I disastri di Moybey.

di Ommy Wilson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo desiderio. ***
Capitolo 2: *** Il secondo desiderio. ***
Capitolo 3: *** Tiro! Finale! ***
Capitolo 4: *** Capitolo senza titolo! ***
Capitolo 5: *** Cambio gestione! ***
Capitolo 6: *** Fine!? ***



Capitolo 1
*** Il primo desiderio. ***


 

Il primo desiderio:

 

 

La vita può riservare sorprese atroci; avete presente quegli incubi strani? Quelli dove andate a prendervi alle quattro e mezza del pomeriggio il vostro té con torta e vi rendete conto che la torta in questione è armata di fucile a pompa ed è intenzionata a farvi diventare diabetici? Forse può sembrare ridicolo ad esporlo in questo modo; fatto sta che quel giorno Mami Tomoe la sua torta delle quattro e mezza se la ritrovò al volante di un'auto spedita a tutta velocità lungo l'autostrada.

Si è chiesta molte cose nel momento in cui l'impatto è avvenuto; cosa le sarebbe successo, che ne sarebbe stato di suo padre che si trovava al volante e di sua madre che era nel posto del passeggero, chi si sarebbe ricordato di impostare il forno nuovo a calore moderato per non far saltare in aria la casa trasformandola in una supernova, ma soprattutto elencò nella sua mente tutti gli accidenti di motivi per cui quel rincoglionito nell'altra vettura potesse avere una tale fretta da spingerlo ad ammazzarla piuttosto che farle prendere quel benedetto té e pasticcini della quattro e mezza. Le varianti non erano state delle migliori ovviamente, ma siamo sinceri, se veniste investiti in pieno giorno da un pazzo furioso ed aveste quel secondo che divide il vostro star bene dall'essere morti quali fantasiose motivazioni partorirebbe il vostro cervello? Mami se le passò in rassegna proprio tutte, mentre stava lentamente crepando dentro la vettura ribaltata; poi però venne l'illuminazione! Quel giorno trasmettevano l'ultimo episodio dei Super Sentai! Che vita insulsa era stata quindi la sua! Non solo si era persa una di quelle trasmissioni leggendarie della TV giapponese, non solo era morta per mano di un otaku indubbiamente sulla trentina, panciuto e con una forte attrazione verso le idol minorenni che sculettavano sui palchi del mondo dello spettacolo, ma addirittura non si era potuta prendere quell'accidenti di tè delle quattro e mezza!

Giunti a questo punto, sia voi, che io che Mami Tomoe ci rassegnamo al fatto che la vita è una gigantesca fregatura e ci adagiamo delicatamente raggiungendo la fine di quest'ammasso di sciocchezze; sappiamo benissimo che non può durare in fin dei conti no? Una storia che parla di una poveraccia che viene investita da un otaku panciuto e muore! Che altri sviluppi può avere una cosa del genere? Ebbene la delusione colpirà sia voi che state leggendo, sia me che sto scrivendo, sia Mami Tomoe che sta morendo, perché in scena fa la sua comparsa una personaggio speciale! Un alieno che si para di fronte a Mami Tomoe, la fissa con le due gemme che ha al posto degli occhi e poi le parla!

« Oh... Santo cielo... Ma cosa ti sei fatta? Ma è disgustoso, che accidenti è successo!? Ma ce l'avevi la cintura? Ma è l'osso quello che ti esce da lì? »

Disse la creatura aliena, coprendosi gli occhi con una delle protuberanze pelose e ciondolanti che le uscivano dalle lunghe orecchie da coniglio; certo era facile per lui sfottere quel pezzo d'osso che usciva dalla spalla di Tomoe Mami! Visto che di ossa non ne possedeva neanche una! Il suo corpo ricordava quello di un gatto ridotto alla fame, con una lunga coda scheletrica in perfetto stile ratto di un videogioco fantasy, quelli dove trovi topi grandi come mastini, mastini grandi come draghi e belle ragazze grandi come zanzare che ti fanno venire le domande più assurde.

« Senti, qui la situazione mi sembra già abbastanza brutta ok? Io direi che ti serve proprio l'aiuto della magia! Mi presento io... »

Aggiunse l'alieno, prima di venire interrotto da un conato di vomito di Mami Tomoe che, probabilmente, stava già varcando la soglia dell'altro mondo e malediceva gli otaku di tutto il mondo tra un urlo di dolore e l'altro.

« No no, qui mi sa che non c'è tempo! Ascolta ci penso io! Spara un desiderio sorella! »

Si esprime risoluto l'altro, ignorando il fatto che la povera disgraziata si era praticamente tagliata mezza lingua durante lo scontro e non era in grado di parlare per esprimere un desiderio; ovviamente l'alieno avrebbe potuto comprendere telepaticamente ciò che ella desiderava, ma era troppo nervoso per la sua prima esperienza lavorativa.

« Oh maledizione boccoli d'oro non puoi farmi licenziare il primo giorno! »

Imprecò poi, schizzando dentro l'auto ed afferrando la faccia della morente Tomoe Mami che, in quelle condizioni, accettò l'idea di essere usata come bambola da quel bianchiccio gatto anoressico dagli occhi che sembravano due zefiri ficcati nelle orbite con la forza e le orecchie da coniglio lunghe e colorate di blu; questi mise le zampe sulle sue guance ed iniziò a muoverle la bocca, imitando la sua voce in modo decisamente pessimo.

« Signor alieno magico! Voglio che lei mi salvi dalla morte! »

Scimmiottò lo strambo animale, per poi avverare quel desiderio che Mami Tomoe non aveva affatto pensato; lei voleva quell'accidenti di té delle quattro e mezza.

 

 

-

 

« Sei sicuro che avesse desiderato una cosa simile? »

Kyubey era un alieno di un altro universo e visitava il pianeta Terra per trarre energia positiva e negativa dallo donne che l'uomo chiamava ragazzine, ovvero quelle che raggiungevano quell'età che faceva da divisorio con la idiozie della fanciullezza e la morta coscienza di una vita noiosa e ripetitiva dell'età adulta; si insomma, adolescenti, come ogni anime monotono che si rispetti!

Il suo aspetto era molto simile a quello di un gatto bianco dalla coda paffutella, la testa era rotonda ed il corpo soffice come quello di un cuscino; come occhi aveva due penetranti gemme rosate, la sua bocca poteva essere paragonata allo smile di una chat e non si muoveva mai, neanche per sbaglio. Dalle orecchiette feline fuoriuscivano lunghe escrescenze a forma di mani a tre dita, adornate da un paio di lucicanti anelli d'oro. Svolgeva il suo lavoro con impegno e dedizione; mai si era ritrovato di fronte ad errori rilevanti in tutta la storia del genere umano. Insomma, era sempre la solita storia; trovava una ragazzina con problemi, le diceva che poteva esaudire qualsiasi desiderio, lei accettava e gli chiedeva di incontrare Justin Bieber – a causa sua Bieber si è ritrovato sperduto in luoghi sconosciuti molto spesso, Dio lo benedica – , lui avverava il sogno della prescelta di turno, lei diventava una maga, poi finiva per diventare una strega ed un'altra maga che aveva incontrato Bieber l'ammazzava. Tutto andava per il verso giusto, sino a che non gli venne la malsana idea di generare un Incubator – così si chiama la sua razza – che potesse sentire quelle emozioni verso le quali la sua specie era refrattaria, in modo da avere più possibilità di ottenere la fiducia delle ragazzine. Chiamò quell'esperimento Moybey e già iniziava a pentirsi di averlo creato, visto che dopo che lo aveva spedito a fare il suo lavoro, questo si era presentato da lui con una ragazza ridotta alla putrefazione, con ferite aperte su tutto il corpo e con qualche osso che faceva capolino per salutarel'esterno.

« Te lo giuro! Mi ha guardato e mi ha detto: Moybey fammi diventare uno zombie! »

Kyubey rimase in silenzio a fissare con la sua inespressività la ragazza con gli occhi annebbiati e la bava alla bocca che dondolava emettendo versi degni di una mucca pazza; lui aveva sempre trovato gli umani assurdi ed illogici, ma quello era decisamente troppo, nessuno poteva desiderare una cosa del genere avendo la possibilità di poter ottenere qualsiasi cosa!

« E io ho esaudito! »

Rimarcò Moybey, mostrando le due file di denti acuminati e scintillanti come quelli di uno squalo. Al contrario di Kyubey, lui era in grado di dare tutta l'espressività che voleva al suo volto; i suoi occhi erano di un azzurro intenso e non avevano un taglio tondo e neutrale, ma triangolare e determinato; esteticamente poi ricordava più la lepre marzola di Alice nel paese delle meraviglie, con lunghe orecchie dritte dalle punte marcate di blu dalle quali uscivano le due escrescenze necessarie agli Incubator per sottrarre le anime alle ragazze predestinate, a differenza di quelle di Kyubey però, che erano lunghe e morbide come delle sciarpe, le sue erano esili e ciondolanti come pelle morta.

Mami Tomoe seguì le parole di Moybey emettendo un verso deforme e grottesco, per poi tornare a sbavare orribilmente sul pavimento.

« Certo non sarebbe da me ragionare sul perché dei desideri espressi dalle Puellae Magi che stringono contratti con noi... Però... »

« Però?! »

Gli fece eco Moybey, facendo leva su entrambe le zampe per infilare dentro il corpo di Mami quello che doveva essere un'osso indispensabile per muovere l'arto destro, a meno per quanto ne sapesse lui.

« Sei proprio sicuro? »

Chiese ancora Kyubey, che non si accorse neanche di essere divenuto incredulo quanto le stesse ragazze che lo vedevano per la prima volta.

« Sicuro? Sicurissimo! Guarda che bel lavoro che ho fatto! »

Esclamò l'altro, balzando su due zampe e mostrando la sua zombie come se fosse un capolavoro artistico di immane valore – sicuramente a livello scentifico era davvero preziosa –.

Kyubey scosse la testa, conscio di non poter venire a capo di quella situazione a causa del suo distacco con la mente umana e ciò che essa poteva partorire. Il suo "collega" intanto rimaneva immobile sulle rachitiche gambe, indicando ancora il suo lavoro come se fosse la migliore delle perfomance – che ripeto, a livello scentifico, lo sarebbe stato –.

« Va bene. Visto che la prova ha avuto successo, ti invio subito da un'altra ragazza. Si chiama Sakura Kyoko e... Cosa stai facendo con il braccio...? »

Si interruppe Kyubey, fissando il suo esperimento che, rimasto eretto sulle zampe posteriori, stringeva a pugno una delle mani a quattro dita e mandava avanti ed indietro il braccio, con un'espressione colma di piacere e vittoria mentre sussurrava cosa come "vai... vai così... ma vai...".

« Solo una forma di esultazione tipica dell'essere umano. Però con una mano sola, se ne usi due e muovi il bacino in avanti significa "fottere". »

Di fronte a quella spiegazione, Kyubey rimase interdetto e si limitò a scrutare l'altro con la solita faccia priva di alcunchè, mentre questi per chiarirgli la cosa eseguiva il gesto che significava appunto "fottere" in gergo umano.

« Capisco... Stavo dicendo che il suo nome è Kyoko Sakura e la sua famiglia vive in povertà a causa del padre che professa una fede male accettata dal resto della comunità umana; vedrai che ti sarà facile convincerla. »

Terminò di spiegare, mentre Mami aveva iniziato a mangiucchiare la testa di Moybey che, ignorando totalmente la cosa, continuava ad esultare mettendo in mostra tutti i suoi luccicanti denti a punta.

« Vedrai! Ci metterò meno di un giorno! Perché io sono il top! »

« Cosa sei tu? »

« Il top! »

« Cosa... No... Lascia perdere. »

Chiuse Kyubey, stanco delle stramberie a cui il "collega" lo stava sottoponendo, per poi voltarsi pensando che, in fin dei conti, l'idea di creare quell'Incubator speciale si era rivelata abbastanza soddisfacente; non sapeva ancora che, il giorno dopo, si sarebbe ritrovato in un pianeta piegato da una dittatura a sfondo religioso.

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Capitolo 2
*** Il secondo desiderio. ***


Il secondo desiderio:

 

Per essere stato solo il suo secondo compito come Incubator, Moybey l'aveva davvero combinata grossa. Certo non era la prima volta che un desiderio alterava l'equilibrio delle cose; ci fu quella questione con Elena di Troia tanto tempo prima – una tipa davvero egocentrica! – , poi la povera Giovanna d' Arco – che fu bruciata come una strega! Ah! L'ironia! –, però nessuna aveva causato un così radicale cambiamento mondiale.

Il desiderio di Kyoko era stato quello di far si che le prediche di suo padre, alquanto diverse da quelle riconosciute, venissero ascoltate; il risultato? Venivano ascoltate eccome! Anche se probabilmente in modo un po' troppo esagerato! Insomma oramai più che una chiesa domenicale la sua fede era divenuta l'inderogabile credo mondiale e nessuno poteva farci niente visto che la magia di Moybey aveva corrotto mentalmente chiunque la pensasse diversamente. Quest'ultimo sapeva bene che, molto probabilmente, avrebbe scontato la pena di quel grossolano errore, ma ciò nonostante continuava a sprecare il suo pomeriggio davanti alla TV a guardare tutte le serie dei Super Sentai e di Ken il Guerriero. Cominciava a provare un certo disgusto in ciò che faceva, ovviamente non per il fatto che rubava le anime dai corpi delle contraenti, ma perché la Puellae Magi gli sembravano sin troppo noiose se paragonate ad altri paladini della giustizia.

« Ancora con quelle violente oscenità?! Santo cielo che pazienza si deve avere! »

Esordì nella stanza la voce di Kyoko, o meglio di Suor Sakura; il fatto che le iniziali di quel nominativo potessero formare la sigla SS delle forze speciali tedesche era stato probabilmente tutto un programma! Kyoko infatti usava i suoi poteri da Puella Magi più per far rispettare le direttive del padre che per ammazzare la streghe! Il suo stesso desiderio l'aveva trasformata da una sbandata in short che danzava nelle sale giochi a ritmo di Just Dance ad una ragazzina a modo in abito da suora che disprezzava ogni forma di vizio!

« Lo faccio per Mami. Dovrà pur fare qualcosa tutto il giorno no? »

Mentì Moybey, indicando con la coda ossuta la povera Mami abbandonata in un angolo della stanza, con una catena per braccio e con accanto una ciotola gialla con sopra scritto "Mami-chan" sulla quale vi erano ancora dei resti di cibo di cui non me la sento di descriverne l'origine.

Nel sentire il suo nome, la zombie emise un gemito e la sua testa si staccò dal collo rotolando in avanti sul pavimento sino a raggiungere i piedi di Suor Sakura che spense a tradimento la televisione facendo irrimediabilmente alterare Moybey che, dopo aver mollato un calcio alla testa della morta vivente rispendendola nel suo angolo di reclusione, esplose in un grido di collera.

« Ma che ti sei ubriacata con l'acqua santa!? Disgraziata! Proprio nel momento in cui Ken stava per dire "Tu sei già morto". »

Suor Sakura ignorò gli insulti ed afferrò per la pelle dietro la schiena Moybey, sollevandolo come un cucciolo di gatto e facendolo dondolare a destra ed a sinistra, agitandogli in faccia il suo dito indice come una maestra puntigliosa ed arrogante.

« Quelle sono cose immature e stupide! Bisogna lasciarsele alle spalle ed essere dei bravi credenti Moybey caro! Oppure vuoi fare la fine degli scettici, degli atei, degli agnostici e di tutti gli altri? »

Ignorando completamente cosa fosse accaduto ai disgraziati elencati dalla suora, anche se sapendo cosa mangiava Mami gli sarebbe bastato far due più due, Moybey incrociò le zampe anteriori sul petto con fare disgustato, mentre portava lo sguardo sulla zombie che cercava di mettersi la testa sul collo al contrario.

« Va bene Suor Sakura. Vado fuori a giocare a pallone. »

Mugugnò snervato.

« Ecco bravo! E ricordati che chi fa fallo va all'inferno! Su su! Adesso vai! »

Esclamò Kyoko tutta soddisfatta, spedendo il povero Moybey fuori casa contro la sua volontà.

Più il gatto alieno viveva nel mondo degli uomini, più iniziava a pensare che il suo lavoro fosse una cosa tremendamente noiosa e ripetitiva; c'erano così tante cose da fare, serie TV da guardare, videogiochi da giocare, posti da esplorare, oggetti da avere e collezionare che il dovere di trasformare qualche disgraziata in una Puella Magi destinata al massacro veniva immediatamente a meno. Tuttavia sapeva benissimo che doveva porre rimedio a quella situazione che lui stesso aveva creato, prima che Kyubey lo trovasse e gli facesse qualcosa di mostruoso. Ovviamente aveva già un piano e si basava tutto su un paio di ragazze che aveva addocchiato da un po' di tempo, in particolare una delle due, di nome Madoka Kaname, sembrava avere l'ingenuità perfetta per far sì che lui potesse fargli desiderare qualsiasi cosa volesse; l'unico motivo per cui non aveva ancora agito era che persino lui, visti i risultati, cominciava ad avere dei seri dubbi sulle sue capacità di realizzare i desideri, senza contare che a causa di quella dittatura religiosa esisteva un vero e proprio comandamento che recitava "Ricordatevi di diffidare da chi vi promette di realizzare i vostri desideri, di solito o son pedofili o son alieni".

Nonostante ciò però Moybey era ottimista, così pedinava ogni volta la ragazza dai codini rosa su cui riponeva le sue speranze, ragionando con fare malizioso e perfido su come agire per entrare in contatto con lei; ovviamente avrebbe evitato di ghignare e di strofinarsi le mani come un miliardario in procinto di mettere le grinfie sulla grana se avesse saputo chi c'era proprio dietro di lui.

« Non so cosa stia succedendo. Ma credo proprio che tu sarai in grado di darmi le risposte che cerco stupido Incubator. »

Moybey, nel sentire quella voce fredda ed autoritaria provenire dalle sue spalle, schizzò come un gatto in preda al terrore, gonfiando il pelo quanto più poteva ed emettendo un fischio acuto e minaccioso. La stessa ragazza che aveva pronunciato quelle parole, una Puella Magi dai lunghi capelli corvini e lo sguardo purpureo, assunse un'aria piuttosto incredula di fronte a quella reazione così fuori dal comune.

« Ah! Solo un'altra maga! Santo firmamento che paura. Scusa ho un po' da fare adesso, se ti servono informazioni contatta il nostro servizio clienti. Si chiama Kyubey non puoi sbagliare .... »

La ragazza interruppe il discorso irrispettoso e fastidioso di Moybey pundandogli una pistola in faccia. Quest'ultimo fece una smorfia di terrore e stupore, poi posò gli occhi azzurri su quelli spietati di lei.

« Non sono un'altra maga. Sono Homura Akemi, stampatelo bene in quella testa marcia che ti ritrovi Incubator. »

Si presentò schiacciando la punta dell'arma sulla faccia dell'alieno che si ritirò ingobbendosi all'indietro; come ogni creatura vivente, nonostante fosse duro da uccidere con un'arma convenzionale, anche Moybey temeva di morire per semplici ragioni legate all'istinto.

« Guardi che lei si sbaglia! Io non sono Incubator! Mi chiamo Moybey! »

« Taci! »

Tuonò Homura, piantando la canna della pistola proprio dentro la bocca di Moybey che in risposta emise una serie di mugolii senza senso.

« Sporco approfittatore... Come Kyubey anche tu stavi puntando a Madoka no? Non farlo, non te lo permetterò! Sono stata chiara? »

Il freddo metallo uscì fuori dalla trachea di Moybey che riuscì nuovamente a parlare per esporre le sue ragioni tutt'altro che ostili nei confronti della suddetta Madoka e soprattutto sulla sua persona.

« Ascoltami santo firmamento! Kyubey saprebbe ripetere qualsiasi scioglilingua senza sbagliare mai perché è completamente inumano no!? Posso dimostarti che non sono come lui! Fammi dire uno scioglilingua! »

Homura inarcò le sopracciglia, poi caricò il primo colpo dell'arma con fare minaccioso prima di sussurrare con rabbia e sdegno.

« Tigre contro tigre? »

« Tigre contro tigre! Tigre contro tigre! Tigre contro tigre! Tigre contro tigre! Trire tronto tire! Visto! »

La ragazza dai capelli corvini sparò un colpo lasciando un buco in una delle lunghe orecchie da coniglio di Moybey che cacciò un urlo di terrore e si piantò con il volto sull'asfalto emulando una sorta di richiesta di pietà mal riuscita.

« Non spararmi! Non sono stato capace hai visto!? »

« Ma mi prendi per idiota? Anche se tu fossi stato in grado di farlo avresti sbagliato apposta per convincermi! »

« E per quale accidenti di motivo allora ti avrei chiesto di provare con gli scioglilingua allora!? »

« Perché quelli come te fanno così! Si approfittano dell'ingenuità altrui! »

« E allora tu perché me l'hai chiesto ugualmente!? »

« Perché questa linea temporale è tutta un casino e la cosa poteva anche avere un senso! »

« Santo firmamento! Ti rendi conto che te ne vai in giro sparando alla gente e dai del pericoloso a me almeno!? Chi è che non ha senso qui!? »

Una terza voce si intromise in quella discussione priva di logica; una voce calma e priva di qualsiasi forma emotiva che potesse tradire in qualche modo le sue intenzioni: la voce di Kyubey.

« E tu chi saresti? »

Homura non riuscì a fare in tempo a voltarsi verso il suo reale bersaglio che Moybey si era già infilato come un missile sotto il suo vestito da Puella Magi, schiacciandosi ad altezza della pancia ed avvinghiandosi alla vita con tutto ciò che aveva, inclusa la coda e le lunghe orecchie. La ragazza non riuscì a risolvere quell'imbarazzante e fastidiosa situazione, così si limitò a dare le spalle a Kyubey che la stava fissando con la sua indecifrabile espressione vuota.

« Non ti ho creata io. »

Insistette l'alieno, cominciando a camminare attorno alla ragazza che tentò di girarsi nella direzione opposta per nascondere il grosso rilievo che le compariva sulla pancia e tentando in tutti i modi di liberarsene.

« Perciò deve averti creata Moybey. »

Dedusse l'altro, smettendo finalmente di studiarla come se fosse lei un alieno e non viceversa.

« No. Ti sbagli. »

Si sbrigò a smentirlo, mostrandogli sempre le spalle e cercando di rendere la sua voce più sicura che mai.

« Io sono Homura Akemi. Mi trovo qui solo per fermarti, ti basti sapere questo. »

Kyubey inclinò la testa, poi iniziò ad andarsene come se quanto gli fosse stato appena detto avesse un'importanza pari a zero.

« Non cado certo in questo tipo di menzogne. Moybey ha danneggiato questo pianeta realizzando un desiderio in modo assurdo. L'ho creato per migliorare l'efficienza di realizzazione delle Puellae, ma si è rivelato solo un errore di sistema. Adesso voglio toglierlo di mezzo perché se continuasse in questo modo potrebbe mettere addirittura a rischio noi Incubator. »

Spiegò, inclinando la testa all'indietro e trapassando Homura con lo sguardo. La ragazza sentì come una scintilla accendersi dentro di lei, così seppe prontamente rispondere senza destare sospetti.

« Te l'ho detto. Non so di cosa tu stia parlando. »

Rispose, senza ovviamente voltarsi verso di lui che, dovendo procedere nella ricerca, schizzò via agilmente, abbandonandola come se niente fosse stato.

Homura rimase immobile per diversi secondi, pensando al motivo per cui aveva impedito all'odiato Kyubey di trovare quel suo strano e rachitico replicante che si stava ancora nascondendo sotto il suo abito da maga; il suo obbiettivo era sempre stato quello di mettere i bastoni tra le ruote all'Incubator che continuava a portarle via la sua migliore amica che era proprio quella Madoka Kaname a cui Moybey stava puntando. Quest'ultimo fece capolino improvvisamente dal colletto di Homura, facendo uscire solamente la testa e le zampe anteriori ed emettendo dei grossi ed affannati respiri di sollievo.

« Santo firmamento! Ti ringrazio! Credevo che questa volta mi avesse beccato sai? »

« E' vero ciò che ha detto? »

Tagliò corto Homura.

« Che ho fatto uno stramaledetto casino? Sì, certo. »

« No... Che potresti rappresentare un pericolo anche per lui. »

Moybey sospirò, anche se non aveva bisogno di respirare per vivere né i polmoni per farlo, poi si rintanò tristemente dentro il colletto della ragazza, facendo fuoriuscire solo gli occhi e le orecchie.

« Se esaudisco qualche desiderio contorto... E' possibile. »

Homura strinse i pugni e sorrise inconsciamente; mille idee le attraversarono la mente, idee di rivalsa, di vittoria, di sacrifici con un dannatissimo senso, alla fine però si bloccò su di un unico pensiero scaturito da un problema più attuale.

« ... Quando pensi di uscire dal mio vestito? »

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Capitolo 3
*** Tiro! Finale! ***


TIRO! FINALE!

 

 

« Hai trasformato il mondo in una specie di mastodontica crociata contro la negatività che ha come fondamenta l'importanza delle buone azioni e l'amore dello spirito? Perché, nonostante possa sembrare una cosa positiva, mi da l'impressione che si tratti di una enorme idiozia? »

Chiese Homura, incrociando le braccia ed accavallando le gambe, cercando di accomodarsi al meglio nel legno della panchina dove si era seduta assieme a Moybey, dopo aver annullato la propria trasformazione; il gatto alieno continuava a lisciarsi l'orecchia forata dalla pallottola della maga con apprensione, usando le zampe anteriori e mantenendo un'espressione da vittima difficile da sopportare.

« E' una enorme idiozia! »

Confermò, tirando indietro la testa, ma ottenendo solo il tragico risultato di avere un'orecchia nella posizione giusta e l'altra per metà penzolante in avanti; tirò uno tragico sospiro di rassegnazione, poi aguzzò gli azzurri occhi colmi di una strana forma di determinazione mista a stupidità, portandoli su Homura che, impaziente, stava ancora in attesa di una spiegazione più dettagliata di quanto stava avvenendo in quella linea temporale.

« Il motivo per cui stavo pedinando quella Madoka Kaname è proprio legato al fatto che ho bisogno di lei per mettere le cose apposto. Se la convinco a chiedere che tutto torni alla normalità, magari Kyubey ci metterà una pietra sopra. »

« Ma cosa c'è di svantaggioso in una società come questa? Intendo per voi Incubator. »

Moybey rimase in silenzio, ignorando completamente la domanda e scrutando con la bava alla bocca una bancarella di hot dog poco distante dalla panchina dove sedeva.

« Santo firmamento che fame... »

Si lamentò.

Homura posò per un secondo gli occhi violacei sulla bancarella, poi ancora su Moybey ed infine ancora sul cibo, per poi uscirsene con un freddo e per niente delicato commento.

« Per quanto mi riguarda, potresti anche morire di fame, non credo proprio che quelli della tua specie abbiano bisogno di cibo, non ti prenderò un bel nulla. »

« Di un po', tu non mangi mai per il solo gusto di farlo vero? »

« Affatto. »

Nel rispondere, la ragazza sentì una delle zampe dell'esserino punzecchiarle un fianco con insistenza; posò lo sguardo su di lui e si ritrovò davanti ad un sorriso beffardo e maligno, composto da tanti piccoli denti di squalo acuminati.

« La tua ciccia mi impedisce di dar fede alla tua parola. »

Homura rimase un secondo inorridita da quella provocazione, poi si lasciò trascinare dall'impulso di colpire con un pugno l'arrogante alieno che però, all'ultimo secondo, ebbe la prontezza di evitare le sue nocche che andarono quindi a sbattere dolorosamente sul legno della panchina.

« Troppo lenta! Tutto quel lardo ti rende un nemico prevedibile Homura la grassona! So per certo che non sei diventata Puella Magi desiderando di perdere qualche kilo! Anche se al tuo posto sarebbe stato proprio quello che avrei fatto! »

Homura, che era solitamente molto brava nel trattenere i propri impulsi davanti alle provocazioni, trovò una tremenda fatica nel ricomporsi, tanto che il suo occhio sinistro iniziò ad aprirsi e chiudersi da solo per circa due o tre volte.

« Va bene. Ti prenderò da mangiare... Poi però mi spiegherai dettagliatamente cosa sta succedendo in questa linea temporale. »

Senza neanche attendere ulteriore conferma, Moybey balzò sulla spalla di quella che, circa pochi minuti prima, aveva tentato di sparargli addosso e cominciò ad elencare tutti gli ingredienti con cui avrebbe dovuto riempirgli l'hot dog.

« Quindi tu puoi viaggiare nelle linee temporali a tuo piacimento!? »

Chiese poi l'alieno, mentre osservava con occhi luccicanti la preparazione del suo pranzo.

« Non a mio piacimento. Posso solo tornare indietro sino al giorno in cui ho conosciuto Madoka Kaname. »

Rispose l'altra, pagando il conto fin troppo salato per le sue tasche e porgendo il panino all'amico di convenienza che cominciò a farle cadere gocciole di salsa e briciole di pane sulla spalletta della divisa scolastica.

« E perché? »

« Perché voglio salvarla. Ci provo di continuo, ma fallisco sempre... E' frustrante ogni volta di più perché... Cosa... Stai... Facendo? »

Homura voltò la testa verso destra, trovandosi faccia a faccia con il viso sbrodolato di Moybey che, non capendo a cosa si riferisse, la scrutò con sguardo interrogativo, smuovendo le due lunghe orecchie da coniglio.

« Questo rumore... »

Insistette la ragazza, con un'espressione quasi disgustata.

« Questo "vrrrr"? »

Homura fece cenno di sì con la testa.

« Ah! Le fusa! »

« Fai le fusa...? »

« Che ne so, mica le controllo io queste cose. Pensi che i gatti in generale siano contenti di avere quel trapano elettrico attivo ogni volta che dormono e vengono coccolati? Io non ne so molto, ma credo di no. Comunque non hanno nessun significato, nel caso tu te lo stessi chiedendo. »

Homura non riuscì a fare a meno di arrossire per l'imbarazzo e difficilmente fu in grado di rimanere impassibile senza alterare la sua espressione seria e composta con qualche smorfia di sopportazione.

« Oh! Santo firmamento! »

Esplose Moybey, smettendo di ingozzarsi con il suo hot dog e mostrando una faccia talmente preoccupata e terrorizzata che Homura già iniziò a temere il peggio per entrambi.

« Cosa? Che hai? »

« Ma io sono maschio o femmina? »

« Maschio... Kyubey è maschio. »

« Te lo ha detto lui? Cioè lei? Insomma te lo ha detto Kyubey? »

« No... In effetti potrebbe... Ma su cosa accidenti mi stai facendo ragionare?! Sarete asessuati cosa ne so io! »

« E' facile parlare per te! Lesbica. Tu lo sai di che sesso sei! »

« Cosa c'entra questo!? Non lo sono, ed è un insulto colmo d'ignoranza! »

« Edghè ghè gne gne gne. »

Presa dalla più incontrollabile delle forme d'ira, Homura portò la mano alla sua soul gem, in un impetuoso desiderio di trasformarsi e di prendere a calci quell'essere così odioso, ma proprio quando lo fece si accorse che la sua gemma brillava di una luce viola intenso; stava ad indicare una sola cosa, ovvero che c'era una strega, ed anche molto vicino.

« In questa linea temporale avvengono cose differenti da quelle alle quali sono abituata. Sarà meglio che controlli, andiamo! »

Esclamò, lanciandosi in corsa verso il punto segnato dalla soul gem. Moybey si strinse al suo collo usando la lunga coda da ratto e continuò con totale tranquillità a mangiare il suo hot dog; come sempre, in quello strano e caotico animaletto, il desiderio di nullafacenza aveva superato ogni altra emergenza. Riuscì a sottrarsi dalla sua stessa ingordigia solo quando Homura iniziò a trasformarsi, allora cominciò ad urlare a squarciagola.

« Super amazzone del tempo! Power on! Yeah! »

« Ma cosa accidenti stai dicendo? »

« Mai visti i Super Sentai tu eh? »

« Quella roba da otaku? Ma perché dovrei!? »

« Neanche a Suor Sakura piacciono... Ho capito! Le maghe sono per femmine ed i Sentai per maschi! Sono maschio! »

« Ci sono ragazze che li guardano. »

Quell'ultima nota di perfidia da parte di Homura venne subito seguita da un grido straziato di Moybey che si ritrovò ancora con lo stesso dubbio che gli tormentava le cervella, poi entrambi entrarono nella dimensione della strega. All'interno furono accolti da un paesaggio colmo di siringhe, pasticcini e topolini ridotti in briciole da qualcuno che, evidentemente, li aveva preceduti. Homura, senza fare domande, continuò spedita verso il cuore di quella dimensione astratta, ricordando che Charlotte, la strega che vi viveva, aveva la pessima abitudine di mangiarsi Mami a colazione; ovviamente però non era affatto preoccupata per quest'ultima, bensì più per il fatto che forse, come era già avvenuto altre volte, Madoka potesse trovarsi con lei e quindi in pericolo. Tutte le sue preoccupazioni però vennero pesantemente stroncate dalla comparsa in scena del corpo senza testa della stessa Mami che, in abito da Puella Magi, sembrava impegnato a prendere a calci una specie di palla che continuava a schiantarsi contro la strega Charlotte, ancora in una forma minuta e fanciullesca che altro non sapeva fare se non subire quegli attacchi senza sosta.

« Oh! Mami è già arrivata! »

Osservò Moybey, terminato il suo piccante e farcito pasto, intento a leccarsi ancora con avidità le punte della zampa anteriore.

« Mami? Ma è senza testa! »

Obbiettò sconvolta Homura, più confusa che mai. Moybey si grattò la testa con le lunghe escrescenze delle orecchie, ridendo come per mascherare qualcosa di molto più grave di una spiegazione calzante che la ragazza semplicemente ignorava.

« Non è che sia proprio senza testa! Diciamo che non ce l'ha apposto! »

Mentre Moybey si affermava ancora una volta come il peggiore degli informatori di sempre, facendo capire ad Homura che non avrebbe di certo chiesto a lui indicazioni stradali se si fosse persa, la strega Charlotte vomitò dalla sua piccola e candida bocca un enorme verme a pois multicolore e con il volto da clown con il naso lungo ed appuntito. Il corpo decapitato di Mami rimase immobile di fronte a quella creatura uscita direttamente dai peggiori film horror di serie b, poi piantò a terra l'oggetto che aveva calciato per tutto quel tempo, che si rivelò essere la sua stessa testa con un'espressione più morta che viva stampata sopra, poi si mise a caricare un nuovo colpo di piede.

« Go! Go! Go! Zombie Mami! Tiro Finale! »

Urlò Moybey, mentre la morta vivente prendeva a calci ancora una volta la sua medesima testa, sparandola come un missile dentro la bocca di Charlotte che non poté fare a meno di ingoiare quel proiettile che la fece saltare in aria come se fosse stata di cartapesta.

« Visto?! Ce l'ha la testa! Eccome! »

Enfatizzò l'alieno, mentre la dimensione della strega svaniva per dare nuovamente spazio alla pura e semplice realtà.

« Quella sarebbe una maga che hai creato tu? Ma è... »

Borbottò Homura, fissando la Mami di quella dimensione rimettersi la testa sulle spalle e tentare di camminare ciondolando come un'ubriaca di sabato sera.

« Già... Vengono piuttosto male... »

« ... Mille volte più forte della Mami che ho incontrato nelle altre linee... »

« ... Ah! Davvero? Cioè, ovviamente, sono un professionista io. »

« Ma allora non capisco... Perché Kyubey in fin dei conti ce l'ha tanto con te? »

Moybey sospirò frustrato.

« In questo mondo nessuna diventa più una Puella Magi, né tanto meno una strega, mentre quelle poche rimaste vengono fatte a pezzi come hai visto. E' una realtà corretta e giusta, nessuno ha niente da desiderare, sono tutti contenti. »

« Quindi neanche la notte di Valpurga sarà un problema no!? »

« Per niente... Anzi, credo che una volta che riusciranno ad eliminare quella strega... Kyubey ritirerà tutto dal gioco e si cercherà un altro pianeta. »

« Ma è fantastico! Moybey tu hai salvato tantissime anime! Hai salvato anche me! »

« Su questo ho i miei dubbi... Vedi... Tu sei stata creata da Kyubey, anche se in un'altra linea temporale. Se lui decide di far sparire ogni traccia di sé da questo mondo... Ciao ciao Homura la grassona. »

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Capitolo 4
*** Capitolo senza titolo! ***


● Capitolo senza titolo; la voglia manca.
 
Lista dei piatti disponibili al MacArcangelo;
Panino  Maria “quasi” vegetariano con sorpresa;
Uovo alla Giuda Iscariota ( per risparmiatori a sole poche monete d’argento);
Supremo gelato di Buddha condensato in salsa agrodolce;
Patatine piccanti alla Lucifero;
Olimpo Cola ( gusto elettrizzante/gusto aldilà);
 
 
« Non vorrò mai più saperne di chiesa una volta risolto quest’increscioso problema, a costo di finire davvero all’inferno. »

Brontolò Moybey, ciondolandosi avanti ed indietro con la testa sopra quel menù che stava facendo uscire di testa la povera Homura più di quanto la Mami calciatrice di poco prima fosse riuscita a fare con la sua splendida performance di caccia alla strega. La ragazza fece scorrere il dito casualmente su uno dei tanti strambi piatti offerti dalla casa, poi lo comunicò alla cameriera in abito da messia che stava attendendo con una pazienza, ironicamente, quasi divina; Homura si era anche resa conto che non le sarebbe neanche bastato bloccare il tempo per poter scegliere effettivamente il piatto più adatto ai suoi gusti.

« Questo qui! Il… »

Per un secondo rimase incredula a fissare ciò che stava ordinando, senza accorgersi di leggerne il nome ad alta voce.

« …Grande Leviatano bandito dal paradiso per l’eccessiva quantità di sapori piccanti e distruttivi contenuti in esso; composto da aglio, olio, peperoncino e diverse tipologie di animali tra cui l’armadillo, il varano e alle volte, ma solo alle volte, anche moffetta. Può avere effetti collaterali, leggere attentamente il foglietto illustrativo, se il sintomo persiste consultare il becchino; può causare infarto, morte apparente, cambio di sesso, ubriachezza, capacità di comunicare con lo scrittore che sta stendendo quest’ammasso di idiozie. SIGNORI BENVENUTI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE! »

La cameriera messia annuì svariate volte, prendendo attentamente appunti sul suo taccuino per le ordinazioni, mentre Homura riprendeva finalmente fiato da quella lettura quanto affaticante, quanto sorprendente, ignara che presto si sarebbe trovata proprio di fronte a ciò che lei stessa aveva evocato tramite il menù: il Grande Leviatano.
Moybey osservò la sua discutibile compagna di tavolino, poi congedò la cameriera ordinando un semplicissimo “hot dog della domenica” ed infine si mise nuovamente a dondolare, tentando vanamente di mordersi l’orecchio che gli penzolava in avanti a causa del colpo di pistola che l’aveva squarciato.

« Allora, Homura la grassona, mi sembra che io e te abbiamo un interesse comune adesso! »

Esordì poi improvvisamente, ponendo le zampe anteriori in avanti come un esperto uomo d’affari e ghignando con malignità, mentre la ragazza boccheggiava ancora nel vano tentativo di riprendere la cameriera e bloccare così quell’ordine assurdamente esagerato.

« In verità… »

Mormorò lei, piazzando la soul gem viola, simbolo del suo potere, sul tavolino davanti gli occhi azzurri di Moybey.

« … Mi chiedevo se fosse possibile per me semplicemente andarmene da questa linea temporale. E’ vero che qui Madoka è in salvo, però rischio di svanire per sempre nel nulla! Senza contare che questo mondo mi preoccupa, mi sembra troppo facile evadere il “problema Kyubey” in questo
modo. »


Moybey sbuffò con aria di superiorità, usando due dita per lisciarsi una delle lunghe escrescenze che gli uscivano dalle orecchie, imitando il gesto che Homura era solita fare con i suoi capelli, schernendola e facendola inevitabilmente alterare. Con una mossa furtiva della coda da ratto poi si impadronì della soul gem della ragazza che, con non poca goffaggine, allungò le mani verso il gatto alieno, tentando di strangolarlo; quest’ultimo balzò con semplicità sul braccio allungato di lei e camminò fin sopra le sue spalle, per farle capire che non aveva intenzione di mangiarsi la soul gem o cose simili.

« Povera Homura, il colesterolo ti ha inceppato il cervello! »

Se ne uscì, con tono canzonante e colmo di scherno, facendo dondolare pericolosamente la soul gem sulla punta della coda e distendendosi in tutta la sua lunghezza sopra Homura.

« Ti spiegherò come funziona ok? Questa è la linea temporale di Moybey, ovvero la mia, però io, al contrario di Kyubey, sono una sorta di errore imprevisto, perciò possono esistere tante linee temporali senza di me! Al contrario se Kyubey decide di annullare completamente la sua esistenza dal pianeta Terra allora… In qualsiasi linea tu possa spostarti ti ritroverai all’infinito su questa capisci? »

Homura si portò entrambe le mani sulla testa, scuotendola disperatamente e rischiando di far cadere Moybey sul pavimento, assieme alla sua indispensabile soul gem. Nello stesso momento giunse la cameriera con le due ordinazioni: il modesto hot dog di Moybey ed un enorme piatto dalle apparenze indescrivibili, composto da ogni sorta di cosa una persona potesse conoscere. I due piatti vennero posati sulla tavola e Moybey si sbrigò a lasciare la pietra viola accanto alla maga, per potersi poi gettare a capofitto nel suo amato hot dog; Homura rimase invece paralizzata davanti all’aberrante imponenza della sua pseudo cena.

« Quest’affare… »

Mormorò quasi terrorizzata, attirando l’attenzione dell’Incubator goloso di wurstel.

« … Mi sembra quasi che respiri… »

Aggiunse con una nota di disgusto.
 
 
PARENTESI DI MOYBEY!
Come si prepara il Grande Leviatano!?
 
« Vi sarete, indubbiamente, chiesti come si cucina la prelibata pietanza ordinata dalla mia grassa compagna d’avventura in questo capitolo dico bene?! Ma soprattutto, scommetto che non vedete l’ora di potervela cucinare da soli nella vostra stessa cucina, magari per fare una sorpresa (o una cattiveria) a qualcuno! Perciò io, il vostro amato Moybey, vi spigherò come ottenere questa fantastica leccornia in pochissimi passi! Tanto per cominciare, avrete bisogno di un fucile di grosso calibro e di conoscenze particolari nell’ambito della caccia d’animali protetti ( in particolar modo dei panda, di big foot e molti altri esseri mitologici che, persone poco colte, vi avranno spacciato per leggende); se possedete già un fucile in grado di abbattere un elefante adulto allora passiamo alla seconda cosa INDISPENSABILE: una Puella Magi. Quest’ultima serve per poter cacciare i corpi di Kyubey che danno un sapore sopraffino al piatto (se ve lo state chiedendo la risposta è: sì, Kyubey mi sta cercando anche per quest’increscioso problema, ogni anno ne muoiono almeno otto milioni). La mia pupilla, Suor Sakura, è una grandissima esperta di caccia all’Incubator! E lo vende anche all’etto presso ogni cattedrale del pianeta! Perciò non esitate a chiedere! Infine per ultimo… Ma non meno importante (a quanto mi dice l’autore della storia) lasciare una recensione ai suoi lavori!
Mescolate il tutto in un pentolone da strega e quando tutto ciò che vi avrete gettato si amalgamerà in un ammasso senziente di schifezze e bè… Voilà!  »
 
PARENTESI DI MOYBEY
Fine
 
 
Homura si avventò improvvisamente, con foga e voracità, sul suo enorme piatto di carne, iniziando a dilaniare quasi con rabbia ogni cosa gli capitasse tra le grinfie. Presa dallo sconforto generale di ritrovarsi intrappolata in quella caotica linea temporale ed avendo come unica possibilità quella di svanire nel nulla assieme all’odiato Kyubey aveva totalmente perso il lume della ragione. Tutto ciò per cui si era impegnata era stato distrutto in poche e semplici spiegazioni da parte dell’alieno fastidioso; non sarebbe mai stata in grado di salvare Madoka, né tanto meno divenire parte della sua vita e neppure un suo ricordo, sarebbe scomparsa come un castello di sabbia costruito da un bambino che non ne avrebbe mai custodita memoria perché troppo impegnato a godersi la propria vita spensierata.

« Ehm… Homura la grassona? Io scherzavo quando ti davo della cicciona… »

Esordì Moybey, stomachevolmente colpito dal modo in cui la ragazza si stava sporcando di salsa mangiando come una sorta di tirannosauro dopo un ramadan.

« Sta zitto! E’ colpa tua! Guarda cosa mi hai fatto! »

Urlò in lacrime lei, fulminandolo con lo sguardo per poi tornare ad ingozzarsi voracemente; oramai quell’incomprensibile linea temporale le faceva pensare alla sua vita come uno scarabocchio insensato su di un foglio destinato a rompersi e non riusciva più a dare un freno alle sue emozioni.

« Io non pensavo che potesse accadere! Perché?! »

Continuò a urlare, pervasa dagli effetti collaterali di quel pasto demoniaco. Le sue grida cominciarono ad attirare gli sguardi incuriositi dei clienti e Moybey iniziò a sentirsi in imbarazzato per lei.

« Mi dispiace! Sul serio! Non volevo offenderti! »

Tentò il gatto alieno, pensando ancora che la causa del tormento di Homura fossero state le insinuazioni sul suo peso.

« Io ci credevo! Lo capisci! Perché hai fatto questo?! »

Le persone attorno a loro avevano intanto dato inizio ad un collettivo scambio di sussurri ed ipotesi sul motivo per cui quella ragazza fosse in condizioni tanto disastrate.
Alla fine Homura si accasciò accanto alla sua disgustosa ordinazione, affogando il volto nelle braccia, piangendo disperatamente, ma in modo più dignitoso e meno assordante, cosa che fece intuire a tutti che lo spettacolo era terminato. Moybey si degnò di prendersi una pausa dal divorare l’hot dog e balzò sul tavolino per poi sedersi accanto alla testa della maga, iniziando ad accarezzarle i lunghi capelli neri con una delle zampe anteriori.

« Eddai… Io stavo solo scherzando, non sei affatto grassa. Anzi, sei molto carina! Magari dovresti sorridere di più ma… »

« Non è quello il problema idiota! »

Ringhiò lei, senza neanche alzare la testa dalla nicchia formata dalle sue braccia.

« Allora cosa c’è che non va? Non ti piace il Leviatano? »

Homura allungò improvvisamente le mani sul povero Moybey che si ritrovò stretto in una gelida morsa che continuava a scuoterlo avanti ed
indietro.


« C’è che tra non molto sparirò! Per sempre! Tutti i miei sogni, i miei desideri, tutto svanirà con me capisci! Come se non fossi mai esistita! E non
posso fare nulla per evitarlo! Stupido schifoso animale! Sei peggio di Kyubey! Peggio! »


« Smettila di scuotermi santo firmamento! Ho appena mangiato! »

« Ma la possiedi un’etica morale almeno!? »

Sbraitò la ragazza, mollando la presa e non riuscendo a trattenere nuove lacrime che andarono a rigarle il viso sporco di salsa rossastra.
Moybey si riprese con difficoltà, trattenendosi dal vomitare la parte dell’hot dog che aveva appena mangiato; osservò quella glaciale ragazza che l’aveva aggredito poche ore prima, procurandogli anche un orrendo foro di proiettile sull’orecchio, allora gli era sembrata una tipa autoritaria e sempre pronta a tutto, ma evidentemente lei era molto più di quella maschera taciturna e seria che sfoggiava con tanta freddezza. L’alieno prese il tovagliolo di Homura, poi lo usò per pulirle il viso sporco di salsa; quest’ultima lo osservò con incredulità, sorpresa e sconvolta a tal punto da non
essere in grado di ribellarsi o di reagire di fronte a quell’azione inaspettata.


« Anche io sparirò Homura. Se Kyubey mi trovasse allora non avrei speranze capisci? Possiamo solo sperare di riuscire a cambiare questo mondo

perfetto e privo di desideri da esaudire, altrimenti sia io che te faremo una brutta fine.  »

Homura tirò su con il naso, poi prese il tovagliolo dalle mani di Moybey per pulirsi meglio e ritrovare un po’ di contegno.

« Sai… Pensavo ad una cosa. »

Aggiunse lui, con l’orecchia forata che continuava a ciondolargli davanti agli occhi.

« E se magari, dico magari, tu stringessi un contratto con me? »

Homura inarcò le sopracciglia confusa e disorientata.

« Se ti fidi ecco… Non ti ritroverai senza testa come Mami te lo garantisco! Alla fine tu hai stretto un patto con Kyubey e non con me; la tua
anima è nella soul gem, potrei spostarla in una nuova. »


« Come hai fatto a stringere contratti sino ad ora? »

Chiese la ragazza con una nota di scherno nel tono di voce. Moybey la fissò incredulo, senza capire esattamente dove ella volesse andare a parare.

« Nel senso… Andavi dalle ragazze e dicevi in questo modo? “Ecco.. Se ti va.. Magari..” »

« Ma quando mai! Lo facevo perché mi sembravi traumatizzata e triste! Volevo avere, come hai detto tu, “un’etica morale”. Altrimenti avrei fatto…
Così! »


Furioso per la critica ricevuta, Moybey balzò di fronte alla ragazza, le prese la mano dove risiedeva la soul gem trasformata in anello magico e poi esordì con…

« Homura Akemi, vorresti tu stringere un contratto con questo potentissimo alieno di nome Moybey ed aiutarlo a salvare non solo la propria vita, ma anche la tua? »

Incapace di trattenere le risate, Homura ritirò la mano e si coprì con essa il viso; le dava fastidio ammetterlo, ma nonostante quell’esserino insulso le avesse causato così tante grane in poche ore in quel momento era riuscito a rinnovarle la speranza ed a migliorarle l’umore.

« Sembra una proposta di matrimonio, idiota. »

« Insomma! Vuoi farlo con me sì o no? »

« Stendiamo un velo pietoso, neanche te lo dico cosa sembrava quest’ultima proposta. »

« Santo firmamento! Vuoi stringere un contratto con me per rimediare a questo casino!? »

Una voce tonante, assieme ad un’ombra talmente possente da oscurare entrambi, irruppe nella loro discussione.

« Qui nessuno stringe contratti di alcun genere! La gestione è appena cambiata! »

Disse l’enorme figura in cappotto e cappello neri, alta circa tre metri.

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Capitolo 5
*** Cambio gestione! ***


  ● Cambio di gestione!

 

 

« Cosa vedono però le mie fosche pupille aliene! »

Esclamò allarmato l'enorme individuo con cappello ed impermeabile entrato all'interno del fast food, facendo un passo indietro ed allungano le mani in avanti come se fosse appena stato sorpreso da qualcosa di incredibile. Lo spesso cappello da lui indossato emanava una così densa ed oscura ombra da rendere impossibile la visione del suo aspetto che, vista la voce tonante e possente, poteva anche essere quello di un drago parlante.

Il tipo, senza perdersi in spiegazioni, afferrò con entrambe le gargantuesche mani i fianchi di Homura e la sollevò da terra come se fosse un fuscello; la ragazza, ancora sporca dei resti del suo improponibile piatto di carne e chissà quali altri ingredienti, era ancora talmente sconvolta e provata dal suo stesso piagnisteo di poco prima e dall'arrivo di quel misterioso tipo alto tre metri, non oppose nessuna resistenza e, come del resto stava facendo Moybey, si limitava a tenere gli occhi sbarrati colmi di sorpresa ed incredulità.

« E tu saresti una Puella Magi? Oh! Ma dobbiamo darci una ripassata signorina! Se gli altri arrivano qui a ti trovano in queste condizioni siamo tutti fregati! Mi hai capito?! Forza! »

Sbraitò il titanico sconosciuto, posando Homura a terra ed iniziando a frugare dentro le enormi tasche del cappotto che sembravano contenere una seconda dimensione al loro interno.

« Capisco che non è proprio il massimo, ma di qui a dire che è impresentabile... »

Borbottò Moybey, ancora nel suo stato di menefreghismo generale che lo spingeva più a dire idiozie che a preoccuparsi della situazione generale.

« Zitto tu piccolo Incubator deforme! Già tanto che non ti caccio dal locale! Oh! Ecco cosa potrebbe fare per te! »

Grugnì con entusiasmo il colosso, sfoderando dalla tasca un lungo lenzuolo azzurro con una soddisfazione tale da far indugiare Homura sulla sorpresa che avrebbe dovuto provare nel sentire qualcuno, oltre alle Puellae Magi, rivolgersi ad un Incubator con quella tranquillità ed indifferenza; dopodiché, prima che la ragazza riuscisse a dire qualsiasi cosa, il lenzuolo color cielo si calò su di lei, per poi essere tirato indietro con la stessa abilità di un mago che estrae la tovaglia da sotto i piatti senza infrangerne nessuno.

« Voilà! Come direbbe mia moglie, se ne avessi una, “se mi tradissi con lei, lo capirei!”. »

Esclamò con immane soddisfazione lo sconosciuto, continuando a far ciondolare il lenzuolo come una bandiera.

« Oddio! Ma tu sei un mago!? Adesso puoi migliorarle i capelli? Sono pieni di doppie punte! »

Lo seguì a ruota Moybey, fissando Homura con un'insolita attenzione, mentre quest'ultima continuava a guardarsi attorno incredula, senza riuscire a dare un senso a ciò che le era appena avvenuto in quegli ultimi secondi; tuttavia, quando gran parte dei clienti iniziò a fischiare ed a indicarla con foga, si trovò costretta a posare lo sguardo sul suo corpo e si rese conto che l'uomo misterioso le aveva fatto sparire i vestiti di dosso, sostituendoli con una divisa da cameriera estremamente corta e scollata, con tanto di autoreggenti a rete.

« Questo, mia cara, sarebbe perfetto con la sua pelle candida e la sua chioma oscura! Non faccia complimenti! Cammini un po'! Lo provi! Faccia una piroetta! Danzi per noi! »

Si esaltò il titano in impermeabile, invitandola con le mani ad eseguire tutte quelle azioni che le aveva elencato; al contrario però, Homura non era intenzionata a tenersi quei vestiti e, subito dopo essere arrossita in volto, esplose in una serie di urla e di imprecazioni.

« Ma cosa ti salta in mente?! Qual'è il tuo problema?! Fai ricomparire i miei vestiti o ti faccio saltare la testa! »

Nella minaccia, Homura portò la propria mano alla soul gem e tentò di trasformarsi, ma la grossa e verdastra mano dello sconosciuto fu più rapida e la privò dalla sua preziosa gemma viola.

« Calmi i bollenti spiriti signorina! Se non le piace l'abbigliamento da cameriera possiamo cambiare in calciatrice, o piccola cantante... Non c'è cosplay che non possediamo! »

La rassicurò stupidamente poi, togliendosi il cappello con entrambe le mani ed usando una certa eleganza, rivelando una testa piena di scaglie, lunghi capelli neri ciondolanti in stile rasta adornati da tanti anelli dorati, degli occhi da rettile e delle piccole chele piantate sulla ancor più minuscola bocca.

Di fronte a quell'orribile visione ed all'incapacità di potersi trasformare per difendersi Homura, tornata fredda e calcolatrice di fronte al pericolo, ignorò tutti gli sguardi perversi che le stavano cadendo addosso e si rivolse risolutamente a Moybey.

« Presto! Non so chi sia questo coccodrillo pervertito! Ma se non facciamo quel contratto...! »

Nel vedere Moybey fermo a fissarla senza dire nulla, quasi sentì un brivido di spavento, temendo che l'astratto Incubator fosse rimasto vittima di un ipnosi e fosse quindi divenuto incapace di sentirla; solo pochi secondi dopo si ricordò di cosa ella stessa indossando e, per quanto ridicolo le potesse sembrare, comprese il motivo dell'alienazione del gatto alieno dalla realtà.

« Gambe... Fianchi... »

Borbottò lui, con un rivolo di bava dalla bocca.

« Contratti!? »

Fece eco lo strambo alieno scaglioso, portandosi le mani sui fianchi ed iniziando a ridere a più non posso, mentre finalmente le persone all'interno del locale erano riuscite a schiodare gli occhi dalle forme di Homura ed a comprendere che un mostro alto tre metri si trovava a pochi metri da loro, cosa che li convinse a darsela a gambe levate.

« Qui non si fanno più contratti! »

« Che intendi dire?! »

Chiesa la ragazza in veste da cameriera osé, cercando di spingere disperatamente la gonna verso il basso con una mano e svegliando Moybey con l'altra strattonandogli l'orecchia già ferita dalla pallottola.

« Perdonami signorina! Le sue condizioni mi avevano così sconvolto da impedirmi di presentarmi! Siccome gli Incubator non sono più in grado di fare il loro lavoro su questo pianeta, in attesa che se ne vadino, noi stiamo tastando il terreno per organizzarci al meglio! Siamo i Pedators! »

Nel sentire quelle strampalate spiegazioni, Homura fece una smorfia contorta e confusa, per poi voltarsi verso Moybey che la fissava con ancor più titubanza.

« Di questi non mi avevi detto nulla! »

Lo sgridò lei.

« Pensavo che lo “sparire” fosse una motivazione abbastanza grande da spingerti ad aiutarmi ad evitare che Kyubey se ne andasse definitivamente dal pianeta! Che ne sapevo che questi si facevano i giri turistici prima del tempo!? »

« E adesso come usciamo da questa situazione!? Ha preso la mia soul gem! Anche se volessimo fare il contratto non posso darti la mia anima! »

« Cosce... Chi la vuole la tua anima... Possiamo fare con il corpo per stavolta? »

« SMETTILA DI FARE IL PERVERTITO! NON SONO NEANCHE DELLA TUA STESSA SPECIE! »

Improvvisamente il Pedator mise fine alla discussione schiacciando con violenza il tavolino del fast food con uno dei suoi grandi piedi artigliati e facendo schizzare il piatto del grande leviatano in tutte le direzioni, macchiando pavimenti e mura.

« Vedi ragazzina... »

Cominciò in modo solenne.

« Come Kyubey, anche noi abbiamo due nomi... Quello che usiamo per presentarci formalmente ed il nostro nome reale. »

« E come vi chiamate realmente? »

Intervenne Moybey, con un tono di una curiosità quasi inaspettata.

« Inculator. »

« Era meglio se stavo zitto. »

« Voi stupidi pupazzetti dovreste sempre tenere la bocca chiusa. I vostri metodi sono sbagliati ed anche fin troppo compassionevoli! Vi mostreremo come si raccoglie speranza e disperazione dalle ragazzine in perfetto stile perverso! Noi uniamo il divertimento al lavoro! Siamo degli esperti cosa credi? »

Nell'udire “stile perverso” Homura, continuando a nascondersi le gambe con la gonna, cominciò ad avere i peggiori presentimenti che le riportarono la memoria a certi siti pornografici che aveva casualmente visto per errore e, per la prima volta, Kyubey non gli sembrò poi così mostruoso, se paragonato a quell'alligatore pervertito che solo dal proprio nome faceva intendere cosa sarebbe finita alle disgraziate come lei che fossero cadute tra le sue grinfie. Tuttavia, proprio quando cominciava a temere il peggio ed incrociava gli occhi da rettile soddisfatti del suo nuovo nemico, una figura si parò dinanzi a lei, come uno scudo pronto a difenderla; si trattava di una suora dagli occhi rossi e l'espressione alquanto compassionevole nei confronti del Pedator.

« Kyoko?! »

Borbottò Homura, incapace di farsi subito una ragione del vedere quella Puella Magi rozza e mascolina nella vesti di una suora dall'aspetto così amorevole.

« Oh! Suor Sakura! Ce ne hai messo di tempo ad arrivare! »

Esclamò Moybey, con la testa rivolta verso la suora ma con gli occhi spostati in modo anomalo verso Homura, come se fosse incapace di scostare le pupille dalla visione di una ragazza con quel completo erotico.

« Santa pazienza divina! Guarda che misfatto! »

Esordì Kyoko, portandosi le braccia sui fianchi come una maestra adirata con i propri alunni.

« Moybey! Non avrei mai creduto che l'ultimo da rimproverare potresti essere stato tu! Ma devo ricredermi oibò! Cosa mi tocca vedere! Che OSCENITA'! Ragazze con completi pornografici! »

Tuonò poi, voltandosi verso Homura e sollevandole la corta gonna con un colpo di mano, lasciandola in balia degli occhi del gatto alieno.

« Screanzata! Ma ti pare il modo di vestirti?! Andrai all'inferno! Nel girone dei lussuriosi! »

« Io non mi vesto così! E' quel tipo che mi ha fatto indossare quest'oscenità! »

« Ah Ah! Quindi è un ovvio caso di sfruttamento di minori da parte di... »

Ipotizzò la suora, voltandosi verso il rettile alieno che era rimasto quanto incredulo quanto lo erano stati Homura e Moybey nel vederlo arrivare all'improvviso in quel locale.

« … Di... Mi scusi, cosa è lei? »

« Sono Pedator. Esponente della razza che prenderà in custodia il vostro pianeta e tu, con quegli abiti che oscurano la tua giovane bellezza non vai affatto bene per darmi il benvenuto. »

Kyoko rimase in silenzio ad osservare la minaccia aliena, poi sorrise dolcemente ed inclinò la testa con fare caritatevole.

« Credo che lei si confonda; questo pianeta è sotto la custodia dall'onnipotente e se lei ha intenzioni di opporsi a ciò dovrò eliminarla. »

Nel sentire quella minaccia lanciata da una ragazzina piccola e gracile, il Pedator esplose in una risata imperiosa e colma di sarcasmo, poi lanciò improvvisamente uno schiaffo in pieno volto alla benevola suora che però, con sua grande sorpresa, si limitò semplicemente a scostare la testa ed a perdere qualche goccia di sangue dal labbro inferiore.

« Oh... Questo non doveva farlo... »

Si allarmò Moybey, riuscendo finalmente a vedere qualcos'altro che non fosse Homura ed il suo improbabile vestito.

« E' una maga anche lei?! Se non si trasforma... »

Esclamò Homura, venendo però subito zittita da Moybey che la rassicurò.

« Quell'abito da suora è il suo costume... »

Kyoko rimase in silenzio per qualche secondo poi, sotto gli occhi increduli del mostro, si succhiò il sangue che le usciva dal labbro inferiore e poi lo sputò verso di lui. L'alieno non riuscì neanche a comprendere cosa stesse succedendo che il piccolo pugno della suora investì prima lo stesso sputo sanguinolento e poi la sua faccia squamosa con una potenza tale da spaccargli una delle piccole chele che si ergevano sopra la bocca in miniatura e da spazzarlo via di diversi metri sino a farlo sbattere contro una parete.

« Se tu mi avessi fatta finire di elencare i motivi per cui ero qui senza scaldarti, magari te la saresti cavata con una sculacciata, ma... »

Ringhiò Suor Sakura, pestando uno dei resti del grande Leviatano che era stato sparso per tutto il locale.

« … Oscenità in luogo pubblico! Bestemmie! Cibo sprecato! Aggressione! Adesso ti tramuterò in una borsetta d'alligatore a forza di marrovesci! »

 

 

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Capitolo 6
*** Fine!? ***


Fine?

 

Homura raccolse titubante la propria soul gem caduta dalle mani del mostruoso alieno rettile, dopo che quest'ultimo era stato spazzato letteralmente via da un pugno della Puella Magi in costume da suora che sembrava piuttosto adirata dal suo comportamento, tant'è che sulla sua fronte continuava a pulsare una vena che si gonfiava sempre di più ed i suoi denti continuavano a strofinarsi gli uni sugli altri, emettendo lo stesso rumore di usa sega circolare sul ferro.

« Le ragazze magiche di questa linea temporale mi preoccupano... Sono davvero troppo forti! Tutta quella potenza in un solo pugno? La Kyoko che ho conosciuto io non arriverebbe neanche a metà della potenza offensiva di questa qui. »

Commentò poi, attirando inevitabilmente l'attenzione della suora che, dopo essersi improvvisamente ripresa dal quel raptus omicida di qualche secondo prima, si fiondò verso di lei prendendole la mano e stringendola forte tra le sue, come se cercasse di pregare con essa.

« Non temere sperduta pecorella! Nessuno ti vestirà più da scostumata! Forza, recitiamo quattro Ave Maria insieme per espiare i peccati che quel serpe dell'Eden ti ha costretta a commettere! »

Esordì, fissandola negli occhi con una dolcezza del tutto innaturale per il suo solito carattere; il desiderio di Moybey doveva aver eccessivamente alterato, oltre al mondo, anche la personalità della ragazza che da volgare e mascolina si era trasformata in un perfetta monaca.

« Moybey! Anche tu devi recitare le Ave Maria! »

Strillò la suora dall'espressione benevola, facendo schizzare l'alieno da dove si trovava e costringendolo a urlargli contro con non poca foga.

« Io!? Io?! Non ho fatto niente stavolta! Se tu mi ascoltassi te lo farei anche capire! »

« Prego allora, piccola nuvoletta del paradiso. »

« Io stavo camminando per strada con non poco stile, quando all'improvviso questa tipa in abito sexy, anche se allora non era in abito sexy, mi salta addosso urlando minacce di non poco conto! Subito dopo mi spara ad un orecchio, nonostante io fossi riuscito a dimostrarle di non sapere fare lo scioglilingua! Poi mi ha offerto un hotdog, ma siamo dovuti correre da una strega che Mami ha fatto fuori come suo solito! Allora lei ha iniziato a blaterare una marea di fetenzie molto omosessuali qui al fast food! Poi sé messa a piangere come una pazza ed ho dovuto pure consolarla e allora, come se la mia giornata non fosse stata abbastanza tragica di per sé, si è presentato anche quel pazzo squamoso che ha iniziato a pretendere il dominio globale! Chi è la vittima di tutto questo!? IO! »

« Tu la vittima!? Tutto questo è opera tua! Bestia infame e pervertita! »

Schizzò improvvisamente Homura, sentendosi chiamata in causa dalle insinuazioni di Moybey che sembrava volersi tirare fuori dalla situazione che lui stesso aveva creato senza guardare in faccia nessuno; ancora non capiva se poteva fidarsi di quell'essere quanto simile a Kyubey, quanto cerebralmente leso.

« Guardi Suor Sakura! E' tutto il giorno che mi tratta così! »

Kyoko si parò in mezzo ai due, poi afferrò la mano di Homura e la zampa di Moybey, costringendole ad incontrarsi.

« Adesso fate la pace su. »

I due si fissarono con astio e reciproco disprezzo prima che un'ombra oscura si calasse sopra di loro, ricordandogli che quell'alieno pervertito non poteva certo essere finito all'altro mondo con un semplice pugno; infatti si era rialzato e li scrutava dall'alto della sua imponenza, mostrando i denti della piccola bocca e schioccando l'unica chela rimastagli sulla faccia.

« Quindi mi faccia capire, piccola suora impertinente; lei si oppone al nostro dominio? »

E senza attendere una risposta, si strappò di dosso l'enorme giubbotto usando solo la forza dei muscoli che si gonfiavano e si tendevano talmente forte da rilasciare persino piacevoli brezze che fecero sventolare i capelli di Homura, più sorpresa del fatto che Kyoko fosse stata in grado di prendere a pugni un essere di quelle dimensioni.

« Vedo che ancora, signor Pedator, lei non ha inteso la gravità dei suoi crimini. Speravo di averla fatta rinsavire con quel pugno di poco fa, ma mi vedo costretta a chiederle nuovamente di desistere dal suo intento. »

Sentendo le parole di Kyoko, il rettile esplose nella sua classica e possente risata, piazzandosi i pugni sui fianchi muscolosi e definiti.

« Ragazzina! Con chi credi di avere a che fa eh!? Sappi che io sono uno di quelli che la domenica resta a letto! »

Il respiro di Kyoko si bloccò all'improvviso e la sua espressione caritatevole e gentile subì un mostruoso calo d'allegria, divenendo brutale ed infuriata; allo stesso modo Moybey scambio la sua faccia offesa con una più preoccupata.

« Cosa è …. Che fai... Tu? »

Mormorò la suora dagli occhi rossi iniettati di sangue, facendo suonare le ossa delle proprie nocche, come se si preparasse a dare il via ad una rissa da strada senza precedenti.

« Signor Pedator... Credo che lei non si renda conto... »

Cercò di intervenire Moybey, che però ebbe meno attenzione di quanto si aspettasse, tant'è che il rettile, continuando a ridacchiare, puntò uno dei muscolosi diti verso Kyoko, provocandola ulteriormente.

« E non solo! Io mangio carne rossa la notte della vigilia! Al sangue! »

« Ma cosa sta dicendo? »

Domandò Homura, venendo sorpresa da una serie di crepe su pavimento che avevano origine proprio da dove si trovava Kyoko; la suora si stava legando il rosario che le pendeva dal collo alle nocche della mano destra e continuava a fissare con la stessa espressione colma d'ira il suo avversario che, senza timore, non esitò a calcare la mano.

« Non ho fatto nessuna delle consacrazioni! Neppure il battesimo! »

Sentendo quell'ultima insopportabile blasfemia, Kyoko rilasciò nell'aria tutta la sua potenza magica che in pochi secondi incrinò tutte le mattonelle del negozio e ne fece esplodere i vetri con una potenza disarmante.

Homura e Moybey presero delle dovute ed istintive distanze, riuscendo solo ad immaginare minimamente cosa stesse per avvenire da un secondo all'altro.

« E pensare che questa mattina Kyoko mi ha impedito di guardare Ken il guerriero, pensi che questo varrà come replica?! »

Urlò il gatto alieno con un tono fin troppo serio per l'entità della domanda stessa.

Homura lo ignorò di sana pianta, si portò le mani sulla testa per la disperazione del momento e si accasciò dietro una delle colonne di cemento rimase in piedi, incapace di comprendere cosa fare in quella situazione così incasinata.

« Sporca serpe! Ti pentirai dei tuoi peccati! »

Urlò Kyoko, mollando un secondo pugno in faccia all'alieno che però questa volta le rese pan per focaccia investendola con le sue gigantesche nocche.

« Vedrai! Appena ti avrò sconfitta ti farò indossare un abito da suora molto più alternativo! »

I due iniziarono a prendersi a pugni ed a calci senza esclusione di colpi, mandando in frantumi tavoli, sedie, resti di cibo abbandonati e tutto ciò che pochi minuti prima componeva l'elegante locale; i loro volti si gonfiarono di lividi e tagli, mentre Kyoko, quasi a dispetto di ciò che aveva fatto la Pedator, perdette uno dei canini a causa di una ginocchiata sul mento.

« Santo firmamento che botte! Stai guardando?! Homura? »

Chiese esaltato Moybey, per niente preoccupato dell'esito effettivo dello scontro, infilandosi in bocca delle patatine fritte che era riuscito a salvare dalla furia di quelle due furie scatenate ancora intente a prendersi a pugni come se non ci fosse un domani.

« Toglimi una curiosità Moybey. Per chi dovremmo fare il tifo? »

Chiese Homura seriamente, pensando che indipendentemente dalla vittoria dell'una o dall'altro la sua condizione rimaneva invariata e così anche quella di Moybey. Quest'ultimo si portò la zampa anteriore sotto il mento inesistente e ragionò qualche secondo, per poi uscirsene con una risposta vuota e semplice.

« Tu non ti godi mai le cose vero? E' una scazzottata! Gustatela! »

La ragazza afferrò l'alieno per l'esile coda da ratto e lo strattonò verso di sé, costringendolo a mollare le patatine con tanto di urlo disperato, poi gli strinse la testa con una mano, mentre con l'altra gli mostrò la soul gem che era riuscita a recuperare.

« Sei pronto a farlo? »

Gli chiese con serietà e determinazione, fissandolo dritto negli occhi; lui la scrutò per qualche secondo, assumendo un'espressione del tutto assente.

« A farlo? »

Ripeté dubbioso e scrutando ancora con aria perversa le forme della ragazza vestita da cameriera.

« Sì. »

« Ma in questo posto? »

« Ne conosci uno migliore? »

« No no! Per me si può fare in qualsiasi posto, anche in mezzo a quei due che si massacrano di botte! Non pensavo tu fossi così perversa però! »

Il volto di Homura si infiammò nuovamente di un rosso vermiglio nel momento in cui captò il ragionamento assurdo e perverso nella mente dell'alieno; con forza gli fece sbattere la faccia contro il pavimento più volte, utilizzandolo come se fosse una specie di cuscino.

« E' del contratto che parlo! Razza di viscido coniglio arrapato! »

« Oh sì! Il contratto! Anche io intendevo quello eh! »

Il loro litigio fu ancora una volta bruscamente interrotto dall'arrivo del Pedator che venne scagliato da Kyoko proprio addosso alla colonna dove i due si nascondevano, facendola crollare.

« Oh! Forse ho esagerato dicendole che non festeggio nessuna delle feste comandate. »

Si lamentò il grosso alieno, rimettendosi in piedi con il fare tipico di un anziano con il mal di schiena.

« Amico, se riesci a rendere sexy anche quella suora punto su di te qualche yen. »

Lo incoraggiò distrattamente Moybey, mentre questi si lanciava nuovamente alla carica urlando l'ennesima blasfemia verso l'agguerrita suora.

« Hai presente i dieci comandamenti!? Io sono riuscito a non seguirne addirittura venti! »

« Ti battezzerò nel tuo stesso sangue bastardo! »

Nel sentire gli scambi di insulti e di sberle tra i due Homura, sfinita e completamente alla mercé degli eventi, lasciò andare Moybey e gli mostrò ancora una volta la soul gem, parlandogli seriamente e senza dare nulla per scontato.

« Dobbiamo mettere le cose apposto ok? Posso esprimere il mio desiderio? »

L'alieno felino fece smuovere le lunghe orecchie, poi tirò un sospiro e poggiò una zampa sulla superficie violacea della gemma.

« Se è quello che desideri... Sì. »

« Ok... Ammetto che è difficile farlo di nuovo, dopo aver scoperto l'inganno dietro le promesse di Kyubey... Ci ha trasformate tutte in degli zombie. »

Moybey la guardò stranito.

« Zombie? Ma l'hai vista Mami? Quello è uno zombie! »

Homura riuscì a stento a trattenere una risatina, poi si decise a concludere quella situazione.

« Voglio che tutto torni alla normalità, come se Kyoko non avesse espresso il suo desiderio. »

« Ed io esaudisco bella cameriera! »

La luce della soul gem di Homura avvolse tutto nella sua violacea ed accecante potenza; le immagini dell'alieno e di Kyoko si contorsero sino a svanire; lo stesso fecero tutte le persone ed il mondo all'esterno del fast food; tutti vennero inconsciamente ritrasformati ed il mondo tornò ad essere quello che era sempre stato, con le sue miserie e le sue bellezze; un mondo privo di assoluta bontà, ma anche di assoluta malvagità, un mondo ambiguo che Homura avrebbe nuovamente affrontato per salvare Madoka dalla sorte orribile che l'attendeva dietro l'angolo. Tuttavia c'era qualcosa che non era affatto come prima, qualcosa che ben presto si sarebbe manifestata come una nuova minaccia.

 

 

 

 

 

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