hogwarts express prima fermata pietra filosofale

di AquamarineRiddle
(/viewuser.php?uid=620914)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il segreto di Hogwarts ***
Capitolo 2: *** la pietra filosofale ***
Capitolo 3: *** capitolo 4 lo specchio delle brame ***
Capitolo 4: *** capitolo 1 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 Scacco Matto ***



Capitolo 1
*** il segreto di Hogwarts ***


capitolo 2

Le lezioni iniziarono subito il giorno seguente. I ragazzi del primo anno avevano ricevuto gli orari dal prefetto la sera prima, che Clara aveva passato ordinando i libri e le pergamene nella borsa per il giorno seguente. Era davvero felice di essere ad Hogwarts. Per anni aveva sognato questo giorno e finalmente era arrivato.

Vedere il gufo di Hogwarts l'aveva emozionata così tanto che non aveva smesso di pensarci per tutte e due le settimane precedenti. Finalmente avrebbe vissuto anche lei tutto ciò che le aveva raccontato suo fratello maggiore James che, come lei, aveva studiato ad Hogwarts, ed ora lavorava al Ministero della Magia.

Si era alzata prima di tutte le sue compagne del dormitorio, ma, nonostante ciò, era in ritardo. "Come al solito.." pensò, "Mai una volta che sia puntuale!". Scese in fretta le scale della torre del Grifondoro e arrivò alla Sala Grande col respiro affannato. Cercò di scorgere Aqua nel tavolo dei Serpeverde. La ragazza la stava guardando ridacchiando e la salutò allegramente con un cenno della mano. Clara sorrise ricambiandole il saluto e si sentì subito più sollevata.

Camminò verso il tavolo dei Grifondoro cercando un posto libero. L'unico rimasto era difronte ai tre fratelli Weasley, ma dovette accontentarsi e, un po' infastidita dalla vista di Percy, si sedette dando il buongiorno ai compagni.

"Buongiorno!", il tono ironico di Percy le bloccò il braccio che era teso verso un pezzo di pane. "Hai dormito bene? Immagino che tu stia dormendo anche adesso, perché un ritardo di 20 minuti non si era mai visto! La prossima volta che ti presenti in ritardo toglierò 5 punti al Grifondoro, anche se è la mia Casa!" disse gonfiando il petto sul quale brillò il distintivo da prefetto. Clara lo guardò piuttosto infastidita, ma decise di non aprire bocca per non far partire la sua Casa con -5 punti.

"Eddai, Percy, lasciala in pace! Non vorrai mica rovinarle il suo primo giorno ad Hogwarts." intervenne George, che strizzò poi l'occhio a Clara, che arrossì riconoscente.

"Tu bada a non fare il furbo quest'anno, George, o avverto la mamma. E sai bene cosa ti aspetterebbe! Vale lo stesso per te, Fred!". L'altro gemello si voltò di scatto verso il fratello maggiore "E io che ho fatto???". Clara trattenne a stento le risate e, appena Percy si alzò, scoppiò a ridere. I due gemelli la guardarono divertiti e si esibirono in delle buffe imitazioni di "Percy il PERFETTO".

Dal suo tavolo, Aqua poteva scrutare Clara che rideva rumorosamente assieme ai due gemelli dai capelli rossi. Un po' la invidiava, perché anche a lei sarebbe piaciuto avere dei compagni così strani e simpatici. Tuttavia, era anche contenta della scelta che aveva fatto il Cappello Parlante. Serpeverde le piaceva, la faceva sentire a suo agio, soprattutto dopo la prima notte che aveva passato nei dormitori sotto al Lago Nero. Aveva dormito davvero bene, il fruscio dell'acqua che batteva contro i vetri delle finestre la rilassava e il fatto di vedere il riflesso dell'acqua muoversi sulla parete le dava un senso di serenità e felicità. Le ricordava molto Atlantide, il luogo da cui proveniva. Era una città, sommersa nell'oceano pacifico. Di giorno, lei e sua madre salivano sulla spiaggia, dove avevano costruito una capanna, in modo da poter trovare nuovi cibi e respirare un

po' di aria fresca. La notte invece, tornava ad Atlantide, nella sua cameretta, e si addormentava contando le bolle che le uscivano dal naso quando respirava.

“Ehi, quella cos'è? Una collana?”. I pensieri di Aqua vennero interrotti dalla voce di Justin, che le si era seduto accanto per fare colazione. Aqua si guardò il collo e vide che stava rigirando nelle dita la sua collana a conchiglia rosa. “Questa? Sì è una collana, me l'ha regalata mia mamma quando sono nata.” rispose sorridendo la ragazza. “Beh, vedo che ti piace molto visto che non te la sei tolta da ieri in treno.” disse Justin con un bel sorriso. Aqua si guardò la collana:” Si, ci sono molto legata. È la mia preferita”. In realtà, non era solo la sua collana preferita; senza di lei, Aqua avrebbe perso tutti i suoi poteri di Sirena, compresi la capacità di trasformare le sue gambe in una coda e la voce soave che, cantando, le sue corde vocali producevano. Quella collana era la vera e propria fonte del suo potere. A Justin però, non poteva dirlo. Non poteva dirlo a nessuno, perchè se qualcuno avesse scoperto che lei era una Sirena e lo avesse detto a qualcun altro, lei avrebbe perso tutti i suoi poteri; quindi, era sempre stata costretta a mantenere il segreto con ogni persona che aveva conosciuto in passato.

Presto Aqua finì di fare colazione e, assieme a tutti gli altri, si alzò e si diresse verso la classe dove si sarebbe svolta la sua prima lezione ad Hogwarts.

In corridoio incontrò Clara, che correva con il fiatone nella sua direzione. Aqua iniziò a guardarla sorridendo e aspettando che la ragazza la raggiungesse: “Eccomi, scusa! Santo cielo, non ho mai corso così tanto in vita mia.”

”Sì, lo vedo ! Ma che stavi combinando? “. Clara si sistemò i capelli e la divisa dei Grifondoro e rispose :”Stavo seguendo Fred e George per andare a lezione, quando ho visto la McGranitt e Silente che stavano dicendo qualcosa su di te. Sono corsa a cercarti ma non riuscivo a trovarti. Non so cosa sia preso a quelle scale!!” disse perplessa “Non smettevano un attimo di cambiare direzione!! Ti ho vista alla Sala Grande, quindi ti ho seguita per non perderti.” Aqua rimase un po' perplessa. Cosa significava che la McGranitt e Silente stavano parlando di lei? Cosa avevano da dirsi? .“Ma tu hai sentito cosa dicevano?” chiese Aqua. Clara riprese fiato per l'ennesima volta e scosse la testa triste: “Quasi niente...Ho solo sentito pronunciare il tuo nome. La McGranitt sembrava abbastanza preoccupata, ma forse ho visto male. I miei occhi non sono più quelli di una volta. Aah, i miei anni da ragazzina sono andati ormai!” scherzò con voce tremolante e la schiena curva. Aqua ridacchiò per poi tornare seria: “Beh, non importa. Adesso muoviti perché siamo molto in ritardo e la prima lezione che abbiamo è quella di pozioni!! Mi hanno detto che il professore è a capo della mia Casa ed è molto severo! Andiamo!” esclamò Aqua, cercando di non pensare a quello che Clara le aveva appena raccontato.
“Ehi, non così veloce, giovinotta! Aah, questi ragazzini disgraziati!” continuò Clara imitando i movimenti di una vecchietta. Aqua scoppiò a ridere cercando di correre più in fretta possibile. Le due ragazze arrivarono al seminterrato dove si trovava l'aula della lezione di pozioni. Si fermarono davanti alla porta e si guardarono preoccupate. Si fecero coraggio e bussarono.

“Entra prima tu!” sussurrò Clara all'amica, che le stava accanto. Aqua, con le mani che tremavano, entrò nella stanza. “Buongiorno, ci scusi per il ritardo.” disse timidamente ma in tono abbastanza deciso. Tutta la classe si voltò a guardarle e Aqua vide Justin che la guardava preoccupato, infatti, era stato proprio lui a raccontarle della severità del professor Piton, l'insegnante di pozioni. Aqua ricambiò lo sguardo e poi spostò la sua attenzione sulla cattedra, dove era seduto il professore dai capelli neri e unti che aveva visto la sera prima a cena. Era lì che le guardava con fare sprezzante. “Alla buon ora. La prossima volta che arriverete in ritardo a una delle mie lezioni, passerete il resto dell'anno in punizione.”. Clara deglutì a fatica e prese Aqua per il braccio. Aqua, arrossita per l'imbarazzo, rispose in tono pentito e con voce tremolante :“Ci.. Ci scusi professore, ci eravamo perse.” , Piton si alzò in piedi e battè i pugni sulla cattedra :”Le sue stupide scuse non mi interessano, Signorina Riddle! Se vuole continuare ad essere una studentessa di Hogwarts veda di non provare più a parlare quando non viene interpellata!”. Clara strinse più forte il braccio dell'amica. “Avanti andiamo a sederci lì” suggerì poi. Aqua annuì mentre fissava ancora Piton con fare sprezzante. Le due si sedettero in un banco in fondo alla classe, vicino ai gemelli Weasley. Appena si sedettero, George sorrise a Clara. Poi, si rivolse al fratello, con il quale scmbiò un cenno d 'intesa. Si voltò verso Aqua e disse:”Abbiamo sentito dire che Piton ha un debole per te.” poi, si rivolse a Clara :”Se fossi in te mi preoccuperei un po' di più, perchè abbiamo sentito anche che per te, invece, non prova affatto simpatia.”. Clara arrossì e guardò preoccupata in direzione dell'insegnante che era alla lavagna e scriveva gli ingredienti per la semplice pozione scacciabrufoli.

Quando la lezione finì, Aqua e Clara vennero fermate alla porta da Piton, che le prese da parte per dire loro qualcosa in privato. “Signorina Riddle, immagino che il suo ritardo fosse dovuto alla brutta influenza che questa ragazza può aver avuto su di lei, perciò, immagino che senza di lei, la nostra signorina Wright non sarebbe nemmeno arrivata in classe. Conferisco quindi 5 punti a Serpeverde e ne tolgo altrettanti a Grifondoro. Buona giornata.”. Piton si voltò e si allontanò.

Clara era sconvolta e arrabbiatissima. Non poteva crederci, aveva fatto partire Grifondoro con -5 punti per davvero!

In effetti, era colpa sua, perchè Aqua sarebbe arrivata puntuale se non fosse stata ad aspettare lei,

tuttavia, non si aspettava che il professore togliesse dei punti a lei per darne ad Aqua. “Ehi, sta tranquilla, dopo andrò a parlare con Piton e gli dirò che non è stata colpa tua. Sistemerò le cose.” disse Aqua in tono dispiaciuto. Clara la guardò sorpresa. Non si aspettava che Aqua le proponesse di parlare a Piton per dirgli che aveva sbagliato a interpretare i fatti. Tuttavia, Clara, anche se apprezzò il gesto di Aqua, decise che se la sarebbe sbrigata da sola. “Bene, ora abbiamo Trasfigurazione. Cerchiamo di non arrivare in ritardo anche lì!” disse Aqua ridacchiando.

In pochi minuti raggiunsero l'aula, dove la McGranitt era davanti alla porta, pronta ad accogliere i suoi studenti.

“Buongiorno Professoressa!” esclamarono le due ragazze. “Buongiorno a voi, ragazze.” rispose la McGranitt, guardandole sempre da sotto i suoi occhiali rettangolari. Gli unici due posti rimasti erano vicino a Malfoy e vicino a Neville Paciock. Così, le due si separarono. Aqua andò a sedersi vicino a Draco, mentre Clara vicino a Neville, che stava giocherellando con uno strano oggetto rotondo di vetro. “Che cos'è, Neville?” chiese Clara incuriosita. “E' una ricordella. Me l'ha mandata mia nonna. Se mi dimentico qualcosa, il fumo dentro al vetro diventa rosso.”. Clara osservò l'oggetto. ”Allora credo proprio che tu abbia dimenticato qualcosa, Neville. Il fumo è già rosso.”

”Già” rispose Neville in tono rassegnato “Il problema, è che non so che cosa ho dimenticato!”. Clara ridacchiò e aprì il libro a pagina 35.

Aqua tirò fuori dalla sua borsa blu il libro di trasfigurazione e lo poggiò sul banco. Poi si sistemò sulla sedia e lo aprì a pagina 35. Malfoy si girò verso di lei e iniziò a fissarla per un po'. “Oggi con Piton hai rischiato grosso, ma ho saputo che alla fine ha assegnato 5 punti a Serpeverde e tolto 5 punti a quegli idioti dei Grifondoro. Ben fatto.”. Aqua sapeva che il ragazzo voleva solo essere gentile con lei, ma il commento sui Grifondoro non le aveva fatto molto piacere, soprattutto perchè tra loro c'era Clara, e Aqua stava iniziando a legarsi molto a lei.

“Francamente, mi sembra che quella lì, Clara, non sia proprio alla tua altezza. Ho sentito dire che è una mezzosangue. I miei non mi hanno parlato bene di quella gente.”. Aqua si girò a guardare Clara, poi, si voltò verso il compagno di banco:” Ancora non la conosco bene. Ma so che lei è nettamente meglio di altra gente che c'è qui dentro.” e indicò con lo sguardo la ragazza che era seduta dietro di loro e che era dei Serpeverde. “Sonia dici? Beh, lei è una purosangue e la sua famiglia è molto ricca. Naturalmente non quanto la mia. Comunque, non la conosco tanto bene ma dicono che abbia una cotta per me.”. Aqua inarcò le sopracciglia e spostò la sua attenzione sulla lavagna, dove la McGranitt stava spiegando un semplice incantesimo per trasformare uno scarafaggio in un anello.

La lezione seguente prevedeva il volo sui manici di scopa. “Uffa...sempre coi Serpeverde!” esclamò demoralizzato Neville. Clara invece era probabilmente l'unica della sua classe contenta di fare lezione coi Serpeverde. Non vedeva l'ora di fare il suo primo volo. A casa aveva provato a volare sulla scopa di sua madre lanciandole incantesimi di volo, ma il risultato finale non era stato altro che soprammobili rotti, tende strappate e lividi neri su braccia e gambe. Senza contare poi le grida di sua madre infuriata. Quel giorno invece sperava che andasse tutto bene.

Arrivarono tutti al campo di allenamento. Il tempo era promettente e in cielo c'era soltanto qualche nuvola. A rendere la giornata ancora più bella era un venticello fresco che le scostava i capelli dal viso, accarezzandole la pelle. Clara si sentì ardere dalla voglia di volare.

Anche Aqua sembrava di ottimo umore perché non aveva smesso un attimo di sorridere. Le due ragazze si misero in fila vicine.

Madama Bumb arrivò puntuale di fronte ai ragazzi: “Salve, ragazzi. Io sono madama Bumb, la vostra insegnante di volo. Oggi impareremo a stare in equilibrio sulle scope. Vi prego di mettervi ognuno alla sinistra del vostro manico di scopa.” I ragazzi fecero come gli venne detto. “Bene, ora alzate il braccio destro e dite 'Su!'. Il manico di scopa si alzerà fino alla vostra mano. Afferratelo saldamente!”

Tutti i ragazzi recitarono all'unisono: “SU!”. I manici di Aqua e Clara si alzarono prontamente e le due ragazze li afferrarono guardandosi soddisfatte. Ci erano riusciti tutti i ragazzi eccetto Neville, che ripeteva in modo esasperato “Su!!” senza che il manico obbedisse. Madama Bumb lo aiutò agitando la bacchetta.

“Bene!”, proseguì poi “Adesso dovete ascoltarmi attentamente. Salite sul manico molto lentamente alzando una gamba. Una volta seduti datevi una piccola spinta con le punte dei piedi. Inizierete a volare a mezz'aria. Tenetevi forte sul manico senza paura di cadere.”

I ragazzi fecero come detto. Uno ad uno si sedettero sulla scopa e, con una piccola spinta, si alzarono in aria. Aqua aveva le guance rosse dall'eccitazione. Clara aveva il cuore che batteva a mille e guardava il manico con gli occhi sgranati e un sorriso che le partiva da un orecchio e finiva all'altro.

“Bene ragazzi! Ottimo lavoro!” esclamò contenta l'insegnante “Abbiamo finito prima del previsto. Ci rimane ancora abbastanza tempo per fare qualcos'altro. Ora vi farò fare un piccolo circuito.” indicò un lungo pilastro dalla parte opposta del campo “Quello è il punto di stacco. Dovrete volare in coppia, piano, facendo attenzione a non cadere. Se perderete l'equilibrio il vostro compagno vi aiuterà. Arrivati allo stacco dovrete girare piano esternamente al pilastro e tornare indietro. Thomas, Goyle! Iniziate voi due.”

I due ragazzi si misero uno vicino all'altro. Quando madama Bumb diede il via i due salirono sul manico e partirono in volo. Thomas riusciva a mantenere l'equilibrio, mentre Goyle barcollava. Quando giunsero al momento del viraggio, Goyle perse definitivamente l'equilibrio. Dean lo afferrò per un braccio tentando di farlo tornare dritto, ma il peso di Goyle fece cadere anche lui. I due caddero uno sopra l'altro e Goyle iniziò a lamentarsi. Madama Bumb li raggiunse aiutandoli ad alzarsi.

“Mi ha fatto cadere apposta!!” disse Goyle alla professoressa. “Che cosa?! Dovresti ringraziarmi, pallone gonfiato, ho cercato di aiutarti! Sei stato tu a tirarmi giù con te apposta!”

“Ora basta così, ragazzi!” intervenne madama Bumb staccando l'uno dall'altro i due ragazzi che stavano quasi per darsele. Si guardavano ancora in cagnesco quando l'insegnante ordinò di far partire l'altra squadra. Questa volta, toccò ad Aqua e Clara. Le ragazze si sorrisero, la professoressa diede il via, e partirono in volo. Erano partite piano ma stavano accelerando gradualmente. L'equilibrio che avevano era impressionante, quasi neanche si preoccupavano di cadere. Si guardavano negli occhi sorridendo, ma invece di accompagnarsi sembravano sfidarsi in una gara. Il punto di stacco si avvicinava sempre più veloce. Madama Bumb stava gridando qualcosa in lontananza, ma alle ragazze fischiava il vento nelle orecchie. Girarono attorno al pilastro rallentando un attimo e ripartirono come due frecce. Si guardarono un'ultima volta negli occhi sorridendo e volarono più veloci che mai, fermandosi di scatto contemporaneamente all'arrivo. Madama Bumb le raggiunse rossa fino alle orecchie. “Vi avevo detto di andare piano!!! Due punti in meno a entrambe le Case!”. I loro compagni invece le guardarono spiazzati ed esplosero in un applauso incontrollato dimenticandosi dei punti in meno che avevano ricevuto. Clara arrossì violentemente, mentre Aqua sorrise soddisfatta, guardando in direzione di Malfoy che la guardava con una smorfia.

La Sala Grande era stata di nuovo riempita di delizie per il pranzo. Clara non sapeva dire se era emozionata o imbarazzata. Tutti i suoi compagni si stavano complimentando con lei per la performance. D'un tratto un ragazzo alto e moro le si avvicinò: “Ciao, sono Oliver Baston. Ho appena sentito di ciò che è successo a lezione di volo. Io sono il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro e quest'anno siamo a corto di cercatori. Da quello che mi hanno detto dovresti essere davvero veloce! Sarei felice se accettassi di fare da cercatrice per la nostra squadra!” Il ragazzo aveva gli occhi che brillavano di speranza. Clara aveva già letto qualcosa sul Quidditch e suo fratello gliene aveva parlato ogni tanto lamentandosi delle sconfitte ed esultando per le vittorie.

“Ne sarei felice, ma mi sarà difficile con lo studio...” rispose Clara.

“Oh, per quello non c'è nessun problema! Terremo gli allenamenti in orari che non impediranno lo studio a nessuno di noi. Io stesso sono del terzo anno e sono sempre riuscito a studiare ogni materia.”

“Clara, vuoi scherzare, vero???” intervenne Fred, “Non puoi rifiutare una proposta come questa!”

“Con una cercatrice come te quest'anno avremo la coppa assicurata!” aggiunse George.

Clara arrossì sorridendo: “Va bene, farò del mio meglio!”

“Ottimo!!” esclamò Baston al settimo cielo. “Ci vediamo domani pomeriggio dopo le lezioni pomeridiane al campo di allenamento!” e si allontanò uscendo dalla Sala. Clara guardò verso il tavolo dei Serpeverde. Non vedeva l'ora di dare la notizia ad Aqua.

Aquamarine stava gustando un delizioso piatto di lasagne mentre parlava allegramente coi suoi compagni che la guardavano ammirati per lo spettacolo a cui avevano assistito. “Anche se ci hai fatto perdere due punti, siamo ancora in vantaggio rispetto a quei zucconi dei Grifondoro.” disse Malfoy ghignando. Aqua sorrise e stava per rispondere quando qualcuno le afferrò la spalla. Aqua si girò e vide in piedi davanti a sé un ragazzo della sua Casa che la guardava ammirato.

“Aquamarine, giusto? Io sono Marcus Flint, capitano della squadra di Quidditch dei Serpeverde. Ho sentito della tua performance di prima e sarei lieto di proporti la carica di Cercatrice per la nostra squadra. Conosci le regole del Quidditch?”

Aqua lo guardò confusa: “Ehm... Quidditch?”

Tutti la guardarono spiazzati. Tiger quasi soffocò per il burrito che stava cercando di mandare giù inutilmente.

“Come sarebbe a dire che non conosci il Quidditch? Tutti lo conoscono! Mio padre me ne ha parlato sin da quando ero bambino.” disse Malfoy con aria demoralizzata.

“In poche parole, il Quidditch è uno sport che si pratica sui manici di scopa. Ci sono diversi ruoli che ti spiegherò dopodomani pomeriggio se vieni a trovarci al campo di allenamento. Il cercatore è il giocatore più importante perchè deve occuparsi di afferrare il Boccino d'Oro. Se il cercatore prende il Boccino la squadra vince. Ti spiegherò tutto al campo. Che dici, vuoi provare?”

“Assolutamente!” Aqua aveva ancora le idee un po' confuse, ma l'idea di dover volare su un manico di scopa la eccitava parecchio. Inoltre, entrare nella squadra era un buon modo per farsi conoscere e conquistare l'amicizia di tutti.

“Bene” disse il capitano “Ti aspetto dopodomani pomeriggio al campo di allenamento, subito dopo le lezioni pomeridiane.” Aqua lo salutò con un sorriso radioso. Poi Flint si allontanò per uscire dalla sala.

Le due ragazze si incontrarono all'uscita della Sala Grande. “Non crederai mai a quello che sto per dirti!” disse Clara emozionata, “Sono la nuova cercatrice della squadra di Quidditch di Grifondoro!”

Aqua sgranò gli occhi : “Davvero?! Pensa che il capitano della mia squadra mi ha fatto la stessa proposta! Sarò la cercatrice dei Serpeverde!!”. A Clara si illuminarono gli occhi dalla sorpresa :”Wow, saremo le prime cercatrici donne della storia del Quiddich! Ti rendi conto!?”-”Oh sii! Non ci posso ancora credere! Clara, resteremo per sempre nella storia della scuola! Sono così emozionata!!”. Aqua era al settimo cielo. La sua vita non era mai stata così perfetta. Non vedeva l'ora di chiamare sua madre per raccontarle tutto. Le sarebbe piaciuto sapere se anche suo padre, magari, fosse stato un giocatore della squadra da giovane, ma pazienza, adesso voleva solo concentrarsi su se stessa e fare buona impressione a Flint e agli altri. Clara interruppe i suoi pensieri:“Ora abbiamo un po' di pausa dalle lezioni, ti va se andiamo a fare un giro?” . Aqua annuì :”Certo! Così provo anche a vedere dove è andato a cacciarsi Sgrinfio! Non vorrei che facesse qualche disastro!”. Le due si incamminarono verso il cortile centrale del castello. Passarono attraverso la piazza, dove trovarono Marcus Flint e Oliver Baston che discutevano animatamente. “Ah no caro Baston, quest'anno la vittoria sarà nostra! L a tua cercatrice non vale niente in confronto alla nostra!”-”Io non ne sarei così convinto se fossi in te, Flint. La nostra è una bomba a orologeria!”. “Ehi Flint, che succede?”, Aqua si avvicinò al compagno e lui le appoggiò la mano sulla spalla. “Cadi proprio a fagiolo Aqua. Beh Oliver, questa è la mia cercatrice, quella che ci farà battere nuovamente i Grifondoro, che comunque non vincono da più di un decennio!” disse Flint ridacchiando in tono malizioso verso gli altri Serpeverde che si erano uniti alla conversazione e che risero alla battua del capitano. “Beh..” disse Baston tirando per un braccio Clara accanto a sé “Lei è invece la nostra nuova cercatrice e farà faville alla prossima partita.”. Clara era un po' imbarazzata, non le capitava spesso di avere contatto fisico con altri ragazzi. Aqua, invece, si vedeva che era abbastanza a suo agio e si divertiva ad avere le attenzioni di tutti. “Beh Baston, scommeto 5 Galeoni che la prossima partita la vinciamo noi! Vero Aqua?!” Flint strizzò l'occhio alla ragazza che esclamò sorridendo :”Ovvio! La coppa di quest'anno è già praticamente nostra!” disse in tono spiritoso guardando Baston, che le rispose con aria maliziosa :”Ah sì? Sempre che prima non cadi dalla tua scopa... Violetta.”. “Oh Baston, fossi in te mi guarderei le spalle... e non solo sul campo da Quiddich!” rispose Aquamarine in tono di sfida. “Ti terrò d'occhio, Violetta”, rispose Baston. “Ma non la butterai giù dalla scopa per davvero, giusto?” domandò Clara al suo compagno, che si girò a guardarla con aria interrogativa. Flint scoppiò in una fragorosa risata, così come tutti gli altri Serpeverde, mentre Aqua si staccò da lui e andò dall'amica:“No Clara, non mi farò buttare giù dalla scopa, tranquilla”. Poi si rivolse a Baston :” A presto, e non chiamarmi più Violetta!”-”A presto. Oh, dimenticavo, Violetta!”.

Le due amiche attraversarono definitivamente la piazza interna, superarono la fontana ed entrarono nel lungo corridoio che portava nel grande cortile esterno, vicino alla foresta proibita.

Le due notarono che c'era come una collina tutta ricoperta da erbetta verde, all'inizio della quale vi erano dei massi enormi posti verticalmente, oltre ai quali le due ragazze intravidero una capanna di paglia e mattoni, che stava proprio ai margini della foresta. “Oh mio dio! Sgrinfio!” Aqua prese a correre giù per la collina, dove c'era un grosso alano grigio scuro che rincorreva il suo gatto. “Ehi tu brutto cagnaccio, lascialo stare!!”-”Aqua aspetta!”. Clara tentò di stare dietro all'amica, che era però già sparita oltre la discesa. Dalla capanna, uscì Hagrid che aveva addosso un enorme grembiule bianco macchiato. “Ehi Thor! Fermo cattivone! Lascia in pace quella povera bestia!”-”Ti prego Hagrid fallo smettere!” gridò Aqua terrorizzata. Al suono della voce di Hagrid, l'enorme cane si fermò e si accucciò a terra sconsolato. “Oh Aquamarine, scusami, a Thor piace giocare con gli altri animali, non penso volesse fargli del male.” Aqua, che prese di scatto il gatto in braccio, rispose “Si... Tra- Tranquillo!”-”Vi posso offrire qualcosa da bere per scusarmi? Un thè caldo magari? Dai entrate in casa.” Hagrid si voltò e aprì la grande porta della capanna.”Prego entrate!

E' un alloggio molto umile ma... Insomma, casa dolce casa” esclamò allegramente. Le due ragazze si sedettero su un divanetto e rimasero ad osservare Hagrid che versava dell'acqua in una teiera arrugginita. “Allora ragazze, com'è andato il vostro primo giorno ad Hogwarts?”-”Benissimo, grazie! Siamo le nuove cercatrici delle nostre squadre di Quiddich!” esclamò Aqua guardano Clara elettrizzata, che annuì sorridente. “Oh per la miseria! Beh, complimenti! Cercatrici donne non sen'erano mai viste prima d'ora!” rispose Hagrid sbalordito ma ammirato. “Aqua! Siamo in ritardissimo! Ora c'è lezione di difesa contro le arti oscure! Scusaci Hagrid, ma dobbiamo scappare!” esclamò Clara all'improvviso. “Oh sì! Hai ragione! A presto Hagrid!” - “Ehi, ma.. e il vostro thè?!” disse Hagrid confuso, ma le due ragazze ormai erano già corse oltre la collina.

In pochi secondi arrivarono all'aula di difesa contro le arti oscure, dove a tenere la lezione c'era il professor Raptor, l'insegnante con il turbante sulla testa.

 

 

In men che non si dicesse, arrivò anche il giorno della loro prima partita di Quiddich, così, quella mattina, Aqua e Clara si incontrarono nella Sala Grande per fare un'abbondante colazione. Aqua era emozionatissima, Flint le aveva fatto fare migliaia di allenamenti interminabili per prepararla al fatidico giorno. E ora, lei si sentiva una responsabilità enorme sulle spalle. Doveva far vincere la sua squadra, a tutti i costi.

Anche Clara era nervosa, aveva lo stomaco chiuso e non riusciva a mangiare. “Dai Clara, mangia qualcosa, sennò non avrai abbastanza energie per la partita!” le consigliò George. “Non ho molta fame... sono troppo agitata.”. “Allora Clara... Miraccomando, occhi sul boccino !”, Baston li interruppe e Clara sentì l'ansia aumentare drasticamente.

Qualche ora dopo erano dentro al campo da Quiddich, pronte a iniziare la partita più importante della loro vita. Al fischio di madama Bumb, le due squadre entrarono in campo e si alzarono in volo sulle loro scope. Le loro uniformi nuove di zecca e scarlatte brillavano sotto la luce del sole che splendeva sul maginifico campo di gioco. Flint si avvicinò ad Aquamarine ” Miraccomando, prendi il boccino, a costo di buttarla giù da quella scopa.”. Aqua annuì ma dentro pensò che piuttosto che fare del male a Clara avrebbe preferito perdere la partita.

Madama Bumb si mise al centro del campo, stava per dare il fischio di inizio. Clara guardò in direzione di Aqua, che la stava guardando a sua volta. Si scambiarono un grande e sincero sorriso e il fischio di madama Bumb diede definitivamente il via alla partita. La palla andò in mano ai Serpeverde che iniziarono a passarsela armoniosamente, fino a quando Flint non provò a tirare in porta. La Pluffa stava per entrare nel cerchio più alto, quando all'improvviso Baston parò il colpo, rivolgendo a Flint un sorrisino compiaciuto. Il gioco ripartì e le due ragazze, intanto, iniziarono a volare in giro per cercare il boccino d'oro. Si tenevano comunque al di sopra di tutti gli altri giocatori, per non rischiare di venire colpite dalla Pluffa o da un Bolide. Clara era abbastanza tranquilla, perchè a guardarle le spalle c'erano Fred e George, dei quali si fidava ciecamente.

Aqua scorse il boccino d'oro oltre le tribune dei Corvonero e iniziò a volare più veloce che poté in direzione di esso. Anche Clara scovò il boccino e partì al suo inseguimento. Aqua si accorse di avere Clara alle calcagna, così, cercò di confonderla, volando a zig zag, ma il trucchetto non funzionò e Clarà la raggiunse, arrivandole proprio accanto. “Ehi Aqua! Non è meraviglioso?” esclamò Clara con un gran sorriso. “Sì! E lo sarà ancora di più quando prenderò per prima il boccino” rispose Aqua facendo la lingua divertita a Clara, che rispose eccitata “Questo lo vedremo!”. Le due partirono in picchiata, inseguendo il boccino, che iniziò a seguire un percorso tutto suo attraverso le varie tribune che si ergevano in aria.

Nel frattempo, Flint aveva preso la mazza di Justin, Battitore della sua squadra, e aveva tirato violentemente un bolide addosso a Baston, che perse l'equilibrio. Aqua, si accorse che Baston stava precipitando da un'altezza di circa 30 metri, così, smise di inseguire il boccino e volò velocemente in direzione del capitano dell'altra squadra. Arrivatogli accanto, Aqua tese il braccio che Baston afferrò saldamente. Lo caricò sulla sua scopa e atterrò perfettamente. Baston scese dalla scopa e guardò Aqua sorpreso, ma riconoscente ”Wow, beh, non so cosa dire... Grazie, davvero.”. Aqua sorrise e gli tese la mano. ”E menomale che dovevo stare io attenta a non cadere dalla mia scopa!”. Baston gliela strinse e sorrise a sua volta.

Nel frattempo, Clara aveva afferrato il boccino d'oro, dato che non si era accorta di quello che era successo. Appena lo ebbe tra le mani, un calore improvviso le riscaldò tutto il corpo. Cel' aveva fatta, aveva fatto vincere la partita ai Grifondoro. Era la prima volta dopo oltre un decennio. Si voltò indietro convinta di vedere Aqua, ma non la trovò. Così, tornò a terra e la vide in piedi, accanto a Baston. “Grande! Hai preso il boccino Clara!! Significa che abbiamo vinto!” esclamò Baston che aveva quasi le lacrime agli occhi. Improvvisamente arrivò madama Bumb che fischiò la fine della partita:” Clara Wright ha preso il boccino d'oro, attribuendo a Grifondoro 150 punti. Vince Grifondoro!!”. Un coro di ovazioni riempì lo stadio e tutta la squadra scese in campo prendendo Clara sulle spalle e portandola in giro canticchiando cori di incitamento “Chi non salta Serpeverde è !”-”Alè, Alè, Alè, Alè, si vince... con te!!”-”Clara! Clara! Clara!”. Aquamarine non poté fare altro che godersi la scena, con un briciolo di amarezza. “Ehi! Ma sei impazzita! Stavamo vincendo! Che cosa combini Aqua!” da dietro era arrivato, furioso, Flint, seguito da tutto il resto della squadra e da Malfoy, che aveva l'odio dipinto in viso. “Marcus, scusami, è che l'ho visto cadere... e avevo paura si facesse male... non potevo restare a guardare senza fare niente!” cercò di difendersi, invano, Aquamarine. “Ma lo scopo era proprio quello! In modo che potessimo segnare! Dannazione Aqua! La prossima volta che combini una cosa del genere ti sbatto fuori senza nemmeno pensarci, intesi?”. Flint se ne andò e fece cenno alla squadra di seguirlo. “Ma perchè l'hai fatto! Stavamo vincendo!” -”Malfoy non ti ci mettere anche tu!” disse Aqua sbuffando e voltandosi dalla parte opposta. E' vero, era triste per la sconfitta, soprattutto perchè sapeva che sarebbe riuscita a prendere il boccino prima di Clara, ma dall'altra parte, era fiera di quel che aveva fatto, aveva agito con onore e correttezza e, cosa più importante, Baston era sano e salvo. Proprio in quel momento, sentì qualcuno sfiorarle la spalla. “Ehi, eccoti, non ti trovavo più.” era Baston che si era allontanato dai compagni che stavano ancora tenendo in spalla Clara. “Mi spiace che tu abbia perso per causa mia, ci tenevo comunque a dirti che sei davvero la migliore cercatrice del secolo” le disse il ragazzo facendole l'occhiolino. Aqua arrossì.”Beh, anche tu come portiere non sei male.”. Baston sorrise e tornò a festeggiare con la sua squadra.

 

Nei giorni seguenti, le lezioni di difesa contro le arti oscure e storia della magia erano state così noiose che Aquamarine aveva perso la pazienza e si era messa addirittura a chiacchierare sottovoce con Malfoy. Clara era riuscita a prendere appunti per la prima metà della lezione, poi la stanchezza aveva avuto la meglio e si era arresa. Aveva passato il resto delle lezioni pensando alla sua vittoria. Le dispiaceva per Aqua e dover giocare contro di lei la rattristava un po', ma la sfida le piaceva e dopo quella partita la sua fiducia in se stessa era aumentata di parecchio.

Le lezioni di quella giornata erano finite e le ragazze erano andate in biblioteca per finire i compiti. Quando finalmente ebbero finito, Clara tirò un lungo sospiro e si stiracchiò. Aqua sbadigliò rumorosamente.

“Non male come primi giorni, eh?” disse Clara mettendo i libri e le pergamene nella borsa.

“Affatto!” rispose Aqua. Le tornò in mente Baston e senza accorgersene sorrise dolcemente.

“A che pensi?” chiese Clara notando il suo sorriso perso.

“Mh? Io? Ah...niente!” rispose Aquamarine tornano coi piedi per terra e sistemandosi la folta

chioma di capelli violacei. “Chissà perché ma non ti credo neanche un po'...”-“Poche storie, Raperonzolo. Andiamo a mangiare piuttosto. E' quasi ora di cena e sto morendo di fame.”-

“Vengo solo se la smetti di chiamarmi così.”-“Perché, ci tieni che sia solo lui a chiamarti in quel modo?”. Clara arrossì violentemente. “C-che cosa?! Lui chi?”-“Ma smettila! Fai pure la finta tonta. Forza, ora andiamo, altrimenti saremo in ritardo, e dubito che capelli-rossi voglia perdersi anche solo un secondo di cena seduto di fianco a te.” proseguì Aqua con un sorriso complice sulle labbra. “Ma la vuoi smettere??” Clara era ormai più rossa di un peperone, anche se dal suo sguardo pareva un po' infastidita. Aqua ridacchiò compiaciuta e insieme si diressero verso la Sala Grande.

La cena fu abbondante come sempre. Aqua riuscì a godersela nonostante gli sguardi delusi dei suoi compagni, che però l'avevano ormai già perdonata. Aveva tutt'altro per la testa e il gesto che aveva fatto non la infastidiva affatto, anzi, ne era più che fiera.

Clara passò la cena tra i complimenti di tutti i suoi compagni.

“E' incredibile come quella Serpeverde abbia aiutato Baston.” disse Dean Thomas, “Per un attimo ho creduto che volesse buttarlo a terra!”, “Non dire sciocchezze! Non avrebbe mai fatto una cosa simile.” intervenne Clara. “E non chiamarla 'Serpeverde', ha un nome.”

“Aquamarine è stata molto gentile ad aiutarmi.” disse Baston, “Anche se la prossima volta eviterò di cadere dalla scopa.”

“Io scommetto che ti è piaciuto, Oliver!” intervenne Fred. “Secondo me la prossima volta cadrà apposta per farsi salvare di nuovo dalla sua Violetta!” proseguì George. “Oh, Aqua! Mi hai salvato la vita!” disse George con tono romantico “Come potrò mai ringraziarti?” - “C'è solo un modo in cui puoi farlo, mio cavaliere!” disse Fred al fratello con voce stridula “Baciami!”.

La tavolata scoppiò in una fragorosa risata, mentre Baston arrossiva fino alla punta dei capelli.

“Ehi, occhio al rossore, Baston!” disse George “Tra poco sembrerai un Weasley, e di fratelli ne abbiamo già abbastanza!”. Clara non riusciva a smettere di ridere.

“Volete mangiare o volete fare i giullari?” disse Percy in tono infastidito. Clara lo guardò sospirando: “Che cosa ti costa ridere un po' ogni tanto, Percy?”

“Non mi sembra un argomento divertente!” ribatté lui. I gemelli sbuffarono e tutti tornarono a mangiare in allegria.

Dopo la cena le due ragazze si ritrovarono nei corridoi. “Sai una cosa? Credo proprio che Baston abbia una cotta per te.” disse Clara alla sua amica ripensando al discorso a tavola. Aqua sgranò gli occhi ed ebbe un tuffo al cuore: “DAVVERO??? Ehm Ehm, voglio dire...perché pensi una cosa simile?”-“A tavola Fred e George lo hanno preso in giro sul tuo salvataggio, ma lui ha parlato benissimo di te ed è pure arrossito.” disse ridacchiando, “Dovevi proprio vederlo! Era rosso come la sua divisa!”.

Aqua cercò di non mostrare il rossore che ora era sul suo di viso, facendo finta di guardare verso le finestre dei corridoi, “Ah si, sul serio? Non me lo aspettavo..” le sue parole avevano un tono dolce e sognatore che tradivano il suo tentativo di nascondere il tutto. Clara se ne accorse immediatamente: “In effetti è carino” disse guardandola di sott'occhi con un sorriso furbo sulle labbra, “Scommetto che non vede l'ora che arrivi la prossima partita contro i Serpeverde.”. “Ma che

stai dicendo??” si voltò Aqua tentando inutilmente di trattenere il sorriso imbarazzato che aveva sulle labbra.

“A-HA! Sapevo che ti piaceva!” esclamò Clara trionfante. “Quel sorriso parla più delle tue parole! Ti ho beccato, ammettilo!”-“Ma non è vero!” tentò Aqua. “Non raccontarmi frottole! Non me la bevo!”-“E va bene! Beh, ecco, forse un pochino...” ridacchiò Aqua imbarazzata.

“LO HA AMMESSO!!! LO HA AMMESSO!!!!!!!” gridò Clara con un sorriso trionfante sulle labbra.

“Shhhhh! Ma sei matta??” bisbigliò Aqua, “Vuoi che lo vengano a sapere tutti, per caso?”

Clara si ammutolì all'istante guardandosi attorno, “Ma...dove sono tutti?”. Avevano camminato per tutto il tempo e ora si trovavano in un corridoio tetro illuminato soltanto da poche distanti torce. Quel luogo era così deserto che non vi circolava nemmeno un fantasma.

Avevano camminato per tutto il tempo e ora si trovavano in un corridoio tetro illuminato soltanto da poche distanti torce. Quel luogo era così deserto che non vi circolava nemmeno un fantasma. Le pareti buie inghiottivano il corridoio in un oscuro abisso.

“Accidenti a te e al tuo senso d'orientamento!” imprecò Aqua tremando, “Questo posto mi dà i brividi. Si può sapere come abbiamo fatto ad arrivare fin qui?”

“Non ne ho idea...io stavo seguendo te.”

“Che cosa?? Ma anche io stavo seguendo te!”. Le ragazze si guardarono preoccupate. Quel lungo corridoio era gelido. Il freddo era tale da penetrare nelle ossa e in lontananza si sentiva un vago rumore persistente, come un ronfare oppresso.

La voce di Aqua tremava: “Andiamo via di qui, ti prego! Questo posto non mi piace...”

“SH!” La voce dell'amica fu interrotta da Clara che tendeva l'orecchio con sguardo indagatore. “Lo hai sentito?”-“Sentito cosa?”-“Quel rumore.”-“Quale rumore?”-“Quel rumore! Come una specie di ringhio. Non lo hai sentito?”-“Clara, io non ho sentito niente. Se è uno scherzo non è divertente! Ti prego, andiamocene via..”. La sua frase venne interrotta dallo stesso rumore, questa volta più forte. Aqua impallidì: “Che cos'era?”-“Era quello di cui ti parlavo. Non è uno scherzo, Aqua. Credo che provenga dal fondo del corridoio.”-“Non vorrai mica avvicinarti!”. Non fece in tempo a finire la frase che già Clara aveva preso la sua bacchetta e detto “Lumos!”. La punta della bacchetta sprigionò una luce bianca che illuminò il corridoio. In fondo vi era una vecchia porta di legno dalla quale proveniva il rumore. “Clara, ti prego andiamocene!” Aqua stava tremando. “Zitta!” le sussurrò l'altra, camminando verso la porta.

Aqua restava sempre a distanza, ma aveva paura di rimanere sola, e seguiva Clara respirando a fatica. Clara reggeva la bacchetta camminando piano. Stava sudando freddo. Aqua non era l'unica a cui quel posto dava i brividi, ma tentò di non darlo a vedere. Trattenne il respiro, portò la mano alla porta e la aprì con un “clack”. Socchiuse la porta quel tanto che bastava per guardarvi dentro con un occhio, ma tutto ciò che vide fu nero. Il ronfare si era fatto ancora più forte e dalla porta si sentivano arrivare sbuffi caldi.

“Che cosa vedi?” sussurrò l'amica a Clara più silenziosamente che poteva. Clara si girò verso l'amica: “Un bel niente...è tutto nero. Credo che dovremmo entrare.” Il viso dell'amica era più pallido di quello di un fantasma. “No, no, no, no, no!!!! No! No...No. Se vuoi tu entra. Io ti aspetto qui fuori.”

“Va bene.” Clara aprì piano la porta con la gola secca e le mani bagnate di sudore. Entrò piano facendo più attenzione possibile. La bacchetta illuminò tutta la stanza e Aqua tradì le sue parole seguendo l'amica. Piuttosto che rimanere là fuori da sola preferiva entrare. E se Clara avesse avuto bisogno d'aiuto?

Davanti alle ragazze si mostrò un enorme cane a tre teste nero come la pece. Ogni testa ronfava rumorosamente nel sonno. I tre colli erano stretti da catene fissate saldamente alla parete. Sotto le zampe del cerbero si intravedevano i profili di quella che doveva essere una grande botola.

“Oh mio dio...!” disse Aqua con la voce che era diventata quasi solo un lieve sospiro. “Aqua... Che cos'è quel coso?”-”E' un enorme cane a tre teste!!!!!!!”-”Wow Aqua, la tua intuizione è proprio oltre la media!”-“Beh, di sicuro sta facendo la guardia a qualcosa.”ribatté Aqua scocciata. “Sì, e io ho la netta sensazione che noi non dovremmo essere qui!”-”Beh Clara, vedo che anche la tua intuizione è a dir poco sopra la media! Questo è il corridoio del terzo piano. Noi non dovremmo assolutamente essere qui!”rispose Aqua con l'angoscia dipinta negli occhi. Dall'altra parte del corridoio, le due sentirono un rumore forte, come una porta che veniva chiusa. Quel rumore lo sentì anche l'enorme bestia, che, infastidita, mostrò i denti e iniziò a ringhiare minacciosamente. Le due ragazze rimasero paralizzate dalla paura. “Ora possiamo andare?” chiese Aqua con la voce rotta dal terrore. “Assolutamente si!” rispose Clara. Le due uscirono svelte dalla stanza e si chiusero la porta alle spalle. “Fihu, l'abbiamo scampata” sorrise Aqua. “Io non credo proprio ragazzine.”. Dietro di loro c'era Gazza, il custode, che con la sua gatta, Mrs. Purr, le fissava soddisfatto. “Voi due non dovreste essere qui... E sapete questo cosa significa... Che verrete messe in punizione!” disse Gazza con un ghigno. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo complice e improvvisamente iniziarono a correre più veloce che poterono. Attraversarono il corridoio e superarono il portone che portava dall'altra parte. “E' meglio se andiamo ai nostri dormitori. O Gazza ci troverà!” esclamò Clara. “Giusto! A domani!” rispose Aqua. E le due si diressero velocemente ognuna nel proprio dormitorio.

L'indomani, le due ragazze si resero conto che il loro stratagemma non aveva funzionato. Infatti, Gazza aveva avvisato i professori che erano a capo delle loro Case, La McGranitt e Piton, e le due ragazze si erano beccate una bella strigliata. Inoltre, come Gazza aveva previsto, vennero messe in punizione e quella sera avrebbero dovuto trovarsi alla capanna di Hagrid per scontarla.

Aqua e Clara arrivarono puntuali alla porta della capanna di Hagrid e bussarono forte. Era notte fonda e dalla voliera si sentivano i canti dei gufi. Hagrid aprì la porta: “Oh, siete già qui. Non posso crederci che due ragazze dolci come voi siano finite in punizione. Che accidenti avete combinato?”

“Ci siamo perse tra i corridoi della scuola e Gazza ci ha beccate.” rispose Clara.

“E siete in punizione per questo?” disse perplesso Hagrid accendendo una vecchia lanterna arrugginita, “Da quando in qua stare tra i corridoi è proibito?”-“Non era un corridoio qualunque. Era quello del ter-..ahi!” Aqua venne interrotta da una forte gomitata della compagna. Fortunatamente Hagrid non se ne accorse, essendo di spalle per prendere il pastrano.

“Ehm, voglio dire...” proseguì Aqua guardando Clara con aria interrogativa, “Sai com'è fatto Gazza...racconta sempre un sacco di frottole solo per incastrarci.”

“Già!” grugnì in tono disprezzante Hagrid che era uscito dalla porta lasciando dormire Thor, “Quello lì non lo sopporto proprio! Povere ragazze..venite, su!” disse incamminandosi, “Prima partiamo, prima arriviamo.”.

Le due ragazze lo seguirono stringendosi forte nei mantelli. Era autunno inoltrato e il vento soffiava tanto forte da far tremare anche i rami del Platano Picchiatore. Entrarono tutti e tre nella foresta proibita guidati dalla luce della lanterna di Hagrid.

“Ehi, Hag!” disse ad un tratto Clara sotto la stretta ferrea della sua amica che tremava di freddo e paura. “Che cosa sai del corridoio del terzo piano?”-“Io? Beh..Non ne so nulla..” disse Hagrid esitando. “Voglio dire” proseguì Clara senza ascoltarlo “Perché mai un corridoio della scuola dovrebbe essere proibito? Se è così pericoloso come sostiene Silente, dovrebbe esserci nascosto qualcosa, o meglio, rinchiuso qualcosa. Qualcosa di molto segreto suppongo.”-“Come ti ho detto, non ne so nulla! E comunque non sono affari vostri. Statene alla larga!”.

Le due amiche si guardarono e Aqua stette al gioco: “Ma tu sei il guardiacaccia della scuola. Possiedi tutte le chiavi! Com'è possibile che tu non sappia niente di quel corridoio?”. Hagrid si voltò scocciato:”Ora basta! Vi ho detto che non ne so niente! Quello che c'è in quel corridoio è un segreto tra Silente e il signor Nicolas Flamel! Voi non vi dovete immischiare!”. Clara si voltò verso Aqua con lo sguardo di chi ha appena scoperto il segreto dell'universo. Aqua la guardò con sguardo interrogatorio. Si chiedevano entrambe la stessa cosa. Chi era questo Flamel?

“Un' ultima cosa, Hag” disse Clara, “Una volta a lezione ho sentito parlare alcuni ragazzi su un incidente al terzo piano. Una leggenda dice che un ragazzo, che pensava che lì ci fosse la porta del bagno, era stato ferito da un enorme cane nero. Tutti credevano che fosse impazzito perché diceva che il cane avesse tre teste!”

“Sciocchezze!” sbottò Hagrid, “Fuffi non farebbe mai del male a nessuno!”.

“Fuffi?” chiese Aqua. Hagrid si voltò con gli occhi sgranati: “Accidenti a voi e alle vostre zucche curiose! Non dovevate venirne a sapere! Basta con le domande e ora rimanete qui.” si voltò guardandosi alle spalle“Ci sono dei Centauri che è meglio se non incontrate. Non muovetevi da qui! Io vado a parlarci e torno subito.”.

“Ci risiamo” disse Aqua vedendo Hagrid allontanarsi, “Di nuovo sole e al buio!” Per fortuna Clara non lasciava mai incustodita la sua bacchetta. La prese, disse “Lumos!” e ci fu di nuovo abbastanza luce da poter vedere i dintorni della foresta.

“Aspetta...” disse Aqua, “Tu non senti qualcosa?”. Clara si voltò verso l'amica con sguardo annoiato: “Ti vuoi vendicare?”-“No, Clara, ascolta. Io sento delle voci.”-“Devono essere Hagrid e il Centauro.”-“No, riconosco le voci quando le sento!”rispose Aqua seccata.“E come ti sembrano queste?”-“Non saprei...vengono da lì dietro. Vieni!”.

Le due ragazze si voltarono e Clara cercò di seguire lo sguardo dell'amica. Fece qualche passo avanti per cercare di vedere meglio tra i tronchi e i cespugli. “Da qui temo che dovrò spegnere la bacchetta.” disse Clara preoccupata tanto quanto l'amica.

“Non ci pensare neanche!” rispose Aqua a cui iniziava già a tremare la voce.

“Se ci beccano ci fanno rimanere qui per tutta la notte! Altro che giretto con Hagrid.”

“E va bene, ma fai piano.” si rassegnò Aqua. Clara annullò l'incantesimo e, cercando di fare meno rumori possibili, seguì l'amica attraverso la boscaglia, avvicinandosi sempre di più alle voci e si nascosero dietro a un tronco abbastanza largo da coprirle entrambe. Ora anche lei distingueva le voci. Le due ragazze le riconobbero all'istante: erano Raptor e Piton! Che ci facevano nella foresta proibita a notte fonda?

“La voglio domani! Se non mi porti quella pietra sai benissimo cosa ti aspetta!” Piton sembrava terribilmente arrabbiato.

“M-mi s-scusi, s-signore...I-io non v-volevo farla a-ar-arrabbiare. M-mi dia s-solo un altro p-po' di t-tempo...g-gliela porterò il p-più presto p-possibile!” tremava Raptor, con la voce rotta da lamenti e singhiozzi di terrore.

Sentirono Piton insultare Raptor e i suoi passi allontanarsi verso il castello. Che cosa ci facevano due professori nel pieno della notte nella foresta proibita? E di che pietra stava parlando Piton?

Le due ragazze tornarono indietro silenziosamente trovando Hagrid che le cercava disperatamente.

“Ma dove eravate finite?? Voi due mi farete venire la barba bianca! Forza, torniamo indietro. Vi devo riportare al castello.”.”Clara si mise la mano in tasca e con orrore, si accorse che il suo orologio in oro non c'era più.”Oh mio dio! Aqua, dobbiamo tornare indietro! Ho perso il mio orologio!” -”Ma magari l'hai lasciato al dormitorio.” consigliò Aquamarine speranzosa. “No, no! Lo tengo sempre in tasca! E' importante per me! Devo tornare indietro a riprenderlo Aqua!”-”E va bene! Hagrid, torniamo subito. Clara, tu va da quella parte, io vado da questa.” disse Aqua indicando una radura che si apriva accanto a un piccolo fiumiciattolo. Clara seguì l'indicazione dell'amica e si incamminò verso il buio della foresta proibita. Mentre camminava, sentiva il rumore delle foglie e della corteccia che scricchiolavano sotto il peso del suo corpo. Doveva assolutamente trovare il suo orologio. Per lei era troppo importante. Glielo aveva regalato suo fratello ed era un oggetto magico molto prezioso. Con la mente pensò ad Aqua, che probabilmente la stava insultando in tutti i modi che conosceva. Effettivamente, Aqua non era affatto contenta di essere dovuta ritornare dentro a quella buia e agghiacciante boscaglia. In mano aveva la lanterna di Hagrid, che non illuminava granché il tragitto. Ad un certo punto, arrivò in una specie di conca, circondata da altissimi alberi che incutevano terrore. Improvvisamente, una foglia bagnata le fece perdere l'equilibrio e la ragazza cadde all'indietro, cadendo dritta sul sedere. “Cavoli! Ma tutte a me!” esclamò Aqua dolorante. Mentre si rialzava e si puliva dal terriccio che le si era attaccato all'uniforme, sentì un rumore strano provenire da un albero più avanti. Incuriosita, si avvicinò e oltre l'ammasso di cespugli vide un'orripilante figura incappucciata, china su un unicorno morto, intenta a berne il sangue argentato. Aqua sgranò gli occhi e rimase paralizzata per la paura e per l'enorme disgusto. La figura incappucciata, d'un tratto, alzò la testa, con il sangue di unicorno che gli gocciolava dalla bocca pallida. Quell'essere iniziò a guardarla e con un sospiro gelido pronunciò il suo nome:”Aqumarine... Sei tu?”. Aqua, terrorizzata, iniziò a strillare e dagli alberi spuntarono Clara e Hagrid. La figura incappucciata si alzò di scatto e volò via, lasciando dietro di sé la scia del salngue dell'unicorno, che brillava al chiarore della luna. “Aqua va tutto bene?” si avvicinò Clara preoccupata. “Hagrid... cos'era quello?” bisbigliò Aqua ancora terrorizzata. “Quella, Aqua, è una delle creature più ostili e malvagie che esistano al mondo. Chiunque uccida un unicorno e ne beva il sangue, resterà in vita anche se è ad un soffio dalla morte. Ma l'immortalità ha un prezzo ragazze. Ora andiamocene. La foresta proibita non è un posto sicuro per voi.”. “Clara... quel coso mi

conosceva! Ha pronunciato il mio nome! Mi ha chiesto se ero io Aquamarine!”. Clara non seppe cosa risponderle, ma dentro di sé era molto preoccupata per l'amica.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** la pietra filosofale ***


Era il 31 ottobre e la Sala Grande era stata addobbata per Halloween. Le lanterne di zucca erano disposte a mezz'aria e i fantasmi volavano per le sale più allegri che mai (il che era abbastanza insolito per un fantasma!). Tutti gli alunni si stavano godendo la festa e sui tavoli erano sparsi mille dolcetti di tutti i tipi. Aqua si gustava le sue Cioccorane facendo beffe a quelli che nelle figurine trovavano sempre Silente. Lei si era guadagnata ben quattro figurine di Salazar Serpeverde e mago Merlino, per il quale aveva un'ammirazione particolare. Anche se cercava di non darlo a vedere, quella notte nella foresta l'aveva impressionata molto. Ogni sera, prima di addormentarsi, si rivedeva davanti agli occhi quell'orribile figura incappucciata che, con voce profonda, pronunciava il suo nome in continuazione. Non aveva raccontato a Clara di questi suoi incubi; in parte non voleva farla preoccupare, ma dall'altra, provava anche un senso di vergogna, perchè pensava che quel mostro avesse qualcosa a che fare con suo padre. Non sapeva il perchè, ma se lo sentiva. Clara, dall'altra parte della Sala Grande, si divertiva al tavolo dei Grifondoro, assaggiando più tipi di Gelatine tutti gusti+1 che poteva. Fortuna che aveva uno stomaco forte perché, dopo il gusto di caccola, vomito e calzini sudati, nessuno sarebbe riuscito a resistere al rigurgito. Fred e George, come al solito, si erano divertiti facendo scherzi a Gazza con le caccabombe. Nella Sala Comune, invece, avevano fatto ridere tutti mettendo i fuochi d'artificio in bocca ad una povera salamandra che aveva preso il volo sbattendo qua e là per la sala. Nei giorni seguenti, Clara era riuscita a tirarsi un po' su di morale grazie alla compagnia dei gemelli Weasley, ma pensava ancora al suo orologio che aveva perso nella foresta proibita qualche giorno prima. Stava studiando dal suo libro di incantesimi per migliorare le prestazioni e ogni tanto faceva pratica con la sua bacchetta. “Nucleo di piuma di fenice. Vediamo un po'.” disse leggendo da una guida per bacchette magiche, “ 'Hanno grande iniziativa, comportandosi talvolta di loro spontanea volontà, caratteristica che molti maghi e streghe non approvano.' Beh..ora si spiegano molte cose.” sospirò Clara leggendo. Molto spesso, infatti la sua bacchetta agiva da sola senza che lei facesse niente. Una volta durante la lezione di Pozioni stava facendo finta di disegnare dei baffi sulla faccia di Piton mentre lui spiegava, e, senza che lui se ne accorgesse, gli erano spuntati dei baffi arricciati sotto il naso. Clara aveva sgranato gli occhi e tutta la classe si era messa a ridere in modo incontrollato e il professore, accortosi della peluria eccessiva, aveva dato a tutti come punizione un tema da un rotolo intero di pergamena sui vari utilizzi della pozione Occhiopallato. A Clara però non importava molto del tema, che avrebbe finito il giorno prima della consegna e preferì concentrarsi di più sugli incantesimi. Era la sua materia preferita e le lezioni con il professor Vitius e la McGranitt erano le uniche in cui la sua bacchetta sembrava collaborare con lei. “Ebano, undici pollici, indeformabile. Nucleo di piuma di fenice!” Aveva esclamato Olivander a Diagon Alley quando Clara aveva dovuto scegliere la sua bacchetta, o meglio, quando la bacchetta aveva dovuto scegliere lei. Appena aveva preso in mano la bacchetta, questa non aveva avuto alcuna reazione, ma, dopo un momento di esitazione, aveva di colpo acceso un piccolo fuoco rosso sulla punta. Clara aveva temuto di averla incendiata per sbaglio, ma nonostante agitasse la bacchetta per spegnerlo, il fuoco non smetteva di avvampare, finché Olivander non l'ebbe presa tra le mani per rimetterla nella scatola soddisfatto. Continuò a leggere: “ 'Ebano: Questo legno nero lucente ha un aspetto e una fama impressionanti; è particolarmente adatto a ogni tipo di magia da combattimento e alla trasfigurazione. Dà il suo meglio nelle mani di chi ha coraggio di essere se stesso: anticonformisti, diversi o fuori dagli schemi. Il padrone ideale di una bacchetta di ebano, a dispetto delle pressioni esterne, resta aggrappato alle proprie convinzioni e non si lascia distogliere dai suoi propositi.' “ Clara annuì alzando le sopracciglia. Poi il suo occhio cadde sul legno sottostante, il faggio, che era quello che formava la bacchetta di Aqua. Curiosa, iniziò a leggere: “ 'Il faggio predilige le persone mature per la loro età o ricche di esperienza. Le persone intolleranti e di vedute ristrette ottengono invece scarsi risultati e spesso chi l'ha ottenuta senza esserne adatto (questo legno è particolarmente ambito) si lamenta con esperti fabbricanti della debolezza della propria bacchetta. Con il mago giusto, invece, la bacchetta di faggio compie magie di un'arte e di una finezza tali che si riscontrano raramente in altri legni. Da qui deriva il suo prestigio.' Wow...” esclamò appena ebbe finito di leggere. Ancora più incuriosita, Clara decise di tornare nella sezione 'Nuclei' per leggere qualcosa su quello di Aqua: “ 'Nucleo di corde di cuore di drago: Da questo nucleo si ottengono le bacchette più potenti, in grado di realizzare gli incantesimi più spettacolari. Esse tendono ad imparare più velocemente rispetto alle altre ma non sono tra le più fedeli, infatti cambiano facilmente bandiera una volta che il proprietario viene sconfitto. Sono le più facili da convertire alle arti oscure e sono molto lunatiche, per questo sono inclini agli incidenti.' Temo di doverla avvertire di quest'ultima cosa” commentò poi Clara a fine lettura. Rimettendo a posto la guida sulle bacchette tra gli scaffali della biblioteca, Clara si ricordò di Nicolas Flamel. Senza pensarci un attimo si mise a cercare tra i volumi della biblioteca alla ricerca di qualche indizio. Cercò ovunque anche tra i libri di leggende o storia della magia. Aveva speso tutto il pomeriggio cercandone il nome, ma non era riuscita a trovare niente. Era quasi il tramonto quando la ragazza trovò un piccolo paragrafo in un grosso vecchio libro intitolato Maghi e Streghe nella storia. Lesse avida tutto quanto e trovò quello che cercava: la Pietra Filosofale. Nicolas Flamel ne era stato il creatore. La Pietra Filosofale era una pietra dai poteri magici in grado di rendere immortale chiunque ne facesse uso. Ecco di quale pietra parlava Piton! Ma perché voleva rendersi immortale? Improvvisamente le tornò in mente ciò che Hagrid aveva detto ad Aqua nella foresta proibita, dopo che lei aveva visto quell'orrenda figura nera succhiare il sangue di un unicorno: 'Quella, Aqua, è una delle creature più ostili e malvagie che esistano al mondo. Chiunque uccida un unicorno e ne beva il sangue, resterà in vita anche se è ad un soffio dalla morte. Ma l'immortalità ha un prezzo ragazze.' Non era soltanto Piton a cercare l'immortalità. Chi altri avrebbe potuto volerla? Complottavano tra loro, forse? O magari se la contendevano? . Clara non aveva idea si ciò che stava accadendo. Poi ricordò. Fu come un lampo: Fuffi! Hagrid aveva detto che ciò che era nascosto nel corridoio del terzo piano era un segreto tra Silente e il signor Nicolas Flamel. In più Piton e un' orribile creatura malvagia si aggiravano per Hogwarts cercando la Pietra Filosofale. I conti tornarono e Clara non ebbe più dubbi. Non poteva permettere che una creatura orribile come quella diventasse immortale. Annotò tutto su un foglio di pergamena, lo piegò mettendoselo in tasca, mise i libri a posto ed uscì dalla biblioteca di corsa per trovare l'amica. Aqua era ancora nella Sala Grande seduta al tavolo dei Serpeverde. Stava pensando che avrebbe dovuto trovare Clara per raccontarle dei suoi sogni e dei suoi sospetti riguardo suo padre, non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. I suoi pensieri vennero interrotti da qualcuno che, dietro di lei, si schiarì la voce, come per farsi notare. Aquamarine si voltò e in piedi davanti a lei vide Baston che la guardava sorridente. “Ehilà. Come te la passi?”chiese il ragazzo che sembrava piuttosto imbarazzato. “Ciao Oliver. Io sto bene e tu?” rispose Aqua divertita. “Non mi lamento. Senti, tu, io, cioè, noi... Insomma, potremmo... Oppure potremmo... Ma se non ti va potremmo anche... Ehm...”. Aqua inclinò la testa e guardò Baston con occhi confusi. Il ragazzo si passò la mano dietro il collo e sospirò lentamente.“Okay... Riformulo. Avresti voglia di venire a fare un giro con me?”. Aqua diventò rossa come un pomodoro e un sorrisino imbarazzato le si disegnò sul viso. Baston interpretò male quella reazione. “Oh beh, naturalmente solo se non hai niente di meglio da fare! Non voglio obbligarti! Se mi dici di no non mi offendo!”-”Oliver.” lo interruppe Aqua sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi“Vengo molto volentieri a fare un giro con te.”. Baston fece un sospiro di sollievo e prese Aqua per mano, aiutandola ad alzarsi dalla panca “Beh, andiamo allora!”. I due si incamminarono fuori dalla Sala Grande e attraversano l'ampio cortile con la fontana. Arrivarono fino al corridoio opposto e poi scesero sulle rive del Lago Nero, dove le foglie degli alberi, cadendo, avevano colorato tutto il sentiero. Baston avvicinò lentamente la sua mano a quella di Aqua, sfiorandogliela e prendendogliela poi per stringerla assieme alla sua. Arrivarono ad una panchina e si sedettero all'ombra di un salice piangente. “Allora, come ti trovi qui ad Hogwarts?” chiese Baston. “Davvero bene!” sorrise Aqua “Non mi aspettavo che mi sarei trovata così bene. E' davvero fantastico e la compagnia è molto gradevole.”. Oliver sorrise imbarazzato e rispose “Beh, menomale. Pensi di tornare a casa per le vacanze di Natale?”-”No, per quest'anno no. Mia madre ha delle cose da fare e mi ha detto che starò meglio qui. Tu? Tornerai a Londra?”-”No, i miei devono svolgere faccende importanti per il Ministero della Magia. Beh, se ti va potremmo passare un po' di tempo assieme. Sai com'è, tra pranzi e cenoni ci si divertirà. Ci saranno anche i gemelli Weasley. Al nostro tavolo sarai sempre la benvenuta.”. Aqua sorrise dolcemente. “Beh, grazie! Farò un salto volentieri.”. I due rimasero un po' a guardarsi negli occhi fino a quando una voce familiare non li costrinse a voltarsi verso destra. “Aqua! Ho trovato tutto! So tutto! Ho risolto il mistero!”. Era Clara, che con il fiatone arrivò davanti ad Aqua, che si accorse essere in dolce compagnia. Clara iniziò a guardare i due con occhi sgranati e, vedendo lo sguardo d'odio di Aqua, capì di aver interrotto qualcosa di importante. “Ehm.. Ho interrotto qualcosa?” mormorò Clara mortificata. Aqua alzò gli occhi al cielo e si mise la mano sul viso, mentre Baston sorrise e rispose “Tranquilla, vi lascio alle vostre cose.” poi si avvicinò ad Aquamarine e la baciò dolcemente sulla guancia. “A presto” le mormorò all'orecchio. Aqua divenne rossa come non mai e con la mano si sfiorò la guancia dove Baston l'aveva baciata. Il ragazzo si allontanò e Aqua rimase a guardarlo imbambolata. Clara, ridacchiando e scuotendo la testa, si avvicinò all'amica e le disse “Allora? Le vuoi sentire le novità?”-”Sì sono una strega” rispose Aqua con un sospiro. Clara parve confusa e intuì che l'amica non la stava nemmeno ascoltando e che, probabilmente, le aveva risposto la prima cosa che le era passata per la mente. “Ehi Violetta, stammi a sentire!” esclamò Clara facendo schioccare le dita davanti agli occhi dell'amica, ancora persi a guardare una figura lontana che aveva oramai preso la forma di un puntino sfocato. “Sì, sì ci sono!” rispose Aqua riprendendosi dai suoi pensieri. “Allora, cos' hai scoperto di così importante da interrompere il mio prima appuntamento con Baston?!” esclamò in tono spiritoso, che esprimeva però un briciolo di rabbia repressa. “Ho capito cos'è il segreto tra Silente e Flamel! Quello che Fuffi nasconde nel corridoio del terzo piano! E' la Pietra Filosofale!”. Aqua guardò l'amica un po' perplessa. Aveva sentito parlare di quello strano oggetto. Conteneva in sé un immenso potere e chiunque la prendesse sarebbe stato immortale. Improvvisamente, le tornò in mente la figura incappucciata. “Questo significa che... Quella cosa della foresta, e Piton, stanno cercando di impossessarsi della Pietra?!” esclamò scioccata Aquamarine. Clara annuì, anche se rimase stupita della perspicacia dell'amica che aveva afferrato al volo il ragionamento. “Ma Piton che cose dovrebbe farsene della Pietra? Insomma, lui non è in fin di vita, per quanto ne so.” proseguì Aqua insospettita. “Magari non la vuole per sé, ma la vuole prendere per darla a quel coso che tu hai visto nella foresta.” ipotizzò Clara. Aqua vi rifletté sopra e si trovò d'accordo con l'amica. “Ma se Piton vuole la Pietra, tenterà di trovarla, soprattutto perchè lui sa dov'è. Clara, dobbiamo fermarlo!” concluse poi Aquamarine. Clara annuì “Stasera andremo a parlare con Hagrid e cercheremo di scoprire qualcosa di più a riguardo.”. Le due annuirono e si incamminarono verso il castello. “Comunque, tu e Baston siete proprio carini assieme” disse Clara in tono complice. Aquamarine arrossì e sorrise, voltandosi verso l'amica con occhi furbi. “Anche tu e George!”. Il resto della giornata filò via tranquillo e presto arrivò anche il momento di andare a trovare Hagrid. Aquamarine e Clara si incontrarono dopo cena alla Torre Dell'Orologio, la dimora del fantasma del Barone Sanguinario, che apparteneva alla Casa dei Serpeverde. Clara, come al solito, era in clamoroso ritardo e Aqua passò il tempo ascoltando le storie del Barone, che narravano il suo valoroso passato e le sue magnifiche imprese :”... Poi, ci trovammo l'uno di fronte all'altro.. Io presi la spada e iniziai a correre coraggiosamente verso di lui...” Aqua ascoltava il racconto del fantasma, mentre lo osservava accompagnare le sue parole da scenette recitate molto semplici. Aqua, pensò alla sua prima recita scolastica, aveva solo cinque anni. Quanto le era piaciuto stare sul palco. Recitare la rilassava, quasi come cantare. Erano forse le due passioni alle quali teneva di più, naturalmente, assieme al suo amore per l'acqua e il viola e...Baston. Dalle scale, la ragazza udì dei passi svelti, e poco dopo, vide sbucare Clara con la sua uniforme tutta stropicciata. “Nono, fai con calma! Sei solo arrivata con 35 minuti di ritardo!” disse Aqua battendosi il dito sul braccio a mo' di orologio. “Sì lo so! Scusami! E' che ho incontrato la McGranitt strada facendo e mi ha sgridata perchè ero fuori oltre il coprifuoco, perciò, ho dovuto fingere di tornare al mio dormitorio. Insomma, ho perso un sacco di tempo! Scusami davvero!” rispose Clara mortificata. Aqua sorrise divertita “Tranquilla. Ora andiamo! Prima che ci vengano a cercare!” poi si rivolse al fantasma “La ringrazio per la compagnia Barone, le sue storie sono davvero affascinanti! Tornerò a trovarla sicuramente!”-”E' stato un piacere, mia pulzella!” rispose il Barone Sanguinario con un breve inchino. Le due scesero dalla torre dell'orologio cercando in tutti i modi di evitare Mrs Purr e si diressero verso la capanna di Hagrid. Arrivate lì, bussarono forte alla porta e aspettarono che questa venisse aperta. Pochi secondi dopo, Hagrid aprì la porta e le guardò confuso “Ma voi non dovreste essere a letto a quest'ora?! Possibile che non riusciate a non infrangere le regole!? Se qualcuno vi trova qui rischiate di beccarvi una bella punizione!”-”Lo sappiamo Hagrid, ma abbiamo assolutamente bisogno di parlarti!” rispose Aqua agitata. “Sappiamo della Pietra Filosofale.” disse Clara con sguardo serio. Hagrid impallidì guardandosi attorno, poi invitò le ragazze a sedersi. “Vi avevo detto di non ficcare il naso in cose che non vi riguardavano!” disse imitando un tono arrabbiato. Aqua alzandosi in piedi disse: “Hagrid, Piton sta cercando di rubare la Pietra Filosofale. Lo abbiamo visto parlarne con Raptor nella foresta proibita quando tu ti sei allontanato, e, subito dopo, abbiamo visto quella creatura bere il sangue di unicorno, che, come tu stesso ci hai detto, rende immortali. In più, il tuo spaventoso cane a tre teste dorme su una botola che nasconde un 'segreto tra Flamel e Silente'. Non è difficile capire che lì sotto c'è la Pie-” - “Basta! Voi non dovevate venirne a sapere! Silente mi aveva ordinato di mettere Fuffi alla protezione della Pietra perché voi non dovevate sapere nulla di Voi-Sapete-Chi, e io non ho intenzione di dirvi nulla a riguardo!” poi, fermandosi, si accorse di ciò che aveva detto, mentre le due ragazze si guardarono con fare interrogativo “Oh, no! Ve l'ho detto! Silente si arrabbierà moltissimo! Adesso dovete subito andarvene. Il coprifuoco è passato da un bel po'!” disse Hagrid alzandosi dalla vecchia poltrona. “Noi non ce ne andiamo finché non avrai vuotato il sacco!” intervenne Clara. “Dicci come evitare il tuo cane e sarà finita.” aggiunse Aqua. “Non ho alcuna intenzione di dirvelo! Se vi svelassi che Fuffi ha un debole per la musica, sarebbe tutto rovinato! Silente mi ucciderebbe e.. Oh, no...ve l'ho appena detto!”, disse con sguardo ancora più sconvolto “Non avvicinatevi a quella botola! Non voglio che voi corriate rischi. Ora forza, tornate nei vostri dormitori!” disse infine aprendo la porta. Clara si voltò, questa volta con uno sguardo un po' più morbido: “Grazie, Hagrid. Non ti deluderemo.” gli disse sorridendogli. “State solo attente a non ficcarvi nei pasticci. Avete a che fare con cose molto pericolose.” disse con occhi lucidi alle due ragazze un attimo prima di chiudere la porta. Le due si guardarono con aria soddisfatta e corsero ai loro dormitori. Il giorno seguente, le due ragazze si sedettero vicine a lezione di pozioni. Quando Piton iniziò a spiegare l'utilizzo della pozione Scordarella, le due iniziarono a bisbigliare tra di loro, pensando alla sera prima e a quello che avevano scoperto alla capanna di Hagrid. “Cos'è che aveva detto Hagrid... 'Voi-Sapete-Chi'. Ma cosa significa?” domandò Aqua incerta. “Non ne ho idea” rispose Clara “Ma una volta, facendo finta di dormire, l' ho sentito nominare da mio fratello mentre parlava con mia madre.”-”Ma dici che quello è il suo vero nome? Insomma, lo chiamano tutti così!” - “Dubito che esista una madre tanto cattiva da dare un nome simile al proprio figlio, Aqua. Quel soprannome dev'essere un modo per celare il suo vero nome. Forse porta iella. Dobbiamo chiedere a qualcun altro.” Clara non ebbe bisogno di alzare lo sguardo verso il professore, accortasi che un mantello nero sfiorava il suo banco. Aqua si era ammutolita. “Signorina Wright,” le disse Piton con il suo solito sguardo di disgusto che conservava solo per lei “stavo spiegando le funzionalità della lingua di drago. Le spiacerebbe ripetere ciò che ho detto a tutta la classe?” disse concludendo con un mezzo ghigno. “La lingua di drago si ricava dai draghi morti, essendo questi una specie che viene protetta e addestrata da vari maghi e streghe esperti in cura delle creature magiche. Hanno la caratteristica di essere molto velenose, perciò nelle pozioni curanti vengono utilizzate soltanto in una quantità minima.” rispose prontamente Clara. Piton la guardò con sguardo sprezzante per poi tornare a rivolgersi alla classe. Aqua stava fissando la sua compagna come se fosse un morto appena uscito dalla tomba: “Tu non sei umana...” - Clara ridacchiò sottovoce: “Era uno dei pochi paragrafi che sono riuscita a memorizzare ieri.”-”Se... Immagino... uno dei pochi.” rispose l'amica in tono sarcastico “Tornando alle cose serie. A chi potremmo chiedere informazioni riguardo a Tu-Sai-Chi?”. Clara alzò le spalle, poi si rivolse a Seamus Finnigan che sedeva alla sua destra: “Hai mai sentito parlare di Tu-Sai-Chi?” Il suo compagno ebbe una sorta di sobbalzo: “Ma certo che ne ho sentito parlare! Tutti sanno chi è!” Le due ragazze lo guardarono curiose, e Clara alzò un sopracciglio. “Non vorrete dirmi che..” continuò Seamus, “voi non sapete chi è? Com'è possibile?” - “No Seamus, non lo sappiamo! Vorresti illuminarci tu?” rispose Aqua, che era più impaziente che mai. “Si dice che sia il mago più malvagio della storia. La gente ha persino paura di dire il suo nome. Ha ucciso migliaia di persone, ma è da tempo che di lui si è persa ogni traccia. Nessuno ha idea di dove sia o che cosa faccia, ma dicono che tornerà per completare ciò che ha iniziato.” disse Seamus in tono cupo. “E qual è il suo vero nome?” chiese Clara. “Di certo non sarò io a dirvelo! Dicono che porti sfortuna il solo pronunciarlo.” rispose Seamus. Le ragazze lo guardarono con sguardo ironico. “Seamus, la sfortuna non esiste. O ci dici quel nome, o diremo a Piton che gli hai dato della vecchia sudicia scopa.” lo incalzò Aqua più scocciata di prima. Seamus le guardò esitante, poi, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno vedesse, scrisse con la penna sul foglio di pergamena nel quale Clara stava prendendo appunti: Voldemort. Le due amiche si guardarono, mentre nella loro mente passava lo stesso pensiero: dopo le lezioni, sarebbero andate in biblioteca a cercare informazioni a proposito di questo Voldemort. “Grazie Seamus. Scusa la brutalità, ma dovevamo saperlo. Ci sei stato davvero molto d'aiuto!” disse Aqua rivolgendosi a Seamus con un sorriso riconoscente.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 4 lo specchio delle brame ***


Dopo le lezioni, Clara e Aqua filarono dritte in biblioteca per cercare informazioni riguardo a questo Voldemort. Sfogliarono dozzine di libri ma non riuscirono a trovare proprio nulla. Dopo due ore sui libri, le due decisero di prendere una pausa e si diressero nel cortile centrale, dove Aqua sperava di trovare Oliver. Attraversarono i vari corridoi e scesero le varie scalinate fino ad arrivare al grande arco che permetteva l’ingresso al cortile con la fontana. Da dietro un pilastro, Baston stava ridendo con alcuni Grifondoro. A quella vista, Aquamarine si bloccò di scatto, nascondendosi dietro allo stesso pilastro. Clara la guardò sconcertata “Ma che diavolo stai facendo?!”-“E’ lì! L’hai visto!” rispose Aqua, indicando con il dito in direzione del ragazzo. Clara continuò a non capire “Lì c’è Baston, qual’ è il problema?!”. Aqua sbuffò “Sì appunto!” piagnucolò poi “Guarda come sono conciata! Ho i capelli tutti in disordine e non mi sono ancora truccata! Basta, io vado al mio dormitorio.”. Clara la prese per il braccio “No, tu vieni con me.”-“Ma… Ma.. E i miei capelli?!”-“Fatti una coda e sarà tutto sistemato.”-“Uffa però… E va bene!” Aqua prese il laccetto che aveva al polso e si fece un’alta coda di cavallo, lasciandosi dei ciuffetti di capelli che le scendevano morbidi e leggeri sul viso. Clara dovette ammettere che l’amica stava molto bene acconciata così. “Ora possiamo andare?” ansimò Clara, quasi come se stesse pregando l’amica. “Va bene!” sbuffò Aqua e assieme attraversarono il cortile, fino a quando non arrivarono da Baston e vennero raggiunte dai gemelli Weasley. Alla vista di Aqua, Baston si alzò e sorrise imbarazzato. George si avvicinò a Clara e le si appoggiò alla testa. “Ah Baston! Certo che tu con le donne proprio non ci sai fare! Meglio che ti dia una dimostrazione di come un gentiluomo si comporta con la sua dama!”. Baston lo guardò con sguardo di sfida. “Avanti Weasley! Facci vedere!”. George fece una faccia accattivante e prese Clara per i fianchi, che, non aspettandoselo, sobbalzò per lo spavento. Si girò e gli diede uno schiaffo. “Ben fatto Weasley! Sei riuscito a terrorizzare la tua dama!” esclamò Baston ridendo a crepapelle. Clara arrossì guardando George con sguardo offeso. Fred e Aqua rimasero spiazzati alla reazione, mentre George si massaggiava la guancia. “Non ti azzardare mai più. Nemmeno per scherzo!” disse Clara con gli occhi lucidi. George sembrò vergognarsi del suo gesto sentendosi in colpa. Prese qualcosa dalla tasca porgendola a Clara: “Ti è caduto questo prima.” disse passando a Clara il suo rotolo di pergamena, dove c’erano tutti gli appunti presi durante la lezione di pozioni. “Grazie.” rispose Clara in tono freddo. Stava per rimetterlo in borsa, quando il rotolo cadde di nuovo e si aprì, mostrando proprio la parte in cui Finnigan aveva scritto il nome: Voldemort. Nel gruppo calò il silenzio e tutti guardarono Clara terrorizzati. “Clara, perché hai scritto quella cosa sui tuoi appunti?” disse Baston con un soffio di voce, mentre fissava ancora la scritta al suolo. “E’ il nome di Tu-Sai-Chi. Abbiamo chiesto a Seamus di dircelo. Stiamo facendo ricerche su di lui.”. Baston si rivolse preoccupato ad Aqua “Che cosa?! Che significa che stai facendo ricerche su Colui che non dev’essere nominato?! E’ una follia! Stacci lontana il più possibile!”-“Baston, calmati, non ci vado mica a pranzo assieme! Stiamo solo cercando di capire chi è. Ci serve per… Una faccenda” rispose Aqua rivolgendo a Clara uno sguardo condiviso. “Quale faccenda?” domandò Baston, che pareva sempre più preoccupato. “Niente!” tagliò corto Clara “Non sono cose che ti riguardano!”. A Baston quella risposta non parve piacere, così come neanche a George. “Le vostre cose, sono anche nostre cose! Non vogliamo che vi cacciate nei guai!” rispose Oliver avvicinandosi ad Aqua e accarezzandole il viso. “Baston ha ragione” aggiunse George chinandosi accanto a Clara. “Qualsiasi cosa succeda, potrete contare sempre sul nostro aiuto”. Clara lo guardò con sguardo torvo rialzandosi dopo aver rimesso il rotolo nella borsa. Aqua invece abbracciò Oliver con gli occhi lucidi. “Grazie della gentilezza, George, ma sono cose che riguardano soltanto me e Aqua.” Aqua annuì, approvando ciò che l’amica aveva appena sottolineato. Quando le ragazze si furono allontanate, Fred guardò il gemello con sguardo dispiaciuto: “Credo che questa volta tu l'abbia fatta proprio grossa, fratello...” - “Fortuna che tu ci sai fare con le dame, eh, George? Meglio che non mi metta ad imitarti, sennò Aquamarine scapperebbe terrorizzata!” aggiunse Oliver ridacchiando. “Vedi di stare zitto, Baston!” gli rispose scocciato George. Oliver si allontanò compiaciuto, mentre Fred cercava le parole per tirare su di morale il fratello: “Ehi, che ne dici di mettere qualche fuoco d'artificio nell'ufficio di Gazza?” disse poi in tono furbo. “Stavolta lo facciamo esplodere!” disse l'altro sorridendo. Aveva ancora negli occhi un'espressione tra l'arrabbiato e il dispiaciuto, ma corse via col fratello per l'ennesimo scherzo. Appena furono abbastanza distanti, Aqua si rivolse all'amica: “Si può sapere che ti è preso?” - “Si può sapere che gli è preso???” rispose l'altra accelerando il passo. “Clara, a me è sembrato che volesse solo scherzare!” L'altra si fermò di colpo: “CHE TROVI DEGLI ALTRI SCHERZI DA FARE ALLORA!” sbottò con occhi lucidi “Se ci tiene proprio a scherzare con i sentimenti altrui, che si cerchi un altro bersaglio, perché io non ho intenzione di diventare il suo giocattolo passatempo con cui far ridere gli altri!” Clara stava quasi per mettersi a piangere. L'altra la guardò con sguardo comprensivo, poi l'abbracciò “Eddai non prendertela. Non voleva usarti per far ridere gli altri! Non offenderti per così poco!” A questo punto Clara non riuscì più a trattenere le lacrime. “Sta tranquilla” le sussurrò comunque l'amica in tono comprensivo, “Sono sicura che si sistemerà tutto.” - “Lo spero per lui!” rispose Clara ridacchiando tra le lacrime. Le due tornarono nella biblioteca quasi vuota. Poggiarono entrambe le borse sulle sedie e si misero a cercare tra gli scaffali, Clara tra i libri di Storia della Magia, mentre Aqua tra quelli di Maghi e Streghe nella Storia. Sfogliarono i sei volumi trovati, ma nessuna voce conteneva qualcosa su Voldemort. “Deve proprio portare sfortuna questo tizio!” disse Aqua sfregandosi gli occhi dalla stanchezza, “Dannazione, non viene nominato da nessuna parte.” - “Qualcosa mi dice che si trova tra i libri della sezione proibita. Scommetto che lì ci sono i libri che trattano la magia nera. Se è davvero così famoso come dicono, lì ci dovrà essere sicuramente qualcosa.” disse Clara. “Già...Il problema è che ci serve un'autorizzazione firmata da un professore, se vogliamo avere l'accesso a quegli scaffali.” disse Aqua - “E nessun professore, o scusa, ci farà avere quel maledetto permesso!” aggiunse Clara poggiando i gomiti sul tavolo e il viso sulle mani. “Chiederemo a qualcun altro” disse Aqua “Forse la McGranitt potrà dirci qualcosa”. Uscirono dalla biblioteca con sguardo deluso. “Oh, accidenti!” esclamò ad un tratto Clara, “Gli allenamenti di Quidditch! Baston mi ucciderà! Scusa, devo correre. Ci vediamo a cena!” disse Clara correndo via. Aqua la salutò da lontano ridacchiando. Da quando aveva perso l'orologio la cognizione del tempo di Clara era peggiorata. Se prima arrivava con qualche minuto di ritardo, adesso non c'era più speranza di vederla prima di 10 minuti. Arrivò al campo di allenamento con la tuta da Quidditch e i capelli disordinati. Salì velocemente sul manico di scopa. “Alla buon'ora!” disse Baston liberando il boccino. “Forza, non abbiamo molto tempo.” La squadra si liberò in aria e gli allenamenti cominciarono. Baston si avvicinò a Clara: “Come sta Aquamarine? Sai, tra un po' abbiamo la partita contro i Serpeverde. Voglio tenermi informato sul loro stato, così noi saremo in vantaggio.” cercò di spiegarsi. “Oliver, non me la bevo. Comunque ti consiglio di andare a chiederglielo di persona. Non aspetta altro.” gli rispose Clara con un sorriso e facendogli l'occhiolino. Baston arrossì e un attimo dopo la sua testa venne colpita da due Bolidi. Fred e George gli stavano gridando da lontano: “Ehi, Baston! Che razza di capitano sei? Muoviti e vai in porta!”. Baston diede il via all'allenamento e Clara si lanciò all'inseguimento del Boccino. Aqua si era ritirata nella Sala Comune dei Serpeverde e osservava i riflessi dell'acqua del Lago dalla finestra accarezzando la conchiglia che portava al collo. Ripensava alle nuotate con sua madre e le esplorazioni sul fondale con le sue amiche Sirene. L'acqua le mancava terribilmente, ma avrebbe dovuto reprimere la voglia di tuffarsi nel Lago per altri sei mesi. Il solo pensiero la rattristava moltissimo. Ogni tanto si concedeva un po' di tempo nella vasca da bagno con la sua coda, ma non era niente a confronto con Atlantide. I suoi pensieri vennero interrotti da una voce famigliare: “Ciao, Aquamarine.” Era Draco Malfoy che, come sempre, accompagnato da Tiger e Goyle, si sedette accanto a lei guardandola con una nota di diffidenza negli occhi. “Oh..ciao, Malfoy.” rispose Aqua quasi assente. “Lo sai che tra non molto abbiamo la partita di Quidditch contro i Grifondoro, vero?” - “Certo che lo so. Flint non fa altro che ammazzarmi di allenamento ogni due giorni.” - “Chiedevo giusto per sicurezza” rispose l'altro, “Sai, non vorrei mai che ti confondessi e ti mettessi per sbaglio la divisa dei Grifondoro.” Tiger e Goyle scoppiarono a ridere alla battuta di Malfoy. Aqua si voltò scocciata: “Non sono così stupida, Malfoy!” - “Non ho detto che sei stupida. Ma chissà..forse la compagnia di quel Baston ti sta dando alla testa. Che ci trovi in quell'idiota di un Grifondoro?”-”Malfoy, se non ti conoscessi direi che sei geloso!”-”Geloso? Io? Come potrei essere geloso di quell' idiota!” A questo punto Aqua si alzò in piedi: “Senti, Malfoy, se proprio devi insultare qualcuno, mettiti davanti a uno specchio! Per tua informazione Oliver ha molte qualità che tu e molti altri di questa Casa non avete. Se ti azzardi ad insultare un'altra volta i Grifondoro ti farò rimpiangere di aver fiatato! ” Malfoy rimase pietrificato e, mentre Aqua usciva dalla Sala Comune, le sue labbra presero a deformarsi in un'espressione tra il disgustato e l'arrabbiato. Aqua camminava per i corridoi rossa in volto per la rabbia. Come si permetteva quell'arrogante di insultare una persona come Oliver solo perché faceva parte di un'altra Casa? E di Clara che doveva dire, allora? Era una delle persone migliori che avesse mai conosciuto fino ad ora e non le importava niente se faceva parte dei Grifondoro. Come se il fato le avesse letto il pensiero, proprio in quel momento, voltato l'angolo, vide davanti a sé Clara che camminava in direzione opposta alla sua con in mano un manico di scopa e si scioglieva i capelli dalla lunga coda di cavallo. “Ehi! Com'è andata ad allenamento?” le chiese Aqua appena furono abbastanza vicine. “Sono distrutta!” le rispose Clara massaggiandosi una spalla, “Ah, credo che Baston non stia più nella pelle. Continua a chiedermi come stai.” Aqua arrossì sorridendo: “Ah, davvero?” - “Davvero davvero!” rispose Clara ridacchiando. “E George?” chiese Aqua ricordando l'accaduto. “Non me ne importa niente di lui.” rispose secca l'altra guadando dritto davanti a sé. “Serata no per entrambe suppongo.” aggiunse Aqua sospirando. Clara la guardò con fare interrogativo: “Perché?” - “Quell'idiota di un Malfoy è venuto a criticarmi perché frequento un Grifondoro come Oliver.” rispose Aqua. Clara scosse la testa: “Quello lì non me la raccontava giusta fin dall'inizio.” Le due si separarono tra i corridoi: Clara salì alla Torre del Grifondoro per cambiarsi, mentre Aqua scese le scale per andare alla Sala Grande, dove il banchetto serale aspettava gli alunni. Aquamarine si sedette vicino a Justin, che stava già mangiando. “Ehilà... Cos'è quell'espressione cupa?”. Aqua sospirò “Niente, Malfoy mi fa andare su tutte le furie!”-”Per la storia di Baston?” domandò Justin. “Anche...” rispose Aqua. “Beh, sarà geloso! Quello è abbastanza interessato a te.” esortò il ragazzo. “Pff... Vabbeh, lasciamo stare”. Aqua alzò le spalle e spostò lo sguardo sul tavolo dei Grifondoro e notò che Baston la stava guardando. Quando gli sguardi si incontrarono, i due si sorrisero e Aqua vide sedersi accanto a lui Clara, che guardò con uno sguardo di fuoco George Weasley. Clara prese a mangiare la sua pasta al pesto. Era immersa nei suoi pensieri. Pensava all'imbarazzo provato quando George l'aveva presa per i fianchi e alla reazione che lei aveva avuto. Inoltre, a confonderle la mente, c'era anche la maledetta voglia di capire chi fosse Voldemort e che cosa aveva fatto per essere temuto così tanto da tutti. Clara guardò al tavolo dei Serpeverde, e dallo sguardo perso di Aqua, capì che probabilmente, anche lei stava avendo gli stessi pensieri. Il giorno della finale del campionato di Quiddich era arrivato e le due ragazze non erano mai state più agitate. Aqua si era posta a tutti i costi di vincere e di non guardare in faccia nessuno. Il suo unico obiettivo sarebbe stato prendere quel Boccino. Flint entrò negli spogliatoi già munito di scopa e divisa. Si avvicinò ad Aqua e disse “Oggi è la tua occasione per dimostrarci ciò che sai fare. Prendi il Boccino e noi vinciamo il campionato e poi potrò anche accettare di vederti girare con quello sbruffone di Baston.”-”D'accordo.” rispose Aqua, più motivata che mai. Le due squadre scesero in campo e Aqua tentò in tutti i modi di evitare lo sguardo di Oliver e di Clara. Il primo si avvicinò per augurarle buona fortuna, lei rispose distrattamente senza neanche guardarlo. “Sì, grazie. Anche a te”. Baston la guardò confuso e poi la ragazza si allontanò lasciandolo lì di stucco. Anche Clara le si avvicinò con un bel sorriso, ma Aqua non la degnò di attenzione “Allora nervosa?” esclamò Clara. “No.” rispose Aqua fredda. Clara la guardò con fare interrogativo “Ma che ti prende?”-”Niente, ora devo andare.”. E Aqua andò a posizionarsi proprio accanto a Flint, che stava dando le ultime indicazioni alla squadra. Madama Bumb fischiò e la partita ebbe inizio. Aqua e Clara salirono sulle loro scope e volarono sopra il campo illuminato dal sole. Clara scorse il Boccino e partì al suo inseguimento. Aqua se ne accorse e arrivò alle calcagna dell'amica. Intanto, i Serpeverde avevano già guadagnato 10 punti mentre i Grifondoro erano ancora a zero. “Ehi Baston! Occhio a non cadere! Sto giro Aqua non viene a salvarti!” disse Flint con un ghigno. “Sta zitto Flint.” rispose Baston seccato, mentre pensava ancora allo strano atteggiamento che Aquamarine aveva avuto con lui prima della partita. Le due ragazze stavano ancora inseguendo il Boccino. Aqua accellerò e raggiunse Clara, affiancandola. “Questa volta lo prendo io il Boccino.” disse minacciosamente Aqua e Clara si accorse che l'amica non stava scherzando. La minaccia si fece più seria, quando Aqua iniziò a spintonare Clara, andandole addosso e rischiando di farla cadere dalla scopa. “Ma che diavolo fai Aqua?! Sei impazzita!” esclamò Clara spaventata. L'ultimo colpo fu più violento e Clara precipitò accompagnata da un urletto. Aqua la guardò dall'alto e per un attimo si sentì in colpa. Poi, si ricordò del Boccino che era sempre più vicino. Staccò un braccio dalla sua scopa e lo allungò verso il Boccino d'Oro. Chiuse gli occhi e sentì qualcosa di freddo entrarle nella mano. Li riaprì lentamente e vide il Boccino. Cel' aveva fatta. I Serpeverde avevano vinto il campionato. Con un sorriso radioso, Aqua scese a terra e con fare trionfante alzò in aria la mano, nel quale teneva l'oggetto dorato. Flint scese di corsa accanto ad Aqua e la abbracciò felice. “Bravissima!”. Anche Malfoy andò di corsa accanto ai compagni e senza rendersene conto abbracciò anche lui la ragazza che all'inizio lo abbracciò contenta, poi accorgendosi che si trattava di Malfoy, si staccarono guardandosi imbarazzati. “Brava.” disse lui schiarendosi la voce. “Grazie” rispose Aqua con un sorriso improvvisato. Baston, da lontano, osservò la scena scocciato. Madama Bumb consegnò la Coppa dorata a Flint che la diede ad Aqua che la alzò in aria con un sorriso trionfante. Flint prese Aqua e se la mise sulle spalle. Tutti festeggiarono attorno a loro. I Grifondoro si erano riuniti attorno a Clara che, cadendo dal manico di scopa, tentava di rialzarsi dolorante. Baston le porse la mano, che Clara afferrò tirandosi su: “Grazie.” - “Figurati. Ci hanno stracciati.” disse guardando verso i Serpeverde che facevano loro beffe di tutti i tipi. “Ma che è preso a quella?” disse Fred indicando Aquamarine con lo sguardo. “Non lo so. Ma non sembrava lei.” Rispose Baston guardandola triste da lontano. “E' stata colpa mia” intervenne Clara massaggiandosi il braccio che probabilmente si era incriccato “Ho perso l'equilibrio e sono caduta. Mi dispiace.” - “Non dire sciocchezze!” le disse George, “Abbiamo visto tutti che ti ha spinto!” - “Ho detto che è stata colpa mia!” questa volta Clara aveva alzato la voce e tutta la squadra la stava guardando spiazzata “Ha colto l'opportunità. E' stata brava.” aggiunse infine abbassando il tono. Si voltò e, insieme alla sua squadra, si incamminò verso gli spogliatoi. Al tavolo dei Grifondoro la cena fu deprimente. C'era chi mangiava in silenzio e chi insultava i Serpeverde per la vittoria. Clara era stata accompagnata in infermeria dove madama Chips, curatole il braccio, glielo aveva bendato. Clara, così come Baston, aveva lo stomaco chiuso e guardava verso il tavolo dei Serpeverde che festeggiava gioiosamente. “Ma che cosa le sarà preso?” domandò Baston. “Non lo so Oliver. Magari era molto sotto pressione.” rispose Clara.” “Sì ma, anche prima della partita era strana, anche con te non è stata gentile?”-”Già... Ma adesso basta, resta comunque la persona che ti ha aiutato quando stavi cadendo.”. Baston annuì e tornò in silenzio. Dall'altra parte, Aqua scherzava e rideva con i suoi compagni e sembrava aver fatto pace con Malfoy. A Clara quella vista non piacque, dentro di sé avvertiva una nota di amarezza per ciò l'amica le aveva fatto. Si tolse questo pensiero e, alzatasi dal tavolo, andò verso la sua Sala Comune. Si trovò davanti alla Signora Grassa nella Torre del Grifondoro e disse: “Testa di porco!”. La signora grassa nel quadro si spostò lasciandola entrare nella Sala occupata soltanto da due ragazzi che giocavano con gli Scacchi dei Maghi. Clara si sedette su una delle due poltrone davanti al camino acceso e aprì il libro di Pozioni, ma si addormentò quasi subito. Fu svegliata dal battito d'ali di una civetta che le si appoggiò alle ginocchia. Si strofinò gli occhi e vide che era Chanel, la civetta bianca di Aqua. Portava legato alla zampa un foglietto di pergamena strappato e arrotolato. Lo prese e lo aprì: 'Vediamoci alla Torre dell'Orologio questa notte. Devo dirti una cosa. - Aqua'. Si mise il biglietto in tasca e diede una carezza alla civetta che volò via attraverso la finestra. Clara si tirò su facendo un po' fatica col braccio e si avviò verso il punto d'incontro. Gli alunni stavano andando nei propri dormitori; era quasi l' ora del coprifuoco. Clara vide Aqua parlare ancora con il Barone. Non appena l'altra la vide arrivare si congedò sorridendo al fantasma e raggiunse l'amica: “Ti devo delle scuse per oggi.” - “Non fa niente. Posso capire!” - “Non avrei dovuto spingerti via. L'altra volta non sono riuscita a dimostrare di cosa sono capace per aiutare Baston e questa volta non volevo deludere la mia squadra..”. Clara le sorrise zittendola: “Non ti preoccupare, lo avevo capito. Sei stata grande, comunque. I miei complimenti, Violetta!” le porse la mano. “Non chiamarmi così, Raperonzolo!” ridacchiò Aqua stringendogliela. A Clara sfuggì una smorfia di dolore non appena Aqua gliela toccò. Aveva detto alla sua squadra di non parlare con nessuno del fatto che era andata in infermeria e aveva fatto attenzione a non mostrare la fasciatura, coprendo per bene il braccio con le maniche della maglia. “Che cos'hai?” le chiese Aqua. “Oh, nulla. Mi è tornata in mente una cosa” rispose Clara evitando lo sguardo per non farle capire che stava mentendo. Faceva sempre così quando mentiva, ma Aqua questo ancora non lo sapeva. Si incamminarono insieme peri corridoi della scuola chiacchierando. A un tratto Clara intravide una piccola figura scura con gli occhi lucenti al chiaro di luna: Mrs Purr. La gatta iniziò a soffiare per poi correre nella direzione opposta. “Sta andando ad avvertire Gazza! Presto, vieni!” disse Clara all'amica afferrandola per un braccio. Corsero in cerca di un nascondiglio e a pochi metri di distanza intravidero una porta semichiusa alla loro destra. Ci entrarono senza esitare e attesero in silenzio. Sentirono avvicinarsi i passi di Gazza che si fermò a metà del corridoio: “Vi beccherò, malandrini! Un giorno o l'altro non mi sfuggirete!” poi tornò indietro con la gatta che miagolava confusa. Le ragazze tirarono un sospiro per poi voltarsi. Si trovavano in una stanza che aveva l'aspetto di uno sgabuzzino. Gli scatoloni pieni di vecchi libri e le cianfrusaglie magiche erano illuminate dalla luce della luna piena che splendeva nella gelida notte. Al centro della stanza si ergeva uno specchio incorniciato da fregi in metallo sui quali era inciso nella parte più alta 'eroucliamotlovliottelfirnon'. “Che cos'è?” chiese Aqua avvicinandosi di lato allo specchio, “Sembra una formula magica.” - “Penso che si debba leggere al contrario” disse Clara “ Non rifletto il volto ma il cuore. E' questo ciò che c'è scritto!” Clara, senza accorgersene, si era messa davanti allo specchio. Abbassò lo sguardo ed ebbe un sobbalzo. Aqua si affacciò per vedere il riflesso. “Che c'è? Hai visto qualcosa?” - “Non lo vedi anche tu?” disse Clara quasi spaventata. “Che cosa? Io vedo solo te.” rispose Aqua confusa. “C'è...c'è mio fratello!” - “Tuo fratello?” - “Sì. Credo che stia...ehi! Mi sta arruffando i capelli!” disse Clara toccandosi i capelli, “Stiamo giocando..” concluse sorridendo. Si accostò allo specchio girandogli attorno. Aqua, curiosa, guardò il suo riflesso. Un attimo dopo vide apparire un'altra figura accanto alla sua: un ragazzo...no! Un giovane uomo. Era alto, molto più alto di lei. Aveva i capelli corvini a onde come i suoi. Gli occhi erano di un verde smeraldo lucente e le labbra disegnavano un sorriso sulla pelle liscia e pallida. Portava un mantello nero dai riflessi verdognoli con sopra lo stemma dei Serpeverde. Era molto bello e i lineamenti del viso erano simili ai suoi. Una lacrima rigò la guancia di Aqua: “Papà..” sussurrò. Non aveva mai visto suo padre prima di allora, ma era certa che fosse lui. Dentro di sé lo sentiva, ora più forte che mai. Sorrise guardando quel giovane uomo che nel riflesso le sfiorava la spalla e ricambiava il sorriso. Clara guardava l'amica con sguardo triste. Credo di aver capito come funziona questo specchio, si disse tra sé e sé. “Aqua..” - “Clara...è mio padre!” disse Aqua sorridendo. “Lo so, ma dobbiamo andare. Il coprifuoco è già saltato. Se ci trovano qui siamo finite.” rispose Clara prendendo l'amica per le braccia. “Ma quello...era mio padre!” continuò l'altra, questa volta guardando l'amica come per pregarla. “Aqua, quello non è reale. Dobbiamo tornare, forza!” - “D'accordo..” rispose Aqua rassegnata, sapendo che prima o poi sarebbe ritornata. Si voltarono e, in un attimo, furono fuori dalla stanza. In men che non si dicesse arrivarono anche le vacanze di Natale e molti ragazzi di Hogwarts partirono per tornare a casa a passare le feste in famiglia. Aqua e Clara rimasero al castello, così come anche Baston e i gemelli Weasley. Le cose tra Aquamarine e Oliver non andavano granché bene; lui era rimasto molto deluso dal suo comportamento durante la partita di Quiddich e non la degnava di uno sguardo. Aqua ci stava malissimo, e come se ciò non bastasse, continuava anche a pensare all'immagine che aveva visto allo specchio qualche settimana prima, quella di suo padre. La voglia di tornare in quella stanza la stava facendo impazzire. Fortunatamente c'era Clara che le dava supporto. Aqua stava andando al suo dormitorio con Justin, quando incontrò Clara che la stava cercando. “Eccoti qui finalmente! Volevo chiederti se vuoi festeggiare con noi domani. Vorrei passare il Natale anche con te!”-”Certo! Se mi volete volentieri.” disse Aqua pensando a Baston. “Se Baston dice qualcosa gli spezzo la scopa!” rispose Clara intuendo il pensiero dell'amica “Sono sicura che andrà tutto bene tra voi.” Aquamarine le sorrise e poi si ricordò di una cosa. Aprì la borsa e ne estrasse un pacchetto regalo con allegato un piccolo rotolo di pergamena, chiuso da un laccetto viola. “Questo fallo trovare a Baston domani mattina. E' il mio regalo per lui... “. Clara annuì, salutò l'amica e si diresse nel suo dormitorio. Entrò nella Sala Comune e prese uno strano oggetto che iniziò ad impacchettare. Spero che le piaccia pensò la ragazza con un sorriso in volto, immaginandosi la reazione di Aqua quando avrebbe aperto il suo pacchetto. Nel dormitorio dei Serpeverde, Aqua stava, a sua volta, impacchettando una piccola scatoletta in argento, che avrebbe regalato all'amica. Aveva fatto regali a molte persone, tra cui i gemelli Weasley, Flint, Malfoy, Justin, Tiger e Goyle, Martha e, ovviamente, Baston. Anche Clara non si era risparmiata con i regali, infatti, ne aveva fatti quasi una dozzina, tra amici e parenti. Quella sera, la Sala Grande era stata addobbata con un enorme albero di natale e un incantesimo faceva sì che della neve morbida e leggera continuasse a cadere dal soffitto della Sala. Aqua arrivò e si sedette vicino a Justin e Martha, che stavano già mangiando. Clara, dall'altra parte, era seduta con i gemelli e Baston, che sembrava essere appena tornato da un funerale. “Tutto bene, Baston?” gli chiese Clara, immaginandosi già la sua risposta. “Sì.” rispose lui distrattamente. “Senti...Aqua è davvero dispiaciuta per quello che è successo e vorrebbe solo che tra di voi tornasse tutto come prima.” intervenne Clara. “Ma se ci tiene così tanto... Perchè non viene a dirmelo di persona?” esclamò lui scocciato. “Perchè si vergogna terribilmente, genio!” gli rispose lei. “Dai Oliver, forse dovresti darle una seconda possibilità.” intervenne Fred, “In fondo, errare è umano... Succede a tutti di sbagliare.” concluse George. “Sei utile quanto una bacchetta a Neville, George! Comunque, sono costretta a trovarmi d'accordo. Baston, devi darle un'altra chance.” rispose secca Clara. Baston non sembrava molto convinto. La mattina dopo, Aqua si svegliò con calma. Andò in bagno, si lavò i denti e si pettinò dolcemente i capelli violacei. Andò nella Sala Grande e vide Justin e Martha che scartavano dei regali. “Buon Giorno Aquamarine! Presto vieni! Ci sono dei regali anche per te!” esclamarono i due. Aqua sorrise e andò vicino al mucchio di pacchetti che erano lì per lei. Iniziò col primo regalo, veniva da sua madre, era un vestito rosso molto carino, stretto sul petto e in vita e a ruota sui fianchi. Le piaceva moltissimo. Poi, aprì il regalo di Malfoy, che conteneva moltissime Cioccorane, Gelatine Tutti i gusti+1 e un cappellino in lana bianco. Aqua se lo mise in testa. Era comodo e le scendeva morbido fin sopra le spalle. Incredibilmente le piaceva. Malfoy aveva proprio buon gusto. Clara le aveva regalato un paio di orecchini a stella color corallo e una maglietta viola aderente con sopra il disegno della sua civetta bianca, Chanel, intenta a prendere il volo. Ad Aqua quel pensiero piacque molto e sorrise commossa. Dai gemelli Weasley ricevette alcuni congegni strani di loro invenzione, mentre da Justin e Martha una bella collana e un paio di guanti con una sciarpa. C'erano regali da tutti... Tranne che da Oliver. Aquamarine ci rimase un po' male e un velo di tristezza avvolse gli occhi della ragazza. Clara si era svegliata prima del solito e, scendendo dal letto, aveva per sbaglio calpestato alcuni pacchi regalo. Si divertì a quella vista: il suo Natale non era mai stato così pieno di regali. Iniziò a scartare tutti i pacchi assieme alle altre compagne del dormitorio. Angelina, Katie e Alicia le avevano regalato tantissimi pacchetti di Caramelle Mou e delle gomme da masticare con cui potevi fare delle bolle a forma di animale. Impaziente, scartò il regalo di Aquamarine. Sembrava una comune scatola argentata, ma quando la aprì scoprì che era un carillon. Suonava una dolce musica rassicurante e allegra, e la sua figura sul manico si scopa girava attraverso foreste e fiori di tutti i tipi a suon di musica. Clara si sentì felice come una bambina alla sua prima visita a un negozio di caramelle. Suo padre le aveva regalato un paio di guanti e un cappello a forma di Leone, che Clara si mise subito in testa e alle mani divertita imitando i ruggiti. I regali da parte di sua madre, invece, erano tutti i libri della saga che Clara non vedeva l'ora di leggere, e una nuova penna di corvo di cui si innamorò alla prima vista. I gemelli Weasley le avevano regalato un set di scherzi contro i professori, che Clara non avrebbe mai avuto il coraggio di usare. Aveva scartato tutti i regali e si accorse che mancava soltanto quello di suo fratello. “Forse ha avuto troppo da fare e non ha trovato il tempo.” pensò Clara. Si tirò su e si avviò alla Sala Grande per ringraziare gli altri dei regali. Al tavolo trovò i gemelli Weasley, Baston e Percy che chiacchieravano in allegria scartando altri regali. Clara notò che i gemelli indossavano un maglione rosso con sopra ricamate le loro inziali “F.W.” e “G.W.” in giallo. Intuì che a farli doveva essere stata loro madre, perché anche Percy portava lo stesso maglione con le sue iniziali “P.W.”. Come al solito, però, non si era tolto di dosso il suo mantello con la spilla da prefetto che luccicava sul petto del ragazzo. Clara notò che Baston aveva ancora il muso lungo. Si sedette al tavolo guardandosi attorno per vedere se Aqua era già lì ma non scorse nessuna figura che le assomigliasse. La ragazza si avvicinò a Baston e gli diede il pacchetto che Aqua le aveva chiesto di dargli il giorno prima. Oliver parve sorpreso e prese la pergamena e il pacchetto. Aprì la pergamena e la lesse in silenzio e poi rivolse la sua attenzione al pacchetto. Lo scartò e in mano gli rimase una specie di sfera in vetro, dove all'interno, una bufera di neve roteava attorno a due figure che danzavano. Quelle due figure erano lui e Aqua. Fece un sorriso malinconico e appoggiò il regalo sul tavolo, stringendolo ancora tra le mani. “Vedi che ci tiene a te.” disse Clara con un bel sorriso. Oliver annuì e sorrise dolcemente. D'un tratto, Clara sentì una mano toccarle la spalla. Si voltò e notò che era Aqua. “Allora, ti è piaciuto il regalo?” le chiese restando in piedi dietro di lei. “Era stupendo!!! Non so come ringraziarti! Il mio ti è piaciuto?” chiese Clara “Certo! Era molto carino! Grazie davvero!” le rispose l'amica con un tono acuto che la sua voce prendeva ogni volta che era emozionata. “Dai, siediti qui!” le disse Clara mostrando la sedia libera vicino a sé. “Ti ringrazio, ma forse non è il caso. Non vorrei disturbare ...” Disse Aqua e il suo volto prese subito un'espressione meno entusiasta. “Non dire sciocchezze!” le rispose Clara prontamente “E' Natale! E' l'occasione giusta per riappacificare con tutti!”. A queste parole uno dei due gemelli la guardò incredulo. Baston invece sembrava un pesce fuor d'acqua. “Tu però non farti troppe idee, George, anche se oggi sarò più buona.” Disse Clara al gemello che portava il maglione con le iniziali “F.W.”. “Come accidenti lo hai capito?” le chiese Fred con il maglione del fratello. “Ci ha beccati...” proseguì George. Scoppiarono tutti in una grassa risata e Aqua incrociò gli occhi di Baston che, accortosene, distolse lo sguardo scocciato. Poco dopo, si alzò e uscì dalla Sala Grande, come se stare in quel tavolo lo facesse stare male. Tutti lo guardarono scioccati e Aqua si alzò inseguendolo. Fuori dalla Sala, Oliver si era seduto su una panchina della piazza con la fontana e teneva in una mano la sfera di vetro che Aqua le aveva regalato, mentre nell'altra teneva la pergamena. Aquamarine si avvicinò lentamente e, un po' imbarazzata, si sedette accanto a lui. Per qualche minuto ci fu un silenzio imbarazzante, che faceva sentire la ragazza un mostro. Baston parlò per primo “ Bella la sfera con la neve. Le figure che ballano sono carine.”. Aqua sospirò “E della lettera che ne pensi?”. Baston si voltò a guardarla. “Lo sai che per te provo la stessa cosa.”. Aqua sorrise. Nella lettera lei si era dichiarata apertamente, parlando a cuore aperto. “Quindi... Mi perdoni?” chiese lei piena di speranza. “Certo.” rispose lui sorridendo e abbracciandola dolcemente. “Oh, questo è per te!”. Oliver passò ad Aquamarine un pacchetto avvolto nella carta viola. “Baston... Non dovevi.” disse lei sorridendo. “Dai, aprilo.”. Aqua scartò il pacchetto e vide una specie di accendino che si apriva e si chiudeva. “Che cos'è?” chiese lei curiosa. “E' un cattura voce. Quando canterai e vorrai tenere per sempre quella canzone, ti basterà premere il pulsante e lui inizierà a recuperare il suono della tua voce. Quando finisci, rischiaccia il pulsante.”. Aqua sorrise emozionata. Quell'oggetto poteva esserle davvero utile. “Ma aspetta...” ad Aqua sorse un dubbio “Come fai tu a sapere che io... canto.”. “Dovresti imparare a non cantare negli spogliatoi, perchè anche se pensi che non ci sia nessuno, in realtà c'è sempre qualcuno!” disse lui ridacchiando. Aqua arrossì e sorrise a sua volta. “Ora torniamo dentro.” esclamò Oliver. Aquamarine si alzò, lui la prese per mano e insieme tornarono al tavolo coi loro amici. Clara vide arrivare a manina Baston e Aquamarine. Significava che avevano chiarito. Fece un sospiro di sollievo e sorrise ai due. Una finestra della Sala si aprì e i ragazzi si voltarono incuriositi. Dalla finestra era entrato un piccolo volatile simile a una piccola civetta che alle zampe reggeva un pacco che poggiò sul tavolo dritto davanti a Clara. Il piccolo gufo le porse con il becco una lettera sigillata. Clara notò che sul sigillo era impresso il simbolo del Ministero della Magia. “E' da parte del Ministero?” chiese Fred. Clara aprì la lettera leggendola: “No..è da parte di mio fratello!” disse sorridendo. “Avanti, leggila!” le suggerì Aqua. Clara iniziò a leggere la lettera: Cara Clara, mi spiace se non riusciamo a vederci nemmeno questa volta, ma ho avuto troppo lavoro da fare. Però ti prometto che presto ci rivedremo. Fino ad allora spero che questi regali compensino almeno un po' la mia assenza. Nel pacco c'è una cosa di cui non facevi altro che parlarmi da molto tempo, quindi spero che ora tu possa goderne fino in fondo. Il suono del vento ti aiuterà nei momenti più difficili. Spero che questo piccolo allocco sia riuscito a portartela sana e salva. Anche lui è un regalo da parte mia. Ti farà compagnia. Il suo nome è Loki e sono sicuro che ti sarà molto fedele. Ci vediamo presto, sorellina! Baci, James. A Clara si erano salite le lacrime nel leggere quella lettera. L' allocco la guardava con i suoi grandi occhi neri mordicchiandole un dito con il becco in segno di sbrigarsi ad aprire il pacco. Clara aprì il regalo con mani tremanti. All'interno vi trovò un piccolo strumento a fiato di forma ovale. Era di colore azzurro e dei fregi blu si intrecciavano attorno ai dodici buchi formando delle decorazioni che ne risaltavano la stranezza. “E' un' ocarina!!!” esclamò Clara più felice che mai. “Un' oca-che?!” chiese Fred. “Un' ocarina!” ripeté Clara emozionata, “E' uno strumento. Era da anni che volevo averne una! Non ci posso credere!!!” - “Sai suonarla?” le chiese Aqua. “No, ma imparerò!” rispose Clara. Loki spiegò le ali facendo dei versi felici e Clara lo accarezzò. “Grazie, Loki!” gli disse sorridendo. L'allocco fischiò in risposta. Quella giornata non poteva essere più bella. I cinque amici passarono molto tempo assieme: andarono a fare lunghe passeggiate lungo il lago nero, andarono a trovare Hagird, che regalò loro tantissime caramelle e dolciumi di ogni tipo, arrivarono ad una panchina e vi si sedettero. Siccome non c'erano abbastanza posti, Aqua si sedette sulle ginocchia di Oliver, oramai era ufficiale, stavano assieme. Clara era davvero contenta per Aquamarine. Vederla felice la faceva stare bene. Fred e George iniziarono a far esplodere i loro mini fuochi d'artificio colorati, che scoppiando, liberavano nell'aria un buonissimo profumo di torta di mele. “Ma da dove prendete tutti questi aggeggi?” domandò Aqua ridacchiando. “Segreto di geni mia cara. Informazioni riservate.” risposero i due in coro. Tutti ridacchiarono. “Ehi Clara... Ti va di provare a farne scoppiare uno?” domandò George sorridendole. Clara non rispose, guardò prima lui, poi abbassò lo sguardo, e infine guardò tutti gli altri che chiacchieravano in allegria. Si alzò dalla panca in cui era seduta e prese un fuoco d'artificio dalla mano di George: “Solo perché è Natale.” gli rispose. “Ci va bene!” risposero in coro i gemelli. Iniziarono a far scoppiare ogni genere di fuochi e Clara guardava l'opera divertita. Le piaceva stare in compagnia di quei due nonostante a volte li considerasse dei buoni a nulla. Iniziava a pensare di essersi sbagliata sul loro conto, finché George non l'aveva fatta arrabbiare qualche giorno prima. Quell'episodio non riusciva a mandarlo giù. Se c'era una cosa che detestava era essere presa in giro da tipi come loro. “Beh ragazzi, che dite di andare a cena?” esclamò alla fine Aquamarine dopo lo spettacolo. Il gruppo di amici si incamminò verso il castello e in qualche minuto arrivarono nella Sala Grande per la cena.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 1 ***


Aquamarine se ne stava sdraiata sulla spiaggia pensando ad Hogwarts e a quello che sua madre le aveva raccontato di questo magico luogo. Era già da parecchio tempo che con tutto il suo cuore desiderava che nel suo sangue di Sirena si trovasse anche quello di una Strega, tramandatole da suo padre. Al suo undicesimo compleanno, Aqua avrebbe dovuto effettivamente scoprirlo, ma, sfortunatamente, non era successo nulla. Da quel giorno erano passati ormai quasi due mesi, infatti, era agosto e il suo compleanno era stato il 2 giugno. La ragazza era abbastanza delusa, ma non perdeva mai la speranza che un gufo arrivasse improvvisamente con una lettera da Hogwarts per lei. Niente posta la domenica, e questo lo sapeva benissimo, ma sapeva anche che all'inizio dell'anno ad Hogwarts mancavano solo due settimane, e, con sua grande sorpresa, un gufo arrivò anche di domenica. Tra le zampe teneva una pergamena arrotolata che lasciò cadere nelle mani della ragazza. Contemporaneamente, anche in Inghilterra, in un piccolo quartiere di Babbani, un'altra giovane Strega aveva appena ricevuto la sua prima lettera per Hogwarts. Impazienti, le due ruppero il sigillo e, emozionate, aprirono la lettera: Cara signorina Aquamarine Riddle, Cara signorina Clara Wright, siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e di tutti i libri di testo e le attrezzature necessarie. le attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il 1° settembre. I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo. Con ossequi, Con ossequi, Professoressa Minerva McGranitt Professoressa Minerva McGranitt Vicepreside Vicepreside Appena ebbero finito di leggere la lettera, le due si alzarono e, saltellando, andarono ognuna dalle rispettive madri, sventolando animatamente la carta giallastra: “E' arrivata!!!!!!”. La madre di Clara, Amelia, fece un sobbalzo e guardò la figlia con occhi sgranati e con un sorriso disegnato sulle labbra. La stessa reazione la ebbe anche la madre di Aqua, Eleonore, che iniziò a stringere forte la figlia a sé. Le due settimane volarono e, senza preavviso, arrivò anche il giorno della partenza per Hogwarts. Per procurarsi tutto il materiale che occorreva alle due ragazze, la gita a Diagon Alley era stata fondamentale. Aquamarine aveva con sé la sua bacchetta di faggio con nucleo di cordes di cuore di drago presa da niente meno che il signor Olivander in persona, venditore di bacchette dalla nascita dell'intera Diagon Alley. Anche Clara si presentò da lui per scegliere la sua bacchetta. Per entrambe le ragazze, Olivander era rimasto molto sorpreso della scelta delle bacchette. Quella di Clara, molto rara, era in legno di ebano con nucleo di piuma di fenice. Aquamarine aveva anche un gatto tigrato, grigio e nero, di nome Sgrinfio e una civetta bianca di nome Chanel. Clara, invece, che veniva da una famiglia molto modesta, non aveva un gufo tutto suo, ma suo fratello possedeva un gufo reale, di nome Ares, che usava solo per faccende del Ministero della Magia, dove lui lavorava da ormai tre anni. La stazione di Londra era davvero affollata e piena di giovani Maghi che, forniti di carrelli porta valige e quant'altro, si dirigevano verso il binario 9 ¾, cercando di non farsi vedere dai molti Babbani che quella mattina del primo settembre aspettavano il loro treno. Le due ragazze, accompagnate dalle proprie famiglie, si fermarono davanti al muro che stava tra i binari nove e dieci. Si guardarono e, emozionate, corsero assieme contro la parete che, inaspettatamente, si aprì al loro contatto e le smaterializzò dall' altra parte. Davanti a loro, l'enorme locomotiva dell' Hogwarts Express fumava e i ragazzi salutavano dai finestroni del treno i rispettivi familiari. Le due proseguirono assieme verso il vagone portabagagli e caricarono tutti i loro oggetti sul treno. “Sgrinfio non grattare la sua valigia! Scusami, ha sempre bisogno di giocare con qualcosa.” Aqua tese la sua mano verso la valigia di Clara e controllò che Sgrinfio non l'avesse rovinata troppo. “Tranquilla, tanto è vecchissima.” rispose allora Clara. Arrivarono le madri delle ragazze che, trovandosi una di fronte all'altra, si scambiarono un lungo sguardo, come se stessero condividendo lo stesso pensiero. Aqua e Clara lo notarono e si guardarono con fare interrogativo a vicenda. Lo strano silenzio venne rotto dal comandante del treno che ordinò a tutti gli studenti di salire a bordo. Eleonore strinse forte a sé Aquamarine “Miraccomando, sta attenta, e mandami un gufo quando arrivi!”, “ Sì mamma, sta tranquilla.”. Lo stesso, accadeva tra Amelia e la figlia Clara, dove il tono della madre era però molto più eccitato”Oh, la mia bambina va ad Hogwarts!! Non ci posso credere! Come passa il tempo, vero caro?” disse Amelia rivolgendosi al marito Matthew che stava lì in piedi accanto a loro e che rispose annuendo commosso. Aquamarine e Clara salirono a bordo del treno e si guardarono un po' attorno. C'erano molti scompartimenti, quasi tutti occupati. Clara proseguì più avanti lungo il vagone e ne trovò uno libero. Aprì la porta a vetri scorrevole e si sedette sul divanetto rosso in pelle. Prese il suo libro di Incantesimi e iniziò a leggerlo. Aquamarine era ancora all'inizio del vagone, e cercava disperatamente uno scompartimento libero dove accomodarsi. Andò un po' avanti e, oltre la porta a vetri, scorse la ragazza con la quale aveva poco prima scaricato i bagagli. Era piccola e i capelli lunghissimi di un castano scuro le cadevano lisci sulle spalle e sui fianchi. Aveva gli occhi scuri e grandi, con ciglia folte e un viso magro e chiaro. A completare il tutto delle labbra sottili che la ragazza morsicava con fare pensieroso. Era vestita con una maglietta larga azzurra molto semplice e con dei pantaloni scuri un po' scuciti in fondo. Aqua si avvicinò e aprì la porta scorrevole, ficcò la testa dentro allo stanzino e disse indicando la poltroncina rossa di fronte a Clara :“ Ciao ! Questo posto è libero?”. Clara, immersa com'era nella lettura, non si era accorta della presenza di Aqua e, sentendo la sua voce, alzò lo sguardo e sobbalzò sulla sua poltroncina, chiudendo frettolosamente il libro che teneva in grembo e sistemandosi nervosa i capelli.”Sì.. Certo, siediti pure!”. Aqua sorrise e si accomodò sulla poltroncina rossa di fronte a Clara, vicino al finestrone. Distrattamente guardò fuori il paesaggio e dentro di sé pensò che non vedeva l'ora di varcare il portone d'entrata del castello. Nel frattempo, Clara si guardava intorno, spostando poi pian piano la sua attenzione sulla strana ragazza che le stava di fronte. Era poco più alta di lei e ciò che per primo le saltò all'occhio, furono i suoi capelli, illuminati da riflessi violacei che ne risaltavano il colore scuro. Aveva capelli lunghi e ondulati che le incorniciavano il viso un po' squadrato e dai lineamenti decisi. I suoi occhi erano a nocciola e scuri, con ciglia lunghe e folte. Sulla guancia sinistra e sulla punta del naso, aveva dei nei marroncini molto piccoli, che le davano un'aria altera assieme alle labbra rosacee e carnose, quasi sempre accompagnate da un bel sorriso. Aveva la pelle chiara e le curve morbide del suo fisico erano accentuate da un vestito stretto viola scuro e dei leggins neri. Aquamarine si riprese dai suoi pensieri e lentamente voltò lo sguardo. Si accorse che la ragazza la stava fissando con gli occhi sgranati e uno sguardo quasi perso. Non appena Aqua incrociò il suo sguardo, l'altra si riscosse e, arrossendo, riprese a leggere il libro che poco prima aveva chiuso. Aquamarine sorrise ed esclamò: “Comunque mi chiamo Aquamarine! Aquamarine Riddle.” - “Io sono Clara Wright.” rispose l'altra sorridendo timidamente. Non riuscì a riprendere fiato che già un ragazzino pallido, con gli occhi di ghiaccio e il viso appuntito, della loro età, affacciatosi al loro vagone, disse con aria altezzosa: “Vi consiglio di indossare le vostre divise, siamo quasi a destinazione.” Poi, spostando lo sguardo su Clara, disse con un ghigno: “Tu è meglio se fai in fretta. Con quei vestiti sei peggio del mio elfo domestico!” Clara impallidì guardando i propri vestiti, mentre Aquamarine rimase a bocca aperta. Il ragazzino proseguì con voce melodiosa: “Ah, voi sareste..?” - “C-Clara...Clara Wright” rispose la prima pronunciando le ultime due parole con uno sguardo torvo. “Aquamarine Riddle” disse la seconda in tono deciso. “Io sono Draco Malfoy. Avrete sicuramente sentito parlare della mia famiglia, la più ricca e famosa tra quelle dei maghi.” Aquamarine lo squadrò da capo a piedi e rispose in tono disinteressato: “Incantata..” - “Non ne dubito!” rispose prontamente l'altro. Proprio in quel momento il treno iniziò a sbuffare segnando l'avvicinamento alla destinazione. “Oh, ma che peccato! Dobbiamo proprio interrompere questa conversazione così interessante! A presto...Draco” disse Aqua afferrando per un braccio Clara e portandola fuori dalla carrozza. Malfoy si allontanò con aria infastidita mentre il treno iniziava a rallentare. Le due ragazze scesero dal treno e si guardano scoppiando in una vivace risata: “ Ma l'hai sentito quello ?! “ esclamò Aqua :” Era davvero convinto... la mia è una delle famiglie più ricche e potenti nel mondo dei maghi... ridicolo!” . Anche Clara stava ancora ridacchiando, poi però si ammutolì e iniziò a guardarsi i vestiti :”Ma sono davvero così brutti?..” chiese ad Aqua con aria demoralizzata. Aqua la guardò con uno sguardo ironico e rispose: “ Seriamente, tu sei stata ad ascoltare quel tizio con la permanente?? Ma l'hai visto?! “, a quel punto, Clara scoppiò di nuovo a ridere e assieme si diressero verso le barche che erano attraccate a riva. Vi montarono sopra assieme ad altri due ragazzi dai capelli rossi. Erano gemelli e avevano un' aria furba e malandrina. Aqua sembrava un po' nervosa, come se qualcosa la preoccupasse. “Tutto bene?” chiese Clara. Aqua non alzò lo sguardo dall'acqua e rispose “Cosa? Ah, no, è solo che... Ho paura dell'acqua!”. I due gemelli udirono la conversazione e si guardarono con fare divertito, come se avessero in mente qualcosa. Improvvisamente, quello più a destra iniziò a far traballare la barca e l'altro gridò: “Oh mio dio Fred! La barca si sta per ribaltare!” e l'altro “Si George!! Presto, si salvi chi puo' !!” e continuarono assieme a far dondolare la barca sempre più forte. Sul viso di Aqua si dilaniò il terrore e iniziò a strillare. “Fermi ! Basta! Vi prego! No.. Dai ! Ahhhhhhh...”. Ad un certo punto Clara si alzò in piedi e, puntando la bacchetta verso i gemelli, gridò: “Gambemolli!” I due gemelli smisero di ridere all'improvviso e il loro corpo iniziò involontariamente a ballare in modo sfrenato. Inciamparono entrambi sul bordo della barca e caddero in acqua accompagnati da un sonoro SPLASH! Aqua, sorpresa, guardò in direzione di Clara, che, a sua volta, la guardò con aria soddisfatta. Una voce roca tuonò da un'altra barca più avanti. “FRED! GEORGE! NE SENTIRETE DA SILENTE!!!”. Un omone alto e robusto con la barba folta imprecava contro i due giovani che, a fatica, risalirono a bordo. “Questa ce la paghi, Raperonzolo!” dissero in coro i due gemelli sorridendo. Le due ragazze li guardarono con aria compiaciuta e scoppiarono tutti in una fragorosa risata. Scesi a riva, dall'altra parte del lago, l'omone dalla folta barba chiamò a raduna tutti i ragazzi del primo anno: “Quelli del primo anno con me!”. Tutti i ragazzi lo accerchiarono e si misero in cammino verso il castello. All'ingresso vi era una scalinata che portava davanti ad un enorme portone chiuso. L'omone si girò e disse ai ragazzi di fermarsi e di aspettare lì per qualche minuto. Alle sue spalle, comparve una donna alta e magra, con la pelle avvizzita e i capelli scuri raccolti in una cipolla. Gli occhiali rettangolari le conferivano un'aria severa. Il lungo mantello verde smeraldo le cadeva sul corpo e ondeggiava seguendo i suoi movimenti. Si piazzò davanti agli studenti e ad alta voce disse :” Bene ragazzi, benvenuti alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono la professoressa McGranitt, insegnante di trasfigurazione e vicepreside. Tra poco verrete smistati nelle vostre case, che saranno la vostra famiglia durante tutta la permanenza ad Hogwarts. “ poi, rivolgendosi all' uomo con la barba :”Grazie Hagrid, ora tu puoi andare.” Ritornando poi a rivolgersi agli studenti :”Bene, siamo pronti per ricevervi. Seguitemi!”. Il portone si aprì lasciando passare gli studenti. La professoressa li condusse alla Sala Grande, fermandoli davanti ad una piccola scalinata sulla quale era posto uno sgabello con sopra un vecchio cappello rattoppato. Aqua e Clara notarono che, oltre lo sgabello ed il vecchio cappello, vi era una lunga tavolata, alla quale erano seduti tutti gli insegnanti che li guardavano con fare incuriosito. La McGranitt aprì una lunga pergamena e prese in mano il cappello. “Quando chiamerò il vostro nome verrete a sedervi sullo sgabello, io vi metterò il Capello Parlante sulla testa e lui vi dirà quale sarà la vostra casa di appartenenza. Bene, iniziamo! Neville Paciock!” Un ragazzino cicciottello dai denti sporgenti si avvicinò terrorizzato allo sgabello e si sedette. La professoressa appoggiò il Cappello Parlante sul suo capo che venne coperto fino agli occhi. Il cappello improvvisamente si mosse gridando: “Grifondoro!” Una serie di ovazioni percosse la sala. Il ragazzo andò ad accomodarsi tra le file dei Grifondoro che erano seduti sulla lunga tavolata a destra. Tra questi vi erano anche i due gemelli che Clara aveva fatto cadere in acqua. La professoressa McGranitt continuò con l'appello: “Draco Malfoy!” Il ragazzino del treno salì gli scalini deciso. La professoressa non fece nemmeno in tempo ad appoggiare il cappello sulla sua testa che già questo gridò “Serpeverde!”. Malfoy ghignò maliziosamente in direzione di Aqua e Clara che ricambiarono lo sguardo di sfida. Dopodichè andò a sedersi tra i Serpeverde che applaudirono ammirati. Aqua notò che uno dei professori sorrideva compiaciuto. Aveva i capelli neri e unti e un naso appuntito. Il mantello nero gli cadeva sulle spalle e stava scambiando due parole con un professore pallido che portava un turbante scarlatto sulla testa. I pensieri di Aqua furono interrotti dalla voce della McGranitt che pronunciava il nome di Clara. La ragazza salì le scale nervosa. Sua madre era stata nella Casa dei Tassorosso, mentre suo fratello era stato un Grifondoro. Non sapeva in che Casa sarebbe stata smistata e si sedette sullo sgabello più impaziente che mai. Si sentì calare il Cappello Parlante sulla testa che le oscurò la vista. Improvvisamente sentì una voce parlarle all'orecchio: “Ooh, interessante! Sei curiosa, ragazza?” - “Sì..” rispose Clara impaziente. L'unica cosa che sperava era di non finire tra i Serpeverde con quel biondino che l'aveva insultata sul treno. Desiderava invece stare insieme ad Aqua. “Bene bene..” disse il Cappello, “C'è un po' di confusione qui dentro, ma vedo decisione, forza di volontà e tanto coraggio...Grifondoro!” Clara tirò un lungo sospiro di sollievo. Aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo in cui il Cappello aveva riflettuto. Il boato di applausi esplose di nuovo tra i Grifondoro. Clara guardò felice verso Aqua e alzò i pollici in segno di buona fortuna, andandosi a sedere tra i suoi compagni. La McGranitt esclamò :”Aquamarine... Riddle..?” e sbirciò incuriosita da sotto gli occhiali. La stessa reazione la ebbe anche il professore al centro della tavolata degli insegnanti, che sembrava essere il più vecchio e saggio, con una lunghissima barba bianca e occhiali a mezza luna. Aquamarine salì le scale e andò a sedersi sullo sgabello. La professoressa le poggiò il cappello che parve pensieroso :” Mmmh.. ecco un'altra ragazza interessante. Devo ammetterlo, è molto difficile, perchè in te scorre sangue nobile, ma la tua umiltà ti differenzia dai tuoi antenati. Quindi, dove ti metto?” Aqua, perplessa, pensò tra sé e sé Sangue nobile? Ma che significa?. Il cappello, che parve sentire il suo pensiero, rispose tranquillamente :” Ogni cosa a suo tempo mia cara. Ora, pensiamo al presente. Io ci sono... ti metterò alla prova... Serpeverde!”. Molte ovazioni partirono dal tavolo dei Serpeverde mentre Aqua guardò in direzione di Clara alzando le spalle in segno di rassegnazione. Aqua andò a sedersi tra i suoi nuovi compagni e proprio di fronte a lei era seduto Malfoy che la fissò con aria incuriosita. “Famiglia nobile eh... Come hai detto che ti chiami?” , “Non penso ti riguardi, Malfoy” tagliò corto la ragazza. Quando tutti i ragazzi del primo anno furono smistati, Il professore al centro della tavolata degli insegnanti si alzò in piedi e richiamò l'attenzione sbattendo un cucchiaino contro un bicchiere. Il silenzio calò nella sala e il vecchio insegnante iniziò a parlare: “Ho una sola cosa da dire: Pigna, Pizzicotto, Manicotto, Tigre!” Clara scoppiò a ridere e tutti gli altri ragazzi del Grifondoro si voltarono a guardarla. Uno dei due gemelli, George, la guardò divertito e iniziò a ridere anche lui dando dei colpi di gomito al fratello Fred che stette al gioco e scoppiò in una risata forzata. Presto in tutta la sala si espansero le risate e il professore che aveva parlato alzò le braccia sorridendo dicendo ad alta voce: “Che il banchetto abbia inizio!” Le risate cessarono pian piano e i tavoli si riempirono con delizie di ogni genere. Clara guardò verso il gemello che l'aveva aiutata con aria riconoscente. Lui sorrise: “Io sono George. Lui è Fred” disse indicando il fratello “Anche noi siamo dei Grifondoro!”. Clara ricambiò con un ampio sorriso. Dall' altra parte della Sala Grande, Aqua stava gustando un ottimo tacchino al forno accompagnato da patate saltate e croccanti. Mentre mangiava, rifletteva su ciò che il Cappello Parlante le aveva sussurrato riguardo la sua famiglia e i suoi antenati. Lei non ne sapeva molto, sua madre non le aveva mai parlato di suo padre troppo dettagliatamente, le aveva solo detto che era un mago e che si erano conosciuti proprio ad Hogwarts, essendo appartenuti alla stessa Casa. Tuttavia, non le aveva mai detto dove fosse o cosa facesse e per Aqua la vita di suo padre era sempre stata un enorme punto interrogativo. Ti metterò alla prova... Serpeverde!, cosa intendeva il Cappello con quella frase, quale prova avrebbe dovuto affrontare? Migliaia di domande iniziarono a ronzare nella mente della ragazza, domande alle quali non sapeva dare una risposta. Alcuni ragazzi che erano accanto a lei iniziarono ad attaccare bottone “Ehi ciao ! Noi siamo Tiger e Goyle. Sei contenta di essere una Serpeverde?”. Aqua, che non aveva granchè voglia di conversare con quei due strani individui, sorrise forzatamente e rispose in modo cordiale: “ Io sono Aqua e sì, dai, sono abbastanza contenta; diciamo che me lo aspettavo un po', anche i miei genitori erano dei Serpeverde..” non fece in tempo a finire la frase che una voce altezzosa la interruppe:” Ah si? Beh, la mia famiglia appartiene alla casata dei Serpeverde da secoli, era scontato che sarei finito qui anche io, assieme ai migliori.” disse Malfoy scambiando un ghigno con Tiger e Goyle che annuirono soddisfatti. “Io non ne so molto, né di Serpeverde, né della scuola di Hogwarts in generale, mia madre non ha voluto raccontarmi molto per non rovinarmi la sorpresa.” disse Aqua in risposta. “E tuo padre era d'accordo? Da me è stato lui stesso a svelarmi tutti i trucchi e segreti di questa scuola. “ rispose Malfoy, aspettando impaziente una risposta di Aqua. La ragazza parve seccata :” Mio padre non mi ha parlato proprio di nulla, visto che io e lui non ci siamo nemmeno mai visti.” Malfoy parve sorpreso e sgranò gli occhi :”Mi stai dicendo... che non hai mai conosciuto tuo padre?” Aqua lo guardò con occhi pieni di dolore e disse :” No.” facendo intuire a Malfoy che non era il caso di andare avanti con quella conversazione. Quando tutti ebbero finito di mangiare, il professore dalla lunga barba bianca si alzò nuovamente in piedi e fece vari annunci :”Io sono il professor Albus Silente, preside della scuola di Hogwarts. Con questo nuovo anno ho anche delle nuove raccomandazioni da farvi. Naturalmente, l'accesso alla foresta proibita è severamente proibito, così come anche al corridoio del terzo piano. Il nostro custode Gazza provvederà a punire gli eventuali studenti che infrangeranno le regole. E ora vi prego di seguire i prefetti che vi condurranno ai vostri dormitori. Vi auguro una buona, prima nottata qui ad Hogwarts.”. Aqua si alzò e uscì dalla Sala Grande seguendo la massa dei Serpeverde che erano davanti a lei. Appena oltre il portone, incontrò Clara, che le andò incontro con un sorriso in volto. “Ehi! Eccoti! Che peccato.. mi sarebbe piaciuto stare nella tua stessa Casa...”. Aqua sorrise dolcemente e rispose:”Ciao Clara. Sì, anche a me sarebbe piaciuto stare nella stessa tua Casa... ma è andata così... però possiamo frequentarci lo stesso no?”. Clara parve d'accordo e annuì sorridente. “Allora, quel Malfoy ti ha dato ancora fastidio?”. Aqua roteò gli occhi e rispose divertita :” Nah.. neanche tanto, abbiamo solo scambiato due parole. Perchè questa domanda?”. Clara fece un sorrisetto furbo:”Così.. è che lui pare molto... interessato a te!” disse facendo ad Aqua l'occhiolino, :”Anche se comunque non mi fiderei mai di uno così.”. L'altra, che stava per risponderle, venne interrotta proprio dallo stesso Draco :” Aquamarine, o come diavolo ti chiami, devi muoverti perchè il nostro prefetto è arrabbiatissimo dato che non ti trovava più.” Aqua si voltò a guardare Draco e poi guardò Clara che ridacchiava e le sussurrò in tono accattivante :”Non dirlo mai più! Nemmeno per scherzo.. Raperonzolo!” . Clara arrossì e le rispose con un sorriso. Poi Aqua si rivolse a Malfoy:”Sì eccomi !” e con lui andò a ricongiungersi agli altri Serpeverde. Mentre Aqua si allontanava, Clara stava a guardarla da lontano. La battutina su Raperonzolo l'aveva un po' spiazzata. A quanto pare Aqua pensava che George le interessasse. Non aveva mai pensato ai ragazzi in quel modo. Certo, aveva avuto due o tre cottarelle, forse alle elementari, ma era roba da bambini. George sembrava simpatico, anche se le dava molto l'impressione di uno di quegli scansafatiche che non fa altro che cercare di farsi notare dagli altri con stupidi scherzi. D'un tratto una voce la fece tornare a sé: "Ehi tu! Finalmente ti ho trovata! Cosa stai facendo qui!? Muoviti, tutti gli altri Grifondoro sono già nei loro dormitori !”. Clara si voltò e vide un ragazzo dai capelli rossi come quelli di Fred e George. Stava lì davanti a lei e la guardava con aria severa. Sull'uniforme aveva la spilla da prefetto, così Clara intuì che doveva trattarsi di Percy Weasley, il fratello maggiore di Fred e George Weasley. "Sì, scusa. Arrivo" rispose Clara distrattamente. "Seguimi. E sii un po' più concentrata!" disse Percy scocciato. Aqua stava percorrendo un lungo corridoio nei sotterranei assieme ai suoi compagni. Era ancora di fianco a Malfoy che ogni tanto le scambiava qualche parola per raccontarle qualche curiosità riguardo ai dormitori di Serpeverde. Anche se quel ragazzino le stava particolarmente antipatico, trovava la sua compagnia rassicurante, e le poche volte che le aveva parlato in tono cordiale era anche riuscita a godersi la conversazione. Aveva anche iniziato a legare con alcuni ragazzi e ragazze, in particolare, con Justin Breadly, battitore della squadra di Quiddich dei Serpeverde, e Martha Lockland, una ragazza rossiccia di capelli molto simpatica. Quando percorsero tutto il corridoio, si trovarono davanti a un muro. Il prefetto disse ad alta voce “Purosangue” e il muro si divise lentamente in due, permettendo ai ragazzi di entrare nell'ampia sala che si apriva davanti ai loro occhi. Aqua vide Malfoy spalancare la bocca dallo stupore e anche lei non riuscì a fare a meno di pronunciare un emozionatissimo “Wow...”. La parte centrale della stanza era decorata da grandi divani e poltrone in pelle nera e argentata, colori che si ritrovavano anche nel resto dell'ambiente, assieme ad un brillantissimo verde smeraldo. Da un muro sporgeva un grande camino in pietra con il fuoco che scoppiettava e mandava scintille qua e là. L'atmosfera buia era illuminata da molte candele, che davano un'idea di intimità e relax. Dalle finestre entravano i riflessi verdi dell'acqua del Lago Nero, che davano l'impressione di essere in un relitto sul fondo del mare. Aqua si sentì subito a casa. Da questi dettagli, capì che il loro dormitorio doveva trovarsi proprio sotto le acque del Lago Nero. Aquamarine vide una specie di apertura sulla destra, sotto a una specie di portico, e vi entrò. Lì, vi trovò molti letti a baldacchino, eleganti con trapunte verdi e lenzuola argentate. Andò verso il centro della stanza e scelse il letto davanti alla finestra, dalla quale poteva scorgere tutto il fondale del lago. Si sedette sul letto e notò che le sue cose erano già state sistemate nell'armadio di fronte a lei. Ai piedi del materasso c'era Sgrinfio che, come al solito, ronfava beatamente. Aqua si rese conto di essere molto stanca anche lei e assieme alle sue compagne si mise il suo pigiama di seta azzurro e si sdraiò sotto le coperte. Le ragazze restarono un po' a chiacchierare fino a quando non si addormentarono profondamente.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 Scacco Matto ***


Dopo la cena, nell'andare verso i dormitori, Aqua e Clara avevano preso la strada per il terzo piano. Alcuni quadri dormivano già, il che rese loro il tragitto più semplice. Clara aveva dovuto sgattaiolare tra la gente per non farsi vedere da Percy, ringraziando di essere sempre stata bassa per la sua età. Aqua, invece, sel'era scampata con la scusa di aver dimenticato qualcosa. Le ragazze si incontrarono all'entrata della stanza dove l'ultima volta avevano trovato Fuffi. “Al mio tre” disse Clara con la bacchetta illuminata “Uno...due...tre!” aprì la porta piano cercando di non far rumore. Il cerbero dormiva inquieto e le sue zampe impedivano l'accesso alla botola. “Come facciamo?” chiese Aqua. “Aspetta, ci sto pensando.” disse Clara facendo un passo avanti. Appena poggiò il piede, però, un'asse scricchiolò. Fu sufficiente per destare il cane a tre teste che smise di colpo di russare, aprì gli occhi scarlatti e in un attimo si alzò sulle zampe ruggendo con tutto il fiato che aveva in corpo. Clara rimase pietrificata. “Beh Clara, se questo è il tuo modo di pensare... Non farlo mai più!!” disse Aqua con tono più sarcastico che serio. Poi Clara ebbe un flash: 'Se vi dicessi che Fuffi ha un debole per la musica, sarebbe la fine!' Le parole di Hagrid le tornarono in mente di colpo. Senza sapere cosa stesse facendo, infilò una mano nella tasca del mantello e ne estrasse l'ocarina che suo fratello le aveva mandato per Natale. Il cerbero stava per darle una zampata in pieno petto, quando Aqua la tirò con forza a sé. “Che diavolo stai aspettando Clara?! Suona quel coso!” le urlò terrorizzata. Clara cercò di improvvisare alcune note. Il cerbero parve tranquillizzarsi immediatamente. Aqua iniziò ad aiutare l'amica cantando. La voce da Sirena di Aqua accompagnata dal soave suono dell'ocarina di Clara riuscirono a far riaddormentare Fuffi. Aquamarine non smise di cantare finché Clara non ebbe aperto la botola. A quel punto vi saltarono dentro, sperando di non aver svegliato nessuno all'interno del castello. “Non mi avevi mai detto di saper cantare così bene!” disse Clara voltandosi verso l'amica. “Ecco..non l'ho mai detto a nessuno a dire il vero.” rispose Aqua distrattamente. “Come hai imparato?” continuò Clara incuriosita. Aqua si toccò la collana “Non lo so. Credo di esserci nata. Sbrigati, penso di aver visto qualcosa!” cambiò discorso Aqua indicando con lo sguardo la luce che proveniva dal fondo del lungo corridoio. Si ritrovarono davanti a una lunga fila di statue in pietra che poggiavano su un pavimento a quadri bianchi e neri. “Ma questa...” disse Clara girando attorno alle statue “E' una scacchiera magica! E' gigantesca!!”. Le due notarono che dietro la scacchiera si trovava una porta chiusa. Vi si diressero, ma due soldati si mossero sbarrando loro la strada con le spade di pietra. Le ragazze si bloccarono di scatto. “Perché non ci fanno passare? Che diavolo vogliono!?” chiese Aqua confusa. “Forse ho capito” disse Clara guardando la fila di pedine che le erano dietro “Credo che sia una sfida. Dobbiamo vincere la partita per poter passare.” - “Perfetto! Beh, per la cronaca, io agli scacchi dei maghi faccio davvero pena!!”esclamò Aqua, più sconsolata che mai. Clara si avvicinò alla statua del cavaliere che si spostò concedendole il suo posto. “Io farò il cavallo. Aqua, vedi quella statua in fondo a forma di torre? Prendi il suo posto!” le disse indicandogliela. Aqua camminò incerta verso la gigantesca pedina che le lasciò il suo posto. “Prima mossa ai bianchi, e poi...si gioca...” disse Clara guardando le statue bianche di fronte a sé, che per prime si mossero . “Soldato in D4!” gridò Clara alla statua alla sua sinistra che in un attimo rispose all'ordine spostandosi. Non aveva molta esperienza negli scacchi dei maghi. Aveva imparato da suo padre, ma non era mai riuscita a battere né lui né suo fratello. Questa volta, però, c'era una posta più alta in gioco e sentiva l'adrenalina scorrerle lungo tutto il corpo. La sfida andava avanti più velocemente del solito e Clara aveva le mosse bene in mente. Aqua era avanzata fino in fondo a bloccare il re. Era scacco, ma mancava una sola mossa. Clara avrebbe dovuto sacrificare una pedina forte in campo che avrebbe permesso ad Aqua agire indisturbata. “Aqua, appena ti do il segnale corri a sconfiggere il re! Non ti preoccupare se mi succede qualcosa!” - “Esattamente, che cosa intendi con qualcosa?” chiese l'amica preoccupata. Clara fece finta di non sentirla e disse decisa “Cavallo in G9”. Si spostò sui quadretti mirando alla regina che in un attimo le venne incontro battendole uno scettro di pietra sulla testa. Clara si sentì cadere a terra e un attimo dopo una fitta di dolore le percorse il cranio. Tentò di opprimere i lamenti di dolore. “Adesso, Aqua! Vai!!” gridò all'amica che la stava guardando con gli occhi sgranati. Aqua si voltò, fece un passo avanti e la statua del re nemico le si chinò davanti togliendosi la corona. “Scacco matto” esclamò Aqua con tono soddisfatto. Poi si voltò in direzione di Clara e le si avvicinò di corsa. “Stai bene?” le chiese. “Non ti preoccupare, è solo una botta. Dobbiamo andare avanti!” rispose Clara, ringraziando di avere la testa dura. Sembrava strano, ma in certi casi poteva tornarle davvero utile! Le due ragazze proseguirono il cammino e aprirono la seconda porta. Davanti a loro, questa volta si estendeva un lungo corridoio illuminato da delle fiamme magiche rosso fuoco che lo inghiottivano. Oltre degli scalini, era posto un lungo tavolo con delle boccette tutte diverse l'una dall'altra disposte in modo ordinato così da formare una fila. Accanto alle boccette c'era una pergamena. Aqua la prese in mano leggendo ad alta voce: “Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza Una sola, di sette, vi lascerà avanzare se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare Due son piene soltanto di nettare d'ortica tre, assassine, s'apprestano alla loro fatica. Scegliete o restate per sempre tra i supplizi. Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi: Primo, seppur subdolamente il velen non si svela, il vino delle ortiche alla sinistra cela; Secondo, differenti sono quelle agli estremi ma per andare avanti rimangono problemi; Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale sol di nana e gigante il vin non è letale; quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista” “Oh no! Odio gli indovinelli!” esclamò delusa Clara. “Aspetta, credo di averlo capito!” disse Aqua esaminando le boccette. Diede un'ultima occhiata alla pergamena e guardò le boccette con attenzione. Poi, prendendone in mano due disse: “Sono queste!” La prima era tondeggiante e di un colore viola, mentre la seconda era più piccola, squadrata e di colore azzurro. “Ti prego, dimmi che non le hai scelte perché sono i nostri colori preferiti.” disse Clara con una certa nota di dubbio nella voce. “Mi prendi in giro? Pensi davvero che io sia così stupida?! Ti ricordo che sono la migliore in pozioni. Bevi quella blu e basta.” le rispose Aqua porgendole la boccetta azzurra. Clara la prese in mano e l'aprì. Aqua fece lo stesso con quella violacea. Mandarono giù il liquido che fece loro venire i brividi per il gusto terribile che aveva. D'un tratto, le fiamme rosse che divoravano il corridoio cambiarono colore in blu. Clara tese una mano e notò che il fuoco non emetteva calore. “Che ti avevo detto?” le disse Aqua orgogliosa. “Spero che le prove siano finite.” disse Clara attraversando le fiamme. L'altra la seguì. Si trovarono di nuovo di fronte a una porta. Questa volta esitarono prima di aprirla, si guardarono negli occhi, si scambiarono un cenno d'intesa e si fecero coraggio. Girarono la manopola e con un 'clack' la porta fu aperta. Entrarono e videro un sacco di oggetti che volavano nell'aria. Ma non erano uccelli o mosche, erano chiavi che avevano attaccate al dorso un paio di ali. Davanti a loro, una scopa stava a mezz'aria e le due capirono cosa avrebbero dovuto fare. Una doveva volare con la scopa e cercare di prendere la chiave più grande e arrugginita che avrebbe aperto la prossima porta. Aqua prese l'iniziativa. “La prendo io la chiave.” esclamò. Clara annuì e andò a posizionarsi vicino alla porta. “Pronta?” chiese Clara all'amica. Aqua la guardò con un sorrisetto furbo “Io sono nata pronta.”. Le due sorrisero e Aqua si alzò in volo e iniziò a cercare la chiave che le serviva. “Eccola!” esclamò improvvisamente. Aqua si precipitò all'inseguimento della chiave e poco dopo la prese. Si accorse però che nel frattempo le altre chiavi avevano cambiato direzione e volavano minacciose verso di lei. Aqua lanciò la chiave a Clara, che aprì la porta e la tenne aperta per farla attraversare ad Aqua. Appena l'amica l'ebbe oltrepassata, Clara la richiuse violentemente, sentendo che le chiavi vi si incastrarono sopra. “Cel' abbiamo fatta per un pelo.” sospirò Clara. Aqua annuì. Scesero delle scale e aprirono un'altra porta. All'interno della sala, vi era lo Specchio delle Brame con davanti la figura di un uomo. Quell'uomo però non era Piton, come le ragazze si aspettavano, e non era nemmeno la figura incappucciata. Era Raptor! Le due amiche si guardarono scioccate, mentre il professore si voltava lentamente verso di loro. “Bene, brave ragazze, vedo che avete superato anche voi tutte le prove. Non mi aspettavo ci metteste così poco. Vi ho sottovalutate.” disse Raptor con un ghigno. “Lei che ci fa qui? Noi pensavamo che di trovare...” disse Clara che venne interrotta bruscamente da Raptor. “Piton? Ohssì, lo so che voi pensavate che fosse lui a cercare la Pietra, ma in realtà, lui aveva capito che ero io che volevo impossessarmene e quindi ha cercato in tutti i modi di rendermi il compito impossibile.”- “Ma che cosa se ne fa lei della Pietra Filosofale?” esclamò Clara confusa. “Oh, non è a me che serve.” rispose Rator. “La figura incappucciata... “ mormorò Aqua. “La Pietra le serve per rendere immortale Voldemort!” concluse infine la ragazza puntando il dito contro Raptor. Clara la guardò con gli occhi sgranati. “Esatto. Vedo che allora siete davvero molto perspicaci! Beh, il mio padrone è con me, lui è sempre con me.” disse Raptor guardandosi riflesso nello specchio. “Cosa intende dire?” domandò Clara. Raptor guardò le due ragazze e si tolse il turbante piano piano. Dall' altro lato della sua testa, apparve un'orrenda faccia, piena di piaghe e gli occhi stanchi. Quella visione turbò le due ragazze che si guardarono preoccupate. “Oh, finalmente vi conosco mie care. Ho sentito molto parlare di voi.” sussurrò l'altra faccia con voce profonda e gelida. “Che cosa vuoi da noi?” chiese fredda Aqua, che riconobbe definitivamente la voce della figura incappucciata che nella foresta l'aveva chiamata per nome. “Aquamarine, sei cresciuta. Somigli molto a tua madre. Da voi voglio solo una cosa. So che per trovare la Pietra devo usare questo specchio, ma ho proprio bisogno del vostro aiuto.”-”E cosa ti fa pensare che noi ti aiuteremo?” rispose secca Aqua. Voldemort sorrise “Voi mi aiuterete, perchè in fondo, non avrete il coraggio di rifiutarvi di farlo. Ammettetelo.”. “Io non ho paura di te.” rispose Aqua. “Nemmeno io.” aggiunse Clara. “Ma quanto coraggio. E' ammirevole per due ragazze della vostra età, ma così, mi costringerete a uccidervi.”-”Sempre che prima noi non uccidiamo te.” esclamò Aqua. Clara la guardò insicura, Aqua stava tirando troppo la corda, ora rischiavano davvero grosso. La faccia raggrinzita squadrò le ragazze da capo a piedi per poi rivolgersi al professore: “Raptor, procedi!” - “Quale delle due, mio signore?” - “Entrambe” rispose l'essere con voce cadaverica. Raptor buttò a terra il turbante e alzò un braccio per afferrare le ragazze. Clara, senza pensare a ciò che stava facendo, si mise davanti all'amica puntando la bacchetta verso Raptor: “Non ti avvicinare!” Ma Raptor fu più veloce. In un attimo prese in mano la bacchetta e un raggio di luce verde colpì in pieno petto la ragazza che volò a terra. “Non intralciarmi, stupida ragazzina!” le disse Raptor in tono disprezzante. “Clara!” Gridò Aqua “Maledetto mostro!” la ragazza tentò di afferrare la sua bacchetta, ma il professore le serrò le mani con una presa ferrea voltandola verso lo Specchio delle Brame. “E adesso farai ciò che ti dico. Trova la pietra. Subito!” - “Toglimi le mani di dosso, schifoso verme!” - “Avanti, trovala.”. Dietro di loro Clara cominciava a riprendere coscienza. Alzò lo sguardo e vide le figure offuscate di Aqua e Raptor. “A-Aqua...” disse con voce rotta dal dolore. Dobbiamo salvare Hogwarts. Dobbiamo trovare la Pietra. pensava Clara. Aquamaine abbassò gli occhi e vide il riflesso dell'amica che a fatica tentava di rialzarsi. Si sentì ribollire il sangue di rabbia ed ebbe una stretta allo stomaco. La pietra...pensò, e un attimo dopo sentì un peso nella tasca dei pantaloni. “Avanti, sbrigati, ragazzina! Non ho tempo da perdere qui!” strillò Raptor. “Taci!” Clara si era alzata in piedi e reggeva la bacchetta puntata verso Raptor. “Expelliarmus!” gridò non appena Raptor si voltò. La bacchetta gli volò via dalle mani. Aqua approfittò della sua distrazione e si liberò dalla stretta del professore, prese la sua bacchetta e la puntò contro Raptor. “Non riuscirete a farla franca!” ringhiò il professore. “Questo lo dici tu!” gli rispose Aqua in tono sprezzante. “Raptor....la Pietra!” disse la voce agghiacciante della seconda faccia “Aquamarine... Cel'ha lei!”. Il professore si girò verso la ragazza andandole incontro. “NO!!!!!” gridò Clara, e un attimo dopo la sua bacchetta lanciò un raggio di luce azzurro contro il professore che si immobilizzò immediatamente. La bacchetta di Aquamarine ebbe la stessa reazione, lanciando però una luce violacea. Il viso del professore si contorse in una terribile smorfia di dolore e l'essere dietro la sua testa iniziò a staccarsi dal corpo. Ciò che ne venne fuori fu un fumo nero che si sprigionò all'esterno. Raptor giaceva a terra, quasi del tutto carbonizzato. Aquamarine lo guardò soddisfatta, mentre Clara barcollò cadendo sulle ginocchia. “Clara! Va tutto bene?” Aqua le corse incontro reggendola. “Credo di avere qualche costola rotta.” rispose Clara. Poi guardò l'amica sorridendo: “Ce l'abbiamo fatta...Sei stata grande!” disse ansimando. Aqua le sorrise mettendosi la mano in tasca. Ne estrasse la pietra filosofale che brillava di un colore rosso sanguigno alla luce delle torce. “Solo una domanda...” proseguì Clara con sguardo confuso “Che razza di incantesimo abbiamo usato??”. Scoppiarono entrambe in una risata che Clara non riuscì a prolungare a causa del dolore alle costole. Aqua le tese la mano e l'aiutò a rialzarsi. Le due amiche si scambiarono un lungo sorriso e poi si abbracciarono. Improvvisamente, un vortice nero le circondò e le due caddero in un sonno profondo. Aqua aprì gli occhi. La testa le faceva male e gli occhi le bruciavano. Si alzò a sedere e si appoggiò con la schiena al cuscino. Si accorse di essere in infermeria. Voltò lo sguardo e curiosò il letto accanto al suo vedendo Clara che stava ancora dormendo. Sui loro comodini c'erano un sacco di cioccolato e dolci e sul suo c'era un mazzo di calle bianche che doveva averle mandato Baston. Aqua sorrise dolcemente, estrasse un fiore dal vaso e ne annusò il profumo. In quel momento Clara si mosse e aprì gli occhi. “Buongiorno dormigliona!” esclamò Aqua con un sorriso. “Buongiorno. Ma dove siamo? Che ci è successo?” domandò Clara. “Abbiamo preso la Pietra. Voldemort è scappato.” rispose amaramente Aqua. “Ah.. Già... Aspetta... Ma dov'è la Pietra Filosale?” esclamò Clara preoccupata. Aqua alzò le spalle e scosse la testa. “La Pietra è al sicuro!” le rassicurò Silente che era appena entrato nella stanza. “Professore! Noi abbiamo fatto del nostro meglio.” disse Clara. “Oh lo so ragazze! E devo dire che il vostro aiuto è stato piuttosto fondamentale.”. “Ma Professore, Volde-, Lei sa chi, tornerà ancora?” domandò Aqua preoccupata. “Beh, è molto probabile mia cara. E chiamalo pure col suo vero nome.” sospirò Silente. “Ma Professore, come mai Aqua è riuscita a trovare la Pietra mentre Raptor no?” domandò Clara. “Beh quello è stato un mio trucchetto! La Pietra poteva venire trovata solo da chi volesse soltanto trovarla e non usarla. Per questo né Raptor, né Voldemort sono riusciti ad impossessarsene.” rispose Silente. Le due ragazze si guardarono e tutti sorrisero. “Bene, ma ora basta parlare di questo. Vedo che i vostri amici vi hanno portato molti dolci. Godeteveli e recuperate tutte le vostre forze al più presto.”. Silente uscì dall'infermeria e le due ragazze rimasero sole nuovamente. “Davvero non male come primo anno Violetta!” esclamò Clara ridacchiando. “Hai proprio ragione Raperonzolo.” rispose Aqua e fece un lungo sospiro. “Beh, non so te, ma io sto morendo di fame.”-”Sì, pure io!” disse Clara. Assieme scesero dal letto, Aqua andò a guardarsi allo specchio che era appeso ad una parete. “Oh mio dio!” gridò improvvisamente. “Che c'è?! Che è successo?” esclamò Clara sobbalzando. “I miei capelli! Sono orribili!” rispose Aqua piagnucolando. “Sei un disastro!” la incalzò l'amica che proseguì scettica “Io con gli specchi ho chiuso per un po'.”. Aqua scoppiò a ridere e assieme uscirono dall'infermeria. Era ora di cena e le due arrivarono davanti alla Sala Grande. Quando entrarono, videro davanti a loro un gruppo di studenti che correva nella loro direzione. Aqua vi riconobbe Baston che le arrivò accanto e l'abbracciò tirandola su da terra “Ma dov'eri finita?!” esclamò il ragazzo. “Che importa! Ora sono qui!” rispose lei con un sorriso. Poi arrivarono Justin, Martha e Draco che le si misero intorno, bombardandola di domande e di pacche sulle spalle. Anche Clara vide molta gente correrle incontro. Soprattutto George, seguito dal fratello, da Dean e da Neville che la accerchiarono e guardarono ammirati. “Stai bene?” le domandarono i gemelli “Sì, non vi preoccupate.” rispose Clara con un sorriso. “Ehi, Clara!” disse George prendendola in disparte “Forse non è il momento adatto, ma vorrei dartelo prima che mi dimentichi.” Il gemello infilò una mano in tasca per tirarne fuori una catenina alla quale era appeso un orologio tascabile d'oro. “L'ho trovato nella foresta proibita. Era da un po' che non ti vedevo giocare con la catenina tra le dita, perciò o pensato che...” il ragazzo venne interrotto dall'improvviso abbraccio di Clara. “..fosse tuo...” concluse imbarazzato. Clara gli cingeva il collo con le lacrime agli occhi. Alcuni ragazzi li stavano guardando sorridenti. Clara staccò le braccia dall'amico e gli sorrise prendendo l'orologio “Grazie, George. Scusami tanto per lo schiaffo.” - “Sono io a dovermi scusare.” rispose lui. “Ora non più.” gli disse lei sorridendogli un'ultima volta e asciugandosi le lacrime. “Aspetta un attimo” disse poi passando con gli occhi dall'orologio al ragazzo “Che ci facevi nella foresta proibita?” - “Ecco, questo è un segreto tra gemelli.” intervenne Fred cingendo il collo con un braccio al fratello. Clara li guardò scuotendo la testa, poi Silente richiamò l'ordine e così, tutti andarono a sedersi nelle rispettive tavolate. Aqua non riusciva a non sorridere e per Clara era lo stesso. Quando tutti si furono accomodati, Silente prese la parola. “Naturalmente, quello che è successo tra le nostre due ragazze e Lord Voldemort è un segreto, ed è per questo che tutti qui dentro sono venuti a saperlo.”. Molte risate invasero la Sala Grande che cassarono per tornare ad ascoltare. “Le vostre gesta, mie care, sono state prova di grande coraggio e determinazione. Avete rischiato la vostra vita per qualcosa che reputavate importante e alla fine avete persino avuto la meglio contro un mago molto potente e da tutti temuto. Per questo, reputo che sia il caso di premiare le vostre Case, assegnando ad ognuna 200 punti!” un coro di ovazioni partì da entrambe le tavolate. “Tuttavia...” proseguì Silente “Il sacrificio per i propri amici merita un ulteriore premio, detto ciò, assegno a Grifondoro altri 20 punti e di conseguenza, la Coppa delle Case!”. Clara e tutti i suoi compagni si alzarono in piedi e iniziarono ad applaudire e a gridare più forte che mai. Aqua, dal suo tavolo, guardava la scena. Era molto contenta per Clara, se lo meritava. Senza di lei probabilmente sarebbe morta. “Ma non è giusto! Meritavamo noi di vincere!” borbottò Malfoy. “Vinceremo l'anno prossimo” sospirò Justin. La cena venne servita e tutti mangiarono di gusto. Appena fuori dalla Sala Grande, le due ragazze si incontrarono. “Ehi, complimenti, avete vinto!” disse Aquamarine con un sorriso. “Già, ma anche tu te li meritavi quei punti.”-”Non dire sciocchezze!” rispose Aqua, “Sono contenta che tu e George abbiate chiarito.” - “Anche io.” rispose Clara con un sorriso. Gli esami andarono alla grande per entrambe. Clara aveva preso il massimo dei voti in Incantesimi e Trasfigurazione, mentre Aqua aveva fatto faville in Pozioni e Difesa contro le Arti Oscure. Assieme ai risultati degli esami, arrivò anche il giorno della partenza per il ritorno a casa. Aquamarine aveva passato tutta la mattinata a fare le valigie, fermandosi solo per andare a trovare Oliver, con il quale aveva un appuntamento alla Torre dell' Orologio. “Finalmente sei arrivata!” esclamò lui sorridente. “Eccomi. Hai già fatto le valigie?” chiese lei avvicinandoglisi. “Sì, tra poco si parte. L'anno prossimo pensi di riuscire a non cacciarti nei pasticci?” domandò ironico Oliver. “Posso provarci, ma non garantisco niente.” rispose Aqua sorridendo. “Mi mancherai quest'estate.” disse il ragazzo prendendola per i fianchi. “Anche tu! Promettimi che mi scriverai centinaia di lettere!”- “Solo se lo farai anche tu!”. Aqua sorrise “Allora siamo d'accordo.”. Poi i due si abbracciarono e tornarono dai loro compagni. Quando l'Hogwarts Express arrivò alla fermata, Aqua e Clara si fermarono al binario 9 ¾ . Aqua abbracciò l'amica. “Mi mancherai!” le disse sottovoce. “Anche tu!” le rispose Clara “Buone vacanze! Ti manderò un gufo.” - “Non vedo l'ora!” rispose l'altra “Buone vacanze a te!”. Entrambe si diressero nella confusione della stazione verso le loro famiglie, con la certezza che l'anno seguente sarebbe stato ancora più emozionante.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2428193