Tsukuyomi Moon Phase 2: Diebus Fatalibus di KyubiKonanOfAkatsuki (/viewuser.php?uid=34050)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il viaggio ricomincia... ***
Capitolo 2: *** La nubile Kuzunoha ***
Capitolo 3: *** Guhin, Kuko e attacco al Villaggio dei Tengu ***
Capitolo 4: *** Il segreto del Re ***
Capitolo 5: *** La fondazione del clan Uchiha e l'alleanza con la Foglia ***
Capitolo 6: *** Tradimento al popolo dei Tengu ***
Capitolo 7: *** L'eredità ***
Capitolo 8: *** Il castello dello Shogun ***
Capitolo 9: *** Il ritorno a Konoha ***
Capitolo 10: *** Indietro nel tempo... ***
Capitolo 11: *** Il giorno fatale di Masamune ***
Capitolo 12: *** Konoha è libera ***
Capitolo 13: *** Il ritorno del Team OkamiKitsuneInu e la partenza ***
Capitolo 14: *** Entrata nel covo della Serpe ***
Capitolo 15: *** Missione compiuta. Avanti con la spada di Giada... ***
Capitolo 16: *** Amaterasu... Masamune?! ***
Capitolo 17: *** Il cavaliere del lupo Shiranui... ***
Capitolo 18: *** Amaterasu risorge... ***
Capitolo 19: *** La fine. Ritorno al villaggio. ***
Capitolo 1 *** Il viaggio ricomincia... ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Erano passati due anni da quando Hinata,
insieme al Re dei Tengu Sojobo, il dio dei tuoni Raijuu e la reincarnazione del
Quarto Hokage, Masamune avevano sconfitto il male, Yomi. Ma ad un altissimo
prezzo: l’uccisione degli dei, dato che esso era anche il custode delle anime
divine. La distruzione della Speranza. Il luogo della battaglia, il
Takamagahara, fu macchiato di sangue.La Collina dei Kami, il luogo in cui il
confine tra il mondo dei mortali e quello degli dei si affievoliva, era ora la
dimora dei loro corpi. Avevano pregato intensamente, e fu proprio in quel
momento che divennero statue di pietra. Ma le anime ora vagavano, senza riposo.
Dopotutto, la Speranza è l’ultima a morire…
Hinata riposava
tranquillamente, nascosta dietro un cespuglio, all’ombra di un ciliegio. Da
quando aveva salvato non solo Konoha, ma anche le altre nazioni non aveva un
attimo di riposo: tutti che la cercavano, tutti che volevano stare con lei, ecc.
Non si sarebbe mai aspettata che sarebbero successe tutte quelle cose: conoscere
di persona il Re dei Tengu, il Quarto Hokage,
la Divina
Amaterasu
Omikami e il Divino dei Tuoni, Raijuu. E soprattutto, di essere stata costretta
a ucciderli, Yomi li aveva posseduti. Aveva ancora quelle terribili immagini
nella mente…
Negli ultimi anni Hinata era
cresciuta, Naruto era partito per l’addestramento con Jiraiya e Sasuke aveva
tradito il villaggio. Degli Strumenti Divini, gli oggetti che l’avevano aiutata
nella battaglia finale contro L’Oscurità, nessuna traccia: durante lo scontro si
erano tramutati in pietra, per poi finire dispersi, in chissà quale remoto
angolo della Terra. Sojobo gli mancava moltissimo. Aveva conservato il suo
biglietto gelosamente, per tutti quei due anni. Sperava in un suo ritorno,
aspettava il leggendario Masamune. Un fruscio d’ali interruppe il suo riposo.
Hinata si alzò di scatto, dicendo:
“SOJOBO?!”
Ma il Re non c’era. Un’aquila
era atterrata di fronte a lei e ora la osservava curiosa. Aveva un messaggio
legato a una delle zampe. La ragazza lo prese, srotolandolo. C’era un sigillo in
ceralacca rossa, con l’immagine di un corvo che teneva tra gli artigli un
ventaglio di piume. Lesse:
“Ciao, Hinata.
In questi due anni non sono
potuto venire a trovarti: la ricostruzione del villaggio mi ha totalmente preso!
Ti prego di
scusarmi.
Adesso è tutto pronto.
Naturalmente l’ho migliorato, ora ci sono anche delle torrette per avvistare i
nemici! Certo, adesso devo ricostruire casa mia… Ma ci penserò dopo. Hai avuto
notizie di Masamune? Compare sempre nei momenti più inaspettati… Non vedo l’ora
di vederti! Chissà quanto sei cresciuta! Io sono rimasto lo stesso… Sai, noi
tengu invecchiamo molto lentamente e siamo più longevi di voi umani… Io sono
ancora giovane, avrò sì e no solo duemila anni! Comunque… Ti aspetto! Ho
qualcosa di importante da dirti. Il villaggio è sempre al suo posto, sul monte
Kurama. Se non sai dove si trova, segui Karu-Chan. Ti indicherà la via.
Saluti, Sua Maestà il Re dei
Tengu Sojobo”
Hinata era felicissima: dopo
tutto quel tempo, avrebbe finalmente rivisto Sojobo. Corse a villa Hyuga, non
c’era nessuno, tutti partiti in missione. Andò in camera sua e preparò uno zaino
con tutto il necessario: panini, acqua, e un cambio di vestiti. Karu-Chan era
l’aquila che le aveva recapitato il messaggio. Stava aspettando la ragazza su un
albero appena fuori Konoha. Lei si avviò, evitando accuratamente la gente che
passeggiava per le strade, e uscì…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** La nubile Kuzunoha ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Karu-Chan volava alta nel
cielo. Non troppo veloce, in modo che Hinata potesse tenere il passo. Era
emozionantissima e non vedeva l’ora di arrivare. Cercava di controllarsi e di
non correre, per non perdere di vista l’aquila. Dopo due ore buone di camminata,
tra erba alta e sentieri poco battuti, urlò all’animale di fermarsi. Esso
atterrò sulla spalla di lei, seduta per terra, beveva un po’ d’acqua. Una voce
lamentosa proveniva dalla fitta boscaglia…
“Hinata… Mi daresti un po’
d’acqua?”
Hinata sussultò. Chi era che
la chiamava? E la cosa strana è che non aveva mai sentito una voce simile in
tutta la sua vita! Inquietata, disse:
“C-c’è qualcuno
qu-qui?”
“Sì… Ti prego, dammi un po’
d’acqua…” ”Chi… Chi s-sei?”
“… Mi chiamo Kuzunoha. Sono
così stanca… Ti prego, aiutami!”
“V-vieni
avan-avanti!”
La creatura non se lo fece
ripetere due volte. Con passo strascicato, una donna uscì allo scoperto. Alta,
con un kimono scarlatto, con sopra intricati disegni ricamati di seta d’oro. Era
tutto sgualcito, la gonna strappata lasciava scoperta una gamba della donna, che
aveva la pelle di un candore inumano. I capelli lisci e neri le arrivavano alle
caviglie, ma il viso era coperto da una maschera in porcellana, anch’essa di un
bianco innaturale, a forma di muso di volpe. Apparentemente, non c’erano buchi
per gli occhi e Hinata si chiedeva come facesse a vedere. Le porse la bottiglia
d’acqua e la donna gliela strappò di mano, senza tanti complimenti. La “bocca”
della maschera si aprì, permettendole di bere. Era molto strano.
“Aahh… Grazie… Avevo proprio
sete… Ehehe…”
“Le-lei ha detto di
chi-chiamarsi Kuzunoha?”
“Hehe… Sì, perché?”
“No… Nu-nulla… Lo sa che mi
ricorda qual-cosa?”
“Huhuhu… Sarà…”
“Beh, adesso devo andare a
riempire la bottiglia… Qui vi-vicino c’è una sorgente… Mi-mi
accompagna?”
“Eh… Va bene”
L’aquila sulla spalla di
Hinata guardava sospettosa la donna, e così fece per tutto il tragitto, seppur
breve, per la sorgente. Quella continuava a sghignazzare, e qualche volta
scoppiava in sonore risate senza motivi apparenti. Stava diventando piuttosto
preoccupante. Erano arrivate, ma quella si fermò, evitando di avvicinarsi
all’acqua.
“Continua tu” ”Per-perché
non mi accompa-accompagna fin laggiù?”
“Sai… Ehee… Ho paura di
cadere nell’acqua e bagnarmi… Sai… Io non so nuotare… Ehe”
“Va bene…”
Hinata riempì la bottiglia.
La donna insistette per accompagnarla nel viaggio, ma sopraggiunse la sera e si
fermarono.
“Hihihi… Sai, anche se Yomi è
stato sconfitto, continua a non essere prudente aggirarsi fuori di notte…
Hehe…”
“P-perché?”
“Heh… Ci sono ancora degli
spiriti maligni superstiti… I briganti, i ladri… Hahaha!”
Hinata si sentì subito
spaventata. Prese dei legni dal bosco, tutta frettolosa, sfregandoli tentando di
accendere un fuoco. Almeno avrebbe tentato di bruciarli, se il suo Byakugan non
fosse bastato.
“Che… CHE FAI
HINATA?”
“Acc-accendo un fuoco… Fa
anche freddo…”
Kuzunoha arretrò nella
vegetazione, lontana dal fuoco che la ragazza era riuscita ad accendere.
“Vie-vieni a
scaldarti!” ”NnNo… Meglio di no…”
La donna aspettò che Hinata
si addormentasse, per poi avvicinarsi al fuoco. La sua ombra non era umana, ma
volpina. Si sedette vicino a lei, mentre con una mano, si sfilava la maschera.
Era una volpe. Lasciò uscire la coda, simile a un pennacchio rosso, da quel che
restava del kimono. Aveva una sola coda, e doveva stare bene attenta ai riflessi
o alle ombre, che l’avrebbero tradita rivelando la sua natura. Guardò con odio
la ragazza, Karu-Chan lanciava grida.
“Via, maledetto
uccellaccio!”
E l’aquila volò via. La volpe
tornò a fissare Hinata, dicendo…
“Maledetta… Se solo tu non
fossi l’unica capace di salvare Inari, ti avrei già dilaniata! Penso però che prima mi divertirò un pò con te, mentre dormi...”
Disse,
mentre si leccava le labbra. Si rimise la maschera, nascose la coda e si
addormentò
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Guhin, Kuko e attacco al Villaggio dei Tengu ***
New
月夜見の尊 月齢2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Hinata si trovava in luogo
buio… Così familiare… Sentiva la preghiera di due anni fa. Vedeva Amaterasu
posseduta, gli occhi spalancati, mentre pregava, le lacrime le scendevano sul
viso.
“Ieyui… Nobomeno…”
“AMATERASU…”
“Renmiri… Yojuyogo…”
“No…”
“Hasatekanae…
Kutamae…”
E in quel momento, non di sua
volontà, il suo corpo prese la Spada di Giada conficcandola nel cuore
della dea. E Hinata piangeva, la dea continuava a pregare… Sentendo mille volte
la sua voce che diceva:
“Non piangere…
Addio”
“AMATERASU! NON MORIRE, TI
PREGO NON MORIRE!”
Ma un’altra cosa che sentiva
erano delle risate, risate maligne che la deridevano, mentre lei continuava a
piangere, abbracciando il corpo di Amaterasu che stava lentamente scomparendo…
Quando si svegliò all’improvviso. Kuzunoha la guardava sorridente. Il fuoco si
doveva essere spento da poco e Karu-Chan era al suo fianco.
“Ooohh, povera piccola… Hihi…
Chissà che brutto sogno…”
Disse la donna, fingendo
dispiacere. Con un lembo del kimono, asciugò le guance di Hinata.
“Povera piccola… Su, è ora di
incamminarsi!”
La poveretta era ancora in
evidente stato di shock, ma si alzò e si preparò. Kuzunoha era una compagna
davvero sgradevole: rideva da sola, faceva pessime battute, si rivolgeva a
Hinata dicendole “Umana” e si comportava in modo palesemente ostile. Durante il
viaggio, però, sembrò calmarsi. Era tesa, allerta, pronta al combattimento. Come
se qualcosa le attendesse da un momento all’altro… Ed ecco spuntare dall’erba
alta un guhin*. Esso saltò addosso alla donna, attaccandola. Lei, terrorizzata,
prese le sue vere sembianze. Hinata era scioccata. Non sapeva da che parte
stare, Kuzunoha era fuggita. Il tengu disse:
“Hi… Hinata… Il nostro
villaggio è stato… Attaccato! Sua Maestà Sojobo… Mi ha detto… Di
scortarla!”
“Co-cosa? Il villaggio è
stato attaccato?!”
“Sì… Dalle Kuko*”
“Dobbiamo fare qualcosa, e in
fretta!”
“Sì… Sono d’accordo…
“
Lanciando un ululato, il
tengu prese sulle spalle Hinata. Per quanto le facesse impressione, dovette
aggrapparsi per non cadere. Era tanto veloce che non vedeva nemmeno la strada,
ma in pochi minuti arrivarono al Villaggio dei Tengu. Delle frecce volavano in
cielo, e delle volpi guizzavano in aria. Sojobo stava combattendo armato di una
alabarda contro una di esse, a otto code. In aria, la battaglia era feroce.
Dalle torrette, altri guhin scagliavano frecce avvelenate contro i nemici…
“Sei capitata in piena
battaglia, Hinata”
- - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - -
*Guhin: Sono dei tengu senza
caratteristiche di uccelli, somigliano a cani.
*Kuko: Volpi volanti maligne,
molto cattive, considerate dei tengu
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Il segreto del Re ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Un karasu tengu atterrò
davanti Hinata e al Guhin.
“Capitano Daigorou! E’
tornato con la Prescelta?!”
“Sì, soldato! Ora sbrighiamoci, dobbiamo
portarla al sicuro nei sotterranei!”
“NEMMENO PER SOGNO, IO VADO
AD AIUTARE SOJOBO!”
Disse Hinata, correndo via,
muovendosi agilmente tra i detriti e i corpi dei combattenti. Cadde a terra,
qualcosa proveniente dall’alto aveva tentato di afferrarla. A quel punto, la
voce del re le gridò:
“HINATA! VATTENE! E’
PERICOLOSO! VAI DA DAIGOROU!”
“Ma Sojobo-kun! Io voglio
combattere con lei!”
“VAI! SBRIGATI! KYUSHICHI
CERCHERA’ DI PRENDERTI!”
Kyushichi doveva essere la
volpe contro cui stava combattendo. Riluttante, si alzò e corse via. Daigorou la
acchiappò, mentre il karasu tengu teneva lontane a colpi di katana le kuko.
Salirono fino al punto dove un tempo c’era la casa di Sojobo, scostarono la
terra via. Una botola chiusa a chiave. Il Guhin le si avvicinò, si tagliò un
dito per farsi uscire del sangue e tracciò lo Stemma Regale. La botola si aprì e
loro vi si infilarono immediatamente dentro. Il corridoio di terra fiocamente
illuminato da delle torce andava sempre più giù. Lo percorsero, fino ad arrivare
in una sala circolare rozzamente decorata con delle tovaglie per coprire la
terra. I tengu che si trovavano lì la guardarono incuriositi. C’erano anche
delle donne, alcune di loro con la fronte fasciata. Avevano gli occhi proprio
come quelli di Hinata.
“Hyuga?!”
“Sì. A quanto vedo,
Sojobo-sama non ti ha spiegato, ancora… Le persone e i tengu che vedi sono gli
abitanti evacuati durante l’assalto. I più forti sono lassù, a combattere…
Hinata?!”
Ma lei era già fuggita fuori.
Non voleva saperne di obbedire ad una specie di cane, voleva combattere, lei!
Senza contare che le doveva delle spiegazioni! Appena uscì, però, qualcosa la
agguantò da dietro, sollevandola in aria. Era Kyushichi. Le zampe erano mani
umane, scheletriche. Il muso irto di denti affilati e il pelo bianco-grigio, le
punte delle code scarlatte.
“E ora… Sojobo… Prova a
uccidermi!”
La volpe stava usando Hinata
come scudo umano! Sojobo non l’avrebbe mai colpita, con la ragazza davanti. Il
re la guardò con un’espressione mista tra rabbia e preoccupazione. Non aveva più
un’alabarda, ma la sua fida katana.
“Non toccare
Hinata…” ”Aaahh, è così è questo il nome della Prescelta?”
“…” ”Non preoccuparti… Ce
ne occuperemo noi… Dopo che Orochimaru ci avrà dato il permesso…”
“HINATA! CHIUDI GLI
OCCHI!”
Lei obbedì. In un attimo, la
volpe la lasciò, mentre cadeva a terra. Braccia forti la afferrarono… Braccia
che lei conosceva bene.
“Sojobo-kun!”
Disse Hinata. Giurò di vedere
per un istante rossi gli occhi del tengu. Lei abbassò subito la testa, capendo
che non era il momento. La kuko si schiantò a terra, shockata, ma appena si
riprese, esclamò:
“Ci rivedremo… Maledetto
Uchiha!”
Nei sotterranei, regnava il
più cupo silenzio. Tutti si erano sparsi nei vari cunicoli, a riposarsi. Sojobo
era nella sua grotta personale, da solo, seduto a gambe incrociate sul
pavimento. Hinata era con Daigorou, che la guardava storto. Il karasu tengu
tornò da lei…
“Hinata… Il Re vuole vederti…
Buona fortuna”
Lei deglutì, e si avviò nel
buio cunicolo. Sojobo le dava le spalle.
“Sojobo-kun… Io…” ”Mi hai molto deluso e
disobbedito deliberatamente! E la cosa peggiore è che potevi morire!”
“Mi dispiace… Io… Io volevo
solo aiutarti e dimostrarti che posso essere d’aiuto… Ho avuto paura
di…”
“Sai, Hinata, anche io ho
avuto paura…” ”Di che? Tu non hai mai paura…”
“E invece ho avuto paura. Ho
avuto paura di perderti”
“!”
“Ah… Penso di doverti anche
delle spiegazioni…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** La fondazione del clan Uchiha e l'alleanza con la Foglia ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
“Come tu sai, Uchiha e Hyuga
sono due dei più grandi clan di Konoha, e utilizzano entrambi le arti oculari…
No?”
“S-sì…”
“Ecco. Io sposai una Hyuga,
per la precisione… Una tua antenata. Fondendosi il mio “sharingan”, che poteva
semplicemente creare illusioni, con il Byakugan, si creò uno sharingan
potenziato in grado di vedere i flussi di chakra nel corpo di una persona e
prevedere il futuro. Si potenziarono anche le illusioni, che non erano più tali.
Ma questo richiede un grande influsso di chakra negli occhi, rischiando la
perdita della vista. Comunque… Ebbi due figli: Madara, possessore dello
“sharingan potenziato” e… Aspetta… Come si chiamava l’altro… Aaahh, ora non
ricordo! Ora non so che fine abbiano fatto, ma ho sentito che quindici anni fa
qualcuno avesse evocato Kyuubi… E penso proprio sia stato lui… Ha vissuto tanto
a lungo proprio perché ha preso la longevità da tengu. Purtroppo, sua madre
morì. E’ questo il difetto di voi umani, avete una vita così breve… Comunque,
Madara potrebbe essere vivo, da qualche parte. Anche lui, probabilmente, si sarà
sposato, continuando la dinastia… In alcuni soggetti prevaleva lo Sharingan e in
altri il Byakugan…”
“Allora…”
“Esatto. Io sarei tuo
parente, per la precisione il tuo bisbisbisbisbis…”
“Ho capito… Bisbisbisbis
nonno, se non sbaglio…”
“Giusto. Vedi, sei anche
segnata qui…”
Il tengu prese una cassa
nascosta in una cavità della terra, la spolverò e la aprì. Tirò fuori una specie
di tappeto in seta pregiatissima, dove erano ricamati i volti di tutta
la Famiglia
Reale. In ordine. Era un albero genealogico: in basso, alla
base, c’era l’immagine di Sojobo e, al suo fianco, una donna molto bella. Lei
era una Hyuga. Affiancando Madara e Sojobo, risultarono molto simili. Il re la
documentò su tutta la storia della famiglia fino al presente.
“Adesso, però, la smetterò di
annoiarti… Le kuko si sono ritirate, ma non escludo che torneranno,
probabilmente con dei rinforzi. Dobbiamo fermarle, anche perché sono alleate di
Orochimaru…”
“Sì… Il tuo villaggio
potrebbe allearsi con quello della Foglia!”
“Non è una cattiva idea, sai?
Le nostre due potenze potrebbero sconfiggere quei demoni… DAIGOROU!”
Quando urlava, Sojobo era una
cosa assordante. Il Guhin entrò di corsa, sull’attenti.
“Sì Maestà?”
“Vai a Konoha a parlare
all’Hokage, il più presto possibile! Riferisci che proponiamo un’alleanza tra il
villaggio dei Tengu e il villaggio della Foglia! E dici anche che verrò io
stesso!”
“Signorsì Maestà!”
E corse via, perdendosi
nell’oscurità del tunnel.
“Adesso, Hinata… Vai a
riposarti. Se tutto va bene, entro questa mezzanotte dovrei avere una conferenza
con l’Hokage. Ma dovremo trasferirci in un’altra base, in modo che per il nemico
sia più difficile trovarci, e quindi ci servi al massimo delle forze, in caso di
combattimento”
“Va bene…” ”Allora io
vado!”
“Sì… Sojobo…”
“Mhm?”
“Non sono inutile”
Il re sorrise, le scoprì la
fronte e la baciò.
“Buonanotte,
principessa... E ricorda che essere re o regina non vuol dire andare in cerca di guai!”
Quella notte, quando Daigorou
tornò, Sojobo partì. Lui volava veloce, in silenzio assoluto. Konoha era buia,
solo la luce dello studio dell’Hokage era aperta e quelle delle torrette alle
porte del villaggio. Lui sorvolò, bussò delicatamente al finestrino. Tsunade
aprì e lo fece sedere davanti alla sua scrivania.
“Allora… Lei è Sua Maestà
Sojobo?”
“Sì… Sojobo Uchiha al suo
servizio, Hokage-sama”
Tsunade rimase interdetta a
sentire “Sojobo Uchiha”, ma rispose…
“Non mi chiami Hokage-sama…
Chiamami Tsunade”
“E lei non mi chiami Sua
Maestà… Chiamami Sojobo e basta”
“Comunque… Se non sbaglio,
avremmo un’alleanza…”
“… Da firmare. Propongo
un’alleanza tra le nostre due potenze, abbiamo nemici in comune e molto
pericolosi…” ”Mmm…”
E
così, Tsunade e Sojobo stettero tutta la notte a discutere sui pro e i
contro...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Tradimento al popolo dei Tengu ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
All’alba, Tsunade e Sojobo si
misero d’accordo, firmando l’alleanza dei villaggi. Lui volò prima che la città
si svegliasse.
“Ora devo volare da Hinata…
Le kuko potrebbero attaccare…”
Disse lui, mentre controllava
che nessuno lo seguisse. Atterrò tra la boscaglia fuori dal villaggio,
muovendosi cauto tra l’erba. Inspirò profondamente, nessun odore sospetto… O
almeno, fino a quel momento: puzza di bruciato. Non molto distante.
“I SOTTERRANEI! SE NON
EVACUIAMO SUBITO LE PERSONE, MORIRANNO!”
Riprendendo il volo, giunse a
destinazione. Dalla grossa botola, spalancata, usciva un’enorme nuvola color
pece. Il re si buttò nella profonda galleria in terra senza esitare: gran parte
delle grotte e dei cunicoli erano in fiamme, ma lui non se ne preoccupava più di
tanto: doveva salvare il suo popolo. Prese le donne, spingendole con quanta più
forza poteva verso la superficie, guidava i tengu alla luce del sole.
“Se non ci sbrighiamo,
moriremo soffocati!”
Disse Sojobo, mentre faceva
uscire Daigorou. Sentì una voce chiamarlo da lontano…
“SOJOBO-KUN!”
“HINATA!”
Corse, non curandosi della
terra ardente come la brace. Arrivò da Hinata, la prese in braccio in modo da
non farla bruciare. Ormai non aveva molta forza. Arrivò all’uscita, ma non
riusciva a scalarla. Daigorou si affacciò dall’alto:
“Hinata, afferra la mia
mano!”
E la tirò fuori. Il re si
spinse con le sue ultime energie verso il Guhin…
“Daigorou… Aiutami!”
Lui guardava Sojobo,
senza muoversi. Lo afferrò di colpo dai capelli, tirandolo, sussurrandogli
maligno…
“Lunga vita a Sua Maestà… EX
Re dei Tengu”
Il re aveva gli occhi
spalancati, terrorizzato, mentre l’altro lo buttava con forza verso la voragine,
simile all’inferno. Il traditore chiuse la botola, la terra crollava, riempiendo
i cunicoli e le caverne. Probabilmente, la terra aveva spento le fiamme. Hinata
si precipitò all’apertura dei sotterranei sigillata, cercando di cacciare via la
terra e le pietre, sollevando un polverone che le si posava sui vestiti. Muoveva
quanta più terra poteva, graffiandosi con le rocce taglienti. Qualcuno le arrivò
alle spalle.
“Hinata… Che hai
fatto?” ”Daigorou… Sojobo… E’ là sotto…!”
“Lo so, lo so… Se non fosse
stato per te, se il Re non avesse usato le sue ultime forze per salvarti, a
quest’ora sarebbe ancora qui… Ma ora è morto…”
Lei si abbracciò con
forza al Guhin, non riuscendo a trattenere le lacrime.
“Cosa diranno al tuo
villaggio? Ti considereranno una traditrice, ti cacceranno per aver rotto
un’alleanza… Ti considereranno un’assassina!”
“Che… Che posso fare
ora?” ”Resta con noi… Non faremo trapelare una sola voce sull’accaduto… Ma
tu, sai come puoi aiutarci?” ”…”
“Troverai gli Strumenti
Divini, e li userai per noi… Va bene?”
“S-sì…”
Il Guhin, mentre Hinata non
osservava, fece un segno a una volpe nascosta tra l’erba… Kuzunoha. Le comunicò
telepaticamente:
“Una parte del piano è
compiuta. Avvisa le altre”
Quella annuì e si dileguò. Ma
non sapeva di essere stata vista, a sua volta, da una vecchia conoscenza di
Hinata… E di Konoha: Masamune, la reincarnazione del Quarto Hokage. Una lacrima
scese sul suo viso, e mormorò:
“Anche i più grandi guerrieri
piangono… Sojobo, sei morto da eroe…”
Quella notte, il traditore
convocò tutti i Tengu e le Hyuga in una radura della foresta. Naturalmente,
nessuno sapeva che lui fosse l’assassino…
“ Popolo dei Tengu, e voi Umani… La morte
di Sojobo-Sama è una grave perdita per tutti… Per Hinata, poi, perdere un
parente… Ed è quindi con la morte nel cuore che salgo al trono, come consigliere
fidato del re. Ma non preoccupatevi, perché questo è un nuovo inizio… In cui
Tengu, Umani e Kuko costituiranno insieme un nuovo glorioso Impero!”
Esclamò, mentre dall’erba
alta e dal cielo arrivavano le volpi, ridendo, capeggiate da Kyushichi. Masamune
osservava tutto dall’alto di una rupe.
“No… Non posso
crederci…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** L'eredità ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Masamune osservava silente la
scena, consapevole di non poter fare nulla. Proprio per questo, lacrimava di
rabbia. Strinse i pugni, non voleva lasciarsi sopraffare dai suoi sentimenti.
Aspettò seduto tra l’erba, che le volpi e i tengu se ne andassero, per poi
scendere rapidamente ed andare ai resti del villaggio. Anche lui, si mise
disperatamente a scavare in quella che era ora la tomba del Re, come se potesse
fare qualcosa. Chinò la testa giù, prese una pietra e la conficcò nel pavimento,
incidendoci la scritta:
“Sojobo, il Re dei Tengu.
Riposa in pace nel Takamagahara, proteggici, guidaci.
Addio, compagno.
Da Masamune”
Strappò qualche fiore dai
dintorni, e li poggiò là sopra. Salutò, come se Sojobo fosse ancora lì, e se ne
andò. Intanto, Daigorou era già alla ricerca degli Strumenti Divini. Hinata era
perennemente triste, e niente sembrava poterla rallegrare: il Guhin la faceva
infilare nei più bui anfratti di caverne, la calava nei pozzi, la mandava
dovunque per trovarli. Più che come una principessa, era trattata da schiava,
anche perché la notte si dormiva massimo tre, quattro ore, poi ci si muoveva da
un posto all’altro. Hinata aspettò che tutti andassero a dormire, per poi
andarsene il più lontano possibile. Fu fermata da Masamune, che gli era piombato
davanti all’improvviso. Lei lo salutò con un sorriso forzato, sebbene fosse
felice di aver rincontrato il samurai dopo tutti quegli anni, quel che le
avevano fatto credere di aver compiuto la deprimeva troppo.
“Dove vai, Hinata?”
“Che importanza ha,
ormai…”
“Vai a Konoha?”
“… Tanto non posso più
tornarci…”
“Che è successo?”
“… Non mi va di parlarne…”
“Non hai ucciso tu
Sojobo”
Queste parole sconvolsero
Hinata, che corse via. Non poteva più sentire quel nome senza versare lacrime.
Mentre correva, nella prateria aperta presente dopo la foresta, vide qualcosa…
Un fantasma?! Avvicinandosi, vide lo spirito della sacerdotessa Rao seduto su
una roccia, gli occhi chiusi, chiamava…
“Hinata… Tu sai chi sei
tu?”
“… Solo
un’assassina…”
“Sbagliato. Io conosco
Sojobo…”
“Vorrei non dovertelo dire,
ma Sojobo è morto…”
“Sbagliato di nuovo… Sojobo è
vivo… E se vuoi seguirmi, te lo dimostrerò”
Lo spettro levitò a
mezz’aria, invitando Hinata a seguirlo. Corse per almeno mezz’ora, quando
arrivarono a una grotta. Per infilarsi dentro, dovette appiattirsi quanto più
poteva alla parete rocciosa. Dentro, era grande più o meno quanto una casa. Una
sorgente dall’acqua trasparentissima al centro, e sopra, al soffitto, un’enorme
buco circolare che consentiva di vedere le stelle. Rao le fece cenno di
avvicinarsi all’acqua, lentamente, senza avere fretta.
“Shhh… Ora guarda…”
Hinata si specchiò
nell’acqua, ma vide solo il suo riflesso…
“Quello non è Sojobo-kun… E’
solo il mio riflesso…”
“No… Guarda con più
attenzione…”
Disse la sacerdotessa,
allungando il braccio fino a sfiorare l’acqua con un dito. Hinata si sporse di
nuovo: al posto del suo riflesso, c’era ora il volto del re, serio e
paterno.
“Vedi? Lui c’è, vive in
te”
Hinata alzò stupefatta lo
sguardo al cielo, mentre delle nuvole nere prendevano una forma sempre più
familiare… Sojobo?
“Hinata… Mi hai
dimenticato!”
“No… Come potrei…?”
“Hai dimenticato chi sei,
dimenticando così anche me! Tu sei la mia legittima erede, e come tale devi
prendere il mio posto…”
“Ma come posso fare… Sono
solo un’assassina… E’ stata tutta colpa mia…”
“Non sono morto a causa tua.
E’ stato Daigorou a uccidermi, quando cercai di evacuare tutti dai
sotterranei”
“Allora… Ci ha
traditi?”
“Esatto. Vuole aiutare
Orochimaru a impossessarsi del villaggio della Foglia, con questa alleanza le
kuko e i tengu, che lui avrà ingannato con qualche scusa, invaderanno il
villaggio, colto alla sprovvista. Lo bruceranno, uccideranno gli abitanti o li
ridurranno in schiavitù… Tu permetterai che succeda tutto questo?”
“No… Ma… Come potrei
tornare?”
“Tu sei l’unica che può
salvare gli dei, l’unica che può impugnare gli strumenti divini. E chissà, forse
potrei ritornare in vita… Ricordati, chi sei. Tu sei la mia erede, e l’unica
vera Regina. Ricordati…”
“NO! NON LASCIARMI!”
“… Chi sei”
Mentre diceva queste parole,
veniva inghiottito dalle nuvole, che si dissiparono…
“… Non lasciarmi…”
“Allora, quello chi era?
Visto, lui è vivo”
“Ora ho capito…”
Hinata ringraziò Rao, uscì
dalla caverna e corse via, ritornando al punto da cui era partita…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Il castello dello Shogun ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
“Di ritorno, Hinata?”
Era Masamune, dietro un albero
nella foresta, che parlava a Hinata. Silenzio assoluto, interrotto dai fruscii
dell’erba e il canto dei grilli. Una piacevole brezza sfiorava i volti di
entrambi.
“Se stai cercando l’assassino, le
volpi, le Hyuga e i tengu sono andati tutti al villaggio della Foglia. Penso che
sia giunto il momento, Daigorou controlla mentalmente la maggior parte di
persone… Hanno attaccato”
Hinata, sentendo le parole
del samurai, cominciò a correre, ma quello la bloccò.
“Non ti pare che siamo un po’
pochini per fronteggiare un Sannin, un Guhin e due eserciti?”
“Vero…”
“Dobbiamo andare alla ricerca dei
tuoi Strumenti Divini, Hinata. Con essi, potremmo avere qualche
possibilità…”
“Il problema è… Dove sono?”
“Sei proprio sicura di non
saperlo?”
Disse Masamune, in tono
profetico.
“Concentrati… Pensa
intensamente…”
“Vedo… Vedo un castello… E’
circondato da alberi di ciliegio… Ci sono delle tigri… In cima al castello, c’è
qualcosa in pietra… Rotondo… Non ho mai visto quel posto…”
“Deve essere lo specchio di
Amaterasu! Hinata… Tu hai l’onniveggenza!”
“Ma… Ma io… In tutti questi anni
non…”
“Da quando hai combattuto con gli
Strumenti Divini, un po’ della forza degli dei deve essersi trasferita in te… O
almeno credo. Adesso, stringi forte la mia mano… Ecco… E adesso proverò a
individuare il castello…”
Masamune tirò fuori un kunai
dalla strana forma, tutto d’oro. In un istante, scomparirono. Atterrarono su una
via in ciottoli, un castello dritto davanti a loro. Circondato appunto da
ciliegi in fiore.
“Hinata… Siediti sulle mie
spalle… Non siamo al sicuro…”
Hinata obbedì. Il samurai sfoderò
svelto due katane, all’erta come non mai. Hinata usò il Byakugan: intorno a loro
non c’erano solo grilli e altri animaletti notturni, ma grosse tigri accucciate.
Sembravano non averli ancora visti. L’Hokage sussurrò, quasi
impercettibilmente:
“Ora dovremo essere molto cauti.
Questo è il castello dello Shogun. Ci saranno di sicuro guardie di ronda”
“Va bene… Userò il mio byakugan
per individuare i nemici”
Le uniche luci erano le lanterne,
la grandissima luna dietro al castello. Masamune si muoveva veloce e silenzioso,
come si confà a un samurai, ma anche a un ninja. Si appiattì contro la parete
del castello, appena vi arrivò, sentendo qualcuno parlare. Si appostò dietro
l’entrata e uccise la guardia senza problemi.
“Scusa Hinata… Ma in caso di
fuga, avremo la via sgombera”
“Si, ma… Non sarebbe meglio
passare da qualche altra parte? L’entrata principale è… Come dire…
Scontata?”
“Ma sai che hai ragione? Volevo
evitartelo, ma lo farò”
Tirò da una tasca un rampino, lo
lanciò e il gancio si arpionò a una delle tegole del tetto. Masamune si
arrampicò fino in cima, Hinata sulle spalle. La fece scendere, considerando
sicuri i tetti.
“La cima del castello è molto in
alto… Dovremo sbrigarci prima dell’alba…”
Disse Masamune, posando nel
fodero le katane…
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - -
Ecco un’immagine del castello in cui
Masamune-Yondaime e Hinata si trovano: http://members.aol.com/tomoda97/nikken/castle20.jpg
(beh... Basta immaginarlo di notte con la luna di sfondo)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Il ritorno a Konoha ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
“Dopo che avremo recuperato
lo specchio, potremo facilmente trovare gli altri oggetti, tu continua col
byakugan, in caso le guardie all’interno del castello si
insospettiscano”
“Va bene…”
Il samurai e la Hyuga si muovevano con
agilità felina sulle tegole dell’enorme costruzione. Salivano il più piano
possibile, per non fare troppo rumore. All’improvviso, un passo falso: una
tegola cade a terra, facendo un rumore fortissimo. Le tigri nel giardino
iniziarono a ruggire.
“Masamune-kun… Le guardie
hanno sentito…”
“Shhh… Ora provo a illuderle…
NYAA NYAA*”
“NYAA!”
Sentirono le guardie, sotto,
tirare un sospiro di sollievo.
“Sono solo dei gatti. Tornate
alle vostre postazioni!”
“Sì signore!”
“Ma guarda tu che stupidi,
non distinguono nemmeno un’imitazione…!”
Esclamò Masamune. Anche
Hinata tirò un sospiro. Dovevano stare più attenti… Salirono ulteriormente: si
avvicinavano alla stanza dello Shogun, da quel punto in poi dovevano stare in
silenzio assoluto. Erano arrivati. Girarono attentamente, in modo da evitare le
finestre, e poi Masamune alzò Hinata in modo che raggiungesse la cima del
castello. Si arrampicò un po’, aggrappandosi all’enorme specchio divino, ridotto
in pietra. Appena lo toccò, si illuminò. Avevano di sicuro attirato l’attenzione
delle guardie in basso.
“Forza Hinata… Penso ci
abbiano visti… Voglio evitare una strage inutile”
Appena finì di brillare, lo
specchio gigante si coprì di fiamme, non era più di pietra. Masamune e Hinata si
sedettero su di esso, tenendosi quanto più possibile in modo da non
cadere…
“Questa volta Sojobo-kun non
mi prenderà se cadrò…”
Pensò lei, mentre lo specchio
sfrecciò nell’oscurità della notte.
Intanto, al villaggio della
Foglia… Le kuko, l’ex esercito di Sojobo e Orochimaru avevano preso il
controllo. Della vitalità del villaggio, del verde da cui era circondato… Non
c’era più nulla. La vegetazione rasa al suolo, ovunque quella spaventosa forza
era passata aveva distrutto tutto. Grigio. Grigio il cielo, grigio il villaggio,
grigia la foresta di Konoha. Delle gioiose risate dei bambini, ora non rimaneva
più niente, se non flebili lamenti. La gente era stata sopraffatta, persino
Tsunade, venuta a sapere della morte del Re, fu costretta a lavorare come gli
altri. Ormai tutto e tutti erano stati ridotti in miseria…
Intanto, Masamune e Hinata
erano arrivati a una sorgente Divina, luoghi sacri agli dei. Dovevano purificare
lo specchio, prima di far ritornare la vita ad Amaterasu. Lo immersero
nell’acqua, e quello cambiava: non era più di bronzo, ma d’oro con delle lame
attorno. Le fiamme non si spegnevano neppure a contatto con l’acqua.
“Coraggio, Hinata… Lo
specchio è ancora più potente, lo sento. E’ intriso della potenza di Amaterasu,
e dovrebbe esserci la sua anima custodita all’interno. Ora dobbiamo solo cercare
una statua che la raffiguri e passare l’anima lì… Allora essa perderà la dura
consistenza di roccia e la dea resusciterà”
“Ho capito… Va bene. Prima
liberiamo Amaterasu, prima potremo salvare il nostro villaggio”
“Ma prima dobbiamo liberare
Yomi”
“Giusto… Come ti sentii dire
due anni fa, non può esistere un mondo perfetto senza male… Perché non ci
sarebbe la speranza”
“…”
“Beh… Yomi è stato sigillato
nella spada Kusanagi, dovremo spaccarla in due per liberarlo… Sai dove si
trova?”
“Orochimaru… L’ha presa lui.
E noi la riprenderemo con la forza. Mettiamoci in viaggio, si torna a Konoha,
Hinata”
Era ormai l’alba. Masamune e
Hinata si erano già incamminati. A piedi, per non attirare l’attenzione quando
si sarebbero intrufolati al villaggio. Non poterono credere ai loro occhi quando
arrivarono: tutto devastato, cupo, e si respirava un’aria malsana. Al posto
degli abitanti, kuko e tengu passeggiavano per le strade.
“Hinata… Vedi anche tu quel
che vedo io? Quei tengu… Sono stati assoggettati…”
“Sì… Non è
possibile…”
“Usiamo la tecnica della
trasformazione e infiltriamoci nel villaggio”
Si trasformarono in due kuko
dal pelo insanguinato e dal cappello di paglia, in modo da nascondere gli occhi
di Hinata, che rimanevano del solito bianco, ed entrarono. Passarono totalmente
inosservati, anche se sentivano i bisbigli degli abitanti:
“Chi sono questi
due?”
“Io non li ho mai
visti…”
Come facessero a riconoscersi
tra di loro era un mistero: sembravano tutti uguali! Trascorsero un’intera
giornata a setacciare i dintorni alla ricerca di informazioni, e vennero a
scoprire che tutti i veri abitanti di Konoha erano nei sotterranei del
villaggio, costretti a lavori forzati. Stava calando la notte, mentre delle
nuvole oscure riempivano il cielo, cariche di pioggia. Ad un tratto, tutte le
volpi e i tengu vennero chiamati a raccolta in un piazzale. Ordine del
traditore, Daigorou in persona. Il samurai e la Hyuga andarono a vedere di cosa si
trattasse.
“TSUNADE!”
Tuonò la voce del Guhin, ora
sottoposto di Orochimaru, insieme a Kyushichi. Tsunade, con la sua aria fiera e
decisa, si fece avanti, incurante delle occhiatacce e i ringhi che venivano
dalla folla.
“Sì, Daigorou?”
“Non c’è più acqua, le scorte
di cibo del villaggio sono finite, i campi sono distrutti! Che fine ha fatto la
vecchia Konoha?”
“E’ finita, non ci è rimasto
più nulla… Oramai non abbiamo altra scelta, dobbiamo andarcene da qui!”
“No! Non andiamo da nessuna parte!”
“In questo modo stai
condannando tutti a morte!”
“E sia!”
“Non puoi farlo,
Daigorou!”
“Io sono il re, posso fare
ciò che voglio!”
“Se solo valessi la metà di
quel che valeva Sojobo…!”
“IO VALGO DIECI VOLTE PIU’ DI
LUI!”
Gridò rabbioso il Guhin,
dandole una “zampata” in viso che la buttò a terra. Un tuono. Hinata non si
trattenne e andò in soccorso del suo Hokage. Tornò umana.
“Hinata… Sei… Sei viva… Sei
tornata…” ”Sì… Sono a casa ora…”
“Hinata… Cara Hinata… Sei
tornata, vedo…”
“Fatti da parte, Daigorou! Il
trono non ti spetta!”
“Oohh, vorresti forse
uccidermi? Vedi, loro pensano che IO sia il re…”
Disse Daigorou, indicando le
Kuko e i tengu ipnotizzati.
“Ma noi no! Hinata è la
legittima sovrana!”
Dissero Masamune, Naruto,
Tsunade e Kurenai, fino a quel momento rimasti silenti.
“Aaahhh, vuoi dire che i tuoi
“sudditi” non conoscono ancora quella storiella? ”
“Taci, Guhin! Quella storia
l’ho dimenticata!”
“Ah sì? Ma allora non hai
svelato loro quel tuo piccolo segreto… Bene, ora hai l’opportunità di farlo! Dì
loro chi è il responsabile della morte di Sojobo!”
Hinata, benché innocente,
perse tutto il suo coraggio, rispondendo flebilmente:
“… Sono io”
“No non è vero… Dimmi che non
è vero!”
Si fece avanti
Tsunade.
“… E’ vero…”
“Avete sentito? Lo ha dovuto
ammettere! Assassina! Se non fosse stato per te, Sojobo sarebbe ancora vivo, lo
vuoi negare?”
“N-NO!”
“Allora sei
colpevole!”
“NO, NON SONO
UN’ASSASSINA!”
Altro rombo di tuono. Un uomo
dalle piumate ali nere e le zampe di corvo balzò giù da una casa.
“Sojobo?! No, sei
morto!”
Esclamò sconvolto il
traditore.
“Ti bastasse quel che mi hai
fatto a uccidermi!”
“Sojobo… Sei… Sei vivo? Ma
come è possibile…?”
Hinata gli corse incontro,
abbracciandolo.
“Non importa ora…”
“Sojobo-sama… Sono sorpreso
di vederla… Ancora vivo…”
La folla non sapeva che fare.
Il vero re guardò dritto negli occhi il Guhin.
“Per tutti questi anni che mi
hai servito… Io ti ho trattato come un familiare… Ma tu hai sempre complottato
contro di me… Non è così?”
“…”
“Ho indovinato. Dammi ora tre
buone ragioni per cui non dovrei farti a pezzi… Tu insisti a volere la guerra
tra gli umani, volpi e tengu! E poi, scommetto che avresti tradito anche le
volpi! Perché, Daigorou? Guardati intorno: sono come noi! Provano sentimenti,
anche se sono diversi!”
La folla, borbottando cose
incomprensibili, guardava con astio Daigorou, e passò dalla parte del tengu e
della Hyuga.
“Fermi, che fate? Tornate
qui!”
Ma tra tutte le volpi e i
tengu che erano passati dalla parte del bene, Kuzunoha rispose:
“Sojobo ha ragione… Basta
così…”
In quel momento irruppero
Kyushichi e Orochimaru, arrabbiati come non mai…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Indietro nel tempo... ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Daigorou strisciò dietro il
suo signore, ridendo maligno. Più che una risata, però, sembrava un latrato.
Hinata chiamò a sé lo specchio di Amaterasu, mentre le kuko mostravano i denti,
le donne Hyuga attivavano il Byakugan e i tengu si preparavano al combattimento
corpo a corpo. La volpe dalle otto code, Kyushichi, in posizione eretta, faceva
impressione con i suoi tre metri di altezza, senza considerare le code. Era
mascherata, e vestiva di un kimono maschile completamente bianco-giallo crema.
Si preparò a scattare alla gola di Sojobo, ma Orochimaru lo trattenne con un
semplice gesto della mano. Sibilando, si rivolse a Hinata…
“Non permetterò a una
ragazzina, anzi, a una mocciosa, di ostacolarmi… Dammi lo specchio”
“No… Mai!”
“Lo distruggerò, lo ridurrò
in mille pezzi… E l’anima di Amaterasu sarà costretta a vagare in terra… Come
quella della sacerdotessa che in questo momento ti ha dato la vita,
trasferendosi momentaneamente nel tuo corpo… Non è così, Vostra
Maestà?”
Disse il Sannin, rivolto al
re.
“…!(ha capito
subito!!)”
“Allora… Se non mi darete lo
specchio di vostra volontà… Lo prenderemo con la forza”
“Orochimaru, fattene una
ragione! Siamo in gran maggioranza, vi batteremo!”
“Vedremo… Tengu”
Aggiunse Orochimaru, prima di
mandare Kyushichi all’attacco, mentre lui eseguiva dei sigilli con le mani. Le
kuko andarono incontro al loro ex capo, assalendolo, ma con una scrollata se le
tolse di dosso. Ancora un’altra orda di kuko, mentre Daigorou andò all’assalto
di Hinata, ma Sojobo lo allontanò con la katana, ferendolo al petto.
“Sojobo-kun… Dove sono gli
abitanti di Konoha?”
“Hinata… Sono… Nei
sotterranei!”
Si intromise Kurenai.
“Andrò a salvarli
io…”
“Sojobo… No!”
“Hinata… La battaglia,
nonostante siamo molti di più, si preannuncia la fine per molti. Lontano da qui…
Lontano anche dal monte Kurama… Nelle terre del Nord… C’è una porta sigillata da
quando ero solo un bambino… In grado di portare indietro nel tempo… Se tu e
Masamune cambierete il passato… Più di una vita sarà salvata…”
Furono le sue ultime parole,
prima di addentrarsi nella mischia del combattimento. Masamune la prese dal
polso, si sedettero sullo specchio e volarono via.
Senza sosta, senza fermarsi
mai. In una giornata arrivarono a Kamui, la terra benedetta degli dei. Il vento
gelido sferzava il loro volto senza pietà, come una frusta, sputando loro la
neve. Abituati al clima di Konoha, temettero di morire congelati. Atterrarono,
la neve ghiacciata si insinuava nelle scarpe. Un uomo dai pesantissimi vestiti,
il volto coperto, si offrì di ospitarli a casa sua. Il samurai e la Hyuga accettarono, ansiosi di
riposarsi al caldo…
La capanna in cui abitava
l’uomo era calda e confortevole.
“Vi ho portato un po’ di
cioccolata calda, mi sembrate… Quella spada…”
Disse l’uomo, vedendo la
spada del samurai brillare di luce divina.
“Lei deve essere Masamune,
quella affianco a lei è la
Prescelta?”
Masamune prese la cioccolata,
offrendola a Hinata, assicurandosi la ingoiasse tutta. Spiegò all’uomo il perché
del loro viaggio, sentendo che era una persona di cui fidarsi.
“Capisco… Io, comunque, sono
Okikurmi. La porta di cui mi avete parlato è nel cuore del bosco qui vicino. Ma
senza dei vestiti adatti, morirete congelati”
Okikurmi diede loro dei
giacconi, anche se stavano larghi a entrambi. Poi salutarono e se ne andarono
alla ricerca della porta. Seguendo le indicazioni degli abitanti di quel che
sembrava un villaggio, arrivarono alla loro meta. Il gigantesco portone davanti
a loro, in grigia pietra, era chiuso. Anche dopo i numerosi colpi di Hinata,
rimaneva chiusa, ma poi lo Yondaime infilò la katana nella serratura ed essa si
aprì. Un fascio di luce bianco-verde li illuminò.
“Coraggio, Hinata… Speriamo
di capitare nell’epoca giusta”
“S-sì…”
Varcarono quella soglia,
sperando di non sbagliare. Si trovarono in un’enorme pianura, una gigantesca
montagna interrompeva tutto, racchiudeva delle piccole capanne. Un ragazzino sui
dodici anni camminava davanti a loro, piccole ali piumate nere, capelli
scompigliati anch’essi neri, fino alle spalle. Aveva artigli di corvo e una
piccola coda di piume. Aveva un’armatura rossa col simbolo di un ventaglio,
sotto portava una tuta nera. Ad un tratto, girandosi, vide il samurai e
la Hyuga. Gli occhi
verdi e a fessura, sul naso un cerotto, l’espressione spensierata.
“Chi siete voi?”
Domandò il piccolo
tengu.
“Guarda, Hinata… Quello è
Sojobo… Da piccolo. Siamo tornati…”
“… Duemila anni indietro nel
tempo”
“Esatto. Ancora il clan
Uchiha doveva nascere… E il
villaggio non esisteva ancora. In un certo senso… Non siamo nati nemmeno
noi!”
Sussurrò Masamune
all’orecchio a Hinata.
“Non avete risposto alla mia
domanda!”
Disse il piccolo re,
incrociando le braccia.
“Noi siamo solo due
viaggiatori, e ci chiedevamo perché un ragazzino come te andasse in giro da
solo…”
“Io sono Sojobo Uchiha, il
futuro re dei tengu! Ora sto andando a trovare un mio amico, Kyuubi, in quel
villaggio laggiù”
Hinata e Masamune
sobbalzarono, a sentire quel nome.
“E… Chi sarebbe questo
Kyuubi?”
“E’ una volpe… Una volpe
normalissima”
“Aahh, ora ricordo… Qui
Kyuubi non aveva ancora le nove code…”
“Mhm?”
“No, nulla ragazzino…
Continua il tuo viaggio”
“Va beh… A rivederci,
viaggiatori!”
E si allontanò. La porta
ricomparse magicamente alle loro spalle.
“Abbiamo sbagliato… Dobbiamo
stare più attenti… Ah, Hinata…”
“Sì?”
“Quando arriveremo in un
futuro più prossimo… Dovremo stare attenti a non incontrare noi stessi… Potremmo
alterare le dimensioni”
“Va bene…”
E rientrarono nella porta,
che scomparì…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Il giorno fatale di Masamune ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Questa volta, il villaggio
della Foglia c’era. I nostri eroi entrarono tranquillamente nel villaggio.
Ancora, sulla grande montagna non era scolpito alcun volto. In città, però,
c’era la vitalità di sempre. Camminavano per i fatti loro, quando qualcuno li
scansò violentemente per passare. Davvero una persona dall’aspetto familiare…
Anch’essa dalla rossa armatura. Masamune stava per chiamare: “Sojobo, i re non
si comportano così”, ma qualcuno rivolse loro la parola.
“Scusate… Il comportamento di
mio figlio Madara”
Era Sojobo in persona,
stavolta però aveva mille anni. Identico a Madara, tranne che aveva le ali, la
coda e gli artigli da rapace. Aveva lo stesso aspetto a cui era abituata Hinata.
“Nessun problema… Vostra
Maestà…”
Il re sorrise, fece loro un
inchino e andò a cercare suo figlio.
“Hai visto? Quello era
Sojobo…”
“Sì… Identico a quello
attuale”
“Peccato si sia rovinato col
tempo…”
“Che vuoi dire?”
“Beh, in questo anno non ha
ancora la tipica personalità da tengu…”
“Eh?”
“I tengu sono creature
capricciose… A volte benevoli, a volte malvagi… Sono orgogliosi, vendicativi,
facili all'ira, particolarmente intolleranti di arroganti, blasfemi, coloro che
abusano del loro potere e della loro conoscenza per tornaconto personale, e
coloro che arrecano danno alle foreste in cui essi abitano… Fortuna che Sojobo è
uno di quei tengu benevoli… Inoltre fanno scherzi molto pesanti… Come mangiare
le persone… Ma è raro che lo facciano, anche quelli malvagi. Oppure… Beh,
qualche volta rapiscono i bambini e li fanno ritornare dopo giorni…”
“A me non sembra si sia
rovinato…”
“Beh, certe volte è
iperprotettivo… Ma per questo, il motivo c’è…”
“…?” ”Ha perso un
nipote…”
“Oh… Mi dispiace…”
“Un nipote alla lontana… Che
ha perso per colpa mia… Gli avevo promesso… Che non gli sarebbe successo
niente…”
“?”
“Obito Uchiha”
Uscirono veloci dal
villaggio, entrando inosservati nella porta, nel silenzio più assoluto. Una
foresta. Erano immersi nel silenzio, quando Masamune sentì dei fruscii dietro di
loro. Lanciò immediatamente un kunai, e qualcosa cadde a terra. Il samurai e
la Hyuga si
avvicinarono, cauti.
“E’ un ninja… Un ninja del
villaggio della Roccia… Mi ricordo…”
Lo avevano colpito al cuore.
Il copri fronte che portava sulla testa aveva due rocce incise.
“Hinata… Siamo nella Terza
Guerra Mondiale dei Ninja… Prima che io morissi e mi reincarnassi… Qui ero lo
Yondaime Hokage”
“Quindi… Dovremo stare
attenti a… Te stesso?”
“Esatto. E forse, potrei
salvare persino Obito, ora che so cos’è successo…”
“Meglio di no, Masamune…
Altereresti la realtà, Kakashi-san non avrebbe lo sharingan… E senza quello… Non
potrebbe salvare Naruto e gli altri nei momenti del bisogno…”
“Vero… Grazie,
Hinata…”
Si nascosero immediatamente,
sentendo delle voci… E nel sentiero battuto, l’ancora giovane Kakashi,
concentrava il chakra tenendosi il braccio… Per poi partire all’attacco di
alcuni ninja della Roccia. Colpì numerose copie, e quello vero gli stava
davanti, pronto ad attaccarlo, quando qualcosa lo afferrò, buttandolo indietro…
Ma il ninja ferì il futuro possessore dello sharingan a una spalla…
“Vedi, Hinata? Qui è quando
salvai Kakashi da un ninja nemico…”
Hinata era troppo presa a
guardare, quando sopraggiunsero gli altri suoi compagni, Rin e Obito. Cacciato
il ninja, sentirono l’Hokage parlare…
“Per il momento, ritiriamoci
e accampiamoci, anche perché la ferita di Kakashi non è delle più
leggere…”
“Sto bene!”
“Cosa stai bene, Kakashi?
Tutto questo è successo perché hai esagerato senza ascoltare il
maestro!”
Obito e Kakashi iniziarono a
litigare, come facevano sempre… Ma Masamune e Hinata erano già entrati nella
porta… L’attacco della Volpe a nove code al villaggio della Foglia. Madara
osservava tutto, nascosto.
“Hinata… Qui siamo di
quindici anni indietro nel tempo… Quando io morii”
Una scossa da terremoto.
Gamabunta e lo Yondaime Hokage erano davanti alla Volpe, che corse loro incontro, pronta
all’attacco. L’Hokage alzò qualcosa davanti alla volpe.
“SIGILLO DEL
DIAVOLO!”
Sentirono urlare. Il demone
ruggì, mentre il suo corpo diventava come quello di un fantasma, e scomparì.
Madara scappò via, non visto. Un fruscio d’ali. Ecco il re dei tengu, Sojobo.
Masamune e Hinata si avvicinarono, attenti a non essere visti. Il corpo dello
Yondaime era disteso a terra, tra le braccia un fagotto. Il re lo prese
delicatamente. Era un bambino, era Naruto. Un uomo gli si avvicinò e il tengu
gli porse il bambino. Era Iruka, da giovane.
“Quel giorno, Sojobo e alcuni
dei suoi discendenti Hyuga si trasferirono sul monte Kurama, la sua vera casa.
Gli Uchiha restarono al villaggio, nella villa del re, che non sapeva che uno
dei suoi nipoti avrebbe sterminato
il clan… Uchiha Itachi… Seguiamo Sojobo, mi pare che qui sia quando Rao
morì…”
Silenziosi e agili come
felini, seguirono il re che portava il corpo dello Yondaime dalla sacerdotessa,
in modo che lo benedisse per non farvi entrare spiriti maligni…uesta
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Konoha è libera ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Masamune e Hinata
precedettero Sojobo, arrivando al tempio appena in tempo, mentre la volpe a nove
code Tamamo no Mae stava per bussare alla porta. La presero di sorpresa,
infilzandola con la katana. Hinata prese il suo corpo, nascondendolo tra l’erba.
Masamune le fece cenno di seguirlo, dietro un cespuglio. Il re arrivò, il corpo
dello Yondaime tra le braccia. Bussò al tempio e Tsuruzarao aprì. Sconvolta,
andò a prendere dei sigilli.
“Missione compiuta
Masamune!”
“In parte. Ora dobbiamo
salvare Sojobo”
Entrarono di nuovo nella
porta, stavolta in epoca più recente. Mattina presto, quando ancora tutti gli
abitanti del villaggio di Sojobo erano nei sotterranei… Quando il re
morì.
“Coraggio, Hinata… Io vado a
salvare le persone, tu appena arriva Daigorou… Pestalo”
“Va bene…”
“Dobbiamo finire prima che
arrivi Sojobo”
Masamune ruppe l’entrata dei
sotterranei ed entrò. Era molto veloce. Ecco Daigorou, in mano, una tanica di
alcool.
“Madamigella Hinata… E’
pericoloso per lei stare fuori… Ci sono le Kuko…”
“Racconta questa storia ad
un’altra… Traditore”
Hinata cominciò a picchiare
forte il Guhin, che balzò lontano.
“Vedrai… Tornerò con i
rinforzi!”
Svanì in una nube di fumo. Il
samurai si nascose con Hinata prima che Sojobo arrivasse. Prima spiegò a tutti
del tradimento. Il re arrivò, parlando con i suoi sudditi scoprì tutto. Poi
balzò nell’erba alta, davanti a Hinata e Masamune, e disse:
“Ringraziatemi da parte
mia!”
“Tu… Sapevi…?”
“Certo! La porta del tempo…
Allora funziona!”
“Esatto. Ora scusaci, ma
torniamo nel presente!”
“Va bene! A tra
poco!”
Salutò il re. Il samurai e
la Hyuga
entrarono nella porta per l’ultima volta, tornando nel presente. Al villaggio
della Foglia. L’attacco era ancora in corso, ma stavolta si erano preparati
tutti in tempo. Kyushichi giaceva a terra, coperto di sangue. La pioggia
batteva, come per pulire dal sangue le strade di Konoha, cadeva sul viso dei
guerrieri, purificava i loro colpi. Rao c’era, combatteva a colpi di karate e
sigilli contro Kabuto. Vedendola brutta, Orochimaru e il suo servo se ne
andarono, ma i nostri eroi erano riusciti a rompere la Kusanagi. La volpe esalò il suo
ultimo respiro e morì. Kuzunoha, imbrattata di sangue, abbracciò
Hinata.
“Mi dispiace… Per averti
tradita… Hinata…”
“Ormai è tutto finito,
dai!”
Sojobo, anche lui ridotto
come tutti gli altri, si avvicinò contento a Masamune e Hinata.
“Ah, Sojobo… Mi hai detto di
ringraziarti…”
“Giusto! Senza di me, a
quest’ora…”
“Visto Hinata? Te l’ho detto
che si era rovinato col tempo”
“Tu che hai detto alla mia
nipotina?!”
“Nulla, nulla…”
“Tengu ni naru!*”
“Esatto, Hinata!”
Intanto, però, il villaggio
era stato ridotto comunque in rovina. Lo specchio dietro la schiena di Hinata
brillava più che mai. Rao le poggiò le mani sulle spalle, guardandola:
“E’ giunto il momento.
Ricordati… Chi sei!”
“Sì… L’erede del Re dei Tengu
e la salvatrice dell’umanità!” ”Esatto!”
Sorrise la sacerdotessa. La
folla si aprì, per farla passare, mentre avanzava verso i volti degli Hokage.
Prese lo specchio e lo alzò al cielo. Le nuvole nere si aprirono, e il sole si
riflesse su di esso. Per un attimo, Hinata vide chiaramente il volto di
Amaterasu sorriderle, nello specchio… Anzi, sentì anche la sua voce, nella sua
testa…
“Ben fatto, bimba…”
Ora che Yomi era stato
liberato, gli dei potevano tornare in vita.
“Hinata…”
“Sì, Rao?”
“Prima di salvare le
divinità, dovrai prima trovare i restanti Strumenti Divini, per svegliare gli
dei principali”
“D’accordo!”
“Mi fido di te, allora!
Intanto, goditi la festa!”
Aggiunse la sacerdotessa,
mentre il potere dello specchio infondeva l’energia di Amaterasu tutto intorno,
gli alberi rifiorivano e la terra tornava fertile…
*tengu ni naru: è un detto giapponese, letteralmente: "diventare un tengu" cioè una persona molto vanitosa
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Il ritorno del Team OkamiKitsuneInu e la partenza ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
La festa fu una delle più
grandi mai date a Konoha. Il villaggio riunito sotto il palazzo dell’Hokage, una
enorme tavolata piena di cibo. Hinata non aveva molta fame e mangiò poco,
osservando Sojobo e Naruto che si ingozzavano come due… Maiali. Non riuscì a
fare a meno di ridere quando Masamune si avvicinò al ragazzo e gli tirò una
pacca che lo raddrizzò.
“Non voglio che a mio figlio…
Hem, a questo ragazzino venga la scoliosi”
“Ma perché, Masa? Io e Naruto
ci stavamo divertendo!”
Disse Sojobo, con in bocca
del ramen. Certo che si lasciava veramente andare durante le feste…
“Che schifo Sojobo! Ti
sembrano modi di un re?!”
“Mpf… Non mangiavo così bene
da almeno cinquecento anni!”
Fece finta di non sentire il
re. Masamune sospirò rassegnato…
“Coraggio Hinata…
Mangia!”
Disse Naruto, porgendo una
ciotola di ramen a Hinata. Dapprima arrossì, per non dire che rischiò il
collasso…
“… Grazie,
Naruto-kun!”
Era persino riuscita a non
balbettare. Mangiava tranquilla, quando Hiashi le disse,
all’improvviso…
“Scappi anche di casa,
eh?!”
“Ma veramente… Io…”
“Niente ma. A casa, ti
sistemerò io…”
“Hiashi… Non toccare
Hinata”
Questa era la voce di Sojobo,
che si era avvicinato, vedendo il padre di Hinata minaccioso.
“Io e lei possiamo comunicare
telepaticamente… Se le farai qualcosa, io lo saprò… E prenderò provvedimenti…
Penso che la cosa non ti piacerà per nulla…”
“Mi scusi… Sojobo-sama… Mi
scusi…”
“Così va meglio”
Hiashi si allontanò. Hinata
alzò la testa, osservando Sojobo in tutti i suoi due metri di altezza.
“… Lui…”
“… Sapeva tutto, Hinata. Solo
che non te l’ha mai detto… Tutti gli Uchiha e gli Hyuga lo sanno…”
“Oh…”
“Va beh, su con la vita…
Domani ci mettiamo in viaggio… Vuoi?”
“Sì… Sono pronta anche
adesso…”
“Va bene, ma… Godiamoci
l’ultimo giorno di calma”
Hinata acconsentì. La festa
durò fino a tarda notte, poi tutti a dormire. La ragazza li portò a casa loro,
sistemandoli in due stanze a parte. Tanto villa Hyuga era grande. Il mattino
dopo, prima che partissero, Rao corse loro incontro.
“SOJOBO! MASAMUNE!
HINATAAAAA!”
“Calmati Rao! Sveglierai
tutto il villaggio!”
“Masamune… Sempre così
serio…?”
“…”
“Comunque… Posso venire con
voi? Avrete bisogno di una sacerdotessa karateka… Insomma… Per esorcizzare
qualche posseduto, liberare tombe… Queste cose qui! Posso?”
“Se Hinata è
d’accordo…”
“Ti prego Hinata-Hime… Senza
contare che posso comunicare con le anime dei defunti, degli dei… Ti
prego!”
“Va bene… Per me non c’è
nessun problema! Benvenuta!”
“Come ai vecchi
tempi…”
“Già…”
“Di che parlate?”
“Io, Sojobo e Masamune
eravamo una squadra una volta… Il team OkaKitsuInu!”
“Abbreviazione di Okami,
Kitsune e Inu, lupo, volpe e cane… Sono gli animali in cui amano trasformarsi le
tre divinità principali”
Aggiunse il samurai.
“Rao era la specializzata in
jutsu medici, esorcismi e taijutsu, rappresentava la volpe bianca, Tsukuyomi.
Masamune, il candido lupo di Amaterasu, usava sigilli, tecniche del richiamo, la
dislocazione istantanea e il Rasengan. Io, invece, il cane Susano, ero lo
stratega e l’esperto d’armi”
“Dovevate essere molto
forti!”
Osservò Hinata.
“Beh, penso che lo scoprirai
quando combatteremo di nuovo… Il team OkaKitsuInu torna in azione!”
Detto questo, il gruppo
capeggiato da Hinata, partì alla ricerca dei restanti due Strumenti Divini…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Entrata nel covo della Serpe ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
Tsuruzarao, Sojobo, Masamune
e Hinata procedevano tranquillamente il loro tragitto. Spensierati, sembrava che
nulla potesse andare storto, quando all’improvviso la sacerdotessa si bloccò.
Occhi chiusi, si massaggiava le tempie…
“Che ti succede,
Rao?”
“Hinata… Io vedo…”
Aprì gli occhi
all’improvviso, ma non erano più normali… Un fascio di luce bianca scaturiva da
essi, mentre la donna si sollevava leggermente da terra… Levitava. Il re e il
samurai non sembravano per nulla sorpresi, ma la Hyuga non riuscì a non rimanere
stupita…
“Io vedo… Io vedo con gli
occhi di Amaterasu…”
“Sojobo, Masamune… Che le
succede?!”
“Oh, sta solo avendo una
visione… Anche tu puoi averle… Sarebbe l’evocazione della dea Amaterasu per
ricevere l’onniscienza…”
“… Ma ciò comporta una grande
forza di spirito… Solo i sacerdoti e le sacerdotesse più potenti possono sperare
di arrivare alla visione divina… Tu, pur non essendo sacerdotessa scintoista,
sei riuscita ad averla… Perché sei speciale…”
Disse Masamune.
“Io vedo tutto… Vedo gli
Strumenti Divini, vedo la
Collina dei Kami e le anime degli dei, vedo
Amaterasu…”
Hinata si accasciò a terra,
tenendosi la testa. Ora anche lei stava iniziando a vedere qualcosa…
“Masamune… Che le
succede?”
“Niente, Sojobo… Mentre Rao
vede Amaterasu, Hinata ascolta le sue parole… Parole che solo una persona è
degna di sentire…”
Intanto, Hinata e Rao non si
trovavano, almeno mentalmente, nei pressi del villaggio della Foglia. Erano in
un prato verdeggiante e vastissimo, e davanti a loro una fila apparentemente
infinita di torii. Istintivamente, le due li attraversavano, come spinte da una
forza sconosciuta. Attraversati tutti, un tempio si materializzò loro davanti.
Entrando, una specie di vasca con dentro dell’acqua.
“Hinata… Vedi l’acqua? E’
benedetta. Prova a immergerci lo specchio…”
“Sì”
Lei obbedì, sistemando lo
specchio sott’acqua. Tsuruzarao si avvicinò, osservando attentamente.
“Il rosario… Lo vedo… Il covo
di Orochimaru…”
“E io sento chiaramente
Amaterasu… Mi sta dicendo come prenderlo senza un combattimento…”
“Che dice?”
“Sì… Ho capito…
Amaterasu”
“Che ti ha detto?”
“Te l’ho detto… Però, ci
dobbiamo trasformare!”
“Eh?”
Hinata e Tsuruzarao si
risvegliarono, Masamune stava buttando loro dell’acqua in viso.
“Io e Sojobo ci stavamo
preoccupando… Non vi svegliavate più!”
“Rao ha visto il luogo in cui
si trova il rosario di Tsukuyomi, io ho sentito da Amaterasu come
arrivarci…”
“E cioè?”
Masamune, Hinata, Rao e
Sojobo si erano trasformati nei quattro del Quartetto del Suono, ed erano
arrivati al covo di Orochimaru.
“Ok, ragazzi… Gli diciamo una
scusa ed entriamo tranquillamente…”
Disse un’Hinata-Kidomaru.
“Va bene… Ma se le cose si
complicano?”
Aggiunse Rao-Sakon…
“Beh, Rao… Il team
OkaKitsuInu combatterà come non ha mai fatto!”
Rispose Sojobo-Jirobo
“Non capisco perché devo
essere io a fare la femmina…”
Borbottò Masamune-Tayuya.
Entrarono, incrociando Kabuto, che si mostrò stupito nel vedere i quattro del
Suono vivi.
“Ragazzi… Siete
vivi?”
“Certo idiota… Ti pare che
dei mocciosi ci possano battere?!”
Replicò, in perfetto stile
Tayuya, Masamune. Kabuto sospirò e li lasciò passare, ma mentre dava loro le
spalle lo catturarono, legandolo, bendandolo e imbavagliandolo. Lo nascosero in
una delle tante stanze del covo, che sigillarono…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Missione compiuta. Avanti con la spada di Giada... ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
I nostri quattro camminavano
normalmente, cercando di non fare troppo rumore. Dovevano comportarsi con
assoluta naturalezza, per quanto fosse difficile. In più, il covo era pieno di
stanze, cunicoli e corridoi, il rosario divini poteva essere dappertutto.
“Hinata… Volevo dire,
Kidomaru…”
“Sì… Jirobo?”
“Puoi usare il tuo Byakugan,
mentre sei trasformata?”
“No… Temo di no…”
“Mmm… Possiamo provare a… No,
troppo rischioso…”
“Cosa… Tayuya?”
“Non chiamarmi così…
Comunque… Ti ritrasformi, e noi ti nascondiamo dietro ‘Jirobo’, così non ti
vedranno… E appena si mette male, torni Kidomaru. Col tuo Byakugan, potrai
vedere attraverso i muri ”
“Non è una cattiva
idea”
Hinata tornò normale,
attivando il Byakugan. Localizzò l’oggetto, ma si bloccò, spaventata.
“Che succede,
Hinata?”
Disse Rao-Sakon…
“Quella stanza… C’è
Orochimaru… Tiene in mano il rosario…”
“Questa sì che è
malasorte!”
Replicò Sojobo-Jirobo. Hinata
tornò Kidomaru. Dovevano architettare qualcosa… In fretta. Arrivarono alla porta
della stanza, riluttanti a proseguire. Tsuruzarao poggiò una mano alla maniglia,
e la porta si aprì da sola.
“Oro…
Orochimaru-sama?”
Nessuno rispose. Nessuno
nella stanza. Nemmeno il rosario c’era… Nell’aria, si avvertiva la tensione dei
quattro.
“Orochimaru-sama? Siamo
quelli del quartetto… Siamo vivi…”
Disse Masamune, tentando di
essere il più convincente possibile. Nessuna risposta. Si sedettero nelle
quattro sedie di fronte alla scrivania del Sannin, rivolti verso la porta.
Magari, stava solo aspettando qualche mossa falsa.
“Noi la aspettiamo
qui…”
Disse inquieta Hinata. Un
fruscio, come qualcuno si stesse trascinando a terra. Orochimaru. Era tornato.
Il rosario stretto in mano. Non sembrava assolutamente sorpreso.
“Lo sapevo… Non vi sareste
lasciati uccidere tanto facilmente…”
Il Sannin sorrise. Uno dei
più inquietanti ed equivoci sorrisi che Masamune, Sojobo, Hinata e Rao avessero
mai visto. Quello si sedette nella poltrona davanti a loro, osservandoli,
incuriosito.
“E come avete fatto a
sopravvivere, raccontatemi…”
“Ora sì che siamo nei
guai…”
Sussurrò preoccupata Rao.
Sojobo trasmise mentalmente a tutti l’ordine di saltare addosso a Orochimaru e
stordirlo con una botta. Ci riuscirono.
“E’ incredibile… Che l’abbia
fatto apposta?! Insomma... A farsi mettere sotto così facilmente?”
“Non penso, Hinata… Forse
eravamo realistici…”
“Ora prendiamo il rosario e
filiamo via, prima che arrivino gli amichetti di questo qui…”
Aggiunse Sojobo. Ripresero
tutti le loro vere sembianze e corsero via quanto più in fretta poterono. Gli
occhi della Hyuga e della sacerdotessa, però, si illuminarono di nuovo e
svennero.
Si ritrovarono nello stesso
luogo, davanti la vasca d’acqua sacra. Rao si avvicinò e si sporse, osservando
la visione. Hinata ascoltava le parole di Amaterasu. Oramai, mancava poco al
risorgimento degli dei…
Quando si svegliarono, erano
al monte Kurama, vicino alla botola che portava ai sotterranei.
“Queste visioni mi
spaventano… Non è molto normale svenire all’improvviso…”
Disse Sojobo. Masamune era a
schiena contro un albero, addormentato.
“Oh, sì. Masamune vi ha
portato sulle spalle per tutto il tragitto. Io facevo strada, in caso di
attacco vi avrei difesi… Ora sta riposando… Allora, che mi raccontate?
”
“Abbiamo individuato la
spada. Ora sta a Hinata dirci come arrivarci…”
“Ma Rao… Tu hai visto il
luogo… Comunque Amaterasu mi ha detto ‘segui i ricordi del lupo bianco’
”
“Mmm… Si riferiva a Masamune
o a se stessa?”
“O a entrambi?”
Hinata, Rao e Sojobo
pensavano. Avrebbero dovuto chiedere al samurai, ma non era il caso di
svegliarlo…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Amaterasu... Masamune?! ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase
2)
Per quanto ci
pensassero, non riuscivano ad arrivare al significato delle parole della dea.
All’improvviso, Rao esclamò:
“Beh… Per
essere… Io nell’acqua sacra ho visto bianco… Una specie di villaggio coperto di
bianco… Il cielo era grigio… La gente sembrava lamentarsi… Quando ad un certo
punto un lupo bianchissimo, abbastanza inusuale…” ”Che vuoi dire con
‘abbastanza inusuale’ Rao?”
“Beh, Hinata…
Sulle spalle e le zampe il pelo era riccioluto alzato in su. Emanava una luce
meravigliosa, ed era tutto bianco. Sul pelo c’erano dei segni rossi, specie sul
groppone, sembrava disegnato una specie di fuoco! Sulla fronte, un cerchio
intricato, tipo una spirale, che continuava fino al naso…”
“Sì…
Poi?!”
“ Sulla schiena
aveva uno specchio, un po’ più piccolo del tuo, rosso. Era avvolto da delle
fiamme arancioni-rosse, ma alla punta erano azzurre! E poi, la luce che lo
avvolgeva… Sembrava un dio… E mi guardava…”
“Ho capito!
Dobbiamo andare in quel posto, e cercare quel lupo! Ma dalla tua descrizione, mi
sembra una versione un po’ diversa di Amaterasu…”
“In ogni caso,
ragazze, dobbiamo metterci in viaggio”
Aggiunse Sojobo.
Però, con ‘villaggio coperto di bianco ’ si riferiva alla terra in cui Masamune
e Hinata erano passate, mentre cercavano la Porta che aveva consentito loro di
salvare le vite della sacerdotessa e del Re, insieme a tutta Konoha.
“Ho sentito
parlare, una volta, di un candido lupo bianco come quello…”
Disse
all’improvviso Masamune, che si era svegliato. Sembrava stare bene, anche se si
massaggiava la schiena.
“… Lo chiamavano
Shiranui”
“Sai
qualcos’altro?”
“Sì… Quel luogo
innevato, la cosiddetta ‘Terra dell’estremo Nord’, è Kamui. Letteralmente,
‘Terra degli Dei’… Si dice che lì vi sia un’arca… Che consente agli dei di
scendere sulla terra… E si dice che quando tornerà in cielo, porterà con sé
l’oscurità… La chiamano ‘L’ Arca di Yamato ’ ”
“…”
“Come so queste
cose? Un centinaio di anni fa, combattei al fianco di Susano per uccidere il
demone Orochi… Mi chiamavano Shiranui, letteralmente ‘Luce abbagliante ’. Mi
vedevano non come un eroe, bensì come un mostro, familiare del demone, che
reclamava una fanciulla da dare in pasto a esso. Poi, quando il dio stava per
ricevere un morso mortale da Orochi, io mi feci colpire. Susano, in preda alla
rabbia, uccise il mostro dopo averlo ubriacato con del sakè. Il mio corpo
coperto di sangue si teneva a malapena in piedi, e con le mie ultime forze,
ululai al cielo oscurato dalle nuvole. La luna splendeva, mentre il dio alzava
la spada al cielo… Poi, non vidi più nulla… Ma quando mi reincarnai, in quello
che ora conoscete come Quarto Hokage, nel luogo in cui ero morto, c’era una
statua raffigurante un lupo. Ero io. Nella terra di Kamui morii, e la tribù
locale, gli Ainu, da quel giorno venerano il ‘Dio Ululante ‘. Io ero Amaterasu,
la sua anima e la mia in un solo corpo “
“E perché me lo
hai sempre tenuto nascosto? Pensavo fossimo amici!”
“Perché, mio
caro Sojobo, non sei tu forse il re che sa sempre tutto?”
“Gradirei che i
miei ‘sudditi’ mi tenessero informato, comunque…”
“Allora…
Masamune… Quel lupo che ho visto saresti… Tu?!”
“In un certo
senso… Ero io, ma era anche Amaterasu… Dobbiamo essere passati dalla Porta del
tempo… Qui per aiutarci?”
“Mi stai facendo
venire il mal di testa!”
“… Comunque si
torna a Kamui”
Disse Masamune.
Hinata rabbrividì, l’ultima volta che ci era stata aveva rischiato di morire
congelata! Stavolta, si sarebbero preparati. Magari, Okikurmi avrebbe potuto
aiutarli…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Il cavaliere del lupo Shiranui... ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase
2)
Si prepararono come meglio
poterono. Purtroppo, non avevano vestiti pesanti, abituati al clima dei
rispettivi villaggi. Quindi si avvolsero attorno degli stracci. Sojobo sarebbe
invece stato costretto a camminare a piedi nudi sulla neve, dato che non c’erano
stivali adatti ai suoi artigli di corvo. Arrivati, dopo ore di tragitto, a Kamui
cominciarono i primi lamenti…
“Dove sono i portantini reali
quando ti servono? Mi sto congelando!”
“Oddio Sojobo… Mi ricordi te
da giovane!”
“Zitto Masamune…”
“… E’ il futuro re che te lo
ordina, vero?”
“Ho nostalgia… Un attimo… Io
prima di aver avuto seicentocinquanta anni non ti ho mai incontrato!”
“E invece sì! Il lupo bianco!
Quando Orochi era ancora vivo!”
“Aahhh… Ma sai che non mi
ricordavo… Io ancora ero agli inizi del mio regno!”
Si erano trovati tutti e
quattro in piena tormenta di neve. I chicchi di grandine cadevano sulla loro
pelle come tanti piccoli aghi. La visibilità molto scarsa, il silenzio più cupo,
interrotto solo dal rumore del vento. I loro passi erano lenti, Hinata
sprofondava nella neve, Sojobo la tirava su, mentre vicino a lui, sotto le sue
enormi ali, proteggeva i compagni dalla grandine.
Un ululato.
Un ululato squarciò quel
silenzio, per un attimo, la grandine sembrò fermarsi in cielo. Dall’alto di
quella che sembrava una rupe, un grosso lupo dalla pelliccia splendente li
osservava. Sembrava che qualcuno fosse a cavallo sulla sua schiena… La creatura
atterrò loro davanti, il suo ‘cavaliere’ dagli occhi rossi e scintillanti, dalla
tuta nera sotto la corazza scarlatta.
“Non ci sono dubbi…”
Disse Hinata, tremando dal
freddo…
“Sojobo. All’età di dodici
anni umani!”
“Il futuro re è qui a
soccorrere i suoi futuri sudditi!”
Il piccolo principe saltò giù
da Shiranui, percorso da un brivido appena toccò terra. L’espressione
spensierata, gli occhi tornati del loro verde smeraldo, scosse le ali coperte da
un sottile strato di ghiaccio. Si avvicinò a… Se stesso, osservandosi
attentamente…
“Shiranui… La porta del tempo
funziona! Questo… Sono io?”
“Sì… E tu sei me!”
“WOW! Com’è essere re? Eh,
eh? Dai dimmi!”
Il giovane Sojobo era
curiosissimo e non smetteva di fare domande, ma poi Rao pensò a dirgli:
“Che ne dici se andiamo da
qualche parte… Più riparata? Si congela, specie se si sta fermi!”
“Oooh, però mi spiegherete
tutto dopo!”
“Sì sì, adesso andiamo al
coperto!”
“Va bene! Venite, conosco un
posto segreto!”
Il piccolo tengu saltò sulla
schiena di Shiranui, che lo guardava in disapprovazione. Il team OkaKitsuInu e
la Hyuga si
raccolsero stretti, in modo da accumulare più calore possibile. Accompagnati
dalle chiacchiere dell’allora logorroico re, si misero in marcia…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Amaterasu risorge... ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
“Ma come… Eppure ero
sicuro…”
Diceva il piccolo re, tra sé,
mentre continuavano lui e il gruppo a camminare nella neve. Ormai non avrebbero
tenuto il passo ancora a lungo. Shiranui si voltava spesso, assicurandosi che
Hinata e gli altri ci fossero. Poi si scrollò di dosso il futuro re, che cadde a
terra.
“MA CHE FAI?!”
Il lupo si avvicinò a Hinata,
prendendola sul groppone. Era caldo, e la Hyuga si aggrappò forte, in modo da non
cadere. Poi, si diresse in direzione della montagna dalla quale era saltato giù.
“Segui i ricordi del lupo
bianco… Segui Shiranui!”
“Ci arrivi adesso,
Sojobo?”
“Certo che potevi anche
dircelo prima!”
“L’ho fatto”
I due si lanciarono
all’inseguimento, quando il giovane Sojobo gridò:
“E IO?”
“Tu vieni con noi!
Forza!”
“Ahem… Io non so
volare!”
“Quanta pazienza… Vieni, ti
porto io!”
Il re si caricò se stesso del
passato sulla spalla, alzandosi in volo. Rao diede a Masamune un sigillo,
dicendogli di posarlo in cima alla montagna. Il samurai, velocissimo, scalava la
montagna con rapidi salti, sembrava quasi si teletrasportasse. Arrivato in cima,
posò il sigillo e in una nuvola di fumo comparì la sacerdotessa. Doveva essere
una tecnica simile a quella dell’Hokage, solo senza kunai dorati. I due Sojobo,
Masamune e Rao si lanciarono all’inseguimento di Shiranui, seguendo le orme
sulla neve, veloci in modo da evitare che la neve le coprisse.
Intanto, il lupo\divinità e
la Hyuga erano
arrivati a quella che era la statua di un lupo, dentro una grotta. Un lupo
identico a Shiranui, sulla schiena era appoggiata una spada pietrificata molto
grande. La spada di Susano. Il lupo la spinse leggermente col muso vicino alla
statua. Lo specchio si illuminò incredibilmente, Hinata lo prese, avvicinandosi
piano. La luce divenne abbagliante e la Hyuga e Shiranui dovettero chiudere gli
occhi. La statua non c’era più,
c’era un lupo bianco come Shiranui, ma dai disegni scarlatti meno elaborati.
Ululò, e anche l’altro ululò. Amaterasu era risorta.
Lo specchio tornò a levitare
sulla schiena della dea, che si sedette a terra, scodinzolando. Shiranui le si
avvicinò, sfregando la testa contro quella della dea. Si stavano salutando?
All’ingresso della caverna,
una figura animale era comparsa. Era grossa quanto un leone, e si intravedeva
attorno al collo una criniera. Hinata si preparò al combattimento, ma Amaterasu
e Shiranui non erano preoccupati. La bestia si avvicinò: aveva il pelo blu
scuro, la criniera rossa, e una collana con quelli che sembravano denti. Aveva
il pelo ispido. La dea abbaiò, la creatura rispose abbaiando a sua volta, roca.
La Hyuga si
calmò: era un amico? Vista più da vicino, la creatura sembrava una specie di
lupo-leone, era molto grossa. Si spaventò quando si alzò su due zampe, il pelo
si ritirava, fermandosi alla schiena. Erano capelli, capelli blu scuro dalle
punte rosse, ispidi. Un vestito in pelle, per resistere al freddo del
Nord.
“O… Okikurmi?!”
“Mi hai riconosciuto, Hinata!
Chiamami Oki!”
Intanto, Sojobo del presente
e del passato, Masamune e Rao continuavano a correre nella neve…
“Rao… Li abbiamo
persi!”
“No… Non ancora, Masamune!
Forse posso fiutare il loro odore!”
Lei si trasformò
immediatamente in una volpe bianchissima, che corse velocissima via. Il re e il
samurai aumentarono il passo…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** La fine. Ritorno al villaggio. ***
New
月夜見の尊 月齢 2
(Tsukuyomi Moon Phase 2)
“Okikurmi? Il
guerriero…”
“Della tribù Ainu, Hinata! Ma
anche… Il possessore della leggendaria katana Kutone!”
“La katana Kutone?”
“Sì! Che risplenderà di
argento, quando giungerà il momento…”
Disse il guerriero,
sfoderando la katana al cielo, o meglio, al soffitto della grotta. Intanto, Il
team OkamiKitsuneInu era quasi arrivato a destinazione. Si erano fermati di
fronte a un lago ghiacciato, al suo centro, una gigantesca nave di metallo,
bloccata nel ghiaccio. La porta era lontanissima da loro, sembrava chiusa da
tanti anni. Sopra l’imbarcazione, c’erano dei segni che brillavano di una luce
azzurra. Sembravano raffigurare sagome di animali… Una volpe dalle nove code, un
serpente a otto teste con otto code… E altre svariate figure, fino ad arrivare a
una coda. Sotto queste figure, la sagoma enorme di una sfera. Questa ultima
brillava di rosso.
“Secondo te, Rao… Che cos’è?
Sembrerebbe…”
“Mmm… Non so, Masamune…
Potrebbe essere…?”
“Sì. E’ l’arca di
Yamato”
“Sojobo, la
conosci?”
“Certamente. Ho sentito dire
che si trovasse qui da prima che io nascessi! Quando Amaterasu la usò per
scendere sulla terra, a vedere come fossero gli umani. Ma dall’arca uscirono via
le forze del male e dell’oscurità, e quando la dea se ne accorse non riuscì a
catturarle”
“Però queste forze… Vennero
sigillate in poveri innocenti…”
“Sì, Masamune”
“Allora la volpe a nove code
era una delle bestie uscite da qui?”
“Sì”
Rao disse, però, di non
distrarsi e continuare a seguirla. Loro obbedirono, arrivando così in poco tempo
da Hinata, Shiranui, Okikurmi e Amaterasu.
“Ragazzi! Siete
tornati!”
“Sì, Hinata!”
“Indovinate… Amaterasu è
risorta! Ora possiamo liberare gli altri dei!”
Amaterasu abbaiò,
freneticamente. Nessuno, a parte Oki e Shiranui, sembrarono capirci qualcosa.
Poi il guerriero Ainu tradusse:
“Amaterasu dice che non
riesce a ritrasformarsi in dea. Dice che non ha abbastanza potere”
“Come facciamo allora a farla
tornare umana?”
“Un attimo Hinata… Sta
dicendo… Ha detto che ha bisogno che liberiate i suoi fratelli… Qui, in tutta
Kamui, ci sono altri due templi… Lontanissimi”
“Questa non ci voleva, uffa!
Io sono il re, voglio i portantini reali!”
Disse il giovane Sojobo.
Hinata sobbalzò, e il re più anziano si coprì il viso sospirando una nuvola di
vapore. Spiegò tutto alla Hyuga e si misero in viaggio. Dopo circa una
settimana, risvegliarono le ultime due divinità principali. Assunte le sembianze
umane, ripresi i loro strumenti, dissero a Hinata:
“Grazie a te, siamo di nuovo
liberi. Grazie, Hinata”
Gli dei fecero addirittura un
inchino, e Hinata arrossì. Tutto il gruppo si diresse all’arca di Yamato, la
porta dell’imbarcazione si aprì e un arcobaleno arrivò fino a terra. Amaterasu,
Tsukuyomi e Susano lo usarono, non si sa come, ponte. Alla fine, la dea del sole
si voltò per salutarla, dicendole:
“Mancano le altre divinità
alla Collina dei Kami. Ciao bimba mia”
Hinata salutò, insieme ai
suoi amici. La porta dell’imbarcazione si chiuse, il ghiaccio si ruppe, mentre
l’arca prendeva quota. Saliva verso il cielo, mentre la fredda neve di Kamui si
scioglieva. Il giovane Sojobo, salendo sulla schiena del futuro Quarto Hokage
Shiranui, li salutò con un ‘Arrivederci’, mentre entrava nella porta del tempo,
comparsa davanti a loro, richiudendosi appena la soglia fu varcata, chiudendosi
magicamente, scomparendo come era apparita. Salutando Okikurmi, si avviarono
alla Collina dei Kami, dove Hinata usò parte dei suoi divini poteri per
liberarli dalla prigione di pietra. Raijuu guardò stupito Hinata, vedendola
tanto cresciuta in soli due anni. Tornando al villaggio, accolsero gli eroi con
una festa. La Hyuga era felicissima, i festeggiamenti
durarono fino a sera, ma Sojobo e Masamune erano scomparsi. Appena fuori dal
villaggio, sulla cima di una collina…
“Hai visto, Masamune, che ce
l’avremmo fatta?”
“Sì, tengu. Avrei voluto
vedere ancora una volta Naruto…”
“Quando sarà tempo, quando
sarà pronto a vedere il padre che non ha mai conosciuto”
“E anche quando il villaggio
della Foglia sarà pronto a rivedere il defunto Quarto Hokage. Vuoi un po’?”
Disse il samurai, offrendo
una bottiglia di sakè al compagno.
“Grazie”
“Comunque, sarà meglio che
torniamo appena finiscono i festeggiamenti”
“Infatti. Non mi fido di
Hiashi. E poi, vorrei essere un po’ più presente… Dopotutto, è mia
nipote…”
“Mhm”
Disse infine l’Hokage,
distendendosi sull’erba, guardando al cielo. Poi esclamò:
“Dove sono finite tutte le
stelle?”
“La fine di qualcosa è sempre
l’inizio di un’altra… Ancora un’altra avventura…”
“Beh, per il momento,
pensiamo a rilassarci…”
FINE
- - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - -
Finita anche questa fic.
Ma ci sarà seguito, dato che “Tsukuyomi Moon Phase” è una trilogia XD La
prossima sarà anche una NaruHina!(avventura\azione\suspence)(Oh, poveri noi
ndTutti)
Leggende usate nella fanfiction:
Sojobo, il Re dei Tengu:
Nella mitologia, era un daitengu(letteralmente, ‘Tengu Superiore’) che possedeva
la forza di mille tengu, ed era appunto il loro re. Si racconta che vivesse sul
monte Kurama e che addestrò Minamoto no Yoshitsune, eroe\samurai realmente
esistito. Sojobo era considerato una divinità minore.
Tsuruzarao: Una sacerdotessa
che viene avvicinata da un uomo dalla faccia di volpe, che la uccide,
prendendone le sembianze. Quando lo uccisero, si rivelò una volpe a nove
code.
Okazaki Masamune: Era un fabbro di
katane, conosciuto come il miglior forgiatore del Giappone. La sua esistenza non
è certa. Si ritiene che abbia operato nel periodo compreso fra il 1288 e il
1328. Suo nemico era Muramasa(lett. ‘Pioggia di Sangue), un forgiatore di katane
maledette. La “Masamune”(lett. ‘Essenza Divina della Giustizia Eterna’) è il
nome dato in suo onore alle katane di alcuni samurai.
Arca di Yamato: E’ una famosa
nave da guerra giapponese, qui rappresentata come mezzo per gli dei per tornare
al Takamagahara, loro dimora.
Amaterasu Omikami: La dea del
Sole dello Shintoismo, considerata l’antenata della famiglia imperiale
giapponese. Descritta come divinità femminile, alcuni testi la descrivono come
divinità maschile. Si racconta sia nata dopo che Izanagi(padre di tutti gli dei)
si purificò dopo una visita nel mondo sotterraneo(Yomi), dal suo occhio
sinistro. I suoi fratelli sono Tsukuyomi e Susano. Amaterasu non va d’accordo
con il dio, infatti si racconta che egli distrusse gli argini delle risaie e
ostruì i fossati. La dea, arrabbiata, si chiuse in una caverna, Ama-no-Iwato,
facendo precipitare il mondo nell’oscurità. Gli dei la pregarono di uscire, ma
nulla, fin quando la dea Ama-no-Uzume ebbe un’idea. Appesero uno specchio di
rame ad un albero fuori dalla caverna e iniziò a danzare, facendo ridere gli
dei. Amaterasu, curiosa, andò a vedere e vide il suo riflesso nello specchio.
Stupita, cercò di nascondersi di nuovo, ma gli dei la presero e la convinsero a
tornare in cielo. E’ rappresentata con uno specchio di rame.
Tamamo no Mae: Parla di una
donna, descritta come la più bella di tutto il Giappone. Era intelligente e
molto bella, tanto che persino l’Imperatore si innamorò di lei. Si scoprì poi
essere una volpe con due code. La gente la inseguì, mentre le lanciavano pietre.
La volpe si trasformò anch’essa in una pietra, che venne chiamata ‘Sesshoseki”,
cioè, la pietra che uccide.
Kuzunoha: Anch’essa una
volpe, ebbe un figlio da un umano, e lo chiamarono “Abe no Seimei”. Quando venne
scoperta, scomparì.
Tsukuyomi no Mikoto: Fratello di Amaterasu e Susano, dio
della Luna e della Notte, nato dall’occhio destro di Izanagi.(è rappresentato
femmina nella fic. Errore mio XD) Per aver ucciso Ukemochi, dea del cibo,
Amaterasu si spostò arrabbiata in un altro lato di cielo, e quindi luna e sole
non sono mai insieme. A lui è associato un rosario.
Susano no Mikoto: Fratello di
Amaterasu e Tsukuyomi. E’ il dio delle tempeste e del mare. Ha fatto molti
dispetti alla sorella, poi viene esiliato sulla terra. Uccise Yamata no Orochi,
il serpente dalle otto teste e otto code. E’ raffigurato dalla spada Kusanagi,
che si dice sia custodita nel tempio Atsuta(che esiste), dove però nessuno la
può vedere.
Raijuu: Gioco di parole con Raijin. Dio dei tuoni
trasformato in una bestia(donnola). Si dice che il rumore dei tuoni in cielo
siano i suoi versi.
Okikurmi e il popolo Ainu:
Okikurmi era un leggendario eroe Ainu. Gli Ainu sono una tribù di origine
europea, confinati nell’isola di Hokkaido. Veneravano il ‘Dio Ululante’, che
sarebbe il lupo giapponese, una specie estinta di lupo. La loro religione è la 'Kamui', che sembra essere collegata ai Kami, mentre 'samui' significa freddo.
Se ne ho dimenticata
qualcuna, avvertitemi XD Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=232564
|