Uno come lei ...

di Raynella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovo arrivo ***
Capitolo 3: *** Arendelle ***
Capitolo 4: *** Altri incontri ***
Capitolo 5: *** Pomeriggio con me ***



Capitolo 1
*** prologo ***


prologo


Una figura si avvicinava, camminava a fatica nella neve alta, era in mezzo a una bufera, il cappuccio della giacca scura copriva la persona bene insieme alla sciarpa di lana.
Sanguinava alla gamba destra.
Solo gli occhi si riuscivano a intravedere: due occhi bianchi dalle sfumature azzurre come il ghiaccio.
Gli stivali sommersi dalla neve erano fradici e la figura alzò lo sguardo alla ricerca di un rifugio dalla tempesta; intravide una città, piccola e semplice affacciata su un mare e costruita sul dorso di della montagne.
Si diede un ultima speranza dirigendosi lì e quando arrivò , non vedendo nulla, si diresse dove riusciva o verso l’unica cosa che vedeva nel tutto,la torre del castello nel mare.
Si ritrovò davanti ad un enorme palazzo; bussò, di nuovo … niente, la figura si accasciò su se stessa e in quel momento una ragazza dai capelli rossicci aprì la porta e chiamò qualcuno per aiutarla a portare dentro quella persona.
«Aiuto …» provò a dire ma per la stanchezza svenne.

 
Quella mattina Elsa si alzò di buon umore, erano passati mesi dalla loro avventura ed il rapporto con sua sorella era migliorato molto, ormai era inverno e la neve copriva tutto dipingendo di bianco tutto.
La regina si alzò lentamente, si mise l’abito e … no, non prese i guanti, ormai non le servivano più; li guardò un attimo con uno sguardo quasi di sfida e pensò “No, non più” e si diresse nel corridoio.
 
A colazione
«La tempesta aumenta Elsa, sicura di non poter fare nulla?» chiese Anna preoccupata
«No lo sai, mi dispiace, infondo è comunque un vantaggio» disse ridacchiando e sorseggiando il the.
«Come?»
«Il mastro consegnatore del ghiaccio di Arendelle ci guadagnerà»
Anna si sentì avvampare e cercò velocemente qualche scusa da poter dire
«Oh ma guarda! Si è fatto tardi, io … vado, ci vediamo!»
«Anna aspetta non hai finito il the! – troppo tardi - È sempre di fretta»
«Chi?» era arrivato il dolce pupazzo di neve
«buon giorno Olaf, pronto per un'altra giornata di lavoro?»
«Si signora» annunciò serio con un segno di saluto e si diressero alle commissioni regali.
 

Intanto Anna era in camera sua dalla finestra, il freddo le percorreva le ossa ma non le importava doveva placare il rossore delle guancie.
Guardò al di là del vetro cercando qualcosa di interessante ma niente, che voleva cercare con quel tempo?
«Di inverno è comunque noioso, in questo caso è sempre uguale … ma, che?»
La ragazza intravide qualcuno avanzare verso il portone, sembrava ferito o molto stanco, chi poteva essere?
Si alzò per vedere meglio e poi corse via per andargli incontro.
 

Arrivò velocemente al portone e lo aprì: un ragazzo tutto imbacuccato per il freddo era raggomitolato a terra
«Servitù! Aiutatemi c’è qualcuno qua! Aiutatemi!»
Cercò di sollevare il giovane ma senza risultato fino a quando non arrivarono i maggiordomi a soccorrerla per portarlo dentro al caldo ed alsicuro dalla nevicata che si stava intensificando.

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Capitolo 2
*** Nuovo arrivo ***


Nuovo arrivo
 
 
La figura aprì gli occhi: era in una stanza piuttosto elegante, era sdraiato su un divano rosso, il pavimento in parchè ed alla sua destra un caminetto acceso, di fianco una poltrona arancione con addormenta sopra una ragazza dai capelli rossi e un abito semplice verde, la figura indossava un abito semplice ma non quello che aveva prima di svenire.
Cercò di alzarsi ma la testa cominciò a giragli pericolosamente e vi portò una mano, in quel momento si sentì toccare da un’altra mano dolce e calda, era della ragazza che si era svegliata.
«Ti senti bene? Cioè bene no, insomma eri in mezzo ad una tempesta ed ora sei qui ma stai bene? Aspetta che?» aveva detto quella parlando come una trottola.
«Dove sono?» chiese la persona
«Nel castello di Arendelle - rispose – ed io sono Anna, la principessa»
«Io sono Olaf ed amo i caldi abbracci!» aveva poi urlato il pupazzo stringendo la figura per poi guardarlo e chiedergli
«E voi siete?...»
«Frost, mi chiamo Frost Holmis» aveva detto lui sorridendo alla figura innevata facendo brillare i propri occhi color ghiaccio.
Era una ragazzo alto e muscoloso, aveva i capelli biondissimi e gli occhi molto chiari, la pelle diafana e lo sguardo dolce confortante di chi si mostra forse per sostenere gli altri ma in realtà sarebbe il primo a crollare se potesse.
«Hai visto Olaf? Ha gli occhi ed i capelli come Elsa! Beh almeno così non avrà problemi ad accettarti» disse poi la fanciulla poi guardandolo spensieratamente.
«Scusate ora sarete stanco, vorrete di certo riposare quindi vi lascio da solo con il fuoco – si girò verso il pupazzo di neve che guardava ammaliato la legna bruciare – tu invece vieni con me» e detto ciò uscirono lasciando Frost ad dormire tranquillamente.
 

«Hei Anna! Questo ragazzo mi piace! Non si è nemmeno stupito un po’ nel vedere un pupazzo parlare!» gridò allegramente Olaf
«Hai ragione! Dobbiamo dirlo alla regina ora!» e si mise a correre per corridoi vari quasi inciampando in maggiordomi e cameriere, arrivata alla sala del trono andò davanti ad elsa e le gridò con troppo entusiasmo
«Elsa! Non indovinerai mai, abbiamo raccolto un giovane della nostra età circa con gli occhi ed i capelli come i tuoi, che non si spaventa da Olaf! Ora sta dormendo ma non possiamo cacciarlo! Lascialo ti prego»
«No» disse l’altra che freddezza frantumando la felicità della sorella
«Ma perché?»
«Perché non lo conosciamo abbastanza»
«Un altro buon motivo, così lo conosceremo meglio! Sorella ti farebbe bene un po’ di compagnia! Stai sempre e solo con Olaf! Non va bene!» si girò verso l’amico innevato
«Scusa»
Silenzio.
«Anna, deciderò questa sera, prima voglio incontrarlo di persona … da sola»
Sulla rossa si dipinse un enorme sorriso
«Grazie!» gridò e ritornò dal nuovo arrivo.
 

La porta si aprì di scatto ed Anna entrò piena di entusiasmo,
«Oh scusate vi ho svegliato!»
«No affatto»
«Meno male! Ora la regina verrà a salutarvi e deciderà se mandarvi a una locanda o se potrete restare a castello»
«Grazie» si guardarono un attimo poi lui portò lo sguardo sulla gamba ferita sospirando
«Ah quella! I medici hanno detto che è tutto apposto, sembrava il taglio di una freccia ma credo che sia da escludere comunque non è nulla di grave nonostante tu abbia perso parecchio sangue» disse allegramente, lei contagiava tutti con quell’esplosione di emozioni.
«Grazie» aggiunse solo lui.
“Non è di molte parole, ma che dico è appena arrivato è ovvio!” pensò quindi lei.
 Qualcuno bussò alla porta, aprì un vecchio uomo vestito da inserviente, entrò Elsa, ed Anna le fece i propri elogi.
«Ti prego  sorellina ferma, piuttosto voi siete?»
«E’ lui!» disse la rossa ed Elsa si limitò ad annuire per poi farle cenno di uscire, la porta si chiuse lentamente e cadde il silenzio.
 

Restarono avvolti da un pesante silenzio per un po’, poi Elsa parlò:
«Allora voi siete  il nuovo arrivo? Ditemi, come vi chiamate?»
«Io Sono Frost»
«Piacere di conoscervi»
«Il piacere è mio maestà»
«Ditemi Frost, come siete arrivato a palazzo?»
Ci fu un attimo di pausa e la regina lo guardò con il suo sopraciglio alzato come le era solito
«Io non … ricordo, solo la neve, la gamba ferita e la principessa Anna che mi apre il portone, poi il risveglio e voi …. Prima di allora non rammento nulla» disse timoroso
«Capisco, non rammentate il passato, ma il  vostro nome si …» disse ella dirigendosi alla finestra e notando la bufera che tentava a ricominciare pensò ad alta voce
«Accidenti, speriamo non si rimetta a nevicare, ad Arendelle è insolita una tale tempesta di neve nonostante sia pieno inverno …»
“Neve” si ripete Frost nella mente ed improvvisamente delle immagini si magnetizzarono nella sua mente, si mise a gridare per il dolore facendo procurare la regina che gli si sedette subito affianco.
«Scusate forse vi ho sforzato troppo io …»
«No basta! Io non sono un mostro!» aveva gridato quello rivolgendosi a nessuno, ad Esa tornò in mente il proprio passato e di quando le avevano dato del mostro gli ospiti a corte.
«Vi prego riposate – disse poi – resterete finché non sarete guarito del tutto» e detto ciò gli posò la coperta sopra lasciandolo con qualche lamento di dolore ed il calore del cammino.




AA: eccomi! mi presento sono Raynella ed amo i caldi abbracci come Olaf! è la prima volta che scrivo su Frozen e spero di aver fatto un buon lavoro, ci tengo a delle recensioni davvero! spero vi piaccia e segnalatemi errori di grammatica con cui mi sono sposata tempo fa!
bacioni Raynella

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Capitolo 3
*** Arendelle ***


Arendelle
 

La mattina seguente Frost si svegliò in una stanza differente a quella dove era stato tenuto il giorno prima: ora si trovava in un letto da calde coperte rosse, un aula tonda dal pavimento in un legno chiaro, i mobili in mogano finemente decorati con incisioni floreali, al centro un grande tappeto azzurro e rosso tondo.
Si guardò ancora in torno, alla finestra le tende semitrasparenti azzurre, le pareti gialle chiare come il soffitto.
Si tirò su e si stiracchiò, allora scese dal letto e si diresse alla finestra quando qualcuno bussò alla porta.
Entrò una giovane ragazza dai capelli bruni e gli occhi scuri come il cielo notturno, la giovane posò un vassoio d’argento con sopra una tazza di cioccolata calda e dello zucchero poi uscì con un piccolo inchino.
Il ragazzo si diresse all’armadio e scelse degli abiti, una camicia bianca e dei pantaloni neri, allora mangiò.
Dopo un’ora fu chiamato dalla regina.
 

«Mi avete fatto chiamare?»
«Si, sedetevi pure»
Lo studio della reale era perfettamente ordinato, con una scrivania in mogano al centro dove vi erano due sedie, sopra il tavolo carte e calamaio, gli armadi ai lati.
«La vostra gamba vi provoca ancora dolore?»
«Mia regina sono passati nemmeno due giorni»
«Si avete ragione … ditemi, davvero non ricordate nulla?»
«No, sono spiacente»
«Va bene, potete andare, uscire e conoscere il paese, verrete accompagnato da mia sorella che vi verrà a chiamare tra poco»
Frost fece per uscire e la porta si chiuse rumorosa dietro di lui; la regina rimase dove era, per tutta la conversazione era stata davanti alla finestra ad osservare il tempo.
“la tempesta è calata, ma come mai era così … forte?” si ripeté Elsa nella mente.
 

«Allora sei pronto Frost?»
Anna era piombata davanti alla camera del giovane che era subito uscito; si diressero nel cortile principale:  era popolato di visitatori e bambini allegri che giocavano e scherzavano sorridendo e salutando Anna alla prima occhiata.
«E’ bellissimo vero?»
«Come prego?»
«Da quando Elsa ha mostrato il suo dono viviamo tutti in pace, prima noi due principesse restavamo rinchiuse nel castello per nascondere  il suo potere di controllare il gelo, ora tutti ci amano, Elsa è una fantastica regina che ama e viene amata dal suo popolo, oh ciao Annabelle! … scusate dovevo salutarla» disse sorridendo ad una bimba bionda,
«Certo avete ragione, ma avete detto controllare il gelo?»
«Si, controlla il freddo, ma abbiamo capito qual’era la soluzione a tutto ciò»
Frost sembrava preoccupato come se pensasse a qualcosa di brutto
«E – cominciò timoroso -  qual è questa soluzione?»
«Beh è il …» fu interrotta da un'altra bambina dai capelli neri che la trascinò via.
“qual’ è il segreto?” si ripeté Frost.
 

Dopo un paio d’ore tornarono a palazzo, avevano visto tuta Arendelle ed ora si meritavano riposo, visto anche il tempo che stentava a restare soleggiato.
 

In camera il giovane i guardò allo specchio,
“ chi sono?” si chiedeva da solo,
“io sono .. un mostro!” si vide gente con forconi passargli davanti come ricordi che diventavano sempre più nitidi, cadde in ginocchio dal dolore alla testa
«Basta non sono un mostro! Io non volevo!»

 


AA: ok questo capitolo fa schifo ma non ho idee :( cercherò di aggiornare prima ma sono stata colpita da una brutta febbre scusate, alla prossima
Raynella

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Capitolo 4
*** Altri incontri ***


Altri incontri
 


«Hei ciao caro amico!»
Frost era seduto su una roccia fuori dal castello: la giornata si presentava allegra sotto il sole che si rifletteva nella neve fresca, giusto il giorno prima aveva nevicato appena.
Era vestito con una maglia pesante grigia e dei pantaloni blu, osservava il cielo, così limpido e dolce e pieno d’amore.
Fu riportato alla realtà da Olaf che lo aveva salutato allegramente guardandolo dal basso con i suoi occhioni e le braccia spalancate.
«Oh ciao Olaf! Come hai detto scusa ero distratto!» rispose allegramente,
«Ma come eri distratto? Una settimana e non ti sei ancora abituato a Arendelle? Comunque ho detto : Hei ciao caro amico!» disse la figura innevata mentre si rimetteva nella stessa identica posizione di prima
«Si che sono abituato … una settimana hai detto? Wow … Olaf ho conosciuto tante persone qua, ma non una … vorrei chiederti un favore,  visto che siamo tanto … amici?»
«Certamente! Ma perché dici “amici” con quel tono? Sembra che tu non conosca quella parola!»
“certo che la conosco, solo che non me la ricordavo! Che idiota che sono!” pensò e rise con se stesso.
«Allora Olaf ascoltami bene, dovresti …»
 
 
Anna era sulla strada, impaziente ed eccitata, un po’ arrossata sulla guancie, le solite trecce e la mantella blu sopra l’abito verde.
Clop-clop, clop-clop
Si sentiva in lontananza, arrivava.
Dalla curva della via, sul ciglio si vedeva la renna avvicinarsi.
«Kristoff! Kristoff!»
«Anna!»
Gridarono con forza e quando furono vicini si strinsero in un forte abbraccio
«Come va?» cominciò lei
«Va benissimo! Cioè il commercio del ghiaccio così così ma ora che sono qui direi perfettamente!» disse allora lui con un dolce sorriso, cingendo quello di lei nelle se mani quasi a sfiorarle le labbra quando …
Don, Don, Don
«Le campane! Accidenti dobbiamo muoverci!» disse frettolosamente la rossa
«Forza monta Anna!»
 
 
 
«Oh ma guarda chi si vede! Come va Kristoff?» disse Elsa sorpresa quando lo vide
«I miei elogi regina Elsa, sono sceso per gli ultimi preparativi»
«Non essere tanto formale, orami sei parte della famiglia, piuttosto non vorresti aspettare la primavera, fa freddo per un matrimonio!»
La porta si aprì in quel momento, era Frost con Olaf che rimasero un attimo fermi
«Ecco, abbiamo interrotto qualcosa di importante?» chiese il nuovo ragazzo
«E lui chi è?»
«Frost non hai interrotto tranquillo stavamo giusto parlando del matrimonio di Anna e Kristoff»
«Anna non me ne avevi parlato!»
«Se mai a me non aveva detto nulla di te signor nuovo arrivo!» disse Kristoff sorpreso
«Oh lui è Frost!» affermò dunque la rossa
«E lo dici tanto tranquillamente?»
«Aspettate sono rimasto in dietro -  cercò di troncare quel groviglio di parole – Quale matrimonio?!»
Cadde il silenzio allora spiegarono tutto con calma: dopo l’incoronazione di Elsa e tutto il trambusto dopo, si erano frequentati un po’ ed Elsa, solo dopo tre mesi e con mille accortezza, aveva dato loro la propria benedizione; la cerimonia sarebbe stata da lì a tre giorni e tutto pareva perfetto.
Spiegarono anche al montanaro la presenza di Frost ed del suo arrivo quasi schivo, che alla fine si era quasi rilevato una persona normale tra l’altro senza ricordi.
«Capisco!» dissero contemporaneamente i due uomini per poi guardarsi perplessi e finire in una grassa risata.
«si vede che Gran papà si sarà sbagliato questa volta!»
«Come prego?» lo interruppe elsa preoccupata
«Ti spiegherò dopo»
Allora dopo una tazza di the si ritirarono, tutti tranne Frost che aspettò la bionda.
«Ancora qua?»
«Vi ho aspettato»
«A me?» chiese un po’ imbarazzata
«Si esatto, venite forza!» gridò quello prendendola per un braccio e tirandola verso il cortile
 
 


AA: ok … odiatemi pure, non aggiornavo più, ma comunque ci siamo!!!
 Non so che dire, parlate voi
Saluti Raynella

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Capitolo 5
*** Pomeriggio con me ***


Pomeriggio con me
 

«Frost! Ho delle faccende da fare dove stiamo andando, ma soprattutto non trattarmi così sono la regina!» gridò Elsa.
Il giovane si girò verso lei sorridente
« Scusate avete ragione,  ma state tranquilla le faccende le sta sistemando Olaf, ci tengo che mi seguiate» concluse lasciando la presa al polso, la ragazza sembrava titubante ed irritata.
«Ti conosco da troppo poco» cercò chiudere
«E non è per questo che mi avete fatto restare, per conoscermi meglio»
«Non ricordi nulla di te, cosa dovrei fare?»
«Per una volta, fidarsi …» cadde il silenzio ed Elsa guardò le mani, quelle che avevano ferito Anna una volta che si era sempre fidata di lei, ci pensò un attimo, poi allungò la mano cingendo quella del giovane.
«Va bene»
Camminarono un po’, la poca neve presente era quasi dissolta ed il sole splendeva.
Si fermarono non molto lontano dal palazzo in un praticello a chiacchierare e scherzare, e per una volta la regina parve quasi liberasi, diceva tutto quello che le passava per la mente, dai dispiaceri alle felicità, si svuotava ed in quel momento assomigliava ad Anna più di in qualunque altro.
Frost le sorrideva spensierato ascoltando e lasciandole godere quel momento di felicità che la invadeva.
 
 
Intanto a palazzo.
«Ahi! … ahi!» la faccia di Anna contorta dal dolore nemmeno fosse al patibolo.
«La smetta di muoversi principessa, stiamo cucendo l’abito»
«Ci vorrà ancora molto? Ahi!» chiese stufa di quella tortura.
Stavano cucendo il vestito del matrimonio: bianco, le maniche lunghe a tre quarti che partivano sotto la spalla, qualche tulle sulla gonna che scendeva dritta con un lungo strascico, il tutto decorato con decori dorati.
«Non ne posso più!»
«Ancora qualche momento maestà!»
«Accidenti ai matrimoni! Perché non si fa una normalissima festa!?»
«disse quella innamorata dell’amore che si sarebbe sposata uno che conosceva un giorno! » parlò la voce di Kristoff da dietro la porta
Anna sbuffò,
«Ahi!»
 
 
Erano ormai le 17:00 passate e la regina era ancora con il giovane biondo al prato.
«Ed ecco ti ho detto tutto, il ghiaccio, la tristezza e la cura che è … è … etciuuu!»
Starnutì quella e risero.
«Comunque sia, grazie per questo pomeriggio, avevi ragione, mi serviva una pausa, non sentirò mai più qualcuno chiamarmi mostro …»
Appena disse quelle parole Frost ebbe un capogiro, un violento mal di testa e mille immagini gli si dipinsero tra forconi, fuoco, ghiaccio, sangue e pianti e quella parola … mostro!
Ora sapeva tutto, ricordava.
«E’ tutto ok Frost?» chiese Elsa presa dal panico
«Si tranquilla, succede ogni tanto con qualche scena del passato …»
«Ti sei ricordato altro?» lo guardava con occhi pieni di comprensione e dolcezza, e non riusciva a spezzare quello sguardo.
«No, niente»
 
 

AA: dal prossimo capitolo i ricordi del passato, beh spero che la storia continui ad interessarvi!
Raynella

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