insane

di darksnjss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** dregs of society ***
Capitolo 2: *** Miss & Mr ***
Capitolo 3: *** A flood of blood. ***



Capitolo 1
*** dregs of society ***


-Cosa faremo quando la linea di tempo che delimita la nostra esistenza si spezzerà? Quale sarà l'ultima immagine che questa nuvola di oscurità ti proietterà davanti a gli occhi ormai ciechi e corrotti dalla superficialità?-


Nash fece un ghigno, come per farmi intendere che per una volta in tutto ciò che è stato il nostro legame, per non dire rapporto, non era in vena di rispondere a le mie ormai futili e ignorate domande semi-filosofiche, che gli ingranaggi della mia mente creano come un turbinio senza sosta.

Sospira, mettendo in mostra quei pochi muscoli di cui senza mai essermi mai spiegata il perché, ne va tanto fiero.

Lascia che un ondata di fumo inebriasse i suoi sporchi polmoni e impregnasse l'aria già uccisa dal sudiciume della città.

 

-A volte mi chiedo cosa mi spinga a sopportarti.

Vorrei sapere per quale motivo mi sono ritrovato tanto disperato da non averti già abbandonata a qualche estraneo voglioso di donna facile-

 

Amo il suo modo rude e, allo stesso tempo odio quel suo sorriso malizioso, che spunta dopo ogni suo intervento meschino.

 

-Allora non sono sola nel gruppo dei disperati senza speranza; quasi quasi mi consolo-

Eccolo.

Cazzo.

È perfetto.

Dovrei seriamente smetterla di fissarlo altrimenti mi torturerà con quegli occhi color ghiaccio che mi fanno finire in un mondo tutt'altro che reale e magnifico.

 

-Smettila di fissarmi, altrimenti ti innamorerai di me. Non sono bravo a troncare le relazioni, non avendone. Poi mi servi: Chi mi procura il meglio nei momenti di deliro senza di te?-

-Ti piacerebbe vero? Avere uno stormo di galline in calore dietro al tuo culo scolpito?-

-Allora l'hai guardato per bene o sbaglio?-

 

Altro sospiro.


Non ho mai trovato nessuno che risultasse così affascinante e così crudele allo stesso tempo.

Del resto, Nash è stata l'unica persona che mi ha salvata dal baratro della depressione, della droga e dei brutti incontri, i quali, tuttavia, non vengono a mancare tuttora.

 

Non credo di amarlo, ma il modo in cui con un solo sguardo riesce ad attraversare tutta l'aurea della mia essenza rende tutto più difficile.

Non posso amarlo.

Sarebbe come amare il proprio fratello: Totalmente sbagliato.

 

-Come è andata a finire con la bionda ossigenata alias culo moscio?-

 

Sporca gelosia.

 

-Gelosa Hills?- domanda infatti, un nuovo ghigno a deformargli le labbra, schernendomi.

 

-Si come un ubriaco può esserlo della propria bottiglia scolata-

 

-Non voglio dover farti dimenticare tutto nel peggiore dei modi dolcezza, perciò torna in te.-

 

-Perché non vai a sgonfiarti in qualche dolce donzella da i facili costumi al posto di scaricare su di me le tue necrosi?- Sbotto di colpo.

Forse ho esagerato.

 

Lo vedo spiaccicare con il piede il mozzicone di una sigaretta trovato poco prima a terra e riaccesa come di sua abitudine.

Cerca di trovare un equilibrio che non lo faccia sbattere contro ogni muro del quartiere, cosa assai facile per un essere umano di media sanità mentale, ma non di altrettanta per un diciottenne perennemente ubriaco e imbarcato di chissà quali sostanze.

 

Mi ritrovo di nuovo a fissare il suo viso, miscuglio quasi improponibile di contraddizioni:

Scolpito ma dolce, duro ma lieve, cupo ma fiducioso.

 

Odio il modo in cui si sta lentamente uccidendo.

 

Il modo in cui cerca di dimenticare chi possa anche solo sfumatamente essere il piccolo e dolce Nash.

Il modo in cui riempie il suo corpo di demoni materiali per sconfiggere quelli emotivi, creati da un tale cupo subconscio.

 

-Inizi a spaventarmi sai?-

 

Di nuovo.

Devo sinceramente smetterla.

Mi farò del male.

 

-Quali sono i piani per oggi?- Cerco di cambiare argomento, per non risultare del tutto ridicola.

 

-Non devo per forza dirti tutto non credi?-

 

-Venderemo qualcosa vero?

 Voglio saperlo prima se dovrò esibirmi in qualche spogliarello pur di raccattare mezzo dollaro-

 

Odio quando assume la maschera del superficiale.

Vorrei tirargli un pugno in pieno volto, rischiando, però di rovinare uno dei pochi strumenti a nostra disposizione.

 

-Nessuno spogliarello o scandalo sociale, perciò cerca di rilassarti, che tesa non mi servi a nulla.

Ho bisogno che tu sfoggia le tue migliori capacità relazionali o, che per lo meno, tu ci provi-

 

-Non sono brava a farmi degli amici. Lo sai.-

 

-Certo che lo so stronza; altrimenti perché ti ritroveresti abbandonata persino da dio se non fossi uno scarto dell’umanità?-


Mi chiedo seriamente perché continuo a stare vicino a questa vittima dell’inferno; cosa ottengo da lui, oltre che un marea di provocazioni e insulti?

Per quale motivo il mio corpo non tollera il suo abbandono, quando ha sopportato quello di persone fin troppo legate?

 

Forse, troverò una risposta, solo quando sarà lui a non sopportare più il continuo peso della mia sofferenza attaccato alle sue palle, già pesanti.

 

-Sei la mia ancora di salvezza lo sai?-

Sono sempre stata troppo impulsiva.

Nash non sopporta gli impulsivi, preferisce il silenzio.

 

-Guardando i tuoi polsi- sbotta -Devo essere affondata per bene-

 

Paralizzata.

Sono semplicemente scioccata, con il sangue raggelato e l’incapacità di movimento.

Non credevo avesse notato i nuovi amichetti, nascosti per bene dalla benda, o così credevo che fossero.

 

-Sono ancora qui e credo basti per uno ‘scarto dell’ umanità’, o sbaglio?-

 

Da dove esce tutto questo coraggio assieme?

A quanto pare l’ultima pasticca ha fatto più effetto di quanto avrebbe dovuto, e, contando il fatto che sia stato Nash a procurarmela, non credo che avrò ancora modo di anche solo vederne una.

 

-Ti fidi di me?- sospira; come se non volesse che nessuno oltre a me sentisse quelle dolci ma sconosciute parole alla sua bocca, solitamente sporca e rude.

Ha paura.

Non ha mai esternato nulla.

 

-Come non potrei?-

-Allora vieni con me-

 

Non sono io a seguirlo, ma è il mio corpo che riesce per qualche forza a me sconosciuta a trascinarsi senza alcun aiuto verso la ‘sua’ auto, o meglio, rottame fregato a qualche vecchio, troppo legato agli anni della gioventù per considerarlo spazzatura.

 

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Capitolo 2
*** Miss & Mr ***


-Guarda un po’ chi si rivede: il famigerato e tanto temuto Nash Wood. Cosa porta uno scapolo ambito del genere nei bassi fondi?-

Devo ammettere che non è niente male.

-Non ho tempo per prendere un tè con voi coglioni, ho bisogno di soldi-
-Di certo presentarci quello zuccherino che porti a spasso come un cucciolo indifeso potrebbe svuotarci le tasche-

Sono in queste situazioni che vorrei ritrovarmi un pene li sotto.
Perché per gli uomini, essere ragazza significa necessariamente essere una briciola di pane data in pasto ai piccioni del Central Park?

-Lei è..-
-Destiny Hills, nota come Ronnie, nel caso in cui vi stiate chiedendo dove abbiate  già sentito il mio nome-

Ammetto che presentarmi è sempre un piacere: bocche spalancate, occhiate maliziose che rastrellano ogni mia curva, posta al punto giusto, e per finire, la giusta dose di ammirazione.

-Quale onore. Permette a me e al ‘mio gruppo di coglioni’ di presentarci Miss Hills?-

Imita un inchino, lasciando travedere le due colombe sul petto.
Ricci indomabili, occhi tendenti al verde e al grigio, fossette ingannatorie e un tocco di finta innocenza che non guasta mai.

-Sono tutta orecchie Mr?-
-Devis. Edward Devis, noto come Haz nel caso in cui vi stiate chiedendo chi potesse essere un esemplare tanto ammaliabile-

Niente male, niente male davvero. Sorrido, incapace di trattenere una lieve risata alla presentazione per niente banale o solita ad uno spacciatore di un taglio così patetico. Noto la mascella di Grier tendersi, alla futile ma non omicida battuta del ragazzo, visto quasi come un avversario. Se non fossi quella che sono e se non lo conoscessi quanto ciò che sta sotto le mie mutande, potrei scorgere della gelosia in quel suo gesto impulsivo.

Rido di nuovo per l’ultimo dei tanti pensieri sciocchi e rivoltanti che passano per la mia testa bacata.

-Terra chiama Hills!-
-Come scusa?-
-Cristo Ron riesci a stare sul pianeta della normalità per soli 5 minuti? So che da una sfigata del tuo calibro, chiedo troppo ma impegnati, se non vuoi doverti togliere qualche vestito-
Decido di ignorarlo, perché rispondere, vorrebbe dire reggere il suo gioco.
Non posso dargliela vinta; non questa volta.

-Allora Ed, cosa ne dici se una volta concluso l’affare, la provassimo assieme? Tanto per essere sicuro di non esserti beccato un inculata-
-Piccola, non sono io che mi beccherò un’inculata se vai avanti a stuzzicarmi in questo modo-

Ammetto che il suo scorrere la lingua lungo il labbra, rende l’ambiente troppo caldo per la mia già leggera giacca di jeans strappata.

A questo punto vorrei seriamente capire cosa diamine mi stia succedendo.

-La vuoi la dose o pensi di continuare a importunare ragazze che non stanno a guardare nemmeno la tua faccia da cazzo, talmente fai pena?-

Io sarò pure stupida e fantasiosa, ma l’aria che mi circonda trasporta la parola gelosia come in un dolce ma viziato valzer. Lui mi ha sempre considerato una nullità, perciò non capisco il motivo di tanta rabbia nei confronti di qualcuno che pone attenzione nei miei confronti, solitamente invisibili in sua presenza.

-Certo che accetto Wood-
-Sicuro di reggere i postumi? Insomma passare da latte e biscotti a cocaina non è da tutti-
1 a o per Wood gente.
-Finiamola qui-

-Sono trecento a dose, tre e cinquanta per averci provato con la mia ragazza-

Cosa?

Cosa ha appena detto?

Nash stronzo Wood ha appena detto ‘mia ragazza’?

Seriamente quelle sue labbra perfette hanno lasciato sfuggire questo?

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Capitolo 3
*** A flood of blood. ***


Il mio equilibrio instabile è deceduto cazzo.

Come ha potuto dire quello che ha detto con tutta la tranquillità di questo mondo?

Come ha solo avuto il coraggio di far sembrare un elemento importante e grande come questo, qualcosa di assolutamente neutrale e abituale?

Ma soprattutto, perché ha dovuto colpirmi duramente con quelle poche ma taglienti parole, pur sapendo, cosa il mio futile ed illuso cuore prova per lui?

O per lo meno che cerca di combattere senza risultati come una bulimica non può respingere il desiderio infiammante di ficcarsi due dita in gola.

Torniamo verso l’automobile- il rottame- in silenzio, scena alquanto vicina al solito, se non fosse per la nube di imbarazzo che ricopre chiaramente il mio volto.  Eppure deve avere qualcosa da dirmi porca troia; insomma non può far finta che non sia successo niente davanti al riccio.
-Lo so a cosa stai pensando Ron-
-Davvero?-
-La tua testa piena di psicofarmaci e imbottita di puttanate ti sta illudendo di avere una minima possibilità con me. Pensi che io non ti veda come un cane solo e privo di qualche speranza di rinascita. Immagini di essere quel che cerco per avere 4 figli, due cani e un pesce rosso-

Non  sono in grado di rispondere, perché in fondo un cenno di verità in quella sua esagerazione, a mio mal grado c’è.
Preferisco lasciarlo finire, lasciare che tutta la sua rabbia repressa esca come una tempesta incontrollabile, durante la quale mi ritrovo senza riparo.

-Io ti odio e speravo l’avessi capito a questo punto. Sei solamente un peso per il mio corso, ma ti sopporto perché altrimenti ti avrebbero già ritrovata in qualche motel con una siringa nel braccio-

Lui mi odia.

Tra tutti i commenti alquanto duri, caratteristici di ciò che è Nash Wood, ammetto che questo è il peggiore.

Non ha mai detto esplicitamente di odiarmi, pur pensandolo a quanto pare.

Significa che per tutto il tempo durante il quale sfioravo il limite tra vita e morte, lui si è tenuto dentro tutto questo disprezzo nei miei confronti.
Paradossalmente, devo ringraziarlo per questo e non c’è cosa più sconosciuta del sentimento che mi provoca tutto questo.

-Non c’è molto da riflettere non credi? Mi sarei aspettato un fottiti tempo fa sinceramente-

So che è una pazzia, e significa sbattere contro un muro di pietra, ma non posso non trovare affascinante il suo lato curioso e confuso.

-Puoi accompagnarmi da Edmund?-
-Pensi che la cosa mi faccia innervosire?-
-Effettivamente si, vista l’aggressività con cui stringi quella merda di volante-

Si ferma di colpo, facendomi sbattere la testa contro il vetro anteriore.

-Senti puttana, se non fosse per me non saresti nemmeno in mezzo a questa merda, perciò chiudi quella cazzo di bocca chiaro?-

Ho la vista annebbiata dal sangue che scende lungo la mia fronte, ricordandomi un fiume disperato nel suo corso. A stento percepisco la voce possente di Nash, il quale probabilmente è troppo occupato a urlarmi addosso per rendersi conto del mio stato di stordimento.
Cerco di toccarlo, in quanto potrebbe essere l’ultimo gesto prima di raggiungere finalmente l’eterno riposo.

Sento il pavimento dell’auto scivolarmi da sotto i piedi.

Vedo nero.

Ora bianco.

Ora di nuovo nero.

Il color ghiaccio forte degli occhi di Nash mi sono sfuggiti dalla vista.

Non ho fiato e respiro a stento.

Addio Nash.
Ti amo.
Mi dispiace che l’inferno se la sia presa con te.
L’ultima cosa che posso scorgere è lo sguardo scioccato e scocciato di Wood, mentre a poco a poco smetto del tutto di percepire il ruggente rumore cittadino che normalmente mi assale.
 
 

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