraggio di confessare. Raccontò di Corn e della sua vera identità, del suo passato e di quello che avrebbe voluto far diventare il suo futuro.
- Voglio veder nascere questo bambino, voglio diventare un buon padre e voglio te al mio fianco, come moglie e compagna per tutta la vita, non chiedo di meglio. Quindi, amore mio, ti prego svegliati e continuiamo la nostra vita insieme.-
- Ren...- si sforzò tantissimo per dire quella semplice parola, la fronte le se imperlò di piccole goccioline di sudore e non appena riuscì ad aprire gli occhi, i medici e alcune infermiere allontanarono l'uomo dal letto e presero ad esaminarla. Ren si ritrovò, senza neanche rendersene conto, fuori dalla stanza e poco dopo al suo fianco comparve Sho, pallido e smunto. In quel preciso istante, tutta la bontà e l'amore che Ren aveva dimostrato nella stanza scomparvero. Gli occhi divennero sottili e stretti e il viso duro e serio. Era furente e Sho sentì quella rabbia scivolargli addosso e svegliarlo dal torpore.
- Kyoko non si sarebbe mai fatta del male da sola, qualcuno ha osato farle questo.- Ren lo disse a denti stretti, serrando i pugni contro i pantaloni e stropicciandoli tanto che faticarono a riprendere la forma normale. - Tu sai benissimo che in tutto questo c'è lo zampino di qualcuno.-
- Si e credo anche di averlo visto, ma in quel momento non sono stato in grado di fare nulla.-
- Allora non ci resta che trovarlo e giuro che non farà più del male a nessuno.-
I loro occhi si animarono nello stesso istante. Per la prima volta, da quando si erano conosciuti, i cuori di Ren e Sho battevano all'unisono, la loro rabbia era la stessa e la loro determinazione così grande, che nessuno avrebbe potuto fermarli. Era al settimo cielo. Rientrando nel suo piccolo appartamento sfiorò l'enorme poster di Tsuruga Ren appeso ad un muro, poi corse a farsi una doccia e si cambiò gli abiti.

Aveva pianificato ogni cosa, sarebbe entrato pian piano nella vita di Ren, di questo ne era certo, ora che finalmente era riuscito ad eliminare ogni distrazione, ma quando accese la televisione girovagando per i canali senza interesse, qualcosa lo colpì all'improvviso. In uno di quegli sciocchi talk show, dove i presenti non fanno che ciarlare sulle cose più stupide di parlava proprio di Ren, ma ciò che sentì lo fece andare su tutte le furie.
“Sembra proprio che Mogami Kyoko dia a Tsuruga-san molte preoccupazioni. Ad ogni modo sembra che si sia ripresa dallo strano malore, ma per ora non abbiamo nessuna notizia certa, nessuno ha fatto dichiarazioni sull'accaduto, ma...” 
Tirando il telecomando contro la televisione e sfondando il vetro la televisione smise di funzionare, ma il cervello di Jun iniziò a macchinare ancora di più e questa volta sarebbe andato fino in fondo.

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Capitolo 13
*** 13. Ossessione ***


13. Ossessione 

Era un po' che continuava ad andare su e giu per il corridoio. Sho sedeva su una poltroncina con il mento poggiato sulle mani e i gomiti sulle cosce. Ormai teneva quella posizione da un po' e le gambe iniziavano a fargli male, ma non si mosse. Al contrario Ren era più agitato, non era riuscito a sapere nulla da quando Kyoko si era svegliata, continuava a vedere medici e infermieri entrare e uscire dalla stanza senza dire nulla e non lo sopportava. Il corridoio era affollato, ma per qualche ragione nessuno osava avvicinarsi a lui o al cantante e chiunque passasse continuava a schiacciarsi come un ombra verso il muro per stare il più lontano possibile da Ren.
- Mi dispiace.- La voce si Sho ruppe il silenzio, l'attore riuscì a fermarsi e guardare il biondo per qualche secondo. Era tornato quasi alla normalità, ma uno scuro alone continuava a deturpargli il viso, ma era diversa da quella di qualche ora prima. Ora Sho non era sconvolto o spaventato, era furioso e questo Ren lo percepiva sulla propria pelle. - Per il modo in cui ti ho avvertito e per come mi sono comportato. Non sono stato in grado di reggere alla situazione e quando mi hanno detto che era in coma, è stato come se il mondo fosse esploso. Non ho saputo mantenere la calma.-


- Credi che io sia stato in grado di mantenere la calma? Ho gridato e guidato come un pazzo pur di arrivare qui il prima possibile.- Nessuno dei due trovò strano il fatto che riuscissero a parlare tranquillamente, che non ci fosse nessun tipo di rivalità a dividerli e che, al contrario di quello che avrebbero mai pensato, erano in perfetta sintonia.
- Il fatto è che ho sempre dato Kyoko per scontata, lei ci sarebbe sempre stata e quando l'ho vista in quelle condizioni ho perso la testa, ma avrei dovuto stare più attento. Quel ragazzo che ho visto...- Non finì la frase, ma Ren capì cosa stava pensando e anche lui aveva gia stilato nella sua mente una lista di nomi. Chi era? Chi aveva messo le mani sulla sua Kyoko?
Passò ancora qualche ora e la sera sopraggiunse di nuovo. Non avevano mangiato nulla e la stanchezza iniziò a farsi sentire. Concentrati e persi completamente nei loro pensieri non notarono l'uomo che si stava avvicinando.
- Signor Tsuruga, non posso di certo dire che sono contento di incontrarla di nuovo.-
- Ispettore Taniguchi.- Ren si alzò di scatto incontrando ancora una volta quegli occhi attenti e vigili, fece un piccolo inchino e rimase in attesa.
- Dovremo scambiare due parole in privato, posso offrirle qualcosa da bere?-
Si sedettero in un piccolo bar non molto lontano dall'ospedale, lontani da occhi indiscreti e completamente soli, l'ispettore iniziò a sorseggiare un tè caldo e ci impiegò qualche minuto prima di iniziare a parlare. Ren non ordinò che un bicchiere d'acqua fresca, e rimase in attesa.
- Non appena ho ricevuto la segnalazione mi sono offerto per questo caso. Che sia un tentato suicidio o meno si deve far chiarezza sull'avvenimento, non crede?-
- Non è suicidio, Kyoko non si sarebbe mai fatta del male.- Lo disse con fermezza, ma per la prima volta era sicuro che quell'uomo davanti a lui fosse pienamente d'accordo.
- Le espongo i fatti e poi le farò delle domande.- Inforcò gli occhiali e tirò fuori un piccolo taccuino da cui iniziò a leggere. - Secondo la prima perizia sono emersi alcuni particolari che mi hanno lasciato perplesso. Non appena i paramedici sono arrivati sul posto hanno notato dei piccoli segni li legature sui polsi e sulle caviglie.-
- Non li ho notati.-
- Erano molto lievi, come quei fastidiosi segni che si creando quando si stringe troppo la cinghia di un orologio ad esempio, ma mi lasci continuare. Lo strano cocktail che la signorina Mogami ha assunto è sospetto. Le analisi di laboratorio hanno riscontrato dei medicinali antidepressivi che possono essere acquistati soltanto tramite ricetta medica e dai dati a mia disposizione, non ci sono prescrizioni di questi farmaci per la ragazza. Non puoi andare in farmacia e richiederli, quindi mi chiedo come se li sia procurati. Per caso la signorina conosce qualcuno che fa uso di tali sostanze?- Ren fece solo un cenno negativo con la testa e seguì i movimenti dell'uomo mentre annotava quella risposta. - Bene. Ora c'è da chiarire un'altra cosa. Abbiamo richiesto i tabulati telefonici del cellulare della ragazza, ci sono chiamate all'agenzia e a lei, signor Tsuruga, poi c'è una chiamata da un numero che non siamo riusciti a rintracciare, ne sa qualcosa?-
- No, ma Kyoko è stata scelta per essere la protagonista in un nuovo sceneggiato e potrebbe essere il numero di qualcuno del cast.-
- Quindi un collega? Potrebbe farmi dei nomi?-
- Si certo.- Riportò alla mente tutte le persone con cui Kyoko avrebbe potuto avere dei contatti, ma riuscì solo a ricordare il nome del regista, Sano. Si sforzò anche di ricordare il nome dei co-protagonista, ma fu decisamente più complicato. - Mi sembra fosse Takagi. Credo si siano sentiti un paio di volte.-
L'ispettore rimase in silenzio per qualche minuto, annotando tutto con precisione. Fin dall'inizio, da quando era stato contattato per indagare sull'intrusione al ristorante e sull'aggressione di Kyoko, qualcosa aveva stuzzicato il suo intuito. Per quanto un furto possa essere comune, le dinamiche di quella sera, l'essersi accaniti sulla ragazza senza un motivo preciso, erano punti che lo aveva incuriosito, così con il passare del tempo e con questa nuova aggressione, quelli che prima erano ipotesi ora erano certezze.
- Le dico cosa ho sempre sospettato signor Tsuruga. Dal principio c'è sempre stato qualcosa che non quadrava in tutta questa storia. Non ho mai dato peso alla piccola faida tra lei e il signor Fuwa, entrambi non avete nulla a che fare con questa storia, ma non ne siete completamente estranei.- Dentro Ren iniziarono a vorticare paura e rabbia, si mescolarono creando uno strano cocktail agrodolce che gli diedero alla testa, ma rimase in ascolto, catturato dalla voce ferma e decisa di un uomo che, forse, ci aveva visto giusto dal primo momento. - L'intrusione al ristorante e la prima aggressione della ragazza non erano casuali. I ladri dilettanti, se così vogliamo chiamarli, si assicurano che le case siano vuote prima di entrare e io sono certo che, la presenza della signorina Mogami in casa, non fosse un segreto. Infine, questa nuova aggressione, dove sembra che nessuno abbia notato nulla, è ancora più strana. Kyoko, e mi permetta di chiamarla per nome, ha lasciato entrare in casa il suo aggressore, quindi lo conosceva. Nessuno ha notato nulla quando è stata portata via di casa, quindi questa persona sapeva perfettamente come muoversi e ciò mi fa pensare che stesse programmando la cosa da molto tempo. Ora le mie ipotesi sono due ovvero abbiamo a che fare con una persona ossessionata da Kyoko, magari un fan, oppure da una ossessionata da lei, signor Tsuruga.-

Aprì gli occhi a fatica, la stanza era vuota e silenziosa e lei si sentì completamente abbandonata. Dolorante e confusa, provò a muoversi, ma i tubi e le sue precarie condizioni fisiche le impedirono ogni movimento. Cosa era accaduto? Ricordava ben poco, come se fosse stato tutto cancellato, ma pian piano, mentre provava a riportare alla mente i fatti, le lacrime presero a scenderle dagli occhi e un sentimento di terrore le invase il corpo. Era sicura di aver sentito la voce di Ren mentre dormiva, ma ora lui non c'era e la possibilità che si presentassero davanti a lei, ancora una volta, quegli occhi di ghiaccio la fecero agitare. Così, quando una delle macchine iniziò ad emettere uno strano rumore metallico, una ragazza si precipitò nella stanza per calmarla e rassicurarla.
- Dove sono?- La voce rauca e la gola secca resero quelle parole quasi irriconoscibili, ma l'infermiera fu gentile e porgendole un bicchiere d'acqua con una cannuccia le chiese di bere un po'.
- In ospedale non deve agitarsi. Ha avuto un malore, ma ora è tutto sotto controllo. Il dottore arriverà tra pochi minuti.- Non era stato un malore, di questo ne era certa. Nonostante avesse difficoltà a ricordare gli avvenimenti esatti, sapeva che tutto quel dolore e la paura provati fin ora, erano stati causati da una persona e lentamente, ricordò ne ricordò anche il motivo. Improvvisamente, contraria a tutte le sue aspettative, nella stanza entrò Shotaro. Si fiondò accanto al letto e dolcemente, accennò un abbraccio caldo e rassicurante. Le baciò la fronte e rimase immobile per qualche secondo senza dire nulla.
- Non dovevo entrare, ma non sono riuscito a fermare le mie gambe.-
- Le tue lunghe gambe.-
Abbozzò un sorriso, ma non si mosse. Per Kyoko vederlo in quello stato, scarmigliato e pallido come un cencio era qualcosa di inusuale. Avere vicino quella persona, che non era mai stato in grado di consolarla o rassicurarla, era qualcosa di unico. Sho la baciò di nuovo, dolce e delicato, che quasi lei non riuscì a riconoscerlo, poi si spostò e iniziò a fissarla.
- Chi è stato?- Rimase in silenzio. Poteva davvero dirglielo, fare qual nome come se nulla fosse? Sapeva cosa sarebbe accaduto, si sarebbe fiondato da lui e i problemi sarebbero cresciuti invece di diminuire. Sho era impulsivo e ciò avrebbe solo peggiorato le cose. Cosi, quando il medico lo fece uscire a forza, tirò un respiro di sollievo e riuscì a calmarsi un po', spostando la sua mente verso il ricordo di Ren e chiedendosi, come mai non fosse li.

Arrivò nel parcheggio dell'ospedale in pochissimo tempo, ma rimase seduto su una delle panchine più nascoste del giardino di fronte la struttura. Tenendo lo sguardo fisso verso il terreno e la testa nascosta dentro un cappuccio scuro, rimase in attesa della sera. Per tutto il tempo giocherellò con il piccolo coltellino nella tasca, assaporando quella per lui, finalmente, sarebbe divenuta la fine di tutta quella storia. Non poteva più sbagliare, doveva assolutamente farla finita il prima possibile.

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Capitolo 14
*** 14. Ostinazione ***


14. Ostinazione

 

Il dottore, meticoloso e attento, prese nota di ogni suo parametro, le fece molte domande, ma ormai Kyoko aveva smesso di ascoltarlo. Non lo sapeva, non ne aveva avuto il minimo sentore, ma infondo come capirlo, senza avere avuto accanto nella vita, qualcuno che avesse potuto insegnarle quelle cose. Le infermiere l'aveva aiutata a mettersi seduta, sistemandole un paio di enormi cuscini dietro la schiena e lei aveva iniziato a massaggiarsi il ventre delicatamente, provando a interrogare il suo corpo per ricevere qualche segno che quello fosse tutto vero.

- Sente dolore?-

Il medico le fece quella domanda, riuscendo per un attimo ad attirare l'attenzione della ragazza, ma aveva intuito subito che quei gesti non erano segni di malessere, semplicemente Kyoko stava faticando ad assimilare tutte quelle notizie in una volta sola.

- Non so cosa dire. Dottore è sicuro che sia tutto sotto controllo?-

- La gravidanza è ancora alle fasi iniziali, ma non abbiamo riscontrato alcuna anomalia. Abbiamo eliminato ogni sostanza nociva dal suo corpo tempestivamente, ora è sotto stress non posso negarlo, ma non avrà altre complicanze. E' una donna forte signorina Kyoko e anche il bambino lo è.-

- Avrei potuto perderlo?- Kyoko sapeva gia la risposta, ma volle comunque ascoltarla dalla bocca del dottore, perchè in lei qualcosa era cambiato profondamente.

- Si certo.- Non aggiunse altro, quando gli occhi della ragazza, da stanchi e affaticati, si assottigliarono e presero luce, divennero forti e decisi, pregni di una risolutezza che mai, quell'uomo, avrebbe potuto vedere in una ragazza così giovane.

- Posso vedere Ren?-

- Non credo che sia possibile trattenerlo ancora per molto.-

Ed infatti non lo fu. Dopo pochi secondi la porta della camera si spalancò e Kyoko riuscì finalmente ad incrociare gli occhi di Ren, occhi che le sembrò di non vedere da anni. In quel momento tutte le parole, tutti i sentimenti che avrebbe voluto dimostrare volarono via dalla finestra, leggermente aperta, per permettere alla stanza di smorzare un pò l'aria satura di medicinali.

Tutto svanì, come quella sera nell'auto, quando per la prova volta i loro sentimenti iniziarono a gridare all'unisono, Non c'erano che loro due, nel loro mondo candidi e delicato, niente altro importava, come non avevano significato per parole.

Per Ren vederla sveglia e seduta, che lo guardava era abbastanza per renderlo l'uomo più felice della terra e per lei, riuscire finalmente ad incontrare quel viso perfetto, che per qualche strana e assurda congiunzione astrale, guardava solo lei era la gioia più grande del mondo,

Poi lentamente, quasi le gambe fossero di piombo, Ren riusci ad avanza, poi sempre più lesto per accorciare quella distanza, che a lui parve enorme, per arrivare finalmente a lei, prenderle in viso tra le mani e baciarla così intensamente da togliere il respiro anche ai presenti.

- Sposami!-

- Certamente...- rispose decisa, sicura, forse per la prima volta nella sua vita, di ciò che voleva realmente. - ...ma prima devo chiudere questa storia una volta per tutte.

 

Era notte, aveva atteso così tanto che ormai non riusciva più a trattenere la sua rabbia. Era entrato di soppiatto chiudendosi in un bagno per tutto il tempo, poi quando i rumori si erano affievoliti e le voci erano scomparse, si era deciso.

Erano le dieci di sera, non aveva mangiato ne bevuto nulla, eppure si sentiva forte e determinato, ma sopratutto arrabbiato. Avrebbe dovuto far finire tutto quella sera, quando l'aveva vista cadere dalle scale, anche a costo di venire scoperto, avrebbe dovuto terminare il lavoro ed invece, ancora una volta, quella insulsa e sciocca ragazza, lo aveva battuto ed ora lui non era più in grado di trattenere la sua collera, ma infondo non lo era mai stato.

Quando era iniziato tutto ciò? Quando in suo cuore si era completamente assoggettato a quel sentimento, opprimente e preponderante, che non lo lasciava mai andare.

Forse quel giorno, quando tutto sembrava inutile e assurdo, quando la vita aveva smesso di avere un senso e quando le medicine aveva esaurito la loro azione, non avrebbe mai dovuto incontrarlo.

Camminava per la città come un fantasma in cerca della sua luce, invisibile al mondo e alle persone. Forse quella sera si sarebbe drogato di nuovo, ma lo avrebbe fatto per l'ultima volta,così tutto si sarebbe spento e finalmente avrebbe trovato la pace che cercava, una pace che la sua famiglia non poteva donargli, ne nessun altro, perchè tutti lo avevano abbandonato. Sua madre scappando con un altro uomo e suo, che pur di non guardarlo, credendo non fosse realmente suo figlio, ma la discendenza di qualche scappatella della madre, lo aveva lasciato solo in casa con qualche spicciolo mensile per sopravvivere.

Odiato dalla famiglia, ma al centro dell'attenzione di quei bulli a scuola invidiosi del suo aspetto, aveva iniziato ad odiare ogni cosa, compreso se stesso, per questo si faceva del male nella speranza che tutto avesse termine.

Eppure quella sera era uscito e lo aveva visto, o meglio lo aveva urtato.

Lui era li, seduto da solo su una panchina nell'oscurità della sera e non lo aveva notato, aveva semplicemente continuato a camminare come uno zombie, andando ad inciampare in quelle lunghe e bellissime gambe. Era caduto in avanti battendo le ginocchia e poi si era sentito sollevare come un bambino.

- Stai bene?- gli aveva detto, facendolo sedere sull'asfalto e controllando se avesse riportato qualche graffio. Alzando lo sguardo perso e vuoto verso la persona che lo stava aiutando, per la prima volta in vita sua incontrò due occhi brillanti ed affascinanti, ma allo stesso tempo delicati e preoccupati. Che fosse solo per buona educazione o che fosse realmente preoccupato per lui, quello sconosciuto dal viso perlaceo lo stava aiutando con gentilezza, un comportamento che ormai era per lui estraneo e misterioso. - Ti sei fatto male, hai gli occhi rossi; è un peccato perchè sono così belli.-

Li spalancò rendendosi conto che qualcosa in lui stava cambiando. Quel complimento era sincero, lo percepiva nonostante la sua apatia, chi era quello strano e bellissimo individuo che lo stava aiutando? Non riuscì a rispondere, rimase semplicemente in silenzio lasciandosi manovrare da quell'uomo che lo accompagnò a sedersi e continuò a prendersi cura di lui, nonostante avrebbe dovuto arrabbiarsi e urlargli contro di stare più attento, di avergli sporcato quel bel vestito con il suo sudiciume. - Se ti sei fatto male posso chiamare qualcuno che ti aiuti.-

Il misterioso angelo ricevette solo un semplice no, mimato con la testa, ma fu abbastanza per farlo rilassare e per farlo sorridere, un sorriso così luminoso e bello che lui, nel suo mondo oscuro, ne fu abbagliato. Poi una voce lo riportò alla realtà, qualcuno stava gridando e il misterioso angelo si voltò nella sua direzione attirandolo con una mano.

- Oh Ren finalmente! La pausa è finita e il regista vuole finire le riprese il prima possibile. Va tutto bene?- L'intruso era gentile, ma non quando l'angelo che ora aveva un nome, Ren.

- Tutto bene, ho avuto un piccolo incontro con questo ragazzo. Yashiro per cortesia, potresti assicurarti che stia bene e se ha bisogno di qualcosa? Io è meglio che torni alle riprese.-

Yashiro annuì e il giovane rimase ad osservare il suo angelo che si allontanava da lui, volando via verso un paradiso che lui non avrebbe potuto raggiungere, poi l'intruso si presentò e per lui, finalmente, la vita prese a scorrere di nuovo.

Iniziò così, da quel piccolo gesto e il suo amore crebbe a dismisura fino a divorarlo. Lo osservava sempre in televisione e se poteva dal vivo, controllando la sua agenda e cercando di spiarlo anche da lontano, ma vicino abbastanza da percepirne la presenza. Gli bastava questo, perchè Ren era suo e con lui aveva condiviso qualcosa, poi però tutto era finito quando per la prima volta era comparsa quella ragazza inutile che fingeva di essere la sua manager. Ren era gentile con lei nonostante continuasse a sbagliare, la proteggeva e si scusava per lui e questo era inaccettabile. Era una macchia indelebile nella sua candida figura e lui non poteva più tollerarla.

Così aveva deciso. Nonostante gli sforzi per riuscire ad entrare nello stesso mondo di Ren, non era stato in grado di raggiungerlo, così aveva creduto che avvicinarsi a lei fosse più facile. Poi erano arrivati i primi lavori e i primi agganci, e la fortuna aveva iniziato a sorridergli, ma le voci della partenza di Ren e della strega per le terme, di un viaggio solo loro due lo aveva fatto infuriare e in fretta e furia aveva organizzato l'aggressione, se le avesse fatto del male il suo angelo con sarebbe scappato, ma le cose non erano andate bene e quel gesto aveva peggiorato le cose, così la sua furia e la sua gelosia si erano accresciute.

Infine la dea bendata lo aveva finalmente baciato e aveva incontrato Kyoko sul set. Per qualche secondo era rimasto basito, ma poi lo aveva visto, alto e bello nascosto un pò nell'ombra, Ren era li e poteva finalmente vederlo da vicino, forse lo avrebbe riconosciuto e si sarebbero salutati, ma Ren non lo guardava, aveva occhi solo per lei.

Nonostante il suo cuore e la sua anima gridassero di guardarlo, non riusciva a raggiungerlo neanche ora e tutto era crollato di nuovo in quell'oscurità che per un pò era riuscito ad abbandonare.

Per questo ora doveva agire, doveva assolutamente e senza possibilità di errori, eliminare quel demone dalla vita del suo angelo.

 

Avanzò lentamente, lontano dagli sguardi assonnati delle infermiere del turno serale, nascondendosi ogni volta che sentiva un rumore o soltanto una voce, anche lontana ed arrivò. Davanti alla porta non c'era nessuno e la stanza era illuminata da un luce fioca e calda. Con una mano impugnò ben saldo il coltellino, mentre l'altra si appoggiava alla maglia. Con un sorriso sadico e una motivazione ferrea entrò per portare finalmente a termine la sua missione.

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Capitolo 15
*** 15. Un ricordo sbiadito ***


15. Un ricordo sbiadito

Entrò lentamente, tutti i sensi all'erta, ma allo stesso tempo compiaciuto di un'eccitazione senza eguali. Finalmente tutti i suoi desideri si sarebbero avverati, avrebbe riottenuto nuovamente il suo angelo perfetto e tutte le ombre sarebbero sparite, persino quelle del suo cuore.
Respirò profondamente, stringendo più saldamente il coltello e si fece avanti. Era semplice, l'avrebbe trovata ancora addormentata, sarebbe riuscito ad immobilizzarla e, per impedire alle macchine di registrare qualche anomalia, avrebbe legato il pulsiossimetro al suo dito e lo avrebbe risistemato solo dopo aver concluso il lavoro.
Ci aveva ragionato molto e sebbene non riuscisse ancora a staccarsi dal coltello, non era quello l'oggetto che avrebbe usato per concludere quel lavoro. Nonostante avesse una gran voglia di farle del male, se avesse lasciato troppi segni evidenti sul suo corpo sarebbe stato troppo pericoloso, quindi avanzando piano raccolse uno dei cuscini sulla poltroncina della stanza. Si avvicinò al letto e staccò con delicatezza lo strumento al dito della ragazza e lo legò al suo dito indice, la macchina emise un leggero segnale, ma riprese a funzionare in pochi secondi. Jun guardò il monitor, le sue pulsazioni erano regolari e stabili. Facendo attenzione a non urtare nulla e a non tirare troppo i fili della macchina, portò il cuscino proprio sul viso di Kyoko, ma non riuscì a muoversi. Rimase semplicemente immobile a fissare quegli occhi, chiusi fino a poco prima, che lo guardavano con determinazione e senza un briciolo di paura.

Si alzò lentamente, riuscendo a fatica a sedersi e sistemarsi in una posizione che non le avrebbe dato dolore. Lui rimase immobile, ritirandosi appena e senza lasciare quella che aveva scelto come arma finale. Il momento delle lacrime e delle mezze parole era finito, ora doveva essere forte e determinata e fargli capire che ora non le avrebbe più fatto del male.
- Sei ancora viva quindi? E io che speravo di averti eliminato una volta per tutte.- Nonostante il cinismo e la freddezza con cui parlava, Kyoko stavolta era conscia che quella fosse tutta una maschera. Voleva capire, voleva assolutamente conoscere quel ragazzo e capire quale fosse il reale sentimento che lo spingeva a tanto.
- Credo sia venuto il momento di parlare.-
- Parlare?- sputò quella parola fuori dalle labbra quasi fosse veleno e lasciando cadere il cuscino estrasse il coltello, puntandolo dritto contro il viso della ragazza, ma Kyoko stavolta non si mosse.
- Non mi farai del male, questa volta non posso proprio permetterti di toccarmi.- Alzò la mano e spostò delicatamente quella di Jun portando la lama del coltello verso il basso.
Quella era forse la prima volta, da quando lo aveva incontrato, che non mostrava verso di lui alcun segno di debolezza, non si stava facendo intimorire ne dall'arma ne da quegli occhi di ghiaccio. Era come se, tutto ad un tratto, Kyoko fosse cambiata, esattamente come accadeva quando interpretava i suoi personaggi, ma stavolta non era finzione, era esattamente come doveva essere, come avrebbe dovuto comportarsi fin dall'inizio.
- Ti senti al sicuro solo perchè sei in ospedale? Credi che non ti farò nulla solo per paura di essere scoperto? Non mi interessa se mi prendono, non mi interessa se andrò in prigione, mi interessa solo che tu sparisca da questo mondo.-
- So che riusciresti a sopportarlo, ma saresti in grado di sopportare l'odio di Ren?-
- Odio? Un angelo non può odiare nessuno.-
- Ma Ren non è un angelo, è un essere umano proprio come te e me. Tu forse conosci solo il Ren brillante e luminoso, il Ren gentile ed educato, ma non è solo questo. Ren è meraviglioso e posso capire bene perchè tu sia così innamorato di lui, ma ci sono colori del suo carattere che tiene ben nascosti, ma ci sono. Come qualsiasi altra persona perde il controllo e si arrabbia, si ingelosisce e si offende. Sai all'inizio era proprio quel suo modo di porsi, sempre perfetto, che non riuscivo proprio a sopportare, poi invece l'ho conosciuto meglio e tutte le sue sfumature mi sono sembrate stupende. Io credo che se tu ti fossi approcciato a lui in modo diverso le avresti conosciute e amate davvero. Mi dispiace, ma io non posso accettare questo tuo modo di comportarti ne posso accettare che tu mi dica che lo ami.-
- Non puoi permetterti di dire questo!- lo gridò e per un secondo Kyoko sussultò, ma fu brava e attenta a non darlo a vedere. Da fuori invece Ren iniziò a tremare. ogni muscolo del suo corpo era teso e vibrava ad ogni minimo rumore. Aveva accettato la decisione di Kyoko, anche se non la condivideva e se fosse stato solo, se a trattenerlo non ci fossero stati Fuwa e l'ispettore, sarebbe gia entrato in quella camera e lo avrebbe eliminato. - Tu non hai la minima idea di chi sia io, di quello che ho sopportato e di quello di cui ho bisogno. Sei solo una stupida ragazzina che si è aggrappata ad un uomo pur di andare avanti, non puoi assolutamente comprendere come io mi senta!-
Ormai Jun aveva completamente abbandonato ogni difesa, stava gridando senza pensare alle conseguenze, avrebbe perso il controllo in pochi secondi e Kyoko era ben consapevole di dover stare molto attenta.
- Non pensi di essere troppo presuntuoso a credere di essere l'unico con un passato complicato? Magari ciò che ho sopportato io non è paragonabile a ciò che avrai superato tu, ma sono fermamente convinta che il tuo atteggiamento di ora non sia giustificabile in nessun modo.-
Lo schiaffo giunse veloce e la guancia prese fuoco, ma Kyoko rimase impassibile. Jun era sconvolto, aveva abbandonato tutti i lineamenti che fino a quel momento l'avevano terrorizzata e ora era come trovarsi davanti ad un bambino capriccioso. Così decise di agire lei, spostò le lenzuola del letto e provò ad alzarsi, le era stato caldamente sconsigliato di fare sforzi, alzarsi poi era escluso almeno per qualche giorno e ora Kyoko era consapevole del perchè. Le gambe non rispondevano nel modo adeguato, ne possedevano abbastanza forza per sorreggerla, ma strinse i denti, affaticandosi e soffrendo, ma si alzò. Si sbilanciò leggermente verso destra e dovette appoggiarsi ad una delle macchine per evitare di cadere, ma pian piano si mise eretta e fiera di ciò che stava facendo.
- Che vuoi fare?-
- Dimostrarti che per quanto sia doloroso o difficile, per quanto sembri impossibile ci si deve rialzare sempre e in ogni circostanza. Bisogna stringere i denti e i pugni, piangere un pò e andare avanti, così ho fatto io e continuerò a fare. Voglio dimostrarti che posso essere degna di stare con Ren, che posso renderlo felice. Non sarò bella o forse per te non sarò mai all'altezza, ma sono determinata e questo è ciò che conta. Se lo ami come hai detto non dovrebbe renderti felice solo sapere che anche lui lo è?-
Quando le forze iniziarono ad abbandonarla e la vista prese ad offuscarsi si sbilanciò in avanti verso di lui. Un monitor cadde a terra e il rumore diede la spinta a Ren e agli altri di entrare. L'ispettore fu lesto e puntò la pistola contro il ragazzo intimandogli di lasciar cadere a terra l'arma, mentre Ren e Sho si avvicinarono cauti cercando di non farlo innervosire proprio ora che Kyoko era inerme tra le sue braccia.
- Ragazzo non rendere le cose ancora più complicate, butta a terra il coltello!- Serio e composto, l'ispettore cercò di convincerlo, ma si era reso conto che l'attenzione del ragazzo era rivolta solo ad una persona e, guardandolo di tralice, provò a capire se anche lui se ne fosse accorto.
Ren avanzò bloccando Fuwa, a cui ancora tremavano le mani, respirò profondamente e provò a recuperare quella lucidità che in quei giorni era volata via come i frutti di un dente di leone.
Con una Kyoko tra le braccia, ancora debole per lo sforzo, Jun si fece coraggio e puntandole il coltello alla gola intimò a tutti di rimanere fermi. Ren trasalì, ma qualcosa nel viso della compagna lo fece calmare. Kyoko non aveva perso la sua determinazione e non sembrava neanche spaventata, era come se con gli occhi lo stesse rassicurando e lui si fece forte di quel sentimento portando a termine la richiesta che la ragazza aveva espresso qualche ora prima.
Kyoko aveva raccontato tutto ciò che ricordava a lui, a Sho e all'ispettore, ma aveva anche chiesto a tutti un enorme favore. Voleva si parlare con Jun e comprenderlo, ma forse la cosa migliore per tutti era che il giovane si confrontasse con Ren e anche se lui non ne sembrava affatto intenzionato, ora Kyoko lo aveva messo alle strette.
- Non è con lei che devi riversare il tuo odio, ma contro di me.- Lo disse all'improvviso e Jun iniziò a tremare, Kyoko se ne rese conto, ma non si mosse. - Se ti ho fatto un torto in qualche modo o se ti ho deluso, io ti chiedo scusa.- Era delicato e supplichevole, mascherato dietro uno sguardo gentile e mite, ma era finto e Kyoko lo sapeva benissimo, per questo si spostò e lo rimproverò dapprima con lo sguardo, poi con le parole.
- Ren non fingere, non prenderlo in giro.-
Completamente spiazzato e confuso, Jun lasciò la presa sulla ragazza che si appoggiò al letto riuscendo a riprendere un regolare respiro. Fuwa si mosse rapido aggirando il letto e prendendola tra le braccia per allontanarla dall'aggressore.
- Kyoko mi ha detto che sei infatuato di me.-
- Non è un'infatuazione la mia, ma di certo non credevo che quel demonio potesse capire quello che provo.- La indicò con fervore, con ancora l'arma ben stretta nel pugno.
- Kyoko non è un demonio, io lo sono. Tu forse ammiri il Ren Tsuruga della televisione, ma io sono tutt'altro che quell'uomo. Dal primo momento che l'ho vista non ho fatto che stuzzicarla e infastidirla, poi ho iniziato a pensare che fosse mia e sono diventato geloso e possessivo, perdevo la testa ogni volta che la vedevo con qualcuno, se poi era Fuwa non riuscivo a trattenermi. Le facevo scontare i miei malumori e Kyoko si adoperava come una pazza per cercare di compiacermi e io ci avevo preso gusto arrivando persino ad approfittare del nostro ruolo come fratelli Hell, cercando di toccarla e di averla vicina il più possibile. Sono una persona orribile e violenta, ho nel cuore più oscurità di quella che tu pensi di avere nel tuo e per questo ti capisco, ma non posso in nessun modo accettare che tu le faccia del male. Per lei sono disposto a trattenermi, sono disposto a non farti del male nonostante la mia anima nera gridi con tutta se stessa, ma se oserai toccarla di nuovo, se oserai di nuovo metterla in pericolo, non sarò più capace di frenare la mia ira. Questo è il vero Ren.-
I tremori di Jun divennero impossibili da mascherare e il coltello gli cadde dalle mani rotolando sul pavimento accanto ai piedi di Fuwa, che prontamente lo scaraventarò il più lontano possibile dal giovane.
- Non è vero! Pensi che possa credere a simili bugie, che possa solo pensare che la persona buona e gentile che mi ha teso la mano quella sera sia così meschina! Mi hai aiutato nonostante ti sia venuto addosso, non ti sei arrabbiato al contrario ti sei preoccupato per me e mi hai anche fatto un complimento. Chi si comporterebbe così con una persona che neanche conosce? Sei stato gentile, non ti ricordi?-
No non lo ricordava assolutamente, Provò a riportare alla mente l'accaduto, ma non ci riuscì perchè infondo per lui era una cosa normale, mantenere le apparenze a qualsiasi costo, anche sembrare gentile quando magari dentro esplodeva di rabbia.
- Davvero hai dato importanza ad una sciocchezza simile?-
- Sho!- Kyoko provò a zittirlo, ma il cantante non aveva più intenzione di rimanere in disparte.
- No deve aprire gli occhi e capire. Siamo celebrità è normale comportarsi gentilmente con i fan e con le altre persone. La prima cosa che ci insegnano è sorridere anche se si è in lutto e tu davvero hai creduto che Tsuruga ti stesse trattando in modo speciale? Neanche davanti a questo vedi la realtà, neanche ora vedi che non è Tsuruga che si sta trattenendo, ma che è solo grazie a Kyoko che sei ancora in grado di reggerti sulle tue gambe?-
- Silenzio! Non è così! Che cos'ha lei di speciale che entrambi le state dietro come degli animaletti? Come fa a farsi amare in questo modo?-
- Kyoko ci conosce, ci vede come siamo e ci ama per come siamo ed è questo che la rende speciale. Mi dispiace Jun, ma anche se lei non fosse mai esistita io non ti avrei comunque notato ed è giunto il momento che tu...-
- No! - Gridò di nuovo e cadde in ginocchio, in quel momento l'ispettore, che per tutto il tempo non aveva mai abbassato la guardia, neanche quando ormai sembrava disarmato, si avvicinò e prendendolo per i polsi lo ammanettò. - Tu mi hai salvato la vita, almeno questo dovresti ricordarlo.-
- Io mi sono solo comportato come mi è stato insegnato, come è educazione fare. Ora mi ricordo di te, mi sono ricordato i tuoi occhi e del fatto che fossero davvero molto belli, ma ora non vedo che la persona che ha tentato di far del male alla donna che amo.-

In poco tempo la stanza si riempì di dottori e di ufficiali di polizia, Kyoko tornò a letto e si addormentò come una bambina, con accanto Ren e Sho. Per qualche giorno nessuno osò riportare a galla quegli avvenimenti, tentarono con tutto se stessi di vivere nel modo più semplice e normale possibile. Dovendo rimanere a letto e a riposo per ancora qualche tempo, la casa di Ren divenne affollata e viva. Mattiniero e sempre sorridente, Yashiro si presentava da loro con la colazione pronta e pieno di energie, sviolinava il programma del divo come se fosse una canzone e se doveva portarlo via da casa, era già pronto un sostituto che fosse Kanae, la signora Duruyama o persino lo stesso Shotaro. Arrivava baldanzoso e arrogante come al solito se in giro c'era Ren, ma stranamente si trasformava in apprensivo e scrupoloso se erano soli.
- Non credo tu abbai mangiato abbastanza.-
- Ho la nausea Sho, non posso proprio fare di meglio. Non hai da lavorare?-
- Sono libero fino alle cinque, poi tornerà Tsuruga. Ad ogni modo hai scelto?-
- No mi dispiace!- Si fece piccola e rotonda, come un pallone e si schermò dietro agli occhioni lacrimanti, non ci sarebbe mai riuscita da sola e di questo ne era certo persino Sho.
- Ti devi sposare per la miseria, almeno scegli un abito visto che non ti stai occupando di altro. Sai che molte donne vanno in depressione per colpa dei preparativi del matrimonio?-
- Il problema è che non ho idea, avrò il pancione e se invece di una sposa dovessi sembrare un cocomero metterei solo in imbarazzo Ren.-
- Non sarai un cocomero e non metterai in imbarazzo nessuno. Almeno scegli un tipo di abito che può piacerti, poi devi solo provarlo. Devi anche nominare un testimone e...-
- Voglio che sia tu!- Sho rimase a bocca aperta e il boccone che tentava in tutti i modi di mandar giu rimase bloccato dov'era.
- Non credi che sia più appropriato una ragazza, come la tua amica?-
- Voglio te e basta, non mi importa se è appropriato o meno. Sei la mia famiglia, litigi a parte e voglio condividerlo con te e voglio anche una canzone.-
- Ora ti stai allargando troppo, perchè dovrei dedicarti una canzone?-
- Perchè mi vuoi bene.-
Era vero e non poteva negarlo in nessun modo. Le aveva sempre voluto bene, anche quando si comportava da perfetto idiota, o si sfidavano o litigavano. Quel sentimento non era mai cambiato in tanti anni, era stato soppresso, ma mai mutato e la paura, anzi il terrore di perderla, lo aveva convinto a buttare via quella stupida maschera da idiota e a comportarsi finalmente come doveva, come un fratello.
Poi il telefono squillò, Shotaro corse a rispondere, lasciando la ragazza alle prese con i dépliant dei vestiti da sposa che continuamente lui le propinava. La voce all'altro capo del telefono era conosciuta e per un attimo dovette riflettere bene se passare l'apparecchio a Kyoko, poi cedette.
- L'ispettore. Vuole parlare con te.-
Kyoko prese il telefono e rispose allegra, finchè un leggero velo scuro non le coprì gli occhi. Dovette pensarci su, passarono minuti di silenzio che a Sho sembrarono anni e alla fine annuì.
- Cosa voleva da te.-
- Jun vuole parlare con me. Ho accettato.-

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Capitolo 16
*** 16. Un Nuovo Inizio ***


16. Un nuovo inizio

- Assolutamente no!- Lo ripeté nuovamente, convinto e deciso. Per nessuna ragione al mondo avrebbe permesso una cosa simile. - Mi sembra di aver gia rischiato abbastanza in ospedale, non permetterò che tu vada da lui nelle tue condizioni.-
- Questa volta è diverso. Non avremo alcun tipo di contatto e non saremo soli.-
- Perchè ci vuoi andare?- Da quando era rientrato e Sho gli aveva raccontato ciò che era successo, non aveva smesso di rimproverarla, ma Kyoko aveva preso la sua decisione e non si sarebbe tirata indietro. - I medici hanno detto che devi rimanere a riposo, non ti devi ne agitare ne stancare. Questo incontro ti porterà solo ad accumulare uno stress non necessario.-
- Mi stai proteggendo e di questo te ne sono grata, ma voglio farlo. Voglio andare da lui e sentire cosa ha da dirmi. Voglio assolutamente farlo, poi ti prometto che starò buona e tranquilla a casa, come vuoi tu.-
- Io voglio che tu stia bene.-
- Ma sto bene Ren, non potrei chiedere di meglio. Certo potrei lavorare un pò, ma ho ancora tutto il tempo del mondo per recuperare.-
Ren era perfettamente consapevole di essere diventato estremamente protettivo e era conscio di averla chiusa in casa con la scusa della gravidanza, ma la verità, pura e semplice, era la paura. Ren era semplicemente terrorizzato che potesse accaderle di nuovo qualcosa per colpa sua.
Si chiuse in un mesto silenzio, analizzando per l'ennesima volta tutta quella situazione e non riuscendo a non sentirsi colpevole o manchevole. Non era stato un buon compagno e di questo ne era fermamente convinto.
Kyoko sapeva perfettamente cosa stava elaborando la mente dell'attore, era a conoscenza di quei tumulti che lo stavano affliggendo, ma non era mai riuscita, neanche con la più dolce delle parole, a fargli cambiare idea, infine Ren sembrò riprendersi, la guardò dritta negli occhi e prese la sua decisione.
- Va bene, ma ci sarò anche io.-



Seduta ed agitata, continuava a sfregarsi le mani, che ormai erano rosse e sudate, mentre Ren, al suo fianco, era serio e contrito. L'ispettore li aveva accolti sorridendo, congratulandosi con la ragazza per essersi ripresa così in fretta. Kyoko si rese conto che quell'uomo, conosciuto in un momento così difficile della sua vita, era davvero felice per lei e per un attimo riuscì a vedere l'uomo dietro la maschera dell'agente di polizia.
- Ti vedo agitata.- Lo disse gentilmente, ma Kyoko trasalì. Nonostante avesse detto, anche fino a poco prima, di essere tranquilla, non lo era affatto. Non era stata brava a gestire il loro ultimo incontro, di questo ne era conscia, quindi ora non sapeva cosa aspettarsi, ne da lui ne tanto meno da lei. - Abbia, per così dire, esaudito la richiesta del ragazzo, per un motivo ben preciso.-
- E' successo qualcosa di grave vero?-
- Si sta lasciando morire di fame ormai. Non mangia da giorni e se continua così saremo costretti a chiuderlo in un ospedale di igiene mentale.-
- Non dovremo preoccuparci noi di queste cose.- Ren rispose deciso, infastidito del fatto che quell'uomo sembrasse tanto preoccupato per quello che si era dimostrato un pazzo e, nonostante l'occhiataccia di Kyoko, non cedette. - Forse è in un posto del genere che deve stare.-
- Capisco che non vogliate più averci a che fare, ma Takagi ha chiesto della signorina Kyoko molte volte e guardandolo ho pensato che, forse, farli incontrare avrebbe risparmiato molte altre sofferenze a quel ragazzo.-
Così Kyoko volle sapere, chinando la testa e chiedendolo cortesemente, si fece raccontare il passato di quel ragazzo e pianse. Versò così tante lacrime che pensò di prosciugarsi. Singhiozzò come una bambina e si diede della sciocca, perchè lei conosceva cosa si provava ad essere abbandonati, ad essere lasciati indietro senza un appiglio e non era stata in grado di capirlo.
- Fatemi parlare con lui.-
Dopo qualche lamentela sul voler o meno che Kyoko incontrasse Jun da sola, aveva vinto. L'ispettore l'aveva accompagnata in un'altra stanza e fatta sedere. A dividerla da ragazzo delle grosse e robuste sbarre di ferro che laceravano la stanza a metà come i denti di uno squalo. Rimase sola soltanto per qualche secondo, finchè una porta, dall'altra parte delle sbarre non si aprì e un ufficiale non accompagnò dentro Jun.
Kyoko stentò a riconoscerlo, magro e smunto, il giovane aveva perso tutti quei lineamenti che fin dall'inizio l'avevano colpita, gli occhi erano incavati e spenti, la bocca screpolata e in alcuni punti tagliata. Lo fecero sedere e mai, neanche per errore, Jun riuscì ad alzare lo sguardo verso di lei.
Scese il silenzio e Kyoko sentì il suo cuore divenire pesante e farle quasi male. Aveva avuto paura di lui, ne era stata terrorizzata, eppure in quel momento, vedendolo così piccolo ed indifeso, fu pervasa dal desiderio di regalare a quel ragazzo un abbraccio.
- Sei venuta davvero.-
Persino la voce era irriconoscibile, se Kyoko non lo avesse visto muovere le labbra, non avrebbe mai detto che quella fosse la sua voce.
- Non appena mi hanno chiamato.-
- Io...- si morse le labbra cercando di finire la frase, così Kyoko scattò per prima, pervasa da una preoccupazione che non credeva di poter provare. Si alzò avvicinandosi alle sbarre e provando ad allungare la mano verso di lui. La'gente dietro Jun si mosse per evitare il contatto, ma quando Kyoko lo fissò dritto negli occhi, con una determinazione tale da farlo tremare, si ritrasse d'istinto.
- Se fai così ti ferirai ancora di più.-
Se l'agente si era fermato, Ren al contrario, che aveva osservato tutto da una camera adiacente, non era riuscito a bloccare le proprie gambe ed era entrato di colpo nella stanza. Piombando come un tornado era riuscito a far alzare lo sguardo a Jun che non appena si era reso conto della persona che aveva davanti, si era ritirato come una lumaca nel proprio guscio, cadendo dalla sedia e coprendosi il viso con le mani.
- Allontanati da li Kyoko!- Lo aveva gridato e la ragazza aveva ritratto la mano, completamente sconcertata dalla reazione di Jun, che ora piangeva e cercava la guardia implorandolo di riportarlo in cella.
Chi avevano davanti? Chi era davvero Jun?
Non era nulla di tutto ciò che loro avevano mai creduto o semplicemente pensato, Jun era esattamente la persona che ora avevano davanti. Un bambino spaventato e offeso dal mondo, che ora non voleva farsi vedere dalla persona che aveva sempre innalzato a suo angelo protettore.
- Non voglio che mi veda così, ti prego portami via!- Lo gridò, aggrappandosi ai pantaloni della guardia e l'ufficiale, non vedendo reazioni da parte dei due ospiti decise di accontentarlo. Lo prese per un braccio e lo tirò su come un fuscello, tanto era leggero, e fece per andarsene, ma la voce di Kyoko lo fermò chiedendo ancora qualche minuto.
- So che non stai mangiando. So che rifiuti ogni aiuto e non ti lascerò andar via finchè non mi dirai il perchè.- Jun non diede segni di volersi calmare, ma la guardia concesse a Kyoko quei minuti che le sarebbero serviti per raggiungerlo in qualche modo. - Non ti piace forse? Sai anche Ren non mangia regolarmente, se non lo controllo rischia di non mangiare nulla per un giorno intero.- Kyoko allungò di nuovo la mano oltre le sbarre e stavolta chiese anche a Ren di avvicinarsi. L'attore, sebbene faticasse a comprendere, eseguì la richiesta e poggiò la mano contro una della sbarre rimanendo in attesa. - Ho saputo di te, di ciò che hai passato e ho capito molte cose. Anche io sono stata lasciata indietro da mia madre e poi dalla persona che amavo più di me stessa. So che significa essere traditi, ma so anche cosa si prova a rialzarsi e ricominciare tutto da capo. Dimmi Jun, perchè mi hai chiesto di venire qui oggi?- Inizialmente non ebbe risposta, ma lentamente Jun iniziò a calmarsi così Kyoko ricevette la spinta a continuare. - Volevi farmi del male?- Jun mosse solo la testa in segno negativo, ma non si voltò. - Volevi vedere Ren?- Negò di nuovo, ma questa volta provò a muoversi e Kyoko riuscì di nuovo a vederlo in viso. - Volevi sapere se stavo bene?- Si morse le labbra, deglutì e serrò i pugni. - Volevi chiedermi scusa?-
- L'ispettore mi ha detto che...- deglutì di nuovo, come se avesse la gola secca e faticò a riprendere il discorso, ma rimasero entrambi in ascolto e persino Ren, che fin ora non aveva mai mostrato un volto gentile, addolcì i suoi lineamenti, - ...che aspetti un bambino.-
- Si è vero.-
- E sta bene?-
- Si stiamo entrambi bene. Dimmi una cosa, se avessi saputo che ero incinta, ti saresti comportato allo stesso modo, mi avresti aggredita ugualmente?-
Non poteva esserne sicura, aveva azzardato dal primo istante, ma finalmente aveva avuto la conferma. Per quanto si fosse sforzata non riusciva in alcun modo ad odiarlo, non avrebbe mai potuto provare rancore per quel ragazzino che ora piangeva come un neonato e si era avvicinato a lei chiedendole scusa così tante volte da farle perdere il conto. Jun non la stava toccando, ma Kyoko aveva avvicinato la mano al viso del ragazzo e lentamente lo aveva accarezzato, bagnandosi di quelle lacrime che neanche Ren, da attore veterano, avrebbe potuto riprodurre.
- Mi dispiace per quello che ho fatto, mi dispiace tanto. Ho sbagliato e pensare che avrei potuto far del male ad un bambino io... non riesco proprio a perdonarmelo.-
- Tutti commettiamo degli errori.- Fu Ren a prendere la parola. Si avvicinò a lui con la mano e provò a toccarlo. Jun si ritrasse, ma Ren non cedette. Lui che più di tutti avrebbe dovuto capirlo, si era comportato da ipocrita e da sciocco. Lui con un passato nero come la pece, si era fatto paladino della giustizia giustificando la sua rabbia in tutti i modi, quando invece avrebbe dovuto comprendere. Lui che sapeva cosa significava vedere la vita di qualcuno che scivola via dal corpo, proprio come le lacrime di un scivolavano via dai suoi occhi, ancora una volta si era lasciato surclassare dalla proprie emozioni. - Tutti sbagliamo, ma pochi comprendono i propri errori. Sei stato divorato dalla gelosia e questo forse la colpa di tutto questo è solo mia. Se sei davvero dispiaciuto per ciò che è accaduto, forse quello da biasimare sono proprio io che non riuscivo a vedere oltre la rabbia.-
- Tu sei il mio angelo. Quando ho saputo che avresti avuto un figlio ho pensato che quel bambino sarebbe stato il più felice del mondo e mi sono pentito così tanto da voler morire. Avrei privato una vita di tutte quelle gioie che io ho sempre desiderato, di quell'affetto che ho sempre agognato. Non mi ero reso conto del dolore che ti stavo infliggendo, io credevo solo che tu non fossi felice, che ti stessero ingannando.-
- Mi stavi proteggendo.-
Continuò a piangere per tanto tempo, mentre Ren lo abbracciava, anche se infastidito dalle sbarre. Come riuscisse quella piccola e testarda donna e tirar fuori la verità dalle persone, per Ren era un mistero, ma proprio per questo, non riusciva a smettere di amarla.
Kyoko volle rimanere ancora un pò con Jun, riuscendo a convincerlo a mangiare di nuovo. Quando lasciò la stanza intravide Ren e l'ispettore che conversavano e si avvicinò a loro.
- Vorrei fargli visita regolarmente, portargli da mangiare se posso.-
- Mi dispiace, ma Jun verrà trasferito molto presto. La condanna è stata emessa a dieci anni di reclusione, ma nelle condizioni in cui era non avrebbe retto molto. Vi ho fatto venire qui nella speranza che riacquistasse quel piccolo barlume di vita, che gli desse la possibilità di farlo ricominciare da zero una volta fuori, ma credo che la cosa migliore per lui ora sia lasciarsi alle spalle voi e tutto il dolore che ha sopportato fin ora.-

Così fu. A Kyoko non venne data la possibilità di sapere dove lo avrebbero trasferito e non ebbe più sue notizie.
Con il passare dei giorni la sua vita divenne frenetica. Il matrimonio e la gravidanza non erano le sole cose di cui doveva occuparsi, ma ormai era diventata routine. Aveva dovuto abbandonare il ruolo di Yumika, anche se la produzione aveva subito enormi ritardi, ma nel mentre Yashiro era stato sommerso dalle richieste più svariate, dalle interviste alle pubblicità, fino a qualche partecipazione in alcuni drama, anche se in ruoli minori.
Ormai i mesi erano passati e la pancia prominente era impossibile da nascondere. Il matrimonio era stato nuovamente rimandato, l'agenzia non era riuscita a trovare il tempo per organizzare quello che il capo chiamava da mesi "il matrimonio più invidiato del Giappone", non c'era mai o la temperatura giusta o le condizioni adatte e i due attori erano sempre impegnati. Così di comune accordo avevano deciso di aspettare e organizzare il tutto dopo il parto.
- Sei pronta?-
Kyoko si voltò verso Ren e sorrise, si era pronta. Si avviò verso la porta, mentre Ren le prendeva il soprabito. Si fermò guardandosi allo specchio dell'entrata, era gonfia e stanca, quasi irriconoscibile, ma era bella e Ren la trovava stupenda, poi spostò lo sguardo verso un biglietto appeso contro lo specchio e sorrise. Lo aveva ricevuto un paio di settimane prima e leggendolo aveva pianto per un pò, decidendo alla fine di appenderlo li e non dimenticarlo mai.

"Tanti auguri! Donate a questa piccola vita tutto quello che di cui un bambino ha bisogno, ma non dimenticate mai di abbracciarlo, tutti i giorni, anche quando vi sembrerà troppo grande, abbracciatelo sempre.
Grazie per averlo fatto con me.
Jun"

Sorrise e uscì, presto non sarebbero stati più in due ma in tre e i neo genitori morivano dal desiderio di salutarlo e donargli il primo abbraccio della sua vita.

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