Dirty White

di Richard parker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Erunt novissimi primi ***
Capitolo 2: *** Actus Virtutis ***



Capitolo 1
*** Erunt novissimi primi ***


Era una fredda Domenica di pieno inverno, le strade bianche e vuote - chiaramente per l'orario - imbastite di luci colorate,risalenti al natale passato, e che chiaramenete il  nesso si era scordato di mandare un operaio per rimoverle . Erano state messe per rispetto delle poche persone che credevano ancora in qualcosa, in "Dio". Una volta anche io credevo in un "Dio" ma tutti dicono che "Dio" c'è sempre nel momento del bisogno, che non ti abbandona mai, e tante altre sciocchezze. Per me non è stato così. Circa un anno fà, è morto mio fratello, Hunter. Aveva solo 19 anni, lui come me, non aveva ancora conosciuto le vera bellezza della vita, era troppo giovane per morire.                                                                      
Ero a metà strada tra la piazza e casa dei miei genitori - che non distano molto - e per un momento ,una serie di fattori mi ricordarono il giorno della morte di mio fratello. Mi girai, con un lento movimento del collo e guardai dietro di me la strada che avevo fatto. La Domenica ero solita andare da zio Alfred che è il fratello di mia madre, per il solito " pranzo domenicale " che si svolgeva sempre, dico sempre, alla stessa maniera : i saluti, la seduta a tavola, il cin cin sempre con lo stesso augurio " Brindiamo in onore della nostra splenida famiglia, e alla nostra, e vostra salute ", lo stesso menù, gli stessi discorsi, le stesse noiosissime persone. Era tutto uno schema da seguire la Domenica. Quindi se avessi tardato all'arrivo a casa di zio Alfred, con una scusa plausibile ,sarei comunque riuscita a fare qualcosa di diverso, e a ritardare il noiosissimo pranzo.
                                                                                                                                                                 Il cimitero non era molto lontano e dato che erano due giorni che non cambiavo i fiori, decisi di andare a trovare mio fratello. Ripercosi i miei stessi passi finquando non arivai al cimitero, i cancelli in ferro erano aperti, il custode era un uomo anziano dai capelli brizzolati e dal fisico minuto, mi chiesi se quell'uomo mangiasse perchè, non aveva la cera di una persona normale. Mi addentrai nell'area dei "Giovani morti" e man mano osservai tutte le tombe dei ragazzi, lasciando su ognugna qualche fiore bianco .
 - Ciao fratello - dissi arrivata alla sua tomba,come se lui potesse sentirmi e poi rispondermi con la sua aria scherzosa, com'era solito fare " Non chiamarmi fratello, sai il mio nome vero? ".   
   - Giornata fredda oggi ? - continuai inginocchiandomi per posare il mazzolino di fiori sulla lapide. Anora una volta osservai il caldo sorriso che gentilmente mi porgeva Hunter ogni volta che  lo guardavo con le lacrime agli occhi. L'aveva scelta io la foto della lapide, affinchè chiunque passi ,possa immagginarselo per come era, un ragazzo gioiso, scherzoso e innamorato della vita. Levando un pò di neve bianca dalla lapide mi accorsi che dietro, essa,  nascondeva il corpo rigido e rannicchiato di una ragazza dai capelli rossi. Era Mery, la ragazza il cui l' amore per mio fratello non era ricambiato. Ricordo la prima volta in cui la vidi, era il funerale di mio fratello, mi cadde tra le braccia, distrutta dal dolore e con gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Era irriconoscibile, stranamente il rosso dei suo capelli era come se avesse perso il suo vigore, e il suo fisico era ancora più secco di prima , dava l'impressione di una persona che non mangiava da giorni.               
-Ciao-. le dissi accovacciandomi accanto al suo corpo.
- Ciao -. mi rispose con un filo di voce 
- Ma sei matta? - le chiesi osservando la sua pelle rigida e le sue mani tremolanti - tu stai gelando! - mi levai la sciarpa di lana che avevo al collo ,la aprii, e gliela misi addosso - così ti prenderai un accidenti! -.
- Sei così gentile - mi disse facendosi paonazza in viso - Come lo era lui - concluse
- Mery,ti prego! Ascoltami devi andartene da qui - le dissi premurosamente                                     
-Non posso - mi sussurrò lei 
-Oh! Mery! - urlai - Ti devi rendere conto, questa è la realtà, Hunter è morto, M-O-R-T-O! - le urlai scandendo bene le parole , incurante dei suoi sentimenti. Mi pentii subito di quel che avevo fatto,ero stato troppo dura con lei, non dovevo rivolgermi così.  
- Non puoi dirmi cosa devo, o non devo fare , la mia vita non ha più senso senza di lui, preferisco morire accanto a lui, che farne a meno, non ci sono riusciti gli altri, e non sarai, certo tu a farmi cambiare idea - le sue parole mi avevano davvero lasciata sconvolta,era impensabile che lei potesse, anche solo minimamente proggettare a 18 anni la sua morte in una maniera così sciocca e incosciente, quando c'è chi, che come mio fratello non avrebbe mai rinunciato alla sua vita, lui amava la vita, amava ogni amarezza e ogni lato positivo di essa.                                        
- Fai come vuoi - dissi girandole le spalle e andandomene infuriata,ma fui fermata dalla sua esile voce                                                                                                                
- Ah...Rose - . -La sciarpa-  disse levandosela di dosso
- Tienila - le dissi accarezzandole i suoi capelli ribelli - serve più a te che a me -.                                                           
Ritornai a casa, i miei genitori e i nonni erano già pronti per andare da zio Alfred, mancavo solo io all'appello.  Ci mettemmo in macchina, mia madre e mio padre seduti ai posti anteriori del veicolo e io e i miei nonni ai sedili posteriori. 
Zio Alfred era una persona alquanto strana, aveva due figli , che sono i miei cugini: Clavdius, più comunemente chiamato Clav e Hamabel più comunemente chiamato Hamm. Lavoravano entrambi come "guardie" della città perchè, per loro fortuna entrambi erano dotati di una corporatura massiccia. Della famiglia Gray sono la più piccola e questo non è certo un vantaggio, anzi. Venivo continuamente presa in giro e schernita per la mia "innocenza" e la mia "purezza d'animo", ma soprattutto perchè ero l'unica nipote femmina. Questo, però credo che per certi versi sia anche un vantaggio, mia nonna fin da quando ero piccola, mi ha sempre coccolata e trattata come se io fossi una delle sue figlie, mi ha anche insegnato parecchie cose : ovvero cucire all'uncinetto, cucinare , mi ha anche insegnato un vecchio gioco praticato nella vecchia  Inghilterra chiamato "Badminton".                                                
Ritornando a zio Alfred. Lui è una persona molto strana, un'artista mancato. Tanto strano, da abitare in una villa ai confini di un bosco. Arrivammo e come al solito la moglie di zio Alfred: Marizza; Ci accolse con il suo solito  falso sorrisetto crudele e mi avvertì subito che i miei cugini erano in giardino e che stavano per andare a caccia. 
- Dove state andando? - chiesi scendendo gli scalini del giardino 
- A caccia , cuginetta- rispose crudelmente Clavdius - non è per le donne, ti potresti sporcare la gonnellina  -.
-  Lo prendo come un invito - esclamai, Clavdius azzardò una risata di scherno, come se non avesse alcun rispetto di me.
- Fai così anche con le povere persone? - gli chiesi con il preciso scopo di sfidarlo e farlo infuriare - Quando vai a pignorare nelle loro case perchè non hanno soldi per pagare le tasse? feci una breve pausa - tu gli levi anche il pane dalla bocca. se necessario , gli ridi in faccia come stai facendo con me ora? - Clavdius inclinò la testa e mi sorrise acidamente
- Cacci  le unghie? -  
- Esat... - non feci in tempo per terminare che fui interrotta dalla voce calma e vellutata di Hamabel , il fratello maggiore dei due-.
- Basta voi due... se Rose vuole venire, sarà la benvenuta - disse baciandomi la mano come un galantuomo, ma non capisco perchè da poco tempo a questa parte, è come se io non fossi una sua parente, troppa formalità! - Oh...che maleducato, quasi dimenticavo, Rose,  lui è un mio collega, Chris Monal - quando entrai in giardino, ero così occupata dallo stuzzicare Clavdius che, non mi ero per niente accorta , della persona seduta sugli scalini, c'era un ragazzo dai capelli dorati e gli occhi scuri, l'avevo scambiato per Hamabel ,invece era un amico di mio cugino, sì una come loro una GUARDIA. 
- Rosamund, Chris - fece per presentarci - Chris, Rosamund -  lentamente il ragazzo mi diede un piccolo bacio sul dorso della mano mentre entrambi ci seguivamo con lo sguardo.
- La cavalleria appartiene ormai solo alle guardie, salvo te Clav- dissi con sarcasmo 
- Allora vogliamo andare? - chiese Hamm munendosi di fucile e di proiettili.
- Frena, frena - disse Clav al fratello ridendo.   Prese un corredo di coltelli e man mano li distribuì - Noi preferiamo uccidere la nostra vittima guardandola bene negli occhi, ed è anche una buona occasione per sfruttare i miei coltelli, allora... -. Non provai mai nella mia vita, tanto ribrezzo nei confronti di una persona, tantomeno per mio cugino, sà perfettamente, che è quella l'arma con qui è stata tolta la vita a mio fratello, sembra farmelo apposta, ma in effetti è così.    - Allora... -  riprese -    Coltello militare, questo lo voglio per me!assolutemente! poi...poi...poi per Rose i coltelli da lancio! - esclamò consegnandomeli - Sarai molto brava ad uccidere qualche debole preda -.Se non fosse stato mio cugino giuro che gli avrei piantato la lama del coltello che avevo in mano dritto nel cuore.
- A voi due scelta libera - comunicò.  Hamm prese un particolare coltello " Giapponese " tenne a precisare Clav e, invece l'altra guardia Chris prese due baionette e un fucile, per sicurezza.
Faceva freddo, il cielo era buio, le nuvole minacciavano pioggia imminente,ma così non fù. L'odore dell'erba e degli alberi aveva un qualcosa di inebriante e di "magico" confondeva i sensi. Mi discostai un pò dal gruppo di maschi, mi chinai . Pochi minuti prima vidi un qualcosa di voluminoso che calpestava qualche ramo per terra. Avevo imparato qualche tecnica da Kirsten, la mia migliore amica che, essendo figlia di cacciatori aveva una certa dimestichezza con le armi. Lei cercò di insegnarmi ad usare l'arco, ma i suoi tentativi fuorono un totale fallimento. 
Presi delle foglie secche da terra, le sgretolai con delicatezza fino a ridurle in minimi brandelli, poi mi alzai e il vento fece la sua parte. Con una folata potente, potetti capire che il vento spirava da ovest , e se avessi lanciato il coltello in quel momento la mia traiettoria sarebbe ovviamente stata falsata per colpa dell'azione del vento.
Feci Qualche rumore con i piedi, spostai qualche ramo,ma è come se l'animale non si fosse accorto di nulla, come se tutte le mie azioni fossero vane . Gli uomini si fermarono a guardare la mia caccia, che non stava andando molto bene. Da dietro i cespugli venivano dei piccoli mugiti, il verso di un animale . Non capii di cosa si trattava finquando il soggetto in discussione non uscì da dietro un cespuglio, era un cucciolo di cinghiale, aveva le orecchie piegate all'in giù, sembrava spaventato e perso nei boschi. Nei suoi occhi vedevo me dopo la morte di mio fratello : sola, impaurita, Persa nei boschi. 
- Dov'è la mamma piccino? - gli chiesi chinandomi nulla ginocchia - adesso vai, ti starà cercando, lo incitai ad andare. Finquando non si allontanò i miei occhi lo seguirono , quando pensai che era abbastanza lontano mi girai per proseguire con i miei cugini. Mi bloccai, e la mia pelle rabbrividì ai tremendi gemiti di dolore dell'animaletto. Non eravamo soli . 
Davanti avevo Hamabel e Clav, velocemente sfilai il coltello da mano di Hamabel, lui se ne accorse, ma troppo tardi per impedirmi di farlo. Mi girai . Il piccolo cinghiale era morto. E noi eravamo circondati sì. Da Lupi. 
ANGOLO DELL'AUTRICE: Questa è una delle storia più belle che abbia scritto din ora, la adoro, adoro la protagonista che è Rosamund o più comunemente chiamata Rose o Rosa. Come avete capite lei ha perso un fratello e nel secondo capitolo si capirà il senso di colpa che nutre nei suoi confronti. Per il resto spero che continuiate a leggere la mia storia ma soprattutto RECENSITE RECENSITE RECENSITE, LE CRITICHE SONO LE BEN VENUTE. Un bacione. Rosa

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Capitolo 2
*** Actus Virtutis ***


                                                                    2

 
 
  " Il lupo risveglia nei recessi
più profondi di una parte a lungo 
dimenticata della nostra anima, dove 
sopravvive un noi più antico..."
- Mark Rowlands 
 
 
Ero circondata, i loro occhi famelici puntati su di me, inquietanti quanto allo stesso tempo  affascinanti da morire. Un branco di quattro lupi. Quattro contro uno pensai. Le loro fauci digrignate e il loro ringhio ,mi gelavano il sangue nelle vene. Ci osservavamo immobili, uno dei quattro - probabilmente il capobranco - si fece avanti e mi venne incontro ringhiando a testa alta, gli altri indietreggarono.
- Rose! - disse con voce tremolante, Hamabel - Non muoverti, ci pensiamo noi - aggiunse. Mi girai lentamente verso mio cugino e la guardia , tutti e tre erano pronti a scattare.
- Non azzardarti a muovere un muscolo - lo minacciai cautamente.
Era una sfida quella che stava avvendendo. Il lupo iniziò a girarmi intorno,  a mia volta giravo, con il braccio teso e con in mano un coltello , ogni tanto facevo qualche balzo in avanti ,come se stessi per aggredirlo, e nonostante lui fosse più grosso si spaventava di me. Prese lo slancio e mi saltò addosso, cademmo insieme , mi ritrovai faccia a faccia con il lupo. I suoi occhi erano bianchi, ghiacciati, privi di qualsiasi ombra di emozione o di sentimento. Egli affondò le fauci nella mia spalla sinistra, un dolore lancinante. Urlai disumanamente. Alzai la mano in cui avevo il coltello e insistivamente glielo piantai nella schiena, sentii la sua presa diminuire sempre di più,finquando non lasciò la mia spalla sanguinante. Era morto . Con un movimento veloce lo gettai per terra e mi alzai barcollante, gli altri lupi ringhiarono e si allontanarono, finquando uno non prese la rincorsa e mi venne in contro. Rimasi dov'ero. I COLTELLI DA LANCIO pensai. Il lupo era alla distanza giusta per poterglielo lanciare, ma tra qualche secondo non lo sarebbe più stato. Lanciai con il braccio sano il coltello che gli arrivò sul muso. Emise un grugnito straziante e poi si accasciò lentamente sul terreno. Era morto anche lui . Gli altri due se la filarono con la coda immezzo alle gambe. 
Mi girai, i tre uomini erano stati lì, a godersi lo spettacolo, letteralmente " senza muovere un muscolo ". Mi inginocchiai sul terreno , presi della neve fredda e me la misi sulla spalla sanguinante. Il bianco candido della neve si era sciolto mischiandosi al rosso caldo del mio sangue. Un Binaco Sporco. Mi rigirai verso gli uomini, erano rimasti lì impalati con le bocche aperte, come se avessero visto un fantasma.
- Beh? - chiesi camminando nella loro direzione - Hamabel, avete del disinfettante ? - Hamm, sembrava paralizzato, si limitò ad annuire. Clav era il più scioccato di tutti , era impagabile la sua espressione . - Vi muovete? - chiesi cominciando a scendere sul pendio della montagna.
Arrivammo a casa, non una parola mi fu rivolta durante il percorso. Il silenzio regnò.
- Allora mi serve qualche benda e un pò di disinfettante - dissi toccandomi la carne della spalla senz' alcun ribrezzo, ne impressione.
- Oh...certo - rispose Clav - Vieni - Ci incamminammo verso il bagno, per fortuna eravamo scappati agli occhi indiscreti degli adulti, che erano presi da noiosissime discussioni.
- Io..io non so che dire - disse balbettando, come poche volte gli avevo visto fare.
- Non c'è nulla da dire, basta che mi dai il disinfettante - dissi scherzando 
- Oh..si certo,scusa - si scusò - Vuoi che faccio io? - mi chiese gentilmente, annuii   - Non ti fa male? - con un'inaspettata delicatezza mi tamponò la ferita con un batuffolo di cotone bianco 
- Ho un'alta soglia del dolore - risposi scherzando 
- Vedo - rise. Mi fece un'ottima medicazione e mi porse dei suoi  enormi vestiti puliti.
Scesi e i miei cugini e il loro amico parlavano a bassa voce.
- Eccomi , sto benone - annunciai
- Per fortuna - commentò Chris - scusa, sono stato davvero un'idiota , avrei dovuto sparargli -
- Non scusarti -  gli dissi - Ma, quand'ho detto che non dovevate muovere un muscolo, non intendevo letteralmente quello! - risi 
- Perdonaci - Rispose Hamm abbraccaindomi
- Bando alle smacerie Hamm! Cosa c'è per pranzo.. fammi indovinare, stufato? - chiesi andando in cucina - Buongiorno Greta , Buona giornata! - salutai la cuoca che ormai regnava sulla cucina Gray da circa 11 anni e mi diressi in salone dove gli adulti stavano parlando 
- Zio Alfred caro! - esclamai 
- Il fiore più bello che io abbia mai visto - disse zio Alfred - cara Rose, non a caso porti il nome di un fiore! -
- Zio, sei sempre così buono con me! - gli risposi abbracciandolo forte. Come già ho detto Zio Alfred è un pò strano, ed è proprio per questo che gli voglio un mondo di bene e lui ne vuole  a me. 
- Zia Marizza! - dissi baciadola per salutare 
- Cara...- aveva sempre la sua aria fastidiosa ,da una sopra le righe , superiore a tutto - Caccia proficua? - chiese a mi cugino Hamm che mi raggiunse alle spalle. 
- Molto, grazie madre - rispose Hamabel poggiandomi una mano sulla spalla sana - Oh...madre, quasi dimenticavo lui è l'agente Christopher Moral - 
- Oh! - esclamò zia Marizza - che mi venga un colpo! io vi ho già visto! - disse con un tono piuttosto sconvolto.
- Mi dispiace deluderla, ma vi sarete sbagliata...sono un'umile guardia cittadina - rispose Christopher baciandole la mano
- Tutti qui avete allevato dei splendidi figli, soprattutto voi signora Gray e signor Gray, avete una figlia meravigliosa - Christopher si rivolgeva alla mia famiglia. Gli occhi di mia madre erano lucidi e giocherellava nervosamente con il manico della borsa 
- Grazie,apprezziamo molto, ma deve ancora imparare a comportarsi, è ancora una bambina !- 
- Mamma! - urlai, la guardia rise.
- Signora, una bambina alquanto forte -aggiunse scherzoso, inconsciamente gli sorrisi e lui ricambiò con un occhiolino.
- Il pranzo è servito - se ne uscì zia Marizza.
Per tutto il tempo parlai con Christopher del più e del meno. Mi parlò della sua famiglia ,e del suo lavoro, mi accorsi che  i suoi occhi brillavano di una luce propria, trasmetteva molta enfasi ed entusiasmo, così contagioso che mi sentivo anche io quasi felice, nonostante l'aggressione della mattina. Mi parlò di tutto quel che riguardava dei suoi hobby, le sue passioni, le sue abilità , non era di certo il genere di persona con cui avrei voluto parlare, ma lui era li, ad ascoltarmi , ad ascoltare quel che avevo da dire.
- E' stata una successione di eventi inaspettata - ammisi - La passeggiata, il litigio, la sua morte - aggiunsi spegnendomi 
- Non so cosa dirti, mi dispiace , non ero ancora in servizio quando è successo, sono un novellino - mi sorrise dolcemente
- Tu non hai nessuna colpa, la colpa è del nesso - dissi a testa bassa 
- Non avrebbero dovuto lasciar brucirare il suo corpo, mi dispiace - commentò stringendo la mia mano nella sua. Gli occhi mi iniziarono a bruciare perchè tutto era successo per colpa mia, non avrei mai desiderato così tanto un qualcosa che mi potesse punire in maniera così cruda e forte, ma questo rimorso mi è di punizione , tutta questa mia sofferenza punisce i miei capricci, punisce me per la sua morte, perchè è tutta colpa mia.
 
Al termine del pranzo ci sedemmo sui divani, gli uomini fumavano, le donne parlvano di cucito, io intanto ero fuori in giardino, e cercavo in tutti i sensi di discostarmi da quel che è la realtà, da tutto quel che faceva parte del mio mondo , ma ogni mio tentativo era un fallimento, finivo sempre per rimurginare e tutto si trasformava in una rabbia incontenibile, che mio malgrado non potevo distruggere.
- Rose! - mi chiamò mio cugino Hamabel - stasera c'è un ballo,e mi farebbe piacere se tu venissi - 
- Grazie, ma credo di non venire,questi eventi mondani non fanno per me ,ma grazie comuqnue- gli risposi dolcemente - Ai balli servono un cavaliere o una dama e, io non ne ho uno e tu e non sono l'altro tu, ci andrai sicuramente con Becky - aggiunsi
- Nemmeno io ho qualcuno con cui andare al ballo, mi farebbe piacere se quel qualcuno fossi tu - si intromise Chris, le mie guancia arrossirono velocemente
- Se la metti così , sono costretta - feci una piccola pausa - ad accettare - gli occhi della guardia si illuminarono e sul suo volto un sorriso di compiacimento prese il sopravvento.
ANGOLO DELL'A

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